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Giuseppe Prestipino

TRADIRE GRAMSCI

Teti Editore
www.teti.it

I. TRADIRE GRAMSCI

1 . Perch non possiamo non tradire Gramsci. Capisco gli avvertimenti di coloro che, in osse !io al rigore "ilologico, ci mettono in g!ardia dalle non in"re !enti manipola#ioni ar$itrarie del pensiero di Gramsci, in specie se dettate da contingenti calcoli politici o da e""imere mode c!lt!rali1. E t!ttavia ritengo che la grande##a di !n pensatore ci si mostri anche nella nostra sempre inappagata sete intellett!ale di interpellare e di interpretare, o reinterpretare, le s!e categorie mettendole a ra""ronto con contesti storici e teorici diversi da !elli entro i !ali sono sorte. %a perigliosa legittimit& di !na tale rilett!ra dei testi p!' "orse trovare nelle tenden#e ermene!tiche che si richiamano a Gadamer o a Ricoe!r !el con"orto che non trova altrettanto nella tradi#ione storicistica pi( ligia ai dettami del rigore "ilologico )p!r se * di Croce la convin#ione che la storia * sempre storia contemporanea+. Se ammettiamo, con Ricoe!r, che i diversi sistemi "iloso"ici )classici+, $ench, diversamente orientati, non si escl!dano a vicenda, ma siano tra loro compossi$ili in senso lei$ni#iano )perch, il discorso "iloso"ico - privo di re"erenti esterni immediati - si disting!e da altri discorsi scienti"ici in !anto * !n discorso di secondo livello+ ., considera#ioni analoghe possono "orse valere per l/apert!ra 0polisemica1 di ciasc!na "iloso"ia2 di""erenti interpreta#ioni del pensiero di !no stesso "iloso"o potre$$ero )$eninteso, entro limiti ragionevoli+ essere !g!almente lecite. Resta da chiarire se Gramsci *, come io ritengo, !n "iloso"o )e se alla s!a "iloso"ia si possono attri$!ire caratteri di classicit&+. Capisco d!n !e, e condivido, se !elle esorta#ioni al rispetto dei testi vogliono richiamarci, app!nto, ad alc!ne regole generali. E t!ttavia considero gli scritti di Gramsci )segnatamente, i Quaderni) !n corpus speciale, che p!' essere )che v!ol essere3+ interpretato anche con altro animo e con altri criteri. Si osservi, in primo l!ogo, che il termine 4trad!#ione5 * !n elemento6cardine del lessico concett!ale di Gramsci2 la storicit& trans6temporale delle "orme di vita, e !indi delle "orme di pensiero, consiste per Gramsci nel loro disporsi nat!ralmente a s!$ire alc!ni travisamenti non arbitrari, perch, s!ggeriti da n!ovi contesti storici essen#iali, o da m!tamenti pro"ondi interven!ti nelle cose e nella lett!ra delle cose. Inteso cos7, il termine 4trad!#ione5 ac !ista !n carattere pi( 0"orte1 di !ello che possiamo cogliere nei canoni dell/ermene!tica "iloso"ica )non mai interamente emancipata, anche nei s!oi odierni esponenti maggiori, dalle origini teologiche che privilegiavano, con il protestantesimo, i soggetti individ!ali
1 Considero an#i sal!tare la den!ncia di ogni illecita distorsione dei concetti gramsciani, distorsione dettata dal $isogno di att!ali##arli o, peggio, di adattarli alle contingen#e att!ali. Alla den!ncia )essa stessa gramsciana prima che di E!genio Garin+ dell/a$it!dine di 4sollecitare i testi5 si associa ora Antonio Sant!cci, c!ratore della pi( rigorosa e pi( ampia edi#ione italiana delle Lettere dal carcere )8alermo, Sellerio editore, 199:, p. ;<III+. . C"r. 8. Ricoe!r, Irrationality and the Plurality of Philosophical Systems, in 4dialectica5, =, 19>?, pp. @1.6@1@.

dell/interpreta#ione, pi!ttosto che i nodi storici dell/intelligen#a collettiva o intersoggettiva+. Si osservi, in secondo l!ogo, che processi di 4trad!#ione5 )sia p!re in grado minore+ si svolgono anche l!ngo l/itinerario di !n medesimo pensatore individ!ale, in specie !ando egli si accinga a interpretare se stesso tram!tando s!oi pensieri 0privati1, sparsi tra "ogli di annota#ioni provvisorie, in pensieri vol!tamente p!$$lici )ossia ordinati per !n con"ronto p!$$lico e predisposti a mis!rarsi con il proprio tempo storico+. E$$ene, i Quaderni gramsciani contengono annota#ioni che l/a!tore ha raccolto nell/attesa di poterle egli stesso 0trad!rre1 in pensieri p!$$lici. Gramsci non pot* accingersi a !el lavoro. 8otranno gli odierni interpreti di Gramsci avvent!rarsi anche nella ricostr!#ione dei possi$ili passaggi concett!ali che !ella mancata trad!#ione interna lascia ancor pi( aperti alle trad!#ioni esterne3 Se poi ammettiamo, con !n certo adagio prover$iale, che ogni trad!ttore * sempre e sen#a scampo !n 0traditore1, ness!no chiede "orse !anto Gramsci d/essere tradito. An amico argentino, %eandro BerreCra, mi scriveva $enevolmente, tempo addietro, che io sarei tra coloro che, per et& e per esperien#e mat!rate, possono testimoniare s! t!tto l/arco di !na vicenda segnata dal primo apparire dell/eredit& teorica gramsciana, dal rigoglio delle ricerche e delle ela$ora#ioni storico6politiche ispirate in Italia dal pensiero di Gramsci "ino ai primi anni Settanta, dal s!ccessivo declino della s!a in"l!en#a e in"ine dalla rimo#ione della stessa memoria del s!o lascito nella c!lt!ra italiana odierna, persino in contrasto con il perd!rante interesse che * possi$ile constatare in altri paesi. Che io a$$ia viss!to !ella vicenda anche come !n/intensa esperien#a interiore e come !n grande alveo in c!i si sia riversata la mia piccola esisten#a individ!ale, * innega$ile. E/ invece "!or di l!ogo attri$!irmi la capacit& di tracciare !n pro"ilo storico della "ort!na di Gramsci in Italia )lo si trova, peraltro, esente da tenta#ioni a!to$iogra"iche che non sare$$ero consone alla giovane et& dell/a!tore, in !n li$ro di G!ido %ig!ori@+. Il solo tentativo che mi * possi$ile ora * di mettere ordine nelle mie precedenti ri"lessioni s!l pensiero di Gramsci )mi accorgo che esse ricorrono in !na trentina di titoli da me variamente dati alle stampe+, con !na scelta impietosa e con riela$ora#ioni che "acciano emergere !n "ilo cond!ttore nella mia "aticosa proposta di 4trad!#ione5. S!lla !ale * $ene precisare s!$ito !n paio di cose. Gli app!nti carcerari di Gramsci contengono, accanto alle tesi innovative, anche alc!ni ri"erimenti a "orm!le canoniche della tradi#ione marDista o, per converso, della c!lt!ra dominante negli anni venti e trenta. Ritengo che tali ri"erimenti possano essere, almeno in parte, ignorati da chi ripensa oggi Gramsci, a condi#ione a+ che essi appaiano oggettivamente in contrasto con le tesi prevalenti eEo innovative delle note carcerarieF $+ che essi siano tacitamente pres!pposti )che sia pres!pposta, nei lettori, la conoscen#a di !egli stessi ri"erimenti e, pi( in generale, dei testi gramsciani nella loro integralit&+. <alga !n solo esempio2 la "orm!la canonica del deperimento dello Stato o, con terminologia gramsciana, del s!o riassor$imento nella societ& civile * sen#a d!$$io presente nei Quaderni, ma pi( spesso appare come !n "ossile, ovvero come !n 4relitto5 )diremmo con lo stesso Gramsci+, tras"erito in !ella sorta di senso com!ne, pregi!di#ialmente acritico, che s!ole a""iancarsi, come !n contrapp!nto grad!almente atten!antesi, a ogni ela$ora#ione teorica innovatrice=.
@ Gramsci conteso. Storia di un dibattito 19..6199:, Roma, Editori Ri!niti, 199:. = 8regevole e molto !tile *, a mio parere, il vol!me Antonio Gramsci, ilosofia e politica. !ntologia dei "Quaderni del carcere#, a c!ra di Branco Consiglio e Ba$io Brosini, Biren#e, %a G!ova Italia Editrice, 199H. Mi lascia !n poco d!$$ioso, t!ttavia, la pre"eren#a solitamente mani"estata dai c!ratori per i testi

Gon a caso ho scelto l/esempio della "orm!la relativa al deperimento dello Stato. Gegli scritti che seg!ono, in"atti, l/interpreta#ione tende a restringersi en!cleando, nel pi( vasto ori##onte gramsciano, i temi della politicit& e della stat!alit&. Sono, in e""etti, i temi s!i !ali si * esercitata e contin!a a esercitarsi ? $!ona parte della critica e dell/ermene!tica gramsciane in Italia e altrove. E per' sono convinto che i nodi gramsciani della politicit& e della stat!alit& possano essere a""rontati soltanto se si tengano sempre $en presenti, sia p!re di scorcio, le altre "orme storiche. E/ ind!$$io, in"atti, che il Gramsci "iloso"o parli sempre e soltanto di rela$ioni tra "orme )che per l!i le "orme si dissolvano, se si pretenda di coglierle indipendentemente dalle loro rela#ioni+. In ci' risiede anche !na pec!liare di""eren#a tra la "iloso"ia politica di Gramsci e ogni altra "iloso"ia politica del nostro tempo. .. %na dialettica gramsciana della lunga durata. Gramsci innova pro"ondamente la conce#ione della dialettica storica. <orrei anticipare !esto tema che esaminer' pi( analiticamente )e con lo sg!ardo rivolto anche al nostro presente+ nell/!ltimo capitolo. MarD aveva en!nciato il concetto di !na necessaria inversione della dominan$a )o della subordina$ione+, ad esempio, !ando aveva osservato, tra i m!tamenti che diversi"icano dal premoderno il moderno, il passaggio da !n/ind!stria che * parte dell/agricolt!ra )e le * s!$ordinata+ a !n/ind!stria che s!$ordina e incorpora l/agricolt!ra come !na s!a parte. Il capitalismo non ha distr!tto i modi di prod!#ione antecedenti, ma li ha inglo$ati e li ha rimodellati sotto la propria egida2 perci' si * "atto valere storicamente e perci' vigoreggia ancora. Il passato * parte del presente. E anche il "!t!ro vi si insin!a come !na laten#a. Se nel presente capitalistico domina la logica del pro"itto privato mediante lo scam$io mercantile, !ella logica incl!de in s, - come !n s!o opposto s!$ordinato - la logica )"!t!ra+ dei vincoli sociali. Iac !es Jidet a""erma in"atti che ogni moderna societ& di mercato, p!r nella centralit& del 4contratto interindivid!ale5, contiene in s, elementi di piano )di 4contratto sociale5+ a lei s!$ordinati. 8otremmo dire che il modo capitalistico s!$ordina a s, !n 0presagio1 postcapitalistico e d!n !e, pi( in generale, che non vi sono nel concreto storico "orme p!re, ma soltanto intrecci di rela#ioni tra "orme. T!ttavia, MarD aveva erroneamente, nella s!a previsione degli eventi rivol!#ionari, ipoti##ato !na antecedente sit!a#ione estrema nella proletari##a#ione )presso che+ totale e nella )presso che+ totale concentra#ione monopolistica dei me##i di prod!#ione. Alc!ni teorici della Seconda Interna#ionale privilegiavano in seg!ito !n/interpreta#ione della dialettica storica che possiamo cos7 schemati##are2 se il socialismo mira alla nega#ione totale del sistema vigente, esso deve adoprarsi perch, il sistema vigente raggi!nga il s!o apice, ovvero tocchi il limite estremo di !na s!a assol!te##a sen#a resid!i. In %enin, la rivol!#ione poteva non attendere che il capitalismo avesse raggi!nto in R!ssia la s!a 0per"e#ione1, ma anche in %enin )prima della GE8+ troviamo !n
gramsciani di prima stes!ra )per i testi A o J, rispetto ai testi C, come si dichiara del resto nell/ampia introd!#ione, a p. %;;;I+. %a pre"eren#a * accordata "orse per il sospetto che nei testi di seconda stes!ra, riela$orati negli !ltimi e pi( penosi anni di prigionia o di so""eren#a "isica e psichica, possano essere avvenite anche le tracce di !n declino intellett!ale. A me pare, invece, che nella maggior parte di !ei testi, malgrado le condi#ioni dolorose di crescente depressione psicologica, Gramsci perseveri in !ell/incessante appro"ondimento dei concetti e delle analisi che caratteri##a i Quaderni come, app!nto, !n grande worK in progress. ? Si veda, tra gli altri, il vol!me Gramsci filosofo della politica, di Michele Martelli, Milano, Edi#ioni Anicopli, 199:.

concetto "iloso"ico e sopratt!tto !n progetto politico $asati s!lla pres!nta necessit& di ac!ti##are al massimo la 4tesi5 per poter convertirla nell/4antitesi5, a s!a volta concepita come nega#ione totale della tesi2 spettava, in"atti, alla stessa rivol!#ione portare a termine !n capitalismo monopolistico )di Stato+ per poter att!arne la 4nega#ione5 radicale in !na compi!ta societ& socialista. Stalin, a s!a volta, vagheggiava !n collettivismo integrale )ossia applicato a ogni !nit& prod!ttiva e a ogni altro campo di attivit&+ che scat!risse da !ella "orma estrema di capitalismo monopolistico di Stato e coltivava a s!o modo !n 0sogno1 li$ertario )proteso cio* verso l/estin#ione dello Stato+ che "acesse leva s! !n/esaspera#ione estrema delle "!n#ioni repressive, militari e poli#iesche, gi& sommariamente gi!dicate "!n#ioni precip!e e caratteri##anti, an#i escl!sive, dello Stato $orghese. Gon soltanto nelle s!e ri"lessioni storiche, ma anche )e particolarmente+ nei s!oi en!nciati teorici Gramsci mira a interpretare, 4trad!rre5, ri"orm!lare e ri"ormare la dialettica hegeliana. A s!o gi!di#io, la conserva#ione )o controrivol!#ione+ p!' operare in modo storicamente consolidato se si mostra capace di captare alc!ne istan#e proprie della parte rivol!#ionaria, ovvero se mette in atto !na 4rivol!#ione passiva5. Ma, si $adi, nel modello teorico gramsciano, anche la rivol!#ione, se v!ol approdare a con !iste d!revoli - e scongi!rare l/ins!ccesso "inale -, dovr& adeg!atamente rec!perare alc!ni segmenti ancora vitali dell/avversario )e, pres!miamo, alc!ni segmenti dello stesso modo capitalistico+, in !anto s!$ordinati alla )e 4egemoni##ati5 dalla+ "orma politico6sociale s!periore. Gramsci scrive in"atti che la dialettica consiste nella necessit&, per ciasc!na delle parti impegnate in !n antagonismo storico, di 4comprendere le ragioni5 dell/altra. E !i 4comprendere5 signi"ica capire, ma signi"ica anche incl!dere )come elemento s!$ordinato, app!nto+. E/ vero che, in specie nei l!oghi o nei tempi in c!i i rivol!#ionari sono costretti a praticare !na 4g!erra di movimento5, essi hanno l/o$$ligo di agire come se dovessero e potessero 4distr!ggere5 l/avversario, avverte lo stesso Gramsci, ma anche in !ei l!oghi o dopo !ei tempi, se i rivol!#ionari otterranno al"ine di poter rovesciare i rapporti di 4"or#a5, soltanto l!ngo la via del 4consenso5 potranno conseg!ire con !iste d!rat!re o permanenti. 8rol!ngare il movimento oltre la "ase della lotta da condi#ioni di minorit& o di s!$alternit& - e, con il movimento, prol!ngare !el transitorio intento di 4distr!ggere5 l/altro - giova soltanto a propi#iare la res!rre#ione dell/altro dalle s!e ceneri )o dalle nostre ceneri+. %a s!periorit& della 4g!erra di posi#ione5 s!lla g!erra di movimento sta proprio nel "atto che la g!erra di movimento * diretta, o costretta, a sopprimere l/avversario conseg!endo il ris!ltato pro$a$ile di ritrovarselo innan#i inatteso, ma pi( p!gnace e capace di riscossa, mentre la 4g!erra di posi#ione5 soltanto p!' sperare di avere partita vinta in modo de"initivo perch,, dicevo, la 4g!erra di posi#ione5 soltanto p!' rovesciare i rapporti di for$a insta!rando insieme rapporti storici di consenso. Dalle ri"lessioni s!lla dialettica siamo condotti a ri"lettere, in particolarare, s!i rapporti storici tra com!nismo e li$eralismo. Gramsci * "orse il solo pensatore marDista 0classico1 che, anche nella s!a opera pi( mat!ra, cerchi di delineare !n rapporto dialetticamente rigoroso tra com!nismo )o democra#ia socialista+ e li$eralismo. Il titolo di !n $el li$ro di Domenico %os!rdo *, app!nto, !ntonio Gramsci dal liberalismo al "comunismo critico :. Dopo !na crisi pro"onda che a$$ia vani"icato i tentativi di trad!rre in pratica la teoria, ogni 4intellett!ale collettivo5 dovre$$e avvertire il $isogno di !n ritorno alle origini, ma avvertire anche e sopratt!tto
: C"r. D. %os!rdo, !ntonio Gramsci dal liberalismo al "comunismo critico# , Roma, Gam$eretti Editrice, 199H.

il $isogno di sottoporre a !n esame critico gli errori originari che p!r si annidano nel pi( solido tra gli impianti teorici. L!i mi limito a indicare d!e "ra i 0peccati1, a mio avviso, originariamente imp!ta$ili a MarD e a Engels e perd!ranti in %enin2 !n 0peccato1 per troppo li$eralismo e !no, al contrario, per troppo poco li$eralismo. Troppo li$eralismo. Ritengo anch/io )come lo stesso %os!rdo sostiene in altri s!oi scritti+ che l/!topia li$erale6li$ertaria dell/estin#ione dello Stato, recepita dal marDismo con !n/apert!ra di credito eccessiva, a$$ia originato la comprovata negligen#a dei partiti com!nisti al potere, impegnati in t!tto "!orch, nell/ela$orare !na radicale e convinta ri"orma delle istit!#ioni2 per !al ragione !ei partiti avre$$ero posto mano a !na solida ri"orma democratica delle istit!#ioni, se le gi!dicavano prossime ad esting!ersi3 Troppo poco li$eralismo. D/altra parte, l/!topia giaco$ina di !na democra#ia integrale, anch/essa recepita dal marDismo in sede teorica dapprima e poi nella pratica del movimento operaio di estra#ione marDista, * alle origini dell/omissione di ogni connotato li$erale, ricond!ci$ile a !no Stato di diritto, e della conseg!ente repressione di ogni li$ert& civile o personale, nelle dittat!re scat!rite dalla rivol!#ione sovietica. I d!e errori teorici hanno !na com!ne motiva#ione storica. In MarD e in Engels l/!topia li$ertaria negatrice dello Stato e, per contro, l/!topia democratico6giaco$ina, convertita nella parola d/ordine della dittat!ra del proletariato, avevano ricev!to alimento in eg!al mis!ra dalla constatata ipocrisia dello Stato li$erale ottocentesco, dal s!o cinismo di classe ammantato di "also !niversalismo2 %!ciano Can"ora vede oggi nel massacro parigino dei com!nardi l/evento em$lematico evocato !asi per !na gi!sti"ica#ione preventiva dei "!t!ri mis"atti, di segno contrario, che sare$$ero stati perpetrati dai rivol!#ionari. In %enin e nei s!oi contin!atori lo Stato in generale, ogni Stato, era identi"icato con !el s!o speci"ico e6semplare storico che aveva generato dalle s!e viscere la g!erra totale. E poich, l/otto$re leniniano "! sopratt!tto radicale rip!lsa della g!erra totale, apparve inevita$ile accom!nare nella rip!lsa ogni sorta di Stati, non soltanto !elli di "orma #arista o pr!ssiana, ma anche !elli di "orma vagamente li$erale, a !el tempo locali##a$ili in Brancia, in Inghilterra o negli Stati Aniti. %a tragedia storica del leninismo consiste nel "atto che il ri"i!to rivol!#ionario della g!erra totale )e dello Stato totalitario che, d!rante la g!erra, si era insediato anche nei paesi di tradi#ione li$erale+ ass!meva esso stesso inevita$ilmente i caratteri della g!erra totale, ossia di !ella realt&6 mostr!osa contro la !ale %enin aveva chiamato le masse a ri$ellarsi, e insieme ass!meva i caratteri del totalitarismo e della militari##a#ione permanente )non a caso anche !na delle mani"esta#ioni meno riprovevoli della Ter#a Interna#ionale, la dedi#ione o l/a$nega#ione nell/impegno di partito, prendevano la "orma e il nome della 4militan#a5, come "a notare oggi !n testimone a!torevole, 8ietro Ingrao+. A provocare !n tal esito concorrevano non soltanto !ell/attra#ione mimetica che la g!erra totale )con il s!ccessivo assedio controrivol!#ionario+ aveva esercitato s!i s!oi avversari pi( radicali, ma anche l/arretrate##a economica, sociale, politica della R!ssia e l/assen#a, in !el paese e nelle s!e istit!#ioni, di !na tradi#ione li$erale )assen#a s!lla !ale mette l/accento Gor$erto Jo$$io, nel commentare il controverso Libro nero del comunismo+. Bare i conti con il proprio passato storico, per la teoria della rivol!#ione, implica d!n !e emendarsi dalla 4malattia in"antile5 dell/4estremismo5 teorico. Contro gli eccessi di spirito li$eral6li$ertario, occorrer& ripensare in termini positivi, e propositivi, alla "orma6Stato. Gello stesso tempo, contro ogni tenta#ione illi$erale, occorrer& recepire nell/alveo primario di !na democra#ia compi!tamente socialista, concreti##ante )diremo con Galvano della <olpe+ la libertas ma&or di !na volont& o progett!alit& collettiva,

l/istan#a seconda )seconda, ma non secondaria e perci' irrin!ncia$ile+ delle garan#ie li$erali o dei diritti civili in !anto individ!ali o personali. Se anche la lotta pi( aspra ha s!ccesso !ando i rapporti di "or#a )s"avorevoli+ si convertono in rapporti di consenso )a noi "avorevoli+, ossia !ando !n/odierna 4g!erra manovrata5 si tras"orma in !na s!ccessiva 4g!erra di posi#ione5, sia p!re radicali##ata per tenacia di s"or#i e chiare##a di o$iettivi, n!lla sare$$e pi( stolto che immaginare il contrario2 cio* !na 4g!erra di posi#ione5 oggi com$att!ta s!l terreno dell/4egemonia5 con l/intento e allo scopo di poter domani distr!ggere )non pi(, d!n !e, egemoni##are+ ogni sopravviven#a, e persino i valori pi( vitali, dell/altro. An disegno egemonico, in"atti, potr& dispiegarsi soltanto come progetto6previsione epocale2 non tollerer& d/essere vi#iato da str!6mentalismo deteriore, ma vorr& essere proiettato s!lla l!nga d!rata storica. E/ chiaro che l/egemonia si dispiega nel l!ngo periodo2 l/in"l!en#a della sc!ola, ad esempio, perd!ra $en oltre l/et& dell/apprendistato e si prol!nga nella "!t!ra prole degli odierni adolescenti, mentre il controllo sociale otten!to per me##o della violen#a d!ra !anto d!ra la violen#a )o la minaccia di ricorrere alla violen#a+. Gel l!ngo periodo, d!n !e, se soltanto la g!erra di posi#ione * pratica$ile, soltanto l/egemonia * l/arma con la !ale ciasc!na delle parti p!' cond!rre vantaggiosamente la s!a g!erra di posi#ione. Ev !esta la grande le#ione che Gramsci ha appreso in seg!ito alla prima grande scon"itta s!$ita, negli anni venti e trenta, dal movimento operaio e!ropeo6occidentale. %/4egemonia5 *, nel pensiero di Gramsci, la "orma nella !ale la dire#ione politica si esercita s! !n insieme sociale articolato e complesso, in specie !ando non si "accia soverchiarne ricorso a pratiche di costri#ione o di coerci#ione o, pi( semplicemente, all/!so della 4"or#a5. %/4egemonia5 * la "orma 4etico6politica5 - politica in !anto etica - della dire#ione sociale2 * la sperimenta#ione di norme e valori la c!i dichiarata e6 stensi$ilit& generale incontri !n consenso parimenti generale. %/4egemo6nia5 * da Gramsci ancora attri$!ita a !n soggetto sociale )a !na classe+. T!ttavia nei Quaderni troviamo "orse !n/implicita revisione teorica, perch, ci sem$ra che, nell/a!spicare !n "!t!ro primato della "orma 4etico6politica5, Gramsci ritenga possi$ile attri$!ire "!n#ione egemonica, app!nto, a !na "orma )non pi( a !n soggetto+. %a revisione *, a mio avviso, tanto pi( necessaria se ci appare investita da !na crisi epocale, insieme con la ra#ionalit& classica, anche la centralit& )epistemologica, sociale e politica+ del soggetto moderno. Condivido con Andr, ToselH la constata#ione che l/idea vetero6marDista, certamente non estranea a MarD, di !na 4classe6soggetto5, o di !n soggetto6partito, * ormai datata e dev/essere pertanto inverata o s!perata )cos7 come dev/essere s!perata l/altra idea, tipicamente vetero6marDista, di !n progresso illimitato delle "or#e prod!ttive>+. 8erci' in alc!ni miei lavori, nel ragionare di 4$locchi logico6 storici5, ho riten!to di poter s!pporre che ciasc!n $locco si caratteri##i essen#ialmente per l/egemonia che vi e6sercita !n modo o !na forma dell/attivit& !mana2 !n modo d/essere della prod!#ione economica o della prod!#ione c!lt!rale, !na "orma del coesistere di individ!i nelle rela#ioni sociali o del con6sistere societario nelle istit!#ioni. 8er !ella mia ipotesi non cerco prote#ione nella pagina gramsciana, ma trovo nell/itinerario teorico di
H C"r. 'tudes sur (ar) *et +ngels). ,ers un communisme de la finitude, 8aris, Mditions Nim,, 199:, p. 1=O. > Gon * pi( tempo )se mai lo "!+ di candidarsi, come ri"ormisti, a gestire la moderni##a#ione )c"r. A. Tosel, ibidem+ "acendo, con migliori inten#ioni, le veci di coloro che ne sono i veri agenti storici. Il concetto di !na tale s!pplen#a, in"atti, derivava dall/erroneo pres!pposto di !n progresso illimitato delle "or#e prod!ttive.

Gramsci )nelle posi#ioni via via con !istate da l!i+ l/indispensa$ile premessa per !na ricerca !lteriore che segni il s!peramento della centralit& moderna del soggetto. Gegli anni Sessanta e Settanta, !n marDismo delle forme parve ad Alth!sser )e, per certi aspetti, a %!porini+ !n approdo necessario da raggi!ngere sen$a Gramsci. Ritengo invece che possa essere raggi!nto con Gramsci. @. Le categorie gramsciane oggi. Il movimento socialista e la prospettiva com!nista s!$iscono anche oggi !na grande scon"7tta. Arte"ice della scon"itta *, sopratt!tto, l/egemonia che, dopo aver a""idato il proprio destino all/!ltima grande rivol!#ione tecnologica, il modo capitalistico )modo di "are c!lt!ra e !indi di prod!rre+ ha pot!to esercitare gra#ie ai n!ovi me##i di in"orma#ione e di com!nica#ione. Di""ondendo la propria logica eEo ideologia, prod!ttivistica o neoli$eristica, individ!alistica ovvero cons!mistica, il modo capitalistico ha sap!to par#ialmente occ!ltare9 i s!oi e""etti perversi )s!l terreno sociale, s! !ello ecologico ecc.+ e portare a termine la merci"ica#ione !niversale dei $eni )materiali o immateriali+ che, a s!a volta, retroagisce s!lla di""!sa mentalit& cons!mistica con il $landire e dilatare i g!sti o i $isogni indotti nelle masse. %/egemonia p!' in"atti esercitarsi anche in "orme di suggestione insin!ante o prevaricatrice o corr!ttrice, oltre che accattivante. Alth!sser e Bo!ca!lt lo sapevano. %/egemonia sociale del modo c!lt!rale capitalistico si caratteri##a app!nto perch, si esercita pi( spesso in maniera o$li !a o per vie indirette s! !na societ& "attasi, nel "rattempo, complessa e insieme "rammentata )o addiritt!ra atomi##ata+F !na societ& nella !ale, in l!ogo del principio - ro!ssoiano, marDiano e, oggi, "orse anche rawlsiano di !n/eg!aglian#a come me##o al "ine della li$ert& )maggiore+, vige al contrario la regola non scritta di !na li$ert& )minimale+ il c!i scopo sia la crescita delle dis!g!aglian#eF !na societ& nella !ale la crescente disocc!pa#ione di massa, da !n lato, concorre al declino dei livelli salariali e delle prote#ioni sociali per gli occ!pati, dall/altro lato )ed * il colmo d/ironia della sorte+ "a di !esti !ltimi - in !anto minoran#a che conserva !n impiego, !n salario o !na pensione sia p!re dec!rtata - i n!ovi privilegiati e perci' i n!ovi conservatori. I prod!ttori dimin!iscono e crescono invece a dismis!ra i cons!matori2 tutti sono ormai cons!matori, se accanto a !elli e""ett!ali annoveriamo i virtuali )ovvero !elli che sono, app!nto, s!ggestionati e catt!rati soltanto dalle immagini del cons!mo agognato o di !ello perd!to+. Anche i poveri, privati di ogni $ene necessario, sono oggi condannati a vivere )o a morire+ come cons!matori virt!ali. E gli stessi cons!mi reali catt!rano le incerte prede del domani possi$ile )saccheggiando le risorse dei pronipoti+. An altro mio amico argentino, Edgardo %ogi!dice, ri"lette s!lla sempre pi( di""!sa 4vendita di cose "!t!re5. In "ondo, t!tti ormai siamo soliti n!trirci 0a credito1, ovvero ipotecando "!t!re ricche##e della terra e dei s!oi )"!t!ri+ a$itanti. Pggi i tempi l!nghi, vorrei !i precisare per inciso, non sono soltanto la dimensione temporale che l/espandersi o il consolidarsi del modo capitalistico impongono all/a#ione delle "or#e antagoniste s!l terreno economico6socialeF sono anche la dimensione temporale nella !ale potranno conseg!ire ris!ltati )e visi$ilit&+ gli interventi di risanamento ecologico, insepara$ili nel nostro tempo da ogni strategia che avversi la ra#ionalit& capitalistica, perch, !est/!ltima * insieme ostile alla li$era#ione delle
9 Gli innega$ili vantaggi materiali o 0edonistici1 che ci sono o""erti dalle incessanti innova#ioni tecniche nei sempre pi( so"isticati oggetti personali o domestici ci ind!cono a chi!dere gli occhi, volontariamente o non, davanti alle pi( rovinose perdite. %e meraviglie tecniche rendono sempre pi( improponi$ile ogni altro valore.

moltit!dini !mane oppresse e inconcilia$ile con l/interesse permanente della nostra specie e con gli e !ili$ri nat!rali o am$ientali necessari alla vita in generale1O. %a componente ecologica del n!ovo antagonismo politico e sociale riatt!ali##a in"atti le lotte che, in tempi passati e in paesi o strati sociali miseri, scat!rivano dai $isogni elementari e miravano alle cose necessarie. %e riatt!ali##a anche in tempi e in paesi nei !ali il progresso tecnologico e il cons!mismo di""!so sem$rere$$ero lasciare insoddis"atti soltanto i $isogni indotti e rendere appeti$ili soltanto le cose s!per"l!e. Si s!ol ripetere, dagli interpreti di Gramsci, che nella g!erra di posi#ione * decisiva )pi( che nella g!erra manovrata+ la scelta delle allean#e. L!ali le allean#e a!spicate ieri e !ali a!spica$ili oggi3 Il Gramsci della Questione meridionale - al pari di %enin esortava sopratt!tto all/allean#a tra operai e contadini. Pggi !na si""atta allean#a tra lavoratori prod!ttivi * diven!ta inatt!ale, sia perch, la classe operaia di tipo tradi#ionale *, nei paesi capitalistici avan#ati, !na "ra#ione decrescente del mondo del lavoro, sia perch, )negli stessi paesi+ i contadini tradi#ionali sono presso che scomparsi dalla scena, sia perch, la crisi ecologica ha reso improponi$ili le ideologie prod!ttivistiche nella loro matrice $orghese6capitalistica e anche nella loro )spec!lare+ versione marDista, che resta p!r sempre tri$!taria dell/ill!minismo e del progressismo $orghesi 11. 8erci' non ha torto chi sostiene1. che la n!ova allean#a dovre$$e essere stip!lata, non pi( tra i lavoratori prod!ttivi, ma tra i 4lavoratori necessari5, ossia tra !elli che )prod!cano o non prod!cano merci+ "orniscono alla societ& $eni o servi#i necessari2 $eni materiali o servi#i immateriali dei !ali la societ& stessa, nella "ase storica att!ale, non p!' privarsi sen#a perdere alc!ne con !iste individ!ali e collettive di civilt& o, d/altra parte, sen#a correre gravi rischi am$ientali e $iologici. Qo accennato prima - tenendo presente l/!rgen#a della !estione ecologica - al "atto che, nel nostro tempo, si riatt!ali##a la lotta per le cose necessarie, anche se oggi son diven!te necessarie cose che non lo erano in passato. 8oich, si allarga il concetto di necessit& )storico6sociale+, il valore corrispondente - altrove l/ho denominato 4valore di sosteni$ilit&5 - potre$$e "orse, in !n domani a dir vero pro$lematico, occ!pare il posto che appartiene oggi al valore di scam$io )p!r sempre ancorato al dispendio di ore lavorative+ e anche !ello che appartiene, o appartenne, al valore d/!so2 anche l/!so o l/!tilit&, in"atti, possono concernere tanto i $eni necessari !anto !elli non necessari o addiritt!ra nocivi, mentre il valore di sosteni$ilit& sare$$e mis!ra di !n pi( generale dispendio di "or#e nat!rali che solo la prod!#ione della vita )o della vita 0$!ona1+ potre$$e gi!sti"icare1@. Se la 4g!erra di posi#ione5 con il s!o corollario di !na saggia politica delle allean#e era, nel pensiero di Gramsci, la strategia di l!ngo periodo dell/ini#iativa rivol!#ionaria pi( appropriata in 4Pccidente5, non si creda, peraltro, che !ella "orm!la "osse in l!i sinonimo di !n inevita$ile attestarsi s!lla di"ensiva. Jench, vi approdasse dopo la constata#ione della scon"itta s!$ita dal movimento operaio in Italia, in Germania e
1O Gramsci * "orse il pi( vivo tra i classici del marDismoF peraltro, egli * anche il pi( alieno da ogni esplicita tematica ecologica. 11 Si vedano, tra le altre provenienti dall/odierna 0c!lt!ra verde1, le critiche al prod!ttivismo marDista mosse da Carla Ravaioli, in La crescita fredda. -ccasione storica per la sinistra , Roma, Datanew, 199?, e da 8aolo degli Espinosa )La contraddi$ione antropologica, in 4critica marDista5, n!ova serie, 199?, n. 1+. 1. G. Cipolla, in %n nuovo giorno dello stato sociale. Lavoro produttivo e lavoro necessario, Roma, Datanew, 199?. 1@ <orrei rinviare a tal proposito a !n altro mio lavoro, che sta per essere p!$$licato presso %a Citt& del Sole e che svil!ppa gli argomenti da me trattati in !n seminario ten!to a Gapoli, presso !ell/Istit!to Italiano per gli St!di Biloso"ici.

altrove, Gramsci vi condensava la strategia di !na contro""ensiva possi$ile, che "osse, insieme, !na di"esa delle posi#ioni minacciate e la con !ista di posi#ioni pi( avan#ate. 8er Jernstein, come per il neo6Kantismo dell/epoca, il "ine poteva apparire soltanto come !n/idea 4regolativa5. Il movimento, delle ri"orme par#iali, era invece 4t!tto5. Anche Gramsci riteneva che, nei paesi di capitalismo mat!ro, "osse percorri$ile soltanto la strada delle riforme grad!ali3 8ro$a$ilmente la strada era !ella, a s!o gi!di#io, ma a condi#ione che nelle ri"orme lievitasse la presen#a, immanente e 4costit!tiva5, della meta strategica. %e ri"orme erano per l!i !na strada possi$ile, "orse la strada o$$ligata, a condi#ione che non si perdesse di vista - come meta da raggiungere - la meta rivol!#ionaria. 8erci' egli aveva in mente riforme rivolu$ionarie. Pggi possiamo dire di pi(. In virt( dell/odierna mondiali##a#ione, il capitalismo avan#ato si espande ov!n !e, mentre il sottosvil!ppo non si colloca pi( "!ori, ma * ormai dentro la n!ova geogra"7a di !n 4Pccidente5 diven!to glo$ale 1=. Se l/importa#ione di "or#a lavoro s! scala planetaria dilata "ino alle stesse metropoli le aree del sottosvil!ppo, ass!me carattere preminente e soverchiarne il processo inverso2 il capitalismo metropolitano esporta se stesso nelle peri"erie )esporta capitali, p!r sen#a esportare in eg!al mis!ra $enessere+. Si compie in tal modo la mondiali##a#ione dell/economia e l/omologa#ione c!lt!rale dei popoli. In !esta "ase, la 4g!erra di posi#ione5, ovvero il grad!alismo rivol!#ionario, diviene verosimilmente !na strategia )l/!nica strategia3+ possi$ile, non solo in 4Pccidente5, se vogliamo "ar !so della terminologia gramsciana, ma anche in 4Priente5, ossia anche nei paesi "ino a ieri eEo t!ttora sottosvil!ppati. Del resto, a !n/op#ione generali##ata per il grad!alismo rivol!#ionario sare$$e lecito e "orse doveroso pervenire dopo le dis"atte e le del!sioni, rispettivamente, dei rivol!#ionari spre##anti di ogni str!menta#ione ri"ormista e dei ri"ormisti alieni da ogni "inalit& rivol!#ionaria. D/altra parte, !na 4g!erra di posi#ione5 praticata s! scala mondiale )non pi( con"inata nel solo 4Pccidente5+, p!r percorrendo la via delle ri"orme grad!ali, avre$$e altri caratteri, n!ovi e diversi da !elli che Gramsci, nell/intervallo tra le d!e g!erre, ci s!ggeriva2 per la s!a sopravveniente dimensione glo$ale, avre$$e caratteri di radicalit. sempre meno paragona$ili ai pro"ili del ri"ormismo socialdemocratico, sia p!re osservato nei s!oi percorsi na#ionali pi( "elici e nella s!a stagione migliore. E/ d!n !e lecito ritenere, $ench, appaia a prima vista paradossale, che grad!alit& e radicalit& possano essere, nella sit!a#ione odierna, compi!tamente componi$ili. Innan#i t!tto conviene rammentare che grad!alit& non implica moderatismo e che radicalit& non * sinonimo di estremismo. Si s!ol ritenere che estremismo e moderatismo siano d!e scelte antitetiche per le loro premesse teoriche e per il loro atteggiarsi pratico. Ma, se osserviamo pi( attentamente, ci accorgiamo che in esse * pi( "orte l/elemento !ni"icante che la somma dei "attori divaricanti. Gella storia del movimento operaio, vi * !n estremismo ispirato dalla versione economicistico6deterministica del marDismo2 * !n atteggiamento che si astiene da ogni intervento corretrivo s!i meccanismi delle societ& capitalistiche perch, ritiene vi sia !na legge storica implaca$ile nel decretare, per la "ase in corso, lo svil!ppo )o il 4progresso5+ della "orma#ione capitalistica e, per !na "ase s!ccessiva, il s!o declino o il s!o collasso sen#a riparo )che sare$$e insieme prel!dio o insta!ra#ione della n!ova societ&+. In !na tale ottica l/a#ione p!', an#ich, proporsi come
1= C"r. S. %ato!che, L/occidentali$$a$ione del mondo, trad. it., Torino, Jollati Joringhieri, 199.. Secondo G. %a$ica oggi appare s!perata la distin#ione tra Priente e Pccidente )e perci' dovre$$e generali##arsi la lotta democratica+2 c"r. 4Gramsci, %enin, la rivol!#ione5, in Aa. <v., Gramsci e la rivolu$ione in -ccidente, a c!ra di Al$erto J!rgio e Antonio A. Sant!cci, Roma, Editori Ri!niti, 1999, p. =:.

s!ssidiaria, rivendicare !n valore soltanto sim$olico di semplice - $ench, talvolta clamorosa - testimonian#a o, pi( spesso, apparire persino s!per"l!a2 * il caso della cosiddetta attesa messianica e della s!a iner#ia, s!lla c!i am$ivalen#a, specie in epoche di ripiegamento e di "r!stra#ione, Gramsci ha scritto pagine memora$ili, ispirate dalle note ri"lessioni we$eriane s!gli ini#i della moderna impresa individ!ale capitalistica, s!lla s!a ascesi e s!l con"orto alle proprie attese ven!to dalla n!ova etica protestante e dalla congi!nta dottrina della predestina#ione. Gon molto diversa * la "enomenologia del moderatismo, del s!o convertirsi da premessa teorica in criterio pratico. Anche il moderatismo pres!ppone la versione economicistico6deterministica del marDismo. Anche il moderatismo con"ida in !na legge storica che prescriva necessari svil!ppi )4progressi5+ all/assetto capitalistico, come condi#ione necessaria e s!""iciente per !na s!ccessiva apert!ra a migliori criteri di e !it& nelle chances individ!ali di vita, almeno per la "asce sociali pi( de$oli. Il moderatismo diverge dall/estremismo soltanto nel ritenere che !ella legge storica non escl!da compiti di anticipa#ione )s!i tempi dello svil!ppo capitalistico+ per la sinistra ri"ormistaF che !ella legge possa essere assecondata o sollecitata, per cos7 dire, a "arsi avanti da !na sinistra chiamata ora ad 0ai!tare1 ora a condi#ionare il dominio del capitale o la sovranit& del mercato. L!ando la leadership moderata della sinistra italiana di governo si dichiara "id!ciosa nel destino di emancipa#ione )ad esempio, per il lavoro dipendente delle peri"erie asiatiche o altre+ che sare$$e insito negli att!ali processi espansivi del capitale "inan#iario mondiali##ato, par di riascoltare !na vecchia can#one non ignota agli stessi ini#iatori del marDismo2 anche MarD, specie in pagine di epistolario o in articoli di giornale, aveva talvolta accreditato come progressi sal!tari alc!ni episodi della penetra#ione inglese in India e, pi( in generale, dell/espansione capitalistica in terre lontane. Il nostro %a$riola aveva espresso gi!di#i simili s!lle imprese coloniali dell/Italia !nita. Altri marDisti, come il vecchio %!K&cs, non hanno mancato di additare nel mercato mondiale, in !anto reali##a#ione storica 4progressiva5 del capitale, la $ase str!tt!rale per la costr!#ione di !na societ& socialista mondiali##ata anch/essa. Jene, a me sem$ra che chi oggi ripete )o rimastica+ !elle "orm!le possa essere classi"icato, a dispetto delle inten#ioni, !n vetero6marDista. MarDismo critico * invece !ello che d!$ita, come %eopardi, delle 4magni"iche sorti e progressive5 c!i dovremmo inchinarci per assecondarle o, t!tt/al pi(, per a""rettarne il corso nat!rale. Brancamente non credo che t!tti i mali vengano per non n!ocere, an#i per convertirsi in $ene"ici, secondo !na teodicea ricond!ci$ile all/hegelismo, peraltro volgari##ato e immiserito. E/ invece lecito ritenere, ad esempio, che !na mondiali##a#ione come !ella messa in atto dalla ra#ionalit& moderno6capitalistica, nelle "orme che essa ass!me al giorno d/oggi, non solo non costit!isca la nat!rale premessa per !n 4mondo migliore5, ma an#i possa essere di ostacolo a !anti si adoperano per costr!ire !na $en altrimenti desidera$ile coesione civile e morale )coesione 4etico6 politica5 in senso gramsciano, non selvaggiamente 4econRmico6corporativa5+ tra i popoli della terra. Il ri"ormismo classico, in"atti, poteva ancora sperare di m!oversi in sincronia con tal!ni passaggi storici necessitati o anche di anticipare passaggi prevedi$ili. Gli odierni assertori delle ri"orme radicali, invece, non possono ignorare l/irreversi$ilit& di alc!ni g!asti prodotti dalla moderni##a#ione per la sorte, che circostan#e storiche anche cas!ali le hanno propi#iato, di prol!ngare il proprio dominio "ino alle s!e conseg!en#e estreme. I maggiori g!asti ecologici o ecosistemici sono, essi soltanto, irreversi$ili3 Temo che la mondiali##a#ione !ale si * att!ata ai nostri giorni a$$ia provocato perdite irrepara$ili

anche di $eni sociali o di $eni c!lt!rali e a$$ia, s!l terreno sociale, c!lt!rale e politico, provocato moti di rigetto deviati )rigetto della migliore c!lt!ra !niversalistica 1?, rigetto dell/interna#ionalismo solidale all/insegna di arcaiche identit& etniche o ra##iali o con"essionali, rigetto della politica come progett!alit& emancipatrice ecc.+ che costit!iscano ostacoli presso che insormonta$ili s!lla via delle ri"orme, oltre che s!lla via della rivol!#ione. 8erci' le ri"orme oggi all/ordine del giorno non potranno pi( ricalcare il modello delle compati$ilit& che "! congeniale alla "ase del 4compromesso di classe5 caratteri##ante il 0elfare. %e ri"orme oggi all/ordine del giorno, anche se conseg!ite mediante par#iali compromessi, dovranno mirare a 0desta$ili##are1 gli e !ili$ri att!ali, a insidiare la mondiali##a#ione capitalistica nei s!oi meccanismi nevralgici1:. Reinterpretare Gramsci oggi signi"ica, insepara$ilmente, tentare !na lett!ra n!ova del s!o approccio teorico e cercar di capire se il s!o approccio teorico a!tori##i, oggi, !n n!ovo progetto di a#ione, s!l terreno politico6stat!ale in specie. Il nesso teoria6prassi vale per t!tti i classici, anche per !elli apparentemente pi( devoti alla loro missione 0spec!lativa1F !el nesso vale a maggior ragione per Gramsci, che ne "a !n caposaldo della s!a conce#ione del mondo. Del resto, in l!i, la "iloso"ia * non solo "iloso"ia della politica, ma "iloso"ia che "a politica, an#i che si "a politica 1H.

