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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI


12 RACCONTI PER 12 VIAGGI SFUMATURE - dettagli in viaggio

www.kel12.com
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Esiste un modo diverso di viaggi


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Il nOsTRO ViaGGiO RiCERCa Di inCOnTRO; COn la naTURa, la sTORia, laRTE. InCOnTRO COn lalTRO, il DiVERsO, Da COnOsCERE E RispETTaRE.

el 1978, sembra ieri, il mondo era una cosa diversa. Internet non esisteva, le informazioni e le immagini erano ancora mediate da libri e rari documentari. I viaggiatori che si avventuravano fuori dalle rotte conosciute erano pochi, romantici, nomadi, che rispondevano ad unesigenza personale. Non cerano telefoni, bussole satellitari, assicurazioni. Si era soli con il viaggio e con un senso dellandare che lasciava ampi margini allimprevisto. Il Sahara era la patria della libert. Pochi conni, da attraversare senza neanche rendersene conto e dogane che erano container piazzati nel vuoto. Fu l che Sergio Scarpa Falce fond Kel 12: una trib del deserto che si aggiungeva alle altre trib tuareg che gi abitavano i milioni di chilometri quadrati di vuoto che componevano il pi grande deserto del mondo. Nel tempo altri proseguirono portando la loro esperienza di viaggiatori e nuovi orizzonti. Alla meta originale si aggiunsero, uno dopo laltro, nuove destinazioni e itinerari insoliti. In questi anni abbiamo raggiunto per primi luoghi che solo dopo altri hanno scoperto, abbiamo aperto strade, tracciato sentieri che oggi sono diventati comuni, ma che comuni, vissuti con Kel 12, non sono mai. Il nostro viaggio non una rapida, seppur emozionante, visione dei luoghi; non la visita, spesso banale e frettolosa, ad un villaggio. Il nostro viaggio ricerca di incontro con la natura, la storia, larte. Incontro con laltro, il diverso, da conoscere e rispettare. Questa la losoa che ci accompagna e che ci ha fatto arrivare tanto lontano. Lo spirito sempre lo stesso; stessa voglia di andare e scoprire un pianeta in eterno divenire, con locchio attento a tutto ci che cambia. Stessa attenzione alle prestazioni, ai dettagli, alle esigenze dei nostri viaggiatori che hanno fatto di noi ci che siamo e che tracciano, insieme a noi, il nostro futuro.

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sommario

32
Tibet

2
la nostra storia

42
Madagascar

6
novit web

50
Guatemala

8
sfumature

56
India

20
Bolivia

62
Tchad

26
Etiopia
4

70
Iran

78
Vietnam e Cambogia

94
Mongolia

86
Tanzania
Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversit delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti dErminia, di Persia e di Tarteria, dIndia e di molte altre province. E questo vi conter il libro ordinatamente siccome messere Marco Polo, savio e nobile cittadino di Vinegia, le conta in questo libro e egli medesimo le vide. Il Milione
Marco Polo era un grande, non c dubbio. E con lui, prima o dopo di lui, Erodoto, Ibn Battuta, Cristoforo Colombo solo per citarne alcuni. Con le loro storie ci hanno raccontato di

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Papua

12 racconti per 12 viaggi


mondi lontani, di culture ignote e terre inesplorate. Ci hanno iniziato, tra verit e meraviglia, ad accettare il diverso e linconsueto. Oggi, il racconto di viaggio meno fantastico; predominano forse laspetto descrittivo e la realt delle immagini. E tuttavia non c nulla di pi affascinante della voce narrante di chi, in prima persona, ha visto e udito Da qui, dunque, vogliamo partire: dodici racconti, scritti con seriet e passione da dodici dei nostri esperti accompagnatori, ci conducono in alcuni luoghi straordinari del nostro pianeta. Ma ora tocca a voi, viaggiatori del mondo: scriveteci i vostri racconti e inviateli a raccontidiviaggio@kel12.com; i pi suggestivi saranno scelti per la prossima edizione.

Sfumature

dettagli in viaggio

Ci sono viaggi che nascono dallidea di ritrovarsi in un luogo speciale e in modo esclusivo. Sono viaggi-evento, dove levento rappresentato dalla preziosit di un dettaglio Poche partenze lanno per vivere, oltre al viaggio, occasioni straordinarie; per valorizzare aspetti inconsueti dellaltrove; per condividere il piacere dello stare insieme. Per saperne di pi, vi invitiamo a leggere le parole di Mario Romualdi, ideatore e accompagnatore di questi itinerari speciali.

Kel 12 progetto WHY


Scegliendo i viaggi di Kel 12 in Tanzania contribuisci a sostenere WHY - A World Home For Youth, lAssociazione ONLUS che realizza e sostiene progetti educativi, asili e scuole a favore dei bambini di Zanzibar. (pagine 92 e 93).

Il viaggio comincia con un click

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nnumerevoli tipologie di viaggio tra cui scegliere, itinerari corredati da punti gps, i proli degli esperti accompagnatori e le rotte che seguono, tutte le informazioni necessarie a conoscere, capire e selezionare un viaggio: il nuovo sito di Kel 12 chiaro, accattivante, di utilizzo semplice ed intuitivo, ricco di funzionalit innovative.

Programmare un viaggio oggi davvero facile: basta un click. Lemozione inizia gi da casa, puntando il cursore sulla cartina del globo, scegliendo destinazioni e itinerari, scorrendo immagini e tracciati. Una mappa del mondo facilita la selezione di un qualsiasi Paese per scoprire gli itinerari ad esso collegati, scorrerne le immagini e accedere ai proli degli esperti che accompagnano i gruppi.

altres possibile scegliere i viaggi progettati su misura, itinerari che possono essere programmati con laiuto di consulenti capaci e sensibili. In questo caso sufciente richiedere un preventivo personalizzato: saranno previsti sistemazioni, guide e dettagli secondo le vostre esigenze.

Diventa immediato e semplicissimo selezionare una destinazione in base ai propri interessi, al tipo di viaggio, allarea geograca, alla data di partenza e naturalmente al budget. I men a tendina conducono attraverso innumerevoli alternative, no al viaggio perfetto. E una volta individuato, non resta che scaricare i moduli che descrivono il programma in ogni dettaglio, le condizioni generali e lassicurazione di viaggio: semplice ed efcace! Si potr vericare, in tempo reale e costantemente aggiornati, date di partenza, disponibilit, tariffe e supplementi; tutte le informazioni del mondo Kel 12 a portata di mouse. Con la nuova interfaccia web possibile scegliere i viaggi di gruppo, accompagnati da esperti che, per la loro intimit con lambiente e la cultura del luogo, rappresentano un prezioso valore aggiunto di ogni meta. Le partenze sono previste a date sse e litinerario studiato afnch il viaggiatore possa trovare il giusto equilibrio tra i luoghi da scoprire e il modo migliore per visitarli.

E per chi vuole viaggiare con maggiore autonomia, il sito Kel 12 riserva proposte pi agili: itinerari studiati per conoscere lessenziale e decidere On the road quali e quanti aspetti del viaggio approfondire. Una sezione a parte dedicata al Grande Nord: un mondo a s, cui abbiamo dedicato unquipe specializzata, Arctic Team. Non poteva inne mancare una sezione dedicata ai cataloghi, a cui, da sempre, Kel 12 dedica massima attenzione e cura: i fascicoli della programmazione in corso, le edizioni speciali e quelle storiche, che rappresentano le radici di Kel 12; tutte in versione sfogliabile e condivisibile sui principali social network, cos da avere lo sguardo rivolto al futuro e i piedi piantati saldamente nella storia.

Per continuare il tuo viaggio, naviga con Kel 12 su:

Natura e arte sincontrano a Petra

di Mario Romualdi
Cera quasi tutto lo stato maggiore di Kel 12 accomodato su capienti divani. Ordine del giorno: 1) Lancio di viaggi caratterizzati da speciali eventi che solo noi proponiamo in Italia. 2) Nome da dare a tali iniziative. 3) Varie ed eventuali. Le Varie ed eventuali non hanno comportato problemi, le abbiamo sviscerate con gusto pranzando a Piazza Sordello. In realt, non abbiamo riscontrato disaccordi neppure sullargomento principale, lindividuazione di aspetti inconsueti da inserire negli itinerari di alcune regioni del pianeta. In Birmania, Centroamerica, Nepal, Indocina, Giordania, Namibia, Per Aspetti che vogliono essere di forte attrazione per la loro straordinariet. Straordinario, ecco il termine che con un pizzico dorgoglio e con la consapevolezza di non usare impropriamente una parola spesso abusata, associamo a tali viaggi. Come meglio denire, infatti, loccasione concessaci in esclusiva di cenare dentro il Parco archeologico di Tikal proprio accanto alle piramidi della Gran Plaza, di visitare da soli Petra di notte, dormire nel punto pi alto vicino alla Tomba di Aronne e banchettare a lume di torce nella Piccola Petra, di scoprire la rinomata cucina peruviana accanto ai macigni di Sacsaywaman nella spianata di Cuzco dove ogni anno si svolge la festa dellInti Raymi, di farsi trasportare da una barca birmana di gran charme tutta nostra lungo lIrrawady per attraccare su un isolotto deserto

dove assistere ad uno spettacolo della Scuola Nazionale di Marionette illuminato da un gran fal? Tutto si complicato quando si trattato di trovare un nome da dare a questo lone di viaggi. Eventi, Incontri, Speciali. C chi ha azzardato Esperienze, Occasioni, Avvenimenti e persino Chicche. Il tentativo era quello dindividuare un termine che desse pienamente il senso generale di itinerari in cui includere aspetti particolari, in grado di identicare immediatamente la nuova serie di proposte. Errore. Eventi-Incontri-Speciali-Esperienze-Avvenimenti-Occasioni sono denizioni troppo pretenziose ed eclatanti e non rendono il senso del nostro progetto pure perch, paradossalmente, sono inadeguate anche per difetto. Sfumature stato il nome emerso da solo nella discussione. Non stato necessario scovarlo tra le pieghe dimpegnati ragionamenti o nelle pagine di un dizionario di sinonimi e contrari. Si presentato autonomamente. Si imposto quando ci siamo accorti che il nostro sforzo, nellindividuazione di tali proposte, stava proprio nel costruirne con speciale cura alcuni dettagli. Cos, Sfumature, prima ha fatto capolino quasi timidamente, forse timoroso del fatto che il senso comune possa individuarlo come elemento non essenziale, parte secondaria di qualcosa di cui si pu fare a meno perch, appunto, sfumatura. Poi, non si lasciato intimorire neppure dal fatto che a volte sia considerato sinonimo dinezia, parte minima di un insieme che esiste anche senza il dettaglio stesso. Inne, pi qualcuno cercava di relegarlo nel signicato di accessorio, insignicante e marginale, pi rivendicava limportanza del suo essere elemento che caratterizza ci che interessante, la bellezza, la godibilit, lattraenza. In realt, pensandoci bene, come non ritenere che la signora Lisa non sarebbe mai diventata La Gioconda, se non avesse posseduto quelle minuzie nel sorriso che lhanno reso misterioso e ambiguo, remissivo ma quasi supponente, sfuggente e sottile ma ironico e sensuale, proprio perch appena percettibile, accennato una sfumatura, appunto?

Sfumature, quindi, come valore aggiunto a ci che pu gi essere apprezzabile. Un vocabolo che, se tenuto in giusto conto, assume il senso non di lieve differenza ma di valorizzazione dun tono di voce, unopera musicale, un personaggio, un viaggio... Di tutto ci che possa offrire maggiore valore espressivo e soddisfazione se arricchito con le dovute accortezze. E cos Sfumature, forte della consapevolezza di poter essere laspetto, la specicit propria del nuovo lone di viag-

Pozzanghere ad Antigua
gi, s fatto adottare come logo di questo progetto. Sotto linsegna Sfumature presentiamo quindi itinerari che, oltre a contenere la ricerca delle consuete caratteristiche di qualit, pongono particolare attenzione a un elemento che fornisca pi personalit al viaggio. Lintento certamente ambizioso, anche perch gli eventi esclusivi li costruiamo in modo che siano momento dincontro di due o tre gruppi che autonomamente percorrono itinerari diversi, per darsi appuntamento proprio e solo in quelloccasione. La difcolt sta pure nel fatto che questi viaggi non li proponiamo in coincidenza di avvenimenti noti da sempre come il Kumbh Mela in India, il Naadam in Mongolia, lInti Raymi in Per.

Sul lago inle remano cos


In queste e in molte altre circostanze la portata del fenomeno che esiste indipendentemente da noi a far da traino, perch in grado dattrarre con forza lattenzione proprio per essere gi conosciuto a livello planetario. Nel nostro caso spetta a noi inventarne alcuni che creino interesse sufciente a stimolare la sensibilit di chi da anni ci offre la propria ducia. E noi, anche grazie a rapporti costruiti col tempo in tanti spicchi di mondo, avanziamo proposte che crediamo siano effettivamente originali, esclusive e graticanti.

Qui sotto: Suonatore a Jerash


Il viaggio lincontro con luoghi e con laltro, inteso come abitante del posto ma pure come compagno di valigia. Noi vogliamo costruire occasioni caratterizzate da avvenimenti che amplichino il senso dellincontrarsi. Ci piace pensare che, pur non costituendo una comunit, chi viaggia con noi lo faccia perch sceglie non solo un itinerario confezionato pi o meno accuratamente, ma ritenga anche di far parte di un insieme di persone con cui abbia qualcosa in comune. Nella quotidianit si assai diversi per tanti aspetti secondari o imprescindibili del nostro agire. Ognuno ha i suoi orientamenti nellalimentazione, arte, abbigliamento, religione, sport, cinema e, quindi, con le lumache e i cani, Raffaello e Andy Warhol, il tanga leopardato e il Galles Gessato Grisaglia, lIslam e il Cristianesimo, la Fiorentina e lInter, Tinto Brass e Antonioni, ci si pu rapportare positivamente o con avversione totale. Conseguentemente, in occasione del viaggio ci si trova con altri dotati di personalit non di rado assai differenti. Saper stare insieme, coscienti di possedere, e manifestare, disomogeneit divie-

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ne fondamentale per la riuscita di unesperienza comune in giro per il mondo. Inoltre, anche se normalmente non ci si pensa, durante un viaggio cintroduciamo in una condizione davvero particolare. Non esistono, infatti, momenti diversi da questi nei quali si condivida tanta parte di una giornata con altri. Vi sono ulteriori circostanze in cui si stia insieme con le stesse persone dalla sveglia, spesso prima della norma, alla sera, non di rado tardi? Non con i familiari, i colleghi dufcio, gli amici, la portiera, i vicini di casa. Nella dimensione temporale del viaggiare si sommano tutti gli spezzoni di tempo che dedichiamo a queste diverse gure. Eppure i nostri compagni di valigia usualmente non sono nemmeno parenti, amici, colleghi, conoscenti. Sono solo persone che hanno preferito, come noi, la stessa destinazione. Pensandoci bene, per, in questo solo non vi esclusivamente la volont di nalizzare identica quantit di tempo e denaro per salire su un aereo. Ci deve essere, vi effettivamente, qualcosa di pi impegnativo. C la scelta di andare molto lontano per incontrare laltro e le sue diversit. In ci possiamo individuare una stessa sensibilit che, pur espressa in modi diversi, orientata a conoscere, (e a volte capire), cercando di vedere oltre la supercie delle cose e degli uomini che sono inquadrati dalla nostra macchina fotograca. Ci piace pensare che dietro tale scelta vi siano ragioni profonde, e impegnative, perch si tratta di recarsi dallaltra parte del mondo spinti da quella sana curiosit che ci convince ad abbandonare abitudini e agi quotidiani, attratti da un altrove che custodisce terre e facce diverse. In questa parola non vogliamo leggervi solamente altro luogo. Preferiamo arricchirne il senso interpretandola non unicamente come posto lontano da quello a noi noto per quotidiana frequentazione. , anche, espressione composta da altro, inteso come uomo diverso da noi e ove, luogo differente da quello in cui viviamo normalmente. Altrove, pu assumere quindi il senso pi completo, e coinvolgente, di terre distanti pi delle miglia che ci separano, in cui incontriamo pi o meno fugacemente facce differenti dalle nostre. Aspetto, questultimo, che richiama un detto a noi caro che recita Se vuoi conoscere il mondo, devi incontrarne gli uomini. In ci sta quel nocciolo di ragioni comuni che fanno di chi prepara la valigia per una stessa destinazione compagni di viaggio. Non richiesta unidentica visione del mondo ma, casomai, il medesimo impegno nel tenere docchio lorologio per essere puntuali. Non si pretende che si ami la diversit (dei locali ma anche degli altri partecipanti) ma, ovviamente, che si rispetti. Non obbligatorio che ci si trovi tutti

reciprocamente simpatici, per si suppone che si possano costruire relazioni personali basate su un comune sentire. Non previsto che si disponga di omogenee sensibilit, ma dello stesso desiderio di approfondire la realt che scorre oltre il nestrino dellautobus. Proprio da tali caratteristiche fondamentali presenti nel comune sentire dei viaggiatori prendiamo spunto per la nostra proposta.

Mentre balla
Ci piace pensare che questo senso della condivisione trovi lambiente pi adatto per manifestarsi in particolari condizioni di viaggio. Quando, oltre a consentire generali modalit di partecipazione interessanti e, perch no, godibili, si crei uno spunto (levento, il dettaglio, la sfumatura), che accentui la sensazione di prendere parte a qualcosa di speciale che amplicato proprio dallo stare con altri. Vi sono momenti, come un tramonto nel deserto, durante il quale la ricerca della solitudine per trovare il punto migliore per salutare il sole, non toglie nulla agli altri, per-

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ch legoismo della visione non troverebbe la situazione adatta per manifestarsi accanto a molte persone. Basterebbe un vocio inopportuno per spezzare quel lo emotivo che ogni singolo cerca di creare con la palla infuocata che sembra immergersi irrimediabilmente oltre il visibile. Vi sono casi in cui, al contrario, c quasi il bisogno di partecipare condividendo unesperienza che moltiplichi per

ognuno le sensazioni. Specie quando si tratti di qualcosa di diverso dal semplice osservare, perch a volte ci che non trasmetti agli altri appare un po meno vero. Per questo abbiamo deciso di proporre ogni anno alcune, tre o quattro, iniziative per dare la possibilit di vivere esperienze con sfumature normalmente impossibili da apprezzare se non in queste circostanze.

Sfumature 2014
Le proposte dettagliate di Sfumature vi giungeranno molti mesi prima delle date di partenza. Qui ci soffermiamo essenzialmente sullevento particolare di ogni viaggio e non sulle loro caratteristiche generali.

21 mARZO VIE DACQuA NELLA BIRmANIA DI UPAGOT


una nostra esclusiva. Servizi eccellenti, un pezzo unico proposto solo una volta lanno. Lo riprogrammiamo con una pi graticante barca solo per noi, la Paukan 2007, per cinque giorni lungo lIrrawady (www.paukan.com). Andiamo pure in villaggi ignoti al turismo raggiungibili solo via ume con una sosta notturna su un isolotto per una cena intorno a un fuoco e rappresentazioni della Scuola Nazionale Birmana di Marionette,dopo aver ricevuto la visita di Upagot.

Cena evento
rilassati e hotel di charme prenotati da un anno. Resort, bungalow e ville sui laghi, nella foresta, sul ume a Bagan nel parco archeologico per andare anche da soli nel sito allalba o di notte. Permetteteci due consigli. Frequentiamo la Birmania dal 1978 e sino ad ora stato tra i paesi al mondo meno stravolti dalloccidentalizzazione. Se aveste intenzione di andarvi concedetevi qualche giorno di barca perch tutto acquista un diverso sapore. Ma, con chiunque intendiate farlo, fatelo prima possibile perch il suo isolamento nito e subir in brevissimo tempo uno straordinario cambiamento nella sua pi intima essenza, di cui sono segnali ineludibili i forti incrementi di turisti e prezzi.

