ViviamoInPositivo ‐ Circo sociale
Esperienze di circo sociale
in un carcere minorile
Il progetto CircoStanza al Ferrante Aporti 2006-2008
A cura di:
Associazione di Promozione Sociale ViviamoInPositivo
e
Federazione Vip Italia ONLUS
CircoStanza al Ferrante Aporti
Relazione del periodo di attività dal 2006 al 2008
Torino
A cura di:
Gennaio 2008
Associazione di Promozione Sociale ViviamoInPositivo
e
Federazione Vip Italia ONLUS
Introduzione del Dirigente Dr. Pappalardo
III
L’argomento, gli autori, i contenuti, lo scopo
Di cosa tratta questo testo? Da quale punto di vista? Può essermi utile?
Chi lo ha scritto? Con quale scopo? Immaginiamo siano queste alcune
delle domande che vengono alla mente approcciandosi a un testo nuo‐
vo. Proviamo a dare una sintetica risposta di seguito.
Il libro tratta della esperienza raccolta durante due anni di svolgi‐
mento di un progetto socio‐educativo rivolto ai ragazzi ristretti ospitati
presso un carcere minorile. Il progetto ha nome “CircoStanza”, il carce‐
re in questione è il Ferrante Aporti di Torino. L’incontro di queste due
realtà dà luogo a una situazione della quale indichiamo alcune caratte‐
ristiche:
- il progetto Circostanza si basa sulla pedagogia del circo;
- il progetto si rivolge in particolare ai giovani a rischio;
- l’ambiente è un istituto penale minorile;
- gli ospiti del carcere sono giovani adolescenti;
- i ragazzi ristretti (“ristretti” è il termine che indica i detenu‐
ti) appartengono a diverse etnie, e hanno livelli di cono‐
scenza della lingua italiana molto diversi;
- la permanenza in carcere per alcuni ragazzi è molto breve,
per altri più lunga, è necessaria flessibilità nel programma;
- la partecipazione alla attività Circostanza non è obbligatoria
e i ragazzi ristretti possono scegliere tra lo stare in cella o
essere presenti e partecipare più o meno attivamente.
Al Ferrante Aporti – lo si vedrà – si svolgono parallelamente diversi
progetti educativi, formativi, ricreativi; Dal punto di vista del Ferrante
Aporti, CircoStanza è quindi uno dei progetti che l’Istituto rivolge ai ra‐
gazzi ristretti.
CircoStanza, d’altro canto, si rivolge non solo al carcere, ma anche ad
altri contesti ove il circo sociale e la pedagogia del circo si dimostrano
V
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
particolarmente efficaci: in strada, a scuola, in comunità e centri rivolti
a minori e adolescenti devianti o a rischio. Dal punto di vista di Circo‐
stanza, il Ferrante Aporti rappresenta una delle diverse aree dove il cir‐
co sociale si rivela essere uno strumento adatto al tipo di contesto e può
dare un apporto valido e coerente con gli obiettivi sociali che l’IPM per‐
segue.
Questo testo tratta della esperienza emersa dallo specifico connubio
tra Circostanza e Ferrante Aporti.
A questo punto è importante che si chiarisca da dove ha origine
questo testo. Possiamo considerare autori del testo gli operatori del
CircoStanza‐Ferrante e il punto di vista dal quale il testo è scritto quello
di operatori di circo sociale (educatori, formatori, insegnanti di arti cir‐
censi) che si sono trovati per la prima volta nella situazione, per certi
versi nuova, di svolgere la loro attività tra le mura di un carcere, rivol‐
gendosi a una “utenza semivolontaria” la cui alternativa al partecipare
all’attività è il restare in cella.
Sono passati oltre due anni da quando, nell’ottobre 2006, è iniziata per
CircoStanza questa impresa. In quest’arco di tempo e di interazione ab‐
biamo sperimentato successi e fallimenti che ci hanno aiutato a raffina‐
re la metodologia e ora riteniamo di avere diversi elementi per fare una
riflessione su quanto è avvenuto, su cosa abbiamo appreso, su cosa ci
pare migliorabile.
Ci auguriamo che quanto troverete in questo testo possa diventare
“utile esperienza condivisa”, che possa aiutare a intendere il significato
e il valore dei concetti di “pedagogia del circo” e di “circo sociale”, che
possa stimolare la diffusione dei valori e della metodologia su cui Cir‐
coStanza poggia.
Ci sembra opportuno cercare di dare un’idea del contesto in cui il
materiale e le considerazioni che ne sono state tratte si collocano. Im‐
maginiamo che chi legge il testo possa non avere idea della realtà carce‐
raria o non conoscere cosa sia il “circo sociale” o non avere idea di come
può sorgere e diffondersi un progetto socio‐educativo in seno a
un’associazione no‐profit. La prima parte del testo sarà introduttiva
all’argomento centrale, infine si troverà la raccolta di relazioni che gli
operatori CircoStanza hanno scritto dopo ogni intervento. Il program‐
ma è il seguente:
- cenni sul carcere minorile relativamente ad altre istituzioni;
- presentazione, storia e organizzazione del Ferrante Aporti;
- note sul pensiero pedagogico di don Bosco;
- valore educativo delle arti circensi;
VI
L’argomento, gli autori, i contenuti, lo scopo
- il circo sociale e la pedagogia del circo;
- ViviamoInPositivo APS e VIP Italia ONLUS;
- scheda del progetto CircoStanza;
- aspetti economici e risorse umane impegnate in CirsoStan‐
za;
- i valori educativi e le modalità operative che CircoStanza
adotta;
- le considerazioni di fine anno del responsabile del progetto;
- le relazioni 2006‐2008 degli operatori di CircoStanza.
Abbiamo deciso di realizzare un testo compiuto e di renderlo dispo‐
nibile sia in forma cartacea che in forma elettronica, per chiunque sia
interessato al tema.
Non intendiamo reclamare diritti d’autore su quest’opera perché ri‐
teniamo che l’esperienza debba poter essere trasmessa senza ostacoli,
richiediamo però a chi intendesse citare o usare parti di quest’opera di
darcene avviso e di citarne correttamente la fonte. Per ulteriori infor‐
mazioni e contatti con ViviamoInPositivo potete visitare nostri i siti
internet: www.viviamoinpositivo.org, www.circostanza.org,
www.clownterapia.it, www.circosociale.it (quest’ultimo in corso
d’opera al momento della redazione del presente testo).
Rimandiamo agli stessi siti per ulteriore materiale inerente i campi
di attività di ViviamoInPositivo. Dai siti stessi è possibile iscriversi a
newsletter e raggiungere i blog dove le attività vengono documentate
nel corso del loro svolgimento.
VII
Glossario
Definiamo alcuni termini il cui significato verrà approfondito nelle rela‐
tive sedi, ma di cui può essere utile avere una nozione in anticipo.
Circo sociale – È l’insegnamento di arti circensi rivolto a individui a
rischio sociale, con lo scopo di trasmettere loro non solo le abilità
connesse (giocoleria, acrobatica, clownerie etc.) ma anche di sviluppare
in loro qualità e virtù positive (spirito di collaborazione, responsabilità,
creatività, autonomia, autostima) e trasmettere valori sani per ridurre il
rischio di devianza e favorire l’integrazione degli individui. È un
fenomeno relativamente nuovo in Italia mentre ha circa venti anni di
storia in Paesi del Sud America come il Brasile e l’Argentina che hanno
da tempo dovuto affrontare problemi legati alla povertà e al degrado
sociale, ma che allo stesso tempo detengono un importantissimo
patrimonio artistico culturale.
Federazione VIP Italia ONLUS – Organo che rappresenta e coordina le
35 (nel 2008) associazioni ViviamoInPositivo italiane (vedi
ViviamoInPositivo APS”)
CircoStanza – Vedi “Progetto CircoStanza”.
Crescita personale – Insieme di discipline relative per lo più alla sfera
psicologica, affettiva ed emozionale della persona aventi come scopo il
miglioramento della capacità di affrontare diversi aspetti della vita,
come quelli materiali, famigliari, di relazione, di comunicazione,
emotivi.
Giovani a rischio – si tratta di giovani che vivono uno stato di disagio e
di disorientamento di fondo che spinge non pochi di loro alla
marginalità o alla devianza.
IPM – Istituto Penale per i Minorenni.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
X
Glossario
aspetti sociologici mai sondati quali la comunicazione con gli occhi tra
le persone che praticano il passing o la grande potenzialità aggregativa
insita in esso come aspetto fondamentale
Progetto CircoStanza – Laboratorio di circo sociale e rivolto
specificamente a minori e adolescenti a rischio in aree di disagio sociale
quali carceri, scuole, comunità, strada. Il progetto pilota Circostanza si
svolge a Torino e altri Circostanza sono stati attivati in diverse città
d’Italia (vedi, più avanti, il capitolo dedicato). Circostanza è un marchio
registrato dalla federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS.
ViviamoInPositivo – Abbreviato VIP. È il nome della associazione
senza scopo di lucro che conduce il progetto CircoStanza a Torino, in
partenariato con la federazione VIP Italia ONLUS. L’associazione
ViviamoInPositivo è sorta a Torino nel 1997 con lo scopo di diffondere
valori e conoscenze utili a vivere meglio. L’ associazione ha, negli anni,
dato luogo ad altre 35 altre associazioni di volontari, ora riunite nella
federazione VIP Italia Onlus e ha avviato nel 2005 il progetto
CircoStanza. CircoStanza è stato adottato da anche da altre associazioni
VIP italiane con il sostegno dalla federazione VIP Italia ONLUS.
L’associazione ViviamoInPositivo è diventata nel 2008 Associazione di
Promozione Sociale.
XI
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Coltivare la libertà
Per me non c’è felicità senza
libertà e la libertà non ce la dà
nessuno, la dobbiamo coltivare
noi stessi. Condividerò con voi
come ottenere una maggiore li‐
bertà per se stessi.
Per tutto il tempo in cui se‐
diamo, camminiamo, mangiamo o
lavoriamo all’esterno, noi colti‐
viamo la nostra libertà. La libertà
è ciò che pratichiamo ogni giorno.
In qualunque condizione o luogo
vi troviate, se avete la libertà siete felici.
Io ho molti amici che hanno scontato condanne ai lavori forzati e
che, sapendo come praticare, hanno sofferto molto meno. In realtà la
loro vita ha avuto una crescita spirituale, cosa che mi rende molto orgo‐
glioso di loro.
Per libertà intendo la libertà dalle afflizioni, dalla rabbia e dalla di‐
sperazione. Se in te c’è rabbia, la devi trasformare per poter ottenere di
nuovo la tua libertà. Se in te c’è disperazione devi riconoscere questa
energia e non permetterle di sopraffarti. Devi praticare in modo da tra‐
sformare l’energia della disperazione e raggiungere la libertà che meri‐
ti: la libertà dalla disperazione.
Puoi praticare la libertà ogni momento della vita quotidiana: ogni
passo che fai può aiutarti a recuperarla, ogni respiro ti può aiutare a
svilupparla e coltivarla. Quando mangi, mangia da persona libera.
Quando cammini, cammina da persona libera. Quando respiri, respi‐
ra da persona libera.
Lo si può fare dovunque.
(Thich Nath Hanh, Libero ovunque tu sia)
XII
Il carcere minorile e le strutture collegate
Riassumiamo alcuni concetti che riguardano il trattamento di un mino‐
renne che commette un reato in Italia. Queste informazioni aiuteranno
a capire meglio chi sono i ragazzi che si trovano in carcere.
L’Istituto Penale per Minorenni (IPM) è una struttura destinata alla
restrizione di individui tra i quattordici e i ventuno anni che hanno
commesso il reato da minorenni.
L'istituto della reclusione separata dei minori non è recente, per
l’Italia si ha notizia nel Rinascimento dell'istituzione di reclusori specia‐
lizzati a partire dalla metà del XVII secolo.
Un minorenne che commette un reato non viene immediatamente
condotto in carcere, e potrebbe anche non andarci, se ci sono le condi‐
zioni per una misura cautelare diversa. Per prima cosa il giovane viene
condotto in un Centro di prima accoglienza e durante la sua permanen‐
za, in base al tipo di reato e alle informazioni che si raccolgono su di lui
(se ha genitori o parenti che si curano di lui, per esempio), viene decisa
la misura cautelare. Al Ferrante Aporti la quasi totalità dei ragazzi è di
provenienza extracomunitaria (92% nel 2007‐2008), e sono in carcere
anche perché non hanno parenti a cui possano essere affidati.
I CPA (Centri di Prima Accoglienza), gli IPM (Istituti Penali per Mi‐
norenni) e le strutture alternative di riabilitazione vengono descritte
qui di seguito.
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Il carcere minorile e le strutture collegate
Le strutture alternative al carcere hanno lo scopo di favorire e ga‐
rantire il reinserimento dei detenuti minori nella società mediante la
creazione di una rete di cooperative, di associazioni, comunità, ecc., che
possano costituire un valido punto di riferimento al momento del "rien‐
tro" in società di questi soggetti.
Come strutture alternative al carcere sono previsti:
Altri servizi della giustizia minorile
L’Ussm (Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni) interviene a favore
di minorenni coinvolti nel circuito penale, concorrendo alla promozione
e alla tutela dei diritti degli stessi. Opera in collaborazione con gli altri
Servizi della Giustizia Minorile e con i Servizi territoriali, attraverso
modalità operative integrate. Gli interventi per applicazione dell'art.28
D.P.R. 448/88 rappresentano una parte notevole del lavoro svolto dagli
uffici di servizio sociale, preceduti soltanto dagli interventi per
applicazione di misure cautelari. Si consideri però la diversa natura dei
due tipi di intervento: mentre le misure cautelari sono “obbligatorie”,
l'art.28 costituisce un istituto giuridico che può considerarsi diverso dal
percorso penale classico e dunque richiede un vero e proprio
investimento di risorse ed energie, sia da parte dei servizi che da parte
dei soggetti interessati.
Ad ogni modo la misura alternativa d'elezione è “l'affidamento in prova
al servizio sociale” (art.47 O.P.), sia per presentazione di progetti che
per applicazione vera e propria. Tra le misure sostitutive quella che
prevale è la libertà controllata.
Le Comunità:
Si tratta di strutture utilizzate per l'esecuzione delle misure cautelari
non detentive e del riformatorio giudiziario, con dimensioni strutturali
e organizzative connotate da una forte apertura al contesto ambientale.
I collocamenti in comunità vengono disposti non soltanto verso le
comunità dell'Amministrazione della Giustizia Minorile, ma anche verso
comunità private, associazioni e cooperative, con cui il CGM stipula
convenzioni, al fine di aumentare le possibilità di accesso dei minori a
questo tipo di struttura.
Le comunità ministeriali sono comunità avviate e gestite direttamente
dall'Amministrazione; esse sono state attivate in alcune realtà come
comunità‐filtro, in altre come comunità aventi funzioni di centri
polifunzionali, in altre ancora come comunità vere e proprie. Questa
tipologia di comunità, al momento, è presente soprattutto al Sud (tre in
Campania, tre in Puglia, due in Calabria e due in Sicilia). La comunità di
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Trento, operativa fino alla fine del 1999, era stata attivata in seguito a
convenzione tra il Ministero della Giustizia e la provincia di Trento;
costituisce, quindi, un caso particolare di comunità ministeriale, in
gestione mista con l'ente locale.
[tratto da: http://www.stpauls.it/cisf/minori.htm]
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L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante Aporti"
L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante
Aporti"
L’I.P.M. di Torino è il carcere minorile "Ferrante Aporti"; in quanto tale
è una struttura che, ospitando i condannati ad una pena detentiva e co‐
loro che sono sottoposti alla custodia cautelare, ha un’impostazione e‐
ducativa, con varie attività socializzanti, ma anche una componente for‐
temente custodialistica.
Negli I.P.M. lavorano educatori, psicologi, agenti di polizia peniten‐
ziaria, personale amministrativo e assistenti sociali dell’U.S.S.M. Nel
contesto della giustizia penale minorile, l’ipotesi del carcere è di natura
residuale, va inteso cioè come ultima ratio, istituzione cui ricorrere
quando non è possibile applicare ad un minore uno dei benefici o delle
soluzioni alternative che l’ordinamento italiano prevede. Anch’esso,
comunque, opera nella prospettiva di un recupero sempre da tentare.
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Il "Ferrante Aporti" di Torino è sito al numero civico 3 di Via Berruti
e Ferrero.
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L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante Aporti"
1817: diventa ospedale militare
1820: diventa un laboratorio per la lavorazione dell'indaco
1829: diventa carcere femminile
1845: prende il nome di "La Generala ‐ Correzionale agricolo pei
giovani discoli"
1935: prende il nome di Riformatorio "Ferrante Aporti"
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una situazione identica al '700, quando i ragazzi finivano all'Ergastolo).
Don Bosco incontrava ragazzi di tutte e tre le categorie.
Un giorno, nel 1855, don Bosco decise di fare una cosa speciale: vol‐
le portarli tutti a fare una passeggiata fino a Stupinigi. La proposta la‐
sciò esterrefatto il povero Direttore che non poteva certo autorizzare
una simile cosa; subito don Bosco pensò di rivolgersi direttamente al
Ministro dell'Interno cioè al Rattazzi. Il Ministro gli propose di mettere,
lungo il percorso, dei carabinieri in borghese, ma don Bosco si oppose e,
alla fine di una lunga discussione, ebbe la meglio: sarebbe uscito con
tutti i ragazzi, senza nessuna scorta.
Circa 300 ragazzi della Generala s'incamminarono nel giorno del lu‐
nedì dell'Angelo per fare quella che in Piemonte si chiama "la merendi‐
na", cioè la scampagnata del giorno di Pasquetta.
La colonna si allontanò dalla Generala, con in testa don Bosco che
teneva per la Cavezza un asinello appesantito da una parte dei viveri;
gli altri viveri erano portati direttamente dai singoli ragazzi.
Arrivati a Stupinigi, lungo il fiume Sangone, mangiarono e giocarono
per tutto il giorno. All'ora stabilita, il corteo dei ragazzi, guidato da don
Bosco, mestamente rientrò alla Generala: nessun ragazzo era scappato
e tutti, prima di rientrare abbracciarono e ringraziarono il loro benefat‐
tore. Il primo ministro aveva detto che non ne sarebbero rientrati
nemmeno dieci invece rientrarono tutti.
Molte volte chiesero a don Bosco di scrivere dei libri per spiegare il
suo metodo pedagogico ma non ne scrisse nemmeno uno. Lasciò solo
nove pagine di "pensieri". Una delle prime sue frasi era: "Questo sistema
si appoggia tutto sopra la ragione, la religione e sopra l'amorevolezza.
Esclude ogni castigo violento e cerca di tenere lontani gli stessi castighi
leggeri".
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Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti
Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti
L’organizzazione di un IPM trae le linee guida dal codice di procedura
penale minorile (DPR 448/88) e un IPM deve quindi conciliare le pro‐
prie specificità con quanto richiesto dal codice. Nel 2009 il Ferrante
Aporti sarà parzialmente ristrutturato e, almeno durante il periodo di
ristrutturazione, l’organizzazione interna subirà dei cambiamenti.
Quanto descriviamo in seguito è riferito alla organizzazione che è stata
adottata negli ultimi anni.
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‐ al pomeriggio attività opzionali (i ragazzi possono scegliere se
partecipare o rimanere in cella).
I ragazzi vengono trasferiti da un gruppo all’altro solitamente nel corso
dei fine settimana, in modo da non intralciare le attività educative, an‐
che se l’accoglienza e il passaggio di consegne durante il fine settimana
per gli operatori risulta difficoltoso, essendo presenti solo gli agenti di
polizia penitenziaria.
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Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti
Secondo il progetto l’IPM doveva essere come una bussola e offrire una
serie di direzioni/strumenti che potessero orientare o ri‐orientare, in
considerazione del fatto che i ragazzi sono per il 92% stranieri e per la
maggior parte non accompagnati.
Nel 2009 l’IPM verrà caratterizzato da diversi cambiamenti. Ne e‐
lenchiamo alcuni.
- Ristrutturazione: 2009 sarà l’anno di inizio dei lavori di ri‐
strutturazione.
- Agenti di Polizia Penitenziaria: riorganizzazione del lavoro
della Polizia Penitenziaria: ci saranno agenti fissi per ogni grup‐
po di ragazzi ristretti.
- Educatori: arriveranno 6 nuovi educatori che saranno suddivisi
tra CA e IPM. Gli educatori si suddivideranno in modo equo la
presa in carico dei ragazzi/e e tre educatori verranno affidati
ciascuno ad un gruppo.
- Gruppi: i gruppi saranno sempre quattro, ma intesi in modo di‐
verso: tre al maschile (Accoglienza, 10 ragazzi; Orientamento,
12 ragazzi; Dimissioni, 4/5 ragazzi) e uno femminile. Per i ra‐
gazzi ci sarà anche un cambiamento di alloggiamento per via
della ristrutturazione.
- Progetto Rosa dei Venti: non esisterà più. I gruppi perderan‐
no il nome dei “venti” (Grecale, Maestrale, Libeccio e Levante).
- Riorganizzazione: a seguito della ristrutturazione dovrà essere
rivista l’organizzazione delle attività: l’attività di Arte bianca
passerà dai ragazzi alle ragazze, al posto di Meccanica si farà ri‐
parazione biciclette, Informatica al posto di Arte bianca per i ra‐
gazzi.
- Si potenzieranno le attività del fine‐settimana per offrire più
contenuti.
- Si potenzierà lo spazio dedicato al protagonismo dei ragazzi.
- Gli incontri Stop & Go (riunioni degli operatori, educatori, agen‐
ti) saranno momenti sempre più importanti e valorizzati.
- I ragazzi del Gruppo Dimissioni saranno aiutati e indirizzati e si
cercherà di dare loro un aiuto maggiore per il reinserimento
all’esterno.
- La scuola sarà obbligatoria per tutti i gruppi.
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Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti
corso partecipano alla realizzazione di prodotti alimentari destinati ai
ragazzi nelle pause delle attività del mattino, a feste e iniziative comuni.
Informatica: Attività di formazione pre‐professionale. Oltre
all'alfabetizzazione informatica il corso consente di conseguire la
Patente Europea del Computer (ECDL). Il corso è anche la sede della
redazione del giornalino dell'istituto “Albatros”, e alla cui preparazione
partecipano, con contributi di vario genere (articoli, illustrazioni,
rubriche), tutti i gruppi sotto la guida degli operatori.
Il laboratorio di informatica cura la realizzazione dei volantini e del
materiale informativo relativo alle iniziative ed agli eventi;
Meccanica: attività di formazione pre‐professionale.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
CircoStanza: progetto della Federazione VIP Italia ONLUS condotto
dalla associazione ViviamoInPositivo APS. CircoStanza, “il circo in una
stanza” è una attività di Circo Sociale volta a favorire integrazione
sociale e multietnica, acquisizione di competenze di base sulle arti
circensi ed educazione al buon umore.
Socialità: (a cura del Servizio Civile): giochi, cineforum, ecc.
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Intervista a Rocco Tralli (comandante)
Intervista a Rocco Tralli (comandante)
Data: 30 ottobre 2008
Intervistato: Rocco Tralli
Intervistatore: Maria Luisa Mirabella – Presidente dell’Associazione di
Promozione Sociale “ViviamoInPositivo”
Ruolo dell’Intervistato rispetto al Ferrante Aporti: Comandante del‐
le forze di Polizia Penitenziaria e responsabile della sicurezza
Tema dell’intervista: la sicurezza, i ragazzi ristretti, gli agenti di poli‐
zia penitenziaria
Note: L’Istituto Penale per i Minorenni “Ferrante Aporti”, per facilitare
la lettura durante l’intervista sarà indicato anche come “Ferrante”.
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Intervista a Rocco Tralli (comandante)
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Intervista a Rocco Tralli (comandante)
essere difficile da trattare. Bisogna portare sempre a buon fine il per‐
corso e l’organizzazione che sono stati messi in piedi.
Bisogna tenere in conto che negli istituti di pena, soprattutto per mino‐
ri, è facile che vi siano dei facinorosi e non si può pensare che momenti
così alti di incontro con la cittadinanza esterna vengano rovinati a causa
loro.
D: In base alla sua esperienza ritiene che la situazione generale del
contesto minorile del Nord Italia, dove ora ci sono molti stranieri,
ha subito dei cambiamenti?
R: Moltissimi. Noi abbiamo a che fare con un’utenza che è solo straniera,
non parliamo di comunitari o extracomunitari, ma di straniera a pre‐
scindere. Questo è un problema, il rapporto con culture, problemi, mo‐
dalità di agire diverse dalle nostre. Una cosa molto importante da con‐
siderare è che il ragazzo che non è italiano non ha il riferimento prima‐
rio che può essere la famiglia, ma ha come riferimento la strada, dove
non vi sono regole da seguire e per questo si oppone alla detenzione e
alle regole alle quali deve sottostare, contestandole.
Negli istituti del Meridione, dove l’utenza è quasi tutta territoriale, il
problema è di altra natura. Il problema non è quello di dover stare per
strada, della contestazione a prescindere. I riferimenti e i valori sono
completamente diversi ed è anche più facile la trattazione. Con i ragazzi
stranieri anche la differenza di lingua costituisce un ostacolo.
Diciamo che è molto più complicato lavorare qui in Settentrione che in
Meridione.
Spesso mi trovo a confrontarmi con i miei colleghi che sono comandanti
negli istituti meridionali e loro mi dicono una cosa molto importante,
che da una parte mi gratifica personalmente e dall’altra mi opprime,
quando mi dicono che loro sono ben contenti di avere personale che ar‐
riva da Torino perché questo personale non ha nulla da imparare, anzi,
sono loro forieri di insegnamenti a coloro che stanno stanzialmente in
Meridione. Quando vi sono ragazzi di etnie diverse mi dicono che il per‐
sonale proveniente da Torino riesce a trattare molto meglio la proble‐
matica data dall’utenza straniera, soprattutto in caso di utenza maghre‐
bina, a differenza del personale meridionale che pure è molto esperto
nel trattare con l’utenza italiana.
D: I ragazzi che danno maggiori problematiche sono i Maghrebini?
R: Sì, essi hanno una cultura di vita che è completamente diversa e oc‐
corre considerare un’altra cosa: che loro vengono veramente “dal nulla”
e che arrivano qui in Italia dove il loro miraggio è l’arricchimento facile,
per poter avere poi un’identità nel loro Paese. È chiaro che per loro lo
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stare in carcere rappresenta una sconfitta perché non possono riversa‐
re sulla loro famiglia quel benessere che loro miravano a far avere.
D: I reati sono cambiati negli ultimi anni?
R: In questi sette anni di comando qui al Ferrante Aporti più o meno i
reati sono sempre gli stessi: reati contro il patrimonio e vendita di so‐
stanze stupefacenti. I reati contro la persona, ove ci sono, sono stati
sporadici e sono stati dettati dall’evento del momento. Non sono così
tanti come possono essere in Meridione. C’è da dire che qua al Nord, i
reati contro la persona, ove ci sono, sono molto efferati.
D: Noi come progetto di Circo Sociale “CircoStanza”, siamo presenti
anche negli Istituti Penali per Minorenni Bicocca di Catania e Ma-
laspina di Palermo, ci sembra che la media di permanenza in car-
cere dei ragazzi al Ferrante sia minore rispetto al Meridione.
R: Dovremmo partire dal presupposto che il carcere per minorenni va
considerato un momento di arrivo del ragazzo, non dev’essere una
permanenza. La legge 448 dice che il carcere per i minori dev’essere re-
siduale. Bisogna attivarsi in tante altre forme sostitutive. Il carcere non
dev’essere il punto cardine. Qui entrano in gioco le etnie straniere: se di
un ragazzo non si hanno riferimenti e documenti, attivare provvedi‐
menti o rintracciarlo diventa difficile. Non cambia la durata della pena
tra il Nord e il Sud.
In altre parole non c’è diversità di applicazione della legge, ma è diversa
l’utenza. In Meridione d’Italia si lavora prettamente con detenuti per lo
più con sentenza passata in giudicato (sentenza incontrovertibile, senza
più possibilità di appello o di cassazione), e inoltre tutti hanno i docu‐
menti di identità, in quanto per lo più sono di nazionalità italiana. Nel
Nord Italia le presenze sono quasi totalmente costituite da stranieri
(nel caso di Torino, per lo più di provenienza extracomunitaria) per cui
risulta difficile se non impossibile identificare i reclusi, se non attraver‐
so la dichiarazione di arresto, per cui ci sono casi di detenuti che assu‐
mono molteplici alias e passato il momento della carcerazione preven‐
tiva diventano irreperibili. La sentenza per il reato commesso comun‐
que ci sarà, ma senza l’imputato, che sarà già stato scarcerato per de‐
correnza dei termini.
D: Conosce l’attività di Circo Sociale CircoStanza? Pensa possa es-
sere utile per i ragazzi ristretti?
R: Sì, la conosco. E’ un’attività molto interessante e utile perché non è
fine a se stessa, permette al ragazzo di distrarsi, ma anche di comunica‐
re, penso sia molto utile per i ragazzi.
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Intervista a Rocco Tralli (comandante)
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
contratti per La Tre. Lo vedo sempre con piacere, è sempre molto ele‐
gante. Lui ha dei valori dentro e, una volta uscito, li ha messi in pratica.
Su di un altro ragazzo abbiamo fatto lo stesso percorso, ma non è riusci‐
to ed ora è alle Vallette (carcere per adulti di Torino).
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Intervista a Giovanni Lapi (educatore)
Intervista a Giovanni Lapi (educatore)
Data: 14 Ottobre 2008
Intervistato: Giovanni Lapi
Intervistatore: Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale
“ViviamoInPositivo”
Ruolo dell’Intervistato rispetto al Ferrante Aporti: Educatore; Re‐
sponsabile dell'Area tecnico‐pedagogica e sostituto della Direttore.
Tema dell’intervista: Struttura e organizzazione dell’IPM “Ferrante
Aporti”
Note: L’Istituto Penale per i Minorenni “Ferrante Aporti”, per facilitare
la lettura durante l’intervista sarà indicato anche come “Ferrante”.
D: Che età hanno i ragazzi/le ragazze che entrano al Ferrante?
R: Al Ferrante entrano ragazzi/e che hanno commesso un reato tra i 14
e i 18 anni, ma possono rimanere fino a 21 anni
D: Al Ferrante si trovano ragazzi che hanno commesso qualsiasi
tipo di reato, anche grave?
R: Sì, noi abbiamo seguito anche diversi casi di omicidio. Non sono tanti
in generale in Italia i casi di omicidio commessi da minorenni. Almeno
se parliamo del Nord, perché al Sud è differente.
D: Ci risulta, infatti, che nei carceri del Nord Italia i ragazzi ristretti
appartengono a diverse etnie, con poca o nulla presenza di italiani.
In questi anni ne abbiamo visti cinque o sei, forse.
R: Sì, attualmente ce n’è uno.
D: Mentre al Sud nelle carceri minorili prevalgono gli italiani, se-
condo lei è perché vengono al Nord per cercare lavoro?
R: L’immigrato viene più facilmente al Nord perché c’è un’economia più
florida e perché c’è una maggiore possibilità di lavoro o comunque di
“annaspare” nel lavoro nero. Poi c’è anche un discorso di controllo del
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
territorio, cioè nel Sud d’Italia la presenza di diverse forme di criminali‐
tà organizzata fa sì che le stesse esercitino un controllo del territorio e
quindi gestiscano direttamente una serie di attività illecite sul territo‐
rio, non permettendo ad altri (stranieri) di entrare.
D: Da quali paesi provengono i ragazzi ristretti, per lo più?
R: I ragazzi attualmente sono in prevalenza marocchini o comunque
dell’area del Maghreb (nord della Tunisia, Algeria e Marocco), Senega‐
lesi, Rumeni (anche di etnia Rom), Slavi di etnia Rom, Sudamericani.
D: Ultimamente ci sono meno ragazzi albanesi e meno rumeni, ve-
ro?
R: C’è stata una presenza di ragazzi albanesi più cospicua nella seconda
metà degli anni ’90, primi anni del 2000, e poi via via è andata sceman‐
do. Attualmente ne abbiamo uno, continua a esserci una presenza, ma è
minima. Circa i ragazzi rumeni, con l’entrata della Romania nell’Unione
Europea la loro presenza è diminuita però è aumentato il flusso dei
Rom rumeni che si sono spostati verso il resto dell’Europa, anche in Ita‐
lia, e in questo momento abbiamo la presenza di Rom rumeni soprattut‐
to nella sezione femminile.
D: Da una sua stima, quanti dei ragazzi ristretti sono clandestini e
quanti regolari?
R: Sono quasi tutti clandestini.
D: Il fatto che i ragazzi non conoscano la lingua italiana o non sap-
piano scrivere condiziona le attività che voi fate?
R: La comunicazione con gli operatori dell’area tecnica è facilitata dalla
presenza del mediatore interculturale. Il mediatore non esaurisce tutta
la sua funzione nel fare l’interprete, però diciamo che laddove ci sono
difficoltà di comprensione della lingua noi il colloquio lo facciamo ne‐
cessariamente col mediatore. Il mediatore ha anche possibilità di muo‐
versi liberamente all’interno dei gruppi, nelle sezioni, quindi è un po’ al
servizio di tutto il personale, degli operatori come degli agenti.
D: Però il mediatore non è presente durante le attività, per esem-
pio, tipo scuola…
R: Il mediatore può esserci anche durante l’attività di scuola. L’anno
scorso in base a un progetto era prevista la presenza della mediatrice
all’interno della scuola elementare del gruppo Levante, la mattina. La
presenza della mediatrice è stata molto utile in affiancamento a un ra‐
gazzo in particolare.
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Intervista a Giovanni Lapi (educatore)
Noi cerchiamo di garantire la possibilità di frequentare la scuola a tutti
quelli che ne hanno necessità, compatibilmente con le risorse a disposi‐
zione, perché comunque il numero degli insegnanti è limitato
all’interno della scuola, le classi non possono essere troppo numerose
perché sono multietniche e i ragazzi partono da livelli diversi di alfabe‐
tizzazione dunque non è possibile avere troppa eterogeneità altrimenti
non si riesce a fare un lavoro che possa essere incisivo.
D: Quanto tempo, in media, rimangono i ragazzi al Ferrante?
R: La maggioranza, sia dei ragazzi che delle ragazze rimane tra uno e
cinque mesi, con una media di due mesi. Ci sono casi di permanenza
maggiore, anche oltre l’anno ma sono pochi.
D: I ragazzi che rimangono oltre l’anno sono quelli che non hanno
parenti o punti d’appoggio o per cui non sono fattibili altri proget-
ti?
R: Il carcere opera secondo il codice di procedura penale minorile, il
DPR n. 448/88. Questo codice ha recepito le direttive internazionali e in
particolare sulla giustizia minorile conosciuta come Regole di Pechino
del 1985. Il DPR n. 448/88 prevede che il carcere sia l’ultima risorsa e
quindi ha previsto tutta una serie di misure cautelari, cioè antecedenti il
processo, alternative al carcere che sono: le prescrizioni (ti prescrivo di
andare a scuola, di andare dall’assistente sociale, …); la permanenza a
casa (equiparabile agli arresti domiciliari, per cui il ragazzo non si può
muovere se non su particolare autorizzazione); il collocamento in co‐
munità. Sono, queste, misure alternative che dovrebbero servire ad evi‐
tare che un ragazzo entri in carcere; però queste misure sono più facil‐
mente applicabili con i ragazzi italiani che hanno una famiglia, hanno
una rete famigliare o dei riferimenti di adulti di sostegno, hanno una
casa, una residenza, una identità certa. Con i ragazzi stranieri, molto
spesso c’è o la comunità, dalla quale spesso si allontanano, o il carcere.
Il fatto che negli istituti penali minorili del Nord ci siano più stranieri,
non significa che gli stranieri commettono più reati perché se si esami‐
na il numero complessivo delle denunce dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni
si vede che riguardano il 50% di italiani e il 50% di stranieri, a fronte di
una presenza all'interno degli istituti che è quasi del 90% di stranieri.
Questo è il motivo: perché non si riesce ad attivare delle risorse alterna‐
tive con i ragazzi stranieri.
D: Chi sceglie le attività dei ragazzi, al Ferrante? Ad esempio, la
scuola è obbligatoria per tutti?
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R: La scuola cerchiamo di garantirla a tutti. In tutti e quattro i gruppi c’è
la scuola.
D: Le altre attività: professionali o ricreative da chi e come vengo-
no scelte? dalla Direzione? dal CGM? c’è una commissione?
R: Le attività del pomeriggio, quelle ricreative e sportive, sono gestite
attualmente in gran parte dall’AICS. Poi ci sono altre realtà, come la vo‐
stra associazione, l’associazione “Aporti Aperte”, …
D: Noi siamo stati scelti dalla Direzione, per esempio.
R: Rispetto a voi [Progetto “CircoStanza” di “ViviamoInPositivo”] non
c’è una assegnazione in seguito ad una gara d’appalto.
Invece, per esempio per quanto riguarda l’AICS, che gestisce il pacchet‐
to più grande, c’è una gara d’appalto, bandita dal CGM, secondo un capi‐
tolato speciale che prevede diverse richieste. Il capitolato è concertato
con la Direzione, con il responsabile dell’area tecnica, con gli operatori
dell’IPM. In base all’esperienza maturata negli anni e a quella che è sta‐
ta la risposta dei ragazzi si cerca di individuare quelle attività che pos‐
sano avere maggiore significato o efficacia.
La differenza è che mentre per quanto riguarda alcune attività ricreati‐
ve e sportive del pomeriggio vengono impiegati i fondi del CGM, per le
attività pre‐professionali del mattino i fondi provengono da un finan‐
ziamento della Provincia di Torino.
Le attività del mattino sono gestite da una associazione temporanea di
impresa (ATI) che è formata da ForCoop/CFPP‐Casa di Carità/ENGiM.
Anche in questo caso rispetto alla scelta delle attività c’è un confronto,
una concertazione. L’Agenzia ci propone delle attività, le vagliamo e poi
si decide.
D: Le attività attuali quali sono?
R: Fra le attività pre‐professionali attuali ve ne sono alcune permanenti:
‐ Sezione Femminile: il laboratorio di ceramica, il laboratorio di
acconciature; l’attività di orientamento di gruppo.
‐ Sezione maschile: al Levante c’è il laboratorio di arte bianca
(cucina) e l’officina meccanica; al Grecale c’è il laboratorio di
informatica.
Si è aggiunto quest’anno anche un percorso di orientamento individuale
rivolto ad alcuni ragazzi e ragazze, individuati dalle equipe che hanno in
carico i casi. Questo percorso consta di una decina di incontri individua‐
li di un’ora e mezza, a cadenza settimanale. Sia nell’individuale sia nel
gruppo questa attività di orientamento si basa sulla metodologia della
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Intervista a Giovanni Lapi (educatore)
Reconnaissance des acquis e quindi si fa un bilancio delle competenze
del ragazzo, della sua storia, ecc.
L’orientamento individuale dovrebbe aiutare il ragazzo a ricostruire la
sua biografia, a recuperare le esperienze, valorizzarle, capire quali sono
i suoi desideri, le aspettative le potenzialità da sviluppare, quali posso‐
no essere le strade percorribili in termini di formazione scolastica o
professionale. Sono contenuti che possono tornare utili.
Forse non valorizziamo abbastanza quanto emerge da questi percorsi. È
difficile, non sempre si riesce a fare bene una “restituzione”.
Poi abbiamo delle attività a carattere temporaneo che sostituiscono la
scuola nel periodo estivo: al Levante abbiamo l’attività di multimediali‐
tà; al Grecale l’attività di lavorazione del cuoio. Le attività temporanee
non sono sempre le stesse. La lavorazione del cuoio si ripete, è
un’attività valida che ha interessato i ragazzi. Abbiamo proposto anche
l’attività con la carta: la costruzione della carta, di manufatti con la car‐
ta, tipo i quaderni. In questo momento si sta svolgendo al Grecale, anco‐
ra per questa settimana, fino a quando non ricomincerà la scuola. Al Li‐
beccio, d’estate quando non c’è la scuola.
Una nota: al Libeccio (gruppo Transito) la scuola per esempio ha carat‐
tere più di alfabetizzazione primaria perché è il gruppo di ingresso.
Dall’anno scorso gli insegnanti sono affiancati da operatori dell'ATI e
anche da una nostra operatrice molto competente che lavora da qual‐
che anno con noi e che negli anni ha lavorato con tutti i gruppi, propo‐
nendo diverse attività.
D’estate, quando non c’è la scuola, al Libeccio viene attivato un labora‐
torio di ceramica.
L’associazione “Aporti Aperte” è sorta, tra le altre cose, anche per rac‐
cogliere tutti i manufatti dei vari laboratori pre‐professionali del Fer‐
rante e poterli così vendere all’esterno, da una parte per far conoscere
alla città che cosa si fa al Ferrante Aporti e in questo modo mantenere
vivo il legame con la città e dall’altra per recuperare fondi che vengono
reinvestiti nelle attività stesse oppure per proporre iniziative nuove,
progetti nuovi. Per esempio anche per bandire delle borse di studio o
delle borse lavoro.
D: Ci sono attività obbligatorie e attività facoltative, vero?
R: Sì, noi le attività del mattino le consideriamo obbligatorie. I ragazzi
sono giustificati a non andare solo se non stanno bene e se il medico,
che il giorno stesso li visita, li giustifica. Per la partecipazione alle attivi‐
tà del mattino l’Istituto riconosce un compenso economico minimo ai
ragazzi, che possono arrivare a guadagnare circa 15 euro a settimana
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
per le loro piccole spese (come le sigarette o la carta telefonica). Nel ca‐
so in cui un ragazzo non partecipasse senza giustificazione, quel giorno
non percepisce nulla. Se viene giustificato, gli si riconosce un minimo.
Ai ragazzi viene riconosciuto un minimo anche nel caso in cui non par‐
tecipino per cause indipendenti dalla loro volontà (se deve andare in
ospedale, in tribunale, …).
La scuola e tutte le altre attività del mattino sono considerate obbliga‐
torie. Anche la presenza e l’impegno nella scuola vengono ricompensati.
D: L’attività di meccanica c’è anche d’estate?
R: La meccanica c’è tutto l’anno, è permanente. Ora riguarda solo i ra‐
gazzi del Levante.
I gruppi hanno vita propria, in tutto e per tutto, quindi hanno la propria
sezione, con le proprie stanze, i propri spazi, le proprie attività, ecc.
D: Le attività del pomeriggio, invece, non sono obbligatorie. È così?
R: Sì, le attività del pomeriggio le consideriamo facoltative
D: Ci sono attività sportive? Di che tipo?
R: Bisogna distinguere: come attività sportive gestite dall’AICS abbiamo
il calcio. Quest’anno dovrebbero ripartire delle attività gestite dal CONI,
in aggiunta al calcio. Se saranno attivate anche quest’anno saremmo al
terzo anno consecutivo. Queste attività sono cambiate via via, dopo a‐
vere osservato le risposte e l’interesse dei ragazzi, dal basket alla palla‐
volo, al judo, al rugby.
D: Se i ragazzi non partecipano all’attività rimangono in cella?
R: Sì, se non vanno in attività rimangono in stanza.
D: Le attività si svolgono solo nei giorni feriali o ce ne sono anche il
sabato e la domenica?
R: Le attività di cui abbiamo parlato fino ad ora (pre‐professonali e ri‐
creativo‐sportive) non si svolgono nel fine settimana. Nel fine settimana
abbiamo alcune associazioni di volontariato che propongono delle atti‐
vità di animazione, di socializzazione, alternandosi nei diversi gruppi.
Non sono presenti tutti i week‐end per tutti i gruppi. Sono presenti al‐
cuni week‐end nel mese e si alternano da un gruppo all’altro.
D: Quali altre attività ricreative sono presenti attualmente al Fer-
rante?
R: Tra le attività ricreative ci sono: il circo sociale, il Progetto “Circo‐
Stanza” di VIP; il disegno e il teatro gestite dall’AICS; socialità‐gioco ge‐
stita dai volontari del Servizio civile nazionale, che fa attività di socia‐
lizzazione, gioco da tavolo, ecc.
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Intervista a Giovanni Lapi (educatore)
Abbiamo inoltre il cineforum gestito da una volontaria dell'associazione
Aporti Aperte, ma questo il sabato.
Poi abbiamo la biblioteca interna, gestita da due bibliotecari delle Bi‐
blioteche civiche di Torino che sono presenti due volte alla settimana,
una mattina e un pomeriggio. La mattina la biblioteca viene frequentata
in due tempi diversi da due gruppi, un gruppo intero alla volta per
un’ora e mezza ciascuno. I gruppi frequentano la biblioteca accompa‐
gnati dagli insegnanti nel periodo scolastico, altrimenti, al termine della
scuola, dato che il servizio prosegue, da altri operatori. L’attività di bi‐
blioteca del pomeriggio, invece, vede i ragazzi di due gruppi andare in
biblioteca in tre o quattro alla volta, avendo la possibilità, individual‐
mente, di dare un’occhiata ai libri, sfogliarli, chiedere il prestito.
Ci sono libri anche in lingua straniera, libri in arabo, libri in rumeno, ci
sono delle riviste.
D: Per quelli che non sanno leggere c’e anche un servizio di lettu-
ra?
R: Sì, c’è la possibilità. A parte la bibliotecaria o gli operatori presenti, al
pomeriggio per esempio quando è possibile anche l’educatore frequen‐
ta la biblioteca con i ragazzi oppure abbiamo due volontarie del Servi‐
zio civile nazionale fisse, che si possono prestare in questo senso.
In biblioteca c’è anche una serie di DVD e di CD, con un computer, quin‐
di i ragazzi hanno anche la possibilità di ascoltare musica o di guardarsi
un DVD. Il DVD lo si riesce a guardare più facilmente al mattino, quando
l’intero gruppo sta per un’ora e mezza.
D: Da dove vengono le risorse per svolgere queste attività? Le as-
sociazioni che le forniscono si autofinanziano, come nel caso no-
stro, oppure ci sono dei finanziamenti? Per esempio, le attività ri-
creative, vengono scelte sulla base di ciò che viene offerto?
R: Le attività ricreative di cui parlavamo prima, quelle gestite dall’AICS,
sono gestite sulla base di un affidamento a seguito di una gara
d’appalto, e quindi c’è un finanziamento apposito da parte del CGM. Il
CONI finora ha offerto delle attività utilizzando prevalentemente fondi
propri (più un budget stanziato dal CGM), lo stesso ha fatto “Vivia‐
moInPositivo”.
D: Per quanto riguarda le attività di volontariato, invece, chi opera
al Ferrante?
R: Come volontariato abbiamo:
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
‐ L’Associazione Aporti Aperte che svolge l'attività di socialità nei
diversi gruppi e l'attività di cineforum il sabato alternativa‐
mente con i gruppi Libeccio e Levante.
‐ Il Servizio civile nazionale, che non è in convenzione diretta‐
mente con il CGM, ma con l’agenzia ForCoop.
‐ L'Associazione Papa Giovanni XXIII, che fa attività di animazio‐
ne due sabati al mese e ogni volta incontra i gruppi Grecale e
Levante.
‐ L’Associazione I Giullari di Dio, che fa attività di animazione due
domeniche al mese e ogni volta incontra i gruppi Grecale e Ma‐
estrale.
‐ L’Associazione ViviamoInPositivo, che svolge attività una do‐
menica al mese presso il gruppo Levante.
‐ L’Associazione Orchestr'Abile, che per tre anni consecutivi ha
gestito un laboratorio di musica la mattina. Quest’anno, che si è
concluso, il laboratorio era svolto insieme alla scuola per la se‐
zione femminile (Maestrale), il martedì mattina ogni due setti‐
mane, quindi come se la scuola facesse attività musicale. L’anno
scorso venivano il sabato mattina e svolgevano attività al Le‐
vante e al Maestrale. L’anno prima, in settimana svolgevano at‐
tività al mattino, sempre al Levante. Questa attività viene svolta
grazie a un progetto che l’associazione ha presentato al Rotary
Club di Chieri, che l’ha finanziato.
‐ L’Associazione La Brezza, che ultimamente, in collaborazione
con un l’Istituto professionale di Torino Giulio, ha gestito dei
laboratori con i ragazzi del Grecale e del Levante. Il primo labo‐
ratorio, l’anno scorso col Grecale era incentrato sulla fotografia,
per cui hanno fotografato tutti i murales, interni ed esterni,
realizzati dai ragazzi, e poi hanno allestito una mostra. Sulla
base di quelle fotografie, ne hanno individuate alcune su cui
hanno lavorato con i ragazzi del Levante quest’anno. Questi la‐
boratori comprendono sempre i ragazzi del gruppo e alcune
studentesse dell’Istituto Giulio, quelle più motivate, quelle che
vengono in qualche modo scelte. Hanno lavorato su delle foto‐
grafie, sulla propria storia, partendo dalla figura dell’animale,
l’identificazione con l’animale, Per arrivare a costruire una
rappresentazione teatrale, che è stata presentata, qui al Fer‐
rante.
D: Quando i ragazzi non hanno molte attività, come può succedere
d’estate o durante i week-end, il morale o lo stato d’animo dei ra-
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Intervista a Giovanni Lapi (educatore)
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
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Intervista a Giovanni Lapi (educatore)
tutte le altre figure sanitarie transiterà alle dipendenze di tale Servizio
amministrativamente e funzionalmente, ma continuerà a operare
all’interno del Ferrante.
E poi abbiamo, al momento, due consulenti psicologi che fanno un certo
numero di ore la settimana, tra sei e quindici.
D: Quali sono, a suo parere, i tre punti di forza del Ferrante?
R: Il fatto che il Ferrante ha un proprio progetto che è inserito
all’interno di un progetto più complessivo di sistema del quale fanno
parte anche gli altri Servizi della giustizia minorile; che al Ferrante c’è
un mondo del privato sociale, dell’associazionismo e del volontariato
molto attivo e presente, con il quale è sempre importante e opportuno
confrontarsi; che vi è una collaborazione consolidata con altre istitu‐
zioni, quali il Comune, la Provincia, la Regione.
D: E tre punti di debolezza?
R: La esiguità, almeno attuale delle risorse umane. C’è in atto un con‐
corso ed è previsto l’arrivo di nuovi educatori. C’è carenza anche rispet‐
to al personale di Polizia penitenziaria, attualmente sono gli agenti circa
53. Altro aspetto da considerare è che a fronte di una massiccia presen‐
za di risorse in termini di attività, non si riescono ad attivare percorsi di
risocializzazione esterni.
D: La logistica, mi pare possa essere un altro punto di debolezza.
La struttura è molto antica, vero?
R: Sì, un punto di debolezza è l’inadeguatezza, al momento attuale, degli
spazi. Non in termini di grandezza, quanto di riorganizzazione, nel sen‐
so di organizzare gli spazi in modo diverso, risanarli… Gli impianti da
ammodernare. È prevista una ristrutturazione. Il blocco principale risa‐
le addirittura al XVII sec.
D: Per i ragazzi che escono è previsto un supporto di appoggio, op-
pure escono e non ne sapete più nulla? C’è una rete post-
detenzione?
R: Questo andrebbe inserito nei punti di debolezza. C’è il fatto che per
tutti questi ragazzi stranieri – prevalentemente clandestini – nonostan‐
te la ricchezza delle risorse, interne ed esterne, alla fine non riusciamo
sempre a concretizzare dei progetti di inserimento e di recupero dopo
l’uscita dalla struttura.
Noi cerchiamo comunque di considerare il carcere come ultima risorsa,
anche per chi in carcere c’è già arrivato.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
D: Un ragazzo, per esempio, che oggi esce dopo essere stato qui
due anni, cosa farà? La struttura se ne può occupare?
R: La struttura se ne può occupare, se riesce a progettare, per tempo,
senza aspettare che venga scarcerato. Laddove ci sono possibilità si
cerca di proporre delle alternative alla detenzione, ancor prima. La pos‐
sibilità, cioè, di scontare la pena in maniera alternativa. Se parliamo di
ragazzi che sono stati qui per molto tempo e che quindi sono ragazzi
condannati, definitivi, tutte le volte che è possibile cerchiamo di predi‐
sporre dei progetti alternativi. Quindi proprio come misura alternativa:
l’affidamento in prova al Servizio sociale, la detenzione domiciliare. Il
ragazzo, quindi, sconta la condanna non più in carcere ma sotto altre
forme.
Se il ragazzo invece ha scontato tutta la pena in carcere è perché non è
stato possibile attivare altri progetti prima, e quindi la difficoltà perma‐
ne, anche dopo il momento della scarcerazione.
Quello che possiamo fare è cercare di far sì che lui non esca e si ritrovi
immediatamente solo fuori dalla porta. Per cui nel caso del ragazzo in
questione, che è stato in carcere per due anni, dato che viene considera‐
to minorenne facciamo la comunicazione di rito all’Ufficio minori stra‐
nieri, chiedendo di venirlo a prendere. L’Ufficio minori stranieri non è
nelle condizioni di poter venire a prendere i ragazzi, quindi li accompa‐
gniamo noi. Così oggi il ragazzo che esce andrà all’Ufficio minori stra‐
nieri, accompagnato dagli agenti di Polizia penitenziaria. Là probabil‐
mente lui dirà che non ha bisogno di nulla e che vuole andare da un pa‐
rente che lui ha ricontattato recentemente e che ha dato disponibilità
ad accoglierlo in casa. Questo per quanto riguarda l’abitazione, perlo‐
meno in via temporanea.
