= + + =
I d
E E E E
& & & &
+ + =
2
0 2
0
3 2
= = I I
& &
I d
E E E E
& & & &
+ + =
2
0 3
3
2
)
2
3
2
1
(
j
e j = + = &
3
2
2
)
2
3
2
1
(
j
e j
= = &
Capitolo 4
Guasto fase terra nei differenti sistemi di gestione del neutro
Ci apprestiamo ora ad analizzare come varia lintensit della corrente di guasto verso terra al va-
riare dei diversi sistemi di gestione del neutro: prima di addentrarci nei vari casi diamo delle sem-
plici ma fondamentali definizioni:
Ig = Intensit della corrente di guasto nel caso di corto fase terra.
Rg = Resistenza del corpo conduttore che causa il cortocircuito, ovvero resistenza del tratto che
collega la fase cortocircuitata a terra o al neutro.
Zn = Impedenza del tratto che collega il centro stella del trasformatore a terra
Co = Capacit di esercizio tra fase e terra
L = Induttanza della bobina Petersen ( quando presente ).
Introdotte queste definizioni possiamo ora procedere allo studio della corrente di guasto nel caso
di corto fase terra per diversi sistemi di gestione del neutro; conviene prima costruire uno schema
di validit generale da seguire come riferimento.
SCHEMA GENERALE DI RIFERIMENTO:
30 Capitolo 4
4.1 Guasto fase terra con neutro isolato:
In questo caso la corrente di cortocircuito si richiude a terra solamente attraverso le capacit di
esercizio delle due fasi sane. La corrente di guasto fase terra limitata solamente dalla reattanza
capacitiva verso terra, mentre limpedenza Zn del tratto che collega il centro stella alla terra si pu
ritenere infinita. Lintensit di tale corrente pertanto indipendente dal punto in cui avviene il
guasto poich la capacit Co calcolata tenendo conto della lunghezza di tutte le linee elettrica-
mente connesse.
Procediamo ora allo studio della corrente di guasto costruendo i tre bipoli alla sequenza diretta,
alla sequenza inversa e alla sequenza zero; che in un guasto fase terra che si verifica in una rete a
neutro isolato assumono la seguente configurazione:
31 Guasto fase terra nei differenti sistemi di gestione del neutro
Se si considera una resistenza di guasto di valore nullo si ottiene un modello elettrico ulteriormen-
te semplificato, cosicch il valore della corrente di guasto Ig risulta essere data da:
Ig = 3jCoE
Oltre che al calcolo della corrente di guasto Ig il metodo di analisi basato sullapplicazione della
teoria delle componenti simmetriche permette di determinare le sovratensioni a cui si portano le
fasi sane, perci possibile tracciare il diagramma vettoriale di tensioni e correnti presenti nella
sezione di guasto in seguito ad un guasto fase terra avvenuto in un sistema a neutro isolato.
Vo = 3E
La tensione Vo che si genera sulle capacit di esercizio risulta essere circa tre volte la tensione di
alimentazione della rete. Tale sovratensione piuttosto pericolosa perch sollecita lisolamento
dei componenti elettrici che ne sono interessati durante il tempo di permanenza del guasto.
32 Capitolo 4
4.2 Guasto fase terra con neutro accordato:
Nel caso di neutro accordato il centro stella del trasformatore connesso a terra tramite pura in-
duttanza, realizzata tramite una bobina nota col nome di BOBINA PETERSEN.
In caso di corto fase terra la corrente di guasto si richiude sia attraverso le capacit di esercizio
delle fasi sane, sia attraverso la bobina Petersen. Se tale induttanza perfettamente accordata la
corrente di guasto verso terra Ig si estingue, pertanto la bobina Petersen pure denominata bo-
bina di auto estinzione.
Procediamo ora allo studio della corrente di guasto costruendo i tre bipoli alla sequenza diretta,
alla sequenza inversa e alla sequenza zero; che in un guasto fase terra che si verifica in una rete a
neutro isolato assumono la seguente configurazione:
33 Guasto fase terra nei differenti sistemi di gestione del neutro
Calcolo della corrente di cortocircuito nel caso di guasto fase terra:
c Z n Z
c Z n Z
Rg 3
E
3 Io 3 Ig
& &
& &
&
+
+
= =
Limpedenza di neutro corrisponde alla reattanza induttiva della bobina di Petersen:
L j n Z =
&
C j
3 - 1
C
L
3
Rg 3
3
L j 3
C j
1
L j 3
C j
1
3Rg
E 3
g I
2
=
+
LC
E
&
LC
E
LC
2
2
3 - 1
L j3
Rg 3
3
3 - 1
C j
C
L
3
Rg 3
E 3
g I
=
+
=
&
) 3 - Rg(1 L j
) 3 1 (
3 1
L j3 ) 3 - 3Rg(1
E 3
g I
2
2
2
2
LC
LC E
LC
LC
+
=
=
&
Nel caso in cui si opti per un sistema perfettamente accordato linduttanza della bobina Petersen
deve avere valore pari a:
C
2
3
1
L
=
Con questo valore dellinduttanza della bobina Petersen si ha la completa estinzione della corren-
te di cortocircuito nel caso di guasto monofase a terra, infatti:
[ ]
[ ]
0
1 - 1 Rg
C 3
j
1 - 1 E
3
1
3 - 1 Rg
3
1
j
3
1
3 - 1 E
Io 3 Ig
2
2
2
2
2
=
+
=
(
\
|
+ |
\
|
(
\
|
= =
C
C C
C
C
34 Capitolo 4
La bobina Petersen perfettamente accordata estingue completamente la corrente di guasto in
presenza di un corto fase terra.
DIAGRAMMA VETTORIALE NELLA SEZIONE DI GUASTO
4.3 Guasto fase terra con neutro compensato:
La gestione del sistema a neutro compensato prevede il collegamento del centro stella a terra
mediante pura resistenza; tale scelta da luogo ad una riduzione significativa della corrente di gua-
sto verso terra, la quale mantiene comunque un valore tale da consentire alle protezioni di rile-
varla ed intervenire.
35 Guasto fase terra nei differenti sistemi di gestione del neutro
CONSIDERAZIONI PRINCIPALI
1. Il valore della resistenza deve essere stabilito in modo tale che la corrente di guasto mo-
nofase a terra assuma un valore prossimo al 5-10 % della corrente di cortocircuito trifase
che si potrebbe verificare sulla medesima sezione di guasto.
2. Generalmente la messa a terra tramite resistenza non sufficiente a estinguere il guasto
monofase a terra. Questo pu avvenire solo in reti di piccole dimensioni.
3. La messa a terra del centro stella del trasformatore tramite resistenza evita la formazione
di archi elettrici tra conduttore e terra.
4. Possibilit di utilizzare rel a bassa sensibilit watt metrica.
Procediamo ora allo studio della corrente di guasto costruendo i tre bipoli alla sequenza diretta,
alla sequenza inversa e alla sequenza zero che, in un guasto fase terra che si verifica in una rete a
neutro messo a terra tramite resistenza, assumono la seguente configurazione:
Limpedenza alla sequenza zero assume in questo caso il seguente valore:
C R j
C j
C j
R
C j
C R j
C j
R
R
C j
R
C j
Z c Z
Z c Z
o Z
R
R
+
=
+
=
+
3 1
3
3 1
3
3
1
3
1
& &
& &
&
36 Capitolo 4
CR j
R
o Z
3 1
3
+
=
&
La corrente di guasto verso terra si pu quindi determinare nel seguente modo:
( )
( )
( ) [ ] C R j Rg R
C R j
E
C R j
C R j Rg R
E
Rg
C R j
R
E
Rg o Z
E
o I i I d I
+ +
+
=
+
+ +
=
+
+
=
+
= = =
3 1 3
3 1
3 1
3 1 3 3
3
3 1
3
3
&
& &
&
&
& & &
( )
( ) CR j Rg R
CR j
E o I I
G
+ +
+
= =
3 1
3 1
3
& & &
DIAGRAMMA VETTORIALE NELLA SEZIONE DI GUASTO
4.4 Guasto fase terra: neutro parzialmente compensato
La gestione del sistema a neutro parzialmente compensato prevede il collegamento del centro
stella a terra mediante resistenza connessa in parallelo con una reattanza; tale scelta da luogo ad
una riduzione significativa della corrente di guasto verso terra, garantendo comunque alle prote-
zioni il rilevamento della stessa e quindi un sicuro intervento. Questa soluzione pu essere quindi
considerata la combinazione dei due sistemi precedentemente analizzati.
CONSIDERAZIONI PRINCIPALI
1. Il valore della corrente di guasto monofase a terra limitata entro i valori massimi stabili-
ti.
2. E possibile utilizzare un sistema di protezione di tipo wattmetrico (come dimostreremo
nel capitolo successivo ).
37 Guasto fase terra nei differenti sistemi di gestione del neutro
3. Le sovratensioni di origine interna e quindi eventuali archi elettrici verso terra vengono
fortemente limitati.
