Sei sulla pagina 1di 386

!-.

%<^...

*-'d

'j

stilli
VOLGARI
DI

GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTE SU
I

TESTI A PENNA

EDIZIONE PRIMA
VOL.
Vili.

FIRENZE
PER
I G.

M OU TI E R

MDccaxxix.

/-j;^

Col benigno Sovrano rescritto del d 9 Giugno iS26fJu conceduta ad Ignazio Moutier
la privativa per anni otto della stampa delle

Opere volgari di Giovanni Boccaccio .

Ri

IMPRESSO CON
DELLA

TORCHI

STAMPERIA MAGHERI

DJ

GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTO SU l TESTI A PENNA
TOM.

II.

TER

16.

MOUTIER

l89.

FILOCOLO
DI

GIOVANNI BOCCACCIO

LIBRO QUARTO.

volonteroso giovane abbandonate le sne case con


sollecitava
i

poco dolore

passi

de'compa^ni

seguendo

quelli d' Ascalione ammaestratissimo

duca del loro

cammino

ma

fati

da non potere fuggire volsero

in arco la diritta via.

primieramente venuti

alla
la-

graziosa terra
sci le sue ossa

ove Manto crudelissima giovane con

nome

eterno

passarono oltre per


s'

lo piacevole piano:

ma

poich dietro alle spalle


saliti

ebi

bero

le

chiare onde di Secchia lasciate, e

sopra
,

fronzuti omeri d'Appennino, e discesi di quello

si

tro-

varono nel piacevole piano del

fratello dell'
gli

imperiale

Tevere

vicino al

monte onde

antichi edlGcator
s'

del superbo llionesi dipartirono. Quivi

apersero gli

occhi d' Ascalione


ta via
,

e forte
i

si

maravigli della travolgli

ignorando ove

fortunosi casi

portassero

FILOCOLO
senza parlare a' compagni, passando allato alle di-

ma

sabitate

mura da Giulio Cesare


uno
acqua
,

e da' compagni coantico ponte passa-

strutte negli antichi anni, per

rono

1'

non per

-verso

Alfea diritto

cammino
a cui

presero

avvegnach piccolo spazio

la loro via forse


g' iddii,

per pi sicura elessero pi lunga, o che

niuna cosa
rizzassono
al
:

si

cela

volonterosi a tal

cammino
,

gli di-

e pervenuti nella solinga pianura


s'

vicina

robusto cerreto nel quale fuggito


1'

era

il

misero

Fileno, e quivi trovandosi,

acqua venuta per subita


i

piova dalle vicine montagne rovinosa avanz

ter-

mini del piccolo fiume che appi


correa
il
,

dell' alto cerreto

e di quindi abbondevolmente usci allagando


,

piano

onde
,

costretti

furono a

ritirarsi

sopra

'1

cer:

ruto colle

forse di
,

maggior pericolo dubitando

quivi tirandosi

di lontano videro tra gli spogliati ra,

mi

antichissime m.ura
s'

alle quali

immaginando che

abitazione fosse

accostarono ed entrarono in quelle


,

n pi

tosto vi

furono

che

il

luogo essere stato tem-

pio degli antichi iddii conobbero. Quivi piacque a Filocolo di fare sagrificii
a'

non conosciuti

e strani iddii,
,

poich
vare
l'

fati

nel tempio

l'ecati gli
i

aveano

e fatte le-

erbe e
il

le frondi e

pruni cresciuti per lungo


,

abuso sopra

vecchio altare

e similemente le figure

degl'iddii con pietosa

ornamenti,
stito di
1'

mano ripulire e adornare di nuovi domand che un toro gli fosse menato; e ve-

vestimenti convenevoli a tale uficio, fece sopra


altare accendere odorosi fuochi, e colle proil

umido

prie

mani uccise
nel!'

loro

e le interiora di quello per


;

sacrificio

acceso fuoco divotamente offerse


all' altare,
;

poi inginocchiato davanti

con divoto animo


iddii
,

iacomQci queste parole

sommi

se in que-

LIBRO QUARTO
sto

7
i

luogo diserto ne abitnte alcuno


e non schiQ
,

aMoltate

preghi
sa-

Olici,

la vostra deit

il

modo
;

del

mio

criGcAro

il

quale non forse con quella solcnnith cbc stato fatto

oltre volte ricevere solevate

ma

riguaril

dando

alla

mia purith

alla

mia buona fede

rice-

viate, a' miei preghi porgiate le sante oreccbie. Io gio-

vane d' anni e di senno

oltre al dovere
il

innamorato
disio
,

pellegrinando cerco d* adempiere


le senza
il

mio

al

qua-

vostro aiuto conosco impossibile di pervela

nire,

onde meriti

divozione avuta nel vecclo tem,

pio , e
oiTerti

V adornato
doni
,

aliare

gli accesi

fuochi con

gli

eh' io da voi consiglio riceva del


alla

mio

fu-

turo

cammino, e con quello aiuto


la

mia
,

fatica.

Egli

non aveva ancora


pietre

sua orazione
lo
,

finita

eh' egli senti

un mormorio grandissimo per


mosse dal corrente rivo
si

tempio soave, come


quale dopo piccolo

il

spazio

risolveo in soave voce, n vide

onde

venisse,

e cosi disse: non per Io insalvatichito luogo mancata


la deit di noi

padre di Citerea abitatore di questo

tempio
stretti

a cui tu divotnmcDte servi, e dalla quale co:

siamo di darti risponso


gli altari nostri

e perocch con di voto


,

fuoco hai

riscaldati

lungamente

di-

morati freddi, molto maggiormente meriti d'avere


a' tuoi divoti

preghi vera risponsione de* futuri tem-

pi

e per ascolta.

Tu,

partilo

domane

di questo luot'aspet-

go, perverrai ad Alfca, quivi la ta, nella quale

mandata nave

dopo gravi impedimenti perverrai


quindi poi partitoti
perverrai

neir

isola del

Fuoco, e quivi novelle troverai di quel:


,

lo che vai cercando

dopo molti

accidenti nel luogo ove colei di cui tu

cerchi dimora, e Ik

non senza gran paura di

pericolo,

ma

senza alcuno danno, la desiderata cosa possederai.

FILOGOLO
,

Onora questo luogo


r'a

perocch quinci ancora

si

parli-

colui che

tuoi accidenti con


,

memorevoli

\ersi far

manifesti agli ignoranti


grazia.

'1

suo
,

nome

sar pieno di

tacque

la santa

voce

e Filocolo d'auimira-

zione e di letizia pieno torn

a'

compagni

e loro

il

consiglio degl' iddi ordinatamente recit: e di questo

contenti tutti a prendere


disposero.

il

cibo nel salvatico luogo

si

Era nel non conosciuto luogo davanti


tempio un
fredda stagione
nel quale

al

vecchio

praticello vestito di palida erba


,

per la
si

una fontana bellissima


e nel
1'

vedea, alle cui onde la piovuta acqua niente aveva offeso,


la a
alla

ma

chiarissima dimorava
di

mezzo
acqua
,

di quelrilevare:

modo

due

bollori
,

si

vedeva

quale Fllocolo

uscito del tempio

e appressan,

dovisi, gli piacque cosi chiara

vedendola

e divenne
d' ar-

desideroso di ber di quella

e fecesi

uno nappo
si

gento recare
sopra
la

e con quello all'una delle parti


,

basso
,

fontana per prenderne

e bassato col

nappo

alquanto le chiare onde dibatt.

questo facendo viso che gorgoglia-

de quelle gonfiare, e
re
j

fra s senti
il

non

e
,

dopo piccolo spazio,


e dire
:

gorgogliare volgersi in
sii

voce

bastiti

chi che tu

che

le
,

mie

parli

molesti con non necessario ravvolgimento


za essere molestato
,

che

io sen-

o molestarti

mitighi la tua sete,


io

n perisca

il

fraternale

amore

perch

che gi fui

uomo
de, n

sa

ora fonte.

A
la

queste voci Filocolo tutto

stupefatto tir indietro


i

mano,

e quasi che

non cad;

suoi

compagni ebbero minor maraviglia


,

ma

dopo alquanto spazio


pra

Filocolo rassicuratosi cosi so:

la chiara fonte parl

o chi che tu

ti

sii
t'

che nel,

le presenti

cade dimori, perdonami

se io

offesi

che

non

fu

LIBRO QUARTO mio intendi memo quando per lo


,

'

tue parti sol-

lazzandomi menava
alcuno.
le lue

il

mio nappo, d'offendere ad


da
lai

Ma

se g' iddi

molestia

ti

diparuno, e
,

onde lungamente chiare conservino

non

ti

sia

noia

la

cagloue perch qui relegalo dimori narrarci,


se',

e chi tu

come qui

venisti e
,

onde acciocch per

noi la tua fama risusciti

tuoi casi narrando di te

facciano ancora pietose molte anime, se pielh merita-

no

tuoi avvenimenti.
si

Tacque Filocolo
,

e l'onde

tutte

cominciarono a dimenare

dopo alquanto
cosi dolci
:

spazio una voce cosi parlando usci del vicino luogo


da'dirc bollori: lo

non so chi

tu

ti sii

che con

parole mi coslrigni a rispondere alla tua

domanda

ma

perocch maravigliar mi

fai

della tua venuta, non


,

sarh senza conlento del tuo disio

solo

che ad ascolti

tarmi
sia
i

li

disponga
,

e acciocch pi mia condizione


li

manifesta
casi.

dal principio de' miei danni


io fui di

narrer

miei

Sappi eh'

Marmorlna
e

terra

rio

chlssima e bella, e piena di nobilissimo popolo, posseduta da Felice altissimo re di Spagna


,

il

mio no-

me
ma

fu Fileno
j

e giovane cavaliere fui nella corte del

detto re

nella
,

qual corte tuia giovane di mirabilissicui

bellezza

il

nome

era Biancofiore
il

colla luce

de suoi begli occhi mi prese tanto


piacere
,

cuore del suo


si

che mai

uomo

di piacere di
io

donna non fu

preso
fatto
,

Ninna cosa era che

per piacerle non avessi

e gi molle cose feci laudevoll per


lei

amor
di

di lei.

lo ricevetti da
si

un giorno che
,

la festivit

Marte

celebrava in Marmorlna

uno

velo col quale ella

la

sua blonda

testa

copriva

e quello per sopransegna


i

portai nella palestra, e sopra tuli'

compagni per

for-

za ricevetti

1'

onor del giuoco

E da

Marmorina pr-

16'

FI

LOCO LO
,

titomi andai a Montorio

dove un figlinolo del detto

re chiamato Florio dimorava^ e quivi in sua presenza


i

miei amorosi casi narrai

ignorando che esso Bian,

cofiore pi eh' altra cosa amasse

come

poi detto

mi

fu eh'

egli faceva

per

le quali cose narrate


.

meritai

a torto d' essere da lui odiato


pali cagioni de' miei mali
,

Queste furono princita-

perocch se io avessi
,

ciuto ancora in Marraorina dimorerei

contentandomi

di poter vedere quella bellezza per la quale ora lon-

tano in altra forma dimoro


di

Ma

non essendo io ancora


fatta
si

Marmorina
,

partito

poco appresso della

nar-

razione

Diana pietosa del crudel male che mi


,

ap-

parecchiava

in sonno

mi

fece vedere infinite insidie

poste da Florio alla mia vita, e similemente


sentire
i

mi
le

fece

colpi che la sua spada e quelle de' suoi

comquali
,

pagni

s'

apparecchiavano di volermi dare


,

cose vedute

narrandole io poi ad un mio amico


,

il

quale de' segreti di Florio alcuna cosa sentiva

m'av-

ver quello che veduto aveva essermi senza alcuno


fallo apparecchiato
tissi
,
,

se io
il

da Marmorina non mi parconsiglio del

Seguitai

adunque

mio amico

abbandonata Marmorina ,
pervenuto qui
,

e cercati molti luoghi


di finire la

e
,

mi piacque qui

mia fuga

e di pigliare questo luogo per eterno

esilio ; e

ancora

mi

parve solingo e rimoto molto

ond' io immaginai

di poterci senza

impedimento d'alcuno nascosamente


cosi
,

piangere
piansi
:

l'

abbandonato bene e
n per
le

lungamente
n per
1'

il

ma

mie lagrime
il

essere

lontano mancava per

verace amore che io portava

e porto a colei che pi bella che altra


anzi pi ciascun giorno

mi

pareva

mi

costrignea e molestava
dolenti

molto

laond' io

un giorno incomiuciai con

LIBRO
lunque
volle
sibile
altri

QUARTO
,

ii

voci a pregare gV iddi del ciclo e della terra , e qua-

che

mici dolori terminaMono


la
.

infiiiile

domandai e chiamai

morte

la

quale impos-

mi

fu di potere avere

Ma

pure piet del mio

dolore vinse gV iddii


detto che faceva
,

li

quali cLiamaado, com' io

ho

sedendo in questo luogo mi

sentii su-

bitamente sopravvenire un sudore e tutto occuparmi


e dopo questo ci che quello toccava in quello me-

desimo convertiva, e n

gi

volendomi

colle

mani

tocca,

re e asciugar quello, n la cosa desiderata toccava


la

mano

sentiva

1'

usato uGcio adoperare

ma mi

sentiva nel

muovere de'membri e nel


l'

toccarsi insieme
l'

n pi n meno come
to e
1'

onde cacciate
,

una dal ven-

altra dalla terra

insieme urtarsi

perch io iu>

contanenle

me

conobbi in questi liquori trasmutato


,

mi

sentii

occupare in questo luogo

il

quale io poi

colla gravezza di

me medesimo ho
il

pi profondo oc-

cupato; e cosi trasmutato, solo

conoscimento antico
.

il

parlare dagl' iddii


a'

mi fu

lasciato
,

carono lagrime
questa posti, da

dolenti occhi

quali nel

Mai non manmezzo di

essi

come da due

naturali vene surge


,

ci che questa fontana tiene fresca


te
,

siccome voi vede-

E
le

quella verdura sottile che in alcuna parte cuo-

pre

chiare onde

fu

il

velo della bella giovane

col

quale io coperto m' era quel giorno che con tanto


all'etto la

morte desiderava, acciocch

sotto la sua

omil

bra pensando di cui era stato a


morire, e

me

fosse

pi dolce

come
le
,

vedete, ancora

mi cuopre, ed emmi catutto


il

ro

Ora per

mie parole potete


il

mio

stato

comprendere

quale io quanto pi brevemente ho


;

potuto ho dichiarato
nifestarmi a cui io

non

vi sia

dunque grave

il

ma-

mi

sia manifestato.

Ascoltando Fi-

12

FILOCOLO
,

locolo le parole di Fileno


la verit, e

si

l'icord lui di tutto df

cominci quasi per piet a lagrimare, e


;

cosi gli rispose

Fileno, piet

m' ha mosso

de' tuoi casi

a lagrimare
al

e certo io server al tuo dimando, poich


,

mio

se' stato cortese

non senza consolazione


parole.

delle

tue lagrime ascolterai


ti

le

mie

E primieramente
nato di nobili pa-

sia

manifesto che io

mi chiamo Filocolo, e sono


,

di paese assai vicino alla tua terra


renti
,

e per quello signore per lo quale tu in lagrime


,

abbondi e in dolore

io similemente pellegrinando

d' acerbissima doglia pieno

vo per lo mondo Quello


.

Florio

il
,

quale tu
e

mi nomini
il

io

l'

ho conosciuto
con
il

trop,

po bene mai

non guari che

vidi, e

lui parlai

tutto dolente per le parole sue essere


s

compresi, che

doloroso

uomo non

vidi

ma

certo, per quello


,

eh' io intendessi, ha ben ragione di vivere dolente

perch
fiore la

il

re suo padre

quella bella giovane Biancoa'

quale tu gi amasti vend


,

mercatanti
lei
si

sic-

come

vilissima serva

quali mercatanti
,

sopra una
,

loro nave trasportarono via

e dove
fare
,

non

sa

per la
:

qual cosa non sapendo che

si

muore
la

di dolore

onde

s'

egli a te

nuocer volea

di tale ingiuria gl'iddi

l'hanno bene pagato, avvegnach


spiacque e
goscia
,

tua fuga gli


in an-

fulli

noia

e per

non pur crescere

ma

conciossiacosach a te siano molti

compa-

gni e in simiglianti affanni, e io sia


fortati
,

uno

di quelli, con-

sperando che quella dea che dalle insidie di


lev, cosi

Florio

ti

come
,

le

fu agevole a rendere lo
te
,

sbranato Ipolito vivo


pristino stato potr
,

con intera forma cosi


suoi servigi recandoli

nel

a'

rinte-

grare

La

chiara fonte finite le parole di Filocolo tutta

LIBRO QUARTO
enfi, e colle sue

i3
termini, produ-

onde pass

gli usali
pi!i

ccndo un nuovo soniarc,


l,
il

ma

a Filocolo

non par-

quale lungamente alcutia parola attese :

ma poi'

ch per lungo spazio fu dimorato, e quella riposata


\ide siccome prima quando col nappo mossa l'aveva,
egli si dirizz, e

con li compagni suoi di questa cosa


,

tutti

maravigliandosi incominciarono a ragionare

dolendo

a ciascuno del misero avvenimento di Fileno, dicendo:

o quanto dubitosa
re, nella

cosii nella palestra

d'Amore

entratal

quale

il

sottomesso arbitrio impossibile di

nodo

slegare, se

non quando a

lui piace. Beati colo-

ro che senza lui vita virtuosa conducono, se ben guar-

diamo

fini a*

quali egli

suoi suggelli conduce

Chi

avrebbe ora creduto nel salvatico paese trovare Fileno


convertilo in fontana di lagrime
io cavaliere e se

il
,

il

qual fu

il

pi ga-

pi leggiadro che

la nostra corte aves,

Chi potrebbe pensare Filocolo

figliuolo

unico

del re di Spagna, esser per

amore divenuto

pellegrino,
il

e andare cercando le strane nazioni poste sotto


lo, e in questo luogo ora trovarsi?

cie-

questo rispose

Filocolo dicendo

1*

esser venuto qui

m*

caro
,

per cosa alcuna non vorrei non esserci stato

peroc-

ch mirabile cosa e da notare abbiamo veduto nel diserto luogo


d' onorare atto
il
,

il

quale n' stato dagl' iddii comandato


il

e detto

perch

Certo io non so in che

possa avanti di pi onore accrescere che io


fatto
,

m' abbia
altare.

rinnovando

il
:

santo tempio e

il

suo
il

cui Ascalione disse


il

noi

andremo secondo

santo consiglio, e fornito


ta la cercata cosa
,

nostro

cammino

e ricevuil

nel voltare de' nostri passi

tornar

qui non

ci falla

e allora qucU' onore che in questo

mezzo avremo

ne' nostri auimi deliberato di fare

faro

14

FILOCOLO
,

mo
stri

e agi' Iddi e al luogo

perocch
,

gl'iddi, solleci-

ti a'

bni dell'
ci

umana

gente
,

ninna utlitade pe' noelli


,

doni

concedono
a'

ma

poich

hanno

le

do-

mandate cose

domandanti concedute
i

dlettansi

ed

loro a grado che

ricevitori in
,

luogo di riconoscen-

za ofFerino graziosi doni


alla loro deit
cii
:
,

e rendano debiti onori

mostrandosi grati de' ricevuti benefi,

e per,

come dissi
,

nel nostro tornare ricevute le

disiate cose

ci

mostreremo conoscenti del ricevuto


si

consiglio

onorandolo come
tutti

converr.

Questo eonsigllo a

piacque , e tutto quel giorla

no e

la notte quivi
,

dimorarono senza pi molestare


l'

misera fontana

e la vegnente mattina secondo


,

am-

maestramento dello strano iddio


danti acque che
il

mancate
il

1'

abbon-

solingo piano avevano


il

preterito

giorno allagato

presero

cammino, per lo quale sol-

lecitamente pervennero ad Alfea e a'suoi po.'d avanti

che

1'

occidentale orizzonte fosse dal sole toccato

Quivi

la

mandata nave quasi

in un' ora

con loro

in-

sieme trovarono esser venuta, di che contenti, speran-

do per quella

le

cose pi prospere nel futuro


,

su vi

montarono senza alcuno indugio


venti renderono le sanguigne vele
all' isola
,

e a' prosperevoli

comandando che
dirizzasse
, .

del

Fuoco

il

cammino
il

si

Eolo

aiutava colle sue forze


firo
a' disiati
i

nuovo legno
,

e lui con Zef-

luoghi pigneva
,

e Nettuno pacificae'

mente
deano^

suoi regni servava


al loro

onde Filocolo

suoi

com-

pagni contenti

cammino
suo fele

senza affanno proce-

ma

la

misera fortuna, che niuno


il
,

mondano bene

lascia gustare senza

non consenti che lun.

gamente questa fede

fosse

a' disiosi giovani servata


il

Ella avendo gi costoro posli

terzo giorno assai vici

LIBRO
ni al luogo

QUARTO
,

i5

ove quando nella nave entrarono avenno


di riposarsi
le

deliberato

bocche di Zeffiro chiuse


le salate

diede a Noto ampissima via sopra


ISe ttuno in so

acque

medesimo

tutto si

commosse con
i

spia-

cevole mutamcnlo, onde dopo poco spazio

giovani,

non

usi di queste cose

quasi morti in tale aflanao


si

senza ascoltare alcun con forte, nella nave

riputavano.