Per quello che invece può essere un inserimento formativo, lavorativo,
ecc. lui dovrà affrontare i problemi che affrontano tutti coloro che sono
clandestini in Italia. Questo è uno dei motivi principali per cui non si è
riusciti ad attivare nulla prima con un ragazzo detenuto per due anni.
Senza parlare poi del comportamento che il ragazzo può aver avuto qui,
che ha fatto sì che lui non potesse beneficiare di tutto quello che la leg‐
ge prevede: i permessi premio, la liberazione anticipata. Se lui avesse
potuto ottenere la liberazione anticipata, magari sarebbe uscito anche
prima.
Laddove è possibile, noi i progetti cerchiamo di attivarli prima. Nella
maggior parte dei casi, con i ragazzi stranieri clandestini che però han‐
no almeno un certificato che ne attesta le generalità, una di provenienza
certa, ecc. e che non hanno riferimenti positivi sul territorio, si cerca di
inserirli in comunità, nella speranza che poi nella comunità maturino
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Intervista a Giovanni Lapi (educatore)
anche una maggiore disponibilità a svelarsi, a produrre i documenti ne‐
cessari per cercare di regolarizzarsi in Italia.
D: Per i permessi di soggiorno, voi aiutate qualche ragazzo clande-
stino a mettersi in regola? Quelli che hanno i documenti.
R: Per i ragazzi che lo vogliono. Per chiedere il permesso di soggiorno ci
vogliono determinati documenti, che a volte sono anche difficili da pro‐
durre nel paese d’origine. Comunque occorre che ci sia la collaborazio‐
ne da parte della famiglia che risiede nel paese d’origine.
D: E per uno che entra e ha il permesso di soggiorno ma che gli
scade mentre è qua, lo può rinnovare?
R: Sì, lo può rinnovare. Lo possiamo fare noi o lo può fare l’Ufficio mino‐
ri stranieri con cui possiamo collaborare. Però anche per il rinnovo so‐
no necessari determinati documenti, e quindi non sempre si riesce a
completare la pratica per la richiesta di rinnovo.
D: Tra il 2007 e il 2008 quanti ragazzi – tra ragazzi e ragazze – so-
no entrati al Ferrante?
R: Nel 2007 sono entrati 134 maschi e 35 femmine, mentre nel 2008
(ma si tratta di dati non ancora ufficiali), fino alla fine di settembre i
maschi si attesterebbero su 109 unità e le femmine su 29.
D: Cosa ne pensa delle varie proposte di legge che vanno verso una
Giustizia minorile più repressiva, tipo l’abbassamento dell’età im-
putabile, la soppressione dei tribunali per minorenni, oppure il
clandestino che viene immediatamente espulso. Questa situazione
che noi dall’esterno vediamo, voi come la percepite, “dentro”, la-
vorando qua?
R: È stato da poco varato il cosiddetto “Pacchetto sicurezza” del Gover‐
no Berlusconi. Al momento non ho percezione di grossi cambiamenti
sul piano della gestione operativa, almeno per quanto riguarda la realtà
minorile. Certamente ci sono alcuni dati preoccupanti.
Fortunatamente la proposta che ci fu circa l’abbassamento dell’età im‐
putabile e la chiusura dei Tribunali per i Minorenni non ebbe corso. A‐
vrebbe voluto dire fare un passo indietro, addirittura più indietro del
1934, perché il primo codice risale a quell’epoca e i primi Tribunali per
Minorenni furono istituiti allora in pieno periodo fascista.
Non mi sembra poi nemmeno così giustificata questa scelta più repres‐
siva, perché in realtà non c’è un aumento dei reati. Forse si può parlare
di un maggior numero di reati contro la persona e quindi di reati che
creano più allarme sociale, però non c’è un aumento dei reati.
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Gli ingressi in carcere, complessivamente, in Italia, nell’anno continua‐
no ad attestarsi intorno alle 500 unità.
D: C’è un giornalino in questo carcere, Albatros. Esce regolarmen-
te?
R: Ne sono usciti alcuni numeri e uno è in corso di realizzazione, ma
non c’è una cadenza fissa. Pur essendo regolarmente registrato in Tri‐
bunale, e regolarmente pubblicabile non esce con una cadenza fissa.
Si sta valutando la possibilità di pubblicare il giornalino online ma è an‐
cora tutto da definire.
D: Dal 2006 l’Associazione ViviamoInPositivo porta avanti
l’attività di Circo Sociale e Comicoterapia, il primo anno solo con il
Levante e il Maestrale, e da gennaio 2008 per tutti i gruppi: Levan-
te, Maestrale, Grecale e Libeccio. Quale riscontro avete voi come
educatori, come agenti penitenziari rispetto a questa attività? Il
Progetto si chiama “CircoStanza”, cioè “il circo in una stanza per
cambiare le circostanze della vita”, in quanto l’attività si svolge
proprio in una stanza dove si svolgono arti circensi. L'attività vie-
ne svolta con un fine non solo artistico ma anche pedagogico ed
educativo. In base agli incontri che lei ha avuto con i ragazzi o du-
rante le riunioni degli operatori, come le pare che venga recepita
dai ragazzi questa attività? Ad esempio i ragazzi sono più tranquil-
li dopo questa attività? Sono più di buon umore?
R: Ho avuto riscontri che sono positivi fino a poco tempo fa. Ricordo in
particolar modo i rimandi che mi davano i ragazzi al Levante, perché
fino alla metà di maggio ero responsabile del Levante e quindi mi rap‐
portavo principalmente con loro. Però devo dire che ho raccolto anche
pareri positivi dai colleghi e da ragazzi anche di altri gruppi. Ricordo
alcuni ragazzi che non volevano rinunciare a frequentare l’attività. Mi
ricordo, attraverso quello che mi dicevano loro, ma attraverso quello
che mi dicevate anche voi nelle riunioni Stop and Go rispetto alle cose
che facevate, che i ragazzi – alcuni in particolar modo – riuscivano ad
aprirsi molto di più rispetto al proprio intimo, e che ragazzi che magari
fino a quel momento non si erano mai messi davanti a una telecamera a
parlare di se stessi, invece lo facevano.
Voglio dire che sono tutti segnali importanti, questi, che ti fanno capire
che non si tratta di una attività di animazione e basta, ma che attraverso
quest’attività – che poi sicuramente non è solo l’attività, ma anche chi la
propone, perché ovviamente siamo persone e ci relazioniamo tra di noi
– questo mix di cose in qualche modo portava i ragazzi a volerci stare, a
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Intervista a Giovanni Lapi (educatore)
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Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop)
Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop)
Data: 15 ottobre 2008
Intervistato: Pasquale Ippolito
Intervistatore: – Associazione di Promozione Sociale “ViviamoInPosi‐
tivo”
Ruolo dell’intervistato rispetto al Ferrante Aporti : Responsabile
delle attività pre‐professionali
Tema dell’intervista: Attività svolta al Ferrante dalla Forcoop
Note: l’Istituto Penitenziario Minorile Ferrante Aporti, per facilitare la
lettura, verrà indicato durante l’intervista come “Ferrante”.
D: Qual è il suo ruolo all’interno del Ferrante?
R: Sono responsabile delle attività pre‐professionali.
D: Che attività svolge la Forcoop al Ferrante?
R: Forcoop Agenzia Formativa gestisce in ATI (Associazione Tempora‐
nea d’Impresa) con altre due Agenzie ENGiM e CFPP – Casa di Carità, le
proposte formative rivolte ai minori e giovani adulti così come previsto
dalla Direttiva Mercato del Lavoro del Fondo Sociale Europeo, della
Provincia di Torino, che stanzia fondi dedicati ai minori ristretti per of‐
frire opportunità formative e di inserimento lavorativo, rispondendo ad
un diritto e in coerenza anche ad un principio di offerta di pari oppor‐
tunità, anche a giovani in carico alla Giustizia Minorile.
D: Da quanti anni?
R: Forcoop interviene nell’Istituto dal 2001, ma la presenza delle Coo‐
perative che ne fanno parte, Forcoop è un Consorzio di Cooperative So‐
ciali, risale al 1982. Più di un quarto di secolo.
D: Quanti operatori Forcoop lavorano al Ferrante?
R: Attualmente impiegati nelle attività professionali tra tecnici, orienta‐
tori e consulenti ci sono 15 operatori
D: Come si finanzia la Forcoop?
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
R: Forcoop Agenzia Formativa di emanazione della Legacoop Piemonte
è accreditata presso la Regione Piemonte per svolgere attività formati‐
ve nell’ambito delle Direttive Comunitarie, emanate dalle Regioni e dal‐
le Province. La quasi totalità delle nostre entrate provengono da attività
di progettazione e partecipazione a Bandi Pubblici in concorrenza con
altre Agenzie Formative. Esiste un mercato della Formazione nel quale
ogni anno dobbiamo concorrere per poter proseguire le nostre azioni
formative, sia all’interno del Ferrante sia fuori.
D: Come vengono scelte le attività che la Forcoop offre al Ferrante?
Cambiano di anno in anno? Quali finalità hanno?
R: Le attività formative e pre‐professionali vengono concordate, in
un’ottica educativa e trattamentale rivolta ai ragazzi, con la Direzione
dell’Istituto e con il Centro di Giustizia Minorile, tenendo conto degli
spazi, dei vincoli, delle risorse economiche disponibili e della congruità
delle proposte in riferimento anche al Mercato del Lavoro e agli sbocchi
occupazionali. Esiste un’offerta consolidata negli anni e alcune oppor‐
tunità che possono variare. Chiamiamo tutte le attività pre‐
professionali “Valorizzazione delle potenzialità professionali”, in quan‐
to nel limitato tempo trascorso al Ferrante Aporti, i ragazzi hanno si
l’opportunità di acquisire competenze tecniche, ma ci interessa molto
l’acquisizione di regole di convivenza, l’assunzione di responsabilità, la
gestione delle dinamiche di gruppo e la scoperta di capacità mai esplo‐
rate da parte dei ragazzi. Le attività di Meccanica, Arte Bianca, Informa‐
tica, Informatica Multimediale, Ceramica, Lavorazione del Cuoio, Giar‐
dinaggio, Orientamento all’inserimento lavorativo e professionale, sono
degli strumenti di formazione e non il fine ultimo della nostra attività.
D: Quali sono dal suo punto di vista, i punti di forza del Ferrante?
R: I punti di forza sono la professionalità degli operatori (interni ed e‐
sterni) e l’aver determinato negli anni un progetto di Sistema al quale
far riferimento. L’altro punto di forza sono l’offerta ampia e qualificata
delle offerte formative, ricreative, culturali e sportive presenti. In que‐
sto il Ferrante non è secondo a nessuno a livello Nazionale.
D: Quali sono i punti di debolezza del Ferrante?
R: Sicuramente la gestione della comunicazione e l’incapacità di far co‐
noscere all’esterno le cose positive che vengono svolte. Sul giornale ci
finiamo solo quando succedono avvenimenti negativi. L’altra debolezza
è che non basta avere un progetto al quale far riferimento, manca in
questo momento una tensione ideale e progettuale tra tutte le profes‐
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Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop)
sionalità coinvolte, che sappia interpretare il presente difficile e trovare
delle soluzioni e delle vie d’uscita.
D: Un evento positivo dell’ultimo anno che riguarda le vostre atti-
vità al Ferrante?
R: S. , una ragazza Rom che ha vinto con una scultura in ceramica, rea‐
lizzata nel nostro laboratorio, il premio internazionale “G. Sciacca” per
la sezione minori ristretti, premio consegnato addirittura a Roma al
Quirinale in presenza di autorità politiche e dello spettacolo.
D: Un evento negativo?
R: Non c’è un evento particolare, ma tutti rimaniamo sconcertati e scon‐
fitti quando i ragazzi mettono in atto azioni di autolesionismo e
quest’anno è successo parecchie volte.
Non sono azioni esercitate all’interno delle attività, ma nei momenti di
maggior solitudine dei ragazzi, il che ci fa riflettere che possiamo ap‐
portare tutti i miglioramenti possibili per trasformare il momento della
detenzione in un’opportunità per il ragazzo/a, ma la privazione della
libertà è dura, molto dura, soprattutto per un adolescente, che ha una
percezione del tempo diverso da noi adulti.
D: Conosce l’attività di Circo Sociale e Comicoterapia CircoStanza?
Che utilità pensa possa avere per i ragazzi ristretti?
R: Quella di capire che ridere di se stessi non è una debolezza, ma una
grande forza interiore. Che assumere sempre una maschera di sfida con
il mondo è molto faticoso e che forse si può vivere meglio se si accetta‐
no i propri limiti, le proprie difficoltà e che questo sono spesso il trami‐
te per entrare in relazione sincera con gli altri.
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Il circo sociale
Il circo sociale
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
I “giullari di bocca”, cantori delle vite dei santi e delle gesta degli e‐
roi dei romanzi d’avventura, conquistarono una buona condizione so‐
ciale, mentre giocolieri, acrobati e saltimbanchi restavano ai margini
della società.
Ma furono proprio quest’ultimi, girando fra castelli, corti e palazzi a
tener viva una tradizione già allora vecchia di millenni e a tramandare
di generazione in generazione le tecniche della giocoleria; numerosi
documenti testimoniano di come i giocolieri del medioevo fossero già
molto simili a quelli dei nostri giorni.
Dal 1500 i saltimbanchi, che per tutto il medioevo avevano percorso
le strade d’Europa soprattutto come singoli, cominciarono ad organiz‐
zarsi in compagnie ambulanti.
Queste prime associazioni di attori potevano sfruttare le piazze dei
mercati, che nel frattempo si erano affermati come importanti momenti
della vita sociale dell’epoca.
Le fiere erano vivaci luoghi di spettacolo popolati da trovatori, bal‐
lerini di strada, contorsionisti, lettori di tarocchi, venditori d’elisir e
giocolieri, che in loro ottenevano in qualche modo una sorta di ricono‐
scimento della propria professionalità.
E ottennero anche che le autorità competenti cominciassero ad es‐
sere non solo più tolleranti nei loro confronti, ma addirittura propositi‐
ve, come accadde a Norimberga, nel 1680, quando il consiglio cittadino
assoldò un “maestro di palle” per insegnare ai giovani della città a gio‐
colare e a camminare sulle funi.
Nella seconda metà del 1700 giocolieri e saltimbanchi che si erano
esibiti fino ad allora in strade polverose, trovarono impieghi nelle mi‐
gliori piste dei circhi e sui palcoscenici dei teatri di varietà.
I più importanti storici del settore sono concordi nell’indicare il
1852 come anno di nascita del varietà, la cui prima dominazione viene
di solito considerata quella inglese di music‐hall.
In realtà in Inghilterra erano già da molto tempo diffusi i cosiddetti
pleasure gardens, dei piccoli caffé immersi nel verde, dove si poteva
sorseggiare una bevanda, e di tanto in tanto ospitare dei saltimbanco
presi in prestito dalla strada!
Ad uno di questi pleasure gardens si era esibito anche Joseph Gri-
maldi, il primo clown della storia, il padre delle clownerie, del quale
Charles Dickens scrisse le “memorie”.
Ben presto in tutta Europa furono costruiti nuovi edifici teatrali
(chiamati teatri di varietà) dedicati solo a tali rappresentazioni, che nel
frattempo stavano però cambiando il proprio sistema produttivo, non
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Il circo sociale
più basato sulla compagnia, ma sul singolo artista, scritturato di volta in
volta!
Fu proprio in queste sale che a cavallo tra l’800 e il’900 trovarono il
maggior successo di pubblico e di critica.
Il 26 agosto del 1919 Lenin, seguendo la proposta del commissario
all’istruzione e alla cultura, Anatolij Vasileviic Lunaciarsky, promulgò il
decreto sulla nazionalizzazione dei teatri e dei circhi stabili e itineranti
esistenti sul territorio sovietico, nonché quello di tutti i lavoratori del
settore, ad un solo organo direttivo: il Soyuzgoscyrk, il cui primo re‐
sponsabile fu il giocoliere austriaco Darlè.
Nel 1927 fu inaugurata a Mosca la scuola delle arti del circo e del va‐
rietà, dove la giocoleria era materia obbligatoria ed insegnata sin dai
primi anni di corso
L’arte del circo fiorì: i 15 circhi nazionali diventano 86 e nacque la
figura del regista di circo!
Ma la più importante novità rispetto allo sviluppo della giocoleria è
la nascita dei primi veri e propri metodi moderni d’insegnamento.
Altro importante fenomeno per lo sviluppo della giocoleria è stato la
nascita del nouvea u cirque .
Le motivazioni di tale movimento sono da ricercarsi nei moti che at‐
torno al 1968 contribuirono un po’ ovunque allo sviluppo del nuovo te‐
atro; che cercando di rompere i vecchi schemi, attingeva la propria linfa
vitale da forme di spettacolo più genuine, come la commedia dell’arte e
il mimo, accostandosi al circo.
L’artista di circo presenta delle analogie con l’attore della commedia
dell’arte nell’essere allo stesso tempo attore, autore e, regista e capo‐
comico.
Il giocoliere e il clown devono allenarsi, costruire propri esercizi,
impostarli in maniera tale da rendere fluida la propria rappresentazio‐
ne, creare una sorta di drammaturgia del numero tenendo conto del gu‐
sto del pubblico e delle tendenze del momento, trovare la musica adatta
e ad accompagnare le proprie evoluzioni e disegnare i propri costumi in
modo tale da soddisfare sia le esigenze estetiche che quelle pratiche le‐
gate alla corporeità della propria esibizione.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Le discipline circensi sono accessibili pressoché a tutti e presentano di‐
verse caratteristiche che possono favorire l’instaurarsi di relazioni po‐
sitive tra operatori di circo sociale e gli utenti. Instaurare una relazione
di fiducia e rispetto è il primo passo per portare avanti un lavoro educa‐
tivo. Apprendere l’uso di un oggetto o un’abilità, oltre ad avere un valo‐
re di per sé, porta con sé una crescita a livello personale sotto vari a‐
spetti. Ne prendiamo in considerazione alcuni.
L’accettazione e la sensibilità
Le attività a tema circense rendono i ragazzi più ricettivi nei confronti
delle proprie esigenze e di quelle degli altri. Lo svolgimento del lavoro e
le necessità “di scena” fanno in modo che tutti vengano accettati e che
ciò che solitamente viene ritenuto un difetto diventi una qualità. Un ra‐
gazzo con qualche problema di peso che in situazioni comuni tutti pos‐
sono deridere diventa invece fondamentale per fare il porteur di una
piramide, così come uno più mingherlino e fragile diventa indispensabi‐
le per svolgere il ruolo di agile della piramide umana. Tutti in eguale
misura nel circo risultano importanti, accettati e rispettati; in questo
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Il circo sociale
ambiente non c’è spazio per fenomeni che si basano sulla differenza
quali per esempio il bullismo.
La responsabilità e la socievolezza
Il percorso circense richiede un grande senso di responsabilità, di di‐
sciplina, di concentrazione e di attenzione verso se stessi, verso i com‐
pagni e verso gli attrezzi che vengono usati. Per questo i docenti indica‐
no, sin dall’inizio del percorso, alcune preziose e semplici regole di
comportamento, che i ragazzi sembrano accettare di buon grado e che
permettono lo svolgersi del progetto nel tempo con consapevolezza.
Durante i laboratori vengono altresì inseriti elementi di recitazione
utili per sviluppare l’immaginazione, come tecniche di mimo e improv‐
visazione.
Lo scopo è quello di fare emergere e amplificare le possibilità creative e
di crescita dei ragazzi.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
L’obiettivo è quello di promuovere una progressiva apertura menta‐
le che conduca gli adolescenti all’abbandono della modalità di rifiuto
del nuovo e del cambiamento fino a raggiungere una buona capacità di
socializzare tra loro e con gli adulti.
La comunicazione e la creatività
I clown utilizzano un tipo di comunicazione che è facilmente compren‐
sibile da tutti: il riso, la caduta, il pianto, l’errore, la timidezza,
l’imbarazzo, il fallimento, la goffaggine non hanno bisogno di una lingua
specifica e fanno parte del vissuto dell’essere umano. Ed ecco che per
costruire un personaggio, per improvvisare una scenetta, si usano me‐
todi che utilizzano il linguaggio non verbale, si superano così anche i
problemi di lingue differenti.
Il progetto vuole stimolare la reattività dei ragazzi, la capacità di vi‐
vere ed interpretare ruoli diversi, la loro creatività nell’ideazione del
numero comico, fin dai primi momenti in cui si apprendono le tecniche
basilari.
La progettazione dello spettacolo prevede la presenza degli opera‐
tori come registi e coadiutori per l'aspetto coreografico, mentre lo sfor‐
zo creativo e realizzativo deve essere compiuto dai ragazzi stessi, per‐
corso che permette loro di assumere piena consapevolezza e padronan‐
za del proprio personaggio sia durante le fasi del processo di prepara‐
zione sia nel prodotto finale: lo spettacolo.
L’applicazione e la concentrazione
L’applicazione delle arti circensi richiede disciplina e concentrazione
continua. Attraverso
l’apprendimento delle tecniche circensi ci si allena all’attenzione e
nel contempo si impara a rilassarsi nei momenti di stress. Disciplina e
concentrazione facilitano l'apprendimento di contenuti e tecniche che
possono essere in seguito applicati in spettacolo.
L’autonomia
Il primo requisito per riuscire a realizzarsi nella vita è quello di impara‐
re a star bene sia in compagnia sia da soli. Solo quando si sta bene da
soli si impara ad essere liberi.
Le arti circensi permettono di acquisire la capacità di star bene sia
da soli, sia in gruppo.
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Il circo sociale
La giocoleria
Sono numerose le valenze psico/pedagogiche e motorie implicate nella
pratica della giocoleria:
‐ rafforzare l’autostima e la fiducia in sé;
‐ sviluppo delle proprie potenzialità;
‐ sviluppare la capacità di analisi;
‐ confrontarsi e superare i propri limiti;
‐ apprendere a lavorare in squadra;
‐ favorire la collaborazione tra i ragazzi e l’aiuto reciproco;
‐ sviluppare le possibilità relazionali;
‐ favorire l’accettazione e l’inserimento di soggetti emarginati
nel gruppo dei pari;
‐ sviluppare ed elaborare una metodologia di lavoro;
‐ esercitare la pazienza e la costanza nel lavoro.
Rafforzamento dell’autostima.
La riuscita in nuovo gioco diviene una concretizzazione, una afferma‐
zione, ragion per cui il livello della propria autostima cresce. L’arte del‐
la giocoleria parte da giochi elementari fino alla produzione di spettaco‐
lari evoluzioni, attraverso una serie di tappe intermedie (ciascuna delle
quali rappresenta comunque la realizzazione soddisfacente di un eser‐
cizio). Si diventa più abili man mano che si raggiungono nuovi obiettivi.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Il consolidamento positivo di ogni traguardo raggiunto, dà l’incentivo a
continuare, misurandosi con giochi sempre più impegnativi, ambiziosi e
gratificanti.
Lavoro di squadra.
Il percorso formativo di giocoleria porta a sviluppare il lavoro di squa‐
dra e la collaborazione. Nel gruppo si distinguono i soggetti più abili in
alcune attività e meno in altre, si favorisce così il protagonismo del sog‐
getto e la collaborazione di tutti al fine di realizzare un buon lavoro di
squadra.
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Il circo sociale
Interazione.
Nei giochi di coppia o di gruppo quale il passing (scambio di oggetti tra
più persone), il soggetto si trova nelle condizioni di dover interagire
con altri. Tale situazione è un banco di prova per lo sviluppo delle com‐
petenze relazionali quali il superamento del confronto con il gruppo (la
vergogna di mostrarsi agli altri), percezione dello spazio, del tempo, del
ritmo altrui (se non c’è un sincronismo tra i partecipanti gli oggetti ca‐
dono), il riconoscimento e l’accettazione dei limiti/abilità degli altri ed
infine il rispetto delle regole del gioco.
Metodologia di lavoro.
Man mano che il soggetto, giocolando, acquisisce competenze, sviluppa
parallelamente la capacità di progettare un percorso in vista del rag‐
giungimento di un risultato (la riuscita in un particolare gioco di abili‐
tà). La persona si abituerà quindi a una metodologia di lavoro propria
che segnerà i tempi per l’apprendimento. L’allenamento quotidiano
consente inoltre di interiorizzare una disciplina.
Pazienza: la giocoleria può aiutare a sviluppare la pazienza, la fiducia in
sé stessi e una capacità di lavorare gradevolmente con gli altri.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
dimento. Ogni nuova mossa o l’utilizzo di nuovi attrezzi, pone una sfida
per il soggetto, che man mano costruisce il proprio repertorio attraver‐
so un processo che a partire dall’interesse e dall’esplorazione conduce
alla sperimentazione, al perfezionamento e al consolidamento delle
proprie abilità.
Di particolare interesse è approfondire l’utilizzo dell’emisfero de‐
stro del cervello: questa sezione dell’encefalo che regola le funzioni mo‐
torie della parte sinistra del corpo è per la maggior parte delle persone
poco o per nulla utilizzata, fatta eccezione per i soggetti mancini (per i
quali è comunque valido il discorso inverso).
La pratica della giocoleria prevede l’utilizzo di entrambi gli arti su‐
periori (e a volte anche inferiori) coinvolgendo in toto lo schema corpo‐
reo dell’uomo: tutti i giochi prevedono il coinvolgimento della mano
subordinata a cui è affidato un ruolo pari di quella dominante. Se
all’inizio l’utilizzo della mano sinistra (per i destri) è complesso ed im‐
pacciato, con la pratica si scopre come anche l’arto debole, se debita‐
mente allenato, saprà compiere straordinarie evoluzioni fino ad ora ne‐
anche immaginate. Ciò dimostra come sia possibile potenziare e svilup‐
pare con successo le capacità latenti del nostro cervello, considerando
che in genere l’uomo utilizza solo un’infinitesima parte del potenziale a
sua disposizione.
Lo schema della giocoleria è di tipo olistico, dove il tutto (il gioco
completo) è di più della somma delle parti (il movimento di ogni singo‐
la mano): entrano quindi in gioco entrambi gli emisferi, ognuno con il
compito di pilotare con precisione le funzioni motorie della rispettiva
parte del corpo.
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Il circo sociale
L’acrobatica a terra
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Sviluppo dell’autostima.
Eseguendo ogni esercizio di acrobatica a terra si ottiene un risultato, un
prodotto visibile. Come in ogni disciplina sportiva si inizia da soli, dopo
un adeguato riscaldamento fisico ad eseguire esercizi singoli, dai sem‐
plici a quelli più difficili. Così mettendo in gioco il proprio corpo e otte‐
nendo dei risultati la propria autostima cresce.
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Il circo sociale
e aeree. Tutto ciò favorisce il protagonismo di ogni singolo soggetto e la
collaborazione di tutti al fine di realizzare un buon lavoro di squadra.
Interazione.
Sia nell'acrobatica di gruppo e nell'acrobalance in coppia o in trio, il
soggetto si trova nelle condizioni di dover interagire con altri. L'alle‐
narsi, provare e mettere in scena figure di acrobatica o ad esempio co‐
reografie è la messa alla prova per lo sviluppo delle competenze rela‐
zionali come il superamento di stare all'interno di un gruppo, di non
vergognarsi davanti agli altri, ma anche aiuta lo sviluppo di aspetti tec‐
nico‐teatrali come la percezione dello spazio, del tempo e del ritmo. Co‐
sì, ad esempio, attraverso l'inscenare di una piramide umana o di una
coreografia, il soggetto riconosce e accetta i propri limiti e le proprie
abilità, mettendole a confronto e a servizio degli altri, condividendole
per una buona riuscita del lavoro.
Metodologia di lavoro.
Grazie al costante allenamento e alla sperimentazione di nuovi esercizi,
l'acrobata attraverso le competenze acquisite, è ormai capace di guar‐
dare avanti, puntare ad esercizi più complessi singolarmente e nel lavo‐
ro di gruppo. Vedrà in uno dei suoi primi insegnanti o compagni di alle‐
namento, la fiducia, una guida per la prova di nuovi e difficili esercizi.
Così il soggetto si abituerà ad avere la propria metodologia di lavoro e a
sapersi relazionare durante un allenamento individuale e di gruppo.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Il clown
La ricerca del proprio clown, di quel particolare stato d'animo in cui e‐
splorare le proprie debolezze e contraddizioni per sottolinearle, valo‐
rizzarle e estremizzarle così da trasformarle in un dono comico, è la ri‐
cerca dell'apertura e l’accettazione della propria vulnerabilità. Cercan‐
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Il circo sociale
do il proprio clown si riscopre la creatività del bambino interiore pre‐
sente in ogni adulto.
Nell’arte del clown il ragazzo afferma la propria personalità, canalizza
le energie positive ma anche quelle negative e lavora in modo creativo
su elementi importantissimi quali:
‐ l’accettazione dell’errore;
‐ il senso del Ridicolo;
‐ relazionarsi con gli altri e con un pubblico;
L’accettazione dell’errore.
L’educazione ci insegna che non si può sbagliare. È proprio la paura di
sbagliare, di non essere all’altezza che condiziona l’azione di molti gio‐
vani. Il clown per far ridere deve sbagliare: è proprio attraverso il fal‐
limento, il ”fiasco” che il clown provoca il riso nel pubblico. L’arte del
clown insegna che sbagliare può essere accettabile e diventare
un’abilità, insegna a sdrammatizzare il fiasco e a vedere l’errore come
un’esperienza dalla quale imparare
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Il mimo
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Il circo sociale
pazione arti, muscoli, leve, che nello sforzo reale, normalmente non
vengono sollecitati. Questo serve a dar chiarezza e a determinare lo sti‐
le del gesto che viene sbanalizzato e amplificato.
È inoltre importante prendere misure che rendano credibili le di‐
mensioni degli oggetti: se si finge di avere in una mano una bottiglia e
nell'altra un bicchiere che devo riempire e li allontano troppo, darò
l'impressione di avere una bottiglia dal collo lunghissimo; se li avvicino
troppo invece il collo sparirebbe, la differenza vista da fuori è notevole.
Il bello del mimo e rendere interessante un gesto che di per sé non
lo è, come appunto versare dell'acqua in un bicchiere. Se però ci si limi‐
ta ad applicare i gesti naturali, il tutto diventa banale, piccolo e soprat‐
tutto non verosimile. Nel mimo bisogna amplificare qualsiasi piccolo
gesto per renderlo credibile, il mimo manipola la realtà.
Per essere mimi bisogna acquisire un grande bagaglio di conoscenze
tecniche, ma il giorno in cui ci si è appropriati di tutta la tecnica possibi‐
le, bisogna imparare, come, dove e quando applicarla e soprattutto im‐
parare a farne anche a meno. Il mimo che insiste a descrivere ogni par‐
ticolare diventa fastidioso, noioso. Quindi bisogna imparare a buttar via
tutto il superfluo, dimostrando sintesi e stile.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Presenza e attenzione
Sono i tre requisiti per riempire lo spazio – “sono qui, completamente,
in questo momento nell’area di rappresentazione”
Occorre sviluppare una consapevolezza di sé nello spazio, ossia il
senso cinestesico “un senso per mezzo del quale vengono percepiti il
movimento muscolare, il peso e la posizione nello spazio”.
Pertanto “avere presenza” significa essere completamente lì, con
l’attenzione focalizzata sulla rivelazione degli eventi così come si di‐
spiegano davanti. Questa sagace consapevolezza e prontezza dovrebbe‐
ro estendersi e proiettarsi verso il pubblico, ossia “sono mentalmente
qui: in ogni luogo, in quello spazio davanti al pubblico e desidero ri‐
specchiarlo per mezzo del corpo”.
Concentrazione
Un altro aspetto importante è la concentrazione, perché se il soggetto
non è concentrato la sua presenza diminuisce, cessa di essere presente
e così rischia che nessuno lo segua.
La concentrazione dell’attore dirige l’attenzione del pubblico verso
ciò che sta succedendo, invitando così tutti a partecipare all’azione. In
questo momento lo spettatore è in connessione con l’energia dell’attore
e le dinamiche sono reciproche, la comunicazione, è stabilita: lo scam‐
bio è continuo. Comunicare vuoi dire «rendere comune». Da un lato
questo significa condividere, instaurare un legame, essere in contatto;
dall’altro vuol dire trasmettere messaggi, far sapere, scambiare infor‐
mazioni.
Comunicazione
La comunicazione non verbale o analogica, tipica del mimo, per il suo
carattere figurativo, aperto a diverse letture ha un grande potere “ma‐
gico” se si considera le svariate forme di approccio che si possono avere
con il linguaggio del volto, dei gesti, del corpo.
Ingiusto e miope è sottovalutare la possibilità di comunicare con
bambini piccoli o con chi è introverso, timido, spaventato, oppure im‐
possibilitato da deficit permanenti o transitori. In situazioni di questo
tipo sarà ancora più importante valorizzare, più che il linguaggio parla‐
to, la mimica e il comportamento. La via comunicativa per entrare in
relazione non sempre è evidente; anzi, a volte è impercettibile, la si tro‐
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Il circo sociale
va dopo vari tentativi e in tempi non sempre brevi, esplorando con deli‐
catezza i diversi livelli.
La comunicazione e l’intesa si troveranno attraverso un gesto espli‐
cito o appena accennato, una frase comprensibile, uno sguardo espres‐
sivo, un sorriso di complicità.
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ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS
ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS
ViviamoInPositivo
Uniti per crescere insieme
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
riato indipendenti ma che scelgono di restare connesse a ViviamoInPo‐
sitivo, adottandone il nome lo statuto e i valori.
L’Associazione ViviamoInPositivo, riconosciuta nell’anno 2008 come
APS (Associazione di Promozione Sociale) continua l’opera iniziale di
studio, ricerca e formazione. ViviamoInPositivo cura la formazione dei
volontari clown di corsia di tutta Italia, occupandosi della produzione di
corsi quali i c o r s i clo w n b a s e, i c o rs i clo w n a va n zat i, i c o r s i
s p eci a l is t i c i (“Oncologici”, “Missioni”, …), i co rs i -tr ai ne r (i trainer
si occupano nelle associazioni di organizzare condurre e gli incontri di
allenamento periodico dei volontari), i co r s i - di r i ge nt i (per i membri
dei direttivi delle associazioni).
Dal 2005 ViviamoInPositivo avvia il progetto CircoStanza che verrà
in seguito definito e diffuso presso altre associazioni VIP.
Nell’anno 2008, ViviamoInPositivo APS, mantenendo le attività di
formazione orientate ai volontari clown, estendendo il progetto Circo‐
Stanza e riprende anche alcune delle attività di formazione nel campo
della crescita personale rivolte a singoli individui e coppie.
ViviamoInPositivo
Significa affrontare insieme la vita, accettandone ogni suo aspetto. Vi‐
viamoInPositivo vuol dire apprendere, realizzare in noi e portare ad al‐
tri quanto può aiutare a vivere meglio.
Lo spirito clown
Riscoprire il bambino interiore, sviluppare la fantasia, la creatività, la
capacità di vedere il positivo e buffo delle cose, la gioia, l’armonia,
l’apertura, l’accettazione e altri atteggiamenti positivi. Sono queste le
qualità che ci permettono di diventare “portatori di gioia”, che rendono
capaci di trasformare l’atmosfera dei luoghi in cui c'è disagio e di stimo‐
lare nelle altre persone gli stessi sentimenti che ci animano.
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ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS
La formazione
La conoscenza e l’esperienza si possono moltiplicare quando vengono
condivise, ci trasformano e, una volta acquisite, diventano un bagaglio
personale che non si può più smarrire. La formazione ha valore per noi
in quanto è lo strumento che abbiamo scelto per diffondere i valori, le
conoscenze e le esperienze che riteniamo possano aiutare a rendere
migliore il mondo.
L’esempio
Qualunque nostro comportamento costituisce sempre un esempio che
diamo a chi ci è vicino e questa è una responsabilità verso coloro con i
quali interagiamo. I volontari e gli operatori VIP sono anche i rappre‐
sentanti della filosofia “ViviamoInPositivo” e si impegnano per essere
coerenti con essa.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
ne/allenamento al mese. I servizi avvengono nel fine‐settimana, gli in‐
contro di formazione sono usualmente serali, durante la settimana.
Alle assemblee nazionali partecipano rappresentanti di tutte le as‐
sociazioni per confrontarsi e decidere insieme delle linee guida comuni
per quanto riguarda il volontariato clown, organizzare eventi nazionali
quali i raduni o la giornata di raccolta fondi annuale e sviluppare altri
progetti socio‐educativi, come progetti missionari (con i volontari‐
clown) all’estero e come il progetto CircoStanza in Italia.
Attraverso le azioni di raccolta fondi nazionali VIP Italia sostiene la
formazione specialistica per i volontari clown delle associazioni italiane
e i progetti CircoStanza nelle associazioni che non hanno opportunità di
autofinanziarsi.
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ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS
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Il progetto CircoStanza
Il progetto CircoStanza
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
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Il progetto CircoStanza
Devilstick-Flowerstick
Diablo
Palline
Uniciclo-Monociclo
Rola bola
Piatti cinesi
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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti
CircoStanza incontra il Ferrante Aporti
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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
contando oltre che sulle proprie risorse, sul contributo finanziario elar‐
gito dalla Fondazione CRT, attraverso il progetto “Saper donare‐
UnoxUno 2006”
Visto
La Legge 354/1975
Il DPR 448/1988
Il D. Lgs. 272/1989
La Legge 266/1991
Il D. Lgs. 286/1998
Il D.P.R.230/2000
La Legge 189/2002
Tutto ciò premesso
Tra il Dott. Antonio PAPPALARDO, Dirigente del Centro per la Giustizia
Minorile del Piemonte e Valle d’Aosta con sede in Torino, Corso Unione
Sovietica n° 327 e la Dott.ssa Maria Luisa Mirabella, Presidente della
Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS con sede in Torino, via
Cristalliera n° 25, si perviene alla stipulazione del seguente Protocollo
d’Intesa nel quale convengono quanto segue:
Il Centro per la Giustizia Minorile, attraverso i propri Servizi, si impe‐
gna:
‐ a favorire l’attività degli operatori CircoStanza, clownterapisti della
Federazione VIP Italia nel lavoro diretto con i ragazzi ristretti italiani e
stranieri;
‐ a favorire, altresì, in ogni modo la partecipazione dei ragazzi che lo
desiderino ai momenti organizzati dagli stessi operatori CircoStanza,
secondo un programma concordato con le Direzioni e mettendo a di‐
sposizione idonei locali;
La Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS si impegna a:
‐ ad assicurare la continuità del percorso socio‐educativo previsto dal
Progetto “CircoStanza” proponendo operatori CircoStanza di provata
esperienza ed in possesso dei requisiti richiesti per l’ingresso
all’interno dell’Istituto “Ferrante Aporti”;
‐ a continuare a garantire per l’anno 2007‐2008 e, se le condizioni lo
consentiranno, anche in futuro, la presenza dei suoi operatori Circo‐
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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti
Stanza secondo il calendario concordato e più precisamente nelle gior‐
nate di:
‐ Lunedì dalle ore 15.30 alle ore 17.00: compresenza di due operatori
CircoStanza (o più, quando possibile) presso la sezione femminile
dell’IPM “Ferrante Aporti”;
‐ Mercoledì dalle ore 15.30 alle ore 17.00: due operatori CircoStanza (o
più, quando possibile) presso la sezione maschile “Levante”dell’IPM
“Ferrante Aporti”.
Entrambi i firmatari s’impegnano ad attivarsi nella ricerca di possibili
iniziative che non siano esclusivamente a favore dei minori presenti in
Istituto, ma possano diventare una risorsa ulteriore in particolare per i
giovani seguiti anche solo in area penale esterna.
Si prevede una verifica almeno annuale della collaborazione posta in
essere e ci si impegna a dare ogni possibili visibilità al presente accordo
progettuale.
Tutti gli interventi posti in essere dalle équipe professionali coinvolte
dovranno rispondere ai criteri di centralità del minore, collaborazione
fra operatori CircoStanza ed integrazione degli interventi.
Letto, confermato e sottoscritto.
Torino, li 16 luglio 2007
Per il Centro per la Giustizia Giustizia Minorile del Piemonte e Valle
d’Aosta:
. . . . . . . .
Per la Federazione ViviamoInPositivo – VIP Italia onlus:
. . . . . . . .
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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti
Con gli agenti di polizia penitenziaria: quasi con la totalità degli a‐
genti abbiamo avuto ottimi rapporti di reciproca simpatia. Non ci sono
tante occasioni di confronto con gi agenti se non nel momento in cui ci
portano i ragazzi o in cui li vengono a riprendere. In alcune occasioni
anche qualche agente ha preso parte alle attività e È capitato che alcuni
di loro abbiano partecipato alla nostra attività e quando è accaduto ab‐
biamo notato che per i ragazzi è stato molto piacevole e per loro rilas‐
sante. Abbiamo notato anche che quando i ragazzi hanno acquisito una
qualche abilità a giocolare oppure quando si vestivano da clown, ci te‐
nevano che l’agente di turno li vedesse. Con qualche agente più presen‐
te in attività, abbiamo stabilito rapporti di maggiore conoscenza e qual‐
cuno di loro ha imparato a giocolare con le palline. Dato che gli agenti
sono quelli che di più stanno con i ragazzi, la loro presenza alle riunioni
Stop & Go sarebbe sempre necessaria. Ci piacerebbe anche partecipas‐
sero di più alla nostra attività, sarebbe positivo per i ragazzi e rilassante
anche per loro, ma il regolamento non prevede questo tipo di ricreazio‐
ne durante il servizio per gli agenti.
Con gli altri operatori del Ferrante: (Scuola, AICS, ForCoop, Aporti
Aperte, Gruppo Abele, Fanon, Servizio Civile, ecc.): ci incontriamo du‐
rante le riunioni di Coordinamento Stop & Go e alle riunioni di verifica e
di programmazione attività. I rapporti con alcuni sono di buona colla‐
borazione, con altri solo di ascolto.
Al di là degli incontri istituzionalizzati ci si incontra alle feste con i ra‐
gazzi. Ultimamente, con gli incontri di programmazione, abbiamo avuto
modo di conoscerci meglio e di apprezzare la reciproca collaborazione.
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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti
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Finanziamenti:
Il progetto Circostanza è sostenuto da privati e donatori. Gli enti benefi‐
ciari non hanno oneri economici.
Nel periodo 2006‐2007 VIP Italia, con la raccolta fondi della Giorna‐
ta del Naso Rosso ha potuto destinare al Progetto CircoStanza 23000
euro.
Nel periodo 2007‐2008 il fondo di 23000 euro per Circostanza ha potu‐
to essere raddoppiato, grazie a un bando di finanziamento del Gruppo
CRT (Cassa di Risparmio di Torino) e il progetto CircoStanza ha potuto
essere completamente finanziato dai 46000 euro risultanti.
Nel periodo 2008‐2009, dalla raccolta fondi della Giornata del Naso
Rosso sono stati destinati 36.000 euro (per tutta la attività di Circo‐
stanza: in IPM, a scuola e in strada).
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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
facilita relazioni e crea l’atmosfera adatta a praticare le attività circensi;
in altri casi divide: ragazzi rumeni, albanesi, italiani, slavi, di cultura a‐
raba vogliono ognuno la “loro” musica.
Con le ragazze abbiamo notato che la musica favorisce la tristezza:
la ascoltano, cantano e poi piangono.
In due anni abbiamo svolto interventi con circa un centinaio di ra‐
gazzi e ragazze ristretti.
Dopo un primo periodo in cui ci “studiano”, i ragazzi per lo più ten‐
dono ad accettarci e l’accettazione porta con sé la voglia di apprendere
l’uso degli attrezzi circensi e di giocare con noi. Quasi tutti i ragazzi
hanno provato almeno un attrezzo, alcuni hanno imparato bene a gio‐
colare con tre palline o ad usare il Diablo e i Devil. Quasi tutti hanno
imparato esercizi di acrobatica. Una volta che si è creta la relazione af‐
fettiva e la fiducia, i ragazzi accettano anche di usare la clownerie e di
inscenare le gag.
CircoStanza in carcere favorisce l’integrazione e la socializzazione
dei ragazzi e li rilassa, attenuando tensioni anche in momenti partico‐
larmente difficili.
L’impegno di collaborazione con l’Istituto comprende, oltre alle ore
di attività con i ragazzi e le ragazze, anche un incontro mensile per cia‐
scuno dei quattro gruppi, chiamato “Stop & Go” rispettivamente con gli
educatori, gli agenti e gli psicologi dell’IPM e gli operatori delle altre at‐
tività; due incontri l’anno di 4‐5 giorni per la progettazione degli inter‐
venti, per la verifica e per organizzare le feste per i ragazzi durante
l’anno.
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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti
vizio in un carcere minorile e il fatto che i ragazzi ristretti ormai aves‐
sero familiarità con gli operatori VIP (e viceversa), ha reso concepibile
l’idea di affiancare al progetto CircoStanza anche un servizio di volonta‐
riato che è stato denominato “Volocarcere”.
Gli aspiranti volontari hanno cominciato col seguire il corso di for‐
mazione proposto dall’Associazione “Aporti Aperte”.
Altri volontari VIP che non hanno potuto frequentare questa forma‐
zione hanno partecipato alla formazione preparata dagli operatori Cir‐
coStanza di VIP, dove sono state date ai volontari informazioni sul rego‐
lamento interno del Ferrante Aporti, sull’organizzazione e sulla geogra‐
fia di provenienza dei ragazzi ristretti.
Una selezione degli aspiranti (in base a criteri di idoneità al tipo di
servizio) ha permesso di formare il gruppo di volontari di Volocarcere.
Dopo le necessarie procedure burocratiche, a febbraio 2008 è inizia‐
to il primo servizio dei volontari. Con la Direzione del Ferrante si è con‐
cordato di rivolgere il servizio dei volontari ai ragazzi del gruppo Le‐
vante, in modo da dare una continuità al lavoro svolto con questo grup‐
po per un anno.
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Verifica fine anno 2007
Verifica fine anno 2007
Considerazioni
Al colloquio di verifica di fine anno (2007) la Direzione dell’IPM Ferran‐
te Aporti riconosce che l’attività CircoStanza è molto apprezzata dai ra‐
gazzi e dalle ragazze e, a seguito dell’introduzione obbligatoria della
scuola nel gruppo Levante, la Direzione ci chiede di seguire i primi due
gruppi di ragazzi: Libeccio (Transito) e Primo gruppo, il Grecale, insie‐
me al gruppo Maestrale delle ragazze.
Ci dispiace molto abbandonare il lavoro con il Levante ma accettia‐
mo questa nuova sfida.
I ragazzi dei primi due gruppi sono quelli che, essendo appena arri‐
vati e in attesa di processi, hanno meno attività e, essendo nuovi, devo‐
no ancora ambientarsi e quindi… quale migliore occasione che iniziare
con CircoStanza?
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
mesi e creare con loro non solo buone relazioni, ma anche un buon per‐
corso.
A luglio 2008 l’attività del Progetto CircoStanza con l’IPM Ferrante
Aporti comprende tutti e 4 i gruppi: Libeccio, Grecale, Levante e Mae‐
strale.
Aspetti favorevoli
Seguire tutti e 4 i gruppi ci permette di conoscere meglio i ragazzi, sta‐
bilire relazioni più profonde con loro, approfondire gli insegnamenti
circensi con alcuni di loro, creare una sintonia tale da poter utilizzare
anche la clownerie con i ragazzi.
Aspetti sfavorevoli
Logistica
Quando abbiamo iniziato l’attività con il Grecale eravamo in palestra,
l’ambiente era troppo scuro, c’era il pallone e il lancio del pallone a for‐
te velocità creava pericoli per noi operatori. Inoltre, contemporanea‐
mente all’attività nostra c’era il momento di aria delle ragazze, il che
distraeva parecchio i ragazzi che finivano per stare appiccicati alla por‐
ta a gridare cose alle ragazze…
Così l’attività di CircoStanza è stata spostata nella sala di ricreazione
al 2° piano, questa sala ha il tetto basso ed è di pochi metri quadri, con‐
tiene inoltre un calcetto e un tavolo da ping‐pong più un altro tavolo.
Diventa arduo svolgere attività quali l’uniciclo, i giochi di squadra, e la
stessa giocoleria diventa problematica dato il soffitto basso.
Ci siamo adattati ma ci sono stati momenti difficili a luglio, quando i
ragazzi erano 12 e faceva caldo, la situazione poteva diventare vera‐
mente tesa.
Durante la verifica di fine giugno abbiamo chiesto alla Direzione di
poter avere una stanza tutta per noi, da chiamare appunto “Cir‐
co‐stanza” dove poter lasciare gli attrezzi, poterla arredare da “circo” e
renderla funzionale per l’attività circense.
La Direzione si è mostrata molto favorevole, aspettiamo gli sviluppi
futuri.
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Relazione di supervisione 2007‐2008
Relazione di supervisione 2007‐2008
Obiettivi generali
Gli obiettivi generali del progetto CircoStanza sono:
‐ coinvolgimento e partecipazione attiva degli utenti
‐ lavoro sulla corporeità (arti circensi, danza, acrobatica)
‐ incentivazione alla creatività (uso di trucchi e costumi, improv‐
visazione, gag, spettacoli)
‐ educazione alla cooperazione (acrobatica di gruppo, giochi di
squadra e di gruppo)
‐ integrazione multietnica (giochi e esercizi con gruppi misti)
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
‐ costumi, parrucche, maschere, trucchi
‐ trucchi di magia
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contri con i ragazzi del Levante, a novembre del 2006 sono stati difficili.
Un ragazzo italiano ci ha quasi insultato, denigrando la nostra attività.
Lo stesso ragazzo, due incontri dopo, ha chiesto scusa e ha iniziato a
partecipare attivamente, coinvolgendo anche i suoi compagni.
Pian piano con l’esperienza abbiamo imparato a non forzare, ad a‐
spettare, abbiamo imparato a non avere “paura” del calcetto... a dare
noi l’esempio, a creare relazioni prima di tutto di fiducia, di accettazio‐
ne e di affetto.
Questo atteggiamento ha rilassato i ragazzi i quali ci hanno più volte
confermato di trovare nella nostra attività pace e serenità: dopo un
primo momento in cui entrano e giocano a calcetto, senza forzature da
parte nostra, partecipano all’attività provando tutti gli attrezzi, accetta‐
no l’insegnamento circense e in alcuni casi abbiamo avuto a che fare
con veri e propri “talenti”.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
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Relazione di supervisione 2007‐2008
Il freddo o il caldo condizionano le attività. Quando nei locali ove si
svolgevano le attività le temperature sono state particolarmente fredde
d’inverno o calde d’estate hanno condizionato la scelta delle attività da
proporre e hanno diminuito la partecipazione dei ragazzi.
E’ accaduto a volte che l’attività non iniziasse all’ora prevista, le
procedure causano talora ritardi. Mentre con il gruppo delle ragazze –
che non necessita di essere trasferito – si riesce di solito a iniziare
all’ora prevista, con i gruppi dei ragazzi dobbiamo spesso attendere che
questi vengano portati nel locale (che non sempre è stato sempre lo
stesso) ove svolgere l’attività. In pochi casi l’attività non ha potuto
avere luogo per un mancato coordinamento tra la portineria (che
accoglie gli operatori) e gli agenti del piano (che trasferiscono i
ragazzi).
Abbiamo riscontrato momenti di tensione diffusa tra i ragazzi solo nei
periodi di sovraffollamento del carcere. In altri casi la tensione o il
nervosismo riguardava singoli ragazzi, preoccupati perché in attesa di
processo o maldisposti per non avere ricevuto visite dai familiari.
In due anni di attività solo un paio di ragazzi hanno mostrato
atteggiamenti provocatori e a tratti pericolosi.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Il diablo ha attirato i ragazzi rom e marocchini.
La magia ha coinvolto sempre tutti, anche gli italiani.
Con le ragazze hanno funzionato i kiwido, i nastri e anche le palline.
L’uso del monociclo, data la sua difficoltà, ha dato pochi risultati
tecnicamente validi, ma è risultato molto utile per i ragazzi
particolarmente impulsivi e “difficili”.
L’acrobatica ha coinvolto sempre tutti, come la magia, anche quelli che
non hanno voluto provare nessun attrezzo.
I ragazzi senegalesi hanno una grande capacità atletica e un senso del
ritmo molto sviluppato, sono tuttavia molto chiusi e per creare una
relazione con loro ci sono voluti diversi incontri. Una volta creata la
relazione, hanno imparato bene e con costanza l’uso degli attrezzi.
I ragazzi rom slavi e i ragazzi marocchini sono quelli che hanno
dimostrato meno fiducia in se stessi, ma ci sono stati diversi casi di
ragazzi che hanno dimostrato buone capacità artistiche anche dal lato
“clown”: abbiamo creato momenti veramente divertenti di clownerie
con ragazzi marocchini e rumeni.
Con i ragazzi rumeni e con i ragazzi albanesi è stato molto facile creare
relazioni e la loro presenza è per lo più stata positiva per l’attività e di
esempio positivo per gli altri.
