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LA RIPRODUZIONE SESSUALE

Nella specie umana gli individui sono costituiti da migliaia di miliardi di cellule. La maggior parte di esse rappresentata da cellule somatiche che formano i tessuti, gli organi e gli apparati. Una piccola minoranza forma le cellule germinali, dalle quali originano i gameti, soli elementi cellulari capaci di intervenire nella riproduzione. Dallunione dei gameti si forma lo zigote, quindi lembrione e il feto. Con la nascita inizia la vita post-natale caratterizzata dal periodo giovanile (et evolutiva) e dalla maturit (et adulta), sostanzialmente, si intende, il periodo della maturit sessuale. Dal punto di vista strettamente biologico il ciclo vitale risulta dalla ripetizione di queste fasi. Con riferimento alla trasmissione del patrimonio genetico gli eventi fondamentali, che caratterizzano il ciclo vitale, indispensabili alla riproduzione, sono: - perfetta duplicazione del DNA durante la gametogenesi - modificazione dei cromosomi durante la meiosi - formazione di un individuo sano, sessualmente maturo e capace di trasmettere, attraverso i propri gameti, il proprio DNA. Tutti i meccanismi che controllano le fasi del ciclo vitale sono contenuti nel genoma e le modificazioni morfologiche, che dallo zigote portano allindividuo adulto, sono tutte il risultato dellespressione dei geni e dei loro prodotti. Linsieme di tutti questi processi costituisce la Biologia dello Sviluppo.

Il nucleo di ogni cellula somatica ha un corredo diploide costituito da 46 cromosomi: 46, XX nelle cellule dellorganismo femminile e 46, XY nelle cellule dellorganismo maschile. Le cellule germinali, per divenire gameti maturi, vanno incontro a particolari trasformazioni che si realizzano principalmente nelle gonadi. I gameti sono: gli spermatozoi nel maschio e gli ovociti nella femmina. Levento fondamentale nella gametogenesi la meiosi. Attraverso la meiosi si determina la riduzione a met del numero dei cromosomi che, da diploide (2n = 46), diviene aploide (n = 23). Gli ovociti possiedono tutti una formula cromosomica 23, X. Gli spermatozoi costituiscono, a causa della separazione dei due cromosomi sessuali eterologhi, due popolazioni di formula 23, X e 23, Y. La meiosi non ha come unico risultato quello di ridurre a met il numero dei cromosomi, essa opera anche una ridistribuzione di geni tra cromosomi omologhi, in maniera tale che ciascuno di essi differisca dal cromosoma originale. Gli ovociti sono grandi cellule immobili, ricche di riserve citoplasmatiche. Gli spermatozoi sono piccole cellule mobili, capaci di trasportare il proprio corredo genetico allinterno dellapparato genitale femminile, dal sito dellinseminazione a quello della fecondazione. La fecondazione la fusione di uno spermatozoo con un ovocita, dalla fecondazione origina una cellula unica, lo zigote.

Lo zigote diploide poich i suoi cromosomi risultano dalla somma dei cromosomi di origine materna e di origine paterna. Lo zigote ha un sesso genetico dipendente dal cromosoma sessuale trasportato dallo spermatozoo fecondante. Dallo zigote, attraverso numerose mitosi successive, origina un individuo completo che, al termine dello sviluppo, raggiunta la maturit sessuale, diviene capace di riprodursi. Poich tutte le cellule somatiche si costituiscono attraverso mitosi da una stessa cellula, lo zigote, esse possiedono tutte lo stesso patrimonio genetico. La riproduzione sessuale non una riproduzione ma una procreazione. La meiosi e la fecondazione assicurano un rimescolamento genetico che mantiene le caratteristiche della specie, ma responsabile di variazioni individuali. Lo zigote, infatti, dal punto di vista genetico non mai la copia di uno dei due genitori.

LA FORMAZIONE DEI GAMETI


I gameti si formano nelle gonadi. Le gonadi, i testicoli nel maschio e le ovaie nella femmina, svolgono una duplice funzione: producono i gameti e alcuni ormoni (funzione endocrina).

La Spermatogenesi
Gli spermatozoi si formano nel testicolo dalle cellule capostipite della linea germinale maschile, gli spermatogoni. Gli spermatogoni si impegnano in un processo evolutivo lungo e complesso che, attraverso vari stadi differenziativi, porta alla formazione degli spermatozoi.
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La spermatogenesi si realizza nei tubuli seminiferi del testicolo. Nellepitelio seminifero dei tubuli seminiferi si riconoscono vari tipi cellulari appartenenti alla linea germinale: spermatogoni spermatociti I spermatociti II spermatidi spermatozoi Gli spermatozoi sono prodotti continuamente dalla pubert fino alla morte.

Caratteristiche biologiche degli spermatozoi:


Lunghezza: Numero: Efficienza della spermatogenesi: Spermatozoi nellejaculato: Forme mobili: Velocit di progressione nelle vie genitali femminili: Sopravvivenza nelle vie genitali femminili: 65 100 milioni/cm3 di sperma 300 milioni di spz ogni tre giorni circa 300 milioni circa l80% 1,5 mm/minuto; 3-4 giorni.

