Come Guarire Naturalmente la Tiroidite di Hashimoto guarigionenaturale.com Tiroidite di Hashimoto studiospeciani.it Tiroidite di Hashimoto - Wikipedia it.wikipedia.org Dr Renata Strumia dermatologia TIROIDE E CUTE renatastrumia.com Tiroide e Medicina Biologica broussais.it Tiroide e Medicina Biologica2 broussais.it Tiroide e Medicina Biologica3 broussais.it
Tiroidite di Hashimoto
Attilio Speciani, Gabriele Piuri La tiroidite di Hashimoto caratterizzata dalla presenza di autoanticorpi rivolti contro la tiroide. In particolare, questa forma molto spesso conseguenza di una infiammazione tiroidea di origine virale o tossicologica. Diversi studi hanno ormai segnalato importanti connessioni tra condizione allergica e comparsa di tiroidite, un dato che evidenzia la possibilit di trattare anche queste patologie intervenendo sulla infiammazione immunologica, quindi sia con farmaci e rimedi naturali modulanti, sia con un approccio di tipo alimentare. In anni di lavoro abbiamo identificato questa come la sequenza pi efficace sul piano clinico: Prima della visita medica o nutrizionale, effettuazione di RecallerProgram per identificare eventuali reattivit alimentari. Prima visita medica con il dottor Speciani o con il dottor Piuri, valutazione di eventuali esami gi effettuati, con particolare riferimento al quadro immunologico e agli anticorpi presenti. Se necessario, prescrizione di ulteriori test integrativi, con particolare riferimento alla presenza di Vitamina D, alla concomitante presenza di Gluten sensitivity e alla funzione tiroidea. Consulto nutrizionale, a integrazione della visita medica. molto ben documentata l'azione di riequilibrio sulla tiroide che si pu ottenere con l'approccio alimentare. Per comprenderne l'importanza basti pensare all'impatto pi che positivo sulla funzione tiroidea di una ricca prima colazione e, per contrasto, all'impatto negativo che si ottiene saltandola. Prescrizione di terapia iposensibilizzante a bassa dose, ove indicato. Controlli nutrizionali seriati successivi, distanziati nel corso del tempo. Analisi degli esami integrativi e visite mediche di controllo, da stabilire in relazione alla condizione clinica. Eventuale rivalutazione delle reattivit ad alimenti attraverso Recaller Program a distanza di 8-12 mesi.
Per fissare un appuntamento
Per fissare un appuntamento necessario contattare la segreteria di SMA al numero 02 48008454. Ricordiamo che tutte le operatrici sono preparate a comprendere le necessit individuali e a indicare, gi durante il primo contatto telefonico, quali appuntamenti fissare per avviare il percorso pi adeguato. Maggiori dettagli su orari e modalit sono forniti alla pagina "Contatti". torna ai percorsi 2013 SMA Servizi Medici Associati. Foto e composizione fotografica di Enza Tamborra. studiospeciani.it
donne la frequenza aumenta in et superiore a 45 anni. Spesso questa patologia associata ad altre malattie autoimmunitarie organo-specifiche, quali la vitiligine, l'alopecia, il diabete di tipo I, l'iposurrenalismo primitivo. In generale, stato stimato che i pazienti con anticorpi positivi e/o ipotiroidismo subclinico vadano incontro ad ipotiroidismo conclamato con una frequenza del 2-4% all'anno. Raramente si possono osservare fasi transitorie di iperfunzione, legate a rapida progressione del danno parenchimale con dismissione di ormone preformato o a fasi di ipersecrezione mediate da anticorpi stimolanti il TSH (cosiddetta Hashitossicosi). Del tutto eccezionale la presenza di oftalmopatia autoimmune. La Hashimoto una patologia tendenzialmente sottodiagnosticata (spesso rilevata nel corso di visite o esami clinici effettuati per altre ragioni). I sintomi della tiroidite di Hashimoto sono diversi. Rispetto a forme della malattia prive di sintomi ci sono casi con sintomi leggeri, ai quali si pone rimedio tramite l'ormone tiroideo, ma anche casi con sintomi diversi che spesso vengono confusi con altre patologie. Spesso la malattia inizia lentamente in modo che le persone colpite all'inizio difficilmente percepiscono i sintomi. Inizialmente prevalgono i sintomi dell'ipertiroidismo. La cosiddetta hashitossicosi o ipertiroidite che una fase iniziale dove compare una lieve iperfunzione che si trasforma poi gradualmente in un'ipofunzione cronica. Decorsi con valori ormonali fluttuanti in cui l'ammalato passa da una iperfunzione a una ipofunzione e viceversa si verificano, ma raramente. I sintomi sono raggruppati di seguito come i sintomi dell'iperfunzione. Oltre ai sintomi causati dalla modifica dei livelli ormonali ci possono essere dei sintomi dovuti agli effetti del processo immunitario e degli anticorpi. I sintomi sono raggruppati di seguito come sintomi della malattia autoimmune. Una separazione dei sintomi a livello medico probabilmente non del tutto corretta perch a volte non ancora chiaro quali sintomi provengono dagli ormoni e quali dai processi immunitari e dagli anticorpi modificati al di fuori della tiroide. Generalmente si pu dire che prevalgono i sintomi dell'ipofunzione e devono essere equilibrati il pi presto possibile da una quantit adatta di ormoni tiroidei. Essi sono raggruppati di seguito come sintomi dell'ipofunzione. All'inizio della malattia, alcuni pazienti della Hashimoto attraversano una fase momentanea di iperfunzione. Questa fase pu mancare o passare in modo inosservato. Si presume che la causa sia la distruzione immunologica del tessuto tiroideo che conserva gli ormoni. Inoltre, in questa fase, possono presentarsi gli anticorpi che stimolano il recettore del TSH della tiroide. I sintomi dell'iperfunzione sono molteplici. La maggior parte dei sintomi sono noti come sintomi generali, come nervosismo, insonnia e la tendenza a sudare. Molti dei sintomi si manifestano progressivamente senza pensare ad una malattia. Solo quando l'insonnia, la sudorazione eccessiva, la diarrea, i tremori e le palpitazioni non migliorano spontaneamente si va dal medico. Le palpitazioni possono essere percepite anche come pulsazioni nelle orecchie che non fanno dormire. I sintomi all'inizio di un'iperfunzione di una tiroidite di Hashimoto spesso non sono pronunciati. Il trattamento con farmaci che inibiscono la produzione degli ormoni della tiroide (tirostatici) di solito non necessario. Se l'iperfunzione causata da una distruzione del tessuto che immagazzina l'ormone nella tiroide, i tirostatici che impediscono la formazione degli ormoni tiroidei non possono essere efficaci. Trattamenti individuali devono essere fatti dall'endocrinologo. disturbi alla voce/ afonia. apatia cardiopalmo, tachicardia pressione sanguigna alta nervosismo, irritabilit, irrequietezza debolezza muscolare, dolore muscolare
tremore delle mani disturbi del sonno orticaria sudorazione, pelle umida e calda fame eccessiva e sete perdita di peso nonostante un buon appetito feci molli nelle donne: disturbi del ciclo mestruale (irregolare o sanguinamento aumentato, assenza del ciclo mestruale) Gli ammalati notano un'irrequietezza interiore e un'irritabilit. Le impressioni possono essere percepite pi intensamente. Anche le emozioni sono pi intense. I cambiamenti d'umore sono maggiori, sia quelli positivi che quelli negativi. Spesso si nota un aumento della stanchezza gi dopo pochi sforzi. Molti raccontano di insonnia e di sentimenti sia d'ansia che di panico. Segni tipici sono una tendenza maggiore a sudare e feci molli. Se si aprono le mani, spesso si pu notare un tremolio leggero delle dita. L'iperfunzione della tiroide porta in alcuni casi a disturbi del ciclo. Accanto alle eccessive perdite di sangue possono presentarsi cicli ridotti o estesi. Anche un'assenza del ciclo mestruale possibile. In alcuni casi si presentano dolori e debolezza muscolare, in particolare alla spalla e alle gambe. Anche nel settore dei muscoli dorsali si possono verificare indurimenti muscolari dolorosi. La tachicardia e il cardiopalma nella maggior parte dei casi sono da attribuire all'iperfunzione e regrediscono lentamente con il ridursi dell'iperfunzione. Un cambiamento della frequenza cardiaca pu essere notato anche nell'ipofunzione della tiroide. Dopo una fase di iperfunzione della tiroide segue spesso una progressiva crescente ipofunzione. La tiroidite di Hashimoto pu iniziare anche con una ipofunzione. Anche i sintomi dell'ipofunzione sono numerosi. alterazione della libido stanchezza, spossatezza fisica generale mancanza di concentrazione, mancanza di memoria pressione alta con la frequenza cardiaca al di sotto di 70 pulsazioni cardiopalmo umore depressivo, depressione, attacchi d'ansia e attacchi di panico capelli secchi, arruffati, opachi caduta dei capelli pelle pastosa e secca (mixedema) stipsi intolleranza al freddo aumento di peso nelle donne, disturbi del ciclo mestruale diminuzione del desiderio sessuale formicolio notturno e la sensazione che le mani e gli avambracci si addormentino (sindrome del tunnel carpale) riduzione dell'udito espressione facciale apatica cambiamento della personalit (indole) I sintomi dell'ipofunzione si manifestano soprattutto nella stanchezza e nella mancanza di concentrazione. Si pu notare un aumento di peso nonostante si assuma una quantit di cibo normale o ridotto. Di solito la tiroidite di Hashimoto porta ad un aumento di peso, ma ci sono noti anche casi in cui,
