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Vado:

Valutazione di Abilit Definizione di Obiettivi


Edizioni Erikson 1998 Morosini et altri. Manuale nato da collaborazione fra Fatebenefratelli di Brescia, Istituto superiore della Sanit e Universit di Napoli (finanziamento della Regione Lombardia ). Contributo teorico di fondo di Marianne Farkas (Univ di Boston), formatrice degli operatori. Le successive indicazioni teoriche riguardano gli autori di riferimento dellopera. Sintesi della concezione della riabilitazione per Luc Ciompi (Logica affettiva 1994) - formulazione di obiettivi specifici e concreti come strumento di per s terapeutico - stimolazione ottimale per il paziente (nelle fasi acute poca stimolazione; nelle fasi in cui prevalgono sintomi negativi fare adeguata stimolazione) - mirare a promuovere autonomia a lunga scadenza (anche spingendo il paziente a fare cose per cui mostra resistenza) - valorizzare le parti sane - concentrarsi sulle azioni (e non sulle spiegazioni) - sviluppare programmi strutturati in ambiente umano stabile e prevedibile - dare priorit alle abilit sociali necessarie per vivere sul territorio (es. per lavorare, gestire una casa ecc.) Sintesi della concezione della riabilitazione per Mosher (1992) (approccio psicosociale fondato sulla promozione delle abilit di autoaiuto) rilancio delle abilit utili nelle relazazioni interpersonali (e alla fine per svolgere un lavoro) pi spazio al potenziamento della parte sana che al lavoro sulla parte malata ( pi facile estendere una penisola che svuotare un oceano) cauto uso degli psicofarmaci (alle volte ostacolo per l apprendimento) chiedere ai pazienti i loro obiettivi, bisogni e speranze pazienza, costanza ma anche flessibilit (spesso ci vogliono anni per superare la sindrome di dipendenza degli istituzionalizzati) saper rischiare. Considerare gli insuccessi come opportunit per imparare. Percorso per prove ed errori. Usare linguaggio semplice, non gergale, non interpretativo. Avere coi pazienti rapporto da consigliere (da counseling) e non da esperto autoritario. Tutti gli atti quotidiani hanno valenza riabilitativa (perch sono comunque aspetti della relazione) Lavoro in quipe e in rete (familiari, vicini, datori di lavoro, servizi sociali ecc. ecc.)

Sintesi della concezione della riabilitazione per Spivak (1987-92) - relazione di sostegno che comunica al paziente che gli operatori lo accettano cos com . - non confermare le aspettative (negative) del paziente rispetto alle conseguenze dei suoi rifiuti a collaborare - mostrare apprezzamento per i comportamenti socializzanti e non per quelli desocializzanti (con cautela: una persona desocializzata probabilmente ha difficolt a leggere in modo adeguato quello che per noi un segnale di gratificazione o viceversa) riserve degli scriventi (ovvero di coloro che hanno steso il presente manuale per il VADO) su Spivak : mancanza di chiare linee guida per l addestramento del personale, mancanza di precisa definizione degli obiettivi e di verifiche costanti.

VADO:
Il Vado specificamente orientato ad approccio cognitivo-comportamentale, ma usufruibile per tutti i tipi di intervento riabilitativo. Il Vado apparentemente tecnicistico ma rispecchia in realt il bisogno di mettere in opera quelle che Saraceno definisce competenze parentali (capacit di ogni buon genitore). Si fonda sulla convinzione che in realt limiti e risorse di normali e non, sono diversi per quantit ma non per qualit. Pertanto l apprendimento non differisce qualitativamente (salvo maggior pazienza e resistenza alla frustrazione quando ci si rivolga a malati psichiatrici). Criteri fondamentali del VADO: a) DEFINIZIONE DELLOBIETTIVO GLOBALE che consiste sostanzialmente nel definire con gli utenti dove e come vorranno vivere (col maggior grado di autonomia possibile) entro 2/3 anni e cosa intenderanno fare nello stesso lasso di tempo. Tale obiettivo globale pertanto variabile e da riposizionarsi periodicamente (Scuola di Boston, Anthony ecc.). b) valorizzazione di quelle abilit e abitudini (coltivate in situazione di ricovero ospedaliero o simili) che risulteranno pi utili alle persone una volta reinserite nella societ. c) fondamentale la concreta applicazione di abilit e abitudini apprese nella vita reale e la costante verifica di ci.

