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Isabella Pezzini Introduzione Dossier Passioni Alfabeta2 (ottobre 2011) Dalle cronache in campo civile e politico degli ultimi

mesi si materializzato dapprima in modo sfocato, poi sempre pi chiaro, il prendere consistenza di nuove soggettivit collettive, apparentemente intrattabili secondo i vecchi schemi di comprensione e di riduzione a un paesaggio gi noto. In modo apparentemente curioso, stato il lessico delle emozioni e delle passioni ad essere quello convocato sia per nominare, sia per cercare di descrivere e di spiegare questi movimenti. Da un lato la cosa non stupisce: le modalit espressive dei media da tempo privilegiano gli argomenti e gli effetti patemici, di sicura presa, di intensit diversamente graduabile nelle edizioni della giornata, di priorit rispetto a notizie vere e proprie, di difficile smentita. Cos ad esempio nella ricerca di mettere a fuoco il dissenso nel nostro paese e magari ridisegnare la mappa della politica con i colori delle passioni civili, a un certo punto abbiamo saputo che dopo la stagione delleccesso, delle contrapposizioni violente e senza esclusione di colpi, era venuta lepoca della misura: dissenso e mobilitazioni dolci, organizzazioni immateriali e quindi soft, passioni politiche sobrie e miti finalmente si contrapponevano con successo alla rude aggressivit di un tempo. Lo slow ampliava ancora il suo territorio di marca. Altrove non stata solo una questione di stile. La primavera araba prima, ma anche i movimenti degli indignados in Europa in seguito, fino allesplosione di violenza che ha messo a ferro e fuoco Londra e lInghilterra in agosto, hanno rivelato piuttosto il raggiungimento collettivo di un punto di non ritorno, lemergere di narrazioni terminative, se cos si pu dire: fine della sopportazione, della pazienza, programmi di rivolta, in certi casi di vendetta. Persino la discesa in piazza delle donne in Italia si era data una parola dordine aspettuale, terminativa: se non ora quando? Le emozioni e le passioni dunque ritornano con i tempi e i modi loro. Intanto di per s degna di nota la scelta di un termine passionale per nominare e prima ancora situare la propria azione collettiva, come nel giorno della collera: quasi che lo stato danimo fosse il dato preponderante, laspetto di maggiore condivisione e identificazione collettiva. In questo modo di autodescriversi c la necessit di riconoscere il proprio stato interno prima ancora di individuare un obiettivo esterno (pane, lavoro, giustizia, libert?), di assumerlo come la propria competenza e la propria forza preponderante e specifica. Da questo fare del proprio stato il proprio valore, diversi esiti sono possibili: ed ecco che Gianfranco Marrone sottolinea la risolutezza che accompagna questa consapevolezza di s, mentre Lozano e Serra, riferendosi alla situazione spagnola, ne sottolineano laspetto ostinatamente laboratoriale, e limprevedibilit che finora sembrata accompagnarvisi (cfr. anche Alain Touraine su Repubblica 30/07/2011). Non sar male ricordare che per gli studiosi delle passioni lindignazione si distingue da altre passioni pi viscerali e primarie come la vergogna e il disgusto per una dimensione meno immediatamente corporea e reattiva: una passione il cui contenuto di intelligenza emotiva pi marcato e progettuale (cfr. Marta Nussbaum, Nascondere lumanit. Il disgusto, la vergogna, la legge, Roma, Carocci, 2005). Limprevedibilit si manifestata con lesplosione della violenza a Londra, in seguito non solo allennesima, insopportabile offesa della polizia alla propria dignit, come accaduto in Tunisia, ma in seguito a unuccisione, un atto di repressione gravissimo e diretto. Sorpresa e imprevedibilit sono i punti di vista con i quali gli osservatori sono a rappresentare se stessi, a volte per giustificare la propria sostanziale incapacit di cogliere per tempo le dinamiche interne delle passioni che sempre innervano le azioni. Cos, ad esempio, si ricorre alla velocit delle reti per spiegare la velocit con cui i movimenti si sono propagati: ma la velocit dentro le passioni, prima di tutto questa a usare il Blackberry e non viceversa. Alla domanda di paragonare quello che successo nelle piazze arabe 1