nonostante l'ipofunzione ed un adeguato o aumentato apporto nutrizionale, si verificano perdite di peso. Con una perdita di peso poco chiara si dovrebbero approfondire ulteriori malattie autoimmuni che si possono verificare insieme alla tiroidite di Hashimoto, come malattie intestinali (celiachia, colite ulcerosa). Anche dopo la normalizzazione dei valori tiroidei nel sangue in alcuni soggetti continuano i problemi di peso. La causa di questo continuo aumento di peso non ancora del tutto chiara. Sembra che, oltre agli ormoni tiroidei, anche altri ormoni abbiano una parte importante (insulina, leptina, mancanza di estrogeni ed androgeni in menopausa). Alcuni pazienti beneficiano con un adattamento della sostituzione dei ormoni tiroidei dal puro T4 ad una combinazione di medicine che oltre a contenere T4 contengono anche T3. Le persone con una ipofunzione tiroidea soffrono il freddo. Con un basso metabolismo basale, il freddo viene poco tollerato. Quasi regolarmente si presenta una pigrizia dell'attivit del tratto gastro-intestinale, tanto che alcuni pazienti devono ricorrere ai lassativi. Il ripetuto "addormentare" e formicolio delle mani e degli avambracci durante la notte, la cosiddetta sindrome del tunnel carpale, pu essere condizionato dall'ipofunzione tiroidea. Dopo la normalizzazione degli ormoni tiroidei in genere questo fenomeno regredisce. Oltre ad una funzione tiroidea, ci sono altre ragioni per una sindrome del tunnel carpale che, se persistono dopo aver normalizzato gli ormoni tiroidei, devono essere approfondite. Alcuni pazienti notano una riduzione dell'udito che si normalizzano dopo la regolazione con gli ormoni tiroidei. Molto spesso nelle donne con ipofunzione si possono presentare disturbi del ciclo mestruale e una impossibilit ad avere figli. Oltre ai sintomi del malfunzionamento della tiroide ci possono essere sintomi causati dal cattivo funzionamento del sistema immunitario. In alcuni casi non possibile distinguere se i disturbi vengono provocati dall'alterazione degli ormoni tiroidei o dalla malattia autoimmune. Bisogna tener conto che la maggior parte dei pazienti di Hashimoto, dopo un'adeguata sostituzione tiroidea, non mostrano nessun sintomo della malattia autoimmune. La tiroidite di Hashimoto pu avere un decorso senza sintomi, ma anche una variet di sintomi. dolore alle articolazioni dolore muscolare indurimento dei tendini e dei muscoli diversi disturbi della pelle (ad esempio, orticaria, rosacea) secchezza delle mucose (sindrome di Sjgren) labilit dell'umore dimenticanza e disturbi di concentrazione sintomi neurologici (nevrite), vertigini estremamente rare sono crisi epilettiche, allucinazioni, sintomi psichiatrici (encefalopatia di Hashimoto) debolezza generale anemia (anemia perniciosa) nausea e problemi gastrointestinali, problemi digestivi (indagare celiachia) malattia degli occhi (Oftalmopatia di Graves) sintomi simili all'influenza gonfiore dei linfonodi febbre (raro) valori epatici elevati ipercolesterolemia[2]
gonfiore delle braccia, delle gambe, dell'addome e del viso La malattia autoimmune pu provocare conseguenze a vari organi, ed ai tessuti al di fuori della tiroide. Nel decorso della tiroidite di Hashimoto possono comparire diversi cambiamenti alla pelle. Talvolta c' una infiammazione cronica della pelle del tipo acne rosacea. Soprattutto sul viso compaiono delle papule rossastre. Un forte arrossamento del viso si verifica quando si beve alcool, quando si mangiano cibi molto speziati, quando esiste un'eccitazione emotiva e quando si entra in una stanza calda. Anche un'orticaria si verifica frequentemente. Devono essere identificate comunque malattie autoimmuni della pelle indipendenti dalla Hashimoto, come la malattia della vitiligine, una malattia rara della pelle che si caratterizza con la comparsa di chiazze non pigmentate, il pemfigo, una patologia bollosa, o l'alopecia areata, la perdita dei capelli o altri peli a chiazze glabre o aree. La secchezza delle mucose (bocca, naso, occhi ecc.) viene chiamata sindrome di Sjgren. Il suo trattamento finora solo di tipo sintomatico come l'uso di saliva artificiale, collirio, gel per gli occhi. La sindrome di Sjrgen una malattia autoimmune indipendente e deve essere approfondita. Pazienti raccontano anche di un indurimento doloroso dei tendini e dei muscoli, ma anche di dolori dorsali e dolori alla nuca (cervicali). I muscoli possono diventare sensibili alla pressione. L'origine di questi dolori non chiara. Alcuni pazienti si lamentano anche di dolori articolari. Altre malattie reumatologiche devono essere approfondite. Spesso si manifestano disturbi gastrointestinali e nausea. Anche in questo caso devono essere escluse altre malattie autoimmuni come la celiachia, l'anemia perniciosa ecc. Si pu notare anche un'ipercolesterolemia caratterizzata da un rallentamento del metabolismo. La cosiddetta encefalopatia di Hashimoto, il coinvolgimento del cervello, molto rara e pu manifestarsi anche con un normale livello del sangue di ormoni tiroidei. Possono manifestarsi attacchi epilettici, tremolio, allucinazioni ed altri sintomi psichiatrici. Spesso sono rilevabili elevati livelli di anticorpi TPO. Un trattamento con il cortisone pu portare alla scomparsa dell'encefalopatia. Si sono verificate anche guarigioni spontanee. I sintomi della malattia autoimmune sono diversi. Come il processo immunitario agisce sugli anticorpi e che ruolo svolgono gli anticorpi non chiaro. Il gran numero di possibili sintomi diversi che in tanti libri di medicina vengano descritti solo in parte, spesso creano l'insicurezza nel medico e nel paziente. Quando il processo immunitario diminuisce, diminuiscono spesso anche i sintomi. La diagnosi si avvale, oltre agli elementi anamnestico-obiettivi, del dosaggio degli anticorpi antitiroide circolanti, in particolare degli anti-TPO, che risultano positivi in oltre il 90% dei casi. Utile supporto viene fornito dall'ecografia, che dimostra unecostruttura diffusamente ipoecogena, disomogenea, con margini irregolari e polilobulati. In caso di ipotiroidismo conclamato, il trattamento universalmente riconosciuto prevede la somministrazione di L-tiroxina a dosaggio sostitutivo, tale da riportare il TSH nei limiti di normalit, tra 1 e 4 mU/l. La posologia di L-tiroxina generalmente compresa tra 1 e 2 g/kg/die, ma deve essere calibrata individualmente. Nei casi di tiroidite associata a gozzo, con o senza ipotiroidismo, pu essere opportuno aumentare la posologia della tiroxina, in modo da ottenere la parziale o completa soppressione del TSH, con finalit antigozzigena. Nei casi di tiroidite senza gozzo e normale funzionalit tiroidea, o di ipotiroidismo subclinico (TSH compreso tra 4 e 10 U/ml e ormoni tiroidei nella norma), lopportunit di instaurare un trattamento deve essere valutata nel singolo caso, tenendo conto di vari fattori individuali quali: l'et, la coesistenza di patologie cardiache o di osteoporosi
renatastrumia.com Il meccanismo dellattivit degli ormoni tiroidei sulla cute non stato ancora definitivamente chiarito. Specifici recettori non sono stati fino ad ora dimostrati a livello della cute, ma gli effetti degli ormoni tiroidei sulla cute sono ben conosciuti e sono correlati con i livelli circolatori della T3. Gli ormoni tiroidei giocano un importante ruolo nel mantenere le normali funzioni cutanee in particolare il consumo di ossigeno, la sintesi proteica, le mitosi, lo spessore cutaneo, la crescita dei capelli e una normale secrezione di sebacea. Alcune di queste azioni degli ormoni tiroidei sulla cute sono indirette e mediate da effetti pi generali come la produzione di calore e unalterata dinamica cardiovascolare. Liperidrosi e la vasodilatazione possono essere determinate da alti livelli di ormoni tiroidei. Anche il morbo di Basedow e la tiroidite di Hashimoto possono avere effetti sulla cute, come vedremo in seguito.Ipo e ipertiroidismo sono responsabili di numerose alterazioni cutanee. essenziale valutare queste malattie cutanee perch potrebbero essere i sintomi iniziali di una patologia tiroidea.Ipotiroidismo e cute Nellipotiroidismo la cute fredda, secca e pallida con fine desquamazione. Il pallore dovuto alla costrizione dei vasi sanguigni cutanei e alleccesso di fluido e di mucopolisaccaridi nel derma, che comprime i piccoli vasi e cambia la rifrazione della luce. La