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CULTURA E SPETTACOLI LE NOSTRE MAFIE QUOTIDIANE

Roberto Saviano

io so
Lio so di Pasolini lincipit per il racconto-verit di Roberto Saviano su una Campania e su un Paese marci di illegalit, malaffare, camorra. Alla base di tutto, la terra, il cemento...
ROBERTO SAVIANO
O S O E H O L E P R O V E . Io so come hanno origine le economie e dove prendono lodore. Lodore dellaff e rmazione e della vittoria. Io so cosa trasuda il profitto. Io so. E La verit della parola non fa prigionieri perch tutto divora e di tutto fa prova. E non deve trascinare controp rove e imbastire istruttorie. Osserva, soppesa, guarda, ascolta. Sa. Non condanna in nessun gabbio e i testimoni non ritrattano. Nessuno si pente. Io so e ho le prove. Io so dove le pagine dei manuali deconomia si dileguano mutando i loro frattali in materia, cose, ferro, tempo e contratti. Io so. E lo sanno le mie p rove. Le prove non sono nascoste in nessuna pen-drive celata in buche sotto t e rra. Non ho video compromettenti in garage nascosti in inaccessibili paesini di montagna. N possiedo documenti ciclostilati dei servizi segreti. Le prove sono inconfutabili perch parziali, riprese con le iridi, raccontate con la parole e temprate con le emozioni rimbalzate su ferri

e legni. Io vedo, trasento, guardo, parlo, e cos testimonio, brutta parola che ancora pu valere quando sussurra: falso allorecchio di ascolta le cantilene a rima baciata dei meccanismi di potere. La verit parziale, in fondo se fosse riducibile a formula oggettiva sarebbe chimica. Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verit. Cerco sempre di calmare questansia che mi si innesca ogni volta che cammino, ogni volta che salgo scale, pre n d o ascensori, quando struscio le suole su zerbini e supero soglie. Non posso fermare un rimuginio danima perenne su come sono stati costruiti palazzi e case. E se poi ho qualcuno a portata di parola riesco con difficolt a trattenermi dal raccontare come si tirano su piani e balconi sino al tetto. Non un senso di colpa universale che mi pervade, n un riscatto morale verso chi stato cassato dalla memoria del sentiero della storia. Piuttosto cerco di dismettere quel meccanismo brechtiano che invece ho connaturato, di pensare alle mani e ai piedi della storia. Insomma pi alle ciotole perennemente vuote che port a rono alla presa della Bastiglia piuttosto che ai proclami della Gironda e dei Giacobini. Non riesco a non pensarci. Ho sempre questo vizio. Come qualcuno che guardando Veermer pensasse a chi ha

Le prove sono inconfu tabili perch parziali, riprese con le iridi, raccontate con le parole e temprate con le emozioni rimbalzate su ferri e legni. Io vedo, trasento, parlo e cos testimonio.

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impastato i colori, tirato la tela coi legni, assemblato gli orecchini di perle, piuttosto che contemplare il ritratto. Una vera p e rversione. Non riesco proprio a scordarmi come funziona il ciclo del cemento quando vedo una rampa di scale, e non mi distrae da come si mettono in t o rre le impalcature il vedere una vert icale di finestre. Non riesco a far finta di nulla. Non riesco proprio a vedere solo il parato e penso alla malta e alla cazzuola. E persino ai calli che genera il manico di legno del frattazzo usato sino allo stiramento del polso per spianare lintonaco. Sar forse che chi nasce in certi meridiani ha rapporto con alcune sostanze in modo singolare, unico. Un rapporto che altrove non potrebbe che essere diverso. Non tutta la materia viene recepita allo stesso modo in ogni luogo. Non so, credo che in Qatar lodore di petrolio e benzina rimandi a sensazioni e sapori che sanno di residenze immense, monocultura e lenti da sole e limousine anche se magari nel quotidiano il tanfo di benzina e petrolio avviene meno che a Madrid. Lo stesso odore acido del carbonfossile credo a Minsk rimandi a facce scure, fughe di gas, e citt affumicate mentre in Belgio rimandi allodore daglio degli italiani ed alla cipolla dei magrebini, i corpi che si inabissavano nelle miniere. Lo stesso accade col cemento per lItalia, per il mezzogiorno. Il cemento. Pet rolio del sud. Tutto nasce dal cemento. Non esiste impero economico nato nel m e z z o g i o rn o che non veda il passaggio nelle costruzioni. Appalti, gare dappalto, cave, cemento, inerti, malta, mattoni, impalcature, operai. Larmamentario dellimprenditore italiano questo. L i mpre n d i t o re italiano che non ha i piedi del suo impero, (principato o feudo da valvassore) nel cemento non ha speranza alcuna. Bisogna immaginarsi la sua valigetta simile a quella che qualche anni fa

