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GIORGIO

SAMORINI
GIORGIO SAMORINI
GLI ALLUCINOGENI
NEL MITO
RACCONTI
SULL'ORIGINE DELLE PIANTE PSICOATTIVE
A U T L U s
Questi resti non sono sOttoposti ad al cun copyrighr
NAUTlLUS
c. P. 1311
10100 TORINO - 1995
INTRODUZIONE
Alcuni comporcamenri accompagnano l'uomo da sempre, ovvero da
quando egli "diventato" uomo, c, in un cerro qual senso, lo caran c
ri zzano e lo definiscono. Ad esempio. l'uomo produce arre, mosso
da un' impulso artistico che lo accompagna sin dalle sue origini. Ne
ab biamo una dimostrazione considerando la datazione dell e rappre
sentazioni artistiche, ritenute pill anti che, che sono gi unte fno a
noi: pitture preistoriche rupesrri local izzate in Tanzania e in Austra
li a, datate attorno ai 45.000-40.000 anni [, (una data "vicina" a quella
generalmc,uc anribui rJ all ' uhi mo, in ord ine cronologico, degli
Ominidi, l'Homo sapiens). '
Questi atavici comportamenti umani - tra cui l' impulso anist ico
possono essere consideratj come "costanti comportamentali", che con
rinuamente rinnovano il di venire dell'uomo. Si Ha([a di impulsi
comportamentali irreprimibili, che si manifestano all ' interno della
societ degli uomini, senza distinzione di razze o popoli : sono corn
portalllenti (fans-culturali.
Un'altra di queste "costanti" la tendenza dell ' uomo a cercare, attra
verso i pi disparati metodi, di modifcare il suo staro di coscien za
ordinario, allo scopo di vivere esperienze psico-f siche in altri stati
mentali; stat i mentali che, per loro natura, sono poss ibili e >' naturali "
nel medesinlo modo in cui riteni amo "nat urale" lo stato di coscienza
in cui ordi nariamente conduciamo la nostra esistenza. Tale conside
razione risulta avvallaradall'atavicit insita nell'impul.so a vivere questo
tipo di esperi enze, e dalla loro insopprimibili t, storicamente accer
tata.
La storia del rapporto fra l' uomo e i suoi stat i modifcat i di coscien
za, dimostra come questi siano in stretta relazione con un' altra im
porrante "costante" Limana: l'impulso rdigioso. Non pu essere ca
sual e il fatto che, presso (utt i i popoli , i rapimenti eS[atici e di tcanse
- considerat! fca gl i stati pill elevati della coscienza - vengano cui tu
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ralmente interpretati come fenomeni di squisito carattere misti co,
spiritua.le, religioso. Anzi, da ri tenere che l'origi ne del rapporro
del l'uomo con gli stati modificati di coscienza sia direttamente con
nessa all a nasci ta del suo impulso reli gioso. V' anche chi ritiene che,
nell a storia del genere umano, la coscienza sia apparsa originalmente
come quell o che viene ora chiamato lo "stato mist ico di coscienza",
Ci spieghe rebbe il mori vo per cui i mi srici parlano di una "er del
l' oro" in cui le visioni mist iche erano molto comuni .
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La modif cazione del lo statO di coscienza, oltre a presentarsi in casi
forse malamente definiti "spontanei", viene indona attraverso un am
pio spettro di tecni che, che l'uomo ha via via scoperto ed elaboratO
nel corso della sua storia. Dall e tecni che di deprivazione sensoriale e
di mortif cazione fisica, a quell e meditative e asceti che, sino a quelle
che ut ili zza no, come fattori scatenanti gli sta ti. di transe e di
possessione. la danza e il suono di determinati strumenti musicali;
infine (non certo in ordine di importanza), le tecni che che prevedo
no l' uso di vegetali dorari di effetti psicoattivi, per lo pi di tipo
allucinogeno. Q uest' ult ima una delle pill ant iche tecni che di mo
dificazione dell a coscienza, e origi na quasi certamente dalla lunga
Et dell a Pietra.
In rutto il mondo sono diffuse piante e funghi , il cui consumo indu
ce nell ' uomo allucinazioni e visioni , acco mpagnate da profondi stari
emot ivi inruitivi, "illuminanti", "rivelatori ", e in tutti i ci nque conti
nent i sono es istite e continuano a esistere culture che utilizzano que
sti parti colari vegetali come srrmenti per trascendere la realt ordi
nar ia e per comunicare con il mondo degli spirit i e degli dei, con l' al
di l, con l' Altro.
La maggior parte di queste pi anre ri entra nel gruppo dei cosiddetti
allucinogeni, nori anche come psichedelici ("rivelatori dell a mente") o
come enteogeni (" che rivelano la divinit che in te")' con esplicito
riferimento al fatro che 10 scopo principal e del loro impiego quell o
di ottenere stat i mentali di ispirazione rel igiosa.
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Numerose culture han no pOSto il vegetale sacro al centro del loro
sistema reli gioso e come fulcro del sisrena interprerat ivo dei di versi
asperti dell a realt e della vira, allo stesso modo in cui popolazioni,
n'ibll e sette, hanno posto le tecni che meditJ ri ve e asceti che. e le
esperi enze mentali conseguenti, come fulcro deUa loro vita spirituale
e terrena.
Piante e funghi psicoattivi sono stat i ovunque considerat i come un
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dono lasciato agli uomini dalle divinit, e, a volte, sono stati identi
ficati totalmente con un dio. E' il caso del Soma dei RgVeda - i pi
antichi testi religiosi indiani - consideratO al contempo un dio e una
bevanda dell' immortalit, ricavata, seguendo l' ipotesi di Ri chard G.
\X'asson, dal fungo psicoatt ivo Amanita 'lnuscaria,4 fl Soma veni va
preparato ritualmente e consUlTI aro dagli officianti nel corso di pre
cise cerimonie religiose. Un noto inno dei RgVeda reci ta: (Abbi amo
bevuto il Soma I siamo diventati immonali / siamo giunti all a luce /
abbiamo incontrato gli dei .5
Dagli Huichol del Messico, il cactuS del peyote, identifcato con il
cervo e con il mais, considerato "fame della loro vita". G li shivaiti
indiani uti lizzano gli effetti del bhmzg (marijuana) per comunicare
con il dio Shiva. I Fang de l Gabon, durante alcuni rit i iniziatici,
consumano enormi quaNt it di radice di iboga - un potente
a11ucinogeno - che provoca un prolungato stato di coma, durante il
quale l'anima dell'iniziando compie un "viaggio" sino all e "radici
della vita e al contatto direno con Nzam", il loro dio.
Le piante sacre sono ut il izzate anche per scopi curativi, sebbene tale
uso non sia separabil e da un pill generale comesto spirituale-reljgio
so: nelle culture tradizionali gli enteogeni non vengono considerari
mere medicine per il corpo umano, bens medicine sacre, per il siste
ma inscindibil e meme/corpo. I sistemi di cura tradizionali , incen
trati sulla figura del lo sciamano (o, comunque, del lo "specialista"
sciamano, curandero, vegetali sta - che conduce la cerimonia visionaria
collettiva), che si basano sull ' impi ego di un enteogeno, operano at
travers un meccanismo che al cuni studi osi occidentali defini scono
"sociopsicoterapeutico". Nella maggior parte dei casi - fra i quali
ricordiamo le velttdas mazateche (Messico), sedute di cura in cui ven
gono uti li zzati i funghi allucinogeni, e le mesadas del Per andino, in
cui viene uti lizzato il potente cactus del San Pedro - la pianta
psicoattiva vi ene consumata da tutti i pa rtecipanti alla cerimonia,
malati compresi. N el corso del successivo stato visionario, lo sciamano
"capta" i messaggi inviati dallo spirito del la pianta, o dall'entit spi
rituale o divina ch'essa rappresenta, e li "u aduce" per la colJettivi t.
Si tratta di un fenomeno di "diagnosi magica" mediante il quale le
enti t sovrannaturali , che "abitano" nell a pianta, comunicano allo
sciamano le cause della malauia e quali rimedi ut iJizzare (ad esem
pio, quali piante medi cinali impi egaIe).
In diverse culture questi vegeta li vengono impiegati anche per scopi
magici, ovvero per indurre poteri psichici paranormali, mediante i
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quali effenuare operazioni magiche: prevedere il futuro, vedere e co
mLLtli care con persone di stanti , ritrova re un oggeuo smarrito, indi
viduare il colpevole di un misfatto, ecc. Gli stati modificati di co
scienza - secondo quantO affermano coloro che vivono queste espe
ri enze - possono essere accompagnati dall a liberazione di poteri
paranormali. Si incontra, ad esempio, un parallelismo di quesro
fenomeno nei siddhi (poteti psichi ci), acquisit i dagli yogi" indiani
nel COrso delle loro prati che ascetiche, e non casuale che nel Bengala
la canapa indi ana venga denominata con il medesimo termine siddhi.
Vi sono cas i in cui la medesima pianta viene uti li zzata per different i
scopi, a seconda del contesto e degli specifci presupposti cul turali .
E' il caso, ad esempio, del pqote, il cactus all ucinogeno considerato
come un'ostia sacra (il "Crisro Rosso") dalle tri bll di Indi ani del Nord
America. Tali rri b hanno dato vira, dalla met .del secolo scorso,
medi ante l'uso rituale coll ett ivo di questo cactus, al consolidato
movimento religioso della Native Amer;can Cburch. Nel Messico set
tentrionale, i Tarahumara continuano invece a urili zza re il peyote
escl usivamente du rante le ceri moni e di cura dei loro malati , mentre
gli Aztechi del Messico precolombiano - secondo quanto riportano
le font i del periodo dell a Conqui sta - ne faceva no uso a scopi magici,
per ri trovare un oggetto smarrito, per predire avveniment i futuri , o
per smascherare un colpevole.
[I grado di socializzazione dell e esperienze che prevedono il consu
mo di vegetali sacri varia notevolmente, a seconda del contestO so
ciale e del t ipo di approccio culturale connesso all 'esperi enza. Nel
riro del Soma, la bevanda ven iva conslimaca un icamente dagli
offi ciami. E' questo un esempio di uso di vegetali inebrianti ri serva
[Q escl usivamente alla casta prelatizia, o a si ngoli indj vidui prescelti
come intermedi ar i, mediante i quali avve ni va il contatto fra gli dei e
il popolo. Anche nell e culmre reli giose sciamaniche, probabile culla
d'origine del sentimenm reli gioso umano, lo sciamano funge da in
termedi ario fra la sua gente e l'al di l. Le esperienz.e visionarie, al
l'interno dell e sedute, possono essere vissute da un folto gruppo di
individui, ma lo scia mano resta comunque la figura-chiave dell ' espe
rienza coll eniva. Frequente pure il caso di movimenri reli giosi al
cui interno la consumazione della pi anra psicoattiva avviene in ma
niera pi apertamente coll ettiva, a mo' di comunione, allargata a
tutti i partecipanti al rito. In [ali contesti, l'allucinogeno viene consi
deraro e vissuto come intermediario individuale fra ciascun indivi
duo e la divinit.
G
IO
Lo stretto rapporto che si viene a creare fra l'uomo e le piante
psicoattive giunge naturalmente a influenzare anche i miti e le cre
denze dei popoli che fanno uso di tali piante, sino al punto in cui
soprattutto se questo rapporto di origine locale, e non di importa
zione - esse arrivano a ricoprire un significativo ruolo simbolico nel
le cosmogonie e nelle antropogonie di queste popolazioni.
Fra i miti e i racconti che trattano di piante psicoanive si evidenziano
- per numero e per ricchezza d'elaborazione - quelli che trattano
della loro origine, o dell'origine del rapporto di questi con l'uomo.
Riguardo a molte di queste piante, la scienza occidentale, e partico
larmente 1'etnobotanica, non tuttora in grado di spiegare in che
modo, e con quali logiche deduttive, l'uomo sia arrivato a scoprirne
le particolari propriet psicoattive, spesso confinate unicamente ad
alcune loro parti (fiori, semi, radici, ecc.), o accompagnate da effetti
tossici tali da far ritenere la pianta velenosa, ancor prima che
psicoattiva. Per alcune piante plausibile la scoperta casuale, mentre
per altre si fatto riferimento all'osservazione compiuta dall'uomo
sul comportamento di alcuni animali, dopo che questi avevano con
sumato la pianta, rimanendone inebriati (tali osservazioni vengono,
in effetti, riportate in vari miti). Ad esempio, le popolazioni della
Siberia che utilizzano l'agarico rnuscario - il noto e vistoso fungo dal
cappello rosso cosparso di macchie punti formi bianche - affermano
di averne scoperto gli effetti osservando le renne che, dopo averlo
ingerito, ne rimanevano inebriate.
1\1a vi sono anche vegetali psicoattivi la cui scoperta da parte dell'uo
mo rimane enigmatica. E' il caso dello yaj, una bevanda allucinogena
diffusa nell' Amazwnia, ricavata cucinando insieme due distinte pian
te, entrambe indispensabili ai fini degli effetti visionari della bevan
da; se assunta da sola, ciascuna di queste piante non induce alcun
effetto. V' quindi da chiedersi come abbiano potuto gli abitanci
dell' Amazzonia, migliaia di anni fa, scoprire che "questa piant' e
"quella pianta", fra le migliaia della foresta, solo se utilizzate contem
poraneamente potevano indurre un effetto allucinogeno. Per gli in
digeni il problema non sussiste: non l'hanno di certo appreso da
loro, ma stato lo spirito della foresta o lo Spirito dello yaj, meglio
noto come Donna-Yaj, che, UJl giorno, tanto tempo fa, glielo ha
personalmente indicato.
Di qui, il "miro d'origine" della pianta psicoattiva, pi o meno ela
borato, che spiega, motiva - e continuamente fonda -la sua esistenza
e il suo rapporto causale con l'uomo.
Il
Frequentemente. in questi raccomi gli enteogeni originano da un'ema
nazione diretta del1e divinjt, per volont del le quali le pi ante sacre
vengono donate all'umanit, come mezzo di comuni cazione con le
realt extra-umane. NeUa mjtologia dei Fang del Gabon, gli spirjti
dei mani indicano a Bandzioku, una donna, la piama dell ' iboga, e le
insegnano come util izzarl a. affi nch essa possa "vederli " e comuni
care con loro. Fra gli Indian i del Nord America, lo Spirito del Peyote
si presenta in sogno a un uomo (o a una donna) e indi ca loro il
peyote, la sacra radice, come strumento di salvezza della sua trib.
Diversi miti trattano dell 'origine della pianta fuoriusceme dal cada
vere o dalla tomba di un uomo, il pi dell e volte un eroe culrural e
che, dopo aver fondatO le regole rribali , i rir i di passaggio, i principi
dell'agricoltura, o altre importanti istituzioni sociali , el argi sce un
ultimo dono alla sua trib:l t rasfo rmandosi, al momenro della sua
morte, nel vegetal e psicoattivo. Questi l'acconci ri entrano nel pill
vasto insi eme dei mitj rel ativi all 'origine dell e piante coltivate dal
J'uomo, peculiari dei popoli colrivatori, e caratteri zzat i dal mori vo
della trasformazione di uno spi rito - di un dema, per dirla con Jensen
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- spesso mediante smembramento, nella pianta omonima.
Per una medesima pi anta possono esistere differenti miti rel at ivi alla
sua origine, e per ciascuno di quest i possono essere state riportate
differenti versioni: ci avviene sop rattutto in base alla diffusione geo
etnografi ca dell 'utilizzo della pianta. Ad esempio, si conoscono deci
ne di versioni del medesimo mito d'ori gine dell ' uso deJ peyote pres
so gli Indiani del Nord America; in prati ca, ne esiste una versione
per ogni trib indina che ha adottato questo cactus allucinogeno
come droga sacramen rale.
Si presentano casi in cui un mito tratta co ntemporanea mente il tema
dell 'origine della pianra e quell o dell 'o rigine del suo uso da parte
dell'uomo, soprattutto in quei racconti in cui l' origine dell ' uomo e
l' origine della pianta sacra sono in stretta relazione temporale fra di
loro (nel tempo del mito, si intende) . In numerosi altri cas i, invece,
i racconti trattano esclusivamente dell'origine del rapporto dell ' uo
mo con la pianta. considerando questa come preesistente all 'evento
raccontato nel mito, senza specif carne l'origine.
Fra i miti qui riportati , si ril eva una cerra vari abilit nel grado di
"purezza etnograf ca". Vari raccont i hanno subto le influenze e le
interpretazioni di culture esterne, fno a perdere, in alcuni casi, le
caratteri sti che di mito d'origine. sepolte sotto una spessa colt re di
modifcazioni interpretacive. [n di versi casi ci che ci pervenuto
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un racconro, una stori ell a O un semplice aneddoto, Frutto dell a seco
lare volgarizzazione e folcl orizzazione degli antichi miti.
Quelle popolazioni la cui cul tura e la cui reli gione sono state sogget
te a un Fe nomeno di sincretismo con reli gioni esterne, quali il cri
st ianesimo, l'islamismo, il buddhismo, hanno elaborato e adattato la
loro mi tologia attraverso un processo di sovrapposizioni e di compa
razioni simboli che, che si riAettono anche sui Illiri d'origine delle
pi ante psicoanive. Ad esernpi o, in alcune versioni del mico d'origine
del l'uso del peyote tra gli Indi ani del Nord America, non pill lo
Spirito del Peyore, bens Ges Cristo, che si ri vela all'indiano per
indicargli la sacra radice.
Come ri cercatore nel campo di indagine muhidisciplinare dell ' uti
lizzo umano dei vegetali psic03nivi, e senza pretesa di usurpare cam
pi di ricerca pertinenti agli studiosi specialisti della mitologia, del
l' antropologia e del la sto ri a delle religioni, CO I1 il presente lavoro ho
inteso ordinare e offrire un insieme di materi ali mitologici - la mag
gior parre inedi ta in Italia - ritenendo uti le, o per lo meno soggett i
vamente interessante, il fatro di potere leggere, uno di segu.ico all 'al
tro, i racconti sulle origini del la marijuana, del tabacco, del peyote,
dell ' amanita ffiuscaria, del1a mandragora, ecc. Accanto a una pi estesa
presentazione dei mi ti riguardantj le pi ante allucinogene (enteogeni) ,
ho riportato alcuni miti relatIvi al1e piante eccitanti e all e piante
dall e quali si ri cavano bevande alcooli che.
YAJ
(AYAH UASCA)
Lo yaj, aln i menti noto come ayahU'llSco, caopil natem, il pi im
portante al lucinogeno della foresta amazzoni ca. Il suo impiego per
scopi rel igiosi e magico-rerapeucici anualmenre diffuso presso la
maggior parte dell e [[ibll che occupano l'area di foresta t ropicale
distribuita fra PertI, Ecuador, Colo mbia e Brasile. Le sue origini si
perd ono nel lungo neo liri co tropi cale: la document az io ne
archeol ogica ne avrebbe evidenziata un'anti chit di 5000 anni. ]
Lo ynj si presenta come una beva nda o ttenuta dall a prolungata cot
tura di una liana della famigli a dell e Malpighi aceae - Banisteriopsis
caapi (Spr. ex Griseb. ) Morton - assieme all e fogli e di un arbusto
P'ychotria vi/idis Rui z & Pavon, deUa fa miglia dell e Rubiaceae. Una
peculi ari t d i questo allucinoge no consiste nel la necessa ri a
compresenza di nrrambi i tipi di vegetaJi affinch si mani fes ti l' ef
fetto visionario. Frequentemente, all a bevanda-base vengono aggiunti
altri ingredienti vegetali che influiscono sull 'effetto alluci nogeno,
offrendo una serie di esperi enze psichiche t radizionalmente ben col
laudata.
Dai tempi di Ri chard Spruce (l85 1), il botanico che per p ri mo, fra
gli europei, entr a contatto con questa beva nda e ne descrisse gli usi
e le propri et, numerosi antropologi ed etnografi hanno osservato le
trib amazzoni che che fa nno LI SO dello yaj, descrivendone i ri t i e
riporta ndo un ricco materi ale mitologico. L USO dell a beva nda tra
dizionalmente legato aUe prat iche sciamani che, e anche nell' ut ilizzo
collettivo, la distribuzione dell o yaj sotto il diretto controll o del lo
sciamano. Lo yaj viene bevuto all o scopo di raggiungere il mondo
sovrannaturale e contattare gli spiriti della foresta, ottenere poteri
sovrannaturali, o anche curare le frequent i vitt ime di malefi ci. Q ue
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st\dtimo tipo di cura si basa sull'individuazione e sull a rimozione
dal corpo del paziente di particol ari oggetti magici (quali le "frecce
magiche", virotes), che rappresentano le armi invisibili pitl temute
degli stregoni e dei fattucch ieri . Presso molte trib amazzoniche le
esperi enze visionarie ottenute con lo yaj rappresentano una fonte di
informazioni d' importanza primaria per l' interpretazione della real
r e degli accadimenti dell a vira.
I temi pitl comuni dell e visioni indotte dalla bevanda riguardano,
per gli indios, anaconde, altri renili , e di versi animali, in parti colare
il giaguaro. Il rettile rappresenta la liana dello yaj, e il suo simboli
smo raggi unge le immagini e gl i eventi che possono essere oggetto di
una "renilif cazione": dalla complessa rete tluvi ale della foresta sino
all' ar[o del vomitare, frequente sintomo fi siologico conseguente
all ' ingestione della bevanda, interpretato come la fuoriuscita di un
serpente dal corpo del consumatore, atuaverso la bocca. Il giaguaro
il tipico animale nel quale si trasforma lo sciamano. Una comune
es peri enza riguarda la separazione dell'anima dal corpo dell o
sciamano, con conseguente sensazione di "volare"; anche la sensa
zione di vedere spiriti e di vini t, cos come quella di poter vedere
luoghi e persone distant i, o i responsabili dell'invio di malatti e attra
verso pratiche srregoni che, Fa nno parre del le comuni esperienze vis
sute dagli sciamani.
2
Verificaro il ruolo centrale assun ro da questa bevanda nelle credenze
e nell'interprerazione del mondo di queste popolazioni, v' da pre
supporre l'esistenza di miti relativi all a sua ori gi ne specifici e ben
srrut[lJraci .
Il seguente mito Staro raccolto da Reichel-Dolmatoff presso i Tukano
della regione del Vaups, nell' estrema zona Sud-Est della Colombia,
ai confini con il Brasil e. G li event i narrari sono riferiti al1 'epoca della
comparsa dei primi uomini sull a terra. Nel mi to, Ipanor il luogo
Qve i primi indi ani del fiume Vaups di scesero dal cielo, portati da
una canoa a forma di anaconda. La Casa delle Acque il luogo in cui
fu eretta dagli uomini la prima capanna (ma/oca):
I p rimi uomini si erano riuniti nella Casa delle Acque. situata in
UrlO macchia proprio sotto lpanor. suLfiume Vaups inferiore. e sta
vano preparando cashiri.
3
Stavano cercando una bevanda, una po
zione intossicante cbe li avrebbe portati oltre gli stretti confini del
lesperienza di ogni giorno, per cui stavano preparando differenti
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tipi di birra fermentata. Il Padre-Sole aveva promesso loro una be
vanda miracolosa; alleVa detto foro che stavano per riceverla come
supremo dono che avrebbe per sempre legato la gente di questa terra
con i poteri splendenti delle forze celesti, Gli uomini erano in aspet
tativa; si erano riuniti per ricevere ilfovore esaltato, e, attendendolo,
bevevano e cantavano nella Casa delle Acque.
Una donna era fra loro, /4 prima donna deLfa Creazione, e mentre
L'eccitazione degli uomini aumentava e la CIIJtl inizwll Il riempirsi
delle voci e dei movimenti deL/a folla, essa si mosse inosservata e usc.
La donna portava un bambino (nel grembo). Quando il Padre-Sole
la cre nella Casa delle Acque, egli aveva ingravidato il corpo di lei
attraverso gli o c d ) J ~ ' guardando ii suo splendore si ingravid,4 e ora
stava per partorire, per cui lasci la casa e cammin nel buio della
foresta. Mentre gli uomini continuavano a cantare, lei diede vita a
un bambino, un bambino che stava per diventare lo yaj, la liana
lltl.rcotictl., un bambino sttperumano che era nato in un accecante
bagliore di luce. La donna - Donna Yaj era il suo nome - tagli ii
cordone ombelicaie, quindi prese aicune foglie rOHO-SCU,.e della pian
ta carayur5, e inizi a strofinare con queste il corpo del bambino.
Di seguito, prese una manciata di foglie di rooka
6
, che sono verdi
sulla superficie superiore ma rosse brillanti su quella inferiore, e nuo
vamente sfreg con queste il corpo de! bambino. E mentre stava
sfi-egando e pulendo il bambino, diede forma al suo piccolo corpo. la
sua testa, le sue braccia e le sue gambe, una per una.
Quando il bambino fo luminoso e risplendente, lo presefi" ie brac
cia e torn verso la Casa aelle Acque. Cammin per tutta la notte, fa
via le era mostrata dalla lllce emanata dal corpo del bambino. Quando
giunse alla fine del sentiero, di fronte alla casa, si reggeva ancora in
piedi. ALl'interno gli uomini erano seduti e ora, improvvisamente, si
sentirono paraliZZdti e agitati. Non era dovuto alla bevanda che
avevano bevuto; era p er qua!cos'altro, ma nessuno sapeva cosa fosse.
Si sentivano storditi e intorpiditi, e stavano tutti guardando attra
verso la porta la donna che si ergeva in piedi al tetmine del sentiero,
di fronte alla casa. Lentamente, la Donna Yaj cammin verso la
casa ed entr, Tenendo il bambino fra le sue braccia si dispose neL
mezzo deLla grande stanza, ave era collocato un paniere con orna
menti di piume, vicino al focolare, e qui si ferm. Gli uomini la
guardavano e si sentivano impallidire; la luce brillante e la vista deL
bambino rosso sangue stava causando ioro la perdita dei sensi. Si
sentivano come se stessero affogando in acque vorticose.
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La donna si guard attorno e chiese: "Chi il padre di questo bam
Un uomo che le era seduto vicino disse: "Sono io suo padre.":
Togliendosi uno dei suoi orecchini di rame, lo ruppe a met per il
lato della sua lungheZZll e, affirrando il bambino, tagli via un pez
zo del cordone ombelicale con la lama affikrta dell'orecchino. Un
altro uomo si alz ed esclam: ''Sono io il padre del bamb10
1
" e
strapp via la gamba destl'll del bambino. Quindi tutti gli uomini si
alzarono e urlarono: ''Siamo t1lttipadri del bambino'; e si precipita
rono suL corpo dell'infante e lo ridussero a pezzi. Ciascun uomo ne
strapp una parte e se lo tenne per se, fino a che nulla j lasciato.
E da allora, ogni trib, ogni gruppo di uomini, ebbe kr sua propria
liana narcotica?
Lo stesso aveva raccolto, aJcuni anni prima, una
versione del medesimo miro presso i Desana, una trib appartenen
te alla medesi ma farniglia lingui stica rukanoide, stanziata lungo il
ramo colombiano del Rio Papur. In questa versione, l'avvento dello
yaj presso gli uomini coll ocato pi espli ciramente "al principio del
tempo". Presso le rribTukano, un motivo comune ri guarda l' arrivo
dei primi uomini sulla terra, po n ati da una grande canoa celeste a
forma di anaconda: la Canoa-Anaconda, che viva ed guidata da
Pamurl- mahse, il "germinawre", un essere sovrannaturale, diretta
emanazione del Padre-Sole (Panl1lri sign ifi ca "fermentare") . Mentre
la canoa risaliva i fiumi per diffondere su tutta la terra la razza uma
na, apparve Donna Yaj.
L'origine dell o yajviene quindi posta in su etra relazione temporale
con }' origine degli uomini: dopo essere stati depositati nella foresta
dall 'Anaconda cel este, e dopo aver cost rui to la prima maloca, giunge
innanzi a loro, come prima donna, la rnadre del lo yaj, e il primo
parto di una donna, 3vvenuro in questo mondo, riguarda non un
essere umano, bens la sacra liana.
Secondo un al[J'o mito
9
della medes ima regione del Vaups
colo mbiano, i primi abitanti della terra gi unsero dalla Via Lauea in
una canoa trascinata da una anaconda che trasportava un uomo, una
donna e tre pi ante. tune dotate di effetti inebriaJHi : cflSsavo) coca e
canpi (yaje).
Ogni sciamano Tukano (pay!) possiede particolari oggetti, conside
rati basilari strumen ti magi c.i della sua professione. Fra questi si
annoverano degli orecchini di rame, che il pay orriene direttamente
dal Tuono - una di vini t in relazione con lo spirito del giaguaro
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durante il suo apprendistato. E' il Tuono stesso che indossa questi
monili , utilizzandoli per produrre il fulmine. IO Il fatto che strumenti
magici peculiari del pay vengano, nel miro, portati e utilizzati dai
primi uomini per fare a pezzi il Bambino Yaj, fa supporre che questi
primi uomini fossero contemporaneamente i primi sciamani. Anche
la preparazione e la ri cerca di bevande inebrianti competenza degli
sciaman i, e in un altro miro Desana
ll
si specifica che Pamurl-mahse,
il "germinatore" del genere umano, era un pay, allo stesso modo del
Padre-Sole.
Nella versione Desana si riporta che gli avi di tutti i gruppi dei Tukano
si erano riuniti nell a Casa delle Acque per ricevere il rampi cante yaj.
di Bambino Yaj fu parrorico mentre gl i uomini cercavano un modo
di inrossicarsi),.l2 Analogamente, nella versione Tukano esiste un espli
cito riferimento al fatto che i primi uomini che vennero a contatto
con lo yaj lo stavano cercando e attendendo, secondo quanto aveva
comuni cato loro lo stesso Padre-Sole. L'elemento d i anticipata con
sapevolezza del sopraggiungere del nuovo vegetale sacro e della sua
ricerca, si presenta solo in quesro mito, fra tutti i miti di origine dell e
diverse piante qui prese in considerazione.
Il 111iro riporta che gli uomini cos riuniti , alla ricerca della bevanda
promessa dal Padre-Sole, stavano realizzando ca,hiri e "differenti tipi
di birra fermentata"; ci potrebbe essere un indizio di una pi antica
presenza delle bevande fermemate ri spetto a quella dello yaj. Va
tuttavia osservaro, che lo stato di stupore in cui si ritrovano gli uo
mini non causaro dall e bevute di cashiri - come viene esplicitato
nel testo - bens dovutC> aUa presenza del bambi no-yaj o, nella
versione Desana, tale stupore si manifestaro dal momento stesso
della sua nascita.
Come ha giustamente posto in rili evo Reichel-Dolmatoff," il sacri
fi cio finale del bambino-yaj, compiuto dai primi uomini mentre si
trovavano in uno statO di stupore e di agitazione - "uno sraro di
transe narcotica"14 - riveste il mito di un [Ono dioni siaco.
La versione Desana di questa parte del miro, che ini zia col rientco
della Donna Yaj nella maloca dopo aver partorito, offre ul(eriori e
in teressanti particolari:
La donna si era portata al centro della maloca. Vi erano una scatola
di copricapi fotti con piume e un focolare. Quando entr, soltanto
uno degli uomini aveva tenuto la testa ti posto e non SI: era stordito.
Gli IImnini stavano bevendo quando la donna aveva avuto il bam
18
bino, e subito erano stati presi dallo stordnento. Prima si erano
sentiti afferrare dalle vertigini; poi era sop raggiunta una luce mssa,
ed essi vedevano colori rossi, il sangue del parto. Quindi essa era
entrata con il bambino, e quando aveva attraversato la porta, tutti
avevano perso i sensi. Solo uno di essi aveva resistito e aveva afferrato
il primo ramo di yaj. Fu in quel momento che il nostro avo ag
come un ladro; si tolse uno dei suoi orecchini di mme e Lo spezz in
due, e con la pane tagliente I ~ c i s e il cordone ombelicale. Ne tagli un
grosso pezzo. Questa La ragione per cui Lo yaj cresce a forma di
rampicante. Tutti strapparono brandelli del bambino (.r "
Da quesro brano risalta l'associazione esistente fra la liana dello yaj
e il cordone ombeli cale, dovuta all a rassomi gli anza nella form a, e
alle comuni valenze simboliche. Pi oltre si verifi cher anche "asso
ciazione simbolica fra la li ana-cordone ombeli cale e il serpente, un
animal e frequentemente citato nelle all ucinazioni indotte dall o yaj.
Il tema centrale delle differenti versio ni di questo mito suscerribil e
di interpretazioni di natura sessual e. Fra i Tukano, la grande casa
comune, la maLoca, rappresenta un utero; la porta della casa simbo
leggia una vagina; anche la scatola nell a quale sono contenuti gli
ornamenti di piume legata a un simbolismo femminil e, poich le
stesse piume di uccelli , specifici ornamenti per gli uomini, vengono
interpretati come loro "fertilizzanti". La scena della Donna-Yaj che
entra nell a porta-vagina e penetra nell a casa-utero, in mezw all o
stordimento degli uomini, equivarrebbe, quindi , a un atto sessua,le.
Lo stto emotivo-visionario indotto dall'assunzione dello yaje quello
del mornento del coito vengono considerati dai Tukano equi vaIenrj;
un'equival enza che si rispecchi a nell'affinit tra le rispettive parole
che li des ignano. L6
In un'altra versione del medesimo mito Tukano, il Bambino-Yaj
sopravvisse e si trasform in un anziano, che custodiva gelosamente
il segreto dell'azione allucinogena: le Da questo vecchio formarono il
seme, poich fu il possessore dello yaj. li desidetio di possedere que
Sto pene port alla cteazione del seme. Il vecchio era un dono dello
yaj, cio, il dono dell 'atto sessuale. Essi erano i fi gli ed egli eta il
padre)). l In questa variante del miro viene maggiormente espli citata
l'idemir fra lo yaj e il membro viril e, analogamente a quell a esi
stente tra gli effetti allucinatori dell a li ana e l'atto sessuale.
Un payDesana, commentando alcuni passi del mito d'ori gine dello
yaj - in particolare le motivazioni che avrebbero ponaro il Padre
19
Sole a donare la sacra bevanda agli uomini - fornisce una spiegazione
che ci ill umina sul rapporto fra l'uomo e i suoi allucinogeni presso
questa popolazione:
Era la luce gialla. Le persone erano come animali; essi non sapevano
come usare la Luce gialla. lL Padre SoLe doveva insegnare Loro come
usarla (.) L'umanit aveva bisogno di un mezzo di comunicazione;
era per questo motivo che il Padre SoLe stava cercando Lo yaj" (.) EgLi
pens epens, fino a che trov iL giusto colore che le persone avrebbe
ro usato quando scelgono le Loro dOline. EgLi diede il coLore aLla gente;
diede Loro La Luce gialla. Diede Loro Lo yaj". E dando Lo yaj, diede
Loro la Loro vita, diede Loro Le regole con le quaLi avrebbero vissuto.
Una volta che ebbero yaj, essi trovarono i loro argomenti, le loro
conversazioni. Ora avevano trovato iL loro posto, anche se era in
mezzo ad affin"i ed errori. L seduti, nella Casa delle Acque, aveva
no trovato il/oro modo di vivere. 18
In un'altro passo relativo al mito di creazio ne, si ripon a che il Padre
Sole cre l'umanit quando ebbe r"intenzione gialla". Questa espres
sione si ri ferisce all'arra sessuaJe. li colore giall o per i Desana iJ
colore delrarro sessuale e, al contempo, per l'identificazione simbo
li ca fra questo e la beva nda, il colore del lo ya}." Q uesto passo espri
me un concetto basil are dell a cultura Desana e, pi in generale, delle
diverse popolazioni tr ibali che utili zzano lo ya}: questo allucinogeno
la fonte del l"'lIrnanizzazione" dell' uomo, promomre del processo
di accul turazione umana. .
Anche fra i Desana che vivono lungo la parte brasiliana del Rio Vaups
- separati da quelli dell a regione colombiana, oltre che dal confine
po li tico. dall 'insediamento di un gruppo di Indiani \X1itoro, di lin
gua e cul tura tup - conosciuta una versione del mi ro di origine del
caapi, inserita in una lunga cosmogonia. che ai uta a comprendere
meglio il rapporto e la simultaneit tra gli eventj relativi al parto del
Cflllpi da pane di una donna o ri ginaria. e gli uomi ni testimoni
inrerarti vi di questa nascita sovrannaturale. Proni pote del Mondo,
generato da Bisnonna del Mondo (il primo essere aU[Qcrearosj dal
nulla), il Creatore del Mondo; Bolka il primo uomo, il primo
sciamano e il capo deUa scirpe dei Desana. La Grande Casa del Ma
estro di CantO considerata la casa pi imporrante (la trentesima)
fra le sessantanove Case success ivamente visitate dal1a lunga [fama
cosmogonica. Gahapf una vari ante locale di Caapi:
20
Quando Pronipote del Mondo giunse alla Crande Casa del Maestro
di Canto, insieme al fi"{/tello Bolka, Uomo dell'Universo, nacque
l'E'sere Misterioso chiamato Cahapi Mahsan, Persona di Cahapi.
Ecco come avvenne.
Creatore del i\1onclo e Boika fleero un rito con sigaro [di tabacco} e
ipadu {coca'O} per le due prime donne che Terzo Tuono, Serpente
Trasformatore, aveva creato da! loro vomito. Una di esse mastic
ipadu, l'altra jm sigaro. Quella che mastic j padu partor, e nac
quero da questo parto gli uccelfi ara e japll e altri tlcceili ancora, dai
colori variopinti. Fu cos p ossibile Il tutti avere gli ornamenti di piu
me,
La donna chefirm sigaro partor, e da questo parto nacque Persona
di Cahap/' nel giorno in cui il Creatore distribul i linguaggi alle
varie trib. Quando avvert le doglie, le sue garnbe cominciarono a
tremare e ii suo tremito si trasmise alle gambe degli uomini che si
trovavano nella Crande Casa deliVaestro di Canto. Quando poi
ebbe il sussulto del parto, questo si comunic anche aLl'umanit, che
era nella Grande Casa. Per riscaldarsi attizz ilfuoco, il cui caiore si
trasmise uguaLmente a tutta l'umanit.
Essa colloc sul suolo su cui doveva cadere il nascituJ'o degli intrecci
di afllma di differenti colori: stuoia di arllma-ranocchio di foresta;
stuoia di arllma-manioca grattugiata; stuoia di aruma -pioggia; scuoia
di aruma-serpente. La visione della molteplicit dei colori di quegli
intrecci penetr negli occhi deli'umanit, che si trovava nella Gran
de Casa del Maestro di Canto. Mentre bevevano caapi", il baia, il
kllllu e j danzatori videro i disegni sulle stuoie intrecciate che erano
apparse magicamente quando nacque Persona di Cahapi. Il kumu
proclamava I1d alta voce, uno per lino, il nOl'ne dei disegni, affinch
fossero ricordati. Tali nomi erano: quarti di beij u, ginocchio di fan
tasma, picciolo di peperoncino, losanga, ramo d'albero.
Prima che Persona di Cahapi nascesse, la madre perdette sangue. Il
rosso di quel sangue impregn gli occhi dell'umanit. Dopo la nasci
ta del bambino, la madre recise il cordone ombelicale. Nella visione
che gli uomini ebbero, il cordone apparve come piccoli serpenti. Poi
la madre and a lavare Ilfiglio, che a contatto con l'acqua rabbrivi
d di freddo. Anche questo tremito raggiunse gli uomi"i,
Subito dopo dipime il volto del bambi>lo con il colol'e estratto dalle
foglie della liana carajuru e con argilla bianca, rossa e gialla. Cii
uomini, stimoLttti dal caapl, videro in visione i colori della pittura
del volto del bambino.
21
Successivamente, la madre introdusse iL figLio nella maloca dove si
trovava l'umanit, cio nella Grande Casa del Maestro di Canto.
Quando Persona di Gahapl entr nella maloca, le visioni erano cos
numerose che nessuno riusciva pi a vedere. anzi non riuscivano
neppure a riconoscersi tra 10ro.
12
Segue la scena sacrificale dello smembramento del bambino-yaj da
pan e degli uomini presenti nel la maloca.
Le diverse trib del gruppo linguistico tukano hanno creato un par
ticolare sistema di classificazione delle immagini percepite durante
lo stato allucinatorio indotto dallo yaj. Esse distinguono quelle per
cepite durante il primo stadio dell' effettO, chiamate t'lOmri ("dipin
gere con punti colorat i") , caratteri zzate da forme geometriche sem
plici, da quell e percepite durante un se,eondo stadio. chiamate tere,
caratterizzate da forme geometriche pi compl esse (griglie, linee a
zig-zag. ondulate. ecc.), sino a quelle percepite in uno stadi o ancora
pi avanzato dell'effetto allucinatorio, costituite da immagini fi gu
rati ve e pittoriche, interpretate dagli indi os per lo pi come scene
mi tologiche. Dalle immagini no,!,-ri e tere, fra le quali rientrano quel le
cicate nel mito sopra riportato. influenzata non solo rutta rarte
tukano, ma anche il loro sistema classifi catorio e relazional e del
mondo esterno.
23
Cinstaneabil e Reiehel-Dolmatoff pubbli c la versione Desana di un
differente mito di origine dello yaj, in associazione a quello dell a
pianta della coca, nel quale il tema dei parto divino continua a gioca
re un ruolo central e. In questo caso, la portatri ce sovrannatural e del
lo yaj una delle fglie di Val-mahse, il Signore degli Animali . Vh6
una polvere da futo all ucinogena ricavata dai bacelli di piante del
la famigli a delle leguminose:"
11 Sole aveva la polvere vih6 nel SitO ombelico, ma una figlia di Val
mahs!!possedeva la pianta yaj. Era gravida, e con le doglie delparto
and sulla spiaggia e ~ stesa al suolo, si contorceva nel dolore. Ut'la
vecchia donna Desana volle aiutarla e afferr fa sua mano, ma La
figlia di Va-mahse si contorse cos duramente che ella ruppe il suo
dito, e la vecchia donna lo prese. Mise il dito nella sua maloca, ma
un giovane uomo lo rub e lo piant. La pianta yaj origin da
questo dito. La stessa cosa successe con un'altra figlia di Vai-mahse.
Quando ebbe le doglie del parto, si contorse sdraiata sulla spiaggia, e
una vecchia donna giunse in suo aiuto. Afferr fa sua mano e ruppe
22
una delle dita della '''gazza e lo seppell. La pianta di coca origin
da questo dito."
La continuazione del racconto non spi ega cosa accada in seguito alle
fi gli e di Va -mahse, in tal modo mutil ate, e ai loro figli , ma v' da
supporre che i figli siano considerati oggeni del sacrificio attraverso
cui avviene la trasformazione in pianta. L'informatore Desana del
racconto precedente fece un breve riferimento a un mito in cui sono
coinvolte le dira delle mani e le droghe allucinogene: queste ultime
"furono rubate, in forma di un dito o di un fallo, da aquile che le
porrarono nella Via Lattea26 (nella cosmovisione dei Tukano la Via
Lanea la dimora delle allucinazioni e delle visioni). In un altro
mito Desana riportato che "l'aquila rub il dito della pianra dell a
coca e lo mangi fi no a che non ne fu 5atollo.27
Rirroviamo il simbolismo delle dita in un mito d'ori gine dello yaj
degli Indiani Wiroto - gruppo emico disperso fra i fiumi tributari
del Rio delle Amazzoni , in particolare a occidente del porto di Lerlcia
- inserito nel racconto noto come "storia di Unamaray" . Questo
eroe cultural e scopr le propriet dello yaj mentre studi ava le virtll
delle diverse li ane della foresta: "Afferr la liana dello yaj per il suo
apice, che non era altro che il dito indice del dio della saggezza,
Unamara". 28
Fra i miri cosmogoni ci dei Tariana, una trib Tukano che abita in
una zona vicino a quella dei Desana e dei Tukano veri e propri , lun
, go il corso del Rio Papur', presente un mito di origine del caapi,
inserito in un pi articolato racconto della creazione.
29
Agli inizi dei
tempi, Coadidop, una fanciul la giovane e vergine, viveva sola nello
spazio vUOto. Con il fumo di tabacco, impregnatO dellarre del suo
seno, cre un uomo, il Tuono, e gli impart il compito di creare altri
uomini. Per prima cosa, questo primo uomo-Tuono cre altri tre
fratell i Tuoni. Coadidop, da parte sua, e sempre con l'ausilio del
tabacco e del latte dei suoi seni , cre due ragazze vergini , due sorelle,
Caiaro e Paramano. 11 raccomo prosegue con la descrizione della
creazione della terra e dell ' istituzione dei ri tuali femminili del pas
saggio dall a pubert all ' adolescenza. A un certo punto, i Tuoni , dopo
aver fallito nel tentativo di autoingravidarsi , invitarono le due sorelle
a un incontro festoso, durante il qual e esse vennero magi camente
ingravidate, con l'apparente assenza dei Tuoni , mentre mangiavano,
l'una l' abi!,30 e l'altra ipad. Caiaro - apparentemente la sorella che
,
23
aveva mangiato abiL - diede all a luce un bambino tutto pieno di
buchi, J lIrlipar , un noro eroe cui turale delle tri b tu kanoidi , Ill entre
Paramano, che aveva mangiato ipad (coca), diede all a luce il caapi:
Era iL tempo in cui Daxsea, Vanana, Pir-tapuya, Aropao. 7ityuca
31
arrivavano in[Olmo di pesci, risaLendo iLfiume (noi Tariana siamo
stati creati diversamente). Un serpente era la Loro canoa. Avvicina
rono fa canoa alla riva e scesero; i pesci diventarono gente.
Essi videro l'altra delle due sorelle (Paramano) che stava riposando, e
dissero: "Questa deve avere un !lfiglio delid prima sorella
Uurupar) fu allevato ,u,i Tuoni, ilfiglio della seconda da questa
gente, e fu il padre del caapi. Da lui focero il caapi. TImi bevvero il
caapi creato da quel fondullo. "
Incontriamo ancora una volta il tema del sacrif cio di un bambino
"sovrannatural e", mediante il qual e il genere umano otti ene la pian
ta sacra. Secondo un differente racconto Tariana,33 ]urupar stesso
a fare do no del caapi agli uomini , poco prima di scomparire
definiti vamente dalla loro vista: il caapi sarebbe il suo sangue.
Nell a pur ricca mi rologia delle diverse rrib Shuar dell 'Ecuador, che
utili zzano la medesima bevanda, da essi denominata natem, non sem
bra siano presenti veri e propri miti d'ori gine dell'allucinogeno, ad
eccezione, forse, di un "mi to cL Natem" riportato da Plutarco Naranjo,
raccolto [fa i Ji varo.
34
Il racconto tratta d i un uomo molro saggio e
veggente, una specie di eroe culturale, chiamato Natem, il guai e,
dopo avere insegnato all a sua trib [a maniera di cacciare gli animali
e di curare i malat i, divenuto ormai vecchi o ed essendo in procinto
di lasciare questa terra, fece s che il suo spiri to si reincarnasse nella
pianta del natem, affinch gli uomini avessero ancora la possibilit di
incontrarlo (sotto l'effetto visionari o) e di chi edergli dei consigli .
Appaiono (facce di un mito d'origine della liana al lucinogena in un
odierno testo didattico Shuar, dedicato alla corretta preparazi one e
uti lizw dell a bevanda
3
' . Un cacciatore dei tempi antichi , nel tacco
gli ere liane e altre piante dall e quali ricavare il veleno per le frecce,
raccolse un gio rno la sacra liana e la porr a casa. Durante la notte
ebbe un sogno rivelatore del le propri et visionarie e curative di quel
la liana.
Presso le popolazioni urbane met icce dell'Amazzonia Peruviana, l' uso
dell a bevanda al lucinogena - qui denominata ayahuasca - srrena
24
mente finali zzato all a diagnosi e alla cura delle malatt ie. Le sedute
terapeut iche sono guidate dal vegetalista, lo sciamano conoscitore
dell e erbe e dell e loro propriet. Lormai secolare influenza dell e mis
sioni catroli che ha ponatO, presso queste popolazioni , un ceno gra
do di sincretismo col cri stianesimo riguardo il simbolismo e l' inter
pretazione dell' esperienza visionaria.
36
Luis Eduardo Luna ha ri portato un mi ro d'origine delI' ayahuasca
raccontato da Pablo Amar ingo, un ex-vegetalista di Pucallpa (Dipar
timenro dell'Ucayalli), noto per i suoi dipinri influenzati dall 'espe
rienza visionaria indotta dalla bevanda:
Questo ci che vidi in una visione che quasi mi uccise. Posso atte
stare che fra le pi remote trib del Per, ve n' una chiamata Shiris,
di gra'ndi guerrieri. Fra loro v'era un re chiamato Sillchihuyacui, il
quale, dopo essere stato sconfitto da unaltra trib, giunse, affianto
dal dolore, in un giardirlO ove egli aveva piantato diversi alberi. L
egli mor, e venne seppellito nei dintorni.
Alcuni anni pi tardi, egli apparve in sogno a sua moglie, "egina
Gaamacuina, e le chiese di andare presso la sua tomba con alcune
deLLe sue principesse, portando con se il suo scudo, La sua lancia, la
sua mazza di bronzi) da guerra e la sua fionda, la zucca dalla quale
era solito bere, e il SItO vaso per la chi cha {birra di mais]. Le diede
quindi alcune istruzioni riguardo La pianta che era cresciuta sulla
sua tomba.
La regina fece come indicato, e mentre stava lasciando Le armi del
marito vicino alla tomba, vide con gran terrore che egli emergeva
dJ2ILa tomba, col suo corpo brii/ante e radiante di luce, portante una
mazza da guerra d'oro fra le mani. La regina e le sue compagne
stramazzarono al suolo inorridite, in faccia al terreno, incapaci di
guardare direttamente il re. Una di loro inizi a urlare: "Ayaruna/!
Reimi.'! Ayaruna/!':
IL re disse: "lVon abbiate paura, sumac huarmi ci tas. Ascoltate le mie
parole, affinch in futuro siate in grado cii comu,nicare con me. Mo
rii triste e amareggiato a causa di unl1 sconfitta che non fui in grado
di prevedere. Ogni volta che lo desiderate, potete ricevere buoni con
sigli e conoscenza su altri mondi. Ho fotto crescere una pianta filoii
dai miei capelli. Questa liana cresciuta e si arrampicata all'albe
ro vicino alla mia tomba, e li fiorita, producendo semi. Da questa
37
pianta prenderete delle fette, e la chiamerete ayahuasca. Ecco per
ch le canzonP8 che questa pianta insegna sono tristi e mejanconiche,
25
come sefossero suonate su arpe e quenas. 39 E dovete mescolar/a con fa
pianta chiamata chacru na
40
che sta crescendo vicino ai miei piedi.
Con l'aiuto di queste due piante sarete in grado di vedere colori fon
tastici e suoni, e sarete in grado di sviluppare la vostra psiche e acqui
sire profonda conoscenza dnlfe eu/t/tre det passato".41
Siamo ben lontani dalla ricchezza simboli ca e dall'o ri ginalit dei miti
precedenti; inoltre, dell 'origine sovrannaturale dell a sacra pianta,
collocata in itlud tempore, ai tempi dell e origini dell'umanit, non
v' pi traccia.
Uno degli informatori mes,izo di Luna afferm che fra gli Zaparo
del l' Ecuado r amazwnico si ri teneva che la liana dell 'ayahuasca creb
be dall a carne e dall e ossa di un uomo ucciso da suo fra ,elio; dal suo
corpo si form la pianta ehacruna.
42
Citi amo, ancora, un miro d'origine dell 'uso della beva nda, registra
ro nel 1948 daAlfred Mtraux presso la piccola trib dei Cashinahua,
stanziata lungo il Rio Curanj a, nel Per sud-orientale:
Le propriet into55icanti delfhoni (ayahusca) fitrono rivelate agli
uomini da uno spirito flmminile delt'acqua. Un uomo che aveva
o55ervato le SIle [dello spirito dell'acqua} relazioni intime con il tapiro,
riusc a catturarla. Essa lo port sott'acqua e gli diede un decotto di
honi, che provoc strani turbamenti in lui, ma anche g/i foce vedere
visioni meravigliose. 7rn in questo mondo e rivel il segreto agli
uomini deLla trib. Fu inghiottito successivamente da numerosi ser
penti, ma gli rimase ancora il tempo per insegnare agli (altri) uomi
ni come usare layahuasca.
43
'
Pi recentemente, A. Marcel
44
ha riportatO un' estesa versione di questo
miro, il cui nucleo non si di scosta dall a precedente.
Anche presso i Pi aroa del Venezuela del Sud la sacra bevanda, chia
mara da'dii, viene offerra all'eroe cultural eWahari da un serpente
gigante, Ohuoda'e, suo antenato sovrannatural e.
45
26
PEYOTE
Il peyote' un piccolo cactus che vive nell e zone deserti che del Mes
sico settentri onal e e degli adiacenti territori degli Stati Uniti. Le po
polazioni che vissero e si susseguirono per diversi mill enni Sli questo
territorio, hanno f<! no un largo impi ego di quesco all ucinogeno, per
scopi magici. religiosi e rerapeuti ci.
1 dati archeologici hanno confermato un interesse dell 'uomo nei con
fromi del peyote della durata di almeno 3000 anni, ovvero risalente
all e epoche preistoriche della formazione dell e culture messicane.
Nei vasellami e nell 'arte plastica di queste culrure. non mancano
rappresentazioni esplicite del peyote, inserite in scene a carattere re
ligioso. ' Ai tempi della Conquista, i primi cronisri spagnoli riporta
rono l'uso del peyod presso i Chichimechi e i Tolrechi, e, nonostante
i tentativi dei colonizzato ri spagnoli d_i reprimere questa usanza fra
gli indigeni , l' uso del peyore per scopi magico-reli giosi venne prati
caro e tramandato segretamente sino ai nosui giorni.
Attualmente, l'uso del peyote viene liberamente praticaw da un cer
to numero di tribll messicane, in particolare da Huichol , Tarahufl1ara
e Cora.
Nella seconda met dd secolo scorso, alcune trib di Indiani del
Nord Ameri ca, a seguito di ripetute scorreri e nel Messico settenuio
nai e, ebbero l'opportunit di conoscere le propriet meravigliose del
cactus, e lo adottarono come sacramento nell 'ambito dei propri riti
religiosi. Fu cos che il peyote si diffuse presso le trib degli Indi ani
nordamericani, in particolare quelli delle grandi pianure, dando vita
a un esteSO movimento pan-Indiano di rinnovata identit culturale e
di identifi cazione razziale, rappresentato dalla Native American
Chu rch: una religione sincreti ca con il Cristianesimo, nella quale il
peyote, iden tifcato con il C risto Rosso, ricopre il ruolo di sacra
mento e di fattore salvif co.
Gli Huichol abitano nella Sierra Madre, nello stato messicano di
27'
Nayarit, un territorio nel quale il peyote non cresce. Per procurarse
lo, gruppi di indi ani affrontano ogni anno una lunga marcia, attra
verso un percorso di ci rca trecento mi gli a, fino a raggiungere il de
serro di San Lui s PotoS!, nei dintorni di Real de Catorce, sede dell a
mitica Wirikuta, ove dimorano gli spiriti, i kakauyarixi, i G randi
An tenati. Qui l' hikuri - il nome huichol del peyote - appare agli
indiani come l'Anziano Fratell o Cervo, la cui cartura e consumazio
ne permette di trovare la propria vita". I primi cactus incontrati
vengono ritualmente "cacciati" e consumati sul luogo; segue la rac
colta massiva del peyote, in scorte suff cienti a soddisfare l'uso an
nual e della uib. Infne, dopo le dovute offerte e cerimonie di rin
graziamento e di saluto agli spi riti del posto, il gruppo di pell egrini
riprende la strada del ritorno.
Il pellegrinaggio a Wiriktlta la manifestazione ' pi sacra nel cicl o
dell e cerimonie reli giose huichol, ed considerato come un viaggio
ini zi atico, che ogni indiano peyot ista aspira a eseguire almeno una
volta durante la sua vita. Gl i sciamani della trib - i l'nara'ak me
acquistano i pieni poteri della professione solo dopo avere completa
to il quinto pellegrinaggio. '
Parl ando di Wi rikllta, lo sciamano Ramon Silva di ceva all a sua
interlocutri ce, Barbara MyerhofT: II Nostro Grande Padre pass di
qui nei Tempi Antichi; fu lui a metterl o [il peyme] qui, fu nei Tempi
Antichi che gli venne dato il suo nome, quando il Nost ro Grande
Padre pass di qui, quando Kauyumari pass di qui . E' un posto
molto bello,
11 peyote onnipresente nell cultura hllichol, e viene uti li zzato nei
piil d isparati contest i: per co muni care con gli dei , gli antenati e gli
spiriti dell a natura, per suonare, per controllare la pioggia, per cura
re, per benedire le persone, per localizzare il cervo durante le cacce
rituali , in occasione dell e elezioni dei rappresenranri governarivi
hllichol, e in molte altre occasioni . Lo stato visionario indotto dal
peyote anche fonte primaria di ispirazione della ricca arte prodotra
da questi indiani .
5
Gli Huichol identifcano il peyote con il cervo, e considerano la pianta
come il Padrone sovra nnatural e dell e Specie dei Cervi. Nei tempi
antichi, il mais - alimento basilare degli Hui chol, che praticano
un'agri coltura piuttosto primiti va - avrebbe avuto di peyote,
e mais, cervo e peyote, sono in una certa mani era la medesima enri
t: un "complesso" si mboli co che si coll oca alle radici dell ' intera cul
tll ra hui chol.
28
In un miw raccolm da C. Lumholtz agli inizi di questo secolo, si
afferma che:
L' hi ' kuli (peyote) e {hau'ts ima (acqua) sorsero dalla fonte di un
cervo. Fu un cervo (u n dio cervo) a lasciare le piante di hi ' kuli nella
sua impronta, la prima volta che apparve nella regione dove crescono
le piante, per poi mutare in un hi' kuli di grande dimensione, e fu in
quel momento che gli di sentirono per la prima volta gli effetti sti
molanti che produce l hi ' kuli. Questi [gli effetti} provenivano cM
una pozione magica, ricavata pestando in u.n mortaio corno di cer
vo, e non hi' kuli, mescolato con acqua.
6
E' qui espli cito il riferimento al peyote come cibo inebriante degli
dei.
Il motivo della nascita del cactus dall e orme lasci ate dal cervo pre
sence anche nel seguente mi m, dove il sacro cervo altro non che il
Fratello Maggiore, Tama'ts Palisi' ke, dio dei venti o dell 'arj a, il quaJe
era apparso agli indiani sotto forma di quesro animale (Bisno nno
Coda di Cervo una specie di "Signo re degli Animali", tgli o di
Tate'vali , la principal e divinit huichol del fuoco):
Molto tempo J, quando gli antenati degli Huichol giunsero per la
prima volta nel luogo dove attua/malte cresce l hi ' kuli , essi videro
un cervo che foce appenti cinque passi, e quindi spar. Quando si
avvicinarono alle orme [del cervo}, scoprirono che ciascuna era un
hi'kuli. In totale erano cinque, uno per ogni impronta.
Essi lanciarono frecce verso ciascun hi ' kti , senZll ferirlo, due in cima
a ciascuno, di modo che la parte posteriore di una delle frecce segna
!ava verso l 'est e l'altra verso l'ovest. lVel luogo ave il cervo era scom
parso, venne trovato un hi ' kuli di grandi dimensioni, che vennechia
mato Pa'li o Wapali. Dopo qualche tempo, estrassero le Fecce, e le
custodirono neffe foretre. Lasciarono solamente quelle che avevano
c01Jjccato sult h j' kuli ma&,oiore, come era stato ordinato loro da Bi
snonno Coda di Cervo. Quindi, si sedettero e mangiarono l hi ' kuli.
Tama'ts Pali'ke rest nel luogo ave era apparso per la prima volta
fhi ' kuli , e oggi lo sipu vedere in forma di altare. E' l'am principa
le, un grande hi ' kuli.
7
Ancora oggi gli Hui chol , nel loro pel legrinaggio a Wirikuta, sono
salici "cacciare" il cervo-peyote, eseguendo la medesima ceri monia
del le frecce, come indi cato nel mi to. In effetti, ad ogn i pellegrinag
29
gi, gli indiani rin novano il ricordo del la prima mi tica ricerca del
peyote da parte degli dei, e, da un preciso momento del tragitto in
po i, i pell egrini assumono l'identit di spiriti , poich solo in questo
stato possono ripetere le ancestrali gesta divine della caccia, del l'uc
cisione, e dell a raccolta del cervo-peyoce. Infart i, nei tempi miti ci, fu
Tatev.'ar, il Grande Sciamano Fuoco, Nostro Nonno, a guidare gli
dei all a ricerca del peyote:
Si racconta che il dio del fuoco venne presso di loro [gli dei} mentre
stavano seduti in circoLo in un tempio Huicl'01. e ognuno si lamenta
va di un disturbo diverso. Richiesto di rivelare quale era la causa dei
loro mali, il Grande Sciamano Fuoco rispose che essi sojJrivano per
ch non erano andati a cacciare il divino Cervo a Wirikuta, come
avevano fotto gli antichi avi, e cos erano privi dei poteri terapeutici
della sua carne miracolosa. Decisero di prendere ano e frecce e segui
re Tatewar verso la terra lontana del Cervo-Peyotl, alla ''ricerca del
la propria vita':s
Il motivo dei malan ni di cui soffrono gli dei e della loro guari gione,
med iante il sacro cactus, trova riscontro nell 'utilizzo del peyoce qua
le agente psicodiagnosti co, nel corso delle cerimoni e di cura guidate
dal mara'ak me. Dutante la sacra caccia nel paese di Wirikuta, gli
indiani colpi scono con le frecce il primo peyote che incontrano, iden
rificandolo con il cervo (personificazione del di o dei vent i Tama'ts
Palisi'ke) che appar ai loro anrenari, e dall e cui orme nacquero le
prime piante di perote. Le ltre piante che verranno in seguito rac
colte sono considerate germogliate dalle corna, dalla schi ena, dagli
zoccoli , e da altre parti del corpo del cervo-peyo[e ucciso,
L. Diguet - che scrisse, come Lumholrz, agli ini zi del ' 900 - raccolse
un differente mito huichol, nel quale il peyote viene fatto originare
da cocci di vasellame:
Quando il loro grande capo Majakuagy ["Coda di Daino'] ebbe
riunito fra le trib. Guachichile i suoi partigiani per andare a fonda
re il suo regno sui Luoghi poco accessibili e naturaLmente ben difesi
della sierra di Nayarit, egli e i suoi partigiani litrono raggiunti dagli
avversari deLle loro dottrine.
Vennero dispersi e vennero distrutti i loro utensili che servivano per
attingere l'acqua epreparare gli alimenti. Gli dei, volendo mostrarsi
compmsionevoli nei confionti delle sventure di quelli che erano ri
30
masti fedeli ai precetti del Legislatore, procurarorlo loro iL mezzo di
continuare la peregrinazione; per questo trasformarono i cocci degli
utensili in una pianta meravigliosa, che avrebbe permesso loro di
affrontare le marce p i penose attraverso il deserto, senza doversi
p,eoccupare delle necessit della vita'
Prima di abbandonare gli Huichol, ricordiamo che essi, oltre al peyote,
conoscono e utilizzano un gruppo di altri cactus e piante allucinogene.
Tra queste, gioca un ruolo significat ivo nell a mitol ogia la Datura
innoxia Mi}!. , lO il tolanche dei 1vtessicani , chiamato kiri nella lingua
hui chol. Nella mirologia, questa pianta viene impersonifcata da Kiti
Twi yari, Persona-Datura, considerato il capo sovrannaturale degli
stregoni. Gli Huichol hanno elaborato un complesso racconto che
tratta della lotta e l' eroe culturale Kauyumari ,
cervo sacro e spirito-aiutante degli sciamani, che vince tal e confron
to. Il racconto narra degli sforzi di Ki ri T wiyiri per distrarre gli
Hui chol dall'uso del peyote, allo scopo di attrarli all'uso deUa datura,
e della sua uccisione final e da parre di Kauyumari, con la sua conse
guente trasformazione nell a pianta OInonima. In quanto mito d' oti
gine della Datura, esso verr riportato e discusso nel capitolo dedica
to a queste piante; ci basti qui osservare come questa contrapposizione
a li vello mitologico abbia po[Uto verosimilmente rappresentare (ide
alizzare) una conflinualit e un'ostilit efferrivamente presentatesi
fra i due cldti del peyote e della datura ad un certo momento della
storia religiosa huichol.
La diffusione dell'uso per scopi religiosi del peyote fra gli Indiani del
Nord America, in parti colare quelli delle Grandi Pianure, origin
nel XVTJ1 secolo) attraverso il contatto di gruppi di lndiani con le
popolazioni del Messico sett entri onale, che gi facevano uso del cac
tus. Si riti ene che i primi Indiani a ricevere la conoscenza del peyote
dai Carrizo del Messico nordorientale furono i Lipan Apache, in una
data precedente a qual siasi esteso contatto con l'uomo bianco.
Attorno agli ini zi del ventesimo secolo, l'uso del peyote era gi salda
mente diffuso presso le pi importanti trib di Indi ani dell e Pianu
re, fra i quali ricordiamo gli Oto, i Caddo, gli Arapaho, i Delaware e
i Cheyenne. Att ualmente, la Peyotl Religion diffusa presso la mag
gior parte dell e trib degli Stati Uniti, e ha raggiunto anche alcune
rrib del Canada, stanziate a migliaia di chilometri di di stanza dall e
aree di crescita del caCfUS. La storia di questo movimento religioso
31
che alcuni studiosi interpretano come un culto "nativista", "revitalista"
o "di crisi" dell e trib indi ane
ll
- ri cca di personaggi cari smatici , di
"profeti del peyote", promorori di innovazioni teologiche e rituali
che di frequente hanno dato ori gine a sette e a frammentazioni in
terne aJ cul to.
Il pi noro di questi profeti John Wilson, vissuto a cavallo del
1900, ri conosciuro dalla maggior parte degli Indi ani come il fonda
tore della reli gione del peyote negli Stati Uniti. Egli elabor una
cerimonia del peyote, chiamata Grande Luna, che si svolgeva per
tutto il corso di una notte aU'interno di un tipi riservaw a queste
occasioni . I panecipanri siedono in circolo attorno al fuoco, consu
mano il peyote, suonano e cantano sino al sopraggiungere dell'alba,
seguendo un complesso insieme di regole e di ruoli cerimoniali. La
Grande Luna diWilson caratterizzata da una signifi cativa influen
za del Cristianesimo.
Un al tro noto profeta peyotista, Elk Hair, della tribll dei Delaware,
elabor lIna differente cerimoni a del peyote, la Pi ccola Luna, dai
connotati fortemente anti-cristiani e in nena contrapposizione con
la visione di W il son. Per Hair, il peyote doveva essere usato esclusi
vamente dagli Indiani , e si doveva evitare qualunque associazione
con la religione dell'uomo Bianco. Questo movimento, fortemente
nativista, venne in seguito riassorbito dal pi generale cul to sincretico
con il Cristianesimo.
Nel corso di un secolo la religione del pe)'ote si rafforz e si suurtur
sempre pi, dando vita alla Native American Church, una "Chi esa
Peyorista" che, dopo ulla lunga e tormentata battaglia giuridi ca e
parl amentare, venne legalmente ri conosciuta dal governo deg li Stati
Un iti. Nel 1922 i pe)'otisti erano stimati atto rno a 13.000 individui ;
nel 1970 i membri della Native American C hLlrch erano 250.000. "
Gli Indi ani non hanno un vero e proprio mito d'orig ine del peyote.
rna possiedono un mi to d'origine dell'uso del cactus, comune a tu[te
le uib, Di tal e mito sono state riportate numerose versioni; in pra
tica, ogni gruppo di Indi ani ne ha elaborata lIna personal e, con dif
ferenze generalmente di poco rili evo. La seguell te versione stata
raccolta nel 1950 da C.S. Brant presso gli Apache-Kiowa:
C' unII storia di molto tempofo sull'origine del peyote. E5511 rag
giunge i tempi in cui gli Indiani combattevano gli uni contro gli
altri.
Dall'altro lato del Nuovo Messico era accampato un gruppo di ln
32
dian i, il quale venne attaccato da altre bande. Le montagne l erano
molto alte. La trib che venne attaccata si disperse. Rimasero solo
una donna e suofiglio. Essi erano Upan Apache. Faceva molto caldo
ed era secco L. Cacqua era tutta evaporata. Essi non avevano n cibo.
n acqua, e non c'era nessuno L attorno.
La donna disse al suo mgazzo: "Sono stanca, affamata e assetata. Tu
vai avanti. Se non trovi nulla probabile che morirai da qualche
parte".
Era mattino presto. 11 ragazzo and verso i monti. Sua madre gli
aveva detto di gtlardarsi attorno per vedere se riusciva a scorgere
qualcuno. Egli cammin nei paraggi. Quindi, qualcuno dall'alto gli
parl. Disse: "So che sei affamato. Guarda in basso davanti a te.
Vedrai qualcosa di verde. Mangialo". Egli vide ,ma pianta verde, la
scalz fuori e si mise a t:naugiarla. Guard attorno e ne scorse molte
altre. Ne mangi alcune. Presto la sua fame se ne and via. come se
avesse mangiato una qlUlntit di carne. Estrll5se qualche altra pian
ta e la prese per sua madre. Egli le riftri della voce che gli aveva
parlAto. La rnadre mangi alcune piante, e si sent come se avesse
mangiato un grosso pasto di carne. La sua fome se ne era andata.
Verso fa met del pomeriggio foceva molto caldo. Essa disse: ",Non so
chi ci abbia dato ci, ma voglio pregarlo". Preg per l'acqua e per
trOl)are nuovamente la sua gente. Pi tardi una nube inizi ti OSC1t
mre il cielo e v'era il tuono. La pioggia cadde e l'acqua flu lungo le
montagne. Essi bevvero e si riposarono l quella notte.
Durante la notte la donna fece un sogno. Qualcuno si rivolse a lei
dicendo: uGuarda lass e 1)edrai un certo monte ': Essa guard e vide
de!la gente che si muoveva lungo le colline. C'era un ruscello nei
dintorni. Era ad est di dove ella e il suo raga= erano sdraiati. Nel
sogno le venne detto di salire al mattino su di un alto monte e di
guardare {da lass]. e avrebbe visto la ma gente. Le venne detto di
portare il peyote alla sua gente e che sarebbe stato fotto in l'nodo che
tutto questo acct1desse.
La mattina seguente si lavarono e mangiarono qualche peyote. Essa
parl del sogno a suo figlio. Salirono il monte e osservaronodall'alto,
come le era Sfato detto nel sogno. Essa vide della gente sistemata in un
accampamento. Sapeva dal suo sogno che sarebbero stati degli India
ni. Con il ragazzo si incammin verso di loro. Un uomo li incontr.
Li riconobbe per quelli in precedenza perduti. Furono felici di veder
si gli uni con gli altri. Quando raggiumero l'accampamento egli in
form tutti della 10m presenza.
33
Il ragazzo aveva il peyote con se. Dopo che si fitrono sistemati, il
1'llgazzo chiese Il sua madre difissllre un tipi. separato, tutto per lui.
Egli disse che vi sarebbe entrato quelLz notte e avrebbe mangiato il
peyote. e dopo di che sarebbe andato sui monti ave si sarebbe sdraia
to. Si sedette dentro al tipi e mise il peyote sul terreno. disponendolo
proprio ne! modo in cui era disposto quando lo scorse la prima volta.
Preg allo spirito che gli aveva mostrato il peyote: "Ti, mi hai aiuta
to. Quando mangio peyote questa notte voglio che tu mi aiuti per
h'ovare una via per lui': Egli aveva un arco e una freccia, e tambu
rell sulla corda con la fi'eCC1. Cant due canzoni. Fum una pipa
ricavata dall'osso di una zampa di cervo. Tamburell e cant per
tutta la notte. Presto al mattino and sui monti e vi rimase per tutto
il giorno e tutta fa notte. Il mattino seguente torn indietro. Fece
numerose volte. Mont un tipi e cant e tamburell per tutta
la notte, e poi si rec sui monti.
Presto gli uomini iniziarono a parlare fra di loro, Dissero: "Quel
mgaZZIJ conosce
Una volta, un vecchio uomo si avvicin al tipi del1'l1gazzo. Lo chia
m e g chiese: "Hai paura di fasciarmi entrare? Voglio Il
ragazzo gli disse di entrare, e il vecchio uomo si sedette accanto a lui.
fl ragazzo gli diede da fumare Lz pipa e la depose vicino alfooeo. Poi
il ragazzo gli diede da mangiare ilpeyote. Al mattino presto, salirono
sui 'monti e tornarono allaccampamento poco prima chefacesse buio.
La madre del ragazzo aveva nel frattempo smontato il tipi. Dopo di
che, la gente chiese al vecchio uomo che cosa era successo. EsSI: dissero
che la volta seguente sarebbero tutti entrati nel tipi.
Non molto tempo dopo il ragazzo mont nuovamente il tipi. Venne
il 'Vecchio uomo. Un aln'o uomo sopraggiunse e chiese di poter entra
re. Gli venne detto di entrare in senso orario e di accudire alfuoco. Il
mattino seguente i tre salirono sui monti e vi rimasero sino al cadere
del sole. La madre del ragazzo smont il tipi.
!l giorno dopo il ragazzo disse loro che stavano terminando le provvi
ste di peyote e sarebbe andato per [procurarsene} dell'altro. And
dove cresceva e ne port indietro dell'altro.
La volta seguente montm'ono il tipi ed ebbero un incontro, giunse un
quarto uomo. Gli dissem di sedersi sul Lzto nord. Il giorno dopo an
dm'ono tutti sui monti come [avevano fotto} prima. L'uomo chiese se
potevano arrivare altri. e gli venne detto che sarebbero stati i benve
nuti. Quando vi fu un nuovo incontro, arrivarono tutti quegli uo
mini e si sedettero, iniziando dal lato sud lungo ilperimetro del tipi.
34
Poich si svolse un incontro dopo l'altro, arrivarono sempre pi uo
mini, fino a che il tipi ne fu pieno.
Per tutto il tempo il ragazzo si chiedeva come migliorare il suono del
suo arco e freccia, Egli tagli un lungo bastone e pens: User questo
per pregare, cos che quando divento vecchio posso usarlo per cammi
nare". Prese un corno e vi me dei sassi per fare un sonaglio, Al
seguente incontro egli utilizz quelle cose. Tenendo il bastone e agi
tando il corno, cant alcune canzoni che aveva composto. Poi h'ov
un co ntenitore di legno, gi j1mato. Vi vers dell'acqua e vi allacci
sopra una pelle. Costru una bacchetta per tamburo con un gambo
di yueca. Durante il seguente incontro diede il tamburo all'uomo
[che sedeva) vicino a lui, affinch suonasse per lui mentr'egli canta
va. Al mattino disse altuomo vicino a lui di slacciare iL tamburo.
Egli disse: Fo rse a causa.di questo corno avrerno un pasto. Il suono
di questo tambul'O mi ricorda il tuono che udii, e l'acqua [presente]
in esso mi ricorda la pioggia che giunse, Pensate alle cose che sar
buono avere qui". Gli altri appresero le canzoni da per 10m, e presto
ogni cosa inizi ad adattarsi neL giusto modo durante gli incontri.
Diverse persone aggiunsero nuove cose.
Le pietre" sul tamburo rappresentavano i pali del tipi; la cinghia
rapprese/ltava la fone che lega i pali del tipi in cima.
Pi tardi Nayokogal apprese del p'lote e lo port a noi. Col tempo
arriv a nord fin i Dakota.
Attualmente la nO::itra religione. Anche oggigz'o rno diversi uomini
aggiungono cose per eseguirlo meglio. Il ragazzo disse a loro, tempo
fo. ai pensare alle cose da aggiungere perforio meglio. Ora gli incon
tri si svoLgono durante le festivit. quali ilgiorno dei Ringraziamen
to e la Pasqua, e vi stato aggiunto il pasto comunitario. 14
Il racconto cost ituito di due pani : un mi to rel ativo al1'ori gine del
l'uso del peyote, seguiro da un mi ro dell 'origine del suo culro. Que
sta seconda parte, che ri guarda la laboriosa ricerca del rituale pi
appropriam per il peyore da parte del suo scopri tore, e la successiva
partecipazione al ri to di un gruppo sempre pi numeroso di uomini
della trib, assente in molte versioni.
]11 varie versioni, la prima parte ini zia con un riferimenro a una guerra
in atto fra trib indiane, o fra Indiani e (ribll messicane, A seguito di
una rovinosa battagli a, e di una fuga generale, un uomo (o un ragaz
zo) rimane solo e sperduto in territori o nemi co, affamaro, assetaro, e
consapevole di essere sul punto di morire. In alcune versioni - come
35
nella prima delle quattro vers ioni delaware, raccolte da Vincenzo
Perrullo
ls
- sono gli Indi ani in fuga che abbandonano una donna
malata con un bambino, e sono questi a trovarsi in uno stato di fame
e di sete, di peri colo per la loro vita. Nell a versione tramandata dai
Kiowa, una donna si trova in uno staro di disperazione perch ritie
ne che i suoi due fratell i, paniti per una spedizione di guerra, siano
moni.
16
In un altro gruppo di varianti , un ragazzo, un uomo, o en
trambi , stanno cacciando assieme ad altri indiani , ma si perdono e
finiscono per trovarsi anch'essi affamati , assetati , e in pericolo di vita,
o, piil precisameme, sul "punto di morire" . Quesro Stato precario, di
pericolo, di "cri si" della vita umana, precedente e predisponente l'in
contro fra l'uomo e la pianta sacra, un mori vo che si presenta con
una cen a frequenza fra i miti inerenti le pi ante psico3nive.
A quesro punro del racconto, subentra una voce mi steriosa che indi
ca al ragazw, alla donna, o all'uomo, il peyote che cresce sul terreno
circostante, e di ce loro di mangiarlo. In alcuni casi la voce misteriosa
si presenta in sogno; in altri si manifesta non solo la voce, bens la
fi gura intera di una persona. In una versione Siollx, si tratra della
"figura di un uomo ondeggiante nell' aria circa quattro passi sopra la
testa"i
l 7
in una delle versioni delaware egli appare "come un Indiano.
vestito all a mani era dei grandi capi del proprio popol o". 18 Un'altra
versione delaware arriva a specifi care che quell ' uomo era Peyote (lo
"Spirito del Peyote")," e in alcune altre - come quell a winnebago pi
so((O riportata
20
- questa persona viene identifi cata con Ges C risto.
Nel la stragrande maggioranza dei casi dunque un'entit sovranna
tural e che indi ca il sacro actus agli Indi an i. In alcuni casi sembra
essere l' uomo stesso a scoprire, da se, le propriet del cactus, man
giandolo perch affamato e non avendo altro cibo a portata di mano;
ma durante il conseguente stato visionario, sar sempre un'entit
sovrannaturale a presentarsi, affermando di essere stata l'artefice di
quell ' incontro.
A quesco punto, l' entit sovrannaturale insegna come usare il peyote,
quali canti cantare per l'occasione, e spi ega il moti vo per cui ha por
tato il peyote fra gli uomini. Infine, indi ca la strada del ritorno, e il
ragazzo, la donna, o l' uomo, raggiungono sani e salvi j compagni
dell a loro trib, portando con se il sacro cact us.
In una versione raccolta da James Mooney fra i Kiowa dell'Oklahoma,
fu una giovane ragazza, perdurasi a seguito di una spedizione di guerra,
a incontrare il peyore, e a porrarlo fra la gente della sua trib. Questa
ragazza viene ora venerata come la Donna Peyore".21
36
La seguen[e versione, raCCOI1[J(J a Paul Radin da Alben Hensley, un
indiano della trb dei Winnebago del Wisconsin, caran erizzara da
foni influenze cris[iane:
Un tempo, nel sud, 1m indiano proveniente dalla trib chiamata
Mescalero Apache, stava girovagando nel territorio chiamato Messi
co; and a cacciare negli alti monti. e si perdene. Per tre giorni gir
senza acqull e senZil cibo. Stava quasi per morire di sete, ma conti
nu fa girovagare}, fino a che raggiunse i piedi di IIna certa collina,
sulla cu.i cima avrebbe potuto trovare fombra sotto un albero che
cresceva L. Desiderava morire li. Fu con grande difficolt che rag
giunse iL Luogo e. quando fu l, si sdrai sulla schiena e rimase COS!,
col corpo disteso verso il sud e la testa appoggiata a qualcoJtl. DisteJe
il braccio destro verso opest e il braccio sinistro verso est, e appena
fotto ci, sentl qualcosa di freddo toccare le sue mani: '<Cose?': Ji
chiese. C'era dell'acqua al ma interno, sebbene contenesse anche de!
cibo. Quindi prese ci che era vicino alla sua mano destra, se lo port
alla bocca e lo mangi. Quindi, sdraiato sul terreno, uno spirito
sacro entr in lui e, prendendo lo spirito dell'Indiano, lo port via
nelle regioni superiori. Li [/'indiano] "id, tm uomo che gli parl:
"Sono stato io Il forti passare attraverso questa Jofferel1Z1l, poich se
non avessifotto cos, non avresti mai potuto sentire la giusta [religio
ne). E' per questo motivo che ho posto della santit in ci che hai
mangiato. l\Jio Padre me lo diede e mi fu permesso di ;ortarlo sulla
terra. lV/i anche stato permesso di riprendedo indietro e di idria tl
qualche altro Indiano. Per iL momento questa religione esiste Il sud,
ma ora desidero che si estenda a nord. Voi Indiani state combattendo
gli uni contro gli altri, ed allo scopo di formare ci, che potete
stringervi le mllni e partecipare assieme al cibo che vi sto donando
come peyote. Ora vi dovete amare l'un l'altro. Il creatore delia terra
mio padre. Tempo fo inviai questo vangelo attraverso l'oceano, ma
non lo comprendavate. Om ti insegner come comprenderlo. " Quin
di, lo condusse in una dimora dove sta'vano mangiando peyote. L gli
insegn le canzoni e tutto ci che proveniva da questa cerimonia. Poi
gli disse: "Ora vai dol filO popolo e insegna loro tutro ci che ti ho
detto. Vai dolla tua gente al nord e insegna loro. Ho posto la mia
sacrt.llit in ci che mangi. Ci che mio padre mi diede. l'ho posto l
dentro". Quindi gli disse di tornare a casa. Egli pens di essere mor
to, ma era in realt ii suo spirito che lo aveva Lasciato. In breve tempo
l'uomo si Jent nuovamente bene.
37
C'erano molte piante di peyote attorno al luogo dove era giaciuto. e le
raccolse prima cli partire. Quindi torn alla sua dimora. Egli aveva
creduto di essersi perso, ma gli sembr difficilmente possibile che ci
fosse stato frutto del caso. Il suo essersi perduto per le montagne gli
sembr simboleggiasse la condizione della gente prima di aver man
giato il peyote; si sarebbero perduti e avrebbero poi ritrovato la loro
via.
22
Il racconto prosegue con una interpretazione personale del narrato
re, Hensley, che chiarisce il motivo per cui lo spiri to del peyote (Cri
sw ) afferma che nelle sue possibi lit riprendersi indietro la pianta e
donarla a qualche altro Indiano: la belli cosa trib dei Mescalero
Apache, pur utili zzando il peyote, continu a fare le guerre e le razze
di bestiame, e per questo venne quasi compl etamente di strutta claUe
altre trib. Fu in questo modo che il peyote venne "ripreso indierro"
e donato ad altre tcib.
23
Infine, presso alcune trib, fra le qual i i Lipan Apache del Texas, 24 il
miw delle origini dell'uso e del culto del peyote si riduce a un rac
conto piuttosto reali stico, che narra di come un indiano della uib,
partecipando in qualit di ospite al rito peyotista di un'altra trib, ne
apprese l'uso e le relative cerimoni e, diFFondendole poi Fra la gente
della propri a trib; viene in tal modo giustificaro con moti vi di dif
fusione cultural e ci che altre trib giustifi cano con morivi di inter
posti interventi divini.
38
CANNABIS
La canapa indiana, altrimenti nota come marijuana- Cannabis sativtl
L. 1, famiglia dell e Cnnnabaceae - di origine asiatica, utilizzata da
mill enni come pianta psicoa[(iva, medicinale. e da fibra; i suoi effetti
psicoatrivi hanno influenzaro e cominuano a inAuenzare il pensiero
e le abitudini di vita di milioni di individui.
La canapa si presenta in due forme, sessualmentc complementari: la
pianta femmini le e quell a maschile. Le fogli e e le cime fiorifere della
canapa femmina vengono fumate, oppure, come avviene in lndia e
nel!' Afri ca settentrionale, esse vengono lavorate per ricavarne una
resina solidificata, l' hashish, che viene fumata o ingerita.
In Cina, i dati archeologici hanno dimosrraco che l'uso della canapa
ri sale ad almeno 8. 000 anni fa, e, relativamente all'uso della sua fibra
vegecale, stata uno dei pi affermati culti geni dell e civilizzazioni
delle Et del Bronzo e del Ferro. Z E' d'altronde impen
sabile un' ignoranza relativa ai suoi effetti sulla mente umana, ac
compagnata a un uso della medesima pianta come fbra tess ile, dal
momento che risulra possibile rimanere vittime dei suoi effetti, du
rante le fasi deHa lavotazione come fibra
3
.
Dall'Asia, la marijhuana si diffuse presso i Germani, i Greci, i Ro
mani e ahri popoli europei e del bacino del Mediterraneo, prima
dell'era crst iana. Raggiunse l'Afri ca in epoche pre-islamjche, e ap
prod in America attorno alla met del XV secolo d.C.
4
Arrualmen
te, viene utilizzata come droga psicoattiva da estese fasce di popola
zioni distribuite nei cinque continenti, comprese quell e di cultura
occidentale.
In India, questa pianta, chiamata bhang. assume un imporrante si
gnificato religioso, in quanto specie prediletta del dio Shiva; i devoti
induisti la utilizzano come fonte di ispirazione mistica. Nella lerrera-
,

