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EditoriaInvisibile

un'inchiesta sui lavoratori precari dell'editoria


di:

Daniele Dieci, Carlo Fontani, Florinda Rinaldini (IRES EMILIA-ROMAGNA)

Aprile 2013

Il lavoro editoriale sarebbe bellissimo, se solo fosse equo. (Femmina, 36 anni, Roma)

INDICE
Il perch dellinchiesta EditoriaInvisibile ........................................................................................................... 4 Linchiesta in sintesi .................................................................................................................................................. 5 Metodologia ................................................................................................................................................................ 8 1 - La scrittura, il libro, i lavoratori: unintroduzione alla ricerca .................................................................. 12 Che cos un libro ........................................................................................................................................................ 12 Preistoria sindacale dei lavoratori del libro...................................................................................................... 13 Leditoria oggi.............................................................................................................................................................. 14 I lavoratori delleditoria: una proposta di ricerca............................................................................................... 15 2 - Uno sguardo dinsieme: il campione indagato ........................................................................................... 17 Il contesto socioanagrafico ...................................................................................................................................... 17 La frantumazione del lavoro ................................................................................................................................... 18 Una molteplicit di tempi e di ruoli ....................................................................................................................... 23 Un lavoro disperso ...................................................................................................................................................... 25 3 - Il riconoscimento socioeconomico del lavoro editoriale ....................................................................... 29 Non solo reddito ...................................................................................................................................................... 29 Una questione salariale irrisolta ............................................................................................................................ 33 Sopravviveredi editoria ......................................................................................................................................... 39 4 - Lorganizzazione e il carico di lavoro ............................................................................................................. 41 I tempi di lavoro e il lavoro nel tempo .................................................................................................................. 41 Quando la resistenza nervosa finisce .................................................................................................................... 44 I luoghi dellautonomia: tra vincoli e libera scelta ............................................................................................ 47 Autonomi o automi? ................................................................................................................................................. 50 Unoccupazione tesa .............................................................................................................................................. 53 5 - Partecipazione e impegno ............................................................................................................................... 57 Interessati o apatici? .................................................................................................................................................. 57 Il sindacato alla prova dei precari delleditoria ................................................................................................... 59 Lassociazionismo ....................................................................................................................................................... 61 6 - Conciliare, formarsi, immaginare il futuro .................................................................................................. 62 La conciliazione e i tempi di vita/lavoro ............................................................................................................... 62 La formazione.............................................................................................................................................................. 63 La visione del lavoro e la percezione del futuro .................................................................................................. 64 7 - Pensieri in libert, i precari delleditoria si raccontano ............................................................................. 67 Un lavoro a cui aspiravo e che amo.ma senza diritti .................................................................................. 67 Disposti a tuttoper inseguire un sogno? ............................................................................................................ 70 In cerca di tutela e rappresentanza?...................................................................................................................... 72 Bibliografia ............................................................................................................................................................... 76 Appendice statistica ............................................................................................................................................... 78

Il perch dellinchiesta EditoriaInvisibile

Al centro di questa inchiesta vi lanalisi, a livello nazionale, delle condizioni di lavoro (e di vita) dei lavoratori precari che operano, spesso senza diritti e tutele, nel settore delleditoria, al tempo della grave recessione in atto a livello globale. Linchiesta fortemente voluta dal Sindacato lavoratori della comunicazione della Cgil (Slc) nazionale, di Bologna e Milano ha visto il coinvolgimento attivo, nellintero percorso di ricerca, dei medesimi lavoratori del settore, tramite la partecipazione, alla costruzione e diffusione del questionario, della Rete dei Redattori Precari (ReRePre) e del sindacato dei traduttori editoriali (Strade). Questa indagine si caratterizza per essere fortemente innovativa e esplorativa, dal momento che le condizioni di lavoro e la qualit della vita lavorativa dei soggetti precari e intermittenti, nel settore editoriale, risultano essere, ad oggi, tematiche ancora poco indagate e studiate. Siamo in presenza, in effetti, di limitati contributi teorici e ricerche empiriche che analizzino, nel nostro Paese, quanto avviene in questo settore, da un particolare punto di vista: quello del lavoro, e delle persone che in questo ambito lavorano, con grande passione, dedicandovi un forte investimento personale. L'industria del libro, che per sua stessa natura si sviluppa attraverso un ciclo produttivo altamente diversificato e variegato al suo interno, coinvolge infatti una platea di lavoratori e lavoratrici che operano in differenti regimi contrattuali ed occupazionali. Attraverso la consulenza di una rete nazionale di lavoratori precari del settore dell'editoria e l'appoggio sindacale della Cgil, l'Ires EmiliaRomagna ha pertanto deciso di intraprendere un percorso di ricerca che ha esplorato questo universo lavorativo, con particolare attenzione rivolta alle condizioni di vita e lavoro della componente precaria dei lavoratori. Linchiesta ha voluto quindi insistere su questo apparente vuoto di ricerca per indagare il fenomeno del lavoro precario, frammentato e ancora poco conosciuto, e ragionare, attraverso il coinvolgimento dei lavoratori, attorno alla domanda di riconoscimento e di autocoscienza degli stessi intervistati. I risultati riportati in questa sede restituiscono, in modo chiaro, uno spaccato del mondo del lavoro complesso, dove tematiche come precariet, bisogno di riconoscimento, disagio, frustrazione, necessit di sentirsi rappresentati emergono in modo evidente.

Linchiesta in sintesi

Linchiesta ci consegna un quadro assai complesso e variegato, caratterizzato da forti criticit e contraddizioni, riguardo le condizioni di lavoro (e di vita) di coloro che operano in modo precario, e con contratti di lavoro non standard, nel settore editoriale. La ricerca ha evidenziato, infatti, come quella editoriale sia una professione intensamente amata da coloro che vi lavorano, precariamente, con grande passione e investimento personale. Un lavoro, nel contempo, contraddistinto per da diversi elementi critici, con poche e inadeguate tutele e garanzie. Come afferma efficacemente unintervistata: Adoro quello che faccio, odio non avere sicurezze contrattuali, diritti, pagamenti e riconoscimenti adeguati. Ci troviamo di fronte, dunque, a lavoratori che operano nelleditoria, nei quali convivono, insieme, lappagamento per il tipo di lavoro svolto, in questo specifico settore, e linsoddisfazione per lo scarso riconoscimento del proprio lavoro. Linchiesta ha messo in evidenza come i lavoratori delleditoria intervistati percepiscano, complessivamente, livelli retributivi piuttosto bassi, a conferma di una grande questione salariale di certo ancora irrisolta. Ben il 55,7% del campione ha dichiarato di percepire una retribuzione lorda annuale inferiore ai 15mila euro, con un significativo 14,3% del totale che guadagna meno di 5mila euro nel corso dellanno. Uno degli elementi pi significativi, al fine di comprendere le dinamiche reddituali del campione, risultato essere lalto tasso di discontinuit lavorativa che caratterizza pi della met dei partecipanti allinchiesta. Di fatto, in presenza di prolungati periodi di inattivit risulta assai arduo raggiungere soglie di reddito annuali definite accettabili e adeguate a condurre una vita ritenuta dignitosa. emerso, inoltre, come la continuit lavorativa sia pi frequente tra coloro che operano in regime di monocommittenza, dove si concentrano tra l'altro quote pi rilevanti di lavoro dipendente. Lavorare per un solo committente, sempre a detta dei nostri intervistati, se da un lato garantisce continuit di lavoro, continuit di reddito e la possibilit di percepire pi spesso i compensi nel rispetto delle scadenze concordate, dallaltro, di fatto, schiaccia su ritmi di lavoro "continuativamente" pi pesanti (il 42% dei monocommittenti dichiara di lavorare pi di 40 ore settimanali, dieci punti percentuali in pi dei colleghi pluricommittenti). Il prezzo pagato dai monocommittenti per una maggiore continuit lavorativa risultato oneroso anche in termini di autonomia nella gestione del proprio lavoro: fare pausa, prendere le ferie, scegliere lordine dei compiti assegnati, gli orari, i metodi e i ritmi.

Il lavoro editoriale descritto dagli intervistati un lavoro caratterizzato, in media, da forti concentrazioni di attivit in periodi specifici dellanno, a cui si accompagnano picchi di lavoro spesso difficilmente sostenibili, sia in termini di ore lavorate che di stress mentale maturato. Di rilievo anche il tema del "quando" si comincia a fare questo lavoro; vivere come prima esperienza lavorativa quella editoriale risultato essere un processo, alla lunga, logorante per i nativi delleditoria (cos come definiti nella ricerca), che porta all'allontanamento da questo mondo e a un progressivo accompagnamento di un altro lavoro, con conseguente riduzione del peso del reddito da editoria sul bilancio totale. Diverso, di contro, iniziare a svolgere questo lavoro in un secondo tempo, quando si meno giovani e mediamente una stabilit la si gi trovata in un altro lavoro. Per questi lavoratori spot dunque pi facile muoversi in un ventaglio di committenze e ambiti pi ampi, e scegliere di accettare lavori meglio remunerati. I ritmi di lavoro elevati, il rispetto delle scadenze ed in particolar modo la fatica mentale rappresentano tre aspetti dellorganizzazione del lavoro editoriale che pi ne caratterizzano le pratiche e la scansione. La sopportazione di tali condizioni richiede unenergia e una motivazione tipiche dei lavoratori mediamente pi giovani e, come emerso da tutti gli indicatori utilizzati e dalle testimonianze dirette degli intervistati, oltre la soglia dei 40 anni appare sempre pi difficile restare "attivi" lavorativamente in campo editoriale. I bassi punteggi relativi alla percezione del riconoscimento dei propri meriti e competenze e, ancora di pi, la valutazione riguardo lapprezzamento del proprio lavoro nella societ civile, segnalano forti criticit da parte degli intervistati anche in relazione a queste due dimensioni rilevanti del riconoscimento simbolico e immateriale del lavoro, e al modo in cui lattivit lavorativa viene percepita allinterno (apprezzamento competenze e meriti) e allesterno del luogo di lavoro (apprezzamento nella societ). Lattivit culturale fa registrare, in assoluto, i livelli pi alti di partecipazione del campione, a ulteriore conferma di quanto gli interessi culturali e, quindi, la rilevanza attribuita al sapere e alla cultura in genere siano strettamente legati e intrecciati ad una attivit professionale quale quella svolta, per lappunto, nellambito delleditoria. Il dato di fondo che emerge dallanalisi del campione riguarda lesiguit generale dei livelli di partecipazione degli intervistati allattivit politica, sindacale, religiosa e volontaria. Ciononostante, va comunque evidenziato come meno di un lavoratore su dieci delleditoria destini parte del proprio tempo allattivit politica, seguito dal volontariato, dallattivit religiosa e, infine, a distanza, dallattivit sindacale. Si conferma, pertanto, una bassa propensione allimpegno socio-politicosindacale e religioso, mentre le attivit culturali e, in parte, quelle formative, incontrano maggior favore da parte degli intervistati. Solo il 14,1% dei rispondenti, infatti, ha dichiarato di essere iscritto, al momento della compilazione del questionario, ad una organizzazione sindacale.

In generale, i partecipanti allinchiesta vedono il futuro lavorativo contraddistinto dalla cifra dellincertezza. In effetti, pi di tre quarti dellintero campione prevede, nellarco dei prossimi tre anni, un futuro lavorativo alquanto incerto. Il quadro complessivo legato al carico e allorganizzazione del lavoro trasmette, in sintesi, un grado di insoddisfazione molto acuto nel presente e condizioni prossime ad un livello di insostenibilit sociale, tanto da imporre una seria ed urgente riflessione sulla necessit dellapertura di nuovi spazi di tutela collettiva. Appare, quindi, chiara la complessa realt all'interno della quale l'inchiesta tenta di fare un po' di chiarezza; un mondo dove le aree di interesse, le mansioni e le competenze pi variegate si intrecciano in un dedalo di singole realt dalle molteplici sfaccettature. La filiera del lavoro editoriale inteso, in senso lato, come l'insieme articolato che comprende le principali attivit (ed i loro principali flussi materiali e informativi), le competenze, le risorse e le organizzazioni che concorrono alla creazione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di un prodotto editoriale, risulta pertanto un terreno dove la necessit di riconoscimento personale, monetario e contrattuale diventa stringente. In tal senso concetti come tutela, contratto, aspettative e riconoscimento, che ricorrono di frequente nelle dichiarazioni dei lavoratori intercettati dalla ricerca, diventano lespressione di un crescente sentimento identitario, che alimenta sempre pi la necessit di fare rete e di costruire processi concreti di organizzazione e rappresentanza.

Metodologia

1.1 - Il questionario Il questionario alla base dellInchiesta EditoriaInvisibile il risultato di un lungo processo di condivisione che, da uniniziale richiesta del Sindacato lavoratori della comunicazione della Cgil (Slc) nazionale, di Bologna e Milano, ha successivamente visto il coinvolgimento attivo, nellintero percorso di istruttoria del progetto di ricerca, dei medesimi lavoratori del settore tramite la Rete dei Redattori Precari (ReRePre) e il sindacato dei traduttori editoriali (Strade). Il questionario utilizzato composto da un set di 54 domande organizzate in aree tematiche, ognuna delle quali finalizzata ad approfondire dimensioni specifiche del lavoro nel settore editoriale. La prima sezione dedicata alla descrizione socio professionale del campione, dal punto di vista anagrafico, (et, genere, nazionalit, residenza), sociale (titolo di studio, composizione nucleo familiare) e lavorativo (anzianit lavorativa, tipologia contrattuale, committenza, mansione svolta, ambito editoriale). Successivamente, il questionario interroga il compilatore sui tempi e sui carichi di lavoro, sullautonomia del lavoro, sulle forme di riconoscimento socioeconomiche e sulla formazione, sullidentificazione di prospettive lavorative, sul coinvolgimento personale nello svolgimento del proprio lavoro e sulle relazioni sociali instaurate in ambito lavorativo. Nell'ottica di un percorso di ricerca incentrato sulla percezione testimoniata dal lavoratore in merito alla personale esperienza lavorativa, il questionario, attraverso una domanda aperta raccoglie, inoltre, quegli elementi della biografia dell'intervistato o quelle ulteriori sollecitazioni ed osservazioni che non avevano trovato spazio nel corso della compilazione del testo somministrato. 1.2 - La diffusione Il questionario stato in ultima battuta trasposto su piattaforma on-line e diffuso attraverso una serie di strumentazioni dedicate capaci di sfruttare al meglio le potenzialit dei nuovi paradigmi di comunicazione del web 2.0. Il web 2.0 un termine utilizzato per indicare uno stato di evoluzione del World Wide Web, rispetto a una condizione precedente. Si indica come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono un elevato livello di interazione tra il sito web (www.editoriainvisibile.netsons.org), nello specifico i social network come Facebook, Twitter, Google+, Linkedin, ottenute attraverso opportune tecniche di programmazione Web afferenti al paradigma del Web dinamico in contrapposizione al cosiddetto web statico o web 1.0.
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Domanda 55: "Vuoi aggiungere qualcosa sulla tua esperienza lavorativa che non sia gi emerso dalla compilazione delle domande?"

1.3 - Tecniche e strumenti di analisi dei dati 1.3.1 - Ricostruzione dei profili Lindagine ha inteso approfondire una realt complessa, quale quella del lavoro precario in ambito editoriale, attraverso la creazione di una serie di profili interpretativi capaci di coadiuvare la lettura e linterpretazione dei dati raccolti. Sono stati calcolati, a questo scopo, unampia serie di variabili profilo. Dopo aver effettuato gli opportuni test, si scelto, infine, di mantenere e utilizzare in fase di commento solo quelli risultati significativi nello spiegare le dinamiche osservate. Riproponiamo di seguito le variabili profilo che si ritroveranno nel corso del rapporto di ricerca: Committenza: nel corso di tutto il rapporto sar effettuata unanalisi dei rispondenti in relazione al numero di committenze, distinguendo chi lavora per un singolo committente (monocommittenti) da chi, invece, si rapporta ad una platea di committenze pi ampia (pluricommittenti); Ruoli editoriali: con questa variabile si voluto quantificare il livello di impegno con cui ognuno dei partecipanti allinchiesta interviene nel processo editoriale. Tale lettura servir a distinguere i lavoratori che utilizzano competenze pi trasversali da quelli che, invece, partecipano alla creazione del prodotto editoriale intervenendo su un singolo aspetto. Si parler pertanto di lavoratori monoruolo con riferimento a coloro che insistono su di una sola fase editoriale (correttore di bozze anzich traduttore ecc..) e di lavoratori pluriruolo con riferimento a chi, invece, interviene su pi fasi; Ambiti editoriali: analogamente ai ruoli verr proposta una lettura del campione indagato in relazione al numero di ambiti editoriali nei quali i partecipanti allinchiesta lavorano, delineando pertanto lavoratori monoambito e pluriambito. Per ambito editoriale si indicher la tipologia di prodotto editoriale di cui si occupano i lavoratori intervistati; ambiti che variano dalla narrativa alla fumettistica, dalla poesia alla saggistica universitaria, dalleditoria digitale ai prodotti letterari per bambini e ragazzi; Nativit lavorativa: con questo profilo, infine, si voluto distinguere i lavoratori che, dallentrata nel mondo del lavoro, si sono interfacciati con il lavoro nelleditoria da quelli che solo successivamente in fasi di maturit differenti (lavorativa, reddituale, ecc.) si sono approcciati a questo mestiere. 1.3.2 - Costruzione degli indici Lanalisi proposta ha inoltre utilizzato una serie di indicatori capaci di riassumere alcune dinamiche ritenute degne di attenzione (cfr. capitolo 4). Si tratta di indicatori sintetici ottenuti come media aritmetica delle singole componenti (variabili) ritenute esplicative dal gruppo di ricerca. Gli indicatori ottenuti sono stati tutti normalizzati in scala 1-10 in modo da ottenere una perfetta comparabilit.
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1.3.3 - Analisi delle ricorrenze Lo studio effettuato si arricchito delluso dellanalisi delle ricorrenze testuali. Questo strumento utile per effettuare ricerche qualitative in modo pi facile e veloce. La possibilit di analizzare ci che dicono i rispondenti aiuta ad approfondire le loro attitudini, i comportamenti e le motivazioni. Lo strumento danalisi testuale consente, inoltre, di effettuare delle ricerche quantitative su domande a risposta aperta. Permette di classificare, codificare e filtrare le parole e le frasi dei rispondenti. Lanalisi testuale cerca automaticamente parole o frasi ricorrenti all'interno dei commenti dei rispondenti, restituendo e presentando le parole pi frequenti con diverse dimensioni di carattere; maggiore la dimensione del carattere, pi frequentemente la parola stata usata. La procedura considera statisticabili solo le risposte che hanno totalizzato un numero minimo di risposte. A fronte di tassi di risposta bassi (meno di 20), non verr mostrato alcun risultato. Occorrono circa 20 risposte o pi affinch il sistema prelevi delle frasi significative. Lo strumento utilizzato prevede di contro la possibilit di esaminare un numero elevato di risposte, quantificando fino a 5.000 risposte aperte. 1.3.4 - Network analysis Lapproccio dellanalisi delle reti sociali (network analysis) basato sul concetto intuitivo che il pattern dei legami sociali nei quali gli attori sono inseriti abbia per questi conseguenze determinanti. Il tentativo quello di scoprire schemi riconducibili a strutture relazionali, di determinare le condizioni di origine e di rilevarne le conseguenze per lazione. In questo specifico rapporto di ricerca si cercato di quantificare la relazione esistente tra competenze richieste e singolo lavoratore. Questa procedura ha consentito al gruppo di ricerca di individuare i profili di lavoratori su cui si addensano maggiormente le richieste di competenze e, allo stesso tempo, ha permesso di individuare le competenze che pi spesso si accompagnano ad altre. A tale scopo stato utilizzato AGNA (Applied Grafico & Network Analysis), software open source progettato per scienziati e ricercatori che utilizzano metodi matematici avanzati, come l'analisi network nellambito delle scienze sociali, della sociometria e dellanalisi sequenziale. 1.3.5 - Tracciamento Google Analytics Lintera indagine stata costantemente monitorata attraverso lutilizzo dei report avanzati di Google analytics. Analytics il servizio di statistiche di Google che consente di monitorare, in modo dettagliato, le visite di ogni sito. Permette di visualizzare da dove sono arrivati gli utenti (ad esempio se le visite sono dirette o se sono state indirizzate da un motore di ricerca), da quale luogo geografico provengono e diverse altre informazioni utili ad analizzare le potenzialit del sito web (cfr. mappa 1). Questo tipo di strumento ha permesso di tracciare in itinere la funzionalit dello strumento di diffusione scelto (la survey on-line), di tracciare lefficacia del sito dedicato allinchiesta (www.editoriainvisibile.netsons.org) e di correggerne, just in time, eventuali difettosit.

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Si scelto di effettuare anche questo tipo di analisi allo scopo di ottenere un campione il pi possibile rappresentativo della complessa realt del mondo editoriale, rappresentativit intesa in questo caso come eterogeneit territoriale dei rispondenti e, per differenza, dei non rispondenti. Map.1Mappadeicontattiricevutidalsitowww.editoriainvisibile.netsons.org

Fonte:ElaborazionedatisupiattaformaGoogleAnalytics

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1 - La scrittura, il libro, i lavoratori: unintroduzione alla ricerca


I libri sono l'umanit stampata. Barbara Tuchman, The book, 1980 Ogni libro anche la somma dei malintesi di cui l'occasione. Georges Bataille, Su Nietzsche, 1945 Il libro non un ente chiuso alla comunicazione: una relazione, un asse di innumerevoli relazioni. Jorge Luis Borges, Altre inquisizioni, 1952

Che cos un libro La definizione di libro materia complessa. La stessa domanda, per il senso comune, potrebbe risultare banale, fin retorica. E invece esistono risposte differenti, esiste una complessit di relazioni e di usi, di forme e di contenuti, difficile da riassumere in poche parole. Stando alla definizione preilluministica di Louis Moreri, nel suo Grand dictionnaire historique, ou le mlange curieux de l'histoire sacre et profane (1674), il libro , molto semplicemente, un gruppo di fogli uniti assieme sui quali compare uno scritto . Di certo, il termine libro indica anche il suo contenuto intellettuale, e la volont di rendere pubblico tale contenuto. A questo, per, c da aggiungere tutto quello che inerente al percorso produttivo e lavorativo che ha portato alla realizzazione delloggetto-libro. A partire dalla fine degli anni 90, infatti, gli stessi storici che si sono avvicinati allo studio e alla disamina del libro hanno intuito come la prospettiva classica, pi attenta ad aspetti bibliofili ed eruditi, dovesse essere soppiantata da un approccio sociale, che si facesse quindi storia della produzione stessa dei libri, delle condizioni di produzione e diffusione, oltre che storia delle culture e delle pratiche culturali. Questo approccio innovato, del resto, riprende le motivazioni pi profonde che hanno portato luomo ad immaginarsi una modalit di comunicazione che fosse visiva, e che avesse memoria:
Linvenzione della scrittura strettamente legata allorganizzazione delle societ pi complesse, i cui bisogni amministrativi ed economici presuppongono una durata della comunicazione che vada oltre lo stadio orale (Barbier, 2004).
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La scrittura, e di conseguenza il supporto che la accoglie e la organizza, il libro, quindi il riflesso delle organizzazioni complesse che la producono e che essa stessa rappresenta, in altre parole, , da sempre, il primo fermento del sapere e dellimmaginario, cio della cultura (Eyrolles, 2009). La ricerca EditoriaInvisibile si vuole inserire allinterno di questo alveo culturale, seppur con approcci metodologici propri della ricerca sociale. Lintenzione quella di indagare il mondo nascosto di chi il libro lo realizza, le condizioni di un lavoro che vive allinterno di una paradossale tensione: trasformare in visibile limmaginario di una cultura, diventando esso stesso invisibile, privato di dignit e riconoscimento.

Visto in Barbier F. (2004), Storia del libro. Dallantichit al XX secolo, edizioni Dedalo, Bari. 12

Preistoria sindacale dei lavoratori del libro La fase che ha preceduto la nascita del movimento sindacale organizzato, la preistoria del movimento sindacale, contraddistinta dalla nascita e dallo sviluppo delle societ di mutuo soccorso come risposta allemergere di prime istanze collettive ed associazionistiche dei lavoratori. Tra le prime professioni ad organizzarsi secondo associazioni di mutuo soccorso troviamo quella degli operai delle tipografie settecentesche milanesi e torinesi, dove si realizzava gi una relativa concentrazione di forza lavoro e dove i lavoratori si caratterizzavano per una forte qualificazione professionale:
Dotati di una certa istruzione, favoriti nello scambio di opinioni con i colleghi presenti nello stesso spazio lavorativo, agli operai tipografi era sicuramente pi facile organizzarsi per attutire i danni di una morbilit perennemente in agguato, ma anche per avanzare richieste ai datori di lavoro (Turi, 1997).

A partire, poi, dalla seconda met dell800, questi nuovi organismi dal carattere prevalentemente assistenziale e solidaristico iniziano a propagarsi in maniera sempre pi diffusa tra operai, artigiani e, in parte, borghesia cittadina (Perna, 1978). Le prima organizzazioni strutturate di lavoratori appartenenti a segmenti del ciclo produttivo libraio si formano nellottocento inoltrato, come nel caso della Pia unione dei legatori di libri (1848) oppure, sempre nello stesso anno, la pi importante Societ compositori tipografi di Torino . Come riporta Corrado Perna (1978), gi scopi della societ erano tre: sostenere i prezzi dei lavori stabiliti da una tariffa concordata fra i padroni e i compositori tipografi; promuovere il progresso dellarte tipografica; provvedere al sussidio dei soci disoccupati ed ammalati cronici.
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A distanza di 165 anni, le richieste non sembrano essere differenti. Certo, cambiata la filiera produttiva, cambiato il processo ed cambiato anche il prodotto, ma le esigenze, come meglio si potr appurare nel corso della ricerca, sono rimaste molto simili, a partire da una giusta retribuzione, condivisa dalle parti ed uguale per ogni committente, e la sensibilit verso linnovazione e la difesa delle proprie competenze attraverso la promozione del progresso dellarte tipografica. Continuando a ripercorrere quel dinamismo associativo e sindacale che contraddistingue da sempre il settore editoriale, gi nel 1872, a pochi anni dallUnit dItalia e appena dopo lingresso nella Capitale, si svolge a Roma il primo convegno delle Societ operaie dei compositori tipografi, che si erano diffuse ormai lungo tutto lo stivale, sotto limpulso della prima di queste, fondata a Torino, dalloperaio Steffenone, nel 1848. LAssociazione fra gli operai tipografi italiani, che nasce proprio in questa occasione, rappresenta uno dei primi esempi di federazione di categoria: lassociazione si
3 Coloro che lavorano presso le officine tipografiche. Le fasi di lavoro sono: disegno dei caratteri, impaginazione, stampa, confezionamento. A partire dalla rivoluzione tecnologica intrapresa gi a met del XX secolo le fasi lavorative, artigianali ed industriali, del disegno e della composizione vengono sostituite dallutilizzo di sistemi di controllo elettronici. 4 La Societ nota per aver sottoscritto nel 1851 uno dei primi contratti collettivi della storia del movimento sindacale italiano, rinnovando le tariffe provvisorie, istituite nel 1848 e gi rinnovate nel 1850, relative al salario minimo settimanale e alla paga oraria.