Procediamo ora allo studio della corrente di guasto costruendo i tre bipoli alla sequenza diretta,
alla sequenza inversa e alla sequenza zero che, in un guasto fase terra che si verifica in una rete a
neutro messo a terra tramite resistenza in parallelo ad uninduttanza, assumono la seguente con-
figurazione:
38 Capitolo 4
Limpedenza alla sequenza omopolare assume quindi il seguente valore:
( ) L j LC R
LR j
LR j
R L j LCR
L j R
C j
Z Z c Z
o Z
L R
+
=
+ +
=
+ +
=
+ +
2 2
3 1
3
3
3
1
3
1
3
1
1
1 1 1
1
& & &
&
La corrente di guasto fase terra pu dunque essere stimata mediante le seguenti espressioni:
( )
Rg
L j CL j R
LR j
E
Rg o Z
E
o I i I d I
3
3 1
3
3
2
+
+
=
+
= = =
&
&
&
& & &
( ) [ ]
( )
( )
( ) [ ] L j LC R Rg LR j
L j LC R
E
L j LC R
L j LC R Rg LR j
E
o I
+ +
+
=
+
+ +
=
2
2
2
2
3 1 3 3
3 1
3 1
3 1 3 3
&
&
&
( )
( ) [ ] ( ) LRg j LC R Rg LR j
L j LC R
E
L j LC R Rg LR j
L j LC R
E o I I
G
+ +
+
=
+ +
+
= =
2
2
2
2
1
) 3 1 (
3 1
3 1
3
& & & &
( )
( ) ( ) Rg R L j LC R Rg
L j LC R
E I
G
+ +
+
=
2
2
3 1
3 1
& &
DIAGRAMMA VETTORIALE NELLA SEZIONE DI GUASTO
Capitolo 5
Adeguamento del sistema di protezione
La scelta del sistema di gestione del neutro comporta dover scegliere un sistema di protezione il
pi possibile idoneo al tipo di impianto che si intende proteggere da cortocircuito. In altre parole
le caratteristiche delle protezioni devono essere diverse a seconda di come si decide di gestire il
neutro in un impianto elettrico. Quindi il sistema di protezione deve adeguarsi al variare dello sta-
to di gestione del neutro. La scelta del sistema di protezione (e delle sue caratteristiche) pi ido-
neo a proteggere un impianto che pu essere gestito con neutro isolato, oppure con neutro con-
nesso a terra tramite resistenza, tramite induttanza ecc.. viene denominata adeguamento del si-
stema di protezione allimpianto da proteggere.
Per proteggere un impianto da un guasto monofase a terra si utilizzano apposite protezioni note
con il nome di rel di terra. In particolare i due tipi di protezioni che si devono usare in media ten-
sione sono noti come:
RELE DI MASSIMA CORRENTE OMOPOLARE 51N
RELE DIREZIONALE DI TERRA 67N
Per garantire una efficace protezione contro il guasto fase terra le norme impongono lutilizzo o
del solo rele di massima protezione 51N, oppure lutilizzo sia della protezione 51N sia della prote-
zione direzionale 67N. Per stabilire ci si devono valutare opportune considerazioni, che tratte-
remo nei paragrafi successivi. Come premessa esaminiamo il principio di funzionamento delle due
protezioni:
5.1 Rele di massima corrente omopolare 51n
Lo schema di principio di questo tipo di protezione riportato qui di seguito:
40 Capitolo 5
La protezione 51N deve essere alimentata tramite un riduttore di corrente ( TA ) toroidale omo-
polare, il quale deve essere in grado di riprodurre al secondario anche la massima corrente di cor-
tocircuito in caso di doppio guasto a terra su linee diverse. In regime di normale funzionamento la
somma vettoriale delle correnti nelle tre fasi nulla; di conseguenza risulta nullo pure il flusso
magnetico da esse prodotto. In regime di guasto a terra la somma vettoriale delle tre correnti di
fase diversa da zero. Ci comporta che il flusso magnetico risultante da esse prodotto si conca-
tena con lavvolgimento secondario del riduttore toroidale, dando luogo ad una corrente non nul-
la. La corrente omopolare cos generata viene percepita dalla protezione 51N, la quale eccita una
bobina (nella figura indicata con BA ) la quale determina lintervento delle protezioni e quindi
linterruzione del circuito.
Le caratteristiche del TA toroidale omopolare indicate dall ENEL sono le seguenti
RAPPORTO 100/1
CLASSE 5P20
CORRENTE NOMINALE PRIMARIA 100 (A)
ERRORE < 5%
Generalmente la protezione 51N tarata ad una corrente Io pari a 2 (A) con una soglia di sicurez-
za prevista pari al 70 %.
5.2 Rele direzionale di terra 67n
Lo schema di principio di questo tipo di protezione riportato qui di seguito:
La struttura generale ed il principio di funzionamento risultano pi complessi della protezione
precedente. Per prima cosa notiamo che anche questa protezione provvista di un riduttore di
corrente toroidale (TA) omopolare del tutto analogo, sia per caratteristiche costruttive che per
modo di funzionare, della 51N. Oltre che un TA toroidale atto alla rilevazione della corrente Io
omopolare presente in caso di guasto a terra sono previsti anche due riduttori di corrente di fase,
in grado di riprodurre al secondario una corrente proporzionale alla corrente presente nella ri-
spettiva fase. L ENEL prevede per i suddetti TA di fase le seguenti caratteristiche:
RAPPORTO 300/5
CLASSE 10P30
ERRORE < 10 %
41 Adeguamento del sistema di protezione
La protezione 67N oltre che a misurare la corrente residua omopolare in caso di guasto a terra
deve misurare anche la tensione residua Vo. A tal fine si devono impiegare tre riduttori di ten-
sione con polo a terra e con secondario collegato a triangolo aperto; connessi rigidamente alle
sbarre di MT. I tre secondari dei TV risultano connessi in serie, per cui ognuno di essi presenter al
secondario una tensione circa pari a 100/3 V. In regime di normale funzionamento la somma vet-
toriale delle tre tensioni presenti sui secondari dei TV nulla, la protezione rileva in tal caso una
tensione omopolare Vo nulla. In caso di guasto fase terra la somma delle tensioni presenti nei tre
secondari danno un risultato non nullo ed in caso di totale annullamento di una tensione rispetto
a terra la tensione risultante pari a 100 V. Una volta rilevati il vettore corrente omopolare o I
&
, il
vettore tensione omopolare o V
&
ed il loro sfasamento la protezione in grado di stimare la
potenza messa in gioco, la quale sar pari a cos = Io Vo Po .
Il segno di tale potenza (positiva o negativa) consente al rel 67N di stabilire la direzione della cor-
rente di guasto, e quindi di stabilire se il guasto avvenuto a monte o a valle di essa. Proprio per
questa sua propriet la protezione 67N viene denominata rel direzionale di terra. Dovendo esse-
re le protezioni selettive, logico che il rel direzionale 67N comander lapertura del circuito solo
in presenza di guasti a terra presenti a valle di essa. Il rel pu essere cos tarato in tensione, cor-
rente e angolo. Langolo dipende dal tipo e dalle caratteristiche della rete, in particolare dal
sistema di gestione del neutro. Recentemente vengono sempre pi richiesti rel direzionali di ter-
ra dotati di due tarature diverse sempre attive, questo perch lo stato del neutro delle rete MT
pu subire repentini mutamenti, ed il pi delle volte senza alcun preavviso.
5.3 Scelta della gestione dei rele di protezione
Una volta chiarite le caratteristiche ed il principio di funzionamento su cui sono basate le prote-
zioni 51N e 67N ci si pone ora il problema di come abbinarle, e quindi stabilire in base a quali cri-
teri si deve decidere se usare solo la protezione 51N oppure usare sia la protezione 51N sia la pro-
tezione 67N. Attualmente vige da parte dell ENEL la seguente consuetudine:
In relazione alle caratteristiche dellimpianto del cliente, la protezione adottata contro i guasti a
terra pu essere costituita o da un rel direzionale di terra abbinato ad un rel di massima cor-
rente omopolare (57N + 67N), oppure da un semplice rel di massima corrente omopolare
(51N). La protezione direzionale 67N necessaria solo se la linea in cavo (o parzialmente in ca-
vo) della rete MT a valle del riduttore toroidale hanno una lunghezza complessiva superiore a:
Lc > 350 m a 20 KV
Lc > 460 m a 15 KV
Tale criterio di scelta giustificato dal fatto che le linee in cavo presentano capacit trasversali
molto pi elevate delle linee aeree a conduttori nudi. Come detto in precedenza la protezione
51N non in grado di stabilire la direzione della corrente di guasto, quindi non pu stabilire se il
guasto avviene a monte o a valle di essa; al contrario della protezione 67N. Se in una linea MT in
cavo protetta da solo rel omopolare 51N si verifica un guasto fase terra a monte di essa il tratto
di linea in cavo che sta a valle della protezione, a causa delle sue capacit trasversali da origine ad
una corrente di dispersione verso terra, la quale va ad aumentare lintensit della corrente guasto
a terra. Tale corrente, nota con il nome di contributo capacitivo alla corrente di guasto, se di di-
screta entit rischia di essere rilevata dalla protezione 51N, la quale interviene aprendo il circuito.
