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Consegna delle chiavi a San Pietro

Pietro Perugino, 1481-83 Citt del Vaticano, Cappella Sistina

Nel 1481 papa Sisto IV incarica il Perugino di affrescare la nuova cappella papale, chiamata poi Cappella Sistina. Data la vastit di un lavoro del genere, al Perugino si aggiungono ben presto altri artisti fiorentini, tra cui Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Cosimo Rosselli.

Gli affreschi della Cappella Sistina dovevano raffigurare varie scene tratte dalle Storie di Mos e dalle Storie di Cristo, per sottolineare la continuit tra Antico e Nuovo Testamento. Lo scopo era quello di mostrare la trasmissione della legge divina da Dio al popolo ebraico e successivamente da Cristo a San Pietro, legittimando cos il potere spirituale e temporale dei papi, successori di Pietro.

La scena, per significato, la pi importante del ciclo pittorico che affresca la cappella e fa riferimento a Mt 16, 13-20. Al centro, in piedi, sta Cristo che porge le chiavi del paradiso a San Pietro, inginocchiato ai suoi piedi.

Le chiavi, legate insieme, sono due, una doro e una di bronzo; la prima, tenuta sia dal Cristo che da Pietro, simboleggia il potere spirituale, laltra il potere temporale dei papi.

Levento avviene alla presenza degli Apostoli e di personaggi contemporanei, tra cui vi sono anche Giuda (il quinto a sinistra di Ges) e anche lo stesso Perugino (il settimo a destra di San Pietro).

In secondo piano sono rappresentati altri due episodi evangelici: a sinistra raffigurato il pagamento del tributo nel tempio, mentre a destra i giudei che cercano di lapidare Cristo.

Nello sfondo un tempio a pianta centrale affiancato da due archi di trionfo che recano elogi a Sisto IV. Essi sono molto simili allArco di Costantino e sono un omaggio allarte classica, molto apprezzata nel Rinascimento.

Il tempio di Salomone, al centro dietro il corteo in primo piano, rappresentato come un tempio rinascimentale a pianta centrale. Esso simboleggia la nuova Chiesa fondata da Cristo e la centralit del papa.

Il sapiente uso della prospettiva rivelato dalla pavimentazione a scacchiera della piazza, che fa intuire lubicazione del punto di fuga al centro dellopera, nel portale del tempio.

Alcune colline dietro la piazza sfumano rincorrendosi allorizzonte, tipo di paesaggio molto frequente nelle opere del Perugino. Man mano che le colline si fanno pi lontane il loro colore si fa pi ceruleo e cos il cielo, che da azzurro diventa bianco latteo; tale tecnica la cosiddetta prospettiva aerea.

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