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ISTORIA LITERATURII ITALIENE NTRE SECOLELE XV-XVII Prof. univ. dr.

Rodica LOCUSTEANU

Obiettivi: Conoscere la letteratura italiana del Cinquecento, Seicento, Settecento; saper fare relazioni, commenti, racconti, riassunti, analisi testuali correttamente da punto di vista contenutistico e linguistico. Semestrul II IL SEICENTO Il Barocco il movimento culturale peculiare del Seicento. Il termine sembra derivare da una parola memoriale cio unartificio per ricordare con laiuto delle iniziali una delle forme pi complesse del sillogismo, una specie del sillogismo contorto. Ma nella letteratura il termine va mutuato dalle arti figurative. Altri teorici lo fanno derivare dal nome spagnolo e portoghese di una perla irregolare. Solo nellOttocento, nellopera di Heinrich Wolflin Rinascimento e Barocco si fa un confronto preciso antitetico dei due movimenti. Alla base del gusto barocco sta la concezione edonistica dellarte il cui fine e dilettare non gi lammaestrare, dilettare il comun popolo. Questa volont di piacere al pubblico spiega la rivendicazione della libert dellartista che alimenta gli artisti secentisti contro le regole del classicisimo. Lingegno una facolt divisa dallintelletto e controllata dal gusto. La libert si confonde spesso con il capriccio, mentre il dilettare si trasforma rapidamente in meravigliare. Infatti accanto alla concezione edonistico dellarte alla base del gusto barocco c la tendenza allo stupefacente e al meraviglioso. Il poeta Marino ne d una definizione assai chiara: del poeta il fin la meraviglia/ Parlo delleccellente e non del goffo/ chi non sa far stupir vada alla striglia. Di qui la ricerca della novit, della stranezza, degli atteggiamenti fuori del comune sia nel campo delle parole e dei loro nessi sia in quello delle immagini e delle metafore. Per quest ideale della novit devessere preso con un granello di sale, perch la lirica seicentesca non inventa nulla, ma utilizza il gran repertorio di situazioni e di moduli stilistici dal Petrarca al Tasso. Di conseguenza la novit e la libert pi che nei contenuti vanno ricercate nella capacit delle pi diverse combinazioni dei motivi e delle immagini tradizionali, nellesasperazione fino allassurdo dei loro significati letterali e dei rapporti metaforici, la ricerca del concettismo (trovate ingegnose, giochi di parole, svariatissime combinazioni di elementi stilistico retorici). Il concettismo il denominatore comune della poesia seicentesca, marinista e antimarinista e si fonda sul parossismo della metafora.
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Ecco ad esempio una serie di paragoni e metafore tessuti dal poeta barocco Narducci intorno ai pidocchi della sua donna: Sembran fere davorio in bocca doro/ Le fere erranti onde si ricca siete/ Anzi gemme son pur, che voi scotete/ Dallaureo del bel crin natio tesoro. Anche se possiamo parlare di un virtuosismo formale assoluto e di ardite esibizioni tecniche, questa meraviglia deriva talvolta anche da una visione del mondo sempre pi nuova e pi vasta che la metafora o lanalogia tenta di esprimere cogliendo cos una realt sfuggente. Il letterato barocco oppone un rifiuto alla regolarit rinascimentale rivendicano la libert dellingegno, cio la capacit immaginifica e il diritto di contravenire alle regole. La vera regola saper rompere le regole a tempo e a luogo scrive Marino affermando la superiorit dei tempi moderni su quegli antichi, e dellesperienza propria sullimitazione. Giambattista Marino (1569-1625) Giambattista Marino (1569-1625) il maggior rappresentante della poesia barocca. Nato a Napoli nel 1569, vi rimane fino al 1600 conducendo una vita piuttosto libera, dedita agli studi letterari e agli amori. Cosciente della necessit di avere un mecenate, entra a Roma al servizio di Melchiorre Crescenzi, poi del vescovo Aldobrandini. Nel 1608 si reca a Torino alla corte del duca Carlo Emanuele I. Vi subisce un tentativo di assassinio da parte di un rivale, poi viene messo in carcere per un anno a causa di maldicenze contro il duca. Costretto a lasciare Torino, si rifugia in Francia a Parigi, presso il re Luigi XIII, applaudito per il suo virtuosismo dagli ambienti letterari. Rientrato ormai trionfante in Italia, muore a Napoli nel 1625. Il suo Epistolario un documento importante della sua esperienza umana e artistica anche se non del tutto sincero. Marino si definisce come poeta che inaugura un nuovo stile, morbido, vezzoso ed attrattivo per un nuovo pubblico socialmente ed intellettualmente selezionato. Le Rime del 1602, aumentate e ristampate col titolo di Lira snel 1614, comprendono componimenti di argomento amoroso, encomiastico e sacro, divisi sia per temi (rime damore, marittime, boscherecce, eroiche, lugubri e sacre), sia per metri poetici (madrigali e canzoni). Vi si avverte una tensione sperimentale in senso antipetrarchista. Il modello retorico quello dellanalogia che produce spesso immagini preziose. Unaltra raccolta lirica, Sampogna (1620), contiene rime divise in due parti. La prima parte racchiude idilli favolosi e pastorali, mentre la seconda rime boscherecce. La sua tematica mitologica e pastorale. Il critico Alberto Asor Rosa vede nellopera del Marino una propensione a cantare lamore che si esprime con laggressione e si consuma in una morbosit fantastica. Il suo capolavoro considerato il poema Adone (1623), in 20 canti e allincirca 40.000 versi, tessuti su una trama molto esile, quella dellamore di Venere per Adone, il figlio di Ciniro, amore ostacolato dal geloso dio Marte, finch Adone viene ucciso da un cinghiale. Accanto alle ampie divagazioni intorno al tema, alla sovrabbondanza di sensazioni e di descrizioni, nonche alluso eccessivo della metafora, sono da rilevare alcuni tratti nuovi come lindipendenza dal modello rinascimentale (non si ispira alla storia e non ha contenuti epici; si serve del mito per una specie di festa
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erotica; invece dello sviluppo narrativo si ha una ricca succesione di immagini e di sensazioni). Sono da menzionare lammirabile perizia tecnica, immagini stupefacenti, il sottile gioco dellintelligenza, una vena sensuale e idillica che fa s che talvolta la poesia si sciolga in un puro suono musicale Altre opere sono: Galleria che comprende descrizioni in versi di quadri e di sculture e il poema sacro La Strage degli innocenti. Molto famoso ai suoi tempi il Marino era infatti lespressione di un movimento e di un gusto che si veniva affermando in tutta lEuropa: il preziosismo in Francia, leufuismo in Inghilterra, il gongorismo in Spagna, il marinismo in Italia. Ha molti imitatori chiamati marinisti di cui ricordiamo i nomi di Claudio Achillini e Girolamo Fontanella. Pi interessante Ciro di Pers che si allontana cantando con accenti appassionanti il tema del tempo e della morte come nel suo pi famoso carme: Orologio da polvere. Parallelamente allaffermazione di Marino e della sua poetica della meraviglia si manifesta anche la reazione al marinismo la quale, pur rifiutando gli eccessi del marinismo, resta sempre nellambito del concettismo e della ricerca del nuovo. Gabriello Chiabrera (1552-1626), rifiuta la tradizione italiana risalendo ai classici greci, a Pindaro per le canzoni eroiche, ad Anacreonte per le canzonette idilliche, ma imitando piuttosto i poeti francesi della Pleiade come Ronsard. Per il suo tono eroico resta esteriore e le pi riuscite sono le canzonette idilliche e musicali. Belle rose porporine. Un altro poeta notevole Fulvio Testi (1593-1646), che pratica una poesia dispirazione eroica rivolta contro il dominio spagnolo, rimpiangendo la decadenza italiana e mettendo la speranza nel duca di Savoia. La poesia satirica ed eroicomica Un altro ambito nella cultura secentesca costituito dalla poesia satirica ed eroicomica dove si manifesta la critica pi spregiudicata alle classi dominanti e alla cultura ufficiale riformista e controriformista e si esalta la libert della ricerca e del pensiero nonch la forza della ragione che toccher il colmo nella prosa scientifica. Traiano Boccalini (1556-1613) E uno degli scrittori di opposizione specialmente nel campo politico. Nelle sue opere Commentari sopra Cornelio Tacito, Pietra del paragone politico, e I ragguagli di Parnaso dimostra un forte antispagnolismo, una certa intuizione dellindipendenza dellItalia e una ferma opposizione alla ragion di Stato in nome della morale. La sua interpretazione del Machiavelli fu ripresa pi tardi da Ugo Foscolo nel carme I Sepolcri, dove Machiavelli appare come lo scrittore che ha saputo rivelare il vero volto del tiranno. La sua opposizione si manifesta anche nel campo della letteratura. Nei Ragguagli lo scrittore immagina di essere il cronista delle discussioni che si svolgono nel Parnaso ci che gli offre lopportunit di riprendere i vizi dei vivi nelle persone degli uomini morti. Lui critica cos i pedanti, gli aristotelici e le loro regole, ma apprezza un poeta come Tasso che aveva voluto seguire la propria natura. La sua vena satirica mista di scetticismo e di tristezza, perch ha la coscienza dellimpossibilit di cambiare il mondo. Il finale del Ragguaglio 77 esprime proprio questincapacit umana di progresso: in questo mondo la somma
