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ci

ROBARTS

^!

>

DOMENICO

M0]IF.LL1NT

dio VANNA D'AlUdONA


DUCHESSA
!)

AMALFI

SPIGOLATURE STORICHE
(a proposito

LETTERARIE

d'una novella di Matteo Bandello)

CESENA
TIPOGRAFIA
G.

VTGNUZZI e"C

1906.

All'amico Francesco

Re
dedico.

* * *

Le

notizie, che storici e cronisti napoletani ci danno,


I

intorno alla numerosa prole spuria di Ferrante

re di

Napoli (1458-1494), sono scarsissime


dibili.

non sempre atten-

Primo

della serie, nato dagli

amori illegittimi del

Re

con

Diana Guardato, fu don Enrico, che nel 1473


il

ebbe dal padre


nel 1478
figlia di
'),

titolo

di

marchese

di Gerace, e

mori

avendo nel 1465 sposata Polissena Centelles,

Antonio, marchese di Cotrone, e di Enrichetta

Ruffo.

Frutto di questo matrimonio furono: don Luigi,

Caterina,

Giovanna

don Carlo.
nel

Don Luigi nacque


Nel 1492 spos in

1474,

e,

come primogenito,
nel

fu marchese di Gerace ed ebbe alte cariche

reame.

Roma

Battistina Cibo, nipote di papa


e senza figliuoli,

Innocenzo Vili

ma, rimasto vedovo


Protetto

vesti l'abito sacerdotale.

da
e poi

papa Alessandro,
gli

nel 1494 fu creato protonotario,


1) E.

fu assegnata
"

Prcopo, La morte di Don Enrico


,,

d''

Aragona

Lamento

in dialetto calabrese [1478]

(estr.

dallM/r/?, star. Napol.) pp. 2-7.

6
la

diaconia di
la

S.

Maria in Cosmedin,

Accompagn

in

Ispagna

vedova del re Ferdinando, fu in Germania

come

legato pontifcio e mor nel 1519 dopo 22 anni di


').

cardinalato

Don
una

Carlo, cui tocc


si

il

titolo di

marchese di Gerace,

dopo che Luigi

era dedicato alla vita ecclesiastica, ebbe

figliuola naturale di

nome

Ippolita ed una legittima,

donna Eleonora,

dalle nozze con Ippolita Davalos.


il

Caterina spos

conte Gentile Orsini di Nola; altro


infor-

non sappiamo. N molto pi ampiamente siamo


mati intorno
Il

alla

penultima di questa

prole.

primo accenno che abbiamo di Giovanna quello


nozze,
che,

delle

giovanissima,
*)

contrasse

con Alfonso

Piccolomini duca d'Amalfi.

Fu
si

questi uno de' gentiluodi

mini

presenti
di

all'

incoronazione

Federico

II

nel

duomo
attacco

Capua l'anno 1497,

ritir nel
e,

1498 nel suo

castello di Capistrano in
di

Abruzzo,

colto da

un violento

gotta,
la

il

28 ottobre 1498 cessava di vivere


moglie
incinta.
Il

lasciando

giovane
il

figliuolo,

che
suc-

vide

la

luce
al
^),

10 marzo del seguente


del

anno 1499,
fu

cedette

genitore, in ricordo

quale

chiamato

Alfonso

nel ducato d'Amalfi, spos Costanza di Inigo

Davalos,

ne ebbe numerosa
*).

prole

si

spense vecchio

per podagra

1)

2)

nuto
e

il

3)

MoRONi, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica. Secondo il Leostbllo questo matrimonio sarebbe avvegiorno 25 luglio 1490. V. Prcopo, Op. cit., p. 6, n. 4. M. Cambra, Memorie storico-diplomatiche dell'antica citta

ducato di Amalfi, Salerno, 1882, voi. II, p. 78 e segg. 4) LiTTA, Famiglia Piccolomini, tav. II. Di questo figlio di Griovanna trovo qualche altra notizia nella Vita della Principessa

N
i

(li

luco pi viva

illuiiiiiia

la

fiacccjla della storia

giorni

(li

vetiovanza della diu-liossa d'Amalfi,

La prima

notizia intorno
dal

ad

ossa risale
Scafati,

al
si

1508;

in

quest'anno

suo feudo di

ove

trovava a villeggiare,
al

con diploma speciale, fa donazione


in

convento di

S.

Elena

Amalfi di 60 moggiate di essa tenuta.

L'anno successivo, nel mese d'agosto,


don
Carlo,
fratelli
si

il

Cardinale e
di

di

lei,

in

compagnia

notabili

signori del regno,

recarono ad Amalfi in santo pelle-

grinaggio, per visitare le reliquie di S.

Andrea

almeno

fecero credere che tale fosse la loro intenzione.

Ma

agli

Amalfitani

la

cosa parve strana, tanto che


la

un cronista

anonimo contemporaneo
suo
diario
^).

registr

con

diligenza nel

fu

poco

pi

di

un anno dopo che

di Francavilla, scritta dal Filonico

Vite

Ferrante della Marra,

(3aca della Guardia,

compendiate da don con le note di mons.

Claudio Filomarino) che trovasi in Ms. X, e. e, 21 della Bibliot. Naz. di Napoli. Il giovane duca fu scelto dalla principessa di Francavilla per marito di sua nipote Costanza.
relazione

Quantunque bella, il duca non am molto la moglie ebbe amorosa con Isabella Brisegna, e si attir pi volte i
;

della irincipessa di Francavilla per la sua vita Pare fosse anche assai pronto di mano: un giorno, insultato dal marchese c'! Vasto, suo cognato, che, nell' ardore di un alterco lo chiam " figlio di una putta , percosse con violenza lo sconsiderato ed incauto parente. Rimasta vedova. Costanza si

motti satirici
libertina.

ritir a vita religiosa in S. Chiara, e le fu

compagna

la figliuola

Beatrice, che
1)

sappiamo essere stata gobba. L' anonimo cronista Amalfitano scrive

infatti

"

di

14 agosto 1509 se recarono a Malfi a visitare lo corpo di S.


lo cardinale

Andrea

de Aragona et suo fratello don Carlo colla duchessa de Amalfi Giovanna et suo figlio don Alfonso de Amalfi de anni dieci, insieme col marchese de Iliceto e col vescovo di Bisignano

don Francesco

Camera, Op.

e loc. cit.

).

Giovanna temendo,

non

torto, per la propria vita,

sparse la voce che sarebbe andata a sciogliere

un voto

al

santuario
le

di
e

Loreto. Vi and poi


gli onori

di

fatti e

con tutte

pompe

con tutti

che convenivano ad una


fino

donna

della

casa d'Aragona.

Da Loreto pervenne
sensi
religiosi,

ad Ancona, e quivi, fattasi ardita, manifest apertamente


lo

scopo del suo viaggio.

Non
gli

non sacre

promesse da sciogliere nel tempio famoso della Vergine


la

spingevano

lasciare

agi della sua corte


il

le

incantevoli

spiaggie, e

ad intraprendere

viaggio non

breve

ma
a

l'amore potente che l'avvinceva ad un


lei di

uomo
quale

inferiore

nobilt

di

censo, e

per

il

rinunciava a rava
s

titoli

ed

onori pur di sposarlo. Chi inspi-

profonda passione era Antonio Bologna, nobile


di

cittadino

Napoli del seggio


').

di

Nido, pronipote

del

celebre Panormita

1)

La famiglia

Beccadelli appartenne alla nobilt di Bologna;

ma

per intestine discordie, Vannino Beccadelli, avo del Panormita,

fuggi dalla patria e ripar a Palermo, ove la sua famiglia crebbe e per numero e per censo, assumendo il cognome di Bologna, a
della lontana citt madre. Antonio Beccadelli, detto Panormita, il pi gloioso della famiglia, passato ai servigi di Alfonso d'Aragona re di Napoli, si stabili in questa citt, e dal Re munifico fu ascritto fra i nobili del seggio di Nido. v. Col ANGELO, Vita di A. Beccadelli, Napoli, Trani, 1820. pp. 6 e Suo figlio Antonino pare non sia stato aflTatto seg., e 132. degenere dal padre (Colangelo, Op. cit., p. 225 Wolff, Leben

ricordanza
il

und Werke
p.

69

dea A. Beccadelli genannt Panorviita. Lipsia. 1894, e R. Starabba Notizie coicernenti A. ranormita, estr.
;

&lVArch. stor. sicil. XXVII, 1902, pp. 1-4-16). Figlio di Antonino fu Antonio Bologna. Il Mugnoz ( Teatro genealogico, I, 140-141 ) lo dice nato da Aloisa Caracciolo, mentre nei Mss. Corona, di cui si far cenno pi avanti, esso appare figlio di Giulia di Sangro il Camera, al luogo citato, crede sia figlio invece di una Camilla
;

Ni' ad

Amalfi

si

potevan fare

le

nozze, poicli

il

Cardinale e don Carlo avrebbero soUbcato nel sanpjue

lo

scandalo. La decisione dnlla Duchessa dovette per sem-

brare
il

ben ardita

allo

nuinc^rose })orsono, che

formavano
al

suo sepfuito, e che avevano

iti<;enuamente creduto

pretesto religioso

perch, spaventate

per una cosi perile

colosa

risoluzione,
al

non esitarono a volger

spalle

ed

a ritornare

servizio del giovane duca.


si

La nuova
ed
nel
il

della

fuga di Giovanna prestamente


notar Giacomo della Morte
sotto la data del 17
la

diffuse,

cronista
diario

raccolse
\).

suo

novembre 1510
le

Nessun altro cenno,

per quanto diligenti fossero

mie

ricerche, potei trovare


al

negli storici e nei cronisti intorno ai due amanti ed


loro matrimonio.

Eppure Giovanna apparteneva


il

alla pi

scelta aristocrazia del regno, ed

Bologna, per quanto

di nobilt inferiore, era di famiglia, cui

non faceva certo

difetto n gloria n censo. Si deve pertanto pensare ad

un
la
ci

abile lavorio dei fratelli della

Duchessa per preparare


;

pubblica opinione

alla

scomparsa di Giovanna
le

non

discostiamo certo dal vero, e

parole del cronista ne

Antonio Bologna, dalla relazione con Giovanna figli, dei quali sopravvisse solo il primogenito di nome Federico, o, secondo qualche Ms. Corona, Lodovico. 1) " Correva fama in Napoli che la illustre Signora Ioanna de Aragonia duchessa de Amalfe, figliola del quondam illustre Signore don Herrico de Aragonia et sorella carnale del Reverendissimo lo cardinale de Aragonia, havendo data fama de volere andare ad Sancta Maria de Loreto per devocione, nce and con multi cariagi e dalla se partio con Antonio de Bologna figliolo de Messer Antonino de Bologna et andossene con el predicto con dire che era suo marito in Ragosa laxando uno figliolo mascolo de X anni ....,,
d Sangro. Quest'

d'Aragona, ebbe vari

10

fanno fede, ritenendo che


la

essi

artatamente abbiano sparsa

voce che l'incauta e mal consigliata sorella da Loreto

se ne fosse

andata lontano lontano,

al

di

del mare,

Ragusa per un capriccio amoroso. Non


si

improbabile

che cosi per qualche tempo


Napoli,
terre

credesse ad Amalfi ed a

come non pare

si

facessero

investigazioni
fosse

in

ben pi vicine ad Amalfi che non


si

Ragusa.
a

Ma, per quanta circospezione


la

usasse, a
il

poco

poco

crudele verit

si

fece strada, ed
svelato.

mistero sulla fine

dell' infelice

Giovanna fu
si

Ed

anche probabile
della catastrofe

che da Milano, ove


di quel

svolse

una parte

dramma
il

domestico, persone autorevoli del reame

diffondessero

racconto del fatto a Napoli e ad Amalfi,

dove per se ne dovette per lungo


rare,

tempo

solo

sussur-

giacch

il

parlare alto poteva forse riuscire pericoloso.

Comunque
un

sia, il

primo che

ci lasci

una completa
n

esposi-

zione del tragico avvenimento


cronista,

non

uno
di
I.

storico

n
il

ma un
:

fecondo

scrittore

novelle,
26.

domenicano Matteo Bandello, nella novella

Eccone

un rapido riassunto

La duchessa
et,

d'

Aragona, rimasta vedova in giovane


ritirata tutta dedicandosi
al
all'

conduceva vita

educaessa

zione del figlio ed


a sapere

governo dello

stato.

Venuta

come Antonio Bologna, che aveva accompagnato


e

nell' esiglio

fedelmente

servito
la

1'

infelice

Federico

d'Aragona, se ne fosse dopo


in Napoli e quivi vivesse e
gli offerse

morte di questo ritornato

ritirato, lo

mand

a chiamare
alle

di

essere suo

maggiordomo. Avvezzo

corti,

devotissimo alla casa Aragonese, Antonio accett.


fra
il

L'amore non tard a divampare

giovane bellissimo

n
della

persona,

di

animo nobilissimo, valente

in

Of^ni

esercizio oavalleresco, ornato di lettere,


la

buon musico,
e

e
le

gentildonna

di

poca

et,

gagliarda

bella

cui esimie e sodo virt

domestiche aggiungevano nuovo


di

splendore
le

alla

corona

duchessa.

Il

Bologna,

non

conoscendosi pari a tanta altezza

non osava manifestare

pene del suo cuore. Lo os

la

donna oramai incapace


volendo meno offendere
ogni
biasimo, che
deliber,

di resistere a tanto

amore

Iddio

che

si

[)otesse,

ad
la

indi
far

dovesse

nascere,

chiuder

via,

senza

altrui del suo

amor

avvisato, non

amante
seco

del Bologna,

ma

moglie divenire, e

tacitamente
a

godersi
le

del

loro
< fosse seco

amore, fino a tanto che


astretta
.

manifestar

nozze
e

Chiamatolo pertanto

un giorno,

messasi ad una finestra

come

spesso faceva,
,

quando
che non

con lui della

cura della casa


le

divisava

gli confid
si

che,
solo

avendo assestate tutte


i

cose del ducato,

debiti del defunto

marito erano stati pagati,

ma

nuovi possedimenti di terra aggiunti, contava di riprender marito, e che a


lei

non avendo potuto trovare barone


aveva scelto un gentiluomo

adatto per

l'et,

ben

qualificato la cui rendita di mille ducati le

conveniva
le

perfettamente. Aggiunse poi che

per

schivare

mor-

morazioni del volgo


parenti, sopratutto

per non cadere in disgrazia dei

del fratello cardinale, voleva tenere,


la cosa celata.

per

il

momento almeno,

Muto

e pallido ascoltava

l'amante la confidenza, ed
.

invece di consigliare

fieramente sospirava
la

Ma

tosto

risorge da morte a vita, perch


e felice, gli dice che

Duchessa, commossa

lui lo sposo prescelto, e chia-

12

mata una

figliuola di colei che l'aveva

.fin

dalla culla

nodrita, la quale ella gi


consapevole,

aveva
altri

de' suoi pensieri fatta

non v'essendo
sua
.

che lor

tre, volle alla

presenza

della

cameriera esser dai

Bologna per
parecchi

moglie

sposata

Marito

moglie vissero
del

anni felicissimi, senza che nulla

segreto trapelasse,

anche quando loro nacque un


al

bambino. Federico.

Ma
una

secondo

parto
le

della

Duchessa

questa volta

bambina

cose non procedettero cos occultamente.

Si cominci a

mormorare, ed

mormorii che
fratelli della

si

fecero,

pervennero
i

alle orecchie dei

due

Duchessa,

quali circondarono la casa degli sposi di spie. Antonio,

ritenendo
corruccio
lei,

che
dei

soltanto

su

di

lui

dovesse

ricadere

il

cognati, consigliatosi
dolore,

con va
in

la

moglie,

da

con

reciproco
i

parte

Ancona

seco

portando

figliuoli.

Ma

alla Duchessa, per la terza volta


il

gravida, era troppo doloroso


e pi volte
se

distacco.

poich pi che

ebbe pensato

ai casi suoi,

dubitando
luce,
i

questo
le

terzo parto fosse venuto

fratelli

non

avessero fatto

un mal scherzo, deliber pi


il

tosto,

andando a ritrovare
gentildonna
.

marito, con

lui

viver

privata

Fingendo pertanto

di

dover
e

sciogliere

un voto

manda nascostamente
che pu poi
figliuolo,

danari

roba ad Ancona pi
cura
al

lasciata

buona
molta

governo
e

del

con onorata
di

compagnia
Loreto
.

con gran salmeria


nel

muli,

si

port a

Quivi, offerti

tempio ricchissimi doni


il

ed assistito a varie sacre funzioni, persuase ad

suo seguito
quindici

accompagnarla

ad

Ancona

distante

solo

miglia. Il Bologna, di tutto questo preavvisato,

come

naturale, allo

scalco
il

mandato innanzi

la

di

buon

mattino

per

ordinare
l'

pranzo

disse

che

esso

aveva gi
Di
clie

preparato

ostello per

signora duchessa.
il

lo scalco si content:
partito di corto,

perciocch se bene era


si

Bologna

non

sapeva dagli
.

altri

la cagione,
la

ed egli era

da tutti ben veduto

Giunse

Duchessa,

ed accett l'invito dol suo


moglie,

maggiordomo non gi

come

ma come
tutti
i

padrona

per

dopo
il

il

pranzo,

fatti

chiamare
e

suoi nella sala, svela


la

matrimonio
di

contratto

manifesta
il

ferma

decisione

rimanere

per l'mnanzi con

marito.

Raccomanda

a tutti di avere a
lui

buona cura
leali,

del

signor duca rimanendo

fedeli e

dice

come abbia
le

provveduto
sul

alle

sue

donzelle

depositando
lascia

loro doti
ai

banco di
di

Paolo Tolosa e

libera scelta
e

servitori
tutti,

seguirla.

Tranne

la

cameriera

due

staffieri,

sebbene
e di
le

con

dolore,

l'abbandonano per tema del Cardinale


ai

suo fratello,

quali anzi viene inviato subito


riferisca

per

poste a

Roma

uno che

quanto

accaduto.

Dopo
per
i

sei o sette

mesi di felicissima dimora in Ancona,


parenti, che
si

segreti

maneggi dei

volevano ad

ogni costo vendicare, gli sposi sono costretti a riparare


altrove.

Vanno

Siena,

ma

anche da qui vengono


istigato

esi-

gliati dal

cardinale Alfonso Petrucci, a ci

da

lettere del cardinale d'Aragona.

Tentano

essi di

fuggire

a Venezia,
prezzolati.
riesce

ma

in quel di Forl sono raggiunti da sicari


e

La duchessa con preghiere


la

con lagrime

persuadere

fuga ad Antonio, assicurandolo


si

che

di lui solo

che

vuol trarre vendetta. Si salva

esso infatti

con

il

figliuolo >naggiore, poich

entrambi

14

avevano ottimi
Duchessa con
Alfonso,
era

cavalli,

si

rifugiano

Milano.

La

gli altri

due bambini

ed

il

minore
il

di essi,

nato

in

Ancona

il

seguito, fatti

prigionieri,

seguono docilmente

capo della banda, che

afferma essere scopo della spedizione non la crudelt o


la

vendetta,

ma

il

desiderio che essa riprenda


,
il

il

go-

verno

del signor

duca

figliuolo
castelli

del

primo marito.
appunto
i

Pervenuta per ad uno dei


propriet
di

che erano

quest' ultimo, la

Duchessa

con

piccoli

suoi figliuolini e la cameriera vi furono sostenute e poste

nel maschio

della

rocca e

come poi chiaramente


miseramente morti
stette
.

si

seppe, furono in quel torrione


Il

Bologna a Milano prima


il

con Silvio Savelli,


in

poi con

marchese di Bitonto, ed infine

casa del

cavaliere Visconti, tentando ogni via per pacificarsi con


i

cognati, dai

quali

sottomano,

per

assicurarlo

che

non

si

partisse, gli era data intenzione che riavrebbe la


.

moglie

Gli avvertimenti di alcuni gentiluomini non


la

scossero

punto

sua profonda
il

fiducia.

Non

vi

riusci

nemmeno
di

Delio, cio

Bandelle
le

stesso, cui

un signore
e di

quei del

Regno

narr

cose

come stavano
voleva

pi gli afferm che


< zare

aveva commissione di far ammaz-

esso

Bologna,

ma

che

non

diventare
l'aveva

< beccaio a posta d'altri, e fatto avvertire


e
[il

che con buon

modo

Bologna] che non gli andasse innanzi

che di certo
state

la

moglie con
.

figliuoli e la

cameriera
Delio,

erano

strangolate
d'

Infatti

un giorno
il

avendo udito in casa


che

Ippolita Bentivoglio

Bologna

son di liuto e cant


casi

un pietoso
ed

capitolo, che egli

dei

suoi

aveva

composto

intonato

...

lo

15

chiam
("ho

in disparto o l'assicur della

morto della

mop^lie,

sapeva certo che


.

in

Milano erano

pjenti

per
a

a)nnm///nrlo

Ma

Antonio, ostinato, continuava

prestar fede alle lettere lusinghiere che da Napoli e da

Roma
sfatta,

gli

eran apedite dai fratelli di Giovanna. I quali,


la

aHinch

loro vendetta venisse


1'

sollecitamente

soddi-

passarono

incarico

dell'

uccisione di Antonio a
in

Daniele
<

da

Bozzolo,

Ed
il

essendo

Milano un

di

L. Scipione [Attellano] e Delio per iscontro al


stero maggiore, eccoti

mona-

Bologna sovra un bellissimo


S.

giannetto,

che andava a

Francesco a messa, e aveva

due servidori innanzi, dei quali


astata in

uno aveva un'arme

mano

1'

altro

1'

Ore della nostra Donna.


:

Delio disse allora all'Attellano


all'

Ecco

il

Bologna. Parve
smarrito in

Attellano che
:

il

Bologna

fosse tutto

viso, e disse

Per Dio

egli farebbe

meglio a far portar


officiuolo,
e

una

altra

arme

d' asta,

che

quello

essendo

in sospetto com'.
S.

