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*Sesta Lezione*

16/3/99 Oggi dovremmo riprendere alcuni degli aspetti tralasciati la scorsa lezione per concludere questa panoramica sul ciclo di vita individuale. Questi si riferiscono ai sistemi di "regolazione interna", dei sistemi di mantenimento della coerenza interna che sono importanti per studiarci le variabili da un punto di vista del soggetto che si autoorganizza, le variabili nel modo in cui si mantiene una coerenza interna e quindi gli effetti che questa ha, poi, sul tipo di articolazione della trama narrativa. Il tipo di coerenza interna determiner il tipo di risposta che l'organismo dar in una situazione in cui viene a trovarsi in una esperienza discrepante; lorganismo sar' in grado di riconoscerla, autoriferirsela, articolarla, svilupparla, ecc. Prima vediamo le variabili che presiedono al tema "coerenza interna" e poi i fattori del ciclo di vita che possono destabilizzarla, con particolare riguardo al tema dellaffettivit, che e' il principale elemento destabilizzante. Abbiamo visto gli aspetti dello sviluppo nel corso del periodo maturativo, dello sviluppo maturativo propriamente detto, abbiamo visto come si comincia a differenziare all'inizio di ogni ciclo di vita individuale quella che chiamiamo la "trama narrativa", cioe' un assemblarsi di episodi o di eventi in termini sequenziali, un assemblarsi di eventi che hanno un luogo proprio, tipico per quanto riguarda la differenziazione emotiva; questo assemblarsi di grappoli, di sequenze di eventi tipici del bambino che, a loro volta, si verificano con attivazioni emotive corrispondenti e servono, anzi, per articolare quelle attivazioni emotive e iniziare a distinguerle, a differenziarle, a riferirle a situazioni simili o distinte nel contesto. Linizio della trama narrativa andra', poi, sempre piu' articolandosi secondo le fasi dello sviluppo che abbiamo visto precedentemente. Quanto piu emergeranno le capacita' di pensiero concreto o quelle di pensiero pre-formale e poi formale (la stessa capacita' di differenziazione emotiva e caratterizzata da una maggiore capacita di articolazione con la tonalita' emotiva di base, con percezioni, sensazioni, attivita' motoria, memoria, immaginazione), tanto pi si diventa in grado di leggere e di differenziare e distinguere i propri stati interni. Comunque, tornando alle prime cose che dicevamo, una trama narrativa e' sempre un elemento molto concreto, nel senso che si incentra sui temi che fanno parte di ogni organizzazione. Abbiamo gi accennato ad alcuni di questi temi: i Fobici, per esempio, hanno i temi di protezione, pericolo, libert, vincolo. Ognuna di queste trame ha degli ingredienti, in termini di temi narrativi, che sono caratteristici. Dallinsieme del tipo di esperienza e dallinsieme del tipo di andamento di sviluppo, questi vanno ad assumere un aspetto pi o meno articolato; lo vedremo in seguito piu dettagliatamente, ma lo accenno fin da adesso. Forse le variabili principali sono due: quelle che chiamiamo le variabili di integrazione e di concretezza/astrazione. Integrazione significa la capacit di poter avere una sequenzializzazione 1

unitaria integrata nel tempo, che sia una configurazione di eventi. La potremmo paragonare allopposto, alla frammentazione, in cui i singoli eventi sono scollegati in una successione di scene che non hanno nessun rapporto fra loro. Integrazione si riferisce alla capacit di avere una propria sequenzializzazione con tutti gli aspetti di coerenza cronologica, causale, tematica, che si mantengano stabili anche nella dimensione di distinzione esterno/interno, perch in ognuna di queste sequenze di eventi vi sono personaggi che si muovono, personaggi altri reali ed anche s stesso. Credo che ognuno ha un doppio scenario perch ci sono comportamenti e azioni evidenti e ci sono altre intenzioni e stati danimo che si ricavano, quindi c sempre un interno che accompagna lesterno. Laltra dimensione lastrazione/concretezza. Questo concetto implica alcuni dettagli importanti: quando parliamo, a livello di trama narrativa, di concretezza/astrazione, non ci riferiamo alla corrispondente categoria di astrazione logica del pensiero paradigmatico; la sua espressione paradigmatica lastrazione matematico-simbolica o lastrazione logica. In questo caso intendiamo lastrazione narrativa, quella che si riferisce al pensiero narrativo. E riferita a una trama narrativa che un complesso di sequenze di esperienza organizzate e strutturate fra loro avendo rapporti con la memoria, limmaginazione, quindi che produce continuamente un riverbero, una specie di sfondo sul quale si muovono le nostre operazioni coscienti ed esplicite. E insieme a tutto questo sfondo, in cui vengono riverberati ricordi, anticipazioni, fantasie, ci sono quelli che si chiamano i sogni ad occhi aperti che sono sempre presenti nello sfondo di tutti, li abbiamo costantemente tutto il giorno anche se ce ne accorgiamo soltanto in quelle circostanze in cui siamo presi da una attivit che ci coinvolge in maniera automatica, per cui non e necessaria gran parte della nostra attenzione. Per questo possiamo seguire il flusso dei pensieri. Accanto a questo riverbero continuo c anche una attivazione emozionale di fondo, anche se il pi delle volte si mantiene in termini subliminali. Per, in questo tipo di fenomeno che chiamiamo trama narrativa, lastrazione da intendersi diversamente, come immaginativa. La capacit, per esempio, di strutturare immagini metaforiche a partire da esperienze banali di vita quotidiana che possono riassumere il senso di un tema di vita portato avanti per trentanni. Questo e il tipo di astrazione di cui parliamo; quello per cui, quando andiamo a vedere un film che ci colpisce particolarmente, che ci commuove (e l, nel capirlo, c anche la capacita di aver costruito delle metafore che sono fotografie delle nostre esperienze, di esperienze di altri significative), ci sono liberazioni personali, oltre al fatto che c piaciuto. E questo il senso in cui intendiamo lastrazione narrativa. Lastrazione concettuale cronologica si pu anche apprendere. Nellastrazione narrativa il limite proprio il fatto che non si pu apprendere, una cosa che si pu soltanto ricavare dallesperienza vissuta. E fondamentale che vi faccia un excursus dallinizio, visto che dobbiamo affrontare dei problemi importanti come quello della consapevolezza. Partiamo dalla situazione di stabilit, non perch questa non esista anche prima delladolescenza ma quanto perche uscendo dal tumulto della riorganizzazione adolescenziale questa diventa piu chiara. Per avere un criterio di andamento di stabilit (non perch questi aspetti che vi descrivo ora non siano presenti prima), mi riferisco al tipo di dialettica che c fra lesperienza immediata di s e limmagine cosciente che uno ha di s; questa inizia fin da quando c la differenziazione del senso di s e del senso di avere un interno e un esterno, quindi il proprio interno lo vede solo lindividuo, mentre lesterno lo vedono tutti. Inizia che io riferisco a me stesso e mi spiego le cose come le vedono gli altri e come gli altri non possono capire, perch alcune cose le so soltanto io. Questo andamento dialettico esiste fin da quando emerge un senso differenziato di s. In questa fase lindividuo inizia a descriversi, in termini di coerenza, in maniera compiuta e, successivamente nel periodo pubert/adolescenza, questo processo si completa e si puo iniziare a vederlo nel suo sviluppo quasi ultimato, in senso di sviluppo strutturato. Il tema principalmente questo: lesperienza immediata la caratteristica tipicamente umana rispetto agli altri animali e non ci basta semplicemente viverla, dobbiamo in qualche modo riferircela e darcene un senso, un significato, non perch siamo animati da un senso di verit, ma perch il nostro adattamento , prevalentemente, costruirci il nostro proprio significato. Questa e la forma che ha preso la nostra intersoggettivit. Quindi, se adattiamo in termini pi specificamente narrativi questo lavoro, dobbiamo continuamente riferirci il nostro modo di sentirci e spiegarcelo in modo che ci sia 2

consistente; come se ci si ponesse continuamente di fronte ad uno scambio di personaggi che assumiamo. Noi siamo in ogni momento il S protagonista, che corrisponde al S dellesperienza immediata, il S che sente e, poi, siamo il S narratore, il S che si narra quello che ha sentito e perch lo ha sentito, e se lo ha sentito cos altre volte, o di pi o di meno, che momento di vita sta attraversando. E un continuo processo dialettico di stare dentro di S e fuori di S, di vivere la cosa dallinterno in presa diretta, e poi di viverla dallesterno, dal vedersi dal punto di vista di fuori in cui cambiano gli accenti delle cose. Quando uno vive in presa diretta, come protagonista, lenfasi che ha sempre sulle motivazioni, quelle che sente, perch sente, ecc. Quando uno vive da narratore, dal di fuori, lenfasi la mette sempre sulle conseguenze perch gli appaiono molto pi evidenti rispetto a quando si dentro, quindi non significa solo avere una differente attitudine verso di s, essere dentro ed essere fuori, ma anche avere diversi punti di vista su di s, che fanno vedere diversi aspetti di s che non possono essere visti allo stesso momento. Questo lavoro un lavoro incessante; non lo facciamo in maniera ordinata nel senso di essere 10 minuti protagonisti e 10 minuti narratori, lo facciamo quasi al tempo stesso, mentre sentiamo, ci narriamo. Questo un lavoro inarrestabile che dura per tutto larco della vita. Stiamo, insomma, continuamente a rifarci il trucco; costantemente. E un open-ended process, non c fine e un continuo scorrere Il narrarsi finalizzato al mantenimento della continuit di s, finalizzato a prevenire ogni possibile discontinuit del senso di s. Quindi un narrare fortemente influenzato. E il continuo integrare il senso della nostra medesimezza, laspetto della continuit della nostra identit (la Identity), vuol dire doverla integrare con laccadere momento per momento che pu essere in termini di ipseidentity, ma pu essere anche discrepante col senso di continuit che abbiamo. Voi pensate alla storia di un protestante calvinista, tutto uomo di Dio, che un giorno sinfuria. Quello un accadere che ha lipse e self-ipse ed fortemente discrepante con la continuit di vita che porta avanti da sempre (seminari, studi teologici); eppure lui rimane lui! Non ha dubbi che sia stato proprio lui ad arrabbiarsi! Non stato il fratello o unaltra persona. Quindi e costretto ad elaborarselo, narrarselo, deve trovare motivazioni eccezionali, nellambiente o nel suo modo di sentirsi, che gli ispirano quella eccezionalit, che gli consentano di spiegare quello che accaduto. E stato lui e continuer sempre ad essere lui. Per, quello che volevo dire nellesempio inventato del pastore, quando lui si mette a narrare dellarrabbiatura che si preso, non ha la possibilit di dire di non essere stato lui, che potrebbe anche essere stato un altro, no parte con la certezza, al 99%, che di esser stato lui. E come risolvere post-hoc (con la teoria post-hoc) questo evento, fino ad arrivare a negarlo. Con questo introduciamo un argomento abbastanza spinoso sul tema della consapevolezza che, dallottica razionalista classica, come se fosse una conoscenza oggettiva di noi, come se noi ci vedessimo per quello che siamo, senza veli. Come se noi ci vedessimo indipendentemente da noi, per chi siamo veramente. Naturalmente questa ipotesi fallace, stato un mito. Non abbiamo la possibilit di vederci per quello che siamo indipendentemente da noi, da come vediamo la realt. Solo che ogni volta che ci vediamo siamo sempre noi. Cos ogni volta che vediamo la realt ci siamo sempre noi che la vediamo. Non sappiamo come si vedrebbe cancellandoci, se cancellassimo noi stessi, non vedremmo pi niente! Quindi la consapevolezza non tutto questo, non un vedersi per come si , oggettivamente e senza veli. La consapevolezza in termine tecnico e unattivit autoreferenziale e ha, come finalit, il mantenimento dellidentit del sistema. Come tutte le attivit di un sistema anche questa finalizzata al mantenimento e allo sviluppo di s. Quindi la consapevolezza un modo in cui noi, in realt, nel narrarci ci mettiamo a posto le contraddizioni. Smussiamo i tratti di noi che ci rendono inaccettabile il mantenimento della nostra continuit. Li attribuiamo ad altri oppure agli eventi, alle circostanze. Quello che voglio dire che, in questa ottica, non c consapevolezza senza autoinganno. Autoinganno inteso nel senso di modalita di manipolare lesperienza di s in corso, in modo che risulti consistente con la propria continuit. E direi che lattivit basica di ogni capacit referenziale di secondo ordine legata al linguaggio. Non c proprio la possibilit di concepire uno spazio in cui questo non avvenga. Per questo i meccanismi di selfdeception sono fortemente connessi ai meccanismi di consapevolezza di s. Ci possono essere soltanto due varianti: i problemi per una consapevolezza di s che sia essenzialmente troppo autoingannante, se eccessivamente strutturata in termini di autoinganno oppure problemi che si 3

possono presentare con una consapevolezza di s che sia troppo poco autoingannante. Sono problemi entrambi abbastanza grossi. Nel primo caso abbiamo una consapevolezza di s che eccessivamente autoingannante; significa che gran parte delle attivazioni significative lindividuo non potr n riconoscerle n riferirsele. Vuol dire che, se si oltrepassa una certa soglia nel livello di autoinganno, si ha quasi una specie di splitting, di separazione, tra esperienza immediata di s e immagine cosciente di s. Si arriva ad uno splitting tra pensare e sentire, il pensare di una persona non pi collegato con il suo sentire. Qui trovate i massimi scompensi psicopatologici, con tutti i fatti derivanti da un meccanismo in cui le correlazioni tra esperienze immediate di s e immagine cosciente di s sono bassissime. Praticamente il soggetto incapace di riferirsi quello che sente, e daltra parte, ha una attivazione centrale e che non pu, malgrado tutto, ignorare. Intervengono anche altri problemi se invece c una capacit di autoinganno troppo bassa. Nel senso che, anzitutto, lindividuo riconosce e si riferisce la maggior parte del suo sentire, non lo filtra. La prima grossa operazione che noi facciamo, prima ancora di aggiustarci i dati, quella di filtrare, che un processo essenziale . Il filtraggio si verifica esattamente come uno studioso che va in biblioteca (perch la scienza di fatto va avanti cos), a cercare dati per una sua teoria che sta portando avanti. E la prima cosa che fa filtrare tutti i dati possibili, prende solo quelli in accordo, gli altri non gli interessano, lo squalificano come scuola, universit, come ricerca, prende solo quelli in accordo. E gi una scrematura grossa che taglia tutte le possibili contraddizioni e anomalie. Un individuo che, per esempio, ha poco autoinganno uno che filtra poco e uno che va in biblioteca e prende tutti quanti gli articoli, pro e contro; leggersi quelli contro gli moltiplica le contraddizioni, i problemi, i dubbi; quindi e uno che i dubbi se li va a risolvere tutti non li lascia inascoltati, non li lascia morire. Costui, ad occhio e croce, e uno che funziona male. Volta per volta ha una consapevolezza di dati e esperienze che non gli serve proprio a niente per di tema di vita o di problema di vita che deve affrontare in quel momento. Se considerate ad esempio un adolescente con un tasso di autoinganno abbastanza basso, che si riferisce tutto, uno che a diciotto anni ha la complessit interna di un trentenne, questo a lui non serve a molto. Il tipo di task, di problema che deve affrontare alla sua et, cio farsi un assetto di vita, crearsi un inserimento tra i coetanei, affrontare il debutto sentimentale, tutto questo bagaglio che ha acquisito gli nocivo. Gli fa perdere la spontaneit, gli crea delle problematiche che lo rendono diverso da tutti gli altri adolescenti. La persona normale quella che si autoinganna con discrezione. E quella che ha un buon filtraggio di occasioni o di eventuali situazioni stimolo discrepanti, riesce a filtrarle fin dallinizio e poi si va a vedere quelle che sono le contraddizioni centrali, che riguardano il suo modo centrale di sentirsi, le altre le lascia in periferia e lascia che scorrano isolatamente. Questo il funzionamento normale, e quello che si va a guardare le contraddizioni o attivazioni che riguardano i suoi temi centrali, solo quelli e basta; ci gli consente di avere una buona articolazione dei suoi temi centrali che, del resto, sono gli unici importanti per lui. Quindi la consapevolezza, che come vedremo verr fuori altre volte, un tema importante che va vista in unottica diversa rispetto al razionalismo classico. E cambiata molto la concezione, in senso radicale, cambiata sulla nostra pelle, 25 anni fa cera limmagine tipica della consapevolezza razionalistica. Era intesa come una dimensione di goal finale di vita, auspicabile per ogni essere umano che diventasse tutta consapevolezza. Quindi era lideale della persona saggia, equilibrata; era espressione di una concezione univoca, il mondo visto in termini oggettivi esterni; come se il mondo fosse unidimensionale: allestremo basso della dimensione cera lignoranza, allestremo alto cera la conoscenza. Quindi avvicinandosi allestremo alto della conoscenza tutta lignoranza era abolita, non cera pi ignoranza, esisteva uneterna saggezza. Oggi di unidimensionale non c rimasto niente, il mondo multidimensionale e questo significa che ad ogni livello di conoscenza corrisponde il suo livello di ignoranza. Pi aumenta il livello di conoscenza, pi aumenta quello di ignoranza. Da questo punto di vista aveva ragione Socrate che sosteneva: pi si sa, meno si sa. Lui sapeva di non sapere. Pi complessa la conoscenza cui si arriva, pi complesso il livello di ignoranza corrispondente. Quindi non c questa possibilit di arrivare alla saggezza ultima definitiva in cui lindividuo raggiunge lequilibrio. Ed cambiata anche la visione della consapevolezza la quale non appare pi univoca che dove va porta il bene e la calma. Come minimo, mi sembra, la consapevolezza ha molte 4

