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del f ido Casini. E il centrosinistra? Diciamo le cose come stanno: non lo stesso Bersani a ripetere, un giorno s e l'altro pure, che austerit e rigore non si toccano, salvo f arf ugliare che cercher di ridurre il tasso di iniquit delle decisioni di Monti (sino a ieri in predicato di atterrare sul Colle col suo beneplacito)? Il Pd non considera f orse irrinunciabili le norme - dal pareggio di bilancio al f iscal compact che daranno al prossimo governo, chiunque lo diriger, un alibi di f erro per perseverare nella macelleria sociale? Il segretario democratico non vede nel libero mercato la panacea per la f antomatica crescita? Non proclama che l'articolo 18 va bene cos come l'ha conciato la prof essoressa Fornero? E non def inisce con orgoglio il proprio partito come il pi europeista, il che non signif ica soltanto Maastricht e Lisbona, ma anche Merkel, Barroso e la dittatura del debito? Quanto a Sel, la f irma in calce alla carta d'intenti ha messo in mora ogni buon proposito e riduce le parole del suo leader a un f iato di voce. Sel si impegnata a seguire le decisioni del Pd e i suoi dirigenti sanno che al dunque dovranno attenervisi. Per disciplina e senso di responsabilit. Insomma, il rigore piace a tutti, o quasi. Non piace a Grillo, ma il suo movimento vede la degenerazione f inanziaria solo per massimi sistemi, senza coglierne le drammatiche ricadute sul terreno dei diritti del lavoro. Non piace soprattutto a Rivoluzione civile, che dell'anti-montismo f a la sua bandiera. E qui il discorso chiama in causa noi, la sinistra coerentemente antiliberista e per ci stesso esterna ai tre poli della strana maggioranza del cosiddetto governo tecnico: partiti, sindacati, associazioni e movimenti ancora vivi ma stremati dopo cinque anni di trionf ante bipolarismo coatto e di lotte combattute alla macchia, con risorse minimali e nel silenzio della grande inf ormazione. Rivoluzione civile ad oggi la sola f orza di qualche rilievo che ponga un discrimine netto: rif iuto del neoliberismo (cio primato del lavoro e dei suoi diritti, secondo quanto prescrive la Costituzione), f ine della sovranit del capitale f inanziario (spesso colluso con le maf ie), restituzione dello scettro alla cittadinanza. Certo, nemmeno questo progetto immune da pecche, ma di sicuro la critica di essere subalterno alla teologia del libero mercato non pu essergli rivolta. Il programma di Rivoluzione civile parla di diritti del lavoro e solidariet; di scuola e sanit pubbliche; di lotta alle maf ie e di questione morale; di laicit e parit di genere; di disarmo, di libera inf ormazione e di dif esa dell'ambiente. C' in questo decalogo qualcosa che non va, o manca qualcosa di essenziale? Senonch la proposta di Ingroia incontra anche a sinistra riserve e f reddezza. La cosa sorprendente, e f orse per capirne le ragioni non basterebbero gli strumenti tradizionali dell'analisi politica. Limitiamoci alle obiezioni f ondamentali. Basta coi magistrati in politica, si dice. E poi: Ingroia non si sbarazzato dei partiti, f issato con la maf ia, (o aspira a essere) anche lui un leader, nel segno della personalizzazione della politica. Tutto ci , f rancamente, paradossale. paradossale che si accusi la magistratura di protagonismo, invece di prendersela con quei settori della societ civile che latitano, in tutt'altre f accende af f accendati. E lo altrettanto - degna del peggior grillismo - l'accusa di non respingere i partiti della sinistra, come se in tutti questi anni essi non avessero f atto il possibile per sostenere movimenti e lotte. Chi poi lamenta una monomania antimaf ia, dove crede di vivere? Forse presta f ede alla rassicurante f avola della criminalit organizzata, e ignora che mezza Italia governata da un doppio Stato che decide, ricicla, f a politica a tutti gli ef f etti, sequestrando la democrazia di questo paese. Soltanto l'ultima delle critiche sembra avere qualche f ondamento. Ma poich la personalizzazione della politica un sintomo grave della transizione post-democratica in corso da un trentennio, proprio per questo non giusto f arne carico all'ultimo arrivato, n pretendere che una proposta politica appena nata vi si sottragga, rinunciando all'unico strumento in grado di darle in tempi brevi un minimo di visibilit. Allora, cerchiamo di non guardare f issi il dito che invano indica la luna. Sono cinque anni che la sinistra italiana attende di uscire dalle catacombe. E se certamente vero che il voto di f ebbraio non risolver tutti i problemi - ch anzi il duro lavoro comincer dopo - altrettanto indubbio che senza un successo di Rivoluzione civile la sostanziale morte della sinistra politica in Italia sarebbe, per lungo tempo, una certezza. singolare che tanti sembrino non capire che oggi un'esigenza prevale su tutte le altre: unire le opposizioni di sinistra contro Monti e i suoi eredi, pi o meno progressisti. Far s che tornino a pesare le ragioni del lavoro, dei giovani, delle donne e del Mezzogiorno, antitetiche a quelle di tutti coloro che hanno governato in questi decenni, nel segno della sovranit del mercato. Ora, sul f ilo di lana, ci si presenta una possibilit per riuscirvi. Una possibilit - l'ultima - che sarebbe davvero imperdonabile sprecare.