Non

erano l'Atellano

Delio giunti
;

ge

Giacomo, che sentirono


il

un gran rumore
S.

per-

ciocch non essendo anco


Cesco,
altri

Bologna arrivato a

Frantre

fu

dal

capitano

Daniele da Bozzolo

con

compagni ben armati


e

assalito e passato di

banda

in

banda

miserabilmente morto, senza che nessuno

gli potesse porger aita

...
*
:

Subito noi

ci

domandiamo

quale fede

si

deve pre-

stare a questo racconto ?

tutto un quadro storicamente


frate

vero
nella

quello che

il

nostro

domenicano racchiude
a

sua novella
distanza, di

se

di

no, sar
le

noi possibile, a
del

tanta

sollevare

fitte

pieghe

velo,

16

scevrare

il

vero dal falso

Nessun novellista
loro

forse ritrasse

quanto
storica,
i

il

Bandelle,

nella

apparenza

ed

essenza

fatti

realmente accaduti, che prese a raccontare;


il

a questo anzi deve certo


nella storia letteraria
;

segnalato posto che occupa


la pittura cos efficace, varia

che

e colorita della societ in cui visse, nelle lettere dedicatorie,

supera

di

gran lunga

1'

arte con
gli

cui

compose

le

novelle. In queste senza

dubbio

elementi drammatici

abbondano,
le

ma
dei

ogni pregio di originalit difetta, come


critici

ricerche

vanno man mano dimostrando.


od indirettamente
le
1'

Gli argomenti

ricavati direttamente

da storie

da cronache informano cos

sue narrazioni,

che della novella esse non hanno che


stile,

impostatura, lo

in

una parola

1'

abito

esteriore.

Chi infatti vor-

rebbe considerare come novelle, nel senso comune della


parola, le storie

della

Signora di

Challant, di
?

Ugo

Parisina, dei fratelli Trinci e di tant' altri

Il

Bandello
cronaca

am

trascrivere,

mi

si

passi

1'

espressione,
1'

la

giornaliera, allegra o luttuosa, quale

apprendeva nelle
1'

nobili riunioni e nelle allegre brigate, dove era


favorito. Cos che alcuna delle

ospite

sue lettere dedicatorie e

molte delle novelle non disdirebbero neppure oggi nelle


colonne
della

dei

nostri periodici
;

cotidiani sotto

la

rubrica

cronaca
in

con

espressione veramente

felice

Max
da

Nordau
Bandello

un suo

abboccamento

chiam

eroi

gli aristocratici
^).

protagonisti di recenti luttuose


si

tragedie domestiche
di

Non

creda quindi, trattandosi

uno

scrittore di novelle, che tutto ci che egli afferma

1)

Gazzetta dell'Emilia, 26-27 dicembre 1902.

17
d'ftvor visto

con

propri dfclii delibasi sciogliere e svanire

come fantasma
le

pI

primo

rapjgio della critica; tntt'altro!

minuto ricen;he degli studiosi

del

secolo

XVI

ci

persuadono che assai pi

fedele alla storia di (pianto

a tutta prima potrebbe sembrare. Storica appunto

la

novella che abbiamo

preso a

la let-

considerare

strettamente

ad

essa connessa

tera dedicatoria, che ci permette inoltre di stabilire con

tutta precisione la data in cui quella fu scritta e dilucida

insieme oscuri particolari del racconto.


indirizzata
criticato
all'

questa lettera
e

amico Bartolomeo Ferraro,


molta
acutezza
ed

dopo aver
ed

con

opinioni
al

inveterate

ingiuste

intorno

all'onore

matrimonio,
il

dice:

Onde, non essendo ancora l'anno che

signor Antonio

fu

miseramente qui in Milano ammazzato, ed avendo


signor Girolamo Visconti
il

il

successo del matrimonio

e della

morte, questi di alla presenza di molti nel suo

magnifico narrato,

io,

palazzo della Casa Bianca fuor di Milano,

che gi minutamente

il

tutto dal valoroso


inteso,
.

signor

Cesare

Fieramosca aveva

ci

composi

sopra una novella, la quale ora vi dono

Riscontriamo ora
la

la

novella con

la

storia

esatta

descrizione della societ milanese nel 1513; c'inconi

triamo in Silvio Savelli, che allora assediava


nel castello
di

Francesi

Milano

\)

in

Francesco Acquaviva mar1'

chese

di

Bitonto, fatto prigioniero

anno innanzi dai

1)

M. Santtdo, Diari,

voi. VI, col. 460, e voi.

XVI,

col. 609.

18

Francesi

nella

battaglia

di

Ravenna

')

nel
*),

cavaliere

Alfonso Visconti e in Ippolita Bentivoglio

Con
tate,

le

poche notizie, che pi sopra abbiamo ripordai


diari
il

ricavandole

napoletani

contemporanei,

concorda ordinatamente

racconto delle peripezie, che


la

a cos tragica fine condussero


il

duchessa Giovanna ed
il

nobile consorte. Giovanna, partita da Amalfi

17 no-

vembre 1510, passa per Loreto, giunge ad Ancona e vi dimora alcuni mesi indisturbata con il Bologna;
ne viene
poi

bandida dal cardinal Gonzaga legato in

quella citt per Giulio IT.

E
al

siccome
ed
il

il

papa Giulio II
a

mor

il

13 febbraio 1513,
fino

Bologna, portatosi
^)

Milano, visse quivi


fissare
il

6 ottobre 1518,

dobbiamo
data
della

1511
de'

parte forse del 1512 come

permanenza

due
del

sposi in

Ancona.

L' efficacia

quadro

tanto

pi suggestiva in

quanto che
naggi
che

1'

autore volle raffigurarsi in uno dei perso-

ne

formano

lo

sfondo

*).

vero

che volle
velo

celarsi sotto lo

pseudonimo

di Delio

ma non

cosi

fitto

da impedirci di riconoscerlo subito.

Scrive
infor-

infatti nella dedica al Ferrare,

come minutamente

1)

Muratori, Annali d'Italia,


p. 66.

(Lucca,

Giuntini,

1764)

voi.

X,
2)
3)

LiTTA, Famiglia Visconti, tav. Vile JF'am. Bentivoglio, tav.V. D. MoRELLiNi. M. Ba7idello novellatore lombardo, Sondrio

1899, p. 58, n.
4) Un' altra volta soltanto il Bandello ci si presenta in persona nelle sue novelle, ed anche questa volta nella Nov. I, 28, sotto lo pseudonimo di Delio, che comunemente usa nelle Rime. V. Giorn. stor., XLII, 445.

19

mato
casi

dal
della

fido

iiniico

Cesare
d'

Fieramoaca
fjjli

')

intorno

ai

ducliessa

Amalfi,

prese

vaghezza

di

coin])orne

una

novella.

(Jirolanio Visconti,

narrando

questa

novella alla Casa Bianca quando

non era ancor


queste

trascorso un

anno dalla morte


si

del Bologna, con

parole verso la fine

rivolge ai suoi ascoltatori:


di

Av-

venne

che un

signore
d'

quei del regno


di

[di

Napoli]

che aveva gente


questa

arme
al

nel ducato

Milano, narr
e

tutta

istoria

nostro

Delio,

di

pi

gli

afferm che aveva commissione di far ammazzare esso

Bologna

e poi

Aveva Delio
1'

detto al signor L. Scifin

pione Attellano

tutta

istoria

qui seguita, e che


di
>.

voleva metterla in una delle sue novelle, sapendo che


il

certo

povero Bologna

il

sarebbe

ammazzato

Non
ci
si

c' dubbio; Delio

gaio frate domenicano, che

mostra vivo
di

e parlante, nelle

sue

caratteristiche

pi spiccate pi
:

confidente e di consigliere.
si

Ma

v' di

fu esso stesso testimonio oculare,


del

pu

dire, della

morte

Bologna.
1'

La mattina

del

ottobre
al
si

1513,

trovandosi egli con

amico Attellano davanti


il

monarecava

stero Maggiore, pass per di l


a

Bologna, che

messa a

S.

Francesco. Sul viso di costui not l'Altellano


e pallore,

non

so che smarrimento

ed osserv

Per Dio

egli

farebbe

meglio

far

portar

una

altra

arme
.

d'asta

che quello officinolo, essendo in sospetto com'

Pochi istanti dopo Daniele da Bozzolo aveva soddisfatto


i

fratelli

di

G-iovanna

d'

Aragona assassinando Anto-

nio Bologna.

Muratori, Annali

d' Italia,

loc

cit.

^0

Dovremo
l'unica volta

noi elevare dei dubbi intorno ad una cos

schietta dichiarazione ?

non ne trovo nessun motivo.


si

che

il

Bandello

afferma

testimonio di

quanto narra,

e perch

avrebbe voluto mentire?

fuor

di

dubbio

che

il

Bandello

per

il

primo

-scrisse nel

1514

la storia della

duchessa d'Amalfi, aven-

dola appresa dal Fieramosca e dal Visconti.


le altre

Come
d'

tutte

novelle bandelliaue,

si

diffuse questa prestamente;

ma

a Napoli incontr, con

parecchie altre

argomento

napoletano dello stesso scrittore, un maggior favore per


ragioni
speciali.
le

In

questa

citt

nel

secolo

XVI

XVII, mentre
sorge
gli

condizioni del popolo sono miserrime,


di pubblicare
in
scritti

la

smania

anonimi

tutti

scandali delle
dei

pi

aristocratiche

famiglie, compresa
piccanti, con
e
rico-

quella

re

aragonesi. Questi
letti

racconti

r intento di denigrare,
piati,

avidamente, copiati
noi
in

pervennero

sino

numerosi
sotto
il

esemplari

manoscritti,

comunemente conosciuti
autori
di

nome

di

Manoscritti Corona. Gli

questi, poich certa-

mente furono pi d'uno, narrano scandali


testimoni
anteriori

di cui furono

od

almeno contemporanei, ed anche scandali


da
varie
fonti
*).

attingendoli

Il

successo

Amori

della duchessa d'Amalfi e di

Antonio Bologna
Bandello,
del

fu copiato

dalla

novella
il

I." 26

del

come
,

lo

dimostra

pienamente

raffronto

brano

che

caso trascelgo:

1) A. BoRZELLi, Paravia, 1891.

Notizia dei

MSS. Corona

ecc.

Torino,

21
Handki.i.o
JOgli
:

Mh. (Jorona

')

che era avvezzo nelle

Egli ch'era avvezzo nelle


corti, e

corti,

molto divoto

alla

l'ail

molto divoto alla

fail

ziono

Aragonese,

accett

zione
partito,

Aragonese,
e

accett

partito e v' and.

Era

la

du-

and

servire

la

chessa

rimasta vedova molto


o

duchessa, la quale trovandosi


di

giovane,

governava

un

fi-

poca

et,

gagliarda e

bellis-

gliuolo, che dal

marito aveva
il

sima,
e

vivendo
li

delicatamente,

generato, insieme con


d'

ducato
di

non

parendo rimaritarsi e
il

Amalti

ritrovandosi

lasciar piccolo
altrui

figliolo sotto

poca et, gagliarda e bella,


e

governo,

pens

volersi
a-

vivendo delicatamente, n

le

trovare

qualche

valoroso

])arendo ben maritarsi e lasciar


il

mante, e con quello godere


sua giovent.

la

figliuolo sotto altrui governo,

si
s'

pens
esser

di

volersi

trovare,
valo-

poteva,

qualche

roso amante, e con quello godere


la

sua giovent.

E
me

cosi di seguito, in questo


si

negli altri codici da


o

esaminati, se

eccettuino ommissioni di parole,

scambi, o sostituzioni talora ridevoli. Sonvi scarsi cenni


storici

intorno

all'

origine

della
la

Duchessa,

ma venne
societ

completamente
milanese
;

ommessa

descrizione

della

la

cameriera
lo

sempre confusa con Beatrice,


nella

chiamata per

pi Macedonia, mentre
;

novella

sono due donne nettamente distinte


in

ad Amalfi, e non

un suo

castello spenta la Duchessa; Delio e l'Attellano


al

non vengono mai nominati; spesso

Visconti dato

il

nome
ci

di

Ermes, ed

fatto la

marito di Ippolita Bentivoglio,

che dimostra
1)

confusione del primo compilatore,

Cod.

I.

D. 72 della bibl. Naz. di Napoli.

22

perch
novella

ad

Ermes Visconti
nella quale
si

precisamente
al

dedicata

la

I.* 27,

accenna

principal perso-

naggio

di

un successo che fu pure


'),

copiato, con

nomi

mutati, dall'anonimo compilatore


il

Nei manoscritti infine


al

racconto

termina con
in

un accenno

cadavere del
al

Bologna, trasportato
suo

casa del Visconti, ed


talvolta Lodovico, che

figlio

Federico, chiamato

sarebbe

stato ricondotto a Napoli ed affidato alle cure dei parenti


del padre. Sulla fine d'Antonio differisce per profonda-

mente

il

successo raccolto dal


si

Camera

')

non a Milano,

ma

a Padova

rifugia, e,

pur essendo pugnalato dallo

stesso sicario Daniele da Bozzolo, sepolto nella chiesa

dei frati carmelitani con

il

seguente epitaffio
decusque

Lux Antenore!

lars

Martis gloriam cui parem peracta

Nec praesentia nec dabunt futura


Saecula Euganei dolente coetu

Hic

situs est Bologna.

Non
avuto

saprei

per

dire

donde questa versione abbia


assai

origine.

invece
il

notevole
;

1'

accenno che

alla nostra tragedia fa

Filonico
e

poich questi indimanoscritti

pendente

dalla

novella

dai

Corona.

Secondo
dova,
del
si

questo ignoto

scrittore,

Giovanna, rimasta ve-

diede tutta a pratiche religiose, poi, innamoratasi


lui

Bologna, con

fuggi
^).

ad

Ancona ove

dai

suoi

fratelli fu fatta

avvelenare

1)

D. MoRELLiNi,

La

fonte d alcuni successi de' Mss. Corona

in " Napoli nobilissima Voi.


2) 3)

XIV, pag. 77 e 89. M. Camera, Ice. cit. FiL )Nico, Vita di Dorotea d'Avalos principessa di Fran:

cavilla, in Op. cit.

Questa....

duchessa d'Amalfi fu quella che,

30

Monsignor Claudio Filomarino, che pi tardi


del

le

Vite

Filonico annot
la

corresse, della nostra storia

non

conosce n

narrazione del Bandelle n alcun'altra dei

manoscritti Corona, ed intorno alla fine degli sposi infelici


riporta solo quanto brevissimamente ne scrisse Scipione

Ammirato
secolo

').

Cos, a cominciare dal secondo


la

decennio del
disperde
la

XVI,

tradizione

altera, e

l'

oblo

rimasta vedova, cominci a menar vita spirituale, fino ad usar ma vinta poi dalle tentazioni diaboliche, se lasci si fattamente pervertir dall' amore d' un suo gentiluomo di casa chiamato Antonio di Bologna .... cavaliero di Nido, e cosi essendo
ciligii,

detto Antonio di bellissimo aspetto, e gran musico, che segretamente se la spos, e con esso lui gener pi figliuoli, si che scoverta dalle donne di casa ed anche dagli altri corteggiani odiosi d'Antonio, fu palese al cardinale d'Aragona suo fratello, da cui ella, chiamata in Roma et insospettita per, penz di
il

fuggir in Venezia, e sotto

pretesto
oro,

di

gire

alla

Madonna

dello

danari e gioie pot cumulare con Antonio, il quale egli (!) a marinari et a tutti gli altri il mostrava per legitimo sposo aditando anche i figliuoli che di lui senza
peccato generato avea, lodandolo per
altre sue parti lionoratissimo,

Reto s'imbarc con quanto

uomo
di

nobile, generoso e per

per ad Ancona, ella fu l' infelice per opera del cardinale avvelenata insieme con i suoi piccioli figliuoli e poco doppo fu anche il marito Antonio per strada dal ferro ucciso .
marito, pervenuta
1) S.

degno

essere da lei capato

Ammirato, Delle famiglie


p.

nobili napoletane, Fiorenza,

Marescotti, 1680, P. II,


nobili
et

49

... Contrasse ancor egli (Antonino)

ottimi parentali: havendo

havuto due mogli amenduo

di famiglie nobilissime.

La prima
d'
;

Luisa Caracciolo figliuola


bello e gentile cavaliere

Giulia di Sangro et la seconda Onofrio. Con la prima fece Antonio


;

il quale molto si dilett della Musica mentre con infelice augurio tirato alle nozze di donna di sangue reale, et per titolo et grandezze molto illustre, sopragiunti amendue in straniero paese, con tragico esempio furono crudelmente fatti morire. Rest di loro un piccol fanciullo, il cui nome fu Lodovico di maravigliosa et eccellente bellezza, il quale a pena a pena havendo finito gli anni della fanciullezza, si mori d'infermit naturale.

et

ma

24

breve

pagina che

la

storia

aveva strappato

a questo

mistero di amore e di vendetta.


*

Fortuna straordinaria

nel

secolo

XVI

ebbero

in

Italia ed al di l delle Alpi le novelle del Bandello. Soleva

esso inviare ciascuna novella,


de'

appena composta, ad alcuno


in

saoi

amici
la

con

una

dedica

forma

di
la

lettera.

Naturalmente

persona cui era destinata,

comuni-

nicava tosto ad
in
si

altre,
1'

e cosi di citt in citt, di salotto

salotto,

tra

ammirazione

universale,

rapidamente

diffondevano

le

composizioni dell'acuto frate osorvasorrisi

tore,

provocando dovunque

ed

occhiate procaci,

effuse risate, sospiri comjDassionevoli, meditazioni

melanozi

coniche

tristi.

Quando da

vecchio,

nei

placidi

francesi, pens di pubblicare l'opera degli anni giovanili,


assai dovette affaticare per raccoglierne le

membra

sparse
a

in

luoghi tanto diveisi

lontani. Riusc finalmente

raggruppare

un discreto numero

delle sue novelle, che

furono pubblicate nel 1554 dal Busdrago a Lucca, in 3


volumi.

Un

quarto volume vide la luce pi tardi, certo


Il

dopo

la

sua morte, a Lione.


all'

favore del pubblico non

manc neppure
se

opera stampata, e parecchie edizioni


secolo

ne fecero
le

nel

XVI

nei seguenti, e

molte
novelle

furono

traduzioni. Pi vennero

ammirate

le

tragiche, specialmente quelle in cui gli

elementi dramdel
fatto,

matici sono resi potenti dalla


e ad esse

realt
i

storica

non raramente s'inspirarono

pi grandi dram-

maturghi da Shakspeare a Webster, da Lope de Vega


'al

Giacosa

ai giorni nostri.

26

Lo

pietose vicende della duchessa d'Amalfi fornirono


il

appunto a Lope de Vef^a Carpio,


spagnuolo,
historiales

creatore del teatro


dello

l'argomento
o
.

))cr
V'A

una

sue
la

ComediaH

heroicas

raayordomo do

Duquesa

de Amalfi
di questo

Cos, nelle linee generali, lo


:

svolgimento

dramma
con

Camilla,

duchessa d'Amalfi, rimasta in ancor giovane

et vedova

un
di

figlio,

si

innamora
la

d'

Antonio suo

maggiordomo, che
Ottavio
de'

pari

amore

ricambia.
corte
d'

Anche
Amalfi,
le

Medici, gentiluomo
la bella

della

spasima per
larghe

ed opulenta duchessa, e con


doni,
si

pi

promesse
le

di

rivolge anzi
di

ad

Antonio,

perch
la

faccia

proposte
dolore,

matrimonio.
lo

Frenando

gelosia

ed

il

questi
nel

compiace.
del

Ma

la

Duchessa, che

ben

legge
rifiuto,

cuore
1'

suo

maggior-

domo, oppone un
altro

allegando
il

amore suo per un


vieta
di
di

uomo
sue

siccome

pudore

le

parlare
fin

delle

seconde nozze, gli comanda


la fida
;

attendere

che Livia,

cameriera, non
esso legger
il

gli

abbia consegnato
dell'

un

foglio

su

di

nome

uomo che
il

ama. Giunge difatti Livia; ma, nell'atto di rimettere


foglio, sorpresa

da Urbino,
che

il

segretario della Duchessa,

suo

geloso
il

innamorato,

pretende

da

Antonio

di

leggere
di esso

biglietto. Antonio,
scritto

commosso, vedendo che su

non

che

il

proprio nome, strappa l'unica


l'altro,

parola e consegna la pagina bianca, poi, insistendo

per

liberarsi

gli

ad

una ad una

le

quattro

ultime

lettere del

nome,

o-n-y-o, e lo lascia pi geloso di

prima

a
<

scervellarsi

per

risolvere
?

l'enigma

dovr

intendere

oy-no - oggi no

oppure rappresentano quelle lettere

26

r ultima

parte del

nome

del rivale ? Frattanto


si

Antonio

e Camilla, sicuri dello

scambievole amore,
il

dispongono

a celebrare segretamente
notte, travestiti

matrimonio. Nel cuore della


dalla
citt,

da contadini, escono
villici alle

si

recano da certi
i

dipendenze d'Antonio, presso


si

quali, al loro

giungere,
il

svolge

una comica scena.

Melampo insegue
se

figlio

Doristo e lo minaccia di morte


Bortola, figlia
di

persiste

a voler

sposare

Arsindo.
presto
frap-

Ma quando
madre,
porre
il

Doristo

confessa

che

Bortola
e,

sar

matrimonio viene approvato


si

per non

indugi,

manda

tosto

per

il

prete

del vicino
il

villaggio.

Allora, sulla

proda di

un bosco per cui


moribondo, e

prete

passa,

Antonio, fingendosi
le

Camilla

con

le

lagrime e

preghiere, ottengono d'essere sposati.


il

In questa strana guisa

loro

amore ha

la

sanzione divina.
;

Dal primo

al

secondo atto trascorrono alcuni anni


figlio,

Camilla gi madre d'un

Alessandro,

si

sgrava ora
Nelle
la

una seconda
tenebre
della

volta
notte,
la

d'

una fanciulla,
consegner

Eleonora.