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prudenza umana tutta sta nellaver ingegno da saper fare la difficile soluzione di lasciar questo mondo come altri lha trovato. Alessandro Tassoni (1565-1635) Scrittore polemico e anticonformista anche Alessandro Tassoni (15651635), nato a Modena da nobile famiglia. Nei suoi 10 libri di Pensieri diversi, (Variet di pensieri in nove parti) cui si aggiunge la decima parte Paragone degli antichi e moderni, Tassoni appare come antispagnolo e antiaristotelico, partigiano dei moderni contro gli antichi. La sua vena polemica e satirica trova la massima espressione nel poema eroicomico La secchia rapita edito nel 1622 in 12 libri in ottave. Vi si racconta la guerra tra Modena e Bologna per il possesso di una secchia di legno rubata dai modenesi ai bolognesi. Si tratta di una guerra reale scoppiata nel 1325 a Zappolino, ci che gli consente una satira degli odi municipalistici. Vi un misciglio di varie epoche ed episodi dinvenzione come pure certi travestimenti caricaturali di alcuni personaggi contemporanei al poeta. Come elemento di novit entra in scena un esercito femminile condotto da Renoppia. Conformemente ad una profezia il personaggio chiamato a vincere il duello per la conquista di Renoppia sar il pi debole e il pi vile di tutti, il conte di Culagna (in cui viene adombrato un certo conte Brusantini, nemico dellautore). Questo sinnamora di Renoppia e vuol uccidere la moglie con una pozione appositamente preparata che beve per lui stesso confessando la verit. La sua vilt tale che nel duello con il conte Titta sviene perch confonde un nastro rosso che portava addosso con il proprio sangue. Dopo le trattative condotte da un legato del Papa, tutto resta uguale, la secchia a Modena e re Enzo a Bologna. Il poema eroicomico era una bella novit del secolo di cui Tassoni era ben consapevole quando affermava di aver voluto inventare fuori della strada comune una sorta di poema che piaccia ugualmente ai dotti e agli idioti. Galileo Galilei (1564-1642) La riforma dei cervelli come viene definita da Galileo Galilei, segna un nuovo modo di pensare e un diverso spirito scientifico caratterizzato dal rifiuto dellautoritarismo aristotelico, dal carattere pratico-operativo, dallautonomia della scienza dalla metafisica e dalla teologia. Luomo istituisce un nuovo rapporto con la natura vista come un libro aperto alla libera ricerca e un complesso di fenomeni fisici misurabili matematicamente e riproducibili sperimentalmente. Il metodo di ricerca diventa sempre pi scientifico. In Italia il maggior rappresentante della nuova scienza Galileo Galilei (1564-1642). Fisico e matematico, insegna matematica a Pisa poi, dal 1592 al 1610, a Padova. Inesausto ricercatore scopre la legge dellisocronismo del pendolo, inventa la bilancia idrostatica, perfeziona il cannocchiale che gli permette di esplorare la Via Lattea, la superficie lunare, lanello di Saturno, quattro satelliti di Giove, di individuare la natura delle macchie solari, ecc. Nel suo trattato Sydereus Nuncius (1610), Galilei polemizza contro la filosofia aristotelica sostenendo che bisogna adattare la filosofia a quanto ci rivela la natura e non viceversa: accomodare la natura e il mondo alla peripatetica dottrina, ma anche contro il sistema tolemaico a favore di quello copernicano. Dio ci parla attraverso la natura non meno chiaramente che attraverso la Bibbia.
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Ci che che viene dimostrato dallesperienza non pu essere negato in base a certi passi dei Vangeli. Il metodo sostenuto da Galilei si fonda sulla sensata esperienza (esperienza sensibile), e sulle necessarie dimostrazioni matematiche affinch si abbia una conoscenza certa del reale. Mentre le Sacre Scritture si prestano a varie interpretazioni allegorica, simbolica, figurale, il libro della natura scritto secondo un rigoroso linguaggio matematico ed scritto direttamente da Dio. Galilei cerca un compromesso tra fede e scienza ma le sue tesi vengono condannate dalla Chiesa. Nel 1616, il SantUffizio lo chiama a pronunciarsi su due tesi: la stabilit del Sole e la sua centralit nelluniverso, e il movimento della Terra. Egli riesce ad evitare il conflitto con la Chiesa continuando la sua strada. Scrive nel 1623 Il Saggiatore, unopera scientifica polemica in forma di lettera indirizzata a don Virginio Cesarini in cui si discutono le tesi sullorigine delle comete sostenute da Lottario Sarsi (pseudonimo del gesuita Orazio Grassi), contrapponendo metaforicamente il saggiatore, che una bilancia di gran precisione per misurare loro alla rozza bilancia, chiamata libra, usata dal Grassi. La scrittura brillante ed ironica riafferma la giustezza del metodo fondato sullosservazione della natura e sulla comprensione delle leggi matematici regolatrici. La filosofia scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico luniverso), ma non si pu intendere se prima non simpara a intendere la lingua, a conoscere i caratteri nequali scritto. Egli scritto in lingua matematica e i caratteri sono triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche senza i quali mezzi impossibile a intendere umanamente parola; senza questi un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto. Nel 1632 Galilei pubblica il Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo in cui sottopone ad una critica sarcastica la teoria geocentrica tolemaica, dimostrando la giustezza di quella eliocentrica, ci che scatena una reazione violenta. Il libro ritirato e condannato, e lautore processato nel 1633 obbligato a rinnegare gli errori e condannato al carcere perpetuo. Data la sua et avanzata gli concesso di vivere a Firenze in isolamento, poi ad Arcetri. Il Dialogo diviso in quattro giornate e vi partecipano come interlocutori: Simplicio, un filosofo aristotelico, il gentiluomo veneziano Sagredo e il fiorentino Salviati, amico di Galilei. Nella prima giornata si discute sulla natura dei corpi celesti che secondo Aristotele sarebbero impassibili, impenetrabili, inalterabili mentre Sagredo e Salviati dimostrano la loro affinit con la Terra la quale solo una parte non il centro dellUniverso. La seconda e la terza giornata sono dedicate ai dibattiti sul rifiuto dellautorit, sui limiti di un ragionamento fondato non sullesperienza ma sulla filosofia aristotelica, e nella quarta giornata si discute la teoria della relativit del moto. La pagina molto vivace, la discussione scientifica e metodologica chiara e precisa, il linguaggio aderente ai significati. Galileo Galilei considerato il fondatore della scienza moderna. Altri autori notevoli della prosa scientifica sono Francesco Redi (1626-1698), medico, e Lorenzo Magalotti (1637-1712), scienziato romano. Tommaso Campanella (1568-1639) Un atteggiamento ribelle e critico contro le dottrine scientifiche e filosofiche dominanti, contro laristotelismo e il dogmatismo quello dei novi filosofi. Giordano Bruno e Tommaso Campanella si trovano vicino a Galilei nel processo di
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rinnovamento dello studio della natura e della filosofia, per cui pagano il primo con la vita, bruciato sul rogo nel 1600, il secondo con una lunghissima prigionia. Il Campanella nasce a Stilo, in Calabria, nel regno di Napoli dove entra nellordine domenicano ma si dimostra uno spirito libero e critico nei confronti della realt politica, sociale e religiosa. Viaggia in Italia e conosce a Padova Galilei, per costretto dallInquisizione di far ritorno in Calabria. Nel 1598 partecipa ad una congiura contro il dominio spagnolo parteggiando per la repubblica. Scoperto il complotto, tratto in arresto per lunghissimi anni; tre anni nelle prigioni di Roma e ventisette in quelle di Napoli. Salvatosi dalla condanna a morte attraverso la simulazione della pazzia, viene finalmento liberato per intercessione di papa Urbano VIII, e si rifugia in Francia, nel 1629, dove muore dopo altri dieci anni. Il suo pensiero politico si ritrova soprattutto nella Citt del sole, unutopia scritta nel carcere (1602). Ha la forma di un dialogo tra un cavaliere dellOrdine di San Giovanni, (Ospitalario), e un nocchiero di Cristoforo Colombo, di nome Genovese, il quale racconta il viaggio compiuto nella Citt del Sole, nellisola di Taprobana, Costruita su un colle, abitata di una popolazione venuta dalle Indie, ha unorganizzazione