Questo male, poich una protezione non deve mai intervenire per un guasto situato a monte di
essa, altrimenti viene a mancare il principio di selettivit, il quale prevede in caso di guasto la
messa fuori servizio della minore porzione di rete possibile, allo scopo di garantire il pi possibile
la continuit del servizio.
42 Capitolo 5
Pertanto se la corrente di contributo Ic maggiore della corrente di taratura della protezione 51N
(
T
I c I
& &
> ) si ha un intervento indesiderato della stessa. In tal caso si deve aggiungere la prote-
zione direzionale 67N, la quale provoca lapertura del dispositivo generale solo se il guasto in-
terno allimpianto del cliente, evitando cos interventi non voluti della protezione 51N.
La lunghezza della linea in cavo oltre la quale necessario lausilio del rel direzionale di terra si
ricava facilmente dai seguenti calcoli:
1) Le linee in cavo forniscono un contributo capacitivo alla corrente di guasto pari a:
Ic = 0,2 (A) x L (km) x V (kV)
Poich la protezione 51N tarata a 2 A, e considerando una soglia di sicurezza 70 %
Ic < It
0,2 x V x L < 0,7 x 2 = 1,4 (A)
da cui si ricava la lunghezza critica:
per V = 20 kV si ha Lc = 350 m
per V = 15 kV si ha Lc = 460 m
5.4 Scelta dei rel di protezione nelle reti a neutro isolato
Nelle reti a neutro isolato le correnti capacitive di guasto monofase franco a terra sono dellordine
del centinaio di ampere ( 200 350 A). Se la protezione generale dellutente a massima corrente
omopolare (51N) la sua soglia di taratura deve essere:
1. Maggiore del contributo che limpianto a valle della protezione stessa fornisce alla corren-
te di guasto monofase a terra in rete (altrimenti interviene per un guasto a monte)
2. Minore della corrente di guasto monofase a terra della rete di distribuzione, decurtata
dal suddetto contributo (altrimenti non interviene per un guasto a valle dellutente).
Quindi nelle reti a neutro isolato la corrente di guasto dovuta alla rete molto pi grande del
contributo dellimpianto a valle della protezione dellutente (250 A circa contro 5A), rendendo
sufficiente la protezione 51N per distinguere un guasto a valle o a monte dellutente.
43 Adeguamento del sistema di protezione
5.5 Scelta dei rel di protezione nelle reti a neutro compensato
Nelle reti a neutro compensato la corrente capacitiva di guasto monofase a terra viene quasi
completamente annullata dalla corrente induttiva della bobina Petersen (regolata in modo che la
sua corrente sia circa il 95 % della corrente capacitiva) e nel circuito di guasto circola una corrente
prevalentemente resistiva di circa 35 A, imposta dalla resistenza in parallelo alla bobina Petersen.
La differenza di corrente si riduce quindi a circa 40 A; se poi il guasto non franco la differenza si
riduce ulteriormente. Il ricorso alla sola protezione 51N non pi consigliabile per il rischio di in-
terventi non voluti. Nelle reti a neutro compensato quindi ragionevole optare per la scelta che
prevede la combinazione delle protezioni ( 51N + 67N ).
La sola protezione 51N pu continuare ad essere utilizzata quando si considera bassa la probabili-
t di guasto sul lato MT e con basso contributo di corrente di guasto a terra della linea utente (cir-
ca 1,4 A da cui i 350 m li linea). Essa va tarata a 3 A nelle reti a 15 kV e a 4 A nelle reti a 20 kV.
Le protezioni 67N sono pi sensibili rispetto alle protezioni 51N; inoltre esse agiscono sulla prede-
terminazione dellangolo della componente omopolare della corrente di guasto. Come vedremo
nei paragrafi successivi possibile definire dei settori di intervento delle protezioni direzionali, al
fine di discriminare la posizione nella rete del punto di guasto. Le soglie della protezione direzio-
nale vengono tarate come quelle possedute da ENEL, solo con tempi di intervento inferiori.
5.6 Scelta dei rel di protezione: approfondimenti
Perch la protezione di massima corrente omopolare (51N) deve essere ancora presente se c la
protezione direzionale di terra (67N) ???
Il doppio guasto monofase a terra sulla rete MT (due guasti su due fasi diverse, di cui uno
nellimpianto dellutente) comporta correnti elevate che circolano sulle sole fasi, escludendo il
centro stella del trasformatore e la sua eventuale bobina Petersen. Le stesse correnti omopolari
che circolano nella rete utente sono indipendenti dallo stato del neutro.
In questo caso non si ha pi una relazione predeterminata di fase tra la tensione omopolare e la
corrente, in quanto essa dipende dalla resistenza di guasto e dal senso ciclico delle due fasi inte-
ressate dai guasti a terra. Essendo i guasti eventi aleatori, ovvero non possibile stabilire a priori
dove si verificheranno e quali saranno le fasi colpite, la sola protezione 67N non pi sufficiente
ad eliminare il doppio guasto a terra.
Si rende necessaria quindi anche la protezione 51N che indipendente dallangolo della corrente,
ma dipende dal solo valore in modulo della corrente. Essa deve avere una corrente di soglia eleva-
ta (circa 150 A) per essere indipendente dal primo guasto a terra. Per chi possiede la sola prote-
zione 51N non cambia nulla, in quanto essa continuer ad intervenire anche per il secondo guasto
a terra. Esso ha sempre bisogno di un TA omopolare con rapporto 100/1 e classe di precisione
5P20 o equivalente, per garantire il funzionamento anche ad elevate correnti, senza andare in sa-
turazione.
5.7 Settori di intervento della protezione 67N
La scelta di come gestire lo stato del neutro di una rete MT comporta dover scegliere il sistema di
protezione pi idoneo alla protezione della stessa. Al fine di individuare il sistema di protezione
pi appropriato si devono prendere in considerazione i seguenti aspetti:
Modalit di messa a terra del neutro ( bobina fissa, bobina mobile, neutro isolato ecc..)
Analisi delle caratteristiche di intervento della protezione ( settori di intervento )
Errori e sensibilit delle protezioni stesse.
Costi
Per quanto riguarda i settori di intervento, diremo che la protezione direzionale 67N deve presen-
tare delle caratteristiche adeguate a seconda di come viene gestito il neutro; in altre parole al va-
riare dello stato del neutro cambia il settore di intervento della protezione 67N. Vediamo ora in
dettaglio quali devono essere le caratteristiche di intervento opportune del rel direzionale di ter-
ra a seconda di come viene gestito il neutro.
44 Capitolo 5
5.7.1 Settore di intervento della 67n nelle reti a neutro isolato
Consideriamo una rete gestita a neutro isolato soggetta ad un guasto fase terra:
Se si considera il diagramma vettoriale che rappresenta le tensioni e le correnti presenti nel si-
stema in caso di guasto ci si accorge che la corrente di guasto Ig costituita da due componenti: la
componente preponderante costituita dalla corrente capacitiva Io, mentre la componente resi-
stiva Ir (dovuta alla resistenza di guasto) molto piccola rispetto alla Io. Tuttavia proprio questa
componente resistiva di corrente che fa si che la tensione omopolare Vo non sia in perfetta qua-
dratura con la corrente di guasto Ig ma risulti sfasata di un angolo superiore a 90.
Se definiamo angolo langolo compreso tra la corrente di guasto Ig e la corrente capacitiva o-
mopolare Io si nota che il valore di tale angolo dipende dal valore assunto dalla componente resi-
stiva Ir. Lampiezza dellangolo compreso tra 20 e circa 30; al variare di tale angolo il vettore
rappresentativo della corrente di guasto Ig spazia tracciando un settore circolare. In altre parole
non possibile stabilire a priori lesatta posizione del vettore Ig, ma possibile tracciare, grazie
alla conoscenza dellangolo , un settore circolare entro il quale sicuramente tale vettore Ig si de-
ve trovare. Questo consente alla protezione direzionale 67N di intervenire. Il grafico sotto ripor-
tato mette in evidenza il settore di intervento che deve avere una protezione atta a proteggere
un sistema a neutro isolato.
45 Adeguamento del sistema di protezione
5.7.2 Settore di intervento della 67n nelle reti a neutro compensato
Consideriamo adesso una rete MT gestita a neutro compensato soggetta a guasto fase terra:
A seconda del grado di accordo della bobina Petersen la corrente induttiva
L
I
&
da essa messa in
gioco pu essere minore, maggiore o uguale alla componente capacitiva Io messa in gioco dalle
capacit trasversali della linea. Pertanto la corrente di guasto Ig pu trovarsi in diverse posizioni,
cos come riportato nei seguenti diagrammi vettoriali:
46 Capitolo 5
Da queste considerazioni si intuisce come al variare dellangolo (e quindi al variare della compo-
nente resistiva e del grado di accordo della bobina) sia possibile individuare una superficie
allinterno della quale la corrente di guasto Ig si trover sicuramente. Tale superficie, riportata nel
diagramma qui sotto, dovr coincidere dunque con il settore di intervento della protezione dire-
zionale di terra 67N.