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trasformer, nel 1893, nella federazione nazionale del libro, raccogliendo tutti i lavoratori della categoria. Il dinamismo e la predisposizione verso la ricerca di nuove forme di solidarismo professionale caratterizza i lavoratori dellindustria del libro fin dagli albori del movimento sindacale italiano. Le trasformazioni del mercato del lavoro e gli squilibri creatisi, in maniera massiccia, negli ultimi anni hanno riproposto le condizioni affinch i lavoratori delleditoria confermassero tale originalit: la rete dei redattori precari e il sindacato dei traduttori ne sono esempi significativi. Leditoria oggi La Federazione Europea degli editori ha recentemente elencato i passaggi pi importanti del lavoro di editore (Federation of European Publisher, 2006): lavoro editoriale (commesse e acquisizioni, editing, index making, gestione diritti dautore); produzione (composizione, design e layout, stampa, trasporto); vendita e marketing (gestione degli ordini, strategie di mercato, pubblicit); distribuzione (adempimento ordini, spedizione, gestione magazzino); gestione finanziaria (royalties degli autori, pagamenti, gestione del bilancio, dei creditori e dei debitori). Linsieme di queste fasi processuali, che compongono il lavoro di una casa editrice, prevede una forza lavoro, internalizzata o esternalizzata, capace di assorbire la specificit delle mansioni richieste. La diversificazione dei ruoli e la trasversalit delle competenze rappresentano una delle peculiarit pi nette del settore editoriale. Le condizioni e la qualit del lavoro nel settore dell'editoria risultano essere, ad oggi, ambiti di analisi ancora poco approfonditi. L'industria del libro, che per sua stessa natura, come abbiamo appena illustrato, si sviluppa attraverso un ciclo produttivo altamente diversificato e variegato, coinvolge una platea di lavoratori e lavoratrici che operano in differenti regimi contrattuali ed occupazionali. Attraverso la consulenza di una rete nazionale di lavoratori precari del settore dell'editoria (ReRePre) e l'appoggio sindacale della Cgil, l'Ires Emilia-Romagna ha deciso di intraprendere un percorso di ricerca che andasse ad esplorare proprio questo universo lavorativo, con particolare attenzione rivolta alle condizioni di vita e lavoro della componente precaria dei lavoratori. Secondo gli elementi forniti dall'ultimo report statistico dell'Istat (maggio 2012) dedicato alla produzione di libri in Italia per il biennio 2010-2011, le case editrici e gli altri enti dediti alla pubblicazione di opere librarie sono, in Italia, 2.699, e occupano quasi 36.000 lavoratori (European Commission, 2012). La demografia dimpresa del settore editoriale fa registrare per il quarto anno consecutivo un saldo negativo; a questo bisogna aggiungere che "il 26,2% degli editori rispondenti (2.232, pari al 82,7% del totale), pur non avendo cessato lattivit, ha dichiarato di non aver pubblicato alcun libro nellanno di riferimento" (Istat, 2012). Di questo universo, i piccoli e medi editori, cio quelli che pubblicano non pi di 50 titoli allanno, rappresentano quasi l'87,1% del numero complessivo di editori attivi. I grandi editori, nonostante costituiscano la quota minoritaria, coprono ben sopra i tre quarti della produzione dei libri proposti ai lettori. Estendendo lo sguardo ad un quadro congiunturale pi ampio, si segnala come il mercato del libro faccia registrare un deciso peggioramento, in linea con tutti gli
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altri segmenti produttivi ed economici italiani. Il giro d'affari legato al mercato librario fa segnare, nel 2011, -3,7% su base annua, -8,7% se si considerano i primi nove mesi dell'anno corrente (Peresson, 2012). A fronte di un calo tanto sensibile, la produzione di libri e di multimedia inerente al settore editoriale aumenta e diversifica la propria offerta, sia per quanto concerne la quantit di titoli, sia per il numero di copie immesse sul mercato. Se, dunque, il segmento economico dell'editoria appare ampiamente monitorato, non sembra esistere uno sforzo scientifico paragonabile volto ad indagare la qualit del lavoro nel settore dell'editoria , soprattutto a fronte del ricorso frequente, da parte delle imprese, all'utilizzo di forme precarie di collaborazioni lavorative. I lavoratori delleditoria: una proposta di ricerca Linchiesta "EditoriaInvisibile", che qui introduciamo, ha voluto insistere su questo apparente vuoto di ricerca per indagare il fenomeno del lavoro precario, frammentato e ancora poco conosciuto, e ragionare, attraverso il coinvolgimento dei lavoratori, attorno alla domanda di riconoscimento e di autocoscienza degli stessi intervistati. L'indagine rispetta l'approccio italiano al concetto di qualit del lavoro, sviluppato in un'ottica multidimensionale, vale a dire che tenga conto di differenti punti di osservazione (le dimensioni del lavoro, appunto) non necessariamente collocabili in una logica consequenziale o di priorit (Ires Emilia-Romagna, 2012). Seguendo questa linea interpretativa stata realizzata la struttura del questionario: quest'ultimo, ponendosi come obiettivo quello di esplorare una realt lavorativa cos eterogenea e frammentata come quella del settore delleditoria, organizzato in una successione di aree tematiche, corrispondenti ciascuna ad una componente delle condizioni di lavoro. Partendo da una contestualizzazione anagrafica, il questionario interroga il compilatore sulla condizione contrattuale e le mansioni lavorative svolte, sui tempi e sui carichi, sullautonomia del lavoro, sulle forme di riconoscimento e sulla formazione, sullidentificazione di prospettive lavorative, sul coinvolgimento personale nello svolgimento del proprio lavoro e sulle relazioni sociali instaurate in ambito lavorativo. Nell'ottica di un percorso di ricerca incentrato sulla percezione testimoniata dal lavoratore in merito alla personale esperienza lavorativa, il questionario, attraverso una domanda aperta osservazioni che non avevano trovato spazio nel corso della compilazione del testo somministrato. La precarizzazione del lavoro e delle vite, che buona parte dei lavoratori dellindustria del libro sembra ancora subire, suggerisce una riflessione anche sulle forme contrattuali esistenti, sul modello di flessibilit e sugli interrogativi che lera delle trasformazioni tecnologiche ha posto. A questo
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raccoglie quegli elementi della biografia dell'intervistato o quelle ulteriori sollecitazioni ed

Precursore, in questo campo il lavoro svolto dallIres Lombardia sullintroduzione di nuove forme di lavoro nel settore editoriale, Semenza R. (1998), Nuove forme di lavoro nel settore editoriale tra subordinazione e autonomia, Ires Lombardia, 45, collana ricerche. 6 Domanda 55: Vuoi aggiungere qualcosa sulla tua esperienza lavorativa che non sia gi emerso dalla compilazione delle domande?. 15

proposito, suonano ancora attuali e mai attuate le parole di Bruno Trentin, nel corso della sua Lectio doctoralis allUniversit C Foscari di Venezia, nel 2002:
A mio modesto avviso questa ideologia della flessibilit ha soltanto contribuito a consolidare le resistenze nei confronti del lavoro che cambia ed a nascondere lenorme questione che sorge nellera delle trasformazioni tecnologiche dellinformazione: quella della socializzazione della conoscenza; [] si tratta in realt, di riflettere, di fronte a questa sfida e alla minaccia di una profonda frattura sociale fra chi padrone di un sapere e chi ne escluso, ai contenuti di un nuovo contratto sociale, di un nuovo statuto di base per tutte le forme di lavoro, subordinato, eterodiretto o autonomo.7

Visto in Ariemma I. (2009), Il futuro del sindacato dei diritti. Scritti e testimonianze in onore di Bruno Trentin. Ediesse, Roma. 16

2 - Uno sguardo dinsieme: il campione indagato

Una battuta che ormai la leggenda attribuisce a vari maestri dell'editoria, da Arnoldo Mondadori a Valentino Bompiani. Una signora chiede che cosa faccia un editore: scrive libri? No, risponde l'editore, quelli li scrivono gli autori. Allora li stampa? No, quello lo fa il tipografo. Li vende? No, lo fa il libraio. Li distribuisce alle librerie? No, quello lo fa il distributore. E allora che cosa fa? Risposta: tutto il resto. Umberto Eco, la Repubblica, 15 giugno 2001

L'inchiesta "EditoriaInvisibile", conclusasi nel novembre 2012, ha intercettato nel suo complesso pi di mille lavoratori del mondo dell'editoria; risultato che, seppur di rilievo, continua a descrivere solo la punta dell'iceberg di un universo molto pi grande sia per numerosit che per complessit. Scopo di questo capitolo quello di fornire al lettore una prima descrizione della composizione del campione indagato, capace di contestualizzare al meglio il campo allinterno del quale si muover e si svilupper lanalisi proposta in questo rapporto di ricerca. Si tenter di quantificare i lavoratori "invisibili" del settore editoriale suggerendo alcune piste interpretative ma rimandando ai capitoli successivi per una disamina pi articolata. Il contesto socioanagrafico Lanalisi effettuata ha messo in luce, fin dall'inizio della rilevazione, il forte sbilanciamento dei lavoratori dell'editoria rispetto alla componente femminile, che da sola costituisce i tre quarti del campione osservato . Sbilanciamento, questo, che trova spiegazione nel legame esistente tra genere e titolo di studio e nella forte presenza di profili ad alto livello di scolarizzazione tipico dei lavori cognitivi (Rullani, 2004) allinterno dei quali si colloca il lavoro editoriale. Il campione osservato, se confrontato allo scenario occupazionale cos come riportato dalla Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Istat, registra livelli di occupazione femminile di molto superiori, circa trenta punti percentuali, rispetto allintero scenario occupazionale (v.tab. 2.1), dove la quota di occupazione femminile raggiunge solo il 41%. Si tratta di figure professionali che, nell87,5% dei casi, sono in possesso di un titolo di studio uguale o superiore alla laurea (ed in un caso su tre dispongono di titoli post-laurea come Master e dottorato di ricerca) . Il dato descritto appare ancora pi caratterizzante se si continua a confrontarlo con lo scenario lavorativo nazionale , dove solo il 18,7% dispone di questi livelli di istruzione. Il lavoro editoriale gi da questa prima lettura appare quindi caratterizzato dalla richiesta di competenze alte (in questo caso intese come livello di scolarizzazione) a cui, come noto, si
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10

Il 73,9% del campione (793 in termini assoluti) infatti costituito da lavoratrici. Anche nellultimo rapporto AlmaLaurea, relativo ai laureati nellanno 2012 (Condizione occupazionale dei laureati, anno 2013) si parla di 85.204 laureati uomini contro le 129.414 donne, a cui si legano anche livelli di performance migliori per la componente femminile (minor tasso di fuori corso, voti di laurea superiori). 10 Si fatto riferimento ai dati occupazionali al secondo semestre 2012 per ottenere un confronto pi preciso con i dati ottenuti dallinchiesta che, ricordiamo, stata svolta proprio nel secondo semestre del 2012. 17

accompagn na una ca aratterizzazi ione di ge enere dei lavoratori intervistati, legata ai a tassi di i scolarizzazione pi ele evati delle donne.
Fig.2.1Com mposizionepergenereeclassidietquinquennal li onepercentuale) (composizio
35 30 25 20 15 10 5 0 M F MF

1 19 2024 2529 3034 3539 4044 4549 15 9 5054 5559 6064 65+ 0,7 0,0 0,2 0,7 1,0 0,9 19,3 30 0,0 21,8 10,4 21,1 28 8,9 19,2 10,7 20,6 29 9,2 19,9 10,6 7,9 7,9 7,9 5,0 6,1 5,8 2,1 2,8 2,6 0,4 1,8 1,4 1,8 0,6 0,9

Ta ab.2.1 Composi izionepertitolod distudioegener re,confronto tra atotaleeconomi ianazionaleeset ttoreeditoria (datiassoluti,comp posizionipercentuali) t EI Istat EI Istat Lic cenzaelementare e, 1.10 04 0 4,8 0,0 ne essuntitolo Lic cenzamedia 6.96 64 1 30,3 0,1 46,2 12,4 Diploma 10.59 99 165 18,7 87,5 Laureaepostlaure ea 4.28 84 1.161 To otale 22.95 51 1.327 100,0 100,0 Maschi 13.53 35 346 59,0 26,1 Fe 41,0 73,9 emmine 9.41 16 981 To otale 22.95 51 2.654 100,0 100,0 Nota: I dati relativi alloccupazione a d desunti dalla rilev vazione continua a rimosemestre20 012. delleforzedilavorosonoriferitialpr ontinuaForzedilavoroIstat(FdL) ),elaborazionisu u Fonte:Rilevazioneco nvisibile(EI). bancadatiEditoriain

Fo onte:Elaborazion neIresEmiliaRomagna sudatiinchiesta aEditoriaInvisibile e(EI)

Si parla di i lavoratori, , nella quasi totalit, di naziona alit italiana a (97,7%), addensati nelle n coorti i centrali di et, in part ticolare tra i 25 e i 39 anni, a dove si s concentra a il 70% dei i lavoratori intercettati i dallinchies sta. Sempre e da un punto di vista a socioanag grafico (v.fig g. 2.2), solo o il 14% del campione e dichiara di vivere anco ora con i gen nitori, il 59,3 3% di essere e celibe/nub bile e, in tre casi su qua attro, di non n avere figli.
Fig.2.2Stato S civileperge enere (composizio onipercentuali) 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Celibe/ /nubile Sposat to/convivente Divorzi iato/separato M 59,6% 38,2% 2,1% F 59,1% % 38,1% % 2,8% % MF 59,3% 38,1% 2,6% 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Nessun 1figlio figlio 14,4 8,7 7 1,0 i 2figli 3figli 0,2 0 Pidi3 gli fig Fig.2.3 Nu umerodifigli (co omposizioniperce entuali) 5,7 75

Fonte:Elabora azioneIresEmilia aRomagnasudat tiinchiesta EditoriaInvisibile(EI)

mazione del lavoro l La frantum m delle editoria, cos s come il resto r del pa anorama lav vorativo, se embra risentire, gi da a Anche il mondo questa prim ma ipotesi di d analisi, de el processo di frantuma azione lavorativa che t tende ad allontanare le e giovani generazioni dal d modello di regolazi ione del lav voro di tipo o fordista, e che sempr re pi si va a no dellintermittenza dei d rapport ti lavorativi e dellimm materialit del lavoro, , connotando nel segn

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proponend do professio onalit e att tivit che, spinte s da una u forte vo ocazione, si trovano al di fuori di i qualsiasi re egime lavor rativo tradiz zionale e sp pesso divise e tra una molteplicit d di mansioni e datori di i lavoro. a di quanto o appena de etto, lindagi ine ha evide enziato un uso u radicato o di forme contrattuali c i A conferma precarie (v. .fig. 2.4). Con riferiment to allanno 2012, pi di i nove rispondenti su di ieci (92,3%) dichiarano, , infatti, di lavorare con n contratti non-standar n rd , forme contrattual li queste a cui si af ffianca l'uso o ato della ce essione del diritto d'au utore, in pre esenza di at ttivit non autoriali, come forma a spregiudica compensat tiva (cfr. Box x 1). Luso della cessione del diritto di i autore, qu uasi totalme ente pagato o in modo f forfettario, si s colloca al l o tra le mod dalit di reclutamento al a lavoro in ambito a edit toriale (20,3 3%), precedu uto soltanto o terzo posto dai contrat tti a progett to (Co.Co.Co o. e Co.Co.Pro.) e dalle co ollaborazion ni occasiona ali.
Fig.2.4Formecontratt tualiutilizzateda agliintervistati,anno a 2012 (composizionepercentu uale) 11

Co.Co.Co.eCo.Co.Pro. C C Collaborazione Oc ccasionale Cessionediritt tid'autore Part titaIVAattivitin ndividuale LavoroDipendente LavoroaDomicilio Sta age,tirocinio,borsalavoro Par rtitaIVAattivitdi d impresa LavoroIntermittente Contrattodiins serimento Appr rendistato Interinale LavoroAccessorio A Sociolavorat toredisocietco ooperativa Pra aticantato Asso ociazioneinparte ecipazione Lavo oroRipartito Jo obSharing 0,0 0,7 0,6 0 0,4 0 0,4 0 0,3 0, ,1 0, ,1 0, ,1 5,0 10,0 15,0 20,0 2,1 1,9 3,7 3,3 7,7 12,6 20,3 21,9

23,7

25,0

Fonte:Elaborazi ioneIresEmiliaRomagna R sudatiinchiesta Editoria aInvisibile(EI)

d 2012, il 34,6% degli i intervistat ti dichiara di aver lavorato con diversi tipi di contratto c di i Nel corso del lavoro per un ammontare totale e di 1.357 contratti, circa c un contratto e m mezzo per ognuno o dei i rispondent ti a questa domanda. Il I 24% degli i intervistat ti ha sperim mentato due e forme con ntrattuali, il l 10,6% pi di due. ut tile ricordare e che si trat tta di forme e contrattua ali, non di numero di co ontratti. Ci un lavoratore tipo nelleditoria potrebbe p ave er avuto N c contratti a progetto, N vuol dire che in realt essioni di dir ritti di autor re, tutte nel corso del m medesimo an nno. contratti a collaborazione ed N ce

11

Si fa riferim mento alla clas ssificazione de elle tipologie la avorative com me riportate da a Rapporto ann nuale Istat, che e distingue gli i occupati in st tandard (a tem mpo pieno e co on durata non n predetermina ata), parzialmente standard d (a tempo par rziale e durata a non predeterminata) e atip pici (con lavoro o a termine). 19

Da evidenziare, sempre in riferimento allanno 2012, un sostanziale calo del volume dei contratti registrati rispetto ai 1.650 del 2011, probabilmente dovuto al prolungarsi della crisi globale, che sempre pi sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria recessione. Come verr approfondito nei capitoli successivi, la frammentariet contrattuale si lega in modo significativo alla necessit, da parte dei lavoratori delleditoria, di operare nella maggior parte dei casi (54,3%) in regime di pluricommittenza, con tutte le ripercussioni che questo pu avere sulla gestione del lavoro, sia dal punto di vista dellautonomia (cfr. capitolo 4), intesa come possibilit di scegliere tempi e modi, sia dal punto di vista della gestione logistica del proprio lavoro. A rafforzare la descrizione dellambito in cui ci stiamo muovendo, si ricorda come i lavoratori a partita IVA (14,7% del campione) siano, in un caso su tre, soggetti a clausole di esclusivit e, in tre casi su dieci, dichiarino di non disporre di una regolare lettera di incarico. Ancora pi grave, infine, la testimonianza di coloro che (22,5% del campione) dichiarano di aver dovuto accettare di lavorare in nero negli ultimi due anni di esperienza nel campo dell'editoria . Quote di lavoro nero superiori alla media si registrano per la componente maschile (un lavoratore su tre dichiara di aver lavorato in nero), e per chi ha dichiarato di lavorare contemporaneamente per pi committenti. L'utilizzo di queste forme contrattuali fornisce, gi in questa fase, elementi di riflessione sulle dinamiche a cui i lavoratori dell'editoria, ma pi in generale tutti i lavoratori precari, troppo spesso, si vedono costretti a sottostare. La frammentariet del lavoro editoriale, inoltre, trova conferma anche negli alti tassi di discontinuit lavorativa. Infatti, meno della met dei rispondenti dichiara di lavorare con continuit (48,5%), come si vedr meglio nel capitolo relativo alla condizione reddituale.
Fig.2.5Lavoratorichehannosperimentonegliultimidueanniesperienzedilavoroneronellambitodelleditoria(composizionipercentuali) 12

MF

M 0% 10% 20% M 29,8% 70,2% 30% 40% 50% F 20,0% 80,0% 60% 70% 80% MF 22,5% 77,5% Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile(EI) 90% 100%

SI NO

12

Da sottolineare un 10% di intervistati che preferisce non rispondere a questa domanda. 20

BOX 1 APPROFONDIMENTO: Cessione diritti d'autore


Tratto da NIdiL CGIL (http://www.nidil.cgil.it) Con sempre maggiore frequenza chi opera nel mondo delleditoria si sente fare proposte di collaborazione (giornali, riviste, pubblicazioni ad ampia diffusione, traduzioni ecc.) che non sempre corrispondono a veri e propri contratti di lavoro. In questambito va collocata la cessione di diritti dautore, che trova disciplina in parte nel codice civile ed in parte nella legge cosiddetta sul diritto dautore. Come avvenuto per le pi conosciute forme di collaborazione, anche per questa tipologia di lavoro si sono determinati preoccupanti fenomeni di abuso, incentivati da logiche di diminuzione del costo del lavoro e favoriti dalla poca conoscenza delle leggi a tutela del diritto dautore. In un ottica di maggiore informazione e quindi di tutela per chi utilizza questa modalit di lavoro, diventa pertanto indispensabile prima di tutto porre lattenzione sullessenza stessa del diritto dautore e, nellambito dello stesso, analizzare una delle modalit della sua utilizzazione economica rappresentata dal contratto di edizione. Che cos' il diritto d'autore Le norme sul diritto d'autore tutelano colui che abbia realizzato un'opera dell'ingegno a carattere creativo; la sua disciplina in Italia si ritrova in parte nel codice civile agli artt. 2575 c.c. che rimanda il regolamento dell'esercizio e della durata dei diritti d'autore ad una legge speciale, che fu quella del 22 aprile 1941, n. 633 (di seguito legge sul diritto d'autore o l.d.a.), successivamente pi volte modificata, anche a causa di interventi di armonizzazione del legislatore comunitario, e da ultimo dalla legge 22 maggio 2004, n. 128. Per inciso, ai fini della analisi qui proposta non indifferente che la disciplina codicistica dei diritti sulle opere dell'ingegno sia stata dal legislatore collocata proprio nel libro V del codice civile dedicato al lavoro. Gli artt. 2575 del codice civile e 1 s. l.d.a. precisano che formano oggetto di tutela le opere dell'ingegno che siano riconducibili alla letteratura (es.: opere Letterarie, drammatiche, scientifiche, didattiche e religiose), alla musica (es.: opere e composizioni musicali, con o senza parole, opere drammatico-musicali e variazioni musicali purch costituiscano un'opera originale in s), alle arti figurative (es.: opere pittoriche, incisioni o appartenenti ad arti figurative similari), al teatro, alla cinematografia, all'elettronica (es.: i programmi per elaboratore, le banche dati). Inoltre sono protette le cosiddette "elaborazioni di carattere creativo", come ad esempio le traduzioni in un'altra lingua, le trasformazioni da una forma letteraria o artistica in un'altra, gli adattamenti, le riduzioni, ecc. (art. 4 l.d.a.). Si tratta di un'elencazione esemplificativa e non tassativa visto che, indipendentemente da una esatta collocazione all'interno delle categorie elencate dalla legge, dalla forma o dal modo di espressione utilizzato dall'autore ovvero da valutazioni sul pregio o sulla utilit pratica, il requisito essenziale che deve avere un'opera dell'ingegno per essere suscettibile di tutela giuridica quello del carattere creativo (art. 2576 c.c.); in altre parole necessario che un'opera presenti un minimo di originalit oggettiva rispetto a preesistenti opere dello stesso genere (il che vuol dire che, ad esempio, anche una rielaborazione di argomenti noti o di opere preesistenti pu avere un carattere creativo quando sia personale, originale nell'esposizione). Il diritto d'autore sorge con la creazione dell'opera considerata, come sottolinea l'art. 2576 c.c., quale espressione del lavoro intellettuale. Da ci discende che il diritto d'autore indipendentemente da qualsiasi formalit amministrativa e perci si dispiega tanto sulle opere pubblicate che su quelle rimaste inedite. Conseguenza immediata di ci che titolare originario dei diritti sull'opera colui che l'ha creata, ossia l'autore o gli autori dell'opera stessa, i quali tuttavia sono legittimati a trasferire i diritti di utilizzazione economica sullopera in tutti i modi e forme consentiti dalla legge (artt. 2581 c.c. e 107 l.d.a.). Il contratto di edizione Tra i modi di utilizzazione economica di unopera particolare attenzione merita il contratto di edizione. Si tratta di un contratto tipico, che trova unespressa disciplina nella legge, bench con riferimento esclusivo alle opere dellingegno rispetto alle quali linteresse dellautore alla comunicazione al pubblico dellopera stessa e al suo sfruttamento economico, sono realizzabili mediante la stampa su supporto cartaceo. Esempio classico sono le opere dellingegno appartenenti al campo della letteratura, sfruttate prevalentemente attraverso riproduzione a mezzo della stampa. Esso infatti definito dallart. 118 l.d.a. come il contratto con il quale lautore concede ad un editore lesercizio del diritto di pubblicare per la stampa, per conto e spese delleditore stesso. In cambio leditore si obbliga a stampare, a mettere in commercio lopera e a corrispondere allautore un compenso per la cessione, che di norma costituito da una partecipazione percentuale sui ricavi delle vendite dellopera, ma che pu essere fissato anche forfait. Loggetto delledizione Loggetto tipico del contratto di edizione consiste nella pubblicazione per le stampe di unopera. Tuttavia la volont delle parti fondamentale nella determinazione dei diritti cui si estende tale contratto. Infatti, lart. 119 l.d.a. ipotizza la possibile estensione, mediante patto espresso, delloggetto delledizione a tutti i diritti di utilizzazione dellopera che spettano allautore, anche i diritti di utilizzazione derivanti da eventuali elaborazioni e trasformazioni di cui lopera suscettibile, compresi gli adattamenti alla cinematografia, alla radiodiffusione e alla registrazione su apparecchi meccanici (cd. diritti secondari). La volont delle parti dunque sar molto importante e in sede di trattative lautore potr godere, soprattutto nella determinazione del corrispettivo, di una posizione di forza. A tal proposito si ricordi che quando con ledizione si cedono anche i diritti secondari viene di norma corrisposto allautore un compenso notevolmente pi alto di quello che viene accordato per la sola cessione dei diritti di edizione. Sempre rispetto alloggetto, il contratto di edizione pu riguardare opere create ovvero opere future, ancora da creare. Fermo restando lapplicabilit dei principi in tema di contratto di cosa futura (art. 1348 c.c.), gli artt. 120 s. l.d.a. pongono norme particolari volte a determinare loggetto dei contratti di edizione 21

per opera da creare e con esso le condizioni di liceit di questo tipo particolare di contratto. Cos a pena di nullit il contratto per opera da creare non potr avere ad oggetto tutte le opere o categorie di opere che lautore possa creare senza limiti di tempo (art. 120, comma 1, n. 1 l.d.a.). Ci vuol dire che leditore non potr monopolizzare lintera, futura ed eventuale attivit artistica di un autore, ma dovr descrivere lopera futura di cui intende ottenere i diritti di utilizzazione economica affinch loggetto del contratto sia quantomeno determinabile (e dunque valido ex art. 1418 c.c.). Inoltre, lart. 120 l.d.a. al n. 2, prevede dei limiti di tempo per i contratti per opera da creare. Infatti stabilisce che, salvo per i casi in cui tra lautore e leditore intercorra un vero e proprio rapporto di lavoro, i contratti concernenti lalienazione dei diritti esclusivi di autore per opera da creare non possono avere una durata superiore ai dieci anni. In ogni caso le opere future dellautore posso costituire loggetto di clausole di opzione e prelazione, frequenti nella prassi contrattuale. Al contrario dei contratti per opere future, tali clausole vincolano lautore, ma lasciano libero leditore di ottenere la cessione dei diritti di utilizzazione dellopera, nel primo caso, ovvero di accettare o meno lofferta dellopera, nel secondo caso. Linadempimento dellautore ha effetti puramente risarcitori. Daltra parte leditore deve eseguire tali clausole secondo buona fede e non pu utilizzarle per ostacolare i rapporti tra lautore e altri editori. In ogni caso, essendo clausole che limitano la libert contrattuale ai sensi dellart. 1379 c.c. esse sono soggette a limiti di tempi ragionevoli (che evitino peraltro lelusione di quelli di cui allart. 120 l.d.a.), devono essere remunerate e comunque rispondere ad un apprezzabile interesse di una delle parti. Ancora rispetto alloggetto, il contratto di edizione pu essere "per edizione" o "a termine": il primo conferisce alleditore lesclusiva della pubblicazione per un determinato numero di edizioni con un numero minimo di esemplari per ogni edizione; il secondo, conferisce il diritto di eseguire il numero di edizioni che stima necessario e per un numero minimo di esemplari stabilito in via contrattuale (art. 122 l.d.a.). Entrambe le forme di contratto di edizione hanno la durata massima di venti anni, che il termine entro il quale leditore deve eseguire il determinato numero di edizioni ovvero quel numero che stima necessario, con un dato numero di esemplari. Obblighi e diritti delle parti Il contratto di edizione fonte di reciproche obbligazioni per le parti. Leditore deve pubblicare e mettere in commercio lopera e pagare allautore i compensi pattuiti (art. 126 l.d.a.); deve adempiere le sue obbligazioni (pubblicazione e riproduzione dellopera) nel termine stabilito nel contratto che comunque non pu eccedere i due anni (art. 127, comma 1 l.d.a.). Lautore a sua volta deve consegnare lopera nelle forme stabilite nel contratto (consegna del corpus mechanicum); garantire alleditore il pacifico godimento dei diritti ceduti per tutta la durata del contratto, nonch il diritto-dovere di correggere le bozze di stampa (art. 125 l.d.a.). Tra laltro "se lacquirente del diritto di pubblicazione o riproduzione non fa pubblicare o riprodurre lopera nel termine concordato... lautore ha diritto di domandare la risoluzione del contratto" (art. 128, comma 1, l.d.a.). Il diritto dellautore ad apportare modifiche allopera regolato nei commi 1 e 2 dellart. 129 l.d.a.; nel comma 3 regolato lobbligo dellautore ad apportare allopera i necessari aggiornamenti. Il diritto alle modificazioni permane nellautore anche dopo la cessione dei diritti patrimoniali, trattandosi di un diritto che attiene alla personalit: lautore pu apportare modifiche fino a che lopera non sia stata stampata, salvo poi sopportare le maggiori spese derivanti dalle modificazioni. Come si gi detto leditore ha lobbligo di corrispondere e lautore dellopera ha diritto di percepire un compenso dalleditore costituito o da "una partecipazione, calcolata, salvo patto contrario, in base a una percentuale sul prezzo di copertina degli esemplari venduti" (art. 130 l.d.a.), con obbligo di rendiconto per leditore, ovvero, per alcuni tipi particolari di edizioni, il compenso pu essere rappresentato da una somma forfait (art. 130 l.d.a.). Proprio nellottica del contratto di edizione a partecipazione stato prevista poi la disposizione dellart. 131 l.d.a. a tenore della quale preciso obbligo delleditore dare tempestivo avviso del prezzo di copertina allautore che ha perfino diritto ad opporsi al prezzo fissato o modificato dalleditore, se sia tale da pregiudicare gravemente i suoi interessi e la diffusione dellopera. Leditore non pu trasferire a terzi i diritti acquisiti, salvo espressa pattuizione in tal senso. Nella prassi di tale contratto, per, in uso introdurre clausole che riconoscano alleditore tale facolt accompagnata anche da quella di cedere lintero contratto. I diritti di esclusiva Ai sensi dellart. 119, comma 2 l.d.a. salvo patto contrario si presume (a differenza di quanto accada per i contratti di rappresentazione o esecuzione di opere drammaturgiche o musicali) che i diritti ceduti con il contratto di edizione siano stati trasferiti in esclusiva. Non tuttavia inusuale che lautore conceda il diritto di pubblicazione a pi editori specie quando ci funzionale a una diffusione dellopera in territori diversi, in versioni linguistiche diverse o in diversi generi di pubblicazione. Qualora, dunque, lautore intenda riservarsi queste facolt dovr curarsi, in occasione della negoziazione di un contratto di edizione, di escludere espressamente per iscritto esclusive se non intende concederne alleditore. Con lattribuzione dellesclusiva, infatti, non solo lautore non pu concedere a altri editori gli stessi diritti gi ceduti, ma altres tenuto a astenersi dal pubblicare durante il termine del contratto altre opere della stessa specie e contenuto confondibili con la precedente. Lo scioglimento del contratto di edizione Nellottica di creare uno schema contrattuale tipico la legge sul diritto dautore individua le cause tipiche di scioglimento del contratto di edizione. Tra queste figurano il decorso del termine contrattuale (e comunque quello di venti anni), la morte dellautore prima che lopera sia compiuta (salva lapplicazione dellart. 121 l.d.a.), il ritiro dellopera dal commercio, limpossibilit sopravvenuta di pubblicare, riprodurre o mettere in commercio lopera (art. 134 l.d.a.) per decisione giudiziaria o disposizione di legge. Lart. 128 l.d.a. individua perfino una causa tipica di risoluzione del contratto che si verifica nel caso di mancata pubblicazione dellopera nel termine concordato o in quello stabilito dal giudice. Al contrario, non da luogo a risoluzione il fallimento delleditore.

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La natura e inquadramento giuridico del contratto di edizione Sulla natura giuridica del contratto di edizione si a lungo dibattuto in dottrina. Si passa dallopinione di chi vi intravede un fenomeno puramente traslativo a chi invece ritiene che esso abbia natura traslativo-costitutiva, per il crearsi in capo alleditore di un nuovo e autonomo diritto di utilizzazione; altri vi intravedono uno strumento costitutivo di un mero diritto personale di godimento, al pari della locazione o dellaffitto. Dal punto di vista dellinquadramento giuridico, in dottrina e giurisprudenza si tende a qualificare il contratto di edizione come contratto a titolo onero, sinallagmatico (ossia a prestazioni corrispettive), ad esecuzione continuativa. Insomma si intravede nel contratto di edizione un contratto di scambio. Vi invece chi propende nel ritenere prevalente una funzione associativa nel contratto di edizione, atteso che lautore e leditore risultano accomunati da un unico scopo, che si risolve nella pubblicazione a scopo di dividerne i risultati economici.

Una molteplicit di tempi e di ruoli Ultimo aspetto della frammentariet del lavoro editoriale, preso in esame, rappresentato dalla molteplicit di mansioni, e relative competenze, che ognuno degli intervistati chiamato a svolgere. A questo proposito, il 69% dei lavoratori intercettati dichiara di dover svolgere almeno due mansioni allinterno del processo editoriale, mentre quasi la met pi di due. Allinterno del lavoro editoriale si intrecciano, quindi, una serie di ruoli e competenze che, se letti congiuntamente, restituiscono unimmagine di questo lavoro difficilmente riconducibile a uno schema ben definito. Si parla di lavoratori che, di volta in volta, sono chiamati a ricoprire svariate mansioni: dalla segreteria alla ricerca documentale, dalla traduzione al marketing, dalla valutazione di un manoscritto alla cura dellediting fino alla correzione di bozze. Il grafico a pagina seguente
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riporta lo schema delle relazioni esistenti tra le mansioni svolte e la

frequenza con cui esse vengono richieste, congiuntamente, ad ogni singolo lavoratore. Lanalisi relazionale delle competenze - network - ha messo in evidenza le relazioni e la frequenza con cui uno o pi ruoli vengono svolti contemporaneamente da un singolo lavoratore: come e quanto un lavoratore impegnato nel processo di produzione editoriale? Chi deve fare pi cose? Quanti possono "permettersi" di svolgere solo la loro mansione naturale? Lo schema successivo ripropone le principali fasi lavorative del processo editoriale, tracciando le mansioni che ognuno dei lavoratori dichiara di dover svolgere. Pi intensa la linea che collega i diversi ruoli svolti contemporaneamente, pi questo tipo di organizzazione del lavoro editoriale risulta essere frequente. In prima battuta, e rinviando ai capitoli successivi per un maggior approfondimento, si evidenzia, gi in questa fase, la presenza di ruoli (mansioni) molto trasversali (come, ad esempio, il redattore), verso i quali convergono molte fasi della creazione del prodotto editoriale, e altre molto pi specializzate, per esempio quelle legate allutilizzo degli strumenti informatici (gestione siti internet, sviluppo ebook, web marketing) che accentrano fasi specifiche di lavoro (v.fig. 2.6).

