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GRANDI SPERANZE
Dicembre 1983: il Presidente Alfonsn nella sua sobria stanza dalbergo (dal Clarn). Dicembre 2013 (nella foto grande): dopo gli scontri
La Presidenta argentina Cristina Kirchner durante il discorso che ha tenuto per commemorare i trentanni di libert del Paese, dopo la spaventosa dittatura militare
CORBIS
di Matteo Nucci
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bre scorso, mentre Plaza de Mayo zeppa di gente festante, acclamava la donna pi amata e odiata di Argentina, Cristina Kirchner, la Presidenta, che aveva appena chiuso il suo discorso per i trentanni di democrazia, il periodo democratico pi lungo nella storia del Paese, mentre le bandiere sventolavano, un pensionato kirchnerista, tal Ramn, mi ha detto senza sorriso: Questo un Paese di contraddizioni e le contraddizioni a un certo punto esplodono. Bisogner vedere dove porta lesplosione. Sono rimasto di sasso. Per quasi un mese non avevo mai sentito nulla di simile. Che a parlare fossero giovani o vecchi, lavoratori o disoccupati, di marca idealista o realista, tutti concordavano su una sorta di ne delle grandi tensioni e delle grandi speranze, come se il 2001 con il default, la crisi nera, la gente di ogni credo in strada a chiedere giustizia e soprattutto pane, avesse rappresentato lultimo appuntamento. Come se, dopo il decennio kirchnerista, con le conquiste sociali, il rispetto ritrovato e una specie di normalit nuovamente agguantata, fossero cadute le ultime utopie. Qual il futuro politico del Paese? Un mediocre Presidente: chi sar sar, ma certo grigio, mediamente corrotto. Mai mi sarei aspettato lidea di unesplosione in vista, sussurrata con paura, ma anche con quelle oscure speranze che sempre porta con s la crisi, il cambiamento, lesplosione. Di ragioni immediate per ce nerano eccome. Fuori dai toni celebrativi, il discorso della Presidenta, con la retorica vibrante che una delle caratteristiche di questa ses-
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