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Smith UNIVERSITA DI TORONTO EDIZIONE ITALIANA’ A CURA: Aldo Ferrari UNIVERSITA DI ROMA “LA SAPIENZA” RISTAMPA 1996 RIVEDUTA E CORRETTA EDIZIONI INGEGNERIA. 2000 Oligrone ROMA . aaa CAPITOLO 1 CAPITOLO 2 CAPITOLO 3 CAPITOLO 4 CAPITOLO 5 CAPITOLO 6 CAPITOLO7 CAPITOLO 8 CAPITOLO 9 CAPITOLO 10 CAPITOLO 11 CAPITOLO 12 CAPITOLO 13 CAPITOLO 14 Indice Condensato Prefazione Introduzione alelettronica 7 PARTE I COMPONENTI E CIRCUITIFONDAMENTALI 46 Amplificatori operazionali 48 Diodi 116 Transistor Bipolari 2 Giunzione (BJT) 191 ‘Transistor ad Effetto di Campo (FET) 298 PARTE Ii CIRCUITI ANALOGICI 404 Amplificatori differenziali e multistadio 407 Risposta in frequenza 488 LaControrcazione 570 Stadi d’uscita ed amplificatori di potenza 646 Circuiti integrati analogici 698 Filtri ed amplificatori accordati 762 Generatori di segnale e generatori difermed’onda 847 PARTE HI CIRCUITI DIGITALI. 904 Circuiti digitali MOS 906 Circuiti digitali bipolari 989 APPENDICI A Tecnologia di fabbricazione dei circuiti integrati A-I B Parametri delle reti due porte B-I C Strumenti di calcolo per il progetto di cireuitielettronici C-1 D Teoremi ut ircuiti D-I E Circuiti a singola costante ditempo E-I F Valori standard diresistenza F-I G Risposte a problemi selezionati G-1 TIndice analitico 1-1 CAPITOLO I~ CAPITOLO 2 Indice Dettagliato INTRODUZIONE ALL'ELETIRONICA I { en Invroduzione I LL Segnali 2 1.2. Speitro di frequenza dium scgnale 3 1.3 Segnali analogicie digitali 6 14 Amplificatori 8 1.5. Modclli circuitali per gli amplificatori 18 1.6 Risposta in frequenva degli amplificatori 29 Riepilogo 39 Bibliogratia 40 Problemi 40 a AMPLIEICATORL OPERAZIONALI 48 Introduzione 48 2.1 Lterminali dell’ampliticatore operazionale 49 2.2 L’amplificatore operazionale ideale 50 2.3 Analisi dei circuiti realizzati con amplificatori operazionali ideali - Configurazione invertente 51 24 Altre applicazioni della configurazione invertente 59 2.5 Configurazione non invertente 64 2.6 Esempi di circuiti con amptificatori operazionali 67 2.7 Amplificatori operazionali non ideali 76 2.8 Siruttura interna degli amplificatori operazionali integrati 82 Funzionamento per grandi segnali degli amplificatort operazionali 8&6 jane di modo comune 90 2.11 Resistenze di ingresso ce diuscita 92 2.12 Problemiin continua 96 Sommario 103 Bibliografia 104 Problemi 104 CAPITOLO 3 CAPITOLO 4 CAPITOLO § rplopt 76) t T TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) 191 | 4. TRANSISTOR AD EFFETTO DI CAMPO (FET) 298 al 52 53 54 Introduzione 716 Tidiodo ideale 117 Caratteristiche # dei diodi a giunzione 123 Analisi dei circuiti realizzati con diodi 130 Modclio del diodo per piccoli segnali e relative applicazioni 136 Funzionamento nella regione di breakdown - Diodi Zener 144 Cireuit raddrizzatori 751 Circuiti limitatori e circuiti di aggancio 163 Fisica del fanzionamento dei diodi - Concetti di base sui semiconduttori 169 La giunzione pm in condiziuni di circuito aperto 172 La giunzione pn in condizioni di polarizzazione inversa 175 La ginnzione pr nella regione di breakdown 177 La giunzione pa in condizioni di polarizzazione diretta 178 Sommario 18! Bibliografia [82 Problemi 182 4 A. Introduzione 197 Struttura fisica e modi di funzionamento 192 Funzionamento del transistor npn in zonaattiva 193 ILtransistor pap 200 Simboli circuitalie convenzioni 202 Rappresentazione grafica delle caratteristiche del wansistor 206 Analisi in continua dei circuiti a wansistor 209 Ik iransistor come amplificatore 220 Circuiti equivalenti per piccoli segnali 226 Analisi grafica. 238 Polarizzazione del BIT per il progetto di circuiti a componenti discret 247 Configurazioni fondamentali degti amplificatori monostadie a BIT 246 Ii transistor come interruttore - Interdizione e saturazione 265 Caratteristiche statiche complete ed effetti del secondo ordine 276 Sommario 282 Bibliografia 282 Problemi 283 t Introduzione 298 Struttura ¢ principio di funzionamento del MOSFET ad arricchimento 299 ‘Caratteristiche corrente-tensione del MOSFET ad arricchimento 307 MOSFET a svuotamento 377 Transistor a giunzione ad effetto di campo HET 322 CAPITOLO 6 CAPITOLO7 5.5 Funzionamento in continua dei circuitia FET 328 5.6 A FEY come umplificatore 337 5.7 Polarizzazione del FET nei circuiti a componenti discreti 349 5.8 Configurazioni fondamentali degli amplificatori monostadio a FET 354 5.9 Amplificator! integrati in tecnologia MOS 361 5.10 Interruttori realizzati can FEF 379 5.11 Componenti in Arseniuro di Gallio (Ga As). 11 MESFET 384 Sommerio 390 Bibliografia 397 Problemi 394 x AMPLIFICATORI DIFFERENZIALI E MULTISTADIO 407) {| Introduzione 407, 6.1 Coppia differenziale a BIT 408 6.2 Funzionamento per piccoli segnali dell'amplificatore differenziale a BIT 412 6.3 Altre caratteristiche non ideali deli’amplificatore differenziale 423 64 Polurizzazione nei circuiti integratt a BJT = 427 6.5 Amplificatore differenziale a BIT con carico attivo 440 6.6 Coppiadifferenziale aJFET 444 6.7 Amplificatori differenziali in tecnologia MOS 447 68 Amplificatori BICMOS 456 69 Amplificatori in GaAs 461 6.10 Amnptificatori multistadio 470 Sommario 475 Bibliografia 476 Problemi 476 RISPOSTA IN FREQUENZA = 488 Introduzione 488 T.L Analisi nel dominio di Laplace 489 7.2 La funzione di trasferimento di un amplificatore 495 7.3. Risposta in bassa frequenza dell amplificatore a source comune 505 74 — Risposta in alta frequenza detl’amplificatore a source comune 570 1.8 Modelo ibrido ax del BIT 520 7,6 Risposta in frequenza dell’amplificatore a emettitore comune 528 7.7 Le configurazioni a base comune, a gate comune e cascode 530 8 — Risposta in frequenza dell’ inseguitore dj emettitore ¢ dellinseguitore di source 537 7.9 Casceta di un collettore comme e di un emettitore comune 540 7.10 Risposta in frequenza dell’ amplificatore differenziale 545 7.11 La coppia differenziale come amplificatore a larga banda - La configu- razione colletlare comune-base comune 553 Sommario 556 Bibliografia 557 Problemi 557 CAPITOLO8 LA CONTROREAZIONE 576 i Introduzione 570 8.1 Struttura generale della controreazione 571 8.2 Alcune proprict2 della controreazione neyativa 573 8.3 I quattro tipi fondamentali di controreari 84 Amplificatore con controreazione serie-parallelo 581 8.5 Amplificatore con controreazione serie-serie 590 8.6 Amplificatori con controreazione parallclo-paralleto ¢ parallelo-scrie 598 8.7 Calcolo del guadagno di anello 609 88 [problema della stabilita. 673 8.9 Effetto della controreazione sui poli di un amplificatore 616 8.10 Studio della stabilita mediante i diagrammi di Bode 625 8.11 Compensazione di frequenza 629 Sommario 635 Bibliografia 636 Problemi 636 CAPITOLO9 = STADI D’USCITA ED AMPLIFICATORI DI POTENZA 646 h fos a Invoduzione 646 9.1 Classificazione degli stadi @’uscita 647 92 Studio duscita in classe A 648 9.3 Stadio d’uscita in classe B 653 94 Studio d’uscita in classe AB 659 9.5 Polarizzazione del circuito in classe AB 662 9.6 BIT di potenza 967 9.7 Varianti della configurazione in classe AB 674 9.8 Amplificatori integrati di potenza 678 9.9 MOSFET di potenza 685 Sommario 699 Bibliografia 691 Problemi 697 CAPITOLO 10) CIRCUITEINTEGRATIANALOGICI 698 ho Tntroduzione 698 10.1 Amplificatore operazionale 741 699 10.2. Analisi in continua del 741 703 10.3 Analisi per piccolé segmali dello stadio d'ingresso del 741709 10.4 Analisi per piccoti segnali del secondo stadio del 741775 10.5 Analisi dello stadio d'uscita del 741 717 10.6 Guadagno ¢ risposta in frequenza del 741722 CAPITOLO 11 CAPITOLO 12 10.7 Amplificatori operazionali CMOS 727 10.8 Configurazioni alternative per umplificatori operazionali nelle tecno- logie CMOS e BICMOS 734 10.9 Convertitori - Introduzione 738 10.10 Convertitori DA 743 10.11 Convertitori AD 747 Sommario 753 Bibliografia 754 Problemi 755 he we FILTRIED AMPLIFICATORI ACCORDATI. 7620 i ~ Introdurions 762 11... Trasmisstone, tipi e specifiche dei filtri 763 11.2. Funzione di wasferimento del filtro 767 11.3 Piltei di Butterworth e di Chebyshev 770 1L4 Bunzioni di filtro del primo e del secondo ordine 778 11.5. Risonatore LCR del secondo ordine 786 11.6. Filtri attivi def secondo ordine basati sulla sostituzione dell'induttore 792 LL Fills attivi del secondo ordine basati sulla topologia two-integrator- loop 800 1L8 Pulte attivi biquadratici ad amplificatore singolo 806 ILO Sensibilire 8/4 11.10 Futria capacita commutate 876 L1.11 Amplificatori accordati 822 Sommario 833 Bibliografia 834 Problemi 835 ———= GENERATORI DI SEG) ‘ALE E GENERA TORI DI FORME D’ONDA 841 Introduzione 847 12.1 Principi di base degli oscillator! sinusoidal 842 12.2 Oscillatori RC con umplificatore operazionale 847 123 Oscillatori LC ed acristallo 855 12.4 Multivibratori bistabili 861 12.5 Generazione di forme d’onda quadrate ¢ triangolari_ mediante multi- vibratori astabili 869 12.6 Generazione di un impulso standardizzato - Multivibretore. monostabite 873 12.7 Timer integeati 875 12.8 Formatori d’onda non fineari 88 12.9 Rettificatori di precisione 884 Sommario 892 Bibliografia 893 Probiemi 893 a CAPITOLO 13 CIRCUITIDIGITALIMOS 906 \ SS Introduzione 906 13.1 Circuiti logici - concetti fondamentali 907 13.2. Invertitore NMOS con carico ad arricchimento 916 13.3 Invertitore NMOS con carico a svuotamento 923 13.4 Circuiti logici NMOS 928 13.5 Invertitore CMOS 930 13.6 Porte logiche CMOS 938 13.7 Latche flip-flop 944 13.8 Multivibratori 950 13.9 Memorie ad accesso casuale (RAM) 956 13.10 Memorie di sola lettura (ROM) 965 13.11 Circuiti digitali in Arseniuro di Gallio 970 Sommario 979 Bibliografia 980 Problemi 980 CAPITOLO 14 CIRCUITIDIGITALIBIPOLARI 989 yey Introduzione 989 14.1 I BJT come elemento di un circuito digitale 990 14.2. Primi circuiti digitalia BIT 999 143 Transistor-Transistor Logic (TTL 0 T?L) 1003 14.4 Caratteristiche della TTL standard 1016 14.5 Famiglie TTL con prestazioni migliorate 1023 14.6. Emitter Coupled Logic (ECL) 1030 14.7 Circuiti digitali BICMOS 1045 Sommario 1047 Bibliografia 1048 Problemi 1049 APPENDICI A TECNOLOGIA DI FABBRICAZIONE DEI CIRCUITI INTEGRATI PARAMETRI DELLE RETI DUE PORTE STRUMENTI DI CALCOLO PER IL PROGETTO DI CIRCUITI ELETTRONICI TEOREMI UTILI SUI CIRCUITI CIRCUITI A SINGOLA COSTANTE DI TEMPO VALORI STANDARD DI RESISTENZA RISPOSTE A PROBLEMI SELEZIONATI aw Qums I INDICE ANALITICO CAPITOLO Introduzione all’ Elettronica Introduzione Li Segnali LS Modelli cireuituli per gli amplificatori 1.2 Spettro di frequenza di un segnate 1.6 Risposta in frequenza degli amplificutoti 1.3. Segnali analogici e digitali Sommario « Bibliografia © Problemi 1.4 Amplificatori INTRODUZIONE L’argomento di questo testo 2 T'Elettronica moderna, meglio canosciuta come Microclettronica. 1] termine Microeletironica si riferisce alla tecnologia dei Circuiti Integrati CO), che, attualmente, é in grado di produrre citcuiti contenenti pitt di 1 milione di componenti su un piccolo pezzo (Chip) di Silicio la cui area & dell'ordine di 60 mm?. Un circuito di questo tipo pud, per esempio, costituire un digital computer completo, che, come dice il suo stesso nome, & note come microcomputer o, pidi in generale, microprocessore. In questo libro studieremo dispositivi eletronici che possono essere usati sia singolar- mente (nel progetto di cireuiti discreti), sia come componenti di un circuito integrato, ¢ ci oecu- peremo del progetto c dell’ analisi delle interconnessioni tre questi dispositivi che formano eireuiti discreti ¢ integrati di diferente complessita ¢ che possono svolgere unampix variet’ di furvioni. Inoltre, studieremo anche i vari tipi di citcuiti integrati disponibili e te loro applicazioni ne! pro- getto di circuiti elettronici. Lo scopo di questo primo capitolo 2 quello di introdutre atcuni concetti basilari e di fissa- te una opportuna terminologia. In particolare ci occuperemo della definizione del concetto di segnale e di una delle pid importanti procedure di elaborazione di un segnale, Pamplificazione. Esamineremo poi i vari modelli di amplificatori Jineari, che saranno impiegati nei capitoli seguen- ti per il progetto e T’analisi degli amplificatori reali. Olire a definire il campo di, applicazione della Microelettronica, questo capitolo serve a collegare to studio dei circuiti lineari ¢ l'argomento di questo testo: il progetto ¢ Panalisi dei circuit efettronici. 2 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA, 1.1 1 SEGNALI 1 segnali contengono informazioni su vari fenomeni che si svolgono nel mondo fisico. Alcuni esempi: informazioni meteorologiche possono essere riportate mediante segnali che rap- presentino la temperatura dell’ aria, la pressione atmosferica, la velocita del vento ¢ cosi via. La voce di un annunciatore radiofonico che legge delle notizie in un microfono pud essere considera- ta come un segnale acustico che contiene delle informazioni sulla situazione mondiale. Per osser- vare I’evoluzione nel tempo dello stato di un reattore nucleare si usano dei dispositivi per misurare una grande quantita di parametri, e ognuno di questi strumenti produce un opportuno segnale. Per estrarre le informazioni volute da un insieme di segnali !’osservatore, si tratti di un uomo o di una machina, ha bisogno di elaborare il segnale in qualche modo. Questo proceso di elaborazione del segnale viene in genere svolto nel modo pitt conveniente possibile utilizzando sistemi elettronici. Perché questo sia possibile, comunque, il segnale deve essere prima convertito in un segnale elettrico, cio’ in una tensione o in una corrente, Questo processo di conversione viene di solito svolto da dispositivi chiamati trasduttori. Esistono molti tipi di trasduttori, ognuno dei quali adatto a una particolare categoria di segnali fisici. Ad esempio, le onde sonore della voce umana possono essere convertite in un segnale elettrico usando un microfono, che é, in effetti, un trasduttore di pressione. In ogni caso, lo studio dei trasduttori va al di 1a dei nostri scopi, sicché da ora in poi supporremo che le grandezze che ci interessano esistano gid come segnali elettrici e li rappresenteremo in una delle due forme equivalenti mostrate in Fig. 1.1. In Fig. 1.1(a) il segnale viene rappresentato mediante un generatore di tensione v,(t) con una resistenza interna R, . Nella rappresentazione di Fig. 1.1(b) (alternativa alla prima), il segnale & rappresentato mediante un generatore di corrente 7,(1) con una resistenza interna R, . Sebbene le due rappresentazioni siano equivalenti, si preferisce usare quella di Fig. 1.1(a) (conosciuta come forma di Thevenin) quando la resistenza X, ¢ piccola, mentre quella di Fig. 1.1(b) (nota come forma di Norton) viene usata quando la resistenza R,é grande. Da quanto detto finora dovrebbe essere chiaro che un segnale @ una grandezza che varia nel tempo e che pud essere rappresentata da un grafico come quello di Fig. 1.2. In effetti, il conte- nuto di informazioni dal segnale & rappresentato dai cambiamenti del suo valore in funzione del tempo; potremmo dire che le informazioni sono contenute nei “serpeggiamenti” della forma d’on- da del segnale. In generale é difficile descrivere matematicamente tali forme d’ onda. In altre paro- le non é facile dare una descrizione succinta di una arbitraria forma d’onda quale quella di Fig. 1.2. Naturalmente, una tale descrizione é di grande importanza ai fini della progettazione di un cir- cuito appropriato che elabori il segnale eseguendo su di esso le operazioni desiderate. Re Fig. 1.1 Due possibill rappresentazioni di un i R, generatore di segnale: (a) forma di O} Thévenin, (b) forma di Norton. (a) (b) CAPITCLO 3 wlth Fig. 1.2 Un atbitraro segnale di fensione vf). Tempo, # 1.2 SPETTRO D] FREQUENZA DI UN SEGNALE Un segnale pat essere caratterizzate in modo estremamente pratico e valide per una qua- lunque arbitraria funzione del tempo, mediante i] suo spettro di frequenza. Una tale descrizione del segnale viene ottenuta mediante due strumenti matematici: la serie di Fourier ¢ la trasferma- ta di Fourier!, In questo momento non siamo interessati ai dettagli di queste trasformazioni; & sufficiente dire che esse ci forniscono i} modo di rappresentare un segnaic di tensione 7,1) 0 un segnale di corrente 7,(2} come una somma di segnali sinusofdali di differenti frequenze ¢ ampiez- ze. Questo fa si che i segnali sinusoidali siano molto importanti neli'analisi, ne) progetto ¢ nella prova di circuiti elettronici. Per questa ragione rivedromo brevernente le praprieta delle funzioni sinusoidali. La Fig. 1.3 mostra un segnale di tensione sinusoidale e,(i) =V¥, sen ot ab dove V, denota it valore dell'ampiezza in volts ¢ @ denota la velocit& angolare in radianti at secondo; ciot @ = 2 mf rad/s, dove f & la frequenza in Herts f= 1/7 Hz, ¢ T 2 il perindo in secondi. Fig, 1.3 Tensione sinusoidale di ampiezza V, frequenza f= 1/1 Hz. La frequenze angolare & 1m =2nfradis. 111 levore che aon ba ancora studiato questi argomenti non deve preoceuparsi, visto che non saranno ripresi fino al Capitola 7. Turtavia, la comprensione del comtenuto della Sezione 1.2 & motto utile ai fini delle studio dei primi capitoli del libro. 4 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA, Il segnale sinusoidale 2 completamente caratterizzato mediante il suo valore di picco V, . la sua pulsazione @ ¢ Ja sua fase rispetio ad un atbitrario istante di riferimento. Nel nostro caso Vorigine dei tempi & stata scelta in modo tale che l'angolo di fase sia 0. Bisogna dire che @ motto comune esprimere Yampiczza di un segnale sinusoidale mediante il suo valore efficace (root- mean-square, rms) che & uguale al valore di pica diviso per V2 Quindi, il valore efficace della sinusoide v,(4) di Fig. L2& V,/V2. Per esempio, quando si dice che ’energia elettrica nelle nostre case viene distribuita a 220 V, si intende che la tensione ha un andamento sinusoidale con un valore di picco di 220 ¥2 V. Ritornando ora alla rappresentazione dei segnale come somma dj sinusoidi, possiemo dire che Ja serie di Fourier 8 utilizzata per questo scopo net case particolare di un segnale periodi- co nel tempo. La trasformata di Fourier, invece, si applica in casi pid: generati, e pud essere utiliz- vata per ottenere Jo spettro di frequenza di un segnale la cui forma d’onda sia una funzione com- pletamente arbitraria det tempo. La serie di Fourier ci permette di esprimere una data funzione periodica del tempo come somma di un numero infinito di sinusoidi le cui frequenze differiscono per multipli interi di una frequenza @, Per esempio, Ponda quadra simmetrica di Fig. 1.4 pud essere espressa come 4 oft) = 2 sen tat + Leen 35 +4 sen Sigh to > (1.2) x 3 5 dove V & l'ampiezza dell’onda quadra c @, =2 WT (7 & il periode delonda quadra} & chiamata la frequenza fondamentale. E da osservare che, dato che !ampiezza delie varie armoniche dimi- nuisce progressivamente, la scrie pud essere troncata, fornendo cost una approssimazione dell’ on- da quadra, +¥ ri fig. 1.4 Onda quadra simmetrica di ompiezza V. \" Le componenti sinusoidal della serie nella Eq. (1.2) costituiscono io speuiro di frequenza dell’ onda quadra. Tale spetiro pud essere rappresentato graficamente come in Fig. 1.5, dove sul- Tasse orizzontale si riporta la velocita angolare «in radianti al secondo. La trasformata di Fourier pud essere applicata a funzioni non periodiche del tempo come quetla riportata in Fig. 1.2, ¢ fomnisce it toro spetizo come una funzione continua della frequen7a, come mostrato in Fig. 1.6, A differenza dei segnali periodic, il cui spettro 2 costituito da un insie- me discreto di frequenze (ap ¢ le sue armoniche), lo spettro di un segnale non periodico contiene, in generale, tutte le possibili frequenze. Turtavia, nella pratica, la parte essenziale dello spettro del CAPITOLO 1 5 Av ® 1l4v 30m 1, 4¥ Som : t i ~ ay deay Sony ww (ratl}s} Fig, 1.5 Spettro di frequenza dell’onds quacta periodica di Fig. 1.4 segnale & im genere contenuta in segmenti molto piccoli dell’asse delle frequenze angolari (0), © questa & un’osservazione molto utile nell’elaborazione di tali segnali. Per esempio, lo spettro dei suoni percepibili dall'uomo, come la voce umana e ka musica, si estende da 20 Hz a 20 KHz circa; tale intervallo di frequenze & conosciuto come banda audio. Va sottolineato che esistono in natu- ra soni con frequenza superiore a 20 KHz, ma l'orecchio umano non é in grado di percepitli, Per concludere, vogliamo far notare che un segnale pud essere rappresentato sia mediante V'andamento temporale della forma d’onda, come per il segnale u(t) mostrato in Fig. 1.2, sia mediante il suo spettro di frequenza, come in Fig. 1.6, Le due rappresentazioni sono definite, rispettivamente rappresentazione nel dominio del tempo c rappresentazione nel dominio della fre- quenza. La rappresentazione nel dominio della frequenza di v,() sara indicata col simbolo V,(@). oe 3 = q £ Fig. 1.6 Spattro di frequena ci un segnale £ arbitrario come quello in Fig. 1.2 3 g 3 oO @ (rad/s) 6 INTRODUZIONE ALL’ELETIRONICA Esercizi Li Trovare le frequenze f ed @ di un xegnale sinusoidale con un periodo dit mn. Ris, f= 1000 Hz; eo = 2m x 103 rad/s 1.2 Qual’é il periodo 7 di un'onda sinusoidale caratterizzata daile frequenze (a) f= 60 Hz ? (b) /= 103 Hz ? (&) f= | MHz ? Ris. 16,7 ms; 1000 s; 1 ps. 1.3 Quando il segnale a onda quadra di Fig. 1.4 ta cui serie di Fourier @ data nel"Fq. (1.2) 2 applicato a un resistore, la potenza totale dissipata pud essere calcolata direttamente usando Ta relazione VT a P=—[W°sR) dt To ©, indirettamente, sommando i contributi di ciascuna delle componentt armoniche, vole a dire P= P, + P, + Py... che possono essere trovati dircttamente dai valori rns, Verificare che i due sistem siano equivalenti. Quale frazione dell'energia di un onda qui dra & presente nella sua fondamentale? Nelle sue prime cinque armoniche? NeHe sue prime sette? Nelte prime nove? In che numero di armoniche @ contenuto ‘il 90% detl energix? (Si noti che nel contare Je armoniche, quella relativa a @, @ la prima, quella relativa a 2 a, la seconda ¢ cost Ris, 0,81; 0,93; 0.95; 1.3 SEGNALI ANALOGICI E DIGITALL Il segnate di tensione raffigurato in Fig, 1.28 chiamato segnale analogico. 0 nome deriva dal fatto che un segnale di questo tipo & analogo al segnale fisico che ess0 rappresenta, La funzione che rap- presenta un segnale analogico pud assumere qualunque valore; in altri termini, Pampiczza di un segnale analogico mostra una variazione continua in (utto il suo intervallo di attivita. La maggior parte dei segnali che si trovano nella realt8 fisica sono analogici. I circuiti elettronici che elaborane tali segnali sone detti cireuiti analogiei. In questo testo studieremno vari circuiti analogici. Alternativamente, un segnaie pud essere rappresentato mediante una sequenza di numeri, ognuno dei quali rappresenta il valore del segnale in un determinato istante di tempo. Il segnale che ne risulta & detto segnale digitale. Per vedere come un segnaie possa essere rappresentato in quesultima forma, cio? come i segnali possano essere convertiti dalla forma analogica a quella digitale, consideriamo la Fig. 1.7(a). In questa figura ia curva rappresenta un segnale di tensione identico a quelic in Fig. 1.2. Ad oguali intervaili sull’asse det tempo abbiamo marcato gli istanti ty, b € Cosi via. In ognuno di questi istanti si misura il valore del segnale, con un proceso noto come campionamento. La figura 1.7(b) mostra una rappresentazione del segnale di Fig. 1.7%(a) mediante i suoi campioni. I] segnale in Fig. 1.7(b) @ definito soltanto negli istanti in cui é stato eseguito il campionamento, ¢ quindi non & pit! una funzione del tempo, ma piuttosto un segnale a tempo discreto. Comunque siccome clascun campione pod assumere quatsiasi valore in un inter- vallo continuo, if segnale in Fig. 1.7(b) & ancora un segnale analogico. Ora, se rappresentiamo !'ampiezza di ciascuno dei campioni di Fig. 1.7.(b) mediante un numero con una quantita Ginita di cifre allora il valore del segnale non variera pili con contimuita, potremmo piuttosto dire che iJ segnale & stato quantizzato, diseretizzato o digitalizcato. TL seynale digitale che ne risulta, allora, @ semplicemente una sequenza di numeri che rappresentano iJ valore dei vari campioni del segnale. J circuiti elettronici che etahorano i segnali digitali sono detti cireuitl digitali. 1 digital computer & un sistema costruito con circuiti digitali. Tutt i segnali interni, in un digital computer, CAPITOLO | 7 0) Witt ? Fig. 1.7 Campionando il segna- . fe cnalogico o tempo continuo @) in (a) si ottiene il segnole analo- uO gico atempe discreto in (b). HA (b) sono segnali digitali, L’elaborazione digitale dei segnali si @ molto diffusa, soprattutto a causa degli enormi progressi fatti nel progetto e nella fabbricazione di circuiti digitali. Un'altra ragione delia popolarita deil’elaborazione digitale dei segnali i] fatto che, di solito, si preferisce aver a che fare con numeri. Per esempio, senza dubbio la maggior parte di noi trova gii orologi con display digitate pitt comodi di quelli con display analogico (lancette che si muovono su una scala graduata), Mentre il display de! secondo tipo richicde un lavoro di interpretazione da parte del’os- servatore, il primo 2 esplicito, eliminando cost ogni giudizio soggettivo. Questo & un fatto impor- tante che forse pud essere meglio apprezzato ne!l’ambito di un sistema di strumentazione come quello utilizzato per osservare nel tempo l’evolurione dello stato, di un reattore oucleare. In un sistema del genere, infutti, {'interpretazione umana delle letture degli strumenti e la inevitabile mancanza di precisione ad essa associata, potrebbe essere rischiosa. Inoltre, in tale sistema di stru- mentazione, di solito j tisuitati deile operazioni di misura devono esscre inviati ad un digital com- puter per successive analisi, A tal fine sarebbe conveniente che i segnali ottenuti dagli strumenti di misura fossero gid in forma digitale. Lelaborazione digitale dei segnali & economica ed affidabile. Inoltre, consente di effet- tuare una gran quantita di funzioni di eluborazione, funzioni che non sarebbe possibile o pratico implementare mediante. sistemi analogici. Tuttavia, come abbiarpo gid detto, molti dei segnali del mondo fisica sono analogici. Inolite, esistono molte operarioni di elaborazione del segnak: che vengono eseguite net modo migliore Milizzando circuit! analogici, Ne consegue che an buon inge- gnere clettronico deve essere abile in esitrambe le forme di elaborazione del segnale. Questo é i} principio adottato in questo libro. 8 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA Prima di lasciare la trattazione dei segnali vogliamo far notare che non tutti i segnali trat- tati dai sistemi elettronici hanno origine nel mondo fisico. Per esempio, le calcolatrici clettroniche ed i digital computer eseguono operazioni matematiche ¢ logiche per risolvere problemi. E” chiaro che i segnali digitali che rappresentano le variabili e i parametri di questi problemi intemamente a tali sistemi elettronici non provengono direttamente da segnali fisicamente esistenti. 1.4 AMPLIFICATORI Introdurremo adesso una funzione fondamentale di elaborazione dei segnali, usata, sotto varie forme, in quasi tutti i sistemi elettronici: l’amplificazione. Amplificazione di un segnale \ Da un punto di vista concettuale, la prima necessita che si incontra nell’ elaborare i segna- quella di amplificarli, Questa necessita deriva dal fatto che i trasduttori forniscono segnali piuttosto “piccoli”, cioé nell’ ordine di microvolt o di millivolt, e dotati di energie molto basse. Tali segnali sono troppo piccoli per essere sottoposti a una elaborazione attendibile ¢ l’claborazio- ne stessa 2 molto pill semplice se si rende maggiore I’ampiezza del segnale. I blocco funzionale che realizza questa funzione @ ’amplificatore di segnale, E* opportuno, a questo punto, illustrare 1a necessita di linearita per gli amplificatori ‘Amplificando un segnale, bisogna aver cura di non alterare le informazioni in esso contenute e di non introdurre informazioni differenti. Quindi, fornendo ad un amplificatore il segnale di Fig. 1.2 vogliamo ottenere all"uscita dell’ amplificatore un altro segnale che sia una esatta replica di quello in ingresso, a parte la maggiore ampiezza. In altre parole, i “serpeggiamenti” della forma d'onda del segnale di uscita devono essere identici a quelli del segnale in ingress. Ogni alterazione della forma d’onda é considerata distorsione ed &, ovviamente, indesiderabile. Un amplificatore che conservi nei dettagli 1a forma d’onda del segnale & caratterizzato dalla relazione a3) dove v,€ uv, sono, rispettivamente, i segnali in ingresso e in uscita e A é una costante che rappre- senta il valore dell’amplificazione, chiamata guadagno dell’amplificatore. L’equazione (1.3) & una relazione lineare e quindi l’amplificatore daessa caratterizzato 2 detto amplificatore lineare. Dovrebbe essere chiaro che se la relazione tra v, e v, contiene potenze di v, pid elevate, la forma onda di v, non sara pid uguale a quella di 1. In tal caso, si dice che Pamplificatore mostra una distorsione non lineare. Gli amplificatori descritti fin qui sono di solito destinati a funzionare con segnali molto piccoli in ingresso. II loro scopo & quello di rendere maggiore 'ampiezza del segnale, e quindi sono considerati amplificatori di tensione. Il preamplificatore di un sistema stereo é un esempio di amplificatore di tensione. Comunque, questo dispositivo non si limita ad amplificare il segnale; in particolare, modifica lo spettro di frequenza del segnale di ingresso. Comunque, per ora non ‘intendiamo trattare questo argomento. E’ necessario menzionare ora un altro tipo di amplificatore, l’amplificatore di potenza. Questo dispositive fornisce una modesta amplificazione di tensione ma una sostanziosa amplifica- zione di corrente. Quindi, pur assorbendo poca energia dal generatore di segnale al quale & con- CAPITOLO 7 9 nesso, che spesso & un preamplificatore, fornisce una grossa quantita di energia al suo carico. Un esempio pud essere costituito dall’ amptificatore di potenza di un sistema stereo hi-fi, il cui seopo @ quello di erogare una potenza sufficiente per pilotare gli altoparlanti. Qui debbiamo notare che gli aloparlanti rappresentano il trasduttore di uscita det sistema, poiché convertono in un segnale acustico il segnaie elettrico fornito in uscita dal sistema, Mediante questo ésempio possiamo apprezzare meglio amche ta necessit&, per gli amplificatori, della propriet® di linearita. Un amplifi- catore Gi potenza lincare fa si che sia i passaggi musicali forti che quelli bassi siano riprodotti senza distorsioni. Simboli circulitali degli amplificatori Lramplificatore di segnali , ovviamente, una rete due-porte, La sua funzione pud essere conve- nicntemente rappresentata mediante il simbolo circuitale di Fig. 1.8(a). Questo simbolo permette di distinguere chiaramemte le porte dingresso e di uscita e indica la direzione in cui fluisce il sognalc. Quindi, negli schemi circuilali che incoatreremo pit avanti, non sara necessario contras- segnare le due porte come “ingresso” ¢ “uscita”. Per ragioni di generalita abbiamo disegnato l'am- plificatore con due terminati di ingresso, distinti da quelli di uscita. Un simboto che si incontra pi di frequentc, perd, & quello di Fig. 1.8(b) in cui le porte di ingresso e di uscita dell'amplificatore hanno un terminale in comune. Questo terminale in comune viene usato come punto di riferimento ed 8 chiamzto massa del cirenito. Tngresso Uscita Ingresso. Useita ——— fa} (db) Fig. 1.8 (a) Simbolc circuitale ci un ampiificatore, tb) Amplificctore con un terminale comune (massa) fra le porte ai ingresso e di uscila, Guadagno di tensione Un amplificatore lineare riceve in ingresso un segnale 1, (1) ¢ fomnisce in uscita, attraverso una resistenza di carico A, (Fig. [.9(a)} un segnake 1, (che & una copie ingrandita di 1 (2). TI guadagno di tensione dell’ amplificatore & definito dalla relazione Yo Guadagno di tensione (4 aay oY La Figura 1.9(b) mostra Ja caratteristica di trasferimento di un amplificatore lincare. Se applichia~ mo all’ ingresso di questo amplificatore una tensione sinusoidale di ampiezza V, otterremo in usci- ta una sinusoide di ampiezza A.V’ Guadagne di potenza e guadagno di corrente Un amplificatore aumenta ta potenza del segnale, una caratteristica, questa, molto importante che differenzia un amplificatore da un trasformatore. Ii trasformatore, infatti, pur presentando al carico 10 INTRODUZIONE ALL’ ELETIRONICA (a) «bh Fig. 1.9 {a} Un ompiificctore di tensione pilotato da un segnale v, () 6 connesso ad una sesstenzc di carico R, . 2) Covatteristica di trasterimento di un amolficatore ineare ditensone con guadagno di tensione A, una tensione maggiore di quella che viene applicata al suo ingresso (sull’avvolgimento primario), eroga in uscita una potenza minore o al massimo uguale a quella fornita dal generatore di segnate. L’amplificatore, invece, fornisce al carico una potenza maggiore di quella preievata dal generatore di segnale, In altri termini, questi dispositivi son caratterizzati da un guadagno di potenza. Il gua- dagno di potenza dell’ amplificatore in Fig. 1.9(a) & definito dalla relazione potenya trasferita al carico Guadagno di potenza (4, ) = potenza in ingresso dove , & la corrente che Pamplificatore fornisce al carico ig = vo /R, € ij? Ja corrente che Vam- plificatore preleva dai gencratore di segnale. Il guadagno di corrente dell’ amplificatore & definite come Guadegno di conente (4) = ay y Dalle equazioni (1.4) ¢ (1.7) segue che Ay = 4,4; 8) Espressione del guadagno in Decibel Il guadagno di tensione, cosi come quello di corrente e di potcnza, vengono definiti mediante rap- porti tra grandezze con le stesse dimensioni fisiche, e saranno quindi espresse da numeri adimen- sionali, oppure, per enfasi, usando come unita di misura V/V per il guadagno di tensione, AJA per CAPITOLO 1 WW il guadagno di corrente e W/W per il guadagao di potenza. In akternativa, per varie ragioni, alcune delle quali storiche, gli ingegneri elestronici esprimono i parametri degli amptificatori usando i logaritmi. In particolare, il guadagno di tension A,,pud essere espressa come Guadagno di tensione in decibel = 20 log | A, | dB es mente per il guadagno di corrente 4, si avra Guadagno di comenge in decibel = 20 log La, | 4B Dal momento che la potenza & esprimibile in funzione del quadrato della tensione, iI guadagno di potenza 4, pud essere espresso mediante la relazione Guadagno di pgtenza in decibel 0 log Ay dB Tl guadagno di tensjone e di corrente vengono presi in valore assoluto dal momento che, in alcuni casi, possono essere espressi da numeri negativi. Il fatto che 4, sia negativo sta sempli- cemente ad indicare uno sfasamento di 180° tra il segnale in ingresso e quello in uscita; non impli- ca che |'anoplificatore stia attenuando il segnale. D'altra parte, lificatore che Pres ent un un el guadagun.di sensione di -20 dB sta in eifeiti attentiando il segnate di_un fatlore 10 (cio 4,= 0.1." Alimentazione degli amplificatori Dal momento che ia energia wasferita al carico 8 maggiore di quella assorbita dal generatore di segnale, naturale chiedersi da dove venga presa questa energia addizionalc. La risposta 2 che gli amplificatori, per funzionare, devono essere alimentati con gencratori in continua, detti alimenta- tori. Questi generatori forniscono l'energia addizionale trasferita al carico, cos come ogni altra quantita di energia che possa essere dissipata (cin? convertita in calore) ne] circuito intemo del- TY amplificatore. Nella Fig. 1.9(a}, non abbiamo mostrato esplicitamente questi alimentatori. La Fig, 1.10(a) mostra un amplificatore che richiede due alimentatori (alimentazione duale): uno positive di valor: Vj, ¢ uno negativo di valore V;. L’amplificatore ha due terminali contrassegnati con V+ e V- che vanno collegati ai due alimentatori. Aftinché l’amplificatore possa funzionare, il terminale contrassegnato con ¥*_deve essere comnesso al polo positivo deb gativo ‘0 © connesso a massa. Inoltre, il terminalé tan fa) @) Aig, 1.10 Scheme di ampifficatore che richiede un‘alimentazione duale 12 INTRODUZIONE ALL’ ELETTRONICA trassegnato con ¥~ deve essere collegato ul polo negative del generatore la cui tensione & V; ¢ il cui polo positive & connesso a massa. Ora, se la corrente erogata dal generatore positivo @ 4 € quella erogata dal generatore negativo & / (vedi Fig. 1.10(@)) la potenza fornita all’aroplificatore sora Py = Vili + Vib Indicando con P,,, la potenza dissipata ail’interno dell’ amplificatore, il bilancio energetico det sistema 2 dato dall’equazione Fact Be = Pet Biss Dal momento che la potenza P;assorbita dal generatore di segnale 8 di solite molto bassa, l’effi- sienza dell’ amplificatore 2 definita come n= 2x100 aa te L’efficienza & un parametro importante per valutare le prestazioni degli amplificatori che gestisco- no grosse quantita di potenza, Questi dispositivi, chiamati amplificatori di potenza, sono usati, per esempio come stadi di uscita dei sistemi stereo. Allo scopo di semplificare gli schemi circuitali, adoueremo la convenzione illustrata in Fig. 1.10(). In questa figura, it terminale V* viene connesso a una freccia rivolta verso l’alto ¢ il terminale V- a una freccia rivolta verso il basso. La tensione corrispondente @ indicata vicino alla punta di ciascuna freccia, In molti casi non mostreremo esplicitamente le connessioni tra gli amplificatori e i relativi alimentatori. Inoltre, vogliamo far notare che alcuni amplificatori richie- dono un solo generatore di alimentazione. ESEMPIO 1.1 Si abbia un amplificatore atimentato da due generatori in continua di vatore +10 V. UJ dispositive & pilotato in ingresso da una tensione sinusoidate con un valore di picco di 1 V ¢ for- nisce in uscita, a una resisienza di carico di 1 kQ, una tensione sinusoidale con un valore di picco di 9 V. L’amplificatore assorhe una corrente di 9,5 mA da ciascuno dei due generator: la corrente dingresso dell’ amplificatore 2 sinusoidale con un valore di picco di 0,) mA, Trovare l'amplifica- zione di tensione, di corrente e di potenza, la potenza assorbita dagli alimentatori, la potenza dissi- pata nelPamplificatore e Vefficienza del!’ amplificatore. Soluzione =OWIV oppure 20tog9~ 19,1 dé CAPITOLO 1 13 oppure A, 5 20 log 90 = 39.1dB oppure 4, = 10 log 810 = 29,1dB Py =10 X95 410 %9,5 =190 mw Pigg = Pag +P) P, = 190 +.0,05 - 40,5 = 149,0 mW Hiss n= 7h x 100 = 21,3% Fac ‘A proposito dell’esempio precedente possiame osservare che lamplificatore converte una parte detla potenza assorbita dai gencratori di alimentazione (in continua) in potenza del segnale che {ornisce al carico. Saturazione di un ampiiticatore La caratteristica di trasferimento di un amplificatare rimane lineare solo per un limitato intervallo delle tensioni di ingresso c di uscita. Per un amplificatore alimentato da due generator, la tensione di uscita non pud superare uno specifice limite positive, e non pud scendere al di sotto di uno spe- cifico limite negative. La caratteristica di trasfcrimento che ne risulta & disegrata in Fig. J.11, dove i livelli di saturazione positivo ¢ negativo sono indicati rispettivamente con £ , € J, rispetti- vamente. Ognuno dei due livelli di saturazione dista, in genere, | 9 2 V dalla tensione de} corti- spondente generatore di zlimentazione. Naturalmente, allo scopo di cvitare che il segnale di uscita venga distort, il segnale di ingresso deve essere mantenuto all"interno delf'intervallo di funzionamento fineare La Fig. 1.1 mostra Ja relazione tra duc forme d’onda d’ingresso e le corrispondenti forme d’onda @uscita. Possiamo notare che i picchi della forma d’onda di maggiore ampiezza sono stati tosati a causa della saturazione dell’ amplificatore. 14 INTRODUZIONE ALL’ELETIRONICA » Pichi del segnale di } uscitatosati a causa della saturazione fn t 1 1 t I I J 5 t ® 4 T Segnali di ingresso Va Fig. 1.11 Carattexistica di trosterimento di un ampiicatare che si comporte in modo lineare, finché non inter- viene fa saturazione. Caratteristiche di trasfetimento non lineari e Potorizzazione A parte gli effetti di saturazione deli’ uscita precedentemente discussi, si @ supposto che 1a curatte- ristica di trasferimento di un amplificatore fosse perfettamente lineare. Negli amplificatori reali, la caratteristica di trasferimento pud presentare delle non-tinearith di varia ampiezza, a seconda della complessita del circujto dell’amplificatore e dell’attenzione prestata in fase di progettazione per assicurarsi che il dispositive funzioni linearmente. Consideriamo, ad esempio, la transcaratteristi- ca di Fig. 1.12. Una caratteristica di trasferimento siffatta 2 tipica di semplict amplificatori alimen- tati da una singola alimentazione (positiva). Questa caratteristica di trasferimento & chiaramente non fincare e, per via del fatto che l'alimentazione 2 fornita da un solo peneratore, non $ centrata Tispetto all’origine. Per fortuna esiste una semplice tecnica che ci consente di ottenere una amplifi- cazione lincare da un amplificatore con una curattcristica di trasferimento di questo tipe. La tecnica consiste, anzitutio, nel polarizzare il circuito per farlo fanzionare in un punto posto nel centro della transcaratteristica. Questo pud essere oftenute applicando una tensione con- tinua ¥;, come indicato in Fig. [.12, dove il punto di lavoro & indicato con Qc la corrispondente CAPITOLO 1 15 Yoh “oO tn Yo OD vy Fg. 1.12 (a) Coratteristica di fosfermento relativa ad un amplicatore che mostra considerevoll non inoa- Ftd. (b) Per oftenere un funzionamento liners l‘amplificatore 6 polarizato nel modo mostrato in figuia, € lampiezza del segnale é mantenuta bossa. 16" INTRODUZIONE ALL’ELETTIRONICA tensione continua in uscita € Vo. Il punto Q@ conosciuto con i nomi di punto di riposo, punto di polarizzazione in continua o, semplicemente, punto di lavoro. II segnale da amplificare v, (1) viene ad essere quindi sovrapposto alla tensione continua di polarizzazione V;, come si pud vedere in Fig. 1.12. Ora, se la tensione di ingresso complessiva u, (1) »,(t)=V, +2,(1) varia attorno a ¥;, il punto di lavoro istantaneo si muove Iungo la transcaratteristica intomo al punto di riposo Q. In questo modo si pud determinare la forma d’ onda della tensione complessiva istantanea di uscita vo (1). Si pud vedere che, mantenendo I'ampiezza di v, (2) sufficientemente piccola, il punto di riposo istantaneo pud essere confinato in un segmento quasi lineare della tran- scaratteristica, centrato intorno a Q. Questo a sua volta fa si che quella parte della tensione di usci- ta che dipende dal tempo sia proporzionale a v, (1); vale a dire Vo +¥,(t) velt)= A(t) dove A, & la pendenza del segmento quasi lineare della transcaratteristica, cio? cioe 4, = to dv, ing Tn questo modo é possibile ottenere una amplificazione lineare. Naturalmente c’é una limitazione: il segnale in ingresso deve essere mantenuto sufficientemente piccolo. Aumentandone l’'ampiezza, infatti, pud succedere che |’amplificatore non funzioni pid nella regione quasi lineare della tran- scaratteristica, Di conseguenza, si verificherebbe una distorsione del segnale di uscita. Questa distorsione non lineare 2 ovviamente da evitare; il segnale di uscita finirebbe per contenere delle informazioni addizionali non presenti nel segnale di ingresso. Questa tecnica di polarizzazione e la relativa approssimazione per piccoli segnali verra usata molto spesso nel progetto di amplificatori basati su transistor. ESEMPIO 1.2 Un amplificatore a transistor & caratterizzato dalla caratteristica di trasferimento Ug =10 -10-Ne"r (1.10) che 2 valida per v, 2 OV e€ vo 20,3 V. Trovare i limiti Z_ e Z , e i corrispondenti valori di zy. Inoltre, trovare il valore della tensione di polarizzazione V; per cui Vy = 5 V ed infine Pamplifi- cazione di tensione nel punto di riposo corrispondente. Sofuzione 1i limite Z _ 2 ovviamente 0,3 V. Il corrispondente valore di v,si ottiene ponendo vg = 0,3 V nell’Eq, (1.10); quindi », = 0,690 V I limite Z , si determina ponendo v, = 0 ¢ quindi L,=10-10"" =10 V Per polarizzare il dispositivo in modo che si abbia V; = 5 V abbiamo bisogno, in ingresso, di una tensione V; il cui valore si ottiene sostituendo vp = 5 V nell’ Eq. (1.10), sicché CAPITOLO 1 WV Fig. 1.13 Rappresentazione schematica della caraiteristica di trasferimento det l'ampificatore dell’ esempic 1.2. 0 0.673 0.690 wu (WV) V, = 0,673 V 11 guadagno nel punio di riposo si ottiene calcolando la derivata dup /dv, per v = 0,673 V. IL risultato & A, =-200 V/V La Fig, 1.13 mostra una rappresentazione schematica (non in scala) della transearatteristica det- Yamplificatore. ‘A questo punto vogliame richiamare I’attenzione del lettore sulla notazione adouata. Le quantith complessive istantance sono indicate mediante lettere minuscole con pedici maiuscoli come, ad esempio #,(2), ve (1). Le grandezze in continua sono indicate mediante lettere maiuscole con pedici maiuscoli, come J,, Vo. Infine, le componenti inerementali di segnale sono indicate mediante lettere minuscole con pedici minuscoli, come f,(2), v-{0. Se Pamplificatore & correttamente polarizzato ¢ il segnale di ingresso & sufficientemente piccolo, si assume che if funzionamento del dispositivo siz Jineare. Possiamo alfora utilizzare i metodi di analisi dei circuiti lineari per analizzare il funzionamento dell’ amplificatore. Il resto di questo capitolo & dedicato al ripasso ¢ all’ applicazione di queste tecniche di anatisi Keercizi 1.4 Un atsptificatore @ caranerizzato da un‘ amptificazione di tensione pari a 100 V/V ¢uth’amplificazione di corrente di 1000 AJA: Esprimerc i! guadagno di tensione ¢ di corrente in decibel ¢ trovare il guadagno di potenza. Bis, 40 dB, 60 dB; $0 dB x 1.5 Un amplificetore alimeniato da un solo generatore da. 15 V fornisce un segnale sinusoidale i 12 V picco-picco a un catico di 1 kQ, assorbendo dat geiteratore di segnale una corrente di ingresso trascurabile. 1 generatore in continua eroga,una-corrente di 8 mA. Trovare la potenza dissipate nell’ amplifiestore e I'efficienza dell amplifigaitore. Ris, 102 mW: 15% oe : 1.6 La scopo di questo esefcizio &.qubllo di verificary i liiniti dell’ approssimazione per piccoli segnali, Consideriamo Vamplificatoré dell’ Gsempio-1.2.con un segnale dingresso positivo di 2 mV sovrapposto alia tensioné di polarizzuzione Vj. Troyaré il corrispondente segnale di usci- ta: (a) supponendo che Painplificatore. sia-Jinéate attorso al punto di riposo, cio, usando if valore dell’ amplificazione calcolato nell’Esempic 1.2; (b) usando 1a transcaratteristica dell’am- plificatore: Ripetere Pesercizio per segnali di ingresse pari a 5 mV © 10 mV. Rie. -0.4 V5 -0,409 V; -1 Vy, -1,087 Vs -2 V, 2.416. 18 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA 1.5 MODELLI CIRCUITALI PER GLI AMPLIFICATORI Una buona parte di questo libro & dedicata al progetto di amplificatori a transistor di vario tipo. I circuiti varieranno in complessita da quelli che contengono un solo transistor a quelli con 2 0 pid. Per poter utilizzare un circuit amplificatore come blocco costitutivo di un sistema, dobbiamo essere in grado di caratterizzare, o modellizzare il suo comportamento in funzione delle grandezze di ingresso e di uscita. In questa sezione studieremo dei semplici, ma efficaci, modelli di amplifi- catore, Questi modelli possono essere utilizzati senza tener conto della complessiti del circuito interno dell’ amplificatore. I valori dei parametri del modello si possono trovare analizzando il cir- cuito dell’ amplificatore o mediante misure effettuate ai terminali del dispositive. Amplificatore ditensione ><. La Fig. 1.14(a) mostra un modello circuitale per l’amplificatore di tensione. II modello @ costituito da un generatore di tensione controllato in tensione con un fattore di amplificazione A,,,, una resi- stenza di ingresso K, che tiene conto del fatto che l’amplificatore assorbe una corrente di ingresso dal generatore di segnale, e una resistenza di uscita R., che serve a modellizzare le variazioni della tensione di uscita quando V’amplificatore viene connesso a un carico. La resistenza R, fa si che soltanto una parte di A,,v; appaia in uscita. Usando la regola del partitore di tensione otteniamo +R, R; U5 = Ayyt; —— Rx Fig. 1.14 (a) Modelo circuitale del- (a) lampificatore di tensione. (>) ampi- ficatore di tensione completo del generatore di segnale di ingresso e del carico, CAPTOLOT 19 Quindi it guadagno di tensione sara dato fp: 3 Ry BOP 9 =A, os a.) ae R, +R, Ne segue che, per fare ia modo che il guadagno non venga ridotto quando Pascita del!’ amplifica- tore viene accoppiata a un carico, la resistenza di uscita X, deve essere molto pitt piccola della resistenza di carico X,, In altre parote, una volta fissata la resistenza R, dobbiamo progettarc I'am- plificatore in modo tale che RK, sia. molto pid piccola di X, Un amplificatore di tensione ideale presenta una X, mulla, L’Equazione (1.11) indica anche che per R, =o siha Ay = Ax Quindi Ay, 8 il guadagno di tensione dell’ ampliftcatore non connesso al carico oppure il guadagno di tensio- ne a circuito aperto. Doviebbe anche essere chiaro che specificando i guadagno di tensione di un amplificatore bisogna anche specificare i] valore della resistenza di carico per cui Pabbiamo misurate o calcolata. Se non viene specificato alcun valore per la resistenza di carico, si assume normatmente che P amplificazione di tensione fornita sia quctla a circuito aperto A,, . Quando la resistenza di ingresso R; ha un valore finito, all’ mgresso dell’ amplificatore & presente un altro partitore di tensione, col risultato che solo una frazione dei segnale di ingresso uv, siesce ad arrivare ai termminali di ingresso deil'amplificatore; cioé A Oba RR Ne segue che per non perdere una parte significativa de! segnale di ingresso nell'accoppiarc ta sorgente di segnale ail’ingresso de'l’araplificatore, il dispositive deve essere progettato in modo tale da avere una resistenza di ingresso molto pid elevata di quella del generatore di segnale, R, >> R,. Per un amplificatore di tensione ideale si avrebbe #, = 9°. In questo caso ideale, sia it guadagno di corrente che quello di potenza divengono infiniti. Ci sono situazioni nelle quali non sié tanto interessati a an forte guadagno di tensione quanto ad un significativo guadagno di poten- za, Per esempio quando il segnale di ingresso 2 una tensione sufficientemente alta, ma la resisten- za interna dei generatore & molto pitt clevata della resistenza di carico. Connettendo il generatore direttamente al carico si avtebbe una forte attenuazione del segnale. In tal ceso si richiede un amplificatore con una elevata tesistenza d’ingsesso (molto pid elevata delia resistenza intema del generatore), e una bassa resistenza d’uscita (molto minore delia resistenza di carico) ma non inte- ressa che il guadagno sia molto elevato e pud cssere anche unitario. Un amplificatore siffatto viene chiamato amplificatore di separazione (buffer) (stadio cuscinetto, di disaccoppiamento). Incontreremo spesso, piit avanti nel testo, questo tipo di amplificatore. ESEMPIO 1.3 La Fig. 1.15 mostra un amplificatore composto da tre stadi in cascata. Lingresso dell'amplificatore @ pilotato da una sorgente di segnale con una resistenza interna di 100 kQ, men- te in uscita abbiamo una tesistenza di 100 Q. il primo stadio ha una resistenza di ingresso relati- vamente alta, ed un modesto fattore di amplificazione pari a 10. I] secondo stadio ha una fattore di amplificazione pit elevato, ma una minore resistenza di ingresso. Infine, !’ultimo stadio ha un fat- tore di amplificazione unitario una bassa resistenza di uscita, Vogliamo calcolare il guadagno complessivo dei tre stadi, cio’ v; /v,, il zuadagno di corrente ed il guadagno di potenza. 20 INTRODUZIONE ALL'ELETTRONICA Fig. 1.18 Ampiificatore a tre stadi per f'esempio 1.3. Soluzione La frarione del segnale di sorgente, che appare ai terminali di ingresso dell’amplifica- tore, si pud ottenere applicando Ja regola del partitore di tensione nella maglia di ingresso 1MO. By = 1MQ+106 kQ 0,909 ay Tl guadagno di tensione del primo stadio si ottiene considerando la tesistenza di ingresso del secondo stadio come il carico del primo; cioe _Yp 100 kQ SH = 1 An bp 100 kQ4+1kQ Analogamente, i! guadagno di tensione de! sccondo stadio si oiticne considerando la resistenza di ingresso del terzo stadio come il carico del secondo uv 10 kQ =— =100—— *_ = 99,9 fe Lye 10 kO+1kO Infine, il guadagno dj tensione dello stadio d’ uscita @ il seguente: X 100 2 =tb 1 = 0,009 ia vy, 100 2+10Q Ora possiamo calcolare il guadagno complessivo dei tre stadi in cascata : Andeatns = 818 By va oppure 58,3 dB. Per trovare il guadagno di tensione dal generatore al carico moltiplichiamo A, per il fatto- re che rappresenta Fa perdita di guadagno in ingresso; cio’ 818 «0,909 = 743,6 V/V oppure 57,4 dB. CAPITOLOT 21 Per trovare il guadagno di corrente operiamo in questo modo: _ 4/100 Q i, ,/1MQ Az =10*x 4, =8,18 x10° A/A 0 138,3 dB. Il guadagno di potenza si calcola mediante la relazione Ap = Le = Ula = 4, A, = 818 x 8,18 x108 = 66,9108 W/W Fy Uh 0 98,3 dB. Si noti che 4y(eB) = [4,(48) + 4(a3)] yeaa 1, i Esercizi 1.7 La testina di un giradischi caratterizzata da una tensione di 1 xv mms ed una resi- stenza di 1 MQ deve pilotare un altoparlante da 10 Q. Se i due dispositivi vengono connessi direttamente, che tensione ¢ che potenza avremo ai terminali dell’altoparlante ? Se un buffer con guadagno unitario (cio’ 4,,, = 1) , resistenza di ingresso 1 MQ e resistenza di uscita 10 Q viene interposto tra il generatore ¢ il carico, come cambiano i livelli di tensione e di potenza dell’ altoparlante? Per la nuova configurazione calcolare l’amplificazione di tensione dal gene- ratore al carico e l’amplificazione di potenza (esprimendo ambedue in decibel). Ris gO LV pms; 10:1! W; 0,25 V; 6,25 mW; -12 dB; 44dB. 1.8 La tensione di uscita di un amplificatore di tensione decresce del 20% quando una resisten- za di carico di 1 kQ viene connessa all’ uscita del dispositivo. qual’ il valore della resistenza di uscita dell’ amplificatore? Ris. 2500. 1.9 Un amplificatore con un guadagno di tensione pari a 40 dB, una resistenza di ingresso di 10 kQ e una resistenza di uscita di 1 kQ. viene usato per pilotare un carico da 1 KO. Qual’é il valore di A,, ? Trovare il valore del guadagno di potenza in dB. Ris. 100 V/V; 44 dB. Altri tipi di amplificatore Nel progettare un sistema elettronico, il segnale che ci interessa - sia esso all'ingresso del sistema, in uno stadio intermedio, o all’uscita - pud essere una tensione o una corrente. Ad esempio, alcuni trasduttori hanno una resistenza di uscita molto alta, e quindi possono essere schematizzati pit appropriatamente come generatori di corrente. Analogamente, esistono applicazioni nelle quali siamo interessati pid alla corrente di uscita che alla tensione. Quindi, sebbene sia il pid usato, l'amplificatore di tensione considerato fino ad ora é soltanto uno dei quattro tipi di amplificatori esistenti. Gli altri tre sono I’amplificatore di corrente, l’amplificatore di transconduttanza, e I’ Plificatore di transresistenza, La Fig. 1.16(a) ci mostra un modello circuitale per l’amplificatore di corrente. Esso & costituito da un generatore di corrente controllato in corrente con un’ amplificazione di corrente Aj, . una resistenza di ingresso R,¢ una resistenza di uscita R,, La Figura 1.16(b) mostra invece un 22 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA, (by Fig. 1.16 (a) Modelo circuitate def ampiicatore di corrente. (b) Ampiificatore di corente con geneia‘cre di segnale in ingresso e carico, amplificatore di corrente pilotato da ua gencratore di corrente i, , caratterizzato da una resistenza interna R, € connesso in uscita con una resistenza di cerico &,. Usando ta regola del partitore di cosrente all"uscita otteniamo j, dalla relazione: &, 1 = Ast ST Ri+R, Quindi, il guadagno di corrente dell’ amplificatorc collegato al carico sara Ry Rte, (1.13) Da quanto detto segue che, per evitare una perdita dt guadagno nel coliegare l'emplificatore di corrente af carico, bisogna progettare il dispositive in modo tale che ta sua resisienza di uscita K, © sia molto maggiote della resistenza di catico &, . Un amplificatore di corrente ideale & caratteriz~ zato da wna resistenza di uscita infinita. Si noti inoltre che, quando 2, = 0, il guadagno di corrente é uguale a 4, Quindi 4,, @ chiamato guadagne di corrente in corte circuito. In ingresso, anche La resistenza di ingresso R, agisce da partitore di corrente, col risultate che solo una frazione di i, raggiunge Pingresso dell’ampliticatore; infatti R, + Lid) Ret k; ‘ » Per sidurre la perdita di segnale in ingresso, un amplificatore di corrente deve essere progettato in modo che sia R, << R,. Un arnplificatore ideale di corrente & earatterizzato da R, = 0. CAPITOLO1 = 23 (b) Fig, 1.17 (a} Modelio circuitale per |‘ompiificatore di transcondutanza, ¢b) Amplificatore di transconduttan- zacon generatore di segnale in ingresso e carica. La Fig. 1,17(a) mostra un modello cireuitale per l'amplificatore di tansconduttanza, Questo tipo di amplificatore viene usalo con un segnale di tensione in ingresso e forvisce in useita un segnale di corrente, come indicato in Fig. 1.17(b). I! parametro di guadagno G,,, rappresenta Ja conduttanza di trasferimento dell’ amplificatore, viene chiamato teanseonduttanza di corto cir culto e si misura in Siemens (ohm!) 0 in A/V. Un amplificalore di transcondattanza ideale ha una resistenza di ingresso infinita ¢ una resistenza di uscita infinita. Utilizzererio motto amplificato- re di transcondutianza per rappresentare i] funzionamento degli amplificatori a transistor. Per finire, netla Fig. 1.18(@) 8 mostrato un circnilo equivaleate per l'amplificatore a tran- stesistenza. Come indicato in Fig. 1.18(b), questo tipo di amplificatore & utilizzato con un segnale di corrente in ingresso e fornisce un segnale di tensione in uscita. Tl parametro di guadagno K,, 2 il rapporto tra la tensione di uscita a circuito aperto e ta corrente di ingresso, Esso rappresenta la resistenza di trasferimento dell’ amplificatore e prende il nome di {ransresistenza a cireuito aper- to, Un amplificatore di transresistenza ideale ha una resistenze di ingresso nulls ¢ una resistenza di uscita nulla, Relazioni trai quattro tipi di ampiificatore Sebbene per un dato amplificatore sia preferibile uno in particolare dei quattro modelli deseritti, ognuno dei quattro modelli pud essere utilizzato per schematizzare l'amplificatore in questione. E’ infatti possibile ricavare delle semplici relazioni wa i parametri dei vari modelli. Per escmpio, il guadagno di tensione a eizevito aperto A,,, pud essere espresso in funzione dell’ ampli- ficazione di corrente di cortocircuito nel modo seguente: Ja tensione a circuito aperto dell’ amplifi- 24 INTRODUZIONE ALL’ELETIRONICA Fig. 1.18 (0) Mocelto circuitaie per amplificatore di transtesi- (a) senza. (b) Amplificatore di transresistenza con generatore disegnale e carico. (b} catore di tensione di Fig. 1.14(a) & A,,, 1;. L’amplificatore di corente di Fig. 1.16(a) fornisce una tensione di uscita a cirouito aperto pari a A, i, Ry Uguagliando questi due vaiori c consideranda che 4, = 9 4, avremo vy Ant, = al ») Ry quindi R, = A,| 22 1S Ans ( } 1.15) Analogamente, possiamo far vedere che Ay =Gaky 16) e Ag, = Fm ain R Le equazioni (1.15), (1.16) € (1.17) possono essere usate per porre in relazione tra di loro due qua- lunque dei quattro parameti 4,,, Ay, . Gy © Ror Dai modelli circuitali degli amplificatori forniti nelle Figure da 1.14 2 1.18 possiamo notare che la resistenza di ingresso R, di un amplificatore pud essere determinata applicando una tensione », all'ingresso e misurando (0 calcolando) la corrente di ingresso i,; cioe K, = v, fi. La resistenza di uscita viene catcolata come rapporto tra Ja tensione di uscita a circuito aperto ¢ la CAPITOLO1 25 corrente di uscita di corto circuito. In alternativa, la resistenza di uscita pud essere calcolata elimi- nando il generatore di segnale in ingresso (sicché v, e i, saranno entrambi nulli) ¢ applicando una tensione v, all’ uscita dell"amplificatore. Se indichiamo con i, la corrente fornita da v, ai terminali di uscita (notare che la direzione di i, opposta a quella di i,,), allora R, = ,/ i, Sebbene queste tecniche siano concettualmente corrette, nella pratica si utilizzano sistemi pid raffinati per misura- re Re R, I modelli di amplificatori considerati sono unidirezionali, cio’, il segnale fluisce in una sola direzione, dall’ingresso all’ uscita, La maggior parte degli amplificatori reali mostra una certa trasmissione del segnale, in direzione inversa, che & di solito un fenomeno indesiderabile, ma che deve comunque essere tenuto in considerazione dal modello. Non approfondiremo oltre questo argomento, a parte il dire che modelli pit completi per le reti due-porte lineari sono dati nell’ Appendice B. ESEMPIO 1.4 Il transistore bipolare a giunzione (BJT) & un dispositivo a tre terminali il cui simbolo é raffigurato in Fig. 1.19(a) ¢ i cui terminali sono chiamati emettitore (E), base (B) e col- lettore (C). Il dispositivo 8, fondamentalmente, non lineare; quindi, le relazioni tra le correnti ¢ Ie tensioni istantanee complessive ai terminali sono, in generale, non lineari. Tuttavia, le tecniche di linearizzazione discusse nella Sezione 1.4 possono essere usate per ottenere un funzionamento lineare per piccoli segnali - cio? variazioni di piccola entita delle correnti e delle tensioni attorno ip + c pom lop ; < Yar { ip Fig. 1.19 (a) Simbolo circuitale per il BJT, che illustra la definizione E E delle grandezze istantanee com- (a (b) Dlessive (b, ¢, d) Circuiti equivalen- ti del BJT per il funzionamento lineare per piccali segnali. ay ma B + c Qn =. SmUbe Y de E (co) qd) 26 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA al punto di polarizzazione - del dispositive. In questo caso, i valori complessivi in ogni istante delle grandezze clettriche saranno ottenuti come somma delle grandezze in continua di polarizza- zione e di quelle di segnale: Bax = Var + be ty = ly thy Yer = Vex + Yeo ale th Ip tie ty Net Capitolo 4 mostreremo che, nell'ambito delt’approssimazione di piccoli segnali le relazioni tra le grandezze variabili ai tcrminali del transistor sono lineari, e che questa dispositivo a tre ter- miinali pud essere rappresentato mediante uno dei modelli circuitali equivalenti riportati nelle Figure ].19(b), (c) ¢ (d). Dato che questi tre modelli sono equivalenti, vogliamo trovare le espres- sioni dei parametri del circuito di Fig. 11.19(c) e (@) in funzione di quelli del circuito di Fig. L190). Soluzione Per i] modelio di Fig. 1.19(b) si ha: i ote (1.18) th i, = Bi, (1.19) 1 = (6+ (1.20) Per il modello di Fig. 1.19(¢) abbiamo 4 = Bpblte a.2b Usanda le Eg, (1.18), (1.19) ¢ (1.21) otteniamo ana t T, Per il modello in Fig. 1.19(d) abbiamo = (1 ~a}i, (1.22) i, =e, (1.23) 1, = Cee (1.24) Te Usando fe Eq. (1.19) ¢ (1.20) abdiamo CAPITOLO 1 ar Le Eq. (1.18) € (1.20) possono essere combinate per ottenere Bri re iy Yee Confrontando questo risultate con |’ Eq. (1.24) abbiamo ne p+t In questo modo abbiamo ottenuto delle espressioni per i parametri dei modell: delle Fig. 1.1%(c} e (d) in funzione di quelli del modello di Fig. 1.19(b). ESEMPi© 1.5 Un gtratore @ una rete due porte che pud essere realizzata collegando in parallelo e “dorso a dorso” due genesatori di corente controllati in tensione di polarit2 opposte. Questo colle- gamento ¢ mostrato in Fig. 1.20{a) (supponiamo che i generatori di corrente controllati in tensione siano ideali), Mostrare che se la porta 2 del giratore & connessa a una capacita, come in Fig, 1.20(b), allora alla porta | di ingresso avremo Ja relazione #-v di una induttanza. Giratore a) (b) Fig. 1.20 (a) Due generator di conente controlcti in tensione e ci polarild opposta sono conness! dorso a dorso pe formare un giatore (b) Giratore descritto in (a), chiuso alta porte 2 su una capocita. Soluzione Dobbiamo dimostrare che nel cireuito di Fig. |.20(b) si ha bye ih at dove 2 una costante che rappresenta una induttanza. Per ottenere Ja relazione tra f ¢ , conside- riamo prima Ja porta 2, alla quale avrema it = fg, dt a 5 Bey avendo supposto che C’sia scarica per t= 0. La corrente & data da a= 1 bane, = AB jay ae Co 28 INTRODUZIONE ALL’ELETTIRONICA relazione che possiamo scrivere in forma ditterenziale come Cds Bk, dt imile nella forma a quella di un induttore, Ja cui induttanza a= E quindi Ja relazione fra #6 2% & data da B82 Quindi il giratore pud essere utilizzate per realizzare uninduttanza usando degli eiementi attivi (generator controllati) e un condensatore. Questo sisullato & molto importante, dal momento che gli induttori fisici sone quasi impossibili da realizzare usando la tecnologia dei cireuiti intograti. Esercizi 1.10 Un amplificatore di corrente con una resistenza di ingresso di 100 Q, una resi- stenza di uscita di 100 kQ € un guadagno di corsenite pati a 10000 & collegato tra un generatore di corrente con una resistenza interna di 100 kO ¢ un carico di 100 2. Trovare il guadagno di tensione ¢ il guadagno di potenza. Ris. 80 dB; 80 dB. 1.11 Un amplificatore di tansconduttanza con una resistenza di ingresso di 10 kQ, una resi- stenza di uscita di 10 KO. e una transconduttanza pari a 1000 mA/V 2 collegato tra un generato- re di tensione con resistenza interna di 10 kQ e un carico di 10 KG. Trovare i] guadagno di ten- sione dal generatore al carico (cio® v,/ 2%). Ris, 2500 V/V 0 68 dB. 4.12 Consideriamo un transistor schematizzato secondo il modcilo di Fig. 1.190) connesse tra un generatore di tensione con una fesistenza interna da 1 kG una resistenza di carico da 1 k62. Si abbiano inoltre 7, = 2 k2.