Durata della spermatogenesi (da spermatogonio a spermatozoo): 73 giorni

LOvogenesi
Gli ovociti (cellule uovo) si formano nellovaia a partire dagli oogoni. Gli oogoni si impegnano in un processo particolarmente lungo e complesso che, attraverso vari stadi differenziativi, porta alla formazione degli ovociti.

Lovogenesi si realizza nella corticale ovarica a livello dei follicoli oofori. Nella corticale ovarica si riconoscono vari tipi di follicoli oofori: follicoli primordiali follicoli primari follicoli secondari follicoli cavitari follicoli preovulatori Gli ovociti giungono a maturazione dalla pubert alla menopausa. A ciascun ciclo mestruale corrisponde la maturazione e la espulsione di un ovocita che diviene fecondabile al termine una particolare meiosi che si realizza, diversamente dal maschio, in modo ineguale. Questa divisione produce una cellula uovo molto grande e i globuli polari piuttosto piccoli e costituiti principalmente da DNA.

Caratteristiche biologiche degli ovociti:


Diametro dellovocita maturo: Numero di ovociti al settimo mese di vita fetale: Numero di ovociti alla nascita: Numero di ovociti alla pubert: Numero di ovociti che giungono alla ovulazione: Numero di ovociti nella menopausa: Durata dellovogenesi: Sopravvivenza dellovocita dopo lovulazione: 120 - 140 7 milioni 1 milione 400.000 250 400 0
dalla vita fetale alla fecondazione avvenuta

meno di 24 ore

N.B.: La durata della meiosi diversa nei due sessi: Nel maschio si realizza in pochi giorni dallo stadio di spermatocita primo allo stadio di spermatide. Nella femmina la meiosi inizia nella vita fetale e rimane sospesa per decenni (profase della prima divisione meiotica), si sblocca nel follicolo preovulatorio e si completa, con lespulsione del secondo globulo polare, solo se lovocita fecondato.

LA FECONDAZIONE
La fecondazione consiste nella fusione tra la cellula uovo e lo spermatozoo.

Gli Spermatozoi Nelle Vie Genitali Femminili


Linseminazione consiste nella deposizione di alcuni millilitri di sperma prodotto attraverso lejaculazione. Un certo numero di spermatozoi penetra nel canale cervicale, nellutero e nelle tube dove si realizza, eventualmente, lincontro con lovocita. Durante il transito attraverso le vie genitali femminili gli spermatozoi, se non vengono distrutti, subiscono le modificazioni che portano alla capacitazione. - Inseminazione: 200-300 milioni di spermatozoi in vagina. - Entro mezzora una quota di spermatozoi deve impegnarsi nel muco cervicale - Attraversamento del muco cervicale entro 2 ore da parte 2-3 milioni di spz. - Molte ore dopo linseminazione molte migliaia di spz mobili sono ancora presenti nel canale cervicale. - Attraversamento rapido dellutero, dopo 24 ore giungono leucociti e macrofagi.
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- Accumulo degli spz nella tuba, le cui secrezioni viscose, in periodo periovulatorio, sono favorevoli alla sopravvivenza. - Liberazione a ondate successive di varie decine di spermatozoi - Gli spermatozoi giungono in cavit peritoneale dove il liquido peritoneale assicura uneccellente sopravvivenza.

La Capacitazione
Gli spermatozoi ejaculati non sono direttamente fecondanti. Nella inseminazione in vivo il potere fecondante acquisito durante il transito nelle vie genitali femminili, tale fenomeno detto capacitazione: Il muco cervicale si lascia attraversare solo da spz mobili, viene eliminato il liquido seminale contenente fattori capaci di impedire la reazione acrosomiale. Rimozione di proteine della membrana dello spz da parte di enzimi proteolitici presenti nelle secrezioni uterine e tubariche. Riduzione del rapporto colesterolo/fosfolipidi Aumento della premeabilit agli ioni Ca++. Costituzione di una regione povera di proteine che faciliter la fusione con la membrana esterna dellacrosoma. Ingresso di ioni Ca++ e iperattivazione degli spz.

LOvulazione
Nellovaia, ad ogni ciclo, circa ogni mese, un follicolo cavitario pi grande degli altri, detto follicolo dominante, si rompe ed espelle, insieme al liquido follicolare, un ovocita circondato da una certa quantit di cellule follicolari. La cellula uovo liberata al momento dellovulazione un ovocita II bloccato nella metafase della seconda divisione meiotica. Lovocita circondato dalla zona pellucida a sua volta circondata da un gran numero di cellule follicolari dissociate in un gel di acido ialuronico. Lovocita metabolicamente inerte, in assenza di fecondazione ha vita molto breve. Lovocita, espulso al momento dellovulazione, raccolto dal padiglione tubarico e trasportato in direzione dellutero.

La Fecondazione
La fecondazione si realizza, di solito, nella porzione ampollare della tuba. Lo spermatozoo penetra nellovocita Gli spz ipercinetici giungono in contatto con le cellule follicolari che circondano lovocita e attraversano il gel di acido ialuronico; lacrosoma libera sostanze di tipo ialuronidsico capaci di fluidificare la matrice intercellulare relativamente densa. Contatto, riconoscimento e fissazione alla zona pellucida; alcune glicoproteine specie specifiche favoriscono il fenomeno. Reazione acrosomiale: fusione della membrana esterna dellacrosoma con la membrana plasmatica dello spz mediata da ioni Ca++. Attivazione degli enzimi acrosomiali: trasformazione della pro-acrosina in acrosina mediata da ioni Ca++. Idrolisi e attraversamento della zona pellucida.

