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La favola

Chi era Esopo?

Esopo stato un favolista greco del VII o VI sec, a. C., della cui vita pochissimo ci noto. Probabilmente frigio di nascita, fu dapprima schiavo: poi, liberato da Xanto, comp numerosi viaggi. na leggenda narra che, incaricato da Creso, re di !idia, di portare offerte ad "pollo #elfco, fu profondamente sdegnato dalla corru$ione dei sacerdoti del tempio. Essi per vendicarsi nascosero tra i suoi abiti una coppa d%oro accusandolo poi di averla rubata: gli abitanti di #elfo lo condannarono per &uesto ad essere gettato dalla rocca 'ampea. n%altra leggenda lo dice gobbo e balbu$iente. Esopo, dallo spirito argutissimo e geniale, compose numerose favole, spesso riferite agli animali, ma con trasparenti allusioni al mondo degli uomini. !e reda$ioni a noi giunte delle favole di Esopo sono dell%et( ellenistica: si tratta di )** favole brevi e di stile sobrio, concluse da una breve morale. I personaggi sono per lo pi+ animali, ma anche uomini e di, o piante. ,ra i maggiori imitatori delle favole esopiche furono ,edro e !a ,ontaine.!a grande fama di Esopo e dei suoi protagonisti dovuta alla semplicit( e fresche$$a di efficacia educativa, dai temi perennemente vivi delle favole che riflettono la sapien$a morale del popolo ma anche dalla forma allegorica.

La lepre e la tartaruga C-era una volta una lepre che, vantandosi di correre pi+ veloce di chiun&ue altro, prendeva sempre in giro una tartaruga per la sua lente$$a. n giorno, la tartaruga, seccata le disse: ./a chi ti credi di essere0 Correrai pure veloce ma anche tu puoi essere battuta12. !a lepre si mise a ridere e rispose: .3attuta io0 E da chi0 ,orse da te0 4on farmi ridere, nessuno pu5 battermi, tanto meno tu12. !a tartaruga infastidita da tanta presun$ione lanci5 la sfida. ,issarono il percorso e all-alba della mattina dopo si trovarono per la parten$a. "l via la tartaruga part piano piano, mentre la lepre sbadigliando decise di farsi un pisolino. .Vai pure avanti tran&uilla, tanto io in &uattro salti ti raggiungo...2. #orm per una me$$-oretta, dopodich si svegli5 di soprassalto e cerc5 con lo sguardo la tartaruga, la &uale era ancora l vicino. !a lepre allora, tran&uilli$$ata, pens5 che aveva tutto il tempo per far cola$ione e, visto un campo di verdure, si mise a mangiare con appetito. Con la pancia piena e il sole ormai alto, gli venne ancora sonno. #iede un-occhiata alla tartaruga e, vedendola a met( del percorso, decise di farsi un-altro sonnellino. 6i addorment5 sorridendo, pensando alla faccia della tartaruga &uando l-avrebbe superata. Il sole cominciava a tramontare e la tartaruga che dal mattino camminava tran&uilla, arriv5 molto vicino al traguardo. ,u allora che la lepre si svegli5 di colpo spaventata: vide la tartaruga che stava tagliando il traguardo e si lanci5 all-inseguimento, muovendo veloci le $ampe, affannata e con la lingua di fuori. "ncora pochi salti e ce l-avrebbe fatta1 /a l-ultimo bal$o non fu sufficiente, poich7 la tartaruga aveva appena passato la linea di traguardo. Povera lepre1 6tanca e umiliata si accasci5 accanto all-avversaria che la guardava sorridendo e le disse: .Chi va piano va sano e va lontano12...

La cicala e la formica C-era una volta... In una calda estate, un-allegra cicala che continuava a cantare sul ramo di un albero, mentre sotto di lei una lunga fila di formiche faticava per trasportare chicchi di grano. ,ra una pausa e l-altra del canto, la cicala si rivolgeva alle formiche: 8/a perch lavorate tanto, venite &ui all-ombra, potremo cantare insieme18. /a le formiche instancabili, sen$a fermarsi continuavano il loro lavoro... 84on possiamo1 #obbiamo preparare le provviste per l-inverno1 9uando verr( freddo e la neve coprir( la terra, non troveremo pi+ niente da mangiare e solo se avremo le dispense piene potremo sopravvivere18 8!-estate ancora lunga e c- tempo per fare provviste prima che arrivi l-inverno1 Io preferisco cantare1 Con &uesto sole e &uesto caldo impossibile lavorare18 Per tutta l-estate la cicala continu5 a cantare e le formiche a lavorare, ma i giorni passavano veloci, poi le settimane e i mesi. "rriv5 l-autunno, gli alberi cominciarono a perdere le foglie e la cicala scese dall-albero ormai spoglio. "nche l-erba diventava sempre pi+ gialla e rada e una mattina la cicala si svegli5 tutta infreddolita, mentre i campi erano coperti dalla prima brina. n gelo improvviso bruci5 il verde delle ultime foglie: era arrivato l-inverno. !a cicala cominci5 a vagare cibandosi di &ualche gambo rinsecchito che spuntava ancora dal terreno duro e gelato. Venne la neve e la cicala non trov5 pi+ niente da mangiare: affamata e tremante di freddo, pensava con rimpianto al caldo e ai canti dell-estate. na sera vide una lucina lontana e si avvicin5 affondando nella neve: 8"prite1 "prite per favore, st5 morendo di fame1 #atemi &ualcosa da mangiare18. !a finestra si apr e una formica si affacci5: 8Chi 0 Chi che bussa08 86ono io, la cicala1 :o fame, freddo e sono sen$a casa18 8!a cicala0 "h1 /i ricordo di te1 Cosa hai fatto durante l-estate, mentre noi faticavamo per prepararci all-inverno08 8Io0 Io cantavo e riempivo del mio canto cielo e terra18 8:ai cantato08 replic5 la formica, 8"desso balla18.