La nostra paukan 2007


In totale navighiamo sette giorni tra umi e laghi perch il modo pi piacevole e in sintonia con le caratteristiche antiche delle localit scelte. Recarsi in Birmania soddisfa tutti in qualsiasi modo si visiti, ma incontrarla per vie dacqua altra cosa e consente suggestioni rare. Nulla a che vedere con crociere come quelle da Luxor ad Aswan. Niente buffet inniti e pennette a mezzanotte, serate in maschera e ricchi cotillon... La nostra solo unesperienza intensa che parr troppo breve. Ritmi

In la per il pranzo

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Vulcano e lago di Atitlan non smettono di attrarre

19 APRILE MOsAICO CENTROAmERICANO, NICARAGuA, EL SALVADOR, HONDuRAs 22 APRILE PANAmA, E NON sOLO. DAL CARIbE ALLA SELVA, TRA KuNA E LACANDONI 22 APRILE GuATEmALA ChARmE 26 APRILE IL MEGLIO DEL GUATEMALA
Due pernottamenti dentro il Parco archeologico di Tikal con una cena, sino ad ora impensabile anche per chi come noi frequenta il sito da decenni, proprio accanto alle piramidi che durante il giorno sono attrazione per migliaia di persone, ma che di notte si concedono solo a noi. La sfumatura in questo caso consiste in una cena che riunir, in una radura vicino ai templi, quattro gruppi che viaggiano in diverse parti del Centroamerica. Ci piace rilevare che normalmente difcile anche solo riuscire a dormire dentro il parco per le scarse strutture ricettive, da prenotarsi un anno prima. Ma ci permette il privilegio di starvi anche nelle prime ore del mattino e nel tardo

pomeriggio, quando va via la stragrande parte di visitatori che non pernottano qui. Dormire dentro o fuori del sito non assolutamente la stessa cosa. Per questo siamo ancora pi lieti di offrire ai nostri compagni di viaggio, non solo il Jungle Lodge vicino alla Gran Plaza, ma anche la cena in un luogo inaccessibile ad altri, grazie al prezioso contributo del CATA lente che promuove il turismo in Centroamerica. Proponiamo anche unassoluta novit, facoltativa. Volo in elicottero da Tikal per visitare El Mirador ancora in gran parte protetto dalla vegetazione. (Laltro modo per giungervi un trekking di 6 giorni nella giungla). Offre la piramide pi alta e il maggior numero di edici mai costruiti in un sito maya. Gli esperti dicono che quando terminer il disboscamento e restauro, El Mirador far passare in secondo piano persino Tikal. Ritengono infatti che nessunaltra citt maya abbia pi raggiunto le sue dimensioni.

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28 sETTEmbRE LA VALLE DI KAThmANDu E IL TERAI 30 sETTEmbRE ROyAL MusTANG, JEEP sAfARI 5 OTTObRE, NEPAL ChARmE, LA VALLE, IL LAGO E LA fOREsTA,
A ottobre, quando il Nepal pi verde, con cielo terso e visioni montane impossibili in altri periodi, tre gruppi sincontrano in un posto speciale. Soggiorniamo e abbiamo prenotato solo per noi il giardino di uno degli hotel con pi personalit al mondo, il Dwarikas. Un po museo, un po casa nobiliare fascinosa, rafnata, antica. Gli ambienti comuni e le stanze ognuna diversa dallaltra, sono il risultato di ricerche di materiali, mobili e arredi antichi e prestigiosi, curati con passione dal proprietario. Per anni ha cercato e restaurato porte, nestre, travi, statue, colonne, balconi e quantaltro per sottrarli al tempo e alla noncuranza umana. Ha completato lopera collocandoli in palazzine tradizionali restaurate per accoglierli. La sfumatura del viaggio sta nel fatto che per la prima volta solo noi possiamo fruire degli spazi del giardino tra le antiche graziose palazzine dellhotel, per una cena tradizionale con una cucina locale che, siamo sicuri, pochi hanno avuto il piacere di gustare. Il tutto arricchito da un ambiente assai coinvolgente. Regalatevi una sorpresa: evitate di andare a visionare su Internet questa casa nepalese e il suo giardino prima di averne varcato lingresso.

Sopra e sotto: Hotel Dwarikas a Kathmandu, il giardino e un particolare dellinterno

Paesaggio duro da vivere

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Sfumature 2015
INIZIO DI GENNAIO INDOCINA
Cincontriamo in una risaia, un fazzoletto di campagna allagata nel nord del Vietnam, per guardare le marionette nellacqua. Due gruppi, con itinerari diversi in Indocina, hanno un appuntamento speciale nella zona in cui la storia di queste marionette ha origine. Nascono dove le piene del Fiume Rosso provocavano inondazioni che costringevano a sospendere il lavoro nei campi. I contadini, per ingannare lattesa ed esorcizzare il fenomeno, si dilettavano con le marionette usando proprio lelemento che li costringe ancor oggi a periodi dinattivit. La scena una gran pozza dacqua e i burattinai, nascosti dietro una tenda, vi sono immersi sino alla vita. Le marionette sono mosse da canne di bamb che lavorano sottacqua. Leffetto straordinario perch pare che i personaggi vi si muovano sopra. Lo spettacolo amplicato da musiche e voci.

Marionette nellacqua

Il bayon ad Angkor Sotto: Uomo nellacqua


Questa particolare tradizione, che ora rappresentata in un teatro ad Hanoi, la facciamo rivivere proprio nel suo ambiente naturale originario. Ma, possiamo anche usare la disponibilit delle autorit locali per uninsolita cena nel Tempio della Letteratura ad Hanoi, col sottofondo musicale di un gruppo di musiciste che con strani strumenti si esibiranno in uno dei cortili della prima universit del Paese.

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FINE APRILE. GIORDANIA


C solo limbarazzo della scelta nellindicare eventi che rendano lincontro tra i due gruppi degno dessere ricordato a lungo. Le sfumature di questo viaggio sono la visita notturna da soli a Petra, dormire nel punto pi alto sul sito vicino alla Tomba di Aronne e banchettare a lume di candela nella Piccola Petra. Tutto ci compreso in itinerari in cui scopriamo insieme che anche in una meta di turismo come la Giordania,

Roccia scarnicata
realizziamo esperienze non comuni a tutti quelli che vi si recano. Tre notti a Petra per conoscerne ogni sentiero tra quellarenaria scarnicata dalla mano antica delluomo, che ne ha fatto emergere forme di non transitoria bellezza. Una notte in un campo tendato appositamente allestito per noi e unaltra sul Mar Morto per assorbirne appieno laspra spettacolarit. Una giornata a piedi o con dromedario sino alla tomba di Aronne, attraversando la Petra ignota ai pi, dove ancora vivono gli ultimi abitanti allontanati dalla parte di sito ora consegnato ai turisti.

Tessere bizantine Qui in basso a sinistra: Il deserto del Namib in volo - A destra: Aspettano, in posa

INIZIO sETTEmbRE. NAMIBIA, SUDAFRICA, BOTSWANA


In questa regione, lunica al mondo dove in un men appaiano coda di coccodrillo e sacher torte, da decenni offriamo proposte diversicate ed appaganti. Anche qui prevediamo un evento in un posto assai

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frequentato di giorno, ma che dal tardo pomeriggio deserto. La scena proprio il deserto del Sussusvlei con dune altissime che si riettono in un inaspettato laghetto. Sono, pare, le pi alte al mondo. Ma, ci che pi conta che esistano e che noi siamo qui, soli. Attendiamo che la carne alla brace sia ben cotta, in un ambiente che un continuo riproporsi, ogni minuto che passa, di scenari grandiosi conditi di rosa arancio e di tutti i colori della fantasia. luogo meta dogni viaggio in Namibia, il pi fotografato e tra i pi richiesti come set cinematograci per la sua spettacolarit. Nel pomeriggio, arriviamo con le jeep nel cuore di questo paesaggio che smette dessere calpestato da troppi bipedi per offrirsi solo a noi.

Sabbia del Sussuvlei

FINE OTTObRE. PERU, BOLIVIA


I diversi percorsi dei due gruppi sincrociano una sera accanto ai macigni di Sacsaywaman nella spianata di Cuzco dove ogni anno si svolge la festa dellInti Raymi, per una cena che celebra lormai famosa arte culinaria peruviana. Questo pezzo di mondo possiede una diversicata realt che non solo il Machu Picchu, e non si pu comprimere in una cartolina in cui compaiono delle rovine sparse in un prato verde sovrastato da un dentone roccioso. Noi proponiamo il viaggio per quelli che Quechua non solo un marchio di abbigliamento sportivo. La garua non mero telo lattiginoso di malinconia che avvolge Lima, ma anche motivo dispirazione letteraria che fa dire a Melville Lima ha preso il velo bianco. La realt peruviana e boliviana va vista senza far diventare invisibili, come succede a Garabombo nel romanzo di Scorza, tutto ci che contrasti con i nostri schemi mentali e che non gratichi gli obiettivi fotograci. Il lago Titicaca non sidenti-

Saline di Maras

Cerchi di Moray

ca solo con le affollate isole di Taquile e degli Uros ma con lisola del Sole in Bolivia dove nasce tutto il mito Inca. Per tutti quelli che pensano che il Pisco sour sia pi di un miscuglio di acquavite, lime, zucchero e albume, organizziamo itinerari che conuiscono una notte a Sacsaywaman. Saremo soli. Non ci saranno le tante persone che di giorno fotografano quelle ciclopiche pietre pensando che non sono certo arrivate qua trasportate da esseri umani. Ma, la suggestione del luogo sar tale che anche qualcuno di noi sar tentato di pensare non vero ma ci credo.

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Partecipa al Concorso! Un prodotto Swarovski Optik e la prossima foto in copertina potrebbero essere tuoi.
Invia il tuo scatto a concorsofotografico@kel12.com o pubblica la tua foto nella Fanpage di Kel 12 entro il 31/01/2014. Una giuria di esperti e i Fan di Kel 12 nomineranno la foto vincitrice.

Concorso riservato ai viaggiatori Kel 12 (fotografi non professionisti)

SWAROVSKI OPTIK riavvicina luomo ad apprezzare la magia dellattimo e ne condivide il piacere di osservare, il fascino per il celato e il bello. Il mondo appartiene a chi sa apprezzare il bello. Assapora il momento. SEE THE UNSEEN.
Per saperne di pi, leggi il regolamento su www.kel12.com e su www.swarovskioptik.it

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

NOn HO DI MIO PI DEL SOGnO DEL pASSAGGIO. IL RESTO SOLO TERRA E CIELO.
Fernando Pessoa

BOlivia
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Toccando il cielo, la magia delle terre alte

olivia Magica e Bolivia - Cile, Toccando il cielo: due viaggi che si incontrano nellestremo angolo meridionale della Bolivia, fra i paesaggi straordinari delle terre alte. Il primo itinerario completato dalla visita di preziose citt coloniali come Sucre e Potos, per nire con lincanto dellimmenso lago Titicaca e la folla colorata dellincredibile La Paz. Il secondo itinerario inizia e termina nellestremo lembo settentrione del Cile, sempre attraversando parchi e deserti dalta quota fra lagune, vulcani, saline e geyser che non niranno di stupire chi alla ricerca di una totale immersione nella natura. Il tratto comune del percorso sullaltopiano boliviano si snoda a unaltitudine media di 3800 metri lungo lantica via del sale, un tempo percorsa da lunghe carovane di lama con i loro carichi. La vita qui non molto cambiata nel corso dei secoli: piccole comunit indigene, raccolte intorno alle chiesette di ado-

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

be, sopravvivono con uneconomia di sussistenza basata sullallevamento dei lama, la coltivazione della quinoa e, non ultimo, il turismo davventura che ha recentemente scoperto questi straordinari deserti dalta quota. Sono luoghi estremi e solitari, laria trasparente, il silenzio assoluto, la notte illuminata da milioni di stelle Il paesaggio quello stepposo della puna, con temperature notturne che scendono parecchio sotto lo zero e un forte vento che sofa a intervalli regolari a causa delle escursioni termiche fra giorno e notte. Nella nostra estate inverno in Bolivia, ma il clima secco, i cieli tersi e il sole regala un piacevole tepore. La sera poi ci aspetta linsperato

comfort di piccoli hotel costruiti con le comunit indigene locali e perfettamente integrati nellambiente desertico o la magia di un hotel de sal, dove tutto, ma proprio tutto, costruito con blocchi di sale, tavoli, sedie e letti compresi. In questa natura ostile alla vita sopravvivono radi cactus e la llareta, un arbusto simile a un lichene che costituisce il solo combustibile reperibile. Dove scorre lacqua di scioglimento dei nevai o vicino alle lagune, ciuf gialli di paja brava sono sufcienti per la sopravvivenza di lama, alpaca e delle timide vigogne, un camelide selvatico no a pochi anni fa a rischio destinzione. Non raro avvistare volpi, qualche vizcaccia che saltella fra i massi e, con un po di fortuna, un condor solitario. nel Parque Nacional de Fauna Andina Eduardo Avaroa che laltopiano boliviano nasconde i suoi gioielli pi preziosi: le splendide lagune dalle diverse sfumature e metamorfosi di colore, circondate da vulcani e popolate da

In alto: Il Salar de Uyuni: la raccolta del sale

A sinistra: Gruppo di vigogne

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migliaia di aristocratici fenicotteri. Tutto intorno paesaggi surreali come le Rocas de Salvador Dal, formazioni rocciose improbabili come lArbol de Piedra e luoghi infernali come il Sol de Maana, con fumarole, pozze di fango ribollenti e un penetrante odor di zolfo. Poco pi a nord si raggiunge labbagliante paesaggio lunare del salar pi grande e pi alto del mondo: unimmensa distesa di 12.000 chilometri quadrati di sale su cui i nostri fuoristrada corrono veloci. Quando piove la supercie di un bianco abbacinante si allaga, creando incredibili effetti ottici e riettendo come in uno specchio il paesaggio circostante. In lontananza appaiono i proli del Volcan Tunupa e delle isole che punteggiano il salar, anchesse cime di antichi vulcani. La pi bella lIsla Inkahuasi: ci godremo dallalto delle sue rocce una vista spettacolare sulla supercie piatta del salar in contrasto con la verticalit dei cactus che hanno colonizzato lisola. Nelle saline vicine al villaggio di Colchani si lavora ancora con mezzi primitivi per tagliare il sale in blocchi regolari o

Qui sopra: Donna Aymara con bimbo Sotto: Le tinte cangianti della Laguna Colorada

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

Una chiesa in adobe lungo la via dellargento


raccoglierne lo strato superciale in mucchi conici per poi rafnarlo. Proprio sotto questa crosta di sale potrebbe nascondersi LEldorado del terzo millennio: vi si trova infatti la met delle riserve mondiali di litio, il componente principale delle batterie di nuova generazione per telefonini, computer portatili e, soprattutto, automobili elettriche. Se qui si concentrano le speranze dei boliviani e gli appetiti delle multinazionali, il magnico e fragile ecosistema del salar potrebbe per essere irreparabilmente rovinato. Noi non possiamo che augurarci che lo sfruttamento delle risorse naturali non abbia un impatto devastante e che il turismo possa diventare una risorsa importante per preservare questarea desolata e bellissima.

Donna in cammino

Anna Maspero

ANNA MASPERO
Anna Maspero ha fatto del viaggio - la sua passione di sempre - un modo di vita, lasciando il posto sso di insegnante di lingue straniere per inseguire nuove partenze e nuovi ritorni. Ha visitato innumerevoli paesi, viaggiando da sola o accompagnando gruppi lungo i sentieri meno battuti di tutti i cinque continenti, sempre con la passione e la curiosit della prima volta. Seguendo le orme del nonno che emigr in Per cento anni fa, ha visitato tutta lAmerica del Sud e si innamorata della Bolivia, sulla quale ha pubblicato la guida Bolivia, dove le Ande incontrano lAmazzonia, per la Casa Editrice Polaris con cui collabora come autrice e consulente. Lesperienza del viaggio diventa per lei occasione di racconto durante proiezioni e incontri e soprattutto motivo di riessione non solo sul dove ma anche sul come e il perch del nostro andare, come nel suo ultimo libro A come Avventura, Saggi sullarte del viaggiare e in quello di prossima pubblicazione Il mondo nelle mani, Divagazioni sul viaggiare. Quando non in viaggio si rifugia nella sua campagna in una fattoria nelle colline della Brianza, per scrivere reportage, preparare nuove avventure e collaborare nella gestione dellazienda agrituristica di famiglia.

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Un viaggio in BOLIVIA con Anna Maspero

la paz

BOLIVIA MAGICA

santa cruz
cochabamba

PARTENZE 17 APRILE E 4 sETTEmbRE 2014


1 giorno - Partenza da Milano con volo Air Europa per Santa Cruz de la Sierra via Madrid. 2 giorno - Arrivo a Santa Cruz de la Sierra e proseguimento con il volo per Sucre, ideale per iniziare ad acclimatarci prima di affrontare le elevate altitudini dellaltopiano. 3 giorno - Sucre, la capitale della Bolivia, una piacevole cittadina ricca di vestigia coloniali, chiese, conventi e musei. 4 giorno - La comunit indigena Jatun Yampara, per conoscerne le tradizioni e lartigianato. Visita al mercato di Tarabuco, solo la domenica. 5 giorno - Trasferimento a Potos, che con i suoi 4.067 metri la citt pi alta del mondo. 6 giorno - Potos, tesoro dEuropa e tomba di schiavi, affascinante e decadente, custodisce i migliori esempi di barocco andino. 7 giorno - Le miniere dargento del Cerro Rico, simbolo e ragione stessa dellesistenza della citt. Proseguimento verso sud per raggiungere il Salar de Uyuni e il caratteristico Hotel Luna Salada. 8 giorno - Le saline di Colchani e lestrazione del sale, la magica distesa lunare del Salar de Uyuni, lIsola Incahuasi popolata di cactus giganti e le particolarissime formazioni delle Grotte Galaxias. 9 giorno - Attraverso le Terre Alte nellestremo sud della Bolivia: la Riserva Edoardo Avaroa con il fango ribollente del Sol de Maana, la Laguna Colorada e la Laguna Verde, il Deserto del Siloli con lArbol de Piedra. 10 giorno - Le lagune Honda, Chiarkota, Hedionda, Caapa, le formazioni rocciose della Valle de las Rocas,

oruro

potos

chuquisaca tarija

i piccoli villaggi minerari e il cimitero dei treni alle porte di Uyuni. 11 giorno - Volo per La Paz, citt dallincredibile topograa multilivello, dominata dallIllimani. 12 giorno - La Paz: indigena e moderna, trafcata e viva. Il centro coloniale con le chiese e i musei, il mercato delle Streghe e la Valle della Luna. 13 giorno - Crociera in catamarano sul Lago Titicaca verso lIsola del Sole. Pernottamento a bordo. 14 giorno - LIsola del Sole, il leggendario luogo di nascita dellimpero Inca. Passeggiate tra i terrazzamenti e le antiche rovine in un paesaggio idilliaco. 15 giorno - Il sito archeologico di Tiwanaku con resti di antichi palazzi, templi, monoliti e la famosa Porta del Sole. In serata trasferimento in aeroporto e volo per Santa Cruz de la Sierra. 16 giorno - Partenza con il volo per Madrid. 17 giorno - Arrivo a Madrid e proseguimento per Milano.