Penetrazione nello spazio perivitellino e inizio della fusione della membrana plasmatica dellovocita con la membrana dello spermatozoo. Rilascio di Ca++ da parte del reticolo endoplasmatico liscio. Attivazione dellovocita: modificazione della permeabilit della membrana agli ioni K+ e fagocitazione completa dello spz. Reazione corticale: liberazione del contenuto dei granuli corticali nello spazio perivitellino: impenetrabilit della zona pellucida.

La formazione dei pronuclei


- Lattivazione dellovocita permette di completare la meiosi con lespulsione del secondo globulo polare. - Formazione del pronucleo femminile aploide a cromatina condensata. - Distruzione delle componenti spermatocitarie fatta eccezione per il nucleo. - Decondensazione della cromatina, ricostituzione dellinvolucro nucleare e formazione del pronucleo maschile a cromatina meno densa di quello femminile.

Linizio della prima divisione della segmentazione


- I due pronuclei duplicano il proprio DNA. - Il citoscheletro trasporta i pronuclei al centro dellovocita. - I pronuclei si affinacano ma non si fondono - Organizzazione del fuso mitotico - Gli involucri dei pronuclei scompaiono e i cromosomi si dispongono nella placca equatoriale. La riunione del materiale genetico materno e paterno segna la fine della fecondazione e linizio dello sviluppo embrionale.
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LA PRIMA SETTIMANA DI SVILUPPO LO SVILUPPO PRIMA DELLIMPIANTO La segmentazione


Attraverso la segmentazione luovo fecondato si divide attraverso mitosi. Le cellule, le cui dimensioni diminuiscono progressivamente, sono dette blastomeri. La segmentazione permette di ripartire la grande massa citoplasmatica dellovocita tra pi cellule e di ristabilire un corretto rapporto di massa tra nucleo e citoplasma. I primi fusi mitotici si organizzano in assenza di centrioli. 24-36 ore: 40-48 ore: prima mitosi di segmentazione, 2 blastomeri seconda mitosi, 4 blastomeri uguali.

Le successive divisioni non sono pi sincrone terzo giorno: quarto giorno: 6-12 blastomeri 16-32 blastomeri

Lembrione allo stadio di 32 blastomeri costituisce una massa cellulare piena, la morula, circondata dalla zona pellucida. I blastomeri sono tra loro apparentemente identici. Le sintesi proteiche sono effettuate grazie alla traduzione di RNA sintetizzati dallovocita. Il genoma embrionale sarebbe trascritto a partire dallo stadio di 4-8 blastomeri. Gli RNA materni saranno tradotti anche allo stadio di blastocisti.

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Il compattamento
Le cellule della morula danno origine non solo allembrione vero e proprio, ma anche agli annessi embrionali. A partire dallo stadio di 8 blastomeri le cellule cominciano a presentare delle trasformazioni importanti: Aderiscono tra loro aumentando la superficie di contatto intercellulare. Formano giunzioni gap e tight puntiformi. Cominciano a mostrare una polarit citoplasmatica. I nuclei si situano verso il centro della morula, compaiono sulla superficie esterna microvilli sottesi da una trama di microtubuli e microfilamenti. Il compattamento genera la diversit cellulare nelle fasi precoci dello sviluppo embrionale. Allo stadio di 16 blastomeri si possono identificare due popolazioni diverse per fenotipo e per posizione: Il trofoectoderma e la massa cellulare interna.

La formazione della blastocisti


Tra il 5 ed il 6 giorno dalla fecondazione i blastomeri pi esterni si appiattiscono per formare il trofoblasto di aspetto epiteliale. Le cellule del trofoblasto, tra loro adese per mezzo di giunzioni (compaiono anche piccoli desmosomi), trasportano fluidi che, accumulandosi, determinano la formazione di una cavit, il blastocele. La blastocisti presenta il trofoblasto (scomponibile in trofoblasto murale trofoblasto polare) e il nodo embrionale o massa cellulare interna. La massa cellulare interna costituita da una piccola parte di blastomeri apparentemente non polarizzati. e

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Fino al 6 giorno la blastociti protetta dalla zona pellucida che svolge funzioni protettive fisico chimiche.

La migrazione delluovo fecondato


Luovo fecondato trasportato verso la cavit uterina in maniera discontinua: - Circa 48 ore nella porzione ampollare della tuba - 10 ore per attraversare listmo (4 8 blastomeri) - 2-3 giorni in utero ( formazione della morula e blastocisti) Lambiente uterino, opportunamente preparato dagli ormoni ovarici, fornisce alcuni nutrienti importanti per lo sviluppo della blastocisti.

Impianto
Alla fine della prima settimana la blastocisti aderisce allepitelio uterino e penetra allinterno dellendometrio. Le fasi salienti dellimpianto sono: 1. scomparsa della zona pellucida; intorno al 6 - 7 giorno la blastocisti si libera della zona pellucida attraverso una sorta di schiusa operata da enzimi idrolitici e dallespansione della blastocisti 2. Orientamento della blastocisti e sua adesione allepitelio uterino; ladesione sarbbe favorita da alcuni residui glicidici presenti sulle membrane; Il trofoblasto assume fluidi per pinocitosi 3. Penetrazione del trofoblasto nellendometrio, le cellule del trofoblasto emettono espansioni che si insinuano tra le cellule epiteliali uterine dissociate da enzimi litici prodotti dallo stesso trofoblasto.