¢ B = 90. Calcolare i! guadagno di teasione 1,/ », ¢ il guadagno di corrente (4, /ig ). Inoltre, calcolare il guadagno di potenza in decibel. Ris. -30 V/V; 90 A/A: 36,1 dB. 1.13 Trovare la resistenza di ingresso tre i 1erminali Be G del circuito mostrato in Fig. E1.13. La tensione vj, pud essere considerata un segnale di prova ¢ la resistenza di ingresso Ki, ® defi- nita come Ry = Ue ip i, jek c » oO $n. Fig. £1.13 E Ris, Ry =e t(P+ DR, CAPITOLOT = 29 1.6 RISPOSTA IN FREQUENZA DEGLI AMPLIFICATORI Abbiamo visto nella Sezione 1.2 che il segnale di ingresso di un amplificatore pud sem- pre essere espresso come somma di segnali sinusoidali. Ne segue che un importante modo di caratterizzare un amplificatore pud cssere quello di csaminare la sua risposta a segnali di ingresso sinusoidal: di varia frequenza. Tale caratterizzazione del funzionamento dell'amplificatore & cone- sciuto come risposta in frequenza dell" amplificatore. Misura della risposta in frequenza di un amplificatore. Introdurremo {1 discorso. sulla risposta in frequenza di un amplificatore mostrando come essa possa essere misurata, Lu Fig. 121 mostra un amplificatore lineare che riceve in ingresso un segnale sinusoidale di ampiezza ¥; ¢ frequenza @ Come indica la figura, anche i} segnale misura- to all'uscita dell amplificatore 2 sinusoidale ed ba fa stessa frequenza o del segnale in ingre: Questo fatio & molte importante: ogni volta che un segnale sinusoidale viene applicato a un cireui- to lineare, uscita rigultante @ un segnale sinusoidale con la stessa frequenza di quello applicato alPingresso, Infatt, i segnali sinusoidali sono gli unici segnali che non cambiano forma nel passa- re attravers un circuito lineare. E’ bene osservare, comunque. che lu sinusoide di uscita avr’, in Amplificatore lineare Fig. 1.21 Misura della rsposta in frequenza di un amplificatore Ineare. Alla flequenza di V, sen (ot +6) prova o . fl guadagne detl’amplificatore é cataiterzzate dalla sua ampiezza (V,/V¥)e_ dalla sua fase 9. 1, = V sen of generale una ampicrza e una fase diverse dalla sinusoide di ingresso. lI rapporto tra l'ampiezza della sinusoide di uscita (V,,) ¢ l'ampiezza della sinusoide in ingresso (V;) ci d& Pampierza della funzione di trasferimento dell'amplificatore relativa alla frequenza ©. Inoltre, sia @ In fase della funzione di trasferimento del’amplificatore relativa alla frequenza @, Se indichiamo con 7'(c) la fanzione di trasferimento dell’ amplificatore, avsemo Iel- 2r( w) =¢ La risposta di un amplificatore u un ingresso sinusoidal di frequenza @& completamente desoritta da | 7) | e Z T(@). Ora, per ottenere la risposta in frequenza completa dell'amplificatore, non dovremo far altro che cambiare la frequenza della sinusoide di ingresso ¢ misurare i] nuovo valore. di] re Z 7H risultato finale sara un tabella efo un grafico dell'ampiczza della funzione di tra- sferimento | 7 («} | in funzione della frequenza @ e, analogamente, una tabella e/o un grafico dell'angolo di fase Z T (a) in funzione della frequenza w. Questi due grafici costitiscone la risposta in frequenza di un amplificatore; iJ primo 2 noto come risposta in ampiezza, il secondo come risposta di fase. 30 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA Larghezza di banda di un amplificatore La figura 1.22 mostra la risposta in ampiezza di un amplificatore. I! grafico ci indica che I’amplifi- cazione rimane costante in un ampio intervallo di frequenze, approssimativamente tra 0, € @, . I segnali le cui frequenze sono al di sotto di @, 0 al di sopra di @, saranno soggetti ad una amplifi- cazione minore, dato che il guadagno decresce mano a mano che ci allontaniamo da @, e @). La banda di frequenze all"intemo della quale l’amplificazione si mantiene quasi costante o entro un certo numero di decibel (in genere 3 dB) viene chiamata la larghezza di banda o banda passante di un amplificatore. Normalmente un amplificatore viene progettato in modo da far coincidere la sua larghezza di banda con lo spettro dei segnali che dovra amplificare. Se cosi non fosse, l’ampli- ficatore finirebbe col distorcere lo spettro di frequenza del segnale di ingresso, dal momento che le diverse componenti del segnale sarebbero moltiplicate per fattori di amplificazione differenti. 20 log | T(w)| Fig. 1.22 Tipica risposta in amplezza di un amplificatore. T (w) 6 la funzio- ne di trasferimento del‘amplificato- fe, cioé il rapporto fra l'uscita V, (@) el'ingresso V; (w). Calcolo della risposta in frequenza degli amplificatori. Abbiamo descritto il metodo utilizzato per misurare la risposta in frequenza di un amplificatore. Vogliamo ora discutere brevemente il metodo utilizzato per ottenere analiticamente una espressio- ne per la risposta in frequenza di un amplificatore. Quello che stiamo per dire @ solo una anticipa- zione di questo importante argomento, il cui studio dettagliato inizier’ nel Capitolo 7. Per valutare la risposta in frequenza di un amplificatore dobbiamo analizzare il modello circuitale equivalente del dispositivo, tenendo in considerazione tutti i componenti reattivi 2. L'analisi del circuito sara svolta nei modi consueti, sostituendo perd le induttanze e le capacita con le loro reattanze. Una induttanza / ha una reattanza o impedenza jl. ¢ una capacita Cha una reattanza o impedenza 1/jwC 0, in modo equivalente, una suscettanza o ammettenza joC. Quindi, in una analisi nel dominio della frequenza tratteremo con impedenze e/o ammettenze. Il risultato dell’analisi sara la funzione di trasferimento dell’ amplificatore, 7(@): V,(@, 1(o)= le) He) dove V,(@)e V,(w) rappresentano, rispettivamente, i segnali di ingresso e di uscita T(@) 2, gene- ralmente, una funzione complessa il cui modulo | 7(@) | fornisce |’ampiezza della funzione di 2 EY bene notare che nei modelli considerati nelle sezioni precedenti non crano stati inclusi com- ponenti reattivi. Si trattava di modelli semplificati che non possono essere utilizzati cost come sono per ricavare la risposta in frequenza CAPITOLOT = St trasferimento o la risposta in ampiczza dell’ amplificatorc. La tase di 7 (@} fornisce 1a risposta di fase dell’ amplificatore. NelVanatizzare un circuito per determinare 1a sua risposta in frequenza, lc manipotazioni algebriche possono essere considerevolmente semplificate usando la variabile di Laplace s. In termini di s, Pimpedenza di una induttanza Z 2 sf ¢ quella di un condensatore C & Ws. Sostituendo gli clementi reattivi con le loro impedenze ed cseguende Vanalisi del circuito con i metodi usuali, oveniamo ta funzione di trasferimento 1'(3) come Conseguentemente, possiamo sostituire scon jéo per determinare la funzione di trasferimento della rete per frequenze fisiche, 7(/#). Bigogna dire che 7a) @ Ia stessa funzione che prim abbiamo chiamato T(a?_ Ja jaddizionale viene inclusa per enfatizeare i fatto che 7 (ie), viene ottenuta da T(9 sostimendo scon jo. ~~ Reti con una sola costante di tempo Analizzando i circuiti amplificatori per determinate la loro risposta in frequenza, 2 molto utile conoscere le caratteristiche deila risposta in frequenza delle ret con una sola costante di tempo, 0 reti STC (single time constant). Una rete STC @ un circuito formato da (0 che pud essere ricondot- to a) un componente reattivo (un condensatore o un induttore) © una resistenza. Alcani esempi sono tiportati nella Fig. 1.23. Una rete STC formata da un'induttanza Le una resistenza Rha una costante di tempo t = I/F, La costante di tempo t di una sete STC formata da una cupacité Ce una resisienza R & data dalia relazione t= CR Cc v nS v, Fig. 1.29 Due esemp di rete SIC: () ' _ rete posso-basso e (b) rete pasta-atto, th) L’Appendice E presenta uno studio delle reti STC ¢ delle loro risposte a segnali sinusoi- Gali, 2 gradino e a impulsi. Avremo bisogno di queste nozioni in diversi punti del testo, ed esortia- mo il Lettore a fare riferimento ali’ Appendice, In questo momento ubbiamo bisogno, in particola- re, dei risultati sutla risposta in frequenza; infatti, discutcremo brevemente questo importante argomento. Le reti_ STC possono essere divise, pet lo pid, in due categorie +: passa-basso (LP, low- pass) e passa-alto (HP, high-pass). Queste due categorie sono carattecizeate da risposte differenti, 2 Im questa fase stiame utilizzanda » semplicememte come una generatizzazione di far. Non & richicst una conoscenza dettagliata delia trasformata di Laptace fino al Capitolo 7, 4 Una importante ¢ecezione a questa suddivisione ® costiiuita dalle reti STC passa-tetto che saran- no studiate nel Problema [.31 6, pid avanti, nel Capitolo 11 320 INFRODUZIONE ALL’ELETTRONICA Ad esempio, la rete STC mostrata in Fig. 1.23(a) 8 del tipo passa-basso e quella di Fig. 1.23¢b) & del tipo passa-aito, Pet comprendere la base di questa classificazione, si osservi che la funzione di trasferimento di ciascuno di questi due circuiti pud essere espressa usando la regola del partitore di tensione, considerando if partitore formato da una resistenza e da un condensatore. Ora, rieor- dando che l'impedenza di un condensatore varia cou la frequenza (Z = 1/jto) ® facile rendersi conto del fatto che ta funzione di trasferimento det cirouite di Fig, 1.23(a) diminuiri all‘aumentare della frequenza e tender a zero mano a mano che @ tende all’infinito. Quindi il circuito di Fig. 1.23(a) agisce come un fittro passa-basso * dal momento che fa passare le sinusoidi a bassa fre- quenza attenuandole poco o non attenuandole (per @= 0} mentre attenua le sinusoidi ad alta fre- quenza, II cireuito di Fig. 1,23(b) si comporta nel modo contyatigf|La sua funzione dj wasferimen- toé pari ad uno per w= 00 ¢ diminuisce con @, annullandost per &= 0). Pertanto il secondo circui- to agisce da filtro passa-alto. La tabella 1.1 presenta un riepilogo dei risultati concernenti le risposte in frequenza delle reti STC di entrambi i pi, Inoltre, neile Fig. 1.24 e 1.25 vengono discgnate le risposte in ampiez- zae di fase. Questi diagrammi delle risposte in frequenza sono chiamati Diagrammi di Bode c fa Tabella 1.1 RISPOSTA IN FREQUENZA DELLE RETI STC Reti passa-basso (LP) Ret passa-alto (HP) Funzione ditrasferimentof Ks 1 1+{s7099) $+ Dy Funzione di trasfetimento K K (per frequenze fisiche) | Ty fara,) lode. ve) we 1+ (w/e) 1-s{o,/0) Risposta in Ampiezza lal | Fei vl +(o oe) Risposta di fase 2 Ma) ‘Trasmissione per K 0 a=0 in continua) arctg («/@) ‘Trasmissione per 0 K @=0 Prequenza a3 dB @y =1/T, 1 =costante di tempo T=CROUR Diagraromi di Bode In Fig. 1,24 in Fig. 1.25 2 Un filtro @ un civetito che tasmette i seguali la cui frequenza cade in uma banda ben precisa (In banda passunte de} filtro) e blocea 6 attenua drasticamente cio’ filtra i segnali Ia cui frequenza cade in un'whtra banda di frequenze: ta banda di arresto del filtro, | filtei verruane studiati nel Cap. 11, CAPTOLOT 33 Q _t —6 4B} ottava o YO ~20 ¢B/decade Fig. 1.24 Risposta in ompiezza (a) e di fase (5) relativa a rati SIC ai fipo passa-basso. frequenza a3 dB (a) & nota anche come frequenza di taglio o corner frequency . Si consiglia al lettore di familiarizzare con queste nozioni ¢ di consuitare l’Appendice E nel caso avesse bisogno Gi ulteriori chiarimenti ESEMPIO 1.6 La fig. 1.26 mostra un amplificatore di tensione con una resistenza di ingresso R;, con una capacita di ingresso G;, un futtore di guadagno pi e una resistenza di uscita R,. Lrampliticatore & collegato all"ingresso con un generatore di tensione V, con una resistenza di ingresso X,, mentre in uscita & collegato a una resistenza di carico R, . fa) Ricuvare l'espressione dell’amplificazione di tensione V/V, come funzione della frequenza. Da questa, trovate Pespressione per i] gudagno in continua ¢ Ja frequenza a 3 dB. (b) Catcolare i valori dell’ amplificazione in continua, della frequenza a 3 dB e della frequenza per cui fl guadapno raggiunge 0 GB (vale a dire 'unita) nel caso in cwi K, = 20 kQ, R, = 100 kQ, C= 60 pP, p= 144, = 200 Qe R= 1 kQ. 34 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA 20 log | Tue)| (4B) - +20 dB/decade > —48° jdecade lop & Oe (b) ig. 1.25 Risposia in ampiezza (a) e di fase (b) di reti SIC di tino passa-aito, (©) Trovare 17,(i) per ognuno dei seguenti segnali di ingresso: (i) oy =0,1 sen 10? 9, ¥ Ci 0,1 sen (105 9, V A sen (196 4, V Civ ) 4 =O.1 sen (1089, V a. R, 0 + + © i te $e 4 y, + “= a = += Fig. 1.26 Circuito perfesempio 1.6 CAPITOLO1 = 38 Sotuzione (a) Usendo la cegola del partitore possiamo esprimere V, in funzione di V¥, nel mado seguente: Z, +R, dove Z; & limpedenzz di ingresso dell’amplificatote. Dal momento che Z, & composta da due ete- ment in parallelo, risulta ovviamente pid semplice lavorare in termini di ¥, : 1x [fi/R)+5¢,) 14 RY, Quindi vy 1 vv, 1+(R/R}4 SC Ry Questa espressione pud essere posta nefla forms tipica di wna rete STC passa-basso (cfr. Tab 1.1) metiendo in evidenza [: (RAR )| al denominatore; cos avremo L a4(@/R)} 14 se [(aa\lx,+2)] (1.2sy Ai terminali di uscita dell’amplificatore abbiamo- Mi Vs R vy =p¥,—— Ry + Ry Questa equazione pud essere combinata con fa (1.25) per attenere Ia funzione di trasferimento del- Pamplificatore, cio® Ye ,—+ 1 tt We 1+ (R/K) 14+(K, /R,) re sc |(Rma)/(R, +”) Possiamo notare che solo ultimo fattore in questa espressione & nuovo (rispetto all espressione ricavata ell’ ultima sezione). Esso & dovuto alla capacita di ingresso C;. essendo la costante di (1.26) tempo & Ro+k cs(R,//R,) (127) Avternmo potuto otteneré questo risultato per ispezione: dalla Fig. 1.26 possiamo vedere che il circuito di ingresso 2 una sete STC c che la sua costante di tempo pud essere trovata riducendo V, a zero, col risultato che Ja resistenza vista da C, @ RX, in parallel con 2. Dalta Eq. (1.26) ik gua- dagno in continua é 1 1 14 (8/4, 14 (R/8,} (128) 36 — INTRODUZIONE ALL'ELETTRONICA, La frequenza a3 dB, @ , data da —_i. GARR) Dai momento che Ia risposta in frequenza di questo amplificatore & del tipo STC passa-basso, i diagrammi di Bode per Pampiezza del guadapno e la fase assumeranno ‘a forma mostrata in Fig. 1.24, in cui K & data dall’Bq, (1.28) e a dallEq. (1.29). 1.29) {b) Sostituendo i valori numerici dati nell’ Eq. (1-28) si ha: Kei}, +_. = 100 v/v 1 (20/100 } 1+ (200 /1000 ) Quindi, Pamplificatore @ carazterizzato da guadagno im continua pari a 40 dB. Sostituendo i valori numerici nell’ Eq, (1.29) otteniamo la frequenza a3 dB My = i = 60 pF x (20 kQ//100 kA 1 = — = 10° rad/s 60 x10°? x (20 x 100 /(20 +100 }} x16? Quindi, 6 fy = oe 3159.2 kez 2n Dato che il guadagno deeresce alla velocita di -20 dB/decade, partendo da @, (vedere Fig, 1.24(a)) raggiungera 0 dB in due decadi; avremo quindi Frequenza di guadagno unitario = 108 rad/s (o 15,92 MHz) (©) Per trovare v, (i) dobbiamo determinare i] modulo del guadagno ¢ la fase a 104, 105, 10% ¢ 108 rad/s. Icalcolo pud essere svolto sia in mode approssimato usando i diagrammi di Bode delia Fig. 1.24, sia in modo esaito utilizzando espressione della funzione di trasferimento del!’ amplificatore, 7 (40) = 2s) = — yy 1+ jor’) Useremo entrambi i metodi. Ci) Per @ = 107 cadls, ciod (aa, /109, i diagrammi di Bode deffa Fig. 1.24 suggeriscono che | Tl ~ 100 @ =0°. Lespressione delia funzione di trasferimento ci da | T| = 100e=- arctg (104) =0. Quindi 2, [1] = 10 sen 1078 ) (ii) Per @= 105 rad/s, che & (@/10), i diagrammi di Bode della Fig. 1.24 suggeriscono che | 7] = 100¢ 9 =-5,7°. L’espressione della funzione di tasferimento ci da {7| =995eo= CAPTOLO1 37 Sicché 2, (0) =9.95 sen{t01 ~5.79} (v) Gili) Per @=106 rad/s = «9, | T'| = 100N2 = 70,7 V/V 037 dBe = -45°. vel) Civ ) Per @ =108 rad/s, cio? (1000), i diagrammi di Bode della Fig. 1.24 suggeriscono che | 7] = 166 =-90°, L’espressione della funzione di trasferimento ci da |r] = 1¢6=- arctg (100) ~ -89,4°. Quindi », {2} =G18en (10% - 89,4) (v} 07 sen (10% - 45°) (v) Classificazione degli ampliticatori in base alla risposta in frequenza. Gli amplificatori possono essere classificati in base aila forma delta loro risposta in ampiezza. La Fig. 1.27 ci mostra alcune forme tipiche delle risposte in frequenza di vari amplifi- catori, Nella Fig. 1.27(a) il guadagno rimane cosiante per un ampio intervallo, ma decresce rapida- mente alle alte ed alle basse frequenzc. Questo tipo di risposta in frequenza & tipico degli amplifi- catori audio. ITT (4B) IT} (@B) om ~ % ‘° fa) {b) {Tj (aBy 1 | | I 1 I Frequenza centrale ° (&) Fig. 1.27 Rsposta in ftequenza relative a: (a) un amplificatore accoppioto copacifivamente, (6) un ompif- catore accoppiato direttamente, (¢) un amplificatore accordato, 0 possa-banca, 38 INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA Come faremo vedere nel Cap. 7, le eapacita interne dei comporenti (transistor) fanno si che il guadagno dceresea alle alte frequenze, esattamente come faceva C; nel circuito del? Fsempio 1.6. 1)’altro canto, la diminuzione di guadagno alle basse frequenze & in genere causata dai condensatori di aceoppiamento usati per collegare uno studio di amplificazione & un altro, come indicato in Fig. 1.28, Si adotta questa pratica per semplificare la fase di progetto dei vari stadi. I condensatori di accoppiamento hanno, in genere, una capacita molto elevata (da una fra- Zione di microfarad ad alcune decine di microfarad), in modo che Ja loro reattanza (impedena) sit piccola alle frequenze che ci interessano. Tullavia, per frequenze: Sufficientemente ha 7 tanza dei condensatori di accoppicmento diventera abbastanza grande da far si che uma parte del segnale di ingresso cada ai capi del condensatore, e quindi non raggiunga lo stadio successive. T condensatori di accoppiamento causeranno quindi una dirvinuzione dei guadagno alle basse fre- quenze e faranno si che il guadagno in continua sia nuilo. Duc stadi di amplificazione Fig. 1.28 Impiego di un candensctore i per accopsiore stad di ompiificazione, Condensatore di acooppiamento Esistono motte situazioni nelle quali 2 importante che i] guadagno si mantenga costante fino alla continua, [nolire, la tecnologia dei circuiti imtegrati monolitiei (IC) non permette ta fab- bricazione di condensatori di accoppiamento di vaiore elevato. Quindi gli amplificatori integrati sono in genere progetiatt come amplificatort aceoppiati direttamente 0 amplificatori in conti- nua (in contrapposizione agli amplificatort accoppiati capacitivamente o amplificatori in alter- nata), La Fig. 1.27(b} mostra la risposta in frequenza di un amplificatore in continua, Tale risposta in frequenza caratterizza gli amplificatori passa-basso. Sebbene non sia de! tutto esatto, vengono talvolta definiti passa-basso anche quegli amplificatort fa cui risposta & mostrata in Fig. 1.27(2) In aicune applicazioni quali, ad escmpio, il progetto di ricevitori radia ¢ TV, si ha biso- no di amplificatort La cui risposta in frequenza abbia un picco attorno a una ben determinata fre- quenza, e decresca rapidamente su tutti e due j lati di quella frequenza, come mostrato in Fig. 1.27(c). Gli amplificatori che presentano questa risposta sono chiamati amplifieatori accordati, icatori passa-banda o filtri passa-banda. Un amplificatore accordato forma il cuore det sintonizzatore di un sistema di comunicazione; regolando Ia sua frequenza centrale in modo da farla coincidere con quella di un determinato canale di comunicazione, i] segnale di quel canale pud essere ricevuto, mentre quelli degli altri canali risultano attenuati o filtrati completamente. Esercizi 1.14 Consideriamo un amptificatore che abbia una tisposta in frequenza del tipo STC passa-busso, con un gusdagno in continua di 60 dB e una frequenza a 3 dB di 1000 Hz. Trovare il quadagno, in dB, per f= 10 Hz, 10 kHz, 100 kHze | MHz. Ris. 60 dB; 40 dB; 20 dB: 0.dB CAPHOLO 1 39 1.18 Consideriamo un amplificatore di teansconduttanza secondo il modello di Fig. 1.1 7(a) con R, = SKQ, R= 50kKQe G,, = 10 MALY. Se il carico del amplificatore & costituito da una resi- stenza &, in parattelo con una capacith C), dimostrare che Ja funzione di trasferimento realty ta, V,/¥, @ del tipo STC passa-basso. Quat’é il valore pid basso che pud assumere &, con un guadagao in continua di almeno 40 dB? Con questo valore di X, , trovare il pitt alte valore che Imeno 100 kHz. za G;, pad assumere con una larghezza di banda Ris. 12,3 kG 159.2 pF 1.16 Considerase la situavione in Fig. 1.28. Supponiamo che ta resistenza di uscita det primo amplificatore di tensione sia 1 kQ ¢ che la resistenza di ingresso del secondo umplificatore di tensione (includendo il resistore mostrato) sie di 9 kA. H circuito equivalente che ne risulta & mostrato in Fig. £1.16, netla quale V,e #, rappresentano Ja tensione di uscita e Ia resistenza di uscita del primo amptificatore, € 2 un condensatore di accoppiamente © R, 3 Ja resistenza di ingresso del secondo amplificatore. Dimostrare che V;/V, @ una funzione STC passa-alto. Qual’é iJ pid piccolo valore per © che assicura wma frequenza a 3 dB non maggiore di 100 Hz ? Ris. 0,16 LF. SOMMARIO ogni campione de! segnule mediante un, nume- ro si ottiene un segnale digitale. T segnali digi- + Un segnale eletirico pud essere tappresenta ‘ali Sto eluboratt dai circuiti digital fo sia nella forma di Thevenin (un generatore di consione in serie con una impedenza) che in quelta di Norton (un generatore di corrente int parallela con una impedensa). © La wansearatteristica vy in funzione di vy di un amplificatore lineare @ una reua con una pendenza uguale al puadagne di tensione. + Gk amplificatori aumentano ta potenza det segnale e quindi per funzionare devono essere atime de opportuni generatori in continua. + Un segnale sinuseidale & completamente individuato dal sug valore di picee (o dal suo: vatore_efficace (cms), che € il valore oi picco/V2), dalla sua frequenza (@ in rad/s 0 / in Ha; @ =nf ef =U 7 dove 7 il periods in secondi) © dalia saa fase rispetio a yn arbitrario istante di riferimento. + Si pud ottencre una amplificazione di tipo lineare da un dispositive con una transcaratte- ristica non lincare impiegando una polarizza. vione in continua ¢ mantenende piccola l'am~ pierva del segnale di ingresso. + Un segnale pud essere rappresentato dalla sua forma d’onda in funzione de) tempo o come una sommu di sinusoid, Quest altima rappresentazione @ nota come spetiro in fre- quenza del sexnaic. + A seconda del tipo di scgnale che deve esse~ re amplificato (tensione o corrente) © del segnate che vogliamo avere in uscita (tensione © corrente), esistono quattro tipi fondamnentali di amplificatori: amplificatore di tensione, amplificatore di corrente, a wansconduttanza, a transresistenza. + T scgnali analogici possono ussumere qua lunque valorc. T cireuiti eletironici che clabora no segnali analogici sono chiamati circuiti analogici. Campionande il vatore di un seena- le in istanti di tempo discreti ¢ rappresontundo 7 1 Segnali sinusosdali vengono usatl per misu- 40 INTRODUZIONE ALL’ELETIRONICA rare la risposta in frequeaza degli amplificate- ri. + La funsione di trasferimento 719) = Vis VV; 5) di un amplificatore di tensione pud essere determinata analizzando i circuito. Sostituendo s con jor avremo Tyan, il cui modulo | 7{ja)| © ba cui fase (a) farniscono rispettivamente la risposta in ampiezza ¢ la rixposta di fase dell"amplificatore. * Le reti a costante di tempo singola (STC) sono quei circuiti formati da (o che possono essere ricondotti a) un componente reattive CL © ©) e una cesistenza ( X ). La eostante di BIBLIOGRAFIA FF. Angelo, Ie., Flectronics: BJTs, FETs, and Microcircuits, New York: McGraw-Hill, 1969. 1. §, Bobrow , Elementary Linear Circuit Analysis, 2nd ed., New York: Holt, Rinehart and Winston, 1987, W. H. Hayt and J, E. Kemmerly, Engineering - PROBLEM Sezione 1. segnaie. 2 Spettre di frequenza di un T.1 Un generatore di sognale sinuscidale ba una tensione a cireuito aperto di 10 mV 6 una corrente di cortocircuito di 10 4A. Qual & la sua resistenva interna ? 1.2 Fomire Vespressione dei. segnati sinusoida- 5 aventi: (a) Una ampiezya di di picea pari a 16 Ve una frequenza di 10 kHz. (b) Un valore efficace di 120 V ems e ona frequenza di 60 Hz. {c) 0.2 V picco-picco e una frequenza di 1000 rats (d) Un’ampiexza di pieco pari a 100 mV ed ue periode di 1 ms. 1.3 Ulustrare la composizione di un’onda qua- dra descrivere i primi quattro termin) dela serie data nell’Lq, (1.2) ed escguendo poi una somma grafica. 1.4 Dato un segnale audio def tipo onda quadra 4 frequenza pari a 10 kHz, quale frazione del- Venergia crogata viene percepita da un ascolta- tempo TE. rispettivamente, £/ Ro RC + Le reti STC possono essere divise in due categorie: passa-basso (LP) @ passa-alto CAP). Le reti LP fanno passare Ie grandexze. continue © quelle a bassa frequenza ¢ auenuano le alte frequenze. Per le reti HP vale il discarse oppo- sto. © Ml guadagno di una rete STC 1? (HP) dimi nuisce di 3 dB rispetto al valore a frequenza zero {a frequenza infinita) per 7 = ay =1/t. Alle alte (basse) trequenze, i guadagno dimi- nuisce alla velocita di 6 dB/ottava o di 20 dBidecade, Cireuit Analysis. 3rd ed., New York: MoGraw-Hill, 1978, Scientific American, Special Issue on microelectro- ics, Sept. 1977. M.E, Van Valkenburg, Network Anulysis, ard ed., Englewood Cliffs, Nu Prentice-Hall, 1974. tore medio adulte di 40 anni il cui udito si estenda soltanto fino alla frequenza di 16 KER? *LS Valutare numericamente to sviluppo im serie di un'onda quadra dato well’Eq. (1.2) troncato al quarto termine per (= 7/8, 6= TM, 578, 3714, 1.6 Quale frazione defl'energia trasportata da un’ onda quadra di frequenza fe di ampiesza picco-picco pari a2 V 2 contenuta nel!’ armoni- ca di Frequenza Of? Sezione 1.4: Amplificatori. 1.7 Un amplificatore riceve in ingresso um cgnale sinusoidale di ampiezza S mV ¢ forni- sce in uscita un segnale sinusoidale di 1 V su un carico resistive di 2 kQ. La corrente di ingresso dell’amplificatore & una sinusoide di ampiczza pari a 5 tA. Calcolare il guadagno di tensione, il guadagno di correate ec! 3] guada- gno di potenza come rapport e in dB. 1.8 Un amplificatore ha guadagno di corrente di 80 dB ed un guadagno di potenza di 50 dB. ‘Trovare il suo guaclagno di tensiane. "I problemi leggermente pitt difficili sono contrassegnati con un axteriseo (5); quelli ancora pid. dificil con duc (7%) € guclli mono difficili (e/a pid pid lunghi da svolgere) con we Cr) 21 problemi che hanno per argomente le progetiszioay sang contrasscgnatt con una D. 1.8 Un ampiificatore alimentito da generatori da <15 V fornisce in ascita un segnaie sinusoi- dale di 20 V picco-picgo su una resistenza di carico di 2 kt. L'ampliticatore assorbe una corrente media di 1,7 mA da ciascuno dei duc alimentatori ed una corrente trascurabilc dal generatore di segnale al suo ingresso, Trovare a potenza dissipata dal! amplificatore. 1.10 Un amplificatore alimentato da generatori da #35 V ha una caratteristica di trasferimento ovunque Hineare tranne nella parte in cui Pusci- ta raggiunge 1a saturazione a +13 V. Se il gua- dagno cell'amplificatore & 100 V/V trovare il valore efficace de! pid ampio segnale sinusoi- dale che pud essere applicato in ingresso senza tagliare la cresta del segnale di uscita, D*L.11 Un amplificatore realizzato mediante un singolo transistor metallo-osside-semicon- duttore (MOS) ha la seguente transcaratterist ca gy = W=s(e, 2) dove v,¢ 7, sone espressi in Volt. Questa tran scuratteristica € definita per 2 © 2, uy + 26 Up positive. Agli estremi di questa regione V'amplificatore va in saturazione. fa) Disegnare ¢ contrassegnere chiaramente Ja teanscarattcristiea. Quali sono i livetli estre- mi di saturazione Z. © Z.c i corrispondenti vallori div? (b) Polarizzare Pamplificatore in modo da otienere una tepsione continua in uscite pari a 5 V. Quale valore deve assumere Ii tensione Gingresso ¥;7 {€) Calcolare il vatore det guadagno di tensio- ne per piccoli segnali nel punto di lavoro. (@) Se un segnale sinusoidale viene sovrap- posto, in ingresso, alla tensione di polarizza- zione V;, vale a dire se 1 + ¥, cos cot & trovare it vatore della tensione duscite 1, cor- rispondente. Usando lidentita trigonometrica cos? @ b+ 4e0528 esptimere vy come somma di una componente continua, di una componente di segnate di fre- quenza € © di una componente sinuscidale di frequenze 2. Quest'ultima & una componente non voluta od & if risultate della non lincarita delia transcaratteristica defl’amplificatorc. Nell'ipotesi in cui si Himiti all’ {4 il rapporto wa Ja componente celativa alla seconda armo- nica € la fondamentale (questo rapporto & now come distorsione. di seconda armoniea) quate sara il corrispondente limite superiore di ¥, ? D1.12 Un amplificatore a transistor ha una CAPITOLOT 41 transcaratteristica che pud essere deseritta, mediante }equazione tg 17-10», per 0.3 $ vg © 10 V. Agli estremi di questo intervallo Vamplificatore entra in saturazione. Disegnare la transcaratieristica e trovare il valore deila tension continua di ingresso necessaria per polarizzare Yamplificatore in modo tale che la componente continua dels tensione in uscita sia $V. Calcolare il guada gno di tensione dei segnali z, sovrapposti alla tensione di polarizzazione V,. Se v, & sinusoi dale, trovare la massima ampiezza che il segnale pud avere senza essere tagliato in usci- ta. Sezione 1.5: Modelli circuitall per gli ampli- ficatori. 1.43 Un generatore di segnale la cui tensione a circuite aperto & 10 mV rms ¢ la cui corrente di cortouireuito & | WA rms fornisee una corrente di 0.5 pA mms quando viene connesso all’ in- gresso di un amplificatore di tension. Lruscita risultante defl'amptificatore, nellipotest in cui sia collegat ad un carico di L &Q,& 1 V ers. Trovare il guadagno di corrente, il guadagro di yensione e il guadagno di potenza dett"amptifi- catore ed il guadagno totale di tensione (dal generatore al carico). Tnottre, culcolare la resi stenza di ingresso dell’ampliticatore. Se, scon- nettende il carico da { KG dall’useita dell‘am- plificatore, la tensione di useita sale a 1,1 V rms, qual é la resistenza di uscita de!l'ampiifi catore” Trovare inoitre il guadagno di tensione a circuito aperto Aye, D1.44. Supponiamo di avere a disposizione degli amplificatori di tensione aventi una resi- stenza di ingresso di 10 kQ, uni resisternza di uscita di | kQ ed un guacagno di tensione a circuito aperto pari a 10. TE generarore di segnale ha una resistenza interna di 10 kQ & fornisce un segnale di 10 mV mms. Si tichiede di fornire un segnale di almeno 2 V rms su un carico di | kQ. Quanti stadi di amplificaione sono necessari 7 Qual’ la tensione di uscita realmente ottenuta 7 D*1.15 Progetare un amplificatore che forni- sca un segnale com potenza di 0,5 W ad una resistenza di carico di 100 Q. Ul generatore di segnale fornisce una tensione di 30 mV ns, ¢ ha ana resistenza interna di 0.5 MQ. Sono disponibili tre Gps di stadi di amplificazion 1) un tipo con elevata resistenza di ingresso Kp = 1 MQ, 4,, = 10 K,= 10K; (2) un tipo ad clevato guadagno, con R; = 10 42 INTRODUZIONE ALL’ ELETTRONICA 6Q, A= 1006 R= 1 kQ: @) ua tipe con bassa resistenza di uscita. avente R, = 10kQ, A= be R,= 209. Progettare Vamplificatore utilizzando una epportuna combinazione di questi stadi. TE pro- getio deve utilizzare i] minor numero possibile Gi stadi. Trovare la rensione ai capi del carico e Ja potenza ottenuta in usci 1.16 Un amplificatore @ transconduttanra con KR, = 2KOQ, Gi, = 40 MA @ K, = 20 kQ 2 ali- imertato da un generatore di tensione avente una resistenza interna di 2 kQ ed ha per carico una resistenza di 1 kQ. Trovare il guadagno di tensione ottenuto. 1.17 La Figura F117 mostra un amplificatore dij transconduttanva Ja cui uscita @ riportata in, ingresso. Trovare la resistenza di ingresso Ky, della rete ad una porta risultante. (Suggerimenio: Applicare una tensione vy tra i due terminali di ingresso ¢ trovare Ja corrente 4, assorbita dal generatore; poi, = ty/ ty). 1.18 La Figura P1.18 mostra un ampliticato- re di corrente la cui uscita riportata in ingressa. Catcolare Ia resistenza di ingresso Ry, della rete ad una-porta cisultamte. (Vedi sugge- rimento dato per il problema 1.17). Ra Fig. P.1.18 1.19 Ci si siferisca alla Fig. 1.19(e). Un BIT, opportunamente polarizzato, viene utilizzato per realizzare un cosiddetto amplificatore a Emettitore comune (o con Emettitore a terra) ponendo E 4 massa, connettende a B un gene- ratore di tensione v, con resistenra interna KR, © ponendo una resistenza di carico R, tra Ce massa. Trovare un’espressione per il guadagno di tonsione 4,/v,. dove v,@ la tensione misura- ta ai capi di R,, Valutare il guadagno di tensio~ ne nel caso in cui sia R= 5k. r= 5 KO, g,, =40 MAW € R= 5 KO. 1.20 Consideriamo iI giratore con terminazione capacitiva di Fig. 1.20(b). Si applichi a"in- gresso (porta 1) una tensione di prova V,¢ si calcoli la corrente i, assorbita da vy. Dimostrare che i impedenza di ingresso & data da z gett we ON Tels) Be ‘Trovare il valore dell’ mduttanza che compare in ingresso per g, = Kp = 5 MA/V © C= 001 RE. #121 Supponiamo che vel cixeuito giratore di Fig. 1.20{a) ogni generatore eontrollate abbia una resistenza di ingresso #, € una reyistenza di uscita R,. Adesso considcriamo il giratore con terminazionc capacitiva di Fig. 1.20(b) a cui si applicano questi valori di resistenza in ingresso © in uscita; dimostrare che Pammet- tenza di ingresse 2 data da vis) 1, Baek RscR +1 dove &= K; 14, Dimostrare inolire che questa ammetienxa pud essere rappresentata dal cit- cuito di Fig. P1.24 © trovare i valori di 4, &. Ry in fanzione di g.. #2 CR. Ry 3 Fig. P.1.21 ¥C3 1.22 Un amplificatore con una tesistenza di ingresso di 10 kQ. croga in uscita una corrente di cortocircnite di 10 mA ed ha una tensione a circuite aperto di 10 V quande viene pilotato da un generatore di corrente da 1 WA con una resistensa interna di 10 kQ. Supponcade che debha pilotare un carice di 4 kQ2 trovare ill gua- dagno di tensione, il guadagne di corrente cd il guadagno di potenza come rapporto € in dec’ bell 1.23 Facendo riferimento al circuito di Fig PYJ.23 si dimostri che 4, tes BR yr 4 (B + 1)Re te Re +[re{e +] Si valutina questi guadagni di teasione. per B=l00 7, =2,5kO, Rea 1 kQe RK, = 10 KO. Fig. P.1.23 1.24 La Fig, P1.24(a) mostra due amplificatori a transconduttanza connessi in una comfigura- zione particolare. Trovare 1, in funvione div, ¢ 2 Si PONga Bm = 100 MA/V @ RH 5 kA. ‘Trovare ii valore di 2, nel! ipotesi in cui sta % =v 21. tnoltre, trovare 7, nel caso in CAPITOLOT 43 circuite & note con if nome di amplificatore differensiale © viene rappresentato con i] sim- bolo riportato in Fig. £240). Un tipo partico- lare di amplificatore differenziale, noto come amplificatore operazianale, verr® stadiato nel Capitoio 2). Sezione 1.6: Risposta in trequenza degli amplificatori 1.25 Utilizzando la regola del partitore di ten sione trovare le funzioni di trasferimento Ws) = V,(5) (V.(s) dei cireviti mosteati in Fig, 1.23 © dimostrare che tali funcioni di trasteri- mente sone del tipo indicat nella prima parte della Tabella 1.1 Fig. P.1.26 1.26 La Figura P1.26 mostra un generatore di segnale connesso all’ ingresso di un amplit tore. In questo caso 2, & tu tesistenza interna del generatore, e R, € C) sono rispettivamente Ja resistenza ¢ la capacita di ingresso dell’am- plificatore, Trovare ut’ espressione per V. Os} 1 VG) © dimostrare che @ del tipo SEC passa-basso. Trovare la frequenza di taglio a meno 3 dB nvci caso in cui 10 k82, R= 100kQe C= 10 pF. * we Be » Fig. P.1.24 th) 44 — INTRODUZIONE ALL’ELETTRONICA 11.27 Si richiede di accoppiare un generatore di tensione V, avente una resistenza interna R, con una resistenza di carico X, mediante una capacita C. Trovare una espressione per la fun- zione di trasferimento carico/generatore (cio ¥;/ V,) ¢ dimostrare che & del tipo STC passa- alto. Per R, = 10 kQ © R, = 40 k& trovare la pil piccola capacita di accoppiamento in grado di fornire una frequenza di taglio a meno 3 dB non superiore a 10 Hz. “1.28 Gli amplificatori di tensione a guadagno unitario nei circuiti di Fig. 1.28 hanno una re stenza di ingresso infinita e una resistenza d uscita nulla, e quindi agiscono da perfetti buf- fer. Si verifichi che il guadagno totale V/V, diminuisce di 3 dB al di sotto del valore in continua in corrispondenza di quel valore di frequenza per il quale il guadagno di ciascun cireuito RC scende di 0,75 dB. Qual’é questa frequenza? *1.29 Un amplificatore di tensione ha la fun- zione di trasferimento 4, 100 V1 (Zp) Utilizzando i diagrammi di Bode per le reti STC passa-alto e passa-basso (Fig. 1.24 ¢ 1.25) si traci il diagramma di Bode di | 4, |. Fornire dei valori approssimati del modulo del guadagno per f= 10, 102, 103 , 104, 105, 108, e 107 Hz. ‘Trovare la larghezza di banda dell’amplificatore (definita come I’intervallo di valori di frequenza all’interno del quale il guadagno non scende al i sotto del valore massimo di 3 dB). D**1.30 Un amplificatore a transconduttanza avente il circuito equivalente mostrato in Fig. 1.17(b) viene alimentato da un generatore di tensione V;, avente una resistenza interna R,, ¢ collegato in uscita ad un carico formato da una resistenza R, in parallelo ad una capacita C,. Per determinati valori di R,, Gy € R, si richie- de di specificare i valori di R,, Gy, R, che siano in grado di soddisfare le seguenti specifi- che di progettazione: (A) Il segnale di ingresso perso nell’accoppi mento tra il generatore di segnale e |’amplifi- catore non deve superare I’ % (per esempio, V, 2 [1 -(%/ 100)] ¥,). (2) La frequenza di taglio a meno 3 dB del- Vamplificatore deve essere uguale 0 maggiore di uno specifico valore fran. (3) Il guadagno in continua V,/ V, deve esse- re maggiore o uguale di uno specificato valore Ay Dimostrare che tali specifiche possono essere soddisfatte scegliendo n2[22-1)x, ¥ RMR, Trovare R,, R,€ Gm» per R, = 10 kQ, x= 20%, A, = 80, R, = 10 k&2, G, = 10 pF, Sian = 3 MHz. 1.31 Si dimostri che la funzione di trasferimen- to relativa al circuito di Fig. P1.31 8 data da ¥, 1S-URC V, 28+1/RC Per s= joo, tracciare i grafici del modulo e della fase di questa funzione di trasferimento in fun- zione della frequenza. (Nota: questo circuito & una rete STC del tipo passa-tutto). Fig. P.1.31 4.32 Si otilizzi Ia vegola det partitore di tensio~ ne per trovare 1a funzione di trasferimento UV, (s) 1 ¥; Cs) del cireuito di Fig. P1.32 Dimostrare che 1a funzione di trasferimento pod essere resa indipendente dalla frequenza se viene soddisfatta ta condizione CR, = CX). In questo caso il circuito viene chiamato attenma- tore compensate. Trovare 1a trasmissione del- Vattenuutore compensato in funzione di & © Ry Fig. P.1.32 1.33 Un amplificatore avente una risposta in frequenza del tipo mostrato in Fig. t.22 @ pro- gettato in modo tale da avere una variazione di fase non pill grande di 11.4? all’interno dela banda passanie, che si estende da 100 Hz 0 CAPITOLO} = 45 1 KHz. Si & trovato che 1a diminuzione del guadagno alle busse frequenze @ determinata dalla cisposta di un circuito STC passa-alto e che la diminuzione alle alte frequenze & deter- minata da un circuito STC passa-basso. Quali saranno le frequenze di taglio di questi due cir- cuiti? Di quanto si abbassa il guadagno in dBirispetto al massime guadagno) in corri- spondenza alle due frequenze che definiscono Ja larghezza di banda dell" amplificatore? Quali sono te frequenze in corrispondonza delle quali il guadagno diminuisce di 3 dB? 81,34 La Figara P1.34 mosira un amplifiea- tore uecordato, o passa-banda. Ricavare la sua funvione di trasferimento 705) = Vi, I) V, 68) © wovare 71j@) e } Ta) |. Qual d if valore del del guadagno per w = 0 & @ = =? Per quale valore di frequenza il guadagao risulta mas: mo? Quaf’é it valore del massimo guadagno? Trovare le duc frequenze a cui il guadagno diminuisce di 3 dB rispetto al valore massimo. La banda passante 4 3 dB dell’ amplificatore & in differenza tra queste duc frequenze. Trovare §1 suo valore. (Suggerimento: L’uscita diviene massima a quella frequenza in corrispondenza della quale impedenza equivalents al paralle- lo formato da Le C8 infinita). Fig. P.1.34 PARTE COMPONENTI e CIRCUITI FONDAMENTALI CAPITOLO Amplificatori operazionali CAPITOLO Diodi CAPITOLO ‘Transistor Bipolari a Giunzione (BJT) CAPITOLO EEE transistor ad Effetto di Campo (FET) INTRODUZIONE component’ passivi come resistori e condensatori, che si suppone siano noti al lettore, anche da diodi e transistor. Quest componenti elettronici sono realizzati con materiale semiconduttore (silicio). Lo studio dei diodi e dei tran- sistor in silicio costituisce la maggior parte della Parte I. Un akzro elemento fondamentale dei circuiti, che non 2 un componente elettroni- co nel vero senso della parola, ma che & disponibile in commercio come circuit integrato (IC) con ben precise carutteristiche, # 'amplificatore operazionale (op amp}. Sebhene i circuito interno dell’ amplificatore operazionale sie complesso, tipicamente incorpora 20 o pit transistor, iL suo comportamento quasi ideale rende possibile tratture l'amplificatote operazionale come elemento circuitale © permette di utilizzarlo nella progettazione di circuiti di potenza senza Ix neces- sita di conoscere Ia sua strattura interna, Hl nostro studio dei circuiti elettronici inizia nel Capitolo 2 con gli amplificatori operazionali integrati.' Ciascuno det tre capitoli successivi trata di uno dei componenti fondamentali « semiconduttore: il diodo nel Capitolo 3, il transistor bipolare a giunzione (BIT) nel Capitolo 4, ed i transistor ad effetto di campo (FET) nel Capitolo 5. Ogni cepitolo inizia con uno studio delle caratteristiche del componeme ed include una descrizione del suo funzionamento fisico, Successivamente vengeno svilup- pati modelli appropriati in grado di riprodurre le caratteristiche del componente. Segue infine Jo studio del progetto e dell'analisi di alcune configurazioni circui- tali fondamentali nelle quali viene comunemente utilizzato il dispositivo. Lo seopo di questa Parte I quello di sviluppare nel lettore un elevato grado di familiarita con i componenti clettronici di base (amplificatori operazionali, diodi, BIT, e FET) e con il Joro uso nel progetto di semplici ma fondamentali circuiti, Al termine della Parte I il lettore dovrebbe essere in grado di procedere con gli aspetti pid avanzati della progettazione dei cireuiti analogici (nella Parte Me dei circuiti digitali (nella Parte IID. | ee elettronici, sia digitali che analogici, sono composti, oltre che da 11 lettori che preferiscano studiare gh ampliticator! operarionali in uno stadio xuccessivo (forse dopo il Capitol 7 0 insieme al Capitola 10) possone omettere i] Capitolo 2 senza perdita di continuita. CAPITOLO Amplificatori Operazionali Tntroduzione 2.1. [terminali dell’amplificatore operazionale 2.7 Amplificatori operazionali non ideali 2.2 L’amplificatore operazionale ideale 2.8 Strunura interna degli amplificatori 23° Analisi dei circuiti realizzati con amplifica- operazionali integrati tori operazionali ideali - Configurazione 2.9 Funzionamento per ampi segnaii invertente degli amplificatori operazionali 2.4 Alte applicazioni della configurazione. 2.10 Retezione di modo comune invertente 2.11 Resistenze di ingresso ¢ di uscita 2.5 Configurazione non invertente 2.12 Problemi in continua 2.6 Esempi di cigcuiti con amplificatari Sommario + Bibliografia * Problemi INTRODUZIONE ‘Avendo appreso i concetti e la terminologia relativi ai tipi fondamentali di amplificatori, ora siamo pronti per intraprendere lo studio di un elemento di grande immportanza: amplificatore operazionale (op amp). Sebbene gli amplificatori operazionali siano usati da molto tempo, inizial- mente sono stati applicati nel campo del calcolo analogico ¢ della stramentazione. I primi amplifi- catori operazionali venivano costruiti con componenti discreti (tubi a vuoto e poi transistor e resi- stori), ¢ il loro costo era proibitivo (decine di migliaia di lirc). Alla meta degli anni ‘60 fu prodotto il primo amplificatore operazionale integrato (IC). Questo circuito Gl [A 709) era composto da un numero relativamente elevato di transistor ¢ resistori sulla stessa piastrina di silicio, Sebbene le sue caratteristiche fossero scadenti (rispetto agli standard attuali) e il suo prezzo fosse ancora piut- tosto alto, la sua apparizione segnd ana nuova cra nel progetto dei circuit efettronici, Gti ingegne- ri elettronici iniziarono ad usare gti arnplificatori opecazionali in grande quantita, ¢ questo fece scendere drasticamente il prezzo di questi componenti. Si sviluppd inoltre. la richiesta di amplifi- catort operazionali di migliore qualita. Le societa produttrici di dispositivi e semiconduttore rispo- sero velocemente, ¢ neli"arco di pochi anni furono disponibili amplificatori operazionali di elevata qualita a precei estremamente bassi (continaia di lire), da an grande numero di fornitori Una delle ragioni della popolarita del!’ amptificatore operazionale é Ja sua versatilita, CAPITOLO2 49 Come vedremo tra breve, si pud fare quasi tutto con gli amplificatori operavionali! Ugualmente importante @ il fatto che i'amplificatore operazionale ha caratteristiche che si avvicinano molto quelle ideali. Questo implica che & molto facile progettare circuiti usando Pamplificatore opera Zionale integrato. Inoltre, 1 circaiti con amplificatori operazionali funzionano a livelli che sono ‘molto vicini a quelli previsti teoricamente. E’ per questo motivo che stiamo studiando gli amplifi- catori operuzionali in questi primi capitoli, Ci si aspetta che per la fine di questo eapitolo il lettore sia capace di progettare con successo cireuiti non bauali usando amplificatori operazionali, Come si @ gia detto implicitamente, un, amplificatore ‘operazionale integrato @ composto da un grande numero di transistor, di resistori, e (qualche volta} di un condensatore, collegati fra Joro in.un modo. piuttosto. complesso. Poiché non abbiama ancora studiato i transistor, ii cireuito interno dell’ amplificatore operazionale non verra trattato in questo capitolo. Tratieremo invece Vamplificatore nel suo complesso ¢ ne studieremo le sue caratteristiche di ingresso e di uscita ¢ le applicazion’. Questo approccio ¢ abbastanza soddisfacente in molte applicazioni degli amplifica- tori operazionali, Tuttavia, per le applicazioni pid difficiti ed impegnative & molto utile conoscere cosa c'2 dentro Pamplificatore apcraionale. Questo argomento sari studiato nel Capitolo 10. Infine, applicazioni pit avanzate degli amplificacor) operaxionali si troveranno negli ultimi capito- Wi 2.1 [TERMINALE DELL’ AMPLIFICATORE OPERAZIONALE Dal panto di vista del segnale Pamplificatore operazionale ha tre terminali: due terminali di ingresso ¢ un terminale di uscita. Nella figura 2.1 & mostrato if simbolo che useremo per rappre~ sentare Pamplificatore operazionale. I terminali | ¢ 2 sono terminali di ingresso, ¢ il terminale 3 ¢ il terminale di uscita, Come abbiamo spicgato nella Sezione 1.4, gli amplificatori per poter Tunzio- nare richiedono_potenza in continua, Lz maggior parte degli amplificatori operazional integrati richiede due alimentazioni in continua, come @ mostrato nella Fig. 2.2(a). Sulinvolucro esterno (package) defl’amplificatore operazionale sono presenti due terminali, 4 e 5, che devono essere connessi rispeltivamente ad una tensione positiva V* e ad una tensione negativa V~. Nella figura Fig. 2.1 Simbolc citcuttale det ampitficatore operazionale. Fig. 2.2 Rappresentazioni detl'am- plificatore operazionate in cul vengeno indicate le connessioni conie alimentazioni. (hy 50. AMPLIFICATOR! OPERAZIONAL 2.2 (b) mostriamo esplicitamente le due alimentazioni continue sotto forma di batterie con la massa in comune. E’ interessante notare che la massa di riferimento nei circuiti degli amplificatori operazionali & proprio il terminale comune delle due alimentazioni; cio® nessun terminiale deti*am- plificatote operazionate & connesso fisicamente afi Ne] seguito non mastreremo csplicita- mente Ic alimentazioni dell’ amptificatore operazionale. ° . In aggiunta ai tre terminali di scgnale ¢ ai due terminali di alimentazione, un amplificato- Fe operazionale pud avere altri terminali per scopi specifici. Tra questi altri terniinali possone essere presenti i terminali per fa compensazione in irequenza e i terminali per annullare Voffset di tensione ¢ di corrente: entrambe queste funzioni verranno spiegate nelle Sezioni successive. 2.2 LAMPLIFICATORE OPERAZIONALE IDEALE tn questa seztone si illustra la funzione circuitale dell’ amplificatore operazionale. Si sup- pone che Pamplificatore e Oper: ionale rilevi ta a ena tra i canal, ai tcnsione applicati ai_suoi due dil ingresso. presenti la tensione.risultante.4 (2 ~ v4) al terminale di uscila 3. Si deve metre in evidenza che quande parliamo di tensione presente su di un terminale, interdiamo la tensione tra il erminale e la massa: quindi ¢} sta ad indicare Ja (ensione applicata tra il terminate 1 ¢ ma Si suppone che l'amplificatore operazionale ideale non assorba corre orrente nel terminale | e la nel termi si suppone che fa resistenza di ingresso dt un amplificatore o operazional ei | ~~" Cosa si pud dire tiguardo al terminate di uscita 3? Si suppone che questo terminale si comporti come il terminate di uscita di an generatore di tensione ideale. Cio’, la tensione. tra iLier- minale 3 e la massa sas sempre uguale a A (2 - v4) e sara indipendente dalla corrente fornita dal terminale 3 alla impedenza.di carico_In altri termini, si suppone che. Pimpedénza di iscita Grain amplificatore operazionale ideale sia nulla... 7 Mettenda insieme tutto quanto @ stato deno in precedenza arriviamo al circuito equiva- lente rappresentato nella figura 2.3. Si noti che.J'uscita & in fase con (ha lo stesso segno di} ry od & in opposizione di fase con_(ha segno opposto_rispetto a) 2. Per questa ragione il terminale di ingresso I é detto terminale di ingresso inyertente ed ¢ coniraddistinto da un scgno*-", mentre” erminale %é dette terminate di ingressa nan invertente ed ® contraddisti Fig. 2.3 Citcuito equivalente dell‘ampiif- cotore operazionale ideaie. Blestrodo comune alle dae atmemtazioni CAPITOLO2 51 Come si pud vedere dalla deseri soltanto al scgnale differenza ©, ne precedente, amplificatore operazionale risponde = 4, © quind ignora oF “fe di modo comune, e c mplificatore operazionale ha.una reazione det modo comune infinita, Torneremo su ques to argomento in seguito. Pe momento si noti che Vamiplificatore operazionale @ un umplificatore a ingresso differemsiale © uscita sbilanciata, 0 single-ended, [ultimo termine si riferisce al fatto che Puscita é la tensione presente tra il termi- nale 3 © massa. Inoltre, l amplificazione 4 é detta guadagn ferenziale per ovvi motivi. Forse nto ovvio Paltro nome che daremg ad A: guadagny ad anello aperto. 1.2 ragione di iter’ ovvia in segnito, quando “chinderemo. L'anelio” attomo all’ amptifi- nate c definiremo_un altro guadagno, il guadagno ad anellg chinso. + Un"importante curatteristica degli amplificatori operazionali ¢ che cssi sono dispositivi, con accoppiamento. diretto 0 amplifi in.de, dove de sta per direct-coupled (potrebbe ugual mente stare per direct current, (in continua) perché un_amplificatore con accoppiamento dirctto = un anplificatore in grado dt amplificare s frequenza nulla). I fatto che gti amplificatori ‘opera: rionali siano dispositivi con aceoppiamento diretto ci permette di usarli in molte applicazio- ni importanti. Sfortunatamente, comunque, 'accoppiamento in continua pud provocare alcuni scsi problemi, come sara discusso in una Sezione successiva. Cosa possiamo dire a proposito della larghezza di bunda? L'amj Lore ‘y ideale & caratterizzato da un guadagno che rimane costante da frequenza zero fino ad una frequen /'/) za infinita. Cio’ gli amplificatort operazionali ideali amphiticane y ségnalt di Ogni frequenza con '¢ if stesso guadagno. Abbiamo discusso tutte le proprieta del!’ amplificatore operazionale ideale eccetto una, che in realta 2 la pitt importante: il valore di A. L.'amplificatore operazionate ideale deve avere un _gaadagno 4 di val Adi valore molto grande, idealmente 2 se il “guadagao 4 é infinito, come utifizzeremo l'amplificatore operazionale? La risposta ® motto sem- plice: in quasi tutiy fe applicazioni 'amplificatore opcrazionale son viene usato nella configura. vione’ad anello dperia. Piu . applicata ana je per chiudere T'ai all’ umplificatore operazionale, come sara illustrato in dettaglio nella Sezione 2.3. Esercizi 2.1 Si consideci un amplificatore operazionale che sia ideale eccetto per il fatto che i} suo gtadagno ad anello aperto @ A = 109. 1.'amplificatore operazionale & usato in un circuito a controreazione e vengono misurate le tension presenti sur due dei suoi tre terminali di segnale. Per ognune déi casi seguenti, si usino i valori misurati per trovare il valore previste della ten- sione al terzo terminale. (a) v,~ 0 Ve = 2 V; (b) 6 = 45 Ve = -l0V; (©) 4 = 1,002 Ve th = 0,998 V3 (d) 4, = -3,6 Ve v, = 3,6 V5 Ris, (a) 14 = -0,002 V; (b) 4 = 45,01 V5 (0) 2, = -4 Vi; (@) 2, = -3,6036 V 2.2 Hl circuito interno di un certo amplificatore operazionale pud essere rappresentato con lo schema mostrato in figura E2.2. Si esprima v, in funzione di 2, ¢ z,. Nel caso che G,, = 10 mA, R= 10 kG UW = 100, si trovi il valore del guadagno ad anello aperto A. Ris. 0, = UG, RU vy; A= 10000 VV 2.3 ANALISI] DEI CIRCUITI REALIZZATI CON AMPLIFICATORI OPERAZIONALI iDEALI- CONFIGURAZIONE INVERTENTE Si consideri il circuito di Fig. 2.4, che & formaio da un amplificatore operazionale ¢ da due resistori 8, ¢ K,. Il resistore %, & connesso tra il terminale di uscita dei!’ amplificatore opera- vionale, cio’ il terminale 3, ed il terminate di ingresso invertente 0 negarivo, il terninale 1. Si dice che 2, realizza una controreazione nepativa; se_K, fosve stata connessa tra i terminali 3 ¢ 2 52. AMPLIFICATOR| OPERAZIONALI / / , / / thors rd peor gs +6 ‘N XN prt ee pee eee e nn? \ Fig. 2.4 Configurazione inverente. _avremmo. di controreazi jitiva, Si noti anche che 2, chiude l’anello attorno ail’am- plificatore operavionale. Oltre ad uedungere 2, abbiamo connesso a massa il terminale 2 ¢ abbia- mo connesso un resistore R, tra il terminale { ed if generatore di segnale in ingresso; la cui tensio~ ne & 2). Louscita dell intcro circuite viene presa sul torminale 3, cio’ trail terminale 3 e massa. 1 terminate 3 2, naturalmente, un punto conveniente per prendere. l'uscita, poiché in quel punto ri lo di impedenza ® idealmente zero ¢ quindi la.tensione, v,, non dipendera dal valore della cor- (carico connessa tra il terminate 3 ¢ la massa. CAPTOLO2 53 Guadagno ad aneilo chiuso Vogtiamo ora analizzare il circuito di Fig, 2.4 por doterminare il guadagno ad anello chiuso G, definito come Assumeremo che ’'amplificatore operazionale sia ideale, Nella figura 2.5(a) & rappresentato il cit- cuito equivalente, ¢ analisi si svolge nel modo seguente: il guadagno .A & molto grande (idea!- ty uy th t, - (Massa virtuale) (b) Fig. 2.5 Analisi della confiqurazione invertente. 54 AMPURICATORS OPERAZIONAL! mente infinito), Se assumiamo che il circuito stia “funzionando” e stia producendo una tensione di ascita finita sul terminate 3, allora la tensione tra i terminali di ingresso dell’amplificatere opera- tionale deve essere estremamente piccola, Precisamente, se chiamiamo vp la tensione di uscita, allora, per definizione: -y, to. th =0 A. Ne segue che la tensione ©, sul terminale di ingresso invertente risulta vy = 2. Cio’, poich® il gua- | dagno A prossimo ad infinito, ta tensione #; € molto prossima 2 vy. Diciamo aliora che i due ter- minali di ingresso “sono agganciati in potenziale”, Parliamo anche di “corto i due t€fminali di ingresso. La parola virtuale deve essere sottolineiita, © non st deve Commettere lerrore di cortacircuitare fisicamente i terminal 1 ¢ 2 neif’analisi di un circuito. Un cortocircuito virtuale significa che qualsiasi tensione sia presente sul terminale 2 sar automaticamente presen- te sul terminale 1 a causa det valore infinito del guadagno A. Ma il terminale 2 & connesso a massa: quindi 2, = 0 ¢ quindi 14 0. Diciamo che il ferminale | @ una massa virtuale, cio’ si trova a tensione nulla ma non é connesso fisicamente a massa. Adesso che abbiamo determinato 2, siamo in condizione di applicare la legge di Ohm e di trovare la comente 4, che scorre in 2, (vedi Fig. 2.5) nel modo seguente: By ey ROR Dove andra a finire questa corrente? Non pud entrare nell’amplificatore operazionale, poiché Vamplificatore operazionale ideale ha un’impedenza di ingresso infinita e quindi assorbe una cor- rente nulla, Segue che i, dovra scorrere attraverso Ry nel terminale 3 a bassa impedenza. Possiamo allora applicare la Jegye di Obm a &, e/tleterminare 21, , civ, = ly =, - 1K, =0- 2b 0 Ri R Quindi & . fy. & che @ il guadagno ad anello chiuso richiestd| Nella figura 2.5 (b) sono illusicati.alcuni di questi passi di analisi ~~""Qilihdi vediamo che i] guadagno ad anello chiuso & semplicemente il rapporto tra le due resistenze R, ed &,. 