PER viaggiaRE aNcoRa coN ANNa


BOliVia E CilE - Toccando il cielo - 19 ottobre 2013 InDia - RaJasThan: nella terra dei Maharaja 26 dicembre 2013 CilE E IsOla Di PasqUa in occasione del Festival di Tapati 1 febbraio 2014 MEssiCO - Barrancas del Cobre e le balene della Bassa California 23 febbraio 2014

Panama - Il canale, il parco del Darien e le isole San Blas 11 marzo 2014 UzbEkisTan E TURkmEnisTan - Le oasi carovaniere lungo la via della seta 22 maggio PER - Il misterioso Per del nord 26 luglio e 9 agosto 2014 Per saperne di pi www.kel12.com

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ETIOPIA DEL SUD


Caleidoscopio etnico

a strada serpeggia fra dolci e fertili colline lasciandosi alle spalle la caotica capitale dellEtiopia, Addis Abeba. Il trafco e gli edici high tech della metropoli, frutto del recente boom economico, lasciano spazio a immense pianure coltivate e piccoli villaggi di capanne ordinati e puliti. La terra scura testimonia lorigine vulcanica di questo immenso altopiano che si estende a unaltitudine media di oltre 2000 metri. Superate le sorgenti di acqua minerale di Ambo, famose in tutto il Paese, si erge il vulcano di Wonchi (3.220 m.). Il fondo del ripido cratere occupato da un lago al cui centro sorge unisola con la bella chiesa ortodossa di Cherkos, dalla tipica pianta ottagonale.

clima sempre mite e le precipitazioni abbondanti. Molta gente in cammino sulle strade, pastori con le mandrie, contadini al lavoro nei campi e bambini in uniforme che vanno a scuola. LEtiopia meridionale si svela dolcemente al viaggiatore, nella sua forma pi semplice e suadente, prima di stupire con il suo crogiolo etnico, con la sua confusione linguistica e con i suoi forti contrasti caratteristici dellestremo sud e della valle dellOmo. Arba Minch, la bella cittadina che si affaccia, dallalto di una collina, sui laghi Chamo e Abaya la porta daccesso a questo mondo fantastico dove il tempo sembra essersi fermato. Sono territori abitati da agricoltori sedentari, cacciatori semi nomadi, pastori transumanti, mandriani per i quali le vacche sono tutto, guerrieri armati pi di fucili che di lance. Qui si parlano unottantina di lingue e oltre cento dialetti. Sono popoli che vivono mischiati e si plasmano gli uni sugli altri, gli uni contro gli altri: genti nilotiche e sudanesi, ceppi omotici e cuscitici vivono a poca distanza gli uni dagli altri, a volte legati da vincoli famigliari, altre volte divisi da feroci faide generazionali.

Pi a sud laltopiano degrada dolcemente fra vaste pianure coltivate a caff, campi gialli di tef (il tipico cereale etiopico) e verdeggianti campi di manghi e banane. la regione abitata dai Guraghe, laboriosa popolazione semitico-cuscitica che vive in abitazioni-capanna di grandi dimensioni spesso decorate allesterno con simboli superstiziosi. La regione, che si estende a ovest della grande Rift Valley no a Jimma, un vero giardino dellEden, il

NERA SOnO, MA bELLA, O fIGLIE DI GERuSALEMME, COME LE TEnDE DI KEDAR, COME I pADIGLIOnI DI SALOMOnE
Cantico dei cantici 1,5

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI


Gaserchio, detto anche la Manhattan etiope per le sue bizzarre formazioni di arenaria, prelude allo spettacolare paesaggio abitato dai Konso. I loro villaggi forticati sono circondati dai Waka, rafnati totem protettivi intagliati nel legno e dedicati agli antenati. Oltre Weito, spartiacque etnico che segna lingresso nella valle dellOmo, si incontrano gli Tsemay, dalle rafnate acconciature di perline colorate. Pi a sud si attraversano i territori Erbore, acerrimi nemici ed eterni rivali degli Hamer che hanno il loro centro nel piccolo villaggio di Turmi. Il mercato Hamer del luned unoccasione per incontrare questa popolazione le cui donne sfoggiano unacconciatura particolare, fatta di treccine impastate dargilla. I giovani di questetnia praticano il salto del toro come rito iniziatico per entrare nellet adulta e le donne della famiglia si fanno crudelmente frustare a sangue per dimostrare il loro attaccamento alliniziando. A Omorate, vicino al lago Turkana, sparpagliati su un vasto e inospitale territorio, vivono i Galeb, eleganti, vanitosi e dal sico statuario. I Surma, popolo di pastori della sponda occidentale dellOmo, invece, sono bellicosi, orgogliosi e difdenti. Capaci di vivere, come comunit, senza un vero sistema di potere organizzato, i Karo sono degli artisti nella decorazione del corpo. Il Parco Nazionale Mago, vicino a Jinka, abitato dalla popolazione pi bizzarra e ostile, i Mursi, famosi per le deformazioni labiali delle donne e per il dunga, la lotta con i bastoni. A oriente della valle dellOmo vivono i Sidamo, agricoltori e pastori, conosciuti per il rispetto cocciuto dellanzianit come valore supremo. I Borana, sempre verso est, sono il pi importante dei gruppi oromo dellEtiopia meridionale; sono celebri per i loro pozzi cantanti e per la raccolta del prezioso sale nero dal fondo del cratere di El Sod. Ma il mosaico etnico dellestremo sud dellEtiopia appare innito: ecco i Bodi, i Bume, i Nyangatom, i Meen, i Tishena, i Banni, gli Ari, i Dizi e i Koygu. Altre etnie sono microscopiche. Percorrendo limmensa Rift Valley verso Addis Abeba si costeggia una serie di laghi vulcanici spettacolari. Nella cittadina di Shashamane c una grande comunit di Rastafariani dai lunghi capelli raccolti in dreadlocks, devoti dellultimo Negus Haile Selassi. Popoli e realt che aprono gli occhi sui reali valori dellesistenza.

Nicola Pagano

Nelle pagine precedenti, da sinistra: Etnia Mursi nel Parco Nazionale Mago - Coccodrillo e pellicani In questa pagina: Gli Hamer al mercato di Turmi A destra in alto: Gli uomini Hamer si preparano alla festa

A anco: Ragazze Erbore Il cratere di El Sod

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

Il villaggio di Corcho sullansa dell Omo, etnia Karo

NICOLA PAGANO
Antropologo e musicista trentino con la passione per il mondo ed i suoi popoli. Comincia a viaggiare gi da piccolo seguendo i genitori nel Sahara e in Africa Occidentale. Dopo un anno trascorso negli Stati Uniti, collabora come assistente della fotografa Angela Prati. Insieme pubblicano innumerevoli reportages di taglio antropologico e geograco. Linteresse per la musica etnica lo porta a frequentare spesso il Senegal e il Mali dove apprende larte di suonare le percussioni (Djamb e Dum Dum). Qui scocca lamore per lantropologia. Diversi viaggi in Jamaica e in Etiopia per studiare le comunit Rastafariane di cui assorbe la losoa. Terminata luniversit in Australia per apprendere luso dello strumento a ato degli aborigeni, il didjeridoo. Unesperienza indelebile che lo porta a convivere per oltre un anno con una famiglia nomade di aborigeni Yolngu, nel Northern Territory. Partecipa a diverse trasmissioni televisive e collabora con le maggiori riviste di viaggi. Centinaia di giornate passate in accompagnamento e molte di pi a studiare sul campo, solitario, culture e usanze lontane: fra i Koma dei monti Alantika e nella foresta con i pigmei Baka in Cameroun, in India, sullHimalaya, in Mongolia, in Papua Nuova Guinea, nello Yemen e nel Sahara. Vita tumultuosa che ancora oggi lo spinge verso nuove destinazioni che alimentano il suo studio dei popoli.

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IL SUD: LULTIMA AFRICA, I POPOLI DELLA VALLE DELLOMO


PARTENZE 17 APRILE E 4 SETTEMBRE 2014
1 giorno - Partenza dallItalia. 2 giorno - Arrivo ad Addis Abeba e partenza verso Wonchi, regione abitata dal popolo Guraghe; escursione al cratere di Wonchi e proseguimento per Wolisso. 3 giorno - La regione di Wolisso e delletnia Woilata; arrivo ad Arba Minch. 4 giorno - Arba Minch: le 40 sorgenti, i laghi Abaya e Chamo, il villaggio Dorz di Chencha. 5 giorno - Il popolo Derashe, la regione di Konso e il villaggio di Gaserchio, Weyto e la popolazione dei Benna, gli Tsemay e gli Erbore, il villaggio di Turmi. 6 giorno - Raggiungiamo Omorate, lultimo paese prima del Lago Turkana per incontrare i Dassanech. Rientro a Turmi in occasione del mercato settimanale. 7 giorno - La regione di Turmi: il mercato di Dimeka con gli Hamar; il villaggio di Korcho dei Karo. 8 giorno - Partenza in direzione nord verso Jinka, nel paese dei Gofa. 9 giorno - La regione dei Mursi, Key Afer e il mercato settimanale e proseguimento per Konso. 10 giorno - Da Jinka a Yabelo, nella terra dei Borana. 11 giorno - Il cratere di El Sod, Dubuluk e i pozzi cantanti; arrivo a Agere Maryam. 12 giorno - Awasa, il villaggio rasta di Shashamane e il Parco Nazionale di Abyata Shala, il lago di Langano. 13 giorno - Rientro ad Addis Abeba e visita della citt. 14 giorno - Volo per lItalia.

Un viaggio in ETIOPIA con Nicola Pagano

PER viaggiaRE aNcoRa coN Nicola


ETiOpia - NORD: lungo le rotte dellEtiopia cristiana 11 ottobre, 6 dicembre 2013, 14 marzo 2014 WEsT PapUa - IRian Jaya - Ritorno al passato - 2 agosto 2014 Per saperne di pi www.kel12.com

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI


L IMMAnCAbILE MEDIAZIOnE DELLE DIvInIT TRA unA nATuRA TROppO InCOMbEnTE ED IL bISOGnO DI ESISTERE DELLESSERE uMAnO

TIBET

La strada dellamicizia

I
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l 15 ottobre del 2011, una improvvisa perturbazione aveva scavalcato le cime himalayane e inondato il cielo del plateau tibetano. Nella notte una leggera quanto precoce nevicata aveva imbiancato la pista sterrata tra il passo Pang la e il monastero di Rongbuck. Al mattino il cielo era di nuovo terso, le nuvole magicamente disperse ed emigrate chiss dove. I falsipiani aridi e pietrosi dei territori ai piedi dellEverest erano mascherati da un velo di bianco assoluto e latmosfera, per noi che raggiungiamo abitualmente quella zona durante la stagione estiva, decisamente affascinante.

Mulino di preghiera
I tibetani nei pressi del campo base stavano smantellando linsediamento stagionale di tende messo su a ne aprile per accogliere i pochi turisti. Tutto aveva un aspetto particolare forse un tantino malinconico, come sempre quando nisce una festa e si smontano le giostre. Il turismo, cos come lo si vive oggi, in chiave moderna, si era allineato alla natura, stava seguendo le leggi ed i tempi secolari della transumanza. Era un po come se tutti quei concetti moderni che dominano il mondo attuale del viaggio avessero perso attinenza con la realt, o meglio con quella nostra realt di persone in quel preciso

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

Lhasa, il Potala Nella pagina a anco: Monastero femminile


momento al cospetto delle poco lontane masse di ghiaccio di Rongbuck e della parete settentrionale dellEverest. Al di l dellenfasi delle narrazioni e della retorica delle parole, questo breve momento di una delle tante traversate in Tibet, vorrebbe far riettere su quante volte in un viaggio, un imprevisto sfuggito alla regia, diciamo politica e commerciale, possa diventare unesperienza unica che non abbandoner mai pi la nostra mente. Un piccolo frammento di memoria dove immagine e sensazioni intime si mescolano e si depositano rimanendo l per sempre ... per tutta la nostra vita. Pochi anni fa un giornalista di un noto quotidiano nazionale italiano dedic una pagina intera al Tibet denunciando in modo superciale e scontato la caduta della cultura tibetana verso lappiattimento ad uso e consumo del turismo

Qui sotto: Pitture murali al tempio di Yumbu Lakhang

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Photo: Hansi Heckmair

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cinese ed internazionale. Non fece neanche un cenno ai tanti esempi di testimonianze storiche e artistiche del Paese o alle interminabili e sommesse code di pellegrini davanti al tempio sacro del Jokhang. Viviamo le eclissi culturali come una colpa moderna ed invece le culture si spengono quando vengono a mancare quelle particolari condizioni commerciali, ambientali, sociali che le avevano contraddistinte. La modernit, la globalizzazione, non altro che il processo pi accelerato del transito verso altre forme culturali ... chiss quali? Gi negli anni 30, ancora prima dellinizio dei tempi moderni, il pi grande conoscitore della realt tibetana in occidente, Giuseppe Tucci, denunciava la caduta della grandezza dei monasteri tibetani verso condizioni di pura sopravvivenza. La ne di unepoca di ricchezza che aveva portato il orire di correnti di studio molto interessanti sotto il piano losoco, artistico e religioso trascinava i corpi monastici in un ambito di pura e semplice latenza. In Tibet cultura e religione sono veramente inscindibili. La religione, nei secoli, goccia a goccia, ha permeato il modo di essere delle persone. Il popolo tibetano continua anche

ai giorni nostri ad essere il vero portatore della cultura secolare dellaltopiano. Questa affermazione non una ovviet, le vicissitudini storiche avrebbero potuto cambiare luomo tibetano ma ci non accaduto: nelle prostrazioni dei fedeli, nella ripetizione dei mantra, nelle superstizioni e nelle credenze luomo rimasto uguale ... nonostante tutto e nonostante i tempi. Ci sono foglie palmate nelle quinte scenograche dipinte alle spalle delle divinit del monastero di Shalu ... Una scuola pittorica del 1300, formatasi alla corte di Kublai Khan, aveva portato sullaltopiano ori sconosciuti, piante mai viste ... un insieme nuovo e variegato di colori e forme che un tibetano, vissuto sempre su declivi dove la linea dellorizzonte passa tra il verde giallo dei soli muschi e lazzurro del cielo ... non avrebbe mai potuto immaginare. Le divinit arrivavano da mondi paradisiaci che un pellegrino dellaltopiano avrebbe guardato con occhi stupefatti. Piante stilizzate, foglie e ori da climi umidi subtropicali ... ecco gli ambienti ultraterreni delle divinit. Andate a cercare dietro le immagini divine la foglia elegante della Cannabis Indica (canapa indiana), dellAilan-

Preparazione del t con burro di yak

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Panoramica sul l ume Kyichu

Il monastero di Samye

thus ovvero albero del cielo, del Ficus, della Jakaranda, del Flamboyant (albero del fuoco Delonix regia), delle foglie di felci leggere come piume o di quelle ampie come una mano aperta del Sal (Shorea Robusta) ... Ecco un esempio del passato tibetano dove le diverse culture e conoscenze si sono incontrate dando vita a qualcosa di nuovo. Andare per Paesi, guardandosi intorno un poco smarriti, senza poter cogliere lessenza storica e culturale dei popoli al di sotto delle nostre ambizioni. Lo spettacolo naturale del ghiaccio vivo del Nojin kang Sa poco oltre le sponde del lago Yamdrok o del Melungtse in faccia al passo Lalung La o del Chooyu dalla piana di Tingri o dellEverest dal monastero di Rongbuck anche lo specchio dove da sempre storia, popolo e cultura si riettono. Ecco il frammento composito di memoria che si depositato nel nostro cuore o nella nostra mente dopo il viaggio del 15 ottobre 2011.

Giovanni Dardanelli
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Everest da Rongbuck

Palazzo reale della valle di Kathmandu

GIOVANNI DARDANELLI
Giovanni Dardanelli non solo un tour leader, cos come non solo un viaggiatore innamorato del mondo o di una parte di esso, un uomo curioso che ai luoghi che pi ama ha dedicato e dedica impegno, ricerca, studio, lunghi soggiorni, capacit di entrare nelle tradizioni e nei costumi per capirle. Nasce cos, su molti paesi, la sua capacit di far vivere quei

luoghi in piena armonia: non solo conoscerli, capirli. Una storia che nasce da lontano, a 24 anni, nel 1983, con un impegno di diversi anni in Etiopia, occupandosi di organizzare viaggi, ma anche studiando il paese. Successivamente ha allargato la sua area di lavoro ad altri paesi dellAfrica sahariana e sub-sahariana e alla sfera dellAsia, dellIndocina, del Medio Oriente e dellAsia Centrale. In quasi trentanni di impegno e lavoro, ha maturato una importante preparazione sia dal punto di vista tecnico-gestionale volto allo sviluppo del viaggio che in quello dellapprofondimento degli aspetti storici, artistici e religiosi.

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Un viaggio in TIBET e NEPAL con Giovanni Dardanelli FRIENDSHIP HIGHWAY, LA STRADA DELL AMICIZIA
PARTENZE 28 sETTEmbRE 2013 - 4 (in occasione del Saga Dawa) e 28 GIuGNO - 9 AGOsTO - 27 sETTEmbRE 2014
1 giorno - Volo da Milano Malpensa a Kathmandu. 2 giorno - Arrivo a Kathmandu e, dopo alcune ore di riposo, visita della capitale nepalese. 3 giorno - Visita dei centri architettonici e religiosi pi signicativi della valle di Kathmandu: Pashupatinath-Patan-Boudanath. 4 giorno - Volo da Kathmandu a Lhasa: dopo aver costeggiato le vette innevate della catena himalayana no alla vista dellEverest, il volo si dirige verso laltopiano tibetano. 5 giorno - Lhasa: visita al tempio Jokhang, il cuore della fede tibetana, e al Drepung, il complesso monastico pi grande del Tibet. 6 giorno - Continua la visita della citt: il palazzo del Potala, antica sede dei Dalai Lama, il monastero di Sera e Norbulinka, la residenza estiva del Dalai Lama. 7 giorno - Partenza per Samye; lungo il percorso sosta al tempio di Dorje Drak 8 giorno - Visita del Monastero di Samye, il pi antico del Tibet. Trasferimento a Tsetang e visita di Yumbulakang e Tandruk. 9 giorno - Attraversiamo laltopiano centrale verso occidente da Tsetang a Gyantse costeggiando il lago Yamdrok: comincia la trans-himalayana conosciuta con il nome di Strada dellAmicizia. 10 giorno - Visita del bellissimo insieme sacro composto dal Palkhor Chode e dal Kumbum e del monastero di Shalu. Proseguimento per Shigatse. 11 giorno - Visita al complesso monastico del Tashilumpo; superato il passo Tsuo La si arriva a Sakya. 12 giorno - Dopo la visita del monastero di Sakya si percorre il Gya Tsu L, uno dei passi camionabili pi alti del mondo no a Xegar. 13 giorno - Xegar: escursione al monastero di Rongbuk e al campo base dellEverest 14 giorno - Superato il Passo di Lalung L comincia la discesa lungo il bordo occidentale del Tetto del Mondo verso Zhangmu, al conne con il Nepal, per arrivare a Dulikhel. 15 giorno - Lasciamo Dulikhel per dirigerci verso Baktapur, riconosciuta come Patrimonio dellUnesco, prima di giungere a Kathmandu dove prevista lultima notte. 16 giorno - Volo per Milano Malpensa.

