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Ministero della Difesa - Competenza, cooperazione e condivisione: i punti decisivi del...

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Intervento del: 14 maggio 2010 Competenza, cooperazione e condivisione: i punti decisivi del Procurement Intervento tenuto nel corso della conferenza sul tema Competenza, cooperazione e condivisione: i punti decisivi del Procurement svoltasi presso il Centro Alti Studi per la Difesa Fa fede il testo effettivamente pronunciato Innanzitutto, voglio rivolgere un saluto a tutti i presenti e un particolare ringraziamento al presidente del CASD, Ammiraglio Trevisani, sia per avermi dato la possibilit di parlare ad una cos qualificata e multiforme platea, nella splendida cornice di Palazzo Salviati - prestigiosa sede del massimo centro di formazione interforze - sia per avermi consentito di uscire dal palazzo, [refuso mentale che, se cozza con la realt attuale, invece una profonda verit in riferimento al mio ultimo incarico]. Il mese di maggio per i frequentatori senior della 61^ sessione dellIstituto Alti Studi per la Difesa e per gli junior del 12 Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze, il momento per cominciare a tirare le somme, dopo un anno caratterizzato da intense attivit didattiche ed importanti momenti formativi, in Italia ed allestero. Lo capisco perch ne so abbastanza. ho frequentato lo IASD e, in parallelo, sono stato tutor presso lISSMI. Sono assolutamente consapevole della mole di informazioni sinora ricevute nei pi svariati campi.e non voglio, pertanto, provocarvi un sovraccarico di informazioni. Tanto pi che i miei bravissimi Capi del III e del IV reparto del Segretariato Generale, miei diretti collaboratori, sono gi intervenuti, lo scorso mese di febbraio, su aspetti attinenti alla politica degli armamenti ed ai principali programmi in atto, bombardando i frequentatori dellISSMI con acronimi, dati ed elementi tecnici. Tuttavia vorrei riuscire, qualunque sia il vostro futuro settore dimpiego, a trasmettervi alcuni concetti chiave del procurement, core business dellarea tecnicoamministrativa. Unattivit interforze, interministeriale, internazionale e con molteplici interazioni tra civili e militari: praticamente interessa tutti voi, oggi qui presenti; militari e civili; giovani e meno giovani.

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Come promesso e premesso, il mio non sar un discorso per tecnici per cui non vi parler di ciclo del procurement, comitato di valutazione interforze del requisito operativo (coviro), requisito provvisorio e definitivo (rop e rod) o documenti e lettere di mandato. Essendo stato frequentatore ho sempre gradito, soprattutto nelle conferenze pomeridiane, quelle belle lastrine a sfondo nero con scritte in giallo, assolutamente illeggibili e che consentivano una piacevole dormita, senza peraltro perdersi molto! Purtroppo siamo al mattino e, purtroppo, vi parler, senza effetti speciali e presentazioni in powerpoint (mi scuser bill gates)! Eviter anche la solita introduzione sul mutato scenario geostrategico internazionale, che mi perseguita sin da piccolo. Vi parler semplicemente di quelli che considero i punti decisivi del procurement della Difesa: la competenza del personale coinvolto; la cooperazione tra tutti gli attori, in campo nazionale e internazionale; la condivisione dellobiettivo, seppur sotto differenti angolazioni. non a caso li considero punti decisivi, termine volutamente preso a prestito dalla disciplina pianificazione operativa proprio per sottolineare lassoluta necessit di conseguire tali obiettivi, per poter vincere la sfida del procurement. Sono infatti convinto che, in qualunque contesto, il lavoro di squadra sia sempre la strada vincente. e, nel nostro caso, lunica praticabile. del resto impensabile che, nel mondo che mi accingo a presentarvi, stati nazionali o grandi gruppi industriali, abbiano la presunzione di pensare di potercela fare da soli. Lautarchia, se mai abbia realmente dato frutti in qualche contesto storico, certamente nel procurement della Difesa oggi