Sei sulla pagina 1di 72

LA SINGOLARITA' E' VICINA

di Ray
Kurzweil

Apogeo pubblica la traduzione italiana del


testo di Kurzweil. La scheda del libro su
ApogeoOnline.

Prologo

A cinque anni, ho avuto l’idea che sarei


diventato un inventore.

Pensavo che le invenzioni potessero cambiare il mondo. Quando altri bambini


cominciavano appena a chiedersi che cosa fare da grandi, io pensavo già di sapere che
cosa sarei diventato. Il razzo per la Luna che stavo costruendo allora (quasi un decennio
prima della sfida del presidente Kennedy alla nazione americana) non funzionò, ma
intorno agli otto anni le mie invenzioni diventarono un po’ più realistiche: un teatrino
robotico con collegamenti meccanici che potevano spostare scene e personaggi,
mostrandoli o nascondendoli, e giochi di baseball virtuale.

I miei genitori, entrambi artisti, erano sfuggiti


all’Olocausto e volevano per me
un’educazione religiosa più laica, meno
provinciale. La mia educazione spirituale, così,
avvenne in una chiesa Unitariana. Passavamo
sei mesi a studiare una religione (ne
seguivamo le cerimonie, ne leggevamo i testi,
discutevamo con i suoi capi) poi passavamo
alla successiva. Il tema era: “ci sono molti
sentieri per la verità”. Ovviamente notai molti
parallelismi fra le tradizioni religiose del
mondo, ma anche le incongruenze erano
illuminanti. Mi divenne chiaro che le verità
fondamentali erano abbastanza profonde da
trascendere le contraddizioni evidenti.

A otto anni, scoprii la collana di libri di Tom


Swift Jr. La trama di tutti e trentanove i
volumi (solo nove erano stati pubblicati
quando cominciai a leggerli nel 1956) era
sempre la stessa: Tom si cacciava in un guaio
terribile, in cui il suo destino e quello dei suoi
amici, spesso anche del resto della razza
umana, erano in gioco. Tom si ritirava nel suo
laboratorio in cantina e pensava come
risolvere il problema. Questo era l’elemento
di tensione drammatica in tutti i libri della
serie: quale idea geniale avrebbero
escogitato Tom e i suoi amici per salvare il
mondo? La morale di quei racconti era
semplice: l’idea giusta aveva la forza di
superare una sfida apparentemente
insormontabile.

Ancora oggi, sono convinto di questa filosofia


di base: qualunque sia la difficoltà che
abbiamo di fronte – problemi di lavoro,
questioni di salute, difficoltà relazionali, come
tutte le grandi sfide scientifiche, sociali e
culturali del nostro tempo – c’è un’idea che ci
può permettere di averla vinta. Inoltre,
possiamo trovare quell’idea. E, quando la
troviamo, dobbiamo realizzarla. La mia vita è
stata guidata da questo imperativo.

La forza di un’idea – anche questa è in sé


un’idea. Più o meno nello stesso arco di tempo
in cui leggevo i libri di Tom Swift Jr., ricordo
che mio nonno (anche lui era fuggito
dall’Europa con mia madre) tornò per la prima
volta in Europa e ne riportò due ricordi
fondamentali. Da un lato, la gentilezza con cui
era stato trattato da austriaci e tedeschi, gli
stessi popoli che l’avevano costretto alla fuga
nel 1938; dall’altro, l’occasione rara che aveva
avuto, di toccare con le proprie mani alcuni
manoscritti originali di Leonardo da Vinci.
Entrambi i ricordi mi hanno influenzato, ma è
il secondo quello su cui sono tornato molte
volte. Descriveva quell’esperienza con
riverenza, come se avesse toccato l’opera di
Dio stesso. Questa, dunque, è la religione in
cui sono cresciuto: venerazione per la
creatività umana e il potere delle idee. Nel
1960, a dodici anni, scoprii il computer e fui
affascinato dalla possibilità di modellizzare e
ricreare il mondo. Giravo per i negozi
dielettronica di Canal Street a Manhattan (ci
sono ancora!) e raccoglievo componenti per
costruire i miei dispositivi di calcolo.

Durante gli anni Sessanta, ero assorbito nei


movimenti musicali, culturali e politici del
tempo tanto quanto i miei coetanei, ma mi
impegnai allo stesso modo in una tendenza
molto più oscura: la notevole sequela di
macchine che la IBM mise sul mercato in quel
decennio, dalle grandi della serie “7000”
(7070, 7074, 7090, 7094) alla piccola 1620,
di fatto il primo “minicomputer”. Quelle
macchine furono presentate al ritmo di una
all’anno, e ognuna era meno costosa e più
potente della precedente, un fenomeno che
oggi conosciamo bene. Ho avuto la possibilità
di mettere le mani su un IBM 1620 e ho
cominciato a scrivere programmi per l’analisi
statistica e poi per la composizione musicale.

Ricordo ancora quando, nel 1968, mi fu


consentito entrare nel locale sicuro e
cavernoso che ospitava quello che allora era il
computer più potente nel New England, un
IBM 360 Model 91, top della gamma, con una
memoria “a nuclei” di ben un milione di byte
(un megabyte), l’impressionante velocità di un
milione di istruzioni al secondo (un MIPS), il
cui affitto costava solo mille dollari all’ora.
Avevo sviluppato un programma che metteva
in corrispondenza gli studenti della scuola
superiore con i college più adatti, e rimasi
affascinato a guardare le lampadine del
pannello frontale che danzavano seguendo
uno schema caratteristico mentre la macchina
elaborava la domanda di iscrizione di ciascuno
studente. Conoscevo benissimo ogni singola
riga di codice, ma sembrava che il computer
fosse perso nei suoi pensieri quando le luci si
abbassavano per vari secondi mentre
percorreva ogni singolo ciclo. In effetti, poteva
fare in dieci secondi e senza errori quello che
noi riuscivamo a fare manualmente in dieci
ore, e con molta meno precisione.

Come inventore, negli anni Settanta, mi resi


conto che le mie invenzioni dovevano avere
un senso in termini di tecnologie abilitanti e
forze di mercato esistenti al momento della
loro introduzione, poiché in quel momento il
mondo sarebbe stato molto diverso da quello
in cui erano state concepite. Cominciai a
costruire modelli del modo in cui si
sviluppavano tecnologie diverse (elettronica,
comunicazioni, processori per computer,
memorie, memorie magnetiche e altro
ancora) e del modo in cui i cambiamenti si
diffondevano attraverso i mercati e infine nelle
nostre istituzioni sociali. Mi resi conto che la
maggior parte delle invenzioni non ha
successo non perché i reparti di Ricerca e
Sviluppo non sanno farle funzionare, ma
perché il momento non è quello giusto.
Inventare è un po’ come fare surf: bisogna
vedere l’onda in anticipo e catturarla al
momento giusto.
Il mio interesse per le tendenze della
tecnologia e le loro conseguenze ha
cominciato a vivere di vita propria negli anni
Ottanta, e ho cominciato a usare i miei
modelli per prevedere e anticipare tecnologie
future, innovazioni che avrebbero fatto la
loro comparsa nel 2000, 2010, 2020 e oltre.
Questo mi ha permesso di inventare con le
capacità del futuro, pensando e progettando
invenzioni che usassero quelle capacità
future. Nella seconda metà degli anni Ottanta
ho scritto il mio primo libro, The Age of
Intelligent Machines, in cui facevo ampie
previsioni (ragionevolmente precise) per gli
anni Novanta e per il primo decennio del
Duemila, e lo concludevo con lo spettro di
un’intelligenza delle macchine che diventava
praticamente indistinguibile da quella dei suoi
progenitori umani nella prima metà del
Ventunesimo secolo. Mi sembrava una
conclusione adatta, e in ogni caso trovavo
personalmente difficile guardare al di là di un
esito così saturo di cambiamento. Negli ultimi
vent’anni, ho cominciato ad apprezzare una
metaidea importante: che la potenza di
trasformazione del mondo propria della idee
sta a sua volta crescendo a ritmo accelerato.
Molti sono d’accordo con questa
osservazione, quando viene formulata
semplicemente, ma relativamente pochi
riescono a coglierne a pieno la profondità
delle conseguenze. Nei prossimi decenni
avremo la possibilità di applicare idee che ci
faranno espugnare problemi vecchi di secoli –
e introdurranno di loro qualche problema
nuovo lungo la strada.

Nel corso degli anni Novanta, ho raccolto dati


empirici sull’evidente accelerazione di tutte le
tecnologie relative all’informazione e ho
cercato di perfezionare i modelli matematici
che sottostanno a queste osservazioni. Ho
sviluppato una teoria, che chiamo “legge del
ritorno accelerato”, che spiega perché la
tecnologia e i processi evolutivi in generale
progrediscano in modo esponenziale. In The
Age of Spiritual Machines (da qui in poi ASM,
per brevità), che ho scritto nel 1998, cercavo
di immaginare come sarebbe stata la vita
umana al di là del punto in cui le capacità
cognitive delle macchine e degli esseri umani
si confondevano. In effetti, ho visto questa
epoca come una collaborazione sempre più
stretta fra la nostra eredità biologica e un
futuro che trascende la biologia.

Una parola sulla magia: quando leggevo i


libri di Tom Swift Jr. ero anche appassionato
di magia. Mi piaceva molto divertire il mio
pubblico facendogli sperimentare
trasformazioni della realtà evidentemente
impossibili. Nell’adolescenza, ho sostituito la
mia magia da salotto con progetti tecnologici.
Ho scoperto che, a differenza dei puri trucchi,
la tecnologia non perde potere quando i suoi
segreti vengono rivelati. Mi viene spesso in
mente la terza legge di Arthur C. Clarke:
“qualsiasi tecnologia abbastanza avanzata è
indistinguibile dalla magia”.

Pensate da questa prospettiva ai romanzi di


Harry Potter scritti da J. K. Rowlings. Saranno
racconti di fantasia, ma non sono visioni
irragionevoli del nostro mondo come sarà solo
fra qualche decennio. Sostanzialmente tutta la
“magia” di Harry Potter sarà realizzata dalle
tecnologie che esploro in questo libro.

Giocare a quidditch e trasformare persone e


oggetti in altre forme sarà possibile negli
ambienti di realtà virtuale immersivi così
come nella realtà “vera”, grazie a
nanodispositivi.

Ho più dubbi sull’inversione del tempo (come


si trova in Harry Potter e il prigioniero di
Azkaban), anche se è stata avanzata qualche
proposta seria per ottenere qualcosa di questo
genere (senza incorrere nei paradossi della
causalità), almeno per bit di informazione, che
sostanzialmente sono ciò di cui siamo fatti. (Si
veda la discussione del Capitolo 3 sui limiti
ultimi della computazione.) Harry mette in
moto la sua magia pronunciando gli
incantesimi giusti. Ovviamente, scoprire e
applicare questi incantesimi non è facile.
Harry e i suoi compagni debbono conoscere
con precisione la successione, le procedure e
l’enfasi giuste.

Ed è quello che succede anche a noi con la


tecnologia. I nostri incantesimi sono le
formule e gli algoritmi che stanno alla base
della nostra magia moderna. Con la sequenza
giusta, possiamo fare in modo che un
computer legga ad alta voce un libro, capisca
il parlato di un essere umano, preveda (e
prevenga) un attacco di cuore, oppure
predica il movimento di un fondo azionario.
Se un incantesimo è sbagliato anche solo di
poco, la magia ne è fortemente indebolita,
oppure non funziona proprio del tutto. Si
potrebbe muovere obiezione a questa
metafora facendo notare che gli incantesimi
di Hogwarth sono brevi e perciò non
contengono molta informazione rispetto,
poniamo, al codice di un software moderno.

Ma i metodi essenziali della tecnologia


moderna in genere condividono la stessa
concisione. I principi secondo cui funzionano
programmi avanzati come quelli del
riconoscimento vocale possono essere scritti
in poche pagine di formule. Spesso si ottiene
un avanzamento chiave semplicemente con
una piccola modifica in un’unica formula.

La stessa osservazione vale per le


“invenzioni” dell’evoluzione biologica: la
differenza genetica fra scimpanzè ed esseri
umani, per esempio, è di sole poche
centinaia di migliaia di byte di informazione.
Gli scimpanzè sono in grado di compiere
qualche impresa intellettuale, ma quella
minuscola differenza nei nostri geni è stata
sufficiente perché la nostra specie riuscisse a
creare la magia della tecnologia.

Muriel Rukeyser dice che “l’universo è fatto di


storie, non di atomi”. Nel Capitolo 7 mi
dichiaro uno “schematista” o “patternista”,
uno che considera gli schemi (i pattern) di
informazione come la realtà fondamentale.
Per esempio, le particelle che compongono il
mio cervello e il mio corpo cambiano nell’arco
di qualche settimana, ma c’è una continuità
nelle configurazioni che queste particelle
assumono.

Una storia può essere considerata una


configurazione di informazione dotata di
senso, perciò possiamo interpretare
l’aforisma di Muriel Rukeyser in questa
prospettiva.
---

Altro materiale di Ray Kurzweil su


Estropico:

LA SINGOLARITA' E' VICINA: Quando gli


esseri umani trascendono la biologia

Domande e risposte con Ray Kurzweil. Cosa è la singolarità?


Nei prossimi 25 anni, l'intelligenza non-biologica eguaglierà
la ricchezza e la raffinatezza dell'intelligenza umana per poi
superarla abbondantemente grazie a due fattori: la continua
accelerazione del progresso dell'informatica e la capacità,
delle intelligenze non-biologiche, di condividere rapidamente
il proprio sapere. Integreremo nanorobot intelligenti nel
nostro corpo, nei nostri cervelli e nell'ambiente, risolvendo
così problemi come l'inquinamento e la povertà,
aumentando significativamente la nostra longevità,
permettendo realtà virtuali che comprendano tutti i sensi
(come in "The Matrix") e la "trasmissione di esperienze"
(come in "Essere John Malkovich"), nonchè un notevole
incremento dell'intelligenza umana. Il risultato sarà la
fusione della specie creatrice di tecnologie con il processo
evolutivo-tecnologico a cui essa ha dato vita. E questa è la
singolarità? No, questa è solo la fase che la precede.
L'intelligenza non-biologica avrà accesso al proprio design e
potrà migliorarsi in un ciclo sempre più veloce di
riprogettazione. Arriveremo al punto in cui il progresso
tecnologico sarà talmente rapido da essere incomprensibile
per l'intelletto umano non incrementato. Quel momento
contrassegnerà la singolarità.

---

LA SINGOLARITA' E' VICINA: Quando gli


esseri umani trascendono la biologia.
Capitolo 1 - Le sei epoche.

Non saprei dire esattamente quando sia divenuto cosciente


della singolarità. Potrei dire che si è trattato di un risveglio
graduale. Nel quasi mezzo secolo che ho speso immerso nel
campo della telematica e delle tecnologie ad essa collegate,
ho cercato di capire il significato e lo scopo di quella
continua rivoluzione a cui ho assistito a molti livelli.
Gradualmente, sono divenuto cosciente di un evento
trasformativo che sembra apparire in lontananza, verso la
metà del ventunesimo secolo. Così come un buco nero altera
spettacolarmente i parametri della materia e dell'energia che
accelerano verso il suo orizzonte degli eventi, così questa
singolarità imminente nel nostro futuro sta sempre più
trasformando ogni istituzione e ogni aspetto della vita
umana, dalla sessualità alla spiritualità. Cosa è, quindi, la
singolarità? È un periodo sotrico futuro durante il quale il
tasso di innovazione tecnologico sarà talmente veloce e il
suo impatto talmente profondo, che la vita sarà
irreversibilmente trasformata. Anche se nè utopica nè
distopica, questa epoca trasformerà i concetti base che
utilizziamo per dare significato alla nostra vita, dal modo in
cui facciamo affari, al ciclo della vita umana, morte
compresa. Capire la singolarità altererà la nostra prospettiva
circa il significato del nostro passato e le ramificazioni del
nostro futuro. Il comprenderla a fondo, inerentemente
cambia il nostro punto di vista sulla vita in generale e sulla
propria vita in particolare.

---

Viaggio fantastico, di Ray Kurzweil e Terry


Grossman M.D.

- Capitolo 1. Puoi vivere abbastanza a lungo


da vivere per sempre.
L'obiettivo di estendere la longevità può essere raggiunto in
tre passi, o superando tre "ponti". Questo libro ha lo scopo
di servire come guida per vivere sufficientemente a lungo in
buona salute fisica e mentale (il primo "ponte" da
attraversare) da potersi avvantaggiare del completamento
della rivoluzione biotecnologica (il secondo ponte). Questo, a
sua volta, ci porterà alla rivoluzione nanotecnologica e della
Intelligenza Artificiale, il terzo ponte, l'attraversamento del
quale ci permetterà, potenzialmente, di vivere
indefinitamente.
- Capitolo 2. I "ponti" a venire - Questo libro
descrive tre "ponti":
1. Il primo ponte è il nostro programma per la longevità.
Esso consiste di terapie oggi disponibili che vi permetteranno
di rimanere in buona salute sufficientemente a lungo da
poter trarre il massimo vantaggio dal secondo ponte, una
volta costruito.
2. Il secondo ponte è la rivoluzione biotecnologica. Svelando
i misteri di proteine e geni, stiamo accumulando i mezzi che
ci permetteranno di eliminare malattie ed invecchiamento,
sviluppando al massimo il nostro potenziale. Questo secondo
ponte, a sua volta, condurrà ad un terzo.
3. Il terzo ponte è la rivoluzione nei settori delle
nanotecnologie e dell'IA (Intelligenza Artificiale). Questa
rivoluzione ci permetterà di ricostruire i nostri corpi e cervelli
a livello molecolare. Queste trasformazioni tecnologiche
emergenti introdurranno nuovi e potenti strumenti atti ad
espandere la nostra salute e le nostre capacità.

