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Bimestrale della Cisl di politica del lavoro. Sommario ‘Anno XIV n, 81/82, maggio-agosto 1994. Lire 20.000 Le immagini La presenza dell ‘Bano Amico Argomenti ‘«Lambiente, una questione sociale» cura di Corrado Poli Per un'etica ambientalista Sergio Dellavalle 13 E possibile un ecofaseismo? ‘Michael E.. Zimmerman 9 La politica ambientale americana 5 Verso na politica plbale per Tmbiente 2 ‘LUnione Europea di fronte alla sfida ecologica 37 Beto serra e tasazione ambienale 6 Tl progresso tecnologico verso nuove frontiere 49 ambiente, una questione internazionale [3 Lavoro e benesereeeolico 38 ‘Una scienza economica ambientalista 66 LUnccopacionee la comersione ambjentalista % Lacupazione tra mercato ed ecologin Walter Ganapini 1 Unllearaa tra Tavoro © ambiente “Michael Moller 2 ‘Nuove professionalita e formazione ‘Giulio Querini 7 Piolo: degrado ambientalee esi occupasionale Giovani Campeat 2 ‘Molise: Viniziativa sindacale per il Parco del Matese Corradino Guacei 100 Ricerche Privatizazioni, Enel: ipotesi per uno studio di fatsbitica ‘Giuseppe Di Gaspare 105 Questioni Caltura. La tsca deretana di Parse Francesco Dragos 121 Economia. La politica industriale possibile 128 Intnon, Publica Amministrasion: | rach delle seorciatie 1 Lavoro. Orarlo, la soluzione Volkswagen 130 leon ‘94 Aleune vlutaion statistche ital 133 ein '94. Noor regole,stessa partexpezione ‘Valero Belt 1 lesion "94. Cristanosetl Te region di unesperienan Stefano Ceccants Mi lesion ‘9. La destra, vento, gators 1ho Diamant 18 Osservatorio internazionale Francia, La erisi della rappresentanza Hugues Portelli MT Schede di lettura Ince: Maria Fuusta Adrian / Formasione: Massimo Milani / Soiologt: Palo Botta / Economia: Alberto Zito Linea Bianchi / Lavoro: Antonio Sami 155 Libri ricevati 165 Argomenti 100 L'ambiente, una questione sociale Molise; liniziativa sindacale per il Pareo del Matese di Corradino Guacci Nella recente storia del Molise la questione ambientale — in particolare il tema delle aree protette — ha rap- presentato la cartina di tornasole, che ha evidenziato € misurato il crescente divario tra la societa civile ed i suo rappresentanti. E stata inoltre lo scenario nel quale la gente molisana tra interpretato ruoli innovativi e di avanguardia rispetto i eonsueti comportamenti delle comunita locali net con- fronti dell'stituzione di parchi e riserve naturali Unprimo segnale forte sié avuto all'epoca del «Progetto Mainarde» che prevedeva l'ampliamento del territorio del Parco Nazionale d’ Abruzzo alla catena delle Mainar- de molisane. In quel periodo, era l’autunno del 1988, chi serive segut in prima persona, come consulente dell"Ente Parco, le iniziative volte a riprendere i filo di un discorso avvia- to gi nel 1976 quando, forse in tempi non ancora ma- turi, si era iniziato a parlare del progetto stesso. Fu un susseguirsi di riunioni con amministratori ed in- contri eon le popolazioni per illustrare come e perché un diverso assetto del territorio ed una sua accorta frui- zione turistica potessero apportare vantaggi alle econo- mie locali. ‘Maa fronte delle aspettative di sviluppo socio-economico he si erano andate creando nei cinque Comuni interes- sati (Pilignano, Seapoli, Rocchetta al Volturno, Castel San Vincenzo e Pizzone), si contrapponeva l'inerzia e, in aleuni casi, Vostilta di buona parte della classe poli tica. La strumentalizzazione dei wincoli» che alimenta- vala sindrome della eriserva indiana; fort interessi ver- so una «valorizzazione» di quelle aree secondo vecchie logiche speculative fatte di residence e impianti di risa- lita; la consapevolezza, in definitiva, che sulla gestione del territorio si giocava la gestione del potere — o per- Jomeno di quel potere che si alimenta con il permissivi- smo amministrativo, con il piecolo e grande abuso edi io, con opere pubbliche spesso inutili e quasi sempre prive di un programma di gestione —; tutte cid frena- va, come un muro di gomma, la realizzazione del progetto. La chiave di volta per uscire da questa situazione sta- gnante fu individuata in una delibera eon la quale il Con- Siglio comunale di Roechetta al Volturno chiedeva, nel dicembre del 1988, 'annessione di buona parte del suo territorio al Parco Nazionale d’Abruzzo. Questa delibera, in seguito definita storica, ebbe un ef- etto dirompente: come un sasso lanciato in uno stagno, costringe le altre amministrazioni eomunali e gli enti lo- cali interessati, fino ai pit alti vertici regionali, ad usci- re allo seoperto. La stessa direzione del Parco, dapprima seettica sulla lita di riuscita dell’operazione che ridisegnava, ampliandolo nelle ambizioni l progetto Mainarde (i pas sava infatti da un ipotesi di riserva eogestita con I'En- Argomenti 101 te Parco ad un ampliamento vero e proprio del suo ter- ritorio), cquistd fiducia ed indisse, nel gennaio del 1989, un convegno in cui si rilanciava ufficialmente il proget- to stesso. Ladefinizione di wstoriea», anche se un po! abusata, ben siadatta ad una delibera che, chiedendo 'annessione an- ziché la separazione, andava in controtendenza rispet- toalle stesse diatribe che vedevano contrapposte al Par- eoaleune amministrazioni comunali ricadenti nel suo ter Hitorio, A tutt'oggi, questa risulta essere I'unica manifestazio- ne di volont in tal senso espressa che mai sia stata adat- tata in Italia. 