sfaccettature e ha pi significati contemporaneamente. Certamente essenziale: senza la consapevolezza non si possono risolvere, nel senso di arrivare ad una integrazione, le contraddizioni di fondo che ostacolano il modo di sentirsi dellindividuo. Accanto a questo effetto positivo, pero, ce ne sono altri negativi. La consapevolezza, per esempio, in antitesi diretta con limmediatezza. E un primo elemento importante: non appena si diventa consapevoli di una cosa che riguarda limmediatezza, ecco che questa diventa pi difficile, non torna pi. E come un raggio laser, si bruciata una possibilit. Noi non ci rendiamo conto di questo perch viviamo in una cultura occidentale che si basa sulla consapevolezza per eccellenza. Siamo ipertrofici della consapevolezza, siamo giunti al punto in cui nei bambini di 5 anni troviamo una consapevolezza che una volta cera a 30 anni. E cio e dovuto proprio al fatto che la consapevolezza di noi toglie qualsiasi immediatezza. Studi antropologici hanno rivelato degli aspetti che sono chiari; se li applichiamo a noi ce ne rendiamo conto. C uno studio bellissimo di Carpenter gli anni 70 (Edmund Carpenter The tribal terror of self awareness in P. Hockings, Ed. Principles of visual antropology, 1975). Carpenter tuttora uno dei pi grandi antropologi degli ultimi 30 anni che ebbe la fortuna di trovare in Papua Nuova Guinea delle popolazioni indigene di cacciatori-raccoglitori che non avevano mai avuto contatti con la civilta, quindi ebbe unoccasione di filmare per la prima volta reazioni che prima non aveva mai visto. Per esempio nessuno degli indigeni aveva avuto a che fare con specchi tranne quelli naturali, gli specchi dacqua. Carpenter racconta come, il guardarsi allo specchio per la prima volta, ha inciso su questi indigeni: stata una cosa sconvolgente. La reazione che hanno avuto stata di vergogna e sono scappati. E , da quel momento, non sono pi stati gli stessi. Da quel giorno in poi si comportarono diversamente, come se avessero acquisito la coscienza di chi erano, se guardati. Iniziarono ad avere unattenzione per il corpo, per labbigliamento, che fino al giorno prima non avevano mai avuto. Come fossero diventati improvvisamente consapevoli di come gli altri li avrebbero visti. Prima lo potevano solo supporre. E Carpenter concludeva: noi non ci rendiamo conto di questo: dopo la prima volta, nella vita, che ci siamo visti, non saremo pi gli stessi. Questo un primo aspetto inquietante, perch porta emozioni conturbanti. Ma un altro aspetto pi inquietante anche che lincremento stesso di consapevolezza associato allemergere di emozioni anchesse conturbanti. Tipo noia, senso dellassurdo, senso dellinconsistenza della vita. Soprattutto laspetto pi inquietante quello che ci riguarda di persona, lantinomia tra immediatezza e consapevolezza. Laddove tende ad essere privilegiata la consapevolezza non c pi quasi nessun rapporto di spontaneit, c un rapporto verso la realt come un passo staccato, da osservatore; la realt, pi che viverla, viene sempre spiegata. Questa purtroppo la malattia professionale dei terapeuti; il maggior problema che abbiamo oggi. I terapisti sono una categoria professionale a rischio rispetto ad altre categorie come avvocati, ingegneri, etc. Il loro problema laumento indiscriminato di consapevolezza la quale e anche particolare perch soprattutto vicaria, non acquisita attraverso una esperienza di vita diretta, ma attraverso la ricostruzione delle vite di altri. Quindi una consapevolezza, se volete, ancora pi dotata di una carica di ambiguit. Perch non si basa su esperienze di vita vissute. Pensate ad un tipico terapista sessuale: in America ne ho conosciuti tanti che hanno 50 pazienti alla settimana, 50 terapie sessuali. E questi arrivano ad una consapevolezza delle vicende di vita sessuali e affettive slegate dalla propria vita. La loro vita, magari, la pi monotona possibile: dopo aver visto 50 pazienti vanno a casa e non fanno nientaltro. Capite che una consapevolezza strana, ancora pi ambigua negli effetti, quella che sarebbe la consapevolezza sessuale molto alta, ma non controbilanciata da esperienze vissute corrispondenti. Anche il leggere fa vivere la posizione di osservatore staccato dal mondo e ricostruisce il mondo allinterno dellindividuo. Mentre si legge aumenta il senso allinterno della persona. Questo impensabile come esperienza umana. ONeill parlando dei terapisti dice che la consapevolezza riconduce a questo: riporta al fatto che essi stessi, nella vita privata, sono disastrati per fallimenti, divorzi, ecc., ma hanno sempre un atteggiamento di spiegazione. Diventano persone poco spontanee perch latteggiamento di consapevolezza che hanno delle vicende della vita li porta ad essere un staccati di un passo, ad essere sempre quelli che spiegano. Un esempio lo da uno studio fatto sui figli dei terapisti (oggi si studiano anche loro), che e di 10 anni fa. Unintervista fatta a figli di terapisti e a figli di altri professionisti dove c un bambino, in particolare, di 7 anni figlio di 2 5

terapisti a cui viene chiesto: Tu, rispetto agli altri bambini, pensi di essere matto come loro o sei meno matto? E lui risponde: Io penso di essere matto come tutti gli altri bambini, per, a differenza loro, ne sono orgoglioso. Questo e proprio limmagine di casa che vi viene rimandata: lui ha 5 anni, a casa si comporta come tutti i bambini di quelleta, fa una cosa che non deve fare ma un padre avvocato gli direbbe piantala, niente televisione, in castigo, un terapista, invece: vieni qua, che successo a scuola?, con chi hai parlato?, tua sorella ti ha fatto qualche dispetto? Questo bambino era orgoglioso del fatto che era matto come gli altri, solo che gli altri si vergognavano di essere matti. Quando creava un problema aspettava il padre che, dopo cena, avrebbe parlato con lui per 2 ore e, a volte, interveniva pure la madre. Il problema fondamentale dei terapeuti e il burn-out per cui vanno incontro ad una progressiva spersonalizzazione. Diventano cos abili nel cogliere qualsiasi punto di vista, capovolgere tutti i punti di vista possibili e immaginabili che, alla fine, arrivano a non sapere pi qual il loro. Sono come dei giocolieri Tutti i possibili punti di vista, di ogni singolo problema che emerge, sono convertibili in altri e, alla fine, il loro non ce lhanno pi. Purtroppo diventano personaggi pericolosi non solo nella vita privata, ma anche nella vita professionale. Attualmente non sappiamo quali sono i processi che portano unindividuo a spersonalizzarsi, non sappiamo quando uno spersonalizzato, che cosa gli si pu fare per ripersonalizzarlo. E il problema che abbiamo oggi. Unultima cosa da sottolineare, prima di chiudere questa parentesi sulla consapevolezza, riguarda le precauzioni che sono necessarie nel fare la psicoterapia. Un terapeuta bravo uno che riesce a produrre il massimo cambiamento possibile in un paziente con lincremento minimo di consapevolezza. Mentre purtroppo, ahim, il pi delle volte si fa il contrario, si induce il massimo possibile di consapevolezza per avere dei minimi cambiamenti. Il fatto per cui la consapevolezza indistinguibile dai meccanismi di autoinganno (e necessario doversi regolare e mantenere una immagine di s adeguata e continua nel tempo e quindi non ci pu essere nessuna autoconsapevolezza e autoinganno), pone il tema della possibilit di autoinganno come centrale e caratterizza tutta la nostra disciplina. E proprio per lesistenza dellautoinganno fra esperienza immediata e immagine cosciente che esistono le possibilit di psicopatologia ed e proprio per questo che esistono anche le possibilit di psicoterapia. Sia la psicopatologia che la psicoterapia non ci sarebbero senza questa capacita inerente alla dialettica del Self. Vale la pena di riprendere gli argomenti di fondo riguardo alla sequenzalizzazione. E in questa dinamica del S protagonista e del S narratore, questo doversi continuamente riferire, riconoscere, organizzare lesperienza immediata, che vediamo quali sono gli ingredienti che caratterizzano la vita emotiva, perch l che ci sono difficolt che si possono incontrare. Quelle sono le cose che la psicoterapia ha davanti. Dobbiamo iniziare a spiegarci anche i pazienti e la dinamica di come fatta la vita emotiva, gli stati danimo, altrimenti non sappiamo come osservare. I motivi di rilievo sono divisi in 3 categorie: 1) Un primo punto il succedersi delle tonalita emotive. E quello che chiamiamo nelle teorie della personalit, gli emotional traits. Comunicano delle idee, attitudini emotive stabili che hanno una continuit nel senso di S. Tutti ci riconosciamo come tratti addirittura peculiari il fatto che ci agitiamo in certe circostanze o che, in alcuni casi, abbiamo un senso di nostalgia o di un tipo di familiarit; sono tratti ricorrenti che fanno parte della qualit specifica della trama narrativa che abbiamo messo insieme fin dallinizio. Questa corrisponde ad una oscillazione emotiva continua del S, come accadere nellintera giornata, dove c una oscillazione continua. Alcune di queste oscillazioni possono venire in superficie, occasionalmente questi picchi possono essere avvertiti. Le componenti di uno stato danimo, generalmente, non sono difficili da riconoscere, perch ogni tonalit emotiva che si riferisce al soggetto, come familiare, ha due punti che gli consentono il riconoscimento immediato: il primo una tonalit emotiva che si accompagna alla disposizione corporea, che lindividuo, comunque, avverte dallinterno anche se non agisce. Ad esempio lirrequietezza che d la paura, la voglia di andare via o la voglia di capovolgere la situazione, il senso di ritiro o il senso di non esporsi che d la vergogna o limbarazzo. Ognuna ha una disposizione corporea e ha di per s un contenuto che, in genere, si specifica a livello immaginativo con scenari immaginativi che si succedono, a volte lentamente, a volte vorticosamente, a volte in modo frammentario, ma delle quali possibile sempre evincere un 6

contenuto. Quando una persona ha paura, ha una disposizione corporea che gli familiarissima: tesa, irrequieta, ecc. Successivamente, il secondo punto e la comparsa di scenari di pericolo anche se il pericolo non chiaro, la persona ha degli scenari di qualcosa di imminente che sta per accadere o che sta accadendo. Quindi, a questo livello, non dovrebbe produrre grossi problemi di riconoscimento. C sempre da tenere presente, e va sottolineato sempre con i pazienti, questa corrispondenza che c tra emozioni e immagini. Praticamente non c emozione senza immagine e non c immagine senza emozione. E direi che limmaginazione sempre quella che forma il contenuto delle emozioni. Bisogna stare attenti a tenerle ben distinte perch, a volte, i pazienti non sono abituati a questo. A volte, anche quando ci esercitiamo fra noi, spesso il terapista che si confonde e non fa caso a questa differenza in un paziente che ha paura, e stiamo ricostruendo una scena in cui lui aveva paura, e gli si chiede: in quel momento a cosa pensavi? Niente, non pensavo a niente. Spesso c questo rimanere in sospeso ma quelli che passano sono scenari immaginativi che comunque vanno fatti mettere a fuoco con pazienza, spesso sono scenari immaginativi sfocati, frammisti gli uni con gli altri, alcuni si riferiscono ad episodi passati, altri ad immagini future improbabili. Fare attenzione allo scenario immaginativo e fondamentale.

DISEGNO N .1

Emotional Traits

Arco di una giornata

2)

Il secondo livello, pi difficile, quello dellumore. Lumore e caratterizzato da una oscillazione molto graduale e molto lunga, di 3 mesi. Questarco oscillatorio occupa 3 mesi in 7

cui raggiunge una posizione ottimale e poi riscende. E una oscillazione graduale nel tempo, abbastanza diluita e non si accompagna a posizioni corporee cos evidenti nei tratti emotivi. Ci nonostante, anche lumore riconoscibile se una persona si sforza di mettere a fuoco il contenuto, poich anche lumore ha un contenuto. Negli stati di coscienza (quindi anche le emozioni quando arrivano alla coscienza), la coscienza sempre rivolta a qualcosa come sua propriet di connessione con lattenzione selettiva. Quindi ha sempre un contenuto sia per la felicit, sia per linfelicit, sia per lottimismo che per il pessimismo. Contenuto che si riferisce a vicende di lavoro, a vicende affettive, a cambiamenti del senso di S, a incontri fatti con persone che non si vedono da 25 anni e che hanno innescato memorie, ma il contenuto sempre rintracciabile. E, anzi, cominciando a rintracciare il contenuto possibile individuare quando iniziata loscillazione. Questo aspetto possibile ricostruirlo.

disegno n. 2

UMORE

Arco di TRE mesi

3) Il vero problema di non riconoscimento riguarda quelli che chiamiamo gli emotional episodes, gli episodi emotivi, conosciuti anche col termine STIRRING: una emozione fortissima e improvvisa che produce il noto groppo alla gola. E un picco acutissimo che pu durare frazioni di secondo per cui lindividuo si pu trovare per un attimo senza fiato, subissato di stati danimo traboccanti, scenari di immagine. Termina con il riverbero che residua per un periodo variabile di tempo; sono quindi molto difficili da ricostruire e sono spesso loccasione di un vero e proprio scompenso, il grilletto che fa scattare un quadro clinico. Nella loro espressione di vita, gli stirring sono effetto dellattivazione emotiva di una ricombinazione, metaforica, che accaduta nella trama immaginativa. DISEGNO N. 3

