EUROPEAN UNION Roman Empire Common Heritage in Southern and Eastern ENPI Countries A project implemented by South-East Archeritage Partners La via del grano La cultura del pane Il viaggio nella storia della Trexenta Il paesaggio si pu denire come il risultato dellazione delluomo sullambiente. Unattivit, quella umana, che ha plasmato il territorio attraverso i secoli e che ne ha denito la sionomia con cui attualmente si presenta ai nostri occhi. Esso quindi un libro aperto su cui possiamo non solo leggere la nostra storia antica e moderna ma sul quale possiamo scrivere nuove pagine. In questo senso il paesaggio odierno, in quanto caratterizzato dalluomo esso stesso un bene culturale e deve essere inteso come la somma dei paesaggi del passato. Questi paesaggi antichi sono ricostruibili grazie alle testimonianze materiali ancora visibili o di cui nota lesistenza in base a fonti archeolo- giche, documentarie e iconograche (cio riportate da disegni, pitture ecc.). Abbiamo inoltre la fortuna, in genere, di poter accedere anche alle fonti orali (racconti tradizionali, abe, aneddoti) oppure ai dati a cui si pu risalire in base allo studio della toponomastica (i nomi dei luoghi). In tempi recenti alla tradizionale ricognizione archeologica si sono aggiunte altre tecniche di indagine quali ad esempio laerofotointerpretazione (lo studio delle immagini fotograche realizzate da un aeroplano) e lanalisi di immagini da satellite. THIS PROJECT IS FUNDED BY THE EUROPEAN UNION Cooperation in Urban Development and Dialogue Roman Empire Common Heritage in Southern and Eastern ENPI Countries This publication was prepared with the assistance of the European Union. The contents of this publication are the sole responsibility of the project partners in South-East Archeritage and can not possibly be regarded as reecting the views of the European Union This publication was developed in the activity A1 of project coordinated by Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico-Artistiche (now Dip. di Storia, Beni culturali e Territorio, Universit degli Studi di Cagliari - Italia and CRENoS. This publication was produced as part of SOUTH-EAST ARCHERITAGE project, funded by the European Union within the framework of CIUDAD - Cooperation In Urban Development And Dialogue. The draft South East Archeritage aims to follow the trail of the Roman Empire, in order to develop a tourism interactive local heritage. The project, ocially launched in Cagliari in Italy, brings together partners from Italy, Romania, Tunisia, and Russian. South-East Archeritage intends to promote tourism development in the province of Cagliari (Sardinia), in the county of Hunedoara (Romania), in Cap Bon (Tunisia), and in the Krasnodar region (Russian Federation). These regions share a common historical and cultural heritage due to the long presence of the Roman Empire in their territories. The basic idea of the project is to recover production processes, methods and materials used by the Romans and to turn them into products that are part of the local tourist oer. Specically, the goal is to provide an exciting interactive product which allows tourists to see and try out the processes, methods and materials used by the Romans to make pottery, oil, wine, etc., and create an international itinerary of production processes and lifestyles of the Roman era. The network of contacts between the four countries will gather so craftsmen, companies and small local operators (including women and youth)" Texts: Maria Grazia Arru, Giulia Balzano, Gianfranco Canino, Donatella Cocco, Ilaria Montis 2012 La via del grano La cultura del pane Il viaggio nella storia della Trexenta Cagar Capoterra Ouartu Sant'Eena Assemn Sestu Monserrato Ouartuccu Snna Aeroporto Militare "C. Farina" Decimomannu Cagliari-Elmas Airport Cagliari-Elmas Airport SS196 SS197 SS554bis SS466 SS547 SS131 SS130 SS131 SS197 SS197 SS131 SS131 S130 SS196dir SS195 SS547 SS128 SS128 SS128 SS195 SS195 196dir Ortacesus 3 Il paesaggio si pu defnire come il ri- sultato dellazione delluomo sullambien- te. Unattivit, quella umana, che ha pla- smato il territorio attraverso i secoli e che ne ha defnito la fsionomia con cui attual- mente si presenta ai nostri occhi. Esso quindi un libro aperto su cui possiamo non solo leggere la nostra storia antica e moderna ma sul quale possiamo scrivere nuove pagine. In questo senso il paesaggio odierno, in quanto caratterizzato dalluomo esso stesso un bene culturale e deve essere inteso come la somma dei paesaggi del passato. Questi paesaggi antichi sono ricostru- ibili grazie alle testimonianze materiali ancora visibili o di cui nota lesistenza in base a fonti archeologiche, documentarie e iconografche (cio riportate da disegni, pitture ecc.). Abbiamo inoltre la fortuna, in genere, di poter accedere anche alle fonti orali (racconti tradizionali, fabe, aneddoti) oppure ai dati a cui si pu risalire in base allo studio della toponomastica (i nomi dei luoghi). In tempi recenti alla tradizio- nale ricognizione archeologica si sono ag- giunte altre tecniche di indagine quali ad esempio laerofotointerpretazione (studio delle immagini fotografche realizzate da un aeroplano) e lanalisi di immagini da satellite. Grazie agli studi degli archeologi spe- cialisti di analisi territoriale possibile quindi comprendere le modifcazioni di un territorio con i suoi monumenti inseriti nel contesto ambientale. Guidati da loro e dai loro scritti, cos possibile fare un vero e proprio viaggio nel tempo, percor- rendo le stesse strade, vedendo gli stessi monumenti, individuando le aree di col- tura e di produzione e soprattutto verif- cando come molte delle tecniche antiche Il paesaggio come bene culturale: la Trexenta THIS PROJECT IS FUNDED BY THE EUROPEAN UNION Cooperation in Urban Development and Dialogue Roman Empire Common Heritage in Southern and Eastern ENPI Countries This publication was prepared with the assistance of the European Union. The contents of this publication are the sole responsibility of the project partners in South-East Archeritage and can not possibly be regarded as reecting the views of the European Union This publication was developed in the activity A1 of project coordinated by Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico-Artistiche (now Dip. di Storia, Beni culturali e Territorio, Universit degli Studi di Cagliari - Italia and CRENoS. This publication was produced as part of SOUTH-EAST