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MARCO PAPASIDERO

La porta del giardino

empovissuto un progetto cristiano che ha il fine di riportare al centro della vita delluomo lamore verso Dio, se stessi e il prossimo. Incontri, campagne sociali, iniziative di sensibilizzazione e percorsi individuali sono alcune delle attivit che svolgiamo. Il progetto senza scopo di lucro e la sola risorsa a nostra disposizione la libera donazione delle persone come te. Anche le-book che stai leggendo stato scritto e pubblicato per contribuire a questo progetto. Amalia, Giacomo, Marco Fondatori di Tempovissuto

Sommario

La porta del giardino ................................................................ 5 Morale della favola ................................................................. 16 Lautore ..................................................................................... 17 Le iniziative di Tempovissuto .............................................. 18

CATALOGO TEMPOVISSUTO EDIZIONI

La porta del giardino


UNA FAVOLA PER TUTTI di Marco Papasidero

n giorno, in una citt, giunse un uomo mandato dal Buon Dio, che predicava la Sua parola e portava con s una buona notizia. Alle persone raccomandava di volersi bene, di essere oneste e sincere, mai violente e superbe. Durante una delle sue predi-

che, disse che, al termine della lunga strada asfaltata che si apriva subito fuori dalla citt, il Buon Dio aspettava tutti in un meraviglioso giardino, in cui le rose emanavano un profumo mille volte pi intenso del normale, dove una miriade di usignoli cantava tutto il giorno e dove era possibile bere a una fonte che non avrebbe fatto pi invecchiare, bens vivere in eterno. Un giardino sottolineava con grande trasporto il predicatore in cui tutto era amato e tutti amavano dello stesso amore. Il Buon Dio gli aveva raccomandato di avvisare ogni singola persona, in modo che fossero tutti invitati nel giardino. Questultimo

mise, per, i suoi ascoltatori bene in guardia dal credere che il cammino sarebbe stato facile. La strada, infatti, si sarebbe rivelata agevole solo fino a un certo punto. Poi sarebbe divenuta sterrata, quindi stretta e infine terribilmente impervia. Il predicatore, terminato il suo compito in quella citt, se ne and in unaltra, continuando per tutte le citt del mondo. Moltissima gente, allettata dalla promessa dello splendido giardino e lusingata dallinvito del Buon Dio , indoss gli abiti pi ricchi e delicati, le scarpe nuove e riemp i bagagli con cibo, vestiti e oggetti utili. Cos si misero in viaggio. Tra i novelli viaggiatori , cera anche il giovane Teofilo, da sempre affezionato al Buon Dio e sempre pronto a donare una parola di consiglio o conforto agli altri. La grande strada coperta di asfalto permetteva di camminare agevolmente e tutti, con le loro grandi valigie al seguito, non facevano che immaginare come sarebbe stata la loro vita nel grande e profumato giardino. Anche Teofilo camminava al loro fianco, divertito da quella particolare esperienza e colmo di aspettative. Sullampia strada principale, si innestavano regola rmente altre strade, dalle quali giungevano centinaia di

