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Il nOsTRO ViaGGiO RiCERCa Di inCOnTRO; COn la naTURa, la sTORia, laRTE. InCOnTRO COn lalTRO, il DiVERsO, Da COnOsCERE E RispETTaRE.
el 1978, sembra ieri, il mondo era una cosa diversa. Internet non esisteva, le informazioni e le immagini erano ancora mediate da libri e rari documentari. I viaggiatori che si avventuravano fuori dalle rotte conosciute erano pochi, romantici, nomadi, che rispondevano ad unesigenza personale. Non cerano telefoni, bussole satellitari, assicurazioni. Si era soli con il viaggio e con un senso dellandare che lasciava ampi margini allimprevisto. Il Sahara era la patria della libert. Pochi conni, da attraversare senza neanche rendersene conto e dogane che erano container piazzati nel vuoto. Fu l che Sergio Scarpa Falce fond Kel 12: una trib del deserto che si aggiungeva alle altre trib tuareg che gi abitavano i milioni di chilometri quadrati di vuoto che componevano il pi grande deserto del mondo. Nel tempo altri proseguirono portando la loro esperienza di viaggiatori e nuovi orizzonti. Alla meta originale si aggiunsero, uno dopo laltro, nuove destinazioni e itinerari insoliti. In questi anni abbiamo raggiunto per primi luoghi che solo dopo altri hanno scoperto, abbiamo aperto strade, tracciato sentieri che oggi sono diventati comuni, ma che comuni, vissuti con Kel 12, non sono mai. Il nostro viaggio non una rapida, seppur emozionante, visione dei luoghi; non la visita, spesso banale e frettolosa, ad un villaggio. Il nostro viaggio ricerca di incontro con la natura, la storia, larte. Incontro con laltro, il diverso, da conoscere e rispettare. Questa la losoa che ci accompagna e che ci ha fatto arrivare tanto lontano. Lo spirito sempre lo stesso; stessa voglia di andare e scoprire un pianeta in eterno divenire, con locchio attento a tutto ci che cambia. Stessa attenzione alle prestazioni, ai dettagli, alle esigenze dei nostri viaggiatori che hanno fatto di noi ci che siamo e che tracciano, insieme a noi, il nostro futuro.
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sommario
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Tibet
2
la nostra storia
42
Madagascar
6
novit web
50
Guatemala
8
sfumature
56
India
20
Bolivia
62
Tchad
26
Etiopia
4
70
Iran
78
Vietnam e Cambogia
94
Mongolia
86
Tanzania
Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversit delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti dErminia, di Persia e di Tarteria, dIndia e di molte altre province. E questo vi conter il libro ordinatamente siccome messere Marco Polo, savio e nobile cittadino di Vinegia, le conta in questo libro e egli medesimo le vide. Il Milione
Marco Polo era un grande, non c dubbio. E con lui, prima o dopo di lui, Erodoto, Ibn Battuta, Cristoforo Colombo solo per citarne alcuni. Con le loro storie ci hanno raccontato di
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Papua
Sfumature
dettagli in viaggio
Ci sono viaggi che nascono dallidea di ritrovarsi in un luogo speciale e in modo esclusivo. Sono viaggi-evento, dove levento rappresentato dalla preziosit di un dettaglio Poche partenze lanno per vivere, oltre al viaggio, occasioni straordinarie; per valorizzare aspetti inconsueti dellaltrove; per condividere il piacere dello stare insieme. Per saperne di pi, vi invitiamo a leggere le parole di Mario Romualdi, ideatore e accompagnatore di questi itinerari speciali.
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nnumerevoli tipologie di viaggio tra cui scegliere, itinerari corredati da punti gps, i proli degli esperti accompagnatori e le rotte che seguono, tutte le informazioni necessarie a conoscere, capire e selezionare un viaggio: il nuovo sito di Kel 12 chiaro, accattivante, di utilizzo semplice ed intuitivo, ricco di funzionalit innovative.
Programmare un viaggio oggi davvero facile: basta un click. Lemozione inizia gi da casa, puntando il cursore sulla cartina del globo, scegliendo destinazioni e itinerari, scorrendo immagini e tracciati. Una mappa del mondo facilita la selezione di un qualsiasi Paese per scoprire gli itinerari ad esso collegati, scorrerne le immagini e accedere ai proli degli esperti che accompagnano i gruppi.
altres possibile scegliere i viaggi progettati su misura, itinerari che possono essere programmati con laiuto di consulenti capaci e sensibili. In questo caso sufciente richiedere un preventivo personalizzato: saranno previsti sistemazioni, guide e dettagli secondo le vostre esigenze.
Diventa immediato e semplicissimo selezionare una destinazione in base ai propri interessi, al tipo di viaggio, allarea geograca, alla data di partenza e naturalmente al budget. I men a tendina conducono attraverso innumerevoli alternative, no al viaggio perfetto. E una volta individuato, non resta che scaricare i moduli che descrivono il programma in ogni dettaglio, le condizioni generali e lassicurazione di viaggio: semplice ed efcace! Si potr vericare, in tempo reale e costantemente aggiornati, date di partenza, disponibilit, tariffe e supplementi; tutte le informazioni del mondo Kel 12 a portata di mouse. Con la nuova interfaccia web possibile scegliere i viaggi di gruppo, accompagnati da esperti che, per la loro intimit con lambiente e la cultura del luogo, rappresentano un prezioso valore aggiunto di ogni meta. Le partenze sono previste a date sse e litinerario studiato afnch il viaggiatore possa trovare il giusto equilibrio tra i luoghi da scoprire e il modo migliore per visitarli.
E per chi vuole viaggiare con maggiore autonomia, il sito Kel 12 riserva proposte pi agili: itinerari studiati per conoscere lessenziale e decidere On the road quali e quanti aspetti del viaggio approfondire. Una sezione a parte dedicata al Grande Nord: un mondo a s, cui abbiamo dedicato unquipe specializzata, Arctic Team. Non poteva inne mancare una sezione dedicata ai cataloghi, a cui, da sempre, Kel 12 dedica massima attenzione e cura: i fascicoli della programmazione in corso, le edizioni speciali e quelle storiche, che rappresentano le radici di Kel 12; tutte in versione sfogliabile e condivisibile sui principali social network, cos da avere lo sguardo rivolto al futuro e i piedi piantati saldamente nella storia.
di Mario Romualdi
Cera quasi tutto lo stato maggiore di Kel 12 accomodato su capienti divani. Ordine del giorno: 1) Lancio di viaggi caratterizzati da speciali eventi che solo noi proponiamo in Italia. 2) Nome da dare a tali iniziative. 3) Varie ed eventuali. Le Varie ed eventuali non hanno comportato problemi, le abbiamo sviscerate con gusto pranzando a Piazza Sordello. In realt, non abbiamo riscontrato disaccordi neppure sullargomento principale, lindividuazione di aspetti inconsueti da inserire negli itinerari di alcune regioni del pianeta. In Birmania, Centroamerica, Nepal, Indocina, Giordania, Namibia, Per Aspetti che vogliono essere di forte attrazione per la loro straordinariet. Straordinario, ecco il termine che con un pizzico dorgoglio e con la consapevolezza di non usare impropriamente una parola spesso abusata, associamo a tali viaggi. Come meglio denire, infatti, loccasione concessaci in esclusiva di cenare dentro il Parco archeologico di Tikal proprio accanto alle piramidi della Gran Plaza, di visitare da soli Petra di notte, dormire nel punto pi alto vicino alla Tomba di Aronne e banchettare a lume di torce nella Piccola Petra, di scoprire la rinomata cucina peruviana accanto ai macigni di Sacsaywaman nella spianata di Cuzco dove ogni anno si svolge la festa dellInti Raymi, di farsi trasportare da una barca birmana di gran charme tutta nostra lungo lIrrawady per attraccare su un isolotto deserto
dove assistere ad uno spettacolo della Scuola Nazionale di Marionette illuminato da un gran fal? Tutto si complicato quando si trattato di trovare un nome da dare a questo lone di viaggi. Eventi, Incontri, Speciali. C chi ha azzardato Esperienze, Occasioni, Avvenimenti e persino Chicche. Il tentativo era quello dindividuare un termine che desse pienamente il senso generale di itinerari in cui includere aspetti particolari, in grado di identicare immediatamente la nuova serie di proposte. Errore. Eventi-Incontri-Speciali-Esperienze-Avvenimenti-Occasioni sono denizioni troppo pretenziose ed eclatanti e non rendono il senso del nostro progetto pure perch, paradossalmente, sono inadeguate anche per difetto. Sfumature stato il nome emerso da solo nella discussione. Non stato necessario scovarlo tra le pieghe dimpegnati ragionamenti o nelle pagine di un dizionario di sinonimi e contrari. Si presentato autonomamente. Si imposto quando ci siamo accorti che il nostro sforzo, nellindividuazione di tali proposte, stava proprio nel costruirne con speciale cura alcuni dettagli. Cos, Sfumature, prima ha fatto capolino quasi timidamente, forse timoroso del fatto che il senso comune possa individuarlo come elemento non essenziale, parte secondaria di qualcosa di cui si pu fare a meno perch, appunto, sfumatura. Poi, non si lasciato intimorire neppure dal fatto che a volte sia considerato sinonimo dinezia, parte minima di un insieme che esiste anche senza il dettaglio stesso. Inne, pi qualcuno cercava di relegarlo nel signicato di accessorio, insignicante e marginale, pi rivendicava limportanza del suo essere elemento che caratterizza ci che interessante, la bellezza, la godibilit, lattraenza. In realt, pensandoci bene, come non ritenere che la signora Lisa non sarebbe mai diventata La Gioconda, se non avesse posseduto quelle minuzie nel sorriso che lhanno reso misterioso e ambiguo, remissivo ma quasi supponente, sfuggente e sottile ma ironico e sensuale, proprio perch appena percettibile, accennato una sfumatura, appunto?
Sfumature, quindi, come valore aggiunto a ci che pu gi essere apprezzabile. Un vocabolo che, se tenuto in giusto conto, assume il senso non di lieve differenza ma di valorizzazione dun tono di voce, unopera musicale, un personaggio, un viaggio... Di tutto ci che possa offrire maggiore valore espressivo e soddisfazione se arricchito con le dovute accortezze. E cos Sfumature, forte della consapevolezza di poter essere laspetto, la specicit propria del nuovo lone di viag-
Pozzanghere ad Antigua
gi, s fatto adottare come logo di questo progetto. Sotto linsegna Sfumature presentiamo quindi itinerari che, oltre a contenere la ricerca delle consuete caratteristiche di qualit, pongono particolare attenzione a un elemento che fornisca pi personalit al viaggio. Lintento certamente ambizioso, anche perch gli eventi esclusivi li costruiamo in modo che siano momento dincontro di due o tre gruppi che autonomamente percorrono itinerari diversi, per darsi appuntamento proprio e solo in quelloccasione. La difcolt sta pure nel fatto che questi viaggi non li proponiamo in coincidenza di avvenimenti noti da sempre come il Kumbh Mela in India, il Naadam in Mongolia, lInti Raymi in Per.