gerarchico-piramidale. Al sommo sta un sacerdote chiamato Metafisico o Sole aiutato da tre magistrati Pon, Sin e Mor (Potenza, Sapienza, Amore), che governano rispettivamente larmata, la cultura e la riproduzione. I loro diritti sono assegnati a vita in base alla loro cultura e saggezza. Anche i poteri del Metafisico. Sole sono fondati su una religione naturale, razionale e senza dogmi. La propriet privata abolita, tutti i beni sono messi in comune e distribuiti secondo il bisogno di ciascuno. La riproduzione non ha per base la famiglia, ma criteri mirati al miglioramento della razza. Il lavoro uguale per tutti e dura solo quattro ore al giorno. Listruzione e si fa in maniera collettiva. Tutti gli abitanti sono educati insieme a tutte le et, in tutte le scienze ed arti, tanto a livello intellettuale, che manuale sempre con gaudio, senza libri, grazie alle illustrazioni con le quali sono tapezzate le mura della citt. Campanella costruisce cos unutopia che ricorda quella di Thomas More, che non tanto una fuga dalla realt ma frutto della coscienza dei mali esistenti nella societ e del desiderio di superarli. Alti scritti teorici sono: La Monarchia di Spagna (1600) dove il disegno utopistico tende a identificarsi con situazioni reali, e Del senso delle cose e della magia in cui mette in risalto il senso interiore (lanima) esistente nelle varie entit fisiche che compongono luniverso. Il Campanella fu anche poeta e la sua raccolta di poesie Poesie filosofiche, apparve postuma(1662). Spirito contemplativo, ha un forte sentimento del divino e dellinfinit dellanima, fiducia nella scienza e nella sapienza umana, che si esprimono in una lingua aspra e rozza. Il teatro del Seicento La letteratura barocca raggiunge nel teatro i risultati pi notevoli grazie alla sua stessa tendenza allo spettacolo, cio ad una rappresentazione dei sentimenti esterna mirata a colpire i sensi dello spettatore Infatti, per tutte le manifestazioni del barocco, laggettivo pi usato spettacolare. Il teatro si rivolge ad un pubblico reale, non pi ideale, sperimentando le novit tecniche bramate dai seicentisti.
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I due indirizzi fondamentali del teatro nel 600 sono lo sviluppo e laffermazione definitiva della Commedia dellArte e quella del melodramma. La Commedia dellArte Costituisce il fenomeno culturale pi rilevante del Seicento italiano, da dove si sparge in tutta lEuropa. Iniziata alla met del Cinquecento, alla sua base stanno tanto le commedie antiche greche e latine, quanto le farse popolari italiane e ancora, anche se per antitesi, la commedia colta, erudita, italiana. Il suo nome esprime la novit dellidea di una commedia recitata da attori professionisti, perch larte ha il senso di mestiere. Si tratta di comici organizzati in compagnie teatrali, che rappresentano unorganizzazione nuova di attori specializzati attraverso un addestramento tecnico, mimico, vocale, coreografico, acrobatico che spesso hanno anche una certa preparazione culturale. Questa commedia chiamata ancora commedia a soggetto, allimprovviso buffonesca,istrionica o di maschere , nomi che alludono ai suoi caratteri specifici. Si chiama a soggetto perch una commedia improvvisata, non esiste un testo scritto, un copione, ma un semplice canovaccio che contiene lo scenario o la trama. Il resto attribuito alla fantasia degli attori che devono improvvisare le scene completandole con dialoghi, monologhi e soprattutto con i frizzi, cio motti di spirito molto pungenti, con lazzi, quindi con acrobazie aiutate dalla mimica e dallatteggiamento gestuale, tutti quanti mirati a suscitare il riso degli spettatori. Col tempo questi dialoghi vengono raccolti in certi zibaldoni, di cui gli attori si servono. Vista la difficolt dellimprovvisazione sempre nuova, gli attori si specializzano nellinterpretazione di un solo ruolo diventato un ruolo fisso, usando una maschera. Tra le principali maschere si numera quella di Pantalone, la cui etimologia deriva dal nome veneziano, San Pantaleone, oppure da Piantaleone, ricordo delluso veneziano di erigere il drappello del Leone di San Marco nelle terre conquistate, o dai lunghi pantaloni che soleva indossare nel Seicento. Lui incarna il tipo del vecchio mercante, avaro, brontolone, geloso dei giovani, ma alle volte, innamorato di una giovane, ridicolo e per questo beffato. La sua maschera ha un naso adunco, una barba aguzza e scarpe a punta rialzata come era luso veneziano. Unaltra maschera quella del Dottore bolognese (dottor Graziano detto Balanzon) di solito giureconsulto che incarna il tipo del pedante, del falso scienziato. Porta una toga nera dello Studio di Bologna da cui proviene e al cui dialetto si appoggia. Una maschera tipica dellet quella del Capitano, il quale eredita un tipo umano gi famoso nella commedia greca e in quella plautina; il Miles gloriosus del Plauto. Il Capitano porta diversi nomi: Capitan Spaventa, Rodomonte, Matamoros, Bombardone, Spezzaferro, Spaccamonte, Fracassa, ma conserva ununica identit negli atteggiamenti militareschi e fanfaroni. Il personaggio vuol ridicolizzare i dominatori spagnoli e la loro vanagloria, perci il suo linguaggio pieno di spagnolismi maccheronici. Forti note comiche saccentrano negli Zanni, o buffoni. La loro etimologia deriva da Zan, Zuan, Gian, Giovanni, che sono prenomi di molti fra questi buffoni (Zan Cappella o Gian Cappella) e sono diminutivi del nome Giovanni.
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Il primo Zanni Brighella, che incarna il servo astuto e furbo di origine bergamasca, pi precisamente dalla Bergamo alta, cui si aggiunge il secondo Zanni, Arlecchino inizialmente servo sciocco e goloso, beffato e bastonato sempre, proveniente dalla Bergamo bassa. Alle volte per le loro parti si capovolgono e si fondono in un unico tipo che un misto di furberia e di balordaggine. Il terzo Zanni Pulcinella, il cui nome deriva da piccolo pulcino. Vestito tutto di bianco, ha per lideale il dolce far niente, sognando maccheroni, ma capace di fare un po di tutto, nel bene e nel male: di esser ladro, truffatore, lasciandosi portare dai suoi istinti. A differenza degli altri, Pulcinella canta e prende il mondo con filosofia. La schiera degli zanni molto ampia, comprende allincirca ventiquattro tipi tra cui accenniamo solo a Scapino, ripreso da Molire col nome di Scapin, e a Pedrolino che si diffuse in Francia col nome di Pierrot, e in Russia col nome di Petrushka. Ai servi si accostano le Servette o le Fantesche. Giovani, carine, indipendenti, portano vari nomi, come Smeraldina, Diamantina, Corallina, Colombina, di solito parlano il toscano e alla fine si sposano con i servi. Sempre in toscano letterario parlano gli Innamorati che sono a coppia e i cui principali tratti dovevano essere leleganza e la grazia. Fra gli uomini si numerano Cinzio, Fabrizio, Flavio, Lelio; fra le donne, Angelica, Aurelia, Flaminia, o Lavinia. Spesse volte prendono il nome dellattore o lattrice che lo interpreta. Le compagnie teatrali contano al massimo dieci o dodici persone. La commedia dellarte imprime una svolta importante nel teatro del Seicento. La questione della lingua La questione della lingua nel Seicento ormai limitata al dibattito sulla norma linguistica a sulla individuazione dei buoni autori. LAccademia della Crusca, che era stata fondata a Firenze nel 1583, pubblica nel 1612 il Vocabolario, che non descrittivo ma storico, ed indica le voci ammesse nella lingua letteraria. I buoni autori sono prima di tutto le Tre Corone, poi gli autori, anche minori e minimi, della tradizione toscana arcaica, considerata come dotata di naturali virt linguistiche; pochi i moderni, scelti con estrema cautela e con occhio rivolto alla toscanit. Questo costituisce uno statuto definitivo della lingua letteraria in senso fiorentino; da cui iniziano polemiche ricorrenti, e varie tensioni verso il purismo, che si svilupperanno nei secoli successivi. Un volta codificato il toscano, si differenzia consapevolamente luso dei dialetti, talvolta per esigenza locale, ma piu spesso come scelta programmatica di uno strumento diverso per esigenze tematiche diverse: uomini di cultura e scrittori in lingua adoperano il dialetto per prodotti considerati minori, finalizzati alla parodia, al divertimento , alla opposizione (per il Milanese - Carlo Maria Maggi, per Bologna - Giulio Cesare Croce, per Napoli- Gianbattista Basile). IL SETTECENTO Nel primo Settecento la presenza straniera pi importante in Italia lAustria, nel Meridione quella dei Borboni mentre nel Piemonte si afferma sempre pi la casata dei Savoia, che fanno pure lannessione della Sardegna. Si ha un graduale miglioramento economico e sociale, le communicazioni fra i vari stati diventano pi facili ma il progresso lento e disuguale in unItalia ancora frammentata.