I ragazzi marocchini per la maggioranza sono entrati in relazione con
noi con facilità, con alcuni di loro che sono rimasti diversi mesi si è
creata una relazione affettiva che ha portato i ragazzi a confidarsi e ad
aprirsi. I ragazzi marocchini hanno inoltre accolto le nostre operatrici
come sorelle e “zie”, con molto rispetto e affetto.
Abbiamo constatato che avere pazienza, rispettando la volontà di chi
non intendeva partecipare all’attività, ci ha portato in diversi casi
“difficili” a risultati stupefacenti: ragazzi che dapprima ci hanno
ignorato e snobbato malamente, dopo alcuni incontri hanno cambiato
atteggiamento, collaborando e partecipando con piacere all’attività.
Un altro risultato positivo è stato la facilità di entrare in empatia con i
ragazzi, ciò lo abbiamo imputato al fatto che l’attività circense e di
Comicoterapia facilita il crearsi di relazioni allegre e spontanee e
questo ha portato i ragazzi ristretti a rilassarsi e ad aprirsi, accettando
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Relazione di supervisione 2007‐2008
perfino “ramanzine” educative che in alcuni casi hanno portato anche
alcuni ragazzi a modificare atteggiamenti autodistruttivi.
Consideriamo un ottimo risultato aver creato in diverse occasioni
“squadre” miste per esigenze di attività (figure acrobatiche, giochi di
squadra), con ragazzi di diverse etnie, anche quando sapevamo dagli
operatori del Ferrante che tra loro c’erano situazioni di tensione.
Fattori di Positività
Essere quasi sempre in 3‐4 operatori per gruppo.
L’empatia e la facilità di creare relazioni quasi da subito con i ragazzi.
L’affetto che i ragazzi e le ragazze ci dimostrano.
La fiducia che si crea naturalmente tra noi e i ragazzi appena dopo
qualche incontro.
Il buon rapporto che abbiamo con gli agenti e gli educatori del Ferrante
e la loro collaborazione.
La disponibilità della Direzione del Ferrante a venire incontro alle
nostre esigenze.
La possibilità di confronto con gli operatori del Ferrante (riunioni Stop
& Go, verifiche)
Gli incontri formativi offerti dal Ferrante.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Cose da migliorare
La logistica: la stanza per l’attività con i gruppi Grecale e Libeccio e con
le ragazze è troppo piccola per la nostra attività. Auspichiamo di poter
avere una sala idonea ed esclusivamente adibita al Progetto
CircoStanza.
Attività con gli operatori del Ferrante: ci piacerebbe che gli operatori
del Ferrante, mediatori, educatori, agenti o psicologi potessero fare una
formazione di circo sociale con noi, pensiamo che l’umore se ne
avvantaggerebbe e così pure lo scarico di tensioni.
Clownerie: dare più spazio, tra le arti circensi che compongono
CircoStanza, alla figura del clown, che ha dimostrato di essere un
elemento che facilita il “mettersi in gioco dei ragazzi, coinvolge il
gruppo e crea allegria.
Idee e proposte
Minispettacoli con merenda: si è parlato di organizzare dei mini
spettacoli con i ragazzi durante l’ora di attività, ma non essendoci il
“pubblico” questo non ci è sembrato realizzabile. Sarebbe interessante
invece stabilire una volta al mese una data in cui durante l’ora di
attività per 20‐30 minuti i ragazzi e le ragazze si possano esibire
davanti ad un pubblico (educatori, agenti, psicologi, servizio civile,
insegnanti, mediatori) e poi fare merenda, tutti insieme.
Clownerie: preparare gag clown facili da eseguire con ragazzi/e
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Relazione di supervisione 2007‐2008
Video: sfruttare in maniera più creativa lo strumento “video” per
costruire durante un incontro delle mini‐scene da riprendere per poi
rivederle insieme ai ragazzi e infine montarle per creare un film.
Ipotizzare uno o più canovacci clown da proporre loro o, se possibile,
da sviluppare insieme a loro.
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Le relazioni degli operatori, anno 2006
Le relazioni degli operatori, anno 2006
Premessa
Nell’Ottobre del 2006 inizia al Ferrante Aporti il progetto CircoStanza.
Fino al Gennaio 2008 il Progetto interesserà due dei quattro gruppi di
ragazzi del Ferrante, il Levante (gruppo di ragazzi ristretti “stabile”) e il
Maestrale (gruppo delle ragazze).
Gli operatori che hanno incontrato settimanalmente i ragazzi sono:
clown Geppetto, clown Aureola, clown Pepita, clown Maggiolina e
clown Smilzo. Normalmente ciascun “servizio” ha coinvolto almeno tre
degli operatori.
Ogni servizio viene svolto con un singolo gruppo (Levante o Mae‐
strale) e il tempo a disposizione è di un’ora e mezza, anche se è normale
che l’inizio della attività abbia qualche ritardo. I servizi relativi ai due
gruppi sono stati svolti in due pomeriggi della settimana diversi.
I ragazzi dei gruppi sono stati generalmente tutti presenti alle attivi‐
tà, il loro numero oscillava tra i quattro e i nove. Ci sono stati casi ecce‐
zionali quale quello in cui si è scelto di avere solo due operatori, perché
le ragazze erano venti e lo spazio destinato alla attività era scarso.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Durante l’attività si cerca di coinvolgere i ragazzi, che vengono invi‐
tati a sperimentare e fare pratica con gli attrezzi da equilibrismo e gio‐
coleria, si mostrano e insegnano dei trucchi di magia, si fa acrobatica,
clownerie, mimo. Ma oltre alle arti circensi gli operatori ricorrono a tut‐
te le risorse che hanno a disposizione, dalla musica (quella dei diversi
Paesi da cui i ragazzi provengono), ai diversi giochi (giochi “di fiducia”,
giochi collaborativi, giochi di aggregazione, giochi per scaricare la ten‐
sione), al fare delle foto o dei filmati per poi rivedersi. C’è molto spazio
per la creatività e l’improvvisazione. Tutto questo aiuta ragazzi di etnie
diverse a stare insieme e collaborare.
Per ogni incontro è stata fatta una relazione da uno degli operatori e
queste relazioni sono raccolte in questo capitolo. Il materiale presenta‐
to apparirà pressoché come è stato scritto “a caldo”, non riteniamo di
dover cercare di riscriverlo, ma ci pare possa avere un senso pubblicar‐
lo per la sostanza che se ne può trarre.
Resta da dire che nel gennaio 2008 ci è stato chiesto dalla Direzione
del Ferrante di spostare la nostra attività dal gruppo Levante, che sa‐
rebbe stato occupato nel pomeriggio con la scuola, agli altri due gruppi
maschili, il Libeccio (transito) e il Grecale (quello dei detenuti con pene
da pochi mesi). Con un po’ di rammarico abbiamo interrotto l’attività
con i ragazzi del Levante e ci siamo dedicati agli altri tre gruppi, i due
maschili e quello femminile. La raccolta di relazioni qui presentata si
chiude al 28 Luglio 2008.
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Le relazioni degli operatori, anno 2006
Secondo controllo “Cosa volete?”.
Siamo venuti per i ragazzi del gruppo Levante… ci stanno aspettando.
Terzo controllo “Cosa portate?”.
Le palline da giocoleria
Ok. Tutto in regola: lasciate borse, chiavi ed effetti personali
nell’armadietto e poi… andate!
Tracc trac tracc… (l’agente penitenziaria, ci apre l’ennesima porta) En‐
triamo…
e ora arrivano i ragazzi, 8, 6, 12 dipende dalla volte, non sempre incon‐
treremo gli stessi ragazzi... tutto dipende dal tribunale, dalle udienze,
dai magistrati, dagli avvocati, dai reati.
Albania, Marocco, Egitto, Italia, Romania, Bulgaria, Tunisia, Cina, Gabon,
Senegal, Croazia, i loro paesi di provenienza…
15, 16, 17, 18, 21 … i loro anni.
1, 2, 7 pochi tanti … i reati commessi.
Pochi giorni o mesi da passare nel carcere…
Siamo li per loro, siamo li per noi: il circo in una stanza
Parole chiave: giocare, giocolare, relazione, condivisione, apertura, a‐
scolto…
Ha inizio la danza del CircoStanza, dove ogni passo è una conquista, o‐
gni sguardo un pezzetto di relazione in più che si crea.
C’e’ chi fa, c’e’ chi guarda, c’è chi preferisce non fare perché “oggi non è
giornata”.
C’è chi ride, scherza ed apprende veloce a giocolare e si diverte a fare
piccoli esercizi di passing.
C’è chi non ne vuol sapere, né di noi, né della giocoleria… ma prima o
poi, come per magia, eccolo li con le palline in mano… prima le scara‐
venta da una parte all’altra della stanza ma poi inizia a farle volteggiare
in aria…
E il tempo vola…
Ci salutiamo: qualche abbraccio, qualche stretta di mano, chissà se ci
incontreremo ancora…
Tracc trac tracc…
Si riaprono le tante porte, e tutte le procedure si ripetono al contrario…
“Quando tornate?”
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
La prossima settimana!
Si chiude anche l’ultimo portone…
CircoStanza… il Circo in una stanza… per cambiare le circostanze della
vita.
Relazione di Smilzo
I ragazzi già avevano un’idea di chi fossimo per via dell’intervento di
sabato 4 novembre alla festa del volontariato.
Due ragazzi italiani sono scesi ma non hanno partecipato alle attività
poiché molto nervosi a causa di alcuni avvenimenti intercorsi nella
giornata precedente (rinvio a giudizio), ma si sono mantenuti calmi ed
hanno osservato i compagni.
I ragazzi marocchini hanno partecipato con entusiasmo e con un buon
coinvolgimento alla lezione di giocoleria, mentre i ragazzi rumeni, ini‐
zialmente restii, sul finale del pomeriggio si sono animati ed hanno par‐
tecipato ad alcuni esercizi.
102
Le relazioni degli operatori, anno 2006
Il clima è sempre stato piacevole, molto tranquillo, anche se qualche
volta si è notato un moto di rabbia, a causa di un gioco non riuscito o
quando per scherzo i ragazzi si tiravano le palline di giocoleria.
E’ stato interessante vedere i ragazzi che volevano imparare, provare e
riprovare lanci e prese abbastanza difficili per una prima lezione. Ci è
piaciuto il loro mettersi in gioco da subito e grazie ai primi coraggiosi
che hanno iniziato, si sono coinvolti anche gli altri compagni che si sono
uniti pian piano all’attività.
Un unico momento di nervosismo lo abbiamo notato al momento della
nostra uscita, fra i ragazzi e l’agente e qualche componente di un altro
gruppo di ragazzi di passaggio nel corridoio.
Alcune palline tirate con forza sono state le uniche fonti di preoccupa‐
zione che abbiamo subito contenuto. Da concordare con i ragazzi la
“questione sigarette”. Buono il clima tra noi e ottima l’idea di non strut‐
turare i primi interventi in quanto il clima informale sembra poter me‐
glio permettere l’instaurarsi della relazione con i ragazzi. Credo che sia
opportuno imporre (anche se mi sembra una grossa parola) qualche
regola per una giusta convivenza in quell’ora e mezza di attività: ad e‐
sempio limitare le sigarette e l’uso improprio del materiale (lanci delle
palline).
Relazione di Maggiolina
Le ragazze appena entrate ci hanno subito puntato il dito indicandoci e
dicendo che ci conoscevano e hanno anche descritto quello che abbia‐
mo fatto allo spettacolo. Dopo aver stretto le mani ed esserci presentati
abbiamo sistemato i tappetini a incastro per terra, li abbiamo proprio
montati insieme ed è stato bello preparare la stanza e gli attrezzi insie‐
me, ci stavano accogliendo nella “loro stanza”.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Abbiamo fatto giochi di presentazione, abbiamo ballato, scherzato e a‐
scoltato le loro storie. Il tutto in un clima molto allegro.
Tutto è andato bene fino alla fine, siamo usciti con molta calma, ci sia‐
mo salutati e abbiamo fissato l’appuntamento a venerdì prossimo!
Alle ragazze è piaciuto tantissimo ascoltare i racconti delle nostre mis‐
sioni all’estero, sono rimaste affascinate, soprattutto per la missione
Romania.
Relazione di Maggiolina
Inizio troppo blando.
Nessun leader del gruppo carismatico tra noi clown.
Lavoro troppo individuale e poco di gruppo.
Perché fare acrobatica? Sì gli esercizi facili, ma alcuni esercizi mi sono
sembrati troppo pericolosi.
Il gruppo dei ragazzi si stava ripartendo i ruoli di potere.
Il nuovo ragazzo si è dimostrato calmo, attivo ed interessato.
Uscita di due ragazzi marocchini che erano leader positivi, abbiamo ac‐
compagnato fuori uno di loro, è stato emozionante .
104
Le relazioni degli operatori, anno 2006
Relazione di Pepita
Le ragazze appena entrate ci hanno salutato gioiosamente. Aureola si è
presentata ed è stata subito accolta con gioia e manifestazioni di affetto.
Il clima è allegro, G.. ha subito comunicato con gioia che sarebbe uscita
il giorno dopo. M. si è seduta accanto alla musica e non ha partecipato ai
giochi di fiducia, entrando nel cerchio quando abbiamo iniziato a parla‐
re facendo gli “apprezzamenti” in gruppo. Mi. e G.. erano particolarmen‐
te eccitate e coinvolgevano le altre. Hanno accettato le attività proposte
anche se l’eccitazione generale era parecchia per cui le attività più
tranquille venivano bocciate in favore di danza e comunque movimento
C’è stata commozione nel salutare G.
Ho notato quanto sia stato importante per loro il nostro esempio:
quando abbiamo fatto il cerchio di apprezzamento inizialmente parti‐
vano apprezzando nell’altro soprattutto valori estetici, poi ascoltando
noi che davamo apprezzamenti più “interiori”, si sono man mano ade‐
guate. Interessante notare che Ma. (dapprima assente dal gruppo) una
volta in cerchio, riportava il gruppo alle regole (“abbiamo detto una so‐
la parola! … Dai, ora tocca a te”…), partecipando attivamente. G. e M.
giocavano a fare le “sensuali” verso Smilzo, ma si vedeva che lo faceva‐
no con affetto. Gli abbracci sono sempre apprezzati e anche il “batti 5 o
10”.
Nel cerchio degli “apprezzamenti” di noi hanno apprezzato maggior‐
mente il “cuore”, una di loro ha detto: ”Apprezzo che siate qua con noi”.
Tutte hanno visto Maggiolina come un bell’esempio di donna “bella
“dentro e fuori”.
L’educatrice andando via ci aveva detto che le ragazze erano giù di mo‐
rale e tristi perché G. sarebbe uscita il giorno dopo. Noi le abbiamo tro‐
vate bendisposte e allegre.
105
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
"Abbiamo preso tutto?” Le casse ci sono, i vestiti clown per le ragazze,
le parrucche, le clave e le 8 palline di Smilzo e poi c'è con noi Borlotto
direttamente da Vip Sardegna e Geppetto, Maggiolina, Pepita, Donji, Au‐
reola e ci avviamo verso l'Istituto Penale per Minori Ferrante Aporti di
Torino.
L’agente donna all'ingresso va subito in tilt per cercare tutte le autoriz‐
zazioni, ci dice che può darci solo 2 chiavi per gli armadietti perché
prevedono l'arrivo di molta gente, dato che oggi c'è la festa del Natale.
Stipiamo tutto il possibile nei due piccoli loculi, mentre il materiale
clown lo mettiamo in una stanza.
Geppetto, Smilzo, Borlotto e Donji vanno nella sala teatro, dove si svol‐
gerà lo spettacolo, mentre Aureola, Maggiolina, Pepita vanno dalle ra‐
gazze detenute, per vestirle e truccarle.
Mentre passiamo per le scale dalle celle dei ragazzi gli agenti di polizia
penitenziaria ci chiedono se poi passeremo anche dai ragazzi e dopo
averli rassicurati che ci vedremo tutti in teatro, saliamo un'altra rampa
di scale.
L’agente del femminile ci apre il cancello e dopo qualche minuto arriva‐
no le ragazze eccitatissime e preoccupate per lo spettacolo.
Sono pronte a farsi truccare da clown e si vestono con piacere con i no‐
stri abiti clown. Abbiamo preparato con loro la gag della bambola che
faranno in due gruppi di tre e poi entreranno con Pepita con i pois per
fare giocoleria. Con le ragazze truccate e vergognose ma molto allegre
scendiamo in teatro. La sala del teatro è molto grande e i ragazzi sono
già lì con diverse educatrici e i poliziotti, seduti e in attesa.
Geppetto presenta lo spettacolo, le ragazze si esibiscono, sono timide,
ma le gags riescono e i ragazzi applaudono.
Lo spettacolo continua: Smilzo si esibisce con Borlotto tenendo il ba‐
stone di una scopa in equilibrio sul mento e poi ancora tenendo in equi‐
librio una sedia e poi c'è la gag della "Mosca" con Pepita e Donji e la gio‐
coleria con 7 palline e le clave.
106
Le relazioni degli operatori, anno 2006
Mi siedo vicino a C., un ragazzone grande e grosso di 17 anni, fa lo
sbruffone, ogni 4 parole, 3 sono "parolacce"... Gli chiedo di dov'è e mi
dice che è siciliano, di Palermo, si vanta di aver già fatto un anno e mez‐
zo di carcere al "Malaspina" e mi dice che domani ha il processo e, visti i
precedenti, lo condanneranno ad almeno 3 anni, il suo avvocato oggi gli
ha detto che chiederà l'infermità mentale."Ma non sono mica pazzo, io
volevo lavorare, ma mi pagavano poco e per tornare a Palermo ho fatto
una rapina, solo che avevo precedenti e sono finito qui..."
Fa il gradasso per farsi vedere forte dai compagni, sbuffa, dice che si
annoia. Gli dico che i miei genitori sono siciliani ed entriamo in relazio‐
ne. Mi racconta di avere un bambino e una fidanzata a Palermo che però
lo viene a trovare una volta al mese. È al Ferrante da 8 mesi e non ne
può più. Si tira su la manica e insieme ai tatuaggi gli vedo il braccio pie‐
no di tagli. Mi si stringe il cuore: questo ragazzone che sembra spaccare
il mondo, che gioca a fare il cattivo, è pieno di dolore dentro, un dolore
così forte da preferire il dolore fisico inferto dai tagli che lui stesso si
procura.
Dietro di lui c’è G., è il più piccolo oggi in carcere, ha 15 anni ed è di Na‐
poli. Lo hanno messo dentro per una rapina fatta a Pavia.
S.. invece è marocchino ed è sempre sorridente, è magrissimo, ha 15
anni e mi chiede se dopo, ballo con lui. Gli rispondo che ballerò con mol‐
to piacere e mi volto verso l'unico ragazzo di colore, è da solo, non parla
con nessuno, non fa gruppo, viene dal Gabon ed è la tristezza fatta per‐
sona. A tavola conoscerò altri 5 ragazzi magrebini, 2 cinesi, un albanese
e 4 rumeni.
I ragazzi sembrano avere più rabbia dentro e appaiono meno rassegnati
delle ragazze e sono più nervosi.
C., il palermitano continua a parlare con me e mi dice che lui non ha vie
d'uscita, che lui è "tintu" (cattivo) e che tale rimarrà per tutta la vita. Gli
dico che tutti hanno la possibilità di cambiare se lo vogliono veramente
e lui mi risponde: "Tu ce li hai i genitori? Io mia madre l'ho conosciuta
in carcere, mio padre non l'ho mai visto e mio fratello è al Lucciardone
(carcere per adulti di Palermo). Che avvenire può avere uno come me?
Certe vite sono segnate!"
Nel frattempo tira giù una decina di parolacce e indicando una delle ra‐
gazze detenute fa un apprezzamento pesante. Gli dico di smetterla, che
potrei essere sua madre e mi deve rispetto. Smette e mi chiede scusa.
S., il marocchino mi dice che io sono la loro mamma oggi.
107
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Ho iniziato da poco questa attività, so che è facile che i ragazzi mentano,
so che non devo coinvolgermi, so tutto a livello razionale ma…
Lo spettacolo finisce e c'è la merenda, si beve il tè marocchino alla men‐
ta preparato dalla mediatrice culturale araba, si mangiano focaccia e
torte.
Dopo la merenda ci si scatena in una disco‐dance.
L'associazione che ha insegnato Hip‐Pop ai ragazzi li fa danzare, alcuni
sono molto bravi. La danza scarica le tensioni, rende allegri, fa dimenti‐
care di essere in carcere.
E si balla al ritmo di musiche arabe e tecno. Due ragazzi magrebini bal‐
lano insieme, le ragazze sono più timide, ma quando il ritmo è orienta‐
leggiante si cimentano in danze del ventre.
Le ragazze chiedono una musica rumena (sono tutte rumene), ma la
musica rumena non c'è. S. balla benissimo e si ricorda che dovevamo
ballare insieme, e balliamo!
Dobbiamo interrompere le danze (ci stavamo divertendo molto e ci di‐
spiace) perché arriva la Banda della GTT. I ragazzi sono seccati, voleva‐
no ballare, si stavano divertendo.
La banda suona ritmi che non sono i loro (sono quasi tutti stranieri e
hanno dai 14 ai 17 anni) e termina con i canti di Natale. A questo punto,
G.. e C. Palermo si arrabbiano, parlano concitatamente tra di loro. "Cosa
è successo?", chiedo... e il piccolo napoletano che per il nervoso balbet‐
ta, mi dice: "Ma ti sembra giusto? I canti di Natale qui? Ma ci prendono
in giro? A me mi fa male a sentirli questi canti, mi ricordano fuori e io
sono in carcere! Che auguri, che auguri, qui siamo in carcere!"
Si va a cena. Sono al tavolo con C. e G., c'è ancora un po' di tensione, c'è
tristezza. G. dice che anche lui vuole tagliarsi, è meglio farsi male che
soffrire così. C. gli toglie il coltello di plastica dalle mani e dice che se si
taglia lo ammazza lui. A suo modo vuole proteggerlo. Si creano alleanze,
protezioni in carcere e sono ancora ragazzini, diventati grandi prima
del tempo.
Il napoletano all'improvviso passa dagli occhi lucidi al sorriso, e ci dice
che si è innamorato di una delle ragazze detenute e le sorride da un ta‐
volo all'altro e le manda baci. Lei risponde e fa di no con la testa ma
sembra contenta delle attenzioni.
Passa un’agente donna e C. fa un apprezzamento volgare a bassa voce,
ma un collega agente lo sente e lo redarguisce. Io gli chiedo perché cer‐
ca a tutti i costi di mettersi nei guai. Mi risponde che non gli importa e
108
Le relazioni degli operatori, anno 2006
che tanto rimarrà in galera. Riprende a parlare del processo dell'indo‐
mani e mi dice che ci sarà anche la sua ragazza e forse anche il suo
bambino. E mi dice: "Mi vergogno, io non ci voglio andare al processo,
stanotte mi taglio, mi voglio ammazzare...". Poi sorride amaro e mi dice
che quel bambino è l'unica cosa “veramente sua" e bella che ha fatto.
Mi chiedo se sta giocando a fare il malavitoso o se quanto dice sia vero.
Mi sembra che imiti gli attori di “Mary per sempre”.
Mi alzo e vado al tavolo delle ragazze, sono allegre e rilassate.
All'improvviso una di loro, M. ha uno scambio di vedute con una agente
e si arrabbia, la situazione si fa tesa. Al tavolo delle ragazze scende la
tristezza.
La festa di Natale nel carcere minorile volge alla fine e fra poco torne‐
ranno in cella e noi nelle nostre case con il cuore un po’ stretto.
109
Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazione di Aureola
Arriviamo e iniziamo a scherzare con gli agenti della Polizia penitenzia‐
ria alla porta, con noi gli agenti sono sempre molto gentili e disponibili,
appena ci vedono si dispongono al sorriso. Lasciamo borse
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
nell’armadietto e passiamo il controllo con gli attrezzi del mestiere: cla‐
ve, Rola‐bola, ecc.
Non sappiamo mai quali ragazzi scenderanno, la nostra è un’attività del
pomeriggio e fa parte delle attività che loro scelgono. L’agente ci dice
che oggi saranno in 4. Uno di loro è già lì, arrivano gli altri di lì a poco.
Sono tutti magrebini, è la prima volta che facciamo “CircoStanza” con
una sola nazionalità.
Qui all’istituto penitenziario minorile ci sono varie nazionalità: magre‐
bini (Marocco, Tunisia, Algeria), Rumeni, Cinesi, Albanesi, italiani. Le
convivenze non sono affatto facili, gli uni spesso non vanno d’accordo
con gli altri e il fatto di essere rinchiusi non facilita le cose…
Iniziamo a sistemare il PC per la musica, a disporre gli strumenti a ter‐
ra, a giocare, a ridere insieme. Non tutti i ragazzi conoscono bene
l’italiano, ma capiscono abbastanza. Si inizia a giocolare, Pepita mostra
una tecnica di Mimo, il punto fisso, S. la imita, un po’ scherzando, il pal‐
loncino che Pepita usa per la dimostrazione inizia a volare e poi se ne
gonfia un altro e un altro ancora e si gioca spingendo questi palloncini
colorati sempre più in alto. Mi viene istintivo pensare al volo inteso co‐
me libertà e mi chiedo se anche loro stanno pensando a questo.
M. balla, è molto bravo a ballare, gli piace la musica Funky e io ballo con
lui, anche a me piace ballare.
La stanza è fredda, i riscaldamenti sono spenti, è una sala grande, dove
c’è un calciobalilla e delle poltroncine.
Propongo di metterci in cerchio e di iniziare un’attività insieme, noi
siamo 5 e loro 4. In cerchio si gioca al Zip‐zap‐boing, è un gioco di con‐
centrazione, di attenzione e di velocità, si divertono, giocano a chi è più
veloce, ma poi accettano anche quando Pepita propone di farlo al ral‐
lentatore. Ci si passa il zip facendo le smorfie e giocando a fare i mostri,
noto che fanno fatica a fare smorfie, forse si vergognano, ma si diverto‐
no un sacco vedendo le facce che fanno Smilzo e Geppetto.
Passiamo quindi a giocare passandoci a squadre le palline, senza farle
cadere a incrocio. Anche questo è un gioco di attenzione e ci divertiamo
a farlo. Vedo che ci mettono impegno e che sono felici di poter fare atti‐
vità con noi.
C’è ancora circa mezzora di tempo e decidiamo di impiegarlo a giocare
al “fazzoletto”, è un gioco di squadra e mentre lo proponiamo diciamo
che ci sarà una squadra che vincerà un premio e un’altra che dovrà pa‐
gare una penitenza.
112
Relazioni Circostanza, anno 2007
Si inizia, tutti si impegnano a correre, capiscono subito il meccanismo e
cercano di vincere, siamo alternati clown e ragazzi. Notiamo che quan‐
do qualcuno di loro perde ha sempre un gesto sportivo verso
l’avversario‐clown e questo ci piace. Una squadra vince con poca diffe‐
renza di punti e si decide che la penitenza sarà mettersi in cerchio l’uno
con la mano sulla spalla dell’altro e vicendevolmente prendersi a calci
mentre chi ha vinto canta la marcetta del Circo. Ridono come matti!
Al termine della penitenza dico che il “premio” sarà abbracciarsi e tutti
sono così felici e ci abbracciamo con grande affetto. Gli ultimi dieci mi‐
nuti li dedichiamo a vedere un pezzo di un filmato del Cirque du Soleil.
Arriva l’agente, riapre la porta, i ragazzi non vorrebbero andar via …
Relazione di Geppetto
Le ragazze sono poche, solo 4. Appena arriviamo ci chiedono se abbia‐
mo la musica: vogliono solo ballare e divertirsi.
Avevamo in mente con Geppetto di organizzare dei giri di danze etniche
sia arabe, sia tzigane, sia di altre nazioni, ma dopo essersi lanciate nel
farci vedere quanto sono brave a ballare la danza del ventre, non vo‐
gliono fare più nulla. Una di loro è triste, sta in un angolo e non c’è verso
di farla partecipare a nulla. C’è una nuova ragazza.
Si siedono tutte, sono svogliate. Ci sediamo anche noi e formiamo un
cerchio. Propongo di giocare a inventare una storia. Partecipano in tre.
La storia diventa reale e si passa al racconto della loro esperienza. S.
racconta che in un periodo di “messa alla prova” stava bene, lavorava in
un bar e andava a scuola la sera. Poi ha conosciuto un ragazzo e si sono
innamorati. Dopo qualche mese lei ha pensato fosse giusto confessargli
di essere Rom e con precedenti penali. Lui sembrava avesse incassato il
colpo e avesse deciso di continuare la relazione, invece dopo qualche
giorno l’ha lasciata, dicendole che la madre non voleva che la frequen‐
tasse. Così, S. presa dal dolore ha compiuto in una giornata più di 40
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
furti in appartamenti, per sfogare la rabbia che provava: “Nessuno cre‐
derà mai in me, non posso rifarmi una vita…”. Queste sono state le sue
parole.
Le ho detto che non è così, che una esperienza sbagliata non vuol dire
nulla e che se continua a farsi prendere dalla rabbia e dal desiderio di
vendetta rovinerà la sua vita. S. è una bella ragazza, ha la pelle scura, lo
sguardo profondo, capelli neri lunghissimi. È di origine croata, ma è na‐
ta in Italia e parla molto bene l’italiano. Ci dice che vorrebbe studiare
medicina, le rispondo che sono studi molto impegnativi, che però è bel‐
lo credere in un sogno e pensare di poter ricostruire la sua vita appena
uscita.
Chiedo loro se vivono in un campo nomadi, ma mi rispondono tutte che
vivono in appartamenti e che i loro padri lavorano.
M., la nuova, è un po’ provocatoria, ride, prende in giro… racconta un
bel po’ di bugie e forse si aspetta di poter essere creduta o forse no. Di‐
ce che rubare le piace e che prova un brivido per via del rischio, dice
che non le importerebbe se rubassero cose a lei, che ne ha tante e che
non è attaccata alle sue cose. Sembra quasi che rubare sia il mezzo che
usa lei per far uscire la gente dall’attaccamento e dal possesso…
Il tempo sta per finire, chiedono di vedere le foto della festa di Natale,
ma non le ho allora faccio vedere loro le foto del Myanmar sul PC. Si in‐
teressano molto, anche la ragazza triste che non ha voluto far niente
viene a vedere le foto. M. dice che i bambini poveri le fanno pena e che
ruberà per loro… Le diciamo che non è il caso… Terminiamo ridendo.
Relazione di Maggiolina
Decidiamo di stravolgere tutto e per oggi non portiamo con noi nulla se
non il PC con la musica, una corda per saltare e noi stessi.
114
Relazioni Circostanza, anno 2007
Solito tran tran all’entrata, documenti , controllo dei materiali, i dispetti
alle agenti: oramai mi sa che pure loro ci aspettano per farsi 2 risate! E
via lungo il corridoio che “profuma” di disinfettante … i ragazzi del pri‐
mo gruppo (con cui noi non lavoriamo) stanno facendo basket e ci salu‐
tano con larghi sorrisi dalle finestre della palestra!
Entriamo nella sala polifunzionale, prepariamo la musica. I ragazzi
scendono, on loro c’è il ragazzo cinese!!! (Ndr: nelle riunioni con gli altri
operatori abbiamo scoperto che nel nostro gruppo da 3 settimane c’è
un ragazzo di nazionalità cinese che però non partecipa a nulla, a nes‐
suna attività) ci salutiamo ed in un attimo siamo in cerchio.
Prima cosa: un giro di cose belle che ci sono accadute questa settima‐
na… ”ho il processo la prossima settimana, ho scritto una lettera alla
mia amata, ho ricevuto una lettera da mia mamma…”… piccole , grandi
gioie vengono portate a galla e l’atmosfera inizia a diventare positiva.
Geppetto al centro con una lunga corda spiega il gioco di riscaldamento:
saltare la corda che corre sotto i piedi di ognuno di noi, chi non salta a
tempo e la ferma non è eliminato ma deve fare un po’ di flessioni buffe.
Naturalmente la prima a fermare il giro sono io (Maggiolina) e via con
le mie super flessioni Clown che fanno scaturire le risate di tutti!
Rapidamente approfittando dell’alto livello di energia passiamo ad un
Gioco‐esercizio di cooperazione sempre con la corda: i ragazzi uniti
(come mai li avevo visti) riescono a superare la sfida!
Sono tantissimi gli esercizi che riusciamo a fare, sempre in cerchio: pas‐
saggio di oggetti immaginari, Statua e scultore, Gattini Ciechi, attraver‐
samento della sala ad occhi chiusi e molti altri ancora. Comicoterapia,
improvvisazione teatrale e Teatro dell’Oppresso si mescolano, il tutto in
un’ora e trenta minuti.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Pepita
Sono uscite E. e C. e ciò ha rattristato un po’ le fanciulle, vedono le altre
uscire e loro sono ancora lì (questo lo dice Sh.). K. che è loro parente è
molto giù di corda, non partecipa a nulla e rimane ad osservare per tut‐
to il tempo.
Sistemiamo i materassini con la musica, St. è sempre molto disponibile,
mentre per farci aiutare dalle altre bisogna insistere. Materassi pronti,
Sh. si toglie, subito le scarpe ed improvvisa alcuni salti di ballo. K. si
sdraia e lì rimarrà per tutta la durata dell’incontro.
Per scaldarci iniziamo con la corda. La gara proposta è tra St+ Sh e Pepi‐
ta + Maggiolina. Smilzo gira la corda e gli gira anche la testa dopo un
po’. Le ragazze che partecipano sono divertite, le altre due osservano,
ma dicono d’essere stanche.
Al centro si mette Sh. che fa girare vorticosamente la corda e ci prende
tutti di sprovvista, scatta la risata per lo sforzo. Ora la corda la si prende
in due, e il gioco è saltarla.
St. ha paura, non l’ha mai fatto, inizia Pepita per fare una prova
d’esempio e dopo poco ci prova anche lei. E’ un successo. Pochi istanti
dopo sono in due, lei e Sh. Proviamo ora a passarci sotto! Prova Pepita,
prova St. prova anche Sh. poi in due e poi dopo varie prove tutte e tre
insieme, a questo punto siamo davvero calde e stanche e posiamo la
corda.
Ci troviamo tutti sdraiati a terra. Maggiolina spiega che d’ora in poi cer‐
cheremo di fare alcuni esercizi teatrali proposti anche ai ragazzi, i quali
hanno partecipato in modo molto creativo. Questo le stupisce e le diver‐
te.
Prendiamo una sedia, chi si siede dice un desiderio e chi è d’accordo
con questo desiderio si avvicina, chi non è d’accordo si allontana.
116
Relazioni Circostanza, anno 2007
La proposta di alzarsi e sedersi davanti a tutti non viene accolta, se non
dalla nuova che si siede per dire che vorrebbe stare con Fabian, uno del
grande fratello. Le altre si animano e dicono sì, ma non si alzano per
andare verso di lei. Così decidiamo di continuare, ma dal posto. Sh. dice
che desidera uscire dal Ferrante, tutte si avvicinano. Sempre lei dice di
voler uscire per fare l’amore con il suo fidanzato.
Smilzo vuole trovare la ragazza giusta e qui ci intrufoliamo in una con‐
versazione riguardante “Smilzo single”… “ma quanti anni hai?” E si fa
un giro per vedere quanti anni si dimostrano e quanti anni si hanno ve‐
ramente. Pepita a 'sto giro è la più vecchia…
Maggiolina riprende le redini e propone il gioco “Il passaggio di un og-
getto immaginario” che nelle mani dei giocatori si trasforma. Ed è subi‐
to trash! Seguendo l’esempio dei ragazzi il mercoledì eravamo partiti da
una caccola dal naso che diventava più grande per poi trasformarsi più
volte nelle mani delle ragazze in cacca (dovevo dire escrementi uma‐
ni?… ma a me sembra più carino cacca!), per alcuni attimi diviene anche
un volante, una moto e un pettine… ma presto o tardi si ritrasforma in
qualcosa che perlomeno puzza…
Le risate sono molte, anche le facce disgustate, ma sempre divertite. Si
parte così a conversare carinamente di quando abbiamo fatto la nostra
ultima scoreggia (flautolenza?). Domanda posta dalla ragazza nuova
che se la ride simpaticamente Terminato il momento trash Maggiolina
riparte alla carica e propone “Il gioco della creta”.
Il primo a farsi plasmare è Smilzo. Pepita lo pone in una posizione pale‐
semente disperata e tutti provano ad indovinare. Dopo di che il mal ca‐
pitato è posto da St. come se fosse su di un WC… ci risiamo! Tutte rido‐
no.
Ora si propongono come statue Pepita e St. e la scultrice è Maggiolina.
St. viene messa in un posizione di rifiuto e con il viso arrabbiato. Pepita
con il viso sorridente e una mano che tocca il capo di St. Le interpreta‐
zioni sono varie, ma quella che convince tutte è che stiano litigando
perché Pepita ha rubato il ragazzo a St.
Per salvare la situazione Pepita propone il titolo “Adamo ed Eva senza
le foglie di fico non sanno come vestirsi! Ma la nostra fanciulla ne vuole
fare un’altra e dopo 2 secondi i nostri clown sono sdraiati a terra… lei si
consulta con le altre in rumeno e loro dicono NO! no! con la te‐
sta…chissà che idea aveva!
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Non ci restano che le palline, proviamo alcuni lanci con una poi con due
palline e quando vengono coinvolte nel “passing”anche Sh. e M. parteci‐
pano e non si fermano più.
Maggiolina fa coppia con M. e Pepita con Sh., Smilzo lo lasciamo con St.
che pare volersi impegnare, così andiamo avanti fino all’entrata
dell’agente che ci annuncia che sono le cinque.
Come ultimo giro ci passiamo una pallina e diciamo una cosa bella di
oggi:
M.: giocare con le palline
St: giocare con Smilzo
Sh.: ho capito che le scoregge mi fanno schifo!
Maggiolina: ci siamo divertiti insieme
Pepita: fare la statua con S.
K.: …
Smilzo: …
Un giro di cose belle della settimana
Sh.: il colloquio
St: ha passato il corso di ceramica e il colloquio
Smilzo: una e‐mail importante
Maggiolina: settimana con le persone che amo
Relazione di Maggiolina
Arriviamo al Ferrante carichissimi e dopo i soliti controlli ci addentria‐
mo nei corridoi fino all’ultimo cancello che ci divide dai ragazzi. Ci fan‐
no attendere un bel po’… Accidenti il tempo scorre!
Nell’attesa Geppetto ed io andiamo dalla vicedirettrice per salutarla e
chiederle alcune news. Come sempre è gentile e disponibile e velata‐
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Relazioni Circostanza, anno 2007
mente ci chiede se intenderemo proseguire il Progetto CircoStanza an‐
che nei tempi che verranno e ci fa presente che il Ferrante non ha tanti
fondi e che se fosse un’azienda sarebbe già fallita!
Ci dirigiamo nuovamente al portone e l’agente è li che ci aspetta, gli altri
sono già entrati e stanno facendo il riscaldamento con la corda: tutti
partecipano tranne il ragazzo cinese che osserva seduto su di un tavolo.
Ci salutano con entusiasmo! Diamo il via al pomeriggio.
Giro di belle notizie: solo 2 rispondono ma gli altri no… settimana dura.
Ma noi siamo li proprio per dar loro una bella notizia da poter poi rac‐
contare no? Cambiare le circostanze è il nostro obiettivo.
Passiamo dai giochi di fiducia sino a giungere al magico momento della
magia. Da tempo alcuni di loro avevano fatto presente la volontà di im‐
parare a fare piccole magie ed allora eccoci: Aureola entra nelle vesti di
una schizzatissima maga clown che ha come assistente quello spilungo‐
ne di Smilzo!
Sacchetto magico, dito finto, gag dell’equilibrista, libro magico, ecc. Ri‐
dono ed incuriositi cercano di svelare i trucchi ma è troppo tardi sono
già le 17. Solo il tempo di svelare qualche magia e arriva l’agente.
“Cosa vi è piaciuto oggi?” Chiediamo. “Giocare” rispondono.
Relazione di Aureola
Oggi alcuni ragazzi sono un po’ preoccupati, lunedì prossimo Me. avrà il
processo e il 21 febbraio ci sarà il processo di S.
C’è un ragazzo nuovo con loro, un tunisino, MB. il quale è ben pettinato
e di bell’aspetto, se non fossimo al Ferrante sembrerebbe uno studente
qualunque, lo soprannominiamo “Brillantina”.
Abbiamo riportato i giochi di magia che la volta scorsa sono piaciuti
molto. MB. è scettico, ridacchia, fa un po’ lo sbruffoncello… Ma, appena
tiriamo fuori i giochi di magia, il ragazzo cinese inizia a fare il trucco del
dito con il fazzoletto che scompare, un altro fa il trucco del cestino a
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
scomparti, S. usa il bicchiere per fare il trucco della moneta, un altro si
toglie il laccio della scarpa per farci vedere un giochino di abilità e poi
Smilzo fa vedere il trucco dei bussolotti. E’ un successo, anche MB, Bril‐
lantina, si integra e così iniziamo a giocare.
Si decide di fare un gioco di abilità con le palline.
Alcuni ragazzi si siedono, appaiono stanchi.
Appena Smilzo fa vedere alcuni giochi si incuriosiscono e iniziano a
provare, alcuni di loro riescono molto bene.
C’è un momento in cui sto per preoccuparmi perché Me. si siede e inizia
a tirare le palline contro un compagno, dico a che forse è meglio cam‐
biare attività, ma è solo un attimo, tutto rientra e Smilzo prosegue con il
suo insegnamento.
Con noi si divertono, soprattutto con me che non so fare niente di gio‐
coleria e mi prendono in giro. Ma sono sempre rispettosi e lo fanno con
tanta simpatia.
Mi siedo vicino a Me. che dopo aver giocato per un po’ (è riuscito a far
star su le tre palline) si è nuovamente seduto. Gli chiedo cosa lo preoc‐
cupa e mi parla del processo, ha paura di non farcela ad uscire. Non so
che reato abbia commesso e non lo voglio sapere.
Gli chiedo quanti anni ha e da quanto tempo è in Italia, mi dice di avere
16 anni ed è in Italia da 1 anno e mezzo. “Sono arrivato in una barchetta
piccola piccola, 4 giorni di mare… è stato difficile. Pensavo di trovare il
futuro qui e invece guarda dove sono finito Da un anno e mezzo non vedo
i miei e qui ho solo un cugino…”.
Lo ascolto, lo guardo, ha gli occhi tristi. E’ un bel ragazzo, alto, bel sorri‐
so scanzonato, potrebbe avere il mondo davanti a sé e invece è lì in
quella stanza che non è solo una sala giochi, è una stanza con una porta
chiusa a chiave che verrà aperta solo da un agente al termine del nostro
intervento. Lo vedo scoraggiato, triste, e gli parlo di me, gli dico che ho
due figli, che anche io ho dovuto lasciarli per un anno, del mio passato
in Argentina, di come anche io mi sia sentita emigrante e di quando ho
perso tutti i soldi che avevo e sono tornata in Italia senza niente e ho
ricominciato credendo che potevo iniziare un progetto di aiuto agli al‐
tri. Gli spiego che grazie alla mia esperienza ero lì con loro in questo
momento e che da ogni esperienza difficile si può crescere. Gli dico di
non perdere la speranza di rifarsi una vita appena uscito. Lui mi dice
che gli piacerebbe diventare un calciatore famoso. Gli suggerisco di tro‐
vare il modo di studiare, perché senza un titolo di studio è difficile ap‐
prodare a qualcosa di costruttivo.
120
Relazioni Circostanza, anno 2007
Mi ascolta con interesse, mi fa domande. Mi dice: “Grazie per avermi
parlato, ricorderò quello che mi hai detto”, mi abbraccia.
Terminiamo il laboratorio con una condivisione su ciò che hanno ap‐
prezzato di più della giornata e dicono di avere apprezzato: tutto, Aure‐
ola e Smilzo perché siamo “buffi”, i giochi, il ridere insieme.
Ci abbracciamo, oramai l’abbraccio finale è un rito…
Vedo l’agente che vede che ci abbracciamo e ci guarda stupito.
Nota: Alla riunione “Stop & GO” del 21/2, apprenderemo che Me. ha a‐
vuto un anno e 10 mesi di condanna al processo, ma pare sia contento
perché ne aspettava di più.
Apprendiamo anche che la nostra attività è quella che al momento atti‐
ra di più ai ragazzi e che possiamo “sfruttare” questo favore per aiutarli
a ritrovare speranza e voglia di intraprendere progetti. E’ proprio il no‐
stro compito!
Relazione di Donji
Ci presentiamo nella sala dove svolgiamo le attività con i ragazzi: si
presentano 5 ragazzi magrebini e un ragazzo italiano.
Svolgiamo laboratori di giocoleria: palline, cerchi, rola‐bola, fazzoletti e
anche un po’ di devilstick, nonché l’uniciclo.
Come è normale che sia, alcuni ragazzi si impegnano con un singolo og‐
getto di giocoleria (ad esempio un ragazzo che prova e riprova con
l’uniciclo…tutti gli diciamo che è la cosa più difficile e lui sembra molto
orgoglioso dei primi risultati), altri li provano un po’ tutti con minore
convinzione.
Un ragazzo se ne sta in disparte, Maggiolina cerca di coinvolgerlo e cer‐
ca di capire cosa c’è che non va: ha appena sentito l’avvocato e le notizie
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
non sono buone. Preferisce starsene un po’ in disparte, ma dopo un po’
ci raggiungerà nelle attività, sempre restando un po’ defilato.
Coinvolgiamo i ragazzi con altri giochi di gruppo: lo scalpo (ci mettiamo
un fazzoletto dietro la schiena nei pantaloni, con una mano bisogna af‐
ferrare e rubare lo scalpo agli altri) e fazzoletto o bandiera che dir si
voglia.
Concludiamo la giornata rivedendo alcuni giochi di magia: chi li sa li fa a
chi la volta scorsa non c’era…e si atteggia giustamente da gran mago!
Dividiamo anche i ruoli per lo spettacolo del 10 marzo dove saranno
loro a presentare giochi di magia e numeri di giocoleria.
Ma arriva l’agente, sono le 17 e i ragazzi devono tornare di sopra…
dobbiamo andare.
I ragazzi ci ringraziano e ci salutano. Raccogliamo i nostri oggetti, riti‐
riamo i documenti e usciamo.
Mi è piaciuto molto il modo estremamente sereno con cui ci siamo ri‐
volti ai ragazzi, che non erano forse al loro picco di energia, a volte si
distraevano con facilità e a volte erano un po’ svogliati… ma erano co‐
munque attratti dalle nostre proposte.
Relazione di Maggiolina
Entriamo, le ragazze sono tre. Il giorno dopo c'è lo spettacolo‐torneo,
scopriamo che alla fine si sono allenate per giocare a pallavolo, ma sono
ancora in forse se giocare o meno a calcio.
M. è in crisi perché non vuole giocare divisa dalle altre ma sembra con‐
tenta che le squadre siano miste. M. vuole fare qualcosa per lo spettaco‐
lo, ma ci tocca dirle che non essendosi impegnata non può pretendere
di avere qualcosa da mostrare, riprendendo il discorso che i ragazzi è
un po’ che si impegnano e si allenano.
122
Relazioni Circostanza, anno 2007
Io e Geppetto comunque tiriamo fuori tutti gli attrezzi circensi per cer‐
care di capire se c'è qualcosa che possano preparare ma la soglia di im‐
pegno è bassa e si demoralizzano subito, dicendo che non sono capaci.
K. con le palline è bravina, ma ha troppa vergogna.
Pepita improvvisa anche una lezione veloce con i bastoni recuperati
dalle scope in bagno perché forse più semplici, ma abbandonano dopo
poco, provano palline, foulard, piatti cinesi, rola‐bola... ad un certo pun‐
to sono però tutte e tre ferme: vorrebbero la musica, ma abbiamo scor‐
dato le casse.
Iniziamo così a cantare e scopriamo che M. conosce le canzoni diLittle
Tony, passiamo un po’ di tempo a cantare insieme, stonati però diverti‐
ti.
Ad un certo punto entra un'educatrice, E., e chiede se può partecipare
anche lei, la accogliamo e la poniamo subito con un bastone in mano a
mo’ di microfono e le chiediamo di cantare, rimane un po’ destabilizza‐
ta, ma poi intona un paio di strofe.
E., l’educatrice, ci saluta e capita il miracolo: con i cerchi iniziano a gio‐
care tutte e tre, finalmente stiamo giocando insieme... ma siamo ormai
alla fine arriva l’agente e dobbiamo salutarci.
E’ sempre un po’ dura entrare in relazione e agganciare la loro atten‐
zione, ma quando poi si trova la strada, coi loro tempi, va bene.
Relazione di Aureola
Arriviamo e ci vengono incontro tutti, compreso M. e I. che però devono
tornare in cella perché sono in isolamento.
Oggi c’è un agente giovane, simpatico, che permette loro di rimanere
ancora 5 minuti per vedere le foto che abbiamo fatto sabato scorso alla
festa. Quando loro vanno via rivediamo le foto con calma. I ragazzi
stanno seduti e osservano ogni foto con attenzione e interesse e così
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
pure i video, si lamentano perché li avrebbero voluti più lunghi, ma so‐
no fatti col la digitale e durano pochi minuti. MB. si rivolge a me diverti‐
to, mi prende in giro. Lui sabato non c’era era in isolamento per una lite
con C.
Finito di vedere le foto li chiamiamo per gli esercizi con i cerchi.
Io rimango a cercare musiche che mi chiede MB., uno vuole musiche a‐
rabe, l’altro vuole musiche rumene e il terzo vuole musiche slave… Non
riusciamo ad accontentarli tutti.
Alcuni giocano, altri vogliono la musica. Sia per loro che per le ragazze
la musica sembra essere molto importante, infatti vogliono musica del
loro paese e ci tengono tanto.
MB. sembra distratto, per tutto il tempo ha il walkman all’orecchio e si
lascia coinvolgere poco nei giochi con gli anelli, tranne all’ultimo quan‐
do facciamo un gioco di squadra di passaggio incrociato di anelli. D. in‐
vece gioca, ci tiene troppo che io gli porti quella foto e farebbe qualun‐
que cosa.
Si chiacchiera, C. è uscito per un progetto in comunità. MB dice di essere
del segno zodiacale del Leone, D. è dell’Acquario. Scherzo con MB. e gli
dico che è sempre ben pettinato ed elegante (è vero), è compiaciuto, ma
mi chiede se sono “fuori”. Si diverte quando gli dico “caro ragazzo”. Gli
chiedo se c’è un progetto per lui, si incupisce e dice che non può esserci
perché non ha documenti. Anche I (rumeno) non ha documenti, si so‐
spetta che non voglia darli perché è già maggiorenne. Forse questo in‐
fluisce per loro in termini di condanna.
Non si sono fatte tante attività circensi, ma l’atmosfera mi è sembrata
rilassata e tranquilla. C’è una sorta di cameratismo per il quale ci accet‐
tano e amano passare del tempo con noi.
Mentre siamo seduti chiedo loro cosa preferiscono di ciò che abbiamo
fatto fino ad ora, Yu. Dice che gli piace tutto. MB. dice che gli piacciono
Pepita e Aureola, ma anche le palline di giocoleria. Yu dice che gli piace
andare sull’uniciclo.
Arriva l’agente, è finito il tempo. Ci si abbraccia con affetto e ci si dà
l’arrivederci alla prossima settimana. C. ci indica un cantante rumeno di
cui vuole musica, la cercheremo per lui.
124
Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazione di Geppetto
Geppetto ha portato il computer con le foto dello spettacolo, Pepita le
musiche di Laura Pausini, con noi c'è anche la mediatrice culturale.
Che dire? un successo, inaspettato e tanto atteso.
Vediamo le foto, mettiamo la musica e già le ragazze iniziano a cantare.
Em. è su di giri, forse ancora dalla festa. Cantano le canzoni d'amore con
tutta la voce che hanno.
Ci presentiamo alle nuove ragazze S. (già vista alla festa) e R.
Storica la frase di S..."Forte Ci.! il Ferrante senza Ci. non è niente! (fa‐
cendo riferimento ad uno dei ragazzi italiani appena uscito e subito ri‐
entrato).
R. è più timida ma pian piano si fa prendere dal gioco.
Dopo le foto giochiamo alla “macchina dei cerchi”, qui accade una sorta
di litigio causato dal fatto che S. per togliere il cerchio dalla testa di R. le
sbatte sul naso, si urlano contro in una lingua che nemmeno la media‐
trice conosce, ma basta un po’ di tempo e tutto passa.
Passiamo al cerchio mancante e chi non entra nel cerchio deve fare una
piccola penitenza tipo cantare una canzone, ballare Asereye, dire una
poesia, fare la bambola con la musica di Barbie girl, le ragazze parteci‐
pano tutte con calore e divertimento, compresa la mediatrice.
Le ore passano veloci abbiamo ancora il tempo di fare il gioco del lancio
del cerchio e ripresa ad occhi chiusi, che arriva l’agente.
Oggi siamo felici!