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ne fondamentale per la riuscita di unesperienza comune in giro per il mondo. Inoltre, anche se normalmente non ci si pensa, durante un viaggio cintroduciamo in una condizione davvero particolare. Non esistono, infatti, momenti diversi da questi nei quali si condivida tanta parte di una giornata con altri. Vi sono ulteriori circostanze in cui si stia insieme con le stesse persone dalla sveglia, spesso prima della norma, alla sera, non di rado tardi? Non con i familiari, i colleghi dufcio, gli amici, la portiera, i vicini di casa. Nella dimensione temporale del viaggiare si sommano tutti gli spezzoni di tempo che dedichiamo a queste diverse gure. Eppure i nostri compagni di valigia usualmente non sono nemmeno parenti, amici, colleghi, conoscenti. Sono solo persone che hanno preferito, come noi, la stessa destinazione. Pensandoci bene, per, in questo solo non vi esclusivamente la volont di nalizzare identica quantit di tempo e denaro per salire su un aereo. Ci deve essere, vi effettivamente, qualcosa di pi impegnativo. C la scelta di andare molto lontano per incontrare laltro e le sue diversit. In ci possiamo individuare una stessa sensibilit che, pur espressa in modi diversi, orientata a conoscere, (e a volte capire), cercando di vedere oltre la supercie delle cose e degli uomini che sono inquadrati dalla nostra macchina fotograca. Ci piace pensare che dietro tale scelta vi siano ragioni profonde, e impegnative, perch si tratta di recarsi dallaltra parte del mondo spinti da quella sana curiosit che ci convince ad abbandonare abitudini e agi quotidiani, attratti da un altrove che custodisce terre e facce diverse. In questa parola non vogliamo leggervi solamente altro luogo. Preferiamo arricchirne il senso interpretandola non unicamente come posto lontano da quello a noi noto per quotidiana frequentazione. , anche, espressione composta da altro, inteso come uomo diverso da noi e ove, luogo differente da quello in cui viviamo normalmente. Altrove, pu assumere quindi il senso pi completo, e coinvolgente, di terre distanti pi delle miglia che ci separano, in cui incontriamo pi o meno fugacemente facce differenti dalle nostre. Aspetto, questultimo, che richiama un detto a noi caro che recita Se vuoi conoscere il mondo, devi incontrarne gli uomini. In ci sta quel nocciolo di ragioni comuni che fanno di chi prepara la valigia per una stessa destinazione compagni di viaggio. Non richiesta unidentica visione del mondo ma, casomai, il medesimo impegno nel tenere docchio lorologio per essere puntuali. Non si pretende che si ami la diversit (dei locali ma anche degli altri partecipanti) ma, ovviamente, che si rispetti. Non obbligatorio che ci si trovi tutti
reciprocamente simpatici, per si suppone che si possano costruire relazioni personali basate su un comune sentire. Non previsto che si disponga di omogenee sensibilit, ma dello stesso desiderio di approfondire la realt che scorre oltre il nestrino dellautobus. Proprio da tali caratteristiche fondamentali presenti nel comune sentire dei viaggiatori prendiamo spunto per la nostra proposta.
Mentre balla
Ci piace pensare che questo senso della condivisione trovi lambiente pi adatto per manifestarsi in particolari condizioni di viaggio. Quando, oltre a consentire generali modalit di partecipazione interessanti e, perch no, godibili, si crei uno spunto (levento, il dettaglio, la sfumatura), che accentui la sensazione di prendere parte a qualcosa di speciale che amplicato proprio dallo stare con altri. Vi sono momenti, come un tramonto nel deserto, durante il quale la ricerca della solitudine per trovare il punto migliore per salutare il sole, non toglie nulla agli altri, per-
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ch legoismo della visione non troverebbe la situazione adatta per manifestarsi accanto a molte persone. Basterebbe un vocio inopportuno per spezzare quel lo emotivo che ogni singolo cerca di creare con la palla infuocata che sembra immergersi irrimediabilmente oltre il visibile. Vi sono casi in cui, al contrario, c quasi il bisogno di partecipare condividendo unesperienza che moltiplichi per
ognuno le sensazioni. Specie quando si tratti di qualcosa di diverso dal semplice osservare, perch a volte ci che non trasmetti agli altri appare un po meno vero. Per questo abbiamo deciso di proporre ogni anno alcune, tre o quattro, iniziative per dare la possibilit di vivere esperienze con sfumature normalmente impossibili da apprezzare se non in queste circostanze.
Sfumature 2014
Le proposte dettagliate di Sfumature vi giungeranno molti mesi prima delle date di partenza. Qui ci soffermiamo essenzialmente sullevento particolare di ogni viaggio e non sulle loro caratteristiche generali.
Cena evento
rilassati e hotel di charme prenotati da un anno. Resort, bungalow e ville sui laghi, nella foresta, sul ume a Bagan nel parco archeologico per andare anche da soli nel sito allalba o di notte. Permetteteci due consigli. Frequentiamo la Birmania dal 1978 e sino ad ora stato tra i paesi al mondo meno stravolti dalloccidentalizzazione. Se aveste intenzione di andarvi concedetevi qualche giorno di barca perch tutto acquista un diverso sapore. Ma, con chiunque intendiate farlo, fatelo prima possibile perch il suo isolamento nito e subir in brevissimo tempo uno straordinario cambiamento nella sua pi intima essenza, di cui sono segnali ineludibili i forti incrementi di turisti e prezzi.
In la per il pranzo
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19 APRILE MOsAICO CENTROAmERICANO, NICARAGuA, EL SALVADOR, HONDuRAs 22 APRILE PANAmA, E NON sOLO. DAL CARIbE ALLA SELVA, TRA KuNA E LACANDONI 22 APRILE GuATEmALA ChARmE 26 APRILE IL MEGLIO DEL GUATEMALA
Due pernottamenti dentro il Parco archeologico di Tikal con una cena, sino ad ora impensabile anche per chi come noi frequenta il sito da decenni, proprio accanto alle piramidi che durante il giorno sono attrazione per migliaia di persone, ma che di notte si concedono solo a noi. La sfumatura in questo caso consiste in una cena che riunir, in una radura vicino ai templi, quattro gruppi che viaggiano in diverse parti del Centroamerica. Ci piace rilevare che normalmente difcile anche solo riuscire a dormire dentro il parco per le scarse strutture ricettive, da prenotarsi un anno prima. Ma ci permette il privilegio di starvi anche nelle prime ore del mattino e nel tardo
pomeriggio, quando va via la stragrande parte di visitatori che non pernottano qui. Dormire dentro o fuori del sito non assolutamente la stessa cosa. Per questo siamo ancora pi lieti di offrire ai nostri compagni di viaggio, non solo il Jungle Lodge vicino alla Gran Plaza, ma anche la cena in un luogo inaccessibile ad altri, grazie al prezioso contributo del CATA lente che promuove il turismo in Centroamerica. Proponiamo anche unassoluta novit, facoltativa. Volo in elicottero da Tikal per visitare El Mirador ancora in gran parte protetto dalla vegetazione. (Laltro modo per giungervi un trekking di 6 giorni nella giungla). Offre la piramide pi alta e il maggior numero di edici mai costruiti in un sito maya. Gli esperti dicono che quando terminer il disboscamento e restauro, El Mirador far passare in secondo piano persino Tikal. Ritengono infatti che nessunaltra citt maya abbia pi raggiunto le sue dimensioni.
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28 sETTEmbRE LA VALLE DI KAThmANDu E IL TERAI 30 sETTEmbRE ROyAL MusTANG, JEEP sAfARI 5 OTTObRE, NEPAL ChARmE, LA VALLE, IL LAGO E LA fOREsTA,
A ottobre, quando il Nepal pi verde, con cielo terso e visioni montane impossibili in altri periodi, tre gruppi sincontrano in un posto speciale. Soggiorniamo e abbiamo prenotato solo per noi il giardino di uno degli hotel con pi personalit al mondo, il Dwarikas. Un po museo, un po casa nobiliare fascinosa, rafnata, antica. Gli ambienti comuni e le stanze ognuna diversa dallaltra, sono il risultato di ricerche di materiali, mobili e arredi antichi e prestigiosi, curati con passione dal proprietario. Per anni ha cercato e restaurato porte, nestre, travi, statue, colonne, balconi e quantaltro per sottrarli al tempo e alla noncuranza umana. Ha completato lopera collocandoli in palazzine tradizionali restaurate per accoglierli. La sfumatura del viaggio sta nel fatto che per la prima volta solo noi possiamo fruire degli spazi del giardino tra le antiche graziose palazzine dellhotel, per una cena tradizionale con una cucina locale che, siamo sicuri, pochi hanno avuto il piacere di gustare. Il tutto arricchito da un ambiente assai coinvolgente. Regalatevi una sorpresa: evitate di andare a visionare su Internet questa casa nepalese e il suo giardino prima di averne varcato lingresso.
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Sfumature 2015
INIZIO DI GENNAIO INDOCINA
Cincontriamo in una risaia, un fazzoletto di campagna allagata nel nord del Vietnam, per guardare le marionette nellacqua. Due gruppi, con itinerari diversi in Indocina, hanno un appuntamento speciale nella zona in cui la storia di queste marionette ha origine. Nascono dove le piene del Fiume Rosso provocavano inondazioni che costringevano a sospendere il lavoro nei campi. I contadini, per ingannare lattesa ed esorcizzare il fenomeno, si dilettavano con le marionette usando proprio lelemento che li costringe ancor oggi a periodi dinattivit. La scena una gran pozza dacqua e i burattinai, nascosti dietro una tenda, vi sono immersi sino alla vita. Le marionette sono mosse da canne di bamb che lavorano sottacqua. Leffetto straordinario perch pare che i personaggi vi si muovano sopra. Lo spettacolo amplicato da musiche e voci.
Marionette nellacqua
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Roccia scarnicata
realizziamo esperienze non comuni a tutti quelli che vi si recano. Tre notti a Petra per conoscerne ogni sentiero tra quellarenaria scarnicata dalla mano antica delluomo, che ne ha fatto emergere forme di non transitoria bellezza. Una notte in un campo tendato appositamente allestito per noi e unaltra sul Mar Morto per assorbirne appieno laspra spettacolarit. Una giornata a piedi o con dromedario sino alla tomba di Aronne, attraversando la Petra ignota ai pi, dove ancora vivono gli ultimi abitanti allontanati dalla parte di sito ora consegnato ai turisti.
Tessere bizantine Qui in basso a sinistra: Il deserto del Namib in volo - A destra: Aspettano, in posa
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frequentato di giorno, ma che dal tardo pomeriggio deserto. La scena proprio il deserto del Sussusvlei con dune altissime che si riettono in un inaspettato laghetto. Sono, pare, le pi alte al mondo. Ma, ci che pi conta che esistano e che noi siamo qui, soli. Attendiamo che la carne alla brace sia ben cotta, in un ambiente che un continuo riproporsi, ogni minuto che passa, di scenari grandiosi conditi di rosa arancio e di tutti i colori della fantasia. luogo meta dogni viaggio in Namibia, il pi fotografato e tra i pi richiesti come set cinematograci per la sua spettacolarit. Nel pomeriggio, arriviamo con le jeep nel cuore di questo paesaggio che smette dessere calpestato da troppi bipedi per offrirsi solo a noi.
Saline di Maras
Cerchi di Moray
ca solo con le affollate isole di Taquile e degli Uros ma con lisola del Sole in Bolivia dove nasce tutto il mito Inca. Per tutti quelli che pensano che il Pisco sour sia pi di un miscuglio di acquavite, lime, zucchero e albume, organizziamo itinerari che conuiscono una notte a Sacsaywaman. Saremo soli. Non ci saranno le tante persone che di giorno fotografano quelle ciclopiche pietre pensando che non sono certo arrivate qua trasportate da esseri umani. Ma, la suggestione del luogo sar tale che anche qualcuno di noi sar tentato di pensare non vero ma ci credo.
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NOn HO DI MIO PI DEL SOGnO DEL pASSAGGIO. IL RESTO SOLO TERRA E CIELO.