Scopi, limiti e utilizzo del VADO

Scopi: - valutazione del paziente - definizione, pianificazione e conduzione del programma riabilitativo individualizzato - definizione obiettivi e verifica. Presupposti: Maggiori competenze nella sfera quotidiana producono anche riflessi positivi nella sfera cognitiva. Possibili anche interventi specificamente cognitivi ( V. Brenner e Perris). Solo in subordine il Vado considera il ruolo della psicoterapia individuale e di gruppo e dell intervento farmacologico. Requisiti minimi di accreditamento (DPR 14/1/1997) La materia discussa e non del tutto normata. Tuttavia paiono chiari nella normativa alcuni orientamenti cui il VADO offre soluzione: progetto riabilitativo individuale elaborato da quipe multiprofessionale e monitoraggio dell evoluzione delle abilit.

- sistema di registrazione e raccolta di rilievi funzionali. Ad es. per la Villetta sono auspicabili rilevazioni (anche se non obbligatorie) su: valutazione multidimensionale (attraverso strumenti validati) di problemi o bisogni sanitari, cognitivi, psicologici e sociali dell utente all ingresso e poi periodicamente. Stesura di un piano di assistenza individualizzato (in base ai bisogni emersi) Raccolta dei dati delle singole valutazioni per controllo ed orientamento continuo delle attivit.

Per somministrazione vedi pag 14 Vado dedica attenzione anche agli aspetti ambientali (non solo generali ma rispetto al singolo paziente): Identificazione dei cambiamenti ambientali necessari. Insegnamento al paziente delle risorse del territorio. Nella valutazione entrano dati ambientali sulla zona, i servizi, condizioni di sicurezza per il paziente ecc. (idem nella pianificazione.)

Valutare il funzionamento personale e sociale (VF)


Scopi della valutazione : - definizione Aree della ribilitazione - negoziazione con utente, familiari ecc. degli obiettivi del programma riabilitativo Per la valutazione usare tutte le fonti possibili (operatori; ex -operatori, familiari, conoscenti, ospiti, ex ospiti, e ovviamente la persona stessa).

Usare lo strumento VF (valutazione del funzionamento) I risultati di VF vanno poi riportati su FPS (scala di Funzionamento personale e sociale) e sulla AR (scheda delle aree riabilitative). Il periodo da valutare in genere l ultimo mese (ultimi 30 gg). Se in tale periodo c stata una crisi acuta, rimandare la valutazione o dare due giudizi distinti (uno relativo al periodo di crisi e laltro relativo al periodo precedente). La valutazione delle sole aree problematiche va rifatta ad intervalli regolari (1 3 mesi) per rifare il monitoraggio degli obiettivi. DESCRIZIONE VF (valutazione del funzionamento personale e sociale) Il VF utilizzabile anche come traccia dintervista da somministrare al paziente. Tuttavia in generale una traccia cui gli operatori devono rispondere indipendentemente da colloquio col paziente, prima di completare la valutazione (ad evitare che entrino in gioco nella valutazione solo gli aspetti rilevabili sul piano verbale). Somministrabile a paziente, operatori, familiari ecc (dopo opportune modifiche). Ogni operatore dovrebbe somministrarlo anche a s stesso. Se usato come intervista ne va presentato lo scopo (rilevazione non solo dei problemi e delle limitazioni ma anche di capacit e interessi, anche pregressi ) e assicurata la privacy, creando la miglior relazione possibile. Se intervista: - dimostrare partecipazione (guardare in viso, fare cenni di assenso. Dire spessosi, gi, capisco) - usare ascolto attivo (domande di chiarimento; riassunto di quanto capito e richiesta di conferma:Se ho capito bene ecc.). - Chiedere esempi concreti (mi aiuti a capire meglio, cio ecc). - Se la persona divaga o troppo prolissa dire interessante ma ne parliamo alla fine ecc VF suggerisce domande per ogni area (ovviamente da proporre con criterio elastico : es. evitare ripetizioni ecc.) Possibilit di elaborare domande diverse ad hoc. Per le ABILITA ESERCITABILI (in base al contesto) : valutare le abilit effettive e non quelle potenziali. Per le ABILITA NON ESERCITABILI ( A CAUSA DEL CONTESTO) cercare di valutarne le potenzialit (es. se uno, in assenza di cucina, saprebbe secondo noi cucinare se fosse in un contesto adeguato). NB: sulle potenzialit ovviamente si da il maggior rischio di valutazioni soggettive (rischio compensabile da una valutazione realistica delle abilit reali).