PER viaggiaRE aNcoRa coN GiovaNNi


INDIA E NEPAL - India centrale: da Varanasi al Madhya Pradesh e Maharashtra 17 novembre 2014 ETIOPIA - La Dancalia, il Tigray e la citt bianca di Harar 26 dicembre 2013 e 5 febbraio 2014

ETIOPIA - Timkat, lEpifania copta a Lalibela - 10 gennaio 2014 ETIOPIA - Venti caldi dal Kenya e dal Sudan - 5 marzo 2014 TURCHIA - Chiese, moschee e caravanserragli - 13 maggio e 3 settembre 2014

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

MADAGASCAR
La terra ibrida odorosa dAfrica

i sono terre che la geologia ha reso incerte, ne ha fatto orizzonti di fuga per alcuni o lande agognate per altri; terre in cui gli incroci anche degli odori hanno prodotto esiti inaspettati. Il Madagascar una lista di cose, di immagini, di istanti, ciascuno germe di una storia. Mi ritrovo ad uscire dalla Patisserie Colbert, al centro di Antananarivo. Porto, una sullaltra, due torte in scatole di cartone, la piccola sopra la grande. Sul bianco opaco slano le lettere dorate col nome della pasticceria. Indugio sulla soglia nel timore di inciampare, sentendo profumo di cioccolato alle mie spalle pronta a percorrere le strade della capitale. Le coltivazioni di cacao sono al sud, tuttavia laroma di quei frutti si sprigiona qui ed su questa soglia dove odore di cioccolato, vaniglia, terra umi-

da e smog si scontrano e fondono che prende forma la mia idea del Madagascar. Unidea che mano a mano appunto la sera in una sequenza di frasi sul diario: spine di cristo con ori rosso fuoco ... carri lignei ... alluminio fuso ... montagne di carote ... terra color caff ... Qui e l nel corso del viaggio il cioccolato si impone. Cioccolatini allo zenzero fanno la loro comparsa sul tavolo una sera a cena, regalo di un ospite. Quando torno a comprarne e chiedo il nome alla signora che li vende, mi risponde: pu chiamarmi Madame Chocolat, come tutti! Qui a Antsirabe la sera allhotel Camelia fa freddo, la zona pi gelida del paese. Vorrei accendere il camino ma non c legna. C il carbonaio l fuori e anche lui mi dice che non ce n, ma forse ormai tarda sera quando entra, intirizzito dal freddo, coperto da un giaccone largo e vecchio, stringendo tra le braccia alcuni ciocchi di legno. Chiss dove li ha trovati. Si avvicina al camino e trafca coi pezzi piccoli e la carta. Il fuoco inizia a dare luce, il carbonaio scompare, furtivo come un fantasma e torna ad essere un pezzo di buio nelloscurit.

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la muscHiOsit dei cHiOdi di garOFanO, la dOlceZZa della vaniglia, il piacevOle arOma dei FuOcHi e lOdOre indeFinibile delle FOglie al sOle.
Gerald Durrell

Proseguo per la costa occidentale dove lame di roccia nere e aflate come coltelli, gli Tzinghi, si avventano contro il cielo, tte e appuntite. Lungo il ume che lambisce i coltelli di pietra vedo una canoa, bella come nessuna. Mi accade di rimanere estasiata di fronte a legni cos espressivi, ad alberi plasmati dalluomo con tale perizia come se lo scalpello avesse compreso e reso la forma che quelle bre lignee avevano immaginato per s, quando non pi albero. Lunga, affusolata, levigata, simmetrica quanto la natura consentaNon ho mai visto legno pi bello solcare lacqua, silenzioso, delicato, carezzevole.

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

Dalle punte aguzze, una pista africana e polverosa mi riporta a quel ume navigato e abitato dalle nostre tende, un ume che ha un nome che sembra uno scherzo, una battuta, unesclamazione: Tsiribihina! Oltre quel ume, verso la costa, ecco i baobab. Una sera rimanemmo estasiati ad osservare il sole scendere dietro i giganti e solo una fortuita rotazione del volto, a causa di un rumore, mi

fece accorgere che una luna enorme e accecante stava salendo dalla parte opposta, sminuzzata dalle forme di altri giganti. Poi furono i fuochi davanti alle capanne nel buio imminente e le palme riesse sulle risaie nellultimo rossore spento e nel primo biancore acceso. Morondava, loceano e le sue maree lunghe; lacqua si fa desiderare e rumoreggia da lontano. Un volo mi porta nel paradiso tro-

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Nella pagina precedente: Donna Vezo con maschera di bellezza e pescatori Vezo Qui sopra: Vegetazione A sinistra: Baia Lokaro, pescatori Sotto: Lemure dalla coda ad anelli

picale di Anakao sul canale di Mozambico; lAfrica giusto dallaltra parte e mi convinco che questa terra che alcuni sentono ibrida, racconta solo nei volti storie doriente ma tutta glia dAfrica o almeno desidero pensarlo. Anakao si lascia assorbire nellimmobilit turchese. Ci sono barche di pescatori col bilanciere e vele oblique che portano in giro ritratti di Cristi e Madonne o bottiglie profane di Coca Cola,

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

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iute che hanno accolto patate e farine. Capolavori dellarte del riutilizzo e ogni combinazione in mezzo a quel verde acqua perfetta. Le spiagge sono disseminate di conchiglie candide e quando la marea arretra stelle marine rosse occhieggiano in trasparenza. In unalba andai a piedi al villaggio di Anakao e mentre questo intorpidito si svegliava intorno ai fuochi, sulla battigia scesero i bambini e fu una la di pip in faccia al sole nascente. Mentre vago con la mente a quellisola spersa laggi in fondo, ripenso ad un ghiacciolo arancione illuminato dagli ultimi raggi del tramonto. Lo teneva in mano una bimba che con altre due giocava e rideva davanti ad una casa di legno per met verde acqua e per met grigia. Sembrava una scena cubana, chiss perch, anche se ero alluscita della foresta pluviale di Ranomafana. Un lemure proprio qui nel folto intricato della primaria aveva deciso un giorno di saltellare di ramo in ramo al mio anco come a prendersi beffe del passo impacciato degli umani. Il parco dellIsalo lascia traccia col vento. Rocce e palme color acciaio, erbe color ottone antico. Una passeggiata a cavallo tra i giardini e si leva un vento che imprime alle foglie la forza per sbattere luna contro laltra. Ogni foglia reagisce alla spinta improvvisa del vento e produce un fruscio diverso che mi prende mentre lass, sul garrese, mi guardo intorno e mi pare di sentirmi foglia. Torno verso la capitale attraversando villaggi di poche case e miseria.

Sulla strada incedono piano carri di legno con ruote enormi come nel far west. Ne seguo uno e mi ritrovo in un cortile dove fondono lalluminio. Lo vedo colare, liquido e argenteo, convinto, nonostante lapparenza incoerente, a prendere la forma di una pentola o di un mestolo. Sul Madagascar insistono nuvole da viaggio, giuste per chi se ne va in giro vagabondo e ritrova nel loro moto lo stesso nomadismo. E ne agosto. Sul ciglio della strada sono sparsi e venduti quintali di carote. Lintero raccolto arancione viene steso dove lasfalto sfuma nella terra rosso sangue. Solo in basso si intravedono tessere di risaie verdi nel mezzo di montagne brulle: geometrie fertili e rare. In questa parte del paese tra colline spoglie e terre arate da buoi, mi potrebbe capitare di assistere al rito del Famadihana, la riesumazione delle spoglie dei morti ma sempre unincognita. Mentre il pulmino sale e scende come un modellino di latta tengo lo sguardo allerta. Un assembramento sul anco della montagna, gente che si incammina. Il morto c, danzer avvolto nel sudario bianco e in stuoie di raa sorretto da uomini euforici e ubriachi. Anche al morto verr offerto cibo e alcool per far festa tutti insieme e convincersi che anche da morti, non poi cos male. Tan vicina e ripenso ad alcune donne incontrate nel corso del viaggio,

A sinistra: Preparazione di frittelle di manioca

Sopra: Antananarivo, uno scorcio.

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

Tomba Antandroy
i capelli neri arrotolati in due bign ai lati del capo. Avevano la faccia impiastricciata con argilla e pasta di corteccia per farsi belle. Ah, le vie della bellezza, imprevedibili e innite...

Elena Dak

ELENA DAK
Ci sono modi differenti di guardare il mondo e ogni sguardo fa storia a s. Si impara a guardare, ci si esercita. Un viaggio accompagnato da Elena anche una palestra per scoprire inaspettate capacit di cogliere la bellezza e fare si che diventi parte del nostro modo di essere. Gli studi di antropologia hanno afnato la sua capacit di trasformare limpatto mondo/sensi in una unit armonica di natura e cultura in cui facile, per il viaggiatore, ritrovare il senso del suo desiderio di alterit. La sua passione per la fotograa diventa ricerca di sottrarre la bellezza alla retorica che le fa da cornice, fermando un det-

taglio, un colore, un volto, Ma sar la scrittura lesercizio con cui Elena riesce a realizzare il felice equilibrio tra la sua acuta capacit di guardare e il desiderio di spartire con gli altri lemozione per incontri speciali, che siano paesaggi, architetture, odori, sapori o esseri umani. Come le viaggiatrici del secolo scorso landare per il mondo con passo leggero diventa la cifra che meglio la racconta, perch riesce a mettere in dialogo il desiderio di profondit del suo spirito nomade, con la leggerezza della forma che sceglie per comunicarlo. Al suo attivo: una monograa fotograca sul monte Civetta (BL) presentata al Film Festival Internazionale della Montagna di Trento; il suo primo libro, La carovana del sale, pubblicato da CDA & Vivalda e il suo secondo libro Sanaa e la notte edito da Alpine Studio

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Un viaggio in mADAGAsCAR con Elena Dak

UNISOLA, UN CONTINENTE

PARTENZA 12 AGOSTO 2014


1 giorno - Volo per Antananarivo via Parigi. 2 giorno - Arrivo a Tana e partenza per laltopiano centrale: Ambatolampy e Antsirabe. Continuazione verso occidente per Miandrivazo. 3 e 4 giorno - In barca lungo il ume Tsiribihina. 5 e 6 giorno - Belo-sur-Tsiribihina e gli Tsingy di Bemaraha. 7 giorno - Belo-sur-Tsiribihina. 8 giorno - Lavenue des baobabs e il mare. 9 giorno - Da Morondava a Tulear. 10 giorno - In barca per Anakao. 11 e 12 giorno - Le spiagge di Anakao e lisoletta di Nosy Ve. 13 e 14 giorno - Il Parco Nazionale dellIsalo. 15 giorno - La piccola foresta di Anjaha e la cittadina di Ambalavao. 16 e 17 giorno - La citt di Fianarantsoa e la foresta pluviale di Ranomafana. 18 giorno - Verso nord, lungo la nazionale n.7, no a Ambositra. 19 e 20 giorno - Continuazione per Antananarivo e partenza per lItalia. IRan - Qui parl Zarathustra - 18 aprile e 5 settembre 2014 AzERbaiJan E GEORGia - Transcaucasica: dal Mar Caspio al Mar Nero 10 maggio 20 GEORGia - Tra i monti del grande Caucaso e il Mar Nero - 24 maggio 2014 ARmEnia E GEORGia - Le civilt Cristiane del Caucaso 13 giugno 2014 InDia-LaDakh - Lass in fondo al mare (in occasione del festival di Hemis) - 2 luglio 2014

PER viaggiaRE aNcoRa coN ELENA


ERiTREa - Da Asmara alle isole Dahlak - 28 ottobre 2013 InDia - Giungla, deserto e nomadi del Gujarat - 21 novembre 2013 ETiOpia - Dancalia: il senso della terra - 28 dicembre 2013 ETiOpia - Dalla depressione dancala a Lalibela in occasione del Timkat - 9 gennaio 2 TChaD - Tibesti: la grande spedizione - 1 febbraio 2014 TChaD - Ennedi, laghi e arte rupestre del Sahara - 1 marzo 2014 YEmEn - Lisola di Soqotra - 16 marzo 2014

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GUATEMALA
Tikal ovvero Manhattan nella selva
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DIALOGO TRA I TEMpLI DI TIkAL - PAp, pERCH TuTTE LE DOMEnICHE vEnIAMO QuI? - PERCH QuESTO IL TuO pASSATO. GuARDALI, QuEI TEMpLI, RIEMpITEnE GLI OCCHI E IL CuORE. E nOn DIMEnTICARE MAI DESSERnE ORGOGLIOSO.

uardar gi dal Tempio IV, il Tempio del serpente bicefalo, mi mette i brividi. Le scale sono ripide come un precipizio, e l sotto, oltre quei 64 metri che lo fanno alto come un palazzo di venti piani, giace la selva del Petn. Ingarbugliata, ruvida, ancor era, nonostante le umiliazioni dei secoli delluomo, dei machete e delle seghe elettriche. Me li mette dalla prima volta che ci son salito, i brividi, dieci anni fa, ultima tappa guatemalteca dun viaggio lungo quanto il Centro America, quando poteva diventare lultima della mia vita, grazie a un piede malsicuro su uno scalino sbrecciato, sulla piattaforma di quella che la piramide pi alta del mondo maya. Fino a prova contraria, perch larcheologia americana ancora in fasce. Da quass uno spettacolo unico, come dun mare, dun cielo capovolto, dal quale sbuca grigia la sagoma crestata degli altri templi, come a spiare, di sopra le nuvole verdi delle chiome, i giochi degli di. Di che si son solo nascosti, quando arrivato Ges Cristo, e che ora, meno timorosi dessere passati a l di spada dallortodossia cattolica, risorgono dalla terra, trasudano dai templi, loro dimora antica e poi, da secoli, rifugio. Il sito uno dei pi suggestivi del mondo maya, e del mondo tutto. Piramidi alte come grattacieli, affacciate su piazze tempestate di steli e altari sacricali moderni, cerchi di pietre tracciati nella polvere, dove la mattina presto o la sera tardi fumano incensi e offerte in natura

A sinistra: Il tempio I visto dal tempio II

A destra: Offerta agli di

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immolate a quegli di. Edici sacri e profani allineati lungo sentieri di terra, sgretolate avenidas duna delle citt antiche pi grandi e prospere del continente. Un complesso ancora costellato di false colline e collinette sotto le quali si cela chiss quanta altra storia. False colline erano anche i templi che ora si ergono, ripuliti ed eleganti, nelle radure, assediati da visitatori dalla bocca aperta che, visti dallalto, paion colonne di formiche che sinlano in ogni anfratto con lentusiasmo del bimbo che corre tra le stanze duna nuova casa, a svelarne i segreti. Qui attorno non cera che selva. Le cime dei templi svettano sopra la giungla Come quella che vedi a perdita docchio. Non avevamo neanche lacqua. Non esistono pozzi o umi, nemmeno sotterranei, racconta Julio. Non ci sono mai stati. A Tikal, anzi a Mutul, il suo vero nome antico, raccoglievano lacqua piovana in enormi cisterne, e ora abbiamo dovuto far lo stesso. Me lo racconta sempre, mio zio. Sapevi che stato lo scopritore della Stele 22? Julio il direttore, nonch nipote del fondatore del Jungle Lodge, la migliore sistemazione dei paraggi, e la pi vecchia, allinterno del sito, con i bungalow sparsi tra gli alberi. Fu suo zio, Antonio, Too, Ortiz Contreras, che ottenne lautorizzazione per costruirlo accanto alle rovine, naturale sviluppo del campo che ospitava la missione archeologica che tra il 1956 e il 1970 ha riportato alla luce gran parte di questa meraviglia. Era il capoccia di tutti i lavoranti, Too, e i professori della University of Pennsylvania, arteci del miracolo, condavano nei suoi servigi. Gli volevano bene.

Tikal allalba

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Tessitrici
Sulle pareti del suo hotel sallineano fotograe dellepoca, che ritraggono bande doperai, scavi, professori, tende successi. Insieme a visioni di foresta dalla quale trapelano le pulsazioni della storia come uno sguardo intenso tra ciuf scompigliati. Davanti a quelle foto mi sento un granello di polvere nellabisso del tempo, piccolo e insulso. Accecato dalla nebulosa storica che avvolge i millenni prima di Colombo, percepisco il mistero che esala dal sottosuolo di questo continente americano, ancora infante per quel che riguarda la ricerca archeologica. Tutto sommato, i luoghi delle civilt scomparse non sono tanto diversi da quelli in cui non sono ancora state. Quel

Playa Blanca, presso Livingston


che era grezzo prima delluomo, torna grezzo quando luomo se ne va. E allora, sotto la zanzariera del mio letto nel bungalow in mezzo alla foresta, svegliato nel cuore della notte dal terrico ruzzare duna banda di scimmie urlatrici, il pensiero torna a tutte le citt, reali o mitiche, che potrebbero aforare se linvolucro di terra e vegetazione fosse dun tratto spazzato via da un catastroco uragano, uno dei tanti che battono stagionalmente la regione. Cibola, Aztlan, Manoa, lEl Dorado, il Paititi E penso: e se un giorno o laltro ne venisse fuori Atlantide?

Paolo Brovelli
e in Messico, negli ultimi anni divenuto casa sua. Traduttore, per mettere a frutto le lingue imparate per comunicare con la maggior parte del mondo, ha da tempo cominciato a scrivere di viaggio come giornalista e autore, perch era ora di restituire un po di quel che aveva avuto dalle sue peregrinazioni. Ne nato un lungo racconto su una spedizione in Ape Piaggio lungo la Via della Seta, pubblicato nel 2007, cui seguir a breve un altro libro, sempre di viaggio, sulle zone interne del Brasile. Perch viaggiare allunga la vita, dice lui, e le ore del viaggiatore valgono sette volte di pi di quelle normali... come per i cani.

PAOLO BROVELLI
Paolo Brovelli, milanese, classe 66, ha da sempre adattato la sua vita al viaggio... perch non mai riuscito a stare fermo. Da un quarto di secolo alimenta la passione per avventure geograche dogni tipo, prediligendo zone del pianeta diverse a seconda dei periodi della vita: Europa da giovanissimo, poi Asia centrale e meridionale, Africa, e America Latina, che ritorna spesso, con lunghi soggiorni in Brasile

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Un viaggio in GuATEmALA, MEssICO E HONDuRAs con Paolo Brovelli

LUOGHI SACRI TRA FORESTE E FIUMI

PARTENZE 9 NOVEmbRE 2013 E 22 fEbbRAIO 2014


1 giorno - Volo per Citt del Guatemala via Madrid con arrivo in serata. 2 giorno - Chichicastenango: il mercato indigeno e le chiese. 3 giorno - In barca sul Lago Atitlan, visita dei piccoli villaggi sulle sue sponde. 4 giorno - Antigua: la citt pi affascinante del Guatemala, ricca di testimonianze coloniali. 5 giorno - Lungo la Carretera Atlantica verso Copn in Honduras, lateneo del Mondo Maya. 6 giorno - Le steli di Quirigu e Livingston, comunit garifuna raggiungibile solo per vie dacqua. 7 giorno - Navigazione nel Parco Rio Dulce e attraversamento della Foresta del Petn no a Tikal. 8 giorno - Tikal: la citt pi grande della civilt Maya. Pernottamento allinterno del Parco Archeologico. 9 giorno - Il sito di Yaxchilan, Gioia Perduta nella Foresta. Attraversamento della frontiera con il Messico. 10 giorno - La rafnata citt sacra Maya di Palenque, tra il verde della Selva Lacandona. 11 giorno - Campeche e le sue architetture coloniali. Partenza per Merida con visita di Uxmal. 12 giorno - Chichen Itz, il pi famoso sito archeologico della civilt Maya. 13 giorno - Le rovine di Tulum, direttamente sul mare. Volo da Cancun a Citt del Messico. 14 giorno - Citt del Messico, lo Zocalo e il Museo di Antropologia. Il sito di Teotihuacan, la citt dove gli uomini divengono Dei. 15 giorno - Partenza con il volo per Madrid. 16 giorno - Arrivo in Italia. nama - Traversata centramericana -26 gennaio 2014 El SalVaDOR, HOnDURas E GUaTEmala - Triangolo maya, per vie di ori e foreste - 29 marzo 2014 Panama E GUaTEmala - Dal Caribe alla Selva, tra Kuna e Lacandoni - 22 aprile 2014 UzbEkisTan E TURkmEnisTan - Le oasi carovaniere lungo la via della seta - 3 luglio 2014 Cina E PakisTan - Karakorum Highway - 25 luglio, 8 agosto e 5 settembre 2014
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PER viaggiaRE aNcoRa coN PAOLO


TURkmEnisTan - Il deserto del Karakum e la porta dellinferno - 12 ottobre 2013 e 17 e 31 maggio 2014 GUaTEmala - Tra mercati, riti e arte maya - 29 ottobre e 26 dicembre 2013 MEssiCO - Messico coloniale tra cattedrali di pietra e dacqua - 7 dicembre 2013 e 8 marzo 2014 MEssiCO - Barrancas del Cobre e le balene della Bassa California - 11 gennaio 2014 GUaTEmala, HOnDURas, NiCaRaGUa, COsTaRiCa E Pa-

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FA CHE SIA IL TuO CuORE A SCEGLIERE LA META, E LA RAGIOnE A CERCARE LA vIA

Anonimo

INDIA

Orissa - Africa indiana

l mattino presto le lussureggianti colline sono ancora avvolte nella nebbia. I sentieri che scendono a valle sono punteggiati di gente carica di merci e diretta al mercato settimanale. limmancabile occasione di scambio e commercio per decine di popolazioni tribali che abitano questa remota regione dellOrissa, India orientale. Rimasti ai margini del usso della storia e del progresso, gli adivasi, cos chiamati

dalla maggioranza hindu, continuano da secoli a seguire il proprio stile di vita tradizionale, credono nellanimismo, nelle forze della natura, nella magia e vivono in regioni difcilmente accessibili che garantiscono un forte isolamento. Unica eccezione il mercato. Bonda, Gadaba, Saora, Gond, Kutia, Paraja, Bhumia, Didayi, Durua, Bhattorha, Jatapu sono solo alcune delle popolazioni che si danno appuntamento nei mercati di Kotagar il marted, Chatikona il mercoled, Onkudelli il gioved e Kundlu il venerd, tutti situati nel distretto di Koraput, sud dellOrissa. lunica possibilit per incontrare queste popolazioni cos genuine e ribelli. Esse formano un caleidoscopio di usi, costumi e credenze che il governo indiano ha cercato da anni di razionalizzare, dividendo queste etnie pre-vediche in gruppi pi ampli detti kondh. A nulla sono serviti i vari tentativi di proselitismo religioso degli hindu che quindi sono stati costretti ad assimilare le credenze degli adivasi nellinnito pantheon induista.