1? E, inoltre, tenden#a all/omologa#ione c!lt!rale2 per !n/in"orma#ione che, come nota anche Tosel, si riversa s! di noi in !antit& insopporta$ili a pre##o di !no scadimento nella s!per"icialit& )o nella volgarit&+ di""!sa. 1: In specie, la rid!#ione dell/orario di lavoro )che in passato "! sempre compati$ile con l/espansione capitalistica mediante il progresso tecnologico+ oggi diviene !n momento di rott!ra. %a rid!#ione dell/orario di lavoro a parit& di rem!nera#ione, se riproposta tenden#ialmente in !asi t!tti i paesi, incrinere$$e oggi alc!ni tra i post!lati dai !ali discende oggi l/organi##a#ione del mercato6mondo2 accrescimento, s! scala planetaria, dell/esercito di riserva della "or#a6lavoro - accrescimento par#ialmente occ!ltato dalla parallela contra#ione metropolitana della stessa "or#a6lavoro necessaria alla prod!#ione, ma p!r sempre atto a rid!rre il potere contratt!ale degli occ!pati - e mantenimento di "orti dislivelli salariali tra le diverse regioni del glo$o, a $ene"icio delle in"atica$ili trasmigra#ioni del capitale "inan#iario a caccia di pi( alti pro"itti. %a rid!#ione dell/orario di lavoro, se rivendicata oggi a !el modo, costringere$$e "orse a sperimentare n!ove "orme di regolamenta#ione del mercato )non soltanto del mercato del lavoro+ e n!ove "orme di intervento p!$$lico )non soltanto nei servi#i sociali+ che potre$$ero prel!dere a n!ovi e !ili$ri orientati verso il predominio, app!nto, dell/intervento p!$$lico, p!r sen#a l/ill!sione )che "! del 4socialismo reale5+ di poter abolire ogni economia privata. 1H Che la 4"iloso"ia della praDis5 non sia solo "iloso"ia della politica * opinione condivisa "orse da A. Cerroni nella voce 4Biloso"o democratico5 del s!o Lessico gramsciano, Roma, Editori Ri!niti, 19H>. %eggiamo nei Quaderni del carcere, edi#ione critica a c!ra di <. Gerratana, Torino, Eina!di, 19H?, pp. 1@@161@@.2 4!na delle maggiori rivendica#ioni dei moderni ceti intellett!ali nel campo politico * stata !ella delle cosi dette 0li$ert& di pensiero e di espressione del pensiero )stampa e associa#ione+1 perch, solo dove esiste !esta condi#ione politica si reali##a il rapporto di maestro6discepolo S...T e !n n!ovo tipo di "iloso"o che si p!' chiamare 0"iloso"o democratico15.

II. GRAMSCI E IL NEOIDEALISMO ITALIANO

1 . Bergsonismo e antideterminismo. La rivoluzione leniniana del 1917 fu giudicata e salutata da Gramsci come una rivoluzione contro Il Capitale di Marx. Qual il significato filosofico di quel giudizio La concezione materialistica della storia aveva rintracciato nella !roduzione della vita materiale il fondamento delle attivit" umane e sociali e aveva integrato il !resu!!osto dar#iniano di una !rocessualit" evolutiva della vita con l$i!otesi di forme evolutive della !roduzione %sociale&. 'i !i() Marx e la tradizione marxista avevano enunciato il !rinci!io di uno svilu!!o discontinuo delle forme c*e le scienze della vita avre++ero fatto !ro!rio soltanto molto tem!o do!o 'ar#in. Ma quell$im!licito riduzionismo +iologistico si affiancava ancora a un riduzionismo, !er cosi dire, fisicalistico di im!ronta quasi la!laciana o ne#toniana. -ella .refazione del 1/09 al Per la critica delleconomia politica, infatti, Marx aveva conce!ito lo svilu!!o delle forze !roduttive quasi alla stregua di un moto %uniformemente& accelerato o di una ricorrente !ressione termodinamica ca!ace di infrangere l$uno do!o l$altro 1 !er una sorta di legge deterministica 1 i suoi involucri !rotettivi, ossia le successive forme sociali. 2ontro un siffatto determinismo %contro il !resu!!osto c*e un dato grado di svilu!!o delle forze !roduttive de++a essere raggiunto necessariamente !erc*3 una data forma sociale !ossa essere s!ezzata e quindi oltre!assata& Gramsci scrisse quel famoso articolo del 1917. Ma la sua !olemica antideterministica non !arve attenuarsi ne!!ure quando, in diversi !assaggi dei Quaderni, volle rivalutare le im!licazioni realistic*e !erc*3 storicistic*e delle due !ro!osizioni c*e, nella .refazione del 1/09, avevano vincolato la !ossi+ilit" della rivoluzione alla !resenza di adeguate condizioni materiali %una data forma sociale necessariamente !erdura finc*3 !ermane la sua idoneit" a consentire ulteriori svilu!!i delle forze !roduttive&. La formazione culturale di Gramsci avvenne in un !eriodo nel quale la reazione filosofica contro lo scientismo e contro il marxismo assunse i caratteri di una ritraduzione vitalistica dello scientismo %ad esem!io, in 4ergson& e di una ritraduzione idealistica del marxismo %s!ecialmente in 2roce, secondo l$inter!retazione c*e ne !ro!ose lo stesso Gramsci&. 2*e il giovane Gramsci fosse, a suo modo, +ergsoniano non vi sono du++i. 5l +ergsonismo gli consenti di conservare, quando si accost6 alla concezione marxista della storia, una tendenziale riduzione metodologica al modello +iologico, rece!ito da lui tuttavia in termini anti7deterministici, e gli consenti di rifiutare, invece, qualsiasi ulteriore riduzione al determinismo fisico. 'el resto, sa!!iamo c*e nei !rimi decenni del secolo vennero a maturazione rivolgimenti !rofondi c*e in seguito avre++ero !ortato anc*e la fisica 1 la fisica dei quanti 1 a un$inter!retazione indeterministica degli stessi !rocessi c*e *anno luogo tra

le !articelle elementari dell$universo. .eraltro, si !u6 incidentalmente osservare c*e in seguito, nella seconda met" del nostro secolo, la fisica quantistica non avre++e !i( offerto alle altre scienze una sua indiscussa esem!larit". 5 naturalisti, certo, avre++ero dovuto ancora fare i conti con l$indeterminismo dei fenomeni microfisici, !rima c*e con il ruolo affidato al caso nella +iologia molecolare8 ma nella +iologia innanzi tutto si sare++e consolidato un neo7dar#inismo ricco di stimoli anc*e !er una versione aggiornata della dialettica storica. 9ggi sa!!iamo meglio c*e la storia %anc*e quella della natura& !rocede, non !er aggregazioni cumulative e !rogressi lineari, ma !er rotture 1, +iforcazioni o mutazioni accelerate8 e c*e !rocede !er tentativi ed errori. Mic*ele 2ili+erto *a mostrato l$incidenza negli scritti !re7carcerari di un lessico mutuato dalla scienze della vita, o dal +ergsonismo, e il suo !ermanere, sia !ure con !i( accentuate connotazioni metaforic*e, negli scritti carcerari) si consideri l$o!!osizione vita:forme, so!rattutto in relazione alla !ro+lematica di quella nuova forma statuale c*e, come totalit" organica, dovr" secondo Gramsci incanalare lo slancio vitale della futura societ" dei !roduttori. ;i noti, a questo riguardo, c*e anc*e il giovane Lu<=cs di Lanima e le forme aveva com!iuto il suo a!!rendistato vitalista, sia !ure in un clima culturale non +ergsoniano, ma !ervaso dalla Lebensphilosophie. 2erto, il giovane Gramsci faceva i conti con il vitalismo da !osizioni gi" dic*iaratamente marxiste e, quando rifletteva 1 come scrive 2ili+erto> 1 sul momento della !ura s!ontaneit", delle nuove energie c*e !remono sulle vecc*ie forme avviandole a definitiva dissoluzione, molto !ro+a+ilmente !ensava al nesso marxiano tra forze !roduttive, c*e a!!unto !remono o incalzano, e ra!!orti sociali, c*e organizzano, disci!linano o invece infrenano %e, in tal caso, si avviano a de!erire e a decom!orsi&. Ma nuova era in Gramsci, so!rattutto, la convinzione c*e i ra!!orti sociali, entro i quali si svilu!!ano le forze !roduttive, non esaurissero il dominio delle forme e c*e un$attenzione eguale o maggiore dovesse rivolgersi al mondo etico7istituzionale, in !articolare alle forme dello stato, c*e il cor!o vivente e !lastico della societ", come egli scriveva nell$ Ordine nuovo?. -ella stagione dei consigli di fa++rica torinesi, lo ;tato era conce!ito da Gramsci come un vasto organismo@ %al limite, destinato a coincidere con tutto il genere umano, nella 5nternazionale comunista& c*e radunasse in s3 come altrettante cellule,
1 2fr. un com!endio storico della +iologia contem!oranea in M. 2erruti, Evolu ione sen a fondamenti, AomaB4ari, Laterza, 1990. > 2fr. M. 2ili+erto, Gramsci e il linguaggio della CvitaD, in ;tudi storici, n. ?, 19/9, !. E/1. ? 2fr. F. Gramsci, LOrdine !uovo. "#"#$"#%&, a cura di G. Gerratana e F. ;antucci, Horino, Iinaudi, 19/7, !. @9. @ 55 termine organico !ossiede, anc*e in Gramsci, una connotazione CvitalisticaD e si connette con il concetto di Ctotalit" organicaD. Qualc*e esem!io) un gru!!o sociale, c*e *a una sua !ro!ria concezione del mondo J...K si muove come un insieme organico %cfr. F. Gramsci, Quaderni del carcere, edizione a cura di G. Gerratana, cit., !. 1?79&. ;e il ra!!orto tra intellettuali e !o!olo7nazione, tra dirigenti e diretti, tra governanti e governati, dato da una adesione organica in cui il sentimento7 !assione diventa com!rensione e quindi sa!ere %non meccanicamente, ma in modo vivente&, solo allora il ra!!orto di ra!!resentanza, e avviene lo scam+io di elementi individuali tra governati e governanti, tra diretti e dirigenti, cio si realizza la vita dinsieme c*e sola la forza sociale, si crea il C+locco storicoD %ivi, !!. 10L0710LE) i corsivi sono miei) G...&. 5l moderno !rinci!e J...K non !u6 essere una !ersona reale, un individuo concreto, !u6 essere solo un organismo8 un elemento di societ" com!lesso J...K. Questo organismo gi" dato dallo svilu!!o storico ed il !artito !olitico, la !rima cellula in cui si riassumono i germi di volont" collettiva c*e tendono a divenire universali e totali %!. 100/8 i corsivi sono miei) G...&. 5l concetto di organico si contra!!one a quello di tradizionale) 5l !unto centrale della quistione rimane la distinzione tra intellettuali, categoria organica di ogni gru!!o sociale fondamentale, e intellettuali come categoria tradizionale % ivi, !. 10>1&.

riorganizzandole a livelli !i( com!lessi, le singole fa++ric*e e i singoli rami della !roduzione, ma nello stesso tem!o si modellasse esso stesso sulla disci!lina della singola fa++rica %tutto il mondo sia come una sola e immensa fa++rica 0& e sulla divisione del lavoro fra i singoli rami della !roduzione. 5n quel concetto !ossiamo cogliere, da un lato, gli ec*i della engelsiana amministrazione delle cose %c*e !er Ingels avre++e dovuto !rendere il !osto dello ;tato&, dall$altro lato, quasi un aus!icio di quel !otere !olitico c*e, nella successiva vicenda sovietica, si sare++e modellato fin troppo sulla disci!lina di fa++rica %adom+rando !iuttosto lo ;tato7caserma di un !rolungato comunismo di guerra c*e Gramsci avre++e !oi criticato a!ertamenteE&. -ei Quaderni del carcere, invece, non !i( la fa++rica ma il !artito cellula di quel su!eriore e !i( com!lesso organismo c*e lo ;tato8 il !artito !olitico la !rima cellula in cui si riassumono dei germi di volont" collettiva c*e tendono a diventare universali e totali7. 2io la !arzialit" del !artito su!erata e ricom!resa 1 !er la ricorrente identificazione gramsciana tra lo ;tato e la sfera degli interessi %virtualmente& universali 1 dalla su!eriore com!iutezza della forma statuale, come forma etico7!olitica. 'al tentativo giovanile di estendere il modello della razionalizzazione !roduttiva anc*e alla sfera !olitica/ il Gramsci dei Quaderni si discosta ormai, !er ricercare un modello autonomo di istituzionalizzazione dell$egemonia etico7!olitica, in quanto statuale. ;iamo ora in grado di intendere, io credo, un momento decisivo della vicenda intellettuale e !olitica di Gramsci. Gli studiosi si sono s!esso interrogati sui significati !alesi e su un !ossi+ile intento allusivo delle am!ie notazioni critic*e a commento del 4uc*arin, c*e assumono !articolare rilievo nei Quaderni del carcere. Gi , tra le rig*e, un +ersaglio indiretto nella teoria e nella !ratica staliniane .i( in generale, !ossono i antistaliniani Gorrei antici!are una mia ris!osta) Gramsci non consa!evolmente antistaliniano, non lo almeno nella misura in cui, dalla sua !rigionia e dal suo isolamento forzato, egli indotto ad attri+uire a ;talin M al gru!!o dirigente sovietico scelte teoric*e e !olitic*e c*e gli !aiono convergenti con le !ro!rie scelte filosofic*e %antideterministic*e& e con le !ro!rie scelte etico7!olitic*e %anti+urocratic*e&. -icola 'e 'omenico *a ric*iamato l$attenzione su un resoconto del Labour 'onthl(, firmato nel 19?1 dall$esule Mirs<iN, nel quale una recente discussione teorica svoltasi in OA;;, e conclusasi con la disa!!rovazione delle tesi di 4uc*arin, !resentata come un de!erimento del CfatalismoD e del CmeccanicismoD. Gramsci lesse quel resoconto con intima soddisfazione e credette di !oter attri+uire alla nuova !olitica culturale staliniana una svolta c*e facesse giustizia anc*e !er c*i, come lo stesso Gramsci, era stato accusato di +ergsonismo e di volontarismo9. 2erto, dal resoconto del Mirs<iN risultano vincenti, in Orss, anc*e le tesi c*e !roclamano la su+ordinazione dell$attivit" teorica alle istanze dell$o!erare !ratico e c*e ri+adiscono l$o++ligo di considerare la teoria come !osta al servizio della !ratica. I tali es!ressioni, c*e !er noi suonano significativa conferma della nota diagnosi ri!etutamente enunciata alcuni decenni do!o dal vecc*io Lu<"cs %nello stalinismo, la strategia sem!re escogitata in funzione delle scelte tattic*e
0 E 7 / 2fr. F. Gramsci, LOrdine !uovo. "#"#)"#%&, cit., !. @??. 2fr. F. Gramsci, Quaderni del carcere, cit., !. >1E@. Ivi, !. 100/. 5l tentativo sottolineato da P. Hexier %cfr. Aazionalit" ris!etto allo sco!o e razionalit" ris!etto al valore nei CQuaderni del carcereD, in 'odem *imes. +ramsci e la critica dellamericanismo, a cura di G. 4aratta e F. 2atone, Milano, 2oo!erativa 'iffusioni, 19/9, !. 1/@&. 9 2fr. -. 'e 'omenico, Ona fonte trascurata dei Quaderni del carcere di Fntonio Gramsci) il CLa+our Mont*lQD del 19?1, in ,tti della ,ccademia Prioritaria dei Pericolanti, v. LRG55, Messina, 1991.

momentanee&, vennero de!lorate da Gramsci1L. La rozzezza di quelle e di altre manifestazioni della cultura sovietica fu !eraltro da Gramsci s!iegata e giustificata %in !olemica con 2roce& mediante il ricorso al confronto tra Ainascimento e Aiforma !rotestante11, M tra Irasmo e Lutero) la Aiforma !rotestante corris!ose a un tem!oraneo im+ar+arimento, c*e tuttavia conteneva i germi e le !remesse di una successiva fioritura intellettuale %la filosofia classica tedesca&, su!eriore a quella della !ur raffinata cultura erasmiana M rinascimentale in genere. 5n Gramsci, tali modelli di svilu!!o culturale %cosi li denominava egli stesso& !otevano forse derivare da una radicata tradizione idealistica italiana) non da 2roce, ma direi dalla teoria vic*iana, c*e aveva affermato la storica fecondit" dei tem!i +ar+ari ciclicamente ritornati. Aiforma !rotestante e filosofia classica sono, in Germania, momenti diversi di uno svilu!!o diacronico. L$analisi gramsciana, osserva 'e 'omenico, trasferiva la diacronia nella sincronia quando, sulla scorta di uno Segel mediato da 2roce, sta+iliva un confronto incrociato, sul terreno !olitico, tra la Germania arretrata e la coeva Trancia avanzata e, sul terreno filosofico, viceversa, tra la Trancia arretrata e la coeva Germania avanzata. Gramsci riteneva !ersino c*e, nel !ro!rio tem!o, la filosofia e la !olitica dello stesso 2roce si !onessero, nei confronti della !olitica e della filosofia sovietic*e, in un ra!!orto analogo a quello osservato tra la Germania e la Trancia del secolo scorso. La recente discussione in Orss gli faceva s!erare c*e anc*e i livelli raggiunti dalla filosofia idealistica di 2roce !otessero +en !resto essere col" ritradotti nella filosofUa della !rassi >. Il confronto con Croce e con +entile. -el conce!ire il +locco storico come unit" organica di struttura e su!erstruttura 1>, Gramsci attri+uiva anc*e alle su!erstrutture la ca!acit" di guidare, in talune fasi storic*e, il movimento com!lessivo1?) le lotte c*e mirano alla creazione di un nuovo +locco storico si !ro!ongono nello stesso tem!o lo sco!o, sem!re !i( consa!evole, di conferire al momento etico7!olitico una conclusiva su!remazia sugli interessi e sui moventi economico7cor!orativi. Oto!ia ;!eranza in un futuro remoto e im!revedi+ile Gramsci osava dic*iarare) ;i !u6 !ersino giungere ad affermare c*e mentre tutto il sistema della filosofia della !rassi !u6 diventare caduco in un mondo unificato, molte concezioni idealistic*e, o almeno alcuni as!etti di esse, c*e sono uto!istic*e durante il regno della necessit", !otre++ero diventare Cverit"D do!o il !assaggio ecc.1@. ;olo in un %futuro& mondo unificato Ma Gramsci !olemizzava contro l$inter!retazione materialistica della filosofia della !rassi anc*e quando !ensava al mondo !resente %e non ancora unificato&) -on esatto c*e nella filosofia della !raxis l$CideaD *egeliana sia stata sostituita con il CconcettoD di struttura, come afferma il 2roce. L$CideaD *egeliana risolta tanto nella struttura c*e nelle so!rastrutture 10. I aggiungeva) V noto, d$altra !arte, c*e il ca!oscuola della filosofia della !ratica non *a c*iamato mai CmaterialisticaD la sua concezione J...K. 2osi non ado!era mai la formula di
1L 11 1> 1? Quaderni del carcere, cit., !!. 1?/E71?/7. Ivi,!. /9?. 2fr. Quaderni, cit., !.10E9. Fl riguardo, si !u6 menzionare, tra gli altri) G. Lencan ;toica, +ramsci, cultura si politica , 4ucarest, Iditura .olitica, 19/7, !. 11@. 1@ Quaderni, cit., !. 1@9L. 10 Ivi,!. 1@>L.

Cdialettica materialisticaD ma CrazionaleD in contra!!osto a CmisticaD 1E. 'ialettica ra ionale) la razionalit" %nel senso #e+eriano del termine& costituisce infatti una traduzione !ertinente del nuovo e !i( s!ecifico regno della necessit" c*e %nel linguaggio marxiano& !rende il so!ravvento quando si dis!iega la dialettica del mondo moderno. On$analisi neo7marxista della modernit", attenta alla lezione gramsciana, dovre++e forse rovesciare i !resu!!osti materialistici della storia !recedente) dovre++e a!!ro!riarsi del nucleo valido dell$idealismo. 5l !assaggio dal !remoderno al moderno un !assaggio CcartesianoD. ;enza la su!remazia della CsovrastrutturaleD razionalit" calcolistica, ci suggerisce Gramsci, non intelligi+ile ne!!ure la modernizzazione !roduttiva da lui acutamente osservata nel taQlorismo e nel fordismo. ;enza il !rimato della ratio illuministica, come sa!!iamo gi" da Segel, non !u6 esservi modernit". I do!o ;enza l$al+eggiare del !rimato di un$etica !u++lica statuale o sovraBstatuale, vorremmo aggiungere dal canto nostro %sulle orme di Gramsci&, non !otr" esservi un futuro transmoderno, ovvero una !ossi+ile transizione verso il %marxiano& regno della li+ert". ;a!!iamo c*e secondo Gramsci, nel cammino dal !artito allo ;tato, o!erano germi di volont" collettiva c*e tendono a diventare universali e totali 17. 5n altro contesto, Gramsci scriveva) -on !u6 esistere associazione !ermanente e con ca!acit" di svilu!!o c*e non sia sostenuta da determinati !rinci!i etici J...K. .ertanto quest$associazione non si !one come un qualc*e cosa di definitivo e di irrigidito, ma come tendente ad allargarsi a tutto un raggru!!amento sociale, c*e anc*$esso conce!ito come tendente a unificare tutta l$umanit". Hutti questi ra!!orti danno carattere JtendenzialmenteK universale all$etica di gru!!o c*e dev$essere conce!ita come ca!ace di diventare norma di condotta di tutta l$umanit"1/. Le ultime !arole sono di c*iara is!irazione <antiana. -on si dimentic*i c*e l$eticit" era stata definita da 2roce, in termini <antiani, come volizione dell$universale nella sua distinzione7o!!osizione ris!etto all$economicit", definita invece come volizione dell$individuale 19. La nozione della forma etica come forma di una volont" universale in Gramsci de+itrice della lezione di Want, mediata da 2roce8 la rivalutazione dell$etico7!olitico !ro!iziata dall$o!era storiografica dello stesso 2roce8 l$adesione alla teoria dello ;tato etico e al concetto di uno ;tato ca!ace di es!rimere la totalit" ci rinviano invece a un !ercorso filosofico c*e da Segel !erviene a Gentile ;i osservi c*e il carattere di totalit" attri+uito da Gramsci allo ;tato torna tuttavia a modellarsi sulla filosofia dei distinti crociana !i( c*e sull$attualismo gentiliano) a modellarsi sul carattere di totalit" c*e 2roce ravvisava, ad esem!io, in ogni es!ressione artistica. I anc*e il termine catarsi, c*e Gramsci accoglie, se designa il su!eramento della !olitica7!assione nella sua valenza !i( elementare e il conseguimento di una sintesi etico7!olitica su!eriore >L, anc*e quel
1E 17 1/ 19 Ivi, !. 1@11. Quaderni del carcere, cit., !. 100/. Ivi, !. 70L. 2fr. A. Tinelli, Oniversale concreto e universale astratto nel !ensiero di Fntonio Gramsci, in Fa. Gv., 'odem *imes, cit., !. >1/. >L 2fr. Quaderni del carcere, cit., !. 1>@@. Gramsci rifiuta %le cose non sono cosU sem!lici nella storia come nell$arte& un !iatto !arallelismo tra eticit" e artisticit"8 rifiuta so!rattutto l$inter!retazione crociana della storia come, eminentemente, storia %della catarsi& etico7!olitica in quanto se!arata, o distinta, da tutto il resto) si veda a !. 1>>>. I cfr. F. Hosel %Fmericanismo, razionalizzazione, universalit" secondo Gramsci, in 'odem *imes, cit., !!. >@L7>@>&, il quale definisce la catarsi in senso gramsciano il diventare forma delle forze.

termine mutuato, !er analogia, da una reminiscenza della !oetica aristotelica qual si ritrova tradotta nella teoria crociana dell$arte %la !oesia trasvaluta il mondo delle !assioni, convertendolo nell$es!ressione artistica, ma non a+olisce la distinta s!iritualit" delle !assioni in quanto tali&. Lo ;tato , !er Gramsci, il livello dell$unit" dei fini economici e !olitici e insieme dell$unit" intellettuale e morale, non !erc*3 esso attingere++e una !otenziale voracit" onnivora di im!ronta gentiliana, ma !erc*3 in esso si ritrova quel c*e una !untuale nozione crociana dic*iarava carattere !reci!uo dell$etica, nel sancirne la su!eriorit" sugli altri gradi della vita s!irituale) ossia la vocazione di far valere, e di garantire, la distinta autonomia 1 e quindi la costitutiva li+ert" 1 s!ettante a ogni altro grado o a ogni altra attivit". I++ene, io credo c*e la radice filosofica del concetto gramsciano di egemonia de++a rintracciarsi in quella suggestione crociana forse !i( di quanto la sua radice storiografica non sia re!eri+ile nelle vicende del giaco+inismo a !artire dalla rivoluzione francese e la sua radice !olitica nel leninismo rivisitato alla luce di una strategia valida !er il movimento o!eraio italiano o euro!eo. La concezione dello ;tato come totalit", dunque, non deriva a Gramsci soltanto dalla versione gentiliana dello *egelismo. 5n realt", essa a!!artiene a una tradizione di !ensiero e di im!egno !olitico c*e, forse, riceve in Aousseau 1 nel Aousseau teorico della democrazia 1 la sua !rima es!ressione coerente e a!!assionata. La concezione dello ;tato come totalit" non solo non !u6 venire confusa con il totalitarismo teorico o con la corris!ondente !ratica di governo, ma deve considerarsi radicalmente estranea alla teoria o alla !ratica totalitarie. 5n quella tradizione democratica, e in Gramsci, lo ;tato non tutto, ma si relaziona a una molte!licit" di modi e forme, lo s!ecifico interagire con le quali definisce lo ;tato nella sua CessenzaD) lo ;tato non !ossiede una !resunta essenza !ro!ria c*e non si esaurisca in quella s!ecificit" di relazioni interattive. 5l totalitarismo, invece, muove dalla convinzione c*e lo ;tato tutto, non lascia niente fuori di s3, non costretto a fare i conti con una ricc*ezza di mondi c*e sono altri, a misurarsi incessantemente con essi, a trarre !rofitto dalla loro alterit" e dalla loro autonoma !roduttivit") il totalitarismo non riconosce alcuna autonomia ai mondi %sociali, economici, culturali, etico7istituzionali& c*e s!aziano fuori della cerc*ia statuale8 anzi, nel caso7limite, non ammette c*e vi siano mondi situati fuori. 5l contrasto tra la filosofia !olitica di Gramsci e quella gentiliana e:o fascistica es!rimi+ile nei termini suddetti. 5l concetto gentiliano dello ;tato come il vero uomo, come vita dell$individuo umano in ogni suo atto, e le critic*e gentiliane allo statalismo im!erfetto 1 !erc*3 limitativo dell$am+ito statuale 1 c*e si riscontrere++e in Segel >1, a!!artengono a un +en diverso orizzonte teorico7!olitico. -ondimeno, !ossi+ile trovare in Gentile alcuni concetti ColisticiD 1 ad esem!io quello della tradizione nazionale e popolare>> o quello della inscindi+ilit" tra !oesia e non !oesia %o struttura& nel !oema dantesco >? 1 c*e ritroveremo in Gramsci. I il reci!roco confronto fra l$attualismo e la filosofia della !raxis si faceva avvertire, forse, anc*e quando Gentile si serviva a sua volta di nozioni ti!icamente Cmaterialistic*eD) ad esem!io, nel definire lo s!irito come auto7 produ ione>@.
>1 2fr. T. Galentini, La controriforma della dialettica. Coscien a e storia nel neoidealismo italiano , Aoma, Iditori Aiuniti, 19EE, !!. 1>E71>/. >> Ivi, !. 1>9. >? 2fr. G. Gentile, La filosofia dellarte, Tirenze, ;ansoni, 19?7, !!. 1>E71>7. >@ 2fr. G. Gentile, La filosofia dellarte, cit., !. 00. ;ul confronto con 2roce e Gentile,

-el far !ro!ria la definizione crociana della filosofia come momento metodologico della storiografia %conferendole una maggiore coerenza&, Gramsci sem+rava tuttavia sensi+ile anc*e alle critic*e anticrociane di Gentile >0. 5n s!ecie, !ot influire sulle riflessioni gramsciane la critica c*e Gentile aveva mosso ai distinti crociani >E. .er Gramsci, la distinzione tra le forme o tra i gradi era davvero metodologico7filosofica, non effettualmente storico7concreta, e quindi immediatamente certifica+ile in sede storiografica. Fd esem!io, nel riferirsi alla riforma intellettuale e morale, egli tendeva a sfumare, infatti, anc*e la distinzione tra i due as!etti della riforma, distinzione c*e forse gli ric*iamava tro!!o manifestamente i vecc*i dualismi !sicologico7metafisici tra intelletto e volont", o tra teoresi ed eticit". 5n 2roce, anc*e la volont" !olitico7statuale era stata identificata con l$economico %o grado dell$utile, del vitale, della forza&, mentre ai valori etici erano stati accostati alcuni elementi di quel c*e !er Gramsci costituiva la societ" civile >7. ;olo in una fase successiva 2roce 1 nella sua o!era storiografica in s!ecie 1 aveva accennato a scindere la %storia& !olitica in due distinti as!etti, dei quali l$uno restava confinato nella sfera economica e l$altro era assegnato alla sfera etica, allora a!!unto denominata etico7 !olitica. 5n una nota del quaderno E sem+ra c*e Gramsci si accostasse a 2roce 1 !erc*3 anc*$egli distingueva tra societ" civile e societ" !olitica o ;tato in senso stretto 1 contro Gentile, il quale invece aveva teorizzato la loro identificazione >/. Ma la distinzione tra societ" civile e societ" !olitica 1 egli affermava 1 metodica, non organica>9. I inoltre rovesciava il ra!!orto !osto dal !rimo 2roce tra societ" !olitica e societ" civile, ra!!orto c*e da 2roce era stato assimilato a quello tra il grado economico inferiore e il su!eriore grado etico) !er Gramsci, la societ" !olitica %o lo ;tato in senso stretto& costituiva, al contrario, il momento Csu!erioreD, nell$am+ito di una nozione allargata dello ;tato %cio com!rendente o implicante anc*e la societ" civile&8 la societ" !olitica era egemonia cora ata di coercizione?L, ovvero era il luogo in cui la forza risultava sottomessa all$egemonia. ;e !er Gramsci la !olitica7!artito, inscritta nella societ" civile, configurava un$attivit" etica !i( elementare, la !olitica7;tato es!rimeva invece un$attivit" etica di livello su!eriore !erc*3 dotata di organicit" e di sistematicit" %di universalit" e di totalit"&. Ma allora l$inter!retazione dei testi gramsciani c*e attri+uisce allo ;tato nient$altro c*e l$uso della forza o coercizione e alla societ" civile %quindi al !artito& il
cfr. anc*e M. L. ;alvadori, Gramsci e il .ci) due concezioni dell$egemonia, in Mondo!eraio, n. 11, 197E. -el di+attito su egemonia e !luralismo, si distinguono i contri+uti di -. 4o++io % Quale socialismo, Horino, Iinaudi, 197E& e il quaderno di 'ondoperaio dedicato a 5l marxismo e lo ;tato. Quaderni del carcere, cit., !. 1@>9. ;i veda, ad esem!io, in La filosofia dellarte, cit., !!. G555, @?7@@, @9701 e ?E97?7>. Gramsci rovescia nei Quaderni 1 dir6 tra !oco 1 il ra!!orto !osto da 2roce tra societ" !olitica e societ" civile) cfr. A. Tinelli, in op. cit., !. >1>. -egli scritti giovanili, invece, riteneva ancora c*e l$ordine !olitico dovesse modellarsi su quello sociale, anzi sulla disci!lina di fa++rica modernizzata. ;u quest$ultima e sul suo significato !rogressivo in Gramsci si im!egna F. 4urgio, in Fa. Gv., +ramsci e la rivolu ione in Occidente, cit. Quaderni, cit., !. E91. Ivi, !. 109L. Ma in questo testo di seconda stesura l$affermazione meno !erentoria %e !i( indiretta& c*e nel corris!ondente testo di !rima stesura del quaderno n. @, ove leggiamo) Ma in realt" questa distinzione !uramente metodica, non organica e nella concreta vita storica societ" !olitica e societ" civile sono una stessa cosa %ivi, !. @EL&. Ivi, !. 7E@8 il corsivo mio. 5l ra!!orto tra i due momenti non !i( riduci+ile a quello tra s!ontaneit" e disci!lina.

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ricorso al consenso o all$egemonia, un$inter!retazione c*e o fraintende e ca!ovolge il divario realmente !ostulato da Gramsci tra ;tato e societ" civile %in !articolare, tra ;tato e !artito& o, !i( verosimilmente, coglie in Gramsci una contraddizione irrisolta, derivatagli dalle tracce della teoria, marxiana e crociana, dello ;tato7forza %e dai ruderi dell$incauta !revisione, marxiana, di un inci!iente de!erire o dissolversi dello ;tato nella societ"&. ?. Il circolo della -filosofia della prassi.. F volte, Gramsci tendeva dunque a relegare nella !arte caduca, !erc*3 !i( !alesemente s!eculativa, del !ensiero di 2roce la dialettica delle forme distinte. 5n realt", tendeva a modificare !rofondamente, non a rigettare, la !ro+lematica crociana delle forme. 5nfatti, era !er lui necessario restituire !iena legittimit" a taluni gradi o forme CinferioriD c*e l$idealismo ignorava o de!rezzava e conce!ire il CcircoloD come un movimento svolgentesi tra natura e s!irito, non soltanto nello s!irito, tra forme !o!olari e forme aulic*e della vita s!irituale, non soltanto tra queste ultime %+enc*3 il movimento !ossa risultare un innal arsi della natura a s!irito e della s!iritualit" !o!olaresca dimessa o disgregata a s!iritualit" coerente o sistematica&. .eraltro, quel movimento non un disincarnato tra!assare delle forme l$una nell$altra, ma un condizionatamente umano agire da e !er mezzo di una forma sulle strutture e sulle modificazioni dell$altra) se vero c*e in !rinci!io era l$azione, la prassi degli uomini %singoli o associati& ancora e sem!re mediatrice, e risolutrice, delle trasformazioni c*e avvengono nel reale e nelle sue forme. 5l circolo crociano della vita s!irituale quadri!artita, con il suo ruotare sem!re nel medesimo verso, diveniva in Gramsci una figura !i( com!lessa) diveniva 1 !er cosU dire 1 un CquadrilateroD nel quale ogni vertice entrava in ra!!orto di interazione CcircolareD con ciascun altro. Quali erano, !er Gramsci, le distinzioni metodologic*e fondamentali 5l !rinci!io %riformatore& intellettuale e quello morale interagiscono certamente tra loro. Ma, !rima ancora %in via !rinci!ale&, essi interagiscono ris!ettivamente con l$ economico) produttivo e con l$economico)sociale, ossia con le due corris!ondenti modalit" della struttura. L$ideale gramsciano collocava la riforma intellettuale entro un ordinamento economico7produttivo riformato nel quale avre++ero !otuto emergere nuove categorie di tecnici, in quanto intellettuali organici alla !roduzione, e affermarsi, !er un !rocesso intensivo di emanci!azione culturale del lavoro, nuovi o!erai o lavoratori manuali trasformati essi stessi in tecnici o in dirigenti. ;ia !ure attraverso la fase di una routine fordista e taQlorista, avre++ero !otuto !rodursi effetti di indiretta li+erazione della mente e del !ensiero rivoluzionario %resi !ossi+ili !ro!rio dalla ri!etitivit" meccanica delle nuove o!erazioni manuali&. On tale rivolgimento avre++e fatto un tutt$uno con il radicarsi nel mondo del lavoro di una nuova coscienza filosofica individuale 1 identifica+ile con la stessa, rinnovata, filosofia della !raxis 1 e di una nuova, corris!ondente visione storica. ;imilmente, la riforma morale sare++e !ossi+ilmente scaturita dalla decisione dell$intellettuale collettivo, e !i( in generale delle masse, di innalzarsi dall$economico7 sociale, c*e Gramsci designava nei Quaderni come economico7cor!orativo, forse ri!ensando ai limiti storici della nostra formazione nazionale, dai 2omuni fino al Aisorgimento incom!iuto8 di innalzarsi al su!eriore livello c*e, con es!ressione crociana, Gramsci denominava etico7!olitico. I sare++e !er tal via conquistata una

universalit" umana materiata, non esangue ed evasiva come nel cosmo!olitismo dell$intellettualit" italiana tradizionale. .u6 esserci riforma culturale e cio elevamento civile degli strati de!ressi della societ", senza una !recedente riforma economica e un mutamento nella !osizione sociale e nel mondo economico .erci6 una riforma intellettuale e morale non !u6 non essere legata a un !rogramma di riforma economica, anzi il !rogramma di riforma economica a!!unto il modo concreto con cui si !resenta ogni riforma intellettuale e morale ?1. So sottolineato con il corsivo, nelle !arole di Gramsci, il CquadrilateroD non crociano, anzi anti7crociano, costituito da economia e societ", !er un verso, %riforma& intellettuale e morale, !er l$altro8 ma rinsaldato e bloccato dai vincoli CcircolariD tra nuovi !rocessi economico7!roduttivi e nuove figure di intellettuali7s!ecialisti, da un lato, tra rivendicazioni sociali7cor!orative e istanze etico7!olitic*e, dall$altro. Fll$idealismo crociano e gentiliano Gramsci o+iettava il carattere fondativo e !rimigenio dell$elemento strutturale o materiale8 al marxismo tradizionale, o al marxismo CvolgareD, egli o!!oneva invece la funzione attiva delle su!erstrutture. Giova forse qui ricordare c*e il suo !ensiero, !er quella rivalutazione delle funzioni sovrastrutturali, si ritrover" in relativa sintonia, nella seconda met" di questo secolo, con indirizzi diversi dal suo, in s!ecie con alcuni orientamenti !ost7strutturalisti. Galga, a titolo di esem!io, un li+ro di M. Godelier, Lideale e il materiale, dove l$autore osserver" di sfuggita, c*e infrastruttura e sovrastruttura traducono male i termini +rundlage e /berbau im!iegati da Marx. L$/berbau la costruzione, l$edificio c*e si eleva sulle fondamenta, +rundlage. Ma nella casa c*e si vive, e non nelle sue fondamenta. .ertanto, lungi dal ridurre le sovrastrutture a una realt" im!overita, una diversa traduzione di Marx avre++e !otuto mettere l$accento sulla loro im!ortanza ?>. La sorte di im!ersonare il marxismo volgare non del tutto meritata !er 4uc*arin. 2erto, nonostante la !rofonda avversione di Gramsci all$im!ianto com!lessivo del *esto popolare di 4uc*arin, vi sono indu++ie affinit" tra i due !er quanto riguarda la distinzione tra diversi livelli nell$am+ito della su!erstruttura e la concezione del ra!!orto tra quel c*e Gramsci denominava senso comune e quelle c*e egli definiva sovrastrutture com!lesse, tra la filosofia dei sem!lici e la filosofUa sistematica ??. Fnc*e 4uc*arin segnalava la frammentariet" del !ensiero comune?@) scienza e arte 1 egli affermava 1 sistemano, ris!ettivamente, i !ensieri isolati in concetti rigorosi e i sentimenti confusi in immagini. Igli denominava ideologia il -sistema dei pensieri, dei sentimenti o delle regole di condotta 0norme18 denominava invece, con es!ressione !lec*anoviana, psicologia sociale i !ensieri non sistematizzati o !oco sistematizzati ?0) la !sicologia sociale sare++e un ser+atoio in cui si de!ositano i cristalli delle ideologie e queste sare++ero coaguli di quella?E. Gramsci, accanto alle com!onenti conservatrici del senso comune, metteva in rilievo %con Marx& la !ossi+ilit" e anzi la !revedi+ilit" di un nuovo senso comune %non soltanto, dunque, di una nuova filosofia& c*e !otesse radicarsi nella coscienza !o!olare
?1 Quaderni del carcere, cit.,!.l0E1. ?> 2fr. M. Godelier, Lideale e il materiale. Pensiero, economie, societ2 , trad. it., Aoma, Iditori Aiuniti, 19/0, !. 1E. ?? ;i veda ad esem!io in -. 5. 4uc*arin, La teoria del materialismo storico. *esto popolare della sociologia mar3ista , a cura di G. Mastroianni, Milano, Idizioni Onico!li, 19/?, !!. >?17>?>. ?@ Ivi, !. >0@. ?0 -. 5. 4uc*arin, o!. cit., !. >0? e, sul concetto di !sicologia sociale, !. >00. ?E Ivi, !. >E>.

con la stessa saldezza e im!erativit" delle credenze tradizionali ?7. La riforma intellettuale e morale !oteva attuarsi, secondo lui, in ciascuno dei due livelli e nel loro ra!!orto reci!roco. Ona corretta cognizione del ra!!orto tra senso comune e filosofia %o scienza&, come livelli diversi di attivit" intellettiva, !resu!!oneva la storicit" e transitoriet" dello stesso vero filosofico o scientifico e rifiutava la %+uc*ariniana& contra!!osizione sociologico7metafUsica tra una !resunta sovratem!oralit" della verit" scientifica 1 il cui modello sare++e attinto esclusivamente dalle scienze naturali 1 e la caducit" dei !regiudizi !o!olari?/. Ona tale concezione eternizzante del vero scientifico contrastava, !eraltro, con la %altrettanto erronea& convinzione +uc*ariniana secondo la quale i !rogressi del sa!ere sare++ero causati, essenzialmente, dallo svilu!!o delle tecnic*e materiali e vincolati al loro storico avvicendarsi?9. -oi conosciamo la realt" solo in ra!!orto all$uomo. 9ggettivo significa sem!re Xumanamente soggettivoX, ci6 c*e !u6 corris!ondere esattamente a Xstoricamente soggettivoX, cio oggettivo signific*ere++e Xuniversale soggettivoX. .ertanto, la lotta !er l$oggettivit" la stessa lotta !er l$unificazione culturale del genere umano. I$ !ur vero, a tale riguardo, c*e la scienza naturale, o meglio la scienza s!erimentale, finora quella in cui una tale unit" culturale *a raggiunto il massimo di estensione @L. La regola CsoggettivisticaD in quanto storicistica vale, a maggior ragione, quando si tratti della previsione scientifica) !revedi+ile soltanto la lotta, non il suo risultato, giacc*3 il risultato di!ender" dalle contrastanti azioni %e relative !revisioni& dei soggetti umani @1. ;toricismo assoluto e filosofia della !raxis sono in Gramsci saldamente correlati @>. La versione gramsciana dello storicismo ci conduce, da un lato, al com!lesso ra!!orto c*e intercorre tra Gramsci e la filosofia s!eculativa del neoidealismo crociano o gentiliano, dall$altro, attraverso la critica della vulgata +uc*ariniana, alla reinter!retazione del marxismo come filosofia della !rassi. 5n altri !aesi, altri indirizzi neomarxisti *anno !osto al centro della loro riflessione il concetto di !raxis. M. Mar<ovic, uno dei !i( autorevoli tra i marxisti Nugoslavi c*e si radunavano attorno alla rivista Pra3is di Yaga+ria, *a affermato) le cose esistono indi!endentemente da noi, ma noi le conosciamo quali sono per noi, cio nel loro essere modificate dalla !ratica umana. -oi !ossiamo conoscere solo ci6 c*e in qualc*e modo entra in ra!!orto !ratico con noi %e !ossiamo conoscerlo attraverso la mediazione !ratica&. Quando i risultati dell$azione !ratica coincidono con le !redizioni derivate da una teoria data, allora la teoria trulQ refers to a real o+Nect, anc*e se consta di astratte relazioni matematic*e o altre @?. F directlQ <no#n o+Nect is #*at 5 am direc7tlQ a#are of in t*e course of a successfull !ractical ex!erience J...K. 9r J...K is t*at #*ic* is signified +Q an o+Nective sQm+ol in t*e !rocess of a successfull !ractical ex!erience@@. -el suo li+ro 4ilosofia de la pra3is, inter!retando le *esi su 4euerbach di Marx, F. ;"nc*ez G"zquez@0 *a sostenuto c*e in esse la !rassi da!!rima fondamento %Hesi 5&, quindi
?7 ?/ ?9 @L @1 @> @? 2fr. F. Gramsci, Quaderni del carcere, cit., !. 1@LL. Ivi, !!. 1@L> e 1@L@. Ivi, !. 1@>L. Ivi, !!. 1@1071@1E. Ivi, !. 1@L?. Ivi, !. 1@?7. M. Mar<ovic, 5ialectical theor( of meaning , 'ordrec*t74oston7London, '. Aeidel .u+l. 2o., 19/@, !!. >L7>1. @@ Ivi, !. E0. @0 2fr. F. ;"nc*ez G"zquez, 4ilosofia de la pra3is, M3xico74arcelona74uenos Fires, 19/L, !!. 10?.

criterio di verit" %Hesi 55& e infine sco!o della conoscenza %Hesi 5R&. La !rassi come attivit" umana cosciente c*e modifica il reale da!!rima condizione causale oggettiva %fondamento& del conoscere) gi" Gico aveva affermato c*e l$uomo conosce solo quel c*e egli stesso fa, e conosce !erc*3 fa %cognoscimus 6uia fecimus&. Ma ecco c*e il ra!!orto tra il fare e il conoscere si rovescia. La !rassi, aggiungiamo da !arte nostra, diviene sco!o della conoscenza, gi" quando la conoscenza si !refigge di conseguire una !rassi, !er cosU dire, ancora interna alla conoscenza stessa) la !rassi s!erimentale. Questa uno sco!o del sa!ere scientifico nel senso c*e in essa il sa!ere scientifico consegue il suo valore di verit", o meglio di validit", anc*e se la sua validit" non si identifica immediatamente con il suo successo !ratico7utilitario, come !retendere++e un certo !ragmatismo vicino a Pames. 5nfine, lo sco!o conclusivo della scienza %e della stessa !rassi s!erimentale scientifica& una nuova !rassi esterna alla scienza. 5l divenire del mondo %CesternoD&, c*e era il fondamento o la condizione causale oggettiva della scienza ne costituisce ora lo sco!o, la finalit" %interna ed esterna&. La conoscenza ora il fondamento della !rassi. -ella tradizione italiana instaurata da Gico, scrive 'e Giovanni @E, il concetto marxiano della !raxis si ritrova, variamente inter!retato, in La+riola, in Gentile, in Mondolfo, !rima c*e nello stesso Gramsci. Mondolfo forse !er !rimo ado!er6 l$es!ressione filosofia della pra3is !er indicare la !osizione caratteristica del Marx e la !remessa di tutta la concezione c*e egli *a della storia @78 ma si rese res!onsa+ile di un fraintendimento clamoroso, insieme con Gentile, il quale tradusse con !raxis c*e si rovescia il concetto di !rassi rivoluzionaria 07m89l ende Pra3is& incontrato nella versione engelsiana della terza *esi su 4euerbach di Marx@/. I tuttavia, quell$errore nella traduzione contiene anc*$esso, a mio modesto avviso, un +arlume di verit" ermeneutica %+enc*3 non certo filologica&, se ci lecito attri+uire a Marx la convinzione secondo la quale, non solo l$educatore dev$essere educato, ma 1 !i( in generale 1 l$azione condizionatrice c*e la !rassi !roduttiva e quella sociale esercitano sulla scienza e sulla coscienza degli uomini si rovescia nella ca!acit" della scienza, e della coscienza sociale, di o!erare attivamente sullo stesso mondo della !rassi, di suscitare una nuova !rassi e di tendere cosU, !er l$a!!unto, alla trasformazione del mondo. La concezione della scienza %dell$oggettivit" scientifica& c*e Gramsci fa !ro!ria dev$essere letta in quel contesto e alla luce di quella !ro+lematica idealistica di remota origine vic*iana. On !asso gramsciano c*e *o citato !rima si conclude cosU) il !rogramma di riforma economica a!!unto il modo concreto con cui si !resenta ogni riforma intellettuale e morale. 5n queste !arole il criterio gentiliano della prassi davvero si rovescia) il concreto collocato l" dove Gentile collocava l$astratto % collocato nella materialit" dei ra!!orti economici e sociali, nella scienza a!!licata e strumentale& e viceversa l$astratto nell$elemento intellettuale o morale %riguardato da Gentile, invece, come un concreto c*e atto !uro, !urezza !artenogenetica7mente autori!roducentesi di !ensieri o di volont"&.
@E Marx e la costituzione della !raxis, 4ologna, 2a!!elli, 19/@, !!. 9 e 1@710. @7 2fr. il saggio del 19L9 su Teuer+ac* e Marx, in A. Mondolfo, 7manismo di 'ar3. :tudi filosofici "#&;) "#<<, Horino, Iinaudi, 19E/, !. 9. ;u Mondolfo e il rovesciamento della !raxis, si veda tra gli altri I. Garin, :toria della filosofia italiana , v. 555, Horino, Iinaudi, 19EE, !!. 1?>/71?>9. @/ Lo ricordava Galentino Gerratana %cfr. Marxismo e cultura italiana del -ovecento, in Critica mar3ista, n. E, 19/E&, rifacendosi a un saggio del 197? di Lu!orini incluso nella einaudiana :toria dItalia %'ocumenti&.