Se l intervistato il paziente introdurre prima domande che valutino le capacit di orientamento spaziotemporale e la coerenza del paziente stesso. AREE: cura di s cura del proprio abbigliamento cura della propria salute fisica

gestione della propria salute psichica (oggi si da molto rilievo al ruolo dellautogestione dei disturbi psichiatrici: - riconoscimento da parte del paziente dei segni precoci di crisi - uso di strategie di coping (strategie di contrasto, se non sbaglio) - assunzione di farmaci secondo le prescrizioni - capacit di discutere col medico la variazione (in + o in - ) della terapia abitazione Risorse reali e caratteristiche della eventuale abitazione. Zona di abitazione. Disponibilit di servizi e centri di riunione, vicinato ecc. Cura del proprio spazio di vita e collaborazione alle attivit domestiche

Attivit produttive e/o socialmente utili /studio Riguarda lavoro (retribuito o retribuibile in qualsiasi altro contesto, o di utilit agli altri quale ad es. il volontariato ecc.) Definire se protetto o in ambiente normale. V. ruolo nella costruzione di autostima (es. studio) Quantit e tipo delle attivit quotidiane v. tempo libero subito passivamente ecc. velocit dei movimenti che pu essere rallentata nella depressione e schizofrenia o accelerata nella sindrome maniacale partecipazione alla vita della Villetta (attivit ricreative ma anche gestionali) partecipazione alla vita familiare vita affettiva, aspetti sessuali e sentimentali cura dei figli minori frequenza dei rapporti sociali esterni

relazioni di amicizia e di aiuto (avvalersi anche di tutte le indicazioni emergenti dalle altre aree, pi che dalle risposte dirette, essendo area emotivamente sensibile) controllo dell aggressivit altre regole di convivenza (es. rispetto delle propriet e della privacy altrui) sicurezza (rispetto alla pericolosit della zona per il pz.) interessi del pz (anche minimali) informazioni generali :capacit del pz di tenersi informato ecc. autonomia nelle attivit strumentali (livello d istruzione, gestione del lavoro, uso mezzi e spostamenti, fronteggiamento emergenze, reddito e fonte, possibilit di aiuti esterni ecc) sintesi dei punti di forza e delle risorse attuali (abilit e risorse di ogni genere, es avere patente, passioni, persone di supporto ecc.) sintesi dei punti di forza passati (oggi ridotti) pro riattivazione delle risorse possibili

domande conclusive: chiedere alla persona di scegliere una o pi aree in cui proporsi un cambiamento rischio suicidio (non previsto da VF ma elemento eventualmente da sondare con domande da sez. 2.4) Non incide sulla scala di valutazione FPS E rischio grave non solo nelle sindromi affettive ma anche nella schizofrenia (nei paesi anglosassoni si stima che il 10% degli schizofrenici si suicida). Ovviamente rischio pi alto se segni di programmazione dettagliata (modo, luogo ecc.)

