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Cagliostro

Il Conte di Cagliostro, pseudonimo di Giuseppe Balsamo, nasce a Palermo il 2 giugno 1743. Suo padre muore quando Giuseppe ancora molto piccolo. La famiglia vuole che il ragazzo studi per diventare gioielliere, questa professione per non gli piace, perci alla fine viene affidato al convento dei Fatebenefratelli. Non avendo trovato il suo posto neanche l, Giuseppe abbandona il convento e scappa a Messina. L, dal maestro Altolas impara i segreti dellalchimia per poi partire per gli altri paesi. Viaggiando per Malta, Rodi e Balcani, e probabilmente anche per lEgitto, Cagliostro fa una bella fortuna fingendo di essere un aristocratico e prendendo soldi dalla gente ingenua. Con tutto loro torna in Italia e si ferma a Roma, dove, con i documenti falsi, si fa conoscere come un gran guaritore per guadagnare ancora di pi. Comincia anche ad organizzare delle sedute spiritiche. Per questo motivo viene alla fine cacciato dallo Stato Pontificio e comincia il suo viaggio per lEuropa, continuando la carriera di truffatore. Arriva in Inghilterra, dove diventa anche uno dei grandi massoni. A causa delle sue frodi per deve fuggire da Londra per ritornare a Roma. La sua fama di mago e alchimista non gli serve. Denunciato dalla propria moglie, Cagliostro viene condannato e rinchiuso nel Castel SantAngelo. Dopo qualche anno viene trasferito nella Rocca di San Leo, dove muore il 26 agosto 1795 a causa dellictus. La figura di Cagliostro diventa unispirazione per molti scrittori, compositori e registi, tra cui anche Alexandre Dumas e Johann Wolfgang Goethe.

Chiara Luce Badano

Chiara Badano nasce a Sassello, in provincia di Savona, in Liguria, nel 1971. Nel 1980 conosce il movimento cattolico dei Focolari, fondato da Chiara Lubich. Il movimento si pone come obiettivo la fratellanza fra gli uomini e il soccorso ai poveri. Chiara Badano, gi dal 1985, scrive diverse lettere a Chiara Lubich che, in seguito, le d il nome di Chiara Luce. Nel 1989, per, Chiara viene ricoverata in ospedale e le viene diagnosticato un tumore alle

ossa. Nonostante le operazioni, la chemioteramia e la radioterapia, la malattia peggiora e Chiara non pu pi camminare. In quei giorni dona tutti i risparmi ad un amico che sta per partire per una missione di aiuto e continua a seguire le attivit dei focolarini. Chiunque va a visitarla la trova sorridente e piena di fiducia: dice che la fede le d la forza. Chiara sa quale il suo destino e decide cos di preparare la cerimonia per il suo funerale: i canti, il vestito, tutto. Non vuole tristezza ma gioia. Il 7 ottobre 1990, poco prima della sua morte, dice alla mamma: Ciao, sii felice, io lo sono.

Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci nasce, appunto, a Vinci nel 1452. Leonardo figlio illegittimo di un notaio e di una contadina, ma cresce e studia in casa del padre. E ancora un bambino, a 10 anni, quando comincia il suo apprendistato nella bottega di Andrea del Verrocchio, a Firenze. Il maestro stato colpito da alcuni disegni del piccolo Leonardo. Dopo essersi avvicinato alla corte fiorentina di Lorenzo il Magnifico, parte per Milano e diventa ospite di Ludovico il Moro. Leonardo arriva a Milano come pittore ma in poco tempo si fa conoscere anche come genio assoluto. E in questo periodo che dipinge la Dama con lermellino e Lultima cena. Leonardo viene spesso accusato di essere omo sanza lettere (uomo senza cultura) perch non conosce il greco e conosce poco il latino, ma si difende sempre ricordando che lui tira fuori il sapere dallesperienza e non dalle parole degli altri. Quando Milano viene occupata dai francesi, Leonardo comincia a viaggiare per le varie citt italiane: Venezia, Mantova, Firenze, Roma. Leonardo conosce e stringe amicizia con Cesare Borgia, figlio di papa Alessandro VI. Cesare Borgia un duca spietato e capace, e per lui Leonardo progetta alcune armi da guerra, una nuova polvere da sparo e nuove strategie dattacco. Grazie a lui conosce anche Niccol Machiavelli. Oltre ad essere pittore, scultore e genio militare, Leonardo un grande scienziato e inventore: inventa macchine da guerra, macchine idrauliche, di meccanica e per il volo. Leonardo si occupa anche di anatomia e studia la circolazione del sangue e il movimento degli occhi. Studia i fossili e la formazione dei continenti. Leonardo riporta le sue conoscenze in alcuni trattati scientifici, chiamati codici. Ma questi non sono le uniche cose scritte dal genio

perch Leonardo scrive anche favole e racconti. Molti degli appunti di Leonardo sono scritti con una scrittura particolare, chiamata speculare. Infatti Leonardo spesso scrive da destra verso sinistra e per leggere bene cosa scrive servirebbe uno specchio (speculum, in latino). Probabilmente nei suoi viaggi comincia a dipingere il suo quadro pi famoso: la Gioconda. Leonardo porter sempre con s questo dipinto. Nel 1517 Leonardo si trasferisce definitivamente in Francia, alla corte di Francesco I. Leonardo muore il 2 maggio del 1519.

La farfalla e il lume

Una farfalla variopinta e vagabonda andava, una sera, volando nel buio, quando vide in lontananza un lumicino. Subito tir su le ali in quella direzione, e quando giunse vicino alla fiamma si mise a ruotarle agilmente intorno guardandola con grande meraviglia. Comera bella! Non contenta di ammirarla, la farfalla si mise in testa di fare con lei quello che faceva di solito coi fiori profumati: si allontan, si volt, e puntando coraggiosamente il volo verso la fiamma le pass sopra sfiorandola. Si ritrov, stordita, ai piedi del lume; e si accorse, con stupore, che le mancava una zampa e che la punta delle ali era bruciata. - Che cosa mi sar successo? si chiese, senza riuscire a trovare una ragione. Non poteva assolutamente ammettere che da una cosa tanto bella, comera quella fiamma, le potesse venire qualche male; e perci, dopo aver ripreso un po di forze, con un colpo dali si rimise

in volo. Fece alcune volate, e di nuovo punt verso la fiamma per posarsi l sopra. E subito cadde, bruciata, nellolio che alimentava la fiamma. - Maledetta luce mormor la farfalla in fin di vita. Io credevo di trovare in te la mia felicit, e invece ci ho trovato la morte. Piango sul mio sciocco desiderio, perch ho conosciuto troppo tardi, e a mie spese, la tua natura pericolosa. - Povera farfalla rispose il lume. Io non sono il sole, come tu ingenuamente credevi. Io sono soltanto un lume; e chi non sa usarmi con prudenza, si brucia. di Leonardo da Vinci

La Monaca di Monza

Marianna de Leyva nasce nel 1575, figlia del conte di Monza, Martino di Levya. Sua madre, Virginia Maria, muore di peste lanno successivo. Per toglierle leredit lasciata dalla madre, Marianna viene costretta ad entrare nel convento di Santa Margherita in Monza e il padre se ne va in Spagna dimenticandola. Marianna prende il nome di suor Virginia. Dopo alcuni anni in convento, per, comincia una relazione amorosa con il nobile Giovan Paolo Osio da cui ha due figli: un bambino nato morto e una bambina che cresce in casa di Osio senza che qualcuno riveli chi la madre. Un giorno per, una giovane monaca, Caterina Cassini, minaccia di rivelare la vicenda e per questo viene uccisa e seppellita nel convento, e viene detto che fuggita. Altre due suore, che allinizio erano complici, cominciano a ricattare suor Virginia e Osio uccide la prima e prova ad uccidere la seconda che sopravvive e rivela lo scandalo. Suor Virginia viene arrestata il 15 novembre 1607. Gian Paolo Osio scappa a Milano e crede di essere protetto da alcuni amici, ma questi lo uccidono a bastonate per avere soldi della taglia. Nel 1608 suor Virginia condannata a vivere in una cella dove la porta e la finestra sono murate, nel convento delle Convertite di Santa Valeria a Milano. Dopo 15 anni, il cardinale Federico Borromeo afferma che la Signora di Monza si veramente pentita e la fa liberare. Ma suor Virginia sceglie di restare in quel convento fino alla sua morte, avvenuta dopo altri 28 anni,nel 1650. La monaca di Monza diventata celebre nella letteratura grazie al romanzo de I promessi sposi, di Alessandro Manzoni. Nel romanzo suor Virginia si chiama Gertrude e lamante Egidio. Dagli occhi neri penetranti alla sua infanzia, Manzoni, ci descrive la sofferenza della monaca e la sua successiva crudelt.

Guglielmo Marconi

Guglielmo Marconi nasce nl 1874 a Bologna. Sua madre irlandese e anche suo padre decide di prendere la cittadinanza britannica. Con i suoi studi scopre come trasmettere dei segnali senza utilizzare i fili. Marconi cerca prima i finanziamenti dal governo italiano e poi si trasferisce in Inghilterra dove brevetta la sua invenzione. Anche se la richiesta fatta in anticipo di 21 giorni rispetto alla trasmissione del russo Popov in seguito si contesta la paternit dellinvenzione. Guglielmo Marconi resta comunque il primo ad aver intuito le applicazioni commerciali di questa invenzione infatti prima fonde la Marconi Wireless Telegraph Company e poi la Marconi Corporation che permette un regolare servizio pubblico di radiotelegrafia attraverso lOceano Atlantico. Nel 1909 vince il premio Nobel per la fisica per il suo contributo allevoluzione del telegrafo senza fili. Muore nel 1937 a Roma. Prima dellarrivo delleuro Guglielmo Marconi stato raffigurato sulle banconote da 2000 Lire.

Alda Merini

Alda Merini nata a Milano nel primo giorno di primavera del 1931, ma sar sempre ricordata per la residenza che ha scelto nella metropoli lombarda: i Navigli. La Signora dei Navigli nata in una famiglia povera, come tante durante la seconda guerra mondiale. La poetessa ricorder i bombardamenti, la fame e le difficolt della vita a Milano in quel periodo. Ha scritto fin da giovane e le sue poesie hanno colpito altri poeti e il pi importanti di questi, Eugenio Montale, lha inserita nellenciclopedia delle poetesse del Novecento. Alda Merini si sposata giovane ed ha avuto presto due bambine. I problemi coniugali ed economici le hanno causato un esaurimento nervoso. Alda Merini stata chiusa, allora, in manicomio dove rester, con brevi intervalli, per venti lunghi anni in cui ha smesso di scrivere. La perdita delle sue figlie, che sono state fatte vivere con altre famiglie, e la terribile

esperienza del manicomio hanno segnato profondamente la poetessa. I manicomi italiani erano dei luoghi dove le persone subivano umiliazioni, contintui traumi fisici e psicologici e solo alcuni riuscivano a sopravvivere. La comprensione particolare di un medico che verr ricordato spesso dalla Merini, e la chiusura dei manicomi in Italia, hanno salvato in qualche modo la Signora dei Navigli da una fine tragica. Nelle sue composizioni il manicomio viene ricordato come una Terra Santa, la follia vista come paura degli uomini verso altri uomini. Compaiono poi temi come la crudelt degli uomini, labbandono, ma anche la speranza, la voglia di vivere e di amare, il pensiero di Dio e il suo rapporto mistico con la religione: tutti questi sono gli elementi della Alda Merini matura. Negli ultimi tempi stata celebre la sua collaborazione con altri artisti e cantanti che hanno reso limmagine della poetessa pi affascinante, anche se a volte lontana da ci viveva. La signora Merini ci ha lasciati il 1 novembre del 2009 a causa di un male incurabile. Pi volte ha scritto che pi bella della sua poesia stata la sua vita e questo perch amava molto la vita e lamava, diceva, perch io la vita lho pagata cara.