non funziona pi. Nellambito dei due periodi a disposizione, la mia esposizione durer circa 40 minuti. lapprofondimento su aspetti che dovessero suscitare il vostro interesse lo rinviamo comunque al secondo periodo, dopo il meritato intervallo grande di 20 minuti. Per agevolare la fase del question time, chiedo al capo corso, durante lintervallo, di prendere nota dei nominativi dei frequentatori che intendono porre domande. Partiamo! La legge n. 25/97 di riforma dei vertici militari ha chiaramente ripartito il carico di lavoro tra il Capo di Stato Maggiore della Difesa e me, ossia tra chi pianifica, predispone ed impiega le Forze Armate, formulando esigenze e requisiti operativi, e chi, invece, deve individuare le soluzioni tecniche ottimali per farvi fronte, e finalizzare, quindi, i progetti. A fronte di un ampio spettro di possibili operazioni militari per le nostre Forze Armate, intuibile come si renda necessario sostenere costi elevati nei principali settori, dalladdestramento e impiego del personale (area tecnicooperativa), allacquisizione di mezzi e materiali darmamento (area tecnico-amministrativa) per garantire, in primis, la sicurezza degli uomini e delle donne impiegati, fornendo loro le tecnologie migliori e al passo con i paesi alleati. Condizione imprescindibile per lintegrazione e linteroperabilit. Al riguardo, se difficile individuare lesigenza operativa, vi assicuro che altrettanto complesso soddisfare tale esigenza, districandosi, in un mercato certamente atipico per la specificit e la peculiarit del bene scambiato. le politiche di mercato dei mezzi militari non seguono affatto i cicli del

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mercato nel campo civile. Vi confesso che prima di assumere lincarico di Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti ho avuto lopportunit di vivere svariate ed entusiasmanti esperienze professionali ed umane, passando dal livello tattico pi basso (ho avuto il lungo comando nel grado di capitano) al comando della Multinational Brigade West in Kosovo nel 2000. ho sentito parlare di procurement e talvolta ne ho anche parlato, ma senza realmente capirne le dinamiche e le interazioni che solo il quotidiano viverci dentro fanno comprendere. Da neofita ho affrontato la sfida, cancellando pregiudizi e luoghi comuni, e cercando di riempire di contenuti quel lungo elenco di compiti ed attribuzioni, in campo nazionale ed internazionale, con cui la normativa vigente definisce e configura la carica di vertice dellarea tecnico-amministrativa. Dopo quattro mesi di lunghe ed intense giornate lavorative, caratterizzate da importanti impegni internazionali, riunioni bilaterali e multilaterali, confronti interministeriali e rapporti con lindustria, posso certamente affermare, senza timore di smentita, che il procurement non si pu improvvisare e soprattutto non si deve subire. una scelta sbagliata, oggi, pu significare spreco di denaro pubblico o, peggio, perdita di vite umane, domani. Quando pongo al primo posto, tra i punti decisivi, la competenza mi riferisco alla caratteristica che deve accomunare tutte quelle figure professionali, militari e civili, che hanno la responsabilit di ricercare e garantire la migliore soluzione possibile, da tutti i punti di vista: operativo prima ancora che tecnico e amministrativo, collaborando e cooperando con attori nazionali ed internazionali, in un settore che molto pi complesso di quanto possa apparire dallesterno. per, il buonsenso e il raziocinio che ciascuno di noi ha ereditato in famiglia, a scuola, dai propri comandanti , che ci deve dare la fiducia di riuscire a risolvere i problemi. Nellesercizio delle mie attribuzioni mi avvalgo, quale organo di staff, di personale civile e militare del Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti, e quale braccio operativo di quello appartenente alle Direzioni Generali, la cui attivit da me indirizzata, coordinata, e controllata. In particolare, le 3 Direzioni Generali tecniche (su un totale di 9 Direzioni Generali) ed il VI reparto del Segretariato Generale (che lattuale ex DG Teledife) sono impegnate