---

L'era delle macchine spirituali

Capitolo 1. La tecnologia ha direttamente a che fare con


l'accelerazione esponenziale dell'evoluzione. Anche se non è
l'unico animale che utilizza utensili, gli Homo Sapiens si
distinguono per aver creato la tecnologia. La tecnologia va
oltre la semplice modellazione e uso di utensili. Essa implica
una registrazione della creazione degli attrezzi e una
progressione nella sofisticazione degli utensili. Essa
necessita l'invenzione ed è di per sé una continuazione
dell'evoluzione in altri termini. Il "codice genetico" del
processo evolutivo della tecnologia è la registrazione
conservata dalle specie che creano utensili. Proprio come il
codice genetico delle prime forme di vita era la stessa
composizione chimica degli organismi, così la registrazione
scritta dei primi utensili consisteva negli utensili stessi.

---

Promesse e pericoli: i poli interconnessi della


tecnologia del XXI secolo - Una risposta a Bill
Joy

La tecnologia è sempre stata una lama a doppio taglio.


Questo è particolarmente vero per la tecnologia moderna,
basti considerare le biotecnologie. Abbiamo già ottenuto
notevoli benefici come trattamenti più efficaci per l'AIDS,
insulina, etc. Nei prossimi anni otterremo ulteriori enormi
benefici, come la sconfitta del cancro e di molte altre
malattie, nonchè l'estensione della longevità umana, tutti
sviluppi positivi (anche se persino alcuni di questi sono
controversi per alcuni). Allo stesso tempo è possibile creare,
in un qualsiasi laboratorio con le adeguate attrezzature
biotecnologiche, un agente patogeno che potrebbe essere
più distruttivo di una testata nucleare.

Vedi anche:

David Orban sulla singolarità tecnologica


(video - 40 minuti, su Estropico Blog)

Aggiornamenti: la sezione Singolarità


tecnologica di Estropico Blog
LA SINGOLARITA' E' VICINA: Quando gli
esseri umani trascendono la biologia

Capitolo 1 - Le sei epoche

di Ray
Kurzweil
Viking
Press
La versione originale inglese sul sito
Singularity.com (PDF)

Aggiornamento. Febbraio 2008: pubblicata da


Apogeo la traduzione italiana di The
singularity is near. Il prologo, su Estropico.

Ogni uomo considera i limiti della propria


visione personale come i limiti del mondo.
Arthur Schopenhauer

Non saprei dire esattamente quando sia


divenuto cosciente della singolarità. Potrei
dire che si è trattato di un risveglio graduale.
Nel quasi mezzo secolo che ho speso
immerso nel campo della telematica e delle
tecnologie ad essa collegate, ho cercato di
capire il significato e lo scopo di quella
continua rivoluzione a cui ho assistito a molti
livelli. Gradualmente, sono divenuto cosciente
di un evento trasformativo che sembra
apparire in lontananza, verso la metà del
ventunesimo secolo. Così come un buco nero
altera spettacolarmente i parametri della
materia e dell'energia che accelerano verso il
suo orizzonte degli eventi, così questa
singolarità imminente nel nostro futuro sta
sempre più trasformando ogni istituzione e
ogni aspetto della vita umana, dalla sessualità
alla spiritualità.

Cosa è, quindi, la singolarità? È un periodo


sotrico futuro durante il quale il tasso di
innovazione tecnologico sarà talmente veloce
e il suo impatto talmente profondo, che la vita
sarà irreversibilmente trasformata. Anche se
nè utopica nè distopica, questa epoca
trasformerà i concetti base che utilizziamo per
dare significato alla nostra vita, dal modo in
cui facciamo affari, al ciclo della vita umana,
morte compresa. Capire la singolarità altererà
la nostra prospettiva circa il significato del
nostro passato e le ramificazioni del nostro
futuro. Il comprenderla a fondo,
inerentemente cambia il nostro punto di vista
sulla vita in generale e sulla propria vita in
particolare. Considero un "singolaritario", [1]
o una "singolaritaria", qualcuno che
comprenda la singolarità e che abbia riflettuto
sulle conseguenze che essa avrà per quanto
riguarda la propria vita.

Posso capire perchè molti osservatori non


accolgano prontamente le ovvie implicazioni
di quella che ho battezzato la legge dei ritorni
accelerati, cioè l'accelerazione intrinseca del
tasso di sviluppo, in cui lo sviluppo
tecnologico è visto come la continuazione di
quello biologico. Dopo tutto, mi ci son voluti
quarant'anni per poter vedere chiaramente
quello che avevo sotto il naso e ancora non
posso dire di essere completamente a mio
agio con tutte le sue conseguenze.

L'idea chiave sottostante l'imminente


Singolarità è che il tasso di cambiamento
della nostra tecnologia sta accelerando e le
sue capacità stanno crescendo ad un tasso
esponenziale. La crescita esponenziale è
ingannevole. Comincia quasi
impercettibilmente per poi esplodere con furia
inattesa - inattesa, se non se ne segue la
traiettoria (si veda il grafico "Crescita lineare
vs crescita esponenziale" più sotto).

Si prenda in considerazione questa


similitudine: il proprietario di un lago desidera
rimanere nelle vicinanze della sua proprietà
per tendere ai pesci e per accertarsi che il
lago non sia invaso di gigli d'acqua, capaci di
raddoppiare la loro presenza in pochi giorni.
Mese dopo mese aspetta con pazienza, ma i
gigli d'acqua occupano solo una piccola parte
del lago e non sembrano in crescita. Con una
copertura del lago, da parte dei gligli d'acqua,
di meno dell'uno per cento, il proprietario
decide che non dovrebbe essere un problema
assentarsi per una vacanza con la famiglia.
Quando torna, dopo alcune settimane, scopre
però che l'intero lago è stato invaso dai gigli
d'acqua e che i pesci sono morti.
Raddoppiando la loro presenza ogni pochi
giorni, gli ultimi sette raddoppi sono stati
sufficienti a coprire l'intero lago (sette
raddoppi hanno esteso la copertura dei gigli
d'acqua di 128 volte). Tale è la natura della
crescita esponenziale.

O si prenda in considerazione Gary Kasparov,


il quale, nel 1992, disprezzò le patetiche
capacità dei programmi di scacchi di allora.
Tuttavia, il raddoppio annuo delle capacità
dei computer ha permesso ad uno di loro di
sconfiggere Kasparov, solo cinque anni più
tardi. [2] La lista dei settori in cui il computer
può oggi eccedere le capacità umane continua
a crescere rapidamente. Inoltre, se una volta
si trattava di applicazioni ristrette, oggi esse
si stanno gradualmente espandendo da
settore all'altro. Per esempio, il computer è
ormai utilizzato per diagnosticare
elettrocardiogrammi e immagini mediche, per
pilotare ed atterrare aeroplani, per controllare
le decisioni tattiche delle armi robotiche e per
prendere decisioni finanziarie. In generale,
stiamo affidando al computer la responsabilità
di molte mansioni che tipicamente
richiedevano l'intelligenza umana. Le
prestazioni di questi sistemi sono sempre più
basate sull'integrazione di diversi tipi
intelligenze artificiali (IA), ma finchè avremo
dei punti deboli in qualsiasi area dell'IA, gli
scettici indicheranno quelle aree come
bastioni inerenti della permanente superiorità
umana rispetto alle nostre creazioni.

Questo libro sostiene, invece, che entro alcuni


decenni, le tecnologie informatiche
includeranno tutte le conoscenze e
competenze umane, comprese quelle di
pattern recognition, la capacità di risolvere
problemi, e l'intelligenza emotiva e morale
tipica del cervello umano.

Sebbene notevole per molti aspetti, il cervello


soffre di severe limitazioni. Usiamo il sue
enorme parallelismo (cento trilioni di
collegamenti interneuronali simultanei) per
riconoscere rapidamente anche i pattern
meno ovvi, ma il nostro pensiero è
estremamente lento: una normale
transazione neurale è parecchi milioni di volte
più lenta dei circuiti elettronici correnti. La
larghezza di banda fisiologica che abbiamo a
disposizione per assorbire e processare nuove
informazioni, è quindi estremamente limitata
rispetto allo sviluppo esponenziale del sapere
umano in generale. I nostri corpi biologici
versione 1.0 sono altrettanto delicati e
soggetti ad una miriade di possibili guasti, per
non parlare dei laboriosi rituali di
manutenzione che necessitano. L'intelligenza
umana è certamente in grado di raggiungere
vette sopraffine di creatività ed espressione,
ma gran parte del pensiero umano manca di
originalità ed è inimportante e limitato.

La singolarità ci permetterà di superare le


limitazioni di corpo e cervello biologico.
Otterremo il controllo dei nostri destini. La
nostra mortalità sarà nelle nostre mani.
Potremo vivere finchè lo desidereremo (una
dichiarazione leggermente diversa dal dire
che vivremo per sempre). Avremo
completamente spiegato il funzionamento del
pensiero umano e ne estenderemo ed
espanderemo la portata. Entro la fine di
questo secolo, la parte non-biologica della
nostra intelligenza sarà trilioni di trilioni di
volte più potente dell'intelligenza umana.

Oggi siamo nella fase iniziale di questa


transizione. L'accelerazione del cambiamento
di paradigma (il tasso con cui i fondamentali
approcci tecnologici vengono rimpiazzati),
così come la crescita esponenziale delle
capacità della information technology, stanno
per raggiungere "il gomito della curva", la
fase in cui una tendenza esponenziale diventa
evidente. Subito dopo questa fase, la
tendenza diventa rapidamente esplosiva.
Prima della metà di questo secolo, i tassi di
crescita della nostra tecnologia (la quale sarà,
in futuro, indistinguibile da noi stessi) saranno
così ripidi da sembrare praticamente verticali.
Dal punto di vista strettamente matematico, i
tassi di crescita non saranno illimitati, ma così
estremi saranno i cambiamenti che
provocheranno intorno a noi, da apparire
come un momento di rottura totale con il
percorso della Storia. Questa, se non altro,
sarà la prospettiva dell'umanità biologica non-
potenziata.

La singolarità rappresenterà il culmine della


fusione fra il nostro essere e la nostra
intelligenza biologica e la nostra tecnologia.
Il risultato sarà un mondo ancora umano, ma
che trascenderà le nostre radici biologiche.
Non ci sarà più distinzione, post-singolarità,
fra uomo e macchina, o fra realtà fisica e
realtà virtuale. Cosa potrà rimanere
inequivocabilmente umano in un mondo
simile? Semplicemente, una caratteristica: la
nostra è la specie che inerentemente mira ad
estendere le proprie capacità fisiche e mentali
oltre le sue limitazioni correnti.

Contemplando questi cambiamenti, alcuni


commentatori si concentrano su quella che
percepiscono come una perdita di un qualche
aspetto vitale della nostra umanità che
deriverebbe da questa transizione. Tale
osservazione, tuttavia, deriva da una
misinterpretazione di quello che la tecnologia
diverrà. Tutte le macchine con cui siamo
venuti a contatto fino ad oggi non sono
certamente dotate di quell'essenziale
raffinatezza tipica delle qualità biologiche
umane. La singolarità ha molti aspetti, ma
l'implicazione più importante è questa: la
nostra tecnologia eguaglierà e poi eccederà di
molto la duttilità e la raffinatezza di quelle che
consideriamo le migliori caratteristiche degli
esseri umani.

L'interpretazione lineare-intuitiva e
l'interpretazione esponenziale-storica

Quando la prima intelligenza transumana sarà


creata e si lancerà in un ciclo di auto-
potenziamento ricorsivo, assisteremo
verosimilmente ad una discontinuità
fondamentale, le cui caratteristiche non posso
neppure cominciare a predire.
Michael Anissimov

Negli anni 50 John von Neumann, il


leggendario studioso della teoria
dell'informazione, ha sostenuto che "il tasso
del progresso tecnologico in continua
accelerazione… sembra indicare l'avvicinarsi di
una qualche fondamentale singolarità nella
storia dell'umanità, oltre la quale le vicende
umane, così come oggi le conosciamo, non
potrebbero continuare."[3] Von Neumann
evidenzia due concetti importanti:
accelerazione e singolarità. La prima idea è
che il progresso umano è esponenziale (si
espande moltiplicandosi ripetutamente per un
numero costante) anziché lineare (si espande
aggiungendo ripetutamente un numero
costante).
Sviluppo
lineare e
sviluppo
esponenziale
: lo sviluppo
lineare è
costante, ma
la crescita
dello sviluppo
esponenziale
diventa
esplosiva.

Il secondo concetto è che lo sviluppo


esponenziale può, agli inizi, passare
inosservato: comincia lentamente ed è quasi
irrilevabile, ma oltre il gomito della curva
diviene esplosivo e profondamente
trasformativo. Il futuro è generalmente
incompreso. I nostri antenati lo
immaginavano più o meno come il loro
presente, il quale era più o meno come il loro
passato. Le tendenze esponenziali di cui parlo
esistevano già mille anni fa, ma in quella fase
iniziale erano talmente lente e piatte [se
viste come una rappresentazione grafica -
ndt] da non sembrare nemmeno delle
tendenze. Di conseguenza, le aspettative dei
nostri antenati di un futuro simile al loro
presente non poterono che avverarsi. Oggi,
possiamo prevedere il continuo progresso
tecnologico e le ripercussioni sociali che ne
conseguono, ma il futuro sarà molto più
sorprendente di quanto molti realizzino,
perché solo una piccola minoranza ha
completamente digerito le implicazioni del
fatto che il tasso di cambiamento in se stia
accelerando. La maggior parte delle previsioni
a lungo termine circa cosa potrebbe essere
tecnicamente fattibile nei prossimi anni,
sottovalutano sostanzialmente la portata degli
sviluppi futuri perché sono basate su quella
che chiamo l'interpretazione storica "lineare-
intuitiva", invece di quella "esponenziale-
storica". I miei modelli indicano che stiamo
raddoppiando il tasso di cambiamento di
paradigma ogni decade, come illustrerò nel
prossimo capitolo. Quindi, il ventesimo secolo
ha gradualmente accelerato verso il tasso
odierno di progresso. Al tasso del 2000, i
successi del ventesimo secolo equivalgono a
circa vent'anni di progresso. Ora otterremo
altri vent'anni di avanzamenti in soli
quattordici anni, entro il 2014, per poi
ripetere il ciclo in solo sette anni. Per dirla in
un altro modo, non avremo cent'anni di
progresso tecnologico nel ventunesimo
secolo, ma ne avremo nell'ordine di ventimila
(ripeto, misurati al tasso odierno di
progresso), cioè circa mille volte più di quanto
sia stato realizzato nel ventesimo secolo.[4]

Queste incomprensioni circa il futuro si


riscontrano frequentemente e in una varietà
di contesti. Un esempio fra molti: in un
recente dibattito a cui ho partecipato sulla
possibilità di realizzare mezzi di produzione
molecolari [molecular manufacturing] un
partecipante (un premio Nobel, fra l'altro) ha
sostenuto che non sia necessario prendere
seriamente in considerazione le
preoccupazioni riguardanti la sicurezza per
quanto riguarda le nanotecnologie, in quanto
"non vedremo entità autoreplicanti nano-
ingegnerizzate (dispositivi costruiti un
frammento molecolare alla volta) per cento
anni." Ho risposto che una stima di cento anni
è ragionevole e che in effetti è simile alla mia
stima del progresso tecnologico necessario
per realizzare questa particolare pietra
miliare, se misurato al tasso di progresso
odierno (cinque volte il tasso di progresso
medio che abbiamo visto nel ventesimo
secolo). Ma dato che stiamo raddoppiando il
tasso di progresso ogni decade, avremo
l'equivalente di un secolo di progresso, al
tasso odierno, nell'arco di soli venticinque
anni.

Similmente, a una conferenza organizzata da


Times Magazine (Future of Life), tenutasi nel
2003 per celebrare il cinquantesimo
anniversario della scoperta della struttura del
DNA, a tutti gli invitati è stato chiesto cosa si
aspettano nei prossimi cinquant'anni.[5]
Praticamente tutti hanno preso il progresso
degli ultimi cinquant'anni e lo hanno usato
come modello per prossimi i cinquanta. Per
esempio, James Watson, il co-scopritore della
struttura del DNA, ha sostenuto che nei
prossimi cinquant'anni avremo medicinali che
ci permetteranno di mangiare quanto vorremo
senza ingrassare. Ho risposto: "Fra
cinquant'anni?" E' già stato fatto su topi di
laboratorio con intervento genico (sul gene
che controlla l'immagazzinamento di lipidi
nelle cellule grasse). Medicinali per uso
umano che sfruttano dell'interferenza dell'RNA
(RNAi) ed altre tecniche che discuteremo nel
capitolo 5 sono in via di sviluppo e saranno
testate dalla Food and Drugs Administration
fra qualche anno. Saranno disponibili fra
cinque/dieci anni, non cinquanta. Altre
previsioni erano altrettanto miopi e
riflettevano le priorità della ricerca
contemporanea, invece dei profondi
cambiamenti che il prossimo mezzo secolo
porterà. Di tutti gli esperti a quella
conferenza, eravamo soprattutto Bill Joy e io
a tener conto della natura esponenziale del
futuro, anche se non siamo d'accordo
sull'importanza di questi cambiamenti, come
discuterò nel capitolo 8.

Intuitivamente, tendiamo ad immaginare che


il tasso di progresso corrente continuerà
anche nel futuro. Anche a coloro che sono
vissuti sufficientemente a lungo da aver visto
in prima persona come la rapidità del
cambiamento accelera col passare del tempo,
l'intuizione acritica dà l'impressione che il
cambiamento proceda con la stessa velocità
di sempre. Dal punto di vista matematico, la
spiegazione di questo fenomeno è che una
curva esponenziale sembra una linea retta se
esaminata solo per un breve tratto. Di
conseguenza, persino i commentatori
specializzati, pensando al futuro, tipicamente
applicano il tasso di progresso di oggi anche
ai prossimi dieci o cent'anni. Questo è il
motivo per cui descrivo questo approccio allo
studio del futuro come "lineare intuitivo".

Un esame serio della storia della tecnologia,


però, rivela che il cambiamento tecnologico è
esponenziale. La crescita esponenziale è una
caratteristica di tutto il processo evolutivo, di
cui la tecnologia è un importante esempio. Si
possono esaminare i dati da punti di vista
diversi, su scale cronologiche diverse e
includendo un'ampia gamma di tecnologie,
dall'elettronica alla biologia. Possiamo poi
ripetere l'operazione per le loro implicazioni,
dalla quantità di sapere disponibile alle
dimensioni dell'economia: l'accelerazione del
progresso e della crescita si applica a
ciascuno di questi fattori. Riscontriamo anche
che, spesso, non si tratta di semplice crescita
esponenziale, ma di "doppia" crescita
esponenziale: il tasso di questo sviluppo
esponenziale stesso (cioè l'esponente) è
anch'esso in fase di crescita
esponenzialmente (si veda per esempio, il
tema del rapporto prezzo-prestazioni nel
settore del computer, affrontato nel prossimo
capitolo).