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
Alla riunione "Stop & Go" di questa mattina, riunione in cui si trattano
le tematiche riguardanti i ragazzi del gruppo Levante, gli educatori, psi‐
cologi, guardie, maestre e gli operatori dell'attività del mattino (le atti‐
vità professionali) hanno detto che è un periodo difficile, che i ragazzi
sono spesso in isolamento, che gli agenti sono pochi e che quindi sono
più nervosi e che basta un attimo e si litiga. E' stato detto che i ragazzi
non frequentano volentieri le attività. La ragazza dell'AICS che fa teatro
ha detto che agli ultimi due incontri sono scesi solo due ragazzi. L'attivi‐
tà di pallacanestro del Coni non vogliono farla. Alcuni di loro hanno il
processo la prossima settimana e quindi sono più nervosi. KS che è un
po' il leader non scende più alle attività. Lo stesso i rumeni..
Io ho detto che fino a mercoledì scorso i ragazzi erano scesi ed erano
sereni con noi, ma non sapevo cosa avremmo potuto aspettarci nel po‐
meriggio.
Questa la premessa.
Questo pomeriggio quindi ci aspettavamo di vedere pochi ragazzi, e
forse nervosi o con poca voglia di fare attività e invece sono scesi credo
tutti.
C'erano: i magrebini M. B.., M. S., K. Sa., Me. (oramai detto il Mago), Yu.; i
rumeni K.e I., gli italiani G. e C.; lo slavo D.
Abbiamo dapprima visto le foto (sono calamitati dalle foto che abbiamo
fatto alla festa del 10 marzo), poi volevano sentire le musiche (avevamo
portato loro le musiche rumene che ci avevano chiesto), ma abbiamo
detto che volevamo comunicare loro un progetto e ci siamo tutti seduti
in cerchio.
Tutti erano molto attenti. Abbiamo parlato del progetto di costruire in‐
sieme un cortometraggio e hanno risposto positivamente. Abbiamo
chiesto loro dei titoli e sono emersi titoli interessanti: “La mia vita den‐
tro”, “L'amore”, “Io e la paura”, “Vita in cella”, “Ragazzi e guardie”, ecc...
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazione di Aureola
Cr. esce dalla stanza perché ha mal di pancia, MB. manca perché ha il
processo, S. è uscito, G. è in isolamento, D. è venuto, ma poi è andato via,
non so perché.
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Bailando si è presentato e ha parlato ai ragazzi spiegando il perché del‐
la sua presenza, il progetto "Cortometraggio", i possibili sviluppi e l'idea
di unire ciò che si sta facendo con i ragazzi (attività circensi) alla loro
vita in un penitenziario e ai lori progetti nel futuro.
Sono stati tutti molto attenti, soprattutto MS ha detto di aver già girato
un film e che quest'esperienza secondo lui sarebbe molto utile per loro.
Abbiamo proseguito l'incontro giocando per scaldarci un po' allo "Scal‐
po" e poi i ragazzi hanno proseguito l'allenamento sull'uniciclo, e hanno
migliorato gli esercizi di giocoleria.
Hanno detto a Maggiolina che si trovano bene con noi perché anche se
non partecipano a qualche attività, si sentono comunque accettati e si
rilassano anche vedendo giocare gli altri e ridendo.
MS. facendoci vedere il braccio tutto tagliato ha commentato: "preferi‐
sco tagliarmi io quando ho rabbia, o rischierei di mettermi nei guai...".
I ragazzi sono sempre molto rispettosi con noi, io oramai vengo chiama‐
ta "Zia", Maggiolina e Pepita sono sorelle e Geppetto ha il ruolo paterno
o di zio, mentre Smilzo e Bailando sono ragazzi come loro e con loro si
divertono a giocare anche in maniera più "rude".
Abbiamo concluso con i soliti abbracci e l'arrivederci alla prossima set‐
timana.
Ore 14‐00 inizia la riunione d'equipe, valutiamo il da farsi. Oggi sarà la
prima volta che portiamo la telecamera. Con le ragazze è stato un suc‐
cesso e sono emersi molti temi interessanti.
Chissà se i ragazzi saranno ugualmente predisposti ad aprirsi? Deci‐
diamo di farci guidare da loro, vedremo se MS. ha scritto del materiale
che possiamo utilizzare per il video. Portiamo gli attrezzi per filmare i
ragazzi mentre giocolano.
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Ore 15‐30 siamo dentro, per ora c'è solo MB., Brillantina, ha le cuffie
nelle orecchie, è contento di vederci, mi ricorda che la settimana scorsa
non c'ero, parliamo un po' e ad un certo punto gli dico che Bailando è il
figlio di Aureola, la zia. Gli si illumina lo sguardo, non ci crede. Sorride,
chiede conferma a Maggiolina a Bailando e quando entra anche ad Au‐
reola è sorpreso e divertito dalla differenza d'altezza ripete più volte:
"Che bello!"
Entrano gli altri ragazzi. C'è una new entry, un ragazzo rumeno, N., al‐
cuni ragazzi sono usciti nel frattempo ed altri sono in isolamento. Il ra‐
gazzo nuovo è un po' sulle sue, così anche l'unico italiano, Cr. Qualcuno
si siede qualcuno vaga in piedi.
Bailando posa la telecamera sul tavolo mentre tutti ci disponiamo in
cerchio. Spiega che inizieremo a girare le prime riprese e chiede se
qualcuno ha preparato qualcosa. MS. ha dei fogli in mano, ha scritto due
pagine al computer (*) aiutato dallo psicologo. Gli facciamo i compli‐
menti per la produzione e lui è ben disposto a leggere quanto ha scritto,
facendosi filmare.
A questo punto il nuovo arrivato inizia a ridere. M.S. con tono scontroso
gli chiede cosa ci sia da ridere. Il ragazzo lo guarda e dice: "Il carcerato!"
con tono sarcastico. M.S. gli risponde calmo: "Certo! Tu sei appena arri‐
vato, ma ti accorgerai cosa vuol dire...". E nel dirlo gli dà una pacca sulla
schiena come un uomo adulto fa con un ragazzo più giovane.
Scegliamo il posto migliore per le riprese e ci sediamo tutti sulle pol‐
troncine di plastica rosse che ci sono nella stanza. Tutti tranne MB.,
Brillantina, un po' sconcertato, ma basta che Aureola gli faccia cenno di
unirsi a noi che si avvicina.
M.S. inizia a leggere. C'è silenzio. Ciò che legge non è una storia inventa‐
ta, ma la sua storia, le sue riflessioni, il suo cuore. Legge con tono serio e
preciso, molto coinvolto. Mentre MS. legge i ragazzi hanno il volto serio,
ascoltano, nessuno fiata.
MS. parla di sé, di come ha dovuto imparare cos'è la pazienza, com'è ar‐
rivato in Italia con tante speranze ed ora si ritrova in carcere per le tan‐
te "cazzate" fatte.
Al termine della lettura c'è ancora un attimo di silenzio poi parte l'ap‐
plauso.
Siamo palesemente commossi, torna il silenzio.
Mi avvicino a M.S. e lo ringrazio dicendo che sicuramente queste parole
sono condivise da tutti, che difficilmente riusciamo ad esprimere ciò
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Relazioni Circostanza, anno 2007
M.B.: "Si! Ora basta…"…sorride..
Silenzio
M.B.: "Mi metti un po' di musica araba?"
La cerco e trovo quella che gli piace, gli chiedo se vuole allenarsi un po'
con le palline, mi risponde che aspetta ancora un attimo.
Pepita: "Quando vuoi... Quando vuoi giocolare ci sono... ed anche quan‐
do vorrai parlare ancora un po'…"
Ringrazia e sorride.
Intanto vedo tutti alle prese con diversi attrezzi. N., il nuovo ragazzo
rumeno sta provando a giocolare con tre palline per la prima volta e già
riesce a fare qualche giro. Me. lancia i cerchi e ci fa invidia con l'ula‐op,
MS. va sul rola‐bola, Ju. che è rientrato da poco (non ha sentito la lettu‐
ra) ha un sorriso raggiante(pur essendo appena tornato dal processo).
L'atmosfera si è rilassata molto e a vederci da fuori siamo davvero un
bel gruppo.
C'è ancora Cr., l'italiano che rimane sulle sue, mi avvicino e gli parlo, sta
pensando che deve scontare ancora quattro anni, ha avuto il processo
da poco, deve andare ancora in appello e spera di diminuire molto la
pena.
Cr.: "Ce l'hanno tutti con me perché non ho parlato, all'altro ragazzo che
era con me, maggiorenne, hanno dato due anni in meno perché ha parla-
to. Dicono che non possono fare niente perché non vedono i miei cambia-
menti e secondo me non hanno nemmeno letto le relazioni degli educato-
ri. Dicono che se esco faccio subito qualche altra cazzata. Sono chiuso, so-
no fatto così… ma non vuol dire che non ci penso alle cose... Io voglio lavo-
rare, ho già un lavoro come panettiere e voglio fare quello... voglio uscire
di qui.."
Parliamo ancora un po' del suo avvocato e dei vari procedimenti del suo
comportamento, poi MB. che intanto ha fatto un volo sul rola‐bola che ci
ha fatto ridere mi chiede di allenarsi con me alle palline così che possa
essere ripreso. Mi congedo dall'italiano e iniziamo a fare passing e tre
palline in due con MB.
Chiamiamo Bailando per farci riprendere, ma ci rendiamo conto che sta
riprendendo già altri ragazzi che intanto si sono avvicinati all'italiano,
non capiamo bene cosa stia accadendo e continuiamo.
Dopo un po'arriva Bailando con Me. e scopriamo che quest'ultimo sta
intervistando tutti ragazzi chiedendo come si sentono in carcere... arri‐
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
va anche da noi, MB. risponde con piccole frasi, ma lo guarda dritto ne‐
gli occhi…" Come vuoi che mi senta!"…
La nostra intervista è breve e Me. riparte verso Aureola e Geppetto che
si mettono i nasi, anche Me. lo indossa.
È difficile seguire tutto. Credo che oggi ognuno ha avuto la sua persona‐
le esperienza. Dopo un po' Bailando arriva a filmare noi e MB. mi chiede
di non portare sfiga e non far cadere le palline! Nonostante ciò emozio‐
nati dalla telecamera ci cadono più volte... ma ci ridiamo su!
Tutti siamo presi dal fare qualcosa con i ragazzi, arrivano gli agenti con
un'educatrice che si mette a parlare con Me. e con l'italiano, arrivano
anche la mediatrice e G. l'educatore, sono molto sorpresi dei saluti af‐
fettuosi che ci fanno i ragazzi (ci abbracciamo e ci baciamo prima di an‐
dar via e quando arriviamo), rimaniamo ancora un po' a chiacchierare
con loro sui progressi di tutti e di come oggi abbiamo lavorato bene.
C'è una bella atmosfera, d'equipe allargata che lavora per i ragazzi ed
anche loro lavorano per loro stessi.
Ultimi saluti..
I ragazzi arabi ci salutano con il loro modo: mettendosi una mano sul
cuore..
Che dire… tante emozioni oggi.
Emozioni forti, amarezza, tristezza e allo stesso tempo unione: unione
tra noi dell'equipe CircoStanza, unione tra noi e i ragazzi.
Aureola: Dopo il silenzio pesante seguito alla lettura della lettera di
M.S., Bailando coinvolge Me. chiedendogli di intervistare tutti mentre
lui con la telecamera riprende.
Arrivano da me e Me mi chiede:
Me: “Ma tu quando vieni qui e giochi con noi lo senti che siamo carcera‐
ti?”
Aureola: “No, io non ci penso, penso che siete ragazzi con cui stiamo fa‐
cendo una attività. Sì è vero, siamo chiusi in una stanza, ma a volte an‐
che in una scuola siamo chiusi in una stanza.”
Me: “Sì, ma qui è diverso, lo sai che non possiamo uscire... Tu non senti
razzismo verso di noi?”
Aureola: “No, io ho sempre viaggiato molto, ho visitato tanti paesi e ho
anche vissuto all'estero e ciò che ho visto è che se chiedi a qualcuno in
qualunque paese del mondo dove sente l'amore, lui risponderà: "nel
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Relazioni Circostanza, anno 2007
cuore", sia che sia italiano, marocchino, birmano... Non potrei essere
razzista nemmeno volendo, sento che tutti siamo uguali, anche se con
culture diverse, tutti vogliamo l'amore.”
Me: “Quello che stai dicendo mi colpisce molto, però noi siamo in carce‐
re e questo per te cosa vuol dire?
Aureola: “Essere in carcere può essere visto come una punizione, un ca‐
stigo, ma anche come una opportunità...”
Me: “Cosa vuol dire "opportunità"? “(non capisce bene l'italiano)
Aureola: “vuol dire che stare qui può servirti a imparare cose, a cono‐
scere persone che ci tengono a te e che ti vogliono bene, a capire che hai
commesso degli errori e a evitarti di commetterne altri ancora...”
Me: “sì, hai ragione, qui c'è tanto tempo per pensare e riflettere.”
Si spostano ad intervistare qualcun altro...
Rimango per un momento pensierosa, che bella opportunità anche per
me di passargli un messaggio, ha solo 16 anni...
Mi sposto vicino a MB. il ragazzo tunisino, oggi è stato per parecchio
tempo con le cuffie e la musica alta nelle orecchie, quasi non volesse
sentire quello che diceva MS., mi dice: "Devo ancora passare ancora ot‐
to mesi qui dentro... e ho solo rubato una bicicletta da 100 Euro... (poi
aggiunge che era una rapina e anche che spacciava)...".
E' una giornata strana oggi, fuori piove, il tempo è grigio e dentro quello
stanzone senza riscaldamento fa un po' freddo, ma anche se con un velo
di tristezza siamo tutti "intimamente" pieni di emozioni, di calore uma‐
no.
Ora vi trascrivo ciò che ha scritto e letto a noi MS. ripreso da Bailando.
Lascio volutamente gli errori di italiano, le parole in maiuscolo così co‐
me ha scritto lui...
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Dopo quattro mesi le cose sono cambiate un po', è stato triste che ho pre-
so la condanna troppo pesante ma io sono sicuro che ce la faccio passare
con qualche ragazzo bravo e con l'aiuto di Dio. ma adesso sono meno ag-
gressivo, mi sento anche più responsabile e paziente. Comunque tagliarmi
o spaccare qualcosa non serve. Ma dentro di me c'è sempre un peso e spe-
ro che il tempo passi in fretta per poter uscire al più presto. Ci sono anche
due cose come la musica e il Corano che mi danno la forza di andare a-
vanti.
Ma io da quando ho lasciato il mio paese [N.D.R. Marocco] che penso tro-
po, tropo e ho pensato anche ammazzarmi o impiccarmi con una corda,
così non penso più punto...! però dentro di me ce sempre una cosa che mi
fa stare meglio di tutti i pensieri del passato avuto almeno il pensiero del
futuro. E' questo che mi ha salvato ho pensato ho detto io sono ancora
giovane ciò tutta la vita davanti, anch'io voglio avere figli e voglio fare
una famiglia da solo. Come tutti i ragazzi della mia età. Va bè!
Sopra tutto penso sempre ai miei genitori che mi hanno lasciato per un
motivo... quando avevo tre anni e non so cosa fare di me, avevo una sorel-
la che anche lei era piccola e non sappiamo cosa fare di noi. Poi siamo
cresciuti un po' io mi sono arrivato a 6 o 7 anni, ho lasciato il Marocco per
sempre, ho lasciato anche la mia sorella che era ancora viva [N.D.R. ci di‐
ce che è morta l'anno scorso, ma pare che non sia vero…].
Dal 1996 che ho passato tutti questi anni fuori arriva il 2007 mi trovo
dentro.
Relazione di Maggiolina
Em. è raggiante, quando si avvicina il processo e la speranza di uscire si
rende a tratti concreta e possibile, l’umore migliora… appena ci vede ci
salta al collo e ci abbraccia ma nota subito che non ci sono né Geppetto
né Smilzo e, pensando che oggi è l’ultimo incontro, è dispiaciuta perché
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
sa che non li vedrà più! Ma lascia a noi l’incarico di riempirli di baci ed
abbracci.
Ci racconta subito come è stata brava la mattina stessa durante l’esame
di terza media, che ha passato con ottimi risultati e ammette di averlo
affrontato con il sorriso stampato in faccia e con molta serenità, cosa
non facile per lei ragazza dal carattere chiuso e introverso.
Tutte le materie sono andate bene e finalmente con la terza media le si
apriranno le porte non solo del carcere ma anche della patente di guida
e magari di una scuola per camerieri. È bello vederla parlare di futuro.
Ha voglia di fare, della sua solita tendenza alla pigrizia non c’è traccia,
sa che oggi probabilmente per lei se uscirà questa è l’ultima “CircoStan‐
za” in cui potrà giocare con noi, giocare con se stessa, giocare e basta!
La musica come sempre dà colore alla sala ed alle emozioni ed in un
men che non si dica Em. si dedica alla danza, al teatro ed alla improvvi‐
sazione clown, io e Pepita la incitiamo e ne esce una fantastico numero
di canto e ballo clown!
E poi via con la giocoleria, la danza dentro la lycra. L’agente di turno
sentendo le risate non resiste e, prima si avvicina alla porta ed osserva,
poi divertita dalla situazione si prende una sedia ed assiste a tutta l’ora
del laboratorio.
Lasciamo Em. sudata e stanca, con un sorriso enorme e le lacrime agli
occhi nel saluto finale. Ciao Em. Buon futuro!
Relazione di Smilzo
Il clima oggi è particolare: i ragazzi scendono nel salone in ritardo e non
sono di buon umore. Come oramai di rito, ci salutano con 3 calorosi ba‐
ci, un abbraccio e la mano sul cuore.
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Subito ci chiedono come mai non c’e’ la “zia” ovvero Aureola.
Per scaldare l’ambiente ed il clima proponiamo una partitona di Palla
Avvelenata Clown, che pare piacere assai e in venti minuti siamo tutti
distrutti, senza fiato ma ci siamo fatti un sacco di risate e la competizio‐
ne ha mantenuto sempre toni sereni e amichevoli.
Ma poi tiriamo fuori il meglio di noi: Maggiolina decide di indossare una
maschera bruttissima appunto chiamata “il brutto” e da lì parte uno dei
momenti più comici del CircoStanza.
Mi posiziono su una sedia e dietro di me Geppetto inizia a doppiare la
mia voce, i ragazzi sparano domande a raffica ed io mi trasformo in un
personaggio di fantasia: la fantomatica Nicoletta, alla quale segue
l’intervista del marito Nicoletto interpretato da uno dei ragazzi e dop‐
piato da un grande Smilzo.
Tutti si sbellicano dalle risate, tranne MB. (Brillantina) che, giunto mol‐
to dopo gli altri, ha uno sguardo totalmente assente, occhi lucidi e ri‐
flessi zero. In un momento di colloquio a due con Pepita ammette di a‐
ver chiesto al medico delle gocce di tranquillanti. Alla faccia del tran‐
quillo, a causa dei tranquillanti MB, Brillantina. non riesce neppure a
tenere le palline in mano.
MS. che la scorsa volta aveva scritto e letto dinanzi alla telecamera un
pezzo del suo vissuto, scritto con il supporto dello psicologo, anche oggi
ha una lettera ma decide di non leggerla perché non se la sente e perché
non c’è la telecamera, ma ci consegna i fogli e ci chiede di custodirli fino
al prossimo incontro.
In un momento di giocoleria libera ed allenamento, qualcuno dei ragaz‐
zi si avvicina con me al PC ed insieme ci guardiamo il video girato con le
ragazze, al quale abbiamo però tolto l’audio, perché le ragazze in svaria‐
ti momenti parlavano con toni amorosi di alcuni dei ragazzi presenti ,
per cui abbiamo preferito togliere il sonoro in modo da non mettere in
imbarazzo nessuno. Attorno a quel PC c’è interesse per la produzione
del video che comprenderà stralci delle riprese dei ragazzi così come
delle ragazze.
Arriva l’agente. Tempo scaduto.
137
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Maggiolina
Pepita arriva un po’ in ritardo per colpa dei pullman… trafelata entra e
vede che è rimasta solo una ragazza: Em. Bailando e Geppo le stanno
mostrando i video girati da loro. Guarda divertita le scenette fatte con le
sue compagne e ride vedendosi ridere. Appare un filo di malinconia
perché ora è rimasta solo lei, certamente le compagne le mancano. Ride
nel vedersi ridere e nel sentire la storia creata da lei e da S. su uno dei
ragazzi. Chiede se glielo abbiamo fatto vedere, diciamo di sì, ma senza
l’audio.
Vuole vedere ora cosa hanno fatto i ragazzi e parte per primo il video
dove giocolano.
È colpita dal vedere che tutti sono attivi nell’allenarsi, ma si chiede per‐
ché non dicano nulla (la parte dell’intervista non si capiva molto… e
comunque, forse, sperava dicessero qualcosa sulle ragazze) .
Gli facciamo vedere il video di MS. Lo ascolta molto seriamente, an‐
nuendo con la testa in più punti. Al termine è commossa e le chiediamo
cosa l’ha colpita di più.
”È vero, in carcere non hai più il tuo tempo, ti alzi quando vogliono altri,
mangi, fai attività che non servono a nulla”
Pepita chiede se pensa che non le possano servire proprio a nulla:
“No, soprattutto la scuola non mi piace; però l’attività con voi e disegno
mi piacciono”
Geppetto le chiede cosa le piace. È un po’ persa, non riesce a dire preci‐
samente cosa le piace e poi dice che le piace la vita fuori dal carcere. È
molto dispiaciuta per la storia di MS., c on molta maturità dice che è ve‐
ro che non serve a nulla essere aggressivi o spaccare oggetti, bisogna
essere pazienti e pensare a quello che ci sarà dopo.
Le chiediamo cosa desidera per la sua vita fuori.
138
Relazioni Circostanza, anno 2007
Prima dice che non vuole più vivere illegalmente, che vuole un lavoro,
le piacerebbe fare la barista perché potrebbe stare a contatto con la
gente, ma dopo qualche battuta parla nuovamente della sua vita come
legata al rubare. Parla di suo fratello più grande, racconta che ha fatto il
modello ed anche a lei piacerebbe fare la modella.
Parla di Yu. Il ragazzo di cui dice di essere innamorata. Le piace perché
è serio, educato, tranquillo. Le rimandiamo il fatto che è bello che le
piacciano queste qualità e che se anche non sarà lui le auguriamo di
trovare una persona con queste caratteristiche.
Gira due video in cui in uno parla a MS. ripetendo che le spiace per lui e
che per molte cose gli dà ragione; poi un video per Yu. In cui parla del
perché lui le piace e gli proclama il suo amore.
È emozionata e ride dalla vergogna.
Siamo riusciti a parlarle in maniera coinvolgente, anche se è ancora
piuttosto chiusa e non ha le idee molto chiare, c’è una parte di lei che
sente e spera in un modo di vi vivere diverso e un’altra che non conce‐
pisce la vita diversa da quella che ha sempre fatto.
La salutiamo con affetto, l’attività è finita arriva l’agente, è l’ora di dise‐
gno.
Relazione di Aureola
I ragazzi vogliono vedere le riprese che Bailando ha fatto l'ultima volta.
Sono molto interessati a “rivedersi” e i nuovi sono interessati a capire
cosa MS. ha detto. Le interviste di Me. si sentono poco: in questa stanza
tutto rimbomba e se c’è una musica o qualcuno parla o gioca non si sen‐
te più bene.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
MS. ha scritto altri 3 fogli sulla sua vita, la volta scorsa senza la teleca‐
mera non ha voluto leggerle. Questa volta dapprima dice che non vuole
leggere, poi quando dico che leggerò io e lui mi starà accanto si decide e
dice che sarà lui a leggere. Si mette in un angolo, si siede sul bidone del‐
la spazzatura (fa capire che è un gesto provocatorio) e legge nuovamen‐
te pagine toccanti e forti. Accanto a lui c’è Cr., il ragazzo italiano, che lo
ascolta.
Bailando riprende con la telecamera.
Gli altri giocolano o ascoltano musica.
Anche la musica è qualcosa che li attira come una calamita. Vorrebbero
sempre ascoltare musica dei loro paesi, ma non sempre è facile reperir‐
la. L’atmosfera è rilassata. Si gioca, si giocola, si sta insieme…
140
Relazioni Circostanza, anno 2007
sta, mi sentivo come se avessi messo per la prima volta nella mia vita i
piedi dentro il fuoco. Tra la gente comune. Non ho mai provato questo
genere di sensazione e non ho mai pensato di vivere quest’esperienza…
quindi IO NON HO PAURA…!
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
no. Io parlo così perché l’ho provato. Questa cosa l’ho vissuta io perso-
nalmente.
Quando chiamavo mia sorella mi chiedeva sempre come stavo? Io sempre
le ho risposto, sto benissimo…!
Così lei non soffriva più. Mi diceva: “Io voglio vedere casa”. Io sì, io torno,
sì, sì… ma è andata così. A volte me lo chiedo pure io a me stesso. Quando
torno fra i miei cari?
Dopo quattro mesi passati qui dentro non ho mai ricevuto notizie
dall’Istituto e quando ho saputo che il 14/3/2007 devo fare il processo
ero veramente felice.
Da una parte ho dei bravi educatori, io ero tranquillo pensavo di uscire
con la scadenza termini o di essere mandato in comunità.
Dall’altra non so se essere felice o meno, perché non vedevo l’ora di la-
sciare questo posto, però ho pensato male. Mi sono detto: in confronto al-
la comunità che ho provato è meglio il carcere… prendetemi pure per
pazzo! Lascio un posto a cui mi sono abituato per andare in un posto dove
devo ancora abituarmi. La cosa migliore per me sarebbe essere libero…
ero confuso perché anche in carcere ci sono delle cose negative che anco-
ra non sapevo.
Il mio primo pensiero, il mio cervello vuole che io mi riabiliti completa-
mente delle cose che facevo prima, cioè lo spaccio, le rapine e l’uso
dell’alcol e delle canne. Poi dentro me stesso mi chiedo cosa voglio fare
veramente di me, non so se voglio continuare a spacciare o a fare altre
cose o voglio avere una vita tranquilla: scuola, lavoro, famiglia. Ma tutto
questo dipende solo da me, da nessun altro.
Prima di tutto voglio capire me stesso, dopo la condanna sono confuso
non so ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. So solo che voglio continuare
a vivere e basta. Ma dentro di me è veramente come se si fosse fermato
tutto mentre il mondo fuori continua il suo corso. Lascio perdere, non de-
vo pensare… penso solo al desiderio della vita e della libertà.
Io scrivo, scrivo e torno a parlare della vita nel carcere. Chi sa perché?
Giorno per giorno… fino a quando arriverà il giorno anche per me e per
tutti noi della libertà.
La notte, quando sto per dormire non riesco e mi vengono dei pensieri di
quando ero fuori!!! Penso ai miei amici, soprattutto ai miei paesano e tut-
te le giornate che passano è lo stesso.
Quando sei dentro è molto difficile per chi sa cosa vuol dire soffrire nella
vita. Secondo me fuori ci sono alcuni ragazzi che vivono solo con la felici-
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazione di Maggiolina
Un bel pomeriggio di sole oggi ci accompagnava al carcere.
L’agente ci conferma che faremo attività solo con una ragazza, Em.
Entriamo, l’aspettiamo, intanto prepariamo le varie cose che abbiamo
pensato di fare. Dopo i saluti di rito iniziamo l'attività. Si vede che Em. è
un po’ giù di morale, possiamo capirla dato che è rimasta da sola e ha il
processo fra pochi giorni.
Smilzo prepara tutto, accende le casse e le collega al PC, prepara la tele‐
camera e mette un po’ di musica. Subito Em. chiede la famigerata Laura
Pausini, ma stavolta Maggiolina ha dimenticato per errore il lettore
mp3 così Em. a malincuore si deve accontentare di Elisa, bella, ma a lei
non basta e chiede ripetutamente se c'è qualcos'altro, ma stavolta il PC
è dello Smilzo che ascolta tutt'altra musica!
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
La prima proposta di creare la "carta d'identità" sfogliando vari giornali
e ritagliando foto, fallisce, ma Em. viene subito conquistata parlando del
video registrato con le ragazze. Così iniziano le molte domande e dalle
domande si passa al trucco. La nostra Em. inizia a collaborare a pieno
all'attività così con Maggiolina e il regista Smilzo mettono su e provano
un'intervista stile “Le Iene” che verrà ripresa con la telecamera subito
dopo.
Si preparano le domande, si prova e si riprova, si cambia sfondo e alla
fine ci siamo! 3, 2 , 1 in onda! l'intervista fila liscia e divertente come
previsto, è il momento di rivederla!
E dopo questo che si fa!?!! ci si pensa un po’ e poi, ecco ci siamo!
Riprendiamo il discorso con le marionette, c'è una telenovela in sospe‐
so! Armiamo subito lo sfondo, marionette, pronti via! dopo uno scambio
di ruoli tra Smilzo e Maggiolina per impersonare la marionetta di Yu., lo
spasimante di Em. si inizia a registrare. Fantastico! Le riprese sono sta‐
te un pelo difficili però ci siamo riusciti. E' venuto fuori un bel lavoro.
Così dopo aver rivisto il tutto e averci riso sopra si sono fatte quasi le
17.00 e dopo una pausa sigaretta per la nostra Em. è arrivato il momen‐
to dei saluti!
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazione di Maggiolina
Curiose di comprendere le attività svolte dai ragazzi e capire come
stanno rispondendo ci dirigiamo in sala teatro.
Alle 14.00 è previsto uno spettacolo, inizierà più tardi , ma questo ci
permette di incontrare tutti i ragazzi e scambiare due parole, capire il
loro entusiasmo o meno.
La prima che incrociamo lungo il corridoio, in compagnia dell’agente, è
Em., la ragazza, siamo felicissime di vederla in grinta ed entusiasta, ha
avuto il processo, era convinta di uscire, mentre dovrà scontare ancora
un bel po’ di pena. Ci saluta calorosamente e inizia a dire che deve asso‐
lutamente imparare a giocolare con le tre palline. Ha partecipato alle
attività di giocoleria con il primo gruppo e questo l’ha stimolata a voler
imparare, certo noi pensiamo che sono mesi che proviamo a stimolarla,
ma si sa, è più incisivo il confronto coi ragazzi. Siamo comunque molto
contente del rinnovato entusiasmo.
Entriamo con lei in teatro, non c’è ancora molta gente, ma dopo un po’
arrivano tutti. Passa C. uscito e rientrato subito dopo, non fa più parte
del gruppo di attività, ma presto tornerà, saluta con un occhiolino di
complicità e il suo: ”ciao socie!”.
Arrivano i ragazzi del Levante. Intanto chiediamo ai maestri di giocole‐
ria e acrobatica come stanno andando i ragazzi. Il primo gruppo che fa
giocoleria sembra avere qualche problema, è difficile coinvolgerli, men‐
tre il secondo gruppo che fa acrobatica sta lavorando bene. Tutti arri‐
vano e ci salutano contenti, ci dicono che il giorno dopo faranno la loro
presentazione e ci chiedono se andremo a vederli. Smilzo riuscirà a ve‐
derli.
MB, Brillantina. si siede vicino a noi e ci annuncia che non parteciperà
più all’attività perché gli hanno spostato il laboratorio di falegnameria,
sicuramente è importante che continui questo percorso professionaliz‐
zante, ciò non toglie che ci dispiace tantissimo, sia a noi, sia a lui, dice
che verrà a trovarci e che gli mancheremo.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Anche MD si siede accanto a noi, chiede se abbiamo le magie, ci raccon‐
ta dei salti che stanno imparando ad acrobatica, l’insegnante è lì vicino
e si vede chiaramente che sono entrati in contatto.
Inizia lo spettacolo. Sono due numeri molto leggeri e “poetici” i ragazzi
guardano, alcuni applaudono, ma l’atmosfera generale non è di grande
partecipazione.
Finito lo spettacolo ci dirigiamo con il secondo gruppo alla lezione di
acrobatica. Come c’era da aspettarsi C., l’italiano non partecipa per nul‐
la, e D. partecipa solo alla fine, quando gli fa più comodo (nel momento
dei salti e questo non è proprio salutare al suo corpo che non si è ri‐
scaldato, comunque partecipa ed è divertito.)
La prima parte di riscaldamento è seguita a stento, ma anche per il fatto
che tutti la facciamo con il maestro (ci siamo noi e anche tre assistenti e
una educatrice) riusciamo a fare tutto.
Partono le figure di acrobatica: capriole, ruote, verticali a due, capriole
a due, i ragazzi sono ben presi e divertiti della nostra partecipazione.
Proviamo anche le figure con loro e questo ci crea ancora più legami.
Anche M. il nuovo arrivato è coinvolto e pare particolarmente sorpreso
e ben disposto della nostra presenza.
Iniziano i salti veri e propri, lì noi ci fermiamo a guardare ed è uno spet‐
tacolo. Veloci e atletici (chi più chi meno) fanno continui salti soli, in
coppia e con uscite lampo a 3, è davvero emozionante.
Alle sedici si finisce, salutiamo tutti, facciamo i complimenti, partono gli
abbracci e i baci, e… ci si vede mercoledì.
Relazione di Aureola
Arriviamo e vediamo due new entry che giocano a carte e litigano (in
arabo!) Non capiamo a che gioco giocano.
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Relazioni Circostanza, anno 2007
MS mi viene incontro e ci abbracciamo: “Zia, sei tornata!” Mi sembra di
incontrare davvero un nipote…
MB. vuole che si metta subito la musica. Sistemiamo il materiale sparso.
Abbiamo portato la palla da contact per ME che la prende e inizia a pro‐
varla subito.
Come avevamo deciso in equipe li riuniamo in cerchio e spieghiamo lo‐
ro che siamo lì per un progetto educativo e che anche noi faremo una
relazione sulla loro presenza e sull’attività svolta. Noi vogliamo dare un
buon giudizio e allo stesso tempo dato che l’attività è educativa, deside‐
riamo che da parte loro ci sia impegno a partecipare. Spiego anche che
ogni esercizio che facciamo ha la sua importanza e che la giocoleria ad
esempio serve ad allenare la concentrazione.
Sono attenti, seguono quanto sto dicendo, anzi M. richiama i ragazzi che
stavano giocando a carte e li fa venire nel cerchio.
C’è un’altra new entry, un ragazzo cinese, un po’ effeminato che ci sem‐
bra venga preso di mira un po’ da tutti. Lui è gentile, ma ogni tanto rea‐
gisce e si mostra seccato. A volte non capiamo se scherzano o se ci sono
tensioni.
Mentre ognuno di loro prova uno strumento per poi lasciarlo per un al‐
tro due minuti dopo, mi fermo a parlare con MS. gli chiedo che cosa gli
piacerebbe fare una volta fuori di lì, mi dice che la scuola di circo gli
piacerebbe, ma preferisce fare il muratore, costruire case è bello, dice.
Gli chiedo perché non è previsto un progetto per lui e mi dice che non
vuole andare in Comunità perché avrebbe una libertà fittizia e preferi‐
sce sapere di essere in galera invece che pensare di essere libero e non
esserlo veramente.
Mentre parliamo guardiamo il ragazzo cinese che prova i rola‐bola, fac‐
cio notare a MS. come l’attrezzo richieda una continua ricerca di equili‐
brio e gli spiego che anche questo è un allenamento e che tutto nella vi‐
ta ruota intorno alla “ricerca dell’equilibrio”, quindi anche il provare a
stare in equilibrio su un rola‐bola è un allenamento che può servire nel‐
la vita.
MS. mi ascolta sempre con molto interesse, è un ragazzo molto profon‐
do. Mi dice che ha scritto altre cose e che la prossima volta me le porte‐
rà.
Sento che uno dei due nuovi ragazzi marocchini dice una parola in spa‐
gnolo, gli chiedo da dove viene, mi risponde che viene da Casablanca e
che ha vissuto gli ultimi tre anni in Spagna. Da 5 giorni è in Italia ed è
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
subito finito in galera. E’ contentissimo di poter parlare spagnolo, stabi‐
liamo quindi subito una relazione, mi fa diverse domande sul tipo di at‐
tività che proponiamo a loro, se ci saremo tutti i mercoledì, cosa si può
imparare da noi. Mi dice che ha il processo a giugno e non sa quanto gli
daranno.
Sentendomi parlare con lui si avvicina anche l’altro e si presenta.
Il ragazzo cinese prova un po’ tutti gli strumenti.
Quando usciamo troviamo MB. “Brillantina” il ragazzo tunisino, ad a‐
spettarci per salutarci, ci abbracciamo, siamo commossi.
Ogni incontro con questi ragazzi è spunto di riflessione e di crescita per
ognuno di noi.
Relazione di Maggiolina
Arriviamo nel settore femminile del Ferrante convinte che ci sia la sola
Em. ad aspettarci, oramai è più di un mese che (per fortuna) non ci sono
nuovi ingressi e da un lato è un bene dall’altro la povera Em. non ha
compagne con cui condividere le attività e la vita quotidiana e il tutto le
sembra più duro. Lei è una ragazza forte e sta’ affrontando questa si‐
tuazione in modo maturo e responsabile , cercando di trarre il meglio
da tutto.
Ma oggi qualcosa è cambiato con E. arriva una seconda ragazza R. che è
arrivata al Ferrante nella notte di mercoledì. La accogliamo a nostro
modo, il clown ci aiuta ad entrare subito in contatto con lei che inizial‐
mente si è messa in atteggiamento di difesa, ma le è bastato vedere che
con noi poteva essere se stessa e in lei si è accesa subito una scintilla.
Ha iniziato a chiederci che cos’era il materiale che avevamo nello zaino,
chi eravamo e cosa combinavamo li! Em. ha per un attimo fatto la gelosa
sapendo che ora le nostre attenzioni non erano più tutte per lei, ma il
tutto è durato pochi minuti, abbiamo chiesto ad Em. stessa di spiegare a
148
Relazioni Circostanza, anno 2007
R. che cosa combiniamo di solito il venerdì e soprattutto che cosa aveva
imparato con i ragazzi della Scuola di Cirko di Torino durante le attività
del “Cirko Stretto”.
Em. si è messa a giocolare con 3 paline ma ha ammesso che deve ancora
allenarsi un bel po’ e che avrebbe proprio voglia di imparare! Pronti vi‐
a! Noi siamo qua anche per questo. Ci armiamo tutte di palline, compre‐
sa la nuova ragazza e ci alleniamo. R. ha grandi risultati sin dall’inizio, si
diverte e nei suoi occhi e nel suo splendido sorriso si intravede una
bambina che è stata chiusa per tanto tempo e che ora potendo giocare,
pian piano esce fuori.
Attirate dal Devilstick abbandoniamo le palline e per circa 15 minuti ci
dedichiamo a questo nuovo attrezzo che però è assai difficile e richiede
grande concentrazione. Em. si ricorda che la scorsa volta avevamo usa‐
to le bandiere che magicamente escono dallo Zaino, Pepita ci fa vedere
come utilizzarle al meglio e tutte proviamo. Io, Maggiolina, come sem‐
pre sono un disastro ma le ragazze ridono dei miei errori e festeggiano
quando insieme riusciamo a fare le cose per bene!
Sia R. che Em. apprendono con velocità e se inizialmente usavano il ma‐
teriale senza interagire fra loro, con le bandiere creiamo splendide co‐
reografie improvvisate, in cui danziamo e giocoliamo con grande sinto‐
nia al ritmo della musica della Pausini (a riguardo dei gusti musicali
non otteniamo grandi successi ma ora stiamo lavorando per scoprire le
musiche preferite legate alla loro cultura!).
Guardiamo, in un attimo di pausa, le fotografie ed i video girati nelle
scorse settimane, ed è in questa occasione che Em. inizia a parlare del
processo, da un lato è molto fiduciosa perché ha fatto grandi progressi
durante la permanenza in Carcere ma dall’altro è sicura di non voler
accettare un tipo di progetto che preveda la comunità; suo padre non
vuole che lei vada in comunità ed in generale anche lei preferisce il car‐
cere alla comunità (che in passato ha già sperimentato), ci dice chiara‐
mente che se deve scontare una pena è giusto per lei passarla in carcere
ed uscire “pulita”, senza sconti, lei ha commesso un errore ed è
d’accordo sulla punizione, ma non in comunità.
R. vedendo che Em. si confida con noi, ci racconta piccole cose su di lei,
tra cui che è sposata, ma nulla più. Concludiamo con un giro di belle no‐
tizie e queste ragazze dicono che è stato fantastico poter giocare, cosa
che non fanno mai!
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
Come ogni mercoledì ci riuniamo in equipe prima di andare al Ferrante.
Maggiolina che al mattino ha partecipato alla riunione “Stop & Go” sul
Levante ci fa un quadro tutt’altro che allegro della situazione. A quanto
pare c’è nuovamente tensione, i ragazzi sono ancora più demotivati e ci
sono lotte interne anche tra le stesse nazionalità.
Decidiamo un programma tranquillo e aspettiamo di vedere cosa suc‐
cederà.
Al nostro arrivo i ragazzi ci accolgono con entusiasmo. Ab. che parla so‐
lo arabo o spagnolo mi chiede di fargli delle foto mentre fa attività per‐
ché così le manda ai suoi genitori. Mi dice che tra poco lo verranno a
chiamare perché finalmente dopo tre anni potrà telefonare a casa.
Iniziamo a giocare con le foto, si mettono in posa, si provano i vari at‐
trezzi, nel frattempo imparano cose nuove.
MS. per la prima volta impara a giocolare con tre palline, è visibilmente
soddisfatto. Ma dopo un po’ si stanca. Colgo l’occasione per fargli notare
che questa mancanza di concentrazione poi la riporterà nella vita, e che
passare da una attività all’altra è indice di insoddisfazione. La giocoleria
è allenamento e Smilzo conferma che ogni giorno si allena almeno due
ore pera vere buoni risultati.
Ab. il marocchino che parla spagnolo prova di tutto, con scarsi risultati,
ma almeno ci mette la buona volontà.
MB. detto Brillantina per i suoi capelli pieni di gel ci lascia, ha il labora‐
torio di falegnameria nella nostra stessa ora e, anche se a malincuore va
via.
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Ab. va a telefonare, quando torna mi racconta con una grande gioia ne‐
gli occhi che ha parlato con sua sorella, che lei è cresciuta, che gli ha
detto di comportarsi bene. E’ veramente felice.
MS. gioca con Maggiolina facendole le treccine ai capelli.
Inizia il laboratorio di magia (è sempre il loro preferito) e avviene il mi‐
racolo: per la prima volta si coinvolge anche Cr., il ragazzo italiano che
non ha mai voluto partecipare alle nostre attività.
Fa il gioco dei bussolotti, e quello del libro magico e soprattutto ride e
sembra per la prima volta rilassato.
El. si diverte col diablo e poi fa una grande rappresentazione con il libro
magico. Tutti rimangono stupiti dal cestino a scomparti.
La magia li attrae tantissimo, è sempre così coi ragazzi maschi, anche
fuori dal carcere.
Viene attratto anche Ra. che fino a quel momento aveva giocato a cal‐
cetto, il cestino magico è irresistibile.
Il ragazzo cinese, G. si diverte con tutti gli strumenti, dalla giocoleria al‐
la magia, insegna a Geppetto e a Maggiolina a tirare su con il piede il
diablo. E’ riflessivo e calmo, prova gli attrezzi con attenzione e insiste, è
sempre sorridente, gentile, disponibile.
Arrivano velocemente le 17.00 e dobbiamo andar via. I ragazzi si attar‐
dano e noi pure, quando si sta bene è difficile smettere di giocare.
Abbiamo lavorato benissimo oggi!
Relazione di Smilzo
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Arriviamo puntuali alle 15.30 e pensavamo di trovare i ragazzi già den‐
tro, così siamo riusciti a nascondere la pallina del calcio balilla e a si‐
stemare i tavoli per dar spazio alla creazione delle palline.
Dopo i saluti e le presentazioni di Donji iniziamo a spiegare cosa avre‐
mo fatto durante la nostra ora e mezza. Sembrano un po’ sorpresi e
fanno finta di non ricordarsi che dovevamo costruire le palline, così do‐
po una breve spiegazione di quello che si era deciso nello scorso incon‐
tro da parte di Pepita tutti sono d’accordo, così iniziamo. Smilzo e Pepi‐
ta prendono in mano la situazione, spiegano e costruiscono le palline
insieme a M., K., A., Me. e R.
El. è alle prese col diablo così Donji lo affianca nell’allenamento mentre
Ab. non se la sente di far nulla e rimane seduto.
La creazione delle palline è durata molto poco, infatti M. dopo aver cre‐
ato un mini‐pallina la usa come pallina sostitutiva per il calcio balilla.
Vedo che R. confabula con la guarda per la richiesta della pallina, Smilzo
non fa in tempo ad intervenire che la guarda va via e ritorna dopo qual‐
che minuto con una pallina nuova che finisce subito nelle mani dei ra‐
gazzi. Così Donji e Smilzo dopo ripetuti interventi di dissuasione dal
gioco decidono di sfidare R. e A. con la speranza di vincere e di inter‐
rompere il gioco, intanto Pepita insegna la tecnica con due palline ad M.
e K. Ogni tanto i ragazzi escono per telefonare e vanno ai colloqui. R. e
A. vincono e abbandonano la partita, così Pepita propone il gioco che
avevano fatto l’altra volta con la palla, stavolta con una palla fatta di ri‐
so. La cosa dopo molti tentativi va in porto. Si gioca per un po’, poi però
qualcuno molla, il gioco stanca e appena si inizia a sudare i ragazzi mol‐
lano. Così riprendono i vari allenamenti singoli con la giocoleria e tutto
d’un tratto loro propongo un gioco divertente, difficile e rilassante, ma
non per chi sta al centro. Un gruppo sta seduto fuori formando un bel
cerchio e uno sta al centro e deve riuscire a prendere la pallina che gli
altri dovevano passare. Arriva il momento dei saluti, il laboratorio è fi‐
nito anche stavolta.
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazione di Geppetto
Dagli incontri con gli operatori del Ferrante pare che questo sia un pe‐
riodo difficile per i ragazzi, molti di loro hanno pene molto lunghe e re‐
agiscono in modo negativo e talvolta aggressivo alle proposte di attivi‐
tà. Sino ad ora da noi a CircoStanza non si sono verificati eventi negati‐
vi, i ragazzi vivono alti e bassi ma con noi sanno di poter liberamente
esprimere il loro stato d’animo, partecipando chi più o chi meno alle
nostre attività, ma comunque assorbendo i nostri messaggi e valori os‐
servando cosa combiniamo come circo‐clown.
Abbiamo deciso che necessitano di essere più stimolati a mettere a frut‐
to le cose acquisite in questi mesi con noi per cui elaboriamo una scalet‐
ta di uno spettacolo, individuando vari numeri circensi e lasciando spa‐
zi per: il nome dello spettacolo e il ruolo dei personaggi.
Arriviamo ed i ragazzi ci raggiungono quasi subito.
MS. è molto cupo, le sue braccia sono piene di tagli e bruciature di siga‐
rette e ci fanno ben capire il suo stato d’animo. Rimango molto colpito
dai suoi occhi persi e gonfi, l’agente lo chiama: non può partecipare alle
attività perché questa mattina non è sceso a lavorare.
Anche gli altri non sono di umore buono, ma riusciamo ad agganciarli
con una partita a calcio clown ovvero una sorta di calcetto in cui per
giocare occorre stare abbracciati, ci giocano quasi tutti.
Dopo averli fatti sfogare un bel po’ ed esserci distrutti fisicamente, pro‐
poniamo decisi l’idea dello spettacolo, che i ragazzi accolgono. Discu‐
tiamo sul nome da dare allo spettacolo, su chi farà cosa e sulle musiche
da mettere in sottofondo ai numeri, tutti sono coinvolti e molto parteci‐
pi, ma in un men che non si dica sono le 17.00.
Occorrerà continuare la prossima volta perché presto si andrà in scena.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
Alla riunione Stop & Go apprendiamo che la situazione è tesa e che c’è
stata un lite tra MS. e Ab.
Arriviamo e MB, Brillantina ci saluta sempre con tanto affetto e poi va
all’attività di Falegnameria.
I ragazzi stanno finendo una partita a calcetto, ma quando ci vedono
dicono: “Ok finiamo e arriviamo subito”.
Sia Me. che MS. sono giù di morale e dicono di stare male fisicamente.
Do a MS. una lettera che gli ho scritto, dove gli ricordo che gli voglio
bene e che può reagire cambiando il suo pensiero e diventando più
positivo.
Ho la macchina fotografica che serve tanto perché li invoglia a fare
attività per essere ripresi e questo li fa sentire più gratificati.
MS. Si isola e legge la mia lettera.
Io faccio una ripresa a R. con il libro magico. El. fa lo sbruffone, lui vuole
farsi vedere superiore e fa attività come se sapesse già fare tutto.
MS. Ha finito di leggere la lettera, mi chiama e mi chiede di fargli una
foto da mandare a sua nonna. In realtà ha voglia di parlare, di sfogarsi e
mi racconta cosa è successo la settimana scorsa. Mi dice che è nervoso e
preoccupato per il processo e ha paura di dover restare a lungo dentro.
Gli dico di avere fiducia e di prendere questa esperienza come un
insegnamento e che la cosa più importante è che prima o poi uscirà e
questa esperienza che lo avrà segnato potrà essere un punto a suo
favore. Gli parlo del “guardare oltre”. E poi gli chiedo se ha una “parola
d’onore”, indicandogli le innumerevoli ferite che ha sulle braccia e le
cicatrici dei mozziconi di sigaretta che si è spento sul braccio, gli chiedo
di promettermi che non si farà più del male. Glielo chiedo come una
mamma che ha a cuore il futuro di suo figlio. Rimane un po’ pensieroso
e poi mi dice. “te lo prometto!”
Dopo questo momento inizia a giocare e a divertirsi con tutti gli altri,
prende le palline e giocola.
154
Relazioni Circostanza, anno 2007
Me. mi dice che al processo sono venuti i suoi genitori e che non li
vedeva da un anno e mezzo e che è stato felice, anche se non sa se
riuscirà ad uscire, ci spera tanto. Si saprà tra qualche giorno la
sentenza. Anche lui, dopo un momento di abbattimento prende a fare
acrobatica e si coinvolge come al solito.
El. fa sempre l’isolato, ma quando vede che sono gli altri a farsi
riprendere, anche lui vuole partecipare.
Parlo con Ab., il quale mi racconta della lite con MS. e mi dice che è
preoccupato perché gli hanno sbagliato il documento e lui che dice di
avere 16 anni e mezzo, in realtà risulta averne 21 e deve passare alle
Vallette. Ab. tende sempre a prendersi del materiale non autorizzato,
bisogna tenerlo sempre un po’ d’occhio.
Con l’acrobatica si coinvolgono tutti e il tempo passa velocemente e
attivamente.
Relazione di Maggiolina
Venerdì in seguito ad una riunione di valutazione con la Vice direttrice
del carcere, veniamo avvisate che uno dei ragazzi che ci ha accompa‐
gnato per tutti questi mesi, sta per uscire libero. I suoi genitori lo stan‐
no aspettando e molto probabilmente lo porteranno con loro in Maroc‐
co. Finita la riunione aspettiamo dunque che Me. scenda dalla sezione,
sentiamo che scende le scale e felice saluta i compagni.
Ci vede, non se lo aspetta, sgrana gli occhi e dice: ”ZIAAAA!” vedendo
Aureola, la stritola in un abbraccio, un abbraccio carico di affetto, ri‐
spetto, condivisione e mille altre sfumature. La stessa cosa si ripete con
me che a fatica trattengo le lacrime di gioia.
Non sarà la stessa cosa mercoledì senza di lui, Me., il mago, il ragazzo
sorridente, ma chissà quanti altri Me. incontreremo nelle CircoStanza
del domani. Con Me. CircoStanza ha fatto centro, lui con i clown ha ri‐
trovato un po’ di allegria, di positività, di energia, anche nei momenti
più neri e oscuri. Me. si è messo in gioco, ha imparato a giocolare ma
soprattutto è diventato un mago, un piccolo grande mago clown!
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Ed ora le CircoStanza della sua vita stanno finalmente cambiando, spe‐
riamo in meglio. buon cammino Me.!
Saliamo nella sezione femminile, luminosa e colorata, visibilmente e‐
mozionate. Le ragazze ci accolgono con grande energia, dopo mesi di
solitudine Em. ora ha sei compagne e quindi tutte le gioie ed i dolori che
ne derivano. Non essendo più al centro della attenzione Em. assume
atteggiamenti di gelosia, a tratti appare scontrosa e capricciosa, ma
crediamo che questi atteggiamenti siano nella norma, tipici di qualsiasi
adolescente e ai quali come equipe abbiamo deciso di non dare troppo
peso.
Le ragazze sono entusiaste perché la volta scorsa con Smilzo ed Aureola
si sono divertite un sacco con la giocoleria e la musica, come si dice in
gergo educativo: sono “agganciate!” Ovvero pur avendoci presentato
queste nuove ragazze come delle “piccole scimmiotte” scatenate, senza
regole, igiene, interessi ed educazione, sembra che come al solito il cir‐
co faccia la magia, per cui anche in questo secondo venerdì di attività
con loro, tra danza e balli popolari riusciamo a fare giochi di fiducia,
giochi di sintonia, giocoleria e cerchio finale di apprezzamenti del po‐
meriggio. Incredibile!