ARCHERITAGE project, funded by the European Union within the framework of CIUDAD - Cooperation In Urban Development And Dialogue. The draft South East Archeritage aims to follow the trail of the Roman Empire, in order to develop a tourism interactive local heritage. The project, ocially launched in Cagliari in Italy, brings together partners from Italy, Romania, Tunisia, and Russian. South-East Archeritage intends to promote tourism development in the province of Cagliari (Sardinia), in the county of Hunedoara (Romania), in Cap Bon (Tunisia), and in the Krasnodar region (Russian Federation). These regions share a common historical and cultural heritage due to the long presence of the Roman Empire in their territories. The basic idea of the project is to recover production processes, methods and materials used by the Romans and to turn them into products that are part of the local tourist oer. Specically, the goal is to provide an exciting interactive product which allows tourists to see and try out the processes, methods and materials used by the Romans to make pottery, oil, wine, etc., and create an international itinerary of production processes and lifestyles of the Roman era. The network of contacts between the four countries will gather so craftsmen, companies and small local operators (including women and youth)" Texts: Maria Grazia Arru, Giulia Balzano, Gianfranco Canino, Donatella Cocco, Ilaria Montis 2012 La via del grano La cultura del pane Il viaggio nella storia della Trexenta Cagar Capoterra Ouartu Sant'Eena Assemn Sestu Monserrato Ouartuccu Snna Aeroporto Militare "C. Farina" Decimomannu Cagliari-Elmas Airport Cagliari-Elmas Airport SS196 SS197 SS554bis SS466 SS547 SS131 SS130 SS131 SS197 SS197 SS131 SS131 S130 SS196dir SS195 SS547 SS128 SS128 SS128 SS195 SS195 196dir Ortacesus 4 di produzione permangono nelle attuali tradizioni. quindi possibile in defnitiva mangiare lo stesso pane, bere lo stesso vino, bagnarsi con la stessa acqua terma- le ed usare le stesse stoviglie del mondo antico semplicemente confrontandosi, da viaggiatore attento, con le realt loca- li che, nelle nostre aree, sono quanto mai conservative se non, addirittura, intatte. A prescindere dal valore estetico, arti- stico e monetario, ogni testimonianza del passato, in quanto testimonianza storica, riveste interesse per la collettivit e fa par- te del patrimonio culturale locale. Il paesaggio della Trexenta comprende quindi i resti di insediamenti antichi che si vanno a sommare alle caratteristiche fsi- che del territorio, alla sua fora e alla sua fauna. Tali testimonianze coprono un arco cronologico che va dal Neolitico allet contemporanea.Questo patrimonio cultu- rale a sua volta indissolubilmente legato allidentit storico-culturale del territorio e lo rende distinguibile e riconoscibile ri- spetto a tutti gli altri. Lidentit di un territorio determinata quindi in gran parte dalla tradizione cultu- rale dei suoi abitanti oltre che ovviamente dalla presenza o assenza di monumenti. In questo senso il paesaggio della Trexenta particolarmente ricco per il vi- sitatore si caratterizza per le dolci colline e le piane occupate in massima parte da coltivazioni e pascoli, defnito da piccoli villaggi che, a distanza di pochi chilome- tri, mantengono tradizioni proprie e cu- stodiscono perle archeologiche di alto valore. Ma la grande ricchezza del terri- torio esaltata dalla possibilit che viene riservata al visitatore attento e curioso di assaporare e vedere cibi diversi, verifcare la messa in opera di colture particolari e di scoprire come in territori per certi aspetti uguali ma nel contempo diversi la storia delluomo si concentri in semplici valori che rimangono immutati: la religiosit, Delimitare geografcamente il terri- torio della Trexenta non unoperazio- ne sempre facile. A seconda che si faccia riferimento a documenti storici, alla sua conformazione geografca o al senso di appartenenza della sua popolazione alla propria terra i suoi confni variano, inclu- dendo ora un comune, ora escludendone un altro. Nel nostro testo considereremo quindi come Trexenta quella porzione della Sar- degna centro-meridionale, in gran parte occupata da basse e dolci colline dal so- strato marnoso, compresa tra il comune di Mandas a nord, i rilievi scistosi che ca- ratterizzano il Gerrei ad est, le formazioni vulcaniche che la separano dal Parteolla a sud, le emergenze trachitiche e tufacee che delimitano il Campidano e il corso del rio Mannu ad ovest. Al suo interno com- prenderemo quindi i comuni di Mandas, Siurgus Donigala, Gesico, Guasila, Gua- maggiore, Selegas (con la frazione di Seu- ni), Ortacesus, Suelli, Senorb (con le fra- zioni di Sisini e Arixi), San Basilio, Pimentel e Samatzai. Il nome della regione sembra proveni- re dal numerale latino trecenta (trecento) che, secondo uninterpretazione popola- re, indicherebbe la resa in grano delle sue fertili terre; tuttavia labate Vittorio Angius (XIX sec.) scrisse nel suo Dizionario che, come si rilevava in altre regioni storiche della Sardegna che prendono il nome da curatorie medievali, Trexenta fosse il nome del suo antico capoluogo; al contrario per il canonico Giovanni Spano (XIX sec.), pa- dre dellarcheologia sarda, il toponimo ha origine dal numero delle ville presenti nel suo territorio. (GC) il vivere aggregandosi in comunit pi o meno grandi e il cercare di migliorare di continuo la propria qualit di vita. (IM) *** 5 Serramanna Serrent Segaru Nuramns Samatza Guasa Pmente Guamaggore Ortacesus Seegas Donor Sue Sant'AndreaFrus SurgusDongaa SanBaso Sus Furte Vamar Vanovafranca Senorb Gon Mandas Gesco Barra SS197 SS197 SS197 SP 29 SP 29 SS387 SS387 SS387 SS547 SS131 SS197 SS197 SS131 SS196dir SP 29 SP 29 SP32 SS128 SS128 SS128 SS128 S196dir SP46 3 2 1 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 TREXENTA Carta dei siti LEGENDA 1) Mandas - Nuraghe Bangius; 2) Gesico - Nuraghe San Sebastiano; 3) Gesico - Tombe nuragiche di Muttas Nieddas; 4) Siurgus Donigala - Nuraghe Su Nuraxi; 5) Sisin - Nu- raghe Su Nuraxi; 6) Suelli - Nuraghe Piscu; 7) Selegas - Seuni-Nuraghe Nuritzi; 8) Gua- maggiore - Pozzo nuragico di Santa Maria Maddalena; 9) Guasila - Tempio a pozzo di Riu Sabiu; 10) Guasila - Necropoli a domus de janas de Is Concas; 11) Selegas - Terme romane di N.S. dItria; 12) Senorb - Museo Civico Archeologico Sa Domu Nosta; 13) Senorb - Area archeologica di Santu Teru-Monte Luna; 14) San Basilio - Terme romane di Campusantu Becciu; 15) Ortacesus - Necropoli romana di Mitza de Siddi; 16) Pimentel - Necropoli a domus de janas di SAcqua Salida; 17) Pimentel - Domu de janas di Corongiu; 18) Samatzai - Nuraghe Su Nuraxi. 