Erasi esso Noto con focoso soHlamento di Etiopia


levato
,

volendo gih

il

giorno dar luogo alla notte

aveva

1'

cmisperio tutto chiuso d' oscurissimi nuvoli


i

minacciando noiosissimo tempo: e

marinai di lontacolore:

na parte vedcano
ch
'1

il

mare aver mutato


i

ma

poi-

giorno fu partito,

marinai da doppia notte ocfare


.

cupati non vedcano che

si

Elli

s'

argomentavano

quanto potevano
alla

di prendere alto mare, e di resistere


li

sopravvegnenie tempesta per


gli

veduti segni
si

ma

mentrech

argomenti

utili alla

loro salute

pren-

devano, subitamente incominci da'nuvoli a scendere


un' acqua grandissima
tanta quantit
,

il

vento a multiplicare in
le vele

che levate loro


essi

e spezzato V allui pia-

bero
ceva

non come

volevano

ma
alti

siccome a

gli

guidava. Li mari erano

a cielo, e da ogni
,

parte percolevano la resistente nave

coprendo quella
:

alcuna volta dall' uno capo


loro
1'

all'

altro

e gih tolto avea

un

de' timoni

e dell' altro stavano in grandis.

simo affanno di guardare


mostrando
tuoni,
i

cielo

s'

apriva sovente

terribili

e focosi baleni con pestilenziosi

quali in alcuna parte colti nella nave, n'avea-

no

tutte le

bande mandate in mare


fatica
,

laonde

tutti
,

marinai dopo lunga

combattuti dal vento


il

dalla sopravvegneute acqua e da' tuoni,


tare,

potersi aiu-

o loro o

la

nave, aveano perduto, e chi qua e chi

i6
giaceano vinti

FILOCOLO
nave prostrati
,

l quasi morti sopra la coperta della


j

e quasi ogni speranza di salute


,

per

lo dir de' padroni e per le manifeste cose


ta.

era perdu-

ancora
,

la
'1

notte

mezze

le

sue dimoranze avea

compiute

tempo

facea sembiante di riposarsi

ma

ciascun' ora pi minaccevole profferiva maggiori


:

danni colle sue opere

onde ninno conforto n a Fi,

locolo n ad alcuno che vi fosse era rimaso

se

non

aspettare la misericordia degl' iddii. Mulliplicava cia-

scun' ora alla sconsolata nave pi pericolo

e ancora

che

il

romore e del mare e de'


fosse grandissimo
,

venti

e de' tuoni e

dell'

acque

ancora

il li

faceano molto
quali alcuni in
gli

maggiore

le dolenti

voci de'marinai,

rammarichi,
sero atare
,

altri in

preghi agi' iddii che

doves-

dolorosissime dalle loro bocche procedeail

no, conoscendo

percolo in che erano.

Le quali cose
,

Filocolo per lungo spazio avendo vedute


e conforto e aiuto a'suoi
to potuto aveva,
gire,

e a quelle

compagni aveva porto quanla loro salute

vedendo

ognora pi fugsi

con

gli altri

insieme quasi disperato piangendo


,

cominci

a dolere

dicendo cos

o fortuna
ti

sazia di
tra-*

me

ornai la tua iniqua volont. Assai


,

sono stato

stullo
stato
,

assai hai di

me

riso

ora in alto e ora in basso

non penar pi di recarmi a quell' ultimo male


,

che continuamente hai desiderato

fallo tosto
la

Non
:

m' indugiar

pi la morte

poich tu

mi
,

desideri

ma

se esser
i

pu

io solo la

morte riceva

acciocch

costoro

quali ingiustamente per

me li

tuoi assalti riI tuoi

cevono, senza peccato non sofferlscano pena.


in numerabili pericoli tutti
fatti

fuori che questo

m'

hai

provare, e in questo, il quale ancora non avea prosi

vato, ogni tua noia

contiene: sia adunque questo,

LIUUO
come maggiore
sene.
se
,

QUARTO
riiier^faio

17
nelle

me

per tino

mie

ali-

4UCSI0

iiiuiia

cosa peggiore
:

mi pu
,

seguire

non morte,

lo la desidero
,

mandalanii
s'

acciocch
i

gli altri

campino

e la tua voglia
vSazia

adempia e

miei
,

dolori

si

terminino.
le

ora ogni tua voglia


i

e ia

questa fniscano
seri parenti

tue fatiche e

miei danni

O mi*

rimasi senza figliuolo, confortatevi, che pi

aspro fine gli seguita

che voi non

gli

dimandavate.

Egli ora nelle reti tese da voi miseramente incappato.

Le

vostre operazioni questa notte avranno fine

la vostra letizia

non vedr

il

morto viso

il

quale vivo

invidiosi lagrimalo avete. Solo in questo


la fortuna, e in

m' benigna
s

questo

la

ringrazio

che

incerta se-

poltura mi doner, che n vivo n morto mai a'vostri

occhi non mi ripresenter

perocch se mi odiate, coi

me

le vostre operazioni

lazione in

hanno mostrato senza consodubbio viverete della mia vita: se mi amate,


amato,
la

come

figliuolo da'parenti dee essere

fortuna

rapporlatrice de'mali morto

mi

vi rappresenter senza

indugio

e allora potrete conoscere voi debita pena

portare del

commesso male: ma

la

mia opinione solo

questa consolazione ne porter


legnetto di Caronte
,

coli'

anima

il

leggiero

pensando che
,

la vostra

vecchiez-

za in dolore
io
lieti
t'

si
i

consumer

la

quale non consenti che

usassi

miei giovani anni.

O Nettuno
?

perch
la tri.

tanto
sta

ailanni per aver la


,

mia anima

Cuopri

nave se possibile
il

me solo

in te

ne porta
:

Fi-

nisci

tuo disio e le mie pene ad un' ora


infortunio agi' innocenti

non noc.

cia

il

mio

compagni
,

poi-

ch' egli avea per lungo spazio cos detto


pietosa voce alzava
il

egli

con pi
,

viso
,

mirando
venga

il

turbato cielo

diceva

sommo Giove
11.

la tua

luce alla scoa-

riLocopo T.

i8
solata gente
,

FILOCOLO
per
la
si
,

quale

non conosciuti cammini


.

del tuo fratello ci

manifestino

Aiuta

il

tuo popolo
meriti
,

che solo in

te

spera

e senza guardare

a' nostri
ti

con pietoso aspetto


se lecito

alla nostra necessit

rivolgi

non

e'

a potere la

dimandata

isola

prendere,
,

colle nostre ancore

prenda

la gi

non pi nave
.

senza
il

pericolo di noi qualunque altro porto


fratello a cui

Umilia
.

tuo

ninna ingiuria facemmo mai

Muovasi
i

la tua piet a' nostri preghi:

non

resistano

nostri

commessi

difetti
.

quali siccome uomini continuo aa cui

doperlamo
sati,

tu,

o santo iddio,
,

non

tre di pasla

o forse quattro

feci debiti sacrificii, aiutaci, e

impromessa
blio
.

fatta dalla santa

bocca non mettere


,

in

o-

Non

si

conviene
:

agi' iddii esser fallaci


cessi

n pospromessa

sibile eh' e' siano

ma

che

cos la tua

mi

sia

attenuta

come

quella di Giove fu a Palinuro.

Io non

men
non

tosto desidero di

prendere

altri

liti

se

possibile

d' aver quiesti, che per tal nH?niera la


.

promessione ricevere
tuo natal luogo.

santa

Venere aiutami nel


,

Non mi
diritta

Air perire l

ove tu nascesti,
.

e dove tu pi forza che in altra parte dei avere

ili-

cordati della

mia
,

fede. Cessino per lo tuo aiu-

to questi venti

e manifesticisi la bellezza del nido di

Leda
.

e la figliuola di

Latona

mari che di

fanno

spumose montagne Vedi che ninno

nelle sue usate pianezze riduci

di noi

non pu pi
;

solo

il

tuo soc-

corso le speranze nostre sostiene

quello solo attenle

diamo
tuoni

Non

s'

indugi

1'

nlbero
ci

vele

timoni
tolte
.

e le sarte da' venti e dall' onde


,

sono
,

stale

le spaventevoli corruscazioni

e le gravi acque

cadenti da cielo e mosse da' venti


chieri e
i

ci

hanno

noc-

marinai e noi

vinti

e renduti impossibili a

tJBRO
nusciulo luogo
li
,

QUARTO
mare: senza guida e in
,

19
iaco-

pili fltiarci nel ienip<>stoso

abbandonalo da ogni speranza

per

tuoi servigi cos

mi

ritrovo.

Gli

altri

compagni

di Filocolo tutti piangevano

nulla salute speravano,


il

ma
,

dal fiero colpo d*Atropos,

quale vicino
tutti
,

si

vedevano
,

impauriti e mezzi morti

giaceano

bagnati

e quasi ogni potenza corporale


i

perduta

si

conducevano secondo
:

disordinati
,

moviquale
,

menti della nave

ma
,

il

vecchio Ascalione

il

altre volle di simiglianti avversitadi provate

avea

an*

corch pauroso fosse

non

gli

parea cosa nuova, e con


altri
,

migliore speranza viveva che alcuno degli


tutti gli

andava riconfortando con buone parole come


.

cari figliuoli
la

mentre queste cose

cosi

andavano,

nave portala da' poderosi venti senza ninno gover,

namento
parte
ri
,

avanti che

'1

giorno apparisse da alcuna

ne' porti dell' antica Partenope fu gittata da'fie,

venti

quasi vicina agli ultimi suoi danni

e quivi

da' marinai, che vedendosi in porto ripresero conforto,


cosi spezzata dalle
dall'

bande e
,

fracassala in sicuro luogo


il

ancore fu fermata
g* iddi
,

e aspcltaroiio

nuovo giorno
che parte la

ringraziando
fortuna
gli

non sapendo
.

in

avesse balestrati

Poich

il
,

giorno apparve

il

luogo fu conosciuto

da' marinai

e conlenti d' essere in sicura e graziosa

parte discesero in terra. Filocolo co' suoi compagni


li

quali piuttosto dalla sepoltura


dalla nave
,

risuscitati
,

pareva
e rimi-

che uscissono che


rando verso
desimi
i

scesi in terra
,

le crucciate

acque

ripetendo in so
,

me-

passati pericoli della presente notte


:

appena
g' id-

parea loro potere essere sicuri


dii

e ringraziando

che da

tal

caso recati

gli

avevano a salute

offerse-

20
ro loro pietosi

FILOGOLO
sacrificii, e

cominciaronsi a confortare:

e da un' amico d'Ascalione onorevolmente ricevuti

furono nella citt


cinr tutta
eli'
,

e quivi la lor nave fecero raccon,

e di vele

e d' albero
,

e di timoni migliori

e'

perduti la rifornirono
,

e cominciarono ad aspet-

tar teretpo al loro viaggio

il

quale molto pi
:

si

pro-

lung che

'1

loro avviso

non estimava

per

la
il

qual

cosa Filocolo

volle pi volte per terra pigliare

cam-

mino
,

ma

sconfortato da Ascalione se ne rimase, ail

spettando

buon tempo
e'

in quel luogo

Videro Filocolo
volte tonda
le

suoi

compagni Febea cinque


,

e altrettante

cornuta

avanti
,

che Noto

sue impetuose forze abbandonasse

n quasi mai

in questo

tempo videro

rallegrare

il

tempo j per
la

la

qual cosa gravissima malinconia e

ira

desiderosa

anima

di Filocolo stimolava
gli

dolendosi della ingiuria


.

che da Eolo ricevere


ira

pareva

pi volte

la

sua

con
s'

voti e

con divoti
,

sagrificii e

con umili pre-

ghi

ingegn di piegare
,

ma

venire

non ne pot
oim

al
:

desiderato fine

anzi parca che quelli pi nocessero


,

onde

egli spesso di ci si dolca

dicendo

che

ho
io

io verso g' iddii


fatti

commesso

che
?

miei

sagrificii

puramente

non sieno

accettati
io

Io

non

sacrilego,

non invidioso de' loro onori;

non

assalitore
,

dei

loro regni n tentatore della loro potenza


lissimo e divoto servidore di tutti
;

ma

fede-

adunque che mi
al-

nuoce
cuna

Egli dopo le

lunghe malinconie andava


liti
,

volta a' marini

e a

quella

parte verso la
si

quale egli immaginava di dovere andare

volgeva

rimirava dicendo
la

sotto quella parte del cielo


.

dimora

mia Biancofiore

Quella parte

test

da lei veduta,

e io la voglio rimirare. Io scatola dolcezza eh' ell'ad-

LBRO QUARTO
duce srro
fjore
.
,

ai

prosa dalla luce Je' begli occhi di Bianc<v

poi bas&ati gli occhi sopra le salate onde

vedendole verdi e spuninnti biancheggiare nelle loro


rotture
venti

con tumultuoso romore


sottili

e simileroente
,

con
in s

sottentramenti stimolar quelle

tur-

bato

medesimo

diceva: o dispietata forza di Net1'

tuno, perch coniniovcndo


il

acque lue impedisci


io
,

mio andare
il

Forse tu pensi eh'

un' altra volta

porli

greco fuoco alla tua fortezza


si

come

fecero co-

loro a' quali se tu

crudele
li

come
Io

me

se* fossi .stato,

ancora le sue

mura vcdre
col

intere e piene di

popolo
,

senza esser mai state ofiese

non porto

insidie

ma
ifie,

come umile amante,


stinguibilc
,

cuore acceso di fiamma


d'

per lo piacere
avesti
,

una bellissima giovane


la

siccome tu gi
ritrovar lei
,

cerco mediante

tua pace di

allontanata per inganni d' alcuni della


.

mia presenza
cospetto
,

Di che meritarono pi coloro nel tuo

che portaudonela da
?

me
?

la
,

divisero

che

meriti io

Che ho
gli

io verso di te offeso

che commesj

so pi che
sacrificii

ausonici mercnlanti

Niuna cosa
mai

eoa

continui ho la tua dcith esaltata cercandola

di pacificar verso

me ;

alla

quale

s'

io forse

offesi,

ignorantemente

il ti

male commisi: e che eh'


dovrebbe bastare
,

io m'avessi

commesso, bea
che mi
facesti,

pensando quello
,

non lungo tempo

passetto

quando tu

me e

miei compagni non ha gran


gittasti

tempo quasi per

morti in questo luogo

sopra lo spezzato legno.

Adunque perdio
Certo se
quantith
ricevuto
il
i

senza

utilith

pi avanti mi nuoci

tuoi regni fossono da


,

essere cercali breve

come da Leandro con la virt dell' anello dalla pietosa madre mi metterei a cercare
luogo
,

disiato

e oltre al tuo piacere crederei polcr

. ,

aa

FILOGOLO
fornire

fornir quello che a lui

non

lasciasti

ma

lungo cammino per quelli ho d' andare, che pi


la forza

tosto

mi mancherebbe che
la

il

tuo podere
,

ra' offen-

desse

e per questo cerco la tua pace

e quella desia-

dero

non

mi negare

io te

ne prego per quell'

more che
Eolo
,

gi per

Ifemedla

sentisti.
,

tu

o
le

sommo
tue ire
,

spietato padre di

Canace
levate
,
.

tempera

ingiustamente verso
nosci eh' io
ta

me

x\pri gli occhi

co-

non sono Enea


,

il

gran nemico della san-

Giunone
.

io

sono un giovane che

amo

siccome tu

gi amasti

Pensi tu forse per nuocermi avere da

Giunone

la

seconda impromessa

Raffrena

le tue ire;
.

racchiudi lo spiacevol vento sotto la cavata pietra


,

lo

non sono Macareo u mai in alcuna cosa t' offesi Sostieni eh' io compia l' incominciato viaggio e quello compiuto quando nel disiato luogo sar colla mia
,

donna

quanto

ti

piace soflia

graziosa cosa
:

mi

sar
le
.

di quel luogo mai non partirmi

allora mostrerai

tue forze quando noioso non

mi sar il dimorare Ma ora che con angoscia perdo tempo mitiga la tua che se furia e sostieni che '1 mio disio possa fornire
, ,

tu

non

fossi
.

ben conosco che Nettuno prega di


,

starsi

in pace

Poi diceva: oim


i

ove mi costrigne amore


a' dissoluti

di perdere

preghi alle sorde onde e

sof-

fiamenti

ne' quali ninna fede, siccome in cosa senza


si

alcuna stabilit,

trova

Con

cotall parole pii volte si


i

dolea

l'

innamoralo

giovane sopra

salati

liti

e da malinconia aggravato

ritornava al suo ostiere

Ma

essendo gi Titano rice,

vuto nelle braccia di Castore e di Polluce


rivestita d' ornatissimi vestimenti
,

e la terra

e ogni

ramo nanel no-

scoso delle sue fronde

e gli uccelli stati

taciti

MRRO QUARTO
ioso

a3
'1

tempo
che

con dolci note rinverboravniio l'Aire e


il

ciclo,

gih ridendo a Filocolo


;

desiderato

cammino

promettevano con ferma fede

avvenne che Filocolo


,

nna mnttina pieno di innlinronia


viso
i
,

e tutto turbato noi


il

si

lev dal notturno riposo


si

quale vedendolo

compagni

maravigliavano molto, perch pi chu


:

altre fiate turbato stesse

al

quale Ascalione disse


il

giovane, caccia da te ogni malinconia che

tempo

si

racconcia
si

per lo quale senza dubbio di pi ricevere

noioso accidente
il

come

gi

sostenemmo
conosco
.

ci

sarh le-

cito

camminare.

cui Filocolo rispose: maestro,


di'
,

certamente quello che tu


presente malinconia non

ma

ci alla
,

m' induce

E come

disse

Ascalione,

t'

egli nuovo accidente avvenuto, per lo

qual tu debbi dimorare turbalo? Certo, disse Filocolo,


1'

accidente della ma turbazionc questo


i'

che nella

passata notte

ho veduto
,

la

pi nuova visione che

mai alcuno vedesse


per

e in quella ho avuta gravissima

noia nelP animo, veggendo le cose che io vedeva;


la

qual cosa

la

turbazione poich' io
partita
,

mi

svegliai

ancora da

me non
i

ma

senza dubbio credo

che meco non lungamente dimorerh. Pregaronlo Ascalione e

compagni

che cacciata da so ogni mnlin,

conia

gli

piacesse la veduta visione narrar loro


.

nella

quale tanta afflizione sostenuta aveva


colo con non mutato aspetto rispose
cosi
,

A' quali Filo*


volentieri, e*

che

cominci

a parlare.
tutti voi lasciato
,

A me

pareva essere da
lo Falernese

e di dicitth

morare sopra
soprapposto
,

monte

qui a questa

e sopra quello
,

mi pareva che un
erbe e di

bellis-

simo prato

fosse

rivestito d'
,

fiori assai

di-

lettevoli a riguardare

e pareami di quello poter ve-

24
dere tutto

FILOCOLO
V
universo
s'
,

n mi parea che
:

a'

miei occhi
ri-

alcuna nazione

occuhasse

e mentrech io cos
,

mirando intorno

le

molte regioni dimorava


la

\idi

da
,

quel cerreto dove noi

misera fontana
il

trovammo
j

uno smeriglione

levarsi e cercare
,

cielo

e poich
il

egli era assai alzato

pigliando larghissimi giri

vidi

incominciare a calare, e dietro a

una fagiana
s'

bellis-

sima e volante molto


fra salvatiche

che levata
,

era d'

una pianura
al

montagne

poste

non guari lontane


:

natal sito del nostro poeta naso

e nel gi detto prato


eh' egli la soprag-

me

assai
,

appresso

mi pareva

giugnesse

fccatalasi in piedi
.

sopra la schiena forte

ghermita

la tenea

Poi appresso, assai vicino di quel


s'

luogo onde levata

era la fagiana

veder mi parve

levar quell' uccello che a guardia dell' armata

Mivo-

nerva

si

pone

e con
,

lui

un

nerissimo merlo

lando quella seguire


riglione posarsi
.

e nel suo cospetto e dello smevolti gli

Poi

occhi in altra parte di


,

quell' isola la quale noi


cello in

cerchiamo

il

semplice ucquivi le-

compagnia

di Citerea posto vidi di

vare

e insieme con
:

un cuculo
un
i

in quel luogo ancora


,

porsi
tra
1'

e mentrech io

giro d' occhio volgea

vidi

ultimo ponente e

regni di Tracia di sopra a

Siene levarsi uno sparviere bellissimo e un gheppio


,

e seguitare

un

girifalco e

un moscardo

un
po,

rigogolo e una grua che di sopra della riviera del

Rodano
sarsi
.

levati

s'

erano

e dintorno alla fagiana parte


tirati

Poi in pi prossimana

gli

occhi

vidi dalle guaste


fratello del

mura

lasciate

da noi nel piano del


,

Tevere uscire un terzuolo


altri

e con forte
di dietro al
,

volo agglugnersi agli

sopraddetti

quale

la

misera reina ancora de' suoi popoli nemica

unno QUARTO
Icvntn
vidi,
(li

a5

pros.so ni

luogo onde lo siucriglioiic levato


:

volando

i>ct>uia

e non di mollo lontano alla noil

stra

Marmorina

sursc*

padre d' Klcua, e

(juivi

ven-

ne

e dn una costa di queste


,

montagne vicine
nel bel pniio
si

vi-nnc

un' avvoltoio

e con

^li

nitri

pose

e mcntrech io dell' ndunazionc di (questi

uccelli

iu

me medesimo mi

maravigliava, e io guardai e vidi

di (|uesta piaggia molti e diversi altri levarsi, e co'sopra<ldetti congiugnersi


:

e ini pareva

se

bene stimai,
e
gli altri

un nibbio,
procedere
,

un
e

falcone, e

un gufo vedere

e a loro dietro una delle figliuole di Pie,

ro conobbi

una ghiandaia che pigolando


(|uelli

forte

volava; e dopo loro,

da cui Aj)oilo ^ accom-

pagnato

il

mirifico tiratore del carro di


,

Giunone

e una calandra

e un picchio

e poi

un grande aghie

rone colla misera Filomena e con Tereo, a'quali dietro volava

un indiano pappagallo e un frusone


,

con
alla

gli altri accolti

fatto di loro
,

un cerchio dintorno
io

fagiana

e Niso sopra essa

maravigliandomi
;

cominciai ad attendere che questi volessero fare

come

ci rimirava, tutti incominciarono a dare gran,

dissimi assalti alla fagiana

e alcuni allo smeriglio


,

gridando e stridendo

il

qua] tirandosi addietro

qual mettendosi avanti

e chi penne e chi la viva

carne di quella ne portava:

ma

lo smeriglio gridando,
tulli la

senza schernirla punto quanto poteva da

di-

fendeva: e in questa battaglia per lungo spazio dimo-

r
lo

e quasi pi volte fui mosso per andare ad aiutarpoi ritenendomi


,

fra

me

dicea:

veggiamo

la fine
la

di costui se egli avr tanto vigore che da tutti

di-

fenda: e cosi attendendo, delle

montagne vicine a Poni,

peano

vidi

un gran mastino

levarsi

e correre in (jue-

26
fame
forza
le

FILOGOLO
,

sto laogo, e fra tut gli uccelli ficcatosi


il

con rabbiosa
,

capo della fagiana prese, e quel divoralo


altro busto traesse degli artigli di Niso:
si
il

per

qua,

poich voti della presa preda


il

trov

gli

artigli

gridando

vidi

non

so

come

in tortola
,

essere

tra-

smutato
verde
il

e sopra un vicino albero

nel quale frojcla


posarsi
,

nuovo tempo non aveva rimesso,

sopra quello a
re.