Maria Montessori

Il viso di Maria Montessori famoso in Italia, perch per molti anni stata lunica donna a essere rappresentata su una banconota: era infatti il volto che osservava gli italiani sulla banconota pi diffusa, quella da mille lire. Nata nel 1870 vicino ad Ancona, ha compiuto studi di Medicina, con grandi risultati. Ha iniziato a occuparsi di bambini con problemi psicologici e con un suo collega ha avuto un figlio. Il collega per lha abbandonata e lei ha dovuto allevare il figlio dicendo che era un nipote, perch in quellepoca era difficile per le donne avere figli senza essersi sposate. Si avvicinata alla teosofia, una dottrina che univa scienza e fede religiosa. Maria Montessori criticava leducazione che la societ dellepoca dava ai bambini, perch pensava che fosse troppo rigida e non sviluppasse le potenzialit dei piccoli. Allora ha sviluppato un metodo educativo, alla cui base cera lidea che il bambino avesse grandi potenzialit e che i maestri dovessero lasciargli sviluppare queste capacit liberamente. Tra 1907 e 1909 sono nate, a Roma e a Milano, le prime scuole, dirette da sue allieve, che usavano il suo stesso metodo, che si diffuso negli anni successivi in tante altre scuole. Il suo libro, Metodo, stato tradotto in tutto il mondo. E morta nel 1952 in Olanda, dove era andata a vivere negli ultimi anni.

Antonio Meucci

Antonio Meucci nasce a Firenze nel 1808, studia allAccademia delle Belle Arti e trova lavoro come tecnico di teatro. Nel 1831 combatte nei moti rivoluzionari ed costretto a lasciare lItalia. Prima si trasferisce a Cuba e poi negli Stati Uniti dove apre una fabbrica di candele. Costruisce il primo telefono per poter parlare con la moglie che gravemente malata. Il suo telefono, chiamato da lui telettrofono, sfrutta lidea che ha avuto quando lavorava come tecnico del teatro. Per problemi economici la sua fabbrica di candele costretta a chiudere e Meucci non ha i soldi sufficienti per pagare il brevetto definitivo ma solo un brevetto temporaneo. Per questo la sua invenzione stata poi brevettata da uno statunitense, Alexander Graham Bell, e solo nel 2002 gli Stati Uniti hanno riconosciuto che il vero inventore del telefono stato Antonio Meucci. Meucci muore nel 1889 negli Stati Uniti.

Don Lorenzo Milani

Nato nel 1923 a Firenze da una famiglia borghese, con madre ebrea, Lorenzo Milani studia a Milano al liceo classico e allAccademia di Brera. Attraverso larte sacra, Lorenzo si avvicina al Vangelo e alla religione cattolica, frequenta il seminario e diventa sacerdote nel 1947. Subito mostra interesse per i pi poveri e deboli: operai e contadini che non possono studiare e cambiare posizione nella societ. Nel 1954 diventa priore della parrocchia di Barbiana, piccolo paese della montagna fiorentina, dove inviato a causa di alcune divergenze con larcivescovo. Qui offre agli studenti delle famiglie pi povere una scuola unica e speciale, per aiutarli nello studio e superare le difficolt legate alle condizioni famigliari. Il motto della scuola linglese I care (contrapposto al motto me ne frego dei fascisti): a don Lorenzo sta a cuore il destino di ognuno degli studenti, nessuno dei quali deve rimanere indietro, il contrario di quanto fa secondo don Milani la scuola di Stato. A Barbiana invece, tutti gli studenti collaborano alla didattica: chi sa di pi aiuta gli altri e la scuola aperta 365 giorni lanno.

Nel 1965 diventa famoso per avere scritto, in Lobbedienza non pi una virt, una lettera a un gruppo di cappellani militari (cio i preti che seguono i soldati nellesercito), che hanno in precedenza scritto contro lobiezione di coscienza (cio la possibilit di non entrare nellesercito per la leva militare ma di fare altre attivit). Don Milani viene accusato e processato in tribunale. Nel 1966 scrive, insieme con i ragazzi della scuola di Barbiana, il celebre Lettera ad una professoressa, in cui condanna la struttura della scuola esistente e presenta i principi della scuola di Barbiana. Muore nel 1967, ad appena 44 anni, per un male gravissimo. Secondo molti, don Milani considerato uno dei padri del Sessantotto italiano e della contestazione, perch ha messo in discussione gli aspetti pi conservatori della societ dellepoca, identificati nella scuola e nellesercito.

Nilde Iotti

Leonilide Iotti (chiamata poi successivamente solo Nilde) nata a Reggio Emilia nel 1920. Si laureata in Lettere; per un breve periodo ha svolto la professione di insegnante e solo successivamente ha iniziato la carriera politica. Durante la seconda guerra mondiale stata antifascista e dal 1943 ha partecipato alla Resistenza. Nel 1946 entrata in Parlamento con il PCI (Partito Comunista Italiano), come membro dellAssemblea Costituente. Il suo ruolo stato decisivo nella scrittura della Costituzione per laffermazione dei diritti della donna e della famiglia: il diritto del lavoro per la donna e il diritto alla maternit, punti messi in discussione precendentemente da Mussolini. E stata la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente della Camera e lo ha fatto per ben 3 legislature, dal 1978 al 1992: nessun politico oltre a lei ha raggiunto questo primato. E stata anche lunico esponente del Partito Comunista ed essere vicino a diventare Presidente del Consiglio. E morta nel 1999, per un arresto cardiaco, poco dopo aver dato le sue dimissioni politiche.

San Giovanni Bosco

Oggi un santo, secondo la Chiesa cattolica, ma San Giovanni Bosco chiamato semplicemente don Bosco, con quel titolo affettuoso che la santit non gli ha privato nel cuore dei fedeli. Limportanza di don Bosco sta tutta nella sua creazione che ha segnato intere generazioni di italiani, con un progetto educativo fortemente caratteristico e non scomparso nellItalia di oggi: loratorio. Nato nella campagna piemontese nel 1815, Giovanni Bosco diventato sacerdote e a Torino, citt ricca ma piena di problemi sociali, don Bosco ha cominciato a cercare i ragazzi disagiati nelle strade, costretti al lavoro fin da giovani o malnutriti. Ha cos deciso di radunare i giovani in un Oratorio, dove la missione educativa e quella di assistenza si univano in un progetto che salvava i ragazzi dalla sicura emarginazione, se non dalla morte. In seguito don Bosco, che ha esteso la sua attivit anche allArgentina, ha creato un ordine, i Salesiani don Bosco, che nel corso di oltre un secolo ha disseminato numerosi paesi di scuole e centri educativi di grande valore. Ma soprattutto don Bosco ha creato un modello che ogni chiesa cattolica possiede: un oratorio, dove di pomeriggio i ragazzi possono incontrarsi per giocare (solitamente a calcio: dagli oratori che sono usciti i principali campioni di calcio italiani!), se vogliono anche per pregare, restando lontani dai pericoli della strada. Oggi gli oratori sono un luogo di integrazione anche per i ragazzi non cattolici.

Tommaso DAquino

Tommaso DAquino stato un grande filosofo e teologo ed considerato Santo dalla Chiesa Cattolica. Tommaso era figlio del conte DAquino ma ha rifiutato il titolo per diventare un frate di un ordine mendicante, quello dei domenicani. Da giovanissimo parlava molto poco e i suoi compagni lo prendevano in giro e lo chiamavano bue muto, perch era grassottello. Si racconta che una volta, mentre Tommaso stava leggendo, alcuni frati hanno urlato Tommaso, un asino vola! perch lo credevano stupido. Tommaso allora uscito e ha guardato in cielo ma ovviamente non cera nessun asino e gli altri frati hanno cominciato a ridere, cos lui ha risposto: Preferisco pensare che un asino voli piuttosto che credere che dei frati dicano bugie. Tommaso ha studiato e viaggiato molto, e il suo pi grande insegnante stato Alberto Magno,

a Colonia. La sua bravura e il suo genio gli hanno permesso di vincere molte discussioni filosofiche, chiamate in latino quaestiones. Tommaso ha tradotto in linguaggio cristiano Aristotele, che prima di lui non veniva accettato. San Tommaso considerato molto importante per il pensiero cristiano e occidentale, perch ha portato al centro la ragione umana: emanazione di Dio, la ragione porta a verit che sono in armonia con la fede. A Dio, secondo Tommaso, si pu arrivare dunque attraverso la ragione. Per i suoi testi e riflessioni viene considerato dalla Chiesa Cattolica Dottore della Chiesa (Doctor Angelicus) e patrono degli insegnanti. Si dice che alla fine della sua vita abbia ricevuto delle visioni divine. Dopo questi momenti, il filosofo ha poi cercato di bruciare tutto quello che aveva scritto dicendo: Tutto quello che ho scritto non niente, soltanto paglia. Si festeggia il 28 gennaio.

Coccodrillo a bordo, laereo non decolla (Livello B1)


1. Leggi il seguente articolo. BERGAMO A fermare gli aerei non ci sono solo il maltempo, gli scioperi, i guasti e i terroristi. Adesso ci si mettono anche i peluche. Ma non uno qualsiasi: quello che riuscito nellimpresa di ritardare per due ore il decollo di un volo Ryanair tra Ciampino e Orio al Serio, racconta lagenzia di stampa Agi, era una mostruosit verde talmente enorme da occupare tre sedili, e che chiss come era riuscita a passare dal check in come semplice bagaglio a mano. VOLO NATO MALE Il volo, bisogna dirlo, era nato male. Prima limbarco spostato per un ritardo tecnico. Poi un bisticcio con un passeggero che aveva piazzato una valigia davanti alluscita di sicurezza e non voleva spostarla. Infine a sbarrare la strada del decollo sceso in campo lenorme coccodrillo. Lassistente di volo che si trovata a dover gestire la bestiaccia ha cercato di convincere la padrona del mostro che non si poteva decollare con un pupazzo grande come un monolocale parcheggiato fra i sedili e aveva posto la questione in termini drastici: o via la bestiaccia o non si decolla. Lo stesso comandante lo ha chiarito attraverso linterfono: signori, non si pu decollare per colpa del coccodrillo. PARAPIGLIA A BORDO I passeggeri si sono subito divisi in due partiti: uno propendeva per tenere il coccodrillo piazzandolo nelle file vuote in coda; gli altri, pi drastici, votavano per limmediata soppressione. La padrona del pupazzone ha difeso la creatura con tutte le sue forze, usando toni pesanti e strattonando la hostess. Tanto che dovuta intervenire la polizia di frontiera. Come se non bastasse un passeggero si messo a riprendere il parapiglia con il telefonino e gli agenti lo hanno identificato. Per calmare tutti c voluta unautorit superiore, una suora, che si alzata, ha parlato con lequipaggio, con gli agenti e alla fine anche con la padrona del coccodrillo che alla fine si alzata, si caricata in spalla lanimale ed scesa. E laereo ha potuto finalmente decollare. [tratto da Corriere.it]

Che cosa significa bisticcio? litigio pasticcio pupazzo Che cosa significa drastico? cattivo, crudele energico, risoluto sensibile, poetico Che cosa significa parapiglia? coccodrillo confusione incidente

Considero valore
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca. Considero valore il regno minerale, lassemblea delle stelle. Considero valore il vino finch dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si risparmiato, due vecchi che si amano. Considero valore quello che domani non varr pi niente e quello che oggi vale ancora poco. Considero valore tutte le ferite. Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordarsi di che. Considero valore sapere in una stanza dov il nord, qual il nome del vento che sta asciugando il bucato. Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia. Considero valore luso del verbo amare e lipotesi che esista un creatore. Molti di questi valori non ho conosciuto. di Erri de Luca 1) Non essersi risparmiati vuol dire: Aver speso tutti i propri soldi per qualcosa Aver speso tutti i soldi degli altri per qualcosa Aver speso tutte le energie per qualcosa 2) Per accorrere a un grido si intende: Gridare se qualcuno sta gridando Andare in soccorso di qualcuno che grida Fuggire se qualcuno grida 3) Provare gratitudine :

Sentire di aver ricevuto qualcosa di buono Provare rabbia per qualcuno che non si conosce Provare nostalgia per luoghi che non si sono mai visti 4) Il bucato : L'insieme dei panni lavati Una ferita Una lacrima che cade 5) Clausura vuol dire: Un abito delle monache La casa delle monache Vivere chiusi

Donne fiore e donne verdura

Esistono due tipi di donne. Le donne fiore e le donne verdura. Le donne fiore sono belle. Straordinariamente belle. Eleganti e piene di stile da far schifo. Vanno guardate e ammirate. Toccate poco, senn si guastano. Se gli sciogli unaspirina nellacqua durano di pi. Da lontano sembrano profumatissime, ma se le annusi spesso non sanno di niente. Per, qualunque sia loccasione, fanno sempre una gran bella figura. E poi ci sono le donne verdura. Che non sono tanto belle, ma danno sapore. Ci sono le donne sedano, pallide e allampanate, quelle finocchio, basse e tonde, le donne patata americana, che puoi tenere per anni in cucina e piantarci addosso anche gli stuzzicadenti e loro germogliano lo stesso. Le donne verdura sanno di qualcosa. Sempre. Alcune sono addirittura afrodisiache. Se poi le metti nel barattolo, conservano il gusto e durano per anni. Quelle fiore, quando appassiscono, fanno solo tristezza. (tratto da La Principessa sul pisello, di Luciana Littizzetto)