secchezza causata da una diminuita secrezione sudoripara e sebacea e da una variazione della tessitura della cute. Lepidermide sottile e ipercheratosica, con follicoli poco evidenti. E frequente un edema periorbitario.La cute delle guancie spesso eritematosa. Nei pazienti con ipotiroidismo di lunga durata le palme delle mani e le piante dei piedi e le pieghe naso-labiali assumono un colorito giallo-arancione per accumulo di carotene nello strato corneo, causato da un blocco della conversione del beta-carotene in vitamina A (carotenodermia). La xerosi pu essere severa tanto da essere considerata una forma di ittiosi acquisita. Occasionalmente pu comparire una porporadovuta, probabilmente, ad una diminuzione dei fattori della coagulazione.I capelli sono opachi, secchi e fragili. La perdita della barba, dei capelli e dei peli pubici e del terzo laterale del sopracciglio frequente. Una massiva caduta di capelli avviene quando c una brusca insorgenza dellipotiroidismo. La diminuzione della secrezione sebacea contribuisce alla secchezza dei capelli. Probabilmente la perdita dei capelli dovuta ad un precoce arresto nella fase anagen di crescita del capello. Un normale rapporto tra capelli telogen/anagen ripristinato con la terapia sostitutiva. E stata descritta la crescita di peli lunghi e scuri sul dorso e sulle estremit di molti bambini con ipotiroidismo. La causa sconosciuta e molti bambini hanno anche un alterato sviluppo psichico . Nel 90% degli ipotiroidei le unghie sono sottili, fragili e striate con solchi longitudinali e trasversali. Le dimensioni e la velocit di crescita sono diminuite.Una tireotossicosi pu essere dovuta a un morbo di Basedow, ad un gozzo multinodulare tossico, ad un adenoma tossico, pu essere presente nella fase iniziale di una tiroidite, secondaria ad ingestione di un eccesso di ormoni tiroidei, a neoplasie producenti ormoni tiroidei od a tumori TSH-secernenti (carcinoma embrionale del testicolo, tumori trofoblastici e tumori ipofisari). La cute usualmente calda, arrossata e umida, con un aspetto liscio e privo di rughe. Il calore e larrossamento sono dovuti alla vasodilatazione periferica ed allaumentato flusso sanguigno. Un arrossamento episodico pu presentarsi a livello del viso e del torace e pu esserci un persistente rossore a livello dei gomiti e delle palme delle mani. E stata dimostrata unaumentata fragilit capillare e possono svilupparsi teleangectasie sul viso e sul torace. presente uniperidrosi particolarmente pronunciata nel palmo nelle mani e nella pianta dei piedi, dove le ghiandole sudoripare sono sotto il controllo del sistema nervoso simpatico.Una diffusa perdita di capelli presente nel 20-40% dei pazienti con ipertiroidismo. La gravit della perdita di capelli non
direttamente correlata alla gravit dellipertiroidismo. Lalopecia generalmente pi pronunciata dopo variazioni estreme del quadro metabolico durante la terapia. Pu comparire anche unalopecia areata, perdita di peli ascellari, pubici, del corpo e delle sopracciglia. Il capello soffice e sottile e spesso c un prematuro ingrigirsi.Alterazioni delle unghie si osservano approssimativamente nel 5% dei pazienti con ipertiroidismo. Le unghie crescono velocemente, qualche volta sono morbide e friabili. Strie longitudinali e appiattimento della superficie possono dare un aspetto a cucchiaio delle unghie. Si pu avere una onicolisi (unghia di Plummer). Il margine libero delle unghie diviene ondulato e incurvato in alto. Nel 2-4% dei pazienti con ipertiroidismo evidente uniperpigmentazione localizzata del viso(specialmente nellarea periorbitaria), nel collo, nelle cicatrici e nelle pieghe palmari. La prevalenza della vitiligine aumentata nelle malattie tiroidee ad origine autoimmunitarie, come il morbo di Basedow e la malattia di Hashimoto. La vitiligine pu precedere il disordine endocrino e non migliorata dal trattamento della disfunzione tiroidea. Il mixedema pretibiale, caratterizzato da placche giallo-brune con aspetto a buccia darancia, sembra insorgere solo in pazienti con malattie tiroidee autoimmunitarie, soprattutto nel morbo di Basedow. La prevalenza del mixedema pretibiale nel morbo di Basedow stimata tra l1 e il 10%. E frequentemente associato con esoftalmo. Pu presentarsi prima o dopo il trattamento della tireotossicosi e pu insorgere anche nella fase eutiroidea. Lacropachia tiroidea si manifesta in meno dell1% dei pazienti con morbo di Basedow; caratterizzata dallaspetto a bacchetta di tamburo delle dita delle mani e dei piedi, con proliferazione periostale diafisaria delle ossa distali e delle falangi. Lacropachia generalmente asintomatica; qualche volta stato riportato irrigidimento doloroso delle mani dovuto al rigonfiamento dei tessuti molli. Lacropachia pi comune dopo il trattamento della tireotossicosi. Prurito e orticaria possono essere presenti durante tutte le fasi dellipertiroidismo. Le cause sono sconosciute. Il prurito cos come lorticaria sono generalmente reversibili con il miglioramento dello stato ipertiroideo, anche se, occasionalmente una orticaria cronica con angioedema pu persistere. Gli xantelasmi nella tireotossicosi sono stati descritti da Thomson ed in genere persistono dopo il trattamento della tireotossicosi. Varie I disordini tiroidei possono essere associati con varie altre patologie cutanee, molte delle quali sono autoimmunitarie. Di frequente altri membri della stessa famiglia possono presentare fenomeni autoimmunitari simili.Lalopecia areata stata associata con la tiroidite di Hashimoto, con il morbo di Addison, con lanemia perniciosa e con il diabete mellito giovanile. Nel 24% dei pazienti con alopecia areata sono presenti una o pi alterazioni dei tests di funzionalit tiroidea senza peraltro segni clinici di patologia tiroidea . Wolf e Feuerman furono i primi a descrivere lassociazione del pemfigo con le tireopatie autoimmunitarie. Un pemfigoide bolloso stato osservato in pazienti con tiroidite di Hashimoto e morbo di Basedow . Sono stati riportati casi di dermatomiosite associata ad una tiroidite autoimmunitaria. Una tiroidite di Hashimoto stata anche descritta in pazienti con polimiosite, miastenia grave, pemfigoide, carcinoma della vescica e nella scabbia norvegese. Poich gli antigeni di istocompatibilit HLA-B8 e DR3 sono pi frequenti nella tiroidite autoimmunitaria e nella dermatomiosite delladulto, stata sospettata una patogenesi autoimmunitaria comune ad entrambe. Malattie tiroidee autoimmuni sono state descritte anche in pazienti con sclerodermia. Nicholson et al hanno descritto 3 pazienti con sclerodermia sistemica complicata nel suo decorso dallinsorgenza di un morbo di Basedow. Attualmente esiste ancora una controversia riguardo la relazione tra lacanthosis nigricans e le malattie tiroidee anche se lacanthosis nigricans associata a molte endocrinopatie. Nella pustolosi palmoplantare stata riportata lassociazione con malattie tiroidee, come gozzo o alterazioni dei dosaggi ormonali. Sindrome di Sweet La sindrome di Sweet (dermatosi acuta febbrile neutrofilica) ritenuta secondaria ad una reazione di
ipersensibilit sia ad infezioni sia ad antigeni associati a tumori. Sebbene usualmente associata a malattie mieloproliferative, la sindrome di Sweet stata associata anche con malattie autoimmunitarie come la sindrome di Sjgren, lartrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico e la colite ulcerosa, il morbo di Basedow e la tiroidite subacuta (verosimilmente su base virale). Orticaria Nel 15% dei pazienti con orticaria cronica idiopatica ed angioedema sono state riportate alterazioni della tiroide in particolare tireopatie autoimmunitarie. La vitiligine stata associata con la malattia di Addison, con lanemia perniciosa, con il diabete mellito, con luveite, con il melanoma, con linsufficienza ovarica e testicolare e con le malattie autoimmunitarie della tiroide. La descrizione originale della sindrome di Schmidt includeva linsufficienza surrenalica idiopatica e la tiroidite cronica linfocitaria. Questa sindrome stata attualmente ampliata comprendendo il diabete mellito insulino-dipendente, lipoparatiroidismo, linsufficienza gonadica, lanemia perniciosa, la candidosi mucocutanea e spesso una tireotossicosi. La vitiligine presente in meno del 10% dei pazienti, mentre possono essere presenti altri disordini autoimmunitari come lartrite reumatoide giovanile e la nefropatia con depositi di IgA. Braunstein ha riportato un caso di eritema anulare centrifugo in un paziente con morbo di Basedow. Leruzione scomparsa dopo il trattamento con iodio radioattivo. Un granuloma anulare generalizzato stato osservato in una donna con tiroidite autoimmunitaria, risolto dopo somministrazione di tiroxina. Il gozzo nella reticoloistiocitosi multicentrica probabilmente dovuta allinfiltrazione granulomatosa della ghiandola.