-uove ricerc*e sul lessico gramsciano !otre++ero, a mio !arere, mettere in luce alcuni sc*emi sottesi alle !agine dei Quaderni e alcune esigenze di maggior coerenza sistematica in essi latenti, +enc*3 non sem!re es!licitate dalle formulazioni letterali c*e vi troviamo. 5 termini lessicali !i( rilevanti sono generalmente !ro!osti in co!!ie %o +inomi& e secondo il !rinci!io delle o!!osizioni !olari. La !olarit" tra struttura e superstruttura !u6 considerarsi l$o!!osizione sincronica !i( generale tra due aree %verticalmente& sovra!!oste di tutta la !rassi umana. -ella !rassi strutturale, a++iamo osservato, si dis!iegano gli interessi economico)corporativi. 5n quella su!erstrutturale, si !ongono i com!iti %della riforma& intellettuale e morale. ;equenze orizzontali sono adom+rate, !er la struttura, nel !assaggio dagli interessi economici %in quanto !roduttivi& agli interessi cor!orativi %in quanto sociali& e, !er la su!erstruttura, nel !assaggio dall$elemento intellettuale %o culturale& al morale %o istituzionale&. La !olarit" sincronica tra vita e forma riformula la !rima, !i( generale, o!!osizione articolandola nelle due co!!ie, verticalmente sovraordinate, di una vita !roduttiva versus una forma culturale e di una s!ontaneit" sociale versus una disci!lina istituzionale. ;i considerino la spontaneit2 e la disciplina, !i( s!esso riferite, ris!ettivamente, alle s!inte cor!orative %o ai movimenti sociali& e alle norme morali %o alle regole istituzionali&. 5l Gramsci della maturit" su!era le !ro!rie !ro!ensioni giovanili a !rivilegiare unilateralmente la s!ontaneit" %o la sincerit") ad esem!io, nel !oetare o nel recitare in teatro& e !one invece l$accento su un concetto !i( articolato e com!rensivo di disci!lina come direzione consa!evole delle forze s!ontanee o elementari. -ella sua rivalutazione della disci!lina, Gramsci si distanzia da un naturalismo tardoromantico c*e forse *a in -ietzsc*e il suo involontario is!iratore) !er Gramsci non valgono n3 la incondizionata li+erazione delle !assioni, inseguita dal !ensiero li+ertino, n3 la geometria, o meccanica, s!inoziana nei suoi corollari !ratici %l$ordine civile e morale fare++e agire !ositivamente alcune !assioni contro altre&, ma vale il criterio della catarsi, secondo il quale, al livello della res!onsa+ilit" etica, le !assioni de++ono essere trascese, su+limate 1 !er cosi dire 1, e insieme conservate nella loro forma su+limata. ;e la disci!lina morale si identifica, secondo Gramsci, con il momento etico7!olitico, il cam!o etico)politico si !olarizza a sua volta in una serie di o!!osizioni orizzontali %diacronic*e& c*e si traducono anc*e in o!!osizioni verticali %sincronic*e&) !olitica come coerci ione mediante la for a c*e, sul versante o!!osto, si fa conquista del consenso in virt( di egemonia8 strategia %!olitica& come guerra di movimento %9riente& c*e, sul versante o!!osto, si fa guerra di posi ione %9ccidente&. Queste ultime o!!osizioni si !resentano anc*e nel !assaggio, ancora diacronico, dal principe al moderno principe. 5l moderno !rinci!e, in quanto sinonimo del partito politico, si o!!one a sua volta sincrZnicamente allo :tato politico e, in quanto elemento costitutivo di una nozione !i( am!ia, la nozione di societ2 civile, si o!!one alla societ2 politica. Ma societ" civile e societ" !olitica si ritrovano entro la sfera etica, ricom!rensiva di entram+e, c*e Gramsci c*iama :tato tout7court. 2oncerne le sovra!!osizioni verticali anc*e il ricorso al concetto crociano di forma nelle riflessioni gramsciane sull$arte. Gramsci rivaluta le CformeD ris!etto ai CcontenutiD) ad esem!io, le forme congeniali all$arte colta, ris!etto alle !referenze essenzialmente contenutistic*e dell$arte !o!olare. %;i !u6 osservare c*e Gramsci non valorizza altrettanto es!licitamente, nella sua concezione dello ;tato, gli istituti della democrazia formale, +enc*3 la forma etico7!olitica gli a!!aia atta a oltre!assare o sovrastare le istanze economico7cor!orative e la ri)forma intellettuale e morale gli si !onga come un

com!ito !rimario&. Ma anticrociana la stessa distinzione metodologica positiva, c*e Gramsci !ro!one, tra i livelli !o!olari %di cultura, d$arte, di vita !olitica o religiosa&, aristocraticamente sottovalutati da 2roce, e quelli su!eriori, tra le manifestazioni !olitico7culturali di massa e quelle, !er cosU dire, di avanguardia. L$interesse di Gramsci !er la questione della lingua, come autonoma es!ressione di cultura o come veicolo di circolazione delle idee %delle ela+orazioni di un !i( alto sa!ere&, *a un !articolare riferimento 1 stato osservato 1 al !ro+lema !olitico della formazione nazionale@9, !i( c*e agli as!etti letterari della vicenda culturale italiana. Fnc*e nel suo discusso concetto di letteratura nazional7!o!olare !ossiamo cogliere so!rattutto l$aus!icio di una nuova coscienza civile degli italiani c*e si emanci!i finalmente dalla lunga tradizione retorica %gelosa della !ro!ria c*iusura castale& coltivata !resso le classi su!eriori e, !er contro, dal !roliferare di concezioni del mondo o di linguaggi dialettali sem!re su+alterni e, nello stesso tem!o, sem!re ostili alla lingua colta e ai suoi !rodotti letterari. 5n 5talia, infatti, i ceti !o!olari incontrano una CletteraturaD !i( congeniale nella lingua cosmo!olitica del melodramma, anzic*3 nei romanzi o nel loro uso della lingua nazionale 0L. Ma la questione della lingua e il discorso sulla letteratura c*iamano in causa, !i( direttamente, i referenti storiografici dell$ela+orazione filosofico7categoriale c*e stiamo osservando in Gramsci. -e discuteremo nel !rossimo ca!itolo.

@9 2fr. F. Gramsci, Quaderni del carcere, cit., !. >1L/. 0L Ivi, !. >1L9.

III. FILOSOFIA E STORIA

1. Dalla storia comparata alle categorie filosofiche: blocco storico e egemonia. Gramsci si pone, sul terreno della teoria, il problema di una totalit storica che segni il superamento di ogni residua versione meccanicistica deterministica del marxismo. Elabora a tal fine, per ciascuna epoca giunta a maturazione e compiutezza, la nozione di blocco storico1 come unit organica di struttura e sovrastruttura. a concezione del blocco storico diviene in lui criterio metodologico generale di periodizzazione storiografica. !elle note sulla Questione meridionale "del 1#$%&, il termine e il concetto di blocco $, che Gramsci mutua da 'orel, sono ancora impiegati per indicare alleanze sociali a carattere strategico( in tal senso Gramsci si riferisce a un blocco industriale)agrario, alla funzione degli intellettuali meridionali nel blocco agrario ecc. !ei Quaderni del carcere, invece, non solo egli include nel concetto di blocco storico le componenti che 'orel aveva escluso, ossia gli intellettuali, il partito, lo 'tato *, ma assume +uel concetto per risolvere, appunto, in un,ottica organicistica e antideterministica, la +uestione cruciale del nesso filosofico)storico tra struttura e sovrastruttura. -l blocco storico ., per ciascuna configurazione epocale, l,unit organica e sistematica di struttura e superstruttura, nella +uale / potremmo dire / la priorit genetica spetta alla struttura, ma il primato assiologico appartiene alla superstruttura. Gramsci attribuisce anche alle sovrastrutture / per entro il blocco storico / un potere determinante nel movimento complessivo e un ruolo tutt,altro che strumentale( le forze sociali rinnovatrici si propongono, anzi, di conferire al momento etico)politico una conclusiva supremazia sugli interessi e sui moventi economico)corporativi. 'e il concetto "o il neologismo& di blocco storico intende esprimere una sorta di modello ideale riferibile a un dato insieme sincronico, internamente strutturato, che nell,indagine storiografica ci si presenta invece assai pi0 variegato e fluido nei suoi contorni e nelle relazioni interne o esterne, alcune nozioni storiografiche correnti ac+uistano come tali, nell,analisi di Gramsci, significato di categorie filosofiche pi0
1 a struttura e le sovrastrutture formano un 1blocco storico2, cio. l,insieme complesso e discorde 3contraddittorio, si legge in una variante del manoscritto4 delle sovrastrutture sono il riflesso dell,insieme dei rapporti sociali di produzione. 'e ne trae( che solo un sistema di ideologie totalitario riflette razionalmente la contraddizione della struttura e rappresenta l,esistenza delle condizioni oggettive per il rovesciamento della praxis "ivi, p. 1561 7 i corsivi sono miei( G. 8.&. !el concetto di blocco storico, contenuto economico)sociale e forma etico)politica si identificano concretamente nella ricostruzione dei vari periodi storici "p. 1$*9&. -l blocco storico . unit tra la natura e lo spirito "struttura e sovrastrutture& "p. 16%#&. ,espressione 1blocco storico2 si trova in G. 'orel, prima della rielaborazione gramsciana "sull,origine soreliana dell,espressione, vedasi nello stesso Gramsci, a p. 1*55&. $ :fr. ;. <ortelli, Gramsci et le bloc historique, <arigi, 1#9$ "trad. it., =ari, aterza, 1#9*&. * 'i veda la voce =loc histori+ue, di :h. =uci)Gluc>smann, nel Dictionnaire critique du marxisme, sotto la direzione di G. abica e di G. =ensussan, <arigi, <.?.@., 1#A6, pp. 15$)15B.

generali. !ascono cosC la distinzione tra intellettuali tradizionali e intellettuali organici, la nozione di riforma intellettuale e morale, il nesso tra coercizione e egemonia, il rapporto tra forza e consenso o +uello tra societ civile e 'tato. a storia comparata . forse +uella che suscita il maggiore interesse in Gramsci. -n particolare, la formazione dell,-talia moderna . in lui oggetto di un confronto, diretto o indiretto, con le vicende di altri paesi, in specie +uando egli vuol indicare +uel che da noi non accaduto( ad esempio, la Diforma protestante e la Divoluzione francese. :on il loro cosmopolitismo, l,umanesimo o il rinascimento italiani hanno anticipato alcuni sviluppi progressivi dell,Europa moderna, ma hanno anche coltivato, in germe, alcuni mali della nostra vicenda intellettuale successiva. ,umanesimo o il rinascimento italiani assumono spesso, nei Quaderni, il valore emblematico di una intellettualit di tipo tradizionale, ossia distaccata, disimpegnata e aliena dalle urgenze pratiche di +uella mondanit che pure lo stesso umanesimo e il rinascimento avevano saputo scoprire, o riscoprire, come dimensione moderna di civilt e di storia. a controriforma o riforma cattolica non solo non ha prefigurato nessun moto progressivo nel nostro o in altri paesi "Gramsci prende le distanze anche dalle tesi apologetiche della storiografia idealistica sulla presunta circolazione della filosofia italiana nella filosofia europea&, ma ha portato con sE un,aggravata corruzione della vita morale, specie per la presenza onnipervasiva dello spirito gesuitico "in ciF Gramsci recepisce, invece, i giudizi dell,idealismo di ispirazione democratica che si ritrovano nella storiografia civile e letteraria di @rancesco Ge 'anctis&. -l protestantesimo, per le convinzioni che infonde anche sul terreno storico)sociale "Gramsci conosce le teorie di Heber sull,attivismo che l,etica protestante dispiega nel nuovo espandersi dell,impresa capitalistica, proprio suscitandovi stati d,animo di 1attesa2&, . la prima grande riforma morale europea. E, d,altro canto, la stessa Diforma protestante, pur attraverso un parziale imbarbarimento, in confronto alla raffinata cultura umanistico)rinascimentale "cara a Erasmo&, non propaga anche nuovi contenuti intellettuali e una concezione del mondo capace di innalzare l,impegno culturale delle masseBI -n specie, non prelude alla grande stagione culturale nella +uale potr dispiegarsi la filosofia classica tedescaI ,illuminismo eredita alcuni caratteri del rinascimento italiano, ma li invera e ne supera i limiti storici. !el contribuire alla preparazione e agli sviluppi della Divoluzione francese, instauratrice di nuovi modi di vita nel continente, la cultura illuministica ci fornisce il primo esempio di una intellettualit organica per il suo intervento attivo sul mondo e per il suo impegno a trasformarlo. Juella illuministica progetta riforme perchE . essa stessa un,intellettualit riformata, o perchE incarna una riforma intellettuale. E, d,altra parte, il moto illuministico non puF essere riconsiderato anche nei suoi esiti di riforma morale, per +uella sua esemplare conclusione emancipatrice e liberatrice che fu, appunto, la Divoluzione franceseI Ebbene, filosofia della praxis e comunismo potranno costituire in una nuova epoca, secondo Gramsci, le due componenti di una riforma intellettuale e morale che corrisponda al nesso Diforma protestante K Divoluzione francese6. !on puF esservi riforma intellettuale e, soprattutto, morale senza l,esercizio di una "epocale& funzione egemonica. -l concetto gramsciano di egemonia non puF essere compreso se non lo si riconnette, da un lato, ad alcune vicende della stessa Divoluzione francese, compendiate dalla nozione storiografica di giacobinismo, e dall,altro al criterio filosofico, derivato da :roce, di una "superiore& storia etico)politica. Lssia, .
B :fr. M. Gramsci, Quaderni del carcere, cit., pp. 1A6A)1A6#. 6 -vi, p. 1A%57 e cfr. a p. $15A.

presso che inintelligibile se gli si attribuisce soltanto un significato politico "per giunta, un significato politico univoco o uniforme in tutta la riflessione gramsciana&, non anche un riferimento storiografico e, soprattutto, una rilevanza filosofico)categoriale. :erto, nelle note sulla Questione meridionale, il concetto di egemonia si riferiva ancora a un compito politico)strategico del proletariato come classe sociale in lotta per il potere %7 e, tuttavia, nei primi Quaderni del carcere, l,egemonia politica e culturale . riguardata come compito storico di tutte le classi dirigenti, o virtualmente dirigenti, in genere7 ma, infine, nei +uaderni 9 e A, una nuova concezione delle sovrastrutture e l,allargamento del concetto di 'tato9 pongono le basi per una nuova definizione dell,egemonia in +uanto specifica funzione dello 'tato stesso. Gi nei primi +uaderni, nel riferirsi alle classi dirigenti in genere, il concetto di egemonia denota la capacit che dimostra, non una classe "o la classe operaia& come tale, ma una classe "o la classe operaia& nel farsi tato7 capacit di far corrispondere un massimo di consenso alla necessaria costrizione delle leggi. :ade il dualismo dei destinatari "egemonia verso gli alleati, costrizione verso la classi avverse&. 'i riguadagna una pi0 accorta metodologia del doppio livello politico)statuale( egemonia come costrizione legittimata da consenso, costrizione che puF esercitarsi su tutta la societ "come struttura& se il livello superiore "statuale& della superstruttura ottiene consenso nel suo livello di base "nella societ civile&. E cade forse anche la presunta incompatibilit tra egemonia e 1pluralismo2( perchE egemonia . rapporto di funzionalit tra lo 'tato e la societ civile, cio. tra i due livelli della politica, mentre pluralistico . il modo d,essere del livello di base "della stessa societ civile&. -l soggetto dell,egemonia si configura, negli sviluppi della ricerca gramsciana, dapprima come un soggetto in senso proprio / un soggetto collettivo che trascende la classe, identificandosi con il partito / e infine come la funzione di una forma "dello 'tato&. !el +uaderno B Gramsci scrive che il partito politico compie nella societ civile la stessa funzione che lo 'tato compie, in misura maggiore A, nella societ politica. !el +uaderno 1$ precisa( in misura pi0 vasta e pi0 sinteticamente #. !el +uaderno 1*, alludendo a nuovi compiti educativi dello 'tato, afferma che il concetto del diritto dovr essere esteso, comprendendovi anche +uelle attivit che oggi cadono sotto la formula di 1indifferente giuridico2 e che 3oggi4 sono di dominio della societ civile che opera senza 1sanzioni2 e senza 1obbligazioni2 tassative, ma non pertanto esercita una pressione collettiva e ottiene risultati obbiettivi di elaborazione nei costumi, nei modi pensare e di operare, nella moralit ecc.15. a funzione egemonica, che la versione leniniana del giacobinismo attribuiva alle avanguardie rivoluzionarie nei confronti delle masse, viene dun+ue da Gramsci reintepretata e dislocata nell,ambito pi0 generale delle forme e delle categorie analitiche della prassi storica( l dove si instaurano i rapporti 1egemonici2 della filosofia nei confronti del senso comune "sono siffatti rapporti egemonici +uelli che danno luogo, propriamente, alla riforma intellettuale& e, pi0 ancora, dello tato nei confronti della societ! civile "la riforma morale ha luogo, propriamente, in tal guisa&. Mll,egemonia di una data classe sociale, o alla capacit egemonica di un soggetto)partito, nel farsi espressione di una classe dirigente sorretta da un consenso che integra e insieme toglie
% :fr. . Gruppi, "l concetto di egemonia in Gramsci , Doma, Editori Diuniti, 1#9$7 !. Muciello, ocialismo ed egemonia in Gramsci e #ogliatti, =ari, Ge Gonato, 1#9B. 9 :fr. :h. =uci)Gluc>smann, Gramsci et l$%tat. &our une th'orie mat'rialiste de la philosophie , <aris, @aNard, 1#96, pp. %B)%6 "trad. it., Doma, Editori Diuniti, 1#9%, pp. %*)%6&. A :fr. M. Gramsci, Quaderni del carcere, cit., pp. B99)B9A. # "vi, p. 16$$. 15 "vi, p. 16%%.

la semplice funzione di dominio, si sostituisce gradualmente, nei Juaderni, l,egemonia come dominan(a di una superiore forma superstrutturale, la forma etico)politica, su +uella econOmico)corporativa11. -n termini gramsciani, il significato che la nozione di giacobinismo ha avuto storicamente trapassa nel significato che essa deve avere concettualmente1$. $. )or(a e consenso. !on . vero che Gramsci veda nella societ civile del suo tempo il luogo del consenso e nello 'tato il luogo della forza, anche se alcune sue espressioni possono lasciarci nel dubbio. 'i osservi, innanzi tutto, che caratterizzare soltanto per una delle due funzioni la societ civile o lo 'tato, come sogliono fare molte interpretazioni del pensiero gramsciano, . conservare una rigida separazione tra le due sfere. a separazione fu introdotta dal liberalismo e successivamente accolta dal marxismo, come nota Edgardo ogiudice1*. Pa se l,uso della forza, egli osserva, . attribuito soltanto allo 'tato e se lo 'tato . identificato sempre con il momento della coercizione, allora anche lo 'tato rivoluzionario non puF non ridursi, in teoria e in pratica, all,uso della forza coercitiva "con le conseguenze catastrofiche che sono sotto i nostri occhi&. Gli eserciti privati, egli aggiunge, le guardie del corpo "e, direi, le organizzazioni terroristiche o +uelle criminali di tipo politico)mafioso che oggi accrescono il proprio potere& non attestano invece un uso della forza insito nella societ civile prima che nello 'tatoI Girei( proprio nella societ civile pi0 avanzata e pi0 prospera del mondo occidentale. !ella societ civile, afferma ancora ogiudice 1B, i rapporti di forza si traducono periodicamente in guerra di manovra "e talvolta in moti insurrezionali&. ,iniziativa delle forze private, egli aggiunge, . una costante della societ civile, non solo nel significato classico "ovvero economico)sociale& dell,espressione, ma anche in +uello gramsciano "che designa il primo livello politico)statuale&. Gel resto, il concetto gramsciano di societ civile, egli osserva, indica proprio una sussunzione dell,economico)sociale "della base& nel politico "nella sovrastruttura&( nel livello inferiore del politico in +uanto livello pi0 prossimo, appunto, all,economico)sociale. 'e non riusciamo a cogliere un tale gioco di riflessivit categoriali, con i loro apparenti scambi semantici, non afferriamo appieno il pensiero di Gramsci. Mnche per il concetto di coercizione, opposto)correlato a +uello di egemonia, . meno rilevante indicare il soggetto sociale che la esercita "o che la subisce& ed . sempre pi0 significante localizzare il luogo storico)categoriale in cui essa . / pi* sistematicamente + esercitata. Juel luogo . nello 'tato o nella societ civileI a complessit della dialettica egemonia)coercizione comporta un visibile scambio delle parti tra 'tato e societ civile. Juando +uesti due livelli si differenziano e insieme si incardinano l,uno nell,altro, come accade nell,occidente europeo pi0 evoluto, la societ civile, da arena degli interessi economico)corporativi, e +uindi dei rapporti di forza tra le classi, diviene il terreno su cui si disputa la partita dell,egemonia, che perF . giocata dallo 'tato7 lo 'tato, a sua volta, proprio perchE promotore e garante delle funzioni di egemonia, avoca a sE "sottraendolo alla sfera conflittuale, econOmico)corporativa, delle parti contrapposte nella societ civile& il monopolio della forza, che perciF diviene, nella formula Qeberiana, forza legittima.
11 1$ 1* 1B :fr. P. . 'alvadori, Gramsci e il problema storico della democra(ia, Rorino, Einaudi, 1#9*, pp. 1BA)1B#. Quaderni del carcere, p. 166#. :fr. a crisis del liberalismo capitalista, in Doxa, n. 6, 1##1. :fr. -n . @erreNra, E. ogiudice, P. RhQaites DeN, Gramsci mirando al ur. ovre la hegemon,a en los -. , =uenod Mires, STM-, 1##B.

'e lo 'tato . promotore di egemonia, dobbiamo guardarci dal considerare l,egemonia promossa dallo 'tato soltanto come una semplice variante, sia pure pi0 sofisticata, della costrizione( cosC . stata concepita da Mlthusser nelle note tesi sugli apparati ideologici di 'tato, ispirate a modo loro al pensiero di Gramsci. -n realt, +uelle tesi presentano una maggiore affinit con taluni temi elaborati dalla scuola di @rancoforte, allorchE vi appariva pi0 radicale la critica della societ manipolata. Juelle tesi "o +uei temi& hanno una loro validit, purchE segnalino, al contrario, che la multiforme manipolazione odierna . essa una variante, per cosC dire, adulterata dell,egemonia( una variante la cui azione, nel mondo attuale, si fa pi0 efficace +uanto pi0 . indiretta. a reciprocit asimmetrica, teorizzata da Gramsci nel rapporto tra societ civile e 'tato e in +uello tra costrizione e egemonia, appare ambigua e contraddittoria a <errN Mnderson "dei due termini correlati ora prevarrebbe l,uno, ora l,altro&. Ditengo invece che l,ambiguit tra +uei termini si diradi allorchE il loro impiego si sposti da un contesto storiografico, di tempi trascorsi e di situazioni locali, verso un contesto storico)attuale e, soprattutto, teorico)metodologico "filosofico)dialettico& generale. Md esempio, se Gramsci si riferisce alla Dussia prerivoluzionaria, . vero che egli vi identifica lo 'tato con la costrizione, descrivendolo come una 1struttura massiccia2 che annienta l,autonomia della societ civile167 se si riferisce all,-talia post)risorgimentale, vi considera lo 'tato, al contrario, come una fragile superficie esterna della societ civile. Pa, +uando guarda a un modello teorico ideale che, insieme, alluda a una fase pi0 avanzata e matura "o a una prospettiva ulteriore& dello sviluppo storico, in tal caso egli scorge un rapporto e+uilibrato tra 'tato e societ civile o prefigura nello 'tato il luogo di una egemonia come sintesi in sE di consenso e coercizione 1%. Pabel RhQaites DeN nota 19 che l,ambiguit rimproverata da Mnderson a Gramsci . invece un carattere della societ civile e dello 'tato attuali, che sono essi stessi oggettivamente ambigui e contraddittori. DeN ci ricorda che Parx, Engels e enin conobbero nei loro tempi uno 'tato)forza ben lontano dalla forma complessa e relativamente partecipata che lo 'tato avrebbe assunto in alcuni paesi occidentali gi al tempo di Gramsci. E ci invita a considerare che le pratiche egemoniche, proprie dello 'tato nell,accezione ristretta "non soltanto in +uella allargata&, non si riducono ai processi di legittimazione e +uindi di accettazione di una legalit consolidata, da parte dei cittadini, ma includono "a partire dal Helfare 'tate& anche una dimensione materiale dell,egemonia( ad esempio, gli interventi statuali di carattere redistributivo, assistenziale ecc. <eraltro, nuove forme di egemonia materiale si instaurano anche nello 'tato allargato, e +uindi nella societ civile( ad esempio, se le politiche di mercato, nei paesi privilegiati, promuovono vaste categorie di consumatori "che, per conseguenza, si atteggiano sempre pi0 come consumatori e sempre meno come cittadini&. <er tal via, precisa Pabel DeN, i paesi periferici "o del sottosviluppo& sono solitamente sospinti a invocare un modello di vita proposto dall$esterno, modello che ad essi perviene / idealizzato o edulcorato / attraverso i nuovi messaggi e le nuove comunicazioni di massa. Essi sono indotti cosC ad accordare il loro consenso all,egemonia ideologica di 'tati o di paesi diversi dai propri / degli 'tati e dei paesi privilegiati / e, in funzione di +uel consenso, a subire docilmente, per contro, l,uso repressivo della for(a "o i sacrifici imposti& da parte dei loro governi locali, considerati come il rovescio violento del / e
16 :fr. <. Mnderson, /mbiguit! di Gramsci, trad. it., =ari, aterza, 1#9A, p. 1#. 1% "vi, p. *A. 19 :fr. -n . @erreNra, E. ogiudice, P. RhQaites DeN, Gramsci mirando al ur. ovre la hegemon,a en los -. , cit.

insieme come l,aspra via di accesso al / modello statunitense di vita e di consumo. 'ul concetto di egemonia si possono annotare +ui alcune considerazioni motivate da polemiche pi0 o meno recenti. a "relativa& egemonia attribuita a un partito politico nei confronti di numerosi intellettuali . stata, in -talia fino ai primi anni sessanta, per un apparente paradosso della storia, conseguenza di un primato di pi0 lunga durata che gli intellettuali avevano esercitato sulla politica "e su alcuni partiti politici& sin dalle origini illuministiche dell,Europa moderna. !on si dimentichi che gli stessi partiti operai erano sorti o si erano affermati per iniziativa di intellettuali "non proletari& / da Parx a enin, da assalle a Dosa uxemburg e, in -talia, da abriola e da Gramsci a Rogliatti / e ne avevano accettato la guida. e ben note teorizzazioni sulla coscienza portata dall,esterno alla classe operaia erano state formulate sulla base di +uel verificato presupposto storico. -n alcune fasi successive, ad esempio negli anni cin+uanta e sessanta, un partito di massa formatosi in -talia per +uella via, proprio perchE cosi formato, ha potuto rovesciare il rapporto e proporsi come guida per un gruppo di intellettuali che, dal canto loro, non essendo ancora intellettuali)massa, conservavano un loro tipico isolamento individuale nel loro lavoro e nelle loro professioni e perciF potevano pi0 facilmente compiere una simile scelta di campo. ?n profondo mutamento oggi ha luogo, allorchE gli intellettuali, per gli sviluppi pi0 recenti dell,organizzazione scientifico)tecnologica e delle comunicazioni di massa, si trasformano in intellettuali)massa, assumendo una figura inedita dai risvolti positivi "come nelle previsioni dello stesso Gramsci& e insieme negativi "come per le deplorazioni di @ortini e di altri&. Gi fronte a un tal mutamento, la sfera politica allenta o abbandona del tutto la sua presa, si mostra incapace di influire sulle nuove figure intellettuali, per giunta cercando di edulcorare la propria incapacit, come se costituisse un passo in avanti verso la compiuta de)ideologizzazione o laicizzazione della politica. ,intellettuale)massa, dal canto suo, prende le distanze dalla politica militante e si fa, sempre di pi0, l,agente collettivo di un lavoro sociale largamente internazionalizzato, predisposto a subire direttamente la logica e il comando ora della ragione scientifico) tecnica e del suo culto dell,innovazione settoriale, ora dell,impresa capitalistica "nel frattempo impadronitasi anche dei maggiori mezzi di informazione o comunicazione&. o 'tato e i partiti non potranno, di certo, ripristinare situazioni e rapporti ormai irreversibilmente superati. <otranno tuttavia 1riprendere la parola2 e riguadagnare una loro egemonia solo se per egemonia si intenda +uel che intendeva :roce +uando, in termini filosofici, poneva la superiorit della sfera etica "o, con espressione crociana e gramsciana insieme, etico0politica& nella sua specifica attitudine a conferire a ciascun,altra sfera l,autonomia che le compete. Ebbene, si( uno 'tato o un partito sono oggi all,altezza dei tempi solo se capaci di rendere relativamente autonomi "dai potentati economici e dai privilegi sociali, innanzi tutto, ma anche dalla stessa sfera politica& il lavoro intellettuale, la ricerca, l,insegnamento universitario ecc., consentendo loro di misurarsi autonomamente con le nuove dimensioni internazionali / cosmopolitiche o etico)cosmo)politiche / dei problemi teorici cosi come della teoria applicata e dei programmi di intervento specifico. *. tato e societ! civile. 'econdo Gramsci, le organizzazioni che costituiscono, diciamolo pure, il compendio per eccellen(a della societ civile sono i partiti politici1A. Essi sono la forma che il 1principe2 assume +uando non agisce pi0, indistintamente, come lotta e come imperio7 +uando non si identifica pi0, immediatamente, con lo 'tato7 ma diviene elemento dello
1A :fr. Quaderni, cit., p. 1A5#.

'tato. -l principe machiavellico era ancora il 1partito2 che fungeva da 1'tato2. :iF intende Gramsci +uando sottolinea la doppia natura del :entauro machiavellico 1#( intende suggerire che non erano ancora sdoppiate le due nature, la volpe e il leone, l,astuzia e la forza "secondo le metafore machiavelliche&, ovvero l,iniziativa egemonica e la corazza della coercizione "secondo le formule gramsciane&. !el pensiero e nell,ideale di Pachiavelli si rispecchiava la realt delle monarchie nazionali d,Europa( un potere personale accentratore di prerogative gi appartenenti alla nobilt feudale, un processo politico che suscitava la formazione e lo sviluppo di una classe "e di una coscienza& borghese, uno strumento di repressione antifeudale e insieme di azione egemonica nei confronti dei ceti contadini "la milizia repubblicana vagheggiata da Pachiavelli& che preludeva al giacobinismo della rivoluzione francese, una prima razionalizzazione delle funzioni di governo e amministrative. ,assetto politico dell,Europa si evolveva in seguito nel modo gi detto( le funzioni politiche elementari si collocavano nella distinta regione della societ civile, come primo livello "del politico in generale& cui si sovrapponeva il superiore livello statuale. Gramsci afferma infatti che, agli inizi del UU secolo, nell,Lccidente tra 'tato e societ civile c,era un giusto rapporto, che lo 'tato poggiava su una robusta struttura della societ civile, che lo 'tato era una trincea avanzata, dietro cui stava una robusta catena di fortezze e di casematte $5. <er contro, alla vigilia della rivoluzione di ottobre, in Lriente lo 'tato era tutto, la societ civile era primordiale e gelatinosa( in +uesti termini Gramsci registra il ritardo storico delle istituzioni politiche nella Dussia del 1#19. -ntende assimilarle alle istituzioni politiche assolutistiche dell,Lccidente europeo anteriori alla rivoluzione franceseI :erto, non . irrilevante che, riferendosi ai ritardi della storia politica italiana, egli adoperi, per la nostra societ nazionale, la stessa parola( gelatinosa$1. Ed . significativo che, tra +uei ritardi, egli denunci soprattutto la debolezza dei partiti politici italiani. ,-talia fa parte dun+ue dell,Lccidente, cio. di un,area storico)geografica nella +uale si . consolidato un giusto rapporto tra 'tato e societ civile, e insieme presenta una particolare arretratezza storica che la avvicina, per certi aspetti, all,Lriente. - limiti della rivoluzione democratico)borghese e le +uestioni che la borghesia italiana non ha saputo risolvere "+uestione meridionale, contadina, vaticana& richiedono, da parte del movimento operaio italiano, analisi e strategie che si giovino di alcuni insegnamenti di enin e della rivoluzione in Dussia. Ruttavia, i ritardi italiani si discostano, per altri aspetti, dalla particolarit storica della Dussia prerivoluzionaria. -n Dussia, lo 'tato era tutto "l,indistin(ione tra i due livelli, propria della prima fase dello sviluppo politico moderno, si presentava come dilatazione del potere autocratico, dello 'tato, ma meglio si direbbe( del <rincipe nel significato machiavellico&7 in -talia, invece, l,unit statale si era formata tardi, non era riuscita a unificare realmente la nazione nemmeno con il totalitarismo fascista e perciF tendeva a dissolversi in un aggregato di elementi particolaristici della societ civile, in un incrociarsi disordinato di spinte economico) corporative, pi0 che in una dialettica compiuta di moderni partiti politici. Juello fascista . dun+ue un falso totalitarismo. Gramsci attribuisce infatti significato positivo alla parola totalitario, che per lui . sinonimo di autonomo, coerente, capace di coinvolgere le masse popolari in un impegno riformatore $$( . sinonimo del carattere sistematico che abbiamo visto da lui attribuito al livello politico superiore "statuale&.
1# $5 $1 $$ "vi, p. 169%. "vi, p. AA%. "vi, p. *A9. :fr. P. . 'alvadori, in Gramsci e il problema storico della democra(ia, cit., pp. $%#)$91.

Mgli antipodi della funzione progressiva che, negli inizi dell,et moderna, assolvono le monarchie assolute in Lccidente7 e in contrapposto alla nuova funzione progressiva della dittatura del proletariato, nella forma che essa assume in Lriente "con il compito di saldare una renovatio laica e machiavellica$* ad un nuovo bonapartismo di impronta giacobina$B&, Gramsci scorge un cesarismo regressivo che, proprio in -talia, si giova dei ritardi storici dell,articolazione politica e istituzionale per tentare di restaurare "in un contesto largamente modificato, certo& l,indistinzione tra societ civile e societ politica, tra fondazione dello 'tato e sua personificazione nel capo carismatico, tra partito e 'tato( tra un partito che si confonde con il governo, o diviene semplice strumento poliziesco del governo$6, e uno 'tato, o governo, che agisce come un partito "come una fazione&$%. Ml cesarismo regressivo "ma forse anche al nuovo bonapartismo sorto in Lriente& Gramsci cautamente contrappone una rivalutazione critica della democraziaI -l criterio della maggioranza numerica, come indice statistico dell,adesione o della non adesione della societ civile "e, per suo tramite, della societ economica& all,iniziativa statuale, ac+uista massimo valore probatorio proprio +uando sia stato depurato da fattori di perturbazione +uali son +uelli del censo e della supremazia di classe, in regime di 1democrazia borghese2. :osC scriveva Gramsci in una nota del +uaderno tredicesimo, difendendo la razionalit storicistica del sistema rappresentativo e distinguendolo dal regime parlamentaristico "borghese&. !ella stessa nota troviamo +uesta affermazione epistemologica e politologica di rilievo( a numerazione dei 1voti2 . la manifestazione terminale di un lungo processo in cui l,influsso massimo appartiene proprio a +uelli che 1dedicano allo 'tato e alla nazione le loro migliori forze2 "+uando lo sono&. E, +ui percepibile l,eco delle concezioni elitistiche "di Posca e di altri& che Gramsci studia e, certo, non disapprova totalmente, anche perchE gli appaiono un, sia pur discutibile, approssimarsi alla nozione del moderno <rincipe e insieme un realistico antidoto al cesarismo del capo carismatico o, diremmo oggi, alla personalizzazione leaderistica dell,autorit statuale. 'e il nucleo che dirige non riesce a suscitare il consenso della
$* Gramsci registra con interesse un passo del libro di VorlWnder, 1on 2achiavelli bis 3enin "cfr. Quaderni, p. 1%5$&. $B 'i veda anche in Ltto =auer, a giudizio del +uale, in Dussia, si sarebbe riprodotta la situazione della grande Divoluzione francese, in +uanto la dittatura di una minoranza "+uesta volta non borghese ma operaia& rappresenterebbe una necessit storica cosC come lo era nell,A# "G. Parramao, /ustromarxismo e socialismo di sinistra fra le due guerre, Pilano, a <ietra, 1#99, p. *9&. $6 Quaderni, pp. *A9)*AA, 1#*# e 1A$$)1A$* "sul <iemonte come partito nella formazione dello 'tato italiano&. $% -n una nota del +uaderno diciassettesimo, commentando una frase del 2ein 4ampf di ;ider " a fondazione e la distruzione di una religione . gesto incalcolabilmente pi0 rilevante che la fondazione o la distruzione di uno 'tato( non dico di un partito...&, Gramsci trova superficiale e acritico +uel concetto e, dopo aver tradotto in concezione del mondo la parola religione adoperata da ;itler, osserva( !el mondo moderno, un partito . tale 3...4 +uando esso . concepito, organizzato e diretto in modi e forme tali da svilupparsi integralmente in uno 'tato "integrale, e non in un governo tecnicamente inteso& e in una concezione del mondo. o sviluppo del partito in 'tato reagisce sul partito e ne domanda una continua riorganizzazione e sviluppo, cosC come lo sviluppo del partito o dello 'tato in concezione del mondo 3...4 reagisce sullo 'tato e sul partito 3...4. 'arebbe facile fraintendere +ueste osservazioni, se non fossero lette nel contesto della metodologia o della logica storica proprie del marxismo gramsciano( la religione . conservata e superata nello 'tato moderno7 la politica ricomprende in sE una una concezione del mondo "una filosofia&7 lo 'tato moderno pi0 sviluppato presuppone la distinzione interna tra 'tato come societ politica e partito come societ civile. E Gramsci, con chiara allusione all,-talia del 1#*6, cosC conclude( a vita politica attuale d una larga testimonianza di +ueste angustie e ristrettezze mentali 3...4. Pa il passato, e il passato italiano che pi0 interessa, da Pachiavelli in poi, non . meno ricco di esperienza7 perchE tutta la storia . testimone del presente( ivi, pp. 1#B9)1#BA.

maggioranza, sar da giudicare inetto o non rappresentante gli interessi 1nazionali2 che non possono non essere prevalenti nell,indurre la volont nazionale in un senso piuttosto che in un altro$9. Dipercorriamo ora in breve l,itinerario filosofico corrispondente all,anzidetta ricognizione storico)politica. !egli scritti giovanili era gi viva l,esigenza di contrastare una tradizione / originatasi dal liberalismo e esasperata nel marxismo rivoluzionario / che considerava la politica e lo 'tato realt negative da ridurre a dimensioni e attribuzioni minime "liberalismo& o da abbattere, spezzare e comun+ue lasciare estinguere a tempo debito "marxismo rivoluzionario& $A. Mttraverso la critica alle tendenze libertarie si faceva strada un concetto della funzione attiva e innovatrice dell,iniziativa politica che subiva, certo, l,influenza del leninismo, ma recepiva anche l,esempio del socialismo francese( <er Xaur.s l,attivit politica si identifica con l,azione per investire e modificare tNtta l,organizzazione sociale che si riassume nello 'tato. a categoria della totalit affiorava, nel giovane Gramsci, associata proprio al nome di Xaur.s( Xaur.s era un 1classico2, come uomo di cultura, perchE era uno 1statista2, perchE vedeva l,attivit politica come una architettura armonica, come una totalit $#. !ei Quaderni, i caratteri della coerenza e della sistematicit appartengono allo 'tato e appartengono alle altre superstrutture complesse, o di livello superiore( alla scienza "alla filosofia&, all,arte e anche alla religione dotta. !elle societ occidentali contemporanee, . operante un doppio livello politico "il livello della societ civile e +uello dello 'tato in senso stretto&, cosC come, nelle altre sovrastrutture, sono presenti altri doppi livelli istituzionali "religione popolare e religione dotta& o culturali "folclore e arte, senso comune e filosofCa&. ,attivit politica superiore "lo 'tato o societ politica& . istanza che unifica l,attivit politica di base "o societ civile&( l,unit storica fondamentale, per la sua concretezza, . il risultato dei rapporti organici tra 'tato o societ politica e 1societ civile2. e classi subalterne, per definizione, non sono unificate e non possono unificarsi finchE non possono diventare 1'tato2( la loro storia, pertanto, . intrecciata a +uella della societ civile, . una funzione 1disgregata2 e discontinua nella storia della societ civile e, per +uesto tramite, della storia degli 'tati o gruppi di 'tati. E ancora( lo 'tato . il livello dell,unicit dei fini economici e politici e insieme dell,unit intellettuale e morale, perchE in esso tutte le +uestioni intorno a cui ferve la lotta si pongono non sul piano corporativo ma su un piano 1universale2 e creando cosC l,egemonia di un gruppo sociale fondamentale su una serie di gruppi subordinati. o 'tato . concepito sC come organismo proprio di un gruppo, destinato a creare le condizioni favorevoli alla massima espansione del gruppo stesso, ma +uesto sviluppo e +uesta espansione sono concepiti e presentati come la forza motrice di una espansione universale, di uno sviluppo di tutte le energie 1nazionali2, cio. il gruppo dominante viene coordinato concretamente con gli interessi generali dei gruppi subordinati e la vita statale viene concepita come un continuo formarsi e superarsi di e+uilibri instabili "nell,ambito della legge& tra gli intereressi del gruppo fondamentale e +uelli dei gruppi subordinati, e+uilibri in cui gli interessi del gruppo dominante prevalgono ma fino ad un certo punto, non cio. fino al gretto interesse econOmico) corporativo*5.
$9 "vi, p. 1%$6. $A 'i vedano gli articoli non firmati de 3$ordine 5uovo, $A giugno)6 luglio 1#1#, in M. Gramsci, 3$ordine 5uovo, 6-6-06-7., Rorino, Einaudi, 1#66, pp. *99)*A$. 'ull,antistatalismo liberale e su +uello anarcosindacalista si veda anche nei Quaderni, cit., pp. 16A#)16#57 sull,economicismo, ivi, p. 1%11. $# :fr. M. Gramsci, ocialismo e fascismo. 3$ordine 5uovo 6-7606-77, Rorino, 1#%%, p. BB9. *5 :fr. Quaderni, cit., pp. $$AA e 16AB. -l concetto dello 'tato come luogo di un e+uilibrio instabile . anche in Ltto =auer, come ho ricordato nel capitolo precedente.