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Limpronta fondamentale alla cultura data dalla Ragione, dallinteresse per la scienza e il metodo scientifico gi sviluppatisi nel Seicento, come succede dellaltro nel resto dellEuropa Occidentale, nella Francia e nellInghilterra con le quali gli italiani stringono forti rapporti culturali mediante viaggi e corrispondenze. Lintellettuale di solito un uomo di cultura impegnato civilmente nella sua societ. Si ha una grande crescita dellerudizione. In questo senso sono da ricordare gli studi storici ed eruditi di Ludovico Antonio Muratori e di Pietro Giannone. Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), bibliotecario, archivista, raccoglitore di documenti per il Medioevo nasce nel ducato Estense, dove svolge una fervida attivit storica sorta proprio dal bisogno di difendere il Ducato dalle pretese dei papi. Perci scrive le Antichit Estensi e poi Rerum Italicarum Scriptores una raccolta monumentale, con la collaborazione di studiosi di tutta Italia, in cui fa uso delle pi svariate fonti cronachistiche, letterarie, giuridiche e epigrafiche per rievocare la storia dItalia dal 500 al 1500, libro ancora oggi fondamentale per la storia del Medioevo italiano. Altre opere importanti sono Antiquitatis Italicae Medii Aevi e gli Annali dItalia. La narrazione rispetta la verit dei fatti, lo stile chiaro e semplice lasciando vedere i suoi ideali morali e letterari, tra cui soprattutto un ideale nazionale non retorico ma modellato sulla storia. Contemporaneo di Muratori anche se lontano per metodo e per indirizzo laltro storico del Settecento, Pietro Giannone (1676-1748). Meridionale, lui scrive la Istoria del Regno di Napoli, unopera militante alla difesa dei diritti dello stato nei confronti delle pretese eclesiastiche, solida dal punto di vista storiografico ma anche polemica ed aggressiva, rispondente al gusto riformistico del tempo per lattenzione data alla cultura e al problema dei suoi rapporti col potere politico, per la considerazione della Chiesa come organismo mondano, nonch per un metodo storiografico inteso a dar spazio non alle descrizioni delle battaglie ma allamministrazione politica per quindici secoli: al governo politico ed eclesiastico alle leggi, ai cambiamenti sociali, ecc. Unaltra sua opera fondamentale il Triregno in cui lautore parla dellesistenza di tre regni fondamentali: Il Regno terrestre , che consiste nellaspirazione del popolo ebreo ad un impero; Il Regno celeste , quello dellaldil sognato dal Cristianesimo; Il Regno papale, quello della Chiesa contemporanea, degenerazione del Cristianesimo a causa dei papi. Perseguitato dalla Santa Sede per le sue idee Pietro Giannone deve fuggire a Vienna, ma poi arrestato in Savoia e trascorre gli ultimi anni di vita nelle carceri del Piemonte. Giambattista Vico (1668 1744) il maggiore pensatore del Settecento. Nasce a Napoli nel 1668. prima precettore nella famiglia dei marchesi Rocca, poi, nel 1697, diventa professore di eloquenza nellUniversit di Napoli ma poco compreso dai contemporanei. Vive piuttosto isolato, dibattuto tra problemi famigliari ed economici, e muore malato nel 1744. Scrive sette orazioni inaugurali per gli inizi degli anni accademici ma ne pubblica solo una De nostri temporis studiorum ratione (1708), in cui polemizza contro il metodo cartesiano. Nel 1710 scrive il trattato De antiquisima italorum
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sapientia, e nel 1725 unAutobiografia in cui rievoca la sua vita tra il 1725 e il1731, ma la sua opera fondamentale Principi di una scienza nuova dintorno alla comune natura delle nazioni, che comprende tre redazioni: nel 1725 a spese dellautore, nel 1730, e lultima, uscita postuma nel 1744, con cambiamenti e ampliamenti. Vico scoperto e ammirato solo alla fine del Settecento e, in seguito, dai romantici. La Scienza nuova fondamenta il moderno concetto di storia. Secondo Vico luomo pu conoscere solo quello che fa, verum ipsum factum, quindi la storia non la natura che opera di Dio. Il pensiero e il fare sidentificano, la vera scienza nuova la storia, intesa non come unaccumulazione, come un groviglio di fatti ma come sviluppo dellumanit secondo leggi che la regolano e secondo cicli di progresso e di decadenza chiamati corsi e ricorsi. Lumanit procede nella sua storia attraverso tre gradi di sviluppo corrispondenti alle tre fasi dello sviluppo del singolo individuo, cio linfanzia, ladolescenza e let adulta; Gli uomini prima sentono senzavvertire, dappoi avvertiscono con animo perturbato e commosso, finalmente riflettono con mente pura. (LIII) Le tre fasi dellumanit sarebbero le seguenti: La prima fase: instintiva e sensoriale, let degli dei diritto divino governo teocratico mezzo di communicazione: il linguaggio delle cerimonie religiose (infanzia) la seconda fase: emotiva e fantastica, let degli eroi diritto eroico governo aristocratico il linguaggio fantastico dei miti (fanciulezza, adolescenza) la terza fase: razionale, let degli uomini diritto umano governo repubblicano o monarchico linguaggio logico (et adulta) Questa la fase dettata dalla ragione umana tutta spiegata. Dopo questo momento segue la decadenza e poi la ripresa di un nuovo ciclo o ricorso. Lo strumento di studio della scienza nuova la filologia per la sua capacit di decifrare le testimonianze storiche scritte. Studiando la civilt umana nelle sue prime manifestazioni Vico scopre lautonomia della fantasia. Il momento della fantasia anteriore al raziocinio: La fantasia tanto pi robusta quanto pi debole il raziocinio. (XXXVI) La fantasia opera in modo istintivo e alogico e raggiunge una conoscenza diversa da quella razionale ma pi concreta e pi forte. il momento in cui si colloca la poesia considerata forma di conoscenza. Lui scopre cos lorigine poetica del linguaggio, la natura delle favole e dei miti reputati universali fantastici, anteriori agli universali ragionati. Perci nellintento di ricostruire let preistorica si fonda non tanto sulle scoperte delle vestigia archeologiche quanto sui documenti letterari come la Bibbia e i poemi omerici, sui miti e sulle leggende che sono favolose rappresentazioni di
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situazioni reali.Anche le parole sono spesso testimonianze di situazioni reali.La poesia vista da Vico nella sua nascita storica come espressione della societ, come conoscenza totale del mondo vera narrazione. I poeti dovettero essere i primi storici delle nazioni. La poesia quindi un fatto sociale e colletivo, perci narrativo ed epico non individuale e lirico. La storia segue secondo le sue leggi oggettive dove lordine delle idee procede secondo lordine delle cose, cio fatti sociali: matrimoni, sepolture, riti propiziatori, ecc. Nellopera di Vico troviamo il superamento del razionalismo cartesiano (lui sostiene larbitrariet dei segni matematici) e la scoperta della storia; il superamento delle concezioni edonistiche sullarte sostituite dallinterpretazione della poesia come forma di conoscenza, diversa da quella razionale per il peso degli elementi fantastici; il superamento del gusto classico (rinascimentale o settecentesco) e la scoperta del primitivo e della grandezza dei poeti primitivi. Le centoquattordici proposizioni (assioni o degnit) contenenti i principi della nuova scienza sono espresse in un linguaggio solenne vigoroso, conciso e lapidario.

