Sei sulla pagina 1di 56

Mekong Blues - Testo di Lorenzo Mazzoni e Foto di Tommy Graziani Collana: Saggi Edizioni Kult Virtual Press - http://www.kultvirtualpress.

com Responsabile editoriale Marco Giorgini, Via Malagoli, 23 - Modena

Mekong Blues

appunti confusi di un viaggio in Laos

Testo di Lorenzo Mazzoni Fotografie di Tommy Graziani

Sommario

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19
2

Sommario

20 21 22 23 24

Lorenzo Mazzoni Tommy Graziani

Saggi

Eravamo a Hu, Vietnam, da diverso tempo. Avevamo visitato la Pagoda di Thien Mu, la Pagoda di Bao Quoc, la Pagoda di Tu Dam, la Pagoda di Chieu Ung, la Pagoda di Tang Quang. Avevamo visitato la Cittadella, avevamo visitato la tomba imperiale di Dong Khanh, la tomba imperiale di Tu Duc, la tomba imperiale di Thieu Tri. Ogni giorno andavamo a mangiare i pho migliori del Vietnam dalla signora Han, ogni sera camminavamo in silenzio nella citt vecchia. Avevamo scattato foto ai bufali, ai bambini, ai soldati, avevamo buttato gi appunti per un reportage, avevamo bisogno di cambiare aria. Il visto per il Laos fu una formalit. Ce lo fece avere in quattro giorni un ometto silenzioso che gestiva un'agenzia turistica dietro la Scuola Nazionale. -Solo per qualche giorno.- ci eravamo detti. Siamo rimasti un mese.

Entrare in Laos, dopo l'iniziale facilit con cui stato appiccicato il visto sui nostri passaporti, un odissea. Partiamo da Hu alle quattro del mattino. Raggiungiamo Dong Ha dopo diverse ore, tagliando risaie verdissime e agglomerati di case fatiscenti. Dong Ha, un tempo, ospitava il comando di logistica dei marines americani. In tutta l'area, vecchio confine fra la Repubblica del Nord e il regime fantoccio del Sud, i segni della guerra sono ancora evidenti. Povert, rovine, campi bruciati, storpi. Da Dong Ha arrivare a Savannakhet, in Laos, abbastanza facile se sei un turista occidentale, zaino firmato in spalla, e poca voglia di entrare in simbiosi con le usanze locali. La zona piena di procacciatori turistici che organizzano autobus con aria condizionata e soste folcloristiche nelle zone di guerra. Dieci minuti di sosta a Camp Carroll, altri dieci a Khe Sanh, cinque minuti a Lang Vay, fra un sorso di birra e l'altra. E' cos che i giovani turisti anglosassoni imparano la Storia. Mentre mangiamo una frittata fredda alla taverna posta sul piazzale degli autobus, decidiamo di ignorare lo sciame di occidentali e di comfort e saliamo su un pulmino sgangherato che pu contenere nove persone, ma il detto tipicamente vietnamita volere potere fa s che ci si impegni per raggiungere un carico maggiore. Saliamo in dodici (tredici con l'autista), pi un lattante, valigie, ceste, sacchi di iuta. Siamo gli unici due occidentali, nessuno spiaccica una parola di francese o inglese.

Soste in villaggi Bru, bambini malnutriti, comunit tribali con fucili d'assalto, un sorpasso azzardato, un motociclista morto. Il nostro furgone, con mille brusii e il motore che gratta, supera un altro furgone stipato. Un terzo furgone va in doppio sorpasso alla nostra sinistra. E' come se il tempo rallentasse, non ci rendiamo conto del motociclista fino a quando, di fronte al nostro finestrino, non vediamo la moto alzarsi in cielo e lui steso a terra, in una grottesca e drammatica posizione da sturmptruppen stecchita, le braccia rattrappite, la motocicletta a terra. Il nostro autista, non essendo stato coinvolto nello scontro, rimette in moto. Protestiamo che bisogna scendere e dare una mano a quel poveraccio. Il copilota ci dice qualcosa, facendoci vedere l'orologio al polso. Non parliamo. Guardiamo la boscaglia, la polvere rossa che si alza nel cielo. Un uomo morto. Noi proseguiamo.

E incontriamo poveracci che sul ciglio della strada vendono bossoli arrugginiti. Sul Song Xe Pon c' il confine, Lao Bao, vecchia roccaforte dell'artiglieria nord vietnamita. Davanti alla confinaria bambine abbronzate scambiano fasci di kip laotiani per dong vietnamiti. I militari laotiani controllano i nostri passaporti. Guardano con curiosit il timbro dei loro colleghi di Tangeri. Marocco, Africa, gli diciamo, in inglese. Loro estraggono i timbri e l'inchiostro; due botte secche, due firme e siamo liberi. Risaliamo sul pulmino. Una giovane donna vomita, l'autista imbocca un sentiero non asfaltato che passa a fianco alla perfetta, asfaltatissima Statale 9. Perch? Un mistero. Per cento chilometri il pulmino guader ruscelli, si inerpicher su montagnole di terra rossa, schiaccer rami secchi. E di fianco a noi la Statale 9, bella, lucente, asfaltata e nessuna macchina. Perch? Dopo tre ore di quell'inferno scorgiamo due operai che stanno mettendo asfalto caldo in una buca della Statale. Cento chilometri di strada bloccati per quel misero lavoro?

