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1) Secondo il pensiero di Hegel la realt non va intesa come un insieme di sostanze autonome, bens come un organismo unitario, che

si manifesta in tutto ci che esiste. Questo organismo coincide con l'assoluto, con l'infinito; le cose del mondo considerate nella loro singolarit invece coincidono con il finito. In realt il finito non esiste di per se, ma altro non che una manifestazione dell'infinito. I rapporti tra finito e infinito riguardano la distinzione tra ragione e intelletto e avevano portato Kant a un'attenta riflessione. Per Kant l'intelletto la capacit logica che coordina la nostra esperienza e le strettamente legato: esso elabora le leggi naturali tramite cui percepiamo il mondo; la ragione in vece libera, e tendendo a oltrepassare i limiti dell'esperienza, tormentata dal dilemma tra finito e infinito, tanto da cadere nella prima e nella seconda antinomia, quindi, per questo aspetto, pericolosa. Hegel invece intende l'intelletto come una facolt che astrae, discerne e divide, lui che spezza l'unit del reale analizzando le singole cose come se fossero distinte e diverse. La ragione invece ha il compito di superare le divisioni, restituendo alla realt un carattere unitario. L'assoluto coincide con l'infinito o Dio, inteso come soggetto spirituale in divenire, in esso si identifica la realt quando viene considerata come processo di autodeterminazione. Facendo riferimento alla razionalit e all'unit del reale l'assoluto va inteso anche come idea o ragione. Hegel supera quindi tramite il concetto dell'assoluto il problema che si era gi posto in precedenza Kant del rapporto tra finito e infinito, risolvendo il finito nell'infinito. 2) Luomo autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da unaltra autocoscienza: ha bisogno degli altri. Lamore non il tipo di rapporto che permette ci, poich di tipo collusivo e non insiste sul carattere drammatico della separazione fra le due autocoscienze. Il riconoscimento non pu passare dunque che attraverso il conflitto, che per non si conclude con la morte delle due autocoscienze (o fallirebbe il riconoscimento), ma con una subordinazione di una rispetto allaltra. Il padrone colui che ha rischiato la vita per la propria libert. Il servo colui che pur di aver salva la vita a rinunciato allindipendenza. Ma ci sar uninversione di ruoli: il servo lavorer per soddisfare i bisogni del padrone, che si limiter a vivere del lavoro altrui, in modo passivo, diventando cos dipendente dal servo. Il tutto strutturato in tre momenti: - la paura della morte, tramite la quale il servo ha sperimentato il proprio essere qualcosa di distinto e indipendente dalla realt; - il servizio, nel quale il servo si autodisciplina; - il lavoro, nel quale il servo trattiene il proprio appetito non usufruendo degli oggetti diventando cos indipendente e autonomo, inoltre manipola le cose che lo circondano aumentando la propria libert. Il lavoro quindi rende liberi. 3) LAssoluto divenire. La legge che regola tale divenire la dialettica, che anche una legge di sviluppo e comprensione della realt. Essa opera in tre momenti: - astratto o intellettuale: consiste nel concepire lesistente sotto forma di una molteplicit di determinazioni statiche e separate le une dalle altre (cio percepisci tutte le singole cose come a s stanti indipendenti dalle altre); - dialettico o negativo-razionale: consiste nel mostrare come le sopraccitate determinazioni siano legate e relazionate le une con le altre, risulta cio indispensabile mettere in rapporto le varie determinazioni con le determinazioni opposte (cio non puoi sapere cos una cosa senza conoscere il suo opposto); - speculativo o positivo-razionale: consiste nel cogliere lunit delle determinazioni opposte, cio che sono aspetti unilaterali di una realt pi alta (cio una cosa ed il suo