nello sviluppo e approvvigionamento degli armamenti terrestri, navali, aeronautici e delle telecomunicazioni, dellinformatica e delle tecnologie avanzate. Al fine di valorizzare loscuro ma prezioso lavoro di tutti i collaboratori, ho voluto inserire, nel documento programmatico con cui indico le priorit per larea tecnico amministrativa, la formazione specialistica del personale. Attualmente la formazione, salvo casi specifici, una sorta di training on the job realizzato con un travaso di conoscenze, di generazione in generazione, metodo che, in un momento di profonde trasformazioni e ridefinizione di strutture e compiti, deve essere necessariamente rivisto. Lassoluta competenza del personale impiegato nelle strutture centrali e periferiche non deve essere dispersa ma preservata e trasmessa alle nuove generazioni di ufficiali, sottufficiali e dipendenti civili, in un sistematico e strutturato circolo virtuoso della formazione, lavorando in team ed evitando di creare insostituibili custodi di conoscenza. di seguito, vi parler, di consessi internazionali, rapporti interministeriali, collaborazioni industriali e ricerca tecnologica e mi auguro che, al termine, possiate

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comprendere perch il procurement come ho gi detto non si pu improvvisare e non si deve subire. partiamo dallinizio. Il mercato degli armamenti probabilmente il meno integrato in ambito comunitario. si basa infatti su strutture complesse e diverse, fondate su distinti mercati nazionali controllati da politiche e legislazioni, ancora una volta, diverse. La stretta relazione tra mercato della Difesa e sicurezza nazionale ha da sempre portato gli stati membri dellUnione a rivendicarne la piena sovranit, sottraendo, in modo sistematico, tutte le attivit di approvvigionamento di beni della Difesa dalla disciplina comunitaria in materia di appalti pubblici. Non voglio tediare luditorio con riferimenti normativi ed interventi comunitari, ma non posso esimermi dal citare lex articolo 296 del trattato della Comunit Europea, ora art. 346 del Trattato fondativo dellUnione Europea (trattato di Lisbona). Tale norma, in pratica, consente lesenzione dalle regole comunitarie, per la tutela di interessi nazionali. pertanto, gli stati applicano le proprie norme nazionali, molto diverse fra loro, rendendo complicatissimo lingresso di operatori stranieri nei propri mercati. intuibile come la generale previsione normativa di interesse nazionale non sempre abbia trovato una oculata e logica applicazione. Probabilmente, nonostante i richiami formali ed informali degli organismi comunitari, nulla sarebbe cambiato se non fosse mutato radicalmente il quadro situazionale. Laumento dei costi degli equipaggiamenti militari, dovuto allutilizzo di nuove tecnologie, e gli ingenti investimenti necessari per la ricerca e sviluppo, insieme alla generale diminuzione dei fondi che gli stati europei ma non solo europei possono destinare alla Difesa, hanno portato ad un fiorire di iniziative bilaterali e multilaterali. Insomma, facendo di necessit virt, gli stati hanno scoperto la cooperazione internazionale ed il multilateralismo pragmatico: In pratica, una politica degli armamenti in cui, caso per caso, si decide con chi andare ed a quali condizioni. Naturalmente, sono stati stipulati specifici accordi tra stati e sono nati o rinati consessi strutturati, in cui lItalia partecipa da protagonista. tra questi, ricordo: - la CNAD (Conferenza dei direttori nazionali degli armamenti della NATO). massimo organo di consulenza settoriale dellAlleanza Atlantica (partecipano 28 paesi); - lOCCAR (organizzazione congiunta di cooperazione in materia di armamenti). Agenzia multilaterale di gestione di programmi di cooperazione, a cui partecipano Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Spagna; - la LOI (lettera di intenti). Sulla cui base, stato sottoscritto laccordo quadro (2000) con Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Svezia e Spagna, destinato a dare ai paesi con maggiori componenti industriali militari (circa il 90% del complesso industriale dellUE) regole comuni in settori determinanti per la cooperazione. - una citazione particolare per l EDA (European Defence Agency). creata per volont comune il 12 luglio 2004 e che, con la firma del Trattato di Lisbona il 13 dicembre 2007, ha avuto riconoscimento formale nellambito della politica della Difesa e potr meglio rapportarsi con le altre istituzioni europee. In concreto, la funzione principale dellAgenzia quella di generare programmi di cooperazione tra le nazioni europee,