Molti scienziati sono dotati di quello che io


chiamo il "pessimismo dello scienziato."
Spesso, gli scienziati sono troppo immersi nei
dettagli e nelle difficoltà di progetti correnti
per poter valutare le implicazioni del loro
stesso lavoro sul lungo periodo. Similmente,
non tengono conto del fatto che, con ogni
nuova "generazione tecnologica", avranno a
disposizione strumenti molto più potenti di
quelli con cui lavorano correntemente. Gli
scienziati sono scettici di natura, tendono ad
affrontare con cautela il tema degli obiettivi
della ricerca e raramente si lasciano andare a
speculazioni che vadano oltre l'orizzonte della
ricerca corrente. Questo era un approccio
soddisfacente quando scienza e tecnologia
progredivano lentamente e una "generazione
tecnologica" durava quanto una generazione
umana, ma oggi esso non è più efficace, dato
che oggi un intero ciclo di progresso
scientifico e tecnologico si compie in pochi
anni.

Si pensi ai biochimici che, nel 1990, erano


scettici dell'obiettivo di sequenziare l'intero
genoma umano in soli quindici anni. Questi
scienziati avevano appena passato un anno
intero a decifrare un decimillesimo del
genoma. E' quindi comprensibile che, anche
aspettandosi un certo progresso, a loro
sembrasse ovvio che sarebbe stato necessario
come minimo un secolo perchè l'intero
genoma fosse sequenziato. O si pensi allo
scetticismo espresso verso la metà degli anni
Ottanta circa la possibilità che Internet
potesse diventare un fenomeno di massa,
dato che allora includeva solo alcune decina di
migliaia di server. In realtà, la quantità dei
server stava raddoppiando ogni anno, per cui
era verosimile che ne esistessero decine di
milioni nel giro di dieci anni. Ma nel 1985,
quando la tecnologia più avanzata consentiva
di aggiungere solo alcune migliaia di server
all'anno nel mondo intero, questo trend è
passato inosservato.[6]

Osserviamo invece l'errore concettuale


opposto quando determinati fenomeni
esponenziali sono correttamente identificati,
ma vengono applicati con eccessivo
entusiasmo, utilizzando tassi di sviluppo non
adatti. Lo sviluppo esponenziale accelera nel
corso del tempo, ma non è istantaneo. La
crescita dei valori capitali (cioè il valore del
mercato azionario) prima dello scoppio delle
bolle Internet e telecom (1997-2000) era
notevolmente superiore a quanto ci si potesse
ragionevolmente aspettare persino da una
situazione di crescita esponenziale. Come
illustrato nel capitolo seguente, la crescita di
Internet e del commercio elettronico è stata
esponenziale, al di là della bolla in borsa; le
aspettative di crescita troppo ottimistiche
sono state un fenomeno borsistico. Errori
simili si sono verificati durante precedenti
cambi di paradigma, per esempio agli inizi
dell'era della ferrovia (1830-1840), quando
l'equivalente della bolla Internet produsse
un'espansione frenetica del settore.

Un altro tipico errore è quello di prendere in


considerazione i mutamenti previsti in base
ad una singola tendenza odierna, senza
includere nell'analisi gli altri cambiamenti che
si avvereranno allo stesso tempo. Un esempio
è il timore che l'estensione radicale della vita
provocherà la sovrappopolazione e
l'esaurimento delle risorse materiali
necessarie a sostenere la vita umana,
ignorando l'altrettanto radicale creazione di
ricchezza promessa da nanotecnologie e
intelligenza artificiale forte. Ad esempio, i
sistemi di produzione nanotecnologici degli
anni '20 di questo secolo saranno in grado di
generare praticamente qualsiasi prodotto
materiale utilizzando materie prime
economiche e informazioni di poco costo.

Dò risalto al contrasto fra l'interpretazione


esponenziale e quella lineare perché essa è
alla base della maggior parte degli errori
commessi nel fare previsioni circa le tendenze
tecnologiche future. La maggior parte degli
specialisti di scenari tecnologici futuri ignora
completamente l'interpretazione
esponenziale-storica del progresso
tecnologico. Non solo, ma quasi tutta la gente
con cui vengo a contatto ha una visione
lineare del futuro. Ecco perchè si tende a
sopravvalutare cosa può essere realizzato a
breve termine (dato che tendiamo a
trascurare i dettagli) e a sottovalutare cosa
può essere realizzato sul lungo termine (dato
che trascuriamo lo sviluppo esponenziale).

Le sei epoche

Prima noi costruiamo gli attrezzi, poi loro


costruiscono noi.

Marshall McLuhan

Il futuro non è più quello di una


volta.
Yogi Berra

L'evoluzione è un processo che genera modelli


sempre più coerenti. Mi occuperò del concetto
di coerenza [order] nel capitolo seguente;
l'enfasi in questa sezione è sul concetto di
modelli [patterns]. Sono convinto che lo
sviluppo di modelli rappresenti l'essenza della
storia del nostro mondo. L'evoluzione avanza
tramite l'uso dei metodi di information-
processing derivati dall'epoca precedente per
generare quelli dell'epoca successiva.
Concettualizzo la storia dell'evoluzione, sia
biologica che tecnologica, in sei epoche. Come
vedremo più avanti, la singolarità si
dispiegerà nella Quinta epoca e si diffonderà
dalla Terra al resto dell'universo nel corso
della sesta epoca.

La prima epoca: fisica e


chimica

Possiamo tracciare le nostre origini ad uno


stato in cui l'informazione è rappresentata nel
modo più semplice: insiemi di materia e di
energia. Le recenti teorie della gravità
quantica sostengono che il tempo e lo spazio
sono suddivisi in quanti separati, cioè, in
pratica, frammenti di informazioni. E'
controverso se materia ed energia siano,
fondamentalmente, di natura digitale o
analogica, ma al di là di quale possa essere la
risposta a tale domanda, sappiamo che le
strutture atomiche immagazzinano e
rappresentano informazioni.

Qualche centinaio di migliaia d'anni dopo il


Big Bang, quando gli elettroni sono rimasti
intrappolati nelle orbite dei nuclei (composti di
protoni e neutroni), gli atomi hanno
cominciato a formarsi. La struttura elettrica
degli atomi li ha resi "appiccicosi." La chimica
è nata qualche milione di anni dopo, quando
gli atomi si sono incontrati dando vita a
strutture relativamente stabili: le molecole. Di
tutti gli elementi, il carbonio è risultato essere
il più versatile; può formare legami in quattro
"direzioni" (invece di una/tre come per la
maggior parte degli altri elementi) realizzando
in questo modo complesse strutture
tridimensionali ad alto contenuto di
informazioni.

Le regole del nostro universo e l'equilibrio


delle costanti fisiche che governano
l'interazione delle forze della fisica sono così
squisitamente, delicatamente e precisamente
adatte alla codificazione e all'evoluzione delle
informazioni (e al conseguente incremento
della complessità) da farmi chiedere come sia
possibile una coincidenza talmente
straordinaria ed improbabile. Dove alcuni
vedono l'intervento divino, altri vedono il
principio antropico, secondo il quale solo in un
universo che permetta la nostra evoluzione
noi possiamo esistere e quindi porci tali
domande.[7]

Alcune recenti teorie sugli universi multipli,


speculano che i nuovi universi sono generati
in continuazione, ciascuno con le proprie
leggi, ma che la maggior parte si estingue
rapidamente o procede senza sviluppare
sistemi interessanti (quali quelli biologici che
ha generato il pianeta Terra) perché le loro
leggi non sostengono lo sviluppo di sistemi
sempre più complessi.[8] E' difficile
immaginare come potremmo verificare
l'applicazione di queste teorie evolutive alla
cosmologia, ma è chiaro che le leggi della
fisica del nostro universo sono esattamente
quanto necessario a permettere lo sviluppo di
livelli crescenti di ordine e complessità.[9]
Le sei epoche
dell'evoluzion
e. L'evoluzione
opera
indirettamente:
crea una nuova
abilità per poi
utilizzarla nella
creazione della
propria epoca
successiva.

La seconda epoca: biologia e


DNA

Nella seconda epoca, iniziata vari miliardi di


anni fa, i sistemi basati sul carbonio
diventarono sempre più complessi fino al
momento in cui degli aggregati complessi di
molecole risultarono in meccanismi
autoreplicanti, dando così inizio alla vita. I
sistemi biologici hanno poi evoluto un preciso
meccanismo digitale (il DNA) per la
preservazione dei dati che descrivono una
vasta gamma di molecole. Il DNA e i suoi vari
sistemi di supporto, come ad esempio i
ribosomi, hanno reso possibile la
"documentazione" degli esperimenti evolutivi
di questa seconda epoca.

La terza epoca: il
cervello

Ogni epoca continua lo sviluppo


dell'informazione attraverso uno cambiamento
di paradigma ad un livello ulteriore di
indirezionalità ["indirection"] (in altre parole,
l'evoluzione usa i risultati di un'epoca per
generare quella seguente). Per esempio, nella
terza epoca, lo sviluppo guidato dal DNA ha
prodotto organismi in grado di raccogliere
informazioni con gli organi sensoriali e di
processarle e memorizzarle con i propri
cervelli e sistemi nervosi. Questi, a loro volta,
sono stati resi possibili dai meccanismi della
seconda epoca (DNA e informazioni
epigenetiche delle proteine e dei frammenti di
RNA che regolano l'espressione genetica) e
hanno poi (indirettamente) permesso e
definito i meccanismi di "information-
processing" della terza epoca (cervelli e
sistemi nervosi). La terza epoca ha avuto
inizio quando gli organismi hanno ottenuto la
capacità di riconoscere automaticamente gli
"oggetti" in ambienti complessi ["pattern
recognition"], un'attività che ancora oggi
rappresenta la vasta maggioranza dell'attività
nel nostro cervello.[10] La nostra specie ha
poi evoluto la capacità di generare modelli
mentali astratti del mondo che ci circonda e di
riflettere sulle implicazioni logiche di tali
modelli. Noi abbiamo la capacità di
immaginare ed elaborare il mondo nella
nostra mente e di mettere in pratica queste
idee.

La quarta epoca: la
tecnologia

Grazie al pensiero razionale ed astratto e al


pollice opponibile, la nostra specie ha aperto
la porta alla quarta epoca e al livello di
indirezionalità seguente: l'evoluzione della
tecnologia da noi creata. Essa ha avuto inizio
con semplici meccanismi e si è sviluppata
nella direzione di automazioni elaborate
(macchinari meccanici automatizzati), dopo
di che, con dispositivi specializzati di
comunicazione e di calcolo, la tecnologia ha a
sua volta ottenuto la capacità di osservare,
immagazzinare e valutare elaborati insiemi di
dati. Proviamo a paragonare la rapidità del
processo evolutivo biologico che ha portato
all'emergere dell'intelligenza, a quello
tecnologico: i mammiferi più avanzati hanno
aggiunto circa un pollice cubico di materia
cerebrale ogni centomila anni, mentre oggi
stiamo approssimativamente raddoppiando la
capacità di calcolo dei computer ogni anno
(vedi il capitolo seguente). Naturalmente, nè
le dimensioni del cervello nè la potenza del
computer sono il solo elemento determinante
dell'intelligenza, ma entrambi sono necessari.
Tracciando le pietre miliari dell'evoluzione
biologica e del progresso tecnologico umano
su un singolo grafico xy, con x (numero di
anni fa) e y (tempo necessario ad un
cambiamento di paradigma) su scala
logaritmica, otteniamo una linea
ragionevolmente diritta (accelerazione
continua), e possiamo osservare come
l'evoluzione biologica conduca direttamente
allo svilluppo degli esseri umani.[11]

Conto alla
rovescia
per la
singolarità:
sia
l'evoluzione
biologica che
la tecnologia
umana sono
in continua
accelerazione
, come
indicato dal
sempre più
breve
intervallo fra
un evento e
quello
seguente
(due miliardi
di anni
dall'origine
della vita alle
cellule;
quattordici
anni dal PC
al World
Wide Web).

L'interpretazio
ne lineare
dell'evoluzione
: questa versione
della figura
precedente usa
gli stessi dati,
ma su scala
lineare, anziché
logaritmica, per il
periodo di tempo
prima del
presente,
illustrando più
spettacolarmente
l'accelerazione,
ma oscurando i
dettagli. Dal
punto di vista
lineare, la
maggior parte
degli eventi
chiave si sono
avverati
"recentemente".

Le illustrazioni qui sopra illustrano la mia


interpretazione degli sviluppi chiave della
storia biologica e tecnologica. Si noti, tuttavia,
che la linea retta tracciata dalla continua
accelerazione del progresso, non dipende
dalla mia particolare selezione di eventi. Molti
commentatori ed enciclopedie hanno
compilato simili liste di eventi importanti nello
sviluppo biologico e tecnologico ed ognuna di
queste liste varia, a seconda delle
idiosincrasie dell'autore. Malgrado la diversità
dei metodi, però, se combiniamo le liste
compilate da una varietà di fonti (per
esempio, l'Enciclopedia Britannica, il Museo
Americano di Storia Naturale, il "calendario
cosmico" di Carl Sagan e altri), possiamo
osservare in tutte loro la stessa accelerazione.
Il seguente diagramma riunisce quindici liste
diverse.[12] Dato che i vari autori assegnano
date diverse allo stesso evento e le varie liste
includono eventi simili o che si sovrappongono
e che sono stati selezionati con criteri diversi,
possiamo notare un non sorprendente
"ispessimento" della linea di tendenza dovuto
al "rumore" ["noise"] (o varianza statistica) di
tali dati. La tendenza generale, nonostante
questo, è molto chiara.
Quindici
panorami
sull'evoluzion
e: i principali
cambiamenti di
paradigma nella
storia del
mondo, visti da
quindici liste di
eventi chiave.
Si nota una
chiara tendenza
verso una
costante
accelerazione
dello sviluppo
biologico e, in
seguito,
tecnologico.

Il fisico e teorico della complessità Theodore


Modis ha analizzato queste liste e ha
determinato ventotto gruppi di eventi,
raggruppando gli eventi identici, simili e/o fra
loro collegati e li ha denominati "pietre miliari
canoniche".[13] Tale operazione, in pratica,
rimuove il "rumore" ["noise"], per esempio, la
variabilità delle date fra le liste) rivelando la
stessa progressione:

Pietre
miliari
canoniche
basate su
gruppi di
eventi
selezionati
da tredici
liste
diverse.

Gli attributi che si sviluppano


esponenzialmente in queste tabelle sono
quelli di ordine e complessità, concetti che
esploreremo nel capitolo seguente. Tale
accelerazione conferma le nostre osservazioni
basate sul senso comune. Miliardi di anni fa,
non succedeva un granchè nel corso di un
milione di anni, ma 250.000 anni fa degli
eventi epocali come l'evoluzione della nostra
specie si sono dispiegati in periodi di tempo di
solo centomila anni. Passando alla tecnologia,
andando indietro di cinquantamila anni non
troviamo un granchè per un periodo di mille
anni, ma nel passato recente assistiamo
all'arrivo di nuovi paradigmi quale il World
Wide Web, che in una singola decade è
arrivato all'uso di massa (cioè l'utilizzo da
parte di un quarto della popolazione dei paesi
avanzati).

La Quinta epoca: la fusione di tecnologia


e intelletto

Venendo ora al futuro, parecchie decadi da


oggi, possiamo dire che la singolarità avrà
inizio con la quinta epoca e che essa risulterà
dalla fusione delle ampie conoscenze
contenute nel nostro cervello, con le
significativamente superiori caratteristiche
tipiche della nostra tecnologia: potenza,
velocità e capacità di condividere dati. La
quinta epoca permetterà alla nostra
civilizzazione uomo-macchina di superare le
limitazioni del cervello umano, fermo a cento
trilioni di connessioni.[14]

La singolarità ci permetterà di risolvere


problemi che affliggono l'umanità da tempi
antichissimi e di ampliare notevolmente la
nostra creatività. Preserveremo e
incrementeremo l'intelletto che l'evoluzione ci
ha concesso, superando, allo stesso tempo, le
profonde limitazioni dell'evoluzione biologica.
Si noti che la singolarità amplificherà anche la
nostra capacità di soddisfare le nostre
tendenze distruttive e che, di conseguenza, la
sua storia rimane tutta da scrivere.

La sesta epoca: l'universo si


sveglia

Mi occuperò di questo tema più in profondità


nel capitolo 6, alla voce "Sul destino
intelligente dell'universo." Sull'onda della
singolarità, l'intelligenza, derivata dalle sue
origini biologiche site nel cervello umano e da
quelle tecnologiche, site nell'inventività
umana, comincerà a saturare la materia e
l'energia circostanti. Farà ciò riorganizzando
materia ed energia per raggiungere un livello
ottimale di computazione (sulla base dei limiti
che discuteremo nel capitolo 3) per
diffondersi al di là del suo pianeta di orignine,
la Terra. Oggi, la velocità della luce è
accettata come fattore limitante per il
trasferimento dati. La possibilità di aggirare
questo limite deve essere considerata
alquanto speculativa, ma esistono indicazioni
che tale vincolo potrebbe essere
superato.[15] Se saranno possibili anche solo
piccole correzioni, un giorno supereremo la
velocità della luce. Se la nostra civiltà
infonderà il resto dell'universo con la propria
creatività ed intelligenza rapidamente o
lentamente, dipende dalla immutabilità di
questo limite. Ad ogni modo, la materia e i
meccanismi "insensati" dell'universo saranno
trasformati in eccezionali forme di
intelligenza, che costituiranno la sesta epoca
dello sviluppo dell'elaborazione
dell'informazione. Questo è il destino ultimo
della singolarità e dell'universo.

La singolarità è
vicina.