6 Alcune note storiche Per le sue caratteristiche geo-morfolo- giche e per la fertilit dei suoi suoli, adat- ti alla coltivazione dei cereali, il territorio della Trexenta stato abitato da comunit di agricoltori e allevatori di bestiame fn dalle fasi medie del Neolitico (4500-3000 anni a.C.) che hanno lasciato, dissemina- te in tutto il distretto, numerose testimo- nianze, vasti villaggi e necropoli articola- te. Proviene probabilmente da un abitato neolitico la statuina di marmo rinvenuta nel 1935 da un contadino che arava il suo campo in localit Turriga, tra Senorb e Se- legas. Il manufatto rappresenta una fgura femminile, verosimilmente nuda, realiz- zata su una placca marmorea cruciforme: il suo volto, di forma quasi ovale, carat- terizzato unicamente da un robusto naso che gli archeologi defniscono a listello, mentre due incisioni a V tengono distinti il collo dal petto; le braccia sono fuse con il busto e due seni prominenti denunciano il sesso del soggetto rafgurato; nella parte inferiore troncoconico risaltano sul retro i glutei in rilievo. Alto 42 cm, oggi uno degli oggetti di maggior pregio del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Durante let del Rame (3000-2000 a.C.) e nellet del Bronzo (2000-1000 a.C.), si assiste alledifcazione di villaggi, talvolta molto estesi ed articolati, sulla sommit dei rilievi o sul bordo di altopia- ni, a controllo e difesa delle aree destinate alleconomia produttiva (agricoltura e alle- vamento). In questo periodo si costruisco- no i monumenti simbolo della Sardegna preistorica e protostorica, i nuraghi che, in Trexenta come in altre regioni storiche della Sardegna, caratterizzano il paesag- gio. A breve distanza dal monumento a torre e dal villaggio si sviluppano gli spazi per i morti, le necropoli, in cui si individua- no uno o pi edifci funerari a camera co- struiti con grosse lastre o blocchi e infne le cosiddette tombe di giganti, destinate alle deposizioni di pi defunti. Quando Cartagine occupa la Sardegna (seconda met del VI sec. a.C.), la Trexenta si confgura quasi certamente come una delle principali fonti di approvvigiona- mento di grano. Ne sono testimonianza gli importanti centri di mercato, di scambio, di raccolta dei prodotti della terra, ed arti- gianali sorti nel territorio, come il grosso e ricco villaggio individuato sul Monte Luna di Senorb. La nostra area mantiene la sua impor- tanza anche durante let romana (238 a.C.-V sec. d.C.), quando nella regione assi- stiamo ad una signifcativa moltiplicazio- ne dei villaggi agricoli e delle ville rustiche che, come di prammatica nel mondo ro- mano, vengono talvolta dotate di impianti termali. Il territorio viene quindi attraver- sato da unimportante arteria stradale che metteva in contatto il meridione della pro- vincia con il centro montano ed il nord-est della Sardegna andando a collegare gli strategici porti di Carales (Cagliari) e Olbia. 7 La statuina di marmo di Turriga 8 Tra i mille itinerari possibili ne propo- niamo uno che ci sembra particolarmente completo anche se, ricordiamolo sempre, la percezione visiva del paesaggio tutta- via pu diferire notevolmente da un os- servatore allaltro, sia esso un osservatore esterno che si avvicina per la prima vol- ta, o di passaggio, sia esso un abitante di quel territorio per il quale il paesaggio avr quindi signifcati ben pi ampi e nu- merosi. La scoperta del territorio, se col- legata anche al patrimonio culturale im- materiale, sempre unesperienza nuova e diversa e come tale pu essere ripetuta. Litinerario si svolge allinterno della Trexenta in direzione nord - sud. Oltrepas- sato il grosso centro di Mandas, vecchio snodo ferroviario, si giunge, percorrendo per un breve tratto uno stradello che ha origine nella SS 128, al nuraghe Bangius. Costruito con blocchi poligonali e paralle- lepipedi di marna, appartiene alla catego- ria dei nuraghi complessi, essendo com- posto da una torre originaria, in posizione Alla scoperta della Trexenta antica eccentrica, e da un corpo aggiunto con tre torri. Nel cortile interno si osserva una piccola e stretta torretta, forse un silos per limmagazzinamento di derrate alimenta- ri, probabilmente cereali. Ripresa la Strada Statale 128 in direzio- ne sud, si imbocca il bivio per Gesico, gros- so villaggio agricolo. Qui il centro urbano ha progressivamente inglobato il nuraghe San Sebastiano, sui resti del quale si im- pianta un edifcio di culto del XVII secolo dedicato al santo omonimo. Il monumen- to polilobato si compone di una poderosa torre centrale ed almeno due torri laterali ed preceduto da un antemurale con 6 torri raccordate da mura rettilinee. Se si percorre per circa 3,5 km la S.P: 33 per Villanovafranca, sul dolce pendio del colle di Muttas Nieddas, possibile visitare una interessante necropoli nuragica com- posta da 4 o 5 tombe a camera. Tornati sulla strada SS 128, svoltando sulla S.P. 31 si giunge nel comune di Siurgus Doniga- la, risultato della fusione di antichi centri Foto dinsieme del nuraghe Bangius 9 di origine medievale, Siurgus e Donigala. Presso la chiesa di San Teodoro, allinter- no dellabitato, svetta la torre centrale del nuraghe Su Nuraxi, un tempo circondata da un poderoso bastione trilobato. Nello scavo del mastio, furono ritrovati nel 1983 i resti dei corredi di alcune sepolture al- tomedievali che comprendevano alcune monete dargento, vaghi di collana di pa- sta vitrea, orecchini e fbbie di cinturone di bronzo. Pochi chilometri a sud, raggiungibile percorrendo la strada provinciale 29 per Suelli, alla periferia del piccolo borgo di Si- sini, frazione di Senorb, si eleva per m 5,50 il nuraghe Su Nuraxi. Costruito con blocchi subsquadrati di marna, la torre ha un dia- metro di m 9,70. Giunti nel grazioso villaggio di Suelli, gi sede della diocesi delle Barbagie, am- ministrata nel Medioevo da San Giorgio, al quale dedicato il santuario attiguo allex cattedrale di San Pietro, si percorre per un breve tratto verso nord la SS 126, fno a scorgere uno dei pi celebri nuraghi dellIsola, il nuraghe Piscu. Indagato fn dal 1862 dallo Spano, il monumento presenta lo schema tipico dei nuraghi trilobati, seb- bene le torri che costituiscono il bastione siano 4. Tra la fortezza e lantemurale si