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Una Raccolta esistenziale e spirituale.
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È molto difficile non parlare di nessuno. Anche quando non si parla di niente
vita è destinata a conoscere una fine, perché figli di un inizio. In questo senso
non ci può essere un viaggio senza fine. Il detto è risultato di una certa logica
ed è giusto che sia così. Però la logica è solo una parte del tutto , solo una
parte del cosmo. Questo vuole dire che fuori di ogni logica, fuori del
terre sotto la luce del sole, nelle terre mai esistite lì, lontano della mente, i
pellegrini rinati nello spirito viaggiano per un viaggio che mai conoscerà
nessuno. Sono nato in un giorno mai esistito, cresciuto nelle terre di nessuno
lontano dal sole perché vagabondo senza sosta. la mia mente, il mio spirito
dalla conoscenza, la mia pelle è scura poiché non deve lasciare passare i
raggi del sole ed è una frontiera tra il mondo mortale e il mondo lontano dal
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quanto ci metterò ma intanto vado. Della mia esistenza c’é ben poco da dire,
solo artifici per una mente interessata al divago. l’importante è quello che ho
poi è cambiato e ancora una volta cambierà. Come fai a raccogliere le fila di
una vecchia vita, come fai ad andare avanti quando nel tuo cuore, nel tuo
intimo cominci a capire che non si torna indietro, che ci sono cose che il
tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano un segno.
colpito, ferito dove nessun arma mortale poteva colpire. Da chi, da cosa,
cambiamenti. Non sempre il male viene per nuocere. Oggi nel più profondo
cosi mi avviai sul sentiero oscuro lontano dalla luce del sole e d’allora ho
fronte a due strade, una di terra battuta e l’altra non battuta e io scelsi quella
non battuta e così sono diverso. Sono per una forza di una volontà interna e
intensa destinato a percorrere una strada non comune, una strada mai
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Il viaggio dentro di me.
non facile, Dal mio balcone osservavo la luce e le stelle, le quali in quei
una posizione che mi potesse aiutare a vedere meglio, senza risultato. Poi ad
un tratto il cielo si schiarì come per incanto, prima non capii, avevo di fronte
questo grande concerto di luce venivano a farsi vedere migliaia di altri astri;
grande concerto al quale io non abbia mai assistito. Dal mio profondo sapevo
che non era la prima volta che venivo lì e che certamente non sarebbe stata
l’ultima. Solo che prima non mi ero mai fermato, frustato dalla vita moderna.
sempre conosciuto, un luogo dove sono sempre passato, un luogo che non
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avevo mai guardato e dove non mi ero mai fermato ad ammirare. Allora
stavo lì, fermo, perplesso; in quel luogo avevo capito di poter trovare tutto
quello che volevo. Tutto quello desideravo. Tutto quello che ho sempre
circondato solo da luce intensa. Quel luogo non aveva né inizio né fine
.C’erano astri intorno a me e tante altre cose che fino a poco tempo fa non
potevo percepire né vedere. I miei occhi non vedevano niente in quel luogo .
trovai uno spettacolo che non potrei descrivere con le parole umane. Bisogna
andarci per credere. Passai molto tempo esplorando quel mondo. Le sue
il divino, Il mio corpo non reggeva più ; l’intensità dell’amore che emanava
quel luogo ero saturo di amore, di vero amore al punto di esplodere. Del mio
vissuto, non avevo mai sentito una emozione così forte. Avevo gli occhi pieni
stelle che prendevano ogni volta la forma dei miei pensieri che in quel
avevo capito tutto. Non potendo vedere fuori di me per osservare la luna e le
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vicini. Sì, stavo dentro di me; nel più profondo di me. Non sono per niente
dove la scienza mise anni ad arrivare. Non c’e viaggio più importante di
quello dentro se disse un giorno un grande uomo: io dico non c’e realtà più
reale di quella interna. Quando sono tornato dal mio viaggio, erano passate
più di cinque ore, da quel momento cambiò la mia percezione della realtà.
una strada naturale che penso prima o poi tutti dovranno percorrere, un
processo facile che la vita moderna rende quasi impossibile. Non è una
quando stavo in quel luogo di aver visto miglia di persone a destra, a sinistra
curiosità di sapere perché me ne stavo lì, felice e per quale motivo lo ero, ma
ripassando una volta, due volte, tre volte. Facendo sempre le stesse cose
senza rendersi conto della ripetizione, perché ormai schiavi delle tradizione,
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delle culture e dell’abitudine. La monotonia viene definito il sicuro, il
pericoloso. Altri invece, indeboliti oramai dalla vecchiaia, non avevano più la
incombente, l’importanza della vita, la via veramente via, ma nessun non gli
correvano sempre di più come pazzi da un lato ad un altro senza saper dove
parlarne poi. Sì, ho visto tutto questo. Sì, ricordo di aver visto anche altra
gente dove ero. Avevano rinunciato alla vita nella materia. Se ne stavano lì,
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una sensazione di felicità infinita, così pensai che avrei dovuto unirmi a loro.