39
tura religiosa indi ana, viene denominata principalmente vi}aya, "vit
tori a", e in alcuni antichi scrini sanscriti viene chiamata indracarana,
"cibo degli dei".
Un tema sanscrito sull' origine dell a canapa la fa apparire ai tempi
mitologici dell 'evento cosmico conosciuto come il "Frullamenw del
l'Oceano Primordial e", at tribuendole quindi una priorit assoluta
nella cosmogenesi, ri spe[w al [csm del mondo vegetale e allo stesso
uomo.
Nel mito del "Frull amento", gli dei e i titani, in lotta per il domini o
del mondo, conclusero un'all ea nza temporanea allo scopo di esrrarre
l' amrta, l'Eli sir dell'Immortalit, dal Mare Universale. Dopo che essi
ebbero lavorato all ' impresa per mill e anni, dal latte dell'uni verso,
cos "frullato", emersero numerose entit, quali , ad esempio, la dea
Loto e l'el efa me bianco, Airavata. Alla fine, apparve il med ico degli
dei, che po rtava l' amrta in una ciotola dal colore latteo,S La canapa
sarebbe emersa, assieme alle alne entit di vine, come frutto di que
sto evento cosmogoni co.
6
Una variante popolare di questo mito ri
porta che, quando l' amrta venne prodo((o dal "frull amenw" del
l'oceano primordi ale, si rese necessario purifcarlo con qualche cosa
di appropri aro, Mahadev - ritenuto uno dei pi grandi asce[ Yogi,
qui divinizzatO e prepostO alla creazione della canapa - risolse il pro
blema della purifi cazione dell ' amrta, creando il bhang (canapa) .
Mahadev lo cre direttamente dal suo corpo, e per questo la pi anta
viene chi amata da al cuni anga}, "nata dal corpo". Secondo un altro
racconro, alcune gocce di amrta, al momento dell a sua creazion e,
caddero sul terreno, e nel 'punto in cui caddero germogli una pian
ta di bhrmg. 7
Accanto al bhang, anche la pianta della datura (dhurdhura) un
allucinogeno prescelto da Shiva. Un mito riportato durante il perio
do medievale indiano, ma dai connotat i pi arcaici, [.1 originare la
marijuana dal succo di datura., costituendo con ci lino di quei rari
cas i di interazione a li vello mitologico fra due o pill piante sacre,
tu n e dispensarrici di dimensioni estatiche e di "vie>} verso le regioni
del sovrannatural e:
In jhinjhgarh viveva Korwassi Dewar il Baiga ema moglie Andaro.
Avevano una figlia il cui nome era Suknibai. Mahadeo venne per
servirfa come Lamsena, e lavor per cinque anni nella loro casa, Ma
il Dewar e sua moglie non diedero cibo a sufficienza al ragazzo) con
il risultato ch'egli o'ebbe molto magro.
40
Quando ii servizio di cinque anni fit iL Dewar e sua
moglie dissero il Mahadeo: "Ora vai e chiama i tuoi parenti e cele
breremo iL tuo matrimonio': Mahadeo chiam tigri, orsi, serpenti,
scorpioni, e Li port aLla sua festa di matrimonio. IL Dewar aveva
raccolro una grande quantit di cibo e di liqum-e, e quando vide gli
animaLi e i rettiLi alLa fista di matrirnonio di si arrabbi
moLto, poich diceva: Chi mangerl il festino che ho procurato?".
Allora Mahadeo, con il suo potere magico, foce il1 modo che gli ani
mali dicessero che avrebbero bevuto il liquore del Baiga, ma i serpen
ti e gli scorpioni dissero: "Noi dobbiamo avere ganja (canapa)".
Il Baiga offr le tazze di liquore agli orsi e ttlle tigri per bere, ma non
aveva ga nj a, e si domand come ottenerla. Alia/ine, invi sua mo
glie a raccoglien foglie di datura e, quando le port a Cilia, le spre
mette fino a cadde a terra una goccia di sl/cco. Da questa goccia
nacque la pianta di canapa. Allora, il Baiga prese l'acqua di dodici
taniche efoce una pipa grossa come dodici aie. Miscel le foglie di
datura con l'acqua, riemp la pipa, e la offr da bere ai serpenti e agli
scorpioni. Presto divennero ebbri e si misero Il danmre. Mentre i
serpenti danzavano - a quei giorni avevano la posizione eretta come
gli uomini - i loro posteriori si ruppero, e da allora strisciarono piatti
suL ten-eno.
8
Il rapporro tra ganja e datura qui ambivalence, sino a giungere a
una certa identi fi cazione dell e due piante nel passo in cui la pozione
acquosa di datura viene offe rra ai serpenti e agli scorpioni - entrambi
animali velenosi - dentro a una pi pa, strumento comunemente im
piegato per fumare la canapa e la sua resi na. A rigor di logica, la
canapa appena creata, e non la datura, dovrebbe essere offerra dal
Ba:iga ai serpent i e agli scorpioni , ma la sostit uzione nel testo potreb
be voler propri o sottolineare l'equivalenza simbolica e funzionale fra
le due pi ante.
II seguente racconto, tratto dalla medesima seri e di quello preceden
te, anch'esso ambientJro in un mondo zoo-mitologico fanrasrico
arcaICO:
Maisur Dewar viveva nella giungla RanjhukaroLa, e si manteneva
filando i vestiti. Un giorno, quando era nella profnda foresta, trov
un cobra nero femrnza e se ne innamor. Prese l'abitudine quoti
diana di andare a massaggiare le sue mani e i suoi piedi. Un giorno
lo fice con tanto vigore, che si sent stanco e si Lament profondamen
,
41
te. Il cobra femmina pens: '1l mio Dewar stanco, come posso man
dargli via la stanchezza?" Si graffi la testa ed estrasse due semi e
gLieli offr. "Pianta questi - disse - e quando gli alberi cresceranno,
raccogli le foglie. foi una pipa di terracotta, e fumarle) ", Ma Dewar
p er errore prese le foglie con acqua, e ci Lo rese cos ubriaco che non
pot n vedere, n udire.
9
In questo racconto, come in quello precedente, riscont rabi le un'asso
ciazione simboli ca fra la canapa e i serpenti ; in quest' ul timo, anzi, i
primi semi del la pianta originano dalla testa di un cobra. Questo
rapporto simboli co porrebbe essere molto arca ico, e porrebbe esse re
stato elaboraro nel le regioni meridional i delJ ' Ind ia. Va ricordato an
che, che il cobra il serpente sacro a Shiva; esso accompagna costan
temente la di vini t nelJe rappresentazioni iconograf che.
Il motivo del l'errore commesso nella preparazione e nell 'assunzione
della prima dose di droga vegetale. con conseguente eccesso di
ineb riamenro di colui (o di coloro) che la esperimentano. si presenta
anche in altr i miti che riguardano differenti pi ante psicoartive.
I mistici suf della Persia t ramandano una leggenda sull a scoperra
degli efferri psicoarrivi del1 a canapa, dov uta all 'attenta osservazione e
all'intuizione di un monaco. Rjporri amo la versione proposta da Paolo
Mantegazza nel 187 1:
Haidel; capo degli asceti e dei jlagelmti, viveva fra le pi rigide
privazioni su di un monte fra Nishabol' e Rarna, dOlle aveva fondato
un convento di fochiri, Egli viveva gi da dieci anni in quella solitu
dine, senzaverla mai lasciata per un'ora; quando in un !l'orno ar
dente d'estate part tlltto solo pei campi, Al ritorno il suo volto bril
lava di gioia, accolse le visite dei suoi confrateLLi e li invit alla C011
versazione. Interrogato sulla sua letizia narr come avesse trovato
nella sua gita una i a n t a ~ che sotto il calore pi soffocante sembrava
ballare alsole piena di gioia, mentre tutte le altre se ne stavano torpide
e tranquille, Egli allora raccolse di quelle foglie e ne mangi, Con
dusse col i suoi frati; tutti ne mangiarono e tutti divennero allegri.
Pare per che lo sceicco Haider usasse specialmente di una tintura
alcoolica di canape. perch un poeta arabo canta la coppa di smeral
do di Haider. Questi sopravvisse dieci anni alla Sila scoperta, e quan
do rnor, i suoi discepoli, assecondando un suo desiderio, piantarono
suLla sila tomba una pianta di canape. Da quella tomba santa si
spa"e l'haschisch ne! Khorasan, 'o
42
E' probabile che, originariamente, questo racconro venisse traman
dato segretamente fra i membri dell e sene suf, i quali adonarono
l' uso della canapa fra le tecniche di modificazione dell a coscienza
ch'essi praticavano per scopi misti co-ri velatori.
La ca napa consi derata anche un potente afrod isiaco, una propriet
che emerge dalla seguente leggenda ne palese riguardante il dio Shi va
e la sua sposa di vina Parvati:
Shiva, il creatore e distruttore del mondo, viveva con la sua compa
gna Pal'vati sulla cima del monte Himalaya, il tetto del m ondo. Ma
non rimaneva mai in casa, bens amava vagare suLLe montagne, ove
si dava ai piaceri conviviali con le ninfe celesti. Ci dpiaceva a
Parvati. Cosi ella si mise a cercare un meZZfJ per legare lo Jposo Il se e
alla elISa. Trov una pianta di canapa, della quale port con se i
resinosi fiori femminili. Appena Shiva fece ritorno a casa, Parvati
gli diede dafumare Id canapa. Immediatamente Shiva, colto da gran
de eccitazione e da infinita concupcienza, afferr la sua compagna.
Con divina beatitudine essi si unirono. Shiva speriment un'estasi
santa, che pi tardi dOtlella aprire le porte del paradiso ai suoi
adoratori. Da allora) Shiva rimase con la sua sposa Parvati. E sem
pre, prima di unirsi, fomavano la canapa. Per questo, la canapa il
miglior afi'odisiaco: stata donata agli esseri u.mani perch possano
vivere insieme felici nella pace domestica. Il
. La mot.vazione dell ' uso dell a canapa come afrodisiaco "per la pace
domestica" ha un carattere pi profano dell e motivazioni del suo
uso, a scopo srrenamente religioso, del monaco suf del passo prece
dente; un fa tto che uadisce una certa moderni r del racconto. Inol
t re, questo non rrana dell 'origine del la canapa: Parvari "rrova", e non
crea, la pianta che far fwnare allo sposo divino.
Riportiamo, ancora, un'anri ca leggenda cinese, nell a quale il mot ivo
degli effetti visionari dell a canapa accompagnato da ulla descrizio
ne sarcast ica e ridicoli zzante dell a loro scoperta:
Un contadino aveva raccoLto una specie di canapa e, dopo averla
fotta seccare in tm capanno, l'aveva venduta al governo, che aveva
bisogno di corde per le navi della marina imperiale. Un anno, l'aiu
tante del contadino - u.n ragazzo grasso e pigro - s'addorment men
tre sorvegliava ilfuoco neL capanno dove si seccava la canapa. P o c ~
43
dopo, una favilla incendi il capanno, e f unafortuna se il ragazzo
riusc a svegliarsi in tempo e a correre per chiamare il contadino.
Quando tornarono, il capanno bruciava allegramente, e per un caso
fortunato, un colpo di vento soffi quelfmo inftrnale verso di loro.
Tossendo e qUflSi soffocando per quello che avevano respirato, il con
tadino e il ntgazzo si diressero verso un grande campo l vicino, dove
jrono vinti da un fungo sonno da ubriachi, pieno di sogni paradisiaci
e di donne lascive. Quei sogni furono cos vividi che il contadino, al
suo risveglio, decise di rinunciare a picchiare il ragazzo, e di mettersi
invece subito al lavoro per costruire un altro capanno e fore un altro
raccolto di canapa. Quando il nuovo capanno fu riempito di canapa
fresca, il padrone diede fuoco a una fascina, ve la gett dentro e si
inumid un dito per vedere da che parte timva il vento. Ancora una
l/olta respirarono fiano in abbondanza e furono sopra/fotti da sogni
decisametlte lascivi; una volta svegliatisi, costruirono, riempirono e
incenerir01w un altro capanno. Altri capanni si consumarono tra le
fiamme, mentre il contadino e l'aiutante jmavano sempre di pi
queila canapa che faceva sognal'e.
12
Si evidenzia in questa leggenda uno sfondo denigrarorio nei con
fronti degli efferri dell a canapa o, forse, solamente, nei confronti del
rapporto dei contad ini con la pianta. E' interessante notare come il
tipo di ca napa che provoca i sogni visionari ai due contadini sia quella
colti vata per le sue fibre, un fatto che dimostra una consapevol ezza
di ami ca da[a circa il potenziale psicoanivo anche di questo tipo di
canapa.
44
SOLANACEE
La grande famiglia deUe Solanacee annovera generi e specie di pialHe
di gra nde importanza alimentare per l'uomo: la patata, il pomodo
ro, e anche un fo lt o gruppo di piant e med ici nali , toss iche e
aJJ ucinogene. Diverse specie, ora largamente impi egate in rutti i COI1
ri nenri, so no ori ginarie del le Ame ri che, e la loro di ffusio ne
exrracol1 tinenraJe datata ai periodi post-colombian i.
Fra gli aJ lucinogeni vegetali, le solanacee psicoa[[ve rappresentano il
pill fol to gruppo biochimico.
1
Si (ran a di specie tossiche, oltre che
PSiC03 tt ive; a certi dosaggi, gli effett i sull ' uomo risulrano prevalente
mente psicoattivi, mentre, con dosaggi a volte di poco superi ori.
subentrano efferri maggiormenre tossici per il corpo. spesso letali.
Per quel che riguarda il loro effetto psichi co, queste piante inducono
un tipo parti colare di es perienza, e non un fatto casuale che alcuni
udiosi le abbiano cl assif cate in una categoria a pan e, quell a dei
"delirogeni".2 Un'al tra cararreri stica riscontrata frequentemente nel
l'uso di tali piante, a dosaggi medio-alt i, ri siede nell a diffcoh di
ricordare, in segui to, ci che si vissuto durante l'esperienz.:,l. Il loro
utilizzo in dosi sbagli ate e in un contesto inadeguato, pu provocare
effe tti devastant i sull a psiche wnana (di ripo, per r appunro, del iran
ti). Di ci sono ben consapevoli i consumarori tradizionali , che han
no elaborato siste.mi cerimoni ali di puri f cazione e di preparazione
fisico- psichi ca all ' uso di queste piante. allo scopo di assicurare una
buona riuscita dell 'esperienza (ovvero, di ass icurare la risposta
esperenziale pitl attesa e meglio interpretabile nel contesto culturale
in cui essa avviene).
Le solanacee all ucinogene sono U[ ilizz..1te dai tempi preistori ci come
enteogeni , st rument i magico-divinatori, e medicine dagl i effett i
porrenrosi. Era probabil mente una sola nacea - neUa tattispeci e la
45
mandragora - l' erba mo(y della maga C irce in O mero, tanto celebra
ta dai poeti greci e romani . E' una solanacea - una specie di DahtraO
di Solandra - la malevola pi anta-spirito che, presso gli Hui chol del
Messico, e a un li\'ell o mitologico, osa sfidare il potente e benevolo
spi rito del peyote, rimanendone sopraffa tta. E' ancora una solanacea,
una datura, la pianta che, insieme aHa canapa indi ana, prescelta daJ
di o indi ano Shiva e dai suoi devoti . Inolt re, un gruppo di ben nOte
solanacee eutopee - mandragora, giusquiamo, bell adonna, datura -
da considerare come la fo nte principale dell e esperienze visionarie
dell e "st reghe" dei peri odi medievali , le quali mescolava no con do
vuta pe rizia questi ingredi enti nella preparazione degli unguenti
impi egati per "volare" 3.
Nonostante l' importanza che queste piante hanno avutO nell a storia
delle culture europee, l'opera secolare deU'Inquisizione sembra esse
re riuscita nel suo intento di smantellare le rel ative conoscenze ac
quisite e tramandate per secoli . Anche i miti e le credenze relative a
queste pi ante europee hanno fo rtemente risenti to del l' opposizione
ecclesiast ica, col risultato che ci sono pervenuti solo rar i passi che le
riguardano, con moti vi originali sepolti daUe srrat ifcate incrostazioni
dell ' interpl'etatio cri stiana.
Datura
Tutte le specie del genere Datura sono potenti allucinogeni . Si pre
sentano come arbusti 'piuttosto ramificati , e aJcune specie del Sud
Ameri ca, ca ratterizzate da dimensio ni arboree, sono stare recente
mente inserite dai botani ci in un dist into genere di Solanacee, quel
lo deUe Brugmansia. Le dature hanno Ra ri a calice molto appari
scenti , di colore variabile; i fru tti sono per lo pi spi nosi, e conten
gono ciascuno centi naia di semi. Nell ' impi ego a scopo allucinogeno
della pi anta, le foglie, la radi ce e i semi sono le parti pi frequente
mente utili zzate; vengono consumate direttamente o ne viene pre
parato un decorro. Potendo essere consumate diretmmentc, il loro
uso, in vari e pani del mondo, porrebbe avere un'et molto anti ca,
originando nei periodi neoliti ci dell ' umanit, o essere ancora prece
dente. Nonostante ci, i datj archeologici a ri guardo sono pochi ,
concentrati principalmente in Nord Ameri ca, dove riguardano le
anti che popolazioni Pueblo e altri gruppi di pra to-Indiani '
Nelle Ameri che, le Darure
s
sono largamente utilizzate nei ri t i ini zia
46
tici e in altri tipi di cerimonie religiose. Possono essere considerate
come gli allucinogeni pie, diffusi nel Nuovo Mondo, fra gli apici
generativi di quel "complesso narcoti co" amerindiano, evi denziato
da Wesron La Barre'"
Presso gli Zuni - indiani pueblo del Nuovo Messico - la D inoxia,
chi amata a-neg-Ia-kya, viene utilizzata dagli "sciamani del la pioggia"
durante le sedute no([urne: essi ne masticano la radice per comuni
care con gli spiriti . Per gli Zuni , questa pianta ha un'origine divina, e
appaniene agl i sciamani della pioggia, cbe sono gli unici ai quali
concesso raccoglierla. Q uest i ritengono che, quando uno sciamano
consuma una certa quantit di radi ce di datura, Ida pioggia verr
sicuramente il giorno dopo la consumazione della medicina (datura),
a meno che colui alla quale Stata data non abbia un cuore mal va
gIO>!.
Un altro cuti oso ucilizzo della pianta riguarda ]'individuazione del
responsabil e di un furto. La persona derubara si appella allo sciamano
della pioggi a, il quale raggiunge di sera l'abitazione del derubaro,
portando COI1 se un pezzo di radi ce di datura; nelle dovute condizio
ni di oscurit e di assenza di fuoco, lo sciamano fa consumare al
derubato la sacra medicina, lo rinchiude in una piccola stanza del
l' abitazione, e si mette in attento ascolto in una stanza attigua. Quan
do gli effetti deUa "medicina" iniziano a farsi sentire. il derubato si
muove, scalpita, e parla dicendo cose apparen[emenre senza senso;
durante il suo delirio verbale, si ritiene ch'egJi pronunci il nome di
colui che lo ha derubato. TaJe nome viene prontamente captaro
daJlo sciamano in ascolto. La manina seguenre) il derubato non ri
corda nulla di ci che ha detto o ha t:'ltto durante la notte, ma sar lo
sciamano a rivelargli il nome del responsabile del furto.?
M.C. Stevenson riport il seguenre racconro zuni sull'origine del
l'a-neg-la-kya Ci Divini sono figli gemell i del Padre Sole):
Nei tempi antichi, un ragazzo e una ragazza, fratello e sorella (il
l/ol/1e del ragazzo era A'neglakya e il nome della ragazza
A 'neglakyatsi'tJa), vivevano nelL'interno deLLa terra, ma di frequente
venivano neL mondo eJterno e gir01lagavano, osservando moLto atten
tamente ogni cosa che vedevano e udivano, e ripetendo tutto alla loro
madre. Questo costante pariare non piaceva ai Divini. [ncontrando
il ragazzo e La ragazza, i Divini chiesem; "Come state?': e ilfrateLLo
e la sorella risposero: "Siamo felici" (A volte A'lIeglakya e
A'negiakyatsiisa apparivano sulLa terra come persone vecchie). Es; i
47
ai Divini come potevano fare un SOn1W e vedere spiriti, e
come potevano caml1zinare per un po' e vedere uno che aveva com
messo un f urto. Dopo questo incontro, i D ivini conclusero che
A'neglalryll e A 'neglalryatsi'tsll sapevano troppo e che stati
esiliati per sempre da questo mondo; cos, i Divini causarono fa scom
parsa delfratello e della nella terra per sempre. Nell/togo dove
i due discesero, spuntarono dei fiori - fiori esattamente come quelli
ch'essi portano su ogni lato delle 10m teste quando sono in visita sulla
terra.
8
I chiamarono la pianta a' neglakya, dal nome del ra
gazzo. La pianta originale ha 'molti bambini sparsi sulla terra; alcu
nifiori sono tinti di giallo> alcuni di blu, alcuni di rosso, alcuni sono
tutti bianchi - i colori che provengono dai quattro punti cmdinali .'J
"Vedere spiriti" e "vedere il responsabile di un furto" sono propri et
magiche e paranormali, considerare ripiche degli effetti delle darure,
possedute nel raCConto dall a coppia di ragazzi - fratell o e sorell a - e
rrasferite, in seguiro, all a prima pianta di datura, nella qual e sembra
no impli citamente confluire entrambe le valenze, maschil e e femmi
nil e, det lo Stato modif cato di coscienza (s pesso in forma di vera e
propria "possessione") indotto da quesra droga.
Nel capitolo dedi caro al peyote, trattando dell a mirol ogia degli
Hui chol del Messico settencrionale, si era accennato al fatto che in
essa presente un racconto, appartenente al ciclo cosmogonico, che
ri ferisce di una lona miri ca fra 1' eroe culturale Kauyt'lInari - qui nel
ruolo di "spirito del 'peyote" - e Kiri T wiyari, Persona- Datura,
personifcazione dell a D. innoxia, il toloache dei Messicani. Gli Hui chol
considetano questa pianta (chi amara kiri o kili, o anche Arbol del
Vien to) come il capo sovrannaturale degli stregoni, e le attribui scono
poteri malvagi, in netta contrapposizione ai poteri benevoli elargiri
dal peyore. Nel racconto, Kauyumari a uscire vittori oso dalla lotta,
uccidendo Persona-Datura. Come hanno posro giustamente in rili e
vo Pe(cr Furst e Barbara M yerhoff, che hanno raccolto e d iscusso
un'estesa ve rsio ne del mit o d i Ki ri T wiyari , IO ques ta
contrapposizione fra le due fi gure mitologiche molto probabi lmente
frutto dell' ideal izzazione d.i una conflittualit di poteri realmente
verifi catasi all ' interno dell a stori a religiosa e cul(llraJe hui chol, fra il
culto del pe)'ore e quell o della darura. Questi due auro ri sono giunri
alla concl usione che gli Huicholuti li zzarono la datura prima di adot
tare il peyote, nonostante, nel mi ro, il peyote sia considerato pre
48
es istente alla nascita di Persona-Datura, e quindi all a sua tras torma
zione nell 'omonima pianta.
Il ciclo di Kiri T wiyari ini zia con la nascita di questo essere sovran
natura le dal vento. Si n da pi ccolo, dall a sua bocca fuoriescono pipi
suel li, lupi , serpenti, e altre creature identif cate con la stregoneria,
con le malani e e con la morte. Kiri T wiyari agisce come un vero
sciamano, un mard'akd me: utilizza il tamburo sciamani co, le sacre
frecce cerimoniali , e offre ad altri la datura; alcune del le sue vittime
i mpazziscono, al tre apprendono l'an e della stregoneria, potendo cos
inviare malan ie e morte. A questo punro del racconto interviene
Kauyamari , il qual e affronta Persona-Datura. lniziaLllente, quest i
cerca di sfuggire al dest ino mutando pi volte la sua torma; qui ndi ,
chiedendo aiuw al Padre Sole, fa un ulcimo tentat ivo di sfuggire al
duel lo offrendo a Kali)'umari (Uno il suo sapere in cambio cleUa vita,
ma egli rifiuta, poich gi conosce tutro ci che gli serve sui segreti
del rivale. Nella lotta che segue, Kauyumari lancia dell e frecce con
tro Ki ri, il qual e renta invano di difendersi, vomitando tutti i tipi di
cose cattive in forma di colori brillanri. Ma Kallymari (o KallymaIi)
neutralizza il potere del suo nemi co per mezzo del peyote, e uccide
infine Kiri con una freccia al cuore. In realt, .Ki ri non muore, non
pu morire, e vi ene quindi trasformato nella pi anta deUa datura:
Quando [Kirtj mor, non mor. Solamente la sua anima ritorn al
vento, dove era nato. Quando mor, quando le frecce di Kduydmari
lo uccisero, si trasform. Giunse a una rupe dove poter crescere, per
essere trasformato in Albero. Poich Nostro Nonno e Nostro Padre
non lo avrebbero ammesso in alcun luogo: "Sei malvagio. Perci resti
qui in questo mondo!': Giunse alfa rupe e L cadde fa sua anima,
cadde come una pietra. L si trasform in Albero, che corninci ti
crescere, a crescere verso l'alto, sino ad arrivare al quinto livello; un
albero con cinque rami. Allora il vento ebbe comptlSsione; lo soffi
per di qua e per di l, nelle cinque direzioni. Gli disse: "L, in quei
campi; l stai verde, l puoi crescere': Il
Kiri non ha un sesso ben defniro: a volre uomo, a volte donna.
Pi speci fi catamente, viene ri ferito che uomo quando la persona
che ne rimane posseduta una donna, mentre donna quando la
persona posseduta un uomo.
11
Il numero cinque ri corrente nel simboli smo hui chol: ricordiamo le
cinque direzioni , le ci nque frecce necessarie per catturare il cervo