dispiega un villaggio di et nuragica avan- zata, esplorato negli anni 80 del secolo scorso, composto da capanne suddivise in diversi ambienti, raramente di pianta circolare. Sono riprese da qualche anno le inda- gini nel nuraghe Nuritzi di Seuni (Selegas), posto in posizione dominante su una fer- tile piana oggi destinata perlopi ad attivi- t agricole. Il monumento, dallo sviluppo complesso ed ancora incerto, costruito con blocchi subquadrati di marna. Privo della copertura a tholos, il nuraghe dove- va svilupparsi su almeno due piani. A Guamaggiore la chiesa di Santa Ma- ria Maddalena fu costruita, nella seconda 10 Fibbie medievali Nuraghe Su Nuraxi di Sisini Nuraghe Su Nuraxi di Sisini 11 Il nuraghe Piscu di Suelli met del 700, dirimpetto alla chiesa roma- nica di san Pietro, sul luogo in passato oc- cupato da un edifcio nuragico. Nel 2000, in seguito alla rimozione del pavimento dellaula stato individuato un profondo pozzo a canna, per la raccolta dellacqua, che conteneva un deposito pluristratifca- to. Gli scavi archeologici hanno cos con- sentito di recuperare numerosi oggetti frammentari di ceramica, dosso e di pietra risalenti allEt del Bronzo recente nuragi- ca. Nel territorio comunale di Guasila un tempio a pozzo, individuato nelle cam- pagne bagnate dalle acque del Rio Sabiu, merita approfondite indagini esplorative. Ledifcio, costruito con blocchi isodomi di trachite, presenta una camera perfet- Chiesa di S. Maria Maddalena di Guamaggiore Nuraghe Nuritzi: particolare del vano scala 12 Imboccatura del pozzo nuragico Tempio a pozzo di Riu Sabiu 13 Guasila-Is Concas: ingresso di una domus de janas Chiesa di N.S. dItria di Selegas 14 Monte Luna - Particolare di una tomba punica Senorb: il rilievo di Monte Luna tamente circolare in cui le antiche genti nuragiche praticavano il culto delle acque sorgive. Nelle campagne dello stesso grosso borgo agricolo la chiesa di N.Signora dI- tria sede di afollati festeggiamenti alla Vergine nel periodo della Pentecoste. Poco distante, in localit is Concas, due domus de janas scavate nellarenaria sono testimonianza di una piccola comunit di contadini che viveva in un prossimo villag- gio di capanne, ora scomparso. Nei vicini poderi di Selegas, coltivati a frumento, a breve distanza dalla SP 40, la chiesa di Nostra Signora dItria, oggi un ru- dere, utilizza in parte i muri in laterizi di un edifcio termale det romana. Giunti a Senorb, il pi grosso centro 15 della Trexenta, dedichiamo un po di tem- po alla visita del contenuto del locale Mu- seo archeologico Sa Domu Nosta con il duplice intento di comprendere appieno levoluzione del popolamento nella re- gione attraversata dal nostro itinerario e apprendere importanti nozioni necessarie per lesplorazione del grosso centro puni- co di Santu Teru-Monte Luna che sorge a soli 2 km a sud dal paese moderno. Esso si compone di una vasta acropoli, contenuta nellirregolare perimetro delle mura eret- te sulla sommit pianeggiante del rilievo tabulare, di alcuni quartieri suburbani e di unarticolata necropoli composta di tom- be con pozzetto daccesso verticale, tom- be a cassone scavato nella roccia, tombe a fossa con defunto deposto dentro unan- fora (tomba a enchitrisms). Ricchi corredi accompagnavano i defunti, generalmente inumati, talvolta incinerati, composti da vasellame di produzione locale o dim- portazione, manufatti di pietra, oggetti dornamento o legati alla sfera spirituale dosso, di pietre dure, dargento ed ecce- zionalmente doro. Una breve deviazione necessaria per raggiungere il borgo di San Basilio, al con- fne con il Gerrei. Nella periferia occidenta- le del paese, presso lantica chiesa di San Basilio, in localit Campusantu Ecciu, sono ancora in bella mostra i resti di un edifcio termale det romana, riutilizzato nellet medievale. Sono ancora riconoscibili alcu- ni ambienti realizzati con tecniche murarie diverse, talvolta coperti con crociere e in certi casi con le pareti intonacate e dipinte. Litinerario giunge ormai al termine. Ripercorsa in senso inverso la S.P. 23 fno a Senorb e ripresa la S.S. 128 in direzione Cagliari, si svolta a destra, in uno stradel- lo che conduce nella localit di Mitza de Siddi di Ortacesus, dove ora fruibile una vasta necropoli det punico romana com- posta da tombe a fossa e tombe alla cap- puccina. Un accurato e ricco percorso di- dattico che si svolge lungo una suggestiva area disseminata di sepolcri, permette di comprendere gli articolati rituali funerari di una semplice comunit agro-pastorale vissuta nella Trexenta tra il III secolo a.C. ed il VI secolo d.C. [su questa necropoli vedi riquadro a p. X] Quindi ci si dirige verso Pimentel, cen- tro agricolo ricco di testimonianze preisto- riche e protostoriche. Superato il paese e imboccata la S.P. 34 per Guasila, seguendo la segnaletica si raggiunge la necropoli preistorica di Pranu Efs o SAcqua Salida. Il complesso funerario si compone di nove tombe a camera scavate nellarenaria, del tipo noto con il nome di domus de janas. Tra gli ipogei, in parte danneggiati da at- tivit di cava, si segnala la tomba 2, oggi priva di softto, che, sulla parete di fondo della camera sepolcrale presenta ancora un riquadro rettangolare che include due protomi taurine stilizzate, dipinti con ver- nice rossa, oramai sbiadita. Nella parte alta del rilievo che ospita la necropoli stata di recente evidenziata unantica cava per lestrazione di blocchi darenaria. A brevissima distanza dalla necropoli, merita una breve visita la semplice tomba ipogeica di Corongiu che, sulla parete di fondo del pozzetto daccesso, presenta un elaborato motivo decorativo inciso com- posto da elementi spiraliformi e da zig-zag. Infne, dirigendoci verso la SS 131, nellimmediata periferia del paese di Sa- matzai, merita una breve visita il nuraghe Su Nuraxi, recentemente interessato da accurate indagini archeologiche. Il nu- raghe quadrilobato, costruito con grossi blocchi sbozzati di calcare, ha una torre centrale svettante per circa 5 metri. Litinerario si conclude qui, prima di confuire nella piana del Campidano, ad una mezzora circa dal porto di Cagliari. (GC) 16 San Basilio: terme romane Pimentel-SAcqua Salida: tomba 2 17 Pimentel-SAcqua Salida: cava Su Nuraxi di Samatzai 18 Ortacesus un piccolo paese ubicato nella Sardegna meridionale, nella regione della Trexenta. Alcuni vogliono far deriva- re il suo nome dal latino Hortus Caesaris, il giardino, lorto di Cesare con evidente rife- rimento