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4. Espansione e proliferazione del trofoblasto, le cellule trofoblastiche perdono il loro aspetto pavimentoso e divengono pi voluminose ed irregolarmente poliedriche, le mitosi si attivano grandemente. Il trofoblasto in rapido sviluppo differenzia due componenti - Il Citotrofoblasto che costituito da cellule cubiche del trofoblasto polare - Il Sinciziotrofoblasto, massa citoplasmatica polinucleata. E il sincizio-trofoblasto che trascina luovo fecondato completamente allinterno dellendometrio. Intorno alla 12 giornata la breccia uterina chiusa da un tappo di fibrina e si ricostituisce presto la continuit epiteliale.

IMPIANTO NORMALE IMPIANTO ECTOPICO

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LA SECONDA SETTIMANA
Alla fine della prima settimana la blastocisti si trova allo stadio di nodo embrionale Durante la seconda settimana dalla massa cellulare interna si differenziano successivamente: o lentoderma o lectoderma

Nella blastocisti la porzione di nodo embrionale che si affaccia sulla cavit blastocelica differenzia uno strato di cellule che rappresenta il primo abbozzo dellentoderma All8 giorno lentoderma prolifera lungo la membrana di Heuser che delimita il sacco vitellino primitivo. Nel nodo embrionale si individua una cavit, la cavit amniotica: delimitata dallepitelio amniotico e dallectoderma.

Compare il mesenchima extraembionale tra i derivati trofoblastici da una parte e le vescicole vitellina ed amniotica dallaltra (magma reticolare). Entoderma \ Ectoderma /

> Area embrionale bilaminare

Alla fine della 2 settimana larea embrionale costituita ancora da due soli foglietti.

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Il mesenchima extra-embrionale si condensa in due strati: 1) esterno accollato al trofoblasto trofoblasto \ > CORION

mesenchima extraembrionale /

2) laltro interno a ridosso dellamnios e del sacco vitellino Somatopleura Splancnopleura

Tra i due strati si trova il celoma extraembrionale. Il peduncolo embrionale collega lembrione alla parete trofoblastica. Alla fine della seconda settimana compare la linea primitiva Inizia cos la gastrulazione.

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TERZA SETTIMANA GASTRULAZIONE


La gastrulazione consiste nella formazione del terzo foglietto embrionale: IL CORDO-MESODERMA La formazione del cordo-mesoderma avviene mediante un processo di migrazione cellulare: o le cellule ectodermiche, a livello della linea primitiva, scivolano in profondit. La linea primitiva termina anteriormente con il nodo cefalico (di Hensen). Dal nodo cefalico, in direzione cefalica si sviluppa il prolungamento del nodo cefalico. Il prolungamento del nodo cefalico d origine alla corda dorsale attraverso tre stadi successivi: Canale cordale Placca cordale Corda dorsale Il mesoderma occupa tutto il disco embrionale, rimangono prive di mesoderma le due membrane membrana bucco-faringea membrana cloacale

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IL DESTINO DEI TRE FOGLIETTI EMBRIONALI LEVOLUZIONE DEL MESODERMA


Nel mesoderma si distinguono quattro porzioni: I. Mesoderma assiale II. Mesoderma para-assiale III. Mesoderma intermedio IV. Mesoderma laterale

I. Il Mesoderma assiale
La corda dorsale lorgano assile longitudinale primitivo, costituitsce una sorta di scheletro. Determina linduzione del differenziamento del neuroectoderma. Successivamente guida lo sviluppo delle strutture scheletriche che costituiscono la colonna vertebrale. La corda dorsale destinata a regredire.

II. Il Mesoderma para-assiale Il mesoderma para-assiale o mesoderma dorsale si segmenta nei somiti. I primi somiti compaiono nella porzione media dellembrione, corrispondente alla futura regione occipitale La segmentazione prosegue in direzione caudale Alla fine della 5 settimana i somiti sono 42 circa.
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Dai somiti hanno origine: lo sclerotomo il dermomiotomo Lo sclerotomo essenzialmente d origine agli abbozzi vertebrali Dal somite si distacca la popolazione sclerotomica che si addensa intorno alla corda dorsale dove forma gli abbozzi vertebrali. Il dermomiotomo d origine ai connettivi dermici e alla muscolatura paravertebrale della porzione anterolaterale del tronco e degli arti.

