Sei sulla pagina 1di 1

2

BA

Primo Piano

Domenica 3 Febbraio 2013 Corriere del Mezzogiorno

Acciaio tra ambiente e lavoro

TARANTO Per due mesi e mezzo lIlva non ha potuto commercializzare tubi e coils posti sotto sequestro il 22 novembre scorso perch corpo di reato. Ma ora ritiene di aver scoperto che una bella fetta dellenorme mole di prodotti accatastati nei piazzali e vincolati sia stata realizzata prima del 26 luglio scorso, giorno in cui scattato il provvedimento del giudice delle indagini preliminari Patrizia Todisco di sigillare gli impianti dellarea a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto. E cos lufficio legale dellazienda si affrettato a presentare unistanza al custode amministrativo Mario Tagarelli chiedendo la restituzione di questi prodotti. La richiesta dovr essere naturalmente girata alla procura e toccher ai pubblici ministeri titolari dellinchiesta de-

Tubi accatastati nellarea portuale dellIlva in attesa di essere spediti ai committenti in tutto il mondo

LIlva: Ridateci quei tubi


cidere dal momento che lerrore, se sar accertato, sarebbe avvenuto nella fase dellesecuzione del provvedimento di sequestro. La svolta nata negli ultimi giorni durante la verifica sulla deteriorabilit dei prodotti originata dallultimo comunicato del procuratore Franco Sebastio a seguito delle voci circolate su possibili soluzioni alternative legate alla vendita del corpo di reato. Si tratta di 1.700.000 tonnellate di tubi, bramme, coils zincati e neri, in parte stoccati in magazzini chiusi e in parte tenuti allaperto, realizzati nei quattro mesi durante i quali Ilva non aveva la facolt duso degli impianti. Durante la ricognizione effettuata esaminando i piani produttivi dello stabilimento tarantino, forniti al custode dagli uffici dellazienda, venuto fuori che i militari della Guardia di finanza hanno posto i sigilli anche alla produzione antecedente il 26 luglio, in particolare a uno stock di tubi gi venduti a clienti esteri. Ora la societ ne chiede la restituzione in modo da poterlo vendere. Il sequestro fu disposto dal giudice Todisco perch il materiale, prodotto nel quadrimestre in cui era

giornaliere di ghisa mentre la giacenza nei parchi minerali non supera le 600 mila tonnellate, bassa per garantire il funzionamento regolare dei tre altiforni in marcia. I tecnici dellIlva, per non bloccare lo stabilimento, tengono a basso regime gli impianti fermandoli a rotazione soprattutto per salvaguardarli. Nel frattempo stato annullato lincontro programmato per domani al ministero dellAmbiente tra Ilva, governo e sindacati nazionali e territoriali. Dopo la comunicazione dellazienda sulla nuova cassa integrazione e la garanzia del pagamento degli stipendi di gennaio s preferito prendere tempo per definire meglio la situazione. Lappuntamento rinviato a quando si avr il quadro completo sia sulla copertura finanziaria della cassa iintegrazione in deroga per 1393 lavoratori, sia sul piano degli investimenti che Ilva deve presentare a sindaca-

Prodotti realizzati prima del sequestro Lazienda chiede la restituzione del materiale
vietata la facolt duso, da considerare frutto di unazione illegale. La ripresa della produzione e della commercializzazione stata poi sancita dal decreto legge 231 dei primi di dicembre. Su questo provvedimento atteso il giudizio di legittimit costituzionale. Riottenere i beni e commercializzarli significa molto in questo momento per lIlva. Farebbe cassa, aumentando la liquidit per far fronte al pagamento degli stipendi e alle spese dei risanamento degli impianti prescritto dallautorizzazione integrata ambientale (Aia); libererebbe spazi sui piazzali per stoccare la nuova produzione. Questa oggi attestata sulle 17.500 tonnellate

Incontro rinviato Non si terr il vertice romano tra ministero azienda e segreterie sindacali nazionali e locali
ti e governo per la messa a norma dello stabilimento rispetto alle indicazioni dellAia. La richiesta di cassa a zero ore riguarda 1243 operai, 90 impiegati e 60 intermedi. Si fermeranno reparti dellarea a caldo e dellarea a freddo, 142 nel tubificio erw, 603 nel laminatoio a freddo (Laf), 57 nella finitura nastri, 42 nella qualit laminatoi e tubifici, 245 nelle acciaierie, 110 agli altiforni, 170 nelle cokerie, 24 nei magazzini. Lattuazione dellAia, per la quale stato nominato il garante Vitaliano Esposito (con lui lazienda probabilmente ridiscuter la tempistica di alcuni interventi) richiede un investimento valutato 3.5 miliardi, risorse che Ilva non in grado di mettere a disposizione. Di qui lannuncio dei contatti avviati da tempo per associare nella gestione societaria un partner dalle gambe solide in grado di assicurare il futuro della pi grande fabbrica di acciaio dEuropa.