=obbio*1 aveva +uindi ragione almeno nel segnalare la trasformazione semantica che in Gramsci subisce il termine societ civile, divenuto in lui sinonimo del primo livello nella superstruttura politica, laddove in ;egel era sinonimo di societ moderna e in Parx, pi0 specificamente, di societ capitalistica "in +uanto struttura o base&. Pa, in autori precedenti "ad esempio, nel Vico della /utobiografia e della cien(a nuova8, la civile societ si era gi affacciata nel significato di organizzazione politico)istituzionale. M sua volta, la parola 'tato . impiegata da Gramsci per designare lo 'tato in senso stretto "ordinamento pubblico normativo)coercitivo, giuridico)legislativo, governativo) amministrativo&7 ma . altresC impiegata per indicare l,insieme costituito dallo 'tato propriamente detto e dalla societ civile( . +uesta la nozione allargata di 'tato.

*1 :fr. !. =obbio, Gramsci e la concezione della societ civile, in Ma. Vv., Gramsci e la cultura contemporanea "Mtti del :onvegno di :agliari, 1#69&, a cura di <ietro Dossi, Doma, Editori Diuniti) -stituto Gramsci, 1#%#, pp. 96)155.

IV. IL FARSI STATO DEL NON-STATO

1. Totalit concrete e complessit sistemiche in altri autori. Nel concetto che Gramsci propone delle sovrastrutture complesse 1 in generale e dello Stato in particolare, la nozione crociana delletico-politico, come sfera superiore dei rapporti tra gli individui, sconfina forse nellidea gentiliana del carattere totalitario dello Stato stesso, come elemento unificatore di attivit o forme spirituali diverse. nche Gramsci conferisce un significato positivo alla parola totalitario !che in lui indica il carattere sistematico, autonomo e coerente del livello politico superiore, statuale in senso proprio". #a la sua, come a$$iamo cercato di spiegare, % una concezione $en diversa da &uella imperante negli stessi anni. 'el resto, a suo giudizio, lo Stato totalitario devessere capace di coinvolgere le masse popolari in un vasto impegno riformatore(. ltri autori e altri pi) recenti contesti, non idealistici e non gentiliani, possono retrospettivamente facilitarci nella comprensione delluso gramsciano del termine totalitario. *a nozione della totalit !o delle totalit interconnesse" richiama alcuni presupposti comuni a teorie e metodologie peraltro divergenti luna dallaltra, &uali lhegelismo rivisitato nelle successive fasi mar+iste della produzione di *u,-cs, il procedere per schemi piagetiani che ritroviamo in .a$ermas o lindirizzo che muove dal funzionalismo parsoniano e approda alle strutturazioni sistemiche/ di altri studiosi contemporanei, specie angloamericani. 0l concetto di totalit concreta, che ricorre dalla giovanile Storia e coscienza di classe fino alla postuma Ontologia di *u,-cs, indica a suo modo la propriet, che devessere attri$uita a ciascun grande nodo storico, di interiorizzare le relazioni esterne che lo vincolano agli altri nodi !o modi", tramutandole in altrettante mediazioni interne o articolazioni che si dispiegano nel proprio am$ito. Si costituisce cos1, nella terminologia dellopera postuma di *u,-cs, un complesso di complessi. fferma *u,-cs2 lessere sociale % un complesso di complessi la cui riproduzione si trova in varia e molteplice interazione con il processo riproduttivo dei complessi parziali relativamente autonomi, dove per3 la totalit esercita sempre un influsso soverchiante allinterno di &ueste interazioni 4. 5 ancora2 #a proprio perch6 il funzionamento corretto a un livello superiore del complesso
1 7fr. . Gramsci, Quaderni del carcere, cit., pp. 189/-1894. ( 7fr. #. *. Salvadori, op. cit., pp. (:;-(<1. / Gli organismi viventi offrono il modello privilegiato per le concezioni sistemiche2 5in =rganismus ist ein S>stem von S>stemen oder eine .ierarchie von S>stemen !?. #. @u,etits, 'ie =rganisation des *e$endigen2 spe,te zu einer ABio-=ntologieC, in S prache und Ontologie. Akten des Sechsten Internationalen Wittgenstein-Symposium , herausg. @. *einfellner, 5. Draemer und E. Schan,, @ien, 1;9(, p./<<". 4 7fr. G. *u,-cs in Per l ontologia dell essere sociale, trad. it. a cura di . Scarponi, 00, Foma, 1;91, p. (88.

totale assegna al complesso parziale mediatore specifiche funzioni parziali, &uesto assume una certa autonomia, G che viene in essere per necessit oggettiva, G un certo modo autonomo e specifico di reagire e agire, di cui, proprio per &uesta sua specificit, la totalit non pu3 fare a meno nella sua riproduzione 8. *a stessa esigenza di fondo si pu3 forse ritrovare anche nel concetto di !ormazione !includente le forme" che si trova in *. S%ve : e soprattutto nel concetto di surdeterminazione che lthusser deriva da ?reud <. lthusser ela$ora, daltra parte, un concetto di reciproca inclusione strutturale, &uando !con enunciati peraltro molto discuti$ili, nel merito" afferma, ad esempio, che la filosofia rappresenta la politica presso le pratiche scientifiche e la scientificit presso la pratica politica9. 0 differenti schemi ha$ermasiani di kultureller "omple#$ di %ationalisierungskomple#e& ecc. mirano in fondo a rappresentare stadi genetici di tipo piagetiano che si sedimentano in altrettanti livelli sincronico-strutturali dellagire comunicativo. Se il funzionalismo parsoniano si evolve in *uhmann approdando a un impianto sistemico nel &uale possiamo tra laltro osservare lartificio del
8 0vi, p. ((/. Huando *u,-cs defines social totalit> as a Acomple+ of comple+esC, he offers a much more concrete general frameIor, of reference Ihich promises an =ntolog> far superior to that of .istor> and 7lass-7onsciousness J...K ASocial totalit>C e+ists in and through those manifold mediations through Ihich the specific comple+es G i. e. Apartial totalitiesC G are lin,ed to each other in a constand> shifting and changing, d>namic overall comple+ . Nel saggio di 0. #6szaros ! 'uk(cs concept o! dialectic, *ondon, 1;<(, pp. :(-:/L e cfr. p. :4" sono richiamate le formulazioni luc,acsiane del 1;4< intorno alla totalit che % fatta di totalit su$ordinate ed %. a sua volta surdeterminata da altre totalit pi) alte e complesse. * omissione delle mediazioni, che rendono concreta e articolata una data totalit, conduce, secondo *u,-cs, alle varie degenerazioni da lui avversate negli am$iti piti disparati2 volgarmar+ismo, economicismo, utopismo etico, Aprolet,ultC, settarismo, schematismo, naturalismo, romanticismo rivoluzionario !come variante del sim$olismo", volontarismo, soggettivismo, stalinismo ecc. !ivi, p. <1". i su$sistemi formali !ma in &uanto siano contrapposti alla totalit concreta" accenna anche ?. 7erutti nel suo Totalit$ )isogni organizzazione. %idiscutendo *Storia e coscienza di classe+ , ?irenze, 1;9M, p. 4/. Ner 0. #ancini, Ontologia !ondamentale, Brescia, 1;89, pp. 1M;-11M, la differenza !cio% il non-essere, la varie realizzazioni degli esseri-enti" sta dentro lessere. ggiungerei2 sta dentro un essere perch6 &uesto rinvia agli altri e, a sua volta, si ritrova dentro gli altri, in una loro alterit non a$olita. 5 su alcuni pro$lemi di logica si veda N. #. Simons, Ohree 5ssa>s in ?ormai =ntolog>, nel volume di Pari utori, Parts and ,oments. Studies in 'ogic and -ormal Ontology , a cura di B. Smith, #Qnche-@ien, Nhilosophia Perlag, 1;9(, pp. 111 sgg. : 7fr. Structuralisme et dialecti.ue, Narigi, 5ditions Sociales, 1;94. < Ner #. Dell> !cfr. ,odem -rench ,ar#ism, =+ford, 1;9(, pp. 1(<-1(9", la surdeterminazione althusseriana, in contrasto con la semplicit della contraddizione hegeliana, si riferisce a livelli diversi che, come tali, possiedono una relativa autonomia di sviluppo e non sono riduci$ili luno allaltro. 'al canto suo, nel suo li$ro su %ationalit/ ecc., Godelier distingue le contraddizioni interne a una struttura data dalle contraddizioni esterne !che intervengono tra strutture differenti". 5sempio del primo tipo, % la contraddizione tra $orghesia e proletariatoL esempio del secondo tipo, &uella tra forze produttive e rapporti sociali. #. Dell> o$ietta !cfr. pp. 18<-1:M" che la distinzione tra i due tipi % relativa2 contraddizioni esterne possono risultare, a loro volta, interne rispetto a una struttura ricomprensiva di ordine superiore. 9 7fr. *. lthusser, '/nine et la philosophie$ Narigi, #aspero, 1;:; ; 7fr. E. .a$ermas, Theorie des kommunikati0en 1andelns. I. 1andlungsrationalitt und gesellscha!tliche %ationalisierung, ?ran,furt a. #., 1;9(. 0n traduzione italiana2 Teoria dell agire comunicati0o. I. %azionalit nell azione e razionalizzazione sociale L II. 2ritica della ragione !unzionalistica, Bologna, 0l #ulino, 1;9:.

meccanismo riflessivo, del gioco di specchi che permette di duplicare le strutture1M, anche autori meno noti, ma pi) interessati allimpresa dun aggiornamento critico dellindagine mar+ista, si studiano di ela$orare schematismi impostati sulla nozione di su$sistemi. E. =Neill11 illustra, mediante un grafico, un sistema &uadripartito !*!our-)y-!our+" di funzioni della scienza, come sistema dotato di propri su$sistemi !politico, economico ecc.". suo parere, anche in #ar+ troviamo una sorta di schema funzionalistico $asato su &uattro su$sistemi2 tecnologia, scienza, economia e Stato. 0n A 3ictionary o! ,ar#ist Thought leggiamo che la metafora $ase-superstruttura % andata fatalmente incontro a una serie di insuccessi, perch6 intendeva significare ora il dispiegarsi di livelli diversi, ora la determinazione univoca delluno da parte dellaltro. Huestultima significazione sare$$e la meno adeguata1(. Sotto la voce *evels of realit>, si legge che la spiegazione deterministico-causale % accetta$ile solo se rinunciamo a ipotizzare un impro$a$ile assetto di $ase originario, non ancora correlato a un sistema evoluto di attivit coscienti, e se consideriamo la coscienza nel suo esser determinata da una $ase in s6 composita, comprendente cio% essa stessa momenti di cultura, politica, economia ecc.1/. *a nozione di relazioni interne ci consente di analizzare rapporti di causalit che si verificano entro una totalit determinata e che comportano cam$iamenti interattivi in .un sistema dato 14. Nella voce '6termination, leggiamo che, in una concezione dialettica, la determinazione % altres1 a matter of the nature of Iholes ma,ing possi$le relations Iithin them18.
1M 7fr. G. #arramao, Potere e secolarizzazione. 'e categorie del tempo, Foma, 1;9/ p. 1:4. 11 7fr. E. =Neill, -or ,ar# against Althusser and other essays , @ashington, 1;9(, p. 188-18<. * ., considerando la scienza come produzione e consumo di conoscenza socialmente organizzati, propone un modello di economia della scienza che concilia la sociologia della scienza di matrice mar+ista con &uella parsoniana di #erton !si veda a p. 1:9". 'al canto suo, #erton conciliere$$e in certo modo la via popperiana con &uella ,uhniana, $> alloIing Noppers critical positivism to rule in the validating processes of science and regarding the ,uhnian program as a natural all> in the sociolog> of discovering science !p. 1:;". Non avre$$e senso una semplice dicotomia tra processi di trasformazione della natura come strutturali e processi di trasformazione delle idee in &uanto superstrutturali. Outtavia, #ar+ tende a identificare scienza e tecnologia come sistema di dominio sulla natura che rinsalda il dominio delluomo sulluomo. Sotto &uesto profilo, secondo la discuti$ile opinione di = Neill, il mar+ismo dovre$$e auspicare la Afine della scienzaC !p. 1:M". nche #. ?is, propone una ontolog> of comple+es !'ialectic and =ntolog>, in Issues in ,ar#ist Philosophy , edit, $> E. #epham and '.-.. Fu$en, Bringhton, 1;<;.1. 'ialectics and #ethod p.1(/". 1( 7fr. A 3ictionary o! ,ar#ist Thought, a cura di O. Bottomore, =+ford, 1;9/, p. 48, sigla E* sotto la voce Base. E. =Neill, in -or ,ar# against Althusser and Other 4ssays, cit., p. 189, afferma2 poich6 la tecnologia % al giorno doggi largamente condizionata dalla conoscenza scientifica, i mar+isti possono fare salva in certo modo la loro teoria delle ideologie ammettendo che nel capitalismo avanzato la relazione tra struttura e sovrastruttura si rovescia2 leconomia e la tecnologia sono indirizzate dalla scienza per le nuove funzioni operative dei lavoratori intellettuali !=Neill rinvia a due saggi di . @. Gouldner, The dialectic o! ideology and technology. The origins$ grammar$ and !uture o! ideology , NeI Ror,, Ohe Sea$ur> Nress, 1;<:, e The !uture o! the intellectuals and the rise o! the ne5 class, NeI Ror,, 1;<;". 1/ A 3ictionary o! ,ar#ist Thought, cit., pp. (9;-(;M. 14 I0i, p. (9<, voce Felation. 18 0vi, p. (9;. #. @hite, in -oundations o! 1istorical "no5ledge, @estport !7onnecticut", GreenIood Nress, 1;9(, p. 4:, considera uno degli e&uivoci del materialismo storico il fatto che, mentre la materia inorganica precede e condiziona il nostro pensiero, il modo di produzione !o la $ase materiale dei processi storico-sociali" % invece esso stesso costitutivamente compenetrato di

( . Il politico. *analisi filosofica che ha per oggetto la sfera statuale tende a determinare &uali altre sfere esterne allo Stato1:, p esterne e ostili nei suoi confronti, siano parzialmente incorporate dallo Stato stesso, in &uanto una loro emanazione, o anticipazione, rappresentativa divenga un AsottosistemaC interno al sistema statuale o, con terminologia di derivazione hegeliana, un momento della dialettica interna G differente da ogni altra1< G in virt) della &uale lo Stato interiorizza lesternit o AaddomesticaC lostilit, ossia regola la conflittualit anti-statuale delle altre sfere e, in taluni casi, anche &uella e+tra-statuale che insorge nelle altre sfere. Ner il carattere, dicevo, rappresentativo che appartiene a tali momenti interni allo Stato, lagire statuale e lo stesso discorso filosofico su di esso possono fare ricorso a una finzione2 possono operare o ragionare come se ogni realt altra fosse integralmente ricompresa in &uella statuale. *a finzione % lecita, e persino necessaria, a condizione di accettarne la normale convivenza con altre finzioni contrarie eSo complementari. d esempio, il G gramsciano G farsi Stato della societ, cio% il ritrovarsi di una parte rappresentativa del sociale allinterno della compagine statuale, devessere integrato da un suo risvolto o inverso speculare2 ossia da una Astatualit diffusaC che, a sua volta, si ritrova nel sociale e ne espande larea di azione oltre il confine pi) ristretto che solitamente gli si attri$uisce. 0l giovane-gramsciano autogo0errno dei produttori % precisamente, nelleconomia o nella societ, il rovescio o il reciproco di &uel che nella statualit % il farsi Stato della classe operaia. Nrima di esaminare le modificazioni paradigmatiche che lo Stato su$isce per le interrelazioni con altre sfere, converr accennare a &uelle che su$isce il politico. 0l significato di ApoliticaC, nelluso comune, % duplice. 0n una prima accezione logico- storica, politica sta a significare unorganizzazione degli affari pu$$lici gi emancipata dalla pi)
pensiero, ovvero di coscienza. 1: Ner G. Nas&uino !cfr. FaIls, De>nes, @e$erT 0o preferisco .irsch, in %inascita, 1;94, n. 81, p. ((", una corretta impostazione si sostanzia nellaccentuazione e accettazione delle diverse sfere di attivit delle persone, nel riconoscimento esplicito delle diverse modalit di funzionamento delle varie sfere, nella consapevolezza dei diversi ritmi di cam$iamento delle varie sfere !per cui la cultura ha i suoi moduli e tempi lunghi, leconomia suoi moduli e tempi medi, la politica sue leggi e tempi spesso $revissimi". 1< #. Dell>, in op. cit., p. 1<M, sem$ra condividere lopinione di *. S%ve, per il &uale #ar+ si discosta da .egel perch6 applica a ciascun oggetto la sua logica !dialettica" appropriata. 0nvece, E. '.ondt !' id/ologie de la rupture, Naris, 1;<9", dopo avere osservato2 Nour&uoi le salariat sopposerait-il au capital si le salaire et le capital navaient une origine identi&ueT, imposta il rapporto .egel-#ar+ sul presupposto di una certa continuit, rifiutando &uindi ogni ipotesi di radicale rottura, e attri$uisce al giovane .egel, prima del suo approdo alla nozione dell0dea ssoluta, interessanti intuizioni intorno a possi$ili Adialettiche regionaliC. Su .egel-#ar+, cfr. anche, di Solange #ercier-Eosa, Pour lire ,ane et 1egel, Naris, 1;9M, e %etour sur le 6eune ,ar#, Naris, Dlinc,siec,, 1;9:. *. S%ve, in Introduction la philosophie mar#iste, Naris, 1;9M, facendo proprie alcune analisi di Eaegl6 su tempo e spazio, distingue tra contraddizioni antagonistiche !proprie del movimento", nelle &uali gli opposti inconcilia$ili seguono luno allaltro nel tempo, e contraddizioni non-antagonistiche !caratterizzanti la struttura di una totalit data", nelle &uali opposti compati$ili sono spazialmente separati. Si tratta di due tipi di contraddizione, anzi di due aspetti di ogni contraddizione, intimamente connessi tra loro. Sul mar+ismo francese, e di altri paesi occidentali, si veda anche F. . Gorman, 7eo-,ar#ism. The ,eanings o! ,odem %adicalism , *ondon, 1;9(.

vetusta su$ordinazione a poteri sacrali, religiosi, ierocratici o teocratici. *a polis greca offre pro$a$ilmente un primo rilevante esempio storico di relativa autonomia del politico, ma solo nellet moderna, &uando si sono consumate con le guerre di religione le ultime pretese di supremazia dello spirito confessionale, le ragioni della politica si fanno valere con dichiarata AassolutezzaC. 0n &uel contesto storico, non cU% ancora lo Stato, a rigore, non cU% Stato nel significato filosofico-categoriale e, almeno, nel significato odierno dellUespressioneL o, se si preferisce ricorrere a una formulazione diversa e pi) consona alla terminologia gramsciana, lo Stato fa tuttUuno, ancora, con la politica, sUidentifica con la volont politica del principe !l6tat cest moi", con la sua organizzazione del potere, con le sue lotte allUinterno e con le sue guerre allUesterno per accrescere il proprio potere. 0l #achiavelli di Gramsci si riferisce, in primo luogo, a &uel contesto storico. 0n altri usi linguistici e in una seconda accezione logico-storica., il termine politica sta a significare invece un AsottosistemaC di poteri, talora in competizione tra loro, su$ordinato allo Stato &uale si configura nelle nostre societ contemporanee. Generalmente, i soggetti della politica sono oggi i partiti politici, i &uali sono appunto parti del tutto statuale che li a$ilita, li legalizza e li disciplina, $ench6 di fatto, in talune circostanze, i partiti tendano ad AoccupareC lo Stato, per disporne a propria discrezione. 0n Gramsci, come % noto, il partito politico &uale noi lo conosciamo % un moderno Nrincipe non pi) assoluto. *a precedente identificazione assolutistica tra politica e Stato sopravvive allora nei rapporti !di !orza" internazionali, nelle relazioni che, in pace o in guerra, i diversi Stati intrattengono gli uni con gli altri. Se guardiamo alla politica nel primo dei due significati, possiamo e-numerare i momenti interni del politico classico come insieme articolato, distinguendo2 a" &uelli che si radicano nelle forme logicamente antagonistiche alla forma politica, perch6 possono soltanto precedere o seguire la politica, nella successione logico-storica delle formeL $" &uelli che sono condizionati da forme diverse dalla politica e tuttavia non antagonistiche alla politica, ma conviventi con la politica moderna, o costituenti con essa un medesimo )locco logico-storico. 7on &uestultima locuzione vorrei esprimere &ui, particolarmente, il carattere logico o metodologico che Gramsci attri$uisce alla distinzione tra le differenti forme, stratificazioni o strutture costituenti &uel che egli denomina un $locco storico 19. a" Si radicano nelle forme idealmente precedenti o seguenti la politica, nellam$ito di una stessa successione paradigmatica di forme2 1" il momento dellideologia$ in &uanto opposto e correlato a un operare propriamente strategico della politica in senso stretto2 ideologia e strategia si configurano cos1 come unopposizione interna alla politicaL (" il momento della tradizione$ nel suo correlarsi al momento ri!ormatore del politicoL /" il momento della costituzione nel
19 7on una decisione che pu3 apparire ardita, Oosel adopera la formula $locchi logico-storici per la filosofia della storia di Spinoza2 il Trattato teologico-politico est une th6orie pol6mi&ue et criti&ue de lhistoire comme succession-conflit de $locs logi&ue-histori&ues, th6orico-prati&ue, ossia come transizione dun Vge domin6 par les images s>m$oli&ues-religieuses, par l5criture dun peuple Saint, un Vge de raison, guid6 par les $onnes a$stractions conceptuelles ! . Oosel, Spinoza ou le cr6puscule de la servitude. 5ssai sur le Orait6 Oh%ologico-Noliti&ue, Naris, u$ier, 1;94, p. (4L il corsivo % mio". nche il concetto di riforma intellettuale e morale ricorre !si vedano, ad esempio, la p. 19, la stessa p. (4 e altre" nellinterpretazione che Oosel propone di Spinoza, a partire dal Trait/ de %/!orme de l 4ntendement e dal concetto di emendatio intellectus fino all5tica.

suo correlarsi, e opporre limiti, alla so0ranit cui pi) specificamente compete la decisione, nellam$ito della sfera politica complessiva. 7iascuno di &uei momenti ci consente di accostare, sia pure con cautela, Gramsci a @e$er. Nelle tre polarit interne alla politica, il momento della strategia in senso stretto % dominante rispetto a &uello dellideologia, il potere riformatore domina, o tende a prevalere, rispetto alla tradizionalit legittimante lo stesso potere, la sovranit infine % dominante rispetto alla costituzionalit che ne regola e limita insieme lesercizio. zione strategica, promozione di riforme e affermazione di sovranit sono infatti momenti pi) specificamente caratterizzanti, dal WP000 secolo, il politico moderno come tale1;. 1" *a componente ideologica (M !funzione ideologica 0ersus azione strategica" della politica si radica nella forma mitica in &uanto eticit che, AidealtipicamenteC, precede tutte le altre. 0n et moderna, lancestrale potere del mito % ormai perduto, ma rivive nel mito del potere, ovvero nellimmaginario del &uale il potere, specie &uello carismatico, si giova e dal &uale procedono tensioni interne contrastanti lo stesso potere, ora in guisa di idoleggiamene delle prime, felici instaurazioni del governo politico, perch6 siano restaurate, ora come vagheggiamento di progetti utopici, perch6 diano impulso alle virt) innovatrici(1. Sappiamo che Sorel suggerisce alcuni concetti-chiave di interpretazione storica che Gramsci fa propri, ma lo storicismo gramsciano G caratterizzato da una forte accentuazione degli elementi di discontinuit, strutturale e superstrutturale, tra epoche diverse G esclude che la riforma intellettuale e morale, in specie &uella di cui il proletariato devessere protagonista o partecipe, possa attuarsi allinsegna del mito. *a persuasione premoderna del mito % sopravanzata ora, appunto, dal primato della politica. Ner Sorel, il mito pu3 rivivere, con i suoi caratteri ancestrali, anche nella modernit delle lotte proletarieL per Gramsci, esso pu3 solo trasmutarsi e ristrutturarsi in ideologia !di partito" per entro il &uadro complessivo dellattivit politica modernamente intesa. Gramsci critica Sorel perch6 in lui il mito si palesa essenzialmente non-costruttivo e lascia la volont collettiva nella sua fase primitiva ed elementare((. *ideologia, sappiamo, non sidentifica per Gramsci con la falsa coscienza, o con limmagine distorta e capovolta dei rapporti sociali nei &uali i soggetti, singoli o collettivi, sono situati. 5ssa %, invece, concezione del mondo capace di retroagire sul mondo !sociale" medesimo con lefficacia delle forze materiali. 0n
1; Se osserviamo ora le relazioni esterne a cui &uelle polarit interne rinviano, troviamo che nella relazione esterna tra mito e politica, in &uanto relazione di successione storica presupposta dalla polarit ideologia-strategia, predominante !nel senso di originariamente determinante" % lelemento miticoL nella relazione tra religione e politica, in &uanto presupposta dalla polarit tradizione-riforme, predominante % lelemento religiosoL nella relazione tra politica e Stato, in &uanto storicamente presupponga, al contrario, la polarit interna alla politica tra sovranit e costituzionalit, predominante o precondizionante % la politica nei confronti dello Stato. (M 7fr. B. Nare,h, ,ar# s Theory o! Ideology , *ondon, 1;9(. 5 cfr. @. 7arlsnaes, The 2oncept o!Ideology and Politicai Ana!ysis. A 2riticai 4#amination o!lts 8sage hy ,ar#$ 'enin$ and ,annheim , @esport*ondon, 1;91. Sul Atramonto delle ideologie(, 7arlsnaes cita E. *aNalom$ara e .. '. i,en. Huest ultimo sostiene che ideologia politica e discorso politico sono la stessa cosa ed % &uindi impensa$ile una fine delle ideologie !p. (/<". (1 *a polarit pu3 essere allora tra conservazione e rivoluzione. Ner 5. @eil, -iloso!ia politica, Napoli, Guida editori, 1;</, p. 49, la rivoluzione % giustificata solo dal suo successo. (( 7fr. . Gramsci, Quaderni del carcere, cit., p. 188<.

&uanto concezione del mondo, certo, essa si apparenta ancora al mito &uale primeggiava nelle pi) remote et premoderne2 il Principe di #achiavelli, annota Gramsci, % anche unideologia politica che, auspicando lavvento di una figura carismatica, sem$ra proporsi nella forma drammatica del AmitoC (/. 0n &uanto interviene attivamente, mirando alla possi$ile trasformazione, pi) che alla conservazione del mondo sociale, lideologia nella sua accezione moderna e politica si distanzia invece profondamente dalle sue ascendenze mitiche o mitopoietiche. (" Xna seconda polarit presenta &ualche carattere comune, e tuttavia non devessere confusa, con la prima. *a tradizionalit del potere politico !potere tradizionale 0ersus potere riformatore" trae origine dalla istituzione religiosa. Nur dopo essersi emancipata dalla lunga soggezione alla sfera del sacro, la laicit del politico moderno secolarizzato tende nondimeno ad appoggiare le proprie pretese sulla sanzione di una continuit formale e materiale nellesercizio del potere e nelle persone che lo detengono, o sul loro essere novatori o riformatori in &uanto restauratori ora di valori originari ora di modelli YclassiciY. 0l #achiavelli di Gramsci include in s6 &uestaspetto della tradizionalit, insieme con laltro lato, in virt) del &uale il principe %, essenzialmente, innovatore eSo riformatore. #a, nel Principe machiavellico, annota ancora Gramsci, laspetto di restaurazione era solo un elemento retorico, cio% legato al concetto letterario dell0talia discendente di Foma e che doveva restaurare lordine e la potenza di Foma(4. ?orse, ci conviene rileggere in un tale contesto G ossia come metafora della demitizzazione !o, pi) precisamente, de-sacralizzazione" peculiare del moderno G il pi) discusso e deprecato dei passi gramsciani2 &uello che scorge nel Nrincipe moderno, o nel partito, in &uanto prima espressione di una volont collettiva nazionale popolare, lorganismo che prende il posto, nelle coscienze, della divinit o dellimperativo categorico, diventa la $ase di un laicismo moderno e di una completa laicizzazione di tutta la vita e di tutti i rapporti di costume (8. /" 'al canto suo, la costituzione !potere costituzionale 0ersus potere sovrano" proietta il politico verso la forma storicamente ulteriore e logicamente superiore dello Stato. *a costituzione % il primo apparire dello Stato come oggi lo intendiamo, il suo primo apparire ancor dentro la figura del politico moderno. 7on lassetto costituzionale &uale si introduce nei classici regimi assolutistici (:,
(/ I0i, p. 1888. 'iverso % il moderno principe, il &uale non pu3 essere una persona reale, un individuo concreto, pu3 essere solo un organismoL un elemento di societ complesso nel &uale gi a$$ia inizio il concretarsi di una volont collettiva riconosciuta e affermatasi parzialmente nellazione. Huesto organismo % gi dato dallo sviluppo storico ed % il partito politico, la prima cellula in cui si riassumono dei germi di volont collettiva che tendono a divenire universali e totali. Nel mondo moderno solo unazione storico-politica immediata e imminente, caratterizzata dalla necessit di un procedimento rapido e fulmineo, pu3 incarnarsi miticamente in un individuo concreto, &uando, ad esempio, un grande pericolo arroventi le passioni annichilendo il senso critico e la corrosivit ironica che possono distruggere il carattere AcarismaticoC del condottiero. #a una azione di tal genere sar &uasi sempre del tipo restaurazione !i0i, p. 1889". (4 I0i, p. 1889. (8 I0i, p. 18:1. (: Pi % un indu$$io legame tra i due atteggiamenti dellassolutismo2 verso linterno e verso lesterno. Secondo @eil, op. cit.$ p. /M8, non v% Stato autocratico moderno che non si regga su una minaccia esterna, reale o presunta. *o Stato mondiale non su$ire$$e tale minaccia.

letica propria delloperare politico si arricchisce di una componente nuova, ignota alle due polarit che ho finora considerate !ideologia pi) o meno utopica e realistica condotta strategica, tradizionalit legittimatrice e progettualit riformatrice". Si arricchisce di una convenzionalit che si dispiegher pienamente solo con lo Stato contemporaneo, allorch6 sar instaurato un sistema di norme non pi) fondate sulla suggestione carismatica o sulla tramandata autorit, ma sulla riconosciuta convenienza delle norme stesse per il conseguimento razionale di scopi considerati come generalmente condivisi. *e norme rispondono ora pi) visi$ilmente alla Ie$eriana razionalit dei mezzi rispetto agli scopi. *e norme sono regole del gioco (< e presuppongono un accordo di parti diverse o avverse ciascuna delle &uali ritenga di potere, nella generale osservanza di &uelle regole, raggiungere meglio le proprie finalit, oltre che certe finalit comuni a tutte le parti AcontraentiC. *a nozione di contratto sociale % certo la trasposizione teorico-politica dei comportamenti tipici di una societ mercantile, ma soprattutto evidenzia lincipiente riconoscimento del carattere convenzionale spettante alle leggi, a partire dalle leggi statutarie o costituzionali, analogo al carattere convenzionale che sar in seguito attri$uito alle leggi scientifiche. Gramsci sottolinea il carattere, appunto, di AcostruzioneC convenzionale(9 proprio delle nozioni scientifiche e di &uelle che la scienza trasmette anche al senso comune. 5 tuttavia, nel pensiero politico classico, il contrattualismo poggiava ancora sulla nozione dei diritti naturali che i contraenti intendere$$ero salvaguardare. *a critica gramsciana al contrattualismo politico, e alle teoriche della democrazia che ne discendono, mira essenzialmente al rigetto di &uella concezione antistorica dei diritti naturali. Z interessante notare che, allinterno della forma politica classica, il momento costituzionale si presenta come un patto tra diverse potest sovrane e d luogo alla pari autorit dei diversi poteri costituzionali autonomi2 nella politica classica, i soggetti politici o sono illimitati o, tuttal pi), si limitano a vicendaL non sono ancora limitati e regolati dalla forma superiore, e impersonale, della legge. 0l li$eralismo classico, in &uanto dottrina politica ipotizzante la compati$ilit tra un minimo di limitazioni reciproche e un massimo di li$ert personali, % perci3 una dottrina che ricade ancora interamente nel clima ideale dellassolutismo illuminato2 nel modello della politica moderna, non in &uello dello Stato contemporaneo. $" Gli altri momenti interni alla politica sono derivati da elementi esterni e tuttavia in opposizione non antagonistica alla politica, perch6 convivono con la politica in un medesimo $locco logico-storico. ttestano nella politica un riflesso derivante da elementi esterni alla politica, ma compati$ili con la politica, i momenti2 1" dellapparato )urocratico in &uanto momento correlato alla !dominante" funzione politica in senso strettoL (" dei corpi politici separati nella loro correlazione alle prerogative del !dominante" potere accentrato e unificato. 1" *apparato $urocratico G che % apparato di Aver$aliC e di comunicazioni AscritturaliC, prima che di individui gerarchizzati G si costituisce e si rapporta alla
(< 7h. Nerelman, 3iritto$ morale e !iloso!ia , Napoli, Guida ed., 1;<4, muove a FaIls unovvia o$iezione2 le regole di una societ costituita differiscono dalle regole di un giuoco in &uanto prodotti di un passato storico2 non % semplice, in tal caso, rifiutare le regole o rifiutare di AgiocareC !p. 4/". (9 7fr. . Gramsci, Quaderni del carcere, cit., p. 141;.

politica in senso stretto, come chiar1 @e$er, per riflesso del rapporto di reciproca azione che sussiste tra lelemento culturale della razionalit moderna (; e la politica in senso lato. 5 poich6 il linguaggio % il pensiero stesso nel suo insepara$ile aspetto AmaterialeC !o, se si preferisce, poich6 una funzione essenzialmente AsegnicaC appartiene al nostro pensare e concettualizzare le cose fino al punto che i nostri pensieri pi) astratti altro non sono che Asegni di segniC", la formazione delle lingue moderne nazionali fa tuttuno con la ratio moderna nel determinare la genesi dellunit politica delle nazioni europee. *interesse di Gramsci per la &uestione della lingua ha certo, come hanno osservato 5. Sereni, ?. *o Niparo e altri, un tale riferimento al pro$lema politico della formazione nazionale/M in genere e del nuovo personale di amministrazione o di governo in specie. 5 il tanto discusso concetto di letteratura nazionalpopolare, come a$$iamo osservato in un capitolo precedente, devessere interpretato anchesso entro &uel contesto pro$lematico che ha il suo punto di forza nellidea di una riforma intellettuale risanatrice di vizi antichi, insiti in una cultura dominante incapace di egemonia e nel permanere di concezioni del mondo o di linguaggi AdialettaliC su$alterni. Sul terreno politico, in 0talia, i ceti popolari sentono estranee o ostili anche la lingua, le regole e i regolamenti dei pu$$lici funzionari e degli apparati amministrativi insediatisi con il costituirsi del nuovo Stato unitario. (" 0 corpi politici relativamente separati sono, allinterno della sfera politica, le&uivalente di &uel che, al di fuori di essa, sono le classi sociali dellet moderna. 0n generale, i nuovi corpi politici !e particolarmente il potere legislativo, da una parte, e i poteri esecutivo e giudiziario, dallaltra", non si limitano a tradurre in termini politici una separazione di classi !$orghesia e aristocrazia, ad esempio" propria della societ moderna. 5ssi conferiscono una decisiva coesione a &uelle stesse classi, promuovendone la coscienza di s6 che le fa, secondo la $en nota formulazione, classi per s6. Se vogliamo esprimerci in AprosaC, governo e parlamento italiani, ad esempio, instaurano &uei ricorrenti protezionismi che, nelle analisi gramsciane, rinsaldano il predominio di singoli gruppi sociali, anche a prezzo di un conseguente, preordinato s&uili$rio nelle risorse e nello sviluppo economico, sociale e civile tra il Settentrione e il #ezzogiorno d0talia. *a &uestione meridionale % anche e soprattutto &uestione di privilegi politici accordati alla $orghesia del Nord, di compromessi realizzati con le aristocrazie fondiarie del Sud e di carichi !iscali !come la tassa sul macinato" riversati soprattutto sulle popolazioni del #ezzogiorno. Siamo soliti nondimeno denominare Acorpi politiciC anche alcuni gruppi omogenei di funzionari !ad esempio, esercito, magistratura, pu$$lica amministrazione" che a$$iano avuto la loro origine di fatto negli ordini o nei ceti in cui era divisa la societ pre-moderna. 0n 0talia, particolarmente, il permanere di
(; Si veda, ad esempio, #. @e$er, Parlamento e go0erno. Per la critica della )urocrazia e del sistema dei partiti, Bari, *aterza, 1;9(, p. /: !la $urocrazia come la migliore razionalizzazione che una struttura di potere possa assicurare" e p. 89 !sulla necessaria diversificazione di compiti tra funzionari e politici". #a @e$er % in errore &uando afferma che il futuro appartiene alla $urocratizzazione !ivi, pp. //-/4", perch6 gli odierni sviluppi informatici e telematici mostrano che % possi$ile e necessario sperimentare nuove e diverse pratiche giuridico-amministrative. /M 7fr. . Gramsci, Quaderni del carcere, cit., p. (1M9.

taluni corpi separati ha attestato per lungo tempo il peso che, di fronte allunit statale, conservavano i particolarismi pre-unitari2 si guardi ai &uadri piemontesi dellesercito, al ner$o !o alla massa" meridionale dei $urocrati, dei funzionari o degli impiegati statali, ecc. 5 persino il clero non appare talvolta una sorta di Stato nello Stato !o meglio, un organismo pre-politico insinuantesi nel politico moderno" al Gramsci delle note sulla &uestione vaticanaT /. Totalit o totalitarismo9 'o Stato. Nassiamo ora a considerare pi) direttamente il punto di vista secondo il &uale lo Stato come livello superiore al politico, % una totalit articolata di momenti che si aprono verso forme e modi esterni allo Stato ma, nella loro specificit, irriduci$ili allo Stato. Huestultimo si &ualifica per il tessuto di relazioni che, all interno di esso, si sta$iliscono tra &uei diversi momenti2 anzi, si identi!ica con il tessuto delle relazioni tra &uei momenti. *a AtotalitC che si ritrova dentro lo Stato inverte il percorso classico del politico moderno !e della riflessione sul politico". 0l percorso classico % infatti &uello lungo il &uale, per affermare la propria autonomia, il politico % costretto a restringere la propria sfera di azione2 per poter efficacemente rivendicare una sfera propria ed esclusiva, sottratta alla normativa etico-religiosa e anzi orientata verso unirreversi$ile secolarizzazione, % costretto a lasciare fuori !a laisser!aire e a laisser passer" le altre sfere e a mantenersi, a conti fatti, sulla difensiva. Nella storia moderna, lassolutismo !che reclama li$ert per il politico, innanzi tutto nel poter dare a se stesso la sue regole" e il li$eralismo !che offre li$ert e garanzie di li$ert alle altre sfere, fissando regole restrittive o limitative al proprio gioco politico" sono accomunati da &uella !esplicita o implicita" linea di condotta. Nella storia delle idee, il pensiero politico da #achiavelli a .o$$es o da *oc,e a #ill si muove lungo &uella stessa linea. Gramsci si muove a partire da &uella linea strategica !dalla variante assolutistico-machiavellica, pi) che dalla li$eral-garantista, nota Bo$$io", ma non si ferma in essa. .o detto che il termine ApoliticaC pu3 assumere due significati. *a politica ci si % presentata dapprima come stadio logico-storico !idealmente" antecedente allo stadio dellorganizzazione statuale propriamente detta2 come forma autonoma, nei propri contorni e nelle proprie articolazioni, ma proiettata verso una forma ulteriore di eticit. Nelle relazioni funzionali cui far3 ora riferimento, la parola ApoliticaC assumer invece il significato di un momento specifico interno alla totalit statualeL ma, per evitare ogni e&uivoco, e insieme per caratterizzare meglio la Apolitica interna allo StatoC, sar preferi$ile dire momento ApartiticoC, anzich6 politico. a" Pi sono due relazioni, interne allo Stato, che presuppongono il confronto di &uesto con forme esterne antagonistiche in &uanto lo precedono nella successione logico-storica delle forme. Si considerino i momenti2 1" dellorganizzazione in partiti politici, in &uanto correlata alla !dominante" funzione statuale in senso proprioL (" della moralit politica, in &uanto correlata al !dominante" momento della legalit statuale. 1" 0l partito, anzi i partiti !politici" si rapportano allo Stato in senso stretto come un momento a un altro della vita interna complessiva dello Stato glo$almente

considerato/1. Orattando i partiti come una propria AparteC, lo Stato contemporaneo trasforma lassolutezza del conflitto tra i diversi soggetti politici !tra i diversi principati", propria della politica classica, in una conflittualit regolamentata, e &uindi funzionalmente su$ordinata alla forma statuale in senso lato. 5 &uesto un nodo cruciale della teoria politica. 'a #achiavelli e da .o$$es ci deriva il tema del principato assoluto. #a, anche se osserviamo il livello di $ase del successivo Stato contemporaneo, la politica % lotta$ secondo @e$er2 lotta sul mercato come nei campi di $attaglia come nelle competizioni elettorali ecc./( 0n 7arl Schmitt incontriamo ancora lassolutezza della discriminante amico-nemico, riferita alle situazioni di eccezione in cui ogni superiore regolamento dei conflitti decade e riaffiora invece, nel partigiano, lautonomia del politico. 0n alcuni teorici angloamericani riemerge oggi stranamente !e surrettiziamente" lidea del principe assoluto, &uando il concetto di potere !politico" % analizzato prescindendo, come confessa =ppenheim //, dalle collettivit politiche o dai partiti e osservando solo i comportamenti del singolo individuo. nche se linteresse per il pensiero di Gramsci % sensi$ilmente scemato, rimango convinto che a lui siamo ancora de$itori per una pi) articolata definizione dello Stato contemporaneo. 0n particolare, mi sem$ra ancora em$lematica la concezione del partito politico come nuovo AprincipeC non pi: assoluto$ nellet contemporanea. 0l limite della visione gramsciana sta nellenfasi, tipica della tradizione leninista, che sem$ra assegnare talvolta al partito una funzione ancora primaria, pur se lattenzione % gi rivolta al rapporto partito-Stato. =ggi sappiamo che la supremazia del partito o dei partiti, l dove permane, % un AresiduoC, per cos1 dire, di tempi storici !idealmente, almeno" trascorsi G % un residuo di politica assolutistica G e che nel rapporto dialettico, interno allo Stato, tra partiti e Stato spettere$$e a &uestultimo la preminenza. Z sorprendente il parallelismo tra la Acrisi della razionalitC e la Acrisi della
/1 0 partiti hanno lo scopo di esprimere linteresse della totalit, ma nella prospettiva degli interesssi dei gruppi !5. @eil, cit. p. (:(". '. .. @rong, nella raccolta da lui curata, Po5er. Its -orms$ ;ases and 8ses, =+ford, 1;<9, afferma che i movimenti sociali sono forme di transizioneL sono G come dice il poeta E. Berriman G politicai life issues from social life 0i,e a somatic dream. nche i partiti sorgono nei punti di intersezione... !p. 184". 'a parte nostra, osserviamo che sorgono sul versante politico pi) che su &uello sociale. 0 partiti sono istanze di mediazione tra Stato e societ !p. 189L e cfr., a p. 18;, lo schema sui rapporti interni allo Stato e tra Stato e societ". @rong cita Sartori2 la classe riceve la propria identit dal partito, non viceversa. Secondo @eil, i partiti, a loro volta, sono conformati dalla struttura dello Stato !ad es., dalle leggi elettorali", piuttosto che dalle stratificazioni della sottostante societ !p. 1:<". Sulla revisione in atto, nel mar+ismo contemporaneo, del tradizionale concetto AepifenomenicoC dello Stato !ma pi) che nella teoria &uella revisione % osserva$ile nella pratica politica" e sul ruolo di precursore che spetta a Gramsci, nel solco del pensiero politico italiano ispirato da #achiavelli, cfr. a p. 1<1. proposito dellazione politica come manipolazione, 5aston afferma2 @hen B is non aIare of s intention to influence him $ut does in fact manage to get B to folloI his Iishes, Ie can sa> that Ie have an instance of manipulation !p. (9". Spesso 1 organizzazione si propone come un fine in s6, pi) che come strumento !p. 19M". G. *ichtheim scrive2 la solidariet % per i lavoratori oggi ci3 che lonore era negli ordini feudali e lonest nella mentalit $orghese !p. 191". /( 7fr. #. @e$er, Parlamento e go0erno, cit., p. /(. // 7fr. ?. 5. =ppenheim, 2oncetti politici. 8na ricostruzione, trad. it., Bologna, 0l #ulino, 1;98, p. (8/.