Livia

ad

Antonio

neonata perch

porti alla

medesima nutrice

di Ales-

sandro, la buona e feconda Bortola.

da Ottavio, che tornato allora

Ma Antonio, trattenuto da Roma ad Amalfi, gli


si

protesta la fedelt del suo amore, giunge da Livia troppo


tardi.

E Urbino

che,

mentre geloso

aggira nell'oscurit,
la

non ravvisato, riceve dalla cameriera

neonata, rite-

nendola prova vivente della tresca tanto temuta. Inveendo


contro
1'

amicizia tradita,

l'

onta recata

Camilla,

rimette la bambina ad Antonio.

Mentre questi
casa
si

sollecito corre

da Bortola, nella cui

svolge una scena comica di gelosia, Urbino va

27

dalla

padrona, cui gi altra volta ha manifestato


suir

suoi
il

sospetti
fatto,

amore

di

Tiivia
p;li

ed

Antonio, a
|)iu

riferirle

che oramai non


Subito
nel
la

lascia

dubbio alcuno sul


l'equivoco,
pericolo
olie

tradimento.

Duchessa com[)rende

ma comprendo
il

medesimo

tempo

il

suo segreto sia scoperto, e ricorre ad uno stratagemma.

pena Antonio torna


udienze,
e

al

palazzo. Io

chiama nella
pubblicamente

sala
lo

delle

con

parole

aspre

scaccia,

ma

sottovoce affettuosamente gli sussurra quello


fare.
si

che dovr

L' atto terzo

svolge

parte
di

in

Ancona
si

e parte

in

Amalfi. Antonio, per consiglio

Camilla,

ritirato
la

ad Ancona, ed all'amico Bernardo narra

che
lo

moglie,

non potendo pi vivere separata da


giungere, e che egli l'attendeva
;

lui,

voleva ragla

frattanto

Duchessa

arriva con un lungo seguito. Alle sue genti riunite nella


casa d'Antonio essa svela le nozze segrete, ed affermando

che oramai, come moglie, non vivr disgiunta dallo sposo,


lascia

loro

libera la scelta di rimanere

al

suo servizio

di tornarsene ad Amalfi.

Tutti l'abbandonano tranne

Doristo,

che

d'

un

tratto

tramutato

da

bifolco
rivali.
;

in

gentiluomo, ed Urbino, felice di esser senza

Giunge ad Amalfi

la

nuova

della fuga

il

giovane

Duca
ed

largo di

perdono,

ma

Giulio, fratello della Duchessa,


lo

Ottavio vogliono spegnere

scandalo

nel

sangue.

Gli infelici amanti sono banditi da Ancona; nella fuga,

raggiunti
separarsi.

da

sgherri lanciati sulle

loro

tracce,

devono
ed

Camilla
jDure

tosto

ricondotta
lusingato

ad

Amalfi,

Antonio

vi
la

ritorna

da lettere
baciando

fallaci.
le

Quivi succede

catastrofe. Antonio,

mani

28 di Giulio per ringraziarlo del concesso perdono,

assorbe

con

le

labbra un veleno, che lo fa cadere morto senza


rivedere
festosa
la

poter
rente

donna tanto amata.


il

questa, accor-

per abbracciare
la

marito, viene mostrato


dei

su un bacile
figliuoletti.

testa d'Antonio e quella

due suoi
ferocia,

'

La

misera, imprecando

all'

immane

cade uccisa dal veleno statole prima da Giulio propinato.

Ottavio atterrito, s'allontana, ed


le violenti

il

dramma termina con


allo zio ,

minacce del giovane duca

Non
tarsi

vi

un

filo

cronologico che permetta di oriendella

nella

gran

selva
si

produzione veghiana

ma

certe
ci

date generali
autore
in

possono pur stabilire, aiutati in

dall'

stesso,

che

talvolta
le

si

compiacque di
allora

sfilare,

come
al

parata,

tutte

comedios fino

licenziate

pubblico. Cosi possiamo affermare

che

la

nostra fu scritta prima del 1609, e fors'anche prima del

1603

').

In

questi

anni

le

novelle di Matteo Bandella

erano gi diffuse largamente, anzi, nella

Spagna

stessa

avevano avuto
1603.

1'

onore di una edizione a Valladolid nel


erano strettissime
le

Del

resto

relazioni

fra

la

Spagna e Napoli in quegli anni, e assai facilmente Lope


de Vega

ha potuto derivare

la

sua

comedia o diretta-

mente

dalla novella, o da qualcuno dei tanti manoscritti


si

anonimi, di cui sopra

fece menzione.
la

La
sta

pi grae discrepanza tra la novella e


catastrofe, la quale, in

comedia,

nella

quest' ultima, avviene

in

Amalfi per veleno.


1)

der Herzogin vora Amalfi

XVI

K. KiESOW, Die verschiedenen Bearheitungen der Novelle des Bandello in den Literatiiren dea und XVll lahrhunderts in. Anglia, XVII, 1896, p. 215.

29

Ma
del

la tradizione, elio

la

Duohossa fosse morta avvo-

lenata, vivevji
liaiidt'llo

in

Napoli indipendentemonte dalla novella


dallo

suo

derivazioni
fu
si

noi

manoscritti

Corona, o

(jtiosta
Il

tradizione non
Filonico,
il

certo ignorata

da

Lope de Voga.
servata.

come

visto, ce l'ha con-

Per tutto
e

resto

non differiscono gran


letterari questi,

che
il

novella

comedia, due
si

generi

cho

De Voga giudic
haver dado
se

alHni

da

scrivere

Tienen

ias
fin

novelas los mismos preceptos qua Ias comedias, cuyo


es

su

autor
el

contento y gusto
').

al

pueblo,

aunque

ahorque

arte

La Duchessa
mentale,
italiana.

della comedia spagnuola


pi nobile
di

pi senti-

ma non
Il

quella

della

novella

Bandello

uno

scrittore verista

nel

buon

senso anche

della parola, e

appunto da questo verismo


particolare
si

accurato
la

studiato

in

ogni

manifesta

nobile figura della Duchessa, che nel


cui

dramma d'amore
interessare

in

rappresentata,

riesce

ad

ed

commuoverci senza
e

essere n adultera ne vergine.


la

Madre
che

vedova,

rimaritandosi
essere

gentildonna

cristiana,

non vuole

amante senza
poesia dell'

essere consorte, ci rivela

tutta la profonda

amor coniugale. Essa non


una corazza
e

la

vittima inconscia travolta da forza d'amore, n

l'angelo celestiale, la cui purezza d'animo offre

adamantina

agli strali d'amore.

Tra Francesca

Beatrice

voi. II, p. 306

TiKNOR, Hist. de la liti, espagnole, Paris, Hachette, 1870, I medesimi precetti reggono commedie e novelle, dovendo essere fine all' autore di entrambe il divertire e soddi1)
:

sfare

il

pubblico a dispetto d'ogni postulato artistico

30

tiene
onesta,

il

posto

di

mezzo.

la

donna appassionata ed
la

che

soffoca

nel

cuore

passione,

le

soggiace, ma, nella


vita, sa conciliare

comprensione serena, che

ha

della

amore
il

e virt. e

Nulla vi dice
delle

novellista della giovent di essa

prime nozze

ma
e

dal

comportarsi di poi facile


frivola,

immaginarla
amante,

fanciulla
rispettosa

non

sposa,

forse

non

ma

devota.

La natura sua
il

esube-

rante, che

non poteva espandersi ed avere


dei
fratelli,

contraccambio
e

neir amicizia

troppo

freddi

compassati,

trova, nella vedovanza,

uno sfogo nelle cure che deve


di

prodigare
tanto pi

al figliuolo.

Conscia della sua missione


il

madre,

difficile e
il

scabrosa poich

figliuolo
si

un giorno
trova in

deve essere

capo

d'un

ducato, che non


si

condizioni floride, ella vi


solo

dedica completamente.
il

Non

non

le

par bene

rimaritarsi e lasciare
,

figliuolo

sotto

r altrui governo

ma
e

rinunzia
se

ad

ogni pompa,

ad

ogni festevole riunione

ne vive ritirata. Nella

fedele amicizia della sua cameriera, nel ristretto circolo


delle

sue

donzelle,

nelle

pratiche

religiose

cerca

il

riposo

dell'attivit

che

essa dispiega
il

ed
del

adopera
figlio,

nei
del

negozi

per

ristabilire

patrimonio

quale riesce perfino


1'

ad

aumentare

le rendite.

Ma

ecco

amore viene a conturbare questa quiete

severa.

Un

lettore

affrettato o superficiale o malizioso, dalle parole


(la

... e ritrovandosi
e bella, e
maritarsi si

Duchessa) di poca
le

et,

gagliarda

vivendo
e

delicatamente, n
il

parendo ben
governo,

lasciar

figliuolo

sotto
esser
la

altrui

pens

di

volersi
e

trovare,

s'

poteva,

qualche
,

valoroso

amante,

con quello goder

sua giovent

m
[K)tit'l)l)e

pensare che,

amando Antonio,
una

la

Duchessa ceda
fisiof^\o-

ad

UM

impeto dei

sensi, ad

volpjare necessit

logica. Sjirid)l)o inpjiuflto.

Mancavano

forse nel ren;no


i

vani o galanti cavalieri, con cui appagare

suoi istinti
sol-

voluttuosi, sia sposandoli, sia non sposandoli, senza

levare l'ira dei fratelli?

La morale

cristiana del Cardisi

nale (ricordiamoci che siamo nel sec.

XVI)

sarebbe assai

meno

scandalizzata delle sue scappatelle, che dell'impari


i

matrimonio, e non senza compiacenza tutti


avrebbero usato

suoi parenti
il

indulgenza

non avevano forse cinto

diadema

di regina le

due Giovanne?
il

Le

parole, che le attribuisce


al

Bandello,
si

si

spiegano

])ensando

tem|)0 e all'occasione in cui

immaginano

pronunciate.

La Duchessa, determinata
decisiva, soffocando con

a prendere

una risoluzione
tutte le

uno sforzo

di volont

ansiet proprie degli amanti, quando non hanno ancora

confessato

il

loro

amore, tratta, e sopratutto vuole


suo

si

creda che

tratti, del

matrimonio come d'un


le
1"

affare

qualunque.
scere

E
se

siccome principalmente
nel cuore d'

preme

di cono-

bene

Antonio

amore ha radici

profonde
suir

al pari del suo,

sfugge di agire in qualsiasi


e

modo

animo

di lui con lusinghe sentimentali


alla

poetiche,

che

ripugnerebbero anche
o

sua

indole, e

temendo

forse di apparire

di essere

creduta migliore di quello


parole dimostranti che

che in realt non


lei

sia,

proferisce
fin

gentildonna, alla
le

fine

una femmina uguale a compagnia

tutte

altre.

Non

vuole essere illusa e non illude. Dal


la

ricordo

dunque che Antonio aveva con

sua alleviato la miseria degli ultimi giorni di Federico

m
d'Aragona nella terra
d'esigilo, dal

suo animo generoso e

nobile, dalla delicatezza e dalla devozione, pi che dalla av-

venenza
il

e dall'eleganza del

compito cortigiano fu conquiso


il

cuore della Duchessa. Nella solitudine in cui viveva,

conversare

con

il

colto e gentile

maggiordomo dovette
che

presto diventare la pi gradita consuetudine, e la riser-

batezza ed
essa

il

timido rispetto del giovane fecero

si

non

s'

accorgesse delle prime scintille d' amore, se


in

non quando queste s'erano convertite

fiamme divoranti.
silen-

Ma non

in

convegni nel segreto dell'alcova, a cui


si

ziosamente

pu giungere inosservati attraverso


essa

lunghi
Il

corridoi, cercher

refrigerio
di

alle

sue

pene.

suo

amore
verace.
1'

non

un capriccio

sensi,

ma

affezione
figliuoli,

La

volutt deve
essere
di
il

essere santificata

da

amante deve

marito che rispetta. Ben sente


madre, e non
esperienza, al
nell'

essa la dignit

duchessa, di donna, di

cade in

colpevoli lacci d'

amore

ma

all'

ragionamento, alla religione chiede lume


sare
della

imperverdarsi ad
se

passione. Cristiana, sa che


;

non pu

un uomo senza sposarlo


lo

madre

di

un duca, osserva
pu essere

sposo prescelto non di grado troppo inferiore. Solo

pertanto

quando

si

persuasa

che

felice

senza

essere

colpevole, che la sua

felicit

non sar

di

danno ad
le

altri,

decide di rimaritarsi.

La

coscienza pura

suggerisce

che
ed

1'

amore non

un peccato,

ma una
del giu-

gioia
d'

santa
in

lei,

la donna, che fa la confessione

amore

un impeto
dell'

di vivacit

affettuosa

degna
dal
!

nobile riserbo
dicare
calcoli,

amante. Guardiamoci

per

Giovanna come una fredda


i

calcolatrice

suoi

suoi ragionamenti, sono suggeriti dalla coscienza

.scrupolosa.

Nelle

oon.siderazioni

pratiche, che

non

di-

mentica mai neppure nello circostanze pi gravi


terribili, infuso quello
il

e pi

s|)irito d'

amore che

costituisce

pi gran

fascino della donna, segga essa sui

gradini

d'un trono, o s'aggiri nel pi squallido tugurio.

Allorquando decide

di

raggiungere
spie,

il

marito in Ancona,
innanzi

pur essendo attorniata da


robe
e

riesce a spedire

danari.
ai

Come
se al

avrebbero

potuto

diversamente
i

provvedere
Nello

figli,

marito avessero confiscati


i

beni?
alle
la

strazio dell' ultima separazione, con

sicari

spalle, essa

non dimentica
d'oro.

di

consegnare allo sposo


nelle

borsa

piena

se
il

mai

ore angosciose, che

precedettero la morte,

pensiero del figlio abbandonato


v'

sorse come un rimprovero nel suo cuore, non

dubbio
a

che
lui

essa dovette

incontanente

assolversi.
?

Non aveva
parte
i

ben provveduto prima di partire


il

non era suo obsua

bligo seguire

marito

non era
la

d" altra

ferma credenza che, calmatasi

prima

collera,

fratelli

avrebbero perdonato? Tornata allora insieme con Antonio


nella
terra
natia, nella sua

casa
i

essa

sarebbe stata la

madre prospera

e felice di tutti
d'

suoi figliuoli.

Pochi cenni confidenziali


al

alcuni

amici bastarono
gli

grande novellista lombardo per far rivivere sotto


in

occhi del lettore

un

artistico

componimento, questa
e di

donna degna
elementi

di tanta

ammirazione

tanta compassione.

Lope de Vega

trasse

ben poco partito dai numerosi

drammatici, che oifre questo personaggio. Pi

che l'anima di Giovanna, severa ed appassionata, assen-

nata e tenera, ha analizzato l'anima femminile in generale,

quando

conturbata dall'amore.

sotto questo rispetto


3

84

noi

siamo

certamente

costretti

ad

ammirare

la

sua

finezza di psicologo.

Quanto

umanamente vero quel fugace


!

sospetto

di gelosia verso Livia

Essa stessa riconosce quanto sia

ingiustificato e morboso,
e

ma

pure bisogna che ne soffra

che

si

faccia da altri persuadere che s'inganna:


Libia, en quanto cuidado

Diich.

1)

me ha
Que
a
el

puesto amor, Lib.


libre estoy

No me ha dado

menos aunque

ver tu desassosiego

en cosa tan disegual


si
ti

te tiene

mortai
fuego.

mi me deshaze en

Conozco en

la libertad.

con que te quieres perder,

que es gran mal en la muger

enuiudar en mocedad,
Diich.

Luego piensas Libia mia.


que por mortai
interes.

a Dios primero, y despues


a mi honor ofensa haria.
Lib.

Pues porque quieres hablar


a Antonio tu

majordomo ?

Dtch.

Io pienso que entendes com.

Lib.

La vida

te

ha de costar

Este indigno casamiento.

Duch.

Quieresle tu

Lib. Io, senora,

materne

il

cielo la
tal

hora

que tenga

pensam lento.
quanti
io,

1)

Duch. Livia,
ti

in

Liv.

N pena minore provo


affliggi per

affanni mi trovo per amore! quantunque libera poich vedendo


;

che tu

angosciata, io

un uomo a te cosi inferiore, mi sento come struggere da fiamma;

e sei

tanto

e vedendoti

86
hnrii.
Miicliu,
Liliiii,

Ir

111'

liliilo,

muclii)
Lih.
J)uc/i.

tlol

tiliiui

ine dovo.s.

lo

me huolgo que me
te

prueves.

Lo mas quo puedo


lo

he dado,

quo

fijijardava

de mi,

est noclu' te conte,

si

de

ti

imagin,
ti,

que Antonio reynava en

es porque su entendimiento

su persona, su valor,
pienso que engendron

amor

en

el

mas

elado intento.
habla, que bien mira

Que bien

que bien escrivc, y entiende


qualquiera cosa que emprende,
su condicion no te admira?

No

te

espanta su buen

modo

Su verdad, su trato honesto,


su vestir noble y conipuesto,

cosi volonterosa correre

alla tua rovina, penso


il

cbe grave sciafior

gura

per

una donna

rimaner vedova nel

degli

anni.

adunque, o mia Livia, cbe per rispetto umano, recherei oftesa a Dio prima, poi all'onor mio. Liv. Ebbene, perch vuoi tu parlare ad Antonio tuo maggiordomo V Dich. Penso che ben lo sai. Liv. Ti coster la vita questo indegno matrimonio. Ducl. Lo ami tu forse? Liv. Io, signora, il cielo mi fulmini quando abbia a pensar a ci. Dtch. Molto in te o Livia, ho confidato, e dal cuore mi devi essere grata. Liv. Oh mi mettessi tu alla prova! Duch. Ti ho dato tutto ci che ho potuto; nella passata notte ti ho aperto tutto il mio cuore; e se io ho pensato che tu accarezzassi l' immagine di Antonio, il feci perch credo che il suo ingegno, la sua persona, il suo valore, ingenerino in tutti amore. Come parla bene che dolce sguardo come scrive! come riesce in ogni sua impresa Non fa meraviglia
Dt(ch. Considera
,

36

y su verdad sobre todo

Que bien que pone


a

los pies

un

cavallo, que bien canta

quanta gracia. Lib.


quo essa alaban^a

A
le

mi mas me espanta
des
.
.

')

Se

al teatro

di
le

Lope de Vega manca


parti
liriche.

il

coro,

non

vi

mancano per
soverchiamente
scena

Allorquando, per frasi

fiorite e concetti piuttosto lambiccati, la

dilungandosi

sul

punto

d'

annoiarci, ecco

che
e

d'un tratto la nostra attenzione di


incatenata
o
dallo svilupparsi
lirica

nuovo ravvivata

di

una situazione inattesa


ci

da squarci di
al

possente, che

elevano

ci

trasportano

di l delle

contingenze presenti

in

un

mondo Da strofe veramente


ideale,

dove

lo spirito si

sublima e

si

ritempra.
di dialogo

liriche pi che

da versi

drammatico
Antonio
reciproco
sioni
e
e

lo

spettatore conosce l'estasi in cui sono rapiti

Camilla, quando

diventano
1'

consapevoli
tutte
le

del

amore.

non
affetti
:

solo

amore,
il

ma

pas-

gli

umani

analizz

De Vega

colla sua

poderosa intelligenza
dell'amante,
il

della

Duchessa
la

ritrasse l'abbandono

cuore della madre e

tenerezza della sposa.

Ad
nelle
fasce,

Urbino, che, invasato dalla gelosia narra come


fu

tenebre gli

porta
:

da

Livia

una bambina

in

Camilla atterrita dice

te ?

Non
il

ti

abbagliano

suoi

modi

cortesi

la

schiettezza,

l'onest,

nobile ed elegante vestire? e sopratutto la sua lealt?

come cavalca bene! come canta bene! quanta grazia! Liv. Questi elogi mi atterriscono, (a. I). 1) Seguo la grafia dell'ediz. Doze comedias de Lope de Vega
sacadas de sus
orig'inales,

Barcelona, 1618.

87
Itiirli.^)

Di'vislt) (le siifiiir.

l'i'l.

Si Huefio ra

V assi
nrrt'jr
Iha-l.

com
lii

lioinltril'ii

ijiio

sofuimlo tMtiiva,
acfcniia.

rrialiira

una

Mal Cliristiano,
<|iii',

(|Uf

di/rs? lih. Si era suefio


ai'.oqiiia

iniporla

i|Ui'

cu la

lo

arrojasse

[)or

tutta hi souna l'animo dello spettatore sospeso


al

ondeggia davanti

turbamento angoscioso della povera


per non tradirsi, e vi
riesce.

madre, che fa ogni sforzo

Pi avanti
ricchezze

la

s|)osa fedele

rinuncia
il

splendori

ed

])ur di

vivere con
:

marito, che

essa stessa

induce a ritirarsi ad Ancona


Dirh.
-)

Pues vainos, y vucstra

iiaziciiria

con la que traygo Inuitemos,

quo para dos que se quieren,


es la riqueza lo iiienos.

Poudremos

iiiiestra casilla,

que con vos, mi bien eterno

una ropa de

sajal,

una camisa de angeo,


seran teles de Milan.

Ma

di

qual breve durata


dell'

fu la pace, di cui, nella


si
e,

moderazione

animo suo

essa

mostrava

degna

Gli sposi sono banditi da Ancona,

nella via dell'esigilo,

raggiunti da una schiera di

armati condotti da Giulio,

un sogno quello che racconti. Urb. Un come uomo che sognasse ho gettato quella creatura in un canale. Duch. Che dici mai, cattivo cristiano ? Urb. Se era un sogno, che t' importa se nell' acqua io l' ho 1)

Duch. Certo
;

sogno

diffatti

scagliata
2)

a.

Ili

).
;

tare,

tutto quello che con me potr poraggiunger a quello che voi possedete. Che dolce famiglia noi comporremo Con te, che perpetuamente amer, il bigello e la tela pi rozza, mi sembreranno tessuti di Milano, (a. III).

