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Dispense di dinamica dei rotori

autore Sezione di meccanica applicata alle macchine Universit` a degli studi di Firenze September 19, 2012

Modello di Jecott

Il modello di Jecott rappresenta il modello pi` u sempilce che si possa utilizzare per descrivere la dinamica di un albero rotante, ma ` e utile per capire alcuni aspetti che si presentano ogni qual volta si ha a che fare con un rotore. Il modello ` e semplicemente composto da una massa m posta nel punto G appartenente piano passante per la mezzeria (A) del rotore di lunghezza l. La massa ` e posta ad una distanza b dallasse del rotore, determinando di fatto uneccentricit` a. Il rotore ` e sostenuto da supporti/cuscinetti. Le rigidezze possono essere introdotte nel sistema per due vie: cuscinetti essibili e isotropi, ovvero con rigidezza uguale ad e/2 in tutte le direzioni, e albero privo di massa e indeformabile; cuscinetti indeformabili e albero privo di massa, a sezione circolare e essibile. Nel modello sono considerate anche forze di smorzamento viscoso, proporzionale, con costante h, alla velocit` a di A. Utilizzando un sistema di coordinate sso di origine O coincidente con A nella condizione di rotore indeformato, scriviamo le coordinate del punto G in presenza di moti vibratori: xG = x + bcos(t) yG = x + bsin(t) Laccelerazione del punto G ` e dunque: x G = x b 2 cos(t) y G = y b 2 sin(t) (1)

Facendo lequilibrio alle forze nelle direzioni x e y possimo scrivere le equazioni di moto sfruttando la formulazione del secondo principio della dinamica, considerando le due forze elastiche dei cuscinetti (2*e/2) e le forze viscose: mx G = hx ex my G = hy ey (2)

Sostituendo lespressione 1 nella 2 si ottengono le equazioni dierenziali omogenee del secondordine con forzante, che rappresentano il moto del sistema. mx + hx + ex = mb 2 cos(t) my + hy + ey = mb 2 sin(t)

(3)

Risolvendo le due equazioni caratteristiche si ottiene la parte transitoria della risposta del sistema, ottenendo due risposte del tipo Aet . Nel caso in esame: h h2 4me (4) 1,2 = m La soluzione particolare dellequazione ` e da ricercare invece nella forma Asin(t) + Bsin(t), e rappresenta il comportamento a regime del sistema sottoposto ad una determinata forzante, ottenendo per lequazione 3: xp (t) = M cos(t + ) yp (t) = M sin(t + )

(5)

dove M rappresenta lampiezza delloscillazione, e la fase della rotazione della massa rispetto alla forzante. xp e yp , come detto rappresentano le coordinate che la massa m di centro G assume istantaneamente nel piano xy , quindi la traiettoria del moto ` e data dallequazione 6, che ` e lequazione di una circonferenza di raggio M. xp (t)2 + yp (t)2 = M 2 (6)

Lampiezza delloscillazione ` e ricavata risolvendo analiticamente lequazione deierenziale, ottenendo: M= mb 2 (e m 2 )2 + h2 2 ; = arctg h e m 2 (7)

Dalla 7 si vede che lampiezza massima corrisponde ad un valore di = n / 1 2 2 , che ` e la velocit` a critica del rotore, ovvero quella alla quale le deformazioni del rotore raggiungono il loro massimo. Da notare ` e che nel caso del rotore lampiezza della forzante varia al 2 variare di . 3

Inoltre lo smorzamento presente nel caso di un rotore ` e molto piccolo (h 0) rispetto alla rigidezza del sistema, per cui la pulsazione critica del sistema ` e molto prossima alla pulsazione naturale (c n ), e la fase del sistema varia da 0 a in relazione alla velocit` a critica: =0 = n > n velocit` a subcritica velocit` a supercritica

Questo signica che il punto G ` e sempre allineato con i punti A e O, nel , nel caso di caso di velocit` a subcritica si trover` a allesterno del segmento OA . velocit` a supercritica si trover` a internamente al segmento OA Ricordando che con c ` e indicata la deformata del rotore, possiamo procedere facendo lequilibrio delle forze che agiscono sul punto G:
forza trascinamento forza esterna

m(c + b) 2

ec

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