modo
,

di pianto

umano
il

la seutia

dole-

cosi standosi,

mi parve vedere

cielo chiudersi

d' oscuri nuvoli

molto peggio che quella notte che


fece.

noi di morte
stette
,

dubitammo non

E
,

piccolo spazio

eh' egli ne cominci a scendere un' acqua pe,

stileuziosa

con una grandine grossa


i

con venti e con


e'

tempesta simile non mai veduta, e

tuoni

lampi era-

no innumerabili e grandissimi

e cerio lo dubitavo
j

non

il

mondo

un' altra volta in caos dovesse tornare


il

e tutta questa pestilenza parca che sopra

dolente
chiuse

uccello cadesse

il
:

qual dolendosi
il

coli' alle
il

tutta la sosteneva

la terra,
,

mare

cielo crucciati

e minacciando peggio

pareano contra a quella comfosse alcuno

mossi

n parea che luogo

ov' essa per

sua salute ricorso aver potesse.

cos di questa visio,

ne in

altre

le quali alla

memoria non mi tornano


,

mi
che

trasport la
io

non

stante fantasia
svegliai
,

infino a quell' ora

poco innanzi mi

trovandomi ancora
al

nella

mente turbato

della

compassione avuta

povero

uccello

Strane cose ne conta

il

tuo parlare

disse Ascalio-

ne

u che ci

si

voglia significare
,

non credo che


che ciascuno

mai alcuno conoscerebbe


te

e per niuna malinconia


,

ne dee succedere

Manifesta cosa

uomo

ne' suoi sonni vede mirabili cose e impossibili

LIBRO QUARTO
e Mane
dalle
(|iiflii

7
si

poi svilujtpato

maraviglia,
,

ma
se

conoscendo

principii

onde muovono

quelle

senza alcuno pensiero lascia andare: e per quelle co-

che ne conti che vedute hai siccome vane


;

nelai

In loro vanluh le lascia passare

e poich

il

tempo

rallegra
stra
la
,

e de* nostri dcsiderii lieto indizio ci

dimoal-

e noi siuiilumenle ci rallegriamo;


,

andiamo

piacevole aere

su per

li

salati

liti

prendiamo, e
ci

ragionando del nostro futuro viaggio

proveggia-

mo

passando tempo. Cosi Filocolo col duca e con


gli altri

Parmenione e con
lento

compagni

si

mosse, e con

passo

di diverse cose parlando, verso quella

parte ove le

reverendi ceneri dell' altissimo poeta


il

Maro
che

si

riposano dirizzarono

loro andare

quali

non furono
essi

cosi parlando guari dalla citt dilungati

pervenuti allato a

uno giardino

udirono

in

esso graziosa festa di giovani e di


varii strojnenti

donne, e l'aere di

e di quasi angeliche voci ripercossa

risonava, tutta entrando con dolce diletto a'cuoridi co-

loro a'cui orecchi cosi riverberata venia:

quali canti
,

a Filocolo piacque di stare alquanto a udire

accioc-

ch

la

preterita

malinconia

mitigandosi
.

per

la

dolcezza del canto, andasse via

Ristette

adunque di
co.si

parlare Ascalione, e nientrech la fortuna


i

lui

compagni
,

fuori del giardino

tenea ad ascoluire so,

spesi

un giovane

usci di quello

e videgli

e neir a-

spetto nobilissimi e

uomini da

riverire gli

conobbe:
,

perch
disse
:

egli

senza

indugio ritornato a* compagni


,

venite,

onoriamo alquanti giovani


,

ne'

sem-

bianti gentili e di grande essere

quali forse vergoessere chiamati

gnandosi

(li

passare

qua entro senza


i

dimorano

di fuori ascoltando

nostri

canti

Lascia-

a8
rono adunque
festa
il
,

FILOCOLO
I

compagni

di costui le

donne e

la loro
,

e usciti del giardino se ne vennero a Filocolo


tutti il

quale nel viso conobbero di

maggiore

e a
a-

lui

con quella riverenza eh'


si

essi

avevano

gi negli
,

nimi compresa che

convenisse parlarono

pregangli

dolo che in onore e accrescimento della loro festa


piacesse co' suoi

compagni passare con loro nel


,

giarciie

dino

con pi preghi sopra questo strignendolo

esso loro questa grazia

non negasse

Legarono
,

dolci

preghi

l'

animo
amici

gentile di
,

Filocolo

non meno
da Filocolo

quello de' compagni


risposto
:
,

e cosi a' preganti fu

in veritk tal festa da noi cercata


,

non

era

n simllemente fuggita

ma

siccome naufraghi
gli accidiosi
liti

gittati ne'vostri porti,

per fuggire

pensieri

che l'ozio induce andavamo per questi


avversit recitando
;

le

nostre

come che
,

la fortuna

ad ascol-

tare voi ci inducesse

non so
,

ma

desiderosa pare di
in

cacciare da noi ogni noia


cortesia infinita
a' vostri

pensando che voi

cui

conosco

ci

ha parati davanti : e per


,

preghi soddisfaremo

ancora che forse parte

della cortesia

che da noi procedere dovrebbe gua-

stiamo

cos parlando insieme nel bello giardino se

n'entrarono, dove molte belle donne trovarono, dalle


quali graziosamente ricevuti furono
,

e con loro in-

sieme accolti

alla loro festa


la festa

Poich Filocolo per grande spazio ebbe


costoro veduta
partirsi
:
,

di

e festeggiato con essi

a lui

parve di
,

e volendo prendere congedo da' giovani


,

ringraziargli del ricevuto onore


altra

una donna pi che

da

riverire

piena di maravigliosa bellezza e di


,

virt, venne dov' egli stava

e cosi disse

nobilissimo

giovane

voi per la vostra cortesia

questa

mattina a

LIBRO
qiiefftl

QUARTO
una grazia
,

19
la

giovntii nvcte fatto


vi

per

qaalc

essi

sempre
festa
j

sua tenuti

cio di venire a onorare la loro


altre

piacciavi

adunque air
.

donne e a

me

la

seconda grazia non negare


voce rispose
:

cui Filocolo con soave


si

donna

a voi niuna cosa giustamente


,

pu negare, comandate
stri

io e' miei

compagni
donna
in

a'

vo-

piaceri tutti sianto presti.

A cui la

cosi dis-

se

coDciossiacosach

voi

venendo

grandissima
voglio pre-

([uantil?! in nostra festa moltiplicasse, io vi

gare che partendovi non

la

manchiate

ma
.

qui con

noi in questo giorno in quello clie cominciato abbia-

mo
chi

inGno

alla

sua ultima ora consumiate

Filocolo
suoi

rimirava costei parlante nel viso, e vedeva


pieni
,

oc-

di

focosi raggi scintillare

come mattutina
,

stella

la

sua faccia piacevolissima e bella


vide
gli

n poi
s

che

la

sua Biancofiore non


:

parea
cosi

bella
:

doima aver veduta


uiadoiina
,

alla cui

domanda
il

rispose

disposto sono a piuttosto


,

vostro piacere

cbe

'1

mio dovere adempiere


la

per quanto a voi pia*


i

cerh tanto con voi dimorer, e

miei compagni con


all' altre

meco. Ringraziollo
con esse insieme
In
tal
si

donna

e ritornando
.

ricominci a rallegrare

maniera dimorando Filocolo con costoro,

prese intima dimestichezza con

un giovane cbiamato

Galeone

di

costumi ornatissimo, e facondo di leggia-

dra eloquenza: a cui egli parlando cosi disse: oh quanto


voi agi' iddi immortali siete tenuti pi cbe alcun altri
!

li

quali in una volonth pacifici vi conservino in


.

far festa

Assai loro ci conosciamo obbligati

rispose

Galeone

ma qual
;

cagione vi

muove

a parlar questo?

Filocolo rispose

certo niun' altra cosa se

non
.

il

ve-

dervi qui cosi assembrati tutti in

uno

volere

Certo

3o
disse

FILOCOL O
Galeone
,

non

vi maravigliate di ci,
si

die quella

donna

in cui tutta leggiadria


.

riposa a questo ci mos?

se e tiene

Disse Filocolo
:

e chi questa donna

Galeone
manessi
,

rispose

quella che vi preg che voi qui


partire vi

ri.

quando poco innanzi

volevate

Bellissima e di grande valore


rispose Filocolo
;

mi pare
non
suo

nel suo aspetto,


la
,

e se ingiusta
il

ma domane dond' ella


:

da
sia

manifestini isi per voi

nome

e di che parenti discesa

A cui

Galeone rispose

niuna vostra domanda potrebbe essere ingiusta 5 e perocch di cosi valorosa donna ninno che aperta-

mente parlando non deggia palesare la sua fama , al vostro dimando interamente soddisfar Il suo nome
.

qui da noi chiamato Fiammetta


parte delle genti
il

posto che la pi
,

nome
il
.

di colei la chiamino

per

CUI quella piaga che

prevaricamento della prima


Ella figliuola dell'
altissi-

madre

aperse

si

richiuse
il

mo principe
si

sotto

cui scettro questi paesi in quieta


lutti

reggono

e a noi
in
:

donna

e brevemente

niuna virt che

valoroso cuore debbia capere

che nel suo non

sia

e voi siccom' io estimo oggi di.

morando con
Filocolo
di a
,

noi conoscerete
si

Ci che voi dite , disse


:

non

pu
si

ne' suoi sembianti celare

gl'id-

quel fine che


:

singular donna merita

la

condu-

cano
lei
:

e certo quello e pi che voi

non
?

dite

credo di
:

ma

queste altre donne chi sono

Disse Galeone
,

queste donne sono alcune di Parienope

e altre d' al-

tronde in sua compagnia siccome noi medesimi qui


venute.

poich

essi

ebbero per lungo spazio cosi ra:

gionato, disse Galeone


fosse noia, a

deh dolce amico,

se a voi

non

me

sarebbe molto a grado di vostra conil

dizione conoscere pi avanti che quello che

vostro

LIBRO
asi)eito rappresenta
,

QUARTO
tal

3i

acciocch ibrse conoscendovi pi


fiata

de^-namenie \i possiamo onorare; perocch


il

non conoscere
.

fa

negU onoranti

il
;

debito dcironorar

mancare

cui Filocolo rispose

niun mancamento

dalla vostra parte potrebbe venire in

onorarmi

ma

lauto n' avete fatto avanti


i

che soprabbondando avete

termini trapassati
,

ma

poich della mia coodizione

desiderate sapere
vi
;

ingiusto saria di ci

non

soddisfar-

e per quauto lecito


si

m'

di scoprire ve ne dir
,

lo

sono un povero pellegrino d' amore

il

quale vo

cercando una ma donna a


levala da' miei parenti
:

me

con

sottile

inganno
i

e questi gentili

uomini

quali

con meco vedete

per loro cortesia nel mio peregriil

uaggio mi faimo compagnia: e


di nazione spagnuolo ne' vostri porli
, ,

mio nome Filocolo


da tempestoso mare
isola
,

gittato
io
gli
l'

cercando

di

Sicilia
il

Ma

tdnto coperto parlare non

seppe

che

giovane di

sua condizione non comprendesse


l'jcolo desiderato

pii

avanti che Fi-

non avrebbe
,

e de' suoi accidenti

compassione avendo

il

riconfort alquanto con

pa:

role che nel futuro vita

migliore

gli

promettevano

e da queir ora innanzi multiplicando l'onore, non conic pellegrino


sta
il
.

come uomo

accettato a quella

fe-

ma come
fosse

maggiore e principale di quella a

tutti

fece onorare, e la
,

donna massimamente

cos

coman-

d che
tese
,

poich da Galeone la sua condizione intale accidente


salilo al

in s
gi

molto caro avendo

Era

Apollo col carro della luce


,

meri-

diano cerchio

e quasi con dirillo occhio riguardava


,

la rivesiita terra

quando
il

le

donne e
,

giovani in quel

luogo adunati lasciato

festeggiare

per diverse parti


e diversi di-

del giardino cercando dilettevoli

ombre

32
lelti

FILOGOLO
per diverse schiere prendevano
i
,

fuggendo
:

il

cal-

do aere che
lo per la

dihcati corpi olFetideva

ma

la gentil

donna con quattro compagne appresso prese Filoco-

mano

dicendoli
i

giovane
,

il

caldo

ci

costri-

gne
to
il

di cercare

freschi luoghi

e per in questo pra,

quale qui davanti a noi vedi andiamo


varii

e quivi

con

parlamenti

la

calda parte di questo giorno

passiamo.
della

And adunque

Filocolo lodando
,

il
i

consiglio

donna dietro
,

a' passi di lei

e con lui

suoi
,

com-

pagni

e Galeone e due

altri

giovani con loro

e ven-

nono
fiori,

nel mostrato prato bellissimo

molto d' erbe e di


,

e pieno di dolce soavit d' odori


belli e giovani arbuscelli
,

dintorno

al

quale

erano assai con frondi

verdi e folte

dalle quali

il

luogo era difeso da' raggi


di esso

del gran pianeta; e nel

mezzo
,

una

plcciola fontutti
si

tana chiara e bella era

dintorno alla quale


,

posero a sedere: e quivi di diverse cose


1'

chi mirando
a parla-

acqua e chi cogliendo


.

fiori,

incominciarono

re

Ma
:

perocch talvolta disavvedutamente


,

1'

uno

le

novelle dell' altro trarompeva


cos

la bella

donna

disse

acciocch

nostri ragionamenti possano


alle

con pi

ordine procedere, e infino


varsl
,

pi fresche ore contino,

le

quali noi per festeggiare aspettiamo

ordi-

niamo un

di noi qui in luogo di nostro re, al quale cia,

scuno una questione d' amore proponga


quella debita risposta prenda
avviso
,
:

e da esso a
il

e certo, secondo

mio
fi-

noi
il

non avremo

le nostre questioni poste a


il

ne che
e
il

caldo sar senza che noi

sentiamo passato,

tempo utilemente e con


tutti
,

diletto sar aoperato. Pia-

cque a
voce

e fra loro dissero, facciasi re, con unica


;

tutti,

Ascallone

perocch pi che alcuno era

at-

tempato in re eleggevano. A' quali Ascalione rispose,

LIBRO QUARTO
so a

33
procch pi

tanto ufico

essere insufricicaif,
in quelli Ji

ne' scrvigii di

Marte che
;

Venere aveva>'

buoi anni

s{)esi

ma

se a lutti piacesse di rimettere in


,

lui la elezione di tal re

e^Vi

si

credeva

bene tanto
ejjli il

conoscere avanti delia

(pialiti di tutti,

che

costi-

tuirebbe tale che vere risposte a


rebbe. Consentirono allora
tutti

tali

diuiaiide rende-

che
,

in

Ascalione fosse

liberamente

In

elezione rimessa

poich(>

assumere

lui tal dignit coiti

non voleva

Levossi allora Ascalione, e


alloro
,

alcuni rami d'

un verde

il

quale quasi

M>|)ra la fontana

gittava la sua
,

ombra,
recata in

di (|uelli

una

bella coronetla fece


tutti

<^

qut.'lia

presenza di

coloro, cos

diss<-:

dappoi che io ne' miei pi gio-

vani anni cominciai ad avere conoscimento, giuro per


quelli iddi

che

io

adoro

che non mi torna

nella

me-

moria

d' aver veduta o udita

nomar donna
ci

di tanto

valore, quanto questa Fiammetta, nella cui presenza

Amore

tutti

di so

inGammati

tiene, e

da cui noi

questo giorno siamo onorati in maniera di mai non

doverlo dimenticare
fallo

e perocch ella

siccome senza
,

conosco

d' ogni grazia piena e di bellezza

di costumi omatissima e di leggiadra eloquenza


tala
la
,

do-

io in nostra reina
la

1'

eleggo

e molto meglio per


si
,

sua magnificenza

imperiai corona le

convere a cui

rebbe a

costei di reale stirpe

ancora discesa

occulte vie d'

amore essendo

tutte aperte, sar lieve

cosa nelle nostre questioni contentarci.


sto alla valorosa

E appresso quele
s'

donna davanti umilemcnte


donna, ornate

inchi-

n, dicendo
sta

gentil
la

la vostra testa di

que-

corona

quale non

meno che
il

d' oro
le loro

da tener
opere di

cara da coloro che degni sono per


tale coprirsi la testa.

Alquanto

candido viso della

FILOCOLO T.

II.

34
bella

FILOCOLO
donna
si

dipinse di nuova rossezza


di reina

dicendo

certo
l'

non debitamente avete


,

provveduto

al-

amoroso popolo
,

che

di soffcientissimo re

avea bila

sogno

perocch di

tutti voi

che qui dimorate


,

pi

semplice e con

meno

virt sono
investita

n alcun di voi
fosse
:

cui meglio che a


voi

me

non

ma

poich a
,

piace

alla vostra elezione

posso opporre
sia contraria
1'
,

ac-

ciocch io alla fatta promessa non

io la

prender

e spero che dagl' iddii e da essa

ardire

dovuto

a tanto ufoio

prender

coli' aiuto di colui


,

a cui queste fronde furon gi care

a tutti risponder
io divota,

secondo

il

mio poco sapere

nondimeno

mente
la

il

prego che egli nel mio petto entri

muova
1'

mia voce con quel suono

col quale egli gi

ardi-

to

uomo
,

vinto fece

meritare d' uscire della

guaina

de' suoi

membri

To per via di festa lievi risposte vi

doner

senza cercare la profondit delle proposte


,

questioni

le quali

andare cercando piuttosto affanno


alle vostre
1'

che

diletto
,

recherebbono

menti

questo
,

detto
la

colle dilicate

mani prese
,

offerta ghirlanda

sua testa ne coron

comand che

sotto
s'

pena
appafos-

d' essere dell'

amorosa

festa privato

ciascuno
,

recchiasse di proporre alcuna questione


se bella e convenevole a quello di

la

quale

che ragionare

in-

tendevano

e tale
,

che piuttosto della loro gioia fosse


sottigliezza

accrescitrice

che per troppa

o per altro

guasta trice di quella.

QUESTIONE
Dalla destra
disse
:

I.

mano

di

lei

sedea Filocolo, a cui ella


,

giovane , incominciate a proporre

acciocch

LIBRO QUARTO
gli altri

35
!

ordinatamente

come

noi qui scggiaroo pi


.

cura mente dopo voi propongano


spose: nobilissima donna
vostro
,

cui Filocolo

ri-

senza alcuno indugio al


,

comandamento ubbidir
,

e cosi disse

io

mi
un

ricordo

che

in quella citth dov' io


festa, alla

nacqui

si

facca

giorno una bellissima

quale cavalieri e don-

ne erano molti ad onorarla.

Io,

che similemenie v'era,

andando con
spetto

gli

occhi intomo mirando quelli che nel

luogo stavano, vidi due giovani graziosi assai nel loro


,

quali

amenduni una

bellissima giovane ri-

miravano, n

si saria

potuto per alcun

modo

cono-

scere chi pi stato fosse di loro acceso della bellezza


di costei
:

quando

essi

lungamente

costei

ebbero

ri-

guardata
te

non facendo
,

essa all'

uno miglior sembian-

che

all' altro

essi
1'

incominciarono fra loro a ragio-

nare di

lei

e fra
,

altre parole eh' io del loro ragio,

namento

intesi

si
,

fu

che ciascuno diceva s essere


atti
.

pi amato da

lei

e in ci ciascuno diversi
fatti

dalla

giovane peraddietro

allegava in aiuto di s
tale questione

Es,

sendo per lungo spazio in


gih quasi per le

dimorati

molte parole venuti

al volersi oltrag,

giare

si

riconobbero che mal faccano

perocch in

tale atto

danno e vergogna
;

di loro e dispiacere della

giovane adopreriano

ma

mossi con cgual concordia


della giovane se n' an-

amenduni davanti

alia

madre

darono, la quale similemente a quella festa dimorava,


e cosi in presenza di
lei

proposero.

sach sopra tutte le cose del


la figliuola di lei piacesse
,

Che conciofossecomondo a ciascuno di loro


lei

e essi fossero in questione


,

quale d'

essi

due piacesse pi a

che

le piacesse

concedere loro questa grazia, acciocch maggiore scandalo tra loro non nascesse
,

cio che alla figliuola co-

56
mandasse
,

FILOGOLO
o con parole o con
lei

atti

loro dimostrasse

quale di loro da

fosse pi

amato. La pregata donla

na ridendo allora rispose, che volentieri, e chiamata


figliuola
a
s
,

le disse

bella figliuola

ciascuno di

questi
le

due pi che

t'

ama,

e in questione sono quadi grazia


;

di loro da te pi sia

amato, e cercano

che
,

tu o con segni o con parole ne

gli facci certi

e per

acciocch d' amore


nascere,

da cui pace e bene sempre dee


contrario, fagli di ci contenti, e
il

non nasca

il

con sembiante cortese mostra verso del quale pi


tuo animo
rimiratili
testa
si

piega. Disse la giovane: ci


1'

mi piace
uno avea

e
in
,

amenduni alquanto, vide che

una

bella ghirlanda di fresche erbette e di fiori

1'

altro senza alcuna ghirlanda

dimorava. Allora

la

giovane, che similemente in capo una ghirlanda di verdi fronde aveva


,

lev quella di capo a s


le stava
1'

e a colui
j

che senza ghirlanda


appresso quella che

davanti la mise in capo

altro giovane in

capo avea
si

ella

prese e a s

la

pose
,

e loro lasciati stare,


il

torn

alla festa, dicendo


e
il

che

comandamento della madre


giovani rimasi
,

piacere di loro avea

fatto. 1

cos

nel

primo questionare ritornarono


lei

ciascuno dicendo

che pi da

era

amato
pi

e quegli la cui ghirlanda la


la

giovane prese e poscsela sopra

sua

testa

dicea

fer-

mamente
fine

eli'

ama

me

perocch a niuno altro


se

ha

ella la
le

mia ghirlanda presa,


,

non perch

le

mie cose
tenuta
d'
:

piacciono
a te

e per avere cagione d' essermi

ma

ha

ella la
,

sua donala quasi in luogo


villana

ultimo congedo
1'

non volendo come

che

r amore che tu
to
t'
,

hai portato sia

senza alcun meri,

ma

quella ghirlanda donandolati


altro

ultimamente
,

ha meritato. L'

dicendo

il

contrario

cosi ri-

IJBRO
spondcA
:

QUAnro
giovane
le

37

veramente

ia

lue tote

che

le

e ci

d pu

vedere clic

ella

ne prese

ama ma
:

pi
ella

man pi

uie che le

mie cose, iiujunnto


d'

ella delle
il

*m'

mi don: e non segno

ullimo merito

donarr

come
il

tu d'

ma

principio d' amisth e d'


il

amore. Fa
:

dono colui che

riceve subietto al donatore


,

per^

costei l'orse di

me

incerta
,

acciocch pi certa di
alln

me
sua
tu
,

avere per suJ)ietlo fosse

con dono mi volle

signoria legare, se io legato forse

non

vi fossi.

