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(Weber) Il primo pensatore importante che ha dato rilievo filosofico a questa parola Max Weber, il quale in una celebre conferenza contrappose unetica della responsabilit, che deve essere il fondamento dellagire politico, e unetica assoluta (come quella cristiana), che incompatibile con la dimensione pubblica. La suggestiva tesi di Weber, in realt, non altro che una riproposizione di ci che tutti pensano: le etiche assolut e non sono per questo mondo. Come se le parole di Cristo e la sua vita non testimoniassero proprio della volont di riconciliare lumano e il divino, a partire dallumano.
libert comporta) pu essere una sollecitazione per questo tempo in cui appare esaurita ogni possibilit di fondazione di unetica assoluta, laica o religiosa che sia. Il nostro un tempo che ci appell a individualmente, e ci chiama a scelte quotidiane, senza il conforto di valori astratti e dati una volta per sempre cui appellarci.
3. Unetica della responsabilit per la civilt tecnologica (Jonas)
E le mirabili, incompiute pagine di Bonhoeffer van no coniugate a quelle di un pensatore ebreo, sopravvissuto fuggendo alla furia nazista, Hans Jonas: La tecnica moderna ha introdotto azioni, oggetti e conseguenze di dimensioni cosi nuove che lambito delletica tradizionale non pi in grado di abbracciarli. [] Anche gli dei, il cui invocato diritto poteva argi nare il corso rovinoso dellazione umana, sono da tempo scomparsi. Certo, le antiche norme delletica del prossimo - le norme di giustizia, misericordia, onest ecc. continuano a essere va lide, nella loro intrinseca immediatezza, per la sfera pi prossima, quotidiana, dellin terazione umana. Ma questa sfera oscurata dal crescere di quella dellagire collettivo, nella quale lattore, lazione e leffetto non sono pi gli stessi: ed essa, a causa dell enormit delle sue forze impone alletica una nuova dimensione della responsabilit, mai prima immaginata. Il principio-responsabilit ha cercato di fondare unetica planetaria per lera della tecnica, fondata su un rapporto con unalterit che non solo spaziale ma anche temporale: il prossimo rispetto a cui decidiamo di essere responsabili anche colui che deve ancora venire, al quale dobbiamo garantire sopravvivenza e vita degna di essere vissuta. Unetica del limite, dunque, della pru denza, della conservazione delle risorse del pianeta, dei limiti alla sperimentazione genetica. Bonhoeffer e Jonas ci insegnano anche a rinunciare allutopia e allescatologismo, che sono diventati nel tempo la giustificazione tanto degli orrori di molte rivoluzioni tanto la giustificazione del disimpegno. Laltro ci appella, da sempre, oggi e qui.