Federigo degli Alberighi

Federigo degli Alberighi un nobile toscano che si innamora di monna Giovanna, unaltra nobildonna, e per conquistarla spende inutilmente tutto quello che ha. Rimasto senza niente, Federigo si ritira in una piccola casa di campagna con la sua ultima ricchezza: un bellissimo falcone, con il quale caccia. Monna Giovanna rimane vedova e con un figlio ormai gi grandicello e va, come fa di solito, a passare lestate in una casa vicino a quella di Federigo. Intanto nel giovane figliolo cresce il desiderio di avere il falcone di Federigo e per questo si ammala. La madre, che ama il proprio figlio pi di qualunque altra cosa, tenta di accontentarlo nella speranza che guarisca. Il giorno seguente va, in compagnia di unaltra donna, dal buon Federigo che gentilmente laccoglie. Trovandosi, per, senza qualcosa da cucinare che fosse adatto alla donna che ama, pensa di far cucinare il suo falcone a cui, per, lui vuole molto bene. Finito il pranzo, monna Giovanna fa la sua richiesta e il povero Federigo si dispera non potendo accontentare la donna. Dopo alcuni giorni muore il figlio di monna Giovanna e lei, rimasta sola, decide di sposarsi con Federigo degli Alberighi dal quale avrebbe avuto solo tanto amore. adattato da Federigo degli Alberighi, in Decameron, di Giovanni Boccaccio

Tancredi e Ghismunda
Tancredi, principe di Salerno, ha una figlia di nome Ghismunda. Tancredi ama tanto Ghismunda e non vuole che lei si sposi ma alla fine deve accettare il suo matrimonio. Poco dopo, per, il marito di Ghismunda muore e cos la figlia rimane vedova e torna da lui. Ghismunda, dato che una donna giovane, ha voglia di amare. Pensa che sia pi giusto amare di nascosto, cio avere un amante, perch il padre non vuol che lei lo abbandoni. Si innamora, tra tanti giovani, del valletto [1] Guiscardo, e lui di lei. I due si incontrano di nascosto e lei non fa sapere a nessuno la storia con lui, ma un giorno questa viene scoperta dal padre e subito Guiscardo viene imprigionato. Tra la figlia e il padre c una lunga discussione: Ghismunda pensa che non sia importante se luomo da amare sia nobile di nascita o no, ma importante che sia nobile danimo; Tancredi non la pensa allo stesso modo ma crede che sia nobile chi nasca nobile. Ghismunda promette che si suicider se il padre uccide Guiscardo, ma lui non le crede, lo uccide e le porta il cuore di Guiscardo. Ghismunda bacia il cuore e beve il veleno. Alla fine Tancredi si pente di non avere ascoltato la figlia. Mette Ghismunda e Guiscardo insieme nella tomba e rende pubblico il loro amore, come avrebbe voluto Ghismunda. adattato da Tancredi e Ghismunda, in Decameron, di Giovanni Boccaccio

Amore e Psiche

Psiche una bellissima ragazza e molti uomini ne sono affascinati. Venere, dea della bellezza invidiosa e decide di mandare suo figlio Eros, il dio dellamore, per farla innamorare delluomo pi brutto. Eros quando la vede, per, si innamora di lei e chiede alla madre di Psiche di poterla sposare. La ragazza viene portata in un castello e non pu vedere Eros per paura che lei lo riconosca. Cos i due si amano al buio con una grande passione. Per Psiche curiosa e le sue sorelle le dicono che in realt il suo compagno un mostro. Una notte, allora, Psiche si avvicina ad Eros con una candela e quando lo vede in viso rimane molto colpita dalla sua bellezza. La candela per si scioglie e una goccia di cera brucia Eros e chi si sveglia e scappa via. Da quel giorno Psiche gira per il mondo in cerca di Eros. adattato da Amore e Psiche di Apuleio

La formica e la cicala
La formica e la cicala una favola di Esopo molto famosa. Leggi attentamente la versione in poesia tratta da Jean de la Fontaine e rispondi alle domande: La cicala e la formica (traduzione da Jean de la Fontaine) La Cicala che imprudente tutta estate al sol cant, provveduta di niente nellinverno si trov, senza pi un granello e senza una mosca nella credenza. Affamata e lamentosa va a cercar della Formica e le chiede qualche cosa, qualche cosa in cortesia per poter fino alla prossima primavera tirar via: promettendo per lagosto, in coscienza lanimale, interessi e capitale. La Formica che ha il difetto di prestar malvolentieri, le domanda chiaro e netto: - Che hai fatto tu fino a ieri? - Cara amica, a dire il giusto,

non ho fatto che cantare tutto il tempo. Brava, ho gusto, balla adesso, se ti pare.

Ora leggi i due brevi componimenti di Gianni Rodari: Alla formica (Gianni Rodari) Chiedo scusa alla favola antica se non mi piace lavara formica. Io sto dalla parte della cicala che il pi bel canto non vende, regala. Rivoluzione (Gianni Rodari) Ho visto una formica in un giorno freddo e triste donare alla cicala met delle sue provviste. Tutto cambia: le nuvole, le favole, le persone. La formica si fa generosa: E una rivoluzione!

Il libro di fiabe

La famiglia Settembrini una famiglia romana molto comune. Un giorno, per, tra i libri della loro libreria nasce una grande discussione. Alcuni libri, infatti, vogliono un maggiore spazio perch si sentono pi importanti degli altri. Chi lo decide chi il pi importante? dice il vocabolario Io contengo tutte le parole, quindi io sono il pi importante. Tu? risponde un librone di storia Non credo proprio! Le tue parole non dicono niente! Io insegno da dove vengono gli uomini e che cosa hanno fatto. Senza di me non si saprebbe cosa fare nel futuro. E il futuro tutto!. Sbagliate entrambi parla allora un libro molto elegante di filosofia Io sono pi importante di voi perch senza di me gli uomini non saprebbero che cosa sia la giustizia. E senza giustizia non c futuro!. Eh no, miei cari prende la parola un libro di poesie damore io sono il re della parola e

faccio riscoprire lamore agli uomini. E senza amore non c giustizia!. E io? chiede allora un libro di fiabe per bambini, Tu? lo guardano gli altri libri con curiosit Tu non servi a niente! e cominciano a ridere. Subito aggiungono: Tu sei fatto per i bambini ma loro non ti sanno leggere. Quindi sei assurdo!. In quel momento entra la mamma col bambino e i due si dirigono verso il libro di fiabe. La mamma legge la fiaba al bambino, come ogni sera, e il bambino poggia la testa sul suo grembo. Mamma dice il bambino il lupo ha fatto una cosa molto cattiva, vero?, S, amore mio risponde la mamma. Mamma, tu mi salveresti se il lupo mi prendesse? chiede il bambino impaurito, Io affronterei ogni lupo per salvarti! lo rassicura la mamma. Grazie mamma, ti voglio bene sussurra il piccolo che si addormenta poco dopo. La mamma allora posa il libro e porta il bambino a letto. In quel momento il libro di fiabe grida agli altri libri: Sciocchi e presuntuosi! Sono io che insegno ai bambini da dove veniamo, con le mie storie popolari, pi di un libro di storia! Sono io che insegno a distinguere il bene e il male, pi di un libro di filosofia! E sono io a far riscoprire al bambino il grande amore di sua madre. Ed ogni bambino una speranza e senza speranza non c futuro, non c giustizia e non c amore!.

Il ragno e il grappolo duva

Il ragno aveva trovato un grappolo duva, il quale, per la sua dolcezza, era molto visitato da api e diverse qualit di mosche. QUesto luogo gli parve molto comodo per la sua trappola. Cos si cal gi per il suo filo sottile, e entrato nella nuova abitazione, ogni giorno dagli spazi che cerano nel grappolo, assaltava come un ladrone i poveri animali che

non se lo aspettavano. Ma dopo diversi giorni, il vendemmiatore prese luva e la mise con le altre e il ragno viene schiacciato insieme a quelle. Cos luva fu la trappola del ragno intrappolatore, e delle mosche intrappolate. adattato da una favola di Leonardo da Vinci.

Io
Ermanno Bencivenga un professore di filosofia. Nel 1991 scrive un libro che si chiama La filosofia in trentadue favole in cui prova a trattare alcuni temi filosofici attraverso delle narrazioni che ricordano le favole dellinfanzia.

Cera una volta io, ma non andava bene. Mi capitava di incontrare gente per strada e di scambiarci due parole, e per un po la conversazione era simpatica e calorosa, ma arrivava sempre il momento in cui mi si chiedeva Chi sei? e io rispondevo Sono io, e non andava bene. Era vero, perch io sono io, la cosa che sono di pi, e se devo dire chi sono non riesco a pensare a niente di meglio. Eppure non andava bene lo stesso: laltro faceva uno sguardo imbarazzato e si alontanava il pi presto possibile. Oppure chiamavo qualcuno al telefono e gli dicevo Sono io, ed era vero, e non cera un modo migliore, pi completo, pi giusto di dirgli chi ero, ma laltro imprecava o si metteva a ridere e poi riagganciava. Cos mi sono dovuto adattare. Prima di tutto mi sono dato un nome, e se adesso mi si chiede chi sono rispondo: Giovanni Spadoni. Non un granch, come risposta: se mi si chiedesse chi Giovanni Spadoni probabilmente direi che sono io. Ma, chiss perch, dire che sono Giovanni Spadoni funziona meglio. Funziona tanto bene che nessuno mai mi chiede chi Giovanni Spadoni: si comportano tutti come se lo sapessero. Invece di chiedermi chi Giovanni Spadoni gli altri mi chiedono dove e quando sono nato, dove abito, chi erano mio padre e mia madre. Io gli rispondo e loro sono contenti. E forse sono contenti perch credono che io sia quello che nato nel posto tale e abita nel posto talaltro, e che figlio di Tizio e di Caia e padre di questo e di quello. Il che non vero, ovviamente: non c niente di speciale nel posto tale o talaltro, o in Tizio e Caia. Se fossi nato altrove, in unaltra famiglia, sarei ancora lo stesso, sarei sempre io: questa la cosa che sono di pi, la cosa pi vera e pi giusta che sono. Ma questa cosa non interessa a nessuno: gli interessa dellaltro, e quando lo sanno sono contenti. Una volta cero io, e non andava bene. Adesso c Giovanni Spadoni, che nato a X e vive a Y e cos via. E io non sono niente di tutto questo. Ma le cose vanno benissimo. tratto da La filosofia in trentadue favole, Ermanno Bencivenga

Il bambino cattivo e la staccionata

Cera una volta un bambino che faceva tante cose cattive; questo bambino faceva arrabbiare tutti e a tutti dava dei gran dolori con misfatti e insulti. Un giorno per il bambino cominci a capire il male che stava facendo e ne prov dolore anche lui, cos decise di diventare buono. And dal nonno, che era molto saggio, e gli disse: Nonno, come posso fare per diventare pi buono? e il nonno gli rispose: Vedi quella staccionata laggi? Ogni volta che fai unazione cattiva andrai presso quella staccionata e con un martello ci metterai un chiodo, il bambino allinizio fu un po sorpreso da questo consiglio, poi per fece come gli disse il nonno. Nonostante le buone intenzioni del bambino, i chiodi nella staccionata furono molti. Ma cominciava a diminuire la frequenza con cui il bambino inchiodava, fino ad arrivare al giorno in cui il bambino non ne mise neppure uno! Allora il bambino and dal nonno e disse: Nonno, finalmente non faccio pi cattive azioni, ma ancora non mi sento buono!, e il nonno disse Bene, ora vai alla staccionata e con questo cacciavite comincia a togliere tutti i chiodi che hai messo; il bambino fece come gli disse il nonno.

Ci volle un po di tempo ma i chiodi furono tutti rimossi, il bambino torn dal nonno e il nonno gli chiese: cosa noti?, e il bambino beh, ora al posto dei chiodi ci sono tanti buchi! e il nonno: Ecco, quello il male che hai causato: a volte non basta non fare cattive azioni per sentirci buoni, dovremmo cominciare a togliere i chiodi dalla nostra staccionata e vedere quanto profondi sono i buchi lasciati. Capita che il tempo otturi quei buchi, altre volte quei buchi sono talmente profondi che nemmeno il tempo riesce a chiudere, e altre volte ancora lasciamo l quei chiodi senza volerli rimuovere. La coscienza come la staccionata in cui quel bambino poneva dei chiodi; a volte non vogliamo vederla ma l che aspetta che tu tolga quei chiodi e che ripari il male fatto; ma molto pi facile martellare un chiodo che toglierlo.