10

Ci fermiamo in una baracca a mangiare pollo. Bossoli di bomba usati come recinto per i polli. Vegetazione verdissima. Bambini con la divisa bianca della scuola. Palafitte. Maiali. Siamo dalle parti di Phalan. Qui, fra queste boscaglie, intorno 1353, i soldati di Fa Ngum andavano nelle case dei contadini e li informavano che facevano parte del nuovissimo regno di Lan Xang. I contadini probabilmente reagirono con indifferenza e continuarono a fare quello che avevano sempre fatto: coltivare il riso. Fa Ngum, un signore della guerra lao, a seguito di lunghe guerre fra Tai e Khmer che indebolirono entrambi i regni, si proclam re dei territori che si estendono dall'odierna Thailandia settentrionale alla piana di Wieng Chan (Vientiane). Il regno Lan Xang (Milione di elefanti), per estensione geografica fu uno dei regni pi vasti del Sud-est asiatico, ma era scarsamente popolato e mancante completamente di vie di comunicazione terrestri. Fa Ngum, influenzato dalla cultura khmer, dichiar il buddhismo theravada la religione di stato e inizi a dedicarsi all'espansione. Si autoproclam Fa Ngum il Conquistatore e indirizz il suo pensiero costantemente all'arte della guerra. Estese il regno fino a Champa e ai monti dell'Annam e, appunto, nelle zone dell'odierno Laos meridionale, a Phalan, dove i soldati venivano ad informare i contadini del loro nuovo stato di sudditanza.
11

I ministri di Fu Ngum, dopo vent'anni di guerre, terrori e lutti, si stancarono. Lo costrinsero all'esilio. I soldati tirarono un sospiro di sollievo e si apprestarono ad una lunga licenza. Ma a Fa Ngum era succeduto il figlio maggiore, Oun Heauan, che come prima cosa ordin ai soldati di recarsi ai quattro angoli del regno per fare un censimento dei maschi adulti. I soldati sbottarono, ma poi pensarono che era meglio andare a fare un censimento piuttosto che andare ad ammazzarsi nel Ciampa o sull'Annan. I soldati passarono anche da queste parti. I contadini molto probabilmente gli diedero i loro dati senza protestare e poi tornarono a curare il riso. Dopo molti mesi Oun Heuan ebbe il suo censimento completo e finalmente pot dichiararsi Phaya Samsenthai, Signore di 300.000 Thai, derivato dal numero definitivo dei maschi adulti presenti nel regno di Lan Xang. Ouan Heuan govern per 43 anni. Fece erigere un sacco di wat, consolid l'amministrazione reale, trasform il regno in uno dei pi grossi centri del commercio nel Sud-est asiatico continentale. Ma poi, come tutti gli uomini, anche Ouan Heuan mor. E inizi la lotta in famiglia, la faida, il tradimento, il doppio gioco, la miseria. I soldati si ammazzarono fra loro, i contadini vennero depredati, i 300.000 sudditi si gettarono gli uni sugli altri. Povert, lutto, miseria. Miseria, tre bambini ci guardano con occhi acquosi. Davanti al bagno: un buco nel pavimento circondato da quattro lunghe assi di legno, due maiali grufolano felici. L'autista fa cenno con la mano. Ripartiamo.

12

13

Savannakhet alla sera. Tramonto sul fiume Mekong, sull'altra riva i profili delle case della citt thailandese di Mukdahan. Intorno ai moli per i traghetti gli abitanti mormorano e bisbigliano. I bambini ci rincorrono e ci prendono gioiosamente a calci. Passeggiamo fra i pochi edifici coloniali francesi e franco-cinesi nei pressi di Thanon Khanthabuli. Per il resto non c' molto da fare. Un succo di cocco verde, il tramonto sul fiume, il silenzio, l'odore aspro della natura. Mangiamo dietro al piccolo mercato notturno del Wat Sainyaphum, in una locanda senza insegne. Insalata piccante di papaia verde, pollo alla griglia. Ci gustiamo l'aria mite della sera e poi torniamo in camera, il Savanbanhao Hotel, una spartana pensione con bagno a due dollari la notte, edificata in un'area dismessa dell'autostazione. Dall'altra parte del fiume c' la Thailandia, l'Oriente che si apre alla globalizzazione.