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Nella pagina a sinistra: Bhubaneshwar, il tempio Mukteswar


A Onkudelli alcune donne di etnia Bonda, pipa di tabacco in bocca, trasportano sulla testa un contenitore ricavato da una zucca pieno di birra, ottenuta dalla fermentazione di certi tuberi. Sperano di vendere la loro bevanda oppure scambiarla con prodotti di prima necessit. Sono completamente nude ma ricoperte da centinaia di lunghe collane fatte di perline e vecchie monete che formano un lungo vestito. Al collo luccicano diversi anelli di metallo mentre la testa, completamente rasata, ornata da un copricapo, anchesso variopinto. I Bonda sono senzaltro la trib pi famosa per la sua originalit oltre che per lostilit che hanno sempre manifestato nei confronti degli stranieri. Sono scontrosi e difdenti, spesso ubriachi e chiassosi. Gli uomini si aggirano armati di arco e frecce avvelenate: la

Qui sopra: Bhubaneshwar, mercato Sotto: Villaggio Dandasahi

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loro economia, infatti, si basa ancora su caccia, raccolta e qualche timida coltivazione nomade. Al mercato di Kundlu c una maggioranza Paraja. Il nome deriva dal sanscrito praja che signica gente comune. Sono un popolo semplice, amichevole e ospitale. Il mercato un vortice di colori, odori, luci e sguardi. Le donne Paraja vestono con sari colorati e sono ornate di collane, bracciali, anelli, orecchini e piercing nel naso, nelle orecchie e sulle labbra. Spesso recano tatuaggi vistosi su braccia e gambe. Sorridono sinceramente e nascondono timidamente il viso di fronte alla macchina fotograca. Nel primo pomeriggio il mercato comincia a svuotarsi e la gente che lo ha animato rientra nei villaggi che distano anche decine di chilometri. Uscendo da questo territorio incantato, tra montagne e colline, ci si tuffa nuovamente nel trafco e nella caotica vita dellIndia. Come un miraggio, in lontananza compare il lago Chilika, la pi grande laguna dacqua salmastra dellAsia. Durante i monsoni estivi lestensione del lago pu raggiungere i 1.100 kmq. Navigando su lunghe piroghe i pescatori locali contendono

In alto: Donne Bonda verso il mercato di Onkudelli Al centro: Particolare del tempio di Dandasahi Qui sotto: Donne Gadaba

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Konarak, Tempio del Sole A destra: Piccole donne Sotto: Danza Odissi
i pesci e i frutti di mare a falchi, aironi, gabbiani, egrette, gru e fenicotteri. Il paesaggio superbo, punteggiato di isolotti come Kalijai dove il tempio dedicato alla dea Kali si specchia nelle acque argentee del lago. Risalendo il Golfo del Bengala verso nord si raggiunge nalmente la cittadina di Puri, uno dei luoghi di pellegrinaggio pi sacri dellIndia, con la sua vita religiosa che ruota attorno allimponente tempio di Jagannath Mandir e soprattutto al suo famoso e sacro festival dei carri, Rath Yatra. Il tempio era conosciuto n dallantichit come la Pagoda Bianca che serviva da punto di riferimento per chi navigava nel Golfo del Bengala in contrapposizione alla Pagoda Nera, visibile a Konarak, circa 40 chilometri di distanza da Puri. Questo edicio di sublime bellezza viene chiamato Tempio del sole in quanto concepito come il carro cosmico del dio del sole, Surya. Sette possenti cavalli si impennano nello sforzo di trainare questo colosso posizionato su 24 ruote di pietra. Dichiarato un sito Patrimonio dellUmanit dellUNESCO, il Tempio del Sole venne costruito nel secolo XIII dal re dellOrissa Narashimhadev I per celebrare la sua vittoria contro i musulmani. Sul basamento e sui muri rafgurata la vita a Kalinga (antico nome dellOrissa), una cronaca di fatti e di amori incisa

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Tessitura di sari in un villaggioi


nella pietra. Le gure intagliate sulle ruote sono la massima espressione dello stile erotico, per cui Konarak tanto famosa, e rappresentano i vari aspetti della vita amorosa. A soli 60 chilometri da Konarak sorge Bhubaneshwar, gi capitale dellantico Stato Kalinga. Il suo prolo caratterizzato da una moltitudine di templi che mostrano lintero sviluppo del particolare stile architettonico della regione. Gli edici pi antichi sono datati VI e VII secolo d.C. ma la storia documentata dellarea (famosa la Stele di Ashoka) risale a prima dellera cristiana. La costa dellOrissa era considerata altamente strategica con i suoi porti da cui si salpava per Java, Bali, lIndonesia e le drammatiche battaglie di conquista intraprese dallimperatore maurya Ashoka nel III secolo a.C. ne sono testimonianza. Bhubaneshwar, un labirinto di templi di tutte le dimensioni e le epoche in cui piacevole perdersi. Un Paese dalle mille sorprese, lOrissa, rimasto ancora genuino, selvaggio e sconosciuto alla maggior parte dei viaggiatori.

Raffaella Musso

RAFFAELLA MUSSO
Raffaella fa parte della famiglia di Kel 12 da molti anni. Locchio e lesperienza sul mondo, ma lamore, quello vero e profondo, fatto di passione e curiosit continua, laggi, in Asia. Che siano continenti pi che paesi, come la Cina e lIndia, o grandi regioni dalle culture differenti come lIndocina, poco cambia. Passione per quei popoli, per la loro cultura, i loro miti, le loro feste; interesse per la loro religione, che in primis un modo di essere e di vivere, da condividere. Confronto, analisi, accettazione critica senza la banalit di dire sono come loro ... Il piacere intimo di luoghi dove i segni di una cultura si confrontano e si fondono con quelli di altre, diverse, viene da Raffaella trasportato nellattivit e nella voglia di fare tutti partecipi delle sue esperienze.

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ORISSA QUASI AFRICA: POPOLI E ARTE


PARTENZA 19 GENNAIO 2014
1 giorno - Partenza dallItalia. 2 giorno - Visita di Calcutta, la pi grande e caotica citt dellIndia. 3 giorno - Volo per Bhubaneshwar e visita alle grotte di Udaygiri e Khandagiri. 4 giorno Bhubaneshwar e i suoi magnici templi. 5 giorno - Konarak con il tempio di Surya e Puri, uno dei luoghi pi sacri del pellegrinaggio hindu. 6 giorno - Barkul sul lago Chilika e Gopalpur on Sea. 7 giorno - Larea tribale di Pusanja. 8 giorno - Le trib Desia Kondh e Mallia Kondh. 9 giorno - Proseguimento per Rayagada con sosta ai villaggi dei Desia Kondh. 10 giorno - Incontri con i Dhongariya Kondh al mercato di Majhiguda. 11 giorno - Il colorato mercato settimanale di Chatikona. Proseguimento per Jeypore. 12 giorno - Jeypore e la trib Bonda. 13 giorno - Trasferimento a Visakhapatnam per prendere il volo diretto a Hyderabad. 14 giorno - Partenza per lItalia.

Un viaggio in INDIA con Raffaella musso

PER viaggiaRE aNcoRa coN RAFFAELLA


Cina E ViETnam - YUnnan E ViETnam DEl nORD: idillio rurale - 23 ottobre 2013 e 22 marzo 2014 InDia - RaJasThan E GUJaRaT: sontuosi palazzi, templi sublimi e il festival di Shamlaji- 9 novembre 2013 InDia - Tamil NaDU E KERala: lIndia pi indiana 26 dicembre 2013 LaOs E CambOGia - Gioelli indocinesi - 16 febbraio 2014 UzbEkisTan E TURkmEnisTan - Le oasi carovaniere lungo la via della seta - 21 aprile 2014 SRi Lanka - La terra del Buddha, in occasione del festival di Kandy - 4 agosto 2014 InDOnEsia - Natura e antiche culture - 14 settembre 2014
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TCHAD
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Alla ricerca dellEden nel cuore del Sahara

LASCIATEMI QuI DOvE TEnEbRE E LuCE SI AbbRACCIAnO E bACIAnO: E GLI SpIRITI SELvAGGI SI InCOnTRAnO Su QuESTO MARE DI SAbbIA CHE TuTTO AbbRACCIA E nASCOnDE
Amadou Hampat Ba

uardando una carta del Tchad, da Ndjamena, capitale e punto di partenza verso il Sahara ciadiano, lEnnedi appare come un bastione isolato circondato da sabbie e reg. Questo massiccio che, nel terziario faceva parte della regione sudanese, stato successivamente raggiunto dallavanzamento del deserto ed entrato nella zona arida. La peculiarit dellEnnedi, barriera naturale ai venti monsonici umidi, ricevere ancora sporadicamente le piogge, violente ma brevi, facendone un Sahara tropicale, se cos si pu dire, in cui si creato un clima particolare. Un deserto abitato in cui appaiono

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piccoli accampamenti, pozzi e carovane di dromedari che percorrono distanze enormi, verso nord alle oasi del Murdi, verso sud ai mercati di Biltine e Waddai, verso ovest a Faya e il Tibesti. Tubu, Daza, Zagawa, Murdia, arabi nomadi hanno la loro radice qui e la loro vita perfettamente adattata allambiente naturale in cui vivono. Il volto, i gesti, la postura, il movimento del corpo, tutto sottolinea la naturale erezza ed eleganza di queste genti. Intorno ai pozzi, gruppi di uomini e di donne, vestite di colori sgargianti, con ampi movimenti alterni delle braccia tirano una corda al cui capo legato il secchio che servir alla distribuzione dellacqua. In certe ore della giornata lunghe le di animali aspettano il proprio turno per labbeverata, e quando arriva il momento, ecco un caos di zampe, corpi che si scontrano, labbra che succhiano e spruzzano acqua intorno, mentre gli uomini corrono, vigilano, incitano gli animali. Gli animali ormai sazi, le ghirbe gone dacqua, gli uomini si allontanano, il pozzo si svuota e tutto torna silente. Stupore e sensazione quasi di irrealt, si prova girando da un enneri (ume secco) allaltro, tra falesie sparse e dalle forme pi bizzarre, entrando in gole bordate da qualche palma come abbandonata qua e l da mani incuranti. Percorsi labirintici conducono ad anfratti, grotte, ripari ove la testimonianza della presenza umana passata da tempo immemore, ancora tangibile. Sulle pareti sono dipinti per lo pi in ocra rossa, personaggi con lunghe lance e scudi montati su dromedari e cavalli al galoppo volante, mentre altri stanno ritti, ssi, a volte afancati a donne dai lunghi abiti, recinti di capanne e mandrie variegate. Archei sempre una sorpresa che si svela piano perch per poter avvistare i coccodrilli bisogna raggiungere a piedi la ghelta, incassata in un canalone.

Nella pagina precedente: ? Qui sopra: Arco caratteristico delle falesie dellEnnedi

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In un mercato dello Waddai

Cavalli al galoppo volante in un grande riparo

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Qui sopra: Piccola carovana in viaggio verso un pozzo Nella pagina accanto, in alto: La grande ghelt di Archei - sotto: Uno dei laghi di Unianga
Questi piccoli esemplari adattatisi in un ambiente cos esiguo, lontani discendenti dei rettili che popolavano gli enneri che una volta scorrevano attraverso il massiccio, si mostrano con molta parsimonia al nostro occhio e solo quando il sole arriva a lambire lacqua della ghelta. I suoni sono smorzati e solo qualche volo di uccelli disturba il silenzio. Sullaltro versante della falesia si affaccia unaltra ghelta, pi ampia e di facile accesso. Qui arrivano i nomadi con i dromedari che attendono il momento di bere. Le pareti fanno da cassa di risonanza ai suoni rochi, lunghi, potenti che escono dalle gole degli animali nonch alle voci degli uomini che li accompagnano. L in alto sullo sperone da cui si possono vedere le due ghelta divise da una barriera naturale, non si pu che rimanere ammutoliti davanti a tale straordinaria bellezza. I laghi di Unianga, il punto pi settentrionale dellEnnedi, fanno parte di un reticolo idrico tra i pi vasti del Sahara e collegato un tempo al grandissimo Paleociad. Queste aride parole nulla dicono dello spettacolo che si dispiega davanti agli occhi quando dimprovviso, dopo una serie di dune, tra falesie bianche abbacinanti e sabbie color albicocca che coprono a tratti le pendici, appaiono questi laghi. Lacqua passa dallo smeraldo intenso, allazzurro cupo, al rosso delle alghe, al bianco sulla cresta delle onde, mentre sui bordi dei laghi salmastri si accumula il sale. Tutto intorno una tta vegetazione di palme, canne, erba che accolgono in certi periodi dellanno alcuni uccelli migratori che fanno tappa qui.

Adriana Ravenna
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Un altro dei lago di Unianga

ADRIANA RAVENNA
Adriana ha vissuto per molti anni in Africa in qualit di coordinatrice, gestore e accompagnatrice: Algeria, Niger, Mauritania, Tchad, Libia. In Sahara, oltre alle spedizioni in 4x4, ha percorso molte piste carovaniere a piedi e in dromedario cercando le meraviglie nascoste in un territorio spesso aspro, inclemente ma di una bellezza intensa. A quella di questa area desertica, si aggiunge una grande conoscenza dellAfrica occidentale, orientale, equatoriale e australe. LAfrica nel cuore e nella mente, unapertura verso un mondo che d sempre nuove sorprese. Appassionata di arte rupestre sahariana, preistoria, culture locali, ambienti naturali, Adriana si spinta no al Medio Oriente attratta dal deserto omanita e dalla cultura di questo bellissimo paese. Da lungo tempo anche appassionata di America Latina, dei suoi deserti e delle culture precolombiane.

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Un viaggio in TCHAD con Adriana Ravenna

ENNEDI, LAGHI E ARTE RUPESTRE DEL SAHARA

PARTENZA 20 OTTObRE 2013


1 giorno - Partenza per NDjamena via Parigi; arrivo in serata. dal 2 al 4 giorno - Superato il paese di Massakory, si percorre il ume Bahr el Ghazal per entrare nella regione del Kanem. Si prosegue poi no a raggiungere il villaggio di Oum Chalouba - Kalait. dal 5 al 7 giorno - Si percorre la pista che collega la citt di Abech al villaggio di Fada, no ai conni meridionali dellEnnedi. Ci si addentra poi nel massiccio percorrendo loued Arche no alla grande guelta. 8 e 9 giorno - Si segue la pista che collega Monou a Fada per iniziare da qui la traversata del massiccio. Si attraversano le regioni del Mourdi e del Derbili. 10 e 11 giorno - Si continua no al villaggio dellEyo Demi e si prosegue verso la falesia Ounianga Serir no al lago Teguedei e agli altri laghi delloasi. dal 12 al 15 giorno - Da Ounianga Kebir ci dirigiamo verso Kora no alle cattedrali

arenacee di Bichagara. La pista ci condurr ad Abeche, antica capitale del Ciad. Attraverso la regione del Guer, si rientra a NDjamena. 16 giorno - Arrivo in Italia.

PER viaggiaRE aNcoRa coN AdRiaNa


EGITTO Gran mare di sabbia e deserto bianco 16 novembre 2013 ETiOpia - Nord: lungo le rotte dellEtiopia cristiana - 28 dicembre 2013 e 25 aprile 2 ETiOpia - giorno di Timkat a Lalibela - 15 gennaio 2014 NEpal - In Nepal quando verde: la valle, il lago, la foresta 8 febbraio 2014 NEpal - La valle di Kathmandu e il Terai in occasione del festival Holi - 14 marzo 2014 InDia-LaDakh - Lass in fondo al mare - 22 luglio, 4 agosto, 15 settembre 2014
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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

IRAN
Un giro nella Valle degli Assassini

ono andato a fare un giro nella Valle degli Assassini. Bravo, e non avevi nientaltro di meglio da fare? obietterebbe opportunamente lonnipresente benpensante cultore della sicurezza. Certamente no, rispondo io, e con erezza, e non solo a lui, ma a tutta una immaginaria giuria, e rilancio: giusto il posto, perfetto il momento. E se volete un colpevole, o signori della corte, prendete Marco Polo, per cominciare. Da ragazzo, come hanno fatto innumerevoli ragazzi - e non solo - per generazioni, divoravo le pagine del suo Milione, nch trovai colui che non doveva pi lasciarmi, che non mi ha permesso mai che lo dimenticassi: il Vecchio della Montagna. Conoscete la storia? Perch di storia si tratta, e nei due sensi: nel primo, con la esse maiuscola, vale a dire verit, cose realmente accadute, e nel secondo, esagerazioni, abbellimenti, frottole addirittura, se volete, ma tanto belle. Perch c tutto questo, in Marco Polo, e non per mala fede o voglia di esibirsi abbindolando il prossimo. Marco racconta di tutto, sapete: quello che vede con i suoi occhi, quello che trova, ma anche quello che gli narrano, quello che si dice, e tante altre cose. Ve lo immaginate alla sera, nel caravanserraglio, mentre si stringe insieme agli altri intorno al fuoco, e fuori c la notte, il deserto, e la strada ancora da fare, lignoto del tempo che verr...? Quando, attraversando la Persia, passa vicino alle montagne dellElburz, a sud del Mar Caspio, non uno, ma pi uomini, gli raccontano di un gran signore dei tempi che furono, il vecchio della montagna , che in quella regione aveva un castello imprendibile che difendeva lingresso di un meraviglioso giardino che lui stesso aveva creato, con allinterno alberi con ogni tipo di frutta, e ruscelli articiali, alcuni con acqua, altri con miele, altri ancora con vino.

