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Poi arrivammo a Venezia.

Quando giunse lordine di raggiungere lavanguardia le voci sulla citt dacqua e immondizia rimbalzavano nelle retrovie gi da un mese. Raccogliemmo tutto il materiale che riuscimmo a trovare e nei tre giorni di trasferimento cercammo di farci unidea il pi chiara possibile di ci cui stavamo andando incontro. Scoprimmo che nellantichit la citt era stata un grosso centro culturale e commerciale, punto fondamentale di contatto tra noi e loccidente, e che nel corso dei secoli si era trasformata gradualmente fino a diventare, prima del crollo delle nazioni, unattrazione esclusivamente turistica. Le ultime note disponibili descrivevano la laguna come un luogo malsano minacciato dal pericolo di trasformarsi in una discarica a cielo aperto. Le notizie erano frammentarie, non disponendo di altre fonti ci eravamo abituati a fare affidamento sul materiale propagandistico e sulle rassegne stampa internazionali archiviate nella biblioteca del vecchio ministero del turismo e immigrazione. Potevamo soltanto immaginare che la situazione nel frattempo si fosse evoluta ulteriormente, ma non riuscivamo comunque a capire linteresse del khagan per le rovine di una citt abbandonata al centro di una palude maleodorante.

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