UNIVERSITY OF
TORONTO PRESS
/.
SIDRIR
CRIIIGfl
DI
lESTI
LIIIIIII
Remigio sabbadini
nORIi
E GillTICIl DI
TEHI UTINI
Commedia ignota
CATANIA
FRANCESCO BATTIATO, EDITORE
1914
57
5iS
PROPRIET LKTTKRAKIA
779975
LIDIA
L
NONNO REHICIO
pi allegri di questo).
PROEMIO
Ug
Museo
aveva precedentemiei
titolo:
scritti,
medesimo
Della
commescoperti
Codici
latini
posseduti
E il titolo
me-
Veronese
Celso e Plauto.
di studi merita di essere
mano
fino dal
l8y6
che in
cronolo-
VI
R. SABBADINI.
gco e storico-biografico.
quello
mia
attenzione
una
lettera in cui si
Terenzio:
cerpsi
Quod
ex-
traducti, in-
226
di questo volume).
seme da
Museo
ampia
dis-
commento
di
Donato a Terenzio
Italiani
di
Studi
quale
filologia
dissertazione alla
promossa definitivamente
redizione critica
di Donato.
mie indagini
biografico-storiche
sul! umanismo,
volumi
e,
sotto
forma
storico
accompagn
procedette di
fi-
le
nella Rivista
Rendiconti del
r.
Istituto
r.
Lombardo di scienze e lettere, negli Atti della Accademia delle scienze di Torino, nei Rendiconti della r. Accademia dei Lincei e altrove.
Questi studi filologici, che confluirono ultimametite nei
latini
XIV
XV
(Firenze,
dovevano
PROEMIO.
VII
io stesso
non mi sarei
aspettato.
Furono
e,
infatti
frequenimporta,
ci che pili
le
blemi
filologici.
mi vennero
mi
librai,
quando da decine
Codeste ragioni
d'
esauriti.
e gli
eccitamenti che
mi
giungono da
in
pit
raccogliere
volume
le
a rinallora
ma
non
li
riproduco letteralmente.
i
Da
i
materiali
vecchi
sicch
qua
e la corretti,
qua
e la accorciati o ampliati,
ma
prima
varie
e
volta, la
le
frammentata
V unit
le
smi-
ha ricevuto
latini,
unit: e
deriva
ai
testa
il
volume,
liber
ede
libellos.
Milano, 15
maggio
19 13.
R.
SABBADINI
H
SOMMARIO DELLA MATERIA
Il
Commentarium
del Niccoli
1-7.
I.
Cicerone
Loschi 21.
Firenze nel
1.
Orazioni
20. Orazioni
commentate
da A.
a
Le
La
gita di Fr.
Barbaro
Il
1415: 29.
Le
orazioni scoperte
da Poggio 43.
del
co-
Le Verrine
Guarino e
le
Bussi 56.
sulle Epist.
Epistulae ad familiares
Studi di
Guarino
ad fam. 57.
Epistulae
I
ad Atticum
69. DivulgaIl
di G.
de Bechi 81;
di Fr.
Il
Barbaro 82;
ms. Ambros.
91;
del
di
47
inf.:
89.
I
Il
mss.
ms.
del Corvini
Traversari 91.
ms.
'
14
ini.:
93.
Epistulae ad
Brutum
i
off.
97.
Opere
Ambros.
Il
rettoriche idi.
del
Opere
filosofiche 145.
codici
de
officiis
145.
de
164.
cod. di
M. Decembrio 176.
-
I codici di Guarii)
178.
OH
Aratea
181.
Il
Opere
<]<
pS. ciceroniane
virtutibuh
183.
La quinta
Catilinaria
183.
tr.-itt.-ifr,
189.
Donato
in
ito
III
Donato
XIV:
ioft.
Elio
Donato
2H7.
i^j
in Tcrcntium scoperto nel sec. XV: Opere maggiori 249. Opere minori
214.
263.
hcopcnc di Enoch da
Aitcoli
23.
X
rv.
R.
SABBADINf.
Cornelio Celso
Celso.
Lacune
293.
Storia
dei
V.
Plauto
Plinio
325-352.
Il
Un
apografo
VI.
353-377. Le Epistulae
di
Plinio 356.
Il
codice di
Pom-
Vn. Quintiliano
Dubbi
Le Declamationes 404.
Vili.
Livio
stiani 411.
Sallustio
409-41
7.
Frammenti
Liviani e Sallu-
IX.
419-425.
La
biblioteca
Il
'
Commentarium
'
del Niccoli.
Premetto
)li,
alhi trattazione
il
quale mi
del volume.
Fu
centemente pubblicato
beria antiquaria di T.
>,
De
p.
14-16).
Esso
legge
alla fine di
un cola
ce delle opere
:
filosofiche di
non so dove;
ano che
codice.
Il
mano che
parti
:
scrisse
nell*
una
il
iccoli
di autori antichi,
idicando
luogo dove
trovano;
nell'altra stende
na
lista di
irrone,
;,
imo valore e
.si
Le
oli
uno dan(se
I.
R. SABBADIIfl,
R.
SABBADINI.
quattro tedeschi
lonia.
Reichenau, Hersfeld,
Le
A Rei-
il
concilio di
nava d'Inghilterra
gli
in Italia
(i).
Le
notizie su Hersfeld
di
vennero
il
fornite nel
cui
ignoriamo
nome,
di
notizie sul
cister-
Commentarium
fu
43
Angelo
2
a Nic-
di S. Croce. Si
veda questo
p. 353) al
Quod indicem
cis,
cum
digne.
refrigescat ardor
ille
ado-
magna de
illum
se polliceri
dilgentiscepi, brevidit
possum
non
illius
vem
ilio
quidem;
nam
transiens per
nos
me
atque
(i)
IL
'
COM^rENTARIUM
'
DEL NICCOLI.
f
. .
.
noster,
rentiae
non ambilo, geret votis tuis morem ex nostro monasterio Vili iulii (1431).
1431.
di
Il
Flo-
La
Niccoli
si
tro-
fuori
Firenze
fin
dalla
si
Lombardia e
cardinal
Cesarini,
dava legato
gli affidava
pontificio
in
Germania a organizzare
di
Martino
data
dell'
che
codesto
ufficio
porta la
undici
(2);
a Norimberga
il
sar
mosso da
il
Roma
tra
gennaio e
ivi
il
feb-
braio. Allora
possiamo
supporre
Il
sia
avvenuto l'incontro.
cardinale Albergati, in
Parentucelli,
il
Tommaso
futuro
dava legato
l'Inghilterra.
di tale
Borgogna
e con
breve
di
Eugenio IV che
lo investiva
(3).
L'Al-
bergati
si
dire
dove
tra-
Ecco ora
il
fu sconciato dal
scrittore e dall'editore.
2)
il
l.
Fantaxzi,
lao.
R. SABBADINT.
Commentarium
Germanie.
In monasterio
Sancti
in
sunt
Commentari a Donati
in
grammatici
vetustissimis
opuscula, videlicet:
^^Iiilii
i
in
urbem
dici
nd u
u n
Incipit sic
'
:
fuit
necessarium mine
ut principium
habere visa
etc.
(4).
'
[folia],
Frontini
interiorem
Cum
me
omnis
res ab
imperatore
delegata
exigat et
curam
et
fides sedula
non ad
mihi
diligentiam
diligentiore au
et
amantiore
etc.
(5).
'
rei p.
impe-
aquarum iniunctum
ad usimi
Continet
XI
b)
Cornelii
Germa-
(i)
il
monastero
di
Reichenau, situato in
64.
I.
Apparisce
di
il
posposta
alla
seconda.
IL
COMMENTARIITM
*
'
DEL NICCOLI.
Galliis
n oru
liber.
Incipit sic
et
Germania omnis a
Rhetiisque et
et
Pannoniis
Rheno
Danubio
mntuo
Continet autem
XII
folla.
Item
in
eodem
Incipit
codice:
sic
'
:
Agricole.
tradere
antiquatus
usitatum
Qui
liber continet
eodem
codice:
Dialogus de oratoribus,
cum
pnti<^;Tnum
qui
Sepe ex
me
qui
libe-
continet
XVTTT
i i
folia,
Item
in
liber
Su
o n
Tranquilli
sic:
etc.
qui
in
incipit
'Gram'.
onore ullo
Con-
y9Ammiani Marcelli ni rerum gestarum libri XVIII (i), qui pervenerunt, usque ad obitum Valentis imperatoris
:
qui est
finis hystore.
TU.
In
libri
<7^Hyginus de astrologia
-M.
sic:
'
Hyginus
etc.
'.
Kabio
pi.
sai.
dicit. Etsi
te studio
grammatico
artis
inductum
/'^lulius
Notum
etc.'.
est
omnibus Celse
summam
(4)
fi
u ni
plctum.
[l
(ioc
XIV-XXXI.
(P.
fu
adoperato
di stato
Marbnrg
lai).
ri
U)
1564,
Siculi
Flacei.
Quchto
ora
Vatic.
l'alai.
rM;o{)erto dal
II5-II7).
R.
SABBAUINI.
<r)Aepitii de
dicinale et
compositis
lil)ri
optimum.
^Marceli US vir illustris ex magno officio TheoSecutus opera studosio seu filiis sai. d.(2) Incipit sic
'
:
licet
alieni fuerint
(3).
Liber
magnns
ut Boetius de consolatione.
^M.
Ae
t
i
epistolarum ad
etc. (4)';
e
*
quod
incipit
(5)
'
Cum hec
finit:
Cicero Capitoni
'.
^^Ars Probi eruditissimi grammatici (6). Grande opus. ^Ars Aspri peritissimi grammatici. l) [Donati] deo(7)octo partibus orationis.
(i)
Il
Lo
I.
ten
(Lehmann
94).
Lo adoper
Cornarius
per l'edizione
di Basilea
due Tertulliani
vennero riscoperti
dal
Modius
i
(P.
Kroy-
mann
in Rhein.
Museum LXVIII,
Fulda
in
ima
delle escursioni
da
Costanza;
(4) (5)
ma non sappiamo
il
se
li
trascrisse.
Ad
principio
epistole
ad Brutum.
Att.
XVI
16 C. Questo
il
ora perduto.
(6)
Questa collezione
p. e
di
Aspro
abbiamo solo
XV.
Instituta artium) era gi nota a Poggio sin dalla prima met del
trovata a Fulda.
IL
COMMENTARIUM
DEL NICCOLI.
OT^Sccunda editio
Rome.
n)
o)
eiusdem
Donati
[grammatici] urbis
Ph P
r
s
oea
?]
grammaticus.
liber.
[Bede
i
De arte metrica
i
p)
r
i
s e
a n
quod
dicitur
e-
g e
hoc
IV.
In ecclesia
cathedrali Colonie
quorum Poggius
quasdam C
i
que
est vulgatior,
qua
repperiit
e e
ronis orationes(i);
nilta
recondita
vi-
De
hac ipsa
audivit
miranda.
V.
In quodani monasterio Dacie (2) ex ordine Cistercicnsium sunt ut multi
affirmant
d e e a d e
litteris
(3)
in
quinque
codicibus vetn-
longobardis.
(l)
1
Cio
'
le
agrari e
la
/'n.
Dama.
I
I.
CICERONE.
Giovanni di Montreuil.
Diamo
anzitutto
un rapido sguardo
alle
scoperte
ci-
XIV
da un Francese, Giosi
perch bene
sappia
come
la
ri-
classica.
di
Giovanni
n dal
94, si
iipliciter
Montreuil
(*)
(Johannes de Monsterolio),
1395,
rivolgeva a un Italiano,
quale
*a
puero mul-
abundabat
'
di
ch
gli
mandasse
Vergilio,
Lat(i).
ozio,
ualche
tempo
dipoi
pregava
la stessa persona,
come
gi
ii
Aveva
ri-
Companrc
la
prima volta
in
Rivista di filologia
XXXIX,
i,
(1)
Martcnr,
l'etirum tcriptorum et
monum. amplissima
colltetio,
II,
12
R.
SABBADINI.
cevuto r orazione
zioni
//-^ Ligario:
ora
domandava
altre ora-
ed
il
re
p.,
TuscuL;
il
epistole; avrebbe voluto chiedere anche il De De orai., le Partii, orat., le Verr., le Philipp, e le ma temeva di essere troppo esigente (i). Verso
14 IO
dava
la caccia
Tullii
'libri
morales
(m.
1397), e
2).
da ultimo
al cardinale
Niccol Brancacci
(2),
(m. 141
Il
dove
ri-
momento
al
n.
552;
ma
':
esso in
littera
'
nova
',
era
littera
prossimativamente del
XII-XIII.
s'
era for-
delle Epi,.
cum
aliis
operibus
il
(3).
Dei
trattati rettorici
possedeva certamente
(4).
De
orat.
Il
De
orat.
I
(1)
1883, 102.
(2)
Thomas, 60.
Thomas, 107.
(3)
(4)
Thomas,
De
orat.:
Thomas,
14, Cicero:
*
adesl
enim
fere nemo...
De
orat., I
116; Maitne,
',
1424:
I
De
orat.,
Phormio-
De
orat..
Il 77.
I.
CICERONE.
di
l sia
13
nastero di Cluni
(i):
ed probabile che
ve-
nuto
al
Montreuil.
:
il il
Aveva un buon manipolo di libri filosofici Farad,, De amie, il De nat. d, (2), le TuscuL, il De divinai., De leg. (3), il De off. (4), il De fin. (5). Alcuni di essi
i
forse provenivano
da
i
Cluni,
dove
si
il
trovavano due
copie del
amie.
Il
(6).
De
sen.,
Farad., le Tusc,
De
off.
il
De
stolari di Cicerone.
ini
La
raccolta
ad
Att.
sin dal
Italia molti
:
autori
classici,
si
chiude
con queste
rolo
'Vale meque
dilig-as
et tibi,
te
ut ciceroniano
,ersuadeas
nari
(7):
me fraterne
ad
altro
riceviamo
la
conferma da un
1)
M.
Manitius, in Philolog.
*.
XV:
'
Doctrina
Reco
dal Mortene,
iquc
\\\t
t.
cum
deum
',
hominum
I
postulo obsecro
oro ploro
alque
imploro
fidem
De
d.,
13.
3)
Thomas, 56.
Cod. Vatic. Regin. 332
f.
(4)
''S)
t
59 guis
in officialibus (TuUius).
<"i.-,.r,.,...-
',i.n,,t
|.t,i,nrn>.
,1...,
j>o-
iocundc
De
fin.,
de eneclutc.
(
ficulunarum ciuwlcm.
scnectute ad Catone
(7> Martine,
i<,.,i.
il.
i.ffi. iis.
amiiitia. Tul-
1433.
14
R-
sajbbadin/.
'
argeii--
pater
nempe
'
astipulator
sicuti
haec Tullius
scri-
certa
occasione oborta
(i).
bens improperat
Octavianum
Att. (2).
(
9),
tratta
deV Epistula
spuria, trasmessaci
con
il
la silloge
ad ad
Montreuil sin
ad
si
Att.
cui
epistolarum
Ciceronis
ad Atti-
cum XVI
ci risulta
'
(3).
Che
con Cluni,
*
da quanto scrive
una sua
lettera
Vale
scriptis in{4);
il
suo
corrispondente
si
oc-
la silloge
ad
fam.
(lib.
doppio esemplare
* :
et
ad Curionem
mul-
et
ad Appium
(lib.
ITI) et
ad
stole Ciceronis
ad Publicum Lentulum et ad
(i) Ib.,
1408.
in un'altra lettera del Montreuil,
Thomas, 61.
cit.
sevis,
sempre usato
si
dal
Montreuil,
nato
nell'Ambros. Z
55 sup. del
sec.
f.
XIV-XV:
XV,
i.
CICERONE.
i^
tos Ut supra
'
(i).
Ma
cio
primi 8
libri,
perch
salpina
avevano diviso
la silloge in
due volumi.
di
veniamo a sapere che questi possedeva delle Epist. ad fam. solo una porzione: *quas penes te pr magna
saltem
gis:
*
p o
r t
o n e
habes
(2).
Prosegue
il
Clmanprimi
Cum autem
i
ad consules,
nei
8
ad
summa
fra
I ),
imperia
infatti
libri
(I
corrispondenti
incontriamo
dei
proconsoli
1
(II 9),
8),
dei
censori
5),
e*
11)
e degli
imperatores
V
La
7;
VII
che
reges.
riprova
ad fam.
*
8 libri:
committeo n e
meum
:
Cum
Vatinii defendendi
I
mu
s...
(3)
{ad fam.
9,
19).
Non pauca
tractando
si
in
de consolatone
6).
filiae
(ad fam.
IV
t
t
'l'.t
velimus, animorum
'
am en coni unctione
a
f
f
'
''
f "
';
V "
u d
V o a
mus,
ut
Museum,
XXXVI,
1881, 475.
(3)
Thomns, 107.
1441.
(4) Marlcnr,
l6
R.
SAiBADlNl".
nunquam non una esse, deamur' (i) {ad fam. V 13, 5).
Ripetiamo per
le Epist.
ut
ait
Cicero, v
ad
Att.i
Vengano ora le orazioni ciceroniane note al Montreuil. Le ricaviamo dai seguenti passi delle sue lettere:
'
'
(2).
(=
Licinio)
Archia
'
(3).
Querenti michi, ut
fit,
dam
meuro, nunc quasi dedita opera sese ter quaterque (=- 7) Verrine
quesiistis, obtuleruTit
'
(4).
Non
preteristi
videre orationes
Tullii
tottot
sceleribus implicitas,
{-=^
Cae-
necnon
in
Claudium
(5)
acte
sunt,
nichilominusque
in
Catilinam
(i)
Martne, 1429.
La
citazione:
'Vale mi pater
et
ut
'
ad gnatum
tratto in
carissimum
ha
inganno
il
Thomas, 57,
Mendelsohn
1893, P^g5,
xm
nota).
Essa non va
riferita
Ept. ad fam.,'KW
3,
ma
(2) (3)
(4)
al
De
off.,
Ili 121.
Martne, 1424.
Thomas, Thomas,
55.
55,
108.
e in
ci
(5)
Claudium
s'
indichi
la
mede-
se-
colo
XV
inf.
citava la p.
f.
col
titolo
49
215V
scrive
Antonio da
Rho
ait
nel
De
'
imitatione
Item Ci-
euim:
rem
ut definiat,
hominem
ut vocet,
argumento probet,
i.
drCHfcONE.
V'erremque
vective
*
et
(i).
credo
in-
Clmangis, perch a
lui
(f.
solo
6i):
*
si
addice la
tu ipse,
Non
all'
esplorazione del
monatitoli
ebbero parte
tutt'e due.
i
orazioni
ciceroniane: Defensio
Marci
Tullii
pr
^liloiie.
/
(=Habito)
pr Murena
pr quibusdatn
Q. Ligario
et
aliis.
Cicero in Catilet
inatn et idem
^e
pr
pr rege Deiotaro
idemque
in Verrem. Con-
troversia
Saltistii in
eum
et invective
Ciceronis in Caiilinam.
soggiungiamo
l'indice del
il
cod. Parigino
lat.
14749, gi di S. Vittore,
i
quale hi
De
imp. Cn.
iret;
p.
Milone; 3 pridie
quam
in
exilium
Pomcum
imct.
fr.
Malc(iictio
autcni
iiihil
h;ibct
propositi
prctcr contuim-lKim
....
eie. p.
su/i
Cael. 6).
Ma
che
1'
orazione de
s'intitola:
mo
iti
ad
Vatic.
1742
(scc.
XV)
f.
215V
P.
(i)
(2)
Clodium.
f.
^ov.
(3)
Come ha
dimostnt A.
<
.( i.un,
ine
ri.i
nttiiimnit.^
('/
k't^t^tv,
Anecdota OximUnsta^
K.
Cliisjiical
.Serics,
X, 190$,
p. Ili-
XV.
2.
AABBADW],
Titti latm
l8
R.
SABBADINI.
cum populo
gratias egit; 6 de
domo;
Caelio;
p.
Sestio; 8 in Vatinium; 9
de provinciis conp.
p.
sularibus; io
13
p.
de harusp. responsis:
Piando; 14
p. Sulla;
11
Balbo; 12
p.
15
Archia; 16 p.
Murena;
lium
iret;
17 p. Sex. Roscio; )
18 pridie
19
cum
p.
gratias egit; 21
Marcello: 22 p. Ligario;
p.
Deio-
invectiva Cice-
si
compone
i
di
4, 5
due
nei
parti,
n'
come
19,
vede dalla
18,
o meglio
copisti
non
trascrissero
pedissequamente
codici di Cluni,
ma fecero una
scelta
Di queUe
citate dal
aveva rinvenuta
in Italia.
il
XIV
anche
Ripetiamo
dal vecchio
(il
catalogo
'
la descrizione
di
uno
ei
dei codici
n.
496) di Cluni:
Cicero pr Milone
pr (Cluentio) Aviio (=
aliis \
H abito)
ei pr
Murena eipro
quibusdam
come,
in
(i)
Clark op.
cit.,
p.
VI-VUI.
f.
CICERONE.
la descrizione di
n. 498):
T^*
un
codice di Cluni
(il
Cicero in Catillinam et
et
idem pr Q. Ligario
litteris et
et
pr rege Deiotaro
de publicis
tracciato
recentemente da
il
W.
n.
29)
Ma
non pi
in-
Verrem.
lit-
de publicis
(act. II),
son da intendere
libri II
e III
poich
nel UT.
il
Le
altre
indicazioni
de actiane idemque
7i
Verrem
ssendo
il
mancante
di
titolo (2).
Da
quanto abbiamo
esposto
risulta chiaro
che
il
e scopritore di
opere
ci-
eX Salutati
che
gli fu
contempora-
s.
Holkhamicus
Connesso
cod.
Laur.
Bad. 2618,
detto
in
comunemente Lagomars.
XV,
lib.
'
zioni,
III
libri
II),
II
la
(act.
in
IV
(act.
'ivinatio, Vattio I e
lib.
I (act.
le
invet-
e le tre Caesarianae,
in
lib.
II
e III
il
II)
Peterson, indirettamente, e mi
pili
a ragione, secondo
il
Clark
(cfr.
XVI,
>o2,
325-6).
lo
R.
SABBADFNr.
Orazioni
Fermiamoci intanto
Prima
Poggio
(*)
si
conosce-
vano
le
in Catilinani (4)
Milane
Philippicae (14)
le tre
/.
Piando
p. Sulla
p. Caelio
p.
Balbo
le
Quirites
p. Sestio in
Vatinium
de provinciis con[sularibus
p. p.
Archia
Quinctio
(3)
p. Fiacco
Inoltre
qualcuna
la
delle Verrine
(4)
(p.
e.
la
II'
de
() Comparve
(i)
(2) (3)
modo
Molto
diffuse nel
medio evo.
(4)
Ma
gi sin dal
le
possedeva tutte
sette.
del
La
libreria di Co-
Firenze
1902,
H).
I.
CICERONE.
quam
iji
21
exilium irei
e le
(*)
Due
i!la
erano venute
luce recentissimamente.
Le
in;:ontriamo
commen-
tate,
insieme con
altre,
U Inquisitio,
umanisti,
comprende
commento
rettorico
undici
mche pi volte
stampata nel
nias 1477
*'
sec.
XV,
p.
es.
insieme
con Asconio
commento
cicero11
rettorico di
Sicco Polenton ad
altre
orazioni
niane da
lui
lavoro
so-
Patavi
>
ex aedibus
MCCCCXIII
e ci serve a stabilire
Ma
termine
si
De
morum hominum
studiis
<
'.:i,j;.irvc
1,1
I907i37'40
22
R-
SABBADINI.
loqui
(i)
>
(lezione
f.
del cod.
Ambrosiano
il
loo
inf.
secolo
XV,
2);
Loschi era a
Ci sono poi
e
il
codici, quali
il
citato
Ambros.
secre-
100
inf.
portano questo
Medolani
etc.
ad suum fratrem
de Marinonibus
Asto/fijtum
Siccome
il
Loschi fu
se-
(3),
cos in quel
(i)
Un
letterari
le
del Marinoni
il
cod.
sot-
copi
le
23 Bucolicorum Virgilii
liber
liber explicit
1393. IO septemhris;
dt
55V Georgicorum
Maf.
suffragante perfeci;
Virgilii liber
duodecimus Eneydos
de
me Astolfinum
Il
Marinonibus
la
anno 1394
et
Marinoni dopo
morte
di
Giangaleazzo Visconti (1402) avr abbandonato Pavia, poich nel maggio 14 19 ricomparisce a Milano
come
legato di
Martino
{Historiae
163:
C. Salutati, Epistolario,
Epistol., Ili,
330, 634;
W.
und der
tre: p.
Renaissance,
1892, 98.
al
Petrarca.
le
Nella dedica
le
Marinoni
:
il
Loschi
mostra
di
conoscere anche
in
locis
Verrine e
Filippiche
ut
In his vero
Verrinis
et
ceterisque
simili
ratione
tractatis,
invectivis
I.
CICERONI?.
ma
al
2$
molto pi vicino
secondo.
a quel
il
Approssimativamente
altro
sec.
XIV,
trova
< iscritto
MCCCLXXXXII
non rammentitolo,
rrrhta di niipHp di
Seneca padre
Eccone
il
Philippjcis, patcfecit
quantus quamque
mirabilis
essct
orator
(lezione
Dopo
Si
me
per vestigia
ducant
(Antonii
imit
de
Luschis,
Carmina,
Patavii,
1858, 20);
e Vergilio
infatti
largamente nei
fu tra
i
non ineleganti
versi.
Anche Livio
,
Livius e manibus
67).
nunquam cadat
raccomanda
a Giovanni Nogarola
{jb.
H. Dessauer,
DU handDeclama^
Grnudlage der ps. Quinti/. Declamationen, Leipzig, 1898, 66// volgarizzamento italico
delle
67.
di G. Mattoni,
(2)
Op.
cit.,
ii.i^.
yi >^^.
i.i
in
11.,,
delle opere.
i
(3)
(
soli
Excerpta,
che
si
testo pi
completo venne
in luce
Gio.
And. Bussi
e del Cusano.
il
Una
Montemaj^o
p.
giovine
Prose
rime
de'
142,
una di
f4
R>
SABBADINI.
li, I.
64,
f.
85-89:
Lu-
Vincencia.
Recher
Gravis
que a
fratre
expavescit.
agit
ad uxorem
Pare che
torica
il
Loschi
si sia
rino
di
ad Herennium, da ci che scrive Battista Guanel commento alla detta Rhetorica, rifatto su quello
Il
Rhetorica
quattuor locis
uti
in
(i):
conclusione
(II,
47). Senticimo
dunque Battista
Multi vero
et
In
et doctissimi viri,
inter
quos
et praestans
Antonius Luscus
eloquentissimus vir
esse
Guarinus Vepotius
fuisse
ronensis dixerunt
Ciceronis,
sed
subtilius
Nam
quod debeamus
con-
no
sup. sec.
XV,
f.
actio.
Declamatio Avogarii de
adversus
anguigerum
fecit ingrata
Ve-
Cod. Magliabech. n.
I.
67.
Commentar ii
in
rhetoricas
Ciceronis
fine:
sub Guarino
1473. b.
collecti incipiunt.
L.
BA.
I.
CICERONE.
2$
est
principium
orationis,
conclusio
dicit
*
itaque non
fieri,
bene
conveniunt.
Praeterea
'.
in
quatuor
locis
posse
quorum unus
est in conclusione
in
Sed quid
fieri
dis?
quam conclusionem
conclusione
posse
Tamen posteaquam
in
modo
amantissimi genitoris
mei Guarini
Veronensis
quod
intelligatur
Tamen
videtur
absurdum hunc
fecerit
Nam cum
tripliceni
secundum ordinem:
esse Ciceroni s .
et
iste
non videtur
Le due
X Inquisitio
stra
orazioni
il
/>.
Quinci, e
/>.
Flacc.
occupano
nel-
la loro
prima apparizione
in Italia.
In Francia furono
trovate in quel
tiene
il
medesimo
codice Parigino
14749
ivi
suddescritto,
dei
XV: anche
tengono
gli ultimi
due
posti.
utile
^(j,^
Sar
f=
V)
(=
L).
A
fio-
codice
b) ().
inf.
Marco 255
il
(Bibl.
Naz. L
IV
l
Per
adopero
cod.
Ambros.
100
(1)
^
li li
Sul
commento
di Gu.irino
La
scuola
') Companre
300, dove
riferii
prima volta
in
Kugli
S6
R. SABBADINI.
p. Quinctio: 7,
26
(i)
simos
<^;
12,
licuus L, licinius 2,
^;
16,
ig,
15,
23
tamen L b\ tum
stitit
destititi
(=
destitit) I';
Z, de3 e-
b\ desistit
2;
20 tum Lb,
22
2,
cum
<^';
28,
2),
dicta L, edicto
<5;
30,
possessorum L
decrevit
possesipse
sor
b; 30,
28 decernit
36, 15
L
23
S, ipsi b; 45,
26 in
Quincium Lb,
iniquum
2; -47,
eum
qui
non
lititarit
(latitaret b) cui
S.
rome do-
mus uxor
liberi
3,
p. Flacc.
pore
7
codd.;
13,
21
ymo
immo
-,
2,
immo vero
/^;
b;
30,
promuntaria Z, promuntoria
totius
S,
promontoria
34, 3
de
tum
2\
nojiscum Z, vobis
patri
patris Fiacco Z,
102, 20 tu
tamen
Z^',
tu
tum
2.
ma
l'amanuense
dell'
esemplare
di
Lb
Senza
ma
nulla vieta di
ammettere che
in Italia.
1'
esemplare
di
Lb
sia stato
rinvenuto
Ci)
Pongo
M.
Tulli Ciceronis,
Oratione.s:
e.
Rulluvi,
I.
CICERONE.
27
Le orazioni Cluniacensi.
Il
codice di Cluni
(*)
conteneva pi orazioni,
gli
due
data
delle quali
nuove per
p.
umanisti
italiani:
p. Roselo
Amerino e
Murena
(i).
Una prima
Poggio
Tullii,
(2):
notizia
'
Ut
tu
nuper
duas M.
MCCCCXV.
il
L' anno,
6; la
calcolato se-
lo stile fiorentino,
141
scoperta perci
originale e lo sped
a Firenze, dove fu
si
copiato.
Le
io
nuove orazioni
altre in
infatti
leggono, trascritte
con molte
Laur. 48,
con
vatoris
anno quinto
id.
febr.
(stile
fiorentino)
T.
Cieeronis quod
(3)
absolvit Co-
Roma,
':
Mittas
Clunia:
orationes Tullii
censi
rinnovnr'''^
H^j^no 1425
() Comparve
(1) Inoltre
(2)
(3)
la
prima volti
la
iti
Stuiii
ital.Jttot,
class. VII,
i99, lOo.
alla fine.
a>Imava
lacuna
Iella /.
c<l.
Cluenl. dal
4.
192
Mehus IV,
28
R'
SABBADINI.
mittere...
Scribas
tianam, pr Roscio et
ritorn al Niccoli per
Murena
di
'.
L'ebbe, lo copi e lo
il
mezzo
Candido
13
dicembre
1429:
Mitto ad
illud
si
te
volumen
orationum TuUii
(1).
da ora
in poi
del codice
perdono
le tracce.
duas
reperisti e
da quelle
di
Poggio: orationes
qiias
doversi deil
codice.
Ma come
il
si
?
che
lo scopritore fu
si
Montreuil
tratti
di
una
che
vanteria di
il
Poggio
sia stato
non sar pi
verisimile
volume
portato
a Costanza da
qualche
dallo stesso
Mon-
Perch
in verit
non
nella
ci
sappiamo capacitare
come
Poggio
prima
Cluni.
Abbiamo
(i)
detto che
coli.
Poggio
I,
s'
impadroni
dell'
archefonte
Poggii, Epist.
Tonelli
p.
loo, 153,
154, 294.
Da
Catil.
IX
cio:
in
I-IV,
Sali, in
Cic.
in Sali.,
Philipp.
p.
I-XIII
in
(testo mutilo), /.
Cluent.,
p.
Marc,
Arch.,
d.
data
Constantie
tempore
anno
in
MCCCCXV
mensis octobris
'
(E.
7
Goldlob
p.
Sitzungsher. der
Akad.
JViss.
in
Abh.
17).
Per
la
cfr.
H.
v.
d. Hardt,
28.
/.
CICERONE.
Possiamo circoscrivere
il
19
la
luglio e
Barbaro a Firenze.
dif-
la narrazione di
altre notizie
non prive
importanza.
La
gita di Francesco
Barbaro a Firenze
(*).
nel 1415
quando nel
a Vela con-
dotta di Firenze
(i);
e fu
ben
il
felice
ospitare
di
per
cui
in
qualche tempo
frequent
tutto
il
in casa
sua
nuovo maestro,
la
Barbaro
di
apprendere;
onde
prima non
si
1415.
col Niccoli?
fu
il
Com'
screzio
equili-
noto, tra
negli anni
))ratn
due
insigni umanisti
ci
grave
ed
141 2 e
mite
fiera
(':' "'no
fu tratto a lanciare
una
invettiva
i*j
Comparve
la
prma volta
in
R. Sabbadini, La scuola
gli studi di
Guarino^ 19.
30
R.
SABBADINI.
contro colui che l'aveva prima protetto. Voleva conoscere di persona gli umanisti di Firenze? Questa
destinata a diventare pi tardi
il
citt,
centro del
il
movimento
primato
in-
fino
allora tenuto
dei nuovi
Forse tutte
tre
e altre che
Barbaro a recarsi a
che vi
altri
lettere inedite,
si
quali
ho
intrecciato
pochi
Il
docudella
meglio.
tempo
vembris
ci
MCCCCXV
(documento V);
ci
Il
ma
anche senza
di
numerose coincidenze
via.
avrebbero
1
consentito di
era certasin
d'
agosto
mente
di ritorno
(I),
anzi
prima,
perch
dal 13
scritto
dello stesso
il
mese
aveva
Barzizza
viaggio tra la
fine di luglio e
La
riconciliazione di
otal
tenuta,
come vediamo
:
primo invia
secondo
doctissimus Guarinus
Veroneiisis
dicit (III).
il
Tra
si
maggiori umanisti
Barbaro
oltre
il
Niccoli
da annoverare
in
compagnia probabilmente
s'
Biagio Guasconi,
il
Bruni
ma
dopo-
ch
avvenne
la
I.
CCERorJE.
31
Firenze.
Uma(I),
i
minori
che
il
di
Leo-
che
pi tardi
ma
di
per adozione
quel circolo
il
e inclinazioni, vera
di letterati; e
anima e portavoce
lui
con
i
rimane integra
ma
illuminare
il
fecondo
Firenze
tra
notizie di codici
emendamenti
le
Tra
gli acquisti
immediati
o,
parole
che
il
Barbaro
testi latini, le
ma
di
il
pi
altri
testi,
specialmente greci,
epistole
si
era assicurato
di
prossimo
invio, quali le
greche
Manuele Crisolora
IV o
II)
(2
t
ad
Att. coi
^ti
>i
..
..V
Epistola.
Un
quondam
d. Candiani
/;,/,/;.,
,..f
r\fir,r,.iii
th
S,
MUh.
32
R.
SABBADIN/.
suppliti (V),
passi
greci
del famoso codice delle Pandette (III), che da appena un decennio (1406) era trasmigrato da Pisa a Firenze. proveniente da Cluni Il nuovo codice ciceroniano
in
copia
ma
nell'originale
pr Roselo Ainerino e
la
pr Mucui
si
rena. serv
Il
di
la p. Roseio.
Questo commento
proposito
Nam
doc-
vir
tissimus Poggius
ex
Gallis
ad nos reportavit,
qui et
pr Murena repertor
et
hac
Ut autem
clarissimus
doctissimus vir
verbum
potuerit
(i).
il
Barbaro
in prestito dal
Nic-
I Fiorentini e
il
Salutati (m.
1406) avevano
era
1407 e
il
di
(i)
Sabbadini,
La
r.
CICERONE.
dicembre 1407:
ut, <
33
Bruni
al Niccoli nel
De
bibliotheca
libro-
quantum
rum
lus
ibi
sit
quem Colucius (Salutati) habere nunquam potuit meo nomine transcribatur >; e allo stesso, da Pistoia lel novembre 1409: < Nonium Marcellum dicit (Barin dies
iholomaeus Capra) se
expectare
>
(i).
1'
di Pavia,
compilato
anno
1426, Nonio Marcello non ricomparisce pi; e questa una buona ragione per credere che il Capra l'abbia
li
mandato -ai
lenuto. Spingendoci pi
sulla via
delle
ipotesi
l'arbaro a Venezia,
l
il
uno con V esemplare petrarchesco. Ritornato il si trasse copia di Nonio; poi mansuo
al Barzizza
lui
profittevole an-
he per
la
sua produzione
letteraria.
Nella
dimesti-
chezza
infatti
la famiglia de'
Medici caduto
e
di quest'ultimo;
illora
molto verisimilmente
trattato
il
Barbaro
concep
il
di-
De
Lorenzo:
if
vivace
(1
'III
J<.
itiU.^ru
ai
(itiiiiri:
SAinAumi,
Testi iatmi,
i-
34
SABBADINI.
litica,
da
di
altri
umanisti.
De
re uxoria fu scritto in
non pi
(VI e VII).
I.
Franciscus Barbarus
p, d,
(i)
Quanto
tui
poteris existimare
quam ego
perscribere,
si
essent plerique
maiorem
in
mo-
dum
grata erat,
sic
fuisse
tecum;
enim de ingenio
moribus
magnifice
mihi
persuase-
ram, ut a
mea
hominum
ex
omni parte
virtutis quasi
lumen quoddam
facile
possim (3)
benivolentia
intueri.
Omnia
praeterea
acci-
alterius
possunt
dere
sic in
me
me non modo
qua
maiorem
in
modum
sii,
simum futurum
me
nihil erga
te
desiderari posse
quod ad
offi-
(i)
f.
40
sup.
la
trasse
ad
F. Barbari epist.
(2)
CCLVI.
Amor.
modesta
cod.
Amor.
r.
CICERONE.
me quantum
par est
tui desiderio
3f^
Quare
tibi
com-
et in tui
memoria, quam
summa
mentem
venire, qui
cum
dolorem simul ac
voluptatem (i) corporis sentire fatebatur. (2) Cruri enim pedicas graves
esse aut fuisse et
et
cum
disiunctissimas
naturae
Hac de
re
longior essem in
liceret.
prae-
sentiarum (4)
si
Quod Cor.
non solum
(5)
noster
commodis
ac fortunis tuis
rei
molestus
sit,
est;
turpitudo
facit et
incommoditas tua
incommodorum tuorum
nostro
sum
factus certior,
iuris,
eam rem
(6)
videatur.
Huic
tibi
ope
sum
defuturus;
tuas
res
tantum enim
sit
quam
mentem
pertinere,
in te
sai.
sponte
(7)
sum
admonitus omnium
studium superabo.
die.
pi.
Hunc
ut co-
maiorem
in
modum
(i)
Dopo voluptattm
sono
le
parole ut
cum
altera
Phaed. 3, p. 60, b.
rcita in tronco
il
(3) Qui
(4) in (5)
cod.
Ambros.
presentiam cod.
Sar ComeliuK?
ma non
so a che cosa
si
alluda.
spem
te cod.
36
cius
R.
SABBADmi.
facile
melior
fieri
potes et
doctior
in
(i)
de quo
ore nec
tuse
eum
satis
felicitati
qua factum
facilius
Robertum prseceptorem
quam
Cum
maturitas
omnium
faciam; multos invenies qui iam mirifice serviunt (3) laudi uae.
necessario
et
lohanni
commemora tio
tuo,
grata esse
meo
volui dicere,
me commendabis.
Ex
Venetiis
XV
II.
s.
{5)
ad
te
et
Franciscum
in
(6)
nostrum
officio et vestra
me summa
fuit,
essem
et
quid
sint.
vobis
Summa
;
me
pr reditu
Francisci voluptatem
magnam
cepisse
ro-
(i)
Vespasiano da
Bisticci
i) tra gli
scolari
di
ma
141 8,
quando
di
recarsi
cod,
(5)
\\\iXO
La
Ne
riproduco qui
(6)
Francesco Barbaro.
I.
CTCKRONE.
prior
(i)
37
essem, rationem
advexit,
gabam eliam
in
ne,
meam
alios
bis rebus,
quas nobilissimas
....
kal.
Etruria
secum
post
labcri pateretur
Patavii
XIV
septembres [1415].
ITT.
1/
a/i Ci Se
Ilo
\i)
liarbanis
Nicolao
Si
te discessi
litteris
tui
desideesse
tecum
in
videor. (Juare
irte
ad
te scripsi ut vel
hac
quas ne longius
Guamihi
me
fecit;
huius adventus
(i)
f
Il
Barzizza era stato maestro del Barbaro prima che Guarino an-
lasse a
86v.
Niccol Niccoli.
(4)
intro ino,
A
il
la
famosa invettiva
141 3, da
me
il
141 4
Guasconi and
al concilio
Costanza
l'oggii
!^>iti.
nuovo col
20 librum
legtt
Blasitis
de Gu:isconibus.) Nel
di
1424
M;vria
fu
!<ri
S,
del nel
'
'
rii
Buanaccorso
Pitti,
1905.
l'
2}:.
251);
imperatore {jOom-
Hmaldo
degli Alhizzi, II 14, 17, 21, 29, 30, 31, 33, 39, 54, 96).
ufficiali dello
N'el
1431 fu degli
*>n,
Flrcnzr /
.V,
IV (Mu.affari
A*
Iella
XIX orO;
agli
repubblic.i
SaUa repuhhi
fiorentina a tempo
di
38
iocundissimus fuisset,
nisi
R.
SABBADINI.
festinus
mihi
videretur.
Ad
te mitto
sibi
xardXoYOV
;
quos
Lconardus
lustinianus
ex
Cypro
scribis,
vindicavit
illuni
(2)
ad
te
vereor ne meae
litterae
tibi
redditae sint.
Roberto Rosso
et
Leonardo A-
pi. sai.
et magnifico.
tibi
Nonius
quam primum
illud
tuum
restituam.
Cura
habeam grsecum
sai.
dicit.
Ex
Dominico
Leonardi
filio
(7)
sai.
die.
IV.
s.
(8)
mea
quam
veliera.
Quum
non
enim
nil fere
quam ad
te longissime seri-
bere ....
Tu
velim
me
(i)
xaidX
fu
in lacuna,
neamente da un
altro
parola quinlernos.
il
Giu-
stiniano aspettava
(2) (3)
da Cipro
cfr.
VI
7.
me
Il
cod.
al
concilio di Costanza,
ma dopo
(4)
fuga di Giovanni
XXIII
nel
Antonio e Angelo.
om. cod.
cod.
(5) tibi
(6) disertissimus
(7)
di
Lorenzo de'
Medici
alla
Ambrosii Traversarli
Epistolae. a P.
all'
Canneto,
VI
4.
Seguo
l'orto-
uso umanistico.
I.
CICERONE.
quum omnibus
carse
sint,
39
qui
. .
.
modo
Quod
tecum
gratissimae.
adcidit sane
non
iniuria
sum enim eo ad
animo,
ut semper
cogitatione sim,
memoriamque
nunquam
est.
.
.
ponam. Sed de
dictum
longiores
nostri Chrysolorae:
de amicitia
manu
mea; tertiam
curavi,
quod hanc
secum
adtulerit
habcatque illam
amhigo iam
II
Tu
cura ut ad
me
!tt L-.
me
pietate
libet
enim hoc ad
te
uti
vocabulo.
viri
. .
Leonardi ludesiderari in
stiniani,
ilio
sed mihi.
illum
visa est
nescio utrum tu
scripseris,
an
alias
quispiam
Ceterum
i.
id abs te
maiorem
in
modum
rogo
uti,
quum
aliquid explo-
ti;r
>\f
cum
peris,
antequam
(3)
Demctrius
istuc ei
prodire obviam
XX
octobris [1415].
precedente e
la
risposta
del
Barbaro
si
son
(2;
.Sci
M-sto uci
annoto
in;inc;i
li
titolo greco,
Icetio del
Marlene
et
il
Durand
vero
III
(Epist.
XVIl
na
erroneamente;
titolo
m^ti vdQOrixog,
come
si
vede dalla
Questa
lettera a
Guarino
fu
CW. gr.
ten
(3)
tegli
De
amicitia
stesso
259. Della
De mensihix Un vecchio
Mava
col
Trurr^.-iri
nrl
<-'
Angeli e attendeva
40
R.
SABBADINI.
V.
Franciscus Barbarus optimo ac doctissimo ntonacho
Ambrosio
Si
s.
d.
(i).
litteris
tuis
[cepij,
in
quibus eximius in
me amor
tuus amari
(2)
Tua ctiam
apud
legens tecura
esse videor,
quem
admiratione
quadam
virtutis
amo, ut ad amorem
cui
meum
nihil possit
accedere.
Sed haec
ut nihil
satis
sit
te,
de mea erga
te
te
est,
de
me
tibi.
summi
viri
me
mittere scripsisti
et multis ver-
nondum
sublatum
718^)1
gratias
habeo
nostrae
bis dicerem
quodammodo
dignitate amicitiae
hoc officium
esset.
vd(^)0T)XO(; (4)
Corbinellum reliquit
ficio
quam
illius
si
tuo beneerit
fuerim consecutus, et
monumentum
et amicitiae nostrae.
tricius civis noster
Laudationem funebrem
edidit
quam Andreas
luliani pa-
ad
te mitto;
de qua quid
ad
te scriberem, nisi
id gravissimo tuo
iudicio reservarem;
quare quid
(i)
f.
86.
(2)
(3)
lui,
adfam. IX
16, i.
tardi,
come apparisce
(la
Traversari a
VI
data
desume
dalla
menzione della
Manuelis acce-
magistratvu-a di
peris,
Cosimo)
Quod
epistolas
clarissimi viri
literas
novi.
(4)
{5)
(i
410-1 414).
(6)
Crisolora.
Manuele mori
Costanza
15 aprile del
I.
CICERONE.
me
si
41
videbitur facies certiote
hac de re sentiendum
rem. Librorum
sit
iudicabis et
tibi
meorum y.axXoyov
(i)
nunc ad
mitterem,
si
raptim
persequar
scripsit
nec
exarare
Libri
illi
ex Cypro (2)
nondum
sibi
redditi
veniam dabis.
Constantinopoli
Guarinus noster
litteras
cum
nunc, ut
ad te
plurimam salutem
dicit
et
dixi.
Doctissimo ac praestantissimo
et
aetatis
nostrae
ac
(5),
me
reddes
piane
suum, cum
.
meo
siiiU
sit,
ut
inquit
Cicero
ncque
ego discingar
Vaie;
communi
me commcndabis.
Ex
MCCCCXV.
i)
Il
catalogo arriv
al
scrive in-
fatti
VI
5:
KaiXoYOv
tuae bibliothecae
nunc
pri-
mum
Lc^i.
accipio.
. .
nella
VI
6, in
data
Florentiai
VI non. mart.
{14 16):
VI
7,
Florentiae
XI
il
Traver-
Barbaro
Si
dudum
accepit ex
Cypro
al
ini.
si
1418 non
(14
18),-
era venuto,
pouiu-
nella lettera
VI
3, Florcnti;u
UT
id.
baro leggiamo:
curabiH ut
De
lohanne Chrysolora
tuis
quid cxploratum
habcs,
pro-
litters
ccrtior Barn.
(il
Eum
nuovo
Icgatum impcratoris
eletto
sui
fectururo ad
summuni pontificcm
Martino V, a Costanza
id
Il
Dov. 1417)
nolm dictam
est.....
ccrtiu*
^-
-.,.-.:-,,
Niccol Nicr*
'
4a
R.
SABBADINI.
VI.
De
re uxoria
(i).
....
cisco tuo
in nostra familiaritate
sermo-
munus
fore
visum
est
si
potius a Fran-
quam
Qnamobrem
tuo nomine de re
uxoria breves cpmmentarios scribere institui, quos huic nuptiarum tempori (2) accommodatos arbitror
non
inutiles futuros.
bertum Rossum
tissime
in primis coleres
rec-
quidam
fere
nunquam
cum
alia
te audire et
accipere confido
1416].
possedevano gi
ad
Ait.y
ad
Q. fr.,
ad Br.
Il
mand
a Venezia l'esemdalla
Manuele
al
Crisolora,
come abbiamo
Is
VI
del Traversari
Barbaro
(Nicolaus) mittet
restituit graecas
quasque
te
maxime
velie adseruit.
Medici.
(2)
De Fu
Lorenzo de'
pi volte stampato.
il
S' intende
carnovale;
1'
anno
il
Flo:
rentise kal.
iuniis >
[14 16]
il
Traversari
Commentarla tua de
re uxoria ad
legi
Laurentium
.
optimum
.
tuique studio-
sissimum adolescentem
gratulatusque sum.
I.
CICERONK.
VII.
43
(i).
quem ab me
(3).
tv
Requiras oportet
deferri
hunc libnim
domino
illuni
ad
....
vero uxoriam
Rem
bitem
quam
audio
te etidisse
iamdudum
expecto;
est
euim ut dicitur
et graviter et
percupio
meo
potius
quam
uti.
Facias
:
ergo quod
ad Corradinum (4)
sive historiam
si
tuum facturum
te pollicitus fuisti
mittas hanc ad
ita
me
ve
nunc
maxime
faveo. Vale.
Pog^o
scopr durante
(*):
il
concilio
di
Costanza otto
orazioni di Cicerone
anepigrafa.
L'ho pubblicata
in
Museo iViinlichUa
classica, III
349.
(2)
Nonio Marcello.
Donato, arcivescovo cretese. Lhc
Nonio, e confermato da
trascrisse
ci,
il
(j) Pietro
IMjsschso di
Donato
suo
sia
venuto in
che
il
p;\rentc
Girolamo
Donato ne
(4)
una citazione
661
f.
di guardia.
Giannino Corradino
morto
nell'agosto del
1416
(Degli Agostini
rstrcnio
Scrtttcri Vinitiani II
riologjco della lettera.
()
ti 5);
ron rio
stabilito
il
tonnine
rm-
Comparve
1.t
pimui volta
\u
.^(ut/i
//<//.
/;/<<
il.
i^)9,
101-103.
44
R-
SABBADINI.
iti
Pisonem. Tutte
13, quando era integro. Sono interessanti di questo codice le due sottoscrizioni: la prima riferita alla p. Caec.
suona
duxit
cosi:
Hanc
temporum
de-
perditam Poggius
cum eatn diligentia sua in Gallia reclusam in silvis Lingonum adinvenisset conscripsissetque ad Tullii memoriam et doctorum hominum utilitatem. La seconda riferita alle altre sette suona cosi Has septem M. Tullii orationes que antea culpa temporum apud Italos deper:
dite erant
cum
musis dicavit
(i).
La
a Langres
{in
silvis
Lingonum),
Germania
nuli' altro
sappiamo
sul
luogo
del rinvenimento.
sul
tempo.
Le
Traversari (VI,
al
Barbaro
'
:
Ex
litteris
quas ad
reparatum
sit
',
scire
poteris
....
Florentiae
v nonas
octobris 1417
e in
(i)
Le due
sottoscrizioni
in
sono pubblicate
in
facsimile
da A. C. Clark
Inventa Italoruvi,
tavole in
fine.
I.
'
CICERONE.
45
(IV,
12) al Niccoli:
'
De Poggiano
(141
7),
settembre del
141 7 o
tra
poco
al
Barbaro,
al
quale scrive
quam primum
Firenze
al
'
(i);
mut avviso
e lo invi a
Nic-
che
come
rileviamo
illas
iam credo
'.
acceperis
misit
Nicolaus noster
La
lettera,
indirizzata al
ma
la
luglio e l'agosto
del 14 18,
in
data
'
Flo-
rentiae
IH
idus
iulii
',
Infatti in
entrambe
di
si
simo arrivo
di
Giovanni Crisolora,
in
entrambe
di
si
parla
un Bernardo, veneziano,
entrambe
Angiolo
Acciaioli, fiorentino,
gi arrivato.
Ora
nella
papa Martino
ir.
V
m
(*
eum legatum
imperatoris
sui pro'),
il;
"^',yi'>
ili
i^.iroar'
i,
n)\ii)i)ii(;it.i
nrii.i su;i
tonila
originaria
da A. C. Clark (The
luce tulle scoperte
clasticat
di
p.
125),
spande nK)lta
Poggio
tempo
del
concilio
di
46
R.
SABBADmr.
avvenuta V
la
1 1
novembre
141
7;
un mese dopo.
il
Nel
luglio o agosto
dunque del
141 8
Barbaro
ri-
Roma,
gliele chiese
nel
effetto; di
ma sempre
pare
si
(Pogg Epis^.
1424,
p.
89,
93, 95,
100).
L'anno
di poi,
disponesse a restituirle
al Niccoli,
per cui
il
mezzo
gli
infatti al Niccoli
Traversari
(Vni,
9)
'
:
Ad
Barbarum nostrum
te
tum
in
a Poggio
Germania repertas ad
Barbaro ruppe
a
lui
XXI
(1424).
Ma
il
alla fine
ri:
lungo
silenzio
con
Poggio e
mand
*
codice
Orati ones
illas
Germania
'
in Italiam
.... reduxisti, ab
mensariis de quibus
(i).
fecisti
men-
La
sicch
lettera
il
di restituzione
porta la data
a Venezia
del 1436,
18 anni,
si
codice
sarebbe rimasto
spazio di
sidera
il
con-
me
considerazione, vuoi perch abbiamo sentito dal Traversari che nel 1424
si
disponeva a
restituire
il
codice,
(i)
R. Sabbadini, Centotrenta
lettere inedite di
I.
CICERONE.
47
nel
il
Barbaro,
andato ambasciatore a
e in quelle occasioni
riportargli le orazioni;
Roma,
s'
incontr con
Poggio
uno
screzio.
Ritengo pertanto
si
che l'anno
debba
baro
sostituire
1424.
Il
silenzio
di
fronte alle
ci,
reiterate
richieste
1'
Poggio
si
spiega con
Treviso,
quattro
le
due Rabi-
in Pis. I codici
:
fondamentali
gi ricordato
48, 26 (=(>).
che ce
le
il
(=
Af) e
scritto
si
il
Laur.
sei
da
o sette mani
:
gruppi
succedono cos
a) p. Caec,
due Rabir. e
/.
Rose. eom.
scritto
da due mani:
alla
prima appar-
tengono
alla
e)
seconda mano
gruppo
d) della Pison.;
gruppo
due Rabir. e p. Rose. eom. ora manca, ma in origine esso precedeva il gruppo d) della Pisoniana.
delle
La mfdesin^'
""'fssionr
<i
teneva
il
eodi(M\ ora
() Comparve
la
prima volta
in
S97-99, dove
il
riferii
4$
R.
SABBADmr.
perduto, che
si
conservava
nel monastero di
S.
Mi-
chele
di
Murano a Venezia.
tre manoscritti.