La cornacchia e il pavone

Una cornacchia si gonfia di vana gloria la testa, e raccolte le piume che erano cadute al pavone ci si fa bella. Da allora comincia a sdegnare le proprie compagne e si intrufola nel bellissimo gruppo dei pavoni. Quelli, per, le strappano le piume a questuccello sfacciato ed lo cacciano via a beccate.

La cornacchia malconcia, piangendo, prende la strada per ritornare tra i suoi, ma anche qui viene respinta e riceve e insultata. Ed una, allora, fra quelle che prima aveva disprezzato le dice: Se ti fossi accontentata del nostro gruppo e avessi accettato la sorte che la natura ci ha dato, tu non avresti patito quel loro affronto, n sentiresti il bruciore di questo nostro rifiuto. Cos ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze, sembrerebbero delle persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse.

Lavaro

Ogni tanto il rospo allungava il muso e addentava un po di terra. - Perch sei sempre cos magro? gli chiese un giorno una coccinella. - Perch ho sempre fame rispose il rospo. - Ma se ti nutri soltanto di terra! esclam il gentile insetto. Perch non ne mangi a saziet? - Perch un giorno disse con tono lugubre lavaro anche la terra potrebbe finire. (Leonardo da Vinci, Favole e leggende, Firenze, Giunti-Nardini, 1980, p. 74)

Perch lamore cieco?

Si racconta che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualit degli uomini. Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la follia, come sempre un po folle, propose: Giochiamo a nascondino!. Linteresse alz un sopracciglio e la curiosit, senza potersi contenere, chiese: A nascondino? Di che si tratta?. un gioco, spieg la follia in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 100 mentre voi vi nascondete e, quando avr terminato di contare, il primo di voi che scopro prender il mio posto per continuare il gioco. Lentusiasmo si mise a ballare, accompagnato dalleuforia. Lallegria fece tanti salti che fin per convincere il dubbio e persino lapatia alla quale non interessava mai niente. Per non tutti vollero partecipare: la verit prefer non nascondersi (perch avrebbe dovuto se poi alla fine tutti la scoprono?), la superbia pens che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ci che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e la codardia prefer non rischiare. Uno, due, tre cominci a contare la follia. La prima a nascondersi fu la pigrizia, che si lasci cadere dietro la prima pietra che trov sul percorso, la fede vol in cielo e linvidia si nascose allombra del trionfo, che, con le proprie forze, era riuscito a salire sulla cima dellalbero pi alto. La generosit quasi non riusciva a nascondersi: ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto per la timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la volutt. Una folata di vento? Magnifico per la libert. Cos la generosit fin per nascondersi in un raggio di sole. Legoismo, al contrario, trov subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per s, la menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non vero, si nascose dietro larcobaleno), la passione e il desiderio al centro dei vulcani. Loblio non mi ricordo dove. Quando la follia arriv a contare 99, lamore non aveva ancora trovato un posto dove nascondersi poich li trovava tutti occupati, finch scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori. Cento! cont la follia, e cominci a cercare. La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra. Poi ud la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sent vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani. Per caso trov linvidia, e pot dedurre dove fosse il trionfo. Legoismo non riusc a trovarlo: era fuggito dal suo nascondiglio, essendosi accorto che cera un nido di vespe. Dopo tanto camminare, la follia ebbe sete, e nel raggiungere il lago scopr la bellezza. Con il dubbio le risult ancora pi facile, giacch lo trov seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi. Alla fine trov un po tutti: il talento nellerba fresca, langoscia in una grotta buia, la menzogna dietro larcobaleno, infine loblio, che si era gi dimenticato che stava giocando a nascondino. Solo lamore non le appariva da nessuna parte. La follia cerc dietro ogni albero,

dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne. Proprio quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominci a muoverne i rami, quando, allimprovviso, si ud un grido di dolore: le spine avevano ferito gli occhi dellamore! La follia non sapeva pi che cosa fare per discolparsi: pianse, implor, domand perdono e arriv fino a promettergli di seguirlo per sempre. LAmore accett le scuse. Da allora lAmore cieco e la Follia lo accompagna sempre.

Le piccole cose che amo di te


Lamore muove il Sole e le altre stelle, diceva Dante. Ma lamore con tempo cambia. Ed ecco come Stefano Benni ce lo dimostra!

Le piccole cose che amo di te quel tuo sorriso un po lontano il gesto lento della mano con cui mi accarezzi i capelli e dici: vorrei averli anchio cos belli e io dico: caro sei un po matto e a letto svegliarsi col tuo respiro vicino e sul comodino il giornale della sera la tua caffettiera che canta, in cucina lodore di pipa che fumi la mattina il tuo profumo un po bals il tuo buffo gilet le piccole cose che amo di te Quel tuo sorriso strano il gesto continuo della mano

con cui mi tocchi i capelli e ripeti: vorrei averli anchio cos belli e io dico: caro me lhai gi detto e a letto sveglia sentendo il tuo respiro un po affannato e sul comodino il bicarbonato la tua caffettiera che sibila in cucina lodore di pipa anche la mattina il tuo profumo un po demod le piccole cose che amo di te Quel tuo sorriso beota la mania idiota di tirarmi i capelli e dici: vorrei averli anchio cos belli e ti dico: cretino, comprati un parrucchino! E a letto stare sveglia e sentirti russare e sul comodino un tuo calzino e la tua caffettiera che esplosa finalmente, in cucina! La pipa che impesta fin dalla mattina il tuo profumo di scimpanz quellorrendo gilet le piccole cose che amo di te.

Io ti amo
Stefano Benni uno scrittore molto conosciuto e molto particolare. In questa poesia damore ci mostra un caro innamorato che prova a dimostrare il suo amore e alla fine

Io ti amo e se non ti basta ruber le stelle al cielo per farne ghirlanda e il cielo vuoto non si lamenter di ci che ha perso che la tua bellezza sola riempir luniverso Io ti amo e se non ti basta vuoter il mare e tutte le perle verr a portare davanti a te e il mare non pianger di questo sgarbo che onde a mille, e sirene non hanno lincanto di un solo tuo sguardo Io ti amo e se non ti basta sollever i vulcani e il loro fuoco metter nelle tue mani, e sar ghiaccio per il bruciare delle mie passioni Io ti amo e se non ti basta anche le nuvole catturer e te le porter domate e su te piover dovranno quando destate per il caldo non dormi E se non ti basta perch il tempo si fermi fermer i pianeti in volo

e se non ti basta vaffanculo.

Storia La fondazione di Roma

Secondo la leggenda, le origini di Roma risalgono allAsia Minore, in particolare nella citt di Troia. Mentre le fiamme avvolgono la nobile e ricca citt a lungo assediata dai Greci (com raccontato nellIliade di Omero), Enea, figlio di Venere, fugge con il padre Anchise e il figlio Ascanio. La sua storia narrata da Virgilio, nellEneide, in un chiaro esempio di propaganda imperiale! Sotto limperatore Augusto, infatti, nasce la volont di nobilitare le origini romane e chi pi nobile dei Greci, padri del pensiero filosofico occidentale? E cos che nasce il mito di Enea che, alla fine di un lungo viaggio, approda nel Lazio. Come ci racconta Tito Livio, Enea fonda una citt, Lavinio, in onore della sua sposa, Lavinia, figlia del re Latino. Da Enea discendono varie generazioni, fino a giungere al re Numitore, che costringe la figlia del fratello Amulio, Rea Silvia, a diventare vestale (una sacerdotessa che deve votarsi alla castit). Il dio Marte, innamoratosi di Rea Silvia, si unisce a lei, facendo nascere due gemelli, Romolo e Remo. Rea Silvia viene uccisa dal re e i bambini abbandonati nel fiume Aniene. Una lupa li vede e decide di allattarli e prendersene cura (lupa, in latino, una parola che ha anche laccezione di prostituta), per poi essere curati da Faustolo e Laurenzia. Divenuti grandi e conosciuta la loro identit, i due giovani, con laiuto di numerosi seguaci arruolati tra i fuorilegge dellepoca, si vendicano di chi li ha abbandonati, uccidendo Amulio.

Romolo e Remo decidono di fondare una citt. Ma chi deve esserne il re? Essendo gemelli, non possibile valutare chi pi anziano e allora decidono di affidare ai segnali degli di il compito di indicare chi ha diritto di diventare re della nuova citt. Romolo sceglie di andare sul colle Palatino, Remo sullAventino. Secondo Tito Livio, il primo presagio, costituito da sei avvoltoi in volo, a favore di Remo, ma in seguito ne appaiono dodici a Romolo. Questultimo reclama la primazia sulla base del numero, Remo sulla base del tempo di apparizione. Anche i seguaci si schierano a favore delluno o dellaltro e ne nasce una lotta. Remo, per prendere in giro il fratello, scavalca il solco sul terreno che

delimita il confine della citt di Romolo e questultimo, irato, lo uccide. E diventa re della citt. E il 21 aprile del 753 a.C.: giorno in cui nasce la citt che dominer per 1.000 anni il Mediterraneo, costituendo il pi grande impero dellOccidente. Una citt che, secondo la leggenda, ha origini nel nobile pensiero greco, nella bellezza di Venere e nella forza di Marte.

Storia Le cinque giornate di Milano

L'Italia nel 1848 Nel 1848 lItalia era ancora divisa in tanti stati di piccole dimensioni. La Lombardia, insieme con il Veneto, era parte dellImpero austriaco. Gi da qualche anno si era diffuso il malcontento per la dominazione straniera e cresceva il desiderio di creare uno stato unitario con le altre parti separate della Penisola. Nel 1848 il governo austriaco ha imposto[1] una nuova tassa sul fumo: i cittadini milanesi si sono cos organizzati per boicottare[2] questo nuovo tributo e hanno deciso di non fumare pi. Il generale austriaco Joseph Radetzky, che guidava lesercito nella citt di Milano, ha deciso allora di mandare i propri soldati in giro per la citt a fumare ostentatamente[3]. Quando un cittadino, che si era sentito provocato[4] da questo atteggiamento, ha reagito spegnendo il sigaro di un soldato austriaco, i militari hanno cercato di arrestarlo. La gente che passava nelle vicinanze ha impedito[5] larresto e ha allontanato tutti i soldati austriaci che erano nella zona. La rivolta, cominciata il 18 marzo, si estesa[6] a tutta la citt, che si riempita di barricate[7]: i cittadini milanesi sono cos riusciti a mandare via, in soli cinque giorni di insurrezione[8], lesercito austriaco, che il 22 marzo si ritirato lasciando libera la citt. Proprio il giorno dopo, incoraggiato dallinsurrezione di Milano, lesercito del Regno di Sardegna ha deciso di fare guerra allAustria (Prima guerra di indipendenza), ma, poich era senza alleati e non era ancora sufficientemente forte, non riuscito a ottenere nessun risultato. Si dovuto aspettare il 1859 perch lintervento militare piemontese avesse successo (Seconda guerra di indipendenza).

Ma quei giorni di rivolta in cui i cittadini sono riusciti da soli a sconfiggere lesercito straniero sono ricordati come le cinque giornate di Milano.

[1] Imporre: fare in modo che qualcuno rispetti un ordine. [2] Boicottare: rendere inutile liniziativa di qualcun altro. [3] Ostentatamente: in maniera molto visibile, in modo che tutti vedano. [4] Provocato: irritato, infastidito. [5] Impedire: non permettere. [6] Estendersi: allargarsi. [7] Barricata: durante una rivolta, sbarramento della strada con oggetti di diverso tipo. [8] Insurrezione: rivolta.

Resistenza e Liberazione

Partigiani in montagna La Resistenza il movimento che nato in Italia nel settembre 1943. Quando l8 di quel mese il governo italiano provvisorio (nato nel luglio 43 dopo la caduta di Mussolini) ha proclamato larmistizio con gli Alleati anglo-americani, la Germania nazista alleata dellItalia fascista ha occupato il centro-nord del Paese. Gli oppositori del fascismo, di fronte a questa fase pi grave e drammatica della guerra, si sono riuniti in un Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), che raggruppava comunisti, socialisti, azionisti, cattolici, monarchici, liberali.