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LAnalisi network stata condotta con lo scopo di riprodurre le reti di competenze/mansioni (ruoli) che si incrociano e sovrappongono in ogni singolo lavoratore delleditoria intercettato dallinchiesta. Loutput grafico delle relazioni stato ottenuto attraverso lutilizzo del software AGNA (Applied Graph & Network Analysis). 23

Fig.2.6Schemarelazionaledeiruoliricopertidailavoratoridellinchiesta

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile(EI)

Sar interessante vedere, nei capitoli successivi, come elementi quali il reddito, lautonomia e la qualit del lavoro si leghino ai diversi ruoli/competenze e, congiuntamente ad altri elementi quali la dimensione contrattuale, caratteristiche della committenza e genere, individuino meglio i profili del lavoratore delleditoria. Ad aggravare lo scenario appena descritto, si aggiunge la restituzione da parte degli intervistati dell'immagine di un lavoro che, seppur scelto sulla scia di forti motivazioni personali , di fatto non d certezze, sotto tanti punti di vista, soprattutto in termini di prospettive future. L86% dei lavoratori afferma di non vedere nessuna prospettiva di sviluppo di carriera. Un intervistato su tre (33%)
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14

Forte motivazione che si esprime anche nel dichiarare come il lavoro editoriale non influisca in modo significativo sulle scelte di vita. 24

considera il lavoro nelleditoria imprevedibile e quasi la met (43%) lo considera pieno di rischi ed incognite. Il 40,5% del campione dichiara di svolgere almeno un altro lavoro, oltre a quello nelleditoria, e contemporaneamente lintero campione esprime un grado di soddisfazione molto basso (con un giudizio espresso pari a 3,5)
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riguardo alladeguatezza del reddito percepito rispetto

sia allattivit svolta che alla possibilit di condurre una vita dignitosa. Se si guarda, inoltre, allaspetto prettamente economico quello delleditoria un lavoro che nel 62% dei casi necessita di essere integrato redditualmente da altre entrate. Pi forte per le donne il supporto da parte di un altro familiare/convivente, pi accentuato, invece, per la componente maschile il reddito da secondo lavoro. Le esperienze raccolte dallinchiesta raccontano, inoltre, unattivit caratterizzata da ritmi di lavoro serrati, strettamente legati al raggiungimento di risultati, entro date prefissate e poco flessibili. In particolare si registra un indebolimento progressivo dellelemento della fatica fisica (4,26), accompagnato invece da un disagio crescente in riferimento alla sfera della resistenza nervosa (8,73) e a ritmi sempre pi pressanti (7,53), che rendono da una parte il lavoro meno monotono (4,5) ma dallaltra anche meno prevedibile/programmabile (4,91). interessante notare, infine, come il quadro lavorativo nel mondo delleditoria sia caratterizzato da ritmi di lavoro elevati e da intense e ripetute fasi apicali di lavoro che portano spesso al superamento della soglia convenzionale delle 40 ore lavorative (77,7%) . In questi casi dedicare il tempo privato ad altro, compresa la formazione personale, diventa arduo, se non impossibile. Un lavoro disperso In questo paragrafo si introduce il tema della localizzazione del lavoro editoriale, tema che pu essere analizzato attraverso l'utilizzo di diverse variabili: la sede dei committenti dei partecipanti allinchiesta, il luogo dove questi ultimi, pi o meno volontariamente, svolgono il proprio lavoro e la residenza dei lavoratori. Nel dettaglio, nei cinque mesi di rilevazione sono state raccolte sull'intero territorio nazionale 1.073 testimonianze di vita "editoriale". Lanalisi delle residenze dei lavoratori che compongono il campione osservato segnala, in modo chiaro, come l'inchiesta abbia toccato tutte le regioni italiane per un totale di 98 province . Pi significative le partecipazioni di regioni come Lombardia, EmiliaRomagna, Toscana e Lazio, con particolare concentrazione in alcune zone come quella milanese, romana, bolognese e torinese che notoriamente ospitano le principali realt editoriali italiane.
18 17
16

Si fa riferimento ad una scala di valutazione 1-10 dove il 10 esprime il grado massimo di soddisfazione. In linea con i risultati di altre ricerche condotte da Ires Emilia-Romagna che si occupavano dello studio delle condizioni di lavoro sia a livello provinciale (Ires Emilia-Romagna, 2012) che di singolo settore (Dieci e Fontani, 2012). 17 Da sottolineare come anche in assenza di periodi lavorativi di picco la quota di lavoratori che dichiarano di lavorare pi delle 40 ore convenzionali il 35,7%. 18 In questa sede si fa riferimento alla provincia di residenza dei lavoratori. Nel corso del rapporto si dar, invece, molto pi risalto alle caratteristiche legate alla committenza.
16

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25

Si rimanda, invece, ad approfondimenti successivi dell'inchiesta (cfr. capitolo 4) per lanalisi della tipologia (azienda o abitazione/studio personale) di luogo dal quale viene svolta lattivit lavorativa degli intervistati. La distribuzione delle sedi dei committenti (mappa 2.1), che restituisce l'informazione sulla localizzazione delle imprese che offrono lavoro editoriale, si concentra, invece, soprattutto nelle aree metropolitane di pi spiccata tradizione editoriale, con un netto predominio della provincia milanese (46,6%), seguita da Roma (15%), Bologna (7,5%) e Torino (4,5). Se si passa, poi, ad osservare la localizzazione dei luoghi dai quali si svolge il lavoro (presso lazienda/committente, presso uno studio o unabitazione privata) si pu notare una mappatura pi dispersa e diversificata (mappa 2.2), con un numero pi alto di province coinvolte e percentuali pi basse in corrispondenza con le aree metropolitane pi grosse.

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Mappa2.1Geolocalizzazionedeicommittentideipartecipantiall'inchiesta(datiassoluti)

CLASSIFICAPRIME10PROVINCEDELLACOMMITTENZA Milano Roma Bologna Torino Firenze Bari Napoli Altreprovince Totale

46,6 15,0 7,5 4,5 3,4 1,9 1,4 21,0 100,0 Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile(EI)

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Mappa2.2Geolocalizzazionedeiluoghidilavorodeipartecipantiall'inchiesta(datiassoluti)

CLASSIFICAPRIME10PROVINCEDALLEQUALISVOLTOILLAVORO Milano Roma Bologna Torino Firenze MonzaedellaBrianza Novara Altreprovince Totale Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile(EI) 37,9 14,5 7,9 3,8 2,9 1,9 1,4 31,1 100,0

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3 - Il riconoscimento socioeconomico del lavoro editoriale

In questo capitolo si prenderanno in esame alcune dimensioni del concetto di riconoscimento (Honneth, 2010) , ritenute centrali nello studio della qualit del lavoro e della qualit della vita dei lavoratori (Gallino, 1983; La Rosa, 1983; Gosetti, 2011), quali la retribuzione percepita dai lavoratori delleditoria intervistati; le valutazioni e le aspettative dei partecipanti allinchiesta riguardo ladeguatezza della retribuzione al lavoro svolto; il modo in cui il lavoro influisce sulle scelte di vita individuali e familiari, ecc. Si tratta, come evidente, di variabili oggettive e soggettive che attengono alle condizioni di lavoro cos come al rapporto tra lattivit lavorativa e le altre sfere di vita; dimensioni che riguardano, quindi, la soggettivit e lidentit sociale dei lavoratori, gi oggetto privilegiato di indagine da parte del nostro Istituto (Ires Emilia-Romagna, 2012); dimensioni che compongono quello che abbiamo definito, in altra sede, riconoscimento socioeconomico del lavoro (De Angelis, Rinaldini, 2013), a partire da una prospettiva multidimensionale della qualit del lavoro che vede, per lappunto, intrecciarsi, tra loro, elementi di natura materiale e simbolica, sociale ed economica, strutturale e soggettiva, che riguardano linterno e lesterno del luogo di lavoro. Non solo reddito A questo proposito, il nostro questionario prevedeva quesiti volti a quantificare, in primo luogo, la remunerazione economica del lavoro in senso stretto, cos come la presenza di eventuali altre fonti di reddito sulle quali i lavoratori delleditoria intervistati possono fare affidamento per integrare il reddito familiare. Ma non solo. In effetti, come premesso, ci interessava cogliere anche altri aspetti legati alla qualit del lavoro e della vita delle persone che lavorano come, ad esempio, ladeguatezza o meno del reddito percepito rispetto allattivit svolta e alla possibilit di condurre una vita ritenuta dignitosa. Cos come ritenevamo importante comprendere il modo in cui il lavoro ha influito sulla possibilit degli intervistati di progettare una vita autonoma e una carriera lavorativa coerente, stabile e soddisfacente. In primo luogo, dai dati del questionario emerge (v.tab. 3.1) come i lavoratori delleditoria intervistati percepiscano, complessivamente, livelli retributivi piuttosto bassi, a conferma di una grande questione salariale di certo ancora irrisolta nel nostro Paese. Difatti, ben il 55,7% del campione dichiara di percepire una retribuzione lorda annuale inferiore ai 15mila euro, con un significativo 14,3% del totale che guadagna meno di 5mila euro nel corso dellanno. Il 17% afferma di poter contare su un reddito lordo annuale compreso tra 15mila e 20mila euro, mentre circa un quinto del campione si colloca nella fascia di reddito 20-30mila euro. Quasi otto intervistati su cento, invece, percepiscono una retribuzione superiore ai 30mila euro annui.
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Nel capitolo precedente ci si soffermati sullanalisi della condizione contrattuale, mentre in quelli successivi ci si concentrer su altre dimensioni del riconoscimento quali le condizioni materiali di lavoro, lautonomia e partecipazione su tempi e metodi, ecc. 29

19

Linchiesta EditoriaInvisibile ha evidenziato e purtroppo convalida forti differenziali retributivi tra le donne e gli uomini intervistati. In effetti, quasi sei femmine su dieci (il 58,7%) percepiscono una retribuzione lorda annuale inferiore ai 15mila euro a fronte del 46,3% dei maschi nella medesima condizione (vi sono, dunque, pi di dodici punti percentuali di differenza, a svantaggio della componente femminile). E, a fronte dellaumento del reddito dichiarato, si registra una diminuzione percentuale della presenza delle lavoratrici delleditoria in tali fasce di reddito rispetto, invece, allincremento di uomini registrato nei redditi pi elevati.
Tab.3.1Fascediredditodiappartenenzadegliintervistatipergenere(datiassoluti,composizionipercentualidirigaedicolonna) GENERE REDDITOLORDO Maschio Femmina Totale ANNUO N %colonna %riga N N %colonna %riga N Menodi5.000 22 11,7% 20,8% 84 15,1% 79,2% 106 14,3% Da5.001a10.000 34 18,1% 22,8% 115 20,7% 77,2% 149 20,1% Da10.001a15.000 31 16,5% 19,6% 127 22,9% 80,4% 158 21,3% Da15.001a20.000 36 19,1% 28,3% 91 16,4% 71,7% 127 17,1% Da20.001a30.000 40 21,3% 27,8% 104 18,7% 72,2% 144 19,4% Da30.001a40.000 15 8,0% 38,5% 24 4,3% 61,5% 39 5,2% Pidi40.000 10 5,3% 50,0% 10 1,8% 50,0% 20 2,7% Casimancanti 92 0,0% 27,9% 238 0,0% 72,1% 330 0,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1.073 100,0% Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

%colonna 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Anche let si conferma essere una variabile determinante, oltre al genere, in grado di spiegare le diverse condizioni retributive dei lavoratori del campione. La rilevazione mostra infatti la concentrazione dei lavoratori pi giovani under35 nelle fasce di reddito pi basse (v.fig. 3.1); circa il 62% di questi, infatti, percepisce redditi inferiori ai 15mila euro contro poco pi del 48% degli over35 nella medesima condizione . Nel contempo, la lettura del campione in base alla committenza (v.fig. 3.2), evidenzia come siano i lavoratori che operano in regime di monocommittenza a ricevere una retribuzione pi alta rispetto ai soggetti che svolgono la loro attivit contemporaneamente con pi committenti. Infatti, pi dei tre quinti di questi ultimi (61%) dichiara di percepire un reddito lordo annuale inferiore ai 15mila euro, rispetto a neanche la met (47,8%) dei lavoratori monocommittenti .
Fig.3.2Fascediredditodiappartenenzadegliintervistatiperetetipodicommittenza(composizionipercentuali) under35 over35 Monocomittenti Pluricommittenti Menodi5.000 16,1 12,3 10,0 17,6 Da5.001a10.000 24,1 15,7 18,1 21,6 Da10.001a15.000 22,3 20,2 19,7 21,8 Da15.001a20.000 17,1 17,1 18,1 16,5 Da20.001a30.000 16,1 23,0 26,1 14,8 Da30.001a40.000 3,4 7,3 5,7 5,3 Pidi40.000 1,0 4,5 2,3 2,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)
21 20

I 35enni sono compresi nella classe over35. Per una disamina pi approfondita della condizione reddituale del campione rispetto alle variabili gi prese in esame (genere, et, tipo di committenza), arricchita da ulteriori elementi di analisi, si rinvia al prossimo paragrafo.
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20

30

Fig.3.1SchemaRadardellefascediredditodiappartenenzadegli intervistati,perredditoedet(composizionipercentuali)
Under35 over35

Fig.3.2 SchemaRadardellefascediredditodiappartenenzadegli intervistati,perredditoetipodicommittenza(composizionipercentuali)


Pluricommittenti Monocomittenti

<5.000 30 >40.000 20 10 0 30.001 40.000 10.00115.000 30.001 40.000 5.00110.000 >40.000

<5.000 30 20 10 0 10.00115.000 5.00110.000

20.001 30.000

15.00120.000

20.001 30.000

15.00120.000

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile (EI)

Non a caso, sono proprio i lavoratori che operano in situazione di pluricommittenza a dichiarare di poter e/o dovere contare su ulteriori componenti di reddito, oltre a quella da lavoro, per la formazione del reddito familiare disponibile. Si tratta, in particolare, di redditi da lavoro di un altro familiare o convivente, oppure provenienti da un altro impiego svolto per al di fuori dellambito editoriale. Al contrario, tra coloro che contano esclusivamente su redditi derivanti dal lavoro in campo editoriale in prevalenza giovani intervistati under39, senza significative differenze di genere troviamo il 64,2% dei soggetti che lavorano per un unico committente e appena il 35,8% dei pluricommittenti. Vediamo ora quanto emerge dalla lettura dei dati in relazione ad alcune domande del questionario volte ad indagare la percezione e la valutazione dei soggetti intervistati, circa alcuni aspetti del riconoscimento socioeconomico del proprio lavoro, che possono fornire utili elementi di conoscenza al fine di meglio comprendere la soggettivit e lidentit sociale dei 1.073 lavoratori delleditoria intervistati. Se, ad esempio, prendiamo in considerazione la domanda del questionario relativa alladeguatezza o meno del reddito (o dei redditi) percepito/i dagli intervistati riguardo allattivit (o le attivit) svolta/e, il quadro che emerge dallanalisi del campione evidenzia forti criticit in merito. Mediamente, infatti, il campione ha attribuito un punteggio molto basso
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a tale aspetto (pari a

3,57). Il giudizio peggiore viene espresso dalla componente femminile potremmo dire coerentemente con quanto emerso in precedenza riguardo al gender pay gap , dai lavoratori in et adulta e matura e, non a caso, da coloro che lavorano in regime di pluricommittenza (i quali, va ribadito, percepiscono livelli retributivi pi bassi rispetto ai monocommittenti). Rispetto allet, va segnalato come i soggetti pi giovani, under35, dichiarino un punteggio circa il livello di soddisfazione (reddito percepito/attivit svolta) mediamente pi alto della media generale, anche se complessivamente sempre basso e, comunque, insufficiente (non superiore a 5).
22 Si fa riferimento ad una scala di valori 1-10, dove 1 indica il livello di massima insoddisfazione e 10 il grado di massima soddisfazione.

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Una retribu uzione che, poi, non viene ritenut ta nemmeno o tanto app propriata a progettare e realizzare e una vita dignitosa. A questo proposito, infatti, i i lav voratori del campione e hanno ass segnato un n uello relativ vo allattivit svolta. Son no, ancora una u volta, le e punteggio ancora pi basso (pari a 3,47) di qu donne a mostrare m la maggiore m in nsoddisfazio one rispetto o ad un redd dito che non appare co onfacente a condurre una u vita dig gnitosa, cos s come i la avoratori ov ver35, e coloro che operano in sit tuazione di i pluricomm mittenza.
Fig.3.3Inche c misurapensi icheilredditoch hepercepiscisia: : (punteggimedisu s scaladivaluta azione110) M 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 F MF

4,09

3,39

3,57

4 4,17 3,23 3,47

Adeguatoallaattivitsvolta Adegu uatopercondurre eunavita dignitosa Fonte:Elabora azioneIresEmiliaRomagnasudat tiinchiesta Editor riaInvisibile(EI)

noltre, altri aspetti sig gnificativi che il questionario prevedeva di i indagare anche qui, , Vi sono, in chiedendo agli intervi istati di esp primere una a valutazion ne in merito o relativi allapprezza amento del l proprio lav voro nella societ s civile, al ricono oscimento dei meriti e delle competenze, allutilit del l percorso di d studi per il lavoro che svolgi e alla corrispo ondenza tra a le proprie capacit e le richieste e imposte da al tuo lavor ro. Diciamo o subito che e proprio questultim mo elemento o a far registrare, tra i quattro pre esi in esame e, il puntegg gio medio in n assoluto pi alto, pari a 7,68 (sem mpre in una scala 1-10), , a dimostra azione di come i lavorat tori delleditoria interv vistati si per rcepiscano in buona misura dotati i di capacit o, meglio, capacit /abilit, cap pabilities (S Sen, 1986) conformi a quanto previsto p dal l lavoro che si deve svo olgere. Anche il giudizio espresso o dal campio one circa lu utilit (intesa in senso o generale) del percors so di studi compiuto o, rispetto allattivit svolta attualmente, mostra un n a alto (6,88). . punteggio abbastanza rio, i bassi punteggi relativi alla a percezion ne del rico onoscimento o dei propri meriti e Al contrar competenz ze (pari a 4,6 65) e, ancor ra di pi, la valutazione v e riguardo lapprezzame ento del pro oprio lavoro o nella socie et civile (pari a 4,49), segnalano forti criticit da parte e degli inte ervistati in relazione a queste due e dimension ni rilevanti del d riconoscimento sim mbolico e immateriale d del lavoro, e al modo in n cui lattivit t lavorativa a viene perc cepita allint terno (appre ezzamento competenze c e e meriti) e allesterno o del luogo di d lavoro (ap pprezzament to nella societ).

32

Fig.3.4Inche emisurapensich he:(punteggimedisuscaladivalu utazione110) 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

6, ,88 4,49 4,65

7,68

Iltuolavorosia apprezzatonella Ituoimeritieletue Iltuoperc corsodi competenze societcivile studisiasta atoutile vengano perillavo oroche riconosciuti svolg gi

etuecapacit Le corr rispondanoalle rich hiesteimposte daltuolavoro

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta Editor riaInvisibile (EI)

Sono le donne, a prop posito di que esti due ult timi aspetti, , a fornire un u giudizio p pi negativo o rispetto a o dai masch hi del camp pione, e lo st tesso si reg gistra per i soggetti s collocati nelle fasce det quello dato centrali e mature m (40-5 59 anni), e per p i lavoratori che oper rano in regim me di pluric committenza. Ai soggetti del campio one stata posta, p inoltr re, unulterio ore domand da volta a co omprendere e i canali avoratori delleditoria d intervistat ti hanno acquisito a le e formali e informali attraverso cui i la ze che utilizzano in amb bito lavorativo. competenz Rilevante, a questo riguardo, ch he il punteg ggio pi alt to (pari a 8,37, 8 in una a scala 1-10 0) sia stato o ormazione, interessi personali, p st tudio indiv viduale, seguito dalle e attribuito a percorsi di autofo e profession nali (7,78), dal titolo di d studio (6 6,88) e dalle esperienze e di vita (6, ,53), con un n esperienze giudizio ne ettamente pi p elevato su tutti gli aspetti espresso dalla comp ponente fem mminile del l campione. Tra le risp poste possib bili, al fine della formazione dellinsieme de elle capabilities su cui poter fare e affidament to a livello o profession nale, assai meno sign nificativi ris sultano ess sere aspetti, in verit piuttosto importanti per il tipo di d lavoro sv volto dagli intervistati, come la co ondivisione allinterno o della comu unit profess sionale e nellambito o di comunit t informali . le irrisolta Una questione salarial po quello di i approfond dire meglio il tema de ella remunerazione del l Questo paragrafo ha come scop lleditoria e cercare di individuare i le direttrici che determ minano la va ariazione di i lavoro nellambito del riabile. In uno scenario o generale dove, d come e gi visto in precedenza, si regist trano livelli i questa var retributivi medio bass si , diventa a opportuno o leggere il l dato relat tivo al reddito in relazione ad un n he interagis scono e conc corrono in varia v misura a nel delinea are linee int terpretative e complesso di fattori ch che riporte eremo di seg guito.
23

23

Si ricorda a tal proposi ito che nell'ot ttica di agevo olare la rispost ta da parte di d tutti i rispo ondenti, dipen ndenti o liberi i professionisti, si scelto di chiedere il mo onte retributiv vo lordo. 33

Si cercher di scendere nel dettaglio tentando di delineare e quantificare nel modo pi preciso possibile le dinamiche che concorrono a determinare i livelli salariali degli intervistati. Oltre alle variabili gi introdotte in precedenza (genere, livello di istruzione, et), la disamina si arricchir di elementi di analisi come la continuit lavorativa e, parallelamente, approfondir la relazione tra reddito, tipo di committenza, ruoli ed ambiti ricoperti nel processo di produzione editoriale. Prima di scendere nel dettaglio ricordiamo come per ruolo si intenda la mansione svolta nel processo di realizzazione del prodotto editoriale: dal grafico alladdetto marketing, dal traduttore al curatore di bozze, dal gestore di siti internet al ricercatore iconografico. Si indicher con ambito editoriale la tipologia di prodotto editoriale a cui lavorano i rispondenti all'inchiesta: anche in questo caso si parla di ambiti anche molto diversi tra loro che svariano dalla narrativa alla fumettistica, dalla poesia alla saggistica universitaria, dalleditoria digitale ai prodotti letterari per bambini e ragazzi. Il tema della continuit lavorativa verr, infine, quantificato attraverso la durata dei periodi di inattivit dichiarata dagli intervistati nellarco di un anno. Continuit lavorativa che, come noto, strettamente legata alla continuit di reddito e condiziona in modo significativo la capacit dei lavoratori intervistati di vivere di solo lavoro editoriale (cfr. capitolo 6). Gi da un primo sguardo la distribuzione dei redditi (annuali lordi), dichiarati dai partecipanti all'inchiesta, evidenzia il legame stretto che intercorre tra possibilit di lavorare in modo continuativo e il posizionamento reddituale. Le quote di intervistati che dichiarano di aver lavorato con continuit aumentano, in modo proporzionale, al crescere dei livelli salariali; per contro, proprio chi dichiara di aver guadagnato meno di 15.000 euro a far registrare i periodi di inattivit pi lunghi; in un caso su tre chi guadagna meno di 5.000 euro riuscito a lavorare per un periodo inferiore agli otto mesi nellultimo anno. Il campione indagato ha evidenziato, inoltre, una serie di relazioni significative tra livello reddituale, numero di committenze e numero di ruoli ricoperti nel processo editoriale. La disamina proposta ha messo in evidenza nello specifico come i redditi pi elevati si accompagnino alla monocommittenza, sempre in media, a chi dispone di ruoli pi definiti; retribuzioni pi basse, per contro, si registrano per quei lavoratori che intervengono in modo pi trasversale nel processo editoriale (ricoprendo pi ruoli) e che lavorano per pi committenti. Il 52,2% dei monocommittenti (v.fig. 3.5) si colloca sopra la soglia dei 15mila euro con un particolare addensamento nella fascia di reddito 20-30mila euro (che pesa il 26,1%), mentre per chi lavora per pi committenti questa quota scende al 38,9% (e scende al 14,8% la quota di chi guadagna tra 20 e 30mila euro). Il lavorare per un solo committente (v.tab. 3.3) si accompagna, inoltre, pi frequentemente a ruoli ed ambiti maggiormente definiti. Il 57,7% di coloro che lavorano per un solo committente ricopre uno al massimo due ruoli (la quota scende al 43,4% per chi opera in regime di

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pluricommittenza). In riferimento ai monocommittenti, il 76,3% dei rispondenti dichiara di lavorare in uno o al massimo due ambiti. Maggiore anche la quota di intervistati (v.fig. 3.6) che, intervenendo nel processo editoriale con una mansione specifica, riesce a guadagnare pi dei colleghi impegnati, al contrario, su un numero maggiore di ruoli. Seppur esistente, la relazione tra numero di ruoli e remunerazione risultata comunque debole, e quindi capace di spiegare solo in parte la variabile reddito. I livelli di reddito cambiano di pochi punti percentuali (rispettivamente 46% e 44%) al variare del numero di ruoli, con livelli di correlazione non significativi tra le due variabili. La capacit di ricoprire pi ruoli sembra, invece, essere pi funzionale/necessaria nellintercettare un ventaglio di committenze pi ampio.
Tab.3.3Lavoratoridelsettoreeditoriapernumerodicommittentienumerodiruolieambitieditorialiricoperti(datiassoluti,composizioni percentualidirigaecolonna) NUMERODICOMMITTENTI RUOLIEAMBITI Monocomittenti Pluricommittenti N %riga %colonna N %riga %colonna 1ambito 184 68,4% 48,9% 85 31,6% 19,0% 2ambiti 103 40,7% 27,4% 150 59,3% 33,6% Numerodiambiti editoriali 3opiambiti 89 29,6% 23,7% 212 70,4% 47,4% Totale 376 45,7% 100,0% 447 54,3% 100,0% 1soloruolo 136 55,7% 36,2% 108 44,3% 24,2% Numerodiruoli 2ruoli 81 48,5% 21,5% 86 51,5% 19,2% editorialisucui Pidi2ruoli 159 38,6% 42,3% 253 61,4% 56,6% siimpegnati Totale 376 45,7% 100,0% 447 54,3% 100,0% Fonte:ElaborazioniIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile (EI) Fig.3.5Lavoratoridelsettoreeditoria perredditoenumerodicommittenze(composizionipercentuali) Finoadi15.000 Pidi15.000 Fig.3.6 Lavoratoridelsettoreeditoria perredditoenumerodiruoli(composizionipercentuali)

Finoadi15.000

Pidi15.000

3ruoli Pluricommittenti 61 39

56

44

2ruoli

56

44

Momocommittenti

48

52 1ruolo 54 46

20

40

60

80

100

20

40

60

80

100

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

Si conferma, infine, il processo che porta ad aumentare le reti di committenza con il progressivo aumento dell'et anagrafica; la quota di chi dichiara di lavorare per pi committenti tocca quota 66% proprio nella coorte di et maggiore (v.fig. 3.8). Avanzamento anagrafico che risulta essere direttamente proporzionale al miglioramento della condizione reddituale. La quota di lavoratori che guadagna meno di 15mila euro diminuisce

35

progressiva amente alla aumentare dellet pas ssando da 62,4% 6 per gli under35 fi ino a scende ere a 46,9% % per gli over r40.
F Fig.3.7 Lavorato oridelsettoreed ditoria per rredditoedet(c composizioniper rcentuali) Finoadi15. .000 Pidi15.000

Fig.3 3.8 Lavoratoride elsettoreeditori ia pernumerodicommittenzeede et(composizionipercentuali) Mon nocommittenti pluricommittenti

40+

47

53

40+

34

66

3539

50

50

3539

51

9 49

under35

62

38

under35

50

50

20

40

60

80

0 100

20

40

60

80

100

Fonte:Elabora azioneIresEmilia aRomagnasudat tiinchiesta EditoriaInvisibile (EI)

a condizione e reddituale e relativame ente buona dei lavorat tori della fas scia 35-39 anni, a infine, , Riguardo la va ricordat to come tale risultato sia significa ativamente influenzato o dalla sovr ra-rappresentazione in n questa coo orte di et dei d giovani lavoratori uomini ; la avoratori uo omini che c come gi ac ccennato in n precedenza a continuan no, seppur in un settore dove le retribuzioni sono mediament te basse, a guadagnar re pi delle colleghe c don nne (v.fig.3. .9).
Fig g.3.9 Lavorator ridelsettoreedit toriaperreddito egenere (compo osizionipercentua ali) 25% % 20% % 15% % 10% % 5% % 0% % Menodi5.00 00 M F M MF 11,7% 15,1% 14,3% 1a Da5.001 10.000 18,1% 20,7% 20,1% Da10.00 01a 15.000 0 16,5% % 22,9% % 21,3% % Da15.0 001a 20.00 00 19,1 1% 16,4 4% 17,1 1% Da20.0 001 a 30.0 000 21, ,3% 18, ,7% 19, ,4% Da30.001 a 40.000 8 8,0% 4 4,3% 5,2%
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Pidi40.000 5,3% 1,8% 2,7%

Fonte:Elabora azioneIresEmilia aRomagnasudat tiinchiesta EditoriaInvisibile (EI)

a componen nte femminile pesi di pi nelle fasce e di reddito pi basse e Nello specifico evidente come la la maschile invece su quelle pi alt te (pi di 15mila euro). come quell Altro eleme ento da sott tolineare limpatto l ch he la mansio one svolta ha sulla varia abile reddito o. Tra i ruoli i pi remune erati emerg gono quelli di d coordinam mento come e il direttore e editoriale, il redattore e o direttore e di collana, e i ruoli ben definiti co ome il grafic co, gli sviluppatori ebo ook. Si tratta a di ruoli (co ompetenze) )
24

Questo ris sultato particolarmente rilevante se si ricorda che la l component te maschile, che costituisce e solo 1/3 del l campione pes sa di pi propr rio nella coorte e d'et pi num merosa. 36

che, come si vedr in seguito, proprio sulla scia di una probabile maggiore forza negoziale data da competenze pi "esclusive", ottengono un vantaggio oltre che reddituale, anche contrattuale, facendo registrare percentuali pi basse di precariet rispetto alla media di questo settore.
Fig.3.10Lavoratoridelsettoreeditoriaperredditoeruolosvolto(composizionipercentuali) soprai15milaeuro Direttoreeditoriale Grafico Ricercatoreiconografico Redattore Direttoredicollana Editor/revisore Impaginatore/prestampa Sviluppoebook Curatoreediting Ufficiomarketing Redattorewebecontenutimultimediali Webmarketing Scout Ufficiodiritti Autore Traduttore Assistentealladirezione Segreteriadiredazione Correttoredibozze Gestoresitiinternet Valutazionemanoscritti Illustratore Junioreditor Ricercatoredocumentale Ufficiostampa Commerciale 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 finoa15milaeuro

