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Associazione Politico Culturale Accademia Hypatia

QUEL CHE SI DEVE CON QUELLO CHE C'


Gelbison Citt territorio
di Antonio Bruno e Cristiano De Cesare




Cari Sindaci del comprensorio Gelbison,
al di l delle appartenenze politiche e delle legittime ma ormai inutili rivendicazioni
territoriali che hanno caratterizzato la vita politica delle nostre comunit, il contesto
politico ma soprattutto levoluzione normativa esigono da parte Vostra una riflessione
non pi procrastinabile sulla necessit di dare una valida prospettiva al nostro territorio.
Il riordino delle autonomie locali e la gestione associata dei servizi comunali un
processo ormai irreversibile, un percorso non facile che necessita di strumenti seri di
valutazione, ma, soprattutto, il coinvolgimento ampio e articolato della popolazione, non
solo degli amministratori. Oggi le comunit locali, per affermarsi nei confronti di
analoghe realt, devono mostrare maggiori capacit di coesione, affidabilit nellazione,
autorevolezza e competenza in quanto insieme pi facile, pi economico, pi credibile.
Il comprensorio Gelbison ha tutte le caratteristiche per sostenere e rilanciare una
leadership territoriale che gli deriva dalla propria storia. La contiguit dei nostri comuni
(Cannalonga, Ceraso, Moio della Civitella, Novi Velia e Vallo della Lucania) e la gi
sperimentata non sempre con risultati adeguati alle aspettative condivisione dei
servizi richiedono, a questo punto, un salto di qualit per proiettare la nostra comunit
verso traguardi pi ambiziosi. Dalla pianificazione urbanistica alla gestione dei servizi
come quello dei rifiuti, dalla stazione unica appaltante per i comuni sotto i 5.000 abitanti
al ruolo delle singole municipalit allinterno degli enti sovralocali, dalla qualit delle
relazioni sociali alla capacit di attrarre finanziamenti pubblici o privati, il nostro
territorio non pu pi permettersi uneccessiva frammentazione delle decisioni politico-
amministrative. La necessit di costruire solide partnership per difendere e promuovere
ricchezza e interessi di un territorio, precondizione ricercata da molti anni, ma la realt
ci dice che non sufficiente. Serve una visione comune di sviluppo, un nuovo equilibrio
tra le comunit affinch il nostro capitale sociale, ricchezza strategica per il benessere
del nostro territorio, si consolidi in una visione di largo respiro che possa mantenere e
migliorare i livelli di vita dei nostri cittadini, trasformando in una opportunit la crisi che
stiamo vivendo in questi anni. Se per ragioni di campanilismo o di logiche di gestione
del consenso allinterno dei nostri comuni, si continua a pianificare il territorio senza
rapportarsi con ci che ci circonda ma soprattutto senza unaggregazione formale dei
nostri territori e delle nostre comunit, cari Sindaci, vuol dire che avrete svolto la vostra
attivit di amministratori seguendo quel solco politico che ha caratterizzato il
Gelbison per la presenza di buoni amministratori ma per lassenza di validi politici.
necessario attivare nuove strategie di crescita che vadano oltre le tipologie di riordino
territoriale gi sperimentate. Non pi unione di servizi, non pi interventi
prevalentemente se non esclusivamente sullamministrazione ed organizzazione tecnica
dei servizi pubblici locali, ma una strategia condivisa di sviluppo economico-sociale che
coinvolge anche la dimensione politica e culturale del territorio. Noi vediamo ununica
possibilit di riassetto territoriale, ununica ipotesi istituzionale: la fusione. La citt del
Gelbison, dunque. Un unico comune, con un nome nuovo, con una rinnovata forza
contrattuale; una citt che nascerebbe dalla fusione tra i comuni di Cannalonga, Ceraso,
Moio della Civitella, Novi Velia e Vallo della Lucania. Unoperazione politica di
dimensioni storiche che rappresenterebbe la soluzione in assoluto pi efficace anche se
pi impegnativa. Cari sindaci, vi sentite pronti e sufficientemente preparati a una solida
maturit? Vi sentite pronti ad oltrepassare la logica delle contrapposizioni?
La normativa statale ha ormai tracciato la strada, prevedendo lobbligo dellunificazione
e/o convenzione di quasi tutti i servizi, e confermando nuovi ulteriori tagli ai
trasferimenti erariali. Nei Comuni, oggi, un numero sempre pi esiguo di persone
conduce uffici che si potrebbero accorpare, con inevitabili oneri diretti ed indiretti. In
prospettiva questo quadro di risorse calanti non sembra offrire uninversione di
tendenza, ma piuttosto unulteriore accelerazione. Ci significa che per mantenere i
servizi di base e per continuare ad avere una capacit di risposta alle domande dei
cittadini, la scelta della fusione supera la prospettiva delle convenzioni e anche delle
unioni, attivando un processo di ottimizzazione e qualificazione gestionale con
potenzialit e vantaggi nettamente superiori rispetto alle dette forme associative.
Questa proposta potrebbe apparire velleitaria, anche se il quadro nazionale dimostra una
notevole effervescenza in tal senso, ma bene chiarire che il nostro invito non vuole
ipotecare il futuro sulla base di una spinta motivata ma senza riscontri sulla situazione
reale. Non intendiamo sostenere salti nel buio, ma proporre un serio studio di fattibilit
che potr dirci se sia utile per il comprensorio Gelbison affrontare questo inedito
percorso istituzionale. Noi crediamo che a nostro favore, e quindi della fusione, giochi
una comune identit territoriale, che deriva dallessere comuni confinanti, ma soprattutto
dalla loro complementariet economica e funzionale. Senza dimenticare, ovviamente,
che il bene comune non ha solo una dimensione economica, ma anzi si declina in ambito
sociale, politico, associativo e culturale. La complessit di questa riflessione tale che
ognuno costretto a mettersi in gioco fino in fondo, non solo i primi cittadini ma tutto il
comprensorio, per individuare il modello migliore per governare il territorio e
amministrare le nostre Comunit.
Gelbison citt territorio vuol dire pi territorio (137 kmq), pi politica (16.500 abitanti),