politicaC. *a razionalit classica era soprattutto stipulazione linguistica generalizzata nelle forme di una Aconcezione del mondoC e, poich6 rimaneva al di &ua della distinzione funzionale tra linguaggio comune e scienza, presumeva di costituirsi in scienza AassolutaC. *a politica classica era semplice azione politica, anteriore alla distinzione funzionale tra politica e Stato, e perci3 pretendeva di imporsi come Stato AassolutoC. *odierno pensiero Ade$oleC !specie in alcune versioni derivate dallermeneutica", tur$ato dallodierna distinzione funzionale tra linguaggio e scienza, rimpiange una pratica linguistica che si sostituisca o comun&ue si renda indipendente dal livello scientifico in senso proprio !analogamente, altri invoca una pratica politica diffusa che ignori o riassor$a in s6 la dimensione istituzionale-statuale". #a il linguistico, in tanto riesce ad autonomizzarsi nei suoi AgiochiC Iittgensteiniani, in &uanto ininterrottamente entra !ed esce" in !e da" un suo rapporto dialettico con il livello superiore della sistematica scientifica. *o stesso si dica del politico in rapporto allo statuale. Pi sono altre formulazioni gramsciane largamente note che possono ingenerare e&uivoci2 ad esempio, &uella che mette a confronto l=riente, dove lo Stato % tutto, con l=ccidente europeo, dove al tremolio dello Stato fa da contrappeso la ro$ustezza delle fortezze e casematte che rinsaldano la societ civile. 0n &uei contesti, lo Stato che % tutto corrisponde piuttosto a ci3 che a$$iamo chiamato il politico moderno !o la politica assolutistica", mentre la societ civile dell=ccidente europeo % per Gramsci [ se ci % lecito tradurre cos1 il suo linguaggio [ linsieme dei momenti che nello Stato rappresentano ci3 che % altro e diverso dallo Stato. Non % la ci0il society dei trattatisti inglesi, n6 la )urgerlisch <esellscha!t di .egel !o di #ar+". Non % la societ classista in &uanto tale, ossia nei suoi connotati economico-corporativi, ma &uella che appartiene intieramente alla sfera etico-politica. 5 infatti Gramsci ci propone un concetto allargato di Stato !riferito appunto alle societ contemporanee pi) evolute dell=ccidente europeo" che % il concetto di una forma ricomprensiva dello Stato in senso stretto e della societ civile nella tipica accezione !statuale" gramsciana. Huel concetto allargato di Stato ci offre, secondo la terminologia gramsciana, lesempio di una tipica sovrastruttura complessa. (" 0l rapporto interno partiti-Stato non % il solo che derivi da un rapporto di opposizione esterna situato nella successione logico-storica delle forme etiche. nche lo Stato, come la politica classica, si confronta con la, idealmente anteriore, forma religiosa e assume dalla forma religiosa un proprio, specifico dualismo interno. 0l dualismo tra moralit politica e legalit statuale % interno allo Stato, perch6 lo Stato si confronta storicamente con la forma religiosa che, come la forma politica !e a !ortiori", lo precede. Nella concezione ,antiana e in altre, la moralit era trattata come un terzo elemento, differenziato sia dalla religione sia dalla normativa statuale. una concezione siffatta avevano o avre$$ero dato man forte, indirettamente, la stessa tradizione machiavellica !o ho$$esiana" di una teoria politica attestata sulla specificit esclusiva dellagire politico, il materialismo storico demolitore della falsa coscienza politica o della falsa imparzialit dello Stato e la Ie$eriana definizione dello Stato in &uanto monopolio della forza legittima. nche le teorie hegeliane e neo-hegeliane dello Stato etico !ad esempio, in Gentile", non solo &uelle tendenti a identificare politica e economia !ad esempio, in 7roce", non avre$$ero certo contri$uito a fare chiarezza.

i nostri giorni, tuttavia, si avverte un graduale mutamento di prospettiva. 5saurita la ineludi$ile emancipazione teorica che doveva sottrarre il concetto di politica, o di Stato, a ogni assiologica sottomissione nei confronti delletica religiosa, il Ie$eriano disincanto % pensato ora in una cornice pi) pro$lematica, mentre laltro canone interpretativo Ie$eriano della societ contemporanea, lirrelato politeismo dei valori, inclina oggi piuttosto ad assumere figurazioni interconnesse e ApoliedricheC2 &uasi di valori incastonati gli uni negli altri. Gi Delsen avanzava parziali riserve sulla separazione positivistica tra norme morali e norme giuridiche/4. 0l neocontrattualismo odierno sta$ilisce, con FaIls, un legame tra Ae&uitC morale e legalit molto pi) stretto di &uello sta$ilito da Dant !che pure % una delle fonti principali di FaIls". utori profondamente diversi tra loro, come 5rnst Bloch, 7h. Nerelman o 5rich @eil /8, contri$uiscono anchessi a valorizzare in chiave di moralit politica attuale il vecchio tema dei diritti naturali come principi di giustizia. Nel proporre un concetto di moralit derivato, come suggerisce anche la sociologia di 5. 'ur,heim/:, da una forma esterna a &uella statuale !dalla forma religiosa", ma situato G in &uanto concetto specifico di AmoralitC G allinterno della forma statuale, ho in mente anche alcuni mutamenti nel costume e nei comportamenti individuali o collettivi di $uona parte delle societ contemporanee. #olte prescrizioni tradizionali concernenti la condotta personale degli individui in &uanto condotta AprivataC sono cadute di fronte al diffondersi di una pi) generalizzata tolleranza della altrui AdiversitC, di una pi) fre&uentemente rivendicata protezione della pri0acy altrui e della propria, di una pi) largamente consaputa relativit storico-geografica dei costumi individuali, riguardati ormai dai pi) nellottica del pensiero illuministico !delle 'ettres persanes di #ontes&uieu, ad esempio". Nersino la concezione G anchessa illuministica prima che ,antiana G di unautonoma condotta morale in &uanto razionale !perci3 sottratta a ogni giurisdizione religiosa o statuale e ristretta a poche, semplici massime di forma universale", persino una tale concezione non lascia, ormai, tracce apprezza$ili. *a normativa concernente la condotta privata in &uanto tale o si propone, a determinati individui, come dipendente di nuovo dalle loro personali convinzioni religiose, li$eramente accettate, o perde i caratteri di una AnormativaC etica. 0n pari tempo, si consolida unesigenza diffusa di moralit pu))lica$ ovvero di onesta e solidale condotta ci0ica$ che impronti gli atti dei cittadini in &uanto tali !in &uanto
/4 7fr. .. Delsen, Tra metodo giuridico e sociologico , trad. it., Napoli, Guida, 1;<4, p. 49. *a li$era volont, ad esempio, % un presupposto comune della morale e del diritto nella pratica dellimputazione, contro il postulato !la volont non % li$era" delle scienze psicologiche. 'i &ui le ragioni del sollen contro &uelle del sein !ivi, p. 9/". Nondimeno, anche Delsen indica chiaramente alcune differenze essenziali tra morale e diritto !ivi, p. <M". /8 5. @eil scrive2 ... unazione politica % comprensi$ile senza che venga ricondotta alla riflessione morale e senza che sia positivamente morale !pu3 essere, anzi, voler essere in contraddizione con &uesta morale, $ench6, per il suo carattere universale, contenga allora il principio di unaltra morale" !op. cit., pp. 14-18". la morale non esiste e non si realizza che sul piano politico !primato o$iettivo della politica", ma il pro$lema della politica ragionevole non si pone e non pu3 ricevere una risposta ragionevole se non per chi si sia posto il pro$lema della morale !priorit soggettiva G o$iettivamente, e cio% universalmente, soggettiva G della morale". 0n tal modo la morale precede la politica !p. (<". /: Si veda linterpretazione che di 'ur,heim fornisce E. .a$ermas, in Teoria dell agire comunicati0o. II. 2ritica della ragione !unzionalistica, cit., in specie pp. :1/ e :(1.

cittadini di uno Stato", in un am$ito pi) ampio della stretta osservanza delle leggi. *a moralit pu$$lica cos1 concepita recepisce, infatti, alcune Avirt)C che, in passato e in un contesto generalmente dominato dalla santit del comandamento religioso, conferivano integrit morale alla condotta privata delle persone2 la virt) del sacrificio di privati interessi sia pure compati$ili con la lettera delle leggiL la$negazione secolarizzata e non pi) circoscritta agli atti eccezionali di eroismo imposti, in circostanze di guerra, dalla sacra maest del Sovrano o della NatriaL la solidariet civica, laicizzata anchessa, che spontaneamente affianca le funzioni pu$$liche &uando si tratti di fronteggiare repentine calamitL e cos1 via. $$iamo ricordato che Gramsci, nel &uaderno 1/, alludendo a nuovi compiti AeducativiC dello Stato, afferma2 il concetto del diritto dovr essere esteso, comprendendovi anche &uelle attivit che oggi cadono sotto la formula di Aindifferente giuridicoC e che JoggiK sono di dominio della societ civile che opera senza AsanzioniC e senza Ao$$ligazioniC tassative, ma non pertanto esercita una pressione collettiva e ottiene risultati o$$iettivi di ela$orazione nei costumi, nei modi pensare e di operare, nella moralit ecc./<. $" ltri momenti interni allo Stato rinviano a elementi esterni, ma non antagonistici allo Stato, perch6 convivono logicamente e storicamente con lo Stato in un medesimo $locco logico-storico. Finviano a elementi esterni ma componi$ili i momenti2 1" della piani!icazione economica in &uanto correlata alla !dominante" funzione statuale in senso ristrettoL (" del diritto in &uanto momento correlato alla !dominante" funzione statuale ristrettaL /" della democrazia rappresentati0a nella sua correlazione alle prerogative della !pur sempre dominante" funzione statuale in &uanto concepita nei limiti della potest propositiva e decisionale insieme. 1" 0l primo % il momento dello Stato-piano$ che si costituisce a partire dal rapporto tra lo Stato e lelemento esterno della contemporanea produzione industrializzata o tecnologizzata. Gramsci registra lavvento di talune tendenze AdirigisteC in regime capitalistico, non soltanto come fenomeni legati alla congiuntura $ellica, nel primo conflitto mondiale, ma soprattutto come aspetti di una pi) generale G e strutturale G rivoluzione passiva2 ad esempio, di &uella promossa in 0talia, particolarmente, dallo Stato fascista. (" 0l secondo momento % &uello dello Stato di diritto$ il &uale si costituisce a partire dal rapporto tra lo Stato e lelemento esterno della sistematica scienti!ica contemporanea. *a AcertezzaC normativa del diritto si apparenta infatti alla certezza AdescrittivaC delle leggi scientifiche. *a formula gramsciana specialista\politico % forse un riconoscimento implicito o ellittico della necessit di immettere un nuovo rigore di estrazione scientifica nelle procedure attraverso le &uali si producono le norme !giuridiche" nello Stato/92 norme che, non a caso, si diversificano ormai per campi di applicazione separati che ricalcano le sempre pi) accentuate competenze settoriali del sapere contemporaneo. /" 0l terzo momento % &uello dello Stato rappresentati0o sociale$ o democraticosociale !nellaccezione di Stato che pu$$licizza la rappresentanza e la tutela degli
/< Quaderni del carcere, cit., p. 18::. /9 . #. G. Barcel], in Sociedady derecho$ Buenos ires, 5diciones 5studio, 1;<;, sottolinea piuttosto le interconnessioni tra la formazione del diritto e le ideologie dominanti.

interessi sociali negli istituti regolamentati a tal fine" /;, il &uale si costituisce a partire dal rapporto tra lo Stato e lelemento esterno di una societ diversificata per una crescente variet e mo$ilit dei ruoli assegnati agli individui e ai gruppi. *a regola del ricam$io, periodico e fre&uente, della rappresentanza esprime una tale mo$ilit che tende a farsi costitutiva del sociale. *a tradizione mar+ista % stata accusata, almeno, di gravi omissioni nella valutazione della democrazia rappresentativa. Nrima dellintroduzione del suffragio universale !che cade nel periodo successivo al 19<M", #ar+ ed 5ngels si richiamavano certo alla tradizione democratica della met del sec. W0W, ma avevano avuto esperienza soltanto degli aspetti illusori e discriminatori !per le classi lavoratrici" dei regimi li$erali2 di &ui la loro definizione dello Stato come comitato daffari gerente gli interessi della $orghesia 4M. Nella sua versione originaria del ,ani!esto, che % del giugno 194<, 5ngels tuttavia scriveva che condizione )asilare per il comunismo era la li$erazione politica del proletariato mediante una costituzione democratica !demokratische Staat0er!assung". 0n otto$re, egli precisava che la costituzione democratica era il primo compito per assicurare la direzione politica al proletariato. Nella versione definitiva, #ar+ era meno esplicito2 la vittoria nella $attaglia per la democrazia ! 4nk=mp!ung der 3emokratie " diveniva il primo passo della rivoluzione. #a il vecchio 5ngels, nel rievocare &uella stesura definitiva, significativamente lavre$$e integrata con le due versioni precedenti41. #ar+ era stato indotto a sottovalutare lelemento politico-statuale nella dinamica della societ moderna !sugli aspetti, tuttavia, non univoci della critica della politica in #ar+ si veda anche un li$ro di B. Bongiovanni 4(". 0n alcuni scritti,
/; 5. @eil sostiene che negli Stati costituzionali i compromessi portano alla paralisi perch6 vi si ripiega sul minimo comun denominatore degli interessi e delle opinioni in conflitto ! op. cit., p. (:(". 7onstata la preminenza del governo nelliniziare la discussione e nel concluderla con la sua decisione !il parlamento reagisce" !p. (:8". Oalvolta il parlamento si crea ostacoli artificiali per resistere alleccesso di aspettative che tur$ere$$ero il $uon andamento delle cose !p. (::". 4M 7fr. F. N. .unt, The Political Ideal o! ,ar# and 4ngels. I. ,ar#ism and Totalitarian 3emocracy , 1919198M , *ondon, 1;<8, pp. 1/4-1/8. 41 I0i, pp. 1/:-1/<. Nel 1949, la fiducia nella democrazia procede insieme con la previsione di una larga maggioranza di proletari o proletarizzati, nella societ. Nel 1949 la *ega dei comunisti % considerata da #ar+ come una componente del pi) vasto partito che sar costituito dalla classe dei lavoratori !p. 1:4". 0n tutti i testi contemporanei tranne il ,ani!esto #ar+ ed 5ngels prevedono un processo di lunga durata, o una rivoluzione permanente che conduca alla societ senza classi e senza Stato attraverso le distinte fasi della vittoria della $orghesia, dellavvento al potere di una larga maggioranza della popolazione e, infine, del governo operaio. Nel ,ani!esto &uelle fasi si contraggono nei due momenti della rivoluzione $orghese e della immediatamente successiva rivoluzione proletaria2 ma nel ,ani!esto cogliamo un certo compromesso con il punto di vista degli artigiani e degli intellettuali presenti nella Nrima 0nternazionale !pp. 194-198". .unt riporta un passo del 3er W=chter am %hein, (, 'utzend, n. 1, del (/ agosto 1;49, nel &uale sono riferite le o$iezioni di #ar+ a @eitling2 % un nonsenso la dittatura di una singola classe, specie se essa de$$a tradurre in atto le idee di un singolo cervello !p. 1;9". Soltanto dopo il loro esilio nellestate 1;4;, per la delusione patita, #ar+ ed 5ngels cominciano a porsi il pro$lema della rivoluzione di una minoranza anche per la ?rancia, si accostano al $lan&uismo per &uanto concerne la segretezza dellorganizzazione rivoluzionaria, certi attentati terroristici e lo$iettivo della dittatura del proletariato !p. (1(". Xna ricostruzione aggiornata e accurata delle fonti sullargomento % in 0. Oe+ier, %/0olution et d/mocratie chez ,ar# et 4ngels, Narigi, Nresses Xniversitaires de ?rance, 1;;9. 4( Non sempre, per #ar+, lo Stato era il comitato daffari della classe dominante. Nel periodo

seguendo le tendenze di una storiografia consolidata, aveva attri$uito soltanto allet antica e a &uella feudale una fondazione politico-militare dei rispettivi rapporti sociali. Nel teorizzare il primato della politica !della statualit", con riferimento ai compiti di una rivoluzione operante nel mondo moderno, ma sulla $ase di una critica consapevole della modernit capitalistica, Gramsci corresse lopinione di #ar+ e confer1 una pi) coerente ampiezza teorica alle intuizioni di *enin sul valore delliniziativa politica nella prassi trasformatrice. Nello stesso tempo, comprese che in *a$riola, $ench6 il determinismo economico centrato sul lavoro fosse stato allargato fino a comprendere il nesso lavoro-scienza, tuttavia il concetto di societ non era stato pensato, altrettanto dialetticamente, come nesso societ-politica. ncor meno erano stati focalizzati i diversi livelli e le molteplici mediazioni inerenti a &uel nesso2 la nozione superstrutturale gramsciana di societ civile G come nozione di una societ operante nello Stato e perci3 distinta dalla societ tout court > fu perci3 la chiave di volta di una revisione teorica che mirava a colmare un vuoto di ela$orazione giunto fino a *a$riola e oltre. 0l mar+ismo di Gramsci era infine immune, malgrado alcune concessioni formali, dallingenuit teorica che aveva indotto altri mar+isti a prevedere un possi$ile deperimento dello Stato. Huellingenua previsione, in 5ngels come in *enin, avre$$e in seguito legittimato di fatto una rovinosa assenza di progettualit che fosse rivolta a innovare le forme statuali. 0 guasti del socialismo reale e$$ero in ci3 una loro radice e lo statalismo soffocante fu in seguito una specie di AcontrappassoC inevita$ile4/. *impresa di dimensioni &uasi-mondiali che avre$$e
della monarchia assoluta, secondo #ar+, lo Stato era autonomo rispetto alle classiL esso era in grado di mantenere e imporre una sorta di e&uili$rio fra le classi !B. Bongiovanni, 'e repliche della storia. "arl ,ar# tra la %i0oluzione !rancese e la critica della politica , Oorino, Bollati Boringhieri, 1;9;, p. 1:". *a rivoluzione inglese del 1:4M fu per #ar+ una rivoluzione politica del parlamento contro la corona, mentre latifondisti e $orghesi erano in perfetto accordo !ivi, p. (M". Nel 3iciotto ;rumaio, suo capolavoro storiografico, #ar+ sostiene che, con il secondo Bonaparte, lo Stato sem$ra diventato del tutto indipendente dalla societ e che, comun&ue, % forte del consenso dei contadini assai pi) che della $orghesia ! i0i, p. <8". 7hi osere$$e dire che lo Stato divenne allora il comitato daffari dei contadiniT *a politica G specie &uella refrattaria alla democrazia e alla li$ert !egli avversa particolarmente la Fussia zarista e asiatica" G pu3 soffocare secondo lui lo sviluppo della societ e, nella societ, delle forze produttive. 'iversi studiosi hanno scritto che nelle sue analisi sulla politica internazionale #ar+ non sare$$e mar+ista !pp. 1:(-1:/". #a % davvero incompati$ile con il materialismo storico la convinzione secondo cui le sovrastrutture, &uando sono in ritardo sui tempi storici, soffocano !non esprimono" il tempo presenteT S. Na^r ha sostenuto2 il tentativo giovanile di sfuggire alla politica rese #ar+, in seguito, particolarmente disarmato di fronte ad essa ! i0i, p. 111". 4/ 7fr. G. *a$ica, 'e mar#isme-l/ninisme ?4l/ments pour une criti.ue@ , Naris, 5ditions Bruno .uisman, 1;94. Secondo B. Bongiovanni, il $olscevismo russo eredita pi) che non ammetta dal populismo. *a dittatura democratica degli operai e dei contadini in *enin, la rivoluzione permanente per scavalcare la tappa capitalistica secondo Oroc,i_ e anche il socialismo in un paese solo di Bucharin e Stalin richiamano certo populismo, cosi come i ,olchoz e i sovchoz staliniani fanno pensare allo$scina in un contesto di ferreo dominio dallalto !per una industrializzazione forzata" e senza potenzialit li$ertarie !B. Bongiovanni, 'e repliche della storia, cit., pp. 19:-19<". Sugli effetti nefasti del teorizzato deperimento di Stato eSo politica ha argomentato con insistenza e con efficacia 'omenico *osurdo2 cfr., ad esempio, 8topia e Stato d eccezione, Napoli, *a$oratorio politico, 1;;:. 'ello stesso *osurdo % il saggio Antonio <ramsci dal li)erismo al *comunismo critico+, cit.

preteso di poter applicare la teoria di #ar+ nella costruzione del socialismo reale non ha retto alla prova. .a fatto fallimento, in realt, una forma i$rida e incongrua di Amar+ismo-stalinismoC. Huel fallimento si % consumato proprio sul terreno !del progresso e del $enessere AmaterialiC" che pareva dovesse convalidare le previsioni generali del mar+ismo in &uanto materialismo storico. 0l capitalismo pare a$$ia avuto partita vinta su &uel terreno economico nel &uale, secondo la vulgata del mar+ismo, avre$$e dovuto essere sconfitto2 i paesi capitalistici AsviluppatiC del mondo AoccidentaleC hanno dato impulso al progresso tecnico nella produzione, hanno incrementato e diffuso il consumo dei $eni necessari e non necessari, hanno trasformato i modi dimpiego, fiaccato lo spirito di lotta e fortemente limitato lautonomia della classe operaia, vanificandone la pretesa di proporsi come classe generale. Naradossalmente, la lotta contro la propriet privata dei mezzi di produzione % cessata proprio &uando, al di sopra delle imprese capitalistiche a dimensione locale o nazionale, impegnate soltanto nella produzione di $eni materiali, hanno imposto il loro dominio le nuove imprese iper-capitalistiche sovra-nazionali, ar$itre anche della produzione culturale e di molte altre cose.

*a risposta teorica si trova forse lungo la via indicata da Gramsci. Se il passaggio dal premoderno al moderno % un passaggio YcartesianoY, se lanalisi mar+ista della modernit deve sapere ro0esciare i presupposti materialistici della storia

precedente G deve saper appropriarsi della lezione dellidealismo G perch6 non pu3 esservi modernit senza il primato della sovrastrutturale razionalizzazione estesa fino a coprire tutti i campi dellagire umano, a maggior ragione, non pu3 esservi superamento !AtransmodernoC" della modernit senza legemonia epocale di una direzione consapevolmente etico-politica che, nel riproporre lo Stato-piano, sappia inverare, non smarrire, le con&uiste di civilt proprie dello Stato di diritto e dello Stato democratico-sociale44.

44 'el resto, secondo NoIa,, in una concezione materialistico-storica conseguente anche le leggi del rapporto struttura-sovrastruttura !non solo i fenomeni sovrastrutturali, n6 solo le loro strutture" dovre$$ero essere soggette a cam$iamento2 cfr. *. NoIa,, =n the 7ategorial 7oncept of .istor>, in 2ommunications A 2ognition, 1(, n. (, 1;<;.

V . CESURE STORICHE E PROGETTI UMANI

1 . Uno storicismo della discontinuit. Riesaminiamo la metodogia antimeccanicistica e antievoluzionistica dei gramsciani modelli di sviluppo storico nel loro significato diacronico e sincronico. V in Gramsci una chiara percezione delle discontinuit di fase o depoca cristallizzatesi nello stesso presente storico: discontinuit ad esempio tra i percorsi !o i ritardi" dell#riente e $uelli dell#ccidente% discontinuit di sviluppo storico osserva&ili nello stesso #ccidente e nella societ italiana in specie ancora caratterizzata dalla arretratezza meridionale e dallincom&ere della $uestione vaticana. 'on vero che Gramsci e dopo di lui (ogliatti possano essere accomunati per uno storicismo della continuit ossia per una visione lineare e conservativa dei processi storici. )nche la formula togliattiana della democrazia progressiva che caratterizzer la linea politica scaturita dalla svolta di *alerno non devessere letta soltanto alla luce di una tradizione riformista pur sempre radicata nel movimento operaio e contadino dell+talia unita e rifattasi viva nel (ogliatti politico e statista dell+talia repu&&licana% ma devessere letta soprattutto alla luce della nozione gramsciana di una guerra di posizione concepita in rapporto di discontinuit con la guerra di movimento. Giova tuttavia precisare che in Gramsci il concetto di guerra di posizione aveva riecheggiato ancora il modello politico,militare prevalente nella strategia leniniana mentre la formula della democrazia progressiva si accompagna in (ogliatti al riconoscimento di una ormai ac$uisita centralit dello *tato democratico nellazione riformatrice. -i rinvia a una matrice filosofica comune tra Gramsci e (ogliatti anche il convergere delle due pur cosi diverse personalit nel convincimento che superato il determinismo economico occorra riguadagnare il concetto di un !reale o possi&ile" primato della politica. .a novit del mar/ismo di Gramsci 0 che ravvisava nello *tato moderno la condizione fondamentale perch1 possano formarsi gli interessi generali nella societ 0 si ritrova in linea di fatto nella politica togliattiana del partito nuovo. .a dicotomia geografica #riente,#ccidente corrisponde in Gramsci allantitesi strategica tra guerra di movimento e guerra di posizione% antitesi a sua volta agevolmente interpreta&ile entro una visione non rettilinea 0 e discontinua 0 della storia universale come polarit tra la &ase economico,corporativa e la sfera etico,politica. .a &ase economico,corporativa ossia lelemento strutturale tende a conservare il suo originario primato come ci attestano non solo la vita corporativa che compenetra tutti i livelli della societ feudale e $uindi la forte incidenza dei residui feudali o asiatici nellodierno #riente ma anche i ritardi storici del meridione d+talia e della societ italiana in genere. +l pieno dispiegarsi della sfera etico,politica invece implica il compimento !e poi il superamento" del paradigma della modernit nel $uale il primato passa allelemento superstrutturale. .a sfera etico,politica si in$uadra come a&&iamo gi osservato nella riforma

intellettuale e morale. .a formula renan,soreliana assume infatti in Gramsci il significato di una tendenza generale della modernit in senso lato procedente a sua volta 0 mi pare 0 in due tempi astrattamente distingui&ili luno dallaltro: $uello di una riforma essenzialmente intellettuale e $uello di una riforma pi2 pienamente morale !etico,politica in senso proprio". )lla produttivit dei moti culturali moderni !Gramsci osserva la potente azione educatrice a partire dal modo di pensare dei singoli promossa pi2 che dallumanesimo e dal rinascimento dalla riforma protestante e dal sapere illuministico" 1 avre&&e fatto seguito infatti loperativit totalitaria delle sia pure ancor precarie istituzioni statuali contemporanee come em&rionalmente promotrici e formatrici di volont collettiva !Gramsci giudica esemplari la vicenda inaugurata dalla rivoluzione francese e la stessa ispirazione occidentale della rivoluzione leniniana". +l passaggio dal primato delluna a $uello dellaltra ri,forma presuppone una successione diacronica ma tra modo intellettuale o culturale e forma morale o istituzionale !ad esempio tra filosofia e politica" corre secondo Gramsci anche un rapporto sincronico analogo forse a $uello che 3ar/ a partire da Miseria della filosofia, aveva scorto tra modi delle forze produttive e forme sociali: le istituzioni sono un prodotto delle forze culturali ma sono anche forme entro le $uali si sviluppano le forze della cultura% le istituzioni sono forme dellintellettuale collettivo ma gli intellettuali tutti sono funzionari delle superstrutture 4 !si ripensi ai filosofi funzionari dellumanit secondo 5usserl" e operano $uindi in un contesto etico,politico. 6 come gli intellettuali in $uanto forze produttive essi stessi possono essere tradizionali o organici cio !tendenzialmente" distaccati dalla o impegnati nella produzione propriamente detta anche lintellettuale collettivo pu7 assumere caratteri tradizionali o organici a seconda che esprima un certo idealizzato distacco dai legami sociali !ad esempio il clero $uale si tramanda dal mondo premoderno" o un pi2 funzionale impegno a intervenire su di essi !ad esempio il politico moderno". 8oich1 sul terreno della teoria Gramsci si propone di superare la versione deterministica del mar/ismo non solo leconomia e la societ ma anche i domini intellettuale e morale cio le sfere superstrutturali interagiscono tra loro direttamente e si configurano come altrettante totalit complesse internamente strutturate secondo livelli differenti di organizzazione o di consapevolezza di sistematicit o di operativit. .intellettuale e il morale !arte o scienza religione o politica" interagiscono tra loro e insieme interagiscono rispettivamente con leconomicoproduttivo e con leconomico-sociale, ossia con le due corrispondenti modalit della struttura. .ideale gramsciano collocava ad esempio la riforma intellettuale entro un ordinamento economico,produttivo riformato nel $uale sare&&ero emerse nuove categorie di tecnici in $uanto intellettuali organici alla produzione e si sare&&ero affermati per un processo intensivo di emancipazione culturale del lavoro nuovi operai o lavoratori manuali trasformati essi stessi in tecnici o in dirigenti. )llinterazione 0 per cos9 dire modale o delle forze tra nuovi processi economico,produttivi e nuove figure di intellettuali,specialisti corrisponde 0 sul versante delle forme il nesso interattivo tra rivendicazioni sodali,corporative e istanze etico,politiche.
1 5. .efe&vre in Le retour de la dialectique 8aris 3essidor:6d. *ociales 1;<= p. 14> ipotizza il sopraggiungere in et moderna di una priorit condizionante della cultura. .a prima rivoluzione culturale !come rivoluzione superstrutturale" $uella che accade nel diciottestimo secolo. 6ssa precede o segue la rivoluzione politica? *econdo .efe&vre vi sare&&e tra le due una simultaneit complessa. 4 -fr. Quaderni del carcere cit. pp. 1>1<,1>1;. 6 cfr. a p. 1>1> la nota che riecheggia la lettera a (atiana del @ agosto 1;@1 dove Gramsci afferma che in lui linteresse per la storia degli intellettuali deriva dal desiderio di approfondire il concetto di *tato.

4. uerra di posizione! e riforme rivoluzionarie. 5o detto che in virt2 della revisione teorica gramsciana non solo leconomia e la societ moderne ma anche i domini intellettuale e morale !arte o scienza religione o politica" si configurano come altrettante Atotalit complesseB internamente strutturate secondo livelli differenti di organizzazione o di consapevolezza di sistematicit o di operativit. 6 ho sottolineato che le diverse sfere sovrastrutturali interagiscono tra loro direttamente: in altri termini che il loro interagire non si attua soltanto attraverso la mediazione della sottostante regione strutturale delle forze di produzione e dei rapporti di societ. .a revisione teorica si traduce sul terreno dellazione politica in un progetto strategico che si discosta sia dalle ela&orazioni e dalle esperienze che si richiamano a Cernstein o a 8lechanov sia da $uelle che si ispirano alla .u/em&urg o anche a .enin. Dn confronto interessante pu7 essere proposto tra Gramsci e laustromar/ismo specie se si rileggano alcune analisi di #tto Cauer sui fattori sociali !Gramsci dire&&e egemonici" del potere in rapporto con i suoi strumenti materiali !in Gramsci con lelemento della forza" o sul contrasto tra le societ occidentali e la societ russa degli inizi del secolo. 3a Gramsci non presta sufficiente attenzione nelle sue note n1 a #tto Cauer n1 allaustromar/ismo in genere. +l tema certo in Gramsci come in .enin o come in Rosa .u/em&urg $uello della rivoluzione. 3a della rivoluzione necessario formulare un nuovo concetto coerente con le analisi teoriche e con le ricognizioni storiche che hanno condotto Gramsci a considerare il carattere di totalit complesse proprio delle societ di capitalismo sviluppato specie in #ccidente e il ruolo che in esse compete allorganizzazione della cultura e alle istituzioni. 'e deriva il pi2 volte ricordato dilemma tra guerra di movimento e guerra di posizione che egli risolve indicando in $uestultima la strategia idonea per l#ccidente. 6gli polemizza con le concezioni movimentiste di Rosa .u/em&urg e di (rotsEiF proponendo un esplicito accostamento tra i due @. +n particolare riconduce il movimentismo di Rosa al suo pregiudizio AeconomicististicoB e spontaneistaG e ha forse in mente la teoria del crollo $uando scrive che negli *tati pi2 avanzati la societ civile diventata una struttura molto complessa e resistente alle AirruzioniB catastrofiche dellelemento economico immediato !crisi depressioni ecc.": le sovrastrutture della societ civile sono come il sistema delle trincee nella guerra moderna>. *e il concetto di rivoluzione permanente presuppone le esperienze giaco&ine di un periodo storico in cui non esistevano ancora i grandi partiti politici di massa e i grandi sindacati economici e la societ era ancora per dir cos9 allo stato di fluidit sotto molti aspetti: H...I apparato statale relativamente poco sviluppato H...I maggiore autonomia delle economie nazionali dai rapporti economici del mercato mondiale ecc. necessario tener presente che dopo il 1<JK con lespansione coloniale europea tutti $uesti elementi mutano i rapporti organizzativi interni e internazionali dello *tato diventano pi2 complessi e massicci e la formula $uarantottesca della Arivoluzione permanenteB viene ela&orata e superata nella scienza politica nella formula di Aegemonia civileB. )vviene nellarte politica ci7 che avviene nellarte militare: la guerra di movimento diventa sempre pi2 guerra di posizione H...I. .a struttura massiccia delle democrazie moderne sia come organizzazioni statali che come complesso di associazioni nella vita civile costituiscono per larte politica come le AtrinceeB e le fortificazioni permanenti del
@ "vi pp. <==,<=J. G "vi p. 1=1@. > "vi p. <=K.

fronte nella guerra di posizione: essi rendono solo AparzialeB lelemento del movimento che prima era AtuttaB la guerra ecc.=. .a guerra di posizione infatti non costituisce sul terreno specificamente politico una soluzione di ripiego come potre&&e suggerire il paragone con la condotta degli eserciti e con le imprese militari. Luel che nellun caso regola si tramuta nellaltro in eccezione e viceversa. 'ella politica cio sussiste la guerra di movimento fino a $uando si tratta di con$uistare posizioni non decisive J: solo la guerra di posizione pu7 condurre a una con$uista durevole e solida. )ncora: sul terreno politico la guerra di posizione comporta sempre un reciproco assedio% la stessa parte conservatrice pertanto promuove talvolta mutamenti e riforme in un processo che Gramsci definisce con espressione tratta da Vincenzo -uoco rivoluzione passiva o con formula suggeritagli dalle opere storiografiche di Cenedetto -roce rivoluzione,restaurazione <. +n una delle note intitolate a 3achiavelli ; peraltro Gramsci indica esplicitamente nella dialettica, come metodo di comprensione del reale il presupposto teorico di una corretta definizione dei concetti di guerra di posizione e di rivoluzione passiva. ) ciascuna delle parti in lotta si pone il compito di sviluppare tutta se stessa e insieme di incorporare elementi della parte avversa. 3i propongo di ritornare nei due capitoli conclusivi su $uesta rigorosa concezione di una dialettica razionale li&erata dalle semplificazioni estremistiche o manichee. .a guerra di posizione e la stessa rivoluzione passiva mettono in moto modificazioni molecolari che in realt modificano progressivamente la composizione precedente delle forze e $uindi diventano matrice di nuove modificazioni. Riaffiora in $uesto passo la AleggeB 0 hegeliana ed engelsiana 0 delle trasformazioni $uanti,$ualitative ma con una assai pi2 accorta percezione degli ac$uisti $ualitativamente innovativi insiti negli stessi spostamenti graduali e soprattutto nei processi retroattivi innestati ad opera di ci7 che muta su ci7 che ancora si conserva nel vecchio stato. Mecisivo infine nel determinare $uale delle due parti a&&ia il sopravvento lelemento della consapevolezza: la consapevolezza delle proprie e delle altrui finalit !ma anche delle proprie e delle altrui ragioni" ci7 che denota la parte vittoriosa nella dialettica dei conflitti storici. 'ella parte innovatrice il dispiegarsi di una coscienza superiore pu7 conferire carattere rivoluzionario alle riforme parziali e pu7 indirizzarle verso uno Ascopo finaleB. 8erch1 carattere rivoluzionario? .a gramsciana guerra di posizione non pi2 simile alla scelta riformistica1K di alcuni esponenti di primo piano della *econda internazionale che a $uella della +nternazionale leninista cui Gramsci intende pur sempre appartenere? .a risposta nelle parole con cui dichiara di voler affrontare con la $uistione di una riforma intellettuale e morale Hi compitiI di una rivoluzione popolare che a&&ia la stessa funzione della Riforma protestante nei paesi germanici e della Rivoluzione francese 11. .a novit della tesi gramsciana consiste precisamente nel carattere totalitario 14 che egli attri&uisce allazione graduale e ai processi di lungo periodo: carattere totalitario perch1 essi investono non un solo fortilizio sia pure risolutivo e dominante !$uale
= J < ; 1K "vi, pp. 1>==,1>=J. "vi p. <K4. "vi pp. 1K<<,1K<; e 144<,144;. "vi pp.1J==,1J=<. 8er la connotazione negativa che presentano in Gramsci i termini riformismo o anche evoluzione ecc. cfr. nei Quaderni cit. pp. 4G; @41 1@4J,1@4<. 11 "vi p. 411<% il corsivo mio: G. 8. 14 *ul carattere totalitario dei partiti e degli *tati nellepoca contemporanea come realt storicamente positiva !a prescindere dal diverso segno politico e sociale" cfr. ivi pp. 1=K1,1=K4.

appariva ed era il 8alazzo dinverno per i &olscevichi" ma tutti insieme% perch1 lattacco sul fronte dellegemonia ideale e culturale non rimandato al dopo ma si dispiega 0 come parte della riforma intellettuale e morale 0 gi prima della con$uista del potere politico o in simultaneit con la lotta politica e sociale% perch1 infine il disegno strategico complessivo e lo stesso Ascopo finaleB non sono affidati alle leggi deterministiche di una evoluzione oggettivamente inelutta&ile ma sono atti di volont cosciente e organizzata e come tali sono presenti in ciascun momento della lotta nellassedio di ciascuna delle molteplici fortezze e casematte 1@ di cui si giova lo schieramento avversario e segnano concretamente della propria impronta ciascuna delle con$uiste parziali tramutandola in una con$uista non parziale. +l moderno 8rincipe deve e non pu7 non essere il &anditore e lorganizzatore di una riforma intellettuale e morale ci7 che poi significa creare il terreno per un ulteriore sviluppo della volont collettiva nazionale popolare verso il compimento di una forma superiore e totale di civilt moderna 1G. N Gramsci propenso a ripiegare verso il programma di una egemonia meramente culturale !egemonia dellavanguardia sulle masse attardate in una versione degradata della nuova cultura rivoluzionaria e mar/ista% egemonia del proletariato industriale sulle altre classi popolari impacciate dai cascami di una cultura tradizionale ricevuta dalle classi dominanti"? 8ropende in tal modo a rinviare indefinitamente il compito della rivoluzione $uasi sopravvalutando le immani difficolt non soltanto culturali che seguirono la scelta leniniana contro "l #apitale? -erto Gramsci non sviluppa compiutamente il concetto di guerra di posizione come processo graduale di riforme orientate verso una trasformazione rivoluzionaria !o totalitaria" anche della struttura sociale !e $uindi dellintero &locco storico". Vi sar dopo Gramsci uno spazio teorico da colmare perch1 siano indicate le concrete possi&ilit nellam&ito di un assetto sociale capitalistico di un intervento riformatore che non si limiti ai compiti dellegemonia politica e culturale: di un intervento sulle strutture, appunto !mediante $uelle che in seguito nel partito di Gramsci saranno denominate riforme di struttura". 3a lo stesso Gramsci si pone il pro&lema e accenna a una risposta: 8u7 esserci riforma culturale e cio elevamento civile degli strati depressi della societ senza una precedente riforma economica e un mutamento nella posizione sociale e nel mondo economico? 8erci7 una riforma intellettuale e morale non pu7 non essere legata a un programma di riforma economica anzi il programma di riforma economica appunto il modo concreto con cui si presenta ogni riforma intellettuale e morale1>. @. $rogetto o destino% dal regno della necessit! al regno della li&ert! .a definizione di animale progettante tra le altre definizioni delluomo $uella pi2 pertinente: $uella sulla $uale potre&&ero incontrarsi e concordare il 3ar/ che distingue larchitetto dallape il .uEOcs che considera il lavoro attivit teleologica per eccellenza il Gramsci che guarda alla politica come al luogo di una volont collettiva consapevole certo dei vincoli oggettivi imposti dallordine esistente ma !nel proporsi di mutare lordine esistente" li&era di progettare ossia animata da una li&ert non riduci&ile come pretendevano 5egel e 6ngels a semplice coscienza della necessit. Gramsci in particolare sa che laffidarsi a un presunto corso necessario degli eventi lamor fati caro allo stoicismo antico e allo spinozismo moderno il volere che le cose accadano come accadono significa non volere ossia mettere al posto della volont lattesa
1@ "vi p. <==. 1G "vi p. 1>=K. 1> "vi p.1>=1.