FASE DI VALUTAZIONE: MODULO DI OSSERVAZIONE INIZIALE (01) Propone una osservazione guidata

RILEVAZIONE DEI SEGNI PRECOCI DI CRISI (SP) Serve a prevenzione delle recidive, aumento della pp autogestione del disturbo mentale (es. strategie psicoeducative con informazioni sulla malattia, consigli di problem solvine, miglioramento abilit di comunicazione ecc.) . Attualmente si sta diffondendo anche approccio cognitivo/psicoterapico nei confronti dei deliri e delle allucinazioni croniche. (Va in ogni caso compilata o discussa col pz e col consenso del pz va data a tutti coloro che posano collaborare nel progetto, familiari compresi) Identifica comportamenti tipici prima di un peggioramento clinico. Quasi ogni pz ha i propri e lo si pu aiutare a rconoscerli. Es. alteraz ritmo sonno /veglie; capacit di concentraz; idee di riferimento (gli altri sorvegliano o criticano ecc.) Proposte di strategie di fronteggiamento (coping strategies) delle difficolt emergenti (es. passeggia, telefona , rilassati, suona uno strumento, a ecc.). SCALA DI FUNZIONAMENTO PERSONALE E SOCIALE (FPS) Alla fine attribuisce al pz un punteggio di funzionamento globale. 100 = punteggio massimo (per livello ottimale di funzionamento personale e sociale in tutte le aree del modulo A/R) 1= deficit tot perfino nella soddisfazione dei propri bisogni fisiologici. Livelli di difficolt: Assente Lieve (non evidente, nota solo a chi conosce bene la persona) Evidente ma non marcato (evidente ma non troppo invalidante) Marcato (evidente con danno per quell area ma la persona riesce ancora a fare qualcosa in generale) Grave (incapacit grave in quell area ma senza compromettere la sua capacit di sopravvivenza) Gravissimo (con pericolo per la sopravvivenza evidente per tutti) Livelli di gravit dei comportamenti disturbanti e aggressivi Lieve (scortesia, scontrosit, lamentosit) Evidente ma non marcato (parlare a voce troppo alta, mangiare male, rivolgers a sconosciuti in modo inadeguato) Marcato (insulti in pubblico, rompere oggetti, avere comportamenti inadatti ma non pericolosi in modo non occasionale) Grave (minacce o percosse ma senza intenzioni lesive; comportamento non occasionale) Gravissimo (atti aggressivi con intenzione di arrecare lesioni gravi: comportamento non occasionale) Comportamento non occasionale: 3 o + volte nel periodo di riferimento (o anche meno se comportamentostorico che ragionevolmente si potrebbe ripetere nei 6 mesi successivi) Se il comportamento occasionale attribuire un livello di gravit inferiore rispetto allo stesso comportamento non occasiona.

Nella valutazione occorre tener conto di ci che la persona sa o saprebbe fare in modo autonomo. Dare peso alle carenze legate a mancate motivazioni e poco peso alle difficolt lavorative per limitazioni ambientali o menomazioni fisiche. Non valutare il rischio suicidarlo. Nella valutazione, per assegnare il punteggio opportuno riferirsi alle seguenti aree principali (per differenziarle dalle aree elementari): 1) attivit socialmente utili (compresi lavoro e studio) 2) rapporti personali e sociali (familiari inclusi) 3) cura dellaspetto e dell igiene 4) comportamenti disturbanti e aggressivi Per 1 2 3 considerare il punteggio della componente meno compromessa Nella elaborazione del punteggio dare meno importanza alle ulteriori aree (al punteggio complessivo definito per le 4 aree principali aggiungere o togliere max 5 punti in totale per il complesso delle ulteriori aree). Nella prima valutazione privilegiare punteggi intermedi (rispetto alla cifra tonda) per evidenziare meglio scostamenti futuri. Possibile attribuire punteggio a ogni singola area (ma macchinoso).

PROGRAMMA RIABILITATIVO Definite aree deficitarie selezionare aree d intervento - Obiettivo globale suddiviso in : - Obiettivi generali (per aree), suddivisi in: - Obiettivi specifici (operativi e raggiungibili realisticamente in alcuni mesi). (Possibilmente non pi di 2 3 contemporaneamente). Es. ob glob: trovare lavoro Ob specifici: - assunzione non protetta (cucare offerte lav, fare curriculum, curare abbigliamento, prepararsi al primo colloquio ecc.) - formaz profess (conoscere regole e procedure base) Se occorre lavoro in pi aree dare priorit: 1. a lavori che accrescano l autostima del pz con successi in tempi relativamente brevi 2. motivazione espressa dalla persona (valutazione della capacit di applicarsi e di trarne gratificazione) 3. importanza/urgenza espressa dall ambiente (specie figure principali coinvolte) 4. presenza di risorse e di sostegno (su chi e cosa contare) 5. abilit gi presenti