Donne partigiane Lazione dei partigiani stata una vera e propria guerra patriottica per la difesa della nazione dalloccupante nazista e dai collaborazionisti della Repubblica Sociale Italiana (RSI), condotta da uomini e donne di coraggio con i mezzi a disposizione: a volte stata possibile una vera lotta armata, altre volte azioni di sabotaggio e di guerriglia, molto spesso di resistenza passiva alloccupante. In alcune fasi e alcune zone dellItalia in guerra (soprattutto nelle aree di montagna), i partigiani hanno ottenuto risultati notevoli, con la costituzione di repubbliche partigiane in aree momentaneamente liberate dai tedeschi. In generale, i partigiani hanno offerto un aiuto notevole allavanzata degli eserciti di Stati Uniti e Gran Bretagna che stavano risalendo la Penisola. Il 25 aprile 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale dellAlta Italia (CLNAI) ha proclamato linsurrezione, anche con lobiettivo di mettere in sicurezza fabbriche e macchinari che i tedeschi avevano labitudine di distruggere o portare via con s prima della ritirata: in molte zone dellItalia del Nord le truppe tedesche si sono cos arrese al CLN prima dellarrivo degli anglo-americani. Ogni 25 aprile si festeggia perci lanniversario della Liberazione.

Capi partigiani in sfilata Alla Resistenza hanno partecipato diverse centinaia di migliaia di persone. Si calcola che siano stati almeno 300 mila i partigiani armati, ma bisogna aggiungere anche chi ha aiutato con informazioni, nascondigli e alimenti le bande armate, e quei soldati dellesercito regio che hanno preferito farsi internare nei campi di concentramento in Germania o farsi fucilare

piuttosto che continuare la sanguinosa guerra di Hitler e Mussolini. Significativa anche la presenza femminile (circa 35-40 mila donne). Lazione dei partigiani ha permesso allItalia di riscattare, almeno in parte, la vergogna del fascismo. E ha anche consentito allItalia, diversamente da quel che accaduto a Germania e Giappone, di formare fin da subito, dopo la guerra, un governo legittimo e riprendere lattivit democratica, senza la lunga occupazione di truppe americane.

16 ottobre 1943

Il 16 ottobre 1943 ha luogo la grande retata nazista nel Ghetto di Roma che porta pi di 2000 ebrei nei campi della morte. Alcune settimane prima agli ebrei era stato imposto dai tedeschi di pagare una tassa di 50 chilogrammi doro in meno di 24 ore. Gli ebrei del ghetto non hanno quella quantit doro ma il Vaticano mette di nascosto a disposizione 15 chili e altri vengono dati da altri romani. La richiesta soddisfatta ma solo linizio. Il 15 ottobre, durante la notte, ci sono degli spari che svegliano il Ghetto. La gente spaventata e la zona circondata. La mattina cominciano ad essere presi dalle loro case: uomini, donne, bambini, anziani, malati. Tra preghiere, urla di bambini, e paura alcuni si domandano: che ne faranno di noi? Due giorni dopo i vagoni arrivano ad Auschwitz. Durante la retata alcuni riescono a nascondersi, altri vengono nascosti. Pochi. Alla perfidia di molti si contrappone leroismo di pochi, come quello della signora S. che, come racconta lo scrittore Giacomo De Benedetti, torna indietro per salvare un suo parente e, dopo essere presa a schiaffi, riesce a salvare quattro bambini dicendo che sono suoi. O quello di un operaio, a Prati, che riuscito a rubare una camionetta dove ci sono ebrei. Ma sono pochi miracoli.

La stragrande maggioranza di loro, non torner pi. Lunica donna del Ghetto sopravvissuta ad Auschwitz, Settimia Spizzichino ha detto: Ci sono cose che tutti vogliono dimenticare. Ma io no.

Ascari
Dal 1887, lesercito italiano ha avuto un corpo molto speciale: gli ascari eritrei, cio dei soldati provenienti dallEritrea, colonia italiana, e utilizzati per le operazioni pi dure nelle guerre dAfrica. Molte battaglie sono legate agli ascari: la battaglia dellAmba Alagi (1895) ha visto la morte di migliaia di loro e da quel momento gli ascari hanno portato la fascia nera del lutto. Il loro comportamento stato particolarmente eroico nel 1941, contro gli inglesi: ormai senza munizioni e destinati alla sconfitta, gli ascari hanno avuto il permesso dal vicer dEtiopia, il Duca Amedeo di Savoia, di smobilitare, cio di tornare a casa e salvarsi. Pur conoscendo il destino di sconfitta, gli ascari hanno deciso di restare al fianco dei militari italiani. Dal 1950 il governo italiano ha concesso una pensione agli ascari reduci della guerra.

Dialogo della Morte con la Cultura

Madama Morte, madama Morte. Chi sei? Che vuoi? Sono madama Cultura e vorrei sapere chi sei tu. E che ne so? Non mi sono mai vista in faccia. E poi nessuno dovrebbe saperlo meglio di te. Non dici sempre di sapere tutto? Di te non so ancora niente. Allora perch parli e sparli tanto di me? E vero. Ti maledico e ti insulto. Ma anche ti glorifico e ti onoro. E ancora non ti conosco. Eppure sei mia figlia. Io figlia della Morte? Mia e del mio amante immortale: il signor Terrore della Morte. Infatti se i mortali non mi temessero come la morte, non avrebbero inventato nessun culto o Cultura della Morte, ossia nessun culto e nessuna cultura, giacch tutti i culti e le culture del mondo nacquero e nascono dal bisogno di tenermi a bada con vane ma vaghe attenzioni e moine. Quali attenzioni? quali moine? Ti ricordo solo alcune delle tue pi celebri invenzioni:

tombe, cippi, monumenti; templi, chiese, santuari; preghiere, messe, commemorazioni; miti, leggende, storie; memorie, biografie e pettegolezzi; musei, biblioteche, archivi: come vedi, tutta lopera tua soltanto un ricordare, custodire e celebrare cose ed eventi trascorsi, ossia defunti e sprofondati nel nulla. Tutto dunque incomincia col culto dei morti. E come finir? Col culto della cultura, che pur sempre e ancora un culto di cose morte, sicch potremmo chiamarlo il culto del culto dei morti. da Il Pensiero Quotidiano

Il tradimento
Mina non solo una delle pi grandi cantanti italiani ma anche una donna da una scrittura molto arguta e sintetica. In questo passo che vi proponiamo, preso da un suo intervento in una rivista, parla del tradimento.

Hanno ragione tutti. Chi vuole tradire per indole tradisca. Chi vuole tradire perche si sente trascurato tradisca. Chi vuole tradire per noia tradisca. Chi vuole tradire per allegria tradisca. Chi vuole tradire per leggerezza tradisca. Chi vuole tradire per abitudine tradisca. Chi vuole tradire per troiaggine tradisca Padroni Ma ripeto e ripeto e ripeto ancora: chi ama non tradisce. (da Vanity Fair, n. 59, 25 novembre 2004)

Le superstizioni

Le superstizioni sono antiche credenze popolari, nate per i pi svariati motivi, che resistono allavanzare del progresso e del tempo. Prova a ricomporre le seguenti superstizioni.

Non bisogna aprire

l'ombrello in casa

:-)

Quando ci si sveglia,

mai scendere dalla parte sinistra del letto

:-)

Se si rovescia il sale,

bisogna lanciarne un po' anche dietro le spalle :-)

Se si passa la scopa sui piedi di una nubile, non si sposer mai

:-)

Di marted e di venerd

porta sfortuna partire o sposarsi

:-)

Se incontriamo una scala

non dobbiamo passarci sotto

:-)

Rompere uno specchio

porta sette anni di disgrazie

:-)

Se troviamo un ragno

non uccidiamolo, o sar sfortuna nera

:-)

Incrociare posate a tavola

pu portare a croci dolorose nella vita

:-)

A tavola

bene non essere mai in tredici

:-)

Le persone con la gobba

portano molta fortuna a chi le incontra

:-)

Cambiare il letto matrimoniale

pu danneggiare la solidit della coppia

:-)

Se si accende una candela


B2

non bisogna farla consumare mai del tutto

:-)

Galileo Galilei

Galileo Galilei nato a Pisa nel 1564. Nel 1574 si trasferito a Firenze dove studia letteratura e logica. Si iscritto alla facolt di medicina a Pisa, ma poi ha cambiato e ha cominciato a studiare matematica. Galilei ha dato molta importanza agli esperimenti e ha detto che la natura si pu comprendere solo con losservazione. Losservazione utile se tradotta in un linguaggio matematico, anche perch per Galilei tutta la natura scritta in un linguaggio matematico. Dopo losservazione bisogna dividere ogni fenomeno in parti pi piccole e fare delle ipotesi che bisogna sottoporre a esperimenti; solo alla fine si pu fare una legge scientifica: questa la nascita della scienza. La scienza, per Galilei, deve spiegare come funziona la natura e non perch. Galilei venuto a conoscienza di uno strumento nato in Olanda, il cannocchiale, che era considerato solo uno strumento curioso. Galilei ha deciso, allora, di aumentare la potenza del cannocchiale per poter vedere le navi a distanza. Poi per ha pensato anche di usarlo per osservare le stelle ed cos che ha fatto delle importanti scoperte astronomiche. Ha capito che la Terra gira intorno al Sole, come aveva detto anche Copernico, e che il cielo non era perfetto come si credeva, infatti la Luna sembrava simile alla Terra. Galilei ha scritto che la Bibbia parla solo di leggi morali e in questo modo si scontrato con la Chiesa e, dopo un lungo processo, Galilei ha detto di aver sbagliato a scrivere tutto quello che ha scritto. Ma ormai la rivoluzione era stata compiuta. E morto nel 1642.

Giulio Natta

Giulio Natta nato a Porto Maurizio, in provincia di Imperia, nel 1903. Si laureato a soli 21 anni in Ingegneria Chimica ed ha inziato fin da subito a lavorare in un gruppo di ricerca che si occupava di Macromolecole. Nel 1963 vinse il primo (ed unico) Premio Nobel per la chimica dato ad un italiano per la creazione di catalizzatori particolari. I suoi catalizzatori, chiamati catalizzatori di Ziegler-Natta, sono ancora oggi ampliamente utilizzati nella chimica industriale perch con essi si ottengono dei polimeri isotattici, pi comumente conosciuti con il nome di Polipropilene (cio Plastica). Quindi con Natta nasce la chimica moderna e con essa linvenzione di moltissimi oggetti di uso comune che, dagli anni 60 ad oggi, hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere.

Donna Olimpia

Donna Olimpia, chiamata anche Pimpaccia, nacque come Olimpia Maidalchini e fu una donna molto nota nella storia romana del XVII secolo. Nacque a Viterbo il 26 maggio 1591, suo padre voleva destinarla al convento ma lei rinunci alla vita da monaca e, inoltre, accus il direttore spirituale, che avrebbe dovuto convincerla a prendere i voti, di tentata seduzione. La storia fece scandalo ma anni dopo, entrata nella famiglia del pontefice, la stessa Olimpia fece nominare vescovo quello stesso ecclesiastico. Olimpia si spos in giovane et con un ricco borghese e, sempre giovane, dopo tre anni, rimase vedova. Dato che era una donna molto avida e ambiziosa, si spos per la seconda volta con il principe Pamphilio Pamphilj, nobile ma povero e di 31 anni pi vecchio di lei, e cos cominci a far parte della nobilt romana. Con la sua presenza e aiuto (anche economico), suo cognato Giovanni Battista fece una carriera brillante che lo port alla corte papale, fino a diventare Papa Innocenzo X. In questo modo Donna Olimpia ricevette un grande potere: la sua influenza sul papa-cognato era tale che partecipava in ogni decisione importante e chiunque volesse qualcosa doveva rivolgersi a lei. Dopo la morte del marito Olimpia ricevette dal Papa il titolo di principessa di San Martino al Cimino e le terre appartenute allabbazia che ci si trovava . L restaur la chiesa e fece

costruire un grande palazzo e molte strutture per uso pubblico. Nel 1655 mor il papa. La Chiesa cerc di ritirare almeno in parte le ricchezze accumulate da Donna Olimpia, ma senza successo. Nel 1657 Olimpia Maidalchini mor di peste (lasciando in eredit 2 milioni di scudi) e fu sepolta nella Basilica di San Martino al Cimino. Alcune leggende vogliono che Donna Olimpia dopo la sua morte corresse nella carrozza in fiamme tirata dai diavoli per alcune vie di Roma.