11 segno meno significa che ad anello chiuso P'amplificatore produce un'inver- sione del segnale, Alloa se X,/ X,= 10 ¢ applichiamo all’ ingresso un segnale sinusoidale (2, } con excursione di 1 V picco-picco, 'uscita v,, sara un’onda sinusoidale con escursione picco-picco di 10 V, sfasata di 180° rispetto alla sinusoide di ingresso, A causa del segno meno associato al gua- dagno ad anello chiuso questa configurazione é detta configurazione invertente. Il fatto che il guadagno ad ancllo chiuso dipenda interamente dai componenti passivi esterai (i resistori.2, cd.R,.} @ molto interessante. Cid significa che possiamo rendere l'amplifica- zione ad unetto chiuso precisa quanto vogliamo svegliendo i componenti passivi con una adeguata precisione. Significa anche che iJ guadagno ud anello chiuso é (idealmente) indipendente dal gua: _dagno dell’ amplificatore operazionale. Questo 2 un chiaro esempia di controrcazione negativa: CAPTOLO 2 55 siamo partiti da un amplificazore con guadagne A molto elevato e, applicando Ja conteoreazione negativa, abbiamo ottenuto un guadagno ad anello chiuso R,/ R, che & moito minore di A ma & stabile e calcolabile a priori, Cioe, stiamo sacrificando il guadagno in cambio di una maggiore precisione. oe Effetto del valore finito del guadagno ad anello aperto Le osservarioni appena fatte vengono illustrate pit chiaramente ricavando un'espressio~ | ne del guadagno ad aneilo chiuso nell’ipotesi che il guadagno ad anello apesto A sia finite, Neila! figura 2.6 @ illustrata l'analisi. Se indichiamo con ¢ 1a tensione di uscita, la tensione fra | due ter- minali di ingresso dell’ amplificatore operazionale sari vg/ A. Poiché il terminale di ingresso posi hah Ry Fig. 2.6 Analisi della configurazione invertente. fenendo conto del valore finite del guada- gho ad anello chiuse dell'amplificatore ope-_ taziondle. —~ vo 8 connesso a massa, la tensione al terminale di ingresso uegativo deve essere rente i, che score in; pud essere calcolata mediante ta reluzione: tgif A_La cor nctvolA) uy tuglA A x L'impedenza di ingresso infinita dell’ amptificatore operazionale- costringe te comente 4, 4 scorrere Villeramente attraverso R,, La tensione di uscita vy pud quindi essere determinata da Lo Ug = --2 4, ‘9 ge to {ti t¥o/A yy A Ry Raccogliendo i termini comuni, st trova il guadagno ad anello chiuso G: to Raf Ri Gl) che q “dhe quand a tend “A tende a 29, la fensione sul terminale di “ingresso i invertente tende a zero. Questa 81 el ‘Potesi di massa virtuale che. abbiamo utilizzato nll’ analisi precedentemente, syolta nel. caso, amplificatore operazionate ideale, Si noti infine che la eq. (2.1) in pratica indica che, per minimi: 36 4 ABEELWEEZATORS OPERATIONAL! MPIO 2.1 Si consideri la configurazione invertente con R, = 1 kQ eR, = 100kQ. (a) Si wovi il guadagno ad anello chiuso nei casi in cui A= 108, 104, e 105 . In ciascun caso si deter- mini Perrore percentuale nel valore assoluto di G rispetto al valore ideale R,/ R, (ottenuto con A=), Si determini anche la tensione », sul terminale di ingresso invertente quando v, = 0.1 V. (b) Se il guadagno ad anello aperto A cambia da 100000 a 50000, qual 2 Ia corrispondente varia- zione percentuale nel guadagno ad anello chiuso G? Soluzione (a) Sostituendo nella (2.1) i valori dati, otteniamo i valori riportati nella tabella seguente, dove l’errore percentuale € &: . GoR n Ivalori div, sono ricavati da_v, = -1/A = Gu,/Acon ¥,= 0,1 V. A iG € vn 10° 90,83 -9,17% -9,08 mV 10° 99,00 -1,00% -0,99 mV 10° 99,90 -0,10% -0,10 mV (b) Usando la 2.1 troviamo che per A = 50000, | GI = 99,80. Quindi, dimezzando il guadagno ad anello aperto, si verifica un cambiamento di -0,1% nel guadagno ad anello chiuso! Resistenza di ingresso e di uscita Supponendo che |’amplificatore operazionale sia ideale, con guadagno ad anello aperto infinito, la g. 2. resistenza di ingresso.dell’amplificatore inv ad anello chiuso di Fi, uguale uesto si pud vedere dalla Fig. 2.5(b), in cui: 2% - 0 /Ry s Quindi per rendere_alta K,, dobbiamo scegliere un_valore-elevato.per Rj. Comungue, se il guada- gno richiesto R,/ R, 2 anch'esso alto, allora R, potrebbe diventare maggiore delle pitt grandi resi- stenze disponibili in commercio (alcuni megaohm). Possiamo concludere che la configurazione inyertente @ caratterizzata da una.bassa resistenza di ingresso, Una soluzione a questo problema sak ds discussa vse ‘esempio 2.2. Va menzionato il fatto che il valore finito del guadagno ad anello In base a quanto sin qui esposto, lo schema mostrato in Fig. 2.7 rappresenta il circuito equivalente dell’ amplificatore in configurazione invertente di Fig. 2.4 (nell’ipotesi che l’amplifi- catore operazionale sia ideale). CAPITOLO2 = 57 Fig. 2.7 Circuite equivalente dell‘umpificatore in configurazione invertente di fig. 24. (Si sup- pone che |‘ operazicnole sa ideale) ESEMPIO 2.2 Assumendo che l’amplificatore operazionale sia ideele, si trovi un’ espressione per il guadagno ad anello chiuso rg/ v; del circuito mostrato in Fig, 2.8, Si utilizzi questo circuito per progettare un amplificatore invertente con guadagno 10 ¢ resistenza d’ingresso L MQ. Si suppon- ga che per motivi pratici non sia consentito di utilizzare resistenze maggiori di 1 M&2. Si confronti questo progetto con quello basato sulla configurazione inverrente della Fig. 2.4. Fig. 2.8 Circuito per l’esempio 2.2. = Sofuzione L’analisi inizia dall’ingresso invertente del! amptificatore operazionale, dove la ten- sione & Abbiamo assunto che il circuito stia “funzionando” ¢ stia fornendo una tensione di uscita finita vp. Conoscendo 23 possiamo determinare la corrente # nel modo seguente: ett 4 ey n0 R RR Poiché nel terminate di ingresso invertente non scorre corrente, l'intera #, scorrerd in), ¢ quindi: 2 i= R, A 58 AMPLIFICATORI OPERAZIONALI Ora possiamo determinare la tensione al nodo x Dy = 0, BR = Questo ci permette di trovare la corrente #5, L’equazione al nodo x fornisce 4 5, ai ry, Ro ig=ip +t, = +—2 v, RRR; Infine, possiamo determinare rp da 8 = Uy Ry Yo uy che puo essere scritto nella forma: Yo 2 Ora, poiché @ richiesta una impedenza di ingresso di 1 MQ, scegliamo R, = 1MQ. Inoltre, in seguito alla limitazione di utilizzare resistori non maggiori di 1 MQ, il massimo valore possibile per il primo fattore nell’espressione del guadagno é Ie viene ottenuto scegliendo Ky = 1 MQ. Per ottenere un guadagno di -100, R, ed R, devono essere scelte in modo che il secondo fattore nell’e- spressione del guadagno sia 100. Se scegliamo per R, il valore massimo consentito, 1 MQ. (questa non @ una regola generale!), possiamo ricavare il valore richiesto per Ry, che @ 10,2 kQ. Quindi questo circuito utilizza tre resistori da 1 MQ. ed uno da 10,2 kQ. Per confronto, se avessimo utiliz~ zato lo schema base della configurazione invertente con R, = 1 MQ, sarebbe stato richiesto un resistore di controreazione di 100 MQ, che non é facilmente ottenibile in pratica. Esercizi D2.3. Si usi il circuito di Fig. 2.4 per progettare un amplificatore invertente con un guadagno di -10 ed una resistenza di ingresso di 100 kQ. Si trovino i valori R, e R,. Ris. & = 100 kQ; X= 1MQ 2.4 Il circuito mostrato nella figura E2.4 (a) si pud usare per realizzare un amplificatore di tran- sresistenza (V. Sezione 1.5). Si trovi il valore della resistenza di ingresso A, , della transresi- stenza R», ¢ della resistenza di uscita X,, dell’ amplificatore di transresistenza. Se il generatore di segnale mostrato nella Fig. E2.4 (b) connesso all’ingresso dell’amplificatore di transresi- stenza, si trovi la tensione di uscita dell’ amplificatore. Ris. R, = 0; Ry =-10kQ; R= 0; v= -5 V CAPITTOLIO2 559. 10kO Ingresso ‘ Useita 0.5 mA 100 (a) ib) Fig. E24 2.4 ALTRE APPLICAZIONI DELLA CONFIGURAZIONE INVERTENTE Invece di usare due resistori 2, e R, possiamo usare due impedenze Z, ¢ Z,, come mostrato nella Fig. 2.9. 1 guadagno ad anello chiuso, o piti esattamente la funzione di trasferimento ad anetlo chiuso, & data da Ve \ 2.2) Yi ee 4 z Fig. 2.9 Configurazione invertente con generiche impedenze di ingresse ¢ di t controreazione, alt (2.2a) (2.2b) Ve JOR Si pud dimostrare che questa funzione di trasferimento corrisponde a un’integrazione: civ? 2 (f) sata Pintegrale di v(t ). Per vedere questo nel dominio del tempo, si considert il circuito cori- spondente, mostrato nella Fig. 2.10. E’ facile vedere che la corrente #, é data da jag tt 66 AMPLIFHICATORI OPERAZIONALL Fig. 2.10 Integratore di Miller o invertente, Se alPistante ¢ = O la tensione ai capi del condensatore (misurata nella direzione indicata) & Vo. allora [Io —. & \ S Tie A 2M, 4 Jol) a Quindi vy (2) & Fintegrale nel tempo di z(t), ¢ la tensione Ve 2 la condivione iniziale di questo Proceso di integrazione. La costante di tempo. RC prende il nome. di, costant . Questo circuito integratore & invertente a causa del segno meno associat y alla sua “Zione di trasterimento ed é noto come integratore di Miller. Dalla funzione di trasferimento (2.2) ¢ dalla discussione svolta nel Capitolo | sulla rispo- sta in frequenza delle reti passa basso ad una sola costante di tempo (V. anche Appendice E), & facile vedere che |’integratore di Miller avra ta Fisposte in ampiczza mostrata nella Fig. 2.11, che é ntica a quella di una rete pal i i] guadagno 2 sd anelle chisno.? 2 infinito. Cio Fig. 2.11 Risposta in frequenza di un integratore ideale, con costante di tempo CR. a 6 dR/couava Tog (a) CAPHTOLO 2 6) imperfezioni dell’amplificatore operuzionale, trovereme.che & necessario moditicare i} circuito integratore per rendere finite il guadagno ad anello chiuso. in, continua, La. modifica consis el connettere una resistenza di valore,clevato in paral ielo 4) condensatore dell’integratore, come sara iilustrato nella sezione successiva. Questa modifica, che } necessaria pet far funzionarc il circuito, purtroppo lo rende un integratore non ideale. Lin altro aspetto da nolare & che la risposta in ampiezza delF integratore incrocia la retta a O dB (amplificazione unitaria) in cotrispondenza ad ana frequenza uguile al!'inverso della costante di tempo (1/CX). Un'importante applicazione degh invegratori realizzati con amplificatort operazionalii & il loro impiégo per convertire onde quadre in onde triangolari. Questa applicazione & argomento det esercizio 2.5 Come altro caso particolare si consideri 0, per frequenze reali, che comisponde.a un’ oper Ul lettore pad facilmente verificare che il cireuito di Fig. 2.12 (a) realizea effettivamente questa operazione di differenziazione, Nella figura 2.£2 (>) & rappresentato un_grafic Pampiegza della funzione di trasferimento.del derivatore, che & identico a quetlo di wna_ret “: passa-alto ‘con frequenza di tagtio infinita, Si noti che la risposta jnczogia 1a retta a dB per @ = VCR. La natura stessa di un circuito derivatore fu si che esso sia un “amplificatore di ramore”. Questo & dovuto al picco introdotto all'uscita ogni volta che @’@ una rapida variazione di u;(t): tale vauasaone potrebbe essere una interferenza. Per questo motivo ed a causa dei loro problemi di stabilita (Capitolo 8), i circuiti derivatori vengono generalmente evitati nelia pratice. Quando viene usato il circuito di Fig. 2.12(a), & di solito necessurio connettere una piccola resistenza in serie al condensators. Questa. modifice, purtroppo, rende il Circuito un derivatare non ideale. Come ultima upplicazione della configurazione invertente si consider il circuito mustrato nella Fig. 2.13. Qui abbiamo (come prima) una resistenza &, nell’anello di controreazione negati- va (“feedback”), ma ahbiamo pitt segnali di ingresso 14, 2, .... U,,. applicati ai rispettivi reststori Ry Ban. By be. sono connessi al terminale invertente ell" amplificatore operazionale, Dalla precedente discussione }'amplificatore opecazionale ideale presenta una massa Virtual al suo ter- minale pegativa di. ingresso. Inoltre la legge di Ohm afferma che le correnti #, , « -. » fy Sono Uy R, Tutte queste correnti si sommiano per generare la corrente #; cio’, ta corrente i, = isitht ts, 620 AMPLIFICATORI OPERAZIONALI «elo 1 dt 9 #0) UD a sep fa) lk (4B) Fig. 2.12 (a) Derivatore, (b) Risposta Fa in frequenza di un derivetore con costante ci tempo CR. _— +6 dBéotava Oa he slog (0) ot rat {b) Fig, 2.13 Sommatore pesato sara costretta a scorrere im RB; {poiché nei terminali di ingresso di un amplificatore operazionate ideale non scorre corrente). La tensione di uscita si pud determinare dunque applicando di nuove la legge di Ohm, By = 0~ i CAPTOLO2 = 63 Quindi RK opt vst. Cio’, ia tensione di uscita @ una somma pesata dei segnali di ingresso %, 1, --., ¥. Per questo motivo questo circuito & detto sommatore pesato. Si noti che ciascun coefficiente detla somma pud essere regotato indipendentemente mediante il corrispondente resistore di ingresso (“feed in” contrapposto a R;. resistore di “feed back") da X, a R,. Questa utile propricta, che semplifica molto la messa a punto del circuito, & una diretta conseguenza della massa virtuale che 8 presente al terminale invertente dell’ amplificatore operazionale. Come il lettore potrh presto apprezzary, le masse virtuali sono estremamente “maneggevoli”. Abbiamo visto che gli amplificatori operazionali si possono usare per moltiplicure un segnale per una costante, per integrarlo, per derivarlo, e per sommare un certo numero di segnali con pest prefissati. Queste sono tutte operavioni matematiche -da cui deriva if nome di amplifica~ tore operazionale-. (ofatti, i circuiti precedenti sono clementi funzionali necessuti per realizzare il caleolo analogico. Per questo motivo I'amplificatore operazionale ¢ stato F elemento fondamentale dei calcolator! analogic). Comungue gli amplificatori operazionali possone fare molto di pid che realizzare le operazioni matematiche sichieste nel calcolo analogico. In questo cupitolo daremo un saggio di questa versatiliti, con le altre applicazioni presentate nei capitol! successivi. Esercizi 2.5 Si consideri un’onda quadra simmetrica con escursione di 20 V picco-picco, valor medio nullo ¢ periodo 2 ms, applicata a un integratore di Miller, $i trovi it valore della costante di tempo CR tale che la forma d’onda triangolare all’uscita abbia un"escursione picco- picco di 20 V. Ris. 0,5 ms 2.6 Si mostri che il circuito rappresentato in Fig. E2.6 2 caratteridzato da una funzione di tra sferimento STC passa-basso, Per il caso in cui Ry = 1 kG; & = 100k ¢ C= | nF, si teovino it guadagno in continua e la frequenza di taglio. Ris, -100 V/V; 104 rad/s GQ Fig. £2.6 2.7 Usando un amplificatore operazionale si progetti un integratore invertente con impedenza di ingresso 10 kOe costante di tempo di integrazione 10% s. Quali sono Pampiozza e la fase del guadagno di questo circuito per @ = 10 rad/s e @ = 1 rad/s ? Per quale frequenza \'ampiezza del guadagno assume un valore unitario? Ris, X= 10kQ, C= 0,1 pF; per @ = 10 rad/s: | v,4 ¥, | = OO W/V € = 490% per @ =1rad/s: | V,/ ¥, |= 1000 V/V e6 = +90°, 1000 rad/s 64 AMPLIFICATORI OPERAZIONAL! D2.8 Si progetti un derivatore che abbia una costante di tempo di 10s ed una capacitA di ingres- so di 0.01 WE. Quali sono l’ampiczza c fa fase del guadagno di questo circuito per @ = 10 rad/s € @ = tO} rad/s? Per bimitare a 100 il guadagno in alta frequenza del circuito deriva- tore viene inscrito un resistore in serie al coadensator#! Trovare il valore richiesto per if resistore, Ris. C= 0,01 pF; R = 1 MQ, per @ = tO0radés: | ¥,/ ¥, L=O1eg = @ = 1000 rad/s: | V,/ V, [= Wee 298i progetti un ciréuito basalo su un amplificatore operazionate in configurazione inverten- te in cui ve sia la somma pesata dei due ingressi 1, € 0. Si tichiede che sia vy = -(v, + 5u,). Si scelgano i valori R,, X,, Ry in modo che, in corrispondenza della massima tensione di uscita di 10 V la corrente nel resistore di controreazione non saperi 1 mA. Ris. Una possibile scelta: &, = 10kQ., &, =2kQ,e R= 10k »2.5 LA CONFIGURAZIONE NON INVERTENTE La seconda configurazione ad ancllo chiuse che studieremo & mostrata in Fig. 2.14. In questo caso. il segnale di inggesso 2 8 applicato direttamente al term e350 positivo dell’ amplificato- re operazionale jenite up terminale di_R, & connesso a massa Fig. 2.14 Configurazione nen invertente. L’analisi det circuito non invertente per determinare if suo guadagno ad aneflo chiuso (vp fe,) @ illustrata nella figura 2.15. Assumendo che |'amplificatore operazionale sia ideale con guadagno infinito, tra i suoi due terminali di ingresso.8 presente un corto circuito virtuale. Quindi il segnale differenziale di ingresso & 50 non invertente, y ‘mediante iLrapporto u7/#,, A causa dell impedenza ai ingresso i infinita dell” teatro opera- ‘Zionale, questa corrente scorrera in R, come € mostrato in 15. A questo punte la tensione di uscita si pud determinare | che da (2.3) CAPITOLO 2-65 fig. 2.15 Anaisi del circulto non invertente, Una migliore comprensione del funzionamento della configurazione non invertente pud essere ottenuta dafla seguente considerazione: Tl partitore di tensione netl'anelio di controreazione fa in modo che sul terminate invertente ail'ingresso dell’ amplificatore operarionale sia presente una frazione della tensiove di uscita ¢.civt by =r i TUR +R Quind: il guadagno infinito delPamplificatore operazionale ed il conseguente corto cir- cuito virtuale tra i due terminali di ingresso rendono questa tensione uguale a quella applicata su! terminale di ingresso positivo; dunque che fomnisce I'espressione del guadagno data nella 2.3), uadagno detla conti on invertente @ positivo, da cui il nony ‘ 7 te. Li ii i questo ampliticatore & idealmente infinita, poicl e “Rom kcore corrente nel terminale di ingresso positive dell’amplifica atore_operaionale, D"usetta” “dell amplificatore non invertente viene prelevata aj capi del generatore di tensione ideale A(X, - 4) (V. il circuito equivalente di Fig. 2.3), ¢ quindi 1a cesisienca di uscita ¢ nulle. Ponendo insieme queste propriett, si arriva al circuito equivalente dell’ amplificatore in configurazione non invertente mostrato in Fig. 2.16. Questo modelo é ottenuto nell’fpotesi che Yemplificatore opera~ zionale sia ideale. “Lictevata impedeaza di ingresso2 ona proprieti molto utile delJa configurazione non invertente, che permet{s.di_ysare questo, circuito, come, buffer_(amplificatore, di separazione) per Fig. 2.16 Circuito equivalente dell’ amplifica- tore nen invertente di Fig. 2.14. (Si suppone che Foperazionale sia ideale) 2) (1+) 66 AMPLIFICATOR! OPERAZIONALI ” © - (a) «by Fig. 2.17 (a) Amplificatore ¢ guadagno unitario (ouffer 0 Insegultore) e ¢b) relative circuito equivalente. conneltere un generatore di alta impedenza ad un carico di bassa impedenza. Abbiamo discusso Uutilita degti amplificatori di separazione nel Capitolo |. In molt applicazioni gon si tichiede che i] buffer fornisca amplificazione di tensionc, ma viene piuttosto usato come trasformatore di imype- Aenza o come ampli ficat atore di potenza. In casi del genere possiamo imporre Ko. H=0e, _oitenere l'amplificatore con guadagn “comunemente ehiarate, ono shiana Sinseguitore Esereizi 2.10 Si usi il principio di soveapposizione degli effetti per wovare la tensione di uscita del circnito mostrato nelfa Fig. BZ.0. Ris. v= 60, +'40, 2.1% Se nel circuito di Fig. £.2.10 il resistore da | KQ viene scollegato dalla massa e connesso ad un terzo generatore di segnale ,, si usi it principio di sovrapposizione degli effetti per deter- minare to in funzione di 1, 2% € v5. Ris, v,,= 62, + 4u,- 94, 12.12 Si progeti un amplificatore nom invertente con guadagno 2. Alla massima tensione di uscita di 10 V la corrente nel partitore di tensions deve essere 10 4A. Ris, & = = 0,5 MQ. 90 Fig, £2.10 CAPITOLO 2 67 2.13 (a) Dimostrare che se l'arnplificatore operazionale del circuito di Fig. 2.14 caratterizzato da un valore finito del guadagno ad ancilo aperto 4, altora if gnadagno ad anello chiuso & dato da et UTR R te (lt RRA (b) Per & , = 1kQe R,=9kOQ si trovi la deviarione percentuale ¢ del guadagno ad anello chiuso dal vatore ideale (1+ & ,/R ,) nei casi A = 103, 104, ¢ 10°. In ciascun caso si tovi la tensione presente tra i due terminali di ingresso del’ amplificatore operezionale, assumendo che ua lv. Risp. € =-1%, - 0,1%, - 0,01%; u, - », = 9,9 mV, I mY, 0,1 mV 2.6 ESEMPI DI CIRCUIT] CON AMPLIFICATORI OPERAZIONALI Dopo aver studiato le due pitt comuni configurazioni ad anello chiuso degli amplificator} opera- zionali, presentiamo alcuni esempi. Il nostro obiestivo & duplice: il primo & far acquisire esperien- za al lettore nefl’analisi dei circuiti realizzati con amplificatori operazionali; il secondo @ introdur- re il lettore ad alcuns delle molte interessanti applicuzioni degli amplificaiori operazionali ESEMPIO 2.3 Nella figura 2.18 & rappresentato un voltmetro anafogico con impedenza di ingres- s0 molto alta che utilizza un economico galvanometro a bobina mobile. Come viene mostrato, il galvanometro a bobina mobile & inserito nell’ anello di rewzione negativa dell’amplificazione ope- rarionale, Il voltmetro misura la teusioné v applicata tra il terminale di ingresso positivo dell’am- plificatore operazionale ¢ la massa. Si assuma che nel galvanometro a bobina mobile si ottenga una indicavione di fondo scala quando la corrente che lo attraversa & 100 HA; vogtiamo travare il valore di & taie che i] valore di » corrispondenie alla lettura di fondo scala sia + 10V. a Galvanometro a bobina mobile Fig. 2.18 Yoltmetro analogico con sleva- taimpedenza d'ingresso. api e+ Soluzione La corrente ae} galvanometro a bohina mobile & wf a causa del cortocircuito virtuale ¢ delta impedenza d’ingresso infinita all’ingresso dell’amplificatore operazionale. Quindi dobbia~ mo scegliere tale che sia 10/R = 100 UA. Quindi R= 100 KO. 68 — AMPLIFICATOR] OPERAZIONALI Si noti che i voltmetro risultante fornira letture direttamente proporvionali al valore di , indipen- dentemente dal valore della resistenza interia del galvanometro a bobina mobile - ¢ questa 2 una proprieta molto utile. ESEMPIO 2.4 Dobbiamo trovare um’espressione della tcnsione di uscita vp in fanzione delle ten- sioni di ingresso ¢, e 2 per il circwito di Fig. 2.19. Ry Fig. 2.19 Ampificatore differerziale Soluzione. Esistone diversi modi per risotvere questo problema; forse il pitt facile 2 quello di usare il principio di sovrapposizione degli effetti. Ovviamente & lecito applicare 1a sovrapposizio- ne degli effet, poiché la rete 2 lineare, Per appt yposizione, dapprima poniame 24, _tero - cioé connettiamo a massa il terminale su cata vy - ¢ froviamo Ia tensione di pondente., che sar dovuta interamente a 2}. Indichiamo questa tensione di uscita con, Fig. 2.20(a) che, come si pud vedere, & quello della Ry ed &, non influisce sul’ espressione del_guadagno, corre corrente. Quindi &, a Bay ==, mes a Fig. 2.20 Appiicazione del principio di sovrapposizione deg! effetti all‘anafis' del citcuito di fig. 2.19, CAPITOLO2 69 Successivamente, poniamo 4, a zero. rispondente, voy Ul circuito prenderd ora la forma mostrata nella Fig. 2.20(6), che é la contigurazi invertente con I'aggiunta di un partitore, di tensions composto da #, ed Ki, , connesso.ai capi.del, Pingresso 2, Quindi la tensione di uscita 7, y sara data da —_)144) RK) i 1 principio di sovrapposizione degli etfetti afferma,che la tensione di, uscita u, & uguale alla somma di ty, € tgp. Quindi abbiame QA) to. Questo completa 'analisi del circuito di Fig. 2.19. Comungque, data Vimportanza pratica di questo circuito, !o approfondiremo ulteriormente in scguito. Ci chiediamo: qual & Ja condizjone in cui guesto circuito si comporta come. un umplificatare differenziate? In atch termini, yogliam: fare in modo che il cireuito risponda (forrisca un" yscita) in modo propurzionate al segnale difte- rentiale 2; - v; ¢ ignori i segnali di modo. comune. (cio’ produca, un"uscita nulla quando. 7). La risposta si pud oftenere dall'espressione che abbiamo appena ricavato (equazione 2.4). Poniamo u = & © imponiamo che. zy =.0, B’ facile vedere che questo porta alla condizione AIR, = R, /R,, Sostituendo nella (2.4) si trove, la fensione di uscita = Rely Po= ay - a4) nente quella di un amplificatore differeneiale con guadagno 2, /K.._ Interessiamoci udesso della resistenza di ingresso, vista due terminali_ di ingresso. IL circuito & stato tidisegnato in Fig. 2.21 nell"ipotesi che, &/ R= Rf &.In realta, per semplificare ia trattazione e per altre considerazioni pratiche ubbiamo posto R, = Re R, = K,. Vogliamd taleu- lare la differenza di,ingresso differenziale &, definita come. , oe bz,-8yt Poiché i due terminali di ingresso dell’amplificatore operazionale sono agganciati in potenziale possiamo scrivere Pequazione della maglia, ottenendo Rit0+ Ri Fig, 2.21 Caicolo delic tesstenza d’in- gresso del amplificatore differenziale, *~ Cortociteuito virtuale 70 AMPLIFICATORI OPERAZIONALI Quindi X, = 2%. Sinoti che se st yuole che l'amplificatore abbia un guadagno differenziale ele- cessatlamenle esse essere relativamente pic ali trovano applicazione in molte aree, principalmente nel pro- getto dj sisterni di stramentazione. Ad esempio si consideri ii caso di un trasduttore che fornisca, trai suoi duc terminali di uscita, un segnale relativamente piccolo, diciamo ] mV. Tuttavia, sulla tensione tra ciascuno dei due cavi (che connettono il tasduttore al sistema di strumentazione) e massa pud essere presente un’elevata interferenza, diciamo 1 V. J.amplificatore richiesto deve annullare questo grande segnale di disturbo, che & comune ai due cavi (un s¢gnale di modo comu- ne), ¢ amplificare il piccolo segnale differenziale. Fig. 2.22 Rappresentazione de! segnale applicaio all’ingresso di un amplificatere differenziate attraverso le sue component dimodo comune e differenziale. Si noti che Vi2 Vous Val? @ ¥p= Yoyt ¥y/2. ESEMPIO 2.5 L’amplificatore differenziale studiato nell’esempia preacdente, non 2 perfettamente saddisfacente, come _amplificatore per stramentazione. 1 suoi maggiori difetti consistono nella sua | resistenza di ingresso e nel fatto che il suo guadagno non pud essere modificato con fi , ‘Uno schema di amplificatore per strumentazione molto pit efficace 2 quello mestrato in Fig. 2.23(a). Si analizzi {] cirenito per determinate pin funzione di y, € 1 ¢ si determini il guadagno Gifferenciale. Si suggerisca un metodo per rendere variabile il gu rovare inoltre 1a resi. stenza diingnesso. Progettare il circuito in modo che po: ‘guadagno variabile tra 2 € 1000 mediante una resistenza variabile di 100 kQ2Q (un potenziometro). Soluzione. II circuito 2 formato da due stadi: 2 primo formato dag]i amplificatori operazionali A; € Ay € dai relativi resistori, il secondo formato dall’amplificatore operazionale A, ¢ dai relativi resistori. Nel secondo stadio riconosciamo l’amplificatore differenziale studiato netl'esempio 2.4. L’analisi de} circuito, neiPipotesi di amplificatori operazionali ideali, € imimediata ed & illustrata nella Fig, 2.23(b}. IL Il punto, chiave consiste nel fatto che, a causa del corto Circuito virtma- i A, & Ay, Je tensioni.di ingresso v, ¢ v, risuitano applicate ¢ direttamente 3 ‘ai due terminali del resistore. ote R,.Quindi Ja tensione differenziale di ingres- ain modo che in X e nei due resistori indicati con X, soma fone differenziale trai, (2.5) CAPTOLO2 71 {a} — 6, — Ry RY (ay eR, be be = eRe — > 0% Ia (2.9) pud essere approssimata con AgQ, Al jen) = 02% (2.10) jo da cui si pud vedere che il guadagno | A | diventa unitario (0 dB) per una frequenza, indicata con ,, che & data da 0, = AO, Qu) Questa espressione, sostituita nella (2.10), fornisce As) =e (212) jo in cui @, 2 deita banda di guudagno unitario.’ La banda di guadagno unitatio /; = @, Mma di solito riportata sulle specifiche fornite dal costruttore, Si noti anche che, per 0 > > @,, il guadn- gno ad anello aperto nella (2.8) diventa A(s) = 2 2.13) 3 Quindi Yamptificatore operazionale si comporta come un integratore con costante di tempo T= I @, . Questo & dovuto alla pendenza di -6 dB/ottava della risposta in frequenza indicata nella Fig. 2.27. 1 modulo del guadagno si pud ottenere dalla (2.12) Miah 4 o f Quindi se /;2 nota (10 Hz nel nostro esempio), si pud facilmente stimare i modulo del guadagno dell’ amplificatore operazionale ud una data frequenza f Dal punto di vista pratico, va sontolineato il fatto che, rispetto a quanto accade per A, © @,, il parametro @, & soggetto a variazioni molta tinoni fra componenti dello stesso tipo. Per questo motivo, si preferisce caratterizzare un amplifi- Catore opcrazionale attraverso w, (oppure f, = @,/ 2m ). Infine, un amplificatore operazionale caratterizzmio da questa diminuvione del guadagno (rolloft) pari a di -6 dB/ottava si dice che ba una rispastz “a un solo polo”. Inolire, poiché questo singolo polo doming la risposta in frequenza dei’ amplificatore, viene chiamato polo dominante, Si parler pitt diffusamente dei poli e degli zeri nel Capinolo 7. { Poich? a, 2 il prodotto ded guadagno in continua 4, per @, (larghezza di banda a3 dB), if para- metro (0, viene chismato auche prodotio guadagnu-targhezzu dl hands (GH), CAPHOLO2 79 Risposta in frequenza degli amplificatori ad anello chiuso Possiamo ora considerare I’effetto del valore finito det guadagno ¢ della larghezza di banda del- L'amplificatore operavionale sulle funzioni di trasferimento ad anello chiuso nelle due configura- rioni di base: iJ circuito invertente di Fig. 2.4 e il circuito non invertente di Fig, 2.14. Il guadagno ad anelio chiuso dell’amplificatore invertente, assumendo finito i] guadagno ad anello aperto del- Vamplificatore operazionale (A), & stato ticavato nejla Sezione 2.3 ed & espresso nella eq. (2.1), che qui riscriviamo My Ral 2.15) vy, is(1+K,/R Va Sostituendo Pespressione di A riportata nella (2.8) si ottiene v,(8} =Ry/ Ry v5) nif —s_. AR a /{1+ Ry/Ri) Se verificata ia condizione A, >> 1+ R,/R, , come accade nella maggior parte dei casi, (2.16) ¥.(s) =Ry/ Ry See (2.17) vs) 1+- 7 ,/(14K/R,) che & della stessa forma di quella relativa alla rete passa-basso con singola costante di tempo (V. tab. 1.1). Quindi, Vamplificatore inventente ha una risposta STC passa-basso con un guadagno in continua uguale in modulo a 2, /R,. Il guadagno ad anello chiuso diminuisce con una pendenza niforme pari a -20 dB/decade con frequenza di tagtio (frequewza a 3 dB) data da o, =—a_ (2.18) LAR /R, Dagny ‘Analogamente, I’analisi dell'amplificatore non invertente di Fig. 2.14, assumendo che il guadagno ad anello aperto A sia finito, porta alla Funzione di trasferimento ad anello chiuso ve. 1+ R/R, v, 14 (t+ &/RVA (2,19) Sostituendo Vespressione di A riportata nella (2.8) ¢ facendo Tapprossimazione A, >> 1+ Ky/R, si ottiene 14 R,/R, (2.20) ant /®) Quindi I'amplificatore non invertente & caratterizzato da una risposta STC passa-basso con guada- gno in continua (1 + R,/ Ry) e frequenza di taglio data ancora dalla eq. (2.18) ESEMPIO 2.7 Si consideri un amplificatore operazionale con f; = 1 MHz. Si trovi la frequenza di 80) AMPLIFICATORI OPERAZIONALI taglio degli amplificatori ad anello chiuso con guadagno nominale pari a +1000, +100, +10, +1, 1, -10, -100, e -1000, Si disegni l’andamento con la frequenza della risposta in ampiczza degli ampiificatori con guadagno ad anello chiuso pari a +10 e -10. ndo la (2.18) oteniamo i rigultati dati nella tabella seguente Be pga shia se) RX 999 1 kHz 99 10 kez 9 100 kHe ° 1 kHz 1 05 kez 10 90.9 khiz 100 9.9 Kitz 1000 ol ke, Nelia figura 2.28 ¢ mostrata la risposta in frequenza deil’amplificatore con valore nominale del guadagno in continua di +10 e in Fig. 2.29 8 mostrata la risposta in frequenza nel caso in cut il guadagno nominale in continua sia -10, Dalla tabelka precedente si deduce un’osservazione interes- sunte: Iamplificatore invertente a guadagno unitario ha una frequenza di taglio a 3 dB pari a /{/ 2,2 differenza di quella relativa all amplificatore non invertente a guadagno unitario, che & pari a j;. 20 dB/decade 4 1. 1 t L 10? wt t 10 100 1000 108 7ikti2) Fig. 2.28 Risposta in frequerza di un ampificatore con guadagno nominale di +10, LB] om —20 dB/decade ~ . 05 {KE} Fig. 2.29 Risposta in frequenza di un ampificatore con guadagno nominale di -10. CAPTOLO2 81 Interpretazione in termini di controreazione L'esempio 2.7 illustra chiaramente la competizione tra guadagno ¢ larghezza dt banda. Ad esem- pio, la configurazione non inventenwe mostra un prodotto guadagno-larghezza di banda cosian- te. Una interpretazione di questi risultati mediante la teoria della controrcazione verra data nel Capitolo 8. Per il momento si noti che sia la configurazione invertente che quella non invertente hanno “anelli di controreazione” identici. Questo pud essere verificato disattivando YVeccitazione (cig, cortocircuitando il generatore di tensione di ingresso}, ottenendo in entrambi i casi l’ancllo di controreasione mostrato nella Fig, 2.30. Poiché § loro anelli di controreazione sono uguali, le due configurazioni hanno Ja stessa dipendenza dal -valore finito del guadagno e della larghezza di banda dell’ amplificatore operavionale (per esempio hanno espressioni identiche per fray ) Prima di terminare questo paragrafo, vogliamo esaminare un po’ pitt attentamente P’anel- jo di controreazione. 1] cammine diretto dell"ancllo (dal nodo 1 al nodo 3) € formato da un ampli- Fig. 2.30 Anello di controreadone per entrambe te configurazioni invertente enon Invertente. ficatore con guadagno -A . Ul cammino di controreazione (dal nodo 3 al nodo 1) & formato da un partitore di tensione con rapporto di trasmissione R, / ( R; + X ). Questo viene solitamente detto fattore di controreazione ¢ si indica con f, cioe i 2.21) Ri +R, II guadagno di anello @ dato da Guadagno di anello = 4B (2.22) Si noti che un guadagno di anclto negativo sta a significare che la controreazione & negativa. Una quantita importante neg!i amplificatori controreazionati & il tasso di controreazione definito da Tasso di controseazione = 1— guadagno di anello =1 + 4B (2.23) Ne] seguito di questo capitolo vedremo che questa guantit2 gioca un ruolo importante. Infine, si noti che, sia aelia configurazione invertente che'in quella non invertente, la fre- quenza di taglio & data da: Fis = Be Q.24) Eserci! 2.18" Si ccnsideri.am senpliificatore operazionalé caralterizzato di un guadagno in con- -sinua pari 2106 dB.¢ da-ubeinieposte in’ frequenza;a un solo polo, con J, = 2 MHz. Trovare! J'ampiczza del guadaend-pet f= 1 kia, 10 RH 2400 Ez, : 82) AMPLIFICATOR! OPERAZIONALI 2.19 Se l'amplificatore operazionale descritto nell’ esercizio 2.18 viene usato nel progetto di un ‘amplificatore non invertente con guadagno nominale in continua pari a 100, trovare la frequen- Baal taal taglio ad ancllo chiuso. aus Un an “amplificatore operazionale con guadagno in continua Ay = 10* 2 connesso in configu- sazione non invertente con R= 1 kQed R,= 99k... Trovare il valore del fattore di controrea- ed il guadagno di anello. Bis. 0,01; -100 er Qual 2 il valore del fattore di controreazione B per un inseguitore a guadagno unitario? Ris. f = 1 (controreazione del 100%) °2.22 Si consideri un inseguitore a guadagno unitario realizzato con un amplificatore operazio- nale con banda passante infinita, ma guadagno in continua finito, di valore Ay. Trovare un'e- -sgressione per il guadagno ad anello chiuso ed eseguire i calcoli per 4y = 10 ed 4g = 105. ‘gi, c= —! _ ; 0.9990; 0,999990 141/ Ay 2.8 STRUTTURA INTERNA DEGLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI INTEGRATI Unteriori informazioni sulla risposta in frequenza degli amplificatori operazionali ed in generale sul loro comportamento dinamico, si possono ottenere considerando il circuito interno dell’ampli- ficatore operazionale 2, Questo sara fatto in dettaglio nel Capitolo 10. Per il momento consideria- mo la Fig. 2.31, che mostra lo schema a blocchi della struttura interna, della maggior parte dei moderni amplificatori operazionali integrati. L'amplificatore operazionale viene considerato sud- diviso im tre stadi: uno stadio di ingresso, che @ fondamentalmente un amplificatore di transcon- duttanza ad ingresso differenziale; uno stadio intermedio, che é un amplificatore di tensione con guadagno di tensione negativo elevato (— ) contenente un condensatore di reazione C ; ed uno stadio di uscita che @ un buffer con guadagno unitario il cui scopo & quello di fornire all’ amplifica- tore una bassa resistenza di uscita. Per la presente discussione assumeremo che il buffer di uscita sia un amplificatore ideale con guadagno unitario e non lo prenderemo ulteriormente in esame. Fig. 2.31 Struttura interna degli attuali amplificatori operazio- nai integrati. AmpliGecoor: dt di Amplificatore di Buffer a guadagno tensione unitario + V, 2 Lo studio di questa Sezione ci da gli strumenti per ottenere (nella prossima Sezione) una ragio- nevole spiegazione dei tempi di transizione di un amplificatore operazionale. Tuttavia si pud rin- viare Io studio di questa Sezione, modificando di conseguenza l’impostazione dello studio della Himitarione di slewsrate CAPITOLO2 = 83 Nella figura 2.32(a) & rappresentato un circuito equivalente per piccoli segnali dell’am- plificatore operazionale semplificato e senza lo stadio di uscita. Lo stadio di ingresso @ considera- to con resistenza di ingresso infinita. Questo stadio riceve la tensione differenziale di ingresso Vig (Ya = Vz - ¥)€ fomisce una corrente proporzionale G,, Viz. Esso ha una resistenza di uscita Ry «Il secondo stadio & caratterizzato da una resistenza di ingresso Rp , guadagno di tensione we resistenza di uscita nulla. Il condensatore di uscita C viene inserito per assicurare che, quando & controreazionato, I'amplificatore operazionale sia stabile (non oscilli ¢ non fornisca segnali di uscita indesiderati) . Il concetto di stabilita sara studiato nel Capitolo 8. Per il momento mostrere- mo che il condensatore C, noto come condensatore di compensazione, determina per l'amplifica- tore operazionale la risposta passa-basso STC studiata nella Sezione precedente. SCU+H)Vi2 © o——o + Yun Ga 3 Ros Re Va + 2 o_o - (a) Guia R= Ry | Ro (b) Fig. 2.32 (a) Modello per piccoli segnall dell’ampiificatore operazionale integrato la cul struttura intema & stata mostrata in Fig, 2.31. buffer d’uscita viene considerato ideale e, per semplificare il diagramma, é stato eliminato. (b) Circuito equivalente de! 'interfaccia fra il primo ed il secondo stadio. Vogliamo analizzare il circuito equivalente di Fig. 2.32(a) per determinare il guadagno ad anello aperto 4 = V, (5) / V,,(s). A questo scopo osserviamo che la corrente che scorre nel condensatore C & sC (I+ Jt) V;2- Poiché questa corrente viene prelevata da un nodo di tensione Vj. il condensatore C’ a cavallo fra ingresso ed uscita pud essere sostituito con un condensatore 84 AMPLIFICATORI OPERAZIONAL: connesso a massa, di valore C'(1+ 11). Questa sostituzione viene mostrata in Fig. 2.32(b), ¢ verra uti- Tizzata per semplificare Manalisi. 3 [n questa figura 2 rappresentato il cixcuito equivalente all’ interfac- cia fra if primo e il secondo stadio. Si noti che abbiamo riunito R,; ¢ 2,2 in un unico resistore R, R= RyRy Per il circuit di Fig. 2.32 (b) possiamo serivere Vy = aM ¥ in cui a+ sc(tty] Quing: Gk v, 2 “a resc(1+ ple Poiché V,=-f Vj, , il guadagno ad anello aperto pud essere calcolato dalla relazione (2.25) Confrontando questa espressione coa la (2.8), troviamo che Ay = UG, R (2.26) (2.27) Ora, poiché la banda di amplificazione unitaria ¢ data da w, = A,a, ne segue che HGR 1+ 4) Di solito uw >> | e @, pud essere approssimata con @, «in (2.28) c Notiamo anche che, a freqnenze molto maggiori delta frequenza di taglio a, il guadagno ad anel- To aperto A (3) dela 2.25 pud essere approssimato con al) eae \ 3 La sostituzione eseguita @ un‘ applicazione del teorema di Miller, che sara studiato nel Capitolo 7. CAPIIOLO2 8S Di nuovo, peru >> 1 As} = (2.29) A tali frequenze, il circuito interno defl'amplificatore operazionale pud essere rappresentato con fa struttura di Fig. 2.33. In guesta figura abbiamo supposto che 4 siz prossima ad infinito e quindi Fig. 2.33 Modello approssimato della stufiura intema dell'amplifi- catore operazionale per frequenze f >> f,, avando supposto che il guadagno del secondo stadio sia ° motto élevato (prossimo ad eo } tf che i seconde stadio, insicme con il condensatore di compensazione, si comporti come un inte- gratore. Al terminale di ingresso del secondo stadio @ presente una massa virtuale ¢ tutta la corren- EE del primo stadio (G,,V., } scotre nel condensatore di controreazione C. Quindi dando {uogo al guadagno ad anello aperto dell’eq. (2.29). Questo circuite equivalente semplificato sari utite nel corso della discussione della limitazione di slew-rate, che verra svolta nella soguents Sezione. 4 Per concludere questa Sezione si consider |’amplificatore operazionale 741, molto diffu- so, per cul G,,=0,19 MAN, R,, =6,7 MQ, Ry =4MQ, fi = 529, C= 30 pP. Quindi Ag FH Gyy (Rus HRs) = 529 K 0,19 x 103 x (6,204) x 108 = 2,52 105 Gn. 039x107 30 x07? 0, = = 6,33 Mrad /s f= St Miz 2a 4 Si noti che R, ¢ Xz non sono presenti in questa analisi, per i) fatto che la corrente che score in esse Suguale a zero, a causa della massa virtuale presente sul terminale di ingresso del secondo stadio. Si noti anche che il ciscuito di Fig. 2.33 implica che il guadagno in continua dell’ amplifica- tore operazionale sia infinito. Questa & una conseguenra dell ipotes! che it guadagao del secondo stadio sia f= 00, 86 AMPLIFICATORI OPERAZIONALI 2.9 FUNZIONAMENTO PER GRANDI SEGNALI DEGLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI In questa Sezione studiamo le limitazioni nella risposta dei circuit realizzati con amplificatori operazionali in presenza di grandi segnali di uscita. Saturazione in uscita ‘Analogamente a tutti gli altri amplificatori, gli operazionali funzionano linearmente per un inter- vallo limitato delle tensioni di uscita. Precisamente, l’uscita dell’ amplificatore operazionale satura nel modo mostrato in Fig. 1.11 con L , ¢ L_ che differiscono di 1 + 3 V dalle tensioni di alimenta- zione positive e negative, rispettivamente. Quindi un amplificatore operazionale che sta funzio- nando con alimentazioni di +15 V entrera in saturazione quando la tensione di uscita raggiungerd circa +12 V nella direzione positiva e -12 V nella direzione negativa. Si dice che la tensione di uscita massima di questo amplificatore operazionale @ +12 V. Per evitare di tosare i picchi della forma d’onda di uscita, e la distorsione risultante, il segnale di ingresso deve essere tenuto corri- spondentemente piccolo. Esereizio 2.23 La tensione di uscita massima di un certo amplificatore operazionale & di +10 V. Se operazionale viene usato nel progetto di un amplificatore non invertente con guada- gno 200, qual & la massima ampiezza di una sinusoide in un ingresso, che pud essere amplifica- ta senza distorsione? Ris. 0,1 V picco-picco Slew rate Un altro fenomeno che pud causare una distorsione non lineare in presenza di ampi segnali di useta& In imitazione a slew rte (lagalaggion? Prima descrsermo le mtazione slew rate e poi spiegheremo il moti¥6 per cul srmanifesta, Si consideri linseguitore a guadagno unitario della Fig. 2.34(a). La tensione di ingresso ty abbia la forma a gradino di ampiezza V mostrato nella Fig. 2.34(b). In questo caso il guadagno ad anello chiuso dell’ amplificatore 2 dato dalla 2.20 con R, = 0e R, =; cio’, Yo 1 V; =— (2.30) A 1+s/, che @ una risposta STC passa-basso. Per forma d’onda di uscita ci aspetteremo che Pingresso a gradino fornisca la vo(t) v(t -ew) Q31) in cui t= 1/ @, (per una rassegna delle risposte al gradino delle reti STC, V. Appendice B). Nella Fig. 2.34(c) @ rappresentato un grafico di questo andamento, crescente esponenzialmente In pratica, una risposta di questo tipo si ottiene solo se l’'ampiezza V del gradino 8 “picco- la” (una pid precisa definizione di “piccola” seguira tra breve). Per grandi segnali ingresso (per esempio 5 V) la forma d’onda di uscita assume un andamento crescente Jinearmente, (V. Fig. 2.34(4)), con eden mnere di queter one a SreOGS Hecbiata se usiteavesse SEE 0 Panda- mento esponenziale dell'eq. 2.31. Per 2 = 0, tale pendenza2 Vit , dove V2 ’ampiezza del gradino. La risposta a rampa lineare mostra. 2.34(d) indica che Puscita dell’ amplificatore operazio- nale non pud,salige con la'velocita prevista dalla eq, (2.31). Quando si verifica questo fervo- CAPITOLO 2 87 “f v 8 f (bo) * v * fo = 3 : = © - @) ve v 0 7 {¢) Fig. 2.34 (0) inseguitore a guadagno unitaro. (b) Fora d’anda a gredino In ingresso. (¢) Forma d’onda clescente esponenziaimente, ottenuta per piccole ¥, (d} Fora c’onda crescente linecrmente, otfenuta per V elevate (in questo caso compare la limtazione di slew rate). meno si dice che l’amplificatore operazionale & limitato dalla slew rate, ¢ Ia peagenza defla rampa detta slew rate. La slew rate (SX) @ jl valore massimoa della VelOCRa at vartarri~ di uscita dell’ armplificatore opcrazionalc. de, di max e nei dati forniti dal costruttore dell’amplificatore operazionale & di solito expressa in V/s. Ne segue che I'amplificatore operazionale della Fig. 2.34 (a) cominceri a manifestare questa limita zione quando viene applicato al suo ingresso un segnale V a cui corrisponde una pendenza ini le dell’ esponenziale di tensione in uscita esponenzialmente, V/ t , che supera la slew rate de!l’am- plificatore operazionale. “ Vediamo ora qual 2 'origine della limitazione di slew rate. Si cousideri ancora una volts Vinseguitore a guadagno unitario di Fig. 2.34(a) con un gradino di ingresso di alcuni volt. Vediamo che aiFistante ¢ = 0, mente J'ingresso ita rimane a zero. Quindi I'intera ampiezza del gradino risulta ipplicata le Ne segue unz elexata tension renziale di ingresso Vig ¢ la saturazi “Gi transconduttanza in ingresso (V. Fig. 2.33), come indicuto nella Fig. 2.35. SR = (2.32) ne dell’ amplificatore in queste condizioni 88 = AMPLIFICATORI OPERAZIONAL! Fig. 2.35 Caratteristica di trasferimento. dell‘amplificotore di transconduttanza, presente nel chculto d'ingressc di ogni ompiiicctore operazionale integrato. Vamplificatore di transconduttanza fornira al secondo stadio la massima corrente di uscita possibi- le, Jog, (Ai noti che Z,,¢ @ minore di G,,Viy perch lo siadio di ingresso & in saturazione). La cor reate costante J... passa attraverso il condensatore di compensazione del secondo stadio e fa cre- scere Jinearmente la tensione di uscita, con una pendenza uguale Jy. /C: Questa, che & Ja massi- ma velocit possibile per la variazione della tensione di uscita in risposta ad un segrale a gradino sufficientemente ampio, ¢ la slew rate dell amptificatore operazionale. Quindi SR = Bee (2.33) Esercizi 2.24.Un operazionale caratterizzato da uma slew-rate di 1 V/ is eda una banda a gua- dagno unitario f; di | MHz viene connesso nella configurazione di inseguitore a guadagno uni- tario. Si trovi ta massimia ampiezza det gradino di tensione in ingresso per cui la forma d’onda in uscita sia ancora data daHa rampa esponenziale descritta dall‘eq. 2.31. Per questo segnale d'ingresso, qual @ i tempo di salita al 10% e al 90% della tensione di uscita? Se viene applicato un grado d’ingresso con ampiezza 10 volte maggiore, trovare il tempo di salita al 10% e al 90% delta tensione di uscita. Ris, 0.16 V; 0.35 us; 1-28 es 2.25 Nelamplificatore operazionale 741 la massima corrente che pud essere erogata dal primo stadio & 19 1A, menire il condensatore di compensazione @ di 30 pF. Calcolare Ia slew rate. Ris. 0,63 V/ ps Larghezza di banda a piena polenza La limitarione di slew rate dell'amplificatore operazionale pud provocare una distorsione non ineare delle forme d’onda sinusoidali. Si consideri ancora uma volta Vinseguitore a guadagno uni- tario’a cui viene applicato un ingresso sinusuidale dato da uy = Uy sen of La velocita di variazione di questa forma d'onda é data da Ls eV coscat dt CAPTOLO2 89 ed ha un valore massimo pari a @ V';. Questo massimo si verifica in corrispondenza dei passageé per Jo zero della sinusoide di ingresso, Ora, se w V', & maggiore della slew rate dell amplificatore, operazionale, ta forma d’onda di uscita sari distorta nel modo mostrato dalla Fig. 2.36. Si osservi che Puscita non pud stare al passo con In grande velocita di variazione che Ja sinusoide presenta quando passa per lo zero, e {’amplificalore operazionale mostra la limitazione di slew rate. Uscita teonca, itazione di slew rate Fig. 2.36 Effetfo delta limitazione di stew rate su forme d’onda sinusoidal all’uscita det l'operazonale. Nei dati foraiti dal costruttore & solitamente specificata una frequenza fy , detta larghez- za di banda a piena potenza. Questa é la frequenza per cui unu sinusoide di uscita con ampiezea uguale alla massima tensione di uscita del’amplificatore operazionale inizia 4 mostrare una distorsione dovuta alla limitazione di slew rate. Se indichiamo la massima tensione di uscita con Vomas » allora la relazione tra fy © SR @ Ja seguente: BV yan = SR Quindi _ SR anv, Sy (2.34) Dovrebbe essere evvio che le sinusoidi di uscita con ampiezza minore di Visyuqq Tostreranno la distorsione di slew rate per frequenze maggiori di @y . Infatti la massima ampiezza per cui la sinusoide di uscita con frequenza @ > oy, non risulta distorta ¢ data da: Verna (2| (2.35) a Infine, notiamo che la limitazione di slew rate 8 un fenomeno distinto dalla limitazione in frequen- za per piccoli segnali studiata nella Sezione 2.7. Esercizio 2.26 Si consideri-un‘awiplificatore opernzionale edn maséima tensione di ascita di * £10. V. ¢ slew rate di LV /\ls.. Qual 2 Je larghezza di banda @ piena potenza? Se an inseguitore. a guadagno unitario viene pilotato da una sinusoide di ingresso con frequonza f = 5 fy, qual.&.; 1a massima ampiczza conscatita poiché in uscita noni si manifesti una distorsione di slew.rate? Ris. 15,9 kHz; 2¥ (pico) ne : : 90 AMPLIFICATOR! OPERAZIONAH 2.10 REIEZIONE DI MODO COMUNE Gli amplificatori operazionali reali hanno guadagno di modo commune finito e diverso da zero; cio, se i due terminal di ingresso vengono collegati fra loro ¢ si applica un segnale 07.,,. Puscita non sara nulla, I rapporto tra la tensione di uscita 2,, ¢ la tensione di ingresso ty cq,» prende il nome di guadagno di modo comune A,,,. Nella Fig. 2.372 illustrata questa definizione. + Fig. 2.37 Definizione def guadagna Hem = Per essere precisi, si consideri un amplificatore operazionale com i segnali x © % applica- ti, rispettivamente, ai suoi terminali di ingresso invertente ¢ non invertente. La differenza tra i due segnali di ingresso 2 il segnale di modo differenza in ingresso, o semplicemente il segnale diffe- renziale di ingresso v1, tg =P, 0 2.36) La media dei due segnali di ingresso @ il segnale di modo comune in ingtesso v.",. att Yr = 237 Ora la tensione di uscita 1,, pud essere espressa come by = Abig + Acs Y cm (2.38) in cui Aé il guadagno differenziale € Acq,2 il gnadagno di modo comune. La capacita di un amplificatore operazionale di ignorare i segnali di modo comune & spe- cificata per mezzo del rapporto di reiezione df modo comune (CMRR), definito da ia CMRR = (2.39) [4c Solitamente il rapporto di reiezione di modo comune viene espresso in decibel: i4 CMRR = 201og (2.40) [4n| Tl rapporto di reiezione de! modo comune é funzione della frequenza, e diminuisce all’ aumentare della frequenza. I valori tipici det rapporto di reiezione di modo comune per le basse frequenze variano da 80 2 100.48. Ti valore finite del rapporto di reiezione di modo comune degli amplificatori operazionali & trascurabile nel caso della configurazione invertente, poiché il terminale di ingresso positive & connesso a massa ¢ quindi il segnale di modo comune in ingresso & approssimativamente nulio. Invece, nella configurazione non invertente i} segnale di modo comune di ingresso quasi uguale al segnale che viene applicato in ingresso ¢ quindi nelle applicazioni che richiedono grande preci- sione pud essere necessario tener conto del valore finito det rapporto di reiezione di modo comune CAPITOLO2 91 dell’ amplificatore operazionale. La configurazione ad anello chiuso che risente pitt sfavorevol- mente de? valore finito del rapporto di reiezione di modo comune dell’amplificatore operazionale @ Pamplificatore differenziale di Fig. 2.19. Abbiamo trovato nell’ esempio 2.4 che, con una seelta opportuna del valore dei resistori, si pud fare in modo che i cireuito risponda soltanto ai segnali differenziali di ingresso, Questo non sar pili vero se si Gene conto del valore finito del rapporto di reicvione del modo comune dell amplificatore operazionale. Un semplice metodo per tener conto dell'efferto del valote finito del rappono di reiezio- ne di modo comune nel calcolo del guadagno ad aneHlo chiuso il seguente: un segnale di modo comune in ingresso ¥,, da’ wogo ad una componente di uscita di valore Ay, Use, . La stessa componente di uscita pud essere otfenuta se si applica un seguale differenziale di ingresso ant e Peron = Antn fest (2.41) ad un amplificatore operazionale con guadagno di modo comune putlo. Quindi, in un dato circui- to, una volta che é stato trovato il segnale di modo comune in ingresso, aggiungiamo semplice- mente un segnale v,,,94¢ in scric con uno dei generatori di segnale al]"ingresso dell’ amplificatore operazionale e proseguiamo l’analisi assumendo che l'amplificatore operazionale sia ideale. ” Come esempio, nella Fig. 2.38 &-mostrata V'analisi della configurazione non invertente tenéndo conto del valore finito del rapporto di teiezione del modo comune dell’ amplificatore ope- R R + Xo “on™ 4 Qperazionale con ~ 4 CMRR finite = @) Ry R coralorgig fee] 7 1 € > Errore sul guadagno = x 100 % 7 + quads Gane %o. 4 Operazionaie ideale ~ ze) “emo = Garg (CMR infinite) tb) Fig. 2.38 Analisi della configurazione non invertente, tenendo conto del vatore finito dei CMRR, 92 AMPLIFICATORI OPERAZIONAL razionale. Dalla Fig. 2.38(a) vediame che 1,9, = 2;. Quindi l'amplificatore operazionale reale & sostituita da un amplificatore operazionale ideale ¢ dal generatore typo = 0 (CMRR, come & mostrato netla Fig. 2.38 (6). L'analisi del secondo circuito & immediata, e il risuiato é dato nella Fig. 2.38, Si noti che sebbene venga assegnata una poluritd al generatore della tensione di etrare, i] CMRR pus essere sia positivo che negativo; il suo segno in gencrale non @ noto. Esercizio 2.27 Vogliamo utilizzare it metodo precedentemente descritte per ricavare il guadagno di modo comune dell’ amplificatore differenziale di figura 2.19, nell'ipotesi che sia R,/ Ry= Raf Rs che il CMRR sia di valore finito. (a) Mostrare che, unendo insieme i due terminaii di ingresso ed appticando un segnale d'itgressa di modo comune, risulta Ry 1 Ry + Ry CMRR {b) Considerando il generatore del segnale di ingresso cortocircuitato ed il generafore Yerore iN serie al terminale di ingresso non invertente dell’amplificatore operazionale (che si suppone ideale), trovare la tensione di uscita, ¢ mostrare che il guadagno di modo comune dell’ amplifi- catore differenziale ¢ dato da: Penore = Yew Guasdagnos node-anmine 4 oie , CMRR 2.11 RESISTENZE DI INGRESSO E DI USCITA Netla Fig. 2.39 8 rappresentato il circuito equivalente dell’amplificatore operazionale, che comprende le sue enze di ingresso € di uscita di vaiore finito. Come mostrato, |’amplifi- catore operazionale carattcrizzato da una resistenza differenziale di ingresso Ry, ta i due termi- nali di ingresso. Inoltre, se i due terminali di ingresso vengono uniti fra foro e si misura la resi- stenza di ingresso (verso massa), il risultato & Ia resistenza di ingresso di modo comune Ryzy - Nel circuito cquivalente abbiamo diviso Ry, in due parti uguafi (2 R,.,), cascune connessa tra uno dei due terminali di ingresso e la massa. 3 Fig. 2.39 Modelo del’amplificatore ——o operazionole che tiene conto detie Tesistenze di ingresso e di uscita, CAPIOLO2 93 Resistenza di ingresso valori tipici delle resistenze di ingresso degli amplificatori operazionali per scopi generali, realiz- zati con transistor bipolari, sono Ry; = | MQ@e R,,, = 100 MQ. Gli amplificatori operazionali che utilizzano transistor ad effctto di campo nello stadio di ingresso sono caratterizzati da resistence di Ingresso molto maggiori. Tl valore della resistenza di ingresso di un particolare citeuito ad anello chiuso dipenderd dai valor di R,, ¢ Req, Come pure dalla configurazione del circuito, Per la confi- gurarione invertente la resistenza di ingresso 8 approssimuativamente uguale a &,. Un'analist detta- aliata mostra che, tenendo conto di Ry € Ren 8i ha un effetto wascurabile sul valore della resisten- Za di ingresso del circuito invertente, Al contrario 1a resistenza di ingresto della configurazione crtente dipende fortemente dai valoti di Ry @ Regs Come pure dal valore di Ac Ri Ry. i diretta del circuite non invertente basatz sul odello dell’ amplificatore operazionale di Fig, 2.39 ¢ sulle ipotesi R20 Ry << Rigs SERA Ra porta ulla seguente espressiome approssiaiata della resistenza di ingresso del circuito non invertente Ry * [2am Ww{a + AB Ka} (242 incui B fattore di comlroreazione, dato da : p-— (2.43) RR Osserviamo che la resistenza di ingresso @ formata dal parallelo fra due component: 2 ym, (hee molto clevata) c (1+ AB) Rg, che & pure elevata poichd X, &.moltiplicata per il tasso di contro- rearioae (1+ AB). Per basse frequenze, A = 4p, ed il tasso di controreazione 1+ A,B @ pormal- mente un oumero elevaty. Per frequenze pil alte si deve tener conto della dipendenza di A dalla frequenza, come viene illustrato nell’ esempio seguente. ESEMPiO 2.8 Si consideri un amplificatore operazionale avente f, = | MHz, &, = 1 MQ, e Rey = 100 MQ. Si trovino Ie componenti delimpedenza di ingresso di un amplificatore non invertente cop guadagno nominale 100. Soluzione L’impedenza di ingresso pud essere ottenuta sostituende nella (2.42) | valori Rem = 10° Rg = 10° Poiché 1+ 4 2100 2 troviamo che B = 0,01, Inoltre anx10° 96 AMPLIFICATORI OPERAZIONALL I risultato & 5 40 19% Zo -fpxwr)[or 4 28x10" x 107 x10 } s Si noti che Ja seconda componente di Z,, 8 formata da una resistenza di 10° Q in serie con un condensatore di valore (1/2n x 10-19) F, Nella Fig, 2.40 & rappresentato un cireuito equivalente dell’ impedenca di ingresso ortenuta. iMa Fig. 2.40 Rappresentazione circuttale dea impeden- ~ e200 MA 20,d'reresa doll ompiicatore del esemcio 28 - 15.9 pF Fin Resistenzo di uscita Vediamo ora Peffetto del vaiore finito detia resistenza di uscita R,, mostrata nel modello di Fig. 2.39. I valori tipici della resistenza di uscita ad anello aperto R, variane da 75 a 100.9, anche se csistono amplificatori con resistenze di uscita molto maggiori, Vogliamo trovare la resistenza di uscita di un amplificatore ad ancllo chiuso. A questo scopo cortocireuitiamo il generatore di segnale, rendendo identiche la configurazione invertente e quella non invertente, © applichiamo una tensione di prova V, all’uscita, come & mostrato nella Fig. 2.41. La resistenza di uscita Roe = V_/T pud essere ottenuta dall’analisi diretta del circuito di Fig. 2.41, nel modo seguente: Fig, 2.41 Come ricavare fa resisterza duscita ad anello chiuso, CAPTOLO2 95 quindi R. out in cui ta costante 8 & definita come R, R,+R, Questo significa che la resistenza di uscita ad anello chiuso 2 formata da due componenti im paral- Ielo, fw = [a eR, a8] oy Normalmente &, ? molto minore di R, + R,, ¢ pertanto R, Ryy & 2.45) oT ap (2.45) Notiamo che la resistenza di uscita ad anello chiuso & minore della resistenza di uscita ad anello aperto deil"amplificatore operazionale ed il loro rapporto & uguale al tasso di controreazione, 1+ AB. Un'ulteriore semplificazione del!'espressione di Ruy Si ottiene notando che normalmente AB >> 1, e quindi (2.46) Per frequenze molto basse A é reale e Taolto grande, ¢ quindi R,,, & molto piccola. Ad esempio, un inseguitore di tensione (B = 1) progettato usando on amplificatore operazionale con R,= 100. Qe Ay = 108 avd =1mQ om 108 xt E’ interessante esaminare Veffetto della larghezza di banda finita dell ‘amplificatore operarionale suli'impedenza di uscita ad anello chiuso. Ponendo A= @ ,/s nella eq. 2.45 si ottiene =—Ke_* . 247 ot 14 Bo, /s ” Quindi, 1 Yo =e be Be 0.48) Zann Ry SRo che indica che l'impedenza di uscita formata da una resistenza X, in parallelo ad una induttarza di valore = R,/ Ba,. HI cizcuito equivalente del? impedenza di uscita ad anello chiuso & mostrato nella Fig. 2.42(a). Si noti che per questo circuito equivalente abbiamo usato un’ espressione pit accurata del guadagno -—%_ 1+5/@, 96 AMPLIFICATOR| OPERAZIONALI Fou 3 Fig. 2.42 (a) Circuito equivaiente delfimpedenza d'uscita ad anello chiuso per entrambe fe configura- zioni invertente @ non invertente, | (b) Circuito equivalente di | Thevenin dell'uscita di un ampiti- | catore, che ad anelic chiuso 6 carctterzato da un guadagno & fa) Bou () eda una tpedenza d’uscita 2.4. Infine, ricordizmo al lettore il significato delVimpedenza di uscita ad anello chiuso appena calco- tata, mostrando nella Fig, 2.42(b) il circuito equivalente di Thévenin deil"uscita di un amplificato- re ad anello chiuso, caraiterizzato da un guadagno ad arello chiuso G © da una impedenza di usci- ta ad anello chinso Z.,. ESERCEZI 2.28 Si trovi Pimpedenza dW ingresso per basse frequenze di un buffer a guadagno unitario realizzato con un operazionale con Ay = 104, Rem = 100 MQ ¢ Rig = 1 MQ. Ris, X,, = 200 MQ 2.29 Si ripeta Pesercizio 2.28 per un amplificatore non invertente con guadagno nominale ad anelto chiuso pari a 100. Ris. 2, = 67 M2. 