Castello di Shahrak

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E Gli saRaCini Di qUElla COnTRaDa CREDEVanO VERamEnTE ChE qUEllO fOssE lO paRaDisO; E in qUEsTO GiaRDinO nOn EnTRaVa sE nOn COlUi ChE EGli VOlEVa faRE assassinO
Marco Polo, Milione, capitolo 31

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Oasi di Alamut
E poi, le donne. S, fanciulle bellissime e dai modi incantevoli, e che sapevano cantare, suonare, ballare. Insomma, il paradiso, il paradiso islamico realizzato sulla terra. Anzi, se andate a leggere il Corano, o signori della giuria, troverete che in molti capitoli del Sacro Libro dellIslam si parla del paradiso, ma in forma molto poetica e incline al misticismo, in punta di penna, poco concedendo alla descrizione: il nostro Marco, invece, ci racconta di giovani vigorosi rapiti per ordine del Vecchio, drogati con loppio, portati nel giardino dove, al risveglio, sono circondati da tutti i piaceri del paradiso. Tutto quello che pu lusingare i sensi per loro, anche il tempo sembra essere al servizio della bellezza e di tutti i godimenti immaginabili. Ma viene il giorno in cui il Vecchio presenta il conto: uno dei giovanotti si riveglia - sempre complice loppio - fuori dal giardino, e c lui, il padrone del paradiso, che si presenta come un gran capo religioso dal potere di far assaggiare il paradiso e di farvi anche ritornare i suoi obbedienti fedeli. Il prezzo per il denitivo ritorno in paradiso una missione e, come si pu immaginare, di quelle di sola andata: lomicidio di una persona eccellente, di quelle potenti e sotto scorta. Dal suo inaccessibile castello, il Vecchio commina

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cede con il primo Vecchio, e ce ne sono otto, di Vecchi, una dinastia vera e propria, che dura 166 anni, dal 1090 al 1256. Beghe interne tra feudatari locali, regolamenti di conti fra sette religiose? No, signori della giuria, bens politica internazionale e, naturalmente, risvolti economici: siamo su una delle grandi rotte carovaniere, una delle arterie attraverso le quali lAsia ha comunicato e commerciato per secoli, e i Vecchi si sono dedicati a forticarsi sulle montagne non solo in Iran, ma anche in Siria, e senza il loro permesso, da quelle parti non si passa. Ma chi sono? Ve lo racconto, ma mentre entro nella valle dove iniziato tutto, per poi salire, toccare, andare a vedere con i miei occhi. Parto da Qazvin, alle 8 del mattino, con lautista Amin e il suo furgoncino, la strada ottima ma tutta curve, si va in montagna: dopo neanche unora laltimetro segna 2300 metri, e sotto di noi la valle dello Shah Ruud infagottata da nuvole come nelle abe avviene per le terre misteriose, e magari cattive. Ma presto se ne vanno, e quando scendiamo per attraversare il ume la luce abbagliante, e forte il profumo dellerba e dei ori, ed ecco che a una svolta la vedo, e posso pure dar ragione ad Ala-ad-Din Juvaini, persiano del XIII secolo, di professione letterato: Alamut una montagna che assomiglia a un cammello inginocchiato, con il collo appoggiato al suolo. C un sentiero erto, e ancora ampio, e quello lho gi superato di slancio, con gli occhi ssi su questa rupe favolosa, da lontano sembrava liscia come una lavagna, e anche il colore ci assomiglia un po, ma ecco che cominciano i gradini, a allora mi do una calmata. Tanto Alamut non scappa, qui, nalmente! Se ad ovest la parete liscia, un baluardo di 180 metri, a est la conformazione del terreno permette di salire, ma in un passaggio sempre pi stretto ed obbligato, intagliato nella roccia che ora vedo bene: puddinga, o pi modernamente, conglomerato, una miscellanea detritica molto discontinua e friabile, qui arrampicarsi puro suicidio. Come doveva essere salire al castello di Alamut senza essere invitati: un gioco al bersaglio molto facile anche per arcieri mediocri, e non pare proprio, leggendo le testimonianze storiche, che i Vecchi della Montagna fossero di bocca buona nella scelta dei loro uomini. Quando sono a met altezza della rupe, ecco i resti di una porta forticata e, se guardo a destra e alle mie spalle, vedo da dove gli arcieri potevano ancora prendermi di mira. Continuo a salire, un gradino dopo laltro - saranno trecento ma, chiedo scusa, o signori della giuria, non li ho contati, sapete, lemozione - e adesso, proprio di fronte a me, la montagna bucata. No, non un espediente letterario, e potete anche chiudere il libro di Marco Polo, ora non serve pi. Hanno bucato la rupe da parte a parte, da est a ovest, per vedere meglio la valle, e creare una postazione in pi per le sentinelle. E non siamo ancora in cima: poco oltre gli archeologi hanno appoggiato

sentenze di morte a distanza, che il pi delle volte vengono eseguite. Non ci credete? Certo, il paradiso era tarocco, ma le morti proprio no, ce lo conferma la Storia, quella con la esse maiuscola: il 14 Ottobre 1092, mentre sta viaggiando sulla sua portantina da Isfahan a Baghdad, viene pugnalato a morte Nizam al-Mulk, primo ministro del re selgiuchide Malik Shah I. Lassassino ha ingannato la scorta travestendosi da derviscio, cio da santuomo islamico dedito allascesi, alla preghiera, alla poesia. Una cinquantina di altri personaggi ci lasciano la pelle negli anni seguenti, ma attenzione: questo solo quello che suc-

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alla vetta della rupe una scala per superare lultimo tratto, e mentre salgo vedo che la montagna di roccia traditrice diventa muratura, e poi palazzo, e poi colonne di una moschea che emerge dalla penombra di una cavit, ed ecco, siamo alle soglie del palazzo del terribile Vecchio. Per meglio dire, di ci che ne rimane. Nel 1256 i Mongoli di Hulagu passarono di qui come un rullo compressore, e nel Dicembre 1256 Alamut e il potere dei Vecchi cessarono di esistere, per opera di uomini che consideravano lavversit una piacevole bevanda, e che non si curavano della sofferenza, scrive al-Juvaini. Ora sono sulla cima, che come una terrazza intorno alla quale gli occhi incontrano solo il vuoto. E capisco il nome. Alamut signicherebbe il nido dellaquila o anche linsegnamento dellaquila. Immagino lintelligenza acutissima, e la forza carismatica che dovevano essere possedute dal primo Vecchio, Hassan al-Sabbah, un capo religioso Ismailita una branca nata dagli Sciiti che i Sunniti considerano eretica - che, da ricercato in fuga e senza mezzi, in pochi anni fa tanti proseliti con la sua predicazione, capisce il valore di questo nido daquila, e concepisce un piano audace quanto crudele, ma vincente per pi di un secolo e mezzo. Chi perseguitato perch in minoranza, e ribelle, ha unarma efcacissima che fa dimenticare la sua presunta debolezza: la paura. Gli Ismaeliti erano pochi, non potevano mettere un esercito in campo, sarebbero stati spazzati via; ma castelli su queste montagne s, li potevano difendere, e i potenti della terra, da allora, seppero che la morte li poteva raggiungere persino nel loro letto, con una lama comandata da quass. Da qui venne ordinata la morte di Raimondo II, Conte di Tripoli, valoroso combattente Crociato e primo cristiano a soccombere ai sicari del Vecchio, era lanno 1152; poi troviamo un altro cadavere ancor pi famoso, Corrado del Monferrato: il 22 Aprile 1192 gli comunicano che sar incoronato Re di Gerusalemme, il 28 dello stesso mese viene massacrato nel cortile del suo castello a Tiro, e mentre si trova in mezzo ai suoi uomini. Chi non conosce Saladino? Quello che nel 1187 butta fuori i Crociati da Gerusalemme, avete presente, o giurati? Ebbene, nel 1176 va ad assediare il castello siriano di Masyaf, dove risiede Rashid ad-Din Sinan, un luogotenente del quarto Vecchio, al quale evidentemente, in fondo, Saladino deve riuscire simpatico. Nella notte del 22 Maggio, Saladino si sveglia nella sua tenda, al centro del campo, e trova due focacce ancora calde, non certo portate dal suo scudiero, e conccato in esse con un pugnale c un messaggio, che lo invita cortesemente - per il suo stesso bene - a togliere lassedio. E Saladino, capita lantifona, se ne va. E fa bene, perch addirittura anche due calif di Baghdad ci hanno gi lasciato la pelle: Al-Mustarshid nel 1135, e il suo successore Al-Rashid nel 1138. Insomma: se non vai daccordo con il Vecchio della Montagna, non pagano i tuoi soldati e i suoi morendo sul campo di battaglia, ma paghi tu con la tua vita, non importa chi sei o quanto sei protetto. E il paradiso? Insomma, lhai trovato il giardino del paradiso? mi chiede un sospettoso. No, quass non c di sicuro lo spazio per quello che racconta Marco Polo, che cosa crescerebbe su questa roccia scabra? Ma c qualcosa di ben pi vitale per una fortezza: quattro vasche piene dacqua, perfettamente coibentate. Affacciandomi dallo spigolo nord della rupe, che qui sembra la prua di una nave, vedo sotto di me, a lato di un villaggio, unoasi, s: una macchia di verde denso e rigoglioso. A proposito, Hassan al-Sabbah promosse la costruzione di canali per aumentare la produzione agricola in queste terre, che diventarono tutte suoi feudi; e pi terra produttiva, non vuol forse dire pi cibo e non solo per gli abitanti, ma anche per chi doveva difendere i castelli durante gli assedi? Sappiamo che era versato in varie branche del sapere, e che nutriva un amore viscerale per i libri, che faceva ricercare, copiare, acquistare anche da molto lontano, e senza badare a spese. Un intellettuale, insomma, come furono tutti i Vecchi, e la biblioteca di Alamut, una generazione dopo laltra, divenne uno scrigno di sapere inestimabile. Questo si sa per testimonianze oculari di quei tempi, rese anche da detrattori degli Ismaeliti. Ma se drogavano la gente! E loppio, dove lo mettiamo? No, severi signori della giuria, aspettate: nemmeno i nemici del Vecchio di turno parlano mai di droga, e la cosa pare sia nata grazie a uno storico arabo, Abu Shams, che raccolse la battuta detta nel 1122 dal Califfo Fatimide al-Amir a proposito degli Ismaeliti Siriani, che lui disprezzava: li chiam hashishi, vale a dire marmaglia di invasati, fanatici. Non li accus apertamente di drogarsi, e del resto, ve li immaginate voi degli allucinati, in preda a qualche sostanza stupefacente,

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concepire e realizzare piani audacissimi quanto ingegnosi? Ci vuole gente fredda, addestrata, il coraggio sino alla folla non basta quando bisogna superare una scorta, e penetrare nei luoghi pi difesi senza suscitare il minimo sospetto. Il nome s, quello appiccicato con disinvoltura dal Califfo, rimasto: e assassini da allora, si dice ancora. Scendo a fatica da Alamut, e non parlo del caldo o dei gradini, ma della sua bellezza, di questa visione aerea che mi risucchia e mi invita a restare. C il resto della valle da vedere, e alla ne corro a cercare il furgoncino, ma dov Amin? Sento che mi chiama, allombra delloasi, e mi fa grandi cenni con aria allegra. Ai suoi piedi, oscilla dolcemente nella corrente di un piccolo canale di irrigazione un giallo melone cantalupo, che ora mangiamo insieme, e mai, vi assicuro, ne ho assaggiati di cos buoni. La giornata diventata caldissima, ma lacqua molto fredda, perfetta per il melone che... ma come, gi nito? Amin ne ha preso met, e vedo che lo sta offrendo a un apicoltore che, poco pi in l, sta smielando alcuni alveari. Una bella contrattazione con sfoggio di eloquenza, nel pi puro stile persiano, ed ecco che il melone aiuta Amin a spuntare un buon prezzo per un tipo di miele del quale si dicono meraviglie, e lui mi strizza locchio con complicit. Bene, non ci sar il paradiso, ma il miele e la frutta s, ed eccellenti! Forza Amin, metti in moto, andiamo a cercare Maymundiz, un altro castello!

Risaie lungo il corso del ume Shah Ruud

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Maymundiz sembra per protetto dal mistero, e dopo molto domandare e girovagare, alla ne Amin mi lascia allinizio di una mulattiera impossibile per il suo furgoncino, e salgo a piedi, accelerando via via perch il tempo incalza, di ore di luce ne sono rimaste poche. Un corridoio di ciliegi tti tti, carichi di frutti acerbi, e siamo in giugno, mi regala unombra questa s da paradiso, ma dopo duecento passi nisce, e mi trovo al cospetto di una montagna spettacolare anzi, impossibile, una allucinazione: perch quello che vedo un frammento di Dolomiti, stesso colore, stesse spavalde, bellissime pareti. E il sentiero che continua a salire, spietato, sotto il sole. Maymundiz? Maymundiz, eh!! mi dice un pastore, e poi scrolla la testa, mi guarda come fossi matto, gesticola come a dire che irraggiungibile, che non ce la far mai, che peccato non parlare persiano! E alla ne, prendo una decisione: se insisto qui, non arriver mai alleroico castello di Lambsar prima del tramonto, e anche lass bisogna salire una montagna, e non voglio assolutamente perderlo. Via, indietro, rotolo a valle, e ritrovo Amin che banchetta con un cesto di ciliegie, queste per belle grandi, e mature, e dolcissime. Sotto Lambsar la valle molto ampia, lungo lo Shah Ruud e mi stropiccio gli occhi, s, vero quello che vedo stanno coltivando risaie, ce ne sono tante, e uomini al lavoro, sembra un pezzetto di Vietnam. Ma basta salire un poco di quota, oltre i canali fatti dalluomo, che questa roccia arcigna fa la steppa, e poi il deserto. Lambsar ha resistito un anno allassedio dei Mongoli, che non erano certo di passaggio per fare un pic-nic, qui ci si erano incattiviti proprio. Perch a Lambsar, signori miei, se eri il nemico, crepavi prima ancora di arrivare a vederlo, il castello. Il lato ovest come abbracciato, protetto dalla montagna, il lato est conna con un baratro franoso, lunico accesso era una collezione di rupi, pendii, svolte a gomito nella roccia viva, un labirinto della morte su cui le macchine dassedio nulla potevano perch non puoi fare la guerra a un intero monte, nemmeno se sei Mongolo. Anche qui, un paradiso, ma per gli arcieri difensori. Il castello lo vedi allultimo momento, a una svolta: sar perch sono solo, il sole tramonta, lunica voce quella del vento, ma trovo che assomigli a un teschio che mi ssa, con quelle cavit tenebrose che un tempo furono nestre, e porta. Dentro, signori della giuria, non c niente, a parte il silenzio protetto da mura spesse pi di un metro. In questo castello, che era la montagna intera, gli Assassini respinsero, eri, ogni offerta di aver la vita salva, ogni ordine dellultimo Vecchio, gi in bala dei Mongoli, ogni minaccia di massacri: furono vinti, per, da un nemico che la loro montagna non ferm, il colera. Nel 1257, un anno dopo la resa di Maymundiz e di Alamut, i Mongoli riuscirono a penetrare allinterno, dove gi regnava la morte. E anche Lambsar divent un deserto di rovine. Il sole tramonta, e saluto gli Assassini mentre, ai lati del sentiero e fra i ruderi, appaiono frammenti di vecchissime ceramiche color cielo, quasi un sussurro dallaldil di quella potenza, di quella bellezza che furono le padrone della valle e di queste montagne. Ormai resta solo la luce riessa dal cielo quando sbuco di nuovo sulla strada, e cerco Amin.. ma dove sar nito? Poi vedo un focherello, giusto dietro a una roccia, al riparo del vento: e lui l, seduto a gambe incrociate su un tappeto, e davanti a lui c la teiera, un piattino con datteri e pistacchi, mi sorride e con gesto quasi sacerdotale mi invita a sedermi, e mi dice Agha. Ah, i Persiani... che bello quando ti dicono Agha, come quando in Argentina ti dicono caballero, ed la stessa cosa, ti senti un signore dei bei tempi andati, quando un saluto era gi un rapporto, una cultura, una storia. Come ai tempi di Marco Polo... Allora, signori della giuria, ritornerete con me nella Valle degli Assassini?

Paolo Ghirelli

Nato a Sanremo (Imperia) il 3 maggio 1957 e laureato in losoa. Come rappresentante del Museo G. Cortesi stato membro delle spedizioni scientico-alpinistiche che hanno raggiunto aree himalayane in Ladakh (India) nel 1987, il Tibet nel 1990 e ancora in Ladakh Zanskar nel 1998, e la catena dei Monti Urali nella Siberia occidentale nel 1992. co-autore nella stesura dei volumi Alla ricerca di un oceano scomparso, Tethys, Ural e Sulle tracce di Cesare Calciati, editi a Piacenza con i risultati delle spedizioni. Socio fondatore dellAssociazione Archeologica Malena a Piacenza nel 1996, ha partecipato ad alcuni scavi archeologici e paleontologici nel territorio piacentino. Ha frequentato il corso di archeologia subacquea ad Ustica organizzato da Archeologia Viva nel Settembre 1997: Tecnica di scavo subacqueo. Specializzato in viaggi culturali, dal 2004 con Kel 12 come accompagnatore.

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PASSAGGIO DA OCCIDENTE A ORIENTE


PARTENZE 16 LuGLIO E 26 sETTEmbRE 2014
1 giorno - Partenza da Milano per Yerevan con scalo a Vienna. Arrivo nelle prime ore del mattino. 2 giorno - Yerevan, la citt rosa. Giornata dedicata alla visita della capitale. 3 giorno - I dintorni di Yerevan: il tempio di Garni e il monastero di Geghard, la cattedrale e le chiese di Etchmiadzin, il tempio di Zvartnots. 4 giorno - Il sud del paese: il monastero di Khor Virap e la regione vinicola di Areni, il monastero di Noravank e il monastero di Tatev. 5 giorno - Passaggio del conne con lIran. Il monastero armeno di Santo Stefano nella regione dellAzerbaijan iraniano. 6 giorno - Visita di Tabriz, capolugo della regione e capitale durante il periodo mongolo. Proseguimento per Zanjan. 7 giorno - Escursione a Sultanieh e visita del mausoleo di Uljetu. Proseguimento per Qazvin. 8 giorno - Verso Alamut, la culla della Setta degli Assassini. Pernottamento in campo mobile. 9 giorno - Esplorazione della Valle degli Assassini e proseguimento per Teheran. 10 giorno - I musei della capitale. In serata volo per Shiraz. 11 giorno - Persepolis, la capitale dei re achemenidi, e i bassorilievi sassanidi di Naqhsh-e-Rostam. 12 giorno - Pasargade e la tomba di Ciro il Grande. Proseguimento per Isfahan. 13 giorno - Isfahan, la Met del Mondo, la citt-sogno dellIslam, capitale dello Sci Abbas. 14 giorno - Continuazione delle visite di Isfahan e dei suoi gioielli architettonici e volo per Teheran. 15 giorno - Partenza da Teheran per Milano via Francoforte.