Fuggiamo, l'uggiamo
!

38

devono

separarsi.

Quando

la

donna
lei,

si

trova

sola

le

pare che tutto crolli d'intorno a


dono,
Diich.

nel profondo abban:

come unico
')

conforto, invoca la morte


hijo el

Mi

Duque me

dexa,

lulio de

Aragon me

sigue,

El cardenal me persigue,

Mi Antonio de mi
Pues venga
la

se alexa,

muerte va,

quo es remedio postrero.


Il

pensiero
tosto
la

per

che

il

suo

Antonio
di

fuori
s,

di

pericolo

rasserena,

e,

dimentica

pronta

ad ogni
Duch.
*)

sacrificio,

esclama

No me importa nada, va se que me quereys


matadme, y
el

tener caiitiva,

sefior

Antonio viva.
!

E
sono
i

fosse

venuta allora

la fine

Ma
di

no,

troppo barbari

suoi carnefici.

La speranza
i

essere perdonata

dal fratello e di riunirsi con

suoi cari rinnover sogni

lusinghieri

nell'

anima

di Camilla, per
si

prima che

nel

mite e nobile suo cuore

arrestino

palpiti, essa

dovr

inorridire davanti alle teste

mozze
fratelli.

del marito e dei figli

ed alla bestiale ferocia dei

Come
tere

nella novella del Bandello, anche nella comedia

il

spagnuola Antonio non

protagonista. Il suo

carat-

non

lo

avrebbe consentito.

Ha un'anima

nobilissima,
sacrificio,

piena d'amore e di devozione, pronta ad ogni

m' insegue,

mio figlio, m'abbandona, Giulio d'Aragona mi perseguita, il mio Antonio deve da me allontanarsi, venga adunque la morte, l'estremo rimedio, (a. III). 2) Duch. Nulla m'importa; so che mi volete tener prigioniera; trucidatemi, s volete, ma viva Antonio, il mio signore. ( a. Ili ).
1) Dtich. Il
il

duca,

cardinale

89

ma ama

n
la

iropj)o

porfottu
;

coriif^iaiio.
op;iii

A[)[)aHsioi)atiiiiioiito
si

Duchessa

ma

in

circustaii/a

ricorda che

essa la sua signora, la consanguinea di cjuel re profugo

che esso

nell' esigi io

ha

fedelmente servito.

l'amore

immenso che
n dagli
tglio

nel suo cuore

non appare u dalle parole

atti

soverchiamente rispettosi ed uni ili.

bens

del rinascimento italiano, colto, valente, elegante;

ma

r etichetta

spagnuola, che

ha
e

appresa

nella

corte

napoletana,

prevarr
e

sopratutto

sempre,

facendolo

apparire compassato

freddo nella manifestazione dei


in
lui

suoi sentimenti, soffocando


sione,

ogni slancio di

pas-

ogni

ardita

intrapresa.

Questa

figura

molto

complessa, risalta assai meglio nelle pagine del Bandello,


il

quale magistralmente
Milano.
i

lo

descrive nell' ultima dimora

in

L' infelice

maggiordomo

sembra
la

converga

tutti

suoi

sforzi a persuadersi che


sia

sposa vive, che

impossibile

morta. Sordo ai racconti tragici, che

non sono mormorati poi a troppo bassa voce, non presta


fede

nemmeno

a Delio.
di

Eppure Delio

frate, ed troppo
le

intimo amico

persone
essere

potenti, perch

sue inforin

mazioni

possano
e

false.

Sembra che viva


anima
i

un

sogno

come

il

novellista lombardo
di
quell'
!

seppe ritrarre la

malinconia desolata

Noi vediamo quel

romantico cavaliere aggirarsi per

magnifici saloni, con


sul

una

maschera

di

gelida

compostezza

volto
le

la

morte nel cuore, nascondendo gelosamente


incertezze

pene
sul

e le

angosciose

e intanto

accompagna

liuto

una composizione poetica intorno

ai casi suoi, la

quale

sfoga l'amarezza che lo strugge. Noi lo vediamo avviarsi


alle funzioni religiose

senza seguito d'armati per quelle

40

vie di Milano, in cui

pure avvisato che gli sono tesi

agguati, e pensiamo
cuore,

Nel dubbio che

gli
i

deve rodere

il

non

li

cerca esso a bella posta

pericoli? Assai

pi superficiale la rappresentazione che Lope de


ci

Vega

d del carattere

di

questo personaggio, ritraendolo

sempre debole

e titubante. All'

amore ed
nel

al

cavalleresco
il

rispetto, che gi gli contrastano

cuore,

poeta, ad

accrescergli le angustie, aggiunge

la gelosia

per Ottavio.

la discrezione e l'impaccio dell'ossequioso


tali

innamorato

diventano
Duch.
')

da far dire

alla

Duchessa:

Querias contra mi l'ama

que

te pusiese

inuy loca
la boca,
la

los favores

en

y que tu fuesses
falta de

dama

hombres discretos
y
encoi^idos.

ser turbados

Antonio non coopera


esso

allo

svolgimento del

dramma

non

fa

che eseguir quanto Camilla comanda.


le

la

donna che propone


della

nozze,
lei

lei

che vede

il

pericolo

dimora in Amalfi,
fa

che consiglia

la fuga.

Antonio

non
il

che

ubbidire

sempre
nel

il

maggiordomo, mai
nel-

marito provvido, abile

consigliare, sollecito

r operare.

quando,
e
la
si

al

primo lusinghiero
ai

cenno

di

perdono, accorre
Giulio e vi trova

prosterna

piedi

del

cognato

morte, noi piuttosto che ammirare

1)

prema
che gli

io

Duch. Vuoi forse che, folle, dimentica d' ogni pudore, le mie sulle tue labbra, quasi tu fossi la donna ? Oh uomini discreti errano, trojjpo turbandosi ed umiliandosi
! !

41
la

virt

di

t|iu)8('

uomo,
iilln

elio

non

lui

iiuii

pensato

di

oppori'o la

vioifiiz-ii

violeii/a,
ii

proviamo non

so die

sgtjmento a tale sottomissione,


ingenuit.

tanta cieca fede, a tanta

Insomma,
d'

nei nostri

sentimenti di piet non

no entra alcuno

ammirazione.
elio

Gli altri personaggi

intervengono nella comcdia


del Bandelle, o sono
Il

compaiono a pena nella novella

mera concezione

di

Lopc de Voga.
dei

quale, felice

come
ci

sempre

nella
in

creazione

caratteri

femminili,

presenta

Livia, la cameriera

che nella novella non

ha alcuna importanza, ed
cente
dei
segreti

la solita depositaria
il

compia-

amorosi,

migliore
dalla

dei

personaggi
in

secondari

del
])o'

dramma.
indefnito,

Scompare

scena

un
spolieto

modo un
ser
fine
i

ma

ben

si

comprende che

Urbino. Al
suoi

De Vega

piace sciogliere con

un

intrecci, e

non a torto
finisce

stato detto che ne'

suoi

drammi ogni uomo


').

col

prender moglie, ed

ed ogni donna marito

Dei

due

fratelli
;

della
esso

Duchessa
il

sulla
dell'

scena

non

compare che Giulio


e

vindice

onore

offeso,

con fredda crudelt medita e compie


dissimile
:

la strage.
al

Animo
fratello

non

al

proprio attribuisce Giulio

cardinale
Giulio
-)

Si lo supiesse el cardenal

mi liermauo

por los cielos, Otavio, qae sospeclio,

que todo el mundo resistiesse en vano que no le hiziesse atravessar el peclio mas yo vengar por propria mano sin que lo sepa el cardenal mi liermano.
.

1) E. GrORRA,

Fra drammi
il

poemi, Milano, Hoepli, 1900,

p. 18.

2) " Se lo sapesse

cardinale mio fratello, per Iddio, Ottavio,

42

Ripugn
sulla scena

forse

Lope, religiosissimo,

1'

introdurre

un cardinale

cos sanguinario, e d'altra parte


le

n l'uditorio bigotto, n
comportato.

superiori autorit l'avrebbero

Due

tipi

di

gelosi

ben

delineati

sono Urbino ed
poeta, che

Ottavio, personaggi

creati dalla fantasia del

ama

rendere
le

le

sue commedie intricate e variopinte, come


il

appunto

desiderava
il

pubblico.

Anche

giovane duca d'Amalfi un personaggio di


il

secondaria importanza,

cui carattere

non

le

n appro-

fondito n studiato. Filippo 2 disapprovava


di

commedie
rappre*).

Lope de Vega, perch temeva che


la

dalla loro

sentazione
certo
della

dignit

reale venisse

menomata
gli

Ed

per

far

dimenticare

alquanto
tratto a

odiati

fratelli
il

Duchessa, che d'un

ne viene introdotto
suscitare
la

figliuolo

generoso, nobile, atto

simpatia

universale con la sua indulgenza per la madre e la piet


verso
i

fratellastri.
;

Nulla pu esso contro

le

perversit

degli zii

ma come

dovevano scrosciare
le

gli applausi dei

fieri hidalgos,

quando investiva gli zii con


Que miras
tigre furioso,

ardenti minacce:

Amalfi^)

que miras leon albano,


que miras espanol
toro,

saca la espada cobarde.

credo che nessuno lo tratterrebbe dal farle tratggere

il

petto

ma

io

compir

la

vendetta senza che mio fratello


ciL,
voi. Il", p. 261.

il

cardinale lo

sappia
1)

(a. III).

TiKNOR, Op.

2) " Amalfi.

Che guardi,

tigre rabbiosa, che miri, leone albano,

toro spagnuolo, sguaina la spada, perch io voglio tingere questa

48
(|ii-

(i(ts(l(^

la pdiita al

pomo

tinir uu tu sangre aiiuusta.


dilli.

Sobrino, hahlays ooino

ino<,'o,

yo he

l)iielto

por viioHtro

lioiior.

y ohIh vc^ngan/a riue tomo

a viu'stra

ciiuiita se lia uclio.

Am.

Viles,

infame soia todoa.

todos oa desalio,
la

y a est Cruz

mano

ponj^o

de no quitarla del lado,

de no vestir seda, ni oro, de no


collier

en mesa alta
al

ni el tuson

ponerme

ombro
. .

basta quo tome venganza

Unicamente per accrescere


sione fanno comparsa anche
i

sentimenti di compas-

figli di

Antonio, Alessandro
rivolgono
allo

ed

Eleonora

che

solo

poche

parole

zio Giulio.

Nessun rapporto ha con

la

novella

1'

azione pretta-

mente comica, che

qui,

come

nella

maggior parte dei

drammi
quasi

di Lope, innestata nell'azione tragica, di cui


e

una parodia. Doristo


e

Sortola fanno riscontro a


a
Giulio.

Camilla

ad Antonio, Melampo
figlio,

Ogni volta

che Camilla d alla luce un


Bortola, e siccome
liorida

uno ne genera anche


la

questa muore, non manca mai

nutrice pei bimbi, che

Antonio deve

affidare

ai

mia nel tuo sangue


io

Giulio. Nipote, tu parli

come un fanciullo

ho preso
te.

per

questa vendetta l'ho compiuta Am. Vili, infami tutti; tutti quanti vi sfido; e su questa
le difese dell'onor tuo, e

Croce giuro, che non la deporr dal mio fianco, n vestir abiti di seta o d'oro, n mi sieder a pranzo d'onore, n cinger il
tosone,

prima che non mi

sia vendicato

,,

( a.

Ili

).

u
suoi villici.
di

Non nacque

Lo[)e

nella terra

di

Sancho

don Quijote?
da prima
i

Ma

da Lope de Rueda nelle sue farse


questi

furono

introdotti

personaggi

comici,

detti graciosos,

quali ebbero poi tanta fortuna


nelle platee.
i

per

il

buon umore che sollevavano


anche nella nostra commedia,
alle

Come

di solito,

graciosos sono

campagnuoli
i

dipendenze
tipi
:

dell'

eroe principale, e
il

rappresentano

soliti

Melampo
al

joadre vecchio, burbero, furioso,

ma

pronto

perdono
che vuol

Doristo

il

giovane

figlio scaltro,
;

gaio, lascivo,

prender
furba

moglie ad ogni costo


e

Bortola,

la

contadinotta

civettuola che

assai

presto sa trovarsi
del
resto
si

un marito. Per nessuna


questo
soliti

caratteristica

distingue
i

dramma

nel vasto

teatro

veghiano.
invariati interesse

Vi sono
in

personaggi,
;

che

troviamo

cento altre commedie

essi

non suscitano
Il

indipendentemente
dall' intreccio,

dall' orditura.

pubblico

giudicava
creazione
autori
i

per

questo pi che alla

di

caratteri
sforzi,

ben

delineati
cos

rivolgevano
in

gli

loro

procedendo

guisa

ben

diversa

dai

colleghi inglesi. Camilla


:

assomiglia un po'

ad una prima donna da melodramma


e civettuola

un

po' capricciosa

da

principio, poi

sposa amorosa

tenera

madre

per

sempre imperiosa. Antonio

l'umile marito,
i

ubbiente e pieno di premure per la moglie e per


Ottavio
1' 1'

figli;

amante sfortunato

e vendicativo,

ed Urbino

innamorato geloso
per chi gli
nulla osa
e
;

e comico, perch a torto si rode di

gelosia

superiore e contro
1'

il

quale nulla

pu

perch

amata, che pure

donna

onesta
dalle

fedele, e lo ricambia, nulla

dice per toglierlo

sue

inquietudini. Il fratello

della

Duchessa

il

46
I

iniiiiK

siiii^uiiiario

in

altro coininodic

sur

I<j

zio od

altro parente.

Neppure
guano
;

1'

orditura generale ha pregi clie


alle

la distin-

le

scene succedono
vincolo

scene in
le

modo
una

fiacco e

slegato;

l'unico

che

unisca

all'altra

la butta gelosia di

Urbino. Espediente

troppo fievole

(]uesto per un' opera d' arte eccellente,

sebbene soddisfa-

cesse l'umore ridanciano della platea.

Del

resto

Lope de Vaga non mira a creare dei


prepotente
istinto

capolavori.
scrivere, ed

K un
il

che

lo

muove

desiderio degli applausi


di

che

gli fa

com-

porre

drammi. Nel curioso saggio

arte

poetica, che

intitol

Arte nuevo de hacer comedias


con Arte ahora las escribe
.

dice

che
)

.... iiuien

las coinedias

Miiere sin
T

fama y galardon quando he de cscribir una comedia


.
. ;

Encierro los preceptos con seis Uaves

Saco a Terencio y Plauto de mi estudio.

Para que no

me den

voces

que suele

Dar
T

gritos la verdad en libvos


i)or el

mudos

escribo

arte quo inventaron

Los que

el

vulgar aplauso pretendieron:


los

Porque conio

paga

el

vulgo, es justo
').

Hablarle en necio para darle gusto

Lope de Vega
lenza
;

il

poeta improvvisatore per eccelsi

alla

prima impressione

mette a comporre,

Chi ora le scrive con arte ( le comedie ) muore senza perci, quando scrivo una comedia, senza guiderdone rinchiudo le regole con sei chiavi porto via dal mio studio Plauto e Terenzio perch non protestino che dai muti libri grida la voce
1) "

fama

della verit, e
il

scrivo coli' arte che inventaron

quelli che vollero

plauso

del

pubblico, poich siccome


,..

il

pubblico che paga,

giusto dirgli cose che gli piacciano

46

non

si

cura poi di seguire una traccia, che direttamente,

inevitabilmente
intorno
ci la

conduca

alla

catastrofe,

conglobandovi

scene secondarie
di

ed

episodi non necessari.


la

Da

mancanza
lunghi

organica unit,

tenuit dei rap-

porti di causa e d'effetto, le

numerose scene ingombranti


languida
e

ed

squarci
altri

di

poesia

prosastica

accanto

ad

di

mirabile potenza

lirica.
i

Ma come

avrebbe

potuto
in

pensare ponderatamente

suoi singoli

drammi
tra

modo da raggiungere
e

la perfetta correlazione

forma

materia, tra contenente

contenuto, che
il

costituisce l'elemento vitale dell'opera d'arte,


scrittore, che, oltre

fecondo

moltissime

opere

poetiche di vario
e quattro-

genere, compose ben mille ottocento

commedie
per

cento autos

Non
in

era

cosa insolita
e si

lui lo scrivere

un dramma
far colazione

un giorno,

racconta che una volta


di

cominci e condusse a termine una commedia prima


^).

Per, se in tal fervore di lavoro trovava

anche

il

tempo

per numerose correzioni

di
i

forma,

le

ripetizioni quasi identiche

non mancano, n
;

passaggi

troppo rapidi da una scena all'altra

anzi talora persino


ai per-

sembra che scordi quanto prima ha fatto dire

sonaggi del dramma. Cosi Livia promette a Camilla che


verser per
te ofrezco
lei

tutto

il

suo sangue
si

La misma sangre
matrimonio
al

invece poi

unisce in

suo Urbino. Camilla, quando viene condotta ad Amalfi


prigioniera,

gestante

di

un

terzo

figliuolo,

la

cui

FiTZMAURiCE Kelly, Hisi. de. la Ut. espanola desde los hasta el ano 1900, traducida del ingles x^or Adolfo BoNiLLA y San Martin con un estndio preliminar por Marcelino Menndez y Pelayo, Madrid, 1901. p. 346.
1)

oririfies

47

innocente testolina appare


staccata dal busto
le

improvvisamente poco dopo,

su (juel uedesimo jjiatto su cui sono

teste tronche dei

due
suo

fratellini; e la

madre disperata

invano

chiama

il

Abehn

Nell'atto

UT

ai

legge

Ferrara'), invoce di Amalfi.

Concludendo,

adunque,

sotto

il

rispetto

d'

artistico,

El maifordomo

de In diK/uesa de

Amalfi

importanza

affatto secondaria nel teatro veghiano.

dubbio cbe quest'errore debba collegare un'altra assai pi famosa di Lope de Vega, con Kl castigo sin venganza, che in parte si svolge a Ferrara se non si sapesse che quest'ultima fu scritta assai pi tardi sul finire della vita del fecondo scrittore. (Tiknor, Op. cit., pag. 271). In questa commedia si narra la storia di Ugo e Parisina, storia che l'autore afterma, nel prologo, d'aver trovato
1)

Potrebbe sorgere

il

in qualche

modo

la nostra

commedia con

scritta in latino, in francese, in tedesco, in italiano e in castigliano.


Il ToLDO, nel suo bell'articolo - Due leggende tragiche del Bandella, ed alcuni riscontri col teatro di Schiller - (in Zeitschrift filr rom. PhiL, XXIII, 3,) ritiene che Lope de Vega abbia raccolta la tradizione orale; non potrebbe invece avere attinto alla novellai, 44? Quanto fosse studioso del Bandelle l'attestano questo parole di Lope stesso, che trovo citate da Francisco A. De Jcaza. Las " Novelas EJemjylares" de Cervantes " Tambien Madrid, 1901. " ay libros de Novelas, dellas traduzidas de Italianos. y dellas " propias (del Cervantes) en que no falt gracia y estilo a Miguel Cervantes. Confieso che son libros de grande entretenimiento, y " que podian ser exemplares, corno algunas de las Historias Tra" gicas del Vandelo " in " La Filomena con otras diversas Rimas, Prosas i versos de Loj)e de Vega Carpio ". Ano 1621, Barcelona.

'

48
* *
*

Dalla pietosa storia della Duchessa

d'

Amalfi trasse

pure ispirazione
nel

il

tragico inglese lohn Webster, fiorito


del
sec.

secondo decennio

XVII. Di

lui,

come

di

molti altri di quella fulgida schiera d'autori drammatici


suoi contemporanei, ci pervennero

documenti

cos scarsi
;

da non
ci
la

poterne tracciare neppure un'arida biografia


pi

che

ancora dobbiamo lamentare, ad attestarne


ingegno, tre
solo delle

potenza

dell'
:

sue

tragedie
il

ci

sono rimaste

le

quali per altro testimoniano


il

fascino,

che della nostra penisola

loro autore
le

ha subito. D'ar:

gomento

italiano sono tutte tre

tragedie
:

Appius

and Virginia

che svolge

il

noto episodio
,

The White
i

Devil, or Vittoria

Corombona
duca

che rappresenta
la

delitti

ed

il

castigo

dell'

Accoramboni,
di

seconda

moglie di
e
la

Paolo

Giordano

Orsini,
la

Bracciano,

The

Duchess of Malfy
di questa
:

Duchessa d'Amalfi. Ecco

trama

La
si
il

sala

dei

ricevimenti

nel

palazzo
in

ducale

di

Amalfi
poich

va riempiendo di persone

modo

insolito,

cardinal d'Aragona e Ferdinando duca di Calabria,

fratelli della

Duchessa, prima di partire per Roma, voglion


dalla
1'

prender

commiato

sorella

dai

cortigiani.

Due
della

personaggi osservano
sala
:

ingresso de' vari cortigiani nella

essi

sono
e

Antonio
suo

Bologna,
fedele

maggiordomo
Questi,
sulle

Duchessa,

Delio,

amico.

nuovo
persone

arrivato, chiede

ad

Antonio informazioni

presenti, ed in questo

modo

fin

da principio Antonio fa

una

tetra pittura dei costumi e dell'indole dei tre prin-

4i>

ci pilli

personagfiji

della

tragedia, Daniele di Jiozzolo,


Il

il

Cardinale e Fordinand*^.
nialvafj;i(>

iniiiio,

un
hoK)

avan/.o di galera,
In
:

perverso,

die

pregia

ricchezze,

e,

pur d'ottenerle, non ha scrupolo di sorta


di vendetta dei
fratelli della
il

cieco strumento

Duchessa, sempre scontento


suo carattere in una scena

e malinconico, spiega tosto

in cui

importuna

suoi padroni per aver ricompense di


loro ordine
;

misfatti

commessi per un
impiego

e riesce ad ottenere

da

essi

presso

la

Duchessa,

ma

[)atto

d'essere spia scrupolosa d'ogni pi j)iccola cosa che avvejiga


alla

corte

d'Amalfi.