opposto fanno parte di un insieme pi grande che le comprende entrambe); Riepilogo da sapere quasi a memoria: a) affermazione di un concetto astratto e limitato (tesi); b) negazione di questo concetto come limitato e finito passando a un concetto opposto (antitesi); c) unificazione di tesi e antitesi in una sintesi che le comprende entrambe; Per comprendere meglio: tesi = comprare; ma per sapere cos il comprare devo sapere cos il vendere = antitesi. Ma entrambe fanno parte del commerciare = sintesi. 4) La realt (soggetto spirituale infinito) viene chiamata anche idea o ragione. Vi cos unidentit tra ragione e realt. Hegel sostiene: ci che razionale reale; ci che reale razionale. Cio: - la razionalit non astrazione ma la forma di ci che esiste; - la realt non materia caotica ma il dispiegarsi di una struttura razionale, che si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nelluomo; Di conseguenza ci che risulta anche ci che razionalmente deve essere. Secondo lui la realt si manifesta secondo una serie di momenti necessari che non possono essere diversi da come sono. Sono perci una sorta di passaggi obbligati che costituiscono larticolazione vivente dellidea o ragione (=realt). Quindi essa finisce per essere una totalit processuale necessaria, cio una serie di momenti che devono accadere. Ricordiamo che Hegel un filosofo della storia e vede un fine in essa. 5) La prima figura della Fenomenologia dello spirito la coscienza naturale;essa il momento in cui il soggetto sente l'oggetto come altro rispetto a se.La coscienza si esprime immediatamente nella certezza sensibile,ovvero in una forma di conoscenza nella quale non si pu ancora definire il soggetto e si pu soltanto definire come un questo,qui ed ora.Dunque il sapere immediato che pretendeva di essere il pi concreto,si trova consegnato al suo superamento.La coscienza passa poi alla percezione,tramite la quale riesce a percepire gli oggetti come enti distinti,essa riconosce nella relat tante entit separate le une dalle altre.Tuttavia anche gli oggetti stessi sono scissi tra unit e molteplicit.Cos si cerca di superare il problema della distinzione tra essere e apparire.Si giunge alla consapevolezza che l'unit di una cosa data soltanto in relazione al suo rapporto con le altre cose.La fisicizzazione di tale rapporto per Hegel il concetto di forza.Inoltre una forza non altro se non il suo effetto e cos l'apparenza non diviene altro se non la manifestazione dell'essenza.Le forze che agiscono possono inoltre essere tradotte in leggi ed cos che alla fine si pu notare come il pensiero sia fondamentale per il costituirsi dell'oggettivit.La coscienza supera il realismo ingenuo da cui era partita e nell'oggetto che in un primo momento vedeva come estraneo vede se stessa. 6) Il presupposto del discorso hegeliano consiste nella convinzione che la distinzione tra soggetto e oggetto sia solo apparente, non reale: la coscienza in et medioevale non riesce a capire (e per questo soffre) che quel Dio potente che vede a lei opposto in realt lei stessa. Letto in trasparenza, un po quel che Hegel, in et giovanile, rimprovera alla mentalit ebraica e alla sua tendenza a vedere Dio opposto all'uomo. Da qui sorge la dialettica della coscienza infelice: luomo cerca di superarla in et medioevale tramite lesperienza mistica che porta, attraverso lesperienza dellestrema mortificazione di se stessi, ad una sorta di identit uomo-Dio, lopposto da cui si era partiti. Con questo capovolgimento dialettico per cui si parte dalla

concezione di un Dio radicalmente opposto alluomo per arrivare con la mistica alla concezione di ununit inscindibile tra uomo e Dio, si chiude la seconda tappa (autocoscienza) della Fenomenologia e si apre la terza, la tappa della ragione . 7) Fichte parte dagli stessi presupposti di kant. Kant aveva sostenuto lassoluta libert delluomo nel suo agire ed era proprio nella sfera delletica che era possibile ritrovare la nobilt delluomo. Questa nobilt tradotta con la superiorit della ragione pratica su quella teoretica. Per kant luomo libero solo quando il suo agire non determinato esteriormente ma espressione della volont razionale. Fichte riafferma il primato dellio pratico su quello teoretico ma pone il secondo come lo strumento per la piena realizzazione dellio. La libert si configura con la natura pi profonda dellio,per cui lagire si identifica con la moralit. Il male radicale diventa dunque per fichte linerzia,come rinuncia della libert. Per kant inoltre la qualit dellatto a decretare se esso sia buono o meno,qualit che consiste nella sua forma universale,ossia come tutti devono comportarsi .in fichte invece lagire buono come tale in quanto la messa in opera della libert in cui consiste la destinazione morale delluomo. Ogni determinazione esterna mediante oggetti di desiderio o bisogni naturali o distinto sono qui esclusi .solo nella riflessione sulla sua interiore destinazione, di essere attivo,lio diviene libero. Fichte lo scopritore del valore proprio dellazione come tale e quindi del valore proprio della libert. La libert lunico scopo delluomo. Il suo agire deve essere portato al potenziamento della libert. Luomo che non prende posizione non nobilita se stesso e non si pone al di sopra della realt. 