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile(EI)

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APPROFONDIMENTO Misurare le dinamiche di un settore complesso: l'analisi delle correlazioni A conclusione di questo paragrafo riportiamo, in modo pi schematico, le relazioni di significativit tra le variabili fin qui utilizzate nella nostra proposta interpretativa. Lanalisi delle correlazioni segnala, come gi accennato in precedenza, lesistenza di un rapporto di inversa proporzionalit tra reddito e genere/et. Se da un lato, quindi, si rafforza l'idea che col progredire dellet aumenti la possibilit di stabilizzazione contrattuale e miglioramento della condizione reddituale di un lavoratore, dallaltro si conferma linversa proporzionalit tra genere e reddito (-0,116). In linea con il generale andamento del mercato del lavoro, la componente femminile continua a concentrarsi su livelli retributivi inferiori rispetto a quella maschile. La diretta proporzionalit tra crescita anagrafica e crescita reddituale (0,195 di significativit), seppur esistente, non produce un aumento del monte reddito in quanto contrastato in modo molto pi significativo dell'effetto discontinuit del lavoro editoriale (-0,448), soprattutto nelle coorti di et superiori. La continuit lavorativa appare, inoltre, significativamente connessa al numero di ruoli ricoperti; ruoli che, se ben definiti, continuano a fornire lacceso ad un ventaglio di ambiti editoriali pi ampio (-0,481). Va ricordato per che tale accesso, come spiegato in precedenza, si riduce quando si lavora per un solo committente. Anche questanalisi, infatti, conferma la relazione esistente tra il numero di committenti per cui si lavora e il livello di definizione della mansione svolta (0,131) e dellambito editoriale toccato (0,349). Let anagrafica risulta, infine, direttamente proporzionale al numero di committenti (0,183) e, aspetto questo che verr adeguatamente approfondito nel rapporto, allaver lavorato solo nel campo delleditoria (0,186). A questultima variabile si lega in modo direttamente proporzionale il livello di discontinuit lavorativo in ambito editoriale (0,082). Ne consegue la naturale diminuzione del peso che il lavoro editoriale va a ricoprire sul reddito totale dei lavoratori indagati (-0,151).
Analisidellecorrelazionidelleprincipalivariabilioggettodistudio Ndiruolieditoriali Ndicommittenti Redditolordoda lavoroannuo Nativit nelleditoria Ndiambiti editoriali Genere

Periodidiinattivit nellarcodiunanno

Et 1 0,002 0,186** 0,183** 0,014 0,014 0,195** Genere 1 0,054 0,004 0,032 0,033 0,116** Nativitnelleditoria 1 0,025 0,027 0,020 0,059 Ndicommittenti 1 0,349** 0,131** 0,065 Ndiambitieditoriali 1 0,481** 0,041 Ndiruolieditoriali 1 0,037 Redditolordodalavoroannuo 1 Periodidiinattivitnellarcodiunanno Pesodeiredditidaeditoriasulredditolordo(%) **.Correlationissignificantatthe0.01level(2tailed). *.Correlationissignificantatthe0.05level(2tailed). Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

0,033 0,047 0,082* 0,074 0,033 0,114** 0,448** 1

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Pesodeiredditida editoriasulreddito lordo(%) 0,043 0,016 0,155** 0,151** 0,026 0,097* 0,268** 0,413** 1

Et

Sopravviveredi editoria Si delineano a questo punto due profili. Da una parte i lavoratori che, prevalentemente, lavorano per un solo committente e che riescono a lavorare con pi continuit. Il 63% di chi opera in monocommittenza dichiara di essere riuscito a lavorare con continuit; continuit lavorativa che, come diretta conseguenza, fa registrare monti reddito annuali pi elevati (pi di 15mila euro). La monocommittenza si accompagna a ruoli pi definiti, sia dal punto di vista della mansione (ruolo) che dal punto di vista dellambito editoriale. Il 70% di chi lavora per un solo committente dichiara, inoltre, di lavorare solo nellambito editoriale. Dallaltro lato, un tipo di lavoratori dell'editoria pi spot che lavora meno mesi nell'arco dell'anno e che opera tendenzialmente per pi committenti, svariando su pi ruoli e toccando pi ambiti. Quasi la met (47%) dei pluricommittenti (nella stragrande maggioranza over40) dichiara di affiancare ormai un altro lavoro a quello editoriale. Si conferma, quindi, un quadro del lavoro editoriale che, come gi accennato, anche se sorretto da forti motivazioni personali, non in grado di dare certezze, sotto tanti punti di vista, anche dal punto di vista reddituale e, dunque, anche in termini di aspettative future. In un contesto generale gi caratterizzato da retribuzioni mediamente basse, meno della met dei partecipanti all'inchiesta dichiara infatti di lavorare in modo continuativo. Se la forte spinta motivazionale che caratterizza soprattutto la fase giovanile capace di sopperire ai ritmi e ai carichi di lavoro esasperati , con l'avanzare dell'et si tende, sempre in media, ad accompagnare a quello editoriale un altro lavoro, producendo un progressivo allontanamento da questo mondo lavorativo ed un calo progressivo del peso del reddito da editoria sul totale delle entrate economiche. L'esperienza maturata e l'anzianit consentono, nel tempo, di poter allargare il bacino di committenze e di sfruttare le molteplici competenze acquisite per spaziare, anche a livello di ambiti editoriali, offrendo un profilo professionale capace di intervenire su pi fasi (pi ruoli). Tutti gli indicatori analizzati, come si vedr meglio anche nel proseguo del rapporto, segnalano i 40 anni come una sorta di "punto di non ritorno" dove le forti motivazioni giovanili si scontrano con la necessit di poter fare del lavoro editoriale il lavoro principale che permetta di vivere in modo dignitoso, sotto tanti punti di vista, compreso quello reddituale.
25

Si ricorda come le esperienze raccontate dallinchiesta descrivono un lavoro caratterizzato da ritmi di lavoro serrati, accompagnati dalla presenza di intensi picchi lavorativi che conducono spesso al superamento della soglia convenzionale delle 40 ore lavorative. 39

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Fig.3.11Schemaprofililavoratoriintercettatidall'inchiesta

PROFILO A

PROFILO B

Picontinuit lavorativa

Menocontinuit lavorativa

1solo committente

Pi committenti

Redditi pialti Ruoli pidefiniti

Redditi pibassi Ricoprono piruoli

Ambitoeditoriale pidefinito

Lavorano inpiambiti

Menofrequente nellecoortidiet elevate Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile (EI)

Pifrequente nellecoortidiet elevate

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4 - Lorga anizzazione e il car rico di lav voro

o che interc corre, in termini generali, tra tem mpo e lavoro o pu assumere e rico onoscersi in n Il rapporto molteplici forme e rela azioni. Rima anendo ad un u livello sp peculativo pi p ampio, il l tempo, in relazione al l essere de eclinato attraverso due e principali categorie danalisi: d il tempo com me unit di i lavoro, pu misura dellorganizzaz zione del lavoro, e il te empo come termometr ro dellevolu uzione diacr ronica delle e vorative, e del d rapporto o tra queste e i lavorato ori. pratiche lav Misurare attraverso a lanalisi dei tempi t la qu ualit dellorganizzazione del lavoro consente e, infatti, di i metterne in rilievo il grado g di int tensit, le prassi p di scansione delle azioni lav vorative e la a riflessione e gli elementi i che determinano tali modalit. Non solo. Come anti icipato, svil luppare nel l attorno ag tempo le modificazio oni interven nute nelle pratiche p lav vorative, ne el grado di autonomia a rispetto a e e nella differente pe ercezione di tali elemen nti da parte e dei lavora atori e delle e queste stesse pratiche d valutarne e limpatto e il ruolo av vuto lungo la storia co ontemporan nea recente, , lavoratrici, consente di densa di po otenti e radi icali trasform mazioni politiche, socia ali ed economiche. I tempi di la avoro e il lav voro nel tem mpo o questo du uplice punto di vista, le l prime qu uestioni da approfondire sono in riferimento o Assumendo allanzianit t anagrafic ca e allanzia anit lavorativa nel sett tore delledi itoria del campione indagato. I lavoratori i e le lavorat trici che dich hiarano di occuparsi o di editoria fin dal primo ingresso nel l mondo del l lavoro, che e potremmo o definire nativi delleditoria, sembrano co oncentrarsi nelle coort ti det pi giovani, dim minuendo progressivam p mente allau umentare de ellet (v.fig g. 4.1).

Fig.4.1Tioccu upidieditoriada aquandoseientr ratonelmondodel d lavoro?,distribuzioneperclas ssiquinquennalidiet(composizionipercentuali) 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 1 1519 5% Mioc ccupodieditoriadaquandosono oentratonelmon ndodellavoro Hoco ominciatoalavor rarenell'editoriainseguito Total le Fonte:Elabora azioneIresEmilia aRomagnasudat tiinchiestaEditoriaInvisibile(EI) 2024 2529 3034 3539 3 4044 4549 5054 5559 5 6064 65eoltre

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La percentuale di chi, invece, ha dichiarato di aver cominciato a lavorare nel settore editoriale solo in un secondo momento, raggiunge lapice in corrispondenza della classe aggregata 30-39 anni, per poi ripiegare lentamente lungo le classi pi anziane. Il grafico restituisce la fotografia di un mondo del lavoro, quello editoriale, allinterno del quale, paradossalmente, chi se ne occupa da quando ha iniziato a lavorare risulta resistere meno alla prova del tempo. Continua a delinearsi il ruolo determinante della soglia dei 40 anni, oltre la quale, in questo caso, appare sempre pi difficile restare "attivi" lavorativamente in campo editoriale, sia nel caso in cui si abbia lavorato in questo settore da sempre, sia che ci si affacci alleditoria venendo da biografie lavorative differenti. A questo proposito significativo sottolineare come solamente il 30% dei nativi delleditoria affermi di svolgere uno o pi lavori al di fuori di questo universo lavorativo (parallelamente, a conferma di quanto detto, maggiore la continuit lavorativa in ambito editoriale per questa tipologia di lavoratori); la percentuale cresce significativamente (salendo a 48,2 punti percentuali) se si passa ad osservare la categoria composta da coloro che hanno cominciato in seguito ad occuparsi di editoria. Questi ultimi lavoratori, proprio in relazione a quanto detto poco sopra, risultano godere di maggiore longevit in editoria, se vero che il 96,8% dichiara di occuparsi di editoria almeno da tre anni e che il 51,7% di questi svolge lattivit addirittura da pi di dieci anni. Discorso opposto per i nativi delleditoria, dove i due terzi degli intervistati si collocano al di sotto della soglia dei dieci anni di anzianit editoriale, fattore dovuto, in parte, allo squilibrio del campione verso classi det pi giovani, ma certamente legato alle difficolt endogene di costruzione di un profilo lavorativo forte e protetto. In altri termini, la velocit di raggiungimento del riconoscimento socio-economico nelleditoria inferiore rispetto alla necessit di realizzazione professionale e dei progetti di vita. Il campione, dunque, propone una realt lavorativa poco longeva, nel senso di unattivit nella quale le caratteristiche stesse del lavoro impongono unalta dedizione e, al contempo, unoggettiva difficolt di sopravvivenza, soprattutto se il settore editoriale stato continuativamente lambito lavorativo di riferimento sin dalle prime esperienze nel mondo del lavoro. Limpegno e la dedizione che questo universo lavorativo impone viene confermato anche dallomogeneit delle rilevazioni in merito ai tempi di lavoro, espressi in ore su base settimanale. In termini generali, il 77,6% dei compilatori dichiara di superare, in fase di alta intensit lavorativa o di picco , la paradigmatica soglia delle 40 ore settimanali. Questo elemento, segnale di una scansione schizofrenica del tempo di lavoro, da leggere assieme ad un altro dato altrettanto significativo: quasi la met dei lavoratori e delle lavoratrici raggiunti dallindagine afferma di non aver lavorato con continuit, e di aver intervallato a periodi attivi fasi di inattivit in grado di durare, nei casi pi estremi, anche diversi mesi.

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Come gi evidenziato nel capitolo dedicato al reddito, la continuit lavorativa pilota positivamente la solidit reddituale del campione, ma non solo: se la si mette in relazione allintensit oraria di lavoro su base settimanale sia in fase di picco che in condizioni normali di carico di lavoro , si pu notare come al crescere della continuit lavorativa (e di conseguenza alla diminuzione dei periodi di inattivit) corrisponda un incremento del monte ore settimanale. In altri termini, se il lavoro nellindustria del libro occupa la maggior parte dellimpegno lavorativo annuo dei partecipanti allinchiesta, si impone un modello lavorativo che vede nellintensit oraria una delle sue caratteristiche predominanti: alla domanda quante ore lavori ogni settimana?, infatti, il 35,7% dei rispondenti si attestato oltre la soglia delle 40 ore, evidenziando una criticit spalmata su tutto lanno, e non, invece, concentrata esclusivamente nelle fasi di picco lavorativo. Questa trasversale tensione sullorario di lavoro viene confermata anche dalla declinazione per il numero di ruoli ricoperti nella propria attivit lavorativa, con una leggera acutizzazione di tale tensione per i lavoratori impegnati su pi ruoli editoriali. Per questa tipologia di soggetti, infatti, si riscontra una maggiore criticit nel monte ore settimanale (sia in condizioni standard, sia in fasi di picco) rispetto a chi, invece, dichiara di ricoprire un solo ruolo editoriale . Gli intervistati che, invece, dichiarano di avere pi di un committente hanno un comportamento diverso: per questi profili, infatti, a fronte di un orario settimanale nellordine del valore medio dellintero campione, si registra un incremento esponenziale dello stesso impegno orario settimanale nelle fasi di picco lavorativo, ai quali sembrano essere fortemente soggetti. A testimonianza di quanto detto, i pluricommittenti percepiscono nella rigidit di obiettivi da raggiungere entro una scadenza data la motivazione prevalente (quasi quattro casi su cinque) che detta e regola lorganizzazione temporale del lavoro. Per i monoruolo, inoltre, pi alta la discontinuit lavorativa e lorganizzazione del lavoro appare essere determinata in maniera meno gravosa dal rispetto di obiettivi da raggiungere secondo una scadenza prefissata. Se analizziamo in maniera pi approfondita il comportamento che assumono le coorti det quinquennali se interrogate riguardo allorario lavorativo settimanale (v.figg. 4.2-4.3-4.4), si pu notare come la percezione dellestensione del tempo dedicato al lavoro, specialmente in fase di picco, attraversi trasversalmente le classi det, proponendo un quadro critico in particolare per la fascia compresa tra i 30 e i 39 anni. Il raffronto delle due figure sotto riportate rende graficamente percepibile limpatto che le fasi ad alta intensit lavorativa producono sulla linea di demarcazione classica delle 40 ore. In altre parole, ad eccezione delle classi det meno consistenti del campione (20-24, 55 e pi anni), le altre fasce generazionali denunciano tutte, superando il 70% dei casi, di oltrepassare ampiamente le 40 ore settimanali.
26

26

Ulteriore conferma di quanto gi evidenziato nel capitolo precedente rispetto alla relativa condizione migliore di chi esercita un ruolo pi definito e "forte". 43

Fig.4.2Inmediaquanteorelavoriognisettimana? (classidetquinquennali)
65+ 6064 5559 5054 4549 4044 3539 3034 2529 2024 0% 20% 40% 60% 80% 100% 65+ 50% 50%

Fig.4.3 Quanteorepuoiarrivarealavorareallasettimananei periodidipicco?(classidetquinquennali)


65+ 6064 5559 5054 4549 4044 3539 3034 2529 2024 0% 20% 40% 60% 80% 100% 65+ 25% 75%

<40ore >40ore

2024 2529 3034 3539 4044 4549 5054 5559 6064 60% 65% 57% 66% 64% 79% 71% 81% 86% 40% 35% 43% 34% 36% 21% 29% 19% 14%

2024 2529 3034 3539 4044 4549 5054 5559 6064 <40ore >40ore 60% 40% 28% 72% 16% 84% 17% 83% 30% 70% 22% 78% 24% 76% 46% 54% 29% 71%

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile(EI)

Fig.4.4Confrontosuperamentodelsuperamentodelle40orelavorativeconvenzionaliincondizionidilavoronormalieperiodidipicco lavorativoperclassidiet(composizionepercentuale) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% >40oreCondizioninormali >40oreDuranteipicchidilavoro

2024 40% 40%

2529 35% 72%

3034 43% 84%

3539 34% 83%

4044 36% 70%

4549 21% 78%

5054 29% 76%

5559 19% 54%

6064 14% 71%

65+ 50% 75%

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

Anche per quel che concerne lorario lavorativo in condizioni non di picco, il grafico di riferimento restituisce limmagine di un lavoro che richiede un alto livello di impegno ed alacrit in termini di tempo dedicato. In conclusione, interessante notare come la stessa funzione svolta dal tempo quale criterio ordinatore del lavoro, che nella visione tayloristica rappresentava lunit di misura della parcellizzazione lavorativa e la scansione di unorganizzazione produttiva ritmata e cadenzata, rappresenti ora il momento pi alto di tensione, in un nuovo quadro lavorativo caratterizzato da ritmi di lavoro elevati, dalla tirannia di scadenze temporali sempre pi rigide e da una dilatazione significativa degli orari di lavoro, fino a schiacciare il confine virtuale con il tempo di vita. Quando la resistenza nervosa finisce I ritmi di lavoro elevati, il rispetto delle scadenze ed in particolar modo la fatica mentale rappresentano tre aspetti dellorganizzazione del lavoro editoriale che pi ne caratterizzano le pratiche e la scansione. Come gi emerso nitidamente in una precedente ricerca (Ires Emilia44

Romagna, 2012), quello che sorprende dellevoluzione contemporanea del mondo lavorativo, anche nei contesti manifatturieri connotati da una forte suddivisione del lavoro, leffetto di sorpasso netto che riguarda lelemento della fatica mentale rispetto allo sforzo meramente fisico e corporeo, con una tensione acuta sul tema dei ritmi lavorativi e delle scadenze incalzanti e, parallelamente, una percezione di minore gravosit in relazione alla monotonia/ripetitivit delle mansioni, ma in un quadro di minore prevedibilit. Questa fotografia, che come vedremo a breve riguarda molto da vicino anche la presente ricerca, il punto di arrivo dinamico di un processo di cambiamento nel tempo, partito da un indebolimento progressivo dellelemento della fatica fisica, ed accompagnato invece ad un disagio crescente in riferimento alla sfera della resistenza nervosa a ritmi sempre pi pressanti capaci di rendere da una parte il lavoro meno monotono, ma anche meno prevedibile e programmabile. Entrando pi nello specifico (v.fig. 4.5), i lavoratori intervistati hanno evidenziato, tra le sei dimensioni del carico di lavoro proposte, uno sbilanciamento netto della gravosit verso la fatica mentale (8,73), la presenza di scadenze rigide (7,63) e i ritmi di lavoro elevati (7,53), lungo una scala decimale dove al valore 10 corrisponde il giudizio massimo.
Fig.4.5 Inchemisurapensicheiltuolavoro:(punteggimedisu scaladivalutazione110) Comportifaticafisica 10 8 Siaprevedibile/programmabile 4,91 6 4 2 0 4,50 Abbiascadenzemoltorigide 7,63 7,53 Comportiritmidilavoroelevati Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile(EI) Siamonotono/ripetitivo 4,26 Comportifaticamentale 8,73

Lemersione di un dato tanto significativo in relazione al peso della fatica mentale, nel carico che il lavoro comporta nellorganizzazione lavorativa e di vita dellintervistato, impone una riflessione pi approfondita. Questa componente si associa evidentemente alla presenza di ritmi troppo incalzanti, che possono dipendere a loro volta dalla presenza di scadenze rigide imposte dallesterno, il cui controllo cio non dipende dalla sfera decisionale del lavoratore; di certo, per, la percezione di una sofferenza psichica cos elevata induce a pensare che le cause possano anche essere esogene alle condizioni materiali del lavoro. Come accennato poco sopra, lestensione deregolata dellorario di lavoro oltre le canoniche 40 ore settimanali pu acutizzare la sensazione di un vissuto lavorativo stressogeno, irregolare e schizofrenico.

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A fronte, dunque, di componenti del carico di lavoro che sembrano essere in stretta relazione fra loro, rimangono tre voci, anchesse fortemente in relazione, che non sembrano essere fonte di particolari livelli di criticit. La fatica fisica (4,26) la programmabilit/prevedibilit dei compiti e delle mansioni (4,91) e la monotonia/ripetitivit dellazione lavorativa (4,5) si posizionano tutte ampiamente al di sotto della quota media. La percezione di queste tre dimensioni, nonostante non caratterizzino il settore lavorativo allinterno del quale si colloca il lavoro delleditoria e non ne rappresentino i tratti principali, non evidenzia una polarizzazione estrema del campione, questo a testimoniare come tutti i sei elementi proposti vadano a comporre, seppur in peso differente, la dimensione complessiva del carico di lavoro. Per apprezzare delle oscillazioni pi marcate bisogna concentrarsi sullanalisi degli incroci con le variabili socioprofessionali (v.tab. 4.1). La relazione che intercorre tra la fatica mentale, la presenza di ritmi di lavoro elevati e la rigidit delle scadenze viene confermata anche allinterno di ogni singola variabile: si registra, per, una forbice, seppur contenuta, per quel che riguarda lo stress mentale. Il punteggio relativo a questo elemento, infatti, risulta essere pi alto per i profili lavorativi dettati dalla presenza di pi di un committente (8,85) e per quei lavoratori impegnati su pi ruoli, dove si raggiunge il massimo livello di criticit (8,93). I monocommittenti e i monoruolo, rispettivamente posizionati su punteggi di 8,56 e 8,53, nonostante si attestino su valori che configurano un forte disagio, rappresentano una pressione lievemente inferiore; lo stesso ragionamento vale, in misura ancor pi ridotta, per la rigidit delle scadenze e per unorganizzazione del lavoro scandita da ritmi sostenuti ed intensi.

Tab.4.1Inchemisurapensicheiltuolavoro:,schemariassuntivo(punteggimedisuscaladivalutazione110) COMMITTENTI RUOLI GENERE 1 Pidi1 1 3opi M F Comportifaticafisica 4,02 4,46 4,14 4,38 4,20 4,29 Comportifaticamentale 8,56 8,85 8,53 8,93 8,51 8,80 Siamonotono/ripetitivo 4,92 4,25 4,26 4,64 5,15 4,29 Comportiritmidilavoroelevati 7,44 7,68 7,22 7,70 7,40 7,57 Abbiascadenzemoltorigide 7,62 7,72 7,59 7,71 7,59 7,64 Siaprevedibile/programmabile 5,32 4,63 5,10 4,84 5,11 4,84 Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

AMBITI 3opi 4,59 8,86 4,36 7,72 7,72 4,45

3,85 8,71 4,69 7,33 7,57 5,41

Vale la pena ribadire come il grado di tensione, espresso dai risultati delle componenti appena descritte, rimandi ad uno scenario di drammaticit e di urgenza per gli aspetti pi propriamente relativi alla sofferenza psichica ampiamente condiviso e trasversale ai lavoratori raggiunti dallinchiesta. Discorso opposto, invece, per il secondo gruppo di elementi che, allinterno del carico di lavoro, sembrano muoversi in maniera indipendente rispetto alle altre voci, vale a dire la fatica fisica, la monotonia e la prevedibilit dellattivit lavorativa. La percezione di svolgere un lavoro ripetitivo e monotono pi alta tra i monocommittenti (4,92) e tra la componente maschile (5,15), a fronte del punteggio di 4,29 per le lavoratrici. La prevedibilit e la programmabilit del lavoro, confermando il trend che vede monocommittenti (5,32), monoruolo (5,10) e lavoratori maschi (5,11) pi sensibili
46

rispetto ai relativi opposti, fa segnare il punteggio pi alto tra coloro che si occupano prevalentemente di un unico ambito editoriale (5,41), quasi un punto in pi rispetto a chi si spende su pi ambiti (4,45). Il numero degli ambiti editoriali di cui ci si occupa appare essere un fattore discriminante in relazione alla prevedibilit e, in maniera inferiore, alla monotonia delle pratiche lavorative, ma non solo: se si osserva lelemento fatica fisica, coloro che lavorano in tre o pi ambiti editoriali denunciano una maggiore intensit (4,59), il valore pi elevato se comparato a tutte le altre variabili. In sintesi, la probabilit di svolgere mansioni ripetitive, prevedibili/programmabili e pi faticose fisicamente si accompagna ad un lavoro pi definito e contenuto in merito al numero di committenti, alla quantit di ruoli che si ricoprono e allestensione degli ambiti editoriali di riferimento. Contemporaneamente, dove queste caratteristiche sono pi lasche ed indefinite, cresce la probabilit di essere in presenza di un lavoro estremamente stressogeno, dettato da scadenze rigide e da intensi ritmi di lavoro. La speculazione attorno alle diverse componenti del carico di lavoro restituisce, infine, unultima osservazione: se alcune di queste componenti possono avere ancora una tendenza in evoluzione, seppur gi marcata, altre dimensioni, soprattutto la fatica mentale, denotano un carico di insoddisfazione molto acuto nel presente e condizioni prossime ad un livello di insostenibilit sociale, tanto da imporre una seria ed urgente riflessione sulla necessit dellapertura di nuovi spazi di tutela collettiva. I luoghi dellautonomia: tra vincoli e libera scelta La sfera dellautonomia lavorativa, prima ancora di essere misurata in relazione ai fattori situazionali e al rapporto con lorganizzazione del lavoro, investe, nel caso particolare dei lavoratori delleditoria, lambito decisionale e la scelta del luogo dove svolgere fisicamente lattivit richiesta. Come gi anticipato nel capitolo introduttivo della presente ricerca, il 61,5% dei partecipanti dichiara di svolgere lattivit professionale nella propria abitazione o presso uno studio privato. Le motivazioni che guidano questa scelta sono sia di natura personale, sia, soprattutto, perch riconosciuto come lunico modo per poter lavorare in questo settore. Chi lavora in azienda, invece, individua due motivazioni maggioritarie: da un lato, come elemento dipendente da formali indicazioni di natura contrattuale, e dallaltro perch imposto dalle politiche aziendali delle imprese per le quali si svolge lattivit professionale. La percentuale di intervistati che lavora presso lazienda di riferimento cresce notevolmente se letta in relazione al numero di committenze (v.fig. 4.6). Se, infatti, il 64,9% di coloro che dichiarano di avere una sola committenza svolge il proprio lavoro presso lazienda o committente, per chi lavora con pi committenti questa voce scende drasticamente attorno al 20%, e di conseguenza schizza ad 80 punti percentuali la quota di coloro che operano presso labitazione o lo studio personale (pari al 35% per i monocommittenti).
47

Fig g.4.6Dovesvolg gilatuaattivitprofessionale?, p declinazione d pernumerodicomm mittenti(composi izionepercentual le) Luogodilavoro o Abitazione e/studiopersonal le

pluricommittenti

21,6%

78,4%

m monocommittenti

64, ,9%

35,1% %

0%

10%

20%

30%

40%

50 0%

60%

70%

80%

90%

100%

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta Editor riaInvisibile(EI)

zioni addotte dagli stessi partecipanti allinchiesta confermano la pro ofonda disti inzione tra i Le motivaz due profili appena ind dividuati: i monocomm mittenti giu ustificano la a loro prese enza presso il luogo di i lavoro com me risposta ad esigenz ze esplicitam mente avan nzate dal da atore di lav voro, o, in proporzione p e minore, pe erch previst to dal contr ratto. I plur ricommitten nti, al contra ario, avanza ano motivaz zioni legate e ad esigenz ze personali (per tua a scelta la formula utilizzata a nel quest tionario) e, ancor pi intensamente, denunc ciano come e questa sia lunica mo odalit poss sibile per po oter lavorare in questo o settore. mo ad osserv vare la distr ribuzione de elle tipologie contrattuali principali in riferimento ai due e Se passiam profili qui analizzati, possiamo apprezzare a p il 2011 che per il 2 2012 (v.figg g. 4.7-4.8), i come, sia per mittenti si concentrin no maggio ormente ne elle seguen nti voci: lavoro dipendente , monocomm Co.Co.Co. e Co.Co.Pro o e stage, tirocini t e borse lavoro. La maggior r parte di co oloro i quali, invece, ha anno lavorato, nel corso degli ultim mi due anni, mediante e collaborazi ioni occasio onali, cessio one di diritt ti dautore e lavoro a domicilio operano in n regime di i pluricomm mittenza (ri ispettivame ente, per il 2012, 77,5, 7 78,7 e 75,6 punti perc centuali); i pluricomm mittenti, inoltre, rappres sentano qua asi il 70% de elle partite Iv va individua ali. zione percentuale delle e tipologie contrattuali numericam mente pi co onsistenti, se e analizzata a La distribuz alla luce di i quanto de etto in merito al luogo in cui si sv volge la prop pria attivit lavorativa, , restituisce e uno scenar rio allintern no del quale e i monocom mmittenti, sia s nel 2011 1 che nel 20 012, a fronte di unalta a precarizzaz zione contra attuale, son no sottopos sti a vincoli i stringenti, , sia formal li (contratto o) sia, nella a maggior pa arte dei casi i, di natura fideistica, f di ipendenti da a esigenze esplicite e del datore di la avoro.
27

27

Per questa a tipologia con ntrattuale ut tile sottolineare come i casi i, in termini assoluti, siano meno consistenti (56 per il l 2011 e 61 per r il 2012). 48

Fig.4.7Campioneintervistatopertipologiacontrattualeenumero dicommittenti(2011):(composizionipercentuali) Monocomittenti2011 Stage,tirocinio,borsalavoro PartitaIVAattivit PartitaIVAattivitdiimpresa LavoroIntermittente LavoroDipendente LavoroaDomicilio CollaborazioneOccasionale Co.Co.Co.eCo.Co.Pro. Cessionedirittid'autore 0% 20% 40% 60% 80% 100% Pluricommittenti2011

Fig.4.8 Campioneintervistatopertipologiacontrattualeenumero dicommittenti(2012):(composizionipercentuali) Monocomittenti2012 Stage,tirocinio,borsalavoro PartitaIVAattivit PartitaIVAattivitdiimpresa LavoroIntermittente LavoroDipendente LavoroaDomicilio CollaborazioneOccasionale Co.Co.Co.eCo.Co.Pro. Cessionedirittid'autore 0% 20% 40% 60% 80% 100% Pluricommittenti2012