STIRRING

TRAMA NARRATIVA 9

Questa corrisponde a grappoli di sequenze nucleari di episodi e ce ne sono diversi tipi. Questi sono collegati alla sottostante attivazione emotiva sia di Emotional Traits che di Umore. La trama narrativa, sempre sullo sfondo. Quello che accade la ricombinazione; si ricombinano delle particolarit percettive, ad esempio, vedendo una persona per strada. Si ricombinano tutta una serie di immagini diverse. Unimmagine che rimette a fuoco aspetti di vita che la persona non aveva mai visto prima e accompagna lemergere corrispondente di una emozione dovuta al picco. Nel momento in cui si mette a fuoco un aspetto di vita particolare emerge in coscienza questa immagine; lattivazione corrispondente questa. Ci sono molti esempi e nei pazienti si vede nettamente. Sul momento, per la maggior parte delle persone, non riconoscibile, non come per i tratti emotivi. Anche nella persona pi astratta e articolata, quando emerge una emozione strappagola alle quattro del pomeriggio, ci deve pensare almeno fino alle 8 di sera per riuscire ad ordinare quello che gli accaduto, che significa, vedere il contesto, vedere come fatta questa ricombinazione, come partita. Io ebbi il famoso paziente dellascensore che era un esempio tipico di stirring che innescava quel senso di discontinuit di cui abbiamo parlato nel quadro clinico. Lesempio spiega proprio come funzionano gli stirring. Lui era un fobico che aveva una situazione matrimoniale in crisi stagnante, una situazione con la moglie quasi di non rapporto, senza che se lo fossero mai detto. Non si vedevano mai: lui faceva lingegnere in un grosso centro di progettazione di studi areonautici, usciva la mattina alle 8 e tornava la sera alle 9. Quando tornava a casa era tutto spento, la moglie stava a letto col figlio, per cui lui dormiva in unaltra stanza. Quindi aveva queste serate dove viveva in penombra, mangiava la cena fredda che la moglie gli aveva lasciato. Apparentemente tutto procedeva in questo modo, senza che lui sentisse particolari insoddisfazioni se non per il lavoro che lo prendeva troppo. Levento accadde un mese prima del primo attacco di panico. Si era attardato in laboratorio, stava al quinto piano con dei colleghi, e si blocca lascensore per 30-40 secondi tanto che non cera stato neanche il tempo di preoccuparsi, giusto il tempo di fare 2 o 3 battute fra di loro. Lui per noter che, da buon Fobico, le porte di questo ascensore erano ermeticamente chiuse . comunque finisce l. La crisi si verifica un mese dopo esatto, quando lui sta a casa sua in penombra a mangiare la cena fredda. Improvvisamente gli viene in mente limmagine di ricombinazione della trama narrativa. Lui si vede le porte dellascensore e si chiede: Che differenza c fra casa mia e lascensore? Nessuna. Da tutti e 2 i posti non si esce fuori! E gli viene una grossa attivazione emotiva, un attacco di panico e pensa che sta diventando pazzo. Questo evento ordinario di vita (quello dellascensore) rimasto a riverberare per un mese dopodiche lui ha creato la tipica astrazione narrativa che casa sua era come un ascensore, non si poteva uscire fuori. Lui stava in quella situazione di stallo matrimoniale da 5-6 anni, ed era come se lascensore gliela avesse coagulata, gli avesse dato limmagine. Queste sono le ricombinazioni della trama narrativa che spesso emergono una volta esperite, quasi allimprovviso, in coscienza o per piccoli dettagli impercettibili, per cui lattivazione va in maniera corrispondente. Per questo molto pi difficile riconoscerle. Nei Fobici, fin dai primi attacchi di panico (e quello dato un esempio tipico), trovate una situazione simile, un episodio emotivo, uno stirring particolarmente intenso che una persona vive e non sa come riferirselo, proprio come modificazione corporea. Se la vivono o come un crollo mentale o come un crollo fisico. Dipende dal tipo di situazione corporea che lindividuo ha. Se ha un attacco di panico in cui privilegia laspetto neurovegetativo costrittivo, tipo tachicardia, l parte la sensazione/convinzione che ha linfarto, lictus. Se invece lattacco di panico avviene senza queste grosse sollecitazioni toraciche, si avra maggiormente la sensazione di sentirsi sguarnito (come questo paziente che stava seduto a mangiare), quindi sara rivolto pi sul controllo delle capacit mentali, come limpazzire. Le forme di perdita di controllo classico sono: la perdita del controllo somatico (infarto/ictus) o la perdita del controllo mentale (timore di essere diventato pazzo).

DISEGNO N. 4 10

Trama Narrativa

Stirring

Stirring Emotional Traits

Se non fossero situazioni che possono arrivarci impreviste sarebbe pi facile per tutti mantenere la continuit. GUIDANO risponde ad una domanda. Un Depresso, invece, ha i suoi temi. E il modo con cui emergono le ricombinazioni che avvengono nella trama narrativa. Quella incessante, sempre in lavorazione. DOM: Quindi il modo con cui emergono non il modo con cui uno se le spiega GUIDANO: In genere lo spiegare arriva subito dopo, lo stirring improvviso per questo ti d la discontinuit, perch nellaccadere del momento il S protagonista prende il sopravvento sul S narratore, si rimane a bocca aperta, non si capisce cosa accaduto. DOM: quindi il fobico,il suo stato emotivoperch io ingegnere mi sto dando questa spiegazione sembra quasi che dipenda da come me lo sto spiegando GUIDANO: S, ma sai, i temi di significato sono temi validi per ciascuno di noi, ognuno, poi, se li va a costruire. Per ognuno il fatto discrepante dellepisodio emotivo e dello stirring corrispondente se lo deve spiegare con la sua continuit, non si puo prescindere da quella. Per un individuo, come questo paziente, in cui il matrimonio e caratterizzato dal fatto che la moglie dava soprattutto garanzie protettive, lunica spiegazione possibile sono queste due polarit qui: lincolumit fisica e la protezione. Non c altra spiegazione possibile: o si controllano o se non si controllano deve esserci qualche causa di vulnerabilit nella persona, vulnerabilit nel senso di malattia somatica o di malattia mentale, per i Fobici non ce differenza. Ma quello accade in tutti con uno stirring di questo tipo, si ha un momento di crisi di identit. Se a quel signore lo stirring gli produce una ricombinazione per cui la moglie invece di essere un angelo, come lui lha sempre vista, una strega: molto facile il passaggio dal principe al ranocchio. In quellattimo vive il passaggio: e se fosse una strega? Come conseguenza non sa piu chi , non sa se mercoled, gioved. Pu anche indurre un attacco bulimico. Gli unici problemi della vita emotiva sono gli episodi emotivi, i tratti emotivi si conoscono, lindividuo se li porta dietro da una vita, riconoscendo quel tratto di paura che oggi ha, per esempio, nel parlare con il capoufficio. Si ha sin 11

da bambini quando si parlava con la maestra dasilo, con il bidello, insomma un tratto che non crea problemi perch esiste una certa familiarit nel riconoscerlo e nel riferirselo, non trova mai impreparati. Con gli stirring, invece, si deve proprio ricominciare daccapo a vedere cosa successo, anche se la persona, normalmente ha una attenzione a s, non si prende per scontata. Lo stirring non immediato come pu esserlo un tratto emotivo. Del resto tutte le cose della vita umana sono croce e delizia. Gli stirring sono alla base della psicopatologia e della creativit.

Verita Storica e Verita Narrativa

Avevamo gi menzionato che, questo aspetto della dialettica tra il S Protagonista e il S Narratore, va avanti per tutto il corso della vita. Non c mai un momento di stasi o di relativa stasi. Ho gi detto che, questo tipo di dialettica, non libera nel suo fluire, influenzata dal fatto che il suo scopo primario quello di mantenere la propria consistenza e la propria continuit nel tempo. Quindi importante differenziare i concetti di Verit Storica e Verit Narrativa, perch a volte non sono chiari. In tutte le terapie razionaliste, in cui si ricostruisce il comportamento di un individuo rispetto a una presunta realt esterna univoca per tutti, si vede sempre se i resoconti che il paziente d sono oggettivamente corrispondenti a quello che successo, che ricorda un po lassessment indiziario, poliziesco, storico. Storico per quanto possibile ricostruire la verit storica: se i documenti, gli indizi, le testimonianze corrispondono a come sono andati oggettivamente i fatti. E su questo bisognerebbe stare attenti perch a noi non interessa una verit storica, ammesso che si possa trovare, ammesso che ci sia un modo in cui le cose possano essere andate oggettivamente, questo ci permette di vedere se i resoconti del paziente sono inquinati. Quello che interessa, invece, e quello che ci riferiamo in termini narrativi, ci interessa maggiormente la verit narrativa, questa non ha rapporti con la verit storica, perch si riferisce ad altri problemi. Il paziente da questo punto di vista (questa una analogia che stata troppo facilmente sfruttata) rispetto al suo narrarsi, ha pi o meno lo stesso problema che ha un autore rispetto alla storia che scrive. Ha un problema che, magari, arrivato a mezza storia e questa gli si blocca, gli si impalla, non riesce ad andare avanti, a mantenere un ritmo: deve inventarsi qualche artifizio perch la storia ricominci a scorrere; inventarsi che un personaggio scompare, che un altro cambia lavoro, che un altro cambia continente, uno muore, altrimenti la storia non si svolge. Questo il concetto di verit narrativa, cio trovare delle procedure che consentano alla storia di continuare a svolgere il suo corso quando, anche circostanze ambientali, lhanno rallentata o inceppata. Questo ad uno storico non interessa, come non interessa ad un poliziotto. Se la storia si impallata l andiamo a vedere le ragioni oggettive per cui si impallata. Ma dal punto di vista del soggetto che la vive, e in questo il soggetto narratore non distinto da un romanziere, il suo interesse non storico, ma e preoccupato che la sua storia riprenda, ricominci a svolgersi nel suo insieme. La Verita Narrativa ha anche molte altre applicazioni che permettono, ad esempio, di rispettare maggiormente il paziente e anche di non incrementare la consapevolezza a livelli massimali dei quali, il paziente stesso, non sa che farsene. Lesempio pi tipico quello in cui vi arriva un paziente che ha una situazione di grosso malessere, anche con sintomi, ma e dovuta dal fatto che sta in un processo di elaborazione di una separazione affettiva. E quello che si chiama processo di una fase di lutto (vedi anche la 5a lezione). Il lutto ha varie fasi. Dopo una prima fase, che la fase delle emozioni in libert, incontrollabili, c la seconda fase che la fase in cui lindividuo deve rielaborarsi, da un altro punto di vista, la storia che ha avuto con la persona che e venuta a mancare, o perch quella persona morta o perch la persona se ne andata per la sua strada, quindi deve rielaborarsi completamente la sua storia con una lettura che sia consistente con il suo sentirsi oggi, che diverso dal modo in cui si sentiva nella storia. In genere e buona norma, se vogliamo seguire il concetto della verit narrativa, che il terapista non persegua un livello di elaborazione che si prefisso perch, secondo lui, quello il pi corrispondente a come sono andate 12

effettivamente le cose e a cui occorre arrivare per forza, ma che, invece, sia pronto ad abbandonare il tema non appena vede che il livello di elaborazione che il paziente ha raggiunto comunque, per lui, funziona. Anche se dal punto di vista del terapista il livello di elaborazione che il paziente ha raggiunto e piuttosto superficiale, poco articolato, poiche si poteva raggiungere un livello di elaborazione pi complesso e il paziente avrebbe potuto spiegarsi pi cose di quanto non si spieghi adesso, non importa perche il criterio il paziente; se il paziente ricomincia a funzionare, riprende a svolgere la sua storia, lui ha raggiunto la sola verit narrativa, quella che gli serviva affinch i personaggi cominciassero a riprendere un senso. Non la verit narrativa dello psicoterapeuta ad essere utile al paziente; sarebbe utile al terapista se lui fosse nelle condizioni del paziente. La verit narrativa, il trucco narrativo, qualsiasi sia il tema, che possiamo trovarci nellelaborazione di una discrepanza che ci consente comunque di risvolgere la storia di nuovo, sempre caratterizzata da questo sforzo di ritrovare una corrispondenza, una consistenza, fra il S Protagonista e il S Narratore. Quando noi siamo arrivati ad un tipo di elaborazione in cui siamo consistenti nel modo con cui ci sentiamo e nel modo con cui ci pensiamo, non importa che lelaborazione in s giusta; va trovata quella consistenza tra narratore e protagonista e la storia riprende. Questo, a volte, pu essere frustrante per un terapista che vuol fare il lavoro seriamente, arrivare ad elaborazioni in terza dimensione, supercomplesse; spesso bisogna riconoscerlo: soltanto una esigenza propria che non ha nessuna contropartita, nessuna rilevanza per il paziente e non semplice. La verit narrativa si sposa, anchessa, con il tema che menzionavo prima, dellautoinganno. Lautoinganno, per quanto volete, sempre un tentativo di trovare una coerenza, una consistenza tra S narratore e S protagonista. Anche se questa consistenza e corrispondenza fra Narratore e Protagonista, per un osservatore esterno e rispetto a colui che lo fa, pu sembrare completamente inventata. Ed e su questo punto che si introduce la coerenza interna.

COERENZA INTERNA

Come dicevo prima, la coerenza interna che intendo allinterno di questo discorso, non ha niente a che fare con la consistenza logica. Non un tipo di coerenza interna logica, quindi, come si parlerebbe allinterno di una teoria scientifica. Mentre, invece, questo cio che trovate ancora in letteratura. In tutti gli approcci razionalisti il Self-Concept una teoria come lo potrebbe essere una teoria scientifica molto articolata , con un tipo di coerenza diversa: la coerenza di una teoria scientifica una coerenza logico-deduttiva mentre, questo tipo di coerenza, e induttiva. E un altro tipo di coerenza: la coerenza narrativa. E una coerenza in cui, nella ricerca di una consistenza fra S Protagonista e S Narratore, si perseguono principalmente due obiettivi: il primo caratterizzato dal mantenere il proprio senso di continuit congiunto ad un livello di autostima accettabile, che non scenda sotto un certo livello; il secondo obiettivo quello di controllare, gestire momento per momento lattivazione emotiva, che tenda a stabilizzare lattivazione emotiva, mantenerla sempre entro una soglia che, per intensit e per qualit, non sia destabilizzante. Quindi e importante che siano sempre attivazioni emotive riconoscibili, come tratti familiari. E quelle non riconoscibili, non familiari, e altrettanto importante che non siano eccessivamente intense e perturbanti. Quindi ci pu essere una regolazione dellattivazione emotiva sia per intensit (in cui loscillazione non vada oltre certi parametri di soglia) sia per qualit. Il primo punto della continuit importante proprio in quanto si deve rimanere sempre allinterno di una autostima accettabile. Questo rapporto tra esperienza immediata e immagine cosciente di S produce una complicazione in pi perch voi vedete che lesperienza immediata primaria anche a livello di spiegazione o di immagine cosciente. Limmagine cosciente lavora sempre sui dati dellesperienza immediata, quindi lavora sempre un attimo dopo che uno ha gi sentito ed e per questo che primaria in senso cronologico ed primaria anche nel senso che un fluire, come 13

dicevamo allinizio, che non dipende dalla nostra intenzionalit. Fluisce indipendentemente dal fatto che noi lo vogliamo o meno. Invece la funzione primaria, nel ruolo regolativo, ce lha limmagine cosciente di s perch non pu permettersi un tipo di riorganizzazione da cui ne risulti un senso di s inaccettabile a livello di autostima; per cui dovr sempre riorganizzarsi tenendo conto che lautostima non pu scendere sotto una certa soglia. E questo sempre secondo la caratteristica per cui siamo dei primati parlanti che vivono in un mondo intersoggettivo. Per noi lautostima quanto noi ci sentiamo idonei ad essere riconosciuti e leggittimati dagli altri come persone. Se il nostro livello di autostima scende sotto una certa soglia, noi non ci sentiamo pi facenti parte del consorzio umano, come se non avessimo pi un posto di appartenenza e di riconoscimento, una esperienza che noi non possiamo assolutamente provare. Per cui sempre, anche le grosse riorganizzazioni del senso di s, vanno ricondotte con questo bias, per cui occorre mantenere un minimo di senso di idoneit affinch gli altri ci riconoscano e ci leggittimino come persone. Percio la consistenza fra S Narratore e S Protagonista e estremamente importante perche vi permette di capire molte cose che sono dati di esperienza comune. Per esempio, se una immagine di s ingannevole in termini di Self-Deception , fatta con buona coerenza, una persona pu averci anche la possibilit di non riconoscere mai per tutta la vita che ingannevole, che non corrisponde al suo sentirsi; se fatta con una buona coerenza e fatta in modo tale da poter prevenire di essere consapevoli del suo non essere aderente completamente a Sicuramente, per esperienza lavorativa o di vita vissuta, avrete incontrato individui che hanno passato tutta la loro vita avendo un atteggiamento ingannevole agli occhi degli altri perche si proponevano come persone caritatevoli o buone e questo senso corrispondeva effettivamente a quello che queste persone sentivano mentre, invece, erano persone cattive, pettegole; per loro non se ne sono mai accorte. Gli altri se ne accorgevano ma loro no; il tipo di coerenza con cui articolavano questa immagine cosciente, ingannevole di s che non corrispondeva ai sentimenti che quotidianamente esibivano, hanno potuto vivere anche 70 anni senza mai averne la percezione. Questo lo dico come livello particolare di coerenza e articolazione con cui uno si costruisce sempre questa corrispondenza fra S Protagonista e S Narratore. E chiaro che ci sono modalit di base distinte nel mantenere questa continuit. Due di queste riguardano questa differenza che vedevamo precedentemente tra la dimensione internalit/esternalit degli Inward e Outward. Negli Inward lattivazione interna e primaria perch pi soggetta a tonalit emotive di base che non richiedono lintervento della coscienza; in questultimi e quasi pi pregnante, se possiamo usare questi termini ma non sono molto esatti, il S come Protagonista. Il S come Protagonista determina o plasma il S Narratore. Mentre, invece, negli Outward il S Narratore, soprattutto il suo dover corrispondere al tipo di contesto esterno che c, che invece produce e plasma il Se Protagonista e anche lesperienza del vivere. Per esempio, negli Outward notate dei cambi del senso di s repentini, fulminei, che negli Inward non potrebbero mai verificarsi. Quando parlo di cambiamenti non intendo quelli momentanei ma quelli pi grossi che si vedono longitudinali; lesempio pi tipico accadde ad un nostro collega che rimase sconvolto. Lui aveva una coppia di genitori che erano stati sposati per 40 anni; 40 anni di matrimonio sempre vicini con il padre che pendeva sempre dalla bocca della moglie, senza della quale era completamente insufficiente. La moglie muore in un paio di mesi di una malattia fulminante. Loro, mi ricordo, tutti quanti (poi, insomma, il padre aveva 72 anni, la madre ne aveva 70 quando morta) mentre la madre era in agonia, erano preoccupati per il padre: E ora questo che fa? Come minimo non esce dalla prima fase di lutto! La moglie muore a Novembre, 4 mesi dopo, a Marzo, dal punto di riferimento che dopo 40 anni non aveva pi, senza la quale lui stesso non si era mai neanche riuscito a pensarsi, lo ritrovano che era gi felicemente sposato a Bologna con una donna di 35 anni di meno con cui ancora sta. Queste situazioni, negli Inward, sono difficili da vedere. Negli Outward si vede chiaramente che il Se Narratore che d pi forma al Se Protagonista. Il Se Narratore ha il senso della sua continuit nel corrispondere, nel sentir di poter corrispondere a canoni esterni. Cosicche questuomo di 72 anni, anche dopo 40 anni, ha potuto trovare una figura di corrispondenza. Il suo sentire da Protagonista si adattato sul suo nuovo Narratore. Il collega lo diceva sconvolto: E poi, in tutto questo, quello che mi sconvolge che non ho mai conosciuto mio padre, avessi almeno visto un uomo che lo faceva per non pesare su di noi, per una situazione di compromesso dopo aver pensato a lungo, per non far preoccupare i figli no! E proprio 14