2.30 Trovare if valore delle varie componsati della impedenza di uscita Fig. 2.4248) di un amplificatore non invertente, con un guadagno ad ancllo chiuso pari a 100. L’amplificatore operazionale sia caratterizzato da R, = 100.0, Ay = 105 ed f; = 1 MHz, 2.12 PROBLEMI IN CONTINUA Tensione di offset Poické gli amplificatori operazionali sono dispositivi ad accoppiamento diretto con guedagno in continua molto elevato, sono soggetti a problemi in continua. TI primo di tali problemi é fa tensio- re continua di offset (residua). Per comprendere questo problema si consideri il seguente esperi-~ mento: se i due terminati di ingresso del}’amplificatore operazionale vengono uniti fra loro e con- nessi a massa, in uscita sard presente una tensione continua di valore finito. Questa 2 la tensione contipna.di offset in uscita, Per tener conte di-questa tensione continua di offset,nell’ anatisi delle configurazioni ad anello chiuso, si @ trovato che @ conveniente “riferirla” all’ingresso. Infatti, se Vamplificatore operazionale & caratterizzato da un elevato guadagno in continua, !uscita si tro- vera in saturazione_(positiva 0 negativa). L’uscita dell’ operazionale pud esscre riportata al suc valore ideale di 0, connetteddo trerttur Ingress! un geveratore di tonsione continua con polarita ed ampiezza opportuie. Questo generatore esterno comirobilancia la tensione di offset in ingrésso dell’amplificatore operazionate { Vos}. che deve essere pertanto di uguale ampiezza e di opposta polarita ri: sidae applicata-ésternamente. ™ La ténsione di ingresso deriva dagli inevitabili sbilanciamenti presenti nello.stadio diffe- renziale d’ingresso dell’ amplificatore operazionale. Questo punto verra approfondito nei capitoli successivi, In questa sede ci interessa studiare 'effetto di V5 sul funzionamento dei circuiti con- CAPITOLO2 97 tenenti amplificatori operazionali a cireuite chiuso. A questo scopo. va dette che gli amplificatori aperazionali non destinati ad applicazioni particolari sono carauerizzati da valori di Voy compresi fra 1 e 5 mV. [nolire, il valore di Vay dipende dalla temperatura, Le specifiche fornite dal costrut- tore di solito riportano il vatore tipico e quello massimo di Vos a temperatura ambiente cd il suo coeffi fT Sie vise saprocie Br NT TC NT TE comeeme Specific ke polariti Gi Vo. per i] motivo che gli sbilanciament} ita componeati, che damo Tuogo a Vos. non sono nott a priori ¢ quindi diversi csemplari detlo stesso amplificatore operazionale possono ruostrare indifferentcmente Vos positive o negativo. Per analizzare letfetto di Voy sul funzionamento dei circuiti contenenti amplificatori operazionali abbiamo bisogne di un modello circuitale per l'operazionale con tensione di offset in ingresso. Tale modelto & riportato in figura 2.43: contiene un generatore in continua, dit valore Vos. posto in serie con il morsetto d'ingresso non invecteme di un opcrazionale esente da offset. La giustificazione di tale modelo discende da quanto detto finora Operazionale teale Fig. 2.43 Modello ckcuitale di un amplificatore bo operazionale con tensions di offset in ingresso Operarionale senza offset Esercizio 2.31 Si usi il modello di Fig, 2.43 per disegnare l'andamento di tg in funzione di rz, (p= 146 Uy # ty ~ &, di un operazionale con Ay = 10* , livelli di saturazione in uscita di #10 Vc Vos di +5 mV. Ris. V. Fig. E23 Fig. £2.31 Coratteristica di tra- 12.3 4 5 6uy4(mV). sfeimento di un ompificatore operczionale con Vos= S mV. 98 AMPLIFICATORI OPERAZIONALI L'analisi det circitt con amplificatori operazionali per determinare gli effetti di Vj. sulle loro prestazioni & immediata: i] generalore della tensione di segnale in ingresso viene cortocircui- tato € Poperazionale sostituito con i! modello di Fig. 2.43. (L’eliminazione del segnale d’ ingresso, fatta per semplificure la wattazione, & busata sul principio di sovrapposizione degli effetti} Seguendo questo procedimento troviamo che sia la configurasione invertente che quella non invertente danno Iuogo a} circuito riportato in Fig. 2.44, da cui si ricava Ia tensione continua ia uscita dovuta a Vis, Ry Vo = Vos i + | (2.49) 1 Fig. 2.44 Caicolo della tensione conti- que af'uscita di un ampilificatore ad anelio chiuso dovuta alla tensione di offset in ingress Yog. Questa tensione continua in uscita pud assumere un valore molto elevato. Per esempio, un amplificatore non invertente con guadagno ad anetlo chiuso pari a 1000, se viene costruito mediante ua operazionale con tensione di offset in ingresso di 5 mV, presenterd in uscita una ten sione di +5 V 9 -5 V (a seconda della polarita di V5), invece di QV, Quindi, se un segnale di ingresso viene applicato all amplificatore, il corrispondente scgnale di uscita sara sovrapposto alla tensione continua di 5 V. Di conseguenza !’escursiony consentita per il segnale di uscita risultera ridotta. C’@ di peggio: se it segnale che deve essere amplificato & in continua, sari impossibile distiguere se J"uscita t dovuta a Vis¢ 0 al segnale! Alcuni amplificatori operazionali sono dotatt di due terminali aggiuntivi che possono esse- re connessi ad un opportino circuito esterno per annullare la tensione di uscita dovuta a Vyy. Rimane comunque itrisolto il problema della variazione (0 deriva, drift) di Vos con la temperatura ‘Evereizio. 2.32. Si consideti un amplficatore non invertente con guadagno nominale 1000, rea- Hizzato con un‘amplificatore operazionale fa cui tensione di offset in ingresso @ 3 mV ed i cui livelli. di'satutazione in uscita sono +10 V, (a) Qual’é (approssimativamente) il massimo segna- le sinusaidale di ingresso che pud essere appticatu senza che si verifichi distorsione in uscita? di Vos viene annullato 2 temperatura ambiente (25°C) qual @ [a massima (det segnale:di ingresso se: (1) il circuito deve funzionare a temperatura costante {ii) i »deVe faezionare ad una temperatura compresa fra O°C e 75°C ed il coefficiente di tem- pebialanedy Wes 8 2O1V/ °C? ths AF a0; Gy L0-mV; 9,5 mV Un metodo per risolvere il problema deltoffsct in continua consiste nelPaccoppiare Vamplificatore per mezzo di una capacitl. La Fig. 2.45 mostra un amplificatore invertente accop- piato capacitivamente. Questo @ possibile solo in quelle applicazioni in cui non si richiede all’am- plificatore ad anello chiuso di amplificare segnali in contimua o a frequenza molto basa. I] con- densatore di accoppiamento render’ nullo il guadagno in continua. Infatti, il circuito & caratteriz~ zato da upa risposta passa-alto STC con frequenza a3 dB pari ay = 1! CR, , eda un guadagno CAPIIOLO2 9 Ry R, Fig. 2.45 Amplificatore invertente eecoppiato capa- ctivamente. pari a Ry/ R, per trequenze @ >> @y, Il vantaggio di questo schema consiste nel fatto che Vay fon viene amplificeta ¢ quindi la tensione continua in ascita sari uguale @ Vis invece che a Veg (L + Ry/ R, ), come avviene senza il condensatore di accoppiamento, Infatti, poiché in continua il condensatore si comporta come un circuito aperto, & facile osservare in Fig, 2.45 che i! generatore di Vy vede effenivamente um inseguitore a guadagno unitario Un altro cireuito con amplificatore operazionale che risente negativamente della tensione di offset in ingresso @ Pintegratore di Miller. La Fig. 2.46 mostra lo schema di un integratore in cui il segnale di ingresso é stato posto a Zero € Tamplificatore operazionale & stato sostituite con il modeilo di Fig. 2.43. L’analisi de] eircuito & immediata ¢ viene illustrate in Fig. 2.46. Assumondo che all’istante 7 = 0 la tensione ai capi del condensatore sia nulla, la tensione di useita in funzione del tempo é data da 7 Yas Lg = Vys + OL 0 = Vos Top ' Quindi vp cresce linearmente con il tempo fino alla saturazione dell’ operazionale, che 2 chiara- mente una situavione inaccettabile! Il problema pud essere ridotto connettendo una resistenza Rp ai capi del condensatore di integrazione. Tale resistenza fornisce un cammino in continua dove pud scortere |a corrente Vos / R, con il risultato che vp conticne ora una componente pa ia Vox (1 + ReJ R) che rimane costante, invece di crescere Tincarmente, Per mantenere piccola la tensione continua di offset in uscita, & possibile adottare una resistenza &, di piccolo valere, Portroppo, per), quanto pi piccolo & il valore di Kp, tanto meno ideale risulta it circuito integra~ tore, Questo & un altro esempio dei compromess! che devono essere tenuti presenti dal progetusta, che deve crear circuiti funzionanti partendo da componenti non ideali. Fig, 2.46 Caicolo degi effetti ai Vos su t= Yost [ Yas y integrator GM. Sirol che, pelehé v ° Vuscita cresce nel tempo, 6 possioile ‘ = Vos he che l'operazionale vada in scturaziore. Esercizin D2.23 Si consideri un integratore di Miller con uns.costante di tempo di.J-ms ed una. resistenza d'ingresso di 10 KO. L’operazionale sia caratterizzato da Vos = 2 mV ¢ da una ten. cone di eaturtzione in useita di-s12,V. (a) Asaumendo che quando i! circuito viene alimentato Ta tensione sul condensatore sia-nlla, quanto tenipo impicga V'amplificatore per giungere in caturazione? (b) Determinare i) massimo valore del resistore di controreazione Ry zale che pet iI segnale di uscita sia disponibile un'escursione di almeno +10 V. Qual & la frequenza di tiglio detla rete STC risultante? Ris, (a) 6 5; (b) 10 MO, 0,16 Hz 100 = AMPLIFICATORI OPERAZIONALI Correnti di polarizzazione in ingresso Ul secondo problema in continua che si incontra negli amplificatori operazionali @ illustrato nella Fig, 2.47, Per far funzionare |'amplificatore operazionale, i suoi due terminali di ingresso devono essere alimentati con correnti continue di valore finito, dette correnti di polarizzazione (0 bias) in ingresso. Nella Fig. 2.47 queste due correnti sono rappresentate con due generatori di corrente Fig. 2.47 Rappresentazione delle correnti di polarizazione all'ingresso dell’ opera- onale attraverso | due generatori di cor- tente Ip) ed Ipp Jn © Igg , Collegati ai due terminali di ingresso. Va sottolineato che le correnti di polarizzazione in ingresso non hanno nulla a che fare con il valore finito della resistenza di ingresso dell’ amplifica- tore operazionale (non mostrata nella Fig, 2.47). | costruttori di amplificatori operazionali solita- mente specificano sia il valore medio di fm © Im . che il valore atteso della loro differenza. Il valore medio J, prende il nome di corrente di polarizzazione in ingresso Jai Tp2 2 mentre la loro differenza é detta corrente di offset in ingresso ed & data da Tos =|fa ~ Fal Valori tipici per amplificatori operazionali per scopi generali realizzati con transistor bipolari sono J = 100 nA € Ios = 10 nA. Gli amplificatori operazionali che utilizzano transistor a effetto di campo nello stadio di ingresso sono caratterizzati da valori della corrente di polarizzazione in ingresso molto minori (del!' ordine dei picoampere). A questo punto vogliamo ricavare la tensione continua all’uscita dell'amplificatore ad anello chiuso dovuta alle correnti di polarizzazione in ingresso. A questo scopo connettiamo a massa il generatore di segnale, ottenendo il circuito mostrato in Fig, 2,48 sia per la configurazione invertente che per quella non invertente. Come & mostrato nella Fig, 2.48, la tensione continua di uscita data da Ty Vo = ary = InP, @51) Questo ovviamente fissa un limite superiore per il valore di R, . Fortunatamente esiste una tecnica per ridurre il valore della tensione continua di uscita dovuta alle correnti di polarizzazione in ingresso. I] metodo consiste nell’inserire una resistenza X, in serie al terminale di ingresso non CAPIIOLO 2 101 Fig, 2.48 Analsi del ampiticatore ad anelo chiuso, esegulta fenendo conto delle corenti di polarzzazione (plas) in ingress. invertente, come @ mostrato nella Fig. 2.49, Dal punto di vista del segnaic, Ry ha un effetto trascu- rabile, Il valore da assegnare ad R, si pud determinare analizzando il circuito di Fig. 2.49, in cui vengono mostrati i dettagli dell’ anuJisi, mentre Ja tensione di uscitaé data da Voy = Laas + (lon — fa y/®s) 2.52) Ra By fy toa z Laks fl té al Fig, 2.49 Riduzione cegi effetti dele conentt di bias in ingresso cttraverso finserimento det resistore Ry. 102 AMPLIFICATORI OPERAZIONAL! Si consideri dapprima il caso in cul fpy = Ly ~ hy por cul risulta Vo [ke - R14, R,)] quindi possiamo azzerare Vz, scegliendo X, in modo che sia: R= fy ES (2.53) 1#R/R, R+R, Cio’ 2, deve essere uguule al parallclo di R, ¢ Ry. Avendo scelto R, in questo modo, valutiamo l'effetto di una corrente di offset Ios di valore finito. Sia fy, = Tq + tos (2 © Ig = by Toy 125 sostituendo queste espressioni nelka 2.52 il risultato @ Vo = losRy (2.54) che normalmente & minore di circa un ordine di grandezza det valore onenuto senza R, (equazio- ne 2.51). Concludiamo che per minimizzare ’effelto delle correnti di polarizzazione in ingresso si deve porre sul morsetto non invertente una resistenza uguale alla resistenza in “continua” vista dal terminale investente, Dovremumo sottolineare la parola continua in questa affermazione; si noti che se l'amplificatore @ accoppiate in altcrnata dovremmo scegliere R, = R, , come & mostrato nella Fig. 2.50. Ey Fig, 2.50 In un amplificatore accoppiate in ateing- fa, Ie tesistenza vista in continua dal termindle invertente & 8,; quind| siscegie 2 = R, A proposito degli amplificarori accoppiati in alternata, notiamo che si deve sempre garan- tire un percorso per la corrente continua tra ognuno dei terminali di ingresso dell’amplificatore ope- razionate ¢ la massa. Per questo motivo Pamplificatore non invertente accoppiato in altemata della Fig. 2,51 non funzionerd senza ja resistenza R, verso massa. Sfortunatamente, introducendo &, si abbassa considerevolmente la resistenza di ingresso dell'amplificatore ad anello chiuso. Ry Fig. 2.51 Necessia ai garaniire un percorso per ia cortente continua in ciascuno dei ferminad d’in- gress dell’ampificatore cperazionate. nn re . CAPHOLO 2 103 “ fe * fo ATAgon »sercizie 2.34 Si consideri un integratore di Miller con resistenza di ingresso K , un condensa- * tore di integrazione Ce con un altro resistore ® connesso tra il morsetto d’ingresso non inver- teme ¢ [a massa, Collegare a massa il terminale @’ingresso del integratore ¢ sostituire l'opera- © onale con i} circuito equivalente di Fig. 2.47 con fy; ~ Ip + Tos (2 ed Im 7 Ip- tos f2. *(@) Mostrare che, se nell’istante ¢ = 0 fa tensione sul condensatore & nulla, allora % = Ty ~ 208 es lB 4 2 c "(b) Mostrare che, connettendo un resistore Ry in parallelo a C ed assumendo Rp >> R. vo diventa ti = Loy Rew SOMMARIO « L’amplificutore operazionale integrato & un elemento circuitale molto versatile. F? facile da usare © consente di realizzare cireuiti con pre- starioni molto vicine a quelle teoriche. = La maggior parte degli operazionali sono amplificatori differenziali caratterizcat! da un grande guadagno differenziale (Getto guadagno ad unello aperto, 4) e da un piccolo guadagne di modo comune. Hl rapporto tra i due guadagni ei CMRR. + Un amplificatore operazionale ideale @ carat terizvato da un guadagno infinito, una resisten- za dingresso infinita ¢ da una resistenza di FAB rer : ‘ i a + Nella maggicr parte delle applicazioni, lope- rasionale viene controreazionato acgativamen- te, dando luoge ad un amplificatore ad anello chiuso il cui guadagno viene determinate esclusivareme dai camponenti esterni. + La configurazione non invertente é caratteriz- vata da una resistenza d’ingresso molto ala Un caso particolare & Vinseguitore ad anclie chiuso, che viene spesse adottato come buffer per collegarc un generatore ud alta resistenza ad uh carico a bassa resistenza. + Se per eseguire l’analisi cireuitale si conside- ra idewle Vamplificatore operavionalo tra i suoi morsetti d'ingresso @ presente una massa vir- tuale. Questo fatto, unito al valore mulle della corrente entrante nei terminali d'ingresso, sem- plifica notevolmente I’ analisi. + Per ja maggior parte degli amplificatori opera xianali, il guadagno ad ancllo aperto decresce con ta frequenza con una velocita di -20 dB/decade, raggiungendo il valore unitario per una frequenza f, (la banda di guadagao uniterio) + Per le configurazioni (ad aneilo chiuso) inver- tente ¢ non invertente, la frequenza a 3 dB & uguaie af/ (1+ Rf Ry). + La massima velocita di variazione dell’uscita dell" operazionale prende il nome di slew rate Il valore finito di questa velocita pud dar luego a distorsioni non Hear delle forme d’onda in uscita, + La larghezya di banda a piena potenza, fy. & la massima frequenza per cui 2 possibile pro- durre in uscita una sinusoide non distorta con ampiezza pari alla massima consentita, +H valore finito del CMRR limita te prestazio- ni dell operazionale in configurazione differen giale. E’ possibile tenerne conto per Vanalisi inserendo un generatore di segnale uguale a (sy / CMRR) in serie alPingresso non inver- tente. = La resistenza d’ingresso della configurazione non invertente & approssimativamente uguale a Ka (1+ AB ) dove § é il futtore di controrea- zione. + La resistenza d’uscita delle configurazieni invertente ¢ non invertente & uguale a K+ AB + La teasione di offset in ingresso, Vos, @ il valore assojuto della tensione continua che & necessario applicace tra j terminali d'ingresso dell operazionale per npullare Ia tensione di “offset in uscita. * Lieffetto di ¥%;,; sul funzionamento dell"ope- razionale pud essere tenuto in conto in fase di analisi inserendo un generatore in continua Vis in serie con il morsetto d’ingresso non inver- tente. * possibile ridurre considerevolmente Ja ten- siove di offset in uscita mediante un accoppia- mento capacitive. 104 AMPLIFICATORI OPERAZIONALI + La corrente di bias in ingresso, Z,,, @ la media fra le due correnti Zp, € fm . che scorrono nei terminali d’ingresso dell’ operazionale. La cor rente di offset, Js, @ 1a loro differenza: Jos= | Ig: ~ Jgz |. tun amplificatore ad anetio chiuso 7, dA iuogo ad una tensione di uscita 7, Ry, Questa tensione pud essere ridotta ad fos Rz connettendo in serie al terminale non invertente BIBLIOGRAFIA G. B. Clayton, Experimenting with Operational Amplifiers, London: Macmillan, 1975. G.B. Clayton, Operational Amplifiers, 2nd ed., London: Newnes-Butterworths, 1979. 8. Franco, Design with Operational Amplifiers and Analog integrated Circuits, New York: McGraw- Hill, 1988 J.G. Graeme, G. E, Tobey, and L. P. Huelsman, Operational Amplifiers: Design and Applications, New York: McGraw-Hill, 1971. W. Jung, [C Op Amp Cookbook, Indianapolis: Howard Sams, 1974, E. J. Kennedy, Operational Amplifier Circuits: PROBLEMI Sezione 2.1: | terminali dell’amplificatore operazionale 2.1 Qual & il minimo numero di terminali che deve avere un amplificatore operazionale? Qual 2 il minimo numero di terminali che deve avere un circuito integrato (detto operazionale quadruplo) contenente quattro amplificatori operazionali? Sezione 2.2: L’amplificatore operazionale ideale 2.2 Ul circuito di Fig. P2.2 utilizza un amplifi- catore operazionale ideale tranne per il fatto di avere un guadagno finito A. Sulla base di misu- re effettuate si pud vedere che per v; = 3.5 V. vo = 3,5V. Quanto vale il guadagno dell’ ampli- ficatore operazionale? vo 2.3 Sono stati cffettuati una serie di esperimen- ti su di un amplificatore operazionale ideale tranne per il fatto di avere un guadagno finito A. I risultati sono stati tabulati qui di seguito. Questi risultati sono consistenti? Se no, sono una resistenza con valore uguale alla resistenza complessiva vista in continua dal terminale Wingresso negativo. + Connettendo un resistore di valore elevato in parallel con il condensatore di un integratore, si impedisce che l’operazionale vada in satura~ zione per effetto di Vos € di Ip. Theory and Applications, New York: Holt, Rinehart and Winston, 1988, J. K. Roberge, Operational Amplifiers: Theory and Practice, New York: Wiley, 1975. J. Smith, Modern Operational Circuit Design, New York: Wiley-Interscience, 1971 J.B, Salomon, “The monolithic op amp: A tutorial study,” JEEE Journal of Solid-State Circuits, vol. SC-9, no. 6, pp. 314-322, Dec. 1974. J. V. Wait, L. P. Hueisman, and G. A. Korn, Introduction to Operational Amplifier Theory and Applications, New York: McGraw-Hill, 1975. ragionevoli, cntro i limiti dell’errore sperimen- tale? Qual 2 il valore del guadagno che da essi si pud dedurre? Utilizzando questo valore, dedurre i valori delle misure che sono state accidentalmente omesse (spazi bianchi). Esperimento # vy ty by | 1 0,00 0,00 | 000 | 2 1,00 1,00 | 0,00 3 1,00 | 1,00 4 1,00 110 | 10,1 3 2,01 2,00 | 099 | 6 1,99 200 | 100 | 7 510. “5.10 2.4 Ci si riferisca all’ Esercizio 2.2. Questo pro- blema riguarda una struttura di amplificatore operazionale alternativa. In particolare, si desi- dera ricavare un modello della struttura interna di uno specifico amplificatore operazionale che utilizza due amplificatori di transconduttanza ed un amplificatore di transresistenza. Si sug- gerisca una topologia appropriata. A parita di transconduttanza G,, ¢ di transresistenza Ry». trovare un’espressione che definisca il guada- gno ad anello aperto. Per Gy = 50 mA/V ed Ry = 1082, quanto vale 4? Sezione 2.3: Analisi dei circuiti contenenti amplificatori operazionali - Configurazione invertente 2B Un amplificatore invertente avente la topo- logia mostrata in Fig. 2.4 utilizza un amplifica- tore operazionale ideale con R, = 33 kQ ed Ry = 330 kQ. Qual’ il guadagno ad ancilo chiuse che ci si pad aspettare? Viene collegato tan secondo resisture da 33 KQ all’ ingresso: (a) in serie al resistore esistente da 33 KQ (b) in parailclo al resistore esistente da 33 kQ. Che valore assume il guadagne nei duc cast? 2.6 Assumendo che gli amplificatori operazio- Tali siuno ideali, trovare 01 guedagna di rensio- ne u,/ u, © la cesistenza dingresso Ry, di cia~ scuno dei circuiti mostrati in Fig. P2.6. 12.7 Progetiare un cireuito di ampliticatore operazionale invertente in cui i guadagno sia AVEY € la resisienza totale atilizzata 100 kQ PexSoanczeae il cireuito di Fig. 2.4 ed assu- mendo che Pamplificazore operazionale sia ideale, progectare un umplificatore con guaua~ goo pari a -50 V/V ed avente Ja massima resi- stenza d’ingresso facendo uso di resistori di valore non maggiore di 10 MQ. Quanto vale Ta 100 kQ. OKO % % « 100 kQ io ku % Bs & 10 KO y > vy iv Fig. P26 © CAPITOLO 2 105 resistenza d’ingresse del progetto da voi realiz- rato? 2.9 Un amplificatore operazionale invertente viene fabbricato con resistori (2, ed &, ) aventi una tolleranza del.x% (ossia, it valore di cia- scuma resistenza pud deviare dal valore nomi- nale di non pitt del +/- 2% ). Qual’é 1a tolleran za che 33 ottiene sul guadayno ad anelln chiuso realizzato? Si assuma che Pamplificatore ope- razionale sin ideale. Se i gnadagno ad ancllo chiuso nominale @ - 100 V/V ed x= 3, quale Finteevallo di valori che il guadugno pud assu- 240!Un amplificatore operuzionale avente un @aadagno ad anello aperto part a 1000 W/V viene ulilizzato in una configurazione inverten- te. Se in questa applicarione la tensione d’ usci ta varia da -10 Va +10 V, qual’é fa massima tensione a cui il nodo di massa virtuale si discosta dal suc valore ideale? £00 kQ 10 KO 4 % = 10k (b) 100 ke 10k % Yo = 1OkN id) 100 KO. x, ve wy 106 AMPUFICATOR! OPERAZIONAL! Rr Fig. P2.11 2.41 Il cirenito di Fig. P2.11 viene frequente- mente utifizzato per fornire una tensione d'u- scita #, proporzionale alla cotrente del segnale Wingresso 4,. Si ri¢avino le espressioni della wansresistenza #,, = 1, f 4, © delta resistenza Wingresso = 4, / i, nei due Casi: (a) A infinito, © @) A fino. ‘ i ricavi un'espressione della resistenga ingresso dell’ amplificatore invertente di Fig. 2.4 tenendo conto che il guadagno ad ancllo aperte 4 de(l’amplificatore operazionale & fini- © *2,13 Si modifichi Eg. (2.1) per fornire il guadagno ad ancilo uperto A dell’ amplificatore necessario per ottencre un dato guadagno ad anello chitso CF goounate = “Ke / Ry) entra Ver sore di guadagne specificato ¢, = Gomis! Crooainite + Oual’é il minimo valere di A necessarie pee Ottenere um guadagno ad ancllo chiuso pari a - 100 ed un errote di guadagno = 10%? *2.14 Utilizzando IB. (2.1), determinare if yalore di A per il quale una riduzione di A Gell’ 2% fornisce una riduzione di | | del? (Gr! 8%, Trovare il valore di A necessario ne caso in cui il guadagno nominale ad anello chiuso sia 100, xsia 50, ¢ &sia 100. 2.15 Si considert il cirewite di Fig, 2.8 in cui 4, = R, = R= 1 MO, ¢ si assuma che ampliti catare operazionate sia ideale. Trovare i valori di; necessari per ottencre i seguenti guadagni: G@)-10 We b).2190 V/V, ‘acendo riferimento al circuito di Fig. 2.8, Geterminare il valore che assume i guadagno quando tutti £ resistori sono uguali. Nella Fig. P2.16 @ mostrata un'estensione di questo cir- cuito; se ne determini i} guadagno. R R R % S2APRipetere il Problema 2.6 net caso in cui Vampliticatore operazionaic abbia un guadagao finito 4 = 100. D*2.18 (a) Facendo riferimento ai circuito di Fig. 2.8 ¢ tencndo conto del valore finite 4 det + guadagno ad anclio aperto dell’amplificutore operazionale, si dimosiri che ue fh 4G, (Rai Rs/A dove Gj, 2 i] module dell’arnpiezza nominate del guadagno ad ancllo chiuso (vedi Exempio 2.2), Sheet] : RL R (h) Si apptichi questo risuitato ai caso in cui Gy = 100, A= 1000, ed Ry = X= Ry. Trovare vp /t,. (©) Ripctere il punto (b) nell’ ipotesi in cui i valori di Gi ed A siano uguali, ma sia R, = 2, = 10 R. (A) Per confronto, trovare il valore di t/t rela- tive alla configurazione jnvertente avente gli stessi valori di G, od A. Nota: L’espressione relativa a v,/1, di cui sopra ci suggerisce che J'effetto prodotte dal valore Finito di A pud essere reso approssimativarnente uguaie a quelle della configurazione invertente wegliendo X, << R,. Questa sceita, tuttavia, impedisce poi di utilizzare a rete a‘ nella con- wroreazione. Perché? CR’ necessario studiare il procedimento di progetto prescatato nell Bsempic 2.2 per essere in grado di rispon- dere a questa domanda). Gy Sezione 2.4: Altre applicaziont celia configu- razione invertente 2.19°Un integratore di Miller incorpora un amplificatore operazionalc ideale, un resistore K da 100 &Q , ed una capacita Cda 0.1 WF. Al suo ingresso viene applicato un segnale di tipo sinu- soidale. (a) In corrispondenza di quale frequeuza i segna- Ui di ingresso e di uscita hanno la stesse ammpiez- (b) A quale frequenza ta fase dell’ onda sinusoi- dale d'uscita coincide con quella diagresso? (e) Se la frequenaa viene abbassata di un futtore LO rispetto a quella trovata in (a), dt quale fattore cambia la tensione d’uscita, si abbassa o si alza? (da) Qual’é la relazione di fase tra lingresso ¢ Toscita nel caso (6)? 2.20 Un integratare di Miller Je cui tensioni d*in- gresso ¢ di uscita sono state inizializvate a zero © la cui costante di tempo 2 1 ms viene pilotato dal segnale mostrto in Fig. P2.20, Tracciare ¢ con- tassegnare Ia forma d’onda d’uscita che si ottie- ne. Indicare che cosa succede se i livelli d’in- gtesso sono +/- 2V, nell ipotesi in cui la costante di tempo rimanga invariata ({ ms) ed in cui la costante di tempo venga innaizara 4 2 ms. (Vi ims Fig. P2,.20 2.21 Si consideri un integratore di Miller aven- te una Costante di tetmpo di 1 ms, o 1a cui uscita sia stata inizinlizzata a zero, neli"ipotesi in cui venge alimentato da una stringa di impulsi della durata di 10 1s ¢ di ampiezza pari ad 1 V a paflice da 0 V (vedi Fig. P2.21). Tracelare © contrassegnare 1a forma d’onda d'uscita risul- tante. Quanti impelsi sono necessari per cam- biare di 1 V la tensione d*uscita? yu), Fig. P2.21 D222 1a Vig. P2.22 mostra un circuit che jmplementa una funzione passa-basso a singola costante di tempo. Questo circuite & note con il nome. di filizo attivo passa-hasso del primo ordi- nc. Si ricavi la funzione di trasterimento e si dimostri che if guadagno in continua 8 RK} e che Ja frequenza di tagiio 1) = 16%, Si pro- gett il circuito in modo tate da ottencre una resistenca dingresso pari ad 1 kQ, un guadagno in continua di 40 dB, ed una frequenza di taglio a4 MHz. A quale frequenza il modulo delta funsione di trasferimento diventa unitario? *#2,23 Allo scopo di limitare il guadagno in passa frequenza di un integratore di Miller, viene spesso utilizzato un resistore in paraltlcto alla capacita di integrazione. Si consideri it caso in cui il resistore d’ ingress vale LOO X02, la capucita O,} WF ed il resistore in paralielo 10 Ma. (a) Tracciare c contrasscgare il diagramms di Bode de! modulo della risposta del circuito CAPTOLO 2 107 a Vj OSA Fig. P2.22 risultante ¢ lo si confront: con quello di un integrutore ideale (cio®, senza i resistore in paralielo). A quale frequenza il circuito comin- cia a compottarsi meno da integratore ¢ pil da amplificatore? {b) Traceiare e contrassegnare chiaramente Ja forma d'onda del” uscita risultante nell'ipotesi in cui si applichi in ingresso un impuiso della durata di 1 ms ¢ di ampiezza part a 0.1 V. Si consideri sia il caso senza il resistore sia quello can il resistore in parallel. (Nota: La risposta impulsiva della rete STC viene trattata neil’ ap- pendice E). 2.24 Un differenziatore utilizza un amplificato- re operazionale ideale, un resistore da 10 kQ, ed una capacita da 10 4 F. Qual @ la frequenza fo Gin Hz) in corrispondenza della quale + segnali d'ingresso e di uscita hanna Io stesso modulo? Che scgnale si ha in useita se in ingresso & presente una sinusoide di frequenza pari a 10 f, © di ampiezza pari ad 1 V picco- picco? 2.25 Un differenriatore ad amplificatore opera zionale aventc una costante di tempo di ]_ms viene pilotate dal gradino mostrato in Fig, P2.23. Assumendo che vq sia inizialmente nulla, tacciare € contrassegnare Ja sua forma Ponda. m1 iv 30,5 ms 7 Fig. P2.25 D226. La Fig. P2.26 mostra un circuito che Tmplementa la funzione passa-alto a singola costante di tempo. Questo circuito € nuto con il nome di Filtre attive passa-alto del primo ordi- ne. Ricavare la funzione di trasferimento © dimostrare che il guadagno in alta frequenza & dato da GR, / R,) © che la frequenza di taglio Oy = /GR,. Progettare il circuito in modo tale da ottenere una cesistenza d’ingresso in alta frequenza part ad | kO, un guadagno in alta frequenza di 40 dB, ed una frequenza di taglio di 100 Hz. A quale frequenza i) modulo della 108 = AMPLIFCATORI OPERAZIONAL! funzione di trasferimento assume il valore uni- tasio’? a fy V, 0A Fig. 92.26 D**2.27 Si ricavi la fenzione di wastorimento del circuito di Fig. P2.27 (si consideri ideale Pamplificatore operazionate) e si dimostri che pud essere scritta nella Forma ¥, RAR, ¥, [1+ (nese 1+ {e/,)] dove 0, = 1/0, R, ed to, = 1/C,R,. Assumendo che i] circuito sia stato progetiate in modo tale che sia @, >> @;, trovare un’espressione approssimata della Cunzione i trasterimento nei seguenti intervalli al freqnenza: ace (b) @, << << @, (©) &, >> @, Si utilizzino queste approssimazioni per trac- ciare if diagramma di Bode del modulo della risposta. Si osservi che il circuite implementa Gn amplificatore #1 cui guadagoo diminuisee in bassa frequenza ullo stesso modo di una rete STC! passa-allo. ed in alta frequenza come wna rete STC passa-basso. Progetture il circuito in mode tale da fornire un guadspno di 40 d8 “nol gntervalto dee medie frequenze™, una frequenze di taglio inferiore in bassa frequenza a 10 Hz, una frequenza di taglio superiore in alta frequenza 4 10 kHz, ed una resistenza d’in- gresso (per >> @,) di Sk. FEB vi sein sommtore penn fice “Gi ui amplificatore operazionale ideate ha tre ingressi caratteriezati da resistori da 100 k&2 ed ha una resistenza di conteoreaziono di valore pari a 50 k&. A due deg ingressi viene appli- cato un segnale &, ed ai terzo ingresso un segnule 0. Espritnere ti, in fnzione ain, © 2, Sev, =3 Ve m= -3-V, quanto vale tg? *2.29 Si vuole verificare I"elfetto prodotto dai volore finito del guadagno ad ancllo aperto A sul funzionamento del semmatore pesato, consideri dapprima un sommaiore 4 due ingre sia cui vengono applicati duc seenafi x, © vy ad Kj, od &, rispettivamente, © caratterzzato, da una resistenza di controreazione 1, . Si uti )izzi it principio di savrapposizione deg li effetti insieme all’ Eq. (2.1) per dimostrare che l | eR | fa eva, (FR /Rpatse Kin 8a 4 Vt dove Kpajew @ lu resistenza equivatente al paraflelo de! resistori @ingresso. Tnfine si estenda guesto risultato al caso di un sommato- reatvente un arbitrario numero di ingressi. B20 Progetiare un circuito ad amplificatore erasonale in grado di fornire wn"uscita vy = 3x4, + (zy /2)|. Pet i resistori si scelgano valori relativamente bassi, ma tali che la corrente Wingresso (proveniente da ciascuna sorgente di segnale in ingresso) non superi 0.1 mA in cor: rispondenza a segnali d’ingresso di 2 V. 1D*2.31 In un sistema di misura, é necessario prelevare la differenza tra due segnali, di cui uno, 0, = 3 sen(2m x 601 + 0,01 senc2n x 10000 . © Paltro 4, =3 sen 2x x 608 - 0.01 sen (2 x 1000), volt. Disegnare un cireuilo che sia in geado di trovare Ia differenza richie- sla (ramite due amplificatori operazionali € fondamentalmente resintenze da 10 k62.. Poiché & utile amplificare [a componente a 1000 Hz, st adatti il cireuite in mode tale da fornire un gua- dagno complessivo pari a iG. Gi amplificatori operazionali di cui si dispone senv ideal eecet- to per il fatto che l’escursione di tensione in uscita é limitata a 4/10 V. ig. P2.32 mostra il cireuito di un conventitore digitate-analogico (DAC). Hl cit cuito accetta in ingresso une parola 4 quatira DH ay, a, My, AOVE thy thy, Az. CD ay POSSORO uumere i valori 00 |, ¢ fornisee in uscita una tensione analogica proporzionale ul valore numcrico ip ingress. Clascun bit della parola @ingsesse controlla l’interruttore corrispon- dentemente numeruto. Per esempio, se a, & 0 allora Uinterrutiore S$; collega la resistenza da 20 KQ 4 massa, menice se a & pari a1 allows $, collega la resistenza da 20 k&2 all’glimenta- one da 45 V. Si dimosti che ¢2 date da yy 42a, 42! 2a, +74, 42a} dove R, ® espressa in kQ . Trovare il valore di Ry tate che vg vari da 0a -10 15/16) V. tiv ! 10 £0 Lo aw Ss { 20 KO R, pret { BO RL an Fig, P2.32 Sezione 2.5: Configurazione non invertente. 12.33 (a) Si utiliz2i il principio di sovrapposi- zione degli effetti per dimostrare che Vuscita de! cireuito di Fig. P2.33 8 data da dove Ry = Ry li Ryall oH! Rog © Ry = Roy Rpx il ol Row (b) Progettace un circuito che sia in grado di fornire tg = 24 1 AB Zope UJ pid piccolo resistors utilizzabile deve essere da 10kQ. 84 Facendy riferimento ai circuito di Fig. 2.34 si ulilizzi it principio di sovrapposizione degli effet per wovare v,, in funzione delle tensioni Mingresso 2, & v9. Si assuma che lam plificatore operazionale sia ideale. Por 1-10 sem( 2 604} 0,1 ser [2 108 ¢} 10 sen {2 x 602) +0.3 sen {2x 1000 2) trovare H%- CAPITOLO 2 = 109 R, i Fig. P2.33 tor R wy R “0 Yo oy 108 Fig. P2.34 = D2.35 Il circuito mostrato in Hig. P2.33 utilizza an potenziometre da (0 kO per fornire all’ am- plificatore una regoluzionc di guadagno. Ricavare un’espressione per il guadagno in funzione della regolazione x del potenziome- tro. Si assuma che I'amplificatore operazionale sia ideale. Qual’ Vintervallo di valori che il guadagno pud assumere? Si dimosir: come aggiungendo un cesistore fisso il guadagno pud variare da 1 ad t1 V/V. Che valore deve assu mere questo resistore? 10-02 pot eh x a-2 ‘ll Ye 4 Fig, P2.35 110 AMPLIFICATORI OPERAZIONALI 2.36 Si richiede di collegare un generatore da 10 V con una resistenza interna di 100 kQ ad un carico da 1 kQ. Trovare il valore che assu- me la tensione ai capi del carico se: (a) il generatore @ collegato direttamente al carico. (b) viene inserito un buffer a guadagno unitario tra il generatore ed il carico. In ciascuno di questi due casi si determini 1a corrente sul carico e 1a corrente fornita dal generatore. Da dove proviene la corrente sul nel caso (bY? 38% Si ricavi un’espressione del guadagno “relativa all’inseguitore di tensione di Fig. 2.17 assumendo che I’amplificatore operazionale sia ideale eccetto per il fatto di avere un guadagno A finito. Calcolare il valore del guadagno ad anello chiuso per 4 = 1000, 100, € 10. In ognu- no di questi casi si determini l’errore percen- tuale sul modulo del guadagno rispetto al valo- re nominale unitario. 2.38 La Fig. P2.38 mostra un circuito che for- nisce una tensione d’uscita vo il cui valore pud essere variato ructando il potenziometro da 100 kQ.. Trovare intervallo di valori entro cui vo pud variare. Se il potenziometro & un dispositi- vo a 20 “giri”, trovare la variazione di vo cor- rispondente a ciascuno scatto 20k 100-kO 20 kO Fig. P2.38 D2.39 Facendo riferimento al circuito relative al meter ad elevata resistenza d’ingresso di Fig. 2.18 , utilizzante un indicatore da 1 mA, trova- re il valore che il resistore R deve assumes affinché 'indicatore raggiunga il fondo scala im corrispondenza di una v = 2,5 V. Se la resistem- za del meter & 50 Q, quanto vale Ja tensione im uscita all'amplificatore operazionale quando V'indicatore si porta a met& scala? R R u Fig. P2.40 Facendo riferimiento al circuito mostrato in Fig. P2.40, si esprima 7 in funzione di 14 € v,, Quanto vale Ia resistenza d’ingresso vista da v,? Da ¢,? Da una sorgente connessa tra i due terminali d’ingresso? Da una sorgente con- nessa ad entrambe i terminali dingresso con- temporaneamente? 1D*2.41 Si consideri l'amplificatore differenzia- Ic di Fig. 2.22. Si 2 soliti esprimere 1a tensione @uscita nella forma 0 = Gaba + Gendow dove Gy & il guadagno differenziale © Gin 2 il guadagno di modo comune. Utilizzando I'e- spressione di vg nell’Eq. (2.4), trovare le espressioni di Gz © Geom © dimostrare che il rapporto di reiezione del modo comune (CMRR) dell’amplificatore ad anello chiuso & dato da fe em 1+ = 20 log Rs RR, MRR = 20 log, Teoricamente il circuito & stato progettato in modo tale che sia R,/R; = RyRy, che corrispon- de ad un CMRR infinito. Tuttavia, i valori fini- ti delle tolleranze relative ai resistori rendono finito il valore che il CMRR pud assumere. Si dimostri che se ciascun resistore ha una tolle- ranza di +/-100 € % allora nel peggiore dei casi il CMRR 2 dato da CoRR = 20 log| K++ de dove Ké il valore nominale (ideale) dei rappor- ti (R/R,) @ (RJR, ). Si calcoli il valore che assume #1 CMRR nel caso peggiore nel ipotest jm cui Vantplificatore progetiato abbia un gua- dagno diffcrenziale idvalmente pari a 100 ed assumenda che |‘amplificatore operazionale sia ideale ¢ che vengano utilizzati resistori con una tolleranza del 19%. Ry Ry Ry * La we - ~ Yo R R & = Fig. P2.42 "2.42 1a Fig. P2.42 mostra una versione modi- ficata dell'amplificatore differcnziale studiato nefl’ Esempio 2.4. {1 citouito modificato include un resistore R,,, che pud essere atlizzato per variare } guadagno. Si dimostri che il guada gno di tensione differensiale & dato da Yo 2g Re Be, Ya Ry Suggerimento: la massa virtuale all’ ingresso del- Tamplificatore operazionale fa si che la corrente che scorre attraverso i renistori Ry sia ia/ 2Ry (@) Fig, P2.46 CAPTOLO2 111 2.43 Si consideri )’amplificatore relative ad Uno strumento di misura di Fig. 2.23(a) avente una tensione di modo comunc in ingresso di + 5 V Gin continua) ed un segnale differenziale in ingresso di tipo sinusoidale avente un'ampie7- za pari a 10 mV di picco. Si ponga R, = 1 kQ. R, = 0,5 MQ, Ry = R= 10k. Trovare la ton sione su ciascun node del circuito. $92.44 Progettare l'amplificatore da strumenta- vione di Fig. 2.23(a) per fornire un guadagno Gifferenziale, variabiie in un intervallo che va da 1 a 100, utilizzando un potenziometro da 100 K&2 come resistore variabile. (Suggerimento: Progettare 8 secondo stadio i modo talc da averg.un gnadagno di valore pari a 0.5) Racende riferimento al convertitore ad Timpedenza negativa (NIC) di Fig. 2.25(@) aver te R= 1 ke VY, ~ LV, trovare le tension ai capi del earico ed all'uscita delVamplificatore operazionale nel caso in cui Ie cesistonze di carico siano da 0 Q, 100 0, 1 KG e 2 KE2. Con riferimento ad un amplificatore operazionale la cui uscita saturé a +/-13 V (nel modo mosirato in Hig. 1.11), qual’é il massimo valore che gud assumere la resistenza di catico per Vy, <1 V7 1D*2.46 H] cirouito di Fig. 2.25(a) (Bsempic 2.6) @ un convertitore tensione-corrente (© in altri termini, un generatore di corrente controllato in tensione). Nella Fig. P2.46 vengono mostrati duc circuiti in grado di implementare questa funzione. Analizzare questi circuiti per deter- minare fp in funzione di 7, Commentare i van- taggi c gli svantaggi di questi due cireuiti in Ry (hy 112 AMPLIFICATORI OPERAZIONAL confronto a quello di Fig. 2.25(a). sko Fig. P2.47 *2.47 Il circuito mostrato in Fig. P2.47 ha lo scopo di fornire corrente a carichi sbilanciati (cio® quelli che hanno entrambe i terminali non collegati a massa) utilizzando i] pid’ possibile Lalimentazione di potenza disponibile. (a) Assumendo che gli amplificatori operazio- nali siano ideali, tracciare le forme d’onda della tensione ai nodi B ¢ C nel caso in cui si applichi una sinusoide di ampiczza pari ad 1 V picco-picco al nodo .4. Tracciare inoltre vp (b) Quanto vale il guadagno di tensione vt’;? (©) Supponendo che gli amplificatori operazio- nali funzionino con alimentazioni da +/- 15 Ve che la loro uscita saturi a +/- 14 V (nel modo mostrato in Fig. 1.11), qual’é Ia massima uscita di tipo sinusoidale che pud essere fornita? Specificare sia il valore picco-picco che quello rms. Sezione 2.7: Amplificatori operazionali non ideal 2.48 I dati forniti nella seguente tabella fanno riferimento ad amplificatori operazionali com- pensati internamente. Riempire gli spazi bian- chi. 4o fo) _f,(B2) 106 L 106 106 106 108 lor 10° 2x105 10 2,49 Misure del guadagno ad ancllo aperto effettuate su un amplificatore operazionale compensato internamente a frequenze bassissi- me risulta pari a 4,2 x 104 V/V; a 100 kHz risulta pari a 76 V/V. Stimare i valori di Ay. fi, ed; 2.50 Misure sul guadagno ad anello aperto effettuate su un amplificatore operazionale compensato internamente mostrano un guada- gno in alta frequenza pari a 5,1 x 103 a 100 kHz ¢ 8,3 x 10° a 10 KHz. Stimare la frequen- za di taglio, la frequenza a cui il guadagno risulta unitario, ed i] guadagno in continua. . 2.51 Un amplificatore invertente avente un guadagno nominale pari a -20 V/V impiega un amplificatore operazionale con un guadagno in continua di 10! ed una frequenza a guadagno unitario pari a 106 Hz. Quanto vale la frequen- za di taglio fan dell’amplificatore ad ancllo chiuso? Quanto vale il guadagno a 0.1 figs ed & 10 fray? 2.52 Si consideri un inseguitore a guadagno unitario utilizzante un amplificatore operazio- nale compensato internamente avente f, = 1 MHz. Quanto vale la frequenza di taglio del- Vinseguitore? A quale frequenza il guadagno dell’inseguitore scende al di sotto dell’ 1% del modulo in bassa frequenza? Se I’ingresso del- Vinseguitore @ un gradino di ampiezza pari ad 1 V, trovare il tempo di salita dal 10% al 90% della tensione d’uscita. (Nota: La risposta di una rete passa-basso STC ad un gradino viene discussa nell” Appendice E). D*2.53 Questo problema illustra I'uso di amplificatori ad anello chiuso in cascata per ottenere una larghezza di banda complessiva maggiore di quella che si pud ottenere utiliz- zando un amplificatore a singolo stadio con lo stesso guadagno totale. (a) Si dimostri che mettendo in cascata due stadi amplificatore identici, ciascuno avente una risposta in frequenza del tipo STC passa- basso con una frequenza di taglio /; , si ottiene un guadagno complessivo avente una frequen- za di taglio data da Soop =V2-1f; (b) Si richiede di progettare un amplificatore non invertente con un guadagno in continua di 40 dB utilizzante un amplificatore operazionale compensato internamente avente f,= 1 MH Quanto vale Ia frequenza di taglio ottenuta? (©) Si riprogerti 'amplificatore di cui al punto (B) mettendo in cascata due amplificatori non invertenti ciascuno avente un guadagno pari a 20 dB. Quanto vale 1a frequenza di taglio del- Tamplificatore complessivo? Lo si confron con il risultato ottenuto al punto (b). ‘2,54 Si consideri l'utilizzazione di un amplifi- catore operazionale avente una frequenza a guadagno unitario /; per realizzare (a) un amplificatore invertente con guadagno in continua avente modulo K. (b) Un amplificatore non invertente con un guadagno in continua pari a K. + Mo Fig. P2855 = In ciascuno dei due casi si determini la fre- quenza di taglio ed il prodotto banda passante- guadagno (GBP = |Guadagno! x fy). Si commentino i risultati *2.55 La Fig. P2.55 mostra una generalizzazio- ne della configurazione non invertente. dove una rete resistiva avente una funzione di trasferimen- to B = V;/V, 2 collegata sul cammino di reazio- ne negativa dell’amplificatore operazionale. (a) Si dimostri che se il guadagno ad anello aperto 2 infinito, allora il guadagno ad anello chiuso vale V,/V, = W/B. (b) Si ricavi un“espressione del guadagno ad anello chiuso assumendo che A sia infinito. (e) Se V'amplificatore operazionale @ compen- Sato internamente in modo che sia A ~ @;/ s, si dimostri che 1a frequenza di taglio relativa al _Buadagno ad anello chiuso vale fray = B S;- Si consideri un sommatore non invertente con due ingressi Ve V,e con V,=-(V, + V2). Trovare la frequenza di taglio di ciascuna delle funzioni di guadagno V,/ V,e V,/ V2 in fun- zione della f, dell’amplificatore operazionale. (Suggerimento: In ciascun caso, altro ingresso del sommatore deve essere messo a zero, in base al principio di sovrapposizione degli effetti. *2.57 (a) Si dimostri che la funzione di trasfe- rimento di un integratore di Miller realizzato utilizzando un amplificatore operazionale com- pensato internamente con frequenza a guada- gno unitario pari a @, 2 data approssimativa- mente da dove si 2 assunto che @, sia molto maggiore della frequenza dell’ integratore (co = 1/CK). (>) Quanto vale “la fase in eccesso” che mostra V'integratore a causa della @, dell’ amplificatore ‘operazionale a @ = c, /100? Questo eccesso di fase risulta in ritardo o in anticipo? 2.58 Un amplificatore non invertente che fa uso di resistori di precisione di valore 190 kQ e 10 kQ ha un guadagno ad anello chiuso pari a 19, In base alla sua descrizione come rete di controreazione, trovare i valori del guadagno CAPITOLO2 113 ad anello aperto A, il fattore di controreazione Bil guadagno di anello , e il tasso di contro- reazione. Sezione 2.8: Struttura interna degli amplificatori operazionall integrati 2:59\Andiamo a considerare una particolare Famiglia di amplificatori operazionali la cui struttura interna pud essere schematizzata come in Fig. 2.32. Qui di seguito sono riportati quat- tro progetti: Gp (ATV) Ro(MQ)RAMQ) pC PF) 02 10 5 50030 0.02 20 10 lo 1 20 OA Ol 10° 30 2 1 4 700 20 Di ciascun progetto trovare il guadagno ad anello aperto in continua e la frequenza che corrisponde al guadagno unitario. Sezione 2.9: Funzionamento per grandi segnali degli amplificatori operazionalt 2.60, Un particolare amplificatore operazionale utilizzante alimentazioni da +/-15 V funziona in modo lineare per uscite comprese in un intervallo di valori che va da -13 V a + 13 V Nell’ipotesi in cui venga utilizzato in una con- figurazione invertente di guadagno pari a -1000, qual’é il valore rms relativo all’onda sinusoidale che pud essere applicata in ingresso senza che la forma d’onda del segnale d’uscita venga tagliata (clipping)? 2.61 Facendo riferimento ad un circuito diffe- renziatore ad amplificatore operazionale avente una costante di tempo di 1 ms, ed utilizzante un amplificatore operazionale la cui uscita lineare varia tra 4/-11V, calcolare la massima velocita di salita che possono assumere i segnali d’in- Bresso. 2.62\Un amplificatore operazionale avente uno slew rate di 10 V/s deve essere utilizzato in una configurazione ad inseguitore di guadagno unitario, con impulsi in ingresso che vanno da © a5 V. Qual é il pid breve impulso che pud essere utilizzato per ottenere la massima ampiezza in uscita? Con riferimento a tale impulso, si descriva I'uscita che ne risulta. *2.63 Si consideri un amplificatore operaziona- le che deve fornire in uscita impulsi da 10 V con Ia condizione che 1a somma dei tempi di salita € di discesa costituisca solo il 20 % della Jarghezza dell’impulso (a meta ampiezza). Quanto deve valere la slew rate dell’amplifica- tore operazionale per gestire impulsi di ampiezza pari ad 1 pis ? (Nora: I tempi di salita € di discesa di un segnale impulsivo rappresen- tano il tempo impiegato per portarsi dal 10% al 114 AMPLIFICATORI OPERAZIONALI 90% del valore finale e viceversa). 2.64 Si dimostri che in un amplificatore opera- zionale avente la struttura interna mostrata i Fig. 2.33, la relazione tra la slew rate c la fre- quenza a cui il guadagno 2 unitario 8 data da sr -[4=}. on dove fam, & la massima corrente erogata dato stadio d’ingresso e G,, & la transconduttanza dello stadio d’ingresso. 268 Facendo Ntcrimento ad un amplificatore vente una slew rate di 10 Vile uate heme sima frequenza in corrispondenza della quale viene prodotta in uscita un’onda sinusoidale avemte un-ampletea pleco plese at 200? > o——o o_o On Omen — 0 . woo + u - v ODe=0 ke) {d) Fig. 3.1 Il diocio ideale: (a) simboio circuitale del diodo; {b) caratterstica Fv ; (¢) circulto equivalente in poiarzzazione inversa; (d)} circuita equivalente in polarzzazione diretta. 118 [| DIODT D’altto canto, se viene fatta scorrere nel diodo ideale una corrente positiva (rispetto alla direzione assunta come riferimento in fig. 3.1(aj), allora ai suoi capi si manifesta una caduta di potenziale nulla, In altre parole, in dfrezione diretta i| diodo ideale si comporta come un conto cir. cuito (fig. 3.1(d)): vi pud scorrere una corrente comunque elevata, senza che si manifesti uns caduta di potenziale ai suoi capi. Un diode ideale funzionante in polarizzazione diretta viene detto in conduzione (ON). Dalla precedente descrizione consegue che i} cizcuito estemo deve essere progettato in modo tale da limitare a vatori predeterminati la corrente che scorte in un diodo ideale in conduzio- ne, ed anche [a tensione inyersa in un diodo interdetto. La fig. 3.2 mostra due ciscuiti che illustra- ‘nO questo punto. Nel circuito di fig. 3.2(a) il diodo evidentemente si trova in conduzione. Quindi Ja caduta di potenziale ai suoi capi sara nulla ¢ fa corrente che vi fluisce sara fissata ad un valore di 10 mA dall'alimentazione di +10 V e dal resistore da 1 KQ. II diodo net circuito di fig. 3.2(b) @ evidentemente interdctto, e quindi la corrente che scorre in esso sara nulla; ne consegue che [’inte- ra vensione di alimentazione di 10 V si manifesta ai suoi capi come polarizzazione inversa. +H0¥ +10V iko 1k Fig. 3.21 due modi di funzionamento di ‘Oma | (° mA un diodo ideaie e |"uso di un circuito + + estemno per limitore la comente diretta e OV 10V ‘a tensione inversa. @) (b) 1 terminate positive del diodo viene detto anode ¢ quello negativo viene detio catodo, per estensione della terminologia usata ai tempi dei diodi fatti con tubi a vuoto (valvole). La curva #0 del diodo ideale, che fa scorrere la corrente in un solo verso, spiega la scelta di un simbolo cir- cuitale a forma di freccia. ‘Come dovrebbe risultare evidente da quanto si @ finora detto, Ia caratteristica #4 di un diodo ideale & fortemente non lineare: consiste infatti di due segmienti di retta a 90° tra lore. Una curva non lineare che consiste di due o pitt segmenti rettilinei si dice Hneare a tratti. Se un dispo- sitivo caratterizzato da una caratteristica lincare a traiti viene usato in modo tale che i] segnate ai suoi capi vari esclusivamente lungo uno dei segmenti rettilinei, allora il dispositive pud conside- rarsi come un elemento circuitale lineare, limitatamente a quella particolare applicazione. Peraltro, qualora Pescursione dei segnale sia tale da interessare uno o pili punti di discantinuita detla curva, non sata pitt possibile limitarsi ad un’analisi lineare. Una semplice applicazione: i! rettificatore ‘Un'applicazione fondarmentale del diodo, che fa uso della sua caratteristica fortemente non linea- re, ¢ il circuito raddrizzatore mostrato in fig. 3.3(a). Il circuito é formato da un diode D connesso CAPTOLO 3 119 + wm=0 - —> + 4 © 'b R Uon~ Ur 120 © «@) te} Fig. 3.3 (a) Circuito raddrizzatore. ¢b) Forma d’onda in ingresso. (c) Circuito equivalente per ¥,2.0, {d) Circuito equivalente per v, < 0. (e) Forma d’onda in uscita, in serie ad un resistore R. Si assuma che Ia tensione di ingresso v, abbia l'andamento sinusoidale mostrato in fig, 3.3 (b) ¢ che il diodo sia ideale. Nel corso della semionda positiva della sinusoide in ingresso, la 2) positiva fara scorrere corrente nel diodo in direzione diretta, Ne consegue che la tensione ¥,, ai capi de! diodo risulter’ molto piccols, idealmente nulla. Quindi allo schema di par- tenza corrispondera il circaito equivalente di fig. 3.3(c), mentre la tensione di uscita ? sara ugua- le a quella di ingresso v, Viceversa, durante la semionda negativa di 1, il diodo non condurra, In tali condizioni, il circuito equivalente sari quello di fig, 3.3(d) ¢ vo sara nulla. Quindi, Ja tensione in uscita presentera la forma (onda mostrata in fig. 3.3(e). Si noti che, mentee la v, si alterna in polarita e presenta valore medio nulio, la vy @ unidirezionale ed & caratterizzata da un valore medio finito e quindi da una componente continua diversa da zero. Visto che il citcuite raddrizea il segnale, esso viene detto rettificatore (raddrizzatore), Pud essere usato per generare una ten- sione continua (de) a partire da una tensione alternata (ac). I circuiti raddrizzatori saranno studiati in dettaglio nella Sezione 3.6. 120 1 DIODI Esercizi 3.1 Per il circuit di fig. 3.3(a) si disegni la curva dit, in funzione di 1, Ris. Vedere la fig. E3.1. Fig. £3.1 3.2 Per il circuito di fig, 3-3{a) si disegni la forma d’onda di v7, Ris. Vedere la fig. E3.2. %D 0 Fig. E3.2 3.3 Nel circuito di fig. 3.3(4). sia 10 V il valore massime di 2, ¢ sia R= 1 kQ. Si frovi il valore massimo della corrents net diodo i, ¢ fa componente in continua di te, Ris. 10 mA; 3.18 V. ESEMPIO 3.1 La fig. 3.4(a) mostra un circuito per caricare una bauteria da 12 V. Se vy 2 una sinusoide con valore di picco 24 V, si wovi la frazione di ogni periods durante la quale il diodo & in conduzione. Si tovi anche i} yalore massimo della corrente nel diodo e la massima tensione inversa che si presenta ai capi del diodo. CAPITOLO3 121 100 = * © ca) Fig. 3.4 Circuito e forme d’onda per l'Esempio 3.1, Soluzione [| diodo conduce quando 7, supera 12 V, come mostrato in fig. 3.4(). L'angolo di conduzione & 26, dove 6 & dato da 24cos 8 = 12 Ne segue che @= 60° ¢ che l'angolo di conduzione & di 120°, cio® un terzo di periodo. Il valoze massimo della corrente nel diodo & dato da 7g = =P ora 100 La massima tensione inversa aj capi del diodo si verifica quando la 2, raggivnge il suo pieco negative al suo minimo ed 8 uguale a 24 + 12 = 36 V Un‘altra applicazione: Le porte logiche reclizzate con diodi E’ possibile implementare funzioni Jogiche digitali utilizzando diodi ¢ resistori, Per vede- re it modo di funzionamento di questi circuiti si consideri un sistema a logica positiva, nel quale i +h ” % R Fig. 3.5 Porte logiche a diodo: * Y% (©) porta OR: (b) porta AND. (in uy un sistema a lagica postive) R ty Ly = ne fa) (b) 122 1 DIODI valor di tensione prossimi a 0 Voll corrispondono al valore logico 0 (LOW), mentre quelli prossi- mi a+ 5 Volt corrispondono al valore logic 1 (HIGHD. Il circuito in fig, 3.5(a) ba tre ingressi v,. by, Ue -E’ facile vedere che { diodi connessi ad un segnale di ingresso di +5 V conducono, aggan- ciando cos} Puscita vy ad ua valore di +5 V. Questa tensione di uscita positiva fara in modo che i diodi i cui ingressi sono LOW, cio’ a un vatore prossimo a 0 V, siano interdetti. Da cid si osserva come I'uscita sia HIGH se uno o piit ingress! sono HIGH. Per tale ragione, il circuito implementa Ia fenzione logica OR, che in notazione Booleana & espressa come YrA+hH+C In modo del tutto simile, il lettore si pud rendere conto di come, continuando ad usare Jo stesso sistemz a logica positiva, il circuito di fig. 3.5(b) implementi ta funzione logica AND, esprimibile in termini Boolesni come Yea BC ESEMPIO 3.2 Assumendo che i diodi siano ideali, si wovino i valor di / e di V nei circuiti di Fig. 3.6. +10 +104 10k Ska ° + ad + By Vv Dy ¥ D2 v B = B = Ska 10 kA .-10¥ -10V @ ) Fig. 3.6 Circuifi relativi oll’esempio 3.2 Soluzione In questi circuiti potrebbe non essere evidente a prima vista se nessuno, uno o entram- bi i diodi siano in conduzione, In casi del genere, si fa un’ipotesi plausibile, si procede con ’anali- si, quindi si controlla se si & giunti ad una soluzione cocrente. Per il circuito di fig. 3.6(a) si assu- mera che entrambi i diodi siano in conduzione, Segue che Vz = 0 e che = 0. La cortente che scorre in D, pud ora essere determinata attraverso la 10-0 10 imA CAPITOLO 3 123 Se ora si scrive ]’equazione ai nodi in B. 5 ied= sioitiene per Z il valore di /= | mA. Questo significa che D, sta conducendo, come originartamente assunto, ¢ quindi il risultato finale e/=1mAe V=0. Per il circuito in fig. 3,6(b), se si assume che entrambi i diodi stiano conducendo, allora Vq= 0 ¢ V=0, La corrente in D, é ottenibile dalla 10-6 5 Ip. = =2mA L’equazione ai nodi in B é data da che fornisce per / un valore pari a = -L mA. Dal momento che cid non é possibile, I'ipotesi iniziale non eva corretta. Si deve dunque ripartire, assumendo che D, sia interdetic « che D, sia in conduzione. Si oerra per ta corrente del diodo supposte in conduzione o ~(-10) Ip, &—— t= Da 6 35 mA La tensione al nodo B sar’ data da Vy = -10 +10 x 1,33 = 43.3 Quindi D, 2 interdetto come supposto, casi che il risultato finale & /= 0 ¢ V=s33 V. Fsercizi 3.4 Si wovino i valori della corrente J e della tensione V nei circuiti mostratt in fig. E34. Ris. (a) 2 mA, OV; (b) OMA, 5 V; (C) OMA, 5 V; (G) 2 MA, OV, (e) 3 MA, 43 Vs ()4mA,+1 Vv. 3.5 La fig. E3.5 mostra il circuito di un voltmetro ac. Esse utilizza un galvanometro a bobina mobile che fornisce una lettura di fondo scala quando Ia corente media che score in esso ha un vatore di I mA. Il galvanometro a bobina mobile ha una resistenza di 50 2. Si trovi il valo- re di che fa in modo che il galvanometro fornisca una letuura di fondo scala in corrispondenza di una tensions di ingresso v, sinusoidale con valore picco-picce di 20 V. {Suggerimento; il valore medio nel semiperiode di un onda sinasoidale & Vj/7) Ris, 3,133 ko. 3.2 CARATTERISTICHE DEI DIOD! A GIUNZIONE In questa sezione si studicranno le particolarita dei diodi reali, in particolare dei diodi a giunzione a semiconduttore costruiti in siticio. I processi fisici che danno origine alle proprieta dei diodi ed al nome di “diodi a gixnzione” saranno studiati nell'ultima parte di questo capitolo. La fig. 3.7 mostra la caratteristica i-v d: un diodo a giunzione in silicio. La stessa caratte- ristica a mostrata in Fe. 3.8. deno aver esnanso aleune scale ed averme commrecce delle alice. in 124 |} DIODI +5 +5 Vv 25kO d es v = (a) (b) +3 +2 ; HW é y Vv kh = (e) Fig, E3.4 + Rg Oy + Galvenometro abobina mobile + 2,5 kO Fig, E35 sot 25 ka -S¥ (d) CAPITTOLO3 = 125 Fig. 3.7 Caratterstica tv di un diado 0 v agiunzione in silicio. Polarizzazione Direwa Polarizzazione Breakdown, Tnversa Scala espansa Fig. 3.8 Relozione + dei diodo, rappresentate con alcune scale espanse ed alfre compresse. in modo da evidenziare i cettagi. 126 {DIODI modo da evidenziare i detagli. Si pud notare che i cambjumenti di scala hanno generato un’appa- rente discontinuilé nell’ origine. ‘Come indicato, la curva caratteristica & formata da tre diverse regioni: L. La regione di polarizzazione diretta, determinata da v > 0; 2. La regione di polarizzazione inversa, determinata dau <0; 3. La regione di breakdown, determinuta da o< -V, Queste tre regioni di funzionamento sono descritte nei prossimi paragrafi. La regione di polasizzazione direita Si entra nella xona di lavoro in polarizzazione diretts, o semplicemente in diresta, quando la ten- sione ai capi de! diodo @ positiva. Quando il dindo & polarizzato in diretta, la caratteristica i-p risulta ben approssimata dalla GD In questa cquazione /, & una costante che dipende dai parametri costruttivi del diodo ¢ dalla tempe- ratura. Questa costante ® solitamente chiamata corrente di saturazione inversa (per motivi che appariranno evidenti di qui a poco). Un altro nome che useremo in seguito per f, 8 quello di corren- te di scala. Questa denominazione deriva dal fatio che fa J, & direttamente proporzionale alfa sezio- ne (rasversale del diodo. Quindi raddoppiando Parea detla giunzione si ottiene un diodo con un valo- te doppio di {, ¢, cast come indicato dal! equazione del diodo, un valore doppio delta corrente # per una certa tensione diretta ¢. Per diodi “di segnale”, che sono diodi di piccole dimensioni, dedicati ad applicazioni a bassa potenza, i, 2 dell'ordine di grandezza dei 10-5 A. Hi valore della corrente di salurazione, comungue, dipende fortemente dalla temperatura. In termini pratici, per raddoppiare il valore di fy 2 sufficiente che si verifichi un incremento di temperatura pari a 5°C. | La tensione V; nell’equazione (3.1) & una costante detta tensione termica, data dalle kT Vp = 3.2) re" G2) dove = costante di Boltzmann = 1,38 x 10-3 joules/kelvin T= temperatura assoluta in Kelvin = 273 + temperatura in °C vaiore assobuto della carica dell’elettrone = 1,602 x 1019 coulomb. A temperatura ambiente (20° C) il valore di Vp @ di 25.2 mY. Per l'analisi approssimata dei cir cuiti si usera V; = 25 mV a temperatura ambiente. 