14

15

Nel 1885, dopo centocinquanta anni di equilibri incerti, l'ex regno di Lan Xang viene diviso in una serie di staterelli sotto il controllo diretto del Siam. I laotiani non sono molto contenti di essere diventati cittadini di serie B per gli spocchiosi siamesi. Qualche contadino si ribella, qualche signora della guerra minaccia di scendere in lotta con i suoi uomini pi fidati. Ma i siamesi non reagiscono, sembra che se ne freghino delle minacce di questi cittadini di serie B, di questi montanari che schiamazzano perch il loro regno, un tempo chiamato del Milione di elefanti e con 300.000 sudditi maschi adulti, stato diviso. I siamesi hanno ben altro a cui pensare, ci sono gli occidentali che si sono messi a fare la voce grossa. Passano gli anni, e, nel 1907, i laotiani capiscono a cosa era dovuto il silenzio dei siamesi: stavano trattando. Il Siam rinuncia a tutto il territorio compreso a est del fiume Mekong che passa alla Francia. I principati lao vengono unificati in un unico territorio coloniale e viene deciso il nome del paese: Laos, per colpa di un equivoco fra le Laos e les Laos, termine plurale indicato per indicare i vari regni presenti sul territorio: i nuovi funzionari francesi dimostrano immediatamente la loro sottile intelligenza. Viene imposta la corve forzata, in base alla quale ogni abitante di sesso maschile costretto a dedicare dieci giorni all'anno di manodopera per il governo coloniale. Bench il Laos di inizio secolo produca gomma, caff e stagno, il suo contributo alle grandiose esportazioni dell'Indocina francese non sono superiori all'1%. Il prodotto pi redditizio senza ombra di dubbio l'oppio e i
16

funzionari pubblici ne diventano in poco tempo dipendenti. I francesi non lavorano e affidano tutte le cariche amministrative e burocratiche della colonia a fidatissimo personale vietnamita. La popolazione non pu partecipare, vietato l'ingresso, viene ostacolata la modernizzazione, il confronto. Intanto i funzionari, continuano a fumare l'oppio. E il Laos si blocca in un tempo lento, labile. In un tempo senza tempo.

17

18

Il nome Vientiane significa citt del legno di sandalo e dovrebbe essere pronunciato Wieng Chan. La comune traslitterazione in caratteri latini stata diffusa dai francesi nel periodo coloniale. Situata su un'ansa del fiume Mekong, lungo un asse che va nord-ovest a sud-est, Vientiane rappresenta un'affascinante mescolanza di influenze laotiane, thailandesi, vietnamite, francesi e sovietiche. Nucleo della citt il distretto centrale di Muang Chanthabuli, composto da wat antichi, da palazzi coloniali francesi e da edifici nello stile del socialismo reale che, in Laos, perdono qualcosa della tipica struttura squadrata sovietica, per assumere definizioni pi arzigogolate e tinture pi colorate. Le strade principali del distretto centrale sono Thanon Samsenthai, Thanon Setthathilat e Thanon Fa Ngum, che segue il lungo fiume ed costeggiata da secolari alberi di tek e pipal. Su Thanon Setthathilat situato il Wat Si Saket, il pi antico tempio della citt. Nel recinto ci sono alberi di mango, di banane, di cocco, vasi di bouganvillee. I giovani monaci bisbigliano e sorridono. Tornando verso il lungo fiume di Thanon Fa Ngum, dopo esser passati di fianco alla facciata del Palazzo Presidenziale, un grande castello in stile francese, c' la sede della Giovent Rivoluzionaria del Laos. I ragazzi, in pantaloncini e maglietta, all'ombra di palme da cocco, si sfidano in un incontro di ktw, un gioco nel quale si calcia una palla di rattan intrecciato sopra una rete da pallavolo. I giocatori eseguono piroette, si inarcano a mezz'aria per schiacciare la palla.
19

Sul lungofiume pavimentato a mattoni ci sono alcune panchine in cemento occupate da anziani sorridenti. E' la stagione secca, il Mekong si ritirato verso la Thailandia. Nella piana alluvionale emersa, che qui chiamano Don Chan, vengono coltivate verdure, ragazzini scalzi giocano a calcio, donne con graziosi ombrelli per ripararsi dal sole, passeggiano in fila indiana. Vientiane una capitale tranquilla, i jumbo (l'equivalente laotiano dei tuk tuk thailandesi) passano borbottando; motorini, biciclette, pedoni silenziosi. Risalendo su Thanon Lan Xang, risalendo verso l'interno della citt, si passa accanto ai Grandi Magazzini e al Talat Sao, il mercato aperto tutti i giorni dal mattino fino al tardo pomeriggio. Decine di bancarelle disposte in disordine dove si possono acquistare vestiti, gioielli, paccottiglia, stoffe, saponette, biancheria intima, orologi, accendini. Il Talat Sao circonda in modo anarchico la struttura moderna e squadrata dei Grandi Magazzini, dove possibile acquistare gli stessi prodotti che si vendono all'esterno, unica differenza: una parvenza d'ordine. Lasciandosi alle spalle il vociare dei venditori ambulanti, si arriva davanti all'imponente Patuxai, un monumento che ricorda l'Arco di Trionfo di Parigi. Il Patuxai stato costruito nel 1960 con il cemento comprato dagli Stati Uniti a patto di utilizzarlo per la pista di atterraggio di un nuovo e grande aeroporto. Ma i laotiani decisero che i morti deceduti durante le guerre coloniali meritavano un ricordo visibile. E cos si fece il Patuxai, con i suoi bassorilievi e le decorazioni simili a quelle dei templi antichi.