passiva. .o stato danimo 0 egli ammette 0 di unattesa fiduciosa pu7 in singoli casi !nelle fasi storiche di ripiegamento o di riflusso $uando le classi su&alterne hanno su&ito una sconfitta" aiutare le forze innovatrici a resistere e a non disperare in vista di una possi&ile ripresa delliniziativa e della lotta ma non pu7 fare le veci delliniziativa e della lotta. +l titolo dellarticolo con il $uale il giovane Gramsci saluta la rivoluzione dotto&re !La rivoluzione contro "l #apitale!' esprime 0 con enfasi ancora volontaristica certo e per suggestioni ancora idealistiche &ergsoniane soreliane 0 esprime $uel che il Gramsci dei Quaderni teorizzer con pi2 lucida intelligenza: la volont politica non si limita a registrare una presunta necessit attri&uita al corso degli eventi% la volont politica gi nel suo primo livello !o nel suo atteggiarsi ancora esplorativo e incoativo" introduce se stessa come un elemento tra gli altri nellinventario dei dati di fatto o della necessit oggettiva e perci7 sollecitata ad attingere il proprio livello superiore nel $uale la volont politica sintesi potremmo dire di se medesima e di quellaltro che la !presunta" necessit oggettiva. Dna tale dialettica non ignota a coloro che hanno tentato di utilizzare la teoria dei giochi nellanalisi mar/ista dei conflitti di classe. P. 6lster per esempio ricorre 1= alla distinzione tra razionalit parametrica e razionalit strategica. 'ella razionalit parametrica egli spiega considero me stesso una varia&ile e gli altri come costanti mentre nella razionalit strategica considero tutti come altrettante varia&ili% ossia non considero nessuno come portatore di una razionalit privilegiata. Miscuti&ile invece in 6lster lindividualismo metodologico che fa AgiocareB in ultima istanza le volont singole anzich1 le volont collettive postulate da Gramsci. .uomo dun$ue animale progettante. .o 0 o lo diviene 0 anche se una razionalit pianificante gli poi indispensa&ile per predisporre in modo efficace i mezzi necessari alla fatti&ilit del progettato. 3a $ui vorrei avanzare lipotesi di una cesura epocale tra due formazioni storiche o tra due &locchi logico,storici: la cesura tra un tempo !ancora presente" segnato dal dominio della razionalit cognitiva nel suo stadio di razionalit semplice o discorsiva e un tempo !forse soltanto annunciato" nel $uale la razionalit etica o 0 come Gramsci preferire&&e dire 0 etico,politica possa esercitare una sua egemonia su ogni altro modo o forma dellattivit umana. .et moderna o &orghese il tempo della semplice razionalit cognitiva !$uella che Qe&er denomina razionalit secondo lo scopo distinguendola dalla razionalit secondo il valore". +l &orghese 0 in ci7 profondamente diverso dal soggetto rivoluzionario indicato da Gramsci 0 si trova a suo agio proprio $uando considera la propria decisione come il risultato necessario di una legalit oggettiva $uasi di una legge naturale estesa anche agli agenti e ai rapporti umani. )lle origini della societ &orghese moderna $uella legge naturale appare come nello stesso tempo legge divina. 6 Qe&er studiando letica protestante mostra come la fede nella predestinazione non sia di ostacolo al dispiegarsi delliniziativa e dellintraprendenza capitalistiche% anzi offra un efficace sostegno psicologico proprio alla maggiore intraprendenza dellindividuo &orghese. .individuo &orghese ha &isogno infatti !sul terreno della conoscenza" di un mondo nel $uale il proprio agire in $uanto soltanto un agire individuale !o AatomisticoB" sia regolato da un ordine divino o da una legge di natura ineludi&ili. (ale sare&&e il mercato secondo *mith come condizione naturale necessaria e aggiunge 3ar/ sarcasticamente eterna dei rapporti umani. .individuo &orghese inoltre in $uanto mosso soltanto da un fine egoistico, ha &isogno !sul terreno della giustificazione
1= -fr. 3ar/ism functionalism and game theorR: the case fot methodological indivi,dualism in ). -allinicos editor Mar(ist )*eor+ #/ford DniversitR 8ress 1;<; p =>.

etica" di una provvidenza nascosta e sia pure secolarizzata che converta il male nel &ene. (ale la smithiana mano invisi&ile che convertendo i nostri mandevilliani vizi privati in pu&&liche virt2 promuove la ricchezza delle nazioni. (ale 0 nella teoria Eantiana 0 la naturale propensione della nostra individuale insocievolezza a convertirsi in una &enefica socievolezza generalizzata. (ale 0 nel pensiero di 5egel 0 lastuzia della Ragione che scava come una talpa sotterranea anchessa e fa sprigionare la sintesi spirituale dalla potenza del negativo. 'el tempo della semplice razionalit cognitiva non mancano finalit etiche assegnate allo stesso !egoistico" individuo &orghese% diremo piuttosto che tali finalit etiche !utilitaristiche" sono anchesse come le leggi di natura date in $uanto !ri"conosciute. .a soggettivit &orghese persegue le sue finalit etiche infatti nel conformarsi a una natura umana ritenuta invariante nel massimizzare lutile !e $uindi il profitto" inteso come movente universale di tutti gli esseri viventi !dellanimale prima che delluomo" come movente universale che nelluomo potenziere&&e la semplice !darSiniana" conservazione della vita facendone unillimitata accumulazione dei mezzi di vita: ma in una tale ottica i mezzi diventano lo scopo lunico scopo e la vita diventa il mezzo. Luando 3ar/ e 6ngels in alcune loro pagine tra le meno felici ci rappresentano come meta o traguardo della lotta proletaria $uel che in ogni caso accadr necessariamente e in ci7 ravvisano la scientificit del loro nuovo metodo o $uando essi cele&rano come necessario !e insieme come altamente auspica&ile" lillimitato sviluppo delle forze produttive e&&ene anche 3ar/ e 6ngels pagano il loro tri&uto a una tradizione per la $uale il dover essere non pu7 che coincidere con lessere gi dato sia pure prospetticamente dato. 5egel enunciava $uesto assioma in modo perentorio ma anche il Tant da lui aspramente criticato aveva attri&uito valore soltanto alla massima del volere gi dichiarata universalizza&ile in sede di pura razionalit cognitiva. 'el passaggio depoca nel $uale noi viviamo la razionalit cognitiva intesa come razionalit discorsiva semplice cede il posto a una razionalit cognitiva di livello superiore che possiamo designare come razionalit complessa o scientifica. 3a la razionalit scientifica in $uanto essenzialmente specialistica, non pu7 pi2 fare $uel che la razionalit discorsiva poteva fare ossia non pu7 pi2 governare il mondo. 'ellattuale passaggio depoca o corriamo tutti verso la comune rovina !provocata anche dallincapacit della sola ragione scientifica a governare il mondo a controllare lecosistema a sanare le contraddizioni tra i popoli della terra ecc." o troveremo la strada per affidare il nuovo ruolo egemonico alla razionalit etico,politica vista in unottica gramsciana sia pure de&itamente aggiornata e modificata. -he la scienza anche e soprattutto nel suo versante tecnologico non possa trarci in salvo lo comprende a suo modo il pensiero conservatore. 3a mentre 5eidegger giudica che solo un Mio ci pu7 salvare ). Gehlen afferma: la scienza la $uale per sua natura AilluminismoB non pu7 surrogare lassenza di sistemi guida ossia di Aid1es directricesB in una societ. 6ssa non pu7 creare motivi tali da orientare in termini complessivi nei confronti del mondo da suscitare unattiva fede n1 offrire unautentica forza di motivazione per le decisioni fondamentali cos9 come non pu7 far sorgere certezze cogenti e universalmente valide. .e ripercussioni della delusione collettiva per la mancata sta&ilizzazione della visione del mondo che le scienze rese e divenute popolari parevano assicurare possono farsi gravi H...I. 6 ne consegue anche che il mondo della scienza nellunilateralit del suo ethos ha una &en scarsa capacit creativa in fatto di istituzioni1J. 5o detto sopra che la razionatila scientifica &ench1 sia molto pi2 potente della
1J -fr. Luomo. La sua natura e il suo posto nel mondo trad. n. di -. 3ainoldi 3ilano Ueltrinelli 1;;K p. @>=.

razionalit discorsiva non pu7 $uel che pu7 la razionalit discorsiva in $uanto la razionalit scientifica essenzialmente specialistica. 6 infatti lo specialismo insidia luomo nella sua essenza perch1 come lantropologia filosofica ci spiega come ancora Gehlen scrive il carattere generale delluomo dessere non adattato a processi determinati e tipici cio dessere non specializzato1<. Gi 8ico della 3irandola aveva dottamente enunciato una tale verit. .avvento della razionalit etica se potr realizzarsi sar allora lavvento di una volizione sociale il cui oggetto sar non soltanto lo stesso farsi collettivo dellagire umano ma il suo farsi alro rispetto al suo essere attualmente dato e $uindi rispetto al suo essere attualmente conosciuto. 'ella razionalit etica pertanto non si potr poggiare unicamente su presunte certezze !di tipo scientifico" perch1 laltro il novum !dire&&e 6rnst Cloch" sar per definizione largamente indeterminato !o sar in linea di principio determina&ile negativamente". 6 a $uesto riguardo si consideri ancora la differenza tra luomo e gli altri animali. +l compito delluomo !e di una comunit umana di un popolo" consiste nel restare in vita nel conservare la propria esistenza? .o afferma Gehlen e anche Ponas ne convinto vedendo in $uel compito un impulso naturale e nello stesso tempo una norma !etica" valevole per tutti gli esseri viventi. 3a nelluomo c soltanto $uel compito? 'o. #gni specie vivente sappiamo tende a conservarsi come specie. 3a luomo dopo aver saputo trasformare il mondo !anche troppo per la verit se osserviamo i guasti da lui causati nel mondo naturale e am&ientale" luomo potr forse prefiggersi per non perire di trasformare se stesso in una AspecieB altra !e migliore". .uomo in $uanto essere sociale !.uEOcs" un non,ancora,essente !Cloch" ma perci7 propone se stesso 0 nel suo non essere ancora come un dover essere !3ario Rossi". Mover essere come? -ome un progettato non deterministicamente !pre"conosciuto il $uale perch1 non !pre"conosciuto potr farsi secondo diverse possi&ilit cosicch1 le vie di accesso !razionale" prescelte potranno anchesse risultare diversificate e commuta&ili ove convenga. -i spieghiamo meglio ora perch1 la previsione del corso delle cose non costituisce un a priori rispetto allazione ma 0 come sottolinea Gramsci 0 a sua volta condizionata dalla nostra azione. .a razionalit cognitiva del pianificare si allarga e da individuale !e individualistica" $ual era nella modernit si fa sociale e generale nel AtransmodernoB. .a razionalit cognitiva del pianificare si allarga ma nello stesso tempo si inde&olisce: nel senso che il progettato cui essa tende non appare pi2 appunto un esito !conosciuto come" universalmente necessario ma scaturisce da una sempre provvisoria selezione tra modi !mondi" possi&ili. +l caso e la contingenza che accompagnano levoluzione &iologica della specie permangono ma assumono una nuova forma nella se$uenza dei nostri tentativi socialmente coscienti rivolti !con esperimenti mentali oltre che reali e per approssimazioni successive" verso uno scopo di volta in volta collettivamente prefigurato. +l passaggio dal regno della necessit al regno della li&ert assume in Gramsci pi2 che in 3ar/ un tal significato. *appiamo che sul terreno specificamente politico necessit e li&ert si traducono per Gramsci rispettivamente in forza e consenso. Miremo allora in primo luogo che il consenso il patto sociale postulato dai contrattualisti laccordo tra gli uomini li&eramente sancito lintesa argomentativa auspicata da 5a&ermas per la definizione di regole e norme razionali non si collocano alle nostre spalle agli al&ori della storia sociale e politica ma si realizzano 0 se si realizzano 0 al termine di un lungo percorso al termine di una preistoria che come 3ar/ asseriva inglo&a anche $uesto nostro presente civile e colto. .a forza invece ancor oggi predominante nei rapporti sociali
1< "vi p. =<.

!come Arapporti di forzaB tra i gruppi tra le classi ecc." e nelle strategie politiche !come strategie dirette a conoscere controllare e impiegare razionalmente $uei rapporti di forza". +l monopolio della forza legittima che Qe&er attri&uisce al moderno *tato politico costituisce infatti la forma specificamente politica della !Se&eriana" razionalit secondo lo scopo. -erto non vi una rigida linea di demarcazione tra il presente regno della necessit e il futuro possi&ile !non garantito" regno della li&ert. 6 Gramsci con 3achiavelli legge sin dalle prime instaurazioni del principato !delle monarchie assolute moderne" il controcanto della li&ert,consenso che si intreccia al canto della necessit,forza. 3a se non teniamo fermo $uel criterio di una successione diacronica tra le epoche storiche della necessit,forza e una possi&ile epoca futura della li&ert,consenso non comprendiamo nemmeno la dialettica sincronica tra coercizione e egemonia che Gramsci osserva nella societ civile o nello *tato del suo e del nostro tempo !nel pi2 avanzato sviluppo capitalistico,occidentale e negli esperimenti di transizione al socialismo". .a forza e il consenso infatti proprio perch1 sono luna il passato,presente e laltro il presente, futuro si ritrovano entram&i nel tempo presente. .uso razionale della forza strettamente connesso al dominio della ragione illuministica su chi e su che cosa si esercita? .a violenza preordinata che la razionalit moderna esercita sulla natura si accompagna alla coercizione organizzata !razionale appunto" che si esercita sugli uomini sulla mano dopera salariata sulle classi su&alterne ecc. .a violenza sulla natura essa stessa violenza sugli uomini !sul genere umano nella sua totalit" $uando sono virtualmente raggiunti i limiti naturali delle risorse. 3ar/ condivide il paradigma della razionalit moderna nel prestare scarsa attenzione ai limiti naturali. 'el far propria !sia pure cam&iandola di segno sociale" la violenza razionalizzata delluomo sulluomo il giaco&inismo che rivive nel movimento operaio rivoluzionario vi porta con luso politico della forza $uello stesso modello di razionalit 0 appunto 0 forte. 3a $uel modello dovre&&e cedere il passo al primato di una razionalit diversa di una razionalit etica !nella terminologia che io preferisco impiegare" o di una p*r,nesis in senso aristotelico !come auspica .eandro #. UerreRra"1;. Movre&&ero essere superati anche il dogma illuministico di un tempo lineare apportatore di immanca&ile progresso materiale e la massima giaco&ina di un progetto politico noncurante di sacrificare !e degradare a semplici strumenti" le vite individuali in vista di o&iettivi strategici pur sempre reificati: siano essi laccumulazione incessante di capitale o lo sviluppo indefinito delle forze produttive. +n Gramsci pi2 che in 3ar/ osserva UerreRra nella tematica gramsciana di un senso comune partecipe della scienza !e aggiungerei di una societ civile partecipe dello *tato" si trova in germe il rifiuto del dualismo moderno che divide coloro che sanno da coloro che non sanno coloro che comandano !perch1 sanno" da coloro che o&&ediscono !perch1 non sanno". +n Gramsci vorrei concludere si fa luce lintuizione che il passaggio dal regno della necessit a $uello della li&ert il passaggio al primato delletico,politico mediante linclusione della riforma intellettuale nella riforma morale.

1; -fr. +n .. UerreRra 6. .ogiudice 3. (hSaites ReR

ramsci mirando al -ur. -ovre la *egemon.a en los /0 cit.

VI. LA DIALETTICA PRIMA DI GRAMSCI

1 . Le forme astratte del divenire e la loro operativit storica. Se escludiamo le ipotesi realista (il nostro pensiero riflette il mondo) e idealista (il razionale il reale e viceversa), possiamo optare per unipotesi costruttivista e insieme operazionista. Diciamo allora che la scienza, nellelaborare una teoria, edifica un suo mondo: un terzo mondo , direbbe !opper. "ertamente, il terzo mondo (delle teorie) o il secondo (delle esperienze sensoriali) sono distin#uibili dal primo mondo (o mondo reale) pur come parti di esso. $a a##iun#iamo che una teoria non convalidata da un % peraltro impossibile % confronto con il (primo) mondo reale& convalidata soltanto se le relazioni operative rese possibili dalla stessa teoria sono da noi esperite, nel (secondo) mondo sensibile, come sostitutive di altre operazioni da noi % sensibilmente % attribuite al mondo reale. $i avval#o 'ui liberamente, oltre che della metafora popperiana dei tre mondi, soprattutto del concetto di operativit( formulato nella Logica di De)e*: i fatti e le idee non hanno alcunch+ in comune fuorch+ la natura operativa de#li uni e delle altre1. ,iten#o che in una tale ottica operazionista si possa vanta##iosamente emendare la concezione dualistica ancora presente in -ant, padre del costruttivismo moderno, ma fi#lio della metafisica classica. .elle Tesi su Feuerbach, del 1/01, il materialismo di 2euerbach da $ar3 criticato in nome di una concezione attiva (operativa, appunto) del pensiero umano, che non si limita a intuire (o rispecchiare) il reale, ma interviene a modificarlo, perch+ lo stesso pensiero parte del reale naturale. Similmente, la teoria4prassi umana capace di trasformare la societ( perch+, come teoria4prassi, fa parte dell essere sociale (non la teoria4prassi di un so##etto meramente individuale). 5l $ar3 maturo, sviluppando il concetto di un carattere attivo (o operativo) dellinda#ine scientifica, sostiene che la scienza elabora sue cate#orie astratte per poter me#lio incontrare, nei suoi risultati percettibili, il reale concreto. 5n unipotesi costruttivista4operazionista, anche la dialettica, ovviamente, non riflette il mondo reale. 6 anche le opposizioni dialettiche sono astrazioni cate#oriali che si propon#ono di sostituire loperativit( del reale nel concreto mondo sensibile. 7ra il pensare, mediante cate#orie astratte impie#ate con metodo idoneo, e il pensato, ossia lo##ettivazione di 'uel pensare nei suoi contenuti, o nei prodotti del pensiero, possiamo supporre una relazione diversa da 'uella (lo#ocentricamente monistica) proposta da 8e#el. $ar3 piuttosto esplicito nel distin#uere, infatti, una priorit( epistemolo#ica del (modo corretto di) pensare da una priorit( ontolo#ica del (con#ruo contenuto) pensato. 6#li sostiene che lastratto del pensare (e perci9 anche lastratto del pensare le opposizioni o, in lui come in 8e#el, del pensare dialetticamente) costituisce la #enesi epistemol:#icamente corretta di o#ni nostra scienza del concreto pensato o pensabile (e perci9 anche delle opposizioni pensabili o pensate come concrete). 6
1 "fr. ;. De)e*, Logica, teoria dellindagine, trad. it. <. =isalber#hi, 7orino, 6inaudi, 1>0>, p. 1?@

nondimeno la nostra scienza perviene a compiutezza 'uando, da 'uella #enesi epistemi4 ca, approda al postulato di una (inversa) #enesi ontolo#ica, in virtA della 'uale la materialit( del sensibile concreto, in 'uanto pensabile o pensata, fonda eBo precede lastratto del nostro pensare (o il nostro pensare lastratto). 5n altre parole: il lato astratto4formale della scienza produce i suoi contenuti (il concreto pensato), ma i contenuti cosC formati possono esser convalidati soltanto dallesperienza (dal concreto sensibile), cui compete la % postulata % priorit( ontolo#ica. $ar3 a##iun#e che, nellambito de#li stessi contenuti, pensabili o pensati come tempi storici concreti, 'uel che per la scienza precede % fun#endo da concreto modello epistemolo#ico % il tempo presente, pensato come il piA evoluto stadio di sviluppo& laddove 'uel nella cosa che precede % fun#endo da concreta matrice ontolo#ica % il tempo passato, pensato come sviluppo ori#inario. Danatomia delluomo perci9 la chiave (epistemolo#ica) per avere scienza della scimmia, come se la scimmia avesse di mira lapparizione delluomo& ma la scimmia la pro#enitrice (ontolo#ica) delluomo. !ossiamo dun'ue % con facile trasposizione % concludere che anche le concrete opposizioni (dialettiche) reperibili nella vita storica delluomo ci offrono la chiave per intendere le concrete opposizioni reperibili nella vita (storica) della scimmia, ma 'ueste ultime costituiscono il presupposto ontolo#ico perch+ possano dispie#arsi, e differenziarsi, le concrete opposizioni operanti nella storia delluomo. 5l primo intendere (anche 'uello dialettico) dun'ue un pensare antropocentrico, ma il compiutamente pensato dalla scienza (anche da 'uella filosofico4dialettica) , secondo lespressione del vecchio DuEFcs, disantropomorfizzante . < tal proposito, mi chiedo se anche per -ant talune rappresentazioni teleolo#iche della natura non siano, virtuosamente, sollecitate o orientate da unidea 'uasi4re#olativa di carattere antropocentrico, in funzione propedeutica a una piA ri#orosa scienza a4teleolo#ica della natura, costitutivamente ne#antropocentrica. 2orse potremmo cercare talune analo#ie sul terreno della forma etica. 5l principio, moderno piA che cristiano, delluomo4dio si convertir( nel principio che proclama, con Spinoza: deus sive naturai Detica antropocentrica della specie (dopo aver felicemente superato le et( se#nate dalle ultime #uerre intestine dellhomo homini lupus) potr( essere alfine preludio a una % inversa, perch+ ne#antropocentrica % Land Ethic (il termine di Deopold) che includa la stessa nostra specie nel valore preminente conferito alla terra GH De considerazioni precedenti possono forse facilitarci nel tentativo di risolvere annose controversie: la dialettica sempre e soltanto dellatto spirituale (Ientile: il pensiero pensato del e nel pensiero pensante)H sempre e soltanto della storia umana (cosC il DuEFcs di Storia e coscienza di classe e il Sartre di La critique de la aison dialectique) la dialettica , nellidentico modo, una propriet( dei fenomeni naturali e della storia umana, dei pensieri e delle cose reali (6n#els)H "on ar#omentazioni piA convincenti, $ar3, 6rnst Jloch e 8enri Defebvre sosten#ono che la dialettica nasce come pensiero intento a elaborare un proprio modo % filosofico % di pensare, e perci9 attento, dapprima, alle nude astrazioni& ma #iun#e a compimento 'uando presuppone, nel contenuto delle proprie astrazioni, una dialettica pensata come concreta aderenza alloperativit( del reale in o#ni suo stadio di sviluppo (storico). 5l rapporto tra lastratto e il concreto nelle scienze pu9 dar luo#o, per cosC dire, a propensioni diverse se alcune scienze si confi#urino come prevalentemente formali e altre come prevalentemente empiriche. 7ra le scienze del sincronico, le matematiche sono scienze formali. 7ra le scienze della diacronia (storica), 'uelle filosofiche sono parimenti formali. !erci9 6n#els, 'uando cerca di lume##iare i criteri della dialettica
G Si veda, sullar#omento, Ser#io Jartolommei, Etica e natura, Jari4,oma, Daterza, 1>>1.

(filosofica), propone alcuni accostamenti alle procedure delle matematiche (dellal#ebra e specialmente della matematica superiore )K. Daltra parte, 'uando e#li, impropriamente, definisce la dialettica scienza delle le##i #enerali del movimento, dovremmo piuttosto tradurre con scienza delle le##i formali del mutamento storico 0. Denin apprezza che 8e#el scor#a nel metodo della filosofia la consapevolezza intorno alla forma , bench+ nella filosofia interven#a un metodo peculiare (ossia non assimilabile a 'uello della matematica ) 1. 6 pur vero che (come la filosofia) anche la matematica, allontanandosi dal sensibile (per il formalismo del suo metodo), perci9 si avvicina piA profondamente al reale ?. Diciamo me#lio: si avvicina alloperativit( del reale. G. !uale "riforma della dialettica hegeliana#$ 5 concetti astratti elaborati dal sapere filosofico che, vichianamente confrontandosi con il certo storico (storio#rafico), tenta di attin#ere il vero sono, essenzialmente, concetti di opposizione (dialettica). "on essi la filosofia pu9 costruire una modellizzazione teorica (lo#ica) delle trasformazioni che si sono prodotte nella storia e pu9 predisporci ad operare nella storia (pro#ettualmente) nuove trasformazioni. 5nterpretando il divenire storico per opposizioni consecutive, il filosofare opera la riduzione (metodolo#ica) di un determinato processo ai suoi due (opposti) termini estremi % al suo (astratto) punto di partenza e al suo (astratto) punto di arrivo %, facendo appunto astrazione dai (concreti) passa##i intermedi. <llude probabilmente a una tale riduzione metodolo#ica, tipica del filosofare (della dialettica filosofica), la pur discutibile le##e del salto 'uanti4'ualitativo. 8e#el spie#a bene la vocazione, per cosi dire, LestremizzanteM della dialettica filosofica, 'uando adduce lesempio del nascere e del morire. .on vero, e#li dice, che nella natura non vi salto: o#ni nascita e o#ni morte tronca la poco a poco @. 6n#els indica la nascita del modo capitalistico nel momento in cui la 'uantit( di plus valore (derivato dal lavoro salariato) si fa tale da consentire, non piA soltanto la reinte#razione, ma anche laccrescimento della ricchezza data (accrescimento incessante che appunto il fine specifico del capitale)/. $a, in o#ni salto di 'ualit( , unosservazione piA attenta pu9 scor#ere, anzich+ la semplice emer#enza (che resterebbe tutto sommato inspie#abile) del nuovo dal vecchio, una piA pertinente inversione di rapporti dati. Desempio en#elsiano, tratto dai ricordi di .apoleone, 'uello del rovesciamento dei rapporti (di forza) tra francesi e mammalucchi in conse#uenza dellaccrescimento dei combattenti in
K "fr. 2. 6n#els, %ntid&hring , ,oma, 6ditori ,iuniti, 1>?/, pp. 1G>, 101410? e 111. 0 'vi, p. 11N. De##i formali, ma del mutamento storico, dicevamo. 6 infatti 6n#els afferma che, considerate in stato di riposo e prive di vita , le cose sono esenti da contraddizioni& non lo sono, invece, se considerate nel loro movimento, nel loro cambiamento, nella loro vita, nella loro azione reciproca (ivi, p. 1G/)& contraddittori sono in modo assolutamente particolare la vita or#anica e il suo sviluppo (ivi, p. 1G>). 1 =. 5. Denin, !uaderni filosofici, $ilano, 2eltrinelli, 1>1/, p. /?. Secondo 8e#el, il metodo la coscienza circa la forma dellinterno muoversi del suo contenuto ( Scienza della Logica, 5, ,oma4Jari, Daterza, 1>@0, p. 0@). $a la filosofia soltanto sapere formaleH 8e#el precisa che il nome di verit( meritato soltanto da ci9 che la filosofia produce, anche se 'uesto prodotto, secondo il contenuto, sia #i( presente in 'ualche O...P scienza ( Fenomenologia dello Spirito, 2irenze, Da .uova 5talia, 1>@N, p. 1?). 5n 'uale altra scienza, in specieH Se, per 8e#el, il vero filosofico si fa luce 'uando #iunto il suo tempo (ivi, p. ?N), possiamo ra#ionevolmente ritenere che il contenuto della filosofia nel tempo storico, o nel tempo della scienza storica. ? =. 5. Denin, !uaderni filosofici, cit., pp. 0NN40N1. @ I. Q. 2. 8e#el, Scienza della Logica, cit., p. 1NN. / 2. 6n#els, %ntid&hring , cit., p. 1KK.

entrambe le parti>. R solo un esempio dotato di, modesta, efficacia didattica (perch+ non riferito a sviluppi storici in senso proprio). .ella storia del pensiero, le teorie concernenti i rapporti di opposizione non sempre sono associate al termine dialettica . Sve risulti dissociazione, lo s#uardo retrospettivo di chi cerca, nei classici, alcune scoperte tuttora valide (per ripensare la dialettica) si rivol#e alla teoria concernente i rapporti di opposizione, non alla nozione di dialettica . Tna definizione teorica della dialettica che aspiri a validit( attuale deve po##iare, appunto, su rapporti di opposizione storicamente convalidabili. Denin, che si cimenta in 'ualche modo, sulle orme di 8e#el, nel tentativo di definire la dialettica, ne scor#e lo##ettivit( soltanto 'ualora essa sia riferita a una totalit( di relazioni che sviluppino tendenze opposte in lotta tra loro (vi sarebbe lotta anche tra contenuto e forma), ma compresenti nellunit( della cosa (la dialettica sarebbe definibile anche come unit( de#li opposti ). Da dialettica , nelle annotazioni leniniane, interrelazione universale come passa##io della cosa nel suo opposto, di un nesso reciproco in un altro piA profondo, della 'uantit( nella 'ualit( e viceversa, come ripetizione dello stadio inferiore nel superiore , come apparente ritorno dellantico (ne#azione della ne#azione) 1N. $a lautore mette in #uardia da 'uel che potremmo considerare il limite Lpatolo#icoM sul 'uale la dialettica vanifica se stessa come conoscenza di un autentico rapporto tra opposti. < suo #iudizio, dire unit( me#lio che dire identit( (de#li opposti) 11e dire inseparabilit( me#lio che dire unit(1G. 5nfatti, lidentit( de#li opposti una parvenza illusoria che sopra##iun#e 'uando essi sono considerati nella loro vacuit( estrema, o nella loro pretesa autosufficienza assoluta. 8e#el fornisce, al ri#uardo, enunciazioni classiche (-ant ha mostrato che o#ni determinazione astratta dellintelletto, presa soltanto cosC come si d( essa stessa, si rovescia immediatamente nel suo opposto ) 1Ke esemplificazioni di #rande efficacia in alcuni detti popolari e non: summum (us summa in(uria, lanarchia sfocia nel dispotismo e viceversa, chi troppo sale precipitosamente cade, ecc. 10. Se soltanto con lessere determinato ha manifestamente inizio, per 8e#el, la dialettica razionale (ovvero, direi, una dialettica non compromessa con la mistica coincidentia oppositorum), le premesse sono in !latone e in Spinoza. !latone 11 ritiene sensata solo lopposizione, appunto, tra un essere determinato e la sua ne#azione (non la cosa in #enerale, ma una determinata cosa soltanto pu9 confrontarsi con il suo opposto, senza che 'uesto si vanifichi in una sorta di non4senso mistiche##iante, ci9 che accade 'uando diciamo che il non essere % il non essere della Lcosa in #eneraleM % ). Dal canto suo, Spinoza asserisce che 'uellessere determinato, al 'uale soltanto possibile opporre una ne#azione, una ne#azione esso stesso proprio in 'uanto essere determinato (omnis determinano est negatio). Deriva, alla lontana, dalla filosofia aristotelica limpianto he#eliano della dialettica nel suo applicarsi alla realt( in divenire. De opposizioni, infatti, se non si riferiscono soltanto ai modi del nostro possibile pensare, ma anche a ci9 che pensato come possibile
> 'vi, pp. 1K?41K@. 1N =. 5. Denin, !uaderni filosofici, cit., pp. G1?4G1/. Da dialettica scopetta di tendenze contraddittorie opposte (ivi, p. K00). 11 'vi, p. K0K. 1G 'vi, p. >1. 1K I. Q. 2. 8e#el, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, 7orino, T767, 1>/1, par. /1, <##iunta 1. Tn elemento finito spinto allestremo, si rovescia nel suo opposto (ivi, par. /N, <##iunta). 10 'vi, par. /1, <##iunta 1. 11 Qalter "avini ha raccolto, sotto il titolo La dialettica (2irenze, De $onnier, 1>/G), i passi di !latone piA si#nificativi al ri#uardo. 6 cfr. lantolo#ia )ialettiche nel pensiero antico e medievale dai *resocratici alla Scolastica, curata da 2. =idoni, 7reviso, "anova, 1>>@.

(o##ettivamente possibile), hanno sempre carattere dinamico . -ant (sulle orme di .e)ton e di Deibniz) aveva ravvisato un tale carattere nelle opposizioni reali dei corpi fisici sia pure potenzialmente in movimento: in 'uanto 'uei corpi siano sollecitati da forze tra loro contrarie1?. $a soltanto in 8e#el, a dir vero, le opposizioni ac'uistano un carattere storico4dinamico, perch+ concernono il mutamento storico (non il solo movimento)1@. < ri#ore, se la dialettica concerne le teorie del mutamento diacronico (dei tempi storici), non anche 'uelle dellordinamento sincronico (de#li spazi empirici), cade la sua pretesa di occupare lintero campo delle scienze (cio di estendersi alle scienze del sincronico). 5n 'uanto concerne le teorie del mutamento storico, concepito appunto come passa##io da un (determinato) opposto allaltro, la dialettica non estranea a#li eventi (ai mutamenti) fisici, biolo#ici ecc., ossia non deve restrin#ersi a#li eventi antropolo#ici, sociali ecc. $a, se non ha limiti la possibilit( di ricorrere alla dialettica per le costruzioni teoriche che ri#uardino i mutamenti4svol#imenti fisici, biolo#ici ecc., (ossia la storia della natura) non lecito invece avvalersi della dialettica come di procedimento costitutivo della fisica, della biolo#ia ecc. in 'uanto scienze tassonomico4 sperimentali o matematico4sperimentali. 8e#el non si mostra coerente a tal proposito. <##iun#iamo che (come inse#na <ristotele) la dottrina delle opposizioni , appunto, dottrina delle opposizioni, ossia concerne diversi tipi di opposizione, sia pure tra loro correlati. 6 infatti, nel suo uso piA coerente, la dialettica del mutamento si presenta in forme diverse, pur se riferita a#li eventi antropolo#ici, sociali ecc. < ma##ior ra#ione, essa si diversifica se da#li eventi antropolo#ici, sociali ecc. si trasferisce a#li eventi (ai mutamenti) fisici, biolo#ici ecc. (ossia alla storia della natura). "ade pertanto anche la pretesa (di 6n#els o della lettura en#elsiana di 8e#el) che essa possa ripresentarsi con la stessa forma % con un modulo invariante % per 'ualsivo#lia re#ione delle scienze del diacronico. Si pu9 forse dire, con Jerti, che in 8e#el la dialettica implica rifiuto del principio Eantiano di identit(, non propriamente del principio aristotelico di non contraddizione. 5n altri termini: in 'uanto le opposizioni si riferiscono ai modi del nostro possibile pensare la storia prima che al pensato (storico), vale anche per 8e#el il principio lo#ico aristotelico di non contraddizione: due termini opposti non possono appartenere nello stesso tempo e sotto il medesimo ri#uardo al medesimo so##etto . 5n 'uanto le opposizioni si riferiscono a ci9 che pensato come possibile nella sua concreta storicit(, non vale per 8e#el il principio lo#ico Eantiano di identit (ciascun so##etto % sempre % identico a se medesimo). !erci9 8e#el, con terminolo#ia provocatoria, chiama contraddizioni (reali) le opposizioni che si riferiscono a ci9 che pensato come realt( in divenire e affida ai processi reali % non soltanto al pensare che vo#lia liberarsi dallerrore % il superamento delle contraddizioni intese come (reali) opposizioni storico4 dinamiche. =edremo infatti che il divenire delle cose intrinsecamente contraddittorio in 'uanto in esso convivano tempi lo#ico4storici diversi: cio in 'uanto in esso i termini opposti % come prescrive <ristotele % non apparten#ano nello stesso tempo e sotto il medesimo ri#uardo al medesimo so##etto . "he alcune espressioni di 8e#el sembrino talvolta su##erire il contrario non altera la sostanza dei suoi concetti.
1? De Eantiane 'uantit( ne#ative , pur essendo entit( matematiche, hanno il loro fondamento reale in 'uelle stesse forze fisicheH 1@ =i , certamente, in 8e#el anche il lascito, come era solito ripetere Ialvano della =olpe, di una rispettabile tradizione mistica ("usano) o panteistica (Jruno)& ma, nel privile#iare la % non cattiva % infinit( , 8e#el la intende come sinonimo % commenta Jerti contro "olletti % di processualit(& mentre, nel contrapporla al finito , il filosofo di Stoccarda intende la finitezza come sinonimo di ci9 che sta fermo perch+ non (o non piA) in divenire.

Dalle nozioni aristoteliche di potenza (d+namis) e atto (energheid) deriva il principio in base al 'uale, come ho accennato, il divenire delle cose intrinsecamente contraddittorio in 'uanto in esso convivano tempi lo#ico4storici diversi. .el considerare i tipi di opposizione derivati dalle nozioni aristoteliche di potenza e atto, dobbiamo precisare che #li opposti possono essere entrambi presenti in 'ualcosa (con unapparente infrazione al divieto aristotelico) se in 'ualcosa, o me#lio in una stessa fi#ura storica, vi attualmente un opposto e potenzialmente laltro, ossia se un opposto vi si trova nel tempo attuale e laltro opposto si situa in un tempo potenziale. "he nella terminolo#ia he#eliana in s+ (an sich) si#nifichi in potenza chiarito dallo stesso 8e#el e dai suoi interpreti. 7ra lin s+ e il per s+ corre un rapporto che pu9 essere esemplificato, afferma 8e#el nella Fenomenologia, dal rapporto intercorrente tra lembrione e luomo #i( formato 1/& e a##iun#e: lin s, come il fine che ancora soltanto un interno# e che 'uindi dovr( estrinsecarsi e divenire per s, 1>. "hiamiamo dun'ue opposizione interna 'uella tra lopposto attuale e lopposto potenziale. Se lopposto potenziale si traduce in atto a sua volta, allora esso viene a collocarsi in una fi#ura storica diversa che, rispetto alla fi#ura precedente, ora in un rapporto di opposizione esterna. !erci9 8e#el pu9 distin#uere la relazione tra la cosa e il suo altro interna alla cosa stessa da una relazione esterna (lent-usserte efle.i/n della Scienza della logica), tra la cosa e un suo altro fattosi, a sua volta, unaltra cosa: separata o indipendenteGN. R vero che 8e#el, specialmente in altri passi G1, considera la relazione esterna, per cosC dire, come un #rado inferiore della dialettica (come 'uello della semplice alterit( tra lu#ua#lianza e la dise#ua#lianza , inferiore alla dualit( tra identit( e diversit( , a sua volta inferiore al rapporto di opposizione , come opposizione interna appunto). 6d vero che e#li tende a attribuire ai limiti dellintelletto astraente o schematizzante la nozione stessa di una relazione esterna, trascurando il fatto che o#ni opposizione esterna il risultato di un reale processo di sviluppo in virtA del 'uale il lato potenziale di unopposizione interna si fa elemento attuale nella stessa opposizione esterna. $a altrettanto vero che 8e#el co#lie molto bene un carattere a nostro avviso decisivo della processualit( dialettica 'uando avverte che in ciascuno dei lati dellopposizione divenuti indipendenti (e distanziatisi pertanto per una loro opposizione fattasi esterna) si ripresenta laltro come nuova opposizione interna. Dopposizione esterna tra due fi#ure (storiche) pu9 darsi in rapporti differenti. Da prima fi#ura pu9 permanere ancora come entit( separata, LaccantoM o LsottoM o LsopraM la seconda, o invece pu9 nel frattempo dile#uarsi: ossia i due opposti esterni coesistono, sia pure separati, o si escludono a vicenda in 'uanto il subentrare del secondo comporti, sia pure tendenzialmente, la cessazione del primo (mors tua vita mea ). Se i due opposti esterni possono coesistere come entrambi attuali, perch+ risultano dislocati in entit( lo#ico4storiche diverse ma sincr:nicamente complementari, lopposizione esterna una opposizione non antagonistica. Dopposizione non anta#onistica 'uella che concerne i rapporti di condizionamento tra due elementi o tra due momenti. Se invece i due opposti si escludono a vicenda diacronicamente, perch+ uno dei due tende a sostituire laltro nella vicenda storica, allora lopposizione antagonistica e, in tal caso, la dialettica concerne la
1/ Fenomenologia dello Spirito, cit, p. 1?. 1> 5vi, p. G1. <nche Denin sottolinea che in s+ si#nifica in potenza ( !uaderni filosofici, cit., p. GGG)& ma, dopo aver precisato che o#ni cosa in s+ e per altro (ossia che il suo essere in s+ si riferisce a un suo, potenziale, essere per altro), si domanda si#nificativamente: che sarebbe una (Eantiana) cosa in s+, che fosse unicamente tale, senza nel contempo esser per altroH !er Denin, nella domanda #i( contenuta limpossibilit( della risposta (ivi, p. >@). GN Scienza della logica, cit., libro 55, pp. 0@K40@?. G1 !er esempio, ivi, pp. @G4@1.

LlottaM e il LconflittoM storicamente possibili. Dopposizione anta#onistica 'uella che concerne i rapporti di determinazione tra due elementi o tra due momenti. Da differenza tra opposizione anta#onistica e opposizione non anta#onistica reperibile soprattutto in $ar3GG eBo nella successiva tradizione mar3istaGK. $a i rapporti non anta#onistici da condizionante a condizionato (e, con minore evidenza, 'uelli anta#onistici da determinante a determinato) si confi#urano pur sempre come rapporti di azione reciproca tra #li opposti, bench+ lazione di un opposto solitamente preval#a sullazione dellaltro. 5l condizionato pertanto, in varia misura, un ricondizionato e il determinante un redeterminato. 7ra i diversi momenti si esercita unazione reciproca. 6 'uesto avviene in o#ni insieme or#anico : cosi $ar3, in *er la critica delleconomia politicaG0. 6 6n#els: cause ed effetti si scambiano continuamente la loro posizione G1. Dopo aver osservato che 8e#el prende in considerazione non tanto le cause 'uanto le azioni reciproche G?, Denin accenna a una tra le possibili definizioni della dialettica in 'uanto essa consista, essenzialmente, nella reciproca dipendenza G@ tra #li opposti. K. Linversione 0tra opposizioni interne1. Dicevo che, per 8e#el, in ciascuno dei lati dellopposizione OesternaP divenuti indipendenti , si ripresenta laltro come nuova opposizione interna. .on possibile comprendere la dialettica secondo $ar3 e, a piA forte ra#ione, la dialettica secondo Iramsci se non si tiene nel debito conto la re#ola di 'uel ripresentarsi dei due lati in ciascuno di essi, pur dopo che ciascuno sia divenuto indipendente dallaltro. Tna tale re#ola, nella tradizione he#eliana, rende ra#ione di alcuni termini e di alcuni concetti ricorrenti: del termine aufheben si#nificante, per 8e#el, conservare e insieme metter fine (Uualcosa tolto solo in 'uanto entrato nella unit( col suo opposto ) G/& del concetto he#eliano di un concreto che, nota 2. =idoniG>, vale come conerezione , a sua volta traducibile, a##iun#iamo, con compenetrazione (de#li opposti) KN.
GG 2. =idoni (cfr. )ialettiche nel pensiero contemporaneo da Fichte a 2adamer , 7reviso, "anova, 1>>?, p. 0N) menziona la tesi di Jobbio (in <a. =v., Studi sulla dialettica, 7orino, 7a*lor, 1>1>) secondo la 'uale vi sono due dialettiche in $ar3: una dialettica della relazione (ad esempio, tra struttura e sovrastruttura) e una dello svol#imento (ad esempio, da capitalismo a comunismo). 5n merito a 'uestultima, $ar3 sostiene che allanta#onismo presente nei rapporti di produzione bor#hesi conse#ue il superamento dello stesso anta#onismo (*er la critica delleconomia politica , ,oma, 6ditori ,iunti, 1>1@, p. 11). 8e#el, invece, non aveva chiarito ade#uatamente la distinzione tra le due dialettiche. .ella sua Fenomenologia dello spirito (cit., p. G), aveva ra#ionato di una data forma che soppianta laltra, essendo le due tra loro incompatibili, ma aveva a##iunto che, nello stesso tempo, come momenti dellunit( or#anica , le due forme non sono in contrasto reciproco (non si respin#ono ). GK "fr. 2. =idoni ()ialettiche nel pensiero contemporaneo, cit., p. 11) accenna particolarmente a $ao47se4tun#. G0 *er La critica delleconomia politica, cit., p. 1/@. G1 2. 6n#els, %ntid&hring, cit., p. G1. G? =. 5. Denin, !uaderni filosofici, cit., p. 110. G@ 'vi, p. 1/>. G/ I. Q. 2. 8e#el, Scienza della Logica, cit., p. 1GG. Secondo lantidialettico D. "olletti (cfr. l5ntroduzione ai leniniani Uuaderni filosofici, cit., p. VV55), l %ufhebung to#lie e conserva, ma in relazione a o##etti diversi (ossia, senza smentire <ristotele e il suo principio di non contraddizione). G> "fr. 2. =idoni, )ialettiche nel pensiero contemporaneo, cit., p. G1. KN Da compenetrazione de#li opposti sarebbe la seconda le##e della dialettica, a #iudizio di 2. 6n#els (cfr. )ialettica della natura, ,oma, 6dizioni ,inascita, 1>1N, p. KG). .ell %ntid&hring (cit., p. G1), 6n#els afferma che i due poli di una opposizione si contrappon#ono e insieme si compenetrano. Denin, nei citati !uaderni filosofici, dopo aver riportato (a p. 1N1) lhe#eliano ciascuno in s+ stesso 'uesta unit( (nella finitezza contenuta linfinit(, laltro di s+ stessa ), sottolinea (a p. G1>) che la dialettica mostra come a 'ualsiasi o##etto conven#a una 'ualche determinazione , ma anche la determinazione opposta .