Ma

come puoi comprendere che


leva
,

se ella dal principio


?

ti

eh* ella mai

ti

debba donare

cosi questio-

nando dimorarono per grande spazio,


difinizioue
si

e senza alcuna
rei-

partirono.
I'

Ora dico,o grandissima

na

se a \oi fosse
,

uiliuia

sentenza in tale questione


?

domntidnta

che giudicliercslc voi

Con
ridendo

occhi d'amorosa luce sfavillanti, alqur.nto sorsi

rivolse la bella

donna a Filocolo
nobilissimo

dopo
port

un

lieve sospiro cosi rispose:

giovane,
si

bella la vostra questione, e certo saviamente


la

donna, e ciascuno de' giovani


difendea
;

assai

bene

la

sua par-

te

ma

perocch ne richiedete quello che

ultimamente
diamo.

di ci
,

giudicheremmo

casi

vi rispon-

noi pare

e cosi dee parere a ciascuno che


la

sottilmente riguarda, che


tro

giovane ami
il

I'

uno, e

l'al-

non abbia

in odio

ma

per pi

suo intendimen,

to tener coperto fece

due

atti

contrarli
,

come appare:
l'

e ci non senza cagione fece


di colui cui ella

ma

acciocch
acquistasse

amore
e quelfatto
.

amava pi fermo

lo dell' altro

non perdesse: e ci fu saviamente


nostra questione,
la
,

E per venendo alla


de'

qual', a qua!

due

sia

pi amore stato mostrato

diciamo

che
a-

colui a cui ella

don

la

sua ghirlanda pi da

lei

38
o donna

FILOGOLO
la

malo, e questa ne pare

ragione
,

Qualunque uomo
cosa
di

ama

alcuna persona
ciascun
si

per la forza di questo

amore portato
amata
,

forte obbligato alla

che sopra
,

tutte le cose a

quella
fa

desidera

piacere

n a pi legarla bisogno
.

o dono o servigio^
,

e questo manifesto

Ma

veggiamo che chi ama

la

cosa amata in qualunque maniera puote di farsela

benigna e subietta

s'

ingegna in diversi modi


,

accioc-

ch quella possa
dita fronte
il

a' suoi piaceri recare


:

e con pi ar-

suo disio dimandare


,

e che questo sia


le

come

noi parliamo
'1

assai la
,

infiammata Dido con


dell'

sue opere ne

palesa

la

quale gi

amore

d'

E-

nea ardendo

infinattanto
glie le

che ad essa con onori e

condoni non

parve aver preso, non ebbe ar-

dire di tentare la dubbiosa via del

dimandare
,

Dundono

que

la

giovane colui cui essa amava pi


,

di pi obil

bligarsi cerc

e cosi diremo, che quegli che

della ghirlanda ricevette colui sia pi dalla giovane

amato
Rispose Filocolo poich
la

relna tacque
,

discreta

donna, assai da lodare

la vostra risposta

ma non per
che di ci

tanto molto d' ammirazione

mi porgete

che
che

diffinito avete della


il

proposta quistione io terrei


,

contrario fosse da giudicare


gli

conciossiecosach

generalmente Ira
suetudine
,

amanti

soglia essere questa

conair

cio desiderare di portare sopra a s

cuna
le

delle gioie della cosa

amata
il

perocch di quelle
si

pi volte pi che di tutto


,

rimanente

sogliono

gloriare

e quella sentendola sopra s, nell'


.

animo

si

rallegrano

E come

voi potete avere udito


nell'

Paris ra-

de volte o nulla entrava


i

aspre battaglie contra

Greci senza soprassegnale donatogli dalla sua E-

LIBRO
Iena
zrt
,

QUARTO
il

39
mio
giudicio
il

credendosi per quello molto meglio che senvnlere; e certo secondo


.

(jiiollo

suo pensiero non era vnno


direi
,

Per

la (|ual

cosa io cos
la
,

che siccome voi diceste saviamente fece


,

giovane

non diflincndo per come voi


maniera
.

faceste

ma

in questa

Conoscendo
,

la

giovane
ella

che
che

da' due giovani era

mollo amata
,

pi

r uno amare non


cosa
si

potesse
1'

perocch amore indivisibil

trova

ella

uno

dell'

amore che
e dongli

le

portava

volle guiderdonare

acciocch: tale bcnlvolenzu


,

non

ri-

manesse da

lei

inguiderdonata

la

sua

gliir

landa in merito di ci. All'altro, cui ella amava, volle

porgere ardire e ferma speranza del suo amore, levandogli la sua ghirlanda e ponendola a so
:

nel ({ual le*


la

vare

gli

mostr

s essere a lui obbligata

per

presa

ghirlanda: e per a
se

mio

giudicio, pi costui a cui tol-

che quello a cui don amava.

Al qual

la gentil ci

donna

cosi rispose

assai

il

tuo

argomentare
lare

piacerebbe, se tu

te slesso nel

tuo parinsie-

non dannassi. Guarda, come


col rubare

perfetto

amore

me

pu concorrere
io

Come mi

potrai tu
io

mai mostrare che

ami quella persona che


,

rubo
i

pi che quella a cui io dono

conciossiacosach tra
sia
il

pi manifesti segni d' amare alcuna persona


nare? Secondo
la

do*

questione proposta, ella


all' altro

all'

uno

don

la

ghirlanda, e

la tolse

non

le fu dal-

l'altro donata: e quello che noi tutto giorno per

esemai

plo veggiamo

pu qui per esemplo

bastare

che

dice volgarmente coloro essere da' signori pi amati


i

quali le grazie e' doni ricevono

che quelli che di

quelli privati sono: e per noi

nltimamente legname
sia

conchiudendo, che pi quegli

amato a cui doua-

4o
to,

FILOGOLO
che
a cui tolto.

Ben conosciamo che alla presente


si

questione molto contro alla mia diffmizione

potreb,

be opporre

e alle opposte ragioni rispondere


tale

ma
sen-

ultimamente
rocch
il

determinazione rimanga vera


da porre in

e pe,

tempo non

una cosa

sola

za pi sopra questa parlare, gli altri ascolteremo se vi


piace.

A cui

Filocolo disse
tal

che

assai gli piacea, e

che
s

bene bastava
tacque.

soluzione alla sua

domanda :

e qui

QUESTIONE
zioso nello aspetto
si

II.

Sedea appresso Filocolo un giovane cortese e gra,

il

cui

nome

era Longanio,

il

quale
:

tosto

come

Filocolo tacque cosi cominci a dire


,

eccellentissima reina

tanto

stata bella
:

la

prima
per

quistione, clie la mia appena piacer tanto per non essere fuori di
ciato io la dir
:

ma non
:

nobile compagnia cacsegu


e'

e cos parlando

non sono
di-

molti giorni passati, eh' Io soletto in

una

carniera

morando
amorosi
assalito

involto negli affannosi pensieri porti dagli


,

dlsiri

quali con aspra battaglia


,

il

cuore

m' aveano

sentii
il

un

pietoso pianto, al quale,


,

perch vicino a
gli

me

giudicava

porsi intenllvamente
:

orecchi

e conobbi che

donne erano

laond' io
,

per vedere chi fossero e dove subito

mi

levai

ri-

mirando per una

finestra

udii a fronte alla

mia

ca-

mera

in

un' altra dimorare due donne senza pi, le


,

quali erano carnali sorelle

di bellezza inestimabile

ornate

le

quali vidi che questo pianto solette faceain segreta parte

no

onde

dimorando, senza essere da


le riguardai
:

loro veduto

lungamente

n per pot'

LIBRO
cumpreudcru
griinc fuori uinndavano
,

QUARTO
che per dolore colle
se

4i
latal

tutte 1 parole

non

clic

1'

ett'etto

di

pianto

secondo

(|uelio

che compresi

per amore
,

mi

parve

Perch
s
:

io si

per la piet di loro


,

si

per la

piet^ di

dolce cngioiic

a piangere incominciai cosi


,

nascoso

mn dupu

luogo spazio
,

perseverando queste

pure nel loro dolore

conciofossecosach io fosse assai


,

dimestico e parente di loro

proposi di volere
,

pilli

certa la cngiune del loro pianto sapere


dai: le (juali

e ad esse an-

non prima mi videro, che vergognandosi

ristrinsouo le lagrime ingegnandosi d'onorarmi; a cui


io dissi
:

giovani donne
il

per niente

v* aifannate

di
,

rstriguere dentro

vostro dolore per la

mia venuta

conciossiecosach tutte le vostre lagrime


gi gran pezza manifeste
',

mi

sieno state

non

vi

bisogna guardar
la

da

me

n di celarmi per vergogna


,

cagione del vo,

stro pianto

la

quale io sono venuto qui per sapere

perch da
rete,

me mal
le

merito in ninno atto non riceve.

ma

aiuto e conforto quant' io potr

Molto

si

scusarono

donne dicendo

so di ninna cosa dolersi:

ma

poich puro scongiurandole mi videro desideroso


,

di saper quello
a parlare
:

la

maggiore

di

tempo

cosi
li

cominci
noetr se-

piacere degP iddi che a te


,

greti
tre

si

manifestino

e per sappi, che noi pi ch'al-

donne mai

fummo
Cupido
,

crude e
il

aspre

resstenti

agli

agati dardi di

quale lunga stagione saetficcarsi


.

tandoci mai ne' nostri cuori alcuno ne pot

Ma

egli

ultimamente pi infiammato
pucrii

avendo propoil

sto di vincere la sua

gaia

aperse

giovane
petto

braccio

e colla pi cara

saetta

nel macerato
si

per

li

molti colpi avanti ricevuti ci ieri con


,

gran

forza

che

ferri passarono

dentro

e maggior piag

4>
fecero
,

FILOCOLO
che
se agli altri colpi
fatta
j

non avessimo

fatta

re-

sistenza

non avrieno
seguendo

e per lo piacere di

due

nobilissimi giovani alla sua signoria


biette
,

divenimmo supi intera fede

suoi piaceri con

e con pi fervente volere che mai altre donne facessero


io
ti
.

Ora

ci

ha

la

fortuna e amore
.

di quelli
costi
il

come
amai
,

dir sconsolate

Io

che prima che

e con ingegno maeslrevolemente, credendo

mio
1'

disio

terminare
giovane
,

feci si

che

io

ebbi

al

mio

piacere

amato
quanto

il

qua?

io trovai altrettanto di
,

me

io di lui essere
fetto
1'

innamorato

Ma

certo gi per tale ef-

amorosa fiamma non manc n


ciascuno crebbe
: ,

menom
arsi

il

di-

sio

ma

e pi che

mai

ardo
tal-

nel suo fuoco

il

quale tenendo lui nelle braccia, e


,

volta vedendolo

come

io poteva
}

il

meglio mitigava
si

tenendolo dentro nascoso


poi la luna tonda
,

avvenne che non

rivide

che costui commise disavvedutala

mente una cosa


esilio gli
s'

per
,

quale di questa
egli

citt

eterno

fu dato
,

ond'

dubitando

la
,

morte di qui
e io

partito
altra

senza speranza di ritornare


,

sopra

Ogni

femmina dolorosa

ardendo pi che mai


,

senza lui sono rimasa disperata

ond' io

mi dolgo
,

E
io

quella cosa che pi la mia doglia aumenta

che

da

tutte parti
:

mi veggio

chiusa la via di poterlo se.

guire

pensa oramai se io ho di dolermi cagione


:

Diss' io allora

e quest' altra perch

si

duole

Klla

rispose
d'

questa
,

similemente

com'

io

innamorata

un

altro
i

e da lui similemente senza fine amata, suoi disil

acciocch

non

passassero senza parte d' alsentieri

cuno

diletto,

per

gli

amorosi

pi volte s' inintendimen,

gegnata di volergli recare ad


ti

effetto, a'cui

gelosia

ha sempre

rotte le vie e occupate

perch

LIBRO
mai
end'
a qaclli
ella
si

QUARTO
,

43
potere
,

non pot pervenire

n vede di

consuma
solette
,

stretta

da ferventissnio amore,

com

tu puoi pensare se
,

mai amasti. Trovandoci noi

adunque qui
donna

de' nostri infortunii

cominciam-

nio a ragionate
majjgiori

e conoscendoli
,

pi eh' alcun' altra


le

non potemmo ritenere

lagrime

ma

piangendo

ci

dolevamo

siccome tu potesti vede,

re. Assai

mi

dolse di loro
al

udendo questo

e con quiflutili

Je parole

che
,

loro conforto

mi parvero
s*

le

sovvenni

e da loro
rivolto

mi
il

partii

Ora mi
,

pi volle

per
fra

la

mente

loro dolore

e alcuna volta ho
,

me

pensato quale doveva esser maggiore


dell'

1'

una

volta consento quello


tra} e le

una, e

l'altra

quello dell'al-

molte ragioni per

le quali

ciascuna

mi pare
al-

che abbia da dolersi non mi lasciano fermare ad

cuna

onde

io

ne dimoro in dubbio. Piacciavi che


,

per voi

io di questa erranza esca vi

dicendomi quale

maggiore doglia

pare che sostegna.


,

Grave dolore
na
:

era quello di ciascuna

disse la
1'

rei

ma

considerando che a colui gravissima

av-

versit

che nella prosperit usato


'1

noi

terremmo
mag-^
Fabrizio

che quella che


gior dolore
,

suo amante ha perduto senta


.

e sia pi dalla fortuna offesa

mai

a'casi della fortuna

non pianse,
le

ma Pompeo masi

nifesta cosa

che

si

Se

cose dolci mai non


J'

fos*
.

sero gustate

ancora sarebbe a conoscere


,

amare

Medea non seppe mai


sperit fo&se

secondo

il

suo dire

che pro-

mentre

ella

am

ma abbandonata da
quello
il

Giasone
eh' egli

si

dolse dell' avversit. Chi pianger


?

mai non ebbe


.

Non

alcuno
,

ma

piuttosto

disiderr

Seguasi adunque

che

1'

una per dolore,

altra per lo deio piangeva delle

due donne.

44
voi dite
disio
,

FILOeOLO
disse
il

Molto m* duro a pensare, graziosa donna


giovane
,

ci che
'1

conciossiecosach chi
si

suo

ha

d'

una cosa desiderata avuto, mollo


,

debba

pi

nel!'
il

animo contentare

che chi desidera e non

pu

suo disio adempiere. Appresso ninna cosa pi

leggieri a perdere

che quella

la

quale avanti speran-

za pi non promette di rendere. Ivi dee essere lo smisurato dolore


,

ove eguale volere di non potere quelli


i

recare ad eiFetto impedisce. Quivi hanno luogo

ram-

maricamenti
se le volont

quivi

pensieri e

1'

affanno

perocch

non

fossero eguali, per forza


gli

manchereb-

bero

disii

ma quando
,

animi

si

veggono davanti

le desiderate cose

e a quelle pervenire

non possono
se

allora

s'

accendono e dolgonsi pi che


.

da loro

loro voleri stesser lontani

chi in inferno Tantalo


,

tormenta se non
alla

le

pome
?

e l'acque

che quanto pi

bocca

gli

s'

avvicinano tanto

pi fuggendo poi
io credo

multiplica la sua fame

Veramente

che pi
,

dolore senta chi spera cosa possibile ad avere


quella per avversarii impedimenti
re puote
bile.
,

n a

resistenti perveni-

che chi piange cosa perduta e inrecupera-

Disse allora
risposta
,

la

donna

assai

seguita bene la vostra


la vostra

l
:

ove di lungp^-d^ilore fosse


aticora

diman-

da

stata

bench a cotesto

si

potrebbe dire
il

cos essere possibile per dimenticanza


viarsi nelle cose desiderate,

dolore abbre-

ove continuo impedimen-

to

si

vede da non poterle adempiere come nelle per,

dute

ove speranza non mostri di poterle mal riaverr;

ma

noi

ragionammo qual pi
:

si

doleva quando doil

lendo

le vedeste
,

per seguendo

proposto caso giuil

dicheremo

che maggior dolor sentiva quella che

LIBRO QUARTO
che posto che agevole
sia a
e' si

45

8WO amante avea perduto senza 6}>eranza di riaverlo :


perdere cosa impossibile
suol dire
,

da fiaven!

nondimeno
che

chi bene

ama

mai non

oblia:

l'altra se

bene riguardiamo poteva

sperare d' adempiere per innanzi quello che addietro

non avea polulo

la

fornire.

E gran mancamento

di

duolo

speranza

\i\V

ebbe forza

di tener casta e

meno

trista

lungamente in vita Penelope.

QUESTIONE
Alla destra

111.

mano

di

Longanio
,

si

sedeva una bellis-

sima donna piacevole

assai

la

quale

come

quella qul,

stionc senti per la loro reina essere terminata

cosi
,

con dolce

favella

incominci a parlare

inclita reioa

deano
parole

le
,

vostre orecchie alquanto audienza alle

mie
e poi

e poi per quelli iddii che voi adorate


,

per

la

potenza del nostro giuoco

vi

prego che utile

cousiglio diate a' miei


discesa
fui
il
,

dimandi
,

lo di nobili parenti
citt
,

siccome voi sapete

nacqui in questa
,

di

nome

piena di grazia nominata

avvegnach
:

mio soprannome Cara mi


si

rappresenti agli uditori

e siccome nel mio viso

vede, io ricevetti dagl' iddii


,

e dalla natura di belle/za singular dono

la

quale

il

mio uome seguendo pi che


adornata d'

il

mio soprannome V ho
,

infinita piacevolezza
s'

benigna mostrando-

mi

a chi quella
si

dilettalo di rimirare: per la qua!


gli

cosa molli

sono ingegnati d' occupare


tulli

occhi miei

del loro piacere, a' quali riparato


,

ho con
a lutti

forte resistenza
i

tenendo

il

cuore forte

loro assalii

Ma

perocch ingiusta cosa mi pare che io sola


,

la

legge da tutte V altre servata trapassassi

cio di

non

6
morarmi
:

FILOCOLO
d' inna-

amare, essendo da molti amata ho proposto

e posponendo dall' una delle parti molli

cercatori di tale

amore, de' quali alcuno


secondo

di ricchezze
tali

avanza Mida

altri di
,

bellezza Assalon trapassa, e


il

che

di

gentilezza

corrotto volgare

pi

eh' altri sono splendenti,

ho

scelti tre

che egualmente

ciascuno per s

mi

piace: de'quali tre, l'uno di corpoil

rale fortezza credo che avanzerebbe

buono Ettore
j

tanto

ad ogni prova vigoroso e


,

forte

la

cortesia

e la liberalit del secondo tanta ciascun polo credo che suoni 5

che la sua fama per


terzo di sapienza
.

il

pieno tanto

che
,

gli altri

savii avanza oltra misura


,

Ma

perocch
,

come

avete udito
,

le loro qualit

sono

diverse

io

dubito di pigliare

trovando

nell' antica
i

et ciascuna di queste cose avere diversamente

co-

raggi delle

donne

e degli

uomini

piegati

siccome di

Deianira d' Ercole, di Clitennestra


crezia Sesto. Consigliatemi
sto

d' Egisto, e di

Ludi

adunque

a quale io piutto-

per

meno biasimo

e per pi sicurt

mi deggia

costoro donare

La
udita

piacevole donna avendo di costei la proposta


,

cosi rispose

nullo de' tre

che
1'

degnamente

non meriti
o
a

di bella e graziosa
s'

donna

amore:

ma pe,

rocch in questo caso non


stella
,

hanno

combattere caov-

donare

regni del grande Alessandro


,

vero

tesori di

Tolomeo

ma

solamente e con discre1'

zione da servare lungamente

amore

1'

onore
il

li }

quali n forza n cortesia servano,

ma
,

solo

sapere

diciamo che da voi e da ciascuna


tosto da

altra

donna

piut-

donare

il

suo amore

al

savio

che ad alcuno

degli altri

Oh

quanto

il

mio parere dal

vostro diverso

ri-

LIBRO QUARTO
"Iffote

4?
.

appresso

la

proponente donna

A me
.

pareva

che qualiiiKjUC degli

altri fosse piuttosto

da prendere

che

il

savio

e la ragione

mi par questa
natura
,

Amore

sic-

come
cando

noi veggiamo ha
in

s fatta

che multipli-

un cuore

la

sua forza ogni altra cosa ne

caccia fuori, quello per suo luogo ritenendo, e

moven*

dolo poi secondo

suoi piaceri: n niuno avvenimento


,

puotc a quelli resistere

che pur non


,

si

convengano

quelli seguitare da chi

com'

io

ho detto, signoregesser

giato

chi dubita che Biblide


il

non conoscesse
a

male ad amare

fratello?
il

Chi disdir che

Leandro

non

fosse manifesto

potere annegare in Ellesponto


si

ne' fortunosi tempi se vi

metteva

niuno non

negher che Pasife non conoscesse pi bello esser


1'

uomo
.

che
,

'1

toro

e pur costoro vinti d* amoroso

piacere

ogni

conoscimento abbandonato seguivan


se egli

quello

Adunque
a'

ha potenza di levare
,

il

co-

noscimento

conoscenti
:

levando

a* savli

il

senno
il

niuua cosa rimarr

ma

se al forte e al cortese

loro

poco senno lever


t
,

egli gli

aumenter
il

nella loro vir-

e cos costoro varranno pi che

savio innamoegli

rati.