Ecco ora com' io mi rappresento V origine di questi Poggio nei primi mesi del 141 8 mand,
al Niccoli
a Firenze l'apografo
scripsi). I Fiorentini
naturalmente
risparmiar
fascicoli
si
tempo
si
vari
amanuensi
che
erano gi
stati scritti
luglio e
1'
agosto
medesimo anno
141 8
al
r apografo poggiano
mano
Michele- Indi
si
spiega che
codice
del Barbaro
M mostravano
il
la stessa
successione.
Dopo
alcuni
Barbaro
restitu l'apografo a
Poggio,
Roma,
il
cod.
w per opera
in
di pi
amanuensi, che
in
ca
la-
V ordine dei
M,
cosi
bisogner supporre
s'
fascicoli nell'
apografo di Poggio
erano
di-
posto legittimo
e)
fascicoli nuovi.
gruppo
delle
due Rabiriane e
p. Rose. com. ci
Per
gruppi
b)
possediamo,
oltre la
sec.
XII-
I.
Cicerone.
4^
Xm,
silio.
il
XV e
il
H
i
25 del
sec.
diremo;
parte
Poggio
dall'Inghilterra,
come rilevammo
p.
7)
(i).
dal
nuovi
testi di
gli Italiani
a collazionare
propri.
i
Per
il
gruppo
a)
succitati
Erfurtensis
e Vatic. Palat. e
il
Il
{*).
Il
IX,
le
veduto verso
1428 da Poggio
(2),
che contiene
nuova
quest'ul-
Tullii Philippica-
rum
dei
reca:
Tulius Philippicarum
I
(1)
(li
I'f)p'}iio
det codicif
al
Italia;
ma
Cusano ebbero
in
R. Sabbadini, Le
196.
191.
latini.
sABBADiin, Tati
4.
$0
R.
SABBADINI.
sarono parte
all'
Deve avere
scoperto
(2).
il
codice
fine
il
del secolo
XIV
(II,
il
XV.
Il
Bruni e
Capra
lo
possedevano
io) (3):
s.
d.
humanitatis
deditus est;
eas quas ante coluit musas non affectuose amare et religiose colere.
igitur
Cum
orationum Ciceronis
aipit ut ca-
centra Verrem
et
artificio
....
Vm
idus octobris
MCCCCVII
il
(4).
il
suo
Su questo
viaggio,
Knig 49-52.
cenno
la
(*)
Ne comparve un
191
1,
il
prima volta
in
Rivista
di filologia
XXXIX,
(3)
244.
testo dal
Traggo
cod.
Comunale
di
Arezzo
145
f.
164V, che
ha
La
data,
mancante
23V; 899
e.
Ric-
cardiani
982
f.
25V
ecc.
i.
CICERONE.
(II,
3)
del
novembre
del-
anno medesimo:
Leonardus Aretinus Nicolao
Mitto
tibi
(Niccoli) suo
s.
d.
quidem
scriptas sed
ut videbis
pit
. .
male emendatas
(Siena,
novembre 1407).
si
XV.
copiato da pi
f.
mani, sembra
Tullii
reca la
G.
sottoscrizione
104V: M.
oratio
Cicerofiis in
Verrem
septivia et ult7na
explicit;
*
e indi
il
seg-uente colofone, di
mano
eum
diversa:
Hic
liber
cum
ab
homine
qui
cum
vellet
La nota
est;
dopo
cor-
eum
fu
subito con
rigere.
una
con
Pi tardi una
s
mano
tografia
reijce.
classica
al
che umanistica
erronea
Di fronte
la
XV seE
vesi
Manus
leonardi arretini.
ramente
nota
di
^ui
cum
vellet
eum
quidem
corrupit.
^i
R.
SABBADmi.
Guarino e
le orazioni
di Cicerone.
alle
32)
come
tempo del
gli
amici
(*).
Nel 141 8, quand'egli era ancora a Venezia, aveva ricevute dal veronese Maio, amico suo, alcune orazioni di Cicerone
le
si
emenda,
per
ma
anche
lettera
Maio,
la
quale
reco
testi:
Guarinus Veronensis
ci.
v.
Madia
s.
p. d.
(i).
te nonnullas Ciceronis
orationes, quas ut
emendem
vis;
suaviter adeo ac iocunde, ut nihil imperar! mihi suavius posset, mi pater ac rex.
me
beneficiis devinxisti, ut
et
tum imperare
luntati
videar,
cum mandatis
nihil ipse
tuis
obtempero;
modo
tibi
tuae vo-
morem geram,
recusem,
quippe
qui
omnia non
modo pr
debeam.
amoenitate versor,
si
summa quadam
quem
(*)
detur.
Comparve
la
prima volta
in
Museo
di antichit classica
H, 1887,
387-390.
(i)
Per
le fonti
il
I.
CICERONE.
tam longe
antecessit,
fas sit; procul
53
ut ne
Is
enim divinus
in
utraque re praeceptor
oculis
sectabor. Priorem
pr Archia
eo libentius quod
ex huiuscemodi rerum
ut paupertatem
lectione fructum
colligo
suavitatemque degusto,
aequo feram animo noe profecto doleam, siquod ad quaehisce studiolis meis,
si
quid
curas impertirem.
res,
Quas ob
t;mta
Madi mi
dulcissime,
plurimas
tibi
gratias
habeo, qui
me
tibi
quidem
potest.
ut
si
Orationem
in
ipsam ad
(lum
quandam,
in
hunc
monon
satisfactum
reliquis.
Nam
ut vides
et
nonnulla
quoque
te
adiuvare possim.
Tuum
igi-
me quamprimum
Ita
facere certiorem
quidnam
in ceteris
faciendum
sit;
quaeque absoluta
enim
et te saepius
et
est.
oblectabo
et laboris
mei
impedimento
Verumtamen
te
vacuum non
a tergo
quam primam
perlegas,
secundam instantem
Vale
....
.
Fx Veneti- vi!|
..K).
cosi rispondeva
ai
ring^raziamenti
Froinde ne tanti
l'<
,
hiae
oratione
<
UHI
minimum qiiiddam
nisi
quod co tnagimm
intelligo
quod
M.ilu)
meo compiacere me
scntio,
decemb.
54
R.
SABBADINI.
il
commento
Se
in
di
Antonio
lo fece
mandare
quel tempo
podest a Bologna
Illa in
(i):
mitte.
Veronae XII
in
Verona comment
orazione di Cicerone
al
pr
Murena.
alle lezioni;
quei giorni
rino delinea
caratteri di
cerone
(2):
Te
quam
orationis
facilitate defendit;
ut
quod
ab iudicibus
impetrare
credatur.
Videre velles
quam
hoc
mellitis, ut ita
quem
Stoicae,
est
pervicacis, sectae
derisui Ciceronis
urbanitas facit
....
ardore che Guarino poneva in questo
mostrare
1'
seguente
lettera,
scritta a
tempo
(1425) vice-
podest a Mantova:
(1) Ib. n.
70.
f.
(2)
r
I.
CICERONE.
iiiris consulto
55
Gtiaritius
Veronensis optimo
fuit
Ga lesto
s.
p. d. (i).
quandam
Ciceronis
lucem
relatara,
Veronam delatam
quod
esse.
Qua ex
re mirifica
Ciceronis
sum
supra
modum
faveo.
quam Ciceronem
quasi revivi-
auguria praesens
Verona praebeat,
quam poetarum,
decidit
laetitia in
maerorem
et querellas
non
dine, qui
cum
intelligat concives
niirabiliter deditos,
priusquam
eius
praesentiam
buie civitati
invidit,
impcrtierit,
heu Ciceronem
emisit,
Ciceronis
adspectum nobis
inquam
civcs
amicosque privavit
in
et
qua
re
me ipsum
<ntinebo.
Tuum
no.s
est,
humanissime
et
studiorum
amicissime Galesi,
ut alienam
Ciceronem ad
facile tibi
fiet,
vel
Quisnam
is
est
benignus
in primis
Mantuanus, ad
igitur partes
qucm
<iiM)t
Tuae
mittas.
<nm
ii(M
transcribi facias
emcndatam
tibi
nobis
Hoc autem
tan-
merito immortales
h.iljchuiit,
([uibuH
quantum
tum
\'rr(.!i:ifr
IH
i<lus
lanu.ii
Sui.iM
,A...
11-
otto
orazioni
Pon-
imi op. a:
56
R.
SABBADINI.
giane,
messe
mezzo
dell'apo-
le orazioni in
un corpo
(*),
che
ci
stato
trasmesso
da un incunabulo
:
del sec.
XV
sem.
( I ),
con
la sottoscrizione
sunipte de
Comprende 29
orazioni, cio: p.
Pompeio, p. Mi-
sguam
reditu (ad
senatum), p. Ligario, p.
aruspicum, de prov.
cons.,
Balbo,
in
Vatinium,
(ad
de resp.
ab exilio
pontifices), p.
Marcello, p. Fiacco, p.
Rab.
Post.,
leg.
in senatu,
ad populum
le
contra
contribuzioni
critiche di
Guarino
(2).
L' edizione
romana
del Bussi.
noi
Tutte
le
possediamo
si
(meno
la p.
M.
Tullio
che
ci
deriva da palinsesti"*
trovano gi raccolte
nell'
edizione di Giovanni
*
Andrea
Romae
147
'.
Compai/e
P.
la
e gli
studi
di Guarino
(i)
e.
Veronese, Catania
no.
2;
nella Magliabech.,
Incun.
A
M.
2.
42;
nella
Riccardiana,
Incun.
319. L'edizione
non reca
Tulli Ciceronis,
Orationes p.
CICERONE.
57
Epstulae ad familiares
Questa collezione
col
epistolare
ciceroniana
si
citava
nome
ma
le
manca un
da gran
primo
sebbene ormai
sia
tempo invalso
1'
liares. Il titolo di
dal
quinquennio del
della Pigna,
sec.
XV
in
una
lettera di
di
Guglielmo
un
allievo
veronese
Guarino. Eccone
un passo
Cosme suo
6^(nlielmus) de la
Pigna
s.
p. d. ().
....
Tullianis
e labiis an
tui
ut
si
quod ex
fuisset,
inscriptione
tam
quam
i
clam
me
ni
contigisset ut e
e e
transcriptui fore
r<
l::!
fallor,
mctum
non
diffitc ,
dum
u
te
oportere
reor,
anniadvertercs.
si
Bene
fendum
. .
nostri
evi
vironru
Co
o scriberes
prima volta
in
\
Museo
1889.
32K
!..
779
58
R-
SABBADINI.
Pi
tardi,
verso
il
1430
come
Le
gk di uso
comune
isti (libri)
in
una testimonianza
di Sicco
'
Polenton: 'vulgo
familiarum appellantur
(i).
Epist, ad fam. formavano nella scuola di Guauno dei testi elementari di lettura. Su di esse inaugur a Verona tra T aprile e il maggio del 4
rino
un corso
lusione.
s'
conservata la pro(*):
Ne
Cum
civitatis adulesccntes
quantum
in
me
imita-
quae nuper
commanducatu non
acerba gustatu
non coctu
difficilia
parat alimenta,
facilia suppeditat,
quae
Fodera
modo ad prima
studi orum
difficillimas orationes
non asperos
quoddam
et
planissimum
quod
suavissirao
verbonun ordine
et leni
alliciens prosit
in
quibus
ille
....
epistulas, dice
Guarino; e
(**),
che
e'
pervenuta, col
(cod.
Vindobon.
48 Endlicher)
.
.
M.
(i)
sublatae
R. Sabbadini, Le
Comparve
la
(*)
Tm
dt
NA
f.
6; cod.
Classense di
(**)
Ravenna
la
121).
in Bollettino di filologia class.
Comparve
prima volta
IV, 1898,
198-9.
IP
I.
CICERONE.
59
Sem
artis
tologia
libri
comprende 50
saltuariamente dai
senza rispetcrite-
scorga un
Ci forse
non dipese da
testi
lui,
ma
disordinato, che
doveva avere
mano, uno
di quei
salpina,
in luce
il
codice di Vercelli
( i ).
(Laur. 49,
lat.
466 ha 64
una
terza nel
VI
197 ne ha 100.
Ma non
sappiamo
da
altri.
l'
A
Epist.
noi
non giunto
esemplare
in
guariniano
di
dt-lie
ad fam.; ma siamo
grado
ricostruirlo in
inf.,
membr.
sec.
XV
libri,
(*).
Le
Epist.
ad farn.
di Cicerone.
i
Mancano
gli Incipit
quali
Explicit,
Un
chiameremo
u.
Jahreshericht
uher
du
ForUehritte dtr
i>l'>l
class,
AlUrlhumsxv.
jXH
iiK
1(,-
X.XXIX,
/.-.//>//,.">
1884, 36-38:
'f>'r
IV
e/ A./
^l"'
CoinpAivc
U pntiiii
volu
111
imi
tlal.jtUtl,
6o
titolo e segTi
R.
SABBADINI.
numeri
d'
ordine dei
libri
e delle sin-
gole epstole.
sei libri
ha V Explicit
Il
lib.
e lo spazio
VII non ha
segue immeaggiunta
lib.
stato
omesso,
diatamente
in
60)
il
IX
(omessa
la lett. 4,
margine da
C; fra le lettere 8 e 9,
X:
spazio vuoto.
lib.
XI n
Explicit n spazio.
Alla fine
XII nessun Explicit, ma spazio. AUa fine di XIII 52: Liber XII incipit (poi raso). Alla fine del XIII n
Explicit n
spazio. Alla
fine
4,
del
XIV:
Explicit liber
XII (XII
partem
deest
'
'
raso).
A XV
(f.
hanc
immediate
magna huius
ita gestis
ad eam partem
etc.
'
rebus
castra in radicibus
libri
Amani
Islam
(ora
partem quae
deest in fiie
invenies folio
isy
XV un Explicit
lib.
illeggibile,
perch
XVI
fol.
nessun
Explicit.
Sin qui
ff.
il
copista; dal
133 in poi,
di C.
s.
eccettuati
144-152, tutto di
F.
mano
Gaudeo meher-
cule....
F.
s.
est epistola
p.
Quomodo potuissem
Haec
est
(infatti
questa manca
nel testo).
F. 135
Cicero
s.
I.
CICERONE.
6l
d. Gallo.
Tantum ex Arpinati
Amoris
tui
(manca nel
testo).
M. Fabio
Gallo
s.
(manca nel
liri septi?ni.
. .
testo).
F. 136 Epistola
26'
Cicero AL Fabio
testo,
Gallo
s.
Quod
epistulam
(manca nel
1
dove
il
copista ha
tera).
8*
una nuova
let-
F.
ad Ciceronem
:
con
Vili
12
(di
i;
9,
4-5
(da
MarCelio,
est
cum
con
in
il
Feridiutn
la
alla
fine);
II
Cicerone a
nota
infatti
10-17.
deest in
121):
epistola
quarta libri
Cuius ego
studio officioque
commotus
cendimus
tem
F.
in-
au-
incendimus).
liarium M.
Ciceronis.
i
Le
F.
rubriche occupano
ff.
141V-143,
lib.
153-155.
epi-
stolam
77
libri 13
que incipit:
Cum
temporibus non
epistolae
sane
in
ad
tibi
quarum
incipit
altera incipit
Non modo
*-
"
6a
R.
SABBADINl.
rum prima
libro.
est in eo libro
21^,
secunda
Quare
XVI
cpistolarum
familiarium M.
stolae 414.
summa
est
epi-
Quod
diffe-
rentia in variis
codicibus
id minimi
momenti
neque ad
nientur.
summum
la
quattuor inve-
noto che
Epist.
fam.
di
XV
9);
deriva daPiLaur.
e
49, 7) apografo di
M {Laur.
XV
ci
49,
che
in
era
tolto, di al
quaderni,
modo che
al le
il
quaderno
invece che
XIV
suc-
cedeva
Poliziano
XVII; con
lettere
si
rimanevano
e
disordinate e
smembrate
segn
IX. Finche
il
non
P e in-
il
modo
copisti
s'
e gli studiosi,
disordine,
ingegnarono come
(i).
trarsi
d'imbarazzo
Il
copista
ma
disper
C,
dell'
VIII e
lo
tralasci del
tutto. Il correttore
lib.
Vili,
ma
solo in parte;
i*,
derno
XIV
di P, e le
altre dalla
XVI
mihi
di
(che
andava proa
9,
litteris
ostenderis
IX
eatn ipsam).
(l)
Su
di ci vedi
G. Kirner in Studi
ital. filol.
class.
IX 400
sgg.
[
L na
il
I.
CICERONE.
63
mano
i
il
f.
143 e
il
153
nove
144-152, e vi scrisse
lib.
re-
mancanti del
ossia Vili
(da caluerint
Romam cum
io
(frammentarie);
IX
14;
15
(frammentarie);
Vili
3-9.
Nei
ff.
2-Ti
uno
passi greci
delle
singole
epistole
con
la
traduzione
latina corrispondente.
C
duzioni
per
VI
sono
citati
quattro
287-90) con la
esametri; in
riniana in altrettanti
margine
il
do
Non
quali
solo;
ma
sono segnate
margini
dal
correttore
C, le
la perdita dell'
esemplare
di
Gua-
danno un saggio
della critica
da
lui
eserci-
Reco
ilio
sono a
F. 4
lui
(I
assegnate nominatamente.
I,
3)
Guarinus: Sed ex
senatus consulto
:
quod
te referente,
factum est
tibi
decernit
ut
:
regem
(i)
Veramente
';
codici a
VI
18, 5
la
danno
solo
et cetcra
ma
Guarino aveva
i
consuetudine di
ii. 1..
iu
ooi oemplari
SABBAI) INI.
citum religio
teggia;
tollat: te
auctorem et
di
e. (il
cod.
non punignoro
commode
(I
al luog^o
quomodo
in rasura;
in rasura).
F. 5
4,
2)
est et
cod.
non
Dominus Guarinus manti sua or din a7, vit prout infra: Quare ea que scribam sic habeto me cum ilio re saepe communicata de ilUus ad te sententia atque auctoritate scribere: quoniam senatus consultum
4)
eaque quae de ea re
(2)
num
studium
:
quam
constantis
videatur
arbitror
(3) te perspicere
posse
qui ciUciam
cyprumque teneas quid efficere et quid consequi possis et e. (il cod. non punteggia; ha quoniam in ras.;
omette
F. 8
re,
(I
arbitror ed
8,
et).
6)
Guarinus: Id quocumque
(4)
sentiam.
et
sed
e.
(il
utilitate
mihi
me
ipsi satisfacere
[in ras.]
non possum
cod.:
quecumque
'n ras.] in
me
ipsum
[corr. in
mihi met
marg.
(l)
mihi pro\
re
-^x^m]
'-nprovi'^vm cod.
{2)
m?nca
Mendels-
sohn.
(3) arbitror
(4)
manca
nei codici.
lezione di
R.
r.
CICERONE.
65
id
quecumque sentiam
correda).
(I
et
e.
'
hec littera
nusquam ha-
betiir
F. IO
tentiis
9,
15)
:
(7^r/'wj;
assecutus
qui
cum
poenas a sedicioso
14V
cive et
T.
omesso
etc.
consule),
Guarinus: mehercule
te
iniuria. 7co>.UTt(il
xojTepov (idest
urbaniorem) enim
adhuc
cod.
nec hercule
iniuria
***** enim
mata
la lac.
(II
con
12,
TcoliTtxoTepov yp).
i)
F. 15V
quod quinque ab
atrus
idibus die-
rum
sit
numerus. In quo
(i)
nihil praeter
supple-
mentum
stas et
affort.
F. 25 V (III
si
II,
(2)
e.
2)
illa
voluit ne in
mari liceret et
Guarinus: Verumtamen
ne
in
non
l
contaminata
e senza valore;
e fu
qua e
Bodl.
Canonie.
(V
10,
i)
scripsit :^\'
(1)
ioc
UH
huffls
Mt
et hic bilia
A',
i'i
o dibpcrato,
due emendamenti.
(3)
limitu
M.
Ialini,
R. Sabbadini, Ttsti
S*
66
ti.
SABADIM.
F. 46 (VI
6,
9)
(i)
:
Guarinus: et
in
communi
re p.
ci-
vem summum
vel fama p.
r.
ro.
p. diutius nollet.
beneficium
F.
46V (VI
commentum
(2)
meus
scrip-
56V (VII
60 V (IX
18,
20)
Guarinus
ita
manu propria
(3) ita
5)
In
epistolis
Guarini
iacet
Modo
mus
a quibus
(4).
antea delectationem
modo
solatium petisi
Nunc vero
etiani
quis
edam
ut fa-
libenter accurro.
et seri-
nemo
3,
(5)
utetur opera
(6).
mea: tamen
(IX
2)
Guarinus: Y>.auxa
eig
O-vivaq idest
mnus
quam
quis ostenderet
ne
populus quidem
tamen
etc.
'
F. 67 (IX 20,
(1) cui vis
(2)
(3)
2)
alle
parole
aliquid intelligat
'
se-
(4)
(5)
modo petebamus
accurrere
politias
si
codd.
nemo
codd.
codd.
(6)
(^jroXiTEias)
r.
CTCnERONH.
di
gue nel codice una lacuna per il greco; margine: no;i est apud Guarinum.
F. 67 (IX 21,
2)
fronte in
papirius
F. 81
(i).
(X
:
2>2y
3)
scripsit
(2).
prout infra
Quiritare
lUi
misero quiritanti
:
romanus sum
populum invocare
a quiritibus implorandis
dictum.
F. 81
(X
32,
3)
Auctionum
idest
venditionum puut
dicuntur. Guarinus
i)
in codice
suo
prout infra
ani-
mum
F.
104V
(ibid.)
dopo
est.
'
clamitatis
104V (XIII
15,
2)
nihil.
Guarinus:
1)
Guarinus
idest
(4).
summum
existere aliorum
profiitura
oinittat
vel
nocitura dicat.
Dai
sag-g-i citati
scorgiamo che
il
codice di Guarino
derivava dal Mediceo; che sui margini del proprio esem(1) papuufl
codd.
codd.
I
(2)
critici
natus tum.
(3)
68
^* SABBADINI'.
ma
le
sue emendazioni,
il
meno un
il
paio,
sono
infelici
e violentano troppo
f.
testo.
133
correttore
di
ha
tra-
Guarino:
Saepius
is
finit
is
Quum
Navis.
tenet
formando secundum.
r.
Pluralesque vel
tris,
ns. coniungitur
s.
dicito, partis.
lis
Rarius
is
finit
quoque
litis.
questi
versi
appartenessero a
maggiore
di Guarino,
scritti sul
ma
che siano
dell'
stati
da
occasionalmente
margine
esemplare
delle Epist.
quesito.
:
Al
f.
126
(XV
17,
2)
il
nostro codice ha
quamquam
******
sic iacet:
si
scritto: xpawTcov
quanquam faciem
amisimus. Ibid.
:
4:
******
:
lacuna
apj^eTocj
:
%Ckm.
E in
margine
si
invacuus stu-
diis fueris.
il
invacuus
lacuna.
stato
vuol tradurre
dell' altra
Ma
Sar
un codice umanistico
antiqua?
I.
CICERONE.
69
Epistulae ad Atticum.
Le
e
Epistulae
ad Atticum comprendono
i
nella
tradi-
epistolare
ri-
sale a
D
la
salpino era
codice
silea nel
il
E non
solo
ivi
il
pi autorevole,
ma
anche
pi completo, perch
della collezione
I,
ad
Br., oltre
le sei del
le lettere del
cosiddetto libro
II.
'
erano pure
il
cosiddetto libro
zione succitata:
Scrive infatti
et
Cratander nell'edi-
Hanc
ad Brutum, quod
et
a ciceroniana
dictione
abhorrere
non videbantur
in
existi-
niavinius
Questo
ora
dal
veniamo a
Fulda (0.
conoscere
p. 6,
Niccoli (sopra
di
g) essere appartenuto
monastero
si
ad
Br. e
ad
Att.: fra
1'
una
e l'altra
II
silloge
ad
informazioni
Cratander ebbe
codici d
(1)
Le
sui
Fulda
provengono da Poggio
(ondo di verit
Biondo, intomo
(R. Sabbadini,
la
notizia, trasmessa
da Vespasiano
da Flavio
all'
Epistolario
'-
ad Att
-*:-'
-
Le
scopar'-
70
R.
SABBADim.
mezzo
il
nostro
Ma
noi qui
ci
il
occupiamo esclusivamente
quale alla sua
volta
il,
dell'
arche-
tipo cisalpino,
si
suddivide in
quella che
ci
l'altra
capo a M.
Il
capostipite di
2 non
rimane,
(2).
dovech
Il
dell'altra famiglia
Att, fu
M stesso
di
capostipite
1'
corpo ad
anno
(nel
1345 nella
trarca,
biblioteca
1392 o 1393)
un
altro
apografo
il
che
si
L'apografo
il
Sa-
A
il
questi fatti
(4),
il
di toglier
fede
Sjgren
M non
gemello
dell'apografo petrarchesco,
archetipo.
ma
Suppone perci
l'esistenza a
Verona
di
due
(1) P.
'
inter
quos
(codices), scrive
commu'.
Com-
Epistolario di C. Salutati
:*
39.
() Comparve
591-93, dove
(4) op.
cit.
la
prima volta
in
Rivista di filologia,
Sjgren.
XXXVIII,
19 io,
riferii
39-43-
I.
CICERONE.
specialmente
quello del
sulle
71
codici
antichi,
il
fondandosi
diver-
g-enze fra
testo di
Me
si
Petrarca.
ci
vuole
un certo coraggio; e
plari
biblioteche
Zeno
(i);
(2),
ora
in
il
D'
altra
parte
quanto
C.
alle
divergenze
del Petrarca
(gi rilevate
recens.
la
da
et
A.
Lehmann Df
Cicerofiis
ad
Att. epist.
po'
storia
Petrarca
al Niccoli:
ma
il
anche costui
primo vero
dai
si
permetteva
di
critico
che s'accosta
il
modello vagheggiato
moderni
fu
Poliziano,
si
non sempre
pu
giu-
Petrarca non un
critico,
geniale, che
lo
dove
di
s'
accomoda
lice intuito.
ad
^abhadioi,
Il
Li scoptrU
A. Avena,
(in
Guglielmo da Pastrtngo
Verona 65
1906).
arti di
Verona Vllg
fi
R.
SABBADINI.
Att.
note
al
Lehmann
in
agg-iunger la seguente
(*):
Venio ad Pyraea,
ro-
manus Pyraea
unt, quam
scripserim,
sic
enim omnes
nostri
lociiti
quod addiderim
in
oppido
preposui
ed
si
Cous
Nostrum
quidem
quod
Jon ut
Pyreum,
propter
adole-
sed
Terrentium
scribi
cuius fabelle
heri
aliquot
Pyreum
Et post panca:
persolveris,
(i)
magna me
io).
Et tum
in 8** statini:
etc.
>.
vel
Idem
libro VII. In
omettendo
in de re, e
o no
due mutamenti,
tre
lui
geniali
emendazioni:
noster
il
Petrarca
Ne
(*)
Comparve
prima volta
in
Giornale
ital.
XLV,
1905, 173.
Petrarca
La
f.
citazione proviene
dal famoso
Virgilius
AmbroServio
siano del
nomi
di citt.
il
I.
CICERONE.
(i)
73
trasmessaci da
Gu-
dern
dunque:
(Cic.
IH
>.
incidi, lezione
1'
che ha a sua
uso ciceroniano.
il
M^
Vela
luogo
di institueram
d composueram. Quando
dal
Pastrengo,
aveva
quando
fu copiato in
M, un
lettore
aveva
di
sostituito
composueram.
un po'
ombra
sulle testimonianze
J/ e indi
la
La
lezione composueram
M^
Divulgazione
dell' Epist.
ad
Att.
(*)
ad
Att.
(3),
ha
comunicato ampie e
utili
notizie O. E.
Schmidt
non
ul-
R. Sabbadini, Lt
cwld. Vaticani.
UT,
iSSi,
Comparve
la
prima volta
in
Museo
di nntichiti cLisa.
33-337
(\)
''.
Die handsckriflUche
Af.
l'eheriit/erunji
('iifro.
74
SABBADINI.
(i)
che
io
della cri-
Poggio
si
Mediceo
XLIX,
18; la
collezione
Hamilton
con
la soscrzone: Scripsif
la
suppone
fatta
Roma
tesi
erronea; probabile
ma non
si
certa la
seconda,
come vedremo.
Delle lettere
di
Cicerone
trovano
buoni cenni
(3)
anche
che
nell'
il
Schmidt
crede
ivi
neo;
il
questione
e
io
recher
frammento
dalle
lettere edite
inedile del
Bruni
(4).
XV
d. Zeitschrift
far
la
ali.
Sjgren
{op. cit.
25-29) nega
M.
ecc. p.
331.
dai codici 4
Le
lettere I e
Q
di
q.
A.
f.
176
sgg.,
q.
f.
D. 71
f.
108 della
bibliot.
Comunale
Palermo
e dal codice
2720
CICERONI.
75
s.
d.
febrii,
quottidiana
quatti
fui....
Te implicitum novis
suspica-
Iin
id.
octobr. ex Viterbio
[1405].
IL
Leonardus Nicolao (X
De
transtttittas
19).
ut ad
me
illas
ardentissimc cxopto....
De
bibliotheca
Papiensi per
Luscum
sit
nostrum
ditus,
id
potest. Licet
enim homo
eru-
habet....
Romae
[1406].
m.
Leonardus Nicolao
Volumen epistolarum
tibi
s.
Ciceronis
si
commodum, ad me
(1).
IV.
s.
p. d.
detutit.
ad
me
Eas
nunc
Tiolcstum
,iie
hit
obliviscar....
De
>i
quantum librorum
Coiucins ha*
sit
quem
meo nomina
He
Ciceroni.
riii'i
II
|iii;i;.
i.ukihi,
alni,
fuppi.
ii
4->j.
j6
epistolis,
R.
SABBAJDim.
si
forte has
ego
stipulatas
sum
Novaventi.,.
riensi
XVI
sopra p. 33).
V.
Lecynardus Nicolao
(III
13)
se Ciceronis
donuim
eius vianti-
sendi studio
me
corripui,
et
quo
in
loco michi
ostenditiir
volumen
quissimum sane
tor,
venerandum. Sed
dum
invenio epistolas ad
Brutum
et
ad Quintum
eas videlicet
ipsas quas
habemus,
et
non
libri,
fuisse
transcriptas,
cum
ibi
dicit se
sopra p. 33).
Cominciamo dal
octobr.
fissare le date.
La
ex
ponti-
ficia part
da
13
Roma per
mese
il
Viterbo
(i).
il
6 ag-osto 1405 e
ne
ritorn
il
marzo 1406
La
II del
il
Bruni
invita a
Roma
Niccoli, affinch
possa
liberarsi dag-li
imbarazzi che
gli
creav^ano
il
ormai
col re.
sicure,
dopo che
pace
Qui
il
il
Bruni a
Roma
die che
Niccoli
I.
aveva
nella lettera
meno
nel 1406.
La
(2);
corte pontificia
abbandon
Script.
Roma
XXIV,
9 agosto 1407
Til-^l'^-
Muratori
ib. 983.
CICERONE.
non possiamo andare perci oltre 1407. Del resto il Bruni accenna
papa col
re; si
la
alla
pace
fatta
dal
tratta della
La IV ha
L*anno
il il
la
data
XVI
La
corte
1409, di
dove
parti per
Bologna
si
il
gennaio 1410
(3).
Dell'Epistolario di Cicerone
III,
il
II,
IV
Loschi
di Pavia;
Nonio Marcello e
si
del-
Epistolario di Cicerone,
come
deduce dalla
lettera
si
ma
io
sono
ma non
e che
di Cicerone,
al Niccoli
Bruni
domanda
Niccoli
gli
spedel
IV per mezzo
Tu (im-st
fhi*
<
cniii lo S(hniidl
vuol ve-
li)
Mui.Hor;
:!).
'j.'^(>.
(a)
Leon. Arrtinf,
Ff^irt.
IT,
15,
2\',
XV,
421.
7^
R.
SABBADim.
E
di
qui sta
Pavia
r Epistolario ad Attico:
forte
HAS mendas
cor viger e
possemus
tra
(lettera IV).
il
egli
aveva
mano
codice ad Atticum.
Ma
c' di
meglio. Nel-
l'atto di
come
di
un
nuovo per
sit
lui:
quottidie
eartimque
mole-
stum
plerunque
1'
Epistolario
ad familiares
era gi noto.
I:
di
fecit michi
deve avere
e
attinta
da Ciceessa
21,
non
altrove,
perch
un
ocTua?
e2pY][i.vov.
Ci dimostra
come
il
ad familiares. Prendiamo
8
(i).
In essa troviamo
questa
frase: ut
solummodo
ad fam. IX,
dell'
14,
ut
conoscenza
Epistolario
Anche ad
fam. La lettera, in data 5 settembre, stando al posto che occupa nell'Epistolario, sarebbe del 1405; ma non
pu esser questo
(i)
1'
anno.
Il
Wesselofscky
(2)
giusta-
ed.
Mehus.
ed. "Wesselofscky,
(t)
Bologna 1867,
1401, perch in
2,
essi,
p.
209.
composti nel
ab hinc
lib.
I, si
i.
CICERONE.
la
il
7^
mente
logi
la fa del
1400, perch
Laudatio florentinae
nel 1401.
quale nel
Mehus
(i)
A
si
una
localit
che corrisponda
di villeggiare. Verisimile
invece che
Bruni
peste
si
tro-
vasse
renze
in villa nel
(2);
1400, che fu
la
anno
di
a Fi-
tanto pi che
al
Villa Lezanichi
potrebbe
corrispondere
in
quel di Treviso
est.
Il
1394.
est
Nel
libro II
si
a Leonardo dictutn
congessit.
qua laudes
l'brenlinae
pubblicati
urbis
accuratissime
stati
contemporaneamente da Karl
Kmtr
e
{I
testo cn'i^'io
IH)
opportuno apparato
critico
note storiche e
terarie.
(i)
Naziunulc
di
Palermo VII,
\f,^r,ll.,t,
1 1
f.
8;
Comunale
,\x
di
Palermo 4
VII!,
Q
P-
q.
A. 8
f.
l^'Ov
/,.,/,
,\,-\V
IT.uviM.;if;'.
\\,^,.a^^y
373il)
Cfr.
ttal.
V,
p.
il
148- 1 51.
(3)
Veramente
4 (ed. Mehus)
edidi;
quam nuper
e questa
ha
la
data:
Romae
kal.
ianuarias [1406].
Ma
lenho hirgo.
^O
R.
SABBADINI.
Se effettivamente la lettera del 1400, sin da quil Bruni conosceva V Epistolario di st' anno dunque
Cicerone ad /am., cio sei anni avanti
Salutati.
la
morte
del
era
di
Questo
significa
che
l'Epistolario
ad /am.
messo
in circolazione assai
prima
quello
ad
commercio
(i).
il
letterario solo
infatti
con
tre
al
la
Appena
Niccoli d notizia
(lettera II) e
poco pi
di
un anno dopo
che
manda
met del dicembre 1407 (lettera IV). ovvio supporre il Niccoli abbia mandato al Bruni il codice, affin-
trascritto o da lui stesso o da Poggio. La romana nel gennaio 1408 pass a Lucca e vi si ferm tutta la prima met dell'anno. Poggio fu a Fi-
ch fosse
curia
In quella seconda
aver tratta
la
nota copia
dell'
Epistolario
ad
Att.;
ma
P*
6>
^ P^^* ^^
^^ta
definitiva
del 1400 F. P.
cri-
Commento a una
lettera di L.
Bruni
in Raccolta di studi
tici dedicata
(1)
vedere
il
codice
anche
Att.
prima della
8,
morte del
ad
in
una
353)
lettera al Salutati
del
1400 {Epistolario
C. Salutati IV, II
p.
il
sta l'anno
citazione;
contentum negligere
(I
(XXIV
III,
16) 9).
5,
4,
X,
13, III, 7.
Nei primi
di luglio
del
la corte pontificia,
come ha dimostrato A.
3, p.
Medin
355.
I.
CICKRONK.
che
la
8l
non
in
esclusa la possibilit
abbia fatta
negli
ozii di
Lucca. Anzi
ci
probabile, perch
lo
appunto
seguente
troviamo occupato
dalla
in trar copie di
come
risulta
(1):
Nunc vero
roichi
?.d
l'bros,
litteras significasti.
Est
Aristotelis volumen,
quod
te
habuisse
iciibis; et si
raittas.
me amas
cura in
foc ut
quanto
Nam
ethicis per
hoc tempus
phy-
michi
transmittas.
H's
habui
quasdam Ciceronis
Vaalias
domo
sua
ad
pontifices
et
licet
stbi
te
aut
Itaque Poggiui hanc provinciam assumpsit et magna ex paropui iara transegit. Ali:i non sunt quae calamo explicari
per nos h'c transcriberentur.
litteris
committi
velim.
Tu
kaicndas
aprilis
ex
Luca [1408].
Il
manoscritto di Guglielmo
osservare
chtj
De
il
Bechi.
codice Mediceo
parole
non sententur
la tradizione italiana,
q.
A. 8
la
II,
dell'ediz.
alle
ur,.
ad
Alt.
XVI,
Tuli
16
8.
lASkAiiiNi,
Ialini,
6w
R.
SABBADI^l.
(i)
anzich da quella
Poggio e quella del Barbaro (2). Io ne posso indicare una terza posseduta da Guglielmo De Bechi
fiorentino, nel
di Fiesole (1470(4).
1480
(3).
Ecco
questo codice
Ifem
forme qui
ad Aticum.
principium
cum
Clodius tribunus.
(6).
(5) finis
vero:
non
ser-
ventur
magnam
si
Il
parla in
una
let-
La
lettera
del
(8),
1416. Infatti
con
di
la
precedente
la trover
po-
ad essa
tre giorni.
6,
La precedente
ivi si
del-
perch
1
annunzia l'entrata
di
seguente
marzo
Cosimo
de'
Me-
P.
378.
262.
La
ad
Ashbumham
1897
f.
71.
(5) (6)
ad Brut. VI
Att.
i)
i.
XVI,
16
8.
(7) VI, 6.
ad Atticum, quibus
v.
sopra p. 40-42.
r.
CICERONE.
fu priore dal
i*
83
dici
come
priore.
E Cosimo
marzo
al
30 aprile 141 6
(i).
11
in
non
di
si
pu
stabilire la data,
(3);
il
ma
ben maggiore
entit
In essa
Barzizza
manda
TEpistolario
il
ad
Att. al Giuliano.
La
lettera
presuppone vivo
(5);
fra-
siamo
Ma
possiamo
il
qualche
anno.
detto che
con
una
lettera
1408, perch vi
presso
Gregorio
quell'anno, perch
nezia,
and
in
(i)
Modesto
1783, p.
i5\
p.
194, 208.
p.
113. 166.
I,
Furietto
p.
100.
ecc. p.
S. AUekaelis
437.
di Vironm^
?..
84
&.
SABBADINi.
al
Ariitoteles
ille,
tuum
in
suis
methodis
vi-
Theodecto nobis
tradit
non esse
artis
artibus.
Non enim
men
est
medicinalis sanitates
est
effc'cere
sed usquequo
contingit ad
ta-
hoc perducere;
enim
',
et eos, qui
medicari bene
ncque medicum
Potuitne ita
?
.
Loquor
(3).
Brutum
scribit
'
Ipse (cio
fratello del
Bar-
igitur
pr tua
prudentia
hominem ex
non ex
bis
quae
nunquam
addere
:
'
homo
locuples est
'
(4).
Ego vero
quid ad rem
eum
propemodum
in te
uno
residet ....
si
ricava
che
il
un codice
avuto
?
ad
Atticum.
Da dove
di
l'avr
Da
Pog-gio
dido militi ac
ci.
doctori d.
e
la
norando
d.
singulari;
tiius
Gasparinus
Pergamensis
amantissimus nominis
(2) Cicer. de invent.
tui.
I,
7
(I,
e Aristot. Rhet.
5)
cfr.
I,
i,
14.
(3) Cicer.
(4)
ad Br. XIII
3.
ad Br.
XVI
(I,
8)
ad fam. XIII,
13.
I.
CICERONE.
tempo
il
Bar-
non era
in relazione
con
la societ
letteraria di
dove
il
nel
a Venezia
e di
a Padova.
1'
ap-
(2).
Di questa
zione,
silloge
risulta
il
Barzizza inoltre
lettera,
come
da una
f.
45),
Non me
fugit, pater
Nam
ipsius (Ciceronis) et ad
Athicum
et
Q.
f.
epistole iam
ad unguera
sint eloquentie
non
Quamobrem
facerem, sed
sius scribat
quibus
ut opt'me
nostis
lubenter scribi
unum magnope'e
mihi
conducet
ac
bibliotece
mee
maximiori
erit
decori ....
Il
manoscritto di Guarino.
di
In
un discorso
Guarino
(3),
uno degli
si
scritti
pi
antichi
che
ci
siano rimasti di
lui,
incontrano evi-
epistolare
ad Atticum,
Memorit
I,
documenti per
la storia
1878,
p.
IS4.
(a) Gir.
d'Adda,
-,
^i...
.,./...<
hibliograficht sulla
libreria
Vi-
OkI
.li
^irn:
M VI
th
:S.
86
R.
SABBADINT.
Quel discorso
fu recitato a
Verona
nella
prima met
lasciava la podesteria
Badoer
....
mur
(i).
Ecco
tre passi
frui
civitati
pa-
Cfr. Cicer.
od Qnint. fr.
.
Graeci quidem
sic
te ita
in
....
I,
Cfr.
Cicer.
in
ad Qnint.
I,
adiungenda etiam
est facilitas in
audiendo
lenitas
deccmendo,
in satisfaciendo ac disputando
dih'gentia.
illius
.... Cum
duabus
Cfr. Cicer.
autem sapientissimi
Solonis instituto
rem publicam
praemio inquara
et poenis ...
ad Br, XXIII
(I,
rebus con-
praemio
et
poena.
Questi
sin dalla
di
indizi
Cicerone^^ Quintum
ad Brutum;
e per conse-
Ora
nel
si
in possesso.
ivi
and soltanto
14 IO.
Nemmeno
di
dove l'archetipo
(2).
Lombardia
Rimane
Guarino
come
cio
r abbia
cit.
p.
294-296.
I.
CICERONE.
87
Il
manoscritto deirAurispa.
un' importante
Anche
1'
Aurispa possedeva
copia
dell' Epistolario
sua lettera.
et
poetae siiavi
s,
ci.
Antonio
Panhormitae
Quod
scriptos
ractcris
(i).
litteras
Emi nuper
illius
manu Franciae
amplum
Fiorentini,
nihil
nomen
pertatem, ut et
mea de
ilio
et
ut pul-
Habeo
Ciccronis
in
ad Atticum epiItalia
ita
pulchrum ut
neque pul-
minus quani
ullae
plerumque incomdixi,
pletAe,
omnes
non
ad
te
sint.
Hos duos
quinquaginta
illum
aureos huc
me
miscris,
Ovidium
antiquum abs
cui
commendare
ad
te
litteras,
suum
libi
commendata
et
cui
homini
videor non
beneferi
parum
v^el,
obligari
cupioque
ab omnibus
a te praesertim
sibi
rcctius
loquar, per
(1)
f.
8.
;.,(,....
(2)
Le parole nomen-ampluit.
la
,-i......
185).
muneris
cod.
88
Quare
per opinionem
R.
SABBADINT.
te.
te
quam
ipse de te perquc
illiui
spem qnam
in te
siiuin
tractes et
cum
industria;
te
quae
ab
isto
me
ama
ut facis. Si hi
ii'sseris
duo codices
tibi
dedam
cdicuiKiue
tamen prius
aliud ego
quinquaginta aureis
periculum
in
habita
nulum
di
devo
riferire
un passo
rimenti al Panormita
(i).
.... Audi
ingratumque
sacerdotem
Romam
consilium
meum, Indignum
m.ihi
cum
pontificem,
quem
clericum
episcopum
colueram et observaram
me
fueramus.
citius
Eram
etiam
Romae
aliqua pe-
quae
et
rectius et
explebo
praesens
quam per
absen-
.... Est
inveniri soleant.
Eum
decem aureos,
enim
ille
pe^it,
li-
quam
quam
Ferraria per
Ioannem Carrapham
....
Romae
Questa seconda
al pontificato di
lettera fu scritta
dopo l'assunzione
lui
pu essere
vescovo dal
nostro Aurispa. Si comprende dal contesto che la elezione era recente. Niccol
fu
eletto
nel
marzo
3372
f.
9v.
I.
- CICERONE. 26 febbraio.
S9
1447
(i);
Non
Aurispa chiede
Platone di
la vita di
Con
ci noi
determiniamo
Aurispa
gosto 1447, giacche abbiamo veduto in essa spedire al Panormita la vita di Platone.
l'
Lasciando stare
canteggiava
di
i
'1
modo
col
quale
l'
Aurispa mer-
codici e
una deca
di Livio, delle
si
Ovidio e
fa parola in queste
due
let-
veniamo
na
di
non possiamo
essere molto
portare giudizio, essendosi forse smarrito; stando per a quello che V Aurispa afferma, doveva
trovarsi
di qui
argomentiamo
una lacuna.
Il
come
si
veduto
(p.
81)
manoscritto Ambrosiano
47
inf.
Alla copia di
siano
(1) L.
Poggio
cart. di
risale
f.
il
manoscritto
Ambro-
47
inf.,
(numerazione moderna).
1
p.
79
'
90
Il
R.
SABBADINI.
codice comincia
s.
senza intestazione
cos
Cicero
Bruto
Dopo
cit.
ad Br.
f.
1 1
seg-ue
questo
titolo
Ad Brutum Ad Q. fratrem
I libri II
Epistolarurn liber
secundus primus
(sic) expli-
incipit.
e III
^
lib.
mancano
dell'intestazione. Nella
disposizione del
f.
II ci
s.
molto disordine.
Le
lettere
ad
ci
Att.
i
cominciano
37V.
Mancano
r intestazione e
titoli
dei singoli
libri.
In fine non
prime
pagine
si
incontrano
sem-
tulii
MCCCCXLI
XVI
dtren.
manoscritti Bolognesi.
La
ff.
biblioteca Universitaria di
Bologna possiede un
bellissimo
manoscritto,
n.
2229,
membr.
sec.
XV,
di
ad
Att. e
poi quello
ad fam.
i
Quello ad
greci.
non tronco.
Ha
tutti
passi
A
ad
Bologna
e'
Att.
Lo
il
portava
(i)
145, a
Bologna
il
Detlefsen
1863, p. 573.
(i);
io lo
ho
Jahrbucher filr
Philol.
und Pdag.
I.
CICERONE.
S.
91
dove
fu
fondo
citt.
di
altri
conventi della
Doveva
guardia
perch
sui fogli di
vi
furono
scritte
due
let-
da
M
e
per via
o indiretta
quelli
Poggio,
47
inf.
il
Bo-
dell'
di certo.
Traggono invece
tre
origine
pra e
altri
cio del
14
inf.
Niccoli,
del primo
XV,
pistolarum Ciceronis
Corvini
ci
veterrimus.
altra
Del
parte del
presente volume.
Il
(*).
Attribuisco ad
Ambrogio Traversari
(i).
il
cod. Classense
15 io,
469
di
senza
E fondo
:
l'attriu-
(IcAcrzioDe di
questo codice
c(r.
Sjogren op,
cit.
5.
9S
R.
SABBADINI.
I.
I,
i,
2^^)
Cyrus
ille
Xeini-
sed praecepta
IL Alle
parole
libris].
{ad Q. fr.
Ili,
5,
i)
Quod
i/i
quaeris
quid de
illis
p. quos postea
sex
(cfr.
ad
quo
utinam ht luce
Ili,
essent.
6)
III.
5,
de
latinis
vero
me
semper
aliter fuit.
9,
Ili,
3)
meae
lterae in-
Utinam
interceptores epistolarum
Att.
I,
11,
3)
libros
vero
tuos
cedebat
tibi,
Florent7te
II,
! i,
2)
sed
et'am piane
Idem
7i
Cic. Br.
deterruit).
Sed
5)
senatui gratias
egimus].
Qua de
re oratio extat.
2,
2)
itaque oratio].
Oratio
ad
pontifices
pr domo sua.
Basilea (IV)
soli
:
ed
co-
noscitore di greco
(I,
III).
Basilea due
umanisti,
negli
anni 1433-34 ^
al 6
i^
Traversari nel
1435 (dal 20
agosto
novembre).
fa
Ma
la
roniana (VI)
I.
CICERONE.
93
versari.
Po^g-io quanto
Niccoli
il
ma
fiorentino
librorum
il
Il
manoscritto Ambrosiano E 14
inf.
(*)
14
inf.
(i)
trasmise
il
testo pi antico
Q. fr.,
ciceroniani
ad
AU.,
ad
ad Br.
Ma quanto
altrettanto
ci
chiara
importanza del
nostro
codice,
riesca
E cominciamo
fanelli
scripsit.
inf.,
dal copista.
si
Il
copista fu
Marco Ra-
o Ravanelli; egli
firma
Marcus deraphanellis
altro codice,
L'Ambrosiana possiede un
di
15
trascritto dal
medesimo amanuense.
all'
si
tratta
incirca
secolo
XIV. Hanno
larghi margini
l'identica
dimensione
(cm.
40
27),
scritti
su doprighe;
comprende quaranta
Tutto
questo
'he egli
la
lavorasse
por
un
]>ors()naggio
<*)
(I)
Comparve
prma volta
in
Athenatum
1,
1913 13-16.
'
Descritto da C. A. I.hniani),
tt
Dt
Cietronis
A"
'"/>.'/>
't-
ttm.
emind.
20-15.
94
R.
SABBADlfifl.
cospicuo,
com' confermato
dalla presenza
14:
di
uno
stemma
ch
i
nel frontespizio di
per
un
collezionista
tutte opere di
Cicerone.
Eccone
elenco sommario:
filosofiche:
Opere
d.j
De
of/iciis,
Tuscul. Quaest.,
senect.,
De
essentia
mundi (Timaeus), De
De nat. De amie,
(in
De leg.. De fin., Samn. Scip. Opere rettoriche: De invent., Rhet. ad Heren. libri) De orai, e Orai, (mutili) (i), Topica.
De
divin.,
De
fato,
Orazioni: Philippicae
Epistole:
(in
ad
Q. fr.,
ad
ad Br.
(il
gruppo ad Br,
due
in estratto).
Come ognun
quale
il
pu nel
tanto
petrarchesca;
ai
due volumi se
con
altre ora-
ne accompagnava un
zioni, quelle
almeno che
portata
di
molti.
Siccome
care lo
riusci infruttuosa
identifi-
stemma
del
collezionista
cosi
(o fors' anco di
un
o
successivo possessore),
dobbiamo abbandonare
al
copista.
Rafanelli
Un
Marcus de
Raphattellis visec.
XIV
ed
alla fine
IV.
Fu
A. Cima,
nel suo
commento
I.
CICERONE.
si
95
esercitava
il
notariato:
de Raphanellis de Venetits
quondam
ser
Mathei publicus
(i).
dei
codici
Ambrosiani
la
L' et
non
vi si
opporrebbe e
nemmeno
si
XJV
Vi
oppone
testa(2):
invece la scrittura. L'archivio di stato di Milano conserva un atto autografo del notaio Rafanelli,
il
mento
scritto
di
dell'
anno 1399
la
non
lettera notarile,
il
ma
la
rotonda, in
modo
e
che lecito
istituire
paragone con
calligrafia di
mano
del
notaio
mano
(3).
i
del copista
si
renti
sapremmo
giustificare co-
me
stati copiati a
Venezia, dove
cosi
mancavano
le condizioni atte
ad alimentare una
(1)
Due
in
si
Vtnetia,
III,
p.
1366
magche
stato di
Venezia conserva
in
originali di lui
al
Pergamene
varie,
7 luglio
I,
Documenti diplomatici,
(3)
348.
i
col-
locare
collezionista
il
di Padove
tuiii
rriiiiTi:iiik(
il
R .'ifaiielli.
9^
&.
SABBADINf.
in
cerca di
altri indizi.
Intanto
miniatura
appartengono certamente
chi le volesse circoscrivere
in
all'Italia settentrionale;
ma
alla
zione.
ci
ri-
portano
altri
argomenti.
in
(Ci-
Ambrosiana da^a
cereius),
il
collezione di Francesco
,
a Milano
dal 1548
fino alla
li
morte
E
i
a Milano
trovasse, perch
fogli di
guardia di
15
conten-
gono
Ce
lo
conferma
l'esa-
me
dell' epistolario
faceva
stampati; di
li
manoscritti
in
non
questo che
secoli
trovava
e
Milano.
Perci
Milano.
XV
XVI
stavano a
esiste la difficolt
la vicina
Milano e
al
XIV
Nacque
Cicerei,
in
Tomo
(Como)
libri
il
1521 e mor
il
cisci
Epistolarum
Forcella,
p.
XIV XV,
-
XIX, XXV; V.
La sua
collezione entrata in
Ambro-
siana conta oggi un'ottantina di codici, una met dei qual' di origine
milanese.
i.
CflCKRON]^.
^7
anti-
quissimum
Q. fr., e
i
et
venerandum con
secolo
XV, possedeva un
(v.
epistolarum Ciceronis
p. 76 e 91).
ad
At-
sopra
Finche
altri
i
non trover
codici
di meglio,
possiamo dunque
ritenere che
14,
15
provengono da Milano.
Epstulae ad Brututn.
Dal corpo
delle Epist.
si
e fors'anco prima,
sia staccato
mo anzitutto il codice Vaticano-Barberino lat. 56 (*). cartaceo, del secolo XV, di mano transalpina:
f.
I
Marci
tullii
Scribit
tullius
tr.
pi.
tullii
21
Colle
(i)
vulgarem
Comparve
la
prima volta
in
Rendiconti del
XXXIX.
(!)
1906, 387.88.
nofizia so
La
Gano
lu
j)iiiMiiit;.ii.i
i.n
i.h..i>mi
in
in u tutnn
i^i
Gano
vedi
/'.
L.
Frati
Propugnatore
XXVI,
i
e di alcuni
mai
amici,
Roma iv
latini.
9^
R.
SABBADmi.
f.
2IV-2 2 vuoti.
23 (d'altra
f.
mano)
(1'
Incipit
f.
40V Greca
alfabeto greco).
f.
43 Chyromantia.
re-
al f. 2y Chartusiae Villae Novae prope Avenionem. Comprende quello che si suol chiamare il libro I ad Br., pi la Epist. ad Q. fr.\ 3. Quasi identico al Barberino il codice Augustano 4^
II
f.
di Wolfenbiittel (3006
(i):
Incipiunt epi-
epistole. Seri-
bit tuUio
bruto rogans
qui
183V Narratiuncula de
sojtetto
misso
Gano de
Colle
ad Francischum Petrarcham
184 Incipiunt notabilia
d.
eiusque allocutio
ad
portatorem.
f.
solitaria.
f.
d.
f.
Petrarche.
