L’universo in cui viviamo si connota sempre più come un “pluriuniverso” che da un lato seduce e
dall’altro genera percezioni e condizioni di insicurezza; permangono i problemi legati allo
sviluppo di un sistema economico- sociale e culturale caratterizzata da una grande variabilità
interna.LE SITUAZIONI A RISCHIO SOCIALE SONO MOLTEPLICI, si richiede la
competenza di figureprofessionali impegnate nella promozione del benessere individuale e
nella costruzione di un tessuto sociale sano e solidale:
• L’educatore sociale
• L’assistente sociale
• L’educatore professionale
• Lo psicologo impegnato nel sociale
l’educazione del momento individuale della personalità non può compiersi se non nell’ambito più
vasto dell’educazione alla società.
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• Progetto educativo e set-setting
Si può definire il settino come un’istruzione, ossia una struttura organizzata di spazi.
Il setting( il cui termine inglese deriva dal verbo set; significa organizzare mettere a punto,
disporre, stabilire e stabilizzare qualcosa. Il settino ha a che vedere con l’attività di fissare
condizioni di funzionamento di una cosa o di una situazione introducendo parametri di
continuità e di regolarità; ha a che vedere con tutto ciò che costituisce il contenitore, la
cornice, il confine organizzativo in cui una cosa o un’attività umana viene disposta) è
l’organizzazione di spazio, tempo, regole per realizzare il progetto educativo.
IL SETTING
Il setting psicoanalitico crea le condizioni di contesto per rendere osservabili e analizzabili i
fenomeni psichici sia per il paziente sia per il terapista, al fine della presa di coscienza mediante
comunicazione.
I presupposti generali del setting psicoanalitico sono:
a) il patto o contratto terapeutico, ossia tutto ciò che l’analista ha comunicato al paziente prima
di iniziare il lavoro terapeutico;
b) l’assetto organizzativo,ossia il luogo dei fatti concreti che andranno via via distinguendosi
dagli eventi immaginari es gli appunti che dichiarano la necessità dell’incontro in uno spazio o
un tempo definito; la neutralità ossia la prassi dell’osservazione e la discreta astenzione da ogni
giudizio morale; l’astenzione ossia il divieto di azioni a contatto fisico dentro e fuori da ogni
seduta ecc…
il processo analitico può essere descritto come un procedimento tendente alla progressiva
distinzione dell’ordine del reale dall’ordine dell’immaginario mediante l’uso dell’ordine del
simbolico.
I principi generali del settino psicoanalitico si rivelano proficui nella progettazione dell’assetto
organizzativo di un gruppo di lavoro, così come di un’istituzione di educazione, prevenzione e
cura,
In una comunità la “cornice” organizzativa è definità da tutto ciò che l’educatore
- discute
- comunica
- e decide con il gruppo ma anche da:
- rappresentazioni
- teorie e metodi
- modi di vedere e interagire che non vengono esplicitati
lo spazio e il tempo non sono soltanto quelli dell’attività, ma sono anche scanditi da ritualità
che danno colore e senso all’intera giornata( come scrive Sabrina Russo, con riferimento a un
gruppo- appartamento che ospita soggetti con deficit mentali:” è un fenomeno consueto per i
problemi organizzativi o contrattempi, l’educatore si vede costretto a volte a non seguire un
utente in una determinata attività. Il non aver vissuto con l’operatore una certa esperienza
che presenta cadenza periodica, si presenta come una ritualità interrotta, un sentirsi
trascurato. In genere la giornata è persa in quanto l’utente sente interrotto un ritmo interno
che non può essere recuperato se non a partire dal giorno successivo).
Le relazioni sono scandite dalla dinamica istituto/istituente dove:
• l’istituto è tutto quanto dato dall’esterno o imposto dall’alto;
• l’istituente è l’èquipe degli educatori
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• le istituzioni interne sono quelle regole convenute dal gruppo istituente che devono
essere poche e chiare;
costituisce un campo fisico e mentale che via via viene ridefinito e co- costruito
insieme,utenti e educatori.
LA METAFORA DEL FIUME
Una struttura residenziale potrebbe essere definita metaforicamente come il letto di un
fiume.
