Sei sulla pagina 1di 21

Rudyard Kipling

LA LEGIONE PERDUTA

Traduzione di Ottavio Fatica

retrovie (1)

Adelphiana
www.adelphiana.it 5 ottobre 2001

The "Lost Legion, originariamente compreso nella raccolta "Many Inventions (1892), prende spunto da un episodio della Rivolta indiana del 1857. Pur basandosi su riferimenti precisi (il John Lawrence che compare nel testo era, all'epoca dei fatti, Commissario capo del Punjab, e sarebbe diventato in seguito Vicer dell'India) il racconto $n dal titolo evoca, evidente, altri fantasmi. A cominciare a cominciare da quello delle legioni di Publio Quintilio Varo, massacrate nella selva di Teutoburgo nel 9 d.C.

Quando scoppi la Rivolta indiana, poco tempo prima dellassedio di Delhi, un reggimento di cavalleria irregolare era di stanza a Peshawar, alla frontiera con lIndia. Anche i suoi ranghi furono contagiati da quella che allepoca John Lawrence de$n la mania pi diffusa, e se solo glielo avessero permesso, si sarebbe unito ai rivoltosi. Non ne ebbe loccasione perch, nel prendere il largo dirigendo a sud, era incappato nei superstiti di un reparto inglese che lo avevano sospinto verso le alture afghane, dove le trib da poco sottomesse gli si avventarono contro come lupi sui caprioli. Per brama delle armi e degli equipaggiamenti fu braccato da una montagna allaltra, da una gola allaltra, su e gi per i letti aridi dei $umi e lungo i costoni dei dirupi, $nch quel reggimento ribelle, privo di uf$ciali, non spar, come acqua bevuta dalla sabbia. Unica traccia oggi rimasta della sua esistenza un elenco dei nominativi redatto in bella copia da un uf$ciale che si $rmato Aiutante dellex reggimento di cavalleria irregolare.... Gli anni e la sporcizia hanno ingiallito il foglio, ma sul rovescio si legge 3

ancora un appunto a matita di John Lawrence, che fa cos: Si raccomanda di non con$scare gli averi dei due uf$ciali indigeni che rimasero fedeli. J.L.. Su seicentocinquanta cavalleggeri due soli non tradirono, e John Lawrence, pur nellambascia di quei primi mesi della Rivolta, trov il tempo di segnalarne i meriti. Questo avveniva pi di trentanni fa, e gli uomini delle trib afghane di frontiera che avevano contribuito ad annientarli adesso sono vecchi. Talvolta un anziano ricorda la sua partecipazione al massacro. Pieni di superbia egli dir passavano il con$ne, incitandoci alla rivolta, a uccidere gli inglesi e poi calare su Delhi per metterla a sacco. Ma noi, che eravamo stati appena sottomessi da quegli stessi inglesi, ne conoscevamo ormai la temerariet, e sapevamo che il governo avrebbe facilmente avuto ragione di quei cani di pianura. Perci accogliemmo il reggimento indostano con belle parole, tenendolo a bada $no allarrivo delle giubbe rosse, furenti ed esacerbate. Allora, per sfuggire allira degli inglesi, il reggimento sinoltr fra i nostri monti, mentre noi, disposti ai loro $anchi sui versanti delle alture, ne seguimmo le mosse $no ad avere la certezza che non potevano pi tornare sui loro passi. E alla $ne gli piombammo addosso, perch volevamo le uniformi, i $nimenti, i fucili, gli stivali... pi di tutto gli stivali. Quello s che fu un massacro... fatto con tutta calma. A questo punto il vecchio si soffregher il naso, scuoter i lunghi boccoli serpentini, e si leccher le labbra barbute con un ghigno, mettendo cos in mostra i gialli monconi dei denti. Gi, li abbiamo ammazzati perch ci occorreva 4