Fernando Pessoa
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olivia Magica e Bolivia - Cile, Toccando il cielo: due viaggi che si incontrano nellestremo angolo meridionale della Bolivia, fra i paesaggi straordinari delle terre alte. Il primo itinerario completato dalla visita di preziose citt coloniali come Sucre e Potos, per nire con lincanto dellimmenso lago Titicaca e la folla colorata dellincredibile La Paz. Il secondo itinerario inizia e termina nellestremo lembo settentrione del Cile, sempre attraversando parchi e deserti dalta quota fra lagune, vulcani, saline e geyser che non niranno di stupire chi alla ricerca di una totale immersione nella natura. Il tratto comune del percorso sullaltopiano boliviano si snoda a unaltitudine media di 3800 metri lungo lantica via del sale, un tempo percorsa da lunghe carovane di lama con i loro carichi. La vita qui non molto cambiata nel corso dei secoli: piccole comunit indigene, raccolte intorno alle chiesette di ado-
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be, sopravvivono con uneconomia di sussistenza basata sullallevamento dei lama, la coltivazione della quinoa e, non ultimo, il turismo davventura che ha recentemente scoperto questi straordinari deserti dalta quota. Sono luoghi estremi e solitari, laria trasparente, il silenzio assoluto, la notte illuminata da milioni di stelle Il paesaggio quello stepposo della puna, con temperature notturne che scendono parecchio sotto lo zero e un forte vento che sofa a intervalli regolari a causa delle escursioni termiche fra giorno e notte. Nella nostra estate inverno in Bolivia, ma il clima secco, i cieli tersi e il sole regala un piacevole tepore. La sera poi ci aspetta linsperato
comfort di piccoli hotel costruiti con le comunit indigene locali e perfettamente integrati nellambiente desertico o la magia di un hotel de sal, dove tutto, ma proprio tutto, costruito con blocchi di sale, tavoli, sedie e letti compresi. In questa natura ostile alla vita sopravvivono radi cactus e la llareta, un arbusto simile a un lichene che costituisce il solo combustibile reperibile. Dove scorre lacqua di scioglimento dei nevai o vicino alle lagune, ciuf gialli di paja brava sono sufcienti per la sopravvivenza di lama, alpaca e delle timide vigogne, un camelide selvatico no a pochi anni fa a rischio destinzione. Non raro avvistare volpi, qualche vizcaccia che saltella fra i massi e, con un po di fortuna, un condor solitario. nel Parque Nacional de Fauna Andina Eduardo Avaroa che laltopiano boliviano nasconde i suoi gioielli pi preziosi: le splendide lagune dalle diverse sfumature e metamorfosi di colore, circondate da vulcani e popolate da
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migliaia di aristocratici fenicotteri. Tutto intorno paesaggi surreali come le Rocas de Salvador Dal, formazioni rocciose improbabili come lArbol de Piedra e luoghi infernali come il Sol de Maana, con fumarole, pozze di fango ribollenti e un penetrante odor di zolfo. Poco pi a nord si raggiunge labbagliante paesaggio lunare del salar pi grande e pi alto del mondo: unimmensa distesa di 12.000 chilometri quadrati di sale su cui i nostri fuoristrada corrono veloci. Quando piove la supercie di un bianco abbacinante si allaga, creando incredibili effetti ottici e riettendo come in uno specchio il paesaggio circostante. In lontananza appaiono i proli del Volcan Tunupa e delle isole che punteggiano il salar, anchesse cime di antichi vulcani. La pi bella lIsla Inkahuasi: ci godremo dallalto delle sue rocce una vista spettacolare sulla supercie piatta del salar in contrasto con la verticalit dei cactus che hanno colonizzato lisola. Nelle saline vicine al villaggio di Colchani si lavora ancora con mezzi primitivi per tagliare il sale in blocchi regolari o
Qui sopra: Donna Aymara con bimbo Sotto: Le tinte cangianti della Laguna Colorada
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Donna in cammino
Anna Maspero
ANNA MASPERO
Anna Maspero ha fatto del viaggio - la sua passione di sempre - un modo di vita, lasciando il posto sso di insegnante di lingue straniere per inseguire nuove partenze e nuovi ritorni. Ha visitato innumerevoli paesi, viaggiando da sola o accompagnando gruppi lungo i sentieri meno battuti di tutti i cinque continenti, sempre con la passione e la curiosit della prima volta. Seguendo le orme del nonno che emigr in Per cento anni fa, ha visitato tutta lAmerica del Sud e si innamorata della Bolivia, sulla quale ha pubblicato la guida Bolivia, dove le Ande incontrano lAmazzonia, per la Casa Editrice Polaris con cui collabora come autrice e consulente. Lesperienza del viaggio diventa per lei occasione di racconto durante proiezioni e incontri e soprattutto motivo di riessione non solo sul dove ma anche sul come e il perch del nostro andare, come nel suo ultimo libro A come Avventura, Saggi sullarte del viaggiare e in quello di prossima pubblicazione Il mondo nelle mani, Divagazioni sul viaggiare. Quando non in viaggio si rifugia nella sua campagna in una fattoria nelle colline della Brianza, per scrivere reportage, preparare nuove avventure e collaborare nella gestione dellazienda agrituristica di famiglia.
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la paz
BOLIVIA MAGICA
santa cruz
cochabamba
oruro
potos
chuquisaca tarija
i piccoli villaggi minerari e il cimitero dei treni alle porte di Uyuni. 11 giorno - Volo per La Paz, citt dallincredibile topograa multilivello, dominata dallIllimani. 12 giorno - La Paz: indigena e moderna, trafcata e viva. Il centro coloniale con le chiese e i musei, il mercato delle Streghe e la Valle della Luna. 13 giorno - Crociera in catamarano sul Lago Titicaca verso lIsola del Sole. Pernottamento a bordo. 14 giorno - LIsola del Sole, il leggendario luogo di nascita dellimpero Inca. Passeggiate tra i terrazzamenti e le antiche rovine in un paesaggio idilliaco. 15 giorno - Il sito archeologico di Tiwanaku con resti di antichi palazzi, templi, monoliti e la famosa Porta del Sole. In serata trasferimento in aeroporto e volo per Santa Cruz de la Sierra. 16 giorno - Partenza con il volo per Madrid. 17 giorno - Arrivo a Madrid e proseguimento per Milano.
Panama - Il canale, il parco del Darien e le isole San Blas 11 marzo 2014 UzbEkisTan E TURkmEnisTan - Le oasi carovaniere lungo la via della seta 22 maggio PER - Il misterioso Per del nord 26 luglio e 9 agosto 2014 Per saperne di pi www.kel12.com
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a strada serpeggia fra dolci e fertili colline lasciandosi alle spalle la caotica capitale dellEtiopia, Addis Abeba. Il trafco e gli edici high tech della metropoli, frutto del recente boom economico, lasciano spazio a immense pianure coltivate e piccoli villaggi di capanne ordinati e puliti. La terra scura testimonia lorigine vulcanica di questo immenso altopiano che si estende a unaltitudine media di oltre 2000 metri. Superate le sorgenti di acqua minerale di Ambo, famose in tutto il Paese, si erge il vulcano di Wonchi (3.220 m.). Il fondo del ripido cratere occupato da un lago al cui centro sorge unisola con la bella chiesa ortodossa di Cherkos, dalla tipica pianta ottagonale.
clima sempre mite e le precipitazioni abbondanti. Molta gente in cammino sulle strade, pastori con le mandrie, contadini al lavoro nei campi e bambini in uniforme che vanno a scuola. LEtiopia meridionale si svela dolcemente al viaggiatore, nella sua forma pi semplice e suadente, prima di stupire con il suo crogiolo etnico, con la sua confusione linguistica e con i suoi forti contrasti caratteristici dellestremo sud e della valle dellOmo. Arba Minch, la bella cittadina che si affaccia, dallalto di una collina, sui laghi Chamo e Abaya la porta daccesso a questo mondo fantastico dove il tempo sembra essersi fermato. Sono territori abitati da agricoltori sedentari, cacciatori semi nomadi, pastori transumanti, mandriani per i quali le vacche sono tutto, guerrieri armati pi di fucili che di lance. Qui si parlano unottantina di lingue e oltre cento dialetti. Sono popoli che vivono mischiati e si plasmano gli uni sugli altri, gli uni contro gli altri: genti nilotiche e sudanesi, ceppi omotici e cuscitici vivono a poca distanza gli uni dagli altri, a volte legati da vincoli famigliari, altre volte divisi da feroci faide generazionali.
Pi a sud laltopiano degrada dolcemente fra vaste pianure coltivate a caff, campi gialli di tef (il tipico cereale etiopico) e verdeggianti campi di manghi e banane. la regione abitata dai Guraghe, laboriosa popolazione semitico-cuscitica che vive in abitazioni-capanna di grandi dimensioni spesso decorate allesterno con simboli superstiziosi. La regione, che si estende a ovest della grande Rift Valley no a Jimma, un vero giardino dellEden, il
NERA SOnO, MA bELLA, O fIGLIE DI GERuSALEMME, COME LE TEnDE DI KEDAR, COME I pADIGLIOnI DI SALOMOnE
Cantico dei cantici 1,5
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Nicola Pagano
Nelle pagine precedenti, da sinistra: Etnia Mursi nel Parco Nazionale Mago - Coccodrillo e pellicani In questa pagina: Gli Hamer al mercato di Turmi A destra in alto: Gli uomini Hamer si preparano alla festa
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NICOLA PAGANO
Antropologo e musicista trentino con la passione per il mondo ed i suoi popoli. Comincia a viaggiare gi da piccolo seguendo i genitori nel Sahara e in Africa Occidentale. Dopo un anno trascorso negli Stati Uniti, collabora come assistente della fotografa Angela Prati. Insieme pubblicano innumerevoli reportages di taglio antropologico e geograco. Linteresse per la musica etnica lo porta a frequentare spesso il Senegal e il Mali dove apprende larte di suonare le percussioni (Djamb e Dum Dum). Qui scocca lamore per lantropologia. Diversi viaggi in Jamaica e in Etiopia per studiare le comunit Rastafariane di cui assorbe la losoa. Terminata luniversit in Australia per apprendere luso dello strumento a ato degli aborigeni, il didjeridoo. Unesperienza indelebile che lo porta a convivere per oltre un anno con una famiglia nomade di aborigeni Yolngu, nel Northern Territory. Partecipa a diverse trasmissioni televisive e collabora con le maggiori riviste di viaggi. Centinaia di giornate passate in accompagnamento e molte di pi a studiare sul campo, solitario, culture e usanze lontane: fra i Koma dei monti Alantika e nella foresta con i pigmei Baka in Cameroun, in India, sullHimalaya, in Mongolia, in Papua Nuova Guinea, nello Yemen e nel Sahara. Vita tumultuosa che ancora oggi lo spinge verso nuove destinazioni che alimentano il suo studio dei popoli.
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TIBET
La strada dellamicizia
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l 15 ottobre del 2011, una improvvisa perturbazione aveva scavalcato le cime himalayane e inondato il cielo del plateau tibetano. Nella notte una leggera quanto precoce nevicata aveva imbiancato la pista sterrata tra il passo Pang la e il monastero di Rongbuck. Al mattino il cielo era di nuovo terso, le nuvole magicamente disperse ed emigrate chiss dove. I falsipiani aridi e pietrosi dei territori ai piedi dellEverest erano mascherati da un velo di bianco assoluto e latmosfera, per noi che raggiungiamo abitualmente quella zona durante la stagione estiva, decisamente affascinante.
