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SCHIANTO SULL'OFANTINA BIS
Gesualdo- Mentre il Comune di Gesualdo lavora alacremente alla redazione delle osservazioni con le quali sottrarr il proprio territorio alla richiesta di perforazioni esplorative, intorno alla joint venture Italmin-Cogeid il territorio tenta di fare terra bruciata. Perfino i sindaci dichiaratisi possibilisti fino a pochi giorni fa, a cominciare dal primo cittadino di Nusco (che attraverso lemittente locale Primativv ha chiarito ieri la propria posizione a riguardo), iniziano a coltivare lidea di deliberare unopposizione formale alle ricerche di idrocarburi. E mentre la stessa Nusco, Guardia ed altri centri irpini ricadenti nel perimetro di interesse petrolifero sono oggetto di un programma (al momento solo teorico, vedi servizi nella pagina accanto) per lo sfruttamento delle acque incandescenti presenti nel sottosuolo della Mefite, di San Teodoro e nelle viscere del Forcuso (per la produzione geotermica di energia elettrica), si fa strada nelle amministrazioni locali la consapevolezza del rischio che i territori oggi stanno correndo. I sindaci cominciano a guardare al di l dellinteresse visibile rappresentato dalle societ di analisi e ricerca. La joint venture impegnata dal 2010 nello studio e nella esplorazione di ci che si trova sotto la superficie, a diversi chilometri di profondit, dove Alta Irpinia, Ufita, Sannio e Basilicata costituiscono un interdipendente e magmatico insieme. Poco importa se i pozzi saranno scavati a Gesualdo, piuttosto che a Nusco, le trivellazioni attingerebbero al mare magnum di un giacimento che non rispetterebbe nel sottosuolo i confini amministrativi stabiliti in superficie. Lintero territorio sarebbe coinvolto, capiscono tanti amministratori locali. E?nel caso di una effettiva individuazione di giacimenti petroliferi, una volta accertata una o pi falde di sufficiente consistenza, verso lIrpinia si farebbero strada i colossi minerari internazionali, che oggi assediano la Regione Basilicata, per ottenere le concessioni congelate dalla moratoria imposta dal governatore De? Filippo. Accanto allEni e alla Shell, attivissime nel?Mezzogiorno (tra Sannio, Basilicata e Cilento), la Total, la Exxon ed altri operatori potrebbero contendersi il sottosuolo dellAlta Irpinia e dellUfita oggi, ma in prospettiva, come ipotizzato da Legambiente in una intervista rilasciata ad Ottopagine dal referente regionale di Calitri Di?Maio, del Formicoso, del Calaggio e dellAlto Ofanto, zone tanto estese quanto poco densamente abitate, esposte a rischi ambientali pari a quelli che negli ultimi ottanta anni ha sperimentato la Val dAgri, il pi grande giacimento europeo di petrolio e gas. In queste ore, di fronte alle cifre offerte dal dibattito consiliare di Gesualdo (un pozzo di duemila metri da scavare solo per una esplorazione, con quaranta giorni di lavorazioni continuative, salvo nuovi interventi in caso di esito positivo delle ricerche), i sindaci stanno valutando il vero interesse delle rispettive comunit. La fame di sviluppo economico e lavoro, in una provincia che si segnala per la propensione alla green economy, lagricoltura multifunzionale e grandi potenzialit turistiche, oltre allabbondanza di risorse naturali, difficilmente sar placata dalle trivelle, pensano in molti in questo momento. Christian Masiello
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