Relazione di Pepita
Dopo un primo momento di saluti a cui ha partecipato anche MB., Bril‐
lantina venuto come fa sempre, a salutarci e tenerci informati sulla sua
condizione fisica e morale, ho dato la lettera di Aureola a MS. Mi ha
chiesto se io l’avevo letta. Gli ho risposto di no, per cui mi ha chiesto se
la leggevamo insieme. Così abbiamo fatto. Seduti accanto sul tavolo ab‐
biamo letto insieme senza parlare. Mi ha chiesto di ringraziare Aureola
ed è stato molto contento di ricevere le sue parole.
Ad un certo punto ha sorriso, ma non mi ha voluto spiegare il perché,
agganciandosi alla lettera mi ha parlato della sua situazione giudiziaria
in questo momento per cui il suo morale è a terra. Presto avrà un collo‐
156
Relazioni Circostanza, anno 2007
quio e se tutto va bene andrà in comunità, ma la prospettiva è un anno e
mezzo e se va male 4 anni. Mi dice che ha tante denunce e che sette so‐
no state fatte da un altro ragazzo del gruppo, Ab. tutte per lesioni. La
cosa che mi preoccupa di più è la forte aggressività che ha nei confronti
di quest’ultimo e dice che se il colloquio andrà male gliela farà pagare.
Nonostante io gli dica che non risolverà nulla, dice che per lo meno si
sfoga perché si sta trattenendo troppo. Mi dice che lui è un ragazzo ag‐
gressivo e che sta cercando di non esserlo, ma ogni volta che lo diventa
è solo perché pensa di avere ragione, e vuole “giustizia”. Mi racconta
che la settimana prima Ab. mentre lui dormiva per nessun motivo lo ha
morso e lui nel sonno , non capendo cosa faceva, lo ha colpito. Ab. lo ha
denunciato ed è finito lui in isolamento. Continua a dirmi che lui ha ra‐
gione e vuole giustizia che sta cercando di stare tranquillo, ma è troppo
dura. Cerco di rimandargli il fatto che io vedo in lui anche altro: un ra‐
gazzo con uno sguardo dolce che è capace di essere affettuoso e che è
giovane e ha un futuro davanti.
Entra El. e l’agente chiama MS., mi saluta ed esce, tornerà dopo 15 mi‐
nuti circa, inizierà a giocare con le palline e per un poco a fare passing.
Intanto vedo Maggiolina che cerca di organizzare i numeri da filmare,
Me. non c’è più (e si sente) così cerca di ridistribuire i numeri. R. pro‐
pone di non filmare la prossima settimana perché dovrebbero arrivare
altri due ragazzi che lui conosce, chiede di aspettarli, che ci penserà lui
a spiegare loro la nostra attività, così da poterli coinvolgere nel migliore
dei modi. Così decidiamo di posticipare.
Quando ci sono tutti , ci sediamo al tavolo e proponiamo il gioco di
sguardi “l’assassino”… beh! Il nome scatena subito delle reazioni tipo
quella di MS. che dice “NO! NO! non voglio mica farmi altri 100 anni qui
dentro”. Spiegare il gioco non è semplice, non c’è nessuno che ti guarda,
ognuno ha gli occhi altrove.
Parte il primo giro di prova, il secondo, insomma, MS. dice più volte che
gli altri due non capiscono nulla né in italiano né in arabo. Dopo un po’
entriamo nel gioco e ci divertiamo, in particolare mi sembra divertito
El. che nonostante i suoi commenti iniziali poi partecipa a tutto.
MS. commenta: “Ma sono proprio sfigato! Mi esce sempre la stessa car‐
ta”, è una piccola cosa, ma sembra irritato davvero.
Si riparte con gli attrezzi, El. prende il Diablo insieme a Smilzo. MS. ri‐
prova per un poco con le palline, R. e Ab. ascoltano la musica e si eserci‐
tano con le magie. El. prova anche con il rola‐bola, ma afferma che è im‐
possibile, perché si scivola su quel pavimento, provo a dirgli che il lavo‐
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
ro sta nell’allenarsi, ma mi risponde a brutte parole, chiedendomi se
non capisco l’italiano. Purtroppo io non so andarci così non posso di‐
mostrare, Smilzo è alle prese con la magia con Ab., meno male che giun‐
ge super Maggiolina, che senza aver sentito nulla sale sul rola‐bola
tranquilla e riesce, El. osserva e non dice nulla, ma a questo punto ci ri‐
prova.
A questo punto sono ormai le 17.00, arriva l’agente con MB. Brillantina.
Salutiamo tutti.
Relazione di Maggiolina
Arriviamo al Ferrante e incontriamo l’educatrice che ci dice che saran‐
no presenti anche due tirocinanti alla nostra attività. Entriamo, le ra‐
gazze arrivano, sono otto, piene di energia e con un sorriso smagliante.
Saluto e chiedo il nome a tutte. Em. quando arriva è dolorante e con una
faccina proprio giù, rispettiamo questo suo stato e rimane quasi tutto il
tempo vicino alla musica, dico quasi perché poi gli ultimi 10 minuti si
scatena con il devilstick.
Curiose come sempre controllano il materiale che abbiamo e qualcuna
inizia a giocolare. A. mi chiede subito se proviamo a fare tre palline in
due. Sistemiamo la musica e partiamo con il Cerchio della musica, loro
ballano scatenate e allo stop bisogna entrare nel cerchio. Prima senza
eliminazione, chi rimane fuori dovrà ballare davanti alle altre, poi vin‐
cerà una solo di loro. Partecipano animatamente anche le due tirocinan‐
ti, una delle quali bara palesemente portandosi dietro il cerchio. Forse
bisognerebbe dare il buon esempio, ma quel suo barare cosi spudorato
è talmente evidente che le ragazze la rimproverano più di una volta e
così loro spontaneamente rispettano maggiormente il gioco.
Dopo di che stremate dal ballo facciamo un bel giro per dirci le cose bel‐
le della settimana sedute in cerchio. Non raccontano molto, qualcuno ha
qualche lettera ricevuta che vuole tenere nascosta, un’altra la lettera del
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Relazioni Circostanza, anno 2007
marito, altre nulla, ma neanche qualcosa di brutto, altre dicono che
l’attività con noi è il momento più bello. Sottolineiamo come hanno tut‐
te un bel sorriso e tanta energia e quindi l’importante è avere lo spirito
positivo.
Tiriamo fuori il tulle e immaginiamo di essere creta nelle mani delle
compagne, bambole con colori meravigliosi da poter muovere e vestire.
Sono molto più attente le coppie formate da una di noi o le tirocinanti in
coppia, ma tutte partecipano e nel momento in cui si decide di far sfila‐
re le bambole di creta si preparano tutte e sono bellissime.
Ripartiamo con gli attrezzi circensi, li provano tutte, chi insiste sulle
palline pur dicendo che non ce la farà mai, chi sui devilstick , chi i nastri.
Mettiamo la musica di Laura Pausini e per un attimo si fermano ad a‐
scoltare e cantare le canzoni d’amore, ad una ragazza vengono gli occhi
lucidi. Rispettiamo questo momento, ma poi ci salutiamo in grinta con
Kalashnicov ( si scriverà così?), tutte in cerchio , Em. in mezzo che vuole
a tutti i costi essere al centro dell’attenzione. Tutte ballano e si sente
una gran bella energia.
Arriva l’agente, salutiamo le ragazze, mettiamo tutto in ordine. Pepita
annuncia a malincuore che non farà più parte di questo progetto…un
ulteriore bacio.
L’atmosfera era “distratta”: MS. non voleva fare nulla e si dimostrava
insofferente e sofferente. Yu, appena entrato ha dichiarato che niente lo
avrebbe interessato.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Al partire dei giochi di squadra al quale abbiamo iniziato a giocare noi e
Ab., si sono coinvolti a giro tutti, tranne MS.
Il giocare li ha “attivati” e hanno partecipato sia a “Scalpo” (che sembra
essere il preferito), sia a “Bandiera”, sia a “Gatto e Topo”
Yu. ha inizialmente rifiutato tutto, poi, dopo il gioco iniziale si è un po’
interessato alla Magia e ha preso in mano in mano palline e Diablo.
MS. è rimasto interessato solo alla musica. Poi, quando gli abbiamo fatto
vedere il Power Point sul Ferrante che lo riguardava, ha iniziato a ri‐
prendersi, si è commosso a vedere le sue parole scritte e ha accennato
un paio di sorrisi.
L’acrobatica ha coinvolto El. e anche Ab. quest’ultimo più per essere fo‐
tografato che per l’abilità in sé di imparare cose nuove.
Il dare il via al gioco dello Scalpo anche senza chiedere loro espressa‐
mente di giocare è stato vincente. In questo senso il fatto che fossimo 3
è stato positivo, perché facevamo “numero” e questo li ha invogliati a
partecipare e anche E. che inizialmente ha detto di non voler giocare,
vedendo che ci divertivamo ha partecipato.
Mi è dispiaciuto vedere M. Brillantina così abbattuto. Il fatto che avesse
le cuffiette del walkman alle orecchie era già significativo della sua
chiusura.
Il nuovo ragazzo, Yu. è del genere che non vuole farsi vedere interessa‐
to, fa un po’ il gradasso… ma pian piano era lui stesso che si avvicinava,
provava gli attrezzi, chiedeva.
Ab. La prossima settimana ha il processo, probabilmente andrà alle Val‐
lette, la cosa in assoluto che lo ha interessato di più sono state le foto,
anche se talvolta anche senza foto provava qualche strumento di gioco‐
leria.
R.. con lui si è creata la relazione e anche se non brilla per interesse.
Mi ha fatto piacere vedere Smilzo interagire con E. Che questa volta tra
un “io so già fare tutto” e un “non ho bisogno io…” ha fatto esercizi di
acrobatica con una certa attenzione. Di certo è una mina vagante… o
una bomba ad orologeria. C’è da augurarsi che nessuno lo prenda di mi‐
ra o credo che si gonfierebbe come un gallo.
Smilzo: Già da appena entrati sapevo a cosa stavo andando incontro e
dalla settimana prima mi stavo preparando a superare il problema. Par‐
lo di E. che ha un caratterino che non mi va proprio a genio, è riuscito a
mettermi in crisi e la cosa mi ha stimolato a pensare a me, a come do‐
vrei pormi, a come dovrei comportarmi in queste situazioni. E. oggi
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Relazioni Circostanza, anno 2007
sembra di ottimo umore, Io ed E. nonostante oggi collaboriamo col dia‐
blo e con i piatti cinesi usati però come un freesby. Stavolta ci divertia‐
mo parecchio, ho imparato ad affrontare la cosa, a rispondere al mo‐
mento giusto e nel modo giusto, creo che lui si sia accorto del mio cam‐
biamento, e se fosse così sarei proprio contento. Ci cimentiamo addirit‐
tura con l'acrobatica e dopo qualche esercizio con gli altri, propongo ad
El. la colonna a due, ossia lui sulle mie spalle. Non ci pensa più di tanto e
sale!
Relazione di Aureola
Grado di attenzione: Ottimo sempre
Quando siamo arrivati prima che gli agenti ci aprissero abbiamo assisti‐
to ad un diverbio tra El., ragazzo rom ungherese e Yu. il ragazzo maroc‐
chino che è arrivato al Levante la scorsa settimana. Risultato? Tutti e
due sono stati portati via.
Così in attività c’erano 3 ragazzi: MS., Ra, e Ma. un ragazzo rumeno nuo‐
vo.
L’atmosfera è stata da subito rilassata e allegra. MS. era di ottimo umo‐
re, il 17/7 avrà l’appello e forse lo mandano in una comunità terapeuti‐
ca. Abbiamo giocato e scherzato da subito.
Ma. si è dimostrato interessato a tutti i giochi e anche socievole.
Ra. era raggiante, sfoggiava scarpe, pantaloni e maglietta nuova. Gli
chiedo chi gliele ha portate e mi dice che sono arrivati i suoi genitori dal
Marocco.
Di solito non partecipa molto alle attività, invece oggi si mette a provare
il devilstick con Maggiolina con impegno. Mentre ci si prepara per lo
spettacolo che abbiamo deciso di fare per loro, MS. scherza, io indosso
una parrucca rasta e iniziamo a ballare con la musica di Bob Marley.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
MS. ci trucca (si fa per dire) e Maggiolina, poi mette lui stesso un cap‐
pello Borsalino. Geppetto e Smilzo si preparano. Ma. prova un po’ di
strumenti: dal devilstick alle palline passando per il Diablo.
Inizia lo spettacolo: Smilzo si cimenta con le clave, poi Geppetto e Smil‐
zo coinvolgono MS. e Ma. in un gioco di abilità. I ragazzi partecipano,
stanno al gioco, si divertono e noi pure.
Pepita fa il suo numero di mimo e subito dopo Geppetto e Maggiolina
coinvolgendo MS. e Ma. fanno il numero dell’equilibrista sul filo che
stende la biancheria.
Si conclude con la tecnica dello schiaffo + chapa‐chapa insegnato in due
minuti a Moh. Che fa la sfida con Aureola con parrucca rasta…
Geppetto gli insegna la tecnica del pugno e … lo spettacolo è finito e le
17.00 sono passate…
Ci abbracciamo perché se tutto va bene, la prossima settimana M. non ci
sarà più. L’atmosfera è davvero rilassata e penso che … meno male per‐
ché quando torneranno nelle celle ci sarà la tensione del litigio del po‐
meriggio. Ma mi piace pensare che gli effetti del buon umore di oggi
siano duraturi e se li portino dietro, rilassando anche gli altri compagni.
Il caldo oggi era insopportabile, 35°, e appena con il minimo movimento
ci si stancava e si sudava. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di
portare tra gli attrezzi un mazzo di carte, per restare più fermi e fare
meno movimento possibile. In realtà i due ragazzi, Ab. e M volevano fa‐
re attività di giocoleria e quindi abbiamo iniziato a far vedere ad Ab. Il
funzionamento dei piatti cinesi e a M. il funzionamento del devilstick.
Quest’ultimo era veramente molto ben preso, tanto che in un momento
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Relazioni Circostanza, anno 2007
di entusiasmo ci ha detto: “A me piace veramente troppo questa attivi‐
tà! Si imparano cose bellissime!”
Ab. È stato meno condizionato dalle foto (ne vuole sempre fare un sacco
e poi ti pressa per ricordarti di portargliele ) e ha voluto imparare sia i
piatti cinesi, sia i passaggi con il devilstick, tanto che in 4 si sono fatti
passaggi e per quasi tutto il tempo dell’attività. R. si è coinvolto solo alla
fine quando gli abbiamo proposto di giocare a carte. Ci ha insegnato un
gioco marocchino che si chiama “Ronda”, una specie di “Scopa” sempli‐
ficata. Abbiamo giocato R, io e Smilzo e poi anche Ab.
Non c’è stato verso di coinvolgere Y. a dire il vero non ci abbiamo pro‐
vato perché avrebbe richiesto molte energie e lui sembrava veramente
molto scontroso. Ha giocato a calcetto con R. e tranne guardare la musi‐
ca e alla fine le foto al PC non ha voluto mai partecipare a nulla.
Ha un atteggiamento strafottente, poco rispettoso e ci lancia sguardi
minacciosi..
Durante il laboratorio è arrivato un nuovo agente proveniente dal car‐
cere di Treviso: G, ha un atteggiamento simpatico e amichevole con i
ragazzi.
Relazione di Maggiolina
Ragazze rumene: sconfortate dal fatto che (per scelta di equipe) non ci
fosse la loro musica (rumena) che nei precedenti 2 incontri si era dimo‐
strata uno strumento molto valido ma anche un’arma a doppio taglio in
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
quanto alcune canzoni, probabilmente dai testi molto significativi, han‐
no portato le ragazze a chiudersi ed a piangere senza però darci modo
di condividere e capire il loro stato d’animo.
Il grado di attenzione, superato un primo momento, è stato alto, a tratti
altissimo ed il clima si è mantenuto dinamico ed allegro per tutto il la‐
boratorio.
Ciò che ha maggiormente incuriosito le ragazze è stato l’uniciclo e il po‐
ter essere truccate ed a loro volta truccare i modo colorato e gioioso.
Ci siamo dimostrati molto sicuri di noi, soprattutto nell’affrontare il
perché non avevamo musica rumena.
Ci siamo divertiti noi in primo luogo trasmettendo energie e calore alle
ragazze in ogni minimo gesto e parola.
Relazione di Aureola
Arriviamo e Ra. sta scrivendo una lettera con Ah. sembrano molto presi
nell’attività.
E’ tornato Brillantina!
MS. è sceso, ha un occhio pesto, il braccio fasciato. L’agente ci dice che si
è inciso sul braccio la scritta. “In galera per sempre”.
Il giudice non ha accettato il progetto per mandarlo in una comunità te‐
rapeutica e lo ha messo sotto osservazione per tre mesi, riservandosi di
decidere dopo. MS. non ha reagito bene ed ecco il risultato.
Dato che è rimasto fino al nostro arrivo, gli parlo e gli spiego la situa‐
zione, gli dico che il progetto non è stato accettato probabilmente per‐
ché lui ha dimostrato alti e bassi di umore e anche di poter essere peri‐
coloso per se stesso. Sento che mi ascolta, anche se è molto giù.
Gli suggerisco di avere un comportamento più equilibrato per poter a‐
vere una buona relazione dagli educatori nei prossimi mesi. Mi dice che
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Relazioni Circostanza, anno 2007
andrà in cella perché ha mal di testa forte e sta male, ripromette che
tornerà la prossima settimana.
Brillantina è molto contento della lettera che gli ha lasciato Pepita, la
rilegge due o tre volte. Smilzo insegna a giocolare con tre palline a R. e
lui impara subito. Io inizio una partita a Ronda con Ra. e Ah. Fa talmen‐
te caldo che appena ci si muove si suda.
Siamo anche senza musica e senza PC. Oggi l’attività non è particolar‐
mente brillante, ma i ragazzi stanno bene con noi e l’atmosfera è serena
anche se non particolarmente attiva.
Grado di attenzione: Inizialmente basso tra i nuovi ragazzi facenti parte
del gruppo, mentre accoglienza entusiasta da parte dei ragazzi che già
ci conoscono. In generale oggi il grado di attenzione è stato altalenante
con picchi di attenzione molto alta quando i ragazzi vengono seguiti a
livello individuale.
Vedere noi sperimentare i vari strumenti di giocoleria ha portato i ra‐
gazzi nuovi a voler provare ed i ragazzi veterani a far vedere le loro
competenze acquisite.
Nessuno dei ragazzi si è dimostrato indifferente alle attività proposte,
anzi ognuno si è pian piano avvicinato a noi ed alle attività nel momen‐
to in cui desiderava. Inizialmente un gruppo di ragazzi , quasi tutti nuo‐
vi, si è concentrato sul calcetto, ma man mano stufandosi di tale gioco e
vedendo gli altri ragazzi sperimentarsi con la giocoleria, il calcetto è
stato abbandonato.
Alcuni dei ” vecchi” ci trasmettono il loro desiderio di parlare, di sederci
e chiacchierare; riusciamo a trovare un compromesso proponendo loro
di allenarci mentre ci raccontano il loro ultimo periodo in carcere. Al
momento la prevalenza a livello di etnia è dell’est, i ragazzi magrebini
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
sono in minoranza , ma fra i due gruppi durante la nostra attività il cli‐
ma è sempre stato buono, i ragazzi interagiscono, comunicano e gioca‐
no con piacere.
Le ragazze ci hanno accolto con una ventata di entusiasmo e di energia
molto alti, sia quelle già conosciute sia i nuovi ingressi. Dopo un veloce
giro di saluti e presentazioni, baci e abbracci informale le tutte le ragaz‐
ze si sono lasciate coinvolgere nelle attività programmate, tra cui la
creazione di una sfilata di personaggi buffi. Tutte, in un modo o
nell’altro, hanno partecipato e si sono divertite. Il grado di attenzione e
concentrazione è stato, a mio parere, più elevato delle scorse volte ed il
desiderio di “fare” e sperimentare è molto aumentato, soprattutto per‐
ché il lunedì è un giorno diciamo strategico, in quanto il fine settimana
le ragazze si annoiano. Pochi se non nessuno i momenti di ”noia” o
“chiusura” da cui le ragazze ne sono uscite grazie alla stimolazione ed
all’esempio delle stesse compagne.
Le casse ricolme di stoffe e cappelli hanno destato immediatamente
l’interesse di tutte le ragazze, anche la giocoleria in un secondo momen‐
to le ha interessante in quanto alcune di loro hanno buone capacità e
potrebbero raggiungere un buon livello di abilità nell’uso di vari attrez‐
zi.
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Alcune ragazze, tra cui le ultime entrate, a tratti si sono sedute ed han‐
no partecipato in modo meno attivo ma sono sempre rimaste attente e
coinvolte nelle attività. A mio parere queste ragazze sono di età mag‐
giore e di struttura cognitiva più matura e rigida delle altre compagne
che appaiono molto più infantili e giocherellone.
Il grado di affetto e empatia è molto alto, anche con le ragazze rom ru‐
mene, con le quali inizialmente era stato difficoltoso interagire, ora do‐
po settimane di lavoro si è instaurato un primo livello di relazione che
ci permette di coinvolgerle e capirle maggiormente.
Qualcuna di loro ricerca uno spazio di intimità e confidenze con Mag‐
giolina per farle vedere che nel fine settimana si è “tagliata” (autolesio‐
nismo) ma che ora che è iniziata una nuova settimana tutto è passato e
non ci pensa più.
Il gruppo è grande, tante le ragazze, tutte rom ma con caratteristiche e
modi di fare che vanno dalla “ bambina” alla donna! Ma fortunatamente
il clima è disteso e sereno ed anche quando durante un gioco competiti‐
vo, qualche ragazza non rispetta le regole, le altre intervengono in mo‐
do infuocato, ne discutono ma non ci sono momenti di rabbia o litigi.
Rispetto ai mesi scorsi le ragazze anche se di gruppi differenti, interagi‐
scono tra loro, giocano e chiacchierano. A mio parere vi è un buon ter‐
reno nel quale piantare qualche nuovo semino clown.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Maggiolina
Sin da subito percepisco che qualcosa è cambiato. I ragazzi non ci accol‐
gono con l’energia dello scorso mercoledì, ma non è questo
l’importante, ciò che mi colpisce sono gli sguardi, soprattutto dei ragaz‐
zi magrebini. Il clima è freddo, teso, triste e statico e sembra che nulla
possa smuovere la situazione.
Ritrovo M.S. che mi racconta di come per tutta l’estate non ha parteci‐
pato a nessuna attività del pomeriggio ed è dunque la prima volta che
“scende per noi”, dice, per stare un po’ sereno e tranquillo.
In particolare due dei ragazzi sono in carcere da quasi un anno e la loro
situazione emotiva è molto delicata, i fenomeni di autolesionismo sono
sempre di più e sempre più gravi.
Solo la musica sembra dar loro sollievo, a tratti prendono in mano at‐
trezzi di giocoleria, si allenano (con buoni risultati), si divertono ma poi
tutto d’un tratto mollano tutto e tornano nel loro limbo.
A differenze dello scorso mercoledì vi è una netta divisione tra ragazzi
magrebini e ragazzi dell’est ed un altro elemento di grande disturbo è il
continuo andirivieni dei ragazzi fuori e dentro dal salone per telefonare,
168
Relazioni Circostanza, anno 2007
anche perché ottenendo poca soddisfazione o notizie poco buone dalla
telefonate al loro rientro sono ancora più chiusi.
I ragazzi magrebini si sono come impadroniti della musica e solo quan‐
do l’agente li richiama per salire in cella (non volendo nessuno di loro
partecipare alla successiva attività ovvero disegno), l’altro gruppo di
ragazzi si fionda sulla musica. Quando trovano musica dei loro paesi di
origine, sorridono e gioiscono.
Esco pensando a come tutto oggi fosse pieno di “mal di vivere”, ma noi
non ci facciamo contagiare e speriamo con il tempo di poter fungere da
piccolo rimedio contro questa apatia e tristezza che sembra colpire
sempre più ragazzi e non solo.
CircoStanza non molla!
Relazione di Smilzo
Grado di attenzione: Buono per alcune, scarso per altre.
Si sono usati tutti gli attrezzi circensi e siamo riusciti a coinvolgere un
bel gruppetto di ragazze tranne quelle patite per la musica che non si
staccano dal lettore cd e spesso si rifiutano di partecipare all'attività se
non c'è la musica.
Siamo stati accolti con baci e abbracci, tante domande sulle mie vacan‐
ze, se sono stato bene e se ora restavo a Torino. Subito dopo le ragazze
hanno notato che la musica non andava dato che mancava un cavetto,
così un gruppetto è stato attaccato alla musica a bassissimo volume per
quasi tutta l'attività. Mentre la maggior parte ha partecipato a tutti i
giochi con la corda.
Hanno preso l'iniziativa le ragazze organizzando una gara a salti con la
corda individuali, gara andata avanti per parecchi minuti. Alla fine, no‐
nostante le continue lamentele di alcune ragazze per la musica, siamo
riusciti a fare alcuni giochi di fiducia con le bande agli occhi e un gioco
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
finale, sempre in argomento musica, infatti le abbiamo messe davanti
ad una sfida: gioco finale da completare in cambio della musica la pros‐
sima attività.
La musica con queste ragazze non è il massimo, in quanto porta via la
loro attenzione.
Relazione di Aureola
Appena entrati ci dirigiamo verso i ragazzi che conosciamo per abbrac‐
ciarli e baciarli sulle guance come facciamo sempre, ma li sentiamo
freddi. Ci spiegano dopo che è iniziato il Ramadan e che non possono
“toccare” donne. Li tranquillizziamo dicendo loro che noi siamo come
mamme e sorelle per loro e sembrano convenire.
Ritrovo MS. con un tatuaggio fatto con le sigarette sul braccio, si è scrit‐
to: “galera”. È contento di rivedermi, lunedì mi è arrivata una sua lette‐
ra. Parliamo del fatto che aveva promesso che non si sarebbe fatto del
male e lui mi dice che era molto arrabbiato. Ora sembra più tranquillo e
preparato all’idea di andare in comunità, mi dice che la prossima setti‐
mana andrà a visitare la comunità dove, se il giudice lo permetterà, an‐
drà. Appena tiro fuori la macchina fotografica mi chiede di fargli foto
mentre fa attività e così pure B. e A. così giocoliamo e B. con Maggiolina
che insegna devilstick e il diablo.
Smilzo si fa vedere giocolare con 5‐6 palline e Al. Un ragazzo rumeno
nuovo si mostra attratto, lui ne approfitta e inizia a insegnargli. Geppet‐
170
Relazioni Circostanza, anno 2007
to e Smilzo coinvolgono altri due a giocare a pallone e fanno una partita
in 4.
Ju. ha tentato il suicidio e l’ha scampata bella, è triste, non sembra rea‐
gire a nulla.
L’atmosfera è rilassata, tutti sono tranquilli e ho la sensazione che si
soprattutto B. e MS. si sentano accettati da noi e questo li fa star bene
Anche con gli altri si sta creando una relazione e siamo fiduciosi che
prima o poi anche loro saranno coinvolti nell’attività.
Usciamo soddisfatti dal laboratorio.
Grado di attenzione: limitatissimo. Grande difficoltà nel coinvolgerle in
attività strutturate.
La ragazza appena entrata si è dimostrata schiva ed insieme ad un’altra
ragazza hanno pianto, ma poi parlandole si è ripresa, le abbiamo spie‐
gato il tipo di attività e l‘abbiamo confortata.
Tra le ragazze vi è un livello altissimo di energia che non riescono ad
incanalare se non nella danza e nel canto, nella settimana precedente
infatti per la prima volta 2 ragazze a causa di una rissa sono state messe
in isolamento. Nei nostri confronti si sono dimostrate agitate ma affet‐
tuose e nervose solo nel momento in cui l’apparato stereo non funzio‐
nava bene.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Abbiamo la convinzione che questo gruppo di ragazze abbia delle buo‐
ne potenzialità sia a livello teatrale sia a livello di giocoleria e così con il
Geppetto abbiamo strutturato un incontro nuovamente legato all’uso
delle stoffe e dei travestimenti per avvicinarle al mondo del teatro e
della costruzione di un personaggio, cosa riuscita solo in parte.
Il numero delle ragazze ristrette non è mai stato così elevato e date le
dimensioni dello spazio in cui operiamo e della differenza di: età, livello
cognitivo e grado di attenzione ed impegno delle ragazze, risulta parti‐
colarmente difficoltoso strutturare un’attività di gruppo. Si è dunque
agito utilizzando la musica (rumena) e lavorando con la giocoleria con
piccoli gruppi di ragazze.
Con il tempo si cercherà di fare in modo che la musica sia uno strumen‐
to che porti le ragazze a partecipare alle attività e non a distrarle o a in‐
tristirsi e chiudersi in se stesse o agitarsi.
Relazione di Geppetto
Per le ragazze muoversi a tempo di musica pare essere una necessità
imprescindibile. Ma la musica può anche portare nostalgia e tristezza.
Tuttavia sui ritmi un po’ più ballabili le ragazze si rianimano, muovono i
fianchi come danzatrici del ventre e utilizzano i foulard della giocoleria
per agghindarsi i fianchi.
Proviamo a ballare con loro ma risultiamo ridicoli, ma è un ridicolo che
viene accettato istantaneamente, anzi qualcuna copia il movimento.
172
Relazioni Circostanza, anno 2007
La proposta per la prossima volta è quella di provare a fare dei giochi
utilizzando la musica. Noi pensiamo a quelli sulla sintonia.
C. e altre richiedono però delle musiche slave, oltre quelle zingare ro‐
mene e mi consegna un foglietto con nomi di gruppi vari segnati con
una calligrafia incerta.
B. è un po’ giù di tono ma responsabilizzata sulla gestione della musica
fa valere la sua autorità. Sembra essere diventata lei è mamma, un po’ la
leader de gruppo. Confessa che il giorno seguente o almeno di lì a poco
sarà il compleanno di suo figlio: un anno. Vuole una foto da sola per po‐
terla spedire al figlio.
Su ogni singola proposta il grado di concentrazione non ha superato i
10 minuti. Il livello di attenzione è stato in generale buono e costante
per tutta la durante dell’incontro.
Nessuno dei ragazzi si è dimostrato indifferente, anzi il clima è stato co‐
stantemente energetico ed attivo. Solo Brillantina, appena rientrato nel
nostro laboratorio dopo alcune settimane di falegnameria, non intera‐
gisce con noi e non si entusiasma per nulla, mantiene un atteggiamento
provocatorio e di superiorità ma a tratti si lascia attirare dall’uso di al‐
cuni attrezzi.
Arriviamo nel salone del gruppo Levante con un po’ di anticipo, per cui
abbiamo il tempo per montare l’apparecchiatura stereo e per distribui‐
re sul tavolone tutti gli attrezzi di giocoleria. I ragazzi arrivano in grup‐
po e da subito percepiamo una buona energia. Ci sono state alcune usci‐
te, alcuni cambiamenti nel gruppo: c’è chi è stato trasferito in altri car‐
ceri, chi è passato al carcere per adulti, chi è in attesa di uscire e chi di
andare in comunità. Dopo mesi di stasi e immobilità, che aveva genera‐
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
to un clima cupo e teso, finalmente i ragazzi ci sembrano più sereni e
quindi maggiormente ricettivi e disponibili a mettersi in gioco. Alcuni
dei ragazzi che erano stati trasferiti al laboratorio di falegnameria sono
tornati da noi, su loro espressa richiesta, mentre vi sono nuovi ingressi:
un ragazzo senegalese e dei ragazzi albanesi (che però non sono scesi in
attività). In generale il clima dell’ incontro è stato davvero sereno e pia‐
cevole, buono il livello di interazione tra i ragazzi di etnie differenti,
nessun caso di scontro o aggressività ma una costante collaborazione e
giocosità tra i ragazzi e con noi. Eseguire un programma su scaletta non
ci pare ancora fattibile ma obiettivo negli incontri che verranno sarà
quello di strutturare le attività in vista dello spettacolo per Natale.
Relazione di Geppetto
174
Relazioni Circostanza, anno 2007
Altri strumenti potrebbero essere aggiunti anche se come sempre quelli
che si possono riferire alla musica e alla danza come i nastri sarebbero i
preferiti.
M. era piuttosto giù per notizie giunte dagli avvocati e dai tribunali
Ma. sembrava comunque un po’ in dubbio se divertirsi con le altre o ri‐
manere triste in un angolo.
In generale l’energia delle ragazze sembra lentamente canalizzarsi ver‐
so quello che vogliamo costruire insieme a loro.
Siamo entrati nella sala polifunzionale assieme ai ragazzi incontrati nel
corridoio poco dopo l'ora d'aria.
Non fanno più parte del gruppo Levante il veterano del gruppo (con noi
da 12 mesi) e il ragazzo rom soprannominato ”Il maresciallo”, il gruppo
è sceso a 5 componenti ed è facile ed immediato lavorare in gruppo (e
non solo a livello individuale come spesso accade quando i ragazzi sono
molti e di culture diverse).
Mentre si montava il PC e le casse audio, Aureola distribuiva le foto
stampate e Smilzo raccontava parte della suo viaggio in Romania a M. e
A., apparivano curiosi di saperne di più. Intanto la gimkana della gioco‐
leria era pronta e via alla competizione; il primo è stato Smilzo su invito
di A., in seguito qualcuno ha provato. Forse gli oggetti in scena erano
troppi e ci sono state alcune distrazioni, comunque sia positive, dato
che tutti hanno giocolato e desideravano imparare cose nuove, vedi M.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Una svolta c'è stata quando abbiamo messo a terra dei tappetini e
quando Smilzo e Geppetto si sono levati le scarpe. Già dal primo eserci‐
zio di acrobalance hanno voluto sperimentarsi sia come porteur che
come agili con grande attenzione da parte di tutti. Si sono susseguiti va‐
ri esercizi facili e difficili come la piramide a sei e quella a sette con tan‐
to di verticali alle estremità. Tutti, tranne Yu., hanno partecipato alle
varie piramidi e si sono prestati a far tutti gli esercizi proposti con la
sola forza delle braccia. Si è respirato un bel clima, e alla fine di uno
sforzo fisico o alla fine di ogni piramide ci sono sempre state delle stret‐
te di mano di ringraziamento, ma anche per aiutarsi a sollevarsi da ter‐
ra. Dopo una bella sudata ci siamo ritrovati davanti al PC per vedere le
foto appena scattate, subito dopo una partita a calciobalilla tra Geppet‐
to e Smilzo contro A. e Yu. Dopo i primi minuti di serietà si passa allo
scherzo, sopratutto quando i due clown iniziano ad avere la meglio sui
giovani stranieri.
L’acrobatica ha avuto un grande successo ed è stato davvero emozio‐
nante vedere un ragazzo senegalese sollevare un ragazzo rumeno o fo‐
tografare un ragazzo marocchino che si eleva sicuro in piramide sopra
una base di ragazzi dell’est.
Penso al mondo in cui vivono fatto di chiusure, di scontri, di razzismo
interno, anche fuori da qui: i ragazzi magrebini sono “padroni” di una
parte della città mentre gli africani di un’altra e mai credo che avessero
pensato in vita loro di costruire una piramide di acrobatica insieme in
un carcere.
Relazione di Geppetto
I palloncini avevano proprio lo scopo di attirare le tre ragazze che nello
specifico si “appiccicano” sempre alle casse della musica.
Ha preceduto il nostro incontro settimanale l’intervento dell’ispettrice
al reparto femminile la quale in perfetta divisa e con le ragazze schiera‐
te tipo parata militare, ha fatto una vera e propria ramanzina alle ra‐
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Relazioni Circostanza, anno 2007
gazze. Perfino l’agente che è venuta ad aprirci per l’accesso alla sezione
femminile, di solito molto cordiale e vivace ci ha subito pregato di non
fare “troppo casino” perché c’era l’ispettrice.
L’oggetto del contendere erano le sigarette, pare che siano causa di mil‐
le tensioni.
Finita la strigliatura le ragazze si sono letteralmente precipitate nella
piccola stanza che ci ospita (piccola soprattutto in questo periodo che il
numero delle ragazze è così elevato).
Per un attimo abbiamo temuto il casino più incredibile invece nono‐
stante la tensione da sfogare e la vivacità sempre presente in alcune di
loro, hanno preso le oramai consuete posizioni nella stanza.
Oramai abbiamo preso la consuetudine che sia un po’ una di loro a ge‐
stire la musica, altrimenti la situazione diventa tale che ogni dieci se‐
condi va cambiato il brano.
Così con Donji proviamo a tirare fuori i palloncini, dopo aver preventi‐
vamente chiesto se in questo periodo ci siano problemi a lavorare con
questi materiali.
Come sempre solo alcune ragazze rispondono alla sollecitazione e co‐
munque seguono poco il laboratorio vero e proprio preferendo farsi fa‐
re il palloncino. Ovviamente cerchiamo di spingere un po’ perché impa‐
rino almeno qualche figura base.
Alle fine tre ragazze sembrano stare al gioco e qualche piegatura cerca‐
no di farla, solo che la loro soglia di attenzione risulta veramente bassa.
Concludiamo con una delle canzoni più strappa lacrime che ascoltano
sempre, io e Donji cerchiamo di sdrammatizzarla ed alcune passano i‐
stantaneamente dal pianto al riso.
Relazione di Donji
Attenzione buona ma applicazione abbastanza saltuaria.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
I due ragazzi Rumeni si sono esercitati all’uniciclo. Il ragazzo senegalese
ha lavorato con i cerchi. I ragazzi marocchini hanno alternato le loro
sfide al calcetto con l’utilizzo di vari attrezzi.
Mentre eravamo davanti alla porta di ingresso alla sezione dove si svol‐
ge l’attività era presente una educatrice del Ferrante che quando ha vi‐
sto sfilare i ragazzi del Levante ha riconosciuto due vecchie conoscenze
della struttura. “Due bei peperini! “ ha commentato.
E, in effetti, appena iniziata l’attività si vede subito che gli equilibri deli‐
cati che si andavano delineando nel gruppo sono stati sfalsati dai due
nuovi ingressi ad eccezione del ragazzo del Senegal, cui sembra che tut‐
to sia abbastanza indifferente.
Smilzo reduce dalla missione in Romania affianca subito i due ragazzi
rumeni.
Donji affianca A. ai rola‐bola e Geppetto sollecita i ragazzi marocchini
con clave e cerchi.
I due ragazzi nuovi riesumano la “danza a gambe incrociate” con noi
per poter vedere cosa abbiamo in tasca. Ovviamente li sgamiamo subito
anzi Geppetto sfila anche un foglietto di tasca al ragazzo ridendo come
un matto. La cosa diventa poi un po’ il tormentone della giornata.
Gli attrezzi circensi vengono usati con poca costanza: “via uno prendo
l’altro” e non c’è molta pazienza di imparare con la capacità di soffer‐
marsi e concentrarsi su un attrezzo.
Quando riusciamo a passare il messaggio educativo di pazienza, costan‐
za e concentrazione vuol dire che si è instaurata la relazione tra noi e il
ragazzo.
Ju. appare un po’ troppo sottomesso e a tratti sembra anche oggetto di
attenzione di tipo sessuale da parte di uno dei nuovi: di fronte a tutti si
lasciano anche andare ad accarezzarsi. Li interrompiamo mettendo il
tutto un po’ sul ridere e la cosa sembra fermarsi lì.
I due ragazzi rumeni lavorano soprattutto con Smilzo e R. annuncia che
uscirà di lì a poco per poi, a dir suo raggiungere l’Irlanda.
178
Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazione di Geppetto
Grado di attenzione: c'è stata molta attenzione per le fotografie, poi at‐
tenzione qua e là per le magie per poi arrivare ad una totale attenzione
per l'acrobalance.
Abbiamo provato a coinvolgere le solite quattro ragazze attaccate alla
musica in più momenti: con le fotografie, kiwido e acrobalance.
Siamo entrati presentandoci come Jack e Nicholson, l’agente ha sorriso
e ci ha fatto accomodare. Smilzo non aveva preso il caffè e c'era qualche
sbadiglio di troppo, ma appena arrivati alla porta d'ingresso della sala e
un urlo ci ha accolto: eccole! Tutte in preda ad una scarica di adrenali‐
na. Si ricordavano che Smilzo era stato in Romania e allora hanno ini‐
ziato a fare mille domande sul viaggio, su cosa aveva fatto, su cosa ave‐
va visto, se aveva visto dei funerali..
Le “4 dell'Ave Maria” in versione rumena si sono accaparrate il PC, e si
sono incollate alle casse come le cozze allo scoglio!
Relazione di Smilzo
Arriviamo puntali, sotto la pioggia! All’ingresso troviamo A., senegalese,
uno del gruppo … c’è aria di scarcerazione! Così salutiamo il campione.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Arriviamo alla sala polifunzionale e troviamo due new entry, non pro‐
prio new perché i due senegalesi li avevamo visti un’altra volta ed era‐
no stati più attivi, decisamente! Così dopo aver piazzato il PC e la musi‐
ca iniziamo, ma il biliardino sembra essere il centro dell’attenzione. Ba‐
stano pochi minuti e l’attenzione della maggior parte dei ragazzi si spo‐
sta verso i tappetini per l’acrobatica. Da qui in poi fioccano piramidi
semplici e complesse, nasi rossi e simpatiche fotografie.
Tramite l’acrobatica e l’uso degli attrezzi circensi, soprattutto il devil‐
stick, siamo riusciti a fare un bel lavoro con quasi tutti i ragazzi. Inoltre
il servizio fotografico ha fato sì che si scattassero foto molto clownesche
su idea degli stessi ragazzi.
Relazione di Smilzo
Le solite quattro ragazze (oramai soprannominate “le quattro dell'Ave
Maria)” appena entrate nella stanza hanno pressato Smilzo per la musi‐
ca. Hanno preso il monopolio della musica non staccandosi più e di con‐
seguenza non partecipando alle attività. Hanno solo cantato.
Eccoli, Geppetto e Smilzo all'ultimo piano della struttura carceraria
pronti ad entrare nel reparto femminile.
Appena entrati nella stanza delle attività sentiamo arrivare le ragazze.
Entrano, energiche, chiassose, allegre. Bombardano con numerose do‐
mande lo Smilzo riguardo la missione clown in Romania. Intanto che
rispondeva lo Smilzo ha piazzato il PC e le casse, preparando le foto del‐
la missione in Romania. La visione delle foto è stata molto apprezzata,
hanno viaggiato con la mente nelle loro città, hanno riconosciuto alcuni
luoghi e hanno chiesto chi fossero gli altri clown e le altre persone pre‐
senti a vari spettacoli. Le foto erano parecchie ma per loro, mai abba‐
180
Relazioni Circostanza, anno 2007
stanza. Parte la musica, ovviamente rumena e iniziano le danze e l'atti‐
vità circense. Iniziamo con un po' di balli, Geppetto è stato più volte
strattonato e strapazzato da una parte all'altra, poi proseguiamo con le
piramidi di acrobatica, cercando di creare una sequenza per poterci la‐
vorare la volta successiva. Stava andando tutto per il meglio quando
una canzone rumena, la classica “strappa lacrime”, ha fatto sedere quasi
tutte le ragazze, chi stava alla finestra, chi per terra, chi in piedi in un
angolo e chi sedute sulle sedie. Tutte con le lacrime agli occhi.
Poco dopo rieccole pronte a provare piramidi, ballare, ridere e scherza‐
re (tranne le “quattro dell'Ave Maria”), fino a che ci ritroviamo a fare
equilibrismo con gli step trovati in un armadio.
Oggi si è respirata una buona energia.
Relazione di Aureola
Oggi abbiamo ottenuto un risultato educativo: Da mesi Yu. non si è mai
interessato alle nostre attività, ha sempre snobbato qualunque propo‐
sta, l’unico momento in cui partecipava alle attività era quando si gio‐
cava a calcetto o quando portavamo il pallone e poteva giocare a calcio.
Nessun attrezzo circense lo ha mai interessato. Il rapporto con noi è
sempre stato se non di rifiuto quantomeno di distacco. Un saluto appe‐
na accennato e indifferenza totale.
Nelle ultime settimana altre al saluto accennava un sorriso, ma mai nul‐
la di più.
Oggi sentivo che mi guardava, aveva preso un cerchio e lo buttava con‐
tro una parete, a volte se passava qualcuno glielo tirava addosso e poi si
voltava verso di me, come ad aspettare che lo rimproverassi e mi faceva
un mezzo sorriso. Gli sono andata vicino e gli ho chiesto di usare il cer‐
chio per giocare, come il gioco delle bocce, a chi lo tirava più vicino alla
pallina. Ha accettato e abbiamo iniziato a giocare. Noto che gioca sem‐
pre in maniera competitiva e anche in un certo senso violenta: tende a
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
lanciare gli oggetti quasi con disprezzo, a volte lo fa per vedere se non
gli dico nulla e io immancabilmente lo sgrido, amorevolmente, ma con
decisione e lui quasi sembra contento.
Propone di infilare gli anelli nel tubo del rola‐bola e cambiamo gioco,
giocano anche Geppetto per un po’ e poi Maggiolina. Gli piace la compe‐
tizione e fissa le regole del gioco.
Giochiamo per un bel po’, è contento e io sono felice che si sia instaura‐
ta finalmente una relazione tra noi.
Gli chiedo di provare un attrezzo perché voglio fargli una foto per avere
un suo ricordo... (lui non ha mai voluto foto e se vedeva che scattavo fo‐
to ad altri e lui era vicino, si assicurava di non essere rientrato nella fo‐
to), stavolta accetta e mi dice di fotografarlo mentre lancia una pallina e
cerca di prenderla sollevandosi in aria. Parte la sfida di riuscire a foto‐
grafarlo in aria, senza che la foto venga mossa. Riesco a scattargli un pa‐
io di foto belle e lui vuole vederle ed è soddisfatto.
Anche l’altro ragazzo marocchino, R. vuole che gli scatti le foto mentre
salta e Yu. gli fa vedere come deve fare. E così per un bel po’ giochiamo
a saltare e fare foto.
Yu. è soddisfatto e quando l’ora finisce non scappa via, come di solito fa
e ci saluta tutti e mi bacia salutandomi, (cosa che non aveva mai fatto).
Ho dedicato l’attenzione tutta a Yu. anche se ho fatto foto anche agli al‐
tri ragazzi. Un altro successo è stata la relazione con Ja. Un ragazzo ma‐
rocchino che ha un’aria particolare, sembra che cerchi di fregarti quan‐
do ti guarda e si sente che anche lui, come Yu. ha una bella rabbia den‐
tro. Ha giocato con i Rola‐bola e gi è piaciuto farsi fotografare in attività.
E’ successo un episodio spiacevole: quando è arrivato R. aveva un
walkman, poi per giocare lo ha posato. Smilzo ha visto che Ja. Lo ha pre‐
so e ha chiesto all’agente di uscire, probabilmente lo ha nascosto in ba‐
gno per prenderselo dopo. Così, quando siamo arrivati a fine incontro,
R. ha cercato il suo walkman che ovviamente non c’era più. Ha chiesto a
noi se lo avevamo preso e ovviamente abbiamo detto di no. Smilzo ha
forse fatto un breve cenno verso Ja. e mentre eravamo nel corridoio di
uscita Ja. è venuto verso Smilzo dicendogli arrabbiato: “Hai detto tu che
l’ho preso io?” Nel frattempo l’agente ci ha fatto uscire, mentre stava
nascendo una rissa. In portineria abbiamo avvisato l’agente della situa‐
zione.
Smilzo è uscito dall’attività pensieroso chiedendosi se aveva fatto bene
a parlare con l’agente.
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazione di Geppetto
Il ballo ha molto successo con le ragazze e abbiamo l’idea di unire alle
figure di acrobalance e giocoleria, che filmeremo e monteremo per lo
spettacolo del 1° dicembre, una breve coreografia di ballo, viene accolta
benissimo.
Per creare la coreografia spieghiamo loro che bisogna rispettare gli in‐
gressi e le uscite delle compagne e darsi dei tempi. La cosa suscita qual‐
che discussione sulla quantità di spazio dedicato all’una piuttosto che
all’altra.
B. è un po’ giù perché pensa che M. un ragazzo del Levante con cui si
scambia messaggi non corrisponda il suo amore o la prenda in giro.
Cerchiamo di spiegarle che le relazioni e gli amori che possono nascere
in una realtà come questa possono essere sottoposti a mille condizioni.
Accetta questo discorso anche se alla sua età sarebbe giusto che vivesse
la sua storia d’amore come ogni altra ragazza fuori da qui.
Oggi sembra esserci una certa malinconia fra le ragazze ed alcune con il
classico stile rom, si intristiscono quando le musiche diventano un po’
più malinconiche. Cerchiamo allora di imitarle portando in ridicolo
queste loro manifestazioni e alcune rispondono ridendo. Le tre ragazze
Rom slave rimangono attaccate alle casse della musica per tutto il tem‐
po e sono le più tenaci a lasciarsi andare a questa malinconia.
R. è sempre provocatoria mentre F. e M. cercano di farci parlare in Ru‐
meno.
Ci ripromettiamo di lavorare anche con fotografie e filmati dalla volta
successiva in modo che le ragazze abbiano il modo di vedere il risultato
del lavoro fatto e possano da sole apportare correzioni.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Il momento di successo con Yu. prosegue, oggi finalmente per la prima
volta si dedica con costanza al Diablo, chiede aiuto a Smilzo che con le
giuste dritte riesce a fargli lanciare e riprendere il diablo per più di una
volta. Yu. ha pazienza per gli attrezzi e si vede che gli piacciono.
Yu. prova anche qualche posizione di acrobatica. Interagisce con i com‐
pagni e anche con noi. Quando arriviamo mi bacia per salutarmi.
Mentre giochiamo mi fa vedere la sua gamba, è ferito (si è lesionato da
solo), io osservo la gamba, con lui c’è anche Ja. E non mi accorgo che
quello che vogliono farmi vedere è come potrebbero prendermi la mac‐
china fotografica che ho in tasca. Ho come la sensazione che Ja. me la
prenderebbe davvero, ma Yu. lo ferma e sorride, quasi a prendermi bo‐
nariamente in giro per la mia ingenuità e io dico: “Alla zia questo non si
fa!” e Yu. risponde, ridendo e facendomi una carezza dice: “No, alla zia
non lo facciamo”.
Oggi troviamo 4 ragazzi senegalesi che stanno giocando al calcetto, ini‐
zialmente non ci considerano, poi uno di loro si stacca e viene a control‐
lare che musica abbiamo, sorride, è simpatico, mi dice che è di Dakar e
mi chiede se sono stata in Senegal. Vuole musica americana e Smilzo gli
mette Eminem. Ballano, ma quando li guardo si imbarazzano e smetto‐
no. Instauriamo la relazione con questo ragazzo attraverso il devilstick
e poi gli piace l’idea di essere fotografato. Vedendo che faccio le foto an‐
che gli altri due si avvicinano e vogliono essere fotografati anche davan‐
ti al PC.
Ja. e Yu. prendono di mira Ju. sembra vogliano prendergli qualcosa che
ha in tasca, ho paura gli facciano male, Ju. è piccolino e mingherlino e
loro sono forti. Smilzo pensa che volessero prendergli qualcosa dalla
tasca.
Più volte dico loro di smetterla, e mi rispondono che scherzano.
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Di me Yu. sembra avere rispetto e ho notato che anche quando fa qual‐
cosa che non va fatta (tirare una pallina, lanciare un cerchio, ecc. ) mi
guarda per vedere se me ne sono accorta e poi mi sorride e smette. E’
come un gioco, sembra voglia qualcuno che si accorga di lui e lo sgridi.
Ja. Anche se sorride spesso, mi sembra invece meno gestibile.
Ju. è gentile, delicato e ogni volta che gli chiediamo di partecipare lo fa.
Si inizia con il diablo e poi col devilstick, uniciclo, palline, acrobatica.
Ci meravigliamo che non sia sceso Ma. Il ragazzo rumeno, il più entusia‐
sta della nostra attività e non capiamo come mai non sia sceso, ma alle
16.00 arriva, contentissimo e ci dice che è dovuto rimanere in cella per
mettere in ordine perché a quanto pare i ragazzi hanno fatto un sacco di
casino buttando per terra e rompendo cose e lui è rimasto a pulire, ma a
patto di poter scendere alla nostra attività appena finito, e con lui è sce‐
so anche A. che da un paio di volte non scendeva.
Ma. coinvolge tutti con il suo entusiasmo, qualunque cosa ci sia da fare
la fa con gioia e poi gli piace essere fotografato, farsi foto con i compa‐
gni, è gentile con tutti.
Smilzo si avvicina a Ma. e gli porge le mani per fare acrobalance e lui
non ci pensa due volte e iniziano a fare qualche esercizio. Gli altri se‐
guono a ruota e così iniziamo a fare qualche esercizio più complicato.
L'attività prosegue bene quando ad un tratto anticipatamente arriva la
guarda che fa terminare il tutto dieci minuti prima.