allabbondanza della sua produ- zione agricola, nella fattispecie grano, in et romana. Quale che sia lorigine del suo nome certo che in et romana larea era ampiamente frequentata (non mancano peraltro anche attestazioni di frequenta- zioni in et precedenti a partire dalla prei- storia), come dimostra la necropoli venuta in luce a poca distanza dal moderno abi- tato in localit Mitza de Siddi, individuata nel 1994 durante gli scavi per il posiziona- mento delle condutture per lirrigazione dei campi. La trincea scavata durante tali lavori ha sconvolto parte della necropoli, consentendone tuttavia la scoperta. Le periodiche campagne di scavo, condotte Uno sguardo su Ortacesus dalla Soprintendenza per i Beni Archeolo- gici delle Province di Cagliari e Oristano, con fnanziamenti comunali e regionali, hanno consentito di riportare alla luce circa duecento tombe databili ad un arco di tempo compreso tra let tardo-punica ed il VI secolo d.C. Le sepolture si dife- renziano tra loro per le distinte modalit di realizzazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di tombe a fossa semplice scavate direttamente nel banco di roccia che costituiva l antico piano di calpestio. Hanno una profondit media di 70 cm ed al loro interno deposto il defunto con il corredo funerario. Sono presenti, inoltre, un buon numero di sepolture ad incine- razione : i resti incinerati dei defunti sono conservati allinterno di urne in ceramica deposte dentro piccole fosse circolari sca- vate nel bancone roccioso oppure sono collocate nella stessa fossa utilizzata per 19 Dopo le numerose campagne di scavo archeologico lAmministrazione comunale di Ortacesus ha manifestato lesigenza di rendere condivisibili i risultati emersi negli anni, attraverso un progetto di valorizza- zione dellintera area che rendesse visita- bile la necropoli e tutelasse le tombe ed il banco roccioso che le ospita dallinevita- bile degrado. Tale opportunit si avuta attraverso un fnanziamento della R.A.S. a gravare sulla L.R. 14/96 Programma Inte- grato darea NU 15 CA 10 Consorzio dei Ortacesus-Necropoli di Mitza de Siddi: tomba alla cappuccina Larea di Mitza de Siddi vista dalla sommit delle colline circostanti la combustione (bustum) . Unaltra tipo- logia di sepoltura quella delle tombe a cappuccina : fosse poco profonde entro le quali viene deposto il defunto, ricoper- te da un piccolo tetto a doppio spiovente realizzato con grandi tegole piatte di ter- racotta, che risulta, a sua volta, protetto da un cumulo di pietre e terra. Da segnalare la presenza di alcune tombe a cista realiz- zate con tegoloni piatti ed alcuni casi di scheletri adagiati direttamente sul banco- ne roccioso. 20 Il percorso di visita stato realizzato con lastre regolari di arenaria, di eviden- te richiamo alla roccia ed ai colori locali, posizionate su malta di calce, che rende il tutto reversibile; il senso di marcia unico per permettere anche ai disabili la visione delle sepolture. La necropoli , inoltre, illuminata me- diante proiettori alloggiati allinterno del- le strutture di copertura ed orientati ad illuminare il percorso, mentre una rete di fbre ottiche permette lilluminazione di ogni singola sepoltura. Il percorso illustra- tivo risulta contornato da un prato verde che ricopre il banco di roccia fra le tombe oggetto di valorizzazione e quelle scava- te che non si ritenuto di rendere fruibi- li. Queste ultime sono state parzialmente coperte con tessuto non tessuto e terra sterile e, nello strato sommitale, con terra stabilizzata. Il prato, a cui si accompagna- no essenze tipiche della macchia mediter- ranea, anchesso illuminato con proietto- ri con supporto a terra. Sul lato di accesso la necropoli stata recintata con un mu- retto a secco secondo le tecniche tipiche del territorio della Trexenta. Ritenendo che il processo di valorizzazione del sito non potesse prescindere da un controllo costante dellintera area e da alcuni ser- vizi primari al pubblico, si proceduto al riadattamento di una piccola struttura gi esistente per la guardiania del luogo con laggiunta di una parte destinata ai servizi igienici per il pubblico e di un vano desti- nato a biglietteria ed ufcio informazioni, allesterno del quale stato posizionato un pannello illustrativo che racconta la storia della necropoli e descrive le linee essenziali del percorso di visita. Riscoperta delle proprie radici, dunque, e valorizza- zione delle emergenze archeologiche del territorio attraverso la condivisione dei ri- sultati delle ricerche scientifche condotte nel sito, con lintento di realizzare nuove forme di turismo sostenibile. (DC) laghi e turismo fuviale II atto aggiuntivo dellaccordo di programma stipulato il 10/12/1997. Linnovativo e suggestivo disegno progettuale, elaborato dallingegnere Maurizio Contu e dallarchitetto Pierpaolo Secci con la consulenza del dottor Anto- nio Vacca, condiviso e approvato dalla So- printendenza per i Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano, prevede un percorso di visita alla necropoli che si snoda attraverso le sepolture scavate, sofermando lattenzione del visitatore su quelle pi signifcative. Queste sono state protette con strutture in ferro e legno, a singolo o a doppio spiovente, a seconda della dimensione e della tipologia delle tombe stesse, la cui copertura stata re- alizzata in lastrine di ardesia, che trovano puntuali confronti nelle strutture prote- zionali presenti, ad esempio, sul Palatino a riparare gli antichi fondi di capanna. Una lastra di policarbonato, posizionata sulla forma di ogni singola sepoltura, protegge la sua ricontestualizzazione. Per ognuna delle tombe oggetto di va- lorizzazione e fruizione sono stati ricom- posti e riposizionati i resti scheletrici e le copie degli oggetti che facevano parte del corredo funerario. La storia di ogni sepol- tura raccontata da un pannello illustra- tivo collocato nelle immediate adiacenze e realizzato in legno e metallo, che ripro- pone il colore della struttura protezionale. Completano questa parte del progetto, il restauro, il disegno e la realizzazione di copie fedeli dei materiali relativi ai vari corredi funerari da riproporre allinterno delle tombe di pertinenza; lo studio dei resti scheletrici degli inumati e, in alcuni casi, degli incinerati; il restauro, il consoli- damento e il riposizionamento degli stessi allinterno delle sepolture a cura del Di- partimento di Antropologia Sperimentale dellUniversit di Cagliari . 