III. Il Mesoderma intermedio


Il mesoderma intermedio o peduncolo mesodermico d origine al cordone nefrogeno. Il cordone nefrogeno si segmenta metamericamente in maniera corrispondente alla segmentazione somitica, ma la segmentazione non giunge nella porzione caudale. pronefro mesonefro metanefro

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IV. Il Mesoderma laterale


Il mesoderma laterale si divide in due foglietti: 1) il primo si accolla allentoderma e si continua con la splancnopleura extraembrionale visceri 2) il secondo si accolla allectoderma e si continua con la somatopleura extraembrionale che riveste lamnios; la somatopleura intraembrionale che parteciper alla costituzione delle pareti laterale e ventrale del tronco. Tra i due foglietti del mesoderma laterale si estende la cavit celomatica, tale struttura prende il nome di celoma intraembrionale e d origine alle grandi cavit sierose. ricoprendo il sacco vitellino; la splancnopleura intraembrionale che dar origine alle tonache muscolari e connettivali dei

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IL DESTINO DEI TRE FOGLIETTI EMBRIONALI LEVOLUZIONE DELLENTODERMA


Lentoderma rimane un foglietto monostratificato, fino alla delimitazione del corpo embrionale. Dallentoderma, al momento della delimitazione del corpo embrionale, si costituisce lintestino primitivo. Intestino anteriore Intestino medio Intestino posteriore Le ghiandole annesse allapparato digerente Il rivestimento dellapparato respiratorio. ______________________________________ Membrana bucco-faringea Scompare allinizio della 4 settimana Menbrana anale o Membrana anale o Membrana uro-genitale La membrana anale scompare alla 9 settimana.

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TERZA SETTIMANA EVOLUZIONE DELLECTODERMA


Il principale derivato dellectoderma il tessuto nervoso e la sua differenziazione rappresenta il processo della neurulazione, attraverso il quale si costituisce il sistema nervoso nelle sue principali componenti, cio il midollo spinale, lencefalo e i nervi periferici. Il primo abbozzo unarea ectodermica situata nella regione dorso-mediana dellembrione, intorno al prolungamento del nodo cefalico e al di sopra del cordomesoderma. Questarea, che si sviluppa al 18 giorno per induzione del mesoderma assiale, viene chiamata placca neurale. E probabile che le strutture mesodermiche della placca precordale e della notocorda producano sostanze capaci di diffondere nel soprastante strato ectodermico attivando geni specifici che promuovono la differenziazione di una spessa placca di cellule neuroepiteliali colonnari pseudostratificate, il neuroectoderma. Il quale, durante lo sviluppo (stadio della neurula), si separa dallectoderma propriamente detto che, assunto ora il nome di foglietto corneo, dar origine allepidermide, agli annessi cutanei e ad alcuni organi sensoriali.

ECTODERMA 1) placca neurale --------- neurulazione 2) foglietto corneo epidermide annessi cutanei

Sistema Nervoso

organi sensoriali

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QUARTA SETTIMANA LA NEURULAZIONE


Allinizio della quarta settimana la placca neurale consiste di una porzione craniale slargata, il rigonfiamento delle vescicole encefaliche (gi visibile prima della completa saldatura della doccia, dar origine alle strutture encefaliche) e di una parte caudale ristretta, da cui si svilupper il midollo spinale. Intorno al XXII giorno la regione cefalica dellembrione comincia presentare la flessura mesencefalica in prossimit della quale origineranno, rispettivamente nelle posizioni rostrale e caudale, il prosencefalo e il romboencefalo. Questultimo risulta diviso in segmenti che prendono il nome di neuromeri o rombomeri. Al XXII giorno (8 paia di somiti) la placca neurale rappresentata solo per il 25% dalla ristretta porzione caudale che, con un ritmo di crescita superiore a quello della parte craniale (guidato dalla sottostante notocorda), appena quattro giorni pi tardi ne costituir circa il 60%.

La neurulazione quindi la trasformazione dellectoderma sopra-cordale (placca neurale) nel canale neurale affiancato dalle creste gangliari. Questo processo si svolge in tre stadi:

1. PLACCA NEURALE: compare al 18 giorno per ispessimento dellectoderma sopracordale 2. DOCCIA NEURALE: ivaginazione della placca, neurulazione propriamente detta (22 giorno) 3. CANALE NEURALE (o stadio della neurula): avviene la saldatura dei bordi della doccia, quindi il neuroectoderma si separa dal foglietto corneo per linterposizione di elementi mesenchimali. 22

Nel medesimo embrione, i tre suddetti stadi coesistono in zone diverse, poich la chiusura della doccia dalla porzione centrale, che rappresenta la futura regione cervicale, prosegue nei sensi craniale e caudale. I labbri delle pliche neurali dapprima entrano in contatto al XXII giorno nella regione dei quattro somiti occipitali e del primo cervicale. Il canale neurale cos formato comunica, alle due estremit, con la cavit amniotica, attraverso i neuropori craniale e caudale che si chiudono rispettivamente al XXIV e al XXVI giorno. La chiusura del neuroporo anteriore bidirezionale e avviene in corrispondenza del prosencefalo; il neuroporo posteriore si chiude solo in senso cranio-caudale a livello del secondo segmento sacrale. Anomalie di chiusura del canale neurale sono alla base di quadri patologici quali la spina bifida, lanencefalia e la rachischisi. Il tubo neurale, dopo la chiusura del neuroporo posteriore, termina al 31 somite. Le porzioni pi caudali, ossia quelle sacrale e coccigea, si costituiscono mediante una neurulazione secondaria guidata dal mesoderma caudale costituitosi alla fine della gastrulazione. Un cordone di tessuto totipotente delleminenza inferiore (produce anchessa somiti) forma dapprima una corda neurale solida che successivamente si canalizza lungo il suo asse centrale congiungendosi al lume del tubo neurale. Il processo si completa entro lottava settimana. Successivamente, per, il tubo neurale caudale si oblitera e regredisce lasciando il cosiddetto filum terminale. La cresta neurale (o gangliare), caratteristica dei vertebrati, una particolare popolazione cellulare che cresce lungo i margini laterali delle pliche neurali. Durante la neurulazione queste cellule si staccano dalla placca neurale e migrano, con direzione cranio-caudale, in diversi distretti dellorganismo dove si differenziano in
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una notevole variet di strutture. Le creste neurali si sviluppano dapprima nella regione mesencefalica, si distaccano e migrano gi prima della chiusura del neuroporo anteriore. Nella regione del futuro midollo spinale, le cellule delle creste si allontanano mentre le pliche neurali gradualmente si fondono; allestremit caudale, invece, vengono prodotte delle creste anche dopo il XXVI giorno (chiusura del neuroporo posteriore).