Mulino di preghiera
I tibetani nei pressi del campo base stavano smantellando linsediamento stagionale di tende messo su a ne aprile per accogliere i pochi turisti. Tutto aveva un aspetto particolare forse un tantino malinconico, come sempre quando nisce una festa e si smontano le giostre. Il turismo, cos come lo si vive oggi, in chiave moderna, si era allineato alla natura, stava seguendo le leggi ed i tempi secolari della transumanza. Era un po come se tutti quei concetti moderni che dominano il mondo attuale del viaggio avessero perso attinenza con la realt, o meglio con quella nostra realt di persone in quel preciso
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cinese ed internazionale. Non fece neanche un cenno ai tanti esempi di testimonianze storiche e artistiche del Paese o alle interminabili e sommesse code di pellegrini davanti al tempio sacro del Jokhang. Viviamo le eclissi culturali come una colpa moderna ed invece le culture si spengono quando vengono a mancare quelle particolari condizioni commerciali, ambientali, sociali che le avevano contraddistinte. La modernit, la globalizzazione, non altro che il processo pi accelerato del transito verso altre forme culturali ... chiss quali? Gi negli anni 30, ancora prima dellinizio dei tempi moderni, il pi grande conoscitore della realt tibetana in occidente, Giuseppe Tucci, denunciava la caduta della grandezza dei monasteri tibetani verso condizioni di pura sopravvivenza. La ne di unepoca di ricchezza che aveva portato il orire di correnti di studio molto interessanti sotto il piano losoco, artistico e religioso trascinava i corpi monastici in un ambito di pura e semplice latenza. In Tibet cultura e religione sono veramente inscindibili. La religione, nei secoli, goccia a goccia, ha permeato il modo di essere delle persone. Il popolo tibetano continua anche
ai giorni nostri ad essere il vero portatore della cultura secolare dellaltopiano. Questa affermazione non una ovviet, le vicissitudini storiche avrebbero potuto cambiare luomo tibetano ma ci non accaduto: nelle prostrazioni dei fedeli, nella ripetizione dei mantra, nelle superstizioni e nelle credenze luomo rimasto uguale ... nonostante tutto e nonostante i tempi. Ci sono foglie palmate nelle quinte scenograche dipinte alle spalle delle divinit del monastero di Shalu ... Una scuola pittorica del 1300, formatasi alla corte di Kublai Khan, aveva portato sullaltopiano ori sconosciuti, piante mai viste ... un insieme nuovo e variegato di colori e forme che un tibetano, vissuto sempre su declivi dove la linea dellorizzonte passa tra il verde giallo dei soli muschi e lazzurro del cielo ... non avrebbe mai potuto immaginare. Le divinit arrivavano da mondi paradisiaci che un pellegrino dellaltopiano avrebbe guardato con occhi stupefatti. Piante stilizzate, foglie e ori da climi umidi subtropicali ... ecco gli ambienti ultraterreni delle divinit. Andate a cercare dietro le immagini divine la foglia elegante della Cannabis Indica (canapa indiana), dellAilan-
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Il monastero di Samye
thus ovvero albero del cielo, del Ficus, della Jakaranda, del Flamboyant (albero del fuoco Delonix regia), delle foglie di felci leggere come piume o di quelle ampie come una mano aperta del Sal (Shorea Robusta) ... Ecco un esempio del passato tibetano dove le diverse culture e conoscenze si sono incontrate dando vita a qualcosa di nuovo. Andare per Paesi, guardandosi intorno un poco smarriti, senza poter cogliere lessenza storica e culturale dei popoli al di sotto delle nostre ambizioni. Lo spettacolo naturale del ghiaccio vivo del Nojin kang Sa poco oltre le sponde del lago Yamdrok o del Melungtse in faccia al passo Lalung La o del Chooyu dalla piana di Tingri o dellEverest dal monastero di Rongbuck anche lo specchio dove da sempre storia, popolo e cultura si riettono. Ecco il frammento composito di memoria che si depositato nel nostro cuore o nella nostra mente dopo il viaggio del 15 ottobre 2011.
Giovanni Dardanelli
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Everest da Rongbuck
GIOVANNI DARDANELLI
Giovanni Dardanelli non solo un tour leader, cos come non solo un viaggiatore innamorato del mondo o di una parte di esso, un uomo curioso che ai luoghi che pi ama ha dedicato e dedica impegno, ricerca, studio, lunghi soggiorni, capacit di entrare nelle tradizioni e nei costumi per capirle. Nasce cos, su molti paesi, la sua capacit di far vivere quei
luoghi in piena armonia: non solo conoscerli, capirli. Una storia che nasce da lontano, a 24 anni, nel 1983, con un impegno di diversi anni in Etiopia, occupandosi di organizzare viaggi, ma anche studiando il paese. Successivamente ha allargato la sua area di lavoro ad altri paesi dellAfrica sahariana e sub-sahariana e alla sfera dellAsia, dellIndocina, del Medio Oriente e dellAsia Centrale. In quasi trentanni di impegno e lavoro, ha maturato una importante preparazione sia dal punto di vista tecnico-gestionale volto allo sviluppo del viaggio che in quello dellapprofondimento degli aspetti storici, artistici e religiosi.
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Un viaggio in TIBET e NEPAL con Giovanni Dardanelli FRIENDSHIP HIGHWAY, LA STRADA DELL AMICIZIA
PARTENZE 28 sETTEmbRE 2013 - 4 (in occasione del Saga Dawa) e 28 GIuGNO - 9 AGOsTO - 27 sETTEmbRE 2014
1 giorno - Volo da Milano Malpensa a Kathmandu. 2 giorno - Arrivo a Kathmandu e, dopo alcune ore di riposo, visita della capitale nepalese. 3 giorno - Visita dei centri architettonici e religiosi pi signicativi della valle di Kathmandu: Pashupatinath-Patan-Boudanath. 4 giorno - Volo da Kathmandu a Lhasa: dopo aver costeggiato le vette innevate della catena himalayana no alla vista dellEverest, il volo si dirige verso laltopiano tibetano. 5 giorno - Lhasa: visita al tempio Jokhang, il cuore della fede tibetana, e al Drepung, il complesso monastico pi grande del Tibet. 6 giorno - Continua la visita della citt: il palazzo del Potala, antica sede dei Dalai Lama, il monastero di Sera e Norbulinka, la residenza estiva del Dalai Lama. 7 giorno - Partenza per Samye; lungo il percorso sosta al tempio di Dorje Drak 8 giorno - Visita del Monastero di Samye, il pi antico del Tibet. Trasferimento a Tsetang e visita di Yumbulakang e Tandruk. 9 giorno - Attraversiamo laltopiano centrale verso occidente da Tsetang a Gyantse costeggiando il lago Yamdrok: comincia la trans-himalayana conosciuta con il nome di Strada dellAmicizia. 10 giorno - Visita del bellissimo insieme sacro composto dal Palkhor Chode e dal Kumbum e del monastero di Shalu. Proseguimento per Shigatse. 11 giorno - Visita al complesso monastico del Tashilumpo; superato il passo Tsuo La si arriva a Sakya. 12 giorno - Dopo la visita del monastero di Sakya si percorre il Gya Tsu L, uno dei passi camionabili pi alti del mondo no a Xegar. 13 giorno - Xegar: escursione al monastero di Rongbuk e al campo base dellEverest 14 giorno - Superato il Passo di Lalung L comincia la discesa lungo il bordo occidentale del Tetto del Mondo verso Zhangmu, al conne con il Nepal, per arrivare a Dulikhel. 15 giorno - Lasciamo Dulikhel per dirigerci verso Baktapur, riconosciuta come Patrimonio dellUnesco, prima di giungere a Kathmandu dove prevista lultima notte. 16 giorno - Volo per Milano Malpensa.
ETIOPIA - Timkat, lEpifania copta a Lalibela - 10 gennaio 2014 ETIOPIA - Venti caldi dal Kenya e dal Sudan - 5 marzo 2014 TURCHIA - Chiese, moschee e caravanserragli - 13 maggio e 3 settembre 2014
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MADAGASCAR
La terra ibrida odorosa dAfrica
i sono terre che la geologia ha reso incerte, ne ha fatto orizzonti di fuga per alcuni o lande agognate per altri; terre in cui gli incroci anche degli odori hanno prodotto esiti inaspettati. Il Madagascar una lista di cose, di immagini, di istanti, ciascuno germe di una storia. Mi ritrovo ad uscire dalla Patisserie Colbert, al centro di Antananarivo. Porto, una sullaltra, due torte in scatole di cartone, la piccola sopra la grande. Sul bianco opaco slano le lettere dorate col nome della pasticceria. Indugio sulla soglia nel timore di inciampare, sentendo profumo di cioccolato alle mie spalle pronta a percorrere le strade della capitale. Le coltivazioni di cacao sono al sud, tuttavia laroma di quei frutti si sprigiona qui ed su questa soglia dove odore di cioccolato, vaniglia, terra umi-
da e smog si scontrano e fondono che prende forma la mia idea del Madagascar. Unidea che mano a mano appunto la sera in una sequenza di frasi sul diario: spine di cristo con ori rosso fuoco ... carri lignei ... alluminio fuso ... montagne di carote ... terra color caff ... Qui e l nel corso del viaggio il cioccolato si impone. Cioccolatini allo zenzero fanno la loro comparsa sul tavolo una sera a cena, regalo di un ospite. Quando torno a comprarne e chiedo il nome alla signora che li vende, mi risponde: pu chiamarmi Madame Chocolat, come tutti! Qui a Antsirabe la sera allhotel Camelia fa freddo, la zona pi gelida del paese. Vorrei accendere il camino ma non c legna. C il carbonaio l fuori e anche lui mi dice che non ce n, ma forse ormai tarda sera quando entra, intirizzito dal freddo, coperto da un giaccone largo e vecchio, stringendo tra le braccia alcuni ciocchi di legno. Chiss dove li ha trovati. Si avvicina al camino e trafca coi pezzi piccoli e la carta. Il fuoco inizia a dare luce, il carbonaio scompare, furtivo come un fantasma e torna ad essere un pezzo di buio nelloscurit.
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la muscHiOsit dei cHiOdi di garOFanO, la dOlceZZa della vaniglia, il piacevOle arOma dei FuOcHi e lOdOre indeFinibile delle FOglie al sOle.
Gerald Durrell
Proseguo per la costa occidentale dove lame di roccia nere e aflate come coltelli, gli Tzinghi, si avventano contro il cielo, tte e appuntite. Lungo il ume che lambisce i coltelli di pietra vedo una canoa, bella come nessuna. Mi accade di rimanere estasiata di fronte a legni cos espressivi, ad alberi plasmati dalluomo con tale perizia come se lo scalpello avesse compreso e reso la forma che quelle bre lignee avevano immaginato per s, quando non pi albero. Lunga, affusolata, levigata, simmetrica quanto la natura consentaNon ho mai visto legno pi bello solcare lacqua, silenzioso, delicato, carezzevole.
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Dalle punte aguzze, una pista africana e polverosa mi riporta a quel ume navigato e abitato dalle nostre tende, un ume che ha un nome che sembra uno scherzo, una battuta, unesclamazione: Tsiribihina! Oltre quel ume, verso la costa, ecco i baobab. Una sera rimanemmo estasiati ad osservare il sole scendere dietro i giganti e solo una fortuita rotazione del volto, a causa di un rumore, mi
fece accorgere che una luna enorme e accecante stava salendo dalla parte opposta, sminuzzata dalle forme di altri giganti. Poi furono i fuochi davanti alle capanne nel buio imminente e le palme riesse sulle risaie nellultimo rossore spento e nel primo biancore acceso. Morondava, loceano e le sue maree lunghe; lacqua si fa desiderare e rumoreggia da lontano. Un volo mi porta nel paradiso tro-
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Nella pagina precedente: Donna Vezo con maschera di bellezza e pescatori Vezo Qui sopra: Vegetazione A sinistra: Baia Lokaro, pescatori Sotto: Lemure dalla coda ad anelli
picale di Anakao sul canale di Mozambico; lAfrica giusto dallaltra parte e mi convinco che questa terra che alcuni sentono ibrida, racconta solo nei volti storie doriente ma tutta glia dAfrica o almeno desidero pensarlo. Anakao si lascia assorbire nellimmobilit turchese. Ci sono barche di pescatori col bilanciere e vele oblique che portano in giro ritratti di Cristi e Madonne o bottiglie profane di Coca Cola,
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iute che hanno accolto patate e farine. Capolavori dellarte del riutilizzo e ogni combinazione in mezzo a quel verde acqua perfetta. Le spiagge sono disseminate di conchiglie candide e quando la marea arretra stelle marine rosse occhieggiano in trasparenza. In unalba andai a piedi al villaggio di Anakao e mentre questo intorpidito si svegliava intorno ai fuochi, sulla battigia scesero i bambini e fu una la di pip in faccia al sole nascente. Mentre vago con la mente a quellisola spersa laggi in fondo, ripenso ad un ghiacciolo arancione illuminato dagli ultimi raggi del tramonto. Lo teneva in mano una bimba che con altre due giocava e rideva davanti ad una casa di legno per met verde acqua e per met grigia. Sembrava una scena cubana, chiss perch, anche se ero alluscita della foresta pluviale di Ranomafana. Un lemure proprio qui nel folto intricato della primaria aveva deciso un giorno di saltellare di ramo in ramo al mio anco come a prendersi beffe del passo impacciato degli umani. Il parco dellIsalo lascia traccia col vento. Rocce e palme color acciaio, erbe color ottone antico. Una passeggiata a cavallo tra i giardini e si leva un vento che imprime alle foglie la forza per sbattere luna contro laltra. Ogni foglia reagisce alla spinta improvvisa del vento e produce un fruscio diverso che mi prende mentre lass, sul garrese, mi guardo intorno e mi pare di sentirmi foglia. Torno verso la capitale attraversando villaggi di poche case e miseria.