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p roduceva la M i c ro M a c h i n e. Una valigetta per bimbi, che si apriva e dalle pareti uscivano microbetoniere e nano-operai, scivoli e gru. Bisognerebbe pensare cos la valigetta di chiunque si appresta a voler diventare imprenditore vincente e potente. (...) Le banche italiane sanno accord a re ai costruttori il massimo credito, diciamo che le banche italiane sembrano edificate per i costruttori. E quando proprio non ha meriti e le case che costruir non bastano come garanzie, ci sar sempre qualche buon amico del costru t t o re che garantir per lui. La concretezza del cemento e delle stanze lunica vera materialit che le banche italiane conoscono. Ricerca, laboratorio, agricoltura, artigianato, i direttori di banca li immaginano come territorio vaporosi, iperurani senza p resenza di gravit. Stanze, piani, piastrelle, prese del telefono e della corrente. Io so e ho le prove. So come stata costruita mezzItalia. E pi di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti. E la sabbia. La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi, ville. A Castelvolturno nessuno dimentica le file infinite dei camion, che depredavano il fiume Vo l t u rno della sua sabbia. Dagli anni 70 in poi. Camion in fila, che attraversavano le terre costeggiata da contadini che mai avevano visto questi mammuth di ferro e gomma. Erano riusciti a r i m a n e re , a re s i s t e re senza emigrare e davanti ai loro occhi gli portavano via tutto. Ora quella sabbia nelle pare t i dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova. Ora non pi il fiume che va al m a re, ma il mare che entra nel fiume. Ora nel Vo l t u rn o si pescano le spigole, e i contadini non ci sono pi. Senza terra hanno iniziato a coltivare le bufale, dopo le bufale hanno iniziato a mettere su piccole imprese edili assumendo giovani nigeriani e sudafricani sottratti ai lavori stagionali, e quando non si sono consorziati con le imprese dei clan hanno incontrato la morte precoce. Io so chi ha costruito lEmilia Romagna, i quartieri nuovi di Milano, io so chi costruisce le ville in Toscana, le ditte di Michele Zagaria uno dei latitanti pi ricercati, che lavorano in subappalto in mezzItalia. I vantaggi che hanno queste ditte ed i loro committenti sono infiniti, gli inerti vengono saccheggiati portati vie dalle colline e dalle montagne. Le ditte destrazione vengono autorizzati per sottrarre quantit minime, ed in realt mordono e divorano intere montagne. Quintali di pietrisco a basso costo partono da questi luoghi. Inerti a costo zero che andranno a rendere competitive le ditte al nord Italia mentre in mezza Europa cercheranno di accaparrarsi poich sempre pi diviene merce rara. Ma non a sud. Dove non c altro che scavare, costruire, tirare su. Io so e ho le prove. Qui la dep o rtazione delle cose ha seguito quella degli uomini. Montagne e colline sbriciolate e impastate nel cemento finiscono ovunque. Da Tenerife a Sassuolo. Spesso mentre le ditte dei clan trivellano, rompono per erro re una falda acquifera e le cave diventano laghi artificiali. Potrebbe sembrare un freno alla corsa divoratrice dei palazzinari. Non lo . I clan gestendo anche i traffici di rifiuti vincono gare di appalto per lo smaltimento dei veleni industriali, e fingendo di smaltire in inesistenti discariche si aggiudicano lo smaltimento di rifiuti pericolosi con prezzi bassi che nessuna altra azienda in Europa avrebbe potuto proporre. Non si trattava di smaltire ma di buttare. In realt le ditte non hanno alcun luogo dove smaltire rifiuti tossici, n impianti adatti. Li inabissano nei laghetti. In tal modo non solo hanno guadagnato dallestrazione abusiva ma hanno anche creato un luogo dove nascondere i rifiuti tossici. In tal senso si pu ricavare nuovo d a n a ro e re n d e re le proprie ditte ancor pi competenti al servizio in subappalto dei migliori costruttori in circolazione. Una volta in una vecchia trattoria di San Felice a Cancello, incontrai don Salvatore. Un vecchio masto. Era una specie di salma ambulante, non aveva pi di 70 anni ma ne mostrava oltre 80. Mi ha raccontato che per dieci anni ha avuto il compito di smistare nelle impastatrici le polveri smaltimento fumi. Quintali di cemento impastato assieme a polveri velenose il cui costo di smaltimento per le aziende era una delle voci pi alte del bilancio. Con la mediazione delle ditte dei clan camorristici, ogni costo si abbassato e lo smaltimento occultato nel cemento divenuta la cinetica che permette alle ditte di presentarsi alle gare dappalto con prezzi da manodopera cinese. Ora garage, pareti e pianerottoli hanno nel loro petto i veleni. Non accadr