LArcadia Il periodo tra lultimo decennio del Seicento e circa la met del Settecento prende il nome dalla pi famosa Accademia letteraria dellepoca, lArcadia, nata il 15 ottobre 1690, quando quattordici letterati si ritrovano a Roma, nel giardino dei Padri Riformati di San Pietro in Montorio, a leggere le loro composizioni e uno di loro esclama:Mi sembra che oggi noi abbiamo ritrovato lArcadia. Di qui lidea di un Accademia i cui membri assumono nomi di pastori, il capo chiamato custode, il luogo delle riunioni Bosco Parrasio, Cristina di Svezia la Basilissae Ges Cristo il protettore. Il primo custode Giovanni Mario Crescimbeni e il teorico Gian Vincenzo Gravina. Il programma dellArcadia rivolto contro il marinismo e il concettismo, si propone di esterminare il cattivo gusto del sentimento e dellespressione e di prendere come modelli il Petrarca e gli scrittori rinascimentali. La poetica del movimento, tratteggiata da Gian Vincenzo Gravina, il legislatore, una poetica dominata dallesigenza della riforma. Lui afferma che anche nellarte si deve mirare alle idee chiare e distinte, e considera fonti dispirazione il sentimento e la fantasia controllati dalla ragione. Nel suo libro di poetica, Ragion poetica, apparso nel 1709, il Gravina nota che la poesia deve offrire una visione razionalmente analitica della vita e del mondo non pi una ingenosa e immaginifica della natura e delluomo comera accaduto con la lirica marinista e seicentista. Promove una poesia di valore etico-civile, animata dal soffio della fantasia, e stima la poesia seicentista di cattivo gusto. Ora la lirica deve aspirare ad una forma limpida, elegante, misurata, moderata dal gusto classico.Nella disputa nata tra lui e il Crescimbeni, che era il custode generale, cio il presidente dellArcadia, e che promuoveva un classicismo mediato dai modelli di Petrarca e del petrarchismo prevale l indirizzo di questi cosicch il Gravina esce dallAccademia. LArcadia porta avanti fino alla perfezione la tendenza a dissolvere la poesia in musica, gi esistente nella lirica seicentesca; riprende la tendenza alla semplicit, allevidenza e alla chiarezza di gusto europeo cartesiano, mescolandola con il
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ritorno alla tradizione rinascimentale italiana reputata come matrice dei nuovi orientamenti. Lobiettivo strategico quello dellegemonia culturale italiana. Per questo si pubblicano numerosi volumi di opere come le Rime degli Arcadi, le Prose degli Arcadi ed anche le Vite degli Arcadi illustri. I suoi limiti stanno nel linguaggio affettato e grazioso, tipico della galanteria, nelle figurazioni troppo astratte e idilliche e nei personaggi superficiali che esibiscono sentimenti solo volutamente, non realmente sinceri. Tutte le donne si chiamano Clori, Filli o Amarilli, e sono pastorelle graziose e belle che si muovono in un paesaggio favoloso e immutato, sempre lo stesso. Sono personaggi sorpresi in atteggiamenti affettati e sdolcinati, ma calcolati e freddi, prevedibili in tutti i loro gesti, risolti in un calibrato quanto malinconico sospiro e in una genuflessione amorosa esattamente come una figura di danza (Schippisi). Si tratta quindi di pastorellerie che sono presto derise dagli illuministi. Giambatista Zappi (16671719), il principale lirico, chiamato dall illuminista Baretti linzuccheratissimo Zappi per i suoi smascolinati sonettini, pargoletti piccinini, mollemente femminini, tutti pieni di amorini. Ma lui d proprio in questa grazia e semplicit di linguaggio il migliore esempio della poesia arcadica. Altri noti poeti dellArcadia sono: Francesco di Lemene, anche lui molto sensibile alla musicalit del verso, Paolo Rolli, che scrive canzonette piene di grazia come Lontananza, Jacopo Vittorelli, autore di poesie anacreontiche. Prima Accademia di carattere nazionale, lArcadia guida e determina il gusto letterario nella prima met del Settecento, e influenza soprattutto la poesia lirica e il melodramma. Pietro (Trapassi) Metastasio (1698-1782) Il maggior poeta dellArcadia, Pietro Metastasio, nasce a Roma nel 1698 da una modesta famiglia. Il suo maestro Gravina gli propone di usare lo pseudonimo letterario di Metastasio che il termine greco del nome italiano. Sempre il Gravina guida il suo ritorno ai classici ma Metastasio studia anche la filosofia cartesiana con le sue idee chiare e distinte. cosciente della necessit di compiere una riforma del melodramma per dargli dignit artistica e severit morale, convinto che il melodramma sia la vera continuazione dellantica tragedia greca. Rimasto a venti anni privo del suo protettore che gli aveva lasciato una cospicua eredit si trasferisce a Napoli e, nel 1721, su commissione del vicer compone il testo di una rappresentazione teatrale musicata, gli Orti esperidi. il momento che lo avvia in modo decisivo verso il melodramma. Questo era gi diventato un genere di spettacolo molto apprezzato nel Seicento. La camerata dei Bardi di Firenze aveva definito questo tipo di azione scenica recitata cantando, e Ottavio Rinuccini aveva gi composto due melodrammi notevoli Dafne e Euridice, in cui per il testo aveva un ruolo secondario. Operando la sua riforma Metastasio d importanza al testo che diventa elemento centrale grazie alla musicalit dei versi, sostituisce alle situazioni inverosimili, agli intrecci complicati e alle psicologie sommarie dei personaggi, una trama lineare e credibile, e approfondisce sentimenti e psicologie. Il mondo messo in opera quello ancora della tradizione classica greca e romana. La favola incentrata sul sentimento amoroso, pieno di contrasti e conflitti ma con felice fine. Predominano le situazioni sentimentali e vengono sfrutatti i conflitti tra amore/ dovere e amore/ onore, che fanno la riuscita di molti
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melodrammi, come Olimpiade o Didone abbandonata. Minore successo hanno i melodrammi che puntano sul conflitto eroico. Il primo melodramma che gode di successo Didone abbandonata (1724). Altri melodrammi famosi sono: Olimpiade, Demofoonte, Demetrio, Adriano in Siria, La Clemenza di Tito, Achille in Sciro, Attilio Regolo ed altri. Il successo dei suoi melodrammi gli assicurano fama europea e lassunzione come poeta Cesareo alla corte Imperiale di Vienna, dove trascorre il resto della sua vita. Metastasio interpreta liberamente le unit aristoteliche di tempo, di luogo e di azione, introduce il lieto fine, cambia le passioni violenti della tragedia greca, in patetici lamenti, rappresenta le vicende realistiche quotidiane della commedia in una maniera pi decorosa ed elevata, e illustra il concetto di catarsi in maniera melodrammatica. Unaltra innovazione metastasiana riguarda il linguaggio e la struttura del melodramma che gravita intorno alle arie, cio ai momenti pi lirici nei quali si concentrano i desideri interiori, le ansie e le gioie dei personaggi e si d voce ai pensieri e alle considerazioni/riflessioni dellautore sulla vita e sul comportamento umano. Le arie sono sequenze che chiudono una scena con melodia autonoma, e diventano cos famose da venir stampate separatamente. LIlluminismo LIlluminismo il grande movimento intelletuale del Settecento, che si propone di illuminare il mondo con laiuto della ragione, facendo dileguare le tenebre dellignoranza e della superstizione ed eliminando i residui barbarici del feudalesimo nella vita sociale, economica e politica.Esso si fonda sulla fiducia nella Ragione,autonoma e unica in grado di comprendere unitariamente tutta la realt nei suoi fenomeni interni ed esterni. La conoscenza viene fondata sullesperienza empirica e su un metodo di ricerca analitico ed induttivo. Si sottopone ad uno spregiudicato riesame critico tutta la storia passata con il fine di far tabula rasa dei pregiudizi, ritornando alla condizione naturale delluomo. Lintelletuale illuminista vuol rompere con la tradizione perch consapevole di dare inizio a una nuova era nella storia dellumanit, donde lintransigenza nella rottura col passato. un intelletuale integrato nella societ e impegnato civilmente, non solo creatore di cultura ma anche divulgatore, non tanto uno specialista quanto un poligrafo capace di intervenire con i suoi scritti sui molteplici problemi che interessano lopinione pubblica molto attiva grazie allespansione economica, allo sviluppo dellalfabetizzazione, alla riforma della scuola, al miglioramento tecnico della stampa e allaumento della sua diffusione. Per la prima volta nella storia lintelletuale pu guadagnarsi la vita grazie al proprio lavoro culturale di pubblicista o di scrittore. Un ruolo importante svolto dal dispotismo illuminato di certi sovrani. La cultura illuministica penetra in tutta lEuropa stimolando i sovrani al rinnovamento delle strutture economiche e giuridiche dei loro stati per renderle pi adeguate alle nuove esigenze produttive e agli interessi della borghesia, attraverso delle riforme che limitano i poteri del clero e della nobilt feudale. In Italia lIlluminismo favorito dal crollo della dominazione spagnuola, dallinstaurazione del dominio asburgico in Lombardia, di quello dei Borboni a Napoli e a Parma e di quello dei duchi di Lorena in Toscana. A tale quadro storico81