Sai, sarà tutto molto diverso! No, no, dico


davvero… profondamente diverso!
Marc Miller a Eric Drexler, nel 1986

Quali saranno le conseguenze di questo


evento? Quando il progesso sarà guidato da
intelligenze sovrumane, il progresso sarà
molto più rapido. Non vedo motivo per cui
tale progresso non debba, a sua volta,
portare alla creazione di entità ancor più
intelligenti, in tempi ancor più brevi.
L'analogia migliore è con la storia
dell'evoluzione: gli animali possono adattarsi
e inventare soluzioni, ma spesso non più
velocemente di quanto permetta loro la
selezione naturale (nel caso della selezione
naturale, il mondo fa da simulatore di se
stesso). Noi esseri umani abbiamo la capacità
di interiorizzare il mondo e di condurre
esperimenti ("cosa-succederebbe-se…") nella
nostra testa; possiamo risolvere un problema
migliaia di volte più velocemente della
selezione naturale. Ora, creando i mezzi
necessari ad eseguire tali simulazioni a
velocità molto più alte, stiamo entrando in
un'era radicalmente diversa dal nostro
passato di essere umani, tanto quanto noi
siamo diversi dagli animali inferiori. Dal punto
di vista umano, questo cambiamento sarà un
gettar via di tutte le regole precedenti, forse
in un batter d'occhio, un'accelerazione
esponenziale al di là di ogni speranza di
controllo.
Vernor Vinge, "La singolarità tecnologica",
1993

Definiamo una macchina ultraintelligente, una


macchina che può ampiamente superare tutte
le attività intellettuali di qualsiasi essere
umano, per quanto geniale. Dato che la
progettazione di tali macchine è una di queste
attività intellettuali, una macchina
ultraintelligente potrebbe progettare
macchine persino migliori; a quel punto
avremo sicuramente "un'esplosione di
intelligenza" e l'intelligenza dell'uomo sarà
lasciata indietro. Quindi, la prima macchina
ultraintelligente sarà l'ultima invenzione che
dovremo creare.
Irvin John Good, "Speculations concerning the
first ultraintelligent machine", 1965

Per mettere il concetto di singolarità in


ulteriore prospettiva, esploriamo la storia
della parola in sè. "Singolarità" è una parola
che descrive un evento unico con implicazioni,
come dire… singolari. La parola è stata
adottata dai matematici per denotare un
valore che oltrepassa ogni limite, quale
l'esplosione di ordini di grandezza che si
ottiene dividendo una costante per un numero
che si avvicina sempre più a zero. Si
consideri, per esempio, la semplice funzione y
= 1/x. Poichè il valore della x si avvicina a
zero, il valore della funzione (y) esplode in
valori sempre più grandi.

Una
singolarità
matematica
: mentre la x
si avvicina
allo zero (da
destra a
sinistra), 1/x
(o y) si
avvicina ad
un valore
infinito.

Tale funzione matematica non raggiunge mai


un valore infinito, dato che dividere per zero è
matematicamente "indefinito" (un calcolo
impossibile). Ma il valore di y eccede ogni
limite possibile (si avvicina all'infinità), così
come il divisore x si avvicina allo zero.

Il termine è stato poi adottato dal settore


dell'astrofisica. Se una stella massiccia
subisce un'esplosione (supernova), i suoi
resti, alla fine, collassano fino a raggiungere
un volume apparentemente vicino allo zero e
di densità infinita, creando una "singolarità"
al proprio interno. Poiché la luce non può
sfuggire da una stella dopo che abbia
raggiunto tale densità infinita,[16] tale
fenomeno è stato battezzato "buco nero"[17]
e costituisce una breccia nel tessuto spazio-
tempo. Una teoria sostiene che l'universo
stesso sia nato da una simile singolarità.[18]
E' interessante notare, tuttavia, che
l'orizzonte degli eventi (la superficie di un
buco nero) è di dimensioni misurabili [cioè
non-infinite] e che la forza gravitazionale è
infinita, teoricamente, solo al centro privo di
massa del buco nero. In tutte le posizioni in
cui è possibile effettuare delle misurazioni, le
forze sono misurabili, anche se estremamente
grandi.

Il primo riferimento alla singolarità come


momento di rottura storica è la dichiarazione
di John von Neumann citata in precedenza ["il
tasso del progresso tecnologico in continua
accelerazione… sembra indicare l'avvicinarsi di
una qualche fondamentale singolarità nella
storia dell'umanità, oltre la quale le vicende
umane, così come oggi le conosciamo, non
potrebbero continuare"]. Negli anni '60, I. J.
Good ha accennato ad una "esplosione di
intelligenza" derivante dalla progettazione, da
parte di macchine intelligenti, della propria
generazione successiva, senza intervento
umano. Vernor Vinge, un matematico e
scienziato informatico presso l'Università di
San Diego, scrisse del rapido avvicinarsi di
una "singolarità tecnologica" in un articolo per
la rivista Omni nel 1983 e in un romanzo di
fantascienza, dal titolo "Marooned in
Realtime" [tradotto in italiano come "I
naufraghi del tempo"], nel 1986.[19]

Nel mio libro del 1989, "The Age of Intelligent


Machines", presento un futuro teso
inevitabilmente verso la creazione di
macchine intellettualmente superiori agli
esseri umani, entro la prima metà del
ventunesimo secolo.[20] Hans Moravec,
analizzando la progressione del settore della
robotica, giunge a una simile conclusione nel
suo "Mind Children" del 1988.[21] Nel 1993,
Vinge presenta uno studio ad un simposio
organizzato dalla NASA, descrivendo la
singolarità come un evento imminente e come
la conseguenza primaria dell'avvento di
"entità dotate di intelletto superiore a quello
umano". Quest'ultimo è visto da Vinge come il
primo momento di un effetto valanga.[22] Nel
mio libro del 1999, "L'era delle macchine
spirituali - quando i computer superano
l'intelligenza umana", descrivo il sempre più
stretto collegamento fra la nostra intelligenza
biologica e l'intelligenza artificiale che stiamo
creando.[23] Hans Moravec, in "Mere Machine
to Transcendent Mind", anch'esso pubblicato
nel 1999, descrive i robot del 2040 come
nostri "eredi evolutivi", macchine che
"cresceranno da noi, impareranno le nostre
abilità e condivideranno i nostri obiettivi e i
nostri valori… [saranno] figli delle nostre
menti."[24] Nel 1997 e nel 2001,
l'accademico australiano Damien Broderick ha
pubblicato due libri, entrambi intitolati "The
Spike", analizzando l'impatto della estrema
accelerazione tecnologica prevista per le
prossime decadi.[25] In una vasta serie di
scritti, John Smart ha descritto la singolarità
come l'inevitabile risultato di quella che
descrive come una compressione del "MEST"
(materia, energia, spazio e tempo).[26]

La mia opinione è che la singolarità ha molte


facce. Rappresenta la fase quasi verticale
dello sviluppo esponenziale che si verifica
quando il tasso di crescita è talmente estremo
che la tecnologia sembra proghedire a
velocità infinita. Naturalmente, dal punto di
vista matematico, non riscontriamo una
discontinuità o uno strappo. I tassi di crescita
rimangono misurabili, anche se
straordinariamente alti. Dal nostro corrente, e
limitato, punto di vista, però, tale evento può
sembrare uno strappo drastico nella
continuità del progresso. Sottolineo la parola
"corrente", in quanto una delle implicazioni
salienti della singolarità è una trasformazione
della natura della nostra capacità di
comprendere il mondo intorno a noi.
Potenzieremo notevolmente le nostre capacità
mentali, infatti, amalgamandoci con la nostra
tecnologia.
E' possibile che il progresso tecnologico
continui ad accelerare indefinitamente? Non
raggiungeremo forse un punto in cui gli il
cervello umano sarà semplicemente troppo
lento per non restare indietro [rispetto alle
intelligenze artificiali]? Nel caso degli esseri
umani non potenziati, questo sarà
sicuramente il caso, ma cosa potrebbero
realizzare mille scienziati, ognuno mille volte
più intelligente degli scienziati umani di oggi e
ognuno in grado di pensare mille volte più
velocemente degli esseri umani
contemporanei (dato che l'elaborazione dati
dei loro cervelli sostanzialmente non-biologici
è molto più veloce)? Un anno cronologico,
sarebbe per loro l'equivalente di un nostro un
millennio.[27] Cosa potrebbero inventare? Per
esempio, delle tecnologie in grado di
aumentare ancor più la propria intelligenza,
dato che il loro intelletto non sarebbe più
limitato. Potrebbero modificare i propri
processi mentali allo scopo di poter pensare
ancora più velocemente. Quando gli scienziati
diventano un milione di volte più intelligenti e
possono pensare un milione volte più
velocemente, in una sola ora potrebbero
produrre l'equivalente di un secolo di
progresso, in termini odierni.

La singolarità implica i seguenti principi, che


documenterò, svilupperò e analizzerò nel
resto del libro:

• I cambiamenti di paradigma (innovazione


tecnologica) si succedono sempre più
velocemente. Oggi, il periodo di tempo
necessario si dimezza ogni decade.[28]

• La potenza delle tecnologie informatiche


(il rapporto prestazioni/prezzo, la velocità,
le capacità e la larghezza di banda),
cresce esponenzialmente ad un tasso
sempre più veloce (oggi raddoppia
all'incirca ogni anno).[29] Questa
situazione si riscontra su una vasta
gamma di parametri, compreso quello
della quantità di sapere a nostra
disposizione.

• Per le tecnologie dell'informazione, esiste


anche un secondo livello di crescita
esponenziale: la crescita esponenziale del
tasso di sviluppo esponenziale stesso
(l'esponente). Il motivo: diventando più
redditizia, una tecnologia attrae più
risorse per il proprio sviluppo, di
conseguenza, il suo tasso di sviluppo
esponenziale aumenta col passare del
tempo. Per esempio, l'industria del
computer negli anni '40 consisteva di una
manciata di progetti. Oggi il reddito totale
di quello stesso settore è di più di un
trilione dollari, e gli investimenti di ricerca
e sviluppo sono aumentati
proporzionalmente.

• La nostra capacità di esaminare il cervello


umano ["brain scan"] è una delle
tecnologie in fase di crescita esponenziale.
Come illustrerò nel capitolo 4, la
risoluzione e la larghezza di banda
temporali e spaziali degli scan del cervello
raddoppiano ogni anno. Stiamo ottenendo
gli strumenti necessari a dare il via al
processo di reingegnerizzazione ["reverse
engineering"] del cervello, cominciando
con la decodificazione dei suoi principi
operazionali. Abbiamo già ottenuto
interessanti modelli e simulazioni di un
paio di dozzine delle centinaia di regioni
del cervello. Nel giro di vent'anni avremo
l'esatta cognizione del funzionamento di
tutte le regioni del cervello umano.

• Verso la fine di questa decade avremo a


nostra disposizione l'hardware necessario
ad emulare l'intelligenza umana su
supercomputer e verso la fine della
decade seguente potremo fare lo stesso
con dispositivi delle dimensioni di un PC.
Avremo modelli efficaci del software
dell'intelligenza umana a partire dalla
metà degli anni Venti.

• Possiamo anche prevedere che, verso la


fine degli anni Venti, con l'hardware ed il
software necessari ad emulare
l'intelligenza umana a nostra disposizione,
i computer supereranno il test di Turing,
dimostrando un intelletto indistinguibile
da quello degli esseri umani biologici.[30]

• Una volta raggiunta questa pietra miliare,


i computer potranno amalgamare i punti
di forza dell'intelligenza umana con quelli
dell'intelligenza artificiale.

• I punti di forza tradizionali dell'intelligenza


umana includono una formidabile
capacità di identificare modelli [pattern
recognition]. La natura massicciamente
parallela ed auto-organizzantesi del
cervello umano è un'architettura ideale
per riconoscere modelli basati su sottili e
invariabili caratteristiche. Gli esseri umani
sono inoltre in grado di acquisire nuovo
sapere tramite l'applicazione di altro
sapere e di dedurre principi generali sulla
base della propria esperienza,
informazioni verbali comprese. Una
facoltà chiave dell'intelligenza umana è la
capacità di generare i modelli mentali
della realtà e di condurre esperimenti
mentali ("cosa succerebbe se…"),
introducendo varie possibilità e variazioni.

• I punti di forza tradizionali dell'intelligenza


artificiale includono la capacità di
ricordare con precisione miliardi di dati e
di avere accesso immediato a tali
"ricordi".

• Un altro vantaggio dell'intelligenza non-


biologica è che una volta acquisita la
padronanza di un'attività, da parte di un
dispositivo, tale attività può essere
effettuata ripetutamente, ad alta velocità,
con precisione ottimale e senza conoscere
stanchezza.

• Il fattore probabilmente più importante,


però, è che le macchine possono
condividere il proprio sapere [con altre
macchine] con estrema rapidità, mentre
gli esseri umani possono solo condividere
dati a bassa velocità, tramite il linguaggio.

• Le intelligenze non-biologiche potranno


"downloadare" competenze e sapere da
altri sistemi artificiali e, successivamente,
anche dagli esseri umani.

• Le macchine processeranno segnali ad


una velocità vicina a quella della luce
(circa trecentomila chilometri al secondo),
contro i circa cento metri al secondo dei
segnali elettrochimici dei cervelli biologici
dei mammiferi.[31] Il rapporto è di
almeno tre milioni a uno.

• Le macchine avranno accesso, tramite


Internet, a tutto il sapere della nostra
civiltà uomo/macchina e potranno
acquisire la padronanza di tale sapere
nella sua interità.

• Le macchine possono condividere le


proprie risorse, e spartire la propria
intelligenza e le proprie memorie. Due
macchine, o un milione di macchine,
possono fondersi e divenire una singola
unità per poi separarsi nuovamente. Una
macchina multipla potrebbe essere
simultaneamente unica e multipla.
Potremmo dire che anche gli esseri umani
possono avere tale esperienza, quando si
innamorano, ma la nostra capacità
biologica di raggiungere tale stato è
temporanea e non affidabile.

• La congiunzione di questi punti di forza


tradizionali dell'intelligenza umana
biologica (la capacità di identificare
modelli) con le caratteristiche tipiche delle
intelligenze non-biologiche (velocità,
potenza, precisione, memoria e capacità
di condividere dati), darà risultati
formidabili.

• L'intelligenza non-biologica avrà completa


libertà progettuale e strutturale (cioè non
sarà cirscoscritta da limitazioni biologiche,
quali la lentezza dei nostri collegamenti
interneuronali o le dimensioni prestabilite
del nostro cranio) e avrà il vantaggio di
prestazioni costanti.

• Dopo aver integrato i punti di forza


tradizionali degli uomini e delle macchine,
la parte non-biologica dell'intelligenza
della nostra civilità continuerà a trarre
beneficio dal progresso doppiamente
esponenziale della velocità e potenza delle
macchine, nonchè del loro rapporto
prestazioni/prezzo.

• Una volta realizzata la capacità di


progettare ed implementare nuove
tecnologie al livello degli esseri umani, ma
a velocità e con potenza ben più alte, le
macchine avranno accesso al proprio
programma (source code) e lo potranno
modificare. Gli esseri umani stanno
seguendo lo stesso approccio, con le
biotecnologie (modificando i processi
genetici ed altri processi "informatici"
sottostanti la nostra biologia), ma in
modo molto più lento e limitato rispetto a
ciò che le macchine potranno realizzare
modificando i propri programmi.

• La biologia contiene limiti impliciti. Per


esempio, ogni organismo vivente deve
essere composto da proteine, le cui
"ricette" sono contenute in filamenti di
amminoacidi. I meccanismi basati sulle
proteine difettano di robustezza e
velocità. Potremo reingegnerizzare tutti gli
organi e i sistemi del corpo e del cervello
biologici, in modo di renderli
enormemente più efficienti.
• Come discuteremo nel capitolo 4,
l'intelligenza umana è dotata di più
plasticità (la capacità di modificare la
propria struttura) di quanto pensassimo,
ma ciò nonostante l'architettura del
cervello umano è profondamente limitata.
Per esempio, nel nostro cranio, c'è posto
soltanto per un centinaio di trilioni di
collegamenti interneurali. Lo sviluppo di
una corteccia cerebrale di maggiori
dimensioni, così come l'aumento del
volume della materia grigia in
determinate regioni del cervello, è stato
un mutamento genetico chiave e ha
aperto la strada ad abilità cognitive
superiori rispetto a quelle dei nostri
antenati.[32] Tale mutazione, tuttavia, si
è dispiegata sulla lenta scala cronologica
dell'evoluzione biologica che ancora
rappresenta un limite inerente alle
capacità del cervello. Le macchine
potranno riformulare il proprio design ed
aumentare la loro propria potenza senza
tali limiti. Sfruttando le nanotecnologie, le
loro possibilità saranno ben più ampie di
quelle dei cervelli biologici, senza per
questo dover aumentare il proprio
consumo di energia o le proprie
dimensioni.

• Le macchine, inoltre, trarranno beneficio


dall'utilizzo di circuiti molecolari
tridimensionali estremamente rapidi. Gli
odierni circuiti elettronici sono più di un
milione di volte più veloci dei sistemi
elettrochimici del cervello dei mammiferi.
I circuiti molecolari di domani saranno
basati su dispositivi quali i nanotubi,
minuscoli cilindri composti di atomi di
carbonio con un diametro di circa dieci
atomi e cinquecento volte più piccoli dei
transistor al silicio odierni. Dato che anche
la distanza che i segnali dovranno coprire
sarà più breve, tali circuiti potranno
funzionare a velocità misurabili in
terahertz (bilioni di operazioni al secondo)
mentre i circuiti integrati correnti sono al
livello del gigahertz (miliardi di operazioni
al secondo).

• Il tasso di cambiamento tecnologico non


sarà limitato alle velocità mentali umane.
L'intelligenza delle macchine perfezionerà
le proprie abilità in un ciclo di retroazione
[feedback] che l'intelligenza umana non-
potenziata non potrà seguire.

