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Le nuove dipendenze: La personalit virtuale

Inventare un personaggio che sostituisca e compensi il proprio? su Facebook possibile. Costruire una personalit fittizia quando la propria non soddisfa, su Facebook quasi la regola. Cercare gratificazioni spicciole e immediate a frustrazioni antiche purtroppo anche questo accade su Facebook. Del resto che attraverso un profilo di Facebook tutti possono diventare tutto scontato ed evidente,soprattutto per chi non crede che dietro la citazione forbita si celi sempre un intellettuale e che dietro allostentazione delle proprie qualit ci sia sempre una persona soddisfatta di s. Quanti status che sprizzano impegno,benessere e soddisfazione e che vengono mirabilmente ripagati da tanti mi piace quanti sono gli amici conniventi. Si sa, un gioco da ragazzi anche molto gratificante per il proprio ego far bella mostra delle proprie competenze personali e culturali in un social network,attraverso un profilo Facebook,rassicurati dalla propria cerchia di mille, duemila e oltre adepti che farlo nella vita,quella reale,dove il confronto continuo,ineludibile e dove troppo spesso ostacoli di qualsiasi tipo costringono a rimettersi in discussione, a ripartire da capo, a doversi reinventare.La condivisione reale poi, unesperienza complicata impegnativa dove si trovano ad interagire personalit diverse,vissuti diversi,realt interne multiformi nellinterazione vera ciascuno mette in gioco significati diversi ,proietta sullaltro molto di se stesso,inventa e costruisce laltro in un universo ricco e irripetibile. Tutto questo lontano da ci che sui social network,in una sorta di linguaggio universale viene definito condivisione. Lesperienza concreta della condivisione e dellinterazione qualcosa di molto diverso dalla sommatoria dei mi piace gratificanti ,a volte adoranti e ossequiosi di Facebook , impegno , ripescare da se stessi conoscenze e modalit e metterle a sistema per ottenere risultati superiori alla somma delle varie parti che partecipano al gioco. Interagire nella vita reale metterci la propria faccia,quella vera fornitaci da madre natura,ci che siamo davvero e non ci che ostentiamo da un post che purtroppo spesso ci che vorremmo essere. Gi, lostentazione e lesibizionismo sono dinamiche che coinvolgono desideri, fantasie, fantasmi, aspirazioni e quasi mai doti naturali realmente possedute o vere competenze . In pratica si esibisce e si ostenta ci che si vorrebbe essere , non ci che si . Per confrontarsi con la realt si attinge dal proprio patrimonio personale,dallesperienza che solo la vita pu darti o negarti e solo chi non si sottrae da questo confronto quotidiano,continuo,imparer limmenso valore del mi piaccio, frutto di un percorso del tutto personale di acquisizione e maturazione in cui frustrazioni e paure devono essere tollerati e superati con perseveranza.

Un mi piaccio neanche a dirlo,lontanissimo dalla gloria effimera dei tanti mi piace che producono pi autocompiacimento che vera stima di s.

Ho incontrato pazienti assolutamente inconsapevoli di aver sviluppato attraverso luso dei social network una sorta di personalit fittizia,funzionale a mantenere lomeostasi di un sistema danneggiato,deficitario,con i nodi problematici ben occultati da una maschera accattivante e pericolosa. Il falso s edificato attraverso lazione di molti meccanismi di difesa che operano in una operosa clandestinit nelluso dei social diventa una protezione ,uno schermo delle fragilit e degli aspetti poco funzionali dellindividuo e lostacolo maggiore al cambiamento,alla maturazione delle proprie potenzialit,alla crescita emotiva,alla consapevolezza e allautoconsapevolezza. Ho ravvisato in molti di questi pazienti due esistenze parallele: quella reale, spesso mutilata in molti aspetti e per questo divenuta secondaria a quella virtuale, fittizia,compensatoria, creata attraverso luso di Facebook. Il problema maggiore nel condurre questi casi verso la consapevolezza e il cambiamento accrescere la loro tolleranza alla frustrazione cos da poterli gradualmente dirigere verso gratificazioni autentiche, scaturite dallimpiego delle risorse personali realmente possedute. Solo cos queste persone potranno iniziare a rinunciare alla gratificazione immediata, offerta dal social network e ad impegnarsi in progetti personali a lungo termine,sicuramente pi faticosi ma dai risultati duraturi e concreti. La nostra societ del tutto e subito ci ha disabituati ad investire nel lungo percorso,ma solo ripartendo da questa forma di amore verso noi stessi che potremmo riappropriarci delle nostre vite.

Dott.ssa Sonja Gemma http://studiopsicologiagemma.it/

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