Appresso ba amore questa propriet, che


si

cosa che non

pu lungamente

celare, e nel suo pa-

lesarsi suole spesso recar gravosi pericoli, a* quali

che
f

rimedio dar
I

il
:

savio che avr gi

il

senno perduto

Niuno ne dar
cortesia avere

ma

il

forte colla sua forza s e altrui


.

potr in un pericolo atare


1'

11

cortese potr per sua

animo

di molti preso con cara

bene-

volenza

per

la

quale alato e riguardato potr essere

e egli e altri per

amore

di lui

Vedete ornai come

il

vostro giudicio da servare

Fu

a costei cos dalla reina risposto

se cotesto

che

48
tu di' fosse
,

'

FILOCOLO
niuno
,

chi sarebbe savio?

ma

g? colui

che tu proponi savio e innamorato


zo e da non prendere:
parli avvenisse.
i

di te sarebbe paz-

g' iddi

cessino che ci che tu

Ma

noi non
il

negheremmo
,

perci che
:

savii

non conoscano
essi

male

e pur lo fanno
il

ma
:

diremmo che
essi
si

per quello non perdono


essi

senno

conciossiach qualora

vorranno colla ragione che


,

hanno

la

volont raffrenare
,

elli nell'

usato senno

rimarranno
stile
i
:

guidando

loro

movimenti con debito

e diritto

e in questa maniera sempre o lungaloro amori celati


,

mente
non

fieno

cos

senza ninna

dubbiosa sollecitudine, quello che d'un poco sa\io


tanto sia forte o cortese

non avverr: e
si

se

forse

addiviene che pure tale amore

palesi

con cento av-

vedimenti o riturer

il

savio gli

occhi agi' intendial


.

menti de' parlanti


l'

o provveder

salvamento del-

onore della donna amata e del suo


salute
l'

E
gli

se

mestieri

fia alla

aiuto del savio


1'

non pu
,

fallire.

Quello

del forte vien

meno con

aiutante

amici per

liberalit acquistati sogliono nelle

avversit ritornare

nulli

E chi sar
si

quella con
,

si

poca discrezione che

a tal partito
gni
?

rechi
'1

che

manifesto aiuto le bisosi

O che

se

suo amore

scuopre, dimandi fama

d'avere amato un

uomo

forte

ovvero liberale? Niuil

na credo ne
rando
lui

fosse.

Amisi adunque

pi savio

spe-

dovere essere in ciascun caso pi utile che


altri

alcuno degli

QUESTIONE
Era
nella vista conlenta la

IV.

gentildonna
:

quando
altissima

MeaedoQ che

appresso di

lei

sedeva disse

LIBRO
reina ora viene a

QUARTO
dir
:

M
e da ora
,

me

la volta del

pro|M>rre neJ volru

cospetto
te io nel

ond'

io colla vostra licenza

mio

parlare troppo
altri circostanti

mi

distendessi

a voi
:

appresso agli
rocch> quello

domando perdono
se

pc-

che

io

intendo di propone interamente


,

dare non

si

potrebbe ad intendere

a quello

una

novella, che

non

fia

forse breve,
cu.>>l

non procedesse.
a
].irlar(f
:

dopo queste parole


terra Ik

incominci

nella

dove

io

nacqui

mi
il

ricorda essere

uno

ricchis-

simo e nobile cavaliere


re
la

quale di perfettissimo amo,

amando una donna


prese
:

nobile della terra

per isposa
,

della qual donna, essendo bellissima

un

al-

tro cavaliere

chiamato Tarolfo s'innamor, e di tanto


,

amore
cosa
,

1'

amava

che
,

oltre a lei

non vedeva niuna


,

n pi disiava

e in molte manieie
,

forse

con

sovente passar davanti alle sue case

o giostrando o

armeggiando o con
1'

altri

atti

s'

ingegnava d* avere
forse

amor

di lei

e spesso

mandandole messaggieri
y

promettendole grandissimi doni


intendimento:
sostenea
liere
,
,

e per sapere
tutte

il

suo

le quali cose la

donna

celatamente

senza dare o segno o risposta buona al cava-

fra s

dicendo

poich questi

s'

avvedr che da

me

n buona risposta n buono


si

atto

puote avere

forse egli

rimarr d'

amarmi
gli

e di

darmi questi

sti-

moli.

Ma
1'

gi per tutto questo Tarolfo

non

si

rimail

neva, seguendo d'Ovidio


le dice:

ammaestramenti,

qua*

uomo non
,

lasciare per

durezza della donna


la

di
le

non perseverare
acqua fora
la

perocch per coutinuanza


.

mol-

dura pietra

La donna dubitando
,

non queste

cose venissero a orecchie al marito

e es-

so pensasse poi che


se,

con volont di

lei

questo avvenis-

propose di dirgliele:
11.

ma

poi mossa da mij^lior eoa*

FILOCOLO T>

5q
sigilo disse
:

filocolo
io potrei
,

se io

il

dicessi

commetter
j

tra

costoro cosa che io

mai non ne
,

viverci lieta

per altro
mali-

modo
zia.

si

vuol levar via

immagin una
,

sottile

Ella
1'

mand

cosi dicendo a Tarolfo


,

che

se egli

tanto

dono

il

amava quanto mostrava ella volea da lui un quale come l' avesse ricevuto giurava per i
, ,

suoi iddi
essere
,

e per quella leanza che in gentildonna dee


ella

che

farebbe ogni suo piacere

e se quello

ch^ ella
in

domandava donare non


egli

le volesse,

ponessesi

cuore di non stimolarla pi avanti, se non per

quanto
al

non

volesse che essa questo


il

manifestasse
.

marito.

Il

dono

quale

ella

dimand fu questo
erbe, di

Ella disse che volea del mese di gennaio in quella terra TU! bello giardino e grande
,

d'

fiori

e d'al-

beri e di frulli copioso


gio fosse
,

come

se del

mese

di

mag-

fra so

dicendo; questa cosa impossibile,


.

od

io

mi

lever costui daddosso per questa maniera


gli

Tarolfo udendo questo, ancorch impossibile


resse
,

pa-

e che egli conoscesse bene perch la donna que-

sto gli

domandava
,

rispose

che giammai non pose-

rebbe

in presenza di lei tornerebbe, infno a tanto


le

che

1'

addimandato dono non

desse

partitosi

della terra, con quella

compagnia che
,

a lui

piacque di

prendere tutto
poter pervenire
le
s

il

ponente cerc per aver consiglio di


suo disio
:

al

ma non

trovatolo, cerc

pi calde regioni e pervenne


fatta

in Tessaglia,

dove per
:

bisogna fu mandato da discreto


,

uomo

qui-

vi

dimorato pi giorni

non avendo ancora trovato


,

quello che cercando andava


egli

avvenne che essendosi

quasi del suo avviso disperato, levatosi una mattiil

na avanti che
l'

sole

s'

apparecchiasse d' entrare nelsolcllo

aurora

incominci tulio

od andare per lo

LIBRO
msero piano
clic

QUARTO
grande spazio andato
,

iTi

gih

fu tutto del

rontAnb sangue
egli si

bagnato

c<l

essendo

jh-t

vide davanti a pi d*

un monte un uomo, non


eth,

giova-

ne n di troppa lunga
giudicavano
lui esser
,

barbuto, e
,

suoi vestimenti

povero

picciolo di

persona e
,

sparuto molto

il

quale andava cogliendo erbe


coltello diverse
radici
,

e cadelle

vando con un picciolo


quali
le

un lembo

della sua gonnella aveva pieno:


il

il

qua-

quando

'J'arolfo

vide
:

si

maravigli
la
,

e dubit
certa-

molto non

altro fosse

ma

poich

stimativa
s'

mente
donde

gli

rendo

lui essere

uomo

egli

appress
e' itisse

^
k

lui e salutollo,
,

dimandandolo appresso chi


cosi

e quello che per quel luogo a

fatta

ora

andava facendo.
di

cui

il

vecchierello rispose: io sono

Tebe,-* Tcbano

il

mio nome,

e per questo piano

vo cogliendo queste erbe, acciocch de' liquori d'esse


Incendo alcune cose u erossa rie e
ferniiih, io abbia
sit
utili

a diverse in-

donde vivere

e a questa ora neces-

e non diletto

mi

ci costiigne di

venire
,

ma

tu chi
s

se'

che nell'aspetto mi sembri nobile


?

e quinci
dell'

so-

letto vai

cui Tarolfo rispose

io

sono

ultimo

ponente

assai ricco cavaliere, e da' pensieri

d'una mia

impresa vinto e stimolato, non potendola fornire, di

qua per meglio potermi senza impedimento dolermi

mi vo
nanzi

cos soletto

andando

cui

Tebano
?

disse

non
in-

sai tu la qualith del

luogo com'

ella

perch

d' altra parte

non

pigliavi la

via?

Tu

potresti
.

di leggieri qui dai furiosi spiriti essere vituperato

Ri-

spose Tarolfo: in ogni

parte puote

Iddio cosi qui


'1

come altrove mano faccia


,

egli

ha

la

mia

vita

mio onore
piace
.

in

di

me

secondo che a
la

lui

Vera.

mente

me

sarebbe

morte un ricchissimo tesoro

5a
Disse allora

FILOCOLO
Tebano
:

quaP

la
s

tua impresa per 1?

quale non potendola fornire

dolente dimori?

A
.

cui Tarolfo rispose : tale che impossibile


ornai a fornire
,

mi pare

poich qui non ho trovato consiglio

Disse Tebano: osasi dire? Rispose Tarolfo: si,

ma

che

utile

forse ninno. Disse


disse
:

Tebano: nia

di

che daq-

no ? Allora Tarolfo
siglio
,

io cerco di potere aver con-

come

del pi freddo
fiori

mese

si

potesse avere
,

un

giardino pieno di

e di frutti e d'erbe
fosse
,

bello sic-

come

del

mese di maggio

n trovo chi a ci
sia
.

aiuto p consiglio

mi doni che vero

Tebano
,

stette
:

un pezzo

tutto sospeso senza rispondere


il
i

e poi disse

tu e molti altri
dcate secondo

sapere e le virt degli uomini giur


.

vestimenti
tu
se
,

Se

la

mia roba
penato
a'

fosse stata
a

quale

la tua
,

non

avresti tanto

dire la

tua bisogna

forse

appresso

ricchi

principi
:

m'

avessi trovato

come

tu hai a cogliere erbe

ma

molte volte sotto villssimi drappi grandissimo tesoro


di scienza
si

nasconde

e per a chi proifera consiglio


.

e aiuto niuno celi la sua bisogna


gli

se

manifesta

non

pu pregiudicare

Ma

che doneresti a chi quello


?

che tu vai cercando

ti

recasse ad effetto
egli

Tarolfo

ri,

mirava costui nel viso dicendo


in s dubitava

queste parole
lui
,

non questi

si

facesse beffe di

pa-

rendogli incredibile che se costui non fosse slato Dio


1'

avesse potuto fare virt:


.

non per tanto

egli

gli

ri,

spose cosi

Io signoreggio ne' miei paesi pi castella


,

e con esse molti tesori


rei

quali

tutti
.

per mezzo partiCerto, disse Tebad' an-.

con chi
,

tal

piacere

mi

facesse

no

se questo facessi a

me

non bisognerebbe

dare pi cogliendo l'erbe. Fermamente, disse Tarolr


fp
,

se tu se' quelli

che in ci mi prometti

di dar verp

effetto

e (l'averlo,
:

mai uon

li

hisogncrh pi affannare

per divenir ricco

ma come
ti

e quando
il

mi
fia

potrai

tu

questa fornire
sta
,

Disse Tebano:

quando
lo

a tua po-

del

come non
l

travagliare

me

ne verr teco
fai,

Udandomi
e quando
lo

nella tua parola della

promessa che mi

dove
,

ti

piacere saremo, comanderai quelti

che tu vorrai

e io

fornir tutto senza fallo

Fu

di questo accidente tanto contento in s


rolfo
,

medesimo Tae disse:

ch poco pi
la

letizia avria

avuta che se nelle


,

sue braccia

sua donna allora tenuta avesse


si fa

amico
si

me
,

tardi

che quel che m' imprometti


,

fornisca

per senza indugio partiamo


si

e andianne
1'

ove questo
,

dee fornire

Tebano

gittate via

er-

/ be
)

e presi suoi libri e altre cose al suo mestiero


,

ne-

cessarie

coti

Tarolfo

si

mise in

cammino
il

e in bre-

ve tempo pervennouo
del

alla desiderata citth, assai vicini

mese del quale era


riposarono
'1

stato

dimandato
al
il

giardino

Quivi tacitamente e occulti infino


rato
si
:

termine deside-

ma

entrato gik

mese

Tarolfo

comand che
nar lo potesse

giardino s'apprestasse, acciocch do-

alla
,

sua donna

Come Tebano ebbe


,

il

comandamento
i

egli aspett la notte

e venuta

vide

corni della luna tornati in compiuta ritondith, e vi1*

dela sopra

usale terre tutta risplendere. Allora egli


,

usc della citlh


pelli sparti

lasciati
li

vestimenti, scalzo

e co'cn -

sopra

nudi omeri tutto solo.] 1


,

vaghi
gli

gradi della notte passavano

gli

uccelli le fiere e
,

uomini riposavano senza alcuno mormorio


i

e sopra

monti

le

non cadute fronde stavano senza alcuno


1'

movimento, e
lamente

umido
al

aere in pace

si

riposava

so-

le stelle

luceano, quando egli pi volte cir^

citila la terra

venne

luogo

il

quale

gli

piacque

5^

FILOCOLO
vn
,

d' eleggere per lo giardino, allato ad


stese verso le stelle tre volte
le

fiume. Quivi
rivoltandosi

braccia

ad esse

e tante

bianchi capelli nella corrente acqua


altrettante volte

bagn
voce
il

domandando
:

con altissima
la

loro aiuto

poi poste le ginocchia sopra


;

dura terra cominci cosi a dire


segreta dell' alte cose
,

o notte
,

fidatissima
al
}

e voi o stelle
la

le

quali

ri-

splendiente giorno

con
la
j

luna insieme succedete

tu o

somma Ecate,
ampia

quale aiutatrice vieni alle cose


e tu o santa Cerere, rinnovatrice
5

incominciate da noi
dell'

faccia della terra


,

e voi
terra
,

qualunque

versi

arti

o erbe
j

e tu

qualunque

producente vir-

tuose piante

e voi aure, e venti

monti

e fiumi,
segreta

e laghi

e ciascuno iddio de' boschi e


li

della

notte, per

cui aiuti io gi rivolsi

li

correnti fiumi
le

facendogli tornare nelle loro fonti, e gi feci


renti cose star

cor,

ferme

e le ferme divenir correnti


i

che

gi desti ai miei versi potenza di asciugare


i

mari,

e di cercare senza dubbio


il

loro fondi

e di rischiarai'e
a

nuvoloso tempo, e

il

chiaro

tempo riempiere
i

mia

posta d' oscuri nuvoli, facendo

venti cessare evenire


le

come mi
vere

parca

e con quelli

rompendo

dure ma-

scelle degli spaventevoli dragoni,


le stanti selve
,

facendo ancora

muo,

e tremare gli eccelsi monti


stlgle le loro

ne' corpi morti tornare dalle paludi

omte
i

bre

e vivi uscire de' sepolcri


alla tua ritondit, alla
ti

e tal

volta tirar

o
so-

luna

quale peraddietro
,

nanti bacini

solcano aiutar venire

facendo ancora

talvolta la chiara faccia del sole impalldlre, siate presenti


,

'1

vostro aiuto

mi porgete
,

Io ho al

presente

mestieri di sughi e d' erbe


in

per

11

quali

arida terra

prima da autunno

ora dal freddissimo verno dei

LIDRO QUARTO
suoi
fiori

55
fnccia
in pnrto

frutti
,

ud

erl)C spogliata

ritornare fiorila
.

mostrando avanti
detto,
.

il

dovuto

termine

primavera Questo
aggiunse
a'

molle

altre cose tacitamente


,

suoi preghi

Poi tacendo

le

stelle

non

diedero luce invano,


uccello
vanti
,

ma
egli

pi veloce che volo d'alcuno


gli

un

carro da due dragoni tiralo


il

venne ale

sopra

quale

mont, e

recatesi
,

redine
si

depposti freni a'due dragoni in


tir
:

mano

suso in aria
il

e poi pigliando per

1'

alle regioni
:

cammino

lasci
lio
,

Spagna e cerc
,

1*

isola di Greti

di (juindi

Pe-

Olris

ed Ossa

il

monte Nereo

Pachnno, Petulli
,

loro, e

Appennino

in

breve corso cerc

da

tulli

svellendo

e segando con aguta falce quelle radici e

erbe che a lui piacevano: u dimentic quelle che


divelle aveva
saglia
.

quaudo da Tarolfo fu trovato in Tes-

F^gli

prese pietre d' in sul

monte Caucaso

dell'arena di Gange: e di Libia rec lingue di velenosi serpenti. Egli vide le bagnate rive del di

Rodano, f
,

Senna

di Parigi

e del gran
lN.ifco
,

e d'

Arno
,

e del-

lo imperiai Tevere, e di

e di Tanai

e del

Da-

nubio

di sopra quelle ancora

prendendo quell' erbe


e queste aggiunse all'al.

che

a lui

pareano necessarie

tre colte nelle

sommith
,

de' salvalichi monti


,

Egli cer,

l'

isola di

Lesbo

e quella di Coleo

Patmos

qualunque
al

altra nella
.

quale sentito avesse cosa utile

suo iulendimento
il

Per

le quali
,

cose

non essendo

ancora passalo

terzo giorno
i

venne in quel luogo

onde

partilo

s*

eraj e

dragoni che solamente l'odoiv


giltando
,

delle prese erbe aveano sentilo,

lo

scoglio

vecchio per molti anni erano rinnovellati


ritornali.

e giovani

Quivi smontato, d'erbosa


,

terra

due

altari
si-

compose

dalla destra

mano

quello d' Ecate, dalla

56

FILOGOLO
:

nistra quello della rinnovellaute dea

quali

fatti

sopra
le

essi accesi divoti


,

fuochi

co' crini

sparti

sopra

vecchie spalle
:

con quieto mormorio cominci a

circuire quelli

e nel raccolto sangue pi volte in.

tinse le ardenti legue


tari
,

Poi riponendole sopra


innaffiando

gli

alil

e talvolta
egli

con

esse

quel terreno
j

quale

aveva al giardino disposto

dopo questo

quel medesimo tre volte di fuoco e d' acqua e di zolfo


rinuaffi: poi posto

un grandissimo vaso sopra


di sangue
,

1'

ar,

denti

fiamme pieno
pei:

di latte

d'

acqua

quello fece
1'

lungo spazio bollire,

aggiuguendovi
,

erbe e le radici colte negli strani luoghi


fiori

metten-

dovi ancora con esse diversi semi e


.nosciute erbe
;

di

non coinsieme

e aggiunsevl pietre cercate nello stre,

mo

oriente

e brina raccolta le passate notti


ali d'

con carne e
lupo
1'

infamate streghe
,

testicoli di
,

ultima parte

con squama

di cinipero

e con

pelle del chelideo, e


il

ultimamente un
cervio
e
s

fegato,
:

con tutto

polmone

d'

un vecchissimo
,

e eoa queste

mille altre cose

e senza
.

nomi

strane,

che

la

me-

moria noi mi ridice


ulivo
,

Poi prese un ramo d'un secco

e con esso tutte queste cose coiainci a mesco-

lare insieme.

La qual

cosa facendo,
in

il

secco

ramo

co-

minci a divenir verde, e


di
,

breve a mettere
,

le fron-

e non

dopo molto

rivestito di quelle
.

si

pot ve,

der carico di nere idive


egli prese
i

Come Tebano
,

vide questo

boglienti liquori

e sopra l'eletto terreno,


fatti
,

nel quale di tanti legni avea


beri e di

bastoni quanti ale quivi


i

quante maniere volea


,

liquori in5

cominci a spandere
quale cosa
la terra
,

e ad innaffiare per tutto


sent

la

non

prima, che

ella

cominci
:

tutta a fiorire

producendo nuove e belle erbette

LIBRO
La
ijunl cosa fatta,
il

QUARTO

$f

secch! legni verdi piantoni e rriittiferidivennono tutti.

Tebano

rientr nella terra tornan-

do a Tarolfo;

quale quasi pauroso d'essere slato da lunga dimoranza,


,

lui bclfiito, per la

trovollo

tutto

pensoso, a cui egli disse: Tnrolfo


hai domandato, ed
sto a
citt
al

fatto (picllo che

piacer tuo. Assai piacque queil

Tarolfo, e dovendo essere

seguente giorno nella


egli se

una grandissioaa solennith,


donna
,

n'

and da-

vanti alla sua

la

quale gih gran tempo era che


le disse
:

veduta non l'avea, e cosi

madonna, dopo lunt

ga fatica io ho fornito quello che voi comandaste

quando
molto

vi piacer di vederlo

o di prenderlo
costui
si

egli al

vostro piacere.
,

La donn vedendo

maravigli

e pi

udendo

ci che egli diceva, e

non creVf^der

dendolo

rispose: assai
il

mi

piace: fareterelo

domani. Venuto
alla

seguente giorno

Tarolfo and

donna, e disse: madonna, piacciavi di possnrenel


il

giardino,

quale voi mi domandaste nel freddo mese.


la

Mossesi adunque

donna da molti accompagnata


non freddo come
si

pe^^enuli al giardino,

v'entrarono dentro per una


di fuori,
la

bella porta

e in quello

ma

un

nere temperato e dolce

sentiva.

And
fiori,

donna

per tutto rimirando e cogliendo erbe e

de' quali
la vir-

molto

il

vide copioso: e tanto pi avea operato


,

t degli sparti liquori

che

frutti

quali l'agosto suol


tutti
i

producere, quivi nel salvatico tempo


ri

loro albe-

facevan

belli

de' quali pi persone andati colla


alla

donna mangiarono. Questo parve


sima cosa e mirabile, n mai un
s

donna
le

bellis-

bellone

pareva

aver veduto: e poich essa in molte maniere conobbe


quello essere vero giardino, e
'1

cavaliere avere
ella
s

adem-

piuto ci ched

ella

avea domandato ,

volt a

58

FILOGOLO
fallo, cavaliere,

Tarolfo e disse; senza


vete
l'

guadagnato

a-

amor mio
vi

ed

io son

presta

d' attenervi

ci

ch'io

promisi

ma

veramente voglio una grazia da

voi, che vi piaccia tanto indugiarvi a richiedermi del

vostro disio

che

'1

signore

mio vada
,

a caccia

o in

altra parte fuori della citt

acciocch pi saviamente

e senza dubitanza alcuna possiate prendere vostro diletto


.