al maggio francese del 68 Mark LeVine (californiano autore di Heavy Metal Islam, Three River Press, EUA) che si trovato nella piazza Tahrir nei giorni caldi, osserva: Ogni giorno aveva una sua dinamica e sensazioni sue proprie, potevamo passare dalleuforia alla paura in poche ore. Potevo sentire la forza della storia passare come unonda non solo attraverso di me, ma attraverso tutte le persone riunite nella piazza (Cult, XIV, 156, San Paolo Br., p. 27). Trasformare la propria passivit (salvaguardare il proprio onore) in attivit (necessit di esercitare il proprio ruolo) del resto una ricetta antica, come emerge dalla ricognizione mirata di Maurizio Bettini nellEtica nicomachea, da cui egli ritrae la grande distinzione fra uomini politici magnanimi ambiziosi, generosi, spesso scomodi - e invece spugnosi, mediocri navigatori guidati pi che altro dal tornaconto immediato, di cui sembra abbondare anche la classe politica attuale. Passioni del tran tran quotidiano: per restare in argomento Jacques Fontanille parte dallanalisi dellapparente paradosso per cui si sta sempre pi diffondendo nella nostra societ il mito della competizione e della valutazione, dalle carte spesso truccate: di per s, esso dovrebbe logicamente portare alla sua immediata destituzione, giacch si potrebbe pensare che chi sa a priori di non vincere, perch non possiede comparativamente i requisiti preferenziali, non partecipa. In realt non cos: riferendosi al caso delle universit francesi (ma il discorso si potrebbe allargare: per esempio da noi in riferimento alle recenti valutazioni dei Progetti di Interesse Nazionale, i cosiddetti PRIN), Fontanille analizza le forme di vita che, in base ai diversi modi di articolare contingenza e necessit, giustificano questo comportamento apparentemente irrazionale. PS. Dal 14 al 16 ottobre i semiotici italiani si riuniscono a Sorrento per discutere di Passioni collettive. Il programma del convegno disponibile sul sito dellAssociazione Italiana di Studi Semiotici (www.associazionesemiotica.it) e su quello di Alfabeta2 on line.

Che rabbia! Paolo Fabbri 1. Lira, si dice, cattiva consigliera. Non sempre: il pretesto di una serie di libri sui vizi capital ha permesso a Remo Bodei di scrivere un vivace trattatello sulIIra, una delle passioni pi frequentate ma ora pi trascurate della filosofia: Ira, la passione furente, Mulino, Bologna, 2010 Lasciamo ad altri lardua sentenza: adirarsi un bene segno di unenergia positiva o un male pi o meno curabile; se sia un sentimento, unemozione o una disposizione caratteriale. Io credo che i vizi sono passioni calunniate, ma preferisco non insistere. Meglio seguire, almeno in parte, Bodei, un filosofo, che per il suo insegnamento a UCLA ha lesperienza comparativa del pensiero analitico. La sua scelta per decisamente continentale; traccia una storia filosofica dellIra da Aristotile a Sloterdijk, passando per Cartesio e Spinoza; riprende Seneca, Tommaso dAquino e va da Kant fino a Marta Nussbaum. Un percorso di atletismo filosofico (Deleuze) non genetico (sequenziale) ma generativo (concettuale), che segue il destino speculativo dellIra, con marcata e ovvia preferenza per i fondamenti greci e latini. Ne risulta che i filosofi classici hanno studiato lIra come un termine collocato in un sistema passionale interdefinito; e con un approccio volentieri gerarchico e logicamente binarista. Redigono cataloghi di stati danimo, isolando prima i prototipi fondamentali (la passion predominante) odio, amore, invidia, paura, ecc. tra cui lIra figura quasi sempre. Derivano poi in via combinatoria coppie di passioni complesse ( il corruccio, lindignazione, la vendetta) o opposte (calma, mitezza, accidia, riconoscenza). Un metodo che oggi sarebbe tacciato di vetero-strutturalista.