Sulla strada incedono piano carri di legno con ruote enormi come nel far west. Ne seguo uno e mi ritrovo in un cortile dove fondono lalluminio. Lo vedo colare, liquido e argenteo, convinto, nonostante lapparenza incoerente, a prendere la forma di una pentola o di un mestolo. Sul Madagascar insistono nuvole da viaggio, giuste per chi se ne va in giro vagabondo e ritrova nel loro moto lo stesso nomadismo. E ne agosto. Sul ciglio della strada sono sparsi e venduti quintali di carote. Lintero raccolto arancione viene steso dove lasfalto sfuma nella terra rosso sangue. Solo in basso si intravedono tessere di risaie verdi nel mezzo di montagne brulle: geometrie fertili e rare. In questa parte del paese tra colline spoglie e terre arate da buoi, mi potrebbe capitare di assistere al rito del Famadihana, la riesumazione delle spoglie dei morti ma sempre unincognita. Mentre il pulmino sale e scende come un modellino di latta tengo lo sguardo allerta. Un assembramento sul anco della montagna, gente che si incammina. Il morto c, danzer avvolto nel sudario bianco e in stuoie di raa sorretto da uomini euforici e ubriachi. Anche al morto verr offerto cibo e alcool per far festa tutti insieme e convincersi che anche da morti, non poi cos male. Tan vicina e ripenso ad alcune donne incontrate nel corso del viaggio,
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Tomba Antandroy
i capelli neri arrotolati in due bign ai lati del capo. Avevano la faccia impiastricciata con argilla e pasta di corteccia per farsi belle. Ah, le vie della bellezza, imprevedibili e innite...
Elena Dak
ELENA DAK
Ci sono modi differenti di guardare il mondo e ogni sguardo fa storia a s. Si impara a guardare, ci si esercita. Un viaggio accompagnato da Elena anche una palestra per scoprire inaspettate capacit di cogliere la bellezza e fare si che diventi parte del nostro modo di essere. Gli studi di antropologia hanno afnato la sua capacit di trasformare limpatto mondo/sensi in una unit armonica di natura e cultura in cui facile, per il viaggiatore, ritrovare il senso del suo desiderio di alterit. La sua passione per la fotograa diventa ricerca di sottrarre la bellezza alla retorica che le fa da cornice, fermando un det-
taglio, un colore, un volto, Ma sar la scrittura lesercizio con cui Elena riesce a realizzare il felice equilibrio tra la sua acuta capacit di guardare e il desiderio di spartire con gli altri lemozione per incontri speciali, che siano paesaggi, architetture, odori, sapori o esseri umani. Come le viaggiatrici del secolo scorso landare per il mondo con passo leggero diventa la cifra che meglio la racconta, perch riesce a mettere in dialogo il desiderio di profondit del suo spirito nomade, con la leggerezza della forma che sceglie per comunicarlo. Al suo attivo: una monograa fotograca sul monte Civetta (BL) presentata al Film Festival Internazionale della Montagna di Trento; il suo primo libro, La carovana del sale, pubblicato da CDA & Vivalda e il suo secondo libro Sanaa e la notte edito da Alpine Studio
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UNISOLA, UN CONTINENTE
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GUATEMALA
Tikal ovvero Manhattan nella selva
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DIALOGO TRA I TEMpLI DI TIkAL - PAp, pERCH TuTTE LE DOMEnICHE vEnIAMO QuI? - PERCH QuESTO IL TuO pASSATO. GuARDALI, QuEI TEMpLI, RIEMpITEnE GLI OCCHI E IL CuORE. E nOn DIMEnTICARE MAI DESSERnE ORGOGLIOSO.
uardar gi dal Tempio IV, il Tempio del serpente bicefalo, mi mette i brividi. Le scale sono ripide come un precipizio, e l sotto, oltre quei 64 metri che lo fanno alto come un palazzo di venti piani, giace la selva del Petn. Ingarbugliata, ruvida, ancor era, nonostante le umiliazioni dei secoli delluomo, dei machete e delle seghe elettriche. Me li mette dalla prima volta che ci son salito, i brividi, dieci anni fa, ultima tappa guatemalteca dun viaggio lungo quanto il Centro America, quando poteva diventare lultima della mia vita, grazie a un piede malsicuro su uno scalino sbrecciato, sulla piattaforma di quella che la piramide pi alta del mondo maya. Fino a prova contraria, perch larcheologia americana ancora in fasce. Da quass uno spettacolo unico, come dun mare, dun cielo capovolto, dal quale sbuca grigia la sagoma crestata degli altri templi, come a spiare, di sopra le nuvole verdi delle chiome, i giochi degli di. Di che si son solo nascosti, quando arrivato Ges Cristo, e che ora, meno timorosi dessere passati a l di spada dallortodossia cattolica, risorgono dalla terra, trasudano dai templi, loro dimora antica e poi, da secoli, rifugio. Il sito uno dei pi suggestivi del mondo maya, e del mondo tutto. Piramidi alte come grattacieli, affacciate su piazze tempestate di steli e altari sacricali moderni, cerchi di pietre tracciati nella polvere, dove la mattina presto o la sera tardi fumano incensi e offerte in natura
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immolate a quegli di. Edici sacri e profani allineati lungo sentieri di terra, sgretolate avenidas duna delle citt antiche pi grandi e prospere del continente. Un complesso ancora costellato di false colline e collinette sotto le quali si cela chiss quanta altra storia. False colline erano anche i templi che ora si ergono, ripuliti ed eleganti, nelle radure, assediati da visitatori dalla bocca aperta che, visti dallalto, paion colonne di formiche che sinlano in ogni anfratto con lentusiasmo del bimbo che corre tra le stanze duna nuova casa, a svelarne i segreti. Qui attorno non cera che selva. Le cime dei templi svettano sopra la giungla Come quella che vedi a perdita docchio. Non avevamo neanche lacqua. Non esistono pozzi o umi, nemmeno sotterranei, racconta Julio. Non ci sono mai stati. A Tikal, anzi a Mutul, il suo vero nome antico, raccoglievano lacqua piovana in enormi cisterne, e ora abbiamo dovuto far lo stesso. Me lo racconta sempre, mio zio. Sapevi che stato lo scopritore della Stele 22? Julio il direttore, nonch nipote del fondatore del Jungle Lodge, la migliore sistemazione dei paraggi, e la pi vecchia, allinterno del sito, con i bungalow sparsi tra gli alberi. Fu suo zio, Antonio, Too, Ortiz Contreras, che ottenne lautorizzazione per costruirlo accanto alle rovine, naturale sviluppo del campo che ospitava la missione archeologica che tra il 1956 e il 1970 ha riportato alla luce gran parte di questa meraviglia. Era il capoccia di tutti i lavoranti, Too, e i professori della University of Pennsylvania, arteci del miracolo, condavano nei suoi servigi. Gli volevano bene.
Tikal allalba
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Tessitrici
Sulle pareti del suo hotel sallineano fotograe dellepoca, che ritraggono bande doperai, scavi, professori, tende successi. Insieme a visioni di foresta dalla quale trapelano le pulsazioni della storia come uno sguardo intenso tra ciuf scompigliati. Davanti a quelle foto mi sento un granello di polvere nellabisso del tempo, piccolo e insulso. Accecato dalla nebulosa storica che avvolge i millenni prima di Colombo, percepisco il mistero che esala dal sottosuolo di questo continente americano, ancora infante per quel che riguarda la ricerca archeologica. Tutto sommato, i luoghi delle civilt scomparse non sono tanto diversi da quelli in cui non sono ancora state. Quel
Paolo Brovelli
e in Messico, negli ultimi anni divenuto casa sua. Traduttore, per mettere a frutto le lingue imparate per comunicare con la maggior parte del mondo, ha da tempo cominciato a scrivere di viaggio come giornalista e autore, perch era ora di restituire un po di quel che aveva avuto dalle sue peregrinazioni. Ne nato un lungo racconto su una spedizione in Ape Piaggio lungo la Via della Seta, pubblicato nel 2007, cui seguir a breve un altro libro, sempre di viaggio, sulle zone interne del Brasile. Perch viaggiare allunga la vita, dice lui, e le ore del viaggiatore valgono sette volte di pi di quelle normali... come per i cani.
PAOLO BROVELLI
Paolo Brovelli, milanese, classe 66, ha da sempre adattato la sua vita al viaggio... perch non mai riuscito a stare fermo. Da un quarto di secolo alimenta la passione per avventure geograche dogni tipo, prediligendo zone del pianeta diverse a seconda dei periodi della vita: Europa da giovanissimo, poi Asia centrale e meridionale, Africa, e America Latina, che ritorna spesso, con lunghi soggiorni in Brasile
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Anonimo
INDIA
l mattino presto le lussureggianti colline sono ancora avvolte nella nebbia. I sentieri che scendono a valle sono punteggiati di gente carica di merci e diretta al mercato settimanale. limmancabile occasione di scambio e commercio per decine di popolazioni tribali che abitano questa remota regione dellOrissa, India orientale. Rimasti ai margini del usso della storia e del progresso, gli adivasi, cos chiamati
dalla maggioranza hindu, continuano da secoli a seguire il proprio stile di vita tradizionale, credono nellanimismo, nelle forze della natura, nella magia e vivono in regioni difcilmente accessibili che garantiscono un forte isolamento. Unica eccezione il mercato. Bonda, Gadaba, Saora, Gond, Kutia, Paraja, Bhumia, Didayi, Durua, Bhattorha, Jatapu sono solo alcune delle popolazioni che si danno appuntamento nei mercati di Kotagar il marted, Chatikona il mercoled, Onkudelli il gioved e Kundlu il venerd, tutti situati nel distretto di Koraput, sud dellOrissa. lunica possibilit per incontrare queste popolazioni cos genuine e ribelli. Esse formano un caleidoscopio di usi, costumi e credenze che il governo indiano ha cercato da anni di razionalizzare, dividendo queste etnie pre-vediche in gruppi pi ampli detti kondh. A nulla sono serviti i vari tentativi di proselitismo religioso degli hindu che quindi sono stati costretti ad assimilare le credenze degli adivasi nellinnito pantheon induista.