Giorgio Perlasca

Il francobollo per Giorgio Perlasca Tra i Giusti di Yad Vashem a Gerusalemme c il nome di un uomo, Giorgio Perlasca, la cui storia si conosce quasi per caso. Nato nel 1910, partecipa come tanti italiani alle vicende del fascismo, aderendo anche alle guerre di Mussolini (in Africa Orientale, in Spagna per aiutare Francisco Franco), ma nel 1938 rimane deluso dal regime e dalle sue leggi razziali, iniziando ad allontanarsi dal fascismo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, va a Budapest, come diplomatico. Caduto il regime fascista italiano nel 1943, dopo la presa del potere in Ungheria da parte dei nazisti ungheresi nel 1944, Perlasca si nasconde nellAmbasciata spagnola (per la neutralit di Madrid nella guerra), dove inizia a collaborare con lambasciatore. Si finge anche lui spagnolo e, sotto falso nome, (Jorge Perlasca) comincia ad aiutare molti ebrei ungheresi a fuggire dai nazisti e a salvarsi dallo sterminio. Quando lambasciatore spagnolo scappa da Budapest per non dover riconoscere il nuovo governo dei nazisti ungheresi, Perlasca ne prende il posto e porta avanti coraggiose e pericolose operazioni per salvare migliaia di ebrei, producendo documenti falsi e dando da mangiare a numerosi fuggitivi, nascondendoli dalle SS. Finita la guerra, Giorgio Perlasca torna a condurre la vita di prima, senza raccontare, nemmeno ai suoi famigliari, quel che ha fatto in Ungheria. La sua storia viene alla luce quando un gruppo di donne ebree ungheresi, alla fine degli anni ottanta, cerca notizie di questuomo, scoprendo che italiano e, infine, raggiungendolo a Padova, dove vive, per ringraziarlo. Perlasca scomparso nel 1992.

Antonia Pozzi

Antonia Pozzi nacque a Milano il 13 febbraio 1912. Figlia di un importante avvocato e di una contessa, Antonia Pozzi frequent il liceo Manzoni di Milano dove si innamor del suo professore di greco e latino, Antonio Maria Cervi. Questo amore fu ostacolato e i due furono separati, non secondo il cuore, ma secondo il bene. Scrisse fin da adolescente poesie ma non descrisse mai quegli ambienti nobili ed eleganti che doveva conoscere. A questi spazi preferiva la montagna e la natura. Nel 1930 si iscrisse alla facolt di filologia dellUniversit statale di Milano, laureandosi con una tesi su Gustave Flaubert. In questi anni divenne grande amica di un altro poeta, Vittorio Sereni. Alluniversit, inoltre, Antonia Pozzi fu corteggiata da unaltra ragazza con la quale andava in giro mano nella mano. Am la cultura, la letteratura, la fotografia. Viaggi per lEuropa parlando linglese, il francese e il tedesco. Cominci a insegnare in un istituto tecnico, progett un romanzo storico sulla Lombardia e si impegn a favore dei poveri. Quando furono introdotte le leggi razziali in Italia, nel 1938, Antonia Pozzi scrisse che forse let delle parole finita per sempre. Il 3 dicembre dello stesso anno, ingerendo dei barbiturici, Antonia Pozzi si uccide.

Franca Valeri

Franca Maria Norsa nata a Milano nel 1920 in una famiglia ebraica. Negli anni 50, dopo aver maturato una passione per lo scrittore e poeta francese Paul Valry, ha scelto di cambiare il suo nome in Franca Valeri. Allinizio della sua carriera teatrale ha interpretato, con scarso successo, ruoli drammatici, come nella sceneggiatura teatrale Caterina di Dio. Successivamente ha messo a frutto le sue doti satiriche e di attrice comica, inventando personaggi ispirati al costume contemporaneo, fatto di frivolezze e ipocrisie, fedeli specchi di un ambiente borghese. Si fatta conoscere al pubblico italiano in radio con il personaggio della Signorina snob, caricatura di una nevrotica signora snob milanese. Il suo primo film stato Luci della citt di Federico Fellini e Alberto Lattuada. Da l in poi ha interpretato moltissimi film di successo come Il segno di Venere, Parigi o cara ed Il Vedovo con Alberto Sordi. Dagli anni 60 ha partecipato anche a numerose trasmissioni televisive come Studio Uno, Sabato sera e Giochiamo al variet. E stata anche regista di melodrammi, segno della sua grande passione per la lirica. Dagli anni 90 in poi ha accostato alla sua carriera teatrale anche delle interpretazioni in fiction televisive: Norma e Felice con Gino Bramieri e Linda, il brigadiere e.. con Nino Manfredi. Ha da poco compiuto i 90 anni e in questa occasione le stata conferita la laurea ad honorem in Lettere, facolt che non ha potuto frequentare da ragazza a causa delle leggi razziali contro gli ebrei del fascismo, e che non ha frequentato dopo la guerra per seguire la passione del teatro.

Ondina Valla

Ondina Valla sembra un nome inventato da Gabriele DAnnunzio, tanto efficace nel descrivere un movimento rapido e armonioso, come quello di unonda. Ma non cos: in realt il nome era ancora pi strano, perch si chiamava Trebisonda Valla, dal

nome italiano della citt turca di Trabzon, di cui il padre aveva immaginato bellezze e magnificenze pur non essendoci mai stato. Da qui il diminutivo Ondina. Nata nel 1916 a Bologna, fin dallet di 13 anni ha cominciato a dimostrare uneccezionale bravura nello sport, in particolare nella corsa veloce e nei salti, rivaleggiando con unaltra sportiva bolognese, Claudia Testoni. Il suo un caso molto particolare, perch, in unItalia in cui il regime fascista non offriva alle donne un ruolo pubblico visibile, Ondina Valla riuscita a imporsi come campionessa e a competere per lItalia, donando gloria e successi anche allo stesso fascismo. Il momento del trionfo per Ondina Valla sono state le Olimpiadi di Berlino del 1936, quelle di Leni Riefenstahl e di Jesse Owens per intenderci, organizzate da un regime nazista in cerca di prestigio internazionale. Ondina ha vinto la corsa degli 80 metri a ostacoli con un tempo di 11 secondi e 7, superando di un soffio la tedesca Anni Steuer. E la prima medaglia doro femminile nella storia dellItalia olimpica. Ondina Valla si spenta nel 2006.

Amerigo Vespucci

Nato a Firenze nel 1454, Amerigo Vespucci si trasfer prima in Francia e, poi, nel 1490, in Spagna. A Siviglia lavor nella banca fiorentina dei Bardi e forse conobbe Cristoforo Colombo. Vespucci, terziario francescano, fu il primo a intuire che il navigatore genovese avesse scoperto un nuovo continente: nei suoi 4 viaggi disegn mappe e descrisse i luoghi esplorati, avendo cos conferma che le terre occidentali non erano lAsia ma un continente sconosciuto agli europei. La popolarit dei suoi scritti fu tale (nel 1508 fu nominato dalla Spagna Piloto Mayor), che non passarono molti anni perch il nuovo continente fosse chiamato America da Martin Waldseemller, religioso e cartografo, in onore proprio di Vespucci: fu infatti scelto il genere femminile (come nel caso degli altri continenti: Europa, Asia, Africa) del nome latino di Amerigo, Americus.

La badessa e le brache
Ci sono molte persone che vogliono punire gli errori degli altri e che poi vengono smascherati dalla fortuna. Come successo ad una monaca.

In un famosissimo convento in Lombardia c una monaca elegante e bella, di origini nobili; questa monaca si chiama Isabetta. Isabetta innamorata di un giovane bellissimo e questo ricambia il sentimento. Il giovane va a trovare Isabetta in convento ma cos, una volta, visto dalle altre monache. Una monaca, che invidiosa, decide di dire tutto alla badessa (la suora pi importante) che si chiama Usimbalda. La monaca non vuole che Isabetta neghi e quindi decide di avvertire la badessa quando Isabetta si fosse trovata con il giovane, in questo modo la badessa li avrebbe scoperti insieme. Una notte il giovane torna in convento da Isabetta e le altre monache corrono a chiamare la badessa. Cominciano a bussare alla porta della badessa dicendole che Isabetta in camera con un giovane. La badessa per in compagnia di un prete e, dato che ha paura che le monache entrino in camera e la vedano con lui, si affretta a vestirsi; ma invece di mettere il velo intorno alla testa, per sbaglio, si mette le braghe (mutande) del prete e corre con le altre monache da Isabetta. Nella fretta le altre monache non si sono accorte delle braghe, vanno da Isabetta ed entrano nella sua stanza. La badessa grida: Dove questa maledetta da Dio?. Poi quando la vede a letto con il giovane si siede e comincia a parlarle: Tu hai portato la vergogna in questo convento, per colpa tua ora si dir che noi non siamo donne oneste e pure! e continua ad insultarla. Le altre monache guardano Isabetta e Isabetta abbassa la testa mentre il giovane l vicino. Ad un tratto Isabetta alza la testa, vede le braghe e dice alla badessa: Voi avete ragione, per per favore allacciatevi la cuffia (il velo che hanno in testa), e poi mi direte quello che volete. La badessa la guarda e non capisce, poi si tocca il velo e si rende conto mentre anche le altre monache ora la guardano. La badessa cambia tono e dice che difficile resistere ai piaceri della carne e che ogni monaca pu andare con un ragazzo. Cos la badessa torna a letto con il prete, Isabetta con il giovanotto e le altre monache, che non hanno lamante, devono cercarselo. adattato da La badessa delle braghe, in Decameron, di Giovanni Boccaccio.

La carta e linchiostro

Inserisci le seguenti parole negli spazi vuoti del testo: . foglio fogli fuoco nero nerissimo pensiero scrivania simboli umiliazione visibile Un foglio di carta, che stava sopra ad una insieme ad altri uguali a lui, si inchiostro, aveva e parole. di carta all'inchiostro. -

trov, un bel giorno, tutto pieno di segni. Una penna, bagnata di tracciato su di lui molti disegni - Non potevi risparmiarmi questa Tu mi hai sporcato con il tuo ? - disse risentito il

d'inferno, mi hai rovinato per sempre! . Ora tu

- Aspetta - gli rispose l'inchiostro. - Io non ti ho sporcato, ma ti ho rivestito di

non sei pi un foglio di carta, ma sei un messaggio. Tu custodisci il dell'uomo, sei diventato uno strumento prezioso. Infatti, di l a poco, rimettendo ordine sulla scrivania, qualcuno vide quei fogli sparsi e li radun per buttarli nel . Ma, all'improvviso, si accorse del foglio insudiciato dall'inchiostro: e perci butt via gli altri e rimise al suo posto quello che portava, ben , il messaggio dell'intelligenza.

Il bambino e le stelle marine

Una tempesta terribile scoppi sul mare. Ondate gigantesche si abbattevano sulla spiaggia e aravano il fondo marino scaraventando le piccole bestiole del fondo, i crostacei e i piccoli molluschi, a decine di metri dal bordo del mare. Quando la tempesta pass, rapida come era arrivata, lacqua si plac e si ritir. Ora la spiaggia era una distesa di fango in cui si contorcevano nellagonia migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa. Il fenomeno richiam molta gente da tutte le parti della costa. Arrivarono anche troupe televisive per filmare lo strano fenomeno. Le stelle marine erano quasi immobili. Stavano morendo. Tra la gente, tenuto per mano dal pap, cera anche un bambino che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle di mare. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente.

Allimprovviso il bambino lasci la mano del pap, si tolse le scarpe e le calze e corse sulla spiaggia. Si chin, raccolse con le piccole mani tre piccole stelle del mare e, sempre correndo, le port nellacqua. Poi torn indietro e ripet loperazione. Dalla balaustra di cemento, un uomo lo chiam: Ma che fai, ragazzino? Ributto in mare le stelle marine. Altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia rispose il bambino senza smettere di correre. Ma ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia: non puoi certo salvarle tutte. Sono troppe! grid luomo. E questo succede su centinaia di altre spiagge lungo la costa! Non puoi cambiare le cose!. Il bambino sorrise, si chin a raccogliere unaltra stella di mare e gettandola in acqua rispose: Ho cambiato le cose per questa qui. Luomo rimase un attimo in silenzio, poi si chin, si tolse scarpe e calze e scese in spiaggia. Cominci a raccogliere stelle marine e a buttarle in acqua. Un istante dopo scesero due ragazze ed erano in quattro a buttare stelle marine nellacqua. Qualche minuto dopo erano in cinquanta, poi cento, duecento, migliaia di persone che buttavano stelle di mare nellacqua. Per cambiare il mondo basterebbe che qualcuno, anche piccolo, avesse il coraggio di incominciare.