2 La costante 7 nelt’equazione (3.1) assume un valore compreso fra | © 2, in base al materiale ed alla struttara fisica del diodo, I diodi fatti per essere usati aci processi di realizzazione dei circuiti integrati standard presentano n = 1 quando lavorano in condizioni normali.2 [ diodi disponibili come component discreti a due terminali in geaere presentano 1 = 2. | Un'ceceilente discussione deila dipendenza della caratteristica del diodo dalla temperatura @ riportata in Hodges ¢ Jackson (1988), pag. 146-148. Viene anche ricavato il coefficiente di tempe- ratura di Js. 2 Un valore leggermente pid elevate (circa 25°C) viene di solito assunto per circuiti eletronici rac chiusi all’interno ci un contenitore. A queste temperature, Vz = 25,8 mV, Cid non di meno, per semplicita e per permetere una rapida analisi dei circuiti, in questo testo useremo il valore di 25 mv, 3 In un circuito integrato, i diodi sono di solito ottenuti connettendo un transistor bipolare (BIT) come un dispositivo 2 due terminali, come verra mostrato nel Capitolo 6. CAPHOLO 3 127 Per elevali valori di 7 in direzione diretta, ¢ ciod per 7 >> 7,, Pequazione (3.1) pud essere appros- simata dalla funzione esponenziale fo tern G3) Questa relazione pud essere altcrnativamente espressa in forma logaritmiea come GBA) =nVzhn dove “In” denota il logaritmo naturale (in base e). L'andamento esponenziale della corrente ¢ con la tensione v si mantiene per diverse decadi di variazione della corrente (talora per an'escursione di 7 decadi, cio’ per un fattore di 107), Questa proprie:2 dei diodi a giunzione risulta essere davvero notevole ¢ si verifica anche nei transistor bipolari a giunzione: essa & stata ampizinente utilizzata in numerose applicazioni. Si consider la relazione iv in diretta riportata netl’equazione (3.3) ¢ si valuti ia corrente 4, corrispondente ad una tensione Analogamente, se la tensione ¢ Vp st avri nel diodo una corrente 4: Ly 2 12 Queste dae equazioni possono essere combinate per fornire: Jy fe K joy By iw) A che si pud riserivere come Wy -Vyenv, in oppure, facendo riferimento ai logaritmi in base 10, come 1, Vy -V,=23nVv, log (5) 4 Questa relazione mostra semplicemente come in corrispondenza di una vatiazione della corrente pari ad una decade (quindi ad un futtore 10) si hu nel diodo una variazione’ di tensioné pati a 2.3n¥;,, che & approssimativamente pari a 60 mV per r= 1 € 120 mY per # = 2. Cid suggerisce Yuso di una scala semilogaritmica che 2 il modo pili conveniente per disegnare la caratteristica +» di un diodo. Riportando sull'asse verticale la tensione, in scala lincare, e ka corrente sull’asse oriz- zontale, in scaia logaritmica, si ottent: una Tinea retta con pendenza 2.3 2V; per decade di corren- te. Infine, si potrebhe ricordare che non conoscenda il valore esatlo dim (che pud essere ottenuto atiraverso un semplive esperimento), i progetiisti di circuit trovano conveniente atikizzare per la pendenza della caratieristica semilogaritmica del diodo il valore upprossimato di 0.1 V/decade. Uno sguardo alla caratteristica -v nella regione direta (Fig. 3.8) rivela il fatto che la corrente trascurabile per valori di tenstone minori di circa 0.5 V. Tale valore viene in genere indicato come tensione di sogtia. Va cvidenziato, comunque, che questa apparente soglia nella caratteristica & semplicemente unu conseguenza dell'andamento esponenziale. Un"altea conse- guenza di tale andamento & i] rapido incremento della corrente 7. Per questo motivo, per un diodo 128 1 DIODI “in piena conduzione” Ja caduta di potenziale rimane in un campo ristretto, approssimpativamente tra 0,6 € 0,8 V. Cid da origine ad un semplice “modello” per i! diodo, in cui viene assunto che ai capi di un diodo in conduzione si verifichi una caduta di potenziale pari a 0,7 V, per qual valore della corrente. Diodi dimensionati per differenti valori di corrente (cio’ con area diversa, ¢ guindi con diverso valore della currente di saturazione} mostrano in realta la caduta di 0,7 V per diversi valor della corrente. Per esempio, si pud considerare che un diodo per piccoli segnali abbia una caduta di 0,7 V per {= } mA, menire un diodo per potenze maggiori presenti la caduta i 0,7 V per #= 1 A, Si ritornera alle nozioni fondamentali dell’ analisi di circuiti con diodi e dei modelli del diodo netla Sezione 3.3. ESEMPIO 3.3 Un diodo al silicio, in grado di lavorere con correnti di i mA, mostra una caduta di tensione in diretta dj 0,7 V per una corrente di 1 mA. Calcolare la corrente di saturazione deta giunzione, /5, ne] caso in cui» sia | oppure sia 2, Quale corrente di saturazione dovrebbe corri- spondere ad un diodo da 1 A dello stesso materiale che conduca una corrente di 1 A con una cadu- ta di 0,7 V? Soluzione Dalla fm Tye si ottiene 1, wie Os Per il diodo da 1 mA si haz Se mel: f= 6,9 10 A. ciod A= 1045 A. Se =2: Ie= 8,3 X 101A, cio ka lOO A. It diodo che conduce LA con 0.7 V di caduta 8 equivalente a 1000 diedi da 1 mA in paralleio con uo’area di giunione complessiva 1000 volte pid grande. Quindi anche 7,8 1000 volte pia grande, ed assume il valore di | pA e di £ WA, rispettivamente per = |e per m= 2 Da questo esempio risulta evidente che il valore usato per 7 pud essere molto importante Dal momento che sia J, che ¥,- dipendono dalla temperatura, la caratteristica diretla #-v varia con la temperatura nel modo mostrato in fig. 3.9. Mantenendo costante la corrente net diodo, in vorri- Th t% pba Fig. 3.9 Dinendenze dalla temperatura della Caratteristica diretta del diodo. A corente cosian- te, st verifica una diminuzione di tensione pari o cirea 2 mV per 1° C di incremento deta tempera- fura, CAPIHOLO 3 129 spondeoza di una variazione della temperatura si verifica una diminuzione della tensione pari a circa 2 mV per 1 °C di incremento della temperatura. Le variavioni della tensione nei diod in fan- zione della temperatura trovano un largo impiege nel progetto di termometri elettronici. Keerciai 3.6 Si consideri un diodo al silicio con # = 1,5; catcolase ta variazione di tensione se Ja corrente passa da 0,1 mA # [0 mA. Ris. 172,5 mV. 3.7 Una diode a givazione in silicio con 7 = | presenta v= 0,7 V per f= 1 mA. Trovare la cadu- ta di potensiale per 7= 0.) mA e per ¢= 10 mA. Ris. 0,64 V; 0,76 Vv. 3.8 Nel ipotesi che un diodo in silicio abbia ogni aumento di temperatura di 1 °C, wovare il Ris. 1,17 « 104A. 1044 Aa 25° Ce che Js cresca del 15% per valore di fy a 125°C. La regione di polarizzazione inversa Si entra nella regione di lavoro in polarizzazione inversa quando {a tensione ai capi del diodo diventa negativa. In base all'equazione (3.1) se » & nogativa ¢ di ampiezza maggiore di Vy (25 mY), il termine esponenziale diventa trascurabile rispetto ad I ¢ la corrente ne} diodo diventa ieelg cio’ ta corrente in direzione inversa @ una costante pari ad /,. Questa é la ragione de} nome di cor- rente inversa. I diodi reali mostrano delle correnti inverse che, sebbene signo piuttosto piccole, sono molto maggioti della J,. Per esempio, un diodo di segnule 0 un diodo di 1 mA la cui Js & compre- sa fra 10-14 @ 10-5 A potrebbe mostrare una corrente inversa dell’ordine del nA. Un certo incre- mento della correme inversa si verifica anche in corrispondenza ad un aumento del moduio della polarizzazione inversa appiicata. $i noti che a causa dei piccolissimi valori di corrente questi det- agit non sono evidenti nella caratteristica it’ del diodo riportata in fig. 3.8. Buona parte della corrente inversa ¢ Govuta ad effetti di perdila. Tali correnti di perdita sono proporzionali all’areu cella giunvione, cost come fo é la Jy. tnfine, va menzionaty che ta cor- rente inversa & una grandezza fortemente variabile con la temperatura, che in pratica raddoppia per ogni 10°C di aumento deBa temperatura, Esercizio 3.9 1) diado nel circuito di fig. 3.9 un dispositive di grandi dimensioni, per corren- te clevata, la cui corrente inversa di perdita 2 ragionevalmente indipendente dalla tensione applicata. Se S = 1 ¥ a 20° C, trovare il valore di Va 40°C ed a 0° C, Ris. 4.V;0,25 V. La regione di breakdown La terza regione di funzionamento det diode @ quella di breakdowa, che pud essere facitmente identificata nella caratteristica i-v del diodo di fig. 3.8. Si entra nella regione di breakdown quan- do a ampiezzu della tensione inversa supera un valore di soglia tipico del particolare diodo, che & Getto tenstone di breakdown. Questa é la tensione al “ginovehio” della curva di fig. 3.8, ¢ viene 130 | DIODI +9'V $ Fig. £39 IMS ¥ indicata con Vzy , dove ia Z nel pedice sta per Zener (come sara spiegato in seguito) ¢ la K per ginocchio (da “knee” in ingiese). Come si pud vedere dalla fig. 3.8, nella zona di breakdown la corrente inversa cresce rapidamente, mentre i! corrispondente aumento della caduta di tensione rimane piuttoste contenu- to. Ii breakdown non @ normalmente un evento distruttivo, purché la potenza dissipata nel diodo sia regoiata dal circuite estemo ad un tivello di “sicurezza”. Tale valore di sicurezza & in genere indicato neile specifiche (data sheets) del componente. Quindi & necessario limitare la corrente inversa nella zona di breakdown ad un valore consistente con la massima dissipazione di potenza ammissibile per it singolo componente. 41 fatto che la caraiteristica del diodo nella regione di breakdown sia quasi uma linea verti- cale permette che esso venga utilizzato nella regolazione di tensione. Questo argomento verra trat- tato nella Sezione 3.5. 3.3 ANALISI DEI CIRCUIT! REALIZZATI CON DIODI In questa sezione si studieranno i metodi per I"analisi dei circuiti comtenenti diodi, Si puntera Pat- tenzione sui circuiti nei quali i diodi lavorano in regime di polarizeuzione diretta. 1] funzionamen- to nell’alwra regione di interesse, la zona di breakdown, verr’ preso in considerazione nella Sezione 3.5 Si consideri il citeuito mostrato in fig. 3.10, formato da un generatore di tensione conti- bua Vij), da una resistenza Re da un diodo. Si yuole analizzarc tale circuito per determinare la corrente Jj, che scorte nel diodo e la tensione V;, ai suoi capi. h R o> w + Yoo T Mvp E’ evidente che it diodo & polarizzato direttamente. Assumendo che la Vp, sia maggiore © uguale a 0.5 V, la corrente nel dioda sara molto pid grande di J; ¢ sara possibile reppresentare la caratteristica iv attraverso la relazione esponenziale data da Ty = £@hOOVr G6) Fig. 3.10 Un semplice circuito a diodo. CAPTOLO3 131 L’altra equazione che rende conto del funzionamento del circuito & data da Ven —V. ty =e Bn Assumendo che siano noti i paremetri del diodo /, ed 72 , le equazioni (3.6) e (3.7) sono due equa- rioni nelle due incognite J, ¢ Vj). Due modi alternativi per attenere Ja soluzione sono Vanalisi grafica e P'analisi iterativa. Analisi grafica L'analisi grafica si ottiene riportando nel piano i-n” le curve descritte dalle relazioni (3.6) e G.7). La soluzione viene quindi ottenuta dalle coordinate dei punto di intersezione dei due grafici. Uno schema di costruzione grafica & mostrato in fig. 3.11; la curva rappresenta I’equazione esponen- ziale del diodo (3.6) ¢ la Yinea retta equazione (3.7). Tale linea retta @ conosciuta come retta di carico, nome che diverra pili significativo nei capitoli successivi. La retta di carico imerseca {a curva del diodo nel punto Q, che rappresenta ii punto di lavoro del circuito. Le sue coordinate forniscono i valoti di J, € Vp Caratteristica del diodo @ (punto di lavoro} Rotta di carico Pendenza = -1/k Yo Yoo e Fig. 3.11 Anaisi grafic det circuito tiportato in Fig, 3.10 L’analisi grafica consente la visualizzazione del funziona:nento del circuito. Comunque questo tipo di analisi richiede un impcgno considerevole, soprattutto per circuiti complessi, € quindi nella pratica vengono di solito preferiti altci approcci. Analisi iterative Le equazioni (3,6) € (3.7) possono esscre risolte attraverso una semplice procedura iterativa, come {lustrato nel seguente esempio. 132 |DIODI ESEMPIO 3.4 Determinare la corrente J, e la tensione V, relativi al diodo nel circuito di fig. 3.10 con Vpn = 5 V ed R= 1 kQ. Si supponga che il diodo abbia una corrente di 1 mA per una caduta di potenziale di 0,7 V e che la tensione ai suoi capi vari di 0,1 V per ogni decade di varia- zione della corrente. Soluzione Per iniziare l’iterazione si assuma V,= 0,7 Ve si usi l’equazione (3.7) per determina- re la corrente: Ip = Vpp — Vp R eas 0, = z z =43mA 1000 Quindi utilizziamo l’equazione del diodo per ottenere una migliore stima della V,. Questo pud essere fatto utilizzando l’equazione (3.5) I Vy -V, =2,3 nV; log + fy, Nel nostro caso risulta 2,3 7V, = 0,1 V, da cui L V, =V,+0,1 log f Sostituendo V, = 0,7 V, I, = | mA, ed /,= 4,3 mA, si ottiene V,= 0,763 V. Da questo si pud dire che il risultato della prima iterazione é dato da J, = 4,3 mA e da Vp = 0,763 V. La seconda itera- zione procede in modo simile: Ty = 4,273 mA 4,237 + _ 5 — 0,763 1 V, = 0,763 +0,1 | = 0,762 V Quindi la seconda iterazione porta ai valori J, = 4,237 mA e V,= 0,762 V. Dato che questi valori non sono molto differenti da quelli ottenuti dopo la prima iterazione, non risultano necessari ulte- riori passi, e la soluzione @ Jp= 4,237 mA e V,= 0,762 V. La necessitd di un’analisi veloce La procedura iterativa di analisi utilizzata nel precedente esempio é semplice e porta a risultati accurati dopo due o tre passi di iterazione. Ad ogni modo, ci sono situazioni nelle quali le risorse ed il tempo utilizzati sono talmente grandi da non poter giustificare l’uso di questo metodo. In par- ticolare, per il progetto preliminare di un circuito relativamente complesso, si rende necessaria una rapida analisi del circuito. Attraverso |’analisi veloce, il progettista @ in grado di valutare diverse possibilita prima di decidere quale sia il circuito opportuno. Per accelerare il processo di analisi ci si deve accontentare di risultati poco precisi. Comunque cid raramente costituisce un problema, visto che un’analisi pit accurata del circuito pu6 essere rinviata fino a quando non si raggiunga un CAPITOLO 3 133 progetto definitive o semidefinitive. Un’analisi accurata del progetto scmidefinitivo pud essere realizzata con T'ausilio dj un programma di analisi cireuitale sul computer, come per escmpio SPICE (vedere 'appendice C, ¢ per maggiori dettagli #! supplemento SPICE a questo testo), 1 risultati di un procedimento del genere possono poi venir usati per un ulteriore affinamento del progetto. Modelli semplificati del diodo ‘Anche se Uandamento esponenziale delia caratteristica Hv 2 un valide modelo della carattcristica del diodo nella regione diretta, la sua natura non lineare complica I’ analisi dei eircuiti contenentt codi. I “analisi pud essere notcvoimente semplilicata se si trova una relazione lineare che descriva il comportamento del dicdo al’ interno del cireuito. Un tentative in questa dirczione & mostrate in fig. 3.12, dove [a curva esponenziate & approssimata da due semirctte. la linea A a pendenza nulla ¢ la linea B a pondenza di I/r,). Si pud vedere che per questo particolare diodo, per valori della corrente compresi tra 0,i mA ¢ 10 mA, le tensioni previste da modelo linewre a tratti si discosta- no da quelle previste dal modello esponenziale per meno di 50 mV. Ovviamente Ia scelta di queste due linee rette non 2 univoca; si pud ottenere un’approssimazione migliore restringendo it campo di vuriazione delJa corrente a cui viene riferito il modello. pk imA) 12h : f ' Carsitetistica Reta B 5 esponenziale Pendenza = Ur fig. 3.12 Approssimazone della caratterist+ ca ditetia del diodo con due semiette. Le 0 O02 04 0.0% O8 10 oy (Vy Vow H modelo lineare a tratti di fig. 3.12 pud esscre descritto da fp =, by £¥ no in= (40 -Voo)/te ee & Yoo (3.8) dove Vpg & Pintersezione della seta B con Passe delle tensioni ed rj, 2 Pinverso della pendenza della rea B. Per il particolare esempio mostrato, Vig = 0,65 V ed ry #20 2. Il modello lineare a tralti descritto dalle equazioni (3.8) pud essere rappresentato dal cir- cuito equivalente mostrato in fig. 3.13. Si noti che il diodo ideale & incluso in questo modello per importe che la conrente fluisca nella sola direvione diretta, Tale modello & anche conosciuto come il modelle a “batteria pid resistore”. 134 1 DIODI ba, bp oo + & leeale “sev, Fig: 3.13 Modelio fineare a tratti della %o caratterstica direlta dei diode e rela- tivo circuito equivalente. - tb oI 0 V0 vp ESEMPIO 3.5 Risolvere lo stesso problema dell" esempio 3.4 utilizzando il modello lineare a tratti i cui parametri sono dati in fig. 3.12 (Vp = 0,65 V, rp = 20 Q). Si noti che Je caratteristiche ripor- tate in questa figura sono quelle del diodo mosirato nell’ csempio 3.4 (1 mA a0,7 Ve 0,1 Videca- de). Soluzione Sostituendo i! diodo det circuito di fig. 3.10 con i] modelo relative al circvito equiva~ lente di fig. 3.13 si otticas il circuite di fig, 3.14, dal quale si pud scrivere per la corrente fp: Yop ~¥no [p= 0° R* ry Fig. 3.14 Stesso circuito di figura 3.10, in cul I dlodo & state sostituto con i sua modello fineare a traflt di Fig. 3.13, dove i parametri del modello Vpged ry, come si desume da fig. 3.12 sono Vg = 0,65 V ed rp = 20 2. Quindi 320.65 _ 456 ma 1+0,02 La tensione ai capi del diodo Vp pud ora essere calcolata: fy Vp = Vg + Fat = 0,65 + 4,26 x 0,02 = 0,735 V CAPTOLO3 135 i modell a tensione costante Un modello ancor pil semplice per le caratteristiche del diodo in regione diretta pud essere atte- nuto mediante una jinea retta verticale che approssimi ta parte pitt rapidamente crescente detla curva esponenziale, come mostrate in fig. 3.15. Il modello risultante afferma sempticemente che un diode in conduzione diretta mostra una caduta di potenziule costante V;,, Il valore di ¥,, 2 nor- matmente assunto come 0,7 V. Si noti che per il particolare diodo le cui caratteristiche sono ilk- strate in fig. 3.15, questo modello approsstma la tensione nel diodo con un errore minore di + 0.1 V, per valoti di corrente compresi tra 0,1 mA ¢ (0 mA. I! modello a tensione costante pud essere rappresentato dal circuito equivalente mostrato in fig. 3.16. fo (mAy 12 u 10 RettaB 3 |_| Werticaley 8 Fig. 3.15 Modelio a tensione costonte 7 delle caratteristicne dirette del diodo. 6 una retta verticale (8) approssima la 5 parte pidi rapidemente crescente deta 4 T curva esponenziale. 3 1 | | Reta A 21 (orizrontale) 1 ¥ . 0 OF OF O6KOR 18 cv Yo Fig. 3,16 Modello a tensione costante della coratteristica de! diodo in diretta e telativo circul- to equivelente, lisi ¢ progetto. Cid & particolarmente vero se in queste fasi non si hanno detiagliate informazioni circa le caratteristiche del diodo, caso che si verifica spesso 136 | DIODI Infinc, si noti che se si utilizza il modello a tensione costante per risolvere il problema dell’ esempio 3.4, allora si ottiene: =43mA che non é troppo differente dal risultato ottenuto utilizzando i modelli pid elaborati. ll modello a diodo ideale Nelle applicazioni che coinvolgono tensioni molto pit grandi della caduta di potenziale del diodo (0,6-0,8 V), si pud ignorare del tutto tale caduta di tensione mentre si calcola la corrente che scor- re nel diodo. Come risultato si ottiene il diodo ideale, che & stato studiato nella Sezione Nota conclusiva La questione di quale modello usare in una particolare applicazione & tra quelle che il progettista di circuiti incontra di continuo, non solo per i diodi ma per ogni elemento circuitale. L’abilit2 per- sonale di saper scegliere il modello pill appropriato per il dispositive cresce con la pratica e con Vesperienza. Esercizi 3.10 Per i] circuito di fig. 3.10 trovare [,& Vp nel caso in cui sia Vpp =5 Ved R 10 kQ. Si assuma che il diodo abbia una tensione di 0,7 V per una corrente di | mA e che la variazione di tensione sia di 0,1 V/decade di corrente. Si usino rispettivamente (a) Iiterazione, (b) il modelo lineare a tratti con Vz) = 0,65 V ed rp = 20Q, (€) il modelo a tensione costante con Vp= 0,7 V. Ris. (a) 0,434 mA, 0,663 V; (b) 0,434 mA, 0,659 V; (€) 0,43 mA, 0,7 V. 3.11 Si consideri un diodo che sia 100 volte pid largo (come area di giunzione) di quello la cui caratteristica 2 riportata in fig. 3.12. Se si approssima la caratteristica in maniera simile a quella i fig. 3.12 (ma allintemno di una banda di corrente 100 volte pid larga) come dovrebbero cam- biare i parametri del modelo V,, ed 7, 7 Ris. V;) non cambia; 7; decresce di un fattore 100 fino a 0,2 2. 3.12 Disegnare il circuito in fig. E3.12 in modo che fornisca una tensione di uscita di 2,4 V. Si assuma che i diodi disponibili presentino una caduta di 0,7 V ad 1 mA e che sia AV=0,1 V/decade di corrente. Ris. R= 7602. 3.13 Si ripeta I'esercizio 3.4 per ottenere una stima di /¢ di V migliore di quella trovata alla fine dell’esercizio 3.4, ma assumendo stavolta che non si conosca nient’altro che il fatto che i diodi considerati siano di segnale, concepiti per lavorare nella banda del mA. Ris. (@) 1,72 mA, 0,7 V; (b) 0 mA, 5 V; (©) OMA, 5 V3 (d) 1,72 MA, 0,7 V; (e) 2,3 mA, +2.3-V; 3,3 mA, + 1,7 V. 3.4 MODELLO PER PICCOLI SEGNALI E RELATIVE APPLICAZIONI Ci sono applicazioni nelle quali un diodo viene polarizzato in un punto della regione diretta della caratteristica #- mentre un segnale alternato viene sovrapposto alle quantita in continua. Per una tale configurazione, la migliore rappresentazione del diodo 2 ottenuta mediante una resistenza CAPTOLO 3 137 FOV & +—° Fg.E3.12 ' Yo i uguale all'inverso della pendenza delia tangente alla caratteristica i-v nel punto di lavoro. Ht con- cetto di polarizzarc un dispositive non lincare e di timitare Tescursione del segnale in uscita ad un piccolo segmento quasi-lineare della sua caratteristica intorno al punto di lavoro era stato introdot- to nella Sezione 1.4 per le reti a due porte. In seguito si svilupperd un modello per piccoto segnale di questo lipo felativamente ad un diodo a giunzione e si illustreranno le sue applicazioni. Si considesi il circuito esplicativo di fig. 3.17(#) c la corrispondente rappresentazione gratica di Fig. 3.17(b). Una tensione continua V;,, rappresentata da una batteria, viene applicata al diodo; inoltre un segnale variabite nel tempo v,, (2), che nell’esempio riportato in figura st assume avere una forma d’onda triangolare, viene sovrapposto alla tensionc continua Vj, In assenza del segnale 1, (t) la tensione ai capi de) diodo & uguale a Vp, e corrispendentemente il diode con- dure una corrente continua J, data da Tp = Tye BEY G9) Quando viene applicato i segnale cj (¢) la tensione istantanea complessiva ai capi det diodo, »,{U risulter’: uy{t}= ¥p bo4lt) 3.10) Corrispondentemente, la comrente istantanea complessiva nel diedo sara . eptyenyy ili: 1h DUS GA) Sostituendo i valore dir, (t) dato dall’ equazione 3.10 si ottiene [vpaeglti}ny ee alt} che pud essere riscritta come ay a(t) 1h aly Usando Pequarione 3.9 si ottiene ap(t) = tres 3.12) Orase Vampierza 4 del segnale x, (0 viene mantenuta sufficientemente piccola da rendere veri- ficata la <<] {3.13} 138 I DIODE Tangent in Q f- Pendenze = ling Punto di polarizzazione Q 10 ip), og + 06 wl roll) 04 + Vo 7 02 - 0 —L___» @) 080 wt¥) (b) Fig. 3.17 Modelo per piccoli segnaii del diedo, | valor numeric! indicatl si rferiscono ad un dodo con n=2, allora si pud espandere in serie I'esponenziale dell'equazione 3.12 © troncere lo sviluppo dope i primi duc termini per ottenere !espressione approssimata il) of + =a Guy nV; Questa 2 !approssimaziane per piccoli segnali. Essa 2 valida per segnali 1a cui ampiezza 2 minore di 10 mY (vedere I’ equazione 3.13 ¢ ricordare che V; = 25 mV). Dall"equazione 3.14 si ha inl')= fp + onal G.15) CAPITOLO3 139 Quindi, sovrapposta alla corrente continua fp, si ha una componente di segnale della corrente direttamente proporzionale alla tensione di segnale 14. Cioe (3.16) (3.17) Il rapporto tra la corrente di segnale jz ¢ la tension vj, ha le dimensioni fisiche di una condut- tanza, si misura in mho (Q-4), e viene detta conduttanza per piccoli segnali. L’inverso di questo parametro é la resistenza per piccoli segnali, oppure resistenza incrementale, 7, = tr To (3.18) va Si noti che it valote di ry @ inversamente proporzionate alla corrente di potarizzazione Ip. ‘Torniamo alla rappresentazione grafica della fig. 3.17(b). E’ facile vedere che usare !'ap- prossimazione di piccolo segnale @ equivalente ad assumere che Vampiezza de! segnale sia suffi- cientemente piccola da poter limitare l’escursione lungo la curva i-v_ ad uin piccolo segmento quasi-lineare. La pendenza di questo segmento, che & uguale alla pendenza della caratteristica #2 nel punto di lavoro (, & pari alla condutianza det diodo per piccoli segnali, Si invita il Jettore a dimostrare che la pendenza della curva i-v per t= Jp 2 uguale a Ip /nVp, cio’ lirg , ovvero che risulta a, "9 =f 2 (3.19) Op Jiomto Ora, se indichiame con Vj, il punto nel quale la tangente interseca !'asse vp, si pud descrivere la tangente con la relazione == (0 ~¥o0) 3.20) . Questa equazione rappresenta un modetto per il funzionamento del diodo per piccole variazioni intorno al punto di riposo (0 di polarizzazione) Q. Ti modello pud essere rappresentato attraverso il circuito equivalente mostrato in fig. 3.18, dal quale si pud ricavare &p = V0 + tnka =¥ py + (lo tia)ra = (Poy + fora) tara SV tigry Quindi, come ci si aspettava, la tensione incrementale (o di segnale} ai capi del diodo @ data da ty = Ta ig . Pex illustrare Vapplicazione dei modelio del diodo per piccoli segnali, si consideri il circuito mostrato in fig. 3.19(a). In tale circuito 2 presente una tensione di segnale u, collegata in serie ad un generatore di tensione continua Viz, . Quando », = 0, la corrente (continua) viene indi- cata con fy ¢ la fensione continua ai capi del diodo con V;,. Si vuole determinare la corrente di segnale i, e la tensione di segnale vy ai capi dei diodo. Per fare queste si sostituisca il diodo con 140 | DIODI ee Fig. 3.18 Circuito equivalente de! diodo per + Ideale —piccole vatiazioni intorno ad un punto di a Von polorizzazione @. La resistenza incrementale fy @ l'inverso della pendenza della tangen- - re te not punto @ e V,y é lintersezione della tongente con l’asse ¥p (V. Fig. 3.17). Ww 49 by + hy pte + ¥e0 cup = Vi by Yon 4 {b) R hn Beale + aL v Yop oy ta e) Fig. 3.19 L’analisi del citcuito in (a), che contiene sia grandezze in continua che di segnale. pud esse- fe esegutta sostituencio || diode con || modello di fig. 3.18, come mostrato in (b). In questo mode & possibile separare ‘analisi in continua (circutto in (¢)} dal’ analisi per piccali segnall (circuito in (d)). il madello di fig. 3.18, in modo da ottenere {I circuito equivalente mosirato in fig. 3.19(b). Lequarione di maglia per tale circuito porta alla relazione Von +h. = IpR+ Ving tipty = (Int ia\R+¥ ng +UFo tala = 1p R+ (Vpn + lora)+ tal R+ re) = [p+ Vy + ta{R+ 74) | CAPIOLO3 147 Separando le grandezze in continua ¢ quelle di segnale aci due membri dell’equazione si giunge alla relazione per Ja componente in continua Yop =IpB+Vo che ® rappresentata dal circuito di fig. 3.1%}; per la componente di segnale si giunge alla =u{R+ra)} che & rappresetata dai circuito di fig. 3.19(d). Si conclude che l'approssimazione per piccoli segnali permette di separare I analisi della componente in continua dall’analisi della componente di sognale. L’analisi per piccoli segaali viene realizzata attraverso Veliminazione di tutti i genera- tori in continua ¢ ia sostitusione del diodo con la sua resistenza per piccoli segnali r,. Dal circuito equivedente del diodo per pivcali segnali, Ja tensione di segnale nel diodo pud essere semplice mente trovata usando la regola del partitore di tensione: Separare I'analisi in continua dall'analis| di segoale & un metodo particolarmente vantag- giose che verra spesso utilizzato in tutto il testo. ESEMPIO 3.6 Si consider! iI circuito mostrato in fig, 3.20 nel caso in cut sia R= 10 KQ. L’alimentazione ¥* fornisce una tensione continua di 10 V sulla quale @ sovrapposta una sinusoi- de a 60 Hz con ampiezza di picco di 1 V. (Tale componente “di segnale” detla tensione di alimen- tazione & un’imperfevione nel progetto dell’ alimentatore ed @ conoscinta come rippie (ondeggia- mento) dell’alimentazione. Su questo argomento si dira di pitt in seguito.) Calcolare sia 1a tensio- ne in continua del diodo, che i} segnale sinusoidale che si presenta ai suoi capi. Si assuma che it diodo abbia una caduta di potenaiale di 0,7 V in corrispondenza di una corrente di | mA e che sia n=2. ve R Fig. 3.20 Circuito per ‘esempio 3.6 4 Pp Soluzione Considerando soio le grandeaze in continua, si assume che V,~ 0,7 V e si calcole la corrente in continua del diodo come 10 10 Dal momento che questo valore & molto prossimo ad | mA, la tensione de! diode sara molte pros- sima al valore di 0,7 V assunto in partenza. In questo punto di lavoro, la cesistenza incrementale de! diodo 7 [p= 0,93 mA RV, _ 2x25 Ty 093 142 ‘| DIODI Il valore picco-picco della tensione di segnale ai capi del diodo pud essere trovato facendo uso della regola del partitore di tensione nel modo seguente: Yd. +14 50,0538 10 + 0,0538 Quindi I'ampiezza del segnale sinusoidale ai capi del diodo 2 di 5,35 mV. Dal momento che que- sto valore piuttosto piccolo, risulta giustificato l’aver utilizzato il modello del diodo per piccoli segnali v4(picco ~ picco) = 2: =10,7 mV Uso delia caduta ai capi di un diodo polarizzato in diretta per la regolazione di tensione Un regolatore di tensione @ un circuito con la funzione di fornire una tensione continua costante tra i suoi terminali di uscita. Si richiede che 1a tensione di uscita risenta il meno possibile i (a) cambiamenti nella corrente di carico assorbita ai morsetti di uscita del regolatore ¢ (b) cam- biamenti nella tensione continua che alimenta il circuito regolatore stesso. Dal momento che la caduta di potenziale ai capi di un diodo in diretta si mantiene pressoché costante ed approssimati- vamente pari a 0,7 V, mentre che la corrente che lo attraversa subisce variazioni relativamente grandi, un diodo polarizzato in diretta pud costituire un semplice circuito regolatore. Per esempio, si visto nell’esempio 3.6 che mentre la tensione continua di alimentazione di 10 V era caratteriz~ zata da un ripple di 2 V picco-picco (variazione di + 10%) il corrispondente ripple della tensione del diodo era solo + 5,4 mV (variazione di + 0,8%). Tensioni regolate pit grandi di 0,7 V possono essere ottenute connettendo un certo numero di diodi in serie. Per esempio, I'uso di tre diodi pola- rizzati in diretta fornisce una tensione di circa 2 V. Un circuito di questo tipo viene analizzato nel- T’esempio seguente. ESEMPIO 3.7 Si consideri il circuito di fig. 3.21. La stringa formata da tre diodi connessi in serie viene usata per fornire una tensione costante di circa 2,1 V. Si vuole calcolare la variazione per- centuale di tale tensione regolata causata (a) da una variazione di + 10% nella tensione di alimen- tazione ¢ (b) dalla connessione di un carico resistivo da 1 kQ. Si assuma che sia 1 = 2. 10+tV R=1k0 + Fig. 3.21 Circuito per I'esempio 3.7 CAPIOLO3 143 Soluzione Senza alcun carico, il valore nominale della corrente nella stringa di diodi & dato dalla relazione T= peek =7,9 mA Da cid deriva che ogni diodo avra una resistenza incrementale pati a nv, ry = a"l Usando il valore 1 = 2 si ottiene 2*25 na . =63.9 1 tre diodi in serie presenteranno una resistenza incrementale totale pari a r= 31 = 18,90 Tale resistenza, insieme alla resistenza X , forma un partitore di tensione, i cui rapporto pud esse re usato per calcolare la variazione della tensione di uscita dovuta ad una variazione della tensione di ingresso di + 10% (cio8 + t V) . Quindi la variazione picco-picco nella tensione di uscita sara. data da Av, = 2 = 220189 __ 37,1 mv r+R 0,0189 +7 cic’, in corrispondenra ad una variazione di + | V (+ 10%) della tensione di ingresso, si verifi- chera una variarione delta tensione di uscita di + 18,5 mV o di # 0,9%. Siccome questo implica tana variazione di circa + 6,2 mV per dicdo, risulta giustificato l'aver atilizzato il modello del diodo per piccoli segnali Quando un carico resistive da 1 kA viene connesso ai capi della stringa di diodi., in esso scorte una corrente di circa 2,1 mA. Da cid consegue che la corrente nei diodi decresce di 2,1 mA, dando logo ad un calo delia tensione nella stringa di diodi pari a Av, =-2,1 x7 = -2,1 18,9 =-39,7 mV Dato che conseguentemente Ia tensione ai capi di ogni diodo deeresce di circa 13,2 mV, uso del modelio del diodo per piccoli segnali non risulta completamente giustificato. Tuttavia un calcolo approfondito della variazione di tensione, compiuto utilizzando it modelo esponenciale, porta al risuitato di Av, = -35,5 mV, che non & froppe diverso dat valore approssimato ottenuto con il modeilo incrementale. Esercizi 3.14 Trovare it valore della resistenza del diodo per piccoti segnali 7, in corrispon- denza di una corrente di polarizzazione di 0,1, le 10 mA. Si assuma che 7 Ris. 250 O; 25.0: 2,5 2. 3.15 Per un diodo che fa scorrere 1 mA in corrispondenza di una tensione diretta di 0,7 Ve per i! quale sia 2 = 1, si trovi equazione della rotta tangente in J,, = I mA. Ris. f)= (125 Q\wp - 0,675). 144 | DIOD! 3.16 Si consideri un diodo con 1 = 2 polarizzato ad una corrente di 1 mA. Trovare Ja variazione della corrente conseguente ad una varixzione della tensione di (a) -20 mV; (b) -10 mV; {e) -5 mV; (4) +5 mV: (e) +10 mV; (8) +20 mV. Per ciascun caso, svolgete il calcoto (i) usando il modello per piccoli segnali e (i) usando il modelo esponenziale. Ris. (a) -0,40 mA, -0.33 mA; (b) -0,20 mA, -0,18 MA; (c) -~0,10 mA, -0,L0 mA; (4) +0,10 mA, 40,11 mA: (e) +0,20 mA, +0,22 mA; @) 40,40 MA, 40,49 mA, 3.17 Progettare il circuito di fig. E3.17 in modo tale che sia Y= 3 V quando Z,=0,¢ che Va vari di 40 mV per 1 mA nella corrente di carico. Trovare il valore di & ed il rapport fra area di giunzione dei dioui (supposti identict) e quella relativa ad un diodo con una caduta di tensio- ne di 0.7 V in corrispondenza di una cotrente di 1 mA. Si assuma che = E Ris. 2= 4.8 kO2; 0,34. +18 Fig, £3.17 3.5 FUNZIONAMENTO NELLA REGIONE DI BREAKDOWN - DiODI ZENER Lacurva iv molto ripida che caratterizza il diodo neila regione di breakdown (fig. 3.8) ¢ la cadu- ta di potenziale pressoché costante associata a questo andamento suggerisce il fato che i diodi funzionanti nella regione di breakdown possano essere usati nel progetto dei regolatari di tensio~ ne. Questa in effetti costiwisce una applicazione molio importante del diodo. Diodi speciali ven- gono fabbricati specificamente per lavorare nella regione di breakdown. Diodi di questo tipo sone chiamati diodi a breakdown o, pid comunemente, diodi zener, dal nome di uno dei primi studio- si che se ne occuparono. La fig. 3.22 mostra il simboto circuitale del diodo zener, Nelle normali applicazioni dei diodi zener, la corrente scorre entrando nel catodo, ed il catodo @ positive rispetto all’anodo; quin- di L, € V; risuttano avere valori positivi. eh + ve Fig. 3.22 Simbolo crcuiidle del diodo zener CAPITOLO3 145 Funzionamento del diodo zener e relative modetlo La fig. 3.23 mostra alcuni particolari della caratteristica }7 di un diodo nella regione di break- down, Si osservi che per correnti maggiori della corrente di ginocchio (74, indicata nelie specifi- che dei diodi zener), la curva 1-v & quasi una tinea retta. TL costruttore in genere fornisce 1a tensio- rhe Vy ai capi del diodo zener per una certa corrente di test, fyr. Nelle fig. 3 23 questi pacametri 4 (corrente di prova) Fig. 3.23 Carattorstica i-v del diodo, con la regione di breakdown mostrata in det- tagiio av= Ar, song stati indicuti come Je coordinate del punto contrassegnato con Q. Quindi un diodo zener ca 68 V presenter una caduta di 6.8 V per wna determinata corrente di prova, pet esempio di 10 MA. Se In corrente che scorre nello zener assume valori diversi da Zp, anche {a tensione ai suoi capi varieri, anche se di poco. La fig, 3.23 mostra che in risposta ad una variazione AY della cor onto, la fensione dello zener cambiu di un valore AV’, che dipende da Af attraverso ta AV = 1,41 dove rp & Vinverso della pendenza della curva f-v nef punto Q. La resistenza ry & Ja resistenza incrementale dello zener nel punto di lavoro GQ. Essa anche conosciuta come resistenza dina- mica dello zener, ed il suo valore viene indicato nelle specifiche det componente. Tipicamente, 7, assume valori compres: tra alcuni ohm ad alcunc decine di ohm. Ovviamenie, pid ¢ basso i! valore dir, pid costante rimane 1a tensione ai capi dello zener al variare della corrente che scorre in esso € quindj pid vicine ail’ idealita sono le prestazioni del diodo. Riguardo a cid, si osserva dalla fig. 3.23 che, mentre 7, rimane piccola ¢ pressoché costante in un vasto intervallo di correnti, il suo valore exesce considerevolmente in prossimiti del ginocchio. Per tale motivo, come regola generale di progetto, si dovrebbe evitare di far fanaionare uno zener in tale regione di bassa cor- rente. 146 1 DIODI I diodi zener vengono Eabbricati con tensioni V, che vanno da alcuni volt ad alcune cen- tinaia di volt. In aggiunta ai vatori di Vz Gin corrispondenza di una certa Apr), dir, € di Ipg, il costruttore fornisce anche fa massima potenza che il dispositivo pud dissipare in condizioni di sicurezza. Dunque um dioda zener da 0,5 W e 6,8 V pud lavorare in condizioni di sicurezza con una corrente massima di cirea 70 mA. La curva /-t quasi lineare del diodo zener suggerisce il fatto che il dispositivo possa esse- re modellizzato nel modo indicato in fig. 3.24, dove Vz individua il punto ne] quale la retta di pendenza 1/r, interseca Passe delle tensioni (V. fig. 3.23). Nonostante: si passa osservare che Vig risulta leggermente diverso dalla tensiune di ginocchio Vzg, in pratica questi due valori sono quasi uguali. I circuito equivalente di fig. 3.24 pud essere descritio analiticamente da Vz Vo + tele (3.21) ed é valido per J, > Izq ed, ovviamente, per Vz> Vy. L’uso del modclta del diodo zener per I'a- nalisi viene illustrato dal seguente esempio. dy Veo Fig. 3.24 Modellc del dodo zener ts ESEMPIO 3.8 Il diodo zener da 6,8 V nel circuito di fig. 3.25(a) viene fornito con Ie specifiche di Vz = 68 V per 1, =5 mA, r,= 20 0, ed Jp, = 0,2 mA. La tensione di alimentazione V+ ha un yalore nominale di 10 V ma pud variare di +1 V. v's TV) R= 0S ka Fig. 3.25 (a) Citcuito per I'esem- pio 3.8, (b) Stesso circuito in cul lodo zener é stato sostituito dal sud Circuito equivalente. CAPTOLO3 147 (a) Trovare ¥; in assenza di carico econ V+ al suo valove nominale. (b) Trovare la variazione di Vj, assoviata ad una variazione di { V nella V+. (c) Trovare la variazione di Vj, associata alla connessione di un carico resistive R= 2 kQ. (@) Trovare il valore di V quando R,= 0,5 kQ. (e) Qual 2 il valore minimo di &, per il quale il diodo rimane nella zona di breakdown? Soluzione Inizialmente si deve determinare il valore del parametro Vz) del modetlo del diodo zener, Sostituendo V,= 6,8 V, [, = 5 mA, r= 20 Q nell’cquazione (3.21) si giunge alla Viy= 6,7 V. La fig. 3.25(b) mostra il circuito con il diodo zener sostituito dal suo modello. (a) Quando nessun carico connesso, la corrente che scorre nella zener @ data da v= ¥z0 Rt+r _ 10-67 0,5 +0,02 I;p=T= = 6,35 mA Quindi, Vo = Van tlie = 6,7 +6,35 0,02 = 6,83 V (b) Per una variazione di +: 1 V nella V*, la variazione nella tensione di uscita pud essere trovata da (©) Quando viene connesso un carico resistivo di 2 kQ, la corrente di carico sara approssimativa- mente 6,8/2 = 3,4 mA, Dunque la variazione nella corrente dello zener sata Alz = ~3,4 mA, e la corrispondente variazione nelia tensione dello zener (lensione di uscita) sara data da AVg = Alg =20x-3,4= 68 mV Una pid uccurata valutazione della AV, pud essere ottenuta dall’analisi dei cireuito di fig. 3.25(b). IJ risultato di tale analisi AVy = -70 mV. (d) Una 2, da 0,5 kQ assorbirebbe una corrente di carico di 6,8/0,5 = 13,6 mA. Cid non & possibi- le dal momento che la corrente J fornita attraverso Ia K @ solo di 6,4 mA (per += 10 V). Per questo motivo, lo zener deve essere interdetto. In questo caso, V viene determinate dal partitore di tensione formato da R, e da R, 148 1 DIOD! 6,5+0,5 Siccome questa tensione & pitt piccola deila tensione di breakdown dello zener, effettivamente il diodo aon sta pitt lavorando nella regione di breakdown. (©) Pereh¢ lo zener sia ai timiti della zona di breakdown, dovra essere 1, = Le = 0,2 mAe V,= Vx = 6,7 V. In tale situavione ta pil piccola cortemte di alimentazione (caso peggiore) che score in & 8 di 9 - 6,7)/10,5 = 4.6 mA, ¢ quindi la comente di carico & di 4,6 - 0,2 = 4,4 mA. Il corrispon- dente valore di R, 2 Progetto del regolatore parallelo con diodi zener La funzicne cel regolatore di tensione & stata descritta nelia precedente sezione. Un circuit Tego Jatore di tensionc basato su un diodo zener 2 mostrato in fig. 3.26. Questo circuite & conosciuto come regolatore parallel dal momento che lo zener & collegato in parallelo (shunt) con il carico. Il regolatore @ alimentate da una tensione V; che, come indicato in figura, non & particolarmente costante; essa include una notevole componente di ripple. Tale tenstone non regolata in ingress pud essere ottenuta dall'uscita di un circuito raddrizzatore, come quello che si vedra nelle pros: me sezioni. Hi carico pud essere un semplice resistore oppure un complesso circuito elettronico, Carico Regolatore a zencr Fig. 3.26 Regolatore paraliela a zener. Si osservi che mentre fa fensione non regolata V; presenta una grande componente di ripple, ia tensione regolata Vy é coratterizzata da un tipple veramente modesto, 11 compito det regotatore @ queilo di fornire una tensione di uscita V,, che risenta nel minor mode possibile dagli ondeggiamenti della V, ¢ delle variazioni della correme di catico i, . Possono essere usati due parametzi per misurare la bontd de) regolatore: Ja regolazione di linea ¢ CAPIFOLO3 149 fa regolazione di carico. La regolazione di linea & definita come Ja variazione nella Vy corti- spondente ad una variazione di | V nella V¢, A¥o AV, Regolazione di linea (3.22) ed 2 in genere misurata in mV/V. La tegolazione di carieo @ definita come {a variazione nella Vy corrispondente ad ana variazione di 1 mA nella J, AY, Ar, Le espressioni relative a questi parametri possono essere dedotte per il regolatore paralle- Io di fig. 3.26 sostituendo lo zener con {] sue circuito equivalente, da cui si ottiene il circuito di fig. 3.27. L’ analisi ditetta di questo witimo circuito porta alla Regolazione di carico = (3.23) R tr, Vo=V, 4 {rR (3.24) Nell'equazione, solo il prima termine a secondo membro é desiderato. I] secondo ed il terzo termi ne rappresentano rispettivamente {a dipendonz dalta tensione di alimentazione e dalla cotrente di carico, e dunque devono essere winimizzati, Infatt} dall' equazione (3.24) e dalle definizioni delle equazioni (3.22) e (3.23) si ottiene Regolazione di linea = (3.25) Ree, Regolazione di carico = (r,//R) (3.26) Si noti che entrarnbi questi risultati si sarebhero potuti dedurre dallo studio del circuito. Un’importante considerazione nel progetto del circuito del cegolatore parallel consiste nell’ assicurarsi che la corrente che scorre nello zener non diventi mai troppo piccola, altrimenti 7, aumenta ¢ le prestazioni diminuiscono, Si pud raggiungere questo scopo, con ana conta scclta del valore di & Si noti che il minimo della corrente nello zener si verifica in concomitanza con il minimo di V, @ con il massimo della corrente di carico Z,, L’analisi del circuito di ig. 3.27 con Vy ed fy = Mus porta a Vv, —Vyy Ped, pin —V z0 Ted Zinio (3.27) R Exmaies + Fema L i, —> Rk — vin a + Fig. 3.27 Circuito de! regolatore poratlelo in Yo cul it diodo zener é stato sostituito con il sua modelo circuitale 180 FDIODI ESEMPIO 3.9 Si richiede di progettare un regolatore parallclo a zener, che forniscu una tenstone di uscita di circa 7,5 V. La tensivne di alimentazione non regolata vatia tra 15 e 25 V e la corrente i carico varia tra 0 € 15 mA. Il diodo zener utilizzato presenta Vz = 7,5 V in corrispondenza di una corente di 20 mA, ed inoltre & 7, =10 Q. Trovare jl valore di R richiesto e determinare le regolazioni di linea e di carico. Determinare inoltre la variazione percentuale nella ¥, corrispon- dente all’intera escursione di ¥; ¢ di I, Soluzione Per prima cosa si determina i} valore del parametro Viz nel modelle del diodo zener sostiendo V,= 7,5 V. f= 20 mA. ed 7, = 10 © nell equazione (3.21). Hl risultato @ Vz,= 7.3 V Quindi si usa l'equazione (3.27) per determinate il valore di 2 sostituendo Vipiq = 13 Ved Jamas = 13 mA € scegliondo yyig* 1 BMines = 5 MA. Quindi a3. 5 a5 8.0155. 555 9 S4t5 La regolazione di limca pud essere trovata usando l'equazione (3.25), - r 1 5 4 mv Regolezione dilinea = = _ = 4mvv r,tR 10 +383 ¢ la regolazione di carico put travarsi attraverso Pequazione (3.26), Regolazione di carico = (. “n\= Qo 1/383 } = -9,7 mV ‘mA L’escursione completa di V, (da 15a 25 Y) produce una AV, #25.4x10 = 0,254 V oppure 3.4% c la variazioae completa di J, (daa 15 mA) produce una AVy =-9,7 X15 =—0,15 V oppure -2% Effetti detic temperatura La dipendenra della tensione di zencr V,, dalla temperatura & expressa in termini del sue coeffi- ciente di temperatura TC, anche noto col nome di temeo. che & di norma misurato in mV/ °C. Il valore di TC dipende dalla tensione di zener, ¢ per un dato diodo il TC varia in funzione della cor- rente di funzionamento. | diodi zener la cui Vz & minore di $V presentano ua TC negative, men- tre gli zener con tensioni piit alte mostrann TC positivi. II TC di uno zener con una Vz di cirea 'V pud essere reso nullo facende funzionzre i] diodo ad una corente opportana. Un’ altra tecnica usata frequentemente per ottenere uma tensione di riferimento con un basso coefficiente di tempe- Tatura & quelta di connettere uno zener con TC positive di circa 2 mV °C in serie ad un diodo in conduzione disetta. Dal momento che i! diodo polarizzato direttamente ha una caduta di potenziale di circa (1,7 V ed un TC di circa -2 mW °C, if collegamento in serie fornisce una tensione di (¥y + 0,7) con un TC approssimutivamente nullo. Eserciai 3.18 Un diodo zener la cui tensione nominate @ 10 V a 10 mA presenta una resistenza incrementate di 50 Q. Che tensione ci si aspeta se Ia corrente nel diodo viene dimezzuta? Quale se viene raddoppiata? Qual @ i] valore di Vz, ne] modetlo dello zener? Ris, 9,75 V. 10,5 V3 9,5 V. CAPITOLO 3 181 3.19 Un diode zener mostra una tensione costante di 5.6 V in corrispondenca a correnti cingue, volte essere usato nel progetto di un regolacore parallel atimentato da una tensione di 15 V. La cor- rente di carico varia nella banda tra 0 15 mA. ‘Trovare un valore conveniente per la resistenza AR Qual é le massima potenza dissipate daito zener? Ris, 470 0; 112 mw, 3.20 Un regolatore panallelo utilizza un diodo zener la cui tensione & 5,1 V_ in corrispondenza Gi una corrente di 50 mA ¢ la cui resistenza inerementale & di 7 OQ. II diodo viene alimentato mediante una tensione nominale di 15 V attraverso una resistenza di 200 £2. Qual 2 La tensione. i uscita in assenza di carico? Trovare Ia regolazione di linea ¢ Ia regolazione di carico. Ris. 5,1 V; 33,8 mV/V; 6,8 mV/ mA. ft grandi deila corvente di ginecchio. Hl valore nominale di tz. & 1 mA. Tale diodo deve 3.6 CIRCUIT] RADDRIZZATORI Uno dei pid important campi di applicarione dei diodi 2 quello del progetto di citcuit) raddrizza- tori. Il diodo rettificatore rappresenta un blocco costitutive essenziale per gli alimentatori in conti- nua richiesti per fornire potenza agti apparati elettronici. Un diagramma a blocchi di tale alimenta- tore mostrato in fig. 3.28. Come evidenziato, !"alimentatore riceve potenza da una rete in alter- nata a 120 V(ems) ¢ 60 Hz 4, ¢ fornisce una tensione continua Vo (in genere dell’ordine dei 5+20 V) ad un certo circuito elettronico rappresentato dai blocco oad (carico), Si richiede che la ten- sione continua VY, risenta nel minor modo possibile delle variazioni della tensione alternata di rete ¢ della corrente assorbita dal carico. Trastormatore i potenza + | Retificatore es | adiodi Fig.3,28 Diagramma a blocchi di un alimentatore in continua. Tt primo blocco in un alimentatore in continua é il trasfermatore di potenza. Esso 2 for- mato da due avvolgimenti separati, avvolti intorne ad un nucleo di ferro che Ji accoppia magneti- camente. L’ayvelgimento primario. che ha V, spire, = connesso alla rete di alimentaztone alter- nata 2 120 V; mentre l'ayvolgimento secondario, che ha ¥, spire, @ connesso al circuito dell"ali- mentalore in continua. Quindi tra i due torminali dell’avvolgimento secondario si sviluppa una tensione alternata eg = 120(A; /N,) Vérms). Scegliendo un opportune rapporto delle spire (43 /¥) per il trasformatore, il progettista ha 1a possibilitd di ridurre 1a tensione di rete fino al valore Fichiesto per ottenere Ja tensiene continua desiderata alluscita dell‘alimentatore. Ad esempio, in genere & richicsta una tensione secondaria di 8 V(rms) per fomire in uscila una tensione continua di 5 V, Cid pud essere ottenuto con un rapporto delle spire di 1:15 Olte a fornire al? alimentatorc una sinusoide con lampiezza desiderata, i] trasformatore di potenza consente anche un isolamento galvanico (in continua) tra Papparato elettronico ed il “La rete degli USA uilizza questi valori di censione cdi freqnenza. In Kuropa f corrispondent) valor sone 220 Viems) © 50 Hz. (dT), 152 i DIODI circuito di rete. Tale isolamento minimizza il rischio di scariche eleuriche per utente dell" apparato 11 diodo rettificatore converte [a sinusoide di ingresso 14, in un’ uscita unipolare, che pud avere la forma d'onda pulsante indicata in fig. 3.28. Nonostante tale forma d’onda abbia un valore medio non aullo una componente in contiaua, la sua natura pulsante la rende non adatta a fange- re da sorgente in continua per circuiti clettronici, per cui si rende necessario Vuso di un filtro. Le variazioni di ampicaza dell’uscita del raddrizzatore vengono sensibilmente limitate dal filtro di blocco in fig. 3.28, In seguito si studieranno alcuni cireuiti raddrizzatori ed una semplice imple- mentazione del filtro di uscita La tensione all" uscita del filtro, anche se molto pili vicina ad un andamente costante, con- tiene ancora una componente dipendente dal tempo, conosciuta come ripple, Per ridurre il ripple e stabilizzare 'ampiezza della tensione continua di uscita dell’alimentatore contro variazioni della corrente di carico, viene adoperato un regolatore di tensione. Tale regolatore pud essere imple- mentato usando la configurazione del regolatore parallelo a diodo zener studiato nella sezione 3.5 Alternativamente, pud essere utilizzato un circuito regolatore integrato [vedere, ad esempio, Soclof (1985)]. U raddrizzatore a mezz’enda Ti raddrizzatore a mezz"onda utilizza mezzo periodo della sinusoide di ingresso. La fig. 3.29(a) mostra il cireuite di un raddrizzatore.a mezz'onda. Questo circuito era stato analizzato nella sezio- ne 3.1 (V. fig. 3.3) assumendo che il diodo fosse ideale. Facendo ricorso ad un modello del diodo pid realistico, quelto lineare a tratti, si omiene il circuilo equivalente disegnato in fig. 3.29(b} dal quale si pud scrivere 0, il valore di V), la massima corrente nei diodi, ed il vatore del PLV, nel caso in cui Vy sia una sinusoide da 12 Vrms), Vin 0,7 V, ed R= 1002, Ris. 97.4%: 10,1 Vs 163 mA; 33,3 V. 156 | DIODI IFraddrizzatore a ponte Un’implementaziove alternativa del raddrizzatore a doppia semionda 2 mostrata in fig. 3.31(@). IL circuilo, conosciuto come raddrizzatore a ponte a causa delta somiglianza della sua configurazione con quella del ponte di Wheatstone, non richiede un trasformatore a presi centrale, ¢ queste & un nolevole vantaggio rispetto al circuito raddrizzatore a doppia semionda di fig, 3.30. I! raddrizzato- re a ponte, comungue, richiede quattro diodi. al contrario del precedente circuito che ne richiede 2. Cid non costimisce un groxso svantaggio, dal momento cbe i diod: non sono costosi ¢ che sono disponibili in commercio ponti di diodi gia confezionati in un singolo package. ae Tensione alternata di rete chy Fig. 3.31 Rettificatore a ponte: (a) circuito e (b) forme d’onda d'ingresso e di uscita Ii raddrizzatore a ponte funziona nel modo seguente. Durante ta semionda positive della tensione di ingresso, vy & positiva, e quindi la corrente pud scorrere nella maglia formata dal diodo D,, dalla resistenza X , ¢ dal diodo D,. Nel frattempo i diodi D; ¢ Dg risulteranno polarizzati inversa~ mente. Si osservi che nel cammino di conduzione sono presenti duc diodi in serie, ¢ quindi la x sar minore detla vy di uma quantita pari a due cadute di diodo (in confronto con la singola caduta del circuito preeedentemente illustrato). Cid costituisce in qualche modo uno svantaggio del rad- drizzatore a ponte. CAPITOLO 3 157 Si consideri ora Ja situazione durame la semionda negativa della (ensione di ingresso. La tensione secondaria 1%, sari nogativa, cio’ la -ry sara positiva, provocando il passaggio della cor rente altraverso ID, Ke Dy. Nei frattempo i diodi D, ¢ D, risulteranno polarizzati inversamente. tl fatto importante da notare 2, tuttavia, che durante entrumbi i semiperiodi fa correnie scorre mt K nella stessa direzione (da destra a sinistra} ¢ quindi la vp risulterd sempre positiva, come indicato in fig. 3.31{b). Per determinare la tensione inversa di picco (PIV) di ogni diodo, si consideri il cireuito durante la semionda positiva. ba tensione inversa ai capi di D, pud essere determinata 4 parlire dalla‘magiia formata da D;, Xe 1D, in base alla Lp, (inversa) = vy + tip (diretta) Dunque il massimo valore di vp; si verifica in corrispondenza del massimo di vy ed? dato da PIV = Vo- 2¥in + Vin = Vs- Vin Si osscrvi che in questo caso i PIV & circa la met del valore ottenuto per i] caddrizzatore a doppia semionda con un irasformatore a presa centrale. Questo 2 un allo vantaygio del raddrizzatore & ponte. Un ulteriore vantaggio del circuito raddrizzatore a ponte rispetto a quello con il trasfor- rutore a presa centrale & che per l'ayvoigimento secondario del tasformatore sano richieste sol- tanto ja meta delle spire. Un'altra verifica di questo fatto pud essere ottenuta asservando che te due met dell'avvolgimento secondario del trasformatore a presa centrale vengono utilizzate una per volta. In conciusione, il raddrizzatore a ponte é la configurazione pit diffusa del circuito rad- drizzatore. —— Esercizie 3.23 Per it circuite raddrizzatore a ponte di fig. 3.31(a). si utilizzi il modelo de! diodo a tensione costante per mostrare i seguenti fart: (a) I vatore medio (o componente in contimua) della tensione di ascita @ Vi, = QU) Vy ~ 2V;4,- (b) La massima corrente nel diodo & (Ve > 2% oR. Trovare i valori numerici per le quantita in (a) ed in (b) ed iL PIV nel caso in cui vy sia una sinusoide da 12 Virms), sia Vin ~ 0,7 V ed R = 100 2, Ris. 9,4 -V; 156 mA; 16.3. Raddrizzatore con condensatore di filtro - Rivelatore di picco La natura pulsante della tensione di uscita prodotta dai circuiti raddrizzatori discusst in precedenza la rende inutilizzabile come tensione continua di alimentazione per circuiti eletironici. Una sem- plice maniera per ridurre la variazione della tensione di uscita consiste ne} collegare un condensa- tore in paralielo al resistore di carice. Si mostrer’ come tale condensatore di filtro serva per ridurre drasticamente le variazioni nella tensione di uscita del raddnizzatore. Per vedere come lavora i] citcuite raddrizvatore con un condensatore di filtro, si considert dapprima i] circuite mostrato in fig. 3.32. Sia l'ingresso 2, una sinusoide con un valore di picco Vp. 2 si assuma che il diodo sta ideale. Appena x, diventa positiva, il diodo entra in condueione ed il condensatore si carica fino alla tensione vy = 4. Tale situazione permane finehé v; n00 rag- giunge il suo valore massimo V,, Superato il massimo, mente v, dectesce, il diodo risulte pola- rizzeto inversamente ¢ la tensione di uscita rimane costante al valore V,. Infatti, in teoria, il con- densatore manterr’ indefinitamente Ia sua carica e quindi Ja sua tensione, non essendoci per sso aleun modo per scaticarsi. Dungue il circuito fornisce una tensione continua d'uscita uguale al picco della sinusoide di ingresso. Questa & una situazione molto incoraggiante, visto che i nostro scopo era guello di generare una uscita continua. 158 1 DIODI (b) Fig.3.32 (a) Circuito semplificato per ilustrare l'effetto di un condensatore di fitro, (b) Forme d’onda d'ingresso ¢ d’uscita nell ‘potesi di diodo ideale. § nati che il circutto fomisce una tensione continua uguale al picco della sinuscice ci ingrasso. I circulto 6 par questo motivo conoscitsto come rivelatore di picco 0 raddrizzatore di picco. Passiamo ora a considerare ta situazione pid sealistica in cui un catico resistive R 8 collegato in parallelo al condensatore C, come illustrato in fig. 3.33(a). Si continuer’ ad assumere che il diodo sia ideale. Come nel caso precedente, in corrispondenza ad un ingresso sinusoidale, il condensato- re si carica fino alla massima tensione di ingresso V,, dopodiché il diodo si interdice ed i] conden- satore si scarica attraverso la resistenza di carico R . Ia scarica del condensatore continuer’ per quasi I'intero periodo, fino ai momento in cui v, supera la tensione sul condensatore, dopodiché iL diodo si riattiva nuovamente, carica il condensatore fino al massimo di zp, ed il proceso si ripete. Si osseryi che per evitare che la tensione di uscita decresca troppo rapidamente durante lz scarica del condensatore, di solito si sceglie un vatore di C tale che la costante di tempo CR sia molto pid grande dell’intervallo di scarica. Siamo ora pronti per analizzare in dettagtio il circuito. La fig. 3.33(b) mostra le forme onda a regime per lingresso ¢ l'uscita, nell’ipotesi che sia CR >>7', dove T 2 il periodo della sinusoide di ingresso. Le forme 4’ onda della corrente di carico 130g /R G30) CAPITTOLO 3 159 imtervallo di conduzione At ~ t tc) Fig. 3.33 Forme d’onda delia tensione ¢ della corrente in un taddrizzatore di picco per cui sia CR>>7, Sié assunto che li diodo sia ideale, ¢ della corrente nel diode in sig +h, (3.31) aot si, (432) dt 160 I DICDI Sono mostrate in fig. 3.33(c). Ne conseguono le seguenti osservazioni: I I diodo conduce per un breve intervallo, A? , in prossimita del massimo della sinusoide di ingresso e rifornisce i condensatore com una carica uguale a quella persa durante J'interval- jo di scarica, che & molto pil: bingo. Quest’ ultime intervallo & approssimativamente uguale. al periodo T. 2. Assumenda che if diodo sia idcaie, la conduzione nel diodo inizia all'istante 4 acl quale Tingresso ¢,% uguale all’uscila vw, , che sta decrescendo in mode esponenriute. La condu- vione si interrompe allistante }, sabito dopo il massimo di ty il valore esatto di 4, pud essere determinato sostituendo i= 0 nell’equazione (3.32). 3. Durante l'imtervallo di tempo in cui il diodo & interdetto, i] condensatore C'si scarica attra~ verso Re quindi la vpdecade esponenzialmente con una costante di tempo CX, L'intervallo di scarica inizia approssimativamente in concomitanza con il massimo di 2, . Al termine dell'iniervatio dt scarica, che si protrae per quasi ’intero periodo 7; vy =(V,-¥,), dove ¥, & la tensione piceo-picco di ripple. Quando CR>> T allora il valore di V, 8 piccolo, A, Quando V, @ piccolo, z, & praticamente costante ed uguale ai massimo valore di 2, . Dunque la tensione continua di uscita 2 approssimativamente uguale a V,. In mode simile, la corrente i, quasi costante ¢ la sua componente in continua J, & data da G33) Una pitt accurata espressione per la tensione continua di uscita pad essere ottenuta assu- mendola pari alia media dei valori estremi div, 1 YorVp-5 3.34) * Avendo sviluppate queste osservazioni, si possono ora derivare le espressioni per 15. c per il vato- re medio ed il valore di picco della corrente nel diodo. Durante Vintervallo di spegnimento del diodo, tig pud essere espressa come eek ug =V¥y Al termine dell"intervallo di scarica si avra Ve TP V,—¥, = ¥ pe Ora, siccome CR >> T, si pud utilizzare l’approssimazione e MCR = va, G35) CR Si osserva che, per mantenere V. piccola, si deve sceyliere una capacitt tale che sia CK>> T. La teusione di ripple V, nellequazione (3.35) pud essere espressa in funzione della frequenza f= lTcome TCR per ottencre 3.36) Si nott che un"interpretazione alternative dell’ approssimazione appena compinta & che i] conden- satore si scarichi per effetto di una corrente costante J,= V,/R. Tate approssimazione & valida fin- ché V,<< ¥,. CAPHOLOS 16t ‘Usando la fig. 3.33(b) ed assumendo ene Ja conduzione ae! diodo cessi in prossinita del massimo della v,, si pud determinare l’intervallo di conduzione Ar didla ©, cos(as) = ply dove @= 2 mf- 2 n/T 2 la frequenza angolare di 1. Essendo (@A?