Stefano Ricucci nulla sin quando non si creperanno, e qualche operaio magari magrebino respirer le polveri crepando qualche anno dopo incolpando per il suo cancro la m a l a s o rt e. Gli imprenditori italiani vincenti non hanno altra forza che queste ditte capaci di stravincere come prezzi e qualit. Ogni vantaggio scaricato su manodopera e sui materiali. Provengono dal cemento. Loro stessi sono parte del ciclo del cemento. Prima di trasformarsi in uomini di fotomodelle, in manager da barca, in assalitori di gruppi finanziari in a c q u i renti di quotidiani, prima di tutto questo e dietro tutto questo c il cemento, le ditte in subappalto, la sabbia, il pietrisco, i camioncini zeppi di operai che lavorano di notte e scompaiono al mattino, le impalcature marce, le assicurazioni fasulle. Lo spessore delle pareti ci su cui poggiano i trascinatori delleconomia italiana. La costituzione dovrebbe mutare. Scrivere che si fonda sul cemento e sui costruttori. Sono loro i padri. Non Einaudi, Ferruccio Parri, Nenni e il comandante Valerio. Furono proprio i palazzinari, a tirare per lo scalpo lItalia a ffossata dal crac Sindona e dalla condanna senza appello del Fondo monetario internazionale. Quei costruttori si chiamavano Genghini, Belli, Parnasi. Poi ci fu larrivo dei Caltagirone. Cementifici, appalti, palazzi e quotidiani. Oggi i nuovi volti. Ricucci, Coppola, Statuto. I tre nuovi rampanti imprenditori Io so. So come si lavora nei cantieri. Come le impalcature vengono messe a castello, come la parte maggiore dei cantieri presenti in Italia non sia messo a n o rm a, come i materiali siano saccheggiati, i terreni sottratti, gli operai tenuti a nero. I meccanismi sono scientifici, foggiati dalle pi brillanti menti dei commercialisti del bel paese. Gli operai vengono costretti a sottoscrivere buste paga

Io so chi ha costruito lEmilia Romagna, i quartieri nuovi di Milano, so chi costruisce le ville in Toscana, le ditte di Michele Zagaria uno dei latitanti pi ricercati, che lavorano in subappalto.