lequipaggiamento, e poi li sapevamo condannati agli occhi del Signore a pagare con la vita il $o: aver tradito il sale che avevano mangiato. Correvano su e gi per i valloni, incespicando e vacillando sulla sella, implorando a gran voce piet. Li spingemmo con calma come una mandria, $nch non furono tutti raccolti in un unico punto, la bassa vallata di Sheor Kt. Parecchi erano morti per la sete; molti ancora ne restavano, incapaci per di opporre resistenza. Ci aggiravamo in mezzo a loro, buttandone gi di sella due per volta a manate, e a $nirli ci pensavano i nostri $glioli ancora alle prime armi. La mia parte di bottino lho avuta: tanti fucili, tante selle... Fucili buoni per quei tempi. Adesso rubiamo le carabine dellesercito, non ci piacciono le canne lisce. S, quel reggimento lo abbiamo cancellato dalla faccia della terra, poco ma sicuro, e ormai va sparendo anche il ricordo dellimpresa. Ma si dice.... A questo punto il racconto sinterrompeva bruscamente, e non cera modo di sapere che cosa si diceva oltre frontiera. Gli afghani hanno sempre coltivato la segretezza, preferendo di gran lunga compiere un misfatto che dire una parola. Se ne stavano magari buoni buoni per dei mesi, poi una notte, senza preavviso, assaltavano un posto di polizia, sgozzavano un paio di guardie, razziavano un villaggio, rapivano tre o quattro donne per poi ritirarsi, al rosso bagliore dei capanni in $amme, cacciando innanzi a s mucche e capre verso i loro monti desolati. In quei frangenti, il governo indiano mancava poco che si mettesse a piangere. Cominciava col dire: State buoni per favore, e sarete perdo5

nati. Al che la trib implicata nellultimissimo saccheggio si portava il pollice al naso come un sol uomo, ribattendo a suon di ingiurie. Allora il governo diceva: Non fareste meglio a pagare una piccola multa per quei pochi cadaveri che vi siete lasciati dietro laltra notte|. E la trib nicchiava, mentiva e insolentiva, mentre alcuni fra i pi giovani, tanto per far vedere in quale conto tenessero lautorit, attaccavano un altro posto di polizia, prendevano di mira qualche fortino di frontiera e, quando andava bene, ammazzavano un vero uf$ciale inglese. Allora il governo diceva: Attenti, se seguiterete a comportarvi cos $nirete col rimetterci. Se la trib era al corrente di quanto succedeva in India, replicava con scuse o altre insolenze, a seconda che stimasse il governo in tuttaltre faccende affaccendato, o in grado di occuparsi a tempo pieno delle sue gesta. Certe trib sapevano il numero preciso dei cadaveri che potevano permettersi. Altre invece si montavano la testa e s$davano il governo a intervenire. Con lacrime e sospiri, e un occhio rivolto al contribuente britannico che, in patria, si ostinava a ritenere quelle esercitazioni alla stregua di brutali guerre di annessione, il governo predisponeva una piccola dispendiosa brigata da campo e qualche cannone, e spediva il tutto in mezzo ai monti per cacciare la trib cattiva dalle valli coltivate a grano verso le vette, dove non cera niente da mangiare. La trib si schierava in pieno assetto di guerra e si godeva la campagna militare, ben sapendo che le donne non sarebbero state toccate, che i feriti anzich mutilati sarebbero stati curati, e che $nite le provviste avrebbe sempre potuto arrendersi e 6

trattare da pari a pari col generale inglese di turno. In seguito, avrebbero per anni continuato a pagare col contagocce la penale al governo, raccontando ai propri $gli delle giubbe rosse che avevano fatto fuori a migliaia. Lunico inconveniente di quella guerra allacqua di rose era il vezzo delle giubbe rosse di far saltare solennemente in aria torri e bastioni; un fatto, questo, increscioso agli occhi delle trib. Primo fra i capi delle trib pi piccole quei clan

ristretti che sapevano $no al centesimo quanto costava mandare i soldati bianchi contro di loro era un prete-bandito-caporione che chiameremo il Mullah Gulla Kutta. La sua passione per lassassinio di frontiera assurgeva quasi a dignit artistica. Era tipo da abbattere un corriere o bombardare di schioppettate un fortino se solo veniva a sapere che i nostri avevano bisogno di dormire. Nei momenti dozio faceva il giro dei vicini, cercando di aizzare altre trib a qualche malefatta. Per giunta nel suo villaggio, sito in una valle di nome Bersund, dava ricetto ai fuorilegge suoi compari. Lungo quel tratto di frontiera ogni assassino degno di questo nome era certo di trovare riparo a Bersund, ritenuto un posto estremamente sicuro. Lunica via daccesso era una stretta gola che in meno di cinque minuti poteva trasformarsi in una trappola mortale. Era circondato da alte vette, irraggiungibili da chiunque non fosse di quelle parti, e l risiedeva il Mullah Gulla Kutta in pompa magna, a capo di una colonia di capanne di fango e pietra, e in ogni capanna erano appesi brandelli di uniformi rosse e gli effetti personali depredati ai soldati morti. Il governo ambiva in modo particolare a catturarlo, e una volta lo aveva formalmente invitato a venirsi a costituire per essere impiccato a causa di alcuni dei tanti omicidi nei quali aveva avuto parte diretta. E lui per tutta risposta: Sono solo a venti miglia dal con$ne, in linea daria. Venite a prendermi. Una volta o laltra lo faremo, aveva ribattuto il governo e sarai impiccato. 8