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conducendo attivit di studio e di ricerca finalizzate allavvio di progetti e programmi di interesse comune a tutti gli stati membri (cosiddetti progetti di tipo a, a carico, cio a spese, di tutti i paesi membri) o di parte di essi (cosiddetti progetti di tipo b, a carico dei soli partecipanti). A prescindere dal forum utilizzato, i risultati delle iniziative condotte dal nostro paese si concretizzano in programmi internazionali, formalizzati mediante memorandum of understanding con i paesi interessati, in stretto coordinamento con il ministero degli affari esteri. Un dato significativo: in materia di accordi internazionali, lItalia ha sottoscritto 81 memoranda e 25 accordi tecnici. Il multilateralismo lo predichiamo e lo pratichiamo! Ovviamente, per poter impegnare il paese in programmi internazionali caratterizzati da elevatissimi costi pluriennali, non pensabile poter contare sul solo bilancio ordinario del Ministero della Difesa. doveroso, pertanto, davanti ad unattenta e qualificata platea, come la vostra, un accenno alle leggi italiane che consentono, con fondi del ministero dello sviluppo economico, il supporto al comparto industriale della difesa: la n. 808/85 e la 421/96. In particolare, la legge 808/85 sostiene lo sviluppo delle capacit industriali nazionali dellalta tecnologia nel settore aerospaziale, finanziando progetti di cooperazione europea, di preminente interesse industriale, e quelli funzionali a tecnologie strategiche per programmi riguardanti la sicurezza nazionale. Dal 2004 al 2007 sono stati finanziati progetti militari per oltre 1 miliardo di euro. Nelle ultime 3 sedute del comitato interministeriale, presieduto dal ministro dello sviluppo economico ed a cui partecipa attivamente il Segretariato Generale (attraverso il Capo Reparto programmi di armamento), sono stati presentati ed approvati 120 progetti, di cui 84 dinteresse dellA.D., per un importo complessivo di 2,339 miliardi di euro. La seconda fonte normativa la legge 421/96 che, di fatto, integra il bilancio ordinario della Difesa e riguarda principalmente il finanziamento dei programmi di acquisizione di diretto interesse della Difesa e la realizzazione di progetti gi avviati sotto egida MSE in forza della citata legge 808/85. Sono 17 i programmi sostenuti o in itinere, mediante: - finanziamento diretto, con scambio di lettera tra MSE e MD (eurofighter, fremm e vbm 8x8). - convenzione interministeriale (MSE/MEF/MD) e finanziamento con mutuo quindicennale (tra cui: cosmo/skymed, sicral 1b e 2, forza nec, sicote, combat sar, solo per citarne alcuni). Le risorse che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe garantire per gli anni 2010 2011 sono pari, rispettivamente, a 1,923 e 1,623 miliardi di euro. Uso il condizionale perch il controllo temporale e gestionale delliter procedurale una competenza esclusiva del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dellEconomia e delle Finanze. E anche perch la complessit delle singole fasi incide sulla tempestivit e sullefficacia delle azioni che il Segretariato Generale deve compiere in ambito nazionale ed internazionale, dovendo conciliare impegni assunti e reale disponibilit di fondi. I programmi di cui sto parlando, come potete ben immaginare, sono i progetti di maggiore importanza per il futuro delle nostre Forze Armate. progetti sui quali molto ci si impegnati e sui quali, di conseguenza, molte sono le aspettative, non solo della Nazione, ma anche e soprattutto dei paesi alleati, con cui sempre pi ci confrontiamo e ci integriamo nei pi svariati contesti internazionali.