persone, anche loro affascinate dalle parole del predicatore, tutti decisi a raggiungere il giardino. Il giorno si camminava, la sera si sostava e la notte si sognava, cercando di recuperare le forze in vista del mattino seguente. Ma, dopo tre giorni di cammino, alcune persone iniziarono a lamentarsi: Mi fanno male i piedi! gridava uno. Ho mal di testa e sono stanco! sbraitava un altro. Questa strada troppo lunga e faticosa e i miei vestiti sono sporchi aggiungeva un terzo. Al quinto giorno, gi met degli abitanti delle varie citt del mondo aveva abbandonato limpresa e fatto ritorno alle proprie case. Teofilo, vedendo che molti avevano gi abbandonato il viaggio, inizi a pensare che forse avevano ragione e anche lui si interrog sul da farsi. Pens: Se torno indietro avr sprecato cinque giorni, tanta fatica e, soprattutto, il Buon Dio si rattrister nel non vedermi arrivare. Cos decise di continuare, convincendosi della bont della sua scelta. Al sesto giorno, la strada asfaltata non fu pi tale e tutti rammentarono le parole del predicatore, che aveva annunciato che il cammino non sarebbe stato facile. Un nutrito gruppo di donne e di uomini si perse danimo e,
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per non affaticarsi ulteriormente, decise di abbandonare il cammino: Meglio tornare indietro adesso, che quando la strada si far ancora pi impervia. Ma molti altri, ancor pi decisi, continuarono il percorso. Al decimo giorno di marcia, la strada sterrata divenne una pista, cos stretta che solo in fila indiana era possibile procedere. Ognuno trascinava dietro di s la propria valigia, e la fatica, anche per via delle ampie vesti, si faceva sentire. Pure Teofilo era provato dal viaggio, ma lidea del giardino e del Buon Dio lo rinfrancava, e cos avveniva per tutti coloro che ancora avevano mantenuto ben salda la propria fiducia. Il giorno dopo, lundicesimo per lesattezza, la stretta pista divenne una ripida salita, resa ancora pi difficoltosa da pungenti spine. Molti, ormai estenuati, decisero di fare ritorno alle loro case, rincuorati dal fatto che, tornando indietro, la strada sarebbe stata nuovamente agevole. Il Buon Dio mi giustificher! Questa strada troppo difficile! conclusero, deliberando il ritorno per lindomani. Teofilo li guard rattristato, ma comprese la loro difficolt. Insieme con il gruppo dei pi giovani e dei pi baldanzosi, inizi la dura salita della pista. Le spine pun8