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p e rfettamente regolari, cos, soprattutto al nord, per eventuali controlli e monitoraggi di sindacati tutto in regola. In realt i lavoratori percepiscono il 50% in meno di quanto indicato. Un modo per dimostrare agli ispettori del lavoro il rispetto dei contratti. Una vera e propria evasione fiscale a tavolino che sottrae allo Stato solo per le ditte operanti al nord 500 milioni di euro, secondo quanti affermano i sindacati confederati degli edili. Cifre che rientrano nelle logiche del massimo ribasso. Oltre il 40 % delle ditte edili che agiscono in Italia sono del sud. Agro-aversano, napoletano, salern itano. Senza contare le miriadi di ditte di subappalto che non hanno traccia e quindi non rientrano nelle statistiche. Le imprese arrivano cariche di ragazzi meridionali e romeni. Pochissimi gli africani. La forza assoluta dei cartelli criminali ledilizia. Il certificato antimafia. Ormai ridicolo. Ogni ditta di Tot Riina e di Francesco Schiavone Sandokan aveva i certificati antimafia. Per poterlo ricevere basta dimostrare che nella pro p r i a azienda non lavorano personaggi condannati per associazione mafiosa. Che ingenuit! E anche qualora qualche aff iliato condannato per mafia fosse loro dipendente questi lavore rebbe a nero e i controlli sono inesistenti. Eppure vero. Nelledilizia finiscono gli affiliati al giro di boa. Dopo che si fa una carriera da killer, da estorsore o da palo. Insomma dopo che si passati nellesercito dei clan si finisce nelledilizia o a raccogliere spazzatura. Piuttosto che filmati e conferenze a scuola, potrebbe essere intere ssante prendere i nuovi affiliati, i ragazzini, e portarli a fare un giro per cantieri mostrando il destino di quando invecchieranno (se galera e morte dovessero risparmiarli), staranno su un cantiere invecchiando e scatarrando sangue e calce. Mentre imprenditori e affaristi che i boss credevano di gestire avranno committenze e spose modelle. Di lavoro si muore. Continuamente. La velocit di costruzione, la necessit di risparmiare su ogni tipo di sicurezza e su ogni rispetto dorario. Turni disumani 9/12 ore al giorno compreso sabato e domenica. 100 euro a settimana la paga con lo straordinario notturno e domenicale di 50 euro ogni 10 ore. I pi giovani se ne fanno anche quindici. Magari tirando coca, che qui vendono a 15 euro a pista. Le mascherine per evitare che le polveri siano inalate sembrano una provocazione e il cordino che dovrebbe ass i c u r a re alle impalcature i corpi degli operai usato come portachiavi dei mazzi molteplici dei capimasto. Quando si muore nei cantieri, si avvia un meccanismo collaudato. Il corpo se morto viene portato via dal cantiere e a secondo della zona viene simulato un incidente stradale. Lo mettono in auto che poi si fanno cascare in scarpate o dirupi, non dimenticando di far prendere fuoco allauto. La somma che lassicurazione pagher al morto verr girata alla famiglia come liquidazione. Non raro che per simulare lincidente si feriscano anche i simulatori in modo grave, soprattutto quando c da ammaccare unauto contro il muro, prima di darle fuoco con il cadavere dentro. Quando il masto presente il meccanismo funzionante. Quando assente il panico spesso attanaglia gli operai. Ed allora si prende il ferito grave, il quasi-cadavere e lo si lascia quasi sempre vicino ad una strada che porta allospedale. Si passa con la macchina, si adagia il corpo e si fugge. Quando proprio lo scrupolo alleccesso si avverte unautoambulanza. Chiunque prende parte alla scomparsa o allabbandono del corpo quasi cadav e re sa che lo stesso faranno i colleghi qualora dovesse accedere al suo corpo di sfracellarsi o infilzarsi. Sai per certo che chi ti a fianco in caso di pericolo ti soccorrer nellimmediato per sbarazzarsi di te, come dire ti dar il colpo di grazia. E cos si ha una specie di diffidenza nei cantieri. Chi ti a fianco potrebbe essere il tuo boia o tu sarai il suo. Non ti far soffrire ma sar anche quello che ti lascer crepare da solo su un marciapiede o ti dar fuoco in unauto. Tutti i cos t ruttori sanno che funziona in questo modo. E le ditte del sud hanno garanzie migliori. Lavorano e scompaiono ed ogni guaio se lo risolvono senza clamore. Io so ed ho le prove. E le prove hanno un nome. Sono Ciro Leonardo morto a 17 anni mentre stava riparando un solaio cascando dal settimo piano. Le prove si chiamano Francesco Iacomino, aveva 33 anni quando lhanno trovato con la tuta da lavoro sul selciato allincrocio tra via Quattro Orologi e via Gabriele DAnnunzio a Ercolano. Nicola Tricarico 26 anni, fulminato mentre lavorava alla ristrutturazione di un negozio. A nero. Dopo lincidente sono scappati tutti, geometra compreso. Nessuno ha chiamato lautoambulanza temendo potesse arriv a re prima della loro fuga. Lasciando l il cadavere raff reddarsi. E quando si m u o re al nord se non c tempo di abbandonare a sud il corpo la macchina incidentata gi pronta assieme alla benzina per occultare il corpo in un incidente sulle affollate e insanguinate strade padane. In sette mesi nei cantieri a nord di Napoli sono morti 15 operai edili. Cascati, finiti sotto pale meccaniche o spiaccicati da gru gestite da operai stremati dalle ore di lavoro. Bisogna far presto. Anche se i cantieri durano anni, le ditte in subappalto devono lasciar posto subito ad altre. Guadagnare, battere cassa e andare altrove. Prima si alzano palazzi, prima si vendono, prima si diviene imp renditori, prima i danari vanno altrove. Prima si possono comprare pompe di benzina, prima si possono avere garanzie con le banche, prima si possono sposare modelle e comprare giornali. A sud si pu estrarre, si pu ancora e s t r a rre. Si possono depre d a re terre , mord e re montagne, nascondere i veleni sotto la moquette della terra. A sud possono ancora nascere gli imperi, le maglie delleconomia si possono forz a re e lequilibrio dellaccumulazione originaria non stato ancora completato. (...) Io so. Io so chi ha costruito il mio paese e chi lo costruisce. So che non si vive la propria vita di scorribande e tormenti nelle belle ville in Toscana o in Puglia dei film di Giordana e della Comencini, so che stanotte parte un treno da Reggio Calabria che si fermer a Napoli a mezzanotte e un quarto prima di giungere a Milano. Sar colmo. E alla stazione i furgoncini e le Punto polverose preleveranno i ragazzi per nuovi cantieri. Un emigrazione senza residenza che nessuno studier e valuter poich rimarr nelle o rme della polvere di calce e solo l. Io so qual la vera costituzione del mio tempo, qual la ricchezza delle imprese. Io so in che misura ogni pilastro il sangue degli altri. Io so e ho le prove. Non faccio prigionieri.

Quando si muore nei cantieri, si avvia un meccanismo collaudato. Il corpo, se morto, viene portato via e, a secondo della zona, viene simulato un inci dente stradale.

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