} an angolo piccolo, si pud utifizzare l'approssimazione cos{ebe) = (was) per ottenere Vp oe 3.37) Vogliamo sottolineare il fatto che, quando V, << V;, Tangolo di conduzione mat diventa molto piccolo, cosi come si era assunto. Per determinare la corrente media (average) nef diodo durante ta conduzione, gay + Si uguaglia la curica che il diedo fornisce al condensatore, Qrorna = tea At alla carica che il condensatore perde durante Ia fase di scarica, Qpecss = EV y ottenendo if ajev,/V,) (3.38) Bow = Nel derivare questa espresstone si 2 fatto uso dell’equavione (3.31) e si 2 assumto che f,, sia data Galla equazione (3.33). Inoltze si sono usate anche fe equazioni (3.36) ¢ (3.37). Si osservi che, quan- do V, << ¥,. la corrente media tel diodo durante 1a conduzione & molto maggiore della conente continua di carico. Cid non deve sorprendere, dal momente che i diodo conduce per un intervallo di tempo molto breve, durante il quale deve rimpiazzare la cariva persa dal condensatore nel corso del ben pit Iungo intervailo durante il quale il condensatore stesso si 2 scaricato attraverso ta J, Il valore di piceo delta correnie nel diodo, ipa, . pud casere determinato valutando V'e- spressione nell equaziove (3.32) all’innesco della conduzione del diodo, civ’ per ¢= 4, = -At (avendo scelto #= 0 in corrispondenza del pico). Assumendo che /, sia quasi costante e pari al valore dato dall’ equazione (3.33), otteniamo lipmax = uf: Fam QV IV ] 3.39) Dalle equazioni (3.38) ¢ (3.39) si vede che per V, << ¥,, la cortente di pico assume il valore fy ~ Zing » Che si aecorda con l’osservasione che Ja forma donda di ip & quasi un triangolo rettangolo [vedere la fig. 3.3Xe}} ESEMPIO 3.10 Si consideri un raddrizzatore di picco alimentato da una sinusoide a 60 Hz ayente un valore massimo V, = 100 V. La sesistenza di carico # sia uguale a 10 kQ. Trovare il valore della capa- cith © che fara in modo che il ripple sia 2 V picco-pieca. Calcolare ta frazione di periodo durante Ia pale il diode @ in conduzione ¢ calcolare inoltse i valori medic ¢ massimo della corrente net diodo. Soluzione Dal¥ equavione (3.36) si ottiene il valore di C come 162 | DIODI Vp 100 BO =. 2 84,3 UP VIR 2x60 x10 x 108 Langolo di conduzione @Az pud essere trovato a partire dull’ equazione (3.37) come WAI = 122/100 =0.2 rad Quindi il diodo conduce per (0.2/2z ) x 108 = 3.18% del periodo. La corrente media nel diodo si otticne dall’ equazione (3.38), dove f, = 100/10 = 10 mA, lips = oft + my2K100 ;2) =324 mA La corrente massima nel diodo si wova usando Pequazione (3.39), tomas = oft 4.2m 2100 2) = 638 mA I circuito di fig. 3.33(4) & conosciuto come raddrizzatore di piceo (rivelatore di picco) a mezz’onda. I circuiti raddrizzatori a doppia semionda deile fig. 3.30(@} ¢ 3.31(b) possana essere convertiti in raddrizzatori di picco semplicemente inserendo un condensatore in parallelo al carico vo. Come nel circuilo a mezz’onda, [a tensione d’uscita coutinua gard quasi uguale al valore massimo della sinusoide di ingresso (vedere la fig. 3.34). Al contrario, la frequenza del ripple risultera if doppio di quella di ingresso. La tensione pi 5 essere ottenuta utilizzando una procedura identica z quella gid vista, ma con un periodo di ‘Trimpiazzato da T/2, con il seguente risultato: (3.40) Fig. 3.34 Forma d'onda net raddrzzatore al picco ¢ Meantre l'imervailo di conduzione nel diodo, Af, sara sempre dato dall’equazione (3.37), la cor rente media e quell massima in ognuno dei diodi saranno date dalle f ‘ fing = afi ay ni2¥, | Gal) fone = [2 samy, av, | 3.42) Confrontando queste espression: com quelle cortispondenti net circuito a mezz’onda, si nola che per gli stessi valori di ¥,,.f..& e V, (¢ quindi per lo stesso valore di /,), 2 sufficiente un conden- salore con capacil dimezzata rispetlo a quello richiesto nel raddrizzatore & semionda. Inoltre la corrente in ogni diodo del raddrizzatore a doppia semionda & approssimativamente la meta di quella che passa nel diode del raddrizzatore a semionda. CAPITOLO3 163 L’analisi compiuta in precedenza aveva supposto |'uso di diodi ideali. L’accuratezza dei risultati pud essere aumentata prendende in considerazione la caduta di potenziale ne} diodo. Cid pud essere facilmente altenuto sostituendo alla tensione V,, (massima tensione a cui si carica il condensatore), la tensione (V, -Yp) } nei casi del cirouito a mezz’onda ¢ del circuite a deppia semionda con trasformatore a presa centrale, ¢ sostituendo Ia tensione (V, - 2¥j»)) nel caso det raddrizzatore a ponte, Si conclude questa sezione osservando che i circuiti raddrizzatar) di picco trovano appli- cazione nei sistemi di claborazione dei segnali in cui 2 richiesto di rilevare i] massimo di un sognale d’uscita, In casi del genere il circuito viene classificato come un rivelatore di pieco. Una applicazione particolarmente diffusa di rivelatore di picco @ nel progetto di un demodulatore per segnali modulati in ampiezza (AM). Non si discuteri ulteriormente tale applicazione in questa sede. Esercizio 3.24 Si consider un circuito raddrizzatore a ponte con un condensatore di filtro C posta in parallcle ad una resistenza di carico A, nel caso in cui Iavvolgimento secondario del trasformatore gli fornisca una sinusoids da 12 Virms) con frequenza di 60 Hz, ed assumendo Vio = 0,8 V ¢ la resistenza di carico R = 100 ©. Trovare il valore della capacita € che fa in modo che if ripple non sia pit grande di 1 V picco-picca. Qual @ la tensione continua ail'uscita? Trovare la corrente di carico. Trevare l’angolo di conduzione dci diodi. Qual & la corrente media nel diodo? Quat 2 il piceo di tensione inversa riscontrabile ai capi di ogni diodo? Indicare, wa te specifiche del diode da utilizzare, a sua corrcate massima ed il suo Piv. Ris, 1283 WF; 15,4 V oppure (con una pid accurata stima) 14.9 V; 0.15 A: 0.36 rad (20.69% 1,44 A; 2,72 A; 16,2 V. Quindi si sceglie un diodo con una correate massima di 3.5 + 4 A ed un PTV di 20 V. 3.7 CIRCUITI LIMITATORI E CIRCUIT! DI AGGANCIO In questa sezione verranno presentate ulterior’ applicazioni dei diodi in circuiti non lineari Circuit limitater La fig. 3.35 mostra la generica tunzione di trasferimento di un circuito limitatore. Come indicato, per ingress: compresi in un certo intervallo, (J. /K) S 0,5 (Z. AK), il limitatore si comporta come un circuite lingare, fomendo un’uscite proporzionale al sno ingresso, #9 = Key. Anche se in ———» fig. 3.35 Generica caratteristice di trasferimen- vy todiun circuito imitatore 164 | DIODI generale A pud essere maggiore di 1, i circuiti discussi in questa sezione sono caratterizzati da KE Le sono conosciuti come limitatori passivi (Esempi di limitatori attivi verranno presentati nel capitolo 12). Se u, supera fa sogtia superiore (2, /K), ta tensione di uscita verra limitara 0 aggan- ciata al livello superiore di soglia /, . Daltra parte, se v, scende ab di sotto delta soghia inferiore (Z, AK), allots Ja tensione di uscita v, viene limitata al livello inferiore di soglia £.. La yenerica funzione di trasferimento di fig. 3.35 descrive un limitatore doppio, cio? un limitatore che lavora sia sul massimo positive che su quello negative di una forma donde ia ingresso. Ovviamente, esiste anche jl limitatore singolo. Infine, si noti che se una forma d’onda del tipo di quella mostrata in Gg, 3.36 viene fornita in ingresso ad un limitatore doppic, allora i suoi due piechi vengono tugliati via, Per tale ragione i limitatori vengono alle volte denominati come tosatori o clipper. By Fig. 3.36 Quando una sinusoide 1 viene applicata ad un limitatore, pud accadere che i suo’ due pic- chivengane tagict via, 11 limitatore fe cui caraticristiche sono state illustrate in fig. 3.35 viene dette limitatore netto (hard). Ii limitatore graduale (soft) ¢ caratterizzato da transizioni pid smussate tra la regione lineare e le regioni di saturazione e da una perdenza non nulla nelle regioni di saturazio- ne, come illustrato in fig. 3.37. A scconda cetle applicazioni, possono essere preferiti sia i limita- tori netti che quelli graduali. Ug ' Fig 3.37 Limitazione greduale 2, a | iimitatori trovano applicazione in una grande varieta di sistemi per Pelaborazione dei segnali, Una delle loro applicazioni pid semplici é quella che consiste nel timitare Ja tensione applicata tra} due terminali di ingresso di ua Zifiplificatore operazionale ad un valore pitt basso della tensione di breakdown dei transistor che formano ta sua rete di ingresso. Avremo modo di pariare pid diffusamente di questo ¢ di altre applicavioni dei lirnitatori piil avanti nel testo. I diodi possono essere combinati con dei resistori per (ornire una semplice realizzazione delia funzione di limitatore. Vari esempi sono mostrati in fig. 3.38. Per ogni parte della figura CAPTOLO3 165 sono dati sia il circuito che fa caratteristica di trasferimento. |e caratteristiche di trasferimento sono state ottenute per mezzo del modello det diodo a tensione costante (¥)= 0,7 V) ma assumen- do transizioni smussate tra la regione lineare e le regioni di saurazione delle caratteristiche stesse. Una migliore approssimazione per le caratteristiche di trasferimento pud essere ottenuta adoperan- do il modello di diodo Tineare a tratti. Cosi facendo, la regione di saturazione della curatieristica acquista una lieve pendenza (dovuta all'effetto di 7,,). I circuito in fig. 3.38(a) lo stesso del raddrizzatore a mez’ onda, con Punica differenza che in questo caso l'uscita viene misurata ai capi del diodo. Per u, < 0,5 V, il diodo @ interdetto, non scorre alcuna corrente, ¢ Ja tensione ai capi di R 2 nulla; quindi x, =», . Non appena v, supe- ra 0,5 V il diodo si attiva, eventualmente limitando la 1, ad una caduta di diodo (0,7 Y). [i circui- to di fig. 3.38(b) @ simile a quefjo di (a), ad eccezione del fatto che ii diodo & invertito. o, care Wz2 + 0,7) —W2, + 0,7) {ey Fig.3.38 Vari citcuiti di base peri limitator | DIODI Llimitatori doppi possono essere implementati connettendo in parallelo due diodi di opposta pola- FilA, come mostrato in fig. 3.38(c). In questo caso la regione lineare della caratteristica @ ottenuta per - 0,5 V < v; <+0,5 V. In questa banda di variazione per ¢,, entrambi i diodi sono interdetti ¢ siha v =u, . Quando v, supera 0,5 V, si attiva D, e, che limita la vo a+ (0,7 V. In modo analo- 80, quando v, diventa pitt negativa di -0,5 V, si attiva D, e, che limita la vy a-0,7 V. | livelli di soglia ¢ di saturazione dei limitatori a diodi possono essere modificati utiliz- zando stringhe di diodi connessi in serie e/o connettendo una tensione continua in serie con il diodo (0 con i diodi). Quest'ultima idea viene illustrata in fig. 3.38(d). Infine, piuttosto che strin- ghe di diodi, si possono utilizzare due diodi zener in serie, come mostrato in fig, 3.38(e). In tale Circuito la limitazione si verifica per ingressi positivi quando ¢’@ una tensione di (Vz, + 0,7) V, dove 0,7 V rappresenta la caduta di potenziale ai capi del diodo zener Z, quando questo & in con. duzione diretta. Per ingressi negativi, Z, si comporta come uno zener, mentre Z, conduce in diret- ta, Va menzionato il fatto che coppie di zener connesse in serie sono disponihili in commercio per applicazioni di questo tipo sotto il nome di zener a doppio anodo. E’ possibile realizzare circuiti limitatori pit flessibili se diodi e resistori vengono combi- nati con degli amplificatori operazionali. Esempi di circuiti del genere verranno discussi nel Capitolo 12. Esereizio 3.25 Assumendo che i diodi siano ideali, descrivere la caratteristica di trasferimento Per il circuito mostrato in fig. E3.25. Ris. to = uy per-5 V Su, S45; tg =0,5 ty -2,5V perv, <-5 V; 49 = 0,5 uy +2.5V perv, >45V. 10k + - + Fig. £3.25 4 SVS S5v% + ~ — 10k0: 10kn Il condensatore agganciato o Reintegratore della continua Se nel circuito di base del rivelatore di pico I’ uscita viene misurata ai capi del diodo invece che ai capi del condensatore, ne risulta un interessante circuito con importanti applicazioni. Il circuito, detto reintegratore della continua, & mostrato in fig. 3.39, dove 2 pilotato da un’onda quadra. A causa della polarita con la quale & connesso il diodo, il condensatore si caricher& ad una tensione Ue (vedere fig, 3.39) uguale in modulo al picco pit negativo del segnale di ingresso. In seguito il diodo va in interdizione ed il condensatore mantiene la sua tensione indefinitamente. Ad esempio, se si sceglie un’onda quadra in ingresso con i livelli -6 Ve + 4 V, allora v- sara uguale a 46 V. Ora, dal momento che la tensione di uscita vy 2 data da Ug =U +e ne consegue che la forma d’onda in uscita risultera identica a quella in ingresso, ad eccezione del fatto che é traslata verso I’alto di una quantita v,. Nel nostro escmpio I’uscita sara un’onda qua- dra con livelli di0 Ve +10 V. CAPTOLO 3 167 #SVE tee + ou Uy ov c +4 ° Q % -6V 7 Fig. 3.39 ll condensatare agganciato o reintegratore dela continu pilotato da un ingresso ad onda quadra e senzc carico, Un altro modo di visuatizzarc it funzionamento del circuito di fig. 3.39 discende dall’os- servazione che, essendo il diodo conncsso in parallelo all’uscita con Ia polurit& (Hustrata, esso impedisce alta tensione di uscita di scendere sotto la tensione di 0 V (facendo scorrere corrente fino a caricare il condensatore in modo da portare il minimo della tensione di uscita a 0 V). Tale connessione non eundizioner’ I escursione positiva di v. Per tale motive {a forma d’onda in usci- ta avr’ il suo minimo agganciato a 0 V, da cui il nome di circuite a condensatore agganciato (clamped capacitor). Dovrebbe essere ovvio che invertendo la polarita del dindo si generera una forma d’onda in uscita in cui sark it massimo ad essere agganciuto a O V. In entrambi i casi la forma d’onda in uscita avr un valore media non nullo, avvero avr’ una componente in continua. ‘Tale componente in continua & del tutto indipendente dal valore medio detla forma d’onda in ingresso. Come applicazione, si consideri un segnale impulsivo che debba essere trasmesso attra- verso un sistema con accuppiamento capacitive (y in alternata). L’accoppiamento capacitive fara in modo che il treno di impulsi perda ogni componente continua che lo caratterizzava originaria- mente. Pilotande con la risattante forma d’onda impulsiva un circuito ad aggancio (fissatore), viene gencrata wn’altra forma d’onda con una hen determinata componente continua. Questo pro- cesso & conosciute come ripristino della continua ¢ per questo motivo un circuito del genere anche chiamato reintegratore della componente continua (dc restorer). U sipristino delia continua é utile dal momento che la componente continua di un segnale impulsive & una efficace misura del suo duty cyele. Tl duty cycle (periodo di funzionamento) di una forma d’onda impulsiva pud essere modulato, attraverso un proceso chiamato modulazione della larghezza d’impulso (Pulse Width Modulation, PWM), in modo associare ad esso delle informazioni, In sistemi del genere, la rivelazione o la demodulazione possono essere ottenuti semplicemente pilotando con la forma d’onda itmpulsiva rirevuta uo reintegratore della continua ¢ guindi adoperando un semplice filtro passabasso #C per separare il valore medio della forma onda in uscita dagli impulsi ad esso sovrapposti. Quando in un cirevite ad eggancio ai capi de! diodo viene connesso un carice resistive R, nel modo mostrato in fig. 3.40, la situazione cambia in manicra significativa. Negh istanti in cui y J LIL 0 ac + 7 % Rw y ve = =~ S Fig. 3.40 1! condensatore . 8 oggenciato, con un carico vs eg 1 | 7 699s ~ resistive R. 168 I DIODI Tuscita é maggiore della tensione di riferimento (massa), attraverso R scorre tna corrente conti- nua. Siccome in questa sitmazione i] diodo @ inattivo, tale corrente deve ovviamente provenire dal condensaiore, ¢ quindi essa provoca una scarica def condensatore ed una diminuzione della tensio- ne di uscita. Cid & mostrato in fig. 3.40 per un ingresso ad onda quadra. Durante Iintervalio tra € f, la tensione di uscita decade esponenzialmente con costanie di tempo CR. All'istante f, Pin- gresso diminuisce di ¥,, ¢ l’uscita tende a fare fo stesso. Cid porta il digdo in forte conduzione in modo da caricare rapidamente il eondensatore. Al termine delFintervallo tra f,€ fla tensione di uscita dovrebbe di norma essere negativa, pari ad alcuni decimi di volt (diciamo -0,5 V). Poi, non appena J'ingresso cresce di una quantita ¥, (all'istante 4), Muscita fa to stesso, ed il ciclo si ripete. A regime, ta carica pers dal condensatore durante Vintervallo tra 4, © 4 viene recuperata nel corse deil’intervallo tra ¢, € 4, Tale bilanciamento di carica rende impossibile il calcolo esatto sia della corrente media nel diodo che dei dettagli della forma d’orda in uscita. Duplicatore di tensione La fig. 3.41(@) mostra un circuito composto di due sezioni in cascata; un aggancio formate da Ce D,, ed un sivelatore di picco formato da D, ¢ C,. Quando la sezione ad aggancio viene alimenta- ta con una sinusoide di ampiezza V,,, essa fornisce una tensione con la forma d’onda mostrata in fig. 3.41(b). Si noti che, mentre i picchi positivi vengono agganciati a Q V, il picco negativo rag- giunge -2¥,. In risposta a tsle forma d’onda la sezione con il rivelatore di pieco genera ai capi del condensatore Cj (2 una tensione continua negative di ampiezza 2, . Siccome Ja tensione di uscita & caratterizzata da un'ampiezza doppia dell’ ingresso, il circuito & conosciuto come dupticatore di tensione. La tecnica pud essere estesa per generare tensioni continue d°uscita che siano multipli di ordine pitt elevate della ¥, Ce (b) Fig. 3.41 Dupticatore di tensione: (a) circuito; (b) forma d’ anda della tensione ai capi di D, CAPITOLO3 = 169 Esercizio 3.26 Se il diode nel circuito di fig. 3.39 viene invertite, quale diventera la compo- nente in continua detla ty? Ris. -5 V. 3.8 FISICA DEL FUNZIONAMENTO DEI DIODI - CONCETTI Di BASE SUI SEMICONDUTTORI Avendo studiato le caratteristiche dei diodi a giunzione, si considereranno ora brevemente i pro- cessi fisici che danno Juogo a tali caratteristiche. La seguente trattazione dela fistca det compo- nent] & qualitative; cid non di meno, dovrebbe fornire conoscenze sufficienti per la progettazione di cireuiti contenenti diodi ed altri dispositivi a semiconduttore. La giunzione pn I diodo a semiconduttore & fondamentalimente una giunzione pr, come mostrato in fig, 3.42. Come indicato, la giunzione pr ¢ formata da un matenale semiconduttore di tipo p, messo in stret- fo contatto con un semiconduttore di tipo # . In pratica entrambe le regioni p ed # fanno parte dello stesso cristalle di semniconduttore (ad es. di silicio); ka giunzione prt viene realizzatu a perti- re da un unico cristallo, creando regioni di diferente “drogaggio” (regione p ed 1), L'appendice A fornisce una breve descrizione del processo di fabbricazione delle giunzioni px . Come indicato. in fig. 3.42, i collegamenti esternt alle regioni p ed nz (cioé i terminali del diode) sono fatti con contatti di metallo {es. alluminio). Contatto metallico: Contato metallica Fig. 3.42 Struttura fisica del diode @ glunzione. (Le geometre real) sono illustrate in Appendice A.) Oltre ad essere l’essenza di un diodo, la giunzione pn & alla base det transistor ad effetto Gi campo (JFET) ¢ del transistor a giunzione bipolare (BJT). Quindi la comprensione del funzio- namento fisico delle giunzioni pn & importante per capire it fonzionamento ¢ Le caratteristiche esterne di diodi c transistor. Ul silicio intrinseco Benché sia il silicio che il germanio possano essere usati per costruire componenti a semicondut- tore (in effetti, 1 primi diodi e transistor erano fatti di germanio), la tecnologia attuale dei circuiti integratt ¢ basata quast interamente sul silicio, Pereié si tatteranno in questo testo prevalentemen- te i component! al silicio’ > Un eceezione & costituita dai circuiti in Arseniuro di Gallio (GaAs), che vengono studiati nei capitoli 3, 6 ¢ 13 di quesio testo 170 «| DIODE Un cristallo di silicio puro (0 intrinseco) ha una struntura cristallina regotare, in cui gli atomni sono trattenati in posizione da legami covalenti, formati dai quattro elettroni di valenza propri di ciascun atomo di silicio. A temperature sufficientemente basse tutti i legami covalenti sono integri ¢ non sono presenti elettroni liberi (o sono veramente pochi), disponibili per condur- re corente clettrica, Tuttavia, a temperatura ambiente, parte dei legami vengono spezzati per ionizzazione termica, tiberando alcuni elettroni. Quando un iegame covalente viene spezzato, un clettrone abbandona if suo atomo di origine; guindi, neil'atomo stesso si risconta la presenza di una carica positiva uguale, in modulo, alla canca deli’etettrone. Un elettrone appartenente ad un atomo vicino pud essere attratto de questa carica positiva, lasciando 4 suo atomo di origine. Questa azione colma la “lacuna” che esisteva nel primo atomo ionizzato, ma crea una nuova lacu- na nell’altro atomo. Tale processo pud ripetersi di nuovo, dando luogo effettivamente ad una cari- ca positiva, la lacuna, che si pud muovere lungo tutta [a struttara del cristallo ¢ che & disponibile per il trasporto di corrente eletirica, La carica di un elettrone & grande quanto quella di una lacuna. La ionizzazione termica da tuoge ad clettroni ¢ a lacune in numero uguale ¢, quindi, in uguale concentrazione, Gli elettroni liberi e te Iscune si muovono casualmente altraverso 1a strut- tura cristallina del silicio e, durante questo proceso, alcune lacune sono riempite da elettroni. Questo processo, detto di ricombinazione, porta alla scomparsa di tacune ¢ di clettroni liber, La velocita di ricombinazione @ proporzionale al numero di eletroni liberi e di jacune che, a sua volta, é determinato dalla velocita di ionizzazione. La velocita di ionizzazione 2 fortemente dipen- dente dafla temperatura. In condizioni di equilibrio termico, ta velocité di ricombinazionc uguaglia la velocita di ionizzazione e si pud calcolare la concentrazione di elettroni liberi » , che & uguale alla concentrazione delle Jacune p, napen, dove n, indica la concentrazione di elettroni o di lacune liberi nel sificio intrinseco, ad una data temperatura. Tnfine, va menzionato che Ja ragione per la quale il silicio 8 detto semiconduttore & che la sua conducibilita, che risulta determinata dal numero di portatori di carica disponibili per con- durre corrente, & intermedia tra quella dei conduttori (come i metalli) e quella degli isolanti (come il vetro).. Diffusione e deriva Le lacune c gli clettroni si possono muovere all’interno di ua cristallo di silicio, attraverso i due meccanismi deila diffusione c della deriva. La diffusione 2 assoviata al moto casuale dovuto all’ agitarione termica. In un campione di silicio con concentrazione uniforme di clettroni liberi ¢ di lacune, tale moto casuzle non c& toga ad un flusse netio di cariehe (cio’ ad una comrente). Ma, daltro canto, se per qualche motivo la concenirazione, per esempio, degli elettroni beri in una parte del campione di silicia viene fatta divenire maggiore che in un’altra, gli elettroni diffonde- ranno dalla regione ad alta concentrazione a quella con minore concentrazione. Questo proceso di Giffusione d& logo ad un flusso ordinato di cariche, ta corrente di diffusione. Come esempio, si consideri la barretta di silicio mostrata in fig, 3.43(a), in cui i! profilo di concenteazione delle lacune fungo I'asse x mostrato in fig, 3.43(b} & stato generato per mezzo di un meccanismo non specificato. Lesistenza di tale profilo di concentrazione di luogo ad una cocrente di diffusione di lacune lungo Ja direzione delle x, essendo in ciascun punto il yalore della corrente proporzionale alla pendenza (ai gradiente) in que! punto delta curva della concentrzione, CAPITOLOS 171 Concentrazione di lacune, (by Fig. 3.43 (a) Barretia di sliicio intrinseco in cui la concentrazione di lecune ha T'andamento indicate in (b), ‘altro meccanismo con cui i portatori si spostano nei semiconduttori @ 1a deriva, La deriva dei portatori si verifica quando un campo etettrico viene applicato ai capi di un campione di silicio, Gli elettroni liberi e le lacune vengono accelerati dal campo elettrico ed acquistane una componente della velocita (sovrapposta alia velocita della loro agitazione termica) deta velocita di deriva. La conseguente corrente di lacune ed elettroni @ chiamata corrente di deriva, J.a rela- zione fra la corrente di deriva ed if campo elettrico applicato rappresenta una delle formulazioni della legge di Ohm Semiconduttori drogati 1 cristallo intrinseco di silicio precedentemente descritto & caratterizzate da concentrazioni uguali di elettroni liberi e di lacune, originati dalla ionizzazione termica. Queste concentrazioni, indicate con n,, sono fortemente dipendenti dalla temperatura. [ semiconduttori drogati sono materiali in cui i portatori di un tipo (elettroni o lacune) sono presenti in numero maggiore rispetto agli altri. Quando un semiconduttore viene drogato in modo che la maggior paste dei portatori di carica siano clettroni, caricati negativamente, si parla di somiconduttore di tipo m , quando la maggior parte dei portato di carica sono lacune, catiche positivamente, si patla di semiconduttore di tipo p . Tl drogaggio di un cristalle di siliciv per rasformarlo in tip p oppure in tipo », si ottiene introducendo in’ esso un piccolo numero di atomi di impurezze. Per esempio, introducendo atomi di un elemento pentavaiente, quale il fosforo, si ha silicto di tipo #, poiché gli atomi di fosforo che prendono i) posio degli atomi di silicio nel reticolo cristallino hanno cinque clettroni di valenza, quattro dei quali formance legami con i vicini atomi di silicio, mentre il quinto diviene un elettrone libero. Ogni atomo di fosforo dona un elettrone [jbero al cristallo di sificio e J'impurezza di fosfo- ro prende il nome di donatore. Dovrebbe essere chiaro che nessuna lacuna viene prodotta da que- sto proceso; percid i portatori maggioritari, nel silicio drogato con i] fosforo, sono gii elettroni. In effetti, se la concontrazione degii atomi donatori (fosforo} & N,, all’equilibrio termico la coacen- trazione 7, degli elettroni liberi nel silicio di tipo m sack 172) |DIODI dove il pedice 0 @ stato aggiunto per indicare Vequilibrio termico. In questo siticio di tipo # la concentrazione fy delle lacune, che vergono originate dalla ionizzazione termica sat Pao Esscndo nj, fanzione della temperatura, ne segue che la cancentrazione delle lacune minoritarie & anch’essa funzione della temperatura, mentre quella degli elettroni maggioritari & indipendente dalia temperatura. Per produrre un semiconduttore di tipo p si deve drogare il silicio con un’impurita trivalente, come il boro. Ciascun alomo dell'impurezza boro accetia un elettrone da! cristallo di silicio, in modo da poter formare Iegami covalenti nel reticoto cristatlino. Ogni alomo di boro da luogo ad una lacuna, ¢ la concentrazione all’ equilibrie termico delle lacune maggioritarie net silicio p & circa uguale alla concentrazione Ni, del drogunte accettore (boro) Poo Nel campione di silicio p la concentrazione degli elettroni minoritari, che vengono originati dalla ionizzazione termica, risulta 4 Bo Bisogna menzionare il fatte che un campione di silicio 7, 0 di silicio p, elettricamente heutro: i portatori maggiorilari (efettroni nel tipe n, ¢ lacune nel tipo #) sono neutralizz: che localizzate, associate con gli atomi di impurezve. 3.9 LA GIUNZIONE pn IN CONDIZIONI DI CIRCUITO APERTO La fig. 3.44 mostra una giunzione pi in condizioni di cireuito aperto, cio’ con i terminali esterni non connessi. I segni “+" nel materiale di lipo p indicano le lacune maggioritarie. La carica di queste lacune & neutralizzata da un numero uguate di cariche negative localizzate, associate agli atomi accettori. Per semplicita queste cariche localizzate non sonu mostrate in figura. Non sono indicati neanche gli eletroni minoritart generati nel materiale di tipo p per ionizzazione termica. Nel materiale di tipo v gli elettron’ maggioritari sono indicati da segai “-”. Auche qui la carica localizzata positiva, che ncutralizza la cariea degli clettroni maggioritari, non & indicala, in modo da manienere semplice il disegno. Il materiale di tipo 7 contiene anche le lacune minoritarie generate dalta iotiizzazione termica, che non sono riportate in figura. La corrente di diffusione /, Dal momento che la concentrazione di tacune & alta nella regione p ¢ bassa nella regione 7, le lacune diffondono attraverse la giunzione dal lato @ verso il lato i ; analogamenie, gli clettroni diffondono attraverso la giunzione da! lato 77 verso il Jato . Queste due componenti delia corrente si sommano per formare Ja corrente di diffusione [,,. la cui direzione va da p ad 9, come indicato in fig. 3.44, CAPHOLO 3 173 Fig. 3.44 (a) Glunzione pn cit cuito aperto (nen viene appiicata (a) alcuna tensione esterna) (b) Disttowione del potenziale lungo un asse perpendicolare alle: giun- one. Regione svuotata Regione di barriera 4% (b) La regione di svuotamento Le Jacune che diffondono attraverse la gianzione verso la zona », si ricombinano sapidamente con alcuni degli elettroni maggioritari presenti in quella zona e quindi escone di scena, Questo proces- so di ricombinazione ha come risultato la scomparsa di alcuni elettroni liberi dal materiale di tipo n. Quindi alcune delle cariche positive Incalizzate non saranno pit neutralizzate dag!t elettroni jiberi e la relativa carica rimane scoperta, Poiché 1a ticombinazione avviene in prossimita della giunzione, sar& presente una regione, prossima alla giunzione, che risulta svuotata di clettroni libe- rie che contiene catiche localizzale positive scoperte, come indicata in fig, 3.44, Gli elettroni che diffondono attraverso la giunzione per eatrare nella regione p si ricom- binano rapidamente con parte delle lacune maggioritarie ivi presenti, ¢ quindi scompaiono di scena, dando fuego anche alla scomparsa di lacune maggioritarie e lasciande scoperte (cio non pitt neutralizzate da lacune) alcune cariche localizzate. Quindi net materiale p, in prossimila della giunzione, sara presente una regione svuotata dalle lacunc, che conticne cariche localizzate negati- ve non compensate, come mostrato in fig. 3.44. Du quanto esposto seguc che esister’ una regione syuotata dei portatori da ambo le parti della giunzione, con il materiale % carico positivamente ¢ quello p negativamente. Questa regione svuotata dei portatori & chiamata regione di svuotamento 0, anche, regione di carica spaziale, La carica ai due lati della regione di sveotamento fa in modo che si stabilisea un campo clettrico nella regione stessa; dunque, viene prodotta una differenza di potenziale ai capi della regione svuotata, con it Lato 7 positivo rispetto a quello p, come mostrato in fig. 3.44(b), UL verso del campo elettrico é quindi tale da opporsi alla diffusione di lacune nel materiale 7 ¢ di clettroni 174 IDICDI nel materiale p. Infaui, ta caduta di tensione nella regione di syzotamento funziona come una bar- riera che deve essere superata da lacune ed elettroni, per diffondere nel materiale 7 © nel materia- le p, rispettivamente, Pit alta é la barriera di potenziale, meno portatori potranno superaria e quin- di minore sara la cosrente di diffusione. Dunque la corrente di diffusione /,, dipende fortemente dalia caduta di potenziale V, ai capi della regione di svuotamento. La corrente di deriva /; e l'equilibrio Olire alla corrente 4, dovuta alla diffusione dei portatori maggioritari, esiste una componente della corrente doveta alla deriva dei portatori minoritari Iungo [a giunzione. In particolare, akcune delle lacune generate termicamente nel materiale 7 si muovono per diffasione fino a raggiungere il bordo della regione di svuotamento, A questo punto esse riscntono del campo elettrico nella regione di svuotamento, che le spazza via verso l’altra estremita, nel lato p. Analogamente, alcuni degli elettroni reinotitari generati termicamente nella regione p diffondono verso it bordo della segione di svuotamento e yengono spazzati via dal campo elettrico verso il Jato 7. Queste due componenti della corrente (elettroni mossi per deriva da p verso 1, € lacune mosse per deriva da verso /») si sommano per formare Ja corrente di deriva Jy, la cui direzione va dalla regione n alla regione p della giunzione, come indicato in fig, 3.44. Poiché la corrente , 2 prodotta dai por- tatori minoritari gencrati termicamente, il suo valore 2 fortemente dipendente dalla temperatura; & indipendente, comunque, dal valore ¥ della tensione ai capi defia regione di svuotamento. In condizioni di circuito aperto (fig. 3.44) non pud esistere corrente esterna; quindi le due correnti che attraversano la giunzione in direzioni opposte devono essere uguali in ampiezza: loads Questa condizione di equilibrio @ mantenuta per mezzo della tensione di barriera V;. Dungue, se per qualche ragione si verifica un aumento di fp rispetto ad Js. allora aumentera il numero delle cartche localizzate rimaste scoperte su entrambe le facce della giunzione, lo strato di syuotamento si allargher& ¢ la tensione Vj ai suoi capi aumentera. A sua volta questo aumento provocher& una diminuzione di J, fino a raggiungere l'equilibrio per F) = és . D'altra parte, se /,2 maggiare di I ailora il valore della carica scoperta dimiauira, lz zona di svuotamento si restringera e la tensione ai suoi capi diminuir2. Cid provochera I'aumenta di /, fino a raggiungere Pequilibrio per J,, = [y. La tensione ai morsetti Quando i terminali delta giunzione pa sono lasciati x circuito aperto, la tensione misurabile ai loro capi sari nulla. Ciod, Ia tensione Vp ai capi della regione svuotata non compare tra i morsctti dei diodo. Questo perché si sviluppano delle tensioni di contatto sulle giunvioni semiconduttore- metallo aj termninali dei diodo, che sono esattamente uguali e contraric alla tensione di barriera. Se non fosse cosi, saremmo in grado di estrarre energia dalla giunzione pn isolata, cosa che, eviden- temente, viola il principio di conservarione dell’ energia. Larghezza della zona svuotata Da quanto visto sopra appare evidente che la zona di svuotamento esiste sia nel materiale p che in quello 7¢ che nelle duc regioni sono presenti uguali valori di carica, Comunque, poiché di soli- to i livelli di drogaggio non sono uguali nei materiali p ed n , st pud comprendere come la Jar- CAPIOLO3 176 ghezza delia zona di svuotamento possa non essere Ja siessa neile due parti. Piutiosto, dovendo lasciare scoperta la stessa quantita di carica, la regione di svuotamento si allarghera maggiormente nel materizle drogate in modo pil leggero. Di solito, nei dispositivi reali uno due lati viene droga- to in modo pitt leggero, con il risultato che 1a regione di svuotamento si estende quasi esclusiva- mente in uno dei due materiali semiconduttori.. 3.10 LA GIUNZIONE pn IN CONDIZIONI DI POLARIZZAZIONE INVERSA Per illustrare il comportamento su scala microscopica dela giunzione pn in polarizzazione inversa 2 preferibile polarizzare la giuncione con im generatore di corrente costante, piuttoste che con un generatore di tensione, come mostrato in fig. 3.45. La corremte /del generatore scorre, ovviamen- te, in direzione inversa. Per if momento si supponga che il valore di J sia minore di [,3 so 1 fosse maggiore di [, saremmo in breakdown, come spicgato nelia sezione 3.11. fig. 3.45 La giunzione pn poleriz- zata da un generatore di cor tente costante / in direzione Inversa, Par evitare i break- down, si fa in modo che i sic minore di fs. Si nati che la regio- ne svuotcta si alicrga e che il potendiale ci bartiera cumenta di una quantita V, che st manife- sta sotto forma ai und tension inversa tra i due terminal. La corrente /sard associata a] flusso degti elettroni che scorrono nel circuito esterne dal materiale 7 verso quello p (ciok in direzione opposta a quella di £}, Questo porterd gli clettroni ad abbandonare il matcriale 7 ¢ Je jacune ad abbandonare il materiale p . Gli elettroni liberi che lasciano il materiale fanno aumentare il numero delle curiche localizzale positive che rimango- no scoperte, Anatogamente, Je lacune che lasciano it materiale p fanno aumentare il numero delle cariche localizrate negative che rimangono scoperte. Quindi la corrente inversa J provocherd un aumento della larghezza della regione di svuotamento e della carica in essa contenuta. Questo a sua volta portend ad una tensione maggiore ai capi della regione svuotata, cio’ ad una barriera di potenziale Y pid clevata, con ta conseguente diminuzione deila corrente di diffusione J, La cor rente di deriva Z;, essendo indipendente dalla ampiezza del!a barriera ci potenziale, rimarra costante. Infine Tequilibrio (regime stazionarto) verra raggiunto quando Ly -Ip=l 176 I DIOO! Ail’equilibrio, !'aumento della tensione aj capi della regione svuotata si manifesterd come una ten- sione esterna trai morsetti del diodo, con il materiale 27 positivo rispetto al materiale p . Possiamo ora considerare la situarione in cui la giunzione pr risulta polarizzata da una iensione inversa V, con Vminore della tensione di breakdown ¥,,. Non appena viene applicata la tensione. Y, ael circuito esterno scorre una corrente inversa da p ad nm . Questa corrente porta all'aumento della larghezza e delta carica della zona di svuotamente. Alla fine, fa tensione ai capi della regione svuorata sari aumentata di una quantita pari alla tensione inversa Ye solo a questo punto vere raggivato Pequilibria, mentre la corrente esterna sara pari a Jy -I. Comunque, si oti che inizialmente la corrente csterna pud essere molto maggiore di Z;. Lo scopo di questo tran- sitorio iniziale & di cericare la regione svuotata ed aumentare la tensione ai suoi capi di una quantita V_ Da quanto sopra si pud evidenziare un’analogia tra la regione svuotata di una giunzione pn ed un condensatore. Non appena si verifica una variazione della tensione ai capi della giunzione (pm, varia corrispondentemente la carica jramagazzinata nella regione di svuotamento. La fig. 3.46 mostra schematicamente il tipico andamento della carica in funzione defla tensione esterna in una giunzione pr, Siccome questa curaneristica g-v 8 non lineare, bisogna essere cauti nel parlare di Pendenza = Cy Fig. 3.46 Carica immagazzinata in cia- scun jato Gela regione svuotata in fun P i ‘unto di lavoro zione deta tensions inversa ¥ Carica qj nella regione svaotata 0 Vz Tenstone inversa, “capacitt di svuotamento”. Cost come & stato fatto nella sezione 3.4 con fa caraiteristica Hu non lineare, si pud immaginare che gli spostamenti sulla curva g-v avvengano intorno ad un punto di Javoro, anuiogo al punto A di fig. 3.46, e quindi si pud definire 1a capacita di svuotamento G, inere- mentale, @ per piccoli segnali, come coefficiente angolare della curva q-v nel punto di lavoro, dq; Si pud dimostrare che dove: Vp = tensione ai capi della regione svuotata per tensione esterna nulla; Vp = tensione tra i morsetti del diode (V,, & negativa per polarizzazicni inverse); CAPITOLO3 177 K = costante dipendcnte dall’area di giunzione e dalle concentrazioni dele impurezze; m =costante dipendente dalla distribucione delle impurezze in prossimita della giunzio- ne. I valori di 2 sono compresi tra 1/3 ¢ 4 per j vari tipi ds giunzione. Ricapitolando, non appena una tensione inversa viene applicata ad una giumzione pn, si verifica un transitocio, durante il quale la capacita di svuotamento si carica al nuove vatore della tensione di polarizzazione. Dopo che il transitorio si 8 esaurito, ia condizioni di equilibrio la corrente inver- sa ® semplicemente uguale a (Js ~ dy }. Di solito , @ molto pivcola quando il diodo 2 polarizzato inversamente ¢ ki corrente inversa @ approssimativamente uguale a Jy. Quesio, comunque, & sok tanto un modello teortco che non & molto rispondente alla reaita. In pratica, per componenti fa cui 7, & dell’ ordine dei 1045 A, vengono osservate corrent! iniverse dell" ordine di qualche nanoampere (10* A), Questa grande differenza ¢ dovuta a fenomeni di perdita ¢ ad altri effetti. inoltre, fa cor- rente inversa mostra una certa dipendenza dal valore della tensione inversa applicata, al coatraric di quanto previsto dal modello teorico, per il quale s~ fy @ indipondente dal valore deila tensione inversa applicata. Tuttavia, poiché sono eoinvolte correnti molto piccole, di sofito non si @ imtere sali ai particolari della caratteristica i-v del diodo nella direzione inversa. 3.11 LA GIUNZIONE pn NELLA REGIONE DI BREAKDOWN Nel considerare il funzionamento de! diodo in polarizzazione inversa, nella seziouc precedente si asa assunto che ta sorgente fomiisse una corrente inversa J minore dif, (fig. 3.45) 0, equivalente- mente, che la tensione inversa Vfosse minore della tensione di breakdown 2x. Adesso si vuole considerare il meccanismo di breakdown netle giunzioni pn e spiegarc i motivi della linea pre: ché verticale che tappresenta la relazione -v nella regione di breakdown. A tale scopo, la giunzi ne sia polarizzata da un generatore di corrente che faccia circolare in direzione inversa una corren- te costante J, pitt grande di /,, come illustrato in fig. 3.47. Questo generatore di corrente spostera Ie lacune dal materiale p, altraverso il circuito esterno’, verso i materiale n, mentre gli clettroni, attraverso il circuito esterne, passeranno dal materiaie # al materiale p. Ne consegue un aumento del numero di cariche localizzate scoperte; dunque si verificher un allargamento della regione svuotata ed un aumento della barriera ai potenziale. Quest'ultimo effetto causa ta diminuzione Fig. 3.47 La giunzione pn polarizzata ca un generatore di corrente Inversa {> Is ¢ Ovviamente, la cerrente nel circuito esterna & dovula esclusivasente al flusso di elettroni 178 i DIOD) della covrente di diffusione, fino quasi a zero. Ad ogni modo cid non & sufficiente per raggiungere uno stato di equilibrio, essendo Fmaggiore di Z,. Per questo motivo il processo che porta all‘allar- gamento della zona di svuotamento prosegue, fino a che ai capi della giunzione si sviluppa una tensione abbastanza grande da innescare un nuovo meccanismo che fornisca i portatori di cariea Tecessari a sostenere la corrente Z Come spieghereme tra poco, questo meccanismo per fornire correnti inverse superiori ad , pud svilupparsi in due forme diverse, a scconda del materiale della giunzione pn, della sua struttura € cos} via, 1 due possibili meccanismi di breakdown sono: Peffetto zener ¢ Veffetto valanga, Se una giunzione pr va in breakdown con Y,,<5 ¥ normalmente il meccanismo é quelle dell effero zener. Tl breakdown a valanga si verifica normalmente quando V;, & maggiore di 7 V. In giunzioni con tensioni di breakdown comprese fra 5 Ve 7 V, if meccanismo pud essere I'effetto zener o Yeffetto valanga, oppure una combinazione dei due. Il breakdown per effetto zener avviene quando il campo clettrico nella regione svaotata aumenta al punto di poter rompere tegami covalenti e generate cos} coppie elettrone-lacuna: gli elettroni generati in questo modo vengono spazzati via dal campo ciettrico verso il lato 1 deila giunzione; analogamente le lacune vengono indirizzate verso il Jato . Quindi questi elettroni e qgueste lacune costituiscone una corrente inversa attraverso la giunzione che contribuisce a soste- nere la corrente esterna J, Una volta innescato f’effetto zener, pud essere generato un gran numero di portatori con un incremento trascurabile della tensione ai cupi della giunzione. Pertanto la cor- rente inversa nella regione di breakdown sara determinata dal ciccuito esterno, mentre la tensione inversa che appare ai capi det diodo rimarra prossima alla tensionc nominale di breakdown Vz L'akro meccanismo & iJ breakdown u valanga, che avviene quando i portatori minoritari che attraversano Ja zona di svuotamento per effete del campo elettrico acquistano energia cinetica sufficiente a spezzare i legami covalenti degli atom con cui vanno ad urtare: i portatori fiherati da questo processo possono, a loro volta, acquistare energia sufficiente da liberare altri portatori, in altre collisioni ionizzanti. Questo processo avviene in modo simile ad una valanga, con i! risukato che sono generati tanti portatori da poter sostenere qualunquc valore di corrente inversa che venga imposto dal circnito esterno, con una trascurabile variazione neila caduta di tensione ai capi della ‘giunzione. Come detto prima, il breakdown della giunzione pr non @ un proceso distruttivo, pur- ché non venga superato il massimo valore ammesso per la dissipazione di potenza: il massimo vatore della corrente inversa @ a sua volta definito del massimo della dissipazione di potenza ¢ dalla tensione di breakdown Vy. 3.12 LA GIUNZIONE pn IN CONDIZIONI DI POLARIZZAZIONE DIRETTA Consideriamo ora i{ fuazionamento della giunzione pr nella regione di polarizzazione diretta: anche in quest caso risuita pitt facile spiegare il funzionamento fisico osservando cid che accade polarizzando la giunzione con un generatore di corrente costante. di valore J, orientato in modo da far scosrere corrente in direzione diretta, come mostrato in fig, 3.48. Gli elettroni che, muovendost nel circuito esiemno dal lato p verso quello n, danno Iuogo alla corrente J, fanno si che vengano estratte delle tacune dalla zona 7 e degli elettroni dalla zona p ; ne deriva che, ad opera del circui- to esterno, vengono fomiti portatori maggioritari ad entrambi i lati deila giunzione: lacune al materiale p ed elettroni al materiale #. Questi portatori maggioritari neutralizzano alcune delle cariche localizzate scopeite, facendo diminuire la carica immagazcinata nella regione di svuota- mento; quindi fa regione di svuotamento si assottiglia, mentre la barriera di potenztale si riduce: questa riduzione della bartiera di potenziale permette ad un numero maggiore di lacune di attra~ CAPITOLO3 179 Fig. 3.48 Giunzione pn polarizata da un generatore di corente costante, che fomisce una corrente / in direzione diretta, La regione svuotata si resttinge, mente ic tensione di Darriera diminui- sce di una quantiia V, che appare ai capi del ciodo sotte forma di una ten- sione citettc. versarla, dal lato p verso il lato », ¢ ad un numero maggiore di elettroni di attraversarla, dal lato 7 verso il lato p. Percid ta corrente di diffusione J,, aumenta, finché non si raggiunge I’ equilibrio per Jp Ky = 4, dove 1 @ la corrente dirctta fornita dall'esterno. Esaminizmo da vicino il flusso di corrente attraverso fa giunzione pr in regime staziona- rio: la barriera di potenziale & adesso minore di ¥, di una quantita ¥, che apparc ai morsetti del diode sotio forma di una tensione diretta (cio8 con I’ anodo det diode pit positive del catodo di una quanti® Yj. Tn seguito alla diminuzione della barriera di potenziale 0, equivalentemente, a causa della tensione diretta V, le lacune attraversano {a giunzione per essere iniettate nella regione ne gii elottroni nella regione p. Le lacune iniettate nella regione » fanno si che la concentrazione Pa di portatori minoritari superi il valore p,» all’ equilibrio termico, dando luoge ad un eccesso di concentrazione p, -D,o. che sar massimo presso il bordo detla regione di svuotamento, e che diminuisce esponenzialmente man mano che ci si allontana dalla giunzione, fino ad annullursi. La fig. 3.49 mostra tale andamento della concentrazione di portatori minoritari. Ny Pn Regione syuotata Regione p Regione » Concentrazione in eccesso = An Pre Valore all’ equilibrio termico « ~ x 9 0 x Fig, 3.49 Distriouzione det portato: minoxtari in funzione della distarza dai bordi dela regione svuotata. 180 | DIODI In condizioni stazionaric |*andamento della concentrazione dei portateri minoritari in eccessa timane costante ed 2, in effetti, proprio tale distribuzione che da luogo alla crescita della corrente di diffusione J,, al di sopra del valore /;, Questo aumento @ dovuto al fatto che il gradien- te di concentrazione fa in modo che Je lacune che vengono iniettate diffondano lontano dalia giun- Zione, all'inierne delia regione ”, ¢ che scompaiano per ricombinazione; per muntenere Pequi brio, Jo stesso numero di elettroni dovrd essere fornito dal circuito esterno, rimpiazzande cost gli elettroni che si ricombinano ail’ interno della zona 7. Un ragionamnento analogo pud essere fatto a proposito degli elettront minoritari nelia zona p. La corrente di diffusione 8, ovviamente, la somma delle componenti dovute agli elettro- ni ed alle facune. Quindi in condizioni stazionarie l'eccesso dei portatori minoritari nel materiale 7 ¢ nel materiale p assume l’andamento mostrato in fig. 3.49. Si pud dimostrare che la corrente di lacune. che attraversa la giunzione & proporzionate alla carica complessiva delle lacune in eccesso presen- ti nella zona » ; tale carica ¢ proporzionale all’area sottesa dalla curva della concemtrazione di lacune, a destra nella fig. 3.49. A sua yolta, tale area & proporzionale al valore della concentrazio- ne di lacune in ecvesso, in corrispondenza del margine della giunzione. Similmente si pud dimo- stare che la componente della corrente associata agli elettroni proporzionale atla carica degli elettroni in cecesse presenti nella zona / pertanto la componente della corrente dovuta agli elet- troni 2 proporzionafe all"area sottesa dalla curva della distribuzione dei portatori minoritari e, dun- que, 8 proporzionaie alla concentrazione degli elettroni in eccesso, in corrispondenza del margine della regione syuotata, Infine notiamo che, in seguito ad una variazione della corrente esterna J 0, in alternativa, della tensione diretta V, affinché si raggiunga un quovo stato stazionarie si dovra veriticare una corri- spondente variazione della carica associala ai portatori mimoritari presenti nei materiali ped n (in aggiunta alla variazione della carica immagazzinata netla regione svuotata). La giunzione pn manifesta quindi un effetto capacitive (in aggiunta atla capacité di svuotamento), correlato all’ ac- cumulo delle cariche dei portatori minoritari. Poiché queste cariche gy sono proporvionali alla corrente / che atiraversa la giunzione, duil'equazione del diodo (eq. 3.1) segue che gy, 2 legato alla tensione diretta da una relazione del tipo dove q, 2 una carica costante, proporzionaie alla corrente f,; pertanto ia curva q-t'di questo etfet- to capacitive & chiaramente non fincare. Poxsiamo rappresentare tale comportamento capacitivo per mezzo di una capacita per piccolt segnali Cy , 2 44a dv Cc v4 dove V 2 la tensione in continua sul diodo nel punto di lavoro A, intorno al quale valido il modelo per piccoli segnali, La capacita C, & detta eapacita di diffusione c, dalla relazione appe- na vista, si pud facilmente dedurre che Cy & proportionate al valore di gy + dp . Per polarizzazi ni inverse C, @ nulla, mente il suo valore in polarizvazione diretta & approssimativamente propor- zionale alla corrente di polurizzazione I, nel punto di lavoro. it modeilo compieto per piccoli segnali Da quanto esposto in precedenza, si conclude che un modello per piccoli segnali che descriva ta CAPITOLO3 181 giunzione p n é formato dalla resistenza del diodo r, im parallelo alla capacita di svuotamento G; ed alla capacita di diffusione C, . Questo modeilo @ riportato in fig. 3.50. Se i] diodo & polarizzato direttamente in un punto A della curva -2' si ha ry nvr la ao Rla K {vo -¥a} "% G Cy Fig. 3.80 Modelo compieto per piccat segnal di una glurzione pn. dove k, & una costante ¢ V, 1a tensione diretta di polarizzazione (un numero positive). D’altra parte, se ii diodo @ polarizzato inversamente, con (V, & un numero positive), allora zione inversa v= -\, una tensione di polari 1g #00 C429 oe (Vo+¥a}" Tvalori di Cy e C), ovviamente, dipendeno dalle dimensioni della giunzione, ¢ sono direttamente: proporzionali all’area della sua sezionc trasvers lc. Per un diodo per piccoli segnali polatizzato inversamente con una tensione di pochi volt, C; & tipicamente deliordine di 1 pF. 1.0 stesso diode, polarizzato diretamente con una corrente di pochi mA, @ caratlerizzato da una capacita di diffu- sione delVordine dei 10 pF. SOMMARIO In polarizzazione diretta, il diodo ideale conduce qualunque corrente venga imposta dal circvite esterne, con una eaduta di tensione nulla. 1 diodo ideale sum conduce ia polarizza- zione inversa; qualunque tensione invessa venga applicata si tocalizza ai capi del dioda. + La propriera di far scorrere corremte in modo enidiresionsle rende if diode utile per il progetto di cireuiti raddrizzatosi. Ia condusione diretta dei diodi al silicto adottati nella pratiea viene ben descritta dala relazione. Teenvt, Un diode al siticie fa seorrere una corrente trascurabile finché la tensione diretta si mantie- ne al di soup di 5 V. Quindi la corrente © sey rapislaments, con un aurnento dells cadute di tensione cormpreso tra 60 mV ¢ 120 mV Gin base al valore del parameiro 7) per ogni deca- de di variazione dela corremte. 2 In polanizzazione inverss, en diodo al siti. clo conduce una correate dellordine dei 0% A. Questa corrente @ molto pid grande di iy & eresce con i] vajore assoluto della tensione inverss + Ohre un cer valore della tensione inversa (che dipende dal particolare diode) si verifica il breakdown, ¢ la corrente cresce rapidamonte in, comispondenza ad un leggero ineretnento della lensione. + Ldivdi progetati per Funzionare neta regic- ne di breakdown vengono chiamsti dio ener. Essi vengono impicgati nea realizzazione di regolatori di tensione con ti fanzione di gene- sare una tension continuz che non risenta delle variaxioni detia teasione di alimentazione c/o delin corrente di carieo. «© Esistono diversi modelli del diode, e ba scetta del modelle opportuno & legata al carat tere della particolare applicazione. In molte applicazioni, un diode in condu- 182 I DIODI zione pud essere rappresentate da un generato- Fe di tensione costania, in generc di 0.7 V- + Un diodo polarizzto per lavorare ad une corrente continua J;,@ caratterizzato da una resistenza per piceoli segnali 7 = 7V;-/Z)) Un diode a giunzione in silicio 2 fondamen- talmente una ginazione yr. Una giunzione del genere & realizzata su un singolo cristallo di silicio. + Nel silico di ipo p c"@ uma predominanza di tacune (ponatori di carica pusitivad, mentee nel silicio di tipo #2 sone predominanti gli let troni liber? + Im prossimita deil’interfaceia, in una gien- ziene fi xi sviluppa una regione svuctata dai Portatori, con il lato 7 curicato ponitivamente € quello p caricato negativamente. La differenza i tensione che ne deriva viene detia barriera di potenzizle. + Una corrente di diffusione Zp scorre in BIBLIOGRAFIA E. 5. Angelo, Jr., Electronics: BJTs, FETs and Microcircuits, New York: McGraw-Hill, 1969. S.B. Burns and P. R. Boad, Principles of Electronic Circuits, St. Paul: West, 1987. 8. Franco, Design with Operational Amplifiers and Analog Integrated Circults, New York: McGraw- Hill, 1988, P.E. Gray and C. L. Searle, Electronic Principles, New York: Wiley, 1969 D. A. Hodges and H. G. Jackson, Analysis and PROBLEMI Sezione 3.1: Il diode ideale 1 “frovare i vatori deli tensioni ¢ delle cor renti indicate vei circuiti mostrati in fig. P3.1 utilizzanti diodi ideali. 3.2 Trovare i valori delle tensioni delle cor- renti indicate aei circuit mostrati in fig. P3.2 uulizzanti dio ideati, 13.3 Neila porta logiea di fig. 3.5(a) si assuma che | diedi siano ideali e che i livelli delle ten sioni di ingresso siana pari a 0 Ve +5 ¥. Trovare un valore di £ tale che la corrente richiesta da ognuna delle sorgenti di segnale in ingresso pon superi 0,2 mA. D3.4 Ripetere if problema 3. porta logica di fig. 3.5(b). 3.8 Ascumendo che i diodi nel cireuite di fig. nel caso della direxione diretia Grasportata dalte lacune pro- venienti dal lato g ¢ dagli elettroni provenientt dal tato 7). ed una corrente /s corre in dire- zione inversa (trasportate dai portatori minori- tari genorati termicamente). Jn una giunzione a cUIO Apert fp fy © la barriera di potenzia- Je é indicata con Vo, + Applicando una tensione di polarizzazione inversa | V1 ad una giuwzione pr si proveca un allargamento della regione svuvtata, ed un incrementy della barricra di potenziale fino a {¥) +1 VD. La corrente di diffusione diminui- sce e la corrente inversa risultante @ Us = J). + Applicando una tensione di polarization dirctta | V'| ad una giunzione pr si provoca un restringimento defla zona di svuctamento, ed una diminuzione delta barriera di potenziale fino a (¥~ | 0D. La corrente di diffusione aumenta ¢ la corrente diretta risultante & Un - 1d. Design of Digitol Integrated Circuits, Second Edition, New York: McGraw-Hill, 1988. D. H. Navon, Semiconductor Microdevices and Materials, New York: Holt, Rinehart and Winston, 1986. 8. Soclot, Applications of Analog Integrated Circuits, Englewood Cliffs, NJ: Prentice-Hall, 1985. S. M, Sze, Senticonductor Devices, Physics and Technology, New York: Wiley, 1985. P3.5 siuno ideali, trovare i valosi delle tensioni e delle correnti indicate. 3.6 Assumendo che i diodi nei cireuiti di fig. P3.6 siano ideali, utilizzare il teorema di ‘Thevenin per semplificare ¢ circuiti © poi rove- ze i valori dette tenstoni e delte correnti indica- . D3.7 Si supponga che nel circuite raddrizzatore di fig. 3.3(a) Ia sinusoide di ingresso abbia un valore rms pari a 120 Ve si assama che iL diodo sia ideale. Sceglicre un valore dé 2 tale che la corrente di piceo nel diode non superi 0,1 A. Qual’d il massimo valore che Ia tensione inverse pud assumere ai capi del diodo? 3.8 Si consideri il circuit raddrizzatore di Figs 3.3 nel caso in cu} Ta sorgente vin ingresso abbia una resistenya interna £,. Nell"ipotesi in CAPTOLO3 183 yee 10 ke ka OV oko 10 kg (a {by i) id) Fig. P3.1 Dy 41V 43 +av v . Bb 4 Tea q 1k D +1V v ~5V way fa) Ps Fig. P32 ) +10 +10 +150 +1SV 410 10K io ka 10 ke t f SS J ¥ ve 28 ka 20 kn wr 10 ka -10V -10¥ = £ = = @ oy fa) ) Fig. P3.5 Fig, P3.6 184 i DIODI cui RK, = Re assumendo che il diodo sia ideale, discgnare ¢ eontrassegnare in modo chiaro la curatteristiea di trasferimento che lega ey 3.8 Si consideri it cicreuite carica-hatteria Se ta sorgente di segnale sinusoidale viene rimpiayzata da una dexeritta nell'esempio 3.1 sorgente ad onda quadra dalla stessa ampiezza. in corrispondenza ® quale frazione di periede conduce il divdo ? Qual @ il valor medio defla carreme nel died? 3.10 Ripetere il problema 3.9 nell’ipotesi in cui i) segnale Wingresso sia un’onda triungolare simmetricu di ampiezza pari a 24 V. 3.11 Il cirenite di fig. P3.1 1 pud essere usato im un sistema di controbio at filo, ed un ritorno comune di massa. In qualsia~ st momento, Vingresse pad assumere une di questi tre valori: +3 V. 0 VY. -3 V. Qual € lo stato delle larnpadine in corrispondenza di cia- scun velore di ingresso? (Si neti che le lampa ding possonc essere sistemate in posti diversi, ivvando un unico che possono essere coltegate ad un unico filo pitt lanpadine in ana delle due contigurazioni!) Sezione 3.2: Carotteristiche j - v dei dioat a giunzione 3.12 Per quali valori di correute © di tension Tapprossimazione esponenzialc deta corrente nel diode (cquarione 3.3) fornisce un errore: percentude mminore dell” 1%? Util ze Vp = 25 mv. 3.13 Per quale valore di tensione ciretta un diode per il quale @ »2 = 2 conduce uns corrente, pari a 1000 47 In termini di 45, quate valore di corrente score nella stesso diodo se 1a tensione, directa & ci 0.7 V7 Bd In un diode ai chi capi ls caduta di tensione directa ¢ 0.7 V a 1,0 mA ¢ por il quale 8 = 7 Viene fatto Funzionare applicando una tensione diretua pati a 0,5 V. Quul é il valore della corrente? 3.15 Tl circuit di fig. P3.15 utilizea tre diod) identici aventi = Le sg LO A. Trovare +3V V= 46 -3v D, D; Fig. P3.11 Rosso Verdi I Fig, P3.15 valore detla corrente 7 necessaria per ottenere una tensione di uscita V)= 2 V. Se un carico poste sul terminale d’uscita assorbe una cor. rente di 1 mA, quale sard lu variazione subits dalla tensinne «i ascita’T 3.16 Un diode a giunzione viene faite funzio- Rare in un circuite alimentio da ung corrente eostante ¢ Qual & Peffetio prodouo sulla ten- sione iret del diodo se si colieza im parallcto tn diodo identice? Si assuma che sia = 1. 3.17 Le misuce cffettuate su un diodo per due diversi valusi di cerrente, corrispondenti a 0,2 mA € 10 mA, hanno rivetato che le tensioni relative # tali valon di corrente sono di 0,650 V @ 0,750 V. Trovare i valori di 72 di fy. 3.18 Quando si applica una comente di vatore pari a 10 A nd un particolare diedo, si trova che la tensione ai capi dela giunzione si porta immedistamente a 700 mV. Tuttavia, non Diodi ideali Lampadine da 3 V appena la potenza dissipata dal diodo fa salire la sua temperatura, la tensione diminuisce fino a raggiungere eventualmente 600 mV. Di quan- to sale la temperatura sulla giunzione? Qual & la potenza dissipata dal diodo nel suo stato finale? Qual @ l'incremento per Watt della tem- peratura dovuto alla dissipazione di potenza? Sezione 3. realizzati con diodi Analisi dei circu 3.19 Si consideri analisi grafica compiuta sul circuito con diodo di fig. 3.10 con Vin = 1 Vy R=1KQ, econ il diodo avente Jy = 10-15 Aed nm = 1. Individuare alcuni punti sulla caratteri- stica del diodo in corrispondenza dei quali ci si aspetta V’intersezione con la retta di carico, ed utilizzare un procedimento grafico per raffinare la stima della corrente che scorre nel diodo. Quali sono i valori della corrente e della tensio- ne nel diodo che si trovano? Trovare analitica- mente la tensione corrispondente al valore di corrente stimato. Di quanto differisce dal valo- re trovato graficamente? 