L angolo si pu facilmente determinare applicando lequazione riportata di seguito, nella quale
compaiono le ampiezze dei vettori rappresentativi le correnti
L
I
&
e c I
&
.
( ) ( ) ( ) C I I
I
C Ig I
I
tg
gTOT L
R
L
R
=
=
1 1 1
IR = corrente resistiva di guasto dovuta alla resistenza di messa a terra del neutro
47 Adeguamento del sistema di protezione
IL = corrente induttiva di guasto dovuta alla bobina di messa a terra del neutro
IgTOT = corrente di guasto totale della semisbarra
= riduzione di capacit di rete rispetto al valore totale in caso di perdita di parte della rete
c = contributo della linea guasta rispetto alla rete.
Per quanto riguarda il grado di compensazione da adottare, la vigente normativa stabilisce che
non si deve mai raggiungere un grado di sovracompensazione tale da far si che la corrente di gua-
sto Ig circolante nella linea guasta si porti a 90 in anticipo rispetto alla tensione omopolare Vo.
La componente resistiva Ir deve essere sufficientemente elevata, in modo tale da garantire
lintervento della protezione. Come precedentemente detto, il valore della resistenza da mettere
in parallelo con la bobina di Petersen deve essere tale da garantire la circolazione di una corrente
di guasto a terra circa pari al 5 10 % della corrente di cortocircuito trifase presente nella mede-
sima sezione di guasto.
Nel caso in cui il guasto fase terra non sia franco, ovvero presenti una resistenza di guasto non
trascurabile, tutti gli sfasamenti tra le tensioni e le correnti presenti nella sezione di guasto riman-
gono immutati.
5.7.3 Protezione varmetrica e wattmetrica: necessit di adeguamento
In Italia, fino allanno 2000, tutte le reti di media tensione venivano gestite a neutro isolato; que-
sto comport che i rel di protezione direzionali previsti fossero di tipo varmetrico. Dallanno
2000 in poi si avviato un intenso programma di installazione di bobine Petersen, passando quin-
di da reti MT gestite a neutro isolato a reti MT gestite a neutro compensato e questo ha compor-
tato come logica conseguenza, la revisione di tutti i sistemi di protezione dal guasto monofase a
terra che fino a quel momento erano installati. Le reti di media tensione sono attualmente gestite
a neutro compensato, ma con possibilit di passaggio a neutro isolato.
Il passaggio da un sistema allaltro pu avvenire repentinamente senza preavviso e anche abba-
stanza frequentemente. Questo ha comportato ladozione di sistemi di protezione che siano in
grado di adeguarsi automaticamente al cambiamento dello stato del neutro di un sistema, ovvero
la stessa protezione direzionale pu funzionare sia come protezione varmetrica che come prote-
zione wattmetrica.
Pertanto la nuova normativa in vigore ha stabilito che sulla rete MT con neutro a terra tramite
impedenza si devono impiegare nuove protezioni direzionali con due soglie di taratura distinte:
La prima soglia ( 67.S1 ) rileva il guasto quando la rete gestita con neutro connesso a
terra tramite impedenza.
La seconda soglia ( 67.S2 ) rileva il guasto quando la rete gestita con neutro isolato (si-
tuazione che si verifica per brevi periodi dellanno,in occasione di guasti o manutenzioni).
I diagrammi vettoriali sotto riportati mostrano i settori di intervento delle due soglie, rispettiva-
mente in una linea MT gestita prima a neutro compensato e successivamente passata a neutro
isolato:
48 Capitolo 5
Per concludere stato ritenuto opportuno incollare di seguito la foto che raffigura una protezione
multifunzionale, atta a proteggere la linea da guasto a terra ma anche da correnti di cortocircuito
di altra natura, nella quale si possono distinguere chiaramente i riduttori di fase (TA), il riduttore
di corrente omopolare toroidale, ed infine i riduttori di tensione (TV).
Capitolo 6
Bobina Petersen
6.1 Principio di funzionamento della Bobina di Petersen
La bobina di Petersen, cosi chiamata dal nome dellinventore, una bobina dinduttanza collega-
ta tra centro stella del trasformatore che alimenta la rete e terra. Essa viene impiegata nelle reti di
MT ed anche in alcune di AT. Il funzionamento della bobina si basa sul principio della risonanza
parallelo in un circuito L-C. Si ricorda che il suo collegamento in un sistema elettrico non ha nes-
sun rilievo ai fini del trasporto di potenza in condizioni normali di esercizio, mentre determina il
comportamento del sistema in presenza di cause dissimmetrizzanti che coinvolgono la rete alla
sequenza omopolare e, in particolare, in presenza di guasto monofase a terra. Infatti quando si
innesca un guasto monofase a terra, la corrente di guasto di I
cc
ha due componenti:
un termine transitorio unidirezionale I
cc t
un termine alternativo sinusoidale permanente I
cc p.
Mentre il primo si smorza dopo un tempo convenzionalmente pari a 4-5 costanti di tempo del cir-
cuito, il secondo rappresenta la corrente di guasto a regime.
I
cc
= I
cc p
+ I
cc t
Poich Icc p = I
L
+ I
C
se la reattanza di atterramento del centro stella X
L
viene dimensionata in
modo tale da entrare in risonanza con la reattanza capacitiva X
C
a frequenza industriale, si ha che
I
L
= - I
C
Quindi la corrente di guasto a terra permanente Icc p si autoestingue non appena si smorza la
componente transitoria della corrente di guasto.
Proprio per questo motivo la bobina di Petersen viene anche chiamata bobina d estinzione, bobi-
na di risonanza, o bobina neutralizzatrice d arco.
50 Capitolo 6
6.3 Tipologie di Bobine
Possiamo indicare due tipologie di Bobine: quella fissa e quella mobile.
6.3.1 Fissa:
La bobina fissa una reattanza a prese variabili il cui valore pu essere variato manualmente.
Questa variazione va fatta a vuoto e una volta fissato il valore dellinduttanza questo risulta co-
stante per una data configurazione di rete. In questa situazione, la condizione di perfetta com-
pensazione non in generale raggiunta ed il grado di compensazione dipende dalle condizioni di
esercizio della rete stessa.
Per questo tipo di funzionamento perci necessario prevedere il campo di variazione della
corrente di guasto in funzione delle condizioni di rete previste (riduzione massima della rete,
contributo massimo delle singole linee al guasto, ecc.) e verificarne la compatibilit con il sistema
di protezione.
Entrando nel merito costruttivo (come si pu vedere dalla figura sottostante), il reattore una
semplice bobina con prese di regolazione senza colonna magnetica interna, ma con una cornice
magnetica esterna la quale serve per limitare il flusso in aria e facilitarne la richiusura.
Figura 13: Struttura bobina fissa
51 Bobina Petersen
6.3.2 Mobile:
La bobina mobile una reattanza con allinterno un nucleo mobile, il quale pu essere regolato
per mezzo di un motore. Variando la posizione del nucleo varia il traferro in aria e quindi
linduttanza L. Le spire restano fisse e quello che varia laltezza del traferro. Questo ci permette
di fare le regolazioni anche sotto carico.
Nel caso di adozione di questa bobina, le condizioni di esercizio della rete sono normalmente tali
da avere una perfetta compensazione (entro i limiti di regolazione del dispositivo analizzatore +
bobina) per cui la corrente di guasto monofase risulta data dal solo contributo della resistenza po-
sta in parallelo alla bobina stessa; comunque sempre possibile avere condizioni transitorie di re-
te non accordata poich durante i guasti e le conseguenti perdite di linee si perde la condizione di
accordo con la rete (che pu essere di nuovo raggiunta con i tempi propri della regolazione,
dellordine delle decine di secondi). Tali condizioni sono appunto limitate ai soli periodi transitori
associati alla richiusura rapida (ed eventualmente lenta), oppure alle eventuali condizioni di rete
per le quali si supera il campo di variazione della bobina.
Figura 14: Struttura bobina mobile
6.4 Scelta della bobina
Per scegliere il tipo di bobina da utilizzare si tenga presente che le bobine di Petersen, diminui-
scono le interruzioni transitorie monofase, la corrente di guasto monofase a terra e la probabilit
di riadescamento ed evoluzione dei guasti con probabile riduzione delle interruzioni lunghe.
In generale si pu affermare che:
la bobina fissa una scelta che privilegia la semplicit di impianto;
la bobina mobile una scelta che privilegia la flessibilit dellesercizio;
52 Capitolo 6
Infatti la bobina fissa, o meglio a prese variabili, non pu adattarsi automaticamente al variare
delle condizioni di rete per cui, una volta scelto il valore dellaccordo per una determinata condi-
zione, la corrente di guasto monofase dipende dalle condizioni di esercizio della rete stessa.
