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Full-lenght, Avantgarde Music, 2012 Correte nella vostra stanza, spegnete le luci, abbassate le tapparelle ed armate i vostri lettori:

i Manes sono tornati! A ben cinque anni di distanza dal loro ultimo album, torna una band storica della scena black norvegese e mondiale che nel 1999 aveva fatto gridare al miracolo con lo stupendo Under ein Blodraud Maane. I Manes, che per l'occasione hanno cambiato nome in Manii (il nuovo monicker rappresenta la volont del gruppo di prendere le distanze da un passato recente, decisamente lontano dalla scena estrema), si ricostituiscono attorno al duo originario: Sargatanas e Cernunnus. Abbandonate definitivamente (con somma gioia per chi scrive) le sperimentazioni electro-rap di How the world came to an end, sfornano un disco nero e marcio, in due parole: black metal. Kollaps oppressione, disperazione e rabbia. I ritmi sono lenti, sfiancanti, le chitarre lacerano e sferragliano, la voce al vetriolo pensa al resto. Rispetto ad Under ein Blodraud Maane (ovvia pietra di paragone), in Kollaps i tempi si dilatano e scompaiono quasi del tutto le orchestrazioni classicheggianti che avevano fatto la fortuna dell'esordio, fatta eccezione per Endelaust, che inizia con delicato arpeggio di pianoforte. Anche l'elettronica ridotta al minimo, facendo dei brevi ingressi solo per fungere da collante. Questo un disco suonato dalla prima all'ultima nota (unico appunto l'utilizzo della drum machine, che comunque non d mai l'impressione di essere digitalmente invadente), dove spesso due chitarre si sovrappongono: melodia e sottofondo. Che la discesa abbia inizio. Prendete una canzone come Ei Beingrind i dans, con il suo inizio atmosferico, le trame delle due chitarre, la voce sofferta e lancinante. O la bellissima Likfugl Flaksar con un riff che nel finale prorompe con una rasoiata monocorde devastante. I Manii sono tutto questo, ovvero attitudine, l'essenza del black metal. Niente fronzoli o tecnicismi. Dritti al punto... Di non ritorno. Un disco lento, alcuni lo potrebbero definire depressive, ma c' ben altro: una forma di occultismo o esoterismo musicale che tutto nel modo di suonare, in quelle note di chitarra riverberata sospese dopo un riff monocorde e preludio ad una nuova cascata di distorsioni. I Manii sono espressione di un black metal che non mi vergogno a definire emotivo nella misura in cui incanala sensazioni ancor prima che note. Musica opprimente, decadente, oscura, da ascoltare a pelle, perch in fondo il black metal soprattutto questo: immediatezza emotiva. Voto: 90/100 Tracklist 1 - Skoddeheim 2 - Liv-ydar 3 - Likfugl flaksar 4 - Ei sjl som sloknar 5 - Kaldt 6 - Endelaust 7 - Ei beingrind i dans 8 - Avgrunns djuv

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