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alamov Varlam S

L'ARRESTO

Traduzione di Anna Raffetto

Adelphiana
www.adelphiana.it 8 giugno 2001

Il 12 gennaio 1937 fui arrestato e inizialmente venni interrogato da un tirocinante il cui cognome poteva essere Romanov o Limanov, un giovane dal viso rubicondo che arrossiva a ogni domanda _ un fenomeno vasomotorio; era uno scherzo dei vasi sanguigni come capitava a Grodzenskij che si imporporava sino alla radice dei capelli, magari anche cinque volte di seguito. "Quindi lei pu dichiarare che $no al '29 condivideva queste opinioni, ma adesso non pi|. "S, cos. "E lo pu sottoscrivere|. "Naturalmente. Il giudice istruttore affetto da turbe vasomotorie and chiss dove, mostr qualcosa a qualcuno, e verso sera fui condotto alla Lubjanka, al n. 14, negli uf$ci del comando militare di Mosca, dove gi ero stato otto anni prima: ne conoscevo ordinamenti e prospettive, il 14 era "l'accalappiacani, il centro di raccolta da cui si passava o per tornare in libert, e qualche volta capitava anche, o per andare al n. 2 della Lubjanka _ il che ti quali$cava 2

come criminale di Stato, nemico di consumata esperienza, prossimo al livello estremo di pericolosit _, oppure al carcere istruttorio della Butyrskaja dove tu, nemico riconosciuto del popolo, saresti stato comunque posto in isolamento pi o meno stretto. Perci Butyrki signi$cava vita, ma non libert. Non si torna in libert da Butyrki. E non c'entra il prestigio dello Stato ("La gpu non arresta senza motivo), ma semplicemente il moto inerziale di questa nefasta ruota burocratica alla quale non vogliono, non sanno, non possono, non hanno il diritto di imprimere un altro ritmo, modi$candone la rotazione. Butyrki la ruota dello Stato. Era il giudice Botvin a condurre l'istruttoria, e seppe condurla in porto, anche se non proprio $n dentro il tribunale, s'intende, ma pi di una volta evoc minacciosamente quel luogo, senza risparmiarsi di citare dalla prima all'ultima insigni$cante lettera un acronimo di portata multimilionaria _ krdt . Peraltro il tribunale era gi previsto nell'acronimo. Quella mortifera lettera t fa parte della parola stessa "tribunale, ma dif$cilmente il giudice Botvin sarebbe stato in grado di determinare il vero peso speci$co che nell'alfabeto sovietico aveva l'arcana, tenebrosa lettera, degna di qualsiasi circolo magico, di qualsiasi spiegazione teurgica. Il giudice Botvin era un pigro individuo dei miei tempi, e istru il caso senza fretta. Me presente, interruppe l'interrogatorio e mise agli atti alcune carte. 3

La crisi degli alloggi, il numero insuf$ciente di uf$ci rendeva pi complicate tutte le operazioni della c eka. La stanza in cui Botvin lavorava con me al caso era messa a sua disposizione per un determinato arco di tempo, poi lo buttavano fuori come l'"ultima delle canaglie. "Ti scaravento fuori come l'ultima delle canaglie se rimani qui anche solo un'ora di pi: cos la voce di un personaggio d'alto rango che udii una volta in corridoio. Botvin aveva un grado basso e perci, essendo cinico e scansafatiche, economizzava il tempo lavorando in mia presenza. Tutte le informazioni pervenute in relazione al mio caso erano ammonticchiate accanto al suo tavolo. Durante l'interrogatorio le nostre gambe si toccavano, tanto angusti erano quegli uf$ci che risalivano ancora ai tempi di Dzerz inskij. Si poteva leggere senza fretta _ e senza neppure desiderare di averne _ qualunque passo dei documenti che ti venivano squadernati davanti. Io a quel tempo li scorrevo volentieri, al di l del tavolo leggevo la mia pratica del 1929. L'arresto, gli interrogatori, il fascicolo con le deposizioni dei testi all'inizio e in chiusura del procedimento, e in$ne l'ultimo foglietto della mia pratica di allora _ il ri$uto di apporre la $rma in accoglimento della condanna: tre anni di lager e cinque di con$no. L'annotazione era stata fatta con mano indifferente dal comandante in servizio. E chi era allora il comandante in servizio al mok, vale a dire al reparto di isolamento maschile| Comandante della prigione era Adamson, ma chi montava di turno| No, non del mok si trattava, ma del 4

reparto di transito, dove avevo fatto lo sciopero della fame. Perch quello sciopero| _ non voglio stare con i controrivoluzionari, chiedo di essere trasferito con gli oppositori. 5