Poi capi che non era il mio posto, almeno per il momento. Poi ricordo, aver
visto anche altri che mi salutavano con calore, amore con il volto che
altri invece ridevano. Tutto questo nel più grande silenzio, con la musica, la
lingua del quel posto. Il posto il più lontano e il più vicino a noi .Queste
persone venivano lì, penso, per caricarsi dell’energia d’amore, che generava
il cosmo, per poi ripartire nel mondo sotto la luce del sole. La comunità
potergli usare nel mondo manifestato sotto la luce del sole. Allora capì che il
mio posto era lì tra di loro . Ero uno di loro, un pellegrino dell’arco baleno.
Ora che ho preso conoscenza del mio essere e della mia responsabilità nella
realtà manifestata e non manifestata, capisco cosa si intende per ”il tutto sta
nell’uno”. Non c’e bisogno che tu mi creda sulla parola né che mi tratti da
guardati dentro e vedrai con i tuoi occhi. Se hai preso la tua decisione allora a
questo punto c’e solo una scelta da fare; stare con noi oppure stare con loro.
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IL DUBBIO E LA CONOSCENZA.
Qualcuno disse “il dubbio è una chiave che porta alla conoscenza”
chiave della conoscenza, ciò vuole dire che il dubbio ha il potere di aprire le
porta della conoscenza, ciò implica anche che gli possa chiudere. Il dubbio fu
A questo punto, il dubbio ha aiutato a aprire una porta, quella che porta alla
funzionamento molto diverso dalle porte che conosciamo noi: ergo, un giro
in più ti porta altrove, oppure può anche darsi di non ci riesca ad aprire la
porta voluta. Molto spesso la gente non riesce con il dubbio ad aprire le porte
nel dubbio e tirando fuori solo artifici, droghe per la mente, fantasia. Questo
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importanza cospicuo anche se così non ci risulta spesso. Il dubbio è diventato
uso dello strumento pèro condanna all’illusione più realistica che ci esista . A
chi possiede la veggenza, il dubbio non serve , perché dotato di una sorta di
facoltà superiore, essa non può essere combinata a niente che attinge alla
essere nessuno. Egli vive nel suo interno dove egli è il tutto. Solo così la
veggenza può trovare giusta applicazione ed essere un aiuto per chi la detiene
bensì è una delle persone più naturali che ci sia. Solo che ce ne sono per
ognuno di noi e la sviluppa solo sa vivere nel suo interno, chi da dentro di sé
trova la via. Solo una vita in stretta relazione armoniosa con la natura riesce a
risvegliare questa facoltà e in modo del tutto naturale. Il dubbio è più adatto
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ciò che realmente si è . Per quanto possa sembrare superficiale il dubbio è
uno strumento molto potente, ma non meno pericoloso. Perciò deve essere
usato con molta attenzione. La sua natura molto spesso fa dubitare della sua
molto delle volte critica soltanto. La critica è per così dire superficiale, non il
per le masse. La differenza sta più o meno nello scopo. Mentre il dubbio ti
che la critica non chiude le porte della conoscenza, allora non si tratta della
nel fatto che l’analista cerca la cosa da studiare ed è sempre a caccia di cose
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altrimenti passa dall’analisi alla critica. Dopo aver evidenziato cosa deve
conoscenza. Il veggente non cerca niente, osserva solo ciò che gli viene
messo sotto gli occhi. Aspetta solamente che le cose gli vengono rivelate. È
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STUPRATORE DEI PENSIERI
Tu che mi riguardi da straniero, che vuoi di me ciò è mio, che ogni giorno
pretendi sempre più da me, sta mi lontano . Sono forse ciò che hai voluto che
io sia, ma ti sei interessato a me . Non hai voluto sapere ciò che io volessi
ostilità benché non abbia oggi l’energia che un tempo mosse cielo e terra,
sono lo stesso convinto di poterti sconfiggere con la mia sola volontà. Tu che
nessun ricordo, tu che mi hai insegnato a piangere invece che ridere, ridere
pensieri. Padre della mia condizione esistenziale non ti voglio più vicino a
me. Però non andare troppo lontano da me, per paura di poter più
riconoscermi, voglio solo che sappi che oramai sono consapevole. Un giorno