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loro economia, infatti, si basa ancora su caccia, raccolta e qualche timida coltivazione nomade. Al mercato di Kundlu c una maggioranza Paraja. Il nome deriva dal sanscrito praja che signica gente comune. Sono un popolo semplice, amichevole e ospitale. Il mercato un vortice di colori, odori, luci e sguardi. Le donne Paraja vestono con sari colorati e sono ornate di collane, bracciali, anelli, orecchini e piercing nel naso, nelle orecchie e sulle labbra. Spesso recano tatuaggi vistosi su braccia e gambe. Sorridono sinceramente e nascondono timidamente il viso di fronte alla macchina fotograca. Nel primo pomeriggio il mercato comincia a svuotarsi e la gente che lo ha animato rientra nei villaggi che distano anche decine di chilometri. Uscendo da questo territorio incantato, tra montagne e colline, ci si tuffa nuovamente nel trafco e nella caotica vita dellIndia. Come un miraggio, in lontananza compare il lago Chilika, la pi grande laguna dacqua salmastra dellAsia. Durante i monsoni estivi lestensione del lago pu raggiungere i 1.100 kmq. Navigando su lunghe piroghe i pescatori locali contendono
In alto: Donne Bonda verso il mercato di Onkudelli Al centro: Particolare del tempio di Dandasahi Qui sotto: Donne Gadaba
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Konarak, Tempio del Sole A destra: Piccole donne Sotto: Danza Odissi
i pesci e i frutti di mare a falchi, aironi, gabbiani, egrette, gru e fenicotteri. Il paesaggio superbo, punteggiato di isolotti come Kalijai dove il tempio dedicato alla dea Kali si specchia nelle acque argentee del lago. Risalendo il Golfo del Bengala verso nord si raggiunge nalmente la cittadina di Puri, uno dei luoghi di pellegrinaggio pi sacri dellIndia, con la sua vita religiosa che ruota attorno allimponente tempio di Jagannath Mandir e soprattutto al suo famoso e sacro festival dei carri, Rath Yatra. Il tempio era conosciuto n dallantichit come la Pagoda Bianca che serviva da punto di riferimento per chi navigava nel Golfo del Bengala in contrapposizione alla Pagoda Nera, visibile a Konarak, circa 40 chilometri di distanza da Puri. Questo edicio di sublime bellezza viene chiamato Tempio del sole in quanto concepito come il carro cosmico del dio del sole, Surya. Sette possenti cavalli si impennano nello sforzo di trainare questo colosso posizionato su 24 ruote di pietra. Dichiarato un sito Patrimonio dellUmanit dellUNESCO, il Tempio del Sole venne costruito nel secolo XIII dal re dellOrissa Narashimhadev I per celebrare la sua vittoria contro i musulmani. Sul basamento e sui muri rafgurata la vita a Kalinga (antico nome dellOrissa), una cronaca di fatti e di amori incisa
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Raffaella Musso
RAFFAELLA MUSSO
Raffaella fa parte della famiglia di Kel 12 da molti anni. Locchio e lesperienza sul mondo, ma lamore, quello vero e profondo, fatto di passione e curiosit continua, laggi, in Asia. Che siano continenti pi che paesi, come la Cina e lIndia, o grandi regioni dalle culture differenti come lIndocina, poco cambia. Passione per quei popoli, per la loro cultura, i loro miti, le loro feste; interesse per la loro religione, che in primis un modo di essere e di vivere, da condividere. Confronto, analisi, accettazione critica senza la banalit di dire sono come loro ... Il piacere intimo di luoghi dove i segni di una cultura si confrontano e si fondono con quelli di altre, diverse, viene da Raffaella trasportato nellattivit e nella voglia di fare tutti partecipi delle sue esperienze.
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TCHAD
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LASCIATEMI QuI DOvE TEnEbRE E LuCE SI AbbRACCIAnO E bACIAnO: E GLI SpIRITI SELvAGGI SI InCOnTRAnO Su QuESTO MARE DI SAbbIA CHE TuTTO AbbRACCIA E nASCOnDE
Amadou Hampat Ba
uardando una carta del Tchad, da Ndjamena, capitale e punto di partenza verso il Sahara ciadiano, lEnnedi appare come un bastione isolato circondato da sabbie e reg. Questo massiccio che, nel terziario faceva parte della regione sudanese, stato successivamente raggiunto dallavanzamento del deserto ed entrato nella zona arida. La peculiarit dellEnnedi, barriera naturale ai venti monsonici umidi, ricevere ancora sporadicamente le piogge, violente ma brevi, facendone un Sahara tropicale, se cos si pu dire, in cui si creato un clima particolare. Un deserto abitato in cui appaiono
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Nella pagina precedente: ? Qui sopra: Arco caratteristico delle falesie dellEnnedi
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Qui sopra: Piccola carovana in viaggio verso un pozzo Nella pagina accanto, in alto: La grande ghelt di Archei - sotto: Uno dei laghi di Unianga
Questi piccoli esemplari adattatisi in un ambiente cos esiguo, lontani discendenti dei rettili che popolavano gli enneri che una volta scorrevano attraverso il massiccio, si mostrano con molta parsimonia al nostro occhio e solo quando il sole arriva a lambire lacqua della ghelta. I suoni sono smorzati e solo qualche volo di uccelli disturba il silenzio. Sullaltro versante della falesia si affaccia unaltra ghelta, pi ampia e di facile accesso. Qui arrivano i nomadi con i dromedari che attendono il momento di bere. Le pareti fanno da cassa di risonanza ai suoni rochi, lunghi, potenti che escono dalle gole degli animali nonch alle voci degli uomini che li accompagnano. L in alto sullo sperone da cui si possono vedere le due ghelta divise da una barriera naturale, non si pu che rimanere ammutoliti davanti a tale straordinaria bellezza. I laghi di Unianga, il punto pi settentrionale dellEnnedi, fanno parte di un reticolo idrico tra i pi vasti del Sahara e collegato un tempo al grandissimo Paleociad. Queste aride parole nulla dicono dello spettacolo che si dispiega davanti agli occhi quando dimprovviso, dopo una serie di dune, tra falesie bianche abbacinanti e sabbie color albicocca che coprono a tratti le pendici, appaiono questi laghi. Lacqua passa dallo smeraldo intenso, allazzurro cupo, al rosso delle alghe, al bianco sulla cresta delle onde, mentre sui bordi dei laghi salmastri si accumula il sale. Tutto intorno una tta vegetazione di palme, canne, erba che accolgono in certi periodi dellanno alcuni uccelli migratori che fanno tappa qui.
Adriana Ravenna
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ADRIANA RAVENNA
Adriana ha vissuto per molti anni in Africa in qualit di coordinatrice, gestore e accompagnatrice: Algeria, Niger, Mauritania, Tchad, Libia. In Sahara, oltre alle spedizioni in 4x4, ha percorso molte piste carovaniere a piedi e in dromedario cercando le meraviglie nascoste in un territorio spesso aspro, inclemente ma di una bellezza intensa. A quella di questa area desertica, si aggiunge una grande conoscenza dellAfrica occidentale, orientale, equatoriale e australe. LAfrica nel cuore e nella mente, unapertura verso un mondo che d sempre nuove sorprese. Appassionata di arte rupestre sahariana, preistoria, culture locali, ambienti naturali, Adriana si spinta no al Medio Oriente attratta dal deserto omanita e dalla cultura di questo bellissimo paese. Da lungo tempo anche appassionata di America Latina, dei suoi deserti e delle culture precolombiane.
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arenacee di Bichagara. La pista ci condurr ad Abeche, antica capitale del Ciad. Attraverso la regione del Guer, si rientra a NDjamena. 16 giorno - Arrivo in Italia.
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IRAN
Un giro nella Valle degli Assassini
ono andato a fare un giro nella Valle degli Assassini. Bravo, e non avevi nientaltro di meglio da fare? obietterebbe opportunamente lonnipresente benpensante cultore della sicurezza. Certamente no, rispondo io, e con erezza, e non solo a lui, ma a tutta una immaginaria giuria, e rilancio: giusto il posto, perfetto il momento. E se volete un colpevole, o signori della corte, prendete Marco Polo, per cominciare. Da ragazzo, come hanno fatto innumerevoli ragazzi - e non solo - per generazioni, divoravo le pagine del suo Milione, nch trovai colui che non doveva pi lasciarmi, che non mi ha permesso mai che lo dimenticassi: il Vecchio della Montagna. Conoscete la storia? Perch di storia si tratta, e nei due sensi: nel primo, con la esse maiuscola, vale a dire verit, cose realmente accadute, e nel secondo, esagerazioni, abbellimenti, frottole addirittura, se volete, ma tanto belle. Perch c tutto questo, in Marco Polo, e non per mala fede o voglia di esibirsi abbindolando il prossimo. Marco racconta di tutto, sapete: quello che vede con i suoi occhi, quello che trova, ma anche quello che gli narrano, quello che si dice, e tante altre cose. Ve lo immaginate alla sera, nel caravanserraglio, mentre si stringe insieme agli altri intorno al fuoco, e fuori c la notte, il deserto, e la strada ancora da fare, lignoto del tempo che verr...? Quando, attraversando la Persia, passa vicino alle montagne dellElburz, a sud del Mar Caspio, non uno, ma pi uomini, gli raccontano di un gran signore dei tempi che furono, il vecchio della montagna , che in quella regione aveva un castello imprendibile che difendeva lingresso di un meraviglioso giardino che lui stesso aveva creato, con allinterno alberi con ogni tipo di frutta, e ruscelli articiali, alcuni con acqua, altri con miele, altri ancora con vino.
Castello di Shahrak
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E Gli saRaCini Di qUElla COnTRaDa CREDEVanO VERamEnTE ChE qUEllO fOssE lO paRaDisO; E in qUEsTO GiaRDinO nOn EnTRaVa sE nOn COlUi ChE EGli VOlEVa faRE assassinO
Marco Polo, Milione, capitolo 31
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Oasi di Alamut
E poi, le donne. S, fanciulle bellissime e dai modi incantevoli, e che sapevano cantare, suonare, ballare. Insomma, il paradiso, il paradiso islamico realizzato sulla terra. Anzi, se andate a leggere il Corano, o signori della giuria, troverete che in molti capitoli del Sacro Libro dellIslam si parla del paradiso, ma in forma molto poetica e incline al misticismo, in punta di penna, poco concedendo alla descrizione: il nostro Marco, invece, ci racconta di giovani vigorosi rapiti per ordine del Vecchio, drogati con loppio, portati nel giardino dove, al risveglio, sono circondati da tutti i piaceri del paradiso. Tutto quello che pu lusingare i sensi per loro, anche il tempo sembra essere al servizio della bellezza e di tutti i godimenti immaginabili. Ma viene il giorno in cui il Vecchio presenta il conto: uno dei giovanotti si riveglia - sempre complice loppio - fuori dal giardino, e c lui, il padrone del paradiso, che si presenta come un gran capo religioso dal potere di far assaggiare il paradiso e di farvi anche ritornare i suoi obbedienti fedeli. Il prezzo per il denitivo ritorno in paradiso una missione e, come si pu immaginare, di quelle di sola andata: lomicidio di una persona eccellente, di quelle potenti e sotto scorta. Dal suo inaccessibile castello, il Vecchio commina
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cede con il primo Vecchio, e ce ne sono otto, di Vecchi, una dinastia vera e propria, che dura 166 anni, dal 1090 al 1256. Beghe interne tra feudatari locali, regolamenti di conti fra sette religiose? No, signori della giuria, bens politica internazionale e, naturalmente, risvolti economici: siamo su una delle grandi rotte carovaniere, una delle arterie attraverso le quali lAsia ha comunicato e commerciato per secoli, e i Vecchi si sono dedicati a forticarsi sulle montagne non solo in Iran, ma anche in Siria, e senza il loro permesso, da quelle parti non si passa. Ma chi sono? Ve lo racconto, ma mentre entro nella valle dove iniziato tutto, per poi salire, toccare, andare a vedere con i miei occhi. Parto da Qazvin, alle 8 del mattino, con lautista Amin e il suo furgoncino, la strada ottima ma tutta curve, si va in montagna: dopo neanche unora laltimetro segna 2300 metri, e sotto di noi la valle dello Shah Ruud infagottata da nuvole come nelle abe avviene per le terre misteriose, e magari cattive. Ma presto se ne vanno, e quando scendiamo per attraversare il ume la luce abbagliante, e forte il profumo dellerba e dei ori, ed ecco che a una svolta la vedo, e posso pure dar ragione ad Ala-ad-Din Juvaini, persiano del XIII secolo, di professione letterato: Alamut una montagna che assomiglia a un cammello inginocchiato, con il collo appoggiato al suolo. C un sentiero erto, e ancora ampio, e quello lho gi superato di slancio, con gli occhi ssi su questa rupe favolosa, da lontano sembrava liscia come una lavagna, e anche il colore ci assomiglia un po, ma ecco che cominciano i gradini, a allora mi do una calmata. Tanto Alamut non scappa, qui, nalmente! Se ad ovest la parete liscia, un baluardo di 180 metri, a est la conformazione del terreno permette di salire, ma in un passaggio sempre pi stretto ed obbligato, intagliato nella roccia che ora vedo bene: puddinga, o pi modernamente, conglomerato, una miscellanea detritica molto discontinua e friabile, qui arrampicarsi puro suicidio. Come doveva essere salire al castello di Alamut senza essere invitati: un gioco al bersaglio molto facile anche per arcieri mediocri, e non pare proprio, leggendo le testimonianze storiche, che i Vecchi della Montagna fossero di bocca buona nella scelta dei loro uomini. Quando sono a met altezza della rupe, ecco i resti di una porta forticata e, se guardo a destra e alle mie spalle, vedo da dove gli arcieri potevano ancora prendermi di mira. Continuo a salire, un gradino dopo laltro - saranno trecento ma, chiedo scusa, o signori della giuria, non li ho contati, sapete, lemozione - e adesso, proprio di fronte a me, la montagna bucata. No, non un espediente letterario, e potete anche chiudere il libro di Marco Polo, ora non serve pi. Hanno bucato la rupe da parte a parte, da est a ovest, per vedere meglio la valle, e creare una postazione in pi per le sentinelle. E non siamo ancora in cima: poco oltre gli archeologi hanno appoggiato
sentenze di morte a distanza, che il pi delle volte vengono eseguite. Non ci credete? Certo, il paradiso era tarocco, ma le morti proprio no, ce lo conferma la Storia, quella con la esse maiuscola: il 14 Ottobre 1092, mentre sta viaggiando sulla sua portantina da Isfahan a Baghdad, viene pugnalato a morte Nizam al-Mulk, primo ministro del re selgiuchide Malik Shah I. Lassassino ha ingannato la scorta travestendosi da derviscio, cio da santuomo islamico dedito allascesi, alla preghiera, alla poesia. Una cinquantina di altri personaggi ci lasciano la pelle negli anni seguenti, ma attenzione: questo solo quello che suc-
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concepire e realizzare piani audacissimi quanto ingegnosi? Ci vuole gente fredda, addestrata, il coraggio sino alla folla non basta quando bisogna superare una scorta, e penetrare nei luoghi pi difesi senza suscitare il minimo sospetto. Il nome s, quello appiccicato con disinvoltura dal Califfo, rimasto: e assassini da allora, si dice ancora. Scendo a fatica da Alamut, e non parlo del caldo o dei gradini, ma della sua bellezza, di questa visione aerea che mi risucchia e mi invita a restare. C il resto della valle da vedere, e alla ne corro a cercare il furgoncino, ma dov Amin? Sento che mi chiama, allombra delloasi, e mi fa grandi cenni con aria allegra. Ai suoi piedi, oscilla dolcemente nella corrente di un piccolo canale di irrigazione un giallo melone cantalupo, che ora mangiamo insieme, e mai, vi assicuro, ne ho assaggiati di cos buoni. La giornata diventata caldissima, ma lacqua molto fredda, perfetta per il melone che... ma come, gi nito? Amin ne ha preso met, e vedo che lo sta offrendo a un apicoltore che, poco pi in l, sta smielando alcuni alveari. Una bella contrattazione con sfoggio di eloquenza, nel pi puro stile persiano, ed ecco che il melone aiuta Amin a spuntare un buon prezzo per un tipo di miele del quale si dicono meraviglie, e lui mi strizza locchio con complicit. Bene, non ci sar il paradiso, ma il miele e la frutta s, ed eccellenti! Forza Amin, metti in moto, andiamo a cercare Maymundiz, un altro castello!