Seguono
altri
estratti.
il
sonetto
(2)
di
Gano
mostrano
cit.
Heinemann
da O. E. Schmidt, op.
99-105.
(2)
La
Un
ser Nicolaus
quontesta-
dam
assisteva nel
1338
un
I.
CICERONE.
la
4^
origline.
Il
che
le
due
sillogi
hanno
medesima
co-
mano
tedesca a Co(i).
Un
1426
altro
scontea di Pavia.
(2)
n.
redatto nel
reca:
voluminis
cum
certis
Alexandri
Incipit:
et
tem:
Cesare estratte
catalogo:
ad
Att.
Cesar
ad Att. IX
A.
Materia affine e
la stessa silloge
doveva racchiudere
il
il
manoscritto, da cui fu
estratto
codice Vaticano
lettere di
(IX 13 A;
IX
14,
i;
IX
16,
2;
IX
7
i
C),
pi la (tra-
dizionale) \ \t
ad
et
Br.y
sono premessi
Caesares di Sve-
hunc Suetonium
MCCCLXXXVII
anno
et
compievi die
vincefttiam
cornile virt
domino lom-
Le
un p* dopo
mento
(F. Novati,
La
Tonno
1888, 32, n.
l).
mor
nel
1382
Schmid!
op,
cit.
io.;.
s loriche..
(2)
G. d'Adda Indagini
suUa
libreria
Viscontio-Sforusc:
irO
R.
SABBADIN.
Svetonio,
colo
ma sempre
entro la seconda
met del
se-
XIV. Anche il Petrarca possedeva le lettere di Cesare del corpo ad Att. (i); ma ci manca il modo di decidere se
esaminiamo
dell'
sua copia
d
archeaf-
Una
il
poter
monianza delle
Epist.
ha
di
vero nella
fa-
mosa
le
lettera Sen.
XV
supposti
ciceroniani
De
gloria, cos
si
esprime:
nihil,
aliquot
se
orationes aut
pi-
si ola
lettere
s
si
'.
La
silloge
tradizione
arrivata
di in-
miserevolmente corrotta:
terpolazioni,
esemplare da cui
let-
derivava.
Ed
no degli apografi a noi giunti mostra anche lontanamente una corruzione cosi avanzata. Le lezioni della silloge ad Br. non si riconducono
alla famiglia A,
a cui risale
il
codice Mediceo,
ma
piut-
che
discende da un archetipo
(i) P.
de Nolhac Ptrarque
et
l'humanisme^ II ed.,
42.
I.
CICERONE.
ad Br. XIV,
I
si
lOr
Anche
codice
la lettera isolata
i6
nel
succitato
Va tic.
M^\
iiegotii
con
E contro con E
Opere
Le opere
col
rettorche.
(*)
ci
sono arrivate
nome
di Cicerone,
sono cinque:
De
il
inventioney detta
(di
anche
nificio),
ad Herennium
Cor-
De
oratore; XO-
rator e
il
Brutus.
Le due
medio evo,
ma
interessano
meno
l*
noi,
l'una perch
opera giovanile
di Cicerone,
altra
perch
non sua.
:
le altre tre
il
di
y
classi: gli
1'
uni mutili
De
oratore e
le
classi;
Orator
il
ci
j)ervennero
Brutus
integri.
un po'
di storia.
E
If.'
Uno
1,
i
dei
principali e
pi antichi
De
aratore:
1-17;
128,*
157-194;
II,
110 alla
fine.
Ma
pi
importante, specinl'n.tt..
(')
per
la
niiTn..rosa
.//
filiazione,
Comparve
l.i
prima
v.-n.i
Gasparino
Bar^
lOZ
K.
SABBADINI.
V Arincensis (238),
detto cosi,
perch
si
trova in
branaceo
di fogli
rator, mutili.
il
Manca
II,
libro I
del
principio del
al 19.
De La
Oratore e
scrittura
il f.
di
(II,
sec.
i
23rv
234-245) e
ff.
f.
4ii'-43^
il
f.
149-171).
Il
f.
De
5 ir
oratore termina al
5or,
50V
vuoto.
Al
comincia
robustius
il
frammento
dell'
Orator dalle
parole toque
dal 191 al
251,
dopo
di
che
ripiglia sino
alla fine,
dove
la
soscrizione primi-
da una
mano
le
tore.
Il
secolo
ff.
2:^^
X,
la
quale colm
41-43 del
De Oradel
sec.
XIII
circa,
che nel
f.
deest quaf.
ternus, e
frammento dal
5 ir in la so-
De
oratore,
mut
quartus.
Grande
il
numero
degli
(2),
altri
codici mutili.
il
Il
HeerOra-
degen ne esamin 37
eVi' Abrincensis,
il
che contengono
De
hanno
le
medesime lacune
che siano
o per via di
Orator, Lipsiae
tutti derivati
(i)
da quello
F. Heerdegen
Descritto da
M.
Tulli
Ciceronis
1884, p.
(2)
op.
v-vni.
cit.
vm-xiv.
I.
CICERONE.
105
apografi.
Ma
e'
L*(9-
rator dell'
Abrmcmsis ha
nota
tironiana
degli
altri
medesimi passi
la
medesima
ci
nota;
si-
al
che
da un apografo,
che
inter-
en7?i; altri
ora enifn
ora autefn.
i
che
tutti
37 jodici tmitili
S' incontrano
singolari;
qua e
esse
un poco
gli er-
ma
si
spiegano facilmente
le
con
con
congetture e
tra
le interpolazioni
ha avuto
mano
molti codici
non
Ga-
Ai codici
critiche
lettera a
Francesco Barbaro,
s.
(i)
p.
nondum ad
te scribere,
ne
crebras
scripti-
tando
tibi
bonarum ma-
gnarumque artinm
5
si
dicendo
te delectare
fa-
stidiam.
Verum
a
Habeo Ciceroncm
habui, sed
is
De oratore,
me ?
et
olim
me
com-
ad spectasedes et
10 bilem
vimm
non parum;
enim ac dcspcro ne
meos inopcs
<
..'1.
Vaticano
IVJ
312')
f.
cod. di Brera
BJ di Milano
AG IX
43, p.
163.
I04
aliquando subire,
R-
SABBADINI.
magnificis
atque delicatis
assuefactus
tectis
domiciliis.
Quod
1
iis
ad regias ad
potentum
rit,
siquidem,
cum
fabam sordesque
viro repetas
domesticas redeunt.
a praefato
me
vel ligatum,
si
si
fortassis
abessem; et
si
is
me pauperem patronum
me
ei
vel ho-
me quoad
poteris
carissimum
effice
quanquam
amplitudo,
viro amplissimo; at
magis
solet
quam
abicere.
Et eidem
amicum
suura noluisse
25 pr Andrea scribere,
sicuti
dicit.
Tuo
et sodali et socio
cui
pr
Guarinus
Q.
\
V,
Guarinus Veronensis
B.
2)
scribendo
\
Q.
3)
quod
4) disciplina
F
j
Q.
5)
delectarem Q.
Q.
\
non possum
\
F,
om. Q.
om. Q.
6)
io)
I
simul om. Q.
7) hui om.
8) pr B.
fugitivus
dominum
\
Q.
Zachariam om.
\
Q.\
i^) quia ad
V.
\
divitum diverterat Q.
dolores Q.
atria
parvos Q.
12) velit
14) e
om.
V
I
Q.
ad regia
V F
By
I
Q. Q.
abesses B, habebis
I
V Q. V Q.
Pergamensem
\
21 fore
V.
om. B.
\
vel om.
Q.
\
caleorem
efficere Q.
ofn.
V Q. B
dedignaretur
(22) Zacharia
Z. Q, esse
caris
V Q,
\
carum B.
[23) quam
V
Q.
Q.
pravitatem B.
I
24-27) Et eidem
oportebit
\
Q.
24) eadem
B.
25) per
andream B.
27) P. B, N.
La
lettera
non ha
data,
ma
le si
pu
fissare
un
ter-
del 14 13
(i);
la lettera
R. Sabbadini, Centotrenta
lettere inedite di F.
Barbaro, Salerno,
1884, p. IO.
I.
ciCBXONi:.
105
il
141
3.
Ma tutto l'anno
(i);
j^li
1413
il
Trevisan fu capitano
di
il
Padova
il
se avesse
Barzizza
avrebbe
in-
chiesto oralmente
1'
opera di Cicerone;
al
Trevisan
pi
tardi nel
2.
quinquennio che
opera
di
fuori,
noi possiamo
conchiudere che
Barzizza possedeva
nale di
NapoH IV
43,
con
Correo-
antiquorum
summo studio
(2).
Gasparinus
come un
il
De
oratore e
chiamato
vari
libro
:
modi
De
il
oratore.
De
stitutio oratoria
simili.
Verso
14 15 fa capolino
De
<
oratore. Cosi
ne scrive
il
veneziano An-
a te et Daniele (Vic-
turio)
I,
p. 321
in
(2)
Philelo^ie
ccmIcc fu
comprato a Milano
Seripando, come
d.il
Pamiio
tolta
in eredit al cardinal
ri-
da quete note
attvf>Hs
e.\
aurei/ ah hertiihus
(iasparini liergomat,
StripanM
Inni
ParrhoMii Ustamento.
I06
R.
SABBADINI.
et particula,
quae
>
in
(i).
omnibus
fere
libris
De
alla
oratore
nostro deficiebat
Se
morte
riferisce al
medesimo frammento,
(2):
Oratorem
quas
ei
cum
(3).
litteris
commiseras
(4)
Nec
is
est
quod
me
utaris, si
paulo tardius
quam
te illum
et frequentes et
magnas
humanis
Quod ad fragmentum
amplius
illius
De oratore
litteras,
pertinet,
adscito
me
et
(6)
(5)
scripsisse.
Non
me
cogita .
Di un
sceva
f.
altro
presupposto
frammento del De
il
orai.,
scoperto a Firenze,
l'autenticit,
ma
di cui
Barzizza
non ricono{11
20,
diocris.
deficit
Ars enim
(II
30),
si
ima
carta, velut
repertum
in
qiio-
dam
codice veteri.
esse
Cice-
(i) Barzizii
Opera,
i,
176.
20, p. 67.
(2)
Cod.
di
Bergamo
V V
Nec
est
quod]
Hoc
est qui
la e.
cod.
eo habendo om.
cum
cod.
I.
CICERONE.
107
ronis.
Si fient
videbitur nichil
Difatto qui
non
13) al
v'
lacuna,
ma
T,
Lo
De
oratore,
sparinus.
tiofte
Non
quaedam
postilla
in margine,
et
cum
La nota
egli
da uno scolare
suo latino con
i
mostra
chiaramente come
il
quello di Cicerone,
ma
teneva
distinti
supplementi
il
che avevano
scorso.
il
filo
del di-
preziosi schiarimenti
Barzizza
medesimo
in
una
(2).
lettera,
riportata integralmente
Gasparinus Per[gamensis]
ci.
et optiniati viro
s.
lokanni
Cornelio
(J r
tmim emendatum ad
sit
te
imiu,
^l..
.mi iju.ii.miii
profuerim tuum
^Mtlos
<liffuka
iudicium, mihi
et capitala;
certe
enim
sin-
libros in tractatus
erat, in
scntentiam
et quasi
partes multas
brevissimam stimmam
caput redegi.
Omnia
collegi;
quod ex unoquoquc
hi
Cfr. fandini,
Cod. lat.
(f.
II,
trovano nei
codici
(f.
Vaticani
I4r).
1697
119,
1706
(f.
41V, 43V),
1707
14.
(a)
I08
R.
SABBADINI.
hunc nostrum
incuriuni aut
transtuli.
Quae ambigua
librariorum
pretatus
fui.
litterariim
locis correxi.
Quae-
dam
etiam
cum
deficerent supplevi,
non
ut (l)in
enim
id
margine
commentariorum
iocum
Reliquum
tua
adhortatione, ita et
(2)
hoc
tuo
Quod me
tua causa
facturum
tuis in
(3)
possum pr
me
cum
intellexi
satis
Nam
dum munus
j]igcnii
potui
in ilio
inventionis calore quid sibi ista quae dicitur circumcisa brevitas desideraret, attendere.
et
erit
experiri,
quod
in
eventum quem
tibi videbitur,
Ora-
to
tuum ab
ad
omnium,
quod
alias
te scripsisse
meminimus,
libris
res
ornatissimas
habere studes,
Ciceronis divinissimum et
quo summe
Il
Barzizza
De
oratore,
da
cor-
interpretazione
dei segni
alfabetici e
altri
co-
om. cod.
\
(2)
et]
ex
cod.
cod.
(4) ui-
debis cod,
(5) ex om.
cod.
i.
CICERONE.
Dove
di
ro9
riconnettere
di
filo
del
era
proposto
anche
aggiungervi un
lo distolsero.
il
om mento, ma
dice con bella
altre occupazioni
ne
Laco-
cura
di far trascrivere
il
calligrafia.
Corner
il
lo
fece
verale ini-
cui
nome ha
R.
S.
esiste
ancora oggi ed
di Milano,
(i).
codice
Ambrosiana
ap-
i)artenuto
e
appunto
di
alla famiglia
ff.
Corner
Il
codice
membranaceo,
91,
sta.
Contiene mutili
il
De
il
De
ora-
70V segue
Tutta
1'
il
frammento
in capi-
Orator,
come
libro quarto.
opera divisa
in tractatus,
preceduti
da larghi
sommari, e
Il
tuia,
con
libro
comprende quattro
il
capitoli,
secondo con
sei,
terzo e
quarto
ciascuno con
trattati:
il
luattro. Il libro II
terzo ( saltato
il
per er-
il
libro III
tre
tro trattati:
orimo con
il
secondo con
due,
il
principio
si
legge:
Qutsto
poi
tra dt la
C^
(^ Commiaria) dt m.
Zuan Corner
et tocco
CJ^
mi
fnt-
(letto
Corti'
n
di quarto)
R.
SABFADINI.
con uno.
il
Il libro
IV
(1'
Orator)
il
comprende
con
tre trattati:
capitoli,
secondo
due,
I
il
supplementi sono
due
Cominciamo
impellere
dai marginali:
testo:
atque hortari
26) in
satis
20V
in
es s e
si
f.
margine:
nessun supplein
in
civitate in
f.
192)
legge
margine:
gamensem
ficiunt;
excogitata
in
litera
de-
segue un
supplemento.
iste
f.
63,
alle parole
nomine
f.
(III,
171)
si
legge
margine:
et
deficit textus.
et
anapaesti
spon-
182) in
margine
notato: de-
f.
65 V,
alle
(III,
sed eo
si
te-
margine
il
legge:
Devo
le
avvertire che
codice fu emen-
note
marginali dei
ff.
37V, 63,
65V.
f.
supplementi
f.
manoscritto vanno
Additiones e
dal
85 V al
tre. Il
f.
9 IV.
Portano
(II
titolo di
sono
primo passo
85 v
Il
13-18)
ha
in
margine quelibri,
sta nota:
verba
sunt Catulli.
secondo passo
f.
(II
50-60)
ha
in
margine
secundi
quest'altra nota:
86
CICERONE.
libri in capitulo
quod
incipit:
T u m Ma rcus Antoha
n
in
Il
margine
87 Circa
medium secundi
libri.
Le
di cui parlano le
Il
lacuna
II,
245-287.
testo, si
Infatti al
f.
44V,
proprio in
quel
punto del
hunc textum
colliguntur
ultijna,
288)
reponitur a qui-
busdam Addillo
fertur
quae
prout
quodam
copia tratta
dall'
Ed
tegri
ora veniamo
ai
codici integri.
(*)
Tutti
quello
di
che conteneva
Cicerone
il
in quest' ordine:
Rettorica
vecchia, la nuova,
De
oratore, X Orator,
di
Brutus;
il
Brutus
in fine
mancava
un
da Gerardo Lan-
driani,
vescovo
nella
fu poal
quale lo
mand
Barzizza a Milano.
di
Ma
domicilio avvenisse,
fu intermediario
il
Giovanni
Omodei. L*Oniodei
infatti
port
codice a Milano al
(')
f'omparvf
1.1
prima volta
in RTstt di filoloi^ia
XVT.
1887. lOfi-IIJ-
112
A.
SABBADENT.
si
rileva
da un passo
di
una
lettera del
Barzizza
al
Landriani.
Gasparinus Barzizius Gerardo Landriano Laudensi episcopo
Etsi voluptate
s.
p. d.
maxima
quod ad
me
Oratorem
me
sensi
cumulari
cum
a lohanne
Homodeo, homine,
ut
iiosti,
tuae di-
gnitatis observantissimo,
me
amari a te plurimum
intellexi...
Feci autem
ut pr
ilio
quem ad
in
te
pr tuo
is
(Homodeus)
hoc a tua
librum
tiones
eum
ac
singulari benivolentia pr
me
impetravit.
aliter
Nunc ad
te
nudum
meas
inomatum
mitto.
per occupa-
licuit,
usus
fuit,
L*
Omodei
che
alla
fa.-
(2).
inti-
mo
la notizia del
le
prime pratiche
si
de-
duca da una
(i) Barzizii
f.
Opera,
I,
p.
P4
sup.
Memorie
documenti per
la storia dell'Universit di
I,
p. 8; 38;
della
Universit di Pavia
t Milano,
De oratore
Cum
vero
egregie de
cum
te
faciam,
tum quod
et
studiis istis
tanto in te
amore
reverentia succendor, ut
(i).
huic
meo
in te
La
di di
lettera
veramente anepigrafa,
ma
si
sente che
si
In margine
Vero[_nensis].
legge,
seconda mano
Guarino,
il
Gziai'i[nus]
Ma
non
potevano vedere
spesso (saepe
me
convenit), se
Pavia e Milano?
Lo scambio
dai copisti
all'
Guar\inus\
Ver\pnensis\ e
uno
Senza
di
che
la presente lettera
ha intere
frasi
comuni
all'altra so-
pra
Sicch non
vi
dubbio che
alla
essa
del
Barzizza
al
Landriani e anteriore
l.'ino.
Giunto
l'archetipo,
il
dovere
cortesia,
per
il
Landriani.
si
fu tratta
notizia del
Cum
nullus Mediolani
gere^
i;
Qremoftettsis tres de
225.
S.
K.
114
^'
SAfiADI^i.
multiplicataque inde
codice repieve-
desideratissimo
runt
(i).
Ora
si
questo
Cosimo Cremosia
mi ingegner
rio prendere
il
di trovarlo,
quantunque mi
necessa-
giro
un
ma quando una
questione
la via
si
deve
risolvere,
breve o lunga.
il
lettore dico
che
io
sia
che
il
Raianni
la
mondi
fu scolare
Barzizza
a Milano negli
spontanea
conseguenza che
di Lodi.
il
Raimondi
fu
il
fosse cremonese,
risulta
da
di
sue lettere e
discorsi.
Vedasi
Cremofiensis de
il
Questo
il
titolo
titolo dell'autore:
d. p.
(2).
dal
Raimondi
scritto in
Avignone
teneva scuola.
Ivi era
in
data
<i) FI.
(2)
I,
pag. 346.
lat.
Cod. Ambrosiano
44
sup.,
f.
2o6v; cod.
di
Parigi 7808-
dlCERONK.
15
x
Il
manda
quel
discorso
vi-
veva
vita.
stu-
a stento la
La ragione
and a
la
cercar
fuori.
Questo
egli
dice in
una
si
gnamente collocato
studi,
filosofici.
in quella citt.
suoi
letterari e
presentemente erano
esilio,
Spiega
le ragioni del
suo volontario
come venuto a Milano a cercar fortuna e dimoratovi inutilmente un anno e un mese (annum et mensem), ne
e
Ecco l'intestazione
della
scriptis
obsequentissimum se dicit
Contemporaneamente
non ebbe
NUi
quod Gasparinum
audivcrini
Per-
gamcnuem;
eiiAe
fatcor
cquidem
Sc<i
s
et
prae
me
etiam
(actuin gaudco.
quibus est a
me
auditus omnis
in
unum
(1)
(2)
Cod. Ambros.
Cfxl.
cit.,
f.
J06
\.\
Anil)ir>m':in(>
\\
I<)
K.
SAIJUAOIN'I,
illum
sit
sex
eloquentiae
nisi
(et
quod adhuc
nam
(i).
Rimane
che
cosi
assodato che
tempo
fu
alunno del
per sei e
il
tre mesi;
semestre
di un anno scolastico e il trimestre di un altro. Ora vediamo in che tempo cadono V anno e il mese del
all'arci-
Reverendissimo
Ray[mundus]
s.
nominis
tui
tuorumque
hanc
quanquam
tibi
antehac igiiotus
fuerim,
tamen
ad
scriberem.
plitudinem
Nam cum hae tuae gestae res sint, ut propter earum amsummam adeplus gloriam videare tantumque studiis optimis
quo non tu
a
etsi
omnibus
dignus iudiceris:
tum me
sapientia
scribendo
quam
yacuus ab bis
litteris
quam
si
me
Quod
ut quasi
quadam
id et
huius
temporis
nunc postularet
et difficile esse
existimarem
te
quod
quisque
rellet impetrare.
(i) Ib.,
f.
io8v.
eoa.
(2)
complexurum
I.
CICERONE.
et tibi et
iiiter
117
Corametnorarem
esse,
in primis
eandem
mihi
communem
soleat,
patriam
te
tui
se conciliare
non
pluest
sinerct quin a
quo plurimum
velles.
diligerere, in
eum
etiam amoris
mum
vir
impartitum esse
optimus et
cum
illum tanti
in
certe facis,
et
iamnunc repente
animura
quibus
ut
tuum
influxerira. Praeterea
me hisdem
tibi
studiis delectari
quae
sant iocundissima,
qui
horum expertes
tamen hos ne
essent,
quamvis
in
summo honore
et fortuna constituti,
(2) satis
et gloriosos (3)
haben-
Quod
si
(4)
me
adiuvaret,
quod
sin-
qua
te
unum
inter
omnes maxime
te
excellere affir-
voluntatem meain
benivo-
immunem
esse.
Veruni
de tua
in
me
ito,
ut etiam mihi
vebe-
quod
fortassis
te
ribendi,
parum a me
on enim
appinxi quae
cum
enim
)Iicae
quae quidem
o curiosissimus
es,
um m
si
itinere dari
tui
cupidus;
quod
mihi
ipationes
meas
ad
te ipsc
profectus essem;
(7).
quanquam
rftiunde epistola
(1) scieotie
(a) ne]
meam
viccm gcrct
eot^.
me
tot/.
mercem
Kiccardiano 779,
(.
1S4,
I I
R.
SABBAOINI.
La
lettera, oltre di
fa-
era
certamente
la
cremonese
che
(i).
la
data,
quale
manca secondo
il
solito.
La
tempo
possesso
dell' arcive-
scovado
Leggiamo
nella
Cronaca Bossiana
(2):
'Bartholomeus
ad sedem septimo
summo cum
ho-
'.
Perci
il
tempo dunque
il
doveva essere
dalla
tras-
Questa
la
data
(*)
da
me
del soggiorno di
Cosimo a Milano.
Ma
essa fu risoluta(3),
(i) Argelati,
Script.
Medici.,
I,
2,
p.
XVII, 1300.
primi
sioi
Roma
e la
Questo
nuovo.
un
kuma?tiste italien
au
XV siede
42-44.
I
da Mlanges d'archeologie
et d'histoire),
Rome
1892,
notizie
sul
Raimondi,
39-53,
1435 e
il
principio del
1436.
I.
CICERONE.
I
119
poi
da G. Mercati
(i).
tre
la
lettera di
Cosimo
di
al
Capra
nella
pu
riferire
al trionfale
ing-resso
costui
be mancato
di
accennare
momento.
furono
af-
bre del
stipulare
il
duca
di
di
Savoia a Torino
di
per
matrimonio
(2).
Maria
M. Visconti
E
Il
in verit
1'
obiezione.
Novati
Lafaye notano
inviate
inoltre
che
il
Rai-
mondi
nelle lettere
1429-32 parla
del
provenzale
come
s'egli
di
sin dal
onde
il
andrebbe trasportato
1427-28.
Anche
allora
come
si
con
1422
la copia
?
del codice
Laudense da
tratta nel
I
l'
due
im-
contraddittori, Novatt- e
broglio: che
il
(1)
ecc. (estratto
da Studi
documenti di storia
colte
ulteriori
rac-
notizie hul
da un codice Clas-
sense di Ravenna.
(2) Giidlni,
Memorit
della citta t
VI 298.
I20
R.
SABBAUINI.
al
si
Raimondi
trovava.
Cremona, dov'agii
Dal canto
mio se accetto
le
obiezioni,
non mi so
il
possesso
archetipo,
l'abbia
in
mandato
fidate.
pure mettendolo
1'
mani
autodidacta
ficili,
Raimondi imparato tanto bene a decifrare codici difse non a quella dello stesso Barzizza ? Il quale nella seconda met del 1421 pass da Padova a Midell'
Il
anno medesimo
corsi nella
nuova residenza.
Raimondi
sar stato
allet-
tato dalla
fama
dell'
insigne maestro,
uno
Non
curiamoci
le
Biondo e rileggiamo
parole
112):
del Barzizza
neUa
Feci autem ut pr
lum usum
apto
do-
ctissimi scriptum ad
alium codicem haberes
doctissimus h
il
exemplar correctum
figuriamo intento
vegliardo e
Raimondi: e ce
sotto
il
a trascrivere,
la
sorveglianza del
bonario maestro,
contraddittori? Si
possono
risol-
comprendente sex
6), la
et
pus (sopra
p.
1 1
seconda annum
mensem
(p.
i
115).
appartengono
corsi
-1422,
quando
egli
all'
apertura dei
barzizziani
in
Mi-
I.
CICERONE.
121
ai
mensis
vanno
distribuiti tra
il
studio,
quanto per
Lo afferma
(i):
due succitate
Ecco
il
lettere al senato
milanese e
Nam cum essem annum et mensem Mediolani demoratus m a g istratus ineundi alicuius grati a, magis ut litteris quani
vitae necessitati,
et est
et erat,
satis
fieret,
nec
minimum
fuisset
impensum,
frustra
totum a
me
consumptum
esse; perduci
ulterius inaniter
meam spem
putavi,
ac dies inutiliter
subduci mihi singulos non sum passus Italiamque aufugiens ob paupcrtatem, veteribus meis
studiis
auscultandum
quae
din m
1-
tumque
Ed
ora
me intermissa
il
(2):
Sed cum statuissem aliquando unam hanc oratoriam facultatem ac poeticam quoque.... diligentius paululum complecti et recognoscere ob eam-
magistratum
in
aliet
quem nactus
studiis
simul
et
ci
vitae
quae
actione versatur
bis
operam
tribuerem....
monese,
(1)
ri
p al Harzizza.
Il
Cod. Ambros.
f.
124 sup.
lettere
f.
loh.
(2) Ih,
109V.
Le due
'
In quella al
d.
senato Tire
ancora
R.mas
pater sapicntissimusque
'
I(acobu8)
(f.
108),
:A
che mori
9 fcbbr. 1431
i.iconiuR,
V'ttae
Barzizsa, che
non era pi
r
Opera
":":"'"TT
122
R.
SABBADINI.
(*),
1422 e
il
l,
dove
scribi
'
Similiter
U pr
in plerisque
modemorum
herciscundum pr herciscendum; inde familie herciscunde (Cic. de or. I 237) pr herciscende idest dividende; est enim h e r e
i
scindere. Et
pene omnia
Le
piena propriet.
Sugli apografi
zizza
dall'
(**) tratti
con
la
archetipo
laudense
informa-
zioni la lettera di
driani, dalla
*
lui,
pi sopra citata
il
(p. 112),
alLan-
quale ripeto
ilio
passo che fa
al
caso nostro:
Feci autem ut pr
quem ad te pr tuo is (Homodeus) defert, qui primus munus hoc a tua in eum singulari benivolentia pr me
(*|
Comparve
la
V, 1897,369.
(i)
l'
Orthographia
R. Sabbadini
in
Studi
filol.
class.
XI,
1903
364-68.
{**)
Comparve
la
118.
Ma
la trattazione
I.
CICERONE.
123
impetravit.
mitto.
licuit,
Nunc ad te librum nudum ac inomatum Neque mihi enim aliter per occupationes meas
nec prius
exemplari
a librano meo,
'.
qui
hoc
pi
exemplo usus
ora che
cod.
della
di
fuit,
Si mediti diligentemente
il
questa lettera,
tanto
Ambros.
stampa
vantaggiosamente aM'expediri
Il
pi esatto exemplari.
di
Barzizza parla
il
un homo doctissimus e
un
dot-
tissimo
uomo
il
r altro
copista che
servizio
del
Barzizza.
exemplmn
il
1'
apo-
Dunque
Barzizza fa alleil
Landriani;
ma
prima
di
di
che
il
Barzizza
chiede
vescovo.
di
mano
l'
perduto;
eseguito di
ma
(i),
Vatic. Palatino
1469
nale di Napoli
^
'
audense f<)mpnTv^"v
V. Ilccnlcgcn;
iac
M.
Stangl:
M.
1886, IX,
XVUJ.
124
^'
SABBADINI.
tito,
ma
il
Barzizza e con
sole tre
,
lui
gli altri
interessarono
delle
il
che
erano o
e
il
De
orat., X Or.
:
Br.
codice Palatino ha
la sottoscrizione
Ex
ad Q.fratrem.
expliil
Item orator
ad M. Brutum
transcripti perfectique
che ciunt. et ad exemplar emendati: sottoscrizione Heerdegen (i) crede di mano del Barzizza, come
di
le correzioni marginali. Io
d'
ne dubito,
dopo
con
1773
Il
le
note autografe
(2).
Antonii Seripandi ex
7ani
Parrhasii testamento.
lo eredit
il
Vale
Guieredi
dire:
da Gasparino Barzizza
il
figlio
niforte;
Parrasio lo acquist
a Milano dagli
ripando.
vivente Gasparino,
costui:
informa
la
seguente lettera
di
Postquam
(*)
noster ad
me
rediit,
pater reverendissime,
te volui,
(i)
op.
cit.
XVI.
in
(2)
Studi Hai.
filol.
class.
V,
1897, 390-92.
(*)
Questa
lettera
comparve
la
e
sparino
Bartizia
su Quintiliano
1886, 13.
li
ClCkKONi.
cupidos aut qui iiegotium, quod
li^
(i)
(2)
tum
ut
(7)
committerem
is
(3)
non
intelligebant.
Quorum
alterum
(4)
ilio
faciebat
itinere
ne
ne toto
(9) in
minus honeste
manus
habeo sapientie
bus apprimc
sculis (14)
cat,
deiectaris.
Causam
tarditatis
mee
vides;
quare (13)
studiis
si
plu-
diebus forte
eum apud
in
te habueris,
quam
meis condu-
nihil erit
quod tuum
hac
meum
fuerit?
Vale
et
de
me
semper
cogita.
La
"
lettera
non ha
intestazione,
si
ma
dall'
apostrofe
rileva
che
indirizzata
un
quibus
cod.
hoKtem
cod.
3)
quac
cod.
6) pcrscripsit
cod.
R.
SABBADINI.
cui affidata la
commissione,
ci
Genova
che
l'arcivescovo milanese
Capra,
appunto
in
queir anno
mand
(i).
il
cancelliere Bracello
Al Capra pertanto
il
Barzizza prest
il
due co-
dici Barzizziani
abbiamo un
altro indizio,
che
in essi
una divisione
in
il
in capitoli:
di-
si
poteva eseguire
una copia
La
i
Barzizza adotintegri.
tata per
ora
1'
estese
ai testi
Essa era gi compiuta prima dell'ottobre del 1422, perch il Biondo vi allude scherzevolmente nella sua
copia del Brutus (cod. Ottobon. 1592) allestita
in
quel
nel-
mese
di
(2)
infatti al 48,
dove
un
In v eteri
(3);
continuai
verum unde
hec
(i)
c(apitul)a, tu
mi
Guar(ine)
e
ittellegis.
C. Braggio,
Giacomo BracelU
14.
il
tempo,
(2)
Genova 1891,
Cosi sottoscrive
octobres
'Biondo'. Scripsi
ad ydus
(3)
Il
texticulus.
t.
- CICERONE.
iij
fu
tratta
dal vescovo di
delle
tre
Como Francesco
opere, che
Bossi una
nuova copia
nel
ora
si
conserva
codice
Ottoboniano
copista:
2057, co^
^^
sottoscrizioni:
MCCCCXXII
tor.
finii; e
una
Ora-
M.
Briitus libri felicitcr expliciunt, qui sunt reverendissiin Christo pairis et donini
mi
Mediolanensis, Episcopi
doctoris, virique
Cumani ac Comitts
et
gravissimi
thonii Bossii
filii
mati
et iustificati
ilio
vetustissimo et
quem
rever. pater et
ius
zio ecclesiae
me Franciscum
MCCCCXXV
Papiae
codice^
XXVI
aprilis
anatre.
civitate
studiorum
Non
tamcn quiddam
Ni quidem
dicendi
divino
l'igievius
nativo di
2S
R.
SAtliAlJiv'l.
quamplurimum famae et perkennitatis sortitus est. Sed idem Cumanus aut paris est gloriae vel non tninoris felicitatisi propterea quod primum (per la
cuius inventioie
prima
volta) veterem
et
superiorem codicem
non sat a
sti-
summa
diligentia renovavit.
trascritto a
Milano nel
si
trovava
vacanza
il
Ecco
meam
atque
bis
reditum impe[diren]t,
prox[imis
fejriis
[tantum]
temporis
sum
(2), [stitim]
p(atrum) c(onscriptorum)
parerem; [sed]
licet
idque
summa
ne cum
me
licentia concessa
et,
hic
paucis diebus
componam
in
e.
me
ut facis
commen-
datum habeas
recommendre
et reliquis
p.
moris es benignitate
digneris.
Ex Papia
Gasparinus Pergamensts
quidquid est tuus.
Spectatissimo viro ac gravissi-
mo
Comparve
la letterina la
prima volta
in Rivista di filologia
XIV,
molti
4 sup.
f.
iv.
La
scrittura in
le
lacune.
La Pasqua
il
giorno 8 aprile.
cfr.
Argelati Biblioth.
Me-
n,
II p.
2226.
CICERONE,
129
Nella
sottoscrizione
(*)
del codice
Ottoboniano
1'
il
Viglevio attesta in
modo
solenne che
apografo
fu
a cui attribui-
sce merito
pari
a quello dello
scopritore Landriani:
et
Paris
est gloriae,
perch veterem
superiorem codicem
et
explicatas bene
summa
diligentia reno(insu-
poco leggibile
punse diligentemente
esattamente
al
il
il
testo.
codice Ottoboniano.
E non
solo
ma
che
fu anzi
Il
il
renovavit.
che Co-
di
il
Rai-
mondi aveva
1422 e
Il
il
met
circa del
primo
primus trans-
Ottoboniano, non
non pu essere
il
Raimondi;
egli bensi
una per
il
in-
imma
il
Vi-
.ovio lo
(i).
Ma
allora
come
conciliare la derivazione
immediata
nuovo.
XX;
Heerdegen
op, cit. p.
XVII.
R. SABBADUa,
Ttsti latmi.
130
R.
SABBADINi.
in captoli, quale
abbiamo riscontrata
sugli
apografi
Barzizziani
ammet-
davanti per comodit gli apografi Barzizziani. Cosi obbliga a credere la cronologia; poich la copia del Bossi
fu tratta nel
novembre del
Una
un
ma
che
si
Am-
brosiano
75 sup.,
membranaceo,
iniziale
scrittura
M del
risol-
/ d el
libro III
recano lo
si
stemma vono in
pensare
fra-
1'
apografo del
ma
cos
non
perch
la
apografi Barzizziani
(i)
ed probabilmente anteriore
Due
altri
il
Fio-
il
Brutus e
Vaticano 2901
De
oratore.
Sul Fiorentino
mi pare che
tutti
siano
d'
accordo.
Intanto esso cartaceo, privo di ornamenti e col testo tutto continuo senza la divisione in capitoli degli
apografi Barzizziani.
Inoltre segue,
fu gi
notato
(i)
La
dimostrazione mi trarrebbe
troppo in lungo;
e poi
non ha
importanza.
I.
lCEltONE.
tji
Heerdegen, scrupolosamente
altri
1'
or-
amanuensi applica-
vano
stica.
in
Tralasciando
temente espressi
a caso
(f.
(ae oe),
55v), queste
maxumuniy
intellegens^
numquam,
ta7nquam,
voltu, adsensus,
qiiamdo, revortar,
scritto
le quali
ogni
altro
umanista avrebbe
7iunquam,
vulgi,
cosi:
maximum,
attente,
intelligens,
optimum,
assidens,
tanquam,
pal-
L'altro codice,
in linea
retta dall'archetipo,
1'
ortografia classica,
(f.
una
3v),
offre
seguenti esempi:
adlicere,
28),
conlaudandum, quidquain,
conloquium,
umanistico:
iucun-
dum,
le
adflictos, olio,
dell'
ai quali
corrispondono
forme
uso
aquula, collaudandum,
quicquam,
allicere,
iocundum,
afjlictos,
odo, colloquium.
Le note marginali di questo codice sono della massima importanza, come apparir dal seguente saggio:
f.
28
(II
40)
nel testo
scrisse
in
Il
(li
fiifus, in
marg.
Quar
i3
R.
SABBADINl.
tandem,
in
et
pessime
reaptatum
f.
30
(II
meam
illorum
*.
Sed
ne
latius,
con un
colorari
f.
(2).
28
(II
42) nel
esset,
testo
la
expetenda ne
v.
(3).
esset,
in
marg.
e xp etenda
f.
con
sigla
28
(II
cum exprimeres me
in
subtiliter,
con
sopra exprimeres
(4);
marg. expri-
mere
f.
subtiliter.
66v
(III
borum
siculi versum,
marg.
,
sinistro vitium
est
et
sul
(5).
69
(III
hoc
di cor-
marg.
(6).
Se non c'inganniamo,
il
Laudense e un codice
(i)
di
cui
non
so
se ci
siano
cfr.
il
p.
illorum.
(3)
(4) (5)
altra via.
(6)
Le
parole
qui sunt
imitatores^
dei mutili,
Laadense.
I.
CICERONE.
133 le
lacune di
Vaticano e
il
rispetti,
pasta e la
r inchiostro, diversa
abbreviazioni.
proporzione delle
***
Resta da comunicare
quali
si
le notizie sulla
nuova scoperta,
Guarino.
ricavano
dall' Epistolario di
{*)
:
Venga
s.
iter
eve-
quos
proficisccris;
quod
ita
fora vati-
cinor ob
cam quam de
te
apud nos
fecisti
experientiara et
subtilitate.
vitae intere-
gritatc et acutissima
divinorum documentorum
Quibus ex
ut
quanta
suavritate
ac iocunditate
omnis
torqueas.
nos praesens
tanto
maerore ac
molestia discedens
Quid
enim
ac
quam
ut virtutum
amorem
?
quam non
fe-
quam
qui
ipse
honeste
constanterque
inceperat
ipsius
salvatoris
exemplo
non
ante docere
quam
facere.
Cctcrum una
res
solatur et temperai,
spes
scilicet
optatissima rcditus
qua
ita
futurus (2) es
nobis praehis
in
De
prae-
entia
latis.
Singolare
quoddam
la
non dubitabo,
VII, 1899,
() Comparve
105-6.
(1)
prima volta
in
Studi
ital. filol.
class.
Cod. ClaMente
cod.
di
Ravenna 419,
f.
r8v.
(i) Ucturof
134
ctim
te natimi
ita
SABBADINI.
ita
educatum
de
iis
ita
institutum videam,
ut
bene mereri
de hominibus
ritas
velis et
tuae
facilitati
peto est
commune
liber Ci-
et liberalium ar-
ceronis de oratore,
tamen obtruncatus
et dilaniatus,
ut
cum maxima
pars
(l)
maiorum nostroruni
extarct.
incuria perisset,
inemendatum
etinra
quod
reperitur
Hoc
vero
et
tempore fama
pcrtulit ad nos
librum
ipsum integrum
ex parte
absolatum
diminutum repertum
ac
sapientissimo
et
favere studiis et
eloquentiae incrementis, ut ni
bis velimus,
con-
scendere.
Tuum
humanissime, ut quamprimum
non
possit (est
enim hoc
tempore Mediolani),
transcribatur
curesque ut liber
ope
co facillime impetrabis;
nam cum
magnus,
facilitate placabilitate
cum ad
litteratorum
adiumcntum queat.
catur;
Ts
autem
quod de
illi
cum
plu-
rima
magna ex
parte latentem in
lucem
extulerit. (Juid
quam
te
ad
ad quos proinde
quetur
'.
bendo, nobis
integerrime,
quom
memor
(3)
denuntiaveris,
mei.
Ex Verona v
ni om. cod.
(3)
quum
cod.
I.
CICERONE.
che non so risolvere,
si
135
Nelle
iniziali
M.
un
1
B.,
nascon-
de
il
nome
di
frate
be potuto trovare
Barzizza
e chiedergli
nuovo codice
del solo
di Cicerone.
La fama giunta
lo
De
oratore e che
scopritore
sia
stato lo
stesso Barzizza,;
di
ma
scoperta
(*)
del 1422
nuove opere
sai. pi. d.
( i ).
est
torem postliminio
et e longis
divinitus
magna
certe laetitia fuimus affecti omties qui hac in civitate suraus ab bisce hu-
dux
et princeps eni-
in
acuta,
tam suavia,
fato
et nescio
quo
mu-
:^tercnt
juem ab
manibus
vcl verius
Klysiis
canipis
renascens
re
ad supcros
quod
Qucm cnim
potius
quam
te Cicero ipse
itque auspiciis
gloria
()
gymnasia
summa cum
nani ab
volitat ? Gratulati
sumuK
et
nobis
et desiderio
nostro;
Comparve
prima volta
in Rivista di filologia
XJV,
1885, 4*7"
434.
(i>
Cod. Eatense 57
f.
Ut 5854
f.
io8v;cod.Bo-
j.
136
cuius facilitate ac suavitate
R.
SABBADINI.
eum communicatum
iri
ramus,
quam
Sicut
de Prome-
accepisse lae-
humano
illustra,
non pu-
rum
a nobis invicem
huiusce menior meriti inter legendum te praedicabit et laudibus ac agendis gratiis tollot in sidera.
Hoc
litterarum ordinis
iuris ac iustitiae
vir
Johannes Nicola
Salernus
),
hoc
sapientissinnis
hoc Guarinus
tuus, in
elaborasti,
nunquam tamen
hoc de-
defatigatus. Ipse
te funger;
nique
velit ipse
tantas curas
vigilias
ut plerique
scriptum
Lycurgum,
magnos
et
gravissimos viros,
Homeri
repertores et digestores.
dispersos,
Hi dedita opera
et
illius
deinde inventos
collectos, studiosis
ediderunt,
ut
eorum
non modo
commendaretur.
nobis igitur
omnibus venit ad huraanitatem tuam publice missus eruditus atque optimus vir Johannes Arcignanus, qui sponte hoc munus suscepit, ut Ci-
et
tua benignitate
tibi caris-
ad nos
referat.
Oramus
ac obtestamur
omnes
te
per ea quae
ardori honestissimo.
et Ginifortem a
Nicolaum
me
Andreas lulianus
recte valet.
Ex Verona
14 kal.
iul.
1422.
Verona
corretto,
come vedremo
il
dalla
.^Orator confermato
giugno 1424 a Lodovico Gon9
una
di
lettera di
Guarino da Montorio,
idus iunias [1424])
<
(Ex Montorio,
zaga
Mantova:
f.
CTCKRONK.
(i)
is
t$7
con-
stitueram
Il
>
De
oratore lo
Guarino stesso
avanti
(n.
I,
poscritto p. 139).
diremo ampiamente
il
pi sotto) nei primi mesi del 1423 port a Firenze cod. Fiorentino
I.
i,
14. Il
cod.
Fiorentino comprende,
tor e
il
Brutus,
(p. 130),
\Ora-
dal Corvini a
il
De
oratore.
g-emelli,
Mi sembra
due codici
Ed
incarico della
sua nativa
citt di
trovava a
compi dal
al
15
ottobre
e la
mand
^-v
al Giustiniano a
Venezia e a Guarino a
esiste nel codice Ot-
Verona
Ti copia
del
Biondo
Mantova
nel
1425 fu copiato un
il
C>r<i/i^; infatti
il
cod. Estense
VI
6, merobr., contiene
Brutus e
1'
con
la
lottoscnzione: Orator
ad M. lirutum
codice pri-
mum
tranteriptum
correctumque /utrat,
pridit
idus
septem.
i43S'
Manl$tae. F. C,
(a) Cod.
Marciano Ut. XI
ctt.
1:;
!.
i(>4.
p.
XVIll.
138
R.
SABBADINI.
del marchese
di
Ferrara,
IV B
Gua-
36
(i).
Di queste due
io
rino,
che
p.
s.
d. (2).
et doctrina et illius
et
pnidentia
et
ad
me
dedit,
in
quo
liberalitatem
Ita
enim effectum
est ut
uno,
ut ita dicam,
aetatis
omnis qui
homiut
cuius
quidem
laetitiae
te participem
faciam,
ipsum ad
te remitto,
Sed unum
apud vos
fa-
non imperitus
cias vel
sit
qui
eum
transcribat,' et
nam
in eo
autem gratissimum
fuerit;
reddam quod
exolveris;
quanquam
si
membranis
volumen pusillum.
Ex Verona,
(1)
id.
decembr. [1422].
Ibi,
pp.
X; xvni-xix.
f.
(2)
(3)
Cod. Estense 2
L' uno era
il
io8v.
il
Brutus, V altro
Libdlus
de.
cfr.
Stangl, op.
cit.,
p.
XVin.
%\ovi^:
11
De
militia c\ Brxxn,
conXz
ioiioscr-
Leonardus Arttinus
edidit Ftorentic
Ego vero
suo B, Flavius A. /.
I.
CICERONE.
il
139
seg-uente poscritto:
Ugo mi
mente
ope opus ac
incredibili,
industria, ut
ad librum quem
pedibus,
quadam
nianibus ac
immo
Macrobium, ut
habeat
ita
audio,
fide
litteris
itiquis,
optima
eius
in-
crtas
litteras.
Hunc transcribendum
intercessione
esse
cuperem
ut
copiam
haberemus, sicut
domini Marchionis
habuimus Ciceronem
de Oratore.
Decrevi non mittere librum
bellarius
(=
Brutum), quia
iste ta-
non
eis
etiam abundantiorem
IL
(i).
hal^eo,
sessione
ae-
(L-co8t]^(v
in
adeo diversi
natos
est
Qua
xoiv
re me,
quod proprium
ami-
proverbii
tu tiv
f.O.wv
faceres.
Itaque et
absens
prac-
MS et longinquus
propinquus
fui.
od. Ottnbon.
la
1592
f.
58V.
La
lettera
autografa
di
Guarino,
<\y.^\r
140
R. SABBADUfl.
m.
Guarinus Ugoni (Mazolato)
AHquot iam
sai.
(i)
dies misi ad te libellum illum Ciceronis,
tibi inserviendi,
quem
Biondo
fa-
ut
morigerari
statui.
Cupiebam autem
Hunc autem
ita satis-
me
litteris
repetit.
Eius postulatis
illum huic
ut
si
nuntio eius
ire
fratri
obsignes;
autem imperfectus
diebus
est,
nuntium vacuum
missurum quo
Vale
et
sinas.
librum
volet,
aut
constituet.
Habes me.
clarissimo
sai vere a
me
Vcronae,
XI
IV.
s.
p. d. (2)
Flavi,
tam
liberaliter
mecum
agis in
nunc ex
Ferraria,
nunc ex Imola
V.
Guarinus Veronensis Flavio suo
s.
(3).
Codicem
(Bruti) habebis ut
primum
Ex Verona,
(i)
(2)
XO
lat.
aprilis [1425].
IV B 36
f.
f.
196V.
5369
79V.
(3)
di
Verona
CCXCV
f.
35.
i.
Cicerone.
i4i
VI.
s.
(i).
scripsi et rescripsi et
.......
Brutum
misi;
tuum
erit
de
illius
Veronac, XVIII
aprilis [1425].
la
data
dell'
anno;
ma
la
I,
la II e la III
sono senza
dubbio
del 1422,
perch
si
nell'anno stesso.
La IV, stando
ai
rapporti ch'essa
dell'
ha
si-
con r
epistolario,
probabilmente
la
agosto o del
e la VI, sono
curamente del 1425, perch accennano alla peste del 1424 e alla podesteria di Francesco Barbaro a Vicenza,
che
fu del
1425.
Da
passi di
il
due importantissime
lettere,
scambiate
tra
Lamola e Guarino.
p. d. (2)
si
et
septimam addam
corrcctionem
tribas
Ciccronis de Oratore
.to ilio,
ri
Oratori
quoque
ipsi
et
fantore
tibi
qnos
Verona
f.
CCXCV
Il
f.
34.
Cod. Aruodel 70
I29(r.
testo di
questa
lettera
si
presenta
la
ora
in
ana lesione
assai
prima
olta.
142
R.
SABBADIN^.
proprios et
si
Nec
credas inconstaDtiam
l'Ilam et
ille
summae quidem
istis
venera-
non vulgaris
effigies,
ab
in
quorum manibus
que
est, traduxerunt,
est,
non
ut
si
quemadmodum
curam
poena
plecti
si
homines
non omnino
communium
litterarum et
(Cic.
de
f?r.
II 72) fuissent,
nunquam
doctis-
Sed
isti
sua opinione
crassissimi
eruditissimi,
et
mea autem
crossissimi
et
homines,
non Ciceronis
bonarum
non
quo
eis
sibi
digni sunt;
si
me
iudice
poena infligenda
esset,
nullam aliam
(6) grati
statuerem,
illi
nisi
ut revivi-
quamque
Sed de hoc
re ipsa et
fertilis
plura,
si
ni
(7)
centum
totidem
argumentis
et copiosa esset
ad invehendum ma-
teria et iustissima
quidem ac honestissima, ut
nulla magis.
Ego tamen,
nonnullo anut
quantum
me
fuit et in
mecum idem
sentiente,
adhibui,
omnia
etiam ut usque
ad veteris
speciem
rator;
(2) fuit
(3)
{4)
Cfr. sopra p.
132 n.
i.
(5)
(6)
(7)
reminisceret cod.
quamquam
cod.
i.
CICERONE.
quam cum
istis
143
potius
cum
veteri ilio
delirare,
diligentibus sapere
Tacebis de depravatoribus
soli intelligamus
istis
Cambius
et
ego
Ex Mediolano
Guarinus
s.
p. (i)
et
Oratorem
!
(a) Ciceronis,
te
quos
illis
pro-
be
ut
et
litteris
depingebas.
Bone Deus
quantum abs
Iti
servatum diligentiae;
cum
sis
transcribendo effingeres
excerpseris.
exprimeres,
ut vel
minima omnia ab
exemplari
Meo
quod
acturi.
igitur
non parvns
libi
sunt
gratias et habituri et
Le
lettere
mancano
dell'
il
anno,
ma sono
senza dub-
Guarino nomina
la peste,
che qua e
l
altri
cominciava a
indizi,
che
si
deducono
Cosi
si
dimo^^' l'^si^ipn/a
del codice di
Lodi an-
che tutte
le
copie
di
che
Vorr
si
divulfja-
rono delle
tre
opere rettoriche
Cicerone
derivano
intendere
da un solo apog-rafo
forse r apografo fatto
(1)
(2)
dell' archetipo.
per mezzo
Cod. Ambrosiano
Sotto
il
49
inf.
f.
titolo generico
Oratorem
comprendono
tutte le (rr o-
pere rettoriche.
^44
^' SAfiBADll'l'l.
di
Cosimo Raimondi
sul
Ma
ri-
diretti
furono
il
pi di uno. Co-
munque,
una
tratta
primo o
Lamola spande
la
sinistra luce,
copia
da
lui
compito
di Cice-
una parte
si
di
quale
ricono-
dall'altra di sot-
Al primo (*) di questi due assunti hanno recentemente atteso P. Reis Studia Tulliana ad Oratorem
pertinentia (Dissert. Argentar. XII),
1907, e L. Meister
Quaestiones Tullianae
ad
De
ora-
De
come
rileviamo
(in
Sokra-
171-176).
il
Quanto concerne
L.
primo compito,
il
prof. Charles
Durham
della Cornell
University di Ithaca
(New
ma una
mano
Ex
emenda-
Lamole
et
ad eundem
(*)
Questo nuovo.
I.
CICERONE.
Il
145
(i).
copista Alessio
nel 1433
Tedesco
con
un
Giustino
la sottoscrizione:
Ex
exemplari transcriptus ab
fuini
MCCCCXXXIII .post
(2).
il
ad idem exemplar
e-
Guarini
Martino Rizzoni,
umanismo a Verona;
al
io pro-
suo servizio in
amanuense;
le
due
sottoscrizioni infatti
sono
uguale.
g-rafo,
giustamente
si
Opere
a)
filosofiche
De
officiis
(*)
codici
Ambro-
che sono
1-80
in
numero
di
2^^
(3^.
CoD. Ambrosiano C 29
I fogli
(l)
inf.
membr.
sono
scritti
lUrlin.phihlog. Wochen-
R. Sabbadini
la
in
Musio di
antichith
() Comparve
Lomb.
^^
(3)
907 508-21.
Furono
descritti,
ma
SABBADINI, TtSti
latini.
IO.
146
R.
SABBADIN.
tutta
pagina e appartengono
al sec.
e pi proba-
bilmente alla
f.
prima met
dell*
XI.
con
la sottoscrizione
f.
1-48 Cicerone
De
officiis
48V M.
f.
citer.
Quousque tandem
f.
67
In Lutium Catilinam
liber
f.
mi
67
71
explicit feliciter.
silentii
f.
M.
pr
Quinto Ligario.
Novum
f.
crimen
pr rege Deio-
75 V
Pro
in
taro.
Cum
omnibus
f.
tuae
I fogli
scritti
sec.
XII.
Conten-
gono frammenti
Per
la descrizione cfr.
Cedex Theodosianus
instr.
G. Hanel,
Bonnae
f.
1842, p.
IX-X.
attuli
15 7v
Hanc prosam
Laudes
s.
coi neumi.
COD. Ambros.
Vincenzo
ficiis;
f.
I
Pinelli.
F Ha
42 SUP.
ff.
membr.
sec. XII.
il
36 e contiene
solo
Fu di De of-
titolo (di
mano un
f.
officiis
tuia Cyceronis,
35 sottoscrizione:
M.
T. C. tres
libris (sic)
de
relazione, discuten-
De
officiis (p.
XX-XXXVIII),
Loe-
i.
CICERONE.
147
seconda edizione
venuta
in luce
il
1906,
ma da
servarle meglio
sul codice
il
Ambrosiano
CoD. Ambros.
Francesco Cicereio
Contiene
il
solo
XIIL Fu di De officiis
Marci
T. C. offitiorum.
f.
CoD. Ambros. D 6q inf. membr. sec. XIV-XV. f. 3V Marci il Somnium Scipionis di Cicerone
I
Tullii Ciceronis
de somno
Scipionis
expUcit.