gevano, le scarpe sembravano scivolare quasi a ogni passo, il sudore inzuppava le ampie vesti. Uno dopo laltro, molti dei giovani gettarono la spugna, perdendosi in una breve risata pronta a mascherare linsuccesso. Ma perch lo sto facendo? si chiedeva uno di questi, come risvegliato da un lungo sonno. E cos dicendo tornava sui suoi passi. Lasciate perdere anche voi, andiamo via! Nessun giardino pu giustificare questa fatica. Potremmo anche cadere e romperci losso del collo ! disse una ragazza cercando di dissuadere tutti quanti da quella che, ormai, ai pi appariva una follia. Ma Teofilo, vinta la timidezza, prese la parola: Se ci fermiamo adesso, sar stato tutto vano. E poi il Buon Dio ci attende. Che cosa penser se non ci vedr arrivare? Chi si godr quel meraviglioso giardino se noi non continuiamo a camminare? E la vita senza fine, quella promessa dal predicatore, chi lavr se tutti ci diamo per vinti? Alcuni si guardarono dubbiosi, altri si fecero coraggio e ripresero il cammino. Ma moltissimi, deridendolo, seguirono lesempio dei giovani che avevano deciso di to rnare indietro. Teofilo si commosse, come se avesse perso una parte di s, ma guardando coloro che era riuscito a rincuorare,
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accenn un breve sorriso e riprese a camminare sfidando limpervia salita e le pungenti spine. Alla fine della giornata, Teofilo e una trentina di persone giunsero alla sommit della faticosissima salita e l si accamparono per trascorrere la notte. Il giorno dopo, il sole sorse mattiniero e la piccola compagnia si prepar per la partenza, riprendendo ognuno la propria valigia , al cui interno cera ogni cosa necessaria: vestiti, cibo, bevande e oggetti utili. Ma, dopo poche ore, la terribile sorpresa: la montagna si apriva in due, lasciando tra le estremit un profondo burrone, tanto profondo da non vedersi la fine. Vi era sospeso sopra un esile e instabile ponticello di legno che si perdeva nella nebbia e non era chiaro n quanto fosse lungo n cosa esattamente ci fosse dallaltra parte. Teofilo e i suoi amici, alla vista del ponte, divennero pallidi come cadaveri. Lasciarono cadere la valigia dalle mani e vi si avvicinarono per sincerarsi della realt che era davanti ai loro occhi. Alcuni iniziarono a piangere a dirotto sopraffatti dalla disperazione, altri sembravano venire meno. Uno, in particolare, inizi a urlare e inveire contro Teofilo per averli convinti a proseguire, organizzando subito il ritorno con chi era troppo spaventato o, a suo dire, aveva ancora sale in zucca.
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Teofilo, convinto della bont delle parole del predicatore e dellamore del Buon Dio, era sicuro che mai sarebbero stati ingannati o condannati a morte certa. Disse quindi a voce alta: Lo sapevamo che la strada sarebbe stata difficile. Abbiamo camminato tanto, perch fermarci adesso? E il Buon Dio? Che cosa penser? Troveremo un modo Teofilo non riusc a terminare la frase, che subito uno dei giovani lo apostrof aspramente: Frena la lingua. Vuoi portarci a morire? Cadremo nel baratro, quel ponte troppo debole, lo capirebbe anche un bambino. Torniamo, invece, alle nostre case. Avremo unaltra occasione. Il Buon Dio ci capir! Teofilo, rattristato, non disse altro, certo che ormai quasi tutti avevano preso la loro decisione. Mentre solo tre persone pensavano di poter trovare un modo per superare il ponte, tutti gli altri fecero ritorno alle loro citt. Il ponte molto debole. Abbandoniamo le valigie e passiamo uno per volta spieg Teofilo, convinto di aver trovato la soluzione. I tre giovani che erano con lui risero fragorosamente allidea di abbandonare le valigie con il cibo e i vestiti. Lasciala tu, se sei tanto furbo! Che cosa mangerai dopo? E che cosa berrai? E che figura farai a chiedere i vestiti al Buon Dio? domand uno dei giovani.
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Teofilo comprese che le parole non sarebbero state sufficienti. Afferr la valigia, la gett ai piedi dei tre compagni rimasti, sorrise ed esclam: Il Buon Dio penser a tutto! Cos si avvicin al ponte e inizi il tragitto. Un passo dopo laltro, il lungo ponte sembrava oscillare sempre pi. Dopo qualche minuto, si volt ma la nebbia ormai aveva celato ogni cosa. Nel silenzio, si sent solo, e inizi davvero a temere che la sua fosse stata una pazzia. Il burrone sembrava volerlo inghiottire. Tornare indietro? Teofilo ci pens, ma pens anche al Buon Dio, quel Dio che aveva tanto desiderato raggiungere, e al giardino, luogo delizioso nel quale tutta la fatica del viaggio si sarebbe sciolta in un gustoso ristoro. Fattosi forza, continu a camminare, un passo dopo laltro, lentamente ma in modo deciso. Pi di una volta le sue vesti si impigliarono, ma riusc agilmente e svincolarle. Sembrava che il ponte cominciasse anche a oscillare meno. Dopo alcuni interminabili minuti, ecco la nebbia diradarsi e una lucente collina aprirsi al termine del ponticello. Teofilo fece un gran balzo per la gioia, e si mise a urlare e cantare, non riuscendo a contenere leuforia. A ppena riusc a calmarsi, ripresosi dalla grande emozione,
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guard bene davanti a s: una bionda collina e, a poca distanza, un grande muro ricoperto di edera odorosa. Si avvicin, ormai consapevole di essere arrivato al tanto sognato giardino. Ma, appena giunse al muro, ecco unultima insuperabile difficolt: la porta blu del giardino era terribilmente stretta. Teofilo inizi a gridare forte: Buon Dio, Buon Dio, la porta troppo stretta, non riuscir a passare! Buon Dio, rendila pi agevole, permetti che io possa entrare. Ma non rispose nessuno. Teofilo url pi forte, ma ancora niente. Cos, triste fino alle lacrime, si sedette su un masso, iniziando a piangere e a disperarsi. Alla fine, decise di tornare indietro. Si alz e prese la direzione del ponte, quando a un tratto sent, davanti a s, una voce che lo chiamava: Teofilo, Teofilo! Si volt e vide uno dei tre giovani che aveva lasciato al di l del burrone. Teofilo il ragazzo gli corse incontro sorridendo , avevi ragione! Era possibile superare il ponte. Poi lo guard con attenzione e vide il suo volto rattristato: E ora perch piangi?