Stavolta ci salutiamo con calma e ci diamo appuntamento alla prossima
CircoStanza.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Maggiolina
Incontriamo il gruppo delle ragazze sulle scale, ci accolgono e salutano
con entusiasmo ed energia.
Per motivi a noi sconosciuti, di rientro dall’ora d’aria, le ragazze sono
state radunate presso il refettorio e l’Ispettrice della sezione Femminile
ha fatto loro un discorso di circa 15 minuti. A scaglioni sono poi state
accompagnate dalle agenti presso la nostra saletta ma prima di entrare
è stata fatta loro una piccola perquisizione di controllo (cosa mai avve‐
nuta prima).
Molte delle ragazze si sono presentate assai sconvolte, alcune con le la‐
crime agli occhi, la loro energia inizialmente era bassa e negativa ma
grazie alla musica ed alla nostra accoglienza calorosa e familiare, pian
piano di sono riprese quasi tutte ed hanno partecipato alle nostre pro‐
poste.
Ma. una delle ragazze che da più tempo è detenuta e che partecipa vo‐
lentieri alle attività circensi ci ha detto testuali parole: “Uffa, non voglio
uscire, spero che al processo mi diano ancora qualche settimana.. così
posso rimanere con voi e fare lo spettacolo!”.
Siamo rimasti senza parole.
A mio parare vi sono stati più momenti di successo oggi, quelli mag‐
giormente rilevanti sono i seguenti:
La ragazza italiana, Pa. entrata da pochi giorni, è rimasta stupita nel ve‐
dersi proporre attività di tipo circense che lei era già solita praticare in
spiaggia con gli amici, da subito si è relazionata con noi clown in modo
interessato ed attento. Entrata nel salone con uno sguardo diffidente e
chiuso, nel vedere gli attrezzi circensi si è illuminata ed aperta. Ha di‐
mostrato infatti grandi capacità nella giocoleria e da subito si è messa a
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Relazioni Circostanza, anno 2007
giocolare con entusiasmo con i kiwido ed a insegnare anche ad altre
compagne meno abili.
Relazione di Maggiolina
E’ stato utile oggi essere in tre operatori (solitamente dalla ragazze an‐
diamo in due) in modo da poter suddividere le ragazze in piccoli gruppi
a seconda dell’attrezzo circense preferito.
Sedici ragazze, tre operatori, il tutto in meno di 20 metri quadrati!
Le ragazze giungono tutte in saletta piene di energia, sono delle bombe
in positivo ed in negativo, sprizzano energia da ogni poro tant’é che
quasi assalgono noi ed il materiale: c’è la ragazza italiana, Pa. Che si de‐
dica ai Kiwido, c’è chi sceglie le musiche per il video, chi come M. ragaz‐
za rom rumena con una spiccata malformazione alla mano si occupa
delle riprese video con Geppetto, chi con Smilzo si è allena per creare
una coreografia con le palline, chi con i kiwido. L’abilissima ragazza ita‐
liana si è allenata per avere un numero presentabile ed accattivante da
riprendere con la telecamere.
Anche il momento del trucco clown si è svolto con calma e serenità
seppure non vi sia stato tempo di truccare tutte le ragazze. Ognuna di
loro era desiderosa di ricevere attenzioni e di essere seguita nel suo
impegnarsi e mettersi in gioco, ma essendo solo in tre operatori abbia‐
mo fatto il possibile per farle collaborare e per creare un clima sereno e
produttivo.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
Il momento di successo con Yu. prosegue, ha partecipato a tutto, da
“palla avvelenata” dove mi ha protetta dai lanci degli avversari, ad a‐
crobatica. Ha parlato anche con Smilzo, si sta aprendo sempre di più.
M. è coinvolgente, lui oramai è “di casa” in questa attività, si sente a suo
agio, è allegro, e amichevole con tutti.
C’è una nuova entry: G., di Genova, un ragazzino esile, smilzo alto, sor‐
ridente e partecipativo. Si definisce “timido”, dice che non vuole parte‐
cipare a nessun spettacolo, ma non si tira indietro in nessuna attività
dato che pesa poco è un ottimo “agile” per l’attività di acrobatica.
Per iniziare e riscaldarci per acrobatica, giochiamo a “Palla avvelenata”
e partecipano tutti tranne i senegalesi che rimangono a giocare a calcet‐
to.
Yu. mi protegge dai lanci di pallone degli altri, continua a chiamarmi
“zia” ed è molto gentile.
Si passa all’attività di acrobatica, Maggiolina riesce a coinvolgere un ra‐
gazzo senegalese per un esercizio, ma è solo un breve momento, poi ri‐
torna nel suo gruppo.
Si sta preparando lo spettacolo per il 1° dicembre, vedremo chi ci sarà
ancora.
188
Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazione di Geppetto
Sono state molto attratte dal video, che hanno voluto rivedere più volte
e dai rola‐bola (strumento di equilibrismo).
A. una ragazza al Ferrante da poche settimane che fino ad ora non si era
mai coinvolta in alcuna attività e, anzi, si era sempre tenuta in disparte,
non solo ha provato a lungo questo attrezzo, ma ha poi provato figure di
balance ed acrobatica.
Il primo incontro post festa del volontariato l’avevamo progettato dan‐
do seguito agli eventuali stimoli provenienti dalla festa. Così le ragazze
vogliono rivedere ben due volte il video che mostra attività, volti ed
emozioni di un anno.
Donji intanto prepara il materiale di giocoleria ed equilibrismo.
Per la seconda volta, da quando siamo entrati nella struttura, svolgiamo
la nostra attività nel refettorio. La prima volta risultò una soluzione i‐
nadatta: le ragazze si misero a sfogliare le riviste distraendosi.
A. appena vede il rola‐bola (e come Donji ci sale sopra) si illumina in
viso e prova a usarlo. Di lì a poco comincerà a stare in equilibrio e il suo
viso si rilassa e quando con B. e M. iniziamo l’attività di acrobatica, an‐
che lei vuole provare tutte le figure. E’ una metamorfosi: la ragazza
chiusa e musona, poco disposta al ridere si è trasformata in una ragazza
aperta, allegra e collaborativa.
Pa. invece, la ragazza italiana, è visibilmente arrabbiata, appena entrata
chiede “dove sono le bolas” , intendendo i kiwido, e si mette ad eserci‐
tarsi in modo quasi rabbioso. Le chiediamo cosa non va, ma lei non
sembra avere una gran voglia di parlare. Ma anche lei nell’arco del tem‐
po passato insieme tenderà a rilassarsi. S. e qualche altra ragazza pro‐
vano devilstick e soprattutto le clave, ma la pazienza che richiede
l’apprendere questi attrezzi circensi è ben lungi dal realizzarsi.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Due ragazze hanno litigato il giorno precedente e non possono parteci‐
pare alle attività e lo strascico del litigio si ripercuote anche sulle altre
che ne parlano.
M. e una ragazza appena entrata la notte prima, sono sedute sul diva‐
netto e chiacchierano amabilmente.
In sostanza questo secondo esperimento di localizzazione dell’attività
in refettorio è risultato positivo.
B. e M. ci chiedono perché continuiamo a lavorare con gli attrezzi, forse
in vista di qualche festa ? Rispondiamo che la nostra attività si chiama
“CircoStanza”, il circo in una stanza e questi attrezzi sono attrezzi ap‐
punto circensi che usiamo per esercitarci e divertirci insieme.
Relazione di Geppetto
I ragazzi non avevano ben compreso che si dovranno esibire sul palco
del teatro del Ferrante durante la festa del volontariato del 1° dicem‐
bre, così sono rimasti sorpresi quando abbiamo loro ricordato che oggi
avremmo svolto le prove per lo spettacolo.
Il pericolo era che tutti cercassero di evitare la cosa e invece i ragazzi si
sono letteralmente scatenati. Yu. e A. vorrebbero fare tutto, ma proprio
tutto. E come sembra lontano il periodo in cui Yu. ci guardava con di‐
sprezzo, con quel tono di sfida che non ammetteva repliche. Oggi Yu.
vuole imparare i trucchi di magia e con Maggiolina e Geppetto mette a
punto qualche numero di magia da portare in spettacolo. Ma non si
ferma qui, prende in mano il diablo e prova qualche lancio e qualche
figura.
A. che fino ad ora ha sempre avuto un rapporto “mordi e fuggi” con le
attività prepara con Maggiolina una coreografia vera e propria pur nella
sua semplicità con il devilstick. Per la prima volta i ragazzi collaborano
alla costruzione di un numero di spettacolo.
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Relazioni Circostanza, anno 2007
Relazione di Smilzo
Al nostro arrivo tutti i ragazzi giocavano col nuovo calcio balilla, fac‐
ciamo in tempo a piazzare il PC e le casse che Geppetto e Smilzo scate‐
nano una sfida con la palla di gomma piuma. Si aggiunge dopo poco A.
uno dei ragazzi senegalesi così iniziamo a destreggiarci con vari palleg‐
gi, cross e calci d'angolo. Il gioco attira anche l'altro ragazzo senegalese
così stiamo li a giocare un bel po', ridendo e giocando a calcio in modo
parecchio strano.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Accendiamo la musica e subito Geppetto inizia a scartare giocatori invi‐
sibili col pallone di gomma piuma, Smilzo lo raggiunge subito, si scarta‐
no, tirano e palleggiano finché non si unisce al gruppo A., senegalese,
dopo qualche minuto arriva anche l'altro ragazzo senegalese e qui ini‐
ziamo a destreggiarci facendo tiri in porta, cross, azioni serie e sceme,
tiri impossibili e a rallentatore. Intanto gli altri continuano a giocare al
calcetto e Maggiolina fa vedere al PC il video mostrato alla festa della
scorsa domenica ai ragazzi che vogliono rivederlo. Dopo un po' di gio‐
coleria, uno dei ragazzi senegalesi, A., prende il diablo, Smilzo lo segue
sia fisicamente che nell'insegnamento, ma basta poco per fargli mollare
l'attrezzo. Così con Geppetto proponiamo una supersfida a calcetto, chi
vince deciderà cosa fare poco dopo. Via! Geppetto e Smilzo, non si sa
neanche come hanno la meglio sulla nazionale senegalese e vincono la
partita così decidiamo di insegnare la tecnica con le palline, uno dei due
ragazzi non si stacca e l'altro per qualche minuto scarso ci prova e poi
molla. Maggiolina propone una supersfida col pallone di gomma piuma.
Prendono parte tutti alla sfida e qualcuno un po' seriamente. Si è visto
poco gioco di squadra e si gioca fino allo sfinimento. Durante il riposo
abbiamo la possibilità di chiacchierare con i ragazzi: Yu. ci dice di voler
cantare alla festa di Natale, mentre i ragazzi senegalesi fanno gruppo
fra loro.
Relazione di Aureola
Partecipazione attenta e attiva di M., il ragazzo senegalese che solita‐
mente stava nel suo gruppo e partecipava saltuariamente all’attività.
Questa volta è stato attento e sorridente e sinceramente interessato a
tutto ciò che proponevamo.
I ragazzi erano solo 4 ma tutti disponibilissimi a fare attività. Abbiamo
spaziato dal salto alla corda alla giocoleria, magia e musica. Il ragazzo
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Relazioni Circostanza, anno 2007
senegalese era ben preso in ogni attività: interessato al Devilstick, alla
magia e sempre sorridente e disponibile. Il ragazzo nuovo, Mo., si è di‐
mostrato interessato a tutti i giochi di giocoleria e ha imparato a tirare
le tre palline, anche gli altri sono stati partecipi e l’atmosfera è stata ri‐
lassata e serena.
Yu. Era un po’ preoccupato per il processo del giorno dopo, ma ha par‐
tecipato ed è stato partecipe sempre.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Smilzo
Arriviamo al Ferrante e ci sembra di essere al primo giorno di scuola:
oggi è il primo giorno di attività con un nuovo gruppo, il Grecale. Arri‐
viamo puntuali alle 14.00, l'agente ci fa entrare nella palestra, chiude la
porta e va a prendere i ragazzi. Nell'attesa arriva una educatrice, si
chiacchiera un po', le chiacchiere proseguono per un bel po', poi passa‐
no le ragazze che vanno all'aria e finalmente dopo quaranta minuti dal
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
nostro arrivo ecco i ragazzi. Sono in 9, tutte facce nuove tranne M., vec‐
chissima conoscenza. Dopo le classiche presentazioni apriamo la vali‐
gia, non c'è tempo per le presentazioni formali: tipo chi siamo, cosa fa‐
remo, ecc. si inizia a basta! I ragazzi sono molto distratti dalle ragazze,
riescono a vederle mentre sono in giardino per l'ora d'aria e dal pallone
da basket che continua a rimbalzare nella palestra.
Qualcuno di loro come D., ecuadoregno, e il ragazzo cileno non si sono
staccati dall'attrezzo, il primo col diablo e il secondo con il rola‐bola! Gli
altri sbirciano, prendono in mano qualche attrezzo per qualche secon‐
do, giochiamo molto con i devilstick che attirano sempre, mentre gli al‐
tri stanno li seduti a guardare, ma sono proprio pochi.
Poi quando i giovani iniziano a prendere un po' più di confidenza ecco
che arriva l'agente perché è finita l'ora. Peccato!
Come primo incontro niente male...
CircoStanza grecale è appena iniziato!
Relazione di Maggiolina
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Il Gruppo Libeccio è il gruppo di primo ingresso in cui i ragazzi sostano
o per il primo mese di detenzione o per pene molto brevi per poi essere
inseriti nei vari gruppi.
In questo gruppo sono poche le attività che i ragazzi hanno
l’opportunità di fare per cui hanno reagito molto bene alla nostra pro‐
posta di allenarsi con la giocoleria e con l’acrobatica.
Soprattutto un ragazzo rumeno si è allenato per 1 ora e mezza senza
sosta alle palline ed ai devilstick dicendoci alle fine del laboratorio che
finalmente si era potuto sfogare e rilassare un po’!
Relazione di Aureola
Mezz’ora d’attesa prima di entrare. Siamo in palestra, non mi piace, è
buia dispersiva, troppo grande. Non si può mettere la musica e non si
può controllare i ragazzi. Ci sono due palloni da basket, pesanti e i ra‐
gazzi li lanciano da una parte all’altra e contro il muro e a me sembra
pericoloso. Se un pallone arrivasse in faccia a qualcuno farebbe vera‐
mente male.
Cerco di intervenire e dico loro di giocare col nostro pallone che è di
spugna, per un po’ lo fanno…
Ritroviamo Brillantina, ma è di cattivo umore, sta spesso davanti alla
porta a parlare con l’agente e a prendere in giro le ragazze che sono
nell’ora d’aria.
Un ragazzo è molto ben preso con il diablo, Geppetto lo segue nei suoi
progressi. Maggiolina inizia a giocare con i devilstick con un altro ra‐
gazzo. Nel frattempo vedo che al fondo della palestra si stava svolgendo
una gara di palline, le nostre palline da giocoleria venivano lanciate da
due ragazzi addosso e contro il muro. Arrivo di corsa e faccio in tempo a
prendere una pallina distrutta… Guardo il ragazzo e gli dico che non
servono per essere lanciate in quel modo e che il materiale ha un costo,
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
lui mi guarda serio, poi mi viene vicino all’orecchio e mi dice: “Devi ru‐
bare! Così le cose non ti costano”. Si presenta, è di Napoli, in trasferta a
Torino.
Mi avvicino al ragazzo cileno, ha la frangia che gli cade sulla faccia a na‐
scondere completamente gli occhi e parte del volto. E’ in Italia da 10
anni, ora parla meglio l’italiano che lo spagnolo. E’ chiuso, un po’ diffi‐
dente, ma si apre quando si inizia a fare acrobatica. Con acrobatica tutti
vogliono dimostrare di saper fare qualcosa, dai salti mortali a mosse di
Capoeira. Qualcuno è veramente bravo.
A palla avvelenata giocano quasi tutti. Il gioco di squadra a loro piace e
partecipano volentieri.
Riflessioni: bisogna chiedere la sala dove lavoravamo col Levante, è più
alla luce e meno dispersiva.
Ho trovato questi ragazzi molto più agitati e indisciplinati rispetto a
quelli del Levante. Forse perché sono ancora in attesa di giudizio, forse
perché sono tanti.
Relazione di Maggiolina
Stanza piccola, chiusa, senso di claustrofobia.
Ritroviamo due ragazzi che sono rientrati ambedue per la terza volta,
ambedue marocchini. Uno di loro, Ju. è decisamente di cattivo umore,
lamenta un mal di testa. Gli vado vicino, gli parlo, mi racconta di essere
fuggito dalla comunità dove stava in “messa alla prova”.
“Avevo bisogno di sigarette e sono uscito, poi ho pensato di non tornare,
sono andato a piedi da Alba a Carmagnola (quasi 30 km), lì c’era la sta-
zione, ho preso il treno e sono tornato a Torino. Dopo due mesi mi hanno
ripreso in un ristorante, 7 pattuglie dei carabinieri, per un solo ragazzo!
Non sono un assassino! Ora sono di nuovo qui, lo so che ho sbagliato. In
comunità si stava bene, era una bella comunità. Ma ora sto male, mi
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Relazioni Circostanza, anno 2008
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Maggiolina
La proposta del laboratorio di trucco finalizzato ad apprendere tecni‐
che base per effettuare trucchi artistici è stata accolta dalle ragazze con
entusiasmo. Dopo avermi osservata nel truccare una delle ragazze con
un risultato estetico a loro gradito, si sono sperimentate nel truccarsi a
vicenda, utilizzando il materiale in modo molto accurato, cosa che in
passato non era accaduta!
Torniamo dalle ragazze dopo lo stop delle vacanze natalizie e dopo aver
con fatica trovato un giorno ed orario in cui inserire la loro attività.
Purtroppo o per fortuna il laboratorio CircoStanza coincide con il labo‐
ratorio di acconciature: questo ci permette, in un momento di così
grande “pienone” della sezione femminile, di avere un numero minore
di ragazze nel gruppo ovvero 10 invece che 15, ma allo stesso tempo
alcune delle ragazze più attive con noi nei mesi passati inserite appunto
ad acconciature non hanno reagito bene a questa divisione. Il problema
del numero della ragazze non dipende da noi, in quanto 15 è un buon
numero, ma dalla stanza dove facciamo attività che è decisamente pic‐
cola per accogliere un gruppo di tali dimensioni più noi.
Relazione di Aureola
Positivo: siamo tornati nella “sala socialità” che essendo più luminosa
rispetto alla palestra e non avendo i palloni ha in sé meno rischi.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
“Ricordati di salutarmi Maf! Davvero la vedi questa settimana? Saluta
lei, le altre e dille di salutarmi tutti i ragazzi del Bicocca di Catania!” ci
dice P. uscendo.
Relazione di Aureola
Mentre aspettiamo spostiamo un tavolo nel tentativo di ricavare più
spazio, mettiamo la musica, per creare un ambiente più confortevole.
Si sentono grida… Non si capisce mai se sono grida “normali” di qualcu‐
no che chiama qualcun altro o litigi…
Arrivano i ragazzi, c’è anche J. Che grida, è arrabbiato, ma non entra, ci
spiegano che è in isolamento, forse avrebbe voluto fare attività e prote‐
sta.
Una “vecchia” conoscenza che ci fa piacere riabbracciare (con lui si era
creata una relazione affettiva), ma allo stesso tempo ci rende tristi rive‐
derlo in carcere, si tratta di Me. anche lui è contento di rivederci, mi di‐
ce che aveva incontrato Smilzo mentre era fuori. Ci racconta che si è
sposato e che sua moglie aspetta un bambino e lui è felice. “Facevo il
muratore, zia, mi hanno incastrato… ero al bar a giocare a bigliardo e
sotto il tavolo c’era la droga e, dato che ho precedenti, mi hanno arre‐
stato, ma sono innocente e uscirò. Ora stanno facendo le indagini, non
so quanto ci metteranno.”
Naturalmente tutto potrebbe essere vero, come tutto potrebbe essere
inventato.
Si piazza sull’Mp3 di Smilzo e decide lui che musica si deve sentire. Sta
seduto in un angolo: “Non mi interessa fare niente”, ci dice.
Lo conosciamo, sappiamo che se decidiamo di fare qualcosa che a lui
piace, si attiverà.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Gli altri ragazzi sono tutti marocchini, Ju. questa volta non ha mal di te‐
sta e appare allegro, forse il ritorno di Me. gli ha fatto bene, infatti parla
in arabo con lui.
L’altro ragazzo sorride e parla anche lui in arabo, tra le parole arabe
compare qualche parola italiana “Messa alla prova, comunità, progetto”
parlano forse del loro futuro.
Proponiamo il gioco dello “scalpo”, il fazzoletto appoggiato con una
punta dentro i pantaloni e ognuno cercherà di toglierlo all’altro. Parte‐
cipano tutti e ci si diverte, finalmente, si scaricano, si stancano. E’ quello
che ci vuole, in questa piccola stanza la tensione si accumula e si sente
veramente tanto la prigione e l’essere chiusi lì dentro allo stretto con
loro anche per noi è forte.
Uno dei ragazzi, è decisamente di cattivo umore, dopo un po’ esce, non
capiamo se perché ha avuto a che dire con Me. o se per un colloquio,
verso le 17.00 rientra e si siede, “Sono di cattivo umore” mi dice mentre
usciamo guarda il naso al collo, lo prende e poi fa un gesto come a dire:
“Ma va!... Ho ben altri problemi io…”.
Quando sta per finire il nostro tempo con loro, arriva T. il ragazzo ru‐
meno, ha una fasciatura sul braccio e ci annuncia che si è “tagliato”…
Prima di uscire dobbiamo aspettare almeno 10 minuti che l’agente arri‐
vi, nel frattempo Maggiolina si accorge che un ragazzo ha qualcosa nei
pantaloni, non capiamo se è un bastone che ha preso a noi o altro.
Mag. gli va vicino e gli dice di tirare fuori quello che ha preso e di lascia‐
lo lì prima che arrivi l’agente e possa passare dei guai. Lui sorride, fa un
po’ lo gnorri, Mag. lo guarda decisa. Lui va in un angolo e tira fuori una
sbarra di alluminio lunga quanto la sua gamba, forse sradicata in qual‐
che infisso. Usciamo pensierosi.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Maggiolina
Due ragazze appena entrate in IPM sono state inserite dalla agenti nella
nostra attività in modo da rendere più delicato l’ingresso e far conosce‐
re loro le compagne. Da subito il clima accogliente e gioioso le ha rese
ben disposte a partecipare all’attività ed in men che non si dica si sono
messe a giocolare ed a farsi truccare, inserendosi nel gruppo con delica‐
tezza e spontaneità.
Il portare disco‐music e non più musica rumena ci aiuta a mantenere un
clima positivo e pieno di energia durante il laboratorio, non si sono in‐
fatti più verificate scene di pianto.
Maggiolina osserva che le ragazze sono molto attive e positive in questo
periodo pur avendo avuto, qualcuna di loro, un esito negativo dal pro‐
cesso. Tre ragazze del gruppo sono in isolamento in cella a causa di una
piccola rissa e Me., una delle ragazze che più creava subbuglio, è uscita.
Tutte le ragazze partecipano alla attività chi giocolando, chi imparando
a fare trucchi clown/artistici, collaborano tra di loro ed il livello di e‐
nergia è alto.
Relazione di Geppetto
Il gruppo delle ragazze è calato, date le scarcerazioni avvenute ad inizio
settimana. Al nostro laboratorio partecipano 7 ragazze di cui 2 (rom
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Relazioni Circostanza, anno 2008
slave) pur venendo in attività rimangono sedute ai margini della sala,
confabulando tra loro e dimostrandosi totalmente disinteressate. Le re‐
stanti ragazze (rom e sinti rumene) hanno tutte partecipato alle attività
sperimentando vari attrezzi.
Alcune di loro inizialmente apatiche e calate in un profondo stato di tri‐
stezza si sono pian piano avvicinate all’attività uscendo dal laboratorio
serene e piene di energia!
Relazione di Aureola
Saliamo le scale provenienti dall’attività con il gruppo Grecale, che non
si è potuta svolgere perché i ragazzi non sono scesi a causa di un litigio
di cui non sappiamo i particolari.
Percorriamo il lungo corridoio, fuori piove, nei muri ci sono infiltrazioni
ovunque e le pareti sono scrostate dall’umidità, fa freddo e mi viene i‐
stintivo pensare che questo edificio è davvero brutto, speriamo che la
ristrutturazione in programma quest'anno inizi presto!
Saliamo le scale, arriviamo al piano dove incontriamo il gruppo Libeccio
e la sala dove di solito incontriamo i ragazzi è allagata, quindi l’agente ci
apre un’altra sala, anche questa ha diversi punti in cui vi è acqua sul pa‐
vimento, ma almeno non è tutta allagata. C’è una porta che conduce ad
un bagno, entriamo per cercare una scopa, uno straccio, della carta per
asciugare per terra. La descrizione delle condizioni del bagno le trala‐
scio. Se non asciughiamo per terra non possiamo certo fare attività, si
rischia di scivolare e farsi male. Troviamo una scopa e in qualche modo
spargiamo l’umidità per tutto il pavimento.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Abbiamo portato il PC e pensiamo di far vedere ai ragazzi il filmato di
Natale e alcuni video comici scaricati da Internet.
Esco in corridoio per vedere se trovo uno strofinaccio e incontro Me.
che piange… “Cominciamo bene!” mi dico.
Il tempo di sistemare la musica e il PC e di pulire la stanza e arrivano.
Sono tanti, ci sono nuovi ingressi, un ragazzo senegalese e un ragazzo
slavo: “Sono uno zingaro” si presenta.
Si siedono tutti, hanno musi lunghi, sono poco propensi a fare attività.
Me. arriva, sta fumando: “Sono arrabbiato, non ho voglia di fare niente,
la scadenza dei termini è a marzo e io devo rimanere qui per un mese in
più.“
E. mi dice: “Fa freddo qui, non ho voglia di rimanere, ho la febbre. Oggi
non ho voglia di fare nulla”.
B., il ragazzo senegalese si siede e sta zitto.
“Non male come inizio!” pensiamo guardandoci negli occhi con Smilzo,
Geppetto e Maggiolina.
Facciamo partire il filmato, diciamo a Me. di venire a vedere, nel filmato
c’è anche lui. Prima dice di no, ma poi arriva, si siede e guarda, comincia
a cambiare di umore, sorride a rivedere vecchi compagni, arrivano an‐
che gli altri, incuriositi.
In qualche modo li abbiamo coinvolti.
Finisce il filmato della festa di Natale e non vogliono vedere altro, chie‐
dono la musica, e musica sia!
Geppetto gioca con il B., gli passa una clava invitandolo a provare, lui la
gira, la tira, la prende e poi gliela ridà, facendo capire che non ha voglia
di provare.
A me viene un lampo di idea, chiedo a Geppetto di mettere le clave si‐
stemate come birilli e propongo ai ragazzi di giocare a boowling.
Immediatamente B. arriva a giocare, e pian piano tutti gli altri, ci si di‐
verte, si usano gli strumenti in modo diverso dalla giocoleria, ma
l’effetto è che tutti sono coinvolti. Persino E. gioca e cambia d’umore,
poi gioca Me. e cambia d’umore…
Continuiamo a giocare, mentre Me. e J. mettono la musica. Geppetto ci
aiuta a sistemare le clave e creativamente le sistema in modo che sia
sempre più difficile colpirle, B. corre a raccogliere le palline e le distri‐
buisce.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Smilzo fa andare sull’uniciclo qualcuno, poi arriva l'agente e con il
gruppo che non gioca a boowling parte una gara di calcetto.
Me. mette una musica coinvolgente, B. inizia a ballare mentre giochia‐
mo, Me. ride, si volta, lo incita a ballare, si alza, si mette a ballare anche
lui, io ballo con loro e balla anche J. B. è bravissimo, decide i passi e i
movimenti noi tutti lo imitiamo. E’ veramente divertente e scaricante,
tutti ridono, si battono le mani a tempo di musica.
L’atmosfera è veramente cambiata, ora non siamo più in un carcere mi‐
norile.
Il tempo è finito: “Ve ne andate?” mi chiede Me. sorridendo… Ci abbrac‐
ciamo e ci baciamo con tutti.
Fuori nevica.
Relazione di Aureola
Oggi ci sono 2 ragazzi italiani, M. e T. rispettivamente di Catania e di
Napoli. Un ragazzo marocchino e un ragazzo zingaro rumeno, più altri
due ragazzi del Senegal.
I ragazzi del Senegal non partecipano, giocano a calcetto.
Nasce un problema con la musica, ognuno vuole la sua musica.
Si arrabbiano Z. e M. rumeno e marocchino e il primo tira una sedia, se‐
guito dal secondo. E’ solo un gesto provocatorio, ma sono ambedue
molto nervosi e preferisco che non ci siano scontri. Così li tranquillizzo.
Troviamo a malapena un accordo per mettere una musica italiana, una
rumena e una marocchina a turno e anche se protestando… si riesce a
tranquillizzarli.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Comunque usano gli attrezzi ma il tempo è poco e finisce troppo presto,
avrebbero voluto stare insieme a noi ancora.
Relazione di Smilzo
Arriviamo quasi puntuali e, come al solito, iniziamo l'attività con quasi
45 minuti di ritardo. Abbiamo poco tempo, così via: PC, musica, attrezzi
e monociclo. Arrivano tutti e otto i ragazzi tra i quali T, rumeno e A, ma‐
rocchino spostati a questo gruppo dal Libeccio. Iniziano a giocare, a
prendere in mano qualche attrezzo, qualcuno gioca al calcetto e qual‐
cuno vuole vedere e sentire che musiche abbiamo portato. Nessuno si è
impegnato più di tanto, hanno giochicchiato un po', provato i vari at‐
trezzi e quello che ha avuto la meglio è stato il piattino cinese. Ha stimo‐
lato la creatività e la voglia di mettersi in gioco di tre ragazzi alle prese
con una bacchetta di legno e con un piattino di plastica, cinese!
La musica è un buon strumento per svariate cose, ma a volte, date le di‐
verse nazionalità porta ad innervosirsi, così Z. reagisce un po' male e M.
per esagerare la reazione di Z. fa volare una sedia, cercando di spiegare
che, per una musica e per spostare delle cose, non ci si deve comportare
in quel modo.
Purtroppo, ma era inevitabile, la mezzora di attività vola e così andiamo
via, salutando tutti e dando appuntamento al prossimo lunedì!
Relazione di Aureola
Quando arriviamo S., l’agente ci dice che i ragazzi sono tanti e che è me‐
glio non portare troppi attrezzi perché potrebbe essere pericoloso. Così
scegliamo dalla valigia solo un paio di diablo, un devilstick e le palline.
E’ vero, i ragazzi sono tanti, 10 ma oggi sono allegri e più bendisposti
rispetto alla volta scorsa. J. Ha appena avuto un colloquio con lo psico‐
logo, sembra allegro.
208
Relazioni Circostanza, anno 2008
Ci pentiamo di avere ascoltato l’agente, più attrezzi ci sarebbero serviti.
Guardiamo subito un video, il video di Natale, un ragazzo vuole vedere
le foto e il video di Natale 2006, quando lui era in carcere.
Escono, tornano e hanno piacere di “rivedersi” in foto, in video..
Questo mi fa pensare a quanto l’attività fotografica e di ripresa video sia
importante per loro. E’ un modo per riconoscersi, per “vedersi”, per es‐
sere qualcuno.
Ultimamente non sto più portando la macchina fotografica perché non è
nel regolamento, ma ci siamo ripromessi di parlare col direttore per
farne capire la funzione educativa e sociale. Faremo domanda nuova‐
mente per riaverla durante gli incontri.
Oggi si fanno diverse attività: i ragazzi senegalesi sono 2 oggi, ambedue
provano palline e diablo, uno dei due impara subito.
Si balla anche oggi. E’ tornato un ragazzo marocchino che balla molto
bene e Me. lo coinvolge per ballare. Si balla tutti e si gioca con quasi tut‐
ti gli attrezzi.
L’atmosfera è rilassata e assolutamente tranquilla.
I nuovi arrivati provano vari attrezzi, si sperimentano in cadute dal ro‐
la‐bola e poi magicamente si rivedono, più piccoli, in un paio di video
girati al teatro durante una delle feste.
Uno dei due ragazzi senegalesi che è stato ad osservare per il primo
quarto d’ora d'ora di attività ha iniziato a osservare meglio e a prendere
il monociclo, così Smilzo lo affianca nella sua impresa. Dopo una decina
di minuti smette, non riusciva e voleva provare altro, così vedendo B.,
l'altro ragazzo senegalese, alle prese col diablo ha voluto provare anche
lui. Finché dopo essere quasi caduto dal rola‐bola, ha preso in mano due
palline e con lo sguardo chiede a Smilzo come funzionassero. In pochi
minuti è riuscito a giocare con tre palline, ma in un modo spettacolare,
tecnicamente pulito. Ha imparato giochi su giochi fino a che non si è
conclusa l’attività.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Geppetto
Oggi quando arriviamo una parte delle ragazze sta seduta accanto alla
porta di ingresso. Poi ci ricordiamo di aver detto loro la volta scorsa che
chi non voleva fare attività e veniva solo per “piangere con la musica”
poteva starsene in cella. In contemporanea, come spesso accade, c’è
qualche colloquio con qualche ragazza mentre l’attività di parrucchiera
è nella stanza attigua.
Un’agente giovane mai vista prima sta letteralmente di guardia alla por‐
ta.
Le altre ragazze che sono entrate invece hanno voglia di ballare, scate‐
narsi, giocolare e provare un po’ di tutto. La musica le accompagna an‐
che se è quella roba da discoteca moderna che poco ci piace. Eppure in
mezzo a tanto rumore c’è sempre tempo per delle parole più carine, per
un rispettoso dirsi cose che vengono dal cuore.
Poi sulla musica S. fa finta di fare l’uomo seduttore e altre due o tre ra‐
gazze fanno le donne che gli cascano ai piedi.
Altre due si dedicano al tennis con i flowerstick, invenzione della Mag‐
giolina e si divertono un mondo a provare cose nuove poi qualcuna per
l’ennesima volta si cimenta con le palline, ma non c’è nulla da fare, dopo
pochi minuti e soprattutto se ti avvicini per dare qualche consiglio o la‐
vorare insieme. le ragazze smettono e si rifugiano nel gruppo. Pensavo
fosse un problema di maschio/femmina invece vedo che la stessa cosa
accade con Maggiolina.
Le altre continuano a stare sedute.
210
Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Geppetto
L’attività al Grecale parte con una buona mezza ora di ritardo. Fra spo‐
stamenti e varie incombenze i ragazzi non riescono a scendere prima.
Arrivano urlando ma in modo festoso. Ci sono le solite richieste sulla
musica i ragazzi magrebini si accalcano subito intorno al calcetto men‐
tre gli altri provano il diablo, le clave, i rola‐bola, con qualche successo
anche i devilstick.
Un ragazzo resterà tutto il tempo a lavorare sul diablo. Smilzo starà con
lui praticamente tutto il tempo lavorando sia su qualche trick sia sul
passing col diablo.
Incuriosisce ed attira molto l’Uniciclo, anche se l’approccio è sempre
molto snobistico, pensano tutti che sia una sciocchezza da bambini an‐
cor di più che la giocoleria. Poi appena salgono sopra l’attrezzo vedono
che non sta fermo sotto il sedere che si cade in continuazione che è
complicatissimo starci su e tutta la baldanza scivola via. Qualcuno si in‐
caponisce e ci prova per tutto il tempo. Altri invece non resistono che
pochi minuti: “non ci riesco “ è il commento più comune. Il concetto di
riprovare dopo un fallimento è molto difficile da far inculcar a questi
ragazzi, ma gli attrezzi circensi sono così: non ci sono scorciatoie o faci‐
litazioni, ti fanno divertire e magari sentire “speciale” di fronte agli altri
ma, richiedono impegno passione e costanza. Quando si provano sono
molti di più gli insuccessi che i successi, ma proprio da questo si passa.
Come nella vita… è importante capire questo.
Il tempo vola via e quando l’agente entra per farci uscire quasi ci di‐
spiacere di lasciare i ragazzi.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Smilzo
Eccoci per un nuovo appuntamento col gruppo Libeccio. Parte subito la
musica, qualcuno balla, qualcuno gioca a biliardino e qualcuno, nello
specifico il nostro amico senegalese prende subito le palline e inizia ad
allenarsi. I due ragazzi che in genere guardano oggi decidono di metter‐
si in gioco col rola‐bola, però attenti perché se non si ha il controllo si
finisce col sedere per terra!
I ragazzi marocchini non hanno molta voglia di partecipare, c’è un ra‐
gazzo nuovo, molto curioso, però per oggi è intenzionato solo a guarda‐
re, gli piace guardare mentre si fa giocoleria e si complimenta con noi!
C’è un po’ di movimento al bagno, non sono bisogni fisici, così
l’attenzione si concentra sui due e ci accorgiamo della mancanza di una
clava! Dopo aver controllato il bagno e la sala assieme ai ragazzi, la cla‐
va non si trova!
I due ragazzi senegalesi, nel frattempo, non hanno mai smesso di alle‐
narsi!
Ps: la clava è stata ritrovata al piano di sotto, dimenticata alla fine
dell’altra ora e mezza di laboratorio! Che sbadati!!
212
Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Maggiolina
C’è un gruppo di ragazze particolarmente ingestibile in questo periodo.
In questo gruppo è forte il senso di sofferenza e il volersi sentire adulte.
Molte di loro non si permetto di calare le barriere, non si permettono di
lasciarsi andare e si barricano dietro una serietà rigida e distaccata.
Rimanendo fuori dalle attività influenzano in modo negativo le altre ra‐
gazze che invece vorrebbero divertirsi e sperimentare la giocoleria e le
altre proposte ludiche.
Relazione di Aureola
Z. un ragazzo rom‐rumeno, vedendo che la “postazione musica” è stata
accaparrata dai magrebini ha chiamato l’agente e ha chiesto di tornare
in cella, arrabbiato.
Mi sono avvicinata a lui e gli ho detto: “Dai, vieni a fare attività con noi,
non c’è solo la musica!”. Lui mi ha risposto di non saper far niente, ma
già sorrideva per il mio interessamento.
Ho continuato dicendogli che credevo in lui e che secondo me allo spet‐
tacolo avrebbe fatto qualcosa di bello. Lui si è illuminato in volto e men‐
tre Geppetto e Smilzo cominciavano ad attrezzarsi per fare acrobatica,
lui ha voluto fare tutto!
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Tuttavia lo vedevo agitato (lo è sempre di suo…) e ho voluto prendermi
ancora di più cura di lui, suggerendogli di respirare prima e durante
l’esecuzione dell’esercizio di acrobatica.
La “chiave” per farglielo fare è stata quella di dirgli che il pubblico si sa‐
rebbe accorto della sua paura e se invece respirava consapevolmente si
sarebbe calmato e avrebbe reso bene l’esercizio.
Lui mi ha ascoltata e l’esecuzione è stata buona.
E’ stato così contento che è venuto a darmi un bacio in fronte.
Oramai aveva preso fiducia in sé e ho potuto indirizzarlo insieme a
Smilzo sulle palline, era così carico che nel giro di pochi minuti giocola‐
va con tre palline.
T. italiano di Napoli, dapprima praticava lo sport di tirare le palline ver‐
so un altro ragazzo il quale gliele rilanciava con sempre rinnovato vigo‐
re, poi si è seduto in un angolo, mi sono avvicinata e gli ho chiesto come
andava, mi ha detto di essere dentro perché finito in una rissa in cui c’è
scappato il morto, i suoi sono stati in galera entrambi, ma ora vengono a
Torino a trovarlo tutte le settimane. Gli ho chiesto se secondo lui il car‐
cere servisse. Ci ha pensato un po’ su e poi mi ha risposto di sì, e lo ha
ripetuto due volte, aggiungendo che in carcere capisci quello che hai
fatto.
“Io quando penso a a casa, mi metto a letto e mi addormento, così non
sto male. Forse mi sposteranno in Calabria, ma se poi mi condannano
definitivamente, voglio tornare qui, perché qui c’’è gente come voi che
si interessa a noi”.
Dopo questa chiacchierata ha partecipato anche lui all’attività di acro‐
batica.
Con Smilzo e Geppetto sono state provate tutte le figure di acrobatica
che si porteranno in spettacolo il 15 marzo.
Vedendo che si lavorava bene, anche altri due ragazzi si sono uniti al
gruppo e si è creato il gruppo “Acrobatica”, direi con un buon risultato!
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Aureola
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
L’attività inizia con molto ritardo, le ragazze arrivano e appaiono (come
sempre ultimamente) un po’ scocciate. Cercano subito la musica, l’Mp3
si è scaricato e quindi non c’è musica. Sono deluse, una dice: “Allora non
mi interessa niente!”
Faccio loro notare che l’attività non riguarda la musica, ma le arti cir‐
censi e noi siamo lì per quello…
Due di loro provano i rola‐bola, sistemiamo sotto un tappetino, il pavi‐
mento non è adatto e rischierebbero di farsi male.
Quasi tutte provano dal rola‐bola ai pois ai nastri, alle palline. Ma la co‐
stanza è veramente poca. Sembrano aver voglia di provare tutto ma per
non più di 3 minuti. Geppetto fa battute, scherza con loro, le prende in
giro e loro stanno al gioco e lo rispettano.
Parliamo dello spettacolo del 15 marzo, ma non sembrano poi tanto
coinvolte. L’attività è durata poco e hanno provato di tutto, forse già so‐
lo questo è un successo!
Relazione di Aureola
L’attività è saltata perché nessuno ci ha avvisato che è cambiato il luogo
e che si sarebbe svolta al piano del Grecale.
Siamo rimasti dalle 14.10 alle 15.10 ad aspettare prima che qualcuno si
decidesse a dirci che i ragazzi ci avrebbero aspettato sopra.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Aureola
Anche questa volta solito ritardo. Inoltre un ragazzo del Grecale, dove
non abbiamo potuto fare attività ci vede e manifesta disappunto per a‐
ver perso l’attività.
Nel gruppo c’è un nuovo ragazzo, se ne sta in disparte, poi mi si avvici‐
na, ha le lacrime agli occhi, mi dice che è da sabato dentro per un reato
stupido che ha commesso quando aveva 16 anni che lui ora riga dritto,
che sua moglie aspetta un bambino che dovrebbe nascere tra 8‐9 giorni
e lui prima era alle Vallette (carcere adulti) e sua moglie non sa che lo
hanno portato al Ferrante perché il reato lo aveva commesso quando
aveva 16 anni, lui ora ha 20 anni è regolarmente sposato e vuole parla‐
re con un educatore. “Ho paura che succeda qualcosa a mia moglie, vo‐
glio starle vicino, voglio prendere in braccio il mio bambino… voglio
parlare con un educatore, almeno per telefonare a mia moglie e avvisar‐
la…”.
Rimango un po’ scossa e appena arriva l’agente gli facciamo presente il
caso. Lui lo tranquillizza e gli dice che ha parlato con l’educatore e che
tra poco lo chiameranno. Al sentire questo si rasserena e si mette a gio‐
care a bigliardino con M.
Me. Oggi è più di buon umore, è dimagrito tanto, glielo dico, lui mi dice
che sono le preoccupazioni, che vuole uscire e che forse venerdì esce
per scadenza dei termini.
Oggi partecipa un po’ di più, giocola con le palline, gioca, insomma è più
socievole. Mi fa piacere, sono affezionata a questo ragazzo.
V. il ragazzo albanese è sempre sorridente, oramai è diventato un mago
dei Rola‐bola. Gioca insieme ad un altro con Maggiolina con i devilstick.
Il ragazzo senegalese, E. invece fa “Passing” con Smilzo, anche lui è mol‐
to bravo.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Geppetto si è infortunato, ha uno strappo alla gamba e si vede che sof‐
fre.
L’attività si svolge con tranquillità e serenità, i ragazzi partecipano tutti
alle attività. Verso la fine Maggiolina gioca con un ragazzo: lui prende il
citofono e lei con una clava gioca a rispondergli al telefono. Partecipo
anche io e faccio la mamma, usando la voce da clown. E’ la prima volta
che improvvisiamo una scena da clown! Così mi metto il naso rosso e
faccio la voce da clown e parlo delle mie mucche… mi guardano riden‐
do, stupitissimi.
Beh, secondo me si potrebbe provare a sfruttare di più il circo‐clown
con i ragazzi.
Relazione di Aureola
Oggi non abbiamo fatto attività al Grecale, c’era una riunione straordi‐
naria indetta dal Dirigente.
Arriviamo puntuali all’incontro con il gruppo del Transito, il Libeccio. I
ragazzi arrivano. Alcuni prendono subito possesso del bigliardino e ini‐
ziano una partita con Geppetto.
Me. Si siede vicino alla musica, è sempre più magro, sempre più triste,
sempre più trascurato, indossa una tuta, una maglia vecchia, ha il cap‐
pello nero di lana calato sulla faccia. Ricordo il bel ragazzo di
quest’estate, florido, sorridente che partecipava all’attività con allegria
e ora vedo un fantasma, un ragazzo depresso e con gli occhi persi nel
vuoto.
L’agente entra e sta con noi, sta piantonando Me. perché ha tentato di
farsi male, ha ingoiato del vetro.
Osservo i ragazzi, sono rilassati, con M. si gioca, un po’ va sui rola‐bola,
un po’ prova l’uniciclo, un po’ fa finta di farsi male cadendo. E’ un ragaz‐
zo sempre sorridente, socievole.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Con N. si fa magia, Maggiolina e Smilzo gli insegnano i giochi e lui subito
va a far vedere quanto ha imparato all’agente. E’ curioso e gli piace im‐
parare giochi nuovi.
Il ragazzo marocchino che l’altra volta piangeva, mi saluta e mi dice che
il suo bambino è nato e che spera lo portino a vederlo.
Il senegalese dopo il calcetto gioca con i cappelli che abbiamo portato,
poi con Smilzo fa passing.
Ogni tanto do un’occhiata a Me. e mi fa star male vederlo così. Mi avvi‐
cino a lui e gli parlo, gli chiedo perché si sta trascurando, perché non
mangia, gli dico che è troppo magro. Mi risponde che sono i “pensieri” a
farlo star male, che venerdì scorso pensava di uscire per scadenza dei
termini e invece gli è stata prolungata la permanenza di un altro mese.
“Sono stato in ospedale” mi dice, “in coma…”. Gli chiedo cosa ha fatto e
mi dice: “Ho mangiato vetro”.
Rimango muta per qualche secondo e poi decido di parlargli, gli dico
che queste “bravate” non gli faranno bene e che il giudice sapendo que‐
ste cose potrebbe non valutare positivamente la sua uscita, gli dico che
così dimostra immaturità, che avere una buona condotta aiuta, che ela‐
borare i propri errori aiuta, che al contrario lasciarsi andare non serve
e non dispone bene nei suoi confronti. Gli chiedo se la sua ragazza lo va
a trovare, “Mia moglie” mi corregge… Gli chiedo se si fa trovare così da
lei e lui mi dice di no.
Gli suggerisco di riprendere a curarsi, di reagire, di fare attività, di non
rimanere in un angolo inerte. Gli dico che è importante che lui capisca
che se si è trovato nei pasticci è perché ha sottovalutato cosa vuol dire
essere stato in carcere. Gli parlo per più di dieci minuti, lui mi guarda,
mi ascolta, vedo un barlume di interesse nel suo volto. Sento che capi‐
sce quanto voglio passargli. Gli chiedo di promettermi che si prenderà
cura di se stesso. Mi dice di sì. Gli dico che ci tengo a lui. Dopo pochi mi‐
nuti si alza, va al calcetto, poi prova le palline e vede che si ricorda come
si fa a farle stare su, fa un po’ di passing, Prova il rola‐bola.
Ho un nodo in gola, vorrei che avesse davvero capito, che non conti‐
nuasse a rovinare la sua vita.
Riprendo a scherzare con M. suonano al cancello e faccio finta che sia il
telefono, afferro il citofono e dico: “Pronto, dove sei? Torna a casa che è
pronto da mangiare”. Lui afferra al volo e mi dice: “non posso adesso,
sto giocando…” (stava giocando con Oreste, il mio galletto di gomma‐
piuma a marionetta)… Io insisto. il gioco è partito e ci stiamo diverten‐
do. “Allora a che ora torni?” e lui: “Alle otto, mamma alle 8!”
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
“Ok allora ti preparo la pasta!” e lui: “Noooo, sempre pasta, pasta…” e io:
“Ok allora ti faccio la bistecca con le patatine fritte… dai fai presto!”
Ridiamo di gusto!!!
All’uscita l’altro agente che apre la porta ci dice: “ma come mai ridono?
Non è che ne hanno combinata qualcuna?”….
Relazione di Aureola
Oggi abbiamo portato 4 strumenti musicali: 2 tamburelli piccoli maroc‐
chini, 1 tamburello più grande e un bastone della pioggia. Oltre a tutti
gli attrezzi di giocoleria.
I ragazzi questa volta arrivano puntuali, sembrano felici di rivederci, ci
abbracciano, ci baciano. N. prende subito in mano gli strumenti musicali
che avevamo posato sul tavolo insieme agli attrezzi di giocoleria e inizia
a far ruotare il tamburello piccolo che ha due pendagli ai lati che bat‐
tendo suonano sul tamburo, arriva un altro ragazzo e prende l’altro
tamburello e poi B. prende il bastone della pioggia, lo riconosce, viene
dall’Africa, si illumina vedendolo.
Iniziano un piccolo concerto, D. canta e balla, gli altri pure, tutti sono
coinvolti, anche chi gioca a calcetto canta e ride, è un momento molto
piacevole ma arriva l’agente e ci dice di limitare il rumore, che a quanto
pare dà fastidio… A chi?
N. risponde che ci stiamo divertendo, che facciamo solo musica,
L’agente risponde che se non vuole che l’attività finisca subito deve
suonare più piano.
Siamo in una sala di 3 metri per 4, con 9 ragazzi più noi tre, siamo in
11, la nostra attività è di “Arti circensi”… e necessita spazio... e dobbia‐
mo stare pure in silenzio?
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Ok, facciamo finta di niente e distraiamo i ragazzi. Ho portato una foto
di una composizione fatta con le mani, proviamo tutti a rifarla, ci vo‐
gliono 11 mani… i ragazzi mettono le loro mani, discutono su chi deve
stare davanti, chi dietro… e si crea la prima composizione. Poi B. prende
alcuni attrezzi e se li posiziona addosso: il piatto cinese in testa e sopra
le palline, come fosse un cesto di frutta che le donne del suo paese por‐
tano in testa, e parte la composizione della scultura umana fatta di og‐
getti di giocoleria. Ognuno di loro mette addosso a B. qualcosa e si crea
la prima composizione di scultura umana. Poi è la volta di N, anche lui
vuole essere una scultura e così si gioca a creare le sculture più elabora‐
te, prima usando anche i corpi e gli attrezzi di giocoleria, poi creando
sculture sul tavolo.
M. è sorridente, “Guarda”, mi dice, tirandosi su le maniche, “Non mi so‐
no più fatto male zia, ora sto meglio. Forse l’avvocato riesce a farmi da‐
re gli arresti domiciliari”.
Gli dico che sono felice per lui e che spero che tutto andrà bene, non
posso fare a meno di aggiungere qualche raccomandazione sullo stare
attento a chi frequenta. “Vi vengo a trovare, così continuo ad allenarmi
con voi”, mi dice. Lo rassicuro che lo aspetteremo con molta gioia.
I ragazzi vogliono provare di nuovo a fare la scultura di mani e così
mentre ognuno di loro cerca la giusta posizione li guardo, sorridono
tutti, sono così allegri oggi!
D. vede che ho il naso rosso al collo, me lo porta sul naso e io inizio a
parlare con la voce clown, tutti ridono, lui è stupito, mi toglie il naso e…
io parlo normalmente, mi rimette il naso e io parlo da clown… inizia la
scenetta, N. prende il telefono (una clava) e anche D. e un altro va al ci‐
tofono e inizia la telefonata a tre: io parlo sempre da clown e loro rido‐
no tanto.. Allora metto il naso a D. e gli dico di parlare e anche lui usa la
voce da clown, gli altri ridono come matti… e poi lo stesso faccio con Y il
naso rosso fa il giro di tutti e tutti ridono e parlano da clown.
Maggioina e Smilzo coinvolgono anche gli altri.
Nel frattempo E., ragazzo senegalese, fa delle evoluzioni grandiose di
giocoleria con Smilzo, il quale è veramente ammirato e sorpreso di tan‐
ta bravura.
Tutti provano i nuovi attrezzi di giocoleria (tre pezzi di legno che vanno
tenuti in equilibrio insieme) che però cadendo fanno rumore… (ahi, ahi,
ahi!).
Si crea l’ultima scultura e viene fuori un vero capolavoro: clave, palline,
cerchi, fili del diablo e devilstick sono messi insieme con una cura in‐
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
credibile dai ragazzi che cercano di mantenere le cose in equilibrio e
allo stesso tempo di creare apposta difficili equilibri. M. introduce un
oggetto e parte della scultura cade, N. è afflitto, ma insieme la ricom‐
pongono e ... il capolavoro è finito!
Guardo e mi commuovo a vedere tanta cura, tanta attenzione, e anche la
ricerca attenta dell’armonia, dei colori. Se solo si potessero sfruttare
maggiormente queste qualità!