Chi era Fedro?

,edro,vissuto tra il ;< a. C. e il <* d.C., per noi &uasi uno sconosciuto: le poche noti$ie che abbiamo sulla sua vita si ricavano dalle sue opere. Portato a =oma come schiavo dalla >racia, ancora bambino, ricevette un%educa$ione letteraria. ,u poi assegnato alla familia di "ugusto, cio al complesso dei servi dell%imperatore? buon conoscitore della lingua greca ebbe compiti di pedagogo, cio di insegnante. Per i suoi meriti fu liberato dalla condi$ione di schiavo. ,edro scelse la strada della protesta, e lo strumento della sua opposizione divenne la favola, che permetteva una espressione dissen$iente, ma allusiva attraverso l%uso dell%allegoria. !a denuncia morale nelle sue favole non nasce da motivi personali, ma dall%interesse per la natura dell%uomo? il fine della sua opera &uello di fare riflettere sui costumi e sui comportamenti umani.

Il lupo e l'agnello C-era una volta in una foresta un lupo prepotente e feroce che stava abbeverandosi ad un ruscello, &uando vide poco pi+ in basso un agnellino che stava anch-egli bevendo la limpida ac&ua. 4el vedere la bestiola indifesa gli venne l-ac&uolina in bocca e decise di trovare un pretesto per attaccare lite, in modo da poterlo mangiare sen$a che nessuno petesse dire di averlo mangiato sen$a motivo. !-agnellino continuava a bere ignaro, &uando sent una voce cavernosa che gli disse: 8:ei tu, perch intorbidisci l-ac&ua che bevo80 8Come faccio ad intorbidirla8 rispose l-agnello 8l-ac&ua scorre da te verso me18. Il lupo confuso replic5 8:o saputo che sei mesi fa tu hai detto di me delle cose offensive18. !-agnello impaurito replic5 8/a non possibile1 6ei mesi fa non ero ancora nato18... Il lupo spa$ientito ed affamato non lo fece neanche terminare, si avvent5 su di lui dicendo: 8se non sei stato tu, allora sar( stato tuo padre a parlare male di me18 e lo mangi5 in un boccone. Purtroppo nulla pu5 contro la prepoten$a.

La volpe e la cicogna C-era una volta una volpe che, fatta amici$ia con una cicogna, pens5 bene di invitarla a pran$o. 9uando si trov5 a decidere cosa servire, ebbe l-idea di giocare uno scher$o alla cicogna. Prepar5 un raffinato brodino che vers5 in due piatti bassi e accolse cos l-ospite: 86i accomodi signora1 :o preparato &ualcosa che non potr( non gradire1 3rodo di rane e pre$$emolo tritato, sentir( com- buono18, 8@ra$ie1 @ra$ie18 rispose contenta la cicogna, annusando il profumo invitante, ma di colpo cap lo scher$o. Il suo lungo becco, per &uanti sfor$i facesse, non riusciva a bere dal basso piatto il brodo, mentre la volpe con un risolino continuava a invitare: 83eva1 3eva1 !e piace08. "lla povera cicogna non rest5 che fare buon viso a cattivo gioco e con finta indifferen$a rispose: 8/i venuto improvvisamente un terribile mal di testa che mi ha fatto passare completamente l-appetito18. !a volpe premurosa si affrett5 a risponderle: 8Come mi dispiace1 n cos buon brodo1 Peccato, sar( per un-altra volta18. !a cicogna pronta raccolse l-idea: 8Ecco brava1 !a prossima volta faremo un-altro pran$o, per5 sar5 io ad invitarla18. Il giorno seguente, la volpe trov5 sulla porta di casa un biglietto con il &uale la cicogna la invitava a pran$o. 8Che gentile18 pens5 la volpe. 84on si neanche offesa dello scher$o che le ho fatto1 Proprio una gran signora18. !a casa della cicogna non era cos ben arredata come &uella della volpe e la padrona di casa si scus5: 8!a mia casa molto pi+ semplice della sua, per5 in compenso le ho preparato un pran$o speciale: granchiolini di fiume al vino bianco e bacche di ginepro18. !a volpe, pregustando &ueste prelibate$$e, pass5 la lunga lingua da un lato all-altro della bocca e accost5 il muso al vaso che la cicogna le porgeva. /a per &uanto facesse non riusciva ad assaggiare il cibo che stava in fondo, perch il suo

muso non entrava nell-apertura troppo stretta del vaso. !a cicogna invece col lungo becco mangiava allegramente. 8"ssaggi, assaggi1 !e piace08 chiedeva la cicogna, continuando a masticare. !a povera volpe, beffata e confusa, non ebbe neanche la pronte$$a di spirito di inventare una scusa che giustificasse il digiuno for$ato. 9uella sera, rigirandosi insonne e affamata nel letto, ripensando al pran$o non consumato, si disse rassegnata: 8#ovevo aspettarmelo18.

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