8) Nella visione di Fichte, la natura, in quanto non-io, soltanto un ostacolo passivo da superare, il limite su cui esercitiamo la nostra libert; il non-io ha una realt provvisoria e non ha un valore in s. Schelling critic questa concezione della natura, ultimo frutto della misera et cartesiana, poich lerrore di Cartesio stato quello di vedere nella natura nientaltro che lopposto dellessere spirituale, attribuendo un privilegio assoluto alla coscienza. Ma di fronte al fenomeno della vita si rivelano inverosimili le relazioni di causa-effetto tra elementi di una materia morta ed inerte. Schelling ritiene la filosofia colpevole della scissione tra uomo e natura, ed indica limportanza di riunire ci che in origine era unito, cio di mostrare lidentit profonda di natura e spirito. La nostra stessa aspirazione alla conoscenza pone la necessit che il mondo sia affine e analogo allio. La natura deve quindi essere pensata come un unico organismo vivente, con la medesima dignit dellio. Essa non pu essere considerata come un semplice oggetto, come una cosa. 9) Se lilluminismo si basa sullutilizzo della ragione, laico strumento di controllo e di dominio del mondo dellesperienza, il romanticismo si affida a nuovi strumenti di conoscenza, come la fede, il sentimento e la poesia. Gli illuministi si rapportano al mondo accettando linfinitezza della situazione mondana delluomo, unita ad un continuo impegno per migliorarla; i romantici invece considerano la terrestre finitezza delluomo come una condizione di esilio, da cui riscattarsi attraverso laspirazione allinfinito. Infine la ragione illuministica appare limitata e astratta, condizionata dallo spirito analitico e qualificatore dellintelletto scientifico, da sorvolare la realt lasciando sfuggire la vivente unit. 10-Con l'et romantica cambia anche la concezione della natura.L'amore e il fascino per essa,che affondano le loro radici nello Sturm und Drang,costituiscono uno dei dati pi caratteristici del movimento.Questo sentimento della natura si traduce in una

concezione complessiva di essa che accomuna filosofi,poeti,ecc. e che pu essere naturalmente contrapposta a quella emersa con la rivoluzione scientifica e con l'Illuminismo.Da Galileo in poi la natura era stata vista come un ordine oggettivo,come una serie di relazioni legate da cause efficienti e la scienza traduceva queste relazioni in ordini matematici.Riprendendo la visione Rinascimentale della physis i Romantici giungono ad una filosofia della natura di tipo organicista,energeticovitalista,finalistica,spiritualistica e dialettica.Essi ritengono che natura e uomo hanno una medesima struttura spirituale la quale ci permette di interpretare in maniera psicologica i fenoimeni fisici.Naturalmente un rapporto con la natura di tipo sentimentale ci permette un raffronto con la critica del giudizio di Kant.In essa si sostiene che rapportandosi alla natura in termini sentimentali si ha la possibilit di provare piacere o dispiacere,si pu avvertirla in termini di finalit e si pu disporre,in relazione al soggetto,assecondando il desiderio dell'uomo di armonia.Dunque proprio il sentimento che ci permette di liberare la natura dalla necessit propria della logica meccanicistica,e ci permette dunque di conciliare natura e libert nel soggetto. 11) I romantici pur nella variet delle loro posizioni, sono tutti daccordo nel respingere la ragione illuministica. Messa da parte la ragione prevalentemente empiristicoscientifica dell'illuminismo e del criticismo i romantici cercano altre vie di accessob alla realt e all'Assoluto. Per alcuni, soprattutto poeti e artisti, il sentimento il mezzo migliore per rapportarsi alla vita e cogliere l'essenza dell'universo. Questo sentimento, che il Romanticismo riprende dallo Sturm und Drang, qualcosa di pi profondo ed intellettuale del sentimento comunemente inteso. Il sentimento viene ritenuto in grado di aprire a nuove dimensioni della psiche e cogliere l'essenza dell'essere. Cos come esaltano il sentimento i romantici propongono il culto dell'arte, intesa come ci che precede ed anticipa il discorso logico e assieme lo completa, giungendo fin dove questo non pu arrivare. In tal senso l'arte ci da cui nasce e in cui finisce la filosofia. L'arte una meta-filosofica intuizione in grado di possedere l'infinito e capace di attingere le profondit originarie della vita. Schelling la definisce come l'organo tramite cui avviene la rivelazione dell'Assoluto a se medesimo e definisce l'universo come un'immensa opera d'arte generata da quel poeta cosmico che l'Assoluto ( di cui il poeta umano riflesso). I romantici attribuiscono all'arte attributi propri di Dio: l'infinit e la creativit. 