L’agente viene più tardi oggi, ma tanto nessuno dei ragazzi voleva an‐
darsene e stavamo tutti veramente bene.
Relazione di Aureola
Ritroviamo Yu, ci abbraccia, sorride… dice: “mi sono fatto prendere di
nuovo, ero andato in Liguria e poi…”
Un ragazzo italiano appena arrivato, G. si presenta, sa già giocolare con
le palline e durante l’attività parteciperà a tutto, provando tutti gli at‐
trezzi.
Quattro di loro giocano a calcetto e sembrano molto coinvolti, si ascolta
musica, si ride.
Il neo papà ci racconta di aver visto il suo bambino, lo hanno potato in
ospedale a vederlo. “Porta il nome di mio padre” mi dice. E’ molto orgo‐
glioso di essere papà. “Mia moglie è bellissima! Ha molto latte e io vor‐
rei essere con lei per abbracciarla…” Ride, imbarazzato.
Con M. e Smilzo giochiamo a lanciarci i Devilstick dapprima uno, poi tre,
lui è coinvolto e piacevolmente attratto dall’attività.
Anche con loro proviamo a fare una scultura di attrezzi, anche con loro
si scherza e si ride, mentre si provano gli strumenti di giocoleria.
Il tempo trascorre piacevolmente ed è già ora di andar via.
222
Relazioni Circostanza, anno 2008
Quando usciamo troviamo per le scale il comandante che un po’ riden‐
do e un po’ serio ci dice che abbiamo fatto un po’ di baccano: “I ragazzi
dovete contenerli”…
Siamo sicuri che sta scherzando…
A noi sembra che in una stanza piccola come quella, è già un’impresa
fare un’attività come la nostra e che poi i ragazzi debbano pure stare
zitti… Personalmente preferisco che ci siano risate, musica, allegria
piuttosto che il rumore di quando sbattono sulle sbarre della cella, co‐
me durante l’ultima riunione di Stop & Go, quando non si riusciva
nemmeno a parlare dalle grida e dai colpi sulle porte.
Il silenzio durante il Laboratorio CircoStanza non è auspicabile a mio
parere.
Relazione di Geppetto
Arriviamo ben in anticipo e le ragazze non sono ancora in arrivo quindi
disponiamo il materiale. Abbiamo anche un bel po’ di musica nuova sia
croata sia pakistana perché sia D. che S. ci hanno chiesto un po’ di novi‐
tà.
Appena arrivano le ragazze si fiondano sull’mp3 e S. fa subito un po’ la
prepotente volendo selezionare sempre lei tutta la musica.
D. si arrabbia ma dopo poco è lì che prova cappelli e parrucche con rela‐
tiva sfilata di moda con collezioni varie.
M. con il suo solito umore altalenante è lì che prova con lei. Improvvi‐
sano anche qualche battuta.
Con D. si riesce anche a giocolare con qualcosa di passing semplice.
Poi però nel momento in cui anche S. sembra iniziare a voler partecipa‐
re maggiormente all’attività, ecco che arrivano le agenti per i turni alla
biblioteca e quindi ci ritroviamo con le ragazze che vanno e vengono
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
con relativo nuovo momento di tensione per la musica sempre fra D. e
S.
Relazione di Geppetto
Anche questa volta prepariamo la sala con gli attrezzi di giocoleria e il
materiale clown per travestirsi. Ci sono due nuove ragazze: V. e N., sor‐
ridono un po’ incerte con le altre cerchiamo di spiegare loro cosa fac‐
ciamo. S. si impossessa dell’mp3 ma questa volta lascia che anche “altra
musica” venga suonata.
Capiscono subito a cosa serve il telone N. e V. si siedono come spettatri‐
ci. Dopo qualche improvvisazione con il solo utilizzo del viso con temi
proposti sia da noi che dalle ragazze, D e M si scatenano improvvisando
un po’ di tutto, intervistando e facendosi intervistare come ipotetiche
dive del cinema o dello spettacolo.
Dopo poco M. vuole fare con D. la poliziotta della scientifica che indaga
su un omicidio. Il morto è Geppetto che ridacchiando e russando funge
da cadavere al centro della sala. Il linguaggio è “finto” ma molto violen‐
to. Alla fine siamo colpevoli tutti e due e veniamo inviati in carcere.
Dopo questo dramma tragicomico le ragazze sembrano aver esaurito le
energie e si abbandonano all’ascolto della musica. Maggiolina e Geppet‐
to tirano fuori i giochi di magia e anche le ragazze nuove pur timida‐
mente provano qualche trucco. Non possiamo certo pretendere molto
da loro. Gli ultimi momenti sono dedicati alla malinconia per qualche
canzone triste che, sfuggita alla censura antidepressione di Geppetto,
sono rimasti nella compilation di musica.
Siamo soddisfatti, pensiamo infatti che oltre al significato presente
nell’improvvisazione che ben ha delineato il loro stato d’animo al mo‐
mento dell’arresto, D e M potrebbero ben provare qualche gag lavoran‐
do dietro il telone nero. Vedremo quello che si può costruire.
224
Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Aureola
Si è creato un clima divertente (questo è poi il nostro scopo). Tutti i ra‐
gazzi hanno contribuito a fare qualcosa. Tra gli strumenti il devilstick è
stato quello che ha coinvolto maggiormente quelli che non sapevano (o
pensavano) di non sapere fare nulla.
Me. è stato partecipativo e così pure gli altri. L’atmosfera è stata vera‐
mente quella di un centro giovanile.
E., il ragazzo senegalese, oramai è in grado di fare uno spettacolo con
Smilzo, ha raggiunto livelli di bravura notevoli.
B. anche lui senegalese, gli sta subito dietro.
N. e M. provano giochi di magia.
Il tempo passa veloce e i ragazzi faticano ad andare via, ci stiamo diver‐
tendo!
Relazione di Aureola
Nuovi ingressi al Libeccio: 3 ragazzi.
Tutti partecipi, tutti con volontà di imparare. Smilzo organizza un cer‐
chio e insegna a giocolare a tutti, partendo da una pallina fino ad arriva‐
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
re a tre. Uno di loro, Fl. sembra già molto portato. Si fa anche una gara
di Calcetto.
L’attività si svolge in un’atmosfera di rilassatezza e allegria.
L’unico in disparte è T., un ragazzo rom che è rientrato, sembra triste, lo
coinvolgo con il devilstick, dapprima mi dice: “Io non sono capace”, poi
gli spiego che è facile e può imparare e allora prova e vedendo che rie‐
sce si coinvolge e giochiamo per più di mezz’ora.
Viene in visita il comandante e, vedendo T. seduto sul tavolo mente a‐
scolta musica, gli spiega che sarebbe più educato sedere sulla poltrona,
lui ubbidisce subito e preoccupato gli chiede se gli farà rapporto per
questo, il comandante sorride e gli dice di no. Lo vedo preoccupato
quando il comandante va via, quasi con le lacrime agli occhi, e lo rassi‐
curo.
I ragazzi italiani partecipano all’attività, sono tutti molto allegri e attivi.
T. e N. si incontrano e mi spiegano che erano amici prima, si siedono
accanto e iniziano a chiacchierare.
Tutti hanno partecipato, chi più chi meno, l’atmosfera è stata sempre
rilassata e allegra.
Relazione di Maggiolina
Ce ne sono due nuove quando le ragazze entrano nella sala dell’attività.
S è stata passata ad acconciature ed è in fondo un bene per lei che aveva
grosse difficoltà ad accettare la propria parte ludica, anche se ad onor
del vero sembrava a più riprese voler un po’ cedere rispetto alla sua a‐
ria da dura del genere “io non accetto nulla”.
M. adora i giochi di magia ed ad ogni nuovo gioco corre fuori a mostrar‐
lo alle agenti presenti nel corridoio. E quindi è un andirivieni continuo.
Il comportamento di M. è veramente sinusoidale. Si passa da momenti
in cui parte alla carica facendo tutto quello che può in attività, mettendo
anche in campo una frenesia addirittura esagerata, a momenti in cui
226
Relazioni Circostanza, anno 2008
sprofonda, magari con l’ausilio della musica, non solo in una sorta di
tristezza assoluta in cui sembra non esistere nulla a cui possa porre ri‐
medio, ma anche in un rifiuto di relazionarsi con tutti.
Così anche con le agenti. Anche a prescindere dai soggetti che stanno
“dall’altra parte”, il suo odio e il suo amore non sembrano avere mezze
misure. Tuttavia reputiamo positivo che voglia mostrare quello che im‐
para.
Le nuove non sanno bene come partecipare a questo teatrino che forse
le mette un po’ a disagio. Una ragazza soprattutto V. si addossa al muro
e sembra non voler partecipare a nulla. Le scappa qualche sorriso
quando D. fa un po’ la buffona e sbaglia volutamente delle cose. Non sa
bene neppure lei se accettare gli oggetti e le sollecitazioni che le vengo‐
no proposte oppure no. Il problema poi è sempre il solito, magari si par‐
te con un attrezzo ma alla prima difficoltà la tentazione di affermare
“non ce faccio, non sono capace” è troppo forte e troppo comoda.
Una ragazza però con il flowerstick ed altri attrezzi si mette a giocare
volentieri. Soprattutto quando si rende conto che non c’è giudizio sulle
cose che fa e che viene accettata per quello che è. Sembra abbastanza
semplice agganciare la relazione on lei, sorride volentieri.
Il problema poi alla fine torna ad essere quello della musica. M. una vol‐
ta terminata la verve magica si impossessa del lettore mp3 e seleziona
una serie di musiche tristi cui si abbandona con indolenza e malinconia.
E’ sempre difficile capire quanto sia una sorta di auto induzione alla tri‐
stezza o quanto un vero pensiero che esce da dentro. Allora l’energia
che sembrava altissima fino a pochi minuti prima crolla ai minimi stori‐
ci ed eccole tutte abbandonate sedute come fosse la fine del mondo e
non ci si potesse fare nulla. Cerchiamo di metterla sull’ironia ma non
sembrano comprendere né accettare questo tipo di reazione al loro
comportamento.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
Il primo ad entrare è stato Me., è venuto a baciarmi e mi ha subito detto:
“Fino a poco fa stavo male, ora sto meglio… Ero preoccupato perché sa‐
bato mia moglie non è venuta al colloquio, ma oggi ha telefonato e ha
detto che aveva la febbre.”
Ha subito iniziato a giocare, a mettere musica, ballare e interagire ri‐
dendo con tutti. “Guarda zia, mi sono tagliato i capelli!” si è tolto il ber‐
retto e mi ha fatto vedere la testa rasata e ha aspettato che arrivassi a
dargli una carezza sui capelli. “Il 24 e il 28 ho il processo, speriamo be‐
ne!”
C’è un rientro: Yu, mi saluta, mi chiede degli altri: Pepita, Maggiolina,
Smilzo, mi dice che ora ha la condanna definitiva, 1 anno e 8 mesi, ma
alcuni li ha già scontati. Paradossalmente sembra contento di togliersi
questo peso.
B. è diventato bravissimo, gioca con il cappello di manipolazione con
Geppetto e riesce a fare evoluzioni anche abbastanza complicate, lo
stesso fa con il devilstick giocando con me. Si vede che cerca la giocole‐
ria più “evoluta”. Se ne prenderà cura Smilzo.
Oggi abbiamo portato parrucche e cappelli e i ragazzi le provano, se le
scambiano, si divertono ora con una parrucca rosa fucsia, ora con un
cappello a forma di elefante o di tigre.
Gli agenti portano nel gruppo due ragazzi provenienti dal Libeccio e Me.
sembra particolarmente contento di questo arrivo.
Oggi non c’è Smilzo ed E. non si esercita con le palline, preferisce fare
partite di calcetto. Invece T prova il devilstick e, vedendo che riesce,
sembra soddisfatto.
C’è un ragazzo di 15 anni altissimo, senegalese, B. , Geppetto ed io fac‐
ciamo un passing a 4 di anelli e lui partecipa, non sorride molto, sta
228
Relazioni Circostanza, anno 2008
sempre seduto anche quando gioca e si vede che ha voglia di imparare
qualcosa e di essere parte di questa attività che si svolge intorno a lui e
che forse non ha ancora capito.
Tutti, chi più chi meno, interagiscono, giocano, si rilassano oggi.
Yu. mi chiede se questo è proprio il nostro lavoro, gli rispondo di sì e gli
spiego che questo progetto si chiama “CircoStanza” proprio perché vuo‐
le portare il “Circo in una stanza”, che il “Circo sociale” ha uno scopo
educativo ed è rivolto a giovani come loro, sia in carcere che nelle scuo‐
le o in strada. Lui mi risponde che è un lavoro molto bello e che fa molto
bene a chi lo riceve.
Con queste parole terminiamo l’attività al Grecale per oggi.
Relazione di Aureola
Troviamo alcuni nuovi ingressi: un ragazzo rumeno, Mad., un paio di
ragazzi serbi, e albanesi, un egiziano. Anche loro, come i compagni del
Grecale vengono attratti dalle parrucche e dai cappelli: li indossano,
mettono i nasi rossi, giocano coi cappelli.
Colgo l’occasione per insegnare loro un paio di tecniche clown: lo
schiaffo e la presa per le orecchie. Stanno al gioco e ci divertiamo per un
po’ con schiaffi e tirate d’orecchie per finta.
Giochiamo con il devilstick, alcuni provano il diablo, altri riescono già
bene con le palline, ma oggi l’attrazione è la magia, stupisco C., il ragaz‐
zo italiano, con il gioco “indovina numero” e quando poi gli spiego il
trucco lui si diverte a farlo ai suoi compagni.
Quando manca poco alla fine dell’attività ci sediamo intorno alla musica
e Mad., il ragazzo rumeno ci racconta di avere una figlia di un anno in
Romania e ci spiega cosa ha combinato, dice che era uscito dal carcere
ed è rientrato. Ha come un’aria soddisfatta delle sue bravate. Gli chiedo
se per sua figlia vorrebbe questo che sta facendo lui e mi risponde di no.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
“Che esempio vuoi darle?” gli dico, lui sorride e mi dice che non c’è nes‐
sun ragazzo della sua età che non fumi spinelli o che non tiri di coca e si
volta verso Ma. chiedendogli: “Tu non tiri? Non fumi” e M. lo spiazza
perché gli risponde di no.
Poi ci fa vedere un piccolo tatuaggio con dei puntini blu sulla mano e ci
spiega che è un tatuaggio stile “mafia” per chi è stato in carcere, ogni
punto vuol dire: “Non vedo, non sento, non parlo”… e lui se lo sta ripro‐
ducendo con le bruciature di sigarette sulla mano. “E’ un modo per di‐
mostrare di essere forti e di non aver paura delle galera”, mi dice.
Lo guardo, sorride e mi sembra un bambino cresciuto in fretta e che
nessuno ha indirizzato.
Mi raccontano che Vic. è stato ucciso con una coltellata al cuore appena
uscito dal Ferrante. Mad. chiede se ad ucciderlo è stato un italiano, gli
rispondono di sì e lui fa un apprezzamento razzista sugli italiani. Inter‐
vengo dicendogli che ci sono brave persone tra gli italiani e tra i rumeni
o marocchini come ci sono persone che si comportano male. Lui am‐
mette che è così e ricorda il rumeno che ha investito la ragazza di 16
anni in macchina uccidendola. Tutti convengono che non è questione di
razza, ma di comportamento.
Si parla di tagli, si tirano su le maniche e ci fanno vedere che non si sono
tagliati. Om. dice: “Però se mi danno una condanno lunga io mi appen‐
do”. Colgo l’occasione per spiegare a tutti i danni di un tentato suicidio e
di come anche se si salvassero, il tentativo pregiudicherebbe il loro fu‐
turo.
Mi sembra di riscontrare in alcuni di loro un minimo di coscienza di ciò
che hanno fatto, ad esempio C. dice: “Basta coi furti, voglio un lavoro! E’
meglio mangiare un tozzo di pane che marcire in galera”. Poi mi spiega
che lui voleva rubare per comprarsi il fumo, l’ashish che, mi dice, costa
100 euro al giorno! Spera che gli diano gli arresti domiciliari e che suo
zio lo tenga a casa, perché così può rivedere la sua ragazza.
Fl. sta imparando a giocolare bene e mi chiede come fare a frequentare
la scuola di circo. Gli spiego che deve prendere la licenza media almeno,
un paio di volte durante l’attività mi dice che vuole studiare e che gli
piacerebbe imparare bene come Smilzo.
Tutti i ragazzi hanno partecipato alle attività, tutti hanno provato at‐
trezzi, parrucche, tecniche. C’è stata una buona interazione tra noi e lo‐
ro e tra tutti loro.
230
Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Geppetto
C’è una ragazza nuova oltre alle due che la settimana scorsa si erano
presentate al laboratorio. Ci guarda un po’ incredula.
M. vuole ascoltare subito la musica triste della volta precedente, come
per voler andare a cercare qualcosa che la possa immalinconire. Accet‐
tiamo ma a patto che dopo si faccia attività. Ovviamente la promessa
verrà disattesa ma M. sarà salvata dalle agenti che la porteranno al suo
turno in biblioteca.
D. si infila nella lycra dopo aver capito a cosa servono quegli strani sac‐
chi. Si muove e balla provando posizioni varie. Difficile è ballare sui
ritmi frenetici della musica rom e slava ma D. non si scoraggia di certo
cercando pose modello mummia o simili.
Proviamo qualche presa di balance e di acrobatica, ma come sempre, è
soprattutto D. che risponde positivamente alle sollecitazioni.
La ragazza nuova che la volta scorsa si è messa a lavorare con volontà,
continua anche se tutte devono fare i conti con la presenza di un bel ra‐
gazzo, cioè Smilzo. In fondo il “nonno Geppetto” è più rassicurante e
quindi trovare il “ruolo” di Smilzo è più difficile.
Ma una volta chiarito che si sta scherzando e che lui è un clown come gli
altri si può proseguire con più tranquillità.
Alla fine Smilzo e Geppetto si improvvisano danzatrici del ventre e cer‐
cano di dare il meglio di sé, ma le ragazze ridendo ci fanno capire che
come ballerine siamo un po’ scarse. Così N. diventa la nostra maestra di
danza, cerchiamo di seguire i suoi ondeggiamenti ma la difficoltà e i no‐
stri limiti vengono fuori impietosamente. La promessa gioco è quella
che lei diventi la nostra coreografa insegnante anche per le prossime
volte.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
Entra Me. felicissimo e mi dice: “Zia, oggi alle quattro esco!”. Mette la
musica e inizia a ballare e coinvolge gli altri nella sua felicità. “Non tor‐
no più, mai più galera!” Mi abbraccia forte, felice. Prego perché sia vero,
prego che abbia capito e che davvero la sua esperienza di galera sia ve‐
ramente conclusa.
C’è un’aria di festa nella stanza e tutti hanno voglia di fare: Si fa acroba‐
tica, si giocola, si provano gli attrezzi. Z. si coinvolge subito, con me ini‐
zia a provare il Devilstick e in pochi minuti diventa veramente bravo, si
lancia in evoluzioni sempre più complicate.
F. è lanciatissimo: oramai sa fare quasi tutto, giocoleria e devilstick,
diablo e oggi si cimenta con l’acrobatica, sia lui che Z. provano tutte le
figure, anche quelle più difficili. Me. chiede a Smilzo di provare le figure
che facevamo l’anno scorso e le prova tutte.
Si gioca anche con il clown: Maggiolina , con uno scopettino da bagno
che abbiamo portato, fa finta di intervistare i ragazzi, mentre Smilzo
con un diablo fa finta di riprendere l’intervista.
Chiediamo loro di raccontarci una loro avventura e Fl. racconta di
quando è scappato passando la frontiera ed è stato un giorno intero su
un albero per non farsi prendere dalle guardie di frontiera (Serba o slo‐
vena, non ho capito) che picchiavano i suoi compagni, rompendo loro le
braccia e le gambe. “Sono stato furbo io… non mi sono fatto beccare, ho
camminato per 4 giorni e 4 notti e poi sono entrato in Italia, avevo 15
anni.”
O., albanese, dice che lui ricorda quando faceva il bagno in un lago nelle
campagne vicino a casa sua.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
E., senegalese, ha ritrovato Smilzo e iniziano a fare “passing” con le pal‐
line da giocoleria. Geppetto insegna il diablo a Z. che ormai sembra es‐
sere entusiasta di ogni attività.
Me. che era uscito per sistemare le sue cose torna a salutarci e ad ab‐
bracciarci.
Il tempo passa velocemente e l’attività finisce in allegria.
Relazione di Aureola
Attività completa: devilstick, diablo, acrobatica (alcune figure), e gioco.
Coinvolgiamo i ragazzi nuovi appena entrati, anche D.
Maggiolina inventa il gioco dell’equilibrio e inizia a giocare con Jam.: si
mettono in testa una pallina e giocano a chi fa cadere la pallina
dell’altro. Si coinvolge nel gioco anche N. e poi pian piano anche Co. e
Smilzo e altri.
Anche gli altri che guardano si divertono.
Si continua a giocare serenamente, ascoltando musica e ballando.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Smilzo
Arriviamo, mettiamo a posto la solita sala ed eccoci lì.. Pronti all’arrivo
dei baldi giovani! Arrivano e subito si attaccano al calcetto, oggi si per‐
cepisce poca energia. Cerchiamo quindi di coinvolgerli con gli attrezzi e
la musica. A turno volano palline e anelli…
Reagiscono, ma l’energia è parecchio bassa.
Relazione di Smilzo
Il tempo di far uscire i ragazzi del Grecale, mettere a posto il materiale
ed ecco l'altro gruppo! Carichi, sorridenti, pronti a divertirsi. Ovviamen‐
te qualcuno si incolla al calcetto, ma basta poco, ad esempio una sfida
contro due operatori a caso che i giovani abbandonano il calcetto per
sperimentarsi con la giocoleria! La musica influisce sempre tanto e sta‐
volta nel gruppo la predominanza è quella rumena. Così eccoli li a can‐
tare e qualcuno a ballare!
La giocoleria attira, molti si dilettano con palline e anelli, sopratutto il
passing di oggetti.
Dopo poco un guasto tecnico: una delle due casse/mini amplificatori
viene urtata durante un passing con le palline, cade e si stacca definiti‐
vamente il filo (che già era messo male). F. (rumeno) “colpevole/senza
colpa” del danno si mette ad aggiustare il tutto. Sembra proprio bravo e
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Relazioni Circostanza, anno 2008
si destreggia bene tra fili di rame e un pezzettino di scotch. Così anche
N. e Y. (marocchini) si uniscono a F. per mettere a posto tutto. 10 min e
la cassa ritorna a suonare, fantastici!
Smilzo da un paio di mesi prende lezioni di rumeno così basta dire
qualche parola che i ragazzi scattano a parlare rumeno. Specialmente
Lu. aiuta lo Smilzo a imparare qualche vocabolo in più. In questo grup‐
po incontriamo anche S. , italiano, arrivato da poco e dal viso si vede che
è ancora spaventato, ma dopo qualche chiacchiera con Maggiolina, ini‐
zia ad attivarsi, prende il diablo e ci giochicchia un po'. Peccato che do‐
po neanche 10 min arrivi un agente che lo chiama e lo porta via per un
incontro.
Alla prossima “CircoStanza”!
Relazione di Aureola
Oggi i ragazzi sono stati particolarmente tranquilli Abbiamo dimentica‐
to le casse della musica, ma non hanno protestato, si sono rassegnati e
si sono avvicinati al PC per sentire meglio.
F. è contentissimo di vederci, inizia subito a giocare con le palline, è già
bravo e i suoi lanci sono quasi professionali. Smilzo prova a insegnargli
figure più difficili però F. vuole vedere subito risultati e se non li vede
subito si arrende.
Abbiamo portato il PC con alcuni video di artisti Mimi molto bravi, ci
sediamo e li guardiamo commentandoli insieme ai ragazzi. Ridiamo pa‐
recchio.
Dopo la visione dei video si chiacchiera, si provano nuovi attrezzi: ab‐
biamo portato una maschera comica c e un naso da pinocchio che tutti
provano e ridono.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Tutti tranne N. il ragazzo egiziano, che come al solito si isola e con gen‐
tilezza rifiuta di partecipare a qualunque attività.
Quando stava per terminare l’attività mi sono avvicinata a lui e gli ho
chiesto se stava male, oggi mi sembrava più triste del solito. Stranamen‐
te mi ha risposto che sì, stava male, ma non fisicamente, mi ha detto che
era preoccupato perché il suo avvocato gli aveva assicurato che stavano
preparando un progetto per lui per mandarlo in comunità, mentre
l’educatrice, P. gli ha detto che non è vero e che per lui non c’è nessun
progetto. “Non so ancora la data del processo”, mi dice, “Non ce la faccio
più a stare qui, sono nervoso, e per questo mi taglio”, mi indica i tagli
che ha sul braccio. “Sono preoccupato”, continua, “perché mi scade il
permesso di soggiorno che dura 60 giorni e ne sono già passati 40 e non
so come fare per non farlo scadere”. Gli dico di chiedere all’educatore e
mi risponde che lo ha fatto, ma che non gli sono state date risposte.
“Dovevo dare gli esami di terza media”, prosegue, “E ora perderò l’anno.
Qui mi dicono che non posso dare gli esami. Non so più cosa fare.” Lo
tranquillizzo dicendogli che sicuramente l’educatore appena possibile
gli darà risposte. Gli spiego anche che non è bene che si faccia male per‐
ché per preparare un progetto per lui, è bene che non faccia stupidaggi‐
ni e che se è arrabbiato può provare a prendere a pugni il cuscino… “So‐
lo il cuscino!” sottolineiamo, e lui finalmente sorride.
Arriva l’agente e ci salutiamo.
Relazione di Aureola
Iniziamo con una partita a Calcetto per scaldarci.
Si iniziano le attività circensi e Mad., un ragazzo rumeno, dichiara di
non essere capace di fare nulla e quindi di non voler provare, ma solle‐
citato da Maggiolina, inizia a familiarizzare con li devilstick e impara
subito, prosegue con le palline e nel giro di una decina di minuti impara
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Relazioni Circostanza, anno 2008
a giocolare con tre palline. Proverà anche il diablo e l’uniciclo. Anche gli
altri ragazzi provano gli attrezzi, imparano e giocano.
Nell’ultimo quarto d’ora ascoltiamo i ragazzi che si raccontano. Mad. ci
parla di sua moglie che è molto bella, ci dice che ha una bimba di due
anni: “Quando esco finisco di studiare e mi metto a posto” ci dice. Sorri‐
de, ha un’aria da furbetto., è molto carino e ha sempre un’aria canzona‐
toria., ha la faccia e lo sguardo del bravo ragazzo. Ha delle buone poten‐
zialità, lo vediamo in attività e si intuisce da come parla, ma sembra vo‐
ler dimostrare qualcosa, forse di essere più grande di quello che è.
P., un ragazzo rom croato, ci dice che il nome gli arriva da suo nonno
che è morto ammazzato. Dice che tra 5 mesi si deve sposare, che la sua
ragazza è una nomade di Roma, l’ha vista, è bella. Il matrimonio costerà
tanto, la sala per la festa, almeno 30 mila euro. P. dice: “Mio padre ha un
sacco di soldi, ma non vuole che noi facciamo i “figli di papà, quindi ho
cercato di procurarmi dei soldi e sono finito qua in carcere. Prima vive‐
vo a Valencia, in Spagna, in un accampamento”.
Allora iniziamo a parlare spagnolo e lui è felicissimo.
Lu., un altro ragazzo rom rumeno ci conferma che i rom si sposano mol‐
to presto, che però le usanze cambiano da una città all’altra e hanno lin‐
gue diverse e a volte anche nello stesso campo usano parole diverse per
dire la stessa cosa.
P. ci dice che una volta sposato andrà a vivere con suo padre, da loro si
usa così, le famiglie sono allargate e vivono tutti insieme da generazio‐
ni.
Il tempo anche oggi è terminato e ci salutiamo.
Relazione di Smilzo
Il Geppetto e lo Smilzo arrivano ai piani alti belli carichi, anzi molto ca‐
richi! Geppetto apre la strada verso e Smilzo lo segue a bordo dell'uni‐
ciclo! Quasi in contemporanea arrivano le ragazze che appena entrate
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
nella stanza si sistemano sul tavolo vicino alla finestra aspettando la
musica. Stavolta lo Smilzo specifica che non vogliono vederle litigare
per la musica, dato che l'attività non è “musica in stanza” ma Circo‐
stanza. Così iniziamo, subito un paio di donzelle prendono gli attrezzi i
devilstick e gli anelli, mentre qualcuna si sperimenta cercando l'equili‐
brio sul rola‐bola. Tra passing di quattro e cinque anelli con Smilzo e
dei devilstick con Geppetto, il tempo vola via in fretta e alcune di loro si
divertono. Alcune, appunto perché come spesso accade, il solito grup‐
petto di ragazze soprannominate “depressione”, piangono ad ascoltare
la solita canzone croata o rumena strappalacrime!
Relazione di Aureola
Come sempre F. è entusiasta dell’attività, si presta a provare tutto e og‐
gi si cimenta con i rola‐bola oltre ad allenarsi con le palline. Si gioca tut‐
ti a Memory e, questa vota partecipa anche Yu.!
N., il ragazzo egiziano, continua a stare in un angolo, seduto e triste. Mi
dice che non ha saputo ancora nulla della sua situazione e non si riesce
a coinvolgerlo a fare qualcosa, si limita a sorridere quando la situazione
che creiamo è comica. Geppetto cerca di coinvolgerlo con gli anelli, ma
lui continua a dire: “Non sono capace, non lo so fare” e nemmeno si alza,
tende a isolarsi dal gruppo.
Dato che F. è molto partecipe, pensiamo di insegnargli una scenetta
clown e così insieme proviamo la gag della “Mosca”: lui è una mosca
noiosa e io una signora che cerca di leggere un pace un giornale in un
parco. La mosca continua a ronzarmi intorno e io cerco di ammazzarla.
Finalmente dopo alcune peripezie ci riesco e mi siedo di nuovo sulla
panchina a leggere il giornale, ma la mosca, diventa un fantasma e mi
prende il giornale inseguendomi.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Ci siamo divertiti un sacco! E anche gli altri a guardarci.
A questo punto, il circo‐clown è innescato e iniziamo a insegnare le tec‐
niche di “Chapa‐chapa” e la Parata Militare. Tutti stanno collaborando
(tranne N.), ma sul più bello arriva l’agente e i ragazzi non vorrebbero
andar via… e noi rimaniamo per il prossimo gruppo, il transito.
Poco prima di uscire arriva Mad. ha il braccio fasciato e ci spiega che si
è fatto nuovamente male. Ci dispiace veramente tanto per questo ra‐
gazzo!
Bella attività oggi!
Relazione di Aureola
Ritroviamo Yu., di ritorno dall’IPM di Firenze. E’ contento di ritrovarci e
partecipa all’attività volentieri: prova tutti gli attrezzi, poi si presta a
provare la tecnica di Mimo (il muro). Maggiolina (Sara) ed io con Y. e M.
giochiamo all’ipnotizzatore: uno deve seguire la mano dell’altro come
se fosse ipnotizzato, in giro per la stanza. I due ragazzi poi provano a
giocare tra di loro. Ci si diverte un sacco!
Si gioca quindi tutti insieme a “Memory”, Yu. tenta di barare un paio di
volte, ma viene rimesso a posto da Maggiolina!
Con la parrucca della nonnina io fingo di essere una vecchia signora che
deve attraversare la strada, i due ragazzi (Yu. e M.) si offrono di accom‐
pagnarmi perché non mi faccia male.
Nel frattempo Yu. usa gli strumenti di giocoleria con Smilzo.
Si conclude con la messa in scena di una intervista: Yu. ed io siamo zia e
nipote che fanno parte di un circo (entrambi indossiamo il naso rosso),
M. ha la telecamera finta (fatta con un diablo), P. è l’intervistatore e gli
altri sono il pubblico. Ne esce una simpaticissima e divertente scenetta.
Ci siamo divertiti veramente tanto oggi!
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
Grande divertimento circo‐clown oggi! Abbiamo portato nasi rossi, ve‐
stiti clown, parrucche e… tutti si sono vestiti, hanno giocato. Alcuni si
sono fatti truccare (F, Y, M). I ragazzi senegalesi, dapprima seri e distac‐
cati e poi anche loro a mettere vestiti clown e già a ridere a più non
posso.
Con F abbiamo provato la scenetta del “Chapa‐chapa”, la tecnica dello
“schiaffo” e “la presa per le orecchie”. Abbiamo giocato quasi tutti a
Memory.
Y. ha insegnato il Diablo al ragazzo senegalese, lo ha fatto con impegno
e gli ha dimostrato alcune figure difficili che aveva imparato.
F. ha detto all’agente: “Quando esco, vado a lavorare da loro!”
O. aveva in mano le carte dei suoi processi, ci ha detto: “Sono 6 proce‐
dimenti, non esco più!” Ma l’atmosfera era talmente rilassata e comica
che non era triste nemmeno lui.
Abbiamo documentato tutto con foto e video, sembrava di essere in un
centro giovanile e non dietro le sbarre.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Aureola
Entusiasti dall’ora precedente, proponiamo anche ai ragazzi del Libec‐
cio il lavoro sul Clown e anche loro si mettono in gioco e si divertono
tantissimo.
Si vestono da clown, giochiamo… Facciamo un video di una gag clown
con un ragazzo marocchino.
I ragazzi senegalesi giocano, imparano gli attrezzi, socializzano.
Si ascolta musica, ma nel frattempo si provano scenette clown.
Si fanno foto, si fanno video si provano gli attrezzi e si impara mentre si
ride.
Do la macchina fotografica a M. che riprende e si sente importante.
C’è un solo momento di tensione tra un ragazzo rumeno e un ragazzo
marocchino che scherzando voleva coinvolgerlo con un po’ troppa foga.
Ma l’atmosfera era talmente giocosa che lo screzio è rientrato in un at‐
timo.
Anche qui al Libeccio l’attività è stata interessante e divertente.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
L’attività oggi è stata molto divertente. I ragazzi hanno provato le par‐
rucche, le maschere e si sono divertiti a farsi fotografare. Yu. era di cat‐
tivo umore, però ha preso il diablo e si è esercitato per tutto il tempo
dell’attività. Om., ragazzo italiano, ha sempre poca voglia di cimentarsi
con attrezzi, però sia lui, sia il ragazzo senegalese hanno giocato volen‐
tieri a Memory.
M. oggi era di ottimo umore e, ha imparato con Smilzo a fare giocoleria
e si è divertito a farsi fotografare indossando parrucche varie e occhiali
da clown.
Relazione di Aureola
Ci sono 2 ragazzi nuovi (Al. e F.), entrati da 1 giorno, sono due Rom ru‐
meni. Al. sa già giocolare e con Smilzo può migliorare la sua abilità.
Chiedo ad ognuno di loro, di scrivermi su un foglio il proprio nome, in
modo da organizzare le foto. Anche loro, come il gruppo precedente, si
divertono a provare parrucche, a farsi fotografare. Al. su un foglio mi
scrive i nomi dei membri della sua famiglia, mi dice che loro sono 6 figli.
Noto che scrive bene, con una calligrafia chiara e curata. Mi dice che ha
studiato fino alla prima superiore. Mi scrive una dedica in rumeno sul
foglio, che poi mi traduce, dice pressappoco così: “Sono contento di aver
242
Relazioni Circostanza, anno 2008
trovato voi qui, siete persone buone e si vede che avete a cuore noi. Vi
auguro di vivere una vita felice!”.
Il ragazzino senegalese è molto simpatico, gioca a qualunque cosa gli
proponiamo e scoppia in grandi risate. Yas. si diverte a provare le par‐
rucche e a giocare a fare la nonnina.
L’atmosfera è rilassata e serena.
Relazione di Aureola
Caldo notevole oggi. I due Yu. incuranti del caldo, hanno giocato a calcio
con una piccola pallina che avevamo portato con l’intento di fare un
gioco. Dopo aver giocato un po’ e dopo aver sudato fino a diventare
marci, hanno iniziato a tirarsi la pallina addosso, abbiamo cercato di to‐
gliergliela, ma Yu. Continuava, con una faccia da sfida, a riprendersela e
a rilanciarla, fino a quando ha fatto sbattere Geppetto e allora si è fer‐
mato, chiedendo scusa.
Oggi era difficile fare attività, la stanza è piccola e con tanti ragazzi si
sudava un sacco. Però non abbiamo desistito e abbiamo giocato a met‐
terci cappelli clown e a fare la sfilata di moda, creando il calendario. Fl.,
un ragazzo albanese, ha giocato come al solito: questo ragazzo è sempre
allegro e sempre partecipativo, persino oggi che mi dice di avere un po’
di febbre e di non sentirsi bene.
I ragazzi senegalesi sono stati al gioco e sono stati felici di essere foto‐
grafati mentre provavano occhiali giganteschi, orecchie grandi, ciucci
enormi. Abbiamo giocato con la clava gigante e si sono improvvisate
scenette alle quali hanno partecipato tutti.
Nel frattempo i ragazzi senegalesi hanno ascoltato la loro musica e
hanno provato gli attrezzi.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Facciamo vedere ai ragazzi senegalesi (ma poi arrivano anche gli altri)
il video e le foto che Geppetto ha portato dal suo viaggio in Senegal.
Sembrano contenti di rivedere i loro luoghi.
Relazione di Aureola
Grande servizio fotografico! Fa talmente caldo che ci si può muovere
appena, così decidiamo oltre che provare gli attrezzi, di fare foto stile
”Calendario”, così per ogni mese si provano varie parrucche clown e va‐
rie pose.
Anche qui facciamo vedere ai ragazzi senegalesi (e anche agli altri che si
mostrano interessati) le foto del Senegal che ha fatto Geppetto appena
tornato da quel Paese.
Mat., ragazzo marocchino appena rientrato in carcere, mostra preoccu‐
pato agli altri una convocazione che dichiara che è dentro per spaccio.
Nonostante le sue preoccupazioni, riusciamo a coinvolgerlo in qualche
foto e a farlo ridere un po’. Anche i ragazzi del Senegal vogliono fare fo‐
to e giocare. Al.. si cimenta con nuovi attrezzi, devilstick e diablo, è mol‐
to portato e impara subito e sembra molto fiero di questo. Anche lui
gioca a indossare parrucche e a fare foto. Oggi il clown ha il sopravven‐
to e porta con sé la leggerezza del circo.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Aureola
Aspettiamo fino alle 13.35 nel corridoio, i ragazzi non arrivavano e il
cancello è chiuso. I ragazzi alle 13.40 arrivano, accompagnati dall’ agen‐
te che però non trova le chiavi del cancello. Aspettiamo altri cinque mi‐
nuti circa. Entriamo.
Yu. cammina zoppicante, ha una garza sul piede, gli chiedo cosa ha fat‐
to e mi risponde: “a giocare a Calcio”, si va a sedere con un’aria da “la‐
sciatemi stare”. Mi avvicino un paio di volte a chiedergli come sta, ma
non mi risponde.
Gli altri ragazzi sono provati dal caldo, tutti non hanno voglia di fare
nulla, tranne i due ragazzi senegalesi che partecipano all’attività an‐
dando sui rola‐bola, e facendo passing con i cerchi.
Dopo 10 minuti circa Yuf. e Ya. chiedono di uscire: “Andiamo a pregare”
ci dicono ed escono.
Yu. inizia a dare fastidio: chiede la musica araba, che era appena stata
cambiata per mettere quella senegalese e, quando gli dico di aspettare
mi risponde: “Io spacco tutto oggi!”. Lo guardo negli occhi per capire se
scherza e gli rispondo: “Non faresti male alla zia, vero?” Si allontana, ma
il suo sguardo non è per niente conciliante. Da quel momento inizia a
sfidare tutti, provocando con parole e azioni: tira i cerchi in maniera
forte e violenta rischiando di far male a qualcuno, spegne le luci, lo
guardo e si arrabbia, prende il calcetto e fa per tiramelo addosso poi lo
sbatte a terra forte due volte.
Chiama l’agente, l’agente non arriva… arriverà poi con 20 minuti di ri‐
tardo verso il termine dell’attività.
Esce e si porta un cerchio, lo lancia fuori dalle scale…
I compagni lo ignorano e si percepisce la loro paura, Fl. che di solito è
molto attivo si siede e sta a testa bassa.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Gli unici a restare impassibili sono i ragazzi senegalesi.
Quando arriva l’agente lamento che pur avendo chiamati nessuno ha
risposto, che sono arrivati 20 minuti dopo, e spiego che a mio parere
Yu. va tenuto d’occhio e che in queste condizioni non lo vogliamo in at‐
tività perché può essere pericoloso per noi e per i compagni.
L’agente mi chiede di scrivere in una relazione quanto gli ho detto e lo
faccio.
Relazione di Aureola
L’agente che ci porta i ragazzi ci dice: “Stanno arrivando i leoni arrab‐
biati”.
Dopo l’attività in cui Yu. ci ha preoccupati, ci guardiamo e ci prepariamo
al peggio, ma come spesso ci è accaduto in queste situazioni il peggio
non c’è stato: tutti i ragazzi sono stati fantastici. Due ragazzi hanno im‐
parato a giocolare con 3 palline, Al. ha imparato a lanciare e prendere i
cerchi, lui che è già bravo con le palline. Abbiamo fatto anche esercizi di
acrobatica.
Un ragazzo rom croato, Mi., appena entrato, invece piangeva e dopo po‐
chi minuti è arrivato l’agente per chiamarlo a colloquio con lo psicologo
e l’educatrice.
Sono state eseguite attività con tutti gli attrezzi: dalle palline al diablo,
passando per i rola‐bola e i devilstick. Abbiamo persino giocato a Me‐
mory.
I ragazzi erano tanti, ma tutti partecipativi e nessuno di loro, nemmeno
per un momento si è dimostrato arrabbiato o anche solo nervoso.
I nuovi si sono infornati su quando viene svolta questa attività e con che
cadenza e sembravano dispiaciuti che non ci fosse tutti i giorni.
246
Relazioni Circostanza, anno 2008
Smilzo ha parlato in rumeno con Al. che ha avuto una condanna lunga e
sul principio sembrava triste e demotivato, ma dopo poche parole ha
mollato la tristezza e si è coinvolto. Al termine dell’attività ha ringrazia‐
to Smilzo dicendogli che almeno per un po’ non aveva pensato ai suoi
guai e si era divertito.
Relazione di Geppetto
Le ragazze sono sempre tante, tantissime. Sfilano, entrando nella sala
polivalente dove svolgiamo normalmente l’attività sorridendo.
Oggi è giorno di foto. Così abbiamo promesso la volta scorsa e così sarà.
Ma prima, come facciamo oramai spesso, bisogna “guadagnarsele” le
foto. Così abbiamo previsto una serie di attività e giochi in modo che le
ragazze si divertano sì ma si mettano anche in gioco.
Giocano a Twister, con gli anelli, con le magie, con i devilstick.
Intanto Maggiolina fa le foto chiamando ad una ad una le ragazze per
posare.
Smilzo e Geppetto ruotano fra le altre attività ma è chiaro che
l’attenzione delle ragazze è tutta per la macchina fotografica.
Bisogna riprenderle e Maggiolina giustamente fa un discorso chiaro con
tutte quante.
Grazie ad un prezioso lavoro fatto da Smilzo sono state eliminate
dall’mp3 tutte quelle musiche un po’ tristi che causavano un generale
abbandono alla tristezza ed alla malinconia. Così le ragazze ballano
moltissimo lasciandosi un po’ andare. Utilizzano il vetro del televisore
presente nella sala per specchiarsi e rimirarsi sia per le foto che per
provare movimenti di danza. Starebbero lì ore ed ore a rimirarsi i ca‐
pelli la postura e tutto quanto.
Così sull’onda della musica facciamo anche qualche gioco.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Alla fine una delle ragazze, Si., cerca di convincere Sa. che è troppo brut‐
ta per posare. Sa. Si mette a piangere e va in un angolo. Noi cerchiamo
di capire quello che è successo e solo dopo un po’ riusciamo a sapere la
verità. Parliamo con Sa. Che cambia atteggiamento e dopo aver asciuga‐
to il viso sorride e si lascia ritrarre.
Concludiamo dunque con un sorriso. Però decidiamo che con le foto
momentaneamente è meglio soprassedere.
Relazione di Geppetto
Riprendiamo l’attività con il gruppo Levante (ragazzi con sentenza de‐
finitiva, fase di orientamento individuale e dimissione) dopo sette mesi.
Abbiamo infatti proposto alla Direzione di riprendere il lavoro con i ra‐
gazzi di questo gruppo sia per poter avere un iter completo
dall’accoglienza fino all’uscita, sia per poter essere di aiuto alla struttu‐
ra nel periodo estivo, considerando che proprio in questi frangenti mol‐
te attività cessano.
I ragazzi che entrano li conosciamo tutti, grazie al lavoro fatto con i
gruppi precedenti.
La situazione è comunque un po’ diversa dal solito., infatti, la nostra at‐
tività con questo gruppo si svolge durante l’ora d’aria.
Prepariamo il materiale ma molti dei ragazzi si precipitano subito sul
pallone e si scatena una bella partita di calcio.
Fuori, insieme all’agente resta solo O., fuma e parla all’ombra del muro
di cinta.
C’è un buon rispetto fra i giocatori e correttezza nel gioco.
Mad. (rumeno) non riesce a giocare a lungo, ci mostra i tagli sul suo
corpo: una quantità veramente incredibile di tagli autolesionistici, ne ha
anche sul ventre. Ecco perché durante la partita si evidenzia che fisica‐
mente Mad. non sta bene. Corre male, e nei contrasti si vede benissimo
che non ha forza da mettere in gioco.
248
Relazioni Circostanza, anno 2008
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
le celle sono state evacuate e i loro occupanti hanno trascorso la notte
nella palestra adibita a dormitorio. Due guardie e una reclusa, che è sta‐
ta portata in ospedale, sarebbero rimaste intossicate dal fumo.
Il sovraffollamento, aggravato dal caldo di questi giorni, potrebbe esse‐
re una delle cause che ha innescato il tentativo di rivolta. Da mesi ormai
i sindacati criticano la gestione della struttura e chiedono la rimozione
del comandante del reparto e del direttore del dipartimento di giustizia
minorile per il Piemonte.
Negli ultimi due mesi all’interno del carcere si sono registrate diverse
aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria. E c’è
stato anche un tentativo di suicidio di un detenuto.
Relazione di (Smilzo)
Arriviamo al Ferrante puntuali alle 14 precise! Io, lo Smilzo, Geppetto e
Aureola. Entriamo e, nel poggiare il materiale, notiamo un po' di movi‐
mento e vediamo che in portineria c’è il Comandante della Polizia Peni‐
tenziaria che ci dice che per poter iniziare l'attività ci sarà da aspettare,
causa spostamenti in corso.
Va bene, aspettare un po' non ci costa niente. I movimenti di persone
aumentano, passano vari operatori del Ferrante tutti diretti dalla stessa
parte: il teatro. Passano agenti, volontari e per concludere il dott. Pap‐
palardo.
Aureola va in Direzione e scopre che oggi in sala teatro c’è la Riunione
di verifica di fine anno. Riunione? Eravamo stati informati che sarebbe
iniziata domani. Così in fretta Aureola ci lascia e si dirige al teatro dov'è
in corso la riunione, già iniziata stamane. Io e Geppetto rimaniamo li a
chiacchierare e scherzare, due parole con qualche agente di passaggio e
poi gentilmente ci avvisano che l'attività col gruppo grecale sarebbe sal‐
tata.
250
Relazioni Circostanza, anno 2008
Così alle 14.40 usciamo dall'istituto per un caffè e rientriamo subito
dopo per iniziare l'attività col gruppo Libeccio, come ci aveva assicurato
l'agente alla portineria.
Ore 15.05 rientriamo. All'entrata una bellissima sorpresa: Me., maroc‐
chino, nostra vecchia conoscenza, era passato a salutare dopo una con‐
vocazione al tribunale dei minori. Me. da qualche mese è libero, dice di
essersi sposato, di lavorare e sembra contento!
Sono le 15.30 e ancora non si sa ancora se possiamo salire al Libeccio
per l'attività programmata. Pochi minuti dopo passa per la seconda vol‐
ta il vice‐direttore che ci chiede se siamo li da quando ci ha visti la pri‐
ma volta (un’ora e mezzo fa). Sorridiamo…
Alle ore 16,15 decidiamo di andare via nonostante in portineria si stes‐
se benissimo, ci fosse un bel clima… ma il nostro compito all’IPM è un
altro, come ogni lunedì da quasi due anni a questa parte!
Ci dispiace per i ragazzi che ci hanno aspettato invano, ma stavolta ab‐
biamo atteso anche noi!!
Relazione di Geppetto
Gruppo Levante cambiato rispetto ad un settimana fa: avviamenti in
comunità, libertà ed altri provvedimenti legati anche ai fatti recenti av‐
venuti nella struttura, hanno fatto sì che vi siano ragazzi diversi.
Appena arriviamo E. prende subito le palline e vuole provare il passing.
Geppetto si mette con lui sotto il sole delle quattordici e vanno avanti
per più di mezz’ora a fare giocoleria. Sappiamo che la sua detenzione
sarà lunga e viene da pensare guardando il suo viso che sorride mentre
riesce a scambiare le tre palline (più tre) con Geppetto. Sarà un sorriso
di circostanza? O per lui è un vero piacere fare questa attività? Però la
voglia sembra esserci ed anche la voglia di collaborare.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Gli altri, mentre qualcuno cerca il pallone, stanno all’ombra sotto gli al‐
beri. Si chiacchiera d’altronde questa è l’ora d’aria. Due ragazzi rumeni
si isolano un po’ parlottando fra loro e cercando di richiamare Y. verso
di loro. Argomento principe del momento ovviamente è ancora la rivol‐
ta dei giorni precedenti. Come al solito quando si chiede loro qualcosa
direttamente prevale un poco di omertà e certe cose non si dicono per‐
ché devono rimanere fra queste mura.
Il pallone alla fine fa la sua comparsa e veniamo coinvolti nella imman‐
cabile partitella.
Molto internazionali le squadre: Romania, Senegal, Marocco contro Ita‐
lia Senegal. Per la cronaca stravinceranno i primi per motivi banali qua‐
li: corsa, fiato tecnica e tattica…. Sigh! Ovviamente cerchiamo di mante‐
nere sempre il massimo di lealtà e correttezza ed il ragazzo marocchino
sembra apprezzare e stupirsi di ciò, compreso del fatto che quando si
segna con una bella azione si applaudono gli avversari.
L’ora scivola via fra una corsa ed un tiro. Si è giocato bene in un am‐
biente corretto e leale. I ragazzi ci salutano con calore. Noi siamo sudati
ed esausti ed ora ci aspettano le ragazze su all’ultimo piano.
Relazione di Geppetto
Oggi ci attendevano due prove ardue.
La prima: le foto. La scorsa settimana avevamo fatto delle foto alle ra‐
gazze dicendo che le avremmo stampate e presentate loro. Se le aspet‐
tavano. Il problema è anche che il loro comportamento della volta scor‐
sa, rivolto quasi esclusivamente a mettersi in posa per prepararsi per le
foto ha nuociuto, e non poco, all’attività.
Maggiolina le aveva riprese e solo grazie a questo si erano messe a fare
qualcosa. Ora la situazione è che le foto, sia per “dimostrazione” sia per
via dell’assenza di Maggiolina (che le aveva materialmente fatte), sia
252
Relazioni Circostanza, anno 2008
perché per consegnarle si voleva farne una presentazione speciale, oggi
non le abbiamo.
Quando lo diciamo restano un po’ deluse, qualche mugugno, qualche
capriccio un po’ da bambine viziate poi però si prosegue.
Peccato per lo spazio così minimo: loro sono tante e basta che quattro si
mettano ad usare gli attrezzi e lo spazio è completo.
La seconda prova: arriviamo da una partita di calcetto 3 contro 3 a tutto
campo con i ragazzi del Levante…. Siamo sudati e puzzolenti…
Per fortuna il caldo quassù, nel “paradiso” delle ragazze del Ferrante, si
sente di meno così riusciamo a lavorare con le ragazze abbastanza be‐
ne.
Anche se… anche se oggi nel gruppo delle ragazze sembra la classica
giornata dove la depressione collettiva regna sovrana e questa volta la
“nostra” musica non centra nulla, ma si vede che le ragazze hanno deci‐
so di rimanere abbandonate alla loro malinconia.
Subito ricorriamo a creare l’ “angolo del pianto” chiedendo loro di deci‐
dere da che parte stare.
Così la mamma e qualche altra ragazza decidono che un po’ di attività la
fanno.
Si incrociano così partite a Memory con un paio di ragazze insieme a
passing a quattro cerchi, due a testa, fra due ragazze. Qualcuna prova i
kiwido, altre ballano e, come sempre, si rimirano nel vetro della televi‐
sione che fa da specchio.