20

A 4 chilometri a nord-est del centro della citt, al termine di Thanon That Luang, caotica ma invasa da vegetazione e colori, situato il Pha ThatLuang, il Grande Stupa, il pi importante monumento nazionale del Laos, simbolo della sovranit laotiana e della religione buddista. In lontananza il monumento ricorda un gruppo di missili. Il complesso circondato da alte mura in cui si aprono piccole finestre. L'edificio principale, sebbene scavi archeologici suppongono l'esistenza di un complesso risalente al XIII secolo, una ricostruzione realizzata nei primi anni del XX secolo sotto la supervisione francese. Nel 1995, in occasione del 20 anniversario della nascita della Repubblica Popolare, il Pha That Luang stato completamente laminato in oro. Abbaglia, si eleva maestoso verso il cielo per 45 metri.

21

22

10

Scende il sole, il cielo arancio. Nel quartiere cinese, fra Thanon Heng Boun e il tratto occidentale di Thanon Samsenthai, possibile gustare ottimi tagliolini. Al mercato notturno Dong Palan, sul retro dei laghi Nong Chan, ci sono bancarelle dove vendono lap a base di carne trita e speziata, naem (salsiccia mescolata a riso e a peperoncino arrostito), pho alla vietnamita, birra, bibite. I tavoli e le sedie di bamb si stendono per duecento metri senza affollarsi. Scendendo verso il fiume, i conducenti di jumbo fermi sotto i secolari alberi di tek, sussurrano in un inglese stentato, mercanteggiano, contrattano. Vientiane non pi la citt dei vizi che stata durante la guerra americana in Vietnam, quando faceva da ammortizzatore licenzioso per i marines delle retroguardie; in ogni modo i conducenti di jumbo continuano a mercanteggiare. Oppio, erba, prostitute, tutto per pochi soldi. Il mercato notturno Dong Palan non ha soddisfatto tutti gli istinti della nostra fame, torniamo verso il Mekong decidiamo di cenare seduti ad un tavolo. Il Thim Manivong, su Thanon Tha Deua, dove cucinano la migliore insalata alla papaia verde della citt; il Nang Khambang, in Thanon Khun Bulom, specializzato in rane ripiene e lap di manzo in salsa piccante; il Nazim Restaurant, su Thanon Fa Ngum, che propone ottime pietanze dell'India settentrionale e della Malesya. Scegliamo quest'ultimo. Per la strada luci tenui e silenzio. Dopo una passeggiata sul lungo fiume, la luna che illumina la superficie dell'acqua, ombre scure che si allontanano ridendo garbatamente, ora del riposo. La Ministry of Information & Culture Guest House il miglior posto
23

10

dove dormire a prezzi economici nel centro della citt. Situata su Thanon Manthatulat, a pochi metri dal fiume, composta da un edificio a tre piani, costruito in stile socialismo reale, ma con decorazioni alla laotiana. Un tempo alloggio militare, ha camere ampie che un tempo ospitavano sei o sette letti. I muri sono pitturati d'azzurro, il balcone d su fiume, rinnovano il visto, c' la lavanderia e molta tranquillit. Ci esercitiamo con la nostra palla di rattan intrecciato, comprata nel pomeriggio in un negozietto di chincaglierie di fianco alla guest house. Qualche calcio, qualche apatico e non voluto colpo di tacco o di ginocchio e poi dormire.

24

11

All'incrocio fra Thanon Pangkham e Thanon Samsenthai c' il piccolissimo Namphou Coffee, un locale gestito da una famiglia cino-laotiana; ai gestori del Namphou non interessa imparare la nobile arte culinaria dell'Occidente (prosciutto, pancetta, uova fritte, omelette), tutto quello che offrono sono kho jti p-th e kaa-fh nm hown; la prima una specie di baguette ripiena di carne macinata e salse piccanti, il secondo l'ottimo caff alla laotiana, con i chicchi tostati nel burro e il latte denso e zuccherato. Mangiamo in silenzio. La citt si sveglia. Si riprende a camminare.

25

26

12

Nel 1945 i giapponesi occupano l'Indocina francese con il sostegno del regime fantoccio di Vichy. I lao non oppongono minimamente resistenza e acquistano maggiore autonomia. Il re Sisavang Vong, messo sul trono dai francesi, costretto dai militari nipponici a dichiarare l'indipendenza del Paese. Il principe Phetsarat, primo ministro, vicer e acerrimo nemico del parente piazzato sul trono reale, forma il movimento Lao Issara (Lao Libero) per impedire che il Paese torni sotto la dominazione francese dopo l'imminente ritiro dei giapponesi. Iniziano cos grandi bisticci nella famiglia reale: Phetsarat crea il Comitato del Popolo che redige una nuova costituzione proclamante l'indipendenza e la sovranit del Laos. Sisavang Vong si rifiuta di riconoscere il documento e viene deposto. Solo e isolato il re ci ripensa e nell'aprile del 1946 accetta la nuova costituzione. Mossa sbagliata: due giorni dopo la sua incoronazione i paracadutisti francesi conquistano Vientiane e sbaragliano le armate del Lao Issara. Phetsarat e i suoi fuggono in Thailandia, il popolino si rifugia sui monti dove entra in contatto con le truppe nord vietnamite. Intanto i francesi, dopo aver lasciato le truppe laotiane loro alleate a sterminare i simpatizzanti del Lao Issara che non sono riusciti a scappare, decidono che tempo di dare una parvenza di autonomia a questa colonia sgangherata. In vena di buonismi invitano anche il Lao Issara al tavolo delle trattative. Ma il movimento di liberazione si divide in tre fazioni: Phetsarat rifiuta i negoziati coi francesi, suo fratello Souvanna Phouma vuole invece
27