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

In questottica pare opportuno sottolineare come, in un certo senso, la monocommittenza esiga una pi alta dedizione ed abnegazione, e contemporaneamente una migliore integrazione nellambiente lavorativo, se vero che il 73,1% dichiara di poter svolgere liberamente il proprio lavoro in azienda. Il discorso si capovolge per laltra faccia della medaglia, vale a dire i pluricommittenti, dove addirittura il 47,5% ammette di non poter in nessuna occasione praticare lattivit lavorativa in azienda: un dato eclatante, che acquista ancora pi forza se si considera quel 18,8% che testimonia di poterla praticare solo in casi eccezionali. Difficolt di accesso allazienda, prevalenza di prestazioni spot (collaborazioni occasionali, partita IVA, cessione dei diritti dautore), scelta autonoma del luogo di lavoro, che spesso finisce per coincidere con labitazione privata: la pluricommittenza si conferma essere un profilo condizionatamente libero e nel contempo capace di muoversi con minori vincoli e restrizioni. Se si sposta lattenzione verso la relazione esistente tra et e luogo di lavoro, si assiste alla riproposizione della spaccatura del campione, in ordine di tendenze espresse, in corrispondenza dei 40 anni, come gi emerso pi volte - e come emerger anche in seguito - nel corso della ricerca. Le coorti quinquennali det fino ai 39 anni, infatti, dichiarano di svolgere in pi del 41% dei casi lattivit professionale nel luogo di lavoro: a partire per dalla classe det immediatamente successiva, quella dei 40-44, la percentuale crolla drasticamente fino a quota 24 punti percentuali, diminuendo progressivamente ed arrivando a sfiorare, in alcuni casi, la soglia minima del 10%. Lo stesso andamento viene confermato dalle risposte fornite dagli intervistati in merito alla libert o meno di poter svolgere la propria attivit presso lazienda: ancora una volta la soglia dei 40 anni individua un cambio di tendenza. Se ben pi del 50% degli under40 afferma di non avere un accesso vincolato a restrizioni o divieti, gli over40 denunciano una condizione opposta, dove la mancata possibilit di svolgere il mestiere presso lazienda supera, addirittura, il 70% dei casi .
28

28

utile ricordare come i monocommittenti siano pi presenti nella classe det under 39, e i pluricommittenti, invece, caratterizzino la coorte degli over40. 49

Meno significativa, invece, loscillazione del campione se incrociata con quei profili che hanno sempre lavorato nel settore delleditoria, dal loro ingresso nel mondo del lavoro. Il 41,4% dei nativi delleditoria pratica la propria attivit presso lazienda o il committente, valore di poco superiore alla media espressa a riguardo dallintero campione (38,5%); di poco sopra al 50% (55,3 punti percentuali), infine, il punteggio raggiunto dai nativi delleditoria che dichiarano di poter liberamente accedere al luogo di lavoro. In conclusione, lo spaccato sui luoghi di lavoro restituisce un universo lavorativo antinomico rispetto alla visione classica. Limpossibilit, almeno per la met del campione raggiunto, di svolgere la propria attivit presso lazienda o il committente testimonia una condizione di criticit con il lavoratore, al quale viene negata, nella maggior parte dei casi, visibilit e dignit, ben oltre la privazione formale di un ambiente di riferimento. Inoltre, scendendo ad un livello maggiore di dettaglio, la condizione degli over40, che si accompagna ad una pi probabile non nativit editoriale e ad una situazione di pluricommittenza, rimanda di nuovo a figure professionali in un certo senso pi libere e svincolate, almeno in riferimento al luogo di lavoro, che spesso vivono il lavoro nelleditoria come fonte di riconoscimento culturale e soddisfazione personale, mentre cercano in altri lavori e in altre forme di reddito il sostentamento materiale . Autonomi o automi? Al fine di comprendere e caratterizzare al meglio la condizione lavorativa nel settore delleditoria, per un campione quasi totalmente composto da lavoratori precari, necessario approfondire lambito dellautonomia nelle pratiche esecutive del lavoro e il livello di partecipazione nellorganizzazione del lavoro. A questo proposito sono stati creati quattro differenti indicatori statistici (vedi box), composti dalla media dei punteggi corrispondenti alle differenti componenti dellautonomia, della partecipazione e delle richieste lavorative (o job demand).
Gli indicatori che proponiamo riportano la media dei punteggi delle risposte fornite in corrispondenza delle seguenti voci: - Autonomia di tempo: puoi scegliere quando fare pausa, puoi scegliere quando prendere le ferie, puoi scegliere lorario di lavoro; - Autonomia di metodo: puoi scegliere lordine dei compiti assegnati, puoi scegliere i metodi di lavoro, puoi scegliere la velocit e ritmo di lavoro; - Indice di partecipazione: sul lavoro, quanto determinante la tua opinione individuale nella definizione di: innovazione/strategie, programmabilit, ritmi di lavoro, scadenze; - Job demand: devi rispettare scadenze rigide, devi rispettare obiettivi di risultato, devi risolvere autonomamente gli imprevisti.
30 29

Gli indicatori dedicati allautonomia di tempo e di metodo costituiscono l'aggregazione sintetica

delle sei variabili desunte dai rispettivi quesiti sottoposti nel corso della compilazione del questionario (In che misura quando esegui il tuo lavoro). Lungo una scala 1-10, il punteggio medio
29 30

A questo proposito confrontare con il capitolo 3 (Il riconoscimento socioeconomico del lavoro editoriale). Si rimanda alla metodologia per ulteriori informazioni riguardo il calcolo degli indicatori. 50

pi alto lo raggiunge la voce puoi scegliere quando fare pausa (8,27), seguita da puoi scegliere i metodi di lavoro (7,05) e puoi scegliere lorario di lavoro (6,56). Le restanti tre voci (velocit e ritmi di lavoro, ferie e ordine dei compiti assegnati) segnalano un maggior grado di criticit, oscillando tra valori prossimi alla sufficienza.
Fig.4.9Composizionepervocidellindicedipartecipazioneedellindicediautonomiaditempoeautonomiadimetodo:(mediapunteggi) Puoisceglierequandofarepausa 8,27

Puoisceglierelorariodilavoro

Autonomia ditempo

Puoisceglierequandoprenderele ferie 6,56 5,96

6,09 Puoisceglierelavelociteritmodi 6,09 lavoro 7,05 Puoisceglierelordinedeicompiti assegnati

Autonomia dimetodo

Puoiscegliereimetodidilavoro Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

In termini complessivi, dunque, il maggior livello di autonomia corrisponde alla possibilit di poter scegliere quando interrompere lo svolgimento della propria mansione, segnalando un punteggio decisamente superiore rispetto alle altri componenti qui indicate. Si fanno pi stringenti, invece, i vincoli relativi alla possibilit di prendere ferie, che sembra dunque dipendere dalla forma contrattuale e dalla difficolt di programmazione del carico di lavoro, e dalla capacit del soggetto di determinare autonomamente lordine dei compiti assegnati e la velocit e ritmo di esecuzione, rimandando alla presenza di imperativi fattori endogeni di controllo del lavoro, come la rigidit delle scadenze e lassegnazione imprevedibile di compiti e commesse. Come gi avanzato nelle riflessioni precedenti, in particolare nel capitolo dedicato al carico di lavoro e alla fatica mentale, si impone un profilo lavorativo, mediamente trasversale, che denuncia una stressogena mancanza di equilibrio tra le richieste e i vincoli preposti e limplicita necessit di dover rispondere a tali richieste estendendo in maniera disomogenea la propria area di autonomia. Questultima sembra esprimersi soprattutto nella definizione dei momenti di pausa allinterno del tempo materiale di lavoro e, in maniera minore, sui metodi coi quali impostare lo svolgimento della pratica lavorativa. Se si procede verso la lettura degli scarti dal valore medio dei due indicatori statistici proposti, in riferimento alle variabili socioprofessionali del campione, si possono notare alcune interessanti oscillazioni (v.fig.4.10).

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Fig.4.10Indicatoridiautonomiaditempoeautonomiadimetodo,incrocioconiprofiliindividuati: (datiassoluti,scartirispettoalpunteggiototalemedio)
IndiceAutonomiadimetodo IndiceAutonomiaditempo 0,04

Genere

Maschio Femmina Under35 0,31 0,32 0,13

0,02 0,01

0,01

Et

3539 40+

0,02 0,59 0,04 0,03 0,09 0,67

Nativitin ditoria

Nativo Nonnativo 1 Pidi1 1solo 2 Pidi2 1solo 2 Pidi2 0,6 0,4 0,2 0,19 0,22 0,22 0,50 0,41

0,07

Numero committenti

0,13

0,21 0,23 0,23

Numerodiruoli

0,08 0,11

0,11

Numerodiambiti

0,05 0,06 0,15 0,12 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

La coorte det over40 dichiara condizioni migliori rispetto al punteggio medio, sia per lautonomia di metodo (+0,67), sia per quella di tempo (+0,59). Ancora una volta ricompare la linea di demarcazione in corrispondenza dei 40 anni: a conferma di questo basti osservare il valore segnalato dagli under 35, ampiamente negativo sia per quel che concerne lautonomia di tempo (-0,32), sia per quanto riguarda la libert decisionale in materia di metodo di lavoro (-0,31). Come gi spiegato poco sopra, a guidare e in parte a giustificare le oscillazioni in relazione alle differenti coorti det sono gli andamenti legati al diverso numero di committenze: i pluricommittenti, infatti, posizionano entrambi gli indicatori al di sopra del valore medio, mentre i lavoratori che operano in regime di monocommittenza denunciano un minor margine decisionale rispetto al tempo (-0,50) e al metodo (-0,41). Altro scarto degno di interesse lo si incontra in corrispondenza del numero di ruoli: i pluriruolo, infatti, evidenziano una qualit inferiore in merito allautonomia di tempo (-0,19) e di metodo (-0,11), mentre coloro i quali si spendono esclusivamente su un ruolo vantano condizioni decisamente migliori. Chi ha un solo ruolo allinterno del ciclo produttivo editoriale, gode presumibilmente di una posizione professionale pi solida e riconosciuta,
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alla quale consentito, quindi, un livello pi elevato di autonomia. Eccezion fatta per le casistiche appena descritte, gli spostamenti in relazione allincrocio con le variabili socioprofessionali risultano essere contenuti, a testimonianza di quanto estesa e condivisa sia la percezione di tali elementi presso i lavoratori raggiunti dallinchiesta. Unoccupazione tesa Gli indicatori proposti in questo paragrafo dedicati al grado di partecipazione e delle richieste lavorative (o job demand), analogamente a quelli gi introdotti, sono stati calcolati aggregando le sette variabili desunte dai quesiti del questionario relativi alla necessit di rispettare scadenze rigide, rispettare scadenze rigide, rispettare obiettivi di risultato, risolvere autonomamente gli imprevisti e alla possibilit di decidere scadenze, ritmi di lavoro, programmabilit, innovazione. Lindice di partecipazione, infatti, costruito sui punteggi relativi al peso dellopinione individuale in riferimento alla definizione delle scadenze (5,33), dei ritmi di lavoro (5,8), della programmabilit (5,44) e delle strategie o innovazioni (5,16).
Fig.4.11Composizionepervocidellindicedipartecipazioneedellindicedijobdemand:(mediapunteggi) Devirispettarescadenze rigide 8,30 Indicedi partecipazione:Scadenze 5,33 8,10 Devirisolvere autonomamentegli imprevisti 5,16 Indicedipartecipazione: Innovazione/strategie Devirispettareobiettividi 7,96 risultato

Jobdemand

Indicedi partecipazione:Ritmidi 5,80 lavoro 5,44 Indicedipartecipazione: Programmabilit

Indicedi partecipazione

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile(EI)

La distribuzione dei punteggi evidenzia un pi alto livello di incidenza, da parte del lavoratore, nella definizione dei ritmi con i quali svolgere la pratica lavorativa, e la punta di maggior criticit in relazione allimportanza dellopinione individuale nella partecipazione alle scelte strategiche e di innovazione dellazienda per la quale si lavora. Di certo, lanalisi puntuale dei valori segnalati per ogni voce proposta, in merito al grado di partecipazione percepita, posiziona il lavoro editoriale leggermente al di sotto della soglia della sufficienza, riportando dunque limmagine di un sistema lavorativo rigidamente strutturato attorno ad unautonomia lavorativa finalizzata alla conservazione
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di alti livelli di produttivit. Questo aspetto viene confermato dalla lettura dei punteggi delle singole componenti dellindice di job demand. Alle voci devi rispettare scadenze rigide(8,3), devi rispettare obiettivi di risultato (7,96) e devi risolvere autonomamente gli imprevisti (8,1). Il dato, nonostante leggere oscillazioni, rappresenta bene una condizione uniforme caratterizzata da elevate richieste lavorative, in particolar modo dirette verso il rispetto della rigidit delle scadenze imposte. Se, poi, si passano ad analizzare gli scarti rispetto al punteggio medio dellindice di partecipazione e di job demand (v.fig.4.12), rispetto alle variabili socioprofessionali, si possono apprezzare andamenti interessanti.
Fig.4.12Indicatoridipartecipazioneejobdemand,incrocioconiprofiliindividuati: (datiassoluti,scartirispettoalpunteggiototalemedio)
Indicedipartecipazione IndiceJobDemand 0,09 0,03 0,06

Genere

Maschio Femmina Under35

0,36

0,12

0,12 0,13 0,02 0,02 0,02 0,14 0,02 0,03 0,07

Et

3539 40+

0,10 0,16

Nativitin ditoria

Nativo Nonnativo 1 Pidi1 1solo 2 Pidi2 1solo 2 Pidi2 0,4 0,3 0,2 0,15 0,22 0,25

0,07

0,06

Numero committenti

0,17

Numerodiruoli

0,01 0,05 0,08 0,14

Numerodiambiti

0,07 0,01 0,1 0,0

0,03 0,10 0,1 0,2

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile(EI)

I pluricommittenti (partecipazione +0,02; job demand +0,17) evidenziano una distanza sensibile rispetto al punteggio espresso dai monocommittenti (partecipazione -0,14; job demand -0,25). Chi lavora per un solo committente dichiara un pi elevato carico di richieste lavorative, ma allo stesso tempo segnala una condizione lavorativa caratterizzata da una maggiore proattivit.
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Una lettura di genere e, che fino ad ora avev va fatto reg gistrare in quasi tutti i casi anali izzati valori i nti, fa segn nalare un -0,36 in re elazione allindicatore e job dema and, per la a altamente equipollen componente maschile e, e un +0,12 2 per la componente fem mminile. oro che svolgono la pro opria attivit lavorativa esclusivam mente con un n ruolo definito, vanno o Infine, colo incontro a pi ridot tte richieste e lavorativ ve (-0,22) e ad un li ivello parte ecipativo le eggermente e sottodimen nsionato (-0 0,03): al con ntrario, tra quelli q che ha anno dichiarato di ricop prire pi di due d ruoli, si i assiste ad un incremento della job demand (+0,14) e ad una pa arallela crescita della capacit di i determinar re lorganizz zazione del lavoro (+0,0 03). Dopo aver analizzato gli indicatori statistici a coppie, una lettura a congiunta degli stessi restituisce e limmagine e di un sistema lavor rativo detta ato da inte ense richieste lavorativ ve e, al contempo, la a percezione e da parte e degli ste essi intervis stati di es ssere poco determina anti nella definizione e dellorganizzazione del d lavoro (5,44). Unalta job demand d , co ome in qu uesto caso (8,12), se e nata da bassi livelli di partecipazio p one e di libe ert decision nale sullorg ganizzazione e del lavoro o accompagn pu essere causa di un noccupazio one tesa, vale v a dire soggetta ad alta fatica p psichica e ad uno stato o asso. di salute ba
Fig.4.13Indicatoridiautonomiadi d tempo,autonomiadimeto odo,partecipazioneejobdem mand:(punteggi imedi)
10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

8,12 6,93 6,40 5,44

Auton nomiaditempo

Autonomiadi metodo

emand JobDe Partecipazione e

Fonte:Elabora azioneIresEmilia aRomagnasudat tiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

6,93), per li intero camp pione raggiu unto, eviden nzia come la a scansione e Il grado di autonomia di tempo (6 del tempo lavorativo, una volta impostate i d dallesterno le scadenze e i ritmi, resti lunica a area dove e poter esercitare una a determin nante liber rt decisio onale; para allelamente, , il basso livello di i ione sugger risce di inter rpretare que esta relativa a autonomia a di tempo c come un accorgimento o partecipazi funzionale al raggiung gimento dellobiettivo prefissato, p e non deriva ante da un r rapporto di scambio s tra a lopinione individuale i del lavorato ore e chi imp pone le richieste di lavo oro. Se la descrizione dei punteggi dei d quattro indicatori statistici proposti, lett ti separatam mente e in n ofessionali, ne approfo ondisce la distribuzio one e la co onseguente e relazione alle variabili sociopro omportamenti, lanalisi i delle correlazioni ne ra acconta il ra apporto inte ercorrente e differenziazione dei co
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ne stimola una lettura pi robusta. In sintesi, si pu apprezzare come ad una condizione migliore rispetto al grado di autonomia di tempo corrisponda una uguale condizione di autonomia di metodo (0,632). Parallelamente, questi due indicatori, che sintetizzano il livello di autonomia del lavoratore nel decidere lorganizzazione dello svolgimento della pratica lavorativa, sono correlati positivamente allindice di partecipazione (rispettivamente 0,248 per il tempo e 0,398 per il metodo). Al crescere della libert decisionale su ritmi, metodi, orari e pause, si segnala, quindi, un incremento della capacit di concorrere alla definizione degli stessi strumenti organizzativi, sia per quanto riguarda le strategie e la programmabilit, sia per quanto concerne le scadenze e i ritmi di lavoro. Lunica correlazione negativa, invece, riguarda la relazione tra i lavoratori che dichiarano di svolgere pi di un ruolo e lautonomia di tempo (-0,085). Pi sono i ruoli ricoperti, minore il grado di libert decisionale in materia di orari, ferie e pause. Al contempo, aumentano le richieste lavorative (0,107), lesigenza di rispettare scadenze imposte ed obiettivi di risultato, nonch la necessit di essere capaci di risolvere in maniera indipendente gli imprevisti. Infine, al crescere del numero delle committenze si assiste ad un incremento significativo del grado di autonomia (di tempo e di metodo) e di job demand: questa ulteriore conferma descrive un profilo lavorativo schizofrenico e, contemporaneamente, costretto a rispondere al crescere delle richieste lavorative con lerosione della sfera dei tempi di vita ed attingendo sempre pi alle riserve psichiche e mentali.

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5 - Partecipazione e impegno

Il questionario prevedeva, poi, una batteria di domande volte ad indagare la partecipazione e limpegno dei lavoratori delleditoria intervistati nelle seguenti attivit: culturale, formativa, politica, sindacale, del volontariato e religiosa . Interessati o apatici? Di questi sei tipi possibili di attivit, quella culturale a far registrare, in assoluto, i livelli pi alti di partecipazione del campione. Infatti, alla domanda: Al di fuori del tuo lavoro, quanto tempo riesci a dedicare a (segue lelenco delle attivit prima menzionate)?, coloro che rispondono abbastanza e molto allattivit culturale costituiscono quasi la met del totale dei rispondenti. Ci a ulteriore conferma, riteniamo, di quanto gli interessi culturali e, quindi, la rilevanza attribuita al sapere e alla cultura in genere siano strettamente legati e intrecciati ad una attivit professionale quale quella svolta, per lappunto, nellambito delleditoria. Sono i maschi a destinare pi tempo allattivit culturale rispetto alle femmine; il 16% degli uomini dichiara di riuscire a dedicarvi molto tempo, contro l11% delle donne (in un campione, lo ricordiamo, fortemente sbilanciato verso la componente femminile) e, in gran parte, si tratta di soggetti giovani e giovani adulti (i tre quarti degli intervistati che hanno risposto di poter dedicare molto tempo a tale attivit hanno unet compresa tra 25 e 39 anni). Cos come, in base alla committenza, vale la pena sottolineare come siano i lavoratori che operano in regime di pluricommittenza a destinare molto tempo allattivit culturale rispetto a chi svolge il proprio lavoro con un unico committente (rispettivamente, il 16% contro il 10,4%). Anche il tempo che si rivolge allattivit formativa, seppur inferiore a quello che si dedica allattivit culturale, appare comunque considerevole se rapportato agli altri tipi di attivit presi in esame nellindagine, di cui ci occuperemo tra breve. In effetti, un quarto del campione dichiara di dedicare abbastanza (20%) e molto (4,4%) tempo alla formazione, con una leggera prevalenza della componente femminile e dei lavoratori pluricommittenti, che risultano essere molto pi coinvolti in attivit formative rispetto a coloro che hanno instaurato rapporti di lavoro in monocommittenza.
31

31

Va detto che a questa batteria di domande circa il 30% del campione non ha risposto. 57

Fig.5.1 1Aldifuorideltuo t lavoro,quan ntotemporiesciadedicarea:(com mposizioneperce entuale) Volontariato Form mazione Attivitsi indacale r Attivitreligiosa Attivitpolitica Attivitculturale c polibero Altemp Allafamiglia 0% 10% 20% % mpo Altem liber ro 1,5% % 13,7% 28,1% 24,7% 2,3% % 29,7% 30% Attivit culturale e 0,6% 0,8% 25,1% 32,2% 12,3% 29,0% 40% 50 0% 60% Attivit religiosa 34,4% 23,0% 7,3% 4,2% 0,9% 30,2% 70% Attivit sindacale 27,5% 28,9% 10,4% 2,4% 0,9% 29,8% 80 0% 90% 100%

Allafa amiglia Nessu untempo Pochissimo Poco Abbastanza Molto o Casimancanti m ,1% 1, ,2% 6, 24 4,0% 4,1% 34 4, ,2% 0,4% 30

Attivit politica 21,1% 18,7% 21,2% 7,8% 1,5% 29,6%

ormazione Volo ontariato Fo 2,1% 11,0% 32,8% 20,1% 4,4% 29,6% 1 18,1% 2 29,2% 1 15,5% 4 4,7% 2 2,6% 30,0%

Fonte:Elabora azioneIresEmilia aRomagnasudat tiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

bbe dunque emergere come c coloro o che svolgo ono la loro attivit a cont temporanea amente con n Sembrereb pi committenti, siano o pi propen nsi o, in qua alche modo, , obbligati presumibil lmente anch he al fine di i rispondere ad un am mpio spettro o di richies ste provenie enti da dif fferenti com mmittenti ad essere e mente aggior rnati, forma ati, ecc. e a dedicare, d pe erci, una qu uota maggiore del loro tempo agli i continuam interessi cu ulturali e for rmativi, risp petto ai lavo oratori mono ocommitten nti. Rispetto alle altre att tivit previs ste dal que estionario, il dato di fo ondo che e emerge dall lanalisi del l r les siguit gene erale dei live elli di partec cipazione de egli intervistati allattiv vit politica, , campione riguarda sindacale, religiosa e volontaria a. Di fatto, quasi il 35% 3 del campione dic chiara di non essere e o allattivit t religiosa, il 27,5% allattivit sin ndacale, il 21% 2 allattiv vit politica e il 18% al l interessato volontariat to. Cionono ostante, va comunque e evidenziat to come il 9,3% dei lavoratori delleditoria d a intervistati i destini molto e abba astanza del proprio te empo allat ttivit politi ica ( il dato pi alto o registrato), , seguito da al volontaria ato (pi del 7% del cam mpione), dallattivit religiosa (5%) ) e, infine, a distanza, dallattivit sindacale s (3 3,3%). mo dato ci mostra, du unque, com me appena tre t persone e su cento tra quelle intervistate e Questultim partecipi e si impegni molto e abbastan nza nellatt tivit sindac cale (con una leggera prevalenza a della comp ponente ma aschile e dei i soggetti in n et compr resa tra 30-39 anni). Al l contrario, circa il 40% % del totale afferma di dedicare n nulla o po oco del pr roprio temp po a tale attivit e, com me visto in n a, pi di un quarto q del campione c no on si mostra a interessato allattivit sindacale. precedenza Si conferm ma, pertanto o, una bassa a propensio one del cam mpione allim mpegno soc cio-politico-sindacale e religioso, mentre m le attivit cultu urali e, in parte, p quelle e formative e, incontran no maggiore e favore da a parte degli intervistati i.

58

Il sindacato o alla prova dei precari delleditoria d o appena dimostrato arriva a dalle risposte for rnite dal cam mpione alla a Ulteriore sottolineatura di quanto iscritto a un sindac cato?. Solo o il 14,1% dei rispondenti (102 casi, in termin ni assoluti), , domanda Sei infatti, ha dichiarato di essere iscritto, i al momento m della d compilazione del questionario, ad una a organizzazione sindac cale . Difficile poter comparare questo dat to con le r rilevazioni sui s tassi di i zazione in Italia, che ven ngono calco olati come il rapporto de el numero d di lavoratori dipendenti i sindacalizz iscritti sulla popolazio one attiva (1 15-64 anni).
33 32

Da quest to calcolo dunque resta ano esclusi i lavoratori i

ard (atipici e autonomi), che invec ce rappresen ntano pi de el 90% del n nostro camp pione, fatto o non standa che ne imp pedisce lutil lizzo come affidabile a te ermine di comparazione e.
Fig.5.2Seiiscrittoadunsindac cato? (composiz zionipercentuali) SI NO
Pluricommitenti

Fig.5.3 Quantotisentiliberodisvolgerelattivit tsindacale? (composizionip percentuali)

14,1%
Monocommittenti 0 0,0% 50,0% 100,0% Pluricom mmitenti 34 4,5% 27,4% 23,8% 14 4,3%

85,9%
Nulla Poco Abbastanza Molto

Monocommittenti 47,4% 26,3% 15,8% 10,5%

azioneIresEmilia aRomagnasudat tiinchiestaEditoriaInvisibile(EI) Fonte:Elabora

, poi, che hanno h espre esso un giu udizio in relazione al quesito q qu uanto ti sen nti libero di i Tra coloro, svolgere la attivit sind dacale?, il 63,7% 6 si co olloca in cor rrispondenz za delle risp poste nulla a e poco, elemento che c ben esp pone la gravit di una co ondizione la avorativa ch he appare co onflittuale e coercitiva. . In termini assoluti, le e risposte raccolte r son no state 14 43 (41 in pi p rispetto alle opinio oni ricevute e riguardo allapparten a nenza o meno ad un norganizzaz zione sinda acale). Alcu uni lavorato ori, quindi, , nonostante e non risult tino iscritti al sindacat to, hanno deciso d di esprimere un parere sulla libert o meno di poter p svolge ere attivit sindacale, qualora ne e sentissero o lesigenza a o ne subentrasse la a volont. Po otremmo du unque affermare come, se si considera chi ha consapevolezza delle modalit di i svolgiment to dellattivit sindacale o dimostr ra un eventu uale interesse allaffiliazione, nel caso in cui si i presentasse la necess sit, o addir rittura ha partecipato p a determin nate iniziati ive, la perce entuale dei i al sindacato o risulti pi alta (19,8 8%) rispetto o a coloro c che hanno provveduto o lavoratori coinvolti da nte alliscrizione ad una a sigla sindacale (14,1%). formalmen

32 33

I casi manc canti, vale a dir re la mancata compilazione c della domanda, ammontano o a 351, quasi 1/3 dellintero o campione. A titolo info ormativo, il calcolo del rappo orto tra il num mero di lavoratori dipendenti i iscritti ad un sindacato sulla popolazione e attiva (15-64 4) con contratt to di lavoro dipendente, seg gnalerebbe tas ssi di sindacalizzazione infe eriori al 20% in n entrambi gli i anni di riferim mento (2011 e 2012). Si rico orda come il dato d dipenda dalla sottorap ppresentazione e del lavoro dipendente nel l nostro campione. 59

Fig.5.4Seiiscrittoaunsindacato? (Scarti rispettoallapercentualemedia deidichiarantiS)

Maschio Genere

3,5

Femmina

1,2

Nativitinditoria

Nativo

3,0

Nonnativo

2,3

Numerocommittenti

8,6

Pidi1

4,9

Numerodiruoli

1solo

6,5

Pidi2

6,2

Numerodiambiti

1solo

7,4

Pidi2

4,1

10%

8%

6%

4%

2%

0%

2%

4%

6%

8%

Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagnasudatiinchiesta EditoriaInvisibile(EI)

Una lettura per variabili socioprofessionali delloscillazione rispetto alla media percentuale degli iscritti (v.fig.5.4), fa emergere come sia la categoria di coloro che rivestono un solo ruolo editoriale ad avere una pi alta percentuale di iscritti (+6,5%), seguita dai pluricommittenti (+4,9%) e da chi opera su pi ambiti (+4,1%). I monocommittenti e i monoambito, invece, fanno registrare i valori pi bassi, se vero che, rispettivamente, perdono 8,6 e 7,4 punti percentuali nel confronto con la media del campione . Se entriamo nel merito delle sigle sindacali alle quali i partecipanti dellinchiesta hanno dichiarato di essere iscritti, lanalisi delle parole ricorrenti offre un interessante spaccato sulle forme di rappresentanza presenti nel settore delleditoria, con particolare attenzione verso quelle pi recettive nei confronti della precarizzazione delle professioni. Il sindacato confederale pi presente, secondo questa analisi, la Cgil, seguita dalla Cisl. La presenza di numerosi riferimenti allOrdine dei
34

34 Percentuali pi alte di iscrizione al sindacato si correlano significativamente, in modo positivo, al lavorare per pi committenti (0,258) e allappartenenza a coorti det pi alte (0,202).

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giornalisti, erroneamente indicato da alcuni partecipanti come organizzazione sindacale, ben descrive lesistenza di fabbisogni e richieste collettive pi orientate verso la necessit di trovare forme esterne di riconoscimento professionale e tutele trasversali al ciclo produttivo dellindustria del libro. Molto presente anche il Sindacato Traduttori Editoriali (Strade), organizzazione senza scopo di lucro che ha recentemente siglato un protocollo di intesa con il Sindacato Lavoratori della Comunicazione della Cgil, stabilendo un reciproco patto di consultazione per tutte le tematiche inerenti alle azioni rivendicative e alle trattative contrattuali di settore.
Analisidellericorrenzealladomanda:aqualesindacatoseiiscritto?
35

CGIL CISL

Giornalisti

Sindacato Traduttori Editoriali


Lassociazionismo Limpegno e linteresse verso attivit culturali non si traduce, per, in un alto tasso di iscrizione a forme associative. Solo Il 13,9% dei rispondenti, infatti, dichiara di essere iscritto ad unassociazione, dato che assume ancor pi peso se si considera la quota di casi mancanti (quasi il 34% dellintero campione) che non ha fornito alcuna risposta. Oltretutto, lanalisi delle parole ricorrenti utilizzate nellindicazione testuale delle associazioni alle quali si risulta iscritti indica unattenzione particolare per organizzazioni di natura professionale o protosindacale (Ordine dei giornalisti, Rete redattori precari, Giornalisti precari, Acta - Associazione Consulenti Terziario Avanzato), oltre ad associazioni pi tradizionali quali lArci e pi genericamente il mondo del volontariato e del terzo settore.
Analisidellericorrenzealladomanda:seiiscrittoadaltreformeassociative?

ACTA

Arci Associazione GiornalistiPrecari


OrdinedeiGiornalisti Politico Pubblicisti Rerepre

ReteRedattoriPrecariVolontariato

Questo spaccato, seppur dalla consistenza numerica limitata, rafforza la definizione di un profilo lavorativo caratterizzato dal fabbisogno di forme di tutela collettiva e permeato da una condivisa percezione di invisibilit professionale, sociale e, in buona parte, sindacale.