Un viaggio in ARmENIA E IRAN con Paolo Ghirelli

PER viaggiaRE aNcoRa coN PAOLO


NEPAL - Nepal Charme: la valle, il lago e la foresta - 28 ottobre 2013 INDIA - Le vie dacqua del Gange, lIndia buddhista e la era di Sonepur - 10 novembre 2013 GIORDANIA E ISRAELE - Petra e Gerusalemme, antiche sacre meraviglie; Tel Aviv, bellezza e modernit on the beach! - 26 dicembre 2013 COLOMBIA - Riscopriamo la terra di Colombo - 25 gennaio 2014 EGITTO - La valle delle balene e la grotta di Rohlfs - 14 febbraio 2014

BIRMANIA - Vie dacqua nella Birmania di Upagot - 21 marzo 2014 NICARAGUA, HONDURAS, EL SALVADOR, GUATEMALA Mosaico centroamericano - 19 aprile 2014 BOLIVIA E CILE - Toccando il cielo - 10 maggio 2014 PER - Per in occasione dellInti Raymi - 13 giugno 2014 INDIA - Il Kashmir, la valle dello Zanskar in occasione del festival di Naros Nasjal e il Ladakh - 3 agosto 2014 CINA - Tesori nascosti - 24 agosto 2014
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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

Il Vietnam sta ancora elaborando il recente passato

Vietnam e CambOgia
Tra Cielo e Terra
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l Cielo e la Terra, normalmente, sincontrano allorizzonte. L, i due elementi sfumano tra loro, si sciolgono nella foschia. Ma, noi sappiamo che esistono due entit diverse che solo la lontananza o la miopia mescolano, confondono. Nel Cielo sta tutto ci che passioni, paure, speranze delluomo hanno escogitato per lodare e maledire un dio, ingraziarsi un elemento della natura, inventarsi lesistenza dellaldil. In Terra si trova quello che le mani, larte delluomo antico hanno prodotto per la megalomania dei potenti, le devozioni dei fedeli, le necessit di graticare chi si immagini stia in cielo a scagliare fulmini o mandare vivica pioggia. Come possono, Cielo e Terra, in questa accezione starsene distanti luno dallaltro ed incontrarsi giusto allorizzonte solo perch in lontananza le cose paiono fondersi? Cielo e Terra acquistano forza dattrarre se abbandoniamo, per il tempo di un viaggio in Vietnam e Cambogia, il modo con cui normalmente li osserviamo. Ecco, noi proponiamo unesperienza in cui invitiamo a non cercare linee nette di separazione tra Cielo e Terra. Sollecitiamo ad essere un po miopi per non individuare questo limite in ci che vedremo, udremo, toccheremo, annuseremo. E non stupitevi se le macchine fotograche vedono tale separatezza. Loro possono registrare solo ci che colpisce la sensibilit dellobiettivo. Le macchine semplicemente inquadrano ci che hanno davanti. La nostra sensibilit, per fortuna, non si valuta col numero di puntini compresi in un certo spazio per fornirci il massimo di nitidezza. Vale di pi, pi duttile, non nalizzata a riprodurre il pi esattamente possibile immagini. I nostri occhi possono vedere ci che ragione, emozioni e miopia creativa suggeriscono. Non importa, perci, se andando dal nord del Vietnam allestremo sud cambogiano anche a noi parr dindividuare limiti netti tra Cielo e tutto ci che sta pi in basso. Se vorremo veramente entrare sotto quel Cielo e conoscere un poco di quei luoghi, dovremo essere capaci dabbassare il Cielo ed elevare la Terra sino a che non si confondano. Cos, in questo viaggio Tra Cielo e Terra, dovremo guardare tutto ci che osserveremo e tocche-

Baia di Halong

SE vuOI COnOSCERE IL MOnDO, DEvI InCOnTRARnE GLI uOMInI.


Anonimo
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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI


remo, la materialit delle pietre di Angkor e limpalpabilit della nebbia che mostra con parsimonia i dentoni rocciosi della Baia di Halong, e persino le graticanti atmosfere dei bianchi muri del Rafes Hotel di Phnom Penh, con meno rilassatezza. Sar necessario, per non percepire solo ci che la macchina fotograca banalmente registra, uno sforzo per rivestire con un alone immateriale e sacrale molto di quanto scorgeremo, tasteremo, sentiremo. In ci saremo aiutati anche dal privilegio che ci siamo offerti di viaggiare pure per Vie dAcqua con sei barche tutte per noi. Scorrere sullacqua, aiuta ad andare oltre la separatezza tra cose celesti e corposit terrene. Facilita entrare in atmosfere del passato, dove ancora oggi lassenza di adeguate scienza e tecnologia rende luomo dipendente dalla natura e gli fa identicare lacqua, la terra, il riso, con un dio.

A sinistra: Hu, la Dama Celeste sul Fiume dei Profumi

Qui sotto: In barca, per entrare nellintimo dei luoghi attraversati

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Ali di pipistrello

Qui sotto: Campagna Fatica

In Vietnam e Cambogia vorremmo ricostruire quella confusione antica tra terreno e ultraterreno. Le pesanti pietre di Angkor saranno cos liberate dalla forza di gravit che le tiene sse a terra luna allaltra, per suggerirci pi di quello che le sagome dei templi gi mostrano a tutti. In quei macigni scarnicati da sapienti mani che ne hanno fatto emergere forme di non transitoria bellezza, vedremo cos non solo il risultato di valenti artigianalit, ma un contributo alla gloricazione di ci che le credenze hanno sempre immaginato risiedesse in Cielo. In tal modo potremo svincolare quei cumuli darte dalla pur attraente sicit terrena per innalzarla allo stato di piacevole turbamento. Ma la Terra e le pietre non sono le sole ad aver subto questa metamorfosi, elevandosi da pura materia ad emozione. Anche il Cielo, dove risiedono stabilmente gli dei, cambia. Subisce il materialismo degli eventi umani da cui gloricato con preghiere

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Comfort per tutta la famiglia


Non mai troppo presto per muovere i primi passi... in volo: la classe Economy riserva ai passeggeri junior e ai loro genitori tutto il calore e i sorrisi della tipica ospitalit thailandese per un viaggio allinsegna del comfort pi totale. Giochi e regali per gli ospiti pi piccoli, sistema di intrattenimento con programmi per tutta la famiglia, men per ogni esigenza, poltrone dalla massima comodit e un servizio di bordo attento e premuroso per volare... sentendosi a casa.

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e incensi. Gli si offrono doni e dimore in cui soggiornare durante le visite ai mortali. E Lui, onnipotente ma narciso, si lascia convincere. Abbandona la casa celeste ed accetta un temporaneo trasloco. Nasce in questo modo il tempio, a volte modesto, spesso pretenzioso e maestoso tanto quanto si abbia la necessit di ingraziarsi il dio di turno. Cos il Cielo, per denizione etereo e senza peso, puro spirito, si veste di pietra e acquista una corposit che lo fa discendere in Terra. Nello stesso tempo quelle che erano pure pietre senza forma e anima, sottoposte allo scalpello delluomo credente, perdono parte della loro esistenza terrena per elevarsi un po e mescolarsi con lo spirito degli dei venuti a ricevere lomaggio della pietra che si fa tempio. In Vietnam e Cambogia, il coinvolgimento emotivo di chi sia dotato di miopia creativa, tale da abbassare il Cielo ed elevare la Terra sino a farli confondere. E cos lAngkor Wat, il tempio pi esteso al mondo, riesce a spogliarsi della sua imponenza che lo ncora alle leggi della gravit. Perch qui aria e pietra, fervore religioso e

Preghiera
corposa rafnatezza della materia si compenetrano tanto da divenire indistinti. sempre la stessa Storia. Qui, come in ogni luogo dove lopera umana sia nalizzata alla gloricazione di una deit o inventarne una nuova, il Cielo e la Terra ripropongono sempre leterno rapporto tra religione e arte che da vita a quelle forme in cui spirito e materia, insieme, trovano casa.

Mario Romualdi

MARIO ROmuALDI
Di lui si possono dire molte cose: laureato in sociologia, impegnato nel sindacato, nel giornalismo e nelleditoria, imprenditore e programmatore di viaggi. Ha affrontato il viaggio spesso contemporaneamente, da viaggiatore, scrittore e ideatore di itinerari per Kel 12. Molti modi e tutti assolutamente affrontati con la stessa professionalit. Negli anni ha smussato angolosit, ma non gli mai venuta meno lattenzione per laltro e il sociale. E non ha dimenticato di aver dovuto attraversare lo Stretto di Messina. Di Mario Romualdi, per, non va tralasciata la denizione che pi gli piace, quella di viaggiatore curioso che conosce e scopre, tenta di capire e non vuole tenere tutto per s, ma farne un bagaglio ricco e importante da condividere con altri viaggiatori. E quando Mario accompagna, protagonista a tutto campo: attento, colto, amichevole e rigoroso.

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TRA CIELO E TERRA, PER VIE DACQUA


PARTENZA 8 GENNAIO 2014
1 giorno - Voli Singapore Airlines da Milano per Hanoi. 2 giorno - Arrivo in mattinata, subito in hotel per relax prima di iniziare le visite. 3 giorno - Completamento conoscenza di Hanoi. 4 giorno - Baia di Halong, barca privata per un giorno e una notte. 5 giorno - Volo per Hu. 6 giorno - Visite e barca privata sul Fiume dei Profumi, trasferimento a Hoi An. 7 giorno - Sito di My Son, visite di Hoi An e barca privata sul Thu Bon River. 8 giorno - Volo per Saigon. 9 giorno - Barca privata per un giorno e una notte nel Delta del Mekong. 10 giorno - Navigazione nel Delta e arrivo a Chau Doc. 11 giorno - Barca privata per Phonm Penh. 12 giorno - Mattinata libera e trasferimento a Battambang. 13giorno - Barca privata per Angkor (per entrare nellintimit cambogiana). 14 giorno - Visita di Preah Vihear a 250 km da Angkor, unico altro sito UNESCO. 15 giorno - Angkor: Kbal Spean, Banteay Samre, Banteay Srey. 16 giorno - Angkor: Ta Phrom, Bayon, Angkor Wat. 17 giorno - Angkor: giornata libera per approfondimenti individuali, volo in serata. 18 giorno - Arrivo a Milano.

Un viaggio in VIETNAM e CAMBOGIA con Mario Romualdi

PER viaggiaRE aNcoRa coN MARIO


LaOs - Vie dacqua in Laos - 29 ottobre 2013 CambOGia - Cambogia, Charme per vie dacqua 9 dicembre 2013 BIRMANIA - Vie dacqua nella Birmania di Upagot 21 marzo 2014 (Sfumature) GUATEMALA E HONDURAS - Guatemala e Copan, con charme - 22 aprile 2014 (Sfumature)
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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI


ERA IL pI bEL pAESE CHE MAI AvESSI vISTO...
Ernest Hemingway

TANZANIA
Verdi colline dAfrica

L
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a prima volta che sono salito sul cratere di Ngorongoro rimane indimenticabile. Era ne aprile ed erano gi iniziate un po di piogge. Il paesaggio era verdissimo e laria profumava di terra bagnata, quellodore di terra dAfrica che rimane nel naso e nei ricordi, e che ti spinge a tornarci appena puoi. Mentre salivo le pendici del cratere, ebbi la sensazione di trovarmi in un lm di avventura. La vegetazione, ttissima, era dominata da alberi dalle forme suggestive. I tronchi coperti di muschio ed i rami addobbati con liane e licheni che penzolavano nella nebbiolina del mattino creavano lambien-

tazione perfetta per unavventura epica. Salendo, lumidit si inttiva ed una volta arrivato in cima la visibilit era ridotta a pochi metri. Di colpo la nebbia che mi avvolgeva si alz come un sipario e, di fronte a me, apparve uno dei pi grandi spettacoli che la natura ci abbia mai regalato. Limmenso cratere di Ngorongoro si apriva ai miei piedi e ricordo di aver pensato di trovarmi di fronte al famoso mondo perduto. In quel paesaggio fantastico, cos lontano ed isolato dal mondo che conosciamo, sarebbe stato normale vedere dei dinosauri brucare tranquillamente le foglie dagli alberi mentre, in aria, volavano acrobatici pte-

Nei parchi della Tanzania del Nord


rodattili. Sceso allinterno della caldera mi rassegnai al fatto che i dinosauri non ci fossero, in compenso cerano, in abbondanza, quasi tutti i principali mammiferi africani. Enormi branchi di zebre, gnu, bufali, ippopotami, alcuni tra i pi grandi esemplari di elefanti viventi, svariati gruppi di leoni e perno alcuni esemplari degli ormai rari rinoceronti neri. In aria volteggiava una splendida aquila pescatrice il cui richiamo fu ben denito da Hemingway: The voice of Africa. Un vero Eden ricco di acqua e pascoli tutto lanno, da cui gli animali non hanno nessuna intenzione n necessit di allon-

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI


tanarsi per migrare altrove. Lasciando il cratere non ebbi il tempo di provare nostalgia per quel luogo incantato, subito assorbito dalle gigantesche giraffe che allungavano ancora un po i loro colli sproporzionati, eppure cos eleganti, per cogliere le foglioline pi verdi delle povere acacie sul loro cammino. Poco pi avanti Olduvai Gorge, denita la culla dellumanit, meritava una sosta. Quasi un doveroso riconoscimento, un pellegrinaggio ad uno dei luoghi che pi ha contribuito agli studi di paleontologia che hanno tracciato i passaggi dellevoluzione umana. Il piccolo museo e le informazioni fornite sul posto fanno volare la fantasia al tempo in cui ancora ci misuravamo con la natura ad armi pari. Ormai la curiosit del viaggiatore era insaziabile, e lattesa delle praterie del Serengeti mi spingeva a guardare solo avanti a me, certo che il ricordo di quanto stavo vivendo mi avrebbe accompagnato per sempre. Le promesse di grandiosit non furono minimamente deluse. Un mare derba con le sue isole di granito, i kopjes, dove i leoni amano scaldarsi al sole mentre osservano, apparentemente disinteressati, le sconnate mandrie di gnu che brucano soddisfatte gli inniti steli derba. Locchio pu spaziare senza conni n barriere articiali che disturbino il piacere di trovarsi in una natura incontaminata che avvolge, rassicurante, uomini ed animali nel suo verde mantello. Lo spettacolo continuava anche quando, seduto comodamente nei lodges, sorseggiavo un terapeutico gin tonic godendomi il tramonto e le silhouettes degli alberi e degli animali che si preparavano alla notte. Quello che ignoravo era che, oltre al Ngorongoro e Serengeti, famosi per gli innumerevoli documentari che cos bene li descrivono, la Tanzania fosse cos riccamente varia di situazioni e luoghi interessanti. Il parco del Lago Manyara con la sua foresta sub-equatoriale mi immerse in una realt completamente diversa, ricca di primati, elefanti che apparivano improvvisamente tra gli arbusti e grandi strisce di rosa e bianco che fenicotteri e pellicani dipingevano sulla tela del lago ai piedi della scarpata del-

Danza Masai

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la Rift Valley. Questa ferita, che incide profondamente il continente africano, qui particolarmente visibile ed era solo unaltra delle meraviglie della natura con cui mi confrontavo. Nel parco del Tarangire oltre agli immancabili animali, ed in particolare ai sorprendenti branchi di elefanti, mi aspettava una delle pi grandi concentrazioni di baobab conosciute. Questi enormi alberi, veri monumenti naturali, davano, pur silenziosi ed immobili, il senso di forza e potenza della natura che accompagna immancabilmente chi si avventura in un viaggio africano. Che dire dei piccoli gruppi di Hazdapi, i boscimani tanzaniani che ho avuto il privilegio di veder cacciare con arco e frecce, non per divertirsi ma per sostentarsi, nei dintorni del lago Eyasi. O ancora, nei pressi del lago Natron, del vulcano attivo Oldonyo Lengai, sacro per i masai che accompa-

Ippopotami
gnati dalle loro mandrie vagano armati di lancia in queste terre senza tempo . . . Il ricordo di un viaggio ci arricchisce, non si svaluta, nessuno pu portarcelo via e ci accompagner per tutta la vita. Di quante cose possiamo dire lo stesso?

Gabriele Fiorese

Qui sopra: Campo tendato nel Serengeti

Qui a lato: Gruppo di impala

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

Il cratere di Ngorongoro

GABRIELE FIORESE
Terminati gli studi in Lingue e Letterature Straniere presso lUniversit di Venezia ha provato a placare il suo animo inquieto lavorando in ufcio presso un Tour Operator ma dopo tre anni la voglia di conoscere il mondo lha portato ad intraprendere la circumnavigazione del globo in barca a vela. Da l ha oltrepassato il punto di non ritorno. Ha quindi lavorato per diversi anni come residente alle Maldive, Tanzania, Cuba e Venezuela e ha compiuto lennesimo giro del mondo nel ruolo di direttore di regata. Nel 1992 il primo contatto con Kel 12 lo porta a conoscere lAlgeria e a scoprire lamore per un mare diverso ... quello di sabbia. Passione travolgente che lo spinge ad approfondire i viaggi in tutto il Sahara. Ma la voglia di conoscere e di entrare in contatto con culture e popoli sconosciuti lo porta ad esplorare tutta lAfrica: dal Mali alla Tanzania, dalla Namibia al Mozambico. La sete non si placa e allora via: in barca a vela dallArgentina allAntartide e al Cile ... dove lo incontrerete prossimamente?

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Un viaggio in TANZANIA con Gabriele Fiorese

ATMOSFERE DAFRICA

PARTENZE 14 fEbbRAIO E 7 GIuGNO 2014


1 giorno - Partenza dallItalia con volo di linea. 2 giorno - Arrivo ad Arusha/Kilimanjaro e trasferimento al piccolo Parco Nazionale di Arusha per un primo safari, pernottamento ad Arusha. 3 giorno - Trasferimento e giornata dedicata al safari allinterno del Parco Manyara, famoso per la vegetazione lussureggiante e i leoni che si arrampicano sugli alberi. dal 4 al 6 giorno - Visita del sito archeologico di Olduvai Gorge e proseguimento per limmenso Parco del Serengeti, safari lungo la via. 7 giorno - Proseguimento per il Cratere di Ngorongoro e pomeriggio dedicato allesplorazione della sua immane caldera, una vera e propria Arca di No. 8 giorno - Visita del villaggio di Mto Wa Mbu e proseguimento per il Parco del Tarangire. 9 giorno - Giornata dedicata al safari allinterno del Parco del Tarangire. 10 giorno - Rientro ad Arusha, visita del mercato e imbarco sul volo di ritorno in Italia, pernottamento a bordo. 11 giorno - Arrivo in Italia.

PER viaggiaRE aNcoRa coN GABRIELE


EGiTTO - Il Grande Mare di Sabbia e il Deserto Bianco 15 ottobre 2013, 5 e 24 aprile 2014 Tanzania - Grande nord: emozione dAfrica - 26 ottobre 2013 Namibia - Discover Namibia - 12 novembre 2013 CamEROUn - Cest lAfrique - 30 novembre 2013 Tanzania - I parchi del nord - 29 dicembre 2013 Panama - Il canale, il parco del Darien e le isole San Blas - 14 gennaio 2014

EGiTTO - Uweinat: il miraggio degli esploratori 8 maRzO 2014 Namibia, BOTswana E ZimbabwE - Houseboat Safari sui umi Zambesi e Chobe - 1 maggio 2014 BOTswana E ZimbabwE - In mezzo agli animali in campi tendati - 5 luglio e 20 settembre 2014 Namibia - Deserto e nomadi - 2 e 16 agosto 2014

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Kel 12 progetto WHY


Scegliendo i viaggi di Kel 12 in Tanzania contribuisci a sostenere WHY - A World Home For Youth, lAssociazione ONLUS che realizza e sostiene progetti educativi, asili e scuole a favore dei bambini di Zanzibar.
i sono luoghi nel mondo dove il viaggio non solo scoperta, fascinazione, esperienza ed avventura; ci sono luoghi nei quali la contaminazione di culture ed esperienze fa crescere una sensibilit sociale, che si traduce in un aiuto concreto. Per questo motivo Kel 12 sostiene lassociazione WHY - a World Home for Youth: una casa nel mondo per i giovani. Questa ONLUS opera per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni nei piccoli villaggi di Zanzibar per nutrire con il cibo e leducazione le donne e gli uomini di domani.