12) Uno dei motivi ricorrenti nella cultura romantica la concezione della vita come aspirazione, brama, sforzo incessante. Si arriva a pensare luomo come in preda a un demone che lo porta a voler trascendere i limiti del finito. Sehnsucht formato dalla parola sehnen che significa desiderare pi sucht che ha il medesimo significato. E da interpretare quindi come un desiderio innalzato alla seconda potenza. Esso sintetizza linterpertazione delluomo come determinato da un desiderio e una mancanza di qualcosa (infinito, felicit) che sempre sfugge. Tale situazione esistenziale si traduce talvolta nellironia, ovvero la coscienza del fatto che ogni impresa umana sia impari di fronte allinfinito. Talvolta invece sfocia nel titanismo (o prometeismo, dal titano greco), un atteggiamento di sfida e ribellione (che pu portare al suicidio, sfida estrema), pur sapendo che alla fine risulter perdente e incapace di superar le berriere dellinfinito. 14) Popper,come Hume, critica fortemente l'induzione come metodo scientifico .Tuttavia se per Hume la fondatezza dell'induzioni derivava da un atteggiamento

psicologico,ovvero quello dell'abitudine,per Popper la ripetizione sempre ripetizione per noi,sono le nostre aspettazioni e la nostra esigenza di trovare regolarit nella realt che ci porta a leggere la natura in questi termini .Popper condivide con Kant l'idea che esista un a priori che condiziona la conoscenza .Tuttavia se per Kant i Giudizi sintetici a priori era necessariamente validi,per Popper invece le nostre aspettazioni sono delle semplici ipotesi che l'esperienza pu smentire all'istante. proprio la falsificabilit delle nostre aspettazioni che ci permette di costruire un sapere scientifico e fondato. Popper contrario che la conoscenza cominci con l'osservazione,egli sostiene che si inizia con le nostre aspettazioni,se esse vengono smentite dalla realt allora si deve cercare di risolvere il problema costruendo nuove aspettazioni e nuove teorie. 15) Secondo lIlluminismo il compito della filosofia quello di razionalizzare la realt. Hegel ne propone una nuova concezione; egli la paragona alla nottola (civetta) di Minerva, che inizia il suo volo sul fare del crepuscolo, allo stesso modo la filosofia nel dire come devessere il mondo, arriva sempre troppo tardi, giacch sopraggiunge quando la realt ha compiuto il suo processo di formazione. Perci Hegel ritiene che il compito della filosofia debba consistere semplicemente nel prendere atto della realt e nel comprenderne le strutture razionali che la costituiscono. In conclusione, la filosofia deve rinunciare allassurda pretesa di determinare e guidare la realt, deve soltanto elaborare in concetti il contenuto reale che lesperienza le offre. 17) La coscienza infelice quella che non sa di essere tutta la realt e che perci si ritrova scissa in differenze opposizioni e conflitti dai quali internamente dilaniata e dai quali esce solo tramite la certezza di essere ogni realt. La scissione presente nello scetticismo fra una coscienza immutabile e una mutevole diviene esplicita nella figura della coscienza infelice ed assume la forma di una separazione radicale tra uomo e Dio. Tale separazione si manifesta in primo luogo sotto dorma di un'antitesi fra l'intrasmutabile e il trasmutabile (Ebraismo). Tale situazione propria dell'ebraismo nel quale l'Assoluto sentito lontano dalla coscienza e assume le sembianze di un Dio trascendente padrone assoluto della vita e della morte. In un secondo momento l'intrasmutabile assume la figura di un Dio incarnato (Cristianesimo medioevale).Il cristianesimo medioevale prospetta Dio come una realt effettuale, ma la pretesa di cogliere l'Assoluto in una presenza particolare sensibile destinata a fallire. Infatti Dio ancora trascendente e come Dio incarnato lontano nel tempo. Con il cristianesimo la coscienza continua cos ad essere infelice. Le manifestazioni di questa infelicit sono la devozione (pensiero a sfondo sentimentale e religioso che non si ancora elevato al concetto), il fare (momento in cui la coscienza rinunciando a un contatto immediato con Dio cerca di esprimersi nell'appetito e nel lavoro), la mortificazione di s (completa negazione dell'io a favore di Dio). Ma il punto pi basso del singolo destinato a passare al momento diletticamente pi alto allorquando la coscienza nel suo vano sforzo di unificarsi con Dio si rende conto di essere essa stessa Dio ovvero l'Universale. Cos l'autocoscienza diventata Ragione ed ha assunto in s ogni realt. 