Il sito del Centro Medico Francois Broussais dedicato alla medicina d'avanguardia e a tutte quelle persone che sono alla ricerca di un nuovo modello medico a cui affidare la propria salute. Il Centro Broussais, fondato nel 1989 dal dott. Salvatore Simeone, uno dei pi grandi centri di Medicina Biologica ed Integrata esistenti, in grado di offrire le soluzioni migliori nei vari settori della medicina, sia nel campo della diagnostica funzionale che nel campo terapeutico. broussais.it L'UNIVERSO TIROIDE L'universo riguardante la tiroide quanto mai vario e complesso. Chi ha problemi di tiroide trarr grande beneficio dalla lettura di questo primo documento di carattere generale, poich esso contiene la spiegazione del tipo di approccio terapeutico, da parte della Medicina Biologica e Integrata, nei confronti delle malattie della tiroide (per visionare un video del dr Simeone su you tube riguardante le malattie della tiroide clicca qui). Molti ci chiedono cosa si intende per "cura naturale della tiroide", pensando che tratti di omeopatia, erbe o cose del genere. Ebbene, precisiamo subito che la "cura naturale" delle patologie della tiroide molto di pi articolata e complessa di un semplice rimedio omeopatico o omotossicologico o fitoterapico: tentare di curare la tiroide con questo tipo di rimedi naturali significherebbe fallire almeno nel 95% dei casi. Facciamo un esempio e prendiamo l'ipotiroidismo, che non potr mai guarire realmente se: 1) non si corregge la "tipologia ossidativa" del paziente (leggi la quinta scala del documento "nutrizione superiore"), 2) se non si eliminano alcuni alimenti che rallentano la funzione tiroidea, 3) se non si correggono eventuali squilibri funzionali a carico del sistema metabolico ed energetico del paziente, 4) se, infine, non si correggono eventuali squilibri del "terreno organico" (flora batterica, candidosi, ecc.). Tutto questo non si pu fare prescrivendo semplicemente qualche prodotto omeopatico o omotossicologicoo qualche erba. La cura biologica delle malattie della tiroide dipende da 2 elementi: il primo la capacit di fare una diagnosi di tipo funzionale, e non solo organica; il secondo saper sinergizzare tra loro, con esperienza e maestria, le diverse terapie che fanno parte del mondo della Medicina Biologica, partendo sempre e comunque dal singolo paziente che ci sta di fronte. In queste pagine cerchiamo anche di fare chiarezza e di spiegare perch, secondo noi, non condivisibile un protocollo che prevede l'uso della stessa medicina (l'ormone tiroideo), per giunta "per tutta la vita", in tutte le patologie della tiroide, anche molto diverse l'una dall'altra: lo stesso ormone, infatti, viene prescritto indifferentemente sia in caso di "tiroidite", sia in caso di "noduli", sia in caso di "ipotiroidismo". La stessa cosa avviene anche in moltissimi casi di "ipertiroidismo", dopo che si sia inibita la funzione della ghiandola con le varie terapie che si utilizzano. Ad esempio, cartelle cliniche alla mano, vedremo che molte persone in cura con l'ormone tiroideo erano sanissime(clicca qui) e sono cadute nella "rete farmacologica" solo perch il protocollo mondiale, previsto dalle case farmaceutiche, viene purtroppo attuato con troppa leggerezza. Addirittura qualche medico prescrive l'ormone tiroideo come prevenzione, la quale cosa si commenta da sola.
Invece, a quelli che hanno realmente problemi tiroidei, possiamo dire che con la Medicina Biologica si ottengono risultati sorprendenti e si curano le varie patologie facendo tranquillamente a meno dell'ormone. Dimostreremo anche che, spesso, alcuni esami diagnostici non sono affidabili(clicca qui). Ad esempio, infatti, per quanto riguarda i noduli, se si effettuano 2 ecografie della tiroide, nello stesso giorno o a 2-3 giorni di distanza l'uno dall'altro (ovviamente in 2 posti diversi e senza esibire le ecografie precedenti), in molti casi esse non coincidono tra di loro, anzi a volte sono diversissime. Anche per quanto riguarda la tiroidite, gli anticorpi salgono e scendono, e di molto, anche nella stessa giornata, e in ogni caso variano autonomamente nel tempo a prescindere dall'ormone tiroideo (il tutto spiegato meglio nel paragrafo relativo alla tiroidite). Inoltre, sempre per quanto riguarda la tiroidite, dimostreremo anche che non vero che una tiroide con gli anticorpi elevati sempre destinata ad andare incontro a un ineluttabile ipotiroidismo, soprattutto se curata bene con la Medicina Biologica e Integrata. Anche questo documentato da tanti casi di pazienti ai quali stato gradualmente eliminato l'ormone e la loro tiroide, una volta "riabilitata", continua a funzionare perfettamente a distanza di anni (clicca qui). Al fine di una migliore comprensione del "pianeta tiroide" abbiamo deciso di pubblicare anche moltissimi casi clinici (clicca qui). Occupiamoci, ora, della domanda pi ricorrente da parte dei pazienti: voi come curate la tiroide? Innanzitutto, ovvio, non prescrivendo a tutti, indistintamente, lo stesso ormone, per giunta a vita... In realt, la vera cura della tiroide non pu che essere basata su di un "percorso terapeutico causale", che cio vada a rimuovere le cause (metaboliche, energetiche, nutrizionali e quant'altro) che hanno provocato la malattia della tiroide. E' solo rimuovendo quelle cause che la tiroide potr guarire realmente e per sempre. Da quanto abbiamo appena detto, appare evidente che non la tiroide il vero bersaglio di cura, ma l'eliminazione delle cause prime che hanno provocato la malattia: una volta eliminate le cause, la tiroide guarisce automaticamente. LA CURA DELLE MALATTIE DELLA TIROIDE IN MEDICINA BIOLOGICA E INTEGRATA Proviamo, ora, ad entrare pi nel pratico, iniziando dal dare la giusta definizione di cosa sia la Medicina Biologica e Integrata, nonch sul tipo di cure adottate per le malattie tiroidee. Innanzitutto, per saperne di pi sulla Medicina Biologica basta leggere il documento specifico (clicca), in modo da non confondere la Medicina Biologica e Integrata con le semplici "omeopatia, erbe o omotossicologia...". L'APPROCCIO DIAGNOSTICO In campo diagnostico, oltre a tener conto degli esami convenzionali (TSH, FT3, FT4, anticorpi, ecografia, scintigrafia, ecc.), nel nostro Centro Medico viene effettuato un check-up funzionale che consente di valutare lo stato di salute dell'organismo anche sotto altri parametri. Inoltre, viene valutata la "tipologia metabolica o ossidativa" del paziente, cio la sua capacit di produrre le reazioni ossidative all'interno delle cellule: ad esempio, diagnosticare ed eventualmente correggere la "tipologia metabolica" del paziente di fondamentale importanza per la cura dell'ipotiroidismo. Il check-up funzionale pu comprendere anche la misurazione delle correnti galvaniche del cavo orale che, in alcuni casi, specie nella titoidite, pu rivelarsi importante per una buona diagnosi.