Et nota
quod istud
est illud
sque forltune]
e.
18
et
que
infra
in
principio
(?)
ad VI
f.
(3)
cartas.
f.
3V Cicerone Paradoxa,
fato,
1
9 Tusculan. quaest.,
f.
f.
69V
De
f.
f.
77 pr Archia,
f.
Topica,
tavola del
1
De
officiis,
93
De
officiis.
CoD. Ambros.
mani.
f.
I
94
sup. cart.
sec.
XV. Di due
Valerio Massimo
f.
frat rem
XXII
Wientr
occup largamente
di questo
Sludien
XXVIII,
non
attribuisce
maggior importanza
allora rimpro-
di quello che
io,
che dalla
Cfr. Cicer.,
Tuscul.
53,
dove
cita
un
Somn.
Scip.
Corretto da VII.
(4)
Le
cifre
i'.l
t48
R.
SABBADtNi.
et
de
quo
in ytalia
olim
no
Cicer.
De
officiis
f.
Ego
J er onimus
copisti,
Orata
como
Cic.
Dei due
(Nichil
Gia-
trascrisse dal
off. II 4),
al
127
ag-ere autem,
de
Girolamo sino
alla fine.
COD. Ambros.
91 SUP. cart.
sec.
XV.
Miscel-
Rhetor.
T.
ad Heremi.
C. est
f.
6ov
corum M.
emptus
ligaturam
f.
mei
Ambr os ii
de Cr iv
e 1 1 is
aBertola de Cu t i e is
et
pretio f. II ultra
aminiaturam 1431.
Adurno viro magnifico Albertus Alpherius de Albano salutem dicit et semper prosperos ad vota suc6 1 Jacobo
cessus.
Quotiens
vir
magnifice
editi
nuper
ab Alberto Alpherio
Caffensi
gramaticae professore in
nuncupatur. Plato
f.
civitate
qui
omnium
109
i
f.
Ogdoas
75 V Sallustio Jugurt.;
f.
98 v Invettive tra
Sallu-
stio e Cicerone;
f.
De
1 f.
militia;
f.
137 Cicer.
De
officiis lib. I
CoD. Ambros.
(di
membr.
sec.
XV;
f.
guardia, di
per me
Lu e
Liber
iste
emptus
I.
CICERONE.
f.
149
f.
3 Cicer.
De
offici is
f^t^w
Marci
Tullii Ciceronis
liber tertius et ultimus explicit. Manu mei J o h annis de Terrutio quondam Steffani die XVIII marcii
in Chyo.
f.
57 Cicer.
De
solo
auicitia,
f.
71V
De
120
senectute.
COD. Ambros.
Contiene
il
M
De
78 SUP.
officiis;
membr.
f.
mei in US
f.
scripsit 1439.
14"] 4-
I22V
M. Tuia
y a e o hi A n dr e e C e nni s
notarii bononiensis.
de Nordolis
liber
civis et
officiis
mei
Pauli
quondam
ser
XI
aprelis.
CoD. Ambros.
f.
I
XV.
officiorum opus
.
Cicer.
De
officiis
f.
f.
69 Hoc
transcripsit
\.
Antonius de G r at ap alii s
Cati.,
70 Sallustio
clementia
favente
1453
die
XX
f.
me presbyterum Anthonium
est.
Gratapaliam
f.
transcriptum
senectute
132 Cicer.
De
152V Hic
liber
de
se-
me
Anthonium
de Gr a-
MCCCCLXX dum essem in scolis magistri Lodovica de Oppizonibus. Estque mei Anthonii
no
de
f.
Gr atapaliis
156 Cicer.
in Castrono} {--
Castronovato
?)
De
amicitia
f.
Hoc
me Anton ium
scola
ma/bistri
r a
ap al l i i s dum
essem
in
150
R.
SABBADINI.
/.
o
f.
(i
o V
e i
de
pp
zon
b u s
195:
de
T a r d o n a,
me AntJiosec.
184 Cicer.
Paradox a
f.
023. Explitiimt
Par adosa
Stoycorum per
.
iim
XV. Fu
(m.
dell'
1443)f.
officiis S.
Am-
M.
T.
Ciceronis.
liber primiis in-
f.
67 V
M. Tuia
T.
Ciceronis de
offitiis
cipit.
f.
1
9V M.
Ciceronis
Tusciilanarum
quaestionum
liber incipit.
f.
Ciceronis
ad Brutiim paradoxa
incipiunt feliciter.
f.
feliciter.
f.
204 M.
217
T. Ciceronis
f.
f.
37 inf.
del sec.
membr.
sec.
XV;
f.
guardia, di
mano
XV)
tus
De nu78V
Cicer.
f.
De
officiis,
f.
64
De
senectute,
De
f.
i
amicitia,
96 Paradoxa.
CoD. Ambros.
157 sup.
membr.
sec.
XV;
I.
CICERONE.
151
Ttilii Ciceroitis
de
offitiis est
la-
cobi
Malumre
il
Bario! omeo
Contiene
anni 14^1*
COD. Ambros.
(di gfuardia,
membr.
sec.
XV;
f.
di
mano
XV)
mona-
sterii sancte
Marie
mana
foris (cambia
ere-
De
iv
(di g-uardia,
mano
del sec.
XV)
scritto
numerose
f.
I
f.
fmo al f. 16, poi pi raramente. ad Herenn.; f. 76 Cicerone Paradoxa^ De officiis, f. 196 Somnium 87 V De amicitia,
jt^losse
Rhetorica
f.
Scipionis,
f.
20 IV
De
fato,
f.
214
De
senectute.
CoD. Ambros.
f.
I
XV.
e-
Cicerone
De
officiis
f.
31V Traductus ab
u n
i
d.
Gu
f o rt
'^
Barzizii
per me
Bar tholomeuni
etc.
de
V ice co-
mi tibus
clericum
etc.
breviaior em
die sabbati;
Ili 40),
utile
nota marsii
cum non
sit
cum non
tem-
pore.
f.
De amia ini. Y 63 srr. mombr. sec. XV. )e senectute, f icerone De officiis., 114 De amicitia, Somnium Sctpionis, 145V Para-'
CoD. Ambros.
.
f.
]'
>
f,
doxa.
152
ft.
SABBADINI.
f.
COD. Ambros.
15 INF.
membr.
di
sec.
XIV.
f.
i
due
colonne, eleg-antissimo.
Fu
di
Contiene
ficiis;
f.
le
seguenti opere
f.
32 TuscuL;
73
f.
De
f.
nat. deor.;
io2v
f.
De De
ofes-
sentia
mundi (Timaeus);
f.
io6v
amie;
12 iv
f.
legibus;
162
De De
divinat.;
f.
De 147V De
113V
et
finibus
malorum
quintus
ultimus
explicit.
Marcus
de Rapii anelli s
scripsit.
Del codice e del copista s' discorso sopra, p. 93-96. Domini Bartholomei Cascioti epitoma supra f. 31V
Tusculanas questiones: Despicit hic p
perfertque dolorem Inde
et
t
e r
aegros
(i)
quintus
sola virtute
beatos.
CoD. Ambros.
parte cart.
f.
I
XV,
parte
membr.
Cicerone
De
amicit.,
f.
27
De
officiis.
CoD. Ambros.
Contiene
il
F
De
XV.
XV.
solo
CoD. Ambros.
Contiene
il
Q
De
solo
CoD. Ambros.
Contiene
il
R
De
sup.
membr.
sec.
XV.
XV.
f.
solo
officiis.
sec.
solo
De
officiis,
che
(III
finisce al
121).
107V
con
(i) Corr.
da
tit.
I.
CICERONE.
153
sec.
XV.
liber
il
De
officiis
f.
44V Explicit
de
officiis.
J o a n n i s de
Lan
t e
i i s.
Al
c' lo
stemma
iniziali
del no-
me IO.
COD. Ambros.
f.
XV.
IV
/;/
libro Hestcr.
dicit.
Cum
impararem
(sic).
De
officiis,
mancano
primi
Il
f.
3 iudicium
utrumque.
I fogli
furono turbati e
le iniziali
miniate manomesse.
8-47V.
3.
6-7. 5.
48-108
De
officiis.
f.
136V-161V. 4
4.
De
seftectute.
f.
162-173V Paradox a.
f.
109-136
\.
173V-180
CoD. Braidense
Contiene Cicerone
ctute;
AF IX
De
65 cart. sec.
XV.
De
seneps.
officii;
De
amicitia;
i
Synonyma
tempus
ciceroniani.
f.
144
(ps. Catilinaria)
Non
est amplius
ocii
P. C.
f.
(la
145V
158
i
risposta)
511
f.
Dittonghi di Guarino.
154
K-
SABBADINI.
Com' noto,
cordo
in
codici del
De
officiis
vanno
tutti d'ac-
certe
interpolazioni, in
certe
trasposizioni,
essi
in certi errori;
donde
si
risalgono a un unico e
comune
archetipo,
il
quale do-
veva essere
poich gi
VI
off.
6,
26 comparisce
16).
Ili
Ma
la
divise in
due
correnti,
X sono:
I;
il
il
co-
Museo
1,
IX-X
cod.
(=
Z), mutilo,
identificato
Vatic. Palatino
153
sec.
XIII-XIV (=
e).
/);
codice
(=
i
Si
aggiunga V Augu(1).
Tra
pi antichi
vanno
ricordati
due frammenti
parigini:
cod. Parig.
lat.
derno
(II 72-III
1) (2);
cod. Parig.
lat.
con due
(-- V),
soli fogli (I
133-140; II
19-25)
Seguono
in ordine di
il
tempo:
lat.
il
Voss. di Leida
71, sec.
IX-X
il
Parig.
6601, sec.
IX-X (=
P)
(4),
Ber-
(i) Cfr. E.
Popp,
De Cicer. de off. librorum cod. Berti. 104, Diss. De Cicer. de off', librorum cod. Paint. 1531. Progr.
1,
Erlangen 1886.
(2)
135-136.
(3)
(4)
Klein
in
Rheinisch. Mus.
Cicer. de
off',
XXII,
librorum
1867, 429-432.
cod.
E. Popp,
De
Voss.
Q 7/
el Paris.
f.
CICERONE.
b),. il
155
IX-X (=
Bamberg. M.
v. i,
I,
sec.
X
il
(=
Mp.
f.
sec.
X;
X
il
(=
a),
l'Ambrosiano
2682,
v.
sec.
soli
il
X-XI
primi
(== A),
libri)
Harleian
(i), il
Bamberg. M.
Berolin.
lat.
fol.
(= E)
possono riguardarsi
da collocare
in
maggior
impuri,
Su
A
b
fii
sembrando ad alcuni
che tanto
(3)
da
b,
ad
altri
A
(4).
quanto
derivino dal
medesimo esemplare
e inclinando
in
gran conto
Affinch
di giudizio,
recher la
collazione di
nel Hb.
I,
mano
del copista
altri.
da
lui
alter // (corr.
in altera
2);
discendum
Z,
ma
A.
in
./
1*
pare ritoccato.
3
i?t
fere
se] se
om.
illis]
Ab
corr.
{fifter^
i
Iheopharasti
corr. in
Theophrasti
priits
ex cotr. A.
5.
philosophorum]
so suferscr.
rorr.
A; iudicans aut
peripatheticoriun
ex iudicans au A.
penDritlitironiin
i'
fr.
Phitologus
LIV, 1895,
17/.
^7)
Su
De
of-
ficiis,
(3)
De
Licer, de
in
off.
lihr.
cod.
\'oss.
Q //
in
I
et Paris,
660/ 24.
,
(4)
R. Mollweide
Wiener Studien
inesattezza:
i i
XXVII,
.1
1905, 36,
dove
bisoin
gna
rettificare qu.ilcbe
p. 44:
neiliu.t
77 legge
|)rin)a
lingue
era
r.-u.ura;
p.
60:
in
ITI
l'^k'ijc
in
ra.snr.i;
critto
/.tn.nt
156
R.
SABBADINI.
A; phyrronis
7
corr. in phyrrhonis
in om.
A; dilectum
2);
b (delectum
Al).
quibus
2);
in]
b {add.
omnis
partis
(omnes partes
corr. in
utilitas]
modi
b (add.
2).
catorthuma
catorthoma A.
utilitatis
A; cum enim
s
(utilitas
2).
io
b.
honestius] post,
ex corr. A.
11
12
vi]
ut
^ (vi
2);
conciliet
b; orationis
ex rationis corr. A; obiri corr. in obediri A; coniugi ex animai pulchritudinem] ex an- pulcrit- corr. A.
coniungi A.
14
15
\\\\
A; atque ex utque A;
sibi
corr. A.
16
A.
17
res] s superscr.
b; tt
or-
dinem A.
agendis
18
hisque A; temere
19 gerendis]
b (gerendis in
A;
cogitationis
A Z X{etiam
b,
b (intermissio ^4 2);
A); cogitacionisque
(?)
A
A;
b (cognicionisque
A
si
2).
21
A
2).
e
2.
quo
si
quis
nati
quo
si
quis A,
e (in ras.)
quo plus
quis
22
A.
A; accipendo
corr. in
A; de-
vincere
b (devincire
23
imitare
(imitari
2); facit in
quempiam
corr. in in
quempiam
facit
24
m
ecupiverunt
(=
est cu-
dique
(s
ex corr.)
(deferendique
a)',
in iniraicitias
A; desertos
A),
29 quando A
(cui
niam superscr.
tepone
f
quoniam
b (anteponere
2).
quidem
et superscr.
A; fabium]
ex corr.
A;
finis
A
b,
b (fines
35
36 A. 37
A.
proelium
A;
mitiga-
tam
hoc
(?)
in mitigante corr.
A;
(indicant
pY,
A;
cum
||||
inimicis
A; reddendis
||||
illa
A A
b (hera
A 2)\
A;
virtute ex corr.
2).
A; quorumve
(quorum
(aut
A
A;
39
bello punico A.
41
autem
42
b,
obsit ex corr.
bus
A.
corr.
A; quam]quem
quod ex
corr.
officio
44
45
1.
CICERONE.
2);
157
/;
dilectus
b (delectus
ante ex
ame
corr.
A;
ut siiperscr.
A;
46
hac] in ac corr.
b.
a, ac e; virtutes
A; potius A, superscr.
47 non
superscr. A; ut
liberalitatis ex\\b,
no ex corr. A.
48
licet]
e) ;
provocati] pr ex corr.
A;
bertatis corr.
A; non
non ex corr. A.
qui in
49
dilectus
delectui
{rv
ex corr.
(delectus
maximo
b,
b,
quin maximo
ra
ex
corr.y, spectant
b (spernant in marg.
aliter
spernant in marg. A,
51
ac ex corr.
nichil
(?)
50 quod superscr. A.
comiter corr. in
proprior
/;
ut que] ex corr. ut
A;
corniti
A;
hominus
coUatio
corr. in nichil
ominus A.
2).
53
2);
b (propior
2);
b (colligatio
A
b
54
.-/,
quuntur A; tamquam
56 aequa
^ (sanguinis Al).
(aeque
corr. in
2).
57 historum A.
A.
A
b
59
quam
aut]
ic
ex corr. A; ducendoque
b,
(demendoque
A
62
61
A A
cellet
superscr. A; marta-
thone
b; thermophilis
Ab.
proba
ex
III
2).
64
^;
est
ut quisque]
ut superscr.
A;
vite
excellet b^
A.
b
-<4;
(tuni
rite
2).
67
ver-
superscr.
b.
68 enim
liberalita-
A, est superscr. b;
^.i
si
non
./,
//
2;
si
habeas om.
affert
A;
triii.jua^jris
libcrtat-
corr. A.
69
sit]
affert
cum A,
A;
tum
A
-ti
e; in
iiMiiiiulli
A.
70 ne
cui] e superscr.
libertate ex
corr.
A;
ex-
fructuo.si<;r
71
cellentij
cn superscr.
A;
nulla
sit
add.
2.
./.
72 his in ras. A;
A: philosophis ex philophis
-rat
p; considcret ex
A.
74 id
73
efficicndi
A,
in] in
A
A;
./;
{He.)
in
75
i
e)\
iolutru8 corr. in
ili-
A; servantur ex servartur
lacedacmonii.s putatur
2,
dilatatum laccorr.
putatur
tn
i-
e- j1.
77
A; otium
corr. in
odium A.
79 inlata eorr. in
pere
e);
A. 81
precipere corr.
in pcrcipcrc
?).
(perci-
(nec committere ^
82 roagnia viri
$H
A, magni
fugere
tus in
-
R.
SABBADlNi.
viri
/>.
-tis
J; quantoque maximus
A A
b (per quain ./
<^
2);
cleombro-
(quantoquc
(J.
maximus
2);
85
2;
perniciosissimam ex perniciossimam
86 in nostra ex corr. A.
,
88
(punit
a).
89 autemj
A
2).
A.
90 etfrcnatos
liberalitati
(?)
(effr-
--
91 parata
et|I|ratione
sit
b (parata sint
ex -te corr. A.
A',
delirare corr.
discriptio
ex deiurare
A.
2);
94
h
superscr. A.
96
A
95 pulchritudoj
A
A
h (descriptio
A
(r
perscr. A;
A.
alludili
97
A B
(?)
decore
b
(decoro
2);
at
|||
atreo
superscr.)
A; reliquab,
rum
(reliquorum
bus cum
pitur
vi
(vi superscr.)
invitur
vi vivilur
qui-
corr. ex perci-
A.
lOi fugiendumque
corr. A.
b,
fugiendum
;que
add.)
valit-
A.
corr.
A.
104
remisso ex remissio
106 valetudinem ex
si
for-
quidvis
/;,
e;
nostri regula
112
sitan
III
vitio
A.
113
A.
eaque ex ea reve
corr. in
A;
est ex corr.
erit
aesophus A;
tes
corr.
erunt A.
m nobilitaA; maxime
A;
divitias
corr. in divitiae
A.
(?)
A
b
116
f.
corr. in filius
in to
b.
corr.
A; viam ex corr. A.
ornati
119
corr.
ra-
rum
quo
ex rerum corr. A)
re ornata v- e-
(re
e);
vite
cursum
sequi vellent ex
b;
s- vellent
corr.
A.
120
quoniam ex
inmortali]
corr.
inmo ex
corr.
A; institutorumque ex institutumque
in censeant
b
2
b;
coi'r.
A; censeant
precidere]
<5
cid ex corr. A.
et ante
7t
(vitias
nti manda
i);
impium]
ras A, sed
b.
122
quoniam] quo
b (quia
2);
b (velint
2,
volent
(?)
e).
li-
bidinum ex lubid126
corr. A.
(us
124 peregrinorum]
in
ex corr. A.
(dein est
difficilibus] difficilius
ex corr. A)
e;
est sed
s
del.)',
videatur
A B
est
b (videtur
2).
127 omnes]
2
non turpe
A B
2).
128 abhorret
I.
CICERONE.
159
(j/^rj<:r.) disciplina
ret corr.
A.
130 A. 132
est
corr. in o- a n-
A\
facetiis
(est
X, continetur
(cetarii
in
ea
133 a natura omnino 139 omanda {prius n mperscr.) dignitas A. 142 continentur ea Z A. 150 A b A ut modestia super
A
b (quae
e).
corr. ex factiis A.
2;
scr.
cetari
2);
quoqui
b\
fa|||rtores
152 exposituni
dein corr. A.
153
J; greci
(i
superscr.) phronesim
humanarum
A.
corr. ex
corr.
A.
154
corr. A. 157
agendi|||congregandique (grega
b (.ntperscr.
2);
natura|||||||| desidef7</</.
A\
vellet ex corr.
^.
2;
2 (?); excel-
J, excellere videatur
debeantur] a ex corr. A.
101 Explicit
primus Ciceronis de
b.
ofGciis.
A,
otti.
in la e.
Cresciute in
tra
tal
modo notevolmente
molto anche
le
coincidenze
rebbe cresciuta
la probabilit
che l'uno
esemplare.
Ne
vi
si
opporrebbero ragioni
tempo,
perch
di
tr'
posteriore forse di un
secolo, n ragioni
d'ol-
proviene da paesi
Alpe.
E potremmo
inoltre ritenere
che
A fosse
stato
coincidono
nant; 54
e z in alcune lezioni
est;
46 potius; 49 sperest;
tamquam; 67
;
68 enim
121
11
vitia sint
imitanda.
Rimangono per
:
differenze:
procreata
18 hisque A, iisque ; 58
proximi
proxumi
82
nec com-
io
R.
SABBADII^f.
Nelle correzioni
da Quintiliano
Q.;
XI
i,
odium; 84 quantoque
142
continetur in ea;
Ma
con
46
pi interessanti sono
contatti 6\
A
^;
coi codici
della classe X.
Con
L
ac;
e:
29 quoniam;
49 delectus; 59
demendoque; 69
affert
tum; 76
119 re ornati;
132 quae.
Tali accordi con lezioni della classe
Xn
testi della
li
classe
osserviamo negli
vati nel
prete
Hadoardus conser-
cod. Vatic.
di
Regin.
IX
(i).
Il
codice
Hadoardus
=K
i
appartiene indubbiamente
seguenti
e,
alla classe Z,
ma
mostra
contatti
con
la
classe
X:
29 quoniam
quando Z;
121
impium
K L p,
5
vitium
e;
126 turpem
KL
e,
formam Z; 128
nominibus ac
expetunt
K X,
K B
X,
utilita-
K
**
X, congregandique Z; II
b;
K X,
expetant H, expectant
66 toga
K X,
tota Z.
Non
senza utilit
le coincidenze tra
Xe
rappresentanti
impuri di Z,
dei co-
al quale
di lezioni
dici milanesi,
sono
tutti
discen-
Schwenke
in Philologus
I.
CiCERONE.
(in
l6l
la
Ambrosiana
^52
(i).
sup.), la
Romana
1476
75 vere se adiutum
Themistoclem
I
Z, vere adiuvit
Themistoclem X,
Xy
M y8;
(2),
M y8;
140,
97 sed ut
tum
Z,
sed tum
II
habere
42,
M /8,
iuratos
ad
senatum
Py iuratos
in castra Z, iuratos
f,
bal se in castra
iuratos ad
senatum missos
in castra
i
in castra
in castra
^8y
ad senatum
42.
omettono
sostituite
non
un
se,
X perci
le
via diplomatica,
ma
per con-
gettura
classe
codici
impuri della
le sostituzioni misit
Hannibal
115,
dove
XZ
leggono
p. e.
42 e
78,
III
dato congetturalmente
(
nobilitatesi in
I )
Lo
stesso valga per altri codici impuri della classe Z, per es.
XH
(C.
Beldame
in
XV
.
(A. Gncsotto in
in Padcr'a XV^III,
1902, diup.
e IV; e
XX,
1904, disp.
Ili
e IV).
rcfcii haori
I
n
3).
ijui
(citato
anche da Gellio
4,
11.
l6i
R.
SABBDINT.
abarscnte,
ma
86,
i
come
M
F
il
78,
hanno
quali
corretto a
Varrone
[et
Varrone
86); in I
XZ
codici
impuri di Z,
37,
157,
83,
67,
38,
dato ad dicendum. In
codice impuro
non
X
13),
lo
Nonio Marcello,
alla
si
X Z;
ib,^\
vero ratio K,
X Z.
e,
Il
quale Hadoardus
emendamenti
enim
e,
ch'egli o
ha comuni
con
altri
codici: I 62
om. relL; 63 et
relL;
e,
K
139
quoniam
K,
o che compari-
scono per
In
la
di lui:
151
legibus
K, e quibus
Z;
fit
sit
Z, est L.
quid maxime
parole omesse da Z;
ma buona
parte
quid
78,
utilius aut
15,
quid
86 (T 105 la
utilius aut
utilius
2 2g, 2*
quid maxime
utilius
maxime utile Q
ci
76.
Anche
i
qui la variet
dei supplementi
avverte che
Z
i
li
hanno
trovati
da
se,
come da
se
li
hanno
trovati
codici
della
classe
X;
I.
CICEiONK.
163
in Z,
altre
state colmate.
C
chiaro
poi un luogo
il
quale pone
mirabilmente in
quanto dai
codici impuri di
Z nel colmare
?
le lacune: in II 89
male pascere;
Z omette
il
passo;
me
noti e
le edizioni
vestire.
Senza dubbio
questo
la lezione di
X
VI
da Columella
rimasta
ricorsi
ma appunto
la
ci
ammonisce che
a
da Columella
con
la lacuna,
ha desunta
i
dovech Z
codici
impuri di Z sono
riuscita.
Da
ci vorrei
quali
vanno
quali
tra loro
sostanzialmente d'ac-
cordo;
r accordo
invece
i
assai
minore
tra
codici
della classe
X,
rimontano anch'
essi
a un ar-
chetipo comune,
e oltrech
i
ma
singoli individui
aumentano
il
patrimonio
delle interpolazioni, siamo indotti a ritenere che le lezioni peculiari di tanti siano per
che
in
molti
X
la
abbia
letto
di Z. In
(i
ogni
modo
De
officiis
suoi codici
puri;
dove
104
K-
"^ABBADlflt.
esso
ci
emendamenti
spesso
nostre.
felici
di
o alle
congetture di
Hadoardus e
***
1907,
nei codici
ricredere,
dopo
letta
dissertazione
di C.
Marchesi Un
Memorie
212).
del
si
Lomb.
se.
leti.
XXII,
191
il
1,
187-
Qui
Petrarca
Troyes552) del
De
off,
:
una vera
r uno
ci
due
codici
della classe
X,
l'
altro
della
classe Z.
Questo
ora
dici
meno
X nei co-
impuri di
(i).
C^).
Ai
lanesi
codici del
De
i
off.
aggiungo
vata:
ma
(i)
della classe
la filtrazione di
d' ordinario
Petrarca
ad
es. vi
si
legge intero
si
il
trover.
:
Comparve
la
prima volta
col
titolo
/ codici
Trivtilziani
del de
off.
di Cicerojie, Milano
1908, p. 1-14.
I.
CICERONE.
165
una mano.
stro
f.
Iniziali miniate; la
prima
raffi g^ura
un mae-
che
1.
fa lezione a
T. Cicerofiis
uno
de
f.
scolare.
officiis
M.
libey
primus
incipit.
Quamquam
letabere.
f.
te
marce
||
M.
T, Ciceranis
in
hoc
libro
Herenni
||
f.
que
facit ut
Il
unum quodque
seguito
pure
(Cornific.
Ad
manca per
liber est
caduta
f.
I
di fogli).
di guardia, di
mano
del sec.
XVI: Hic
XV,
tutto di
mano
Girolamo Donato.
Sull'i
ntemo
M.
mano
del sec.
XV;
f,
1
primus
incipit.
Quanle-
quam
te
Marce
||
f.
tabere.
M.
(=1412), XIIII
Hieronimus Donatus
patricius. Rivoalti.
f.
Ili
Il
M.
nium
17
in petitione iuveris.
Vale
(Cicer.
Ad fam.,
Ad favi.,
XI,
^2).
ii
I,
9,
,.
fi.
\'....\.,
\i..
...... 11...
p,,^.u, ,..,..
dicuntur
I'
/.
fu
.imjituitM
j)M
jrriormfiitr imi
.titm
Mi< tin
ir.
l66
R.
SABBADINI.
tolenarii qui
ut
ex eo vectigal
esse terrarum.
24 M.):
portitofa-
rem
Optimum autem
>.
et in privatis
miliis et in re p. vectigal
HIV
(di
mano
Gangem
1|
sperare nepotun
(Sii.
una
terza
XV,
tutto
di
mano
mo-
Antonio da Busseto.
f. I
(anepigrafo).
Quamquam
te
Marce
||
f.
137
numentis preceptisque letabere. Amen. Marci Tulii Ciceronis de offitiis liber explicit.
1432 die
XX Villi lullii
nuova occasione
sto, del
apprezzamenti sul
te-
genere
di quelli gi
da
me
manifestati nello
studio precedente.
Cod. 661
=
Z
ille
D;
cod. 769
= R;
cod.
Ilo
^
Z
Q. Cic.
De
off.,
I,
ad discendum
I,
XD
Q, dicendum R.
75 at
R,
Themistoclem X,
Themistoclem
Z>, at ille
vere a se pre-
76 imperium Lacedaemoniis
e,
Z
(
(L),
moniis
imperium Lacedemoniis
monis Q) dilatatum
Q, impe-
77 laudi
XR
Z
Q, linguae Z>.
115 nobilitatem
D,
nobilitas R, nobilitates
Q.
I.
CICERONE.
Z
R^ quid
utile utile
167
n,
quid
utile
quid
inutile
rum
utile
II,
quid maxime
de quibus
X D,
quid
quid
inutille sit
tum ex
et qui
utilibus
utrum
utilius
de quibus Q.
et
69 non habere
habeat
qui retulerit habere et qui habeat X, non habere gratiam autem et qui
reddiderit habere (habeat aliter habere Q) et qui habeat
Q.
quartura
R D
Poeni
Q.
nisi
raisit
e,
Hannibal
se in castra redituros ea
iuratos ad
quorum
pugnam
senatum missos
in castra redituros
de R, pugnam
Hanibal
in ca-
ras.) nisi de
D.
un
4 abarsone Z, ab arsone
Q,
2.
Varrone
e,
a varone
D.
Ripeto che
lazioni;
codici puri di
Z vanno
i
esenti
da interpo-
dovech sono
interpolati
codici d
e gli im-
cela
l'
insidia
Le
lezioni
il
ziani
giovano a chiarire
in
mio pensiero.
codici impuri di Z. Cos
\x\3i
Abbiamo
turali
ni
1.
I
fatte al testo 6\
tutti
i
Z X dai
codici
leggono discetidum;
ha
sin
dal secolo
XI XII giustamente emendato dicmdum, emendamento che si attribuisce alle edizioni antiche. In \\<^ Z X danno nohi^itat.m, evidentemente erroneo; T
l68
K.
SABBADINI.
corresse nobilitasi
laudi di
X in
stessa
(cfr.
I,
Q pi 77 g ha
fonti
esattamente
nobilitates.
A
XI
derivandola da
I,
altre
antiche
(p.
e.
Quintil.
24); la
sostituzione
s'incontra gi nella 2*
mano
di
sopra
p.
160)
rappresentante
puro
della classe Z.
Vengono
rali
in
secondo luogo
le
correzioni congettuI,
di
Xe
76
ZX
X
pu pi ricuperare
e e della classe
con
sicurezza;
R D Q
impuri i
congetturarono dilatatum,
ma
quelli lo
preposero a La-
cipio in
assegna
la correzione
almeno
III,
XI-
Z X,
emendata a Varin
I,
75
no
da
di
s.
emendamenti
i;
Xe
degli impuri di
si
nota in
II,
III,
113.
Dei
R,
come
De
off.
Schiche,
R\\\
\
opera
\2
actoramentum
\
nichil
R
j
(et
sic
semper)
|
15 tur-
pius vanitate
17 he i?
19 lanii ex corr.
I.
CICERONE.
\% 151, 21 artibus ut prud
169
recenti
R
I
20 ungentarios
R
\
R
^
33
\
22 non 25 sin
om.
23 aut doctrina
he sunt
his
24 maercatura
copiosa et
magna
26 apportans
impertiens est
R
7
illinc as-
sumes
% 152, 35 his.
6 diligendo
153,
altiera
sesse
nature
R
I
io affluentibus
^1
13 ex vita
14 sophiam
R R
quamvis omnia
\
11
digna sunt
iz^
phronesim
R
\
vocant
(dicunt
Z, om,
X)
quamdam
intelligimus /?
(re
X)
29 ablatum
(obla-
tam X, allatum Z)
intelligitur
30 relinquunt
>^
31
denumerare
R
om.
\%
155,
33
R.
I
155, p. 47,
R
(?)
illi
ipsi
R
\
(illi
ipsi
X,
illi
Z)
4 erudierunt
multas
R R ^
6 tebanum epaminundam
lisias
pitagoreus siracusium
\
R
|
quicquid
\% 156, IO atque
I
corr. in zi
R
15
Il
monimentis
12 assecuntur
in-
omnium
R
vel
suam prudentiam
telligentiamque
{b)
\9>
meliusque
quam
20 conplectitur
R
\
R \% 157, 24 congregandique R (Z) 28 communitate R (p. Gomitate Z L e) % 158, 31 quae iramanitas R om. ^ 32 aliis que efficere R istam R {Z) etiam] 158, p. 48, 7 tu dicere R \% 159, io quam maxime A' i^ quidam] quid -^ 12 quedam ita feda {om. partim) R 14 et R id genus] ut 16 hec R (Z) \% 160, 20 diligendis R possidonius R 22 considerata actio R 21 excelleat R gcnus R {, hoc genus Z p locus ipse ^^ 29 commutacione /? 27 (X) 24 actenus R est enim <w/. /? an diis A 32 sit om. R. inteUigi R 161, 31
157, 21
apum aexamina
|
1 1
e)
Le
lezioni
151
impertims
est,
153
vocant,
154
re
sua sono interpolate. Sin dove possa arrivare T interpolazione, manifesto in ut excelleat 160, a cui ac-
2*
mano
(cfr.
160).
Alatum
e oblatum di X. 160
Con communitate
actio
abbandona
I/o
R.
SABBADINI.
ad
Heren., ed. F.
Marx,
Lipsiae,
IV
1-3, p.
288, 4 re om.
\
R ^
6 necessitudine nos
(bl)
7
|
nichil
(et sic
semper)
/?
|
io
intelliges
R
]
(et sic
semper)
11
quod
A'
12
cum
pro-
compluribus
batio
13 opporteat
p. 289,
I
hostentare
2 artem ostendere
{b l)
\
3 ut om.
|
(b)
4 contempnere
et
I
R
|
videatur
/?
ad sua
\
A'
obtinent
R R
6 arroganti a
A'
(le-
ammonuerit
A'
(b)
iecerit
gerit d)
tur.
ut enim test-
R
|
'
1 1
conformande
A?
2 opportet ^^
illos
5 ante po-
nant
l^ sunt i?
19 dicere] dare
\
R
d
quare
\
sibi
A*
(d)
20
quid
p.
igitur
(b
l)
non]
|
nam
[b
l)
22 cupitates
l)
\
290, 3 rerum
R
\
4 poematibus
R
|
(b
tamen] tum
R
/)
|
effugissemus
artificio
summo
cum summe
te-
12 aut] atque
I
nec
(/5
13
comoti
^1
cod.
15 his i^
16 scribenda maxime
19 in parte
suam R.
Il
ha
la
maggior
affinit
su-
pera per
et.
materiali
di copiatura;
ma
le
due notevoli
***
9 sono interpolate.
il
quale
epigrammi
f.
di
mano
De
del secolo
XV.
IV di guardia.
I.
CICERONE.
171
Stillai
Phoebe
sagittis
tuis.
Et totidem
Ille
telis
saeva Diana
Dt
mediocritate vitae.
Scire volunt ex
Epigramma
Porcellii vatis
ad
Poti, (Sisto
IV)
me quae
sit
Non
Regna
Quandoquidem
classi
Me
Nara
regat: in
(4)
medio
vita beata
mea
est.
ulli
ncque
sit
divitiis
(5)
Si mihi
virtus et pia
musa comes.
nano.
ille
De homine
deum
rex
Membraque
Ora
ridiculus qualia
nanus habet.
At bene pigmeum
\.
cetera
membra
decent.
49
di guardia
Epigramma.
volomina siquis
(6)
Non
I )
Clauftus eod.
(2)
Aveva cominciato
flagtlis
a scrivere ha.
(3)
(4)
cod.
non
cod.
(5) ulli9
cod.
172
R.
SABBADINI.
ille
suos.
?
Quid
tibi
Il
cod. 66 1
di
posteriore,
di
di
mano
Girolamo Donato,
seguente letterina
Andrea
Giuliano:
sa.
prodi-
Yhesu
Christi
MCCCCX,
etati
IIII
ydus augusti
nostre visum
sed nec a
maioribus nostris auditum extat. Circiter enim horam eiusdem dici de-
cimam
riores
crepusculo
obscuadver-
occidui
invicem
tulere ut
nedum
omnis
machina
corruere videretur.
Plurimi
murorum
tectis
evulse
non
aliter ac
grando
per
tam
domus magna
radicibus
et cen-
hominum quinquaginta
Haec
obsessos
ita detinuit
Venetos,
valerent.
Andrea Giuliano
altro
(1382
e.
1455
e.)
(2)
fu pi
studi,
che
nei
uomo
di Stato;
ma non
trascur
gli
quali
ebbe due
corretto in inde.
Viniziani,
I,
Vedi su
di lui Agostini,
Scrittori
257
ss.
I.
CICERONE.
173
zizza a
Padova e
1'
uno
letri-
(i).
La
pi antica scrittura
mastaci.
Il
vescovo
i
di Creta.
fra
trizi
crederli
si
fratelli.
come
ha copiato e
ad fan.
mano
pervenne un
sai raro;
presentemente nel cod. 94 della Biblioteca Universitaria di Bologna con la sottoscrizione (f. 4g);
XXIII (=
141
1),
Vili
Il
Hieronimus Donatus
di guardia:
patricius.
di
Iste
Cae.
v,
cum
eo prius laninus
dopo
che
fu copiato
da Girolamo Donato,
entr
nella bi-
I^ prolusione
fu pubblicata iiite^n'Almente
da K. Mullner, Redtn
f^4
^*
SA^ADINT.
nino Corradino,
il
simpatico
mmaturamente a Padova
la
nell'
Da
ultimo vi appose
il
famoso Er-
Pietro
Donato (1380
alti
e.
1447)
(i),
giurista, filosofo,
illustri
che occup
come
come governatore
di
Perugia e legato
al
di Spira
(2).
Tra
gli autori
cello, di cui
Girolamo
un passo
Nonio se
era
trascritto di
fine
del 1415
da Venezia
Ci
si
al
rileva dalla
seguente lettera
me
requiris
est
(*):
Marcellus
quem ab
(3)
apud dominum
ss.
Cretensem.
Viniziani, II,
135
Canon,
cfr.
Studi Hai.
filol.
class.
XI
258.
in
Museo di
(3)
antichit
cod.
F V class, m,
20 p. 69.
Comparve
la
prima volta
1889, 349-350.
ad
I.
CiCKKOif.
17$
Antonius, (i) ut
(2) est
homo
Supervenemnt
deinde
vis illum
ad
te deferri;
quod
tuis verbis
me
factum esset,
nisi
man-
lato
erat,
me
praeterea
quod fingendum
Scis
aliquid
quo
ita
esse huic
quam
ineptus ad
rude
fiat
Ex qua gente Pergamensi sim non et rursus ignoras (4); genus hominum sumus, qui si quando fingimus (5) quam belle id
quod
(6)
est qui
non
sta-
tim deprehendat;
regit.
ita simplicitas
illa
Memineram etiam
eam
te nihil
unquam
causa fingi
Cretensis,
ab
ut
alio
vo-
luisse et
pontificia
cum apud
hac re ad
stor sim.
eum
scribes,
quam ego
te
ge-
Haec habui
(8)
ad
te scriberem.
Rem
dubitem
vero uxoriam
quam
iamdudum
(io)
expecto.
Est enim ut dicitur res tuo ingenio ac tuis studiis digna. Tametsi non
et graviter et ornate abs (11) te scriptam,
nam
invent)a Graeco-
rum
meo
potus
quam
uti.
(i)
A.
cod.
(3) at]
enim
cod.
sim
ignoras]
sum non
(7)
(H)
eam] causam
cod.
habeo
cod. cod.
(9)
Nonio] homine
(H010 scambiato
{:r\\\
FIoik).
ad
cod.
.
. .
<I2) redol.
ne
coti.
176
R.
SABBADINI.
te pollicitus fuisti:
me
sive
nunc tuae
maxime faveo
(2).
Vale.
La
sulta
ma
il
dal contenuto
ri-
che
scritta
dal Barzizza,
quale scherzosa-
mente si chiama della Pergamea gens: egli era di Bergamo, come noto. La lettera poi indirizzata a Francesco Barbaro, che qui chiaramente significato nell'autore del trattato
De
re uxoria, di cui
il
Barzizza gli
tempo
p. 42).
De
re
so-
del 14.16
(cfr.
pra
Un
di
ma
morto
cade
mese
agosto
141 6
(3).
Sicch
la lettera
nella
dunque
1'
Barbaro,
il
Barzizza e
ar-
(Pietro
Donato)
possedevano un
Nonio Marcello,
discorso
(p.
abbiamo pi sopra
32-33).
b) Il
(*)
Modesto Decembrio,
di
il
figli
Uberto, e assai
(i)
meno famoso
due
di essi,
An-
mittes cod.
f acito
(2)
cod.
(3) Agostini,
(*)
115.
letter.
ita/.
Comparve
prima volta
in
Giornale star,
46f 1905,
70-71.
I.
CICERONE.
177
(i).
Di
lui
nulla quasi
da
lui
copiato,
1'
Ambrosiano
TuscuL,
113 sup.,
cart.,
di elegantissima scrittura
umanistica.
Contiene opere
filosofiche di Cicerone:
De
nat. deor.,
ff.
De
divin.,
De
fato
e,
intramezzati a quelle, ai
61-64, iio-ii2v,
toscrizioni:
f.
60V
alla
fine
delle TuscuL:
Mediolani
f.
logv
de
De
nat. d.:
Mediolani
.
MCCCCXXVI.
De
MCCCCXXVI. de mense
iullii.
Mediolano per M.
Decembrem.
Nei marg-ini Modesto ha riportato numerosi richiami
al testo;
non
solo,
ma qua
e l lo
ha
illustrato
con
umane
in caricaf.
La
18,
Questi
dubbio
fra*
frate.
Il
luogo
quei
filosofi,
le cui
azioni
non
Ber-
^ono
in
armonia con
irdino,
onia, fulmina
correligionari che
icolo di disarmonia.
(I)
(a)
M. Bona, Pier Candido Decembri, Milano 1893, 8. F. Amadio Maria da Venezia, Vita di S. Bernardino da
R. SaBBADINI,
7'tsti
/il
Siena, 44.
Ij.
tini.
1^8
. SABBADINI.
A
una
il
fratello Pier
Candido
me
de natura deorum et
Scito illos
fato,
me
manu Moamor,
et
nisi
me
fallit
c)
codici di Guarino.
{*)
prendeva Guarino
per
le
opere
le
filosofiche di Cicerone
sue lettere.
Fu
egli
il
primo a propalare
la
notizia
Cusano e
si
cosi
ama-
pulica, che
ridusse in
Somnium
Scipionis.
Guarino ne d un cenno
(2).
prima
....
di tutto a
dices
Quid
quod
de re publica compertus
idus octob. (1426).
Ex
valle Pollizela
Pi particolarmente ne d comunicazione
la
(3),
(i)
(*)
al
Lamo-
ch'era a Bologna:
f.
15V.
Comparve
la
prima volta in
Museo di
antichit class.
II,
1887,
391-93(2)
Cod. Arundel 70
f.
153V.
f.
(3)
scrive
De
Macrobium
Romae
XXVI
febr.
I.
CICKRONK.
de re publica
pulverulenta,
ubi
179
nuper inventns
sit
...
pervetusti
Eum
repperit,
repertum
quidam
(Verona, ottobre
1426).
In
gibus
fetto lo
il
pi perglie(i):
che
conoscesse in
Flavio Biondo
aveva chiesto
....
in prestito;
Guarino
Meura
de Legibus
Italia,
ut hospitem potius
volo; inter
quos enim
locus
non
Hoc
habe, ut
sive tran-
Ex Verona
XVm
feb.
da una
lettera
al vicen-
.,...
Optarem
ut
tuum de
Amicitia
Ciceronis
volumen habere
qui
in
possera,
de Fato
eo
vola-
mine
est.
Ex Verona
XVm
da
R. S
ihliilini
in
Geiger*!
Vierttljahrsschrift /.
Cod. Arobrot.
66 kup.
f.
40.
iSo
R.
SABBADror.
d'
una sua
Giacomo Ponzoni
meo
Biasio (Bosonio)
dicito nihildum
pr eius
Tusculanis
absol-
quamprimum suam
vam
voluntatem.
Anche
tro
gli
Egli
ne
Tommasi, a
cui lo
Flavio
(2).
Thomasius Ve-
me totum commenda
quendam
et
cum longum
illi
de
me feceris
ser-
monem, cum
eum commonefacito
i
ut mihi quintemionem
illi
A e a de m
fragmenti,
facere.
quod
cum
reliquis librum
unum
Veronae
XV
Del medesimo
lo tenesse pi
fascicolo faceva
ricerca
anche nel
ma
suo scolare.
Ne
(3):
Ciceronis
opusculorum, in quibus
Academica
si
sunt. Nescio
cum
ex
Hoc
Ex Verona XI
(i)
iunii
(1425).
130.
f.
Cod. Capitol.
di
Verona
CCXCV
f.
38.
I.
CICERONE.
i8r
si
deve intendere
il
venuto
in luce al prinal-
XV,
meno
Niccoli
{In Aurlpellem
poetam)
(i),
composta
in
(
quell'anno a
5)
Firenze, cita
parole:
*
con queste
bita vulgari
(2).
scolastici alcune
De
sen.,
De
am..
son giunte
le Recollectae
(3).
compi-
Gli
Aratea
(*)
Il
di
Cicerone fu
fatto
Italiani
da Giorgio
'
Venei
1488
'
(4).
Ma
molti
anni
d'
Ancona. Egli
(i)
ri;.
Lonigo 1901.
(2) II
Valla in data
ila
Napoli
XVI
kal. fcbruar.
(1447)
scriveva al
Tortelli:
Fractcrca
si
quis
ronii libros
Ponormitn
di
Valla, Firenze
una
(3)
falfia
notizia.
e gli studi di in
R. Sabbadini, La scuota
la
Guarino, 91-93.
() Comparve
244-4'.
prima volta
A'H'ista di /ihlogia
XXXIX,
ioti,
V CU. K.
l82
K.
SABBADmi.
pariando della
visita
fatta
a Vercelli
(p.
42)
Ad
i
XI.
k. dee. (1442)
venimus
Neptunum
aiunt fabulae....>.
estratti.
Vien subito
il
pensare che
il
medesimo
Trascrivo
i
ma
cos
non
(i).
da
Ciriaco:
ille
tenetur
Aquari
Quam
pedibus natus
summo
love Perseus es
Quos humeros
retinet
Quam summam
In coelum victor
magnum
Il
hoc]
(i)
Diversamente pensa,
(in
ma mi
von Winterfeld,
De
Germanici codicibus
Festschrift Joh.
1900, 398-9).
r.
CICERONE.
183
vatum; 21 defixum] de
fixo; 22
summam] summa;
2^
Opere pseudo-ciceroniane
La quinta
Catilinara.
(*)
nome
una supposta
solito
in poi fu
pi volte stampata, di
manoscritti,
Monacense
il
lat.
68
sec.
sec.
xv,
anepigrafo
l'in-
ma
integro, e
Leidense 19
XV,
mutilo, con
Un
altro manoscritto,
im-
il
con l'intestazione
f.
i:
Oratio
et
M. TulUi
Ciceronis
ad
ceteros
coniuratos.
Si quid
e la sottoscrizione:
*
omnium
vehemcntissima.
Lavriani
canonicum.
1439, II
nonas
Reca
Poggio ne
crederebbe,
Milano
45
e,
non
si
()
titolo:
Da
eodici Braidensiy
1908, 5-0
(l)
Dtclamatto tn
/..
Sergittm
XV
Juhrk., he-
l84
K.
SABBADINI.
dalla
Germania
attribuisce
(i).
Il
cod. di Siena
il
H VI
XV,
Porcius Latro
(2).
come La
Leidense
la
declamazione a
ne dal luogo
di Porcius
di
quale ricorre
1458,
che fu l'anno
in cui le
Suasoriae
cofitroversiae di
Seneca tornarono
alla luce
Anonima invece
99.
Due
codici Vaticani,
1742
f.
30 iv; 1748
f.
3, la
attribuiscono a Cicerone.
in quattro
La declamazione
scritti
si
legge anche
mano-
milanesi,
Cod. Ambrosiano
sec.
B
f.
124 sup.,
di
cart.
della
met del
o-
XV,
Cicerone e di Livio e
scritture umanistiche;
rationis
M.
Cod. Ambros.
44
sup.,
cart, sec.
XV;
f.
39 TuL
f.
32 finis Ciceronis
ad
iudices in L. Catilinam,
IX
XV.
ad
Contiene
iudices
in
L. Catilinam.
Cod. di Brera
AG. IX
XV. Questo
N. Terzaghi
in
Sludi
ita/,
di filol. class.
(3) (4)
Zimmerer 40.
R. Sabbadini, Z^
112.
I.
CICERONE.
f.
185
da cinque mani;
334V; la
la I
va dal
al
285V;
la II day
dal 319 al
IV
i
ha operato
in tutto
il
volume, compiendo
titoli
o correg-gendo
le intestazioni,
mettendo
correnti
le-
facendo richiami.
Si quid precibus
La
Quamquam
michi --
f.
Cicerone pridie
in
quam
iret
Quod
M.
precatus
25
Pro
se ipso
pr
est
f.
f.
f.
f.
f.
6ov Pro
72V Pro
f.
f.
Cum
in
maximis
f.
Qua
ras in civitate
f.
\.
M.
Celio. Si
quis iudicas
\.
f.
mati dalla
f.
1
l86
R.
SABBADINI.
f.
re-
f.
pr domo sua
contra P. Clodium.
f.
Cum
multa
die
f.
Que
deprecatus
f.
Cotertii libri.
f.
f.
modius fecissent
f.
22 IV
f.
situm
f.
in
f.
Abito.
Animadverti
res
f.
Que
aperte petebatur
f.
.Doqui
po quest'orazione segue
copista
I:
285V
la sottoscrizione del
filio et spiritui
sancto
videlicet in
est
XXI
die in
Et
si
quid erroris
veniam
petit a
quam
f.
285 In
f.
Cfr.
f.
127V.
creditur
I.
CICERONE.
187
f.
298 Oratio
Salusti
contra
M.
T. C.
Graviter
et
iniquo
f.
299V Oratio
et
responsio
Crispum. Ita
demum
M.
T. C. contra
Salustium
f. 302 Prima Oratio in L. Cati//inam. Quousque tanLe 4 Catilinarie terminano al f. 318V. Mandem
cano
un
f.
foglio.
319 M.
T. Ciceronis oratio
f.
pr P. Sextio. Si quis
le ultime righe, per-
antea
f.
Cfr.
io6v.
Mancano
I
ch
il
Come
vede,
il
copista
ha
sil-
loge anche le orazioni delle scoperte Poggiane di Francia e di Germania (i). Il medesimo copista ha adoperato inoltre
il
commento
2
1
di
orazioni (sopra p.
sgg.),
traendone alcune
di
testo
ciascuna di esse.
codici mi-
di collazione di tre
chiamando
l'Ambrosiano
il
124 sup.,
il
Braidense AF.
Collazione di
Zimiticrer
i
IX 67, C A B.
Braidense
AG. IX
33.
gimal et
I
A B cives nostros haberemus A B A B laudibus A B esse am. A B piene A atqac homines infl. A B \% 2 nec B et om. Porcinnae A Graochis A^ Crassis A B Grraccis B Anthonio A\% \ Scypioni A et pcrsepe A B torbulcntam A B\ t,i om. A B omnia locus B bencvoicntiac] gratie 4 ^* I 5 quando A B nostra a foro B desideretur A B dicendam ett qaidem nobis aut de deterrimis B pudicitia A B % b cotidiana B
convaluisscmus
\ \ \
tum
om.
"^
.-/
I)
43 sgg.
l88
K.
SABBADINI.
7 equidem om.
sicca
I
A B
Galabrionis
B
\
A B
I
A B
/>
]
paterne
A B
\% % dicendum
de L.
AB
B
\
civium om.
|
9 iudices om.
A B
cognoscite
A B
\
flagiciosissi-
mam A B
compararat
I
io- il
|
A B
nec vexare
conciliarunt
A B perditissimorum A B A B\% 14 barbarorum ^ B hominum om. A non modo inclinati magn A B summa A B nec alique mulieres A B denotate solertissime A B devolaverint om. A B nefarie coniurationis convaluerint in convolaverint corr. A) A B % 15 armis datis ad ^ ^ Lecce A B corroborarentur A, corroborentur B omnes om. A B conferre A B interim] iterum A B vero om. A B cognoscende 16 hominis corr. in huius A, huius B que A B flagravit A B huius sceleratissimi A B \% 17 compertas A B attulero A B summisque cruc A B atque mactandum om. A ^ 18 scelerata om. B novis rebus A B. 65 qui actiones ullas ^ .5 66 De te igitur Catilina sciatur A B cui corr. in qui A, cum (?) corr. in cur B noctu om. A B putasti A B Deinde quomodo in lucem A B prodissent A quid rursus fuisaut om. A B amantissime patrie peracturus A B \%('] quid ses A B igitur nostras leges violas A B sanctias A memorabili A B.
\
^ ^ amplissima A
12
manum
om.
13
A B
eam
facilime
\
AB
\
Lecce
^ ^
adoloscentum
I
assuetudine
\
partim om.
Collazione di C.
re nostra publica
C\ haberemus constudiosos
al.
(i)
al.
C\ tum
m.
patrie
amantissimos in marg.
al.
m.
|
C
m.
\
omnes
in
marg.
esse in
marg.
m.
videremur
summorum virorum
)
posstt
verum enim ea
ea superscr.
al.
dicendi voluntas
nec non
ex
porum
calamitates
C,
\
C C
Graccis
pulcerrimarura
miserandorum temj
4 monimentis inmort
C
C
condicionem
\
C
!
intercepts locs
corr. al.
m.
atque iocundissimi
beniv
C"
desideretur
al.
m.
I
deterrimis
redundatio
auctores cla-
al.
m.\ %
C, in
|
equidem om.
C C
Gabrionis
Sicca
I
marg.
m.
\
9 flagiciosissimam
incondise-
(i)
Con
ci assicurata la lezione
cum.
I.
CICERONE.
li^
atam
1 1
modo
conatus
|
est
add. in
marg.
I
m.
et
crudelissime
6"
|
12 Lete
dequoquebantur
3 adoloscentum
assiduitate strupi
4 barbarorum
no-
bilitate
summa
C,
corr. in
alle
marg. in
nobilitati
magnitudine
al.
summa aL
m.
et studio
\
C, in
marg. corr. in
alie
m.
mulieres
denotate
in
C marg. C
propter magnitudinem
\
al.
m.
fla-
aerem ipsum
C,
in
aream ipsam
m.
atque
\
C Nunc agnoscenda causa est C flagravit C huius sceleratissimi Cat C 1 piane ex piene corr. C planeque ex plen corr. C attulero C summisque crutiatibus C atque mactandum om. C 18 inaudita] mandata
gitiosae om.
|
15 Lete
\
C\ conferre
\
16 audivistis
novis rebus C.