sociale saggiunge anche il clima di tranquilitt dopo la pace di Aquisgrana (1748), come pure, la volont riformatrice degli imperatori dAustria, Maria Teresa e Giuseppe II, i quali riordinano la pubblica amministrazione, aboliscono lInquisizione e la servit della gleba, intrapprendono lalfabetizzazione promuovono la tolleranza religiosa ecc.. I principali centri illuministici italiani si trovano a Milano, a Napoli, a Venezia, a Firenze e in Toscana. LIlluminismo europeo si innesta in Italia sulla nuova scienza del Seicento ma anche sulla tradizione rinascimentale italiana. Per questo assume certi caratteri specifici: una pi stretta interrelazione tra le due culture, quella umanisticoletteraria e quella filosofico-scientifica; minore sviluppo del romanzo; elementi di freno dovuti al frazionamento politico della penisola e ad una borghesia ancora scarsa (lItalia rimasta indietro in ci che riguarda lo sviluppo capitalistico rispetto agli altri stati europei e il movimento riformistico appartiene pittosto ai sovrani e a limitati gruppi intellettuali davanguardia); il grande peso di una lunga e forte tradizione culturale; lostacolo costituito dalla chiesa nella realizazione dei punti riformistici pi audaci. Per questo il movimento illuministico italiano investe solo una parte degli stati italiani acquistando caratteristiche diverse da una regione allaltra. Tra il 1764, lanno della fondazione dellAccademia dei Pugni, e il 1790, lanno della Rivoluzione Francese, lintellettualit milanese allavanguardia in Italia, e Milano diventa il centro pi importante dellIluminismo italiano. I principali intellettuali illuministi milanesi sono i fratelli Verri, Pietro e Alessandro. Appartenenti ad una nobile famiglia milanese, si trovano al centro di un gruppo di intellettuali progressisti e pubblicano dal 1764 al1766 il periodico Il Caff, dove viene espresso il loro proposito di armonizzare letteratura e impegno civile. Pietro Verri (1728 1797) lautore di un famoso libello Osservazioni sulla tortura (1768), ma pubblicato solo pi tardi nel 1804, perch contrario alle opinioni dellaristocrazia lombarda. un pamphlet, genere molto gradito agli illuministi, cio un breve intervento saggistico di natura vivace e polemica, contro quelli ancora favorevoli alluso della tortura nei procedimenti giudiziari. Per Pietro Verri la tortura contraria ai diritti naturali delluomo e pu portare ad aberrazioni tradendo la logica umana e la giustizia. Per dimostrare le sue idee, rievoca la situazione storica reale degli untori, riportando il caso concreto di due untori del Seicento, Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, i quali furono torturati e condannati a morte nel 1630 sotto laccusa di avere diffuso la peste in Milano, ungendo le porte delle case. Il Verri considera che luso della tortura dovrebbe essere abolito perch altro non fa se non inquinare le prove giudiziare dal momento che gli innocenti confessano colpe non commesse pur di sottrarsi al dolore fisico della tortura.(La tortura fu realmente abolita nel 1740 da Federico II di Prusia, nel 1776 da Maria Teresa dAustria, e nell1784 anche in Lombardia). Nel saggio Pensieri sullo spirito della letteratura illuminista in Italia, apparso sul Caff, si afferma la sua concezione sulla letteratura illuministica: una letteratura di cose non di parole, legata alla filosofia e alla scienza, strumento per indagare i problemi concreti della societ e per esprimere idee grandi e nobili. La rivista Il Caff reputata una manifattura dello spirito,fabbrica di idee, scaturite dalla conversazione e dallo scambio di notizie, di unapertura
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enciclopedica un enciclopedia delloccasione su moltissime cose su cui si ragiona in tutto il mondo. Perci nelle sue pagine trovano posto scritti di memorialistica, di agricoltura, commercio, politica, economia, morale, salute, la problematica della donna, della moda, della vita quotidiana, ecc. La rivista si rivolge ad un pubblico non specialistico con lintento pedagogico di formare il cittadino. Alessandro Verri (1741-1816), uno dei principali redattori della rivista, si oppone al Vocabolario della Crusca, richiedendo la sua abolizione e propugnando per una lingua vivace e inventiva. Cesare Beccaria (1738-1794), nobile milanese anchegli, tra i pi notevoli illuministi, impegnato per ventanni nellamministrazione austriaca. famoso per loperetta Dei delitti e delle pene (1764), in cui discute sulla legittimit della tortura e della pena di morte. Beccaria, come il Verri, contrario all uso della tortura ed anche alla pena di morte che accetta solo in due casi: quando il colpevole ordisce una rivoluzione contro il governo, fatto considerato pericoloso per la stabilit dello stato, e nel tempo dellanarchia.Altrimenti la punizione del reo vista come un processo di recupero del colpevole alla societ e perci devessere continua e moderata. Altrimenti la pena di morte reputata contraria al diritto naturale delluomo alla vita ed anche al patto sociale tra lo stato e il cittadino, inefficace e con influenza negativa sulla societ: uninutile prodigalit di supplici che non ha mai resi migliori gli uomini. Beccaria anche autore di un libro Elementi di economia politica. Preoccupato della letteratura, poligrafo come la maggior parte degli illuministi, scrive anche Ricerche intorno alla natura dello stile. In Toscana, il movimento illuminista trova il centro in una societ agraria, lAccademia dei Georgofili, formata da proprietari terrieri illuminati, moderati sul piano ideologico, collaboratori del Granduca Pietro Leopoldo, preoccupati del rinnovamento delle tecniche agrarie e delle istituzioni. I nomi pi noti sono quelli di Pompeo Neri e Giulio Rucellai. A Napoli il movimento illuminista ha un carattere pi dottrinario e teorico, perch coinvolge un ceto ristretto dintellettuali. Anche se i Borboni, in ispecie Carlo III, mirano ad introdurre delle riforme illuminate, incontrano lopposizione del clero e della feudalit agraria. Tra gli intellettuali illuministi e il popolo ignorante e analfabeta esiste una frattura che fa s che le loro opere abbiano principalmente un carattere speculativo. I maggiori rappresentanti sono Antonio Genovesi (1713-1769), con Lezioni di commercio in cui studia leconomia napoletana metendo in risalto i vincoli del feudalesimo, e Ferdinando Galiani (1728-1787) con il trattato Della moneta (1751), il saggio Del dialetto napoletano (1779), ecc. A Venezia lIlluminismo piuttosto una curiosit culturale che un impegno di rinnovamento. Ha un carattere pi moderato e pi letterario. I principali poligrafi veneziani sono Francesco Algarotti (1712-1764), che fa spessi viaggi in Europa, entra in contatto con lIlluminismo dOltralpe, apprezza soprattutto lIlluminismo inglese e scrive opere di divulgazione scientifica come ad esempio Newtonianismo per le donne, Epistole, il romanzo Il Congresso di Citera, ecc.. Il secondo poligrafo Gasparo Gozzi (1713-1786), letterato di mestiere, moderato, preocupato pi dei valori stilistici e letterati, autore di un opuscolo Difesa di Dante, in cui difende Dante dalle critiche mosse da Saverio Bettinelli, autore anche dei Sermoni, e delle Favole esopiane, ammirato per la sua elleganza stilistica.