innamorato! Sembrava un bambino di 5 anni! Questa la cosa sconvolgente!. Negli Inward accade lopposto: c un senso di s, quello immediato, che proprio imprenscindibile. Io mi ricordo un Fobico, tipico e chiarissimo come esempio dei concetti che sto descrivendo, che ho visto una volta in cui venne a consultarmi per poi lasciarmi il figlio, e venne fuori la sua storia personale. Era uno appartenente ad una famiglia di dentisti: nonno dentista, padre dentista, tutti i fratelli dentisti, lavoravano in studi dentistici a Roma, Bologna, insomma un piccolo impero odontoiatrico. Lui tranquillamente si fa tutte quanta la trafila: si fa 6 anni di Medicina, Odontoiatria, si specializza e inizia a lavorare nello studio paterno. Il bello come lo raccontava. Senza neanche un piano: lui partito da come si sentiva. Il fatto di lavorare come dentista, che ha fatto per un mese in cui si reso conto che doveva stare tutto il giorno in piedi innanzi alla poltrona, fermo a lavorare gli fece pernsare: Tutta questa immobilitNo, non se ne parla proprio. E conseguentemente ha fatto una rottura con casa, si messo, 20 anni fa, a vendere stracci, abbigliamento, fra Italia e Spagna, per viaggiare. Poi in 20 anni ha messo su una ditta Import/Export con vari miliardi annui di fatturato. La cosa bella che per lui stato quel mese di immobilit a fargli decidere di cambiare attivita senza dubbi, era impossibile pensare il contrario. Come potete notare in questo caso, negli Inward, e proprio lopposto. Una persona ha investito 10 anni di studi, il padre, con cui successivamente ha rotto, non gli ha pi parlato a tal punto che, ancora oggi, quando passa per Roma la famiglia non lo vuole vedere. Lui, quando stato immobile, per un mese, nello studio dentistico si visto la vita in un tunnel: no! La sua vita viaggiare. Infatti lho visto adesso che, dopo 20 anni di questo lavoro Import/Export in tutta Europa adesso la sua ditta si e estesa anche in Sud America e in Asia. Quindi faceva praticamente 2 o 3 giri del mondo ogni anno. Il problema e stato tutto sullimmobilita: il primo mese da dentista, stare intorno alla poltrona dalle 9 di mattina alle 8 di sera. Ma il bello di questa storia e stato il tipo di riflessione, non una esitazione, non un timore in termini economici: ..butto tutto a mare dopo 10 anni di studio, rompo i rapporti con gli altri, si sfidanza perch anche la fidanzata faceva parte del giro: limmobilit, per lui il fatto dellimmobilit e stato determinante e cruciale nellindurre un cambiamento a 360 gradi. Qui proprio limmobilit che d luogo al personaggio, crea il Narratore, il Narratore che non diventa pi dentista ma inventa lImport/Export che gli consente di girare il mondo. Invece nellaltro caso il Narratore, quando trova un contesto di corrispondenza, non si fa neanche il lutto. Questo come viene plasmato il S Protagonista, lesperienza immediata. Notate, fra laltro, che uno di 72 anni che perde la compagna di vita di 40 anni, dopo un rapporto cos in genere non ne esce vivo. Se anche c un lutto gestibile gli si accorcia comunque la vita. No, lui neanche il lutto si fatto. Anche gli Inward possono farlo, ma non in 3 mesi, in 2 anni. 3 mesi dopo, il padre del mio collega, era sposato! Lui di Bologna, finiti i funerali and a Bologna a trovare i suoi parenti. 15 giorni dopo incontra una nuova donna, dopo 3 mesi era gi sposato, la prima volta che usciva. DOM: Ma non che lui ha negato GUIDANO: Per 40 anni? DOM: S, ma una cosa massiccia come la perdita di una compagna, potrebbe essere untentativo, come mettere un tappo GUIDANO: S, ma difficile farlo! Metti anche che sia un meccanismo del genere, per capisci che hai una plasticit in cui plasmare linterno che altri non hanno; altri questa capacit di negazione se la sognano. Tutti quanti, se potessero, lo farebbero. Prima di tutto una delle cose pi sconvolgenti che ci siano. Ognuno di noi, se avesse un bottone che spingendolo gli fa passare questo tipo di dolore potendo avere unaltra storia, lo farebbe subito. E gi il farlo presuppone delle capacit di gestione dell'interno, poter manipolare linterno, poter cambiare quello che sperimenti, che non sono assolutamente comuni. E cos, per quanto riguarda il secondo tema, cambia un po anche la gestione dellattivazione emotiva, perch gli Inward possono soltanto filtrare dallesterno, hanno poche possibilit di manipolare, attivamente, lattivazione interna. Possono solo lavorare, diciamo cos, sullinput. Possono non percepire, disconnettere levento che gli ha prodotto la discrepanza con la discrepanza che hanno provato, cio una disconnessione cognitiva tra stimolo e risposta. O, tuttal pi, possono alterare le connessioni di quello che sentono con la percezione, con limmaginazione, quello che 15

sentono possono spiegarselo modificando, per esempio, i dati in memoria, attribuendolo a s stessi, non possono lavorare affatto sul feeling, sulla qualit del feeling, possono lavorare sempre limitando linput o disconnettendo esterno/interno oppure modificando le articolazioni che linterno prende con lesterno ma, una volta attivato, linterno in s poco modificabile. Sono prevalentemente questi che non hanno la capacita di riconoscere, nella vita ordinaria, le situazioni stimolo a cui sono pi sensibili. I Depressi non riconoscono le situazioni di perdita, se le trovano come attivazione interna e poi non se la sanno spiegare quindi, questa stessa incapacita, diventa una ulteriore prova del loro essere fondamentalmente sbagliati; vanno a fare una disconnessione fra levento che suscita una reazione emotiva e la reazione emotiva stessa. Se prendete i Fobici che sembrano non riconoscere le sensazioni di costrizione a cui, peraltro, sono ipersensibili e queste stesse reazioni se le trovano addosso, senza spiegazione punto e basta. Gli Outward invece hanno maggiormente sviluppata la capacit di manipolazione dellinterno e, specificatamente, rispetto a due possibilit per cui sono veramente in unaltra dimensione rispetto agli Inward. Primo possono far non emergere in coscienza uno stato danimo perturbante che li occupa, lo possono tenere ai bordi senza che questo emerga mai in coscienza. Possono fare anche di pi: una volta che questo stato danimo perturbante, indipendentemente, ha aggirato le capacit di esclusione esterna, ed emerso in coscienza, loro hanno anche la capacit di non sentirsi agenti degli stati danimo che sono in coscienza. E come se li provassero il fratello, la sorella, come se li provassero altre persone. Hanno questa grande capacit di poter essere non consapevoli di ci di cui sono coscienti. Questa una caratteristica che hanno entrambi, Ossessivi e Dap. I Dap sono quelli che hanno lattivit pi disinvolta nel non sentirsi agenti di emozioni che sono presenti in coscienza. Se considerate, ad esmpio, quella paziente di cui vi parlavo tempo fa, quella che, pur avendo in coscienza un disamore verso il marito, non avrebbe avuto voglia di parlarne per paura di scoprire di non amare il marito, lei ce lha in coscienza. E proprio non sentirsi agente fino a che non ne parla, se ne parliamo lo dobbiamo connettere, se non ne parliamo lo lasciamo staccato. Gli Ossessivi, quelli pi normali, funzionano in attribuzione esterna. Le emozioni che loro sentono non le provano loro spontaneamente, gliele fanno provare gli altri. Quindi come se venissero dagli altri, non sono significative di loro. Ad esempio quello che vi raccontavo laltra volta di Tolstoj. Lui era massimamente religioso e convertito, ma ebbe rapporti sessuali con tutte le donne dai 6 ai 90 anni. Quello che lui provava, lattivazione erotica, non era la sua, non gli apparteneva, gliela facevano sentire le donne (le quali rappresentavano il diavolo, il male del mondo, etc). Era tutto in attribuzione esterna. E anche lesempio di una capacit di plasmare la vita emotiva interna, che non ha eguali. E questo sia sullemergere (lindividuo pu prevenire), sia nel non sentirsi agente di quello che emerge. Altro dato caratteristico che, il tipo di attivazione interna, pu diventare correlato o dipendente dal tipo di punto di vista al quale si fa riferimento. Questo lo notate in tutti quanti, un Outward, a seconda se guardi la cosa dagli occhi miei, o dagli occhi di mio padre, o dagli occhi di un mio amico, la stessa cosa pu provocarmi sensi di colpa o essere in diritto, o darmi un senso di euforia: la stessa! Lattivazione cambia a seconda del punto di vista dal quale la guardi. Se voi gli fate cambiare il punto di vista, gli ricostruite una scena, vedete che lattivazione gli cambia in relazione al punto di vista. Ricordo una paziente, bulimica, che aveva la madre come punto di riferimento importante, su cui faceva la corsa, avevano dei conflitti enormi e un giorno, durante una seduta lei mi racconta un episodio con la madre. La paziente era inizialmente triste, con un atteggiamento sguarnito e quando io, commentando, le faccio notare che in effetti la madre non aveva avuto un comportamento adeguato lei, immediatamente, reagisce cambiando espressione facciale e risollevandosi completamente come se quanto era accaduto con la madre non avesse piu importanza. Immediatamente si era sentita dentro come io avevo commentato. Quindi, come vedete, per gli Outward linterno dipende molto dal punto di vista esterno con cui lindividuo lo guarda; cambia lattivazione emotiva, la connotazione emotiva. In genere le capacit di maggiore manipolazione, se ci fermiamo un attimo ai normali e ai nevrotici, laddove non abbiamo alterazioni di integrazione nella capacit di sequenzializzazione e laddove la sequenzializzazione assume sempre una forma cronologica, causale, dove si mantiene sempre una distinzione tra interno ed esterno, riguardano non tanto il contenuto delle esperienze (queste sono difficilmente manipolabili se non ci sono interferenze nella sequenzializzazione) ma, piu che altro, il modo di mettere le esperienze in 16

sequenza, perch la sequenza degli eventi che cambia, modifica il significato degli eventi pi che il contenuto stesso. In fondo anche nella sequenzializzazione psicotica uguale, tutta la sequenza che non ha pi una continuita. Ma se vedete una coppia che ha lo stesso tipo di problema notate subito questo fatto: non c mai un disaccordo sul contenuto, sempre sulle sequenze; sul contenuto sono sempre daccordo tutti e due. Se, ad esempio, il contenuto un problema x: dal contenuto viene fuori che c stata una telefonata e poi il fatto x su questi ingredienti sono daccordo sia la moglie che il marito. L'unica differenza e' che lui dice: "Prima il fatto x e poi la telefonata" mentre lei dice: "no, prima la telefonata, poi il fatto x". In una trama narrativa la sequenza e' quella che da' il significato dello specifico evento. L'ordine che ha nella sequenza dar un significato allo specifico evento pi del semplice contenuto in se'. Il fatto che noi lavoriamo nel modificare le sequenze degli eventi e' l'aspetto fondamentale che rende conto dell'enorme plasticit che ha la memoria. Questo si e' visto in terapia per esempio negli anni 70. E' facile indurre false memorie, uno dei temi pi discusso, oggi, negli Stati Uniti e proprio quello della falsa memoria. Molti pazienti hanno citato in giudizio gli Psichiatri perch, secondo loro, questi ultimi gli avevano indotto false memorie. Il fenomeno e' abbastanza frequente, non solo le false memorie si possono indurre molto pi facilmente negli anni precoci della vita dove c' una relativa scarsit di memoria, ma, come sostiene una studiosa della memoria che ha fatto delle indagini sperimentali, scoprendo che e' sufficiente che un individuo si immagini pi volte ripetutamente un diverso andamento di un evento effettivamente riconosciuto, se lo immagini pi volte con caratteristiche di realt, di immedesimazione, perch la memoria cambi rispetto a quella della registrazione originaria del cervello. Cambia l'ordine delle sequenze, cambia l'ordine degli eventi, come se ci si costruisse una seconda percezione. Ed e' sufficiente, ad esempio, che la persona immagini nitidamente questo riaggiustamento mentre, per esempio, ne parla con foga con un amico. E' come se il parlarne con foga gli facesse rivivere completamente la cosa. E cio che e' incredibile e' proprio questa plasticit di memoria che e' una scoperta nuova rispetto a qualche anno fa. Allora si riteneva che la memoria fosse qualcosa di pi rigidamente determinata, il fatto che l'engramma, come si diceva, modificava lo stato neuronale; la memoria e' una dei tanti fenomeni in funzione che permettono all'individuo di mantenere la sua consistenza interna, ed e' plastica e plasmabile proprio per questo. Certo, questo mi ricorda un vecchio articolo, interessante, in cui si discuteva anche di questo tema della memoria, vedendo questo tipo di plasticit della memoria, lo studioso era Greenberg, che rifletteva sulla possibilita che noi, nel raccontarci la nostra storia anche privatamente, quindi alterandola, abbiamo di cambiare i ricordi. Se non fossimo tutti ancora nel clima degli storici sovietici (i quali erano tipici perche ogni volta che moriva un leader a seconda del tipo di personaggio, si riscriveva la storia), alcune persone hanno questa capacita' di cambire gli eventi fondamentali, di adattarli. Il signore di 72 anni che si sposa dopo aver conosciuto una nuova donna, 4 mesi e dopo la morte della sua compagna di 40 anni di matrimonio, era uno storico sovietico! Non c' dubbio. Le altre Organizzazioni hanno una minore abilita di manipolazione, anche se questa capacita' rimane sempre fondamentalmente alta. La capacita' degli altri, anche se non azzerano completamente, anche se non raggiungono i livelli degli storici sovietici, lessere sempre alla ricerca di una verit narrativa, anche senza poter cambiare cosi' radicalmente senso di s e delle cose questo, credo, sia un fatto fondamentale nel tema della coerenza interna. La memoria e un fenomeno importante, ma occorre stare molto attenti allinduzione di falsi ricordi, soprattutto quando parleremo del metodo psicoterapeutico. Nella integrazione e nella astrazione vedremo in cosa consistono e da che cosa sono influenzate le capacita' di astrazione e di integrazione che determinano i meccanismi con cui una persona pu mantenere la propria coerenza interna, la quale e' anche la qualit delle organizzazioni del senso di s che si avranno nel corso del ciclo di vita. La sequenzializzazione in primis si riferisce essenzialmente alla capacita' che ognuno di noi ha di trasformare una mera successione di eventi in una configurazione significativa. Per tutti un fatto evidente, anche se noi parliamo con noi stessi o con altri di un periodo della nostra vita, mai ci riferiamo e mai esponiamo semplicemente una banale successione di eventi. Portiamo sempre questa successione di eventi in una configurazione dinsieme significativa. Questa, non solo attualmente molto sviluppata per dover tenere la continuit di una storia nel senso diacronico, longitudinale, ma richiede anche un livello abbastanza alto per 17

mantenerla in senso sincronico. Con la vita differenziata che si ha, una persona vive differenti sensi di S a seconda delle dimensioni di tempo che vive, a seconda se quella lavorativa, quella privata, quella affettiva. Quindi si pongono costantemente problemi di dover tirar fuori la configurazione d'insieme, con un sistema che plausibile con una infinit di esperienze, di temi, di gestione di eventi che sono particolari e contingenti; il ricavare da ogni riferimento la continuit di noi.