Qualora una o pi linee non vengano pi alimentate dalla semisbarra a neutro compensato, si a-
vr un incremento della corrente di guasto proporzionale al grado di disaccordo raggiunto. Quindi
si pu dire che la scelta posso farla in base al valore della corrente di guasto e al numero di inter-
ruzioni transitorie, infatti :
Per correnti di guasto minori di 80 A uso interruttori Shunt che sono degli interruttori in
grado di riconoscere il guasto e mettere la fase guasta a terra. Se il guasto del tipo non
permanente, la cosa funziona e il guasto estinto. Questi interruttori diminuiscono le in-
terruzioni transitorie monofase ma, provocando maggiori sollecitazioni agli isolamen-
ti(particolarmente critiche nelle reti in cavo), possono far aumentare le interruzioni lun-
ghe che, in caso di doppi guasti su reti in cavo, sono di particolare gravit.
Quando il numero di interruzioni transitorie e la corrente di guasto monofase a terra sono
elevati tra 80 e 300 A , per favorire lautoestinzione dei guasti, necessario accordare
costantemente la bobina di messa a terra con la capacit della rete e quindi indicato
luso della bobina mobile (eventualmente accoppiata con una bobina fissa in parallelo, se
la corrente di guasto particolarmente elevata);
Per correnti maggiori di 300 A si usa la bobina fissa. Questa pu essere utilizzata, anche
quando il numero di interruzioni transitorie basso, per ridurre la corrente di guasto mo-
nofase a terra per i vantaggi in termini di realizzazione e verifica degli impianti di terra del-
le cabine secondarie e di riduzione del rischio di incendio dei giunti dei cavi.
6.5 Immagini bobine
In seguito vengono riportare alcune foto di Bobine in funzionamento e le loro caratteristiche:
Figura 15: Bobina fissa a prese (80 A 200 A) DT 1097 + resistenza
53 Bobina Petersen
Figura 16: Bobina mobile (60 A 300 A) DT 1096 CP GARDA
Figura 17: Bobina mobile (60 A 300 A) DT 1096 CP MOGLIANO
54 Capitolo 6
Figura 18: Due Bobine mobili in esercizio
Figura 19 Bobina mobile (60 A 300 A) DT 1096 CP
PALU
Figura 20 Bobina mobile (60 A 300 A) DT 1096 CP
PESCHIERA
Capitolo 7
Sovratensioni
Le sovratensioni sulla rete MT a seguito di guasto a terra monofase comprendono sia quelle che si
originano sulle fasi sane alla insorgenza del fenomeno, sia quelle che interessano la fase guasta
alleliminazione del guasto stesso, per autoestinzione dellarco o per apertura della linea successi-
va allintervento delle protezioni. Leffetto della messa a terra del neutro con bobina e resistenza
in parallelo su queste sovratensioni cos riassumibile:
Non si ha influenza significativa sullentit delle sovratensioni sulle fasi sane durante il
guasto; sia quelle transitorie (sovratensioni veloci) che quelle sostenute (sovratensioni
alla frequenza industriale);
Si diminuisce la tensione di ripristino nei primi istanti successivi allestinzione del guasto
(tensione di riadescamento) riducendo in modo drastico la probabilit di riadescamento
o, in altri termini, facilitando lestinzione dellarco stesso prima dellapertura
dellinterruttore di linea;
Si ha un effetto di riduzione sulla sovratensione sostenuta alleliminazione del guasto (o-
scillazione del potenziale del neutro verso terra), sia sullentit che sulla durata (costante
di tempo)
Le figure seguenti si riferiscono a simulazioni di guasto monofase su una rete MT prevalentemen-
te in cavo con corrente di guasto pari a circa 250 A; mettono in evidenza quanto ora detto attra-
verso il confronto tra alcune grandezze significative con lo stesso guasto e sulla stessa rete, ipotiz-
zata nei tre casi rispettivamente a neutro isolato, perfettamente compensata con bobina di Peter-
sen, compensata con bobina e resistenza parallelo (tale da assorbire una corrente di circa 20 A).
7.1 Influenza sovratensioni sulle fasi sane
In questo grafico si pu vedere come
non ci sia nessuna influenza sulle fasi
sane indipendentemente dal tipo di
collegamento a terra. Infatti gli anda-
menti della tensione con neutro isolato
e con compensazione coincidono.
Figura 21: Effetto della messa a terra del neutro sulle sovratensioni
56 Capitolo 7
7.2 Tensione di ripristino (Tensione riadescamento)
Figura 22: Effetto della messa a terra del neutro sulle sovratensioni
In questo grafico si vede linfluenza della bobina Petersen, infatti la sovratensione di ripristino nei
primi istanti allestinzione del guasto diminuisce, ed in questo modo si riduce la probabilit di ria-
descamento dellarco.
7.3 Sovratensione di neutro alleliminazione del guasto
Figura 23: Effetto della messa a terra del neutro sulle sovratensioni
Dal grafico si pu notare che anche la sovratensione di neutro trascorsi circa 30 ms ha un miglio-
ramento con la compensazione e tende ad estinguersi pi velocemente.
57 Sovratensioni
7.4 Effetto su reti con compensazione parziale
La messa a terra del neutro ha quindi, in particolare, leffetto di inibire i riadescamenti in quanto
in molti casi la tensione sulla fase interessata dal guasto non raggiunge, dopo lestinzione dello
stesso, il livello di scarica dellisolamento Ui. Vale la pena notare che la sola bobina ha effetto sulla
sovratensione sostenuta successiva allestinzione del guasto minore di quello che si ha in presenza
anche della resistenza in parallelo.
Questo discorso vale anche nel caso di reti con compensazione solo parziale della corrente di gua-
sto, come si pu osservare dalle figure seguenti che si riferiscono a reti MT in cavo simulate al cal-
colatore.
Figura 24: Effetto della messa a terra del neutro sulle sovratensioni
C da tenere in conside-
razione che le figure pre-
cedenti si riferiscono a ca-
si di semplice guasto mo-
nofase permanente per
alcuni cicli e successiva e-
stinzione dello stesso. In
realt, specie nelle reti in
cavo, si possono avere
andamenti diversi, e in
particolare guasti della
durata di un solo semiciclo
o guasti a terra intermit-
tenti. Anche in questi casi
gli effetti causati dalla
messa a terra del neutro
sulle sovratensioni di ori-
gine interna, sono legger-
mente diversi a seconda
che ci sia compensazione con la sola bobina, oppure bobina pi resistenza in parallelo.
Figura 25: Effetto della messa a terra del neutro sulle sovratensioni
Capitolo 8
Effetti sul riadescamento dellarco
Come gi ricordato, gli effetti su correnti e tensioni della messa a terra del neutro con impedenza
accordata portano a ridurre notevolmente la possibilit che larco di guasto monofase si manten-
ga per tempi prolungati o si riadeschi successivamente alla sua estinzione. Bisogna infatti tenere
presente che lestinzione degli archi elettrici in aria dipende dalla corrente darco ma anche dalla
tensione di ristabilimento che si stabilisce sullarco stesso. In particolare:
tanto maggiore la corrente, tanto pi ionizzata laria interessata dallarco e quindi mi-
nore la probabilit di estinzione dello stesso in un tempo prefissato;
tanto maggiore questa tensione, tanto pi probabile risulta il re-innesco dellarco dopo
un tentativo di estinzione.
La capacit di auto-estinzione degli isolamenti in aria pertanto fortemente incrementata nei
sistemi con neutro messo a terra :
per la minore corrente darco monofase dovuta alla compensazione,
per il fatto che limpedenza di messa a terra del neutro limita in modo decisivo la tensione
di ristabilimento a cavallo dellarco anche quando la compensazione della corrente capa-
citiva di guasto non completa.
Figura 26: Tensione tipica di ristabilimento in sistemi a neutro isolato e compensato
60 Capitolo 8
Di conseguenza, la curva di equi-probabilit di estinzione in un tempo prefissato di un arco in aria
in funzione della corrente darco I e della tensione di ristabilimento Ur ha un andamento di tipo
iperbolico, come riportato nella figura.
Figura 27: Curva di equi-probabilit (50%) di estinzione dellarco in un tempo prefissato
Da questa curva si pu vedere che la probabilit di avere lestinzione dellarco la stessa per ten-
sioni alte e correnti basse, o viceversa cio correnti alte e tensioni basse.
Concludendo, per inibire i riadescamenti la combinazione di resistenza e di bobina particolar-
mente efficace, in pi non necessaria una compensazione totale della rete in presenza della re-
sistenza di neutro. Praticamente in base a prove sperimentali effettuate da ENEL, si pu assumere
che per correnti darco inferiori a 50 A la probabilit di autoestinzione con neutro compensato
tramite bobina + resistenza sia sempre maggiore del 95%.
Effetti sul riadescamento dellarco 61
8.1 Riassumendo
La seguente tabella illustra dal punto di vista delle sovratensioni e del coordiamento
dellisolamento, linfluenza del metodo di messa a terra del neutro.