49
peyote, le cinque impronte dell 'orma lasciata da un cervo, e le cin
que costo!arure di cui sono normalmente dotate le piante di peyote,
considerate le pi sacre e le predilette dagli sciamani.
Riportiamo di segui(Q una versione estesa dello stesso mi to, raccolta
da R,M, Zingg nel 1934:
Per, quando erano passati appena lO giorni da quando Kallymdli
avetJa ammansito il Sole e aveva fatto sparire la malattia mediante i
suoi canti e le sue cerimonie, il perverso sciamano Kieli Tewiali in
gann la gentefocendosi pagareper un cantofolso, Attraverso il crepitio
deljoco, Tatevali (Nonno Fuoco) disse a Kauymdli che ci non " , ~ b
be causato alcun danno importante, sempre che si fossero messi Il
intonare canei corretti in altra cerimonia. La malattia {/ncora una
volta inizi ad attraversare il mondo . .
Per tanto, Kau)'l1uili si mise a cantare, usando al contempo le sue
piume di sciamano con i crotali di serpente a sonagli. Per mezzo di
questo pennacchio da sciamano afferr una reaka.
13
La teaka venne
gettata alfuoco. Dopo, gli animali vennero puLiti ritualmente con
erba, per curarli. Il pasto contaminato venne poi bruciato.
Sebbene Datura, lo stregone, avesse fabbricato le ulll tuweli
l
4,
Kauymdfi non ne aveva paura. Si impadron di queste frecce e le
scagli contro gli animali e iL mais, prima che Datura avesse offerto
il polline della datura ai quattro punti cardinali,
Nel canto che segu., a Kauymdli venne detto di catturare il perverso
sciamano, Datura" e di tagliargli l'orecchio e l'alluce del piede affin
ch fuoriuscisse il sangue. Qu.esto sarebbe stato il castigo per Datura
per la sua stregoneria. Oltre a questo, a Kauynuiti venne ordinato di
legare il perverso sciamano, e di portarlo fino al fol all'interno del
tempio, Poi, seguendo le istruzioni delle grandi dee del mare, doveva
b,-uciare la Datura Ile!fol e seppellire il suo corpo in un luogo molto
lontano.
Quando Kauymdli fece ci, dal corpo bruciato dello megone spunt
una pietra.
Poich il Sole temeva ancora le grandi dee del mare, decise di aiutare
Datura, sempre che questo gli pmmettesse di aiutarlo nelle sile lotte
con le dee della pioggia, Di conseguenza, il Sole trasform Da,ura
affinch fosse meno cattivo. Gli consegn una rancheria in un luogo
vicino al mare, do've ci sono cinquanta scogliere. L crebbe la datura.
fl perverso sciamano [ne] mangi 1m pezzetto di foglia, e in tal modo
non pote'pi toccare il peyote. Prepar i suoi parajrnalia allo stesso
50
modo in cui lo fanno gli Jmichol per una cerimonia. Poi celebr la
prima cerimonia di magia nera, che ancora oggi eseguono gli huichol
malvagi.
Legrandi dee del mare inviarono a Datura un armadillo femmina.
Questo animale divenne Jua sposa. Poich Datura era ancor pi
malvagio che buono, Armadillo smise di essere una grande dea del
mare per trasformarsi in un animale. Agli huichol mangia Le
perch nei _primi tempi le aveva mangiate per disseminare i semi
nelle quattro regioni del mondo. Le venne comandato anche di rnan
giare larve e vermi. Ancora oggi larmadillo si nutre in questo modo. 15
Gli sciamani huichol che praticano la magia nera (stregoneria) man
giano un pezzo foglia di datura. ma non devono toccare il peyore.
Gli Huichol rirengono che, se quakuno mangiasse datura e peyote
ass ieme, porrebbe inebriarsi fno a morire.
La versione d i Zingg prosegue con il tentativo di Kauyma,li di con
trastare gli effetti noci vi dell a magia nera della Datuta, dal cui cada
vere (prima di essere trasformato nella pianta omonima) erano fuo
riusciti lupi. serpemi, fe lini, e altri animali che ancora oggi terroriz
zano gli Huichol. Kauymali decide, per questo, di consultare il dio
Sole, con l'ausilio del peyote:
Per questo scopo venne preparata una cerimonia. Come auspici di
buon esito, il Sole colloc dieci collane di peyote' mllaltare. Ci me
17
felice la gente. Macinarono ilpeyote e lo mescolarono con il tesguino.
Ci nonostante, commisero l'errore di bere la miscela prima della
conclusione della cerimonia, e si ubriacarono, e impazzirono alpun
to che Kal/ymdli temerte per la loro vita. Ma Kal/ymdli pot risanar
li sputando" sul peyote che era rimasto. Diede quindi agli uomini
un pezzetto di queJto peyote. per via deL quale essi si calmarono e
poterono rimanere seri durante tutto ii canto del mito.
19
Mediante la cerimonia di consultazione e durante questo canto,
KauymaJi apprende che il dio Sole avrebbe placata la sua collera pro
vocata dal fal so canto dell a Datura, solo se gli fossero stati offetti
parafernalia cerimoniali nel paese del peyote (nel miti co luogo di
Wiri kuta, presso San Luis Porosi). e se fosse stata eseguita la danza
del peyote in determinate cerimoni e (la cui nascita trova un'origine
causale proprio in quesro mito).
fra datura e peyote, segnata da precisi tab rimaI i,

51
descritta anche in alt ri racconti mitologici. [n uno di quest i, rac
ca iro da T. Knab, viene ri ferito di come Kayuyamari una volta cerc
di prendere un ra!TIO dell a pianta-dio ki/i con lo scopo di "rubare la
sua magia". Come pu ni zione per tale audace azione, Kayuyamari
venne trasFormato in pi etra. Tuttavia, essendo un dio, il suo cuore,
dopo aver assunro la forma di un frammento di quar,lO, torn all a
grotta degli dei; in tal modo egli continu a vivere. La for mazi one
rocciosa che si di ce sia il corpo di Kayuyamari , pu essere oggi vista
sull a scogliera, sopra la parti colare pianta-dio ki/i, dell a quale
Kayuyamari aveva cercato di rubare un ramo.
20
Lo stesso autore offre un' aJtra versione del mito d'ori gine del ki/i,
ma identifica la pianta con alcune specie di Solandra, appartenenti
all a medes ima fami gli a dell e Solan aceae, e anch' esse potenti
allucinogeni , dagli effett i affini a quelli dell a d'"ura. Queste piante,
chiamate ki/itsa, "cattivo kilt, vengono impi egate dagli sciamani
hui chol nel corso di riti segret i, ed questo Stato di segretezza a
creare una certa confusione fra gli antropol ogi e gli etnobotanici
nell 'ident ificazione del Rili. Nell a versione di Knab della battagli a
fra Kiri Twiyari e Kauymari, viene specifcato che Kiri vomit
tutta la sua stregoneria sul mondo per ferma re Kauyumari , cosicch
egli non ebbe pi nulla per sconfiggere Ki uyL'ln13ri.
2L
In questa ver
sione, Kiri Twiyari appare potente e peri coloso, ma non totalmen
te malevolo c, dopo che si trasformato in pian ta (Datura o Salandra
che sia), gli viene affdato il compi to di governare sui venti.
Presso l'attuale gruppo etni co Tepehuan del Messico Occidentale,
srato raccolw un racconto che tratta del tofoache. Q uesto termine
deri va dal nihuatl testa inclinata", cos chiamata poich si
ri tiene che i semi di tale pianta abbiano la propri et di fa re addor
mentare, quindi di fare "inclinare la testa", A una attenta osservazio
ne, il racconto parrebbe contenere la trama di un mito delle ori gini
della pianta, rrasfiguratO in seguito all'interpretazione cristiana:
Cerano due fratelli che erano molto pigri ed erano entrambi musici
sti, Non volevano cercare n mais n aftro, e La madre li rimprover
percfJ non cercavano mais, Essi si misero a canzmillare fino a giun
gere a una pianura. Si avvicinarono a un burrone che stava su un'af
ta rupe e videro che l vera una vasca d'acqua. Stavano morendo per
la sete, e abbassarono le loro foscie per bere acqua, Ma non era acqua
ci che brillava: era ,unaro. Allora presero tutto il denaro. Il Fratello
52
maggiore se ne and con tutto il denaro lasciando l il minore, nel
mezzo del burrone.
Passarono cinque gt"orni, e dopo cinque giorni cadde una scala di
denti di vipera (cuamecate). Allora, poich Dio lo aiut, egli" sal!
,fino t'n cima, e l sul bordo trov il suo violino, e si m.ise a suonare
gumdando Il oriente. L scorse un fmo molto alto fino al cielo, e
allora di,.,-e: "Che Dio mi dia il permesso di giungere fino a quel
fiono ". Cos and per il piano suonando fino a che vi giunse, e tutto
mI nebbia.
Si stava riposando, quando giunse una ragazza molto bella alla la
gtma. Le propose il matrimonio e la ragazza acconsent. Vissero in
sieme per un anno, e il Toloache ritorn con le sue cose e con la
consorte. Arrivando, disse a stia madre di sistemare la casa, di erigere
un piccolo altare, poich1 ritornava con moglie. Quando la vecchia se
ne and, non vide altro che una vipera. La vecchia si arrabbi col
figlio e and a prendere la moglie. E la port e la mise in un altare.
Dalla fattoria della vecchietta, L'acqua si trovava molto lontano, e la
moglie chiese in prestito una brocca per andare adattingere l 'acqua.
La vecchiaie disse che avrebbe impiegato un giorno intero per anda
re e tornare. Afferr la brocca e immediatamente, l viclO, compar
ve un pozzo. E torn Il casa. Arrivando, disse aLla suocera che aveva
farne. La vecchia le disse che non aveva n rortilfas, n mais. La
donna le disJe di avvicinarsi afla madia per vedere se era vero. Si
JjJorsero, e la madia era piena di mais; Ji avvicinarono a un'altra, e
questa era piena fino in cima di mais colorato, e l'altra di mais gial
lo.. E vissero cos alcuni giorni di piacere.
Aflora il Toloaehe si cerc una donna, un'amante. Le amanti erano
la Tlaeoache e Corvojemmina. Usciva tutte le notti per ballare. Poi
inizi a sospettare il Mais, che era la moglie di Toloache. Allora
Tolotlc;'e fitgg e la dorma se ne torn dalla madre. Ed egli and
presso di lei, e le chiese perdono e torn a prenderla. E vissero alcuni
giorni in accordo. In seguito, egli riprese a mortificarla e Mais se ne
and dal padre, Dio Nostro Signore; gli disse che se avesse accordato
le setteparole, l'avrebbe perdonato. altrimenti no. Non pot accorda
re le sette parole; giunse appena a cinque.
Poi Dio Nostro Signore disse a San GiovanrJi Battista e a San Giu
seppe di battezzarlo, ma egli n.on si prest. Aliom lo affimtrono e gli
inchiodarono la testa in un tepetate.
23
Probabi lmente, la parte fi nale del raccolHo originale riguardava la
53
trasformazione di Toloache nell a pianta omonima; l' influenza cri
stiana, eliminando quesro motivo e sostituendolo con quello del rifu
to del bauesimo e dell'uccisione di Toloache, senza la successiva ri
nascita vegetale, ha svuotato di significato l'intero racconto.
Un interessante mito sulle origi ni di differenti specie di darura
presente fra il gruppo Jlvaro degli Aguaruna, stanziato lungo il corso
superiore del Rio Mayo, nel Per settentrionale. Gli Aguaruna uti
lizzano quattro specie di Datura?i ciascuna con specifi che modalit
e finalit d' uso: per curare, per stregare, per l'acqui sizione di visioni.
Una di queste specie, chi amata mamabaikua, non viene coltivata
dagli indigeni , bens raccolta all o stato selvatico. Le al[re tre specie,
chiamate baikua, bltkute tsuak, vengono coltivate, e nel mito vengo
no farre originare dal corpo d_i un uomo, che personifica la prima
specie di datura, quella selvatica: .
Tempo fa, un giovane uomo si trov ad essere affamato mentre tor
nava da un viaggio di caccia. Si ferm a mangiare i frutti di
mamabafkua, non conoscendo la pianta, e presto cadde in un pro
fondo sonno come fosse morto. \lnne trovato dalla sua famiglia, la
quale lo port alla sua casa. Dopo molto tempo si svegli eparl delle
visioni che aveva avuto. EgLi era ora un waimaku.
25
Altri giovani
iniziarono a piantare fa pianta mamabafkua, cos da poter ricercare
i sogni che li avrebbero resiwaimaku.
Un altro giovane (chiamato Bikut in molte versioni del mito), che
non aveva mai avuto.rapporti sessuali con una donna, bevve i/succo
di mamabafkua venti volte. Dopo aver preso mamabaikua cos tan
te volte, egLi poteva vedere Le cose come uno sciamano. Se urta donna
lasciava la casa per commettere adulterio, egli lo vedeva e le tagliava
la testa con un macete. EgLi poteva dire se un uomo era venuto a
mangiare dopo aver defecato senza essersi lavato le mani. Egli vede
va se un uomo aveva commesso incesto, e uccideva sempre una simiLe
persona con la sua lancia dicendo agli altri: "Non vedete che questa
era una persona cattiva, che aveva appena avuto rapporti sessuali
con sua sorella o qualcun'altra nella sua fomiglia? Egli qui giunto
{on i suoi vestiti coperti di vermi. Un uomo coraggioso che mangia
con lui diviene un codardo", egli disse. Uccise molte persone, e alla
fine venne legato con corde dagli altri.
Durante questo tempo, era in atto una guerra con queLli della parte
inferiore deL fiume (Huambisa). Costoro uccisero moLti Aguaruna.
54
!l giovane Bikut venne slegato e gli venne tlata la sua lancia affinch
potesse combattere. Egli si bagn, tir indietro i suoi capelil: e si
svest. Poi and incontro ai suoi nemici.
Poich ii suo sogno era cos forte, uccise molti Hllamhisa. Uno di
quelli tlella parte inforiore tlel fiume si rec presso un riparo nella
foresta per cercare una visione uguale a quella di Bikut. Egli ottenne
una visione, e fer Bikut in battaglia. Infine, i nemici della parte
inferiore del fiume uccisero Bikut. Essi lasciarono il suo corpo sul
terreno, e venne bruciato dalla sua famiglia.
Dal flmore destro tlel corpo tli Bikut crebbe shiwang baikua, e tlal
femore sinistro crebbetahimat bikut. Dalla sua spina crebbe muntuk
rsuak. Da queste piante, i nostri anteuoti presero le piante che ab
biamo oggi: baikua, bikut e tsak
26
Nel testo non viene illronraro il tema dell 'ori gine della datura selva
tica, il mamabafkua, ma in un aJrro racconro aguaruna, registrato da
Brent Berlin nel 1977,27 si riporta che il mamabaikua venne creato
quando Nungkui. un "donatore" mitologico di manioca e di tutte le
altre piante coltivate, trasform molte di queste in specie simi li , ma
meno utili. Esiste una relazione di reciprocit fra l'eroe e le piante
del mito. Seguendo Michael F. Btown, Bikut acquista i suoi poteri
attraverso l'uso del mamabaikua, ed implicito che i tre discendenti
del mamabaiklla che sorgono dalle sue ossa acquistano il loro potere
per virt dell e sue gesta come visionario e guerriero. Egli , cos. aiuta
le piante nel trasformarsi da uno stato naturale a uno culturale, ed
esse ricambiano, trasformandolo da una persona ordinaria a un eroe
culturale. " Anche in questo racconto, come in quelli degli Huichol ,
risalta la stretta relazione esistente tra la pianta - o meglio, tfa gli
effetti della pianta - e la stregoneria. Tale relazione ambivalente,
conseguentemente all ' ambivalenza della stessa stregoneria, nei suoi
opposti aspetti funzionali benevoli e malevoli. Nel racconto aguaruna
l'eccesso di chiaroveggenza, indono da un forte uso della datura,
che trasforma Bikut da un perso naggio socialmente benefico a uno
socialmente dannoso. Le trib Huachipaite e Zapiteri del gruppo
indigeno Mashco, stanziate nei dipartimenti peruviani amazzonici
di Cuzco e Madre de Dios, utilizzano la Brugmansiax insignis (Barb.
Rodr.)Loclnvood, chiamata xayapa, per curare e per ottenere delle
visioni. Per gli Huachipaire, Xayapa era un uomo che, un giorno, si
avvicin alla fattoria annunciando la sua trasformazione in una "me
dicina", e quindi si mut in pianta.
l
?
55
Nel Vecchio Mondo, la Datura metelL., di o ri gine asiatica, la spe
cie pi diffusa e la pi tl uti lizzata co me narcoti co, fra le popolazioni
euroasiatiche. In India, essa ri tenuta una dell e piante sacre a Shiva,
e i suoi appariscenti fori bianchi vengono offerti sugli altari, nei
gio rni dedi cat i all 'adorazione di questa di vini t. I fiori di datura sono
anche tra i pi frequenti atrributi nell ' iconografia del dio, coll ocat i
sull e sue trecce insieme a un teschi o e all'immagine di un quarto di
luna.
30
Nel Vttmana Purano, si ripo rta che questa pianta nacque o r i ~
ginalmenre dal petto di Shiva, 31 La stessa Datura metei ci rata nel
testo cinese di Materia Medica 'Peu t'sao kang mu, scritto nel 1590 da
Li-Shi -Chen; questo autore riporta che il nome dell a pianta, man t'o
fohua, preso da un noto sutra buddi sta, in cui si afferma che quan
do Buddha predica un sermone, i cieli irrora no i petal i dei fiori di
questa pianta con gocce di pioggia. Secondo una piil antica tradi zio
ne taoista, il nome della pianta quello di una delie stel le circumpolari,
e si ritiene che ogni messaggero, maJ,daro da questa stella sull a terra,
tenga nell a sua mano uno di quest i fi ori . Per tal e motivo, i Cinesi
chi amano questo fiore con lo stesso nome dell a stell a. " Si potrebbe
qui ravvisare la traccia di un antico mi ro d' origine della pianta, che
la descri veva come originaria del mondo astrale.
Mandragora
Presso le culture del baci no del Mediterraneo, la mandragora" pos
siede una lunga tradizione come pi a nta magica, afrodi siaca,
allucinogena e medi cinale. E' una delle pi rinomate piante della
stregoneri a medievale europea, ma le sue virt sono nOte fin dal II
mill ennio a.C. La conoscenza di questa pianta inFatti testimoniata
da repert i archeologici egiziani a partire dal XIVsecolo a.c. (durante
la va Di nastia), e immagini della pianta sono State identificate in
anti chi bassorili evi a Boghaz-keui. Assieme all a nin feaJ<i e al papave
ro da oppio - anch'esse piante dotate di propri et psicoatt ive - veniva
impiegata per fare lIngliemi capaci di indurre stati ipnoti ci, di transe
ed estatici.
35
Conosciuta dagli antichi Germani , dai Greci e dai Romani , stata
suggerita l' ident ifi cazione di questa pianta con l' eni gmat ica erba moly
di Omero.
36
Nel racconto, inseri ro nel decimo li bro deWOdi ssea, LI
dio H ermes, i.I "messaggero degli det, a donare la magica erba a
Ulisse, affinch egli possa uti li zzarla come agente protettivo co ntrO
56
gli effetti maligni del fi ltro della maga Circe, capace di trasformare
gli uo mini che ne bevono, in animal i, nell a fattispecie in maiali.
Nel racco ntO ameri co. l'erba mo/y svolge dunque lill a funzione op
posta a quel la delle cJ assiche erbe magiche: evita la trasfo rmazione in
animal e, anzich inclurla. Per OmeTo la radice era nera, si mi le al
latte il fi ore, ",o/y la chi amano i numi . St rapparl a difficile per le
creature mo nali , ma gli d ei tutto possono)I.
37
La diff colt di
esti rpazione del la pianta un motivo che si presenter secoli pi
tardi , anche nei racconti med ievali sulla mandragora; un morivo che
ha proVQC3m timore nei confronti dell' erba, ma che ha anche dato
impulso all 'e laborazio ne di part icolari pratiche magiche protettive
per la sua raccolta.
A part ire dalla sua prima apparizione nell e opere di Omero, l'erba
mo/y stata cel ebrata a pi riprese dagli aucor i greci e latini , e ha
influenza to la fa ntasia d i non pochi autori medi evali.
Alcuni autori ta rdo-latini ci hanno tramandato un mito d' o rigine
del mo/y. Nell a versione di Eustazio, il gigante Pi coloo si era perduta
mente innamoraro di Circe. ed era intenzio nato a rapida dall'i sola
in cui dimorava; ma il di o Helios (Sole) , padre di Circe, venne in
ai uto dell a fi gli a uccidendo il gigante:
E dal sangue del gigante sparro sulla terra germogli il moly> che
prende nome dalla "fotica della Ma il suo fiore, dal bian
core abbagliante come quello del latte, proviene dall'abbagliante
HeLios, che vinse il combattimento; la nera radice spunta dai nero
sangue deL gigante. ovvero, se ne pu spiegare la natura coL fotto che
Circe diviene speltralmente smorta per lo spavento."
Le caratteristi che del nlOly. come vengono riportate dall a lunga seri e
di amori cl assici e del periodo medi evale, so no stare oggetto di una
seri e di rielabo razioni e di fantasi ose interpretazioni . e nessuna de
scrizione - neppure quel la originaria di Omero - corri sponde a quel
la dell a pianta dell a mandragora. Cidenrificazione bo tani ca del mo!)'
rimane una questi one aperta, come lo sono, del resto, quel le relat ive
a un folto gruppo di piante dall e propriet magiche e psicoatt ive
descriue dagli auto ri classici.
La mandragora nota nella cultura ebraica ed presente nell 'Anti co
TeStan1enro.
39
Essa viene citata in un racconto dal le co nnotazioni
piuttostO "pagane", in cui fa pianta viene urili zzata come mezzo di
scambio per le sue propri et afrodisiache e fecondanri.
40
In effen i,

57
questa pianta scata considerata, un po' ovunque, come un porten
toso afrodi si aco, e non a caso Afrodite, la dea greca dell ' Amore, ave
va l'appell ativo di "Mandragoritis".
La grossa radi ce e i frutri (bacche rosse) erano le parti dell a pianta
utilizzate per gli effetti medicinali e psicoattivi . Da tempi remoci ,
nella fOfma della radi ce si sono volute ravvisare le f.Htezze di un uomo
o di una do nna, e questa antropomorf zzazione, con la dist inzione
fra mandragore "maschio1> e "femmina", stata fonte di ispirazione
nella mitologia, nelle credenze e nei riti relativi a questa pianta.
Come aveva evidenziaro Mircea Eliade,41 i racconti sulla mandragora
hanno influenzato un pi vasto cerchio di miti ri guardanti pi ante
dalla grossa radice, e fortemente antropomorfizzate nella loro imer
pretazione simboli ca. Un'altra nota radi ce del medesimo gruppo
mirologico il ging-seng.
In diverse fonti dei periodi medi evali , ripart'ata la credenza secon
do la qual e, quando un condannato a morte viene impiccato, nel
momento in cui muore, emette il suo seme, o la sua urina, che, ca
dendo al suolo, danno origine alla mandragora. A questo tema segue
solitamenre la descri zione del procedimento per la raccolta deUa pian
ta: si riteneva che chiunque tentasse di sradicarl a, ma anche chiun
.. . .. .
que VI IIlClampasse lI1aVVerrl[amente, o VI passasse troppo VICIl10, ne
morisse. La raccolra si basava sul sacrificio di un ca ne, per lo pitl
nero, che veniva legato per la coda o per il collo, alla radi ce della
pi anra: nei momento in cui, correndo in direzione opposta alla radi
ce, l'avesse sradicara, il cane sarebbe mano. E' un racconto diffuso
nei paesi germanici, in in Francia e altrove.
H
E' probabil e che il rema dell a nascita dell a mandragora dall e gocce di
sperma o dall ' urina di un impiccato, facesse originariamente pane
di un mito di origine della pianta. La persona impi ccata - un con
dannato a morte per reati gravi, oppure per furto, ma innocente,
come viene specificato in ruverse fOllri - sarebbe quindi s[ata un cer
ro uomo, probabil e protagonista del raCCOnto originari o: nella cra
sformazione del mito in credenza popolare, scompare il motivo dell a
condanna iniqua, e l'analogia vi ene riferita a ogni condannato im
piccato. II rapporto fra mandragora e morte presente in altre cre
denze, come quell a che associ a la sua presenza a luoghi ove siano
seppelliti dei cadaveri (i dintorni di un cimitero sarebbero il suo
habitat preferito).
Nella cultura greca, stato evidenziato un certo rappono fra la
mandragora, il cane, e la dea Ecate;4J il regno di questa tenebrosa
58
divinit ddroltretomba identificato proprio con j cimiteri.
A un differente mito originario potrebbero essere farri risalire un
gruppo di racconti popolari e mitologici presenti nell e culture euro
pee, arabe e asiati che. Da questi racconti emerge un tema collocato
al tempo dell e origini dell'uomo, nel quale l'uomo stesso viene farro
originare dall a mandragora, sfruttando, a questo scopo, l'immagine
fortemente antropomorfa (o antropomorfzzata) dell a sua radice. ((I
primi uomini sarebbero stati una famiglia di gigantesche mandragore
sensitive, che il sole avrebbe animato e che, da sole. si sarebbero
distaccate daJIa terra); oppure, 1( l'uomo apparve ori ginariamente sulla
terra in forma di mostruose mandragore, animate da una vita istinti
va, e che il soffio dell'Altissimo costrinse, traslllut, sgross, e infine
sradic, per farne degli esseri dotari di pensiero e di movimento pro
prio ( .. ) Da ci potremmo dedurre che la mandragora legata a un
miro d'origine dell ' uomo,44 Sebbene non si trarti di un miro d'ori
gine dell a mandragora, interessa nte notare come, in queste
cosmogoni e, l'origine della pianta sia ritenuta pi anti ca di quell a
dell'uomo.
Un mito d'origine della mandragora presente nella seguente leg
genda, raccolta in Siria da M.R. Puaux:
Quando Dio cre il mondo, si riserv La creazione degli esseri viventi
suLla ten-a, nelle acque e neLl'aria; ma, neL suo contratto con Satana,
aveva dimenticato ilsotto-SIIolo. Lo spirito del Male, geloso del Cre
atore. volle, anche lui, fabbricare degLi uomini e deLLe donne viventi
sotto terra, Il suo genio inventivo, ma incompLeto, non port che alfa
plasmazione informe delle mandragore. Dal momento che queste,
strappate da te17'd, penetrano neL r-egno di Dio, cessano di vivere, 45
Come si vede, un mito d' origine dell a mandragora vero e proprio,
ben srru([urato
l
non ci pervenuco; solo qualche traccia isolara e
continuamente rimaneggiata ha incontrato una certa fortuna nell a
credenza popolare e nella favoli st ica. Resta il fatto che la mandragora
stata considerata una pianta primordiale, creata ptima, o ai primordj ,
dell'umanit, ed probabil e che, seguendo Massimo Izzi, "la local iz
zazione del la mandragora in Paradiso (o comunque in un giardino
primordiale, teatro della creazione prim.i geni a), sia antecedente al
cristianesimo,} ,46
Forse, ci che si avvicina maggior mente a un mi to d' origine, se non
proprio della pianta, del suo uso, lo incontriamo neUe fonti pi an
59
ri ehe che trattano della mandragora, nell a cultura egiziana. Si tratta
di un racconto chi amato Distruzione e salvataggio del genere umano,
che si conservato in varie tombe regali, e appaniene alla letteratura
egiziana di caratrere strettamente rel igioso.
In questo racconto, il dio solare Ra ha intenzione di punire gli uomi
ni perch non lo venerano. Invia quindi la dea Hathor a distruggere
l'umanit. Ma cambia idea, ed escogita lino stratagemma per ferma
re la dea, che gi pronta all a strage:
Disse allora Ra: "Chiamatemi messaggeri che corrano rapidamente,
che si affrettino come l'ombra di un corpo".
Furono portati allora questi messaggeri sull'istante. E disse quindi fa
Maest di qliesto dio: "Recatevi Il Elefontina, e portatemi didit in
quantit': Gli j;,rol1o portate questedidit, e la Maest di questo dio
grande foce che i/ Chiomato" che abita a E/iopoli macinasse queste
d idir, e che inoltre schiave spremessero f'orzo perfarne birra. Quin
di, jrono pO:ite queste didir in questa bevanda, ed essa fu come il
sangue degli uomini.
Si ficero 7.000 brocche di birra. Venne quindi la Maest del re dell"
Valle e re del Delta Ra con questi dei per vedere questa birra.
venne la mattina dell'uccione clegLi uomini d.a parte del/a dea
nei giorno in cui essi rientravano.
Disse allora la Maest di Ro: "Quanto bello questo' Con questo io
protegger gli uomini/" Disse Ra: "Portatelo al luogo dove vuole
uccidere gli uomini",
Si lev presto la Maest del re della Valle e re del Delta Ra, al t"mi
ne della notte, perfare che si ver:iflSSe questa bevanda sopo rifera. Fu
rono cos- sommersi i campi per tre palmi sotto f'acqua,48 per la po
tenza della Maest di questo dio.
Vnne allora questa dea del mattino presto, e trov questo sommerso.
Bella ne fu la sua foccia, ed essa si mise a bere, e fil una cosa gradita
al suo ctiore, tanto che se ne venne ubriaca, e non riconobbe gLi uo
mnll.
DJ'e allora fa Maest di Ra a questa dea: "Benvenuta in pace, o
diletta' E questa f l'orzgine delle Giovanette di Jamu
4 9
Disse allora la Maest di Ra a questa dea: "Si facciano per lei bevan
de soporifere nella celebraz ione della festa annuale, e si distribuisca
no alle schiave': Questa l'origine de! bevande soporifere in
distribuzione alle scbiave per la fista di Hathor da parte di tutti gli
uomini fino ai primo giorno. 50
60
Le pi ante didit, come le d'dym in ugariti co e le duda'im in ebraico,
sono le mandragore. Concordi amo con le conclusioni di Izzi: Non
siamo di fronte a un sempli ce resoconto di una terapia: siamo al
cospetto di una sorta di seconda antropogenesi , di un salvataggio
dell'umanit. La mandragora qui non un semplice sonnifero, ma
una radi ce di vita, lo strumento scelto dal dio per la salvezza del
mond o\>j 5
1
un mito d'origine dell 'uso dell a mandragora, attraverso
l'isriruzione di un cul to che prevede il suo consumo rituale.
Tabacco
In un recente articolo, Si lvio Pagani presenta la pianta del tabacco
come segue: Il tabacco '- nelle sue due principali specie Nicotitma
tabacum L. e N rustica L - originario dell'Ameri ca del Sud e di
quell a Centrale. La sua diffusione e il suo utilizzo come droga
volurruari a fra i popoli occidentali , sono stori camente frutro del con
tatto fra il Nuovo e il Vecchi o Mondo (in maniera analoga ad altre
specie vegetaJi originari e dell e Ameri che, des tinate a diventare
cultigeni primari neJl e economi e agricol e di t Ut to il mondo, quali il
mais, la patata, il pomodoro, ecc.). Nell e Ameri che, il tabacco sta
ro e viene ancora impi egato come un puro allucinogeno, capace di
indurre modificazioni del lo stato di coscienza che frequentemente
raggiungono la transe e l' ''uscira'' dal corpo. L'uso del tabacco ri entra
nel la maggior parte dei riti reli giosi dell'Arneri ca indigena, e tale pianta
viene utilizzata come mezw di comuni cazione con gli spiriti. E' inoltre
ritenuta ulla indispensabil e "medicina" nell e cerimonie sciamani che
di cura, insieme ad altri allucinogeni (ayahuasca, datura, ecc.), op
pure da solo, ricoprendo efficacemente il ruolo di vegetale sacro, di
strumenw "psi codiagnosti co"52. Una prati ca diffusa fra gli sciamani
dell'Amazwnia consiste nell 'espellere i mali dal corpo del mal ato
att raverso il fumo del tabacco, precedentemente inalato dall o
sciamano;5J inoltre, il fumo del tabacco denso di valenze sovranna
rurali che si rispecchi ano nei numerosi luoghi mitologici amerindi ani
(il Grande Fumo, la Casa del Fumo, ecc.).
Presso le culture originari e, il tabacco dunque considerato e i'Her
pretato come una pi anta visiona ri a ed enreogena; un fatto
contraddirorio con la nocivit e l' assenza di effett i allucinogeni attri
buite a questa droga dalla culrura occidentale. V' chi ha cercato di
porre un rimedio a questa stridente co ntraddizione chiamando in
61
causa vari fattori: le di fferenze nei modi d i assunzione, dei process i
di lavorazione dell a pi anta, le differenze biochimi che fra i cultiva r.
D'altro lato, v' chi ri tiene che le di ffe renze nell ' approccio culturale
al tabacco siano la causa di reazioni cos contrastanti. Ricordiamo
che, in Europa, il tabacco
54
fu inizialmente consideratO come una
miracolosa pianta medicinale, e che l' idea che esso sia dannoso alla
salute una recente appropriazione deUa cultu ra occi dental e.
Nel l'America del Nord, il tabacco viene sopratturto fumato, ma nel
l'America del Sud, diverse rribill 'assumono per via nasale, orale (suc
chiandone le fogli e, tenute fra le gengive, o, pitl di rettamente, be
vendone un infuso), e persino retral e. Il rapporto dell ' uomo con il
tabacco potrebbe essere moltO antico, mi Uenario, e la sua ricca e
sedimentata mitologia avvalorerebbe questa ipotesi. E' noto che i
principali popoli centro- e sud-americani del periodo dell a Conqui
sta avevano riservato un ruolo signifcativo al tabacco all ' interno dell e
pratiche rel igiose, cos come nei pantheon divini, e i resti archeologici
aztechi e maya sono ricchi di vestigia di tale culto.
55
I mit i sull' origine del tabacco e sul suo uso sono numerosissimi: in
pratica, ogni t rib indigena americana ha elaborato un mi to d' ori gi
ne deUa pianta. Anche fra le popolazioni indigene del Vecchio Mon
do, che hanno ado[(aro da alcuni secoli il tabacco come loro droga, o
pianta sacra - come quell e africane o ind iane - ritroviamo miri in cui
la scoperta del tabacco considerata di origine divina, o sovrannatu
rale.
Il seguente racconro stato raccolto presso i Warrau della Guiana.
Esso contiene tutt i gli el ementi relativi all 'approccio sacro con la
pianta, adottato da questa popolazione:
Un uomo aveva vissuto con una donna per molto, molto tempo: que
sta era bravissima a fare le amache, ma non poteva avere bambini.
Allora egli prese con se una seconda compagna; da essa ebbe un bam
bino, e cosi fo folice.
Il bambino. Kurusiwari, crebbe rapidamente, e mentre la matrigna
tesseva L'amaca, soleva andare adattaccarsi aLla corda sospesa, allen
tandola. La vecchia sopport per un po' tutte queste noie, ma un
giorno che il bambino era ancora pi fostidioso deL solito, gli disse:
"litI' via e mettiti a giocare laggi ". /1 piccolo obbed, si allontan,
ma presto trotterell indietro e di nuovo prese Il giocare con La corda.
Allora la donna lo respinse, di modo che il bambino cadde per terra
62
e pianse. Nessuno not L'incidente, e nessuno lo vide uscire dalla casa.
Suo padre e sua madre intanto giacevano insieme nella loro amaca,
ed era giorno inoltrato quando s'accorsero della sua mancanza. Il
bambino non si trov da nessuna parte. cosicch essi andar01w da un
loro llicino e l VIdero il loro bambino che giocava con alcuni altri
bambini. Spiegarono ai loro vicini la ragione della visita, come
fossero venuti a cercare il loro piccolo e cos, passando da una cosa a
un'altra, entrarono in animata conversazione, e dimenticarono il
loro vero scopo, col risultato che quando ebbero finito di chiacchiera
re, non si trov pi non solo il loro bambino. Kurusiwari, ma nep
pure uno dei bambini dei ioro vicini, Matura-UJari. COSt. i quattro
genitori si misero alla ricerca dei due bambini, e andarono aLla casa
di un 'vicino, dove ii videro giocare con un terzo bambino, Kdwai
wari. Ma anche questa cllsa accadde ci che cm accaduto nell'al
tra: tutti i genitori cominciarono a chiacchierare e dimenticarono il
loro vero JCOpO, finch si accorsero che tutti e tre i bambini mancava
no. Si ebbero cos sei genitori alla ricerca di tre bambini; ma, alla
fine del primo giorno, la terza coppia abbandon la ricerca, e alla
fine del secondo giOl'no la seconda coppia fece altrettanto,
Ne! frattempo, i tre bambini aveV(,lnO continuato a vagabondare,
facendo amicizia con le marabu ntas variopinte}, che a quei
tempi parlavano ma non pungevano. Fu.rono questi bambini che
dissero alle vespe nere di pu.ngere la gente e alle vespe rosse di dar loro
anche la febbre.
E fil quando i bambini arrivarono sulla spiaggia del mare, ch'essi
furono raggiunti dalla prima coppia di genitori. 1'-'1a essi ormai non
erano pi bambini, bens ragazzi grandi. I genitori espressero la loro
gioia per averlifinalmente ritrovati, e, llaturalmente, si aspettavano
di vederli tornare a casa; ma il capo dei tre - Kunw:wari, il ragazzo
che era mancato dalla prima casa - disse: lo non posso tornare.
Quando la mia matrigna mi ha respinto, sono caduto e ho pianto,
mentre voi non mi avete neppure rivolto uno sguardo. Non torner ':
Ma quando il e la madre lo implorarono con le lacrime agli
occhi di ritornare, egli cedette e promise loro che, se avessero costruito
una adatta hebu-anoku ["Casa dello Spirito'] e lo avessero 'hia
mato" con il tabacco, lo visto. Egli e gli altri due ragazzi
attraversarono ii mare, e i genitori tornarono a casa.
Non appena vi furono giunti, il padre cominci a costruire la 'casa
dello Spirito", e quando questa i finita, vi bruci foglie di papaia,
foglie di cotone e foglie di caff, ma tutte furono inutili: non c'era
63
"forza" in nessuna di queste, e una simile forza poteva essere fornita
soLo dai tabacco. Ma Il quei tempi non avevamo qui questa pianta:
cresceva lontano, in un'isola ai di l del mare. Non so se quest'isola
fosse Trinidcrd o no, ma noi Warrau In chiamiamo Niho-yuni [''sen
za uomini"}, perch era popolata soltanto da donne, secondo quei
che ne raccontano i nostri vecchi. Dunque, il padre addolorato sped
una specie di airone
S6
a prendere qualche seme di tabacco; ma questo
uccello 11011 torn, ed egli invi varie alfre specie di uccelli marini,
uno dopo l'aLtro, e tutti ebbero fa stessa sorte. Venivano uccisi dalLa
donna che stava di guardia, non appena si posavano suL campo di
tabacco.
Perduta ogni speranza di veder mai tornare nessuno dei suoi messag
geri, egli si rec a consultare un fratello, che gli port una gru. Que
st'uccello and a cercarsi un posto, per passar"vi La notte sulla riva del
mare, in modo da essere pro11to a partire di buon'ora il mattino se
guente. Mentre si stava riposando, venne il suo piccolo amico, iL colibr,
e gli domand cosa stesse focendo: "Mi preparo per domattina - gli
rispose - debbo volarefino a Nibo-yuniper prendere il seme di tabac
co". IL colibr si offr di andare lui ili sua vece, ma l'altro consider
assurda la proposta. e gli ricord che la sua barca era troppo piccola e
che sarebbe andata a fondo. Per nulla scoraggiato. per. l'uccellino si
svegli prima ciel giorno, com' sua abitudine, e, dicendo "fo vado':
si alz in volo. All'alba. la gru apr le ali e, navigando maestosamen
te. gi aveva percorso met del viaggio. quando vide il colibr che
lottava nell'acqua. .
Questi aveva fotto 1m coraggioso tentativo, ma naturaLmente non
poteva avanzare contro vento. La gru Lo raccolse e se fo pos sulla
parte posteriore delle cosce, che sporgevano aLl'indietro. Questa posi
zione and benissimo per il piccolo colibr fintanto che non capit
aLcun incidente; ma quando La gru si mise Il fare i propri bisogni, III
faccia del colibr s'insudici, ed egli si trov costretto a fidarsi ancora
delle proprie ali. sicch raggiume Nibo-yuni per primo. e vi attese la
sua grande amica che giunse poco dopo. Egli disse alla gru di rima
nere l mentre sarebbe andato al campo del tabacco; era piccolo. po
teva volare veLocemente, e nessuno lo avrebbe visto mentre rubava il
seme. Stava dunque mettendo in opera il suo piano, quando la don
na di guardia cerc di coLpirlo, ma egli era troppo astuto e, saLtando
rapidamente di fiore in fiore, subito raccolse quanto seme gli occorre
va e torn daLla gru. '/Imica - disse - torniamo Il casa adesso ': e
flcendo seguire l'atto alle parole. l'uccellino pme il volo. e questa
64
volta, sospinto daL vento, giunse a casa per primo e senza incidenti.
Qui consegn il seme al padrone della gru, e questi lo pass a suo
fintello, dicendogli di piantarlo. Una volta piantato, il seme crebbe
rapidamente, e quando le foglie forono diventate ben grandi, il fiu
tello gli mostr come preparare il tabacco. Ilfratello lo mand anche
a cercare della corteccia per avvolgere la foglia," ed egli port il
winnam6ru che era proprio quello che serviva. Lo mand poi a cer
care ! hebu-mararo [sonaglio}, ed egli port zucche di tutte le di
mensioni, ma alfa fine torn con una zucca che aveva staccato daL
lato ad est dell'albero; questo era quel che ci voleva. Il padre senza
figliolo cominci dunque a 'cantare" con il sonaglio, e il figlio e gli
altri due giovani vennero alla sua chiamata; adesso essi erano tre
spiriti, e tutti e tre, rivolgendosi a lui come a un padre, chiesero del
tabacco, cf/egli dette loro. Sono questi medesimi tre spiriti del Tabac
co, Kurusi-wari, Matura-wari e Kdwai-wari, che sempre rispondo
no quando il sonaglio del pi ai
58
li chiama, e, naturalmente, fo il
povero padre abbandonato che divenne il primo piai , tutto per il
gran dolore che ebbe per aver perduto il SItO bambino e per il deside
rio di rivederlo ancora una volta. 59
C. Lvi-Strauss, che ri porta un riassunto e discute quesw mi ro nelle
sue Mythologiques, fa notare come quesro sia da ricollegare a un pi
generale gruppo di miti gui anesi, ri guardanti l'ori gine del le bavande
narcoriche, fra le quali figura il tabacco macerato in acqua.
GO
rn que
sro e in altri racconti Warrau, il tabacco consideraro presente, nei
tmpi mitici, in un'isola al di l del mare o in mezzo al mare, luogo
privilegiato poich sede dell ' al di l e del regno dei morti e degli
spiriti . li fatto che il primo uomo - il padre ci tato nel racconm - che
impieg il rabacco per contattare gli spiriri . sia divenuto, per diretta
conseguenza, il primo sciamano, significativo dell ' importanza at
ui bui ta a questa pianta nelle teori e e nelle pratiche scia man iche.
Nell a mi tologia amerinda, si incontrano numerosi rife rimenti che
associano il colibr con il tabacco, come nel racconto warrau in cui
l' uccell o l' artefi ce principale del recupero dei semi di tabacco. Ci
pu essere in parte spiegato con il fatto che questi pi ccoli uccelli
sono soliti nidif care presso questa pianta.
li colibr il personaggio principale anche del seguente raccontO
mitologico dei Cherokee, una trib nord-americana, attualmente
stanziata in un territorio fra il Tennessee, l'Alabama e la Georgia:
Agli inizi del mondo, quando uomini e animali erano simili, cera