STATI DISSOCIATIVI

Dalla capacit di trasformare una successione in configurazione dipende sicuramente una delle caratteristiche principali del primate uomo, per il suo funzionamento, che e la capacita', presente in ogni momento, di indicarsi, un vero e proprio orientarsi in un orizzonte di eventi, di aspettative e sentirsi parte di un corso specifico di azione. Il senso di orientamento in tutte le direzioni non solo spaziale e temporale, ma anche in termini di significato, il sentirsi facente parte di un insieme di eventi di cui si attivamente protagonisti, attivi costituenti , proprio, in questa capacit di integrazione. Il venir meno a certe circostanze di questa capacit di integrazione viene sempre sperimentata sotto forma di discontinuit del senso di S, che prende la forma degli "stati dissociativi". Gli stati dissociativi, di cui parliamo adesso - sono diversi da quelli descritti nella schizofrenia - si hanno quando c' una segmentalizzazione, una interruzione di coscienza o una modifica della coscienza routinaria. In questa luce sono specificamente concepiti, equivalgono alle modifiche degli stati di coscienza. Senza alcun riferimento al concetto di dissociazione, che abbiamo appreso leggendo i libri di testo della psichiatria classica, riguardante la schizofrenia. La dissociazione, c' da dire, si manifesta sia nei normali sia in tutte le altre condizioni e questo significa che, di per s, la dissociazione un meccanismo normale, fisiologico. Si basa sulla capacita' dei sistemi autoorganizzanti come la mente, il cervello, di avere un "controllo coalizionale" in cui il controllo decentralizzato. Non sono sistemi gerarchicamente piramidali, in cui c' un assemblamento di sottosistemi (memoria, immaginazione, pensiero riflessivo, attivit emotiva) e il controllo liberamente circola, si riverbera tra i vari sottosistemi finch, ad un certo momento, un sottosistema prende la funzione momentanea di agente controllante rispetto agli altri. Quindi, in certi momenti, possiamo essere presi dall'attivit immaginativa e va in secondo piano la percezione, l'attenzione selettiva, il pensiero come se perdessimo anche i riferimenti spaziali e temporali. In altre parole la dissociazione sembra un meccanismo fisiologico in cui a volte la mente funziona quando ha un sovraccarico emotivo-informativo, come se allentasse le maglie per lasciarlo fluire senza elaborarlo. Quindi questo il suo meccanismo pi frequente. L'altro meccanismo consiste nella modifica della coscienza ordinaria, che la coscienza che ci accompagna durante la veglia. E una coscienza molto particolare, anche se noi la consideriamo la coscienza normale. E', per sua natura, molto dilatata, molto estesa, perch deve occuparsi di diverse dimensioni ed esperienze. Una persona, mentre sta al lavoro, deve occuparsi del figlio che si e' rotto la testa cadendo dal triciclo, la macchina che ha fuso il motore, deve passare da una direzione all'altra per risolvere i problemi, deve essere molto estesa per poter garantire un adattamento. Per per essere molto estesa anche molto superficiale, una pellicola. Ogniqualvolta la coscienza si restringe e si inspessisce, quelli che si chiamano "Stati di coscienza non ordinari" sono quelli che corrispondono ad uno stato dissociativo, anche se parliamo di stati dissociativi presenti nei normali, che sono frequentissimi. Il fatto che una persona ascolti un brano di musica che la assorbe completamente fino a fargli perdere la nozione del tempo, quello uno stato di coscienza non ordinario. Tutti gli stati in cui c' un restringimento e un ispessimento di coscienza... A livello sessuale, per esempio, questo uno di quegli aspetti in cui il sesso ha sempre una funzione sconvolgente, a livello sessuale l'orgasmo, quello con la O maiuscola, uno stato di coscienza non ordinario. Vi faccio questi esempi per dire che lo stato dissociativo normalmente uno dei meccanismi fisiologici del funzionamento della mente. Certo che, poi, lo possiamo notare nelle condizioni di normalita e nelle condizioni psicopatologiche quasi in una specie 18

di continuum che va dai normali, ai nevrotici, agli psicotici, i quali non sono ancora all'estremo ultimo del continuum dove poniamo gli stati di Personalit Multipla. Il livello di dissociazione minima quello degli stati normali, che sono queste forme di restringimento di coscienza o produzione di stati di coscienza non ordinari, senza contare quelli che si possono produrre con esperienze mistiche o meditative o con uso di sostanze esogene. Oppure ci sono altri stati tipici, che appartengono sempre alla normalit, ma che sono pi legati ad uno stadio maturativo. Nella fanciullezza, per esempio, fino ai 10 anni sono pi frequenti, rispetto alla popolazione adulta, i fenomeni di sonnambulismo che uno degli stati dissociativi piu tipici. Anche le capacita di ipnotizzabilita sono molto pi frequenti nella fanciullezza, piuttosto che negli adulti. E sono sempre frequenti nella fanciullezza, primi anni della pubert/adolescenza, i sensi di possessione che possono essere sia in senso concreto (possessione demoniaca, gli spiriti, etc.) o possessione pi in senso astratto (pensieri, idee). Comunque il sonnambulismo un fenomeno assolutamente tipico del ciclo maturativo. Questi fenomeni, insieme all'ipnotizzabilita', hanno un picco intorno agli 8/10 anni e poi, con la puberta', iniziano a decrescere. Altre esperienze tipiche sono gli "Stati transitori di depersonalizzazione" che molto spesso sono frequenti e normali senza avere un significato necessariamente patologico nelle fasi di riorganizzazione adolescenziale. Gli adolescenti, li vedete ad occhio nudo, che sono imbambolati. Spesso, le loro, sono esperienze transitorie, fugaci, vere e proprie depersonalizzazioni nel senso di non chiarezza tra la realta' esterna e la realta' interna. Ci sono, inoltre, delle sensazioni di dissociazione anche queste normali, che vengono definite posttraumatiche e sono quelle post-stress o situazioni di esperienza in cui lindividuo ha avuto lesperienza di essere vicino alla morte. Questa puo' produrre, a distanza di tempo variabile, le "out of body experiences", le esperienze del proprio corpo che si vede dal di fuori. Ma insomma qui siamo ancora nel range di quegli aspetti di stati dissociativi che vengono chiamati normali, stati di coscienza ordinari o legati ad uno stato maturativo tipo il sonnambulismo della fanciullezza oppure, infine, dovuti a traumi. Oggi e' abbastanza frequente, c'e' un capitolo della psicologia post-traumatica che e' stato studiato e descritto da 20 anni in qua. Si e' visto che persone che sono state oggetto di una rapina, di un assalto a mano armata, sviluppano, successivamente, delle vere e proprie crisi di identita', aspetti confusionali con delle grosse oscillazioni della immagine di Se', del senso di Se' che, poi, possono indurre delle depressioni abbastanza forti. Sono esperienze di self-hood, dell'accadere, estremamente intense. Pensate a quelle persone che hanno un senso di successo, di brillantezza, che si sentono quasi invincibili, persone che si trovano tuttavia in balia di ragazzini di 12 anni che gli puntano un coltello alla gola e stanno in questa posizione per un'ora sentendosi le persone piu' vulnerabili del mondo. Queste persone hanno un capovolgimento radicale del senso di Se' in pochissimi secondi senza nessuna prevedibilita'. Questo evento di per se da luogo a reazioni dissociative spesso al momento, seguite poi da lunghe reazioni depressive post-traumatiche che possono dare l'avvio ad un grosso cambiamento del senso di Se'. Sicuramente quelli piu' interessanti, tanto per chiarircele un attimo, sono gli aspetti dissociativi che capitano nelle situazioni di tipo nevrotico o di tipo psicotico fino ad arrivare alla personalita' multipla. Spostandoci in questo continuum, dalla normalita' fino alla personalita' multipla, notiamo questo fenomeno curioso: finche' siamo sull'aspetto "normalita'" o sull'aspetto "nevrosi" gli stati dissociativi sono sempre transitori, durano molto poco nel tempo, tendono sempre ad una restitutio ad integrum spontanea. Anche i nevrotici, e questo lo vedete in tutte le Organizzazioni, negli Ossessivi, nei Dap, nei Fobici, possono avere dei momenti acutissimi di depersonalizzazione piu' o meno connessa a un senso di derealizzazione, sono molto frequenti. I Fobici, ad esempio, spesso nell'attacco di panico, vi riferiscono proprio modifiche della realta' esterna, con derealizzazione del tipo che i marciapiedi sono fatti di lava fusa in cui vi affondano i piedi, i palazzi gli vengono incontro e gli chiudono la via e depersonalizzazioni di tipo che gli si stacca la testa dal collo, gli si staccano le gambe, il busto sta avanti mentre le gambe sono rimaste indietro. Questi fenomeni, pero', durano pochissimi secondi, direi che durano frazioni di secondo, e' molto piu' forte lo spavento dell'averli provati che gli stessi fenomeni. Durano frazioni di secondo. Anche nei Dap puo emergere un senso talmente pervasivo di incapacita' o di inadeguatezza da raggiungere il vuoto interiore in cui c'e' una dispercezione di Se', una non collocazione nel tempo e nello spazio. Spesso l'agire un atteggiamento alimentare, per esempio un attacco bulimico, e' l'unica modalita' di interrompere il senso di vuoto che diventa 19

incontrollabile e diventa un perdere il senso di Se'. Sono fenomeni abbastanza transitori. Anche gli Ossessivi, quando raggiungono l'acme di un problema di dubbio su cui stanno ruminando da varie ore, si sono addirittura incartati nella ruminazione, possono raggiungere un senso talmente disperante da non poter arrivare neanche al dubbio che sviluppano anche loro dei momenti di derealizzazione o di depersonalizzazione. I Depressi possono avere dei crepuscoli di coscienza, che e' tipico di questa organizzazione, specialmente nelle situazioni di perdita, di abbandono affettivo; insomma nelle situazioni critiche possono avere dei veri e propri restringimenti del campo di coscienza, come fossero dei veri e propri crepuscoli. Una persona vi puo' raccontare che sa che ha delle percezioni rudimentali di avere attraversato tutta Roma in macchina e poi non sapervi dire neanche che strada ha fatto: uno stato di crepuscolo. Qui il crepuscolo, ad esempio, dei depressi dura un pochino di piu' sicuramente dello stato di depersonalizzazione e di derealizzazione delle altre organizzazioni, le quali hanno sempre un esperienza della durata di un frammento di secondo; il crepuscolo in un depresso puo' durare anche una o due ore. Comunque siamo sempre su un tempo abbastanza ridotto mentre cio che dura di piu' in assoluto, e siamo al confine con le forme psicotiche della personalita' multipla, e' la fuga psicogena che puo' durare varie ore. La paziente che scappa da casa e la ritrovano la mattina, dopo 5 ore ai giardinetti disorientata ancora nel tempo e nello spazio, quella e' la forma piu' lunga, temporalmente, che potete trovare nella dimensione di tipo nevrotico. Mentre, invece, nel passaggio a situazioni psicotiche il fenomeno cambia; anche le situazioni piu' lievi di discontinuita', ad esempio una pousse' delirante, anche quelle che recedono spontaneamente, comunque impiegano sempre, come minimo, qualche settimana se non qualche mese per recedere, quindi siamo in un lasso di tempo molto piu' prolungato. Per non parlare delle situazioni che si cronicizzano o si stabilizzano. Vi trovate di fronte a situazioni in cui c'e' un tema delirante che si mantiene cronicamente per anni. Quella e una dissociazione piu' stabile nel tempo. Laddove aumenta questa stabilita' aumenta sempre di piu' la negativita' della prognosi in senso psicopatologico. Difatti la maggiore instabilita' ce l'hanno le personalita' multiple. La personalita' multipla, per definizione, e' una personalita' che ha, come minimo due, a volte tre diversi sensi di Se' ognuno isolato, non in comunicazione con l'altro, per cui quando e' in carica un senso di se, questo esclude gli altri due, senza che ci sia la possibilita' di un collegamento fra loro. C'e' da fare una premessa sulla personalita' multipla che, purtroppo in questi anni, e' stata una moda americana che ha fatto confondere tutti a tal punto da non sapere esattamente cose. I casi accertati, di personalita' multipla, sono molto pochi, negli ultimi 50 anni non arrivano a piu' di 15 sicuri. E' questo che colpisce, perche' le diagnosi sono, invece, di qualche milione. In America c'e' l'associazione delle Personalita Multiple, come c'e' l'associazione degli Alcolisti Anonimi. Bisogna poi mettersi d'accordo su cio' che sintende per coscienza. In America quelli che chiamano multipli sono quelli che hanno una reazione Dap bifasica in cui, per esempio, ce la ragazza che va dalla madre arrabbiata, recriminativa e mentre parla con la madre questa ha una faccia dispiaciuta e, improvvisamente, si sente in colpa, ingrata. Sono cambiamenti senza che ci sia un disturbo di coscienza, la persona puo' anche riferire di non aver alcun restringimento. La personalita' multipla da' molte indicazioni su quello che e' il tema che produce in un Dap un difetto di integrazione. Le personalita' multiple accertate sono caratterizzate sempre dallessere stati bambini/bambine che hanno avuto, prima dei 7 anni, in eta' prescolare, abusi fisici e sessuali (questultimo non sempre e comunque in aggiunta)). Si verifica proprio un attacco indiscriminato al Self del bambino, un non rispettare i suoi limiti di individualita che sembra determinante nel produrre un problema di integrazione. Nella personalita' multipla e' la mancanza di rispetto, di annientamento del fisico, sottoponendolo ad esperienze che fisicamente non puo' reggere, ad esempio un bambino che a tre anni viene picchiato fino all'annientamento, fino ad essere ricoverato in ospedale pediatrico in rianimazione, o un bambino che mentre viene picchiato in questo modo viene anche abusato sessualmente, una esperienza che per lui fisicamente corrisponde ad un annientamento, un annullamento, una impossibilita' di delimitare i suoi confini anzi, in questo senso, il fatto di reagire ad un attacco indiscriminato di questo tipo del Self con una frammentazione e' l'unica modalita' di sopravvivenza che ha il bambino. E' l'unico modo che lui ha di poter reggere, lasciandolo fluire, un carico che emotivamente e sensorialmente, e sconquassante. Anche il fatto di aver dei sensi staccati di Se' e' un modo per reggere meglio una cosa del genere. Una cosa del genere e' come se non si 20