Gli

altri

due,

avidi

delle
lei, le

ricchezze della sorella e tiranni, accomiatandosi da

impongono

di

non

pi
lui

riprendere

marito

si

scelga

pure un ganzo, e con


scurit ed
il

goda

la

sua giovent;

ma

l'o-

silenzio della notte

non svelino

in nessun

modo
di s

la

sua lussuria.

La coscienza
fa

della Duchessa, nobile

e dignitosa, si ribella a consigli si turpi:


il

chiama presso
perch

Maggiordomo,
il

lo

porsi

al

tavolino,

vuole che le scriva

testamento. Se avesse manto, la

cura del testamento non l'avrebbe; e Antonio la consiglia a passare a

nuove nozze. Ad un tratto

la

Duchessa

s'avvede che uno degli occhi del Maggiordomo iniettato


di

sangue:
guarisca;

dicono
ed

che
si

comprimendovi un anello
leva dal dito l'anello del
di

l'occhio

essa

primo marito, sebbene avesse giurato


che per donarlo ad altro sposo,
e,
il

non

toglierselo
lo

come rimedio,
giuramento

com-

prime sull'occhio malato:


scena rapida; Antonio

cosi

rotto.

La

comprende che
essa gli

la scelta

della

Duchessa

caduta su di

lui;

pone

l'anello nel dito.

Intanto Cariola,

la fedele cameriera, che,

nascosta dietro
4

50

ad una tenda, per ordine della padrona era stata presente


alla scena, lascia
il

suo nascondiglio e
celebrato

si

mostra

ai

due

amanti. Cosi

il

matrimonio
il

per verha praesenti.

Nell'atto II.

Bosola

si

manifesta una spia perfetta.


la

Sospettando per vari indizi che

Duchessa debba presto

divenir madre, con raffinata astuzia cerca di sincerarsene:


le

offre

perci

alcune albicocche acerbe, primizia della

stagione: essa le divora coll'avidit della

donna gestante;

ma

tosto

si

manifestano

segni
ed

inquietanti, malessere,
i

nausea, vomito,

svenimento,

prodromi

del parto.

Antonio, colto impreparato, ricorre ad uno stratagemma

perch nessuno sospetti

il

vero.

Sparge

la voce,

che nel

palazzo sono scomparse grosse

somme
si

e gioie di

grande

valore, e dice essere intenzione della

Duchessa fare una


ritiri nella

rigorosa inchiesta;

ognuno quindi

propria

camera, vi
lei,

si

rinchiuda e ne mandi poscia la chiave a

l'ordine eseguito. Nella notte successiva la

Du-

chessa

alla

luce

un bambino, ed
;

il

Bologna corre
!

tosto ad interrogar l'oroscopo

ma ahim

la risposta

non

quale

la

doveva desiderare un padre; esso predice vita


la

breve e morte violenta, e


punto.

mala sorte comincia da questo


Bosola,

Tornando

dalla

Duchessa incappa nel


alla

che, sospettoso,

non crede

voce di furti commessi, e

s'aggira nel cuor della notte, vigile spia, per conoscere

qual cosa

si

nasconda sotto questo mistero, ed ode infatti

dei gemiti che escono dalle stanze segrete della Duchessa.

Con rapido

dialogo, que' due

uomini

si

scambiano aspre

parole e gravi minacce. Senza alcuna causa, dal naso del

Maggiordomo

esce sangue; atterrito per

il

fatto,

che conil

sidera di cattivo augurio,

Antonio

lascia cadere

foglio

61

su cui avo va notato

il

foralo responso
al

(loll'oro8co[)0, e

st

ne va concodondo
^li

il

perdono

Rosola, per aver infranto

ordini

(l(>lla

Huchessa, uscendo dalla propria stanza.


il

Questi allora
nuto,

racc()jj;lio

foglio, e,
It)

leggendone
1501
la

il

conte-

ap|)rendo

olio

il

dicembre
e

Duchessa

divenne madre
a

di

un bambino,

manda

tosto

un avviso

Roma

ai

fratelli di lei, per

partecipar loro l'esito delle

sue indagini.

A Roma
riannoda

gi

giunto Delio, che, per prei

ghiera di Antonio,
per fare
ci,

invigila
la

fratelli della

Duchessa, e

relazione amorosa con la corti-

giana Giulia, concubina del Cardinale. L'ambasciata del


Bosola accende in Ferdinando e nel Cardinale gravissima
ira contro la sorella.

L'atto IIL
pi
tardi;
la

si

svolge ancora

ad

Amalfi qualche anno


ha dato alla luce due
se
lei

Duchessa

intanto

altri figli,

non per
la citt.

tanto

segretamente che non


si

ne
e

mormori per
la
si

Apertamente
di

sparlava di

riputava

una donna

mala fama. Ferdinando,

tornato ad Amalfi con sentimenti di vendetta, volendo

sorprendere la sorella col segreto marito, con falsa chiave

penetra
greta;

una notte

nella
sola,

stanza di

lei

per la porta se-

ma

la

trova

poich Antonio e Cariola ne

erano allora usciti per permettere alla Duchessa di spogliarsi. Alle

minacce del

fratello, essa

risponde che non ha

macchiato

l'onore, essendosi
d' ira,

sposata, e a quest'annunzio

Ferdinando, pieno
le

esce dalla stanza, pronunciando

pi

furiose

minacce, quindi se ne parte per


visita,
la

Roma.

Dopo questa strana


menzogna

Duchessa,

col

consenso

del marito, decide di appigliarsi ad una


.

magnanima

Sotto pretesto di cattiva amministrazione.

62

Antonio sar scacciato;


lo
i

ma

andr

ari

Ancona ed

ivi essa
i

raggiunger
cortigiani
di

e cosi difatti avviene.

Interrogando poi

quel

che

pensassero d'Antonio, tutti lo


il

giudicano assai severamente, tranne


ne esalta cosi
rita,

Bosola,

il

quale

le

buone

qualit, che la

Duchessa intene-

gli

dice
il

ch'esso

suo marito. Giubilando di tale


a
fingere

confidenza,

Bosola

la consiglia

un

pellegri-

naggio a Loreto,

cosi

potr

raggiungere

Antonio con

tutti gli onori dovutile. S'affretta quindi a correre a

Roma

ad informare di tutto

fratelli di lei.

Nel tempio

della Vergine
il

di

Loreto

si

compie una
giunto, dee la

strana funzione:

Cardinale d'Aragona,
per
lui,

ivi

pone

la

porpora

cingersi

la

spada;

Antonio

Duchessa sono da
citt di

con una scena muta, banditi dalla

Ancona. Fuggono,

ma

sono raggiunti dal Bosola,

che, con un finto perdono da parte di Ferdinando, vor-

rebbe trarre di nuovo Antonio ad Amalfi.


essi

Non

ci

riesce;

fuggono,

ma

di

nuovo

il

Bosola

li

raggiunge con

gente armata. Dopo un commovente addio, Antonio, col


figlio

maggiore, fugge e ripara a Milano, mentre la Dui

chessa, Cariola e

due bambini sono ricondotti ad Amalfi.

Nel IV. atto assistiamo all'atroce morte della Duchessa.

Non pago Ferdinando


stolta

di sacrificare la sorella alla propria


gli

vendetta,

ne strazia

ultimi istanti della vita


nella
notte, rischia-

con inaudite torture. Le fa vedere


rate
dal
fioco
i

lume

di

fiaccole,

alcune statue di cera


e

raffiguranti

cadaveri

di

Antonio

dei

figli,

e le fa

baciare la

mano

staccata della

maggiore

di quelle statue,

facendole credere fosse davvero quella d'Antonio ucciso;


fa introdurre nella di lei prigione

una schiera

di pazzi.

5.M

t;li(>,

ini

r<(;(;iiiii(l()

daii/.d
(iiscoi'si.

disordiuait!

s'

ini ratteiigoiu

in
il

slnini n

i(U-rilili

hasla,

\hiv

ordine suo,

Bosolu, in abito di hccwdiiiio, fa


do<i;li

una

spititatu ostcita'/ioiio

sLrmnonti ubo
l'iinebre.

la

dovranno
la

uccider, e le

mormora
ina

un

cani)

K
il

Ducliessa, non spaventata,

calma

o serona, oifre

collo al capestro.

La

stessa sorte

tocca a Cariola ed

a<2jli

iniuxx^nti fanciulli.

L'atroce

misfatto

Ferdinando, cbe, in
vera aspramente

commuove finalmente l'animo di un momento di resipiscenza, rimproil

al, Jiosola

suo delitto. Questi, o per


in

sincero pentimento, o

percb

questa rampogna vede

sfumare
suoi

la

sognata ricompensa, giura di vendicarsi de'


Accostatosi alla Duchessa, che
le

tiranni.

non aveva
orecchio la

dato ancora l'estremo anelito,


verit

sussurra
;

all'

intorno ad Antonio ed

al figlio

essa, udito

che

vivono, esala lietamente la bell'anima.


L' ultimo atto
i

si

svolge a Milano, ove sono convenuti


della

personaggi superstiti

tragedia:

Antonio, sempre
il

illuso

che

la

moglie viva, e che esso possa ottenere


si

desiato perdono dai cognati: qui

trova pure

il

Cardi-

nale

con

tutti

gentiluomini di corte per una guerra

non precisata: Giulia


il

con

lui, e

Ferdinando, che, dopo


si

fratricidio,

d frequenti segni di pazzia; quivi


fido,

trova

Delio,

sempre

ma

inascoltato consigliere di Antonio.

Ed
per

a Milano

giunge

anche

il

Bosola, che, non avendo


si

potuto ottenere nulla dal demente Ferdinando,


la

rivolge

ricompensa

al

Cardinale

questi promette,

ma

patto che uccida Antonio. Nell'appartamento del Cardi-

nale

il

Bosola, irritato per

1'

indugio frapposto alla me-

ritata

mercede,

s'

incontra

con

Giulia, che, capricciosa,

54 in

un impeto

di lascivia, gli

propone d'essergli amante;


al

egli accunsente

purch strappi

suo signore

il

segreto

che

lo

rende
il

da

qualche
il

tempo

melanconico, ed essa

accetta
il

patto.

Nasconde

Bosola, e fa che questi oda

colloquio con cui essa abilmente strappa al Cardinale

la

confessione dell'assassinio

della
le

sorella;

ma

questi,
libro

appena svelato
sacro

l'orribile segreto,

fa

baciare

un

con

giuramento

di silenzio; e la cortigiana cade

sull'atto

fulminata dal veleno di cui quel libro


il

era

co-

sparso. Esce allora dal nascondiglio


fatte

Bosola, a cui sono

nuove

pi ampie promesse, se nel cuor della notte

lo aiuter a sbarazzarsi del

cadavere di Giulia, ed intanto


rinchiudersi nei loro apparta-

impone
menti,
notte
il

ai

cortigiani
di

di

non uscire per nessuna ragione.


attende,
e,

mezza
ode
il

Bosola

origliando

all'

uscio,

Cardinale manifestare propositi di vendetta, dopo che


sia valso dell'opera sua. Nelle

si

tenebre sopraggiunge An-

tonio, che si reca dal Cardinale per strappargli, per

amore

o per forza,

il

perdono; ma, scambiato dal Bosola, viene

trafitto. Questi,

furibondo peraverucciso Antonio, che aveva


dal

in

animo

di salvare ad ogni modo, entra

Cardinale
il

e lo ferisce

mortalmente. Alle sua grida accorre solo


il
il

delirante

Ferdinando,

quale,

menando

colpi

all'

im-

pazzata, colpisce anche

Bosola;

ma

da questi a sua

volta colpito da una pugnalata, e tutti tre muoiono. So-

praggiungono infine Delio ed

il

figlio di

Antonio, che non

possono fare altro che piangere su cosi grande sventura.

La
non

fonte

diretta

della

tragedia

indubbiamente
si

la

novella del Bandello, ed a questa anzi

attiene pi che

abbia

fatto

Lope de Vega,

sia nel

successivo svol-

55

rimonto
[ter

(loll'uzioiic,

sia

lol

ripnjdurro
il

perMOiuipjgi,

cui

lo

pi non

muta

nop[iure

nome. Come nella noanche nel dramma

vella,

CJiovannu d'Aragona sempre nominata semplicecol suo titolo "


il

mente
inglese,

Duchess

,,

ed

personaggio pi interessante. Fin dalle prime

sceno

ci

appare nella luce di amabilit e di modestia di


interviene
silenziosa
alla scena dei

cui adorna:

com-

miati,
tenti,

si

oUVe anzi di accoini)agiiare Silvio, uno dei paral

fino

[(rossimo

porto in carochea, e nulla


di
affetti
i

oi fa

sospettare qual tumulto

racchiuda nel cuore.


suoi fratelli,
di

Non
di

si

tradisce neppure (quando

nell'atto

accomiatarsi

da

lei,

le

impongono

non passare

seconde nozze; con


Diamonts

essi

anzi arguta:

are

oi'

inost vaine,
')

They

say, that

have passed through most gevellers' hands.

Ma, rimasta
carattere

sola,

rivela
fiero:

improvvisamente tutto
vinta dall'amore per
le oltraggiose
il

il

suo

nobile

Magsono

giordomo, non saranno certo


fratelli

minacce dei
le

che ne spegneranno
:

la

fiamma, esse anzi

sprone alla ribellione

Shall

tliis

move

iiic?

If ali

my

royal kiudred

Lay
I'

in luy

way

unto this luarriage.

Even

make them my low footsteps; and even now, in this hate, as men in some great battles,
danger, have achieved
(I

By apprehendiug

Almost impossible actions

have heard soldiers say

so)

1)
iellieri

Dicono che

diamanti passati per


(a. I.}

le

mani

di

molti

gio-

siano di grandissimo pregio,

66

So

through frights and threatenings will assay


^)

This dangerous venture.

Ma

poi, quasi

presaga delle calamit cui va incontro,


fissato

mentre s'avvia all'abboccamento

con Antonio, dice

mestamente a Cariola:
Wish me good speed am going into a wilderness
:

For

Where
To be

I shall find

nor

patii

nor friendly

due

my

guide.

")

Sola con Antonio, sul principio

si

smarrisce in un pudico

turbamento;

ma

rinfrancatasi
e
il

poi

con

l'espediente

di

un'artificiosa galanteria,

trascinata dalla nobile timi-

dit dell'amante, vince

femminile riserbo ed esce

in

un potentissimo inno all'amore:


Duch.

The misery

o us that are born great

We
And And

are forced to woo, because none dare


as a tyrant doubles with his words,

woo us;

fearfully equivocates, so
to express

we

Are forced

our violent passions

In riddles and in dreanis, and leave the path

Of simple To

virtue,

which was never luade


it

seeni the thing


left

is not.
;

Go, go brag
is

You bave

me heartless mine

in

your bosoui

1)

parenti
li

Potranno smuovermi questi comandi? Se tutti i miei mi si pai-assero davanti per vietarmi queste nozze, io

reali tutti

appunto, fra qviest'odio e queste paurose minacce, come talora in grandi battaglie i soldati hanno compiute azioni quasi impossibili davanti al pericolo (dalla bocca di loro stessi ho udito ci) voglio tentare questa pericolosa ventura, (a. I.) 2) Fammi l'augurio di buona fortuna, poich ora sto per entrare in un deserto, ove non trover n un senticre u un bandolo amico che mi serva di guida, (a. I.).
calpesterei.

Ed

ora

7
I

liopti

'twill iiiiiltiply lovo tlu^nj,

Voii lo
oi'

riMiil)!*;

Makc
To
Wliafc

not yoiir hmirt o dead a piece


to love
iiif.

Hesh,

foiir iiiorc tliuii


H't dHlract.s

Sir, he

conHdent:

you? This

is IIohIi jukI llfofl, kf;

'Tis not tlio figure cut in alaba.ster

Knot'ls at niy husl)and'.s tomi).


I

Awako, awakc, man

do

litin^

put

oli' ali

vaili (Uroinony,

Aud only do appear


That
I

to

you a young widow

clainis
l)ut

you

l'or

husband, and, liko a widow,


in't.... ')

uso

lialf a

blush

E
esclama

ritirandosi collo sposo, nel


:

colmo della

felicit,

let

me sbrowd my
'tis

bluslies in

your i)osom,
secrets
").

Since

the treasury of ali


ci

my

Due quadri
nella
loro

rappresentano
felicit.

questi

sposi

segreti
al

pi

grande

La Duchessa,

vicina

parto, fortemente tentata di far scomparire quel riserbo

Oh, la miseria di noi nate grandi siamo costrette a fare nessuno osa farla a noi, e, come il tiranno parla con parole doppie e terribilmente sibilline, cosi noi dobbiamo esprimere le nostre violenti passioni con enimmi ed in guise indefinite, abbandonando cosi la via semplice della virt, che non permette finzioni Su via, siate orgoglioso d'avermi lasciata senza cuore, poich il mio nel vostro petto spero che ivi centuplicher 1' affetto. Voi tremate non voler fare del vostro cuore un brano morto di carne, die sappia temermi pi che amarmi Abbiate fiducia che cos' che vi conturba ? Questa che vi sta d' innanzi carne e sangue, e non la statua genuflessa d' alabastro, scolpita sulla tomba di mio marito Su via, su via, scuotetevi, io qui faccio getto d' ogni mia vana etichetta, e voglio apparire a voi solo come vedova giovane, che brama voi per marito, e, come vedova, non arrossisco che per met, (a, I.) che io possa nascondere il mio rossore nel vostro 2) Oh petto, poich esso 1' arca d' ogni mio segreto (a. I.)
1)
I

la corte, poich

58

che Antonio in pubblico s'era imposto verso di


al

lei e

dice

marito, alla presenza del Bosola o


I

d' altri

Duch.

have heard you say that the French courtiers


their hats on 'fore the king.
it.

Wear
Ant.
I

have seen
te

Duch.
Ant.

In

presence

Yes.

Duch.

Why
'Tis

should not

we

bring up that fashion?

ceremony more than duty that consists


felt
:

In the removing of a piece of

Be you the example


Put on your hat
Il

to the rest o' the court;


')

first.

rifiuto

rispettoso

di

Antonio, previene

le ciarle

che certamente sarebbero sorte da quest'atto di eccessiva


confidenza.

Una
carsi

sera

la

Duchessa, in compagnia del marito e

di Cariola, s'abbiglia nella sua


;

camera da

letto per cori-

dai ragionamenti e dai lazzi intrecciati da queste

persone, irradia una felicit


I'
11

somma

ed un'insolita gaiezza.

stop your mouth.

dice la Duchessa troncando la conversazione:

Nay,

that' s but

one

Venus had two


;

soft

doves

To draw her chariot


le

most have another.


riceve

risponde

il

marito, mentre

un secondo
la

bacio.

La

felicit al colmo, lo confessa

anche

Duchessa:

i cortigiani in Francia tengono davanti al Re. Ant. E vero, fanno cosi. Duch. Proprio alla sua presenza ? Ant. Si. Duch. E perch non introduciamo anche noi una simile usanza ? Il rimuovere un pezzo di feltro dal capo non forse etichetta pi che azione rispettosa ? Date voi l' esempio agli altri cortigiani, ponetevi per primo il vostro cappello in testa, (a. II. scena I.)

1)

Duch. V'ho udito dire che


in
testa

il

cappello

60

Wlicn wcni wc ho

iiirrry ?

')

Ma

(|ii08Ui

s'accorge ad un tratto
;

ulie

suoi cajiolli
la colpisce

sono aggrovigliati
dolorosamente.
in

un

triste pronostico

che

La

scena, cosi bruscamente mutata, cresce


i

potenza,

(juando

duo

compagni

la

lasciano

sola
essi

furtivamente, ad essa

parla credendo di essere

da

udita. Acconciandosi le
al

chiome prova una nuova stretta


la

cuore, poich

s'

accorge per

prima volta che inco-

mincia ad incanutire;
trova tosto

ma

la

sua naturale vanit femminile


e felice
:

un rimedio ingenuo
i

tutti in corte

porteranno
a turbarle

capelli incipriati.

Due

pensieri per spuntano


:

1'

animo ancora perplesso


e se
i

se
il

Antonio non

l'amasse pi?

fratelli

scoprissero

matrimonio?

Ma

tosto

li

scaccia
:

dicendo

ad

Antonio, mentre non

sospetta d' essere sola

You have cause

to love

me. I entered you into

my

heart

Before you would wouchsafe to cali for the keys.


1'
11

assure you,
till

You
'Tis

shall get no more children

my

brotliers

Consent to bc your gossips. Have you

lost

your tongue

welcome

For know, whether


I

am doomed
^).

to live or die,

can do both like a prince


1) Diich.

Vi voglio chiudere la bocca. (Lo bacia). Ani. No, Venere ha due morbide colombe, che le trasciDuch. Dimmi, quando nano il carro ne voglio un secondo noi fummo cosi allegri ? (a. III. scena II.) 2) Duch. Avete ben ragione d'amarmi, poich io vi ho posto nel mio cuore assai prima che voi osaste chiederne le chiavi .... ma io vi assicuro che voi non avrete pi tgli da me tn che i miei (fratelli non acconsentiranno a far loro da padrini. Avete perduto la favella? E ci sta bene, poich sia io destinata a vivere od a morire, mi comporter sempre da principessa (a. III. scena II.)
questo uno solo
;

60

A queste parole risponde la vocemiii acciosa di Ferdina udo:


Die, then, quickly
!