Principali derivati delle creste gangliari


Creste gangliari del mesencefalo e del prosencefalo caudale Ganglio ciliare Connettivo perioculare Muscolatura delliride Corpo ciliare Mesenchima della testa, superiormente al mesencefalo Pia madre e aracnoide della regione occipitale Creste neurali della regione rombo-mesencefalica Scheletro e muscolatura degli archi branchiali Derma, muscolature liscia e tessuto adiposo della faccia e della regione anteriore del collo Odontoblasti Cellule C della tiroide Neuroni e gliociti dei gangli parasimpatici dei nervi cranici VII, IX e X Neuroni e gliociti dei gangli sensitivi dei nervi cranici V, VII, VIII, IX e X

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Creste neurali occipitali e spinali Gangli annessi alle radici posteriori dei nervi spinali Neuroni postgangliari parasimpatici craniali e sacrali Catena gangliare paravertebrale dellortosimpatico Pia madre e aracnoide Cellule di Schwann Cellule cromaffini della midollare surrenalica Cellule neurosecretrici cardiache e polmonari Melanociti

Sviluppo dell Encefalo Lencefalo deriva dalla porzione anteriore del canale neurale, che si accresce sotto linduzione del cordo-mesoderma anteriore e della placca precordale. Prima del XXV giorno, quando il neuroporo anteriore ancora aperto, il tubo neurale, come detto, si dilata in tre vescicole (prosencefalo, mesencefalo e romboencefalo) separate da due solchi. Intorno al XXXII giorno la prima e lultima delle tre vescicole si sdoppiano, mentre quella mediana rimane inalterata.

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Evoluzione delle tre vescicole encefaliche

1. Prosencefalo

1. Telencefalo 2. Diencefalo

2. Mesencefalo 3. Romboencefalo

3. Mesencefalo 4. Metencefalo 5. Mielencefalo

Note: * Il telencefalo e il diencefalo costituiscono il cervello propriamente detto. ** Dalla porzione ventrale del metencefalo si differenzia il ponte, da quella dorsale il cervelletto. Il mielencefalo dar origine al bulbo o midollo allungato. *** Bulbo, ponte e mesencefalo costituiscono il tronco cerebrale.

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ANNIDAMENTO
Quando, al 5 giorno dalla fecondazione, la blastocisti si trova nella cavit uterina, la mucosa uterina, o endometrio, nella fase luteinica (secretiva) e presenta le condizioni pi opportune per accogliere luovo fecondato: spessa circa 5 millimetri, riccamente vascolarizzata, con vasi dilatati, le sue ghiandole producono attivamente un secreto ricco di proteine, mucopolisaccaridi, glicogeno e lipidi. Intorno al 6 giorno la blastocisti risulta costituita da uno strato periferico di blastomeri appiattiti, il trofoblasto; ad un suo polo, sul versante interno, organizzato il nodo embrionale o embrioblasto (masserella solida di blastomeri). La rottura della zona pellucida levento pi significativo nella preparazione dellembrione allimpianto, consentendo un rapido accrescimento del trofoblasto, che pu cos venire a contatto con la parete uterina, proliferare ed erodere la mucosa sottostante. La zona del trofoblasto che aderisce e invade lendometrio quella che riveste lembrioblasto, il trofoblasto polare. Il trofoblasto polare si presenta come una placca spessa che prolifera e si differenzia in due strati: uno strato con contorni cellulari ben distinti, detto citotrofoblasto o strato delle cellule di Langhans, contiguo con la massa cellulare interna, ed uno strato esterno sinciziale (originato dalla confluenza e fusione di singole cellule in una struttura unica), detto sinciziotrofoblasto. Diversi studi hanno dimostrato come durante la fase di adesione vi sia la progressiva espressione di molecole di adesione, cosiddette integrine, da parte della superficie cellulare endometriale. Questa espressione probabilmente regolata dallaumento degli ormoni steroidei di origine materna. I recettori endometriali interagiscono con i rispettivi ligandi espressi sulla superficie del trofoblasto. In questa fase stata osservata anche la presenza, a livello endometriale, di fattori inibenti linterazione cellula-cellula, come il fattore mucinico MUC1.
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Il probabile ruolo di questi fattori quello di regolare limpianto, forse con un meccanismo di selezione di embrioni anomali; questa ipotesi sembra supportata dallosservazione che in gravidanze umane associate a poliabortivit vi uninadeguata differenziazione di questi fattori endometriali, consentendo limpianto di embrioni non adatti al proseguimento della gravidanza. Diversi tipi di integrine vengono espressi anche da parte della superficie cellulare dellembrione nella fase di pre-impianto. Queste molecole di adesione mediano linterazione con i ligandi extracellulari: si ipotizza che il meccanismo di adesione coinvolga linterposizione di ligandi a ponte tra il trofoblasto e lepitelio uterino. Tra i ligandi, osteopontina, laminina, fibronectina sono espressi nellepitelio uterino e promuovono ladesione mediata da integrine. La blastocisti esprime durante la fase dellimpianto un repertorio di integrine che interagiscono con i ligandi presenti nella decidua e che comprendono fibronectina, fibrina, laminina, vitronectina e collagene. Il ruolo dellinterazione tra integrine e proteine della matrice (ligandi) non solo quello di agire come collante, ma principalmente quello di trasdurre i segnali provenienti dallambiente esterno verso una cellula tramite il suo recettore (integrina), attivando una risposta a tali segnali. Questo meccanismo potrebbe essere quindi il modo utilizzato dalla decidua per controllare il comportamento delle cellule del trofoblasto durante la fase di invasione. La decidualizzazione, infatti, un processo tipico di quelle specie con una placentazione invasiva emo-coriale. (La decidua lo strato superficiale compatto della mucosa uterina, che si stacca e viene espulsa durante il parto (secondamento). La decidua basale, o placentare, quella sottostante la base dimpianto della blastocisti; quella che riveste la parte della blastocisti rivolta verso la cavit uterina la decidua capsulare, o riflessa; la parte restante la decidua parietale).