65 agitaret
actiones
capitali iudicio
66 Catelina scia-
tur cur
in
putasti
deinde
quomodo
in
lucem
conciuncule tue
optirais aut
amant
C \%
67 quid
insania
memorabili C.
e By {e con essi
1'
Ambros.
derivando l'uno
dall' altro,
evidentemente inteq^olata;
crudelissimi L.
Catiline;
dicendum
est iterum.
so la lezione genuina.
Al
testo dello
Zimmerer
si
pos-
ma
in
trattato "
de virtutlbus
(*)
da un momento
alla
all'altro
() Coinpanre
prima volta
in
Atene
h'oma,
Xn,
1909, a-6.
rgd
<
SABBADINt
luce un
pi;
nuovo
non ritornano
di
ma
chi frughi
di essi
non
avvenga
tesoro
metter
le
allora scoperto
il
del
secolo
salade
XV
sui
di
arri-
1386),
compose un'opera
dell'
intitolata
La
a Giovanni
duca
ci
viamo
alla
met del
do
gli Italiani
avevano gi scoperto
ma
il
La Sale ne aveva
e
una che
agli Italiani
non
riusci trovare
dopo
di lui
di quella si servi
De
virtutibus;
La Salade
s'
XV;
fu
ma non
inosservata.
Ne
rinfresc la
filologo finlandese,
W.
coi tipi
del
Teubner ristamp
di fronte
la versione latina,
il
il
H. Knllinger, mettendovi
per
di-
romanze
passi
scutendo tutte
le questioni
i
a cui
testo
d luogo e
pi
sicuri
in ultimo ricostruendo
secondo
lui
dell'opera ciceroniana:
M. TuLLl ClCERONiS De
virtu-
H. KlNLLlNGER. Prae-
La Sale
operi-
bus
et
I.
CICERONE.
igt
Il
La Sale
cita nel
il
li-
nonuna De
virtiitibus,
estraendone
al
dames.
Otto sono
I sull'uso della
temperata
il
di benignit;
il
II sulla
conserva-
III sulla
verso
il
sudditi;
il
IV
sulla protezione
tributi;
il il
sull'
imposizione dei
VI
suU'approvigio-
namento
delle vettovaglie;
VII sull'accrescimento e
1'
com'
nell' edi-
novello editore
ma
il
perch
non
il
addirittura Tullius?
Non
e'
nessun dubbio
che
La
quale nel
medio evo
generalmente
citato col
Ma
De virtutibus genuino
che
il
Cicerone
Un
si
s'affaccia
La Sale
il
sia
titolo
De quattuor
ti
1
i
quando non
di
anonimo,
nomi ora
Seneca ora
Martino Dumiense,
(Migne
testi
'i'MU
/'.
!..
-XXJI
due
necesinrlinoTl-
,ri..ri.nf.
i.nntO di COntattO,
192
R.
SABBADmr.
Vien
di
pensare
in
go
che l'autore
una doppia
versione latina, la medievale e l'umanistica del Bruni; ma nemmeno questa la fonte principale del Francese.
sia,
Il 7:p<;
verso
43
es-
ma
anche qui
le
coincidenze
occupano vuoi
Vergerio,
il
Salutati,
il
Guarino,
il
Piccolomini,
il
Dei
trattati
il
pertanto che
nelle
scuole e tra
La Sale
o in quella a
vicina
come
il
dendo che da
modo
altro
Un
al-
argomento favorevole
ci
offerto dalle
sue
di
Roma
antica,
lo
poich
ini
non vediamo
abbiano
nemmeno
qui manchino
e.
male
gravi tributi
popolo
t.
CICERONE.
193
le
Campidoglio
La
la
Sale mi sem-
comme
royne
(reine)
de tutes
les vertus;
De
virtutibus
lo
De
officiis;
che se
ivi
nel
una genesi
dalla
parti-
mosse
giustizia,
in
rimanente
dell'
opera e
il
in altre,
come
nel
De
primo posto
sempre
in
Da
mezzo
il
fenomeno
in cui
il
tempo
si
La
Os-
che
di
poco
gli
lo precedette.
dall'
un canto
attribuivano a
appartenevano: uno
De
ria
quinta Catilinaria
sopra
p.
183),
una raccolta
trattateli
di
Differentiae, e
una
di
Synonyma^ pi un
De
re militari, che
un semplice compendio
quello
stesso
Ve-
gezio.
dall' altro
canto in
secolo o
rduti.
nella
biblioteca
al
benedettina di
Monte
proprie^
issino
iute
conserv fino
1522 Palaemon
De
che
Petrarca possedette
>
194
R* SABBADINi.
un commento
(cfr.
di Elio
Donato
alle
Egloghe
di Vergilio
Vacca
a Luci tra-
cano, e
veva nel 1498 il commento di un Probo a Persio; e nel 141 2, un altro medico tedesco, Amplonio, possedeva
le
opere di
Grillio,
cembrio un poemetto
Antonio
et Cleopatra,
De
bello
nautico
'
che cominciava
Anche
di qui
possono sorgere,
come
si
vede,
se
si
ra-
Ma
con-
La
e ciurmatore, la
fede
se
ne va e rimane
solo
il
dubbio.
a danno di Simone de
n.
DONATO.
Sotto
il
nome
di
scritti
di
a trattare degli
scolii dei
Vergi-
ai quali si
connette
i
il
nome
di Tib.
ai
Claudio Dosi
Terenziani,
quali
con-
nome
di Elio
Donato.
Vergi lium
di T. C.
(*)
Donato
in
al-
Eneide.
Quando
?
tempi moderni
maniere.
diverse
scopritore
fosse stato
in luce
Fontano e che
Il
la
Valmaggi dimostra
Landino
nell*
queir opinione
'
propalatore
() Comparve
del
commento
in
edizione
la
prima volta
Museo di antichit
ct>i^s.
HI.
1889,
167 .72.
198
R.
SABBADINI.
(i).
non
l'
Ecco
infatti
una
lettera del-
Anrispa:
et
poetae suavissimo
s.
Antonio Panhormitae
Timeo ne me ob tam longam ad
(2)
te taciturnitatem
aut
ignavum aut
amico conmuni
multae
me
appellaveris. In
me
vero
si
vitia,
unquam
Legi equidem
et
immo
me
iustum
fecit
et prudentissimum. Nullius
rit,
tam magna
est ignavitas,
si
quin in amicos
si
officiosus, in caeteros
radat. Itaque
quod
in
me
rus
illius
Non
fuit
posteaquam Neapoli a
erat,
te discessi scribendi
dem
mittere:
rem
Monachus
qui primo
Commentum Donati
Romam cum
in
Virgilium
dicit se
in Italiam apportavit
nuper
quamvis Gallus;
invenisse
in tris
Plauti comoedias
commentum
illis.
eti
am
Donati. A me
ad vos
solicitatus misit in
Galliam pr
et
illinc
me cum
Alphonso
regi
me
oro
saepe commendes, cuius mores et ingenium adeo mihi placuerunt et accepti sunt, ut nullum ex antiquis,
caeteris
neminem
hominum
virtutibus
cum
ilio
comparandum putem,
(1)
Luigi Valmaggi,
Di un
testo
ed istru-
XIV,
cod.
1-2, p. 31-36.
f.
5v.
(3)
Herodem
2.
DONATO.
199
dum
illum
magnifacio saciari
Romae
et
licet
quod
nonnunquam
prodigum
reges fuerunt
illum
magna
faciat.
At ego postquam
ita
bonum
quo-
acceptum, ut
cienscunque ex corde
rum
Cunque
interrogarer:
quid quotidie id
nisi
non
facit ?
summa
in neces-
tate in
qua nunquam
erit.
Cum
dam
illi,
de Christo
et
apostolis
aiireis intellegit.
Verum
est,
ireos
in
quam ego
sim; et
subdoletites (i)
chartis
quamvis
ride-
Fabrianum pr
quas nondum
domino Mathaeo,
cui
me plurimum com-
me commenda
et
Curulo.
VTTT
kal.
februarias [1447].
iv>Mc^....M..
si
c^
lissar la
data
di
j^ita
to vi
poli:
>
fa
menzione
di
una
Aurispa a Nagita
posteaquam Neapoli a
te discessi.
La
ebbe
luo-
nel 1444,
come
si
rileva
da una
s.
d. (2)
me opuRculum de
bello
nolui,
quam
orni
tioni
(1) Hodolcntea
(2)
<
eot/.
h\.
Vatic.
3372
1.
J3V.
200
R.
SABBAX)INI.
ingenii
atqne doctrinae
quem
licet
nunquam
apud me magna
etiam operis
mei
aprilis
1444.
nel 1457.
pi.
Ma
il
ristring-e assai di
Jean
comunemente
il
il
cardinalis o
il
9 settembre 1451
il
(i).
La
compresa
tra
1444 e
il
1451.
saluti:
Facciamo un
Panormita
1
Nel
444 non
(2).
Con
1447.
al
il
Richiamiamo
monachns
ve7iii.
ille
nuper
Romam
Fran-
cnm
cardinale Bnrgundiae
Il
da
Roma
duca Filippo
di
Bor-
gogna, e
a
di ritorno
Roma
con
La
lettera dell'Au-
R. Sabbadini, Biografia
G. Sforza,
di Giovanni Aurispa
00- 103.
(3)
La
Lucchese
XXm,
1888, 185-90.
2.
DONATO.
201
rispa
il
monachus
Gallus ?
Lo
moil
Borgogna;
fosse
accompagnato
al cardinal
Borgogna per
et
il
Jouffroy fu
veramente
me
Il
l'Aurispa lo definisce
commento
di
Tib. Claudio
lui
dal 1438,
prender parte
presente
il
al concilio di
Ferrara
Esso forma
al
coftscriptus,
e contiene
il
commento
dei
dell'Eneide.
Tra
265
seguente
(3):
passo
di
una
Poggio a
quaeram
scribis,
Battista Guarino
et
si
De Donato quod
amplius
diligenter
quid
reperero
quam quod
valde
habere
dabo operam ut
videtur,
transcribatur:
quanquam non
utilis
eius lectio
cum
versetur in rebus
minusculis, quae
pamm
minimum
ti,*-t,
.lii
Virgilii
expositionem, nara
in
quo
ipso
febr. [1456].
la
lettera
occupa
nell' epistolario si
deduce che del 1456. Battista Guarino professava in quel tempo a Bologna. Egli domandava Donato probabilmente perch nel corso deUe sue lezioni interpre(i)
<3)
'
R.
Sabbatlini,
Le scoperte dei
in
R. Sabbadini
Pokko Epist.
48
. 3.
\\
coli.
(jtt
203
ft.
SABBADINI.
si
Se
fica
Battista conosce
il
nuovo commento,
signi-
cembrio,
ma
abbozzata nel
1447.
Anzi
vi
confonde gi Tib.
dove
titolo:
il
come commento
fece
il
di Elio
domandava
a Poggio se possede-
va un testo completo. In
il
Italia perci
conoscevano solo
vi e-
commento
la
alla
tengono
IX
prove-
Come
risulta
dal Com-
sopra
p. 4, I)
Poggio aveva
pare che
prendeva
il
commento a
otto
libri:
ma non
s'
Di quel codice
perduta ogni
Recentemente H. Georgii ha sul codice Laurenziano (di cui non conosceva la storia) e sui due Vaticani
condotto la sua edizione
editio princeps:
critica,
che a un tempo
Tiberi
Claudi
(i).
Donati Interpretationes
(i)
cfr.
I p.
XVII-XX;
sui Vatic. p.
XX-XXTV.
2.
DONATO.
203
Elio
Donato in
Vergilium
alla
(*)
Il
commento
di Elio
Donato
Georg, e aH'Aen. di
ci
son
nemmeno
trasmessi unitamente:
l'
introil
(i).
Ma
pare che
Pe-
il commento alla Bucolica. E di vero ponga mente a queste chiose autografe sul suo
Vergilio Ambrosiano:
f.
di
Joris
:
et
admirans,
ait:
Titire tu etc.
'
(Ec/.
I,
i).
pronomen hoc
tu
Donato,
intel-
sit
(in
liginus
dissentire
ScrviiLs)
mantuanum aliquem
jcr
i
finibus suis
pulsum
vult
obstupentem su-
felicitate
t
Virgilii,
qucm
Augustus.
At qui
ona
sccuntur, dicunt
Augustum
soli Virgilio
romanam ystoriam
scripta poctarum,
omnium
(^ Comparve
la
prima volta
in
Vitae
Brtimmer,
Lipsiae
1912, p. VII;
;:i
1-19.
II
testo ti
'/ri con
'
copia che ne
c(n1.
(
tr:uicrMM; dal
Vergili
7
petrarchesco
AstoU
Marinoni sul
JaanatcniM:
960
f.
negli anni
1393 e 1394 a
Pavia.
204
^'
SABBADINI.
nondum
perfecerant, delerentur.
et Cornificius Arrii
linde invidebant
centurionis
alii,
inter
cancellarius.
Ego quidem
per Melibeum
si
tiuntur. Soleo
et
poetam intelligam
et agris
privatum
et et
Tomanam
mantuanum
poetam, sed
agrorum restitutione
et
singulari
scribendi
prerogativa
f.
2v
14):
Legitur Corni-
ficius
libros,
quos au-
Uallusione allegorica
aMiUkistoria
romana ricordata
Ed.
I,
la confuta:
5 resonare do-
Amaryllida
s.
idest
ryllide
compositum doces
ut simpliciter intellegamus:
Roma
Non
componis ce-
propriamente
affine,
ma una
cosa molto
un
Car-
men de urbe Roma. Virgilii Evangelus ex. 2v Hic tamen persecutor clamat non esse ad interrogata responsum; D o n a t u s autem respondet et responsio in effectu cum hoc dicto
Servii concordat.
ad Ed.
I,
19,
obtrectatores di
Romam
quaeritur cur de
Caesare interrogatus,
Romam
describat etc.
2.
DONATO.
205
f.
alle
parole
di
il
Filargirio
[Ed.
I,
principia meftsium,
Petrarca chiosa:
Hec
1
est
una
libros
pronuntiasse
ve-
dummodo
Dona
bissenos pr 24 accipit et ad
refert allegoriam,
quod mihi
Per non
Elio.
sentiamo
di credere
due
ragioni: la
prima che
historia
romana se respinta da
all'allegoria, tanto
il
meno pu
si
quale
dell' allegoria
(i):
Illud
dici,
hoc
est per
allegoriam;
et amissos
agros
che
La seconda ragione
si
Petrarca
nominava Evan-
nali di
>i
Onde
alla
commento
se pure
di
Donato
si
non vogliamo
trattassi
ammettere che
un commento
fosse
o per frode
il
nome
di
Donato.
(l)
Vitat
Vtrt^ilianai
l6.
206
k.
SABADINI.
Elio
Donato in Terentiutn
scoperto nel secolo XIV
(*)
Come
zio noi
scopritore del
commento
il
di
conoscevamo
Donato a TerenMagonfu
di
za nel 1433.
rintracciato
Ma
in
Francia
commento Donatiano
mo
V del Clmangis
(i),
scritta al cardinale
di Pietramala,
che mor
I^i
Donato
Nunquid
ro-
V pag.
25-26.
manus
fuit
Terentus, totius
alios
sit,
latine
princeps,
vetustissimus
belli
utpote qui
pag. 3, 5
cum
belli,
tempore
cundi p;mici
se dicitur,
tam
tamen tam-
que eleganter in
psit, ut
antiquitate scri-
omnibus
et
et facultatem
voluntatem descri-
(*)
Comparve
la
prima volta
in
Rivista di fiblogia
XXXIX,
191
1,
541-43.
(i) Nicolai
MDCXm.
1902.
DONATO.
uno tantum dempto Affranio, qui de
Terentii super alios excellentia hunc
207
dem omnibus
bens
similem dices
in Compitalibus: Terentio
non
non similem
dices
quempiam
(i).
suarum
et
tituli
Afer
Carthasi
ginensis
inscribitur.
Quod
censeri
illum
propterea
romanum
debere
est
contendunt,
Carthagine,
quod captivus
ut
nonntilli
ex
aiunt,
Ro-
mam
perductus...
Epist.
LVn
pag.
159.
Servus
in
Etm.
tum
retur
Ili 2,
18
usque
addi-
Eunucho,
domini
nomine
ancillam
est, ut
longinquitas monstra-
datums de remotissima
illam
com-
Ex
addendo
Aethiopia
sit
',
est
usque
ex Aethiout ex lon-
usque
ginquitate
deretur.
dignitas nmneris
pon-
Epist.
ille
LXXX
pag.
242.
Senex
verbis philosophatur:
Omnes cum
tecunde res
sunt
maxime meditari
dam-
na
'.
Et Kcquitur:
'
Percgre
filii
redieri.s
peccatum aut
filie:
communia
posse ut
ne quid animo
prctcr
novum quidque
ipem
evenert,
omne
da
id de-
(1)
Non
trovo nulla
'
correggere
in
presso
i
il
WrsHDcr Kuona:
dir
Terenti
num
Tutti
co-
danno
dieent.
208
putare in lucro
tus in
R.
SABBADINl.
'.
Phor. II
tia:
1 1
Et bona senten*
sapienti metuen-
Commentario:
bona,
inquit,
tum maxime
sententia:
sapienti
se-
Un
si
53 sup.
(*),
che
descrivo brevemente.
cart.,
sec.
XV.
(anepigrafo) Lucius
con
metrica e
l'ar-
gomento
f.
f.
f.
1
Di Nicola Treveth.
17V
da Vegezio De re
(sic)
militari,
21 Salustinius
De
bello Cathelinario.
f.
41 (anepigrafo)
La Giugurtina
di Sallustio.
libris.
f.
90V (anepigrafo)
vita di Terenzio
De
La
f.
se-
pe reperitur
a quodam
satis
(2),
scolastico
confuse
libello (sic)
Pub-
(*)
Comparve
la
prima volta
in
Studi
ital.
filol.
class.
XI, 1903,
85-199.
(i)
Cfr.
Studi
ital. filol.
class.
il
31O; 312.
(2)
Nei due
satis sentiamo
francese assez.
i.
DONATO.
92 (anepigrafo; in marg. di
mano
solet
et-
commento
di
Donato a
ultimi o-
Terenzio fino
Il
Wessner.
i
due
pi piccolo.
La
scrittura gallica e
va probabilmente
Il
assegnata
ai
XV.
copista
non
capisce che prediligeva gli opuscoli, gli estratti e parle biografie, le quali
ticolarmente
zibaldone
in
numero
di cinque:
una
di Seneca, le
due
di Catilina e
Da
ci de-
duciamo
di
commento
e che
gli
uno e
utili:
dall' altro
tornavano
commedia
solet
il
proemio
dell'
Andria:
1'
etcctera
i
messo dopo
mostra che
egli
troncava
li
suoi estratti.
il
nostro compilatore; e lo
tutta
una pap.
3,
gina,
f.
94V
leniter refutare,
cai.
5.
15
W.\
segn va^
ma nell' insieme
r\
I4.
le
due copie
E.
si
corrispondoTw
TiSti iattMi
..^ .ttiT.^Mit**
attestano
tABBADWl,
ilo
R.
SABADlNt.
che
il
dif-
ma
dalla dif-
E non
qui solo,
ma
anche altrove
si
il
onde qua
e l
Chiameremo 5
l'Ambrosiano.
il
noi
sia stato
noto
agli umanisti, se
plire le
citazioni
non
greche,
il
mano
4 di i^(cod. Malate-
Maggior
probabilit potrebbe
(i).
certo
si
che
vS
e-
XV
6idi
Maguntino e
sentati
FC
i
Va,
come
ri-
una
risoluta indipendensolo,
za da
tutti
XV; non
ma
indi-
pendenza anche da A,
nutici, col
La presenza di
vando
gruppo
FC V
a,
saremmo
indotti
ad ammettere una
come
tra
il
grup-
(i)
Cfr.
Studi
ital.
2.
DONATO.
ili
po
F C Va
A
verso
nell'
gruppo
ci
con-
tempi
la fonte
commento
la
si
unifica e
che discendendone
vero
che
S ha
accolto qualche
interpolazione, come,
per
riferirne
fabula
V;
p. 28, 6
W.,
FC T
ma
pur vero
Wessner Carthagini
7,
7,
9,
suo emen-
damento
10,
7
I
,
Qui abbiamo
il
titolo:
Dt
tragoedia et comoedia
Ugem (emendamento
eperta
dello Schopen)
dell'ed. pr.)
(emendamento
(emendamento
la
dello
Schopen)
IO multos (sar
1
vera lezione?)
in
20,
extragedia. In extradi
ccinhcrva probabilmente
^o,
14 modos:
ibiaej
gli
altri
*=-
numeros; entrambe
lezioni errate.
iidie
ma
certo antica
'
,
Sarranaevt
f)
I2
R.
SABBADINl.
prima a
?)
^i^recis
veram fabulam
(corr.
in
falmle
conipoicio7iem
aoioc
est
S: Prologus
^,0705,
til
anttcedens
[
veram fabulae
]
compositionem
IlQtTog yog'
di prologus,
jtq toj
8Qd(.iaT0<;
^yog.
prima
in latino, poi
in greco.
Il
zolpasso, che lo
negli
anni 1422-23,
(Aquis) in
quando
vi
Il
and vescovo
Pizolpasso
era
di
Dax
Guascogna
(*).
oriundo
bolognese
dominazione dell'Inghilterra,
Siena
(2
).
al concilio di
Co-
(i)
Gams
e delle
opere di Antonio
1422
d.
Franciscus de Pizol'.
Bononia
la
fuit creatus
Comparve
class.
XI, 1903,
IH 858-
Memorie
della citta e
campagna
VI
(2)
'
A lui indirizzata in
coli.
Poggii Epist.,
Tonelli, I 128-
136 Poggius
p.
s.
d. Francisco
episcopo Aquensi;
in
data Reate
die
(^136):
Te oro
ut in
tempore maiorem
Angelot-
tum
vero, Ciuci um
salvare iube.
2.
DONATO.
213
Stanza
(i),
donde era
Bologna e
di l
and
alla cor(2).
Martino
V
di
Dal 1427
scovo
1443
di
(3)-
fu
vescovo
Pavia;
dal
1435
il
arcive-
il
febbraio e
marzo del
Negli anni
lea: e ivi lo ritroveremo parlando deUe scoperte di Donato nel secolo XV. Fu un operosissimo raccogli-
morte leg
al
Ca-
donde passarono
(4).
numero
di
( I )
'
clcricus
fu dal
papa mandato
in
precedenza a Costanza
I
il
20 settem-
Malagola
et
(op.
eie.
44) secondo
'
la
quale
il
Pizolpasso
7
clericus
camere
diritto
canonicus bononiensis
il
il
fu licenziato in
lettere
canonico e
scrittegli
r,
12 luglio
successivo laureato.
Su due
di
in
Poggio
Rendic. del
(2)
Istit.
Utt.
XLVI,
1913, 906.
si
trovava nel
loglio
pontificio presso
il
duca
i
di Savoia,
per
Arehrvio stor.
itul.
48, 191
1,
I20>.
L' inventario
lei
del PizoIpnsMi
imsu nti
j.rrsH.
il
apitnlo
fu
pubblicato e
illutiiratr)
dal
Magistrctti in Archivio
stor.
Lomb.
36,
i<>09,
302 sgg.
214
^'
SABBADINI.
Elio
Donato in
Trentium
XV
si
parla
del Valdi
le quali
determinarne la
tezza.
maggior
possibile esat-
I.
v.
e.
Essendo gi
ne riporto quei
*
me
(i),
che fanno
al
caso presente:
trovato ancora [a Magonza] un commento de Donato supra Terentio,lu quale nullo erudito lesse mai sensa grande
voluptate ....
et maistro
Thomase
[Parentucelli] serrale
no qui
opere de
Tertulliano.
In Basilea
VI
augusti [1433].
'
Il
la
data di questa
lette-
ra,
boema
a Basilea. Io
Comparve
la
HI,
1889,
383-91.
(i)
Cfr.
R. Sabbadini, Biografia
di G. Aurispa, 64.
2.
DONATO.
215
Si
veda
infatti
(i)
il
del
Traversari
al Niccoli:
Grata
iter e
quae de repertis
l'arcivescovo Capra
come
(2).
gic
venne a Basilea
di ottobre del
tra la fine di
settembre e
il
principio
1433
da Tommaso Parentucelli e
Parentucelli
Un'
altra prova.
(v.
Tommaso
p. 3);
era
g-i
in
Germania
il
sopra
S.
cardinale di
da
29
di
concilio
di
Basilea
Non pu dunque
cadere prima
di S. Croce.
Tommaso
del 1434,
come
al
si
una
52.
lettera di Alberto
da Sarteano
Nic-
V iil,
(2)
R.
SabbiOdini, Sieeolh
da Cusa
ecc.
iti
Rtvdic.
d.
r.
Accadem. dei
Linai
XX,
191
1,
2^
/tniuino,
1888,
p.
45.
Non
pntc
li
c.irdjnalr par-
subito e
'
fti
Vinttos
in ad
concHium^
ibid.
2l6
R.
SABBADIMI.
coli (i), dove si legge: quem [Tertullianum] in Alamannia repertum de Basilea Teutonicorum ad te perlatum dicis Ex Ferrarla VI kal. feb. 1433 (= 1434
stile
moderno).
vembre 1433
nella quale
lo consola
si
(3).
dell'
(2),
duole
a cui fu condannato e
via
messa
fuori di
dubbio
dell' Aurispa a Basilea nel 1433. Resta dunque dimostrato ad esuberanza che la lettera
la
presenza
n.
Aurispa viro dar
et
Panhormitae
Si ex
lares,
s.
p, d. (4)
animo
commentum Donati
negotium
commisisses,
in
Terentium
tot frugi
postu-
non nebuloni
isthinc
quum
et extimati et tui
homines
cupidissimo quicquam in
antiquissimae benivolentiae
monumentum;
debebas enim, quod tute perpetuo exerces, quod puer etiam didiceras,
meminisse:
*
'
(Ovid.
A. A.
petis,
ni
miraris est:
'
qui saepe
minimum
est.
nonnumquam
[Priap.
XXXVDI
abs
te;
?)
Sed audi
ita
quid in re
Fateor velie
me quicquam rerum
sed quasi
25.
Cosimo
il
7 settembre
1433.
(4)
5.
(5)
mimmi
cod. (mi
mi?)
2.
DONATO.
non
potest,
ai;
quippe quern cu-
fortiinatum
pidissimi
sit,
Donatus
ille
transcribi fato
codicum novorum
et doctissimi diutissime
tenuerunt et nequi-
me
non
coraplet;
fuerit
studebo tamen
omni cura
Vale
tu.
quod quum
factum
habebis originale.
Ex
Florentia
XII
tutto
il
tenore della
dell'
sono argomenti
di
Au-
rispa in Firenze.
Una
siffatta
di ritorno dalla Germania accompagn alla corte pontificia di Eugenio IV, o nel 1439-42, quando Firenze fu sede del concilio.
fa
propendere
la
seguente
Panormita all'Aurispa.
m.
Atitonius Panhortnita Aurispae
Mariam
filiam et a
v.
ci.
s.
p. d. (2)
Venctis
in
tam
li-
ilitcr
ac magnifce exceptam
pater
perquam
nobis
omnem rem
online renuntiaveris
....
si
Procurabs
'1
me amas
si
me
amari vis e o
mm
e n
Terentium
Qui
glia di
,.},,.
,.
si
fi-
Este
si
figlio del
mar-
Il
ni.'ttrimonin
2)
f.
ii'
2l8
R.
SABBADINI.
1444. Maria
nello,
fratello di
Leo-
medesima strada
(i).
La
let-
Roma
Il
Panor-
mano
duce
di qui
che
la lettera
precedente
al
Panormita dev'essere
la
di
poco anteriore
alla presente;
potremmo
IV.
Arretino
suo
s.
(3)
proxime
litteras
Scribam autero ad
litteris
te alias latius.
Nunc partim
fatigatus scribendis
ut quaeras a domino
numquid
integer
Donatus reperiatur
dias scripserit.
Nam
hic amicus
hunc aucto-
rem sed
sine tertia
comoedia
'Ea'UTOVTi|j,coQOVfAvC{) et
ta 'ExDQtt, item
si
cum
libro
non
scribo, quia
non vacat
una
lettera di
Giovanni To-
scanella
all'
18
f.
53v-6or. Cfr.
R.
R. Sabbadini,
op.
cit.
88-89.
inf.
f.
35V, Misceli.
Tiali
XIX
p.
191.
2.
DONATO.
quo die ad dominos
illos
219
cardinales
litterae,
[Neapoli]
XVI
kal.
februar. [1447],
Consilio
ad
me
scri-
d. Ioanni Arretino
apud
d.
La data di questa lettera si fissa esattamente. Il terminus ad quem subito trovato, perch vive ancora
il
il
di II luglio 1447
La
lettera perci
non pu an-
gennaio 1447; vuol dire che essa all'elezione di Niccol V. Qui si fa menzione anteriore
dare oltre
il
17
di
di cardinali, tra
quali
com-
preso anche
cardinal Milanese.
Ora Enrico
d'Allosio,
arcivescovo di Milano,
fu fatto cardinale
da Eugenio
IV
nel 16 dicembre
1446.
In quell'occasione furono
creati quattro
cardinali:
Siculo,
per
r appunto
mente
creati,
Milanese.
il
L'
anno
della
dubbio
il
1447.
dominus Columnetsis
cardinale Prospero
Co-
M CiacoDu,
'
Hist. pantif.
II,
p.
912.
21
Ibi'!
220
R. SABBADINI.
V.
Aurispa viro clarissimo equestris ordinis Antonio
Panhormitae
Magnarti
videris
s.
(i)
habere curam
propter singularem,
qua semper
sit
te
mea
senectus quieta
et
factum
quam
et
facillime queat
me
meas
et
pontificis
(2),
quem dominus
tu
Putius de Politis
nihil hac-
At
tenus respondisti, quod equidem moleste fero. Oro te igitur vir excelleris
te
benivo-
equidem amore
mum
quieti
meae
facito,
meae
cod.).
senectutis
Nam
si
Cura
igitur ut
me
voces.
Vacarunt nuper Syracusis duo beneficia sine cura, quae possidebat Guilielmus de Bellehomo qui nunc est Cataniensis episcopus.
Illis
fuissem
(3) et
illis
est litigium
inter
Marrasium
quendam
alium; quare
si
dare posset.
Nam
si
visum
fuerit;
quippe
si
facturum
et
in Gallia
Donatum
in
Terentium
eum codicem
in
Eum
huc
Romam
transmitteretur,
hic
(i)
(2)
f.
32V.
(3) Il
2.
DONATO.
quod qumn
erit
alii
221
habeo
fiet,
factum, et cito
copiam habeant.
et fi-
Vale
quamprimum
fieri
fit
poterit.
Valeant uxor
liola; at
mea Faustina
valet et quotidie
doctior; istam
dominam uxo-
rem
txiam ex
me
me
dato.
Romae XI
Per determinare
la
argomenti
sicuri.
marchese Leonello
quale fu nel
i'
ottobre
Vi del pari presupposto vescovo di Catania 1 450. Guglielmo Belluomo, assunto a quella sede il settembre del 1450
(i).
stati
(3).
et
s.
(4)
quamvis
et
acrimoniam
pru-
te pingui inge-
quam
te
tu pr
in re
me cum
mea
ista
quandoque
oro
et ex peregrino
me civem
reddas. Supee
riore
t
hebdomada item ad
in
me iam
ro
m e n-
m Donati
(i)
(2) (3)
e r e
habuisse,
quod Camoti
ut rescribe-
I,
p.
549.
I,
p.
322.
il
Non pu
etscrc p.
Itavi!
e.
il
giorno 11 gennaio
f.
1452 rAurp
{4)
37.
33T.
Hi
R.
SABADtNl.
retur curavi. Facio item transcribi, ut ipsius copiam secure amicis facere
me carum
Romae
Questa
lettera confrontata
con
la
precedente appa-
medesimo anno.
parla di due distinti
alle
commenti commedie di Terenzio. Il primo fu scoperto a Magonza nel 1433 dall' Aurspa. Egli certo ne port seco nel 1434 un apografo a Firenze; ivi si accompagn alla corte pontificia, che racIn queste lettere
si
di
Donato, entrambi
coglieva
nelle
il
di
quel tempo.
fatte
a Firenze
ci fu
tutto
nuovo commento
Panormita a
Donato.
il
Ne ebbero
Traversari
copia p.
(i)
e.
Carlo Marsuppini a
il
Firenze,
a Ferrara,
Napoli.
il
commento Terenil
ricava
dalla
Politia litteraria di
1447 pubbli-
(2).
Pure per
il
Panormita abbiamo un
sin dall'aprile
1438,
Martene, Ampi,
(2)
collect.
7,
21
nunquam
abeam doctior
si
Quod autem
a Donato locus
silentio
praetereatur,
velut in-
2.
DONATO.
223
documento
Il
Valla non
nel
possedeva ancora
in cui scriveva le
commento a Terenzio
tempo
Eleganze,
ma
lo
l'anno esso
in
cui
componeva X Antidotmu
infatti si
di
Do-
IV).
di
Camutum
informazione;
il
commedie
il
intiere:
X And., VEun.j
Phormio,
sta volta
tellectu
deve
all'
attivit dell'
Aurispa
intelligentis.
facillimas, iudicium
est simplici
modo
'
Al contrario
lo
Maal-
prega
di ottenergliene
nandi
et
Non
legerat
Donatum gram-
maticum aroicas
minima non
curct;
Donatus enim
4,
Comici particula
?
'
[in
52]:
actum
Nescis
'
plerum-
qoe
ed
dicitur ci
quem
lacere
Niccol Pisdcello
Jtalia
1449-1471,
Ughelli,
sacra
vu,
p. 435.
(2) Valla,
Opera,
p.
293 (Ju/td.
19).
II;
\';ihlcn, /,.
Per
R. Sabbadini
in
Studi
fiUl. class,,
18 nota.
24
k.
SABBADlNt.
(lett.
VI).
Egli ne
fece
una
Roma
alla fine
altri
Stabilito cos
di
con
la scorta dell'
il
Aurispa
il
la scoperta
due codici
di
Donato,
Maguntino e
Carnotense,
Candido
Decembrio, dal
cui epistolario
comunicher
estratti piut-
diretta-
mente
il
A
ne
Basilea
concilio difende
suoi
privilegi e
la
di ordi-
non poco
dall'
una parte
1'
personaggi, che
specialmente
ci
gena) vescovo
di
Burgos, uno
italiano, gi di
tutti
il
nostra
papa e
il
con-
modo
tempo
di occuparsi di studi.
prima volta
(*)
Comparve
la
in
Museo
di antichit
HI,
1889,
405-422.
2.
DONATO.
quali
25
tra
alcuni
che
il
deplorava
non poter ne leggere ne trascrivere. 11 Pizolpasso il vescovo di Burgos si dilettavano di ricerche filocon
Poggio a Bologna e a Ferrara e con Pier Candido Decembrio a Milano. Anzi tra il vescovo di Burgos e il Bruni si accese una polemica filosofica, alla quale
prese parte anche
Bruni, e
il il
Pizolpasso
come
intermediario.
La polemia
ca
si
dal
Bruni attribuito
tempo che
prima,
e da
il
Decembrio attendeva
troppo bene,
Crisolora.
Il
di
propo-
sito alla
tradotta
ma non
Manuele
da suo padre
Pizolpasso e
il
Umberto
vescovo Alfonso
te informati dal
in Basilea
Decembrio
tradule
quando
in
quando
me
disposti,
hanno
ri
data,
meno
il
mese.
per fuoentro
il
di
muovono
il
1436 e
1439.
1.
aAnADori,
Tu ti
tatmi,
15.
226
k.
SABADINI.
I.
(i)
(2).
Quod
prius mihi ex
Donato
admodum
tuo placuit
(3)
excerpsi Phormionis
(4) inverso
nomine, ut idem
mitto;
putat (5).
facile
primicias ad te (6)
est
ex
Quid enim
(9)
commen-
(8)
scriptum
fallacius,
quid ineptius
Et tamen
litterarum a-
mor me
cogit elicere
quod
dum
modo
haec
modo
meae culpa
sit
negligentiae.
(i)
f.
15V
(=
Canon. Lat. 95
plem.
(2)
(3)
(=
O; da una comunicazione di
K. Dziatzko
nel
Sup-
X,
(4)
(5)
traductam R,
Donato
nell*
Argutnentum
al
commento
del
Phormio
di Terenzio
est prius
ab
Apollodoro sub
esse,
alio
quam
latine a Terentio
Phormionem.
(6) tibi
(7) incenso O.
(8)
commentariis his O.
(9)
quid ineptius
otn.
R;
et
tamen]
vemm
O.
R,
R,
2.
DONAtO.
427
At vero
diderint,
si
si
manura calamo
(i), si
mentem
ad-
Tyresiam consuluerint
ut ego (3),
cum
dubito
vehemeiiter,
eruiit
sunt a Dobis conferent his quae tolerabiliter fuere transcripta nec quid
sit
elimatum magnipendent.
ut
inquit Cicero (4),
Diagoras enim
ille
cum Samothraciam
ei
venisset,
A-
thens (5)
tas
(6)
humana
negligere,
nonne
animadvertis
tabulis pictis
salvi
quam
effugerint atque in
portum
pervene-
inquit;
illi
enim nusquam
'
picti
aequum
roinutius (8) aliorura raendas consectantur. Si quis forte tibi (9) dixerit:
Tu
ferre,
in locis frigide,
fit
quot inepte
ac
ieiune
Donati
Ita
tiqoam ab
ilio
alias interpretari
correcta
(10),
iugi
tibi
meas
animum meum
obsequentem
iioris
et ut scias
(i)
clamo O.
O.
(2) conflttlerint
<l)
ago
A*.
(5)
R.
(6) eius
(7)
pcrvcncrunt
O.
(8) iromitias
(9) tibi
om. R.
(io) correpta O.
(11)
tibi
om. O.
ZS
k.
SABBADlNt.
(2),
Ex
n.
Franciscus Pizolpassus Mediolanefisis praesul Petro
Candido
s.
(4)
primum
ut tibi praesentetur
Phormio
tuus,
quem
Questa
lettera e la
tempo
alle
altre,
che se-
guono
il
sotto. Nella
III.
Candido
Et dubitare
videris et simul
s.
(6)
clarissi-
(i)
rem om.
O.
Vale
raptim om. R.
f.
114.
f.
no.
(7)
2.
DONAT(.
229
scripsisti
mo
in
cum
proindcque episto-
noluerimus.
(ne
in-
Nam
eam
nisi
quantum transeunte
Batiferro
hac Zacharia
dulcissimo
Paduano
nostro,
(i)
et exhibita
per
eum Bartholameo
tanquam
filio
ipse
Bartholameus
mus
in
genere, de re
illa
non
nisi
ut in
ceteris
nisi
exi-
haud
legecrasti-
tempus
inter
conscium
illius
tan-
quam deus
Hoc
si
audiat, sic
audiant.
atque ut a deo ea
petamus quae
quanto magis
indecorum
sit
hominibus
ea
confiteri,
scriptis
prudentes et severi, ut tu
!
es,
monita custo-
que
et invectivis sicut
non
ociosis sic
et laus
non
letalibus,
quasi
Ariopagita
proveniunt partibus et
in
contenden-
auditorum. Quare
te
atque illum
quem
scribis
eosdem habe
(i)
Su questo Zaccaria
f.
scrive
il
Decembrio
al
card. 827
Ili):
Padaanus,
in brevi
ol>tcKtans ut
promerem: iturum se
cuius
qucndam conventurum,
bJblyo-
Illi
me
meo
a-
tradidi
cum
hat)erem ^habcre
<<></.)
promptinti....
(2)
13)
quod
<o</.
non om.
cod.
230
R.
SABBADINI.
mus quos
ris
prius, sed
adoriris,
te facimus,
NoEt
bis
autem
nihil antiquius,
quam
frui
ut molestiis
doctrinae
et iugi
ac studiorum convictu.
posse indulgeretur
in
memoriam
venit (Parere
molestia-
et confabulatione
honestarum artium
et doctrinae
Atque
ut fides dicto
sit
ferentia inter
suffert
et
PARIT
et
PARTURIT, quod
Ambrosius
dux
et
(i).
Despexit dicimus
non
alio si-
Demum
velim scire an
PRO STUDns
LOQUI in
sit.
Res enim
nostrae
ali-
denique
ceperunt
quod
litus,
quinque
et
adimpleverint
Avinionenses
et
opportuna
mutuaverint
ducatorum, experientia
loci.
fiat
quod debent
non
fecerint,
santibus
Romano
hoc
pontifice nec
et Graecis
faciunt; etiam
miles
a-
prosecutionem
opinione
huc
ac
Et
nihilo
minus domini
Gallici
aures
avertunt,
Optamus
la
te
et
Ioannem de
Trecia (2)
puerum
ad
va.
23, 4; 26,
(il
18; 66,
7-8.
marg.: Hic
est
Ioannes de Gradi
dido).
2.
DONATO
231
tempo correvano
le trattative
Avi-
quale
doveva
pattuiti
trattare la
vignone o
con Avignone
IV.
Petrus Canddiis Francisco Pizolpasso
Ex manu
s.
(2)
Michaelis ....
vetus et antiquuro, sed
quod
iudiciis
magis
di-
nam
et
quidam putant:
in
hoc
vinanim
humanarum rerum
Acade-
Platone
sumpsit
origincm.
Habes
1437].
Questa lettera
cembrio risolve
fert, parit,
i
la risposta alla
precedente.
sui
Il
De-
verbi suf-
sprevit
perci del
medesimo tempo.
(1) (3)
^3)
p.
m^mio.
rerom om,
cod.
232
R.
SAi;[$ALlNI.
V.
Franciscus Pizolpassus Petro Candido
nobis,
s.
(i)
Satisfecisti
Candide Studiorum
diligentissime,
per
epistolam
De Ariopagita tamen
Quod autem
latius videbis
cedulam, conscriptam ex viro graeco perito apud nos praesenti: concordat sententiae tuae.
animalium
et
sanguinem,
retinemus
perdocto.
quia
id ha-
in cedula,
buisse
dudum ab Aurispa
Habetur
et in legendis
cidi
perito etiam
locum
fuisse
dudum
Habet
co-
cum
latino et
vocabulorum
et
verborum
et
omquo
Donati!
in
Terentium
utilioris
sed
nemo com-
Rei, ad
in celeritate
in
locum
ncque
in di-
quorum utroque
primordio
epistolae
quod tempore
ac
si
dili-
esto,
res
(i) (2)
f.
106.
si
Pizolpasso
(3)
Uno
sec.
di questi presentemente
Museum)
5792
(4)
(5)
VII.
cod.
ad
altro di simile.
:.
!'O^A--
233
Feregosorum adeo circumverteientur, ut de codice ilio Livii excellentissimo olim Petrarcae sperari posset. Celeritas
vel productio sais coaptetur locis,
affixisti,
quo
liber ipse,
quem
tu cordi nobis
earum quo-
que iraminentia, ut
vel
fructus
vemales
in
cla-
tuam pr Arretino ad me
quam
ei
gno 1437].
Questa
lettera la
risposta
alla
precedente;
le
da Cusa
(cfr. lett.
IX),
tutt'
si
viene presentato
1435 come Nicolaus Treverensis (2) 1437 come Nicolaus de Cusa. La doppia desi
nominazione
felici
ricprcatnri
nel sec.
X\'
di.
i'O,
(I) in
Vuigt,
W'iednl'cUl'utii;,
1,
j cliz. p. 257 n.
i;
M. Lchncidt
Ambrosi!
Traveriiarii, Epist.
HI, 4K:
Xtcolnus
Treverensis
homo
qualit di
Ul, 50.
Niccolo da Cusa i
r.
i
3) Gir.
R. Sabbadini,
in
Rendiconti della
XX,
IQII 3-40*
234
^-
SABBADINI.
VI.
s.
(i)
alteram
ad
te,
corum
ad me, cum
te
il
Bruni,
il
Decembrio
lettera di
il
vesco-
vo Alfonso d anche
notizie
una
Poggio a
Leonardo Bruni
(2):
misit ad
me quendam
libellum, in
quo
tia.
criter arguit.
dum
ad
Bononiae
Decembrio e
il
Pizol-
Non
sul
medesimo argomento.
Cod. Riccard. 827
(i)
(2)
f.
108.
13; Poggii,
De
variet. fortunae,
DONATO.
235
j.
(i)
(2)
Alfonsiana,
cum
ob fugam
pestis,
illam
mittere supersedi.
reversi
metu cum
Floren-
eam epistolam
lectam a te ad
ad
te
mitto,
ut
prius
reverendam
patemitatem
quod mihi,
praestitisti.
Vale.
1438].
VII.
(3)
cum cedulam
litteris
tuis
inclusam
le-
illuni
bonum
eruditum graecis
levios tetigi.
litteris.
Itaque latius a
me scribendum
puto
quani
..
Quamobrem
quippiam putat
risi
cum caram
illius
animadverterem, qui
se
magnum
dicerc, orios
pagos
et
montes
et
saxa
nominans, qui
immo pagum pr
ut accuratus vi-
monte ponit
et orios
pr Marte; quac
ita
concordant,
Sed ne nos
niamus.
in Consilio
Apud
f.
(I)
2r.
le
'2) I.C
due
lettere dei
Bnini sono
f
VII, 4,
X,
34.
(3) (VkI.
Riccard. 827
r-^-
236
bellorum spem asserii tua
R.
SABBADINI.
illa silet,
.
.
il
Pizolpasso
risponde
con una
s.
(i)
ii
qui
experti
rogem,
licet
indignus.
ut
Sanctae
Katerinae
Mediolani,
multis
primum
religione
nutritus,
prae-
dicationibus
tus ad
illustris,
apud nos
hospitalis
vixit;
demum
curam huius
IX.
Franciscus Pizolpassus Mediolancnsis praesul
Petro Candido
s.
(2)
per
eum quem
solita
superinde
respondimus
eidem
fratri
Subinde vidimus
et aliam epistolam
tuam
diligentissime
tibi,
disserentem
et
de vocabulo Ariopagi,
ob
ea
quae
rescripseramus
cedulam
(i)
(2)
f.
112.
f.
112.
2.
DONATO.
rideas,
237
me
probas.
Immo,
ut ad cor deinceps
non
possumus non
necesse
tibi
est in
tenebris alieno verbo vel baculo lucis extorres, sicut et nos graeci
do-
gmatis
i
inscii
et
necdum
latino
cum
a
-ese
et
nuperrime
lecturam
impetraverit hic
sacro
est
ut eveniat:
caecus duxerit
caecum,
scripsisti
ambo
communicabimus
(2),
ut discat.
ad quem spectabat
pervigilique
codex
lin-
Donati Terentiani,
Phormionem
extorsisti: vir
unde
tu
multa
lucubrationc
graecae
magnae
capacitatis, in-
voluminum studiosissimus
et
indagator
continuus
ut
dotatusque
asserebat,
facile
latine
eisdem codicibus
Tu
dum
tu interim
et profice-
perire possis fores et nos vel liraina capere et prima rudimenta graecana.
Ncque enim
movebamur ad
tra rea
(3)
quandoquidem per
quae
conflari videban-
quorum
alter,
videlicet
falsis,
quae forsan
quam
quandoquidem inquam
et
omnes mundanae pr
sui
natura instabiles
vagae. lanuenses
(i)
di
Rodi.
(2) Niccol
conclio al
a.
and verso
la
papa
IO).
1437
(3) OT
n.
marg,: LiUi
'
'
de Cam|K) Feref^oso.
3^
^'
SfiliADirJl.
in volubilitate
sed offerri
....
interim, qui aliquantum respiramus donec reddatur respon-
Nos vero
deum oramus
om-
pacem pr incumbentibus
nibus
....
[giugno-luglio 1437].
Qui siamo
1437, perch
Avignonesi
per
il
pagamento
poi
si
Abbiamo
quali qui
fatti
di
Genova,
ai
il
allude.
che
di
si
tratta.
Nel 1437
di
Fregoso contro
offrendogli
citt.
il
il
Tommaso, doge
il
Genova,
proprio protettorato e
dominio della
un
tu-
multo e
ma
fu bentosto preso
(i).
dal fratello
Tommaso, che
lo
perdon
X.
Petrus Candidus Francisco Pizolpasso Mediolanensi
praesuli
Ex
tuis litteris
s.
(2)
Quae vero de
(i)
Ariopagi vocabulo
tibi scripsi,
quanquam
certa
Folieta, Historiae
(2)
(3)
77V.
ad
cod.
2.
t)ONAtO.
i^^
non esse
scilicet
cum, sed
id
quorundam
falsa aestimatione
processisse ....
De Livio
forma prodenntibus
multorum
sors et
XI.
Petrus Candidus Francisco Pizolpasso Mediolanensi
praesuli
Mitto digDtati tuae, reverendissime
s.
{i)
pater,
copiam litterarum,
quas
....
quae dignitas tua mihi
latenter
scripsit
Intellexi etiam
nostri.
de discessu Burgensis
Mirum quam
si
amor mentibus
fecto ac
in
propinquior
sit
Basilea
quam
alibi
....
pr
tutela
veritatis
Pugnavi enim
acriter et vere
in
amicum suum
est ...
potissimum
lulii
transtulerira,
scito
omnes
Poly-
Commentarios
in
Caesaris, postremo
de bello Punico a
me
matemum sermonem
redactos esse
.....
{settembre 1438].
il
mese
di aprile
la tra-
tempo
il
Decembrio compi
(2).
L'anno veramen-
Decem-
(I)
f.
95V.
fa)
La
ocrizione uona:
(f...\
MCCCCXXXVIII
adie
\t.L,m.>
V-")migl. di Catania).
k.
SABBADl^i.
brio indirizzato a
la data
kal. augusti
Ci
si
conferma con
la dieta di
Norimberga.
XII.
Franciscus Pizolpassus praesul Mediolani
Petra Candido
Pro
s.
(2)
nostri
ad
tua priagiraus.
eamque ad
te
gratias
Quod
patris
domini Burgensis
nostri,
hoc
amor iam
Ea siquidem
atque connectitnr.
Venim
spero
eum
hic affuturum
per invictissimum
autem
de
ip-
ad nos
enim, ut
.
.
tibi,
die
XXV
praeelapsi augusti
La
1438.
dieta di
Norimberga
fu tenuta
da Alberto
II nel
il
di settembre,
come mostra
praeelapsus augusttis.
Di quest'ambasciata
del vescovo
(1) Pubblicato
p.
XLvm.
(2)
f.
96V.
il
(3)
La
i6 ottobre.
2.
DONATO.
241
di
il
Pic-
colomini
xin.
Petrus Candidus Francisco Pizolpasso Mediolanensi
praesuli
Laus deo, qui
te nobis
s.
(2)
et
huma-
portum
salutis
immisit.
Magna
minum incolumem
illa
incommoda adhuc
restant, tute
quidem
despici
cum
licuerit.
Venissem ad iocundissimam
ut
curae prohibuere.
Itaque tempori parendum satius visum est et personam tuam hic oppciri.
me
de Finibas. Suetonium
inemendate scriptum
et incor-
m
ti
mittam;
est
enim apud
lucem
fratres
nisi
Herculis au-
xilio
ab
inferis in
cfferri
potest.
Quod
si
me
retentum
necessitate studendi.
Nam
ex
nihil
quam de Tu-
ra conscripsit
....
Questa lettera
leir
scritta
nell'
Ne
3.
(i;
'
commi
i.sinc
anno) p.
(2)
ft.
<
;.
1.
..,,.,.
;,
115.
tAJBADiici,
Tati tatm
i^
possiamo
stabilire
approssimativamente
la data. Infatti
come
si
deduce da una
d.
lettera di
Poggio:
Poggitis p.
s.
ecclesiam per-
quem
scio ver-
rerum barbarie,
in
qua
schisma et oppres-
Era gi
1440,
come
si
ha da
(2):
un'altra lettera di
Poggio
allo stesso
Pizolpasso
loquatur,
privatis pluribus
non
vi-
me
de tuo reditu
summe
laetari
....
XXIV
febr. [1440].
Il
al
Ed
novembre 1439 aveva creato l'antipapa Felice V; e un prelato ortodosso, come il Pizolpasso, non
lea nel
ToneUi VIH,
vm,
15.
2.
DONATO.
243
Queste
lettere ci forniscono
una insperata
notizia sul
(n.
V, VII,
IX, X) che
il
non
sa-
premmo
mani
di
Tommaso
il
Fre-
Pizolpasso e
in
Decembrio
avrebbe
sue
fa-
speravano
un'
di
poterne venire
possesso, contando su
imminente sollevazione
il
di
Genova, che
tolto
dominio
al
tutte le
ci
robe
in
Decembrio per
il
d ad
arricchire la biblioteca
i
Viscontea
Pavia. Esso
stava presso
almeno
Parigi
al
Fregoso gi nel 1425 e vi rimase fino 1451. Ora nella biblioteca Nazionale di
a Donato.
il
(i).
Ma
torniamo
Come
si
vede,
V Aurispa
non port
in Italia
codice di Magonza,
lasci Basilea
ma un
il
apo:
grafo di esso.
L* Aurispa
ben presto
a Firenze presso
papa
Eugenio IV
(2).
Il
da Cusa, da
lui
in quelle
lettere
(1) P.
de Nolhac, Ptrarque
et
l'humanme
602
113; II 273-77.
Il
Valla
ecc.) del
1445
Come
timostrano
date,
si
tratta
o di un
altro codice
di
una
le lesioni
276
n.
2;
R. Valentin!,
// coi/ex
Rff^ms
ital. ftlol.
class.
XJV,
1906, 207-213).
trari
Cosimo
43).
Ftrenrc, cart.
Med.
filsa
XI
lett.
44
^'
SABBADlNi.
e X).
Il
Pizolpasso lo
mand
il
al
commento
al
DePhormio
che
e IX) e spedi la
nuova copia
al Pizolpasso,
la fece ricopiare
Crivelli
(lett.
II).
vicende dell'archetipo,
difficile,
Decembrio sente
lettore.
il
bisogno
di
invocare la be-
nevolenza del
comune tradizione Donatiana ultima commedia ? La domanda legittima, ma deve pur troppo restare senza risposta. E allora domandiamo se il Decembrio si sar tratta copia anche delle altre commedie. La
risposta qui pi facile e
ci
viene
suggerita
da un
Il
cod. Bodleiano,
cart,
della se-
sec.
XV,
scritto
commedie
Eunu-
Al Phormio
Pizolpasso
d'
premes-
al
pi sopra
Ci mi fa
ivi
il
supporre
accordo
con
lo
Dziatzko, che
Phormio
dell'
o da un discendente
(i)
be-
X degli Jahrbucher
in questa dis-
fr
Fkilol.,
Lo Dziatzko
due
altri
codici Donatiani:
2.
DONATO.
245
Niente
di pi naturale,
che anche
le altre
commento ho comunicate
1893,
I-I 34.
Nota
alla p.
il
232
/.
ii.
La
si
Valeriano, alla
quale accenna
Aprii,
Fizolpasso,
e ivi q
trova inserita
1*
negli
Acta
Sanctorum^
n, 203
sgg.;
nominato per
appunto
un
Pagus come
ab
eis
ducerentur
(i
due
martiri)
ad agrum
Pagum,
Pagus,
quarto mil-
ab Urbe
situs erat....