NEUTRO A TERRA
FRANCAMENTE
NEUTRO ISO-
LATO
NEUTRO A
TERRA CON RE-
SISTENZA
NEUTRO A
TERRA REAT-
TANZA
SOVRATENSIONI
SOSTENUTE
0.8 Della tensione
concatenata
Tensione
concatenata
Tensione
concatenata
Tensione
concatenata
SOVRATENSIONI
TRANSITORIE SU
GUASTO
Poco oltre la
Tensione di fase
2.5 volte la
tensione
di fase
2.5 volte la
tensione di
fase
2.5 volte la ten-
sione di
fase
TENSIONE DI
RIPRISTINO
ALLESTINZIONE
DELLARCO
Poco inferiore a 2
volte la tensione
Di fase
Circa 2 volte la
Tensione di fa-
se
Inferiore alla
Tensione di fa-
se
Circa la tensio-
ne
Di fase
SOVRATENSIONI
PER ARCHI
INTERMITTENTI
Assenti
Fino 4-6 volte
la tensione di
fase
Inferiore alla
tensione di
fase
Circa la tensio-
ne di fase
SOVRATENSIONI
PER APERTURA
DI LINEE A VUOTO
2 volte la
Tensione di
fase
Circa 3 volte
La tensione di
fase
2-3 volte la
tensione di fase
2 volte la
tensione di fase
SOVRATENSIONI
DI FERRORESISTENZA
Possibili
Possibili
Possibili
Possibili
Tabella 3:: Effetti della bobina di Petersen sulle sovratensioni
Capitolo 9
Dispositivo analizzatore di neutro DAN
9.1 Scopo di utilizzo
Il DAN un dispositivo che serve per regolare in modo automatico il grado di accordo tra la bobi-
na mobile (nel seguito chiamata bobina) e la capacit omopolare della rete MT cui collegata. Ta-
le regolazione deve potersi applicare a bobine a variazione continua di induttanza e deve funzio-
nare anche in reti caratterizzate da piccolo grado di dissimmetria.
9.2 Principio di funzionamento
Il principio su cui normalmente si basa tale Dispositivo Analizzatore di Neutro (DAN) il seguente:
per effetto di asimmetrie sulla rete o in presenza di corrente omopolare, esiste tra neutro MT e
terra una tensione che, poich la bobina e le capacit delle linee formano un circuito antirisonan-
te, dipende dal valore della bobina stessa e raggiunge un valore massimo quando si in condizioni
di accordo (curva di risonanza: figura 28) :
Misurando perci la tensione omopolare
in corrispondenza di differenti valori della
reattanza di bobina (in pratica differenti
posizioni del nucleo mobile della bobina)
lanalizzatore in grado di ricostruire la
curva di risonanza e quindi determinare la
posizione della bobina corrispondente
allaccordo (o ad un certo grado di com-
pensazione). In generale, la tensione o-
mopolare tra neutro e terra presente per
effetto della dissimmetria della rete pu
essere molto piccola (ad es. alcune decine
di Volt primari) e quindi insufficiente per
una valutazione affidabile della curva di
risonanza. In questo caso lanalizzatore
deve far uso di un dispositivo di iniezione
di corrente che, imponendo temporaneamente (es. alcuni secondi) un opportuna corrente sul cir-
cuito omopolare, provoca sul punto di neutro una corrispondente tensione.
Liniezione di corrente di sequenza omopolare viene di solito compiuta attraverso un avvolgimen-
to a bassa tensione concentrico alla bobina di compensazione (Figura 36).
Figura 28: Curva di risonanza per il Dispositivo Analizzatore di
Neutro
64 Capitolo 9
A titolo di esempio, ci si riferisca al livello di tensione di rete di 20 kV. Un valore fissato di tensione
omopolare (ad es. 2 V secondari / 400 V primari , compatibile con la taratura della protezione
omopolare di sbarra) pu essere ottenuto (in condizioni di risonanza, cio di rete perfettamente
accordata) con differenti valori di corrente iniettata, in dipendenza del valore della resistenza pa-
rallelo Rp. Ipotizzando per la Rp un intervallo di possibili valori pari a 2001000 . si vede che per
una corrente iniettata di valore fisso (ad esempio a 0.4 A primari, tale da ottenere con Rp=1000
i 400 V sopra detti), le curve di risonanza ottenibili possono risultare, per reti di estensione mo-
desta e/o con piccoli valori di Rp, inadeguate al funzionamento dellanalizzatore (Grafici figura
29).
Figura 29: : Tensione omopolare in funzione della corrente iniettata
Pu quindi essere opportuno avere valori della corrente iniettata variabili (ad es. fino a 2 A) in
modo da ottenere un valore costante della tensione omopolare al picco di risonanza, pari al pro-
dotto tra corrente iniettata e resistenza parallelo (vedere figura 30).
Figura 30: Tensione omopolare con corrente iniettata variabile
65 Dispositivo analizzatore di neutro DAN
Una curva di risonanza sufficientemente ripida consente anche di tollerare un errore maggiore
nella determinazione della condizione di accordo; il grafico della figura 31, calcolato nelle stesse
condizioni di figura 30, mostra ad esempio che un errore attorno al 5% del valore massimo di ten-
sione riscontrato permette di avere un errore nel grado di accordo inferiore al 10% nelle condi-
zioni di pi bassa resistenza parallelo (Rp=200 ), mentre per valori pi elevati di resistenza si
hanno errori inferiori al 5%.
Figura 31: Errore ammissibile nella misura della tensione omopolare
66 Capitolo 9
9.3 Collegameto
IL DAN (Dispositivo analizzatore di neutro), nel caso pi semplice collegato come da figura sotto-
stante. In ingresso ci sono:
la tensione di neutro Vn
la tensione Vrs della sbarra MT
la posizione del motore.
In uscita c il comando del motore il quale, collegato alla bobina mobile, regoler la sua posizio-
ne in base ai segnali inviati dal DAN.
Figura 32: Collegamento DAN alla Rete
67 Dispositivo analizzatore di neutro DAN
Qui schematizzata una possibile architettura funzionale del sistema di messa a terra del neutro
in presenza di bobina mobile e di analizzatore.
Figura 33: Architettura funzionale del sistema di messa a terra del neutro
Deve essere previsto un DAN per ciascuna semisbarra di Cabina Primaria; i DAN operano in ma-
niera indipendente a congiuntore di sbarre aperto. Nel caso di esercizio a sbarra unica, uno dei
due DAN deve svolgere la funzione di comando (master) mentre laltro deve essergli asservito
(slave). Per realizzare questa funzione il DAN deve ricevere dal DSSN (Dispositivo per la Selezione
dello Stato del Neutro), un segnale che lo abiliti al suddetto funzionamento.
9.4 Funzionalit richieste
Le principali funzionalit richieste al DAN sono di seguito elencate.
Possibilit di regolazione della reattanza di bobine con correnti di compensazione massi-
me di 300 A in modo continuo con passo non superiore al 3 % della corrente massima.
Controllo automatico della reattanza della bobina in modo da avere una corrente di com-
pensazione compresa tra il 20% ed il 100% della corrente massima della bobina stessa.
Per valori richiesti al di fuori di tale intervallo il dispositivo DAN deve bloccarsi e fornire
opportuna segnalazione di raggiunto fondo scala della bobina.
Possibilit di tenere conto (durante il funzionamento e per le eventuali misurazioni di
grandezze di rete) della presenza anche di una bobina di compensazione fissa (corrente
massima fino a 200 A) e/o del trasformatore di collegamento (trasformatore AT/MT di
C.P. o trasformatore formatore di neutro TFN).
Funzionamento garantito con reti a basso grado di dissimmetria, caratterizzate da una
tensione di neutro sul secondario del triangolo aperto dei TV (con rapporto di trasforma-
zione Vn/100 V) non superiore a 50 mV senza elementi di squilibrio, quali ad esempio
condensatori monofase.
Il segnale atto a pilotare la compensazione deve essere acquisito in modo continuo.
68 Capitolo 9
Le azioni atte alla determinazione del valore di reattanza della bobina non devono interfe-
rire con il normale esercizio della rete MT. In particolare, non devono provocare interventi
intempestivi del sistema di protezione basato sul rilevamento della componente wattme-
trica della corrente omopolare che interessa le linee e sul livello della tensione omopola-
re. A tal fine, la massima variazione della tensione omopolare causata dalle suddette a-
zioni deve essere inferiore al 2% della tensione nominale fase-terra.
Le misure atte alla determinazione del valore di reattanza di compensazione devono de-
terminare la condizione di accordo (picco di risonanza) con un errore non superiore al 5%
del valore massimo di tensione omopolare riscontrato.
Lattuazione della procedura di adattamento del grado di compensazione deve essere at-
tivata a fronte di una variazione di tensione omopolare superiore ad un valore prestabilito
(impostabile) che persista per un tempo prestabilito. Al termine della procedura di adat-
tamento la nuova tensione omopolare deve essere assunta come nuovo riferimento.
Le misure e leventuale regolazione della bobina devono essere bloccate se la tensione
omopolare superiore a un certo valore per un certo tempo entrambi impostabili; tali
funzioni potranno essere riprese quando la tensione omopolare permane al di sotto della
suddetta soglia per un tempo impostabile.
Il DAN deve essere in grado di segnalare al DSSN (Dispositivo per la Selezione dello Stato
del Neutro) la condizione di tensioni omopolari uguali sulle due semisbarre e quindi signi-
ficative di un parallelo tra le semisbarre stesse.