3.20 Utlizzare la procedura di analisi iterativa per determinare 1a corrente e 1a tensione nel diodo del circnito di fig. 3.10 per Vpp= 1 V, R= 1kQ, e per un diodo avente f, = 10715 A ed = 1. 3.21 Un diodo da 1 mA (per esempio, un diodo che ha 1)= 0,7 V per ip di 1 mA) & collegato in serie attraverso una resistenza di valore pari a 200 Q ad un alimentatore da 1,0 V. (a) Fornire una stima approssimata della cor- rente nel diodo che ci si dovrebbe aspettare. (b) Se il diodo & caratterizzato da » = 2, stima- re un valore pid accurato di corrente nel diodo utilizzando I’ analisi iterativa. 13.22 Assumendo che siano disponibili diodi con tiy= 0,7 V per ip= 1 mA econ 7 = 1, pro. © un Circuito che utilizzi quattro diodi jessi in serie, a loro volta in serie ad un resistore & colicgato ad un alimentatore da 15 V. La caduta di tensione ai capi del ramo con- tenete i diodi deve essere 3,0 V. 3.23 Trovare i parametri di un modelio lineare a tratti di un diodo che abbia v,— 0,7 V per i= 1 mA e per il quale sia 7 ~ 2. Il modello deve essere esatto per 1 mA e per 10 mA. Calcolare Merrore che si commete nel determi- nare ry in millivolts usando il modello lineare a wratti per fp pari a 0.5 mA, 5mA © 14 mA, 3.24 Si consideri il circuito raddrizzatore a semionda di fig. 3.3(a) con R= 1 kQ © con il diodo ayente le caratteristiche ed il modello lineare a tratti di fig. 3.12 (Vno = 0,65 V, r= 20 Q), Analizzare il circuito raddrizzatore utilizzando il modello lineare a tratti del diodo € poi trovare la tensione di uscita vy in funzio- ne di v,. Disegnare 1a caratteristica di trasferi- CAPITOLO3 185 mento che lega la vo av; per 0 < 0; S10 V. Nell’ipotesi in cui v; sia una sinusoide di ampiezza massima pari a 10 V, tracciare ed indicare in modo chiaro Ia forma d’onda in uscita vo « 3.25 Risolvere il problema dell’esempio 3.2 usando il modello del diodo a caduta di tensio- ne costante (Vp= 0,7 V). 26 Trovare le tensioni € le correnti indicate hei circuiti mostrati in fig. P3.1, utilizzando il modello del diodo a caduta di tensione costante (p= 0.7 Vd. 3.27 Trovare le tensioni ¢ le correnti indicate nei circuiti mostrati in fig. P3.2, utilizzando il modello del diodo a caduta di tensione costante (Yp= 97 VD. 3.28 Trovare le tensioni ¢ le correnti indicate nei circuiti mostrati in fig. P3.5, utilizzando il modello del diodo a caduta di ten (Vp= 0.7 Vd. 3.29 Trovare i valori delle correnti ¢ delle ten- joni indicate nei cireuiti di fig. P3.6, utilizzan- do il teorema di Thevenin per semplificare i circuiti stessi . Si assuma che i diodi possano essere rappresentati attraverso il modello a caduta di tensione costante (Vj)= 0.7 V). 13.30 Ripetere il problema 3.7, rappresentando il diodo attraverso il suo modello a caduta di tensione costante (Vp = 0.7 V). Che differenza si riscontra nel progetto risultante? 3.31 Ripetere il problema dell"esempio 3.1. assumendo che il diodo abbia 10 volte l'area del dispositive le cui caratteristiche ed il cui modello lineare a tratti sono mostrati in fig. 3.12, Rappresentare il diodo attraverso il suo modelo lineare a tratti (V,= 0,65 V +2 1,). 3.32 Relativamente al circuito mostrato in fig. P3.32, utilizzare il modelo a caduta di tensione +10 V sione costante Fig, P3.32 —0v 186 I DICDI costante (0,7 V) per ciascun diode in conduzie- ne ¢ dimosteure che Ja caralteristica di trasteri- mento pud essere deseritta da per-465 VE 5 +465V. ty = th per 2,2 +4,65 V, de, = +4,65 Ve pert, 5 -4.65 V, ig 4.65 Ve Sezione 3.4: 1 modetlo del diode per piccoli segnalt e le sue applicazioni 3.33 sia valido per variazioni nella temsione di circ dice che il modello per piccali segnati 10 mV. Qual @ Ja corrisponcente variazione percentuale di corrente (consiterare sia segnalt positivi che negativi) per yrs 1? (by n= 27 3.34 Qual & la resistenza incrementale di JO diodi da 1 mA collegati in purallelo ed alimen- tati da una corrente continua di 10 mA. Six = 2. (Un diode da ] mA @ un dindo che presenta una caduta di tensions V,= 0,7 V per Zy= may +348 Si consideri if cireuito regolatore di ten- signe mostrato in fig. 3.20. 0 valore di # viene scelo in mado da ottenere una tensione di usci- ta Vy (ai capi del diode) di 0,7 V. (a) Utilizzare il modello di diode per picceli sceneli per dimostrure che la variazione celia tensione di uscita eorrisponden wione di V1 di 1 V @ data da Ave aye Tale quamita @ coneseiuta con il nme di rego- lazione di linea ed @ solitamente expressa in m/v. () Generalizzare lespressione di cui sopra ne} ease di 7 diodi counessi in serie © regolande i vatore di Rin modo tale che [a tensione wi capi di ogni diodo sis di Q,7 V (e che sia Yi, = 0.72 ww. (c} Calcolure i] valore della regolarione di lines «Luna varia- av, VO anv, 09 uel caso in cui > = 10 V (notninalmente) ed in oui (i) am = 15 Gay y= 3. St tilizzi w= 2 D*3.36 Si consideri 1 cirowits regotatore di tensione dé fig. 3.20 nell*iporesi in cui venga assorbiia una correnie di carico J, dal terminale druseita, Indicare la tensione di useita (ai capi def diode) con Vip fa) Se il valore di J, & sufficiememente piccole da rendere la corrispondente variazione deta tensione di uscita AV, del regolatore piceata abbastunza perché sia giustificata I"utilizzazio- ng del modell per piccoli segnali, dimostrare che ‘Tale quantita & conosciuta come regolazione di earico ed viene salitamente espressa in mvimA. @) Se il valore di K viene svelte in modo che in asseaza di carico la tensione ai capi del diodo sia 0,7 Ve che Is corrente nel diode sia Jn, dimostrare che Pespressione ottenuta in @) diventa A¥y avy i 4) Vr ~O7 07 RVs Scegliere il pitt basse valore possibile di 7, che dia luego ad una regotazione di carico © 3 MVANA. Assumere 71 = 2. Se V+ 2 nomi- nalmente di 10 V, quale valore di #2 richiesto? Specificare inoltre il diode richiesto. (6) Generatizzare Mespressione ottenuta in (b) al cus di nz diodi collegati in serie ¢ regolando Ria modo da ottenere Vj, = 0,7 mV in assenza di carico. #3.37 Nel circvito mosiraio in fig. P3377 & una corrente continua mentre v, 2 an segnale sinusoidule, La capacita ¢'é molto grande; la sta funzione & quella di accoppiare il segnale 8] diedo e di bloccare il flusso detla componen- te continua nel generators di segnale. Utilizzare il modelio del diode per piccoli segnati per dimostrare che la componente di segnale della tensione di uscita & ny, Ug = by nV; # IR, Sev, ~ 10 mV. wovare uv, per 7= 1 mA, 0) WA € LUA. Sia Ro = 1k ed 2 = 2. Per quale valote di / 1, diventa la meta di x? Si nota che questo cirenite funziona come attenuatore di segnaic con un fattore di attenvazione control- lato dal valore delia componente contimia di corrente 7 ve Fig. P3.37 D*3.38 Un regolatore di tensione costiruiro da due diodi in serie alimentati da uo generatore di corrente costante, viene utilizsate al poste di una singola cella. zinco-carbonio (una batteriad nale di 3,5 V. avente un yalure di tensiene nom La corremte di carico nel regolatore varia da 2 a7 mA. Si dispone di alimentatori di corrente costante da S, 10 ¢ 15 mA. Quali tra essi dovrebbe essere scelte © perché? Quale varia- zione nella tensione di useita dovrebbe rinultsre quando la corrente di carice varia at di fuori deli" intervatlo visto? Si assuma che i diodi abbiano una caduta di tensione aj 0,7 V per una corrente di | mA ed 2 Serione 3.5: Punzionament, breakdown - Diodi Zener nella regione di 3.39 Lin regolatore di tensione costiuite da un diods zener da 6,8 Ve da una resistenszn da 100 Q, progettato per funzionare con un ali- montatore da 9 V, viene invece accidentuimen: te coliegato ad us alimentatore da 15 V. Assumende che r, sia molto piceola, calcolare i valori attesi della corrente nello zener © In dis- sipacioue di potenza sia acl diode zener che aclla resistenza, sia nella situazione normale che in quella errata, © confrontare i rapporti D3.40 Un diodo rener nel quale & ¥; = 6,8 V mostra una tension pressoch’ costante per de > leg = Ol MA, (Cied F, ® cost piccola da poter essere trascurata per /,> Zz.) Beso viene impiegato in circuito regolatore paruilelo al mentafo da un generatore da 10 V attraverso un Tesistore R del valore di 1 k02. Per quale inter: valto di valori delta corremte di carico Puscita mantiene il suo vatore regolato? Quai 2 il valo~ re dela resistenza di carico ai di sotto del quale la tensione di uscita non risulter’ ulteriorments yegolata? Riprogettare il circuito per fornire in uscita una tensione regolata su una resistenza di carico dellordine di | k£2 ed una corrente nelto zener di alineno 14) volte L- 3.44 Un cirenitista vuole ottenere un regotatore paralielo da 20 V. Si dispane di due tipi di diedi zener: dispositivi da 6.8 V con una 7, di 10 Qe dispositivi da 5,1 V con una 7, di 302. Relativamente a gueste due possibili scelte. trovare la regolazione di catico. Si trascuri in questo calcoto Meffetto della resistenza del rogolaiore R 3.42 Un regolatore parallelo, utilizzante uno zener con ung renistenza inerementale di 4 Q, viene alimentato attraverso un resistore da 82.02. Se Ia tensione di atimentazione ondulata varia di 14 V, quat 2 ta corrispondente varia zigne della tensione regolata in uxcita’? 3.43 Un diode zener da 9.1 V mostra i suo valore nominale di tensione in corrispundenza ad una corrente di test di 28 mA. Per questo valore di corrente la renistenza inerementale vale $82. Trovare Vx, acl modell dello zener. Vrovare la tensione di zener per una corrente di 10 mA ¢ per una di 100 mA. CAPTOLO3 187 3.44 Tormire due progetti di regolatori parallelo che utilizzano il diode zener 1N5235, caratte- Fizzato dalle seguenti specifiche: Vz, = 6.8 Ve ry = 9 Q per Ly = 20 mA; per fy ~ O25 mA (pid vicino al ginecchio) & x, = 750 Q. In entrambi § progotti la tensione di alimentazione ha un valore nominale di 9 V @ varia di #! V. Relativamente a) prime progetto, si assume che ta disponibilita della corceme di alimentazione non sit un problema, ¢ quindi che i diedo fan- zioni a 20 mA, Per quanto riguarda i secondo, Progento. si assuma che Ta corrente di alimenta- zione ondults sia timitata, © che per tale ragio- ne si sia contretti a far funzionare il diodo a 0.25 mA. Conformemente allo scope iniziale di a cli cari- questi progetti si fa Mipotesi di ass 60. Di ogni progetto trovare #1 valore di Re della regolazione di linea. 3.45 Sj richiede a progetture un regolatore paralleio a zener che forniscu una tensione regolata di circa 10 V. 1.0 zener disponibile, da 10 V, del tipo 1N4740 8 caraterizzate da una caduta di tensione di 10 V in corcispondenra ad uns covrente ali test di 25 mA. Per tale valure di corrente la sun r, vale 7 $2, L’alimentazione ondulata disponibile ha un valore norninale di 20 V ma pud variare di circu #2854. Al regala- tore si richiede di fornire una cortente di carico che vi da 0 mA a 20 mA, Eseguire il progetto in modo tale da ottenere una corrente minimns ai zener pari a 3 mA (a) Trovare ¥zp (b) Calcolare il valore necessarie di %, (c) Trovare la regolazione di linea. Qual & tx variazione di Vp espressa in percentuale, coms spondente ad una variazione del =: 25% di Vs? (d) ‘Trovare In regolazione di carice. Di guale percentuale varia Vj) nol passare dalla condi- di pieno zione di assenza di carico a quetls carico? (e) Quai 2 la massima corrente che le zener & in grado di condurre in questo progetto? Qual & la potenza dissipata dalio zener in questo caso? Sezione 3.6: Circuiti reddrizzator 3.46 Si consideri il circuito raddrizeatore 4 semionda di fig. 3.29(a), con it diodo invertite, Sia 2, una sinusoide con un’ ampiezza di piceo pari a 10 V,¢ sia R=1 kG, Utilizzare il model- Jo del diodo a caduta di tensione costante con Vp= 0.7 V. (Gp Tracciare la caraneristics di rasterimenta, Q)) Tracciare La forma ¢onda di 2 (0) ‘Trovare il valore medio di 2. (d) Trovare fa corrente di picco nel dioda. €e) Trovare il PTV de! diodo. 3.47 Usando la caratieristicu esponenziale del iodo, dimostrare che per 2, ¢ us entrambe 188 1 DICDI maggiori di zero, il cireuite di fig. 3.296) ha la Carmeristica di tasferimento data da va tale 8) dove tj, © 1 sono in Volt ed #& in kUooha. 3.48 Si consideri un circuite raddrizeatore a vo semionds con uronda triangolare in ingresso avente un*ampiezza picco-picco di 20 V ed an J kQ. Si assume che il diodo powsa essere rappresentato con i] modelo lincare a tratti neil’ ipotesi Ve = O.65 Ved 7) = 20 Q. Trovure if valore medio di rio 3.49 13) un circuiro raddvizzatore 2 semionda con R= 1 KC, ubifizzante un diode Ia cut cudu di 0.7 V in corcispondenzst aut uns correnie di 1 mA © che mostra une varia rione di 0.3 V al variare deila corente di una, decade. trovare i valor della tensinne in ingres- ye al settificatore eorrispondenti a vz) 7,1 Vy 0.5 V.1V.2 5 V, 6 10 V, Disegnare In saralteristica di trusferimento de) racidrizzatore valore medio avllo © con K ta cif tensione & 3.80 Un circuito raddrizzatore 3 semionda ren- liveato con un digdo avente 7,,= 0,7 V per fy = 1 MA ed una resistenza di carica di 10 KE viene alimentato da un'onda quadr simmetrica gi frequenza pari ad 1 KIT avente un‘ampices picco-picce di V" Volt ed un valore medio nallo. Calcolare il valore medio della teusione in useita per tre valori di V2 200 V, 20 V, ¢ 2 V. Si as ma che la tensione ai capi del diodo vari di 0.1 Y per ogni decade di variazione della corrente D3.S1 Si richiede di progettare un circnite rad. drizzalore a doppia semionda, utilizzando iL circuite di fig. 3.40, per generare ana tepsione media in ascita di G lov, any 100-V. In ciascuno dei due casi trovare il rapporte di me necesvario. Si ussuma che un trasformagi diode in conduzione abbia una caduta di ten- sione ai suoi capi di 0,7 V. Ja tensione alterna ta di rete @ di 120 V ems 13.52 Ripetere il problema 3.51 nel cuso del cireuito raddrizzatore a ponte di fig. 3.31 3.83 Si consideri Ui circuit raddrizzatore & doppia sernionda di fig. 3.30 neil ipotesi in evi + 120 Vormsy 60 Hz il rapporte di trastormazione del wasformatore sia tale che Ja tensione ai capi deiavvoigiroca~ to secandario sia di 24 V. nuta di rete (120 V ris) fluttua intorne ul Se Ja tensiene alter +105, travare il yatore di PIV necessario nei diodi, (Ricordarsi di usare un fattore di sicurex za nel progetto) #384 Il circuile di tig, P3.54 implementa us vaddsizzatore ad uscita complementare ‘Tracciare ed indicare in modo chiaro te forme Ponda di ge vy! . Si assume una caduta di 0.7 Vwi capi di ogni diodo in conduzione. Se Vampiezza della media di oymuna delle uscite deve essere di 15 V, trovare Uumpiezza cho la sinuscide deve avere ai capi dell’ avvoigimento secondario del trasformatere, Qual 2 il PIV di ogni diodo? D"3.55 Si richiede di adoperare un raddri: re di pieco per progettare un alimentatore di ster potenza in centinua che fornisea una tensione media contines in ascita di 35 V sulla quale si ammette un nipple massimo di #1 V. MW caddriz- resistive di 150 Q. raddrizzatore viene alinentate dalla tensions i rete (120 V rms, 60 Hz) attraverso un trasfor- matore. [ diedi # disposizione hanno una cadu- ta di 0,7 V in conduzione. Se i progettista opta per un raddrizzatore a sempionda: (a) Specificare la tensigne rms che deve aversi ai capi del’ avvolgimento secondario. (b) Trovare il valore necessario del condeosa- tore del filtro. (e) Trovare it massime dela tensione inversa che apparira ai capi del divdo, © specificare Vordine del PIV del diode, (a) Catcolare la corrente media che ultraversa il yatore alimenta un cari diodo durante la conduzione. {©) Caleolure i piceo di corrente uel diode, 1D*3,56 Kipetere il problema 4.55 nel caso in cni il progetties opti per un cireuite # doppia semionda unlizzante un irasfarmatore ad inse- rimento centraie. 1*3.57 Ripetere i problema 3.55 nel caso in cui ti progettists opti per um ciccuito raddrizza- tore a deppia scmionda a ponte. 3.58 $i consideri un raddtizzetore di picco a aemiunda alimertato da una tensione vy avente tia” ana forma d'anda iriangolare con untampicera picco-picco di 20 V, valore medio sulle © be- quenza dé 1 kHz. Si assume che i} diodo abbia ung caduta di 0,7 V in conduzione. $i ponga il carico resistive pari a X= 100 92 ed il conden sutere del filtro C= 100 wk. Trovare il valore medio della tensione continua in uscita, Minter vallo temporsle durante i quale il diods con duce, Ja corrente media nel diode durante la conduione, ¢ [a massima corrente nei diodo. 1943.59 Si considers il circuite di fig. P3.34 con due condensatori uguali posti in parallcty ala resistenza di carico K Si assuma che i diedi disponibili abbiany una caduta di 0,7 V in con- duzione, Progeitare if circuite in modo tale da fornire una tensione continua in uscita di £15 V con un ripple piceo-picee non pid grande di 1 V. Ogni alimentstore dowredbe essere in grado di forniro una corrente continua dx 200 MA al suo earico resistive. Specificare in modo complete le eatatteristicne dei diodi ed det tra- sformatore. Sezione 3.7: Circuiti limitotor @ cireuiti di aggancio 3.60 Tracciare la caratteristica di trunferimento che leg rou 2 pee i circuit imitator: mostrati in fig, P3.60. Tutti i diodi iniziane a condurre per una tensione diretta di 0,3 Ve mostrano una eaduta di tensione i 0,7 V quando sono in piena conduzione. 3.61 Ripetere il problema 3.60 assumendo che { diedi vengano schematizzati secondo i) modelo lineare 2 reatli con Vay = 0,65 V ed nr, = 209. 3,62 1 circulti di fig. P3.60(4) © (d) vengono collegati come segue: i due terminali di ingres aaV A yO AN Yo 1 ka (ay 1 ko y “OD Ho % av Fig. P3.60 (eh CAPITOLO3 189 tkO % 7 dD, D, Dy Da Fig. P3.64 = so vengone aniti Vane con Maltro, cost come anche f terminali i uselta. Tracciare la caratte- ristica di trasferimenta del cireuito risultante, assumendo che la tensione di accensione dei diodi sia di 0.5 V © che la lore caduta di tensio- ne in piena conduzione sia di 0,7 V- 3.63 Ripetere il problersia 3,62 applicate ai due cireuiti di fig. P3.60G) ed (b) collegati insieme come segue: i due terminali di ingresso vengo- fo anil Pune con Valtre, cost come anebe + terminali di uscita. *3.64 Tracciare od indicare in modo chiaro la curatteristica di irasferimento def circuito di fe. P3264 per -20 V > 7. c c 1 od vo ty of en k e (a ib) te} ® c co k 2k 2R Rg Rg aR -2v te) tar ow - CAPITOLO: I Transistor Bipolari a giunzione (BJT) Introduzione 4,1 Struttura fisiea e modi di funzionamento. 4.9 Analisi graft 4.2 Funzionamento del transistor apn in zona 4.10 Polarizzazione del BIT per il progetto attiva. di circuiti a componenti discreti. 43° Il transistor pnp 4414 Configuraziont fondamentali degti 4,4 Simboli circuitali e convenzioni. amplificateri monostadio a BIT. 4.5 Rapprescntazione grafica delle 4.12. transistor come interruttore caratteristiche de] transistor. - Imerdizione e saturazione. 4.6 Analisi in continua dei circuiti a transistor. 4.13 Caratteristiche statiche complete 4.7 Iltransistor come amplificatore. cd effetti del secondo ordine. 4.8 Circuiti equivalenti per piccoli segnali. Sommario « Bibliografia ¢ Problemi INTRODUZIONE Dopo aver studiato it diodo a giunzione, dispositive bipolare a serniconduttore con duc terminali, V’attenzione ora 2 rivolta ai dispositivi a semiconduttore con tre terminali. I dispositivi a tre terminali sone di gran lunga pitt utili di quelli a due, dal momento che possono essere utilizzati in una moltitudine di applicazioni che vanno dall’ amplificazione dei segnali al progetto di circuiti logic’ e di circaiti con memoria. UI principio di base che viene sfruttato consiste nell"utilizzare la tensione tra due dei terminali per ottenere it controllo della corrente che scorre nel terzo terminate. In questo modo un dispositive a tre terminali pud essere utilizzato per costruire un generatore con- tollato, che, come si 2 viste nel Capitole 1, & il punto di partenza per il progetto di un amplificato- re. Inoltte, portando il discorso agli esiremi, si pud utilizzare il segnale di conuzollo per provacare una variazione della corrente ne! terzo terminale da zero ad un valore elevato, consentendo cosi al dispositive di funzionare come interruttore. |.’interruttore & l'ckemento di base per i cireuiti digita- lie 192 1 TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) Esistono principalmente due tipi di dispositivi a semicondutiore con tre terminali: i tean- sistor a giunzione bipolare (BJT), che costituiscono la materia di questo capitolo, ed i transistor ad effetto di campo (FET), che verranno studiati nel Capitolo 5. | due tipi di transistor hanno la stessa importanza, visto che ciascuno offre vantaggi distinti ¢ trova differenti campt di applicazione. {J transistor bipolare & formato da duc giunzioni pr realizzate in modo opportune ¢ con- ness in serie, dorso a dorso. La corrente viene trasportata sia dagli elettroni che dalle lacune, da cui il termine bipolare . LL BUT, che spesso viene indicate semplicemente come “il transistor”, & largamente usato tanto nei circuit discreti che in quelli integrati (IC), sia analogici che digitali. Le caraiteristiche del dispositive sono sxate studiate cosi diffusamente che & facile progettare circuiti con transistor Ie cui prestazioni siano prevedibili con precisione ed inscnsibili aile variazioni det parameiri del dispositive. Si comincert col presentare una semplice descrizione qualitativa del funzionamento del transistor. Sebbenc sia semplificata, tale descrizionc fisica consente la compronsione del funziona- mento de! transistor come clemento circuitale. Si passera rapidamente dalla descrizione dei flusst di corrente in termini gi cleuroni ¢ di Jacune ad uno siudio deie caratteristiche ingresso-uscita dei (ransistor, Seranno sviluppati ed utilizzati per Vanalist di cireuiti a transistor alcuni modelli del primo ordine per i diversi modi di funzionamento. Uno dei principali obiettivi di questo capitolo quello di sviluppare nel letlore un elevato grado di tamiliarité con il transistor, cosicché al termine del capitolo stesso egii sia in grado di svolgere rapide analisi del primo ordine di circuiti a wansi- stor ¢ di progettare amplificatori a transistor con un solo stadio, 4.1 STRUTTURA FISICA E MODI DI FUNZIONAMENTO La Fig. 4.1 mostra una strattura semplificata del BJT. In seguito verri mostrata 1a Teale strattura del transistor (¥. anche l'appendice A, che tratta delle tecnologie di fabbricazione). Contauo metallico — Coliettore © Emetitere (B) Giansione base- Gatnaione base- emettitore B ° collettore (EB) ae «BD (B) Fig. 4.1 Struttura semplificata del transistor npn, Come mostrate in Fig. 4.1, il BIT é formato da tre regioni di semiconduttore: La regione di emettivore (tipo 1 }, la regione di base (tipo p}, ¢ ka regtone di collettore (tipo » ). Un transistor Gi questo genere viene chiamato npn . Un allvo transistor, duate rispetto all’ px , & mostrato in Fig, 4.2 ed 2 formato da un emettitore di tipo p , una base di tipo ed un collettore di tipo p52 detto percid transistor pp . CAPITOLO A = 193 Fig. 4.2 Struttura semplificata del transistor pnp. ‘Ad ognuna delle tre regioni di semiconduttore del transistor 2 connesso un terminale, con i morsetti chiamuti rispettivamente emettitore ([), base (B) ¢ collettore (C). Tl wansistor 8 formato da due giuazioni ya: la giunzione emettitore-base (EBD) e la giun- zione coliettore-base (CBJ). A seconds delle condizioni di polarizzavione (diretta o inversa) di cliascuna di queste giuncioni, sj oltengono diversi modi ci funzionamento del BIT, come mostrato nella tabella 4.1. Tl transistor funziona in zona attiva quando viene uiifizzato come amplificatore. Le appli- carioni come interruttore (ad escmpio i circuiti logic’) utilizzano il funzionamento cel transistor in zona di interdizione ed in zona di saturazione. TABELLA 4.1 MODI DI FUNZIONAMENTO DEL BJT Modo EBJ CBI Interdizione —Inversa Inversa Zona Ativa ——_Diretta Inversa Saturazione Diretta Diretia 4.2 FUNZIONAMENTO DEL TRANSISTOR npn IN ZONA ATTIVA Si inizia a considerare il funzionamento fisico det transistor in zona attiva. La situazionc & illustrata in Fig. 4.3 per il transistor npn. Vengono usati due generatori di tensione estemi (indi- cati come batterie) per fare in modo che le condizioni di polarizzazione siano yuelle richieste dal funzionamento in zona attiva. La iensione ¥j_, porta ta base di tipo fv ad un potenziale pid alto di quello del?’ emettitore di tipo 1, polarizzando diretlamente Ja giunzione emettitore-base. La tensio- ne collettore-base V, porta il collettore di tipo » ad un potenziale pid alto di quelle della base di tipe p, polarizzando iaversamente la giuazione collettore-base. Flusso di corrente Le correnti di deriva dovute ai portatori minoritari generati termicamente sono di solito molto piccole ¢ possono essere trascurate. Si parler’ pid diffusamente di quesie compenenti della corrente inversa in seguito, 194 | TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) Polarizzata in diretta Polarizzata in inversa Fig. 4.3 Flusso di corrente in un transistor npn polarizzato in zona attiva. (Non sono riportate le compo- nenti della corente inversa dovute alla deriva del portatori minoritari generat termicamente.) La polarizzazione diretta della giunzione base-emettitore fara scorrere la corrente attra- verso tale giunzione. La corrente sara formata da due componenti: gli elettroni iniettati dall’emet- titore nella base, e Je lacune iniettate dalla base nell’emettitore. Come diverra chiaro tra breve, & desiderabile avere la prima componente (elettroni dall’emettitore alla base) ad un livello pid ele- vato della seconda (lacune dalla base all’emettitore). Questo scopo pud essere ottenuto costruendo il dispositive con un emettitore fortemente drogato ed una base debolmente drogata; cio’ il dispositive viene progettato in modo da avere un’alta densita di elettroni nell’emettitore ed una bassa densita di lacune nella base. La corrente che scorre attraverso la giunzione base-emettitore costituira la corrente di emettitore i; , come indicato in Fig. 4.3. La direzione di /,@ uscente dal terminale di emettitore, che @ anche la direzione della corrente di lacune, ed in direzione opposta alla corrente di elettroni, essendo la corrente di emettitore 4, pari alla somma di queste due componenti. Comunque, essen- do la componente dovuta agli elettroni molto maggiore di quella dovuta alle lacune, la corrente di emettitore sara dominata dalla componente associata agli clettroni. Si considerino ora gli elettroni iniettati dall’emettitore nella base. Questi elettront saranno portatori minoritari nella regione di base di tipo p . Poiché la base di solito & molto stretta, all'e- quilibrio il profilo della concentrazione dei portatori minoritari in eccesso nella base (elettroni) sar& quasi una linea retta, come é indicato dalla linea continua di Fig. 4.4. Il massimo valore di concen- trazione [denotato con 1, (0)] si verifica dalla parte dell’ emettitore ed il minimo (zero) dalla parte del collettore.! Come nel caso di una qualunque giunzione pr polarizzata direttamente (Capitolo 3), la concentrazione np (0) sara proporzionale ad #227, dove Uy, & la tensione di polarizzazione 1 Questa distribuzione di portatori minoritari nella base deriva dalle condizioni al contorno imposte dalle due giunzioni. Questo andamento non & quello associato alla semplice diffusione, che si verificherebbe se 1a regione di base fosse di spessore infinite. CAPITOLO4 = 195 Enmettitore Base + () Regione di wy Regione di Collettore. a svaotamento snctamento (n) g della EBS fella CBI a ro \ \ 3 ' ~ Concenteazione | I 2 | degli ciettroni | I % | Concentrazione ' ripCdeale} | : delle lacune rag io) | ! ' i | i 5 \ \ | 1 by —— mg (con ; t pO rico ivartone) eae Pratt Larghezza efficace__ di base W Fig. 4.4 Andamento delle concentrazioni cei portatori minotifari nella base e nel‘emettitore di un transistor npn furzionante in zond aitiva: vap> Oe vg 2 0. diretta © V; @ la tensione termica, pari 2 circa 25 mV a temperatura ambiente. La ragione per cui a concentrazione di portatori nella regione di base in prossimita del collettore 8 nulla, consiste net fatto che fa tensionc positiva di collettore ¢,, porta gli elettroni ad essere spazzati via attraverso ta regione di svuotumento della CBJ. L’andamento decrescente della concentrazione di portatori minoritari nella base (Fig. 4.4) fa diffondere gli clettroni iniettati attraverso la base, in direzione del collettore. Questa cor- rente di diffusione @ proporzionale alla pendenza della retta che individua I andamento delia con- centrazione. Dunque la corrente di diffusione sara direttamente proporzionale alla concentrazione n, (0) cd inversamente proporzionale alla larghezza della base ¥: Alcuni degli elettroni che stanno diffondendo atwaverso Ja regione di base si ricombine- ranno con le lacune, che nella base sono i portatori maggioritari. Tuttavia, poiché la base @ di solito molto sottite, ta percentuale di elettroni “persi” in questo proceso di ricombinazione sara piuttosto piccola. Comunque, fa ricombinazione nella regione di base fa discostare la concentra~ gion dei portatori minoritari in eccesso dall’andamente rettitinco ¢ le fa assumere ta forma leg- germente concava indicata dalla linea tratieggiata in Fig, 4.4. La pendenza dell'andamento della concentrazione alla giunzione EBJ } leguermente maggiore di quella alla giunzione CBJ. Tale differenza @ imputabile al piccolo numero di elettroni persi nella regione di base a causa della ricombinazione. Da quanto esposto sinora, si vede che la maggior parte degli cle:troni che diffoodono rag- giungerd if confine della zona di svuotamenta collettore-base. Poiché i collettore & pid positive della base (di una tensione Ucq }. gli elettroni superstiti saranno spazzati via, attraverso la regione di svuotamento CBJ, verso il collettore. Essi saranno cost “raccolti”(collected) ed andranno a for- mare Ja corrente di colleitore 7... Per convenzione la direzione di i, sara opposta a quella del flus- so di clettroni; quindi ¢,, scorrera verso il terminale di collettore. Un‘attra importante considerazione da fare a questo punto t che il valore di ig & indipen- dente da vey. Cio2, fintanto che il collettore cimarra positivo rispetto alla base, gli clettroni che 196 | TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) raggiungono ’estremita della base dalla parte del collettore verranno spazzati via verso il colletto- re e daranno luogo alla corrente di collettore. La corrente di collettore Dalla precedente discussione si pud vedere come la corrente di collettore ic possa essere espressa come ig = 1yetBe (4.1) dove /,@ una costante, detta corrente di saturazione, e Vré la tensione termica. La ragione della dipendenza esponenziale risiede nel fatto che la corrente di diffusione degli elettroni @ proporzio- nale alla concentrazione dei portatori minoritari 72, (0), che a sua volta & proporzionale ad 2221 La corrente di saturazione J, inversamente proporzionale alla larghezza della base Wed @ diret- tamente proporzionale all’ area della giunzione EBJ. Tipicamente I, @ dell’ ordine dei 10-1? + 105A (a seconda delle dimensioni del dispositivo) e dipende della temperatura, raddoppiando approssi- mativamente per ogni 5 °C di aumento della temperatura. Dal momento che J, @ direttamente proporzionale all’area della giunzione (cio®, alle dimensioni del dispositive), essa sara anche indicata come fattore di scala della corrente. Duc transistor che differiscano solo per il fatto che uno abbia, ad esempio, un’area della EBJ doppia dell altro, saranno caratterizzati da un analogo rapporto fra le correnti di saturazione. Quindi, fis- sato un valore di tip; il dispositivo pid grande avra una corrente di collettore doppia di quella del dispositivo pil piccolo. Questo concetto viene spesso impiegato nella progettazione di cireuiti ‘integrati. La corrente di base La corrente di base i, @ composta da due componenti. La componente dominante, iq, & dovuta alle lacune iniettate dalla regione di base nella regione di emettitore. Questa componente di corrente @ proporzionale ad ¢’s"’7 ed alla densita di drogaggio della base. La seconda componen- te della corrente di base, ip , @ dovuta alle lacune che devono essere fornite dal circuito esterno per rimpiazzare quelle lacune che erano andate perse nella base a causa del processo di ricombina- Zione. II numero degli elettroni (e quindi delle lacune) che prendono parte al processo di ricombi- nazione @ proporzionale alla concentrazione n, (0) ed alla larghezza della base W. Quindi ip risultera proporzionale ad €”2#"red a W. Da quanto si 2 visto sopra si conclude che la corrente totale di base fg (= igi + #2) risul- terA proporzionale ad ”2#T . Si pud allora esprimere i, come frazione di ic, nel modo seguente: (4.2) Quindi (43) dove B @ una costante propria del particolare transistor. Per i moderni transistor npn, B & dell’ or- dine di 100+200, ma pud essere portato fino a 1000 in particolari dispositivi. Per motivi che risul- teranno pid chiari in seguito, la costante fi prende il nome di guadagno di corrente ad emettito- re comune. Tl valore di B @ fortemente influenzato da due fattori: la larghezza della regione di base e CAPITOLO 4 = 197 il rapporto dei drogagyi delle regioni di emettitore e di base. Per ottenere un alto valore dt B (il che ¢ auspicabile visto che rappresenta un fattore di guadagno) la base dovrebbe essere sottile © dcbolmente drogata, mentre l'emettitore dovrebbe essere pesantemente drogato. La discussione & stata sin qui basata su una situazione ideale, dove B rimane costante indipendentemente dalle con- dizioni. di lavoro del dispositive. La corrente di emetiitore Poiché la conente che entra in un transistor deve anche uscire, si pud vedere dalla Fig. 4.3 che la corrente di emettitore ip & uguale alla somma della co:rente di collettore i, € di quella di base ip, ty Sig tiy 44) Usando le equazioni (4.2) ¢ (4.4) si ottiene (45) ioe, Ly ise eV ip = Bp, ern (46) B In modo alternativo, si pud esprimere l"equazione (4.5) nella forma fe = Oi, GN dove la costante 02 legata a ff dalla a= 2 48) Btt Quindi la corrente di emettitore dell equazione (4.6) pud essere scritta come ty = (7,/or}e0ae 7 (4.9 Infine, si pud adoperare Pequazione (4.8) per esprimcre Bin funzione di or; ciog, p-—% (4.10) t- @ Si pud vedere dall'cquazione (4.8) che 0 @ una costante (propria del particolare transi- stor) minore, ma molto prossimz, all'unit&. Per esempio, se B = 100, allora & = 0,99. L’ equazione (4.10) riveta un fatto importante: piccoie variazioni della costante si ripercuotono in grandi variazioni di 8, Questa osservazione matemutica corrisponde fisicarnente at fatto che transistor dello stesso tipo possono avere valori di ff molto differenti. Per ragioni che diverranno chiuse in seguito, & € chiamato guadagno di corrente a base comune. Ricssunto EF’ stato presentato un modelio del primo ordine per i] funzionamento del transistor npar in zona aitiva. Fondamentalmente, la tensione di polarizzazione diretta dye fa scomere nel termi- nale di collettore una corrente é, che dipende da essa in maniera esponenziale. La corrente di col- fettore i. @ indipendente dat valore della tensione di collettore, finché la giunvione colleztore-base 198 | TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJD) rimane polarizzata inversamente; cio’, fintanto che 13, > 0. Quindi in zona attiva i terminale di collettore si comporta come un generatore ideale di corrente costante, dove if valore della corrente & controliato dalla vgp. La corrente di base i, & proporzionale alla corrente di coliettore per un fattore 1/ , mentre Ia corrente di emettitore & pari alla somma delle comenti di collettore ¢ di base. Dal momento che f, & molto minore di i, (cio8 6 >> (), t ~ ée. Pid precisamente, la cor- rente di collettore & una frazione a: della corrente di emeutitore, con « rninore, ma assai prossimo al unita, Circuiti equivalenti Abbiamo sviluppato un modello del primo ordine per il funzionamento del transistor, che pud essere rappresentato con i] circuito equivaiente mostrato in Fig. 4.5(a). I diodo D, & caratte- rizeato da un fattore di scala della corrente uguale a Ui,/ cc) e quindi fornisce una corrente ipche dipende da vy, secondo Pequarione (4.9). La corrente del generatore controllato, che é uguaie alla corrente di colietiore, dipende da v,, secondo Ja relazione esponenziale indicata, che & una rie- nunciazione delle (4.1). Questo modello & essenzialmente un generatore di corrente controllato in modo non lineare da una tensione. Esso pud esscre convertite ne! modelio con generatore di cor- frente controllato in corrente mostrato in Fig, 4.5(b) esprimendo Ia corrente del generatore con- fe} @ Fig. 45 Circuiti equivaientt per grondi segnai del BUT npn in zona attiva, CAPITOLO 4 = 199 tro!lato come of, . Si noti che anche questo modgllo @ non lineare a causa della relazione espo- nenziale tra la corrente #, che attraversa il diodo D, ¢ la tensione #,,. Da tale modelo si osserva che se il transistor & usate come una rete due porte, con fa porta di ingresso pasta tra Ee Be la porta di uscita tra C e B (cio’, con ia buse come terminale comune), allora si ottiene un guadagno di corrente uguale ad a. Per tale ragione 0. @ chiamato guadagno di corrente z base comune. Il funzionamento det BIT per grandi segnati pud essere rappresentato mediante altri due tipi di circuito equivalente, mostrati nelle Fig. 4.5(c} e 4.5{d), I modetlo della Fig. 4.5 2) V, trovare H.:(0 € ig). Ris, 400 V/V; 5-2 sen(as 1) Volt; 10 + 2 sen(@n fA. 4.8 CIRCUIT EQUIVALENT! PER PICCOLI SEGNALI L’analisi svolta nella precedente serione indica come ciascuna corrente e ciascuna tensione nel circuito amplificatore di Fig. 4.23(a) sia formata da duc componenti: una componente continua ed una componente di segnale. Per esempio, ty: = Vigst Yaes fe = tg + ig, 0 cost via. Le componenti continue vengono determinate dat ciccuito in continua dato in Fig. 4.23(b) ¢ dalle relazioni impo- ste dal transistor (equazioni dalla 4.14 alla 4.16). D’altro canto, una rappresentazione del funzio- namento del BJT per piccoli segnali pud essere ottenuta eliminando i gcncratori in continua, come mostrato in Fig. 4.25. Si osservi che, poich¢ la tensione di un peneratore ideale ia continua non cambia, ta tensione di segnale ai suoi capi sara nulla. Per tale ragione Vee Vie sono slate rim piazzate con dei cortocircuiti. Se il cireuito contenesse generatori ideali di corrente continua, exsi dovrebbero essere sostituiti con dei circuiti aperti. $i noti, comunque, che il circuito di Fig, 4.25 & utile solo per mostrare le varie correnti c tension di segnale; exso aon 2 un circuito amplificatore teale perché il circuito di polarizzazione non viene riportato, Fig. 4.25 Amplificatore di Ag. 4.23(a), in cui le sor genti Voc @ Vg sono state rimpiczzate con dei corfocircuiti. In questo caso sono presenti solianto le componenti di segnale. $: noti che questa & und rappresentazione per piccol segnai de! fun- Zionamento de’ transistor 6 non un ampificatore: recie. La Fig. 4.25 mostra anche le espressioni degli incrementi di contente i,, j,ed j, ottenuti quando viene applicato un piccolo segnale v,,. Queste relazioni possono essere rappresentate mediante un cireuito, Tale circuito dovrebbe avere tre terminali, C, B, ed H, e dovrebbe essere caratterizzato dalle stesse cotrenti che sono state indicate in Fig. 4.25. cirewito risultante & quin- i equivalente al transistor, Jimitatamente al funzionamento per piccolt sognali, ed in questo ambi- to pnd essere considerato un circuito equivalente de} transistor. CAPHTOLO 4 227 Il modello ibrido an Un modello de] BJT 2 mostrato in Fig. 4.26(2). Tale modelo rappresenta il BIT come un genera- tore di corrente controllato in tensione ed include esplicitamente la resistenza di ingresso guardan- do verso la base, rq. Il modello ovviamente prevede che i, = Gyye © ChE fy = Myo dT. Non 2 cost owvio il fatto che il modelio preveda anche la corretta espressione di i, . Ci pud essere illustrat nel modo seguente: al nodo di emettitore si ha fe = 2 + gate = (4 ag) = a Che ed = (14 Bh=u,,/) "r (r+8)=e. Gs] = ling Te ip & i i - =< a < 8 c B Cc + + Ue Sry Y ‘, 2 3 D> ne ” Da. t | | Bre = TA My i bye 1, = Bley Syte Ez E (a (b) Fig. 4.26 Due version’ semplificate del modeito ibrido a del funzionamento del BJT per piccali segne- fi. Il cireuite equivalente in (a) rappresenta jl BUT sotto forma di generatore di corenfe controllate in tensione {omplificatore di transconduttanza) e quello in (6) rappresenta ii BUT sate forma ci genero- tore df corrente controtato in corente (amplificatore di corrente). Un modello leggermente diverso pud essere ottenuto esptimendo la corrente del genera- tore controllate (g,,t}e) in terreini della corrente di base rel modo seguente: Ente = bale] = (ane) = Bie Cid conduce al modello alternativo del transistor mostrato in Fig. 4.26(d), dove il transistor viene rappresentata sotto forma di generatore di corrente controllato in corrente, con la grandezza di controllo data dal segnale é,. [ due modelli di Fig. 4.26 sono versioni semplificate di quello che @ conosciuto come modello ibrido am. Tale modello é il pit largamente utilizzate per i BIT. Ti modello ibrido a x completo, come sari illustrato in seguite in questo capitolo e nel capitolo 7, include ulteriori com- ponenti che rappresentano pli effetti del secondo ordine. 228 I TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BUT) E’ importante notare che i circuiti equivalenti per piccoli segnali di Fig. 4.26 rappresenta- no il funzionamento del BIT in un dato panto di lavoro. Questo dovrebbe risultare ovvio dal fatto che i parametri del modelo g,, € % dipendono dal valore defla corrente di polarizzazione I; come indicato in Fig. 4.26. Tnfine, nonostante il fatto che i modelli siano stati sviluppati per un. transistor npr, essi possone essere ugualmente applicati ai transistor pep senza alcuna inversio- ne di polari li medello aT ‘Anche se per svolgere l’analisi per piccoli sognali dei circuiti a transistor vert quasi sempre uti- lizzato il modelto ibrido a x (in una delle sue due varianti mostrate in Fig. 4.26) , esistono situa- zioni in cui & pitt conveniente utilizzare un modello alternativo, mostrato in Fig. 4.27. Tale model- lo, detto modello a T, @ mostrato in due versioni nella Fig. 4.27. 11 modelio di Fig. 4.27¢a} rappre- senta il BIT sotto forma di generatore di corrente controllato in tensione con la tensione di con- trollo data da u,,. Viene esplicitamente riportata la resisteaza tra base ed emettitore, gnardando verso l’emettitore. Datla Fig. 4.27(a) si vede chiaramente che il modello prevede le corrette espressioni per {, e per f,. Per #, si nota che al nodo di base si ha : : Seah) =i the (B+ir. re cosi come dovrebbe essere, Bm = Se i¥r vy othe fe Bm @ fo) fig. 4.27 Due versioni leggermente diverse del modelo aT del BJT, fi circutto in (a) utlizza un generato- 1e di corrente controllata In tensione ¢ quello in (b) un generalore di conente controllate in comente, Questi modell mostrano esplicitamente la resistenzo di emettitore r,, 0 cifferenza de! modeilo ibrdo a 1. in cur viene rportata f,. CAPTOLO 4 = 229 Se net modello di Fig. 4.27(a) la corrente de} generatore controilato viene espressa in ter- mini di corrente di emettitore come bathe Baler) si ottiene la versione alternativa del modelo a T mostrata in Fig. 4.27(b), dove il BJT viene rap- presentato come un generatore di corrente controllato in corrente ma con segnale di controllo dato dalla 4. Uso dei circuiti equivalenti per piccoli segnali La disponibilita di modelli circuitali del BJT per piccoli segnali rende Tanalisi degli amplificatort a transistor un processo sistematico. Dapprima, si determina il punto di lavoro e si calcolano i parametri del modello. Quindi si eliminano le sorgenti in continua, si sostituisce al BJT un citcui- fo equivalente (di solito il modella ibrido a 7), ed infine si analizza il circuito risulante per deter- minare la quantita richiesta, sia essa il guadagno di tensione, la resistenza di ingresso, ece. Il pro- cedimento verra illustrato mediante i seguenti esempi. ESEMPIO 4.9 Si vuole analizzarc 'amplificutore a transistor mostrato nella Fig. 4.28(a) per determinare il suo guadagno di tensione. Si ponga # = 100. Ray = WOOK B Cc + ta$ tm y 7 Bm Yee Re = 3 kh E & Fig, 4.28 Esempio 4.9: (a) citcutto; (b) analis! in continua; (¢) modelo per piccali segnali, 230 1 TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) Sofuzione 1 primo passo di analisi consiste nel determinare #1 punto di lavoro. A tale scopo si pone 2, = 0. La cosrente continua nella base sar La corrente continua nel collettore sat Je = Bly = 100 x 0,023 = 23 mA La tensione continua sul collettore sar& Ve = Vee —teRe = HO -23x3=431V Dal momento che Vy = +0,7 V, in condizioni di riposo il transistor si trova in zona attiva. L’analisi in continua viene illustrata in Fig. 4.28(6). Dopo aver individuato il punto di lavoro, si pud passare a determinare i parametri del modello per piccoli segnali: yall BY Lisa ty (2.3/0,99} mA 2, A &n fo 723 MA oy ayy Vv, 25 mV B.-L 1 09 Ko Bm 92 Per svolgere l’analisi per piccoli segnali pud essere utilizzata indifferentemente una dette due versioni del modello ibrido a m riportate in Fig. 4.26. Usando la prima si giunge al circuito equivalente mostrato in Fig. 4.28(c). Si noti che nessuna quantita continua @ presente in tale cir- “cuito equivalente. E’ molto importante notare come nel circuito equivalente per piccoli segnali la tensione di alimentazione continua Ve_ sia stata rimpiazzata da un curio circuito, visto che te parti del circuito connesse a ¥,,- saranno sempre ad un potenziale costante. Ciod, Ja tensione di segnale su tale terminale sara nulla. In altre parole, un terminale del circuito connesso ad una sor- gente continua pud essere sempre considerato come una massa per il segnale. L’analisi del circuito equivalente di Fig. 4.28(c) prosegue cosi: ye =, mt Rex i », 2? -o,011y, (4.42) 101.09 La tensione di uscita 7, é date da un = Enter = 92 X0,011 8, x3 = -3,040, CAPITOLO 4 = 231 Quindi il guadagno di tensione sara Po 25.04 (4.43) Gove il segno meno indica un'inversione di fase. ESEMPIO 4.10 Per migtiorare ia comprensione del funzionamento degli amplificatori a uansi- stor, si vogliono considerare te forme d’onda nei vari passi dell’analisi det circuito compinta nel precedente esempio. A tale scopo si assuma che 'andamento di »; sia un’onda triangolare. Prima si determini la massima ampiezza consentita a 1. Quindi, con l'ampiezea di u, fissata a tale valo- re, si forniscano le forme d’onda della ig(), della vj, (2), della i (0, ¢ delta ug Sofuzione Un vincolo sull'ampiezza del segnale 2 dettato dalla stessa approssimazione per pic- coli segnali, che richiede che v,, non superi 10 mV, Se si assume che I’onda triangolare v,, sia caratterizzata da un’ ampiezza picco-picco di 20 mV e si procede a ritroso, I"cquazione (4.42) pud essere usata per determinare il massimo valore di picco di 4; Vue Ve 6,011 Per controliare se il transistor rimane © meno in zona attiva quando il valore di picco di v, 8 V", = 0.91 V, si deve esaminare la tensione di colletrore. La tensione di collettore sara forrmata da un’on- da triangolare v7, sovrapposta alla fensione continua V, = 3.1 V. Il picco di tensione della forma d onda triangolare sara o1V = V4, x guadagno = 0,91 x 3,04 = 2,77 V. Segue che quando Puscita assume valori negativi, la tensione di coliettore caggiunge un minimo di 3,1-2,77 = 0,33 V, che 2 piit basso della tensionc di base ~ 0,7 V. Quindi il transistor non rimarra in zona attiva se i] valore di picco di v; & pari a 0.91 V. D'altro canto, si pud facilmente determi- nare il massimo vatore di picco del segnale in ingresso in modo che i} transistor rimanga sempre attivo. Cid pad essere fatto trovando il valore di V', che fa si che i minimo valore della tensione di collettore sia uguale alla tensione di base, che & approssimativamente pari a 0,7 V. Dunque BLOT Lamy 3,04 Si scelga per 6, il valore di 0,8 V, come mostrato in Fig. 4.29(@), ¢ si proceda con Panalisi di questo problema. La corrente di segnale nella base avra un andamento trizngolare, con valore di picco 7', di Vy= I= = _ = 0,008 mA Questa corrente di segnate sar2 sovrapposta alla corrente di riposo J, , come mostrato in Fig. 4.29(b). La tensione base-emettitore sari formata da una componente ad onda triangolare sovrap- 232 | TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BUT) +08 —08V iy GNA) A 0,03 (ay Fy = 0,008 mA, f L ‘n fy = 0023 mA Fig. 4.29 Forme c’onda del circuito in Fig. 4.28. CAPHOLO 4 233 posta alta Vjy, continua che @ approssimativamente di 0.7 V. Il valore di picco dell’ onda triangola- re sari vi, — = 9g mv vi , , Rap + Te 100 + 1,09 La yp complessiva 8 riportata in Fig. 4.29¢c) La corrente di segnale nel collettore sarA caratterizzata da un andamento trangolare, con valore di picco I', dato dafla 2, = Bl’, = 100 0,008 =0,8 mA Tale corrente sara sovrapposta alla corrente di riposo nel collettore f,, (= 2,3 mA}, come ilfustrata in Fig, 4.29(d). Infine, fa tensione di segnale sul coliettore pud essere ottenuta moltiplicando v; per 8 guadagno di tensione; cioé, Vi", = 3,04 K0,8=2,43 V La Fig, 4.29(c) rappresenta I’andamento della tensione totale sul collettore », in funzione dei tempo. Si noti linversione di fase tra il sognale in ingresso v, € quello in uscita Inoltre si not che, nonostante la minima tensione di collettore sia leggermente minore della tensione di base, il transistor rimane in zona attiva. [nfatti, i BJT rimangono in zona attiva anche se te loro giunzion collettore-base sono polarizzate diretramente di 0,3 + 0,4 V. ESEMPIO 4.11 Si deve analizzare il circuito di Fig. 4.30(a) per determinare il guadagno di tensto- ne e je forme d'onda di segnale nei vari punti. I) condensatore Crealizza un accoppiamento capa~ citivo il cui scope & quello di accuppiare i segnale v, all'emettitore bloceando, perd. la continua. In tal modo la potarizzazione continua stabilita da V* ¢ ¥~ insieme a R,ed X, non sara disturba- ta quando viene connesso il generatore di segnale x; . Per questo esempio, si assumer’ che C sia infinito - cio’, rale da funzionare come un perfetto corto circuito alle frequenze di segnale utilizza- te. In modo analogo, un altro condensatore di capacita molto elevata viene usato per accoppiare il segnale in uscita 2, alle altre parti del sistema, Soluzione Si inizia cot determinare il punto di lavoro in continua nel modo segueme (vedere la Fig. 4.30(b)): 10 ~V, = Ip = TNO Me HO 897 Lg 05 enn Re 10 Assumendo B =100, otteniamo ot = 0,99 e 99f, =0,92 mA 10+ Be Re -10+0,92 x5=-5.4V Dunque #! transistor 3 in zona attiva. Per di pitt, il segnale di collettore pud oscillare fra -5.4 Ve zero (che é Ia tensione di base) senza che il transistor entri in saturazione. Comunque, un’escursio- ne negativa di -5,4 V della tensione sul collettore far’ in modo che (in teoria) it valore minimo di 234 | TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BUT) vr = +i0V +10V (93 mA y +07 () (d) Fig. 4.30 Esempio 4.11: (a) citcuito; (b) analis! in continua; {c) mocella per piccoli segnali; (d) analisi pet piccol segnali esequita direttamente sul circuito. tale tensione sia -10,8 V, che & pid negative delta tensione di alimentazione. Ne segue che, se si tenta di applicare un ingresso che dia origine a tale segnale di uscita, il transistor entrera in interdi- zione, tagliando via il picco negativo, nel modo iMlustrato in Fig. 4.31. Si pud vedere che la forma d’onda in Fig. 4.31. presenta un andamento lineare (eccezion fatta per if picco tagliato); cio’, non viene tenuto in conto I'effetto delle non linearita della caratteristica {,. - vg, . Cid non & corretto, dal momento che, in corrispondenza dei picchi negativi del segnale, si sta portando il transistor in CAPITOLO 4 235 ve YY 8 —10! Picchi negativi tagliati a causa dell'interdizione Fig, 4.31 Distorsione del segnale di ingressc dovuta ol interdizione del transistor, St nati che si trascura la Gistorsione introcotta dalla non lineorité della caratteristica del transistor in zona attiva, interdizione ¢ quindi verrd sicuramente superato il limite per piccoli segnali, come verrh mostrato in seguito, Si proceda ora a determinare i] guudagno di tensione per piccoli segnali. A tal fin, si eli- minano le sorgent! in continua ¢ si rimpiaxza il BIT con il relativo circuito equivalente a T di Fig. 4,27(b). Si noti che, essendo la base connessa a massa, il modello 4 T @ in qualche modo pili con- veniente dei modello ibrido a x. Cid non di meno, utilizzando quest'ultimo modello si possono ottenere risultati identici. La Fig, 4.30(c) mostra il risultante circuito equivalerte pes piecoli segnali dell’ armplifica- tore. ] parametri del modelo sona = 0,99 alr. 25 mV 6 Tg 0,93 mA L?analisi del circuito in Fig. 4.30(c) per determinare la tensione di uscita v, ¢ quindi il guadagno di tensione 1, (2, 2 immediata ed & indicata in figura. 1 risuktato & 26 = 183,3. V/V uj Si noti che il guadagno di tenstone & positivo, indicando che T'uscita é in fase con i segnale di ingresso. Tale proprieta & dovuta al fatto che il seguale in ingresso viene applicato all’emettitore invece che alta base, come é stato fatto nett'esempio 4.9. Vorremmo sottolineare che l'aver otte- uto un guadagno di tensione positive non ha niente a che fare con il fatto che il transistor usato in questo esempio é di tipo pnp. Ritornando alla questione della massima ampiez7a consentita per il segnate, si osserva dalla Fig. 4.30(c) che v,, = 2, . Dunque, quando si @ interessati al funzionamento per piccoli segnali (per la linearita), il picco di 2, deve essere limitato a circa 10 mV. Con V% fissato a tale valore, come mostrato in Fig, 4.32 nel caso di ingresso sinusoidale, la tensione di picco sul collet- tore, V',, sar 1833 x 0,01 = 1.833 V 236 | TRANSISTOR BIPOLAR! A GIUNZIONE (BJT) OVA {omy os of. < t ’ . ve WA ' Fig. 4.32 Forme d’onda di ingresso e di uscita ce! circuito di Fig. 4.30. or ) ¢ la tensione istantanea complessiva sul collettore ¢,- assumera l'andamento riportato in Fig. 4.32(b), Analisi per piccoli segnali eseguifa direttamente sullo schema del circuito Nella maggior parte dei casi si dovrebbe sostituire esplicitamente ogni BJT con il relative modelo pet piccoli segnali ed analizzare il circuito risultante, come & stato fatto negli esempi precedenti. Questo procedimento sistematico @ particolarmente raccomandato per gli studenti agli inizi. Gli esperti ne] progetto di circviti spesso realizzano un‘analisi de! primo ordine dircttamente sul cir- cuito, La Fig. 4.30(d) illustra tale processo per il circuito che abbiamo appena studiato. $i invita il lettore ad eseguire tale analisi diretta (i passi sono numerati). Si osservi che il modelio del transi- Stor viene utilizzato implicitamente; si sta solo saltando il passo di ridisegnare il circuito col BJT sostituito dal relative modello. L’analisi diretta, comunque. presenta un ulteriore vantaggio, molto importante: essa permette di comprendere come i] segnale venga trasmesso all’interno del circui- to. Tale analisi consente di verificare la bonta del progetto, particolarmente neila fase di scelea delle configurazione circuitule pid appropriata ad una data applicazione. Adeguamento del modello ibrido a x per tener conto dell’effetto Early L’etfotto Early, discusso nella Sezione 4.5, fa in modo che la corrente nel collettore dipenda non solo dalla tj, ma anche dalla ry,. La dipendenza dalla 2, pud essere rappresentala nel modelo ibride a m assegnando una resistenza di uscita finita al generatore controllato in corrente, come mostrato in Fig. 4.33. La resistenza di uscita 7, & stata definita nell’ equazione (4.12); il suo valore b dato da r,= V,/7., dove V, & la tensione di Early ed J. 2 la corrente di polarizzazione continua ne] collettore. Si noti che nei modelli di Fig. 4.33 la tensione vy, viene ora indicata come 2, , in conformita con Je convenzioni adottate nella letteratura specialistica. E' Iecito chiedersi quale sia 'effeito deffa r, sul funzionamento del transistor come amplificatore, Nei circuit in cui Pemettitore & messo a massa (come nel circuito di Fig. 4.28), 1, si trova semplicemente in parallelo a R,,. Dungue, se si include per esempio r, nel cireuito equive- lente di Fig. 4.28(c), la tensione di uscita 7, diventa CAPTOLO A 287 hy — B oC B oc + 2 Sle kinda Yo t, BG, te E g Fig. 4.33 Lo due vossoni del modelo inrido arr .in cu & state insert ta resitorza fa Binet che 0 He avs dove Va, dlatensione d Fatty ed i, é ka coments continua di collet h 2 yO tofe. SNOT CHE Vpg Viens org incicata come v, iN conformité con le convendoni adottate nei letteratura speciatistica, Percié il guadagno risultera ridotto. Ovviamente, nei casi in cui r, >> Ry ta riduzione del guada- zoo sara trasculrabile e si pour’ ignorare Ueffetto diy, . In generale, in una configurazione di que- sto tipo 7, pud essere trascurato, ove sia maggiore di 10 Re. Quando [emettitore del iransistor non & connesse a massa, |’aver tenuto conto di 7, nel modello pud complicare V'analisi. In diverse occasions, net seguito del testo, si faranno commenti riguardanti r, c Popportunita di includerla o di escluderla dal circuito equivalents. Naturalmente, se si sta reatizvando I’analisi accurata di un progetto quasi definitivo attraverso un programma di analis} circuitale sul computer, allora la x, pud essere facilmente inclusa (vedere il supplemento SPICE a questo testo) ¥sercizio 4.24 Il transistor in Fig. E4.24 2 polarizzato pes mezzo di un generatore di_corrente costante 72 1 mA cd é caratterizzato da 8 = 1006 V,~ 100 V. ta) Trovare le tension; continue guila base, suil’emettitore, © sul collettore. (b) Trovare Bip» % 2d 7, (€) Nel caso in cui it ter minale Z sia connesso a massa, X & connesso al generatore di segnale 1, attraverso una resi- stenza di sorgente Ry = 2 k&2, cd Y ad una resistenza di cartco di 8 kQ., usare il modelto ibrido 4 x di Fig. 4.33(a) per disegnare i] circuite equivatente per piccoli segnali del’ amplificatore. (Si noti che il generatore di corrente J deve essere sostituite con un circuito aperto.) Calcolare il guadagno di tensione v, /v,. Se venissc trascurata 7, , quale sarebbe Yerrore net valore stimato del guadagno? +10V Ris, (n) -0,] V, -0,8 V, +2 V5 (b) 40 A/V, 2.5 kQ, 100 KQ; (€} -77 WIV, +3,9%. 238 [TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BID 4,9 ANALISI GRAFICA Nonostante per l’analisi ed it progeito della maggior parte dei circuiti a transistor sia poco pratica, 2 interessante rappresentare il funzionamento di un semptice amplificatore a transistor mediante tecniche prafiche. Si consideri il circuito di Fig. 4.34, che gia & stato analizzato nelesempio 4,9, Un’ analisi grafica del funzionamento di tale circuito pud essere realizzata ne! modo seguente: per prima cosa, si deve determinare la corrente Jp di polurizeazione di base, fissando a zero il segnale in ingresso v, ed usando la tecnica illustrata in Fig. 4.35 (si & impicgata tale tecnica nel!" analisi dei circuit con diodi nel Capitolo 3). Poi si passa alle caratteristiche ic - veg. mostrate in Fig. 4.36. Si osservi che ognuna di queste curve caratieristiche viene ottenuts fissando la corrente di base i, ad un valore costante, variando tcp, ¢ misurando il corrispondente valore di i... La fami- glia di curve caratteristiche £ - u,,, ottenuta dovrebbe essere messa a confronto con quella mostrata in Fig. 4.15; quest’ultima era stata oftenuta mantenendo costante tg, Avendo determinato la corrente di polarizzazione di base J, 2 noto su quale delle curve fe~ Ucn (quella pet iy = fy) dovrd wovarsi il punto i lavoro, Ii punto precise deila curva @ deter minato dal circuito di collettore. In particolare, il circuito di collettore impone il vincolo Yee ‘el Re ~—o Fig. 4.34 Circuito da analizare graficemente gt Re + a Ft vor ” ey, Van _ ~ Fig. 4.35 Costruzione grafica per determinare la corente di base in continua nel circuite di Fig. 434, CAPITOLO4 239 retta di carkeo pendenza = We Fig. 4.36 Cosiuzione gratica per determinare !a corrente continua di collettore {¢ ¢ la tensione collet- tore-emettitore Voz nel circuit di Fig. 4.34. che pud essere riseriite come € quindi rappresenta una relazione lineare tra ucy ¢ ic. Questa relazione pud essere rappresentata con una linea retta, nel modo mostrato in Fig. 4.36. Dal momento che R- pud essere considerata il carico dell’ amplificatore, la linea retta di pendenza -1/X,, & nota come retta di carico.