(I)
<l.i
"Suw possiamo
jiltcrfiinrc,
che
fra
copisti
lei
cod
Bodleiano
sia
la
tratta dal
Decembrio
il
(lett.
Il),
Tutt'al pi
Phormio nel
co<l.
si
pnA
il
Con
ci
CM.Iude che
codice
Bodleiano discenda
ni.
TACITO
opere maggiori
(*)
Le opere mag-^ori
codici,
di Tacito ci
sono arrivate
in
due
Mediceo
(Laur. 68.
l'altro,
libri
il
i),
contiene
II
primi sei
libri
2),
degli
Annales,
Mediceo
(Laur. 68.
degli Annales
tinua
TI
da XI a XXI.
Mediceo
I
fu
secolo
XIV
II.
XV
si
parla di Tacito
scritti
non
si
pu
in-
Lo
II
tu
il
Boccaccio, che lo a-
un apografo
di
Monte Cassino e se ne trasse proprio pugno (i). (li umanisti del cir-
339-46.
h) K.
->.i!.i..i/liiii.
I.f
250
R.
SABBADINI.
colo fiorentino
n'
di
Ban-
Poggio e il Bruni: e forse, per mezzo del Boccaccio, Benvenuto Rambaldi da Imola (i).
dino, e pi tardi
Niccoli e
Se ne fecero anche
proche
di
estratti;
p.
e.
le
orazioni
reci-
XIV
53 -56)
veni-
vano
sec.
XIV
(3).
il
del
XV
volgarizzate in
to-
scano
il
Polenton a Palin-
adopera
i
la
testi-,
monianza
di Tacito
Ann.
XI
4:
Ecco
passi testuali:
cum de
Claudio loqueretur
eo libro
quem de Caesarum
quantum
scriptum
reliquit:
'
fere sententiam
tioni spectat
Phoenices de Thebis
quam
invenerint.
'
Cornelius Tacitus
(i)
il
G. Kimer,
'^9
f.
30-
Ambros. C 141
col titolo:
inf.
XV)
35 ha
due orazioni
Extractus de XIIII
poi in Tacili).
(3)
(cfr.
I volgarizzamenti
sec.
XV
Studi
ital. filol.
class.
VH
del sec.
XIV-XV,
451-61.
3.
TACITO.
251
iam de
classe
'
Fama
est
Cadmum
pem Atheniensem
bus Troianis
At
Cornelius Tacitus:
Latini sunt
'.
litteras didicere
Eas
(le
tre lettere
vi-
memorat
in
aere
ac plebiscitis
fixis.
anteriormente
1420.
Ecco come
informa sul
Librorum eius
(Taciti)
numerum
libri
undecim et
vidi, in
reli-
quis vi-
Tuttala
440
lo
aveva prestato
Accipio excusationem
exposuisti mihi, Corneest.
(2)
tuam,
lius
si
diutius,
quam coram
peregrinatus
Nel
(1)
65.
Scco PotenUm^
Bergamo 1899,
XT.IX.
>.i))l>adiui,
252
R.
SABBA DIN I.
1453
mand
il
suo esemplare
al
cardinale Bessarione
La copia
del Bessarion e
dremo in altra parte del presente volume. Pier Candido Decembrio s'era trascritto nel suo zibaldone Ambrosiano
88 sup.
f.
105V (ex
libris
Cornelii Taciti)
r incendio di
Roma
di
{Ann.
XV
38-44);
ma
2^.
anch' egli
venne
in potere
un testo
intiero,
quello
Gud.
lat.
118)
MCCCCLXI
il
XXVIII
sept.
D. L.
(2).
Anche a Napoli
c'era
un Tacito presso
I,
Valla,
il
II
IV
contro
Fer-
(3).
rara lo citava
Angelo Decembrio
(4).
(*):
Reco da
quod ea
cura o-
pus
est,
ac
si
meus
et
usu
tamen
mihi pol-
(i) Voigt,
(2)
Wiederbelehung
I^
251
n.
i.
n.
4422.
(3) Vallse
Opera
p.
475
p.
(Tacit.
Ann.
XI
29); p.
5);
516 {Ann.
531 (Ann.
XV
XIV
67)
47;
p.
p.
Hist.
(4)
73;
Ann.
XV
6); p.
XIV
49).
A. Decembrii,
Polit. liter.
Corneliorum opera,
Taciti
II,
et Nepotis,
(*)
omittenda sunt.
la
Comparve
prima volta
in
Museo
f.
di antichit
class.
1887,
97.
j.
lACli.).
253
de qua ad
te scribere decre-
liceri
possim. Nani
cum
tanto huiusce
rei,
vi,
me
concitari
sen-
tiam, concedes nonnihil, ut opinor, cura ben i volenti se nostrae tura audaci
desiderio
meo
(i)
homines
affectus
Sed iam
Cum
itaque ego et
dem
quam
is
liber
meduUas nostras
iufluxerit,
adeo ut
minima
sit.
eius videndi
futura
Quamobrem da operam
equidem
Nam
ardo-
illius
messem dedica-
bimus
(3);
quod
te
Nec
illud
Nam cum
uti
illae
parura
si
iudiciolo
meo
viderentur,
putavi forc,
si
ex hac re aliquid
non
illuni
librum apud
me
habere
quam quantum
tibi
commodi
fuerit.
si
Ego enim
eas orationes a-
apud
te essent,
non
diligen-
tibi
non
displicuisse
gratum babco.
Nam
etsi
sat
sordi-
magnum
praeclarum
videatur.
Habeo
et
pleraque alia
quamprimum
Aretino
viro
collcgero, statini ad te
illustri
me Leonardo
et
senatorio
(1)
hoc
quom
cod.
cffd.
cot/.
(2) rentrnxeris
(3)
dedicahimur
?
(4) quonj
54
*<
^ABHADlNt.
carum
effice.
que tuum
in
La
tre
il
Non pu andare
il
ol-
1444, perch
Il
in
quel!'
anno mor
Bruni,
qui
supposto vivo.
tempo due
soli
si
Lo
scrivente
dunque un alunno
di Firenze.
che
s'
indirizza a
un amico
Di
pi
non m'
lecito affermare.
sulla divulgazione di
Ta-
scriptor in
nascentes
Quomodo Tacitus historiaru7n hominum memoria versatus sit usqiie ad reliteras saec. XIV et XV, Progr. di Wetzglar
Nolhac Boccace
XII,
et
1888, 42-43; P. de
Tacite in Mclan-
ges d'archol.
et d'kist,
Rome
1892; F.
Ramorino
E.
Rostagno
editus,
XVI-XVIL
* *
(*)
Nel Med.
delle Hist.
II
passo
I69-75 da
et
bilem imperatorem
il
a incertum
il
il
lib. I
86 e apriva
II 2
i
da
inopia
si
Rhodum
passi
sono conservati
(*)
quando
XI, 1903,
Comparve
la
prima volta
iii
class.
204-211.
3-
AGITO.
2^5
ancora
li
conteneva e da uno
\x?>c\t'.
a.
V editio princeps
Venezia
Spira.
tra
il
1469 e
il
1470
da
Ma
al
sti
(i):
ci fu
si
Venetus, intorno
infatti
quale
*
l'Eme-
Taciti
Ep. II
Venetum 12 La
'.
ad
Cic.
biblioteca di S.
Marco a Venezia ha
delle
presentemente e
opere maggiori
sarione
(v.
sopra
252).
Ecco ora
la
testimonianza di
si
legge nelle
suarum
12,
V Epist. fam. II
Nam quod
apud Tacitum
pulvinaria
lib.
xml
nuntur
(e.
12):
supplicationes
apud omnia
utque
mendum
'
est;
nam
Marci bibliotheca
(3).
est,
Quinquatrus
est
non
Quinquatria
Il
cod.
XIV
12
d quinquatrii,
non
vetustus:
desi-
che fu preso
un so-
dii'i
Marci
bibliotheca
non
p.
Cfr. C.
xvu.
(8)
(3)
Lagduni 1553
p:
33.
La prima
editione usci
il
1536.
il
XV
l'ed.
il
pr.
quinquatri
2^6
R.
SABBADINl.
dobbiamo
Marciana
scorg-ere la
di
Marciana
la
di
Venezia, sibbene la
il
Firenze,
il
E quello
esso
(i).
dal Vettori
lui
e in
si
approvata
oziosa
quando
al
si
sian prodotte le
due lacu-
ne nel Medie.
scurati.
II;
Tre ne possiede
la
5;
uno
Nazionale di Napoli
IV C
21; parecchi la
uno
il
la
di
Museum
uno
del 1452
su
(p.
del 1461;
Vienna
uno
uno
la
Malate
stiana di
Cesena XIII
sin.
il
5.
A
XV,
F.
questi va aggiunto
sec.
XI
au-
Nam
(i)
Il
Valerium Asiaticum
'
{Ann.
XI
i ).
I titoli si suc-
Cod.
e-
p.
XVI).
p.
IX-XVI.
3-
TACITO.
257
cedono
termina
allo stesso
*
modo, dal
in
libro
'
XI
al
XXI.
26).
F. iSgv
Fabianus
*
pannonia
{Hist.
Indi la
sottoscrizione:
exemplari transcripsisse
Malate-
novum
ita
scripsisse
per transcripsisse.
la
E
il
neir identico
lib.
lacuna tra
lib.
il
fine del
XVin
HisL
II
Parmense nota
(f.
134):
nem
signes
Il
Valeas
annotaveris
(i).
Malatest. ha queIl
Parm.
fu scritto nel
f.
1452,
come
ta marginale al
Cremona
condi-
MDCCXL,
riminum
et
Beneventum
aedificantur;
MCCCCLII
le
Resta con
il
ci assodato
1452
se-
Medie.
Il
aveva patito
due perdite;
il
Parm.
L' identica nota anche nell'apografo del Dccembrio, con queste di-
1958
f.
novuntt sciai
me quantum
non
est
ncque pessisfium
neqtte mendosis"
snum. xXo?
OecJ)
ortu Sahatoris
MCCCCXL Villi.
R. Samadimi,
7V//I
iatm
17.
258
R. SABBADINI.
manlibri;
XVII
nella
successione dei
non
man-
canze:
151
alle
169 {Hist.
IV
55.********
* *
Sed im^j-
mensa]
hic deficit;
f.
* * *
Ingressus] hic
^J.
deficit;
<j.
Qui non
si
trat-
ta
veramente
lacune,
ma
di
due
trasposizioni,
in
ivi
la
prima
seconda
IV
46-53, che
vennero
182,
avvertite con
illib.
un segno. Finalmente
il
dove termina
IV,
sed non,
nisi
et
si
ut videtur, loco:
Neque
II in
IV.
mano
stessa del
f.
57V
(Ann.
XIV
f.
pellatur;
eosdem
brogum
Cita
latini,
p. e.
alcune
frasi di
cerone
dello
in
una
lettera
Pseudo-Seneca a Paolo:
67 v (Ann.
XV 39) eo
tempore Nero] Seneca ad Paulum apostolum (XII): insulse) quatuor Centum XXXII domus et ins (sic diebus pausam dedit. sex arsere, septimo
j.
tAClTO.
259
ricerca,
cod. Parlib.
migiano descritto
I
(-il
P) con
la
e tra
il
lib.
il
due senza
le lacune,
princ.
(=
e).
L ha
correzioni di
si
XV
(m.
2),
del copista.
4*
Mi restringo alla collazione i 8, ponendo a base edizione del Halm, Lipsiae 1897.
Servus
e
Galbea L
lunius
\
P\
2 cossules
erant corr.
m
e
I
erunt
dccc^*'* et
\
XX P
3 retulerunt
P
\
niemorabatur
5 bellatum est e
potestatera
ferri
ad
unum
illi
inscicia
2,
8
j
aliene
P P
\
con\
ase
sentand
I
adverseris
12
fedum
corr.
P e P Pe
|
g fensos L, infensos m.
infusos ^
10 ambitioni
13 Octo
14 Vespesiano
Pe
incoatam in incoha|
tara
Z
I
6 nec
liccat
P
P.
e
9 foe-
licitatc
1
Z
I
20
2,
aggredior
P\ opimum
casibus]
\
plenum
2
variis
casibus, in
discors om. e
scevum
in
quatuor
Z
(
3 plcrunque
tcs
Z,
4 prospere in
orientem
adverse
occidentem
tcno
m. 2) returbatum
e^
dente
rcs:
turbatum
Illiricum e
nutantes ex
mut
inos
Z
/..
6
in
Brie,
tanni Z,
rhosolanot
P
(di
nia m. 2
\
missa cohorte
/'
e^
P\
in
/
\
.
iiosl
in
Sarmathanun
e
\
sarmaritarum
rum Z
/',
lubeornm
7 gente Z, gente
m. 2
\o
dachui.
r,
dalub
/'
|
9 cladibus
ex corr.)
seculorum
P\
afflictn
Z
\t
baustn
Z
\\
e,
/'
e
foecundissima Z,
\
ecundiftftimau t
et urbi
P
Z
|
incendiis om.
cerlmoniae
!.
# /*|
13
cadibu <
200
m.
si
R.
SABBADINt.
2
i
I
\
scevitum
17
I
15 et otn. L, add. m. 3
aliis
16 premia
P\ quam quae.
(
quum Z
seculura
e
\
procuratores e
(s
20 oppressit
3,
P
L
par
2
e e
comitates
snperscr.)
sequutae
P
\
te)
audientes
P
\
fideles
P P
\
\
6 tole\
ratae (et
om.)
8 fluniinum e
tristicia
trocibus
IO magis vetustis
L
de
e e
iudiciis
L L P
\
unqiiam
approbatum
P\
Il diis ex corr.
\
L
e
m.
2,
securitatem Z, securis m. 2
secu-
ritatc nostra e
esse Z, del. m. 2.
I 4,
caetenim
L
io
P
leti
que
|
P
7
3 orbe terrarum
4 egrum
e,
P
e
\
plerunque
Z, arch
Z P
causse
\
qu Z
modo
(?)
e,
om.
9 archano
arcano
u-
P
I
m. 2
P, ex
1
laetius
corr.
m.
2,
laetius
\
surpatam Z, usurpant m. 2
libertatem
^ /*
|
om. Z, add. m. 2
12 inte-
gram Z,
15 quis
I
5,
corr.
I
m. 2
13 annexa
[
decus Z*
16 moesti
^ Z*
1
imbutus
magis arte
impulsu
e,
"^
\
traduc-
tus ex traductiis
ligit
(?)
Z*
]
4 promisse
e
\
\
premiis
\
proomiis
(
intele
Z'
I
Nimphidii
\
8 agitar
P
|
Nimphidius
9 et
12
IO plurisque
I
P
Z
I |
neque
P
Z
il
avariciam
laudati
P
Z*
militaris
cselebrata
angebat ex aug
e
coaspemantes
|
13 quatuorde-
cim
I
^ Z*
assuefactos
15 galbe Z'
16 militem] principem
17 caetera
I 6,
I
L
j
e P.
lunius
^,
^jc
Julius corr.
3 galbe
4 Ciconio
L
\
Varone
e
I
Nymphidii
6 sotius
P
|
tanquam
innumeri
P,
o.
e
|
P
1
7 mil-
Hbus
e
I
9 formidolosus ex formidul
^
|
1 1
2 Illirico
promissosque
\
13 albano
14 ceptis
csepto
Z, consiliis
\
a caepto m. 2
ni ex corr.
m. 2
i^ prono Z, prona m. 2
audienti
P, audenti
7,
I
m.
2.
Capitoni
2 cedes e
I
nunciarentur
\
^,
nunciaretur Z*
\
in
A-
frica res
dibie)
3 Harebonius e
\
garuncianus P, Gu-
nitianus e
4
\
quum Z
avaricia
e
familiam e
|
cseptaret Z, ceptaret
6 haberen-
tur
i
aut e
fedum
cognitione e
I
posquam
mpellere
L
g
1
f)
nequierint Py nequirent f
ad
Z*
|
io an corr. in
ac
Z, ac
tf
1 1
cjeterum
Z*,
caetera
2 cedes e
,
sinestre
prin|
cipe
Z*
I
premunt. lam
|
afferebant
14 avide
Z Z
15 tanquam
^ Z*
17
irrisui
ac fa-
3-
TACITO.
261
stidio
I
Z
I
e,
et irrisui et
P P
| \
P
2
assuetis
iuvente P, iuventute
|
e.
8,
taiiquam Z, om.
aniniarum Z, corr. m. 2
e
\
fit
Z,
fuit
m.
\
2
5
Hispanie preerat
3 Ruffus
j
4 domino
e P, e
dono
L
%
m. 2
imposterum
e
I
proxirae
\
6 germanis Z, romanis
P\
germani
L
2
<)
solliciti
corr. in soli
I
io raetus
e,
raoetus Z,
metu m.
|
tanquam Z
P
Z
partis /*
voluisset e
I
i^ quaeri
|
e,
Virginio
e.
amiciciae
16 etiam om.
esse]
eum
tanquam
Le due
semplari,
lacunosi {P) e
non
lacunosi {L
differenti e-
ma
di cui riproduco2,
no
eSj
gli errori
3,
p.
e.
2,
6 missa cohorte,
et,
io ur-
IO
magis
di
vetustis, 5, g
7,
13 praeminuit iam
(premunt
vergenze
un tentativo di emendamento).
Le
di-
tra le
due
,
b,
14
m. 2
e le seguenti di P:
5,
7,
/;/
rhosolanos, i, 12 cmnltantes,
6,
12
2
coaspcrnantes,
nuntiaretur, res,
5,
7,
16 principem^
13 premunt.
11
innumeri,
Avvennero anche
7,
contaminazioni tra
8,
le
8,
due famiglie:
12 voluisset
12 principe
e).
{P
e)t
Romanis (P
e),
{P
Ma
la
prova
biamo
nella lezione
8,
4 domino,
comune a
o X\'
tutti
gli
ra-
sura da una
mano
del sec.
XIV
orinai driiniuva-
il
testo
famiglia
non lacunosa
in
ci
con-
202
R.
SABBADINI.
nell'
archetipo.
E non
basta;
siccome
ta,
non
qua e
sec.
XV,
il
gli
famiglie,
confrontare
misurare
grado
anche
di fede
in
che meritano.
si
bisogner determinare
qual tempo
formarono.
La non lacunosa
del
all'
apografo
Boccaccio; la
da mani del
XV;
cos p. e. la lezione
2,
plenum
nata
II
di quelle
plenum.
Meno
importante
ma
utile
sarebbe poi
di stabilire
proponesse
un termine cronologico
nime, che
al
s'
alle
anteriori
i,
infensos;
3,
res;
6,
integra;
fuit; 8,
io metu.
3-
TACITO.
263
Opere minori
Le scoperte
Per tracciare
la
di
Enoch da Ascoli
della
(*)
storia
scoperta delle
opere
spondenti di Guarino,
le quali
formano
la
ragionamento.
I.
Poggius
juidam monachus
(i)
Nlcolao
s.
(2)
amicus
me
misit litteras,
quas nudius
cum Novella
Ioannis
Andreae vel
tum Speculo
Inter ea
tum Additionibus,
volumina
viflcbis
et
nomina librorum
et aliqua
illa
mittit interclusa
....
est lulius
Frontinus
inventarium
et quaircs
volumina
reperiri poterunt
et
commodo
Spcculum
pretio. Libri
et
ponentur
in
Nurimberga, quo
deferri
debent
Additiones, et exinde
magna
advehendi.
alii
Ut videbis per
rcstant; scribit
enim
in
hunc modum:
'
de no-
placcrent,
inveni
'
multos e
.
.
Komae
()
die
in
la
novcrobris (1425).
Comparve
prima volta
in
Sfu(/t
ital.
JiloL
class,
VII,
1R99,
M9-13ri)
i>
s
i^i</.
(2) (Juetto
monarn era
di
HemfeUl.come
risulta
da
altre lettere,
"
-,
266, 268.
264
R.
SABBADINI.
IL
Guarinus
(i)
p, d. (2)
Tantopcre tuam
rusticura fatear
in
me
sit,
pietatem accumulas, ut
me
vel
ingratum vel
opus
cum
te
possim.
Nec
est ut te deterream;
me
supra vi-
res postulas;
tibi
animum
tibi
(3);
reliqui,
quod
non impertierim
gratae
me
mihi
Quam
autem
tuae
fiant,
traho sermones
(5),
(7).
(8)
maiestatis pristinae
(9)
dignitate
quae observantiam
quandam prae
se fert, ita
quem
mihi
cum
suavitate mi-
(i)
cfr.
lat.
2 557
p.
f.
126
(=
w),
R. Sabbadini, La
sensc di
(2) s.
{3)
Ravenna 419,
p. d. om, VI.
e.
17
(=r
e).
impatierim
(4) dulces
m.
e, e.
(5) sermonies
(6) palpitare (7)
persuadeo
om. m.
e.
(8) et
(9) observantia
e.
(io) invitent
e.
e.
(12) dulcissima
e.
2.
TACITO.
Tacitum ipsum
affari
265
{2), Plinii
rabili
affers
si
Cornelium
(i)
mei amicum
ille
detar
Quid Cornelius
Cd-
nomine
me Benacus
et
ilio
(4)
huiuscemodi
sive
sedare
ardorem
nequeat.
Voluminis raagnitudinem
litterarum
auditum
nomen
tantaleara in
me
!
felix
Nil vidi
quod (io) ad me ex
ingenio mi-
et ipsos execror
(u)
ta-
bellarios,
quorum
in
vices
intercipiuntur (13).
istuc re-
Non possum
scribendo
morem
Ego
perem pr pulcherrimo
et
cum
referre
non possim,
mca
Veronae
XXVI
e.
ianuarii [1426].
videndi audicndique m.
Bonacus
e.
m
e.
e.
primum om.
m.
(7) scttum
'8) et om.
m.
9) divini ingenii m.
'IO)
quml
hic dtsinit m.
V /hrninf>J,fn,^,fti(
,l..|
I' .11.
.Hill
13) obnCCffir
e.
<I3) intercipiuat
(14)
redditunu mitius
e.
di
Guarino
Trento del
1426 per
266
R.
SABBAUINI.
m.
Guarinus
(
i )
s.
p. d.
Posteaquam
alteras (2)
et ornatse
....
Veronae
IIII
IV.
Antonius
(3)
s.
p. d.
Verum cum
libello
virum simplicem
sentientem animadverdistrahor,
praede-
cum antehac
quod
nulla
mecum
amicitia,
me quidem Hermaphroditum ad
(febbraio
meum....
Ex Bononia
1426).
V.
Aurispa
(5)
s.
p. d.
Credideram
quom ....
La
data
come
(1)
si
Per
questa lettera
cfr.
data p. 68.
La precedente
Per
le fonti di
(II).
(3)
(4)
questa lettera
cfr.
R. Sabbadini
il
op.
cit.
n.
127.
noti-
Questa
dopo che
Panormita ebbe
al
Guarino dava
Lamola
il
suo giu-
dizio
(5)
17V.
3.
TACITO.
267
VI.
Guarinus
(i)
Aurispae
Superiori tempore
s.
p. d.
cum fama
referente
(2).
....
Veronae
(1426)
(Risponde
Panormita).
alla precedente,
associandosi
all'
Aurispa
negli
elogi del
VII.
Antonius
(3)
(4)
p.
d.
(5)
(6)
facit,
ad
me
litteras craisit
adeo suaves
suas
illas
esse nescius
fuissem, aut
musarum
aut certe tuas esse iuravcrim; in quibus plura quidem, sed illud praeci-
te sibi redditas
epistolas (9)
XV
(io) kalendas
(i)
f.
165.
(2)
Le
lettere
in
Giorn. star.
!*'.
'''
Siippl.
6,
103-6.
^l)
Cfxl.
Marciano
iat.
XIV
221
f.
95
(=
e).
w),
>
cfr.
Barorzi-Sabbadini,
,\a
..c,>
..
m^,.
..^r
Claascnse 419, 8
f.
3 {=
viro om.
('
m.
(5) P.
(6) freqncns
m.
(7) migit
(8) et
(9)
m.
m.
lettera
U
V
VI.
(10)
m.
368
R.
SABBADINI.
aprilis
meorum
meque,
quod plurimi
mihi
licet,
facio,
re subgloriari
qui,
acri
ne
otiosus
quod tuo
magnoque
iudicio
(3) debuerit.
Ea
res faciet
de
me
pectore ad studia
furor est, et est
excitasti;
summae
quidem
laudis
incumbam.
non
Nam
siquis in
me musarum
vehementius
fortasse
officio
parvus, tute
illum
tibi
pr quo quidem
modo otium
ciscamur.
Hoc
sum
hactenus.
Quod
sequitur et
tibi
voluptuote coe'.
(4) erit.
Verum
pridie
quam
(5)
iuvat abs
nam
igitur
illam
spondeo
Est
penes
me A.
liber,
libri
ut
nosti,
diutissime
sim,
arbi-
Eo, tametsi
dominus non
est,
me
et
dominum mutua
dominus,
meo
Commiserat
id librorum
cum iamdudum
mulieris
ex
(6)
Sena decedere
bissimae.
Helencae
impro-
novi, mirifico
quodam
desiderio tabesingularibu
aliosve
compluris.
obtestatus
Eam
sum,
ob rem
uti
libri
dominum
exhortatus, maiorem
in
modum
vel mei
re-
At
ille
mandat Helencae
dii
uti
depositum ex
ficto
quam
perdant,
magna voce
vultu
depositum
inficiata
est;
est
(i)
nequc m.
effunderem m.
e.
(2)
(3) probari
quid
e.
e.
(6) et
(7)
nectum
e.
e.
(8) et
i.
TACITO.
269
iure nostro,
fallaciis,
illa
restitueret.
capti vitate
reversum
et
hautquaquam
(2) expri-
merem quantum me
littera,
oblectaverit (3) et
affecerit.
membranarum
et
quasi
se fert.
est atque
F. Quintiliani
est,
institutiones, totum-
Integrum
circiter
(5),
omni
',
ne
'
quid
Aenea
'
dixerira
'
laceras
iam
parce sepulto
insana carnifex
iuverit sanaveritque
postpositis
legum ac humanitatis
legi,
studiis,
piane
cum animi
iocunditate;
rissirai
dulcis sonora
generaliter
contendam ne
in
quidem
Ciceronem
hoc
genere
rii.itcriae
ornatiui
Tu mequanad-
cum
male vaticinor,
ut
cum
legcris
postramae perfidae
e.
(2)
autqoamqaam
e.
e.
(5) elencam
e.
i70
mirere: in
R.
SABBADlNI.
summa
nihil
fias
ex oratuus F.
non memineris,
hic
ille
est,
quem
secutum
non
(X
i,
124).
afficiat;
nam
isque
parato,
qua
in re tu
me non
audis.
Compertus
liber
est
Cor. Tacitus de
lulii
origine et situ
incipit:
*
de vita
Agricolae
qui in urbem
Romam
inducuntur;
et est litteris aureis transcriptus. Item eiusdem Frontonis liber alter, qui
in
hunc
modum
'
iniciatur:
Cum
tionem exigat
et caetera (2).
Et inventus
is
Saepe ex
me
Hi
requirunt
et caetera. Inter
quos
de grammaticis
'Grammatica Romae'.
alii
mauibus
fortasse qui in
ob hominum ignaviam
desuetudinem abierant
(5)
ilio
autem ad
me
proxi-
me
et
eris,
illustris-
simos habitvirus
iocundum
scilicet
necne;
procul-
dubio tuus sum integer, non animam quidem excipiens. Item vale.
Ex Bononia quam
aqueductus
(6).
(i)
(2)
e.
Pi accuratamente
descrtto
il
rium
monaco
di Hersfeld.
micium
e.
e.
manus
e.
VI, a cui
il
si
allude, scritta
da Guarino
28 febbraio, fu recapila
tata all'Aurispa
presente nell'aprile.
3.
TACITO.
271
Vili.
Guarinus
Unas abs
Quid
( i )
Veronensis
ci,
te litteras (2)
Earum
sane recordatione
et
stipulari
vis
ego
me ipsum cenandum
'
appono, tu
me
'.
vescere et tuo
me
'
utitor arbi-
tratu
re,
Quod
autem
si
praesentis intueri et
deo-
ita fore
minime despe-
quando Elencham,
idest
improbatam muliereni,
augurium. Hui
!
felicitatis
harpyas
omnis
Quid
et
sibi
cum
quae
tot
Scd
rorum
ut
illustrium vi*
duce cognoscere
et
venieutum
discere vultus
tatis
Nunc
iuvat vivere,
cum
et tua benignitate
meos quantara
igitur
dum
vita
ut
eum
meliore lapillo
numerem
'
et
modo
praestet.
Quam
Tu
vale
mea
suavitas
roeumque corculum.
Ex Verona
Cod. Clasienie
lettera
4iv,
IV.
VII.
iy2
k.
SABBADlNI.
IX. Guarinus
. . .
(i)
lohanni Lamolae
....
satis
s.
laetitias
cuius
X.
Guarinus
(2)
s.
....
Is
nec du-
et forensium,
ocalos pervenerit,
eum
inter
....
Ex
XI.
Poggius
(4)
Nicolao
s.
dixisse
plurium voluminum
hunc
afferens inventarium
plenum
verbis, re vaeuum...
a-
libris
cognovisti. Mitto
autem ad
nunc
partem inventarii
sui, in
quo
describitur
volumen
(i)
(2)
(3)
(4)
f.
130.
f.
f.
153V.
j.
TACITO.
iy^
cum
sint
res
satis
magno
cidi ex
verbis suis
Ammianus
num
Tullii
... et nonnulla
illa
alia
opera
Peto autem
deferri
kal.
....
Romae XVI
(1427).
sin dal
Roma
a Poggio
(lett. I)
una
Gerdif-
grande scoperta
che giacevano
tutti riuniti in
un
sol
monastero
di
si
in loco
simul
sunt).
La
notizia
umanisti:
il
Poggio
Niccoli
il
a Bologna la seppero,
il
diversa,
Panormita e
Lamola, che
VII, Vili).
(II,
Le
parte di Poggio e
nella sostanza tra
da parte del
loro
Panormita coincidono
talch
con
p. 4-5),
si
tratti della
medesima
d
scoperta.
Come
Ilersfeld
dato
il
da Poggio un monaco
n.,
XI),
da
Roma
che
il
Ma
noi crediail
mo
monaco
vero
scopritore o
almeno non
primo; perch
ci
par pro-
Capra
in
Germania
US.
274
^-
SABfiADlW.
nell'anno 1421
(i),
quando
egli
si
trovava col
ai ser-
Capra parla
(2),
ma
il
Capra era un
da
lui
uomo
stesso,
le
fede.
identificare
due
come
historici e
che
storici
prin-
cipali autori
Am-
E
il
il
Su questo punto
fa ca-
convento
di Hersfeld,
perch chiama
hersfeldese
il
monaco
scopritore;
noi ne acquistiamo
i
la certezza considerando
che tra
codici
e'
era
Amal
Capra
fu in
luglio
1418
1421
sulle
4601).
*
De
scribis laetatus
sum,
si
tamen vera
sunt. Est
enim
res digna
verisimile.
triumpho
fit
Nam
ar-
chiepscopus
is
homo
est,
qui
si
quid
tale reperisset, et
secum asportasset
certis
Vereor
autem ne audita pr
virum
solet.
Quid
tu putas
tantae dignitatis
difficultatis
illis
ha-
libros,
cum
illos
?
postulasset ab
ona-
Illis
quidem loco
beneficii
apud imperatorem pr
se intercedere
potuisset
....
Si tales
historicos
....
Londini die
iunii
'
(1422).
3-
TACITO.
275
Hersfeld
(i).
La prova
perentoria
ora fornita
dal
p. 4).
cui ci
tramandano
il
titolo
Poggio e
mero,
Panormita, non
sommano
a un gran nu-
ma
le indicazioni,
tunatamente precise.
Ne diamo
di
prima deca
allora
di Livio e le orazioni
Cicerone, opere
ben
note;
Ammiano,
di cui
opera nota, e
ignota;
Tra
tutti
questi autori
modo
l'attenzione di
Poggio e ad esso
ma
con
risultato
al Niccoli
che
cito
il
monaco tedesco
poi pi nulla.
era tornato a
Roma
senza Ta-
(2):
Due
due
cardinali,
Cesarini
pontificia,
quegli
in
Germania, questi
in Francia, affid
i
loro
un
il
non
(I) Voigt,
(a)
D* WitdtrbtUlmng
'
d,
class.
Aiterthums
I* p.
242.
libro (Tacito)
Romae
XXVI
1428
'
(=
1429).
76
fe.
SABBADI^t.
ma
d' uil
di
Enoch da
Ascoli.
in
Oriente,
ricevette
data 30 aprile
di
1451
(i),
Eu-
ropa a cercar
nell'
autunno
infatti dell'
anno
con-
medesimo
si
pose
in
cammino, prendendo
la via
a Giovanni Aretino
(Tortelli):
Gregorius
(2)
me
hac
iter
salutandique gratia.
Cumque
summus minoresque
Ut
in-
quam
ais
pars animae
ut
Mecenatem
inquit
nosti pauperes
ad
rei
non ignarum
Valet;
talibus
libenter
opitulari.
Sed
nam
divites
pauperes male
sentio.
Sed quo
te agis
Wiederbeleluvg
II''
200 e
in
Arch.stor.
ital.
XX,
180.
f.
118 (autografo).
3.
TACITO.
277
uarravit quaeren-
Et simul
raihi causarti et
Tum
multa de Graecia
de Constantino1451.
unde barbatus
rediit....
Verone
XXVUI
octobris
nel dicembre,
Enoch
era
Danimarca
(3),
di dove, se
crediamo
al Filelfo (4),
Augsburg- e
in altre
citt,
mente
Roma.
dal
di
Sidonio A(6);
Maecenatem
mo-
De gramm.
il
etrket.{'])y la
Germania e V Agricola
toribus
(8);
di
Tacito e
(v.
Dialogus de orap.
da Fulda T Apicius
sopra
(9).
c)\
dalla
cattedrale di
Augsburg
Porfirione
Altre opere da
(i)
cfr.
Daciam
Daniam
(sopra p.
7):
e cosi spesso
nel
medio evo,
Hefele, Conciliengcsch,
VP
58.
(2)
Ci conferma
la notizia del
viaggio di
Enoch
in
Oriente,
cfr.
R.
92.
G. MancDi
ibid.
(6)
(7)
V indole
e t
e gii
Ro-
ma
1893, 30
Su
onio
il
^8)
Per
la
Germania e
cfr.
Dialogus abbiamo
la
mania des
(9)
7'acitus, in
L'esemplare trovato
Augsburg
fu ivi
mostrato da Enoch
al
terlin, cfr. P.
278
R.
SABBADINI.
Enoch
riportate, senza
che
si
conosca
(i)
il
luogo del
rin-
e \ Itinerarium
Ma
molti pi autori
e'
erano nelle
citt
visitate
da
si
La cosa pu
parere,
anzi strana; e
Il
breve
diceva:
Nolumus enim
ripiatur^ sed
tantummodo
Ma
nel fatto
pie,
non
le co-
almeno per
codici di
Hersfeld e di Augsburg,
copisti.
tali
monasteri
le forse di
alle biblioteche
Ritornando
mente, dopo
vati,
ai codici hersfeldesi,
concatenazione
molte questioni e
non sempre con prudenza, sul proposito, la continuit dei fatti, congiungendo tra loro le scoperte del
Capra, del
monaco tedesco
e di
Enoch
e riferendole
che esisteva
Roma
il
fu ve-
Era
Decembrio
e
1450;
morto
Comparve
la
prima volta
Rivista di filologia
XXIX,
1901,
162-4.
3-
TACITO.
lyg
Niccol V,
vi
continu
l'ufficio
po sotto
egli vide
il
il
scrizione,
nuovo codice e ne diede la seguente deche sta scritta di suo pugno nello zibaldone
Ambrosiano
f.
88 sup. sec.
XV.
Rome
visus 1455 de Origine
112.
et
Comelii
taciti
liber reperitur
Rheno
Opus
est foliorum
XII
in
num
pertum
medium relinquam
".
Utitur autem
comelius
si
hoc
vocabulo
" inscientia " non " Inscitia " ( 16, dove per
legge inscitia).
lulii
quo conet
ritus.
dcscriptio
Britanie
Insule nec
antiquitus
etas
usitatum. ne nostris
ommisit
".
Nam
Agricola
posteritati
Sepe ex me
requiris
cur
cum
bata vix
nomen ipsmn
in co-
nam
".
"
".
quam
ingentibus
prosf-quuntur.
tr.^itiirc
Cum
finit:
Deinde sequitur:
folla
" rem
luo
nihil
abicctum
*'
humile
cum
dimidio. et
" Gramrudii
nedum
in
honore
allo erat.
(1)
<2)
M.
Borsa,
PUr Candido
Aveva cominciato a
scrivere surr-
MA.
280
scilicet ac bellicosa
R.
SABBADINI.
sciplinis
vacante
".
lictores nimias
laudantium voces
vincie redigeretur.
M.
vocaret
Regum
finit:
columnello
Videtur in
ilio
Gram-
si
le quattro
opere
era: le
due
il
tacitiane
prima
(la
Germania e
1'
l'A-
gricola), poi
ordine
p. 4-5):
ce ne forniscono
la
riprova le
troncava non
la
pagina,
ma
a mezzo;
caduta
di
qualche foglio,
ma
per trascuratezza
dell'a-
manuense o per
da Milano
in
difetto dell'esemplare
donde copiava.
io spedii
data
15
febbraio
1901
alla
Rivista di
filologia. In essa
Roma
non un apografo
ma
proprio l'archetipo.
la
mia
solenne
Appena
un anno e mezzo pi
tardi,
3-
TACITO.
281
U Agricola
da
C.
Annibaldi {L'Agricola
Germania di CORNELIO
Tacito
Ballearli
il
MDCCCCVII),
CORNELIO
Leipzig,
latino n.
della
bibliot.
-
del conte G.
edizione diplomatico
critica,
Harrassowitz,
MDCCCCX).
Le due
l'una del
descrizioni
dirette
l'altra
del
del
codice
hersfeldese,
Decembrio,
nel
Commentarium del
Niccoli
Decembrio: e
all'
si
vede
osservando
che
so-
questi
incipit
aggiunge
Ne
ci
no pervenute
del
in condizioni pari,
perch
la descrizione
Decembrio autografa, mentre quella del monaco ci fu trasmessa nella copia di Poggio o del Niccoli e per giunta in una stampa malsicura. Ma un confronto dell'una e dell'altra
utile.
pu
in
ogni
modo
d'
riuscire
Nei
titoli
delle opere
vanno entrambe
accordo:
Tranquilli de
gram-
R.
SABBAUINI
maticis et rhetoribus;
De
il
De
origiet
ne
et situ
Germaniae
il
Decembrio, De origine
situ
Gertnanoruni
monaco,
dove
la
leggera differenza
nell' incipit
delle sin-
12 per la
per Sve-
tonio.
Disaccordo
il
nel Dialogus, al
monaco assegna 18 fogli, il Decembrio 17 -\- duo cum dimidio). Tal differenza sar nata da distrazione del monaco; il Decembrio affida di pi, per aver riferito sul numero dei fogli che precedono e di quelli che seguono la lacuna. Ma il Decembrio attribuisce il Dialogus a Tacito, il monaco non
quale
(cio
XIIII
due
sin
il
nome
Panormita
est,
et
ut
on-
amu s
la
Cor.
Qui
te del
quale
si
lasci sedurre
da
si
1'
ipotesi
modo
vita...;
\) Cornelii Taciti
de
origine....;
2)
eiusdem de
3)
ceva
il
nome
TACITO.
283
perti
Antonius Panhormita
Theodorum
tuum,
ci.
v.
Ioanni Aurispae
(i).
(2)
quem
apud
.... Tu
vero
.
si
.
me
;
audis re-
gem
cooptaberis
. . .
Apici um coquinarium
tuus,
et
Caesaris Iter,
tos
ut refert
Theodorus
Romamque
perductos
....
scripsimus, ita accipe ut nisi versit,
Quae de
sibus
Caesaris Itinere
sit,
compositum
lulii
Iter
non
ratione Iter edidit, Julius cannine (3); Antonini vero Iter (4) iampridem
et
nos habemus
....
la
ricover da
Roma
a Na-
re Alfonso,
mendatizia dell'Aurispa.
cente: perri
l;i
Il
li-ft-T..
() Comparve
363.8.
(,) Cav\
TVA
la
prima volta
in
Museo di antichit
class.
ITI,
i88q,
11'
I
I
"'ii/w....-
.li
Venc-
IS53
(2)
Teodoro
(laza.
3)
Gir. Suct.
titolo
yul. 56.
(4) Il
284
I^-
SABBADINI.
Aurispa
s.
d.
Quod Theodorum
caris, officium
(2)
bene
et feliciter
collo-
tuum
exercuisti,
bene-
quod
non
in
maxime
regi erit,
ad recuperandam
enim atque
pue
egebit,
Theodoro aptiorem
inveniet.
Scribam
et
monebo hominem
non enim
in
minus quam
in pace utilis
Graecus
iste {3)
me
et
non
in
Nam eum
locum
mendicandum mihi
emolumenta
creavit,
aut
hinc migran-
ingentes,
nulla.
Hic pontifex
quum
unum
et
ferme
Omnia
sunt
ita
confusa ut quid
fiat
nus
si
Romae
totam
hyemem manere
si
cercior fieri
non
possera,
spes
saltem esset
dignitate
mea
et
modo
minus
laute. Scio
quantum
si
calamitatis
senem
ferat,
praecipue
ita
Ego
vir
dare deum
cuncta
aliquid
eius
amo
observo
et colo, ut
pati
velim ad eius
facere
animum
aliqua
parte explendum.
sit;
Atque utinam
queam quod
nomen
fero.
Ap
(1)
pauperem
coquinarium
14.
quem
et legi;
f.
(2)
Teodoro Gaza.
j.
TACITO.
285
Nam quantum
hic
ad co-
omne pulmentorum
et
voluptuosius
perficit,
quam
cum
certe
den-
etiam
viris sine
dentibus sapide
molliter et condite
non versu.
Porph irionem
attulit,
qui
mihi magis
aestimandus vi-
quam quicquam
invenit et
Romam
si
perduxit
ad vos mittam
suis.
Putat enim
hos
libellos regi
se habiturum, ad
Romae
et
dar
cquestris ordinis
s.
domino
Antonio Panhormitae
Multo ardentius contentiones
scriam; et
(i)
fugi et lites
quam paupcrfafcm
et
mi-
omnia
quieti postposueram,
vir,
quam quum
qnem optimum
me
solicitat.
Frater
quum
st
dedit; et
duo-
me non
mea
abscntia ad futuram
nuliius aestimationis
forte
memoriam
unum
loqueretur,
qnem ego
ali-
nunquam
viderim, audisse a
me quod
quam
ab
ilio
Romano
fuit.
pecunias
advocata, ut,
quum Romae
dicit
pecunia^
(1)
(2)
'3)
Cod.
,..;...
,,,.
qacm
eod.
illarum tod.
286
solvisse, hic ostendat.
R.
SABBAUiNI.
Quare
te clarissime vir
comnunem caritatem
et benivolentiam
meae
Romanus Testa
litteras
meam
quod
ut audio saepe
(i) isti
aureae,
pulchro nobili
fieri;
morato.
Non
quod tuo
ut iste frater
me
aut
isto-
meo non
vocato.
Timeo equidem ne
iste
nebulo aures
rum mendaciis
Hisce diebus
ut consuevit impleat.
Nam
si
audierint
rem
uti
est, re-
hominem.
Enochus
(2).
Quum eum
attulit
petebam,
respondit se velie omnia prius Alphonso regi tradere; cui opinioni ego
arrestum,
si
quid
iste
monachus,
ut
quum
veritas
me
aut procuratore
et
si
meo vocato
quid impetrasset, ut
pacto revo-
cetur;
me
tibi et
fortunas
meas commendo.
si
Firmicum Siculum
et preciosum. Est
de horoscopo
codicem pulchrum
Misi et n a
-
et eloquens.
in graeco. et
Nunquam
mihi re-
quem ego
si
ac-
Redde me
certiorem an hi codices
regi
dati
(i)
(2)
La
figlia
Enoch da
spaciosum
cod.
3-
et
TACITO.
287
fuerint. Vale.
scribit,
Reverendus pater
(i) ut
te
minus Putius
erit,
procurator meus in ea
propediem Neapoli
Romae XXVIII
augusti [1457].
dell' Aurispa la
prima risponde
alla
succeduto a Niccol
l'otto aprile
1455.
La seconda lettera dell' Aurispa per la menzione della lite col monaco Romano Testa dell'anno 1457 (3^Si scorge di qui che il Gaza verso la fine del 1455, avanti di lasciar Roma, aveva veduto codici di Ei
noch
al
e,
Panormita,
due
il
capolino a
Roma
con
la
sua merce
che egli
vendere com-
al re di Napoli.
Ma
1)
Simone Bologna.
Puccio
Politi.
in
2)
(i) Cfr.
G. A. Cesareo
-/.y.-
^./
-^/^
i"
maggio 180?
2-1:
1308.
c^dtci laltnt t greci
R. Sabbadini, Lt tcopcrtt da
142 m. 19.
IV.
CORNELIO CELSO.
fc.
SABBADWI, Tuti
latini.
iq.
Corn. Celso
(*)
Ci
mancano
possono spianare
la via a
critica
non sar
disca-
per invogliare
il
conchiso intorno
codici:
berg-,
'
Darem-
di cui cito
capitoli e le pagine.
Lacune dei
codici.
il
discorso
denominandole
(1)
Comparve
ia
.-^tuiii
ii<ii.
jiioL
cLiss.
Vili,
1900,
i-3.
292
R.
SABBADINI.
I.
Lacuna
'
frictio.
Comprende
12 (p.
il
passo:
'
frictio infe-
riorum partium
IV
(p.
136,
23)
il
adiciatur.
Proce-
dente
II.
IV
19
145, 21).
Lacuna
oportet.
Comprende
passo:
oportet su-
pra
summum IV
27,
I
20 (146, 24)
maligna
*
purgatio est'
IV
*
(154,
6).
ni. Lacuna
***.
Tra
i
le parole
subicienda sunt
'
coeuntia
si
'
IV
27,
(154, 6-7)
non
pu pi
ricuperare,
che
di
questa lacuna
in alcuni co-
nella descrizione.
Essa
ma
la
Ve-
netiis
da Gio.
Batt.
Morgagni {Opera omelia V p. 59, lettera del 1721). IV. Lacuna coeuntia. Comprende il passo: coeuntia.
*
Id faciunt
scat
*
IV
27,
(154,
20).
8)
opitulamur,
conquie-
IV
29 (156,
V. Lacuna
etiam circa
est etiam.
Comprende
'
il
cap.
IV
*
28
est
obdormiat
(155,
11-23).
il
Comprende
singulorum
passo:
demissos
'
eos
7
IV
31
(158, 16)
p. 0-C iv
V
*
24,
(180, 21).
Vn. Lacuna etiamnum. Comprende il passo: num integra est V 26, 23 (191, 16) lanam dam V 26, 22, (192, 34)'
etiamsucci-
succurrere.
Comprende
12)
il
passo:
ne
27,
11 (204,
il
atque etiam
quaedam
'
28,
12 (213, 24).
passo:
ma-
I
Vm
1^2,
IO,
7
4.
CORNKUO
CELSO.
293
regulam
* '
obicit
'
X. Lacuna
Comprende
8)
il
passo:
pedis in ex-
postea pateat
Vili 25
che
io stesso
ho potuto esa-
COD. Laurenziano
colonne
XII,
sec.
73.
(=
L) membr. a due
al
X. Comunemente assegnato
sec.
ma non
sia
che esso
Celso, indi
altri
medicina,
(III
per
quali
ri-
mando
In
al
11 sgg.). Titolo:
Carnelii Gelsi
Artium
finale,
liber
VI item medicinae
Prirnus,
una nota
stata raschiata,
Lodovico Bian-
coni {Lettere
212) lesse:
il
sopra A.
Corn. Celso,
Roma
1779,
p.
Ex
sii
testo
la o-
pi completo
Dal
f.
modo che
segue:
est
quam
14)
brachio
(p.
(354,
- naturaliter
in
in pri(355, 30)
mi maior
hoc quam
manu
13)
(353, 5)
294
^'
SAfiBADINI.
terdum
23)
subsistit (357, 6)
in
2;^)
ea parte
in
quam
(358,
posteriorem (355,30)
(357, 6) os venit
ab
etc.
ab e a
trasposi-
(8
no dei
to del
quali
comprendeva
media 45
Daremberg.
capo
qualche libro
sono
i
trovano segnati
il
ti-
ma
rari,
dei paragrafi; in ci
copista
non pro-
cede sistematicamente.
Il
rato
da Battista
Pallavicini,
al
r.
p.
bononiensis
can'
cellario in
Regii
kal.
decembri s
lai. Ili
MCCCCLXV
20 e dal
Mehus
con
il
Negli emendamenti
Pallavicini
di
adoper
cui
trasport le
col-
le
due lacune
membrane
f.
63 e
Siv
(i).
del
lib.
lib.
Vili
9, al
f.
(i)
la
comune opinione
questi
due supplementi
sono erro-
neamente
attribuiti alla
mano
del Niccoli.
4-
CORNELIO CBLSO.
295
libri (Vili)
ad finem huius
vetustissimi ac corruci
ha riscontro con
'
che leg-
giamo
Ultimus liber in
'.
meo
f.
Al
63,
dove colm
la
lacuna
oportet,
aggiunse: Prae-
ter
/olia.
Tenendo conto di queste note e badando anche come in certi luoghi manchino o siano scarsissime le sue correzioni e come proprio ivi egli abbia
segnato dei puntini e delle crocette
sui margini, noi
veniamo
alla
conclusione che se
il
sua
pedis.
Ve-
tutt'uno
chiamo Senese (=
73. 3
S),
ora perduto.
CoD. Laurenziano
(=
B) membr. sec.
VI.
XV.
Gelsi liber
quemadmodum
veniat liber
libro
titoli,
primus
incipit feliciter.
A
i
capo
di
ogni
coi
sommari
titoli
gono
del
Nel sommario
lib.
copista scrisse in
*
deficit infra.
lib.
V,
al ttolo:
in
margine: Et
De membrana que supra cerebrum est, not sic quotatio omnium sequentium capi-
396
R.
SABBADINI.
tularutn corrigenda
di fronte ai
titoli:
est.
lib.
Vili,
De
De
in
desunt;
De
talo.
De
ossibus piante,
Ha
cinque lacune,
avvertita
non
con con
la
la
malagmate e
lasciati
la
gli
spazi
mano.
A) membr. sec.
CoD. Laurenziano
Il titolo
(=
XV.
e le cinque lacune
come
in B, quattro delle
mano che
le col-
in B. In
margine
alla
desunt.
Qui
titoli
dei
MCCCCXXVII
Va-
numerazione dei
cinque laavvertita e
come
in A.
Anche
qui le stesse
cune come in
e B: la etiamnum
non
per
le quali
furono lasciati
(i).
{Studi
ital. filol.
class.
Laurenz.
'jt^.
5 fosse originariamente
completo
alla fine.
4-
CORNELIO CELSO.
297
plite
posteriormente da una
mano
diversa.
Di fronte
alla
poi cancellata.
CoD. Laurenziano
Sottoscrizione: Aiitmiius
73. 6
(=
Z>;
membr.
sec.
XV.
Marii
filius
Florentlnus civis
legis.
Il
som -
marie del
tium
lib.
V: Et
sic
quotarlo
est.
il
(sic)
omnium
sequen-
capltulorum corrigenda
il
Va
osservato che
quando
codice fu
scritto,
cora lacunoso.
dalla stessa
scritto
le
da Antonio
di
siccome
la
mano che
colm non
re
modo
Firenze
colmare
le
lacune di Celso.
Questo codice
libraio
'
Ro-
'1
17
OD.
L'intestazione
grafi
7
(
(= N)
/
>
I
XV.
para-
titoli
dei
si
di
guardia
Nicolai
legge:
Hie
exaratus
est
manu
Niccoli:
Haccivs IUldinvs.
Che
la scrittura
S9S
R.
SABBADINI.
altri
codici
copiati di sua
mano.
Questo codice pu
Niccoli avesse
trarre
facilmente
in
errore,
quello d
ci,
A B C D;
lacune
che
le
sono supplite
r che
mano
Ma
ben guardi
si
accorge-
senza
altre
lasci
spazi
la
175V, la seconda
avvertite, a
cui lasci
con
malagmate e
colmate,
Tutte
come ho
La
quinta lacu-
come
A BC
D;
ma
se in questi essa
rimase,
il
colm
di proil
un nuovo
foglio tra
96 e
98.
4.
CORNKUO
CELSO.
299
mano seconda,
f.
quale
al
f.
una
carta; e al
175,
dove
cadeva
la
hic deficiunt
columpne in ex empiari.
columpne
si
Quell'/^/za carta
e quelle
VI VI
riferiscono a L,
da
cui la
mano seconda
sec.
XV.
Il ti-
come
\x\
A B C D
(i)
scrip-
Ha
\a.frictio,
per cui
con
la
folia;
la coeuntia,
non avverp.
la
Vg
~\~ Val
la pedis,
(=
6^) cart.
sec.
XV.
Celsi
lib.
VI quae
ratio medi-
quemadmodum
epitaffi in
primus
Tultimo
si
leggono due
il
memoria
'
di
Eu-
genio IV,
iacet
'
Kugenius
secondo:
'.
hic
Quartus, cor
il
Romani
Antistitis ossa
lib.
te-
sto tutto di
VII
30, 2
*t
'S3.
300
R.
SABBADINI.
Non ha nessuna
che comune a
quale
il
lacuna, o meglio
i
ha quella sola
per la
1'
tutti
72 con
osser-
duo
in
folta.
Al
di
f.
133,
di fronte al lib.
Vili
9, si
legge
margine
mano
libri
del primo
copista:
hinc usque
ad finem huius
che abbiamo
corrigi bene
allo
anche
con
la
mano
scritto
dello scrittore,
il
carattere
cui
G sia
un
di
di-
mano
stico
del Pallavicini,
abbiamo
la riprova
in
da
lui
di guardia. Il distico,
rilegatore,
(1),
l'editore di Celso
e dal Bianconi
22,2),
che
lo riporta cosi:
Dum
manu
{2).
Il
codice, corretto in
al
f.
nota marginale
racia
54V (IV 16
Rome
nascentia. vulgo
Ramorazi
(f
',
fu copiato
1447),
perch
due
*
epitaffi in
morte
di lui
sono
stati
aggiunti poScrip'.
(i)
Patavii 1769
'
praef. p.
io:
'
Vaticanus
MMCCCLXXI.
di
quoddam
il
ostendit
eidem praefixum
Bianconi vide
la
prima volta
il
guardia, la
lo vide,
4-
CORNELIO CELSO.