Il libretto di Bodei esplora inoltre, con copiosa bibliografia, le traversie dellIra in quella branca della letteratura fantastica che chiamano teologia: dal Vecchio e il Nuovo Testamento tra le iradiddio di Mos e i perdoni cristici, fino a Savonarola e Bruno. Per il lettore non filosofo, che teme la prossima Ira liquida di Z. Bauman, grata la sorpresa delle rabbie letterarie che ci scampano dagli stravaganti exempla ficta della filosofia analitica. Sono rievocate le ire omeriche dellIliade, dellinferno Dantesco, del re Lear shakespeariano, di W. Blake e di Steinbeck. Dal capitolo 7, dedicato alle collere femminili, emerge Medea nelle sue versioni antiche e moderne: da Seneca e Corneille a Grillparzer, da C. Alvaro a C. Wolf. Avrei aggiunto Bellini con la sua sonora variante: la Norma! E in assenza della rabbia linguistica di Gonzalo contro i pronomi (pidocchi del pensiero) nella Cognizione del dolore, mi aspettavo uno strapuntino per gli Angry Young Men, i commediografi e narratori inglesi dalla met degli anni Cinquanta, cos chiamati dopo il successo di Look Back in Anger, tradotto con Ricorda con rabbia. Alla prossima edizione? 2. La sensibilit culturale permette a Bodei di piantare sul terreno filosofico segnali indicatori dellaltrove: verso lantropologia, la linguistica e la semiotica. Dal confronto eterotopico (Foucault) con le altre lingue e culture dallassenza dIra fino al pi furioso degli amok sopraggiunge allora al filosofo occidentale lo spinoso problema della generalit e della traducibilit delluniverso semantico delle passioni. Nonch la definizione stessa del suo oggetto di studio. Anche nel lessico italiano la parola Ira non un sinonimo di Collera o di Rabbia e neppure di Corruccio e di Furore. Le loro delimitazioni sono fuzzy, cio approssimate e non si prestano alle categorie logiche delle classi. Qui vale ladagio: Logica est Caligo. Vediamo appunto la Collera e lIra. La Collera, pi dellIra, sembra contenere un risentimento e una valutazione delle sue possibili conseguenze. C nella Collera unindignazione che pu mancare alladirato. La Collera somiglia di pi alla Rabbia e al Corruccio, mentre lIra savvicina di pi al Furore. (Si va in collera e non si va in ira). La Collera ammette il freddo controllo da parte dellIo, mentre lIra la passione soverchiante del non Io. La prima usa della retorica dellapostrofe, accentua lordine del discorso e del gesto, laltra si esprime col grido inarticolato o il silenzio. Nulla ci autorizza quindi a tradurre in francese Ira con colre ire sostantivo desueto e neppure anger in inglese, a meno di fare del pidgin anglosassone una metalingua universale. Il prototipo anger, oltre a rage, fury, choler, wrath e lagg irate, ammette come sinonimi pi frequenti Frustration, Hate, Mad. Insomma anger non proprio la passione furente del titolo di Bodei, a cui capita spesso di alternare Ira, indignazione, vendetta, ecc. NellIliade, il lessico della collera elencava accanto allorgh e il suo sviluppo chlos pi vicino alla nostra rabbia; la mnis, inasprita dal tempo e il ktos, rancore in attesa di vendetta; la picra poi indicava laspro ed improvviso manifestarsi del thmos, che il momento esplosivo dellorg. La nota ira d Achille collera (mnis ) contro i greci e furore (thmos) contro i Troiani. Val la pena di ricordare che il lessico delle lingue, prodotto storico culturale, costituito da etichette diversamente collocate e parzialmente sovrapposte su spazi e percorsi di senso. Esistono quindi passioni innominate in alcune lingue ma espresse da sistemi semiotici differenti, come la musica mentre altre lingue etichettano configurazioni emotive del tutto idiosincratiche. Come la Schadenfreude, germanica gioia maligna, piacere derivato dallaltri dispiacere; la saudade portoghese, dolceamara tristezza nostalgica; lAngst che non veramente n ansia n angoscia; il bengalese obhiman, lutto provocato dallinsensibilit della persona amata; il giapponesw ijirashii, grato sentimento conseguente allelogio da ostacolo superato, e itoshii, nostalgico soffrire per un amore assente, ecc. Per evitare oscillazioni terminologiche Ira e Ostilit e sbadate sinonimie e soprattutto per non trasformare surrettiziamente le parola Ira nel termine Ira, il patema prototipo IRA va costruito nei suoi tratti semantici e nei suoi percorsi. Per questo la semiotica - v. il saggio A. J. Greimas sulla collera, citato in bibliografia o la semiodinamica di Sloterdijk ha optato per una strategia a passion veduta, sistematica se non logica. Descrive le passione come una sequenza; non tratta stati ma processi danimo e trova i 3