35

http://www.traduttoristrade.it/wp-content/uploads/2012/05/Protocollo-di-intesa-STRADE-SLC-testo.pdf. 61

6 - Conciliare, formarsi, immaginare il futuro

In questo capitolo soffermeremo lattenzione, in particolare, su quanto emerge dallanalisi dei dati del questionario riguardo alla problematica della difficile conciliazione dellattivit lavorativa, dei partecipanti allinchiesta, con il tempo da dedicare a s e agli impegni familiari. In seguito, si torner nuovamente ad affrontare il tema della formazione in parte gi trattato nel capitolo precedente , per proseguire con la visione che gli intervistati hanno dato del loro lavoro, e si concluder con limmagine del futuro che gli intervistati ci hanno trasmesso. La conciliazione e i tempi di vita/lavoro La questione della conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, tra le responsabilit personali/familiari e quelli professionali, appare cruciale, anche per i nostri partecipanti allinchiesta. Circa un terzo del campione dichiara di riuscire a dedicare abbastanza tempo agli impegni familiari, seguito dal 24% degli intervistati che ammette di poter rivolgere alla famiglia poco tempo e dal 6,2% che vi destina pochissimo tempo. Sono davvero pochi i lavoratori delleditoria intervistati (4,2%) che affermano di poter dedicare molto tempo alla propria famiglia. Tra coloro che dichiarano di dedicare molto e abbastanza tempo agli impegni familiari ritroviamo in maggior misura, come prevedibile, la componente femminile del campione e i soggetti nelle fasce det centrali (35-54 anni), nelle quali si colloca la quota pi consistente di persone sposate o conviventi, e con presenza di figli, che presentano perci maggiori carichi familiari. Anche questa inchiesta, dunque, conferma e ribadisce come le donne continuino ad essere un pilastro fondamentale del nostro sistema di welfare state, troppo spesso sovraccaricate delle funzioni riproduttive, dei compiti di cura e assistenza, anche se nelle nuove generazioni sembrano emergere nuovi patti tra i sessi e un maggiore condivisione, soprattutto entro le coppie pi giovani, del lavoro domestico e di cura (Saraceno, 2012). Inoltre, in un campione composto nella quasi totalit (92,3%) da soggetti che lavorano con forme contrattuali non standard e discontinue, appare significativo che siano i lavoratori che operano in regime di pluricommittenza a riservare pi tempo agli impegni familiari, rispetto a chi opera in monocommittenza (rispettivamente, il 46,3% contro il 38,8% di chi vi dedica molto e abbastanza tempo). Ancora. Gli intervistati dichiarano che il loro lavoro influisce abbastanza sulla probabilit di avere figli (con un punteggio medio di 6,34 in una scala 1-10), sulla possibilit di rendersi autonomi dalla famiglia dorigine e sperimentare forme di convivenza (punteggio medio pari a 5,63) o vivere da solo/a (5,56). La componente femminile del campione risulta essere sensibilmente pi influenzata dal proprio lavoro rispetto alla probabilit di diventare madre o abitare da sola, mentre rispetto ad
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una eventuale condiz zione di co onvivenza ri itroviamo le eggermente e pi rappr resentati i maschi del l campione.
Fig.5.1Inchemisurailtu uolavoroinfluis scesulleseguentisceltedivita? ?Declinazioned digenere

(da1pernientea10mol ltissimo)
Maschio Femm mina Totale

10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

4,95

5,76 5,5 56

5 5,62 5,65 5,63

6,27

6,36

6,34

Viveredasolo Convivenza Ave erefigli Fonte:ElaborazioneIresEmiliaRomagna R sudatiinchiestaEditoria aInvisibile(EI)

one La formazio o significativ vo, che in qu uesta sede vale v la pena evidenziare e, riguardan nte lattivit Vi poi un dato molto formativa seguita s o meno dai lavoratori delleditoria d intervistati i. Se, infatti, quasi met del campio one dichiara di non fare e formazion ne, laltra m met del totale afferma a di seguire attivit di formazione f a proprie sp pese (pagata da me). . Soltanto il 5,7% degli intervistati i ormarsi nellazienda in cui lavora. . Rispetto a questultim mo dato, va a segnalato o ha la possibilit di fo ostante il ca ampione sia a composto per i tre qua arti da donn ne, tra color ro che svolgo ono attivit come, nono di formazione nel luo ogo di lavoro, troviam mo maggiorm mente pres senti in v valori percentuali gli i t nza del fatto o che la formazione sv volta in azienda, anche nellambito o editoriale, , uomini, a testimonian coinvolge maggiormen m nte i maschi delle femm mine (Isfol, 2012; 2 Ires Em milia-Romagna, 2012). Pi della met m di ques ste ultime, invece, affe erma di form marsi a prop prio spese ( (rispetto a nemmeno n il l 40% dei maschi). In og gni caso, si tratta t di unattivit formativa in gran g parte c coerente co on lattivit mbito editoriale. svolta in am , va tenuto o presente, come c emerso in precedenza, che nemmeno quattro int tervistati su u Oltre a ci dieci dichiarano di sv volgere la propria p attivit in un vero e proprio luog go di lavoro o (mentre i t quinti del totale lav vorano invec ce presso la a propria abitazione o s studio), che oltre il 90% % rimanenti tre del campio one comp posto da sog ggetti con contratto c di i lavoro non n standard, e che met del totale e degli interv vistati affer rma di non poter svolg gere la propria attivit o di pot terlo fare solo in casi i eccezionali i presso il datore di la avoro/comm mittente per cui lavora. .

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Fig.5.2Tipologi iadiattivitform mativasvolta pergenere(composizioni percentuali) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Nonfac ccioformazione SI,inazienda SI,pagatadame

Ma aschio 53 3,3% 7 7,1% 39 9,6%

Femmina 44,3% 5,2% 50,5%

Totale 46,5% 5,7% 47,8%

Fonte:Elabora azioneIresEmilia aRomagnasudat tiinchiesta EditoriaInvisibile(EI)

ronte, perta anto, ad una a quota sign nificativa di lavoratori delleditoria d a intervistat ti che, come e Siamo di fr noto, per ti ipologia con ntrattuale applicata e modalit m di lavoro atipiche, non h ha di certo la a possibilit di accedere e a qualsivog glia attivit di formazio one che si sv volge in amb bito azienda ale. La visione del d lavoro e la l percezion ne del futuro o oltre di gran nde interess se comprendere il mod do in cui i lavoratori l d delleditoria intervistati i Risulta ino presentino o il proprio o lavoro alle esterno, e quindi potr remmo dire si prese entino agli altri, a e quali i siano gli as spetti dellat ttivit svolta che metto ono maggiormente in evidenza. Diciamo su ubito che la a gran parte e dei lavora atori delled ditoria intervistati sembra essere fortemente e orientata a mettere in risalto, rigu uardo al pro oprio lavoro, il tipo di professione sv volta (v.fig.5 5.3).
Fig. .5.3Quandodescriviiltuolavor roaglialtri,quallaspettochedi d solitosottoline eimaggiormente?,graficopergen nere mposizionepercen ntuale) (com

MF F M 0 0% 10% 20% M 79,7% 7 7,7% 6,0% 3,8% 2,7% 30 0% 40% 50% F 71,4% 6,4% 10,0% 6,4% 5,8% 60 0% 70% 80% 90 0% MF 73,4% 6,7% 9,0% 5,8% 5,1% 100%

Laprofess sionechesvolgi Laziendaincuilavori Iltipodicontratto c chehai Compenso/retribuzione Altro

Fonte:Elabora azioneIresEmilia aRomagnasudat tiinchiestaEditoriaInvisibile(EI)

Infatti, qua asi tre quart ti del camp pione, allorq quando debba descrivere il proprio o lavoro ag gli altri, ne e parla facen ndo riferime ento specific catamente alla a professione che svo olge. Segue, a grande distanza, d un n 9% del cam mpione che sottolinea maggiorme m d contratto di lavoro ap pplicato, e un u ulteriore e nte il tipo di
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6,7% che mette m in risa alto laziend da in cui si lavora. l Vi poi, un altr ro 5,8% del totale che, del proprio o lavoro, d rilievo r al red ddito percep pito. significat tivo che sian no le donne e del campio one a evide enziare in maggior m misu ura, del proprio lavoro, , laspetto co ontrattuale e quello ret tributivo, mentre m gli uo omini diano o pi risalto alla profess sione svolta a e al luogo di d lavoro.
Analisidellericorrenzealladomanda:Qu uandodescriviiltuo t lavoroaglial ltri,quallaspet ttochedisolitos sottolineimaggio ormente?

Com mpenso o e la Continu C it Crea ativit


F Frustrazion ne

D icolt Diff t

Prof fessio one Re etribuito o Sodd disfaz zione

Pas ssion ne Pia ace Preca P ariet

spetto alla committen nza, va seg gnalato com me i lavora atori che o operano in regime di i Inoltre, ris pluricomm mittenza sot ttolineino, maggiorme m nte, la prof fessione sv volta e il co ompenso pe ercepito; al l contrario, i soggetti monocomm mitenti parlano del pro oprio lavoro facendo riferimento o al tipo di i a in cui si lav vora. contratto e allazienda Se, poi, pre endiamo in considerazione la visio one che gli intervistati hanno dat to del propr rio lavoro, significativ vo che nel campione prevalga la a risposta relativa allattivit svo olta come mezzo per r soddisfare una nece essit econo omica (con n un punteggio pari a 7,47), seguita, subito o dopo, dal l considerare e il lavoro co ome un me ezzo per rea alizzare te st tesso (7,37), per esser re indipende ente (7,08) ) e, infine, pe er essere so ocialmente utile (5,50).
Fig.5. .4Secondote,inchemisurailtuo t lavoro:,dec clinazioneperge enere (mediapun nteggi) 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

Unmez zzoperrealizzarete stesso 6,69 7,60 7,37

Unanecessiteconomica 7,48 7,47 7,47

Unmezzo operessere indipe endente 6, ,98 7, ,11 7, ,08

Unmodope eressere socialment teutile 5,04 4 5,65 5 5,50 0

Ma aschio Fem mmina Tot tale

azioneIresEmilia aRomagnasudat tiinchiestaEditoriaInvisibile(EI) Fonte:Elabora

v in prec cedenza, i lavoratori delleditoria intervistati percepisco ono, nell'insieme, livelli i Se, come visto retributivi piuttosto bassi, b non sorprende ch he i valori pi p alti regi istrati dal c campione, rispetto r alle e ossibili visio oni del lavo oro previste e dal questionario, rigu uardino una a forma pa articolare di i quattro po
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riconoscimento materiale, quale la dimensione economica, senza significative differenze di genere. Ciononostante, in queste sede, va sottolineato come al secondo posto, a breve distanza, gli intervistati vedano nel proprio lavoro un mezzo di autorealizzazione personale (in particolare per le donne del campione). E, anticipando quanto emerger nel prossimo capitolo dedicato allanalisi delle risposte aperte alla domanda posta in conclusione del questionario , possiamo affermare come, nei partecipanti allinchiesta, non sembra esservi alcuna contrapposizione tra le due classiche concezioni del lavoro, cio tra la visione espressiva (che, in estrema sintesi, vede nel lavoro un fattore che favorisce la realizzazione personale) e quella strumentale (che ritiene il lavoro principalmente un mezzo per soddisfare una necessit economica). Anzi, nelle testimonianze raccolte, prevale una forte visione espressiva del lavoro. Vediamo, infine, come i lavoratori delleditoria intervistati immaginano il proprio futuro lavorativo. In generale, i partecipanti allinchiesta vedono il futuro lavorativo contraddistinto dalla cifra dellincertezza. In effetti, pi di tre quarti dellintero campione (pari al 76,2%) prevede, nellarco dei prossimi tre anni, un futuro lavorativo alquanto incerto , e tale rappresentazione appare sostanzialmente simile sia per gli uomini che per le donne. Il 15,8% del totale lo immagina cos com ora, e appena otto intervistati su cento lo vedono pieno di possibilit e occasioni. Tra questi ultimi, sono i lavoratori maschi a mostrarsi, rispetto alle femmine, pi fiduciosi e ottimisti nei confronti del proprio futuro occupazionale , cos come i soggetti giovani del campione (il 66% di chi vede il futuro lavorativo ricco di possibilit e occasioni under39) e, inoltre, coloro che operano in regime di pluricomittenza (9,6% rispetto al 5,5% di monocommittenti).
38 37 36

Il quesito posto era il seguente: Vuoi aggiungere qualcosa sulla tua esperienza lavorativa che non sia gi emerso dalla compilazione delle domande?. 37 Il valore percentuale dellincertezza dato dalla somma delle seguenti risposte: pieno di rischi e incognite (43,1%) e non lo immagino, imprevedibile (33,1%). 38 Un dato questo assai significativo visto che, va sempre ricordato, il campione fortemente sbilanciato verso la componente femminile. 66

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7 - Pensieri in libert, i precari delleditoria si raccontano

In questa ultima parte del Rapporto prenderemo in considerazione alcune testimonianze dei lavoratori delleditoria intervistati, raccolte grazie ad una domanda che in chiusura di questionario prevedeva la possibilit di risposta aperta al seguente quesito: Vuoi aggiungere qualcosa sulla tua esperienza lavorativa che non sia gi emerso dalla compilazione delle domande? Non si tratta, pertanto, di vere e proprie interviste in profondit ma, piuttosto, di considerazioni, riflessioni, giudizi e, in certi casi, pensieri in libert dei lavoratori delleditoria intervistati, attinenti comunque alla propria esperienza professionale, relativi ad aspetti non emersi nel corso della compilazione del questionario oppure, anche se gi affrontati, sui quali per i partecipanti allinchiesta hanno ritenuto importante ritornare, per meglio precisare la propria condizione di lavoro. Informazioni preziose che arricchiscono e integrano i dati gi raccolti tramite lo strumento quantitativo. Un questionario, vale la pena ricordarlo, indubbiamente complesso, che affronta questioni dense, frutto di un lavoro condiviso tra Ires Emilia-Romagna, Slc nazionale, di Bologna e Milano, che ha visto la partecipazione attiva e sostanziale, nella costruzione del questionario e nella diffusione dello stesso, della Rete dei Redattori Precari (ReRePre) e del sindacato dei traduttori editoriali (Strade). Ecco perch riteniamo significativo che il 16% del totale del campione (pari a 172 partecipanti allinchiesta) abbia avvertito la necessit o il desiderio, che dir si voglia di fornirci altri importanti elementi di conoscenza, per aiutarci a meglio comprendere le condizioni di lavoro (ma anche di vita) di chi opera, con contratti di lavoro non standard, spesso senza diritti e tutele, in un settore quale quello editoriale ancora poco studiato, in particolare dal punto di vista del lavoro, e altrettanto poco rappresentato. Un lavoro a cui aspiravo e che amo.ma senza diritti Il lavoro costituisce, tuttora, un aspetto centrale per la definizione dellidentit individuale e la costruzione delle biografie individuali, rappresentando ancora oggi il principale mezzo di ottenimento del riconoscimento sociale (Honneth, 2010). Nel contempo, nel corso degli ultimi decenni, i processi di individualizzazione e precarizzazione hanno fortemente contribuito al peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, in particolare delle nuove generazioni, sempre pi incapaci di realizzare un progetto di vita autonomo e una carriera lavorativa stabile e soddisfacente. E il lavoro in editoria non fa eccezione. Anzi. Il lavoro culturale, in generale e, nel nostro caso specifico, il lavoro nel settore preso in considerazione, appaiono attraversati da forti contraddizioni e tensioni. La nostra inchiesta evidenzia, infatti, come quella editoriale sia una professione intensamente amata da coloro che vi lavorano, in modo precario e discontinuo, con grande passione e investimento
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39

Gli intervistati avevano a disposizione uno spazio per un contributo un testo che non superasse i 1.000 caratteri. 67

personale; un lavoro a cui si aspirava (Appadurai, 2011), come conferma un intervistato coinvolto nellinchiesta; un settore nel quale si ambiva entrare, un mondo quale quello della produzione editoriale contraddistinto per da forti criticit, e spesso con poche, inadeguate, tutele e garanzie. Effettivamente, in modo particolare, proprio in questo comparto, ladesione soggettiva a unattivit vista come altamente soddisfacente sul piano culturale e identitario pu assumere la funzione di compensare le inevitabili frustrazioni dovute non solamente alla mancanza di garanzie economiche e giuridiche ma anche alla fragilit della stessa collocazione nei processi produttivi (Ortoleva, Solari, 2003: 229-230). Lo schema successivo mostra, assai efficacemente, attraverso lanalisi delle ricorrenze, quali siano le parole utilizzate, pi spesso, dagli oltre centosettanta intervistati, nel racconto della propria esperienza lavorativa. Ci troviamo di fronte, dunque, a lavoratori che operano nelleditoria, nei quali convivono, insieme, lappagamento per il tipo di lavoro svolto in questo specifico settore e linsoddisfazione per lo scarso riconoscimento del proprio lavoro.

Analisidellericorrenzealladomanda: Vuoiaggiungerequalcosasullatuaesperienzalavorativachenonsiagiemersodallacompilazionedelledomande?

Collaboratori Contratto Difficolt Dipendente Editori Famiglia Ferie Lance Libero Opportunit Personale Piacerebbe Possibilit Precari Dell'editoria Professionisti Traduttore
INPS

Quotidiano

E sono proprio questi due aspetti che ricorrono pi frequentemente nei racconti dei partecipanti allinchiesta, diversi tra loro per et e luogo di residenza (vi sono, come emerso nei capitoli precedenti, lavoratori che risiedono sia nelle citt del nord Italia, a maggiore vocazione editoriale, sia nel centro e nel sud del paese, cos come nelle isole), ma accomunati dalla passione per il lavoro che si fa definito da molti intervistati, il pi bello del mondo.
Faccio questo lavoro per la soddisfazione personale che mi d, se non lo adorassi di certo non lo farei. (F, 29 anni, Pordenone) Mi ritengo abbastanza fortunato a poter svolgere questo lavoro, anche se non so ancora per quanto: perch qualcosa a cui ho sempre aspirato, perch mi permette di tenermi aggiornato su tanti aspetti della realt, perch capita di incontrare persone interessanti. Il rovescio della medaglia, tuttavia, costituito sia dalla retribuzione relativamente scarsa (), sia dalla poca considerazione del valore di questo lavoro specifico, anche nello stesso ambiente editoriale. (M, 54 anni, Roma)

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Amo il mio lavoro, non vedo quale altro lavoro potrei fare, ma ogni anno mi chiedo se potr continuare a farlo, date le pessime entrate. (F, 35 anni, Lecco) Adoro quello che faccio, odio non avere sicurezze contrattuali, diritti, pagamenti e riconoscimenti adeguati. (F, 35 anni, Teramo) Sono una redattrice. un lavoro sporco, a tratti alienante, spesso ansiogeno, e drammaticamente sottopagato, ma il lavoro pi bello del mondo. Credo sia questa la nostra condanna. (F, 32 anni, Milano)

Una professione che, dunque, soddisfa, gratifica e appaga ma che, per, nelle parole dei lavoratori intervistati, intessuta di tanti aspetti negativi che caratterizzano in modo particolare, anche se di certo non esclusivamente, il lavoro precario in ambito editoriale. Elementi critici in gran parte gi emersi nei capitoli precedenti: dalle retribuzioni generalmente basse un lavoro drammaticamente sottopagato afferma una redattrice alle forme contrattuali applicate (contratto a progetto, collaborazione occasionale, scorretta cessione diritti dautore e partita IVA), quasi sempre subte, piuttosto che scelte una scelta obbligata, potremmo dire, in quanto unico modo per poter lavorare passando per condizioni di lavoro stressanti e ritmi di lavoro elevati, senza dimenticare laccesso, o per meglio dire il mancato accesso, alle principali tutele sociali, quali lindennit di malattia e di maternit. Sono diverse le testimonianze nelle quali i lavoratori precari delleditoria illustrano, anche molto dettagliatamente, i tanti aspetti ritenuti maggiormente penalizzanti riguardo la propria esperienza lavorativa. Se, dunque, in questo settore si registra una forte, e legittima, aspirazione a svolgere unattivit che consente di realizzarsi Bruno Trentin (1997) parlava del diritto di perseguire anche nel lavoro la realizzazione di s sono davvero innumerevoli le criticit denunciate dagli intervistati che hanno voluto integrare le domande del questionario con specifiche riflessioni riguardo al proprio vissuto lavorativo. Coerentemente con quanto emerso nel capitolo precedente, infatti, nelle dichiarazioni dei lavoratori delleditoria, troviamo conferma della forte visione espressiva dellattivit svolta. Nelle parole dei partecipanti allinchiesta ricorre spesso lespressione amo il mio lavoro, adoro quello che faccio accanto, comunque, ad una generale consapevolezza di scarse sicurezze, garanzie e tutele (...odio non avere sicurezze contrattuali, diritti, pagamenti e riconoscimenti adeguati). In alcuni racconti, poi, come quello appena citato, viene fatto proprio esplicito riferimento al tema del mancato o insufficiente riconoscimento, materiale e simbolico, del proprio lavoro. Il riconoscimento dellopera svolta, della qualit del proprio lavoro, dellinvestimento personale, degli sforzi e dei sacrifici compiuti per poter svolgere il lavoro che si desiderava, e a cui come visto si aspirava, risulta infatti essere essenziale per la costruzione della propria identit, nonch per il benessere psicofisico delle persone che lavorano. Riconoscimento che, come ormai ampiamente assodato, appare decisivo nella dinamica della mobilitazione soggettiva dellintelligenza e della personalit nel lavoro (Dejours, 1998: 42).

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Quale futuro ci aspetta a noi partita IVA sovratassati e senza nessun riconoscimento di merito e garanzie continuative, oltre a buchi di lavoro che si protraggono per giorni/mesi senza nessuna copertura sussidiaria? (F, 42 anni, Milano) Amo il mio lavoro e lo svolgo con passione e dedizione, ma alla lunga sta diventando frustrante: l'immobilismo retributivo e contrattuale, il mancato riconoscimento da parte dei capi, lo stress per conciliare tempi sempre pi stretti e la necessaria qualit... spesso fanno passare la voglia. Ed un peccato. (F, 31 anni, Roma) Vorrei sottolineare che i pagamenti non vengono effettuati nei tempi stabiliti. Non ho malattie, n ferie. Nessuna prospettiva. La strumentazione la metto io: pc, cancelleria, etc.. (F, 31 anni, Bologna) Nel corso degli anni mi sono imbattuta in pesanti soprusi, ingiustizie, nepotismi che mi hanno davvero abbattuto. Vorrei trovare maggiore meritocrazia e non dover elemosinare, a trent'anni suonati e con un cv di tutto rispetto, un lavoro sottopagato e privo della bench minima considerazione. Quella del redattore una professione meravigliosa ma mi domando, se le condizioni lavorative resteranno queste, fin quando riuscir a svolgerlo... (F, 31 anni, Monza)

veramente difficile trovare un ambito lavorativo cos fortemente amato da chi vi opera e unattivit svolta ritenuta tanto gratificante in grado di produrre, nell'insieme, cos tante insoddisfazioni, delusioni e frustrazioni. Disposti a tuttoper inseguire un sogno? Dalle testimonianze raccolte sembrerebbe, dunque, emergere un quadro nel quale molti lavoratori precari intervistati di certo non la totalit, come vedremo appaiono, in qualche modo, disposti a tutto, ad accettare cio condizioni contrattuali, retributive, di lavoro insoddisfacenti e frustranti, anche inaccettabili. Precariet, insicurezze, ritmi di lavoro stressanti, pagamenti non regolari, unattivit poco programmabile che mal si concilia con il tempo da poter dedicare a s o agli impegni di cura; queste in breve le tante criticit descritte dagli intervistati nello spazio messo a disposizione. Disposti a tutto, pur di proseguire la propria esperienza lavorativa in ambito editoriale; pur di rimanere, anche se precariamente e nella pi grande incertezza, riguardo al proprio futuro lavorativo, e non solo, in questo settore cos fortemente sognato e desiderato, spesso fin da giovanissimi, nel quale riversare, anche professionalmente, il forte amore per il mondo dei libri, diventandone un addetto ai lavori. In altre parole, per inseguire un sogno, come stato raccontato efficacemente da una intervistata.
I precari nell'editoria sono moltissimi, che spesso per inseguire un sogno o un lavoro per cui hanno investito molte risorse fisiche, economiche e mentali sono costretti ad accettare condizioni inaccettabili. I datori di lavoro spesso sono senza scrupoli, e guardano pi al proprio interesse reddituale che al bene dei propri dipendenti, forti di normative che probabilmente non sono abbastanza rigide per evitare situazioni di totale assenza di contratto, considerate come normali. Ma, guardando al mio caso, quali alternative professionali pu avere una donna di 36 anni, sposata e con l'intenzione prossima di formare una famiglia? Purtroppo in Italia, e tanto pi in questo settore, casi esemplari come quello del nuovo Ceo40 di Yahoo (37 anni, donna e incinta) sono ridotti ai minimi termini. (F, 36 anni, Como)

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Chief executive officer: amministratore delegato. 70

Avevo grandi aspirazioni, desideravo lavorare in editoria da tanto. E quando ci sono riuscita mi sono sentita realizzata. Ora per vorrei semplicemente pi serenit, pi soldi o per lo meno una citt pi economica, e fare del mio lavoro solo una piccola parte della mia vita, che mi permetta economicamente di vivere e fare altro. (F, 31 anni, Milano) Il lavoro editoriale per sua natura si presta a esser parcellizzato e gestito con contratti atipici. Il problema sono gli abusi e le tariffe basse. Unitamente al fatto che molti che lavorano in questo settore, preferiscono purtroppo accettare di esser sottopagati piuttosto che cercare occupazione in altri settori (considerati meno nobili come quello impiegatizio, per non parlare del call centre). Questo atteggiamento incentiva purtroppo i datori di lavoro editoriale a offrire paghe da fame, tanto troveranno sempre qualcuno disposto ad accettarle. (F, 39 anni, Bologna)

Alcuni partecipanti allinchiesta, tuttavia, preso atto di quanto sia arduo vivere solo di editoria, confermano, come gi emerso nei capitoli precedenti, la necessit di integrare il reddito percepito in ambito editoriale con entrate provenienti da ulteriori attivit. Un altro lavoro per essere meno schiava delleditoria che si dovrebbe aggiungere alla professione che si considera come principale quella, per lappunto, svolta in editoria ma che, con il passare degli anni, in diversi casi, rischia di diventare sempre pi il primo, e addirittura, unico lavoro, quando si giunge alla sofferta decisione di abbondare del tutto il settore editoriale, e intraprendere un percorso lavorativo totalmente differente. In altri casi, invece, nonostante la non pi giovane et, c chi dichiara di poter fare affidamento ancora sullaiuto economico la magnanimit, come stato detto della famiglia dorigine.
In passato mi capitato in ambito editoriale di dover sottostare a finti contratti di collaborazione autonoma che erano in realt contratti di lavoro subordinato camuffati e di non veder riconoscere economicamente il mio vero ruolo professionale. Oggi ho un'altro lavoro part-time e questo mi rende meno schiava dell'editoria ma continuare a svolgere lavori editoriali anche se part-time e autonomi vuol dire non sapere per quanto si lavorer e quando si verr pagati. Vuol quindi dire lavorare sempre sotto stress. (F, 34 anni, Bologna) Ho intrapreso gli studi umanistici (linguistici) perch credo nella comunicazione. Ho intrapreso la via dell'editoria perch la traduzione non mi dava abbastanza di che vivere. Ho scoperto che i lavoratori dell'editoria si dividono, fondamentalmente, in due categorie: 1) quelli che sanno che di editoria non si vive, ma sono felici di starci perch se lo possono permettere 2) quelli che di editoria cercano di vivere, si stanno accorgendo o si sono gi accorti che non riescono a viverci, e annaspano nel tentativo di uscire dal tunnel. Queste due categorie sono accomunate dal fatto che, siccome l'editoria fatta di parole e a entrambi i tipi piace molto parlare, per una misteriosa sinergia d'intenti le condizioni di lavoro\retribuzione\tempistiche di pagamento sono sempre l'ultimo criterio di valutazione. Eh s, perch... che diamine: facciamo libri noi! Facciamo cultura! E quindi, se fai un lavoro cos bello, di che ti lamenti? Non vorrai pretendere di pi no? Amen. (M, 31 anni, Lecco) La mia esperienza gratificante sul piano del prestigio personale: nel mio territorio (la Calabria) pochi sanno fare il mio mestiere. Frustrante per sul piano sociale ed economico-contrattuale: se non avessi altre fonti di guadagno (dovute alla magnanimit della mia famiglia), da umanista disinteressata all'insegnamento... sarei finita per sopravvivere a lavorare in un call center! Ohib. (F, 38 anni, Cosenza) Ho iniziato questo lavoro per passione e ho tentato per molti anni di vivere solo di questo. stato necessario arrendersi all'evidenza che si lavora nell'editoria solo se si ricchi di famiglia (per nascita o matrimonio), altrimenti pu essere al massimo un secondo lavoro, se proprio si ama a tal punto da non volerlo del tutto abbandonare. (F, 51 anni, Trieste)

In effetti, lindagine ribadisce, purtroppo, quanto gi emerso, anche recentemente, in inchieste giornalistiche (Murru, 2012), oppure in opere di lavoratori del settore che hanno narrato la loro esperienza lavorativa in editoria (di Vita, 2012): per i precari della carta, con la cultura non si mangia. In un mercato del lavoro quale quello editoriale, definito non a caso selvaggio, con sempre pi diffusi processi di esternalizzazione del lavoro da parte di case editrici, che affidano buona parte
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delle attivit redazionali a service editoriali specializzati, e che possono ricorrere anche in modo spregiudicato a un piccolo esercito di persone da sfruttare; una folta schiera di lavoratori sottopagati, collaboratori esterni, stagisti e tirocinanti inseriti in azienda a titolo gratuito, o con mero rimborso spese. Ancora. In molti racconti si fa riferimento alla mancanza di prospettive, e opportunit di crescita professionale, che caratterizza il lavoro svolto in ambito editoriale. Cos come lessere costretti, in questo settore come in tanti altri, a figurare in qualit di lavoratori autonomi (la falsa partita IVA denunciata in una testimonianza) quando, nella maggior parte dei casi, si svolge unattivit che per tipo di mansione, orari di lavoro rigidi, ecc. dovrebbe essere inquadrata come lavoro alle dipendenze.
Il lavoro editoriale un bel mestiere, ma le condizioni di lavoro peggiorano a vista d'occhio. Al di fuori delle case editrici, in particolare, il mercato del lavoro selvaggio (proprio a causa delle scelte delle case editrici, in primis quella di esternalizzare il lavoro). A mano a mano che si percorre la catena dei committenti (editore; studio editoriale; freelance) il grado di sfruttamento aumenta. In questa situazione, non solo lavorare difficile e frustrante, ma la qualit del prodotto ne risente pesantemente, e l'innovazione (pensiamo all'editoria digitale) langue. (M, 30 anni, Milano) Dopo cinque anni dal giorno della mia laurea, lo scorso mese, una casa editrice mi ha proposto uno stage non retribuito per sostituire una dipendente in congedo di maternit. Oggi, per l'ennesima volta disoccupata e senza prospettive, sto pensando di emigrare all'estero e cambiare lavoro, ma ci vorrebbe dire fare tabula rasa e ripartire da zero. E chi vuole scommettere su una trentunenne, quando ci sono persone ben pi giovani, flessibili e malleabili in cerca di lavoro?!? (F, 31 anni, Venezia) Al di l del contratto, o meglio non-contratto, dello stipendio inadeguato, dell'enorme quantit di lavoro extra non pagato, la cosa pi avvilente la mancanza di una prospettiva di crescita futura. (F., 31 anni, Milano) Nell'arco della mia carriera ho avuto: contratto a tempo determinato, partita iva per due anni (falsa), ritenuta d'acconto, contratti a progetto. I compensi in diritti d'autore derivano dalla effettiva attivit di autrice. Qualche anno fa in una nota casa editrice romana, di piccole dimensioni ma molto apprezzata, sono stata pagata 600 euro netti con contratto a progetto per lavorare full time in ufficio con orari di lavoro rigidi. Negli otto anni in cui ho lavorato ho avuto tre momenti di stop: uno di 4 mesi, uno di 2 e uno di 6 mesi, durante i quali non ho potuto usufruire di alcun tipo di ammortizzatore sociale. (F, 34 anni, Roma)