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Paolo Ghirelli
Nato a Sanremo (Imperia) il 3 maggio 1957 e laureato in losoa. Come rappresentante del Museo G. Cortesi stato membro delle spedizioni scientico-alpinistiche che hanno raggiunto aree himalayane in Ladakh (India) nel 1987, il Tibet nel 1990 e ancora in Ladakh Zanskar nel 1998, e la catena dei Monti Urali nella Siberia occidentale nel 1992. co-autore nella stesura dei volumi Alla ricerca di un oceano scomparso, Tethys, Ural e Sulle tracce di Cesare Calciati, editi a Piacenza con i risultati delle spedizioni. Socio fondatore dellAssociazione Archeologica Malena a Piacenza nel 1996, ha partecipato ad alcuni scavi archeologici e paleontologici nel territorio piacentino. Ha frequentato il corso di archeologia subacquea ad Ustica organizzato da Archeologia Viva nel Settembre 1997: Tecnica di scavo subacqueo. Specializzato in viaggi culturali, dal 2004 con Kel 12 come accompagnatore.
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BIRMANIA - Vie dacqua nella Birmania di Upagot - 21 marzo 2014 NICARAGUA, HONDURAS, EL SALVADOR, GUATEMALA Mosaico centroamericano - 19 aprile 2014 BOLIVIA E CILE - Toccando il cielo - 10 maggio 2014 PER - Per in occasione dellInti Raymi - 13 giugno 2014 INDIA - Il Kashmir, la valle dello Zanskar in occasione del festival di Naros Nasjal e il Ladakh - 3 agosto 2014 CINA - Tesori nascosti - 24 agosto 2014
Per saperne di pi www.kel12.com
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Vietnam e CambOgia
Tra Cielo e Terra
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l Cielo e la Terra, normalmente, sincontrano allorizzonte. L, i due elementi sfumano tra loro, si sciolgono nella foschia. Ma, noi sappiamo che esistono due entit diverse che solo la lontananza o la miopia mescolano, confondono. Nel Cielo sta tutto ci che passioni, paure, speranze delluomo hanno escogitato per lodare e maledire un dio, ingraziarsi un elemento della natura, inventarsi lesistenza dellaldil. In Terra si trova quello che le mani, larte delluomo antico hanno prodotto per la megalomania dei potenti, le devozioni dei fedeli, le necessit di graticare chi si immagini stia in cielo a scagliare fulmini o mandare vivica pioggia. Come possono, Cielo e Terra, in questa accezione starsene distanti luno dallaltro ed incontrarsi giusto allorizzonte solo perch in lontananza le cose paiono fondersi? Cielo e Terra acquistano forza dattrarre se abbandoniamo, per il tempo di un viaggio in Vietnam e Cambogia, il modo con cui normalmente li osserviamo. Ecco, noi proponiamo unesperienza in cui invitiamo a non cercare linee nette di separazione tra Cielo e Terra. Sollecitiamo ad essere un po miopi per non individuare questo limite in ci che vedremo, udremo, toccheremo, annuseremo. E non stupitevi se le macchine fotograche vedono tale separatezza. Loro possono registrare solo ci che colpisce la sensibilit dellobiettivo. Le macchine semplicemente inquadrano ci che hanno davanti. La nostra sensibilit, per fortuna, non si valuta col numero di puntini compresi in un certo spazio per fornirci il massimo di nitidezza. Vale di pi, pi duttile, non nalizzata a riprodurre il pi esattamente possibile immagini. I nostri occhi possono vedere ci che ragione, emozioni e miopia creativa suggeriscono. Non importa, perci, se andando dal nord del Vietnam allestremo sud cambogiano anche a noi parr dindividuare limiti netti tra Cielo e tutto ci che sta pi in basso. Se vorremo veramente entrare sotto quel Cielo e conoscere un poco di quei luoghi, dovremo essere capaci dabbassare il Cielo ed elevare la Terra sino a che non si confondano. Cos, in questo viaggio Tra Cielo e Terra, dovremo guardare tutto ci che osserveremo e tocche-
Baia di Halong
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Ali di pipistrello
In Vietnam e Cambogia vorremmo ricostruire quella confusione antica tra terreno e ultraterreno. Le pesanti pietre di Angkor saranno cos liberate dalla forza di gravit che le tiene sse a terra luna allaltra, per suggerirci pi di quello che le sagome dei templi gi mostrano a tutti. In quei macigni scarnicati da sapienti mani che ne hanno fatto emergere forme di non transitoria bellezza, vedremo cos non solo il risultato di valenti artigianalit, ma un contributo alla gloricazione di ci che le credenze hanno sempre immaginato risiedesse in Cielo. In tal modo potremo svincolare quei cumuli darte dalla pur attraente sicit terrena per innalzarla allo stato di piacevole turbamento. Ma la Terra e le pietre non sono le sole ad aver subto questa metamorfosi, elevandosi da pura materia ad emozione. Anche il Cielo, dove risiedono stabilmente gli dei, cambia. Subisce il materialismo degli eventi umani da cui gloricato con preghiere
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www.thaiair.it
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e incensi. Gli si offrono doni e dimore in cui soggiornare durante le visite ai mortali. E Lui, onnipotente ma narciso, si lascia convincere. Abbandona la casa celeste ed accetta un temporaneo trasloco. Nasce in questo modo il tempio, a volte modesto, spesso pretenzioso e maestoso tanto quanto si abbia la necessit di ingraziarsi il dio di turno. Cos il Cielo, per denizione etereo e senza peso, puro spirito, si veste di pietra e acquista una corposit che lo fa discendere in Terra. Nello stesso tempo quelle che erano pure pietre senza forma e anima, sottoposte allo scalpello delluomo credente, perdono parte della loro esistenza terrena per elevarsi un po e mescolarsi con lo spirito degli dei venuti a ricevere lomaggio della pietra che si fa tempio. In Vietnam e Cambogia, il coinvolgimento emotivo di chi sia dotato di miopia creativa, tale da abbassare il Cielo ed elevare la Terra sino a farli confondere. E cos lAngkor Wat, il tempio pi esteso al mondo, riesce a spogliarsi della sua imponenza che lo ncora alle leggi della gravit. Perch qui aria e pietra, fervore religioso e
Preghiera
corposa rafnatezza della materia si compenetrano tanto da divenire indistinti. sempre la stessa Storia. Qui, come in ogni luogo dove lopera umana sia nalizzata alla gloricazione di una deit o inventarne una nuova, il Cielo e la Terra ripropongono sempre leterno rapporto tra religione e arte che da vita a quelle forme in cui spirito e materia, insieme, trovano casa.
Mario Romualdi
MARIO ROmuALDI
Di lui si possono dire molte cose: laureato in sociologia, impegnato nel sindacato, nel giornalismo e nelleditoria, imprenditore e programmatore di viaggi. Ha affrontato il viaggio spesso contemporaneamente, da viaggiatore, scrittore e ideatore di itinerari per Kel 12. Molti modi e tutti assolutamente affrontati con la stessa professionalit. Negli anni ha smussato angolosit, ma non gli mai venuta meno lattenzione per laltro e il sociale. E non ha dimenticato di aver dovuto attraversare lo Stretto di Messina. Di Mario Romualdi, per, non va tralasciata la denizione che pi gli piace, quella di viaggiatore curioso che conosce e scopre, tenta di capire e non vuole tenere tutto per s, ma farne un bagaglio ricco e importante da condividere con altri viaggiatori. E quando Mario accompagna, protagonista a tutto campo: attento, colto, amichevole e rigoroso.
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TANZANIA
Verdi colline dAfrica
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a prima volta che sono salito sul cratere di Ngorongoro rimane indimenticabile. Era ne aprile ed erano gi iniziate un po di piogge. Il paesaggio era verdissimo e laria profumava di terra bagnata, quellodore di terra dAfrica che rimane nel naso e nei ricordi, e che ti spinge a tornarci appena puoi. Mentre salivo le pendici del cratere, ebbi la sensazione di trovarmi in un lm di avventura. La vegetazione, ttissima, era dominata da alberi dalle forme suggestive. I tronchi coperti di muschio ed i rami addobbati con liane e licheni che penzolavano nella nebbiolina del mattino creavano lambien-
tazione perfetta per unavventura epica. Salendo, lumidit si inttiva ed una volta arrivato in cima la visibilit era ridotta a pochi metri. Di colpo la nebbia che mi avvolgeva si alz come un sipario e, di fronte a me, apparve uno dei pi grandi spettacoli che la natura ci abbia mai regalato. Limmenso cratere di Ngorongoro si apriva ai miei piedi e ricordo di aver pensato di trovarmi di fronte al famoso mondo perduto. In quel paesaggio fantastico, cos lontano ed isolato dal mondo che conosciamo, sarebbe stato normale vedere dei dinosauri brucare tranquillamente le foglie dagli alberi mentre, in aria, volavano acrobatici pte-
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Danza Masai
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la Rift Valley. Questa ferita, che incide profondamente il continente africano, qui particolarmente visibile ed era solo unaltra delle meraviglie della natura con cui mi confrontavo. Nel parco del Tarangire oltre agli immancabili animali, ed in particolare ai sorprendenti branchi di elefanti, mi aspettava una delle pi grandi concentrazioni di baobab conosciute. Questi enormi alberi, veri monumenti naturali, davano, pur silenziosi ed immobili, il senso di forza e potenza della natura che accompagna immancabilmente chi si avventura in un viaggio africano. Che dire dei piccoli gruppi di Hazdapi, i boscimani tanzaniani che ho avuto il privilegio di veder cacciare con arco e frecce, non per divertirsi ma per sostentarsi, nei dintorni del lago Eyasi. O ancora, nei pressi del lago Natron, del vulcano attivo Oldonyo Lengai, sacro per i masai che accompa-
Ippopotami
gnati dalle loro mandrie vagano armati di lancia in queste terre senza tempo . . . Il ricordo di un viaggio ci arricchisce, non si svaluta, nessuno pu portarcelo via e ci accompagner per tutta la vita. Di quante cose possiamo dire lo stesso?