suoi riferimenti nella retorica e nella narrativit, ricomponendo molti frammenti delledificio classico della filosofia. LIRA sarebbe una passione del valore: movimento disordinato dellanimo offeso. Chi patisce unoffesa, reale o immaginaria, a un valore assunto, individuale o collettivo, pu scegliere tra diversi percorsi reattivi. La pazienza, la mitezza, lumilt, lindifferenza, il risentimento oppure la reazione violenta e aggressiva, immediata o differita (la vendetta) per restaurare lequilibrio violato. Una caratterizzazione narrativa che raggiunge gli esiti della linguistica cognitiva, la quale ha ordinato il susseguirsi delle metafore fisico-somatiche dellIRA, a partire dalle sollecitazioni del saltare la mosca al naso fino allesplosione, attraverso, il ribollire, allarrossarsi e al fumare (Lakoff). Il processo iracondo rappresenta il corpo come sostanza del mondo: contenitore di un liquido esposto alla fiamma che, a partire dalla singolarit della stizza, raggiunge il plurale di tutte le furie. Una sceneggiatura spazio-temporale uno script adattabile a vari casi e contesti. La componente temporale gi per gli stoici le passioni sono malattie del tempo ci permette di distinguere ad es. limmediatezza concitata del furore (dalla durata iterativa) dagli scatti della rabbia (puntuali). Anche la tradizionale distinzione tra passioni tra dolci e violente, ripresa da Bodei, pu essere approfondita nella direzione dellintensit. Il processo passionale non graduale ma discontinuo e lo spazio patetico intensivo, non estensivo. Per via di arrossamenti e bollori si passa da una passione allaltra, dallesibito autocontrollo della collera allo scoppio furente attraverso transizioni catastrofiche di fase. In questo trasporto eccessivo, estremo, esaltato e incontrollabile sta forse il cuore nero dellIra. In quel momento forsennato, smisurato e talvolta sublime, lio fuori di s e la passione diventa il soggetto. Il Furore esperienza del non io: quanto accade di distruttivo sembra capitare ad altri e altrove. Ma intersoggettivo e teatrale quanto basta per meritarsi talvolta lammirazione degli altri. 3. Come nellaltro testo di Bodei, La geometria delle passioni, la parte pi avvincente del libro non quella morale, sul controllo dellIRA, ma sul suo governo politico. Lautore diffida degli indignati e della loro presunzione di valore: sa che meglio essere economi del proprio disprezzo, perch ce ne sar sempre bisogno. Riconosce anche, lucidamente, che finito il tempo in cui la collettivit imponeva la quarantena civile al furore guerriero ed iniziato quello dei sedativi politici e degli analgesici mediatici. Come Baudrillard, che denunciava il fading odierno dellodio, ci sembra che Bodei ammetta la fine delle passioni intense, soprattutto dellIRA rivoluzionaria, ormai deposta nei caveau di banche dati, gestiti da funzionari politici. Pur sapendo che non si d democrazia senza attese, Bodei riconosce nella mitezza di Aristotile (e di Bobbio) il suo Principio, che non quello di Speranza. Ma chiss? Forse la mediet virtuosa del mite non sta nel mezzo. Che ci sia una mediet degli estremi? Per questo avrei sperato in un riferimento agli Enrags della Rivoluzione francese, che gridavano Oh rage! nel manifesto alla Convenzione, e un cenno del loro rappresentante Jacques Roux, sacerdote cattolico, mentore di Babeuf, imprigionato da Robespierre per estremismo (sic!) e suicida in carcere. E perch no? Unallusione agli Enrags del 68 e agli sfasciacarrozze delle banlieu e delle citt dormitorio. Alla prossima edizione! Per Musil, sterminata la biblioteca delle scoperte scientifiche ed esiguo lo scaffale delle conoscenze sul cuore umano. Sotto la rubrica Patemi, collochiamo il libretto di Bodei e proponiamo allattenzione fluttuante delle nuove generazioni il compito di andare oltre il punto esclamativo per trovare unemoticona che segni, nel ductus passionale, la punteggiatura dellIRA.

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