A congiuntore sbarre K aperto ciascun analizzatore opera in modo indipendente. Nel caso
di interruttore congiuntore sbarre K chiuso (esercizio a sbarra unica) uno dei due DAN de-
ve svolgere la funzione di comando (master) mentre laltro deve essergli asservito (slave).
Lanalizzatore con funzione slave viene scelto allattivazione dellimpianto, riceve il segna-
le dallanalizzatore master e porta la propria bobina in una posizione prefissata ed impo-
stabile, rimanendo in questa condizione fintanto che permane il segnale dallanalizzatore
master.
Lanalizzatore con funzione master viene scelto allattivazione dellimpianto, riceve il se-
gnale di congiuntore K chiuso, predispone laltro analizzatore in funzionamento slave e
pu comandare anche leventuale iniettore di corrente dellanalizzatore slave.
Deve essere possibile impostare i parametri dello strumento sia in locale (mediante pan-
nello frontale e tramite PC) che a distanza (tramite modem), Linsieme dei parametri im-
postabili deve comprendere:
la corrente di guasto a neutro isolato della semisbarra (60300 A);
la reattanza omopolare del trasformatore AT/MT o TFN(020% di /
3*I
maxbobina
), valore equivalente serie a 50 Hz) e la eventuale reattanza della bo-
bina fissa inserita (a 50 Hz);
la resistenza parallelo (400800 );
la resistenza serie associata al TFN;
il fattore di qualit della bobina mobile;
il fattore di qualit della eventuale bobina fissa;
il grado di compensazione da attuare sulla rete (80120 %);
la minima variazione di tensione omopolare che attiva la procedura di compensa-
zione (550% del valore della tensione raggiunta in condizioni di accordo) e
lintervallo di tempo associato (30180 s);
69 Dispositivo analizzatore di neutro DAN
la soglia di tensione omopolare che blocca lanalizzatore di neutro (120 V secon-
dari) e lintervallo di tempo associato (0.55 s);
una seconda soglia di tensione omopolare utilizzabile per segnalazione ad un si-
stema esterno (120 V secondari);
la modalit di funzionamento (master o slave);
la posizione alla quale portare la bobina mobile controllata dallanalizzatore slave.
Tale valore deve poter essere impostabile in modo da coprire lintera escursione
della bobina mobile.
Il DAN deve registrare, al termine di ogni procedura di adattamento, le seguenti grandez-
ze :
la data e lora (risoluzione al secondo);
la corrente di guasto a neutro isolato;
il grado di compensazione impostato e quello attuato;
la corrente di guasto a regolazione avvenuta e le sue componenti attiva e reattiva;
la curva di risonanza (della tensione omopolare in funzione del grado di compen-
sazione).
Devono essere memorizzabili almeno 20 registrazioni.
Le misure registrate e i parametri impostati dovranno essere visualizzati in locale e tra-
smessi a distanza, con le modalit descritte ai punti precedenti.
Il dispositivo deve avere delle funzionalit di autodiagnosi e di reporting automatico.
Leventuale anomalia deve essere resa disponibile tramite segnale allesterno.
La predisposizione inclusione-esclusione dellanalizzatore di neutro deve essere possibile
tramite pulsanti posti sul pannello o tramite telecomando.
I parametri, le registrazioni, le visualizzazioni e la messaggistica devono essere in lingua i-
taliana o inglese.
Lambiente operativo delle funzioni di interfaccia con PC deve essere compatibile con i si-
stemi Windows 95,98 e Windows NT e deve comprendere librerie di comunicazione (ad
es. DLL).
9.5 Architettura funzionale
Larchitettura funzionale dellanalizzatore di neutro, la cui logica di elaborazione deve essere rea-
lizzata a microprocessore, deve prevedere i seguenti blocchi:
alimentazione,
display /visualizzatore,
segnali di ingresso,
segnali di uscita,
interfacciamento con il P.C. portatile,
autodiagnosi.
70 Capitolo 9
9.5.1 Alimentazione
Lalimentazione del DAN in corrente continua (con batteria tampone) permette di avere la com-
pleta funzionalit del sistema di messa a terra anche in assenza di alimentazione in corrente al-
ternata. Tensione nominale 110 VDC 20%; 230 VAC 10%
Sovraccaricabilit permanente 1,3 Vn
Sovraccaricabilit transitoria per 1 sec. 2 Vn
Un led di segnalazione deve indicare la presenza della alimentazione.
Per interruzioni della tensione di alimentazione ausiliaria di durata <50 ms, la logica di controllo
dellanalizzatore di neutro deve risultare insensibile. Per durate superiori la logica di controllo non
deve emettere comandi/segnalazioni spurie; deve inoltre essere garantito il corretto funziona-
mento al ritorno della tensione di alimentazione, con ripristino dellultima condizione di funzio-
namento. Nello stato di guasto dellalimentatore deve essere prevista la segnalazione in locale e a
distanza.
9.5.2 Display/Visualizzatore
Il DAN deve essere fornito di display per la visualizzazione dei parametri impostati, delle misure
effettuate e degli eventuali messaggi di auto-diagnostica.
9.5.3 Segnali scambiati da Dan
Nel DAN sono scambiati molteplici segnali sia dingresso che di uscita che sono scambiati a basse
tensioni da 24 a 110 VDC.
INGRESSI: Riassumendo brevemente gli ingressi possono essere abilitazione, inabilitazio-
ne del regolatore, allarmi, finecorsa superiori e inferiori, stato di master o slave, tensioni
dai tv di sbarra e correnti iniettate.
USCITE: Le uscite possono essere comando apertura, chiusura resistenza parallelo, co-
mando funzionamento master slave, spie di segnalazione anomalie.
9.5.4 Interfacciamento con pc
Linterfacciamento con il PC deve essere effettuato tramite porta seriale RS 232.
9.5.5 Autodiagnosi
Il dispositivo deve avere delle funzionalit di autodiagnosi e di reporting automatico. Leventuale
anomalia deve essere resa disponibile anche tramite segnale allesterno.
71 Dispositivo analizzatore di neutro DAN
9.5.6 Immagini DAN in esercizio
Nelle immagini seguenti sono riportai due DAN e il dispositivo iniettore di corrente in esercizio.
Figura 34: Gestore Stato del Neutro DV 966 CP PALU
Figura 35: Controllore (DV 1027) + Monitoraggio Continuo Isolamento (DV 1029) CP PALU
72 Capitolo 9
Figura 36: ECI dispositivo iniettore di corrente
Figura 37: Sala telai, in primo piano ci sono gli analizzatori di neutro
Capitolo 10
Trasformatore formatore di neutro
10.1 Scopo di utilizzo
Normalmente la bobina di Petersen va collegata al neutro uscente dal centro stella del trasforma-
tore. Pu capitare per di non riuscire nel collegamento, ad esempio perch non c spazio nella
stazione di trasformazione, o perch il neutro non accessibile, come accade nei trasformatori
pi datati. Allora per poter ugualmente usufruire della bobina, si utilizza il Trasformatore Forma-
tore di Neutro (TFN) che realizza fisicamente il centro stella del sistema MT al quale si collega il
reattore destinzione darco (bobina di Petersen).
10.2 Principio di funzionamento.
Con questa soluzione, la bobina di compensazione alimentata tramite il centro stella
artificialmente creato con un trasformatore con avvolgimenti collegati a zig-zag.
Figura 38: Schema elettrico del TFN
74 Capitolo 10
Tale trasformatore (o, pi propriamente, reattore) formatore di neutro, presenta una reattanza
molto alta alle sequenze diretta ed inversa, ed una reattanza piccola e pressoch costante (pari a
quella di corto circuito dei normali trasformatori) alla sequenza omopolare. Per questo esso risul-
ta adatto al collegamento della bobina di compensazione. Vale la pena notare che in questo caso
la reattanza omopolare del trasformatore AT/MT risulta in parallelo a quella del trasformatore zig-
zag e quindi viene praticamente cortocircuitata.
Figura 39: Collegamento della bobina di Petersen al centro stella del trasformatore AT/MT
Ai fini dellutilizzo della bobina di Petersen nella rete MT risulta sufficiente dimensionare il tra-
sformatore a zig-zag per correnti dellordine della corrente di guasto monofase della rete MT e
della durata di alcune decine di secondi. Ci comporta la realizzazione di macchine il cui rame
molto pi sfruttato rispetto a quelle tradizionali (possibilit di funzionare ad elevate densit di
corrente) il che si traduce in una sensibile riduzione di costi.
Bisogna infine considerare che in questo caso si aggiunge in serie alla reattanza della bobina una
reattanza omopolare di valore costante pari alla reattanza di corto circuito del trasformatore zig-
zag. La reattanza della bobina risulta essere:
X bobina = 1/3 * ( X
C
rete - X
0
zig-zag )
La soluzione di collegare la bobina di messa a terra tramite zig-zag comporta quindi la necessit di
un trasformatore aggiuntivo in cabina primaria, a fronte di una migliore flessibilit impiantistica.
In aggiunta, bisogna considerare che:
i valori di reattanza e resistenza omopolare del trasformatore sono pressoch costanti, il
che un vantaggio ai fini dellaccordo.
lutilizzo dello zig-zag elimina gli effetti sulla tensione omopolare MT del transitorio di
energizzazione del trasformatore AT/MT.