65
una sola pianta di tabacco, presso la quale tutti si recavano per [pren
dere} il loro tabacco, fin quando le oche Dagul'ktlla rubarono e la
portarono fontano verso sud La gente soffriva senza di essa, e c'era
una vecchia donna che divenne cos magra e debole, che ciascuno
pens che sarebbe presto morta se non fosse stato possibile darle del
tabacco per mantenerla in vita.
Diversi animali si offrirono per andare a cercarlo, uno dopo l'altro,
prima i pi grandi e poi i pi piccoli, ma i Dagtl'k,11i vedevano e li
uccidevano tutti quanti, prima che potessero raccogliere la pianta.
Dopo gli altri, la piccola llpa tent di raggiungerla viaggiando sot
to ten'a, ma i Dagitul'kit scorsero la sua traccia e la uccisero appena
sbuc fuori.
Alla fine si offr il Colibr, ma gli altri gli dissero che era troppo
piccolo e che avrebbe ben potuto starsene a casa. Egli li supplic di
!asciarlo tentare, e cos essi gli mostrarono una pianta in un campo,
egli dissero di mostrar lum ii modo in cui si sarebbe aV1Jicinato [alfa
pianta). Il momento dopo egli era andato, ed essi lo lJidero seduto
sulfil pianta, e poi il momento dopo era nuovamente dietro, ma nes
suno lo aveva visto andare o venire, poich era molto veloce. "Questo
il modo in c-ui agir ", disse il Colibr, e cos lo lasciarono tentare.
Vol verso est, e quando giunse in vista del tabacco, i Dagl'd'ki't erano
t1itti alla sua ricerca, ma non erano in grado di vederlo poich era
cos piccolo e volava rapidamente. Egli si lanci sulfil pianta - tsa.' - e
strapp via la cima con le foglie e i semi, ed era gi lontano quando
i Dagld'ktt compresero cosa era accaduto.
Prima di giungere a casa con il tabacco, la vecchia donna aveva
perduto i sensi, e la si credette morta, ma egli [il Colibr} soffi il
filmo [di tabacco} nelle sue narici, e con un grido di "Tsd'li1!" ["l
bacco''] ella apr gli occhi e fil di nuovo in vita
61
LI tabacco assume in questo racconto il valore di "erba dell ' immorta
li t", che riporta in vita i moribondi; lIna pianta dalla quaJe dipende
il benessere di tutta la comuni t. II coli br un uccell o sciamani co,
adottato per simboleggiare il "volo" dell o sciamano, e anzi, nel rac
conto cherokee rappresenta probabi lmente lo stesso sciamano. E'
infatti questO uccell o a ridare vita alla vecchia donna. soffiando nel le
sue narici il fumo di tabacco: un'operazione magico-terapeutica pe
cul iare dell e pratiche degli sciamani amerindi.
Non mancano, un po' ovunque, mi ti che f.'10110 originare il tabacco
dal cadavere o dall e tombe di persone decedute per morte violenra, 62
66
o dalle ceneri di uno spirito della foresta bruciato mentre risiedeva in
un albero.
63
In altri racconti , la pianta o i semi di tabacco vengono
donati agli uomini da cerri animali , in parti colare uccelli, considera
ti spiriti protettori degli sciamani; cos, presso gli Iran (MUnkU),
vicini dei Mundurucu, un avvoltoio a donare la pianta a un u o m o , 6 ~
mentre presso gli Yanoama dell 'Alto O rinoco (Venezuela) si ritiene
che quando gli animali erano gente, Wasci (pippi strello) fu il pri
mo che colti v il tabacco. Un giorno, incontr un uomo Yanoama, e
lo invit a prova.te il tabacco ( ... ),.65 In un racconto degli Shuar
dell'Amazwnia equadoriana, noto come (( mito di Etsa", il tabacco
nasce dai genitali di un mostro, dopo che questi stato affrontato e
ucciso da Etsa, un eroe culturale che si trasformer, alla fine delle sue
gesta terrene, nel sole.
66
In vari racconti cosmogonici e antropogonici sudameri cani, il tabac
co gioca un ruolo-chiave, inserito nell e storie del la creazione, quale
agente fondante del divenire e del comporranlento umano.
67
Esso
gioca un significativo ruolo anche nelle mitologie degli Indiani del
Nord America, i quali hanno fatto del tabacco e della sacta pipa i
loro principali oggetti di cul to.
In uno di questi racconti , della rribll dei Pi edi Neri, la consapevolez
za dell e magiche propriet del tabacco, e l'opportuna maniera di
trartarlo e di uulizzarlo, vengono ricevute in sogno da quattro uomi
ni di potere, fratelli fra di loro, i quali , tuttavia, non intendono con
dividere questa conoscenza con gli altri uomini e, costituendo fra
loro lIna Societ del Tabacco, ne mantengono segreto il culto. Eppu
re, proprio la manca nza della pianta fra la gente comune causa di
irrequietezza di spirito, di tensioni, di guerre, e di malvagit. Un
giovane uomo, di nome Discorre da Solo, ri ceve allora dai castori la
pianta, e la conoscenza dei canti e dei riti ad essa dedicati, e insieme
all a mogli e potta il sacro tabacco a tutte le trib. " Appare sottinteso
che, co n il diffondersi del tabacco fra tutti gli uomini , sia terminata
l'era dell a discordia e della malvagit.
I Crik di lingua maskoki dell'Alabama possiedono un mito in cui la
prima pianta di tabacco nasce nel luogo dove una giovane coppia
aveva consumato un rapporto sessuale. e questa associazione fra il
vegetale psicoattivo e l' amplesso ancora pi signif cativa se si con
sidera che i Crik chiamano la pianta del tabacco hitci, ma quando la
fumano la denominano nel lo stesso modo con cui indicano l'am
plesso, haisa.(,') Abbiamo gi incontrato una simile identificazione
fra lo stato modificato di coscienza, indotto da un vegetale psicoattivo, ,
67
e lo stato mentale al momento dell 'ampl esso, presso le popolazion i
rukanoane dell ' Amazzoni a, trattando dell' ayahuasca. Riportiamo una
versione di questo miro degli Indiani Hitchi ti, che vivono contigui
ai C rik:
Un uomo aveva perso i suoi cavalli e li scava cercando. Anche una
donna stava cercando dei cavalli. Essi, l'uomo e la donna, si incon
trarono e si misero a conversare. Si sedettero parlando assieme sotto tl
un albero hickory che foceva una buona ombra. La donna disse:
"Sono in cerca di alcuni callalli che si sono nascosti". L'uomo disse:
(.:4nch'io sto cercando dei Mentre parlavano seduti, qualco
sa avvenne nell'uomo, ed egli cos parl alla sua compagna: "fo sto
cercando dei cavalli, anche tu stai cercando dei cavalli. Permetti che
dilJentiamo amici, e giaciamo assieme qui, dopo di che ripartiremo "'.
La donna consider la questione e d:iC: "Va bene': Entrambi si
iarono, e quando si rialzarono L'uomo se ne and per la sua strada e
la donna se ne and per la sua.
L'estate seguente, l'uomo era nuovamente alla ricerca di cavalli, e gli
capit di passare nel luogo dove aveva parlato con la donna. L'uomo
pens: "Andr in quel luogo per guardarlo': Quando lo raggiunse,
vide che una pianta si ergeva dove avevano giaciuto, ma egli non la
conosceva. Stette a osservarla per qualche tempo, e poi ripart.
Viaggi eparl della pianta agli uomini anziani [della trib). Dis
se: uHo visto qualche cosa (fatta) cos e cos Uno di loro
rispose: "Esaminala pe1' vedere se buona. Quando sar matura sco
primi che cosa SucceSJivamente, l'uomo part per andarla a vede
re. Vide che era diventata ancora pi grande. Zapp attorno alla
pianta per rendere soffice il terreno, e cos crebbe meglio, IVe ebbe
cura, e vide le foglie sempre pi g",ndi. Quando fior, i
fiori erano graziosi, e vide che erano grossi. Quando matur, il seme
era molto piccolo. Egli prese i semi dal guscio, raccolse delle foglie, e
port il tutto agli anziani. Essi li osservarono, ma non riconobbero
alcuna pianta a loro nota. Dopo aver osservato i semi e le foglie per
qualche tempo, si arresero. Poi, uno di loro polverizz le foglie e le
mise in una pipa ricavata da una pannocchia di mais, l 'accese, e la
film. L'aroma era gradevole. Tutti gli anziani dissero: "Le foglie di
quella cosa sono buone" e le diedero un nome. La chiamarono hitci
(che significa sia "vedere" che "tabacco''). In tal modo, la donna e
l'uomo insieme crearono il tabacco.
7o
Ancora per il Nord America, citiamo un mitO degli Indiani Wasco,
68
di lingua chinook, abirami lungo il corso del fiume Columbi a. Nel
raCCOI1W, una donna e suo f glio o([engono il tabacco in un mondo
sovrannatural e, dove viene loro offerto dagli abitanti del luogoj essi
lo parrano quindi sulla rerra di ffondendolo fra gli altri uomini . I.: in
reressante di questo racconw risiede nell a descrizione del luogo fa n
tasti co:
La collina che dominava la casa era ricoperta di tabacco seLvatico. Il
vecchio passava nuto il suo tempo il fo re punte difrecce, e quando la
faretra era piena, saliva suLlA montagna. Poi n'discendeva con la
faretra vuota, ma con le mani piene di tabacco. Sia egli che sua figlia
si nutrivano esclusivamente di fitrno di tabacco, e si servivano di una
pipa che aveva ilfornello aperto nel p"omgamento del cannello. Per
la tlerit, quettuomo .era un cacciatore, ma la moltitudine del tabac
co costituiva fa sua unica sefvagginaJ\
Nel mondo sovrannaturale - suo luogo d'origine e di dimora - il
tabacco assume le sembi anze di un animale a cui dare la caccia come
selvaggina. C i ricorda un'altra pianta sacra e animal e al contempo,
il peyote e il cervo, e la raccolta/caccia degli Hui choles del Messico
del peyote/cervo, che culmina con la sua uccisione a colpi di freccia.
I Portoghesi introdussero la pianta del tabacco in [ndia nel XVI se
colo, e presto il suo uso si diffuse e si rad ic fra la molti tudine di
eme di cui popolato il subcontinente, entrando prontamente a far
parre, come soggetto, dell e mitologie tr ibali.
In un racconto, una divinit rivela in sogno a un uomo la conoscen
za dell a pianta, considerata abitante originaria dell a foresta. In un
altro, incontri amo il motivo dell a ragazza amata da nessuno che, per
questo, si sui cida, e dall e sue ceneri nasce la pi anta di tabacco, che
sar, da quel momento, cercata e amata da tun i.
72
In realt, il mod vo
della "ragazza amata da nessuno" caratteri sti co di un diffuso mi ro
d'origine del papavero da oppio, dal quale staro, in questo caso,
tratto e adattato all a pianta del rabacco.
Citiamo, infine, un mito d'origi ne deJ tabacco dei Kamba, popolo
di agr icoltori sedentari del Kenya. In questo racconto africa no, un
uomo, entrando neUa tana di un porcospi no, raggiunge l'al di l,
dove incon tra i suoi genito ri defunti ; quesri gli fanno dono di alcuni
semi del la pianta di tabacco, ch'egli porta con se al ritorno sulla ter
ra.
7
}
69
POLVERI DA FIUTO
Numerose droghe vegetali sono assumibili per via nasale. E' So.&l
ciente ricordare l' uso di fiutare il tabacco neU' Europa del XIX seco
lo. un costume imponato dall ' America, ben presro abbandonato da
una popolazione - quell a occidentale - storicamente non abituata
alle tecni che inaJatori e. In effeni, i.I "compl esso" dell e polveri da fiu
to sviJuppato essenzialmente nel N uovo Mondo, in particolare
nell' Ameri ca del Sud, da cui sembra originare.
In Ameri ca btina, le principali fonti vegetali dell e polveri da fiuto
polveri effetti allucinogeni - sono alberi dei gene ti Anade1ltmthera
e Viro/a, I dei quali vengono impiegati ri spettivamente i bacelli e la
corteccia. I bacel li vengono abbrusroJjri, ridotti in polvere, frequen
temente arricchiti di una mi scela alcalina o di cenere; dall a correccia,
invece, si ri cava un es.tratto che, fattO essiccare e polverizzato, viene
inalato, 2
Per inalare queste polveri , gli indi ge ni si avvalgono dell 'aiutO di tubi
inalatori , il cui material e cost itutivo e le cui dimensioni e forme sono
variabili , a seconda dell e etnle e della aree geografi che interessate.
Un tipo di inaJatore molto co mune consiste di un rubicino a forma
di Y ricavato da ossa, legno, o plasmato con la terracotta, la cui dop
pia estremit viene inserita nell e nari ci. AJ cune trib amazzoni che,
come quell a degli Yanohami, hanno elaborato una tecni ca inalatoria
in cui lunghe ca nne vengono utilizzate in coppia: un estremo della
canna viene "cari cato" di polvere allucinogena e inseriro quindi nelJ a
nari ce di un uomo; l'altra viene portata alla bocca di un
secondo uomo, il quale soffi a coo forza nella cavi t deUa canna, pro
vocando ulla istantanea e violenta introduzione della polvere nelle
profondit del condotto nasale del primo uomo.
I reperti archeologici. cost ituiti soprattutto di tubi inal arori e di (a
70
volerte impi egate come supporto per le polveri al momento dell ' uso,
sono numerosissi mi, sparsi fra i manufatt i dell e pi svariate culture
del Sud- e Centro-Ameri ca, e coprono un periodo di almeno 3.000
anni. Nonostante si presenti un'elevata concentrazione di quest i re
perti sia nell 'antica culrura Taino delle Anti lle (dove la droga veniva
chiamata cohoba) , che, all 'altro est remo geografico, nell 'antica cul
tura del deserto di San Pedro de Atacama, nel C il e settentrionale, si
sono volute ritenere come aree originari e dell'uso delle polveri da
fLUto le regioni amazzoni che e quelle sub-andine.
4
Recentemente,
nel deserto di Atacama, stata rinvenuta una seri e completa di
parafernalia per l'inalazione di polveri . face nte parte di un corredo
funebre datato al 780 d. C. [11 un comenicore era ancora conservata
una parte della droga pol verizzata, la cll i analisi chimi ca ha ri velato
la presenza dei pri ncipi a<tLvi (OMT e altre indolalchilamine).'
Tubi e tavolette sono spesso arri ccrute da moti vi artisti ci, soprattutto
immagini di felini (giaguari) e di uccelli (aquil e, condor), animali
caratteri st ici delle rappresentazion i e dell e simbologie del "volo"
sciamanico. Droghe allucinogene e spiriti ai utanti z.oo morf (fel ini ,
uccelli , rett ili ) fanno intrinsecamente parte dell a sfera d' azione dello
sciamano. Attraverso l' assunzione dell e droghe, lo scia mano si tra
sforma in un animale, e sotto questa forma si muove e agisce nd suo
mondo visionari o-mitologico. Il "compl esso" dell e polveri da fiuto,
appartenente a culture di cacciatori e raccogli tori, si inserisce perfet
tamente in questo contesto sci amanlco.
T primi cronisti spagnoli - in parti colare Ferdinandez Colombo,
Barrolom de las Casas e Ramon Pane - riportarono un uso della
cohoba nelle Antille,6 per scopi magici e divinatori, in associazione
con il culto di enti t sovrannaturali , chi amate cemis. Rappresenta
zioni lignee di questi cem venivano conservare in capanne costruite
in luogh.i lontani dal villaggio, in cui venivano prati cate le cerimonie
che contemplavano l' inalazione dell a cohoba. L'uso di questa polvere
era proibito all e donne.
Attualmenre, le polveri da huto vengono ancora uti lizzate presso nu
merose trib dell 'Amaz.zonia. In alcune region i, come nel Vaups
colombiano, queste droghe - chiamate )'nkce o )'ato - vengono usate
unicamente dagli sciamani per la diagnosi e il tratta mento dell e ma
latti e, o per scopi magico-divinatori. Al contrario, fra le rrib del
Ri o Negro (in Brasil e) e dell ' AJro Orinoco (in Venezuela), la polvere,
chi amata pena,7 viene utilizzata nella vita di rutti i giorn i, sia indi vi
dualmenre che coll ettivamente, oltre che per sco pi cerimoni ali. ,
71
Non sembra siano stati ri portati miti specifici suil 'origine del le pol
veri da fiuto, sebbene sia probabile la loro es istenza, e, forse, si stan
no tuttora tramandando fra le trib.l dedite a queste droghe. Quel
poco indi viduato proviene quasi compl etamente dalle popolazIoni
tukanoidi dell a regione del Vaups, sia del lato colombiano che di
quel lo brasiliano. Abbiamo gi incontrato la mitologia dei gruppi
Tukano trattando dell o J'aj, la bevanda allucinogena comunemente
uti lizzata da queste stesse popolazion i. e dell a quale ci sono pervenu
ti estesi miti slJle sue origini , inserid in lunghi racconti cosmogonici.
Nell a cos mogonia dei Desa na,
8
il Sole il grande Di o creatore,
preesistente, assieme all a Luna, al resto del creato. Egli cre diversi
esseri sovrannaturali , assegnando a ciascuno di quest i uno specifi co
ruolo; fra di essi ri cordiamo: Pamurf-mahse, creatore del genere uma
no, chiamato anche ii ugerminatore", che'guid la Canoa-Anaco nda
dall e sfere celesti verso la rerra, dove dissemin le di verse razze e le
varie trib umane; Emek6 ri -mahse, o Signore del Giorno, responsa
bil e dell e regole della vita spirituale umana; Diroa-mahsc, o Signore
del Sangue, responsabil e dell a salute e dell a buona vita co tporea del
l' uomo. Il racconto cos prosegue:
Egli [il Sole} cre quindi VibO-mahsi!, l'Essere del Vih6' , e gli ordin
di servire come un -intermediario affinch. attraverso le allucinazio
ni, fa gente potesse mettersi in contatto con tutti gli altri esseri 50
vmnnaturali. La stessa polvere di vih6 proveniva dal Sole, il quale
l'aveva tenuta nascosta nel suo ombelico, ma la Figlia del Sole aveva
graffiato ii suo ombelico e aveva trovato la polve1c. Mentre Emf'kori
mahse e Dirod-mahse rappresentano sempre ii pn'ncipio dei bene, ii
Sole diede a Vih6-mahri! il potere di essere buono e cattivo, e lo mise
nella Va Lattea come padrone delle malattie e della stregoneria.'"
I Desana consjderano la Via Lattea come la dimora deUe malani e,
ma anche la zona dell e allucinazioni e del le vision i. Questa area del
cielo dominata da Vih6-mahse: in uno stato di perenne transe,
indotto dall a pol vere viho, egli viaggia lungo la via celeste, ossetvan
do la terra e i suoi abitanti.
Durante la loro transe, gli scia mani desana (paye) salgono sulla Via
Lattea per parlare con V ih6-mahse, affi nch interceda per loro pres
so le alne divinit.
11
Nel racconto, la polvere viho origina direrramenre dalla massima d i
vinit, il Sole. Il motivo del l'ombeli co porrebbe avere una valenza
72
sessuale, come avviene in mohi altr i temi micologi tukano. alcuni
gi incanerati trattando dello yflj,
L'associazione dell a polvere viho con la sfe ra sessual e resa ancora
pi evi dente in un alero mito desan a, secondo cui viho il seme del
Sole, e venne ottenuto, agli inizi dei tempi, dalla Figlia del Sole, in
un' unione incescuosa con suo pad re)"I l Inolere, v' un tipo di polve
re da fiuto " chi amata abe yerri viM, "polvere del pene del sole", che
viene impi egata durante le iniziazioni sciamaniche; ad essa mesco
lara polvere bianca, ricavata da una specie di fungo d'albero.
La ri cca simbologia sessuale legata all e polveri da fimo e, ancora pi
estesamente, all o yaj. trova giustif cazione nel fatto che le popola
zioni rukano identificano l' atto del coito, e il relativo stato psichi co
di piacere, con l' ass unzione del la droga e con gli sta ti visionari da
questa indotti. Da cine consegue l'equival enza simboli ca fra il seme
maschil e e la pol vere da fiuto.
Anche i Barasana stanziati lungo la patte brasiliana del Vaups inse
riscono la polvere da fi uto - che chiamano par'd - nell a propria
cosmogoni a, seppure in mani era frammentatia e senza alcun riferi
mento all e circostanze della sua origine, Infatti, nel racconto, il parica
sembrerebbe esse re presente sin dagli inizi della creazione del mon
do, e, certamente, preesisrente all ' uomo. Gran pane del racconto
[rarta del viaggio sulla [erra intrapreso dalla Canoa-Serpente (Ca
noa-Anaconda) allo scopo di d iffondervi il genere umano. In questo
caso, la Canoa-Serpente guidata da tre personaggi: Crearore, Pro
nipote del Mondo, Bolka. Quest' ulrimo Uomo dell' Universo, il
Capo degli Indio Desana, ed anche il primo paj (sciamano). La
Canoa-Serpente compie un viaggio sull a terra, che rappresentata
in modo mjrico, sottermandosi in luoghi di potere, denominati Case,
via via creati dai conducenti della Canoa-Serpente.
14
A un certo puma
del racconto leggiamo:
Sulla sponda del Grande Lago, di fronte alla Casa di Latte, esisteva
un'altra casa, la Casa di Parici . Questa casa era stiTta sistemata da
Bolka, all'insaputa di Creatore, e doveva servire come Casa-Difesa
dell'Albero di Paric:i. Era perci destinata ad abitt1.Zione dello stesso
Bolka, primo grande paj , e di tutti gli sciamani discendenti da lui
e che dovevano a fui succedere. La casa era quindi soltanto ma. 15
In un altro passo dell o stesso racconto, al momento in cui Bolka si
accinse a suddi videre e organizzare gli uomini in trib, leggiamo:
73
Tuttavia
J
prima di dividerli, egli esercit con essi i suoi poteri e li
distribullom.
In primo luogo suddivise il pari d, detto anche Legno del Sole, che
trasmette all'uomo il potere sciamanico. Il parie! degli Uomini del
l'Universo ilpotere pi efficace che ci sia. Per appropriarsene, Bo!ka
aveva coiiocato una casa, la Casa del Parid, sulia sponda destra del
Lago di Latte, come abbiamo gi detto.
Per diventare sciamano, era necessario fiutare pariGi, come appunto
aveva fatto Bolka, il pi grande sciamano, fin dalle origini.
Bo!ka fiu.t pariGl con loro per truir/i. PariGi aveva il potere di
trasformare un uomo in giaguaro. 16
Non chi aro il motivo per cui Bolka sistemi la Casa di Paric "al
l'insaputa" del Creato re, e nemmeno perch a,vesse collocare questa
Casa "per appropriarsi " dell a polvere da Fiuto: parrebbero elementi
di Ull tema nOI1 tratrato nel testo, un rema probabilmente relativo
proprio all 'origine del parica, asseme nel raccollto.
17
li peregrinaggio di Bolka si conclude senza morte:
Bolka, che accompagn Dio della Terra durame il viaggio di tra
sformazione
J
fece tutte queste cose. Egli non fu seppeLlito in terra. Fu
u.n grande sciamano che saD e and ad abitare nelle sue case, da lui
dt1'ihllite nello spazio. La principale di esse, la Casa di PariGi)
iocalizzata a sud. Bolka divenile Pel>ona di Parica: egli Url essere
eterno. 18
Inf ne, secondo gli Yanoama dell 'Alro Orinoco, che chiamano la pol
vere da Fimo epna, fu un uccello a portare la conoscenza della droga
fra gli uomini :
/hall/a (il poltrone) conosceva epna, e lo mostr a ](oete ](oetemi,
lIccellino bianco. Koere Koeterniriwe insegn agli Vimoama come ~ ' i
prende. Fu Koete Koetemi, uccellino bianco che non si trova pi
J
che
soffi per primo nelnllso. Il poltrone si muove cos, perch conosceva
e prendeva epna ."
74
IBOGA
L iboga (o eboka) un arbusto della fami glia delle Apocynaceae -
Tabernamhe iboga Baill. - diffuso nell 'Mrica equato ri ale occidentale.
Lattuale utilizzo per i suoi effetti psicoanivi , per lo pill inserito nell e
cerimoni e del la rel igione Buiri , ha come epi centro il Gabon, e si
esteso anche nei paesi limitrof deUa G uinea Equawriale, CaJnerun,
Congo, Zaire.
Le propri et allucinogene della sua radice sono n Ote da lunga data
presso le popolazioni pigmee dell ' interno della foresta equatoriale, e
da queste, la sua conoscenza stata trasmessa all e altre popolazioni
che ne fanno attualmente LI SO, in particolare gli Apindji , i M irsogho
e i Fang. Q ueste tre popolazioni del Gabon, che si tramandarono,
secondo l'ordine, la conoscenza dell' iboga, verso l,aseco nda met del
secolo scorso elaborarono un cuho - il Buhj - in cui ri enrrava la
onsumazione di questa pianca, sull a base di un sincretismo religio
so dell e credenze tradizionali con il Cristianes imo, e che fu destinaco
a ingrandirsi e a rafforzarsi sempre pi, fino ad essere consideralO
come una religione in forte competizione con le due religioni uffi
ciali dell a Repubbli ca del Gabon: il Cri srianesimo Missionario e
l' [siamismo.
Non vi sono dati che mettano in luce il grado di antichit del l'uso
dell'iboga da parre dell ' uomo, ma non vi sono neppure dari
conr raddito ri all' ipotesi che, presso i Pi gmei dell a profonda fores ra
i detentori originari dei "Misteri dell'iboga", il cui LI SO stato finora
studi ato con diffi colt - questa conoscenza sia tramandata da mil
lenni.. t iboga una di quelle piante allucinogene la cui scoperta non
subordinata alla conoscenza dei metodi di cot tura propri dei peri
odi neoliti ci dell' umanit; uti lizzabil e cos com', in quanto se ne
possono consumare le radi ci fresche, e ci avvalora l'ipotesi di una ,

75
grande anti chit del suo uso come pianta sacramentale.
Sebbene sncretco col C ristianesimo, il Bui ri ha conservato molto
delle credenze e dei rituali d' uso originari relativi all a pianta. E' co
stituiro in numerose sette, che differiscono principalmente nel gra
do di assorbimento dei valori e del simboli smo cristiano, soggette a
una veloce fram.mentazione, per la continua riel aborazione ed evo
luzione interna, di natura soprattutto profeti ca. In pratica, anche
all'interno dell e sette, ogni comunit si caratteri zza per una sua per
sonale interpretazione del "canone buitista", un fatw che si riper
cuote sulla grande variabili t nell e procedure cerimoniaJi , nell a rap
presentazi one estetica, e nei racconti mirologici.
La reli gione Buiti , in parti colare le sue comunit Fang - la popola
zione di ceppo linguistico bantu pi numerosa del Gabon - ha con
servato e continua a trama ndarsi, oltre al nucleo centrale dei rituali
indigeni del culw dell 'iboga, una parte dei simboli relativi a un vec
chio culto famil iare fang, il bieri, caratterizzato dal culto degli ante
nati , attraverso la custodia rituale dei loro crani e ruso di una d iffe
rente pianta allucinogena, l' alan, l impiegata per mettere l'iniziando
a contatto con gli spiriti degl i antenati.
2
La mitologia buitista risente di questo culto degli antenati , a t31 punto
che possibil e che alcuni <emi mitologici riferiti all ' iboga e all ' origi
ne del suo uso facessero parte, un tempo, dell a mitologia propri a del
bini. In efferti, nella storia, il culto del Bi eri stato progressivamen
te sostituito dal Buit i, e si parlato di "assorbimento" del vecchio
culto nel nuovo movimento religioso. Per molto tempo, lo Stesso
Buiti stato considerato (In cul to degli antenati, e ancora oggi il
termine buitiviene generalmente tradottO con "mort i" O "antenati ",
sebbene, come osserva Stanislaw Swiderski, ' la pi corretta etimolo
gia parrebbe essere quell a che lo fa derivare da "Mbouiti ", nome
proprio di un gruppo di Pigmei, anualmente stanziato in un territo
ri o distribuito tTa il Gabon e lo Zaire. Il sincret ismo buitista con le
vecchi e crede nze del bieri e con il Cri stianesimo ben riassunto in
un el emento presente nei (empii , costituito da tre cerchi di metallo
(eka/1 appes i al soffi tto, dei quali il pri mo rappresenta l'osti a dei
cattoli ci, il secondo l'iboga, e il terzo l' alan.
I principali riti buitisti sono di due tipi: l ) le ngoz. o "messe" buitiste,
che si svolgono di notte, per tre noni consecutive (d31 gioved al
sabato), durante le quali i membri delJ a comunit, riuniti nel templio
(abeii O mbandja), consumano lIna "modesta" dose di radi ce poi ve
76
ri zzata di iboga. abbandonandosi quindi a danze e canti sino al so
praggiungere dell 'alba; 2) il rito dell' iniziazione, dai Fang chiamato
tobe si ("sedersi per rerra"), vissuto ogni qual volta un individuo deci
de di entrare nella comunit religiosa. In questo caso, all' iniziando
viene sornministrata un'enorme dose di iboga - una quantit pari a
centinala di dosi simili a quel le consumate durante le ngoz: una
quant it che lo porta a uno stato di incoscienza di lunga durata (me
di amente fra i due e i tre giorni e notti consecutivi ), durante il qual e
la sua anima impegnata in un "viaggio nell ' al di l", mentre il CO f
po rimane steso sul rerreno, in Stato di coma, so rvegliato dai membri
della comunit, 4
L'intera rel igione Buiti impregnata del simboli smo del sacrificio,
un tempo messo in atto con sacriJci umani e con atti di antropofagia
rituale. Nel Buiti odginar io, durante i riti di iniziazione e queUi di
fondazione di un nuovo tempi io, era previsto un sacrificio umano;
questo stato l' atto di accusa principal e su cui si fo ndata l'opposi
zione missionaria nei confronti del Buit i e del Bi eri. A di verse anda
re, le persecuzioni sferrare dai mi ssionari cattolici, con l' avvallo del
governo coloniale fra ncese, colpirono le comunit bu idste, in part i
colare attorno agli anni 1920 e 1940. Attualmente, il sacri ficio uma
no non pi praticaro, anzi, biasimato dai buitisti , i quali lo hanno
da tempo sosti tuito con il sacrifi cio di un poll o. Ma nella mitol ogia
bui tista
l
come vedremo, il sacrificio umano, che ri guarda la prima
persona - una donna - all a qual e viene rivel ata l' iboga, reca ancora
rurra la forza del suo valore originale.
La mitologia buitsta costir uita principalmenre di una complessa
t eogo ni a, nella qual e le anti che cred enze si paragonano, si
sovrappongono o si separano ai temi di entrambi l'Anrico e il Nuovo
Testamento, e di un racconto - noto in fang come "storia di Muma"
- sull 'o rigine dell ' uso dell ' iboga e del Buiti.
Sebbene cosrante nell a sua St ruttura primari a, questa mitologia
soggetta a numerose variazioni, a testimonza della diversit fra le
sette e fra le ernie, e anche del1e strat ifcazioni delle interpretazioni
che si sono succedute, per pi di un secolo, in pratica a ogni creazio
ne o riforma di correnti bu1riste. Esistono attualmente alcu ni
"carechi smi " buitisr , scri tti a mano e di diffi cil e lett ura, che potreb
bero rappresentare i primi ti midi tentativi di giungere a testi scritti ,
ove raccogliere il ri cco patr imonio mitologico e rituale,
Presso i Fang, al vertice del la genealogia divina buitista v' un dio,