Gabriele Fiorese
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Il cratere di Ngorongoro
GABRIELE FIORESE
Terminati gli studi in Lingue e Letterature Straniere presso lUniversit di Venezia ha provato a placare il suo animo inquieto lavorando in ufcio presso un Tour Operator ma dopo tre anni la voglia di conoscere il mondo lha portato ad intraprendere la circumnavigazione del globo in barca a vela. Da l ha oltrepassato il punto di non ritorno. Ha quindi lavorato per diversi anni come residente alle Maldive, Tanzania, Cuba e Venezuela e ha compiuto lennesimo giro del mondo nel ruolo di direttore di regata. Nel 1992 il primo contatto con Kel 12 lo porta a conoscere lAlgeria e a scoprire lamore per un mare diverso ... quello di sabbia. Passione travolgente che lo spinge ad approfondire i viaggi in tutto il Sahara. Ma la voglia di conoscere e di entrare in contatto con culture e popoli sconosciuti lo porta ad esplorare tutta lAfrica: dal Mali alla Tanzania, dalla Namibia al Mozambico. La sete non si placa e allora via: in barca a vela dallArgentina allAntartide e al Cile ... dove lo incontrerete prossimamente?
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ATMOSFERE DAFRICA
EGiTTO - Uweinat: il miraggio degli esploratori 8 maRzO 2014 Namibia, BOTswana E ZimbabwE - Houseboat Safari sui umi Zambesi e Chobe - 1 maggio 2014 BOTswana E ZimbabwE - In mezzo agli animali in campi tendati - 5 luglio e 20 settembre 2014 Namibia - Deserto e nomadi - 2 e 16 agosto 2014
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creazione di nuovi edici, studiati per rendere efciente ed efcace lattivit educativa, col pieno consenso del Ministero dellEducazione. I bambini che frequentano le strutture create e gestite da WHY iniziano un percorso che permette loro una preparazione adeguata alla scuola primaria, con nozioni di lingua e matematica. Oggi sono 9 gli asili ristrutturati o creati ex novo dallassociazione; accolgono circa ottocento bambini sono sparsi principalmente nel sud dellisola e rappresentano una realt viva e integrata nelle comunit. Gli alunni, oltre a ricevere unistruzione, sono seguiti nelleducazione, ricevono pasti, cure e materiale per scrivere e leggere. Gli insegnanti che operano hanno unoccupazione sicura, adeguatamente retribuita e seguono i corsi di aggiornamento ministeriali. Ogni istituto gestito da un comitato composto da rappresentanti dei genitori, insegnanti e un responsabile di WHY che mantiene un collegamento in rete con gli altri asili dellarea. Lo scopo far crescere una coscienza sociale solida, responsabilizzando la popolazione.
Mwendawima il quartiere sud del villaggio di Jambiani nel quale, con il sostegno della Fondazione Aiutare i Bambini di Milano, WHY inizi ad operare sette anni fa. Nei volontari dellassociazione matur presto la consapevolezza che senza un programma per i bambini della prima infanzia, ogni sforzo dedicato alle scuole primarie sarebbe stato vano. Lasilo di Mwendawima nacque dalla precisa esigenza di accogliere i bambini in et prescolare, al ne di coinvolgerli in un processo educativo che scongiurasse il fenomeno dellabbandono della scuola negli anni successivi. Grazie a Cesare Prandelli, commissario Tecnico della Nazionale Italiana di calcio, che sostiene costantemente questa realt, oggi sono 90 i bambini dai 4 ai 7 anni che frequentano la struttura. Lasilo d lavoro a 4 maestre e a una cuoca responsabile della preparazione dei pasti.
Ho apprezzato molto il lavoro svolto con passione e sensibilit dai volontari dellassociazione WHY; ho pensato, con i miei gli Niccol e Carolina, che questo fosse il modo migliore per ricordare Manuela. Sostenere leducazione e la formazione delle nuove generazioni, signica credere possibile lemancipazione culturale ed economica delle popolazioni che abitano questo angolo di mondo. Sono convinto che si debba sempre investire sui giovani, ripartire dalla scuola ed educare i ragazzi alla responsabilit, n da piccoli. Oggi, grazie allimpegno di Kel 12 per WHY possibile fare ancora di pi, creare un nuovo orizzonte per i bambini di Zanzibar. Cesare Prandelli
WHY nata nel 2004 a seguito di alcune esperienze di volontariato vissute dai suoi fondatori. La comprensione del valore e della forza di quanto avevano provato insieme, li ha spinti a dare vita allAssociazione, con lobiettivo di offrire anche ad altri la possibilit di vivere direttamente laiuto alle popolazioni bisognose. WHY oggi festeggia il decimo anno di vita e forte dei progetti realizzati intende aprirsi sempre di pi alla condivisione di esperienze di vita, di lavoro e di accoglienza, al ne di dare un futuro diverso e migliore a chi pi svantaggiato con progetti educativi, di nanziamento e di impiego. WHY opera con la consapevolezza che non ci sono piani diversi fra chi dona e chi riceve, tra chi accoglie e chi viene accolto; lo scambio di queste esperienze arricchisce ciascuno e diventa un valore assoluto, un valore di tutti. www.whyinsieme.org - info@whyinsieme.org
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MONGOLIA
La grammatica nomade
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ffrontare un viaggio implica sempre una certa preparazione, la capacit di adattamento, una disposizione mentale aperta e permeabile ed una commistione variabile di disillusioni e sorprese. Un viaggio in Mongolia non fa eccezione e mette alla prova queste capacit. Capire perch importante visitare questo paese un passo fondamentale nella comprensione di una realt che, seppur pi o meno presente nellimmaginario collettivo, ha implicazioni nascoste e proposte alternative alla nostra idea di mondo. La Mongolia terra di nomadi ed i suoi vuoti e le sue assenze sono per chi non li vive sulla propria pelle, un assedio incomprensibile, sono signicati muti alle orecchie dei sedentari. Imparare a decifrare questa cultura equivale ad imparare una nuova grammatica, la grammatica nomade. In Mongolia la geograa non ha concesso mediazioni; gli antenati dei mongoli, che qui hanno scelto di vivere, si sono semplicemente accordati a questo ciclico ritmo migratorio senza avanzare mai la pretesa di modicarlo.
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Nella pagina precedente: Un giorno come un altro In questa pagina, dallalto: Karakorum - Monastero Erdene Zuu - al centro: Deserto dei Gobi, dune Khongoryn - in basso: Interno di una gher
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David Lovelock
DAVID LOVELOCk
Da sempre interessato alla politica estera e allantropologia, David inizia giovanissimo a viaggiare per lEuropa, le Americhe, lAfrica e lAsia. Dopo gli studi in scienze politiche e in giornalismo decide di trasformare questa sua passione in lavoro. Nel 2009 incontra la trib di Kel 12 in Egitto e ne rimane affascinato, comincia cos la collaborazione in qualit di tour leader. Approfondisce la conoscenza delle aree desertiche e di quelle steppose dal clima continentale, imparando a riconoscerne la variet del patrimonio faunistico e oreale. In queste regioni scarsamente popolate incontra nomadi e stanziali che hanno seguito linee evolutive diverse dalle nostre, accettando solo in parte i compromessi della modernit. .
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ttraverso, affascinata, un caleidoscopio di colori, suoni e odori. Gli occhi si spostano velocemente da una parte allaltra per paura di perdere immagini originali e irripetibili, ma in realt un timore infondato, perch Loro non hanno alcuna intenzione di andarsene. Anzi, gli uomini, eri nei loro costumi colorati e con le loro decorazioni corporali, si muovono sinuosamente, facendo ondeggiare le lunghe gonne vegetali e alzando verso il cielo le loro lunghe lance, mentre le donne, imponenti, con le loro enormi impalcature di piume e lelaborate collane di conchiglie, suonano i tamburi al ritmo dei loro canti. Lemozione tanta, ma anche lammirazione, perch mi rendo conto che queste persone hanno in s la qualit innata e il gusto della decorazione. Il corpo come arte, come strumento di comunicazione; labbigliamento non utilizzato per coprire, ma per far scoprire e svelare qualcosa di s. Gli ornamenti e gli accessori prodotti e inventati da queste popolazioni, rivelano una tendenza a mescolare, reinventare tutto ci che la natura e luomo mettono a disposi-
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Nelle pagine precedenti: a sinistra; Sing Sing di Mount Hagen, donne Andakelkang. A destra; Mare dei Coralli Qui sotto: Guerrieri-scheletro
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A ogni occasione corrisponde uno specico ornamento del corpo e la corrispondente decorazione del viso. Tuttavia, sarebbe un errore non prendere in considerazione laspetto puramente teatrale ed estetico di queste invenzioni pittoriche. Ad esempio, in occasioni degli scambi cerimoniali tra le diverse trib, i membri di ogni etnia gareggiano tra loro, non solo sulla quantit e qualit dei beni scambiati, ma anche per la supremazia decorativa. Nellornamento, non trascurata la capigliatura che in alcuni casi, come quello degli Huli degli altopiani, impreziosita da un copricapo fatto di capelli umani simile per la forma ad un tricorno di foggia vagamente napoleonica. Questi strani cappelli sono simboli di prestigio e gloria e, comunicando il passaggio a una fase adulta, diventano oggetti di seduzione. Impossibile spiegare a parole, quanto si pu ammirare assistendo al Sing Sing di Mount Hagen, perch La Realt supera la Fantasia.
Anna Canuto
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ANNA CANUTO
Laureata in lingue orientali, ha trascorso lunghi periodi in Egitto che diventata la sua seconda casa. Da qui, lamore per le diverse culture e per i popoli la porta a viaggiare in quasi tutto il mondo: tutta lAfrica e gran parte dellAsia, delle Americhe e dellOceania; pi di 60 i paesi visitati. Lincontro con Kel 12 avviene nel 1987 e dal quel momento la collaborazione stata sempre pi intensa e continuativa. Nel 2007, Anna corona uno dei suoi sogni: si laurea in antropologia. Tour leader esperta e programmatrice di alcune destinazioni come la Papua Nuova Guinea, lIrian Jaya, la Nuova Caledonia, le Isole Marchesi e i trekking in Nepal, Anna si occupa anche di relazioni e formazione per le agenzie di viaggio. La sua curiosit la porta anche a sperimentare nuove mete per poi condividerle con Kel 12.
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BhUTan - Monasteri tra le nuvole in occasione del festival di Paro- 7 aprile 2014 NEpal - Royal Mustang Jeep Safari in occasione del Tiji festival- 18 maggio 2014 NEPAL - La valle di Kathmandu e il Terai - 28 settembre 2014
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Un ringraziamento speciale alla fotografa Angela Prati per la sua preziosa collaborazione.
FOTO: Angela Prati (Tibet, Madagascar, India, Vietnam e Cambogia, Tanzania, Mongolia) Anna Maspero (Bolivia) Elena Dak (Tchad) Nicola Pagano (Etiopia, Papua) Paolo Brovelli (Guatemala) Paolo Ghirelli (Iran) E inoltre: Agenzia di promozione turistica del Centro America, Dwarikas Hotel, Paukan Cruises
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