Infine, precisiamo che il check-up funzionale non assolutamente invasivo. LE TERAPIE Per quanto riguarda la fase terapeutica, le cure vengono prescritte in base ai risultati del check-up funzionale e alla individuazione della tipologia ossidativa del paziente. E' possibile vedere anche il video del dr Simeone su you tube che parla di come si cura la tiroide senza ormoni (clicca qui) La terapia consiste, innanzitutto, nel correggere gli squilibri metabolico-ossidativi ed energetici del paziente: per questo, ogni paziente un caso a se stante e le cure sono molto individuali. Ma la correzione della tipologia ossidativa di fondamentale importanza per la cura della tiroide. A questo scopo sono fondamentali alcuni consigli nutrizionali in grado di correggere questa condizione metabolica. Poi, sempre a proposito di alimentazione, ricordiamo che pochi medici ed endocrinologi si ricordano che esistono alimenti che rallentano o stimolano la funzione tiroidea! Cos come pochi medici si ricordano che esistono alcuni farmaci ed alcuni integratori che interferiscono con la tiroide. Eppure tutto questo riportato anche nel PNLG (Programma Nazionale Linee Guida) dell'Istituto Superiore di Sanit: in particolare, si controlli la tabella riassuntiva alla fine del documento, subito prima della biografia.In questo documento ufficiale si parla di interferenze tra alcuni farmaci o alcuni alimenti con la funzione tiroidea: certo, ad una lettura superficiale da parte di chi non medico, sembrano tutti nomi strani... Ora ne citeremo alcuni, tra quelli che sono descritti come "clinicamente rilevanti".Parlando di farmaci, ad esempio, dietro il termine "idrossido di alluminio" si nascondono tanti comuni sciroppi e compresse per l'acidit gastrica; il termine "amiodarone" nasconde un comune farmaco per il cuore; la "colestiramina" contenuta in comuni farmaci contro il colesterolo e i trigliceridi; per non parlare dei "fans", che sono comunissimi farmaci anti-infiammatori... Questi sono solo alcuni esempi. Tra gli alimenti apparentemente citata solo la soia, mentre moltissimi altri alimenti ed acque si celano sotto la dizione "carbonato di calcio", che rallenta la funzione tiroidea; peccato, per, che questi alimenti e queste acque non vengano neanche elencati... Eppure, difficile trovare endocrinologi che tengano conto di tutto questo, anzi nella quasi totalit dei casi viene subito prescritto l'ormone tiroideo per tutta la vita. Tornando a parlare della cura della tiroide con la Medicina Integrata, si potranno utilizzare, a seconda dei casi, anche alcuni rimedi bioterapici (dall'immunologica omeopatica, all'oligoterapia, all'omotossicologia, ecc.) oppure alcune tecniche di regolazione energetica (ad es. la Biorisonanza). In ogni caso, la terapia ideale viene scelta sempre in base alle esigenze del singolo paziente poich, in Medicina Biologica, non esistono protocolli (come il solito ormone prescritto sempre e comunque in qualsiasi tipo di malattia tiroidea), in quanto ogni caso clinico unico e deve essere interpretato e curato in quanto tale.
Ma allora, qual' il motivo ? Semplice, il medico sa che l'ormone tiroideo non in grado di curare la tiroidite e, specie nei casi in cui le prime analisi mostrano valori non tanto elevati, egli non vuole rischiare di far vedere al paziente i valori degli anticorpi eventualmente aumentati, altrimenti che figura ci fa ? Infatti un evento del genere altamente probabile quando si sia partiti da valori anticorpali non molto elevati (ad esempio 300, 500, 700). In questi casi facilissimo che le analisi successive possano peggiorare e, in tal caso, il paziente penserebbe che l'endocrinologo gli ha peggiorato la tiroidite. Per evitare questo, il medico, spesso, non fa ripetere gli anticorpi, confidando anche che il paziente non ci faccia caso. Per la prescrizione dell'ormone tiroideo non manca mai ed anche in caso di tiroidite il protocollo sempre lo stesso ! Come si giustifica, anche in questo caso, la prescrizione del solito ormone? Si giustifica, secondo l'endocrinologia, con l'assioma secondo cui la tiroidite, piano piano, "distruggerebbe" la tiroide e produrrebbe un ineluttabile "ipotiroidismo" e, per questo, l'ormone indispensabile ! Ebbene, anche questo assioma non trova riscontro in tanti anni di nostra esperienza, in cui abbiamo curato la tiroidite ed eliminato l'ormone a tanti pazienti i quali, a distanza di anni, non hanno sviluppato un ipotiroidismo e anzi continuano ad avere una perfetta funzionalit tiroidea: anche questi casi sono tutti rigorosamente documentati. Ma c' di pi; ammesso pure che la tiroidite provocasse, nel tempo, un ineluttabile ipotiroidismo (per abbiamo visto che non cos), sorgerebbe spontanea una domanda: perch l'ormone tiroideo, visto che non azzera gli anticorpi, viene prescritto subito anche alle persone che hanno una funzione tiroidea normale? In altre parole, per quale motivo, prima di dare l'ormone, non si aspetta che la tiroide dia i primi segni di cedimento? Il buon senso direbbe che una follia dare un ormone ad una persona che lo produce gi per conto suo!!! Purtroppo, per, quello che si fa e noi crediamo che ci avvenga perch esistono interessi pi grandi della salute dei pazienti... Fatta questa dolorosa riflessione, diciamo 2 parole sulle malattie autoimmuni, di cui si pu leggere, a parte, il documento specifico. In effetti il problema delle malattie autoimmuni non viene ancora chiaramente decodificato dalla medicina convenzionale; infatti essa conosce benissimo il meccanismo con cui si manifesta la malattia autoimmune, ma ci che ancora le sfugge sono le eventuali motivazioni che la innescano: in altri termini, sa che il motore in fiamme (infiammazione) e sa anche come sta sviluppandosi l'incendio (auto aggressione da parte degli anticorpi), ma non sa perch ci stia accadendo e, dunque, si limita a considerare "impazzito" il sistema immunitario. Negli ultimi anni tale meccanismo stato dimostrato soprattutto per merito di importanti ricercatori, primi fra tutti il Prof. A. Pischinger dell'Universit di Vienna, e il Dott. H.H. Reckeweg, fondatore della moderna omotossicologia; poich la spiegazione della patogenesi delle malattie autoimmuni complessa, rimandiamo chi interessato alla pagina sulle malattie autoimmuni. Se, invece, chi legge fosse medico o particolarmente interessato al problema, consigliamo di consultare anche i seguenti libri: Omotossicologia, H. H. Reckeweg, ed. Guna; Matrice e regolazione della matrice, A. Pischinger, ed. Haug. Fatto sta che, se non si conoscono bene i meccanismi che innescano una patologia autoimmune, sar anche pi difficile curarla: infatti l'endocrinologia, per tutti i motivi che abbiamo citato, non riesce a curare la tiroidite di Hashimoto e, di conseguenza, non resta che il vecchio assioma di sempre, cio mettere a riposo la tiroide, prescrivendo sempre il solito ormone, con tutti problemi gi enunciati (stress cardiovascolare, nervosismo, osteoporosi, insonnia, ansia, tachicardia, rallentamento metabolico, ingrassamento, ecc.). Quale soluzione? Nel caso di una tiroidite innanzitutto necessario capire i meccanismi che
l'hanno instaurata e poi riequilibrare la funzionalit del sistema immunitario ed quanto la Medicina Biologica si prefigge, utilizzando le varie armi a sua disposizione che, nel nostro Centro Medico, vengono scelte in base al check-up funzionale. Nella cura della tiroidite di Hashimoto il protocollo biologico, permette, spesso, finanche di azzerare gli anticorpi o, nei casi pi resistenti, di tenerli tranquillamente sotto controllo senza l'uso di ormoni sintetici. Ma l'obbiettivo ancora pi importante che si riesce a raggiungere con la Medicina Biologica quello di salvaguardare la funzionalit tiroidea, permettendo alla tiroide di continuare a star bene, nonostante gli anticorpi (vedi anche alcuni casi clinici). broussais.it
Poliambulatorio Specialistico gestito da "Centro Medico Francois Broussais s.r.l." P. IVA 03557111006 Sede legale ed operativa: Largo A. Sarti, 4, 00196 Roma Autorizzazione all'apertura ed all'esercizio dell'attivit sanitaria n. 11 rilasciata dal Comune di Roma in data 2/2/2000 Recapiti: Tel. 06 3201127 - 06 3240278 Fax 06 3236402 info@centrobroussais.it Direttore sanitario: dott. Salvatore Simeone, nato a Pignataro Maggiore (CE), l'8/2/1957, Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita presso l'Universit di Roma "La Sapienza" in data 05/04/1986 Abilitazione presso Universit di Roma "La Sapienza" sessione novembre 1986 Iscrizione all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Roma al n. M49028 Io sottoscritto dott.Salvatore Simeone, in qualit di Direttore Sanitario del Centro Medico Francois Broussais s.r.l. dichiaro sotto la mia responsabilit che il messaggio contenuto nel presente sito diramato nel rispetto delle linee guida per la pubblicit e l'informazione sui siti internet (come da Delibera 129/2007 del Consiglio dell'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Roma del 19/06/2007.)