6. livello di funzionamento precedente Procedere per passi graduali e pensare in una prospettiva di lungo periodo (due/tre anni), la cui finalit portare il paziente a vivere nell ambiente di sua scelta facendo un lavoro e una attivit di sua scelta). L obiettivo globale ovviamente dinamico e realistico (valutazione delle potenzialit e limitazioni interne ed esterne; ottimismo del cuore e pessimismo della ragione). Tempi lunghi (spesso un anno per cogliere cambiamenti minimi) Il servizio pu perseguire non solo gli obiettivi riabilitativi individuali diretti ma anche obiettivi strumentali mirati ad accrescere le risorse esterne (es. n area abitativa e lavorativa , lavori sulla sicurezza, il vicinato, contatti con cooperative sociali ecc.) In cert casi l ob diretto del pz anche ob strumentale per il servizio (es. ninterventi nella rete fam). Negoziazione degli obiettivi con il pz Successo facilitato se la persona collabora alla definizione dell ob e lo sente come suo. Se inizialmente il pz non in grado occorre concordare l obiettivo con familiari o tutore . Spivak parla di una sorta di circolo vizioso dei fallimenti che condiziona le aspettative del pz.. Per questo mirare almeno all inizio ad obiettivi anche minimi ma gratificanti. E necessario anche tener conto delle persone che vivono al pz (familiari o operatori ecc.). Percorso che favorisce la negoziazione col pz e il raggiungimento dell obiettivo specifico: 1) aiutare la persona a rendersi conto del problema 2) motivarla al cambiamento (vantaggi/svantaggi), lasciandola esprimere liberamente. 3) Arrivare a un accordo su un obiettivo specifico realistico e definirne operativamente i passi 4) Scomporre l obiettivo specifico nei compite e abilit elementari per il suo raggiungimento. 5) Identificare le risorse necessarie o utili 6) Definire possibili festeggiamenti per il raggiungimento di un obiettivo 7) Allenare il pz all uso ripetuto di abilit necessarie (finch arriva a possederla in modo davvero adeguato. Spesso l abilit funziona in ambito protetto ma fuori diverso!) Per realizzare i punti da 3 a 6 utile usare un metodo strutturato di problem solving . Per il resto discutere collettivamente tutti gli aspetti di cui sopra. Spesso le aspettative eccessive (anche alimentate dal pz e dalla fam) creano stress e peggioramento dei sintomi. Aiutare pz e fam posizionarsi verso obiettivi realistici, pi contenuti ma davvero benefici.

Possibile insuccesso : eccessiva difficolt dell ob per la persona carenza di motivazione errori nella impostaz o conduz del piano riabilitativo circostanze ambientali sfavorevoli Farne corretta analisi per rimuovere cause. Non enfatizzare il fallimento ma valorizzare in ogni caso l esperienza e progettare un nuovo obiettivo che tenga conto dei progressi compiti. Processo riabilitativo efficace: - atmosfera di sostegno e di accettazione Interventi psicoeducativi: a tal fine utile formare gli operatori (e gli utenti) a modalit di comunicazione corretta (ascolto attivo, critiche costruttive, esprimere sentimenti piacevoli e apprezzamento per gli altri, fare richieste in modo positivo) E al metodo sistematico di soluzione dei problemi (es. approccio descritto da Falloon). Valorizzazione dei comportamenti adeguati e positivi: non accettazione di comportamenti socialmente inadeguati ma senza accentuare atteggiamenti critici o di rimprovero che confermerebbero esperienze passate di fallimento e di disistima. Necessit di definire obiettivo globale (presuppone per prima la creazione di una relazione, anche mediante ascolto del disagio propostici dalla persona) Necessit di valutare (regolarmente) se l obiettivo stato raggiunto. Valorizzare il raggiungimento dell obiettivo con adeguate gratificazioni ma anche utilizzare la valutazione per mettere a fuoco le difficolt e riposizionarsi su obiettivo nuovo. Si suggerisce anche di abituare il paziente ad un autovalutazione periodica (giornaliera, settimanale ecc.) Altro fattore riabilitativo l ambiente: spazi puliti e familiari ecc. Le attivit espressive e artistiche e l inserimento in coop di lavoro ecc. sono utili ma la riabilitazione fatta essenzialmente di interventi individualizzati e specifici (diretti alle aree di funzionamento personale e sociale carenti). SCHEDA DI PIANIFICAZIONE DI OBIETTIVI SPECIFICI (PO) Obiettivo misurabile (riproducibile con valutazioni oggettive da parte dei diversi operatori) Definire comportamento atteso, frequenza, circostanze (con chi e dove) Identificazione delle abilit necessarie: cognitive (conoscenze e capacit di comprensione) pratiche (saper fare) fisiche abilit di relazione sociale (specie comunicazione delle emozioni e risposta alle emozioni altrui)