In cerca di tutela e rappresentanza? Lultima testimonianza sopra riportata richiama la questione, pi volte emersa nelle parole degli intervistati, del mancato accesso alle principali garanzie e tutele per coloro che operano, con forme di lavoro non standard, atipiche e falsamente autonome, in ambito editoriale, senza dimenticare il legittimo bisogno di vera autonomia (da intendersi come forma contrattuale lavorare in proprio organizzazione del lavoro, possibilit di conciliazione, ecc.) espresso da una parte dei rispondenti. Meccanismi di tutela e di protezione sociale quali lindennit di malattia, di maternit, disoccupazione, ecc. garantiti, finora, ai lavoratori stabili ma assai meno, o per nulla, a tutti i lavoratori atipici che vivono la precariet come condizione distintiva della propria esperienza di lavoro (e di vita). Una questione avvertita, in modo particolare, inevitabilmente, dalle donne che hanno raccontato le tante difficolt a realizzare progetti di vita extralavorativi (lindipendenza dalla famiglia dorigine, la convivenza, i figli).
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Sono una donna e mi spaventa l'idea di dover andare in maternit e una volta avuti i figli dover chiedere i vari permessi necessari per malattie dei figli non essendo tutelata da un contratto d'assunzione. (F, 36 anni, Milano) Forse potr apparire fortunata perch lavoro continuativamente e guadagno uno stipendio decente, ma per farlo devo lavorare moltissimo (nei periodi di maggior carico anche la sera e nei fine settimana). Nell'ultimo anno, in cui ho dovuto lavorare molto meno causa maternit, mi sono resa conto di tutti gli svantaggi della mia scelta professionale: ho ricevuto neanche 2.000 euro di indennit per 5 mesi senza fatturare e in seguito, lavorando part time per tenere mia figlia almeno met giornata, ho guadagnato a mala pena i soldi per pagare la baby sitter (). Sono molto amareggiata. (F, 37 anni, Bologna) Il mio lavoro anche quello del mio fidanzato. Mi piace molto, ma quello che guadagniamo entrambi (considerando che ci si porta sempre del lavoro a casa e spesso i weekend si passano al computer, notti in bianco comprese, anzich riposarsi) non riesce a giustificare la fatica, la stanchezza fisica, la perdita del tempo libero, la difficolt di concedersi una vera pausa e l'impossibilit di pensare (soltanto pensare) di poter prendere insieme una casa. Mi piacerebbe che questo lavoro non ci sacrificasse, ma ci permettesse di diventare grandi con dignit. (F, 31 anni, Catania)

Un lavoro che piace molto e che ci permettesse di diventare grandi con dignit; questa la richiesta, o perlomeno lauspicio, dellultima lavoratrice citata. Nelle testimonianze degli intervistati emerge con forza la consapevolezza degli scarsi diritti, delle poche tutele e garanzie per tutti coloro che lavorano instabilmente in questo settore. I sentimenti, gli atteggiamenti e i comportamenti che sembrano accomunare le considerazioni di chi ha voluto partecipare allinchiesta fino in fondo rispondendo liberamente allultima domanda del questionario sono, in realt, echi fin troppo conosciuti delle profonde trasformazioni che hanno investito le societ contemporanee e la dimensione istituzionale del lavoro. Solitudine e isolamento, preoccupazione, disorientamento e incertezza risultano essere le emozioni pi diffuse tra gli intervistati. Da pi parti, oltre a denunciare le basse retribuzioni, viene avanzata la richiesta di una tariffa minima sindacale retribuzione minima sindacale la definisce una intervistata e si denunciano le tante contraddizioni di alcune forme contrattuali, in particolare del contratto di cessione diritti dautore.
Per quanto riguarda il lavoro di traduttore trovo veramente bassi i compensi. Ultimamente mi sono stati proposti 1.200 euro per un libro da 403 pagine dal tedesco. A parte il fatto che non hanno specificato n se il compenso era da intendersi lordo o netto n i tempi di consegna, ma comunque mi sono stati offerti 2,97 euro a cartella per una traduzione di 403 pagine dal tedesco. La mia dignit come persona dov' in quei 2,97 euro? La dignit della professione dov'? E il pi delle volte se vuoi lavorare come traduttore devi accettare questi scandali e poi andare a lavorare (sempre con contratti a tempi ultra determinato) per otto ore al giorno riducendoti a tradurre di notte (s signori, questo quello che faccio io ogni santo giorno), perch l'affitto, le bollette e la spesa non li paghi mica con quei 2,97 euro a cartella che ti verranno pagati quando fa pi comodo all'editore, magari anche con 8/10 mesi di ritardo rispetto ai termini contrattuali. Per spesso l'editore si permette di chiederti di consegnare in anticipo la traduzione. Basta. ora di cambiare le cose. (F, 31 anni, Siena) I contratti editoriali italiani per traduttori sono vetusti e vanno spesso contro normative UE. Perch il traduttore viene chiamato 'autore'? Perch deve cedere i diritti? Le tariffe sono anacronistiche. (M, 38 anni, Milano) Non possibile svolgere un lavoro cos meraviglioso con compensi cos bassi. Su internet si trovano siti di aziende e liberi professionisti che svolgono editing o redazione testi a 1,00 a cartella, mi chiedo con quale professionalit e dignit. tempo che vengano istituite norme che definiscano una volta per tutte la retribuzione minima sindacale al di sotto della quale non possibile considerare professionale e dignitoso il servizio che viene richiesto, e chi si adegua a farlo ugualmente dovrebbe cominciare a dire di no. Grazie. (F, 31 anni, Rimini)

Bisognerebbe, secondo lultima lavoratrice, cominciare a dire di no. Ma nelle testimonianze raccolte sembra piuttosto prevalere il senso di frustrazione, lavvilimento, la mancanza di coraggio di
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denunciare le condizioni di lavoro, in cui si trovano ad operare i precari del settore, e la paura di esporsi individualmente per il timore di non essere riconfermati. Precariet che erode i diritti, che rende tutti pi ricattabili, e disposti a sottostare alle richieste di sempre maggiore disponibilit avanzata da tanti committenti e datori di lavoro. In diverse testimonianze, sembra, purtroppo, prendere il sopravvento come gi emerso in altri studi e ricerche una sorta di accettazione dello stato di cose presente (Ires Emilia-Romagna, 2010), ripiegando su soluzioni di tipo individuale, con il venire meno progressivamente del senso di appartenenza alla dimensione collettiva. Bisogni individuali di tutela che appaiono, dunque, difficilmente trasformabili in istanze collettive, anche perch sembra spesso mancare, in molte considerazioni degli intervistati, un tassello fondamentale affinch le singole domande possano essere rappresentate collettivamente: il passaggio, cio, dalla delega in questo caso alle organizzazioni sindacali alla disponibilit in prima persona ad impegnarsi, mobilitarsi e partecipare attivamente per la difesa e lestensione dei propri diritti.
Ritengo che attualmente ci siano pochi strumenti di tutela per i giovani - e non solo - che fanno questo mestiere e vengono sfruttati da imprenditori che pensano solamente al loro profitto. Ci vorrebbero pi controlli perch purtroppo tante persone come me non hanno il coraggio di denunciare situazioni simili (no contratto, no assicurazione, no contributi, no assistenza, no sicurezza sul lavoro... ma obbligo di un orario e di una sede fissi e straordinari -anche nel week-end- non pagati) per paura di rimanere senza lavoro. (F, 27 anni, Monza) Vorrei sottolineare che, secondo la mia esperienza, nell'editoria si viene pagati pochissimo e senza alcun rispetto per i contratti stipulati (soprattutto per quanto riguarda le scadenze, ma non solo). Credo che manchino strutture associative di una qualche rilevanza che tolgano al singolo l'onere di esporsi individualmente per far valere i propri diritti. (F, 29 anni, Roma) Ai collaboratori non spetta il premio produzione che spetta ai dipendenti. Noi collaboratori siamo trattati come lavoratori di serie B rispetto ai dipendenti. Non abbiamo neanche diritto ai buoni pasto, anche se ci viene richiesta una frequenza quasi quotidiana in azienda. Non partecipiamo agli eventi aziendali organizzati con gli agenti. Nella nostra sede, noi collaboratori di redazione siamo stati relegati tutti (o quasi) al piano -1, lontano dalle redazioni. In generale non c' unione tra i collaboratori, ognuno fa per s. Per timore di non vedersi rinnovato il contratto, non si trovano strategie comuni di sciopero o di rimostranza. I sindacati e i sindacalisti ci ignorano, pensano solo agli interessi dei dipendenti assunti. Anche in caso di sostituzione dipendenti/maternit l'azienda impone contratti a progetto, invece del tempo determinato. Se andiamo in ferie, quasi dobbiamo chiedere il permesso. Mentre ai dipendenti impongono di prendersi giorni di riposo. Sul nostro futuro regna l'incertezza. Per una donna di 30 anni si pone anche il "problema" di quando/se fare figli. (F, 31 anni, Roma) Mi trovo in una fase di transizione nella quale mi sto strutturando per essere autonoma in modo professionale. Preciso che mi sono iscritta a un sindacato perch ho deciso di chiedere un risarcimento al mio ex datore di lavoro (per aver lavorato a progetto, ma di fatto avevo l'impegno di un dipendente). Negli anni in cui lavoravo in casa editrice non ho mai pensato potesse essere utile iscrivermi a un sindacato per far valere i miei diritti di lavoratore. (F, 36 anni, Torino) Aspetti negativi: assenza di contrattazione e di adeguamento delle tariffe negli anni (le tariffe sono ferme da... sempre), assenza di tariffe differenziate per tipo di lavoro, compenso inadeguato alle mansioni e alle responsabilit imposte. Progressivo calo di lavoro dall'unico committente (reddito annuo sempre inferiore all'anno precedente). Aspetti positivi: autonomia nella gestione del tempo, spese e tempi di spostamento minimi. Grazie per questo primo passo nella visibilit. (F, 53 anni, Milano)

In questa ultima parte del rapporto, va ricordato, abbiamo incentrato lattenzione sui pensieri in libert come li abbiamo definiti dei lavoratori intervistati, mentre le diverse questioni che qui abbiamo soltanto tratteggiato, come ad esempio il tema della rappresentanza, andrebbero sicuramente indagate in modo pi approfondito.

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E, in effetti, questa inchiesta si era proposta di essere perlomeno un primo passo verso una maggiore visibilit dei lavoratori e delle lavoratrici, giovani o meno, che operano precariamente nelleditoria.

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Appendice statistica

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INDICE
Tab.1 - Campione intervistato per classi di et quinquennali e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ............................... II Tab.2 - Campione intervistato per classi di et decennali e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ..................................... II Tab.3 - Campione intervistato per nazionalit e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ...................................................... II Tab.4 - Campione intervistato per stato civile e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ...................................................... II Tab.5 - Campione intervistato per numero di figli e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ................................................ II Tab.6 - Campione intervistato per composizione nucleo familiare e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ...................... III Tab.7 - Campione intervistato per titolo di studio e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga) ................................................................... III Tab.8 - Da quanto lavori? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ................................................................................................. III Tab.9 - Da quanto lavori nel mondo dell'editoria? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ........................................................... IV Tab.10 - Da quanto lavori? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ............................................................................................... IV Tab.11 - Da quanto lavori nel mondo dell'editoria? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ......................................................... IV Tab.12 - Ti occupi di editoria da quando sei entrato nel mondo del lavoro? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ................... IV Tab.13 - Campione intervistato per tipologia contrattuale e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga) ....................................................... V Tab.14 - Numero di tipologie contrattuali utilizzate, anno 2011 (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ....................................... V Tab.15 - Numero di tipologie contrattuali utilizzate, anno 2012 (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ....................................... V Tab.16 - Numero di committenti degli intervistati (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ............................................................ V Tab.17 - Settore dell'editoria occupato per sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga) ................................................................................ VI Tab.18 - Ruolo in ambito editoriale per sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga) ...................................................................................... VI Tab.19 - Numero di ambiti editoriali su cui si impegnati (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ............................................... VI Tab.20 - Se svolgi la tua attivit in regime di Partita Iva o prestazione occasionale, ricevi regolare lettera di incarico? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ..................................................................................................................................................................................... VII Tab.21 - Se lavori con cessione di diritti dautore, come vieni retribuito? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ...................... VII Tab.22. - Hai vissuto negli ultimi due anni esperienze di lavoro nero nellambito delleditoria? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ......................................................................................................................................................................................................................... VII Tab.23 - Ti mai stata imposta una clausola di esclusivit? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ........................................... VII Tab.24 - In media quante ore lavori ogni settimana? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ...................................................... VII Tab.25 - Quante ore puoi arrivare a lavorare alla settimana nei periodo di picco? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ....... VIII Tab.26 - Quantifica i periodi di inattivit nellarco di un anno: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ...................................... VIII Tab.27 - Prevalentemente, il tempo che dedichi al lavoro legato a: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ........................... VIII Tab.28 - In che misura pensi che il tuo lavoro: (media punteggi in una scala 1-10) ..................................................................................................... VIII Tab.29 - Dove svolgi la tua attivit professionale? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ......................................................... VIII Tab.30 - Perch la svolgi in quel luogo? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ........................................................................... IX Tab.31 - Ti consentito svolgere il tuo lavoro in azienda? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ............................................... IX Tab.32 - Svolgi altri lavori al di fuori del mondo delleditoria? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ......................................... IX Tab.33 - In che misura quando esegui il tuo lavoro: (media punteggi in una scala 1-10)............................................................................................... IX Tab.34 - Prevalentemente, chi controlla il tuo lavoro? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) .................................................... IX Tab.35 - Come giudicheresti la relazione sviluppata con: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ................................................. X Tab.36 - Al di fuori del tuo lavoro, quanto tempo riesci a dedicare a: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ............................. XI Tab.37 - In che misura il tuo lavoro influisce sulle seguenti scelte di vita? (media punteggi in una scala 1-10) ........................................................... XII Tab.38 - In che misura percepisci i tuoi compensi nel rispetto delle scadenze concordate? (media punteggi in una scala 1-10) ................................ XII Tab.39 - In media, qual il tuo reddito lordo da lavoro annuo? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ..................................... XII Tab.40 - Disponi di un'altra fonte di reddito(dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) .................................................................... XII Tab.41 - In che misura pensi che il reddito che percepisci sia: (media punteggi in una scala 1-10) .............................................................................. XII Tab.42 - In che misura pensi che: (media punteggi in una scala 1-10) .......................................................................................................................... XII Tab.43 - In che misura le competenze che utilizzi/hai utilizzato in ambito lavorativo sono frutto di: (media punteggi in una scala 1-10).................. XIII Tab.44 - Segui attivit di formazione? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ............................................................................ XIII Tab.45 - Se s, coerente con lattivit svolta nel campo delleditoria? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ......................... XIII Tab.46 - Il tuo lavoro ti offre prospettive di sviluppo di carriera? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) .................................. XIII Tab.47 - Quando descrivi il tuo lavoro agli altri, qual laspetto che di solito sottolinei maggiormente? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ................................................................................................................................................................................................................. XIII Tab.48 - Secondo te , in che misura il tuo lavoro : (media punteggi in una scala 1-10) ............................................................................................. XIV Tab.49 - Quando pensi al tuo futuro lavorativo nei prossimi 3 anni, come lo immagini? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ...................................................................................................................................................................................................................................... XIV Tab.50 - Sul lavoro, quanto determinante la tua opinione individuale nella definizione di: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ........................................................................................................................................................................................................................ XIV Tab.51 - Sei iscritto a: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga) ......................................................................................................................... XIV Tab.52 - In generale quanto sei soddisfatto delle tue condizioni di lavoro? (media punteggi in una scala 1-10) ......................................................... XV Tab.53 - Sei iscritto a un sindacato? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ................................................................................ XV Tab.54 - Sei iscritto ad altre forme associative? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) .............................................................. XV Tab.55 - ...quanto ti senti libero di svolgerla? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ................................................................. XV

Tab.1 - Campione intervistato per classi di et quinquennali e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE CLASSE DI ETA' Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna 15-19 anni 2 0,7% 100,0% 0 0,0% 0,0% 2 0,2% 20-24 anni 2 0,7% 20,0% 8 1,0% 80,0% 10 0,9% 25-29 anni 54 19,3% 24,4% 167 21,1% 75,6% 221 20,6% 30-34 anni 84 30,0% 26,8% 229 28,9% 73,2% 313 29,2% 35-39 anni 61 21,8% 28,6% 152 19,2% 71,4% 213 19,9% 40-44 anni 29 10,4% 25,4% 85 10,7% 74,6% 114 10,6% 45-49 anni 22 7,9% 25,9% 63 7,9% 74,1% 85 7,9% 50-54 anni 14 5,0% 22,6% 48 6,1% 77,4% 62 5,8% 55-59 anni 6 2,1% 21,4% 22 2,8% 78,6% 28 2,6% 60-64 anni 1 0,4% 6,7% 14 1,8% 93,3% 15 1,4% 65 anni e oltre 5 1,8% 50,0% 5 0,6% 50,0% 10 0,9% Casi mancanti 0 0,0% 0,0% 0 0,0% 0,0% 0 0,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.2 - Campione intervistato per classi di et decennali e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE CLASSE DI ETA' Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna 15-24 anni 4 1,4% 30,8% 9 1,1% 69,2% 13 1,2% 25-34 anni 138 49,3% 25,8% 396 49,9% 74,2% 534 49,8% 35-44 anni 90 32,1% 27,5% 237 29,9% 72,5% 327 30,5% 45-54 anni 36 12,9% 24,5% 111 14,0% 75,5% 147 13,7% 55-64 anni 7 2,5% 16,3% 36 4,5% 83,7% 43 4,0% 65 anni e oltre 5 1,8% 55,6% 4 0,5% 44,4% 9 0,8% Casi mancanti 0 0,0% 0,0% 0 0,0% 0,0% 0 0,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.3 - Campione intervistato per nazionalit e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE NAZIONALITA' Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N Italiana 275 98,2% 26,2% 773 97,5% 73,8% 1048 Ue 4 1,4% 23,5% 13 1,6% 76,5% 17 Etra-UE 1 0,4% 12,5% 7 0,9% 87,5% 8 Casi mancanti 0 0,0% 0,0% 0 0,0% 0,0% 0 Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.4 - Campione intervistato per stato civile e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE STATO CIVILE Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N Celibe/nubile 167 59,6% 26,3% 469 59,1% 73,7% 636 Sposato/convivente 107 38,2% 26,2% 302 38,1% 73,8% 409 Divorziato/separato 6 2,1% 21,4% 22 2,8% 78,6% 28 Casi mancanti 0 0,0% 0,0% 0 0,0% 0,0% 0 Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.5 - Campione intervistato per numero di figli e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE NUMERO FIGLI Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N Nessun figlio 210 75,0% 25,9% 602 75,9% 74,1% 812 1figlio 46 16,4% 29,7% 109 13,7% 70,3% 155 2 figli 20 7,1% 21,5% 73 9,2% 78,5% 93 3 figli 3 1,1% 27,3% 8 1,0% 72,7% 11 Pi di 3 figli 1 0,4% 50,0% 1 0,1% 50,0% 2 Casi mancanti 0 0,0% 0,0% 0 0,0% 0,0% 0 Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 0,0% 100,0%

Totale % colonna 97,7% 1,6% 0,7% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 0,0% 100,0%

Totale % colonna 59,3% 38,1% 2,6% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 0,0% 100,0%

Totale % colonna 75,7% 14,4% 8,7% 1,0% 0,2% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 0,0% 100,0%

II

Tab.6 - Campione intervistato per composizione nucleo familiare e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE CON CHI VIVI Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna Da solo 52 18,9% 26,0% 148 18,7% 74,0% 200 18,8% Con coniuge/conviventi 146 53,1% 25,7% 421 53,2% 74,3% 567 53,2% Con i tuoi genitori (uno o entrambi) 44 16,0% 29,5% 105 13,3% 70,5% 149 14,0% Con altri familiari 8 2,9% 21,1% 30 3,8% 78,9% 38 3,6% Con amici o altre persone 25 9,1% 22,3% 87 11,0% 77,7% 112 10,5% Casi mancanti 5 0,0% 71,4% 2 0,0% 28,6% 7 0,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.7 - Campione intervistato per titolo di studio e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga) GENERE TITOLO DI STUDIO Maschio Femmina N % casi riga N % casi riga Master II livello 26 23,2% 86 76,8% Master I livello 43 24,3% 134 75,7% Dottorato di ricerca 24 28,9% 59 71,1% Laurea vecchio ordinamento 105 22,6% 359 77,4% Laurea II livello 48 24,0% 152 76,0% Laurea I livello 32 25,6% 93 74,4% Accademia 8 30,8% 18 69,2% Licenza media superiore 44 44,4% 55 55,6% Qualifica professionale 15 37,5% 25 62,5% Licenza media inferiore 1 100,0% 0 0,0% Licenza elementare 0 0,0% 0 0,0% Nessun titolo 0 0,0% 0 0,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.8 - Da quanto lavori? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ANNI N Maschio % colonna % casi riga N GENERE Femmina % colonna % casi riga 0,5% 3,7% 6,7% 5,7% 6,1% 6,7% 4,8% 6,4% 4,5% 3,4% 8,3% 43,3% 0,0% 100,0% N Totale % colonna 0,8% 3,8% 6,5% 5,5% 6,2% 6,5% 5,4% 5,9% 6,0% 3,4% 8,3% 41,8% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

N 112 177 83 464 200 125 26 99 40 1 0 0

Totale % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 0,0% 0,0%

Meno di un anno 5 1,8% 55,6% 4 1 anno 12 4,3% 29,3% 29 2 anni 17 6,1% 24,3% 53 3 anni 14 5,0% 23,7% 45 4 anni 18 6,4% 27,3% 48 5 anni 17 6,1% 24,3% 53 6 anni 20 7,1% 34,5% 38 7 anni 12 4,3% 19,0% 51 8 anni 28 10,0% 43,8% 36 9 anni 9 3,2% 25,0% 27 10 anni 23 8,2% 25,8% 66 Pi di 10 anni 105 37,5% 23,4% 343 Casi mancanti 0 0,0% 0,0% 0 Totale 280 100,0% 26,1% 793 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

44,4% 9 70,7% 41 75,7% 70 76,3% 59 72,7% 66 75,7% 70 65,5% 58 81,0% 63 56,3% 64 75,0% 36 74,2% 89 76,6% 448 0,0% 0 73,9% 1073

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 0,0% 100,0%

III

Tab.9 - Da quanto lavori nel mondo dell'editoria? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina ANNI N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga Meno di un anno 10 3,6% 33,3% 20 1 anno 19 6,8% 20,4% 74 2 anni 28 10,0% 24,3% 87 3 anni 28 10,0% 30,4% 64 4 anni 23 8,2% 28,4% 58 5 anni 29 10,4% 27,6% 76 6 anni 22 7,9% 28,2% 56 7 anni 15 5,4% 24,2% 47 8 anni 14 5,0% 28,6% 35 9 anni 5 1,8% 15,2% 28 10 anni 20 7,1% 28,2% 51 Pi di 10 anni 67 23,9% 25,4% 197 Casi mancanti 0 0,0% 0,0% 0 Totale 280 100,0% 26,1% 793 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.10 - Da quanto lavori? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) ANNI (classi) Maschio N % colonna % casi riga N GENERE Femmina % colonna % casi riga 10,8% 45,9% 43,3% 100,0% 2,5% 9,3% 11,0% 8,1% 7,3% 9,6% 7,1% 5,9% 4,4% 3,5% 6,4% 24,8% 0,0% 100,0%

Totale N % colonna 2,8% 8,7% 10,7% 8,6% 7,5% 9,8% 7,3% 5,8% 4,6% 3,1% 6,6% 24,6% 0,0% 100,0% % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 0,0% 100,0%

66,7% 30 79,6% 93 75,7% 115 69,6% 92 71,6% 81 72,4% 105 71,8% 78 75,8% 62 71,4% 49 84,8% 33 71,8% 71 74,6% 264 0,0% 0 73,9% 1073

Totale N % colonna 11,2% 47,1% 41,8% 100,0% % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Meno di 3 anni 34 12,1% 28,3% 86 Tra 3 e 10 anni 141 50,4% 27,9% 364 Pi di 10 anni 105 37,5% 23,4% 343 Totale 280 100,0% 26,1% 793 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

71,7% 120 72,1% 505 76,6% 448 73,9% 1073

Tab.11 - Da quanto lavori nel mondo dell'editoria? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE ANNI Maschio Femmina (classi) N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga Meno di 3 anni 57 20,4% 23,9% Tra 3 e 10 anni 156 55,7% 27,3% Pi di 10 anni 67 23,9% 25,4% Totale 280 100,0% 26,1% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) 181 415 197 793 22,8% 52,3% 24,8% 100,0%

Totale N % colonna 22,2% 53,2% 24,6% 100,0% % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

76,1% 238 72,7% 571 74,6% 264 73,9% 1073

Tab.12 - Ti occupi di editoria da quando sei entrato nel mondo del lavoro? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale DA QUANTO TI OCCUPI DI EDITORIA N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna Mi occupo di editoria da quando 129 46,1% 28,9% 317 sono entrato nel mondo del lavoro Ho cominciato a lavorare nell'editoria in seguito 151 53,9% 24,1% 476 Casi mancanti 0 0,0% 0,0% 0 Totale 280 100,0% 26,1% 793 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) 40,0% 60,0% 0,0% 100,0% 71,1% 446 41,6% 58,4% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 0,0% 100,0%

75,9% 627 0,0% 0 73,9% 1073

IV

Tab.13 - Campione intervistato per tipologia contrattuale e sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga) 2011 TIPOLOGIA CONTRATTUALE Maschio Femmina % casi % casi N N riga riga 2 11,8% 15 88,2% 1 12,5% 7 87,5% 83 23,9% 265 76,1% 2 12,5% 14 87,5% 0 0,0% 7 100,0% 10 18,2% 45 81,8% 11 33,3% 22 66,7% 35 29,2% 85 70,8% 0 0,0% 4 100,0% 84 23,9% 268 76,1% 48 29,1% 117 70,9% 12 50,0% 12 50,0% 0 0,0% 4 100,0% 3 50,0% 3 50,0% 0 0,0% 0 0,0% Totale % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 0,0% 100,0% 100,0% 100,0%

2012 Totale % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 0,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Apprendistato 17 Contratto di inserimento 8 Co.Co.Co. e Co.Co.Pro. 348 Interinale 16 Lavoro Accessorio 7 Lavoro a Domicilio 55 Lavoro Intermittente 33 Lavoro Dipendente 120 Lavoro Ripartito Job-Sharing 4 Collaborazione Occasionale 352 Partita IVA attivit individuale 165 Partita IVA attivit di impresa 24 Associazione in partecipazione 4 Praticantato 6 Lavoro Socialmente Utile (LSU) 0 Socio lavoratore di societ 4 66,7% 2 33,3% 6 cooperativa Stage, tirocinio, borsa lavoro 31 20,0% 124 80,0% 155 Cessione diritti d'autore 69 20,9% 261 79,1% 330 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

Maschio Femmina % casi % casi N N riga riga 1 12,5% 7 87,5% 4 44,4% 5 55,6% 74 23,1% 247 76,9% 1 16,7% 5 83,3% 0 0,0% 5 100,0% 8 16,0% 42 84,0% 11 42,3% 15 57,7% 33 31,7% 71 68,3% 0 0,0% 2 100,0% 75 25,3% 222 74,7% 55 32,2% 116 67,8% 13 44,8% 16 55,2% 1 50,0% 1 50,0% 2 100,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 2 15 65 50,0% 2 50,0%

N 8 9 321 6 5 50 26 104 2 297 171 29 2 2 0 4

33,3% 30 23,6% 211

66,7% 45 76,4% 276

Tab.14 - Numero di tipologie contrattuali utilizzate, anno 2011 (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE NUMERO FORME CONTRATTUALI Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna 0 63 22,5% 34,8% 118 14,9% 65,2% 181 16,9% 1 132 47,1% 26,3% 370 46,7% 73,7% 502 46,8% 2 54 19,3% 22,9% 182 23,0% 77,1% 236 22,0% 3 20 7,1% 17,2% 96 12,1% 82,8% 116 10,8% 4 9 3,2% 31,0% 20 2,5% 69,0% 29 2,7% 5 1 0,4% 14,3% 6 0,8% 85,7% 7 0,7% 6 1 0,4% 50,0% 1 0,1% 50,0% 2 0,2% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.15 - Numero di tipologie contrattuali utilizzate, anno 2012 (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE NUMERO FORME CONTRATTUALI Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna 0 43 15,4% 27,2% 115 14,5% 72,8% 158 14,7% 1 154 55,0% 25,8% 444 56,0% 74,2% 598 55,7% 2 55 19,6% 25,0% 165 20,8% 75,0% 220 20,5% 3 19 6,8% 25,3% 56 7,1% 74,7% 75 7,0% 4 7 2,5% 41,2% 10 1,3% 58,8% 17 1,6% 5 1 0,4% 25,0% 3 0,4% 75,0% 4 0,4% 6 1 0,4% 100,0% 0 0,0% 0,0% 1 0,1% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.16 - Numero di committenti degli intervistati (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE NUMERO DI COMMITTENTI Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga 1 Committente 102 48,3% 27,1% 274 44,8% 72,9% 2 Committenti 43 20,4% 20,5% 167 27,3% 79,5% 3 Committenti 36 17,1% 28,3% 91 14,9% 71,7% 4 committenti 30 14,2% 27,3% 80 13,1% 72,7% Casi mancanti 69 0,0% 27,6% 181 0,0% 72,4% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) V