2011 si legge che tale formazione (cio il nodulo) determina lieve compressione sul profilo tracheale a sinistra e netta laterodeviazione a sinistra dellasse vascolare del collo omolaterale. Invece, nellecografia del 20 aprile 2012 si legge testualmente che la grossolana formazione nodulare risulta diminuita di volume e non si osserva pi limpronta della lesione sulla trachea, mentre persiste la deviazione a sinistra del fascio vascolare (ma evidentemente non pi cos netta comera 10 mesi prima). Guarigione da ipotiroidismo, nodulo tiroideo e sovrappeso, Signora nata a dicembre 1981, proveniente dalla provincia di Catanzaro, viene visitata il 3 giugno 2008 con diagnosi di ipotiroidismo e tiroidite. A gennaio 2007, al momento della diagnosi, il valore del TSH era di 9.840 per valori normali fino a 5.500 e con FT4 ai limiti del valore inferiore, e cio di 0.90 per valori minimi di 0.89. Inoltre, allecografia tiroidea del 23 luglio 2007, presentava un nodulo al lobo di destra delle dimensioni di 5x5x6 mm. Al momento della visita assumeva 62,5 mcg di ormone sostitutivo. Considerando il quadro clinico si deciso di mantenere invariato il dosaggio dellormone sostitutivo per i primi 2 mesi. Alle analisi del 21 luglio 2008 il valore del TSH era di 2.252 per valori normali fino a 5.000 e lFT4 era leggermente salito a 0.92. Si deciso cos di abbassare il dosaggio dellormone sostitutivo a 50mcg. Si consigliava, inoltre, di effettuare una nuova ecografia tiroidea in un laboratorio nuovo senza portare in visione lecografia fatta in precedenza. Nella visita di controllo fatta ad ottobre 2008 la paziente portava in visione gli esami fatti in data 17 settembre 2008 dove si evidenziava il TSH 1,94 per valori normali fino a 4.00 e, soprattutto lFT4 a 8.40 per valori normali da 5.80 a 16.40. La tiroide dava gi segno di notevole miglioramento della sua funzione e si deciso di abbassare ulteriormente il dosaggio dellormone sostitutivo a 25mcg. Alla nuova ecografia fatta il 17 settembre 2009 i noduli tiroidei visti in precedenza erano spariti. Nel mese di dicembre 2008 lormone sostitutivo stato ulteriormente scalato a 12,5 mcg ed stato definitivamente eliminato il 20 febbraio 2009 in quanto le analisi fatte il 11 febbraio 2008 riportavano il valore del TSH a 2.89 ed ormoni tiroidei nella norma. Sempre nel mese di febbraio 2009 la nostra paziente effettuava un ciclo di digiuno terapia a casa comunicandoci, con entusiasmo, il 3 marzo 2009, con una mail, di essere stata bene e di aver perso 8 kg in 10 giorni. Le successive analisi del 25 maggio 2009 riportavano sempre un TSH a 3.21 per valori normali fino a 4.20 ed ormoni tiroidei sempre nella norma. La tiroide si completamente riabilitata. Noduli tiroidei guariti, e non solo Signora di 45 anni allepoca della prima visita, avvenuta il 12 giugno 2007. Aveva avuto la diagnosi di tiroidite e noduli tiroidei gi nel 1999, con un periodo di ipertiroidismo per cui le era stato prescritto il Tapazole, che aveva provocato una perdita della funzione tiroidea, per la quale, fin dal 2000, le era stato dato lormone sintetico, partendo da 50, per andare poi a 75 e infine a 100 mcg. Per quanto riguarda i noduli, lultima ecografia antecedente la prima visita nel nostro centro medico, effettuata il 12 novembre 2005, mostrava 2 noduli, il primo di 21x20x12 mm a destra, il secondo di 18x13x13 a sinistra. Allepoca della prima visita la paziente assumeva ancora 100 mcg di ormone al giorno, con le analisi del 27 marzo 2007 che mostravano un TSH a 0.008. Messa in cura con la Medicina Biologica, lormone viene gradualmente scalato, fino ad eliminarlo nel mese di ottobre 2010, con la normalizzazione della funzione tiroidea. Lultima visita di controllo, prima della pubblicazione del caso clinico, stata effettuata il 5 ottobre 2011, con unecografia molto migliorata per la presenza di un solo piccolo nodulo di 11x6 mm, e con analisi perfette, con un TSH a 2.00 (v.n. fino a 4.20) ed ormoni nellideale range dei valori. Noduli e ipotiroidismo, Signora del 1968, di Rimini, viene in prima visita il 28 giugno 2011, con una diagnosi di Ipotiroidismo. Nel 2010 aveva avuto un TSH a 5.760 (per valori normali fino a 4.200). Per questo, aveva effettuato un ciclo di agopuntura che avevano portato il TSH a 4.400 a gennaio, 3.710 a marzo e 4.950 a maggio (sempre per v.n. fino a 4.200), mentre nel mese di febbraio 2011 il TSH era 4.72, ma per valori normali fino a 5. In ogni caso, non essendo stata soddisfatta dei risultati, dopo aver visto rialzarsi il TSH a quasi 5 nel mese di maggio, si lascia convincere a prendere
25 mcg di ormone sintetico, ma senza esserne convinta pi di tanto, sia per la consapevolezza di doverlo prendere per tutta la vita, sia perch era cosciente che lormone non resta mai a 25, ma pian piano va aumentando. Insomma, la signora non era convinta di questa scelta, anche per la paura degli effetti collaterali. Cos, facendo un giretto su internet, si imbatte nel nostro centro medico ed inizia a leggere i casi di guarigione, che la convincono a venire a fare una visita a Roma, il 28 giugno 2011, portando tutte le analisi descritte prima, pi unecografia effettuata il 9 giugno, con 3 nodulini, su uno dei quali, di 8 mm, aveva effettuato lago aspirato. Messa in cura con il Metodo Broussais e la Medicina Biologica, inizia a dimezzare lormone sintetico. Effettua la visita di controllo l8 novembre 2011, portando in visione un TSH a 2.860 (v.n. fino a 4.200), dicendoci di sentirsi bene, molto meglio rispetto alla prima visita di giugno, per cui si decide di sospendere lormone; inoltre, ad una nuova ecografia, del 3 ottobre, si reperta un solo nodulino al posto dei 3 precedenti. Ci si rivede nel mese di febbraio 2012, con un TSH a 2.970, questa volta per valori normali fino a 4.600. Lultima visita, prima della pubblicazione del caso clinico, del 22 maggio 2012, con un TSH a 3.450, sempre per valori normali fino a 4.600. Altra cosa importante da notare che, in questanno di cura, gli ormoni tiroidei, pur risultando sempre nella norma (ma verso il basso) si sono alzati significativamente rispetto allinizio (FT3 a 3.03 per v.n. da 2 a 4, ed FT4 a 13.5, per v.n. da 8 a 17). Segnale inequivocabile dello stato di salute della signora e della sua tiroide il fatto che ci dica testualmente mi sento bene e con la giusta energia, mentre di solito in primavera mi sentivo una larva. E, prima di salutarci, da una parte fa una riflessione sullaver scampato lormone a vita, dallaltra ci dice di essere venuta da noi perch aveva letto i casi di guarigione sul nostro sito. A quel punto, le diciamo che anche il suo caso potrebbe essere pubblicato, e lei non solo daccordo, ma ci invita a mettere anche nome e cognome, cosa che ovviamente non facciamo per ovvi motivi. - signora di 58 anni, all'epoca della prima visita, avvenuta il 13 marzo 2005. 10 anni prima le erano stati diagnosticati alcuni piccoli nodulini alla tiroide, per cui le era stato prescritto l'ormone sintetico. Ne aveva preso per anni 100 mcg e, all'epoca della prima visita, ne assumeva 87.5. In tutti questi anni le ecografie si erano mantenute sempre pi o meno simili: quella di gennaio 2003 riportava un nodulo calcifico di 7-10 mm a destra, altri 3 nodulini tra i 3 e i 10 mm a sinistra e, infine, un ultimo nodulino di 7 mm in zona paraistmica. Ovviamente, come spesso accade, la signora faceva risalire questa stabilit all'uso dell'ormone sintetico, anche se era consapevole che tale ormone non faceva molto bene al suo apparato cardiovascolare, essendo ipertesa ed in cura con 2 farmaci anti-ipertensivi. Poich la signora, una sera, ci aveva visto parlare di tiroide su una TV privata, si convinse a tentare di curarsi in modo diverso. Iniziammo, cos, a diminuire l'ormone tiroideo, che fu eliminato definitivamente il 1 marzo 2006, con tutte le analisi degli ormoni perfette, comprese quelle ancora successive (e, dunque, senza ormoni) del 19 maggio 2006, con TSH a 1.97, FT3 a 3.4 ed FT4 a 10.2. Il problema, per, era stato convincere la signora che l'ormone non le serviva per "tenere sotto controllo" i nodulini. Per raggiungere tale scopo, le fu chiesto di effettuare una ecografia senza portare in visione le precedenti: ebbene, tale ecografia, effettuata il 3 ottobre 2005, parlava solo di 2 nodulini di 5 e 8 mm, al posto dei soliti 4 o 5 evidenziati da tutte le altre precedenti ecografie. Facemmo notare questo dato alla paziente, la quale disse che eravamo stati bravi noi. In realt avremmo potuto goderci questo successo, ma sapevamo che le cose stavano diversamente, cos le chiedemmo di effettuare un'altra ecografia ancora, ma questa volta portando in visione le precedenti, eccetto l'ultima risultata diversa. Il risultato fu quello che ci aspettavamo: la nuova ecografia, del 10 febbraio 2006, guarda caso, ricalcava perfettamente tutte le altre antiche, con il solito nodulino di circa 10 mm a destra e i soliti