Piacque a Tarolfo

e lasciandole

il

giardino

quasi contento da
tutti
i

lei si part.

Questo giardino fu a
,

paesani manifesto, avvegnach ninno sapesse


si

se
la

non dopo molto tempo, come venuto


gentildonna che ricevuto
si
1'

fosse

Ma

aveva dolente di quel-

lo

part, tornando nella sua


1^^

camera piena

di noiosa

malinconia

e pensando in qual maniera tornar potes-

se addietro ci
cita scusa,
il

che promesso avea, e non trovando


la

le-

pi in dolor cresceva:

qual cosa vedendo


e a doclie
la

marito

si

cominci molto
ella

a maravigliare,
:

mandarla che cosa

avesse

la

donna dicea

niente aveva, vergognandosi di scoprire al ninrito


fatta

promessione per lo addimandalo dono, dubitanil

do che
pur

marito malvagia ne
ella a'

la tenesse.

Ultimamente

non potendosi
la
,

continovi stimoli del marito, che

cagione della sua malinconia desiderava di satenersi


,

pere

dal principio infmo alla fine


.

gli

nano
il

perch dolente dimorava


valiere

La qual
,

cosa

udendo

ca-

lungamente pens
donna,

e conoscendo nel pensiero


le

la purit della

cosi

disse; va',

e coperta-

mente

serva

il

tuo giuramento, e a Tarolfo ci che tu


j

promettesti liberamente attieni

egli

1'

ha ragionevol-

mente e con grande affanno guadagnato. Detto questo,


cominci
di
la

donna a piagnere
3

e a dire in

facciano gl'idio

da

me

lontano colai fallo

uiuna maniera

LIBRO QUARTO
far questo: avanti

Sg
cavaUere

m'

ucciderei che io faceasi cosa,

che disonurc e dispiacere vi fussc.


disse
:

cui

il

donna
,

gih

per questo io non voglio che tu le

n' uccida

n ancora che una sola malinconia tu le


fa' (juello

ne dia: niuno dispiacere m*>, va' e


pruuieltesti
,

che imquesto

eh' io

non

t' ti

avr di

meno
si

cara

fornito, un'altra volta

guarderai di
il

fatte

impri-

messe

non

tanto
.

ti

paia
la

dimandato dono impoesila

bile ad avere

Udendo

donna

volonUi del

mari,

to, ornatasi e fattasi bella, e presa

compagnia

and
si

air ostiere di Tarolfo

e di vergogna dipinta gli

present davanti
lato a
'

Tarolfo

come
e
lei

la

vide

levatosi

da

Tebano con

cui sedeva, pieno di maraviglia e d


,

letizia le si fece

incontro
la

onorevolemente

rice.

vette

domandando
donna
:

cagione della sua venuta


tutti
ti
i

cui la

rispose: per essere a


fa' di
:

tuoi voleri
.

sono venula

me

quello che

piace

Allora

disse Tarolfo

senza fine

mi

fate

maravigliare, pen-

sando

all'

ora e alla compagnia con cui venuta siete;

senza novit stala ira voi e vostro marito non pnote


essere, ditemelo, io ve

ne prego. Narr allora

la

donna

interaraenle a Tarolfo

come

la

cosa era lutto per or,

dine
si

la

qual cosa udendo Tarolfo


a maravigliare e a

pi che in prima
,

cominci

pensar forte

e a conolei

scere cominci la

gran liberalit del marito di


,

che mandata

1'

avea a lui

e fra s cominci a dire,

che degno di grandissima riprensione sarebbe


cosi liberale

cM

uomo
il

pensasse villania

e parlando alla

donna

cosi disse: gentildonna, lealmente

come
per

valorosa
la

donna avete
cosa
i'

vostro dovere servalo,


ci

qual
:

ho per ricevuto

che

io

di voi

desiderava

e per quando piacerh

a voi

ve ne potrete tornare

6o
1^ vostro

FILOGOLO
marito, e di tanta grazia da mia parte rin,

graziarlo
tro

e iscusarglimi della follia

che per addie-

ho usata, accertandolo che mai per innanzi pi

per

me

tali

cose non fien trattate


,

Ringrazi
si

la

donna
tor-

molto Tarolfo di tanta cortesia

e lieta

parti

nando

al

suo marito

cui tutto per ordine disse

quello che avvenuto


rolfo

era. E Tebano ritornato a Tadomand come avvenuto gli fosse Tarolfo gliele conto a cui Tebano disse dunque per questo avr io perduto ci che da te mi fu promesso ? Ri1'
:
,

spose Tarolfo
castella e
i

anzi qualora

ti

piace va' e le
,

mie
io
ti

miei tesori prendi per met


te

come
non

promisi

perocch da

interamente servito mi tengo.


;

Al quale Tebano
cia
,

rispose
il

unque
ti

agi' iddii

piacli-

che
,

dove

cavaliere

fu della sua
,

donna

berale
cortese

e tu a lui
.

non

fosti villano

Oltre a tutte le cose del


,

io sia meno che mondo mi piace a-

verti servito

e voglio che ci che in guiderdone del


si

servigio prender dovea tuo

rimanga siccome mai

fu

n di quello di Tarolfo volle mai alcuna cosa


.

prendere

Dubitasi ora quale di costoro fosse mag-

giore liberalit, o quella del cavaliere, che concedette


alla
il

donna

l'

andare a Tarolfo
egli

o quella di Tarolfo
,

quale quella donna cui


egli

avea sempre disiata

per cui

avea tanto fatto per venire a quel punto


,

dove venuto era


fosse piaciuto
,

quando

la

donna venne a

lui

se

li

rimand

la

sopraddetta intatta al suo


,

marito

o quella di Tebano

il

quale abbandonate le

sue contrade, oramai vecchio, e venuto quivi per gua-

dagnare
fine ci

promessi doni

e affannatosi

per recare a

che promesso avea, avendogli guadagnati ogni


,

cosa rimise

rimanendosi povero come imprima era.

LIBRO QUARTO
Bellissima la novella e la

i
disse la reina:
,

domanda,

e in verit che ciascuno fu assai liberale

e ben consilibi-

derando

il

primo
,

del suo onore


'1

il

secondo del

dinoso volere
tese
:

terzo dell' acquistato avere fu cor-

e per volendo conoscere chi maggior liberalitSi


,

cortesia facesse

convien considerare quale di quela

ste tre cose sia

pi cara;
il

qual cosa veduta, manife,

stamente conosceremo

pi liberale
.

perocch chi

pi dona pi liberale da tenere


se
l'

Delle quali tre co-

una cara

cio

1'

onore
i

il

qual Paolo vinto


teso:-i. 11

Persio piuttosto volle che

guadagnali

secon,

do

da fuggire, cio
la

il

libidinoso congiugniraento
,

se:

condo
che

sentenza di Sofocle e di Senocrate

dicenti

cosi la lussuria

da fuggire come furioso signore.


,

La
ta

terza

non da desiderare

ci sono le ricchezze

conniossiecosach esse sieno le pi volte a virtuosa vi-

noiose

e possasi con moderata povert vivere vir,

tuosamente, siccome Marco Curzio


Valerio Publicola vissero,
starono
.

AltiJio

Regolo e

come
1'

le loro opere manife-

Adunque
altre

se solo

onore u. queste tre cose


liberalili

caro

1'

no

dunque quegli maggiore

fece che quello donava, avvegnach

meno che
il

savia-

mente
le,

facesse. Egli fu ancora nella liberalith principala


,

per

cui l'altre seguirono

per secondo
il

nostro

parere

chi die la
gli altri

donna

in cui

suo onore consiste-

va pi che
Io
,

fu liberale.
sia

disse

Menedon, consento che


,

come voi

dite,

inquanto da voi detto

ma
,

me

pare che ciascuno

degli altri fosse pi liberale

e udite
la

come. Egli ben

vero che

'1

primo concedette

donna,

ma
;

in ci egli

non fece
egli
l*

tanta liberalith quanta voi dite


,

perocch se
egli

avesse voluta negare

giustamente

non p-

, ,

69
re
si

FILOeOLO
che osservaconvenia
,
:

teva, per lo giuramento fatto dalla donna,

e chi dona ci che


,

non pu negare
poco dj e pefu cortela

ben
r
se
,

fa

inquanto se ne fa liberale
dissi
,

ma

siccom' io

ciascuno degli

altri pi.

perch Tarolfo aveva gk

lungo tempo
,

donna

desiderata e

amata sopra

tutte le cose
,

e per questa

avere avea lungamente tribolato


disfazione della

mettendosi per sod-

dimanda
,

di lei a cercar quasi cose

impossibili ad avere

le quali

pure avute merit d'ot:

tenere lei per la promessa fede

la

quale

siccome noi

dicemmo, tenendo

non
il

dubbio che

nelle sue

mani

r onore
gli

del marito, e

rimetterle ci che promesso


egli fece:
lei,

avea, stavajla qual cosa

dunque

dell'onor

del marito, del saramento di


liberale.

e del suo lungo disio fu


sera sostenuta
,

Gran

cosa l'avere

una lunga

e poi pervenire alla fontana e

non bere

per lasciar
,

bere

altrui. Il terzo

fu ancora molto liberale

peroc-

ch pensando che
del

la

povert sia una delle moleste cose


,

mondo

a sostenere

conciossiecosach' ella sia cae,

ciatrice d' allegrezza e di riposo

fugatrice d* onori

occupatrice di virt
ni
,

adducitrice d^amare sollecitudis'

ciascuno naturalmente quella


il

ingegna di fuggi-

re con ardente disio;

qual disio in molti per vivere


s'

splendidamente in riposo

accende tanto
si

che

essi

disonesti guadagni e a sconce imprese


se

mettono, for-

non sapendo o non potendo


:

in altra

maniera

il

loro disio adempiere

per

la

qual cosa talvolta meri-

tano morire, o avere delle loro terre eterno esilio.

in

Dunque quanto deono elle piacere e essere modo debito le guadagna e possiede ? E
ter

care a chi

chi dubi-

che Tebano fosse poverissimo


i

se

si

riguarda

eh' egli abbandonati

notturni riposi per sostentare la

LIBRO QUAKTO
sua vita
ik;'

63
,

dubbiosi luoghi andava cogliendo Terbe


?

e scavando radici

che questa
,

povcril occupasse la

sua virt ancora


si

si

credeva da lui
il

pu credere vedendo che Tarolfo essere gabbato qunndo di vili vesti,

menti

riguardava vestito: e che egli fosse vago di quel-

la miseria uscire e divenire ricco,

sapendo che

egli di

Tessaglia infino in Ispagnn venne, mettendosi perii

dubbiosi cammini e incerti dell'aere alle pericolose


coj.e

per fornire

la

promessa
,

fatta

da

lui
:

e per ricevechi a tante e


si

re quella d' altrui


tali

in so

si

pu vedere

coso

si

mette per poverlh fuggire .senxa dubbio


egli

dee credere che

quella piena d* ogni dolore e


.

d' ogni a ila uno essere conosca

quanto di maggior
,

povert uscito e entrato in ricca vita


gli

tanto quella

pi graziosa

Adunque
il

chi di povert in ricvvere gli diletta, quan,

chezza venuto, e con quella


ta e

quale liberalit quella di chi quella dona

e nello stato eh' egli ha con tanti alTanni fuggito con-

sente di ritornare
si

Assai grandissime e liberali cos

fanno

ma

({uesta ra>ig<;iore di tutte


all' eU

mi pare

coO'^

sidcraiido ancora

del donatore che era vecchio,

conciossiecosach ne'vecchi soglia continovamente avarizia

molto pi che ne' giovani avere potenza. Per

terr che ciascuno de'


liboralii falla

due seguenti aggia maggiore


,

che

'1

primo

'1

terzo maggiore chtj


.

ninno.

Quanto meglio per alcuno


gione difendere, tanto
na;
il

si

potesse la vostra ra-

la

difendete ben voi, disse la rei-

ma

noi brevemente intendiamo dimostrarvi


il

come

nostro parere deggiate piuttosto che

vostro tenere,.

Voi volete dire che colui ninna


cedendo
la

liberalit facesse con--

mogliera

peiocth di ragione fuie glielu

$
cosa saria cosi
,

FILOCOLO
fatto dalla

eon\enla per lo sar mento


se
'1

donna

la

qual

saramento tenesse;

ma

la
,

donna,
o piut-

conciosslecosach' ella sia


tosto

membro
e se
'1

del marito
far quel

un corpo con

lui,

non poteva
,

saramento
:

senza volont del marito

fece fu nullo
fatto

peroc-

ch

al

primo saramento lecitamente


,

ninno sus-

seguente puote di ragion derogare


qnelll che per

massimamente
si

non dovuta cagione non debitamente

fauno

e de' matrimoniali conglugnimenll usanza di


1'

giurare d' essere sempre contento

uomo

della
1'

donaltro

na, e per

la

donna

dell'
:

uomo, n
dunque come gi
la

di

mai T uno

altra
,

cambiare
t se giura
,

donna prima non pot


,

giurare

detto averao

per non

dovuta cosa giur

e contraria al
,

primo giuramento,
suo piacere
si

non dee
non
si

valere

e non valendo

oltre al
se vi

dovea commettere a Tarolfo; e


,

commise,
,

fu egli del suo onore liberale


voi tenete
.

non Tarolfo

come

N
,

del saramento

non
il

pot liberale essere

rimettendolo
fosse
:

conciossiecosach

saramento niente

adunque solamente rimase


,

liberale Tarolfo del

suo libidinoso disio


si

alla

qual cosa di proprio dovere


tutti

conviene a ciascuno fare : perocch


1

per ogni
e di
se-

ragione siamo tenuti d' abbandonare


guire le virt
,

vizli

chi fa quello a che egli di ragione


,

tenuto, siccome voi diceste, in niuna cosa liberale

ma

quello che oltre a ci


.

si

fa di

bene

da chiamare

liberalith dirittamente

Ma

perocch voi forse nella


,

vostra

mente

tacito ragionate

che onore pu essere

quello della casta donna al marito che tanto debba


essere caro
?

noi prolungheremo

alquanto

il

nostro

parlare, mostrandoci, acciocch pi chiaramente vegliate


,

che Tarolfo n Tebano

di cui

intendiamo di

LIBRO QUARTO
parlare
]i(tre.
,

'^5

niuna

llberaliili
<^,

facessero a risptto del cava-

Da

sapere

clic castit iiisiome coli' altre vir-

t& niiin altro premio rendono a' posseditori d' esie


66

non onore
li

il

([ualc

onore
li

tra gli altri

uomini
.

vir-

tuosi,

meno

virtuosi
il

fa

pi eccellenti
gli fa

Questo o,

nore se con umillh

sostengono

amici di Dio
,

e per conseguente felicemente vivere e morire possedere


gli eterni
,

e p
al

beni

il

quale se

la

donna

suo

marito serva

egli vive lieto e certo della


la

sua prole, e

con aperto viso usa infra


lei

gente

contento di vedere
,

per tale virt dalle pi alte donne onorata

Dell'

animo

gli

manifesto segnale costei essere

buodee

na

e temere Iddio, e

amar

lui

che non poco

gli

piocere, sentendo che per eterna compagnia indivisibile fuori

che da morte

gli

donata. Egli per quenegli spirituali


si

sta grazia ne'

mondani beni e
.

vede

rontinuo multiplicare
cui

E
ha

cosi

per contrario
,

colui la

donna

di Uile virt
,

difetto

niuna ora pu con


a grado
,

consolazione passare
In

niuna cosa

gli

1'

uno

morte

dell'altro desidera.

EUi

si

sentono per lo

sconcio vizio nelle bocche dc'pi miseri essere portati,

li

pare che
la

si

falla
.

cosa

non
1'

si

debba credere a

chiunque
lui
,

dice

se tutte

altre virt fossero in

(|uesto vizio
.

par eh' abbia forza di contaminarle


quello

e di guastarle
della castit
,

Dunque grandissimo onore


la casta

che

donna rende
si

all'

uomo
colui

e
a

molto da tener caro. Beato


cui per grazia colai

pu chiamare

dono

conceduto: avvegnach
tal

noi crediamo che pochi sieno coloro a' quali di

bene

sia

portato invidia.
il

Ma

ritornando
:

al nostro

pro-

posito, vedete quanto


ci

cavaliere dava

ma

egli

non

della mente uscito,

quando

dicesti

Tebano
5

essere

Ir-ILOCOLO

T.

II.

66
stato pi

FILOCOLO
che
,

gli altri liberale

il

quale con afTanno

arricchito

non dubit

di tornare nella miseria della


.

povert

per donare ci che acquistato avea

Aperta-

mente
t
,

si

pare che da voi mal conosciuta la poverlieta

la

quale ogni ricchezza trapassa se


gi forse

viene

Tebano

per

le acquistate ricchezze gli

parca

esser pieno d'

amare

e di varie sollecitudini

Egli gi
fatto
.
,

immaglaava che
dimorava

a Tarolfo paresse aver

mal

trattasse d' ucciderlo

per riavere

le

sue castella

Egli
fosse

in

paura

non

forse da' suoi sudditi

tradito. Egli era entrato in sollecitudine del governa--

mento

delle sue terre. Egli gi conosceva tutti g' in-

ganni apparecchiati da' suoi parzlonali di fargli. Egli


si

vedeva da molti invidiato per


i

le

sue ricchezze

dubitava non
sero
sieri
.

ladroni occultamente quelle gli levasi


tali

Egli era ripieno di tanti e


,

vani penlui fuggi-

e sollecitudini

che ogni riposo era da

to

per

la

qual cosa ricordandosi della preterita vita,

come

senza tante sollecitudini la

menava

lieta

fra

s disse: io desiderava d' arricchire per riposo,

ma

io

veggio eh' egli accrescimento di tribulazioni e di pen-i


sieri
,

e fuggimento di quiete

e tornando desideroso

d' essere nella

prima

vita, quelle

rend

chi gliele
,

avea donate

La povert

rifiutata ricchezza

bene

non conosciuto,

fugatrice degli stimoli, la quale fu da


;
.

Diogene interamente conosciuta


povert quanto natura richiede
sidia vive chi
gli

per tanto basta alla

Sicuro da ogni ins'

con quella pazientemente

accosta
,

tolto

il

potere a grandi onori pervenire


;

se vir-

tuosamente vive come gi dicemmo

e per se

Te-

tano

si

lev questo stimolo da dosso,


,

non fu
,

liberale,

ma

savio

I tanto fu grazioso a Tarolfo

ia^uautQ

LIBRO
piuttosto a lui che a

QUARTO
altro gli
.

7
pi libe-

un

piacque donarle, po-

tendole a molti
rale
il

altri

donare
il

Fu adunque
,

cavaliere,

che

suo onore concedea, che nullo

degli altri.

E
,

pensate una cosa


,

che V onore che colui

donava irrecuperabile
molte altre
cose
,

la

qual cosa non avviene di


d' altre
si

siccome di battaglie, di prove e

le quali se

una volta

si

perdono un'altra

ni-

cquistano, ed possibile: e questo basti opra


slra

so-

dimanda aver detto

QUESTIONE
Poich
tento
,

V.

la

reina tacque

Menedon rimase
il

con-

un

valoroso giovane chiamato Clonico,


,

quale

appresso

Menedon sedeva
,

cos

incominci

a parlare:
la

bellissima reina

tanto stata bella e lunga


,

novella
altri

di questo nobile giovane

che

io

acciocch
,

gli

nel breve
lo

tempo ad

agio possano dire

quanto potr
:

mio intendimento brevemente


io

vi narrer

e dico

che conciofossecosach
scessi la vita

ancora molto giovane conodel nostro signore

de' soggetti

Amore

piena di molte sollecitudini e d' angosciosi stimoli

con poco

diletto

lungamente a mio potere


lui

la fuggii

schernendo piuttosto coloro che

seguivano che comfossi

jneudaudogli : e bench io molte volte

tentato,

con

forte

animo
non era
in

resistetti,

cessando
alla

tesi lacciuoli.

Ma

perocch
reiislere

io a quella forza

quale Febo non pot


,

forte a contastare

avendosi Cupido

pur posto

cuore di recarmi nel numero de' suoi


,

suggetti, fui preso

n quasi m' accorsi come

peroclieto

ch un giorno

gi

per lo rinnovellato tempo,


li

andando

iu tu

per

salati

liti

conche marine con

di-

68
letto pren<Jeado
,

FILOCOLO
avvenne che voltando
,

io gli occhi

verso le nitide onde

per quelle vidi subito venire

una barchetta

nella quale quattro giovani


,

con uno

solo marinaio venleno tanto belle


il

che mirabile cosa


esse gi
i

vederle

si

belle

mi parve Essendosi
.

verso

di

me

appropinquate

assai
,

io

per avessi

miei

occhi da' loro

visi levati

vidi in

mezzo

di loro

uno

lustrore grandissimo, nel quale, secondo che l'estimativa

mi

porse

veder mi parve una figura d' uno a,

guolo giovanissimo

e tanto bella
Il

quanto alcuna cosa


,

mai da me veduta
nostra diversa

quale rimirando io

mi parve
assai dalla

eh' egli dicesse cosi verso di


:

me
.

con voce

o giovane

stolto

perseguilatore della

nostra potenza, ora se' giunto

Io sono qui venuto con

quattro belle giovanette

piglia per

donna quella che


ri-

pi piace

agli

occhi tuoi
,

Io questo udendo, tutto

masi stupefatto

e con

gli

occhi e col cuore cercava

di fuggire quello

che
5

io gik

molte volte fuggito aveva,


alle
ali

ma
\a

ci era niente
,

perocch
arco e

mie gambe una

era tolta
assai

possa
:

e egli avea

da giugnermi
,

tosto

ond' io tra quelle mirando

vidi

di

loro

tanto bella e
pietosa
y

graziosa nell' aspetto e ne' sembianti

eh' io

immaginai

di volere

lei

per singular
s

dorma,
s'

fra

me
, ,

dicendo; costei agli occhi miei

umile
miei
quali

appresenta

che fermamente

ella noti sar

a'
i

disiri

nemica

come molte

altre

sono a coloro
gi

io vedendogli pieni d'affanni

ho

scherniti,

ma

.sar delle

mie noie
:

cacciairice: e questo pensato, su-

l)ito risposi

la

graziosa bellezza di quella giovane


,

che

alla nostra destra si siede

o signor mio

mi

fa

desiderare d' essere a voi e a

lei

fedelissimo servidore:

per

io

sono qui

a' vostri voleri

presto

fate di

WQ

LIBRO QUARTO
quello
clic a voi piace.