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Parlo ad una platea in cui la componente militare preponderante ed superfluo sottolineare quanto sia importante disporre di materiali e mezzi allavanguardia, soprattutto negli attuali scenari operativi. per questo che, da quando ho assunto questo nuovo incarico, mi sto impegnando personalmente per ridurre i tempi di perfezionamento delliter di acquisizione. Ma se tale obiettivo pu tendenzialmente essere perseguito avendo il controllo di ogni singola fase, il compito ben pi difficile quando talune incombenze rientrano nella sfera di competenza di altri soggetti istituzionali. comunque innegabile che la possibilit di disporre di un doppio canale di finanziamento, difesa e sviluppo economico, dia una boccata di ossigeno al comparto industriale e, in generale, alleconomia nazionale. In tale contesto, voglio ricordare il ruolo attribuitomi dallarticolo 7 del DPR 556/99 di seguire le attivit promozionali, in Italia ed allestero, dellindustria dinteresse della Difesa, fornendo utili elementi di coordinamento., in linea con gli indirizzi politici e nel pieno rispetto della normativa comunitaria. Promotore non significa per tutore. ed chiaro che il mercato dellindustria nazionale della Difesa non pu essere limitato allinterno dei nostri confini, pena il suo ridimensionamento e il suo decadimento per mancanza di concorrenza, con conseguente indebolimento delle capacit di difesa del paese. Questo ragionamento vale per tutti i paesi naturalmente. E se da un lato si capisce che possono aumentare le opportunit, dallaltro possono crescere i rischi. e solo le industrie pi competitive vedranno aumentare i propri ricavi e, quindi, potranno sopravvivere. La stessa industria nazionale non pu, del resto, in un mercato globalizzato ed affetto dalla nota congiuntura economica, pensare di sopravvivere con le sole commesse nazionali. ed oggi, pi di ieri, in presenza di impegni internazionali di enorme rilevanza mediatica, non pu concedersi il lusso di sbagliare, se non a costo di esponenziali ritorni negativi, in termini di immagine, affidabilit e credibilit. Di fatto, le Forze Armate sono diventate il verificatore, il dimostratore sul campo della bont del prodotto, oltre che veicolo di un possibile utilizzo, in campo civile, di materiale militare (secondo il principio del dual use). Su tali presupposti, la condivisione deve contraddistinguere il rapporto tra Difesa e industria: obiettivi comuni, pur in presenza di presupposti e finalit differenti. Noi vogliamo il meglio, in tempo utile ed alle migliori condizioni economiche, per garantire la sicurezza del nostro paese e del nostro personale. e per poter assolvere la missione assegnata, nel rispetto degli impegni internazionali. Lindustria, vuole il massimo ritorno economico, con possibilit di accesso al mercato interno ma, soprattutto, internazionale. Solo la Difesa pu accompagnarne la penetrazione commerciale nei nuovi mercati in cui non ancora presente, e la permanenza dove gi opera con successo. e mi preme sottolineare che industria non solo grande industria. ma anche quelluniverso di piccole e medie industrie che hanno sempre saputo dimostrare iniziativa, fantasia, approcci innovativi ai programmi tecnologici, sia nel settore della difesa sia in quello aero-spaziale. Al fine di rafforzare la base industriale delle industrie per la difesa operanti nei settori tecnologici strategici, poi