riferisse al suo intero Se', ma ad una parte di Se' di cui lui e' cosciente a volte, a tratti, con intermittenza, non in maniera continua. Comunque ci da' delle indicazioni abbastanza specifiche perche', colui che ha un livello di maggiore o minore concretezza, puo produrre ugualmente una incapacita' da parte del bambino di definire i suoi confini, i suoi contorni, anche con una sorta di abuso emotivo e psicologico senza per questo arrivare allannientamento fisico. Mi riferisco, alle classiche mamme che una volta venivano dette schizofrenogene, queste mettono costantemente il figlio in una situazione di doppio legame, dove non solo il figlio non riesce a capire quale la situazione in cui si trova ma, conseguentemente, non riesce a capire neanche chi lui. Non riesce mai a definire dei contorni interni, quindi inizia fin da qui lincapacit di trasformare una successione di eventi in una configurazione di eventi. Unito a questo c il fatto che da qui proviene la situazione di indecifrabilit del S, non mai chiaro chi si . A questo viene unita anche la ridefinizione costante al bambino delle sue esperienze interne, travalicando continuamente i suoi confini, dandogli proprio il senso che non sarebbe mai in grado di avere una rappresentazione compiuta di S. Questo normalissimo nelle famiglie Dap dove , praticamente, una regola lanticipare al bambino quello che deve provare e poi, se non ha trovato la cosa giusta, ridefinirgliela dopo. Il che significa costruire limpossibilit di sentire da solo, di capire da solo quello che prova. Lesempio che vi ripeto sempre della mamma che porta il bambino dalla nonna materna Vedrai, sarai contentissimo, ti divertirai tantissimo. Poi arrivano dalla nonna e la madre si mette a parlare con lei lascia il bambino da solo il quale dopo un po si annoia e inizia a piangere allora la madre gli dice: Ma no, non piangere, sei contentissimo, tu non lo sai perch sei piccolo e poiche sei piccolo pensi che ti stai annoiando, ma invece sei contento, tutti i bambini quando vanno dalla nonna sono contenti. Questo un altro aspetto che in genere va insieme a quelli doppio-leganti in cui, costantemente, il bambino non ha alcuna possibilit di potersi ordinare da solo il suo interno, scoprirlo e ordinarlo. DOM: questi quadri possono essere quelli che vengono chiamati le Personalit come se? GUIDANO: S, certo. Questi, poi, sono tutti bambini evitanti, sono bambini che vediamo avere un atteggiamento di attaccamento evitante, quindi limmagine che danno al genitore, che va tutto bene, non corrisponde mai a quello che veramente sentono. Gli capita allinizio, quando va a trovare la nonna, che piange e che la mamma lo riprende ridefinendogli che invece contento, perch ha ancora 3-4 anni quando, poi, ne ha 5-6 va da nonna e si sente che dentro si annoia come un pazzo, ma ha un sorriso enorme sul viso! Sicuramente, comunque, questo fatto di non permettere una individuazione autonoma da parte dei bambini, che ha la massima espressivita nella personalit multipla (anche se in questo caso siamo in un ambito di violenza fisica con lassociazione o meno di un abuso emotivo o psicologico), produce dei risultati, anche se non cos devastanti come la personalit multipla, caratterizzati da una capacit troppo elastica, troppo vulnerabile di integrazione. Si producono, quindi, persone che corrono il rischio di perdere la capacit di sequenzializzare in modo ordinato non appena abbiano lattivazione improvvisa dellesperienza immediata. Appena aumenta il livello di turbolenza interna come se stessero gi al massimo, come se al livello di attivazione normale gi stessero al massimo della capacit di integrazione. Sono quelle persone che, anche a livello fisico, le vedete continuamente perche hanno slittamenti che, poi, rientrano spontaneamente. Ogni volta che si verifica un incremento di turbolenza oltre la soglia, in cui ce una lite in famiglia, un problema in ufficio, nel momento in cui slitta qualche idea di riferimento pi strutturata, non appena la turbolenza inizia ad allentarsi, a volte, hanno un recupero anche senza lintervento esterno, non dico farmacologico, ma neanche psicoterapico. Laltro punto importante , invece, lastrazione. Spesso i due aspetti non sono collegati. Anzi sembra che siano due variabili abbastanza indipendenti. Per questo potete avere una capacit di astrazione ridotta, come nel caso dei nevrotici, senza che sia incriminata la capacit di integrazione. Viceversa, negli psicotici, soprattutto negli schizofrenici, potete avere il contrario, cioe una buona astrazione, uneccellente produzione di metafore, ma una capacit di integrazione ridotta quasi a zero anche se e unintegrazione come la intendiamo noi, come sequenzializzazione logica, causale, cronologica, ecc. La capacit di astrazione/concretezza, quella che noi definiamo come la capacit di astrazione 21

narrativa, si incentra su tre punti. Innanzi tutto sul livello di flessibilit e di generativit di una trama narrativa. Una trama narrativa normale ha un livello di flessibilit abbastanza alto, il che significa che ogni stato danimo emerso pu essere visto da punti di vista alternativi al punto di vista di chi lha sentita al momento che emergeva. Quindi e possibile vederla da punti di vista diversi, tutti personali, che mi distaccano dal momento stesso in cui li ho provati. Questa flessibilit, quindi, la capacit di vedersi le cose interne da pi punti di vista propri, quella che collegata alla generativit, pi vedo lo stesso stato danimo da pi punti di vista e pi devo trovare un punto di vista super-ordinato che mi spieghi tutti gli altri come sfaccettature dei dettagli. Come stimolasse la produzione, se volete, del senso razionalista di teorie o di immagini metaforiche che siano sintetizzabili, ricombinabili. Di fatto, i parametri con cui si vede questa generativit della trama narrativa e i termini che definiscono lastrazione narrativa, sono i seguenti: primo fra tutti il livello di ricombinazioni allinterno della trama narrativa, che livello di ricombinazione hanno i vari cluster di immagine e quindi il livello di produzione, di sviluppo, di immagini metaforiche di riferimento. E secondo, conseguente al livello precedente, la capacit di ristrutturazione narrativa. Riorganizzare, rileggere la propria storia sotto i vari punti di vista e da angolazioni diverse. Il punto e proprio che, quando ci spostiamo verso la concretezza, la trama narrativa rigidamente sviluppata sugli aspetti fenomenici delle esperienze. Questo e laspetto concreto. E come se la cosa che fosse di maggiore rilievo proprio quello che visibile nel campo percettivo immediato. Voglio dire, il tipico Dap concreto il ragazzo, il giovanotto che vi dice che il suo unico timore quello di guardare gli altri negli occhi, non arriva neanche a dirvi che il suo unico timore e il giudizio, proprio negli occhi degli altri di per s, non ha la capacita di capire che dietro quegli occhi c la testa che guarda. A Dicembre ho visto un paziente che aveva una cosiddetta perversione sessuale (ha 22 anni), per cui si sentiva attratto dalle caviglie delle donne e si masturbava pensando alle caviglie delle donne. Questo suo problema era iniziato proprio cos, perch non poteva guardare in faccia le donne. Di loro guardava solo le caviglie, sar anche una cosa logica per, quando parlammo in dettaglio e affrontammo questo passaggio, faccia, occhi e con gli occhi quello che essi potevano pensare, stato come aprire una porta: rimase a bocca aperta, perch non ci aveva mai pensato. Questo, dico, laspetto di concretezza. Limitarsi proprio agli aspetti puramente fenomenici, presenti nel campo sensoriale. D fastidio latto di essere guardati, ma il discorso di cosa ce dietro allo sguardo, come viene visto dallaltro non viene preso in considerazione. Cio che limita concretezza e astrazione sono due punti distinti. Primo, in generale, il livello di stimolazione cognitiva, emotiva, culturale che il ragazzino ha. Linfanzia dei primati/mammiferi importante per quanto riguarda la stimolazione. Il livello di stimolazione amplia di gran lunga le capacita di astrazione di un individuo e deve essere un livello di stimolazione quanto pi possibilmente intenso per qualit e per quantit. Questo a parit di situazione emotiva di riferimento, voglio dire, la situazione di riferimento emotiva come avviamento ai rapporti di attaccamento familiari, il livello di stimolazione che produce differenze. Rispetto a un bambino evitante A3 o A4, colui che presenta una maggiore attivita di stimolazione, perch frequenta pi coetanei, pi occupato in diverse dimensioni di esperienza (attivit sportive, scolastiche), sicuramente pi astratto di quellaltro, che, pur avendo una stessa situazione emotiva, ha un livello di stimolazione pi ridotto. Sicuramente, laspetto pi importante che lastrazione coincide allintensit e alla qualit dellattenzione emotiva perturbante che il bambino si trova a dover affrontare nelle varie fasi del suo sviluppo. Da questo punto di vista un fatto che difficilmente quantificabile, che va ricostruito nei singoli individui/bambini, considerando le singole storie, perch, oggi, sono cambiate le concezioni dello sviluppo di una volta, come per Benjamin Spock, in cui il bambino doveva essere sempre protetto, ovattato, questi erano gli sviluppi normali. Oggi, sempre nellottica dei sistemi autoorganizzati, si considera uno sviluppo come ottimale quello di un bambino che in ogni fase del suo sviluppo deve cimentarsi con problemi apprezzabili, da una parte, ma anche problemi che siano alla sua portata, dallaltra. In ogni fase del suo sviluppo deve avere difficolta apprezzabili, negli anni dellinfanzia, prescolare, fanciullezza, ma e fondamentale che siano problemi alla sua portata. E questo il punto, devono essere alla sua portata perch, cio che cambia la capacita del bambino di sostenere le difficolta, la qualit dellattaccamento dei genitori. Per un bambino, che ha un 22

attaccamento sicuro, diventano alla sua portata problemi che, oggettivamente, non lo sono, perch con il supporto dei genitori riesce ad affrontarli e ad assimilarli. Ma per un bambino, che ha un attaccamento fortemente distorto, non sono alla sua portata neanche quei problemi banali che, gli altri bambini della sua et, possono maneggiare. Il tema principale e comunque che la qualit, lintensit dellattivazione emotiva anche perturbante, se oltrepassa un certo tipo di soglia cortocircuita tutte le capacit cognitivo-emotive del momento e le impiega tutte nel controllo degli stress emotivi. Quindi come se il bambino non utilizzasse le capacit cognitivo-emotive che ha per approfondire, per esplorare altri domini di esperienza, per sviluppare, insomma, la capacit di costruire e riferirsi le cose. Tutte le energie, o le possibilit che ha, devono essere costantemente integrate dal controllo, in ogni momento, della situazione di stress. Per esempio, se un bambino ha un tema ossessivo, lunico modo che ha di controllare, in ogni istante, gli stress emozionali che prova, a discapito delle sue capacit cognitive, e quello di sviluppare filastrocche, fare giochi di parole con cui iniziare a ruminare producendo uno spostamento dellattenzione dai contenuti emotivi di coscienza. Per gli ossessivi la ruminazione serve sempre a dirottare lattenzione allesterno, in modo che stati critici interni possano fluire senza essere n riconosciuti n elaborati. Per cui capite quali sono le modalita con cui si limitano fortemente le capacit cognitive di un bambino ossessivo che, a 8 anni, ha un buon livello cognitivo-linguistico (come ce lhanno tutti gli Ossessivi). Questo livello deve essere impiegato non per approfondire altri campi o per gli aspetti interpersonali, ma per escogitare attivit diversive come modalit di condurre attivita religiose, di invocare preghiere rituali. Anche emotivamente, il fatto che tutte le attivit cognitive vengano investite sul controllo meccanico di esclusione, senza approfondire le distinzioni fra diverse categorie emotive come se la lettura emotiva non avanzi di molto, le emozioni rimangono sempre ad un livello indifferenziato, capaci di dare attivazioni globali, diffuse, poco specifiche, poco riconoscibili che, a loro volta, incrementano maggiormente il controllo meccanico, momento per momento. Diventa una specie di circolo vizioso in cui, il fatto che tutte le possibilit di progressione vengono cortocircuitate al controllo immediato, fa s che non si estendano altri domini conoscitivi n altri domini emotivi. Il fatto che questi rimangono indifferenziati significa che continueranno a produrre una qualit perturbante molto alta la quale continuer a tenere bloccate le capacit cognitive per il controllo, in ogni istante, dellattivazione; diventa una specie di feedback positivo che retroagisce amplificandoli. Di fatto questo lelemento pi caratteristico che trovate come emblema nelle modificazioni di tutta la psicopatologia nevrotica. La dimensione concretezza/astrazione e sempre profondamente interferita. Lintegrazione rarissima e quando si verifica solo in questi piccoli frammenti momentanei di depersonalizzazione, ma durano solo pochi istanti. Questa distinzione che vi facevo, vi orienta, vi d delle indicazioni generali in termini di strategia terapeutica. Si hanno vari tipi di problemi: psicotici, nevrotici, ma anche problemi normali, esistenziali, che sono di un certo rilievo. Rimangono normali non perch la persona non abbia livelli di sofferenza apprezzabili; i problemi esistenziali possono dare livelli di sofferenza che per intensit possono essere identici a quelli di uno scompenso clinico. La differenza che non vengono mai vissuti come un senso di estraneit, non vengono mai vissuti in termini di malattia. E una sofferenza che la persona vive sempre con un livello soggettivo di essere protagonista, un suo stato danimo, un suo modo di vivere la vita. Non che questo diminuisca lintensit, cambia la qualit, in senso di autoriferimento. Con un problema, invece, di tipo psicotico bisogna proprio ricominciare ricostruendo questa capacit di integrazione, diventa proprio un fatto basilare. La conditio-sine-quanon del trattamento ricostruire, almeno, le capacit basiche della sequenzializzazione cronologica, logica, causale, tematica, e poi iniziare a portare avanti la differenziazione fra interno ed esterno, altrimenti non possibile procedere in nessun modo. Questo un problema che si trova soltanto con gli psicotici, non lo trovate mai con un nevrotico. Un nevrotico, per quanto scassato possa essere, ha sempre una sua sequenzializzazione cronologica, causale, tematica rigorosa, stabile. Anche se osservate un livello pi delirante di quello dello psicotico, il nevrotico distingue tutti i giorni tranquillamente: luned ha avuto un infarto, marted ha avuto la trombosi, mercoled ha avuto un ictus; ha anche le cause: luned si arrabbiato, marted ha mangiato troppo pesante; ha una sequenza molto rigida, super concreta, una sequenza fatta con il corpo, ma ce lha, cronologica, logica, causale, con i temi della medicina, il dottore, lospedale. Mentre invece quello che non trovate mai 23

negli psicotici, in cui ci possono essere produzione di metafore immaginative anche in eccesso pi originali e stravaganti che, poi, non assumono mai una configurazione dassieme, per lo meno agli occhi di un osservatore che ha una sequenzializzazione di questo tipo. Viceversa, con i nevrotici, tutto il discorso terapeutico si fonda nelliniziare ad articolare la dimensione concretezza/astrazione. Lesempio pi tipico che vi capita puo essere con un Fobico in cui vi arriva che le costrizioni a cui supersensibile e vedrete che lui le percepisce, le riconosce unicamente se sono costrizioni in termini fisici, dello spazio fisico. Tutte le costrizioni legate a fattori pi interni, pi emotivi o pi psicologici come possono essere temi di responsabilit, ruoli, posizioni legate a rapporti interpersonali, tutte queste costrizioni non le percepisce, non le riconosce. L'unico modo in cui si puo' lavorare con i disturbi esistenziali, che sono abbastanza frequenti, peraltro, e' quello di lavorare su cio' che e' emerso dalla trama narrativa, di ricombinazione della trama narrativa. Aumentare le possibilita' di ricombinazione dall'interno in cui quella certa produzione viene portata avanti ad un livello di ulteriore astrazione. Avviando cosi' una rilettura della storia personale sua, il terapeuta raccoglie la vita attuale, la storia affettiva e, quindi, cerchera di avviare una rilettura della storia e una ricombinazione di temi narrativi che facciano emergere immagini metaforiche, che possano produrre cambiamenti nel proprio modo di sentirsi e intravedere altri aspetti, soluzioni piu' generative, magari, allo stato di vita in cui la persona si trova in un momento specifico. Vale sempre la regola di pollice per cui maggiore e il livello di destabilizzazione (acuta) in cui una persona si trova e cerca aiuto, maggiore e la possibilita che, con un lavoro anche minimo, potete ottenere dei grandi cambiamenti. L'aspetto piu' tipico e' avere in terapia un paziente con una poussee delirante, con lui potete avere un cambiamento notevole in una settimana/15 giorni. Questo lasso di tempo aumenta se ci spostiamo sul fronte nevrotico, qui e possibile ottenere cambiamenti anche apprezzabili, ma, il balzo e' grosso. Con le situazioni esistenziali dovete fare lavori enormi per ottenere cambiamenti minimi perche', in quel campo, lavorate sullo zoccolo duro, su quello che e' proprio il modo di essere della persona, il quale non e' che si puo' far cambiare molto. Per cui, forse puo' sembrare semplice inizialmente, ma poi non lo e'. Piu' ci avviciniamo ad un funzionamento normale, minore e la portata del cambiamento e anche i cambiamenti piccoli richiedono sforzi consistenti. Rispetto a come puo' cambiare lo stato acuto di una poussee delirante immaginate cosa significa modificare un individuo che ha il senso della avarizia? E' un lavoro che non finisce piu'. Significa proprio fare una fatica enorme, ricostruirsi il significato del denaro assunto dalla famiglia, col nonno, lo zio e, dopo questa fatica cosa avete ottenuto? che prima la persona se spendeva un milione sveniva ora, ha un po' di batticuore, ma lo spende. Questo e' il tipico cambio esistenziale. DOM: Peraltro una persona in queste condizioni non richiede neanche di essere aiutato. GUIDANO: A volte viene ricercato perche' puo' essere fonte di conflitto, per esempio, in un rapporto. Se in un rapporto, dove non ci sono problemi economici, uno dei due partner/coniugi vuole fare un viaggio e laltro si rifiuta sempre perche e avaro, il problema si presenta. Del resto lui mica lo porta come un problema di soldi: lo porta che sta male se non fa il viaggio e sta male se lo fa. Se non fa il viaggio sta male perche' vede la moglie/compagna dispiaciuta, arrabbiata ma, se lo fa sta malissimo, sente proprio che sta sulle montagne russe, che sono una coppia di sconsiderati, quindi diventa un problema perche' la persona si rende conto che c'e' una disconnessione che proprio non va. DOM: Non e' facile che, in queste situazioni, sia l'altra persona che vada in psicoterapia perche' in difficolta' con il partner? GUIDANO: Certo. Ma piu spesso e' l'insoddisfazione dell'altra persona che spinge il paziente designato a dover cercare aiuto come strategia per non perdersi la relazione affettiva che ha in corso; alla terza volta che questo problema, lo stesso, si presenta, insomma, iniziano anche a parlare della possibilita' di continuare il rapporto o meno, lui va in terapia. Del resto, se non fosse per l'aspetto affettivo nessuno di noi accetterebbe di cambiare di propria iniziativa, cerchiamo di cambiare perche' costretti. E il fatto che tutti gli esseri viventi sono sistemi che si autoorganizzano dipende dal fatto che gli esseri viventi sono sistemi ultraconservatori. Quello che farebbero, se lasciati a loro stessi, e' 24