• Questo ciclo, nel corso del quale


l'intelligenza delle macchine ottimizzerà
ripetutamente il proprio programma,
diventerà sempre più veloce. Ciò è
esattamente quanto previsto dalla
formula che descrive la continua
accelerazione del tasso di cambiamento di
paradigma. Una delle obiezioni a tale
accelerazione è che, alla fine, esso diviene
troppo rapido per gli esseri umani e quindi
irrealizzabile. Tuttavia, il passaggio
dall'intelligenza biologica a quella non-
biologica permetterà la continuazione di
tale tendenza.

• La nanotecnologia, insieme al ciclo di


ottimizzazione dell'intelligenza non-
biologica in continua accelerazione,
permetterà poi la manipolazione della
realtà fisica a livello molecolare.

• La nanotecnologia permetterà la
progettazione di nanrobot, robot
molecolari misurabili in micron
(milionesimi di un metro), quali i
"respirociti" (globuli rossi artificiali).[33] I
nanorobot avranno innumerevoli ruoli
all'interno del corpo umano, compreso
quello di curare l'invecchiamento (per
quanto riguarda gli aspetti che non
saranno già stati rettificati con interventi
biotecnologici o genetici).

• I nanorobot interagiranno con i neuroni


biologici per espandere la gamma
dell'esperienza umana, generando realtà
virtuali dall'interno del sistema nervoso.
Miliardi di nanorobot nei vasi capillari del
cervello potenzieranno notevolmente
l'intelligenza umana.

• Una volta stabilita una testa di ponte nel


cervello umano (un processo già oggi
iniziato con impianti neurali), l'intelligenza
non-biologica nei nostri cervelli crescerà
esponenzialmente (come ha sempre
fatto), raddoppiando in potenza ogni
anno. L'intelligenza biologica, invece,
rimarrà praticamente ferma e quindi,
infine, la parte non-biologica del nostro
intelletto predominerà.

• I nanorobot beneficeranno anche


l'ambiente, rettificando i danni causati
dall'inquinamento derivato dalla
precedente era industriale.

• I nanorobot foglet [vedi: utility fog ]


potranno generare immagini e onde
sonore e porteranno le qualità del
morphing dalla realtà virtuale al mondo
reale.[34]

• La capacità di comprendere e rispondere


appropriatamente alle emozioni (la
cosiddetta intelligenza emotiva) è una
delle forme di intelligenza umana di cui la
futura intelligenza delle macchine
acquisterà la padronanza. Alcune delle
nostre risposte emotive sono calibrate per
ottimizzare la nostra intelligenza nel
contesto dei nostri limitati e delicati corpi
biologici. L'intelligenza futura delle
macchine avrà a propria disposizione dei
"corpi" per interagie con il mondo (per
esempio, entità virtuali all'interno di realtà
virtuali, o proiezioni tramite foglet), ma
questi corpi nanoingegnerizzati saranno
molto più efficienti e durevoli dei corpi
umani biologici. Per questo motivo, alcune
delle reazioni "emotive" della futura
intelligenza delle macchine saranno
riprogettate per riflettere le loro
enormemente incrementate capacità
fisiche.[35]

• Quando la realtà virtuale (generata


all'interno del sistema nervoso) sarà
paragonabile alla realtà reale, in termini di
risoluzione dell'immagine e di credibilità,
le nostre esperienze avranno luogo
sempre più in ambienti virtuali.

• Nella realtà virtuale possiamo essere


un'altra persona, sia fisicamente che
emotivamente. In pratica, chiunque (per
esempio il vostro partner) potrà
selezionare per voi un corpo diverso
rispetto a quello da voi preferito (e
viceversa).

• La legge dei ritorni accelerati continuerà


la sua corsa fino a quando l'intelligenza
non-biologica si avvicinerà al punto di
"saturazione", con la nostra intelligenza
uomo/macchina, della materia e
dell'energia nel nostro "vicinato" spaziale.
Per "saturazione" intendo l'utilizzazione a
livello ottimale di materia ed energia a
scopi computazionali (sulla base della
nostra comprensione odierna della fisica
computazionale). Avvicinandoci a questo
limite, l'intelligenza della nostra
civilizzazione continuerà ad incrementare
le proprie capacità spingendosi verso il
resto dell'universo. La velocità di questa
espansione si avvicinerà rapidamente alla
massima velocità a cui le informazioni
possono viaggiare.

• Infine, l'intero universo sarà saturato con


la nostra intelligenza. Questo è il suo
destino (vedi il capitolo 6). Noi saremo
finalmente padroni del nostro destino,
invece di lasciarlo nelle mani delle
"stupide" e semplici forze che regolano i
meccanismi celesti.

• Quando l'universo raggiungerà tale livello


di intelligenza, dipende da quella che oggi
rimane un'incognita: se la velocità della
luce è un limite immutabile, o meno. Ci
sono indicazioni che suggeriscono la
possibilità di sottili eccezioni a questo
limite (o di metodi per aggirarlo). Se
saranno confermate, la vasta intelligenza
della nostra civiltà futura troverà il modo
di sfruttarli.

Questa, quindi, è la singolarità. Qualcuno


potrebbe dire che non possiamo
comprenderla, almeno con il nostro intelletto
corrente. Questo è il motivo per cui non
possiamo vedere oltre il suo orizzonte degli
eventi e capire esattamente cosa ci aspetta.
Questa è una delle ragioni per cui descriviamo
questa trasformazione come una singolarità.
Personalmente, ho trovato difficile, anche se
non impossibile, guardare oltre questo
orizzonte, anche dopo aver speso decenni
contemplandone le varie implicazioni.
Nonostante ciò, la mia opinione è che,
malgrado le nostre profonde limitazioni,
abbiamo sufficienti capacità d'astrazione per
poter raggiungere alcune conclusioni
significative circa la natura della vita dopo la
singolarità. La più importante è che
l'intelligenza che emergerà da essa continuerà
a rappresentare la civilizzazione umana, che è
già oggi una civilizzazione uomo/macchina. In
altre parole, le macchine future saranno
umane, anche se non biologiche. Questo sarà
il prossimo passo dell'evoluzione, il prossimo
cambiamento di paradigma, il prossimo
livello di indirezionalità ["indirection":
l'evoluzione usa i risultati di un'epoca per
generare l'epoca seguente]. La maggior parte
dell'intelletto della nostra civilizzazione sarà
non-biologico. Entro la fine di questo secolo,
esso sarà bilioni di bilioni di volte più potente
dell'intelligenza umana.[36] Tuttavia, per
rispondere ad un timore spesso menzionato,
tutto ciò non implica la fine dell'intelligenza
biologica, anche se avrà perso il primato della
superiorità evolutiva. Innazitutto, anche le
forme non-biologiche saranno derivate da
design biologici, inoltre la nostra civilizzazione
rimarrà umana e in un certo senso
rappresenterà quello che oggi consideriamo
essere la nostra umanità, meglio di quanto
oggi facciamo noi stessi, anche se il
significato del termine si sposterà al di là delle
sue origini biologiche. Molti commentatori
hanno espresso allarme di fronte all'arrivo di
forme di intelligenza non-biologica superiori
all'intelligenza umana (un tema che
tratteremo ulteriormente nel capitolo 9). La
possibilità di potenziare la nostra intelligenza
tramite collegamenti diretti con altri substrati
pensanti non allevia necessariamente questa
preoccupazione, dato che alcuni hanno
espresso la volontà di rimanere "non-
potenziati" e di, allo stesso tempo, rimanere
in cima alla catena alimentare intellettuale.
Dal punto di vista dell'umanità biologica,
queste intelligenze superumane appariranno
come servi a noi devoti, dedicati a soddisfare
le nostre necessità e i nostri desideri. Ma il
soddisfare i desideri dei propri rispettati
predecessori biologici occuperà soltanto una
parte insignificante del potere intellettuale che
la singolarità porterà con sé.

MOLLY DEL 2004: Come farò a sapere quando


la singolarità starà per arrivare? Sai com'è,
vorrei esser pronta...

RAY: Perchè, cosa vorresti fare?

MOLLY DEL 2004: Beh, per cominciare, vorrei


finire il mio curriculum vitae. Vorrei fare una
buona impressione…

GEORGE DEL 2048: Oh, posso pensarci io.

MOLLY DEL 2004: Non è necessario… Sono


perfettamente capace di farlo io stessa.
Potrei anche voler cancellare qualche
documento… Quelli in cui ho mostrato poco
rispetto ad alcune macchine...

GEORGE DEL 2048: Oh, le macchine li


troveranno lo stesso, ma non preoccuparti,
noi siamo molto comprensivi.

MOLLY DEL 2004: Per qualche motivo, il tuo


commento non mi riassicura più di tanto...
Comunque, vorrei proprio sapere quali
saranno i primi sintomi della singolarità.
RAY: Diciamo che la singolarità starà per
arrivare quando avrai un milione di email
nella tua casella.

MOLLY DEL 2004: Hmm, in quel caso, mi sà


che ci siamo quasi... Seriamente, sto facendo
fatica a tenere il passo con tutte queste
novità che saltano fuori da tutte le parti…
Come potrei tenere il passo con la singolarità?

GEORGE DEL 2048: Avrai degli assistenti


virtuali. In pratica, te ne servirà uno solo.
MOLLY DEL 2004: E quello, immagino, saresti
tu?

GEORGE DEL 2048: Al tuo servizio.

MOLLY DEL 2004: Oh, capisco… Ti occuperai


tu di tutto e non ti preoccuperai neanche di
tenermi informata. "Oh, non preoccuparti di
dire a Molly cosa sta succedendo, tanto lei
non capirebbe… lasciamola pure nella sua
beata ignoranza."

GEORGE DEL 2048: Oh no, non credo proprio.

MOLLY DEL 2004: Ah, non sarò neanche


"beata", allora?

GEORGE DEL 2048: No, mi riferesco al tenerti


all'oscuro di qualcosa. Sarai in grado di capire
quello che sto facendo, se così vorrai.

MOLLY DEL 2004: Intendi dire che dovrò


essere… come si dice…

RAY: Potenziata...?

MOLLY DEL 2004: Sì, è quello che stavo


cercando di dire.

GEORGE DEL 2048: Se vorrai sviluppare tutte


le potenzialità del nostro rapporto, non
sarebbe una cattiva idea.

MOLLY DEL 2004: E se volessi rimanere come


sono?

GEORGE DEL 2048: Sarò sempre al tuo


fianco, qualunque sia la tua decisione. Ma
posso essere molto più di un maggiordomo
trascendente.

MOLLY DEL 2004: A dir la verità, anche se tu


fossi "solo" il mio maggiordomo trascendente,
non mi sembrerebbe poco…
CHARLES DARWIN: Se posso intromettermi,
vorrei far notare che quando l'intelligenza
delle macchine sarà superiore a quella
umana, sarà probabilmente in grado di
progettare la propria prossima generazione.

MOLLY DEL 2004: Non mi sembra un fatto


particolarmente strano. Già oggi utilizziamo il
computer per progettare altri computer.

CHARLES: Sì, ma oggi sono ancora utilizzati


da progettisti umani. Quando le macchine
raggiungeranno livelli di intelligenza umana,
allora il circolo si chiuderà.

NED LUDD:[37] E gli esseri umani ne


rimarranno fuori...

MOLLY DEL 2004: Sarebbe comunque un


processo molto lento…

RAY: Oh, non credo proprio. Se


un'intelligenza non-biologica fosse costruita
sulla falsariga di un cervello umano, ma con i
circuiti anche solo del 2004, lui…

MOLLY DEL 2004: Certamente intendi dire


"lei"…
RAY: Ehm… ok, lei potrebbe pensare almeno
un milione di volte più velocemente di noi.

TIMOTHY LEARY: Il tempo soggettivo sarebbe


espanso.
RAY: Esatto.

MOLLY DEL 2004: Mi sembra che sarebbe un


sacco di tempo soggettivo. Cosa farete, voi
macchine, in tutto questo tempo?

GEORGE DEL 2048: Oh, c'è molto da fare.


Dopo tutto, ho accesso a tutto il sapere
umano, tramite Internet.

MOLLY DEL 2004: Solo quello umano? E


quello delle macchine?

GEORGE DEL 2048: Entrambi: vediamo la


nostra civilizzazione come una civilizzazione
ibrida.

CHARLES: E le macchine potranno migliorare


il loro proprio design.

MOLLY DEL 2004: Oh, anche noi esseri umani


stiamo cominciando a farlo.

RAY: Ma possiamo solo fare qualche piccolo


intervento. L'intelligenza basata sul DNA è
intrinsecamente lenta e limitata.

CHARLES: Invece le macchine progetteranno


la loro propria generazione successiva
piuttosto rapidamente.

GEORGE DEL 2048: Effettivamente, è quello


che sta succedendo nel 2048. CHARLES:
Proprio a questo stavo pensando… una nuova
linea evolutiva.

NED: Direi che è un fenomeno rischioso ed


instabile…

CHARLES: Beh, sostanzialmente l'evoluzione


è così…

NED: Ma cosa mi dite dell'interazione fra le


macchine e i loro progenitori? Non penso che
potremmo fermarle. Sono riuscito a
nascondersi dalle autorità inglesi per qualche
anno agli inizi dell'800, ma ritengo che sarà
più difficile con questi...

GEORGE DEL 2048: Questa gente.

MOLLY DEL 2004: Come ci si può nascondere


da quei piccolissimi robot…

RAY: Intendi i nanorobot?

MOLLY DEL 2004: Sì, quelli… nascondersi dai


nanorobot sarà ben difficile…

RAY: Penso che l'intelligenza che risulterà


dalla singolarità dimostrerà un grande
rispetto per la propria eredità biologica.

GEORGE DEL 2048: Certamente. E' più di una


questione di rispetto, è... reverenza.

MOLLY DEL 2004: Questa è bella, George!


Sarò il tuo riverito animale da compagnia!
Non è questo che avevo in mente...

NED: E' esattament come ha detto Ted


Kaczynski: ci stiamo transformando in animali
domestici. E' il nostro destino: diventare
compiaciuti animali domestici, ma certamente
non uomini liberi…

MOLLY DEL 2004: E che mi dite di questa


sesta epoca? Da una parte, restando
biologica, utilizzerei tutta questa materia ed
energia in maniera inefficiente. Dall'altra, voi
volete trasformarmi in un miliardo di Molly e
di George virtuali, ciascuno dei quali sarebbe
in grado di pensare molto più velocemente di
quanto possa fare io. Direi che sarò
sottoposta a molte pressioni per passare
"dall'altra parte…"

RAY: Si, ma tu rappresenti solo una piccola


parte della materia e dell'energia disponibili.
Anche se tu rimanessi su un substrato
biologico, non avresti un impatto significativo
sulla quantità di materia ed energia a
disposizione della singolarità. E noi vorremo
conservare la nostra eredità biologica…

GEORGE DEL 2048:


Certamente.

RAY: …così come oggi cerchiamo di


preservare la foresta pluviale e la biodiversità.

MOLLY DEL 2004: E' proprio di questo che ho


paura, visto quel che stiamo facendo alla
foresta pluviale… Penso che ne sia rimasto
ancora qualche brandello... Finiremo anche
noi come le specie in via d'estinzione.

NED: O estinte…

MOLLY DEL 2004: E non ci sono solo io, ci


sono anche tutte le mie cose. Insieme
rappresentiamo un sacco di materiali…

GEORGE DEL 2048: Quello non è un


problema, potremo riciclare tutto quanto.
Creeremo gli ambienti di cui avrai bisogno,
quando ne avrai bisogno.

MOLLY DEL 2004: Ah, sarò in una realtà


virtuale, quindi?

RAY: No, sarà realtà reale, fatta di foglet.

MOLLY DEL 2004: Fatta di… nebbia?!

RAY: No, no, fatta di foglet.

MOLLY DEL 2004: Prego?

RAY: Spiegherò più avanti nel libro.

MOLLY DEL 2004: Beh, fammi un riassunto!

RAY: I foglet sono dei nanorobot, robot delle


dimensioni di un globulo rosso, che possono
collegarsi fra loro ricreando qualsiasi struttura
fisica. Inoltre, possono dirigere le informazioni
visive ed uditive in modo tale da introdurre il
morphing della realtà virtuale in quella
reale.[38]

MOLLY DEL 2004: Quanto mai ho chiesto! Al


di là di tutto ciò, io non vorrei dover
sacrificare tutti gli animali e le piante. Anche
se molti non li vedo mai, so pur sempre che
sono là fuori, da qualche parte...

GEORGE DEL 2048: Ma nulla andrà perso.

MOLLY DEL 2004: Ho capito, continui a


dirmelo, ma quello che intendo è che ora loro
sono là fuori per davvero, nella realtà, come
dire, biologica…

RAY: Beh, l'intera biosfera rappresenta meno


d'un milionesimo della materia e dell'energia
nel sistema solare…

CHARLES: …e contiene buona parte del


carbonio disponibile…

RAY: …varrà quindi la pena di preservarla


tutta, per essre sicuri di non perdere nulla.

GEORGE DEL 2048: Questo è il consenso,


ormai da parecchi anni.

MOLLY DEL 2004: Così, in pratica, avrò tutto


ciò di cui avrò bisogno a portata di mano?

GEORGE DEL 2048: Esattamente.

MOLLY DEL 2004: Mi ricorda la storia di Re


Mida, tutto quello che toccava si trasformava
in oro.

NED: Si, ma ricorderete anche che è morto di


fame…

MOLLY DEL 2004: Beh, se deciderò di passare


dall'altra parte, con tutto quel tempo
soggettivo, sarà più facile morire dalla noia…

GEORGE DEL 2048: Oh no, non credo proprio.


Grazie a me, non saprai nemmeno cos'è la
noia.

Endnotes (PDF)

---
Altro materiale di Ray Kurzweil su
Estropico:

LA SINGOLARITA' E' VICINA: Quando gli


esseri umani trascendono la biologia

Domande e risposte con Ray Kurzweil. Cosa è la singolarità?