per me tu fosti un aiuto, poi sei diventato la mia tomba .E oggi che sono
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nel tuo orgoglio e questo mi addolora . So però che guarderai le cose dal lato
Stupratore dei pensieri. Quante vittime devi ancora fare?Lo so, non me lo
dire, fa parte del tuo cosmico compito . La cosa triste però è che per i comuni
mortali sei diventato un dio. Il tuo culto viene celebrato tutti i giorni come se
solo stuprati .Quanto ancora durerà questo gioco? Non me lo dire, lo so non è
sentiero. Per i mortali era solo un folle, uno che aveva perso la ragione. Tu
mio. Hanno scoperto te così sono finito nella trappola cosmica; da dove si
una loro scelta e su questa concordo pienamente con te. Io ho conosciuto te,
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FIGLIO DEL CIELO
che non si trattava di un essere come tanti; aveva negli occhi un espressione
parve triste, ma che poi capì essere la pura felicità . Quella felicità che non
in qualche modo convinto che la felicità fossi quella espressione che vedi
interagire e di capire ciò che gli sta intorno oppure nella culla mentre dorme.
persa. Sulla faccia di quel uomo c’era una felicità riconquistata: Esattamente
come il loto nato mezzo all’immondizia . Aveva un aria sia triste che felice
sua tristezza era esterna figliata da ciò che lui circondava. Non dalla natura,
fermai alla sua altezza e lui capì che volevo parlare con lui , così si fermò e
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perché avevo intuito che era un viaggiatore spirituale, un pellegrino del
suoi occhi suoi occhi un’ inspirazione che mi potesse aiutare a ritrovare le
Pensandoci bene avevo motivo per essere triste, ma così non fu e la cosa mi
turbò assai. Mi sentivo lieto solo perché ero vicino a lui di . La mia mente, la
circondato da più presenze, che poi capì che stavano lì da sempre ; stano
sempre con lui. Mi sono sentito, non so perché, al sicuro. Il fiume della paura
che prima non conoscevo; era una sicurezza incondizionata. Stavamo lì l’uno
di fronte all’altro senza dire parola ma in quel momento capii più di quanto
avessi mai capito durante molto tempo oramai ed in quello stesso momento
non scoprire al punto di morte di non essere vissuto affatto . Per la prima
volta dopo esserci incontrati, dopo essere stati lì senza dire parola, staccò i
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suoi occhi dai i miei e mi chiese”Perché insisti nel chiamarmi figlio del cielo
Così sperimentai il mio primo viaggio dentro di me. Vidi le nuvole, poi la
capire le sue origine che diamo per scontato che siano diverso dei nostri.
Questo modo di fare per quel ’ incontro non ebbi vita. Non gli porsi nessun
del cielo perché penso che dappertutto ci sia un cielo. Proprio perché non
Non era nessuno perché espressione del tutto. Non portava nessun nome in
modo di essere chiamato con qualsiasi nome. Non era mai esistito perché era
espressione, esso stesso dell’esistenza. Non era il figlio del cielo, perché era
figlio e cielo allo stesso tempo. Poi dal niente rividi la luce, poi ancora le
nuvole e capì di averlo visto dentro di me. Quando riaprii gli occhi non c’era
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più e capii da quel momento che faceva oramai parte di me. Quando mi
ritrovai di fronte allo specchio capii di nuovo che non era lui dentro di me ma
io dentro i lui. Che io in qualche modo non esistevo più, esisteva solo lui con
me dentro di sé; che ero libero e felice. Ero diventato nessuno, ero diventato
l’espressione del tutto, poi guardai i miei occhi e sentii ancora che non c’era
niente di tutto questo, ch’ero sempre stato io. Prima nel sonno ed ora da
sveglio. Avevo rotto ogni tipo di legame con il mondo che conoscete ; ero
rivelato; i miei occhi non vedevano più altro che amore, solo amore e sono
sempre più convinto che sia questo il vero scopo dell’esistenza stesso cioè la
scoperta del divino amore che risiede in ognuno di noi attraverso la sconfitta
della materia, della carne . Ero diventato una realtà incluso nel tutto e
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L’IMMORTALITA CONTESTATA.