21 Il complesso di San Sebastiano costitu- isce un esempio di monumento nuragico di notevole interesse, in considerazione delle sue dimensioni, dellimponenza del- le sue strutture, della peculiarit delle vi- cende insediative che ne caratterizzano il percorso storico. Il monumento prende la propria deno- minazione dalla presenza di una piccola chiesa dedicata al martire San Sebastia- no, ubicata sulla sommit del colle che ingloba ancora al suo interno parte delle poderose strutture di et nuragica. Datato al primo venticinquennio del XVII secolo, ledifcio religioso ha la tipica conforma- zione delle chiese campestri coeve: pre- vede ununica navata, orientata secondo lasse est-ovest e chiusa probabilmente in origine a est da una piccola abside. In un secondo momento essa venne modifcata con la giustapposizione di un transetto, che ha conferito alla struttura una plani- metria a T. Mantenutasi sostanzialmente integra fno agli anni settanta, la chiesa versa oggi in condizioni di forte degrado, priva della copertura e con le strutture murarie pesantemente compromesse. Il nuraghe San Sebastiano, inglobato progressivamente nel tessuto del centro urbano di Gesico, manifesta tracce eviden- ti di una articolata sovrapposizione abita- tiva e di signifcative frequentazioni serio- ri. Esso presenta una struttura polilobata, che si compone di un nucleo centrale, fulcro pi antico del monumento e costi- tuito a quanto fnora consta di tre torri, e di unampia e poderosa cinta antemuraria, formata da ulteriori sei torri connesse da cortine rettilinee. Il monumento centrale, per buona par- te ancora inglobato nello spessore del col- Focus su Gesico Il complesso nuragico di San Sebastiano le, consta di una torre centrale (Torre G), riconoscibile per le dimensioni e per la po- sizione mediana, e di due torri periferiche, inferiori per dimensioni e erette rispetto al mastio la prima a nord-ovest (Torre E), la seconda a sud-est (Torre H), a formare un nuraghe a tre tholoi in asse tra loro. Lo spazio che si apre tra la torre centrale e la Torre H comprende lo sviluppo del corti- le interno al monumento centrale, avente conformazione a falce e sul quale si afac- ciano direttamente gli ingressi delle due torri citate e laccesso dallesterno al mo- numento polilobato. Il mancato approfon- dimento delle indagini nei settori a sud- ovest della torre centrale, non fa escludere che in questarea possa essere ancora obli- terato dal terreno un terzo lobo del nura- ghe, di cui non pertanto ancora possibile proporre una tipologia defnitiva. Il nuraghe polilobato circoscritto da un antemurale di poderoso aspetto e di ampia estensione, che lo cinge lungo tutti i suoi lati e che risulta ormai perfettamen- te leggibile, ad eccezione del fronte meri- dionale. Questo settore del monumento non stato sottoposto ad indagine per- ch al momento delle campagne di scavo 2003-2004 e 2005-2006 esso risultava par- zialmente tagliato e obliterato dalla linea di recinzione di una propriet privata con- fnante con larea archeologica. Lantemurale si compone di un siste- ma organico di torri e di spesse cortine ad andamento rettilineo che fungono da congiunzione tra i poli turriti. Questi ulti- mi risultano al momento sei, conservati in stato diferente di compromissione strut- turale, in relazione anche della morfolo- gia del terreno su cui risultano insistere, e distribuiti attorno al monumento centrale 22 Rilievo del complesso nuragico polilobato San Sebastiano Gesico (CA) in modo da circoscriverlo lungo tutti i suoi lati. Il circolo murario cos prodotto chiu- de il suo giro lungo il fronte meridionale del nuraghe, ove lantemurale non cinge ma si addossa direttamente al perimetro della Torre H. Il sistema si torri e di corti- ne descritto segue le pendenze, in alcuni tratti anche sensibili, del colle. Le tholoi poggiano a diferenti altezze luna rispetto allaltra, le cortine che le connettono asse- condando landamento del terreno dan- do organicit a un monumento che non rivela spigolose soluzioni di continuit. A contribuire allimpressione di compattez- za dellinsieme lomogeneit di aspetto del pur poderoso tessuto murario. Esso stato eretto impiegando massi in marna di notevoli dimensioni, privi di lavorazione ma messi in opera secondo un criterio re- golare, che riesce a combinare limponen- za degli elementi lapidei allefetto di ordi- ne determinato dal parallelismo dei flari. Nellarea circostante ledifcio religioso si sono rinvenute 11 sepolture, giacenti ad una profondit di 20-30 cm. rispetto al pia- no iniziale di calpestio e databili ai primi secoli di utilizzo della chiesa. La distribu- zione delle tombe sul terreno non sembra rivelare una precisa logica dispositiva n si verifca una cura particolare nellorienta- mento dei corpi allinterno delle fosse. Si annoverano sia sepolture infantili che di 23 individui adulti, di sesso femminile e ma- schile, in tutti i casi privi di corredi di ac- compagnamento e in qualche caso isolato caratterizzate dalla presenza di monili o piccoli oggetti personali. Si tratta di mo- deste sepolture in fosse terragne, senza delimitazioni lapidee circostanti i corpi n segnacoli leggibili in superfcie. Le stesse modalit di sepoltura sembrano rivelare una certa approssimazione e fretta nel- le procedure funerarie: i corpi appaiono spesso scomposti e gli scheletri costretti in spazi ristretti rispetto alle loro efettive dimensioni. Le indagini fnora condotte hanno inol- tre rivelato una pi antica e ben leggibile sovrapposizione di frequentazione del colle di San Sebastiano nel corso dei seco- li. Gli scavi hanno evidenziato la presenza di strutture ad impianto regolare, disposte tra loro a formare una sorta di scacchiera. Se ne contano al momento almeno cin- que, aforate nelle immediate vicinanze delledifcio religioso. Non da escludere possa trattarsi dei resti di costruzioni per- tinenti ad una fase di riutilizzo dellarea databile a periodo punico, sulla base di un esame preliminare degli impianti murari e di alcuni reperti rinvenuti al loro interno. Le strutture appena descritte insistono in parte sullimpianto emergente del monu- mento nuragico. (GB) Nuraghe San Sebastiano: foto aerea 24 I Servizi Educativi della Soprintenden- za per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano, oltre ad allestire attivit ludico-culturali allinterno del Mu- seo Archeologico Nazionale di Cagliari, rivolte in modo particolare ai pi piccoli, si occupa ormai da