10.2.1 Modalit di servizio
Il Trasformatore formatore di neutro pu funzionare in servizio di breve durata e in servizio per-
manente.
- Il servizio di breve durata: si verifica quando nel sistema MT che alimenta il TFN si mani-
festa un guasto monofase a terra che comporta liniezione della corrente I
neutro
= 3*I
0
nel
centro stella del trasformatore formatore di neutro. In queste condizioni, dunque, il TFN
alimentato da una terna di tensioni stellate con presenza simultanea di:
componente diretta E
d
= E
n
= V
n
/ 3 dove V
n
la tensione nominale (concatenta)
75 Trasformatore formatore di neutro
componente omopolare E
0
= Z
0
* I
0
dove Z
0
(/fase) la impedenza omopolare
del TFN e I
0
= I
neutro
/3 la corrente omopolare. Per la suddetta condizione di ser-
vizio prescritta una durata massima pari a 10 min. continui.
- In servizio permanente: il TFN risulta alimentato da un sistema di tensioni stellate con
presenza simultanea di:
componente diretta E
d
= E
n
= V
n
/ 3 come sopra
componente omopolare E
0
pari al 10% del valore prescritto in servizio di bre-
ve durata. Si suppone, infatti, che la presenza nel neutro di una corrente pari
al 10% di quella di breve durata non sia rilevata come condizione di guasto e,
pertanto, possa permanere per tempo indefinito.
10.3 Collegamento
Inseguito sono riportati i due schemi elettrici di istallazione nel caso di centro stella accessibile e
nel caso di centro stella non accessibile.
76 Capitolo 10
10.4 Aspetti costruttivi
In seguito si descrive com fatto costruttivamente il Trasformatore Formatore di Neutro (TFN) da
impiegare nei sistemi di messa a terra del neutro nelle reti MT fino a 20 kV con impedenza di mes-
sa a terra fissa o mobile delle cabine primarie. Il TFN immerso in olio in cassa metallica alettata
(raffreddamento ONAN olio naturale aria naturale) ed adatto per installazione allesterno in si-
tuazioni esposte. Lo schema elettrico di fig. 38 mostra lavvolgimento connesso nella tipica forma
zig-zag coi tre terminali di linea L (per connessione al sistema MT) ed il terminale di neutro N (per
connessione alla bobina di Petersen). Tutti i passanti, sia di linea che di neutro, devono essere del
tipo sconnettibile a spina a cono esterno per cavi MT corrispondentemente terminati; in questo
modo non necessario prevedere barriere aggiuntive di protezione contro i contatti accidentali.
10.4.1 Installazione / raffreddamento / sovratemperature
Lapparecchio adatto per installazione allesterno in situazione esposta. Il raffreddamento
ONAN. In condizioni di regime corrispondenti al servizio permanente la sovratemperatura massi-
ma dellolio non deve superare 60 K.
Partendo dal regime suddetto e applicando le condizioni indicate per il servizio di breve
durata per il tempo prescritto (10 min. continui), le sovratemperature finali non devono
superare i limiti seguenti:
sovratemperatura massima dellolio 65 K
sovratemperatura degli avvolgimenti 100 K
10.4.2 Caratteristiche nominali
Le principali caratteristiche nominali sono riassunte in Tab. 4.
Livelli di Iso-
lamento
Tensione massima Um (val. effic.)
Tensione di tenuta di breve durata a f.i. (val. effic.)
Tensione di tenuta ad impulso (val. cresta)
24 kV
50 kV
125 kV
Alimentazione
Simmetrica
Perdite nel ferro alla tensione nominale Po
Corrente a vuoto alla tensione nominale Io
Livello di potenza acustica
1400 W
250 mA
60 dB(A)
Alimentazione
omopolare
Corrente nominale di neutro I= 3Io
- in servizio di breve durata (10 min.)
- in servizio permanente
Impedenza omopolare Z0 = Ro+iXo
500 A
50 A
0,9+j6
Tabella 4: Caratteristiche nominale TFN
Il TFN destinato a reti con tensione nominale Vn=20 kV, ma, ovviamente, idoneo anche
per reti con tensione nominale inferiore (Vn=15 kV).
10.4.3 Tolleranze sui valori prescritti e garantiti
- Perdite nel ferro Po toll. + 15%
- Impedenza omopolare:
valore della resistenza R0 toll. 15%
valore della reattanza X0 toll. 10%
Sono valori massimi, senza tolleranza in pi, i dati seguenti:
- corrente a vuoto;
- valori limite delle sovratemperature;
- livello di potenza acustica.
77 Trasformatore formatore di neutro
10.4.4 Caratteristiche dimensionali
Le dimensioni di ingombro e la disposizione degli isolatori passanti e delleventuale conservatore
sono indicati in figura 40. In ogni caso il disegno dingombro della macchina completa dei relativi
accessori deve essere approvato dalla Committenza.
Figura 40: Disegno di ingombro indicativo del TFN
10.4.5 Caratteristiche costruttive
Il TFN deve essere conforme alle prescrizioni delle Norme CEI EN 60076, CEI 14-4 e CEI
EN 60289; i singoli sottocomponenti devono rispondere alle rispettive norme CEI.
10.4.6 Nucleo e avvolgimenti
Il nucleo realizzato con lamierini ferro-silicio a cristalli orientati, alta permeabilit e bassa
cifra di perdita.
Gli avvolgimenti sono realizzati con conduttori di rame elettrolitico e sono di sezione
costante.
10.4.7 Cassa e sistema refrigerante
La cassa deve essere realizzata con pareti in lamiera di acciaio e deve essere tale da non dar
luogo a ristagni di acqua allesterno e a tasche di gas allinterno. La cassa pu essere munita di
conservatore oppure realizzata in soluzione ermetica (senza conservatore) a riempimento totale
di olio (senza cuscino di gas). Lolio isolante deve essere conforme alla Norma CEI 10-1, classe 1 o
2, esente da PCB(1). La cassa deve essere munita di golfari di sollevamento e di dispositivi di ap-
poggio e scorrimento come indicato nel seguito.
78 Capitolo 10
10.4.8 Isolatori passanti
Devono essere a spina a cono esterno, conformi a standardizzazione CEI EN 50181 tipo C (24 kV-
630A). Gli isolatori devono essere contrassegnati con etichette autoadesive di tipo inalterabile con
adeguata simbologia di identificazione.
10.4.9 Dispositivi di appoggio e scorrimento
Il TFN deve essere dotato di quattro rulli di scorrimento conformi a quanto prescritto dalla Norma
CEI 14-13. I rulli devono essere montati alla base della cassa mediante perni e forcelle orientabili
in entrambi i sensi, paralleli agli assi principali. Tutte le parti realizzate in materiale ferroso a con-
tatto con latmosfera (carpenterie, accessori, ecc.) devono essere trattate con cicli di rivestimento
protettivo esterno rispondenti ai tipi DY 991/1 o equivalenti. Tutte le superfici interne a contatto
con lolio devono essere protette con pittura resistente allolio caldo(temperatura massima 100
C).
10.4.10 Accessori meccanici
- Conservatore dolio (non presente nel caso di soluzione con cassa ermetica), capace di
contenere la variazione di volume di olio della cassa tra le temperature di -25 C e +90C
esso deve essere dotato di:
indicatori di livello olio, con tacche di livello e contatti elettrici di minimo livello;
dispositivo di riempimento;
dispositivo per la respirazione daria munito di essiccatore al silicagel;
dispositivo di spurgo.
- Due golfari per il sollevamento del complesso completo e della sola parte estraibile e n. 4
occhielli per il bloccaggio durante il trasporto.
- Un dispositivo per lo scarico dellolio che permetta sia uno scarico rapido che uno spilla-
mento graduale.
- Un pozzetto termometrico, munito di tappo di chiusura, per lapplicazione di un termo-
metro per la misura della temperatura olio degli strati superiori.
10.4.11 Accessori elettrici
- Un dispositivo di protezione multifunzione (tipo DGPT) per il controllo di: livello, sovrap-
pressione e temperatura olio, con contatti di allarme e scatto come segue:
allarme per basso livello olio;
allarme e scatto per massima temperatura;
- scatto per sovrappressione.
Tale dispositivo deve essere previsto solo in caso di soluzione con cassa ermetica.
Un termometro a quadrante per la misura della temperatura olio, montato su pozzetto
termometrico con contatti di allarme e scatto per massima temperatura. Tale termome-
tro non previsto nel caso di soluzione con cassa ermetica.
Un rel a gas tipo Buchholz, montato sul tubo di collegamento tra cassa e conservatore, a
due galleggianti con contatti indipendenti di allarme e di scatto. Tale rel non previsto
nel caso di soluzione con cassa ermetica.
Due attacchi per la messa a terra disposti alla base della cassa.
10.4.12 Targhe
Devono essere previste due targhe, su appositi porta targhe, in posizioni contrapposte sui due
fianchi lunghi della cassa. Le targhe devono riportare tutte le informazioni richieste dalla
Norma CEI EN 60289 rif. 4