E chi l’avrebbe mai pensato, chi l’avrebbe mai immaginato? La verità è che
stavo lì, era perché avevo bisogno di essere aiutato. Maledetta agonia della
delle civilizzazione. C’era con me altra gente , insieme di famiglie che stava
male e come me aveva bisogno di aiuto,c’era chi piangeva, chi stava zitto.
Non sono un privilegiato della moderna società; sono solo Figlio di Arlik; il
vista è un mondo molto diverso, dove ogni angolo nasconde una realtà molto
dell’anima, mentre dove sono stato ieri il colore bianco combinato con il va e
vai delle gente malata nell’anima esprimeva il la vittoria del male, l’infinità
che mette l’angoscia a chi tiene il respiro leggero. Mi sono ritrovato nel
pensare che fosse una tragedia. Qualcun altro una lezione ma io non so che
dire in verità.
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LA BARCA DELL’ESISTENZA
Il sorriso viene strappato alla notte del tempo. Per mezzo di esso,gli uomini
avranno ancora cominciato.” Su quella barca lontano sul fiume immortale del
destino e sulla fine del viaggio. Più i giorni passavano più lungo diventava il
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LO SCURO SENTIERO
lontano da me il luogo verso cui sto camminando. ora oh me verso dove sto
camino verso dove m i sta portando. Oramai i miei piedi non rispondono più
un incrocio, c’erano due strade dinanzi a me; una a terra battuta, l’altra a
terra non battuta. Scelsi quella a terra non battuta. È una strada difficile ma io
cammino lo stesso. Potevo fermarmi e ritornare sui miei passi ma ora non è
più possibile. Devo andare avanti e basta. Sì, devo andare avanti,ma dove ?
questo non lo so. A dir la verità non lo voglio neanche sapere. So solo che
devo andare avanti. Ma ora che sto facendo? Sto fermo ma come mai mi
questo che mi sono fermato. Ma cosa devo capire,che c’e da capire? Non lo
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JOHNNY KISISA MIGLER WANKAM KANTAN
“ULTIMO DI NOME”
Un uomo sicuro che le via più breve per il paradiso passasse attraverso
La tragica debolezza per lui era il suo grande amore per tutto quello che vide.
Certe persone arrivano in un punto oltre il quale non possono più andare; un
punto in cui la conoscenza incontra il volere ch’ è ignoto ma conosce ciò che
però guarda di non buttare la sonda del pensiero nell’insondabile. Perché lì,
chi domanda sta nell’errore e chi risponde non potrà fare diversamente. Alzi
gli occhi per vedere la luna chi pensa di vedere la luna, perché anche nel lago
sbaglia . “ Diceva anche che c’e una grande differenza tra chi ama e chi
pensa di amare dal secondo stai lontano, perché non verrai mai amato, ma
sacrificato. Così diceva sempre Johnny Khanti Migler. Era con la gente
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invisibile che lui voleva vivere, gente che come lui pregava tutti i giorni
È gente che ci sta vicino tutti i giorno, che conosciamo, che frequentiamo e
quelli che volte diventiamo .Gente che vive solo negli occhi della mente di
vivrai grazie ad un ricordo. Vivono dentro di noi e con noi saranno sempre.
lascia il corpo oramai inutile allo scopo , ma quando dai suoi viene
dimenticato.
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I DIMENTICATI
Eravamo partiti per scoprire il nuovo mondo. Così spinto da questo grande e
imposti, sapevamo di non essere degli dei ma dei pellegrini dello scuro
sentiero. Ma ciò che non sapevamo era che non facevamo più parte dei
combattere contro la legge del karma, contro la morte, contro loro stessi. La
nostra guerra era più complessa. Dovevamo fare i conti con gli dei stessi,
Non siamo degli dei perché non siamo immorale ma neanche mortali perché
oramai consapevoli. Non siamo dei maestri perché il maestro è uno ed unico
l’unica tra noi e gli dei; la conoscenza. Ma noi, non camminiamo contro di
stessi vogliono che la regola venga alterata o cambiata. Ogni volta che una
evoluzione finisce il suo ciclo, ne viene creata un'altra, che al primo può
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L’ULTIMA SIGARETTA
È quella ultima che non arriva mai. L’ultima sigaretta è quella alla fine della
quale io mi devo fermare, come l’ultimo soffio prima del temuto viaggio
tantissime sognando l’ultima, quella ultima che non saprei riconoscere. Tanti
lottano per la sopravvivenza. C’e chi invoca la salute dalle sante scritture, c’è
quello dell’ultima ora. Io la mia vita me la sto fumando e ora che la mia
condividere la fine. L’ultima sigaretta è un po’ come l’ultimo treno. Del treno
si sa niente, tranne che mancarla sarebbe una salvezza. Fumare è per chi lo fa
ciò che la debole volontà spinta dal pagano rituale della comodità e del
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piacere ci richiede di onorare, sapendo inconsapevolmente di stare a
camminare verso le porte dell’inferno, per quel piacere il mio popolo perse
desiderio, un desiderio che non esiste perciò mai calpesterà il suolo del regno
della felicità.