12

trattare, l'altro fratello Souphanouvong propone di giungere ad un accordo coi nord vietnamiti per sbaragliare i colonialisti francesi. Nel 1949 i francesi dichiarano il Laos Stato associato indipendente facente parte dell'Unione Francese. Il Lao Issara si scioglie e Phetsarat, triste e abbandonato, decide di passare il resto della propria vita in Thailandia. Nel 1953, a causa dell'offensiva del Vieth Minh, che gi gli sta dando parecchi grattacapi in Vietnam, i francesi decidono di alleggerire la pressione e concedono la piena sovranit al Laos. Il Paese del milione di elefanti diventa cos il Paese da un milione di problemi.

28

29

13

In base agli accordi di Ginevra del 1954, il Laos diviene indipendente e le truppe francesi lasciano il paese. Durante la guerriglia anti-coloniale il Pathet Lao ha preso sotto il suo controllo, con l'appoggio del Viet-Minh, le province orientali di Phongsaly e Sam Neua. Nel 1957, il primo ministro Souvanna Phouma raggiunge un accordo con il fratellastro, il principe rosso Souphanouvong, leader del Pathet Lao, per far entrare questo movimento nella coalizione governativa. il Pathet Lao autorizzato ad organizzarsi e gestire liberamente il suo partito politico, le forze armate sono reintegrate nell'esercito regolare ed anche le due province, fin qui gestite, rientrano nell'orbita del governo centrale Ma gli sforzi fatti per evitare disordini sono inutili. Ben presto scoppia la guerra civile. Da un lato le forze di destra, guidate da Phoumi Mosavan ed i governativi neutralisti, dall'altra le sinistre appoggiate dal Pathet Lao. Fra i due fratellastri persiste un rapporto fatto di odio e amore. Souvanna Phouma preferisce i lussi della citt, il denaro, le donzelle, Souphanouvong, come una specie di Robin Hood, preferisce invece la montagna, si ritira coi suoi ragazzi nelle grotte intorno a Sam Neua, gira per la boscaglia, legge i libri di Lenin e di Marx. In un clima di grande instabilit politica, nel 1960 il comandante Kong Le riesce a organizzare una rivolta contro le forze governative di destra e a ottenere il pieno controllo della citt di Vientiane, capitale amministrativa del Laos; nel 1962 il principe Souvanna Phouma torna al potere in base a un accordo tra forze di destra, neutralisti e Pathet Lao, ma il suo tentativo di coinvolgere nel governo anche il fratellastro comunista provoca, nel 1964,
30

13

una ribellione di militari che, con l'appoggio degli Stati Uniti, prende il potere. Souvanna Phouma aderisce alla formazione di un governo di coalizione tra destra e neutralisti. Nel 1965 ricominciano gli scontri tra forze del Pathet Lao, che controlla una buona met del territorio laotiano, e quelle governative, sostenute da Thailandia e Stati Uniti. Nel 1970, costretto dai rapporti di forza favorevoli ai guerriglieri comunisti, che sono arrivati molto vicini alla capitale, Souvanna Phouma riprende le trattative con il Pathet Lao. I negoziati vengono interrotti nel 1971 dall'intervento militare di truppe statunitensi, vietnamite e thailandesi, che invadono il Laos nel tentativo di assumere il controllo del cosiddetto sentiero di Ho Chi Minh, la rete stradale utilizzata dai nordvietnamiti per far giungere rifornimenti ai guerriglieri nel Vietnam del Sud. L'operazione militare si risolve in una sconfitta delle truppe anticomuniste e il Pathet Lao ne esce ancora pi forte.

31

14

Il 18 gennaio 1971 i comandanti americani e i loro cagnolini sud vietnamiti autorizzano l'operazione Lam Son 719, che prende il nome dalla localit dove, nel 1427, i vietnamiti riportarono una grande vittoria militare sui cinesi. Il nobile obiettivo di questa missione quello di creare un'apertura di un corridoio largo 27 chilometri in prossimit della Statale 9, importante nodo strategico del Sentiero di Ho Chi Minh. Il 30 gennaio inizia la Fase 1 dell'operazione: la base logistica di Khe Sanh viene ripristinata e il tratto sud vietnamita della Statale 9 viene messo sotto il controllo di reparti speciali americani. L'8 febbraio 12.000 soldati sud vietnamiti, comandati dal tenente generale Hoang Xuan Lam, penetrano nel Laos. I nord vietnamiti rimangono buoni, i cugini del sud e gli americani pensano di avere vita facile e si rilassano, ma il 22 febbraio inizia il contrattacco. La ritirata si trasforma in una vera e propria rotta. 10.000 sud vietnamiti muoiono. L'idea di estendere il conflitto vietnamita anche al Laos, voluto fortemente dalla balzana mente di Nixon, si rivela cos un ulteriore insuccesso della politica imperialista americana.