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Giuseppe Parini (1729-1799) Giuseppe Parini nasce a Bosisio (in Brianzia) nel 1729 e muore a Milano nel 1799. Di origini assai modeste si fa sacerdote non per vocazione ma per bisogno economico. assunto come precettore nelle case dei Serbelloni e degli Imbonati, ci che gli offre lopportunit di conoscere dallinterno la vita della nobilt lombarda. Acquistata notoriet letteraria ottiene incarichi di rilievo nella Gazzetta di Milano e nelle scuole pubbliche. Le sue opere fondamentali sono il poemetto didascalico-satirico Il Giorno e le diciannove Odi. Latteggiamento di Parini corrisponde allindirizzo moderato e riformistico dellIlluminismo lombardo. Cos lui difende il principio delluguaglianza e della dignit delluomo, critica la vita oziosa dellaristocrazia e i privilegi di classe ma non in maniera totalmente contestativa bens volta a recuperare gli uomini migliori. La sua poetica e la sua arte fondono il rinnovamento tematico, limpegno morale e civile, e uneducazione letteraria basata sulla classicit. Nel Dialogo sulla poesia Parini afferma la funzione della poesia di dilettare educando, cio di giovare assaissimo alluomo. Le prime Odi rispecchiano il suo orientamento arcadico per rapidamente il poeta adatta la sua opera alle esigenze illuministiche del tempo. Le 19 odi sono scritte tra il 1757 e il 1795 e trattano temi di impegno sociale, civile e morale. Nellode La vita rustica (1758), dinfluenza arcadica, il Parini canta la pace e la serenit dei campi. Nella Salubrit dellaria (1769) propone il miglioramento igienico di Milano, conformemente alle norme legislative del tempo. NellInnesto del vaiolo promuove la diffusione di questo nuovo remedio contro il morbo del vaiolo. In unaltra ode,Il bisogno (1766), si fa promotore di una riforma del codice penale lombardo che elimini la causa del delitto individuato principalmente nella miseria del popolo. Nellode Leducazione (1764) messa in luce la funzione educativa assegnata alla poesia. Le odi del secondo periodo creativo sono pi riuscite perch meno didascaliche. Esse lasciano intravvedere il profilo morale del Parini, un uomo di elevata dignit e austerit morale, sono pi vivamente autobiografiche,nutrite di meditazioni e di affetti famigliari e privati. Il suo messaggio rivolto agli uomini fondato sul sentimento della dignit delluomo, sulla sanit morale, sugli affetti semplici e sinceri, sul culto della bellezza come simbolo dellarmonia. Perci si parlato del Neoclassicismo dellultimo Parini. Il denominatore comune della lirica del Parini, di cui menzioniamo come titoli La caduta (1585), Il dono (1790), Il messaggio (1793) e soprattutto Alla Musa (1795) (che il suo testamento letterario), questo culto del vero, del giusto e del bello. Il Giorno un poemetto didascalico in endecasillabi sciolti, di cui la prima parte Il Mattino, esce nel 1763, la seconda parte Il Mezzogiorno, appare nel 1765 mentre le ultime parti Il Vespro e La Notte, continuamente rielaborate non furono mai pubblicate dallautore. Il poemetto si propone di presentare una giornata della vita di un nobile lombardo chiamato col nome di giovin signore, di cui lautore finge di essere il precettor damabil rito. Il tema scelto per far vedere la vita di ozio e di lusso dellaristocrazia lombarda caratterizzata dal tedio, dalla noia, dal vuoto spirituale, da una mancanza totale di senso e di ideale, nonch da evasioni maniacali che i nobili vantano come distinzioni rispetto alla dispregiata plebe. Si configura cos
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il ritratto collettivo di una nobilt degenerata che mena una vita inutile e presenta tutti i segni dellimbecilit trionfante.Questa vita vuota di contenuto umano serio vissuta per con larroganza del privilegio e con grottesca seriet. Il razionalismo illuministico e le intenzioni civili affinano il classicismo e il linguaggio aderente agli oggetti della rappresentazione poetica. Il poemetto simpernia sullequilibrio tra la vena satirica e quella ironica. Lironia la principale figura retorica e sta nel rovesciamento parodistico della realt, nellenfatizzazione del vacuo, del vano, del piccolo, nelluso di un linguaggio magniloquente ed eroico per descrivere le pi frivole occupazioni cui dedica il suo prezioso tempo il giovane aristocratico che da tutti servito a nulla serve: la scelta tra la tazza di cioccolato e il caff, le fatiche della toilette, i profumi, i ferri del parrucchiere, i gingilli preferiti, ecc. A questa vita sfarzosa e futile, il Parini oppone per contrasto il modello di quella sana e laboriosa della plebe: il risveglio presto del contadino e del fabbro per andare al loro lavoro, la loro operosit, ed anche i massacri dei conquistadores nellAmerica del Sud affinch il giovin signore posse assaporare il suo caff. Il Mattino descrive il tardo risveglio del Giovin Signore, il rappresentato come una specie di manichino senza anima. Segue la piccola colazione con le sue difficili di scelte, poi il rito della vestizione evidentemente attuata dai servitori. Sintrattiene con una piccola corte composta dai maestri di canto, di danza e di francese; poi un altro rituale solenne quello della pettinatura e dellincipriatura dei capelli secondo i dettami della moda. Dopo di che parte in carrozza in una corsa sfrenata per le strade della citt verso la casa della donna la pudica daltrui sposa a te cara di cui il cavalier servente.Parini critica cos la moda del cicisbeismo, che permetteva ad una donna sposata di essere cortegiata da un altro uomo con pieno assentimento del marito. Il Mezzogiorno presenta il pranzo nella casa della donna, occasione per far le caricature degli invitati e per rilevare le loro conversazioni preziose e sciocche. I giovani eroi, tutti nobili, brillanti di vanit e di ridicolaggine, fanno pettegolezzi sugli amori degli altri, mentre il marito sorride bonariamente. Al pranzo si assaggiano cibi prelibati non per bisogno ma per voluttuoso piacere, mentre fuori una turba di mendicanti fiuta gli odori della mensa. Il Vespro narra la passeggiata del Giovin Signore e della donna in carrozza al corso, punto di ritrovo e dintrattenimento con la gente aristocratica della citt in conversazioni vacue e galanti che durano fino al calar della sera. La Notte ritrae una scena collettiva, una cena fastuosa offerta da una ricca signora nel suo sontuoso palazzo, colta dallautore per fare la sfilata di una folla deroi che si vantano con i loro hobby raffinati: il caff, far schioccare la frusta, sfilacciare i tappeti ecc.Il poema sinterrompe al momento del gioco. Polemico e denigratorio, Il Giorno satireggia solo quella parte della nobilt che fonda la sua esistenza sullozio, sullarroganza e sulla violenza, perci non si vuol leggere come manifesto antinobiliare quanto piuttosto come progetto delleducazione nobiliare nello spirito illuminista lombardo. Carlo Goldoni (1707-1793) Carlo Goldoni il creatore del nuovo teatro italiano, un teatro realistico borghese e popolare. il maggior commediografo italiano. Nasce a Venezia nel 1707, fa studi giurididci, diventa avvocato ma nonostante ci si dedica allattivit teatrale e scrive pi di 250 opere di cui allincirca 120 commedie, rinnovando il