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LA CONOSCENZA
Perché le acque sacre sono state turbate e l’essenza della conoscenza sta
chiudono alla vista di coloro che il corso del vento ha maledetto. La voglia e
seconda ti rafforza. È stata definito il grande bene e con essa l’esistenza viene
distrutta. Perché dal figlio della terra agli occhi di fuoco, gli anelli sacri della
alla terra; che la conoscenza da essa rinchiusa, se dovesse finire tra le mani
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IRONIA DELLA SORTE
passato anch’io. L’amore è solamente una parola. Non vale granché. Conta
milioni di devoti hanno celebrato rituali, tanti vivono solo per mantenere viva
Sono sicuro; sono cose che sentiamo da sempre. Tanti sono convinti o
realmente sapere cosa vuol dire amare per la paura di accorgersi di non
quantità di energia che da lui emanava e lui mi fece capire cosa veramente è
l’amore. Era una sensazione fortissima, era cosi forte da poter dominare
motivo, perché l’amore non è un sentimento, non è una forza, non è niente
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solo amore e perciò immortale e libero dei vincoli umani, l’amore è un
sentimento divino. Quel sentimento così intenso non poteva esser generato
che dall’unità, dalla solidariètà . Chi tiene conto delle diversità esistenziali
non può amare, per mancanza di libertà può solo voler possedere. Perché a
non la si conosce. Il vero amore non conosce definizione qualora cosi fosse
noi stessi . Dove c’è amore, la gelosia non può trovare spazio. L’odio per
Anche per chi ama veramente, parlando di amore cosmico subentra molto
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uomo è difficile non poter possedere del tutto, l’importante è tener presente
anche chi ha rinunciato ad ogni forma di bene privato rimane sempre difficile
lasciarsi tagliare il braccio perché è suo. Dalla grande notte del tempo, i
distinte debolezze, gli abbiamo fatto diventati figure mitiche solo per la cura
perciò il ritorno della luce lo spazzerà via perché non riflette la santità che in
complessità ma onora la complessità. Colui che ama, ama e basta senza poter
discriminare quanto si ama uno e quanto meno l’altro. Amare come il Cristo
deve stare al centro della nostra esistenza, deve essere il pilastro che regge
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PARLANDO DEL CONFORMISMO.
tenere tanto ad essere accettati dagli altri. Ma finché i nostri discorsi, parole e
pensieri non saranno coerenti con noi, non saremo mai nessuno. I pensieri
impopolari, perché ricordate che ogni grande idea è sempre all’origine una
sostanza senza mai confrontarli a nessun altro e per nessun motivo, il tutto è
sacro e santo .”Un giorno in una provincia dell’India, un bambino dopo aver
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osservato e notato che il padre fumava tutti giorni seduto sulla sdraio di
fronte a casa e che quasi tutti gli uomini della provincia facevano lo stesso,
andò dal padre a chiederne il perché. Costui gli rispose che era così perché in
padre dritto negli occhi e disse :Io così non voglio fare.”Nel profondo di quel
rinnovamento che appartiene a tutti, una sostanza che allo stato lattante abita
come una commedia, nella quale ognuno ha un ruolo da recitare e la base dei
ruoli sta nel conformismo. Due parte non possono essere uguali
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IL CONOSCERE
non conosce che non viene condizionato dall’assurdo, che egli sa tutto.
relativa di genere.