Il lavoro dell’èquipe consente ai singoli affluenti di incontrarsi e di continuare insieme un
percorso regolare e sicuro. Ciascun affluente porta con se tutti i materiali raccolti durante il
percorso.
Il lavoro dell’educatore consiste nel rafforzare gli argini in modo che possano contenere il
flusso l’acqua anche nei periodi di maggiore turbolenza.
Il setting è rappresentato proprio dagli argini.
Se vi è un momento di grande pericolo e turbolenza i momenti più delicati sono quelli di un
cambiamento:
• l’apertura di un nuovo servzio;
• la separazione di alcuni suoi comportamenti;
• il cambiamento degli educatori
• problemi organizzativi
gli educatori devono rafforzare gli ormeggi, raccogliere a uno a uno quegli stessi materiali che
il fiume vorticosamente trascina, e utilizzando quegli stessi materiali, ricostruire. Il letto del
fiume è una nuova realtà per gli affluenti che vi arrivano, si incontrano entro quegli argini(
spazi, tempi ecc) e si scontrano con essi. Gli utenti, come gli affluenti del fiume propongono
cambiamenti nell’assetto strutturale dell’istituzione e del gruppo.
E’ IMPORTANTE CHE:
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di aiutare a separarsi per andare verso
nuovi incontri ed esperienze
Il set- setting di una struttura residenziale è un campo fisico e mentale che via via si
definisce e si modifica per essere proprio quello che serve a quei particolare utenti e
educatori.
L’insieme di teorie, idee e procedure che costituiscono il set-setting di un intervento
educativo deve essere a monte pensato dall’èquipe e dagli educatori per poter essere poi
“modellato” sulla quotidianità e co- costruito tenendo conto delle componenti interne e della
realtà di contorno.
• Progettare e operare attraverso e nella comunicazione
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• L’ambiente del gruppo
L’ambiente gruppo è una cassa di risonanza di emozioni e di razionalità e può funzionare come
palestra per imparare a comunicare e a configgere; chi ha responsabilità di un gruppo non deve
evitare i conflitti,piuttosto deve permettere che emergano senza accentuarli.
L’aggressività nel gruppo può giocare un ruolo importante nei processi di sviluppo emozionale
sani,ma può minarne il funzionamento fino a distruggerne l’esistenza, si creano dinamiche
distorte e distruttive. Le cause di un funzionamento distorto vengono ricercate nei singoli
partecipanti, perdendo di vista il fatto che queste dinamiche sono solitamente espressioni di
un setting problematico nel quale, tutti i componenti sono coinvolti, conduttore compreso.
CONCETTO DI ANTI-GRUPPO non si tratta di una cosa statica, ma di un insieme di
atteggiamenti e impulsi, consci e inconsci, che si manifestano in maniera diversa in differenti
gruppi; la maggior parte dei gruppi hanno sempre un anti-gruppo.
Ogni intervento educativo è compreso in un più ampio sistema e come la sua dinamica interna
veda evolvere forze costruttivo-creative e regressivo-aggressive; l’intervento educativo ha
bisogno di operare in rete con i servizi intenzionalmente educativi formali( scuola) e non
formali( famiglia, enti locali, chiese ecc) e di ripensare il sistema delle risorse disponibili.
LA RETE DELLA PERSONA E DELLE RETI SOCIALI
I bisogni sociali degli individui richiedono un lavoro di rete che raccordi l’individuo con la sua
rete di appartenenza e coordini gli interventi di servizi formali e non formali creando una
trama di interazioni. Nel caso di devianza e/o criminalità, l’unità del mondo intrapsichico non è
data.
Un educatore è un operatore pedagogico che lavora sul campo, che deve conoscere le qualità
delle offerte e la consistenza delle risorse, nonché le problematiche del campo per scegliere
e intervenire a favore degli individui e i gruppi.
COSTRUZIONE CONDIVISA DI SENSO E APERTURA AL CAMBIAMENTO
Il progetto educativo la progettazione deve attribuire un valore primario alla
costruzione di un contesto che c’è, di uno spazio all’incontro, dove sia possibile il
rispecchiamento e lo scambio, il confronto e il conflitto, la negoziazione.