3 nodulini a sinistra, il maggiore dei quali di 8 mm. Ovviamente la paziente era stata avvisata che, con tutta probabilit, riportando in visione le vecchie ecografie, l'esito sarebbe tornato ad essere simile alle altre. Al contrario, non portando le precedenti, specie in caso di nodulini inferiori al centimetro, ci sono altissime probabilit che l'esito sia completamente differente (vedi il documento "analisi contrastanti"). Tutto questo, beninteso, non dipende dall'imperizia degli operatori, ma ha motivazioni pi complesse che sono spiegate nel documento generale "noduli tiroidei". Tornando alla nostra paziente, grazie a questo "escamotage", fu possibile dimostrarle che non era stata salvata dall'uso dell'ormone e che, anzi, l'uso del farmaco le aveva solo creato problemi, fino a contribuire all'aumento della pressione. Per finire, se vero che non ci siamo presi particolari meriti in occasione dell'ecografia apparentemente migliorata, anche vero che non abbiamo problemi a prenderci il merito che ci spetta nel riuscire a riabilitare, con una certa facilit, la funzione tiroidea di tutte quelle persone che hanno assunto per anni l'ormone sintetico, e la cui tiroide di "addormentata ed impigrita". La medicina biologica, infatti, ha tutte le potenzialit per raggiungere, con facilit e velocit, l'obbiettivo di eliminare l'ormone tiroideo per sempre, ritrovandosi con una tiroide perfettamente funzionante. N.B. questo caso clinico avrebbe potuto essere riportato anche nel documento "analisi contrastanti", oltre che in quello della "riabilitazione tiroidea". - signora di 52 anni all'epoca della prima visita con noi, nell'aprile 2004, con diagnosi di "noduli tiroidei". La cartella clinica della paziente era corredata di 2 ecografie, la prima delle quali effettuata nel gennaio 2002, con un nodulo di 26x14x17 mm a destra e altri 3 noduli a sinistra di 10, 9 e 6 mm. Per questo le era stato prescritto l'ormone tiroideo, come da prassi. Successivamente, nel mese di maggio 2003, la paziente effettu una seconda ecografia che mostrava il nodulo destro sostanzialmente invariato (26x16 mm) e gli altri 3 noduli a sinistra un p aumentati di volume (12, 9 e 8 mm). Entrambe le ecografie mostravano anche linfonodi "iperplastici" e "di tipo reattivo" in zona cervicale. A questo punto, notato che l'ormone non aveva modificato in meglio il quadro, decide di mettersi in cura con la medicina biologica ed eliminare l'ormone, che fu sospeso definitivamente nel mese di ottobre 2004. Oltre a sentirsi meglio, la paziente decide di rifare una ecografia di verifica il 27 ottobre 2005, cio un anno esatto dopo la sospensione dell'ormone. Tale ecografia mostra una situazione invariata a sinistra e un miglioramento a destra, con il nodulo grande ridotto di dimensioni rispetto alle altre 2 precedenti ecografie (23x11 mm invece di 26x16 o di 26x17x14). Scomparsi anche i linfonodi reattivi e iperplastici in zona cervicale. - signora di 58 anni, all'epoca della prima visita, avvenuta nel mese di novembre 2003. La storia simile a quella di chiss quante persone: infatti, nel 1996, la signora era in sovrappeso e, nel centro di dimagrimento, le fu detto di fare i controlli della tiroide e, in particolare un'ecografia che dimostr un nodulo di 12 mm nella parte media del lobo sinistro. Ovviamente le fu consigliato l'ago aspirato e Le venne prescritto l'ormone. Cos, dal 1996, la paziente inizia a prendere 75 mcg di ormone che, peraltro, come quasi sempre accade, non cambia la situazione: infatti, anche nelle successive indagini, il cosiddetto "nodulo" sempre presente, come nell'ultima ecografia del 24 ottobre del 2003. Messa in cura con la medicina biologica, inizia a scalare l'ormone, che verr definitivamente sospeso nel mese di maggio 2004.
In una nuova ecografia, effettuata il 29 gennaio 2004, si legge che "non sono evidenziabili immagini nodulari". - signora di 44 anni, viene in cura per noduli tiroidei nel mese di novembre 2003. L'ecografia portata in visione, effettuata un mese prima, parlava di "presenza di almeno 3 noduli veri, uno nel lobo destro di 5 mm. e due nel lobo sinistro, di 5 e 10 mm". Per questo la signora da 6 anni era in cura l'ormone tiroideo, fino ai 150 mcg assunti all'epoca della prima visita. Nonostante anni di ormoni, come quasi sempre accade, i noduli persistevano, gli anticorpi anti-TPO erano elevatissimi (superiori a 3000, per valori normali fino a 60) e, in pi, il valore del TSH si era azzerato. Tra l'altro, la signora era anche ingrassata fino a 83 chili. Messa in cura con la Medicina Biologica, si inizi a scalare gradualmente l'ormone, prima a 100, poi a 75, 50, 25, fino a 12.5 mcg, per poi eliminarlo completamente nel mese di dicembre 2005. In questi 2 anni le analisi del TSH e degli ormoni tiroidei si sono sempre mantenute perfette, gli anticorpi anti-TPO, da oltre 3000, sono scesi stabilmente intorno a 1200-1300, ma, soprattutto, l'ultima ecografia evidenzia, al posto dei 3 precedenti noduli, "un solo piccolo nodulo calcifico di 5 mm". Ulteriore aggiornamento con le analisi del 27 giugno 2006: la funzione tiroidea continua ad essere ottimale, con un eccellente TSH a 1.92 e anticorpi perfetti; inoltre, anche gli anticorpi anti-TPO continuano, piano piano, a scendere (da oltre 3000, ora sono a 1063). La paziente, ovviamente, continua a sentirsi bene. - paziente di sesso femminile, nata nel 1974, viene in prima visita il 1 ottobre 2009, con una diagnosi di gozzo multinodulare. Porta in visione l'ultima ecografia, eseguita il 30 settembre 2009, che mostra svariati noduli tiroidei, e che risulta invariata rispetto alla prima ecografia del 14 novembre 2006, eccetto "un accrescimento della formazione dominante di destra, del diametro attuale di 37x20x27 mm". Messa in cura, ripete l'ecografia il 15 gennaio 2010, nella quale si nota che il grande nodulo "dominante di destra" si ridotto da 37 a 19 mm di diametro. - signora di circa 52 anni, all'epoca della prima visita, avvenuta il 31 ottobre 2005. La paziente presentava un grande gozzo a destra di 75 x 51 mm, con forte deviazione della trachea a sinistra. Per cercare di evitare l'operazione, si rivolta alla medicina biologica: chiaramente le fu detto che avremmo cercato di non far peggiorare le cose, in modo da evitare l'intervento. Dopo 3 mesi stata rifatta l'ecografia, dalla quale risulta che il gozzo sceso da 75 a 70 mm e questo lascia ben sperare anche per il futuro. - ragazza di 30 anni, viene in prima visita il 15 novembre 2005, con una lunga storia di "gozzo multinodulare", fin da quando aveva 16 anni. L'ultima ecografia del 2005, in ambito ospedaliero, non lasciava speranze di salvare la tiroide. Si legge testualmente: paziente di 30 anni con storia clinica di gozzo dall'et adolescenziale, trattata con L-tiroxina (l'ormone tiroideo), ma progressivamente aumentato di volume. A parte il fatto che questo esempio dimostra, ancora una volta, che l'ormone non d garanzie, il referto dell'ecografia termina cos: in considerazione del volume della tiroide, della plurinodularit e della parziale immersione in sede retrosternale, si indica intervento di tiroidectomia totale. Con queste basi, obbiettivamente poco allegre, decidemmo di provare a curarci per un p di mesi, per vedere cosa poteva succedere: a togliere la tiroide c'era sempre tempo... Dopo 10 mesi di cura, effettuiamo una nuova ecografia, per in un altro centro diagnostico e senza portare in visione le ecografie precedenti: il nostro scopo era quello di vedere se, dopo la nuova ecografia, le fosse ancora consigliata l'asportazione della tiroide. Fortunatamente, nulla di tutto questo!