"Lei non qui come inquisito, lei qui come condannato [disse] con indifferenza il comandante di turno, e in effetti mi mostr la copia del documento che ne costituiva la prova, su quel pezzetto di carta c'erano anche le preziose iniziali di qualcuno, le mie iniziali: "Si ri$utato di $rmare. Anche Botvin rileggeva il mio incartamento senza fretta, e si sofferm su un altro minaccioso appunto: "Procedere all'archiviazione. Questa formula signi$cava: conservare per sempre. Tutto questo lo sapevo anch'io. Ma a Botvin interessava qualcos'altro. Gli interessava semplicemente istruire nel modo pi abile un caso che offriva possibilit illimitate per quei tempi. Botvin era sempre di ritorno da qualche conferenza, arrivava ogni volta reggendo tra le mani pile di documenti. Insieme al cinismo e alla pigrizia, in lui si manifestava anche una debita solerzia professionale, il desiderio di non tralasciare nulla, di non incespicare sulla via della gloria, di spremere dalla tecnica il massimo ottenibile. "Allunga le mani sul partito esclam Botvin. "Chi|. "Lei. Qualcuno in alto loco aveva segnato sul documento punti, lineette... All'improvviso Botvin cambi sia il piano, sia la procedura dell'interrogatorio. Dopo aver ottenuto in visione la mia vecchia pratica, interrog daccapo tutti i testimoni, minacciando non gi la deportazione, ma il giudizio in tribunale. Nel mio ca6

so i testimoni erano molto pochi, quel minimo che oggi meglio del massimo. Tutti i colleghi _ Gusja umskij _ furono interrogati di nuovo, sentinskij, S za eccezione. Gusjatinskij si trascin dietro un sacco di fatti nuovi _ ero andato a Kiev dove avevo elogiato E$mov, direttore del locale Istituto per l'Industria, osando tuttavia inveire contro leninisti di provata fede. Tutto ci gli era sembrato sospetto ed egli, che mi aveva raccomandato in redazione, ne dava notizia formale. umskij rimasero immutate Le deposizioni rese da S umskij dimostr rispetto al primo interrogatorio. S di non essere affatto un vigliacco. Particolarmente preoccupanti furono le modi$che che mia moglie apport alla sua deposizione, ma ne venni a conoscenza per sommi capi solo dalle parole di Botvin: "Ecco dunque, sua moglie depone che lei era un oppositore attivo, solo che restava celato, si mimetizzava _ come no|. Ma le prove al riguardo non saltarono fuori. Mi af$bbiarono la sigla krdt. Quattordici anni pi tardi, ancora prima della mia riabilitazione, chiesi [ a mia moglie]: "Che cosa [ hanno trascritto] nelle tue deposizioni| Cosa puoi aver detto di troppo in un anno come il '37|. "Ti dico subito qual stata la mia deposizione: naturalmente non potevo dire di cosa ti occupassi in mia assenza, ma in mia presenza non hai mai avuto a che fare con attivit trockiste. 7

"Perfetto. "Con Pasternak ti incontrerai una volta al mese, qui potrai venire, diciamo, una volta alla settimana. "Sono pi necessario io a Pasternak _ risposi _ che lui a me. Pasternak mi ha dato tutto quello che poteva nei suoi primi versi, Mia sorella la vita. E anche lui non ha alcun obbligo verso di me. "Dammi la tua parola che lascerai in pace Lenoc ka, che non distruggerai i suoi ideali. stata educata da me personalmente, e sottolineo questa parola, nelle tradizioni del nostro Stato, e per lei non voglio una strada diversa. Averti aspettato per quattordici anni mi d diritto a questa richiesta. "Figurarsi se non prendo questo impegno, e se non lo mantengo. C' dell'altro|. "Ma non questo l'importante, la cosa pi importante che tu devi dimenticare tutto. "Cosa tutto|. "Ma insomma, ritornare alla vita normale.

alamov fu arrestato una prima volta dalla Varlam S nkvd nel 1928, con la gravissima accusa di aver diffuso, tramite la tipogra$a clandestina con la quale era in contatto, alcune copie del cosiddetto "Testamento di Lenin. Questo brano, tratto dalle "Memorie dellautore, ancora inedite in italiano, si riferisce tuttavia al suo secondo arresto, avvenuto nel 1937.

2001 iraida sirotinskaja 2001 adelphi edizioni s.p.a. milano

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