Il Mullah Gulla Kutta lasci cadere la cosa. Sapeva che la pazienza del governo era lunga come un giorno destate; non si rendeva invece conto che il suo braccio era lungo come una notte dinverno. Mesi dopo, con la pace alle frontiere e tutta lIndia immersa nella calma, il governo indiano si rivolt nel sonno e si ricord del Mullah Gulla Kutta di Bersund e dei suoi tredici compari. Una spedizione contro di lui, anche di un solo reggimento che nella traduzione telegra$ca sarebbe suonata come una guerra , era da ritenersi quanto mai impolitica. Rapidit e silenzio, ecco quanto occorreva, e soprattutto, niente spargimenti di sangue. Dovete sapere che lungo il con$ne nord-occidentale dellIndia sono scaglionati almeno trentamila tra fanti e cavalleggeri, incaricati di sorvegliare con pazienza e senza darlo a vedere le trib sullaltra sponda, in un continuo andirivieni da un piccolo avamposto desolato allaltro: pronti a scendere in campo nel giro di dieci minuti; sempre con un piede dentro e uno fuori da qualche situazione pericolosa lungo la monotona linea di con$ne. Fanno una vita dura come i loro muscoli, e i giornali non li degnano della minima attenzione. tra le loro $la che il governo scelse gli uomini. Una sera, in uno di quegli avamposti dove le sentinelle notturne a cavallo sparano nellintimare il chi va l, e il frumento corso da grandi onde verdazzurre sotto la nostra fredda luna del nord, gli uf$ciali giocavano a biliardo fra le quattro pareti di fango del circolo, quando ricevettero lordine di presentarsi immediatamente alladunata per une9

sercitazione notturna. Brontolando andarono a svegliare i loro uomini: un centinaio di soldati inglesi, diciamo, duecento gurkha e forse un centinaio di cavalleggeri della pi bella cavalleria del mondo. Una volta in piazza darmi, vennero a sapere fra i bisbigli che bisognava dirigere allistante su Bersund passando dalle montagne. Gli inglesi dovevano appostarsi sulle balze ai lati della valle, i gurkha controllare la gola e la trappola mortale, mentre la cavalleria, con una lunga marcia di aggiramento, si sarebbe portata alle spalle della cerchia montagnosa da dove, in caso di dif$colt, avrebbe caricato sugli uomini del Mullah. Con lordine ben preciso, tuttavia, di non dare battaglia e di non fare rumore. Dovevano essere di ritorno per il mattino dopo, senza aver intaccato le munizioni, con il Mullah e i suoi tredici compari in mezzo a loro, in ceppi. Se limpresa fosse riuscita, nessuno avrebbe saputo niente n si sarebbe interessato del loro operato; in caso di fallimento, cera il rischio di scatenare una piccola guerra di frontiera, e il Mullah Gulla Kutta, invece di mostrarsi per quel volgare assassino che era, sarebbe passato per un capopopolo insorto contro i soprusi di una grande potenza. Segu un silenzio, rotto soltanto dal rumore di strumenti quali bussole e orologi, che servivano ai capi delle colonne per confrontare i rilevamenti e $ssare i luoghi di raduno. Cinque minuti dopo la piazza darmi era deserta; le giubbe verdi dei gurkha e i pastrani degli inglesi si erano dileguati nelloscurit, mentre la cavalleria si allontanava al piccolo galoppo incontro a una pioggerella accecante. 10