32

33

15

Nella saletta del secondo piano della Ministry of Information & Culture Guest House, cerchiamo un po' di refrigerio dalla calura pomeridiana. Il sole filtra attraverso i cerchi dei mattoni forati. Anche la pelle fa caldo, umido, troppo. Mentre Tommy scatta foto alle pareti scrostate, io metto una mano, casualmente, sotto la poltroncina di rattan su cui sono seduto. Tocco qualcosa, un sacchettino. Mi ritrovo in mano una bustina di cellophane piena di marijuana. Apro: fresca, resinosa. O qualcuno l'ha lasciata qui per riprendersela pi tardi o l'hanno lasciata qui volontariamente perch tanto il costo dell'erba in Laos talmente basso da farla diventare un bene non molto prezioso. Ci guardiamo. Sorridiamo. Andiamo in camera e la proviamo. L'erba trovata alla Ministry of Information & Culture Guest House rimane un mistero ancora oggi. L'erba trovata alla Ministry of Information & Culture Guest House molto buona.

34

16

I comunisti laotiani, divenuti militarmente pi potenti, costringono Souvanna Phouma a indire una serie di incontri che portano all'armistizio: il 21 febbraio 1973 a Vientiane viene firmato un protocollo con il quale si impone a tutte le forze militari straniere di evacuare il Paese e si autorizza la formazione di un governo di coalizione, formato sia dalla destra, che dalla sinistra, che dai neutralisti. Il 5 aprile 1974 il governo viene formato e capeggiato da Souvanna Phouma. Ma ormai, neutralisti, realisti, destrorsi e filo-americani sono troppo deboli. Gli echi vietnamiti arrivano anche fra le montagne laotiane. Souphanouvong capisce che pu azzardare richieste molto significative, richieste che il fratellastro reale non pi in grado di rifiutare. Il 2 dicembre 1975 il Laos diviene una Repubblica Democratica Popolare e viene abolita la monarchia. Souphanouvong, che rimarr in carica fino al 1986, viene proclamato presidente; Kaysone Phomvihan, leader comunista, nominato primo ministro. Il re Savang Vatthana e parte della sua famiglia (la moglie e due dei suoi cinque figli) vengono imprigionati nelle miniere del nord-est. Non se ne sapr pi niente.

35

36

17

160 chilometri a nord di Vientiane. Lungo la Statale 13. La piccola Vang Vieng in una pittoresca posizione su un'ansa del fiume Nam Song. Intorno colli, montagne, un paesaggio carsico che segue la riva occidentale del fiume. Grotte e gallerie abitate da spiriti soprannaturali. La Thm Jang, un tempo usata come rifugio per difendersi dai predoni cinesi dello Yunnan, la Tham Pha Puak, circondata da carsiche scogliere rosse. Dormiamo alla Nana Guest House, tre dollari la notte, una stamberga ad un centinaio di metri dalla stazione degli autobus; due piani moderni e spartani, la scala a chiocciola per salire in camera, la principale arteria della citt davanti al cancello d'entrata. Il proprietario ci presta il suo motorino e usciamo, andiamo verso nord. Dalle parti di Pak Pok ci fermiamo a chiacchierare con un buffo ometto che vende acqua sotto un ombrellone, intorno trotterellano maiali e galline. Verso sera torniamo in citt. Autocarri pieni di militari ci sorpassano. Qualcuno ci indica e ride. Il sole tramonta. Dato l'alto numero di occidentali con lo zaino firmato che vengono da queste parti per fare rafting sul Nam Song, i ristoranti e le bettole offrono solo dozzinale cucina anglosassone. L'unico posto dove mangiare cucina laotiana il mercato ma chiude alle 17.00. Andiamo al Khamla Restaurant dove ci danno maiale alla laotiana con contorno di omelette europee e bibita tipicamente americana al latte. Uno schifo. Vaghiamo per le strade deserte mentre tutti gli altri occidentali si riversano
37

17

intorno ai due-tre locali dove anche alla notte si beve birra e si ascolta brutta musica pop. La luna splende, il luogo magico e meraviglioso. Sulla strada passano colonne di automezzi militari.

38

18

Partiamo presto. Saliamo su un grosso autobus sgangherato coi sedili in legno, sacchi di riso, decine di contadini laotiani che urlano e fumano sigarette puzzolenti. L'autobus dei polli. La natura magnifica: montagne ricoperte di mille strati diversi di verde, un cielo azzurro che diventa nuvolo in un secondo e poi torno azzurro. I nostri compagni di viaggio sono simpatici, la signora seduta di fronte a noi continua a sorriderci e con occhi imploranti ci fa capire di fare attenzione poich i nostri piedi sono appoggiati sui suoi sacchi di riso. Fino a Bang Jiang tutto bene, poi arriva il vero, unico, indistinguibile acquazzone tropicale. L'autobus fa la doccia e procede a fatica lungo i tornanti. Poi succede qualcosa, l'autista rallenta, non capiamo. I nostri vicini dicono Hmong, Hmong. L'autobus procede lentamente in mezzo alla vegetazione. Tommy estrae la macchina fotografica ma la signora del riso, con i suoi occhi parlanti, gli fa capire che meglio se la rimette via. Attendiamo.