{giviny her a joninrd)

ma

queir ingenuit che

nasce dalla coscienza profonda-

mente
rizione

onesta, le fa credere da principio che quell'appadel


fratello sia

uno scherzo

come

infatti
1'

esli

avrebbe

potuto penetrare nella sua stanza per

accesso

segreto, senza la complicit di


eh' essa sposa, e

Antonio? Confessa perfino


fu

che

1'

onor suo

sempre puro

ma

tosto le cade
fratello
le

il

velo dagli occhi, e solo l'ira del furioso


tacere
il

fa

nome
,

del

marito.

se venisse

scoperto? ogni

sua cura

in questo

frangente, diretta

a salvarlo, e per metterlo al sicuro d'ogni pericolo trova

subito
gerisce

un ottimo
;

consiglio.
di

il

Tasso che glie


!

lo

sug-

1'

amore

Olindo e Sofronia

short syllables

Must stand

for periods. I

must now accuse you


as Tasso calls

Of such a feigned crime

Magnanima menzogna
it

noble

lie,
^).

'Cause

must

sliield

our honours

Delicatissima nota

psicologica questa, che dimostra

quanto grande

sia

anche nei minimi particolari l'accorgidel Webster.

mento drammatico
hanno
spettatore o lettore
dilettosa,

Le

parole italiane nulla

di prezioso, di affettato;
si

ma

per esse la mente dello

trasporta

tosto alla terra molle e


e

dove l'amore regna sovrano

regna con

la poesia,

dove l'esuberanza del cuore eccita una rapida inventiva


Muori dunque, e tosto! (dandole un pugnale) (a. III. scena II). Duch. Brevi sillabe terranno il posto di interi periodi. Io ora vi debbo accusare di un falso delitto, die il Tasso chiame1)

2)

rebbe

"

m^au.nanima menzogna"
(a. III.

poich esso deve

proteggere

il

nostro onore,

scena

II.)

fenuiniiil', scii/ii

olm

Mt-piiiiic

lontatiamentc

si

possa so-

spettaro in

ns.sii

unii

non

sini|iiit icu

disposizione all'astu/ia.

Al Ncndictativo Konliiuindo
nere
celata
la

potrebbe aduiu|iio rima-

condizione

di
la

Antonio;

ma
si

l'ingenua

confidenza

tradisce ancora

Duch3ssa, e (juesta volta

irroparahihnonte. Lontana dal

marito, che

ritirato

ad Ancona, nell'incertezza e nello smarrimento della sua

nuova situazione, a chi


Proprio
al

si

rivolge essa
al

per
fianco

consiglio?

Bosola, che
;

le

fu messo

come

spia

dai fratelli

cos

1'

abbagliamento del sogno d'un amore


purezza dell'anima immaculata,
tradimento,
la

duraturo

e tranquillo, la

che

non

sa

sospettare

spingono,

come

colomba, nelle fauci del serpente.

Abbandonata dai

cortigiani, bandita da
il

Ancona, nella

solitudine di una landa, la raggiunge

Bosola con una

lettera di Ferdinando, nella quale essa legge la

condanna

del

marito.

La
il

speranza, simile ad una rosea nube, che


sole,

accompagna
della

tramonta

anch' essa
lei,

col

disparire

sua

felicit.

Come

stata

la

donna, che

ha

voluto tentare la pericolosa impresa di quel matrimonio,


cos lei sola, se
e scongiura
il
il

cielo lo consente,
. .

ne sar

la vittima,

marito alla fuga

.... \>y ali

my

love

do con jure you


fly

Te take your

eldest son,
ali

and

towards Milan.

Let US net venture

this poor remainder


>).

In one unlucky bottoni

1) Ducli. ...

Vi scongiuro per tutto

1'

amor mio, prendete

il

nostro figlio maggiore e fuggite a Milano.

Non

vogliate permettere
fato. (a. III.

che noi tutti, scena V.)

infelici,

periamo travolti dal tragico

62

Quando vede Antonio


salvo, serena e tranquilla si

col

maggior
al

figlio

ormai

in

consegna

Bosola soprag:

giunto,

e,

presaga del suo destino, gli dice


to

Duch.
Bos.
DucJi.

Come,

what prison

To none.
Whither, then
?

Bos.

To your
I

palace.

Duch.

have heard
s

That Charon'

boat serves to convey

ali o' er

The dismal
Bos.

lake, but brings

none back again.

Your brothers mean you


Pity
!

safety and pity.

Duch.

With such

man preserve alive Pheasants and quails, when they are not
a pity
^).

fat

enough

To be eaten

Prigioniera in casa sua, sorretta dall'amore sconfinato

per

il

marito

per

gli

sventurati

figli

dalla

fede

incrollabile
de'

che non saranno mai ghermiti

dall' artiglio

suoi

nemici, attende, senza


la raffinata
dell' effigie
il

lamenti, la sua

sorte

ma quando
per mezzo
allora

crudelt del fratello


di cera, alla

le fa credere,

morte

de' suoi

cari,

non

lamento esce dal labbro della Duchessa,

ma

la

maledizione.
Let them, like tyrants,

Duch.

Never be remembered but

for the

ili

they have dona;

1) Duch. Or su, via, a qual prigione ? Boa. A nessuna prigione. Duch. Dove dunque? Bos. Al vostro palazzo. Duch. Ho sentito dire che la barca di Caronte trasporta tutte le anime al di l della lugubre palude, ma non ne riporta indietro nessuna. Bos. I vostri fratelli sentono piet di voi, e vi vogliono salva. Duch. Piet quella piet per cui si mantengono vivi fagiani e le quaglie, quando non
I

sono abbastanza grasse per essere mangiate,

(a. III.

scena V.)

r.ft

Ldt

ali

tliu

/MilouH
i'orf;<t

j)ray;rs

)t'

morti fiod

('liurcliinrii

lliom!

Let Hoavi'n a

little
!

w
*)

li

ilo

cease crowning martyrs

To

piiiiisli

toni

Ma
calmo e

dopo

(luesto sfogo violento,


tale
si

1'

animo suo torna


la
il

rassegnato, e

mantiene attraverso
la

lunga, troppo

lunga serie di

strazi, cui

costringe

furente fratello.
Infine essa strappata con violenza anche da Oariola,
1'

unica

persona che

le

rammenti
le

1'

adorata famiglia, e
;

nell'

estrema separazione
I

fa questa preghiera
st

pray theo look thou giv'


for his cold,

ray little bo\'


let
")

Some syrup

and

the girl

Say her prayers

ere she sleep.

Le
nato
ai

sorride ancora la speranza che Cariola possa far


alle sue

da madre

innocenti

creature.

Dopo aver
o

perdo-

suoi carnefici, perch


1'

non fanno

altro che quel


tosse,

che farebbe

apoplessia,
il,

il

catarro
:

la

grida,

offrendo al laccio
Pul,

candido collo

and pul strongly,


pul
;

for \'Our able strength


:

Must

down Heaven upon me

Yet stay

Heaven-gates are not so highly arched


:

As

princes' palaces

they that enter there

il

1) Duch. Come tiranni non siano giammai ricordati, che per male che hanno commesso che le fervide preghiere dei penitenti religiosi li dimentichino Cessa, o cielo, per un istante di
!

coronare
2)
al

tuoi martiri, e puniscili


ti

(a.
il

IV. scena

I.)
il

Duch. Bada,

prego di dare

siroppo per
le

raffreddore

mio piccino, e che la bambina dica sempre prima di addormentarsi, (a. IV. scena II.)

sue preghiere

84

Must go upon

their knees (Kiieels)

Come, violent

deatli,

Serve for mandragora to


Gro teli xa.y brothers,

make me sleep! when I am laid out,


in

They then may

feed

quiet.

')

La
nel

beli'

anima sua
di

aleggia,

come quella
1'

di

Cesare
atto,

capo lavoro
al

Shakspeare, in tutto

ultimo

ed appare

Bosola e ad Antonio.
e
la

Cariola, la fida cameriera

confidente della Dunel

chessa,

un personaggio secondario

dramma

al pari

che nella novella.

Ma

nel Webster,

come

nelle tragedie

di Shakspeare, le parti

anche secondarie hanno una tale


scolpite

impronta
che non
il

originale, sono
si

con arte
la

si

maestra,

dimenticano pi.
del

lei

Duchessa confida
estrema racco-

segreto

suo amore, a
di

lei

nell'

ora
al

manda quanto
impareggiabile
1'

pi caro

le

rimane

mondo,

suoi

piccini. Negli ultimi

istanti di vita
:

tratteggiata con
a viva

naturalezza
dalla

giustizieri

forza

hanno staccata
with her

padrona, mentre
lei!

essa grida I

will die
1'

- voglio morire con

ma poi,

giunto

istante del suo supplizio, rimpiange disperatamente la

vita, e
Cari.

non vuol pi morire.

My tum
Is't

is

next,

not so ordered?

Boa.

Yes, and I

am

glad
for't.

You

are

so

well prepared

1) Stringete, e

stringete

fortemente, poich
cielo. Per,

la vostra

abile
;

forza deve

tirare su di

me

il

fermate un istante

le

porte del cielo

non tanno

l'arcata

come quella

dei palazzi princi-

pescbi, e chi vi vuol entrare, deve porsi in ginocchio (si inginocchia)

Vieni, o morte violenta,


digerire in pace.

fammi da mandragola, che

io

possa dor-

mire. Direte ai miei fratelli, quando io sar spenta, ch'essi possono


(a.

IV. scena II.)

Cttri.

Voli un- lU'ccivfil. sir,


I

iiiii

noi

prcpiirod lur't,

will iiut <lir;


iiikI

uill lirst (UJim: lo


I

my

an.swnr,

kiiou

Hiiw
liiis.

liavo ofl'ondpfl.
licr.

('ulne, <lrs|ni(cli

Voli
lUiri.
l

k'])l

lior coimHc^l;
I

now you
;

sliall
I

kecp ours.
fontracted

will

iiot dio,

must not

am

'Po a yoiiiijj;
\st

^i-ntloinaii.
vveddinfij-rinfi;.

Kxer.nf. Hero's

your
liiit

('((//.

Let ino

speak witli
per.son.

tlie

duki>:

1' 11

<Iis<ov<'r

Trcason to his
lios.
ixt

Delays

throttlo ber.

Execit.

She bites and scratcbes.


li'

davi.

you kill me now, am danmed 1 bave


;

not beon at confession

This two years.


lo.s.

|to Execntioners|.
I

Wben

Cari.

am

quick witb cbild.


tben,
credit' s saved.
')

Bos.

Why,
Your

Patetico e poetico veramente Antonio nella novella

bandelliana

la

timidezza

lo

zelo ci

hanno

fatto

di-

menticare

la

sua irrisoluzione nella commedia spagnuola;


venuta

1)
Si,

Car.

la

mia

volta,

non

cosi

comandato? Bos.
!
:

sono lieto cbe siate si ben preparata. Car. Oh vi siete ingannato, signore, non sono punto disposta, non voglio morire voglio prima sapere in cbe cosa io ho peccato. Bos. Andiamo, giustiziatela! Voi aveste il consiglio di lei, ora avrete nostri.
e

Car.
al

Non
!

voglio morire, non lo devo, sono fidanzata ad un giovane


T'^

gentiluomo.

f,'iusti~iere. Eccovi l'anello nuziale. Car.. Che io parli devo svelare una congiura contro la sua persona. Bos. Indugia: strozzala! I*^ Gitstiz/ere. Essa morde e graffia. Car. Sono dannata, se mi uccidete ora; non mi son confessata da due anni Bos. (al I"' G-iustiz.) Quando ? Car. Sono gestante Bos. Eb-

Duca

gli

bene,

il

vostro onore salvo

(a.

IV. scena

II.)

(56

ma
si

nella tragedia del "Webster, tutta


e

la

filosofia di

cui

mostra fortificato nel IV


simpatico.

atto,

non basta a rendi

dercelo

E un uomo

superstizioso

cui la

sventura
il

ha

fatto un mistico;

ma

prima

di

ammirare

suo misticismo noi abbiamo riso della sua superstizione

ne siamo rimasti anche

oftesi.

Nel primo segreto

col-

loquio colla Duchessa, pare che di nulla sospetti, cosicch,

impreparato

affatto,
di

non
lei
:

sa
e

che

cosa

rispondere
1'

alle

ardenti espressioni
postogli
in
dito,

quando vede, per

anello

ohe

la

scelta dello sposo


sa
si

caduta su

di lui, tutto

tremante non

che correre col pensiero

ai fratelli della

Duchessa, che

vendicheranno

ed alla
nascone
la

vista di Cariola, che


diglio,
il

improvvisamente esce dal


tale

suo
lo

terrore

che grida

Ha !

Duchessa
Dich.

deve rassicurare.
;

Be not amazed
r

this

woman's of

my

counsel

havo

lieard lawvers say, a contract in a nliainber


yresc.iiti
is

l'er

verha

absolute niarriagc.

')

Poi
resoluto
:

marito affettuoso ed ossequiente,

ma non mai
smarrisce, e

dopo

la

scena delle albicocche


:

si

non
At.

sa fare altro che ripetere


I ain lost in

amazement:
gli

know not what

to think on't.-)
il

Delio che

suggerisce d'accusare

Bosola

di
il
i

aver avvelenata
consiglio, prende

la
il

Duchessa
bel

ma

invece di seguirne
tutti

provvedimento per cui

donna conosce il mio segreto: da avvocati, che un matrimonio concluso in una camera per verha i^reseiiti, un matrimonio indissolubile, (a. I.) 2) Ant. Sono smarrito, sono perduto, e non so a qual partito
1)

Non

vi spaventate, questa

Io

Ilo

sentito dire

appigliarmi,

(a. II.

scena

II.)

r,7

cortipfiiiiii

V(Ui/j;()iin

riiuiliiuai,
|iii(lr',

tramio

|)i'o[)rio

il

liosola.

A
ed

pf'ini

Sii,

(V csseru

in

circoataii/e

cosi gravi per

l'onoro o la salute della Ducliessa, corre da


hii
1'

un astrologo,
su
cui sta

iiuivvodut(-'//a di

perdnr'

il

foglio

scritto l'oroscopo del figliuolo


al

i;i

pi

iiiiiniti-slii

;ilIiisi<)nM

parto della Duchessa.

Tornando coll'omscopo,
nolto, nel

incajj])ii, Ira

lo

tenebre della

Hosola, o

(|U('st'

incontro
i

lo

abbatte talmente

che

gli si

altera la voce, e tutti


:

pori della pelle stil-

lano sudore
A/if.
Jios.
1

heiird

some

iioise.

Who's tliere? wliat


:

art

tlioiiy s])eiik,

Antonio, put not your face nor body

To
1

suoli a t'orced

expression of fear

am

Bosola, your friend.


I

Ai/t.

Bosola

Heard you not

[As.\

This mole does undermine me.

A
Bos.

noise even

now

Ani.
Bos.

From wlienceV From the duchess'


Not
I: did

lodgi ng.

you?
I

Ant.
Boa.
Aiti.

I did,

or else

dream ed.
it.

Let's

walk towards
it

No

may

be 'twas

But the rising of the wind.


Bos.
A'ery likely.

Methinks

'tis

verv

coki,

and yet you sweat:

You
Ant.
I

look wildl}-.

bave been setting a figure

For the duchess' jewels.


Bos.

Ah, and

how

falla

your question

i)

Bos. 1) Ant. Ho udito del rumore; chi ? chi sei tu? parla Antonio, non esprimere col volto e con i gesti vina cosi grande
!

68

Per questa indiscrezione scoppia

fra quei
;

due perso-

naggi un vivace diverbio con gravi minacce

ma Antonio
essere

non

sa

resistere all'audace cortigiano; vorrebbe

coraggioso, e invece completamente vinto dalla superstizione:


At.

\Aside.]

My

nose bleeds.
superstitiou.s
it

One that
Tliis

Avere

would count

ominous, when
letters, that are

merely come by chance:

Two
Mere

wrote here for ray name,


!

Are drowned in hlood


accident.
^)

N
Bosola
il

pare

che

in

seguito

abbia

concepito

per

il

pi leggero sospetto. sua ostinazione contro


i

Per

la

consigli e le preghiere

di Delio, a

Milano incontra

la morte.

Perfino

1'

Eco, in

una scena romantica delicatissima, scongiura invano, fra


le

mura

d'

un cadente

castello,

Antonio
:

non

recarsi

dal Cardinale in quella lugubre notte


Delio.
Ait.

NoAv the echo hath caught you.


It

groaned, methought, and gave

very deadlv accent.


sono
Bosola, vostro amico. A7it. Bosola!

espressione di spavento
(a parte).

io,

Questa talpa mi tende un'insidia. Non avete udito un rumore or ora? Bos. Da dove? Ant. Dall'appartamento della Duchessa. Bos. lo no, e voi ? Ant. Io si, o che abbia sognato ? i?o.s'. Avviciniamoci. Ant. No: potrebbe essere stato solo una folata di vento. Bos. molto probabile. A me pare freddo, e voi sudate! sembrate spaventato! Ant. Ho interrogato l'oroscopo per le gioie della Duchessa. Bo.f. Ah! e come fu la risposta? (a. I. scena III.) 1) Ant. (a parte) Il mio naso fa sangue: un superstizioso prenderebbe questo per un cattivo augurio, mentre non che un puro caso. Le due lettere che furono scritte qui per mio nome, sono cadute nel sangue mero accidente (a. II. scena III.)
!

9
l'U'Ito.
'

F)oaflly arciMi).

,,

/h-/ni.

lold

voli

'( \\

UH a pretty

trio:

yun

iiiay

jiiakc

it

A
(

liiiiit.siiuiii,

or a

l'alconor, a iiiiisician,

)r

II

in fi; ol'
ol"

sormw.
so ITO w. snits
it
,.

I\rll(>.

"

lllillfjf

Ani.
h'.chn.

A\, suro,
"

llial

\)vs[.

Thal suits
likt;

it

lu'st.
\

Ani.
F.rliii.

"Fis vcry
'"

in

witu's voice.
,,

Ay,

wil't's

voici-.

Delio.

Oomo,
1

let

us walk
liavi'

l'iirt

liur

Irom'l.

woiilil nut

you

<^o

to tliu cariliiiars to-uiglil:

Do
l-'.rho.

not.

"

Do

not.

,,

Delio.

Wisdon doth not more moderate wasting sorrow


Tliaii

time: take time

t'or't; Ijc

miiKiriil ot'tliy safety.

Krhd.

'

Be miudful of thy safety.

AiU.

Necessity compels

me:

Make
To
Edio.
Delio.

scruti ny throughout the passages Of your own lite, you'll lind it iinpossible
tly

your your
tlie

fate. fate.
,,

" 0. ty

Hark

dead

.stoues seein to

bave

]>ity

on you,

And
.1///.

givo you good counsel.


I will

Edio,

not talk witli thee,


thing.

For thou
Echo.
''

art a dead

i)

dead thing.

1) Del.
i;einito,

Ora l'Eco

ti

ha raggiunto. Avi. Mi

])are

che sia stato un


di morte.

e die abbia dato

una voce

di morte. Eco.

"Voce

Del. Vi dissi che quest'eco assai chiara; potete farne

un falconiere

una voce

di dolore. Eco.

"Voce

di

un cacciatore, dolore,, Ant. Oh!

"Riesce benissimo.,, Ant. Mi pare la voce della mia sposa! Del. Via, lungi di qui! questa notte non vorrei che andaste dal Cardinale, non andare. Eco. "Non andare.;. Del. lia saggezza non pi del tempo deve moderare il dolore; prendete
sicuro, riesce benissimo. Eco.

tempo per questo vostro


vezza. Eco.
'

dolore, siate ricordevole della vostra sal,

Siate ricordevole della vostra salvezza,,

Ant.

il

fato

70

Colpito in sbaglio

come un eroe
rievocata, or

del

muore sentenziando Metastasio. La sua tragica fine venne


dal

Bosola,

non sono molti anni, da Giuseppe Giacosa

nel

dramma, derivato da una novella bandelliana,


.

La

Signora di Ohallant

Vicino quasi sempre ad Antonio, appare sulla scena


Delio, personaggio
affatto

secondario, e che
nel

il

Webster

ha voluto

mantenere anche
alla fonte,

suo

dramma. Fedele

com' in generale

non poteva assegnargli che

un posto secondario, che altrimenti n avrebbe snaturato


il

carattere,

non tragico

e
;

non necessario

al

progredire
efficace,
1'

e al precipitare dell'azione

non

che un mezzo

come
si

sar Giulia, per colorire V ambiente in cui

azione

svolge.

Cos nella prima scena, ragionando coll'aniico Antonio


nella sala dei ricevimenti ad Amalfi, trova
la

modo

di fare del
i

presentazione
:

al

pubblico

dei

vari
fin

personaggi

dramma

in

tal

modo conosciamo

da

principio

caratteri della Duchessa, de* suoi fratelli e del Bosola.

Neppure
completo
e

nella

novella balza evidente


di Delio:
si

il

carattere
infatti?

ben delineato

chi egli

una persona

indefinita, che

mostra
e che, per

molto addentro
natura pietosa,

nei segreti degli

uomini grandi,

tenta invano
11

di aprire gli occhi ad

Antonio Bologna.

Webster non

proceduto oltre nell'analisi psico-

passi della vostra vita, e vi che mi spinge. Indagate voi tutti persuaderete che non possibile sfuggire il fato. Eco. "Oh! sfuggite
i

mostrano compassione danno un buon consiglio. Ant. Eco, non voglio pi parlare con te, poich tu sei una cosa morta. Eco. " Tu sei una cosa
il

fato!

,,

Del. Sentite, perfino le gelide pietre

di voi, e vi

morta.

(a.