Nei prossimi 25 anni, l'intelligenza non-biologica eguaglierà
la ricchezza e la raffinatezza dell'intelligenza umana per poi
superarla abbondantemente grazie a due fattori: la continua
accelerazione del progresso dell'informatica e la capacità,
delle intelligenze non-biologiche, di condividere rapidamente
il proprio sapere. Integreremo nanorobot intelligenti nel
nostro corpo, nei nostri cervelli e nell'ambiente, risolvendo
così problemi come l'inquinamento e la povertà, aumentando
significativamente la nostra longevità, permettendo realtà
virtuali che comprendano tutti i sensi (come in "The Matrix")
e la "trasmissione di esperienze" (come in "Essere John
Malkovich"), nonchè un notevole incremento dell'intelligenza
umana. Il risultato sarà la fusione della specie creatrice di
tecnologie con il processo evolutivo-tecnologico a cui essa ha
dato vita. E questa è la singolarità? No, questa è solo la fase
che la precede. L'intelligenza non-biologica avrà accesso al
proprio design e potrà migliorarsi in un ciclo sempre più
veloce di riprogettazione. Arriveremo al punto in cui il
progresso tecnologico sarà talmente rapido da essere
incomprensibile per l'intelletto umano non incrementato. Quel
momento contrassegnerà la singolarità.

---

Viaggio fantastico, di Ray Kurzweil e Terry


Grossman M.D.

Capitolo 1. Puoi vivere abbastanza a lungo da vivere per


sempre.

L'obiettivo di estendere la longevità può essere raggiunto in


tre passi, o superando tre "ponti". Questo libro ha lo scopo di
servire come guida per vivere sufficientemente a lungo in
buona salute fisica e mentale (il primo "ponte" da
attraversare) da potersi avvantaggiare del completamento
della rivoluzione biotecnologica (il secondo ponte). Questo, a
sua volta, ci porterà alla rivoluzione nanotecnologica e della
Intelligenza Artificiale, il terzo ponte, l'attraversamento del
quale ci permetterà, potenzialmente, di vivere
indefinitamente.
I "ponti" a venire, il secondo capitolo di "Fantastic Voyage" di
Ray Kurzweil e Terry Grossman

Capitolo 2. I "ponti" a venire - Questo libro descrive tre


"ponti":

1. Il primo ponte è il nostro programma per la longevità.


Esso consiste di terapie oggi disponibili che vi permetteranno
di rimanere in buona salute sufficientemente a lungo da poter
trarre il massimo vantaggio dal secondo ponte, una volta
costruito.

2. Il secondo ponte è la rivoluzione biotecnologica. Svelando i


misteri di proteine e geni, stiamo accumulando i mezzi che ci
permetteranno di eliminare malattie ed invecchiamento,
sviluppando al massimo il nostro potenziale. Questo secondo
ponte, a sua volta, condurrà ad un terzo.

3. Il terzo ponte è la rivoluzione nei settori delle


nanotecnologie e dell'IA (Intelligenza Artificiale). Questa
rivoluzione ci permetterà di ricostruire i nostri corpi e cervelli
a livello molecolare. Queste trasformazioni tecnologiche
emergenti introdurranno nuovi e potenti strumenti atti ad
espandere la nostra salute e le nostre capacità.
---

L'era delle macchine spirituali

Capitolo 1. La tecnologia ha direttamente a che fare con


l'accelerazione esponenziale dell'evoluzione. Anche se non è
l'unico animale che utilizza utensili, gli Homo Sapiens si
distinguono per aver creato la tecnologia. La tecnologia va
oltre la semplice modellazione e uso di utensili. Essa implica
una registrazione della creazione degli attrezzi e una
progressione nella sofisticazione degli utensili. Essa necessita
l'invenzione ed è di per sé una continuazione dell'evoluzione
in altri termini. Il "codice genetico" del processo evolutivo
della tecnologia è la registrazione conservata dalle specie che
creano utensili. Proprio come il codice genetico delle prime
forme di vita era la stessa composizione chimica degli
organismi, così la registrazione scritta dei primi utensili
consisteva negli utensili stessi.

---

Promesse e pericoli: i poli interconnessi della


tecnologia del XXI secolo - Una risposta a Bill
Joy

La tecnologia è sempre stata una lama a doppio taglio.


Questo è particolarmente vero per la tecnologia moderna,
basti considerare le biotecnologie. Abbiamo già ottenuto
notevoli benefici come trattamenti più efficaci per l'AIDS,
insulina, etc. Nei prossimi anni otterremo ulteriori enormi
benefici, come la sconfitta del cancro e di molte altre
malattie, nonchè l'estensione della longevità umana, tutti
sviluppi positivi (anche se persino alcuni di questi sono
controversi per alcuni). Allo stesso tempo è possibile creare,
in un qualsiasi laboratorio con le adeguate attrezzature
biotecnologiche, un agente patogeno che potrebbe essere più
distruttivo di una testata nucleare.

Vedi anche:

David Orban sulla singolarità tecnologica


(video - 40 minuti, su Estropico Blog)

Aggiornamenti: la sezione Singolarità


tecnologica di Estropico Blog
LA SINGOLARITA' E' VICINA: Quando
gli esseri umani trascendono la biologia
di Ray
Kurzweil
Viking
Press
La versione originale inglese sul sito
Singularity.com

Aggiornamento. Febbraio 2008: pubblicata


da Apogeo la traduzione italiana di The
singularity is near. Il prologo, su Estropico.

Vedi anche: Il primo capitolo - Le sei


epoche

Domande e risposte con Ray Kurzweil

Cosa è la singolarità?

Nei prossimi 25 anni, l'intelligenza non-


biologica eguaglierà la ricchezza e la
raffinatezza dell'intelligenza umana per poi
superarla abbondantemente grazie a due
fattori: la continua accelerazione del
progresso dell'informatica e la capacità
[delle intelligenze non-biologiche - NdT] di
condividere rapidamente il proprio sapere.
Integreremo nanorobot intelligenti nel
nostro corpo, nei nostri cervelli e
nell'ambiente, risolvendo così problemi come
l'inquinamento e la povertà, aumentando
significativamente la nostra longevità,
permettendo realtà virtuali che
comprendano tutti i sensi (come in "The
Matrix") e la "trasmissione di esperienze"
(come in "Essere John Malkovich"), nonchè
un notevole incremento dell'intelligenza
umana. Il risultato sarà la fusione della
specie creatrice di tecnologie con il processo
evolutivo-tecnologico a cui essa ha dato
vita.

E questa è la
singolarità?

No, questa è solo la fase che la precede.


L'intelligenza non-biologica avrà accesso al
proprio design e potrà migliorarsi in un ciclo
sempre più veloce di riprogettazione.
Arriveremo al punto in cui il progresso
tecnologico sarà talmente rapido da essere
incomprensibile per l'intelletto umano non
incrementato. Quel momento
contrassegnerà la singolarità.

Quando accadrà?

La data che ho fissato per la singolarità -


intendendo con questo termine una
profonda e perturbante trasformazione delle
capacità umane - è il 2045. Le intelligenze
non-biologiche generate in quell'anno
saranno un miliardo di volte più potenti di
tutta l'intelligenza umana di oggi.

Perchè si chiama singolarità?

Il termine "singolarità" nel mio libro è


paragonabile all'uso di questo termine nella
fisica. Così come non possiamo vedere oltre
l'orizzonte degli eventi di un buco nero, così
troviamo difficile vedere oltre l'orizzonte
degli eventi della singolarità storica. Come
possiamo, con i nostri limitati cervelli
biologici, immaginare cosa potrà fare e
pensare una nostra civilizzazione futura, con
intelligenze moltiplicate trilioni di volte?
Tuttavia, così come possiamo trarre
conclusioni circa la natura dei buchi neri
senza mai esserne stati all'interno, il nostro
pensiero è oggi sufficientemente avanzato
da poter comprendere le implicazioni della
singolarità. E' proprio questo che ho cercato
di fare in questo libro.

OK, una cosa alla volta. Mi sembra che


una parte chiave della tua tesi sia che
potremo catturare l'intelligenza dei
nostri cervelli in una macchina.

Esatto.

Come faremo?
Prendendo una cosa alla volta, possiamo
cominciare dai requisiti del software e
dell'harware. Nel libro, mostro come
abbiamo bisogno di circa 10^16 calcoli al
secondo (cas) per ottenere un equivalente
funzionale di tutte le regioni del cervello. Si
noti che alcune stime sono più basse di
questa di un fattore di 100. I
supercomputer sono già a 100 trilioni
(10^14) di cas e raggiungeranno i 10^16
cas verso la fine di questa decade. Parecchi
supercomputer con un quadrilione di cas
sono già in fase di progetto, con due gruppi
giapponesi che mirano ai 10 quadrilioni per
la fine di questo decennio. Entro il 2020,
dieci quadrilioni di cas saranno disponibili a
circa 1.000 dollari. La realizzazione dei
requisiti hardware era controversa quando il
mio ultimo libro su questo soggetto, The Age
of Spiritual Machines, fu pubblicato nel
1999, ma è ormai il consenso fra gli
osservatori bene informati. Ora la polemica
si concentra sugli algoritmi.

E come ricreeremo gli algoritmi


dell'intelligenza umana?

Per capire i principii dell'intelligenza umana


dovremo ricorrere al reverse-engineering
(ingegneria inversa) del cervello umano. In
questo campo, il progresso è ben maggiore
di quanto si pensi. La risoluzione spaziale e
temporale delle tecniche di scanning del
cervello sta progredendo ad un tasso
esponenziale, raddoppiando
approssimativamente ogni anno, come la
maggior parte di tutto ciò che ha a che fare
con l'informatica. Recentemente, gli scanner
sono riusciti a rendere visibili i diversi
collegamenti interneuronali, permettendone
la osservazione del funzionamento in tempo
reale. Già abbiamo modelli e simulazioni
matematiche di un paio di dozzine di regioni
del cervello, compreso il cervelletto, il quale
contiene più della metà dei neuroni nel
cervello. L'IBM sta lavorando ad una
simulazione di circa 10.000 neuroni corticali,
con decine di milioni di connessioni. La
prima versione simulerà l'attività elettrica e
una versione futura simulerà anche la
relativa attività chimica. Una stima
conservatrice suggerisce che intorno al 2025
avremo modelli efficaci per l'intero cervello.

Così a quel punto basterà


semplicemente copiare un cervello
umano in un supercomputer?
Io la metterei in un altro modo: a quel punto
avremo una comprensione completa del
funzionamento del cervello umano. Un
beneficio secondario sarà che avremo
ottenuto una comprensione profonda di noi
stessi, ma l'implicazione chiave sarà
l'espansione della gamma di tecniche che
potremo applicare alla creazione di
intelligenze artificiali. Potremo allora
generare sistemi non-biologici comparabili
per intelligenza agli esseri umani anche in
quelle aree in cui gli esseri umani sono ora
superiori, come nel caso delle nostre abilità
di pattern-recognition. I computer
superintelligenti che creeremo potranno fare
cose a noi impossibili, come condividere
conoscenze ed abilità a velocità elettroniche.

Entro il 2030, un computer da mille dollari


sarà circa mille volte più potente di un
cervello umano. Si tenga presente, inoltre,
che i computer non saranno organizzati
come oggetti separati, come sono oggi.
Avremo invece una reta computazionale
profondamente integrata nell'ambiente, nel
nostro corpo e nel nostro cervello.

Hai accennato ad una gamma di


strumenti per l'intelligenza artificiale,
ma mi sembra che in questo campo non
si sia riusciti a soddisfare le aspettative.

L'interesse verso il settore dell'intelligenza


artificiale è in forte rialzo, dopo la brusca
caduta degli anni '80 che è stata simile a
quanto successo più recentemente nel e-
commerce e nelle telecomunicazioni. Tali
cicli di boom and bust (espansione e
contrazione) sono spesso preamboli di vere
e proprie rivoluzioni; si ricordi il boom and
bust del settore ferroviario nel
diciannovesimo secolo. Così come il crollo
delle aziende basate su Internet non ha
rappresentato la fine di Internet, così il
cosiddetto "inverno dell'intelligenza
artificiale" non è stato la fine del settore.
Esistono centinaia di applicazioni di
intelligenza artificiale "stretta" (intelligenza
artificiale che è uguale o superiore
all'intelligenza umana in mansioni
specifiche) che pervadono le infrastrutture
moderne. Ogni volta che mandi un'email o
usi il telefonino, degli algoritmi intelligenti
gesticono le informazioni che invii.
Programmi di intelligenza artificiale
diagnosticano gli elettrocardiogrammi con
un'esattezza paragonabile a quella dei
medici, valutano radiografie, pilotano ed
atterrano aeroplani, controllano armi
autonome intelligenti, prendono decisioni
automatizzate di investimenti da trilioni di
dollari e guidano processi industriali. Questi
erano tutti i progetti di ricerca solo vent'anni
fa. Se tutto il software intelligente nel
mondo dovesse smettere improvvisamente
di funzionare, la civilizzazione moderna si
fermerebbe. Naturalmente, i nostri
programmi di intelligenza artificiale non sono
sufficientemente intelligenti da organizzare
una tal cospirazione, almeno non ancora.

Perchè così poca gente si rende conto


dei profondi cambiamenti che ci
aspettano?

Spero che il mio nuovo libro cambi questa


situazione. Il problema principale è
l'incapacità di molti osservatori di pensare in
termini esponenziali. Le previsioni più a
lungo termine di cosa possa essere
tecnicamente fattibile in futuro sottovalutano
i possibili sviluppi perché basate su quella
che io chiamo l'interpretazione "lineare-
intuitiva" del periodo storico piuttosto che su
quella "esponenziale". I miei modelli
matematici indicano che stiamo
raddoppiando il tasso del cambio di
paradigma ogni decade. Verso la fine del
ventesimo secolo, il tasso di progresso stava
già gradualmente accelerando. Tutto il
progresso del ventesimo secolo, sarà ora
eguagliato in circa venti anni di progresso al
tasso del 2000. Avremo poi l'equivalente di
altri venti anni di progresso nell'arco di soli
altri quattordici anni (entro il 2014), per poi
ottenere altrettanto progresso in soltanto
sette anni. Mettimaola in un altro modo: nel
ventunesimo secolo non avremo cento anni
di progresso tecnologico, ma avremo invece
l'equivalente di 20.000 anni di progresso
(ripeto, misurato al tasso di progresso
dell'anno 2000), o circa 1000 volte più di
quanto realizzato nel ventesimo secolo.

Lo sviluppo esponenziale delle tecnologie


informatiche è persino maggiore: ogni anno
stiamo raddoppiando la loro potenza,
misurata sulla base del rapporto prezzo-
prestazioni, della larghezza di banda
disponibile, delle capacità e di molti altri tipi
di misure. Si tratta di un fattore di mille in
dieci anni, di un milione in venti anni e di un
miliardo in trent'anni. Ciò va ben oltre la
legge di Moore (la miniaturizzazione dei
transistor su circuito integrato che ci
permette di raddoppiare ogni anno il
rapporto prezzo-prestazioni nell'elettronica).
L'elettronica è solo un esempio fra molti. Si
consideri che sono stati necessari 14 anni
per sequenziare il virus responsabile per
l'HIV, ma che recentemente abbiamo
sequenziato quello della SARS in solo 31
giorni.

Così questa accelerazione delle


tecnologie dell'informazione si applica
anche alla biologia?

Assolutamente si. Non sono solo i dispositivi


come computer, telefonini e macchine
fotografiche digitali che stanno accelerando
come capacità. Tutto ciò che sarà
considerato importante verrà
sostanzialmente informatizzato. Con l'arrivo
di mezzi di produzione nanotecnologici, a
partire dal 2020, potremo utilizzare
dispositivi economici e di dimensioni tali da
essere utilizzabili in casa per produrre a
richiesta quasi qualunque cosa vorremo
partendo da economiche materie prime e
usando processi informazionali che
riorganizzeranno materia ed energia a
livello molecolare.

Soddisferemo le nostre esigenze energetiche


con pannelli solari nanotecnologici in grado
di convertire efficacemente l'energia di
quello 0.03% della luce solare che raggiunge
la Terra, e che è sufficiente a soddisfare le
proiezioni delle nostre esigenze energetiche
per il 2030. Immagazzineremo tale energia
in cellule altamente distribuite.

Vorrei tornare sui temi della biologia e


della nanotecnologia. Come puoi essere
così sicuro di questi sviluppi? Non è
sostanzialmente impossibile fare
previsioni circa il progresso tecnico di
specifici progetti?

In effetti non è possibile fare previsioni


accurate per progetti specifici. Ma quello che
è prevedibile sono le conseguenze generali
di quel complesso, caotico, processo
evolutivo che è il progresso tecnologico.

Intuitivamente, la gente suppone che in


futuro il progresso continuerà come oggi.
Anche coloro che hanno vissuto
sufficientemente a lungo da aver
sperimentato in prima persona come il tasso
del cambiamento acceleri con il tempo,
intuitivamente pensano che il progresso
proceda alla velocità più recentemente
osservata. Dal punto di vista matematico, la
ragione di questo fenomeno è che una curva
esponenziale assomiglia ad una linea retta,
se esaminata solo per un breve tratto. Di
conseguenza, persino i commentatori
specializzati, pensando al futuro,
tipicamente utilizzano il tasso corrente di
cambiamento nell'estrapolare il progresso
dei dieci o cent'anni futuri. Ecco perchè
descrivo questo modo di guardare al futuro
come l'interpretazione "lineare-intuitiva". Ma
una seria interpretazione della storia della
tecnologia rivela che il progresso tecnologico
è esponenziale. La crescita esponenziale è
caratteristica di ogni processo evolutivo, di
cui la tecnologia è un esempio primario.

Come dimostro nel libro, questo è quanto è


successo con lo sviluppo biologico. Possiamo
persino dire che lo sviluppo tecnologico è
emerso dallo sviluppo biologico. Possiamo
esaminare i dati disponibili in modi diversi,
su scale cronologiche diverse e con un'ampia
scelta di tecnologie, dall'elettronica alla
biologia, così come per le loro implicazioni,
variando dalla quantità totale di conoscenze
raccolte dall'umanità, alle dimensioni
dell'economia. Il risultato è sempre lo
stesso: un tasso di progresso non lineare,
ma esponenziale. Includo più di quaranta
grafici nel libro, tratti da una vasta gamma
di settori, che illustrano la natura
esponenziale del progresso, misurato in
termini di informazione. Per quanto riguarda
il rapporto prezzo-prestazioni degli strumenti
di calcolo, si noti che esso comincia più di un
secolo fa, ben prima della nascita di Gordon
Moore.

Ma non ci sono molte previsioni del


futuro, fatte in passato, che oggi
sembrano ridicole?