mantenersi. Pero' il mantenimento diventa disadattativo e quindi si deve cambiare perche' si e' costretti, mai perche' uno ha il gusto delle novita', non lo fa mai nessuno. E, in questo, c'e' una saggezza evolutiva. GUIDANO risponde ad una domanda riguardante la poussee e luso della psicoterapia. Molte poussee si possono anche incistare, non recedere e diventare croniche; un terzo recede, un terzo si stabilizza e cronicizza. Credo che un intervento esterno possa avere un ruolo determinante in questo terzo anche se, di per se', sarebbe un disturbo che termina. Piu' e' intenso il quadro psicopatologico piu' e' facile produrre un cambiamento; piu' intensa e' la destabilizzazione e piu' e' relativamente facile produrre un cambiamento. Se consideriamo fenomeni di per se' anche instabili come un attacco di panico (in molti fobici lattacco di panico puo rimanere isolato), questi non portano obbligatoriamente ad una stabilizzazione dell'invalidita' con restringimento dello spazio esplorativo, per cui lindividuo deve essere accompagnato. In molti casi c'e' una situazione precaria di rapporto che da' luogo a grappoletti di attacchi di panico, per esempio, uno ogni due anni, rimanendo isolati, non vengono elaborati. Anche in questo caso il fenomeno e' per sua stessa natura instabile. Cionondimeno, si possono incontrare dei Fobici per cui, invece, il primo attacco di panico e' semplicemente la goccia che fa traboccare il vaso, levento che cambia un equilibrio perche', a questo, seguono 20 anni di invalidita'. Dopo il primo attacco seguono 20 anni in cui la persona non puo' stare sola in casa, non puo' andare in giro da solo, niente treni, niente autobus, niente aerei, niente macchina, in cui conduce proprio una vita da invalido che inizia dopo il primo attacco. Credo che, poi, sia anche come uno riesce o meno ad assimilare la discontinuita' e, credo, che in questo possa essere parte integrante il tipo di intervento dall'esterno, psicoterapeutico come anche quello farmacologico. GUIDANO risponde ad unaltra domanda.- No, questo stato un lavoro che hanno fatto molti anni fa anche allestero Ballerini e Rossi Monti. E stato proprio da questo punto di vista addirittura quello che si chiamava una volta il difetto schizofrenico; erano questi sintomi di tipo nevrotico, pseudonevrotico, e rimanevano alla fine di un quadro francamente psicotico, una pousse delirante. Loro hanno fatto uno studio su un campione di pazienti e hanno visto che i sintomi in uscita di questi pseudonevrotici erano tutti sintomi, come ho detto prima, di un tipo di personalit che i pazienti avevano prima della pousse delirante; erano invariabilmente quelli. GUIDANO risponde ad unaltra domanda.- Prima, queste categorie, non erano conosciute. Ora noi identifichiamo i Dap con i Fobici Sociali. Gli Ossessivi erano quelli che avevano una uscita con un incremento di dubbi, ruminazioni. Quelli che avevano, invece, una preoccupazione riferita al proprio corpo si presentavano maggiormente con un aspetto di tipo fobico. In questi tre gruppi, per, le categorie esibite erano presenti anche prima della pousse delirante anzi, in alcuni casi, precedentemente erano stati anche pi eclatanti. Cera un paziente, un giovanotto il quale, come uscita sua personale, aveva le preoccupazioni di malattie, tipo fobie. Prima della pousse delirante aveva avuto dei veri e propri attacchi di panico. Comunque, questo ve lo dico anche dal punto di vista dellesperienza soggettiva del terapeuta, certi cambiamenti che ci possiamo aspettare in una poussee delirante non si possono verificare da nessunaltra parte. Cio, pi elevato il livello di destabilizzazione, maggiore e il lavoro che si puo fare. Ricordo lesperienza di una nostra collega e del suo gruppo di lavoro. Lei ha avuto, ricoverata nellospedale dove era strutturata, una ragazza che si presento con una pousse delirante come prima uscita sintomatica, questa fu riordinata completamente in una settimana/8 giorni. Non perse neanche lesame di laurea, che aveva a Luglio. Si fece questa uscita a Maggio, circa, e lei si laureata a Luglio, regolarmente. Otto giorni di intervento psicoterapeutico in cui era stata ricoverata. Devo dire che il primario le permise di non darle neurolettici e la collega la tratt per 8 giorni di seguito, lei dopo 8 giorni uscita con una ricostruzione completa di quello che era successo. Una cosa del genere la si puo vedere solo con una poussee delirante, in tutti gli altri casi no. Non esiste in una Anoressica dove si puo anche fare un bel lavoro di demarcazione, sono 2-3 anni di fatica quotidiana continua. In questi interventi sbloccanti, maggiore e la situazione di instabilit pi si hanno possibilit che lintervento possa essere sbloccante. Maggiore e la situazione di instabilit, pi si fa un lavoro di ricostruzione anche per indurre minimi cambiamenti. Dunque, questi sono gli aspetti che regolano, la coerenza interna di ciascun individuo. I fattori che 25

possono innescare dei cambiamenti come le situazioni perturbative li conosciamo, uno e la modificazione del tempo soggettivo che corrisponde ai periodi critici dellet adulta. Intendiamoci, questi periodi critici dellet adulta non sono di per s causa di psicopatologia, sono dei periodi, come si dice in gergo tecnico, di metastabilit, sono periodi in cui il soggetto pi vulnerabile, risponde con maggiore amplificazione a determinati stimoli critici. Se pensiamo ad un individuo che sta in piena midlife, lui risponde in maniera diversa ad una storia affettiva che finisce rispetto ad uno che sta in epoca precedente. Semplicemente lessere in midlife, con un tipo di vita che si ristretta, gli fa attribuire un significato alla fine di quella storia che in epoca precedente non avrebbe raggiunto. Quindi i periodi critici dellet adulta funzionano come facilitatori, aumentano il livello di vulnerabilit, vengono chiamati periodi di metastabilit in cui, anche stimoli ordinari, oscillazioni ordinarie, possono produrre risposte e cambiamenti amplificati che non erano sembrati prevedibili neanche dallo stesso soggetto e neanche agli osservatori che conoscono bene quella persona. Questo si chiama metastabilit.

AFFETTIVITA

Il fattore perturbante che pu essere intensificato o meno nei periodi critici dellet adulta, sicuramente il settore dellaffettivit. Come diceva John Bowlby, sicuramente le esperienze emotive pi intense e pi dirompenti per gli esseri umani sono le esperienze emotive che si suscitano nella formazione, mantenimento e rottura dei legami affettivi. Varrebbe la pena, anche perch poi non avremo altre occasioni di parlare di questi aspetti pi in generale, di parlare dellaffettivit, come si presenta attualmente. Oggi laffettivit un argomento che ha acquistato, negli ultimi 25 anni, unimportanza che sicuramente prima non aveva mai avuto; a questo ha sicuramente contribuito la teoria dellattaccamento di Bowlby, tutte le ricerche che hanno stimolato questo ultimo quarto di secolo. Tanto che, oggi, il vero problema arrivare ad una teoria dellaffettivit. Da molte parti, per esempio, si dice che la Rivoluzione Cognitiva, che oggi chiamiamo la cosiddetta Rivoluzione Cognitiva, stata una strana rivoluzione perch ha lasciato le cose come stavano in campo affettivo e la vera rivoluzione dovrebbe essere quella di arrivare ad una rivoluzione affettiva che abbia una teoria che ci spieghi il funzionamento dellaffettivit. Perche laffettivit e tanto importante? Innanzi tutto che rapporto ha laffettivit con la conoscenza, come pu facilitare od inibire la conoscenza, lattivit cognitiva, che rapporti ci sono tra cognizione ed affettivit. Soprattutto la prima: che cos laffettivit? Oggi trovate molti studi, teorie su questo. Che cos il famoso amore. Ci sono due scuole di pensiero importanti: la prima, che potremmo chiamare la scuola della specificit del fenomeno Love/Amore, sostiene che lamore una categoria emotiva specifica, una emozione specifica per cui e intesa come una tonalit emotiva di base specifica oppure un sentimento specifico, comunque , come si dice in gergo emotivo, una Discrete Emotion riconoscibile con una sua specificit. Maturana uno dei sostenitori di questa teoria direi, forse, che lesponente pi rappresentativo della Teoria della specificit dellamore. Lui sostiene che lamore quel sentimento che fa s che noi conosciamo laltro come persona e lo leggittimiamo come tale. E uno dei temi controversi che io e Maturana abbiamo (ma siamo molto amici). Io, invece, sono un sostenitore della Teoria aspecifica la quale sostiene semplicemente che lamore definibile attraverso lo spazio emotivo epistemico umano, quello spazio definito fra i confini attaccamentoseparazione e, quindi, pu assumere tutte le forme possibili, non identificabile solo con una qualit emotiva. Volevo fare alcune considerazioni di carattere generale. Io credo che alla categoria che chiamiamo Amore appartengano tutte le emozioni che noi conosciamo; ci mettiamo dentro paura, rabbia, colpa, vergogna, curiosit, quello che volete. Ognuno col suo pattern ben specifico ma, insomma, quello spazio tra avvicinamento e allontanamento. Tutte le emozioni sono dei modulatori. Il modo con cui costituisce lo stile affettivo di una persona, al suo personale stile di avvicinarsi e allontanarsi, che comprende, in una data persona, le varie categorie emotive sottostanti. 26

Ci che volevo dire, che lamore come la conoscenza, non fa differenza. Posso mettere le due categorie ben definite in inglese, in questo litaliano carente, per cui vediamo i due livelli dellesperienza umana: il Cognizing , il Knowing, lEmotioning, laspetto analitico e analogico. Vediamo come si verifica in senso epistemologico. Queste sono le attivit, il Cognizing, lEmotion, del soggetto organizzante o dellorganismo organizzante che in questo momento in corrispondenza.

DISEGNO N.5

KNOWING COGNIZING REALTA ATTIVITA DEL SOGGETTO O ORGANISMO ORGANIZZANTE

ATTIVITA INCESSANTI

ESPERIENZA ORGANIZZANTE

AMORE

EMOTIONING

Al Cognizing fa riferimento come esperienza organizzata quello che per ognuno di noi il senso della realt, di ci che reale nella realt. AllEmotioning fanno tutti riferimento a ci che per noi la molla, il nostro modo di sentirci, un senso di appartenenza nei confronti di quello che per noi reale nella realt; per sentirci il nostro modo di essere appartenenti a quella realt che noi consideriamo reale. Sono attivit incessanti come laspetto cognitivo. Incessantemente si trasforma in una realt organizzata, come la si vuole: superstiziosa, logica, scientifica. Laspetto emotivo ci d sempre una situazione di riferimento rispetto a noi, agli altri, al consorzio umano, rispetto a quanto apparteniamo alle cose in cui crediamo di credere. Credo che il punto sia questo, indipendentemente se si verifica su una persona o su una ideologia. Lho sempre detto, a Umberto Maturana, che se lamore fosse effettivamente il sentimento che uno ha nel riconoscere laltro come persona e leggittimarlo come 27

tale, lesperienza dellamore sarebbe rarissima, capiterebbe una volta ogni 10 miliardi di persone. Non ne parleremmo continuamente. Sarebbe come una esperienza proprio Out of Body Experience. Fra tutte le persone che ho visto, in 25 anni che faccio questo lavoro, profondamente coinvolte, non ho mai visto nessuna che avesse un sentimento di leggitimazione e riconoscimento dellaltro come persona anzi, il problema si sviluppava sempre l. Mi sembra che sia un riferimento idealizzato. Mentre, invece, il paragone parallelo Amore/Conoscenza, ha molti punti in comune. La Conoscenza, come primo punto in comune, pu prendere tutte le forme possibili. Tanto che ogni epistemologo sostiene che in nessuna conoscenza si potr mai dire che valida in s. Da che conosciamo, la conoscenza prende tutte le forme possibili, le forme animistiche, superstiziose, logico-scientifiche, religiose, idiosincrasiche, superstiziose e, comunque, ognuna di queste esperienze ha un suo valore nel fornirci la possibilit di adattamento e di sentirci in sintonia con lambiente circostante. GUIDANO risponde ad una domanda. No, ci sono delle differenze, ma non sono come la conoscenza, adesso ci arriviamo. Io facevo vedere alcune caratteristiche che, secondo me, sostengono questa teoria non specifica, allo stesso modo in cui non c una teoria specifica della conoscenza. La conoscenza fa parte della capacit umana di mettere in sequenza le cose poi, la forma che assume ininfluente o, per lo meno, solo influente per la cultura che ne determina la validit a prescindere. E in questo uguale. Lamore sembra che prenda tutte le forme possibili e immaginabili. Se uno lo vede a livello di rapporti padri/figli, rapporti di coppia, rapporti di amicizia; le forme che pu prendere sono le pi svariate, esattamente come la conoscenza. Forme che sono addirittura difficilmente prevedibili. Un altro aspetto simile alla conoscenza, per esempio, ecome noi abbiamo questa spinta, questa specie di struggimento, struggling, per una conoscenza assoluta, anche se abbiamo capacit di conoscenza ridotte, finite. Abbiamo questo contrasto che pure avendo capacit di conoscenza finite abbiamo sempre una spinta per la conoscenza assoluta ultima e definitiva. E questo capita anche con lamore. C sempre questa spinta verso un amore assoluto, anche l avendo delle capacit di amore molto limitate, finite, legate alla persona. Tanto che sembra esserci anche questo tipo di corrispondenza. Questo struggimento fa s che sia come una cosa che capita nella conoscenza, una verit ultima e definitiva che serve unicamente come motore, come tensione interna che consente di essere in fase di organizzazione tutta la vita, ma senza mai arrivare ad una conoscenza ultima e definitiva, come diceva Popper, perche la verit solo un ideale regolativo, serve unicamente per andare avanti sapendo che mai verr raggiunta. Cos anche questo struggle dellassolutezza dellamore serve unicamente come una specie di open ended process, per rimanere aperto, perch ci sia un motore che faccia andare avanti tutto il marchingegno. Per addentrarci meglio nel settore che anche tu dicevi, bisogna fare prima un raccordo evolutivo, come sempre facciamo, per capire un po i fenomeni. Intanto consideriamo quali sono state le situazioni per cui noi ci troviamo, come primati umani, a dover trattare di un argomento come questo dellamore, dellaffettivit e della sessualit, che non ha nessun precedente nel resto del regno animale. Noi, da questo punto di vista, siamo gli unici animali strani in tutto il pianeta. Assumendoci come padroni del pianeta, consideriamo tutti gli altri animali strani, ma un paleontologo andrebbe a maggioranza. Gli unici animali, per dirlo alla Verdone, che lo fanno strano, siamo noi. E si trovano altre caratteristiche. Laspetto pi importante negli umani come per prima volta si verifica il cambiamento nella sessualit umana. Indipendentemente da cio che il Papa pensi, c una distinzione completa tra sessualit e riproduzione: la prima grossa emergenza evolutiva. Questo succede proprio insieme ad un altro cambio epocale che tipicamente umano, il passaggio tra estro a mestruo. Fino alle scimpanz (la scimpanz femmina in calore due volte lanno ogni 6 mesi per 20 giorni), i rapporti sessuali si devono concentrare in quei 20 giorni, ogni anno sono 40 giorni. Le altre parti dellanno, quando non in calore, pu reagire anche aggressivamente se un maschio si avvicina. I maschi non si avvicinano mai perche anche loro sono attivati, da tutte le modificazioni che hanno i genitali femminili in quellepoca, e dallodore. Non si avvicinerebbero mai, il sesso ancora totalmente vincolato alla riproduzione. Non parliamo, poi, di quella che la monta dello scimpanz, dura 2 secondi! E fulminea! Il passaggio al mestruo un passaggio importante perch rende la femmina umana recettiva alla sessualit tutti i giorni dellanno. Il che non ha pi alcun riferimento con la riproduzione. Ma c anche un altro fatto nuovo: noi siamo 28