39

40

19

I Hmong costituiscono una delle popolazioni indigene pi numerose della regione tra la Thailandia, il Laos, il Vietnam e la Cina. In Cina vivono circa nove milioni di Hmong, che l si chiamano Miao. Nel Laos costituiscono uno dei gruppi etnici maggiori della popolazione montana, che a sua volta costituisce pi della met della popolazione complessiva. Dei 5,3 milioni di cittadini della Repubblica Popolare Democratica del Laos circa l'8% sono Hmong. A partire dagli anni '60 i Hmong sono stati sistematicamente assoldati dai servizi segreti USA, la CIA, per combattere contro il movimento Pathet Lao e impedirgli la presa di potere. Fino a 40.000 Hmong sono stati per certi periodi nel libro paga della CIA, ma hanno pagato un caro prezzo per questa alleanza. Fino a met degli anni '70 almeno 30.000 Hmong sono morti durante i continui combattimenti con il Pathet Lao. Le forze di sicurezza laotiane continuano a cercare gli ultimi Hmong nei loro nascondigli e a "spezzare ogni forma di resistenza". I Hmong nascosti nella foresta per non sono pi i combattenti di ieri, ma sono per la maggior parte donne, bambini e appartenenti a una generazione che non ha mai partecipato direttamente ai combattimenti degli anni passati. Per non essere scoperti dai soldati, i Hmong che spesso vivono nella foresta da oltre 30 anni, non possono n coltivare qualcosa n accendere fuochi. Si nutrono esclusivamente di piante e radici. A loro manca tutto, dal cibo ai medicinali. Nell'impossibilit di curarsi le ferite si trovano spesso costretti a amputarsi parti del corpo. Molti Hmong muoiono di fame, di affaticamento e di malattia.
41

19

E le forze di sicurezza laotiane continuano a dargli la caccia. E' una guerra spietata. Una guerra a cui assistiamo. I militari sono immobili sotto la pioggia, i mitragliatori in spalla. Fanno fermare l'autobus, controllano i documenti dei laotiani. Poco distante, sul bordo della strada, la carcassa di un pullman bruciato. Scopriremo pi tardi che opera dei guerriglieri Hmong, che anche se poco numerosi e affamati continuano la loro micro guerriglia. Sono scesi dalla montagna, bombe a mano e kalashnikov, hanno fatto fermare il pullman, hanno ammazzato gli occupanti (l'autista, i maestri e quattordici scolari) e poi hanno dato fuoco all'automezzo. Adesso guardiamo la carcassa bruciacchiata, un militare fa cenno di ripartire. Fra quelle montagne, da qualche parte, ci sono donne amputate, malnutrite e bambini con lo stomaco gonfio e poche speranze di arrivare all'et dell'adolescenza. Su quelle montagne, da qualche parte, ci sono anche assurdi guerriglieri che ogni tanto scendono a valle e massacrano senza piet giovani scolari laotiani un odio senza fine.

42

20

Luang Prabang bellissima. Ancora relativamente poco toccata dalla globalizzazione, anche se in verit nei bar del centro un vai e vieni di ragazzi anglosassoni con lo zaino firmato e l'indistinguibile maglietta della Beer Lao, Luang Prabang mantiene la sua aurea magica. Situata fra il malsano e possente Mekong e il Nam Khan, la citt suddivisa in piccoli agglomerati di case al cui centro sorgono tempi buddisti. Il Wat Xieng Thong ha 500 anni, il Wat Mai Suwannaphumaham qualcuno di meno, nel cortile del Wat Aham ci sono i banani secolari, se si sale sul colle di Phu S^ si pu ammirare il Wat Thammonthayalan. Templi ovunque, stupa a forma di bulbo, di cocomero, di nocciola, monaci e monache, silenzio. Al Talat Dala, nel cuore della citt vecchia, mangiamo salsicce piccanti e beviamo caff alla laotiana. Intorno a noi occhi montanari, liquidi e penetranti. Qualcuno ci offre sigarette, qualcuno vuole vedere i nostri libri. Il tramonto cade sul lato del Mekong. In lontananza un bufalo si butta in acqua.

43

44

21

Delle date, cos, in ordine cronologico: Luglio 1977, la repubblica firma un accordo di collaborazione di 25 anni con il Vietnam; i rapporti diplomatici col blocco occidentale sono interrotti, in particolar modo con la Francia accusata di proteggere i nemici dello Stato. 1982, il Partito Nazionale Laotiano tenta di restaurare la monarchia a Bangkok formando un governo democratico in esilio in cui entrano a farne parte tutte le forze ostili al comunismo. Il 29 ottobre 1986 si dimette per motivi di salute il presidente della repubblica e lo sostituisce Phoumi Vongvichit. Nel novembre ci sono le prime elezioni del Laos comunista; le vince Kaysone che introduce nel Paese una perestroika social-buddista: viene abolito il sistema economico di statalizzazione, si ritorna ai meccanismi della concorrenza e della libera vendita delle merci agricole, si sviluppano i commerci con la Thailandia ed il Giappone; ci sono notevoli miglioramenti di cui beneficiano le citt ma non le campagne. Agosto 1991, promulgazione della prima Costituzione. Il Partito Rivoluzionario continua a guidare la repubblica; Kaysone viene eletto presidente; primo ministro Khamtay Siphandone. Novembre 1992, Kaysone muore e viene eletto presidente Nouhak Phoumsavan presidente dell'Assemblea Nazionale. 1998, vengono eletti presidente della repubblica Siphandone e Primo Ministro Sisavat Keobounphan.