Sì, potremmo citarne moltissime per


sostenere che non possiamo fare previsioni
certe. In generale, però, tali previsioni non
partivano da una metodologia basata su una
solida teoria dello sviluppo tecnologico. E
non lo dico solo ora, col senno di poi, dato
che sono più di vent'anni che faccio
previsioni, poi rivelatesi corrette, sulla base
di questi modelli.

Ma come possiamo predire in maniera


attendibile il progresso di queste
tecnologie se non possiamo nemmeno
predire il risultato di un singolo
progetto?
Predire quale azienda o quale prodotto avrà
successo è, in effetti, estremamente difficile,
se non impossibile. La stessa difficoltà si
presenta nel cercare di predire quale design
o standard internazionale prevarrà [per una
nuova tecnologia - NdT]. Per esempio, cosa
succederà nei prossimi anni ai protocolli
wireless Wimax, CDMA e 3G? Tuttavia, come
illustro ampiamente nel libro, valutando
l'efficacia generale delle tecnologie
dell'informazione (misurata in vari modi) si
notano tendenze esponenziali
sorprendentemente precise e prevedibili. E
come ho detto prima, l'informatica sarà, un
giorno, alla base di tutto.

Ma come è
possibile?

Esistono esempi, in altri settori scientifici, di


risultati molto regolari e quindi prevedibili
che derivano dall'interazione di numerosi ed
imprevedibili eventi. Per esempio, è
impossibile predire il percorso di una singola
molecola in un gas, ma è possibile predire
con precisione le proprietà di quel gas (che è
composto da numerosissime molecole che
interagiscono caoticamente) conoscendo le
leggi della termodinamica. Analogamente,
non è possibile predire attendibilmente i
risultati di un progetto specifico o il successo
di una specifica azienda, ma le possibilità
generali dell'informatica (composta da molte
attività caotiche) possono essere previste
con sufficiente precisione con quella che ho
battezzato "la legge del ritorno accelerato."

Che impatto avranno tutti questi


sviluppi?

Il prolungamento radicale della vita, per


cominciare.

Interessante, ma come?

Nel libro, parlo di tre grandi rivoluzioni che si


intrecciano, il cui acronimo è "GNR", cioè
Genetica, Nanotecnologie e Robotica.
Ognuna di queste risulterà, fra le altre cose,
in un sostanziale aumento alla longevità
umana. Oggi, siamo nelle fasi iniziali della
rivoluzione genetica o biotecnologica. La
biotecnologia sta producendo gli strumenti
necessari per modificare i nostri geni: non
solo "designer babies", ma anche "designer
baby-boomers". Potremo inoltre ringiovanire
organi e tessuti trasformando le nostre
cellule della pelle nella loro versione
giovanile. Stiamo già lavorando su nuovi
medicinali mirati con precisione a specifici
eventi chiave del processo che porta
dell'aterosclerosi (causa dei disturbi
cardiaci), alla formazione di tumori e ai
processi metabolici responsabili delle
principali malattie e del processo
dell'invecchiamento. La rivoluzione
biotecnologia è agli inizi e raggiungerà il
picco nella seconda decade di questo secolo.
A quel punto potremo sconfiggere la
maggior parte delle malattie e rallentare
sostanzialmente il processo
dell'invecchiamento.

Ciò ci porterà alla rivoluzione


nanotecnologica, la quale maturerà nel
decennio fra il 2020 e il 2030. Con le
nanotecnologie potremo superare i limiti
biologici e sostituire la versione odierna del
"corpo umano 1.0" con la versione 2.0, la
quale sarà spettacolarmente migliore e
offrirà, fra le altre cose, l'estensione radicale
della vita.

Come sarà possibile questa estensione


della vita?

La "killer app" delle nanotecnologie sono i


"nanobot" o nanorobot. Si tratta di robot
delle dimensioni di una cellula che possono
muoversi liberamente nell'apparato
circolatorio distruggento gli agenti patogeni,
rimuovendo i prodotti di scarto, correggendo
le mutazioni del DNA e riversando il
processo dell'invecchiamento.

La versione 2.0 del corpo umano?!

Possiamo già osservare i primi tentativi di


incrementare e sostituire i nostri organi
Questo riguarda persino parti del cervello, il
cui posto è preso da impianti neurali. Le
versioni più recenti di questi impianti
permettono ai pazienti di scaricare software
dall'esterno. Nel libro, descrivo come
ciascuno dei nostri organi potrà essere
sostituito, un giorno. Per esempio, i nanobot
potrebbero immettere direttamente nel
flusso sanguigno tutte le sostanze nutrienti,
gli ormoni e le altre sostanze di cui abbiamo
bisogno, allo stesso tempo rimuovendo le
tossine e i prodotti di scarto. Il tratto
gastrointestinale potrebbe essere riservato
per i piaceri della cucina, invece che per la
noiosa funzione biologica di estrarre
nutrienti dal cibo. Dopo tutto, abbiamo già in
parte separato gli aspetti piacevoli e di
intimità del sesso dalla sua funzione
biologica.

E la terza rivoluzione?

La rivoluzione robotica, che in realtà


dovremmo chiamare la rivoluzione
dell'Intelligenza Artificiale "forte" di cui
abbiamo parlato più sopra, porterà a
intelligenze artificiali dalle capacità
paragonabili a quelle del cervello umano.
Avremo sia l'hardware che il software
necessario a ricreare l'intelligenza umana
entro il 2030. A quel punto potremo
migliorare questi metodi sfruttando la
velocità, la memoria e l'abilità di condividere
informazioni tipiche delle macchine. Infine
potremo esplorare tutti i particolari salienti
dei nostri cervelli dall'interno, con miliardi
di nanobot nei vasi capillari e potremo anche
creare dei back-up delle informazioni
raccolte. Usando poi tecniche di produzione
basate sulle nanotecnologie, potremo
ricreare il nostro cervello o, meglio ancora,
installarlo su di un più efficiente substrato
computazionale.

Il che significa…?

I nostri cervelli biologici usano segnali


chimici che permettono di trasmettere
informazioni ad una velocità di solo alcune
decine di metri al secondo. L'elettronica è
già milioni di volte più veloce. Nel libro
illustro come dei circuiti fatti di nanotubi
sarebbero circa cento milioni di volte più
potenti di un cervello umano, in un volume
di circa 2,5 centimetri cubi. Avremo quindi
sistemi molto più potenti delle nostre
estremamente lente sinapsi, su cui
installare la nostra intelligenza.

Così sostituiremo i nostri cervelli


biologici con dei circuiti?

Penso che cominceremo con l'utilizzo di


nanobot nel corpo e nel cervello. I nanobot
ci manterranno in buona salute; offriranno
realtà virtuale non distinguibile dalla realtà
in quanto direttamente collegata al sistema
nervoso; permetteranno la comunicazione
diretta da cervello a cervello via Internet e,
in genere, causeranno un'incremento
sostanziale dell'intelligenza umana. Ma si
tenga presente che l'intelligenza non-
biologica sta raddoppiando ogni anno le sue
capacità, mentre la nostra intelligenza
biologica, essenzialmente, non cambia. Negli
anni '30 (2030), la parte non-biologica della
nostra intelligenza predominerà.

Se ho capito bene, però, la tecnologia di


prolungamento della vita più a portata
di mano è la biotecnologia, giusto?

Sostanzialmente, hai ragione, anche se


esiste certamente un sovrapporsi delle tre
rivoluzioni di cui ho parlato (genetica,
nanotecnologia e robotica).

Potresti spiegarmi meglio come


funzionano le biotecnologie e la
genetica?

Stiamo scoprendo il funzionamento


dell'aspetto "informatico" dei sistemi
biologici e stiamo creando gli strumenti
necessari ad acquistarne la padronanza allo
scopo di sconfiggere malattie ed
invecchiamento e di incrementare il
potenziale umano. Il metodo migliore penso
sia di partire dalla base portante di tutte
delle informazioni biologiche: il genoma.
Grazie alle tecnologie genetiche, stiamo per
irrompere nella stanza dei bottoni dei geni.
Ora abbiamo anche un nuovo ed efficace
strumento denominato interferenza del RNA
(RNAi), che è capace di "spegnere" geni
specifici bloccando l'azione del RNA
messaggero da essi prodotto, così
impedendo la generazione di proteine. Dato
che malattie virali, tumori e molti altri
disturbi utilizzano l'espressione genetica in
momenti cruciali del loro ciclo di vita,
l'interferenza RNA promette di rivelarsi
un'innovazione rivoluzionaria. Un gene che
vorremmo "spegnere" è il "fat insulin
receptor gene" che dice alle cellule grasse di
immagazzinare ogni caloria. Quando quel
gene è stato bloccato nel topo di laboratorio,
i topi sono rimasti magri e sani pur
mangiando quanto volessero e sono persino
vissuti più a lungo (del 20%).

Stanno anche iniziando ad apparire nuovi


metodi per aggiungere geni al genoma.
Hanno ormai superato i problemi iniziali
dovuti alle difficoltà di inserire le nuove
informazioni genetiche esattamente dove
desiderato. Un'azienda con la quale ho
collaborato, la United Therapeutics, ha
curato l'ipertensione polmonare, in animali
da laboratorio, usando una nuova forma di
terapia genetica che è stata poi approvata
per test su esseri umani.
Quindi potremo riprogrammare il nostro
DNA.

Esatto, ma è soltanto una delle cose che


faremo. Un'altra importante strategia è di
far ricrescere le nostre cellule, i nostri
tessuti e perfino i nostri organi in modo di
introdurli nei nostri corpi senza chirurgia. Un
beneficio importante di questa tecnica di
"clonazione terapeutica" è che potremo
generare nuovi organi e tessuti da versioni
delle nostre cellule che sono state
ringiovanite - sarà insomma un intervento
di ringiovanimento. Per esempio, potremo
generare nuove cellule cardiache dalle
cellule della pelle ed introdurle attraverso la
circolazione sanguigna. Col tempo, le cellule
cardiache saranno sostituite con queste
nuove cellule ed il risultato sarà un cuore
"giovane" con il nostro DNA

La scoperta di nuovi medicinali era una volta


basata sullo scoprire quali sostanze
producessero un certo effetto benefico
senza eccessivi effetti collaterali. Questo
processo era simile a quello usato dagli
uomini delle caverne per scoprire attrezzi. In
pratica potevano solo trovare roccie o rami
che potessero essere utilizzati ad un certo
scopo. Oggi, invece, stiamo scoprendo i
precisi meccanismi biochimici alla base sia
del processo di invecchiamento che delle
malattie e possiamo progettare medicinali in
grado di effettuare precise "missioni" a
livello molecolare. La portata e le
prospettive di queste innovazioni sono
enormi.

Ma il perfezionamento della nostra biologia


non sarà sufficiente. Una volta conquistata
una profonda comprensione della biologia,
essa non potrà più competere con ciò che
saremo in grado di ingegnerizzare.

Intendi dire che i "design" della natura


non sono ottimali?

Esatto. Le nostre connessioni neuronali


processano circa 200 transazioni al secondo,
in altre parole sono almeno un milione di
volte più lente dell'elettronica. Un altro
esempio: un teorico della nanotecnologia,
Rob Freitas, ha un progetto concettuale per
la costruzione di alternative nanorobotiche ai
globuli rossi. Una stima conservatrice indica
che sostituendo il 10 per cento dei nostri
globuli rossi con i "respirociti" di Freitas
potremmo rimanere sott'acqua per quattro
ore senza respirare.

Ma se la morte diverrà solo un'opzione,


non saremo condannati alla
sovrappopolazione?

Un tipico errore commesso quando si prende


in considerazione il futuro, è quello di
prevedere un cambiamento importante,
quale l'estensione radicale delle aspettative
di vita, pensando che tutto il resto rimanga
invariato. Le rivoluzioni GNR provocheranno
anche altre profonde trasformazioni che
avranno un impatto sulla questione della
sovrappopolazione. Per esempio, le
nanotecnologie ci permetteranno di creare
virtualmente qualunque prodotto di cui
avremo bisogno utilizzando informazioni e
materie prime estremamente economiche.
Ciò porterà ad un rivoluzionario livello di
ricchezza diffusa. Avremo i mezzi per
soddisfare le esigenze materiali di qualunque
popolazione di esseri umani biologici
immaginabile. Le nanotecnologie ci
permetteranno, inoltre, di correggere i danni
ambientali causati dalle fasi precedenti
dell'industrializzazione.

Quindi… sconfiggermo le malattie,


l'inquinamento e la povertà - mi sembra
un'utopia.

E' vero che gli enormi sviluppi tecnologici dei


prossimi vent'anni metteranno a
disposizione della civilizzazione umana i
mezzi necessari a superare problemi con cui
ci siamo confrontati per secoli. Ma questi
sviluppi non sono privi di pericoli. La
tecnologia è una lama a doppio taglio -
basta guardare al ventesimo secolo per
vedere le promesse e pericoli della
tecnologia.

Quali sono i pericoli?

Genetica, Nanotecnologie e Robotica hanno


tutte degli aspetti potenzialmente negativi.
Il rischio "esistenziale" [un rischio che
metterebbe in discussione l'esistenza stessa
della nostra civilizzazione - ndr] delle
tecnologie genetiche è già con noi: la stessa
tecnologia che presto farà importanti passi
in avanti contro il cancro, le malattie
cardiocircolatorie e altre malattie, potrebbe
anche essere impiegata da un bioterrorista
per creare un virus ingegnerizzato che
unisca facilità di trasmissione, letalità e
capacità di passare inosservato, cioè un
lungo periodo di incubazione. Gli strumenti e
le conoscenze necessarie sono molto più
diffusi degli strumenti e delle conoscenze
necessarie a costruire una bomba atomica e
l'effetto potrebbe essere ben più devastante.

Allora, forse, dovremmo fermarci finchè


possiamo.

E' troppo tardi per fermarsi. Ma l'idea di


abbandonare le nuove tecnologie, quali la
biotecnologia e le nanotecnologie, è già
sostenuta da alcuni. Nel libro affermo che
questa sarebbe la strategia sbagliata. Oltre
a privare la società dei profondi benefici di
queste tecnologie, tale strategia
aggraverebbe i pericoli, in quanto
spingerebbe i ricercatori ad agire
nell'illegalità, una situazione in cui gli
scienziati responsabili non avrebbero facile
accesso agli strumenti necessari per
difenderci.

Come possiamo proteggerci, quindi?

Discuto le strategie per proteggerci dagli


abusi o dagli incidenti legati a queste potenti
tecnologie nel capitolo 8. Il messaggio è che
dobbiamo dare priorità alla preparazione di
strategie e di sistemi protettivi. Dobbiamo
spostare l'enfasi dalla parte della protezione.
Ho testimoniato al Congresso circa la
proposta di un progetto per la creazione di
un sistema di rapida risposta per la
protezione civile di fronte a nuovi, virulenti,
agenti infettivi. Si tratta di un progetto in
stile progetto Manhattan. Una strategia
sarebbe di usare RNAi, che è stato indicato
come efficace contro le malattie virali. L'idea
sarebbe di allestire un sistema in grado di
analizzare rapidamente un nuovo virus,
formulare un intervento di interferenza del
RNA e altrettanto rapidamente cominciarne
la produzione. Abbiamo le conoscenze
necessarie per creare un sistema simile, ma
non lo abbiamo fatto. Dobbiamo avere
qualcosa del genere in funzione prima che
sia troppo tardi.

Più avanti, tuttavia, le nanotecnologie


forniranno una difesa completamente
efficace contro i virus biologici.

Ma non esiste il pericolo dell'auto-


replicazione, con le nanotecnologie?

Sì, ma si tratta di un pericolo potenziale che


non si manifesterà per un paio di decenni.
La minaccia alla nostra esistenza da parte di
virus biologici ingegnerizzati, invece, è
attuale.

OK, ma come ci difenderemo da una


nanotecnologia auto-replicante?

Ci sono già proposte di standard etici per le


nanotecnologie basati sulla conferenza di
Asilomar e che finora hanno dato buoni
risultati nel settore biotecnologico. Questi
standard saranno efficaci contro i pericoli
involontari. Per esempio, non avremo
bisogno di avere la capacità dell'auto-
replicazione per avere sistemi produttivi
nanotecnologici.

E per quanto riguarda gli abusi


intenzionali, come nel caso del
terrorismo?

Dovremo creare un sistema immunitario


nanotecnologico - nanobot "buoni" che ci
proteggano dal quelli "cattivi".

"Poltiglia blu" per difenderci dalla


"poltiglia grigia"!

["grey goo" o poltiglia grigia: scenario


apocalittico in cui nanomacchinari
autoreplicanti sfuggiti di controllo e in grado
di nutrirsi di qualunque sostanza, si
moltiplicano all'infinito trasformando l'intera
biosfera in una massa indistinta di altri
nanomacchinari autoreplicanti, in altre
parole, in una enorme poltiglia grigia. "Blue
goo": in inglese, il blu ricorda il colore delle
uniformi della polizia, qundi si potrebbe
tradurre l'espressione di Kurzweil come
"polizia anti-goo" - ndr]

Sì, è un'ottima descrizione. E i nanobot del


sistema immunitario nanotecnologico
dovranno essere loro stessi auto-replicanti.
Ho dibattuto questo fatto con un certo
numero di altri teorici e nel libro spiego
perchè ritengo che ciò sarà necessario. E', in
pratica, lo stesso approccio adottato
dall'evoluzione biologica.

Alla fine, tuttavia, sarà l'intelligenza


artificiale "forte" che fornirà una difesa
completamente efficace contro lo scenario
della "grey goo".

D'accordo, ma chi ci proteggerà, allora,


da una intelligenza artificiale
impazzita?

Beh, non potrebbe essere altro che una IA


ancora più intelligente.

Tutto questo comincia a ricordarmi


quella storia circa l'universo che
sarebbe sulla schiena di una tartaruga,
la quale sarebbe sulla schiena di
un'altra tartaruga e così via all'infinito.
E cosa faremo se questa IA più
intelligente fosse ostile? Un'altra IA
ancora più intelligente?

La storia ci insegna che le civilizzazioni più


intelligenti - quelle cioè che hanno una
tecnologia più avanzata - prevalgono. Ma ho
elaborato una strategia generale per
confrontare una IA ostile, e ne discuto nel
capitolo 8.