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LORO
Potevano essere chiunque, potevano sconfiggere la morte per non essere più
veramente giusto non può essere giusto; come la realtà veramente reale non
può essere reale. Così loro stanno lì come la parte gemella dell’esistenza
manifestata. Sono sempre stati lì con noi e noi non siamo mai capaci di
strada, che non può essere strada. La loro scienza li ha fatto scivolare nella
presunzione. Hanno dimenticato che essa è un regalo degli dei agli uomini
da poco. Il loro intelletto è oramai la loro tomba. Perché hanno perso l’anima
che nasce dall’uomo come, nato sotto il sole è condannato a conoscere una
fine, anche costoro sono diretti verso una fine infernale. Non di una fine
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normale, figlio del vecchio e padre del nuovo;tempo di riposo prima
fiume dell’eterno vuoto. Preghiamo perché cosi non sia; “Forse cosi non è;
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TEMPO MODERNO
la vita e la morte. Più di una volta avrai sentite dire”Le cose più belle sono
quelle più piccole”. Per quanto possa essere vero questa affermazione, il più
guerra e conflitti è una ottima chiave di lettura. Anche in uno stato di perfetta
armonia persiste sempre una certa contrapposizione ch’è una delle colonne
vedere; quelle piccole hanno bisogno di maggior sforzo per essere viste.
Quindi la bellezza non sta nella facilità, ma nello sforzo e nel lavoro.
oppure d’equilibrio per chi vive la vita nella sua vera sostanza. Dopo questo
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discorso mi viene inevitabilmente una domanda; ma cosa sono queste piccole
cose il cui apprezzare permette l’accesso alla vera vita? Per quanto possa
sembrare ovvia la risposta così semplice non sarà perché sono quelle cose a
cui spesso non si attribuisce nessun interesse. Sono cose che danno una
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L’ADDIO AL MIO TEMPO
I giorni sono passati, gli anni sono passati e entrambi ancora scorrono ed io
Oggi che lo so, che lo capisco faccio ancora fatica a crederci, faccio fatica a
credere che anche il potente e sempre presente Sole dovrà prima o poi
passare, che la madre e dolce Luna domani non sarà più, faccio fatica a
faccio fatica a credere che gli animali sono stati allontanati dalle strade
dell’umanità e con ciò hanno perso il dono del linguaggio. faccio fatica a
credere che gli uomini ormai si uccidono tra di loro solo per gonfiare
l’avidità per l’orgoglio, che gli uomini hanno permesso all’oddio di penetrare
il loro cuori , che il figlio uccida il padre, che la figlia cammina contro la
madre, che la classe dirigente tradisca il popolo, che dal profondo del cuore
dell’uomo nasce il veleno, ora capisco che il ricordo del mondo di un popolo
della sua conoscenza. Per me non è cambiato niente, per questo non voglio
dire addio al mio mondo. Perché finche esisterò il mio mondo vivrà dentro di
me, un mondo fatto di solo di amore. E se un giorno, al calare della luce della
vita su di me questo mio mondo saprà andare avanti come l’ha saputo fare
prima di me. È un mondo destinato a ritornare ancora poi ancora e poi ancora
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IL SILENZIO
“Quando ero bambino ricordo che mio padre esigeva il silenzio, quando
stava a casa immerso nel suo lavoro e anche spesso dopo il lavoro alle sua
abituale ora del tè. Bei ricordi. Dovevamo giocare in silenzio cercando di
fare meno chiasso possibile” Quella mattina mi ero svegliato preoccupato per
l’esame che dovevo affrontare quattro ore dopo, la mia mente era
in sede. Erano tanti anni che praticavo il yoga e sapevo quanto mi strenne
allo yoga del respiro, fondamentale fino a raggiungere uno stato d’anima
Non so veramente quanto tempo sono rimasto in questo stato e non penso
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ad un altro. Sentivo da molto lontano i rumori dei lavori in corso fuori casa
mia, la cosa bella era che quel chiasso non mi dava più fastidio e mi
rumore assumesse allora le sembianze della natura stessa alla stregua del
all’orecchio sensibile alla musica. Per un po’ dubitai del mio udire. Questa
massimo. Sentivo respirare tutto il mio corpo, sentivo l’aria mischiarsi con il
mio spirito, la sentivo che mi girava dentro pervadendo ogni punto del mio
essere. Così il respiro mi piombò mio corpo come una nave piombata nello
spazio. Alcuni punti erano densi, pieni di energia ed altri stretti e quasi senza
detto che sembrava, perché in realtà non era così, non era successo niente di
quello che mi potevo aspettare. Alla mia grande sorpresa non sono andato in
Chi vive uno stato di disagio dovuto all’ansia, alla paura, disturbi di ogni
genere sono molto spesso dovuto alla mancanza di armonia con la natura e
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può essere né con se stesso né con gli altri. L’armonia con la natura sta nel
della natura . Lo spirito umano sta alla natura come il foglio sta all’albero
allora avrà varcato la soglia del regno del caos e della morte attraverso il
mare antico che le acque hanno oramai abbandonato e hanno lasciato posto
alla desolazione. Solo chi osa avventurarsi nelle terre le più profonde dello
può fare meno di notare una realtà che fuoriesce da un’altra realtà da noi
qualsiasi tipo di rumore ma, nella calma e nella serenità come stati interni
di uno stato di infelicità, tristezza, che alla fine sono solo segnali mandati
per noi dal profondo della nostra persona per invitarti a reagire. Il silenzio sta
dentro e non fuori di noi. Il silenzio non è assenza, ma armonia come del
resto il disagio non è presenza ma mancanza di armonia sia con la natura che
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con se stesso. La nostra vera persona è quella che piano pian sboccia da
dentro e non quella che a volte vediamo quando ci guardiamo nello specchio.