vari anni, di seguire i bambini con percorsi formativi realizzati nellambito scolastico. I progetti, che han- no coinvolto nel corso degli anni decine di allievi delle scuole di Cagliari e provincia, prevedevano un ciclo di lezioni teoriche in classe, per proseguire lesperienza con una o pi giornate trascorse nel cantiere di scavo archeologico di Ortacesus, al fne di partecipare dal vivo ad una indagine ar- cheologica. Gli obiettivi non erano solamente quelli di far conoscere ai bambini la storia della Sardegna attraverso le testimonian- ze archeologiche, ma anche di favorire lapprendimento dei metodi della ricerca scientifca, di far capire che la ricostruzione storica si fonda sulle testimonianze mate- riali e sui documenti, di conoscere la realt Gli archeologi in erba al lavoro 25 locale ed inserirla nella storia generale e, soprattutto, di mostrare ai piccoli studenti la vita quotidiana dei nostri antenati attra- verso le testimonianze archeologiche. In particolare si scelto un percorso volto a ricostruire i riti funerari dell'et ro- mana. Il cantiere di Mitza de Siddi, nel terri- torio comunale di Ortacesus, ben si pre- stava per queste attivit didattiche: un sito archeologico nel cuore della Trexenta, con sepolture relative ad un arco temporale che va dall'et tardo-punica all'et romana repubblicana e imperiale. Le tipologie se- polcrali presenti (tomba a fossa, ustrinum, bustum, enchytrisms) davano, infatti, la possibilit di far conoscere e riconoscere, dal vivo, ai piccoli alunni quanto studiato e appreso in classe. Prima di iniziare lindagine delle sepol- ture, sempre strettamente seguiti dagli archeologi e dai loro insegnanti, gli alun- ni presenti in cantiere venivano divisi in gruppi di lavoro ai quali venivano asse- gnati compiti ben precisi: i fotograf, i rile- vatori, gli addetti allo scavo, i catalogatori, ecc. e, alla fne della giornata di scavo, una riunione collettiva serviva a contestualiz- zare il lavoro svolto ed a stilare una rela- zione conclusiva. Ma lesperienza non si concludeva alla fne della giornata in cantiere: trattandosi di progetti multidisciplinari i bambini nei mesi successivi allo scavo avevano la pos- sibilit di visitare i laboratori di antropolo- gia della Facolt di Biologia dellUniversit degli Studi di Cagliari, dove il personale addetto mostrava loro non solo come si procede al consolidamento dei reperti os- sei umani recuperati dagli archeologi, ma procedeva anche alla spiegazione dei dati che si possono trarre dallo studio di tali reperti (et di morte, determinazione del sesso, eventuali patologie). Successivamente i piccoli alunni se- guivano il lavoro dei restauratori: i reperti rinvenuti in sede di scavo, venivano lavati, consolidati o restaurati e preparati alle- sposizione museale. Alla fne delle attivit pratiche in can- tiere e nei laboratori, si rientrava in classe, dove gli archeologi procedevano, con i bambini, alla raccolta di tutti i dati relati- vi alle sepolture scavate insieme al fne di procedere ad una vera e propria pubblica- zione di quanto scoperto. Una di queste esperienze confuita, nel 2007, nella pubblicazione di un Quader- no Didattico della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Ori- stano (il numero 14/2007), relativo al corso didattico efettuato con i bambini delle scuole elementari di Residenza del Poggio (I Circolo Didattico di Capoterra). (MGA) 26 Il Museo del grano di Ortacesus stato realizzato grazie ad un contributo della Regione Autonoma della Sardegna, con un atto aggiuntivo al Programma Integra- to darea, Nuoro 15 Cagliari 10, e sorge nella casa padronale appartenuta ai Serra, una ricca famiglia di possidenti di Ortace- sus. Lidea di realizzare una struttura muse- ale da destinare al grano, e pi in genera- le alla vita contadina di Ortacesus e della Trexenta, nasce nel 1987. A questo pro- posito, nel 1988 venne acquisita la casa padronale di propriet di Adolfo Serra. Limmobile, risalente ai primi del Novecen- to, era stato realizzato su progetto redatto dallarchitetto Salvatore Rattu, docente ad honorem allUniversit di Cagliari. Inizia cos il percorso progettuale dal ti- tolo Lavori di recupero e restauro di una casa rurale da adibirsi a servizio pubblico socio-culturale per le tradizioni etnogra- fche della Trexenta, che inizialmente si articolava in tre fasi: lacquisizione di un immobile da destinare a sede museale; il suo restauro e il recupero funzionale con opere di adattamento impiantistico; e in conclusione, opere di arredo e di allesti- mento del museo stesso. La vecchia Casa Serra, priva di manu- tenzione da almeno 15 anni, si presenta- va in gran parte pericolante. Gli ambienti rustici annessi alla casa, erano fatiscenti e utilizzabili solo per il recupero del pie- trame. Linterno della casa, invece, si pre- sentava intatto, escluse alcune parti della pavimentazione del piano terra. Questo studio ha rappresentato la base sulla qua- le poi si sono innestati tutti gli interventi di recupero, adattamento e rifacimento del futuro Museo del Grano. La copertura esterna venne intera- mente rifatta, mentre la pavimentazione del piano inferiore, costituita dalle antiche mattonelle a mosaico, venne completa- mente sostituita da quella attuale. Nella parte esterna della casa, venne costruito il loggiato, sa lolla, riproponendo quella che era una caratteristica delle vecchie case campidanesi. Gli annessi rustici, che si sviluppavano ai lati del cortile , hanno subito un restauro conservativo, con lin- tegrazione di alcune parti necessarie alla realizzazione e alla completezza del Mu- seo del Grano. Nella prima stanza adiacente alla casa, adibita a vecchia cucina, sono stati realiz- zati ex novo su forru a linna, sa tziminera e is forreddus. Nel secondo locale invece, stata rea- lizzata Somu de sa moba. Meno modifche hanno riguardato lantica lolla de is bois, dove, a parte la co- pertura che risultava pericolante, tutto rimasto intatto. In questo ambiente si pos- sono ancora osservare gli antichi mattoni crudi de ladiri, e il vecchio impedrau della pavimentazione, mantenuta origi- nale solo nella parte prospiciente labita- zione. Il selciato, sulla falsariga di quello originale, venne rifatto nella restante par- te del cortile esterno. (testo dal sito web) http://www.museodelgrano.it/ THIS PROJECT IS FUNDED BY THE EUROPEAN UNION Cooperation in Urban Development and Dialogue Roman Empire Common Heritage in Southern and Eastern ENPI Countries