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teatro italiano.Nel 1762 si trasferisce in Francia dove muore, nel 1793, in miseria perch in seguito alla rivoluzione francese gli era stata tolta la pensione. Prima della sua riforma teatrale in Italia era di moda la commedia dellarte, rappresentata dalle companie italiane in tutta lEuropa, che aveva come punti fondamentali: attori professionisti, limprovvisazione, le maschere. Goldoni invece considera che lo scopo principale del teatro pi nobile, quello di educare il gusto e i costumi degli spettatori, mentre nella commedia dellarte il canovaccio era spesso una favola mal messa a punto, con contenuti immorali e gli attori si accontentavano spesso di battute oscene, frizzi e lazzi. Goldoni rappresenta nel 1738 il Momolo Cortesan in cui per la prima volta la parte del protagonista scritta. Nel 1743 fa rappresentare La donna di garbo, che la prima commedia interamente scritta. Malgrado lopposizione degli attori costretti a imparare a memeoria un testo scritto, Goldoni porta avanti gradatamente la sua riforma. In questo senso lui afferma di servirsi di due libri dai quali apprende tutto: il Mondo e il Teatro. Dal Mondo impara la vita reale degli uomini con i loro caratteri, costumi, vizi e virt, mentre il Teatro gli insegna come rappresentare sulla scena i fatti della vita reale, il mondo che lo circonda. Goldoni diventa cos il creatore del nuovo teatro borghese e popolare. I principali tratti caratteristici della sua riforma stanno sostanzialmente nella sostituzione della vecchia commedia dellarte seicentesca con una nuova commedia tutta scritta, senza maschere, con personaggi psicologicamente definiti. Goldoni passa man mano da una commedia di intrecci e di ambiente ad una commedia di caratteri. Lui cerca sempre di assecondare il gusto del pubblico, fatto esenziale per un autore che scrive per il Teatro ch quanto a dire principalmente pel Popolo. Cerca di creare anche il nuovo linguaggio del teatro, distinto da quello letterario e lo trova nell uso dell italiano medio, vicino al parlato, accessibile e comprensibile in tutta lItalia, mi sono servito del linguaggio pi comune, rispetto alluniversale italiano, un linguaggio familiare, naturale e facile. Goldoni diventa cos uno dei primi autori di teatro che vivono della loro professione ed perci costretto a produrre un gran numero di commedie. Che dira Ella scrive a Giovanni Lami nel 1758 di un uomo che scrive tanto? Mi dir: scrivi meno e scrivi meglio. Ma in Italia chi scrive poco, mangia poco. Le tematiche del teatro goldoniano Per Goldoni la commedia diventa un genere serio e medio, cio adatto a dibattere i problemi del mondo borghese. Per questo un primo tema pu essere considerato lincontro/scontro tra borghesia e nobilt. In questo scontro il borghese Pantalone un personaggio positivo, dotato di vitalit e dinamismo; il mercante veneziano che affronta la realt sul terreno dellattivit economica e riesce a mantenersi grazie al lavoro e alla prudenza. Perci il suo principio di vita quello di unoperosa individualit. Il mercante Pantalone il primo carattere coerente del teatro goldoniano. Mentre lui afferma la dignit della propria attivit e moralit, preoccupato della sua reputazione nellambito del proprio ceto e della famiglia, che per Goldoni la cellula fondamentale della societ, il personaggio dellaristocratico uniforme e immobile, vive nellozio, nel parassitismo. un nobile decaduto che rispecchia la condizione storica della societ veneziana. Cos appaiono in antitesi il mercante borghese, che porta vari nomi:Pantalone, Pancrazio, Anselmo, e o nobili oziosi e
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incapaci di affrontare attivamente e laboriosamente il presente, come ad esempio don Flaminio nella commedia, Il cavaliere e la dama. Questantitesi brillantemente rappresentata nella commedia La locandiera del 1753, in cui Mirandolina dimostra qualit superiori, indipendenza di carattere e libert di agire, nei confronti dei suoi nobili avventori della locanda, che riesce astutamente ma gentilmente fare innamorare di s: il conte di Albafiorita, il marchese di Forlipopoli e il cavaliere di Ripafratta. Alla fine lei preferisce sposare Fabrizio, che apparteneva al suo ceto sociale. Dal 1753 al 1759 lattivit teatrale goldoniana segue la rottura con la compania Medebac e il teatro SantAngelo e il nuovo contratto con il nobile Vendramin e il teatro San Luca. In questo periodo le tematiche goldoniane si rinnovano acquistando risonanza europea. Tra le sue preoccupazioni si notano: il gusto dellesotismo e del primitivo collegato al tema delluguaglianza sulla base del concetto di Natura che si ritrova nelle commedie: La sposa persiana, La peruviana, La bella selvaggia; lanalisi della borghesia europea occidentale pi avanzata di quella italiana che si rispecchia nelle commedie Il filosofo inglese, e Il medico olandese; linteresse per il mondo corale e plebeo rilevato nella commedia Il Campiello, dove protagonista tutta la piazzetta; la tematica militare che appare in La Guerra. Tra gli anni 1759 e il 1762 si ha un ritorno al mondo mercantile. Il mercante veneziano fa ritorno nel teatro di Goldoni per come borghese mancato. Goldoni rappresenta ora la crisi dellinterno familiare borghese in ragione della sua chiusura verso lesterno. Le principali commedie di questa fase teatrale sono: Gli innamorati, I Rusteghi, La casa nova, Sior Todero brontolon e la trilogia della villeggiatura. Il mondo mercantile diventa oggetto di rappresentazione totale. La figura dellaristocratico ridotta ad una semplice scomparsa. Sono colti con lucidit i limiti e le contraddizioni del ceto mercantile. La borghesia veneziana appare incapace di porsi come classe egemone, cosicch al mercante sembra non restar altro che chiudersi allinterno della famiglia o rifugiarsi in campagna come facile evasione e vanto della propria ricchezza, come nella trilogia della villeggiatura. (Le smanie della villeggiatura, Le avventure della villeggiatura, Il ritorno dalla villeggiatura) I borghesi si chiudono in una solitudine sempre pi cupa e brontolona, al di fuori della dinamica sociale. Emblematica in questo senso la commedia I Rusteghi rappresentata nel 1760. I quattro personaggi borghesi appaiono come quattro volti di uno stesso carattere che Goldoni definisce cos il rustego uomo aspro, zotico, nemico della civilt, della cultura e del conversare. I quattro rusteghi: Lunardo, Maurizio, Canciano e Simon, rifiutano il teatro ci che equivale per Goldoni ad una vera infermit intellettuale, come rifiutano anche il contatto gentile, la conversazione con gli altri e la loro tollerante comprensione. Sono preocupati unicamente del loro lavoro ci che limita la loro libera umanit Laor, laor. Per farne un complimento tralassar de laorar?. Il personaggio del mercante borghese diventa assai diverso da quello aperto e cordiale del primo Pantalone. Invece i personaggi femminili, come donna Felice, dimostrano caratteri pi liberi e pi flessibili di quelli degli uomini. In genere Goldoni crea una tipologia femminile positiva, influenzata forse dalla rivalutazione dalla donna nellambito dellideologia illuministica.
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Sior Todero brontolon rappresenta il punto estremo nellinvoluzione del personaggio del mercante borghese. un vecchio mercante avaro, prepotente, odioso, completamente chiuso al mondo esterno. Con Le baruffe chiozzotte (1762) il mondo popolare con la sua vitalit forte, naturale, non cristalizzata e irrigidita entra di nuovo a far parte dal teatro goldoniano. Goldoni crea molte commedie incentrate sulla rappresentazione tra divertita e distaccata della vita del popolo come ad esempio I pettegolezzi delle donne, Le Massere e Il Campiello. Assecondando le esigenze del pubblico, lui rappresenta la dignit di una realt in cui il popolo veneziano poteva riconoscersi e dalla quale poteva nascere un utile diletto. D cos un quadro dipinto al naturale della vita del popolo, sulla base di unesperienza autobiografica. La trama delle Baruffe chiozzotte molto esile. Si parte da un pacifico dialogo iniziale che fa nascere due baruffe di gravit crescente, la prima tra le donne, la seconda coinvolgendo anche gli uomini che arrivano alle mani. Solo lintervento di Isidoro, coadiutore del cancelliere criminale, porta la pace che si conclude con una gran festa pubblica. Proprio questo carattere esile della vicenda permette a Goldoni di costruire la commedia sulla conversazione, sugli incontri e sulle relazioni tra i personaggi. La strada il luogo privilegiato dellazione. Appare cos lopposizione tra lo spazio popolare che uno spazio aperto e lo spazio borghese che uno spazio chiuso. Sul piano linguistico la differenza del modo di parlare dei personaggi rappresentata dalluso del dialetto per le persone del mondo popolare e luso dellitaliano per quello aristocratico e ufficiale. Nel periodo trascorso in Francia Goldoni scrive le sue memorie in francese (Les Mmoires) ed una commedia dal titolo Il burbero benefico (Le bourru bienfaisant). Temi di verifica:

Bibliografie

Rodica Locusteanu, La letteratura italiana nel Rinascimento (Il Cinquecento), Uranus, Bucureti, 2004. Natalino Sapegno, Compendio di storia della letteratura italiana, Einaudi Scuola, Milano, 1991. Giuliano Manacorda, Giuseppe Gangemi, Storia della letteratura italiana, Dal Cinquecento al Settecento, Tascabili Economici Newton, Roma, 1993. Mario Pazzaglia, Storia della letteratura italiana, Zanichelli, Bologna, 1986. Le opere degli autori indicati.

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