una specie in cui lovulazione nascosta. Altra anomalia grossa degli umani. C un paleontologo evolutivo che ha scritto un libro sullevoluzione della sessualit umana che J.Diamond, che inizia il libro con limmagine di noi umani, che avrebbe un cane: ci vedrebbe come matti, questi che si accoppiano quando non c nessuna probabilit di riproduzione, prima cosa che non si capisce, ma, ancora pi tremendo, si accoppiano pure in gravidanza! Quando non c possibilit alcuna di riproduzione! Unaltra mania: si accoppiano sempre in disparte! Tutti quanti gli animali lo fanno davanti a tutti, non c problema di appartarsi. Infine questo fatto che non si sa mai quando una femmina e recettiva o meno, perche lovulazione nascosta. Quindi, cio che possiamo capire per quanto riguarda laffettivita e che, la complessit della coscienza umana inizia ad apparire con il linguaggio tematico, quindi si ha una maggiore complessit anche dei rapporti interni del gruppo e lincremento della complessit della coscienza umana ha richiesto, anche in termini di pressioni evolutive selettive, il fatto che ci fosse una maggiore capacit di supporto emotivo agli altri. Volevo farvi presente che la coscienza umana si sviluppa, nella sua prima origine, con un senso prevalentemente negativo, con un senso di separazione rispetto alle altre cose. Il fatto di poter avere una esperienza super-ordinata in termini linguistici, una condizione nuova rispetto agli altri animali, come rompere con larmonia cosmica. Siamo andati avanti per milioni di anni come parte indistinguibile del gruppo degli animali, noi eravamo come le piante che crescono, ci muovevamo insieme a loro, eravamo parte del paesaggio. Mano mano che inizia questa emergenza linguistica ci siamo trovati sempre pi distaccati dal resto della natura, che ci ha permesso di soggiogarla, naturalmente. Fino a fare il passaggio da cacciatori e raccoglitori ad agricoltori. Questo, pero, ci ha dato il senso di non essere pi parte del consorzio naturale, il senso di essere separati, quindi con un aumento di necessita del supporto emotivo che fosse maggiore in termini di qualit di spessore, rispetto alla semplice appartenenza al gruppo. E l che inizia il fenomeno tipico in tutti gli esseri umani: lemergere di rapporti vissuti come rapporti esclusivi e unici. Il tema che caratterizza maggiormente gli umani che da un lato emerge un senso di identit personale con queste caratteristiche: avere un senso al tempo stesso esclusivo e unico per la persona che lo esperisce. Insieme a questo sorgere di identit personale in termini di esclusivit e unicit sorge, simultaneamente, anche la strutturazione di rapporti che hanno la caratteristica di essere vissuti come rapporti esclusivi e unici. Per cui, queste, sono le caratteristiche che ha un bambino con il genitore dove il rapporto vissuto sempre in termini prevalentemente esclusivi, c un vis a vis fra i due che insostituibile e unico, nel senso che non intercambiabile, non pu essere sostituito. Questa e anche la caratteristica che hanno tutti i rapporti affettivi dellet adulta. Quelli che per definizione sono i pattern sentimentali che sono avvertiti come una relazione con caratteristiche di esclusivit e di unicit. Questo lelemento che contraddistingue maggiormente lemergenza del fenomeno affettivit degli umani. Aumenta lesigenza di un supporto emotivo, non come semplice aumento quantitativo, per quello era sufficiente aumentare la vita di branco, ma proprio come esigenza qualitativa, di averci, allinterno del branco, del gruppo, dei rapporti che allo stesso tempo appartenevano al gruppo ma si differenziavano dal gruppo, come essere rapporti unici ed esclusivi. Questa storia dellunicit e dellesclusivit credo che sia alla base del ciclo di vita; i rapporti con i genitori sono sempre avvertiti in questo modo qua. Iniziano ad essere avvertiti come diversi, ma neanche tanto secondo me, quando comincia il cambiamento dellimmagine del genitore che viene pi relativizzata con ladolescenza. In questa fase compare un primo piccolo incremento, un primo piccolo scossone che si d a questa esclusivit e unicit prima vissuta in termini di assolutezza. E come se il senso di s, di ciascuno di noi, si differenziasse allinterno di una storia di rapporti unici ed esclusivi come i rapporti con i genitori. E poi i patterns affettivi che noi abbiamo, successivamente, quando inizia la vita sentimentale, hanno sempre questa caratteristica; fosse anche la cotta del momento, che destinata a durare 15 giorni, in quel lasso di tempo la persona sente, percepisce il partner come unico ed esclusivo; se non ci fossero queste caratteristiche non si produrrebbe quel livello di qualit tipico del coinvolgimento emotivo. Io credo che la differenza, se noi facciamo dellamore una teoria specifica, la identifichiamo con una particolare qualit di emozione, finisce che lamore non pi unesperienza umana, unesperienza per adepti che fanno un corso da qualche parte di ascesi, sul Monte Athos, ma gli altri sono tutti subumani 29

Se invece come la conoscenza che appartiene a tutti, c da fare una distinzione. La mamma schizofrenogena, che ha un sentimento per cui non riconosce il figlio come persona legittimandolo, ma costantemente lo de-individualizza, lo annienta, io non credo che non lo ami. Tant che ha una sofferenza che effettiva, ci pu perdere la vita dietro al figlio. Anche se lo ha annientato, il figlio da ventanni in un ospedale psichiatrico, lei vissuta 20 anni l, non andata altrove. Non ha avuto una vita alternativa. Io credo che se noi torniamo a questa analogia tra amore e conoscenza, anche l notiamo dei fatti che ci possono chiarire. Come diceva tutto il razionalismo critico di Popper, non c conoscenza unicamente per osservazione dei fatti. La conoscenza sempre frutto di una teoria; anche la teoria pu essere incorporata negli organi di senso, pu far parte proprio del modo di elaborare i dati che appartiene alla corteccia, ma pur sempre una teoria senza la quale non ci sarebbe osservazione, perch lindividuo non saprebbe cosa osservare. Penso che si possa dire la stessa cosa per quanto riguarda lamore. Come avviene per la qualit della conoscenza, la quale dipende dalla teoria con cui uno la osserva, credo che lamore dipende in massima parte dallimmagine che noi abbiamo dellalterit, dellessere altro da noi. E laltro lo si pu concepire come un continuum dove da un estremo, quello riduttivo, lAltro come oggetto, laltro estremo lAltro come persona. Credo che la madre schizofrenogena sia una persona molto legata al figlio, solo che per lei il figlio un oggetto, non ha mai potuto avere le caratteristiche di riconoscerlo come persona perch, lei stessa, non si riconosce come persona. Ci sono molte differenze nel considerare lAltro come un oggetto o lAltro come persona. Per esempio, se lAltro considerato come un oggetto, innanzitutto visto come un personaggio passivo, come non avesse un interno, come fosse unicamente rispondente alle azioni degli altri o a quello che succede, agli eventi. Come fosse un evento-rispondente. Non c niente, da conoscere dentro. Un oggetto completamente nel suo modo di accadere o nel suo modo fenomenico di essere. Quindi non esiste alcuna necessit di articolare le propriet interne o il mondo interno. Un oggetto, entro certi limiti, ammette cambiamenti. Alcuni atteggiamenti non sono compatibili con la conservazione delloggetto in quanto oggetto, ma ammetteno cambiamenti delloggetto, che incastonato, messo al collo, lucidato,. Uno degli aspetti pi tipici del considerare laltro come oggetto , ad esempio, considerare laltro modificabile, e quindi il suo modo di essere attuale sia unicamente transitorio, che non pu che evolvere verso altre direzioni. Ma, soprattutto, laltro come oggetto un altro che anche intercambiabile e pu essere sostituito se non da un oggetto altrettanto valido come lui, da due oggetti, per esempio, che ne aumentano il valore. Un altro fatto importante e che, poiche laltro come oggetto non ha un interno da riconoscere o da articolare, permette alla persona oggettificante, di conservare immodificato il suo interno. Considerare laltro come oggetto consente un auto-mantenimento senza termine e senza dover mai modificare il proprio modo di vedere o attendere le cose. Visto che poi un oggetto affettivo quindi non si puo perdere facilmente, in tutte le relazioni affettive il problema il controllo della relazione perch non si verifichi la perdita e, con un oggetto, viene da s che il miglior modo di garantirsi rispetto alla perdita il possesso totale. Se la persona riesce a possederlo totalmente non ha problemi. Possederlo totalmente come oggetto, sintende, lo si prende e lo si mette in tasca. Un essere umano, pero, non e possibile metterlo in tasca, se io loggetto lo anniento, sino allannullamento piu totale, fino al fatto che, senza di me, non ha alcuna vita possibile, come se me lo fossi messo in tasca. La strategia verso laltro come oggetto lasciato a s porta, inevitabilmente, allannientamento di carattere emotivo e psicologico, conservando tutto laspetto fisico anzi lustrandolo e via di seguito. Il comportamento, latteggiamento cambia se un individuo vede laltro come persona, in questo caso c, come primo punto fondamentale, il fatto che laltro non mai dato per scontato laltro, per sua natura, unico e imprevedibile. Quindi lunica possibilit che la persona ha di comprendere laltro di articolare il suo mondo interno, di ricostruire il suo mondo interno. Quella, per, unoperazione che espone perch, per ricostruire il mondo interno dellaltro, si deve mettere il proprio in questione. Io posso ricostruirlo nella misura in cui uso me stesso come immedesimazione, ma stavolta capire il suo mondo interno significa che io devo simulare il suo mondo interno su di me, si dovr mettere in discussione me stesso, il mio assetto corrente, il mio status, devo accettare questa logica, nel momento in cui laltro inaccessibile, laltro non cambiabile, non ho sullaltro potere come persona, laltro inaccessibile perch un essere a s stante, io posso arrivare soltanto a 30

sintonizzarmi attraverso la comprensione del suo interno, che richiede per la comprensione del mio, e richiede un continuo confronto con il mio. Il che significa un grosso livello di messa in discussione, ecco perch molto pi difficile. La comprensione dellaltro come personaggio significa che ad ogni disvelarsi dellaltro che io riconosco, io ho una mia maggiore articolazione e ci mi fa in qualche modo interrompere lequilibrio raggiunto un attimo prima. Detto in questa maniera sembra che laltro non sia mai visto in senso passivo, come dicevo per laltro come oggetto. Laltro sempre visto come un centro protagonista, coordinatore di realt, portatore di originalit, anche se non riconosciuta dagli altri, soprattutto come una persona complessa. Per cui riuscire a capire un suo atteggiamento di fronte ad un evento comune, richiede molta attenzione, molta osservazione. Quanto ho appena detto pu apparire di facile comprensione, in realt difficile. Nel senso che, noi di fatto, siamo tutti sempre attrezzati a trattare con gli altri come oggetti, viviamo, anche nel nostro piccolo branco, in maniera tale che e normale che la maggior parte della gente con cui siamo in contatto siano trattati, considerati alla stregua di oggetti. Ce ne accorgiamo quando succede qualcosa di diverso dallordinario, noi ci stupiamo non di quello che la persona x ha fatto, ma del fatto che avesse delle emozioni: Accidenti! Aveva un mondo cos complesso, chi lavrebbe detto! Hai visto questo! Noi non ci riferivamo a lui come persona. I riferimenti erano tutti del tipo che era loggetto pi importante, era un oggetto animato. Questo comune nella nostra esperienza, ma comune anche con le persone significative. Anche nei confronti della propria moglie, del proprio marito, del proprio figlio, noi oscilliamo tra il considerare lAltro come una persona o come un oggetto. Quando e se ci sforziamo tanto, allora riusciamo a proiettarci sullAltro come persona, altrimenti, se ci comportiamo automaticamente, ci viene automaticamente di comportarci con questo individuo come fosse un oggetto. E quasi impossibile, nei confronti di una persona che si ama, non volere un cambiamento, anche solo come fantasia, come colpo di scena, per, dico, ogni volta che uno si auspica un cambiamento di una persona cui tiene, la sta considerando come un oggetto, deve rispondere a lui, non deve rispondere a s. Quindi un fatto complicato solo che, da come uno ha il riferimento dellalterit, cioe considerando gli altri come oggetti o come persone, da questo dipende la qualit stessa del rapporto. Io credo che questo sia un punto importante che, anche per farci rivedere alcuni aspetti della psicopatologia, abbiamo, da sempre considerato la psicopatologia come incentrata sulla carenza daffetto. Sembra che il problema, in generale, dellaffettivit sia la mancanza, una mancanza che non secondaria, difatti produce danni. I Depressi, infatti, lo dimostrano. Per, dico, che oltre ai Depressi la carenza daffetto la possono avere tutti. Un'altra grande variante la qualit dellaffetto. Se una persona ha avuto come padre Adolf Hitler, in quella situazione non c carenza di affetto, il problema la qualit dellaffetto in questione. E il discorso che facevo prima della mamma schizofrenogena dove non c carenza di affetto. Questa donna ha perso la vita dietro al figlio, non importa se gli ha fatto del male, ma ha perso la vita, si rovinata tutta la vita, lei stava con lui; la qualit dellaffetto in questione che stato levento patogeno. Ci resta ancora da affrontare, ma non possiamo comprimerlo in pochi minuti, il tema delle separazioni affettive, lutti e simili, perch quello un discorso su cui non avremo pi occasione di tornare. E anche un tema attualmente centrale, perch il livello di separazioni altissimo, quindi su 10 pazienti che vengono in questo studio, 5 hanno un problema connesso ad una separazione in corso. Le cose che abbiamo detto sullaffettivit hanno soltanto un valore introduttivo. Volevo sollevare dei temi di carattere generale che, altrimenti, non riusciremo pi a discutere allinterno del corso; arriveremo soltanto a parlare di specifici stili affettivi. E lobiettivo di molti quello di scrivere per lamore quello che e stato fatto per la conoscenza negli anni 70: una storia naturale della conoscenza. Lobiettivo oggi ambizioso, controllare quello che c con molte sfaccettature, discrepanti, come anche la conoscenza. Certo che la cosa pi pervasiva che gli umani hanno. Gli esseri umani credo che siano pervasi, oltre che dal tema della conoscenza, anche da questo tema dellaffettivit, sia diretta sia indiretta, in senso ideologico, una caratteristica che, pi degli altri, li contraddistingue. Insieme ad essere la parte pi pervasiva degli umani anche la parte che per gli umani la pi sconosciuta. E c un bellissimo mito greco della creazione, il tempo del Dio Kronos, ed un mito che narra di un giorno in cui, tanto per cambiare, gli dei sono arrabbiati con gli uomini; allora si riuniscono tutti per escogitare la punizione esemplare in quanto, stavolta, volevano lasciare agli uomini il segno della loro furia, arrabbiati perche- e non ricordo il 31

motivo, non ricordo cosa avessero fatto - si riuniscono e seguendo un procedimento di tipo scientifico per primo individuiamo la cosa a cui gli uomini tengono di pi, e quindi gliela levano. Sul primo punto, la cosa cui tengono maggiormente gli uomini, hanno praticamente lunanimit: lamore. Ora gliela leviamo. Ma come gliela leviamo? Allora inizia il primo Dio: Io lo metterei (lamore) sulla cima pi alta, se esiste una cima ancora pi alta del monte Olimpo. Unaltro dice Ma no, questi qua sono curiosi, prima o poi, dagli e dagli la vanno a cercare e la trovano. Il Dio del mare allora dice: Nascondiamola nel fondo degli oceani. Laltro Dio: Ma no, quelli sono curiosi, dagli e dagli poi la trovano. E ognuno dice la sua e non sanno che strategia usare per privare gli uomini dellamore, finch appare un Dio malizioso che dice: Guardate, io ho la soluzione migliore: nascondiamolo nel fondo di ognuno di loro, perch l non andranno mai a trovarlo; cercheranno sempre altrove. Percio, questo, un tema in voga sin dai tempi dei Greci.

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