This publication was prepared with the assistance of the European Union. The contents of this publication are the sole responsibility of the project partners in South-East Archeritage and can not possibly be regarded as reecting the views of the European Union This publication was developed in the activity A1 of project coordinated by Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico-Artistiche (now Dip. di Storia, Beni culturali e Territorio, Universit degli Studi di Cagliari - Italia and CRENoS. This publication was produced as part of SOUTH-EAST ARCHERITAGE project, funded by the European Union within the framework of CIUDAD - Cooperation In Urban Development And Dialogue. The draft South East Archeritage aims to follow the trail of the Roman Empire, in order to develop a tourism interactive local heritage. The project, ocially launched in Cagliari in Italy, brings together partners from Italy, Romania, Tunisia, and Russian. South-East Archeritage intends to promote tourism development in the province of Cagliari (Sardinia), in the county of Hunedoara (Romania), in Cap Bon (Tunisia), and in the Krasnodar region (Russian Federation). These regions share a common historical and cultural heritage due to the long presence of the Roman Empire in their territories. The basic idea of the project is to recover production processes, methods and materials used by the Romans and to turn them into products that are part of the local tourist oer. Specically, the goal is to provide an exciting interactive product which allows tourists to see and try out the processes, methods and materials used by the Romans to make pottery, oil, wine, etc., and create an international itinerary of production processes and lifestyles of the Roman era. The network of contacts between the four countries will gather so craftsmen, companies and small local operators (including women and youth)" Texts: Maria Grazia Arru, Giulia Balzano, Gianfranco Canino, Donatella Cocco, Ilaria Montis 2012 La via del grano La cultura del pane Il viaggio nella storia della Trexenta Cagar Capoterra Ouartu Sant'Eena Assemn Sestu Monserrato Ouartuccu Snna Aeroporto Militare "C. Farina" Decimomannu Cagliari-Elmas Airport Cagliari-Elmas Airport SS196 SS197 SS554bis SS466 SS547 SS131 SS130 SS131 SS197 SS197 SS131 SS131 S130 SS196dir SS195 SS547 SS128 SS128 SS128 SS195 SS195 196dir Ortacesus THIS PROJECT IS FUNDED BY THE EUROPEAN UNION Cooperation in Urban Development and Dialogue Roman Empire Common Heritage in Southern and Eastern ENPI Countries This publication was prepared with the assistance of the European Union. The contents of this publication are the sole responsibility of the project partners in South-East Archeritage and can not possibly be regarded as reecting the views of the European Union This publication was developed in the activity A1 of project coordinated by Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico-Artistiche (now Dip. di Storia, Beni culturali e Territorio, Universit degli Studi di Cagliari - Italia and CRENoS. This publication was produced as part of SOUTH-EAST ARCHERITAGE project, funded by the European Union within the framework of CIUDAD - Cooperation In Urban Development And Dialogue. The draft South East Archeritage aims to follow the trail of the Roman Empire, in order to develop a tourism interactive local heritage. The project, ocially launched in Cagliari in Italy, brings together partners from Italy, Romania, Tunisia, and Russian. South-East Archeritage intends to promote tourism development in the province of Cagliari (Sardinia), in the county of Hunedoara (Romania), in Cap Bon (Tunisia), and in the Krasnodar region (Russian Federation). These regions share a common historical and cultural heritage due to the long presence of the Roman Empire in their territories. The basic idea of the project is to recover production processes, methods and materials used by the Romans and to turn them into products that are part of the local tourist oer. Specically, the goal is to provide an exciting interactive product which allows tourists to see and try out the processes, methods and materials used by the Romans to make pottery, oil, wine, etc., and create an international itinerary of production processes and lifestyles of the Roman era. The network of contacts between the four countries will gather so craftsmen, companies and small local operators (including women and youth)" Texts: Maria Grazia Arru, Giulia Balzano, Gianfranco Canino, Donatella Cocco, Ilaria Montis 2012 La via del grano La cultura del pane Il viaggio nella storia della Trexenta Cagar Capoterra Ouartu Sant'Eena Assemn Sestu Monserrato Ouartuccu Snna Aeroporto Militare "C. Farina" Decimomannu Cagliari-Elmas Airport Cagliari-Elmas Airport SS196 SS197 SS554bis SS466 SS547 SS131 SS130 SS131 SS197 SS197 SS131 SS131 S130 SS196dir SS195 SS547 SS128 SS128 SS128 SS195 SS195 196dir Ortacesus Cooperation in Urban Development and Dialogue THIS PROJECT IS FUNDED BY THE EUROPEAN UNION Roman Empire Common Heritage in Southern and Eastern ENPI Countries A project implemented by South-East Archeritage Partners La via del grano La cultura del pane Il viaggio nella storia della Trexenta Il paesaggio si pu denire come il risultato dellazione delluomo sullambiente. Unattivit, quella umana, che ha plasmato il territorio attraverso i secoli e che ne ha denito la sionomia con cui attualmente si presenta ai nostri occhi. Esso quindi un libro aperto su cui possiamo non solo leggere la nostra storia antica e moderna ma sul quale possiamo scrivere nuove pagine. In questo senso il paesaggio odierno, in quanto caratterizzato dalluomo esso stesso un bene culturale e deve essere inteso come la somma dei paesaggi del passato. Questi paesaggi antichi sono ricostruibili grazie alle testimonianze materiali ancora visibili o di cui nota lesistenza in base a fonti archeolo- giche, documentarie e iconograche (cio riportate da disegni, pitture ecc.). Abbiamo inoltre la fortuna, in genere, di poter accedere anche alle fonti orali (racconti tradizionali, abe, aneddoti) oppure ai dati a cui si pu risalire in base allo studio della toponomastica (i nomi dei luoghi). In tempi recenti alla tradizionale ricognizione archeologica si sono aggiunte altre tecniche di indagine quali ad esempio laerofotointerpretazione (lo studio delle immagini fotograche realizzate da un aeroplano) e lanalisi di immagini da satellite.