La nuova ecografia risulta molto migliorata, evidenziando una "prevalenza del lobo destro", conferma il "gozzo multinodulare" con il nodulo maggiore di 23 mm e, inoltre, una modica deviazione della trachea. Infine, nessuna presenza di linfonodi latero-cervicali. Tutto qu, senza commenti da parte dell'ecografista, n il minimo accenno all'intervento; solo la solita raccomandazione di prendere l'ormone. Ma lui non conosceva tutta la storia... La ragazza uscita dallo studio molto sollevata, con la ferma volont di continuare a curarsi con la medicina biologica e integrata. - ragazza di 39 anni, viene in prima visita il 3 luglio 2006 con diagnosi di tiroidite fatta mediante l'ultima ecografia, secondo la quale "la tiroide diffusamente aumentata di volume, con aree ipoecogene pi estese a destra". Messa in cura, effettua una nuova ecografia, peraltro con lo stesso operatore, la quale evidenzia "lobi tiroidei di volume normale, senza lesioni nodulari". - signora di 56 anni, viene in prima visita il 23 gennaio 2003, per noduli tiroidei. La signora, in passato, aveva assunto l'ormone tiroideo per circa un anno, ma aveva deciso di sospenderlo sia per effetti collaterali subiti, sia perch, nonostante l'ormone, i noduli si erano ingranditi. L'ecografia fatta pochi giorni della prima visita, il 13 gennaio 2003, mostrava nel lobo destro 3 grandi noduli (uno di 32x15x20 mm, un secondo di 16x10x10 mm ed un terzo di 7.2mm) e a sinistra altri 3 noduli (15x10 mm, 8x7 mm e un ultimo di 5 mm). Dopo qualche mese di cura, per darle pi tranquillit,le chiedemmo 2 ecografie nuove, che risultarono entrambe nettamente migliorate; una riportava solo 4 noduli al posto di 6 e pi piccoli di quelli rilevati a gennaio. L'altra eco mostrava solo 2 piccoli nodulini di 8 e 10 mm a destra ed un solo nodulo di 17x9 a sinistra. - signore di 87 anni, nato nel 1919, viene in cura per un grande nodulo tiroideo il 24 maggio 2005. Dall'epoca della prima diagnosi, avvenuta nel marzo del 1997, il nodulo si era gradualmente ingrandito, passando dagli originali 38x32 mm a 60x35x46, il 16 dicembre 2004. Messosi in cura presso il nostro centro medico, il nodulo iniziato a diminuire di volume, passando a 59x31x38 nell'ottobre 2005, fino alle ultime 2 ecografie di luglio e novembre 2006, nelle quali era diventato di 55x29x32 e 46x30. Ovviamente, il tutto anche coinciso con la graduale sospensione dell'ormone tiroideo (all'epoca della prima visita ne assumeva 75 mcg), avvenuta nel gennaio 2006, con tutti gli esami nella norma. Per questo, il presente caso avrebbe potuto essere riportato anche nei "casi di riabilitazione della tiroide dopo assunzione di ormoni". L'anziano paziente, per molto giovanile rispetto all'et, ci ha portato tutta la sua storia clinica su materiale computerizzato, evitandoci fotocopie e quant'altro... Beato lui... - ragazza di 30 anni, viene a studio medico per noduli tiroidei il 10 febbraio 2006, per i quali assumeva da tempo 75 mcg di ormone tiroideo. Le dimensioni del nodulo maggiore all'eco del settembre 2006 erano 16 x 14 x 9 mm; erano, inoltre, presenti altri 2 piccoli nodulini. In questi mesi Le stato tolto l'ormone e, nell'ultima visita del gennaio 2007, le analisi sono risultate perfette, con il TSH a 2.48 e ormoni nella norma. La nuova ecografia dell'11 gennaio 2007, effettuata dallo stesso medico, parlava testualmente di >. - caso di una signora di 45 anni, con diagnosi di una "ciste del dotto tireoglosso" di 26 mm e di 2 noduli solidi di 20 e 18 mm.
La prima visita risale al 10 novembre 2005 e, dopo alcuni mesi di cura, la nuova ecografia del maggio 2006 parla di netta riduzione della ciste del dotto tireoglosso (14 mm invece di 26) e lieve riduzione dei 2 noduli solidi (15 e 16 mm invece che 20 e 18)>>. - signora di 50 anni, viene in prima visita il 17 marzo 2006, con diagnosi di grosso nodulo tiroideo, portando in visione alcune ecografie, una delle quali evidenziava un "nodulo vascolarizzato di tipo III, di 38 x 29 x 15 mm", mentre un'altra ecografia parlava di "voluminoso nodulo ovalare di 38 x 17 mm". Messa in cura, effettua una nuova ecografia del 1 marzo 2007, nella quale si legge testualmente: "non si osservano formazioni cistiche solide o liquide bilateralmente. Lobo sinistro 23.9 x 26.2". - signora nata nel 1955, viene a studio medico il 24 gennaio 2006, intenzionata a curare i suoi noduli tiroidei, a sospendere l'uso dell'ormone (ne assumeva 75 mcg dal 1998) e a perdere i 4-5 chili che aveva preso negli ultimi tempi (pesava 63 chili, mentre il suo peso ideale era sempre stato 58). Le ecografie portate in visione denotavano 3 noduli, 2 a destra di 18 x 10 e 5.5 mm, uno a sinistra di 10 mm. Messa in cura, raggiunge tutti e 3 gli obiettivi che si era prefissata, arrivando a pesare 58 chili ad aprile 2006, scalando gradualmente l'ormone ed eliminandolo definitivamente nel dicembre 2006 (ovviamente con analisi perfette) e, infine, effettuando l'ultima ecografia, il 7 settembre 2007, in cui era sparito il nodulo nel lobo di sinistra, mentre a destra residuavano 2 piccoli noduli contigui di 5 mm. Considerando che la sua paura era quella dell'asportazione della tiroide, la paziente ha tirato un bel respiro di sollievo. - signora del 1969, viene in prima visita il 29 dicembre 2004. Aveva assunto per un p di tempo l'ormone tiroideo per una diagnosi di "noduli tiroidei", perch le era stato detto che l'ormone serviva per "tenere sotto controllo i noduli". L'ecografia di quei tempi diceva che "l'ecostruttura della tiroide appare marcatamente disomogenea, per la presenza di multiple formazioni nodulari, dalle dimensioni comprese tra 5 e 16 mm". Successivamente, aveva dovuto eliminare l'ormone, per via degli effetti collaterali. Tra le eco successive, fatte di solito senza portare in visione le precedenti, il nodulo maggiore, tra i tanti, era di 18x11x9 mm, ed un altro raggiungeva i 10 mm. Curatasi per anni con la Medicina Biologica, nonostante vari fattori che "non piacciono molto alla tiroide", quali il vegetarianesimo e una scarsa affidabilit nel seguire un certo stile di vita, l'ultima ecografia effettuata prima della pubblicazione del caso, fatta il 9 aprile 2010, evidenziava solo nodulini subcentimetrici, eccetto uno di 13x8. - ragazzo di 26 anni, viene a studio medico il 27 maggio 2008 con la diagnosi di un grande nodulo di50 x 25 x 43 mm, che determinava compressione e dislocazione della trachea. L'ecografia terminava con l'invito a consultare un chirurgo. Messo in cura, lo rivediamo dopo 2 mesi e la nuova ecografia parlava di "formazione nodulare di 43 x 22 mm, con asse tracheale lievemente deviato a destra. Tenendo conto che erano passati solo 2 mesi, il ragazzo era molto soddisfatto, anche e soprattutto perch il secondo ecografista non aveva parlato di togliere la tiroide... - signora nata nel 1950, viene in prima visita il 22 maggio 2008, con una diagnosi di "gozzo uninodulare" di 3 cm, presente fin dal 1993. Messa in cura, Le chiediamo per di fare un'altra ecografia alla visita di controllo, che la paziente effettua il 14 dicembre 2008, e che evidenzia 5 noduli nel lobo di destra (mm 6, 7, 9, 7 e 14x8) e 6 noduli a sinistra (mm 7, 4, 9, 4, 6 e 10x6). Nel frattempo continuiamo a scalare l'ormone tiroideo. Alla visita di controllo del 30 luglio 2009 ci porta una nuova ecografia, effettuata il 18 giugno, che non evidenzia pi 11 noduli, ma solo 6 in tutto (mm 12, 10, 6, 8, 7 e 6). broussais.it