L’approccio pedagogico intende rendere il soggetto – persona costruttore attivo del proprio
spazio vitale e della propria autonomia e vede l’educatore come una figura di riferimento
presente, non intrusiva e coerente.
Può essere opportuno ricercare il cambiamento facendo leva sulle potenzialità non sempre
visibili della conoscenza situata,riconoscendo le buone pratiche realizzate e le buone risposte
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date. Un tale approccio può essere molto utile nella cooperazione tra differenti servizi, dove
il problema è quello di stimolare e riconoscere le buone pratiche.
Il gruppo di progetto o l’èquipe può ridurre le difese, perché un problema viene vissuto come
occasione di indagine.
ESSERE E FARE L’EDUCATORE
Da un punto di vista pedagogico, quali “stili” e contenuti un educatore dovrebbe privilegiare?
Quanto agli stili, confronto democratico, la flessibilità, la convivialità rendono vitali un gruppo;
l’educatore svolge una funzione di tutoring nel senso che crea un’impalcatura di sostengo e la
ritira non appena il gruppo è in grado di progettare e di fare in modo sufficientemente
autonomo. Al fine di svolgere la funzione di tutoring, è di vitale importanza la qualità della
comunicazione e della relazione che l’educatore riesce a instaurare con i soggetti, un legame
che si basa su:
• I meccanismi di transfert di attaccamento,perdità,
reattività alla frustrazione, gestione della separazione
possono permettere al soggetto di vivere sentimenti mai
provati o mai riconosciuti prima e possono rivelargli parte
di sé mai considerate; potrà in questo modo portare il
soggetto ad accettare e integrare parti di sé
precedentemente tenute rigorosamente separate,
proiettate e agite, e a divenire interlocutore attivo nella
costruzione del proprio percorso formativo e della propria
realtà. Per l’educatore questo significa lavorare sia sui
meccanismi di transfert sia sul proprio controtransfert,
ossia sulle emozioni e i sentimenti che questi meccanismi
provocano sul soggetto. In questo modo può modulare la
propria comunicazione al fine di svolgere una funzione di
sostegno, contenimento, strutturazione.
• Progettualità condivisa e messa a punto di contesti
proiettati. Al soggetto deve essere data la posinbilità di
partecipare alla progettazione e alla contrattazione del
proprio percorso formativo e di sperimentarsi in differenti
ruoli e situazioni.
• L’orientamento al futuro. Il setting della relazione deve
essere pensato e realizzato all’insegna dell’autonomia e
della separazione. Deve essere basato su una positiva
scommessa in ci la posta in gioco è l’acquisizione di
competenze di autonomia emotivo- cognitiva e deve
prevedere e preparare la separazione come conclusione
naturale di un successo educativo.
• L’autorevolezza, la riservatezza e il giusto di stanziamento
emotivo. La competenza, coerenza- stabilità, attendibilità
permettono di comprendere senza fondersi- confondersi
con l’altro, possono far si che l’educatore diventi un
validatore autorevole della realtà e venga percepito come
un riferimento sicuro.
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Quanto ai contenuti, un educatore professionale coltiva una cultura per la vita, e sollecita la
maturazione di forme di progettualità personali e grippali.
LA SUPERVISIONE PER OSSERVARE E PER PENSARE L’ESPERIENZA
Chi progetta e conduce gruppi educativi, è un professionista che opera continuativamente
all’interno di un istituzione, ed ha a che fare con gruppi che possono avere differenti finalità,
differente strutturazione e possono riferirsi a differenti categorie di soggetti:BAMBINI,
ADOLESCENTI, GIOVANI E ADULTI. Si tratta di professionisti ai quali è richiesto un
elevato grado di professionalità, sensibilità,coinvolgimento emotivo, rischio di insuccesso. La
funzione più importante che un’istituzione può svolgere è quella di offrire un posto sicuro in
cui poter parlare delle difficoltà.
Considerazioni di Gian Paolo Lai, che si è più volte soffermato sul tema, sostenendo che la
supervisione serve al gruppo per lavorare meglio in futuro grazie a una particolare riflessione
sul lavoro passato. Secondo Lai il supervisore deve astenersi dal valutare l’operato che viene
esposto e dal suggerire ipotesi e soluzioni alternative. Se fa riferimento a proprie esperienze
non deve proporlo come modello.