Cosa fecero i gurkha e gli inglesi lo vedremo poi. Il compito pi arduo spettava ai cavalleggeri, che dovevano spingersi lontano, evitando i centri abitati. Molti di loro erano originari della regione e non vedevano lora di battersi contro la propria gente, e qualche uf$ciale aveva gi compiuto scorrerie fra quei monti, non certo per motivi di servizio. Varcarono il con$ne, incontrarono il letto asciutto di un $ume e lo risalirono al piccolo galoppo, attraversarono una gola rocciosa, col favore delle tenebre si arrischiarono a valicare una bassa collina, ne costeggiarono unaltra, lasciando orme profonde di zoccoli nella terra arata, procedettero con cautela lungo un altro corso dacqua, trascorsero veloci sopra uno sperone di roccia, pregando che nessuno udisse i cavalli sbuffare, e proseguirono cos al buio e sotto la pioggia $no a lasciarsi dietro, un po sulla sinistra, Bersund e il suo cratere di rilievi: era ormai tempo di convergere sul posto. Il pendio alle spalle di Bersund era scosceso, e fecero tappa per riprender $ato in unampia spianata ai piedi della vetta. O meglio, gli uomini tirarono le redini, ma le cavalcature, s$ancate comerano, ri$utavano di fermarsi. Volarono espressioni indegne di un cristiano, inasprite dal fatto desser soffocate, e si sentivano le selle cigolare al buio mentre i cavalli si lanciavano in avanti. Il subalterno in coda a uno squadrone si volse sulla sella e disse a bassa voce: Carter, che diavolo ci fai alla retroguardia| Porta avanti i tuoi uomini, amico. Non ci fu risposta; poi un soldato replic: 11

Carter Sahib avanti... non laggi. Dietro di noi non c nessuno. C eccome disse il subalterno. Lo squadrone si pesta la coda. Allora il maggiore al comando si port alla retroguardia, imprecando sottovoce e reclamando la testa del tenente Halley, il subalterno che aveva appena parlato. Badate alla vostra retroguardia disse il maggiore. Qualcuno dei vostri diabolici ladroni s smarrito e adesso si trova in testa allo squadrone, e voi siete un idiota patentato. Devo dargli una strigliata, signore| disse seccato il subalterno, che si sentiva fradicio e gelato. Una strigliata| ribatt il maggiore. Qui ci vuole la frusta, perdio! Li andate seminando dappertutto. Ne avrete perlomeno una squadra dietro di voi. Pareva anche a me disse calmo il tenente. Ma i miei, signore, sono tutti qui. Sar meglio chiederlo a Carter. Carter Sahib sinchina e vorrebbe sapere perch il reggimento si fermato disse un soldato al tenente Halley. Dov Carter, in nome del cielo| domand il maggiore. In testa con i suoi fu la risposta. Ma allora giriamo in tondo, o siamo al centro di una benedetta brigata| disse il maggiore. A questo punto sulla colonna era sceso il silenzio. Le bestie erano ferme, ma, $ltrato dalla pioggia, pareva di sentire il passo di molti cavalli su un terreno pietroso. 12

Qualcuno ci segue di nascosto disse il tenente Halley. Da queste parti non hanno cavalli disse il maggiore. E poi non avrebbero aspettato tanto a spararci. Saranno... ma s, i puledrini del villaggio. In quel caso le nostre bestie avrebbero nitrito gi da un pezzo, mandando in fumo lattacco. Sar almeno una mezzora che ci vengono dietro disse il tenente. Strano che non si senta odore di cavalli disse il maggiore inumidendo un dito e soffregandolo sul naso mentre $utava in direzione del vento. Be, incominciamo male disse il tenente, scuotendo lacqua dal pastrano. Adesso che si fa, signore|. Si prosegue disse il maggiore. Ne vedremo delle belle, stanotte. La colonna mosse con cautela qualche passo. Poi ci fu unimprecazione, e una spruzzaglia di scintille cilestrine sotto zoccoli ferrati che cedevano fra i sassi, mentre un uomo veniva sbalzato di sella con un fracasso tale da ridestare i morti. Ora s che siamo fritti disse il tenente Halley. Si sar svegliata tutta la montagna, che dovremo risalire sotto il fuoco di $la dei moschetti. Questo perch ci tocca fare un lavoro da nottole. Il soldato si rialz tremante, cercando di spiegare come il cavallo fosse inciampato in uno di quei tumuli di pietre accatastate sul luogo dove stato ucciso qualcuno. Ma non cera bisogno di spiegazioni. Il secondo a inciampare fu il destriero australiano del maggiore, e la colonna fu costretta a fer13