77
unico, Nzam Mebegh. Al le origini . Nzam cre un uovo, dal qua
le fuoriuscirono tre persone divine gemeHe, Eyen, Non e Gningone,
corri spondenti, a grandi linee, all a trinit divina cristiana, Padre, Fi
gli o e Spiri to Samo. Quest'ultimo viene sostituito da una figura fem
minile, Gningone, considerata la Madre dell a Razza Nera; in alcune
sette, qu esta fgura si viene a sovrapporre a quella della Santa Vergi
ne.
Linterpretatio bui tista coinvol ge tuna la Bibbi a e ri sulta per nulla
superf ciale. Ad esempio, il peccato o riginal e di Adamo ed Eva, chi a
mati Obola e Biome, ritenut i gemelli , considerato l'atto del loro
incesto; l'albero del bene e del male o della conoscenza viene identi
fcato con l'iboga; le rdigue di Abele diventano le religue degli ante
nati (bien); il Diluvio Universale diventa in diverse versioni del mito
l'Ozambgha, il diffi cil e passaggio dei Fang dal Camerun al Gabon,
verif catosi stori camente agli ini zi di questo secolo.
In di versi racconri e sermo ni buirisri , l'iboga viene considerata dono
di Dio fatto agli uomini - alla razza nera - ai tempi primordiali del
l'ori gine dell 'umanit. Da un sermone recitato in una comunit del
la setta Yembaw, nel villaggio di Sibang,; leggiamo:
E' a quei tempi, ai tempi dell'origine dell'univeno, che Dio ci ha
dato l'iboga. La terra era ancora molto secca. Fra le prime piante si
trovava cos l 'i boga. Il p1'imo uccello che mangi l'iboga fu fa rondi
ne (fulyeb). Dopo questa, j"rono il pappagallo (ks) e il colombo
(nzu m). ,
Il motivo dell a diffusione dell ' iboga sulla terra, per opera dell e tre
specie di uccel li , ricorrente, ed da ritenere appartenente allo sfon
do tradi zio nal e di cui si compone la struttura essenziale della teogonia
buiri sta. Da un altro sermone proseguiamo la lettura:
Dio decise di punire la generazione che non aveva obbedito. In vi
una grande pioggia. Arriv il diLuvio. Ma per conservare la l)a,
Dio scelse due specie di animali, di uccelli e di pesci. Fra qlwti, scelse
tre uccelli, ai quali confid un messaggio: nzum, fulyeb e ks.
Nzum, per il suo gesto abituale di grattare la terra, ha mostrato
come bisogna seppei/ire l'uomo morto. Ks f.t scelto per fa sua curio
sit, ( ..) Fulyeb venne riconosciuto per le sue capacit di ricerca.
Fu ful yeb, chefece germogliare l'iboga: vol sui semi, che quindi si
78
sparpagliarono dappertutto. Cos, tutti gli animali poterono man
giare questi semi e la pianta iboga. Dopo di loro, furono i Bekii (i
Pigmei) ti vedere il Buiti, mangialldo !'iboga. J Pigmei sono fratelli
dei Neri, ma met figli di scimpanz e met di Caino.?
Segue la descrizione del sal vataggio di Adamo ed Eva dal diluvio, e
del ritorno di questi sulla terra e della loro successiva resurrezione
nelle persone di Ges e di Maria.
Al tri animali possono essere considerati responsabili per aver provo
cato lo spargimento dei semi del la pi anta, o per ave rl a consumata
per primi , scaprendone in tal modo gli effeni.
In un altro sermone, viene riportato che (,Fu ngi (scimpanz) che
mangi per primo l'iboga, perch all ' inizio, in Paradi so, l'uomo
mangiava come gli animali; le cose crude, l' erba e la carne .8 Il ser
mone prosegue con un raCCOl1 ro in cui il rema dell a diffusione deUa
conoscenza dell' iboga per opera di un ani male - in questo caso una
specie di scoian olo - inseri to in un miro d 'ori gine del fuoco, che
sarebbe S[aro ottenuto mediante sfregamento di due piet re roto nde,
sicuate sotto l'albero in cui aveva ni difi cato lo scoiat tolo. Tal i piet re
si sarebbero formate in segui to "ll ' incendio dell 'albero, per opera
dell 'Arcangelo Gabriel e. L'influenza del cristianesimo, uni ta alla gran
de elasticit interpretativa dei bui t isti , ha pan aro questj a elaborare
diversi altri episodi relati vi all 'ori gine dell'iboga al suo uso, collo
candoli nei pi adatti e opportu ni ambi enti mitologici crist iani.
Nel sermone della serra Yembaw, poco olt re il passo ri portato, in
riferimento ai tempi del diluvio si afferma che fu proprio a quei
tempi , l'Ozambgha, che Dio ebbe piet, e djede all ' uomo neto
l'iboga. In un altro sermone, il dono dell'iboga agli uomini viene
fatto o ri ginare ai tempi dell a cacciata di Obola e Biome (Adamo ed
Eva) dal Paradiso Terrestre. Dopo il peccato - costituito dal rapporto
incestuoso - Dio disse: (("Molt ipli catevi. sapendo che morirete". Pre
se quindi l'iboga e la diede loro dicendo: "Prendete l' iboga che deve
apri rvi gli occhi , le orecchi e e la buona coscienza che avete perdutO
qua ndo avete peccato" . 9 In un altro sermone, incont riamo tracce di
un mito d'origine del l'uso dell ' a!an - la pianta all uci nogena utili zza
ta nel vecchi o culto degli antenat i, il bieri - il cui fil o condurrore
risulta ormai inco mprensibi le:
V' un solo Dio, ma in tre persone: il Pod" e, il Figlio e io Spirito
Santo. Le nepersonesono anche n't? specie di /lomini: ii Giallo (Nfol),
79
il Bianco (Nfoum) e il Nero (Nsollt). Quando vennero, i tre, da
Ozambgha, era il Giallo che comandava a quei tempi per il potere
di Dio Dal momento che avevano portato questi bieri da
Ozambhga e le ossa del Padre Ngoo e della Madre Ngoo sellza altre
si sono moltiplicati. Fu allora che gli i vampiri, si
ritirarono per riflettere e dissero: "Dato che ci siamo moltiplicati, ci
dobbiamo ora spartire le ossa del Ngoo e della Madre Ngoo,
affinch ciascuna trib abbia la Sila parte di ossa, fa sua parte di
bieri Essi si spartirono quindi le ossa del Padre Ngoo edella Madre
Ngoo e dissero: "Ora che partiamo, "on dobbiamo pi dare !'iboga
agli uomini, per paura t:he i nativi vengano Il sapere ii mistero, af
finch non vedano i morti e li sentano parlare. E' meglio che noi
siamo i soli a saper/o. Daremo loro da mangiare il nlelan. Ora che
noi portiamo il bi eri, ogni trib deve prendere due crani d'uomini
che hanno moLtiplicato la fomiglia, uomo e donna. Sono questi due
che resteranno con le ossa del Padre Ngoo e della Jl1adre Ngoo che
abbiamo spartito. E tutti si misero d'accordo per dare il melan agli
uomini; da allora tutti gli uomini mangiarono il melan, e presero
l'abitudine di mangiarne. lO
Sembrerebbero qui , in un qualche modo. mi r zzati eventi nguar
danti l'inconero/scontro fra i due culti dell'alane dell ' iboga, una fase
stori ca probabilmente caratteri zzata anche da una lana per il predo
minio fra i due cuJ t i.
La sraria di Muma, o di Bandj oku (o Bandzioku), un racconra
molto diffuso nelle comunit buirisre. e ri guarda l' origine dell' uso
dell'iboga per opera di una donna, Bandjoku, che venne poi sacrifi
cata e che, attraverso questo sacrificio, istitu il culto bui ti.
Riportiamo la versione raccolta da James Fernandez per bocca di
O na Pastor, o ri ginario dell a rribll degli Okak della Guinea
Equatoriale, ma che ha trascorso - rimanendone perranro influenza
to - pi di dieci anni presso i templi buit i del Gabon. Questo rac
conto appartiene al cicl o di leggende focalizzare sul binomio uomo
Bianco/uomo Nero:
Dio si chiese perch non aveva mai visto un uomo nero in paradiso.
Era perch essi erano rimasti nelLe proprie vie peccaminose? f.le ebbe
compassione. Ricord ch'egli aveva creato due popoli, uno bianco e
1/120 nero, ma i preti dei neri non arrivavano pi in paradiso. Come
80
poteva aiutare i neri? Un giorno, guard gi e vide un Pigmeo su un
albero atanga11 che stava raccogliendo dei frutti. Lo fece cadere e
morire, e prese il suo spirito in paradiso. TagLi via il suo dito destro
della mano e il suo dito destro del piede e li sparse nella foresta.
Questi divennero la pianta dell'iboga. Egli disse al Pigmeo: "Quan
do Id tua gente mangia questa pianta e prega a me, fa udir, e quan
do morirai, avendo mangiato iboga, verrai in paradiso. Dio prese
quindi le ossa del Pigmeo e le mise in un ruscello. ! fi-atelli del Pig
meo lo cercarono, ma non riuscirono a trovare il suo corpo, e flcero
un funerale senza questo.
Un giorno, la moglie del Pigmeo, Akengue, and a pescare nella
profondit della foresta. Lasci i suoi compagni e, ascoltando un ge
mito che proveniva dall'acqua, vi scav, e trov le ossa di un uomo.
Pensando che potessero essere le ossa di suo marito, le lav e le pose
sulla sponda del ruscello, con l'imetlzione di portarle a casa. Ma
mentre stava pescando, sopraggiunse un gatto selvatico
l1
che raccolse
le ossa e se le port via. Rimase perplessa, e si mise in partenza per
tornare a casa, ma, improvvisamente, una voce le parl chiamando
la, attraverso la foresta, da una grotta. L, ilei fondo delia grotta,
v'era il mucchio di ossa su una peLLe di gatto selvatico. Una voce
simile a quella di suo marito le chiese chifosse. E quindi le chiese di
guardare a sinistra verso l'ngresso della grotta. Li v'era il cespuglio di
iboga. La voce le chiese di mangiare la scorza della radice. Quindi,
la voce le mostr il fongo duma che stava alla sinistra dell'ingresso.
Le chiese di mangiarne. La voce quindi le chiese di girare attorno.
Improvvisamente, la mosca olarazen 13 vol nel suo occhio, accecan
dola. Quando essa ebbe pulito il suo occhio lacrimante e si gir attor
no, Le ossa se ne erano andate, e suo marito stava diritto davanti a
lei. Egli le disse che era stato con Dio (Zame) ed era tornato con la
religione dei neri. Egli la rinomin Disumba (,'Origine'), poich era
l'inizio del Buiti. Era la pianta di iboga che metteva in grado i neri
di vedere i propri morti. Ma doveva essere fotto un pagamento
(okandzo) . Cos la donna torn al villaggio, e arriv quotidiana
mente con cibo e offirte.
Intanto, ilfi-atello di suo marito defimto (suo marito per levirato) si
insospett, e la segu. La sorprese r"lIa grotta. Ma essa avrebbe voluto
non dirgli nulla. Quindi, suo marito defimto le parl, dicendole di
dare iboga a SIIO fratello. Quando egli mangi /'iboga, vide suo fra
tello morto. Immediatamente il morto chiese ilpagamento, loka..ndw,
per i poteri che avelJa concesso. "Cosa posso darti, io poveritOrIlo ':
81
disse il fratello vivente. "Dammi tua moglie'; disse ilfratello defun
to, e immediatamente ilfrateLlo vivente si gett su di essa e la stran
gol, cos che la volenterosa donna trapass per riunirsi con il suo
primo marito. 14
In un'altra versione (Ayol) la donna guidata alla grotta da un por
cospino, un cane, e un uomo, (una configurazi one ri velatrice, per
ch queste sono le tre stell e neUa fascia di Orione, una costellazione
altrimenti associata con la benedizione ancestrale dei raccolti , nella
lunga e calda stagione piovosa. IS
In questo racconto, la pianta del l'iboga vi ene faua originare, per di
retta volont di vina, dalle dita dell a mano e del piede destro di un
pigmeo deceduto per morte violenta. Ri troviamo qui il tema della
nascira di una pianta dalle dita dd corpo di Un uomo o di una don
na, mani per lo pi in mani era violenta, comune anche ad alcuni
miti d'origine di altre piante alluci nogene. Nelle diverse versioni della
storia di Muma che abbiamo preso in considerazione, quesro tema
non presente, ed piuttosto da considerare come un'aggi unta al
vero e proprio racconto, che inizia con la morte di un uomo, causata
dalla sua caduta da un albero, mentre stava raccogli endo dei frutti. Il
pi dell e volte, si speci fi ca che l'uomo era un pigmeo, e tutta la scena
viene ambientata nell a foresta abitata dai Pigmei. Come d regola fra
queste popolazion i, la moglie dell ' uomo morto va in sposa a uno dei
fratelli del deceduto.
Segue la scena della donna che va a pesca re nel fiume, da sola, o
accompagnata dai fi gli , ppure insieme a un gruppo di persone; qui,
dopo una co mune pesca infruttuosa, la donna rimane in un qualche
modo da sola a pescare.
Lo statO di una donna sola nella foresta rappresenta, per la matrice
socio-culturale che ha dato ori gine al racconto, una situazione-limi
te, pertinente all a sfera del timore, del magico, del sacro: si tratta
dell'ambiente iniziatico per eccellenza. Jn una versione raccolta da
Swiderski si legge: Essi pescarono, pescarono ... e non trovarono nulla.
Il mariro,16 come gli altri che erano con Muma, disse: "Si titorna al
vil1aggio". Ella disse: ((No, non ho pescato null a! Siccome non ho
ottenuto nulla, voglio restare". Le si disse: "Come una povera do nna
come te vuole restare rutta sola nella boscagli a? Perch?". Ell a rispo
se: ;(No, ho ancora voglia di restare nell a boscagli a!". La gente part.
Ell a
In diverse versioni viene specificata la stagione in cui si verifica l' epi
82
sodio: la stagione secca, un periodo caratterizzaw dalla scars ir di
pesce e di risorse alimentari in genere.
E cos, la donna arriva a porre l'a[(enzione su di un foro posto sul
fondo dell 'acqua. nei pressi della riva. il pill dell e volte seguendo il
percorso di un pesce, un siluro bi anco (ma in un caso si parla del
siluro nero, I1go4 che vi cerca rifugio.
La donna, nei tentativo di prendere il pesce, mette una mano dentro
al foro e, con sua grande sorpresa, al pOSto del pesce inizia a estrarvi
delle ossa umane, le ossa del suo primo marito, e le deposita sul
bordo del rio. A questo punto, entra in scena un altro animale di
primaria importanza nella mitologia delle popolazioni del Gabon.
mossingui, un piccolo fdino selvati co con la pelle maculata, simile a
un grosso gana selvati co.
La sua pelle fa parte 'tIei parafernali a dello stregone. ed usata dai
capi buitisti come simbolo del loro rango.
Nella versione sopra riportata, il gatto selvat ico si presenta dopo la
raccolta delle ossa, e le ruba; successivamente, le ossa ricompaiono
disposte sopra la pelle di mossi7lgui. e questo rapporto fra le ossa
. dell'uomo e la pelle del felino - che rientra fra gli oggetti rituali buitisti
- si incontra in altre versioni, aggiungendo ulteriori particolari. In
una di queste. al sopraggiungere di mossingui. prima della scoperta
delle ossa, Bandjoku reagisce, catturandolo con la rete, un fatto che
giustifica mitologi camente il t ipo di pell e maculata del felino.
Si ritiene infatti che questo animale avesse avuto, originariamente, la
pelle bianca. e fu a causa dell a sua cattura. con la rete di Bandjoku.
che la sua pelle divenne maCldata. In altre versioni. Bandjoku addi
rittura lo uccide, e una di queste specifi ca che {( il gatto selvatico si
awicin per afferrare le ossa. La donna. per proteggerle. gett la sua
rete sull 'animale e lo 18
In un altro brano, invece lo schel etro del marito a chiedere a
Bandjoku di essere ri coperto con una pelle di gatto selvarico.
19
Fernandez fa notare che. in una versione simil e registrata da Veciana
nel 1954. la donna. chiamata Bandjuku. quando incontr il gatto
selvatico, lo uccise e avvolse le ossa del marito nella sua pelle; mentre
stava trasportando a casa le ossa, queste le parlarono. e le chi esero di
erigere una capanna per ospitarle.
20
E' possibil e che l' introduzione del braccio di Bandjoku nel foto sot
to l'acqua, cos come l' uscita del gateo selvatico da un al tro foro
come viene a volte riportato - siano azioni a valenza sessuale. Del
resto, proprio in questO passo del racconto viene riferita, in un paio
83
di versioni, una scena nella qual e l'uccisione del siluro catturaro dal
la donna provoca le sue regole:
La gente non pesc nulla, quindi ripartirono. Muma rimase. Eifa
vide ii siluro bianco. Dopo di che vide mossingui uscire da un foro.
Questo animale era tutto nero. La donna lo cop r con una rete e la
uccise. In seguito, essa cattur il siluro e gli tagli uia la testa. Quan
do il sangue si mise a scorrere da! siluro, nello stesso momento la
donna sent che il sangue scorreva anche dal suo sesso. Elia prese
allora una foglia per asciugare il suo sesso. Laddove gett la foglia,
nacque l'albero mbel , chiamato anche ezigo. Quindi, raccolse diffi
renti ossa umane che trov nel buco da dove cm uscito il siluro.
21
Il sangue del siluro viene messo in Stretta relazione con il sangue
mestruale del la donna, e il sacrificio del siluro, rinnovandosi attra
verso una donna, d origine a una speci e vegetal e, l'albero mbel ca
ratrerizzato da una corteccia bianca e dal legno interno di color ros
so. rn altri racconti sono le regole di Biome (Eva), la prima donna, a
dare origine a questo albero. La sua corteccia bianca (simbolo dello
sperma), ma all'interno di colore rosso (simbolo del sangue), ed
con questo legno che vengono fabbri cate le arpe sacre (ngombt) .
Il tema successivo riguarda la voce dello spirito del marito morto, o
pill genericamente la voce degli spiriti, che si rivolgono a Bandjoku,
indicandole la pianta di cui mangiare le radici , per poter comunicare
con loro. Il luogo in cui avviene questo primo uso dell ' iboga, e que
sto primo contatto con gli spiriti dei morti, solitamente una grotta,
chiamata Kokonangonda. miticamenre abitata dall e genti invisibili .
Al cune versioni specificano che l' iboga cresce al suo ingresso, dall a
parte SII11Sr ra.
A volte, come nella versione di Fernanclez sopra riportata, entra
sorprendentemente in scena un fungo, denominato duma o duna,
che si rrova all a destra dell' ingresso dell a grotta. In queste versioni,
gli spi riti dei morti indicano alla donna di deposi rare sul fungo le
radi ci di iboga raccolte, utili zzandolo come piatto, o ppure, in un
uni co ma significat ivo caso - nella versione di Fernandez - di man
giare l' iboga assieme al fungo,"
La scena del miro che tratta dell a mosca olarazen, che vola nell 'oc
chio di Bandj oku, permettendole quindi di vedere gli spiriri dei morti,
in relazione a un atto rituale comune a molte sette buitiste: a un
cerro momento del rito di ini ziazione, dopo l'assunzione dell ' iboga,
84
gocce di un liquido ottenuto da alcune specie di vegetali, chiamato
bama, vengono applicate negli occhi dell'iniziando. Leffetto di que
sto collirio un'immediata sensazione di bruciore agli occhi piutto
sto dolorosa; quando le sensazioni di bruciore si attenuano, la visio
ne (sotto l'effetto dell'iboga) dovrebbe risultare pi limpida e pi
chiara.
23
In una delle versioni raccolte da Swiderski, leggiamo:
"Bokambo (il marito defunto) obblig Muma a mangiare l'iboga sul
fungo duma. In seguito, dopo aver preparato dell' bama dalla bile,
gliela mise negli occhi. Subito essa vide suo marito mono. 24 Ritro
viamo la medesima procedura nel rito di iniziazione del culto bieri,25
ed anzi probabile che la sua forma originaria fosse bieri, piuttosto
che buitista.
Durante l'incontro fra Bandjoku e gli spiriti dei morti, questi danno
alla donna un nuovo nome, Disumba, e ci ha un corrispettivo nella
credenza buitista per la quale, durante il "grande viaggio"
dell'iniziazione, all'iniziando verrebbe dato un nuovo nome (nkombo)
dagli spiriti, o daUe entit divine che egli ha incontrato nell'al di l.
Prima di porre fine all'incontro, gli spiriti esigono da Bandjoku - e lo
esigeranno dal suo nuovo marito e da tutti coloro che, da quel mo
mento in poi, percorreranno la "via dell'iboga" - un' offerta, l' okandzo,
ancora oggi imposta agli iniziandi in tutte le sette bui ti. Da quel
giorno - prosegue il racconto - la donna si reca quotidianamente
nella foresta, per incontrare gli spiriti, e per portare loro cibo e offer
te.
Segue la scena, simile in tutte le versioni, in cui il marito, insospetri
, to, scopre le azioni della donna, consuma anch' esso l'iboga, e vede
gli spiriti dei morti, i quali esigono l' okandzo. Nella versione di
Fernandez, il suggerimento di utilizzare la donna come okandzo vie
ne proposto dagli spiriti, ma in altre versioni lo stesso uomo che,
dopo aver offerto vari oggetti, di volta in volta rifiutati dagli spiriti,
non ha altro da offrire che la propria donna. Il sacrificio della donna
avviene per strangolamento, sgozzamento, decapitazione, o avvele
namento; dopo la sua morte, essa si trasforma nello strumento mu
sicale buitista per eccellenza, l'arpa (ngombz), il cui suono viene per
ci iden tifcato con la sua voce.
La versione riportata di seguito stata raccolta presso una comunit
Ombwiri: pill che una setta buitista, l'Ombwiri una "societ di
guarigione", che utilizza l'iboga per le sue propriet curative e
"diagnostiche", e che ha elaborato un ciclo rituale e una mitologia
simili a quelle del Buiti.
26
Nell'Ombwiri, diffuso nello stesso ambito
85
erno-geografico del Buiri, il mal ato - attraverso l' ingesrione dell'iboga
- contatta gli imbwiri, geni daJla forma umana abitanti il mondo
invisibile, distinti in acquatici , terrestri e dell 'aria. Attraverso la co
municazione con essi avviene la guarigione, 0, per lo meno, il mala
to ottiene importanti indicazioni sulla sua malattia e su come guarir
ne (ad esempio, quali piante medi cinali utilizzare) .
Nell 'Ombwiri, oltre al l'i boga, gioca un ruolo importante un prepa
rato vegetale ricavato da un folto gruppo di piante, 1' ekasso, che il
malato-iniziando consuma in un momento preciso del rito. Nel miro
d'origine dell ' Ombwiri, l'ekasJo presentato insieme all'iboga, come
mezzo di comuni cazione con l'al di lY In questa versione la prota
gonista si chiama Elamba:
C'era una volta una donna chiamata Elamba-Gnidjogo. Essa era
sposata con un uomo di nome Melonga. Entrambi non erano felici
nel loro villaggio, poich avevano s e r n p ' ~ eia ridire con le altre perso
ne. E' per questo che Elamba pens che era meglio anelarsene elal
villaggio e ritornare in quello della sua fomiglia. L, suo marito
ricevette, in qualit di genero, un terreno per la sua casa e la sua
piantagione, e in tal modo la vita ji< buona pe>' essi. Ebbero due
figlie dal lo ro matrimonio: Ossigui-Gnidjogho e Nkene-Gnidjogho.
Dopo qualche anno Me/onga mor. Come esigeva il costume, eglifo
interrato in un luogo ig1loto alla sua donna. E/amba rest dunque
vedova per molti anni, pOJ'ch l'usanza non lepermetteva di risposarsi.
Essa 1)iveva con le sue duefiglie, in grande povert. Il marito Me/onga
si lagnava spesso dall'al di l a Nzame, e lo pregava di aver piet
della sua donna e di permetter gli di recarsi da essa per aiutarla o per
lo meno per vederla.
Avendo ottenuto questo permesso, Me/onga ispir un giorno alla sua
donna !'idea di andare Il pescare. Essa prese dunque la sua rete e si
rec con le sue figlie al fiume. Per tutta la mattina tutte e tre si
diedero da fore ma invano. Non presero nulla. Siccome erano gi
molto stanche, si riposarono un po' all'ombra. Ma malgrado la fome
e la sfinitezza, E/amba incoraggi Le figLie a han tornare ancora al
villaggio bens a insistere nella pesca. Avendo lasciate le figlie al/'om
bm, essa part alla ricerca di un altro luogo propizio. L essa conti
nu a fare tutto il possibile ma senza risultati. Di nuovo non pesc
nulla. Pertanto, guarelandosi attorno, gi disperata, vide un piccolo
buco al bordo de/l'acqua. Pens cheforse avrebbe potuto trovarv; dei
pesci o almeno dei granchi. Cos tent di allarga,.e il buco con il
86
macete. Quando in seguito mise dentro le mani, in luogo dei pesci
sperati, prese delle ossa; essa nei totalmente meravigliata e spaven
tata. Ma malgrado la sua paura, le ,.iun tutte; verano le clavicole, le
vertebre, le tibie, le ossa lunghe e anche i polmon?' e il ventre. Si
domand che significato avesse trovare delle ossa al posto dei pesci.
Proprio mentre stava pensando a questo, ud una VOft proveniente
dalla boscaglia: "Chi mi parla''', essa domand. Aveva un bel da
guardare ovunque, ma non vide nessuno. Domand dunque nuova
mente: "Chi mi parla, e da dove viene questa voce?': Si rese allora
conto che la voce usciva da un termitaio. Poco dopo, ud ancora queL
che diceva (la voce): "l< non puoi vedermi nel tuo stato attuale. Se
vuoi vedermi, guarda proprio accanto al luogo ave ti trovi. Vedrai
due piante. Prendi/e!". Elamba vide in effetti le due piante, le sradi
c dal suolo con le loro radici. La prima era /'iboga, l'altra si chiama
ekasso.
Come le aveva detto di fare la voce, prepar con le foglie di ekasso e
le radici dell'iboga un miscuglio, una polvere che consum. In segui
to tom sulla sponda del fiume, sempre secondo gli ordini della voce
misteriosa. Doveva anche tenere la schiena verso la boscaglia e guar
dare l'acqua.
Non appena scrUt f'acqua, vide apparire in essa, rlQn il suo viso, ma
lo scheletro di 5110 marito. Grande fi' la sorpresa, soprattutto perch
non aveva la testa. Si ricord allora che in effetti non l'aveva raccoL
ta. Fu Lui aflom che and a cercarla. Mettendosela a posto, disse:
"Ora va bene - e prosegu - donna mia, sono io, tuo marito Melonga,
. che ti ha fotto venire qui. Sono io che ho trovato questa possibilit di
v e d e m ~ perch volevo potervi consolare, tu e le bambine. Ti ho chia
mata per darti il potere di guarire i malati; cos avrai Le loro offerte
per vivere. Tu dovrai guarire tutti i malati, ma mai gratuitamente.
Dovrai esigere sempre qualche cosa in cambio, anche un'oJferta mol
to piccola. Sulla tua strada, tornando al villaggio, incontrerai un
piccolo animale, un gatto selvatico. Passer con'endo davanti a te.
Uccidilo e prendi la sua pellel':
Il marito quindi scomparve. E/amba torn verso le sue figlie che si
eram inquietate molto per il ritardo della madre. "Non ho preso
nulla - disse loro - ma sono moLto affaticata; torniamo dunque aL
villaggio':
Mentre tornavano al villa&,oio, a met del viaggio le figlie furono
sorprese da un animale che pass davanti a loro. Sotto ordine della
madre, le bmnbine lanciarono lo rete sul gatto selvatico, e, a partire
87
da quel momento, esso fu macchiato a causa delLe tracce della rete,
bianche e nere. La donna si ricord allora delle parole di 5110 marito:
"Quando guarirai un malato, prendi la pelle del gatto selvatico,
mettifa a terra affinch iL malato vi si sieda sopra. Attraverso qu.esta
pelle tutta la forza degli antenati discender su di te e sul malato".
Essa aLLora disse: "Visto chefino adora succede tutto ci che ha detto
mio marito, voglio fore i'esperienw anche sulle bambine. Verificher
cos lo potenza di queste piante prima di parlarne al Si
mise quindi sotto a un albero, una ceiba, dopo aver ben pulito il
luogo. Vi depose Le ossa di suo marito che aveva trasportato con se neL
paniere. Prepar il miscuglio di piante e lo diede da consumare alle
bambine. Poco dopo, udl le sue figliole piangere: "Oh' mamma, ve
diamo nostro pap. E' 1Jz, oh!, Visto che anche con loro era
riuscito, Eiamba decise di raccontare "tutto al villaggio.
29
Al villaggio viveva il fratello di Elamba. Si accorse presto che Slta
sorelLa si recava regolarmente nelia boscaglia con Le bambine, e decise
di spiarLe. Un giorno dunque, avendole seguite, si avvicin aL Luogo
nascosto ove la sorella si recava e la vide circondata daLLe sue figlie.
Essa suonava l'arpa e le sue figLie lobaka." Quando Elamba
Gnindjogo si accorse della presenza di suo fratello, entr in gran col
lera: "Quale curiosit ti spinge a voLere rubare il mio segreto.'. Vieni
qui e ascoLta bene. Nessu.no deve sapere che cosa faccio qui. Tu dun
que, poich sei stato cos curioso, devi ora essere iniziato. Siediti qui
e guarda ci che facciam o".
Il fratello di Elamba Gnindjogo cominci in seguito a mangiare
lekasso e Dopo averne mangiata una quantit sufficiente,
guard neLl'acqua, e co n sua grande sorpresa vi lJide uno spettro: il
suo buon fratello. "Vattene! - gli disse lo spettro - Tutto il ripo
sa fra le mani di tua sorella".
Elamba p,"{!se allora la pamla e disse: "Fratello mio, poich tu hai
visto il mio segreto, devi formi un regalo (okandzo), perch mio
marito mi ha detto di non far 12ul!.a senza esigere un regalo in cam
bio. Bisogna quindi che tu mi dia: due piatti bianchi, due galline,
una ciotola bianca, due piume di pappagallo, due pelli di civetta,
due aghi, una stuoia e una
Suo frateLlo fil allora molto triste perch non vedeva co me poter sod
disfore una simile esigenza . . Quindi rispose: "SoreLla mia, noi siamo
neLla fores ta: come vuoi ch'io trovi queste cose per dartefe? Ma se
bisogna assoLutamente ch'io ti dia qualcosa, allora offrir te come
pagamento per iL
88
Fu cos che Elamba Gnidjogo venne avvelenata. Prima di morire,
essa disse a suo fratello: Fratello mio. tu mi haifiuto del male. Poi
ch mi hai ucciso, dovrai restare e prendere il mio posto. Ma siccome
mi hai fiuto del male, ti maledico e resterai maledetto per sempre.
Sarai sempre accusato di mangiare gii u o m i n i ' ~ Cos cominci ii
Buiti, societ segreta degli uomini. L'Ombwiri fu continuato dalle
figlie di Elamba."
In turti i mi ti sull 'origine del Bui,i Bandjoku l'eroina principale, la
donna che ha fatto scoprire una nuova realt, e rester sempre la
figura principale del mj[Q. Ma, come si riscontra in vari miti d'origi
ne rel ati vi ad altri vegetali psicoartivi, questa prerogativa viene poi
mira alla donna dall ' uomo, a volte in mani era violenta, come nel
caso del sacr ifi cio di Bandj oku.
89
SANPEDRO
Il San Pedro un cactus colonnare - Trichocereus pachanoi Br. & R.
1
- che cresce in Per e in Ecuador. in parricolare nelle regioni andine.
Pu raggiungere l'altezza di alcuni metri , e viene frequentemente
coltivato attorno all e case, come magica protezione COl1tro gli influs
si mal evoli. E' dotato di propriet allucinogene
2
da tempo ricono
sciute dall e popolazioni andi ne, che lo utilizzano nell e pratiche
scia mani che e magi co- rerapeutiche.
I dati archeologici datano il rapporto dell'uomo con il San Pedro ai
periodi preincaici. E' diff cil e determinare di quanto questo rappor
ro affondi nel luogo periodo preincaico. Va tuttavia nmato che que
sto cacrus, in natura pressoch privo di spine, pu essere consumam
cos com' , per percepirne gli effetti psicoarrivi: tale da(Q, come gi
rilevato in precedenza per altri vegetali, favori sce l'ipotesi che la s c o ~
pena delle sue propriet risal ga a periodi piuttos(Q anti chi dell a sto
ria dell"uomo sudamericano.
La pi anti ca raffigurazione del San Pedw stata riconosciuta su una
stele risalente al primo periodo della C ultura di Chavln, e datata
attorno al 1. 300 a.C. Nell'incisione riprodotta sulla stele, un essere
mitologico antropomorfo regge nella mano destra lUl caCtuS colollnare
dotato di quanTO nervature (vientos) : un tipo di San Pedro raro e
considerato fra i pi sacri.
3
Questo grafema si presenter pressoch
invariato nei reperti archeologici dell e differenti culture che si sono
succecl ure nel Pertl andino e costiero, di frequente in relazione con
feli ni e uccelli , animali tipi camente associati ai poteri sciaman ici.
4
Va ricordata anche la documentazione archeologica costituita da i n ~
cisioni rupestri e da monoliti , recentemente scopert i da Mario Poli a,
nei dintorni di Samanga, neUa provincia peruviana di Ayabaca, a
un'altitudine di 2.300 metri. Fra i diversi motivi geometrici sono
state individuate immagini del San Pedro.
5
Quest ' ultimo rinven i
mento, per il quale no n ancora possibile offrire una datazione,
ancora pi signifcativo se si osserva che si verificato nel cuore del
90
l'area geografi ca interessata dalI'uso attuale del cactus per scopi ma
gico-terapeutici: un fatto che avvalora l'ipotesi di lIna continuit
dell'uso del San Pedro durante alcuni millenni.
A quanro pare, non ci sono pervenuti miti sul San Pedro elaborati in
epoca preispanica, sebbene ne siano certamente esistiti. I primi cro
nisti spagnoli hanno riportatO scarse notizie circa il suo uso. Il se
guente passo, datato nel 1617, trano daU' archivio dei Gesuiti , ed
caratterizzato - come la maggior parre dell e cronache redatte da mis
sionari cri stiani - da un' interpretazione dei fatti in termini di pagana
idolatria: . . . Essi adoravano l'achuma [il San Pedro} come un dio,
persuasi che Santiago [cos chiamavano il fulmine] vi fosse nascosto.
Essi danzavano davanti [all ' achumaJ, e le offrivano del denaro e degli
altri doni , poi facevano la comunione bevendo questa stessa achuma
che faceva Ior.o perdere i sensi. Cos aveva no dell e estasi e delle visio
ni, il demonio appariva loro sono la forma del fulmine ( ... ),,6 Lasso
ciazione fra il San Pedro e il fulmine signifi cativa, in quanto raro
tassello pervenutoci di quell a che doveva essere la sfera simbolica che
ruotava attorno al sacro cactus. La credenza che all' interno del San
Pedro fosse nascosto un fulmine rispecchiava forse un perduto mi ro
che faceva ori ginare questa pianta propri o dal fulmine.
Il cacms, conosciuto anche con i nomi di huachuma, huaclmmo,
aguacolla, viene attualmente utilizzato nelle zone mo ntuose del Per
settentrionale e dell 'Ecuador dal curar/dero, erede di antiche tradi
zioni sciamaniche e divinatori e, influenzate da secoli di convi venza
co n la religione cristi ana. Questa fi gura di guaritore, conoscitore del
potere delle pi ante, utilizza il San Pedro nel corso di cerimonie not
turne (mesadas), durante le quali egli contatta le entit sovrannarura
li responsabili delle malatti e, gli spiriti (encantos) del luogo e dell e
diverse piante, ol tre a percepire i remedios, cio le piante dotate di
potere terapeuti co, indi cate dallo spirito del San Pedro. ' Ma il
curandero, sempre mediante l' aiuro del San Pedro, pu anche indivi
duare i responsabjJi di funi , di assassinii o di (radimenti , i luoghi
dove sono nascosti dei tesori, o anche vedere persone lontane: tutte
pratiche pertinenti ai campi d'azione dell a divinazione e deUa ma
gia. Il cactus vi ene cotto in un intruglio, chi amato cimora, nel quale
sono di frequente aggiunte altre pi ante, dagli effetti "rafforzanti".
Mario Polia ha recentemente raccol ro alcuni miti presso i curanderos
peruviani. Si tratta di racconti alquanto frammentari , trarri da epi
sodi del Nuovo Testamento o dalla vita (immaginaria) di santi cri
stiani , ai quali i peruviani attribui scono la conoscenza della arti ma
,

91
giche e cUvinatori e, in particolare San Cipriano. Lo stesso no me di
"San Pedro" viene giustificato dal fatto che questo cactus, come San
Pi etro, I/avero del cielo, "ha le chiavi del ciel o".
il seguente racconto stato narraco dal curandero AJfonso Garda
della provincia di Huancabamba (dipattimento di Piuta) :
li San Pedro, quest'erba, noi lo (sic) chiamiamo in distinte forme;
huachumo, come San Pietro perch il San Pedrofo benedetto... Per
dire, al tempo che nostro Signo"e Ges Cristo (. ..) andava con i suoi
apostoli San Pietro, fo lui, per dire, il guardiano, il protettore delle
porte del cielo. Allora Cm fece uno scherzo a San Pietro: gli rub le
chiavi, le trasfer in un altro luogo... gi, gli rub le chiavi (...) Allo
ra San Pietro and in cerca delle sue chiavi e non le trov (...) non
sapeva dove erano. Cosa successe? .. aNoM gli disse poi Ges.. . Per
ch non mangi ii tuo omonimo. il tuo bastone? (..) Perch non lo
mangi? Mangia il tuo Allora lui l'affirr: "Allora sei il
mio omonimo, tu (ora) ti chiami San Pedro, ti chiamo San Pedro
Cucin il San Pedro e lo mangi. Prepar la sua mesa e giunse ti
vedere dove Ges gli aveva nascosto le chiavi. e (. . .) le trov. Questa
era unaprova, una rivelazione. Allora Ges venne (...), /o benedisse
con la mano destra, CaSt disse; "Con questo San Pedro si curer, si
otterranno molte E con la mano sinistra lo benedisse e disse:
'Alcuni diranno la verit e altri mentiranno': Gi, cos . quella
effettiva la destra, per questo ( .) ci 5011 0 dei veritieri e dei
menzogner;.
8
Il San Pedro tisulterebbe dunque l'otiginario frutto dell a ttasfotma
zione del bastone su cui si appoggia San Pietro, un oggetto, anch'es
so di origine vegetale, carattetistico dell'iconogtaf a del Santo. E' in
teressante notare come l'oggetto che Ges fa perdere, per apparence
scherzo, a San Pietro, sia rappresentato proprio da quelle chiavi che,
secondo l'associazione simboli ca con il cactus, servono per trovare
gli oggetti perduti.
Anche nel seguente racconto, narrato dal curandero M<iximo Merino
di Socchabamba (Ayabaca), l'origine del San Pedto avviene in Ull
contesto di prati ca divinatoria:
E' la pianta del tempo di Dio. Prima, (..) quando Dio' andava ( ..)
stava lontano dal suo paese in un altro paese, e quando la vngine
andava allora in cerca delfiglio e non fa trovava, non sapeva neppu
92
re dove stava. Allora prese i tre bottoni, O sette bottoni di queLLo che
chiamiamo San Pedro e li mangi. Quindi, dopo poco si appoggi
con le spalle a un albero, come dire a un alloro, l'alloro benedetto.
Allora in queLL'ombra le venne sonno, e ne! sogno riusc a vedere dove
si trovava suo figlio (..) (da) allora benedetto da Dio e Dio bene
disse quell 'erba che lasci (a}i curanderos a questo mondo."
Secondo un altro curandero, San Cipriano, l'arcimago, fu il primo a
scoprire il potere del cactus, e lo utilizz per vedere le cause delle
malattie. La stessa fonte riferisce di un aneddoto nel qual e Gesti ri
dussedi met il numero deUe nervature (vientos) del cactus, perch il
potere della pianta era tale. a quei tempi, che gli uomini d'oggi non
sarebbero pi in grado di resistervi.
ll
Recentemente, l'antropologa Bonnie Glass-Coflin, che ha studiato
l'utilizzo del San Pedro da parte del le donne mranderas della mede
sima area geografica, ha registrato un racconto riferitole da una don
na di 32 anni , che vive nei dintorni d_i Huancabamba, e che chiama
il San Pedro anche con il nome di "Bastone di Cristo":
E' scritto nella Sacra Scrittura che Nostro Signore Ges Cristo volle
scoprire quale dei suoi discepoli lo amava maggiormente. San Cipriano
lo amava assai. Si dice che alle 8 della sera San Cipriano tagli
questa pianta [il San Pedro) e la cucin. La piama gli diede la pos
sibilit di vedere e gli disse: "Vai, Lo troverai nel Giardino dell'Eden.
Vai molto presto, alle 8 della mattina". Egli and alle 8 della matti
na e lo trov, e Ges gli disse: "Come possibile che tu sia qui, non
sapevo che avresti potuto trovarmi': Egli rispose: "'Ho preso una pianta
e L'ho cucinata e questo mi ha fotto sognare, mi ha fotto v e d e r e ' ~ Ed
Egli disse: "Mostramela ': "Si'; rispose San Cipriano, cammin egliela
mostr. "Ah' - disse Ges - Questa pianta virt. Questa pianta
possiede tre nomi. IL suo proprio nome San Pedro. J tre nomi sono:
San Pedro, Huachuma e Virt > ~ 12
Questi racconti delle origini sono poveri di motivi tradizionali, e pi
che antichi mid d'o ri gi ne sminuiti nel signif cato daIr interpretatio
cristiana, parrebbero quasi interamente frutto dell'attuale immagi
nario folcJorico sincrerico con il cristianesimo di queste popolazioni.
Lo dimostrerebbe, ad esempio, l' assenza nei racconti di felini O di
uccelli, che dovevano un tempo trovarsi allivello mitologico in stret
ta associazione con il cactus.
93
]UREMA
Il vinho de jurema (vino del jurema b yurema) una bevanda ine
briante ri cavata dal le radici di alcuni alberi del genere Mimosa. l Ve
niva in passam utilizzata da diverse trib del Brasile nord-oriental e,
fra le quali i Pancararu, i Cariri, i Tusha, i G uegue, i Pimenteira.
Presso la maggior parte di queste, il suo utili zzo appare Ofa abbando
nato/ ma la bevanda attual mente entrata a far parte di alcuni ri
tuali afro-brasil iani sincretici, diffusi nell a medesima regione.
Ci sono pervenute scarse notizie relative ai ri ti dell 'antico cul to del
Jurema, e nessun dato ri guardo all a sua interpretazione mimlogica.
Presso i Pancararu, la bevanda del jurema veniva assaggiata in primo
luogo dal capo. Solo gli sciamani , i guerrieri e le cam anei (vecchie
donne) potevano partecipare al la cerimonia: essi si ingi nocchiavano
con le reste redinate, e ricevevano quindi le loro porzioni , che indu
cevano ri cchi sogni . La cerimoni a si svolgeva sopranutro prima di
partire per la guerra. J
Anualmenre, i Cariri-Sho ko. un gruppo indigeno colonizzato stan
ziato nel territorio brasiliano di Alagoas, e che ha adonaro il moder
no cul to del jurem a, ha elaborato un interessante racconto, nel quale
la divi ni t femminil e ]urema responsabil e dell 'origine mitica della
trib. Il ri tuale del jurema integrato nel la cerimonia indigena
dell 'Ouricuri, e nell a jstade Caboclo deUa tradizione afro-brasiliana,
entrambe fnalizzate al la cura dei malati e dei "posseduti",
L'Ouri cu ri prende il nome da una parre della foresta, protetta e in
terdena ad occhi profani, Per preparare la bevanda vengono utilizza
te solo le radici degli alberi del jurema che crescono all ' interno di
questa parte dell a foresta; gli altri alberi, esterni all'Ouricuri , non
possono essere utilizzati, Inoltre, la bevanda pu essere preparata solo
94
da persone che possiedono la conoscenza, mantenuta segreta, dell e
"sacre parole", cio delle parol e che risvegliano il potere latente dell a
pianta."
Jurema considerata una divinit creatrice che appar . nei tempi
mitici , insegnando, a una dell e donne dell e origini, come preparare
una bevanda speciale, che avrebbe permesso all a rrib di avere belle
visioni e una nuova conoscenza del mondo. Mediante il jurema, i
partecipanti ai riti si mettono in comunicazione con i loro antenati,
ascoltano gli ord ini di ] urerna a cui devono obbedire, e hanno
. . ..
premOIllZIOIll attraverso t sognI.
Clarice Novaes da Mota ha recentemente raccolto presso questa tri
b la seguente versione del mi to, forn ita dall o sciamano Franci sco
Suira:
Un padre, suo figlio e una nuora, che erano bianchi, pi sei persone
di sangue indiano, si erano diretti .verso il bosco tI causa della siccit.
Essi rimasero neLlaforesta per molto tempo, nutrendosi di selvaggina
e piante selvatiche, sino a che il Tupa, o Jurema. fece la medicina
indigena che essi bevvero, e si ubriacarono tutti. Allora, una donna
indianafece la medicina e la diede a suo cugino, a suo suocero, a una
cugina, e al suocero della cugina. Queste quattro persone bevvero la
. medicina e si ubriacarono. Quindi ebbero rapporti sessuali. La don
na che aveva preparato la medicina ebbe rapporti sessuali con suo
cugino, non con suo suocero [commettendo, quindi, ince:uo}, e da ci
l'Jacque un bambino.
Questo ji; /'inizio delle trib indJ?pu. Quella donna form le trib
con suo cugino, poich essa non seppe come preparare il jurema ap
propriatamente, e per questo si ubriac. Il jurema che noi preparia
mo non ci rende ubriachi, ma possiamo parlare con gli antenati.
Cos ella e suo cugino generarono la loro famiglia in quella foresta.
La loro famiglia inizi a diffondersi nei dintorni e a ricevere i nomi
delle trib. Ciascuna trib and in altri luoghi, da un angolo all'al
tro deL mondo. La fomiglia originale rimase neLla foresta e oggi
ancora il nostro villaggio. Cos inizi ii mondo.
5
Cos, la tribit dei Cariri-Shoko origin da un rapporto incestuoso
provocaw dalla bevuta di una pozione di jurema non preparata cor
rertamente, cio senza l'adatta introduzione purificatri ce e spiritua
le. Nel mito viene riferito che. in un secondo momento, Jurema
insegn agli sciamani della u ib come si preparava la bevand"l. Da
95
allora. alle donne proibi ta la preparazione del jurema. cos come
proibita la loro partecj pazione all ' i ntero ritual e del jurema
dell ' Ouricuri.
Dal racconto emerge una riduzione del ruolo dell a donna, sebbene
vada ri cordato che Jurerna. come portatrice del la sacra bevanda fra
gli uomini , una divinit benevola femminile; inoltre, dopo l'insuc
cesso del la donna nella corretra preparazione del la bevanda - un in
successo che tuttavia crea le razze umane e, in particolare, d origine
alla trib da cui proviene il racconto - Jurema insegna la preparazio
ne della bevanda agli uomini: ma non a uomini qualunque, bens
agli sciamani, i quali conservano e si tramandano da quei tempi miti ci
il segreto della sua preparazione. Nel racconto, l' ori gi ne dell a bevan
da contemporanea al l'ori gine dell'uomo, e di quesro ne l'artef ce.
Le persone di pelle bi anca sono presenti nel mito come semplici
speuarori. anzi. la loro presenza, insignif cante e quas i inutil e ai fini
del racconto, sottolinea proprio l'impossibiljt per i bianchi di poter
partecipare attivamente al culto del jurema. Gli indi os adepti a que
sto culto denominano i bianchi con l'appellativo cabea seca, "testa
secca", a riprova della scarsa considerazione che nutrono nei con
fronri dei bianchi riguardo al loro porenziale spiriruale.
96
Sopra: Preparazione dello yaj fra gli indi os Kofan della Colombia (da Schul (es &
Hofmann, 1979) .
Sotto: di segnodi un indio Barasana rappresenmnre l' immagi neallu cinaroria ddl ' oJigine
dello yaj (da 1975). Per questi indios deUa Colombja amazzoni ca
la liana allucinogena dello yaj fu partorita dalla prima donna che apparve su questa
rerra, Donna-Yaj.
DeStra in Il/IO: Disegno del pcyore dararo al 1847.
Destra in basso: Rappresentazione della caccia al peyoce in una nierika huichol. Per gli
Hui chol del Messico il peyorc origin dall e orme lasciare da un cervo.
1n alto: Indiani Navaho durame una cerimonia con il peyore dell a Native American
Church (da Aberle, 1966). Pcr gli Jndiani delle Pi anure il peyoce rappresenra il fattore
salvit w per il popolo dalla pell e rossa.

, ~
-
Destra in nlto:Frutr i di Damra strtlnlonium ("erba del diavolo") .
DestrtJ in bmso: Nieri ka huichol con rappresentazione del la scena minca del l'uccisione
del malvagio Kiri T wiyari (" Persona-Daru ra") da parre di K;iuymari (spiri ro del
peyot'c) (da Srei nberg, 1979). La contrapposizione fra queste due figLUe mimlogiche
rrutto di una conAi((uali r d i poteri real meme veri f carasi all' in terno dell a storia
culturale e rel igiosa hui chol fra il cul ro del peyote e quel lo della datura.
i nl1tto: Rapprescmazionedel la mand ragora in un manoscr itro del per iodo medievale (da
]zzi, 1987) . In Europa era diffusa la leggenda che vedeva la mandragora nascere dal
terreno in cui er<l caduto lo sperma o l' urina di un uomo impi ccato.
I

Destra in alto: l niziare al culto Buiti del Gabon accantO a un arbusro di iboga.
Destra in basso: un momento della cerimonia notturna buiti sra (ngou).
/n alto: ngombi, arpa buirista (da Swiderslci, 1990). La resta intagli ata quella di
Bandzioku, la prima donna che, secondo il mito d'origine del Buiri, prov gl i effetti
dell'iboga e venne in seguito sacri f cata dal mariw. Il suono del ngombi rapprese nta l ~ l
sua voce. I n diversi miri d 'origine dj vegetali psicoan ivi, la prerogativa femminile di
scopr ire O di ricevere in dono dalle divinj c la conoscenza delle loro propriet magiche
e curari ve viene in seguito privata alla donna dall' uomo, a volre in mani era violenm,
come nel caso del sacrif cio buitista dj Bandzjoku.
In fllto: lndios Waika dell 'Amazzonia venezuelana che inalano la polvere da fimo
alluci nogena yopo;
A destrrr. Indio \X'aika SO ((O l'effetto dello yopo. Per i Desana del la Colombia la polvere
da fiu to (viho; il seme del dio Sole, e venne orrenuw, agli inizi dei tempi , dalla Figlia
del Sole in un' unione incestuosa con il padre.

111 alto: Bassor il ievo appartenente alla cultura Chavfn (Per lI, 1300 a.C.), rappresen tante
un essere mi tologico che tiene in mano un pezzo di cactus San Pedro a quattro venaturc.
Fra i curdndero del le Ande del Per e dell ' Ecuador il cactus a quattro venatute (vientos),
piuno.'ito raro in natura, consideraw come il pi "poteme".
In bmso:Ceramica Chavin con rappresentazione d i un cervo e del cacrus San Pedro (da
Sharon, 1980).
In Itlto: Coppa in legno hawaia na per il kava (da Srafford, 1977).
[II basso: pianra del b va (Piper meth)'sticum). Jn alcuni miei del le isole dci l)acifco la
conoscenza dell e proprier?t psicoarrive del bva venne dara all ' uomo in sognQ: fu un
ca nguro ad apparirgli e a insegnargl l'uso conereo della pianra.
Destra in niro: Amol1ira muscarz (agarico J1luscario) .
Destra ili bmso: Immagini di incisioni ru pcsrri preiswriche presenti sull e rive dello
Yeni sei (Russ ia), con rappresentazioni di fi gure fe m-minili 50rm011 tate da grossi funghi.
In alto: /(udrl-krdlll , cosrrtlZione rnegali rica dell ' Ind ia del Sud (Kera.l a) con evidenti
sembianze fungi ne. Secono un rn iw siber iano, l'agarico muscario or igin dallo spuro
dell' Essere Sup remo, per sua volont e come dono ("al1e3W") per l'umanit.

Destra in alto:Disegno trarto da una piuura rupestre del T assili (Algeria, Sahara) d3.tata
atmrno ai 9000-7000 anni fa .
DeSh'a in basso: Gymnopilus spectllbil, fungo psico3.[( ivo chiamato in Giappone
maitake. "fungo che fa danzare" .
In alto: bassorilievo provenieme dall a Tessagl ia (Grecia), datato al V secolo a.C., con
rappresentazione dell e due di vinit eleusi ne Demetra e Persefone nell 'arra di scam biarsi
oggetti sacri, fra cui un evidenre fungo. In un miro t ramandatoci dagli autori cl assici,
Perseo Fond la ci tt di Mi cene nel luogo in cui egli raccolse un fungo C ne "prov
piacere"
Paginll successiva in alto:Vaso greco con rappresenrazi one di una scena dj sileni che
vendemmiano (da Kernyi, 1992). Secono un arcaico rniro greco, fu una cagna a
parrorirc il primo ceppo di vite.
Pagina s/( (;cessivll in basso: Rappresentazione di Mayahuel. la dea azteca del maglley e del
pulque (codice Borgia. da Gonaalves de Lima, 1986). Per gl i aztechi Fu May:ihuel
donna in segui ro divinizzata - a scoprire il procedi Illento della perforazione del mague}'
(agave) allo scopo di farne fuoriuscire la lin fa e produrre q uindi l' inebriante bevanda dci
pulque.
KAVA
Il kava (o kava-kava, yangona, gamoda) un arbusto della fami glia
dell e Piperaceae - Piper methysticum Forst - diffuso nelle isole della
Melanesia e dell a Polinesia. Dall e sue radici gli indi geni ri cavano
una bevanda inebriante, che viene consumata ancora oggi da buona
parte de ll a popolazione. E' considerata la "droga del Pacifi co",
metaforicamenre intesa come "droga pacifica
n
, portatrice di armo
niosa socievolezza e di pace.
Gli effeni del kava sono di tipo narcotico e sedativo- ipnotico, e non
di tipo pi propriamente allucinogeno. Agisce come forte agente
conciliante e di invito al dialogo, un antidoro a)' ira e all 'ost ilit. La
bevuta collett iva del kava un ano vissuto ancora oggi in maniera
rituale, in ogni occasione di incontro e di discussione fra pi perso
ne, nei pi svariari ambiti sociali: da quelli popolari sino a quelli
diplomati ci e politici. Non per lo pi praticaw un uso individuale.
non collettivizzaw, e nelle isole Fiji l'espressione "bere il kava da
soli" indice di stregoneria. I
Se o'ggigiorno l' uso di questa bevanda inserito, pur ritualmente, in
ambiri profani, tradizionalmenre essa veni va impiegata - e in buona
parre degli arcipelaghi della Melanesia ci accade tutwra - come mezzo
di ispirazione reli giosa e di comuni cazione con gli antenati, o con gli
dei. In questo suo aspetto funziona le-culturale. il kava si avvicina
maggiormente ai vegetal i allucinogeni. A differenza dell e sedute in
cui il kava viene attualmente utilizz3w al lo scopo di st imolare il dia
logo, presso tali trib i bevitori del kava "ascoltano" quietamente, e
in si lenzio, gli effetti della pozione e le voci degli antenati, e la bevu
ta del kava frequentemelue interpretata come una forma di sacrifi
cio alle divinit.
Riguardo all ' arcaicit dell'uso del kava, stato ri levato che il
Pmeth)lsticu.m una pianta attualmente esistente solo all o statO colti
vato. Da questo dato gli ernoborani c.i sono soli t i dedurre un' origine
moleo ant ica della coltivazione dell e pi d iffuse piante utilizzate dal
97
l'uomo che, a causa della prolungata e intensiva colt ivazione, non
sono pi in grado di vivere allo stato sel vati co e di vengono sterili i in
pradca, si tratta di speci e create dall'uo mo e da esso ora dipendendo
In base a considerazioni archeoagronomche, V. LeboH e col 1.
2
han
no ipotizzato, per la coIrivazione - e quindi per l' uso - dell a pi anta
del kava, un' anti chit di circa 2500-3000 anni .
Varie popolazioni che facevano uso del kava furono colpite da azioni
ostili e repressive da parte dell e prime missioni Presbi teri ane, e pi
recentemente Pentacostali e Avventiste, parallelamente a una massiva
introduzione deU'alcool e del suo abuso. Anualmente, l' uso del kava
non pi condannao, e le u adizioni rel ati ve all a sua preparazione e
consumazione tendono sempre pi a essere organizzate secondo una
moderna istituzione nazionale. I C attolici Romani di Pohopei han
no recentemente incorponaro il a v a ~ n e i riti di penitenza cristi ani: il
prete lo consuma durante la cerimonia.
3
Il kava presente in numerosi racconti mi tologici dell e di verse po
polazio ni che lo utilizzano, stanziate nell e estese regioni insul ari del
la M el anesia e della Polinesia. Si tratta di una dell e pi ante psicoattive
pi fi ccl1e di miti d'origine e di varianti degli stessi. La maggior par
te di essi ci pervenuta nell a forma originale, priva di influenze dei
valori cristiani o occidentali. Nella mitologia, il kava considerato a
volte di natura femminil e, a volte maschil e, di frequente bi sessuata.
In alcuni miti , il kava viene fatto originare direttamente da una divi
ni t. In un racconto regist rato a Tikopia, ad esempio, si afferma che
il kava origin dalla Divinit Femminil e, Pufafine; esso crebbe dal
suo corpo)) .4 In altri casi, la pianta un dono per gli uomini el argito
dall a di vinit, dagli spiriti benevoli o da eroi semi -divini. In un mito
raccolto nell e l sole Futuna, viene riferito che un uomo entr in transe,
e fu trasportato a bordo di una nave fantasma: gli spiriti gli di edero
una radi ce di ktlva, ch'egli teneva ancora in mano quando usc dallo
stato di transe.' Nell e Isol e Marchesi, esiste la credenza che dal
l' uni one del dio dell ' agricoltura Atea con una donna, fosse nato Te
Kava, la pi anta awa (kava) ;6 o, ancora, che il kava ori ginasse dalle
estremit del corpo di Kaokao, frutto di un rapporto incestuoso tra
Area e la fi gli a di suo fratell o, morto per non aver voluro nutrirsi.'
In un altro racconto dell e Isole Samoa, il ktlvtl non un dono offerto
volontariamente dall a divinit, bens un mortale di nome Pava a
impossessarsi dei pezzi della pi anta scanari da Tagaloa, il dio del
l' O ttavo C iel o, mentre questi era in visita sulla terra.
8
E' qui sottill
98
tesa una considerazione del kava come pianta di propri et e d' uso
esclusivo degli dei , vero e proprio "cibo degli dei". Un riferimento al
"kava degli dei" lo ri troviamo nel nome di kava atua con il quale
viene denomi nata nel l'isola di Tonga lIna differente pianta (Piper
latifolium Fors(
9
), considerata una specie selvatica di kava. Essa veni
va utili zzata in di versi arcipel aghi polinesiani per preparare la bevan
da in tempi anteriori alla conoscenza e all ' uso del kava vero e propri o
(P.methysticum). Differenti miti d' origi ne del vero kava risultano,
quindi . anche miti relativi alla sostituzione di una pianta psicoattiva
con un'altra considerata pi "forte", e rientrano nel ciclo di miti con
nessi al rapporto fra natura e cul tura, nella fatti specie al passaggio,
nel loro rapporto con l'uomo, da piante selvati che a pi ante colti vate.
Una seri e di miti provenienti dalla medesima area geografi ca (Khvai,
sud-ovest di Papua Nuova Guinea), associa il kava al canguro:
Tempofo viveva a Masingle una donna di nome Ua-Ogrere, la qua
le era la prima persona nel mondo. Un giorno, essa colp (con arco e
freccia) un canguro, e lo mise sul fuoco per sbruciacchiarne via il
pelo; ma il canguro non era ancora morto, e si dibatteva emanando
un grido: 'Enga-engaf': La donna si impaurl e, pensando ch'egli
fosse un uomo, gett l'animaLe da parte. f vermi che si formarono neL
canguro morto si trasformarono in persone, e quello l l'inizio della
trib Masingle. Ltt pianta del gamoda (kava) crebbe dall'ombelico
del canguro morto, e Ua-Ogrere mostr alla gente come utilizzar/a.
r..) Agli uomilli, che bevono gamoda, venne proibito di mangiare il
canguro, '/'la le donne lo possono mangiare. poich esse non prendono
gamoda.
lO
In quesro mito l'ori gine del kava contemporanea a quella del l'uma
nit, e la prima donna di questo mondo fu responsabil e, apparente
mente involontaria. della sua nascita attraverso l' uccisione (il sacrif
cio) di un canguro dai caratteri sovrannaturali. E' interessante nota
re come gli uomini e la pianta del kava provengano dalla medesima
sostanza - la carcassa in purrefazione del canguro: da ci si potrebbe
dedurre una certa "consanguineit" fra i due tipi di esseri viventi.
Lombelico dal quale sorge la pi anta sacra potrebbe avere valenze
sessuali. Abbi amo gi incontrato un moti vo simil e in un mi to dei
Desana dell'Am azwnia che tratta dell'origine dell a polvere da fiuto,
vih6, in cui questa, creata dal Sole, veniva custodita nel suo ombeli
co.