Il nostro tempo finisce e ci congediamo con la promessa della consegna
delle foto per la prossima settimana. Uscendo incontriamo il comandan‐
te, la direttrice e i più alti graduati fra gli agenti che visitano la struttura
insieme ad alcuni personaggi evidentemente altolocati.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Maggiolina
Già dalla portineria si respira una bella aria, gli agenti presenti ci accol‐
gono positivamente e come quasi sempre, ci si scambiano battute e si
ride mentre ci controllano il materiale prima di salire in sezione. Anche
all’ingresso della sezione del gruppo Grecale gli agenti sono sereni e
scherzano anche con i ragazzi. Il gruppo è composto da 9 ragazzi:
Alcuni già li conosciamo e un paio nuovi.
C'è chi si dirige subito al calcetto e chi invece si da subito alla giocoleria.
Scende anche Yu., che la scorsa volta aveva avuto atteggiamenti molto
scontrosi ed a tratti quasi violenti, rendendo il clima del laboratorio
quasi invivibile, tanto che avevamo scritto un rapporto su di lui. Oggi è
invece pacato e positivo, sorride ed è accogliente e propositivo. Noi gli
diamo un rimando a riguardo del suo comportamento, sottolineando
come questo suo essere positivo rende il clima per tutti migliore e il
tempo così anche in carcere può scorrere più serenamente per tutti!
Oggi il tempo che scorre è veramente sereno: i ragazzi si mettono dav‐
vero in gioco, con picchi di energia davvero entusiasmanti, passiamo da
esercizi di giocoleria a sfide di micro magia e piramidi umane.
Il pomeriggio insieme si conclude con uno sfidone a “Memory Clown”,
nel mentre avviene un trasferimento di gruppo, Yu. viene inserito al
gruppo Levante. Ci saluta e ci abbraccia e poi abbraccia ad uno ad uno
tutti i suoi compagni i ragazzi sono molto premurosi e teneri, mi stupi‐
sco ed emoziono, tanto che lo stesso agente dice ai ragazzi che mica se
ne va, cambia solo di gruppo…
I ragazzi scendono per l’ora d’aria, uno di loro ci dice: “Che peccato che
non potete venire con noi, nel campo dove andiamo ora ci sarebbe più
spazio per fare delle cose insieme!”.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Maggiolina
L’agente ci avvisa sorridendo che i ragazzi sono solo 4 e che finalmente
si riesce a lavorare con maggiore serenità e calma, peccato che per rag‐
giungere tale cosa debba essere successo lo spiacevole evento della ri‐
volta delle scorse settimane al gruppo libeccio.
I ragazzi che arrivano sono tutti nuovi, 2 ragazzi marocchini, 1 italiano,
ed 1 senegalese: C., un ragazzo italiano, Ax, senegalese, Mo e Kam. del
Marocco.
Non si avvicinano neppure al calcetto, sono da subito interessati ala no‐
stra attività. Spieghiamo loro che il progetto è di Circo e che se vogliono
potranno sperimentare con noi varie discipline artistiche.
Invece di mettere la solita musica del Marocco o senegalese proponia‐
mo di mettere Musica da Circo e... Nessuno protesta.
3 …2…1… pronti via!
3 di loro iniziano ad imparare il Diabolo mentre Kam. che dice di avere
dolori ad un braccio in men che non si dica se ne dimentica e impara in
10 minuti a giocolare con le 3 palline! E' molto portato…e la prima
mezz’ora vola tra una risata e l’altra. E' la prima volta che vediamo un
ragazzo che insiste e con costanza va avanti seguendo le istruzioni fino
ad imparare.
Una volta imparate le palline e alcune posizioni di Diablo è la volta dei
Devilstick e tutti vogliono imparare.
Siamo stupiti, è una meraviglia, questa volta abbiamo creato un vero
laboratorio di circo: il circo in una stanza!
Ma il caldo è tanto e l’umidità pure per cui dopo aver fatto un bel po’ di
movimento con i ragazzi passiamo ad un’attività più rilassata e tran‐
quilla: la micromagia…
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Per tutto il resto del tempo facciamo vedere ai ragazzi piccoli trucchi di
magia che li lasciano a bocca aperta. Una volta scoperto il trucco ad uno
ad uno i ragazzi vogliono provare e si fanno l’un l’altro le magie.
Sono tranquilli, educati, simpatici, è veramente un piacere stare e lavo‐
rare con loro!
Si ride, si scherza.
Relazione di Geppetto
Arriviamo ed i ragazzi stanno già giocando a pallone in due belle squa‐
dre. Notiamo subito che sono miste e ben equilibrate. Magrebini, sene‐
galesi e rumeni mischiati. Beh almeno non è come sempre Maghreb
contro tutti. Y. ci accoglie col solito sorriso si impegna al massimo, è an‐
che bravo a giocare ed è estremamente corretto.
Quello che stupisce di più è il silenzio. Sì gioca quasi completamente in
silenzio. Non so se è una regola che si sono dati o che cosa, ma sentire
solo il rumore del pallone e dei piedi che si muovono sul pavimento
rossiccio della palestra fa un certo effetto.
M. vuole tutti i palloni per sé, si lamenta coi compagni o con chi gioca
peggio o se non gli viene servita la palla.
La persona che impressiona di più però è il ragazzo rumeno, Mad. I suoi
fenomeni di autolesionismo sono ai massimi livelli. Viene sedato pesan‐
temente dal medico e gli agenti cercano di controllarlo a vista 24 ore su
24. Un agente ci confessa che non lo trattano nemmeno più come un de‐
tenuto: “Mi sembra un fratello”, dice, “Lo portiamo con noi, ma sembra
molto assente”.
I cuori di Smilzo e di Geppetto si stringono molto a sentire queste paro‐
le. Si viene a sapere che la famiglia di questo ragazzo non è la classica
famiglia disastrata, ma i suoi genitori non si sono fatti vedere mai in
carcere. L’unico che è venuto a trovarlo è qualcuno dell’ambasciata ru‐
mena. All’inizio della partita Mad. gioca in porta ma si vede che più pas‐
sa il tempo più i suoi riflessi diventano lenti. Ben presto non si capisce
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Relazioni Circostanza, anno 2008
se su richiesta dei compagni, viene sostituito in porta. Si siede vicino a
Smilzo e all’agente ma sembra non sentire nulla e interagisce poco con
quello che gli sta intorno.
Intanto i giocatori sudano con alterne fortune. I ragazzi senegalesi cor‐
rono e si dannano per tutto il campo, fisicamente sono senza dubbio i
più forti, tecnicamente un po’ meno. E’ bello però in tutto questo il ri‐
spetto che si nota in campo. Se qualcuno reclama un fallo magari la di‐
scussione c’è ma si arriva in brevissimo tempo alla soluzione.
La partita finisce ed i giocatori escono sudati ma con un bel sorriso. Ci si
saluta un po’ tutti, come sempre, chi in modo più caloroso chi meno.
Relazione di Geppetto
Ci eravamo lasciati la scorsa settimana con le ragazze con una promes‐
sa: avremmo portato le foto. Le abbiamo ma se le devono “guadagnare”,
questa è la regola, con questo gruppo di ragazze il polso deve essere un
po’ duro.
Appena arrivati veniamo accerchiati (sono 12!) e tutte fanno la solita
richiesta: “Ma le foto ?”
Come concordato, Smilzo dice che non ci sono e Geppetto dice che ci
sono. A chi credere ? Allo Smilzo serioso che un po’ accigliato nega
l’esistenza stessa delle foto o al ridacchiante Geppetto che dice il con‐
trario? Qualcuna si dispera, qualcuna capisce subito il gioco, qualcuna ci
casca e si arrabbia.
Alla fine montiamo il PC e le casse con la musica e prepariamo il mate‐
riale letteralmente “pressati”. Chiediamo spazio e lo otteniamo con la
minacce di strappare le foto… Dunque le abbiamo portate le foto…
Allora sono disposte a tutto per riuscire ad averle.
Quindi proponiamo di lavorare con la musica. Ogni due brani potranno
cambiare attività.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Primo step: ballare liberamente. Secondo step: ballare usando un at‐
trezzo di giocoleria o equilibrismo nella maniera che preferiscono. Ter‐
zo step: usare un attrezzo giocando con questo. Quarto step: tenere
l’attrezzo in equilibrio, come vogliono, ma in equilibrio. Lavorano prati‐
camente tutte!
Solo una ragazza rimane seduta accanto alla finestra, lamenta un dolore
alla caviglia. Chiediamo alle altre. Sembra vero. Mah!
Ogni step vale un punto per aggiudicarsi i 5 punti che permettono di
ottenere le foto bisogna dunque seguire tutti gli step.
Alla fine organizziamo una sorta di provino finale il cui premio finale è
la foto che dovranno utilizzare per “presentarsi come star dello spetta‐
colo”.
Ovviamente c’è chi si impegna maggiormente, chi lo fa molto meno. Ma
tutte alla fine vanno via felici sudate e soddisfatte.
Solo una ragazza sembra infelice perché secondo lei nelle foto che ab‐
biamo stampato lei si vede brutta. Le facciamo notare che non è accet‐
tabile questo tipo di reazione e ignoriamo le sue lamentele. Alla fine ri‐
dendo si mette a giocare e partecipa con intensità al “provino” finale.
Ci interrompe l’agente che annuncia la merenda. Mancano ancora tre
ragazze per l’esibizione e loro la vogliono fare assolutamente. Non pos‐
siamo esimerci e dunque aggiungiamo ancora 5 ‐6 minuti di attività.
Consegniamo le ultime foto e alcune ragazze (fra cui la “capricciosa” di
cui sopra) ci aiutano a rimettere a posto gli attrezzi Usciamo dalla se‐
zione femminile un po’ più felici di quando siamo entrati.
Relazione di Maggiolina
Il caldo si fa sentire in questo pomeriggio di luglio nella piccola stanza
dove facciamo attività con i gruppi maschili. I ragazzi sono una decina
ed arrivano puntuali, ci salutiamo come sempre in modo scherzoso e
258
Relazioni Circostanza, anno 2008
familiare, ma alcuni dei loro volti non mi convincono molto, percepisco
infatti uno strano clima che noi cerchiamo subito di rendere positivo ed
allegro, ma ‐ lo ammetto ‐ con alcune difficoltà.
Fa davvero caldo ed alcuni dei ragazzi sono come dire “assonnati”, pigri
ed un po’ apparentemente apatici.
C’è chi si sperimenta qualche attrezzo, ma si stanca subito e gronda di
sudore e chi invece come A. si dedica alla giocoleria completamente as‐
sorto per imparare nuove tecniche. C’è chi vuole imparare nuovi trucchi
di magia e quindi con grande calma trascorre più di mezz’ora a speri‐
mentare con me i trucchi già imparati. C’è chi gioca a carte, chi al calcet‐
to, chi a lanciare le palline da giocoleria, non con le mani come si do‐
vrebbe ma con i piedi… Chiediamo per favore di interrompere questo
gioco o perlomeno di modificarlo, in modo da non danneggiare il mate‐
riale o fare male a qualche compagno.
Dopo qualche calcio provocatorio alle palline i due ragazzi capiscono il
perché della richiesta ed iniziano ad utilizzare il materiale in modo più
idoneo, ma in alcuni di loro rimane un atteggiamento leggermente pro‐
vocatorio nei confronti non tanto nostri ma di alcuni dei ragazzi rom.
Nel passaggio tra un attrezzo e l’altro, una canzone e l’altra due ragazzi
sembrano innervosirsi ma subito il nostro repentino intervento fa sfu‐
mare il nervosismo e tutto procede, ma sul finire dell’attività, mentre
attendiamo l’arrivo dell’agente per accompagnare i ragazzi in cortile
per l’ora d’aria, d’improvviso uno dei ragazzi aggredisce il rom M. cer‐
cando di prenderlo a pugni, poi gli tira una pallina, ha un atteggiamento
aggressivo con lui, il perché ci è oscuro. Il ragazzo dell’Equador si mette
in mezzo e cerca di separarli.
Data la situazione surriscaldata Aureola si precipita alla sbarra e chia‐
ma l’agente, Smilzo cerca di “contenere” il ragazzo aggressivo ed io,
Maggiolina, porto al sicuro nel bagno M. che con le lacrime agli occhi e il
cuore in gola, piange. Cerco di calmarlo, gli faccio bagnare il volto e gli
stringo le mani rassicurandolo, lui ripete che non stava facendo nulla,
che lui non vuole avere problemi e mi dice che il vero problema sono le
sigarette che pretendono che lui gliele compri, ma lui non può.
Nella sala l’agente è arrivato e subito comprende l’accaduto, parla con i
ragazzi, ma soprattutto comprende bene chi è responsabile del surri‐
scaldamento e chi dei ragazzi invece con grande maturità, ha cercato di
mediare e di calmare le acque nonché di proteggere M.
E’ la prima volta che durante la nostra attività accade un fatto del gene‐
re, vi sono state in passato alcune scaramucce tra ragazzi ma nulla di
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Maggiolina
Uno ad uno è oggi il rapporto tra ragazzi e noi.
Infatti nel gruppo transito sono presenti solamente tre ragazzi, di cui
due li abbiamo già conosciuti lo scorso lunedì.
Abbiamo soprannominato il gruppo transito Libeccio di questo periodo
come il “Gruppo degli Angioletti”, essendo pochi , tendenzialmente
tranquilli e molto predisposti al nostro tipo di attività.
Diamo inizio al laboratorio con una prima lezione di giocoleria base con
le 3 palline e i ragazzi in cerchio con noi: c’è chi dice che non ce la farà
mai, che è difficile,ma poi pian piano impara. L’importante è non arren‐
dersi e non solo nella giocoleria! questo vuole essere il nostro messag‐
gio!
C, ragazzo italiano si appassiona alle palline e davvero comico è il suo
volto mentre cerca di fare i tre passaggi: linguetta fuori dalle labbra,
grande concentrazione ed un sorriso enorme ogni volta che riesce a su‐
perare i 6 passaggi.
Il ragazzo senegalese si dedica al Diabolo e non lo molla per circa 30
minuti!
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Relazioni Circostanza, anno 2008
R. ragazzo croato cerca di capire quale attrezzo può riuscire ad impara‐
re ma poi ci chiede di poter far le magie, i ragazzi gli hanno raccontato
dello scorso lunedì in cui abbiamo imparato un buon numero di trucchi
di micromagia.
C. e il ragazzo senegalese, conoscendo oramai i trucchi, si divertono a
farli a R. che rimane di stucco ma poi fa lo spaccone dicendo di aver ca‐
pito il trucco, pur non essendo vero… le risate scoppiano!
Il tempo è volato e C. e R. quando ci vedono ritirare il materiale esordi‐
scono in un “Ma come sono già le 5! Non ce ne siamo accorti… quando
tornate?”
“A lunedì prossimo ragazzi!”
Relazione di Smilzo
Ore 14.00, i ragazzi iniziano la loro ora e mezza d’aria. Noi stiamo con
loro e portiamo sempre gli attrezzi di giocoleria ed equilibrismo, pos‐
sono scegliere che fare e noi non “imponiamo” nessuna attività partico‐
lare. Così qualcuno sceglie di stare fuori all’aria aperta a passeggiare o
fumare e qualcuno nella grande palestra ombreggiata. Dopo pochi mi‐
nuti ci ritroviamo tutti fuori. Due ragazzi passeggiano, uno chiacchiera
con l’agente i restanti chiacchierano con noi. Poco dopo accendiamo la
musica. Maggiolina e Aureola stanno sedute per terra in cerchio con 5
ragazzi: chiacchierano, giocano con la magia. Io mi ritrovo seduto con
O., albanese e un’agente. Si chiacchiera del più e del meno: tatuaggi,
caccia, film fino a raccontarci le barzellette. Il clima è davvero buono,
sarà anche la giornata solare e un bel venticello che allieta l’ora d’aria.
Le magie e le musiche proseguono. Mi ritrovo con un ragazzo maroc‐
chino a tirare due calci al pallone prima fuori, poi dentro la palestra,
calcio dopo calcio, si scambia pure qualche battuta scherzosa.
Felici di sapere che Mad., rumeno, sia tornato in Romania, sinceramente
speriamo tutti che la sua situazione si assesti definitivamente.
261
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Smilzo
Eccoci nella sala funzionale, sembra più spaziosa, ma di poco solo per‐
ché hanno spostato il tavolo da ping pong. Appena entrati ecco arrivare
le ragazze, alcune sono abbastanza cariche di energia, altre, come al so‐
lito, si siedono vicino alla finestra in fase di depressione. Dopo aver
piazzato la musica, si discute un po’ sulle foto consegnate la volta scor‐
sa, dato che a qualcuna di loro non erano piaciute. Così, dopo aver mes‐
so in chiaro tutto, cominciamo. Molte ballano a ritmo di musica da sole
o mentre giocano con i kiwido o bandiere, qualcuna chiacchiera con me
e Maggiolina e qualcuna si concentra sulla magia tanto da uscire dalla
sala più volte per sperimentare i giochi imparati, “sfruttando” le due
agenti come pubblico. Risultato? Parecchie risate.
L’ora di attività scivola via tra balli, passing con gli anelli e risate. Spe‐
riamo di risentire la stessa carica martedì prossimo.
262
Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Maggiolina
In seguito agli screzi ed alle tensioni della settimana passata nel gruppo
Grecale alcuni ragazzi sono stati spostati in altri gruppi, da ciò ne è de‐
rivato un clima immediatamente più disteso e sereno che vede il grup‐
petto dei ragazzi marocchini meno “forte “ e dominante rispetto a pri‐
ma sul gruppo dei ragazzi Rom e rumeni.
M. ragazzo che la scorsa settimana era stato preso di mira e quasi ag‐
gredito, oggi sembra un’altra persona: è sereno, gioca e pratica la gioco‐
leria, parla, sorride… sembra essere uscito da quello stato di chiusura e
paura che lo hanno contraddistinto sin dal suo ingresso, ammette però
lui stesso che piange molto.
I ragazzi si cimentano in vari esercizi di giocoleria ma il caldo ad ogni
minimo movimento ci fa sudare e stancare… ma non importa, si conti‐
nua e in questo modo energie positive e negative trovano sfogo.
Vincente l’idea di portare le racchette da Ping Pong e di utilizzarle in
modo creativo e comico, infatti i ragazzi non sanno giocarci e quindi ne
sono scaturite una serie di partite clown in cui i ragazzi si sono sfidati a
suon di risate.
Sul finire dell’attività i ragazzi sono davvero stanchi ed accaldati ed al‐
lora ci ritroviamo in cerchio a raccontarci di noi, Smilzo racconta che
andrà a registrare una trasmissione in Rai (La botola – Rai 1) ed i ra‐
gazzi si emozionano e promettono di volerlo vedere! Poi ci chiedono
dove andremo in ferie… e sono dispiaciuti che non faremo attività in‐
sieme per 3 settimane.. ma essendo tutti con pene da scontare relati‐
vamente lunghe, ci ritroveremo a settembre.
Parlo molto con uno dei ragazzi marocchini, ha abitato per 6 anni nel
mio quartiere, San Salvario, mi racconta tutto quello che combinava e di
come quando è stato arrestato il suo stato psicofisico era alterato dalle
pasticche e dall’alcool, per cui non si è reso conto di nulla: i primi giorni
263
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
in cella in totale isolamento, la prima udienza dinanzi al giudice era in
totale stato di confusione a causa della droga assunta nelle ore prece‐
denti. Faccio fatica ad immaginarmelo in questo stato di annullamento
cerebrale, lo osservo ora, divertito come un bambino dinanzi a piccoli
giochi di magia, con il desiderio di impararne sempre di nuovi, mi dice:
”Io da grande potrò fare il mago?”…
Relazione di Aureola
E’ l’ultimo incontro prima della pausa estiva di agosto. I ragazzi si sie‐
dono sulla panca, Maggiolina ed io per terra. Oggi è la vota di Yu. di es‐
sere protagonista: ci insegna un sacco di giochi di carte e ci divertiamo
a giocare. Noi insegniamo loro invece il gioco della Scopa e Briscola.
Fa parecchio caldo e fare attività fuori non è proprio possibile.
Alcuni ragazzi rimangono in palestra a sfogarsi con il pallone.
L’atmosfera è serena, rilassata e i ragazzi sono molto tranquilli. Alcuni
di loro pare andranno in comunità, altri li ritroveremo tra 3 settimane
quando riprenderemo l’attività.
Li avvisiamo di guardare la TV, prossimamente, perché Smilzo registra
oggi la trasmissione “La botola”.
264
Relazioni Circostanza, anno 2008
Relazione di Aureola
Da parecchio tempo non andavo più dalle ragazze, quindi con piacere
mi appresto con Maggiolina a fare attività con loro.
Sono 10, mi accolgono con simpatia, si presentano quasi tutte. La più
cordiale è la “mamma”. Fa effetto vedere in carcere una mamma con
una bambina. La bambina è meravigliosa, in mezzo a tutto quel vociare,
alla musica, alla mamma che ora la prende e ora la mette nella carrozzi‐
na, la bimba è sempre sorridente e tranquilla.
Mettiamo la musica, sistemiamo gli attrezzi. Una prende i kiwido,
un’altra le palline, tre si siedono vicino alla musica. Quando tiro fuori la
macchina fotografica si illuminano, tutte vogliono una foto. Ma spie‐
ghiamo loro che faremo una foto ma solo in attività. Noto che ci tengono
molto ad apparire “belle” e chissà perché si aspettano che la macchina
fotografica le “abbellisca”. Quindi quando nel display vedono la loro fo‐
to difficilmente si piacciono. Vogliono fare un reportage e sono poco in‐
teressate a fare attività circense. Comunque scatto diverse foto, ma non
sono mai sazie… La mamma è molto tranquilla, si fa fare diverse foto,
anche con la bambina, ma una non va bene perché è di profilo, l’altra
non va bene perché le si vedono le orecchie che, per qualche motivo,
non le piacciono… Ma finalmente riusciamo a fare un paio di foto che le
piacciono. Un’altra ragazza fa i capricci e mette il muso perché non le
faccio l’ennesima foto.
Maggiolina sistema i trucchi e anche in questo caso si illuminano…
Tranne un paio i loro che accettano di avere disegnata una farfalla sul
viso, le altre vogliono tatuaggi sulla mano. La mamma mi chiede di farle
il tatuaggio arabo sulla mano. Persino la più restia, la più “musona” vuo‐
le farsi tatuare. Così, tra un trucco, una foto e un po’ di passing con gli
anelli termina l’attività.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
Anche per questa attività gli agenti non erano stati avvisati che avrem‐
mo ripreso, così anche qui aspettiamo circa 20 minuti che arrivino i ra‐
gazzi.
Brutta sorpresa! Oggi, è rientrato per la terza volta Me. Incredibilmente
cresciuto in altezza, magro come un palo, barba lunga. Ci saluta con il
solito affetto e immediatamente mi dice: “zia, io non ho fatto niente, mi
hanno incastrato, uno che era davanti a me ha buttato la droga mentre
scappava e hanno preso me, io lavoravo, stavo bene…” Lo guardo poco
convinta e lui insiste. Si interessa come sempre alla musica, la monopo‐
lizza e cerca canzoni arabe. Ci sono due nuovi ingressi, uno è entrato
un’ora fa: si tratta di due ragazzi rom rumeni: Mi. e Da. Il primo comin‐
cia subito a provare gli attrezzi. Non ha una atteggiamento granché so‐
cievole, ma si impegna a provare il devil e ad uno ad uno prova tutto.
L’altro, il più piccolo, mi dice di avere 13 anni, rimane seduto tutto il
tempo e non si interessa a nulla. Succede spesso con chi è appena entra‐
to. Me. mi dice che sta male, ha una malattia e ha bisogno di essere cu‐
rato. Un po’ balla, un po’ lancia provocazioni al ragazzo rumeno più
grande, un po’ prende le palline, un po’ vuol fare foto anche lui. L’altro
ragazzo marocchino, Yu. si appassiona ai devilstick, è socievole e simpa‐
tico. Vuole che gli faccia alcune foto (anche lui con il cappello da poli‐
ziotto) e si assicura che gliele porterò. Inizio a fare alcune foto solo ai
loro occhi e catturo i loro sguardi, sono soddisfatti e mi chiedono di ve‐
dere come sono venute. Il ragazzo senegalese sembra molto tranquillo,
non si lascia coinvolgere, però dopo qualche minuto prova il diabolo e
anche lui il biciclo. Me. legge la poesia di Bruno Tognolini sulla diversità
che abbiamo appeso al muro che ha una foto di due mani che tengono le
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Relazioni Circostanza, anno 2008
clave e si ricorda quando l’abbiamo fatta, e decidiamo di farne un’altra,
così tutte le mani si uniscono in una foto e ancora una volta almeno per
una foto, creiamo un simbolo di unione.
Tu non sei come me: tu sei diverso
Ma non sentirti perso
Anch'io sono diverso, siamo in due
Se metto le mie mani con le tue
Certe cose so fare io, ed altre tu
E messi insieme sappiamo far di più
Tu non sei come me: son fortunato
Davvero ti son grato
Perché non siamo uguali:
Vuol dire che tutt'e due siamo speciali
(Bruno Tognolini)
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Aureola
Oggi siamo solo in due, Geppetto ed io. Ci avvisano che il numero dei
ragazzi è diminuito, 14 ragazzi e 12 ragazze.
Saliamo al secondo piano, in sala socialità e gli agenti ci dicono che non
sapevano che avremmo ripreso oggi le attività. Comunque si consulta‐
no, l’agente del piano chiama il piano superiore dove stanno i ragazzi
del Grecale, sentiamo provenire da sopra le voci dei ragazzi e un televi‐
sore acceso.
L’agente torna e ci dice che i ragazzi stanno arrivando.
Sono passati 20 minuti.
Arrivano e sono 7: Al. (Rom rumeno) felice di rivederci, Mi. (Rom croa‐
to), sorridente, An. (Equador) che ci bacia con affetto e poi J., M. e Ar.
del Marocco.
Inizia il rituale della musica, i ragazzi accettano di alternare musica del
Marocco e musica rumena. Al. mi dice subito che il fatto che noi abbia‐
mo la musica gli piace tantissimo.
Abbiamo portato parrucche e cappelli e i ragazzi iniziano a provarli,
tutti si vogliono fare una foto con il cappello da “poliziotto”! Mi sembra
interessante che tra tanti cappelli abbiano scelto proprio quello. Si met‐
tono in posa seri, uno addirittura fa il saluto militare.
Il primo a provare il cappello è Mirko che mi chiede di fargli rivedere la
foto fatta, almeno 6 volte durante l’attività.
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Relazioni Circostanza, anno 2008
Al. riprende a giocolare con le palline e ci fa vedere quanto è diventato
bravo, dev’essersi allenato con la frutta, perché fa diverse evoluzioni e
passaggi che denotano allenamento.
Geppetto gli fa vedere come si usa una pallina da contact e lui in un mi‐
nuto esegue i movimenti, poco dopo proverà il pedalò e quindi gli anel‐
li: ogni attrezzo che prende in mano è in grado di maneggiarlo con una
grande abilità.
Dietro le grate ci sono due agenti che osservano i ragazzi. Mi avvicino a
loro e faccio notare loro la bravura di Al., concordano con me e sorri‐
dendo aggiungono che è stato bravo anche manualmente ad aprire un
bel po’ di appartamenti non suoi…
Chiedo agli agenti se dopo la nostra attività i ragazzi sono più tranquilli
e mi dicono di sì, che si rilassano a fare attività con noi.
Si parla dei ragazzi e delle difficoltà che si trovano ad affrontare loro
come agenti con i ragazzi e mi dicono che le difficoltà maggiori le hanno
con i ragazzi dell’area del Magreb, sia perché di solito sono i più nume‐
rosi e fanno gruppo, sia perché sono quelli che si lamentano di più o
piantano più grane.
Tutti i ragazzi provano il nuovo attrezzo il “pedalò”, si tratta di due pe‐
dali piatti che vanno avanti come su una bicicletta, non è facile rima‐
nervi in equilibrio, perché per non cadere occorre dosarne la velocità e
nello stesso tempo restare dritti. E’ un buon esercizio di equilibrio.
Mi. che le volte scorse era stato in un angolo e non aveva partecipato,
rimanendo seduto a piagnucolare tutto il tempo, questa volta è stato
molto attivo e presente e ha provato tutti gli attrezzi con
l’insegnamento di Geppetto.
Dei due ragazzi nuovi solo M. ha partecipato con molto interesse, pro‐
vando sia il pedalò, sia il diabolo. L’altro, Ar., ha preferito giocare a cal‐
cetto con J., ma l’ultimo quarto d’ora sono arrivati tutti e due, prima di
tutto hanno voluto la foto di rito con il cappello da poliziotto e poi han‐
no iniziato a giocare con gli attrezzi.
An. ha giocolato, ha provato il pedalò e poi, su mia richiesta, ci ha scritto
una lettera. L’ha scritta in spagnolo e la traduco qui a seguito.
Anche Al. ci ha scritto una lettera, ha preferito scriverla in italiano, e,
anche se con molti errori, è facilmente comprensibile.
J. mi ha detto che non sa scrivere, ma ha voluto donarci un disegno.
Al. ha voluto fare lui le foto, anche in questo devo dire che è molto bra‐
vo, sa cercare le giuste inquadrature e la giusta luce.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Allego qui di seguito le lettere e il disegno.
L’atmosfera è stata sempre molto rilassata e allegra.
Ciao,
spero che stiano molto bene tutti quelli che fanno questa attività
e vi sono grato con tutto il cuore per tutti i grandi momenti che ho
passato con tutti voi. Il lavoro che fate è molto importante non solo
per me, credo che diversi sono contenti di passare con voi momenti
speciali. Spero, quando uscirò di potervi incontrare però fuori da
questo posto. Non dimentico mai le persone che mi aiutano e voi
siete come la mia seconda famiglia. Io spero un giorno di aiutare le
persone come voi lo fate, continuate così.
Vi auguro di tutto cuore molta felicità da parte di un ragazzo che
vi ringrazia perché nei momenti di difficoltà lo avete aiutato mol-
to.
Grazie
Firma
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Attività Settembre‐Dicembre 2008
Attività Settembre‐Dicembre 2008
A settembre 2008 abbiamo iniziato il terzo anno di attività all’IPM Fer‐
rante Aporti. Sono cambiate alcune cose nell’organizzazione
dell’Istituto, ma per quanto riguarda i ragazzi notiamo che le presenze
straniere sono sempre rilevanti, anche se in questi ultimi mesi alcuni
ragazzi italiani sono entrati e rimasti parecchi mesi.
Sarà che ci sentiamo più sicuri del gradimento della nostra attività,
sarà che il “passavoce” in carcere funziona, ma non abbiamo avuto più
alcuna difficoltà a interagire con i ragazzi e a creare con alcuni di loro
un rapporto di fiducia reciproca e sul quale abbiamo potuto costruire
anche un percorso pedagogico e artistico.
Difficoltà maggiori abbiamo trovato negli ultimi mesi invece con le
ragazze che rimangono in struttura per parecchi mesi e, ultimamente, le
ragazze rom presenti hanno dimostrato parecchia chiusura verso le at‐
tività in genere e – tranne che per la musica – risulta difficile creare
un’interazione proficua dal punto di vista educativo e artistico. Natu‐
ralmente anche in questo caso ci sono state eccezioni e con un paio di
ragazze si è riuscito ad ottenere risultati artistici e di relazione discreti.
Lo spettacolo eseguito dai ragazzi (e da una ragazza) durante la fe‐
sta di Natale del 18 dicembre ha avuto risultati molto buoni.
Inseriamo qui di seguito la relazione della festa di Natale e conclu‐
diamo con la nostra relazione intermedia (settembre‐dicembre 2008)
del progetto Circostanza.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Relazione di Smilzo
Arriviamo al Ferrante puntuali alle 14, oggi siamo più del solito, ci sono
anche i volontari clown Furia, Frucci e Pestifera. Entriamo tutti insieme
col materiale da utilizzare per lo spettacolo con i ragazzi.
Ci sistemiamo nel teatro, ci vestiamo, trucchiamo e prepariamo i mate‐
riali da giocoleria per i numeri dei ragazzi. Siamo pronti, aspettiamo il
loro arrivo.
Verso le 16 ecco arrivare prima le ragazze, poi i tre gruppi dei ragazzi
che si sistemano nella fila di sedie affianco alle ragazze. Il tutto ha ini‐
zio: Pasquale – dell’ente di formazione ForCoop – presenta la scaletta
del pomeriggio e la direttrice apre l’evento augurando a tutti buone fe‐
ste e ringraziando tutti gli operatori e gli agenti per aver reso possibili
tutte le attività all'interno del penitenziario.
Al calare delle luci si accende il proiettore ed ecco il video del primo
“TG Ferrante” realizzato dai ragazzi del gruppo Grecale. Così vediamo i
ragazzi ristretti impegnati seriamente e con convinzione in un'altra at‐
tività: alle prese con telecamere, riprese, interviste, collegamenti, un
vero e proprio TG!
272
Attività Settembre‐Dicembre 2008
Poi è la volta dell'AICS e di alcuni ragazzi del gruppo Levante che hanno
scritto delle poesie e che le hanno messe in scena. La profondità dei te‐
sti, l'impegno e il loro modo di metterle in scena, ci hanno commosso.
Vediamo un altro video, quello della premiazione di S., una ragazza rom
ormai uscita dal penitenziario e degli operatori che l’hanno accompa‐
gnata in Campidoglio a Roma, per ritirare il “Premio Internazionale
Sciacca” per le opere artistiche prodotte da minori ristretti. La statuetta
vincitrice del premio raffigura la Rom‐maternità. Si prosegue con la
consegna dell'attestato di superamento dell'esame di Arte bianca per A.,
rumeno ed E. italo/turco.
Ed ora tocca a noi. Una volta sistemato il telone da circo e il tavolo,
Geppetto inizia a presentare il “TG Clown Ferrante”, con tanto di televi‐
sore alle spalle, composto da una cornice con dentro Pestifera, Furia e
Frucci. Mentre Geppetto racconta di questa strana epidemia che sta
sconvolgendo il mondo, Smilzo, Maggiolina e Aureola ci affianchiamo ai
ragazzi che dovranno esibirsi. Maggiolina scopre che M., marocchino,
non vuole più esibirsi e io scopro che M., rumeno, non è intenzionato a
esibirsi per il collegamento dalla Romania perché si vergogna parec‐
chio.
Il TG edizione speciale parla di una strana epidemia che pare diffonder‐
si in varie località del mondo, l’epidemia di “circhite” ovvero pare che
alcuni ragazzi all’improvviso inizino a praticare arti circensi senza fer‐
marsi, presi dal virus imparano sempre più tecniche e la cosa più pre‐
occupante è che il virus si sta diffondendo a macchia d’olio.
Lo spettacolo inizia col primo collegamento da Casablanca: Y. sale sul
palco accompagnato da Maggiolina, un po' imbarazzato inizia la sua e‐
sibizione col devilstick, poi nel momento di assolo improvvisa una dan‐
za magrebina e inizia a saltellare e ballare a ritmo di musica marocchi‐
na e – tra gli applausi ‐ scende dal palco. I collegamenti proseguono in‐
tervallati da notizie strampalate di Farfuglia che vengono mimate dai
tre clown dietro il televisore. Ed ecco il collegamento dalla Sardegna:
Smilzo si ritrova al fondo del teatro, dalla parte del pubblico a spiegare
in diretta televisiva il contagio di questa malattia rarissima, la “circhite”,
pare che il primo focolaio sia nato proprio in Sardegna tra nuraghi e pe‐
core. Smilzo accompagna un “contagiato” di origine sarda, M., sul palco.
M. lungo il tragitto è agitato, chiede a Smilzo cosa deve fare sembra an‐
dare in panico, ma, una volta sul palco lui e i kiwido danzano a tempo di
musica e catturano attenzione e grandi applausi del pubblico. Ottima
anche l’esibizione tecnica.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
La redazione guidata da Geppetto apre il collegamento per la Tunisia,
dove pare vi siano dei contagiati ma Maggiolina, l’inviata speciale in
Tunisia rimanda indietro il collegamento dato che il contagiato non
vuole salire sul palco, così la linea ritorna a Smilzo ormai arrivato nella
fredda Romania. In Romania avrebbero dovuto esserci due contagiati,
ma uno viene preso da panico e così sale sul palco solo A. il quale im‐
provvisa imitando una belva feroce e sale sul palco per presentare fi‐
nalmente il numero tanto provato in questi ultimi mesi. Si tratta di un
numero con notevoli difficoltà tecniche, è un gran bel numero davvero
di buon livello ed eseguito con maestria, ottima la presenza scenica di
A. e la sua disinvoltura: scherza e sembra davvero a suo agio.
Si ritorna in Italia, precisamente a Catania ed ecco Aureola con E. e A.
contagiati anch’essi dalla “circhite” che salgono sul palco e si esibiscono
cantando una famosa canzone di Francesco Benigno: “Dimenticare” che
coinvolge anche i ragazzi seduti in platea che cantano tutti.
È poi la volta di E. che si esibisce con alcuni difficili passi di breakdance
al suono di Funfky Regetton dei 50th Cents.
Geppetto annuncia che un po' tutto il Ferrante‐Aporti è stato contagiato
così ecco salire sul palco sei ragazzi che eseguono la piramide finale che
chiude il nostro telegiornale, ma attenzione manca ancora un servizio e
sale sul palco D., una ragazza rom‐rumena che si esibisce con Geppetto
in un simpatico numero di “lancio degli anelli” ad occhi chiusi.
Il nostro TG Clown Ferrante termina con la consegna da parte di Aureo‐
la di alcuni attestati di partecipazione con rendimento buono e ottimo
durante la nostra attività degli ultimi quattro mesi.
Il numero di chiusura dello Spettacolo Natale Ferrante è affidato alla
coppia di circensi “I Nani Rossi” che presentano il loro show di acroba‐
tica e giocoleria coinvolgendo sul finale un agente e il dj come porteur
delle colonne a due di acrobatica.
La festa prosegue con musica e danze. Alcuni dei ragazzi si scatenano a
ballare con volontarie e operatrici mentre altri invece salgono sul palco
a giocolare con Geppetto e Smilzo.
La serata si conclude con la cena nella palestra adibita a ristorante e
con la consegna dei regali di Natale ai ragazzi e alle ragazze.
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Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008
Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008
Associazione: VIP ITALIA & VIP APS
Periodo di intervento: da fine agosto 2008 a dicembre 2008
Area di intervento circostanza : Carcere minorile IPM Ferrante Aporti ‐
Torino
Ente Partner: IPM Ferrante Aporti – Via Berruti e Ferrero, 3 ‐ Torino
N° Operatori qualificati: 1 educatore, 1 consulente artistico, 1 operatore
circense, 1 supervisore‐coordinatore
N° Volontari: 1 tirocinante
Responsabile e supervisore del progetto Circostanza‐Carcere: Maria
Luisa Mirabella
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Con alcuni ragazzi si sono raggiunti ottimi livelli sia di partecipazio‐
ne, sia di apprendimento tecnico in particolare di: anelli, palline, devil‐
stick, kiwido.
N° ragazzi/e che hanno partecipato all’attività (in totale): 40, per la
maggioranza marocchini e rom, 6 italiani.
Età: tra i 15 e i18 anni
N° incontri effettuati in totale: 68 (dall’ultima settimana di Agosto a
Dicembre)
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Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008
‐ 10 ragazzi sono stati in grado di stare in scena davanti ad un
pubblico ed esibirsi con ottimi risultati.
Difficoltà incontrate:
Difficoltà di coinvolgimento con alcune delle ragazze che si sono rifiuta‐
te di partecipare a qualunque attività proposta, tranne ascoltare musica
e a volte danzare.
Con i ragazzi del gruppo Levante fare attività nell’ora d’aria ha pena‐
lizzato con alcuni il rapporto e inoltre il luogo (in cui pure giocano a
pallone) non ha facilitato l’attività. Nell’ultimo incontro Geppetto ha
preso in faccia una pallonata e si sono rotti i suoi occhiali.
Gli incontri “Stop&Go” di informazione e coordinamento con gli ope‐
ratori della struttura non sono stati utili o perché mancava l’educatore
a conoscenza della situazione o perché si è riscontrata disorganizzazio‐
ne.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Piccola galleria fotografica
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Piccola galleria fotografica
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Piccola galleria fotografica
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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti
Bibliografia, sitografia e altri riferimenti
Libri e riviste
AA.VV., Rapporto degli ispettori europei sullo stato delle carceri in
Italia, Sellerio Editore, Palermo, 1995.
AA.VV., In carcere ma liberi!, Grafite, 1997.
AA.VV., Scrittori dal carcere. Antologie PEN di testimonianze edite
e inedite, Feltrinelli, Milano, 1997.
ALBINATI Edoardo, Maggio selvaggio, Mondadori, Milano, 1999.
AMATO Nicolò, Diritto, delitto, carcere, Giuffré, 1998.
Associazione ANTIGONE, a cura di Anastasia S. e Gonnella P., Il carcere
trasparente, Castelvecchi, 2001.
Associazione ANTIGONE, a cura di Faccioli F., Valeria G., Sarzotti C.,
L'Aids nel carcere e nella società: le strategie comunicative per la
prevenzione, Carrocci, Roma, 2001.
Associazione ANTIGONE, a cura di Anastasia S. e Palma M., La bilancia
e la misura, Franco Angeli, Milano, 2001.
Associazione ANTIGONE, a cura di Anastasia S. e Gonnella P., Rapporto
sulle carceri italiane, Carrocci, Roma, 2002.
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti
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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Siti internet
Associazioni, enti e istituzioni che si occupano delle problematiche pe‐
nitenziarie
ACT
Associazione di volontariato Carcere e Territorio di Brescia ha lo scopo
di promuovere, sostenere e gestire attività di sensibilizzazione
dell'opinione pubblica rispetto alle tematiche della giustizia penale e
delle pene, della vita interna del carcere e del suo rapporto col
territorio in conformità ai principi costituzionali ed alle leggi.
Http://digilander.iol.it/carcere/index.htm
Agesol
Agenzia di solidarietà per il lavoro, fondata da varie realtà istituzionali
e del terzo settore della Lombardia, promuove vari interventi sul tema
del lavoro, offrendo un ponte tra i detenuti motivati ad iniziare un
percorso professionale e le imprese e cooperative sociali interessate ad
assumerli.
http://www.agesol.it
Antigone
E' un'associazione "per i diritti e le garanzie nel sistema penale", a cui
aderiscono magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari,
insegnanti e cittadini che a diverso titolo si interessano di giustizia
penale. Attraverso articoli, libri ed iniziative, si pone l'obiettivo di
sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto alle tematiche della giustizia
penale e delle pene, della vita interna del carcere e del suo rapporto col
territorio, in conformità ai principi costituzionali ed alle leggi.
http://www.associazioneantigone.it
Associazione A Buon Diritto
Nata nel 2001 allo scopo di promuovere presso l'opinione pubblica
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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti
questioni di grande rilievo relative all'esercizio di diritti riconosciuti e
delle libertà, al fine di perseguire effetti sul piano degli orientamenti
collettivi e su quello della normativa.
http://www.abuondiritto.it
Carcere e società
Il sito contiene informazioni, documenti e link
http://www.carcereesocieta.it
Centro di documentazione Due Palazzi
Pagine di cultura ed informazione dalla Casa di Reclusione di Padova e
dall'Istituto di Pena Femminile della Giudecca. All'interno del sito è
proposta una documentazione molto ampia su temi sociali e culturali
riguardanti la vita dei detenuti nelle carceri.
http://www.ristretti.it
CittadinoLex
Sito ricco di articoli ed aggiornamenti curato da giuristi e magistrati.
http://www.cittadinolex.kataweb.it
Compagnia della Fortezza
Dai primi anni '80, promuove un'esperienza di laboratorio teatrale con
detenuti reclusi nel carcere di Volterra.
http://www.compagniadellafortezza.org
Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia
La Conferenza è nata con lo scopo di rappresentare enti, associazioni e
gruppi impegnati quotidianamente in esperienze di volontariato
nell'ambito della giustizia in generale e più compiutamente nell'ambito
degli Istituti Penitenziari, per affrontare ogni tematica che abbia a
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
vedere con la realtà della reclusione e dell'esclusione sociale.
http://volontariatogiustizia.it
Cooperativa Granserraglio
Promuove varie attività ed interventi in favore di detenuti, a livello
sociale e culturale. Offre a detenuti che frequentano corsi di formazione
professionale all'interno del carcere, una struttura lavorativa esterna.
http://www.granserraglio.it
Fuoriluogo
Sito dell'Associazione Fuoriluogo, propone materiali di attualità ed
approfondimenti culturali sui temi del carcere, della giustizia, delle
droghe, delle dipendenze.
http://fuoriluogo.it
Gruppo Abele
Realizzato a supporto dell'attività del gruppo, finalizzata a informare e
promuovere interventi rispetto a specifiche problematiche di
tossicodipendemza, aids e lotta alla mafia.
http://www.gruppoabele.it
http://www.gruppoabele.org/Index.aspx?idmenu=931
Il Due
Net magazine di San Vittore, creato e gestito in collaborazione con i
detenuti di questa realtà penitenziaria. Propone approfondimenti
rispetto al mondo del carcere, alla normativa, all'attualità degli eventi e
spazi di confronto culturale, ospitando le voci di quanti vivono o hanno
vissuto in carcere.
http://www.ildue.it
Il Granello di Senape
Associazione veneziana e padovana di volontariato penitenziario; ha
l'obiettivo di facilitare, con varie iniziative sociali e culturali, il
reinserimento di ex detenuti.
http://www.provincia.venezia.it/senape
International Centre for Prison Studies (ICPS)
Le pagine dell'ICPS (King's College, Londra) ospitano fra l'altro
numerosi link a siti di tutto il mondo relativi ad organizzazioni,
istituzionali e volontarie, operanti nel campo penale, nonché a guide,
statistiche e altre informazioni sulla giustizia penale.
http://www.klc.ac.uk/depsta/rel/icps/home.html
290
Bibliografia, sitografia e altri riferimenti
L'Altro Diritto
Centro di documentazione sul carcere, devianza e marginalità, svolge
attività di riflessione teorica e di ricerca sociologica sui temi
dell'emarginazione sociale, della devianza, delle istituzioni penali, del
carcere. Propone una specifica sezione di consulenza sulle
problematiche legali relative alla detenzione.
http://dex.tsd.unifi.it/l'altrodiritto
Ministero della Giustizia
Sito istituzionale, con un settore specificamente dedicato al pianeta
carcere ed alle misure alternative alla detenzione con statistiche,
indirizzari, raccolta normativa etc.
http://www.giustizia.it
Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa
Il sito propone materiali, documenti, studi, ricerche e pubblicazioni sui
temi della malattia mentale, del crimine e della psichiatria
penitenziaria.
http://www.opgaversa.it
Papillon Associazione Culturale
Realizzato da detenuti all'interno del Carcere di Rebibbia, propone
documenti e riflessioni sulla condizione di vita dei detenuti reclusi nelle
carceri italiane; promuove un'azione di informazione e anche di
sensibilizzazione sui temi della giustizia, del carcere, della pena.
http://www.papillonrebibbia.org
Punto informazione Lavoro Detenuti
Il sostegno degli operatori PILD consiste nell'indirizzare i detenuti
all'interno del mercato del lavoro e della formazione professionale, per
prepararli ad affrontare il mondo del lavoro attraverso percorsi
graduali come tirocini formativi o inserimenti socio‐terapeutici.
http://www.cgil.it/firenze/Pild
Ristretti Orizzonti
Pagine di cultura e informazione della casa di reclusione Due Palazzi di
Padova e dell’Istituto di Pena femminile di Giudecca.
http://www.ristretti.it
Sesta Opera San Fedele
Associazione per l'assistenza morale e materiale alle persone detenute.
Centro d'ascolto per i familiari di detenuti o ex detenuti. Centro di
informazione per volontari carcerari. Centro studi problemi del carcere.
http://www.gesuiti.it/sestaopera/home.htm
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Trasgressione
Gruppo costituito all'interno del penitenziario di San Vittore tra
studenti universitari della facoltà di psicologia, consulenti psicologi
operanti all'interno del carcere e detenuti. Promuove un progetto di
riflessione e confronto culturale sui temi della trasgressione, della sfida,
del male, della creatività.
http://www.trasgressione.net
Riferimenti normativi
I principali provvedimenti legislativi riguardanti l'organizzazione delle
carceri e la condizione dei detenuti.
Legge 26 luglio 1975, n. 354: Norme sull'ordinamento penitenziario e
sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà.
Legge 24 novembre 1981, n. 689: Modifiche al sistema penale
Legge 10 ottobre 1986, n. 663: Modifiche alla legge sull'ordinamento
penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della
libertà.
Legge n. 217/1990: Patrocinio a spese dello Stato nei giudizi penali.
Legge 27 marzo 1998, n. 165: Modifiche all'art. 656 del codice di
procedura penale ed alla legge 26 luglio 1975 n. 354, e successive
modificazioni.
Legge 12 luglio 1999, n. 231: Disposizioni in materia di esecuzione
della pena, di misure di sicurezza e misure cautelari nei confronti dei
soggetti affetti da Aids conclamata o da grave deficienza immunitaria o
da altra malattia particolarmente grave.
Legge 22 giugno 2000, n. 193: Norme per favorire l'attività lavorativa
dei detenuti.
Decreto Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230:
Regolamento dell'ordinamento penitenziario.
Legge 8 marzo 2001, n. 40: Misure alternative alla detenzione a tutela
del rapporto tra detenute e figli minori.
Decreto 25 febbraio 2002, n. 87: Regolamento recante sgravi fiscali
alle imprese che assumono lavoratori detenuti.
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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti
293
Indice dei contenuti
Indice dei contenuti
Introduzione del Dirigente Dr. Pappalardo..............................................III
L’argomento, gli autori, i contenuti, lo scopo ........................................... V
Glossario ..................................................................................................................IX
Il carcere minorile e le strutture collegate .................................................1
Il carcere e le altre strutture di recupero per i minori ....................1
L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante Aporti" ..............................5
Storia dell’IPM "Ferrante Aporti"..............................................................6
Cronologia de "La Generala"........................................................................6
Il metodo preventivo di Don Bosco..........................................................7
Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti ...................................................9
I gruppi del Ferrante.......................................................................................9
Cambiamenti all’IPM Ferrante Aporti nel 2009 .............................10
Chi lavora all’IPM Ferrante Aporti.........................................................12
Chi lavora all’IPM Ferrante Aporti.........................................................12
Le attività rivolte ai ragazzi ristretti.....................................................12
Intervista a Rocco Tralli (comandante) ....................................................15
Intervista a Giovanni Lapi (educatore) .....................................................23
Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop).................................................39
Il circo sociale.......................................................................................................43
Storia del circo e della giocoleria ...........................................................43
La Pedagogia del circo.................................................................................46
La giocoleria.....................................................................................................49
L’acrobatica a terra.......................................................................................53
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Il clown...............................................................................................................56
Il mimo ...............................................................................................................58
ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS.......................................................63
ViviamoInPositivo.........................................................................................63
Valori e principi guida di VIP ViviamoInPositivo............................64
La Federazione VIP Italia ONLUS ...........................................................65
Dal Clown sociale al Circo sociale: CircoStanza ...............................66
Il progetto CircoStanza.....................................................................................69
Obiettivi generali del progetto “CircoStanza”...................................69
Metodologia di intervento di CircoStanza..........................................70
Alcuni strumenti usati in CircoStanza..................................................71
Anno 2005 ‐ I primi passi di CircoStanza ...........................................72
2007‐2008 – Ampliamento di CircoStanza in Italia.......................72
CircoStanza incontra il Ferrante Aporti....................................................73
Obiettivi specifici del progetto CircoStanza‐IPM ............................73
L’equipe CircoStanza “Carcere minorile” a Torino.........................73
La formazione degli operatori CircoStanza‐Ferrante ...................74
Protocollo d’intesa tra Vip Italia e CGM Torino ...............................75
Le riunioni Stop & go ...................................................................................78
I rapporti interpersonali tra noi e il Ferrante...................................78
CircoStanza IPM Ferrante Aporti e le risorse impiegate ............80
2006 ‐ CircoStanza entra all’IPM Ferrante Aporti di Torino......83
2008, al Ferrante anche con i volontari...............................................84
Verifica fine anno 2007 ....................................................................................87
Relazione di supervisione 2007‐2008.......................................................89
Le relazioni degli operatori, anno 2006....................................................99
Premessa ...........................................................................................................99
Ottobre 2006 – CircoStanza al Ferrante Aporti ............................ 100
Relazioni Circostanza, anno 2007 ............................................................ 111
Relazioni anno 2008 ................................................................................. 195
Attività Settembre‐Dicembre 2008 ......................................................... 271
Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008.................................... 275
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Indice dei contenuti
Piccola galleria fotografica........................................................................... 278
Bibliografia, sitografia e altri riferimenti .............................................. 283
Libri e riviste ................................................................................................ 283
Siti internet ................................................................................................... 288
Riferimenti normativi............................................................................... 292
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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008
Federazione VIP Italia ONLUS
e
Associazione di Promozione Sociale ViviamoInPositivo
Via Cristalliera, 25 – 10139 Torino
Tel. 0117499917
E‐mail: circostanza@clownterapia.it
Siti ViviamoInPositivo:
http://www.viviamoinpositivo.org
http://www.circostanza.org
http://www.circosociale.it
http://www.clownterapia.it
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