marsi in quello che aveva tutta laria dessere un cimitero di piccoli tumuli alti poco pi di mezzo metro. Le manovre dello squadrone non sono state trascritte nel rapporto. A detta degli uomini, era un po come una quadriglia a cavallo senza prove e senza musica; ma le cavalcature, rompendo le $la e trovando da sole una via duscita, si allontanarono dai tumuli, e alla $ne ogni uomo dello squadrone era rientrato nei ranghi, tirando le redini pochi metri pi su, alle pendici del rilievo. Poi, stando al tenente Halley, segu una scena molto simile a quella appena descritta. Il maggiore e Carter insistevano nel dire che non tutti gli uomini erano presenti, ce nerano alcuni rimasti indietro a zoccolare e incespicare in mezzo ai tumuli mortuari. Il tenente Halley torn a sgridare i suoi e si rassegn ad attendere. In seguito mi raccont: Poco sapevo e meno mi curavo di quel che succedeva. Il fracasso di quella prima caduta avrebbe dovuto dar lallarme a mezza regione, e avrei messo la mano sul fuoco che avevamo alle calcagna un reggimento intero, e il chiasso che facevano loro era tale da destare tutto lAfghanistan. Io rimasi saldo in sella, ma non successe niente. La cosa misteriosa di quelloperazione notturna era il silenzio della montagna. Sapevano tutti che il Mullah Gulla Kutta aveva le baracche del suo avamposto sullaltro versante della montagna e, una volta che il maggiore ebbe $nito di sfogarsi a gran voce, si aspettavano che le loro sentinelle aprissero il fuoco. Dato che non succedeva niente, si dissero che le raf$che di pioggia avevano attutito lo scalpitio dei 14

cavalli, e ringraziarono la Provvidenza. Alla $ne il maggiore si convinse, primo, che non si era lasciato dietro nessuno in mezzo ai tumuli, e secondo, che non aveva alle calcagna un grosso corpo di cavalleria. Ma lanimo degli uomini non era pi lo stesso, gli animali erano coperti di schiuma e irrequieti, e tutti quanti invocavano larrivo del mattino. Presero a scalare la montagna; ogni uomo conduceva cautamente alla briglia la cavalcatura. Prima ancora che avessero superato le pendici pi basse, o che i pettorali delle bestie si fossero tesi, saddens alle loro spalle una tempesta, rimbombando sulle alture pi basse e soffocando ogni rumore meno forte di una cannonata. Il primo lampo mostr i costoni nudi del pendio, il pro$lo blu cobalto della cresta contro il nero del cielo, i sottili $lamenti della pioggia e, a pochi passi di distanza sulla sinistra, una torre di guardia afghana in pietra, su due piani, raggiungibile con una scala a pioli dal piano superiore. La scala era accostata, e un uomo col fucile era affacciato alla $nestra. Oscurit e tuono piombarono in un attimo e, nella calma che segu, una voce dalla torre grid: Chi va l|. I cavalleggeri non si mossero ma ognuno, impalato accanto al cavallo, stringeva la carabina. Di nuovo la voce intim: Chi va l| e poi pi forte: Fratelli, date lallarme!. Ora, ognuno di quei soldati sarebbe morto combattendo prima di arrendersi; ma il fatto che la risposta al secondo appello fu un gemito prolungato di Marf karo! Marf karo! , che signi$ca: Piet! Piet!, proveniente dal reggimento che saliva. 15