Le vere ricchezze sono quelle che si stanno dentro. Fuori c’è solo
d’accontentarsi. Dalla notte dei tempi, la ricerca della felicità fa capo allo
cosa,verso il Dio.
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CONOSCERE IL MOVIMENTO
diventa infinità, inteso come vita e solo vita. La conoscenza di una nuova
del quale risulta difficile capire oggi il senso. Ogni movimento fa parte di un
portata delle mani. È questa la nobile arte di chi realmente vuole vivere..”
Ogni giorno che passa, ogni esperienza che vivo mi convince giorno dopo
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giorno ad affermare : La cosa più irreale che esista è proprio la cosiddetta
risposte a delle verità predefinite. Poi ho trovato delle risposte, ma solo per
alcune delle mie domande . L’esperienza che ora sto vivendo mi fa dubitare
vita determinata dalle battaglie contro il tormento del ritornello della vita
sulle costume e molto più interessante alla vittoria su me stesso, mi sto ora
mi si presenta come una impostazione predefinita in cui le cose sono state già
quello cioè che viene chiamato il sacro mistero. In questo stato mi sembra
tutto scontato, non oso neanche pormi delle domande. All’idea che la risposta
sia già stata ideata, mi fa sentire un burattino nelle mani di non so chi.
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la cosa così vicino a me quasi da sconvolgermi l’esistenza. Avverto una
sensazione che ho sempre sentito, ma alla quale prima di ora non avevo mai
essere. Intorno a me niente sembra più come prima, la natura stessa assume
ad un altro avesse acquistato vita; l’ambiente si muove con una certa armonia
fin’ora. È come se aprissi gli occhi per la prima volta in vita mia, è come se
per la prima volta nel corso della mia vita arrivassi ad un punto oltre il quale
che mi viene è; “Colui che agisce diversamente da come agiscono tutti gli
Una vera domanda è se quello che ora sta davanti ai miei occhi è la realtà,ma
quella nella quale sono stato fino ad oggi cos’è? Domanda sbagliata. Per
capirlo penso che devo smettere di essere quello che sono, devo smettere di
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meno, non posso accettare questa mediocrità,devo per onorare me stesso e il
mio popolo sforzarmi di trovare dentro di me quello che sono come i valori
propria vita e non quella di qualcun altro. Perché tanti vivono pensando di
altro lasciate sulla via, solo per paura di osare. Prendi il tuo correggo in mano
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LA PAURA
Cos’è la paura? Penso che sia solo un’impostazione per la quale le cose che
mai visto; provare una cosa che prima d’ora non si era mai provata
provocano in alcuni di noi una sensazione detto Paura. In tante persone come
in tante culture la paura è vista come un male e diventa una cosa da evitare.
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MA CHE DEVO CAPIRE, CHE C’E DA CAPIRE
Sono figlio del tempo moderno, figlio della mia società, figlio della
dalla crescita delle conoscenza scientifiche che per il mio tempo è segno di
mistero del suo spirito, a ricercare se stesso per porre le basi di una vita
grotta malgrado il suo affermato controllo del disegno spirituale per rivelare
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per il successivo, un primo passo mancato potrebbe risultare
raffigurato dal battesimo, che esprime il controllo sul piano dello spirito. Ma
religione, che per mezzo della fede. Lo scuro velo sulla conoscenza genera
del piano spirituale . Ma che succede quando dopo la conquista del piano
tempo sembra esser l’unica prova del male che oggi affigge l’umanità.