69
d'una
,

Io non avea ancora coropiulu


'1

di parlare, di' io

mi

sent

sinistro lato piagare

lucente saetta

venuta

dall'

arco che egli portava

la

quale io stimai che d' oro fosse.

certo io
di

non

vidi
:

qnand'

egli volto a lei essa feri d*

una

piombo
da

in questa

maniera preso rimasi ne'


.

lacci

me lungaperr
ella

mente

fuggiti

Questa giovane mi piacque e piace

tanto agli occhi miei, che ogni altro piacere fora

comparazione a questo scarso


avvedendosene
,

Della qual cosa

lungamente

si

mostr contenta

;
,

ma
che

poich' ella conobbe


impossibile

me

s
il

preso del suo piacere

mi sarebbe

non amarla

ella

inconta-

nente

il

suo inganno con non dovuto sdegno verso di


,

ine scoperse
lissima

mostrandosi ne' sembianti a


,

me

crude-'
altra

nemica

sempre

gli

occhi torcendo in

parte a quella contraria dove

me

veduto avesse, e con


:

meno dovute

parole continuo dispregiandomi


io in

per la

qual cosa avendo

molte maniere con


la

preghi e
,><

con umilt ingegnatomi di umiliar

sua acerbit

non

pot'

mai. lo sovente piango


,

e dolgomi di tanto
ti-

infortunio

n in maniera neuna posso d' amarla

rarmi indietro: anzi quanto pi crudele verso di


la sento
,

me

tanto pi pare che la


il

fiamma

del suo piace-

re

accenda
io

tristo

cuore. Delle quali cose dolen-

domi

un giorno

tutto soletto in

un giardino, con
,

infiniti sospiri

accompagnati da molte lagrime


,

so-

pravvenne un mio singulare amico


de' miei danni era palese
,

al

quale

parte

e quivi con pietose


i

parole

mi cominci

a volere riconfortare:
,

cui conforti
la
:

non

ascoltando io niente

ma

rispondendogli che
,

mia
tanto

miseria ogni altra passava

1'

egli cosi

mi

disse
si

uomo

misero quanto egli medesimo

fa

si

70
reputa
:

FILOCOL
ma
certo io

ho molto maggiore cagiono


.

di

dolermi che tu non hai


rivolsi a lui

Io allora quasi
chi la

turbato

mi

dicendo

come ?

di

me

avere ?
?

Non

ricevo io

pu maggiore mal guiderdone per bea


?

servire

Non
l'

sono io odiato per lealmente amare


essere dolente
,

Cosi

come me pu alcuno
amico
,

ma pi

no.

Certo, disse

io

ho maggior cagione

di doler-

mi che
e

tu

non hai

e odi

come

te

non

occulto

eh' io lungo

tempo non abbia una gentildonna amata,


sai
,

amo

siccome tu

n mai niuna cosa fu che io


,

credessi che a lei piacesse

che

io

con tutto mio


.

in-

gegno e potere non mi


questo conoscente
f'
,

sia

messo
io

a farla

certo di

dipel che

pi desiderava mi
,

grazioso

dono

il

quale avendo io ricevuto


,

e ri-

cevendo qualora mi piaceva

per lunga stagione non

mi pareva
quanto
lo

alla

mia
,

vita avere in allegrezza pari: solo

uno slimolo avea

che

io
l'

non

le

poteva far credere


;

perfettamente

amava
,

ma

di questo, sen-

tendomi amarla come


sava
,

io diceva

leggermente mi pas-

Ma

g' iddi

che ninno bene mondano vogliono


,

senza alcuna amaritudine concedere


lestiali

acciocch

ce-

siano pi conosciuti

e per conseguente pi

desiderati, a questo n' aggiunsero

un

altro a
,

me
,

senza

comparazione noioso, eh'

egli

avvenne

che dimoranveg-

do

io

un giorno

soletto

con

lei in

segreta parte

gendo chi davanti a noi passava senza essere veduti

un giovane

grazioso e di piacevole aspetto pass


,

per

quella parte

il

quale io vidi eh'


:

ella

riguard

e poi
dissi
:

un

pietoso sospiro gitt


,

la

qual cosa vedendo

oim
di

sono io

si

tosto rincresciuto,
?

che voi perla bel-

lezza d' altro giovane sospiriate

Ella tornata nel viso

nuova rossezza dipinta

con molte scuse, giurando

LIBRO
per
la

QUARTO
si

71
ing<.*-

potenza de^ somini Udii,

comincicS ad

gnare di farmi credere ci che

io

per

Io sospirare ave-

va pf^nsnto
r'

ma

ci fu niente, perch nel


si

cuore
lei

mi
non
che

accese un'ira

ferocissima
,

che quasi con


ritenni.
si
;

mi

fece allora crucciare


dell'

ma pur mi
di

E certa,

mente mai

animo

partire

non mi

puote

costei colui o altri


sti

non amasse pi

me

e tutti

pensieri

quali altra volta in

mio aiuto
,

qu^ recava V

rio>

cirdla pi eh' altro m' amasse

ora tutti in con-

trario gli stimo,

immaginando che

ittiziamente abbia

detto e fatto ci che per addietro ha operato, di

che

dolore intollerabile sostengo


vale
:

n a ci alcuno conforto
il

ma perocch
ho
il

vergogna sovente raffrena

vole,

re eh' io

di

dolermi pi che di rallegrarmi


si

non
av-

continuo
vedere
,

mio dolore

che
io

io

ne faccia alcuni

ma brevemente
,

mai senza
appara

sollecitudine

e pensieri non sono


rh' io

(|uali

molta pi noia mi

danno
mi-

non vorrei. Adtmque


,

a sostenere le

nori cose

che

a
.

me
il

le

maggiori vedi con forte animo


risposi
, ,

portare nascos(>

Al quale

che non mi
fosse

pare,

va in nlun
al
il

modo

suo dolore
:

bench
egli

grande

mo

si

potesse agguagliare
,

ed

mi

rispondeva
,

contrario

e cosi in lunga qnistione

dimorammo
.

partendoci poi senza niuna dilnizione


diciato quello

Pregovi

ne

che

di questo voi
,

ne terreste
la

Giovane
torto

disse la reina
di

gran pena
:

vostra
il

ha

la

donna

non amarvi

ma
,

tutta fiata

vo-

stro dolore

pu

essere da speranza aiutato, quello

che

del vostro

compagno non avviene


,

che poich'

egli

lina volta entrato in sospetto

niuna cosa nel pu cacsenza conforto


il

ciare

Dunque continuamente

si

dorrh,

mentre l'amore durerh: e per secondo

nostro gi-

7
dicio
,

FILOCOLO
ne par maggior doglia quella del geloso
,

che

quella di chi

ama

non amato
:

Disse Clonico allora


voi dile
?

o nobile relna

che ci che

Aperto pare che sempre


,

siate stata

amata

da chi amato avete


conoscete
.

per

la

qual cosa la mia pena mal

Come

si

potrebbe mostrare che gelosia

porgesse maggior pena che quella che io sento, conciossiecosach colui la desiderata cosa possiede, e puote
lei
,

quella tenendo, prendere in un' ora pi diletto di

che in un lungo tempo sentirne pena


s

e niente,

meno da

per isperlenza pu cacciare


il

tal gelosia

se

avviene che trovi falso


coso disio acceso
,

suo parere

Ma

io di fo-

quanto pi mi trovo lontano ad


,

adempierlo

tanto pi ardo
:

e assalito da mille

sti-

moli mi consumo
speranza
,

n a ci mi pu aiutare alcuna
le

perocch per
,

molle volte eh'

io

ho

ri-

provata costei
disperato
.

e trovatala ognora pi acerba, io vivo


la vostra
:

Perch

risposta

mi pare che

alla
sia

verit sia contraria

che

io

non dubito che non


,

molto meglio dubitando tenere


siare
.

che piangendo di-

QTiella

amorosa fiamma che negli occhi ne luce,

e che

il

nostro viso ognora adorna di pi bellezza, co,

me

voi dite

mai non consent che invano amassitanto

mo, ma non per


sia la

non

ci si

occulta quanta e quale

pena

dell'

uno

e quella dell' altro ( rispose la


,

Reina seguendo), e per


con
sto
,

come
la

la nostra risposta sia


.

la verit

una cosa

vi

mostreremo

Egli manife-

che quella cosa che pi


le sollecitudini
,

quiete dell'animo

impedisce

delle quali alcune a lieto


:

line vanno, alcune a dolente fuggire intendono

delle
af-

quali

(juanto pi ne

ha

1'

animo

tanto

ha pi

LIBTIO
fanno
,

QUARTO
:

78
e che
il

e massimamente rjtiandu noiose sono


manifesto
,

geloso pi di voi n' abbia


a nluna cosa intendete se stare l'amore di quella

perocch voi
ac(|ai

non solamente ad
voi amate,
:

donna cut

il

quale
cerio
i

non polendolo avere


e*

v'

grnndlssimn noia
,

ma

potrebbe di leggieri avvenire

conciossiecosarli
,

cuori delle

femmine

siano mobili

che voi subita-

mente, non pensandoci,


to
:

vi troverreste averlo acquista-

e forse che ella v'ama,


il

ma
,

per provare se voi

lei

amale dimostra
a quel
certata

contrario
fia

e moslrerh forse inUno

tempo
.

eh* ella

bene de! vostro amore ac-

Con

questi pensieri
,

pu mollo speranza migoloso ha l'animo pieno

tigare la vostra doglia

ma

il

d'infinite sollecitudini, alle quali

n speranza n altro

diletto

pu porgere conforto o
dare legge
la a'

alleviare la sua pena.


,

Egli
il

sta intento a

vaghi occhi
.

a'

quali

suo posseditore non

pu donare
a' piedi
,

Egli

vuole e
,

s'

ingegna di porre legge

e alle

mani

e a

ogni altro atto della sua

donna

Egli vuole essere

provido conoscitore e de' pensieri della donna e della


allegrezza
,

ogni cosa inicrpetramlo in male di lui


egli
sia

e
.

che ciascuno desideri e ami quello eh'

ama

Similmente

s'

immagina che ogni parola


;

doppia

e piena d' inganno

s'

egli

mai alcuna detrazione

commise, questo

gli

mortale pensiero,
esso do^'.gia

immaginan-

do che per simile modo


to
.

essere inganna-

Egli vuol chiudere con avvisi le vie dell' aere


,

della terra
il

e brevemente ne' suoi pensieri gli


,

nuoce

cielo e la terra

gli uccelli
:

gli

animali, e qualun-

que

altra creatura

e a cpiestu levarli non ha luogo


,

esperienza, perocch s'ella fa

e trova che lealmente

74
la

FILOCOLO
si

donna

porti

egli
,

pensa che avveduta


e per
,

si sia
.

di

ci eh' egli

ha

fatto

guardasene

S' egli

trova quello che cerca

e trovare non lo vorrla , chi

pi doloroso di lui

Se forse stimate che '1 tenerla


diletto

in braccio gli sia tanto

che queste cose debba


,

mitigare

il

parer vostro falso


,

perocch quello
altri
1'

te-

nere

gli
:

porge noia
e se la

pensando che cosi


forse

abbia
acco,

tenuta
glie
,

donna

amorevolmente
il

1'

credesi che per torlo da tal pensiero

faccia

e non per

buono amore
,

eh* ella gli porti


altri

se

malin-

conica la trova
contenti
:

pensa che

ami e

di lui

non

si

e infiniti altri stimoli

potremmo
della costui

de' gelosi
vita
,

narrare

dunque che diremo


ella sia la
?

se

non eh'
la

pi dolente che alcuno

vivente
,

possa avere

Egli vive credendo e non credendo


:

e
,

donna stimolando
ne muoiono

e le pi volte suole
i

avvenire

che di quella malatta di che


si elli
,

gelosi vivono pauro,

non senza ragione

perocch
alli

colle loro riprensioni molte fiate

mostrano

loro

danni

la via.

Considerando adunque

le predette cose,

pi
si
,

il

vostro

amico che
;

geloso

ha cagione

di doler-

che voi non avete


,

perocch voi potete sperare

d' acquistare

colui con paura vive di perdere quella


s'

cosa eh' egli tiene appena sua; e per

egli

ha

piii

materia di dolersi di voi, e confortasi

il

meglio ch'egli

puote, molto maggiormente voi vi dovete confortare,


e lasciare stare
il

piagnere

eh' atto di pusillanima


voi alla

femminella
vostra

e sperare del

buono amore che


;

donna portate non perdere merito

che ben,

ch

ella si

mostri verso voi acerba al presente

e'

non

pu

essere eh' ella

non

vi

ami

perocch

Amore mai

LIBRO
non perdon
venti
si

QUARTO
amato
,

78
e
a'

1'

amnre

a ninno

robusti
le

rompono pi
canne
.

tosto le

dure querce che

con-

senzienti

QUESTIONE
Vestita di bruni

VI.

vestimenti

sotto
,

onesto velo
la quale,
,

8<v

deva appresso costui una bella donna


sent la

come
che

Reina
a dire

alle
:

pnrole aver posto fine


,

cos inco,

minci

graziosa Reina

e'
,

mi

ricorda

essendo io ancora piccola fanciulla

un giorno dimogiovane e d

rava con

un mio
et?
j
,

fratello,

bellissimo
,

compiuta

in

un giardino

e senza alcuna altra


,

compagnia

dove dimorando, avvenne


,

che due gio-

vani donzelle
se
,

di

sangue nobili e di ricchezza copiocitth natie,

e della
,

nostra

fratello

e sentendolo essere in quel giardino

amando questo mio amen,

due

Ih se
,

ne vennero

e lui, che di queste cose niente


.

sapeva

di lontano
,

cominciarono a riguardare

Dopo
,

alquanto spazio

vedendolo solo fuori che di


,

me
cos

di
fra

cui elle poco curavano perch' era piccola

loro incominciarono a dire: noi

amiamo
ci

questo gio-

vane sopra
noi
,

tutte le cose
<>

e non sappiamo se egli

ama
qui

n convenevole

che amendue

ami

ma

n' al presente lecito di prendere di lui parte del nostro disio


,

e di conoscere se di noi egli

o quale
suk
si

egli

ama
egli

piCi

e quella eh' egli


esserle dall' altra
,

ama alcuna pii\ ama poi


,
,

rimanga senza

impedito

per ora eh'

dimora solo
,

e che noi abbiamo

tempo
egli
tesi a

corriamo
gli

e ciascuna

1'

abbracci e baci
.

quale pi

piacere poi prendere


,

Determina-

questo le due giovani

cominciarono a correre

76
in

FILOGOLO
sa le verdi erbe \erso
,

il

mio

fratello, di

che

egli si

maravigli vedendole
1'

e veggendo

come

veniano:

ma
ab-

una

di loro ancora assai lontana


ristette
,

vergognosa quasi
e
1'

piangendo

1'

altra infuo a lui corse

bracci e bacioUo

e posegllsi a sedere allato raccopoicli


1'

mandandolesi

ma

ammirazione che costui


alquanto cessata
ella
gli
,

ebbe

dell' ardir di costei fu

egli
gli

la

preg che per lo amore eh'

portava

do-

vesse di questa cosa dire intera la verit. Essa niente

ne

gli cel

la

qual cosa questi udendo, e dentro nella


ci che
1*

mente esaminando
fra s conoscere

una e

l'

altra
1'

avea fatto

non sapeva qual pi


:

amasse

qual' egli

pi dovesse amare
gli

ma
,

venuto accidente
,

che da queste parole


a pi amici

convenne partire

di questo

dimand

consiglio

n mai alcuno soddi:

sfece al suo piacere di tal


io

dimanda

per
la

la

qual cosa

prego voi
,

da cui veramente credo

vera diffini-

zlone avere

che mi diciate quale di queste due deve

esser pi dal giovane

amata

A
ami
,

questa donna cosi la reina rispose


il

certo

delle

due giovani quella ne pare che pi do rimase senza abbracciarlo


paia questa la ragione
.

vostro fratello
,

e pi da lui deggia essere amata


:

che dubitan-

e perch questo ne
noi sappia,

Amore, siccome

mo

sempre fa timidi coloro in cui dimora


v'

dove

maggior parte d'esso simileraente

maggiore

temenza: e questo avviene perocch lo intendimento


della cosa

amata non
,

si

pu

intero sapere

che se

si

potesse sapere

molte cose temendo di non dispiacere


si

non

si

fanno che
si

farebbono

perocch ciascuno sa

che spiacendo

toglie cagione d' essere

amato, e con

questa temenza e con

amore sempre dimora vergo-

LIBRO
stra qnistionc

QUARTO
alla

guA, o non senza rngione. A(lun(|ue tornando

77 no

diciamo
,

che

atto

veramente d' inna

morata fu quello
si

di ({uella
dell' altra

che timldn e vergogncsa


,

mostr

Quello

piuttosto di

scelh-raia
(>or
il

libidinosa che d' innanuirala fu sembiante: e

essendo egli da colei pi amato


nostro giudicio pi

dee

lei

secondo

amare
donna:
gentil reina, vetrt cosa
,

Rispose allora

la

che amore

ov' egli

moderatamente dimora
ci sia
:

temenza
l

e vergogna conviene del tutto che


egli in tanta qunntith savii leva la vista
,

ma

ove

abbonda

che

agli occhi de' pi

come

^ih per addietro sidiss>, dico

che temenza non


ci

ci

ha luogo,

ma movimenti
i

di chi

assente sono

secondorhr; e^li

sospigne
il

e per

quella giovane vedendosi dinanzi


s'

suo disio tanto

accese

che abbandonata ogni vergogna corse a


s
.

quello di che era


ner*?

forte slimolata
altra

che avanti

soste-

non poteva
gli

L'

non tanto infiammata


,

cr*

v pi

amorosi termini
voi dite
.

vergognandosi

e rima-

nendo rome

Adunque
la reina la

quella pi

ama

pi dee essere amata


Savia donna, disse
leva

veramente

a'

pi savii

amore soperchio
,

veduta, e ogni altro debito

sentimento
natura;

quanto

alle cose

che sono fuori

di
,

sua

ma

in quello

che a
.

egli cresce cos

crescono

so appartengono rome Adunque quanta maggiore


si

quantit d' esso in alcuno

trova cos del timore

come

davanti

dicemmo
si

che questo
il

sia
,

vero
la

lo

scellerato

amore

di Hiblide

ci

manifesta

quale

quanto amasse abbandonata e

dimostr nella sua line, vedendosi


:

rifiutata

n gih per questo ebbe


,

ella

ardire di scoprirsi colle proprie parole

ma

scrivendo

78
il

FILOCOLO
.

suo sconvenevole disio pales

Similemenie Fedra

pi volte tent di volere ad Ippolito (al quale, come

a dimestico figliuolo
di dirgli quanto

poteva arditamente parlare)

ella 1*

amava n era prima


,

la
,

sua vo-

lont pervenuta alla bocca per

profferirla

che

te-

mendo
de
al

in su la punta della lingua le moriva.

O quancose

to timoroso chi
,

ama Chi
.

fu pi possente che Alci-

quale non bast

la vittoria dell'

umane

ma
non

ancora a sostenere
di
,

il

cielo si

mise

ultimamente
s'innamor
a'

donna

ma

di guadagnata giovane

tanto

che come umile subietto temendo


lei

coman,

damenti di

facea le
gli

minime

cose

Ancora Paris

quello che n con


di tentare
,

occhi n con la lingua ardiva

col dito avanti alia sua


il

donna del caduto


appresso
questi

vino scrivendo primieramente


scriveva
ci
,

nome di lei,

io

t*

amo

Quanto ancora sopra

tutti
,

porge debito esemplo di temenza Pasife


intelletto

la

quale

a una bestia senza razionale


d' esprimere
il

non ardiva

suo volere

ma

colle

proprie

mani

cogliendo le tenere erbe

s'

ingegnava di farlo a s
allo spec-

benigno

ingannando
,

medesima sovente

chio per piacergli


era ella
,

per
si

accenderlo in tal

disio

quale
ella

acclocch'egli

movesse a cercare ci eh'


a lui
altra
.

non

ardiva di

domandare

Non
essere
,

alto di

donna
,

innamorata n d'alcuna

1'

pronta

con'

ciossiech sola la molta vergogna


essere,

la

quale in noi dee

rimasa del nostro onore guardairce. Noi abfra gli


1'

biamo voce
per meglio

uomini, ed cos

la verit

di
gli

sa

amorose fiamme nascondere che

uo-

mini
za
,

e questo non genera altro che la molta temen-

la

quale

le nostre forze

non
,

tante

quante quelle
giA

degli

uomini pi

tosto

occupa

Quaniu ne suuo

LIBKO QUARTO
tate, e forse noi d' alcune
s'

79
,

abbiamo saputo
invitare di
n'

le

quali

hanno molte
efletti
,

volte falle

pervenire agli

amorosi

che volentieri

avrebbero lo invita*
,

tore invitato

prima che

ogli loro
le avesse

e debita

vergogna
,

e temenza ritenute non


ogni ora che
'1

non per tanto


,

della loro

bocca uscito
,

hanno

avuto nell'animo mille pentute


cento volle
s
.

dicendo col cuore


simile scellerato

Rimanga adunque
cercano di quietare
,

ardire nelle paridi Se uiiramis e di Cleopatra, le quali

non amano
volere,
il

ma

il

loro libidinoso

quale quietato
si

non pi avanti d'alcuno pi


ad un' ora

che d' un altro non

ricordano. 1 savii mercatanti


i

mal

volentieri arrischiano tutti

lor tesori

a' l'orlunosi casi;

non per tanto una piccola parte

non

si

curano di concedere loro, non sentendo di quel>

la nell'

animo alcuno dolore


la

s'avviene che la peril

dano. Amava adunque


vostro fratello poco
dette dicendo
se
, ,

giovane che abbracci

e quel poco alla fortuna conce-

se costui per questo acquisto


ci sar

bene

sta,

mi
.

riGuta
altra

non

pi che prendersene
,

un

al-

tro

che vergognandosi rimase


tutte le cose,
,

conciossiach

ella lui

amasse sopra

dubit di mettere
,

tanto

amore

in avventura

immaginandosi
il

se questo

forse gli spiacesse, e rifiutassemi,

mio dolore sarebbe


adunque pi
la

tanlu e tale eh' io ne morrei

Sia

se-

conda che

la

prima amata.