V. scena IV.)

VI
I();^i(r:i,

di

ha

picscmiIhIu

un

Dolio

ii^diiliiioiit e
il

iiihI

(Itlinilu,

elio
sen/iii

c(jno8ce molte uose se*;retL', e elio fa


scoili [xn'si

comvia

mento,

mai, su quanto
ora,

vienr^

via

conoscendo.
oi'a
.sia

jo

troviamo
si

ad

Ainalli, ora a

Roma,
n(f\i

a Milano, senza elio


o

sappia esattamente
e

chi
al

perche viaggi;

non ha famiglia,
|)iii

non

soldo

d'alcuno; conversa coi

alti
i

cortigiani e coi princi[>i

e no frequenta liberamente
lo

palazzi; donnaiuolo

come

poteva essere un simile personaggio nel secolo


il

XVT.
mora-

Kgli a})ro
leggianti.

dramma,

e lo

chiudo

con

riHossioni

Probabilmente

il

Webster non dubit che con questo

scialbo personaggio, avrebbe posto sulla scena lo scrittore


della novella, colse
lit
al

l'autore

della

Signora di Challant

felicemente nel segno, cjuando, con finissima abid'artista,

trasport
certi

nel

suo

dramma, attribuendoli
tolti

Bandello,
nostra

tratti

caratteristici

dal

Delio

(Iella

novella,
legata.
(*)

che con quella

della

Challant

intimamente

Ferdinando, duca
nelle crisi

di

Calabria, un [aranoico, che


le

del

male progressivo, pronuncia

pi grotsquilibrio

tesche minacce ed escogita efferati tormenti.

Lo
si

sempre maggiore
specialmente
alla

delle sue facolt mentali

manifesta
intorno

ogni

volta

che apprende

notizie

vita della sorella; cosi ia scoperta della nascita del


figlio

primo
Ferd.
1

seguita da questo dialogo:


digy;e(l

bave this night


?

up a inundrake.

Card. Say you

1)

Bandello, Novelle.

I.

4.

l'id.
('(ini.

And
Read

ani

grown

niml with't.

What's

tlie

prodigy?

Fcnl.

there,

a sister dauiued

Grown a
Card.

notorious strunipet.

Is't possible ?

Can
Ferd.

tliis

be

(;ertaiii ?

Rhubarb, 0,

for rhubarl
I

To purge

this cboler

here's the cursd


;

day

To prompt m^' niemory


Till of ber bleeding

and
I

here't shall stik

heart

uiake a spenge

To wipe
Card.

it

out.

Why

do you

make

your.self
. . .

So wild a tempestV
Ferd. Applj^ desperatc physic

We

must not now use balsamum, but

fire,

The smarting oupping-glass,


To purge infected
There
is

for that's the raeaii

blood, such blood as hers.

a kind of pity in
it

mine
;

ve.

'ts

l'U give

to

my
tliis

handkercher

and now

bere.

l'U bequeath

to her bastard.

Card.

What

to

do

Ferd. AVhy, to

make
liave
I see

soft lint for his mother's

wounds,

When

hewed

lier to

pieces

Ferd. Methinks

her laughing
!

Excellent hyena

Talk

to

Or

my
to,

imagination will carry

me somewhat me
.

quickly,

To

see her in the shameful act of sin.


raistress
!

Go

'Tis not

your whore's milk that sliullqnench


Avhore's blood.

my

wild

fij-e,

But your
Ferd.

...

Card. Are you stark


I

mad ?
with
tlie

would bave their bodies


Burnt
in a coal-pit

ventage stopped,
to

That their cursed smoke might not ascend

Heaven

Or dip the sheets they He

in pitch or sulphur,

7B

Wrap
Or

lliriii
ti)

iii'l,

uik

llitiii

l;;lil

tinnii
ii

likc a

iiuitc.li

oIhh

lioii
lii.s

tlmir biiNtanl to
IccliorouH futlicr.
ci

cullis,
.

Ami
V]

^ivo't
i^li

*j

cosi

iistiiiiti

descrivono
fratelli,

I'

attef^giamoritu

sconvolto, traffico
la

(lei

duo

che stanno leggendo

luttora

invelatricc del
l'riiifo

nonio di
:

Antonio Bologna.

/V'.v.

Murk

Funliimml

A
Sii. Tlial

vcry salumandur lives

iii's

oyi,',

To mock the oager violence


canliiial hath maile
tlian over Micliael

of

fre.

more bad

i'nc.vH

witli

liis
:

oj)pre.ssioii lifts up's

Angelo made good ones

he

nose, like a foul porpoise before a storni.

Card. 4) Ferii. Questa notte lio strappato una mandragola Che cosa? Ferd. E mi ha fatto divenire matto. Card. Che prodigio mai questo? Ferd. Le,i::gi qui! La sorella nostra dannata!.... diventata una donna pubblica!.... Card. E mai possibile? ma dici il vero ? Ferd. Rabarbaro: ah, andate per rabarbaro, che io mi possa
!

purgare di questa bile

Ecco

il

giorno maledetto per stimolare la


il

mia mente

lei non Card. Perch vi lasciate trasportare da cosi violenta tempesta?.... /<'(?/yZ. Applicare un rimedio disperato; non balsamo, ma il fuoco e la straziante ventosa; questo il rimedio per purificare il sangue corrotto il sangue come il suo! Ecco una specie di piet ne' miei occhi la voglio affidare al
:

esso rester fsso finch

cuore sanguinante di
via!

sia diventato la

spugna per cancellarlo

fazzoletto eccola qui e la lascer al suo bastardo per eredit. Card. Perch ? Ferd. Si, perch sia la soffice benda alle ferite di sua madre, quand'io l'avr fatta a pezzi.... Mi pare di vederla ridere! iena Dimmi qualche cosa, e presto, o la mia mente me la far vedere nello sconcio atto del peccato !... Ebbene, donna, non sar il vostro latte di putta che spegner il fuoco che mi divora, ma il vostro sangue di putta !... Card. Ma siete matto davvero ? Ferd. Vorrei che loro corpi fossero arsi in una fornace, collo sbocco otturato, perch il loro m.aledetto fumo non possa elevarsi al cielo, o immergere il lenzuolo in cui essi si trovano in pece o zo'fo, e avvolgerli in esso, e accenderli come una fiaccola; oppure far
:
;
!

mio

bollire

bastardi

in

una

jentola, e servirli poi

alla

mensa

del

lascivo padre,

(a. II.

scena V.)

74
l'c.s.

The Lord Ferdinaiul


That lightens

lauglis.

Delio.

Like a deadly caunon


ere
it

smokes.
deatli,

Pes.

These are your true pangs of

The pangs of

life,

that struggle Avith great statesmn.


')

Dado, in such a defornied silence witches whisper their charms.

Dopo
odio,

il

delitto

avviene nell'animo
vedere

di
le

Ferdinando un
vittime del suo

repentino mutamento; vuol

che

hanno linalmente trovato


la vista;

riposo,

ma

non ne
della

pu sopportare
Duchessa,
pj

essendo fratello

gemello

avrebbe

dovuto

morire

nell' istesso

giorno,

per qual motivo ha


lo

commesso un simile

delitto? ora

soltanto

sappiamo chiaramente: sperava un giorno


eredit,

una ingente

come

se la sorella

non avesse avuto


il

un erede dal primo marito! Rimprovera


Duchessa insorgendo a difesa della
l'assassinio

Bosola aspra-

mente, che, se fosse stato onesto, avrebbe dovuto salvare


la

di

lei

innocenza.

Ora

non

si

j)otr

tener
il

celato.

Nel grave

stato di
sulla

demenza

in cui

appare poi

princi[)e delirante

scena,

l'orrore
il

delFatroce

vendetta,

che

esso ha

compito ed insieme

dubbio della sua irresponsabilit,


la nostra

rendono sempre pi intensa

commozione.

il

1) Pese.

Osserva

il

princi]e

Ferdinando, nel suo occhio par

salamandra per burlarsi della violenza del fuoco. Delio. Quel Cardinale, come oppresso! non ha fatto tanti bei visi Michelangelo, quante brutte facce ha fatto lui arriccia il suo naso come un porco marino innanzi la burrasca. Pe,<ic. Il signor Ferdinando ride. Delio. Come il cannone mortale, che manda bagliori ]irima che fumo. Pese. Queste sono davvero le vostre contrazioni
;

che viva una

dell'agonia, l'angoscia della vita che lotta coi potenti della terra.
Delio. In cos tetro silenzio, le streghe sussurrano
i

loro incante-

simi, (a. III. scena III.)

75
l'iito elio (iHl.eniiiiia.
1

traffici avvcniiiH'iili, o la perversit

umana?
Fei'd.

Ijoavo

\\\v.

MtiL
Fer<{.

Why

dutli y<ur

lortl.sliiii

love

tliia solituriiioss ?
:

Kii^jlos

coininonly
that
?

lly

alone

tliey

are
liook,

crows,
uliat's

iIuwh, an<l
tliut
f'ol-

stiirliiifjis

llock

togctluT.

lows
Mti/. Notliiiifi;,
I''ei'd.
.!/<//.

me

my

Inni.

Yes.
'Tis yoiir

shudow.
it

Fenl. Stay

it; lei

not hamit me.


tlie

Mal.
Ferd.

Inii)0.s.sible,
1

if

you move, ami


it. ') ( 'J'/iroir.s

suii sliiue.

will tlirottle

Itiinself

doirn

oit

liLs

shadow)

in

un accesso

di delirio^

muore sospirando:

Ferd.

My

sister,

my

sister

Wliether

\ve fall

by amhitioii. blood, or
uith
cui-

lust.

Like diamonds
Il

\ve are cut

own

dust.

-')

cardinale d'Aragona invece, nel concetto del Webster,

ardente

seguace

della

Riforma,

l'

incarnazione dei due

vizi pi gravi, rimproverati dai [)rotestanti all'alto clero

cattolico: l'ipocrisia e la lussuria. Il Bosola cos


finisce fin dal principio dell'azione:

lo

de-

1)

Ferd. Lasciatemi. Malat. Perch vossignoria

di queste solitudini ? Ferd.


i

Le aquile per

lo pi

si compiace volano sole sono


;

volano in frotte. Che cosa (juello che mi segue? ^[alat. Nulla, signore. Ferd. Si. Malat. la vostra ombra. Ferd. Fermatela, non lasciate che mi segua Malat. Impossibile se voi vi movete e il sole splende. Ferd. La voglio strozzare (si china sulla sua ombra) (a. V. scena II.) Sia che noi cadiamo 2) Ferd. Mia sorella, o mia sorella! par ambizione, o per sangue, o per lussuria, come il diamante, siamo corrosi dalla nostra polvere
corvi, le cornacchie e gli storni che
!

76

Some

follows, tliey saV; are


gi'eat

po.ssesserl
al>lc
')

-witli

tlie tlic

rievil,

Imt

tliis

fellow

werc

to

])ossess

greatest devil,

and

jiiake bini worse.

Dopo

essere

stato

1'

istigatore

segreto
definita,

dei
si

delitti

di

Ferdinando,

senza

una ragione
soldato,
il

trasforma

improvvisamente in

e,

come

tale,

senza tener

conto della cronologia, segue


del

Lanoy. Nella scena muta


i

bando,

due

pellegrini,

come

personaggi del coro


i

dell'antica tragedia greca, ne

commentano

gesti,

met-

tendone in evidenza

il

carattere prepotente e violento.


del Cardinale consiste nel

La pi grande sollecitudine

far credere ch'egli nulla sappia di


cosi risponde al

quanto avviene:
gli

])erci

marchese di Pescara, che

chiedeva per-

ch mai Ferdinando fosse caduto in quella strana malattia:


Card. [Aside.\
I

must feign somewhat.

Thus they say

it

grew.

You have heard it rumoured, for these inany years None of our fainily dies but tbere is seen
Tbe shape of an old womai), whicb
is

given

By By
One

tradition to ns to bave been murdered

ber nephews for ber ricbes. Such a figura


nigbt, as tbe prince sat
to liim
:

up

late at's l>ook,

Appeared

wben crying

out for

bel]),

Tbe gentlenien

of's

cbamber found

bis grace
in face

Ali on a coki sweat, altered


:

mudi

And language since wbicb apparition, He liatb grown worse and worse and I He cannot live. ")

miicb fcar

molti mariuoli siano stati posseduti dal demonio, grande mariuolo, saprebl)r impadronirsi del ]>iii gran diavolo, e renderlo anche ~|ieggiore. (i\. i. scena I.) 2) Card, (a parte) Qui bisogna ricon-ere a qualche finzione. Ecco in qual modo pare sia stata causata; avrete ben sentito dire
1) Si dice clic

ma

[Liesto

77

Quando
Miliiiio
si

il

l)Osi)lii,

dopo

1'

uctnaione della
iivorn
il

Ducliessa,

rivolpjo a lui

pi-)-

la

rioompousH cdnesta
s:

invaiu) al dniiiniito
|/l.s/*/c.
I

Kordiniiiido.
Hot
I

Cardinale pensa fra

'l'Iiis

folliiw

imisl

kiiow
intelligence
;

By

aiiy m'aiiH

liad
dt-atli

in our durlii'ss'

tbr,

though

(uiiscllfil

it,

Tlio full of ali the

engagement seeraed

(o

grow

From

Feniiiiainl.

';

o rivolto al Bosola dice:

Now,

sir,

liow fares our sister?


T

do net

tliink

hut sorrow

makes
:

licr

look

Like to au

ot't-dyed

garment
*)

slie shall

now

Taste comfort from me.

La
il

sua lascivia balza da certe situazioni in cui apparo


Giulia, sua ganza. Questa donna, che lascia

a fianco di

marito

Castruccio,
il

un

tipo

un

po' sciocco e

un

po'

buffone, e segue

lauto prelato, una delle figure pi

che nella nostra famiglia nessuno muore da molti anni; pure in casa nostra si vede il fantasma d'una vecchia, che, secondo la tradizione,
stata uccisa dai nepoti

ingordi delle sue ricchezze.

Ed una

notte,

mentre
i

principe era ancoi'a a tavolino, apparve a lui; e quando gentiluomini suoi accorsero alle sue grida, lo trovarono tutto in
il

un freddo sudore, alterato

assai nel volto

nella

parola; dopo

queir apparizione egli andato sempre pi peggiorando, e temo ohe abbia presto a mancare, (a. V. scena II.) Costui non deve in nessun modo sapere che io ebbi 1) parte nella morte della nostra Duchessa, poich, quantunque ne sia stato io l' istigatore, sembr essere opera di Ferdinando tutto il complesso del misfatto, (a. V. scena II.) 2) Card Ebbene, signore, come sta la nostra sorella ? Voglio
.
. . .

credere che

il

dolore

non

la

avr ora conforto da

me ....

renda simile ad una disperata (a. V. scena II.)

essa

78

vivamente scolpite

del

dramma. Ecco come sono


una scena

trat-

teggiati questi due personaggi in


Card. Sit
:

di gelosia:

thou art

my

best of wishes. Prithee, teli

What
hi Ho. Wliy,
I

trick didst thou invent to

come

to

me Rome

Withont thv husband.

my

lord. I told

him

carne to visit an old anchorite


for devotion.

Here

Card. Thou art a witty false one,


T

mean, to him.

hiUa. You have prevailed whit

me
:

Beyond

my

strongest thoughts

would not now

Find you inconstant.


Card. Do not put thyself

To such a voluntary
Out of your own
lidia.

torture,

whirh proceeds

guilt.

Card.

How, my You fear

lord.

My
Julia.

constancy, because yon have approved


in yourself.

Those giddy and wild turnings

Did you

e'er find

them?

Card. Sooth, generally for women,

A man
lulia. So,

might

strive to

make

glass malleable

Ere he should make them

fixd.

my

lord.

Card.

We

had need go borrow that fantastic glass


the moon,
there.

Invented by Galileo the Fiorentine

To view another spacious world

i'

And
lulia.

look to find a Constant

woman

This

is

very well,

my
?

lord.

Card.

Why

do you weep

Are tears your Will


fall into

justification

the self-same tears

your husl)and's bosora, lady,


tliat

A^^ith a

loud protestation

you love him

7'J

Aln>vi> tlu' wiirM. CoiiM',


'l'Iiiil's

ril
I

liivo yoii

wiscly.

ji'iilouHly

silici"

imi

vi-ry
'i

certain

Voli ruiiiiot iiuiko ino cuokoltl.

Mu,

moiitr)

la

pace vieno sunjpol latti da baci e

(l:i

dolci

parole,

un snrvo annuncia a
il

(liulia la visita d'un .signore:


tosto, e Delio,
1'

naturalinnnto

Cardinale

t.i

f'u^ffe

impor-

tuno visitatore,
Delti),
l

fatto entrare:
cunu'
iiiul

wiis liold
yoii iirc

si'o

you.

lidia.

Sii-,

wulconif.
V

Delio.

Do you He here

lidia. Sure,

your own experience


:

Will satisfv you no

our

Roman
.

])relates
. .

Do net keep loclging for ladies.


Delio.

Lady,

I know not whetlier You want money, but I bave

l)rougbt you some.

lidia. Froni niy

busband?

di grazia, con

Card. Siedi, sei davvero l'ottimo de'miei desideri: ma dimmi, quale astuzia sei venuta a Roma senza il marito ? (iiid. Cbe volete, signor mio, gli dissi che sarei venuta qui per visitare divotamente un veccbio anacoreta. Card. Siete davvero una bugiarda di spirito. Glie la dir io la verit. Giul. Voi mi
1)

avete vinta

incostante. Card.

non vorrei ora trovarvi ad un tormento cbe procede direttamente dalla vostra colpa. Giul. Come, signore ? Card. Voi temete della mia costanza, perch anche voi stessa avete
olti-e
i

miei pi forti pensieri

Non

vi sottoporre a bella posta

sofferto

sempre

sconvolgimenti vertiginosi. Giul. E li trovaste voi Card. Certo in generale pi facile all' uomo rendere malleabile il vetro, cbe fisse le donne. Giul. Ma bene, signore Card. Bisognerebbe avere quel fantastico vetro che invent Galileo Fiorentino, e con esso osservare un altro spazioso mondo nella luna, e veder di trovare ivi una donna costante. Giul. Ma benissimo, o mio signore! Card. Perch piangete? Son forse le lagrime le vostre giustificazioni ? le stesse lagrime cadranno
tali
?
; !

nel seno di vostro marito, con alte proteste che voi


d'ogni altra cosa. Ors, vi voglio

1'

amate pi
scena IV.)

amare davvero,

cio gelosamente;
(a. II,

poich sono certo che voi non mi potete far becco,

80
Delio. No,
Julia,
l

from mine own allowance.


ere
it
1

must bear the condition,


on't, 'tis gold:

be boiind tu take

it.

Delio.

Look

hath

not a fine colour?

Iiilia. I

bave a bird more beautiful.


on't
)

Delio.

Trv the sound

Al bagliore
resistere,

di quelle monete, la bella peccatrice


si

non

sa

ben

comprende,
al

e fa

uno strappo

alla

fede

giurata allora allora

porporato protettore.
questa donna, giunge
che, con vivacissimo
alla

Ma
al

la volubilit e la lascivia di

colmo

nell'atto

in

una scena,

contrasto, potente preparazione

catastrofe

immi-

nente. Uscendo essa dall'appartamento del Cardinale, cui

ha annunziato
cace
al

l'ora

del

pasto, lancia

uno sguardo pro-

Bosola. e pensa:

Julia. [A.'iide.]

What

an excellent shape hath tbat fellow


lui,
si

^)

Trovatasi quindi sola con


dialogo
:

svolge

fra

essi

questo

lulia. So. sir,

you are well met.


!

Bos.

How now
Now,

lulia.

Nay, tbe doors are fast enougb


sir,
!

I will

make you

confess your treacbery.

Bo.H.

Treacherv
5) Delio.
il

Mi son presa la libert di venire a visitarvi. Givi. benvenuto, signore. Delio. Abitate qui ? Givi. Come la vostra stessa esperienza non vi persuade: nostri prelati romani non danno alloggio alle donne. Dello. Signora, non so se avete
Siete
! i
.

penuria di danari ma io ne tengo per voi. Givi. Da parte di mio marito ? Delio. No, son danari della mia propria borsa. Giiil. Ditemi a quali condizioni, prima che io mi impegni di accettarli. Delio, Osservate; questo oro; non smagliante il colore? Giul. Io ho
;

un

uccello pi bello ancora. Delio. Provatene


1) Giul. (a parte)

il
I

suono ....

Che bell'uomo

costui

81
liti in.
^'('s,

coiiroNH to
<>f

inr-

Wliicli

mv

woincii 'twa.s
iiito
iiiy

you
?

liire<l

to pul

Love-powder
noa.

drink

Lovo-powder
Ve, wlu'n

Iiiliit.

wus
I

ut

^^llIli.

WliN' .sliouid
I

l'ali

in

love w

itli

siu'li

a fare (dsoV
iiaiii.

liavo alroadv siiflerod for tliue so mufli


lo

Tlio only reini'dy to

ino

good

Is to kill niy longinj;.


lios.

Suro, your pistol liolds

Notliing but perfumes or ki.ssing-comlits.

Excellent lady

You bave

a pretty wa\' on't to discover


l'il

Your longing. Come, come,

disarm you,

And
luliit.

arni

you thus

yet this

is

wondrous strange

Compare

thj- forni

and

my

eyes together,

You'll find

my
:

love no such great miracle.

Now
I

you'll say

am wanton

this nice modest}- in ladies

Is but a troublesome fauiiliar

That haunts tbem.


Bos.

Know
The

you me,
better
:

am

a blunt soldier.

lula.

Sure, there

wants

fire

where there are no

livelj-

sparks

Of roughness.

And I want compliment. ldia. Why, ignorance


Bos.

In courtsbip cannot make you do amiss,


If

you bave a beart

to

do well.

Bos.

You

are very fair.


if

lulia.

Nay,
I

you lay beauty

to

my

ebarge,

must plead unguilty,

Bos.

Your bright eyes


Carry a quiver of darts in tbem sbarper

Than sunbeams.

82
lulia.

You

will

mar me with commendation,


to the
T

Put yourself

charge of courting me,


')

Whereas now
Giulia ed
il

woo you.

Cardinale muoiono come sono vissuti, senza

che
la

dal

loro labbro esca

una parola

di

pentimento per

vituperevole vita passata.

Daniele da Bozzolo, di cui la novella non dice altro


se

non che fu l'uccisore


di

del

Bologna, incarna, sotto


del

il

nome

Bosola,
,

nel

dramma

Webster

il

tipo del

villain

il

personaggio caratteristico della tragedy


quindi

of blood

non

un carattere

originale,

ma un

1)
le

Ghd. Ebbene,

signore, ben trovato


:

Bos.

