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BA
Primo Piano
TARANTO Per due mesi e mezzo lIlva non ha potuto commercializzare tubi e coils posti sotto sequestro il 22 novembre scorso perch corpo di reato. Ma ora ritiene di aver scoperto che una bella fetta dellenorme mole di prodotti accatastati nei piazzali e vincolati sia stata realizzata prima del 26 luglio scorso, giorno in cui scattato il provvedimento del giudice delle indagini preliminari Patrizia Todisco di sigillare gli impianti dellarea a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto. E cos lufficio legale dellazienda si affrettato a presentare unistanza al custode amministrativo Mario Tagarelli chiedendo la restituzione di questi prodotti. La richiesta dovr essere naturalmente girata alla procura e toccher ai pubblici ministeri titolari dellinchiesta de-
Tubi accatastati nellarea portuale dellIlva in attesa di essere spediti ai committenti in tutto il mondo
giornaliere di ghisa mentre la giacenza nei parchi minerali non supera le 600 mila tonnellate, bassa per garantire il funzionamento regolare dei tre altiforni in marcia. I tecnici dellIlva, per non bloccare lo stabilimento, tengono a basso regime gli impianti fermandoli a rotazione soprattutto per salvaguardarli. Nel frattempo stato annullato lincontro programmato per domani al ministero dellAmbiente tra Ilva, governo e sindacati nazionali e territoriali. Dopo la comunicazione dellazienda sulla nuova cassa integrazione e la garanzia del pagamento degli stipendi di gennaio s preferito prendere tempo per definire meglio la situazione. Lappuntamento rinviato a quando si avr il quadro completo sia sulla copertura finanziaria della cassa iintegrazione in deroga per 1393 lavoratori, sia sul piano degli investimenti che Ilva deve presentare a sindaca-
Prodotti realizzati prima del sequestro Lazienda chiede la restituzione del materiale
vietata la facolt duso, da considerare frutto di unazione illegale. La ripresa della produzione e della commercializzazione stata poi sancita dal decreto legge 231 dei primi di dicembre. Su questo provvedimento atteso il giudizio di legittimit costituzionale. Riottenere i beni e commercializzarli significa molto in questo momento per lIlva. Farebbe cassa, aumentando la liquidit per far fronte al pagamento degli stipendi e alle spese dei risanamento degli impianti prescritto dallautorizzazione integrata ambientale (Aia); libererebbe spazi sui piazzali per stoccare la nuova produzione. Questa oggi attestata sulle 17.500 tonnellate
Incontro rinviato Non si terr il vertice romano tra ministero azienda e segreterie sindacali nazionali e locali
ti e governo per la messa a norma dello stabilimento rispetto alle indicazioni dellAia. La richiesta di cassa a zero ore riguarda 1243 operai, 90 impiegati e 60 intermedi. Si fermeranno reparti dellarea a caldo e dellarea a freddo, 142 nel tubificio erw, 603 nel laminatoio a freddo (Laf), 57 nella finitura nastri, 42 nella qualit laminatoi e tubifici, 245 nelle acciaierie, 110 agli altiforni, 170 nelle cokerie, 24 nei magazzini. Lattuazione dellAia, per la quale stato nominato il garante Vitaliano Esposito (con lui lazienda probabilmente ridiscuter la tempistica di alcuni interventi) richiede un investimento valutato 3.5 miliardi, risorse che Ilva non in grado di mettere a disposizione. Di qui lannuncio dei contatti avviati da tempo per associare nella gestione societaria un partner dalle gambe solide in grado di assicurare il futuro della pi grande fabbrica di acciaio dEuropa.
Il custode dello stabilimento Mario Tagarelli ha ricevuto la richiesta dellazienda sui sui tubi indebitamente sequestrati
Francesco Strippoli
RIPRODUZIONE RISERVATA
Cesare Bechis
RIPRODUZIONE RISERVATA
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Gino Martina
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