Lacqua

Un giorno lacqua, trovandosi nel suo elemento, ossia nel superbo mare, fu presa dalla voglia di salire nel cielo. Si rivolse allora ad un altro elemento, cio al fuoco, pregandolo di aiutarla. Il fuoco acconsent, e col suo calore la fece diventare pi leggera dellaria trasformandola in sottile vapore. Il vapore sinnalz nel cielo, and molto in alto, fino agli strati pi sottili e pi freddi dellaria, dove il fuoco non poteva pi seguirlo. Allora le particelle del vapore, intirizzite dal freddo, furono costrette a stringersi insieme, diventando pi pesanti dellaria. E caddero, gi, sotto forma di pioggia. Anzi, non caddero, ma precipitarono. Erano salite nel cielo troppo piene di superbia, e furono subito messe in fuga. La pioggia fu bevuta dalla terra secca: e cos, restando tanto tempo imprigionata nel suolo, lacqua scont il suo peccato con una lunga penitenza.

(Leonardo da Vinci, Favole e leggende, Firenze, Giunti-Nardini, 1980, p. 70)

Il buffone del re

Un re aveva al suo servizio un buffone di corte che gli riempiva le giornate di battute e scherzi. Un giorno, il re affid al buffone il suo scettro dicendogli: Tienilo tu, finch non troverai qualcuno pi stupido di te: allora potrai regalarlo a lui. Qualche anno dopo, il re si ammal gravemente. Sentendo avvicinarsi la morte, chiam il buffone, a cui in fondo si era affezionato, e gli disse: Parto per un lungo viaggio. Quando tornerai? Fra un mese? No, rispose il re, non torner mai pi. E quali preparativi hai fatto per questa spedizione?, chiese il buffone. Nessuno! Fu la triste risposta. Tu parti per sempre, disse il buffone, e non ti sei preparato per niente? To, prendi lo scettro: ho trovato uno pi stupido di me!. Sono tanti quelli che non si preparano alla grande partenza. Per questo quel momento si riveste di penosa angoscia. State svegli dunque, perch non sapete n il giorno n l ora, dice Ges (Vangelo di Matteo 25,13).

I tre figli

Tre donne andarono alla fontana per attingere acqua. Presso la fontana, su una panca di pietra, sedeva un uomo anziano che le osservava in silenzio ed ascoltava i loro discorsi. Le donne lodavano i rispettivi figli. Mio figlio, diceva la prima, cos svelto ed agile che nessuno gli sta alla pari. Mio figlio, sosteneva la seconda, canta come un usignolo. Non c nessuno al mondo che possa vantare una voce bella come la sua. E tu, che cosa dici di tuo figlio?, chiesero alla terza, che rimaneva in silenzio. Non so che cosa dire di mio figlio, rispose la donna. un bravo ragazzo, come ce ne sono

tanti. Non sa fare niente di speciale. Quando le anfore furono piene, le tre donne ripresero la via di casa. Il vecchio le segu per un pezzo di strada. Le anfore erano pesanti, le braccia delle donne stentavano a reggerle. Ad un certo punto si fermarono per far riposare le povere schiene doloranti. Vennero loro incontro tre giovani. Il primo improvvis uno spettacolo: appoggiava le mani a terra e faceva la ruota con i piedi per aria, poi inanellava un salto mortale dopo laltro. Le donne lo guardavano estasiate: Che giovane abile!. Il secondo giovane inton una canzone. Aveva una voce splendida che ricamava armonie nellaria come un usignolo. Le donne lo ascoltavano con le lacrime agli occhi: un angelo!. Il terzo giovane si diresse verso sua madre, prese la pesante anfora e si mise a portarla, camminando accanto a lei. Le donne si rivolsero al vecchio: Allora che cosa dici dei nostri figli?. Figli?, esclam meravigliato il vecchio. Io ho visto un figlio solo!. Li riconoscerete dai loro frutti (Matteo 7,16).

La pietra azzurra

Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio. Una bambina si avvicin al negozio e schiacci il naso contro la vetrina. I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno degli oggetti esposti. Entr decisa e punt il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri. E per mia sorella. Pu farmi un bel pacchetto regalo? . Il padrone del negozio fiss incredulo la piccola cliente e le chiese: Quanti soldi hai? . Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la apr e la svuot. Ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina. Bastano? , disse con orgoglio. Voglio fare un regalo a mia sorella pi grande. Da quando non c pi la nostra mamma, lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa. Oggi il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la far molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi. Luomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura lastuccio. Prendilo disse alla bambina. Portalo con attenzione. La bambina part orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo.

Unora dopo entr nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurr. Pos con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioielliere aveva confezionato e dichiar: Questa collana stata comprata qui? . S, signorina. E quanto costata? . I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me. Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo. Il gioielliere prese lastuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegn alla ragazza. Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo pi alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva.

La mano e la sabbia

Giorgio, un ragazzo di tredici anni, passeggiava sulla spiaggia insieme alla madre. Ad un tratto le chiese: Mamma, come si fa a conservare un amico quando finalmente si riusciti a trovarlo?. La madre medit qualche secondo, poi si chin e prese due manciate di sabbia. Tenendo le palme rivolte verso lalto, strinse forte una mano: la sabbia le sfugg tra le dita, e quanto pi stringeva il pugno, tanto pi la sabbia sfuggiva. Tenne invece ben aperta laltra mano: la sabbia vi rest tutta. Giorgio osserv stupito, poi esclam: Capisco. Dietro unimmaginetta della Madonna, dimenticata in un santuarietto di montagna, ho trovato la Preghiera dellaccoglienza. Eccola: Signore, aiutami ad essere per tutti un che attende senza che accoglie con che d con che ascolta senza che ti ringrazia con Un amico che si sempre certi di quando se ne ha Aiutami ad essere una presenza a cui ci si pu quando lo si amico, stancarsi, bont, amore, fatica, gioia, trovare bisogno. sicura, rivolgere desidera,

ad offrire unamicizia ad irradiare una pace la tua pace, o Fa che sia disponibile e soprattutto verso i pi deboli Cos senza compiere opere io potr aiutare gli altri a sentirti Signore della tenerezza.

riposante, gioiosa, Signore. accogliente e indifesi. straordinarie, pi vicino,

I due amici

Il pi vecchio si chiamava Frank e aveva ventanni. Il pi giovane era Ted e ne aveva diciotto. Erano sempre insieme, amicissimi fin dalle elementari. Insieme decisero di arruolarsi nellesercito. Partendo promisero a se stessi e ai genitori che avrebbero avuto cura luno dellaltro. Furono fortunati e finirono nello stesso battaglione. Quel battaglione fu mandato in guerra. Una guerra terribile tra le sabbie infuocate del deserto. Per qualche tempo Frank e Ted rimasero negli accampamenti protetti dallaviazione. Poi una sera venne lordine di avanzare in territorio nemico. I soldati avanzarono per tutta la notte, sotto la minaccia di un fuoco infernale. Al mattino il battaglione si radun in un villaggio. Ma Ted non cera. Frank lo cerc dappertutto, tra i feriti, fra i morti. Trov il suo nome nellelenco dei dispersi. Si present al comandante. Chiedo il permesso di andare a riprendere il mio amico, disse. E troppo pericoloso, rispose il comandante. Ho gi perso il tuo amico. Perderei anche te. L fuori stanno sparando. Frank part ugualmente. Dopo alcune ore trov Ted ferito mortalmente. Se lo caric sulle spalle. Ma una scheggia lo colp. Si trascin ugualmente fino al campo. Valeva la pena morire per salvare un morto?, gli grid il comandante. Si sussurr, perch prima di morire, Ted mi ha detto: Frank, sapevo che saresti venuto.

Storia Lalluvione del Polesine

Il 14 novembre 1951 lItalia ha vissuto una delle sue peggiori tragedie del Dopoguerra: lalluvione del Polesine.

Il Polesine una terra agricola che corrisponde alla provincia di Rovigo: si trova tra il fiume Po e lAdige, in prossimit della loro foce. La abitavano genti lavoratrici e povere. Dopo giorni di incessanti piogge, la piena del fiume Po, sommata a quelle dei suoi affluenti, spazz via i tentativi della popolazione di arginare la violenza dellacqua. Tutta la vasta area della provincia di Rovigo fu sommersa dallalluvione. Le vittime furono un centinaio, gli sfollati ben 180 mila. Ad appena sei anni dalla fine della distruttiva II Guerra Mondiale, lalluvione del Polesine rappresent un duro colpo che mise in ginocchio lItalia. La solidariet italiana e internazionale fu notevole e il lavoro delle istituzioni, con la bonifica, permise di tornare a coltivare la terra gi nel 1952. Moltissimi emigrarono: se nel 1951 la popolazione del Polesine era di quasi 358 mila abitanti, nel 1961 si era ridotta a meno di 278 mila. Questo il cinegiornale della Settimana Incom.

Lettera di Alda Merini al Papa

Sua Santit Benedetto XVI Santo Padre, mentre La ringrazio, La prego di tenere conto dei continui omaggi molto belli fatti da alcuni miei allievi, fra i quali Giuliano, i quali, pur onorandoLa, sono assai lontani da Lei. Noi poveri peccatori cerchiamo di onorarLa con disegni e preghiere, ma non vorremmo toccare lambito della superbia in cui facile cadere. Grazie a Dio il Cristianesimo trionfa ma attenti alle false meretrici e peccatrici perch Dio ama i peccatori come noi. Io sono un guado pieno di errori che ho fatto e di cui mi pento. Santo Padre ho sentito la Terra Santa perch ho incontrato faccia a faccia il Signore. Io sono vissuta nella sporcizia, ho servito San Francesco e avrei voluto venire da Lei ma me lo hanno proibito per la mia salute e per riguardo ad Ella. Peccatore come sono ma madre sicura che non meritava 4 figli. Sono belli ma non cattolici, alcuni di loro non sanno di essere battezzati. Vanno a derubare la loro mamma ma sono sempre doni caro Santo Padre. Questi buoni ladroni sono la mia consolazione e moriranno con me, con i miei dolori. Hanno pianto, non avevano la mamma. Ma la mamma sempre stata con loro, non li ha mai abbandonati. Oh dolce stato il mio destino al quale ho lasciato i miei anni. Come vera la storia di Maddalena, anche io come Maddalena. Abbracci le donne sono fredde come il ghiaccio. Per la malattia e la guarigione di Alda Merini. Ospedale San Paolo. Milano 28 ottobre 2009.
(da Domenica Il Sole 24 Ore del 13/11/2011)

Congedo del viaggiatore cerimonioso


Giorgio Caproni in questa poesia ci parla di un viaggio, della fine di un lungo viaggio. E un passeggero quello che parla e saluta per lultima volta le persone con cui ha trascorso questo tempo. E si congeda da tutti per lultima fermata di questo viaggio che la vita.

Amici, credo che sia meglio per me cominciare a tirar gi la valigia. Anche se non so bene lora darrivo, e neppure conosca quali stazioni precedano la mia, sicuri segni mi dicono, da quanto m giunto allorecchio di questi luoghi, chio vi dovr presto lasciare. Vogliatemi perdonare quel po di disturbo che reco. Con voi sono stato lieto dalla partenza, e molto vi sono grato, credetemi per lottima compagnia. Ancora vorrei conversare a lungo con voi. Ma sia. Il luogo del trasferimento lo ignoro. Sento per che vi dovr ricordare spesso, nella nuova sede, mentre il mio occhio gi vede dal finestrino, oltre il fumo umido del nebbione

che ci avvolge, rosso il disco della mia stazione. Chiedo congedo a voi senza potervi nascondere, lieve, una costernazione. Era cos bello parlare insieme, seduti di fronte: cos bello confondere i volti (fumare, scambiandoci le sigarette), e tutto quel raccontare di noi (quellinventare facile, nel dire agli altri), fino a poter confessare quanto, anche messi alle strette mai avremmo osato un istante (per sbaglio) confidare. (Scusate. E una valigia pesante anche se non contiene gran che: tanto chio mi domando perch lho recata, e quale aiuto mi potr dare poi, quando lavr con me. Ma pur la debbo portare, non fosse che per seguire luso. Lasciatemi, vi prego, passare. Ecco. Ora chessa nel corridoio, mi sento pi sciolto. Vogliate scusare.) Dicevo, chera bello stare insieme. Chiacchierare. Abbiamo avuto qualche diverbio, naturale. Ci siamo ed normale anche questo odiati su pi dun punto, e frenati soltanto per cortesia. Ma, cosimporta. Sia come sia, torno a dirvi, e di cuore, grazie per lottima compagnia. Congedo a lei, dottore, e alla sua faconda dottrina. Congedo a te, ragazzina smilza, e al tuo lieve afrore di ricreatorio e di prato

sul volto, la cui tinta mite s lieve spinta. Congedo, o militare (o marinaio! In terra come in cielo ed in mare) alla pace e alla guerra. Ed anche a lei, sacerdote, congedo, che mha chiesto se io (scherzava!) ho avuto in dote di credere al vero Dio. Congedo alla sapienza e congedo allamore. Congedo anche alla religione. Ormai sono a destinazione. Ora che pi forte sento stridere il freno, vi lascio davvero, amici. Addio. Di questo, sono certo: io son giunto alla disperazione calma, senza sgomento. Scendo. Buon proseguimento

Regole per una corretta scrittura


Ho trovato in internet una serie di istruzioni su come scrivere bene. Le faccio mie, con qualche variazione, perch penso che possano essere utili a molti, specie a coloro che frequentano le scuole di scrittura.