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Teofilo spense il primo sorriso nato dalla notizia che qualcuno aveva seguito il suo buon esempio, e rispose con un filo di voce: Sono contento per te. Ma ci siamo forse sbagliati. Guarda disse indicando la porta del giardino , quella porta troppo stretta. Cos disse e fece per andarsene. Il giovane, che aveva da poco sperimentato come la tenacia potesse far vincere ostacoli apparentemente insuperabili, osserv bene lentrata e disse: Mio caro Teofilo, tu mi hai appena dimostrato che la forza di volont e la fiducia nel Buon Dio pu spingerci a compiere azioni impensabili. Quella porta stretta, vero, ma esister senzaltro una soluzione. Teofilo lo guard negli occhi e comprese ci che stava cercando di dirgli. Iniziarono a pensare e alla fine ebbero la stessa idea. Via il cappello, via le pesanti scarpe, via anche i bei ma ingombranti vestiti. Una volta entrati nel giardino, nulla sarebbe pi servito loro, perch il Buon Dio ormai ne erano davvero certi avrebbe provveduto a tutto. Divenuto pi esile perch privo delle ingolfanti vesti, Teofilo si spinse con tutte le sue forze nella stretta porta e altrettanto fece il giovane amico. Dopo poco furono al di l del muro.
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Davanti ai loro occhi si apr il magnifico giardino, che ammirarono con gioia. Poi, vicino a un grande albero, scorsero, radunate, poco pi di un centinaio di persone. Si avvicinarono: erano uomini, donne e bambini, avevano vesti semplicissime e una speciale luce illuminava il loro volto; erano tutti quelli che erano riusciti a entrare nel giardino, come loro. Al centro, il Buon Dio, che, appena vide i due nuovi arrivati, corse loro incontro per accoglierli: li guard, li am profondamente e gli porse abiti nuovi e un profumato succo ristoratore. Teofilo, dopo la grandissima fatica, decise di trascorrere l il resto della sua vita. Cos fece anche il suo amico.

E poich stretta la via e il sentiero, e angusta la porta attraverso la quale si va e si entra nella vita, pochi sono quelli che camminano ed entrano per essa; e se ve ne sono alcuni che la percorrono per un po di tempo, pochissimi sono quelli che vi perseverano. Ma beati quelli a cui dato di percorrerla e di perseverare in essa fino alla fine.
Dal Testamento di santa Chiara

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Morale della favola


Questa favola insegna che chi ha una fede vera, tenace e che non si infrange di fronte ad alcuna difficolt, pu giungere sino allamore di Dio. Lesperienza favolosa di Teofilo, lamico di Dio per eccelle nza, rappresenta il cammino che ognuno di noi deve compiere per giungere al vero significato della propria vita, accettando di lasciar cadere ogni velleit, ogni inutile fardello, ogni sciocca veste di apparenza, per poter passare dalla strettissima porta che d accesso al meraviglioso giardino.

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Lautore
Marco Papasidero ha conseguito la laurea triennale in Lettere moderne e quella magistrale in Filologia moderna. Nel 2008 ha fondato la testata giornalistica Tempovissuto. Il suo interesse per la dimensione spirituale delluomo sempre stato spiccato e lo ha portato ad avvicinarsi, con grande passione, allo studio del fenomeno religioso e, in particolare, dellagiografia, la d isciplina che riguarda gli scritti sui santi. Dagli articoli del suo blog (www.agiografia.it) riflette sulla dimensione sacra della vita e di tutto ci che esiste. Attualmente sta frequentando un dottorato di ricerca. giornalista pubblicista e svolge la professione di correttore di bozze e consulente letterario. il responsabile dellArea In cerca di Dio di Tempovissuto.

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