JOI
come mostra la
diversit
CoD. Vaticano lat. 2375 cart. sec. XV. nessuna delle lacune comuni agli altri codici,
peculiare ad esso,
f.
Non ha ma una
'
70,
che va da
'
quam optimum
ad piperis
I
'
IV
IV 27, (154, 6) e la quale fu avvertita da una mano recente, che scrisse in margine: Lacuna di varie pagine.
in
lis
CoD. Vaticano lat. 2374 cart. sec. XV. Al f. i, alto, un'altra mano contemporanea scrisse: Gentisantesi Alla lacuna *^*, l'unica che esso abbia,
pagine con
la
nota in
Nel
lib.
Vin
10-12
si
XVII.
CoD. Ottoboniano 1553 membr. sec. XV. La sua Vatic. 5951. Nel foglio di guarCodex
iste scriptus
circa ann.
secundus P,
M.
Venetus,
pUcit foeliciter.
VI novemris
Vincentie
MGGGGLVIIL
Ha
la sola
p. 3
bianco
Al lib. VI 6, 24 (234, ha perduto quattro fogli, come avverti una mano recente: mancano quattro fogli, CoD. Laurenziano 73. 4 (= /J membr. sec. XV.
Al
tit
din
tJt
vtt'tlii ttfa
Jihfi l'Ili
^01
R.
SABBADINI.
segue
Nessu-
na lacuna. Nel contesto e sui margini lavor largamente la mano di un correttore, che si deve identificare
con quella
i
di
a confronto
numerosi autografi
il
esistenti
Firenze, p. es.
114-117.
Cod. Vaticano lat. 5951 (= V) membr. sec. (i). A. Cornell Gelsi artium libros (sic) VI item
medicine primus.
Nel margine
recente:
inferiore
del
f.
si
legge
di
mano
Emptus ex
Ha
quattro
vuoto
f.
65 v;
comprende
Daremberg
e certo occu-
pava
sterna,
donde
la probabile
fo fosse scritto a
V ha comui
ne con
al lib.
Vili 11-18.
poich
in
fogli
del-
l'antigrafo
contenevano ciascuno
media 45
linee
numero medio
il
La
no dopo
f.
66v.
Il
(i)
Fu
I
*
(cfr.
la
lolog.
1884
1469),
il
esso
das
werden wird
'.
4-
CORNELIO CELSO.
303
'
parole
'
Vili 20 (360,
alle
quali
il
seguono alcune
linee
per lo scoloramento
foglio.
Nel codice
si
hanno tracce
di pi mani,
2, tn. 3,
ma
4.
di tre
m.
La
un
Quia
igitur
ciliacorum
morbum
Matris
scribendam
tribus
et
medendam
'.
stilum
'
vertamus.
'
nominibus
appellatur
e finisce:
moderato
sanguine orificum
La
scrivo:
f.
tn.
s,
del sec.
XIV,
fece
parte del
*
lib.
II
che va
'
(27,
3 31,
minus habetur
u-
sque huc.
f.
27 di fronte a
16)
'
II
II
(55
f.
31 di fronte a
'
cucurbita et
cucummis
est,
'
et cap-
paris
f.
II
minus
66v
16),
fronte a
'
sic ut
la
pedes capiat
dtfnissos,
IV
31
(158,
dove comincia
la
lacuna
segn: -
T annotatore
voleva indicare
\.
lacuna coeuntia.
la
77V
al
lacuna
tfi
///
sue//a-
auam
nostro
364
R.
SABADINl.
non
c'era nel
codice del-
l'annotatore.
f.
82 V di fronte al sommario
del
lib.
VI
scrisse:
103V
di fronte al
sommario e
al
proemio del
lib.
VII
(262, 3
263,
minus habetur
usque huc.
m. 3 possedeva un altro codice di Celso, di cui segnava le differenze con V. Quel codice aveva il passo ne succurrere,
ma mancava
i,
di
altri,
che
II;
sono:
il il
il
proemio e
coeuntia;
il
capitoli
11
18
del
il
lib.
passo
proe-
sommario del
VII.
lib.
VI;
sommario e
mio del
lib.
La m.
ginali:
f.
4, del sec.
XV,
fece le seguenti
note mar-
(sic)
f.
circa
VI
chartae,
65 di fronte al testo
2^
f.
non
m.
scrisse:
non
est
de testu Cornelii.
la
sunt charte
f.
X vel circa,
alla
77V
charte VI,
f.
lib.
VTII
11-
18,
scrisse: in alio
allude in questa nota, Z, che ha le stesse traspoF, restituite al loro ordine primitivo
sizioni di
dai
ri-
rile-
4.
CORNELIO CKtSO.
35
il
possessore di
lo con-
membr.
sec.
XV. Senza
la-
E una
X]
id
cune
e la stessa nota
sunt] cart\e
autem
homo
(360,
super
13)
scampnum
di
aut pronus
aut
'
VITI 20
rile-
poco prima
V, del
vare
caratteri sbiaditi.
CoD. Ambrosiano
nelii Gelsi liber sextus
idem medicinae
primus. Sot-
toscrizione:
Finii
opus
anno gratiae
MCCCCLXXVII
una
misera copia di 5.
contaminata con L.
CoD. Ambrosiano
Contiene nei
in bac.
finii.
f.
I
i
XV
miscellaneo
162-186
titolo.
io faterique
quantum
Senza
*\
Do
e-
saminare.
Cod. Parig-ino
lat.
X-XI, miscelsec.
seguono
altri
scritti
di
XIV-XV
era nella
come indica una nota di mano del sec. XV al Df Sancio Hilario malori Pictavensi; entr nella
teca di Parigi nel sec.
di
185V:
biblio-
XVI
sotto Carlo
IX
(1560-1574),
cui porta le
di II.
arme
ne
Omont). Fu adoperato da
A. van derLinio.
306
R.
SABBADINt
den per
1657
'
la
sua
edizione di CeLso
Lugduni Batav.
'
^1 cui
Mss. seu
TuYpa'fov
anno MCXXIV.
. . .
Laonde Hoornbeeck giustamente scriveva il Daremberg nella sua edizione Nescio cur saepius cum cod. 7028 con(p. XXXIX): sentiat Lindenius; an putandum ei praesto fuisse hunc Lo ipsum codicem vel potus alum illi simillimum ?
Communicavit
d. loh.
'.
*
'
il
Bianconi
(p.
229-230),
ma
di sfuggita;
ci che fu cagione
che
lo
assegnasse
Cod. Estense
L' intestazione
(di
Modena)
va
come
L 340 A B CD G
lat.
N. Senza lacune
Cod. Urbinate
Titolo
(Vatic.)
XV.
spazi
de-
come A
B CD G N. Ha
num non
margine
nota:
di
G. Mercati).
Cod. Vatic.
4424
*
sec.
XV.
Sed
Titolo
si
come
ABC
D G
1 1
N, Termina a
profuit.
se
'
IV
11 p. 134,
copia di G.
Fu veduto
lat.
dal Bianconi
(p.
234).
Cod.
Urbinate
Cornelii
la pedis
colmata da mano diversa (cosi anche le altre ?). Alla lacuna *** otto linee bianche e la nota marginale:
4-
CORNEUO
CELSO.
307
Nihil
deficit,
(da
comunicazione
Cod. della
sec.
cfr.
bibliot.^
XV. Termina
G.
104).
'
p.
Contiene la
p. XI*).
VII-Vili (Daremberg
'
Cod. Parigino
sec.
lat.
6864
olim Mentellianus
libri
'
membr.
di
XV,
Celso
e due
iltri
medici.
di
Mannheim,
appartenuto
al
(Bian-
coni p. 236).
Cod.
lat.
di
Monaco 69 membr.
sec.
XV,
con
la
(Targa
p. 560).
Ha
p. 236-237),
A B CD
Carini
N.
Gli arch.
e le
di
Spagna
491).
di
Cod. Nazionale
sec.
Napoli
V A
lobis
di
membr. del
XV.
Monteoliveto.
Monaco 5328 sec. XV-XVI. Si aggiungano: il cod. Padovano e il Salisburghese, adoperati da Giov. Rhode (Montfaucon BibL bibL I
Cod.
lat.
p. 489;
Fabricius Biblioth.
(
lat.
1721,
II
p.
)
452);
il
cod.
dell'
Gudiano
non
esiste
p.
a Wolfenbiittel
il
il
cod.
Aja (Fabricius
449; 451);
cod. di
Venddme
3o8
R.
SABBADNI.
il
cod. Forlivese,
lat.
membr. del
8
cart.,
il
cod. Marc.
VII.
adoperati
il
dal
Morgagni
{Opera omn.
p. 58-59;
60; 89);
codice di Giovanni
Vincenzo
Lazaro
Pinelli, di
Bonamico,
e
*
p. 451; 452);
sei
dal
p.
Dioneau
sull'edizione
Lugduni 1566
(Bianconi
238).
La memoria
evo,
il
medio
ci
tramand due
il
soli codici,
V, e
uno
,del sec.
X-XI,
X, troviamo
ci-
una
tazione diretta,
la
il
come
(i);
ha ragione
il
di dubitare
sec.
per
sua inesattezza
e fino a tutto
XIII tacque
nome
di Celso,
p. es. nell'en-
Un
certo
ri-
Ecco
la
M. Manitius
*
in Rheini-
sches
Museunt
XLVII, 1892,
quem morbum
tu
appellari
';
cfr.
Cels.
IV
15
(sec.
(140, 32).
(2)
Giovanni Saresberiense
XII) non
il
conobbe
di Celso
il
la
Bianconi
(p. loi),
De
re mi-
perch
I
la 8.
menzione
di
Giovanni
da Vegezio
Webb,
Sares-
Oxonii 1909, II p. 57
beriense I p. 69
ignorant,
*
*
5.
il
Webb
confronta
il
si
vero, ut verbo
?
'
eorum (phisicorum)
utar,
causas
quomodo
figit
curant
in
(p. 3, 16); e I p.
7,
177
quasi clavum
oculo
12.
Ma
la
prima
la
seconda erronea.
4-
CORNELIO CELSO.
3O9
sveglio
si
al
quale appartengono
sui
due
codici:
marPe-
gini di
dalla
ma
l'autore
non ebbe
diffusione,
come
si
comprende
rimesso
XV.
antichi
Nel
sec.
XV
vennero
V,
di Celso,
S L
giacche non
XVI. Dei
in
tre,
non sapendosi
che
Da
XV
un
dopo
il
1465, la
mano
di
un
pu congetivi
Bologna e
in
con-
frontato con
nel
possesso
quasi spontanea da
XVII
vi
ricom-
f.
ticana lo
eredi di
VaLeUo Ruini,
I p. 518).
me
(cfr.
l
gi osserv
il
Bianconi
(p.
210), pare
il
nostro codice
vetus codex
Morgagni
p. 65),
citandolo
nell'
\'<x
come
Vaticani al n. 5951
legge
iniit.
noiix:
cum
Steph,
ri-
pModius praefecturam
tiiinc iabftur,
f]ualr
310
R.
SABBADINI.
un
mani assunto
all'ufficio
di bibliotecario nel
nimma
abbia
si
(podice
nostro codice
come ho gi
5951 c'era anteriormente l'attuale Ottobon. 1553. Degli altri due venuti alla luce nel sec. XV, 5 L,
la storia,
ma
ci
rimane ocil
nome
primo a
Ve-
di uomini
illustri,
il
Firenze
concilio
421),
Costanza trov
'.
degnissima
di
dove
il
Pa-
mand
a Guarino a Ve-
Panormita
alla
lasciata
Bologna,
alcuni
intraprese un viaggio
Roma, fermandosi
il
codice di Celso
A B C
(i)
Vedi sopra
p.
4.
CORNEUO
di
CELSO.
3II
Niccoli e
da,
Antonio
Mario
in
Che
il
pu esdi una
al Lamola da Firenze del 20 settembre Habet tibi gratias magnas hic eruditorum homi1427: num grex pr Cornelio Celso tua diligentia t u a q u e sorte denuo comperto, habiturus etiam ingentes
sua lettera
*
cum
sti,
et tua
curabitur complebiturque
(i);
il
dove
le pa.role
Car-
affermano che
con
5,
il
La
di
let-
notizia,
ed
Celso
che
il
a Milano.
Il
la
met
ne d
il
in
so erano
alia antiquissima in
medicina
nella
opera
'
(2),
vuoi perch
Tommaso
Parentucelli
*
sua lettera
in-
de Cornelio Celso
'>V
vento
in basilica
Ambrosiana
mi
'
due testimonianze
<i)
(i)
Baroui-Sabbarlini, Studi
Panormita
Cod. Arundcl 70
1.
torte nostra
p e
m
(3)
et
una
alia aDtiquiKn)a
in
medicina opera....
E\ Mediolano
pri
In A. Travernarii
..^.
..
-...
..:ii
Mediolani fuimut
tnvettigavi..M
ilr
'
licito
'
Celio invento
Htnii
in haUica
Ambrosiana
Ex Bononia
(1428].
312
R.
SABBADim.
Il
di
Cambio Zambeccari
(i),
da
cui lo
ebbe anzitutto
in
al-
prestito l'arcivescovo di
lora governatore di
Genova
ma
Zambecil
cari in
Milano
(3);
sicch lo pot
ivi
vedere
la
Niccoli
la
quando viaggi
Venezia e
suo
N tratto
da
5,
uguale
dente
al
passo
corrispon-
alla
poraneamente
fragmenta
questi supCelsi
plementi allude
Traversari con
pari
scripseris
nella
lugUo 1431
(4).
(i)
n Lamola
'
ac possessor
factiis
Cambius
'.
'
apud
Per
1300.
la
nomina
Genova
cfr.
Muratori R.I.S.
XVII
e.
Ci
si
23 (Venetiis 1553
f.
60)
met del
1429, perch vi
del
si
allude
alla rivoluzione
Ma
lo scoppio di
proximi tumultus.
(4)
2:
Florentiae Vili
vedi
la
iulii
[1431]. Suldi
la visita a
qui
si
accenna,
te
lettera
Poggio
die
{Epist.lV 17)
ianuarii
Laetor venisse
3.
Veronam...
Romae
VI
4.
CORNEJJO CELSO.
313
In tal
il
modo venne
come
testo
Il
primo esemplare
di quella
chiamo
due co-
contaminata,
dici,
ti
per
il
fondamentale e L per
supplemensi
delle lacune.
secondo esemplare
quando,
contaminato
deve a Battista
Pallavicini,
ma
di
certamente
poco
pri-
dopo
il
Niccoli, su
un apografo
(i),
e su L.
(2)
Questo Pallavicini
nato a Cremona
nel
mo
XV,
da
un arcidiaconato nel Piemonte, dove visse dal 1429 al 1435; indi, sino almeno dal 1441 (3), un posto di seU/
Scria.->cio
ili
lui
!..
Biaucuiii
o/>.
cil.
p.
225-226;
I.
Aff,
Memorie
/-
Non
ma
cremonese
fu
il
Palla-
vicini,
DLVIII:
XX et ultimus explicit
tiber
fauste feliciterque
per me Johann.
rem
d.
et in
/-ariano
moram
avuncitlum suum
mio neve ulto optato commodo sed sui sola grata con tempia tiene perscrip-
tum anno a
Ihesu
Chris ti
MCCCCXXXV /eII
hibl.
Taurin.
p.
126).
Una
De
5060
il
7 aprile del
L. DcliHle
Le
ano
lettera di Gabriele
da Concoreggio
ex Brixia 17
iulii
GnhrttU
(oticoi c'po,
e*trattf> i\.\\VArch.
stor.
I.omK,
lR<)<).
p.
30).
314
j^retario
^'
SABBADINI.
presso
di
la curia di
il
vescovato
Reggio
nell'Emilia,
ot-
12
maggio
compor
versi
(i),
mediocre, e
ci,
di raccogliere,
varianti e con-
so definitiva. Nel
bisogno
riesa-
minare
sio;
e lo chiese in prestito
(2)
il
ad Alberto Pari-
Senese
(S),
allora
(3),
diventato,
per ricambiare
zioni di
vS
al Parisio
tendimento e
(i)
persuasione
si
migliorarlo
due
distici
(4),
e
per
il
Ai
aggiungano
scritti
la
morte
5133 f. 117V: Respondit (all'epitaffio composto da Girolamo) ^. Episcopus Reginus pr Lucretia nepte sua oUm ptentissima Hieronimo coniugi
afflictissitno.
Versi suoi
si
lat.
237
(gi
in
42
6);
f.
nel cod.
Ambros.
323 sup.
lat.
NA
l'j;
Bologna 2618
1823, 97.
scritto:
(sopra p. 294) di
/.
'.
quem
(3)
exegi
Lettera citata:
in
di
meo
L:
'
codice
'.
(4) lid.,
parlando
etsi
priscam plurimamque in
figuris littera-
rum
ties,
quod verum
a
est,
quum
libi
me repensum
beneficium
quam
tu mihi erogaveris
'.
4-
CORNEUO
CELSO.
315
primo dicembre dello stesso anno (1465) glielo restitu. Della sorte toccata a S dopo morto il Pallavicini
non conosciamo
vicende
di
nulla: esso
Fino
al
ma
non pi
in potere dello
Zambeccari,
Bologna
(i);
alla costui
morte
(2)
mand
a Firenze al Poliziano;
final-
stabile e onorata
Ma
ancora innanzi
al
1490
L aveva
ivi
fatto
una
])ri-
ma comparsa
a Firenze, avendolo
(della
consultato Bar1'
tolomeo Ponzio
fc/llio
prin-
uno
il
153
f.
89, leg-
\\)
l'.pist.
Vcnctiis
1502
f.
43)
ilio
al
medico Finostro
lippo Pellizzone;
principe
Philippe Maria (morto nel 1447) esses Mediolani vidsse apud te vetu-
gtihsimum
quendam codicem,
Sorani et
Apuleii et Democriti et
pridie
qiiarundam
ctiam mulierum
Ex Mediolano
nona ianuarias
MCCTCXXXXVim.
<2)
libri,
Il
Pellizzone mori
il
ul finire
f
del
1450.
Neil' inventario
de' noi
<
redatto
5 gennaio
45
1,
troviamo:
Liber Cornelii
re uxoria,
Liber de n.nsei
Mayni
it>
.\frf)iolnt)rn<iis
(Maino
Miuncri nictlico
191J, 219-220.
(.
-
Biscaro
'
;
W. XL,
j)
M^hu^
,'V
31
R.
SABBADINI.
giamo:
dice.
in
vetusto coII
',
Ex
primo g"eneciae
tolti
nihil
/.,
sumptum. Ex
il
il
con
tre estratti
appunto da
f.
quale dopo
il
testo di Celso
Il
contiene, dal
155,
Liber geneciae.
vetustus codex
va pertanto
identificato
con
Z ed
uno dei vetusta exemplaria e Gallia conquisita procuratigli da Francesco Sassetti, sui quali il Fonzio condusse V editio princeps, com'egli stesso attesta nella dedica:
cis
stis
*
Nam cum
temporum
iniuria mutilati
atque
inversi
(1),
vetu-
sitis in
unum omnia
redegi
'.
me statum Un altro
ma mi
par poco
do invece che
nale, forse per
sia
da pensare a
di su
e L, indi-
ho gi avvertito
mano
del Fonzio
{=/); ora aggiungo che quelle lezioni derivano da Z, come risulter da alcune poche prove che qui reco.
II 31
(72,
quae
tertio libro
(i)
Con
che
codici laurenziani
libri inversi
il
AB
cod.
C Dy
ma
D.
alcune di es-
approfit-
tarono
A B C
4-
CORNELIO CELSO.
317
hydropi enumerantur
f.
titulo
decimoquinto
di
si
add.
marg,
in 5.
(F),
manca
VI
tumor
6,
(225,
14-15)
nam
simul et lacrima
et
ea pituita lacrimae
et crassa
'
pituita lacrimae
mixta est
si
ea
la-
marg.
le
f.
Il vetus exenipliim
ap'.
parole
coeperint
id
si
ea pituita
VI VI
VI
quiathi
in
6,
(225,
18-19)
longum
F, add. marg. f.
*
ei
rosa'
(240,
16)
miscentur passi
scribit
et sic
semper
marg.
*
/.E
',
*
cyathi
tres F^
infatti
',
scrive
'
quiathi
quiatho
sex quiathos
',
quiati
etc.
E
vi
c'
ancora
di pi, vale
ginedi di
discendono da
dopo
le correzioni fattej^aio di
dal Pallavicini
(=
/); di
che ecco un
prove.
VI
militer
6,
31 (236, 18)
id
quod
si-
quod habet
Z.,
potest
litare id
prodesse id quod habet /, potest prodesse miquod habet /% potest simulare (sim- in ras.)
/,
'
in
quod habet
similiter
f.
prodesse
'
habent iuniora
VI
p,
1 1
(248, 35)
pirum mitium
5
'
L, puruni
vinum
'
puruni vinum
marg.
Ora siccome
del Pallavicini su
L sono
3l8
R.
SABBADINI.
quest'anno
il
Il
Fonzio, nato
ammetteremo che
scolare a Ferrara
1469-
471
era
il
tuttavia
i
collocheremo verso
1475
suoi
gallici.
fiorenti-
Ficino
il
Fonzio,
si
innamor
anch'egli degli studi e cominci a raccogliere in Plancia alcuni codici, che costituirono
il
sua
biblioteca,
(2).
tempo
pot
in-
Fonzio
lo
avr
come
/% sia
per
Bartolomeo
edit.
della
di
142-46,
si
parla
eW
princ.
Sassetti
fu
race,
da E. Marcucci,
Se bene non
(Francesco Sassetti)
di
uomo
dilett
persone
letterate.
Per
il
che tenne
amicizia e pratica
Ficino,
Bartolomeo
Fonzio
et altri litterati
di quelli tempi; et
aveva
una
tempi anpar-
in
penna
Una buona
il
di essi
la stessa
38. 23 e
45.
si
ma
provenien12.
za
probabilit
47. 4,
il
ad
altri,
quali
il
21,
il
23. 13,
30.
IO,
il
37. 6,
il
68. 24.
4.
CORNELIO CELSO.
3I9
Ottenerli in prestito,
come
Gallia cisalpina,
il
dellV^/Vz'^ princeps
ta,
e'
qualche
nota
del setten-
80
(III
7,
p.
89,
24)
Cremor, suc-
omnium rerum,
(III
ut vulgo Galli
*
cremma vosic
cant
Galli
';
f.
8iv
80
p.
92, 3)
Pittacia
/'^r^',
hodie
'.
Senonch
2.
9)
dall'Uberti collazioalla
'
conto del
Poliziano
con Z,
fine della
Florentiae
MCCCCLXXXX
*
seguente passo:
is
ipse liber
quem Fon-
Qui raccusa
mente;
di falso
nettaalla
ma
ingiusta,
come
facilmente
l'altra
si
vede
luce dei
fatti.
Ed
il
inoltre erronea
affermazione
deirUberti, che
Ponzio abbia
come
Mehus
3 io
R. SABBADlNi'.
op. cit. p.
45),
il
codice Laurenziano.
La
il
ed questa: che
lia
il
cisalpina e che
ce Laurenziano,
retto
ma
con
l'aiuto del
Laurenziano.
con ci
si
viene
anche a
lore
lui
due
fonti
da
to
numero
di
dovr fondare
la
nuova
il
edizio-
ne
critica di Celso,
sono quattro:
5 L Fe
Parigino.
5 perduto
ne discende direttamente,
mano
del Niccoli,
il
pi
sec.
del
XV
da
meno
il
direttamente,
S,
contaminati di
?
e di L.
Ma come
si
conterr
futuro editore
lo trova o
Piglier
buono
eclettica-
mente dove
cari-
Alla
domanda
si
pu
che
io
mancan-
collazioni,
il
ma
solamente di
il
iniziare.
Parigino,
mi sembra
Vitelli in
Ampie
notizie su di esso
ha comunicato Camillo
Studi
ital. filol,
class.
Vili,
1900, 450-76.
4-
CORNELIO
del
CELSO.
3t
che
siano
figli
medesimo padre, a
in
giudica-
re dal
hanno entrambi
comune
le
stesse lacune: la oportet e la ne succurrere; le altre proprie di F, cio la est etiam e la demissos,
hanno
origi-
ne
in
loramento dell'inchiostro
Inoltre nel
lib.
una colonna
dell'antigrafo.
hanno comune
integro e
mutilo,
ci
dovuto
all'essersi nell'archetipo
ta o scolorito r inchiostro
quando ne
di
Meno agevole
5,
riesce portare
pi.
un giudizio sicuro su
l'atten-
zione su questo passo della descrizione del Panormita (sopra p. 269): 'Integrum est, praeter ultimam chartam,
item
tris circiter
notabili
dove
le
parole
ultimam
chartam e
tris circiter
la pedis e la frictio.
ma come
di
fece
il
Panormita a determinare
se
la
caduta
una sola
carta,
confronto di un
la
esemplare
lacuna fos-
donna Klonca. Uguale ragionamento ripetiamo per le tris chartas circiter mtdium; e
egli lo addebita alla
K.
fi.
3*2
R.
SABBADINI.
ne deduciamo che
cadute
in
potevano riconoscere.
in
Poniamo mente
secondo luogo
alle
lacune e
alle
Le
la
quattro,
la frictio,
malagmate e
la pedis:
il
due
di pi
che non
quale in un primo
avvertir
tutte.
Le note
denza
e-
xemplari duo
folla.
Anche
si
cuna
frictio,
dove
non
la
riconobbe che di
tre.
Per
qui forse
caduti,
non
si
poteva calcolare
il
ma
ci
non sarebbe
come da nessuno
suo codice
note
con L. Cosi
le
lacune
come
le corrispondenti
marginali
concordando
bisogna
stesso esemplare 5; e io
scritte sullo
dal credere
4.
CORNELIO CELSO.
32^
il
Le cinque
esso stesso
e
lacune pertanto di
in
5 traggono
origine
da
e di ci abbia-
mo
il
riconferma nella
cod. S,
non
a quelle di L,
ma
na demissos
alla
non
fosse
completo.
5 quanto L V
inferirne
recano
comune
la
lacuna
***,
dobbiamo
archetipo
che
di-
quando questo
possiamo
esser
aveva gi perduto un
certi;
foglio.
Di
ci
V: an-
avventurarsi
wS"
nel
regno della
Quanto
li
ai
rapporti tra
dall'una parte e
V
me
dall'altra,
le lezioni delle
due famglie
(i);
mari
al
interca-
da
314
lati
R-
SABBADim.
nel testo
si
differenzia
nettamente da
ed ha
tutto l'aspetto di
edizione.
La sua
indipendenza
l'opera,
il
si
quale in
in
L V
liber
VI..,,
raccoglie dagli
VI...\
apografi):
Gelsi liber
dove
A urelii
di testo;
ma
li
perch ho
25)
che
in
edizione critica
a cura di F. Marx.
(1)
Primo
il
Bianconi {op.
cit.
il
nome Au-
relius.
PLAUTO
Il
(*)
li
to
<
medio evo conobbe una collezione plautina di otsole commedie: Amph., Asin.y Aul., Capt.., Cure, Cas.,
Epid. Di queste
il
:st.,
codice Orsiniano
(ora Vatic.
lat.
dalle Bacch. al
Le prime
dano
Il s(
trovano nell'epistolario
di
Poggio
(i).
annunzia
all'
al Niccoli la
operta;
aprile a sentirne di
mparve
// di
la
prma volta
nell'
opuscolo:
Guarino
Vironeiff
Cebo
Plauto^ Livorno,
1886, 43-59.
Palermo 18H3
(estratto
i\:\V rek.
stor. Sic$L)\ E.
Kooig,
in
Br.
l()6,
87 gg.
328
R.
SABBADINI.
g-io gli
Il
un
simile sospetto
s'
(i).
novembre
1'
aspettava
(2).
dalla
col Plauto
di
AIU
In
gli
fine di
annunzia
arrivo
Niccol.
questa e in un'altra
riferiva essere state
lettera, del 3
settembre 1430,
vane
il
codice.
tutt'
Cusa (sopra
l'Orsini,
p.
2^;^),
codici
(3). all'
epistolario del
Traversari. Scrive
il
18
novembre
no
chiedendogli
codice,
ma
una favola
1'
affare di
Plauto
le
gli
premure presso
cardinale:
ma
(i) Lettera di
ita
Poggio
in
A. Traversarii pzs(.
XXV
die
43:
Nescio
si
me levem adhuc
tui gratia
vidisti in scribendo,
te
ut coniecturare possis
me
lu-
dendi
ad
44.
de Plauto
scripsisse...
Romae
VI
maii
1429.
(2) Ib.
XXV
il
(3) P. e.
VI
io, copiato
in
Germania
(4)
nel 1426.
Per Curzio
331
cardinali Ursino
nihil,
nam ne
rescripsit
omnis
mihi
quod
tibi
renuntiatum
de Plauto... Florentiae
XVIII novembris
[1430].
5-
PLAUTO.
la
349
senza effetto
(i).
Finalmente ecco
il
lo port
da Ro-
ci
volle
meno
dalle
(3).
per strappare
il
(eripuit)
prezioso
tesoro
Qualche tempo dopo, nel 1432, quando il Niccoli tornato a Firenze ebbe copiato il codice, lo prega di
restituirlo all'Orsini,
(4).
Ed
no.
Il
epistolario di Guari-
punto
il
di
ottenere
di
codice Orsiniano
il
dato
da una lettera
Poggio,
(i)
al Niccoli (5):
Ursino, sed
Ib.
Vin
36
l-rofeci
nihil.
Siamo
del
annunzia
l'assunzione al
Vin
mc Roma
quod
ipsc
quidem necdum
vidi....
Magna
arte et solertia....
ex Ursino
[1431].
XXIII
iunii
de Plautino
codice
rcpetere,
vetustissimo....
ad
te planius
eadem
cum
Laurentii
iniustis-
summa
diligcntia
quod ante
enim ex
ad
cum
iulii
pertinente s
arte mirabili.
(4) Ib.
Plautum necdum
vidi....
Florentiae Vili
(1431!.
Vili 41
recipere cupit.
restitucre
me*
1432I. Per
.il
I.
la
data
clr.
F. P. Luiso,
Hordurimento
dell' epis tv
imo
'S'
/'raversari, Firenfc
/>>/.
1899,
II
*'"14^:"
'""
TonrIIi,
IV
17-
330
Plautum hactenus non
ceorque
illum
libi
R.
SABBADINl.
potui
habere;
nunc
si
possem nollem
polli-
me numqiiam
si
istis
tribus annis,
modo donoMarchio
postulavit.
Romae
die
VI
ianuarii
Sicch
al principio
del 1431
il
cardinale
si
era
il
ap-
Vi-
ma
intanto,
arriv a
Roil
ma
Lorenzo
de' Medici e
marchese
Qui
si
di Ferrara
aveva chiesto
all'Orsini
il
codice.
Guaquale
rino all'Orsini a
nome
di
Leonello d'Este
nell'
(i),
la
anno
1430.
Lo prega
di
Guarino
il
di
concedere
ai letterati
che
gli acquister
suo:
Fac,
humanissime
Ma
rino
gi qualche
mese prima,
Zilioli,
Gua-
aveva tentato
di farne trarre
zo del giureconsulto
Roma
di
Reco
que-
passo che fa
al
caso nostro.
(i) Fez,
Thesaurus^ VI,
3,
pag.
164 e
in molti manoscritti.
5-
PLAUTO.
331
GuariN US
ci.
(i).
meum
et
desiderium deliniret.
Nam
curri
quatti honorifice,
quam
gaudio
rei
libenter
tam
summo
honore
sis,
non possum
non gra-
summo
affici.
gandendi cau-
nam cum
tuae
tioneni suscipias
opus
Fama enim est apud dominum Ursinum vere pr summa eius sapientia et humanitate singulari
lucem editos esse
catos esse.
et qui
prioris
saeculi
virum
in
auctores
in
quosdam
vitam
revo-
Qua
ex re
igitur
luum
eriga.s
pr qua quidem re
ir
parcas impensae:
omnem
ego
tibi
iam.
i.Ls
Sed hunc
(2)
modum agendum
censeo. Principio
1<
decem
Ad
qualiscunque
auxilif)
vir ornatissimus
libri
Poggius,
harum rerum
habeba-
minus
habeo
eset
laboris:
de Q. Curtio
ora
A. Gellio
dico,
quos
-^'^
tnmcatos
laccros
cnidclitcr
Cum nu hh,
et
in bisce
codicibus postliminio
LucuUo
poma
rlctutit,
Cod. Estense 57
y.....,.^
f.
^.
...._
,1.
...
33'
pellata et in dies auctoris
R.
SABBADINI.
nomen
illustrant.
Quid
tibi
debebimus
!
qua
Unum
memineris oro, ut
Vale; viro
si
transcribi feceris,
ad exemplar corrigaatur.
magno
et excelsi animi d.
Dominico de Capranica
singulari
salu-
quodam verborum
tem
die a
ordine
me totum
me
d.
Poggio
Com-
missum denuo me
et
facito reverendissimis
mea
fidissima.
Ex
un
Ursinum oratto
Omnes homines,
(i)
non stomachari
et gravi-
appulerint;
quibus
cum verborum
(5),
elaborati, ara-
summa
contexti iacturam
bono animo
iubes,
cum
(1)
negligentia vi-
ma
lettera.
f.
166.
(2) plantonnis cod.
(3) exosas
(4)
animas depascendas
cod.
etiam cod.
observata cocU
(5)
5.
PLAUTO.
te
333
tara
apud
dudum
ope
quod
te factiirum
profecto
compertum
habeatiir....
sit
Quantum
lis,
iuvenili
conducibi-
in
cum laude
quorum
considerabimus.
Nam cum
diversa
studiorum genera
sint,
me
ipsis
apprime
comoedias
conducere posse
institutis
arbitror,
quc
suos mores
los
rite
quid
quo
virtus,
quo
ferat error
'
C3)
Hunc
in
modum
Spartanos
suos
instruxisse
liberos
rerum
(4)
veteres
mente alienatos
et eos,
satis
sicut e speculo,
dedecore similiquc
illis
quam maxime
abborrcrent.
Quanta praeterea
tur
est
cum
suppeditestudiis
et
hominum sermone
noster
quorum primus
omnium
sane
Plautus confcrtissimus
est.
suppeditare
'lecerpent,
(6)
voluptatis
flores
cum
tes aspicient,
quomplurima
eli-
restringa! eod,
quid VirtaS
qui')
""'i
niiidnnf ilnrit
niiM
ffr.iflir
prror eoJ,
verum
cod.
<oJ.
preponebant
luppeditate cod.
334
cientur ut
elogia.
SAtBADiKr.
( i )
Quibus
in
rebus
sic tibi
omnes
in
non minus
sint
te in
Plauto quaro
Plautum
te
cum
tui
recordatione
lecturi
Ex
Ferraria kal.
iulii
[1430].
Ma
le pratiche dell'anno
1430
rimasero infruttuose
questo
proposito reco un
passo
di
cesco (Barbavara):
Solco dicere quod et verum
state venerabilem
est:
me
expectare
Plautum
illum vetu-
atque
emendatissimum,
pervenisse in
manus
apostoli Ursini et
me
Guarini bene-
(2).
Di qui
si
scorge che
il
Non
1432.
tipo.
ci
1'
ebbe nel
suo pa-
Ma
l'archetipo o
allora pro-
(i)
(2)
eligentur cod.
PLAUTO.
33g
s.
(i)
pr tuo
in in
muco-
Nuper
comoediae
dice pervetusto,
quarum nomina
mitto.
Ad
emendo;
cio.
reliiuas
Tu
quod invicem
ad antidoron,
stissimam salver a
me participem. Vale et Bartholomaeam uxorem modeme iube; Tadeamque (2) tibi caram facio.
kal. octobres [1432].
Ex
Ferraria
XI
IOANNI DE SPILIMBERGO
affini
meo
dilectissimo
CIVIDATI.
dato a
lettera
Guarino da Leonello,
al
quale egli
manda una
(3).
gratias
habeo
et
proinde
tuac
ri&
personae totum
me
me
pr tuo uta-
arbitratu.
Maiorcs
tibi
grates in
ctu-s
littcratorum
ordo.
Nam
omnes
Plautum facetissimum
vetustatis ex-
Ferrariae
XV
(t)
(2)
Cod. Goarneriano
140
(3)
Tktsnurus. VI,
3.
pag.
162 e
in molti manoicritti.
336
R.
SABBADlNi.
dell'
esem-
plare Orsiniano,
dici
nuove e corresse
il
apografo
le altre quattro,
perch
codice Orsiniano,
come ho
avvertito,
ne con-
teneva
sedici.
Al
dentemente
al
Capra arcivescovo
di
Milano
(i):
secum abs
te
sermones recensuisset,
ille
me
fecit,
ut vere Plautinus
hic,
nam, ut
ille
inquit,
egomet sum
animus tecum
{AuL
178)...
[Verona 1427].
E
ras,
a Galasio
res
si
Avogaro
(2):
Quas ad
commendo
ut lucem inqui-
ad quam
tibi
tibi
praestandam
si
tibi
que meam
iudicabis,
modo ne
sim
Plautinus
ille
Sosias, qui
obscuram
tibi
lucem
suppeditem
dum Volcanum
in cornu
il
Cist.
dove
le
edizioni
moderne leggono
(i)
f.
131.
f.
(2)
172.
5.
PLAUTO.
(i).
337
E mandava
p.
e.
ai
Tommaso Fano
gratias
non
re-
tibi
bene habeam,
testis erit
optimus Plautus
et in aere tuo,
modo ne
hominem rogare
coeperis,
quam maxima
mens
siet,
certio-
rem reddet
Inoltre
rileva
attendeva ad emendarne
tre lettere indirizzate a
il
testo,
come
si
da
Giacomo
Ziliolo,
con-
sigliere del
marchese
di Ferrara:
De
cis
na
spe1
ciosuro et minas
Nam m
in
o-
emendavi
tibi
et auctoritate veterum....
Ex Veropcrpul-
ni
augusti [1426]
Plautus
transcribitur,
futurum
chrum
et accurate
exaratum
voluminis dignitate....
Veronae 18 augusti
(3) [1426].
quem
ut videbis
commendabis
et
et
impensam
Ex
Verona
mi
kal.
novembres
(4) [1426].
il
mano a un emendamento
di
(l) Cod.
Monac.
lat.
504
f.
f.
ii,>,
...
i:i.iv#.m
#11
Pmloya ia6i
f.
33.
37.
f.
46V.
f.
69V.
iatm,
R. Sabbadini, Tati
a a.
338
R.
SABBADINl.
che
il Panormita iniziasse il suo commento a Pavia (i). Per a un vero commento Guarino non pens mai: si
per
la lettura di
allora, se
eccettui
una raccolta
excerpta.
Ecco
infatti
che
(2):
Ad
deum
fiim
Plautum venio, ad
ciiius
quantum quotidiana
lectio spar-
suggerit.
Quod
si
adesset, volitare in
manus
communis
patris
respectu. Nonnulla
tamen
et
re-
ami-
cum
utrique lohannem
Laudensem
(3)
sunt....
Ex
agli excerpta di
Gasparino Bar-
che son contenuti nel codice Ambrosiano Z 55 XTV-XV, con la sottoscrizione: Plauti
1430-31 a Guarino
(cod.
Guamer. 247
p. 471):
me
quam pene
urgeant, ut octo
Plauti comoedias
quibus
et non
publice exponendis tu apud nostros primus laude puctor extitisti. Il commento del Panormita
compiuto n pubblicato.
Lincei
cum
fu
ne
R. Valentini
si
{Rendiconti
della
r.
Accad. dii
XVI,
1907, 477-90)
illuse
271
1.
Donato
in
Terentium:
1433
f.
(sopra p. 214).
Guameriano 96
I26v.
In una silloge di poesie volgari della met press'a poco del sec.
titolo:
XV
d.
lo.
il
Roma
medesimo personaggio?
5.
PLAUTO.
339
gamensem
2454
(i).
to conservano
(2).
cod. Vatic.
1631
il
cod. Harleian
**
Ritorniamo
al
messo
delle
al
Panormita
mandargli
glielo
il
proprio apografo
effettivamente
nuove commedie: e
febbraio,
mand
nella seconda
naio e
il
met del 1432. Ma nel 1434, tra il genil Panormita abbandon improvviagli
Di
ci
s.
(3)
....
cura ob
tio
Affecerunt he
(litterae)
quidem me summa ac
singulari tristitia,
maximum dolorem
ad
te
cum
sed cxcrucior, non excrucor sed pereo funditus. Dii etiam mulctent
partes
sunt.
et a-
Turpe enim
et
odiosum genus
est,
Quod
au
tem a me
faciam,
petis
de Panormita an
rcditurus
abicrit,
non
te
certiorem
quom
ipsc
ncsciam de talium
opinione
indicare:
que quidero
I)
Cfr.
R. Sabbadini
in
Gwrfi. stor.
II
Ittt.
ital.
46, 74-75.
1)
229; R. Sabbadini
La
scuola t gli
Cod. Parig.
lat.
7059
f.
133
NA
f.
2.
si
Due
son
altre lettere
scambiate precedentemente
Guarino e Luchino
perdute.
34<*
^' SAfiBADlNI.
qxialis
sit,
(i)
enim sum.
traduxit;
te
Omnem
sane
is
suppellec-
tilem
dixit;
rediturum
intellexisti,
tamen se vulgo
kalendis grecis..
meis
Ex
Xini
sai.
(2).
me
Sed
acceperis et recte.
velint
'
Nam cum
tabellarios
{Catull.
litteris.
istas querellas in
facito,
amicitia-
rum
buissent.
tuis
ex
litteris
commonefactus
essem
male de
me
in
in meritos reice.
Tuam
Sallustio,
me
cum
alias
tum de
ipso
quem
olim ad
me
Pa-
me
Plauti
in
comoedias
novssime repertas a
me
abstulerit e
commodatas, quo
maerore ago
irrediturus a-
Tu
est,
igitur
me
certiorem facito
prorsusne
fera
quod
et
si
perii funditus.
Utinam
mors
quae
cuncta ra-
pit
'
Panormitam
illos
rapuisset,
(3)
Mortiferos
Vegii
versus
sum,
in
quibus
cum
natum non
mirati
non
potui: imraortalitate
dignum ingenium.
(i)
(2)
Allude
al
proprio cognome
lat.
Balbe Ilo
(Belbello).
Cod. Parig.
7059
f.
924
f.
188.
(3)
Mors
cfr.
R. Sabba-
dini
Da
codici, raidensif
5-
PLAUTO.
expensis, ut de nepote
litteras
341
tuis
meo Ludovifru-
iamdudum
Confer hoc
in
me
meo
me commenda
Ferrariae
et Catoni (Sacco)
et
optimo
viro
domi-
no Ioanni Alexandrino.
kal. [apriles
1434].
fit
Guarinus Veroncnsis
Habeo, ah quid
ci.
v.
Catoni Sacco
?
sai. pi.
d.
(i).
dixi
habeo
ut excribi faceret.
si
dudum sepultas revivisceme petiit iam biennio Antonius Panormita, Hominem audio irrediturum abiisse, quod me cruciat
Eas a
secum
Quidam autem
singiilaris
huma-
nitatis
homo,
fama
est,
Thomas
cius rei
per integritatem
tuam, per
amittam....
Cio-
1436,
quando
il
Panor-
gli
rinnov la
domanda
di restituzione
per
mezzo
di
(1)
Cod. Parig.
lai.
7059
i\,-\
f.
133
ri|
NA
f.
4.
.\r\
(a) L* rt"^"'"
iiitii.w.
l'iiu.rn.if
-.f
.V
ti
ilb.ri
u..rvii<.
VJ-
conti.
(3)
R.
biibbiuliui
in
ttal,
28,
34.
342
R.
SABBADINI.
no seguente (1437) ricorse ai buoni uffici di Guinif orte Barzizza, che gli poteva giovare per le relazioni che
aveva con
la corte d Napoli.
Di
ci
siamo informati
sai.
(i)
....
tonius Panormita
ibi Plauti
Is igitur a
me
per
litteras petiit
accommodandum
in
lucem
re-
vocatae.
Has
eum
volumiue, quod
tenuit,
sin-
gulari
quadam gratianim
vel fuinterli-
meum
. . .
secum,
me
invito et reclamante,
Plautum
ceptiim asportavit
lam
intelligere te
puto quid ex te
cupio: ut
brum recuperare
Ex
Veronensi rhetorl
(2)
praestantissimo
^.
.... Operam
sideras....
riar....
enim
meam apud
Hoc
non
fieret.
Agam
autem
litteris
iuris
consultum
senatorem ac vicecancellarium....
Ex Mediolano
nonis octobris
MCCCCXXXVII.
(i)
159 sup.
f.
37.
(2)
159 sup.
f.
37 v. 33r.
PLAUTO.
343
.... Ad
me
amicorum
lantes,
eum ab
repetere
non
destiti;
eum
est,
posteriori
missus
quo tempore
nisi
suum
potius
quam
una
nostrum
reliqua offerebatur, ut ad
ut fa-
fuit,
litteris
non
eum
quam ab
Ex
Ferraria
kal.
novembris [1437].
Ma nemmeno
occasione
si
le
premure
di Guiniforte
approdarono
favorevole
Guarinus Veronensis
regi
sai. pi. d.
serenissimo Alphofiso
(3)
Aragonum
...
Ilaec
libens of-
mea quidcm
non vasa
u-
mea
familia,
cum
ingentu sinest
honorandus, indignus
\f,
est
v. ci.
(\)
'
0)d. Ambro*.
dettiduent cod.
i
,
..
,_
2)
(3)
Cod. Monac.
lat.
78
f.
C VH
L 57.
344
ptimo commodassem,
ille
R*
SABBADINI.
meum
si
poscentem
me
huius
epistolae
te laudes
qualiscunque
illud
meas de
non
abhorreas,
ut
me
ex
tam
1442.
Una seconda
roccasione
Campinassi.
volta fece
premura
al re
il
Alfonso nel-
che
andava a Napoli
conte
Giovanni
Guarinus Verotiensis
sereniss. regi
Aragonmn
.... Reliquum
enim quid
pinassi
sit,
meorum quantulacunque
vai
sint
saveritatem.
At
Cam-
nae musae; ut
la
il
effetto desiderato,
broncio
Panormita e
il
burbero e
due umani-
(i)
Cod. Berlin,
92.
lat. 4.
226
f.
Aug. 2^ 83.
25
f-
5.
PLAUTO.
345
Etsi
luisse
parum apud
te
meas
in re
mea
preces et
amorem pristinam
va-
Nam
si
roganti
amico
tibi fui
defuero,
vereor ne fama
vulgetur te mei
odium
cepisse,
qui
quondam
carissimus. Id vero
quantum ad
?
Rem
itaque
testis
Federici
sit
Veronensis
tibi
intime
commendo
si
sic ut
tuae de
me
vo-
operam tuam ac
falso
pu-
me
testimonium
facies.
Hac
in re si
morem
gesseris,
audebo
et
me
tibi
commendare,
erat,
eum
Federico
me
mittet aut
rcportabit.
in
Id facias oro
fieri,
Guarinum
tibi
eundem
velis et
tibi
posterum
quod
utrique
honorem
Vale
et
quam
cams sim
et libro
remitten-
do
et
Finalrp'*'"'
plautiiK;.
'lei
1445 ritorn
Forrara
1'
apo^Tafo
I)
u,\.
v.iUc.
3J72
I.
i.
346
R. SABBADINI.
Eruditissimo
ci.
Antonio
sai. pi. d.{\)
possem quam
aliis
ne primarii
cum
de causis,
tum quia
nae optatum
attulerit nuntium...
in
quo autem
sine
perle-
gendo
nostram recreo
et instauro
memoriam,
ut
non
te ipsius
poetae lectio suscipi possit. Ut etiam cetera inter nos participentur, tuum
erit,
natum
vel resurgeiis
quod
te
me quoque
qjicov
voces in
partem,
vel
prisco
scis,
t tcov
xoivd.
Musae nanque,
ut
ho-
Vale
et ut soles
me ama.
Ex
Quando
il
lasci
re Al-
trasferi sul
i
continente senza
libri.
avere
il
tempo
di
prender seco
suoi
Cosi T a-
dove
Beccadelli non
si
present
occasione
di
ritornare
che
posteriore
1444
(3),
egli scrive:
profectio
mea Pas'
normum adhuc
geva
alla
suspenditur.
Ma
poco dipoi
accin-
partenza:
Ego cum
I.
in
praesentia Caietae
ago,
regis venia
Panormium pe-
f.
(2)
Camp.
30.
(3)
R. Sabbadini, Biografia
di G. Aurispa 92;
cfr.
85.
5.
PLAUTO.
347
titurus
statimque rediturus
effettuare
(2).
(i).
mente
Reduce da Palermo, consegn il Plauto ad Ag*ostino Villa, che al principio di maggio del 1445, come
s*
Compiuta l'esposizione
che
vi si riferisce:
una
lettera del
Panormita
(3).
Goarni
viri
Cum
levitas sit, in
me
reiecit
addubitanti
mecum
ut deferrem illum,
omnino
quod nequaquam
longe pulchrio-
de Ludovico ntique
est.
Me Genuam
Me
vero a-
cuntc et ab oculis cius semoto, vide obsecro quid fecerit autquid potius
ir>n
fecerit^
sc<l
me
criminatus est; in
me
traiistulit
culpam,
me poenam, hoc
Ego vero
suum Guarino
est
id fore se-
primnm
licuit
poncn,
quem cum
me
mc-
Panormita a Nopciit
Napoli
1913
(3)
'.
1
1
Gali. IV, 5,
IV, aatografo.
1553
f.
73;
collawonnU
3371
348
R.
SABBADINI.
cum non
ficisci
attuli,
quod Panormi
liber erat,
non
Caietae,
unde
mihi
fuit
primum
libri
me
te.
excusavi
Litteras
me
amantis-
Is
reddiderit
necne mihi
aut scripsit
incertum
est;
nam Guarinus
super hac re
nunquam mihi
Sed quid
ultra
immoror
phonsum
tibi,
reddatur. Interim
nisi plus
quam
oculos
mea
Cum
La
lettera,
si riferisce
a Guarino, un
ai
dare che
il
Panormita a Firenze
di quell'anno
ebbe luogo nella primavera del 1436 e che il 30 ottobre medesimo fu creato vescovo di Modena
Scipione Mainenti.
Ma
il
1443,
mandato dal
(3).
La
stessa data
si
via.
Il
PanorFilippa,
moghe
la
che nel corso dell'anno 1443 e pi precisamente entro prima met; e deve aver cagionato la morte di Fi(i) S' intende
{2)
(3)
da Palermo.
il
30 ottobre 1436.
5-
PLAUTO.
349
la
lippa,
dell'
se consideriamo che
il
Panormita verso
met
di ripigliar
moglie. Infatti
litteris
nunc
respon-
hoc
est regiis,
rebusque
privatis,
hoc
est
uxo-
ri
scherzando
et d.
mendatum habe
uxorem
cadono
Queste
velie
Le due
lettere
nell'an-
l'aprile (i).
trattative
Laura
seconda
met del 1446 (sopra p. 200). Ora chiaro che tali negoziazioni presuppongono la morte della precedente
moglie Filippa
al pi tardi nell'anno
1443
(2).
Dimostrato che
la lettera
va assegnata
in
al
il
1443,
quell'
il
anno
Panor-
codice,
E menzogna
parimente
nome Agata.
39);
E
l^a-
Antonius
p. d.
Quoniam
polliciti tui in
nuptias Agnthcs
filiolae
meae.
27 giugno 1458. Allora Agata doveva avere un'et da marito, una quindicina d'anni, a dir poco. La prima figlia del Pare
Alfonso mori
il
alla
del
1447
si
non poteva
nel
1458 essere
in et
da manto. Del
marit nel
non
chia-
si
146$
(R. Sabbadini
103).
Come apprendiamo da V.
Laurensa,
Agata
350
R. SABBADINI.
il
recapito
all'
amba-
dovech Guaambasciatore
consegnato
dall'
Estense Agostino
Si capisce che
Villa.
il
Panormita
s'
codice
quando
Un apografo
Il
(*)
lat.
146,
membr.,
del sec.
XV, ma
di
una
che
nu107,
La
f.
il
secondo
di
due vo-
lumi,
sei
commedie,
Orsiniano.
Al
f.
hoc volumen
divertisset evitandae
iunii .
di quinterni,
per
cui
una
si
mischi
Comparve
la
prima volta
in Rivista di filologia
XXXIX,
191
146-47.
5.
PLAUTO.
351
non
ma
nel confron-
tare poi
suo
apografo
col codice
della biblioteca
f.
176V,
segn
sul
margine estemo
ad
se-
quam
f.
in codice regio;
analoga os-
servazione ripet
al
183:
nam
rano
Ed
il
e-
diversus:
co-
Trin,,
aveva
dinanzi
il
f.
segn quest'altra: require in sequenti comedia hinc ad g paginam versus post illum versum: hec perire
o
1
[Truc. 300) et in
f.
fine:
Ub
perdiderunt
[Truc, 301); e al
ante revertere
ad primam paginam
si
Di questo codice
al
occup G. Suster
ma
tenne
donde
lo stra-
no errore
le
egli incorse.
commedie
di
Plauto fu
liana,
audacemente
di-
venne pre-
Roma
esegui,
il
Pontano,
Panormita,
il
Valla o Poggio.
(1)
PkilotogUt,
1889, 441 M.
352
R.
SABBADINI.
Il
il
Panormita.
La
redazioil
ne del cod.
poich ad
il
il
es.
Truc.
Suster
confron-
tando
il
il
fin
egli argo-
e diverso dal
codex regius\
nel Poen.
diverso dal
cod.
dunque
il
regius
sione italiana.
lo,
Lo
muove
una
delle quat-
tro
A
e aso
il
si
po-
tr conoscere solo
il
In ogni
Panormita non
buone
di
capace
e tanto
di affrontare la recensione di
un
meno
un
come
guariniano,
Poggio nel codice Vaticano 1629, che comprende prime otto commedie e le dodici orsiniane.
VI.
PLINIO
tu
lAiBADon,
TtJ/$ iaim.
Le Le
da
Epistulae
(*)
di
Plinio.
Epistole di Plinio
ci
una comprende
libri
I-V
libri
6,
una terza
al
otto,
il
omettendo
IX. Qui
ci
il
libro
Vili e collocando
suo posto
degli otto
libri.
ri-
il
vescovo
veronese
Raterio
lo studiarono
XIV,
lati
l'autore della
L' Adnotatio^
dove
due
Plini,
ma
s'
insinua un
nuovo
errore,
che fossero
Qnctto I DttOTO.
35^
R.
SABBADINl.
si
da
Dopo che
per
il
il
florile-
hanno pi tracce
XIV
XV.
Nulla
Ma
nuovo
con
alla luce,
la partecipazione di Guarino.
Da
a Verona, dove
(1)
(2) (3)
27 dicembre celebr
58, 1903, 467-71.
nozze con
In Rhein.