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alla natura,essa impregna ogni atomo esistente è la strada alla quale nessun
essere un motivo più che sufficiente per creare dei e demoni. La religione
trova comunque un ruolo non irrilevante nel percorso di crescita che porta
ci fornice gli strumenti che occorrono per marciare senza timore sulla via .
grande, questo nutrimento non le sarà più di nessun aiuto. Deve per
stessa relazione lega la religione alla spiritualità. Il vero problema sta nel
passaggio. Come si fa a sapere che è ora per passare dalla religione alla
nella barca dello spirito? Tutte domande che non possono trovare risposte
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sono dei cerchi comuni nel senso che mettono l’uomo in mezzo agli altri,
rapporti con tutti gli altri del gruppo. La spiritualità invece prende l’uomo
della religione e lo porta a prendere la via spirituale, lo toglie dagli altri, dal
suo mondo, dai suoi e da loro lo riporta. Questa è la diversità tra la vita
prima i suoi occhi e dopo il suo cuore; l’uomo spirituale vede il mondo
attraverso se stesso nel senso che per vedere il mondo guarda dentro di sè. La
cioè che siamo noi stessi l’esistenza. Ognuno di noi è sia una parte sia la
diventiamo noi stessi e gli altri nello stesso momento, con ciò conquistiamo il
materiale deve ora prendere la via dello spirito. Mancare questo passaggio
rende folla la mente umana. L’umanità si deve svegliare dal profondo sogno,
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nel quale sta sprofondando sotto la morsa della materia. Qui l’inevitabile
stesso. Come un emigrato che ritorna alla ricerca delle proprie origine,
il suo regno che lo spirito acquista gli strumenti che servono per viaggiare
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LA CONSAPEVOLEZZA
culturale. Solo pochi uomini riescono a vedere al di là dello specchio, tutti gli
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IL DUBBBIO E SUBITO LA VEGGENZA SULLA STRADA
dubbio; avevo come per maledizione perso ogni lucidità e sicurezza, non
sapevo più cosa stavo facendo sulla retta via, dove stavo andando o cosa
stavo cercando. La sicurezza che fino a poco fa dava forza al mio viaggio era
spirito della via, era antico e potente, non sapevo che fare, come proseguire,
dove andare, benché la strada fosse una e unica di fronte a me , le mie gambe
meditare, di cercare nel mio profondo il senso stesso della mia esistenza, del
mio cammino, del mio viaggio; cosi abbandonai la via, presi un sentiero
perché dovevo morire in me stesso; era il luogo della rinascita, la vera nascita
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perché dovevo rinascere in me ; era il luogo della presa di consapevolezza
perché era lì che dovevo scoprire chi ero; avevo capito che quando avrei
lasciato quel posto avrei smesso di essere colui che sono sempre stato fino
ad ora ; avrei superato la mia stessa esistenza ,le mie paure , i miei dubbi, mi
sarei liberato della morsa della materialità che ancora teneva prigioniero il
mio spirito. Così mi sedetti sotto l’albero della vita e nel viaggio intrapresi un
altro viaggio; viaggio che mi avrebbe dato quello che occorreva per
continuare il mio viaggio senza fine. Sperduto nella foresta sconosciuta dalle
carte geografiche umane, la natura lì era diverso persino la foresta era diverso
meditazione del tutto diversa da quelle che avevo fino all’ ora praticato. Nel
corso delle mia vita avevo imparato diverse tecniche di meditazione, ma per
conoscevo; seduto sotto l’albero della vita sentii subito il mio spirito alzarsi
beatitudine , per la prima volta sperimento il vero senso della libertà, avevo
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libero dalle malattie, libero dalla materia, nel mio corpo circolava una
muovermi. Con la mia sola volontà avevo trovato tutto quello che cercano
tutti gli esseri cioè la tranquillità interna e un grande senso di pace, mi senti
chiamare alle spalle con un nome che non conoscevo, che non avevo mai
saprei dire. Mi voltai e vidi miglia di esseri immersi in una grande luce ,
vecchi compagno che tornava a casa e più mi avvicinavo più realizzavo che
la luce in quel luogo sorgeva degli esseri stessi, mi portarono in una grande
sala dove sedeva un entità di una statura enorme seduto su una poltrona
immensa che levitava sopra di noi. Mi alzai dalla terra ferma fino a
raggiungere l’essere che malgrado la sua statura emanava una serenità che il
mondo ancora non conosce. Mi misi di fronte a lui pronto per la grande
iniziazione
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Viaggio senza fine è una raccolta di esperienze e
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Un documento del Pellegrino Jina’ neschvara shiva
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