45

22

Fino al 1975 a Vientiane c'erano pi di 60 fumerie di oppio autorizzate. Nel Laos del Nord ce n'erano e ce ne sono molte di pi. Il Laos il terzo produttore mondiale di oppio dopo il Myanmar e l'Afghanistan. Piccoli appezzamenti dove la coltivazione inizia ad ottobre e il raccolto avviene a febbraio-marzo. Un chilo di oppio bollito e lavorato pu costare solamente 30 dollari. Per le strade centrali di Luang Prabang, fra le bancarelle animate del Talat Dala, ragazzi scheletrici avvicinano i turisti e propongono cartocci di oppio per pochi dollari. E' filamentoso, profumato, freschissimo, appena bollito e lavorato. Fra le bancarelle del Talad Dala vendono le lunghe pipe per fumarlo. Dall'interno delle baracche in legno che si affacciano sul Mekong, nella parte sud della citt, nei vicoli malfamati dietro Thanon Chao Fa Ngum, un forte odore di caramello. La gente sale momentaneamente in paradiso pensando al milione di elefanti e al re conquistatore. Il Mekong, il maestoso e malsano, intanto, grida silenziosamente la sua forza. Un rituale che si ripete tutti i giorni. Da secoli.

46

47

23

Scendiamo al pontile dietro al Palazzo Reale. Grosse imbarcazioni piene di Beer Lao occidentali salpano verso nord. Contrattiamo con un omino silenzioso seduto su una piccola barchetta a vapore. Saliamo, il motore borbottando come una trombetta si mette in moto. Risaliamo anche noi il Mekong, lentamente, l'omino silenzioso a prua, noi a poppa. La barchetta scivola sull'acqua fangosa. Sulle due rive i bufali ci guardano proseguire verso nord. Ci fermiamo al villaggio di Ban Xang Hai, una settantina di persone, poveracci che ci guardano impauriti con occhi liquidi. Sorridiamo ai bambini, fumiamo una sigaretta, assaggiamo un liquore locale, ripartiamo. Dopo due ore di risalita scorgiamo una grotta sulla parete rocciosa di sinistra. Attracchiamo ad un pontile. Le grosse imbarcazioni piene di Beer Lao ripartono verso Vientiane. E' incredibile, stanno tutti bevendo birra. Tutti. Le grotte di Pak Ou sono illuminate dalla luce del sole. All'interno centinaia di statuette di Buddha, di ogni misura e stile. Contempliamo, osserviamo, assaporiamo l'incenso e la pace.

48

24

I Hmong hanno sequestrato due giornalisti europei. Fanno sul serio ultimamente. Non consigliabile tornare a Vientiane via terra. Con un volo su un apparecchio sovietico a elica degli anni '60 del secolo scorso sorvoliamo il Laos e torniamo in capitale. Festeggiamo il rientro andando a mangiare pesce grigliato in un chiosco sul Mekong. La serata mite. I jumbo passano borbottando, i ragazzini ridono. Il fiume, implacabile, canta il suo maestoso e silenzioso lamento di vita.

49

Lorenzo Mazzoni

E' nato a Ferrara nel 1974. Scrittore e viaggiatore, ha pubblicato gli ebook Il sole sorge sul Vietnam, Le Bestie e Privilegi (www.kultvirtualpress.com), e i romanzi Il requiem di Valle Secca (Tracce, 2006) e Ost, il banchetto degli scarafaggi (Edizioni Melquades, 2007). Alcuni suoi racconti sono apparsi sulle riviste Rotta NordOvest, Storie, I racconti di Luvi e Catrame Letterario.

50

Tommy Graziani

E' nato a Ferrara nel 1975. Viaggiatore e fotografo, vive a Londra da diversi anni. Ha pubblicato insieme a Lorenzo Mazzoni Il sole Sorge sul Vietnam (www.kultvirtualpress.com). Collabora ai siti www.viaggiatorionline.com e www.viaggiscoop.com.

51

Saggi

Questa la lista di e-paperback pubblicati fino ad ora in questa collana: Le condotte pedofile Monica Cito Louis Brauquier Francesca Mazzucato Viaggio al centro del libro Antonella Lattanzi Il soccombente Chiara Daino Il viaggio verso l'ignoto Giuseppe Sofo Era Open Remo Borgatti Il sito web perfetto Mauro Gulino

52

Saggi

Paolo Montanez Gordiano Lupi Il vero volto di Cuba Gordiano Lupi Diritto di parola, la parola al diritto III Alberto Monari e Davide Caocci Cuba Gordiano Lupi Il sole sorge sul Vietnam Lorenzo Mazzoni e Tommy Graziani Diritto di parola, la parola al diritto II Alberto Monari e Davide Caocci Ricerca di Glottodidattica Giuseppe Sofo Diritto di parola, la parola al diritto I Alberto Monari e Davide Caocci Anni Dimenticati Enrico Miglino Terra Enrico Miglino Sir Arthur Conan Doyle Elisabetta Pettorossi

53

Saggi

Pazzi Enrico Miglino Il cielo come limite Claudio Caridi

54

Potrebbero piacerti anche