Dopposizione esterna d( luo#o a una nuova opposizione interna allinterno della nuova fi#ura, perch+ in essa (ovvero nellopposto #i( potenziale, ora attualizzatosi o autonomizzatosi) pur sempre presente laltro opposto. =i presente come momento subordinato virtuale. 5n tal caso, il termine virtualit( non sinonimo di potenzialit(, ma indica una LricapitolazioneM #enetica o una Ltraccia anamnesticaM o ancora una presenza residuale o % absit in(uria % un LrelittoM lo#ico4storico. 5l virtuale, in tal caso, presente come lopposto divenuto inattuale nel suo ritrovarsi dentro laltro opposto divenuto attuale (tanto nel caso in cui % fuori % 'uel primo opposto si conservi attuale come entit( separata 'uanto nel caso in cui il primo opposto si sia ormai dile#uato nel dare ori#ine alla presenza autonoma del secondo). !er inciso, dir9 che la realt( virtuale delle comunicazioni odierne solitamente, a dir vero, realt( residuale % come nel so#no % e 'uindi tuttaltro che potenzialit( K1. Da classica riduzione artistica del mondo nei limiti di un solo ed esclusivo mezzo omo#eneo (ad esempio, puro suono o puro colore ecc.), riduzione teorizzata da 2iedler e, sulle sue orme, dal #iovane DuEFcs, delimita una realt( capace di arricchirsi e potenziarsi nellartista o nel fruitore dellopera darte. <l contrario, la polivalenza massmediolo#ica sovente realt( indebolita (addensamento spettrale, cumulo di refusi nel sonno della ra#ione). Da televisione che allarmava !opper, la simbiosi tra imma#ini televisive e virtualit( computerizzate che allarma $aldonado sono, nella critica di Derrida, il compimento di un cammino tecnolo#ico #i( iniziato, in precedenza, dalla cinemato#rafia. <d opera di 'uelle tecniche, levento passato si ripresenta& ma, nel ripresentarsi, non appare circondato dallaura proustiana di un non pi3 (che + perduto ancorch+ rievocato, o ritrovato nella memoria), appare invece come un ora o come un ancora. 5n altri termini, il ripresentarsi non appare come un riaffacciarsi nel presente di un suo opposto fattosi internamente subordinato al presente, ma come un (illusionistico) sostituirsi al presente di 'ualcosa che pretenda annientare la propria provenienza dal passato. Donde la definizione derridiana di 'uella virtualit( come apparenza spettrale o fantasmatica, come apparente ritorno in vita di spettri (che, spesso, sono spettri di altri spettri). !erci9 mi paiono su##estive % profetiche % e insieme rischiose le Tesi di JenWamin sulla storia. ,icercare nel passato le ener#ie soffocate che possono ancora tradursi nel (blochiano) novum certamente compito delle forze rivoluzionarie, ma concepire la rivoluzione come una vendetta messa in atto da coloro che furono oppressi in passato (e che ora debbano irrompere come so##etti redivivi di un presente dallo s#uardo an#elicamente volto allindietro) ricorrere a una bella e efficace metafora, o a un mito ri#eneratore di tensioni redentrici, non attenersi alle condizioni o##ettive della dialettica storica. Se le nozioni di opposizione interna e di opposizione esterna sono da 8e#el messe in opera in sin#oli passa##i del suo sistema, il rapporto di inversione tra le opposizioni interne di due opposizioni esterne me#lio chiarito da $ar3. .ell Einleitung del 1/1@ le##iamo che una stessa cate#oria piA semplice pu9 esprimere i rapporti predominanti in un insieme poco sviluppato oppure i rapporti subordinati di un insieme piA sviluppato , ossia pu9 esprimere rapporti che erano predominanti nellinsieme poco sviluppato e diventeranno, in se#uito, subordinati nellinsieme piA sviluppato. Se desi#namo con % il rapporto predominante in un insieme poco sviluppato e con 4 'uello predominante in un insieme piA sviluppato, allora O%(b)P O(d)4P. "on un poco di Lbuona volont(M forse possibile accostare lanzidetta re#ola dellinversione al concetto (che, altrimenti, resterebbe piuttosto va#o o ambi#uo,
K1 !. D+v* ('l 5irtuale, trad. it., "ortina 6ditore, 1>>@) osserva che, a fronte del (piA lar#amente analizzato) passa##io dal possibile al reale, vi un passa##io inverso: dallattuale al virtuale appunto.

specialmente nei testi en#elsiani) di una ne#azione della ne#azione . Uuestultima pare infatti intelli#ibile soltanto se la si consideri indicativa di una opposizione interna la cui direzione (la cui dominanza) risulti rovesciata 'uando essa abbia dato luo#o a (e si ripresenti allinterno di) una opposizione fattasi esterna rispetto ad essa, o resa autonoma e indipendente da essa. .ellesempio mar3iano addotto pocanzi i rapporti predominanti in un insieme poco sviluppato si oppon#ono ai rispettivi rapporti subordinati ne#andoli & ma, poich+ in un insieme piA sviluppato la dominanza si rovescia, potremmo dire che nellinsieme piA sviluppato ne#ata 'uella prima ne#azioneKG. 5n una dialettica non piA he#eliane##iante, dobbiamo escludere che la ne#azione della ne#azione possa identificarsi con la sintesi concepita alla maniera di 8e#el, ossia come un terzo termine chiamato a ricomporre e insieme a rimuovere i due termini opposti. 5nfatti, la sintesi ha luo#o sempre in uno dei due termini (o, me#lio, in entrambi). 6, daltra parte, poich+ lopposizione denota sempre una processualit(, se il terzo uno dei due termini compenetrato dallaltro, nulla vieta che laltro si faccia valere a sua volta con modalit( nuove e come una (nuova) sintesi: avremmo, in tal caso, un 'uarto e il processo potrebbe conoscere sviluppi ulteriori. !er Denin, la Ltriplicit(M della dialettica il suo lato esteriore, superficiale KK. 5l rapporto di inversione tra le % nuove % opposizioni interne riaffioranti in ciascuno dei due opposti fattisi esterni o indipendenti luno dallaltro (ossia il rapporto di inversione osservabile 'uando, in due opposti esterni, si confrontino le rispettive opposizioni interne) pu9 essere cosC esemplificato, traducendo o parafrasando liberamente la lettura proposta da Jerti K0 della (mar3iana) dialettica merce4denaro. !er $ar3, il prodotto4merce , nella sua forma attuale, un bene (un valore) duso o di consumo& ma, in 'uanto potr( essere LusatoM come mezzo di scambio (potr( essere scambiato con un altro bene o essere convertito in denaro), esso anche, nella sua forma potenziale, portatore di un valore di scambio. =iceversa, il denaro % 'uando fa la sua apparizione lo#ico4storica % , nella sua forma attuale, valore di scambio ( 'uel che circola nelle compravendite) ed virtualmente % nel senso di residualmente % valore duso (era, in 'uanto metallo prezioso o anche rettan#olo di carta ecc., un bene fruibile come tale). 5n altri termini, 'uando il valore di scambio diviene fi#ura autonoma prendendo corpo nel denaro, il denaro , per la propria forma, valore di scambio, eppure resta secondariamente, per la forma perduta e tuttavia conservata, valore duso. Da dialettica merce4denaro occupa la prima sezione del primo libro del 6apitale. $a, per penetrare nel cuore del modo di produzione capitalistico, dobbiamo comprendere appieno la dialettica che concerne il lavoro salariato. .ei 7anoscritti economico8filosofici del 9:;; il concetto he#eliano di alienazione riferito allannullamento delloperaio nel (risultato del) suo lavoro, che #li estraneo, che un bene altrui. 5l lavoro esterno alloperaio . 7ra il lavoratore, da un lato, e il lavoro, dallaltro, vi dun'ue opposizione esterna: il lavoratore salariato si aliena nel lavoro, perch+ trasferisce le proprie capacit( e le proprie forze vitali in un lavoro che piA non #li appartiene, che #li sottratto. Se le##iamo 'l capitale, apprendiamo che lopposizione esterna tra il lavoratore e il
KG 5n 6n#els si trovano esempi pertinenti e, piA spesso, esempi impropri (cfr. %ntid&hring , cit., pp. 10G, 100 ecc.). KK =. 5. Denin, !uaderni filosofici, cit., p. GG?. Del resto, lo stesso 8e#el, in 'ualche passo della sua Logica, allude alla possibilit( che vi sia un 'uarto termine. K0 "fr. 6. Jerti, Da contraddizione in <ristotele, -ant, 8e#el e $ar3 , in La contraddizione, a cura dello stesso Jerti e di altri, ,oma, "itt( nuova 6d., 1>@@, p. G0. "redo che conver#ano, su una linea interpretativa simile a 'uella di Jerti, alcuni lavori di 6. Irassi: cfr. L"esposizione dialettica# nel 6apitale di 7ar., ,oma4$atera, Jasilicata 6ditrice, 1>@?, e Logica formale e contraddizione. ' molteplici aspetti della dialettica, .apoli, Da "itt( del Sole, 1>>@.

lavoro presuppone lopposizione, interna al lavoratore, tra la sua semplice esistenza attuale di individuo vivente e il suo offrirsi (come merce, anche in 'uesto caso) nella forma di forza4lavoro, ossia di lavoro potenziale. Dopposizione si fa esterna 'uando il lavoro potenziale diviene lavoro in atto, lavoro realizzato o lavoro senza a##ettivi. Senonch+ (per la re#ola dellinversione), allinterno del lavoro realizzato si ritrova % come parte subordinata di esso % 'uella stessa realt( vivente del lavoratore che nel lavoratore, abbiamo visto, era in rapporto di opposizione interna con la sua forza lavoro. .ella dialettica del capitale, infatti, il lavoro realizzato contiene, come una sua parte, le'uivalente dei mezzi di sussistenza necessari a mantenere in vita (e a riprodurre) il lavoratore. $a, se losserviamo nel suo carattere principale, il moderno lavoro realizzato eccede 'uei mezzi necessari, ossia % in re#ime capitalistico % pluslavoro. 6d ecco la nuova (inversa) opposizione interna che scopriamo nel lavoro fattosi esterno al lavoratore: lopposizione, appunto, tra lavoro riproducente il lavoratore e (produzione di) pluslavoro, opposizione nella 'uale il pluslavoro ha carattere dominante, mentre il lavoro riproducente ha funzione subordinata. 8o detto preliminarmente che la dialettica 'ual concepibile dopo 8e#el e $ar3 concerne i rapporti di opposizione nel mutamento. $a ho a##iunto che, in ciascuna fi#ura lo#ico4storica del mutamento, un opposto si ritrova allinterno dellaltro o come realt( potenziale o come realt( virtuale (residuale, anamnestica). "i9 si#nifica che i rapporti dialettici escludono la possibilit( di fare ricorso, per essi, alla nozione di un tempo lineare (oltre che di un tempo continuo). Tn dato tempo potenziale in tutto o in parte (per un suo se#mento) incluso in un dato tempo reale. 5n tal senso il dopo parzialmente incluso nel prima (e, in talune circostanze, pu9 far LsaltareM 'uel che era prima, pu9 avere efficacia dirompente su 'uel che era prima). $a possibile anche una relazione inversa: in tal caso, un dato tempo reale include un se#mento di tempo virtuale (o residuale), ovvero il prima parzialmente incluso nel dopo. .ella Logica di "roce, che muove da presupposti idealistici, la dialettica ammette soltanto la seconda relazione: 'uella in virtA della 'uale il prima parzialmente incluso nel dopo (ad esempio, poich+ larte #rado detto aurorale dello spirito, essa inclusa nel #rado ulteriore della teoresi, ovvero nella sintesi concettuale di individualit( e universalit(& e parimenti lutile % in 'uanto #rado inferiore dello spirito pratico % ricompreso nel bene o nella vita etica). "roce denomina implicazione K1 un tal rapporto, ma il termine pu9 essere impie#ato anche da un filosofo materialista che privile#i o consideri unicamente il rapporto inverso, da uno strato piA elementare o piA remoto includente a uno strato piA elevato o piA prossimo che sia (per retroazione o anticipazione) parzialmente incluso in 'uello piA elementare o piA remoto. !er 'uestultimo rapporto, di marcata impronta materialistica, <lessandro $azzoneK? impie#a felicemente il termine imbricazione che, a mio parere, pu9 essere preferito al termine implicazione anche per il rapporto di tipo crociano, in virtA del 'uale una forma sovraordinata (o una temporalit( susse#uente) includa una forma piA elementare (o una temporalit( antecedente).
K1 7ra poesia e pensiero, pur nella loro netta distinzione, non si ha parallelismo e dualismo, ma rapporto or#anico di connessione nella distinzione, dimplicazione della prima forma nella seconda, di precipitazione della seconda nella prima (J. "roce, Logica come scienza del concetto puro, 'uinta edizione riveduta, Jari, Daterza, 1>G/, p. @K). <nche lattivit( pratica si partisce in un primo e secondo #rado, 'uesto implicante 'uello (J. "roce, Estetica come scienza dellespressione e Linguistica generale , settima edizione riveduta, Jari, Daterza, 1>01, p. ?1). 5 'uattro momenti simplicano re#ressivamente per la loro concretezza: il concetto non pu9 stare senza lespressione, lutile senza luna e laltro, e la moralit( senza i tre #radi che precedono (ivi, p. ?/) K? .ella sua relazione al simposio senese su Dialettica e razionalit( alla fine del VV secolo (1041? marzo 1>>@).

< "roce e al filosofo materialista fa difetto la co#nizione della biunivocit < nel senso anzidetto: dalla struttura alla superstruttura e viceversa, dal prima al dopo e viceversa < dei rapporti di inclusione tra tempi storici, biunivocit( ben presente invece nel Iramsci teorico della dialettica. < "roce e al filosofo materialista fa difetto, peraltro, anche la tematizzazione della pluralit, per o#ni dato tempo, dei tempi che vi siano inclusi, ora come tempi anteriori virtuali ora come tempi ulteriori potenziali (e 'uindi possibili, pur se non tutti compossibili). Della pluralit( di esiti potenziali, racchiusa persino nella sin#ola materia in apparenza la piA inerte, ben consapevole 6rnst Jloch. 6 della pluralit( dei possibili esiti volontari della nostra prassi individuale o collettiva (della libert( come scelta, sia pure parzialmente condizionata, tra possibili o come storicamente ac'uisita pro#ettualit( antropolo#ica, non come mera coscienza della necessit( ) ancor piA consapevole <ntonio Iramsci. Da nozione di una pluralit( di tempi lo#ico4storici tra loro interconnessi ci riconduce alla dialettica della totalit( (o alla dialettica come totalit( ) che, elaborata dapprima da 8e#el, si ritrova in DuEFcs e in Iramsci. 5l vero lintiero aveva sentenziato 8e#el K@. 6 #li fa eco il pensiero mar3ista K/. 5n specie, il DuEFcs #iovane e 'uello maturo ci propon#ono formulazioni forti che culminano nei complessi di complessi osservati dalla tarda riflessione ontolo#ica del pensatore un#herese K>. !ur senza fare esplicito riferimento alla nozione di totalit( (dialettica), anche $ao4 7se4tun# vi si riconduce 'uando discetta di contraddizioni principali e secondarie (a volte intercambiabili), di aspetti (o lati o elementi) di una opposizione principali e secondari o di una non sempre principale funzione della struttura nel suo confrontarsi con la sovrastruttura0N.

K@ .ella Fenomenologia, cit., p. 11. K/ !er $ar3, produzione, distribuzione e scambio non sono sono identici , ma sono membri di una totalit( (*er la critica delleconomia politica , cit., p. 1/?). .ella totalit( del mondo , dichiara 6n#els, v universale azione reciproca (%ntid&hring , cit., p. G1). K> Dinterazione deve andare oltre il reciproco influsso di o##etti altrimenti immodificabili perch+ o#ni modificazione modificazione del rapporto con lintero e 'uindi de#li stessi o##etti che entrano in rapporto con lintero (Storia e coscienza di classe, $ilano, Su#ar 6ditore, 1>?@, p. 1/). 5n *er lontologia dellessere sociale (55, tomo primo, ,oma, 6ditori ,iuniti, 1>/1, p. GGK) DuEFcs afferma: proprio perch+ il funzionamento corretto a un livello superiore del complesso totale asse#na al complesso parziale specifiche funzioni parziali, 'uesto assume una certa autonomia . 6 infine (nei *rolegomeni allontologia dellessere sociale. !uestioni di principio di unontologia oggi divenuta possibile , $ilano, Iuerini e <ssociati, 1>>N, p. 1K/): il momento che fun#e da parte Oin un dato complessoP pu9 entrare in colle#amento con altri complessi come intero & inversamente, pu9 verificarsi che un intero si inserisca come parte in un complesso piA ampio, e cosC via . 0N "fr. in 2. =idoni, )ialettiche nel pensiero contemporaneo, cit., p. 11.

VII. LA DIALETTICA NELLA VERSIONE GRAMSCIANA

1 . Limpossibile e il possibile nellutopia. Nei Manoscritti del 1844, il prodotto del lavoro una merce che tramuta in merce lo stesso lavoratore (la sua forza lavoro, dir Marx pi tardi . !"operaio delle prime fa##riche capitalistiche $uanto pi produce tanto meno consuma, ossia tanto meno fruisce o %ioisce del suo produrre. &e l"uomo , per sua natura, un essere universale e li#ero che tende a costruire secondo le le%%i della #ellezza e a ricercarvi un superiore %odimento, nel lavoro salariato l"essenza dell"uomo non pi il fine dell"uomo, ma un mezzo per la sua esistenza. '" cos( rovesciato l"ordine naturale. ()l %iovane Marx invoca un compiuto naturalismo che sia perci*, nello stesso tempo, autentico umanismo e anche nel Marx maturo perman%ono umanismo assiolo%ico e naturalismo eziolo%ico+ perci* discorrere dell"umanesimo in Marx e$uivale a interpretare Marx come il filosofo della li#erazione umana . 'ppure, l"opposizione esterna tra il lavoratore e il lavoro, #ench, caratterizzata da sfruttamento (e alienazione del lavoratore, non ancora un"opposizione anta%onistica in senso proprio, perch, nel modo di produzione capitalistico il lavoro presuppone il lavoratore e il lavoratore presuppone il lavoro come condizione essenziale. ' tuttavia si annida nel modo capitalistico un"opposizione interna che pu* dar luo%o a un"opposizione esterna anta%onistica. -i esprimeremo con una terminolo%ia non certo marxiana. Nel modo capitalistico domina una lo%ica del soggetto acquisitivo mediante lo scambio identitario tra uguali-disuguali (riconduci#ile, sul versante culturale, alla fi%ura moderna della razionalit discorsiva, nella $uale l"uno cerca di aver .ra%ione/ dell"altro, appunto, mediante lo scam#io delle ar%omentazioni conver%enti0diver%enti . 1uella lo%ica include in s, 2 come un suo opposto su#ordinato 2 la lo%ica delle regole limitanti o vincolanti il li#ero potere ac$uisitivo esercitantesi mediante %li scam#i 1. !"opposizione si fare##e esterna e anta%onistica se e $uando il momento su#ordinato si autonomizzasse e si facesse dominante in un rapporto (inverso nel $uale la lo%ica ac$uisitiva si riducesse essa a momento su#ordinato. Nella formazione storica come sistema complessivo si dispie%here##e, in tal caso, una lo%ica della norma generale 2 ovvero, diciamo pure con 3ramsci, un primato dell"etico0 politico nella forma comunista 2 che includere##e in s,, come un suo opposto su#ordinato, la lo%ica delle razionalit speciali premiate (riconduci#ile, nella tarda modernit, allo specialismo proprio della ra%ione scientifica, protesa verso sempre nuove ac$uisizioni e innovazioni vanta%%iose . Nel sottosistema della produzione il modo comunistico, allora, potre##e e dovre##e contenere in s, elementi capitalistici,
1 4ac$ues 5idet (cfr. !"orie de la modemit" suivi de Mar# et le marc!e , 6aris, 678, 199: contrappone alla forma del contratto interindividuale, o del mercato, $uella del contratto sociale, o del piano, e considera $uest"ultima come una presenza sempre immanente, #ench, su#ordinata, nel modo capitalistico. &econdo 5idet, Marx sottovaluta $uella su#ordinata presenza.

cos( come il modo capitalistico suol conservare in s, un .lascito/ precapitalistico, da un lato, e su#ordinare a s, un .presa%io/ postcapitalistico, dall"altro. Marx non lo dice (nella $ritica al %rogramma di &ot!a dice, piuttosto, che il comunismo si sviluppere##e in due tempi' dei $uali il primo soltanto sare##e ancora intriso di una residuale lo%ica capitalistica . 'ppure lo stesso Marx enuncia il concetto di una necessaria inversione della dominanza (o della subordinazione , ad esempio, $uando descrive un passa%%io al moderno nel $uale un"industria che era parte dell"a%ricoltura (e le era su#ordinata diviene un"industria che su#ordina e incorpora l"a%ricoltura come una sua parte. 6erci* chi reputa che il modo comunistico non de##a contenere in s, anche un settore capitalistico come un suo opposto su#ordinato (chi presume di poter a#olire totalmente per decreto, in un sedicente socialismo realizzato, $ualsiasi sopravvivenza capitalistica, o%ni iniziativa individuale, o%ni traccia di profitto ecc. si colloca a%li antipodi della pi profonda, se pure implicita, lezione metodolo%ico0storica di Marx, che centrata 2 come ho mostrato sopra 2 sul concetto di una necessaria inversione della dominanza (o della su#ordinazione . )l farsi dominante dell"elemento prima su#ordinato comporta che esso de##a pur sempre fare i conti con una relativa sopravvivenza storica del suo opposto non pi dominante (la pretesa di sopprimerlo totalmente, facendo di s, un;entit irrelata, sare##e .punita/ con l"improvvida restaurazione della dominanza antecedente, come la storia di $uesti ultimi decenni del secolo ci inse%na . '##ene, 3ramsci colui che ha formulato nei termini pi espliciti la validit, per la dialettica, di $uella condizione sine qua non, anche se dalla concettualizzazione de%li eventi trascorsi ci si vol%a alla prefi%urazione dei tempi a venire (del comunismo . -on terminolo%ia he%eliana, e%li si pone il pro#lema di una sintesi che pu* sopra%%iun%ere in due modi opposti+ o, secondo un modulo idealistico0he%eliano, come riassor#imento di parte dell"antitesi nella tesi o, viceversa, come conservazione di elementi della tesi nell;antitesi (la $uale, pertanto, si riproporre##e essa stessa nella forma della sintesi . )n una dialettica rivoluzione0restaurazione (la formula del 1uinet , non vero che soltanto il vecchio re%ime si mostri capace, nei modi della restaurazione appunto, di ricomprendere in s, anche alcuni tratti della rivoluzione. <ovre##e aver luo%o anche il rapporto inverso+ tra il nuovo (la rivoluzione che sussume e il vecchio che si lascia sussumere. &i tratta dun$ue di accertare se l;elemento rivoluzione o $uello restaurazione che prevale= anche nel cosiddetto cesarismo, che pertanto pu* essere re%ressivo o pro%ressivo>. ', infatti, non vero che al prevalere dell;elemento restaurazione de##a attri#uirsi, come so%liono i moderati (e 5enedetto -roce , si%nificato positivo+ 3ramsci considera tale scelta, in sede teorica, una mutilazione dell"he%elismo e della dialettica?. &i%nificato positivo ha, invece, il prevalere dell;elemento rivoluzione. @ tal proposito, 3ramsci %iudica necessarie alcune precisazioni. &e si pu* affermare, %enericamente, che la sintesi conserva ci* che vitale ancora della tesi, superata dall;antitesi, non si pu* affermare, senza ar#itrio, ci* che sar conservato A...B senza cadere nella concezione di una storia a dise%no C. 6er una dialettica realmente storicistica, l"innovazione conserver certamente una parte del passato, ma che cosa si dovr conservare risulter dal processo stesso (non da scelte ar#itrarie, sulla carta D. 6i esattamente+ nella fase della lotta, allorch, le forze conservatrici manten%ono ancora la supremazia, o%ni antitesi deve necessariamente porsi come radicale
> ? C D (uaderni del carcere, cit., p. 1E19. )vi, p. 1>>:. )vi, p. 1?>F. )vi, p. 1?>D.

anta%onista della tesi, fino a proporsi di distru%%erla. !a pretesa che essa rinunci all"anta%onismo e$uivale al tentativo di snervare l"antitesi, di ridurre la dialettica a un processo di evoluzione riformistica .rivoluzione0restaurazione/, in cui solo il secondo termine valido (che anche il riformismo possa, suo mal%rado, far maturare l"anta%onismo altra $uestione, certo non trascura#ile E. )l lettore co%lie in $ueste affermazioni l"eco dello spirito di scissione teorizzato soprattutto dal %iovane 3ramsci, non insensi#ile alle formule soreliane. 'd indotto a chiedere, il lettore, come si concilino tra loro la summenzionata condizione necessaria di un anta%onismo che, nella lotta, si propon%a di distru%%ere l"avversario e un"altra condizione necessaria, tipicamente %ramsciana, in #ase alla $uale la parte impe%nata nella lotta parte attiva solo se consapevole delle proprie e delle altrui ra%ioni. 3ramsci osserva infatti, riflettendo sul Gisor%imento, che -avour si mostra consapevole del compito di Mazzini, mentre Mazzini non consapevole del compito di -avour e $uindi scarsamente consapevole del proprio compito. ' a%%iun%e+ H $uesta un"esemplificazione del pro#lema teorico della dialettica F. Issia, l"osservazione sulla differenza tra -avour e Mazzini pu* assumere una valenza pi %enerale. &e non compito soltanto della restaurazione (o del moderatismo riuscire a sussumere come una propria parte l"elemento opposto, ma anche la rivoluzione attuata a%ir in tal modo, possiamo ora precisare+ alla rivoluzione non ancora attuata spetta %i ora il compito di prefi%urare l"astratta possi#ilit e positivit di una tale sussunzione ( c!e cosa si dovr conservare risulter dal processo stesso, ma una direzione rivoluzionaria consapevole %i ora sa che qualcosa dovr essere conservato . >. *ialettica della transizione e egemonia. @##iamo %i passato in rasse%na, in un capitolo precedente, i %iudizi %ramsciani sulla %uerra di posizione, intesa come $uella che comporta sempre un reciproco assedio, e sulla necessit, anche per la parte conservatrice, di promuovere talvolta mutamenti e riformeJ. ' a##iamo se%nalato una delle note intitolate a Machiavelli 9, nella $uale 3ramsci, scor%endo esplicitamente nella dialettica' come metodo di comprensione del reale storico, il luo%o di una appropriata definizione dei concetti di %uerra di posizione e di rivoluzione passiva, formula un %iudizio pi %enerale, che dun$ue si estende anche alla parte attivamente rivoluzionaria e alla (pensa#ile citt futura+ a ciascuna delle parti in lotta si pone il compito di sviluppare tutta se stessa e insieme di incorporare (o, da un altro an%olo visuale, catturare elementi della parte avversa. Nel $uadro di $uel %iudizio pi %enerale possiamo intendere me%lio le notazioni %ramsciane sulla specificit della rivoluzione passiva. )n essa trasformismo l"assor#imento %raduale A...B de%li elementi attivi sorti dai %ruppi alleati e anche da $uelli avversari (forse anche il loro coinvol%imento nella %estione di una crisi del sistema dominante . 'd riformismo il processo di restaurazione che ha accolto una $ualche parte delle esi%enze dal #asso, in assenza peraltro di iniziative consapevolmente innovatrici insor%enti dal #asso= l"ha accolta, per solito, all"indomani di una dura reazione delle classi dominanti al
E )vi, p. 1?>J. &ui possi#ili effetti (involontariamente rivoluzionari del riformismo 3ramsci avverte, nella stessa pa%ina, che le modificazioni molecolari possono modificare la precedente composizione delle forze= la rivoluzione passiva si pu* accostare infatti alla %uerra di posizione (nel suo essere com#attuta dalla parte conservatrice . &ulla rivoluzione passiva come aspetto della %uerra di posizione si veda anche a pp. 1:J9 e 1FF>. F )vi, p. 1FEE. @nalo%hi riferimenti alla dialettica si incontrano a pp. 1>>:, 1?>C, 1J>F e 1JJD. J (uaderni del carcere, cit., pp. 1:JJ01:J9 e 1>>J01>>9. 9 )vi, pp. 1FEE01FEJ.

sovversivismo sporadico, elementare, disor%anico delle masse popolari 1:. Nel KK secolo il fascismo mira cos( a introdurre nella struttura economica elementi di piano (ovvero frammenti del pro%ramma rivoluzionario , senza toccare l"appropriazione individualistica o di %ruppo del profitto. )n tal modo riesce a mantenere in vita l"e%emonia preesistente (della stessa appropriazione individualistica , in specie sulla piccola #or%hesia o sui ceti intermedi11. 1ual la forma esemplare della rivoluzione passiva nel KK secolo, il fascismo o l"americanismoL 3ramsci si domanda se uno svol%imento normale a##ia, come nell"americanismo, il suo punto di partenza nell"intimo del mondo industriale e produttivo o possa avvenire dall"esterno, per la costruzione cautelosa e massiccia di una armatura %iuridica formale che %uidi dall"esterno %li svol%imenti necessari dell"apparato produttivo1>. !a risposta non facile. '" determinante l"usurpazione fascista di una parziale politica di piano, avocata da%li apparati statali, o la pratica de%li alti salari pa%ati dall"industria fordizzata e razionalizzataL ) ritardi storici dell")talia anni trenta possono indurci a %iudicare che, in )talia, la (fascistica fase attuale $uella corrispondente, in un certo senso, alle monarchie illuminate del &ettecento 1?. 6eraltro, l"assenza della fase storica europea che anche nel campo economico se%nata dalla Givoluzione francese ha lasciato la masse popolari americane allo stato %rezzo 1C. Issia+ l"@merica del Nord, #ench, li#era dai parassitismi sociali che perdurano in 'uropa, #ench, connotata da forme di e%emonia padronale realizzate, senza mediazioni, nella fa##rica e proiettate sulla vita privata (dipendente dalla fa##rica delle masse operaie, accusa nondimeno altri e non meno sensi#ili ritardi storici proprio nell"immaturit politica e sindacale delle stesse masse operaie americane 1D. ', potremmo a%%iun%ere alla luce de%li avvenimenti odierni, anche nei limiti culturali di un personale politico che appare ora piuttosto impreparato al ruolo e%emone che vorre##e assumere l"unica superpotenza mondiale. &e riflettiamo me%lio, ora, sul concetto %ramsciano di e%emonia1E, possiamo comprendere che esso certamente, come sapevamo, una traduzione forte del concetto storico0politico di democrazia (di $uella democrazia che, anche per <eMeN1F, non si esaurisce nella re%ola delle ma%%ioranze che decidono, perch, presuppone la capacit delle ma%%ioranze di venire incontro alle convinzioni delle minoranze o di riceverne proposte universalmente condivisi#ili = ma , soprattutto, la cate%oria filosofica centrale 2 valida per il passato e per l"avvenire 2 cui necessario fare ricorso per intendere le possi#ilit e i limiti della dialettica storica in o%ni confi%urazione
1: )vi, pp. 1?>C01?>D= riformismo introdurre piccole dosi del nuovo per salvare il vecchio e per evitare esperienze politiche popolari (di tipo %iaco#ino ecc. + cosi a p. 1>>F. 11 )bidem e p. 1:J9= il li#eralismo, nel K)K secolo, aveva avuto una funzione analo%a nell"operare una sintesi conservatrice tra altre alternative (no#iltO#or%hesia ecc. . 1> )vi, p. >1C:= e cfr. p. >1CE. 1? )vi, p. 1FD:. 1C )vi, pp. >1CE0>1CF. 1D Non ha du##i, al ri%uardo, @rcan%elo !eone <e -astris (cfr. &ramsci rimosso, Goma, <ataneMs, 199F, p. J1 + !"americanismo in s, rivoluzione passiva, data la struttura sociale che consente la tendenziale identificazione tra or%anizzazione e consenso. )l fascismo non in s, rivoluzione passiva, lo in $uanto l"attivit della mediazione0e%emonia si collochi nella pi vasta sfera comprendente &tato e societ civile (in $uanto la societ civile crocianamente li#erale si %iovi dello &tato fascista e del fascismo per salvare la propria e%emonia minacciata . &econdo <e -astris il fascismo , per cosi dire, il #raccio secolare di una mediazione0e%emonia pur tuttavia otchestrata dalla vecchia cultura li#erale del #locco dominante. 1E &ulla centralit del concetto di e%emonia (come capacit di uno &tato in relazione ai concetti di %uerra di posizione e di rivoluzione passiva si sofferma 3. Pacca nel -onve%no fiorentino del 19FF (@a. Pv., %olitica e storia in &ramsci, a cura di 8. 8erri, Goma, 'ditori Giuniti, 19FF . 1F -fr. Mario @lcaro, 4o!n *e+e,. -cienza prassi democrazia, Goma05ari, !aterza, 199F.

epocale+ possi#ilit di varcare le so%lie dell"avvenire inesplorato, limiti nell"esser o##li%ata a fare i conti con un passato declinante che continui a vivere una sua vita su#alterna 1J. !a pretesa di sopprimere l"avversario storico in o%ni sua modalit o forma conduce alla restaurazione di $uello non soltanto per ci* che concerne il modo di produzione o la forma sociale, ma anche per $uanto ri%uarda la forma istituzionale e, direi soprattutto, il modo culturale. Gammentiamo ancora una volta, infatti, che il modo culturale tipicamente moderno 2 o della razionalit discorsiva 2 $uello che impronta di s, la produzione, la societ e la realt istituzionale moderne, immettendovi e potenziandovi, rispettivamente, il lavoro astratto produttivo di ricchezza, il denaro come astratta forma dello scam#io sociale e la forma astratta di una istituzione politica che proclama l"u%ua%lianza de%li individui in $uanto cittadini soltanto. )l passa%%io ipotetico dal moderno al transmoderno comporta invece che una nuova forma istituzionale impronti di s, una nuova forma sociale e nuovi modi di produrre e di fare cultura. Ma nella nuova forma istituzionale sare##e impossi#ile cancellare del tutto $uella antecedente+ il tentativo di annientarla, %iova ripetere, sfocere##e nel riproporsi della antecedente per un processo di restaurazione avente caratteri re%ressivi. 'rano dun$ue in errore le teorie che non si limitavano a se%nalare un"opposizione tra istanza li#erale e istanza democratica= (opposizione inne%a#ile nel moderno, pur se il primato vi appartiene all"idea li#erale ma sostenevano la possi#ilit e la convenienza 2 in uno &tato socialista 2 di realizzare una pienezza di democrazia inte%rale eliminando o%ni traccia di li#ert civili (operazione dialetticamente insosteni#ile . 'rano in errore anche perch, una democrazia inte%rale se realizza, dire##e 3alvano della Polpe, proprio la libertas ma.or e se, pertanto, lun%i dal nullificare la li#ert minore (intesa come somma dei diritti individuali, personali ecc. , mostra invece di saper sussumerla, di non temere il confronto con essa, sia pure esercitando il controllo su di essa e rovesciando l"ordine paradi%matico delle rispettive valenze assiolo%iche. Piviamo o%%i nel clima di una %eneralizzata rivincita del pensiero li#erale, non solo nelle fo%%e pi crude che approdano all"apolo%ia incondizionata dell"economia e della societ di mercato, ma anche ne%li stili inconsueti di una pi sottile tematizzazione dei diritti umani intesi, riduttivamente, come diritti individuali e perci* anteposti ai diritti0 doveri dell"uomo in $uanto essere sociale. Qa#ermas forse il massimo artefice di una costruzione teorica che, ripercorrendo a ritroso la critica francofortese dell")lluminismo, tende a valorizzare un pro%etto illuministico riformato e su#limato, ma pur sempre di impronta li#erale. @l centro del pro%etto ha#ermasiano si trova infatti la razionalit discorsiva, %i instauratrice del moderno+ una razionalit discorsiva o comunicativa che dovre##e essa stessa, e per virt propria, %enerare e plasmare anche un"idealit etico0 cosmopolitica (non esserne ri%enerata e rifunzionalizzata . Giaffiorano cosi, pertanto, il preteso primato di un li#eralismo posto a fondamento anche della democrazia o un"idea
1J )n un suo spunto polemico indirizzato verso talune interpretazioni maoiste del pensiero di 3ramsci, 3uido !i%uori scrive (cfr. &ramsci conteso, cit., p. 1FJ + &ul piano pi propriamente teorico difficile non vedere come nella concezione della dialettica di Mao A...B il momento della ne%azione assuma caratteri anche fortemente distruttivi A...B. !a dialettica maoista dell".uno che si divide in due/ e torna a essere .uno/ comporta la distruzione dell"altra .met/+ $uale distanza dai toni accorati con cui 3ramsci parlava, nella cele#re lettera del ">E, dei pericoli insiti nella lotta interna al %ruppo diri%ente #olscevico. ' $uale distanza sul tema della democrazia socialista, nelle note %ramsciane sul .parlamentarismo nero/ e in altre. !i%uori dissente, ovvio, anche dall"interpretazione di 3ramsci proposta da <el Noce (ad esempio, dall"insistenza sul nesso 3entile03ramsci , ma mette in luce, del critico cattolico, una nozione a suo modo acuta+ !a rivoluzione che si suicida era dun$ue per <el Noce $uella che si ferma al primo momento, contestativo, capace solo di produrre nichilismo (ivi, p. >1D . <i @u%usto <el Noce si veda, appunto, )l suicidio della rivoluzione, Milano, Gusconi, 19FJ.

li#erale dei diritti (pseudo0ori%inari dell"individuo pensante e dialogante come idea che ricomprenda, ridimensionato, il principio democratico dei collettivi rappresentati nelle istituzioni e, in $uanto rappresentati, deliberanti. )l nuovo li#eralismo fa proseliti anche tra coloro che hanno ripudiato %li orizzonti del comunismo o $uelli della socialdemocrazia. Noi ci ostiniamo invece a considerare la democrazia dei moderni come l"anticipazione soltanto 2 in un"et moderna compendiata (sul terreno politico dalla supremazia del li#eralismo 2 di un transmoderno nel $uale il principio democratico si faccia a sua volta %arante di $uello li#erale e insieme ne circoscriva i limiti= nel $uale la rappresentazione pu##lica non deformata di tutte le (ma%%iori o minori volont collettive salva%uardi anche la li#era espressione privata dei sin%oli pensieri individuali e insieme ne impedisca la (inavvertita trasformazione in pensieri .armati/, che perci* procurino ad alcuni individui poteri smodati in campo culturale e economico0sociale. &e %uardiamo al nostro presente, infatti, possiamo forse affermare che in un paese di capitalismo sviluppato anche le (su#ordinate re%ole limitative del li#ero mercato sono assimila#ili, di solito, a re%ole formalmente democratiche. ' in un tale enunciato l"avver#io .formalmente/ assume anche il si%nificato dell"avver#io .de#olmente/. &e invece %uardiamo a un futuro ipotetico, possiamo forse supporre che la (dominante norma %enerale di un sistema comunistico evoluto sare##e, verosimilmente, norma di una superiore democrazia (nella $uale la partecipazione e i controlli sare##ero estesi a tutti i campi, non ristretti soltanto alla formazione di alcuni corpi istituzionali . &are##e norma di una superiore democrazia interiorizzante tuttavia l"istanza delle li#ert civili come istanza seconda 2 non tuttavia secondaria, dicevo all"inizio 2 trasvalutata in $uella primaria della democrazia sostanziale (non a torto, dicevo, desi%nata come libertas ma.or dal della Polpe interprete di Gousseau e di Marx . 6er la transizione al comunismo Marx prefi%urava una fase transitoria di dittatura del proletariato, ma nulla di simile si mai realizzato n, appare realizza#ile. &oltanto nella transizione da una modernit capitalistica imperfetta (o addirittura da modi premoderni o precapitalistici verso un cosiddetto post0capitalismo che tuttavia incorpori sin%ole imprese private e rapporti di mercato, soltanto in una tale transizione la storia pi recente (della -ina, di -u#a ecc. ci mostra la persistenza di una normativa %enerale anch"essa palesemente imperfetta, perch, attardatasi in un diri%ismo autoritario, non convenientemente democratico n, li#erale, che potre##e tuttavia risultare transitorio anch"esso nel preludere, prima o poi, a una democrazia re%olare (e fors"anche inte%rale , capace di riassor#ire, sia pure in un"interna tensione dialettica, il lascito storico del li#eralismo. &e invece il diri%ismo statuale pretendesse (come ieri pretendeva nell"7nione sovietica di eliminare, insieme con o%ni sorta di sopravvivenze capitalistiche sul terreno economico0sociale, anche le li#ert civili in campo politico, allora una tale anomalia lo%ico0storica potre##e mantenersi in vita (e non a lun%o soltanto mediante forme insosteni#ili (e dun$ue falli#ili di costrizione. 'ssa non avre##e dinanzi a s, alcun futuro, fuorch, un tor#ido procedere a ritroso verso i liti %i lasciati alle proprie spalle per un presunto definitivo con%edo. ? . *ialettica e storicismo. La nostra coscienza in/elice. <opo aver compendiato alcuni caratteri nodali della dialettica nella sua versione %ramsciana, possiamo me%lio tornare sul pro#lema dello storicismo assoluto che 3ramsci attri#uisce soltanto alla (propria filosofia della prassi. &toricismo assoluto per lui, in sostanza, l"attri#uto di una teoria filosofica che (diversamente da $uella he%eliana considera anche se stessa transitoria, ossia storicamente determinata e perci*

predisposta ad essere superata (R tolta e conservata , $uando sar profondamente mutato il contesto epocale. )n parole povere+ anche il marxismo non pu* pretendere di averci rivelato verit eterne. @dde#itare allo storicismo di matrice %ramsciana altre implicazioni e, soprattutto, il rifiuto delle cesure storiche (e $uindi delle scansioni dialettiche nella prassi politico0sociale del tutto ar#itrario e pu* anzi, talvolta, esser frutto di una cattiva coscienza, ideolo%ica in senso deteriore, che vorre##e incondizionatamente identificare storicismo con tradizionalismo. @ltra cosa l"impie%o, normale in sede storio%rafica, del termine storicismo per desi%nare sin%ole concezioni o scuole filosofiche europee, peraltro lar%amente diver%enti le une dalle altre+ ad esempio, la teoria vi0chiana (di una processualit storica per cesure epocali tuttavia replicate nei loro successivi ricorsi , %li indirizzi storicistici tedeschi (per i $uali le diverse epoche non si rapportano evolutivamente le une alle altre, ma sono tutte e%ualmente vicine a <io, secondo la nota formula del GanSe , lo storicismo crociano (per il $uale vivo del passato soltanto ci* che fatto rivivere dal presente , ecc. &e, dopo aver chiarito il si%nificato %ramsciano di storicismo assoluto, tentiamo ora di precisare (nell"ottica %ramsciana un uso pra%mTticamente possi#ile della parola antistoricismo, e##ene proponiamo che essa a##ia un si%nificato prossimo a $uello che ha assunto, nelle tradizioni reli%iose o nell"a%ire politico, la parola settarismo= ossia che essa denoti un contenuto di idee povero, conclamato in forma manichea (aut aut e perci* esposto al rischio di un"inopinata identit tra la tesi affermata e il suo contrario. !a dialettica storica ha suoi processi fisiolo%ici, ma non immune, talvolta, da patolo%ie. !"identit insospettata tra due tesi opposte o tra due opposti contenuti di pensiero (perch, la povert o vuotezza dell"uno si rovescia inevita#ilmente nella simmetrica vuotezza e povert dell"altro una tra le malattie del pensiero dialettico pi sprovveduto. 7na variante di dialettica incauta o maldestra data dal convertirsi di un"astrazione concettuale non soltanto vuota, ma %enericissima (in $uanto s"illuda di possedere la chiave ermeneutica di tutte le cose in una surrettizia, concretezza empirica fatta propria dal pensiero acriticamente (cio in una concretezza empirica rozza, del tutto spo%lia di investimento epistemico, e nondimeno fatta coincidere con $uell"astrazione %eneralissima . <ella Polpe ha se%nalato con particolare attenzione un tale vizio teorico, da lui attri#uito appunto alle astrazioni indeterminate. 6urtroppo le sue analisi di $uelle involontarie distorsioni imputa#ili a una dialettica imperfetta o impropria non si accompa%navano, in lui, a una valutazione ade%uata delle astrazioni determinate in $uanto siano conformi, invece, a un dialettica positiva+ direi, a una dialettica he%eliana (%ramscianamente riformata. Nel nostro tempo si fa avanti una tipolo%ia nuova di settarismo teorico+ il settorialismo. )l settorialismo non si caratterizza per il ricorso ad astrazioni vuote (per un contenuto di idee povero , perch, il settorialismo con%eniale proprio alla scienza pi sviluppata e pi sofisticata. ' tuttavia esso pa%a un prezzo simile a $uello che suol essere pa%ato dalle astrazioni vuote+ la sua pretesa potenza teorica e pratica si rovescia nell"impotenza o nell"incapacit di comprendere e di controllare la realt. '" $uesta la dialettica ne%ativa della tarda modernit o, per cos( dire, la vendetta che la dialettica, come pensiero della totalit concreta, esercita sull"esasperazione specialistica e sull"or%o%lio scientista di tutto il sapere (e $uindi della stessa filosofia in $uanto competenza settoriale . 1uando 3ramsci scriveva che il politico dovr essere specialistaUpolitico intendeva che il politico nuovo non potr prescindere dal moderno specialismo scientifico, ma dovr pensare e a%ire soprattutto come politico (come politico capace di pro%ettare tenendo lo s%uardo sempre rivolto all"insieme .

