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Piccola antologia di sette poesie scritte in circa sette giorni

ANNI
a C.

Fa caldo e dormi ancora. Io sono sveglio, mi sono fatto un caff. Ieri sera dicevi l'inquietudine che provi perch si invecchia e muore. Ti ho sorriso e ho detto: Io la provo dai vent'anni: forse ti ho contagiata. Ma non cos: che noi, esseri umani, tutti si invecchia e muore salvo chi muore prima e tutti si patisce, anche chi non ha parole per dirlo e ci fa soltanto una battuta all'osteria brutta la vecchiaia caro mio al ragazzo che gli mette sul banco il bicchiere di vino. Per noi cos, con tutti gli anni, siamo qui: sia benedetto il giorno che ci siamo incontrati e siano benedetti gli anni che passano e sono passati e i pochi o tanti che ancora passeranno. Fra poco ti preparo colazione.

COME SI CHIAMANO DUE COSE Cielo azzurro pallido e calura gi dal mattino e mi sembrerebbe idiota lamentarmi sono cose normali e belle e si chiamano stagioni. Sessant'anni fra poco un viso diverso dalla giovinezza qualche stanchezza

e mi sembrerebbe idiota lamentarmi una cosa normale e bella e si chiama vita.

TORNASSE A TORNARE
a F.

quella sera che le hai cantato Hallelujah io le ho detto ti amo e partiva ma poi tornata tornata ma non per me mai pi un contatto nemmeno una parola perch? e tu poi sei tornata a cantare vorrei che lei tornasse a tornare tornasse a tornare anche per me

I FUCILI PUNTATI non mica facile non facciamo finta non contiamocela su il poeta che gioca a scopa con dio sar sempre blasfemo per il pio che s'inchina all'altare la ragazza in minigonna sar sempre puttana per l'altra coperta da tunica e ij b il saltimbanco al semaforo sar sempre un fannullone per l'autista che s'affretta al lavoro e persino chi sul treno sorride da solo sar un tipo sospetto

per la folla di tristi che s'accalca e cos via e potremmo pensare che tutto questo non grave che ognuno pensa quello che gli pare per noi blasfemi puttane fannulloni sorridenti sospetti nei treni sappiamo che ci sono sui tetti dei palazzi e delle chiese i fucili puntati possono non sparare per anni per decenni o anche pi ma sono l

TUTTO IL RESTO NON SO


a M.

eri carina ieri sera tutta scollatina coi pomini e sorridente e sbucciatina e mica mi sarebbe spiaciuto che ci ridessimo qualche bacio (non avevo mai fatto caso che nella prima persona plurale del congiuntivo imperfetto ridere e ridare fosse uguale) ma ci sono le implicanze le complicanze le importanze l'indicativo fa presente che ogni gesto congiuntivo imperfetto se non pensa a un futuro anteriore trapassato da un raggio prossimo o remoto di participio e l'ottativo di desiderio era in greco

rimasto sul banco del liceo la consecutio temporum va avanti inesorabile o quantomeno cos ci fanno credere io avrei altre grammatiche molto pi aperte e libere ne ho inventate tante ma le lingue le fanno i popoli nei secoli senza saperlo (i popoli non sanno quello che fanno) e non c' un altro modo o le accetti o te la conti su da solo l'esperanto un fallimento e come al solito sto troppo divagando tornando a bomba eri carina ieri sera tutta scollatina questo un dato di fatto tutto il resto non so

CHE DICANO LORO probabilmente la famiglia non il mio luogo d'elezione non della mia scrittura almeno poche poesie sui miei figli pochissime sui miei nipoti quasi niente sui miei genitori ( pi facile che io scriva poesie su ragazze coetanee di mia figlia: ma tutto un altro genere di cose) per questi nipotini che crescono che crescono e pian piano ma nemmeno cos piano diventano (diventano, punto: non c' predicato nominale: il verbo dice tutto) questi nipotini che diventano diventano

quando ci sto insieme e li guardo penso che ho poco da dire penso che meglio aspettare che dicano loro

I MICROFONI CHE SEMBRANO PIUMINI


a C.

Ti sono accanto nel letto: la finestra aperta ed entrano con una brezza appena percettibile i rumori della sera: c' una voce lontana di un dialogo in lingua straniera sopra un fondo di passi e di brusii e motori e stoviglie e portoni e bambini. cos dolce, cos violentemente dolce ascoltare con te questo niente di strano da fuori, quest'incantesimo fragile sospeso, che m'accorgo in un dato momento di pensare stupidamente a quei microfoni che sembrano piumini per togliere la polvere, quelli che usano per raccogliere i suoni sulle scene dei film. Stupidamente: perch da stupido questa mania di fermare le cose con il suono o con l'immagine o con le mie parole. Stupidamente: non si pu fermare niente. Meglio tenerla per mano finch c' questa durata d'amore con te.

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