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Sia ladesione che lulteriore processo di annidamento sono il risultato dellattivit istolitica del trofoblasto invasivo. In questa fase si osservano molte divisioni cariocinetiche nel citotrofoblasto ma nessuna nel sincizio. Lo sviluppo del trofoblasto procede parallelamente alle prime fasi evolutive dellembrioblasto e pone le basi per lorganizzazione della futura placenta. In un primo momento limitata al trofoblasto polare, la differenziazione del trofoblasto in due strati si estender successivamente a tutta la circonferenza della blastocisti.

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LA PLACENTA

La PLACENTA un organo transitorio di connessione materno-fetale funzionalmente piuttosto complesso, dovendo provvedere a svolgere nel suo ambito molteplici attivit che nellindividuo adulto sono realizzate separatamente in diversi organi. La sua funzione fondamentale quella di favorire lo scambio di materiale tra la circolazione sanguigna fetale e quella materna senza mescolanza o effettivo contatto fisico fra le due circolazioni. Coinvolta negli scambi gassosi e nutritivi, fornisce i substrati per il metabolismo fetale e ne smaltisce i prodotti di rifiuto, dispone inoltre di efficienti attivit enzimatiche ed ormonali che rispondono alle esigenze vitali di crescita e di benessere dellorganismo fetale; agisce, in modo ancora poco conosciuto, come una barriera immunologica fra lorganismo ospite materno e quello estraneo fetale. Durante i 280 giorni di una normale gestazione, la placenta si adatta continuamente alle richieste del feto, subendo rapide modificazioni strutturali e funzionali, sino a separarsi dalla madre, con lespletamento del parto, per essere espulsa senza alcun danno, nonostante la sua estrema vascolarizzazione. Lunit funzionale fondamentale della placenta rappresentata dal VILLO CORIALE: questo costituito da un asse mesenchimale centrale, nellambito del quale decorrono i vasi sanguigni, rivestito dal trofoblasto. Il trofoblasto consiste di uno strato multinucleato esterno, il sinciziotrofoblasto, e da uno strato pi interno di singole cellule, il citotrofoblasto. Tali strutture sono organizzate a costituire una barriera placentare che media selettivamente gli scambi di sostanze tra madre e feto, rivestendo, quindi, particolare importanza nel determinare un regolare sviluppo fetale e nel consentire il mantenimento di una gestazione normale.
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FUNZIONI DELLA PLACENTA