@%%iun%o $ueste ri%he su pa%ine da me pensate e scritte molto tempo prima. !e a%%iun%o perch, mi riuscire##e assai difficile dare alle stampe il li#ro, in %iorni nei $uali infuria la dissennata %uerra #alcanica, senza esprimere un moto di ripulsa che nasce da riflessioni assai amare. &e, ripeto, un"idea povera suole convertirsi acriticamente nel suo contrario, se un sapere0potere speciale pu* rovesciarsi nell"insipienza e nell"impotenza %enerale, mi sem#ra ne%li avvenimenti di $uesti %iorni di dover constatare, per l"appunto, che la forza della ra%ione (di una ra%ione riduttiva0mente discriminante convertita nelle 2 o sovvertita dalle 2 ra%ioni della forza (indiscriminata e distruttiva . @lcuni %iuristi deprecano l"aperta violazione di norme del diritto internazionale. Ma il nocciolo della $uestione (aperta da una modernit %iunta al suo epilo%o e tuttavia non ancora avvisata da un"imminente alternativa storica sta proprio $ui+ la potenza della moderna ra%ione tecnolo%ica vuol essere, essa soltanto, produzione di norme etiche per il fatto stesso d"esser divenuta produzione d"o%ni altra cosa, e $uindi ar#itra di vita (e di morte . !a moderna ra%ione tecnolo%ica s"impadronisce della sfera politico0statuale e, specie nei percorsi critici di $uest"ultima, fa valere la supremazia di un calcolo razionale parziale e unilaterale che in corso d"opera si rovescia in una irrazionalit totale. 6er la %uerra in atto sono state addotte motivazioni diverse, tra le $uali la finalit cos( detta umanitaria parre##e, nei fatti, mar%inale o pretestuosa. Vra le motivazioni pi attendi#ili, variamente ipotizzate da analisti e da pu##licisti, una a me pare possa avere un $ualche vanta%%io sulle altre. !a moderna ra%ione tecnolo%ica, applicatasi alla sfera politico0 statuale, non pu* rinunciare a una re%ola che essa suole imporre a se stessa in o%ni altra sfera e, particolarmente, in $uella economico0produttiva+ alla re%ola della necessaria sperimentazione sul campo, a #revi intervalli di tempo, delle nuove invenzioni tecniche (nella fattispecie, dei nuovi ordi%ni di %uerra . ' poich, nella moderna ra%ione tecnolo%ica, come dicevo, un calcolo razionale costitutivamente parziale pu* dila%are in un"imprevedi#ile irrazionalit %eneralizzata, i vertici militari tentano di minimizzare $uest"ultima nella pi discreta e innocua nozione de%li (imprevisti effetti collaterali. 7n"idea di %lo#alizzazione povera e insieme assolutizzata, perci* incapace di superare (R inverare i nazionalismi moderni, come %randi a%%re%ati fino a ieri omo%enei per unit di lin%ua tradottasi in unit di mercato, si rovescia facilmente nel suo opposto+ in un disordine di nazionalismi spiccioli e premoderni, sospinti alla ricerca di #ar#ariche identit etnico0reli%iose. 7n universalismo astratto, dimentico delle specificit storico0 am#ientali, sottovaluta le risposte di popoli che hanno, appunto, una loro storia, vissuta talvolta come un addensarsi di offese su#ite in tempi diversi, e si illude che anche $uelle risposte, conformandosi alle lo%iche del calcolo razionale, o##ediscano al (sovrano criterio comparativo tra i costi e i #enefici. Ma $uel che pi scuote il venir meno di un tal criterio proprio in coloro che vorre##ero esserne i portatori autentici+ essi incarnano, a conti fatti, una razionalit astrattamente sicura di s,, non sfiorata dal du##io nemmeno di fronte all"evidenza dell"errore e della sproporzione ne%ativa, appunto, tra costi e #enefici. 3i ai suoi tempi Marx aveva visto nella modernit capitalistica un ordine razionale della sin%ola fa##rica convertirsi in un"anarchia universale. 3ramsci rettificava, nel carcere, la %iovanile illusione di una fa##rica ricon$uistata (dal lavoro che si proponesse come modello per l"intera compa%ine sociale e cercava %enialmente altrove, nella prassi etico0politica e nella riforma intellettuale e morale, i presupposti del0 l"ordine nuovo. I%%i non vi sono pi fa##riche ottocentesche, ma si fa sempre pi acuto il dissidio tra l"ordine delle ra%ioni particolaristiche di estrazione scientifico0 tecnolo%ica (li#ere nel fare o nell"annientare e il nuovo disordine mondiale. 8orse soltanto il vecchio Qe%el sapre##e rintracciare nella propria dialettica dell"illuminismo (e

nella propria critica dell"intelletto astratto %li ar%omenti per svelare la radice di $uesta cupa dissoluzione di un mondo che pure ha potuto cele#rare in passato i suoi non illusori trionfi.

APPENDICE. IL MARXISMO ITALIANO EREDE DI GRAMSCI?

1. Filosofia e antifilosofia. Discutiamo di marxismo filosofico, pi che di marxismo teorico. Laggettivo teorico riecheggia infatti una celebre quanto ambigua formula crociana che gi aveva senten!iato di nascita e morte del marxismo. " tal proposito, dovremmo ormai convenire che, in quanto filosofia, il marxismo #muore$ con %arx &o con il secolo di %arx' e, in quanto siano tenden!e filosofiche, quelle che in seguito si rivolgono a %arx possono denominarsi pi convenientemente #neo(marxismi$, come i ritorni a )egel e a *ant neohegelismi e neo+antismi. ,he cosa intendiamo per marxismo filosofico- .uali suoi presupposti si ritrovano, con formula!ioni diverse, anche nelle principali varianti del neo(marxismo- " mio avviso, ricorrono almeno tre postulati di una logica generale dei processi storici/ 1' la priorit ontologica del materiale &della natura sulluomo e, nelluomo, delleconomia sullideologia0 nelleconomia, del lavoro sul valore' non esclude il primato assiologico dell ideale1/ dei valori culturali e delle istan!e etico(politiche che ispirano, ad esempio, la tradi!ione gramsciana nel suo progetto di riforma intellettuale e morale0 1' lasse della successione &delle epoche logico(storiche, o della periodi!!a!ione storiografica' 2 intersecato dallasse della strutturazione1/ del poggiare su un fondamento, in senso filosofico, e del disporsi su differenti livelli &cosiddetti strutturali o sovrastrutturali'0 3' le mediazioni o transi!ioni storiche empiricamente osservabili, tra momenti successivi o tra livelli sovraordinati, sono filosoficamente intelligibili in una discontinuit formale di opposizioni logiche o, secondo la terminologia ormai divenuta classica, dialettiche/ la parola #dialettica$ 4 osserva Luporini 4 evoca il senso di un puro movimento che non 2 semplice fluire, ma un procedere che passa &e in certo modo scatta' attraverso determina!ioni opposte3. .uei postulati sono, con una loro peculiare ambienta!ione, presenti nel marxismo italiano degli ultimi cinquantanni, ma vi si accompagnano, solitamente, a una scarsa atten!ione per la teoria economica propriamente detta &ad esempio, per la revisione radicale cui 2 sottoposta da 5raffa e seguaci la legge del valore' e a una tacita pregiudi!iale anti(filosofica, frutto delle predile!ioni storicistiche o pseudo(storicistiche di letterati e politici, o dellinfluen!a esercitata dai pi autorevoli assertori della filosofia come sapere storico. 6e risulta, pertanto, una versione attenuata dei tre postulati an!idetti.
1 5criveva Luporini in un saggio del 1788/ altra cosa 2 lorigine 4 per la quale la sovrastruttura 2 subordinata alla struttura, 2 il suo riflesso 4 altra cosa 2 limportan!a &,. Luporini, Dialettica e materialismo, 9oma, :ditori 9iuniti, 17;<, p. 18'. 1 %a, leggiamo ancora in Luporini, caratteristica essen!iale di ogni modello di forma!ione economico( sociale in senso marxista 2 la sua capacit storiograficamente periodi!!ante &quando sia riportato allanalisi storica concreta'/ cfr. 9ealt e storicit / economia e dialettica nel marxismo &17==', in op. cit., pp. 1=3(1=<. 3 >ntrodu!ione, in op. cit., p. ?>>>.

La sotterranea preclusione antifilosofica &confortata anche da ben noti aforismi marxiani/ > filosofi hanno variamente interpretato il mondo0 si tratta di trasformarlo', ha affievolito, a lungo andare, la reattivit dei marxisti di fronte alle voci emergenti, o riemergenti, nellodierno concerto filosofico. 5ia nelle sembian!e di un generico storicismo di remota origine crociana, attratto dalla storia effettuale e respinto invece dalla teoria #pura$, sia nelle fogge di una pi specifica filologia storica, intenta a riletture di %arx finalmente libere dalle incrosta!ioni dogmatiche e scolastiche < gi deprecate da @ramsci, il marxismo italiano ha sofferto per avere a lungo trascurato, o accantonato, alcune tra le fondamentali questioni teorico(filosofiche che hanno la loro prima origine nel pensiero antico o classico. %a se il marxismo 2 una non(filosofia, se i marxisti sono scarsamente interessati alla teoria economica e se, daltra parte, non possono appagarsi della sola indagine storiografica o filologica, allora 2 comprensibile che essi si nutrano soprattutto di politica/ non tanto di teoria politica o di riflessione meta(politica, quanto di politica vissuta e #sofferta$. : infatti una tale voca!ione caratteri!!a, sin dagli esordi tormentati della rivista Societ8, gran parte del marxismo italiano, il quale sperimenta una viva partecipa!ione alle vicende cruciali degli anni successivi al secondo conflitto mondiale e accetta come proprio abito mentale una, sia pure indiretta e in larga misura tollerante, potest tutelare esercitata dal partito=. .uando il partito subisce per gradi una sua muta!ione, il marxismo italiano si ritrova, per cosA dire, deprivato di una sua componente congeniale e perciB quasi impacciato sia nel riguadagnare una propria coesione di metodo o di impianto teorico, sia nel competere con altri indiri!!i di pensiero. 6on deve, allora, stupirci che contributi interessanti per la messa a fuoco &sia pure per vie indirette, teorica' di alcuni problemi di filosofia marxista siano venuti da studiosi italiani non marxisti e non specificamente dediti al lavoro teorico, ma alla ricerca storica. "d esempio, una forma!ione cattolica o una tenden!a empiristica non ha loro impedito di raccogliere la sfida proposta da ,olletti, prima e dopo la sua #abiura$, e di tentare la riabilita!ione della #screditata$ dialettica con un impegno che, forse, ai marxisti 2 mancato. >l quadro che ho tracciato 2 deliberatamente paradossale, ma puB forse sollecitarci a cercare meno paradossali ragioni di un disagio protratto e diffuso. 9estano, non v2 dubbio, i protagonisti maggiori, da Della ?olpe a Luporini, a Cadaloni ;.
< 5i sarebbe trattato, secondo ,. ". ?iano &cfr. ?a pensiero. >l carattere della filosofia italiana contemporanea, Dorino, :inaudi, 17E8, pp. =F(=1' di spogliare il marxismo delle sue forme dogmatiche fino a conciliarlo con altri indiri!!i, ma nei limiti di una tradi!ione pur sempre scolastica che opera soltanto per assimila!ione o per rifiuto &p. E7'. 8 5u 5ociet , cfr. @. Di Domenico, Saggio su Societ, 6apoli, Liguori, 17;7, e %. ,iliberto, ,ultura e politica nel dopoguerra. Lesperien!a di #5ociet $, in Studi storici, 1, 17EF. = 5ulla simbiosi tra Gei e marxismo italiano si intrattiene ancora ,. ". ?iano, in op. cit., p. <70 su @ramsci e i caratteri na!ionali, sulla fun!ione dellidealismo &ambiente torinese e 9isorgimento incompiuto visto come fatto di cultura', sui compiti del partito, a p. 8E0 sulla parabola di ,olletti a partire dalla tentata concilia!ione dellavolpiana tra marxismo e scien!a &e dalla corrispondente interpreta!ione antihegeliana di %arx, che pur nondimeno sarebbe scaturita, come lopera di Hgo 5pirito, da matrici gentiliane', a p. E7 in nota. 6egli anni =F, invece, forme di hegelo(marxismo totali!!anti o utopistico( profetiche si opposero al marxismo ufficiale, al gramscismo e alla scien!a borghese, in nome della rivolu!ione autentica &ivi, p. E<'. ; Dra gli altri, ricordo ". Ianardo, Filosofia e socialismo, 9oma, :ditori 9iuniti, 17;<. >nteressanti spunti teorici non mancano certo nel volume di ?. @erratana, Ricerche di storia del marxismo, 9oma, :ditori 9iuniti, 17;1. Hno dei meriti maggiori di @erratana 2 certamente quello di aver curato, con eccellenti risultati, ledi!ione critica dei Quaderni del carcere di ". @ramsci &Dorino, :inaudi, 17;8'. 5ulla scuola di %essina e su alcuni problemi particolari connessi si veda, tra laltro, l marxismo e la cultura meridionale, a cura di Giero Di @iovanni, Galermo, Galumbo, 17E<. 5ulle interpreta!ioni di %arx ed :ngels in >talia &e

1. Storicisti e non. >n un saggio che apre il volume di vari autori !a filosofia italiana dal dopoguerra a oggi E riferendosi al titolo dello stesso volume e al tema di un precedente convegno 7, :ugenio @arin afferma di non condividere la scelta del 17<8 come termine ini!iale di periodi!!a!ione storiografica per la nuova filosofia italiana e, a riprova, ci ricorda che @ramsci, il meno provinciale e il pi #esportato$ dei filosofi italiani malgrado il suo #idealismo$, storicamente si colloca prima e dopo quella data 1F. %a, possiamo osservare, anche se spostiamo indietro di dieci anni la cesura cronologica, per la storia del marxismo filosofico non ne deriva alcun cambiamento appre!!abile di prospettiva. @ramsci vivo 2 egualmente escluso. >nclusa rimane tutta la sua fortuna postuma. @li altri marxisti venuti dopo rimangono, tutti, collocati dopo il 17<8. Jorse cambia un poco la valuta!ione del rapporto, di continuit (rottura, tra la filosofia della prassi e, appunto, lidealismo &crociano(gentiliano' o, pi in generale, tra il marxismo e le nostre tradi!ioni na!ionali. 6ella filosofia crociana, la vitalit era infatti, secondo Gaci, la sempre rinascente vichiana selva di barbarie, ma era anche il &marxiano' mondo delleconomia. >n un suo saggio 11, Ciagio De @iovanni giudica determinante, nella tradi!ione instaurata da ?ico e tramandatasi fino a @iuseppe ,apograssi e a @iulio Greti, il passaggio di %arx filosofo in >talia attraverso il concetto della praxis quale si ritrova, in forme diverse e anche opposte, in Labriola, @entile, %ondolfo, @ramsci. Daltra parte, contro ogni vano tentativo di rimo!ione, Luporini ci attesta11 una sua consapevolmente accettata appartenen!a alla tradi!ione italiana e @arin dichiara ormai superato il mito, che Canfi contribuA a suscitare 13, di un idealismo italiano complice del fascismo ed estraneo al moto del pensiero contemporaneo. &> ,ollingKood e i ?ossler tuttora letti o ricordati in altri paesi, vorrei aggiungere, appartengono alla provincia italiana anchessi-'. @arin scrive a chiare lettere che la defini!ione della filosofia come nientaltro che #metodologia della storiografia$ 2 una delle tesi crociane pi importanti 1<. : in effetti, in >talia, la storia della filosofia ha cercato cosA di essere tanto pi profondamente #filosofia$ quanto pi rigorosamente #storia$ 18. >n uno scritto precedente 1= lo stesso
altrove' informa %aria Li!!io con La filosofia di %arx e di :ngels, nella "rande antologia filosofica #arzorati &"ggiornamento bibliografico voi. LLL>?'. 5orprende, in uno studio accurato quanto voluminoso come !ectures $taliennes de #arx. !es conflits d%interpr&tation chez les &conomistes et lesphilosophes '(()*'+(), di M.(G. Gotier &Gresses Hniversitaires de LNon, 17E=', lesclusione di studiosi quali Luporini, Cadaloni o De @iovanni e lo spa!io forse eccessivo assegnato, invece, alloperaismo e ad alcuni suoi derivati0 la cosa sorprende, anche se dopo @ramsci la sOlection des auteurs est rendue beaucoup plus difficile P..Q en particulier che! les philosophes &ivi, pp. 8E(87'. 9oma(Cari, Later!a, 17E8. >l saggio di :. @arin discute di "gonia e morte dellidealismo italiano. ,fr. !a cultura filosofica italiana dal '+,- al '+(. nelle sue relazioni con altri campi del sapere . "tti del ,onvegno di "nacapri giugno 17E1, 6apoli, @uida, 17E1. !a filosofia italiana dal dopoguerra a oggi, cit., pp. 7(1F. #arx e la costituzione della praxis, Cologna, ,appelli, 17E<, pp. 7 e 1<(18. 6ellintervento conclusivo del ,onvegno fiorentino organi!!ato in suo onore dalla Jonda!ione @ramsci e da quella Jacolt di Lettere e Jilosofia &:sisten!a e libert 4 5toria e sistema, 1F(11 ottobre 17E='. ,fr. ". Canfi, ?erit e umanit nella filosofia contemporanea, in Studi filosofici, ?>>>, 17<;. :. @arin, op. cit., p. 1;. @arin cita da /uove pagine sparse, >, di C. ,roce/ i veri filosofi, se ne avvedessero o no, non hanno lavorato ad altro che a rinvigorire e raffinare i concetti per far sA che meglio sintendano i fatti, cio2 la realt , cio2 la storia. :. @arin, op. cit., p. 13. ,fr. in "a. ?v., !a filosofia dal %,- a oggi , a cura di ?. ?erra, Dorino, :9> &edi!ioni 9ai 9adiotelevisione italiana', 17;=, pp. <8F(<81.

E 7 1F 11 11 13 1< 18 1=

@arin affermava/ la ricerca storica e un modo nuovo di intendere la storia della filosofia mise per me in crisi P...Q il concetto stesso di filosofia, insediando, al posto della filosofia come sviluppo autonomo di un sapere autosufficiente, una pluralit di campi dindagine, di imposta!ioni, di visioni, ove lunit del filosofare si configurava come un livello di consapevole!!a critica0 al limite, come unesigen!a di unifica!ione di campi di ricerca. %a un tale indiri!!o si coniugava bene con alcuni criteri derivanti dal marxismo/ analisi del divenire di forme dellattivit umana, critica delle visioni dinsieme, indagine delle loro radici reali0 non evoca!ione del passato, ma studio della genesi delle idealit e della loro vicenda nel tempo1;. Canfi fu promotore e #organi!!atore$ di cultura filosofica0 il suo dialogo #europeo$ 2 certo una eredit cospicua del marxismo italiano0 ma il suo apporto teorico difficilmente potrebbe configurarsi come prosecu!ione di una via segnata dai postulati che ho enumerato allini!io. Gossiamo rendercene conto persino l dove, ad esempio, egli intesse con sapiente acume i nodi del condi!ionamento sociale dellarte, nel significato che essa riveste per una civilt o per una classe, nella sua diffusione, nei suoi contenuti e valori, nella distin!ione &quasi gramsciana' tra forme auliche e popolari, nella vicenda dei generi artistici, nel mutamento delle tecniche o nellintervento della macchina che caratteri!!a let del cinema e dei me!!i radiotelevisivi 1E. Rrbene anche per Canfi, il marxismo non era nO filosofia nO scien!a, ma sapere storico della crisi e principio della sua risolu!ione0 non una norma delloperare nO una visione che lo sostenga, ma una coscien!a metodica che rischiara loperare e perciB uno storicismo concreto 17. Daluno scorge, in vari filosofi italiani di generico orientamento marxista, uninclina!ione verso il sincretismo. ,ertamente, Canfi e pochi altri, per lo pi formatisi alla sua scuola, si adoperarono a far convergere il marxismo con gli indiri!!i pi validi del pensiero contemporaneo. Lo stesso Dal Gra scorgeva in DeKeN, come in %arx, uno storicismo concepito come circolo di teoria e prassi per la solu!ione di compiti storici1F. @. Greti, in 0raxis ed empirismo &178;', metteva in simbiosi la filosofia
1; vi, p. <810 i corsivi sono miei/ @. G. ,erto, @arin testimoniava autorevolmente un dato oggettivo della cultura marxista italiana, almeno fino alla prima parte degli anni 5essanta. Rsserva infatti Liguori & op. cit., p. 131'/ ?asta e rilevante sul versante storiografico, la riflessione su @ramsci nella prima parte degli anni 5essanta non lo fu altrettanto su quello teoretico. >l nuovo clima culturale da una parte rendeva inattuale lo storicismo gramsciano a lungo prevalente nei decenni precedenti0 dallaltra spingeva a riempire il vuoto lasciato da @ramsci, da un certo @ramsci, tornando indietro fino a %arx. : cfr. anche a p. 13=. Liguori chiude il suo libro segnalando due linee di tenden!a per il prossimo futuro/ quella che, for!ando eventualmente le premesse neoidealistiche del pensiero di @ramsci, tenti di sradicarlo quasi totalmente dalla tradi!ione comunista e quella che, al contrario, mettendo in luce tutte le fonti &a partire dalle pi vere' di quel pensiero, ne esplori la fecondit per unanalisi sociale e per una teoria politica che siano allalte!!a dei tempi nuovi 1ivi, p. 18<'. "nchio vorrei mettere laccento sul secondo corno del dilemma, pur suggerendo che, forse, tertium datur. :splorare la fecondit attuale di @ramsci e del suo marxismo critico 2 possibile anche se si ammetta il significato peculiare del neoidealismo nella sua forma!ione intellettuale. 1E ,fr. ". Canfi, Filosofia dell%arte, a cura di D. Jormaggio, 9oma, :ditori 9iuniti, 17=1, pp. 1<1(18=. 17 ,fr. %. Dal Gra, >l ra!ionalismo critico, in !a filosofia italiana dal dopoguerra a oggi , cit., p. 3;. : cfr. ". Canfi, Saggi sul marxismo, 9oma, :ditori 9iuniti, 17=F. 5u Canfi/ J. Gapi, l pensiero di 2ntonio 3anfi, Jiren!e, La 6uova >talia, 17=10 :. @arin, ntellettuali italiani del 44 secolo, 9oma, :ditori 9iuniti, 17;<0 @. %. Certin, >l pensiero etico(sociale di "ntonio Canfi nella fase marxista, in Rivista di filosofia, 178E0 L. 5ichirollo &e altri', in 2ntonio 3anfi e il pensiero contemporaneo. "tti del ,onvegno di studi banfiani &9eggio :milia, 13(1< maggio 17=;', Jiren!e, La 6uova >talia, 17=E. Dra i contributi di studio e i lavori bibliografici su Canfi e i suoi critici, segnano altrettante tappe salienti il fascicolo monografico di aut aut del gennaio(mar!o 178E &n. <3(<<', il volume 2ntonio 3anfi e il pensiero contemporaneo, cit., e la 3i5liografia 5anfiana di 9oselina 5alemi, Garma, Gratiche :ditrice, 17E1. 1F ,fr. !a filosofia dal %,- a oggi , cit., p. <;3. %a si veda, in !a filosofia italiana dal dopoguerra a oggi , cit., @. Cedeschi, >l marxismo &riprodu!ione abbreviata, ma con integra!ioni, di !a para5ola del marxismo in

della prassi, lempirismo logico e il pragmatismo, ricercando nel marxismo un contenuto insieme scientifico e filosofico. Dal canto suo, :. Gaci trovava in %arx soprattutto la critica dellaliena!ione come ridu!ione del soggetto a oggetto e quindi si proponeva di confrontarlo con )usserl &il pi grande filosofo del secolo' e con il suo concetto dellaliena!ione come risultato di un progrediente dominio delle scien!e empiriche. La filosofia era per Gaci pensiero rela!ionale &ma altresA autocoscien!a critica della situa!ione attuale del paese e nondimeno prepara!ione degli stati uniti di tutto il nostro pianeta e perciB espressione ra!ionale della storia e del significato delluomo nelluniverso'11. 6el periodo che intercorre tra gli Studi per un nuovo razionalismo &pubblicati con la data emblematica del 18 aprile 17<8' e i Saggi di filosofia neorazionalistica &1783', @eNmonat ripensava il proprio neopositivismo, elaborava il concetto di una filosofia come metodologia e come coscien!a storica dellevolversi delle scien!e e, con Filosofia e filosofia della scienza &17=F', approdava al materialismo e al realismo. >l post(neopositivismo ha compreso 4 egli afferma in un suo breve intervento di venti anni posteriore &17EF' 4 che filosofia della scien!a 2 ricerca di modelli di sviluppo appplicabili alla storia della scien!a0 ma il materialismo dialettico offre modelli assai meno rigidi e pone in eviden!a contraddi!ioni che insorgono tra la scien!a e gli altri campi di attivit , non solo allinterno della scien!a. Hn moto dialettico 4 egli aggiunge 4 si produce nella crescita della scien!a anche in periodi che *uhn designa come di scien!a normale. %oto progressivo o non- 5i puB rispondere solo a posteriori e in base al criterio della prassi 11. :bbene, anche @eNmonat ama designare come storicismo il proprio indiri!!o, &benchO da ultimo non lesini appre!!amenti per le teorie conven!ionalistiche'. Lampliamento delluniverso del discorso 2 uno dei momenti essen!iali della ricerca scientifica odierna, ed 2 innegabile che esso stabilisce un distacco nettissimo tra lelabora!ione delle teorie scientifiche e la costru!ione dei giochi. Rgni ricerca teorica, nel negare le precedenti, nondimeno determina i limiti entro cui i risultati negati possono essere accolti 13. GerciB 4 egli conclude 4 ci occorre un franco atteggiamento storicistico1<. 3. Della 6olpe, !uporini, 3adaloni. "lla presen!a di @ramsci e alleredit storicistica in quanto di deriva!ione idealistico( crociana si affiancavano, e talvolta si contrapponevano, altre tenden!e egualmente derivate dallhegelismo. 6el 178E usciva il pamphlet hegeliano(lu+acsiano di ,. ,ases,
talia. '+,-*'+(), 9oma(Cari, Later!a, 17E3', p. 17=/ sulla rivista Societ, @. ,herubini &pseudonimo di ,olletti' polemi!!ava contro i difensori di DeKeN0 replicavano J. Jergnani, J. Gapi, ?. 5trada. ,fr. !a filosofia dal %,- a oggi , cit., p. <8E. Dra le opere di :. Gaci, Dall%esistenzialismo al relazionismo, Jiren!e(%essina, D"nna, 178;0 Funzione delle scienze e significato dell%uomo, %ilano, >l 5aggiatore, 17=3. ,fr. L. @eNmonat, >l problema della contraddi!ione nella conce!ione materialistico(dialettica della storia della scien!a, in l pro5lema della contraddizione. "tti del ,onvegno di Gadova &1=(1; maggio 17EF', fascicolo di ?erifiche, anno L, n. 1(3, gennaio(luglio 17E1, pp. 131(13E. %omento culminante nellattivit di L. @eNmonat e della sua scuola 2 la Storia del pensiero filosofico e scientifico, %ilano, @ar!anti, 17;F(17;1, in sei volumi. : mi si consenta rinviare al mio >l marxismo nella #5toria$ di @eNmonat &7ritica marxista, n. 8, 17;3'. Dra gli altri contributi della scuola, si veda :. Cellone, L. @eNmonat, @. @iorello, 5. Dagliagambe, 2ttualit del materialismo dialettico, 9oma, :ditori 9iuniti, 17;<. ,fr. L. @eNmonat, 5apere scientifico e sapere filosofico &17=F', nel volume Scienza e storia. 7ontri5uti per uno storicismo scientifico, a cura di J. %ina!!i, ?erona, Certani, 17E8, pp. 1=3(1=<. vi, p. 187. : per altre esplicite professioni di fede storicistica, cfr. Lesigen!a di una storia integrale della ragione, ivi, p. 1<F, e la rela!ione su >l ruolo della storia nella ricerca e nellinsegnamento scientifico &17E8', ivi, p. 88. Dra i lavori direttamente o indirettamente ispirati dallindiri!!o di @eNmonat, cfr. il volume dal titolo l pro5lema delle scienze nella realt contemporanea . "tti dei 5eminari ?aresini 17EF(17E<, a cura di %. %assafra e J. %ina!!i, %ilano, "ngeli, 17E8.

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#arxismo e neopositivismo. %a il primo dibattito sullinciden!a della dialettica &della dialettica hegeliana' nel metodo di %arx si svolgeva nel 17=1. @alvano della ?olpe e Lucio ,olletti ricercavano nellempirismo classico e soprattutto nel criticismo +antiano gli antidoti pi efficaci alla versione dogmatica del marxismo, mentre ,esare Luporini scorgeva decisivi elementi di continuit da )egel a %arx. Daltra parte, il convincimento che la logica o il sistema costituissero, in )egel, la chiaroveggente autocomprensione dellepoca borghese era in seguito argomentato da Ciagio De @iovanni con prevalente intento teorico e da 9emo Codei con una pi accentuata prospettiva storico(critica 18. %a, sia nel rivalutare sia nel mettere in dubbio il nesso )egel(%arx, quegli studiosi riproponevano il problema dello 5tato non osando liberarsi apertamente dallinsostenibile teoria del deperimento. La riflessione filosofica marxista sullo 5tato ha compiuto, nell>talia del secondo dopoguerra, alcuni passi indietro rispetto alla conce!ione gramsciana. 5e ci 2 consentito schemati!!are, possiamo dire che della ?olpe, ,olletti e De @iovanni, sia pure su posi!ioni diverse e persino contrastanti, hanno tutti rivolto alla dottrina hegeliana di una moderna separa!ione tra la sfera degli interessi generali &lo 5tato' e la sfera degli interessi particolari &la societ civile' il biasimo o la lode, a seconda dei casi, di avere recepito soltanto lintima scissione propria dellepoca borghese. 6ellottica giovane(marxiana della 7ritica alla filosofia hegeliana del diritto pu55lico e della Questione e5raica, della ?olpe giudicava la defini!ione hegeliana dello 5tato come sfera separata degli interessi generali &al pari dellillusorio uomo astratto del cristianesimo' nientaltro che lerrore logico(formale di una astra!ione indeterminata, il cui convertirsi nella pi grossolana empiria &nellhic et nunc del monarca prussiano' sarebbe esito inevitabile. ,olletti, in un secondo tempo, concedeva che le contraddi!ioni dialettiche e le astra!ioni speculative della filosofia hegeliana 4 sia pure impregnate di misticismo 4 fossero una &forse inconsapevole' rappresenta!ione delle contraddi!ioni e delle astra!ioni reali inerenti alla societ borghese. "nalogamente, la scissione tra bourgeois e citoNen riproporrebbe, contraffatta, quella 4 fondamentale, per la produ!ione capitalistica 4 tra lavoro concreto e lavoro astratto. De @iovanni infine riconosceva a )egel il merito di unalta consapevole!!a filosofica che gli avrebbe consentito di comprendere il proprio tempo storico borghese e di darne la trascri!ione teorica adeguata, ma anche De @iovanni non pensava certo a una forma(5tato che potesse valere oltre il tempo storico borghese, nO metteva in discussione lorganicismo sociale che %arx aveva contrapposto alla divisione del lavoro, nella societ , o alla separate!!a dei poteri, nella sfera politica. "nche su altri temi Della ?olpe 1= non era certo in sintonia con le analisi gramsciane. >l metodo marxiano era per lui quello dellastra!ione determinata. >l circolo concreto( astratto(concreto descriveva il movimento del conoscere scientifico, in qualsiasi campo
18 ,fr. C. De @iovanni, 8egel e il tempo storico della societ 5orghese, Cari, De Donato, 17;F0 9. Codei, 5 istema ed epoca in 8egel, Cologna, >l %ulino, 17;8. 1= 5i tenga presente che gli scritti dellavolpiani sono stati da >. "mbrogio raccolti interamente nei sei volumi delle 9pere &9oma, :ditori 9iuniti, 17;1(17;3'. 6on si puB tacere della scuola di della ?olpe. 5u L. ,olletti cfr. @. Cedeschi, op. cit., p. 111. : si veda, a pp. 1<F(1<1 e 1<E, sul sinistrismo di ,olletti e del periodico !a sinistra, nel 17=;, sulle salde convin!ioni collettiane di quegli anni e sulla critica, che ne scaturiva in l marxismo e 8egel &17=7', al nuovo bergsonismo. 6otevole impegno teorico si ritrova in %. 9ossi, 7ultura e rivoluzione, 9oma, :ditori 9iuniti, 17;< &specie nel saggio Jondamenti dunetica umanistica'. %ario 9ossi era fautore di una ipotesi fun!ionalista per quanto concerne il rapporto struttura(sovrastruttura. Di 6. %er+er si veda, specialmente, #arxismo e storia delle idee, 9oma, :ditori 9iuniti, 17;<. Dra i numerosi e stimolanti lavori di H. ,erroni, ricordo :eoria politica e socialismo, 9oma, :ditori 9iuniti, 17;3, e :eoria della societ di massa, 9oma, :ditori 9iuniti, 17E3.

di applica!ione/ una sola era la scien!a, uno solo il metodo0 nel marxismo come galileismo morale veniva elaborata una metodologia della scien!a valida anche per la scien!a storica &e per la dialettica storica'. %a, mentre nella logica di della ?olpe la linea *ant(%arx intendeva contrapporsi a quella che culmina in )egel, nella ricerca etico(politica dellavolpiana la linea &democratico(organicistica' che conduce da 9ousseau a %arx si contrapponeva alla linea &liberal(individualistica' che congiunge Loc+e a *ant. *ant era dunque, nella visione retrospettiva di Della ?olpe e dei suoi allievi, una #pietra di paragone$ ambivalente. ,esare Luporini vedeva una certa ambivalen!a nello stesso dellavolpismo, il cui impianto teorico giudicava singolarmente adattabile sia al rifiuto, sia allaccetta!ione conformistica delle strategie politiche di quegli anni 1;. Hna motiva!ione politica si ritrova anche nella svolta antistoricistica dello stesso Luporini 1E &e quindi nel suo contestuale distan!iarsi, oggettivamente, dallinfluen!a gramsciana'. 5ono diventato P...Q un nemico dello storicismo nel significato corrente della parola/ presente e futuro come semplice emergenza del passato. Lo storicismo, egli aggiungeva, ha avuto e ha una fun!ione ideologica conservatrice e continua!ionista e giustificatoria nel privilegiare levolutivit , di contro alle fratture rivolu!ionarie. >l presente non 2 un punto inafferrabile tra il prima e il poi, ma 2 strutturato, 2 sistema di forme pi o meno reciprocamente fun!ionali, non escludenti antagonismi e contraddi!ioni. ?arie riserve nei confronti dello storicismo erano venute pure da altri orientamenti che occupavano, per dir cosA, territori di confine nel marxismo italiano. "d esempio @. 5emerari, incamminatosi dapprima, come Luporini, tra esisten!ialismo e marxismo e orientatosi in seguito verso la fenomenologia husserliana e lo sperimentalismo di DeKeN, pur ravvisando nella filosofia una presa di coscien!a radicale della situa!ione storica, si pronunciava contro lesaurirsi della filosofia in storiografia17. :ppure un indiri!!o genericamente storicistico era condiviso, fino al ==, dallo stesso Luporini. #arxismo come storicismo, del 17=1, 2 il titolo del libro che aveva provocato, in quellanno, la discussione tra i filosofi marxisti. >l suo autore, 6icola Cadaloni 3F, era almeno in parte debitore verso Luporini della propria forma!ione universitaria. 6el suo itinerario successivo &0er il comunismo, 17;10 l marxismo di "ramsci, 17;80 Dialettica del capitale, 17EF', Cadaloni intendeva approfondire e reinterpretare il significato dello storicismo, proponendo una rilettura di @ramsci che accentuasse la divarica!ione metodologica tra lasse della successione e quello della struttura!ione. >n @ramsci, storicismo assoluto 2 formula insieme filosofica e politica/ essa sta a significare una riappropria!ione totale da parte delle masse della scien!a separata della politica, quella che pi specificamente 2 stata elaborata dagli intellettuali come tecnica di dominio per
1; ,. Luporini, Dialettica e materialismo, cit., >ntrodu!ione, p. LLL>. 1E ,fr. !a filosofia dal %,- a oggi , cit., pp. <=F(<=3. Dra le opere del primo periodo, cfr. 5 ituazione e li5ert nell%esistenza umana, Le %onnier, 17<10 Filosofi vecchi e nuovi, 5ansoni, 17<;0 !a mente di !eonardo, 5ansoni, 17830 6oltaire e le ;!ettresphilosophi<ues=, 5ansoni, 17880 Spazio e materia in >ant, 5ansoni, 17=1. 17 ,fr. !a filosofia dal %,- a oggi , cit., pp. <=E(<=7. " tale riguardo, tra le opere di @. 5emerari, si vedano specialmente Storicismo ed ontologismo critico, Cari(%anduria, Lacaita, 17830 !a filosofia come relazione, 5apri, ,entro librario, 17=10 Scienza nuova e ragione, Cari(%anduria, Lacaita, 17=1 &e %ilano, 5ilva, 17=='0 ?sperienze del pensiero moderno, Hrbino, "rgalia, 17=7. 3F Di 6. Cadaloni si vedano particolarmente/ #arxismo come storicismo, %ilano, Jeltrinelli, 17=10 >l marxismo italiano degli anni sessanta e la forma!ione teorico(politica delle nuove genera!ioni, nel volume che reca lo stesso titolo e che contiene gli atti di un convegno del 17;1 &9oma, :ditori 9iuniti( >stituto @ramsci, 17;1'0 0er il comunismo. Questioni di teoria, Dorino, :inaudi, 17;10 l marxismo di "ramsci. Dal mito alla ricomposizione politica, Dorino, :inaudi, 17;80 Dialettica del capitale, 9oma, :ditori 9iuniti, 17EF.

conto delle classi dominanti 31. La riappropria!ione 2 certo una ricomposi!ione ed 2 un processo di riunifica!ione/ non perB tra passato e presente &come vorrebbe uno storicismo continuista', ma tra livelli inferiori e superiori di un medesimo 4 presente 4 blocco storico &blocco, appunto, tra intellettuali e masse, tra cultura #alta$ e senso comune'. ,ome progetto storico(politico, essa riguarda piuttosto il futuro e propone, an!i, per il presente, un moto consapevolmente contrario, diretto ad acuire la scissione o separa!ione conflittuale tra dirigenti e diretti, tra dominanti e subalterni. >l progetto storico(politico si traduceva, nelle opere di Cadaloni &a partire da 0er il comunismo', in unistan!a essen!ialmente etica. >l gramsciano autogoverno dei produttori &come identit , ancora, tra dirigenti e diretti' raggiungeva la marxiana libera!ione delle facolt umane multilaterali. La libera!ione era affermata come possibile, lungo il cammino aperto da una nuova padronan!a della natura umani!!ata gra!ie allo sviluppo tecnologico delle for!e produttive, ma a condi!ione che la conseguente crescita del tempo libero non fosse distorta o manipolata e che la natura fosse trattata come natura amica. 6el bisogno di comunismo si saldavano appunto il 5isogno, cio2 la storica necessit e naturalit o corporeit dei presupposti, e la comunitaria regola!ione cosciente della specie, cio2 la libert e la sostan!a etica del risultato. Dopo quella gi ricordata del 17=1 &che segna lapertura della discussione sul rapporto )egel(%arx e sulla dialettica', una seconda cesura storiografica puB essere fissata nel 17;F, anno nel quale ha ini!io su 7ritica marxista, con un saggio di :milio 5ereni riguardante il concetto di forma!ione economico(sociale 31, un dibattito che, nelle inten!ioni dei principali partecipanti, affrontava insieme il contrasto, allora particolarmente acceso in Jrancia e in >talia, tra storicisti 4 in prima linea, lo stesso 5ereni 4 e avversari dello storicismo. " distan!a di tempo, possiamo forse interpretare la disputa svoltasi fra il 17;F e il 17;1 &negli stessi anni, del resto, erano pubblicati i sei volumi della Storia del pensiero filosofico e scientifico di @eNmonat e dei suoi collaboratori, dedicata in gran parte alle scien!e della natura' come quella in cui emergeva, sia pure per via indiretta, il problema dei rapporti e degli equilibri ormai precari tra le for!e naturali e le forme storico(sociali. 6el saggio di Cedeschi sul marxismo italiano quella disputa era totalmente ignorata33, benchO essa avesse contribuito anche allaffievolirsi dellinfluen!a gramsciana in >talia. Dobbiamo ammettere 4 affermava Luporini 4 che vi sono una fisicit e naturalit primarie e irriducibili3<. Le deforma!ioni e fluidificazioni storicistiche &o storicistico( umanistiche' del marxismo costringono oggi a riportare energicamente laccento su questo aspetto. La contrapposi!ione tra una naturalit primaria &in cui regnano, sia pure nel loro indubbio significato relativo, la fissit o la ripeti!ione evocate anche da Dimpanaro 38 sulla scorta di Leopardi', da un lato, e una vicenda umana in trasforma!ione, dallaltro, si
31 l marxismo di "ramsci. Dal mito alla ricomposizione politica, cit., p. 133. 31 ,fr. :. 5ereni, Da %arx a Lenin/ la categoria di #forma!ione economico(sociale$, in !enin teorico e dirigente rivoluzionario &Quaderni di 7ritica marxista, n. <, 17;F'/ 5ereni metteva laccento sul contenuto storico(genetico di quella e di altre categorie(centrali nel marxismo. Del 17;1 2 anche il ,onvegno @omo natura societ. ?cologia e rapporti sociali &9oma, :ditori 9iuniti(>stituto @ramsci, 17;1'. Del 17;3 2 un mio libro su /atura e societ. 0er una nuova lettura di ?ngels &9oma, :ditori 9iuniti', libro nel quale 2 incluso il mio contributo alla discussione sulla forma!ione economico(sociale svoltasi in 7ritica marxista. 33 >n compenso, negli scritti dei marxisti, tutto 2 incredibile, secondo Cedeschi/ cfr. il suo >l marxismo, cit., p. 1F3 in nota, e p. 113. 3< Dialettica e materialismo, cit., p. >L. 38 ,fr. 5. Dimpanaro, Sul materialismo, Gisa, 6istri(Lischi, 17;F.

riproduce allinterno della stessa vicenda umana- >n %arx secondo %arx &17;1', Luporini avvalorava la propria interpreta!ione del concetto di forma!ione economica della societ , come luogo delle for!e produttive e della loro continuit , con il passo della Grefa!ione del 1E=; alla prima edi!ione del 7apitale ove %arx concepisce lo sviluppo della forma!ione economica della societ quale un processo storico(naturale 3=. Le for!e produttive erano dunque, per Luporini come per %arx, un elemento quasi di natura nella societ . :sse operano 4 scriveva Luporini 4 con carattere di quasi( permanen!a0 esse si #conservano$, nelle successive acquisi!ioni vantaggiose agli uomini, pur attraverso i pi radicali mutamenti dei rapporti di societ 0 se esse crescono e si sviluppano, anche in tempi brevi &in quanto appartengono pur sempre al mondo umano', si caratteri!!ano nondimeno per una tenden!iale continuit del loro sviluppo. : tuttavia, vorrei osservare, nel mondo fisico fissit e ripeti!ione sono tali solo in senso relativo. "nche nella dimensione cosmica vi sono svolgimenti e scatti. La loro differen!a sostan!iale, rispetto alle evolu!ioni o rivolu!ioni umane, non si risolve unicamente nella differen!a tra tempi lunghi e tempi brevi. > diversi tempi storici, del mondo fisico e del mondo umano, si distinguono per le loro diverse strutture formali, non sono riducibili al variare di tempi cronologici uniformemente quantificati 3;. > tempi naturali son quelli che precedono gli altri ma poi permangono negli altri, come fondamento degli altri o come dimensione avvolgente &Cloch' gli altri. >l concetto 4 marxiano o gramsciano 4 della storicit della natura puB essere riguadagnato, ora, ma solo se lo si dissoci dallidea #prometeica$ 4 condivisa in certo modo da %arx e da @ramsci 4 di una presso che incondi!ionata capacit umana di dominio sulle for!e naturali. : ancora/ se lo sviluppo delle for!e produttive 2 verificabile nella fattualit empirica, come affermava Luporini &che le vedeva come un continuum, e quindi come una #quasi( natura$ nellumano(sociale', nondimeno anche di quello sviluppo 2 possibile costruire una serie di modelli astratti e ideali &i modi di produ!ione in senso restrittivo, come altrettanti stadi delle tecniche lavorative' in relativa discontinuit luno rispetto allaltro. Genso al %arx dei #anoscritti '(A'*A) e al @ramsci di "mericanismo e fordismo.

3= Dialettica e materialismo, cit., pp. 117(11F0 e cfr. p. 11E. 3; ,fr. 9. Codei, #ultiversum. :empo e storia in ?rnst 3loch, 6apoli, Cibliopolis, 17E1.

INDICE

I. Tradire Gramsci 1.Perch non possiamo non tradire Gramsci 2. Una dialettica gramsciana della lunga durata 3. Le categorie gramsciane oggi. II. Gramsci e il neoidealismo italiano 1. Bergsonismo e antideterminismo 2. Il confronto con Croce e con Gentile 3. Il circolo della filosofia della prassi . III. Filosofia e storia 1. !alla storia comparata alle categorie filosofiche" #locco storico e egemonia 2. $or%a e consenso 3. &tato e societ' ci(ile. IV. Il farsi Stato del non-Stato 1. )otalit' concrete e complessit' sistemiche in altri autori 2. Il politico 3. )otalit' o totalitarismo* Lo &tato. V. Cesure storiche e progetti umani 1. Uno storicismo della discontinuit' 2. Guerra di posi%ione e riforme ri(olu%ionarie 3. Progetto o destino" dal regno della necessit' al regno della li#ert' . VI. La dialettica prima di Gramsci 1. Le forme astratte del di(enire e la loro operati(it' storica 2. +uale riforma della dialettica hegeliana * 3. L,in(ersione -tra opposi%ioni interne.. VII. La dialettica nella ersione gramsciana 1. L,impossi#ile e il possi#ile nell,utopia 2. !ialettica della transi%ione e egemonia 3. !ialettica e storicismo. La nostra coscien%a infelice . !ppendice. Il mar"ismo italiano erede di Gramsci# 1. $ilosofia e antifilosofia 2. &toricismi e non 3. !ella /olpe0 Luporini0 Badaloni.

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