Dopo un primo istante di sbigottimento, i rudi guerrieri cominciarono a interrogarsi sottovoce: Mir Khan, era la tua voce|. Abdullah, sei stato tu a gridare|. Il tenente Halley, accanto al destriero, aspettava. Finch non $schiavano le pallottole, non si lamentava. Un altro lampo mostr i cavalli che, coi $anchi ansanti, scuotevano le teste, gli uomini che, a occhi sbarrati, si guardavano furenti alle spalle, e la torre di guardia sulla sinistra. Stavolta alla $nestra non cera nessuno, e la rozza imposta di lamiera a difesa dai proiettili era chiusa. Avanti, ragazzi disse il maggiore. Bisogna arrivare in cima a ogni costo. Lo squadrone avanz a fatica: i cavalli dimenavano le code, gli uomini tiravano le briglie, le pietre rotolavano gi a valle in uno sprizzar di scintille. Il tenente Halley sostiene di non aver mai udito uno squadrone fare tanto fracasso in vita sua. A sentir lui, arrancavano come se ogni cavallo avesse otto zampe e fosse seguito da un altro di riserva. Anche allora per dalla torre di guardia non si lev alcun rumore, e i cavalieri esausti fecero sosta sul crinale che dominava la tenebrosa voragine dovera sito il villaggio di Bersund. Allentate le cinghie, spostati i barbazzali e aggiustate le selle, gli uomini erano crollati fra le rocce. Ormai, qualunque cosa succedesse, si trovavano in posizione avvantaggiata contro ogni eventuale attacco. Smise di tuonare, e anche di piovere, e li avvolse la felpata oscurit che precede unalba invernale. Tranne lacqua scrosciante tra le forre in basso, non cera altro rumore. Sentirono spalancare con 16

fragore limposta della torre di guardia sottostante, e la voce della sentinella chiamare: Oh, Ha$z Ullah!. Gli echi raccolsero il richiamo: La-la-la!. E dalla torre di guardia nascosta dietro la curva dellaltura giunse una risposta: Che c, Shahbaz Khan|. Shahbaz Khan replic con la voce acuta dei montanari: Hai visto|. E per risposta si ebbe un: S. Dio ci liberi dagli spiriti del male!. Segu una pausa, e poi: Ha$z Ullah, sono solo! Vieni da me!. Shahbaz Khan, anchio sono solo, ma non oso lasciare il mio posto!. Menti. Tu hai paura. Segu una pausa pi lunga, e poi: Ho paura. Taci! Sono ancora sotto di noi. Prega il Signore e dormi. I soldati ascoltavano stupiti; non capivano cosa potesse esserci sotto le torri salvo terra e sassi. Shahbaz Khan ricominci a chiamare: Sono sotto di noi. Riesco a vederli. Per amor di Dio, vieni da me, Ha$z Ullah! Mio padre ne ha fatti fuori dieci. Vieni qui!. Ha$z Ullah rispose a voce altissima: Il mio era senza colpa. Ascoltatemi, Uomini della Notte, n mio padre n altri del mio sangue hanno preso parte a quel misfatto. Il tuo castigo ricada sul tuo capo, Shahbaz Khan!. Oh, qualcuno dovrebbe tappare la bocca a quei due gallinacci disse il tenente Halley rabbrividendo al riparo della sua roccia. 17

Si era appena girato per offrire laltro $anco alla pioggia, quando un afghano barbuto riccioluto e puzzolente, che risaliva di corsa la montagna, gli cadde tra le braccia. Halley gli fu sopra e, per quanto possibile, gli cacci in gola lelsa della spada. Se gridi, ti ammazzo gli disse allegramente. Luomo era lungo disteso, paralizzato dal terrore, e tremava e grugniva. Anche quando Halley gli tolse lelsa della spada di tra i denti, non riusc a parlare, ma gli si aggrapp al braccio, tastandolo dal gomito al polso. Il reggimento, il rissala ! Il rissala morto! boccheggiava. laggi!. No, il rissala, quello vivo e vegeto, quass disse Halley, staccando una briglia e legandogli le mani. Come mai voi delle torri siete stati cos stupidi da lasciarci passare|. La valle piena di morti disse lafghano. Meglio cadere nelle mani degli inglesi che in quelle dei morti. Li ho visti alla luce dei lampi marciare laggi, avanti e indietro. Dopo un po si riprese e bisbigliando, dato che aveva la pistola di Halley contro lo stomaco, disse: Che succede| Non siamo mica in guerra fra di noi; il Mullah mi ammazzer per non avervi visti passare. Sta tranquillo, disse Halley saremo noi a uccidere il Mullah, a Dio piacendo. Gli sono cresciuti troppo i denti. A te non torceremo un capello, a meno che la luce del giorno non riveli che sei votato alla forca per qualche impresa criminosa. Ma torniamo al reggimento morto.... 18