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importante sfruttare il meccanismo delle compensazioni industriali. ci, ad esempio, privilegiando il ricorso ad offset di tipo diretto, nellottica di garantire alle nostre aziende lacquisizione e/o il rafforzamento delle conoscenze e competenze nei settori ad elevato contenuto tecnologico. un argomento particolarmente sensibile. non a caso, nel programma italo - tedesco per lacquisizione di sommergibili classe u212 (2^ serie) stato previsto un compensation monitoring board italo-tedesco per supervisionare e controllare la corretta applicazione delle procedure definite, di comune accordo tra le parti. Per capirci: mio compito valorizzare lindustria di eccellenza nei settori strategici. compito dellindustria adeguare scelte strategiche, vision aziendale e corrispondere puntualmente alle esigenze continuamente mutevoli in relazione allevoluzione degli scenari europei e mondiali. In prospettiva, gruppi di pmi potrebbero dar vita ad aggregazioni in grado di competere con gli attuali grandi gruppi industriali europei, sia su scala continentale che transatlantica. Analogamente sono sempre auspicabili attivit di coproduzione tra industrie nazionali ed estere sotto la copertura di specifici memorandum dintesa (evolving offset). In estrema sintesi, il rapporto Difesa industria, un do ut des consensuale, un matrimonio dinteressi, nel senso buono della parola! La sinergia Difesa industria, da intendere anche in termini di dialogo competitivo, non solo limitata alla fase di produzione, ma anche e soprattutto, direi, nella fase di ricerca e sviluppo. Ancora una volta, richiamo una specifica responsabilit attribuitami dalla legge, di individuare e promuovere i programmi di ricerca tecnologica nel campo della Difesa per lo sviluppo dei programmi darmamento, sulla base delle priorit fissate dal capo di Stato Maggiore della Difesa. Noi, cio la Difesa, rendiamo noti allindustria bisogni e programmi, ricercando convergenze a livello internazionale e condividendo oneri. lindustria compartecipa al progetto, ulteriormente stimolata dall interesse comune per il successo delliniziativa. ovviamente auspicabile che lindustria, in prospettiva, si specializzi in particolari segmenti di mercato; in questo modo, non solo gli investimenti potranno tradursi in vantaggi competitivi, ma potr realizzarsi anche lauspicata razionalizzazione produttiva su scala continentale. elemento fondante per un mercato europeo della Difesa che funzioni in modo efficiente e che sia di sostegno alla Politica di Sicurezza e di Difesa dellUE. Tornando al rapporto difesa-industria, non solo si condivide lonere finanziario, ma si compartecipa anche alle eventuali royalties, nel caso sia possibile lo sfruttamento commerciale del brevetto. non si tratta solo di teoria. un esempio concreto. I ricavi derivanti dallo sfruttamento commerciale del programma navale davide e munizione dart, potr portare, in 15 anni, un ritorno di circa 100 m, in grado di coprire interamente gli originari costi sostenuti. Voglio anche evidenziare che una parte significativa delle risorse destinate alle attivit di ricerca e sviluppo viene impiegata per le tecnologie duali in grado di offrire indiscutibili vantaggi tecnologici anche in applicazioni civili di notevole importanza strategica.