* I punte di polarizzazione continu, ¢ punto di riposo, Q sara posto all" intersezione tra la tetta di carico e la corva ig - Ug cortispondente alla corrente di base J. Le coordinate de! punto Q danno la corren- te continua nel colletore J, ¢ la tensione continua tra collettore ed emcttitore Vg. Si osservi che se il circuito deve funzionare come amplificatore, 8 necessario che Q si trovi in zona attiva ¢ che sia al centro di tale regione, in modo da permettere una ragionevole escursione de! segnale di usci- ta, quando venga applicato un segnale in ingresso v, . La situazione che si verifica quando viene applicata 2, @ illustrata in Fig, 4.37. Si consi- deri dapprima la Fig. 4.37(a), che mostra un segnale 7 con andamento ad onda triangolare, sovrappusto ad una tensione continua Vg_. fn corrispondenza ad ogni valore istantaneo della ten- sione Vj, + », (0, si pud tracciare una Tinea retta con pendenza -1/Ry. Tale “retta di carico istan- tanea” interseca la curva iy ~ Ugg in UA punto fe cui coordinate danno ¢ valori istantanei complessi- vi di ig e di Ugy, corrispondenti al particolare valore di Vag + vu, (U) . Come esempio, ta Fig. 437(a) mostra le rette corrispandenti a v, = 0, a v, pari at suo picco positivo, ed av; pari al suc picco negative. Ora, se 'ampiezza di v, @ sufficientemente piccola da limitare l'escursione del punto di lavoro istantaneo ad un segmento quasi lineare della curva ig ~ 29, (approssimarione per piccoli segnali), allora i segnali risultanti j, © 44, saranno caratterizzati da un andamento triango- lare, come indicato in figure. In conclusione, Ja costruzione grafica di Fig, 4.37(a) pud essere uti- 4 La vetta di Fig. 4.35 viene denominata anche rerta di carico | TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BUT) “(re'r ‘Bly A) A ONUYUOD auOIsuEY DD DIsoddoIAos 9 ‘A a]0UBes Ip ejueu -odwoo pun opuond %4 8% '%) "8, ajouBes Ip yueuodwioa 9| IDADO|I Jed Odyo:B Opole Z¢’p ‘Bly @ ) odway, oduay —odway, courjmyay isenb cquawiiag 2 =z = earopuag ay P77 ezuapuag DOULIUUIST COLES Ip anay er a CAPITOLO4 241 tizzata per determinare il valore totale istantaneo di /, in covrispondenza ad ogni valore di v, . ‘A questo punto si passa alle caratteristiche ig - tgp di Fig. 4.37(b), Il punto di lavoro si sposter’ jungo Ia retta di carico con pendenza -1/R,, mentre 4, assumerd i valori istantanei determinati dalla Fig. 4.37(a). Ad esempio, quando v, raggiunge i} suo valore massimo, ip = igo (dalla Fig. 4.37(a)) € nel piano fig .tq,} il punto di lavoro istantaneo si trova all'intersezione della retta di carico con la curva corrispondente & iy = t,,. In tal modo, si possono determinare le forme d’unda di ig edi tee & quindi delle component di segnale i, ¢ v,., come indicato in Fig. 4.3700). Fsercizi 4.25 In termini dei parametri det modelio ibrido a 7, qual @ la pendenza della curva ig ~ Ugg nel punto di polarizzazione? Trovare un'espressione della pendenza in termini della cor- rente di polarizzazionc nella base [y. Ris. Ur ,5 Iy/Vr- 4.26 Si consideri il circuit di Fig. 4.34 con Vig = 1.7 V. Rp = 100KQ, Veo = 10-V, 0d Re = 5 OQ. Sia il transistor caratterizzato da J = 100. Hl segnale in ingresso v, & un'onda triangolare con un valore picco-piceo di 0,4 V. Ci si riferisca alla Fig. 4.37 ¢ si asi Ja geometria delia costruzione grafica mostrata per rispondere ai problemi seguenti, (a) Se Vig = 0.7 V. trovare Ly (b) Ipotizzando che i} funzionamento avvenga su ‘un segmento rettilineo della curva fx - tae. trovare Finverso della sua pendenza (usare il risultato dell’escreizio 4.25). (€) Trovare i valori upptossimati per Uarapiezza picco-picco di %,e di ty, . (A) Assumendo che le curve fg ~ ves sinno orizzontali (cio’ ignorando J’effetto Early) trovare I- © Vor. (@) Trovare Vampiezza picco-picco di i, e di v,,. (f) Qual é it guadagno di teasione di questo amplificaiore? Ris. (a) 10 8A; (b) 2,5 k82; (c) 4 WA, 10 mV; (@) 1 mA, 5-V; (©) 0.4 mA, 2 V: ( -3 VV. 4.10 POLARIZZAZIONE DEL BJT PER IL PROGETTO DI CIRCUIT A COM- PONENTI DISCRETI 11 problema della polarizzarione & quello di far scorrere una corrente continua costante neHemet- titore del BJT. Questa corrente deve essere calcolabile, prevedibile ed insensibile alle variazioni di temperatura ed alle grandi variazioni del valore di B che si riscontrano in transistor dello stesso tipo. In questa sezione tratterero L'approccio classico per la risoluzione del problema della pola- rizzazione in circuiti a transistor progettati per dispositivi a componenti discreti. | metodi di pola- rizzazione per i) progetto di circuiti integrati saraano presentati net Capitolo 6. Polarizzazione con una singola alimentazione La Fig. 4.38(a) mostra il collegamento pi comunemente usato per polarizzare un amplificatore a transistor quando é disponibile un solo alimentatore. La tecnica consiste nell'alimentare la base del transistor con una parte della tensione V;,- di atimentazione ottenuta attraverso il partitore di tensione R,, R, . Inolize, in serie al? emettitore viene inserito un resistore Kj. La Fig. 4.38(b) mostra Jo stesto circuito, in cui il partitore di tensione & stato sostituito dal suo equivalente di Thevenin. Ry Van = ¥ 4.44) eR oo (4.44) Ry = Si Rik (4.45) 242 | TRANSISTOR BIPOLAR! A GIUNZIONE (BJT) Fig. 4.38 Classico schema di polarzza- Zone per BIT, realizzato con unc ai- mentazione singola: (a) circuito: (6) stesso citcuito in cui il partitore di fen- sione sulla base é stato sostituito dal suo equivalente di Thévenin. La corrente 4; pud essere determinata scrivendo un'equazione di Kirchhoff per la maglia base- emetlitore-massa ¢ sostituendo 7, = fF; (B+ LD: 2 Mow ~ Vow . Re + RnB +1} Per rendere J, insensibile alla temperatura ed alle variazioni di 8, si progetta il cireuito in modo da soddisfare i due sepucnti vincoli: (4.46) Vig >> Vinny (4.47) Ry o> Re (4.48) Bri La condizione (4.47) assicura che piccole variazioni di Vj, (che vale circa 0.7 V) vengano assor- bite dalla pit clevata Vay .° Esiste un limite, comunque, al massimo vatore di Vgy : per um dato vatore della tensione di ali- mentazione Vee , maggiore & il valore che si usa per Vzu , minore 2 Ja somma delle tensionj ai capi di Rc delta giunzione collettore-base (Veg ). D’altta canto, si vuole che la tensione ai capi di R,. sia elevata in modo da ottenere un grande guadagno di tensione ed una grande escursione del segnale (prima che il transistor entri in interdizione). Si vuole inoltre che Vey (0 Vex) sia di valore elevato, in modo da consentire un’ampia escursione del segnale (prima che il transitor entri, in saturazione). Quindi, come nel caso di un qualunque problema di progetto, si ha un insierte di vincoli contrastanti, ¢ ia soluzione deve essere un compromesso. Una regola pratica di progetto & quella di assumere Vgg pari a circa 1/3 Ve . Vey (0 Veg) pari a circa W/3Viz., ed J, Re. paria circa W3V.. La condizione (4.48) rende [, insensibile alle variazioni di B e potrebbe essere soddisfat- ta tenendo hassa Rp , cio’ utilizzundo &, ed R; di piccolo valore. Riducendo R, ed R,, daltra parte, si provora un aumento dell’ assorbimento di corrente dall’ alimentazione e di solito si provo- ca un abbassamento della resistenza di ingresso dell’ amplificatore (se il segnale di ingresso & accoppiato alla base). Questo @ il compromesso associato a questo problema di progetto. Bisogna sottolinease che la condizione (4.48) significa che si vuole fare in modo che la tensione sulla base sia indipendente dal valore dif e venga determinata esclusivamente dal partitore di tensione. Questa condizione ovviamente verra soddisfatta se si fa in modo che la corrente ne! partitore sia 8 (n.d. Si fa in modo che piccole varitzioni di Vjjq non producane variazioni apprezzubili di f4) CAPITOLO 4 = 243 maggiore della corrente nella base. Tipicamente si scelgono R, ed R, in modo che la corrente che scorre in esse sia compresa nell’intervallo tra fz ¢ 0.1 Iz. Un’ ulteriore spiegazione del meccanismo attraverso il quale la configurazione di polariz~ zazione di Fig. 4.38(a) stabilizza la corrente continua nell’emettitore (e quindi nel collettore) pud essere ottenuta considerando I’ effetto di controreazione prodotto da X; . Si consideri |’eventualita che per qualche ragione la corrente di emettitore cresca. La caduta di tensione ai capi di R,,e quin- di V,cresceranno corrispondentemente. Ora, se la tensione sulla base viene determinata principal- mente dal partitore di tensione formato da R, ed R;, come si verifica quando Rr @ piccola, I’in- cremento di V, dara luogo ad una corrispondente diminuzione di V,,. A sua volta questo riduce la corrente di collettore (e di emettitore), con una variazione opposta a quella di partenza. Percid Ry fornisce un effetto di controreazione negativa che stabilizza la corrente di polarizzazione. Si ‘studierd formalmente la controreazione negativa nel Capitolo 8. ESEMPIO 4.12 Si vuole progettare la rete di polarizzazione dell’amplificatore di Fig. 4.38 in modo che scorra una corrente [z= 1 mA usando un'alimentazione Voc = +12 V. Soluzione Verra seguita la regola pratica precedentemente esposta e si attribuira un terzo della tensione di alimentazione alla caduta di tensione ai capi di R, ed un altro terzo alla caduta di ten- sione ai capi di Re, lasciando I’ultimo terzo disponibile per I’escursione del segnale di collettore. Quindi Vy =+4V Vp = 4-Vyp =3,3.V mentre X, viene determinata dalla Vv; R, = =3,3kQ I, E Come discusso in precedenza, si sceglie per la corrente nel partitore di tensione un valore pari a 0.1 J,. Trascurando la corrente nella base, si trova Ry + Rp = 2 =120 ka OU, Li Veo =4V R+R Dunque R, = 40 kQed R, = 80kQ. ‘A questo punto é opportuno trovare una stima pid accurata di J;, prendendo in considera- zione il valore non nullo della corrente di base. Usando I’equazione (4.46), ed assumendo che sia pari a 100, si ottiene hp- — 38 3,3 + 0,267 Naturalmente, si sarebbe potuto ottenere un valore pitt prossimo a quello desiderato pari a 1 mA, eseguendo il progetto con le equazioni esatte. Comunque, dal momento che il nostro lavoro & basato sui modelli del primo ordine, non ha alcun senso condurre i calcoli con un’accuratezza superiore al 5 + 10%. Va sottolineato che, se si desidera assorbire dall’alimentazione una corrente maggiore € = 0,93 mA 244 TTIRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BT) se s} pud accettare una minore resistenza di ingresse per l’amplificatore, allora si pud usare una corrente nel partitore di tensione uguale ad Jp, it che di luogo a ky = 8kQ eda KR, =4 kL. Lieffetto di questa modifica sulla resistenza d'ingresso dell’amplificatore sara analizzato nella Sezione 4.11. Si indicher& il circuito che utitizza questi ultimi valori come progetto 2, nel quale Jy assumera il nuovo valore = 32 ems 3,3 + 0,026 It valore di, pud essere determinate dalla Quindi per il progetto | si ha 12-8 = = 4,34 k 0,99 x 0,93 laddove per il progetto 2 si ha 12-8 0,99 x1 Por semplicita si scegliera R, = 4 kQ per entrambi i progetti R = 4,04 kQ Esercizio 4.27 Per i} progetto 1 nell esempio 4.12 calcolare i valori assunti da Z,se il transistor utilizzato 2 caratierizzato da un fi compreso nelVintervallo tra 50 ¢ 150. Esprimere Pintervallo in cui varia 2, come percentuale del valore nominale (/,= I mA) ottenuto per 8 = 0. Ripetere il procedimento per if progetto 2. Ris. Per i! progetto 1, da 0,86 a 0,95, un intervallo dei 9%; per if progetto 2, da 0.984 2 0,995, un intervallo det 1,1%. Polarizzazione usando due alimentaziont Una configurazione leggevmente semplificata 2 possibile se sono disponibili due alimentazioni, come mostrato in Fig. 4.39. Scrivendo l'equazione relativa alla maglia contrassegnata con L si ha Vee = V pp Ry + RAB + 1) Tale equazione ® uguale alla (4.46) ad eccezione della sostituzione di Vgr al posto di Vgg. Percid in questo caso i due vincoli espressi dalle equazioni (4.47) ¢ (4.48) sono soddisfatti. Si noti che se i wansistor deve essere usato con Ia base a massa (cio’, nella configurazione a base comune discussz nella prossima sezione), allora Ry pud essere senz’ altro climinata. Invece, se il segnale in ingresso & fornito uttraverso la base. allora la ptesenza di Ry® necessaria. (4.49) Bsercizia 4.28 It circuito di polarizzazione di Fig. 4.39 deve essere utilizzato per un amplifica- tore a base conmine. Progettare i! citcuito in mode che vi scorra una cofrente continua di emetti- tore pari a | mA ¢ che Ja massima escursionc consentita per il segnale di collettore sia di +2 V. ‘Usare alimentazioni da +10 Vie da -5 V. Ris. Ry = 03 Ry = 4,3 KO; Ro = BQ, CAPTOLO 4 245 4h, ! fo= Be Re Fig. 4.39 Polarizzazione ce! BJT usando due climen- fazloni. La resistenza R, é necessaria solo quando il >... segnele viene fornito atraverso la bose. Negli altri I coal, la base pud essere connessc direttamente o Rp y ia massa, rendendo kd corente di polarizzazione pra- “) . ticamente indipendente dai valere di f, = Re 4 Vises Una configurazione atternativa per ia polarizzazione La figura 4.40(a} mostra un circuito di polarizzazione aiternativo semplice ma efficace, utilizzabi- le negli amplificatori ad emettiture comune. L'analisi del cireuito @ mostrata in figura 4.40(b), dalla quale si deduce Yeo = ke + tae + Vin =IpRe + er, + View Bot In questo modo la corrente di polarizzazione nel¥ emettitore & date da Vor = Vey as +t, {8+ 1) (4,50) o Ve = Vag + Ip Rp Re ¥ Fig.4.40 (0) Un semplice circutto aiter- @y (b) y native di polarzzazione utllizzabila nagli amplificatas| ad emettitore comune. (b) Analisi de! cculto in (a) 246 {TRANSISTOR BIPOLAR! A GIUNZIONE (BJT) Per ottenere un valore di J, insensibile alle variazioni di B , possiamo porre Ry/ (B +1) <« Re. Si noti, tuttavia, che il valore di Ry determina Pescursione di segnate disponibite sul collettare dato che 4.51) La stabilita della polarizzazione in questo circuito si ottiene attraverso una controreazio- nc negativa realizzata per mezzo del resistore Ry, Troveremo circuiti di questo tipo nel Capitole 8 che riguarda la controrcazione. Esercizie D4.29 Progettare il circuito di Fig. 4.40 in modo da ottenere una corrente continua di emettitore pari ad 1 mA c tale da assicurare un’escursione di segnale sul collettore pari a 2 V. Si ponga Vec = 10 Ve A = 100. Ris. &y = 202 kQ ; Re = 7,3 kQ. Si noti che se si utilizzano resistenze di valore standard con una tolleranza de] 5% (Appendice F) dovra essere Ry = 200 kQ ed Re = 7.5 kG. In questo caso sar’ hy = 0,98 mA e Vz, = 2.64 V. Polarizzazione mediante un generatore di corente 1 BIT pud essere polarizzato utilizzando un gencratore di corrente costante 7 come indicato nel cireuito di Fig. 4.41, Questo circuito ha il vantaggio di fomire ung corrente di emettitore indipen- dente dai valori di Be di Ry. In questo modo & possibile sceghiere un valore elevato per Ry che ci permette di ottenere un incremento deta resistenza d'ingresso sulla base senza inficiare la stabi- lita della polarizzazione. IL generatore di corrente costamte J si pud reatizzare con un BIT, come si vedra nel Capitolo 6. Vee Fig. 4.41 Un BJT polarizzato con un. genesatore ci corrente costante i. Esercizio 4.0 Per it circuito di Fig. 4.4] con Fo: = 7.5 KO trovare la tensione continua sulla base, s Ris, -1 V;-1,7.V; 42,5 Vv. 4.11 CONFIGURAZIONI FONDAMENTALI DEGLI AMPLIFICATORI MONOSTADIO A BJT OV, r= 1A, Bf = 100, Ky= 100kKQe Iemettitore e sul collettare. In questa sezione verranno studiate le tre contigurazioni fondamentali degli arnplificatori a BIT: ad emettitore comune (CB), a base comune (CB) e a collettore comune (CC). Per permettere un confronto tra le caratteristiche delie tre configurazioni, tutti c tre i circuiti saranno ricavatt dal cir- CAPITOLO 4 = 247 Fig. 4.42 Configurazione universale di amplificatore a BJT. Si utiizano capacita di vaiore elevato C., C, @ C, per colaga- te i corrispondenii terminali del BJT ad una sorgente di segnate, ad un carico, 0 a terta, In questo modo é possibile gone- rare le tre configurazioni fondamentali CE, CB,e CC. cuito di Fig, 4.42, che si pud considerare una sorta di amplificatore universale. Come indicato, vengono impiegati duc alimentatori per Ja polarizzazione, cosicché richiesto saltanto un resistore. Xp. per stabilire i valore continuo di tensione sulla base. La proget- tazione del circuito di polarizzazione & semplicé €'sf segue con il metodo studiato nella sezione precedente. Ai terminal: di base, emettitore ¢ collettare vengono collegate rispettivamente tre capacita di valore elevato, G;, CG, ¢ C;. Come si vedra tra breve, queste capacita vengono utilizza- te per collegare i terminali del BJT ad una sorgente di segnale, ad una resistenza di carico o a terra. Poiché le capacita bloccano la continua, queste connessioni non influiscono sulla polarizza- zione del BIT, il che costituisce il principaie vantaggio dell’ accoppiamento in alternata. Il mag- giore svantaggio di questo circuito & costituito dalla necesita di capacit& di valore elevato, il che Jo rende adatto solo al progetto con componenti discreti. Bisogna, tuttavie, notare che sebbene in questa sezione si studino le configurazioni di base nello schema ad accoppiamento capacitivo, le loro caratteristiche rimangono jnvariate quando vengono utilizzate nelle forme ad accoppiamento diretto. Queste ultime vengono utilizzate nel progetto di componenti integeati, come si vedri nei Capitoli 6 e 10. Esercizio 4.31 Per il cirouito di Fig, 4.42 sia Ky = JOO KG, Ry 10kQ , R= 1OKR , vec Vip 10 V, ed inoltre il BJT abbia B = 100 ¢ V4 = 100 V. Trovare i valori di Viz. Ves dc. Vo~ ‘Trovare inoltse i valori dei parametri del modello per piccolt segnali 2,4, 72. 7%, ed 7% nel punto di lavoro. Ris. Va = -0,84 Vi Ves -154 Vi fom 0,84 mA; Ve @ 41,6 Vi By = 33,6 MAIN; 7, = 30 62; 7 m 3k ed r,= HO KR. Banda intermedia Nel!'analisi che segue si assumera che le capacité C). C, e C, siano molto grandi (idealmente infi- nite), in modo da rimandare lo studio degli effemti di queste capacita sul uadagno dell’ amplitica- tore al Capitolo 7. Net Capitolo 7, si vedra che valori finiti di C,, Che Cydanno hiogo ad una ridu- zione del guadagno alle basse frequenze. Si vedra inoltre che anche it guadagno dell’ amplificato- re alle alte frequenze diminuisce alla stessa stregua. Ques:’ultimo effetto 2 tustavia dovuto alle capacita interme del transistor, (0 pitt propriamente, ai fenomeni fisici che vengono rappresentati 248 | TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) con delle capacit&). In questo capitolo verranno trascurati gli effetti dovuti a queste capacit& inter ne. In altre parole, nell’analisi effettuata in questo capitolo si assume che la frequenza del segnale sia sufficientemente alta da far considerare C,, C, ¢ C, dei cortocircuiti perfetti, ma sufficiente- mente bassa da poter trascurare gli effetti delle capacitd interne. L’intervallo dei valori di frequen- za che soddisfa queste due condizioni é detto intervallo delle medie frequenze o della banda intermedia . U’amplificatore ad emettitore comune La configurazione ad emettitore comune pud essere ricavata dal circuito di Fig. 4.42 collegando il terminale Y a terra, il terminale X alla sorgente di segnale in ingresso, ed il terminale Z alla resi- stenza di carico, Il circuito risultante & mostrato in Fig. 4.43(a). Il grosso valore della capacita C, fa si che l’emettitore risulti a massa per il segnale. In questo modo il circuito pud essere visto come una rete due porte con la porta d’ingresso tra la base ¢ |’emettitore ¢ la porta d’uscita tra l’e- mettitore e il collettore. L’emettitore, che si trova a potenziale di massa, @ un terminale comune tra ingresso ed uscita; da cui deriva il nome di amplificatore ad emettitore comune o con emettitore a massa. Si osservi che, mentre le capaciti C, e C; servono per accoppiare la sorgente di segnale ed il cari- co al BJT, la capacit& C, serve per cortocircuitare l’emettitore a massa per il segnale. In questo modo la corrente di segnale scorre attraverso C, verso la massa, senza entrare nella resistenza Rp. Per questo motivo la capacita C; viene chiamata capacita di bypass. Prima di iniziare 1’ analisi dell’amplificatore ad emettitore comune, necessario fare una precisazione sulla sorgente di segnale e sul carico. In un amplificatore multistadio, la sorgente di segnale pud rappresentare il circuito equivalente di Thevenin della sezione d’uscita di un prece- dente stadio amplificatore. Allo stesso modo, R, pud rappresentare Ia resistenza d’ingresso di un successivo stadio amplificatore. Sostituendo il BJT con il circuito equivalente del modello ibrido a 7 si ottiene il circuito equivalente dell’ amplificatore ad emettitore comune mostrato in Fig. 4.43(b). E’ possibile caratte- rizzare I’amplificatore con uno qualsiasi dei quattro modelli visti nella Sezione 1.5. In questo caso il modello pit’ conveniente @ quello dell’amplificatore di transconduttanza (Fig. 1.17(a)), che & caratterizzato da una resistenza d’ingresso R, , da una resistenza d’uscita X, , ¢ dalla transcondut- tanza di cortocircuito G,,. La Fig. 4.43(c) mostra un circuit ad emettitore comune in cui I’ ampli- ficatore & stato sostituito dal corrispondente modello a transconduttanza. Dall’ analisi del circuito di Fig. 4.43(b) & possibile ricavare la resistenza d’ingresso R, che risulta essere R= Rpgl/q (4.52) Da questa espressione si pud chiaramente vedere che & necessario scegliere valori di Ry pid grandi possibili, richiesta che si scontra con quella di mantenere stabile Ja polarizzazione. Per valori di Ry>> fy, la resistenza d’ingresso dell’ amplificatore ad emettitore comune diventa Rare (4.53) La transconduttanza di cortocircuito dell’ amplificatore ad emettitore comune pud essere ricavata dal circuito di Fig. 4.43(b): Simla CAPTOLO4 249 Ven (a) Ro RZ % a, + Us ugk R=Rellte Gy = Be, Hy = Kell, te) Fig. 4.43 Ampliicatore ad emettitore comune: (a) citculte ricavato da quetio di Fig. 4.42: (b) circuito equivalents ottenulo sostituendo al BUT il corispondente modello ibride an; (c) circuito equivalente che to rappresenta come amplificctore di transconduttanza (i parametr del modelic sono indicati in figura), 250 1 TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJD Quicdi, Gn = 8m (4.54) Per determinare la resistenza d’uscita dell’amplificatore ad emettitore comune poniamo 0. Questo implica che anche v, sia uguale a 0 che il generatore controllato in tensione Bix, sia uguale a 0. Quindi R, Mt (4.53) Nei circuiti a componenti disereti, KR. << r)€ R, "3 (4.56) Va notato, tttavia, che negli amplificatori integrati si pud rendere R; molto grande, nel qual caso R, approssima la resistenza d’uscita de) BIT, r,. Questo verra dimostrato nel Capitolo 6. 1 parametri del modeflo dell amplificatore ad emettitore comune possone essere utilizzati per determinare i suoi vari parametri di guadagno utilizzando il circuito cquivalente di Fig. 4.4%(c). Quindi il guadagno di tonsione a circuito aperto 4,,, pud essere determinate ne] modo seguente: (4,87) Si pud osservare che sc 7,>> R, allora I'influenza di r, sul guadagno @ minima. Si noti anche che ne! caso degli amplificatori integrati, in cui R,- 2 molto grande, it guadagno di tensione a circuito aperto vale Ayo} max =~ (4.58) Questo’ it massimo guadagno di tensione che & possibile extenere in un amplificatore ad emettitore comune, Hl guadagno di corrente in cortocireuito del!" amplificatore ad emettitore comune si ricava dalta Quindi BntaRe = Bm | Ry ll te) = - SS Ag > Bf Ry!/Fe) i 1 — 4. Le r,/ Pp 459) Si noti che 4, si awvicina a B quando &,,>> 7, risuliato che non deve sorprendere se si considera il fatco che B 2 il guadagno di corrente in cortocircuito proprio del BIT. Infine, possiamo utilizzare i} modelio di Fig. 4.43(c) per determinare i] guadagno di ten- sione complessiva, A, = 0,4, (Ra Ut) (Re titq) +K, Boal Reto !/Re) 4.60) CAPITOLO 4 = 251 Se K,>> #, l'espressione st semplifica in (Rel R; Hit) Sostituendo g,, 7, = B si ottiene BR MR, / 046} Ay Fa 4.61) ry +R, Questa espressione mostra chiaramente il grado di dipendenza del guadagno di tensione da B. Per grandi valori di 2, i! guadagno dipende fortemente dal valore di 6 . La dipendenza da f si riduce al diminuire di 2,; al limite, per 2, = 0, il guadagno 2 indipendente da B poich® 7, - B! g,. Riassumendo, l’amplificatore ad emettitore comune fornisce una resistenza d’ingresso di valore modesio (~ 7, ), una transconduttanza elevata (uguale alla g,, del BJT), un’elevata resisten- za d'uscita (R-// 7,), ed elevati guadagni di tensione e di corrente. Nella progettazione di un amplificatore con pid) stadi in cascata, la configurazione ad emettitore connie viene generalmente utilizzata per fornire la maggior parte del guadugno di tensione complessivo richiesto. L’amplificatore ad emettitore comune, tuttavia, ha un serio inconveniente: le sue prestazion alle frequenze elevate sono seriamente limitate dalla capacit’ collettare-base del BIT, come si vedra nel Capitolo 7, Esercizio 4.32 Si consideri 'amplificatore, il cui il circuite di polarizzazione 2 stato analizzato nell’esercizio 4.31, nell"ipotesi in cui sia connesso nella configurazione ad emettitore comune con &, = Ry = 10 kQ. Trovare i valori di 4 Ris Gms Ror Atos Aig ©; « (roias 4 ede= eh 2 i Ris. 2.9 k& ; -33.6 mA/V: 9,2 KO ; -309 V/V: -97,1 ALA; ©36,2 AJA; -46,7 AIA. Vamplificatore ad emettitore comune con ung resistenza sull’emetiitore Lintroduzione di una resistenza lungo il cammino del segnale tra l’emettitore ¢ la massa, come mostrato in Fig. 4.44(a), pud produrre cambiamenti significativi sulle caratteristiche dell’ amplifi- catore. Quindi tale resistenza pud essere utilizzata dal progettista come un efficace strumento di Progetto per fare in modo che le caratteristiche dell’ amplificutore soddisfino le specifiche di pro- getto. Si osservi che nella Fig. 4.44(a) la resistenza tra l‘emettitore c massa @ R,, cio’ ta parte detla resistenza di polarizzazione &, non cortocircuitata verso massa, Per analizzare |'amplificatore di Fig. 4.44(a}, sostituiamo i] BJT con il corrispondente modello ibrido a x, come mostrato in Fig. 4.44(b). Si noti che la resistenza d"uscits r, del BJT col- lega l’uscita del’ amplificatore all’ingresso. Questo distragge la natura unidirezionale del!’ amplifi- catore e complica notevolmente l'analisi. Fortanatamente, perd, poiché 7, & di valore elevato, il suo effetto sulla resistenza d’ingresso dell’ amplificatore X, ¢ sulla transconduttanza G;,, pud essere trascurato. Tuttavia, é ovvio che 7, ha un importante effetto sul valore della resistenza duscita sul collettore (R,, in Fig. 4.44(b)), Questo verra dimostrato tra poco, Trascurando 1, si arriva al circuito equivalente mostrato in Fig. 4.44(c). Per determinare la resistenza @ ingresso notiame dapprima che (4.62) 252 I TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) Vee CAPTOLO 4 253 i <- C VG. tune + i R. 2 0 x wi uw uy R, Gut, Ry Re Uy Fig. 4.44 Ampliicatore ad emettitore comune con una resistenza tra l'emettitore e la massa: (a) cit cuito; (b} circuite equivalente ottenuto sostituendo il BJT con i! modello ibride a m: (€) stesso Circuito equivalente i () in cui si é trascurata ta tesistenza 7; (@ circuifo per delerminare la resistenza cu scita sul colletiore, Rj. ; @ (8) circuto equivalente offenuto utlzzanco || modello a fransconduttanza det amplificatore (per | parametri del modlello sono state utlizzate detie espressicn! approssimate). dove R,, & la resistenza d’ingresso che si vede guardando dentro la base, x Ry =e (4.63) ty . In base al!analisi del circuito di Fig. 4.44(c) si pud ora scrivere. i, = Oq lt (4.643 ( : By Ve t| Bn tem [eRe Tn Sostituendo g,, + (1 /%,) con Lr, siha &, uy sai] (4.65) 254 1 TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BUD. Le equazioni (4.64) ¢ (4.65) possono essere combinate per determinare Ry, in base alla definizio- ne fornita dat!" equazione (4,63) Quindi (4.66) la quale indica che ’introduzione della resistenza K, comporta un incremento della resistenza @’ingresso sulla base di un fattore ft + (a /n)| 14 ByRo Ry = ty(14 BeRe) (4.67) ¢ la resisienza d”ingresso dell'amplificatore diventa R= Ry l/tel1+ BR} Ovviamente, per trarre vantaggio dalT’incremento di Xj». & necessario che In resistenza di polariz- zarione R, sia grande. Si pud oftenere un risuitato moite vantaggioso andando a sostituire nell” Eq. (4.66) 7% con Bryn fo (Pifafred } = (B+ alr, + ®,) (4.68) dalia quale si deduce che la resistenza totale che si vede guardando dentro la base 2(B + 1) volte la resistenza totule presente nel circuito di emettitore. Quest’ ultima & uguale alla somma della resistenza di emettitore r, e della resistenza esterna X,. Ovviamente il fattore (8 + 1) compare perché ta corrente di base é 1/(8 + 1) volte ta corrente di emettitore. Questa regola di riflessione della cesistenza viene frequentemente impiegata nel progetto dei circuiti a BUT. Per determinare fa transconduttanza di cortocircuito G,,. facciamo riferimento alla Fig. 4.44(c), = Bale Gay RO vy X% Sostituende la 2, dedotta dall"Eq, (4.65) (si ricordi che », = v,) si ottiene (4.69) che pud essere cosi approssimata 8m. (4,70) 142, 7) Quindi Ja transconduttanza risulta ridotta di un fattore (1 + g,,#2, }, Jo stesso fattore di cui risulta incrementata R,,. Questo fattore individua il tasso di controreazione introdowo da &, (Capitolo 8). CAPITOLO 4 255 Per determinare 1a resistenza d’uscita X, si fard rifcrimento alla Fig. 4.44(b) dalla quale si osserva che: Ry = Refi Roe 71) dove R,,2 la resistenza che si vede guardando dentro il collettore del BIT. La Fig. 4.44(d) mostra un circuito per ricavare R,,,. In questo contesto si pone 4, a zero € si collega al collettore un gene- ratore di corrente di prova f,. Se indichiamo con v, 1a tensione di collettore, allora (4.72) Alcuni dettapli deli‘ analisi sono riponati in Fig. 4.44(d). In particolare, equazione ai nodi sul collettore mostra che la corrente che scorre in 7,8 (1, - Bm te) © che la corrente nel nodo di emetti- tore 2 i,. Tra il nodo di emettitore ¢ Ja massa ci sono due cammini paralleli: K, © % + (R//Ra). Poiché solitamente &,<< r+ (R//R,), ka moaggior parte defla currente i, scorre in R,, con il risul- tato che 2, = i,R, (4.73) La corrente che scorre nel ramo ry + (R./R,) sack approssimativamente 18, Mr + (RH Rall- Quindi 1, srk uy leh (4.74) {RH Ry) . Tnfine, la caduta di tensionc tra i! collettore ¢ 1a massa, v,, Dud essere ottenuta dalla 0 = (i Battal (A75} Sostituendo ¢% con espressione dedotta dall'Eq. (4.74) ¢ v, con quella dedotia dall’ Eq. (4.73) ed usando fa definizione data nella Ey. (4.72) si otiene EmRo? T_ + (R Ry) 1% Rye = tof LE Di solito R, << 7, il che ei permette di trascurare i\ secondo termine a destra ¢ di esprimere Ry come Bnke ‘ “TR Ry rq 21/1 (4.76) oe Si osservi che 2,, viene aumentato di una quantita pari al fatore tra paremtesi quadre. Per 1, >> (RJIR,) (condizione non sempre verificata) questo fattore tende a1 + g,, K, . Sostituendo Fespres- sione di &, dell’ Eq, (4.76) nell’ Eq, (4.71) si ha B= Rolin] +s an Si sovo cosi determinati i parametri del modello a transconduttanza dell’amplificatore, mostrato in Fig. 4.44(e). Questo modello pud essere atilizzato per determinare altri interessanti 256 | TRANSISTOR BIPOLAR! A GIUNZIONE (BUT) Parametti di guadagno, come per escmpio A,,,€ Ag, nello stesso identico modo utilizzato per il cireuito ad emettitore comune. I] guadagno di tensione complcssive si ottiene come segue: -% i xin, /R,) [aw eo — [kn rat + Bnke)] +R 1448, “#) ans) Si osservi che mentre il primo fattore dell'espressione del guadagno aumenta (in seguito ad un incremento di 2, ), il secondo faltore decresce, ¢ l'efictto complessivo 2 una diminuzione di gua- dagno. Questo & il prezzo che bisogna pagare per avere una resistenza d’ingresso pid alla e per poter usufruire dei tre seguenti vantaggi addizionali che derivano dalla presenza della resistenza R, sull’emettitore: 1. Il guadagno A, diventa meno dipendente dai valore di B . Per verificare questa asser- Zione, si assuma che Xp sia sufficientemente grande da poter trascurase il suo effetto © scrivere VEq. (4.78) come: Aye op (4.79) Ora, sm + By R,) >> 2, allora 4, sari ROSIER, Ape Sal ei Ri) (4.80) 14 gRe che & totaimente indipendente dal valore di 8, Questa espressione pud essere riscritta netia forma alternativa Hoff Ry A, +R, (4.81) che pud essere spiegata intuitivamente: per piccoli valori di ,, il guadagno di tensione @ approssi- mativamente pari al rapporto tra la resistenza totale nel circuito di collcttore ¢ fa resistenza totale nel circuito di emettitore. Anche se la condizione che &. sia piccola non & soddisfatta, il valore di A, fornito nell’ Ey, (4.79) risulta comunque meno dipendence da fi di quetlo dell’Kq, (4.61) relati- vo all’amplificatore ad emettitore comune. 2. Si puo applicure un segnale di maggiore entita all’ingresso senza rischiare distorsioni non near, In particolare, poiché u, 2 una frazione 7,7, +R.) div, (V. Eq. 4.65), il segnale @'in- gresso pud essere aumentato di un [attore 1 + ,/ 7, 14 g,, R, mantenendo inalterato 2. 3. La risposta alle alte frequenze viene notevolmente migtiorata, come si vedra nel Capitol 7. lafine, possiamo notare che la resistenza RF, introduce una controreazione negutiva nel circuito del- Pamplificatorc. in effetti, & questa cantroreazione negativa che origina tutte le caratteristiche prima descritte, La controreazione versa formalmente studiata nel Capitolo 8. CAPITOLO 4 257 Esercizio 4.33 Si consideri L'amptificatore, di cui si @ progettato il circuito di polarizzazioné nell’escreizio 4.31, nella configurazione ad emettitore comune con una resistenza di 170.2. lungo i} cammino del segnale tra emettitore ¢ la massa @ con X, = K, = 10402. Trovare i valor” i Ry Ry. Gap Roce Roy dy. 0d Ay. Confrontare i risultati con quelli ottenuti nell'esercizio 4.32 per lo stesso amplificatore colicgato nel ta configurazione ad emettitore comune. Ris. 20 kQ ; 16,7 KQ.: -5 MA/V: 288 kQ; 9,7 kK 5 -15,6 V/V: 41,7 AIA. Amplificatore a base comune L'amplificatore base comune (CR) pud essere ricavato dal cireuito upiversale di Fig. 4.42 nel mode mostrato in Pig. 4.45(a). Qui la base & dinamicamente collegata a massa, Ja sorgente di +e Fig. 4.45 Ampifficatore a base comune: (a) circuito ricavato dal citcutto universale di Fig. 4.42 (si noti che 2; pus esse'e elimincta € ia base collegata clrettemente c massa}: (b) circuito equivalente ofte- nuto sastituendo il BJT con i modello aT (la resistenza d’uscita del transistor /,, non 6 inclusa defo che ha un effetfo trascurabile sul funzionamento def amplficatore a base comune); (€) circuito equiva- lente dell’ ampliticatore a base commune basate sul modelo a transconduttanza dellamplificatore (neta figurat sono indicate anche ie espressioni dei paramett del modelo}. 258 | TRANSISTOR BIPOLAR! A GIUNZIONE (BT) segnale in ingresso & uccoppiate all’emettitore, ed jl carico & accoppiato al collettore. In questo modo Tamplificarore a base comune pud essere visto come una Tete a due porte con Ia porta d’in- gresso tru l'emettitore ¢ Ja base c 1a porta d’uscita tra il collettore ¢ la base. Il nome di questa con- figurazione, “amplifieatore a base comune o con base collegata a massa” deriva dai fatto che la base, dinaricamemte collegata a massa, & il terminale comune tra le porte d’ingresso e di uscita, Dovrebbe essere ovvio dal circuito di Fig. 4.45(a) che Ry non ha uno scopo pratico; per cui pud essere eliminata ¢ la base collegata direttamente a massa, ovviando cosi alla necesita di intetposre Ja capacita C,. In ogni modo, sid scelto di mostrare il circuito nella forma di Fig. 4.45(u) per dimostrare come possa essere ricavato dalla configurazione universale ¢, cosa ancora pid importame, per permettere un immediato confronto dei risultati con quelli delle altre configu- razioni di amplificatore. Si pod dimostrare che la resistenza d’uscita r, del BIT ha un effetto trascurabile sul funzionamen- to dell’amplificatore a base comune. Percid nell’ analisi che segue si trascurcra r,, Questa analisi si pud condurte pil proficuamente usando il cireuito equivalente a T del BJT. La Fig, 4.45(b) mostra un circuito a base comune in cui ii BIT 2 stato sostituito con il modelto a'T. Adesso si ricaveranna le espressioni di X,, G,,,.€ R, del!’ amplificatore La resistenza d’ingresso pud essere deierminat dai circuito di Fig. 4.45(b) per ispezione visiva, In particolare, tra il terminate d’ingresso e la massa sono presenti due resistenze in paralle- lo: Reed 7. Quindi &, = Ref r,, Poiché risulta quasi sempre Ry>> 1, R=n (4.82) Si osservi che nel circuito a base comune &, & molto bassa. La transconduttanza di cortocircuito G,, pud essere determinata come segue: ma dal circuito si vede che {, = -(1/7,). Cosi G fax nem 483) che @ uguale in ampiczza al valore ottenuto nel circuito ad emetfitore comune. Infine, per deierminare la resistenza d'uscita si pone v, = 0, it che rende anche i, = 0; e cosi il yenetatore controllato in corrente a, viene ridotto a zero, Guardande dal terminale Z verso il collettore si pud vedere la resistenza Re: quindi Ry = Re (4.84) che cisulta essere leggermente maggiore de! valore trovato per il circuito ad emettitore comune. La Fig. 4.45(c) mostra i} circuito a base commune ottenuto utilizzando il modello a tran- sconduttanza dell’amplificatore 1 cui parametri sono gid stati determinati. Questo circuito pud essere utilizzato nel modo seguente per determinare gli altri parametri di guadagno. I] guadagno di tensione a Circuito aperte & Quindi, (4.85) CAPITOLO A = 259 che & quast ugcate in ampiezza {ma di segno opposto) al corrispondente valore ottenato nell’am- plificatore ad emettitore coraune. Tt guadagno di corrente in cortocircuito si pud determinare nel modo segnente: p Ent AR, =GyR, ¥ lep=0 Quindi, Ag = Brite = & Questo risultato non deve sorprendere dato che 01 & per definizione il guadagno di corrente in cor- tocircuite del BIT nella configurazione a base comune. Tuttavia, poiché 0 < 1, si pud osservare che l'amplificatore a base comune non fornisce di fatto un guadagno di corrente. Questo, insieme al fatto che la resistenza d’ingresso & molto bassa (= 7, ), limita drasticamente il campo di applica~ 7ione del’ amplificatore a base comune. Hi guadagno di tensione complessivo & R, =e 4 nk, Bl Re /R,) che risulta pill basso se X, 8 grande. Tl circuito a base comune trova applicazione come buffer di corrente; & in grado di rice- vere un sognale di corrente in ingresso con basso livello d’impedenza in ingresso (= r,) € di tra- sferire sul collettore (uscita) una corrente quasi uguale a quella d’ingresso (in cea leggermente inferiore) con un’impedenza d’uscita molto alta (infinita se si esclude Ro). Nel Capitolo 7 si dimostrera che I’amplificatore a base comune presenta una larghezza di banda pil ampia di quello ad emettitore comune. Esercizio 4.34 Si consider l'amplificatore, di cui si 2 analizzato il circuito di polarizzazione nell’esercizio 4.31, nelia configurazione a base comane. Trovare 5 valori di KR, Gms Ros Ayo» © Aj,. Trovare, moltre, il guadagno complessivo di tensione A, ed il guadagno totale di corrente A, nei due casi: (a) R, = R; = 10 KQ (stesso caso visto per famplificatote ad emettitore comune nell’escrcizio 4.32, in modo tale da poter confrontare i risultati), e (b) K, = 5062, K, = 10 koe. Ris. 30 © : +33.6 mA/V: 10 k@ ; +336 W/V; 0,99 A/A: (a) A, = 0,5 VIV, Ap = 0,5 AVA (b) A, = 63 VIV. A, 0,5 AIA. Amplificatore a collettore comune o inseguitore di emetiitore La configurazione a collettore comune pud essere ricavata dalio schema universale dell amplifica- tore di Fig. 4.42 nel modo mostrate in Fig, 4.46(a). Qui la capacith G, collega il collettore dinami- camente a massa. La sorgente di segnale , 2 accoppiata con la base attraverso la capacita C, ¢ la resistenza di carico X, & accoppiata all’emettitore attraverso Ia capacitd C;. L'amplificatore pud essere visto come una rete duc porte con Ja porta d’ingresso tra la base e il colletiore (a massa) ¢ fa porta d’uscita tra l’emettitore ed il collettore (a massa). Quindi il collettore, dinamicamente colle- gato 4 massa, costituisce i] terminale commne tra lc porte d’ingsesso e di uscita, da cui il nome di amplificatore a collettore comune 0 con collettore a massa. 260 Massa per il segnale ™“ HTRANSISTOR BIPOLARt A GIUNZIONE (BJD Ry = (Bar +x} me yl Peo rol “\ Massa per il segnale &) > Vee fe, Fig. 4.46 Configurazione a collettore comu- ne 0 ad inseguitore di emettitore: (a} citcul- te ottenute dalla configurazione genercle di Fig. 4.42; (©) circutto equivalente ofenu- to sostituendo i! BJT con it corrispondente modelio tbride a 1; (¢) I'onclst del circuito pud essere eseguita diettamente utilizar do in modo impiicito ll modelo del circuite equivaiente (senze disegnarlo esolicita- mente) CAPITIOLOA 261 Per uniformare la presentazione, il circuito a collettore comune 8 stato sicavato dalla con- figurazione universale deil'amplificatore, ma la resistenza di collettore Ke non svolge una funzio- ne determinante ¢ pud essere eliminata permettendo di collegare direttamente il collettore a Ve. Questo ci permetie inoltre di ovviare alla necessit di avere la capacita ©, Quitedi un impiego delle & non ha alcun effetto sulanalisi che segue. Sostituende i] BIT con il modello bride a m si ottiene il circuito equivalente di Fig, 4.46(b). Si osservi che si @ utilizzato lo schema del modello ibrido ax con controll in corrente sia per cambiare, siz perché in alcuni casi risulta pit. conveniente durante analisi. Si unaliazer& ades- so if circutto per detorminare la resistenza d’ingresso R,, il guadagno di tensione (17,/24), & la resi- stenza d'uscita R,. Come si vedra, la resistenza d'ingresso & fortemente dipendente dai valore di R,, mentre la eesistenza Puscita dipende dal valore di R,. Quindi l'amplificstore. a collet comune non @ unidirezionale, per cul non ci si pud pid riferire ai modelli di amplificatore studiati nellé SéZione 1.5. Percid, piuctosto che ricavare un modello per Pamplificatore a collettore comu- ne, si determineranno le suc caratteristiene analizzando direttamente il circuito di lig, 4.46(b). Come si vede, fa resistenza d’ingresso & data dal parallelo tra la resistenza di polarizza- zine, Ry ¢ la resistenza che si vede guardando dentro la base, Ry, R= Ry Ra (4.86) Per determinate Ry, si faccia uso della regola di tiflessione della resistenza c notiamo che 7, risulm effettivamente data dal parallelo tra R-ed X,, Quindi ‘a resistenza effettiva sul termminale di emettitore & RyRy il ty 44 Ry, dalla quale si ottiene una resistenza tovale di emettitore pari ad 7,+ K,ed una resistenza d’ingresso sulla base di Ry = (B+ if, +) = (8+) +(R, 111, R,)| (487) Sostituendo quest"ultima espressione nell’ Eq. (4.86) si oitiene R= Rp d(B + ifr. + (ein, Ry) (438) Si osservi che 2, & normalmente motto alta a causa del fattore moltiplicativo (B +1). Questa @ una caratteristica molto importante dell'amplificatore 4 collettore comune. In effetti, la pil importante applicazione di questa configurazione di amplificatore & quella di collegare una sorgente con cle- vata impedenza ad un carico a bassa impedenza senza che st verifichino significative perdite sul livello del segnate. Si osservi, tuttavia, che per ottenere elevati valori della resistenza d’ingresso bisogna scegliere per Ry un valore clevato Un valore clevato di Kp incrementa la dipendenza della corrente di polarizzazione da B . ma questo non & il principale punto di interesse nella progettazio- ne di un cireuito a colletore comune poiché il suo guadagno di tensione non dipende fortemente dal valore di /,, come si vedra tra breve, Se &y ha un valore sufficientemente elevato da poter essere trascurata (0 se Ry non & presente nel circuito, come nel caso dei circuit: accoppiati diretta- mente) l’espressione della resistenza d’ingresso si semplifica in R= Ry (B+ ihre 4 (Ryle, Ry y (4.89) Un caso di ulilid pratica si verifica qugnda R, << (Ry iH 7,), per il quale R, (s + 1, +R, } =n+ {Bb + t\e, (4.90) 262 I TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (8JT) Dopo aver determinato la resistenza dingresso R,, & ora possibile wovare la tensione tra- smessa tra la sorgente di segnale e la base del transistor impiegando la regola det pattitore di tensione R; =o 4.91 Rt R ae) Si osservi ancora che per grandi valori di X, il rapporto v; fv, tende all’unita. Dal analisi del'amplificatore ad emettitore comune con la resistenza R, sull’emettitare, si trovato che v, OR, +h E° possibile appiicare questo risultato all'amplificatore a collettore comune tenendo presente che Uh = Uy Ue Uy, © Ry = Rolle ttRy 3 quindi Ys (Re//*, UR) rT (4.92) (Reiley AR) +m, 692) Poiché 1,8 di solito piceola, v, fv; = 1. Quindi la tensione in uscita sullemettitore segue fa tensio- ne dingresso sulla base, fatto questo che conferisce al circuito il nome di inseguitore di emettito- re (emitter follower). Questo 2 il momento giusto per osservare che con un po’ di esperienza & possibile ese- guire direttamente !'analisi sul cireuito. per esempio, si pud scrivere l'espressione del guadagno Tiportata nell’ Eq. (4.92) ispezionando direttamente il circuito di Fig. 4.46(c). TL guadagno complessivo dell’inseguitore di emettitore pad essere ottenuto combinando Te Eg. (4.91) e (4.92): » r (Rel’n,//R,) = Tp ve yp Ve (4.93) Ae 0, RAR [Re/le1R,\ +7, ., Si osserva che il guadagno di tensione & minore di uno. Tuttavia, ii guadagno di tensione @ nor- malmente prossimo all’ unita a causa del grande valore di R, ¢ del valore normalmente piccolo di 7,. Un'espressione de! guadagno di tensione approssimata, ma significative si pud ottenere nel caso in oui K, << (Ry! r,) ed Ry sia grande (B+a}R, 0, (B+1)R, +7, +R, (4.94) 1 fatto che il guadagno di tensione dell’inseguitore di emettitore sia minore di uno non inficia i vantaggi di questo circuit, La sua principale funzione é quella di coilcgare una sorgente ad alta impedenza con un carico a bassa impedenza senza una significativa attenuazione det segnale: da cui il nome di amplificatore buffer . L'inseguitore di emettitore fornisce un guadagno di corrente che puo essere cosi calcotato (4.95) CAPHOLO4 263 Nel caso in cui Ry << (Ri 7,), Ry>> Ry» R, & data approssimativamente dallEq. (4.90) ¢ il gua~ dagno di corrente diventa approssimativamente uguale a (8 + 1). Per determinare la resistenza d’uscita dell'inseguitore di emeuitore poniamo v, = 0 ed appli- chiamo un gencratore di tensione 1, al terminale d'uscita (emettitore), come mostrato in Fig. 4.47. R, Fig. 4.47 Calcolo della tesisien- za d'uscita R, dell’inseguitore di emettitore. Si noti che R, & Ia resistenza equivalents vista guardendo nell'emetiiore dei Bu! data cal parallelo tra (Red ft.) 0d Re Quest’ulfima & data dala rasistenza comples- siva sulla base (7, +(R, //Rp) divisa per (8 + 1. Si vede che X, = v,/ #2 data dal parallelo tra (Ryi/ 7) e la resistenza che si vede guardando den- tro Pemettitore, R,,, data da Poche e = Uy 1, +(R/Ra) si ottiene 1, +(R//Rs) Bri dalla quale si deduce che guardando dentro Vemettitore quello che si vede @ la resistenza com- plessiva sul circuito di base divisa per (B ++ 1). Questo & un risultato importante ed & Pinverso della regola di riftessione della resistenza: infatti, le resistenze vengono riflesse dall' emettitore al circuito di base moltiplicate per (8 + 1), e dalla base al circuito di emettitore divise per (B +1). Da questo si conclude che la resistenza d’uscita é data da re +(R// Rp) R= Ralf, ff — (4.97) fo = Rg lity pri (4.97) (4.96) Re 264 1 TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) Normalmente la componente riflessa di &,, ¢ molto pit piceola di &, ed 7,. permettendo cosi U'ap- prossimazione + (RAR, R (eR) (4.98) Bl che pud anche essere scritta nella forma RLER, Roane (at?) (4.99) Bt Se X,2 grande (0 assente) si ha Ran (4.100) Bri Quindi l'inseguitore di emettitore presenta una bassa resistenza d’uscita, come ci si aspetta in un ampliticatore buffer. Dal teorema di Thevenin si sa che si pud utilizzare la resistenza d'uscita a circuito aperto 8, insieme al guadagno complessivo di tensione, A Jen = tal (4.101) per determinare il guadagno complessive di tensione per quaiunque valore della resistenza di cari- COR, Ry 4 Aleem Bee, (4.102) Questo metodo conduce a risultati identici a quelli wovati con Vanalisi diretta. Infine, andiamo a considerare la questione della massima escursione del segnale in ingresso consentita dal circeito inseguitore di emettitore. Poiché soltanto una frazione del segnale @ingresso arriva alla giunzione base-emetlitore, Pinseguitore di emeltitore presenta un comports- mento lineare su un ampio intervallo di vaiori detl’ampiczza de! segnale d’ingresso. In effetti i} limite superiore sul valore ¢’ampiezza del segnale d’ingresso & dato normalmente dat valore terdizione del transistor. Infutti, si consideri i] circuito di Fig. 4.46(a) nell’ipotesi in cui i] segnale Pingresso sia un’ onda sinusoidale. Quando i! segnale d’ingresso diventa negative, anche Puscita u, diventa negativa, v la corrente sulla resistenza £, scorre da massa verso il terminale di emettito- re. Tl transistor entra in intetdizione quando questa corrente diventa uguale a quella che score attraverso #,, Indicando con V", il pieco della tensione di segnale sul]”emettitore pet cui si verifi- ca Pimerdizione, si pud serivere vv v Ke= Vi tVie Vly (4.103) Rg & dove V-é la tensione continua sull’emettitore. It valore di V", si pud ottenere dalf’ Kg. (4.103); vie Met Vee ee : (4.104) Lt Re/ Ry CAPITOLO 4 = 265 Tl corrispondente valore dell’ampiezza div, si pud ottenere dalla yaw 4.105) “A, Se si porta P ampiezza di v, a valori maggiori di questo, il transistor cade in interdizione, ed i pic- chi negativi della forma d’onda del segnale d’uscita risulteranno tagiiati. In conclusione, si pud notare che Vinsepuitore di cmettitore viene solitamente utilizzato come ultimo stadio di un amplificatore multistadio. La sua funzione in questa applicazione @ quel- fa di dotare l'amplificatore di una bassa resistenza d’uscita, che gli permetta di essere collegato a resistenze di carivo di basso valore senza provocare una drastica riduzione del guadagno. Gli stadi di uscita di un amplificatore verranno studiat in dettaglio ne] Capitolo 9. Esercizio 4.35 Si consideri l'amptificatore, di cui si & anafizzate it cirenite di polarizzazione nel esercizio 4.34, nell ipotesi in cui sia collegato nella configuravione a collettore comuns. Si trovino i valori di Ry, Rj, A,. A,, ed R, nei seguenti casi: (a) R, = &, = 10 kQ (stesso caso visto nell’esercizio 4.32 per Ia configurazione ad emettitore comune e nell’ esercizio 4.34 per ta configurazione a base comune; in questo mado & possibile confromare i risultati) (b) &, = 100 kQed &, = | kA (caso che illustra [a necesita di un buffer di tensione) Ris. (a) 488 KO, 83 KO, 0,89 V/V, 8,3 AVA, ILE © ; (b) 94 KO, 48,5 k2 , 0,32 V/V, 47 AVA, 497. Confronio tra le varie configurazioni AlP interno di questa scrionc, sono stati fatti dei commenti sulle particolari peculiarita di ciascune delie configurazioni di amplificatore ¢ sulla loro area di applicazione. Per evidenziare le differen- ze tra le varie configurazioni fondamentali dell’ amplificatore a BIT, si riassumeranno nella Tabella 4.2 i risultati trovati, Nella Tabelia 4.3 sono stati, inoltce, riportati i cotrispondenti valori numerici selativi al caso di un progetto tipico. Si noti che questi dati fanno riferimento al progetto studiato negii esercizi da 4.31 4.35. 4.12 IL TRANSISTOR COME INTERRUTTORE - INTERDIZIONE E SATURAZIONE Fino ad ora s: é studiato detiagliatamente 1] funzionamento del transistor in zona attiva, adesso si & pronti per completare il quadro considerando che cosa succede quando if transistor lascia ta zona attiva. Ad un estremo di questa regione il transistor entra in interdizione, mentre all’ altro estremo il transistor entra nella regione di saturazione. Questi due modi estremi di funzionamento sono molto utili quando si vuole utilizzare il wansistor come interruttore, come nei circuiti logici digita- li, In questa sezione si studiera it comportamento del dispositive in interdizione ¢ in saturazione. L'applicazione del BJT nei circuili a commutazione viene presentata nef Capitolo 14, che inclade anche uno studio detlagliato della saturazione. Regione di interdizione Per aiutare ad introdurre i concetti di interdizione é saturazione, si consideri il semplice circuito taostralo in Fig. 4.48, che & pilotato da un generatore di tensione ty. Si analizzera questo circuito per diversi valori di 1. I TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) 266 auNWOD sLONOITOD aseg euntaoo asouneurg aunuwios einen Ty 7 7h ‘taeu” iuey & ~ aging 9 * oT MUP M "a8 + 7a y Pyj9) - “yg j/2aypgys - PD a Tape ay CRP ay Cx + B/C MPRD— = WaM sds) fat Cat +" ptt Tutt +d) CaP aE Carer ta + Caran a) OW ee 9 Tae + Lt Cae + al fu + Catay “a ar 17? —| CxParnes - = Ta F7 TMP CUD ay CaS + ere Caneaeae ate wee “8 Cand 4 ye “a trd MCMIPA) + 1 7a |p 23 dye | OE les) Dy ae °2//?; 2 lary? rer eH y [ say +1 Pa MY = IPH ey Cas 4 Dilan (Canta) + 7 + tea tas Cut OL + date Aa we “arty 4 (esonneura tp aionniasup) | aunuos 2y ezuasisal Bun uO APE D S1ODOYIIGWD UN IP FO{USWNPUD) [UOZOINGYUOS Ell@p SYd'SPOLOIO9 eyep OBo| dey zp OVeQdL CAPTOLO4 267 Tabella 4.3 VALOR! NUMERICI TIPICI ! Emettitore — Emettitore comane Collettore comune? comune con R,= 1709 Base comune? —_(Inseguitore ai emettitore} 29 16,7 0,03 83 9,2 97 10 O.U8 33,6 5 33.6 ininfluente Ay= (NIV) -36,2 15,6 05 0.89 Ay=(AIAY 46,7 417 05 a3 ' Validi in tutti quei casi in cui il BJT & polarizzato come nellesercizio 4.31 Ue = O,B4mA) ed Re = Ry = 10 kQ. ? Entrurnbi i guadagni di corrente © di tensione sone minori deil’unita. Normalmente, la configurazione a base comune viene utilizzata sia come buffer di corente. che come amplificatore di tensionc nol caso in cui K, sia piccota. 5 Le caratteristiche di questo inscguitote di emettitore risultano peggiorate per Ia presen za della rosistenza di polarizzazione Rp Fig. 4.48 Semplice circulte utilzzate per illustare le Cifferenti zone di funzionamento de! BUT. Se v, 2 pill piccola di 0,5 V, nella giunzione emettitore-base scorteri una corrente trascu- rabile. In effetti, si pud considerare fa giunzione emettitore-base polarizzata in modo inverso, ed il dispositivo in interdizione. Ne consegue che =O y=0 & Si noti che anche la gianzione collettore-base risulta polarizzata inversamente. 0% La regione atfiva Per accendere il transistor, si deve far crescere 1, fino a valori maggiori di 0.5 V. Infatti, per avere un flusso di corrente apprezzabile, vy, dovrebbe essere circa 0,7 V © 2; pid alta. Per 2,>0,7 V siha by = Vue (4.106) Ry by = 268 I TRANSISTOR BIPOLAR! A GIUNZIONE (BJT) che pud essere approssimata nella forma 4.107) pell'ipotesi in cui 2, >> 0,7 V (per esempio, > 2 V) e che la cosrente risultante ne! collettore si trovi nell'intervallo normale di funzionamento di questo particolare transistor. La corrente di col- lettore 8 data da Bi, (4,108) che si applica solo se il dispositive si trova in zona altiva. In che modo @ possibile sapere se il dispositive & in zona attiva’’ Non si sa; tuttavia si assume che sia in zona attiva, si calvola i wsan- do Eq, (4.108) ¢ vy dalla 06 2 Veg ~ Rede (4.108) © quindi si verifica se ticy 2 0 oppure no. Nel nostro caso si provera semplicemente a verificare se ig 20,7 V oppure no. Se v2 0,7, la nostra ipotest di partenza @ corretta, e |'analisi risulta com- pletata per quel parficolare valore di vy. Viceversa, se vp risulta minore di 0,7 V, allora il disposi- tivo ha lasciato la zona aitiva ed ¢ entrato nella regione di saturazione. Ovviamente all'aumeniare di u,, aurnenter’ anche #, (Eq. 4.107}, e corrispondentemente aumenter’ anche ig (Eq. 4.108), mentre ve diminuird (2g. 4.109). Al limite, v- diveaterA minore di 1,(0,7 V), ed il dispositive enter’ nella regione di saturazione. Regione di saturazione La saturuzione si verifica quando si cerca di forzare nel collcttore una corrente pit alta di queila che 2 in grado di far scorrere quando si trovi in zona attiva. Si puo valuare 1a massira corrente che if collettore del circuito di Fig. 4.48 pud “assorbire” senza lasciare: la zona atfiva ponendo: Yen = Oy Ga cui risulte ¥, 0,7 8 Sot (4.110) Re La corrente di collettore viene ottenuta forzando una corrente di base J”, data da GO ed il cortispondente valore richiesto di v, pud essere ottunuta dall’Eq. (4.107). Adesso, se si fa aumentare i, valori maggior di 1"p, la corrente di collettore aumentera ¢ la tensione di collettore scendera al di sotto di quelia di base. Questo continuer® a verificarsi fin tanto che la ginnzione col- Jettore-base non si polarizza direnamente con una tensione di polarizzazione diretta di circa O4 0,5 V, Si noti che Ja caduta di tensione ai capi della giunzione collevinre-base @ piccola a causa del fatto che la giunzione collettore-base ha un’area relativamente grande (vedi Fig. 4.6). Questa situazione viene denominata saturazione, poiché qualsiasi incremento della corrente di base pro- duce un aumento molto piccolo della corrente di collettore ed corrispondentemente una piccola diminuvione della tensione di collettore. Questo significa che in saturazione il rapporte incremen- tale B (At; / Aig) & cosi piccolo da poter essere trascurato. Qualsiasi corrente aggiuntiva forzata nel terminale di base si ritrover’ per lo pit. sul terminate di emettitore. Quindi i] rapporto wa la cotrente di collettore ¢ quella di base di un transistor in saturazione non & uguale a J € pud essere CAPITOLO 4 269 regolato su qualsiasi valore desiderato - pitt piccolo di 8 - semplicemente immettendo pid corren- le nella base. Si torna adesso al cireuito di Fig, 4.48, che @ stato ridisegnato in Fig. 4.49 nelPipotesi che ii transistor si wovi in saturazione. II valore di Vy det transistor saturato & di solito leggermente piit alte di quello del dispositive funzionante in zona attiva 6. In ogni modo, per semplicité, si assume che V,,-fimanga intorno 4 0,7 V anche se il dispositive & in saturazione. ig. 4.49 Transistor fr saturazione. Poiché in saturazione la teasione di base & pid alta della tensione di collettore di cirea 0,4 + 0,5 V, ne corsegue che Ja tensione di coilettore ¢ pid alta della tensione di emettitore di 0,3 + 0,2 V. Questa quantith prende iJ nome di Vig @ Si assume normalmente che Vy... 0.3 V. Si noti tuttavia che, se si forza pid corrente nella base, si porta il transistor in saturazione “profonda” e la polarizzazione diretta dejJa giunzione colicttore-base aumenta, il che significa che la Vizeg, duninuira. Ll valore della corrente di collettore in saturazione & pressoché costante. Questo valore viene indicato con Z,;,,, . Ne consegue che per il circuito di Fig. 4.49 abbiamo Von ~ Versa bo (4.112) Re 24 Per assicurarci che il transistor si porti in saturazione, si deve forzare una corrente di base pari almeno a Tose =e (4.113) B Normalmente il circuit viene progetiato in mods tale che /, sia pid alta di Jp; di up fattore che varia da 2 a 10 (denominato fattore di overdrive (sovrapilotaggio)). Ii rapporto tr deuce © Lis ® detto B preaior Poiché il suo valore pub essere regolato 4 piacere, ro — desu ferezaco. 414 Bs Te (414) Ltaumento di Uy,;@ dovate allineremento dela correme di base che provoca una vaduta ohmice di tensione (2) puttosto elevata sulla resisienza di carive detla regione di base. In altre parole, parte detla Vi, @ daty da una cuduta di tensione R/ sul materiale scmiconduttore che costituisce la base, © la restante sulla giunzione emetitore-base. 270 | TRANSISTOR BIPOLARI A GIUNZIONE (BJT) Uinvertitore a transistor La Fig. 4.50 mostra la caratteristica di trasferimento del circuito di Fig. 4.48. La forma di questa curva apparira ovvia al lettore che ha seguito la discussione precedente. Le tre regioni di funziona- mento -di interdizione, attiva, e di saturazione- sono indicate in Fig. 4.50, Se il transistor deve fun- zionare come amplificatore, la polarizzazione deve portarlo in un qualche punto in zona attiva, come quello marcato con la X. Il guadagno di tensione dell’ amplificatore & uguale alla pendenza della caratteristica di trasferimento in quel punto. Interdizione ve (Y) Zona attiva_.1 Saturazione 1 | Punto di lavoro per il funzionamento come amplificatore Fig. 4.50 Caratteristica di trasfermento del circulto di Fig. 4.48 Vern = 0,3 -—— 0,5 Questo valore di v;corrisponde v, (V) ad ig= "5 Nelle applicazioni in cui il transistor viene utilizzato come interruttore lavora tra interdi- Zione ¢ saturazione 7. Quindi uno stato dell’interruttore corrisponde all’interdizione del transistor, e laltro alla saturazione. Ci sono molti motivi per cui si scelgono queste due modalitd operative. Una di queste ragioni consiste nel fatto che sia in interdizione che in saturazione le correnti e le tensioni nel transistor sono ben definite e non dipendono da parametri non ben specificati, come B. Un’altra ragione é legata al fatto che in interdizione ed in saturazione la potenza dissipata dal tran- sistor & minima. Sebbene questo sia ovvio nel caso dell’ interdizione, lo & anche nel caso della saturazione, poiché la tensione Vez .., & piccola. Infine, si noti che il circuito che si & usato come esempio 2 in effetti un invertitore logico a transistor. Si parler’ pitt estesamente dei circuiti logici aBIT nel Capitolo 14, Modello del BJT in saturazione Dalla discussione precedente si pud ottenere un semplice modello per il transistor funzionante in zona di saturazione, come mostrato in Fig. 4.51. Normalmente, tale modello viene utilizzato implicitamente durante I’analisi di un dato circuito. Per effettuare velocemente dei calcoli approssimati si possono considerare Vez e Ver st nulle e cortocircuitare i tre terminali mostrati in Fig. 4.52 per schematizzare il funzionamento del transistor in zona di saturazione. 7 Un'eccezione @ data dalla logica ad accoppiamento di emettitore (ECL), che verra studiata in dettaglio nel Capitolo 14.

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