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Journal of Neuroscience, Psychology and Cognitive Science

On-line date: 2009-05-11

La tentazione della macchina leggi-pensieri

di Ignazio Licata

Keywords: fMRI, Codice, Cervello, Cognition, Einstein, Gogol, Hesse, Kandel, Logothetis, Lutero
Permalink: http://www.neuroscienze.net/index.asp?pid=idart&cat=2&arid=583

Oppenheimer disse che 'i fisici hanno conosciuto il peccato'. Si riferiva alla bomba. A leggerla
oggi mi viene in mente piuttosto quante volte noi fisici l'abbiamo sparata grossa con le 'teorie del
tutto', gli scenari cosmologici e tante altre questioni......Motivo per cui ci viene facile riconoscere
in altre categorie di studiosi - che fortunatamente! ci hanno ormai sorpassato nel prestigio sociale -
la stessa tentazione.

Un esempio è l'uso piuttosto disinvolto che si è fatto di uno strumento prezioso come lo studio
delle neuro-immagini ricavate dalla risonanza magnetica funzionale (fMRI).

Anche in questo caso i corollari concettuali del riduzionismo, il mito della spiegazione ultima e del
controllo, associati a forme di materialismo sdentato, hanno prodotto l'ipotesi di una vera e propria
'macchina leggi- pensieri' che naturalmente non ha alcun fondamento scientifico ma serve a
promuovere un'immagine 'prometeica' della disciplina (con i vantaggi di un largo consenso
sociale). Su questa fantasiosa "macchina" evocata dai neurodeliri di alcuni ricercatori raccolti dai
media avevo già ironizzato nel mio La logica aperta della mente (Codice, 2008).

Ricordiamo che il fabbisogno energetico dell'attività neurale è molto grande e richiede dunque un
grande apporto di emoglobina, trasportata dai globuli rossi , per sostenere il metabolismo
cerebrale. La fMRI permette di misurare l'afflusso differenziale emodinamico nelle diverse aree
del cervello. E' possibile dunque ricavare informazioni preziose: le immagini 'colorate' dal maggior
flusso di emoglobina indicano le zone 'calde' di attivazione. Si tratta naturalmente di una tecnica di
grande interesse teorico e diagnostico, ma a volte gli scienziati si fanno prendere la mano,

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dimenticano la cautela metodologica e si avventurano in interpretazioni forzate. Ecco che i giornali
si riempiono di 'spiegazioni' delle più disparate attività mentali: neuro-etica, neuro-finanza fino
alla neuroteologia.

Recentemente, e con grandissima serietà, si è parlato di 'cosa succede nella mente quando si pensa
a Dio'. Non è specificato se si tratta del Dio della contadina tedesca che legge soltanto la Bibbia di
Lutero, portata come esempio di lettore virtuoso contro il lettore alla moda da H. Hesse o di quello
di Santa Teresa D'Avila, ma i risultati sono piuttosto ovvi: quando si discute dell'esistenza di Dio
si attivano le aree delegate all'attività logico-linguistica, mentre quando si parla di 'castigo'
o'collera' o 'conforto' divino le aree in questione sono le stesse correlate all'affettività!
Naturalmente non esiste una mente che, come il naso della novella di Gogol, se ne va in giro senza
un cervello. Ma non bisogna dimenticare che il flusso emodinamico è un indicatore ' a grana
grossa' dell'attività elettrica neuronale, e dunque bisogna andarci piano nella ricerca di
'correlazioni'.

Già uno studio di due psicologi pubblicato nel 2008 dalla rivista Cognition mostrava come
neuro-immagini manipolate ad arte potessero indurre i 150 studenti scelti come campione ad
estrapolare conseguenze neurocognitive a dir poco assurde, come concludere che guardare la tv
stimolava le capacità matematiche! Su Nature, Nikos K. Logothetis faceva il punto sul rischio di
neofrenologia con l'articolo dal titolo eloquente: What we can do and what we cannot do with
fMRI. A dare un nuovo contributoper smontare l'uso improprio delle neuro-immagini è arrivato il
lavoro di Sirotin e Das su Nature del febbraio 2009. I due studiosi hanno misurato l'attività
elettrica del cervello ed il flusso emodinamico del solito macaco addestrato afissare un segnale
luminosoa vari intervalliin due situazioni: ambiente ricco di stimoli visivi e ambiente buio, con
soltanto il segnale-target in funzione. Si è osservato che nel primo caso, in cui l'attività neurale è
molto complessa, le misure del flusso emodinamico e quellaelettrica mostrano forti picchi di
correlazione, mentre nel secondo caso sono totalmente non correlate tra loro, e soltanto il flusso
emodinamico è in fase con la temporizzazione dello stimolo, risultato che suggerisce domande
nuove ed ancora una volta mette in guardiasulle interpretazioni che associano le misure locali
dell'attività elettrica neuronale con i correlati del flusso dell'emoglobina, visto che si tratta di
misure che lavorano su range di scala diversi. Einstein ricordava che le teorie, libere creazioni
della mente umana, sono "sotto-determinate dai dati sperimentali". Ma, possiamo aggiungere,
sovra-determinate dal trend culturale in cui si sviluppano. Un ottimo antidoto contro queste
tendenze è il recente Neuromania. Il Cervello non spiega chi siamo di Paolo Legrenzi e Carlo
Umiltà (Il Mulino, 2009). Come conclusione- naturalmenteprovvisoria- voglio ricordare ciò che ha
scritto Eric Kandel, uno dei massimi neuroscienziati viventi, nel suo Alla Ricerca della Memoria
(Codice, 2007) :" Non si può inferire la somma complessiva dell'attività neurale solo
dall'osservazione di pochi circuiti del cervello". Le neuroscienze sono attualmente solo una piccola
intersezione tra lo studio del cervello e quello della mente: Il primo studia la circuiteria, la seconda
emerge dall'incontro, unico ed irriducibile, tra la circuiteria ed il mondo.

Fonte: http://ignaziolicata.nova100.ilsole24ore.com/

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