Io uccido soltanto entro i con$ni del mio paese fece quello, enormemente sollevato. Il reggimento morto laggi. Gli uomini devono esserci passati attraverso durante larrampicata... quattrocento morti a cavallo che incespicavano in mezzo alle loro stesse tombe, in mezzo ai cumuli... tutti morti, massacrati da noi. Accidenti! disse Halley. Cera dunque un motivo se io me la prendevo con Carter e il maggiore con me. Hai detto quattrocento cavalleggeri| Per forza la colonna ci sembrava ingrossata. Kurruk Shah, bisbigli a un uf$ciale indigeno brizzolato steso in terra a pochi passi da lui hai mai sentito parlare di un rissala perito tra queste montagne|. Come no disse Kurruk Shah con una risatina sinistra. Altrimenti perch uno come il sottoscritto, che serve la regina da ventisette anni e ha ammazzato tanti di questi cani di montagna, avrebbe chiesto a gran voce piet quando i lampi hanno rivelato la nostra presenza alle torri di guardia| Quando ero giovane ho assistito alla strage nella valle di Sheor Kht, che si trova ai nostri piedi, e so la storia che si poi diffusa. Ma che possono gli spettri degli infedeli contro di noi, che abbiamo la Fede| Lega pi strette le mani di quel cane, Sahib. Un afghano come unanguilla. Ma parlare di un rissala morto disse Halley, torcendo i polsi del prigioniero non ha senso, Kurruk Shah. I morti sono morti. Stai fermo, cane. Lafghano si divincolava. I morti sono morti; per questo girano di notte. Che bisogno c di parlarne| Siamo uomini; abbia19

mo occhi e orecchie. Puoi vederli e sentirli, gi per il pendio disse Kurruk Shah senza scomporsi. A lungo Halley rimase con ludito e lo sguardo tesi. La valle era piena di rumori soffocati, come ogni valle di notte; ma se vide o sent qualcosa di soprannaturale lo sa soltanto lui, e ha deciso di non esprimersi al riguardo. Finalmente, poco prima dellalba un razzo verde si alz dal fondo della valle di Bersund, allingresso della gola, a segnalare che i gurkha avevano preso posizione. Per tutta risposta la fanteria lanciava, da destra e da sinistra, due segnali rossi, mentre la cavalleria ne accendeva uno bianco. Dinverno gli afghani si alzano tardi, e solo a giorno fatto i seguaci del Mullah Gulla Kutta avevano iniziato a uscire alla spicciolata dalle capanne, stropicciandosi gli occhi. E videro i soldati nelle uniformi verdi, rosse e marroni, appoggiati alle armi, distribuiti in bellordine lungo il bordo del cratere di Bersund a formare un cordone che neanche un lupo avrebbe potuto rompere. Si stropicciarono ancor pi gli occhi quando un giovanotto roseo, che non era neppure in divisa visto che rappresentava lautorit civile, venne gi per la china con due ordinanze, buss alla porta del Mullah Gulla Kutta e gli ingiunse con tutta calma di uscire e farsi legare in modo da rendere la traduzione sicura. Lo stesso giovanotto prosegu il giro fra le capanne, designando con un lieve tocco del frustino ora luno ora laltro brigante, che a quel punto veniva ammanettato, mentre lanciava sguardi disperati tuttintorno alle alture inghirlandate di soldati inglesi, che seguivano con occhio in20

differente le operazioni. Solo il Mullah tent la carta delle maledizioni e degli insulti, $nch il soldato che gli stava legando le mani non gli disse: Vedi di darci un taglio! Perch non sei venuto quando te lhanno ordinato, invece di farci perdere una notte di sonno| Vecchio sacripante, vali meno della ramazza di turno nella mia baracca! E adesso marsch!. Mezzora dopo i soldati erano partiti col Mullah e i suoi tredici compari. Gli abitanti del villaggio contemplavano mesti e attoniti la pila di moschetti messi fuori uso e di spade spezzate, chiedendosi come mai si fossero sbagliati a tal punto sulla tolleranza del governo indiano. Si tratt di un lavoretto pulito, condotto a regola darte, e gli uomini che vi avevano preso parte vennero ringraziati in via uf$ciosa per il servizio reso. Secondo me, tuttavia, molto del merito da ascrivere a un altro reggimento il cui nome non compare nei documenti uf$ciali, e di cui rischia di $nire cancellato anche il ricordo.

the national trust for places

21

Potrebbero piacerti anche