KEL 12 SOSTIENE WHY E IL PROGETTO DI CESARE PRANDELLI PER I PICCOLI DI ZANZIBAR


Lazione di WHY in Tanzania inizi nel 2006, rispondendo ad una richiesta daiuto nalizzata a scongiurare labbandono scolastico dei bambini dei villaggi di Jambiani, Charawe e Uzi. Gli interventi vennero indirizzati a favore dei bambini della Primary School, con progetti destinati in particolare agli studenti disabili e al miglioramento del livello formativo degli insegnanti. Successivamente WHY allarg gli interventi ad altre scuole di comunit rurali, indirizzandosi progressivamente ai bambini in et prescolare, ideando progetti specici nalizzati ad aggredire il fenomeno dellabbandono scolastico. Sono nate cos le strutture comunitarie prescolari, gli asili di WHY. La carenza di strutture adeguate e lo stato di degrado nel quale operavano maestri e volontari, port alla

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creazione di nuovi edici, studiati per rendere efciente ed efcace lattivit educativa, col pieno consenso del Ministero dellEducazione. I bambini che frequentano le strutture create e gestite da WHY iniziano un percorso che permette loro una preparazione adeguata alla scuola primaria, con nozioni di lingua e matematica. Oggi sono 9 gli asili ristrutturati o creati ex novo dallassociazione; accolgono circa ottocento bambini sono sparsi principalmente nel sud dellisola e rappresentano una realt viva e integrata nelle comunit. Gli alunni, oltre a ricevere unistruzione, sono seguiti nelleducazione, ricevono pasti, cure e materiale per scrivere e leggere. Gli insegnanti che operano hanno unoccupazione sicura, adeguatamente retribuita e seguono i corsi di aggiornamento ministeriali. Ogni istituto gestito da un comitato composto da rappresentanti dei genitori, insegnanti e un responsabile di WHY che mantiene un collegamento in rete con gli altri asili dellarea. Lo scopo far crescere una coscienza sociale solida, responsabilizzando la popolazione.

Mwendawima il quartiere sud del villaggio di Jambiani nel quale, con il sostegno della Fondazione Aiutare i Bambini di Milano, WHY inizi ad operare sette anni fa. Nei volontari dellassociazione matur presto la consapevolezza che senza un programma per i bambini della prima infanzia, ogni sforzo dedicato alle scuole primarie sarebbe stato vano. Lasilo di Mwendawima nacque dalla precisa esigenza di accogliere i bambini in et prescolare, al ne di coinvolgerli in un processo educativo che scongiurasse il fenomeno dellabbandono della scuola negli anni successivi. Grazie a Cesare Prandelli, commissario Tecnico della Nazionale Italiana di calcio, che sostiene costantemente questa realt, oggi sono 90 i bambini dai 4 ai 7 anni che frequentano la struttura. Lasilo d lavoro a 4 maestre e a una cuoca responsabile della preparazione dei pasti.

Ho apprezzato molto il lavoro svolto con passione e sensibilit dai volontari dellassociazione WHY; ho pensato, con i miei gli Niccol e Carolina, che questo fosse il modo migliore per ricordare Manuela. Sostenere leducazione e la formazione delle nuove generazioni, signica credere possibile lemancipazione culturale ed economica delle popolazioni che abitano questo angolo di mondo. Sono convinto che si debba sempre investire sui giovani, ripartire dalla scuola ed educare i ragazzi alla responsabilit, n da piccoli. Oggi, grazie allimpegno di Kel 12 per WHY possibile fare ancora di pi, creare un nuovo orizzonte per i bambini di Zanzibar. Cesare Prandelli

WHY nata nel 2004 a seguito di alcune esperienze di volontariato vissute dai suoi fondatori. La comprensione del valore e della forza di quanto avevano provato insieme, li ha spinti a dare vita allAssociazione, con lobiettivo di offrire anche ad altri la possibilit di vivere direttamente laiuto alle popolazioni bisognose. WHY oggi festeggia il decimo anno di vita e forte dei progetti realizzati intende aprirsi sempre di pi alla condivisione di esperienze di vita, di lavoro e di accoglienza, al ne di dare un futuro diverso e migliore a chi pi svantaggiato con progetti educativi, di nanziamento e di impiego. WHY opera con la consapevolezza che non ci sono piani diversi fra chi dona e chi riceve, tra chi accoglie e chi viene accolto; lo scambio di queste esperienze arricchisce ciascuno e diventa un valore assoluto, un valore di tutti. www.whyinsieme.org - info@whyinsieme.org

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

MONGOLIA
La grammatica nomade
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IN MONGOLIA NON SI PU AVERE UN PROPOSITO; LE COSE VANNO COME DEVONO ANDARE.


detto mongolo

ffrontare un viaggio implica sempre una certa preparazione, la capacit di adattamento, una disposizione mentale aperta e permeabile ed una commistione variabile di disillusioni e sorprese. Un viaggio in Mongolia non fa eccezione e mette alla prova queste capacit. Capire perch importante visitare questo paese un passo fondamentale nella comprensione di una realt che, seppur pi o meno presente nellimmaginario collettivo, ha implicazioni nascoste e proposte alternative alla nostra idea di mondo. La Mongolia terra di nomadi ed i suoi vuoti e le sue assenze sono per chi non li vive sulla propria pelle, un assedio incomprensibile, sono signicati muti alle orecchie dei sedentari. Imparare a decifrare questa cultura equivale ad imparare una nuova grammatica, la grammatica nomade. In Mongolia la geograa non ha concesso mediazioni; gli antenati dei mongoli, che qui hanno scelto di vivere, si sono semplicemente accordati a questo ciclico ritmo migratorio senza avanzare mai la pretesa di modicarlo.

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI


Per chi viaggia oggi in questa terra le differenze principali rispetto a settecento anni fa, si esauriscono nella possibilit di scelta del mezzo di trasporto tra auto, moto o cavallo. Le stesse piste attraversano oggi paesaggi immutati da secoli, gli stessi ritmi scandiscono la vita di chi attraversa queste steppe tra paesaggi e silenzi che alimentano da sempre gli stessi sentimenti e le stesse fantasie. Lopzione nomade, anche nella sua declinazione attuale, un tale capovolgimento della nostra prospettiva sedentaria che la possibilit stessa di unevoluzione umana che segue questo binario parallelo fatica ad essere compresa ed accettata perno da chi si trova a contatto diretto con la sua esistenza. La testimonianza di questa opzione evolutiva, la era resistenza dei nomadi ad una livellazione globale delle sempre pi impercettibili differenze che compongono il variegato mosaico dellesperienza umana su questo pianeta senza ombra di dubbio un aspetto fondamentale di questo viaggio. La possibilit di conoscere ed assimilare direttamente le sfaccettature di una societ che ha riposto in valori solo apparentemente anacronistici la sua sopravvivenza ed il suo semplice benessere, arricchiscono i viaggiatori di esperienze culturali inestimabili La vita dei nomadi ed il loro retaggio sono uno dei fulcri attorno ai quali ruota il nostro itinerario, che non potr mai prescindere dallincontro con la quotidianit itinerante e dalla scoperta dello stile di vita, dei metodi di sussistenza e migrazione e dalle vivide testimonianze dei suoi protagonisti. Prendere coscienza di questa alternativa, imparare a confrontarsi con essa, elaborare una prospettiva pi critica del presente contribuisce ad erodere dalle fondamenta i pregiudizi e la paura del diverso, alimenta la curiosit e la necessit di sapere e dispensa talvolta lezioni inaspettate; questi sono i presupposti impliciti di un turismo discreto e responsabile che incontra realt socio-culturali diverse con la speranza di un reciproco benecio. Nella ricchezza e nella variet del mondo risiede la sua incredibile bellezza e per difenderla necessario conoscerla e capirla.

Nella pagina precedente: Un giorno come un altro In questa pagina, dallalto: Karakorum - Monastero Erdene Zuu - al centro: Deserto dei Gobi, dune Khongoryn - in basso: Interno di una gher

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Deserto dei Gobi, dune Khongoryn Qui sotto: Donna Khalka


Il percorso a ritroso nella cultura mongola prosegue e porta subito distante dalla realt caotica e moderna della capitale, perch ci che si propone di mostrare non pu prescindere dal palcoscenico della steppa, dove il nomade incontra il suo predicato: la natura, che declina tutta la sua esistenza. La bellezza di queste terre primitiva ed intatta, i panorami sono mozzaato e gli scenari che si creano in complicit tra geograa e condizioni meteorologiche sono ogni volta unici ed irripetibili. Daltra parte la loro inospitalit, esclusa la breve tregua estiva, la costante immutabile della vita in questi luoghi. Limmersione in questa realt totalizzante, lassenza di riferimenti

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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

Qui sopra: Valle di Orkhon


moderni e le sensazioni contrastanti di pace, solitudine e spaesamento inducono istintivamente uno stato danimo ricettivo e attento che la condizione fondamentale per cominciare a capire il signicato intrinseco della vita errante: la sinergia totale delluomo con lambiente, lassenza del concetto di sviluppo, laccumulazione di un capitale spendibile solo nelle relazioni sociali. In Mongolia, come in pochi altri posti al mondo, ancora possibile avere unidea di quelli che sono i reali rapporti di forza tra luomo e la natura, dellimportanza del rispetto, del concetto di bene comune, di cosa si sta progressivamente distruggendo ed in cambio di cosa. La Mongolia un innegabile esempio di come non esista ununica narrazione dellesperienza umana sulla terra.

David Lovelock

DAVID LOVELOCk
Da sempre interessato alla politica estera e allantropologia, David inizia giovanissimo a viaggiare per lEuropa, le Americhe, lAfrica e lAsia. Dopo gli studi in scienze politiche e in giornalismo decide di trasformare questa sua passione in lavoro. Nel 2009 incontra la trib di Kel 12 in Egitto e ne rimane affascinato, comincia cos la collaborazione in qualit di tour leader. Approfondisce la conoscenza delle aree desertiche e di quelle steppose dal clima continentale, imparando a riconoscerne la variet del patrimonio faunistico e oreale. In queste regioni scarsamente popolate incontra nomadi e stanziali che hanno seguito linee evolutive diverse dalle nostre, accettando solo in parte i compromessi della modernit. .

Sotto: Prove per il Naadam

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GOBI SCONOSCIUTO iN occasioNE dEl NAADAM


PARTENZA 3 LuGLIO 2014
1 giorno - Partenza da Milano per Ulaanbaatar via Berlino. 2 giorno - Ulaanbaatar: visita della capitale e del Museo di Storia Naturale. 3 giorno - La montagna Khogno Khan e le belle dune di sabbia di Elsen Tasarkhai. 4 giorno - La Valle del ume Orkhon, il canyon e le cascate. 5 giorno - I templi di Erdene Zuu e lantica Karakorum, la citt che, fondata da Gengis Khan, divenne capitale dellimpero mongolo. 6 giorno - I giochi e le celebrazioni per la festa del Naadam a KaraKorum. 7 giorno - Il monastero di Ongiin, ai margini della zona centro settentrionale della regione del Gobi. 8 giorno - Il deserto del Gobi: Bayanzag, rupi ammeggianti, la localit nota per i ritrovamenti dei resti di dinosauri. 9 giorno - Khongorin Els: le dune di sabbia pi alte del Gobi. 10 giorno - Il Parco Nazionale di Gurvan Saikhan e la Valle delle Aquile. 11 giorno - Tsagaan Suvraga: lo Stupa Bianco. 12 giorno - Baga Gazriin Chuluu, la solitaria formazione rocciosa granitica che sorge dalla pianura remota e deserta. 13 giorno - Il Parco Nazionale Khustai che ospita i cavalli selvatici Thaki. 14 giorno - Ritorno a Ulaanbaatar e visita del monastero di Gandan, il luogo immenso della gioia completa 15 giorno - Partenza per Milano via Berlino.

Un viaggio in MONGOLIA con David Lovelock

PER viaggiaRE aNcoRa coN DAVID


MOnGOlia - Esperienza nomade a passo di yak 19 luglio e 18 agosto 2014 MOnGOlia - Dal lago Khuvsgul al deserto del Gobi 2 agosto 2014

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Papua nuOva guinea


Il paese dei quadri viventi
LA MEMORIA DELLE pAROLE SI pERDE, nOn QuELLA DELLE EMOZIOnI.
Amin Maalouf
zione. Strumento al servizio della sfera sociale e sacra, il corpo rappresenta materia plasmabile che possibile esaltare, trasformare in una nuova creatura ricoperta di ornamenti: parure di piume colorate, pettorine di pellicce, collane di conchiglie e semi, gonnellini di foglie colorate o di bre vegetali, ossa di uccelli o di maiali a ornare il naso o il collo, borse colorate a coprire il petto o la schiena per, sono soprattutto le pitture corporee a provocare la maggiore attrattiva agli occhi di noi occidentali. Pochi altri popoli nel mondo hanno elevato lornamento corporeo al livello di ricercatezza e creativit, raggiunto dalle molte trib della Papua Nuova Guinea. come se ogni etnia avesse testato tutte le possibili ricette decorative e utilizzato tutti gli elementi disponibili: piume colorate di pappagallo, interi uccelli del paradiso completi di piume, testa, ali e coda, pellicce di opossum, foglie colorate, granaglie multiformi, ossa di casuario o di bucero, denti di cane, verdi scarabei luminescenti, conchiglie madreperlacee per citare solo alcuni degli elementi decorativi usati dalle popolazioni della Papua Nuova Guinea, insieme allintroduzione di oggetti moderni, come le foto polaroid o i cinturini di acciaio degli orologi.

ttraverso, affascinata, un caleidoscopio di colori, suoni e odori. Gli occhi si spostano velocemente da una parte allaltra per paura di perdere immagini originali e irripetibili, ma in realt un timore infondato, perch Loro non hanno alcuna intenzione di andarsene. Anzi, gli uomini, eri nei loro costumi colorati e con le loro decorazioni corporali, si muovono sinuosamente, facendo ondeggiare le lunghe gonne vegetali e alzando verso il cielo le loro lunghe lance, mentre le donne, imponenti, con le loro enormi impalcature di piume e lelaborate collane di conchiglie, suonano i tamburi al ritmo dei loro canti. Lemozione tanta, ma anche lammirazione, perch mi rendo conto che queste persone hanno in s la qualit innata e il gusto della decorazione. Il corpo come arte, come strumento di comunicazione; labbigliamento non utilizzato per coprire, ma per far scoprire e svelare qualcosa di s. Gli ornamenti e gli accessori prodotti e inventati da queste popolazioni, rivelano una tendenza a mescolare, reinventare tutto ci che la natura e luomo mettono a disposi-

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A questa gi variegata tavolozza si aggiungono le combinazioni di colorate pitture corporee rosse, gialle, bianche, nere e verdi di linee dritte, spiralate, curve, puntinate che confermano la predisposizione delluomo papuano a trasformarsi in un quadro vivente. Come gi rilevato in precedenza, lornamento della pelle non risponde solo a una necessit di natura estetica, ma comunica la posizione sociale, il rango, la classe det e accompagna le cerimonie e le pratiche religiose collegate al culto degli antenati.

Nelle pagine precedenti: a sinistra; Sing Sing di Mount Hagen, donne Andakelkang. A destra; Mare dei Coralli Qui sotto: Guerrieri-scheletro

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A snistra: Paesaggio delle Highlands

A destra: Uomini delletnia Huli

Sotto: Rito della capigliatura tra gli Huli I

A ogni occasione corrisponde uno specico ornamento del corpo e la corrispondente decorazione del viso. Tuttavia, sarebbe un errore non prendere in considerazione laspetto puramente teatrale ed estetico di queste invenzioni pittoriche. Ad esempio, in occasioni degli scambi cerimoniali tra le diverse trib, i membri di ogni etnia gareggiano tra loro, non solo sulla quantit e qualit dei beni scambiati, ma anche per la supremazia decorativa. Nellornamento, non trascurata la capigliatura che in alcuni casi, come quello degli Huli degli altopiani, impreziosita da un copricapo fatto di capelli umani simile per la forma ad un tricorno di foggia vagamente napoleonica. Questi strani cappelli sono simboli di prestigio e gloria e, comunicando il passaggio a una fase adulta, diventano oggetti di seduzione. Impossibile spiegare a parole, quanto si pu ammirare assistendo al Sing Sing di Mount Hagen, perch La Realt supera la Fantasia.

Anna Canuto
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12 RACCONTI PER 12 VIAGGI

Sopra: Laccensione del fuoco Sotto: Collana con becco di Casuario

ANNA CANUTO
Laureata in lingue orientali, ha trascorso lunghi periodi in Egitto che diventata la sua seconda casa. Da qui, lamore per le diverse culture e per i popoli la porta a viaggiare in quasi tutto il mondo: tutta lAfrica e gran parte dellAsia, delle Americhe e dellOceania; pi di 60 i paesi visitati. Lincontro con Kel 12 avviene nel 1987 e dal quel momento la collaborazione stata sempre pi intensa e continuativa. Nel 2007, Anna corona uno dei suoi sogni: si laurea in antropologia. Tour leader esperta e programmatrice di alcune destinazioni come la Papua Nuova Guinea, lIrian Jaya, la Nuova Caledonia, le Isole Marchesi e i trekking in Nepal, Anna si occupa anche di relazioni e formazione per le agenzie di viaggio. La sua curiosit la porta anche a sperimentare nuove mete per poi condividerle con Kel 12.

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Un viaggio in PAPUA NUOVA GUINEA con Anna Canuto

DOVE LA REALT SUPERA LA FANTASIA

PARTENZA 9 AGOsTO 2014


1 e 2 giorno - partenza dallItalia per Port Moresby, via Singapore; arrivo la mattina del 3 giorno. 3 giorno - nel pomeriggio volo da Port Moresby a Wewak. 4 giorno - attraverso vari villaggi si arriva alla missione di Pagwi nel Medio Sepik e con le canoe a motore si scende lungo il ume no al luogo dove previsto il pernottamento. 5 e 6 giorno - trasferimento in canoa a motore al villaggio di Avatip (Upper Sepik) dove trascorreremo due notti e che sar la nostra base per assistere al Festival del Coccodrillo ad Ambunti. 7 giorno - volo charter per Mount Hagen. 8 giorno - escursione scenica attraverso la valle di Nebilyer verso il villaggio di Paiya per assistere alla festa che precede il grande show di Mount Hagen del giorno successivo. 9 giorno - Mount Hagen Show. 10 giorno - volo charter per Simbai, casa della trib Kalam, una delle popolazioni meno sviluppate della Papua Nuova Guinea. 11 e 12 giorno - escursione a piedi al remoto villaggio di Dopla (4/5 ore) e pernottamento in semplice capanna; ritorno a Simbai il giorno seguente. 13 giorno - volo charter per Mount Hagen e coincidenza con volo Air Niugini per Port Moresby. 14 giorno - visita della capitale e partenza in traghetto per Loloata Island. 15 giorno - escursioni al villaggio di Tubusereia e alla Lion Island. 16 giorno - ritorno a Port Moresby e volo per Singapore; proseguimento via Francoforte. 17 giorno - arrivo in Italia.

PER viaggiaRE aNcoRa coN ANNa


EGiTTO - Baz Crater e Gilf Kebir - 9 novembre 2013 NEpal - La valle di Kathmandu e il Terai in occasione della era di Dhangadhi - 4 dicembre 2013 ERiTREa - Da Asmara alle isole Dahlak, partenza speciale in occasione del Timkat - 13 gennaio 2014 YEmEn - Lisola di Soqotra - 9 febbraio 2014 CamEROUn - giorno di mercato sul lago Tchad! - 10 marzo 2014

BhUTan - Monasteri tra le nuvole in occasione del festival di Paro- 7 aprile 2014 NEpal - Royal Mustang Jeep Safari in occasione del Tiji festival- 18 maggio 2014 NEPAL - La valle di Kathmandu e il Terai - 28 settembre 2014

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BELIZE, COSTA RIcA, EL SALVADOr, GUATEMALA, HONDUrAS, NIcArAgUA E PANAM

www.visitcentroamerica.com 106

Un ringraziamento speciale alla fotografa Angela Prati per la sua preziosa collaborazione.

FOTO: Angela Prati (Tibet, Madagascar, India, Vietnam e Cambogia, Tanzania, Mongolia) Anna Maspero (Bolivia) Elena Dak (Tchad) Nicola Pagano (Etiopia, Papua) Paolo Brovelli (Guatemala) Paolo Ghirelli (Iran) E inoltre: Agenzia di promozione turistica del Centro America, Dwarikas Hotel, Paukan Cruises

S.C.I.A presentata alla Provincia di Milano in data 21.06.2012

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