abilit: deve essere : competente, consapevole, nelle circostanze e con la frequenza adeguate. Visibile in azione osservabile; mirata; con componenti conoscitive (consapevolezza del come e del perch); misurabile;generalizzata e stabile. v. da modulo i livelli dell uso dell abilit.

Scomposizione dell obiettivo specifico in compiti elementari Precisare le risorse (di ogni tipo) necessarie per lattuazione del piano Vanno identificati anche gli obiettivi strumentali (passi necessari per acquisire le risorse necessarie di cui sopra). Per abilit e risorse occorre valutazione del passato, delle potenzialit o dei blocchi e della situazione attuale. Sequenza per il Piano dell intervento: -identificazione del coordinatore e degli operatori coinvolti -contenuti del piano (chi fa, che cosa, quando. - definizione di chi passo passo fa monitoraggio su assolvimento di tali compiti -piano per gli obiettivi strumentali (reperimento risorse) -piano riabilitativo v. e pp - precisare festeggiamenti per raggiungimento dell obiettivo concordati col pz. -preventivare possibili barriere (ostacoli e difficolt di vario genere nell applicazione del piano) -indicazione delle date per le prime 2 verifiche. Il Piano pu sempre essere integrato o variato. MODULO DI ANDAMENTO DI OBIETTIVO SPECIFICO (AO) Grafico Scomposizione di un obiettivo specifico in compiti/abilit elementari. Es. nella gestione soldi: definizione cifra settimanale - scelta prodotti desiderati definizione dei costi selezione delle spese settimanali fattibili per categoria spesa del giorno. Comportamento: spendere 30.000 lire a settimana Circostanza: prima dell uscita quotidiana Frequenza: tutti i gorni Per compiere i passi di cuisopra utilizzare il MODULO OSSERVAZIONE/INSEGNAMENTO (O2) - obiettivo specifico delimitato - articolazione compiti/abilit molto dettagliata - progressione da ambiente protetto a autonomo

scala della frequenza dello svolgimento autonomo possibili codifiche per rilevazioni statistiche VALUTAZIONE DELLINTERVENTO RIABILITATIVO Vado consente valutazione individualizzata ma anche della qualit della attivit riabilitativa nei confronti di un gruppo o per l intero servizio.

a) valutazione di processo indicatori: negoziazione (x n di obiettivi e di pazienti) valutazione iniziale (x qnti pz stata fatta la valutaz di funzionamento) redazione del Piano riabilitativo (es. x quanti pz stato scritto PR.per almeno 2 ob. Specifici) effettuazione delle verifiche (% dei pz verificati) b) valutazione di esito x la valutazione dell efficacia nella pratica (effectiveness) si usano: -descrizioni dettagliate e aneddotiche dei casi -rilevazione di indicatori di esito (% di pz che tronano in pp abitazione o trovano lavoro) - raggiungimento di ob. individuali misurabili - valutaz. esiti x gruppi di pz mediante strumenti standardizzati (compilati dagli operatori no compilati da osservatori indipendenti) - valutaz in gruppi di pz mediante strumenti di autocompilazione da parte dei pz o dei familiari Il VADO utile per follow up e per il miglioramento della Qualit (e andrebbe integrato da questionari successivi compilati dai pz, familiari ecc.,) INIZIO DELL INTERVENTO RIABILITATIVO Inizio il pi presto possibile (ma non mai troppo tardi).