Parla anche del siderurgico

Il film censurato a Roma sar proiettato a Taranto


BARI Al museo Maxxi di Roma no, ma al cinema Savoia di Taranto s. Il docu-film Girlfriend in a coma critico verso il bunga bunga di Berlusconi e preoccupato del rischio del possibile declino italiano sar proiettato, come previsto, nel capoluogo jonico il prossimo 21 febbraio: a pochissimi giorni dallapertura delle urne e senza il timore di condizionare la campagna elettorale ancora in corso (ragione per la quale la presidente del Maxxi, Giovanna Melandri, ha deciso di rinviare a data da destinarsi la proiezione fissata originariamente per il 13 febbraio). Il film stato realizzato da Antonella Piras (giornalista e regista) e Bill Emmot (gi direttore dellEconomist). Riguarda i mali dellItalia: una parte della pellicola dedicata allIlva e in particolare al processo penale in corso per disastro ambientale. A Taranto, tempi e modalit della proiezione sono confermati, per volont degli organizzatori. Ossia Giacomo Raffaelli (responsabile del movimento Rinascere), Giuseppe Russo (presidente dellassociazione Accademia degli audaci), Monica Caradonna (giornalista e animatrice culturale). Il Ministero della cultura dicono Raffaelli e Russo pare aver posto la censura su "Girlfriend in a coma" (ma sono arrivate smentite, ndr). Noi non ci faremo intimidire da questa posizione del Governo e con ancor pi convinzione proietteremo il film a Taranto. Vogliamo dimostrare che, nonostante limminenza di un appuntamento elettorale, parlare dei mali del nostro Paese non ha una connotazione partitica. E non un modo per forviare le coscienze. Piuttosto rappresenta il dovere per una informazione libera che richiama la popolazione a una riflessione ampia e profonda.

Il custode dello stabilimento Mario Tagarelli ha ricevuto la richiesta dellazienda sui sui tubi indebitamente sequestrati

Francesco Strippoli
RIPRODUZIONE RISERVATA

Cesare Bechis
RIPRODUZIONE RISERVATA

Il caso

Net-1 tv arrivata con i suoi servizi a Striscia la notizia. Funziona anche grazie alla solidariet dei compagni di lavoro e di licenziamento

Da operai Miroglio a telegiornalisti sul web


Due cassintegrati si inventano una tv. Per raccontare la loro lotta
GINOSA Dalla catena alla sala di montaggio. Dal lavorare filati e tessuti al confezionare servizi giornalistici. Da operaio a operatore. la storia di due cassintegrati dello stabilimento ex Miroglio di Ginosa, chiuso nel 2009, e la loro web tv, una vera e propria televisione che realizza servizi giornalistici e li diffonde via internet. L'hanno chiamata Net-uno, per rievocare il mare e la rete web, e non nascondere ambizioni che vanno oltre i confini della realt che racconta: Ginosa, Castellaneta, Laterza. Una tv al servizio dei lavoratori, nata un anno fa per far conoscere la battaglia dei 200 cassintegrati dell'ex opificio tessile, che dallottobre scorso non percepiscono neanche i 600 euro della cassa integrazione, perch i soldi in deroga a disposizione della Regione sono terminati. L'idea, partorita cercando unalternativa occupazionale, di Massimiliano Doro, due figli, ex capoturno Miroglio per 13 anni, un passato da operatore di web tv e una discreta dimestichezza con il telegiornalismo, che gli permette di scrivere, andare in voce e montare i servizi. A lui si aggiunto Michele Verdano, ex operaio del reparto orditura del tessuto, adesso operatore. Il loro sogno poter vivere grazie a Net-uno tv, che per adesso va avanti col sostegno degli ex colleghi, di piccoli sponsor e il lavoro volontario di altre sei persone, tra giornalisti e operatori. Dal primo servizio sul carnevale di Ginosa Marina la tv cresciuta tanto, con un sito che conta 130 mila visitatori, servizi forniti a TeleNorba e Striscia la Notizia, e i fatti da seguire sul territorio che si moltiplicano: i suicidi degli operai, le vertenze Natuzzi e Tbm, altra azienda tessile. I miroglini ci tengono alla loro tv, danno una mano agli ex colleghi, aiutano a portare le telecamere e le attrezzature per realizzare i servizi che parlano di loro in giro per lItalia, fino ad Alba, in Piemonte, dove ha sede il grande gruppo tessile. L, Net-uno tv c' stata due volte, per documentare le manifestazioni dei miroglini di Ginosa, per rivendicare dignit e lavoro.

Laudience in rete Dal primo servizio - dedicato al Carnevale di Ginosa Marina lattenzione cresciuta fino a contare 130mila visite al sito

Gino Martina
RIPRODUZIONE RISERVATA

Un servizio di Net - 1 dalla Gravina di Ginosa

Potrebbero piacerti anche