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

N 376 210 127 110 250 1073

Totale % colonna 45,7% 25,5% 15,4% 13,4% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tab.17 - Settore dell'editoria occupato per sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga) Maschio N % casi riga Editoria digitale 65 35,9% Editoria musicale/teatrale 6 26,1% Editoria varia 86 25,6% Letteratura grafica 15 51,7% Letteratura per bambini e ragazzi 27 17,4% Narrativa 102 25,3% Pubblicazioni uso interno 10 31,3% Riviste 67 29,6% Saggistica 101 29,4% Saggistica universitaria 34 32,7% Scolastica 29 20,4% Supporti alla comunicazione 13 26,0% Altro (specificare) 27 22,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.18 - Ruolo in ambito editoriale per sesso (dati assoluti, composizioni percentuali di riga) Maschio N % casi riga Assistente alla direzione 4 20,0% Autore 45 28,8% Commerciale 9 47,4% Correttore di bozze 64 20,0% Curatore editing 54 24,9% Direttore di collana 9 42,9% Direttore editoriale 8 36,4% Editor/revisore 80 24,2% Gestore siti internet 30 42,3% Grafico 37 42,5% Illustratore 10 32,3% Impaginatore/pre-stampa 41 35,3% Junior editor 10 27,8% Redattore 109 26,1% Redattore web e contenuti multimediali 39 31,0% Ricercatore documentale 8 30,8% Ricercatore iconografico 18 21,4% Scout 16 35,6% Segreteria di redazione 11 20,0% Sviluppo e-book 17 34,0% Traduttore 65 19,0% Ufficio diritti 5 15,6% Ufficio marketing 12 33,3% Ufficio stampa 19 27,1% Valutazione manoscritti 31 21,8% Web marketing 15 36,6% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) AMBITO EDITORIALE GENERE Femmina % casi riga 80,0% 71,2% 52,6% 80,0% 75,1% 57,1% 63,6% 75,8% 57,7% 57,5% 67,7% 64,7% 72,2% 73,9% 69,0% 69,2% 78,6% 64,4% 80,0% 66,0% 81,0% 84,4% 66,7% 72,9% 78,2% 63,4% Totale % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% SETTORE GENERE Femmina % casi riga 64,1% 73,9% 74,4% 48,3% 82,6% 74,7% 68,8% 70,4% 70,6% 67,3% 79,6% 74,0% 78,0% Totale % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

N 116 17 250 14 128 301 22 159 242 70 113 37 96

N 181 23 336 29 155 403 32 226 343 104 142 50 123

N 16 111 10 256 163 12 14 250 41 50 21 75 26 308 87 18 66 29 44 33 277 27 24 51 111 26

N 20 156 19 320 217 21 22 330 71 87 31 116 36 417 126 26 84 45 55 50 342 32 36 70 142 41

Tab.19 - Numero di ambiti editoriali su cui si impegnati (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina NUMERO DI AMBITI EDITORIALI N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N 1 ambito 65 27,2% 21,3% 2 ambiti 80 33,5% 28,1% 3 o pi ambiti 94 39,3% 27,6% Casi mancanti 41 0,0% 28,9% Totale 280 100,0% 26,1% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) 240 205 247 101 793 34,7% 29,6% 35,7% 0,0% 100,0% 78,7% 305 71,9% 285 72,4% 341 71,1% 142 73,9% 1073

Totale % colonna 32,8% 30,6% 36,6% 0,0% 100,0% % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

VI

Tab.20 - Se svolgi la tua attivit in regime di Partita Iva o prestazione occasionale, ricevi regolare lettera di incarico ? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale % casi N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna riga SI, sempre 15 31,3% 40,5% 22 23,9% 59,5% 37 26,4% 100,0% Qualche volta 17 35,4% 29,3% 41 44,6% 70,7% 58 41,4% 100,0% NO, mai 16 33,3% 35,6% 29 31,5% 64,4% 45 32,1% 100,0% Casi mancanti 18 0,0% 31,6% 39 0,0% 68,4% 57 0,0% 100,0% Totale 66 100,0% 33,5% 131 100,0% 66,5% 197 100,0% 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.21 - Se lavori con cessione di diritti dautore, come vieni retribuito? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale TIPO DI PAGAMENTO N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna Forfait 33 71,7% 21,9% 118 Royalties 4 8,7% 28,6% 10 Entrambi 9 19,6% 32,1% 19 Casi mancanti 19 0,0% 22,9% 64 Totale 65 100,0% 23,6% 211 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) 80,3% 6,8% 12,9% 0,0% 100,0% 78,1% 71,4% 67,9% 77,1% 76,4% 151 14 28 83 276 78,2% 7,3% 14,5% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tab.22. - Hai vissuto negli ultimi due anni esperienze di lavoro nero nellambito delleditoria? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale LAVORO NERO % casi N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna riga SI 53 29,8% 32,9% 108 20,0% 67,1% 161 22,5% 100,0% NO 125 70,2% 22,5% 431 80,0% 77,5% 556 77,5% 100,0% Casi mancanti 102 0,0% 28,7% 254 0,0% 71,3% 356 0,0% 100,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.23 - Ti mai stata imposta una clausola di esclusivit? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) Genere Maschio Femmina ESCLUSIVITA N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N SI 48 27,6% 23,9% NO 126 72,4% 24,7% Casi mancanti 106 0,0% 29,3% Totale 280 100,0% 26,1% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) 153 384 256 793 28,5% 71,5% 0,0% 100,0% 76,1% 201 75,3% 510 70,7% 362 73,9% 1073

Totale % colonna 28,3% 71,7% 0,0% 100,0% % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tab.24 - In media quante ore lavori ogni settimana? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina MONTE ORE N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga <20 20 10,6% 22,7% Tra 20 e 30 24 12,8% 17,1% Tra 30 e 40 57 30,3% 22,4% Tra 40 e 50 74 39,4% 31,6% >50 13 6,9% 38,2% Casi mancanti 92 0,0% 28,6% Totale 280 100,0% 26,1% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) 68 116 198 160 21 230 793 12,1% 20,6% 35,2% 28,4% 3,7% 0,0% 100,0%

Totale N % colonna 11,7% 18,6% 34,0% 31,2% 4,5% 0,0% 100,0% % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

77,3% 88 82,9% 140 77,6% 255 68,4% 234 61,8% 34 71,4% 322 73,9% 1073

VII

Tab.25 - Quante ore puoi arrivare a lavorare alla settimana nei periodo di picco? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale MONTE ORE % casi N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna riga <20 2 1,2% 18,2% 9 1,7% 81,8% 11 1,6% 100,0% Tra 20 e 30 9 5,3% 18,8% 39 7,4% 81,3% 48 6,9% 100,0% Tra 30 e 40 13 7,7% 13,4% 84 15,9% 86,6% 97 13,9% 100,0% Tra 40 e 50 56 33,1% 22,2% 196 37,1% 77,8% 252 36,1% 100,0% >50 89 52,7% 30,7% 201 38,0% 69,3% 290 41,5% 100,0% Casi mancanti 111 0,0% 29,6% 264 0,0% 70,4% 375 0,0% 100,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.26 - Quantifica i periodi di inattivit nellarco di un anno: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina PERIODO DI INATTIVITA N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N Ho lavorato con continuit 97 51,1% 25,8% 279 < Di un mese 13 6,8% 23,2% 43 1 Mese 18 9,5% 31,6% 39 2 mesi 15 7,9% 21,4% 55 3 mesi 15 7,9% 25,9% 43 4 mesi 9 4,7% 21,4% 33 5 mesi 4 2,1% 15,4% 22 Pi di 5 mesi 19 10,0% 20,9% 72 Casi mancanti 90 0,0% 30,3% 207 Totale 280 100,0% 26,1% 793 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) 47,6% 7,3% 6,7% 9,4% 7,3% 5,6% 3,8% 12,3% 0,0% 100,0% 74,2% 376 76,8% 56 68,4% 57 78,6% 70 74,1% 58 78,6% 42 84,6% 26 79,1% 91 69,7% 297 73,9% 1073

Totale % colonna 48,5% 7,2% 7,3% 9,0% 7,5% 5,4% 3,4% 11,7% 0,0% 100,0% % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tab.27 - Prevalentemente, il tempo che dedichi al lavoro legato a: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale MOTIVAZIONE N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna Altro (specificare) 9 4,8% 25,7% Durata prefissata da un contratto 58 30,7% 28,0% Obiettivi da raggiungere entro una scadenza data 122 64,6% 23,0% Casi mancanti 91 0,0% 30,3% Totale 280 100,0% 26,1% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.28 - In che misura pensi che il tuo lavoro: (media punteggi in una scala 1-10) Maschio Media Comporti fatica fisica Comporti fatica mentale Sia monotono/ripetitivo Comporti ritmi di lavoro elevati Abbia scadenze molto rigide Sia prevedibile/programmabile Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) 4,20 8,51 5,15 7,40 7,59 5,11 GENERE Femmina Media 4,29 8,80 4,29 7,57 7,64 4,84 26 149 409 209 793 4,5% 25,5% 70,0% 0,0% 100,0% 74,3% 35 72,0% 207 77,0% 531 69,7% 300 73,9% 1073 4,5% 26,8% 68,7% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Totale Media 4,26 8,73 4,50 7,53 7,63 4,91

Tab.29 - Dove svolgi la tua attivit professionale? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE PROVINCIA Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N Luogo di lavoro (specifica in che citt si trova) 76 39,6% 25,4% 223 38,1% 74,6% 299 Abitazione/studio personale 116 60,4% 24,3% 362 61,9% 75,7% 478 Casi mancanti 88 0,0% 29,7% 208 0,0% 70,3% 296 Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

Totale % colonna % casi riga 38,5% 100,0% 61,5% 100,0% 0,0% 100,0% 100,0% 100,0%

VIII

Tab.30 - Perch la svolgi in quel luogo? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) MOTIVO DELL SCELTA Per tua scelta Ti stato chiesto dal tuo datore di lavoro/committente Perch previsto da contratto Perch lunico modo per poter lavorare Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) N 82 44 24 73 Maschio % casi riga 29,7% 21,7% 26,1% 23,0% GENERE Femmina % casi riga 70,3% 78,3% 73,9% 77,0% Totale % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

N 194 159 68 244

N 276 203 92 317

Tab.31 - Ti consentito svolgere il tuo lavoro in azienda? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N S, sempre 74 38,5% 27,4% 196 35,1% 72,6% 270 S, quando voglio 33 17,2% 31,4% 72 12,9% 68,6% 105 Solo in casi eccezionali 34 17,7% 30,1% 79 14,1% 69,9% 113 No 51 26,6% 19,4% 212 37,9% 80,6% 263 Casi mancanti 88 0,0% 27,3% 234 0,0% 72,7% 322 Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna

Totale % colonna 36,0% 14,0% 15,0% 35,0% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tab.32 - Svolgi altri lavori al di fuori del mondo delleditoria? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna SI 84 43,1% 26,6% 232 39,6% 73,4% 316 40,5% NO 111 56,9% 23,9% 354 60,4% 76,1% 465 59,5% Casi mancanti 85 0,0% 29,1% 207 0,0% 70,9% 292 0,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.33 - In che misura quando esegui il tuo lavoro: (media punteggi in una scala 1-10) Maschio Media Puoi scegliere quando fare pausa Puoi scegliere quando prendere le ferie Puoi scegliere lordine dei compiti assegnati Puoi scegliere i metodi di lavoro Puoi scegliere la velocit e ritmo di lavoro Puoi scegliere lorario di lavoro Devi rispettare scadenze rigide Devi rispettare obiettivi di risultato Devi risolvere autonomamente gli imprevisti Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) 8,37 5,95 6,32 6,93 6,11 6,38 7,93 7,33 8,02 GENERE Femmina Media 8,24 5,96 6,02 7,09 6,08 6,61 8,42 8,17 8,13

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Totale Media 8,27 5,96 6,09 7,05 6,09 6,56 8,30 7,96 8,10

Tab.34 - Prevalentemente, chi controlla il tuo lavoro? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N Cliente 46 23,7% 29,3% 111 19,0% 70,7% 157 Il revisore 30 15,5% 17,1% 145 24,9% 82,9% 175 Il tuo capo 83 42,8% 25,6% 241 41,3% 74,4% 324 Ne discuto con i colleghi 25 12,9% 31,3% 55 9,4% 68,8% 80 Un altro reparto specifico 4 2,1% 57,1% 3 0,5% 42,9% 7 Un sistema di certificazione 0 0,0% 0,0% 2 0,3% 100,0% 2 Nessuno 6 3,1% 18,8% 26 4,5% 81,3% 32 Casi mancanti 86 0,0% 29,1% 210 0,0% 70,9% 296 Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

Totale % colonna % casi riga 20,2% 100,0% 22,5% 100,0% 41,7% 100,0% 10,3% 100,0% 0,9% 100,0% 0,3% 100,0% 4,1% 100,0% 0,0% 100,0% 100,0% 100,0%

IX

Tab.35 - Come giudicheresti la relazione sviluppata con: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga Nessuna relazione 44 15,7% 18,6% 193 24,3% 81,4% Pessima 0 0,0% 0,0% 3 0,4% 100,0% Scarsa 22 7,9% 27,5% 58 7,3% 72,5% Clienti/utenti Buona 94 33,6% 30,7% 212 26,7% 69,3% Ottima 16 5,7% 19,5% 66 8,3% 80,5% Casi mancanti 104 37,1% 28,5% 261 32,9% 71,5% Nessuna relazione 23 8,2% 24,0% 73 9,2% 76,0% Pessima 1 0,4% 9,1% 10 1,3% 90,9% Scarsa 29 10,4% 26,9% 79 10,0% 73,1% Clienti/committenti Buona 105 37,5% 25,7% 303 38,2% 74,3% Ottima 22 7,9% 19,8% 89 11,2% 80,2% Casi mancanti 100 35,7% 29,5% 239 30,1% 70,5% Nessuna relazione 6 2,1% 10,9% 49 6,2% 89,1% Pessima 3 1,1% 33,3% 6 0,8% 66,7% Scarsa 16 5,7% 23,5% 52 6,6% 76,5% Colleghi/collaboratori Buona 110 39,3% 29,0% 269 33,9% 71,0% Ottima 48 17,1% 21,3% 177 22,3% 78,7% Casi mancanti 97 34,6% 28,8% 240 30,3% 71,2% Nessuna relazione 23 8,2% 22,1% 81 10,2% 77,9% Pessima 9 3,2% 29,0% 22 2,8% 71,0% Scarsa 47 16,8% 30,1% 109 13,7% 69,9% Superiori Buona 86 30,7% 25,5% 251 31,7% 74,5% Ottima 11 3,9% 12,4% 78 9,8% 87,6% Casi mancanti 104 37,1% 29,2% 252 31,8% 70,8% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

N 237 3 80 306 82 365 96 11 108 408 111 339 55 9 68 379 225 337 104 31 156 337 89 356

Totale % colonna % casi riga 22,1% 100,0% 0,3% 100,0% 7,5% 100,0% 28,5% 100,0% 7,6% 100,0% 34,0% 100,0% 8,9% 100,0% 1,0% 100,0% 10,1% 100,0% 38,0% 100,0% 10,3% 100,0% 31,6% 100,0% 5,1% 100,0% 0,8% 100,0% 6,3% 100,0% 35,3% 100,0% 21,0% 100,0% 31,4% 100,0% 9,7% 100,0% 2,9% 100,0% 14,5% 100,0% 31,4% 100,0% 8,3% 100,0% 33,2% 100,0%

Tab.36 - Al di fuori del tuo lavoro, quanto tempo riesci a dedicare a: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga Nessun tempo 7 2,5% 58,3% 5 0,6% 41,7% 12 1,1% 100,0% Pochissimo 20 7,1% 29,9% 47 5,9% 70,1% 67 6,2% 100,0% Poco 66 23,6% 25,7% 191 24,1% 74,3% 257 24,0% 100,0% : Alla famiglia Abbastanza 87 31,1% 23,8% 279 35,2% 76,2% 366 34,1% 100,0% Molto 4 1,4% 8,9% 41 5,2% 91,1% 45 4,2% 100,0% Casi mancanti 96 34,3% 29,4% 230 29,0% 70,6% 326 30,4% 100,0% Nessun tempo 1 0,4% 6,3% 15 1,9% 93,8% 16 1,5% 100,0% Pochissimo 32 11,4% 21,8% 115 14,5% 78,2% 147 13,7% 100,0% Poco 76 27,1% 25,2% 225 28,4% 74,8% 301 28,1% 100,0% Al tempo libero Abbastanza 75 26,8% 28,3% 190 24,0% 71,7% 265 24,7% 100,0% Molto 3 1,1% 12,0% 22 2,8% 88,0% 25 2,3% 100,0% Casi mancanti 93 33,2% 29,2% 226 28,5% 70,8% 319 29,7% 100,0% Non sono interessato 2 0,7% 33,3% 4 0,5% 66,7% 6 0,6% 100,0% Nulla 2 0,7% 22,2% 7 0,9% 77,8% 9 0,8% 100,0% Poco 56 20,0% 20,8% 213 26,9% 79,2% 269 25,1% 100,0% Attivit culturale Abbastanza 82 29,3% 23,7% 264 33,3% 76,3% 346 32,2% 100,0% Molto 45 16,1% 34,1% 87 11,0% 65,9% 132 12,3% 100,0% Casi mancanti 93 33,2% 29,9% 218 27,5% 70,1% 311 29,0% 100,0% Non sono interessato 44 15,7% 19,5% 182 23,0% 80,5% 226 21,1% 100,0% Nulla 48 17,1% 23,9% 153 19,3% 76,1% 201 18,7% 100,0% Poco 61 21,8% 26,8% 167 21,1% 73,2% 228 21,2% 100,0% Attivit politica Abbastanza 28 10,0% 33,3% 56 7,1% 66,7% 84 7,8% 100,0% Molto 6 2,1% 37,5% 10 1,3% 62,5% 16 1,5% 100,0% Casi mancanti 93 33,2% 29,2% 225 28,4% 70,8% 318 29,6% 100,0% Non sono interessato 89 31,8% 24,1% 280 35,3% 75,9% 369 34,4% 100,0% Nulla 73 26,1% 29,6% 174 21,9% 70,4% 247 23,0% 100,0% Poco 13 4,6% 16,7% 65 8,2% 83,3% 78 7,3% 100,0% Attivit religiosa Abbastanza 8 2,9% 17,8% 37 4,7% 82,2% 45 4,2% 100,0% Molto 3 1,1% 30,0% 7 0,9% 70,0% 10 0,9% 100,0% Casi mancanti 94 33,6% 29,0% 230 29,0% 71,0% 324 30,2% 100,0% Non sono interessato 68 24,3% 23,1% 227 28,6% 76,9% 295 27,5% 100,0% Nulla 86 30,7% 27,7% 224 28,2% 72,3% 310 28,9% 100,0% Poco 19 6,8% 17,0% 93 11,7% 83,0% 112 10,4% 100,0% Attivit sindacale Abbastanza 11 3,9% 42,3% 15 1,9% 57,7% 26 2,4% 100,0% Molto 3 1,1% 30,0% 7 0,9% 70,0% 10 0,9% 100,0% Casi mancanti 93 33,2% 29,1% 227 28,6% 70,9% 320 29,8% 100,0% Non sono interessato 12 4,3% 54,5% 10 1,3% 45,5% 22 2,1% 100,0% Nulla 32 11,4% 27,1% 86 10,8% 72,9% 118 11,0% 100,0% Poco 81 28,9% 23,0% 271 34,2% 77,0% 352 32,8% 100,0% Formazione Abbastanza 49 17,5% 22,7% 167 21,1% 77,3% 216 20,1% 100,0% Molto 13 4,6% 27,7% 34 4,3% 72,3% 47 4,4% 100,0% Casi mancanti 93 33,2% 29,2% 225 28,4% 70,8% 318 29,6% 100,0% Non sono interessato 47 16,8% 24,2% 147 18,5% 75,8% 194 18,1% 100,0% Nulla 82 29,3% 26,2% 231 29,1% 73,8% 313 29,2% 100,0% Poco 38 13,6% 22,9% 128 16,1% 77,1% 166 15,5% 100,0% Volontariato Abbastanza 9 3,2% 18,0% 41 5,2% 82,0% 50 4,7% 100,0% Molto 10 3,6% 35,7% 18 2,3% 64,3% 28 2,6% 100,0% Casi mancanti 94 33,6% 29,2% 228 28,8% 70,8% 322 30,0% 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

XI

Tab.37 - In che misura il tuo lavoro influisce sulle seguenti scelte di vita? (media punteggi in una scala 1-10) GENERE Maschio Femmina Media Media Vivere da solo 4,95 Convivenza 5,65 Avere figli 6,27 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

Totale Media 5,76 5,62 6,36 5,56 5,63 6,34

Tab.38 - In che misura percepisci i tuoi compensi nel rispetto delle scadenze concordate? (media punteggi in una scala 1-10) GENERE Maschio Femmina Media Media voto 6,46 6,50 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

Totale Media 6,49

Tab.39 - In media, qual il tuo reddito lordo da lavoro annuo? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE REDDITO LORDO Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna Meno di 5.000 22 11,7% 20,8% 84 15,1% 79,2% 106 14,3% Da 5.001 a 10.000 34 18,1% 22,8% 115 20,7% 77,2% 149 20,1% Da 10.001 a 15.000 31 16,5% 19,6% 127 22,9% 80,4% 158 21,3% Da 15.001 a 20.000 36 19,1% 28,3% 91 16,4% 71,7% 127 17,1% Da 20.001 a 30.000 40 21,3% 27,8% 104 18,7% 72,2% 144 19,4% Da 30.001 a 40.000 15 8,0% 38,5% 24 4,3% 61,5% 39 5,2% Pi di 40.000 10 5,3% 50,0% 10 1,8% 50,0% 20 2,7% Casi mancanti 92 0,0% 27,9% 238 0,0% 72,1% 330 0,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.40 - Disponi di un'altra fonte di reddito(dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) Maschio % casi riga 20,1% 26,7% 25,8% 29,5% 28,6% GENERE Femmina % casi riga 79,9% 73,3% 74,2% 70,5% 71,4%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

SI, il reddito da lavoro di un altro familiare/convivente SI, redditi da locazione SI, rendite finanziarie SI, da altro lavoro (non editoria) NO, nessuna Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

N 60 12 8 72 71

N 238 33 23 172 177

N 298 45 31 244 248

Totale % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tab.41 - In che misura pensi che il reddito che percepisci sia: (media punteggi in una scala 1-10) Maschio Media 4,09 4,17 GENERE Femmina Media 3,39 3,23 Totale Media 3,57 3,47

Adeguato alla attivit svolta Adeguato per condurre una vita dignitosa Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.42 - In che misura pensi che: (media punteggi in una scala 1-10)

Il tuo lavoro sia apprezzato nella societ civile che: I tuoi meriti e le tue competenze vengano riconosciuti Il tuo percorso di studi sia stato utile per il lavoro che svolgi Le tue capacit corrispondano alle richieste imposte dal tuo lavoro Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

Maschio Media 4,56 4,79 6,27 7,60

GENERE Femmina Media 4,47 4,61 7,09 7,71

Totale Media 4,49 4,65 6,88 7,68

XII

Tab.43 - In che misura le competenze che utilizzi/hai utilizzato in ambito lavorativo sono frutto di: (media punteggi in una scala 1-10) GENERE Maschio Femmina Media Media Condivisione all'interno della comunit professionale 5,63 5,98 Condivisione nell'ambito di comunit informali 5,06 4,90 Esperienze di vita 6,23 6,63 Esperienze familiari 3,69 4,24 Esperienze professionali 7,30 7,95 Percorsi di autoformazione, interessi personali, studio individuale 8,06 8,47 Titolo di studio 6,06 7,16 Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.44 - Segui attivit di formazione? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga Non faccio formazione 90 53,3% 28,1% 230 44,3% 71,9% SI, in azienda 12 7,1% 30,8% 27 5,2% 69,2% SI, pagata da me 67 39,6% 20,4% 262 50,5% 79,6% Casi mancanti 111 0,0% 28,8% 274 0,0% 71,2% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna

Totale Media 5,89 4,94 6,53 4,10 7,78 8,37 6,88

N 320 39 329 385 1073

Totale % colonna 46,5% 5,7% 47,8% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tab.45 - Se s, coerente con lattivit svolta nel campo delleditoria? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna S 66 83,5% 20,8% 252 87,2% 79,2% 318 86,4% No 13 16,5% 26,0% 37 12,8% 74,0% 50 13,6% Casi mancanti 0 0,0% 0,0% 0 0,0% 0,0% 0 0,0% Totale 79 100,0% 21,5% 289 100,0% 78,5% 368 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.46 - Il tuo lavoro ti offre prospettive di sviluppo di carriera? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna Nessuna 41 22,5% 19,2% 173 31,6% 80,8% 214 29,4% Scarse 111 61,0% 26,7% 305 55,8% 73,3% 416 57,1% Abbastanza 27 14,8% 31,0% 60 11,0% 69,0% 87 11,9% Molte 3 1,6% 25,0% 9 1,6% 75,0% 12 1,6% Casi mancanti 98 0,0% 28,5% 246 0,0% 71,5% 344 0,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

% casi riga 100,0% 100,0% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tab.47 - Quando descrivi il tuo lavoro agli altri, qual laspetto che di solito sottolinei maggiormente? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga Altro (specificare) 5 2,7% 13,5% 32 5,8% 86,5% 37 5,1% 100,0% La professione che svolgi 145 79,7% 27,1% 391 71,4% 72,9% 536 73,4% 100,0% Lazienda in cui lavori 14 7,7% 28,6% 35 6,4% 71,4% 49 6,7% 100,0% Il tipo di contratto che hai 11 6,0% 16,7% 55 10,0% 83,3% 66 9,0% 100,0% Compenso/retribuzione 7 3,8% 16,7% 35 6,4% 83,3% 42 5,8% 100,0% Casi mancanti 98 0,0% 28,6% 245 0,0% 71,4% 343 0,0% 100,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

XIII

Tab.48 - Secondo te , in che misura il tuo lavoro : (media punteggi in una scala 1-10) Maschio Media Un mezzo per realizzare te stesso Una necessit economica Un mezzo per essere indipendente Un modo per essere socialmente utile Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna 6,69 7,48 6,98 5,04 GENERE Femmina Media 7,60 7,47 7,11 5,65 Totale Media 7,37 7,47 7,08 5,50

Tab.49 - Quando pensi al tuo futuro lavorativo nei prossimi 3 anni, come lo immagini? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale % % casi % % casi % % casi N N N colonna riga colonna riga colonna riga Pieno di possibilit e occasioni 18 10,0% 30,5% 41 7,5% 69,5% 59 8,1% 100,0% Pieno di rischi ed incognite 87 48,3% 27,7% 227 41,3% 72,3% 314 43,1% 100,0% Cos come ora 27 15,0% 23,5% 88 16,0% 76,5% 115 15,8% 100,0% Non lo immagino, imprevedibile 48 26,7% 19,9% 193 35,2% 80,1% 241 33,1% 100,0% Casi mancanti 100 0,0% 29,1% 244 0,0% 70,9% 344 0,0% 100,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% 1073 100,0% 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.50 - Sul lavoro, quanto determinante la tua opinione individuale nella definizione di: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina Totale % % casi % % casi % % casi N N N colonna riga colonna riga colonna riga Nulla 48 28,1% 20,9% 182 34,6% 79,1% 230 33,0% 100,0% Poco 59 34,5% 23,7% 190 36,1% 76,3% 249 35,7% 100,0% Innovazione/ Abbastanza 42 24,6% 26,3% 118 22,4% 73,8% 160 23,0% 100,0% strategie Molto 22 12,9% 37,9% 36 6,8% 62,1% 58 8,3% 100,0% Casi mancanti 109 0,0% 29,0% 267 0,0% 71,0% 376 0,0% 100,0% Nulla 41 24,1% 20,9% 155 29,5% 79,1% 196 28,2% 100,0% Poco 56 32,9% 24,0% 177 33,7% 76,0% 233 33,5% 100,0% Programmabilit Abbastanza 59 34,7% 27,4% 156 29,7% 72,6% 215 30,9% 100,0% Molto 14 8,2% 26,9% 38 7,2% 73,1% 52 7,5% 100,0% Casi mancanti 110 0,0% 29,2% 267 0,0% 70,8% 377 0,0% 100,0% Nulla 40 23,4% 28,6% 100 18,9% 71,4% 140 20,0% 100,0% Poco 65 38,0% 24,5% 200 37,9% 75,5% 265 37,9% 100,0% Ritmi di lavoro Abbastanza 55 32,2% 24,7% 168 31,8% 75,3% 223 31,9% 100,0% Molto 11 6,4% 15,5% 60 11,4% 84,5% 71 10,2% 100,0% Casi mancanti 109 0,0% 29,1% 265 0,0% 70,9% 374 0,0% 100,0% Nulla 41 24,0% 22,3% 143 27,2% 77,7% 184 26,4% 100,0% Poco 74 43,3% 26,1% 210 39,9% 73,9% 284 40,7% 100,0% Scadenze Abbastanza 47 27,5% 26,0% 134 25,5% 74,0% 181 26,0% 100,0% Molto 9 5,3% 18,8% 39 7,4% 81,3% 48 6,9% 100,0% Casi mancanti 109 0,0% 29,0% 267 0,0% 71,0% 376 0,0% 100,0% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.51 - Sei iscritto a: (dati assoluti, composizioni percentuali di riga) Maschio N % casi riga Assicurazioni infortuni malattie 24 24,5% Fondi integrativi 19 24,7% Fondo previdenziale 25 20,3% Nessuno di questi 110 26,1% Altro (specificare) 3 11,1% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) GENERE Femmina % casi riga 75,5% 75,3% 79,7% 73,9% 88,9% Totale % casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

N 74 58 98 312 24

N 98 77 123 422 27

XIV

Tab.52 - In generale quanto sei soddisfatto delle tue condizioni di lavoro? (media punteggi in una scala 1-10) Maschio Media 4,72 GENERE Femmina Media 4,31 Totale Media 4,41

Quanto sei soddisfatto delle tue condizioni di lavoro? Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

Tab.53 - Sei iscritto a un sindacato? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga SI 19 10,6% 18,6% 83 15,3% 81,4% NO 160 89,4% 25,8% 460 84,7% 74,2% Casi mancanti 101 0,0% 28,8% 250 0,0% 71,2% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.54 - Sei iscritto ad altre forme associative? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga SI 25 8,9% 25,3% 74 9,3% 74,7% NO 154 55,0% 25,2% 457 57,6% 74,8% Casi mancanti 101 36,1% 27,8% 262 33,0% 72,2% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI) Tab.55 - ...quanto ti senti libero di svolgerla? (dati assoluti, composizioni percentuali di riga e di colonna) GENERE Maschio Femmina N % colonna % casi riga N % colonna % casi riga Nulla 19 50,0% 36,5% 33 31,4% 63,5% Poco 11 28,9% 28,2% 28 26,7% 71,8% Abbastanza 7 18,4% 23,3% 23 21,9% 76,7% Molto 1 2,6% 4,5% 21 20,0% 95,5% Casi mancanti 242 0,0% 26,0% 688 0,0% 74,0% Totale 280 100,0% 26,1% 793 100,0% 73,9% Fonte: Elaborazioni Ires Emilia-Romagna su dati inchiesta EditoriaInvisibile (EI)

N 102 620 351 1073

Totale % colonna 14,1% 85,9% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

N 99 611 363 1073

Totale % colonna 9,2% 56,9% 33,8% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

N 52 39 30 22 930 1073

Totale % colonna 36,4% 27,3% 21,0% 15,4% 0,0% 100,0%

% casi riga 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

XV

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