Come ?

Giul. No,

mio signore, mi confesserete Tradimento Giul. Si, ditemi, quale il delle mie ancelle, comprata da voi, mi gett polvere amorosa nelle mie bevande ? Boa. Polvere amorosa Giul. Si, quando io viveva ad Amalfi; come mi sarei io diversamente innamorata d'una tal faccia ? Ho gi molto sofferto per te, e per rendermi felice non v' altro rimedio che il consumare in me la mia brama. Bos. Sicuro, la vostra pistola non contiene altro che profumi e confetti per baci. Che eccellente signora conoscete bene la via maestra per far manifesto quello che bramate via, via, vi voglio disarmare ed armarvi cosi pure una cosa meravigliosa e strana. Giul. Paragonate la vostra persona ed i miei occhi, e vi persuaderete che il mio amore non poi una si grande stranezza. Direte che io ma questa bella modestia nelle signore non sono una sfacciata altro che una seccante compagnia che le perseguita. Bos. Sapete che io sono un rude soldato. Giul. Tanto meglio, fuoco occorre l dove non v' nessun sprazzo di rozzezza. Bos. E non so fare complimenti. Giul. Ebbene, la vostra ignoranza in cortigianeria non vi pu far male operare, se avete cuore da far bene. Bos. Quanto siete bella! Giul. No; se della bellezza mi fate una colpa, bisogna che preghi perch non sia colpevole. \Bo.v. I vostri occhi sfolgoranti, hanno una faretra di dardi pi acuti che quelli del sole. Giul. Mi
sono ben chiuse vostro tradimento. Bos.
porte
ora,

farete andare in collera colle lodi

vostre; incominciate piuttosto

a farmi la corte, perch finora sono io che la faccio a voi.

fratello i)in o
di Flaininoo

meno
o
di

aiitlpatiro di .Teronimo,

rli

Anrlrougio,

tanti altri. Per, .schietiainontc, osso


di

riesce pi inesplicabile

qualunque altro:
sarebbe

una con.scellerato,
la

tinua contraddizione. Per natura non

sarebbe anzi un ^ran f^alantuomo se non subisse


gestione di due malvagi uomini,

sug-

come

due

fratelli della

Duchessa, e se non fosse preso da una smisurata e indefinita sete

di

ricchezza.
del

All'aprirsi del

dramma
lo

lo

tro-

viamo

al

servizio

Cardinale; Delio gi
il

conobbe
stato
il

galeotto per un assassinio, di cui

mandante era

suo signore:

ma

quegli anni di galera non gli valsero una


i

adeguata ricompensa. Di qui


e
il

suoi continui lamenti e

suo

umor

nero, di qui l'odio segreto

contro

suoi

padroni, ch'egli cos definisce:


Bos.

He and

his

brother are like plum-trees

that grow crooked

over standing-pools; they are rich and o'er-laden with


fruit,

but none but crows, pies, and caterpillars feed on


I

them. Could

be one of their

flattering

panders,
till I

would bang on their ears


full,

like a horseleech,

were

and then drop

off.

')

Ad un
gli
il

tratto Ferdinando, per consiglio del fratello,


di

fa

nuove laute proposte

ricompense

finalmente
:

Bosola potr spegnere

la sete di

ricchezza

Ferd. There's gold.


Bos. So:

1) Bos. Questi e suo fratello sono come quei prugni che crescono contorti sovra i pantani sono ricchi e stracarichi di frutti, ma tranne le cornacchie, le gazze ed i bruchi, nessuno ne mangia: se io potessi essere uno de' loro adulatori ruffiani, vorrei pendere da una delle loro orecchie come una mignatta, finch io fossi ben
:

satollo, poi vorrei lasciarmi

cader gi come una goccia

(a. I

scena

I.)

84

What
must
I

folloAvs ?

nevcr rained such .sliowers as theee


i'

Withoiit tliunderbolts
cut
?
')

the tail of them

whose throat

ma

saputo di quale uificio quell'oro promesso sar ricom-

pensa, vorrebbe respingere l'offerta:


fos.

Take

j'our devils,

Which You a

liell

calls angels: these cursed gifts

would make!

corrupter,

me an impudent

traitor;

Atid sliould T take these, they'd take

me
:

to hell.

*)

poi vinto e lascia la scena esclamando

Bos. Let good men, for good deeds, covet good fame,

Since place and riches oft are bribes of shame

Somotiines the devil doth preach.

^)

Tuttavia comincia

le

sue funzioni di spia, fingendosi


scontento,
il

sempre malinconico, trascurato,


poich,
nel

sentenzioso,

concetto

del Webster,

fingersi

matto o
si

malcontento, permette di giungere l dove non

giun-

gerebbe
suoi

senza finzione. Dopo

aver
di
:

scoperto quanto ai
sapere,

padroni

doveva interessare

non

prova

compiacenza
Bos.

ma un
my

dolore profondo

What

rest but I reveal

Ali to

lord

0, this base quality

1)

Ferd. Ecco dell'oro. Bos. Ebbene, che succede


finiti

mai acquazzoni simili a questo, che non siano


qual gola devo io segare
2) Bos. Tenetevi

non caddero con fulmini;

? (a. I. scena I.) pure i vostri demoni, che l'inferno chiama angeli, questi maledetti doni faranno di voi un corruttore, di me

un

vile traditore

se io

li

accettassi, essi

mi trarrebbero
fama per
si

all'inferno,

(a. I.

scena
'J)

I.)

Bos. I buoni devon aspirare alla


alti

le

buone
I.

azioni,

poich gli
di azioni

onori e le ricchezze sono spesso corruttrice ricompensa


il

vergognose; talvolta

demonio

fa frate (a.

scena

I.)

86
Ol'
iiifclli^jjniciT
!

wliy, fvery <|Uiilily


:

i'

tlit;

wurlii

l'rolors

bui gain or coiniiitMidatioii


tlii.M

Now
Ami
Tuttavia

lor
int'u

Hct

ani cortaiii to

1^

raisi'il,

tliul

puiiit

weods

to

tlit-

life

un- praiscfl.

'j

proprio

ora

MComincia

la

parte
(juel

odiosa

dell'appuzzino, o di (|ui

appare pi strano

suo dua-

lismo
di

mentre

lo soru[)oloso esecutore de'


il

pazzi ordini

Ferdinando,

cuore
:

gli

sanguina di dolore
il

per

lo

strazio delle sue vittime

consiglia persino

tiranno a

cessare dalle sue sevizie


lios.

Faith, eud

liero,

And go no
Next
"Witli

l'arllier in yoiir

cruelty

Send ber a pcnituntial garnient


to

to put

on

her delicate skin, and furnish her


")

beads and. praA'er-books..

Per, e

mi sembra

il

colmo

dell'ipocrisia,

mutando
prosegue
le

abito e voce, e ponendosi

una maschera
di

sul viso,

r opera

sua, per

gemere

nuovo quando mostrer


:

vittime innocenti a Ferdinando


lerd. Is sbe dead
liofi.

Sbe

is

wluit
ber.

You'd baA'e

Bui

liere

begin your pity

\iihoiCi>

the Children stranged].

1) Bos. ... E che mai mi resta se non rivelare ogni segreto mio padrone? oh, il vile ufficio di spia! Ebbene, ogni professione nel mondo procura o guadagno o lode Io, per questa mia azione, sicuramente sar innalzato; cosi gli uomini che sono causa di gra-

al

maglie alla
2) Bos.

vita,

sono lodati,
!

Deb

cessate
;

(a. III. scena III.) questo punto, n procedete pi oltre

nella

vostra crudelt
lo

mandatele
delicate

un

perch se

ponga

sulle

carni,

indumento da penitente, e s spenga essa fra


1.)

rosari e libri di preghiere, (a. IV. scena

86
Alas,

how ha ve

these offended?

')

E
in

con questo rimpianto svanisce anche


tesori,

la

speranza
delitti, al

quei

per

cui

aveva perpetrati
la

tanti

poich

avendo osato rammentare


:

promessa

suo

padrone, ottiene per risposta


Ferd.
l'il teli

tliee
l'I)

What
Bo.s.

give

tliee.

Do.

Ferd. Vi give thee a pardon

For this murder.


Bos.

Ha!

2)

Tutti
al
al
il

suoi

calcoli

sono sventati

invano ricorda

suo

signore, ormai demente, la cieca ubbidienza, ed


s'

rimorso, che Io fa piangere dirottamente,


desiderio di vendetta
:

aggiunge

Bo^. Let

me know
Wlieretbre I should be tlius neglected.
I

Sir,

served your tyranny, and rather strove


satisfy yourselfelf than ali the

To

world

And though I loathed the evil, yet I loved You that did counsel it and rather sought
;

To appear a true servant than an honest man.

What would
I

I do,

were this

to do again?

would not change


ali

my

peace of couscience
^)

For
1)

the wealth of Europe.


essa morta?
Bos.

Ferd.

ormai

quello che voi avete


i

voluto che sia;

ma

qui incomincia la vostra piet, [mostra


vi

bam-

bini strangolati]
2)

Ahim! come

Ferd.

Ferd. Te lo dir io il perdono per quest'assassinio. Bos. Ah! (a. IV. scena II.) 0) Bos. Che io conosca almeno perch debba essere cosi negletto Signore, io fui servo della vostra tirannia, e feci di tutto per soddisfare voi pi che qualunque altro al mondo e quantunque
Il
!

possono essi avere offeso? compenso che ti dar. Bos. Dillo dunque.

io odiassi

il

male, pure io amai voi, che nae lo consigliaste, sfor-

87
III

MiliiiH,
fii<2;o
(l

alln

iiu()V('

proposte

ti

pniriifs.so riol

Car-

fliiialf

uimiiiiT,

ma

fra ar dico:
iii's

llo.s.

Tliis l'cllow (lotli hrcM-d


lio'.s

liiisilisks

l'yoH,

iiotliin^ oIho hiit


t(>

murder; yot he scrms


duclicss' defitli.
follovv Iii8 oxuinplu;

Noi
"l'is

liiive

noi ice
:

ot' tlie

liis

(iiiiniug

must

'Pliere

cnnnot be a suror
tliat

way
')

lo trace

Tlian
V]

of an old fox.

dopo

r avventura

galante

con

Giulia,
all'

uscito

dal

nascondiglio, s'erge terribile davanti

istigatore ed al

complice di tanti misfatti. Nel cuor della notte, mentre


infuria
il

turbine e rugge
si

il

tuono, nell'appartamento del

Cardinale

compie

la

catastrofe,
:

ed

il

Bosola

muore

dicendo
Bos.

ai

cortigiani accorsi
for the

Revenge

Duchess of Malti murdered


;

By

the Arragonian brethren


;

for

Antonio

Slain by this band

for lustful Julia


;

Poisoned by this

man and

lasth' for myself,

That

Avas an actor in the

main

of ali
i'

Much

'gainst
-)

mine own good nature, yet

the end

Neglected.

zandomi di essere piuttosto un servo fedele che un uomo onesto.... Che cosa farei io, se questo misfatto fosse da compiersi di nuovo? non vorrei mutare la pace della mia coscienza con tutto l' oro
IV. scena II.) Questo gagliof'o nutre basilischi nell'occhio; non che un volgare assassino e tinge di non aver nulla inteso della inorte della Duchessa; questa la sua furberia: ma io seguir il suo esempio non vi da battere via pi sicura che quella della volpe vecchia, (a. V. scena II.) 2) Bos. Vendetta por la Duchessa di Amalfi fatta assassinare dai suoi fratelli per Antonio ucciso da questa mia mano per la lussuriosa Giulia avvelenata da quest'uomo ed infine vendetta per me, che fui strumento in mano di tutti, contro la mia buona indole, e negletto sempre, (a. V. scena V.)
d'
(a.

Europa,
1)

jBo,s'.

88

Alcuni

altri

personaggi spiccano
tela del

con

mirabile eviessi

denza sullo sfondo della


l'espressione della

dramma; ma
potr

sono

vena comica, che l'autore volle introlavoro.

durre

nel

proprio

Chi

dimenticare quel

grottesco medico di Ferdinando, o quella vecchia imbellettata, cui


il

Bosola scaglia

suoi lazzi procaci, o Ca-

struccio,

il

ridicolo marito di Griulia?

La

tragedia

The Duchess

of

Malfi

la

prima

volta stampata

nel

1623, fu rappresentata al Globe


il

probabilmente nel 1616;


la parte di

celebre

Burbadge sosteneva

Ferdinando.

Ebbe
nel

poi l'onore di due ristampe nello stesso secolo,


e

1648

nel 1678;

il

Theobald nel 1735 ne fece un

rifacimento intitolandolo
sentata

The

fatai secret ; fu rappre-

ancora

all'

Haymarket
questa

nel

1707

e,

credo per

l'ultima volta, al Sadler's Wells


sione che produsse

nel 1850; l'impres-

rappresentazione,
^)

secondo

il

giudizio del professor Ward, fu indescribile.

Diremmo

noi altrettanto, se essa dovesse di nuovo comparire sulle


scene, avanti ad

un pubblico come siamo noi? Francano.

mente

direi

di

Quella

lotta

esagerata di violenti
di tormenti fisici

passioni, quelle scene tetre, quel


e

xXr[jia^

morali,

quella

strage

completa
al

dei

personaggi,

se

potevano strappare l'applauso

popolo inglese del secolo


politiche, a

XVI. appena uscito da violenti convulsioni


noi fanno piuttosto ribrezzo.

La

tragedia di Jhon Webster per di gran lunga

superiore al
1)

dramma

di

Lope de Vega;

jDersonaggi ci

Prefazione alla

Tragedia

The Duchess of Malfi

Mer-

m^id

Series. pag. 128,

80
diiio

r iiiiprossioiie (ielle statue di Michelangelo, o sono nei


o

curati con arte tiniHsima anche


l'espressione,

mnimi

particolari

sempre stringata
da
ha

robusta, resa anch(j


e

pi

colorita

immagini vivissimo
tralasciato
il

metafore assai
le

ardite; nulla

Webster per rendere


i

sue

scene
del

impressionanti. Certo,
tutto
originali;

suoi personaggi

non

sono

ditiicilmente
l'arte

avrebbe

potuto

creare tipi affatto nuovi,

quando

drammatica aveva
Shakspere
:

raggiunte

le

cime pi sfolgoranti

collo

l'i-

mitazione quindi dello Shakspere


cui chiedeva giudizi e consigli,
si

che ben conobbe, e a

nota facilmente.

')

Cosi

troviamo

il

solito

tipo

del villain nel Bosola, che,

per la sua conversione, ci riesce


altri,
1'

meno

antipatico di tanti

uso

delle

scene mute, delle maschere di pazzi,


dei

dei veleni,
solito

l'ostentazione
delirante,

tormenti

sulla

scena,

il

tiranno

innocenti tormentati da belve

umane,

ma

lo

studio

del

poeta

ovunque profondo.

Questo modo di comporre drammi non doveva piacere da


principio
sica,

neppure

al

Webster, educato alla scuola

clas-

perch nella caratteristica prefazione

al lettore della

tragedia

The White De vii


classica, a

dice che se avesse scritta

una tragedia

nessuno sarebbe piaciuta, anclte

se bellissima, e
1'

ad ogni scena avrebbe dovuto esclamare

Oraziano

Haec hodie
Il

porcis

commedenda

reliuquo.

suo

concetto

perfettamente

consono a quello

espresso da Lope
1)

de

Vega

nell'

Arte nuevo de hacer

Symonds

Vedasi la prefazione al Wliite devil ed anche I. A. Shaksperes Predecessors. - cap. 11.'^ London - Smith,

Elder 1900.

90

coraedias
rente,

(1609).

')

Il

Webster

poi, trascinato dalla corle

and man mano modificando


la

sue teorie dramdella


la

matiche, poich, dedicando

tragedia

Duchessa

d'Amalfi a M.r George Harding, esprime

convinzione

che l'opera sua almeno degna

d'

un'attenta lettura.
dell' Italia

Ora

il

culto per
si

il

Webster, che

fu tanto

innamorato,

fatto pi vivo,

almeno

in

Inghilterra;

e se le sue tragedie, tutte

d'argomento nostro, non sono

pi rappresentate, esse contengono tanto splendore d'im-

magini, tanta potenza d'espressione e cos profondo studio


del cuore

umano, da farne

del loro autore

uno dei pi

potenti drammaturgi inglesi.


scrisse

ragione A. C. Swimburne

che per molti aspetti


per

tra

Shakspere e Webster
se dai loro con*)

non

vi posto

un

terzo,

neppure

temporanei scendiamo

fino allo stesso Shelley.


*
*

*
il

Il

Webster deriv direttamente


la

suo

dramma

dalla novella italiana (che

nostra lingua gli era ben

nota) o dalla redazione

inglese

apparsa nel
in

Palace of
li-

Pleasure
bera

del

Paynter,
francese

che
delle

tradusse

inglese la

versione

novelle bandelliane, fatta

dal Belleforest;

ma

tra, la,

coniedia di
si

Lope de Vega
escludere
i

e la

tragedia di John

Webster
Il

deve

qualsiasi

legame

di

dipendenza?

Kiesow') ritiene

due drammi

1) I. E. Spingarn. La critica Letteraria nel Rinascimento. Saggio sulle origini dello spirito classico nella letteratura moderna. Traduzione italiana del Dott. Antonio Fusco e prefazione di B.

Crcoe.
2) 3)

pag. 281. Bari

Laterza, 1905.

The Nineteentb Century


Op.
cit.

giugno

1886, voi. 19.

pag, 266,

iillalfo

iinlipniidiMiti;

|i(r')

l'fipoua in

cui essi

f'uroiif

uomimsfci, e lo strettissime relazioni letterarie tra


e

Spagna

Inghilterra
a

nei

[)rinn

decenni

del

secolo

XVTI mi
ed
il

indussero

ripetere,

senza

preconcetti,

l'esame

confronto

gi

fatto

dal Kiesovv. I

due drammi preseni)O-

tano nella loro struttura una notevole somiglianza,

ch

il

primo atto

perfettamente uguale, e

due ultimi
al

atti di

Lope do Vega corrispondono rispettivamente


mi parve che

secondo e terzo, quarto e quinto del Webster.

Proseguendo

nell'

indagine,

le

somi-

glianze fossero assai pi


vista potesse sembrare, e

numerose

di quello che a

prima

non sempre scusate dalla con-

siderazione ch'esse derivino dall'unica fonte o dall'identica situazione;

troppo

frequenti

mi sembrarono anche
due drammi,
se si

per essere casuali. I personaggi

nei

eccettuano
inglese
e

le

parti secondarie caratteristiche nel teatro

spagnuolo,

come

graciosos, e

pazzi,

sono
le cui

inalterati. Infatti, per tacere dei

due protagonisti,

caratteristiche pili salienti dipendono da identit di fonte


e di situazione,
alla
il

Webster ha mantenuto un pretendente

mano

della Duchessa nel conte Malatesti, cortigiano

ai servigi dei fratelli di lei,


il

come

Ottavio

de' Medici:

Bosola, una vera contaminatio di Urbino e di Ottavio.

Cariola identica a Livia;


fusa colla

sempre

la

cameriera

con-

dama

d'onore, che nella fonte,

come

s' visto,

sono due donne nettamente distinte.


T

due drammi
che
finisce

si

aprono con una specie di


con

presen-

tazione

un inno

alla bellezza ed alla

virt della Duchessa:


di
(questa,
il

un mezzuccio che
e

rivela l'amore

nome Antonio,

l'anello, e la

scena

di

92

questa rivelazione

si

svolge in

modo troppo

simile per

essere casuale; sono espressi gli stessi desideri, gli stessi

timori, le stesse speranze.

Quando

la

Duchessa vuole che


a
le

Antonio non

le

stia

pi

davanti

capo

scoperto,

il

Webster ha mantenuto anche quasi

stesse parole del

dramma

spagnuolo,
della

cosi

pure
di

quando

essa

si

lagna

dell' infelicit

donna

elevata

condizione, che,
libera-

schiava dell'etichetta, non

pu mai manifestare

mente

propri sensi amorosi.

Una
ne'

lettera rivela l'amore


e

di Camilla ed

una

lettera quello d'Antonio


Il

della

Du-

chessa nel Webster.

parto

due drammi svelato


al

nelle identiche circostanze, ed

Antonio davanti

Bosola

parla ed agisce
perta,

come dinanzi ad Urbino. Dopo


la

tale sco-

sempre

Duchessa che trova l'espediente di


falsa
il il

allontanare

Antonio con una


cortigiani
e per

accusa,

che poi

chiede

ai

radunati

parere sull'onest del

maggiordomo;
sigliere di
lei,

ricompensa

Bosola diventa
il

il

con-

come Urbino

aveva ottenuto

posto di

Antonio.

Il

Cardinale e Ferdinando, come

Giulio,

sono

disposti a perdonare

alla sorella le scappatelle amorose,


la fuga, e

purch non finiscano in matrimonio. Durante

non a Milano, Antonio riceve una


in

lettera

dai cognati
il

entrambi

drammi. La morte

di

Giulia
le

riflesso

di quella

d'Antonio nel

dramma

spagnuolo, e

immagini

di cera, opera di
offre allo

un Vincenzo
fanno

di Lauriola,

che Ferdinando

sguardo della sorella per straziarne gli ultimi


vita,

istanti

di

pensare

alle

teste presentate a

Camilla prima che cada avvelenata. Anche nella chiusura


del

dramma

il

Webster

ci

trasporta col
la

pensiero

alla

commedia spagnuola, poich

muta comparsa

del figlio

(i'Antonio sulla scena, tu |H^rfettanioiite liscoutro a quella


del

giovano Amalfi,

il

figlio di

primo

letto

di
il

Camilla.

Concludendo, (luuntunque

sia

molto pericoloso
difficile,

dare un

giudizio definitivo in materia tanto


il

mio parere
di

Webster non

.solo

conobbe
trasse

la

famona

coinedin

Lope de Vega, ma no
Tlio

anche

partito s(Tvendo

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