99
Secondo un altro racconto della popolazione Masingle, la prima pian
ta di kavagermogli dallo sterco di un canguro) e venne rjuovara da
un uomo: ((Durante la notte, la pianta venne dall' uomo in sogno e
gli insegn come coltivarl a e come urili zza rl a)).ll Il tema dell a rivela
zione dell a conoscenza del kava anraverso il sogno presente anche
in un rerlO racconto Mas ingle, in cui dal seme del canguro, caduto
a terra, che originano un ragazzo e il kava. Una none, mentre il
ragazw sta sognando, il canguro gli appare e gli insegna l'uso del la
pian ta. Si noti che in quesw caso il canguro - e non la pianta - a
trasmettere, in sogno, le virt del kava.
12
Un mi ro d'origine del kava, conosciuto attraverso different i versio
ni , e di solito funzio nalmente associato all 'origine della canna da
zucchero. caratterizzato dal tema dell'origine di un vegetale da un
cadavere umano. Ne riportiamo una versione Tonga. raccolta da E.
Bott nel 1972 ( L o ~ a u un eroe cul,uraJe ta nga) :
Un giorno il Re di Tonga and a pescare con un amico. Non presero
nulla, e poich erano stanchi e affamati, attraccarono alla piccola
isola di 'Eueiki per pmcurarsi qualcosa da mangiare. A quel tempo
vera una sola coppia che viI/eva sull'isola e aveva un bambino, una
figlia, ii cui nome era Kava'onau.
13
Essa aveva la !ebbra. Era tempo
di carestia e l'unico cibo che era rimasto aila coppia era una grande
pianta di kape
14
che si ergeva vicino al/a spiaggia. Quando il Re
sbarc, si sedette per riposare appoggiandosi contro ilfusto di questa
pianta. '
Quando la coppia realizz chi fosse il ioro ospite. si mise subito a
Cosh1lire Wl forno di terra, ma quando venne per prendere l'unica
pianta da cibo rimasta, non pote' usarla perch il Re l,i era sdraiato
sopra. L'amico del Re vide la coppia colpire qualcosa nella casa e
portaria fuori per esser'e cotta nelforno di terra. Egli aveva visto che
avevano ucciso ia foro figlia, perch non avevano altro da offiire al
loro Re. L'amico del Re rifer al Re ci che avevafatto la coppia. 11 Re
fu profondamente commosso per il loro sacrificio. Si alz immedia
tamente e ritorn nell'isola principale, dicendo alla coppia di dare
adeguata sepoltura al ''cibo ':
Due piante nacquero dalla tomba, una dalla testa e una dai piedi.
Un giorno, la coppia vide un topo mordere la prima pianta, barcol
lare un po: e poi, mordere I-Il seconda pianta, dopo di che recuperare
il SIIO equilibrio. Un giorno, Loau giunse nell'isola, e la coppia gli
100
disse tutto ci che em accaduto. Quando Lo/tu ud la storia delfa
coppia ,nase in silenzio per qualche tempo, profondamente com
mosso, e poi parl in 'versi dicendo loro cosa avrebbero dovuto fore.
Essi doveMno portare le due piante al Re, e dargli le istruzioni di
Lo'au su come le piante avrebbero dovuto essere utilizzate. Quella
che em originata dalla testa, doveva essere utilizzata per preparare
una belJandll, e questa era il kava, e lltra doveva essere mangiata
con la bevanda, e questa era la canna da zucchero. La coppia esegu
ci che Io'au aveva detto loro.
inizialmente, il Repens che la loro piantafosse velenosa. Egli la fece
assaggiare a uno dei s'uoi matapul e.
15
Ma trovando che andava tutto
bene, eg diresse la gente nell'eseguire le istruzioni di Loatt. E cos il
kava venne preparato per la prima volta, e le regole e le procedure per
farLo furono cos 5tabiLite.
16
Nel racconro, sono riuniri rre remi che possono presentarsi in altri
mi ri, o anche come racconti isolati: il sacrificio della ragazza e la
nascita dell e due piante dalla sua tomba, il comportamento del topo
utili zzato come indi zio dell e propri et della pianta, e la iniziale diffi
denza del ptimo uomo che assaggia il kava, sospettando lo velenoso.
In alcune versioni , il kava e la canna da zucchero sono posti mag
giormente in opposizione fra loro, essendo la seconda pianta cons i
derata come un vero e proprio anridoto allo sraro di stupore prodor
to dalla prima. Tradizionalmenre, la canna da zucchero viene inge ri
ta subito dopo aver bevuto il kava, allo scopo di el iminare dalla boe
'ca il suo sapore amato. Nella versione Tonga, il kava nasce dal la resta
della defunta, mentre la canna da zucchero germogli a dai suoi piedi.
In un'altra varianre,L' sono la res ta e gli inresr ini - seppelliti
separaramenre dal corpo - a dare origine alle due risperrive pian re, e
in un' altra ancora,IS entrambe originano dalla [esra della persona
mona.
Il tema, com une a tutte le versioni, della malattia dell a lebbta attri
buira alla figlia sacrifi cata, viene utili zzato per spiegare uno degli
effetti collaterali pi evidenti nei bevitori cronici di kaua: estese zo ne
della pell e diventano squamose, e ricordano, nel l'asperro, un ripo di
lebbra.
Cos, nella variante Tonga raccolta da Gifford, il racconto si condu
de con le seguenti osservazioni:
l gennogLi deLkava crescono e si lacerano e diventano viscosi come La
pelle di un lebbroso, poich la donna Kavaonau era una lebbrosa ... ,

101
E quelli che bevono troppo kava diventano squamos-i come un febbroso,
perch il kava nacque dal corpo di una donna che aveva la lebbra. "
II tema del copo che barcolla - 0 , seguendo altre varianti, che rimane
paralizzato - dopo aver morso o mast icato la pianta del kava, e che
poi si ristabilisce mordendo masticando la canna da zucchero, rientra
in quel tipo di miti d 'origine dei vegetali psicoattivi in cui viene,
appunto, "miti zzato" l'evento della scoperta del le propriet di queste
piante attraverso l'osservazione di particolari comportamenti mani
festat i dagli animal i che le hanno consumate. In un racconto:
w
del
l'Isola di Pentecoste (Vanuatu) , un ragazzo, disperaro per la morte
(violenta) di sua sorell a, vede un topo rosicchiare le radici della pian
ta del kava che era nata sulla sua romba, e quindi morire. Poich
sua intenzione farla finita con la vita, ingeri sce una grande quantit
di queste radi ci, ma, anzich morire, dimentica tutti i suoi dolori. E'
probabi le che la morte del topo sia intesa come apparente, come uno
stato di coma o di forte stupore, cos come probabil e che in questo
racconto manchi qual che elemento del miro originale, perdurosi o
modifcatosi durante la secolare trasmissione orale.
Nell'Isola di Pentecoste, nell e Nuove Ebridi, si racconta di un uomo
che vide pi volte un topO che rosicchiava la radice del kava, morire
e, dopo qualche tempo, tornare in vita. Cos l' uomo decise di prova
re su se stesso gli effett i di questa radice, e in tal modo nacque l'uso
del kava. "
In un racconro
22
proveniente da Samoa (Upolu), in cui si incontra
no nuovamnte associati il kava e la canna da zucchero, il topo man
gia per prima la canna da zucchero, e successivamente il kava, rima
nendone inebriamo Abbiamo in questo caso un' inversione tempora
le degli eventi, che contraddice la funzione della canna da zucchero
quale ant idoto agli effett i del kava. In un mito raccolt0
23
in Rotuma
(Isole Fij i), un guerriero di nome Kaikaponi, che conosce il kava, si
accorge della sua presenza nell ' isola, grazie all'odore dello sterco di
un topo che, evidentemente, ne aveva mangiato. In effetti , sembra
che i (Opi occasionaImente rosicchino le radici del kava, nelle pian
tagioni, e ci potrebbe spiegare il mito; ma va anche tenutO in Gon
siderazione l'importante ruolo wtemico rivestito dal topo nell'area
del Pacifico.
Ritroviamo l'associazione topo/kava in un mito d'origine del Fuoco
dei Masingara della Nuova Guinea: diverse specie di animali vengo
no inviate dagli uOlnini a cercare il fuoco, e a ci uscuna di esse viene
102
dato da bere del gamoda (kava), prima della spedizione; ma ogni
volta, ranimale se ne va nella boscaglia. e smette di cercare il fuoco.
Alla fne, una specie d i iguana, pur avendo bevuw anch'essa il gamoda,
si tuffa in acqua. e uova il fuoco in un' altra isola. 11 primo degli
animali inviati a cercare il fuoco il topO. 24 Un mi ro raccolto in un
paio di varianti a Tanna (Vanuaru), mette in relazione il kava con
l'organo sessuale femminile. [n una delle due varianti si riporta che
la prima pianta del kava (del "vero kava") germogli dal suolo fra le
gambe di una donna che stava pelando dei ruberi di yam, e, nella sua
veloce crescita, la pianta raggiunse ed entr nella sua vagina. La don
na percep del le sensazioni piacevol i, e si accorse della pianta; la estrasse
dalla vagina e la pOrt al villaggio, dove presto si diffuse. Riportiamo
per esteso la seconda vari ante di questo mito, caratterizzata da asso
ciazioni simboliche probabi lmente molro antiche:
Un tempo la gente beveva solo un tipo di kava, quello selvatico. Un
giorno, una donna di Futuna stava sbu.cciando tuberi di yan1 da
sola, in riva al mare. Poich si era accovacciata nellacqua, uno spi
rito approffitt del/a sua posizione per infilare una pietra magica
nella sua vagina. Quando essa si accorse della sua presenza, la estras
se e la osserv. Fu incuriosita nel trovare che era sottile e coperta di
nodi e digermogli, e decise di portarla con se al villaggio. Il capo (del
villaggio) pretese la pietra e la po,t quel pomeriggio alillogo desti
nato aLle bevute del kava, ove erano riuniti tutti gli uomini deL viL
laggio. Essi erano raccolti attonlO aL capo osservando la pietra. quan
do lo spirito appar. Egli mostr loro una pianta di kava della di
mensione di una albero di ban)'an,25 e disse lo ro che questa era il
vero bva. Disse anche che la pietra era sacra edoveva essere maneg
giata con rispetto. Essi misero immediatamente la pietra in una sco
della a forma di canoa intagLiata nel legno sacro, e la spruzzarono
con acqua. Il giorno dopo, la canoa traboccava di migliaia di pietre
identiche (fa loro). La gente venne dai villaggi di tutta l'isola per
portarsi a casa le pietre e, per VII' dei poteri magici delle pietre, gli
uomini sono in grado oggi di coLtivare il kava. Alla donna non
permesso bere kava e nemmeno di. guardare la sua preparazione> per
ch una voLta esso venne a contatto con la parte non pulita del mo
corpo. 26
Il simbolismo che qui associa la pianta psicoattiva e la vagina con la
pietra, trova riscontro nel potere feco ndante attribuito a quest't;lri

103
ma, nelle culture arcaiche del Pacifico e, pi in generale, del mondo.
Ri guardo all 'interdi zione alle donne di bere kava, va ri cordato che,
tradi zionalmente, solo quell e che avevano superato la sogli a d'et
dell a me nopausa, e quelle di alto ran go sociale, pa reva no
impunemente consumare la bevanda.
Nel mito raccolro a Tikopia, in cui si fa originare la pianta dal corpo
della Divinit Femmin il e Pufafine, si incontra un pi preciso riferi
menro all ' associazione del kava con la sfera sessuale: (( L'uomo che
per primo si impossess del kava era stato franato come sposato alla
Divinita Femminile. Esso e la Di vinit Femminile non copularono,
ma, quando egli and a dormire, la Divinit Femminile and da lui
ed ebbe Wl rapporto (spiri tuale) con lui ; egli ne era sopraffatto." In
Melanesia, la pell e secca e squamosa riconosciuta come un sinro
ma di eccesso, sia nell'attivit sessoale. che nel consumo di kava.
Nella ri cca mirol ogia rel ati va al kava, oltre aUe innumerevoli versio
ni dei differenti miti d' origine del la pianta, sono presenti miti di
origine dei modi d' uso dell a pianta e dell'istituzione dei riti ad essa
connessi. In un mito Sarnoa, Tagaloa Ui , il primo capo Samoa dall e
origini semi -di vine, isriruisce le regole della preparazione della be
vanda come segue:
Dopo la sua creazione, Tagaloa Vi fece un vestito p er se con delle
foglie di ti, e si incamrnin verso iL villaggio di Fitiuta. In tal modo
cammin attraversando un boschetto di piante di kava, e scop r la
casa di un morta/e di nome PatJtT. Pava invit il capo a entrare nella
sua casa, e qui si tenne la prima cerimonia dei kava in cui erano
coinvolti esseri morta/i.
Quando Tagaloa Ui entr nella casa, prese posto allo fine della casa,
e Pava si sedette nella parte frontale deLla casa,28 e si me a preparare
i/kava. Pava mastic e sput il kava in unafoglia di laupula'a
29
che
serv come recipiente per il kava. Le coppe erano fotte di fogLie di
mlltava, e Pava us le sue dita per spremere il kava, poich a quei
tempi il colino non era ancora conosciuto.
Mentre Pava stava spremendo ii kava, suo figlio, Fa'alafi, rideva e
giocava vicino al recipiente. Tagaloa Vi disse a Pava di tenere seduto
e quieto il bambino, ma non fil fotto nuLla aLfi,.riverente ragazzo.
Dopo numerosi avvertimenti rimasti inascoltati, Tagaloa Ui raccoe
una fronda dell'albero del cocco, le diede lo j,.ma di IIn coltello, e
tagli il figlio di Pava in due pezzi. Poi Togaloa Ui disse a Pava:
"Questo il cibo per ilkava. Questa la tua parte e questa lo m i a ' ~
Pava si afflisse e non pote' bere il kava.
104
Allora Tagaloa Vi disse: "Facciamo una nuova cerimonia delkava >J.
I1kava e il contenito re e le coppe fotte di foglia vennero gettati via, e
Tagaloa Ui disse a due dei figli di Pava di andare ", Ila montagna
pi alta, la casa di Tagaloa Lagi, e prendere /In contenitore di legno
per il kava, coppefotte con le noci di cocco, un colino fotto di hibiscus,
e un nuovo tipo di kava, latasi , t.m singolo ramo dell'albero delkava.
Di nuovo Pava serv come spremitore del kava, e quando questo fu
pronto, Tagaloa Ui disse: ''Portami ,. mia coppa perprimo': Tagaloa
Ui non bevve il kava, ma lo vers sul SItO pezzo de! figlio di Pava
morto, e poi sul pezzo di l'ava. Quindi disse: 'Soifua " ["Vita']. Le
due parti si riunirono e il ragazzo riprese tl vivere. Pavafu c O ~ ' felice
che batte' le me mani. Pava bevve la sua coppa di kava e Tagaloa Ui
diede i seguenti ordini: ''Fava, non pennettere ai bambini di stare e
di parlare dove si sta preparando il kava per gli alti capi, perch le
cose che provengono dagli alti capi sono sacre': 30
Si ri scontra, infine, una seri e di miri che riguardano la diffusione
dell a pianta nei differenti arcipelaghi melanesiani e polinesiani: seb
bene in essi non venga trattata llori gine della piantaI sono turravia
inseriti remi , come quel lo del topo. gi incontrati nei miti di origine
. .
veri e propn .
Altri temi forni scono spi egazioni miti che d i cen e part icolarit del
luogo. Ad esempio. in un racconro
31
dell e isole Rotuma, la pi anta
del kava, gal leggiando sulle onde, e passando davami all' isola di
Noatau, fece cadere due pietre appena olt re la scogliera: da all ora,
ga niberi , granchi e pesci pescati intorno a quegli scogli sono vel eno
si, per via del kava che entrato in loro.In quest i miti si riscontra
una certa an1bival enza relativa al kava, nei valori ad essa attribui ti di
sacra bevanda dispensatri ce di vita e di sospettato e remutO veleno
(in quanto bevanda guasta o corro((a). Ci potrebbe forse essere
motivato da casi in cui la bevanda sia risulrara tOss ica, a causa di una
sua preparazi one non corretta, o aJ tipo di pianta utilizzata ~ rico r
di amo la differenza simbolica e di effetto fra il kava "selvati co" e
quell o colt ivato. sottolineata in alcuni racconti - ma potrebbe anche
t rovare una giustificazione negli opposti dpi di uso cui la bevanda
sarebbe soggetr . In una versione del miro Tonga, il Tui Tonga dice
ai genitori della ragazza lebbrasa di prendersi ben cura del la pianea,
poich la loto disgrazia o la loro benedizione dipenderanno dalla
maniera in cui la utili zzeranno.
32
Il kava una fo nte di potere, e pu
essere utilizzato sia per scopi buoni che per scopi malvagi.
105
FUNGHI
Cut ilizzo dei funghi allucinogeni si perde nella notte dei tempi. For
se, i funghi sono la fonte "enreogeni ca" pi antica in assoluco, e )'ori
gine del loro uso comunque da rintracciare nel periodo pal eolitico
dell'umani t, nell a lunga Et della Pietra.
La pi antica documentazio ne archeologica a riguardo, costituita da
pitture antiche di 7.000 anni , situate nell e zone montuose del deser
ro del Sahara, ri guarda popolazioni di cacciarori -raccoglirori del pe
tiodo fnale del paleoli t ico sahari ano (Epi-pal eoliti co). Queste po
polazioni hanno lasciato sull a roccia eloquenti scene di raccolta e
adorazione di funghi , e di esseri mjeologici dal cui corpo fuoriescono
funghi. '
La conoscenza dei funghi allucinogeni di antica data anche in altri
continenri , e si tramandaca, in alcuni casi, sino ai nostri giorni . Gli
antichi popo li del Messico cemrale indicavano funghi allucinogeni
del genere Psilocybt? col ter mine n.hu. teollanticatl, "cibo degli dei",
e il loro uso per scopi di vinatori stato tipon ato dalle fonti spagnol e
del periodo della Conquista. Ancora oggi, nella Sierra Mazateca, essi
vengono utilizzati nel corso di cerimo ni e di cura guidate da uno
sciamano, un "signo re del le erbe", durante le quali i funghi vengono
consumati da rutti i presenri , pazienti compresi. Nel corso del con
seguente "viaggio" coll eni vo, )0 sc iamano "capta" i m essaggi
diagnostici e di indicazio ne terapeutica inviati dai funghi , secondo
un processo "sociopsicoterapeutico" aff ne a quel lo adottato per altri
allucinogeni .
3
CAmanita "'/tscaria (L. per Ft.) Hooker,' il fungo allucinogeno per
eccellenza, ha influenzaw, se non addiri ttura fondato, sistemi di cre
de nze e di prati che rel igiose, in parti colare quelli a cara[(ere
sciamanico, in Europa, in Asia e in Ameri ca.
106
No[a l' ipo[esi, avanzata da Ri chard Gordon Wasson,' che identif
ca quesro fungo con il Soma vedico, al contempo bevanda inebrian
te che dona l'immortalit e potente di vini t di quel l' antica religione
insediarasi in India, nel conres [Q delle mi grazioni indo-europee e
indo- iraniche. Con uno sguardo pi generale, la cu!nara proro
indoeuropea di o ri gine nordasiati ca dalla quale o ri ginaro no le diver
se ondate di popolazioni verso la Grecia, la German ia, l'Iran e ]']11
dia, portava con se la conoscenza e il culto del l'agarico muscari oj
dunque probabile che tale conoscenza si sia conservata nelle epoche
posteri ori presso le civil t che sorsero dall 'imparto fra i po poli
indoeuropei e quelli autoctoni .
In Siberi a, l'uso di questo fungo a[(estaro nell e immagini di pe[roglif
di vari siri archeologici, anti chi di almeno 3.000 anni, e vi sono rap
poni etnograf ci dei secoli sco rs i che ne documentavano ancora l'im
piego, confermando una continuit srorica che, dalle profondi t della
preistori a, raggiunge i nostri giorni .
6
Koriaki , KhalHhy, Chukchee, Mansi, Selkup, Lapponi , utilizzavano
l'agarico musca ri o coll etti vamente, in occasione di cerimoni e e di
feste, oppu re veni va impiegato dagli sciamani per favorire la nanse
durante le pratiche magico-curati ve, o per contattare gli spiriri dei
morti, nell e pratiche divinatorie e nel l'interpretaz. ione dei sogni .
Nonostante l'antichit e l'enorme di ffusione dell'uso dei funghi
allucinogeni . sia Amanita muscaria che funghi psilocibini ci, rima
sta solo una lieve traccia della lo ro presenza neUa mi tologia e nei
racconti popolari o, forse, non ancora stato esaminato in maniera
approfondita l'immenso materiale mitologico e fo lcl orico raccolto.
Ancor pi rari sono i miti d'o rigi ne dei funghi e del loro uso, mi ti
che a volte si possono ri conoscere nell 'aspetto rielaboraro di leggen
de popolari e perfino di novelle.
Amanita Inuscari a
Si ttatta del vistoso fungo del l'i conografia favolistica europea, di grossa
taglia e dal cappello rosso cosparso di "pun[i" bianchi. E' l'agari co
del mondo dei foll etti , degli gnomi e delle alt re creawre che popola
no i boschi dell ' immaginazione popolare. E' il toad-stoo4 lo "sgabel
lo di rospo" degli inglesi. La sua associaz. ione sirnboli ca con il rosPq,

l07
anentamente esaminata dai coniugi Wasson,7 diffusa su una vasta
area geografica e linguist ica euroasiat ica, e la sua ori gine potrebbe
affondare nel subsrraro cul rurale delle popolazioni pre-indoeuropee.
Altri el ementi simboli ci, in associazione con "agari co muscario, sono
il fulmine e il tuono, iJ serpente, il f31 lo, l'urina (umana e di cerri
animali). l' uovo, il pesce.
Jn un' estesa area euroasiat ica (e anche nell'Ameri ca Centrale e, forse,
in Afri ca) vi sono tracce li nguisti che, mi rologiche e folclori che del la
credenza che l'Amanita muscaria (e, in una fase pi tarda, i funghi in
genere) cresca nei luoghi dove cadono i fu lmini. Proprio per l'ampia
diffusione di tali "fossi li" li nguist ici, questa credenza - quesro mito
d'origi ne - deve essere di antichissima data, proveniente dal mondo
dell e popolazio ni d i cacciarori- raccogli tori del lungo periodo
pal eoli tico dell' uomo.
Nei RgVeda indiani , il dio Soma figlio di Parjanya, il dio del tuO
no.
La sua associazione con l' urina dovuta al fatto che l'uri na di un
individuo che ha consumato " agarico musca rio anch' essa
all ucinogena, all a pari , se non pi, dell o stesso fungo: un f.uto noto
e sfruttato dall e popolazioni dedi te al culto del fungo. E' probabil e
che queste popolazioni abbiano scoperto l'effetro dell ' urina e, ancor
prima, l'effetto del fungo, osservando i.I comportamenw del le ren
ne, le quali vanno ghiotte e si inebri ano sia con l'agarico muscario,
che con l' urina dell e al tre renne che l' hanno consumato.
8
L UOVO si trova associato con "agarico muscari o perch questo fun
go, come tutte le specie del genere Amanita, nasce fisiologicamenre
da un ovulo, e ci pot rebbe avere ri coperto un ruolo di rilievo nei
vecchi miti d' origine del fungo. In diverse regioni dell ' lr31ia setten
trionale, esso viene denomi naro ovai matt, bol matt, coca mato. con
chia ro riferimento all e sue propri et inebri anti (chi aro per gli
ernomicologi , e non per la maggior parre dell a popolazione che, pur
chiamandolo con questo nome, non ne comprende pitl il signifcaro
original e).
LAmanita muscaria, e i funghi in genere, sono stari assunt i anche
come simbolo dell ' unione sessuale, dove il gambo del fungo rappre
senta il fall o, e il cappel lo la vul va.
Lingestione di Amanita m-uscaria produce uno stato di ebbrezza che,
sviluppandosi in diverse fasi, passa dall 'eufor ia e dall a voglia di ball a
re e di cantare, a dimensioni all ucinatorie e visionarie, sino a dissol
versi in un profondo sonno. Effetti pi uttosto comuni sono l'i ni zial e
l08
fase di euforia e di loquacit, e fenomeni di macropsia
9
nella fase
visionaria, elementi che si inca nnano fra i temi delle rdati ve trame
mitologiche.
Nel seguente racconto, in cui il motivo dell' origine del fungo e quel
lo dell' origine del suo uso sono pressoch contemporanei, il fungo
viene fa([o nascere dalla sali va dell'Essere Supremo. Grande Corvo
un noto eroe culmrale dell e popolazioni siberiane:
Una volta Grande Corvo cattur una balena, ma non poteva
ricondurfa alfa sua casa nel rnare. lVon era in grado di sollevare il
sacco contenente le provviste di viaggio per la balena. Grande Corvo
si rivolse a Esistenza affinch lo aiutasse. La divinit gli disse: "Va' in
un posto spianato vicino al mare: l troverai soffici gambi bianchi
con teste macchiate. Questi sono gLi spiriti wa' paq. Mangiane aLcu
ni, e loro ti Grande Corvo and. AlLora L'Essere Supre
mo sput mlla terra, e l'Agarico apparve dal/a sua saliva. Grande
Corvo trov iljngo, lo mangi, e inizi a sentirsi allegro. Si mise fl
danzare. L'Agarico muscario gli disse: "Come pu essere che tu, uomo
cos forte, non puoi sollevare quel "E' vero - disse Grande
Corvo - Sono un uomo forte. Andr e soLLever il sacco da viaggio':
And, sollev immediatamente il sacco, e ricondusse !tI baLena a casa.
Quindi, l'Agarico gli mostr in che modo la balena stava andando
nel mare, e come sarebbe tornata dai suoi compagni. Allora Grande
Corvo disse: uucial che L'Agarico resti sulla terra, e lascia che i
miei bambini vedano ci che vorr mostrar 10ro': 11
In quesro mito, viene dato particolare rilievo a uno degli effetti ca
ratteristi ci dell'i ngestione di agari co muscario, che si sviluppa nell e
prime fasi dell'esperienza, e cio quello euforico e di vigor fsi co.
Questo Stato pu essere esalrato e culturalmente vissuto come lino
stato di "furore", come pare si verifcasse fra i berserkir, i leggendar i
guerrieri vichinghi , che si distinguevano in battaglia per coraggio e
ferocia. A pi riprese stato ipotizzato che la fur ia di questi guerri eri
fosse indotta dall 'assunzione, poco prima della barraglia, di forti dosi
di agari co muscari o. Il fatto che Grande Corvo sia in grado di fare
sforzi come quell o di trasportare una bal ena, una ca ratteri st ica de
gli eroi culturali e dei trickster, e potrebbe essere stato suggerito dal
fenomeno dell a macropsia, tipico dell ' esperienza con questo fun go.
Sempre in Siberia, fra la popolazione rungusa degli Orocci, v' la
credenza che le anirne dei morti si reincarnino sull a luna sottO forma
109
di funghi e, con quesro asperto, vengano ri mandare sulla terra.
l2
I coniugi Wasson hanno voluto intravedere i resri di un mi to d'ori gi
ne dei funghi - di tuni i tipi di funghi - in un racconto popol are,
raccolto nel secolo scorso nella regione della Boemia, nel quale
evidenre la veste interprerari va cristi ana ad esso sovrapposta:
Ges e Pietro stavano attraversando un villaggio ceco, quando udi
rono il suono di una musica nuziale p roveniente da un'umile caset
ta. Essi raggiunsero la festa, ma non prima che Ges avesse avvertito
Pietro di non accettare cibo all'infilOri di pane e sale, poich la gente
era molto povera. Ges e Pietro furon o ben accolti. Essi presao il
pane e il sale che venivano loro offirti, evitando tuttavia Le torte. Ma
un po'pi tardi, quando nessuno stava guardando. Pietro fece scivo
lare aLcune torte neLla sua tasca. Dopo unjJo: Ges e Pietro ripresero
iL cammino, Ges immerso nei suoi pensieri, e Pietro in ritardo die
tro di lui, in modo da poter rosicchiare le sue torte. Ma ad ogni
morso, Ges si girava e gli chiedeva che cosa stesse mangiando. Pietro
sputava foori il boccone e ripeteva: "Niente': Questo accadde pi
volte, fino Il che non rimasero pi torte. Quindi, Ges. disu a Pietro:
"Torna indietro e raccogli tutto ci che hai sputato, io ti aspetter ':
Quando Pietro torn disse a Ges: "Non ho trovato nulla, ad ecce
zione di questo che ti mostro. Pensavo fosse cibo, ma, guarda! era una
escrescenza. 1"I1dicata neL suolo': Ges. dse: "E' unescrescenza.> ed
cresciuta dal cibo che hai gettato via". Quindi Pietro chiese perdono,
e venne perdonato. Poi, essi giunsero aLla casetta di una povera don
na, e le chiesero di c1tcinare ci che Pietro aveva trovato, e questo si
trasform in funghi. ed erano buoni. Dato che i fonghi erano sorti
dal cibo della povera geme, Ges li concesse ai poveri, e insegn alle
povere donne dove cercarli. E siccome la povera gente ha bisogno di
aiuto, i fimghi si moltiplicano e abbondano. E poich Pietro, man
giando!i, rimase tuttavia affamato, i funghi non saziano. I}
Sebbene il racconto si rife risca all'o rigine dei fun ghi in genere, que
sta generalizzazione, congiun ra men[e all o scopo dell a loro creazione
come nuovo ci bo per i pover i, porrebbe essere fru no dell e
ri elahorazioni cristiane o di quell e ancor precedenti , e lo schema ori
ginario riguardava forse pill propri amente l'agari co muscario. Anche
qui , come nel precedente racconw dei Koriaki , si presenta il tema
dell o spuro dal quale nascono i fu nghi.
Analogamente. per i Vasyugan - popolazione ugra siberiana - il pote-
l l O
re dell' Amanita nuucaria deriva dal fatto che essa si ritiene sia stata
creata dall o Sputo del D io dell ' Inferno, e il fungo si dimostr cosi
potente, che il Diavolo rimase privo di conoscenza per 7 giorni e per
7 notti , dopo averlo mangiato; per quesw gli uomini non ne devono
mangiare troppo. 14
Tracce di un mito d'origine dell'uso dell 'agari co muscari o si incon
trano in una vecchi a novella inglese, T he Purple Piieus ("Il cappello
rosso")' scritta da H.G. Wells. In essa, si narra di un uomo che, stan
co della tiranni a della mogl ie, va nel bosco e, preso dalla disperazio
ne, decide di suicidarsi ingerendo degli agarici muscari ch'egli rite
neva velenosi, Invece di morirne, cade in uno stato di incosci enza,
durante il quale subisce una trasfor mazione che lo render, al risve
glio, pi deciso e pill coraggioso. Quindi, l' uomo (Orna a casa e si
impone sulla mogfie, ristabilendo, all'interno dell a famiglia, l'auto
rit che aveva perduto.
ls
V' da notare che si conservato, pur in
una forma oramai corrotta e romanzata, la situazione di crisi, dovuta
in quesw caso all a disperazione in cui si trova la persona che sta per
avere il primo contatto con il fungo: una ca ratteri stica che abbiamo
gi incontrato in altri miti d'origine dell ' uso dei vegetali psicoattivi.
La regione catalana, che si trova nell a parte nord-est della Spagna,
una zona di parti colare interesse etnomicologico. Josep M. Fericgla
l6
ha evidenziato tracce di una conoscenza e di un uso tradizionale
dell'Amanita muscaria nelle regioni montuose della Catalufia, e que
sto l' uni co caso, a noi noto, di sopravvivenza dell'antico culto in
Europa. Larruale uso rradizionale appare tuttavia occasionale e di
tipo '< Iudico", senza obbedire a moti vazioni magiche. sacre o di cul
to, ma certo che questo fungo veni va pi diffusamente consumato
negli ambienti rurali marginali (pastori , carbonari , contadini isola
ti), fino all e prime decadi del XX secolo.
Lo stesso autore ha taccolto una leggenda, diffusa nelle valli dei Pire
nei dell a regione di Andorra (nel versante spagnolo) . in cui ri copre
un ruolo significativo una "pianta magica" che, per il tipo di raccon
to in cui inserita, e per l'ambi ente di interesse ernomicologico in
cui nato il racconto, potrebbe essere un "paravento" dietro al qual e
si nasconde ragarico muscario. La leggenda pone gli avvenimenti
nell' ambiente mitico del paradiso terrestre:
Adamo non poteva rivolgere una sola parola alla SUd compagna de!
paradiso, Eva, pe1'ch questa non parlava mai. Adamo and quindi
l I I
a lamentarsi da Nostro Signore per il mutismo della sua compagna e
per l'assopimento che si era venuto a crerJre fra loro due, a causa di
tale atteggiamento. Allora Nostro Signore gli consigli di raccogliere
una pianta magica che cresceva in Paradiso, e dificcarla nella bocca
di Eva: in questo modo le avrebbe eccitato la parola, e Adamo avreb
be cos potuto ascoltarla. Cos foce Adamo, ma in luogo di una pian
ta, come gli aveva consigliato l'-lostro Signore, gliene diede due. Eva
reag, e inizi a parfare e a spettegolare con tanta fria, che non
smise pa tutto il giorno. Adamo torn dal Signore e gli spieg che la
sua compagna non smetteva mai (di parlare). Dio gli rispose che
questa sarebbe stata la sua punizione per aver ecceduto nella dose. l i
Possiamo qui facilmente riconoscere il tema della loquacit, come
uno degli effetti generalmente Ticonosciurj nell'esperienza con
l'agarico muscario, e che in questa leggenda gioca addirittura un
ruolo-chiave di tutta la vicenda.
LAmanita muscaria stata utilizzata anche presso le popolazioni ame
ricane. Numerosi indizi fanno supporre una conoscenza e un uso di
questo fungo fra le antiche popolazioni Maya. In Guatemala e nel
Messico meridionale stata rinvenuta una serie di reperti archeologici
in pietra - denominati mushroom-stones, "pietre-fungo" - che hanno
appunto la forma di un grosso fungo, alla cui base sono frequente
mente inserite immagini solari, di individui in atteggiamenti di ado
razione o estatici, o di animali, tra cui il rospo. I pi antichi di quest i
reperti datan ai 1.500-1.000 anni a.c., ovvero al periodo di forma
zione della civilr Maya. Questi reperti potrebbero aver fatto parte
dei parafernalia di un culto dell 'agarico muscario, che cresce effetti
vamente nelle zone montuose dell'America centrale.
18
Si sono volute riconoscere rappresentazioni di Amanita mW'cariaan
che in alcune scene dei Codici Maya, 19 e un dato decisivo e aJ
contempo sorprendente, consiste nel fatto di aver incontrato, fra le
attuali popolazioni guatemalteche, la medesima associazione simbo
lica che si incontra nelI'eurasia fra l'agarico muscario e il fulmine,
tradotta nella credenza che questo fungo nasca nei luoghi ove cado
no i fulmini.
l o
1n effetti, questo e altri parallelismi etllomicologici evidenziatisi fra
l'America centrale (e settentrionale) e l'Asia, vengono spiegati am
mettendo l'esistenza di una radice culturale comune, da collocare
nei periodi in cui i due continenti erano collegati fra di loro attraver
112
so quella fascia di terra (denominata Beringia), che ora sommersa
dalle acque dello stretto di Bering. In pratica, le popolazioni umane
che, diversi millenni fa, dall'Asia poterono cos raggiungere e popo
lare l'America del Nord, avevano portato con se la conoscenza
dell' agarico muscario, e la relativa sfera di associazioni simboliche.
Una delle divinit maggiormente adorate dagli attuali maya Tzutuhil,
stanziati attorno allago di Atidan, Maximon, un complesso pro
dotto del miscuglio, a numerosi livelli e in numerose fasi, del rituale
e delle credenze maya e della Chiesa Romana Cattolica,21 derivante
dall'antica divinit maya Mam. Maximon rappresentato da un'effige:
un pupazzo di legno, senza braccia e con corte gambe, vestito con
abiti di stoffa, con una maschera sul volto e con Ulla sigaretta in
bocca, simboleggiante le propriet curative del tabacco. Per tutto
ranno custodito in una stanzetta, costruita per il suo culto, accan
to alla chiesa del villaggio. Durante la Settimana Santa, Maximon
diviene oggetto di culto per una moltitudine di indios, i quali seguo
no con fervore le processioni e i riti di svestizione, lavaggio dei vesti
ti, e vestizione del pupazw.
Esistono differenti leggende su Maximon, in cui racconti mitologici
originali vengono confusi dall'elasticit interpretariva dell e
rielaborazioni folcloriche. Bernard Lowy ha riportato una di queste
leggende relative all' origine di Maximon:
C'erano un tempo dodici alberi sacri, ciascuno di loro associato a un
diffirente fongo. I Nahuales decisero di scegliere uno di questi alberi
per governare sugli uomini [che abitavano] sulla terra. A ogni albe
ro, a turno, venne chiesto se avesse voluto accettare la pesante respon
sabilit. Solo uno accett, un ben poco promettente candidato di
bassa statura, chiamato Ch' iip o Fratello il1inore. Egli disse che ave
va fotto un sogno o una visione, nella quale eg era diretto a cercare
una certa collina ai piedi del vulcano San LucaJ
2
, dove un albero
chiamato palo de pito cresceva, attorniato da numerosifonghi. Ap
pena egli raggiunse l'albero? si alz un forte vento, proveniente da
sud, portando con se un violento uragano, e l'albero venne spaccato
da un folmine. L'albero era cavo, e all'interno Ch'iip osserv un
vago viso, ch'egli quindi procedette a intagliare dal tenero legno. Questa
effige divenne il dio Maximon. Ogni colpo di coltello di Ch'iip era
accompagnato da una parola sacra, e ogni colpo, similmente, diede
origine a una nota musicale, tono o timbro. Le note fornirono le basi
musicali per i canti tradizionali. Quando Maximon fu completa-;
113
mente formato, ogni Nahua! confer al nuovo dio creato uno speciale
potere. Quindi, ve1me comandato a lWaximon di alzarsi, perch era
da provare se eglifosse o meno in grado di utilizzare i poteri conferi
tigli. Gli venne portato davanti un ,ordomuto del villaggio, e a
Maximon venne comandato di curare la. sua infermit.
23
Secondo un'altra versione della leggenda, raccolta dallo Stesso Lowy,
un frammento di uno dei funghi che crescevano attorno al palo de
pilo fu dato da mangiare all'uomo, il quale subito ringiovan, e l' in
fermit scomparve. I Nahual es erano compiaciuti, e Maximon fu da
allora il protettore dell a geme Tzuruhil.
Non chiara l'esistenza dei dodi ci alberi , ciascuno associato a una
differente specie di fungo: potrebbe trattarsi di un tema di influenza
cristiana, come indicherebbe la presenza- del numero dodici, Che
poi il fungo associato al palo de pilo debba essere inteso come Amanita
muscaria, lo testimonierebbero il ca rattere sovrannaturale delle vi
cende in cui inserito, e la propri et curativa ad esso conferita, spe
cificata nella seconda vers ione. Secondo Lowy, si rrarra del fungo
divino, noto fra i Quich come kaku/ja, identifcato come Amanita
muscaria, che prende il nome dal dio maya che lo personifi ca. N
Il racconto comiene un mito del le origini (di Maximon, delle note
musicali , deU' azione di curare i mal at i) , e i funghi avevano inizial
mente un ruolo-chiave neU'esposizione degli eventi. probabilmente
perduro nelle rielaborazioni posteriori. Ri guardo al paio de piro, va
ricordato che l' asse di legno di cui costituito il pupazw di Maximon
attualmente adorato', fatto di questo tipo di albero: si tratta
dell' Erythrina rubrinervia Humb. , Bonpl. & Kunth, 25 che produce
numerosi semi rossi. Tali semi sono tossici, si riti ene siano dotati di
propriet magiche, e in Guatemala sono comunemente usati come
parafernalia dei curanderos,
Da notare, ancora, la presenza nel racconro del tema del fulmine,
causa del l'abbattimento dell'albero (palo de pito) , da cui ebbe origine
Maximon e la sua prima effige in legno.
Per quanto riguarda gli indiani dell'America settentrionale, esistono
pochi e isol ati dati che att.estano un impi ego del fungo muscario. Si
ha qualche notizia di un suo uso sciamanico e per scopi diagnostici
presso alcune popolazioni algonchine - Oj ibwa, Montagnais, Abenaki
- abi tanti la regione dei Grandi Laghi.
Presso questi gruppi, esiste la credenza secondo la qual e dopo la loro
11 4
morte, essi andranno in paradiso. ove trascorreranno il tempo man
giando fungh i e avendo rapporti sessuali tra 10ro.
26
Nel 1975, R.G. Wasson ebbe l'opportunit di incontrare una
sciamana O ji bwa, Keewaydinoquay, una delle ulcime detent ri ci del
le conoscenze tradizionali del suo popolo. Sfruttando l'abili t di scri
vere e di parlare nella lingua inglese. essa ha compilato un breve
resoconto suUe credenze e tradizioni micologiche dell a sua tribil
27
e.
soprattuteo, ci ha lasciato un racconto completo e affasci nante. la
"leggenda dei Miskwedo", di natura mi tologica, riguardante l'origi
ne dell ' uso del miskwedo, il fungo muscario:
Attenzione, racconter una storia, una storia del Popolo. una storia
del Miskwedo, quel fungo dal cappello rosso che il bambino spiri
tuale di Nokomis Giishik, l'Antenato Cedro, e di Nimishomiss
Wigwass, il nostro Antenato Betulla. Ascoltate e apprendete.
Sicuramente questo racconto vero, poich ft raccontato dai nostri
onorati progenitori. Ora, ci accadde molto, molto tempo fa, innu
merevoli lune sono passate da allora e innumerevoli sentieri sono
stati percorsi; sipensa [che avvenne] in uno degli accampamenti tem
poranei durante la Grande Migrazione del nostro popolo atrrave>"SO
il continente di Minissah, dal territorio del sorgere del Sole, verso
quello del calare del Sole, quando il Divino Megis ci conduceva alla
nostra dimora, la terra promessa di Keewaydinaukee.
C'erano due fratelli, cos giovani che non avevano ancora 17.Cevuto i
loro nomi di adulti; erano fratelli di sangue, enrrambi figli della
stessa donna del clan del Gufo e dello stesso uomo del cum dello Sto
rione. Il primogenito si chiamava Fratelw Maggimt!, e il secorldogenito
era chiamato Fratello Minore. Vivevano soli (Oh, Wa-ey-eah), poi
ch i loro genitori erano morti con valore lungo il tragitto durante Id
Grande Migrazione. Oh, Wah-ey-eah! Cacciavano la stessa selvaggi
na, mangiavano lo stesso cibo, e condividevano tutto in pace e anno
nia - e questo era buona cosa. Ahauw.'
Ora, un giorno, nel luogo dove raccontata questa storia, i ragazzi
erano molto affamati, avevano lo stomaco vuoto. Poich c'erano delle
montagne l vicino, si arrampicarono sui pendii rocciosi in cerca di
cibo. Alla fine, giunsero a una grande grotta, collocata in alto, sul
lato della montagna. Parve 10'"0 che dall'apertura della grotta prove
nisse della luce. Udirono una musica stupefacente, una musica simi
le al ronzo di innumerevoli api. Con molta attenzione, e senza far
rumore, i.FatelLi si avvicinarono, scrutando con curiosit attra:versol
11 5
tapertum. Videro un beLlissimo prato nel quale crescevano molti jn
ghi alti, bianchi e rossi - erano beLLissimi wajashkwedeg - che volteg
giavano, bisbigliando e mormorando, cantando una strana canzone
di aUf}-trio, sotto un cielo briLlante di Luce solare.
Veloce come un fulmine, Fratello Minore balz attraverso l'apertura,
correndo con giOiOSO abbandono nel prato deifitnghi mormoranti.
"Fermati! Aspetta! Fermati! - url Fratello Maggiore - Non sappia
mo quali ~ f i r i t i ci sono in questo luogo. Non sappiamo cosa potreb
bero essere.
Ma Fratello Minore nOn si form. Era difotto gi andato!
Fratello Minore corse verso il fungo pi alto, pi grande, pi. rosso e
pi bello di tlttti. Una bianca peluria simile alle piume dei copricapi
dei guerrieri indiani ondeggiava sul suo cappello rosso. Striscie bian
che trasparenti simili a frange di nuvole turbinavano ritmicamente,
mentre il jngo girava su se stesso. Fratello Maggiore guard inon'i
dito Fratello Minore diventare un tutt'uno con il gambo del fungo
gigante. Vide che a Fratello Minore stava spuntando un cappello
rosso fi.toco. ALl'iniz io lentamente, poi sempre pi veLocemente, Fra
tello Minore si mise Il ruotare al sole. Fratello Maggiore era inorridi
to. Subito not dove era sitllato il fungo gigante e la posizione del
piccolo fongo che em stato un tempo suo FrateLlo Minore. Poi corse
via. Corse ta1'lto velocemente quanto le sue gambe potevano regger/o,
lontano dal prato stregato, lontano dalla grande grotta, lontano da
quel terribile foro sul lato della montagna. Corse gi per i sentieri
tortuosi egi per i pendii rocciosi, senza maiformarsi. fino a che non
!fIunse al v!,"aigio.
:Awoohee.' .
Diede l'allarme agli anziani e agli lIomir'; della medicina. Veloce
mente raccont loro tutto ci che era accaduto.
"Cosa devo fore? - supplic - Ditemi, oh Saggi, come salvare il mio
piccolo fatellino':
Gli anziani e gli uomini deLla medicina si guardarono fta loro. Scos
sero la testa.
"Non abbiamo mai udito una cosa simile - dissero - Dobbiamo chie
dere al Tamburo ':
Dopo aver consultato il Tamburo, che era un Tamburo della Medici
na, dissero, :.. "Abbiamo una risposta, ma complicata. Ecco ci che
devi fore. Devi ricordare ogni parola. Devi andare al luogo chiama
to il-luogo-delle-Sabbie-Magicbe. E' un'alta scogliera lungo il lago,
con una ripida scarpata e grandi onde che riducono le rocce in sab
116
bia. L potrai raccogliere le sabbie magiche, Onoman. Mettile in
una borsa di pelle di cervo con sacro tabacco, e stringi bene illacdo
quando la chiudi. Pensa a una preghiera di ringraziamento agli
Spiriti di quel posto per aver creato Onoman (le sabbie magiche).
Continua a correre lungo il sentiero fino a che non giungi a il-Luo
go-Dove-Crescono-gli-Alti-Alberi-e-Nidificano-Ie-Aquile. Trova l'al
bero pi alto e il nido dell'aquila pi grande. E' l'Uccello del Tuono.
Devi prendere quattro penne dalla sua coda. Rivolgi all'Uccello del
Tuono una preghiera di ringraziamento e di supplica, mentre conti
nui a correre in direzione della montagna. Segui lo stesso sentiero
verso il luogo dove la luce della grande grotta splende, attraverso
l'apertura sulla parete della montagna. Quindi mettiti di fonte al
l'Est con le pen,!e di aquila in mano, e chiedi a Gitchi Manitou di
benedirle. Individua il fungo pi grande e pi bello. Lui il capo.
Entra ne! prato stregato pi in fretta che puoi, conficca una piuma
d'aquila nel gambo del capo. Smetter di girare. Poi individua il
Miskwedo pi saggio di tutti, il fungo pi anziano che sta sporulando,
quello con maggior influenza. Pi velocemente che puoi, conficca
un'altra piuma d'aquila nel gambo di questo fungo. Anch'egli smet
ter di girare. Ora, la terza piuma daquila dovr essere conficcata
nelgambo delfungo che sai essere Fratello Minore. Poi vma la borsa
di magica Onaman tutta sopra di lui. Con molta attenzione, ri
muovi ogni pezzetto di questo fungo, dal lucido cappello fino al bul
bo alla base. Non romperne neanche un pezzettino, altrimenti si
romper anche una parte di Fratello Minore. Portando ilfungo con
te, affettati verso l'apertura nella montagna. Fermati solo perporre
l'ultima piuma d'aquila protettiva nell'apertura della grotta, quindi
continua a scendere lungo il sentiero, pi veloce che puoi. Questo
ci che si ritiene tu debba fare. Mano a mano che ti aLLontanerai
dalla montagna, il carico (il ttlO Fratello-fungo) diventer sempre
pi pesante, fino a che torner come era in passato. Ci sar tuo Fra
teLfo Minore a correrti a fianco. Anche se Lo vedrai accanto a te, come
era un tempo, non parlare, non fennarti. Correndo, torner sempre
pi come era una voita, eccetto che per una cosa - unapiuma d'aqui
la sporger dalla pelle di Fratello Minore. E l dom- sempre rima
nere".
Tutte queste cose accaddero. Accaddero come era stato presagito che
accadessero. Fratello Maggiore ricord chiaramente ogni particoLare.
Fece esattamente ci che gli fu detto, procurandosi Le magiche sabbie
e le piume d'aquila. Pass attraverso ilforo sulla parete della montd
11 7
gna, infilando le penne d'aquila protettive e versando le magiche
sabbie su Fratello Minore. Salv Fratello Minore, il quale sembr
tornare come era prima, eccetto che per una strana cosa: una piuma
d'aquila sporgeva dalla sua pelle, proprio come fosse cresciuta l! I
due ragazzi scesero assieme rapidamente per il sentiero, e tornarono
all'accampamento del Popolo. Li ripresero a vivere, nella medesima
dimora, in pace e in armonia. E questo era cosa buona. Ahauw!
Passarono molti giorni e moLte notti. Lentamente, le cose iniziarono
a cambiare. Wah-ay-eah. Fratello Maggiore si alzava alla mattina
col cuore pieno di tristezza e appremione. Si preoccupava e si preoc
cupava ed era infolice. Wah-ay-eah. Fratello Minore, al contrario, si
alzava sorridente ogni giorno, iL suo cuore era pieno di folicit e Le :Ue
labbra cantavano allegria. Ahauw, Zahwendahmowin!
Ora, Fmtello Maggiore si accorse che Fratello M i n m ~ andava di fre
quente dietro il wigwam
28
per orinare. Vi stava pi a lungo deL ne
cessario, e in particoLare, con la luna piena vi stava per molto, molto
tempo. Alla fine, Fratello Maggiore, al quale non piaceva spiare,
decise che per il bene di suo fratello doveva semplicemente indagare.
Cos and dietro al wigwam e scopr che, proprio come aveva pema
to, Fratelfo Minore non stava orinando. Era gi sceso per ii sentiero
che porta nella foresta. Fratello Maggiore lo segu di nascosto, fino a
che giunse i11 una radura.
E cosa vede' Vede Fratello Minore in piedi al centro di uno spazio
aperto, con un folto gruppo di persone attorno a Lui. Le braccia di
Fratello Minore sono allargate, distese come l'ombrello di un fongo. I
suoi vestiti sono bellissimi, di un rosso brillante, e ciuffi di bianche
piume gli adornano la testa. Con una voce aita e vibrante di feLicit.
come il ronzio di innumerevoli api, egli canta al Popolo:
"Per la mia esperienza sovrannaturale,
Nella terra dei Afiskwedo,
Possiedo una cura pe,. aLleviare j vostri mali,
Pe,. scacciare tutte Le vostre infelicit.
Se soio von'ete avvicinarvi al mio pene
E prendere le eccitanti acque che da esso sgorgano
Anche voi potrete essere felici per sempre"
Ogni volta che le nubi oscurano la luna, egli orina. La gente racco
glie la sua orina nel mokukeg. 29 Bevono questo liquido, che stato
dato loro come una benedizione dagLi spiriti Miskwedo. Tutti i mem
118
bri del culto delfongo, tutti i devoti del Miskwedo, Fratello Minore,
che il fungo capo, il capo tamburo, i tre anziani e i tre gruppi di
officianti minori, si alzano a turno e cantano la loro canzone
Miskwedo. Per tutto il tempo queste persone cantano le loro allegre
canzoni, i loro cuori sono forti, ciascuno fa il favoro di dieci.
Wah-ay-eah, povero Fratello Maggiore! Non capiva le vie del fongo
dal cappello rosso. Non capiva l'uso del liquido del fongo dorato e
delf'e!ir del pene. Continuava a essere sospettosa.
"Nulla di buono pu venirne': si lamentava. Brontolava, si preoccu
pava ed era infolice. Oh Wah-ay-eah.
Nemmeno Fratello Minore comprese i meccanismi del Sacro Fungo.
lvIa seguit a essere feLice, e tutta la gente che Lo segu continu a
vivere in una stato di beatitudine.
E cos fu e cos continu a essere sino ai nostri giorni, ora in questo
fuogo e in questo tempo, come era gi allora e come sar in foturo.
Tutte le persone che sono FRATELLI MAGGIORI, come Fratello
M a ~ i o r e nel nostro racconto, sono infelici perch non capiscono. Bron
tolano, si preoccupano elitigano. Nemmeno i FRATELLI MINOR!
di questo mondo capiscono, ma bevono ancora le acque de! fongo
dorato e sono felici. Bevono l'Elisir del Grande Miskwedo, e in que
sto modo viene rivelato molto del sovrannaturale e di altre conoscen
ze. E' il kesuwabo - il liquido Potere del Sole - Kesuwabo. Ahauw!
Jahwendamowining, ahauw!'o
E' un bel racconro, complero e ricco di temi simbolici arcaiCI; vi
rientra una buona parre della sfera simbolica che ruota attorno
all'agarico rnuscario, e chiss quanti altri miti riguardanti l'origina
rio incontro dell'uomo con questo fungo erano caratterizzati da una
simile ricchezza di valenze simboliche e di particolari.
Come viene riportato all ' inizio del racconto, l'agarico muscario il
figlio (il "bambino spirituale") di due divinit arboricole: l'Antenato
Cedro e l'An tenato Betulla. La berulla uno dei pi diffusi alberi
alla cui base vive e fruttifica l'agarico muscario.
La caverna nella montagna, con l'entrata a forma eli foro, qui prescelta
come spazio riservato alla geografica fantastica e mitologica, un
elemento che suggerisce una certa antichit del racconro, riportan
daci al mondo dei popoli cacciatori-raccoglitori, che utilizzavano le
caverne come sede dei riti iniziatici. Le penne della coda di un' aquila
- e non di un'aquila qualsiasi, bens dell'Uccello del Tuono - sono un
oggetto peculiare degli "uomini della medicina" delle trib inoliane