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pi opportunit. La scelta della strada della fusione appare molto allettante dal punto di
vista finanziario, se comparata con altre scelte. Una significativa conseguenza del
processo di fusione sar la forte semplificazione (e riduzione) degli apparati politici, con
conseguenti risparmi economici. Un elevato livello di rappresentanza politico-
istituzionale che si tradurr in una maggiore capacit di pianificazione e conseguenti
ricadute positive in termini di potenzialit di sviluppo del territorio nel suo complesso.
Un processo di fusione, bene ribadirlo, non solo una mera questione tecnica ma
soprattutto un processo politico e sociale, che come tale deve rispondere ad attese
politiche, sociali ed economiche da parte dei diversi attori presenti sul nostro territorio.
un processo che richiede tempo e il vostro compito, cari Antonio Aloia, Antonio
Gnarra, Gennaro Maione, Toribio Tangredi e Maria Ricchiuti, quello di iniziare a
seminare questa proposta e discuterne seriamente.
Ci auguriamo che un domani, il pi prossimo possibile, potremo noi tutti raccogliere i
frutti del vostro operato, ricordandoci di Voi non come esponenti dellordinaria
amministrazione ma come politici che hanno dato vita a unimportante trasformazione
del nostro territorio e del modo di intendere una comunit che gi presente, esiste, ma
che ancora non riesce a immaginarsi sotto un unico vessillo.
Lidentit territoriale non pi un fattore totalizzante ed esclusivo tipico delle comunit
chiuse del passato; possono coesistere identit e appartenenze plurime, a fronte di
vantaggi concreti, in un mondo che cambia rapidamente.












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