La funzione primaria della placenta rappresentata dallo scambio dei prodotti metabolici e gassosi tra le circolazioni sanguigne fetale e materna, senza mescolanza o contatto fisico effettivo. E un organo che svolge numerose funzioni metaboliche per conto del feto, con attivit di sintesi enzimatiche ed ormonali, di termoregolazione, di assorbimento e di escrezione. La placenta compie funzioni paragonabili a quelle degli apparati gastrointestinale, respiratorio, circolatorio e renale. La barriera placentare controlla il passaggio di sostanze con differenti meccanismi, dalla semplice diffusione al trasporto attivo, di cui la fagocitosi per sostanze solide e la pinocitosi per sostanze liquide sono un esempio. I gas, come ossigeno e anidride carbonica, attraversano la placenta secondo la legge fisica della diffusione basata sulle diverse tensioni, cos come avviene a livello polmonare e tissutale. Il passaggio dellossigeno verso il feto favorito da un gradiente di diffusione di circa 20 mmHg (di 5 mmHg per la CO2 in direzione opposta), oltre che dalla maggiore affinit dellemoglobina fetale per lossigeno. Anche lacqua e gli elettroliti passano rapidamente per diffusione. La quantit dacqua che attraversa la barriera placentare maggiore di quella effettivamente utilizzata dai tessuti fetali; verso la fine della gravidanza il feto riceve pi di 3 litri dacqua allora e una quantit quasi equivalente ritorna alla circolazione. Con lavanzare della gestazione, in rapporto con lo sviluppo del feto, aumenta il trasporto di minerali quali calcio e fosforo, la cui concentrazione subisce una notevole caduta nella seconda met della gestazione in conseguenza dei processi di ossificazione dello scheletro. Per quanto riguarda il ferro fetale, improbabile che la sua origine sia lemoglobina materna, data la diminuita capacit fagocitaria della placenta dopo le
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prime settimane, tuttavia il contenuto fetale (fegato, milza e midollo osseo) di circa 2 o 3 volte maggiore di quello materno. Il glucosio il principale substrato metabolico del feto e attraversa la placenta con un trasporto attivo; la glicemia nei feti pi bassa che nella madre: oltre allutilizzazione da parte del feto si suppone quella da parte della placenta, coinvolta nella conversione del glucosio assunto dal sangue materno in glicogeno, costituendo dunque una riserva di carboidrati per il feto. La lipemia nella madre presenta valori pi alti che nel feto, il fabbisogno di grassi nel feto appare essere costante. Alcuni prodotti del metabolismo lipidico, come gli acidi grassi liberi, il glicerolo ed i corpi chetonici, sono in grado di attraversare la placenta direttamente e sono quindi disponibili nel feto senza subire modificazioni nella placenta. Sebbene lefficienza del transfer placentare sia diversa per ognuno di questi, il maggior fattore determinante del trasferimento fetale il gradiente di concentrazione materno-fetale. La placenta in grado di accumulare vitamine del gruppo B, D ed E e di partecipare al metabolismo dellacido ascorbico (vitamina C) e del flavin-adenindinucleotide; nei villi stata dimostrata anche vitamina A, la quale, essendo liposolubile, passa meno velocemente delle vitamine idrosolubili che attraversano pi facilmente la barriera placentare. Alcuni composti non passano direttamente la placenta, questo il caso delle lipoproteine plasmatiche materne; il loro profilo plasmatico si modifica notevolmente in gravidanza e, sebbene non vi sia un passaggio diretto dalla circolazione materna a quella fetale, la placenta possiede dei recettori per le lipoproteine che consentono il loro uptake e metabolismo con successivo rilascio dei loro prodotti al feto. Le proteine come tali non passano, il feto utilizza per la sintesi proteica gli aminoacidi essenziali, che sono pi concentrati nel plasma fetale che in quello materno, il cui passaggio deve perci avvenire contro gradiente di concentrazione a spese di energia metabolica tramite un sistema di trasporto attivo transplacentare.
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Lingresso degli ormoni proteici bloccato, a differenza di quelli steroidei non coniugati che, invece, attraversano velocemente la barriera placentare; un eccezione linsulina, che lattraversa in entrambe le direzioni. La placenta pu essere considerata come una voluminosa ghiandola endocrina che produce ormoni steroidei e proteici. Le cellule del trofoblasto iniziano in stadi molto precoci a produrre gonadotropina corionica umana (HCG); la sintesi di tale ormone di estrema importanza per il mantenimento della gravidanza, soprattutto nel primo periodo, poich stimola la produzione di progesterone da parte del corpo luteo. Sar poi la stessa placenta a produrre ormoni estrogeni, che aumentano in quantit con lavanzare della gravidanza raggiungendo il livello massimo poco prima del parto, e progesterone, indispensabile per il mantenimento della gravidanza. Vengono prodotti ancora androgeni, corticosteroidi e relaxina; questultima pare che agisca sulle fibre collagene del canale del parto e dei tessuti della pelvi favorendone il rilasciamento durante lespletamento del parto. La placenta produce una gamma assai vasta di altri ormoni (omologhi della maggior parte degli ormoni ipofisari e ipotalamici, fattori di crescita insulino-simili, ecc.). Strettamente coinvolte nel proseguimento della gravidanza e inizio travaglio sono le prostaglandine, ormoni locali che inducono la luteolisi. Attraverso la barriera placentare passano vari farmaci e sostanze chimiche, specialmente gli alcaloidi (come la nicotina) e i barbiturici, i quali entrano nel circolo fetale e vengono eliminati solo molto lentamente, esercitando unazione estremamente dannosa sullo sviluppo fetale. I farmaci con peso molecolare inferiore a 600 passano facilmente, (la maggior parte per diffusione). I farmaci includono sedativi, tranquillanti, ipnotici, narcotici, anestetici (locali e generali) anche se inspirati, miorilassanti, agenti chemioterapici e antibiotici.

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Passano anche i virus (rosolia, varicella, citomegalovirus, HIV), mentre i batteri vengono generalmente arrestati; fanno eccezione le spirochete (sifilide), molte delle quali sembrano in grado di attraversare la barriera placentare. Dal punto di vista immunologico la placenta permette il passaggio al feto di anticorpi IgG (Immunoglobuline di classe G). Va ricordato che il feto ed i suoi annessi sono geneticamente differenti dalla madre, quindi lunit feto-placentare pu essere considerata un allotrapianto che dovrebbe indurre un rigetto da parte dellorganismo ospite. Si realizza, invece, uno stato di tolleranza che dal momento dellimpianto permane normalmente per tutta la durata della gravidanza.

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