119
del nordameri ca; l'aquila uno degli uccelli preferiti dall'iconografia
del "volo" sciamani co; il tuono, come si vi sm, ha strette relazioni
mitologi che con l' agarico muscario nell a rona in cui ebbe origine il
suo culto, l'Eurasia.
Normal Morriseau, un indiano ojibway, ha riportato un'altra versio
ne di questo racconto, che differisce da quell a di Keewaydinoquay
in numerosi parti colari.
31
Nel racconto di Morriseau, i due fratelli si
chiamano Corrente Rapida e Nuvola d'Argentoj entrambi affamati ,
si incontrano per caso davanti all'apenura dell a roccia, durante l'in
seguimenro di un cervo. l'apertura della roccia, at u averso un tun
nel , conduce a un vasto prato disseminato di funghi rossi, intorno ai
quali sciama un gran numero di api ronzanti e di inserti colorati. In
questa versione, vi ene specifi cato che il fratello minore (Nuvola d'Ar
gento) si trasforma in fungo poicli. mangia alcuni di questi fun
ghi." Inoltre, non furono gli anziani e gli uomini dell a medicina (gli
sciamani) a ri velare a Corrente Rapida la fo rmul a per riportare suo
fratello alla sua forma umana, bens un orso, che era considerato
sciamano, il cosiddeno "O rso degli Sciamani".33
Il motivo dell'urina allucinogena di colui che consuma l'Amanita
muscaria ben sviluppato in entrambe le versioni . II mokukeg, il
contenitore per l' urina fabbricato con correccia di betulla, l' albero
SOttO cui cresce il fungo, ri corda molto da vicino quelli impi egati per
i medesimi scopi fra le popolazioni siberiane. Attraverso la chi arezza
con cui presentato il motivo dell'urina nel racconro OjibwJ, pos
sibile comprendere megli o il tema delle "Acque dell a Vita" presenre
nella mitologia dei Kwakiurl e di altri gruppi di India ni . Esse vengo
no considerate un do no fatto dalle divinit agli eroi culturali antena
ti , e altro non sono se non urina umana o, meglio, "urina degli dei".34
Nel racconto di Keewaydinoquay, si potr notare una certa opposi
zione funzi onale nell e due figure di Fratello Maggiore e Fratello
Minore, un' opposizione che si viene a creare in seguito all 'avventura
vissuta nella caverna e al contano col magico mondo del fungo. 1n
fani , inizialmente, i due fratelli vivevano in pace e in armonia, e
facevano insieme ogni cosa. La diversit subentra nell 'approccio con
cui i due fratelli si rivolgono ai funghi ; una differenza di valutazio ne
che giunge a influenzare il loro stesso modo di vivere. Luno (Fratello
Minore, colui che ha accen am la "via del fungo") fa deri va re da que
sto approccio un'arritudine positiva alla vita, il secondo una negati
va. Questa opposizione, e la sua estensione a tutti i Fratelli Maggiori
e i Fratelli Minori di questa terra (gli uomini), potrebbe essere una
120
proi ezione mirologica di un periodo pi tardo, nel qual e si presenta
rono problemi di accettazione del la "via del fungo", all'interno delle
modalit di approccio al sacro, adottat i dall e popolazioni Ojibwa.
L1 parte finale del racconto vorrebbe quasi porsi in difesa della "via
del fungo" dagli attacchi di coloro che a quei tempi la osteggiavano,
offrendo moti vazioni che potrebbero apparire pill che mai attuali.
E' interessante, infine, la puntualizzazione quasi filosofica del fatto
che non solo i Fratelli Maggiori , ma neppure i Fratelli Minori , pur
avendo scelto la "via del fungo", comprendono il "funzionamento",
il modo di agite del fungo sull a psiche umana, il motivo dell' esisten
za di tutto ci. Quindi , per la moral e fnale del tacconto (probabil
mente un'aggiunta posteriore), l'importante non cercare di com
prendere, di rendere logici i meccanismi del la magi a e dei mi steriosi
stati della coscienza, bens di penetra re in quei mondi del la psiche
che, grazie al la sua natura, Stato concesso all 'uomo di visitare.
Altri funghi
rer quanto riguarda i funghi allucinogeni differenti da ll 'Amanita
muscaria, in particol are quelli psilocibinici , appare quasi anomala la
mancanza pressoch tOtale di racconti che si possano ricondurre a
un loro mito d'origine.
Unico caso, del resto interessantiss imo, un racconto riportato in
un anti co libro giapponese, riferibile al fungo Gymnopilus spectabilis
(Fr.)A.H. Smith ' 5 E' un fungo diffuso in tutto l'emisfero occidenta
le, e le sue propri et psicoarrive sono state pill volte verificate in
Giappone e nel Nord America, menue in Europa questa specie non
sembra produrre effetti analoghi .'
In Giappone, il maitake ("fungo danzante") - come viene qui chia
mato il Gyrnnopilus spectabifis- sembra avere avuto in epoche remote
una certa importanza legata al suo culto. come dimostra il racconto
di seguito riportato. Esso fa parte del Konjaku monogatari (,' Novelle
del passato"), una coll ezione di racconti e di aneddoti provenientj
dall ' India, dalla C ina e dal Giappone, compilata verso la fine dell'XI
secolo dopo Cristo. Il racconto originario della cultura giapponese:
Molto, molto tempo fo, alcuni taglialegna partirono da Kyoto, in
12 1
direzione delle montagne di Kitayama, e si S'marrirono. Non sapen
do dove andare, quattro o cinque di loro si stavano lamentando della
loro condizione, quando udirono [le voci di} un gruppo di persone
provenire dai tecessi deLle montagne. f tagiialegna si domandarono
con sospetto che sorta di gente avrebbe potuto essere, quando quattro
o cinque monaci buddisti fuoriuscirono danzando e cantando. Ve
dendo!i, i tag!ia!egna si spaventarono, pensando che monaci che dan
zano e che cantano non potevano di certo essere esseri umani, bens
dovevano essere spiriti o demoni. E quando; monaci li Jcorsero e si
diressero verso di Loro, i taglialegna si impaurirono molto e si chiese
ro: "Come possibile che dei monaci jfloriescano cos dai recessi dei
monti, danzando e canta'ndo?".
J monaci alLora dissero: "La nostra apparizione, mentre danz iamo e
cantiamo, vi ha indubbiamente impauriti. /VIa noi siamo soLo dei
monaci e viviamo qui vicino. Siamo venuti per raccogliere fiori da
offrire a Buddha, ma dopo essere tutti insieme saliti suLle colline,
abbiamo smarrito la strada, e non abbiamo [Pi] potuto ricordare
come uscire [tornare]. Quindi ci siamo imbattuti in alcuni jnghi, e
sebbene ci siamo domandati Je non ci saremmo avvelenati mangian
doli, eravamo affamati, e abbiamo deciso che era meglio raccoglierli
piuttosto che morire di fame. Ma dopo averli raccolti e arrostiti,
trovammo che erano piuttoJto deliziosi, e pensando "Come sono buo
ni.": li mangiammo. Ma appena terminammo di mangiarh no
tammo che eravamo costretti a una danza incontroLlabiLe. Proprio
mentre pensavamo: <'Che strano! Abbastanza strano noi. .. ". !
taglialegna non finirono di soprendersi per una storia cos inusuale.
Ora, i tagLialegna erano molto affamati e pensarono: "Piuttosto che
morire, chiediamone un po' per noi': E cos essi mangiarono alcuni
dei numerosi fimghi che i monaci avevano raccolto, cosicch anch'essi
fitro"o costretti a danzare. In quella condizione i monaci e i
tagliafegna rero e danzarono girando intorno tutti assieme. Dopo
qualche tempo, f'intoSJicazione sembr dissiparsi, e in un qualche
modo tutti ritrovarono le loro separate vie per tornare a casa. Da
aLlora, i jnghr'37 sono stati chiamati maitake.
38
Un anno dopo la pubblicazione di j.H. Sanford nella quale veniva
riportato e discusso questo racconto, Wasson
39
ne riport e ne di
scusse una traduzione inglese dal testo o ri ginale giapponese, che dif
ferisce in diversi particolari dalla versione di Sanford. In parti colare,
nel passo relativo all'incontro dei monaci con i funghi , anzich do
122
mandarsi se mangiandoli ne sarebbero rimasti avvelenati, Wasson
riporta che i monaci erano a conoscenza del fatw che i funghi li
avrebbero resi "brilli".
Sanford vede in questo racconto la rappresentazione fantas iosa di
Ulla intoss icazione collett iva da funghi , verifcatasi realmellte molto
tempo fa, datando addirittura questo evenco storico attorno al 1.000
d.C.
40
Tuttavia, questa interpretazione appare un poco semplicista:
di intossicazioni involontarie provocate dal maitakese ne sono sem
pre ver ificate, ed evidente la sovrapposizione deW interpretatio
buddi sta. Ad esempio, possibile che nel racconto originario non
fossero monaci buddisti gli esseri incontrati dai taglialegna, bens si
trattasse di spiriti O di tengu, noti folletti del folclore giapponese,
caranerizzati da lunghi nasi rossi, pi credibili abitanti dei recessi dei
monti. E in effetti, nel racconto sono gli stessi taglialegna a meravi
gli arsi e a domandarsi come sia possibil e che dei monaci buddi sti
fuori escano dai recessi dei monti. A differenza di come lo ha inter
pretato Sanford, pill plausibile che questo racconto narrasse ini
zialmente delle origini, dell ' uso e del culm dei funghi maake. In
contriamo qui, di nuovo, i mot.i vi dello smarrimento nel bosco e
della fame come condizione di "crisi" di sopravvivenza, che predi
spone al primo incont ro fra l'uomo e il vegetale psicoattivo.
Minamoto Takakuni ( 1004-77), colui che compil il Konjaku
monogllfari, aggiunse al testo il seguente commento: I maitake si tro
vano ancora, ma coloro che li mangiano non eseguono pi danze. E'
costume affermare che ci era un evel1[o inspiegabile.
41
In effett i, ai
tempi di Takakuni , il termine maitakeveniva associaro a un differen
te tipo di fungo, commestibile.
42
Il racconto o rigi nari o ha evidente
mente subi to variazioni, probabilmente operate da copisti che non
ne comprendevano pi il senso. giungendo a confondere la specie di
fungo coinvolta.
Un tema comune anche al racconto Oj ibwa, quello della danza e
dei canti che caratterizzano i momenti di culto coll ettivi e, sorpren
dente analogia, il luogo originario dell' incontro con i funghi una
"caverna nella montagna" nel primo racconto, e all ''' interno delle
montagne" nel secondo. II moti vo dell'ilarit e del riso, esplicitato
anche da uno dei nomi popolari del fungo, owaraitake ("fungo del
riso", "fungo che fa ridere"), in funzione del la credenza che tali
manifestazioni siano un suo peculiare effetto.
43
[n un gr uppo di commedi e comiche scri tte in Giappone nel XIV
secolo, una di queste, intitolata Kusabira ('(Fungo"), proveniente d<Jlla

123
regione di Kyoto, racconta di uno yamabushi, un prcte montano
itinerante, che vcnne chiamato per liberare un giardino da una pletora
di funghi , mediante esorcismo. Egli si sforz con una preghi era e un
incantesimo dopo l' altro di svolgere il suo compiro, ma i funghi re
agivano crescendo sempre pi velocemente, sino a mettere lo
yamabusj}j in condizione di volare.
44
1 funghi di cui tratta questo
racconto sono quasi certamente di tipo psicoattivo, all a luce dell a
loro capacir di fare "volare" una persona, un prete. Nonostante nel
racconto non sia presente alcun tema rel ativo all' ori gine dei funghi,
rimane un'inreressante testimonianza dell a vivacit che, un tempo,
caratteri zzava il rapporto uomo/funghi allucinogeni nell 'arcipelago
giapponese.
Un tema comune ad alcuni miti appartnenti a culture molto diffe
renti fra loro, riguarda, piuttosto che l'origine dei fu nghi, l' origine
di uomini - caposti piti di popolazioni - che nascono da funghi .
[n un passo della cosmogonia dei Toba Batak, dell a regione central e
di Suma tra, un grande fungo nasce nel luogo ave erano cadute le
lacrime di Sideak Parudjar, una di vinit femminil e primordiale, as
sociata alla luna. Q uesto fungo viene curato per un periodo di nove
mesi, fmo al momento in cui si spacca, e da esso fuoriesce un bel
bambino, Datu Tantan Debata (,'Spirito mandato gl i, da Dio"), che
diventer un importante antenato dei Batak.
45
Marco Polo, parlando degli Uighur dell a Mongolia, riport la cre
denza per la quale il loro primo re non era di origine umana, ma
nacque da una di q u ~ l I e escrescenze che la linfa produce sulla conec
eia degli alberi , escrescenze che noi designamo col nome di esca. Da
lui originarono turti gl i alt ri Khan.
4G
Ritroviamo un motivo affi ne nell' anti ca mitologi a greca, nei luoghi
letterari in cui si argomenta sull'origine di citt e di popolazioni
micenee. II tardo autore latino Ovi dio affermava
47
che, nei dintorni
di Corinto, gli abitanti primigeni erano funghi
l
cheSisifo - ill eggen
dario fondatore d i questa ci tt - tramut in uomini. Diversamente,
lo storico e geografo greco Pausania riporta di aver sent ito racconta
re che una volta, assetato, (Perseo) ebbe l' idea di strappare un fungo
da terra; sgorgatane acqua, ne bevve e, avendone provato piacere,
diede al luogo il nome di Micene." In effetti , nell 'etimologia degli
stessi nomi di Micene e di Micenei evi dente la comune radice da
mykes, "fungo}), e gli autori classici presentarono tali temi miti ci a
spiegazione di questi termini. llicordiamo anche che una parola gre
124
ca molto vicina alla precedente, rnykema, sta a indicare il muggiro di
un toro o il rombo di un tuono."9
Si inconn ano, occasionalmente, temi di racconti mitologi ci che as
sociano il fungo al pesce e al membro viril e. Lanalogia simboli ca e
iconografica esistente fra il pesce e il fal lo universal mente nota,
quanm quella esistente fra il fall o e l'uccello. Funghi - in questo caso
all ucinogen i - e pesci sono associat i fra di loro nei dipinti rupestri
del deserto del Sahara, antichi di 7.000 anni ;" il pesce potrebbe rap
presentare l'animale sotto le cui spogli e le anime di coloro che han
no mangiato i funghi effettuano ii "viaggio" neU' a] di l, non di rado
identificato con il mondo subacquatico.
In uno dei racconti raccolti da Gerardo Reichel-Dolmatoff nella re
gione del Vaups dell 'Amazzonia colombi ana;l e appartenente all 'et
nia dei Tukano, si parla di un atto incestuoso a,\lvenuto fra cognati. Il
frateUo maggiore deUa donna, per vendicarsi, taglia il pene del fra
tello. responsabi le dell'incesto, e lo getta nel fiume, dove si trasforma
in una particolare specie di pesce. Il padre di entrambi i fratelli , do
tato di poteri sovrannaturali, e avvisato da un uccello, giunge in soc
corso al fi glio evirato, e con il suo soffi o lo rianima. Quindi , estirpa
un fungo e lo pianta nel ragazzo; ma egli vive solo alcuni giorni e poi
muore. Allora la donna rimuove il pene arr ifLciale, che, gettam nel
fiume, si t rasforma in una seconda specie di pesce. Nel medesimo
racconto viene esplicitato che quando il padre Sole venne a creare
questo mondo, si masturb nella foresta. Lunico testimone era un
fungo che aveva la forma di un pene; chiamato ab-yru, "sole
pene" . 52
[n un miro dei Barasana dell'Amazzonia brasiliana, al figlio del Si
gnore del Cibo viene amputato il pene. IJ padre allora lo rianima e,
per ovviare all a mmilazione, invelHa il Pene dell a Luna, una specie
di fun go che si svi luppa sul legno putrido, e che ancora oggi chia
mato con il nome impostogli dal Signore del Cibo. "
In tun'altra area cultu ral e e geografi ca, presso i Karadjeri del
Kimberl ey (Ausuali a nord-occidentale), in un mito incentrato sui
due frateUi ed eroi culturali Bagadjimbiri, quest i, a un ceno punto
delle loro avventure cosmogoniche, procurano i genitali ai primi
uomini e all e prime donne, che ne erano all ora sprovvisti, intaglian
done la for ma in due speci e diverse di funghi, e attaccandoli quindi
nelle zone pubiche degli uomini e dell e donne.)" L'atto dell'evirazione
o dell'auro-evirazione un tema piuttosto d iffuso nelle mitologi e
dell e popolazioni australiane e, di conseguenza, nel le simul aziqni ri
125
ruali deUe cerimonie iniziadche che, periodicamente, rivivono i tempi
delle origini."
Infine, nel mi to dei Barasana, un'alua specie di fungo viene farro
ori ginare dalI' ipadu, la varier amazzoni ca dell a phnta della coca:
Allora Dio della Terra si tolse di bocca lipadu,56 e con essa lIr1Se un
albero in due punti distinti, un poco pi in alto e un poco pi in
basso. L'ipadu si trasform in una specie difimgo che ancora oggi si
forma sugli alberi."
Non sappi amo di quale fungo lignicolo si t rarti, ma probabil e che
sia dotato di propri et psicoattive, verificata la sua discendenza mitica
da un altro vegetale psicoattivo, la coca. Del restO, non mancano
notizie, seppure rare, di utilizzo di funghi d' albero nell 'Amazzonia
per i loro effetti inebrianti o eccitanti .
58
l 26
PIANTE ECCITANTI
Coca
La coca - E'ythroxylum coca Lam. , famiglia delle Erythroxylaceae -
la pi anta sacra per eccell enza del le popolazioni andine e di nUJnerose
trib del l'Amazzonia. Si distingue in due varier principali : la varie
t coca del le regioni montuose dell e Ande, e ia variet Ipadu Plowman,
colt ivata nell a foresta tropi cal e.
La masricazione quotidiana del le foglie di coca una prati ca larga
mente diffusa fra gli indi os delle Ande, in particol are del Per e della
Bolivia, e i reperti archeologi ci hanno evidenziato che il rapporto
dell ' uomo con questa pianta risale ad almeno 3000 anni. '
J\:fenrre nell e regioni andine le fogli e di coca vengono tenute sotto
forma di bolo nella bocca' per un certo tempo, e poi rigettate, nell a
foresta amazzoni ca le foglie vengono tostate e ri done a una fine pol
vere che, dopo l'aggiunta dell e ceneri di alcune piante, viene intro
dona nell a cavit oralcj gradualmente mescolata con la sali va, essa
passa quindi nello stomaco. G li effetti conseguenti a questi metodi
di assunzione dell a coca sono di tipo ecci tante ed euforico, con nore
vol e riduzione dello stimolo dell a fa me.
Nelle Ande, l' uso della masti cazione dell a coca a un li vello cos este
so e abitudinario, fra la popolazione, origina dal periodo della con
quista spagnola. rconquistatori, quando appresero che la coca ma
sticata dava vigore fi sico e sopprimeva la fame, ne imposero l'uso fra
le migliaia di indios che lavoravano, in condizioni di semi-schiavit,
nell e miniere, e in tal modo furono i promotori dell a sua diffusione
tra rutta la popolazione.
Nel periodo incaico, l'uso della coca era ristretto all a casta reale
prelarizia, l' li te del sistema reacratico. La coca era tenuta in massi
ma considerazione dall ' Inca, il figlio del dio Sole, che la considepva

127
e la utilizzava come strumen[Q mediante il quale comunicare con la
divinit. Essa veniva religiosamente chiamata mama coca. In epoche
precedenti, pre-incaiche, l'uso della coca pare fosse diffuso fra i cacique
(capi-villaggio) , i preti e i guaritori o sciamani.
Secondo un mito incaico,J Manco Capac, il primo leggendario re
dio Inca, quando scese sulla terra, porr con s la sacra pianta della
coca: in questa credenza pal ese una diretta origine divina della pian
ta.
Garcilaso de La Vega riport, nei suoi Comentarios Reales del 1609,
un pi elaborato mito d'origine in cui Manco Capac, tQ[almente
divinizzato, invia la pianta della coca agli uomini , per confortarli, in
un particolare momento di carestia e di sofferenza:
Durante un periodo di grande carestia e. di grande miseria tra le
trib [neas, Mando Capac, erede del trono del Sole, gett uno sguar
do attento sui suoi figli delle Ande occidentali. Vide grande soffiren
za, e pi ancora lacrime, che per la loro abbondanza umettavano il
suolo sotto i loro piedi. Mando Capae invi allora al suo popolo un
presagio, fotto da una cometa rossa e scintillante, che illuminava la
terra con i suoi lampi. Lo stesso Dio si trasport fino alpalazzo del re
Montana, che si precipit a riverire l'oracolo. Vide Dio sotto forma
di una foglia di coca in fiamme. Quando ilfuoco si spense, l'lmpera
tore si chin per prendere l'oggetto che il Dio aveva abbandonato
dietro di se. Comprese subito il messaggio. Mando Capae aveva indi
cato il Cammino agli uomini. Grazie alla foglia di coca nessuno
avrebbe pi sentito n' la fatica n la fame.
4
In una leggenda raccolta nel 1571 nella valle di Yucay (Cuzco),
riportato che le prime piante della coca nacquero dal terreno in cui
era stata uccisa e ridotta a pezzi una bella fanciulla, colpevole di es
sersi donata a tutti gli uomini che la desideravano.
5
A questa pianta si riferisco no anche le mitologi e dell e trib
amazzoniche. Abbiamo gi riportato un mito d'origine della coca e
dello yaj dei Desana della Colombia nel capitolo dedicato a que
st'ultima pianta.
6
In esso, le due piante vengono fatte originare dalle
dita dell e mani e dei piedi di due sorelle divine gravide, al momento
del parto. Lassociazione fta la coca e le dita della mano si ripresenta
in un altro racconto Desana, in cui riportato che d'aquila rub il
dito della pianta della coca, e lo mangi hno a che ne fu satollo.7
128
Nella cosmogonia dei Desana che occupano la parre brasiliana del
Rio Vaups, J'ipadri (polvere di coca) uno degli oggetti misteriosi e
invisibili che diedero origine a Bisnonna del Mondo, caposdpite della
genealogia divina e del crearo;8 la pianta dunque considerata
preesistente all'a tro della creazione del mondo, e delle stesse divinit
che lo crearono. La coca esiste da sempre, " ineTeata".
Presso un' altra ttibll rukanoide dell a medesima regione del Vaups,
incontriamo un mi to di ori gine dell a pianta dal corpo di un U0l110
morto. l i racconto appartiene al ciclo mitologi co dell'Anaconda gam
bo-di-manioca. Yeba suo figli o , mentre Yawira la figlia
dell'Anaconda-pesce:
Yawira, ottenute dal padre le piante eduli coltivate, e portatele a
Yeba, gli ingiunse di clisboscarle un campo, e di non stare troppo a
preoccuparsi di suo fratello minore. Yllwira si fece aiutare da
il frateLlo minore di Yeba, Il trasportare i fasci di gambi di manioca
pronti per essere piantati, ma nel corso del lavoro, lo sedusse, facendo
l'amore lungo il sentiero, ai margini del campo, e, infine, in mezzo
allo stesso campo. Qui, 51/1punto di eiaculare, Nyake mor, e YalOira
ne distese il corpo per tracciare i filari delle piante di coca. Questa
era la coca-nyake, la variet posseduta t!a allora in poi da! popolo di
Yeba, ed era diversa dalla coca dell'ANaconda-pesce. Quando Yeba
and a raccogliere la sua coca, dagli arbusti sgorg sangue umano.
Poi, YalOira ebbe un figlio. ilprogenitore dei Nyake Hino Ria ("Figli
detl:Anaconda Nyake'j, detti anche Rasegana, un sib [setta iniziatica)
di cantori/danzatori.
9
La rrasformazio ne del corpo del fratello minore in pianta di coca
evidenziata dal motivo del sangue umano che fuoriesce dagli arbu
sti. Nell'immagine dei ripetuti rappo rti sessuali, sul campo e sul sen
tiero, v' forse da ravvisare un rico agrario di fecondazione.
Riportiamo, di seguito, un mito sull'origine della coca e dell e isticu
zioni del suo uso, registrato presso la trib dei Cgaba - chi amati
anche Kogui o Kogi - che vive nella Sierra Nevada de Sanra IvIarta,
in Colombia, e apparti ene all a famigli a etoi ca degli Arhuaco. Sintana
un eroe culturale Cgaba, mentre la Magri la Madre del genere
umano, pi nota col nome di Naowa:
Anticamente non c'era coca, e gli indios soffi-ivano fa fame. Sin tana
chiese la coca alfa Magri. Presso di questa viveva una donna piccolis
129
sima; Sintana la pr'Cse e fa mut in coca. Numnkagve, figlio di
Sintana, la semin in un tronco; quando la pianta crebbe, presero il
seme e fa portarono a Taminaka, e l, in una vasta pianura, semina
rono fa coca.
In quel tempo, la Magri aveoa la sua Casa delle Cerimonie; un gior
no Sintanafece da mangiare. ma non gLi riusc bene; and a prende
re la coca e prol) a cucinarla, ma neanche fa coca gli riusc bene.
AlLora cucin fa Magri, e vi riusc bensimo.
Allora Sintana ordin agli uomini di non raccogliere la coca, perch
devono farlo le donne, e disse alle donne di non mangiare la coca,
perchfo dolere foro lo stomaco e procura diarrea e rnal di denti. Poi
disse che neanche l'uomo de-ve mangiarfa prima di essere battezzato,
perch ilMama [sac"dote stregone}, quando lo battezza, deve dargli
la coca, la zucca, e illegnetto per portare i(cibo alla bocca.'o IIMama
deve anche consigliargli di mangiare coca quando si trova con gLi
altri lIomini nella Casa delle Cerimonie, per udire i consigli delMama
e conversare. l l
Nel morivo della corrura della Magri, la madre del genere umano,
v' forse da ravvisare una forma di sacrifici o, connesso alrarrivo sulla
terra della nuova pianta. Anche questo racconto fa riferimento al
motivo della fame in cui versa l'umanit, una fame che viene effetti
vameme all eviata dagli efferri della coca; ma pur possibile che la
condizione di fame e di carestia rappresenti quella condizione di "crisi"
precedente il primo contatto limano con la pianra, che cararrerizza
vari miti d'origine di piante psicoarrive.
In un altro racconto d.gaba, si tratta delle origini del procedimento
di tostare le foglie di coca: ini zialmente, Bunkui, "ragazza-cervo",
figlia di Sinrana, raccoglieva (per conto di suo padre) le foglie gi
costare, poich, chinandosi a raccoglierle e infilando la testa fra le
piante, le foglie divenivano tostate, e in tal modo essa le raccoglieva.
li racconto prosegue con il tenrarivo dello srregone lIi di possedere
Bunkui, riuscendovi dopo che si era nascos[Q in una cavit del ter
reno disposta al centro del campo di coca, e catturando Bunkui
mentre essa aveva sembianze di fanciull a. Quando Ili soddisf i suoi
impul si sessuali con Bunkui, ell a perdene la capacit di tosrare le
fogli e di coca al suo passaggio fra le pia.nte, e da all ora le fogli e ven
gono raccolte verdi, e solo in seguito vengono tostate.
l2
130
Cafl
La pi anta del caff - Coffillllrabicll L., famiglia dell e Rubiaceae - di
origine araba. Il fulcro originario della sua colt ivazione e del suo uso
come droga eccitante sembra essere Sfa t a la regione deUo Yemen,
dove la prima colrura di caff, archeologicamente attestata, datata
al 575 d.C. Di l, il suo ut ili zzo si diffuse fra gli Arabi e i Persiani , e,
fra il XVI e il XVII secolo, dalla penisola arabica l'uso del caff si
diffuse in altre parti del mondo, raggiungendo Par igi nel 1643, l'In
dia del Sud verso il 1650, l' Indonesia nel 1696, il Brasile nel 1723.
Un diffuso raccontO sulla scoperta degli effetti psicoattivi del caff
riguarda un capraio di nome Kaldi , il qual e, incuriositO dall e bizzar
re capriole delle sue ""pre, avrebbe - verso 1'850 d.C. - mangiatO i
frurri degli arbusti sempreverdi di cui si nutri vano le sue bestie. Egli
si sarebbe senri to gioioso, e si sarebbe recato ovunque, molro eccita
ro, ad annunciare la sua scopertaj 13 una scoperta probabilmente veri
fic3rasi, dunque, mediante l'osservazione di particolari comporta
ment i animali,
Loui s Lewin ripona un racconto diverso, in cui si ripresenta il moti
vo del le capre eccitate: ,di maronita Faustus Nairo racconta che il
capo di un monastero maomettano aveva appreso dai suoi pastori
che le capre, se mangiavano i chicchi dell 'arbusto del caff, rimane
vano assai svegl ie, e nell a none si agitavano e saltavano. Questa noti
zia l'aveva indotto a preparare con quell a pianta una bevanda} all o
scopo di mantenere desto se e i suoi dervisci, all orch dovevano tra
scorrere rutta la notte nell a moschea in
In un
1
altra versione, il Mullah Schadel ih fatica a stare svegli o duran
te le sue letture del Corano, e dopo aver saputo da un pastore che le
sue capre si eccitavano mangiando un cerro arbusto, ricava da que
sto una bevanda che lo aiuter a restare sveglio. 15
Probabilmente, esismno numerosi racconti e varianti simili a quelle
che riport iamo. tune incentrate sul medes imo tema dell a scoperta
degli efferti del caff medianre l'osservazione dei suoi effetti sulle
capre che se ne cibano.
Un pi e1aboram Inito d'ori gine del caff e del suo uso proviene
dall' ernia degli O romo dell'Eriopia ori ental e. In esso, la pianra del
caff viene fana originare dalle lacrime della divi ni t suprema, Waqa:
Un giorno
J
tanto tempo fa, all'epoca in cui Waqa camminava anco
131
l'a per la terra, egli chiam un uomo e gli disse: "Vieni: ti dir il
giorno che
Ma l'uomo rispose: "lo non morir mai. Perch dovrei morire? VogLio
restare vivo per sempre come te".
"Come potresti - disse Wttqa - restare vivo e non morire? Vieni, ascol
ta da me il giorno della tua morte. Ti far morire dopo che avrai
visto i tuoi nipoti fino alla quinta generazione. Vivrai per trecento
anni. Per, quando avrai visto cinque generazioni di nipoti, dovrai
IllO"ire. Come vedi, rimander la tua morte per molto tempo",
Rispose l'uomo: "No, non voglio per nulla morire. fa sono tuo figlio.
Voglio rimanere vivo insieme a te':
Cosi si oppose a Waqa e si rifiut di ascoltar/o.
Allora Waqa disse: Poich ti rifiuti di. accettare la mia decisione,
scompari dalla mia vista. }vforrai A queste parole, l'uomo mont
sul suo cavallo e corse via. Correva veloce quanto poteva. And d.al
luogo dove sorge il sole fino Il quello dove tramol1ta.
A sera, verso iL tramonto, rfl&,oiunse un luogo dove alcune persone
avevano scavato una tomba, presso la quaLe sedevano, Quando vide
ro iL cavaliere in arrivo, si dissero: "Guardate, eccolo ",
L'uomo arrest il suo cavallo. Chiese loro: "Per chi avete scavato que
sta
"Non sappiamo - dissero - ma pensiamo che sia per te. Stamane
Wrzqa venuto qui e ci ha detto: Scavate uno tomba per qualcuno,
per un uomo che si rifiutato di accettare la mia decisione': E' que
sto ci che .Waqa ci ha detto di fore".
"Oh lVaqa' - esclam l'uomo - Allorll vero quel che si dice: 'anche se
parti la mattina presto, non puoi sfuggire Il Waqa"'.
Smont da cavallo, e mor subito, ed essi lo seppellirono.
Dopo cinque giorni, Waqa si ricord di nllOVO di quell'uomo. And
ne! luogo in cui vivevlI quella gente. Gli dissero: "Oh Waqa, acca
duto tutto come hai detto. L'uomo passato di qui ed morto imme
diatamente. L'abbiamo seppellito come ci al)evi detto di fare",
"Portatemi alla tomba", disse Waqa. Quando Waqa vide l'uomo gia
cere ne/la tomba, sgorgarono lacrime dlli suoi occhi, Esse caddero sul
cadavere di quelL'uomo, E, meraviglia: neLlo stesso istante una pian
ta d caff germogli nel punto in cui erano cadute le lacrime.
E' cos che il caff precede tutte le altre cose. E' cos che viene prepara
to per prno in tutti i rituali, 11 caff la nostra grande medicina,
Fu benedetto da Waqa fra tutti gli alberi, benedetto dalle sue lacri
me.
132
Tlltte le piante crescollo per la pioggia, ma la pianta del ClIffo ger
mogliata dalle lacrime di Waqa. '6
T
La pi aIHa del t - Camellia sinens (L.)O.Konrze" - originaria del
l'Asia, probabilmente dell ' India del Sud. Verso il V secolo d. C., il t
era gi diffuso in Cina e in Mongolia; nelle vi cinanze di Urga, sono
stati scopeni campioni vegetali di questa pi anta miracolosamente
conservati in al cune tombe preistoriche, 18 deposi tati al loro interno
al momenco dell a sepoltura, in qualit di cibo spirituale di accompa
gnameIHo dell 'anima del defunto nell'oltretomba.
Sull' origine del t esiste lill a leggenda cinese che mette in risalto le
propri et eccitanti della pianta:
Durma, il terzo figlio del re indiano Kosjuwo, ilpio capo della reli
giollefondata dal saggio indiano Sjaka e di/Jsa nell'Asia orientale,
sbarc in Cina nel 1519, perpredicare quella religione. Egli viveva
sempre all'aperto, mortificando il proprio corpo e contenendo le pro
prie passioni. Si nutriva solo di foglie, e cercava di raggiungere la
perfezione della santit passando tutte le notti in contemplazione
deilEnte Supremo. Dopo molti anni, accadde una volta che, esauri
to dalle lunghe mortificazioni, fu. finalmente sopraffiuto dal sonno.
Al momento del risveglio, fil preso da un tal pentimento per avere
mancato al suo voto e da un tal desiderio di non ricadere pi in un
simile peccato di debolezza, che si recise le palpebre, ch'erano state
strumento del suo peccato, e irato le scagli via. L'indomani, quando
ritorn nel posto deL suo pio tormento, egli vide che l, dove aveva
gettate le sue palpebre recise, era cresciuta, per miracoLo, una p ianta,
che era l'arbusto del t. Egli ne gust le foglioline e prov subito una
strana vivacit e una aLlegria mai provate prima, e sent nuove for
ze, per sprofondarsi sempre pi neLL'essenza divina, senza interruzio
ne. Egli non si stancava di lodare con i suoi discepoli l'azione delLe
foglie del t e il modo di gustarle, sicch la fama di questo arbusto
rapidamente si dijjse assai.
19
In un'altra versione del medesimo racconto?) sono i d iscepoli cinesi,
e non il maestro zen proveni ente dall'India del Sud, il cedere al son- J

133
no durante le prati che meditative, Anche in questo caso ritroviamo
il motivo dell o strappo delle palpebre del maestro e dell a loro rra
sformazione in due piante di t, che avevano il compi tO di al lonta
nare le insidi e del sonno dai suoi di scepoli .
Cola
l grossi semi (le "noci") del l' albero dell a cola - borani camenre rap
presemara dal le due specie Cola acuminata (P.Beauv.)Schott & End!.
e Cola nitida (Ve nt. )Schorr & Eng!. 21 - sono dorati di propri et ecci
ranti (contengono caffeina) e sono latgamente utili zzari in d iverse
regioni dell' Afr ica. Le popolazioni del Sudan e deUa Nigeria sono
parti colarmente dedite al1'uso di tale sostanza. Attorno alla noce di
cola ruota gran parte del la vita sociale e del le relazion i commerciali
di queste popolazioni. Solitamente, la noce viene assuma al lo stato
fresco, ma pu anche essere consumata all o stato secco, dopo essere
stata ridotta in polvere.
22
Presso vari e trib afri cane, la cola viene impi egata in riti di magia e
di divinazione. I Wob dell a Co"a d'Avorio la considerano lLO dono
parti colare che Dio ha fatto loro, e poich ha la propri er di facilitare
il rapporto fta gli uomini , ri tenuta capace di fac il itare il rappono
degli uomini con gH spiri t i,23
11 seguenre mito d'origine dell a cola appartiene a una trib del cep
po li nguist ico Edo deUa Nigeria:
Ototamagmo (il Signa,,' del mondo) e Ototane/imi (il Signore del
cielo) /incontrarono strada facendo, e scambievolmente si chiesero
donde venivano e che cosa Ll1'ldallano a fore. Indi si accordarono di
inconh-arsi di nuovo fra sette giorni pa maontarsi delle storie.
Ototanelimi raccont la sua storia al tet'reno. e poi lo copr (in queL
punto) con unguscio di zucca, e Ototdnagmo fece aLtrettanto. Quando
tornarono, trovarono due aLberi di kola, carichi di frutti, e ne rac
colsero tartti da riempirne Le loro sacche; ne ruppero uno, e Lo misero
ad arrostire suLla brace, ma non si cosse; presero una pentola e ve lo
misero dentro a bolLire, ma dopo essere stato al fnoco tutto iL giorno
non era ancora cotto. ALlora venne Osa (il dio supremo), e con un
coltello tagli la kola, dicendo che tlttti l avrebbero mangiata cruda
134
senza sofJrirne. Poi ne diede un pezzo a ciascuno, e depose il resto ai
piedi dell 'albero. Da quel tempo gli uomini hanno mangiato la kola
cruda. N
]n questo racconto, i primi due alberi del la noce di cola ori ginano
dal l'a tto di raccontare storie" da parre di d ue d ivinit, un mori vo
che po trebbe all udere all a loquacit e al la logorroicit che, di fre
quente, si manifestano come effetti di abbo ndante uso di cola.
Una leggenda del l' Afri ca occidentaJe conserva i tratri di un m_ito d' ori
gine del primo contatto fra l'uomo e la noce di cola. Q uesta viene
considerata l' ori ginario cibo degli dei:
Un giorni{ iL Creatore, che era sceso sulla terra per vedere che cosa
jcevallo gli uomini, e stava loro vicino, mise da parte un pezzo delw
noce di co/a che stava masticando, e pi tardi. nel partire, si di men
tic di riprender/o. Un uomo, che aveva osservato ci, prese /'invi
tante boccone. La dorma lo ammon di 1101'1 voler mangiare il n'bo
stesso di Dio, ma l'uomo si mise il boccone in bacco. e trov ch'era di
buon sapore. Ma mentre egli stava masticando. il Creatore torn,
cerc ilpezzo di noce che aveva dimenticato. e si accorse che l'uomo si
sforzava di inghiottirlo rapidamente. Subito lo afferr per la gola esi
foce restituire iL frutto. Da allora fa diventata visibile al
collo dell'uomo; il segno della forte stretta delle dita divine."
Il racconto tratta dell 'ori gine del cos iddetto "pomo d'Adamo", ed
probabile che, nella sua forma ori ginar ia, revento di cui narra fosse
fantast icamente ambientato ai tempi dell a ptima coppia umana, cos
come possibil e ch'esso abbi a, in seguito. assorbito inAuenze e in
[erpret azlonl cnsdane.
,

135
PIANTE E BEVANDE ALCOLICHE
Vite e vi no
La vite da vino
l
si gradualmente evoluta dall e viti selvati che. Si
rnolto discusso sul cenno o ri ginario della colti vazione dell a vite e
della produzione del vino. e, in parti colare, si dibanuta la singola
rit o pluralit geografica della "scoperta" & 1 vino.
Anualmenre, la maggior parte degli studi osi concorde nell' ipotesi
che localizza l'otigine della coltivazione della vite da vino nell e regio
ni monruose del !vIar Nero e dell\1ar Caspio, in lilla data compresa
fra i 6.000 e i 4.000 anni a.c. Da ci si dedotto l'inizio della
domesticazione deUa vite selvatica nell a medesima area geografica,
datato a l 0.000-8.000 a. c. Luomo dell a Transcaucasia avrebbe, quin
di , prima scoperto le propriet del vino ri cavato daHa vite selvatica,
e, in seguito - con un processo di colti vazione e di sel ezione dell a
pianta durato alcuni mill enni - sarebbe giumo a ottenere la vite da
. .
V inO vera e propria.
E' possibile che la regione indicata non sia stata l'unica parria della
viticoltura - stata ad esempio iporizzata una rradi zione vini cola
indipendente originatasi nell a penisola iberica tra il 2.500 e il 2.000
a.c. - ma pare ceno che fu quella la regione in cui la produzione del
vino raggiunse per la prima volta un signif cadvo ruolo all 'interno
della societ umana. Ricordiamo, tuttavia, che Karl Kernyi, il gran
de studioso dell a mitol ogia greca, ha ipotizzaw un'origine della vjtj
colmra localizzata in tutt'altra area geografi ca, ovvero nell e regioni
centrali dell' attuale deserto del Sahara - in parti colare nel Tassili
algerino - regioni un tempo ricoperte da un ricco e umido manto
vegetale. '
Dalla regione della Transcaucasia, la viticoltura e le tecni che vinicole
si diffusero verso la Mesopotamia, le regioni orientali del bacino del
Mediterraneo, l'Egitto, rAnatolia e la Grecia.
In Egitto, il vino venne usato per scopi religiosi e socialj sin dai peri
odi dell'Anti co Regno (2800-2270 a. c.) . Ed proprio daUa cultura
136
egizia na che ci pervenuto, trami te Plutarco, un arcaico mi tO sul
l'origine della vite. In un passo dell a descrizione plutarchea relat iva
al1a religione egizia, trattando dei culti in Hel iopoli s, leggiamo:
J re usano bere una Limitata quantit cii vino, in virti" di una pre
scrizione sacra, come Ecateo attesta: essi sono anche sacerdoti. L'uso
del bere sorse a datare dal r'f!gno di Psammetico; prima non bevevano
vino, n lo usavano nelle libazioni come qualcosa di gradito agli dei;
anZi', al contran'o, credevano ch'esso fosse il sangue di coLoro che ave
vano combattuto un tempo contro gli e l ~ appunto perch da costoro,
caduti e mescolati alta tenn, erano spuntate, secondo la credenza, le
viti, Ed ecco perch l'ubriacarsi toglie foro il senno e li rende vittime
di allucinazioni: poich s'impregnano del sangue dei loro antenati,
Tali, i racconti che Eudossu' narra nel secondo libro deL suo Giro
delia terra, colti proprio dalla bocca dei sacerdoti'
II vino sembra essere giunto a Creta durante il periodo minoico tar
do (1700 a.c. circa) , e raggiunse la Grecia atrorno al XV secolo a.c.,
att raverso, cos pare, l' espansione e la diffusione dell a cultura
micenea,'
V' chi ha volutO vedere in un passo del l'Antico Testamento un (ema
relati vo all ' ori gine della viti colrura, No, dopo il Diluvio, usc con i
suoi figli dall 'Arca e, in qualit di "coltivatore del1a terra" l com inci
a piantare una vignalJ ,6 In reaIr, non sappiamo quanto da questo
passo sia legittimo dedurre, seguendo T. Unwin ,' il luogo dell'or igi
ne storica della viticoltura, o quanto, pi semplicemente, ne possa
conseguire l' importanza primaria attribuita al vino nel la cultura ebrai
ca, ai tempi della stesura dell a Genesi testamentaria.
Per quanto riguarda la cultura greca, si soli t i associare il vino a
Dioniso, il "dio del vi no" per eccellenza, ma un [a[[o pare certo:
Dioniso, nella sua forma ori ginari a, non era un dio del vino, allo
stesso modo in cui una differente divi nit del pantheon greco, Apoll o,
non era originalmente associato a un'altra pianta mi steri ca: l' alloro
delfi co. Infatti , solo quando il culro di Apoll o raggiunse Delfi, sede
di un antico oracolo nel cui rito questa piama ri copri va un ruolo
forse determinante. il dio si inser nell 'oracolo a tal punro da diven
(arne in breve tempo il suo unico patrono, e tal e da e1 igere Delf a
sua dimora terrena.
8
Qual cosa di sim ile accadde al "di o di Nisa", ed
certo che la fi gura e le qualit di questa divinit "st rani era" haqno

