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Nel 1970, infatti, il governo tajiko ha trasferito forzatamente gli yagnobi (abitanti della valle dello Yagnob) nelle

pianure, in particolare nell'area di Zafarobod, al confine con l'Uzbekistan. Un episodio drammatico che avrebbe fortemente contribuito alla decrescita demografica degli yagnobi e sul quale in seguito il governo tajiko non ha mai assunto una posizione esplicita, tentando di nasconderlo. Quelle deportazioni, continuate fino al 1978 furono un tentativo del governo tajiko per riprendere il controllo di un'area impermeabile, anche geograficamente, al potere centrale, dunque pericolosa o il risultato di una pianificazione interna decisa direttamente da Mosca o agli scavi alla ricerca dell'uranio. Un atto violento e ingiustificato, che ha contributo a disperdere il patrimonio socio-culturale degli ultimi discendenti dei popoli della Via della Seta.

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