Museum
Ne
fu
contemporaneamente pubblicata
in
anche
Merrill
la
da C. Cipolla
758-64.
Il
Comunemente
colloca
dopo
1'
distingue
due
Plini,
dovech
sola.
sec.
sulla questione
membr.
ili.
De viris
copista sottoscrive
(f.
Plinio
(f.
91):
Gay
liber de
illustrium
la
incipit feliciter
si
neWAdnotatio,
sta:
quale perci
Adno-
tatio
collocherebbe
dopo
il
6.
PLINIO.
357
la novella
sposa a Verona
faccende,
Venezia a sistemarvi
le proprie
mover
pi fino al
le lezioni
una scuola
privata;
ma
dove gi
si
trovava nel
questo
lettera,
con
la
del codice
di Plinio.
La collochiamo
le
maggio, per
in
esservi accennate
nozze recentissime:
s'
ogni caso
prima del
in villa.
luglio,
ancora rifugiato
pi.
ci.
(*)
me
me
ita
Guarinus adeo
'.
re uxoria
ut littcrarum
curam seponat
cantibus
tibiarum nuptialium
aures
litterarum tuarum
quam
nuptias totas
immo
univcrsas faciam....
vctustatis codi-
Ntidius tertius
.
acri
ferme omnca.
Unum
et
sum,
quo
dclectabcris
au<licndo,
quemadmodum
Epistulae
sunt
Plinii
annorum ruga
'
splendide vigens et
Sabba<iini,
V*>
ttt
diceret Virglus
Im
sciui
iu
Comparve
la
prima volta
f.
Mmco
<"'<1.
u'i
iinltcht class.
f.
II,
1887,
UQi
Arundel 70
io4T.
358
(Aen.
R.
SABBADINI.
VI
[magis] (i)
quam
lata,
ut
columnae
(2),
quasi rectissimi
arvorum
CCXX.
sunt
Nulli deest
emendatissimae
fuit,
nnihi visae
et,
quod non
et
laetitiae
in tanta vetustate
aetate
in dies
ut
me
adiutore
neminem
fallere,
nusquam
mentiri discant...
Cerchiamo una conferma della data. Guarino conosceva senza dubbio precedentemente
delle
la silloge pliniana
gli
100 lettere;
ma
il
nuovo trovamento
il
porse
incon-
occasione di rileggere
testo, del
quale
^::
infatti
Castro rupto
XVII
kal.
sext,
[141 9].
Ecco
raf-
Plinio
3.
6.
Guarino
caeli re,
(cod. Est. 57
f.
180
ecc.)
Accipe temperiem
situm
villae
gionis
amoenitatem
ratu
caeli
non iniocundum,
si
quae
sit
quae
et tibi
auditu et mihi
relatu
vil-
iucunda erunt.
lae amoenitas
eritis.
meo
intellex-
(i)
(2)
(in
Abhandl. der
i
hist.
Kl.
d. k.
Wiss.
XXIV,
p. 28-29),
rarissimi
codici
spagnola).
in
Comparve
la
prima volta
Museo
di antichit class.
Ili,
1889,
355-6.
6.
PLINIO.
359
aestivi
5.
Tanta
est...,
temporis clementi
semper pr
moveri
autem auras.
6. Hinc senes multi; videas avos
fa-
cumque
veneris
ilio,
putes
alio
te
saeculo natura.
accipio, alio
quodam
7. Regionis forma pulcherrima;
quam
pulchra
imaginarc
amphitheatrnm
aliquod
mon-
immensum
ties
colles
ii
saxei sed
(neque
enim
si
facile
usquam
terreni
cum
sazum etiam
planissimis
quaeratur occurrit)
fertilitate
fertilitate certant...
campis
non
ccdunt.
gemmea
tcneras
Oliveta undique,
arbusto
aliasque
berb:u>
surgunt nec
virditas,
vivax
pratomm
trifoliura
deest
ser-
quae
florcs
cnim pcrcnnibus
rivi
pyllum
et
ceterasque
herbas
teneras
plurmum
pubente pariunt
et nutriont;
rivi, ibi
eai
nulla, quia
enim
,11
liquor ncccpit
aquarum
Hatis,
rffundit in Til)erm.
Modion
ilio
a-
devexa
nutquain per
inomn
edere
patitur: aut
enim ad alendm
tri-
tnxAt et vere;
wammittitur
immen*ique flamini
nomeo
360
R.
SABBADINl.
Veronensem agrum
secat,
non rae-
amittit
nec
aquae
altitudine
desti-
Ea
ita
fundata clivo,
ex summo:
ita leniter et
sensim clivo
fallente consurgit,
ut
non ante
ascendere
intelligas,
cum
quam
ascendisse te videas.
ascendisse.
41.
Quae
si
quod
afferent, deposita
interdum epistula
non
fuisset,
si
praesertim
cum
oculos a lectione et
animum ad
re-
interquiescere,
liberet,
deposita-
que
sicque
interquiescere
et
posses.
Se
il
Plinio e
mirae
vetustatis codices,
sacri
ferme
come non
perch
a du-
mai non
Ausonio,
lo colpirono altri
volumi mirae
Att. ? Il
vetustatis, quali
Catullo, Cicer.
ad
suo
silenzio
significa
che
stati trafugati
Seguono ora
nei quali
si
lettere
(*).
di
Guarino,
parla del
nuovo
Plinio
Gualdo. Cosi
Epistulas Plinii
plar extorquere.
non emendavi,
difficile
enim
fuit illud
exem-
....Illud antiquum Plinii volumen Ex Verona V kal. ianuar. 1420 (= 28 die. 14 19)
{*)
transcribitur.
(i).
Comparve
la
prima volta
in
Museo
f.
di ant. class.
II,
1887, 433-36.
(I)
Cod. Ambros. F. S. V. 21
6.
6.
PLINIO.
361
for-
....
quem
[Verona 1422]
(i).
Dopo
rona,
questo tempo
si
il
da Vequale
non
Biondo a Venezia;
al
Nunc tempus
te
est ut
inceptes,
ut
in patriam reducere.
Veronae
XV
kal. febr.
[1424]
(2).
in
mano
farlo
doveva
trascrivere per
Opus habeo
faciam
Epistulas Plinii
idest archiepiscopi
singularis,
MeTran-
Cura
igitur ut vel
tuas vel
si
dea.
scriptac remittentur
e vestigio; et
nondum
absolutas
habes,
Verona XI
Indi
di
Guarino torna a
sollecitcre
il
scrive:
t)
f.
150.
in
2)
da R.
S,.!>1..i.|iiii
(ieigcr's
'ierul/nhrsschri/t
/Ur
Kul
<3; Ib.
Kenasanap.
510.
363
R.
SABBADINI.
.... Quid
de
Plinio
raartii
(factum
sit)
fj8co? xoi5aaip,i an
omnino
Ex Verona
Vim
il
[1425] (i).
Nel luglio
quinterni;
Guarino
....
Aliquos accepi a
fieri velis
te quinterniones
Epistularum
Ep
i
Plinii,
Scis aret inpri-
de quibus quid
audio....
Redeo ad
in
s t
quam
tum
omni
re magnificus
sit
mis in
libris
quam
ornatissime
scriptas et
cum
cum
sim;
ipsas absolveris,
meum
fac ut
habeam exemplum,
initio
remissurus
esset,
quoniam
quam
gamque commonstrasti.
[Verona
luglio
1425]
(2).
Nel 1427 la copia di Guarino stava nelle mani uno, da cui era difficile ottenerne la restituzione.
parla cosi in una lettera al Gualdo:
di
Ne
De Plinio
proverbio Graecorum
tate sermonis et
est,
certe liberalis
factus
sum
>.
invitus
ne,
et
ut
in
leonem tonderem
Nam cum
benigni-
facile insur-
meo
crimine
hominem
illum irritare,
temptabo
si
Plinii
mihi
fuerit.
cum
se
pri-
non amicos,
te
at
saltem non
li-
ab eius
sit
restitutione
berum
facio et
indemnem reddo,
vel
ab natali
(i)
Cod. Capitol.
di
Verona
CCXCV
f.
36.
(2)
VierUljahrsschrift p. 512.
6.
De
PLINIO
363
solo futurus
semper
sit
extorris.
ilio
cura mihi
sit
Veronae VITI
kal. sept.
1427
(i).
la co-
absolutas redderet
s t
a s
[Verona 1427]
(2).
restitu l'esemplare
lettera:
si
diu recepisses,
tuus
ille
furcifer
insalutato
minime
edocuisti, illas
(3)
ad caris-
sum
ausus;
ita
enim
'
securus
potius
quam
ut
si
sup-
est.
NoUem
eum
imber adoriretur,
Ex Verona
XVIU
feb.
1428
(4).
Verso
al
la
Lombardia,
di Plinio.
Lamola mi
optime,
in
pcrquirendis
esse
doctis
quorum
ista referta
debet
Liguria;
munditiasqne revoca
perr
et
cxsuKcitn.
Kpistulas Plinii
vctustas rc-
posse auguror.
(5).
70
f.
15.
f.
151.
si
trovava
il
Biondo.
(4)
ViertilJaMrssehri/t p. 5 16.
364
l*
sabbadini.
Nel 1429
Plinio per
il
si
occupava
del
suo
....
restat;
s t
1 i
illis,
quem roga
minima
per te ut mihi
absolvendis
illis,
quibus pars
non ero
ingratus.
iulii
Ex Argenta XEE
1429
(i).
Ad
unquam
rem
d.
Madii venio
d.
Madio, ut debebat
nec
mea
et
Testor
deum
me
nullum iniunxisse
fuisse
illi
opus transcribendum pr
me, ut opus
d.
Madii absolveret;
Unde
et
mihi pluperficeret
illas
Ep
s t
as
Ex
S. Biasio
XXn
il
quale stava in
mano
di
Antonio da Brescia.
.... Tu
beam,
'
curabis
Epistulas
'.
ilas
quarum
Ferraria
indiget usus
Ex Ex
in
kal. ianuar.
1429
(3).
XXI
aprilis
1430
L' ultima
guariniano di Plinio
(i)
(2)
Cod. Ambros.
145
inf.
f.
f.
35 iv.
178.
f.
(3)
Cod. Marc.
f.
lat.
XIV
221
83.
(4) Ib.
83.
6.
PLINIO.
365
del 1449,
l
quando
da Nicco-
V
Il
Gua-
rino
comprendeva
(Vili)
16,
epistulas circiter
CCXX. E
in verit
sommando
IX
(Vili), tolta la
IX
il
numero
di 122;
Della medesima
nella Politia literaria
parla A.
Decembrio
*
(*)
Qua(I 4) pubblicata Tanno 1462: rum nuper centum et viginti quatuor cum priorbus inventae Quel cum prioribus si dovr intendere nel
'.
100
comunemente
si
note.
Addizionando con
il
100 le
124 nuove
to
raggiunge
totale di 224:
siamo pertan-
al
numero
effettivo di 222,
Il
(**),
biblioteca
Ambrosiana sotto
f.
I
la
segnatura
del
I 75 sup.
(membr.). Nel
dipinto lo
stemma
Pizolpasso,
circondato
dalle lettere
FR
I
Secundi
e-
Le
la I
epistole so-
no numerate da
sa
in
CCXXXIIII; ma
si
20 diviInoltre
die
due e dal
n.
CXLVilli
Tonclli
salta al
CLX.
t )
Foggii Epist.,
coli.
IH
p.
8 con In data:
Romae
VH
(ice.
(*)
1449.
Comparire
la
prima volta
la
in
Museo di
in
(*^ Comparve
79-86.
prima volta
Ahuto di antichit
HI, 1888
366
R. SABBADIKI.
manca
la
IV
16,
26,
IX
Il
(Vili)
come nella classe delle cento, e la come nella classe degli otto libri: prova
libri
Cosi p.
in II
12,
il
gociolum
illud
quod superesse;
AnroupYtov.
pi la lacuna
con
Una
terza
mano, che
for-
se
tutt'
una con
la
praesuli
Dum
me
fieri
s,
[i)
nihil
ago
inspicerem, praevi-
magna
suluisse videar,
opus ut
intelligo aetate
mendatissimum
si
ipse
indulsisse,
diffiderim.
(2):
(*)
Questo nuovo.
Cod. Riccard. 827
f.
(i)
28v.
24.
(2)
f.
6.
PLINIO.
367
s,
tnum quem ad
dui cura
doctum oniatumque
Nihil a
dare
intelligatur.
legas....
me
graece
Ora
il
si
parla l'Ambrosiano
A
e
212
inf.,
su di esso
vedono
le citazioni
greche intercalate
rivelano della
medesima mano.
anche Zein
Milano possedeva
le Epistole di Plinio
due
lettere a P. C.
s.
{\)
e-
Mediolano meus ut
cod^
istuc
tibi
quas usui
nulli
(nullo
fore propter
Quare cum
nunc proficiscatur
quidem domum
mittas. Fie-
potestas
illud
haudquaquam
habcre
satis
relinqueretnr. Ali-
enim nonnullos
hic
volumen
et
emendatum. Itnque
curabo,
promptu
Aurispa viribquc
his
<
hniMiiis
n.,
(t
dortisler-
quibus vel
littcris vel
<lr tr
mf) ty\.
Ex
et
illif
lalutcm dicere;
1439-41].
itaque tu et
iUorum
(I)
meo
77.
368
R. SABBADINI.
s.
(i)
statuerisque episto-
emendare.
Nam
etsi
labori,
ne dicam
fa-
quam
epistolas
cum
ea secum et familiari-
quam
me
tibi
ipsum recipienti
exoratum esse
ipsum
te
opus
velim.
Quod autem
visum
fuit
nihil
tibi
de Commensi
(2)
nostro
d.
scripserim, id
ipsum
Gerardo
te,
Birago....
Aurispae commendatum
ut iubes,
feci...
Le due
lettere
in cui
l'
Amidano
assisteva al Concilio
un volumen
al cod. di S.
Marco
284
uno dei
miglia delle
100 lettere.
Il
(*)
Richiama particolarmente la nostra attenzione il codice Ambrosiano H 65 sup., membr. della seconda
(i) Ib.
f.
87.
Como.
Questo nuovo.
6.
PLINIO.
369
di Gio.
Vinil
che
/.
sul
foglio
2v di guardia segn
proprio
nome:
V. P."'
libri;
alla
liber octavus
ci
Quel Veronensis
che
il
copista accoglieva
origine veronese di
ma non
f.
gine
al
58V, dirimpetto a
IV
30, 3 gloss:
'
Ex hoc
lacu, qui
penes
Comum
est,
alteram
quam Veronam
nisi in altera
'
E
il
'.
al
f.
82V, di fronte a
*
VI
24,
tminiccpsy
ribadisce
dubbio:
Municipem
Questo codice
se,
fu copiato tutto
il
da un solo amanuen-
molto esperto,
i
te
luoghi greci: e
greco
s'
di tal
genere:
f.
iiv
(I
20):
*;
Egregia epistola
simili altre,
le
due
Pli-
lingue.
Le
ma sempre
tio
il
';
a III
8,
dove
in
7,
dove
si
annunzia
morte
di Silio, cita
carme VII 63
Il
di Marziale, ecc.
del 147
1;
una congettura
'^li
sul copista e
primo possessore
ft.
del codice,
latm
irtfni
occorrono
14.
sABBADun,
Ttsti
K.
SABBAOINI.
molti
NOTA
f.
FNQ (=
f.
Yva)|j.Y)
p. e.
ecc.).
4V,
8ov), e
CH
(=^
crY)|jLet)<jai
p. e.
io, ySv,
86
Queun
st'ultimo
Leto.
Pomponio
un
(o
s'intreccia con
volte, al
f.
(=(J)paTov) (i).
Essa
(IV
f.
si
trova due
4):
'
19,
ver-
sus
alle
al
i^
di
fronte
Sarebbe
lecito pertanto
sigle greche,
di origine
compariscono
sui
margini
di
altri
manoscritti
Per no
ai
chi volesse
soggiunger due
si
riferisco-
77V, di fronte a
VI
']
13,
Sena-
100, di fronte a
']
VII
25, 4
nam tantum
utraque
lingua valet
Haec
(A.
de Nicolao Se-
cundino
dici potest.
Sagundino mor a
Diss.
Roma
il
23 marzo 1463
Zeno
nota
(i)
Di questi segni
Giulio
di richiamo
ghin,
Pomponio LetOt
Roma
6.
PLINIO.
371
Pseudo-Plinio.
(*)
Fu
dal Gamurrini
(i) si
una
let-
tera di
parla di
che crede
trattarsi di
un
(3),
alla
ad ogni
non so se nessuno abbia discussa la questione; modo credo utile riprenderla in esame e cer-
sono
inedite.
14-15 e ven-
gono qui
riportate nel
medesimo ordine
I.
del codice,
dicit.
si
alia se niihi
materia
illud
scri-
quod
in
buccam prmum
vcnirct,
me
tibi
Sed
Htterarum
vitium,
Kgo
quiflrm,
meum
i
fatcbor
()
Comparve
la
prima volta
iu
Kiiuia
y. .;....,
..;..;....
52.
)
(1) In
(2)
''
IV
{^
^*
p. 14
Irtiffcl,
e 6* edi*.' 340, 3,
H\x,.
J).
\y
S(
h.-iiiz,
r,>m. filler., 6
44C,
1.
^i^l
.4.
^^i
perseverabam
R.
SABBADIN.
nihil scribere,
dem
culpa esse.
libentius
Nunc autem
rem, quo et
operam
rumpe-
tibi
superior vel
gnum argumentum;
luisse (i).
meas
interpellare no-
Sane
ita sit,
dum
meam
ista
dum
Unum
hoc
paratum
genus
venae;
quidem nimia
nonnunquam peccare
tibi
hoc
me
pacto astringo:
de cetero
me indignum amore
maius
me tandiu me subisi ?
supplicium,
non etiam
Tu
vero quo
me
tibi
astringis pacto
praestat,
iu-
quam nova
in
verba
n.
quamplurimam
Quantam ex
tuis litteris
dicit.
quod
eas
testes
egregiae
voluntatis (4)
tuae
magna cum
diligentia servo.
Desino iam de
te sollicitus esse.
Re-
te laudo; didicisti
quidem
te
ipsum
vincere et piane doces nullum esse dolorem tantum, cui tandem sapiens
vir
coepisti et subinde te
confirma. Subicerem
acres tibi stimulos et currentem adhortarer (5), nisi spera dedisses mihi
severitatem cod.
6.
PUNio.
creditum
373
velitn,
quam
ita
tbi ipsi.
Quod
fratrera
meum
fuit,
acceptum habueris,
ut nec tu nec
etsi
hoc
raihi
antiquum
sit,
tamen gratum
gratius fa-
quandam
aeque reprendisti; quid enim quod vel trepide vel dube tecxmi
?
gam
Scripsi
id vereri,
te
essent
ingratae,
cum
oporteat: quis e-
nim amicum
ita
non
sit ?
de amicitia cogitavi,
(i)
una
et
regat corpora.
Volo tamen ut eo me
dem
ut
velut
faces;
nam interdum
3, 23)
amantium
legis,
*
rixae
*,
saepe
reinte-
m.
Leonardus Arretinus Laurentio suo
.3.n:piu> .ni
le
s,
si-iibereni,
Laurenti mi suavissime,
nisi
ea te constan-
tia
mitti siicntio
intendi
ac-
cedit
ris,
bumanitas
et benivolentia tua, in
uta-
maxime tamen
amicorum
'!f!lcctat.
s:fl
Non
scribo
ut
meo
desiderio
enim
processit
amicitia, ut
assentationis
vercar.
Amo
mea
me
dclcctant studia.
postquam
rct
tua te a
me
distraxit nec
me
tibi
praesentem
quodcumque
lice!
(- Gamurrini).
G.
(7.
quod
374
permittit
(i)
R* SABBADINI.
necessitas, inveni
quid apud
me
est,
quod
desse arbitror. Habui clarissimas orationes Sec. (3) Plinii numero viginti,
unam
tam
(4)
ad earum (5)
copiam,
quam ad
nunquam
eli-
mihi
animus.
Magnum
sit,
fructum
cere, qui
si
aliis
(7) futurus
quod
(9)
Vale.
IV.
Leonardus Arretinus
\_Laurentio] salutent
dicit.
quamplurimam
cri-
quo
vel
non
tacitus
dignum
neque
dum
expecto.
Cupio ex
te scire,
mi
cum quibus
ver-
quae
te
Nam
quidem G.
G.
tam om, G.
(5)
eam
cod.y
G.
(6) in eo]
(7)
alii
meo
G.
G.
cod
(8) (9)
enim G.
qnod om, G.
G.
(11) volnptatem G.
animum
cod.
6.
puNio.
375 optimarum
artiura
credibilis in tanta
est
amor
et
subducere
quo
si
vel
apud aliquem
pro-
doctum virum
fectu ac
proficias.
Quod
ita est,
postquam
te
amare
coepi, divisum a
la
rei
me
bona
pariter ac
ma-
ab
(3)
distrahunt
officia,
queror tecum
ut,
et dolco.
In qua re te
etiam oro,
quantum honestas
(4)
tempestate in portum et
rimum
et litterarium (5)
otium
subducas. Et quod
auferebatur,
tibi
collige et conserva;
va-
cuum
tium
sit;
neque quod
et voluptates.
quod nimia
patriae,
si
ni-
mia
cura in praesens
hoc ipsum
puiis,
et tuae rei
magnam voluptatem
conficerc.
Fac
Il
lettere
ma
Bruni di que-
epistolario. Dall'alil
e spesso erronea e
l'i)
deo
et eod,
ad cod,
(4) te cod,
(5)
littenuum
cod.
(6)
mram
preeena tod.
376
R.
SABBADINI.
come non
Plinio
contenuto.
Agscri-
orazioni di
nostro
ma
al
suo
entusiasmo e
degnamente apprezzata
ta,
egli
dei classici
erano
Le
con
Ma
io
Appio
della letl'aria
tera II e quel
Sempronio della
senza
III
mi hanno
il
di
due nomi
inventati;
dire che
tono delle
let-
io
suppongo che
o rettoriche,
come
si
scrupolo
la
menzione precisa
p. e.
venti ora-
di
Gasparino Barzizza, e
vi trover
menzione
di fatti
precisi,
che sembrano desunti dalla realt. Del nostro presunto Leonardo Aretino recher
(i).
u-
n'altra lettera
d.
Quam
diu,
cum
synodo
tuam gratiam
(i)
Cod. 761
f.
della biblioteca
Comunale
di
Verona.
6.
PLINIO.
377
sum aucupatus
Nunc autem
apud Florentinos
litteris
meum
ad
poteris; cui
me
MCCCCL.
Il
tiene a
una
serie di documenti,
sostitu,
nei
quali
una mano
al
del sec.
di
il
XVII
non so per
quali
fini,
nome
sec.
XV,
no-
nome
ipotetico di
Bartolomeo Cozza;
ma
gli altri
mi non furono
1450 abbiamo
sostituiti e ci
anno
falsificazione,
perch
il
assunse la
in
nome suo
l'Inno.
Ho
indubitato per
epistolario
ma
in
altri
si
casi,
derare,
potfi
c(jn^'-iunL,''L'r(j
si
coiiLfiunse
anche
la
frode
i)
<
(i
fr.
i;i
generale R. S.ibbadini,
altri
Z^
174*76. Su
due omonimi
di
F. F. Luao in
I
32,
pertona
l'altro, l'autore
V, ritengo fXium,
vn.
QUINTILIANO.
(*)
Il
comunemente nel
seguenti
14,
I, i,
mutilo,
mancava
cio delle
i-6;
3,
ad
Tryph., Prooem.^ I
6,
12 107;
Vili
3,
I,
64;
Vili
17 Vm
6, 67;
IX
2 X
XI
1
71
XI
fu
416
in
ne
XII IO, 43 sino alla fine. Nel scoperto uno integro da Poggio a S. Gallo;
2,
33;
ma
(i)
1396:
l'a-
vesse trovato
lui,
sibbene ne
francesi.
entr
possesso
per
Le prove
secoli
(2):
di ci
epistolare di Nicola
le quali
da Clmangis, pubblicata da
tre secoli
tre
da
() Companre
540.41.
la
prima
vw.i.i
...
/w.
<j/<i
xyviX,
191
1,
(1) Epistolario di
C. Salutati, IH 146.
(a) Nicolai
MDCXJIL
382
R.
SABBADINI.
mente che
attenzione.
filologi
rivolgessero
i
ad esse
il
la
propria
Ecco pertanto
Clmangis
parla di Quintiliano:
Epist.
pud....
IV
p.
que
me quoque
a-
Quintilianum legisse
II.
confiteor....
(vitia)
Epist. Ili p.
Cum
multa
ipsi
etiam Cice-
roni a suis
fuerunt
emulis, Quintiliano
teste
(XII
i,
14-22), obiecta.
Epist.
IV
p.
22.
Hinc
est
quod Cato
ubi
ille
superior,
magnus
vir ac doctissimus,
oratorem
non primum
(Quintil.
sed
viri
bonitatem
XII
I,
i).
Epist.
p. 25.
De
poeticis
autem
est
locus
apud
in
Gre-
ubi
et
Romanos
'
(X
i,
dempta satyra, que tota latina est ( 93).... Neque enim audet Virgilium, qui summus inter Romanos est
(
85),
equare
aut
Homero
nandro:
care
illius
(
'
86)
quo
98),
in
genere
dicit
maxime
non
sit
claudi-
cum
lingua latina, ut
capax
attice venustatis,
quam greca
servat
comedia
lyricum
scri-
100)....
Nec
nec Horatium
Pindaro....
historie
ptores Salustium et
doto grecis
quodammodo
( loi)...;
7.
QUINTILIANO.
IX
35)
383
quem
( 98).
cuilibet
ponere
Epist.
'
CXV
p. 318....
s
'
ut
quidam illorum
scripserint
musas ipsas
maxime
il
usuras eloquio
X X
i,
il
99).
Come vedono
lettori,
Clmangis
conosceva
46
di Quintiliano dal
i
al
rammentare che
\! Epist,
V,
dalla
di notizie,
di Pietramala,
morto
il
nel 1396 o
1397:
Cl-
mangis
che
i
possedeva
un
lat.
Quintiliano
integro.
vero
codici Parig.
XII (proveniente
sur-Loire), recano
I,
un frammento del
si
libro
X,
che
cio
il
46-131
(i);
onde
potrebbe supporre
di questi
Cl-
due
codici;
ma da
indizi risulta
Le scoperte
di
Poggio.
il
La prima
rosi scrive a
notizia
(*)
1'
quale
Poggio
(2):
disccrptus cuncta
\\
membra
i'
.
(-il.
i'icrviiif.
M.
OiiMitiiMiii
ifsiit.
in tu.
r.
'S Pft*
rii
1890,
LXXXU-LXXXVl.
Ia
(*)
(a)
Comparvt
prima volta
in
Rrvista di filologia
XX,
18911 307*8.
F.pst.,
IV
5.
384
R.
SABBADTNi.
est,
MCCCCXVI
'.
La
il
settem-
mand
trattava;
alla
in-
mano
f.
alla copia,
intomo
quale
235:
Scripsit Poggius
Florenti-
eum
in
biblyotheca
monasterii
rum
utili-
trun-
cum pluribus
locis
haberemus. Hec
verba ex originali
Poggii sumpta.
Contemporaneamente se ne
del cod. Vindobon. 3135
trasse
un apografo anla
sottoscrizione
(CCXLVIII Endlicher): J/. i^ ad Victorium Marcellinum explicit. Quem feci scribi ego Ande
Pisis
Constantie
a.
d,
M.CCCCXVL
Poco tempo
di poi
Poggio annunzi
(i),
le
sue nuove
Hec
(Quintiliani et Asconii
e.
opera)
Poggii pist.
coli.
Tonelli I 25;
Bandini Cod.
blioth.
382;
Fabricius Bi-
Lat.
524.
7.
QUINTILIANO.
385
mea manu
Florentinum
habere,
transcripsi et
quidem
velociter, ut
ea mit(Niccoli)
quo
te
sit
in loco,
ut
si
eum
voles
id
puto autem
quamprimum
velie,
facile
consequi valeas.
Constantie
XVII
kal.
ianuar.
141
(=
1416).
la
Qui
cifra
alle ca-
nostro
metodo
tempi
di
di datare
non
il
nemmeno
ai
Poggio,
sbadatamente
si
invece di 1416.
sia
messo
v'
54 giorni
che
impieg giungiamo
Di questa
da
f.
lettera
abbiamo due
La
seconsup.
si
153
tra
Poggii Fpist.
I
ic(^^
'FV. Tulli
Cod. Anibros.
anepigrafa; in
153 sup.
25
marg. epistola
righe
p.
s.
d.
Guarino
suo
per
l'
intestazione).
'eronensi,
Licet inter
tioncs
tii;i9,
quotidiana
in
occupa-
Licet
inter
varias
occupationet
pr tua
omncs hu*
(;
Mia
(ii
tengono
dietro
nel cod.
Ambrosiano
gli
indici
dell'opera
Quintiliano.
E.
ftABHAMNI. 7>r/>
ttitini,
1^.
-.86
R.
SABBA DI M.
sin-
manitate
et benivolentia in
me
versaris
fore
gulari iucundiim
semper
tibi
litte-
existimem
meis,
tanta
est
raruni
igno
tamen apud
me
opinio humanitatis
tue, ut arbitrer te
praecipuam
t
praestes
in
at-
paulum queas
legere negociis
entionem
maiorem
modum
summe
rei
eam causam
vel
me
sit
quod
sed
me
sit
vel
ociosus
requirat;
propter
dignita-
quam
certe
scio,
cum
sis
longe
cae-
cum
sis
in ter ceteros e-
peritissimus,
non parvam
tibi
terisque
studiosis
hominibus esse
non
parvam
tibi
esse
allaturam
Nam-
animi iocunditatem.
Nam-
quicquam valerent
precipua
iis
maxime praestant
fuerint latinae linguae
p. 27
maxime
prestent
ut nihil
ei
meo
ut ei
al.
meo
deesse videatur
Cicero romanae parens eloquentiae
et molestiae
et dignitatem
atque dignitatem
plurimi erant Matcelli
et
praestantes
simili
prestantes
28
eum modo
auxilium
eum
intentu
revocaverimus
interitu in
presidium
supplicium rapi
ut ait
rapi supplicium
ut inquit
mil.
milibus
p.
29
pulvere squalentem
pulvere refertum
erant enim in bibliotheca
illi,
libri
ut
eorum
capitalis
al.
m.) ut eorum
quo
ne
quidem
rei
quidem damnati
damnati retruderentur
detruderentur
J.
QUINTILIANO.
387
Si essent
viros rimarentur
secret
Si esset
viros recogno-
ac recognoscerent
libnim
et
consequi valeas.
Vale
ama.
me
Con-
consequi valeas.
Cum
hec scrip-
quando
stantiae
id
mutuum
fit
XVIII kalendas
141 7.
ianuarias
anno
Christi
coniunctus;
ut
se id munus
summa
quem
meam
cum
tua,
re
diligentiam
pollicitus
atque
operam prestarem,
sua causa
sum
ista
ab eo
effla-
quod
te
singular araicicia
que secum
est iaro
me
et
impetratu-
rum
id
confido.
fit,
Vale
me, quando
mutuum
ama. Datum
Con-
stantie etc.
deteminaru
il
desiinatario della
nuova mia/ione
uomo
assai
che
ci
fanno pen-
388
R.
SABBADINI.
(i),
appassionato ricercadi
come vedremo,
codici
Una
testimo-
nostra ipotesi,
poich
in
il
Querini
di
(2)
ha veduto
l'
la
in-
lettera di
Poggio
un codice
Bergamo con
testazione
ad Joannem Aretinum.
il
Intanto
re
il
nuovo
testo,
fondendo
ivi
codice
di
Poggio
col
possedevano.
Scrive
infatti
quae ad-
hoc
est in syncopis
illis
est....
locis insanabilis
morbus
(3).
codice arriv
anche a Padova
il
al Barzizza
(*),
il
Corvini nel
1414 a Milano,
quando
al concilio di
IV
questa lettera
nei codici
ivi
il
ha
la
al
Florentiae
JJJJ
kal.
decembr.
MCCCCXVI.
Scrive
Bruni
Corvini: Illud
quoque me plurimum
ipsura,
cum ad vos
meo nomine,
fueris prosecutus.
epist. p. II.
(3)
(*)
IV
9.
titolo:
Comparve
e
la
su Quintiliano
Cicerone, Livorno
1886, 2-6.
7.
QUINTILIANO
il
389
praticato
per
codici mutili
1
1).
La
lettere
non
che genere
tera,
alla let-
che ce lo mostra
in
un Quintiliano
integro:
sai.
(2).
satis
depellenda a
me
iniu-
quod
etsi
mihi tuis
litteris
et
sermone
hominum
et
qui
inde
licio
ati
me
tamen
veteri iu-
meo
et litteris recentibus
labui.
imus
'
re tua vidoar.
Scripsisti
enim
de losepho historico
delatus
est,
et
de
)aintiHanr>,
onstantia integer ad
me
utrum copia
\\:\\\fx\
pos-ct.
NiUKjuum
fuit
cui littcnis
posscm ad
te
j-f
t.ilxrllariis
quo
vix
fuit,
causa
litteras.
impedimento
Nunc vero
Scia
et
ho-
minem
tiia
tibi
satisfacio.
omnia mca
(juititiiiaiiii^
n-
opera,
Baiiilcac
Siif'^/rm.
1559;
p.
346.
Ne
parla
f*
anche
>74-27Si
na iUtcrando
il)
(atti.
i.
ic.
390
SABBADINI.
pud nos
tioreni,
extat (i); multo minus corruptus est; siquid agi vis fac
me
cer-
modo
Patavii exempletur;
me
fuit,
causa
eris
alieni,
Zenonis
(2)
Abbatem
rediit.
Nihil est
est,
si
quo
libi
vis copia
omnia ut meo
nomine
libro isto
tarde,
tamen ut
res tulit
ad
te
scribo.
ludicabis
meum
in te officium potius ex
si
mihi
ri,
quam
casui imputabis
in referenda gratia
ut aiunt, reddere.
Nondum
fido, si
cum
o-
me
celsitudini sue
commenda.
Quel Lodovico
zata,
Cocco,
il
al
quale la lettera
di
indiriz-
probabilmente
padre
Marco
Vi
si
Giovanni,
(5).
il
trova
nomi-
come
il
fanno nella
lette-
delle quali
come
che
il
cenno
erat cod.
nell'epistolario barzizziano.
(2) (3)
{4)
Genonis
tibi
cod.
Era Pietro de
Miliis.
invenienda cod.
animum
cod.
I,
(5)
p. 204.
(6) Ibid..)
loi etc.
7.
QUINTILIANO.
tra
39 1
Comunque
dova
zizza
e,
sia,
la lettera scritta
certamente da Pail
141 7 e
il il
141
8.
Bar-
nuovo
di
codice.
Riporter
lettera:
questo
una sua
(i).
Reverendissime
in
ex quibus
meo
(3)
iocunditatemquc percepi,
si
quantam
maximam
ex rebus optatissimis,
omni studio ac
diligentia.
adii (6),
lohannes Augustinus
sedeo....
filius ^7)
ut sepe dixi, ad
gabemaculum
La
che
lettera
manca
d' intestazione,
ma
congetturiamo
di Castiglione.
ti-
Branda
un
che
vi
detto: reliqua
Cod.
di
Bergamo
F V
vlmuil-
20
p. 69.
alla
fine
del testo di
Quintiliano. Perci
(j)
riiiiiulato
in
pi riprese.
tuo cod.
(4)
qaam
cod.
Barxizza.
/>.
Rose.
il
,1
i<l
gubernacain
rei publicflc
Redeo. Di
qui
Barsixsa
nveuc
gi ricevute le oroxioni
392
K.
SAHBADINI.
ad pueros
tendere
Barzizza.
di
dove
s'ha a in-
presso
il
Ora da
ma
che tutt'uno
tres
alii...,
con
Branda
di
Castiglione:
d. car-
Sunt
(i)
apud
et
me
bernaculum sedeo
(2)
moderor
Il
et
da
di Castiglione: e
da
lui
il
Barzizza ricevette in pi
inviatagli
nuovo
Quintiliano,
da
al Concilio.
Del nuovo
prepositio
est
testo
{^^)
il
CoN
nunquam
cum per u
u,
reperi tur
nisi in
compositione; et
secundum Quintilianum
n,
(I 7, 5)
per o et
et
et
m, quom per
vel per q
duplex
simo codice
est in
(i)
(2)
Germania,
f.
scriptum comperi
150.
dell'altra lettera.
(3) Cfr.
Cicer.
Ept. ad fam.
IX
15, 3
sedebamus
in
puppi
et cla-
vum
(*)
(4)
tenebamus.
Comparve
Questo
la
articolo
la
itnl.
XI
364-68 e sopra
122.
7*
QUINTILIANO.
393
La
ed
ha,
(Zurigo),
che
secondo
per q ac
Turicensis,
il
Versimilmente dal
tiliano
ebbe
il
che studiava
ora
il
in quell'Universit
(*).
Il
suo Quintiliano
codice
VI F
21
della
biblioteca
si
Estense
la
di
Modena, nel
lettera:
legge
seguente
(2)
s.
p. d,
orator
summa tamen
et operis per-
brariorum enim desidia noster hic Quintilianus pluribus annis non soluni
et
corruptus et principalioribus
memcon-
illius
(i>
I
M.
XI. .
F.>ii
<
hiinf.ii
,.,;
/).
..,</./
..,-.,,
<,.-,].
\;.y
;,,.;....
,-.,,
p.
() Compiiive
43; e in
'2)
la
prima volta
stor. leti. di
in
Rivista dt Jiioiogia
XXI,
1892, 142-
Ctornale
itai.
rcnze pretino
al
394
nobis restituisset.
^-
SABBADINI.
Quae cum
illa
rccondens, non
constitui, deprecatus
parvitatem consideres;
qucm
obsequentissibeneficio hoc
mum
XHII
kal.
iulias,
ex Patavio 1420.
il
Tenaglia mise
il
nuovamente
no Tenaglia
ni,
in luce.
uno dei
ai quali
il
la custodia e la
documenti
cato
>
(i);
il
Tenaglia chiamato
cavaliere e avvo-
come ne
fa fede
il
il
discorso
recitato nel-
ne
(2):
tatio7ie of fitti rethoratus utriusque Universitatis (3) starum tam ultra montanorum quam citra. Che si
di
urbi
Paduane
altre: <
che l'anno
141 9,
ricaviamo da queste
nec
Mehus, Vita
A, Traversarti, p.
1890, p. 97,
f.
63-64.
documenti presso G.
102.
z';
151
gratias.
7-
QUINTILIANO.
civitatis rectissimi
il
395
<
<
presules
il
>,
Dandolo e
il
Bragadin
fu-
rono governatori
il
di
Padova,
primo com3
podest,
Poggio durante
la
sua
una
lettera di
Guarino
(*):
s.
d.
(i)
....
Quintilianus
est,
quem
tua
ta-
studiosos
homines
fit,
ut perrara
Constantiae gesta
sint,
quae huic
ipsi
Ceterum cum
vel librariorum
menda
causa (3)
sit,
tua raihi opus est ope atque opera. Sentio te aliud Quintiliani exemplar
nactum
esse,
quod apud
te est;
ex quo
conscribi fa-
cias oro,
quam emendati or
esse potest.
licct,
facere
vis,
tibi
hoc
est si
quam primum
pecunias
dari faciam,
futu-
quas tu ipse
iusseris.
Quam
gratum autem
id et mihi
et
litteratis
rum
sit,
dicerc
ut
quem
luce. Vale.
Manca
la data,
che per
si
pu
fissare
on
molta
la
prima volta
col
titolo:
6.
2)
(j>
uni
aii.l
396
R.
SABBADINI.
il
i6
maggio
del 141 8
(i);
qui siamo
dunque
fu
al pi tardi
nei primi
da
lui
trovato
7 in
probabil-
mente
cerone
Francia e Ger-
E non
se ne trasse copia,
1'
come
del primo,
ma
si
port seco
archetipo; di che
(3):
secum sexdecm
est
moedias
corruptis,
in
illis litteris
Ro23473 e
mae VI
Il
1429.
nuovo codice
9,
il
fu copiato nel
Monac.
lat.
Vespasianus
d.
Manni
domini
MCCCCXVIII
i^)
una
bio-
attribuita,
non
si
sa su quale
due escursioni
di
R. Sabbadini, Poggio
d. r. Istit. Lotnb. se.
scopritore di codici
lett.
latini in
Germania (Rendic.
46,
19 13, 905-908).
(3)
(4)
Poggii Epist.
coli.
Tonelli I 304.
institutionis orai, codicibus in
A. Beltrami, De Quintiliani
Istit.
Memorie
del r.
(*)
Lomb.
la
se.
lett.
XXII,
191
1,
182-86.
Comparve
prima volta
in Rivista di filologia
XX,
1891, 317-22.
;.
QUINTILIANO.
39^
fondamento,
partenga
al
al Valla. Il
ter
monianza cio
dello
stesso
Valla,
il
quale
parla di
Non
crealla
siii
stato ancora
adoperato
modo non
(3)
Raudensis
(2).
Declamationum suarum
<
transeo istos
quorum
quamulti
cum
lia
vita
fama extincta
incidit Petrarcha,
(4),
ut
alii
ex plebe illitteratorum, qui alium pr rem vel principem virum ponit, velut
alio vel
aucto-
vStatium
Tholo-
sanum
y^ro
^tatio Caelio
(5)
I,
p.
XXXVH.
Le Adno'
Raudensem,
Qo\or)\i\t,
1522, p. 48.
La
i
padre
Contro^'.
vita.
X,
praef.
2,
dove
(4)
nostri tetti
hanno cum
ipsis invece
che cum
Vincentius Bcllovacensis
nello
Speculum
Statio Caeeilio,
il
epico,
il
Valla Io fa di Toloa,
come
tutti
fa
Statius
Ursulus
Tolosensis
da (irolamo
hfun.
a.
Abr. 2073).
nome
398
R.
SABBADINI.
nescientes
quo quisque
tempore
fuerit. Ita hi
duo
opus de insttutione
oratoria sub
Plinii
que composuit
et
mentionem
facit (i),
de Seneca mortuo
Senecam
cir(3),
annos
fuit
quique,
si
ipsi
credimus
alius
Quinpater
7
tilianus fuit,
zio
et
forte
si
da
le
ma
nel 1442
il
Valla non
conosceva
pi tardi
nemmeno An1462
nomina
solo la
Teaide e
il
V Achilleide. La
aveva
e riproduce ci che
rara, sicch
Decembrio
imparato
le
da Guarino a Fer-
strano.
La
dal Panormita
f.
nel
seguente epigramma
120; 3282
i):
Qui
cecinit
Hunc
genuit
tali
Ipsa Tolosa
sunm.
Ne
Quod
si
sit
in
Sylvarum
lector, opus.
21.
Plin., JSpist.,
V,
3,
I,
5.
(3)
Seneca Controv.,
praef., 11.
7.
QUINTILIANO.
Nam
loco
3^9
Quintiliani
aut avus.
ut
pater
filius
Quintiliani
eloquens
(i),
sane
fuit,
quodam
illius
ipse testatur
affe-
rens orationis
testimonium.
Quod
est,
ex
alt;
ut
fuit,
de
quo
Romae
ait (3)
Nam
idem Hieronymus
Galbam, qui
Romae
rhetoricam
di-
De quo
alias plura
Romae
fuis-
Hieronymum
ita in
Quintiliano potuis-
quem
ait
duxisse Porciam
^4),
Catonis filiam
in
matrimonium virginem
ait.
quae
fue-
De Seneca autem
genter
attigit,
(6),
an unus
sit
an duo,
minus
dili-
poetae
afferra
Senecae
quas
inter
tragoediis, ubi
loquitur: <
Senecam
(i)
(2)
73.
Girolamo
scrive:
Romae
(3)
(4)
Girolamo:
Fabius
Quintilianus
I,
Romam
cap. 46:
Brutus Porciam
vir-
Fiutare,
Cat. min.,
XXV,
2.
Cirni.,
S(
uni
filosofo e
00 Seneca
tragico.
Inst.
(7) Quintil.,
400
R.
SAfiBADINl.
et dialog-i et
poemata
et
(i).
Tamen duo
nim
<
(2) te-
Binosque
loquitur
(3)
Senecas
3>.
et
cunda
te.
Corduba
Ceterum an idem
auctor
qui
(4)
est,
Seneca maior
non
pere
de quo
alias
suo loco
dicemus:
nam de
e-
menttis ad
(5)
Paulum
et Pauli
ad eum
epistolis alio o-
disputavimus.
il
Riguardo a Seneca
gli errori,
Bellovacense,
in
al
Pe-
trarca, al
medio evo)
due Seneca
pi a distinguere Seneca
Riguardo
superiore al Raudense,
oratoria.
Non
di
solo, dice
il
Valla, Quin-
tiliano
Seneca,
ma
gli
sopravvisse
un ottantanni pi giovane
X,
I,
I,
129.
(2)
61, 7-8.
unicumque Lucanum.
La nona
VOctavia.
(5) Quest'
(6) Sulla
filosofo sia
da distinguere
Epistol. I
150-155.
Ma
il
Salutati
figlio.
7-
QUINTILIANO.
4OI
di
Seneca, avendo
scritto la
sua
Institutio
sotto
DoCi-
veder
dopo
morte
Cicerone.
di
Con
ci
il
il
Valla
collocherebbe
la
Quintiliano verso
105 d. Cr.
dell' Institutio di
modo
il
Quintiliano
citato in
Seneca, egli fa
questo
il
il
il
padre o l'avo
Quintiliano
in
di quello.
Se
cos,
ragiona
in
Valla,
dell' Institutio
non nacque
Spagna,
ma
Quintiliano
Roma, dove suo padre era retore. O vogliamo il deW Institutio nato in Spagna, di dove G allo
ba
condusse a
Roma ? E
allora questi
non
il
fi-
Girolamo; e per
anche
in
un
altro
caso,
cio
Ora reco
<
Romae
natus
est, qu-
legi.
tempoesset a-
Calagurra
oriundus....
At
ipse dicit
cum
dolescentulus, cognovisse
Domitium Afrum
periere.
(i) et
Sein
necam
(2),
qui
Seneca
QmnX., Insti t.
V,
7,
7.
i2) Ib.,
(3)
Xn,
IO,
ir.
Lcm;i decimo.
R. Sabsadini, lati
io imi.
fl6.
40i
li.
SABBADINI.
mnit... Is
avus
fuit
M. Fabii
Quintiliani,
qui
Romae
Et
qui
docuit.
patris,
ipse rursus
Quintilianus
causidicus fuit
serit,
apud principem
Quo tempore
is,
deces-
affirmare
>.
caret
Il
il
ma
mostra anil
idee
del Valla,
il
come
primo che
mosse dubbi
Institutio oratoria
>
La
rando
tiliano
ch'egli
veniva prepae
sul
autori latini
ne d
Le
la
Quintilianum
quem ad
te
(i)
Si
.^^
Nam
Capella
quidam
alii
quo
furantur,
mentionem non
QUOS A-
UAS CASTIGABIMUS
(2)
R. Sabbadini, Cronologia
).
QUINTILIANO.
in
403
A
<
cui
il
Valla da Napoli,
me
primi
si
frutti di
liano
il
hunc codicent
emendavit
codice ha molte
glosse
marginali
di
mano
il
del
Valla;
ville
ma non
anno
di
mano
il
Fier-
(2),
la soscrizione, e
giustamente. Intanto
manca
la parola
e poi
no7io,
ma
id.
decembres
(3).
Ne
il
Valla
si
ferm
qui;
che
come
da una
let-
un passo:
(Juintilianum
si
quem
illi
poscis,
tibi tradi
per
Anibrosium,
hoc obsecuturum;
tanietsi
noUem
gioia 8, quas
et alias
feci, ab
aliis transcribi,
priusqnam recognon'm
adhuc addidero.
Nam
libros,
ut scias
omnes
Emi Hyppocratem,
aliquid ad or-
qui
fuit
Roberti legi
(sic)^
(ere
omnia
illius
opera, ubi
namentum glosarum
in veni,
quod
sua
(1) Ibid.
loi.
M. F.
Quintilioni
Dt
primns^ Pa-
iK^o, p
(3)
cxvra-cxix.
Cfr.
Adnotationts in Raud., p. 8.
j",
K.
SABUAlJlM.
quisquc
ritas
arte prcsti.nlissinii
est,
si:i t
(i).
Cuius honiinis
in
hac re aneto*
fuit.
maior
quam
Ta-
rn en ut
legendunive emendatistuas
manus
perveniret,
potius crederem
me
venturum
(2)
Pseudo-Quintiliano
Le Declamationes
Le
(*)
da
nome
di Quintiliano
il
furono
agli umanisti.
Le conosceva
Petrarca,
quale
Il
le
(3).
loro
numero somma
il
ma
si
vertire
che
ad
22
Montepess.
H 226
e
il
(sec. XIII),
Laur.
(4)
il
Gibsoniano
I,
(5)
Vaticano 1773, ne
l.g. dello Stepha2,
(i)
Cfr.
12, 9.
Nel Thes.
nus
il
Hippocr. p.
17
(2) (*)
R. Sabbadini, op.
Comparve
la
cit.
115.
ital.JloL class.
V, 1897, 390-92.
84-85. Pi tarVenetiis
(3) P.
de Nolhac Ptrarque
dose Fr. Filelfo
l'humanisme, 2
ed., Il
di rincar la
in
una
lettera del
1440 (Epist.
1502
(4)
f.
22).
sec.
Membr.
XIV
col titolo:
Incipiunt cciionts
Quintilliani.
Le
I Sentio iu-
IV Ne
la
quaeso.
(5)
Chiamo
il
Gibson
la
pubblic
prima
7-
QUINTILIANO.
Ne
il
405
quaeso
(i),
ch
corisy
e in
i
altri
all'
ultimo,
essi o
loro esemplari
non
avevano originariamente
Dei
ticano,
sei codici
a noi importa in
modo
la
speciale
il
Va-
Barzizza
mostra
in qual
tempo
nuova declamaIl
XIV,
del
oltre alle
declama(3
),
Seneca
*
con
liber
di
la sottoscrizione di
mano
',
copista:
Explicit
1'
declamazomim Senece
del Barzizza:
*
alla
quale segue
altra
mano
ziziis
manus
illius
qui mihi
per m[agistrum]
Sed ego bona fide et cum titulo emi Angelum de fanno a domino BeneIIII"^
In casu
quod vera dentur inditia quod vicio sit translatus, iubeo quod r(*stituatur illi cuius est, dunimodo precium redU
Sai codici che recano
la
Ne quaeso
sono
schriftliehe
ng
e classificati tutti
*.
primus
d.^
iitr
sente* c^rdubinsis
*
'.
!.r
parole
406
K.
SAHUAblNl.
non
aliter
'
(i).
La penultima declamazione
che
altri
in
in
zione antica
Dradue
mais et
diis
omnibus
',
alla
quale
'
il
Barzizza
fa
',
uno nel
della
melius
'.
quam
Egli
diis
',
parola
i
'
dei
'
critici,
quali
*
la
';
discipulis
ora
per
doctis
*
ombra X
usibus
'
che, se
non
erro,
mihi
';
onde, volendo
ristabilire
il
po
*
la tradizione, io proporrei
doppio emendamento;
'.
delle
comprendeva
venti,
(i)
sit,
di scrupolo*
scripsi
testa-
et iussi
par
di sentire la solennit di
una disposizione
mentaria e perci
la sottoscrizione
La desume da
altri codici,
lar-
tua in
sto,
egli
modo eh) la Ne quacso occupasse il quart pjcome rileviamo dall'elenco dei cominciamenti che trascrisse di sua mano nel foglio di guardia col
) '
seguente preambolo:
Infrascripta
sunt
principia
de-
quodam
codice multum
e-
Il
della
Ne
al testo della
medesima:
'
Nota quod
in ahis
codicibus
BELLO CIMBRICO
secun-
dum
(juia
alios,
secundum librum
responsiva.
meum
Satis dedecoris.
Quintiliani,
Kt est eius
stilus
non
intuenti
'.
fa
sin
da allora
si
mente
Ritter
dei
fu
(p.
due primi
Gibson e
cer-
Burmann, e che
da
C.
ultimamente
23-27),
convertito in
tezza
che
sottopose la
Ne
veramente
declamazioni
furono
da poco
ripubblicate:
I..ehnert,
Quintiliani
quat
eruntur Dtcamationes
XIX
maions^ ed. G.
Lipsiae 1905.
VIU.
LIVIO E SALLUSTIO.
Frammenti
Liviani e Sallustiani
(*)
Diamo posto
do Decembrio,
g Grotto:
anzitutto a
due
indirizzate al segretario
Visconteo Lui-
Grotto
s.
(i)
lectitarem, et
^mum
'
libris
me
voluptas
tenuit
modo
verum
etiam ve-
Dcmoria extaret.
Dum
et scriptoris pari-
Ka
crat
pauca a se
seri-
pracvidisscm (2),
et ut
ita
cm;
(*)
'''-74
scriptum
3fufi'{*
tfi
est:
Ner
vidise
semel
S88,
Comparve
prima volta
ia
<fifich:
e in Studi
itai, filol.
f.
da
6v.
(1) (2)
le
lettere di
Pompeo
in
("i-
13
412
satis est, iuvat
R.
SABBADINI.
usque
morali et confcrre
gradum
et
venicndi
discere
causas
'
(Verg. Aen.
VI
487).
Hanc
viri
igitur
cum
rite
contemplarer, varie
virtutem
animo
affectus
sum; quippe
illas
dum
eloqucntiam
digiiitatem
postremo querelas
mente cogito,
subiit recordatio
manos ingenio
ac prudentia,
quam
Non
immensum
domi
illis
illis
consilium
foris
ut
quae
Cum
igitar te
probe nossem
et
optimarum
aetate
artium
studiis
ab adolete
demum
optima
provectum, statui
tibi
Pompeianamque epistolam
non
deerit
mittere.
Nam
apud
etsi
maximis in rebus
astrictus sis,
tamen, ut opinor,
te secessus
mum
imperatorem
utilitatis
audire
disserentem
bis
non minus
quam
Vale.
[Milano 1440-42].
s.
(i)
quo epistolam ad
satis
te
misi
Pompeianam non-
nullos
dem non
dictante
nuper editam
transmissam
fuisse.
Quorum
si
profecto diligen-
ignoscendum
in
arbitrarcr,
eadem nunc
pri-
mum
sent.
in nostra studia,
non ante
omnem
vitam
et
mores
habere
exprobras-
huiusmodi
aemulos,
qui nec iudicio fidant nec valeant ingenio. Utrumne illam nuper editam
esse censent,
quod novis
litteris
?
sit
conscripta
an quod
potius eorum
an quod elegantius
?
haec
ut noviora deterioraque
contemnant
Quid mirum
igitur huic
ignaviae
(i)
f.
8.
i.lVIO
F.
SALLUSTIO.
4I3
Adele etiam quid
iudicant,
si