137
subito, prima, e durante il suo tardo inserimento fra la cerchia degli
dei dell' Olimpo, pi di una riel aborazione funzional e, si no a trasfor
marsi nel dio del vino che conosciamo per come ce lo hanno tra
mandaro gli autori classici.
Comunque sia, sin dall e sue origini questa divini t era associata con
particolari vegetali sacri, la cui individuazione attualmente oggeno
di studi e discuss ioni , Ad esempio, \/ chi vede in Dioniso una
ell enizzazione del dio traco-frigio Sabazia, il cui culro mostra signi
ficat ivi paralleli con l'anri co culto delI'Haoma-Soma, la sacra bevan
da delle popolazioni indo-europee di ceppo indo-iranico, 9 Secondo
tale interpretazione, il culto di Dioniso, quel lo pi arcaico, sarebbe
stato un culto estati co, ca ratter izzaw dall'u ri li zzo di funghi
allucinogen i, neUa fattispecie l'agarico muscario, di cui nota l'iden
t ifi cazione stabi lita da R,G. Wasson, coh il Soma vedico.
lO
Per J, Brosse, nel contesto dionisiaco il vino non sarebbe che il pun
tO di arrivo di una serie [di inebrianti], che parte dal nettare divino
passando attraverso la sacra pozione delle Baccanti :.) .11 Diversi autori
hanno voluto vedere nelle bevande fermelHate (a base d'orzo o di
altri cereali ) scoperte precedentemente al vino d'uva, gl i agenri
psic03tt ivi dionisiaci.
V' chi , ancora, vede in Dioniso una pura "divi nir dell'estasi", un
dio dell e diversificate modifi cazioni della coscienza indotte dai diffe
renti inebrianti allora noti.
11
In efferri , ipotizzabil e che fra le culru
re polireiste in cui era presente la conoscenza e l'ut ilizzo di un insie
me di vari ciascuno con il suo grado di "potere" e con
specifi ci riti d' approccio, si fosse giunti a concepire una divinit che
assorbisse in se t uni i differenti poreri ieroborani ci: una peculi are
divinit degli stati indonj dai vegetal i sacri , un dio rappresentato in
esrasi, in associazione univoca con gli stati d i coscienza "suaordina
fI.
."
Tornando a Dioniso, vanno ricordate le sue affi ni t con Shiva, affi
nit che sono state gi ustifi cate con le comuni origini della culrura
greca e di quella indiana, risalenti all e arca iche popolaz ioni
indoeuropee,13 ma che possono essere in pane giustifi care anche dal
comune ruolo svolto da queste divinit di ela rgitri ci di stati visionari
e dell 'espansione della coscienza.
All o scopo di valutare adeguatamente il ruolo del vino nella religio
ne misreri ca di Dioni so, v' da tener conto del fatto che, nel mondo
greco classico, veniva ripetutamente raccomandato di "tagliare" il
vino, miscelandolo con una certa quantit d'acqua: si riteneva che il
138
vino bevuto da sol o inducesse la follia. Per Franois Lissargue (que
sta lIsanza dipende sicuramente dall 'alt issima gradazione alcoolica
dovuta all a vendemmia tard iva, effettuata quando le foglie erano gi
cadute [ .. ]. La bevanda che se ne ricava, se bevuta alJ o stato puro,
come una droga peri colosa che pu far uscire di senno o
Turravia, di flcil e pensare che il vino puro potesse da solo essere il
responsabil e di quegli attacchi di furore, di foJli a e di estasi, cos
frequentemente riportat i nell a letteratura e nella mitologia greca. Non
esiste alcun t ipo di vino d' uva che possa gi ustificare i furori e i rapi
menti dell e Menadi , le donne invasate, che partecipano al corteo
dionisi aco, possedute dal di o attraverso il consumo del le sue bevan
de sacre. E' piil probabil e, invece, che il vino venisse impiegato come
"liquido madre" (dall e buone potenzial it solvent i) in cui fa re mace
rafe fogli e, radici o seini di pi ante allucinogene, e non mancano rife
riment i a queste pratiche nel la sterminata letteratura classica. Basti
qui ri cordare i l fa moso nepenthes omerico, dagli effetti tranqui lli z
zanti , che Elena di Troia aggiunse al vino da offrire al lo sposo e agli
ospit i di un ba ncheno.
1S
Uno dei miti greci pi ant ichi rel at ivi all 'origine della vite ci staro
tramandato dall o storico Ionico Ecateo di Mi leto. La patria di que
sro racconto l'Etol ia, regione occidentale della Greci a. In esso, l' o ri
gi ne del la vite viene posta in relazione con un astro, il Cane di Orio
ne, Sirio:
Ecate di Mileto, neL dire che la vite f scoperta in EtoDa, riferisce
quanto segue: "Orestto, figlio di Deucalione, giunse in EtoLia per il
regno, e una sua cagna partor un ramo; aLlora egli conltlnd che
fosse sotterrato, e da quel ramo nacque una vite dai molti grappoli;
per questo motivo chiam anche suo figlio Fitio.
16
Onieo, figlio di
costui, fu chiamato cos dalle viti". Infatti, g1i alttori Elleni chiama
vano oinai 1e viti.
17
La cagna che partorisce il ceppo dal quale nascer la p rima vite, il
cane del la costellazione di O ri one, cio Si ria: si riteneva che l'appa
rizione stagionale di quesro astro fosse responsabile della maturazione
dell a vite. Per Massenzio (I ii sott inteso del mi ro di Oresteo consiste
in un capporto di equi valenza tra la gestazione del la cagna e il pro
cesso di maturazione dell a pianta nell a terra.18 Oresteo f gli o di
Dellcal ione, il quale fi glio di Prometeo, ol t re a essere l' uni co uomo
sopravvissuto al diluvio, ass ieme all ' uni ca don na sopravvissuta, Picra.
139
Dunque, l'origine deUa vite viene collocata ai tempi miti ci degli ini
zi di lIna nuova generazione umana, l'ultima secondo l'ordine cro
nologico dell ' antropogonia greca.
Anche Pausania
l9
riporta questo mito, ambientandolo per nella
Locride Owlis, e aggiungendo che, dal ceppo partorito dall a cagna,
fuoriuscirono, in forma di rami (OZot) , oltre alla vite, anche gli uomi
ni della stirpe dei Locresi Ozolii. Per Kerenyi ,l il mito di Oresteo
di antichissima data, precedente all'arrivo in Grecia di Dioniso come
dio del vino.
In un altro miro, appartenente alla sfera d'azione di O ineo, re di
Calidone, Dioniso non panecipa alla scoperta del la vite e del vino;
anzi, in questo racconto il vino ha un'origine umana e non divina:
Staf lo, pastore di Oineo, si era accorto che uno dei caproni del greg
ge spariva frequentemente e, quando si ricongiungeva al gregge, ap
pariva sazio, e con un comportamento "strano", Un giorno, Staflo
decise di seguire l'animal e, e lo sorprese mentre si cibava dei grappoli
d' uva d.i lIna pianta di vite; raccolse all ora il grappolo e lo porr a
Oineo. Questi spreme[(e i chicchi d' uva, e ne ottenne una bevanda
che chiam col suo stesso nome, Oi110S. Chiam poi il grappolo d'uva
stafiLi, dal nome del suo pastore, Stafi lo. In alcune versioni, il pastore
viene chiamato Orista, forma deformata del nome di Oresteo.
ll
Successivamente, col sopraggiungere di Dioniso nella cultura greca,
Oineo viene coinvolto in un differente mito d'origine della vite. In
questo, Dioniso ospite del re O ineo, e durante la permanenza a
corre, il dio seduce la mogli e di Oineo, la regina Altaia; dalla loro
unione nascer u ~ a bambina, Daianeira. Quando Oineo si accorge
della rel azione extracon iugale, si all ontana dalla citt, con una scusa.
Dioniso, grato a O ineo per il rispetto a lui rivolto, lo ricompensa,
donandogli la vite e insegnandogli la [ecni ca della preparazione del
VinO.
Apollodoro
22
riporra una versione di un miro d' origine del vino in
centrato sulla figura di lcario, abitante nel vi ll aggio attico di Icaria.
All'arrivo di Dioniso in Attica, il dio viene ospitaro da Icario. Que
st' ultimo riceve, come ri compensa dal dio, un tralcio di vite, e l'inse
gnamento della tecni ca della preparazione del vino. Volendo rendere
partecipe gli altri uomini del dono dionisiaco, lcario si reca presso
alcuni pastori i CJuali, avendo bevuro vino in eccesso e senza mesco
larlo con l' acqua, credono di essere stati avvel enati, e uccidono Icario.
Secondo una differente versione, sono gli abitanti della Tracia, pres
so cui si era recato lcario, a compi ere romicidi o. La figli a di lcario,
140
Erigone, guidata dalla propria cagna, si dirige verso il luogo dove
stato ucciso suo padre e scorgendo ne il cadavere, pone fine all a sua
vira impi ccandosi. AJt re vari anti del miro riguardano il suicidi o della
cagna dopo la morte di Erigone, e l'ordine di Dioniso a lcario di
diffondere il vino fra gli uomini.
Lo scritrore latino Nonno ha riportaro, nelle sue Dionisiache, un
mito molto antico ri guardante la scoperta del la vite, nel quale Dioniso
apprende da un serpente miti co il gusto dell 'uva. La vite pre-esi
steme a quesro eve nto nell a sua for ma selvatica, cosi creata per vo
lont di vina dal sangue degli dei dell ' Olimpo. Successivamente,
Dioniso inventa il sistema piil primitivo per la produzio ne del vi no,
cio quello di pigiare l'uva in una cavit ricavata nella roccia. Ci
avvenne ai tempi miti ci in cui l'infante Dioniso veniva allevato in
una grotta dall a Grande Madre. Riportiamo i passi pi sali enti del
raccontO di Nonno:
Ma dai cantori di inni
un'altra pi antica storia ~ ' i narra, C01ne un tempo
al/a terra dal cielo scorrendo il flcondo sangue degli Olimpi
gener la bacchica bevanda del grappolo; e come sui colli
senza Cl-tre da se cresceva ilfrutto da raccogliere.
lVon aveva ancora il nome della 1'lObile vite, ma nel folto selvatica
avvolgendosi con rigogliosi 11iticci
crebbe come una foresta di p iante generatrici di vino,
da cui zampillava ilmcco per il peso dei grappoli opimi.
(.)
La voluta della vite abbracciava il pil10 a lei di fronte,
ombreggiando il celato virgulto con fitti tralci,
e l'animo a Pan allietava;
scosso daillento del nord il pino inebriato calLlua
gli aghi profmati dei rami gi verso le viti.
Attorno ad esso aVllolgendo il sinuoso dorso
un drago suggeva il nettare del fi'utto dolce stillante,
e con ingorde fauci il liquore di Bacco succhiando
versava il succo de! grappolo divenuto vino
e dalla gola aperta gocce purpuree gli arrossavano la barba.
E Bacco che percorre i monti stup rnirando
come un succo rosso al par di vino del serpe le fauci colorasse,
e volgendo indietro le spire dalle squame screziate
spronfond nella prossima tana rocciosa
14 l
il serpe variegmo, scorgendo Bflcco. E aL/il vista
del grappolo pregno di rosseggiante rugiada, Bacco
intese gli antichi ortlcoli della juidica Rea.
Smosse le rocce, e con acuminarll punta
dell'acciaio svuot i recessi della pietra;
avendo lisciato i janchi del pozzo profondo
foce una fOJ:a a guisa dei tino ricco di l/IIe,
e recideva i grappoli appena maruri con l'affilato tino,
danda il modello della ricurva folee a venire.
(. .)
Con corna di bue attingevano, in luogo delle tazze
ancora non estemi: per cui in regllo sempre
il divino nome di lui ebbe;t llino annacquato.
H
In f ne, riponiamo un miro sull'origine dell a tecni ca della potaw ra
dell e viri, ripon am da Pausani a, che. ancora una volta, chiama in
causa l'origi naria osservazione dell ' uomo del rapporro fra causa ed
effeuo nel comporramenro di alcuni animali: gli abi tanti di Naupli a,
ant ica citr dell 'Argolide. racco ntavano di un asino che \(avend o in
debi tamente mangiato un tralcio di vite, ne rese cos pi abbondan
te il fru uo per il futuro - e in effetti hanno un as ino intagliato nella
roccia, proprio perch questo anirnale avrebbe insegnato loro a po
tare le viri .24
Maguey e pulque
Nell a storia dell e bevande fer mentate, il pul que occupa una posizio
ne di ril ievo nella vita del le popolazioni indi gene del Messico - in
pa rti colare quell e di lingua nahuat!. Nel periodo precedente e suc
cessivo alla Conqui sta, esso esercit una significativa influenza sulle
credenze rel igiose e su lla mi tologia di questi popoli. Presso gli Aztechi ,
il pul que era considerato una bevanda inebriante bevuta dagli dei,
allcor pri ma che dagli uomini .
Il pulq ue un prodotro del la fermentazione della lin fa (aguamie4 di
alcune specie di pi ante succulente del genere Agave,!'; in parti colare
di A.atrovirens Karwinsky ex Sal m-O yck e A./lmericana L. , in tensi
vamente coltivate in diverse regioni del Messico. LaguamieL viene
farro fe rmentare in recipient i di tcrracorta o di legno; in breve tempo
si viene a forma re un "pulque soave", dolciastro, e q uando la
142
fermentazione aumenta, acquista una lnaggiore gradazione alcolica,
diventando un "pulque forte' ',26 I Nahua utilizzavano t utte le pani
della pianta per scopi differenti: dall e foglie si ricavava carta e un
tessuto per vestiti; dalle sue fibre rigide si otteneva un filo con cui si
costruivano funi, corde e stoffe; con le spi ne si facevano aghi e spi lli ;
la radice cucinata era un alimento nurritizio; dalla linfa si ricavavano
il pulque, un tipo di miel e, e certi pani di zuccheroY
I primi croni sti spagnoli che riferirono dell ' uso del pulque riportaro
no scene di ubriachezza collettive, che spesso sfociavano in stati di
delirio, di furore e di prostrazione, dovut i, pi che all'effetto intrin
seco del pulque - di natura alcolica - all' aggiunta alla bevanda di
particolari vegetali che ne rafforzavano e ne modificavano gli effetti.
Il pulque scorreva copiosamente durante le cerimonie e le feste in
buona parte del ca)endario rel igioso azteco. Nei riti che prevedevano
il sacrificio dei guerri eri catturati in battaglia, veniva dato ad essi da
bere, poco prima di essere immolati, un ti po di pulque ri cavato da
una particolare specie di Agave,28 il tomet! (da to, "Dio", e met!,
"maguey", quindi: "agave degli dei"). Nella preparazione della be
vanda venivano impi egate diverse altre specie di maguey, riconosciu
te dai Nahua come "maguey bianco", "maguey verde", "maguey di
fuoco", ecc., ciascuna delle quali produceva un tipo diverso di pulque,
e questa differenziazione era destinata ad aumentare attraverso l'ag
giunta dei diversi additivi e "rinforzanti" vegetali.
Una siffatta variabilit nelle qualit di pulque e nelle relative pro
pri et psicoattive si rispecchia nella moltitudine di dei relazionati
con questa bevanda. Ess i co rri spo ndono alla fami glia dei
centzontotochtiin, i "quattrocento conigli" , "i numerosi dei del
pulque"29 (possono rutti venire individualmente denominati ome
tochtli, "due-coni glio", che sembra essere il nome generico degli dei
del pulque). La maggior parte di questi sono considerati degli esseri
umani divini zzati, degli eroi, sebbene nel mito vengano tutti consi
derati figli di un' uni ca divinit femminile, Mayahuel, la "dea del
maguey". Ma anche Mayahuel, in effetti, sembra essere stata origi
nalmente un essere umano, in seguito divinizzato. La sua storia si
intreccia con la peregrinazione storica che il popolo dei Mxica in
traprese, guidata da un sacerdote chiamato mecitli, dalle terre setten
trionali verso sud, sino a giungere nella Valle del Messico. Q ui i Mxica
si stanziarono, fondando Tenochtirlan, sulle cui rovine sorta l'at
tual e Ci tt del Messico.
Nella sua forma pi estesa, il racconto della peregrinazione mxica
,

143
staro riportato nel la Historia generai de las cosas de Nueva EspailO,
scritta da Fray Bernardino de Sahagun nella seconda met del J500,
un'opera che rimane fondamental e per lo studi o dei diversi aspetti
della cultura nallua precolombiana, Nel racconro si riporta che, quan
do nacque colui che sarebbe divenuto il sacerdote-guida del popolo
Mxica, lo si chiam Citli ("Coniglio") e lo si depose sopra a una
fogli a di maguey: in questo modo egli si irrobust, e gli venne attri
buito il nome di mecitii (da me, "maguey". e citli, "coniglio"). Quan
do divenne il condottiero del suo popolo, i suoi "assalIi lo chi amaro
no Ivlxi ca, cio "l'vlaguey-Lepre" ,JO La complessa associazione sim
boli ca che i Mxica intrecciarono fra maguey. pulque e co niglio,
dunque presente gi agli albori dell a storia e dell a mitologia deUa
civilt azreca.
A un certo momento delJa peregrinazione, quando i Mxica rag
giungono il territorio dei Mixteca, una donna - Mayahuel - scopre il
procedimenro della perforazione del maguey all o scopo di farne fuo
riusci re la linfa; successivamente, un U0l110 di nome Patcarl scopre i
germogli e le tadici dell e piante che rafforzano gli effert i del pulque,
mentre l'elaborazione e il perfezionamemo della bevanda vengono
attribuiti ad altri quatrro uomini. Turri questi personaggi vennero in
seguiro divini zzati, e Pa(carl fu identificato con lo sposo divino di
Mayahuel,3J Con questo racconto ci troviamo di fronte, pi che a un
mito delle origini, all a miti zzazione di lilla scoperta stori ca.
Durante la festa che segu la scoperta del pulque - prosegue il rac
conto di Sahagun - un principe huasteco bevve cinque tazze di pulque
e si inebri aJ\' eccesso, comportandosi, di conseguenza, in maniera
inappropriata.
32
Ritroviamo qui il motivo dell 'eccessivo consumo della
bevanda inebriante, da parte di uno o pi uomini, al momento del
primo approccio con essa. Nel culto del pulgue, il mdCIIi! octli, la
quinta tazza di pulque, svolge un ruolo significativo, in quanto
considerata come quell a che eccede la media normal e di quattro raz
ze, associate ai quattro punti catdinali.-
H
Un vero e proprio mito d'ori gine del maguey ripottato nell ' Histoire
du Mechique, opera di un anonimo autore del XVI secolo, trascritta
attorno al 1546 da Andr Thever. Il racconto inscritto in un mito
cosmogonico nahua, ambientato ai primordi dell' esistenza umana:
Dopo la creazione dell'uomo, gli dei decisero di fore qualcosa perch
questi non fosse cos triste e si ralfegrasse, affinch fosse contento sulla
terra e Lodasse g dei cantando e danzando.
144
Udito ci da Ehcatl, Quetzalc6atl, dio dell'aria, si mise a
dove trovare urI Liquore che raLlegrasse gli ltOfnirli, pe;' donarglielo.
Gli venne in mente una dea vergine chiamata Maydhuel, e si rec
quindi dove elfa dimorava> assieme ad altre dee, chegli trov addor
mentate. Queste dee erano vigilate dalla 10m nonna, chiamata
Tzitzimitl, "mostro ". Ehcatl svegli Jl1a)'dhuel e le disse: "Ti vengo
a cercare per portar!i sulla terra", Essa fu d'accordo ed entrambi sce
sero, egli caricandosela ",Ile spalle. Appena gmse>'o sulla terra, i due
si trasfonnarono in un aLbero che ha due rami. Uno dei rami si
chiamavaQuetzal huexorl , "querzal salice'; che era quello di Ehcatl,
e l'altro ramo si chiamava Xochicuah ui t L "albero fiore': che era la
dea vergine.
Intanto, la non.na si svegli, e non incontrando sua nipote, convoc
immediatamente le altre dee, che si chiamavano Tzitzimime. Poi
scesero tutte assieme sulla terra per cercare Ehcati, e i rami dellaLbe
ro in citi si erano trasformati si separarono l'uno dall'altro. II ramo
delLa dea verginefu riconosciuto daLIa dea anziana, di modo che essa
lo prese e lo ruppe, ofFendone a ciascu.na delle altre dee un pezzo,
affinch lo mangiassero. Ma il ramo che apparteneva a Ehcatl non
lo ruppero, e lo Ia,'ciarono l.
Dopo che le altre dee furono risalite in cielo, Ehcatl riprese la sua
antica fonna, e si mise a raccogliere le ossa deLla dea che era
stata mangiata dalle sue sorelle. Una volta riuniti i resti, li seppell,
e da L tt.fc una pianta che si chiama metL Da questa
pianta, gli indios fanno il vino che bevono e che ora si conosce come
pulque. Con questo liquore si ubriacano, per il fatto che mettono
alcune radici chiamate upacdi , "medicamenti':34
]n questo miro, la pianta del maguey ori gina dall e ossa di una dea,
Ma)'ahuel, vittima di un sacrifi cio di vino, in quanto il suo corpo,
sotto l'aspetto di un ramo, viene ridotto in pezzi e mangiaro da altre
dee: un interessante motivo "dionisiaco" che si presenta qui come
originario dell a sfera delle azion i divine, e non di queUe umane. Il
motivo del l' uccisione-sacri fi cio di Mayahuel risiede nel l'atto del suo
accoppiamento con il dio del vento Ehcatl , ed simboleggiato daUa
loro partecipazione, sorto forma di due rami , alla formazione di un
medesimo albero. La radice deU' "partii, o ocpatii (" rimed io del
pul que")' identi ficata da Francisco Hernandez
35
con il quapatli C' me
dicina del monte"), uno degli additivi rinforzanti che venivano
normalmente aggiunti alla bevanda durante la fermentazione.

145
Note
Introduzione
I Anati, 1989.
2 Staal, 1976, p. 64.
J La letteratura sugli allucinogeni estesissima, sia nelle sue ramificazioni
specialistiche di caratrere scientifico, che in quelle di carattere uman isrico.
Citiamo qui di segui co solo alcun i trattati generali, rimandando ai singoli
capitoli per una documentazione pi approFondita sulle piante di volta in
volta t rattate: Hoffer & Osmond, 1967; Schultes & Hofmann, 1983; Ort,
1993. Per la flora psicoattiva italiana, cf. Fesri & Ali atra, 1989 e Samorini,
1993b.
4 Wasson, 1967.
, RgVeda, VII,48,3.
6Sarnorini, 1993.
, ]ensen,1954.
Yaj (ayahuasca)
l Naranjo, 1986.
2 Harner, 1973.
3 Bevanda fermentata ricavara dal pane di cassava (Manihot
utilissima Pohl, famiglia delle Euphorbiaceae), o dal mais, o dai fr utti di
palma.
4 L'ingravidamento mediante lo sguardo un tema ricorrente nella mitolo
gia Tukano.
5 Dall'arbusto del carayur (Bignonia chica Humb. & Ponpl. , famiglia delle
Bignoniaceae) i Tukano ricavano il colore rosso che utilizzano per le pi(ture
corporee.
G Piama utilizzata a scopi magici.
, Reichel-Dolmatoff, 1978, pp.3-4.
8 Reichel-Dolmatoff, 1975, pp.134-6.
9 Schultes, 1986, p. !O.
IO Reichel-Dolmatoff, 1975, pp. 78-9.
" Reichel-Dolmatoff, 197 1, p. 36.
" Reichel-Dolmatoff, 1975, p. 135.
u Reichel-Dolmatoff, 1978, p. 4.
146
14 fbid. , p. 5.
1\ Reichel-Dolmatoff, 1975, pp. 135-6.
](, Reichel- Dol matoff, 1976.
17 fbid. , p. 72.
18 Reichel-Dolmatoff, 1975, pp. 155-6.
19 La bevanda dello yaj ha effettivameme tonali t di colore giallastre.
20 Polvere di foglie di coca (Erythro:xylon coca Lam. var ipadu Plowman).
21 In diversi punti di questa cosmogonia sono present i concraddiz.ioni per
ant icipazio ne degli evemi. Rjsulta ad esempio conrraddirorio, in questo
passo, il fa tto che il caapi venga bevmo ancor prima di essere generaro.
2l Lana & Lana, 1986, pp.51-53 (dalla versione originale del 1980, Ames o
mundo niio existia).
" Reichel -Dolmatoff, 1978 e 1987.
245ul tema della polvere viho presente nell' ombelico del Padre-Sole, cf. p.
64
25 Reichel-DolmatotT, 197 1, pp. 36-7; versione riportaca anche in Schultes,
198 1, p. 174.
" Reichel-Dolmatoff, 197 1, p. 37.
" Ibid., 1971, p. 266.
'" Naranjo, 1983, p. 201.
lO Biocca, 1966, p. 153.
30 Fruteo edule (Lucuma sp.?).
31 Nomi di tri bll Indiane.
32 Biocca, 1966, voI. I , p. 273.
JJ Raccolro da Oliveira, 1931 , ciLin Biacca, 1966, voI. I, p. 153.
34 Naranjo, 1983, p. 113.
J5 Chango, 1984, p. 22.
" Luna, 1986 e 1993.
37 Dal quechua aya, "morro", ehuasca, "li ana": "li ana del morro".
33 E' un riferimento agli icaros, particolar i canci appresi SOtro l' ispirazione
indotta dalla bevanda; costituiscono la quincessenza del potere del vegetalista.
39 Flauti incaici.
4Q Psychotria viridis, il secondo ingrediente indispensabile per la preparazio
ne della bevanda.
41 Luna & Amaringo. 1991 , p. 50.
42 Ibid., p. 50.
43 Mrraux, 1948, p. 686.
44 Marcel, 1975, pp. 122-131. Ringrazio Luis Eduardo Luna per avermi
indicato questa versione del mito.
45 Mondod, 1976, p. 21.
147
Peyo!e
l Lophophora williamsii (Lem.)Coulrier. famiglia delle Cacr3ceae.
2 Adovasio & Fry, 1976.
-' Si vedano, in part icolare, Rouhier, 1927; Myerhoff, ] 974; Fursr, 1972;
Schaefer, 1994; Benirz, 1972; \Xia rren, 1982 .
Myerhoff, 1974, p. 62; cf. inolrre Halifax, 1982, pp. 232-7, che riporra
per esteso la descr iz.ione fatta da Ramon della geografia mitologica di
\X1irikil(J.
, Si veda, ad es., Bernin (Ed. ), 1978.
6 Lumholrz, 1986 (1904), p. 49.
7 Ibid., pp. 44-5.
8 Fursr, 1981, p. 161.
9 Diguer, 1907, pp. 25-6.
IO Specie nota anche col sinonimo d i D. meteloids DC. ex Duna!.
Il Cf. ad es. Lanrernari , 1977, pp. I-XXIX e 67- 111.
12 L'l bibliografia sulla Pe)'otl Religion es tesissi ma; citiamo qui solameme
due classici tesci: Aberle, 1966; Srcwart, 1987; ricordiamo anche, (radon o
in ital iano, Marrion & Rachlin, 1988.
l3 Le pietre vengono utilizzate per creare delle sporgenze inrorno al bordo
del tamburo, in modo da poter fissare la pel le al tamburo con delle cinghie
di pell e .
.. Branr, 1950, pp. 213-5.
" Perrullo, 1934, pp. 34-41.
16 J. Mooney, 1897, rip. in Lamernari , pp. 9 5 ~ 6 .
" Erdoes & Ortiz, 1989, p. 117,
'" Perrullo, 1934, p. 35.
" lbid., p. 37.
lO Cf. anche la versione degli Indiani Menomini raccolca da J. 5. Stotkin,
1952, rip.in Anderson, 1987, pp. 23-4.
" J. Mooney, 1898, rip. in Sreward, 1987, p. 36.
22 Radin, 1923, pp. 398-9.
23 lbid., p, 400.
24 Opler, 1938, pp. 272-3.
Cannabis
I Considerata per molto tempo specie unica, diversi botanici attualmente la
considerano discima in due specie, l' una psicoattiva, Cindica Lamarck, e
l'altra minormenre (Csativ/l L. ); ma il problema della speciazione nel gene
re Cannabis, cos importanre anche ai fini giuridi ci, rLlt('aJtro che risolto.
, Li, 1974; Emboden, 1972.
3 CE l' imporrante lavoro di Raffaele Valieri , 1887.
148
4 Sehu ltes, 1973.
, Zimmer, 1993 (1946), pp. 25 e 99.
6 Majupuria & Joshi, 1989, p. 168.
7 J. Ca mpbell , 1969, rip. in Schleiffer, 1979, p. 70.
S V. Elwi n, 1949, t ip. in Sehleiffer, 1979, pp. 59-60.
, Ibid. , p. 59.
IO Mantegazza, 187 1, Il , p. 452; cf. anche Ciapanna, 1982, p. 72.
" Riitseh, 1991, pp. 82-4.
" Ciapanna, 1982, p. 345.
Solanacee
l Segue, per numero di specie, il gruppo dei funghi psilocibinici; cf. Camilla,
1994 e Festi, 1994,
2 Diaz, 1979.
J Piomel li & Aliotta, 1994; Camilla & Sperrino, 1995.
Litzinget, 1981; Saffotd, 1920.
5 In panicolare D.inoxia MiU. , D. coeratocflttla Orrega e D.stramonium L.
nel Centro e Nord America, e le specie arboree del vicino genere Brugmansia.
B.candida Perso e B.sanguinea (Ruiz & Pavon) D.Don nel Sud America.
(, La Barte, 1964.
7 Stevenson, 1915, pp. 90-1.
8 Si riferisce alle rapprese nt az ioni dei fior i d i datu ra u ti lizzare
cerimonialmente dagli Zuni, dagli Hopi e da altre trib limitrofe; sono
[i cavare dai ff utti di certe piante e vengono portare appese ai lati della resta.
9 Stevenson, 191 5, p. 46.
lO Furst & Mye rhoff, t 972.
" Ibid. p. 81.
" Ibid., p. 86.
13 Una piccola pierra che ha la propriet di far ammalare le persone.
l ~ "Frecce di malattia" fabbricare dagli sciamani-strego ni per l' uri lizzo nell a
magIa nera.
" Zingg, 1982(1938), voI. Il, pp. 192-3.; rip. anche in H. Pfeiffer. 1938,
rip. in Pettazzoni, 1963, voL IV, pp. 17-8. Ringtazio Stacy Sehaefer per
avermi fano prendere visione del manoscritto di Zingg in cui riponato
questo morivo, conse rvato presso il Laborarorio di Antropologia di 5am3
Fe.
16 Presso gli Huichol, i "bottoni del peyote", ovvero la parre superiore del
cactus, una volta asportati dalla pianta, vengono infilari su corde a mo' di
collane, e quesre vengono appese ed essiccare.
17 Bevanda fort emente alcolica utilizzata dagli Hui chol a fini cerimoniali.
18 Nella maniera cerimoniale degl i sciamani huichol.
" Zingg, 1982(1938), voI. Il , p. 154.

149
" Knab, 1977, p. 82.
" Ibid. , p. 83.
22 Il fratello mi nore, quello che verr poco dopo indicato con il nome di
Toloache.
2; Olavarria, 1987, pp. 232-4.
14 l\lcune di queste sono Ofa incl use nel genere Brugrnamia.
2'; Sciamano.
26 Brown, 1978, pp. 126-7.
" Rip. in Brown, 1978, p. 126, n. 2.
28 Ibid. , p. 127.
29 Cali&no & Fernandez-Disrel , 1982, p. 135.
30 Zimmer, 1993(1946), pp. 15 1-2.
31 Mehra, 1979, p. 163.
J1 Salford, 1920, pp. 540- 1.
JJ Il numero di specie botaniche interessat.e dal termine "mandragora"
stato oggcHo di numerose discussioni c, anche, di confusione. Attualmen
te, in Europa sono ri co nosc i m c le due specie M.offi cinnrum L. e
M .autumnaiis Bertol.; cf. Jackson & Berry, 1979.
34 Nymphaea coendea Sav., famigl ia delle Nymphaeaceae.
35 Emboden, 1989.
36 Rallllcr, 1945; riporraro anche in Rahner, 197 1.
J7 O mero, Odissea, X:304-306.
3B Rip. in Ralmer, 1945, p. 147.
39 Si tratta di una delle rare presenze salienri di un all uci nogeno nell a Bib
bia; anche l'Acorus ca'amlls L. (Araceae), consideraro e utili zZ3ro come
allucinogeno minore, viene cir3w in alcuni passi.
40 Cen., 29-30; ne esistono diverse varianti testamentarie; cf. Graves & Parai,
1980, pp. 263-270. .
"Eliade, 1990, pp. 11 5-165.
42 Eliade, 1988, pp. 159-169; Borghini, 1986-87.
43 Izzi, 1987, p. 73.
44 Ibid., pp. 52-3.
4> Bouquet, 1952, p. 36.
46 lzzi, 1987, pp. 25-6.
47 Una divini t minore egizia sconosciuta.
48 La birra con didit.
49 Mito e personaggi ignoti.
so Donadoni (cur.) , 1988, pp. 23 1-2; ri portato anche in Izzi, 1987, p. 37.
" Izzi, 1987, p. 37.
52 Pagani , 1994.
" Stahl, 1925; Wi lberr, 1987.
54 Vi giunse nel 1519.
" Elfer ink, 1983; Robicsek, 1978.
56 Pilerodius sp.
150
57 Cio, per fare le sigarette.
58 Sciamano.
" Roth, 1915, pp. 334-5, rip. in Perrazzoni, 1963, pp. 85-87.
60 Lvi-Srrallss, 1970, pp. 463-4 e 480.
" Mooney, 1900, pp. 254-5 .
62 Si vedano, ad es., i miti indicati con M 13 e M
24
in Lvi-Strallss, 1990
(1966), pp. 138-140.
Gl Lvi-Srrallss, 1970, p. 429.
" [bid., p. 63, M",.
G5 Biacca, 1966, voI. Il , p. 229.
(,6 J. Fericgla, 1993, comm.pers., che qui ringrazio per avermi fatto prende
re visione di una versione di questo miro, recemememe raccolta nel corso
delle sue indagini antropologiche presso gli Shllar.
67 Ne un bell'esempio il racconto mitologico raccolto presso i \'{!arrau e
riporraro in \X1ilbert , pp. 66-72, riportaw parzialmente in Halifax, pp. 226
232.
68 Erdoes & Orriz (EcIs.), 1989 pp. 11 2-7.
G9 Swanroo, 1929, val. Ili , p. 504.
70 Swanron, 1929, pp. 87-8.
n Lvi-Strauss, 1983(1974), p. 131.
" Mehra, 1979, p. 166.
7) Frolow, 1968.
Polveri da fiuto
I Il primo genere appartiene alla famiglia delle Leguminosae, il secondo a
quella delle Myristicaceae.
2 De Smer, 1985.
3 Le canne possono raggiungere i due metri di lunghezza .
j Wassen, 1979.
5 Torres et al. , 1991.
6 Ma v' chj identifica la cohoba descritta dai cronisti spagnoli con il tabacco
da fium; cf. J. WiIben, 1987, pp. 16-7 . .
7 Akee, yato e pena sono cu[te ricava[e da specie del genere Virola, in parti
colare V.theiodora (Spr. ex Benrh.)Warburg.
~ Trib di lingua T ukano.
9 Polvere da furo allucinogena ricavata dai bacelli di Piptadenia spp.; il
nome deriva dal verbo vihfri, " inalare", "assorbire".
lO Reichel-Dolmaroff, 1971, pp. 27-8.
" Ibid., p. 43.
" Reichel-DoImaroff, 1979, p. 44.
1.3 Preparato dalla corteccia di specie di Viro/a.
,
14 Nel racconto se ne COntano sessantanove.

151
15 Lana & Lana, J986, p. 47.
16 Ibid., p. 62-3.
17 In un ulteriore passo del racconto, Bolka viene detto "natO da PariGi ";
cf. [bid. , p. 67.
" [b/d., pp. 60-70.
" Biacca, 1966, val. no, p. 23 6.
Iboga
1 Plurale melan, Alchomea f/o ribullda l\thil I.Arg., fam. Euphorbi aceae.
2 Raponda-W., lker & Sillans, 1962, pp. 146- 154.
) Swiderski, J 990-9 J, p. 19.
' G. Samorini , 1992 e 1994.
5 Villaggio situatO nei dinrorni di Librev.ill e.
6 Swiderski , 1979, p. 194.
7 Ibid. , recira n. 19, p. 226.
, Ibid., recira n. J 8, p. 223.
' [bid., recita n. J5, pp. 21 0- 11.
IO lbid., recita n. 1, p. 185
\1 Canarium (Pachylobus) ba/samifirum \'V'il1d. , famigl ia dell e Piperaceae.
12 Nsin in fang, al trimemi noco come mosingui o ossingui, piccolo feli no
selvati co dalla pelle maculata.
13 "Egl i mostra la vi a" ,
l' Fernandez, 1982, pp. 32 1-322.
l' [bid., p. 636.
16
11 nuovo marito, il fratell o del defunto.
17 S. Swiderski, 1980, p. 526.
18 Ibid., p. 528.
l' Swiderski , 1965, p. 546.
lO Fernandez, 1982, p. 636.
" Swiderski , 1980, p. 525.
n Fernandez (1972, p. 246 e id., 1982, p. 636) aveva gi sorrol inearo l' im
portanza e l'urgenza di verifcare se quesm fungo della reaJr e dell a mirolo
gia dei Fang fosse psicoanivo. ma la questi one tuttora insoluta. Personali
indagi ni condorre in Gabon hanno confermato la presenza di questo fungo
nella memo ria colleniva dei Fang. Si (rana di una specie di grandi dimen
sioni, che cresce sugli alberi, di consistenza dura e dorata di una superficie
superiore concava. Vi ene utilizzato come medicinale per bambini e in certi
riti srregonici. Cf. Samorini , 1994, in particolare il paragrafo El hongo duna.
Presso i Mitsogho, quesco fungo avrebbe un valore simboli co di longevit
(Gollnhofer & Sillans, 1978, p. 457).
23 Questo liquido, che fa molro male, deve fa r"girare"loro gli occhi , affnch
essi vedano '''altra cosa" (Swiderski, 1972, p. 186).
152
" Swiderski, 1980, p. 525.
" Fernandez, 1982, p. 261.
"$widerski , 1972.
27 Non chiaro, per lo meno a chi scrive, se quesm preparato sia dotato di
propri et psicoattive, o se venga ut ilizzato per predisporre il corpo all'as
sunzione della forte quantit di iboga. Oggigiorno, in diverse comunit
ombwirisre, l' iboga rienrra direrramcme come ingrediente dell' ekasso.
28 Vale a di re, le coscole.
2 ~ Un proponimenro - quello di "parlarne al villaggio" - in conrraddizione
con l'alone di segretezza di cui si avvolge in seguito la donna.
3U Strumento musicale a percussione, cosri[Uiro di due COfti pezzi di legno
che vengono percossi contro un pezzo di legno pi lungo tenuco sospeso
alle estremi r.
31 Questi oggenj fanno parte della lisca di materiale che l'iniziando deve
presemare come offerra alla comunit, nella cerimonia dell ' iniziazione.
Diversi di questi oggeni verranno util izzat i nel corso della cerimonia.
32 Swiderski , 1970, pp. 302-4 .
San Pedro
l Famigli a delle Caccaceae.
2 Contiene, come principale principio activo, la mescal ina, gi presente nel
peyote.
3 Il numero di nervature (di "coscole") del San Pedro soggeno a variazio
ne; esso viene tenuto in gran COnto dagli sciamani nella valutazione e carat
terizzazione del SliO parere psicoattivo. li numero quanro aveva un' impor
(anza primaria nella visione cosmologic.1 incaica.
" Sharon & Donnan, 1977.
' Polia, 1986-87.
6 Salazar-Soler, 1989, p. 824.
' Sharon, 1980; Joral emon, 1984.
8 Polia, 1990, p. 96.
') Nella figura di Ges Cristo.
" Polia, 1993, p. 8 1.
"lbid. ,p.8 1.
12 Glass-Coffin, 1994. Ringrazio l'Autrice per avermi concesso il permesso
di riportare questo miro.
Jurema
I In panLcolare M.hostiLis (Mart.) Benrh. , M.verrucosa Benrh. , della fami
gl ia delle Leguminosae. I

153
2 In realt ancora aperta la questione se gruppi di indios ne facciano [Utw
ra un uso tradizionale; cf. SchuJces & Hofmann, 1983, p. 140.
j Lowie, 1946.
Da Mota & Barros, 1990.
' Da Mota, 1991, pp. 174 -5.
Kava
1 Lebott, Merlin & Lindstcom, 1992.
2 Lebot et al. , 1992 , p. 6.
J Jbid., pp, 11 8 e 205 .
R. Firth, 1954, tipo in Lebot et al. , 1992, p. 124.
, E.G. Burrows, 1936, cip. in Lebot ec al. , 1992, p. 125.
6 F.W Christian, 1895, rip. in Lebot et al" 1992, p. 125.
7 K. von den Scei nen, ] 934, p. 227.
, DA Mackenzie, 1933, rip. in Lebot et al., 1992, p. 124.
9 Un SUO comune sinonimo Macropiper /atifoii mn Miq.
lO G. Landtman, 1927, rip. in Lebot et al. , 1992, p. 123-4.
11 G. Landtman, J927, tipo in Lebot et al. , 1992, p. 124.
" Jbid. , p. 124.
13 In alcune versioni il nome abbreviato a "Kwa".
14 A/ocasia macrorrhiza Schon in Schon & Endl. , famiglia delle Araceae.
IS Anendemi cerimonial i.
16 E. Bott, 1972, rip. in LebO! et al. , 1992, p. 123.
17 Raccolta anche questa in Tonga da E.\V. C ifrord, 1924, rip. in Turner
J.w. , 1986, p.211.
18 Lebor et al. 1992; p. 125.
19 Giffocd, 1924, rip. in Turner, 1986, p. 211.
m Lebot et al. , 1992, pp. J22-3.
21 Rivers, 191 4, rip.i n] De Felice, 1990(1936), pp. 104-5.
22 Ibid. , p. 125.
2J ].S. Gardiner, 1898, tipo in Pettazzoni, 1963, pp. 367-9.
" Frazer, J993 (1930) , p. 58.
25 Ficus sp.
26 Lebot et al., 1992, p. 127.
27 Fitth, 1970, rip. in Lebott et al. , 1992, p. 124.
28 Tradizional mence, la parre in fondo alla casa il pOSto d'onore, mentre la
zona frontale il luogo dei capi per parlare.
29 Tato.
jO Holmes, 1979, p. 109.
31 J. S. Gacdiner, 1898, rip. in Pettazzoni, 1963, Il , pp. 367-9.
" Turner, J986, p. 2 12.
154
Funghi
I Samorini, 1992b.
2 Famiglia delle Strophariaceae. l funghi allucinogeni si suddividono in due
gruppi principali: 1) Amanita muscaria e alcune altre congeneri , di grossa
taglia e legare all a presenza di betulle o di conifere; 2) i funghi psilocibinici,
cio producenti come principi attivi gli alcaJoidi psilocibina e psilocina.
Sono conoscime oltre cemo di queste specie, diffuse in tutti i continenti e
apparcenenti principalmenre ai generi Psi/oeybe, Panaeolu.s, COflocybe,
Gymnopi/us, P!uteUJ. Questi fungh i si differenziano da quell i del primo grup
po per dimensioni, habitat ed effeni; cf. Cornacchia et al., 1980; Fesri,
1985.
3 Per (utto ci si consultino j lavori basilari del "padre" dell ' ernomicologia
moderna, llichard Gorden Wasson e colI.: Wasson & Wasson, 1957; Hei m
& Wassol1. 1958; si veda anche Estrada. 198 1.
4 Famiglia delle Amanitaceae.
' Wasson, 1967.
6 E' stata recentemente confermata la persistenza di questo LISO fino ai n o ~
sui giorni; cf. Saar, 1991.
7 Wasson & Wasson, 1957.
8 L'l renna, oltre alla passione per i funghi , ha una passione anche per l'uri
na, particolarmente quella umana.
9 Capacit di ingrandimento dei parti colari di ci che si vede.
lO Evidentemente si sta rivolgendo all'Essere Supremo.
" Wasson, 1967, p. 268.
" Chevaler & Geerbram, 1986, p. 473.
" Wasson & Wasson, 1957, voI. I, pp. 16- 17.
" Wasson, 1967, p. 281 -2.
15 Wasson & Wasson, 1957, voI. I , pp. 5 1-2.
16 Fercgla, 1993.
" Fercgla, 1985, p. 157.
" Mayer, 1977.
l' Lowy, 1972.
" Lowy, 1974.
" Mendel son, 1959.
22 Ancora veneraro dai Tzuruhil.
" Lowy, 1980, p. 100.
24 Ibid, p. 100.
25 Fam iglia delle Leguminosae.
26 Wasson, 1979.
" Keewayd noquay, 1978.
28 Tenda indiana.
2') Conrenirore di con eccia di betulla .
.30 Keewaydinoquay, 1979.
155
} l N. Morriseau, 1965. estesamente discusso da E. Navet, 1993.
J2 Navet, 1993, p. 47.
JJ Ibid, p. 49.
YI Le possibili relazioni con il ciclo dell 'agarico muscario sono gi state
evidenziate in P.T. Furst, 1989.
35 Noto anche con il sinoni mo di Pho!iota spectabilis (Fr.)Qul. . famiglia
del le Corrinariaceae.
36 La complessa biochimica di questo fungo - che anche psilocibinico
non stata sufficientemcn te Studiata, in particolare per i campioni di origi
ne europea. Cf. Festi, 1985, p. 204.
37 Da mai, "danza" e take, "fungo"; "funghi danzanri", nel senso di "funghi
che fanno danzare".
lO Sanrord, 1972, p. 174.
39 Wasson, 1973, pp. 12- 13.
40 Sanfotd, 1972, p. 178 .
., Wasson, 1973, p. 13.
42 Grifola frondos" (Dicks. ex Fr. )S.F. C ray.
43 Fra i giovani che auualmente milizzano in Europa e in Italia il fungo
Psilocybe semi!ancMlfl (Fr. )Qul. - anch'esso psi locibinico - per i suoi effeni
allucinogeni, sono riponati casi di attacchi di irrefrenabili risate. ed a loro
noto che <i i funghetti fanno ridere"; cf. Pagani, 1993.
" Wasson , 1973, p. 20.
<1 5 Penazzoni, 1963. vo I. li , p. 14.
"Wasson, 1967, p. 2 16 .
' Ovidio, Metamorfosi, Vl1: 391-3.
~ 8 Pausania, Guida della Grecia. 11 ,16,3; cf. Samorini & Cam illa, 1995.
'" Wasson , Hofmann & Ruck, 1978, pp. 105-6.
~ o Samorini , 1992. p. 7D.
" Reichel -Dolmaroff, 1971, pp. 261-2.
" Ibid. , P 262.
" Lana & Lana, 1986 , p. 129.
"Wilperr, 1970, p. 163.
" Lanrernari, 1983, pp. 512-3.
S6 Che stava masticando.
" Lana & Lana, 1986, p. 127.
58 Lvi-Suauss, 1960, riponaco in vers.it. in: id., 1978.
Piante eccitanti
, Plowman, 1986.
2 Con l'aggiunta di calce viva, che ne facili(a l' assorbimento.
' Naranjo, 198 1, p. 165.
4 Rip. in Worthon, 1980, p. 24.
156
') Rosrworowski & Canseco, 1973, p. 199.
6 Cf. p. 22.
7 Reiehel-Dolmaroff, 197 1, p. 266.
8 Lana & Lana, 1986, p. 38.
, Hugh-Jones, 1983, p. 245.
lO La zucca che contiene la polvere di coca e un tubi cino di legno sono
ancora oggi gli srrumcnci d'uso pill diffusi in Amazzonia.
Il Milciades Chaves, 1947, rip. in Perrazzoni, 1963, voI. V, p. 151.
12 Preuss, 1921 -22, p. 754.
\J Mauro, 1991, p. 20.
" L. Lewin, 1981(1928), pp. 301-2.
" Escoho<ado, 1989, voI. l , pp. 273-4.
16 L. Barrels, 1983, rip. in Manoleni , 1988, pp. 11 2-3.
17 Famiglia delle Theaceae, nora anche col sinonimo di Thea sinensis L.
'" Lewin, 1981 (1928), p, 317.
" lbid., p. 3 16.
" Brosse, 1992, p. 278.
21 Famiglia delle Sterculariaceae.
" Lewin, 198 1 (1928), voI. III. pp. 326-334.
13 Hauensrcin , 1974.
" Perrazzoni , 1963, voI. I, p. 196.
25 Lewin, 1981 (J 928), p. 327.
Piante e bevande alcoliche
I Vitis vimfira L., della famiglia dell e Vi raceae.
, Kernyi, 1992, p. 73.
3 Matematico e ast ronomo del IV secolo a.C., originario di Cniclo, scrisse
anche un libro di viaggi.
4 Plutarco, De !side et OJiride, G; dalla vers ione a cura di V. edemo, 1962,
p. 17.
5 Unwin, 1993, pp. 59-91.
6 Genesi, 9, 20.
7 Unwin, 1993, p. 81.
' Brel ieh, 198 1 (1969), pp. 409 sgg.
? \V'ohlberg, 1990.
'" \V'asson, 1967.
"Brosse, 1991,p. 109.
12 Samorini , 1993.
\J Danielou, 1980.
" Lissargue, 1989, p. 7.
15 {( Buu improvvisa nel vino, di cui bevevano, un farmaco che l'ira e il
dolore calmava, oblo di tune le penel), Omero, Odissea, IV:220-1.
157
16 "Il piantacore".
17 Athen., Il , 35a-b, rip. in Massenzio, 1969, p. 50.
18 Massen z.io, 1969, op. cit., p. 5J.
19 Pausania , Gutda alla Grecia, X, 38 , 1.
" Kernyi , 1992. pp. 89-90.
" Kernyi, 1985 , p. 12 1.
" Apoll odoro, III, 14-7. riassunto in Massenzio, 1969, pp. 29-30.
" Nonno, Dionisiache, XX, 293-362, rip. in Kernyi, 1992, pp. 74-5.
14 Pausania, Guida della Grecia, 11,38 ,3.
25 Famigl ia dell e Agavaceae.
26 Guerrero, 1985; Gonalves de Lima, 1990 (1975).
27 Si veda, ad esempio, Fray Toribio Motolinia, 154 1 (?), Historia de los lndios
de la Nueva f:.jpafia, []l, 19.
2B A.atrovirens varo sigmatophylla Berger.
29 Gonalves de Lima, 1986(l956),.pp. 32 e 112.
3' B. Sahagun, Historia.. , X, XXIX, 12, 106.
" Ibid, X, XXIX, 12, 120-1.
" Ibid. , X, XXIX, 12, 122.
3J Seheler, 1975(1904), voI. I, p. 109.
J4 Rip. in Castell6n Huerta, 1987, pp. 154-5.
J5 Hernandez, 1959 ( 1571-76) libro XVI, cap. 52. Lidentificazione botani
ca del ocpatli andata perdura, a conseguenza della repressione del suo uso
esercitata dai conquistatori spagnoli ; cf. Gonalves de Lima, 1990, pp. 41
3.
158
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lnsrituto Nacionallndigenista.
170
INDICE
Inrroduzione ........... ...... .. ..... ....... .. .............................................. 7
Yaj (ayahuasca) ....... ............................... .................................. 14
Peyote ........................... ... ........... ............ .. ................................ 27
Cannabis ................................................ ........ .... ...... ...... ... ........ 39
Solanacee ....................... ... ........................ ........ ........ .. .... ...... .... 45
Datura ........................ ....................... ...... ...... .. ......... ... ....... 46
Mandragota ........... ........................................... ........... .... ... 56
Tabacco .. .......... ..... .... .. .. ..... ... .. ............ ..... .. ........................ 61
Polveri da fut o ................ ............. ... ...... .... ............. .... ... ... ..... .... 70
Iboga ........................... ... ........... ............................... ... ....... .. .... 75
San Pedro ......... ............ .... ............ ....................... ...... .... ......... ... 90
Jurema ................................................... .......... ................. ........ 94
Kava ....... ...... .............................. ................... .................. .. ........ 97
funghl ..... ............ ................. .......... .... ........ ............................ I ~
Amani ta muscaria ..... ......................... ............... .... .......... .. 107
Altri funghi .............................. ............ ... .......................... 121
171
Piante ecciranti .... ........ ... .. ....................................... _........ ...... 127
Coca .................................... ............. ... ....................... ...... 127
Caff ........................ ........... .. ........... .. ........... .. ........ .. .. ...... 13 1
T .................................................. ......... ..... ... ........... ....... 133
Cola ......................... ... ....... .... ........................................... 134
Piante e bevande alcoliche .......... .. ... ........... .. ...... .................. ... 136
Vite e vino ............. ......................................... ............... .. . 136
Maguey e pulque ...................... ........ ... .... ... ... ..... ........ ...... 142
Note .......... .. ................. .............. ... .......... .. ........... ... ..... .......... 146
Bibliograla .................... .. .................................... ................. . 159
172
Stampaco per conto di
NAUTILUS
Casel la Posrale 13 11 - Torino
nel Novembre 1995
da La Grafi ca Nuova
Torino

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