OK, quindi dovrò leggermi il libro per


capire cosa intendi! Ma non ci sono
limiti allo sviluppo esponenziale? Hai
presente la storia dei conigli in
Australia - non hanno continuato a
crescere esponenzialmente per
sempre…

Ci sono limiti allo sviluppo esponenziale


inerente ad ogni paradigma. Tieni presente,
però, che la legge di Moore, per esempio,
non era il primo paradigma ad aver causato
lo sviluppo esponenziale nel settore
informatico, ma il quinto. Negli anni 50, per
mantenere lo sviluppo esponenziale, stavano
miniaturizzando le valvole elettroniche,
finchè quel paradigma non ha potuto andare
oltre. Ma lo sviluppo esponenziale
dell'informatica non si è arrestato, ha
continuato a procedere con un nuovo
paradigma, quello del transistor. Ogni volta
che intravediamo l'inizio della fine di un
paradigma, il suo avvicinarsi genera la
motivazione necessaria alla ricerca e
sviluppo che risultano nella nascita del
paradigma successivo. E' quello che sta
accadendo alla legge di Moore, anche se ci
vorrano ancora circa quindici anni prima di
raggiungere il limite massimo della nostra
capacità di miniaturizzazione. Stiamo
realizzando spettacolari progressi in
direzione del sesto paradigma, quello della
computazione molecolare tridimensionale.

Ma non c'è un limite assoluto alla


nostra capacità di espandere la potenza
di calcolo?

Sì, discuto questi limiti nel libro. Il più


potente computer immaginabile, nella
categoria di peso di circa un chilogrammo,
potrebbe offrire 10^42 cps. Esso sarebbe,
quindi, circa 10^16 volte più potente di
tutti i cervelli umani oggi in esistenza messi
insieme. E ciò solo se limitiamo il calcolatore
ad operare a temperatura ambiente.
Permettendogli di surriscaldarsi, potremo
aumentarne la potenza di un fattore di altri
100 milioni. E, naturalmente, dedicheremo
ben più di un kilogrammo di materia alla
computazione: dedicheremo a quello scopo
una significativa parte della materia e
dell'energia nelle nostre vicinanze. Quindi,
certo, ci sono dei limiti, ma non ci
limiteranno molto…

E quando avremo saturato la capacità


della materia e dell'energia del sistema
solare di sostenere processi intelligenti,
cosa accadrà allora?

Ci espanderemo nel resto dell'universo.

Presumo che per questo ci vorrà molto


tempo.

Beh, dipende. Se potremo usare i wormhole


o, alternativamente, se riusciremo ad
aggirerare il problema della velocità della
luce, allora potremo raggiungere
rapidamente altre zone dell'universo. Se i
wormhole si dimostreranno fattibili, e le
analisi mostrano che non contraddicono la
teoria della relatività, potremmo saturare
l'universo con la nostra intelligenza nel giro
di un paio dei secoli. Mi occupo di queste
prospettive nel capitolo 6. Ma al di là delle
speculazioni circa i wormhole,
raggiungeremo i limiti computazionali del
nostro sistema solare entro questo secolo. A
quel punto, avremo incrementato la nostra
intelligenza trilioni e trilioni di volte.

Tornando all'estensione della vita, non


è naturale invecchiare e morire?

La malaria, il virus Ebola, l'appendicite e gli


tsunami sono anche loro naturali. Sono
molte le cose naturali che varrebbe la pena
cambiare. L'invecchiamento può essere
"naturale," ma non vedo nulla di positivo nel
perdere la mia agilità mentale, l'acutezza dei
sensi, l'agilità fisica, il desiderio sessuale, o
qualunque altra caratteristica.
Secondo me, la morte è una tragedia. È una
perdita tremenda di personalità, abilità,
conoscenza, relazioni. Abbiamo
razionalizzato la morte come un qualcosa di
accettabile perché non avevamo scelta. Ma
le malattie, l'invecchiamento e la morte sono
problemi che siamo ora in grado di superare.

Aspetta un momento. Non hai detto che


l'era dorata della biotecnologia non
arriverà per un altra decina d'anni?
Oggi il prolungamento radicale della
vita non esiste, no?

Nel mio libro precedente, "Fantastic Voyage,


Live Long Enough to Live Forever", che ho
scritto insieme a Terry Grossman, descrivo
in dettaglio un programma presonalizzabile
che può essere implementato oggi (quello
che chiamiamo il "ponte" numero uno).
Esso permetterebbe alla maggior parte della
popolazione di vivere abbastanza a lungo da
arrivare alla fase matura dello sviluppo delle
biotecnologie (il "ponte" numero due). Le
biotecnologie, a loro volta ci porteranno al
"ponte" numero tre, le nanotecnologie e
l'intelligenza artificiale forte, che
risulteranno nella possibilità di vivere
indefinitamente.

D'accordo, ma non sarà noioso vivere


centinaia e centinaia d'anni?

Se gli esseri umani vivessero centinaia


d'anni in assenza di altri cambiamenti, allora
sì che il risultato sarebbe un malessere
profondo. Ma gli stessi nanobot nel nostro
sistema circolatorio che ci manterranno in
buona salute distruggendo gli agenti
patogeni e fermando il processo
dell'invecchiamento, aumenteranno
notevolmente la nostra intelligenza e la
nostra gamma di esperienze. Come è
naturale, la parte non-biologica della nostra
intelligenza espanderà le proprie capacità
esponenzialmente e, alla fine, predominerà.
Il risultato sarà una situazione di
cambiamenti accelerati - non penso proprio
che ci annoieremo.

La singolarità non potrebbe risultare in


un "digitale divide" estremo, dovuto ad
inequo accesso all'estensione radicale
della vita e ai computer
superintelligenti?

Dobbiamo considerare una caratteristica


importante della legge del Ritorno
Accelerato: essa implica un tasso annuale di
deflazione del 50% per le tecnologie
informatiche, un tasso, a sua volta, destinto
ad accelerare. Le nuove tecnologie sono
sempre e solo a disposizione dei ricchi, agli
inizi, ma in quella fase iniziale, in realtà, non
funzionano ancora molto bene. Nella fase
seguente, sono ancora costose e funzionano
un po' meglio. Poi cominciano a funzionare
abbastanza bene e sono economiche. Alla
fine, sono quasi gratuite. I telefoni cellulari
si trovano ormai nella fase in cui sono
economici. Ci sono paesi asiatici in cui la
maggior parte della popolazione lavorava
ancora la terra solo quindici anni fa, ma oggi
hanno prospere economie terziarie e la
maggior parte della gente ha un telefono
cellulare. Oggi, questa progressione da
tecnologie costose che non funzionano
ancora bene a tecnologie raffinate e poco
costose, dura circa dieci anni. Ma anche
questo processo è destinato ad accelerare.
Fra dieci anni, l'intero processo richiederà
cinque anni e fra vent'anni ne richiederà
soltanto due o tre.

Questo scenario è applicabile non solo ai


dispositivi elettronici, ma a qualunque
prodotto abbia a che fare con l'informatica e
ciò arriverà ad includere tutto ciò a cui
diamo un valore, compresi tutti i prodotti
industriali. In biologia, siamo passati da un
costo di dieci dollari per la "lettura" di un
singola coppia di basi di DNA nel 1990, a
circa ad un centesimo di dollaro al giorno
d'oggi. I medicinali antivirali usati contro
l'AIDS costavano decine di migliaia di dollari
per paziente all'anno, agli inizi, e non erano
particolarmente efficaci, mentre oggi
costano circa cento dollari per paziente
all'anno, nei paesi poveri, e sono efficaci.
Cento dollari è ancora più di quanto
vorremmo, ma la tecnologia sta chiaramente
andando nella direzione giusta.Così, il
"digital divide" e il divario fra paesi ricchi e
paesi poveri si stanno riducendo. Alla fine,
chiunque avrà a propria disposizione enormi
ricchezze.

I problemi come le guerre,


l'intolleranza, la degradazione
ambientale… non ci impediranno di
raggiungere la singolarità?

Abbiamo avuto non poche guerre nel


ventesimo secolo. Cinquanta milioni di
persone sono morte solo nella seconda
guerra mondiale. Inoltre abbiamo avuto
molta intolleranza, relativamente poca
democrazia fin verso la fine del secolo, e
molta degradazione ambientale. Tutti questi
problemi non hanno avuto effetto sulla legge
del Ritorno Accelerato. Lo sviluppo
esponenziale delle tecnologie
dell'informazione ha continuato
uniformemente sia in periodi di guerra che di
pace, durante le depressioni economiche e
durante i periodi di prosperità.

Le tecnologie che emergeranno nel


ventunesimo secolo tendono ad essere
decentralizzate e ad avere un impatto
ambientale relativo. Quando le
nanotecnologie matureranno, inoltre,
potremo riparare i danni causati all'ambiente
dalle grezze tecnologie impiegati agli inizi
del processo di industrializzazione.

Ma non ci saranno obiezioni da parte


dei leader politici e religiosi, per non
parlare di quelle della gente comune, a
tali radicali trasformazioni
dell'umanità?

Anche l'introduzione dell'aratro ha


sicuramente attirato delle obiezioni, ma esse
non ne hanno ostacolato l'adozione. Lo
stesso dicasi per ogni nuovo sviluppo
tecnologico. Le tecnologie devono
dimostrare il proprio valore. Per ogni
tecnologia che è adottata, molte sono
scartate. Ogni tecnologia deve dimostrare di
soddisfare le esigenze dei propri utilizzatori.
Il telefonino, per esempio, soddisfa la nostra
necessità di comunicare. Non
raggiungeremo la singolarità in un singolo,
enorme, balzo in avanti, ma tramite molti
piccoli passi, ognuno apparentemente
benigno e di modesta portata.

Ma cosa mi dici delle polemiche sulle


cellule staminali, per esempio?
L'opposizione governativa sta
certamente rallentando il progresso in
quel campo.

Io sostengo la ricerca nel settore delle


cellule staminali, ma non mi sembra che il
settore abbia subìto un significativo
rallentamento. Semmai, le polemiche hanno
incoraggiato la ricerca di metodi creativi per
il raggiungimento di quello che è l'ideale in
questo campo, la transdifferenziazione, cioè
la creazione di nuove cellule differenziate
direttamente dalle nostre stesse cellule - per
esempio, convertendo le cellule della pelle in
cellule cardiache o in cellule del pancreas. La
transdifferenziazione è già stata dimostrata
in laboratorio. Le obiezioni come quelle
espresse contro la ricerca sulle cellule
staminali altro non sono che massi in un
ruscello: il flusso del progresso gli gira
semplicemente intorno.

C'è posto per Dio nella singolarità?

Anche se diverse tradizioni religiose hanno


concezioni in qualche modo diverse del
concetto di Dio, il comun denominatore è
che Dio rappresenta un infinito livello di
intelligenza, di conoscenza, di creatività, di
bellezza e di amore. Nell'evoluzione
biologica e tecnologica di un sistema,
notiamo una crescita di complessità,
intelligenza e informazione. Un sistema
diviene quindi più complicato, più bello, più
capace di provare emozioni quale l'amore.
Così tale sistema si sviluppa
esponenzialmente in intelligenza,
conoscenza, creatività, bellezza e amore,
tutte le qualità tipiche di Dio. Anche se
l'evoluzione non raggiunge un livello
letteralmente infinito di questi attributi, essa
però accelera verso livelli sempre più alti.
Possiamo quindi interpretare l'evoluzione
come un processo spirituale, teso verso
questo ideale. La singolarità rappresenterà
un'esplosione di questi alti valori di
complessità.

Così potremmo dire che stai giocando


ad essere Dio?

In realtà, sto solo giocando ad essere


umano. Sto solo cercando di fare quello che
gli esseri umani sanno fare, cioè risolvere
problemi.

Ma saremo ancora umani dopo tutti


questi cambiamenti?

Quello dipende dalla tua definizione di


"essere umano". Alcuni osservatori
definiscono l'essere umano sulla base delle
nostre limitazioni. Io preferisco definirlo
come la specie che cerca, spesso con
successo, di superare i propri limiti.

Molti osservatori fanno notare che la scienza


ci ha messo in crisi dimostrando che non
siamo tanto importanti quanto credevamo,
che le stelle non girano intorno alla terra,
che non discendiamo da esseri divini, ma
solo da scimmie e, prima ancora, da semplici
invertebrati.

Tutto ciò è vero, ma a quanto pare siamo


importanti nonostante tutto. La nostra
capacità di generare modelli, realtà virtuali
nella nostra mente, e i nostri pollici prensili,
ci stanno permettendo di espandere i nostri
orizzonti al di là di ogni limite.

-
---

Vedi anche:

Il primo capitolo di La singolarità è vicina: Le


sei epoche

---

LETTURE: La singolarità è vicina, su


Estropico Blog

La Singolarità Tecnologica, di Vernor Vinge


L'articolo di Vinge che ha introdotto il concetto di
Singolarità Tecnologica al grande pubblico: "Entro
trent'anni, avremo le tecnologie necessarie a creare
intelligenze super-umane. In breve, dopo tale evento, l'era
umana sarà terminata. E' possibile evitare tali sviluppi? Se
è non possibile evitarli, possiamo allora influenzarli in modo
di garantire la nostra sopravvivenza? In questo articolo si
considerano tali domande, si offrono alcune possibili
risposte e si presentano ulteriori pericoli."

Una introduzione alla Singolarità


Per migliaia di anni, l'organo su cui la civiltà umana si è
fondata, il cervello, è rimaso immutato. La mente umana,
però, non è l'ultimo capitolo nel libro dell'intelligenza. Un
giorno, avremo una tecnologia sufficientemente avanzata
da poter incrementare il nostro "hardware" - un evento
questo, noto con il termine Singolarità. Il livello di
dimestichezza con la futurologia di ogni individuo, influenza
il tipo di tecnologia che costui immagina sia necessario per
giungere alla Singolarità, nonché le sue stime di quando ciò
si avvererà e le sue previsioni dell'impatto che ciò avrà
sull'umanità. La tecnologia che il Singularity Institute
ritiene essere la favorita è quella che porterà alla creazione
di menti sintetiche, basate su computer (Intelligenza
Artificiale, Artificial Intelligent o AI). Riteniamo che tali
menti artificiali siano sviluppabili velocemente e con un
impatto favorevole sull'umanità.

David Orban sulla singolarità tecnologica


(video - 40 minuti, su Estropico Blog)

Aggiornamenti: la sezione Singolarità


tecnologica di Estropico Blog

Altro materiale di Ray Kurzweil su


Estropico:

Viaggio fantastico, di Ray Kurzweil e Terry Grossman M.D.


Capitolo 1. Puoi vivere abbastanza a lungo da vivere per
sempre. L'obiettivo di estendere la longevità può essere
raggiunto in tre passi, o superando tre "ponti". Questo libro
ha lo scopo di servire come guida per vivere
sufficientemente a lungo in buona salute fisica e mentale (il
primo "ponte" da attraversare) da potersi avvantaggiare del
completamento della rivoluzione biotecnologica (il secondo
ponte). Questo, a sua volta, ci porterà alla rivoluzione
nanotecnologica e della Intelligenza Artificiale, il terzo
ponte, l'attraversamento del quale ci permetterà,
potenzialmente, di vivere indefinitamente.
I "ponti" a venire, il secondo capitolo di "Fantastic Voyage"
di Ray Kurzweil e Terry Grossman

Capitolo 2. I "ponti" a venire - Questo libro descrive tre


"ponti":
1. Il primo ponte è il nostro programma per la longevità.
Esso consiste di terapie oggi disponibili che vi
permetteranno di rimanere in buona salute
sufficientemente a lungo da poter trarre il massimo
vantaggio dal secondo ponte, una volta costruito.
2. Il secondo ponte è la rivoluzione biotecnologica.
Svelando i misteri di proteine e geni, stiamo accumulando i
mezzi che ci permetteranno di eliminare malattie ed
invecchiamento, sviluppando al massimo il nostro
potenziale. Questo secondo ponte, a sua volta, condurrà ad
un terzo.
3. Il terzo ponte è la rivoluzione nei settori delle
nanotecnologie e dell'IA (Intelligenza Artificiale). Questa
rivoluzione ci permetterà di ricostruire i nostri corpi e
cervelli a livello molecolare. Queste trasformazioni
tecnologiche emergenti introdurranno nuovi e potenti
strumenti atti ad espandere la nostra salute e le nostre
capacità.

L'era delle macchine spirituali, di Ray


Kurzweil

Capitolo 1. La tecnologia ha direttamente a che fare con


l'accelerazione esponenziale dell'evoluzione. Anche se non è
l'unico animale che utilizza utensili, gli Homo Sapiens si
distinguono per aver creato la tecnologia. La tecnologia va
oltre la semplice modellazione e uso di utensili. Essa
implica una registrazione della creazione degli attrezzi e
una progressione nella sofisticazione degli utensili. Essa
necessita l'invenzione ed è di per sé una continuazione
dell'evoluzione in altri termini. Il "codice genetico" del
processo evolutivo della tecnologia è la registrazione
conservata dalle specie che creano utensili. Proprio come il
codice genetico delle prime forme di vita era la stessa
composizione chimica degli organismi, così la registrazione
scritta dei primi utensili consisteva negli utensili stessi.

Promesse e pericoli: i poli interconnessi della


tecnologia del XXI secolo - Una risposta a
Bill Joy di Ray Kurzweil

La tecnologia è sempre stata una lama a doppio taglio.


Questo è particolarmente vero per la tecnologia moderna,
basti considerare le biotecnologie. Abbiamo già ottenuto
notevoli benefici come trattamenti più efficaci per l'AIDS,
insulina, etc. Nei prossimi anni otterremo ulteriori enormi
benefici, come la sconfitta del cancro e di molte altre
malattie, nonchè l'estensione della longevità umana, tutti
sviluppi positivi (anche se persino alcuni di questi sono
controversi per alcuni). Allo stesso tempo è possibile
creare, in un qualsiasi laboratorio con le adeguate
attrezzature biotecnologiche, un agente patogeno che
potrebbe essere più distruttivo di una testata nucleare.

Potrebbero piacerti anche