18) Popper formula il <<principio di falsificabilit>>, che egli propone di sostituire al principio neo-positivistico di verificabilit. Egli perviene a tale esito partendo da quello che ritiene essere <<un problema filosofico fondamentale>>, e cio linduzione. Linduzione, procedimento che pretende di universalizzare asserzioni particolari attinte dallosservazione, privo di ogni validit; infatti basterebbe un solo caso contrario

offerto dallosservazione, per contraddire laffermazione universale cui ci eravamo illusi di essere giunti. Ma se linduzione non esiste, non ha alcun senso porre il principio di verificazione a base delle affermazioni scientifiche, poich nessuna affermazione pu essere verificata una volta per tutte e assunta come verit assoluta. Il modo di procedere dello scienziato quindi quello ipotetico-deduttivo, svincolato da quell<<osservativismo>> risalente al metodo baconiano. In realt per poter osservare dobbiamo gi avere in testa un ipotesi ben definita. Aveva dunque torto Bacone quando affermava limportanza per lo scienziato di liberarsi di tutti i suoi pregiudizi. La mente purgata dai pregiudizi una mente purgata da tutte le teorie, perci non pura, vuota. Quindi Popper propone un programma di <<demarcazione>>, ovvero il <<principio di falsificabilit>>. Questo consiste nel sottoporre lipotesi a cui si pervenuti ad osservazione ed esperimenti, nel tentativo di confutarla. Una teoria che ambisce ad un valore scientifico, deve poter essere controllabile. 19) Uno dei punti fondamentali del positivismo il coincidere della razionalit umana con quella scientifica, da cui consegue la tendeza a considerare vero solo ci che pu essere verificato empiricamente. I neopositivisti criticano duramente la metafisica, definendola "un borbottio senza senso", essa una forma incerta di sapere perch desrive mondi e dimensioni intangibili, e le sue teorie quindi non possono essere verificate. Il punto di vista di Popper ben diverso, egli considera valide le teorie non se sono verificabili, bens solo nel caso siano falsificabili. Ma le teorie metafisiche cos come non possono essere verificate non sono neppure falsificabili, per il semplice fatto che non sono teorie scientifiche, ma questo non le rende prive di significato. Classificare come false tali teorie sarebbe ancora pi illecito dopo aver chiarito quanto insegna il fallibilismo, se infatti le teorie scientifiche non possono mai essere considerate vere non giusto considerare falsa la metafisca. Popper quindi non deride la metafisica, ma riconosce la sua diversit dalle teorie scientifiche, pertanto essa non potr essere controllata tramite esperimenti empirici, e dovr essere esaminata tramite altri strumenti di controllo. Non essendo scientifiche lo scienziato autorizzato ad abbandonarle, e a non lasciarsi influenzare negativamente, ma sbaglierebbe a deriderle, tant' che teorie un tempo metafisiche come l'atomismo di Democrito sono oggi proposte come teorie scientifiche 20) La fenomenologia dello spirito deve essere interpretata come il viaggio alla scoperta di s effettuato dalla coscienza, intesa come consapevolezza e dimensione conoscitiva. Nella fenomenologia Hegel ricostruisce le tappe attraverso cui la coscienza riesce a uscire dalla propria individualit tramite un doloroso e travagliato processo, realizzando di essere invece universalit, ripercorrendo individualmente i gradi di formazione dello spirito universale secondo un percorso ben definito. Lo spirito universale infatti presente in ogni individuo, per cui l'individuo apprende attraverso la propria vita il processo che forma lo spirito universale proprio dell'intera umanit. La coscienza acquisisce la conoscenza di ci che stato, pervenendo al sapere assoluto, scopre l'identit tra reale e razionale e supera la contrapposizione finito-infinito risolvendo il primo nel secondo. La prima parte della fenomenologia tripartita in "coscienza" "autocoscienza" e "ragione". Nella prima fase predomina l'attenzione verso l'oggetto, percepito come altro rispetto a s; nella seconda predomina quella verso il soggetto; nella terza infine il soggetto realizza la propria identit con l'oggetto e quindi con la realt e con il mondo.

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