1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi. 2. Non che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario. 3. Evita le frasi fatte: minestra riscaldata. 4. Esprimiti siccome ti nutri. 5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc. 6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del

discorso. 7. Stai attento a non fare indigestione di puntini di sospensione. 8. Usa meno virgolette possibili: non fine. 9. Non generalizzare mai. 10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton. 11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu. 12. I paragoni sono come le frasi fatte. 13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere superfluo (per ridondanza sintende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha gi capito). 14. Solo gli stronzi usano parole volgari. 15. Sii sempre pi o meno specifico. 16. Liperbole la pi straordinaria delle tecniche espressive. 17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale. 18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente. 19. Metti, le virgole, al posto giusto. 20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non facile. 21. Se non trovi lespressione italiana adatta non ricorrere mai allespressione dialettale: peso el tacn del buso. 22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono cantare: sono come un cigno che deraglia. 23. C davvero bisogno di domande retoriche? 24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento affinch il tuo discorso non contribuisca a quellinquinamento dellinformazione che certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media. 25. Gli accenti non debbono essere n scorretti n inutili, perch chi lo f sbaglia. 26. Non si apostrofa unarticolo indeterminativo prima del sostantivo maschile. 27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi! 28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri. 29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili. 30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Cos faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, lautore del 5 maggio. 31. Allinizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete cos stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo). 32. Cura puntiliosamente lortograffia. 33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni. 34. Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve. 35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione. 36. Non confondere la causa con leffetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato. 37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero cos, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni. 38. Non indulgere ad arcaismi, hapax legomena o altri lessemi inusitati, nonch deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differenza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.

39. Non devi essere prolisso, 40. Una frase compiuta deve avere.

ma

neppure

devi

dire

meno

di

quello

che.

tratto da Umberto Eco, La Bustina di Minerva

I bambini sono di sinistra


I bambini sono di sinistra un monologo del comico Claudio Bisio, sul modello dei monologhi di Giorgio Gaber.

I bambini sono di sinistra. Di sinistra, s, nessun dubbio. Non soltanto per i pugnetti stretti in segno di precoce protesta. I bambini sono di sinistra perch amano senza preconcetti, senza distinzioni. I bambini sono di sinistra perch si fanno fregare quasi sempre. Ti guardano, cacci delle balle vergognose e loro le bevono, tutti contenti. Sorridono, si fidano. La bicamerale! S, dai! I bambini sono di sinistra perch stanno insieme, fanno insieme, litigano insieme. Insieme, per. I bambini sono di sinistra perch se gli spieghi cos la destra piangono. I bambini sono di sinistra perch se gli spieghi cos la sinistra piangono lo stesso, ma un po meno. I bambini sono di sinistra perch a loro non serve il superfluo. Perch le scarpe sono scarpe, anche se prima o poi delle belle Nike o Adidas o Puma, o Reebok, o Superga gliele compreremo. Ma quelli siamo noi, No-Logo, ma di marca! I bambini sono di sinistra malgrado lora di religione obbligatoria. I bambini sono di sinistra grazie allora di religione obbligatoria. I bambini sono di sinistra perch comunque, qualsiasi cosa tu gli dica che assomigli vagamente a un ordine, fanno resistenza. Ora e sempre. I bambini sono di sinistra perch occupano tutti gli spazi della nostra vita. I bambini sono di sinistra perch fanno i girotondi da tempi non sospetti. I bambini sono di sinistra perch vanno allasilo con bambini africani, cinesi o boliviani, e quando il pap gli dice vedi, quello l africano, loro lo guardano come si guarda una notizia senza significato. I bambini sono di sinistra perch quando si commuovono piangono, mentre noi adulti teniamo duro, non si sa bene perch. I bambini sono di sinistra perch se li critichiamo si offendono. Ma se li giudichiamo non invocano il legittimo sospetto, e se li condanniamo aspettano sereni lindulto che prima o poi

arriva: la mamma, Ciampi, il Papa. I bambini sono di sinistra perch si fanno unidea del mondo che nulla ha a che fare con le regole del mondo. I bambini sono di sinistra perch se gli metti l un maglioncino rosso e un maglioncino nero scelgono il rosso, salvo turbe gravi daltonismo o suggerimento di chi fa il sondaggio. I bambini sono di sinistra perch Babbo Natale somiglia a Karl Marx. Perch Cenerentola di sinistra, perch Pocahontas di sinistra. Perch Robin Hood di Avanguardia Operaia e fa gli espropri proprietari. I bambini sono di sinistra perch hanno orrore dellorrore. Perch di fronte alla povert, alla violenza, alla sofferenza, soffrono. I bambini sono di sinistra perch il casino un bel casino e perch lordine non si sa cos. I bambini sono di sinistra perch crescono e cambiano. I bambini sono di sinistra perch tra Peter Pan e Che Guevara prima o poi troveranno il nesso. I bambini sono di sinistra perch, se ce la fanno, conservano qualcosa per dopo. Per quanto diventa pi difficile, difficilissimo, ricordare di essere stati bambini. Di sinistra, poi.

Andreuccio da Perugia

Andreuccio era un ragazzo che venne mandato a Napoli con una borsa piena di cinquecento fiorini con i quali avrebbe dovuto comperare un cavallo, dato che a Napoli cera un buon mercato. Una donna, astuta e furba, vista la ricchezza che possedeva quel giovane, decise di sottrargliela pensando ad una beffa. La bella donna invit Andreuccio a casa sua e gli disse di essere la sorella che lui non sapeva di avere. La donna raccont alcuni fatti reali e credibili e riusc a convincere il povero Andreuccio. Dopo esser stato ripetutamente invitato a passar la notte in quella casa, Andreuccio accett e venne messo in una stanza. Dopo averla raggiunta e essersi spogliato, Andreuccio si diresse verso il bagno dove sfortunatamente inciamp e cadde a terra dolorante. Approfittando delloccasione, la donna entr nella stanza e rub la ricca borsa. Il povero Andreuccio, trovatosi rinchiuso nel bagno, trov una via di uscita sopra la sua testa e scavalcando un muro si accorse di essere di fuori dalledificio. Si trov, per, senza i suoi averi, e allora buss di nuovo e grid alla porta svegliando un grosso e pauroso uomo che affacciandosi minacci il giovane che, per la paura, scapp. Per la strada incontr due briganti che volevano profanare una tomba in una chiesa dove cera il corpo di un ricco arcivescovo che era stato sepolto con un tesoro. Il giovane partecip pensando di poter guadagnare qualcosa, ma sapeva anche che i due lavrebbero sicuramente tradito. Aperta la tomba, i due costrinsero Andreuccio ad entrarci ma lui, furbo, prese subito lanello che era loggetto pi prezioso e pass fuori dalla tomba tutto il resto. Sapeva che i due lavrebbero chiuso dentro e cos, infatti, successe. Andreuccio si ritrov rinchiuso e senza possibilit di uscire, ma ad un certo punto sent delle voci e tra queste voci cera quella di un prete che, per mostrare ai suoi amici di non aver paura dei morti e di avere coraggio, mise le gambe nella tomba ma si sent afferrare da Andreuccio. Subito il prete grid per la paura e salt fuori e tutti scapparono lasciando lapertura che

permise cos ad Andreuccio di uscire. E vendendo lanello, Andreuccio pot ripagarsi di tante ingiustizie che gli erano capitate. adattato da Andreuccio da Perugia, in Decameron, di Giovanni Boccaccio

I sentimenti degli uomini

Cera una volta unisola, dove vivevano tutti i sentimenti e i valori degli uomini: il Buon Umore, la Tristezza, il Sapere cos come tutti gli altri, incluso lAmore. Un giorno venne annunciato ai sentimenti che lisola stava per sprofondare, allora prepararono tutte le loro navi e partirono, solo lAmore volle aspettare fino allultimo momento. Quando lisola fu sul punto di sprofondare, lAmore decise di chiedere aiuto. La Ricchezza pass vicino allAmore su una barca lussuosissima e lAmore le disse: Ricchezza, mi puoi portare con te? e la ricchezza rispose: Non posso c molto oro e argento sulla mia barca e non ho posto per te te. LAmore allora decise di chiedere allOrgoglio che stava passando su un magnifico vascello:Orgoglio ti prego, mi puoi portare con te?, Non ti posso aiutare, Amore disse lOrgoglio qui tutto perfetto, potresti rovinare la mia barca. Allora lAmore chiese alla Tristezza che gli passava accanto Tristezza ti prego, lasciami venire con te, Oh Amore rispose la Tristezza, sono cos triste che ho bisogno di stare da sola. Anche il Buon Umore pass di fianco allAmore, ma era cos contento che non sent che lo stava chiamando. Allimprovviso una voce disse: Vieni Amore, ti prendo con me. Era un vecchio che aveva parlato. LAmore si sent cos riconoscente e pieno di gioia che dimentic di chiedere il nome al vecchio. Quando arrivarono sulla terra ferma, il vecchio se ne and. LAmore si rese conto di quanto gli dovesse e chiese al Sapere: Sapere, puoi dirmi chi mi ha aiutato?,E stato il Tempo rispose il Sapere.

Il Tempo?, si interrog lAmore, Perch mai il Tempo mi ha aiutato?. Il Sapere pieno di saggezza rispose:Perch solo il Tempo capace di comprendere quanto lAmore sia importante nella vita.

Luccello dai mille colori

Un altro uccello avrebbe capito. Il falco avrebbe capito: sarebbe sceso limpido e netto, lo avrebbe afferrato in un soffio e lo avrebbe portato via, senza pena e senza rimpianti. Ma il bimbo non poteva capire. Per lui quella era una creatura dai mille colori, morbida e piumata, tenera e gentile, che avrebbe dovuto riempire il mondo di grida, volare alto come il sole e gettarsi in picchiata, giocare con i venti e le nubi, con la pioggia e con il lampo. E invece non si muoveva: stava accovacciata in un angolo di quellampio balcone e guardava fisso davanti a s, immobile e quieta. Un altro uccello avrebbe notato che i colori non erano pi lucenti, le piume non pi morbide come una volta, il corpo non pi agile e scattante, le ali non pi in grado di resistere al vento. Ma il bimbo non aveva mai visto una creatura con tanti colori, una creatura alata, cos da vicino. Pens che luccello fosse triste e solo, e che per questo non cantava e volava, non riempiva il mondo di grida, non volava alto come il sole. Cerc di fargli compagnia. Lo prese in mano, gli cant una canzone, lo port nella sua camera, gli mostr i suoi tesori. And a cercare dei grani e dellacqua per preparargli un bel pranzo. Ma luccello non mangi e non bevve. Il bimbo pens che fosse stanco. Lo poggi sul davanzale, dove si vedevano il sole e le nubi, e cominci a costruirgli una gabbietta. Era un bimbo industrioso: aveva pezzo di legno leggero, e viti e chiodi e bulloni. Aveva anche un martello. Lavor per ore, con gran diligenza. Quando la gabbietta fu finita, il sole era calato e luccello aveva chiuso gli occhi. Il bimbo ancora si chiede in che cosa ha sbagliato. tratto da La filosofia in trentadue favole, di Ermanno Bencivenga

Lo scorpione e la rana

Uno scorpione doveva attraversare un fiume ma non sapeva nuotare, e quando vide una rana le chiese un passaggio. La rana rispose: Se ti carico sulle mie spalle tu mi pungi di sicuro!. E lo scorpione rispose: Che interessi avrei a pungerti? Sono sulle tue spalle, affogheremmo tutti e due. La rana ci pens su per un po e alla fine accett. Si mise lo scorpione sulle spalle e si butt in acqua. Ma a met strada si sent un improvviso bruciore su un fianco, e cap che lo scorpione laveva punta. Cos mentre affondavano nelle onde, la rana grid: Ma perch mi hai punto? Stupido! Ora annegheremo tutti e due!. E lo scorpione rispose: Non posso farne a meno, nella mia natura.

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