per innegabile che Marx riprenda e faccia propria l'idea di Hegel che la storia umana segua un'evoluzione necessitata nelle sue fasi essenziali (che per lui sono: la fase (o modo di produzione) tribale; quella asiatica; quella schiavista antica; quella feudale; quella capitalista e borghese; quella socialista/comunista).
6) La lotta di classe
Un'idea totalmente originale all'interno del pensiero di Marx costituita dalla lotta di classe, un concetto assolutamente assente nel pensiero di Hegel. Hegel parla s di una lotta tra diversi soggetti della storia concreta, ma essa consiste per lui essenzialmente nella lotta tra i popoli: secondo la sua visione infatti, ogni fase dello Spirito caratterizzata dalla prevalenza di un popolo sugli altri (Greci, Romani, Tedeschi...), in quanto in tale popolo trova espressione la nuova fase dialettica di tale evoluzione. Ovviamente il popolo che fino ad allora aveva goduto del predominio mondiale (in quanto espressione della fase precedente) cercher di non perdere il proprio primato e questo determina appunto la lotta tra i popoli. La lotta di classe di cui parla Marx invece un meccanismo tutto interno alla societ, ovvero al modo di produzione da cui essa caratterizzata. Non si tratta quindi di lotta tra popoli, ma di lotta tra soggetti, le classi sociali, che caratterizzano un solo popolo, ovvero un complesso di individui appartenenti a un'unica organizzazione giuridica e politica, cio a un unico stato. A La divisione in classi della societ: Come si detto, la societ umana basata in tutti i suoi aspetti sull'organizzazione produttiva. Solo nella prima fase, prestatale o tribale, non vi alcuna organizzazione sociale del lavoro. Questo implica che tutti siano eguali, che i membri della comunit godano tutti di pari dignit e ricchezza. una sorta di comunismo originario, caratterizzato per anche da una grande povert, data la natura ancora primitiva delle forze produttive. Nelle fasi successive inizia a formarsi un'organizzazione sociale del lavoro (cio non tutti fanno tutto, ma alcuni svolgono alcune mansioni specifiche, altri altre...) e con essa una gerarchia sociale (alcuni ricoprono ruoli di maggiore prestigio, di natura dirigistica, altri invece obbediscono a essi). Questa gerarchia sociale implica l'esistenza di classi: ogni indiduo appartiene infatti a un determinato gruppo sociale, caratterizzato appunto da un certo ruolo economico e sociale (ad esempio: i contadini, gli scribi, i sacerdoti, ecc.) Vi sono classi alte e classi meno alte, e infine le classi infime, i cui membri costituiscono l'ultimo gradino dell'organizzazione sociale. Se si escludono quindi il primo modo produttivo (prestatale o tribale) e l'ultimo (post-statale o comunista), ogni altro modo produttivo implica l'esistenza di una divisione sociale, ovvero di una gerarchia di classi. Esiste chiaramente in ognuno di tali modi di produzione una classe dominante, che cambia a seconda del singolo modo di produzione: in quello asiatico la casta dei funzionari statali, al cui vertice sta il re; in quello antico la classe dei cittadini liberi; in quello feudale la nobilt proprietaria dei feudi; in quello borghese la borghesia capitalista. Ognuna di queste classi dominanti impone alle altre classi, attraverso lo Stato e attraverso la cultura, il proprio dominio. Essa impone cio un ordine politico e giuridico determinato attraverso la propria peculiare concezione dello stato, e un'ideologia dominante attraverso le proprie espressioni spirituali e culturali (religione, arte e filosofia). In questo modo le sovrastrutture politiche e ideologiche contribuiscono a consolidare il predominio di tale classe, il cui dominio ha tuttavia, almeno nella fase ascendente, una natura innanzitutto materiale ed economica! B La lotta di classe: Se vi fosse una sola classe dominante, se essa rimanesse saldamente al potere per sempre, non vi sarebbe lotta di classe. Invece la trasformazione delle forze produttive e quindi dell'organizzazione economica della societ, porta la vecchia classe dominante a essere superata da una nuova classe. Questo discorso ci riporta a quello sulla dialettica materialista: - tesi: armonia tra struttura economica e sovrastrutture: cio la classe politicamente e ideologicamente dominante effettivamente la classe dominante anche a livello economico (ad
esempio, la nobilt terriera nella fase ascendente del modo di produzione feudale) - antitesi: conflitto tra struttura economica e sovrastrutture: cio la classe politicamente e ideologicamente dominante non corrisponde pi a quella effettivamente dominante a livello economico. Questo perch la struttura economica della societ si evoluta in modo autonomo e contrastante rispetto alla conformazione che aveva avuto in passato, rendendo obsolete e superate le antiche sovrastrutture politiche e culturali (un esempio di questa situazione la nobilt terriera nella fase calante del modo di produzione feudale, fase in cui si afferma l'economia borghese e in cui la borghesia gradualmente scalza il predominio nobiliare LOTTA DI CLASSE!) - sintesi: creazione di un nuovo ordine sociale, ovvero di una nuova armonia tra forze produttive e sfera politico-ideologica della societ: il che significa che la nuova classe dominante ha conquistato (attraverso una rivoluzione violenta o un processo graduale e pacifico) il primato non solo economico ma anche politico e ideologico e si avuta quindi l'affermazione completa di un nuovo tipo societ, caratterizzata da un diverso modo di produzione e da diverse sovrastrutture (la borghesia in certi stati europei (soprattutto Inghilterra) arriv a tale risultato in modo graduale e non violento, o quasi; in altri stati invece (ad esempio in Francia, dove vi fu la Rivoluzione francese) un tale risultato, pur preparandosi nel corso di lunghi anni, fu ottenuto attraverso una rivoluzione violenta). La lotta di classe quindi, si comprende solo nel quadro della dialettica materialista, di cui l'espressione o la manifestazione sociale, cio a livello di lotta politica e ideologica tra classi. La dialettica materialista ha difatti una componente economica e una sovrastrutturale. Come le forme di organizzazione economica devono essere riflesse in quelle di organizzazione politica (e nella cultura), cos la classe politicamente e ideologicamente dominante deve coincidere con quella materialmente ed economicamente dominante. Il processo di allineamento tra economia e societ civile si esprime quindi, sul piano sociale, nella lotta di classe. C Il comunismo e la fine dello stato e della lotta di classe: Lo stato la struttura politica che sanziona e giustifica le differenze di classe esistenti e il predominio di una singola classe sulle altre. Tuttavia, l'ultima fase dell'evoluzione dialettica dell'umanit (comunismo) sar costituita dalla scomparsa sia di esso che delle classi sociali. N ci deve stupire: infatti, con la fine della societ di classe (cio della divisione della societ in classi) connessa con l'instaurazione del comunismo, vi sar inevitabilmente anche la fine dello stato, la cui ragione di esistenza costituita appunto dall'esigenza di giustificare e mantenere tale divisione. In altri termini, se lo stato come organizzazione politica (e militare coercitiva) esiste in funzione del mantenimento dell'organizzazione economica basata sulle classi, la trasformazione dell'economia in senso comunista ed egualitario (con la scomparsa delle classi) comporta inevitabilmente anche la scomparsa dello stato stesso. Con il comunismo ha fine la storia umana intesa come lotta tra le classi e come avvicendarsi di modi di produzione basati su sempre nuove forme di disparit sociale, su sempre nuovi modi di sfruttamento dell'uomo sull'uomo.