1110 genmaio del 1990, dopo un anno di defatiganti trat- tative e mediazioni, il Presidente della Repubblica Fran- cesco Cossiga siglava il decreto di ampliamento predi- sposto dal ministro dell'Ambiente Giorgio Ruffolo. Sulfonda dell entusiasmo, la Cis! molisana vard, nell'au- tunno del 1990 d’intesa con ¥'Ente Parco, un eorso di formazione per «guide naturalistiche» che impegno ci- ca 30 residenti nell'area delle Mainarde. Conclusa l'attivita formativa — seguita con profitto e con passione dai giovani che iniziavano concretamente ad intravedere un possible futuro oecupazionale legato alla tutela, alla valorizzazione ed alla conseguente frui- zione non consumistiea delle belleaze naturali della loro terra —, un gruppo di quei giovani costitul una eoope- rativa di servizi. L’oggetto sociale andava dal supporto al turismo — escursioni guidate, rieettivita, ristorazione, gestione di campegei, aree di sosta, ece. — alla produzione e com- mercializzazione di prodotti tipici, fino alla manutenzione del territorio. La cooperativa, volutamente costituita coinvolgendo gio- vani provenienti da pit centri dell'alta Valle del Voltur- no, assecondava in tal senso aleuni prineipi enunciati dal la legge 142/90, Si cercava, in definitiva, di creare sinergie non solo di bilanel e quindi di risorse, ma anche di patrimoni_am. bientali e culturali, avantaggiandosi cosi dell’effetto moltiplicatore che si andava ad innescare. Ma gli entusiasmi ben presto si raffreddarono scontran- dosi con sopiti, ma sempre vivi, campanilismi. Infatti fa proprio la sta emultietnicitd» la eausa del fal limento dell'iniziativa, Alle prime richieste di ottenere in gestione aree per campeggi, sponde di lago da gesti- re con punti di sosta, o rifugi da ristrutturare, le ammi- nistrazioni interpellate glissavano adducendo motivazio nitra le pid disparate e nascondendo, in tal modo, il v ro motivo: la relativa rappresentanza di propri giovani terno della cooperative A questo proposito va detto come le stesse amministra- zioni, che avevano a suo tempo frustrato le attese di quella cooperativa, non siano state in grado ad ogg, di stimolare la nascita, e fornire gli strumenti per la cre: scita, ad analoghe esperienze cooperativistiche. La vecehia politica dei bastoni fra le ruote, informata al?altrettanto antico adagio «perché agitarsi quando si pud rimanere immobili?», aveva fatto un’altra vittima, Nel frattempo la Cis! molisana in un convegno dal te- ma: «Un pareo regionale per lo sviluppo integrato de! Matese - Ambiente: una risorsa per Foccupazione» nel giugno 1991 proponeva di «sviluppare la tutela, tutela- re To sviluppom, un messaggio ed un concetto di nuovo modello di sviluppo che, propugnato dal sindacato fin dal congresso del 1989, aveva nelle aree protette i suoi punti di forza. ‘Un parco, infatti, inteso non come sisola di testimonian- za naturalistiea», bens! come momento urgente ed in- differibile di riflessione su di una nuova cultura di ge- stione del territorio, come strumento urbanistico in gra- do di armonizzare tra loro tutte le risorse, da quelle na- turali a quelle umane. Queste ultime, in particolare, importantissime e trop- po spesso sottovalutate e neglette, Un grande laboratorio all'aperto, quindi, dove sperimen- tare sia nuove professionalita nel campo dell'ambiente, sia Pavvio di una generale e pid corretta politica di com: Benettazione dei problem ambjentall con quell econo mici e produttivi da estendere, in seguito, su tutto il ter- ritorio, Un luogo infine dove riseoprire, recuperandola, quella cultura, ispirata ad un pill armonioso rapporto uomo- ambiente, di cui @ portatrice la civilta rurale. Una filo- sofia di vita permeata di tradizione, caratterizzata da ‘un quotidiano dialogo con l'ambiente citcostante, con i quale interagire attraverso misurati interventi detta- i da antica saggezza, con architetture spontanee armo- niosamente inserite nel paesaggio, ritmi di vitae di la- voro intimamente connessi ai cicli della natura. ‘Tutto un mondo contraddistinto da un proprio modo di rapportarsi gli uni agli altri e di sentirsi solidalmente partecipi di una comunita. ‘Una operazione che non ha nulla a che vedere con un nostalgico ritorno all’ Arcadia, ma che trova la sua mo- tivazione nella consapevoleyza di come la civilta rurale sia stata la matrice di tutte le culture che hanno segna- to il camino dell'uomo fino alle soglie del terzo mil lennio. Non a caso oggi si awverte, soprattutto nei paesi strializaati, Pesigenza pressante di recuperare valori non direttamente monetizzabili, trascurati nella affannosa corsa al raggiungimento del benessere economico. Dai parlamentari al presidente della giunta regionale,

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