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In Europa sempre pi diffuso, specie tra i giovani, un neo-razzismo alimentato dallostilit contro gli immigrati, considerati come un capro

o espiatorio delle difficolt e della crisi economica. Esso collegato a varie forme di pregiudizio e intolleranza: antisemitismo, islamofobia, antigitanismo. Questo tipo di neo-razzismo, sottile, o culturale, si differenzia da quello tradizionale che pone in gerarchia i gruppi e adotta comportamenti apertamente discriminatori. Esso non si basa sulleredit biologica o genetica della razza ma afferma comunque che le differenze culturali sono incompatibili ed impediscono una positiva convivenza. Chi assume questi atteggiamenti afferma valori egualitari in apparenza politicamente corretti ma allo stesso tempo pratica discorsi e azioni intolleranti verso minoranze, ebrei, persone di religione musulmana, rom. Da questo tipo di razzismo normalizzato, ambiguo e diffuso si pu facilmente scivolare nel razzismo aperto, particolarmente insidioso e pericoloso con lavanzata dei partiti populisti e xenofobi in Europa, arrivando a discorsi di odio, atti di violenza pi o meno grave o crimini. Il Consiglio dEuropa, tra le istituzioni che hanno maggiormente combattuto i n questi anni lintolleranza e la xenofobia, dovrebbe dedicare una particolare attenzione alla lotta contro il neo-razzismo tra i giovani, particolarmente esposti alla diffusione del pregiudizio. E necessario elaborare politiche specifiche di tipo educativo e culturale, che affrontino come si alimenta questo tipo di intolleranza, e come si possa prevenire. Vanno considerati alcuni ambiti principali in cui il neo-razzismo si esprime e su cui si deve intervenire: la scuola e la formazione, attraverso linsegnamento e la didattica; il web, con nuove azioni a livello dei social network; lo sport, come luogo di comportamenti razzisti ma anche come strumento di contrasto.

Milena Santerini, 3.1.14

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