MODULO DI ANDAMENTO DEL FUNZIONAMENTO PERSONALE E SOCIALE (AF) FASE DI ATTUAZIONE DELL INTERVENTO: MODULO DI OSSERVAZIONE/INSEGNAMENTO (02)

Modulo di osservazione (01)

Villetta San Gregorio Data: COMPONENTI DA OSSERVARE GRADO DI AUTONOMIA NELL ESECUZIONE

Del tutto In parte Totalmente Non autonomo autonomo dipendente valutabile o non pertinente 1 2 3 4 Cura di s Cura del proprio abbigliamen to Cura della propria salute fisica Gestione complessiva della propria salute psichica Riconoscimento da parte del pz. dei segni precoci di crisi Uso di strategie di coping Assunzione farmaci secondo le prescrizioni Capacit di discutere col medico la variazione (in + o in -) della terapia Attivit quotidiane Gestione tempo libero Partecipazione alla vita della Villetta: attivit gestionali Partecipazione alla vita della

5 6 7

9 10 11 12 13

Villetta: attivit ricreative Capacit di informarsi Gestione del lavoro Uso mezzi pubblici Capacit di spostamento Fronteggiamento emergenze

Altri elementi da osservare: Abitazione : dispone di abitazione: caratteristiche dell abitazione: zona di abitazione: disponibilit di servizi: centri di riunione vicinato: risorse difficolt sicurezza (o pericolosit) della zona per il paziente

Vita sociale, relazionale, affettiva: Capacit relazionali relazioni d amicizia relazioni d aiuto frequenza rapporti sociali esterni vita affettiva

sessualit vita sentimentale Interessi, hobbies, passioni:

Reddito e fonte: Sintesi punti di forza e risorse attuali (di ogni tipo: patente, persone di supporto, passioni ecc.) Sintesi dei punti di forza passati (oggi ridotti ma da riattivare) Rischio suicidio

MODULO DI RILEVAZIONE DEI SEGNALI PRECOCI DI CRISI (SP) Finalit: identificare elementi che possano prevenire eventuali crisi e attivare strategie di contrasto adeguate e tempestive. Villetta S. Gregorio Data: nominativo paziente: operatore: Premessa tipo: negli ultimi due tre anni ha avuto episodi di crisi? In questi casi le sembra che ci siano stati sentori di tale malessere che si preparava (disturbi del sonno, difficolt di uscire, paura del contatto con gli altri ecc.). Avete identificato alcuni di questi elementi che possono far pensare allavvento di una crisi. Chi vi conosce a volte vi ha parlato di questi aspetti?

Quando comincio a non star bene mi succede che:

Se mi capita anche una sola delle cose che ho scritto devo:

Inoltre dovrei: Medico di base: Psichiatra curante: Altre note:

MODULO DELLE AREE RIABLITATIVE (A/R) Cura di s Cura del proprio abbigliamento Cura della propria salute fisica Gestione della propria salute psichica Abitazione Zona di abitazione Cura dello spazio di vita e attivit domestiche Attivit produttive e/o socialmente utili Quantit e tipo delle attivit quotidiane Velocit dei movimenti Partecipazione alla vita di residenza/centro diurno Partecipazione alla vita familiare Vita affettiva, aspetti sessuali e sentimentali Cura dei figli minori Frequenza dei rapporti sociali esterni Relazioni d amicizia e d aiuto Controllo dell aggressivit Altre regole di convivenza Sicurezza Interessi Informazioni generali Livello d istruzione Gestione del denaro Spostamenti e uso mezzi di trasporto Uso del telefono Acquisti e commissioni Fronteggiamento dell emergenza Pensioni e sussidi Punti di forza (NV= non valutabili )

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