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Pi in dettaglio, i settori di ricerca tecnologica, con sviluppi a carattere duale, sono quelli relativi a materiali compositi innovativi, microelettronica, navi e veicoli elettrici, radio comunicazioni digitali, antenne innovative, robotica, sensori ottici ed a radio frequenza, scoperta e decontaminazione NBCR (nucleare, biologica, chimica, radiologica), osservazione e controllo del territorio. Nel periodo 2001 - 2009 sono stati concretizzati 550 progetti di ricerca tecnologica militare, coinvolgendo la maggior parte delle industrie, universit e centri di ricerca nazionali. 80 di questi a connotazione duale. Ricerca quindi quale motore. e cooperazione, comunque, a 360: in ambito nazionale attraverso la definizione e la gestione del piano nazionale di ricerca militare, strettamente correlato con il piano nazionale di ricerca; sul piano internazionale, attraverso la partecipazione ai consessi preposti a coordinare le iniziative nel campo della ricerca, col duplice obiettivo di evitare duplicazioni ed ottimizzare limpiego delle risorse. Dopo tanti presupposti teorici e principi ispiratori, un esempio concreto: il programma cosmo skymed unimpresa di cui lItalia deve essere particolarmente fiera, in quanto si tratta di un sistema per losservazione della terra concepito fin dallinizio per applicazioni ad uso duale. tralasciando gli aspetti tecnici, si tratta di una costellazione di quattro satelliti per losservazione della terra dallo spazio, mediante un radar ad apertura sintetica, in grado di osservare giorno e notte, anche in condizioni di nuvolosit, con finalit di monitoraggio e sorveglianza strategiche, ambientali, scientifiche e commerciali. Il programma si sviluppato come parte del piano spaziale nazionale, finanziato dal Ministero dellUniversit e Ricerca, dal Ministero della Difesa e dal Ministero dello Sviluppo Economico. stato gestito dallagenzia spaziale italiana (ASI) e dal Segretariato Generale nellambito di un ufficio di programma congiunto. Nellambito dellaccordo di cooperazione tra Italia e Francia, sullosservazione della terra [ricordo che Thales Alenia Space a partecipazione 67% francese e 33% italiana] accordo, dicevo, sottoscritto a Torino il 29 gennaio 2001, il nostro programma cosmo-skymed rappresenta, in concreto, il contributo italiano, mettendo a disposizione dei francesi prodotti sar a fronte di prodotti ottici resi disponibili dai sistemi francesi helios ii (per esclusivo uso militare), pleiades (per uso civile e militare) e spot 5 (per uso civile). le industrie nazionali che hanno partecipato al progetto sono le principali del settore aerospaziale, oltre alla maggior parte delle piccole e medie imprese (pmi) del settore. In particolare, il Ministero della Difesa francese ricever i dati militari radar di cosmo-skymed (nella misura di circa il 6% delle capacit globali del sistema) in cambio della fornitura al Ministero della Difesa italiano dei dati ottici di helios ii (nella misura del 6% delle capacit globali del sistema). Voglio sottolineare che recentemente il Segretario Generale del Consiglio dellUnione Europea ha formalmente chiesto di avviare contatti per laccesso del centro satellitare dellUnione Europea ai prodotti del sistema cosmo skymed, ed a tal fine in corso una trattativa. Un cos importante successo non sarebbe stato possibile senza quelli che ho definito, nel titolo della conferenza, i punti decisivi del procurement: competenza, cooperazione e condivisione.

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In uno spirito di leale collaborazione tra attori istituzionali e dellindustria che, a tutti i livelli, hanno condiviso criticit e successi di unavventura entusiasmante. La nostra storia recente costellata di programmi di successo e grandi imprese industriali, che interessano tutte le forze armate e che sono patrimonio comune della nazione, anche per il notevole interesse suscitato, non solo sulla stampa specializzata. Vorrei chiudere riprendendo quanto detto in apertura. In presenza di limitazioni strutturali al bilancio della Difesa, non sostenibile uno strumento militare autonomo in grado di coprire efficacemente tutte le potenziali esigenze. Esigenze mutevoli in relazione alla mutevolezza della minaccia. Analogamente, non esistono superpotenze industriali che possano sviluppare e produrre, da sole, mezzi satellitari, terrestri, navali ed aeronautici, adeguati alle necessit delle moderne Forze Armate. Ancora una volta: competenza, cooperazione e condivisione. come sanno bene i giovani frequentatori dellISSMI, qualunque presentazione ha uno scopo. Il mio era dichiarato: convincervi di quello che, secondo me, lapproccio vincente nel campo del procurement della Difesa, fornendo spunti di riflessione ed elementi informativi su un mondo complesso ed in continua evoluzione. Spero di aver raggiunto il mio end state. e nellaugurarvi le migliori fortune, nella sfera privata ed in campo lavorativo, vi ringrazio per lattenzione.
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Pagina aggiornata il 07-03-2011

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