QUESTIONE
Feriva del sole un chiaro

VII.

raggio passando in fra


,

le verdi fronde sopra nel detto fonte

il

quale
la

la

sua

luce riiletleva ucl bel viso dell'adorna reiua,

quale

, ,

8o
quando aruendue

FI
i

LOGO LO
,

di quel colore era vestita

che

'1

cielo

ne dimostra

figliuoli di
stelle

Latona a noi nascosti

lucido sol colle sue

ne porge lucej e oltre allo


,

splendore del bel viso quello tanto lucente faceva

che mirabile lustro


geva
si

a'

dimoranti in quello luogo por


e talvolta
il

fra le fresche

ombre j

riflesso

raggio

distendea infino al luogo dove la laurea corona


colla candida testa l'altra
,

d'una parte

con

gli

aurei

capelli terminava

tra quelli
:

mescolata con non mae,

strevole avvolgimento

e quando quivi perveniva


detto
,

nel

primo sguardo

si

saria

che

tra le

verdi

fronde uscisse una chiara faxnmetta d'ardente fuoco,


e tanto
si

dilatasse

quanto

biondi capelli

si

dimo-

stravano
tosto

a' circostanti.

Questa mirabile cosa, forse pi


altri

o meglio avvedutosene che alcuno degli

mirava Galeone intentivamente quasi come

d' altro

non

gli calesse

il

quale per opposito a fronte alla


,

reina sedeva in cerchio

dividendogli

1'

acqua
,

sola

n movea bocca

alla quistione

che a

lui veniva

per-

ch taciuto avesse

la reina gi
la savia

per alquanto spazio


,

avendo contentata
disse
:

donna

a cui la reina cosi


,

o solo disio forse della cosa che tu miri


la
gli

dinne
se-

quale

cagione che cosi sospeso


ordini degli
altri

ti

tiene
,

che

guendo

non

parli

solamente
,

come
da
te

noi crediamo mirando la nostra testa

come
,

se

mai veduta non

fosse avanti?

Dilloci

e ap.

presso

come
la

gli

altri

hanno proposto proponi


l'

questa voce Galeone levata


sieri in s

anima

da' dolci pen,

ritorn

alquanto rlscotendosi
il

come

talvolta colui
fjare,

che per paura rompe


il

dolce sonno suol

e cos disse; alta reina,

cui valore sana imposloro tencauo la

b.bile a narrare, graziosi pensieri In

, , ,,

LIBRO
mia mente
stra fronte

QUARTO
io cosi fiso

8 ir
mirava
la

involta
,

quando

vo-

che mi parve
,

allora

che

il

chiaro raggio
,

giunse nella bella acqua

riflettendo nel vostro viso


spiritello tanto gentile
tir dietro
1'

che deir acqua

uscisse
,

uno
si
,

grazioso a vedere

eh' egli

anima mia
i

a riguardare ci che facesse


chi insufGcienti a tanta

sentendo forse
,

miei oc-

gioia mirare
,

sal

per lo

chiaro

lume

negli

occhi vostri

e quivi per lungo

spazio fece mirabile festa adornandoli di nuova chiarezza


:

poi sngliendo pi su questa luce, lasciando nei


,

begli occhi le sue vestigie


stra

lo vidi salire sopra

la

vo-

corona

sopra la quale

come

egli vi fu
vi
s'

insieme
;

co* raggi parve

che nuova fiamma

accendesse

forse qual fu gik quella che fu ia Tanaquilla veduta

a Tulio piccolo garzone


sta saltando di

dormendo: ed intomo
,

a que-

fronda in fronda
vicita

come

uccelletto
s*
,

che
e
i

amoroso cantando
vostri capelli

molte foglie
atti

andava

con diversi

movendo

e intornian,

do

a quelle

talvolta in essi nascondendosi

e poi pia
fos-

lieto ogni fiata

uscendo fuori

e'parevami ch'egli

se tanto allegro in so

medesimo quanto alcuna cosa


con dolci

mai

essere potesse, e gisse cantando, ovvero


:

voci queste parole dicendo

Io son del terzo

ciel cosa gentile

SI vago de' begli occhi di costei

Che

s*

io fossi

mortai

me

ne morrei.

vo

di fronda in fronda a
gli

mio

diletto

Intorniando

aurei suoi crini


:

E me di me accendendo E *n questa mia fiammctta


Mostro
riLocoLo T.
la forza de'
II.

con

effetto

dardi divini

82

FILOCOLO
Andando ognun ferendo Che lei negli occhi mira

ov' io discendo
lei

Ciaschedun' ora eh' piacer di

Vera rena

degli regni miei.

E
v'

con queste molte


,

altre

ne diceva, andando com'io


;

ho detto
quali

quando mi chiamaste
egli subito
si

ma non prima
nuo-

la

voce moveste, eh'


,

torn ne' vostri oc-

chi

come

mattutine

stelle scintillano di
.

va luce questo luogo lustrando


gioia

Udito avete da che

con nuovo pensiero m' avete alquanto separasi

to

Di questo

maravigli assai Filocolo e


,

gli altri

e rivolti gli occhi verso la loro reina

videro quello
ella

che a udire pareva loro impossibile.


d' umilt
,

Ed
:

vestita

ascoltando le vere parole di


risposta

lei dette, stette

con fermo viso senza alcuna

e per Galeo,

ne

cosi

parlando segui

graziosa reina
,

desidero di

sapere se ciascuno

uomo

a bene essere di s mede.

simo

si

deve innamorare o no

questo a dimandar
,

mi muovono

diverse cose vedute e udite

tenute

dalle varie opinioni degli

uomini
la reina

Lungamente riguard

Galeone nel viso


ci

poi dopo alcun sospiro cosi rispose : parlar

con-

viene contro a quello che noi con desiderio seguiamo.

certo a te dovria

bene
.

essere manifesto ci

che tu
te

dimandando proponi
le parole le

Serverassi

rispondendo a

lo incominciato ordine, encolul a cui subietta

siamo,

quali costrette dalla forza del giudizio


alla

diciamo contro
rie ci

sua deit, piuttosto che volontala

perdoni
.

n per

sua indegnazlone caggia

sopra di noi

voi che similemente come noi su,

l^ietii gli si^te

con forte aniiuo V ascoltate

non mu-^

LIBRO QUARTO
tAndovi per quelle del vostro proponimento.
cloccli

83

ac-

meglio e con pi

ajcrto intenclimcnto le

no-

stre parole si
ci

prendano
,

alquanto fuori della materia

distenderemo

a quella quanto pi
,

brevemente
di tre

potremo tornando e
maniere
,

cosi

diciamo
le

Amore

per

le quali tre tutte

cose sono amate.


la

Alcuna per
dell* altra,

la virt

dvW

una, e alcuna per

potenza

secondoch
la

la cosa

amata

, e simigliantetre
si

mente ramante:

prima delle quali


il

chiama
il

amore

onesto
,

Questo
tutti

buono

il

diritto e

leale

amore
so
:

il

quale da
il

abitualmente deve esser preil

questo

sommo
,

primo creatore
,

tiene lui
.

alle

sue creature congiunto


i

e loro a lui congiugne


,

Per questo

cieli

il

mondo

i
.

reami

le provi ncie

e le citt permangono in istato

Per questo meritiamo


celestiali

noi di divenire eterni posseditori de'

regni
in

Senza questo perduto ci che noi abbiamo


tenza di ben fare
diletto
,
.

po-

Il

secondo chiamato amore per

e questo quello al quale noi siamo subietti


il

Questo

nostro Iddio

costui adoriamo, costui pre-

ghiamo
fornire

in costui speriauio
,

che

sia

il

nostro conteni

tamento
.

eh* egli

interamente possa

nostri se

disii

Di

costui posta la quistione ,


,

bene a
.

sommettcrglisi
terzo

a che debitamenle risponderemo


utilit, di
.

U
pi

amore per

questo

il

mondo

che d* altro ripieno


congiunto
.

Questo insieme
dimora , e
ella
,

colla fortuna

Mentre
si

ella

egli

similemente
di

dimora

quando

parte

e egli guastatore

molti beni; e pi tosto ragionevolmente parlando


si

dovria chiamare odio che amore:

ma

perocch

alla

quistione proposta n del

primo n

dell*
,

ultimo di
cio

bisogno di parlare

del secondo diremo

amore

84
per diletto
desideri di
egli
,

FILOCOLO
al

qual veramente ninno che virtuosa vita


si

seguire

dovria sommettere
,

perocch

d'onore pri valore

e adducitore d'affanni, de-

statore di vizi, copioso donatore d

vane sollecitudini,
,

e indegno occupatore dell' altrui libert


tra cosa

pi eh' aldi s, se

da tener cara
,

Chi aduraue per ben


?

sar savio

non fuggir cotale signora


in

Viva chi pu
ogni atto au-

libero

seguendo quelle cose che


liberiate
,

mentano

e lasciasi

viziosi signori a' viziosi

vassalli seguire.

Io non pensava

disse allora

Galeone
alla

con

le

mie
,

parole dar materia di

mancamento
anzi

nostra festa
le

n
d'

alla

potenza del nostro signore


,

Amce, n

menti

alcuno perturbare
,

immaginava cae

diffinenaltri

dola voi

secondo

l'

intenzion mia e di molti

dovesse quelli che

gli

sono soggetti con forte animo a

ci confermargli, e quelli che

non

gli

fossono con de-

sideroso appetito chiamargli


stra intenzione alla

ma

vegg'o che la vo,

mia
amare

tutta contraria

perocch

voi tre maniere d'

nelle vostre parole essere


la

mostrate 5 delle quali tre,


voi dite consento che sia
,

prima e l'ultima come


la

ma

seconda

la

quale

rispondendo
fuggire
desidera
,

alla

mia dimanda

dite

che tanto da

tengo che da seguire


,

sia

da chi glorioso fine


virti!i
,

siccome aumentatrice
.

di

com'io crera-

do appresso mostrare
gioniamo
rocch
il
,

Questo amore di cui noi

siccome

a tulli

pu

essere manifesto

pe-

proviamo, adopera questo ne' cuori umani

poich' egli ha V anima alla piaciuta cosa disposta, che


egli d' ogni superbia spoglia
cita
, il

cuore e d' ogni feror


,

facendolo umile in ciascuno atto


iti

siccome mai

nifestamente n' appare

Marte

il

quale troviamo

LIBRO
elle arfiandn

QUAUTO
ducA
.

85
d battai

Venero

di fiero e aspro

glie torn

umile e piacevole amante


.

Egli fa
,

cu-

pidi e gii avari liberali e cortesi


giiardairice delle sue arti
senti, liberamente
s<^
,

Medea
le

carissima

poicb

costui
le

fiamme
arti

il

suo onore e
fa

sue

con-

cedette a Giasone

Chi
I

pi

solleciti

gli

uomini

11' ile cose


a Paris e

d*.

li

Quanto
.

egli gli faccia

riguardisi

a Menelao
?

Chi spegne pi
Qtianle volte fu

g'

iracondi

fuochi che fa cosmi

l'ira
*1

d'Achille

quetata da' dolci preghi di Polissena ce


sti

mostri.
forti
,

Quen so

pi che

altri fa gli

uomini audaci e
ci si

quale maggiore esemplo


di Perseo
,

potesse dare che quello

il

quale per Andromaca fece mirabile


fortevtza
,
.

prova di \irtuosa

Questi
di

adoma
lui

di bei co-

ttlmi e d' ornato parlare

magnificenza di gra-

ziosa piacevolezza lutti coloro

che di

si
i

vestono
suoi

Questi di leggiadria e di gentilezza a


bietii fa
.

tutti

su-

dono Oh quanti sono i beni che da costui procedono! Chi mosse Vergiliof Chi Ovidio? Chi
gli altri poeti

a lasciare di loro

etema fama

ne' santi

versi

li

quali

mai

a' nostri
?

orecchi pervenuti non sa-

fieno se costui non fosse


stui virt ?

Che diremo
ebbe forza
,

noi della co-

Se non eh'

egli

di mettere tanta
egli a
,

dolcezza nella cetera d' Orfeo

che poich'

quel
fatti
i

suono ebbe chiamate


riposare
fieri
i

tutte le circostanti selve


,

correnti fiumi

e venire in sua presenza

leoni
,

insieme co' timidi cerbi con mansueta


gli altri

pace

e tutti

animali
,

similemente

egli

fece

quetare

le infernali furie

e diede riposo e dolcezza


tutto questo
,

alle tribolate

anime; e dopo

fu di tanta
la

virt

il

suono ; eh' egli merit di riavere


.

perduta

mogliera

Dunque

costui

non cacciatore

d'

ouore

86
come
dlui

FILOCOLO
voi dite
,

n donatore di sconvenevoli affanni


vizi
,

n suscitatore di
,

n largitore di vane

sollecitu:

n indegno occupatore dell'altrui libert

per
cia-

con ogni ingegno e con ogni sollecitudine dovria scuno


clie di lui

non conto e servidore

procacciare
,

o affannare d'avere la grazia di tanto signore


sergli subietto,

e d'es-

poich per lui

si

diviene

virtuoso.

Quijllo

che piacque

agi' iddii e a'

pi robusti uo-

mini siinilemente a noi dee piacere: seguasi,


servisi, e viva

amisi,
colai

sempre

nelle

nostre menti

un

si^^ore

Molto
ci
stro

t'

inganna

il

parer tuo
,

disse la reina
se'

e di
il

non maraviglia

perocch tu

secondo
,

no-

conoscimento pi eh' altro innamorato


il

e senza
,

dubbio
ch
il

giudizio degli innamorati


degli occhi della

falso

peroc,

lume

mente hanno perduto


cacciata

e da loro la ragione

come nemica hanno

Adunque a noi converr alquanto oltre al nostro volere d' amor parlare di che ci duole, sentendoci a lui
:

subietta

ma

per

trarti d'
.

errore

il

lecito

tacere in

vere parole rivolgeremo

Noi vogliamo che tu sappi,


altra cosa

che questo amore niun'


zionale volont
,

che una

irra-

nata da una passione venuta nel cuo-

re per libidinoso piacere che agli

occhi apparito
e da pensieri

nutricato per ozio da


folli

memoria

nelle

menti: e molte
egli leva
l'

fiate in tanta

quantit multiplica,

che

intenzione di colui in cui dimora dalle

necessarie cose, e disponla alle

non utili.

Ma perocch
i

tu esemplificando

t'

ingegni di mostrare in costui ogni


,

bene e ogni
pli

virt procedere
.

a riprovare
1'

tuoi esem-

procederemo

Non

atto d' umilt


y

altrui

cose

iogiustamenie a s arrecare

ma

arroganza e scon-

LDRO
vcnevolc prounzione
:

QUARTO
,

87
a levare a

e certo quieto cose us Marte,

come

tu sai

per amore divenuto umile


.

Vulcano Venere sua legittima sposa


procede da benigno cuore
principio
.

senza dubbio
,

queir umillth che nel viso appare negli amanti

non

ma
i

da inganno prende
cupidi liberali
,

fa quest*

amore

ma
,

quando

in tanta copia
ne' cuori
,

quanta poni che in Medea fa


e

abbonda

quelli del mental vedere priva

delle cose peraddictro debitamente avute

care stolta-

mente diventa prodigo


nando
,

non quelle con misura do,

ma

disutilemente gittando
.

crede piacere e
,

dispiacere

a' savii

Medea non

savia

della sua

pro-

digalith assai in breve

tempo senza suo


i

utile si penteo,

e conobbe che se moderatamente


avesse usati
sollecitudine

suoi cari doni


.

non
la

sarla a si vile fine

venuta

quella
s'

quale in danno de' sollecitanti


,

a-

cquistA o

s'

adopera
j

non

ci

pare per alcuno da do,

vere essere cercata

molto vale meglio ozioso stare


ancorch n
1'

che male aoperare

uno n

1'

altro sia
*1

da lodare

Paris fu sollecito alla sua distruzione, se


si

fine di tale sollecitudine

riguarda
il

Menelao non per

amore

ma

per acquistare
,

perduto onore con raciascuna persona di-

gione divenne sollecito


screta dee fare
.

come

di mitigata ira

N ma

ancora questo amore cagione


bengnitN d'animo, passato l'em,

pito che induce quella


tesi
1'

la fa tornare nulla
s'

e rimet-

offesa contro a chi


i

adira

bench

gli

amanti

e ancora

discreti

uomini sogliano usare di rimettere


amata o d' alcuno amico
,

l'oiTesc a preghiera di cosa

per mostrarsi di ci che niente lor costa cortesi, e per


obbligarsi
i

prcgatori

e per questa

maniera Achille
la

pi volte gi mostr di cacciare da s

concreata

ira.

88
e valorosi

FILOCOLO
fa
gli
si

Similemente ne mostra che costui


diti
:

uomini

ar-

ma

di ci

il

contrario
d'

pu mostrare.
il

Chi fu pi valoroso morato mise


lando
1'

uomo

Ercole
,

quale inna,

le

sue forze in oblio

e ritorn vile

fi-

accia con le

femmine

d' Iole?

Veramente

alle

cose ove dubbio non corre gente arditissima sono gli

innamorati
diti
,

e se dove
,

dubbio corra
,

si

mostrano ar-

e mettonvisi
,

non amore

ma

poco senno a ci

gli tira

per aver poi vana gloria nel cospetto delle


;

loro

donne

avvegnach questo rare volte avvenga


il

perch dubitano tanto di perdere

diletto della cosa


vili
.

amata

che

si

contentano avanti d' essere tenuti

ancora non dubitiamo che questi mettesse ogni


.

dolcezza nella celer d' Orfeo

Questo consentiamo
al

che

sia

come

tu porgi
le

che veramente

generale a-

more empie

lingue de' suoi sublelti di tanta dolfiate

cezza e di tante lusinghe, che esse molte


colle loro luslnglie volger le pietre
,

farleno
i

non che

cuori

mobili e incostanti
gare
.

ma di vile uomo atto il lusinCome adunque diremo che tal signore si deg:

gia seguire

per bene proprio del seguitatore

? i

Certo
savii

questi da coloro in cui

dimora
li

fa dispregiare

e utili consigli

male per

Troiani non furono da


.

Paris uditi quelli di Cassandra

Non

fa costui

simile

a' suoi sudditi dimenticare e dispregiare la loro

fama

buoua
nostra

la

quale dee da

tutti

come
in

eterna rede della

memoria rimanere
la

terra

dopo

le

nostre

morti? Quanto

contaminasse Egisto basti per esem-

plo, avvegnach Scilla


sife
.

non meglio operasse che Paromperei santi


.

Non

costui cagione di
s

patti alla

pura fede promessa ? Certo


na a Teseo
,

Che avea

fatto Ariani

per

la

qual cosa rompendo

malrimo-

,,

LIBRO QUARTO
niali patti
la
,

89
miaera
J

dando

so a' venti colla donata fede,

dovesse ne' diserti scogli abbandonare

Un poco di

piacere veduto negli occbi di Fedra dallo scellerato


fu cagione di tanto male, e di cotal merito del rice-

vuto onore

In costui ancora ninna legge


all'

si
il

trova

e
ri-

che ci

sia

vero mirisi

opere di Tereo

quale

cevuta Filomena dn? pieto:>o padre


gnalT
,

a lui carnai co-

non dubit

c^i

contaminare

le

sagrntissime leggi

tra lui e

Progne, di Filomena sorella matrimonial.

mente

contratte

Questi ancora chiamandosi


,

e fa-

cendosi caia mare Iddio

le ragioni degl' iJdii

occupa.

Chi porria mai con parole


tare appieno
?

le iniquit di

costui cou-

Egli brevemente ad ogni

male mena
i

chi lo segue
suoi seguaci
le

j
,

e se forse alcune virtuose opere fanno

che avvien rado


,

con vizioso principio

incominciano

desiderando per quelle piuttosto ve,

nire al desiderato fine del laido loro volere

le

quali

non virt
siacht>

ma
sia

vizi

piuttosto

si

possono dire
1'

conciofa
,

non

da riguardare ci che
,

uomo

ma
,

con che animo

e <|ucllo o viiio o virt riputare


:

se-

condo

la

volont dell* operante

perocch giammai
,

cattiva radice

non
:

fece

buono albore

n cattivo
,

al-

bore buon frutto


egli reo

adunque questo amore reo


;

e se

da fuggire

e chi le malvage cose fugge

per conseguente segue


tuoso
.

le

buoue, e

cosi

buono e

vir-

Il
,

principio di costui

niuna altra cosa che


,

puura
e noia

Il

suo mezzo peccalo

il

suo

fine
,

dolore

dessi

adunque fuggire e riprovarlo

temere
,

d'averlo in s, perocch egli impetuosa cosa

n in
.

alcuno suo atto sa aver

modo

ed senza ragione
,

Egli senza dubbio guastatore degli animi

e vergo-

gna

e angoscia

e pasione

e dolore e pianto di

9
quelli
sia
il
,

FILO COLO
e

mai senza amaritudine non consente che


.

cuore di chi lo tiene

Dunque
gli stoki ?

chi loder che

questi sa da seguire se

non

Certo
,

se lecito

ne

fosse

volentieri senza lui


ci
,

viveremmo
,

ma
,

tardi

di tal

danno

accorgiamo e convienci
,

poich nelle
infino a

sue

reti

siamo incappati

seguir la sua vita

tanto che quella luce la quale trasse


passi
,

Enea de' tenebrosi

fuggendo

pericolosi incendii, apparisca a noi,

tirici a'

suoi piaceri

QUI STI ONE


Alla destra

VIIL
bella

dea
la

il

cui

mano di Galeone una nome era Pola, piacevole


,

donna

se-

sotto onesto velo,


la

quale cos cominci a parlare


,

poich

reina

ta-

cque: o nobile reina


nato
,

voi avete al presente determi-

che alcuna persona questo nostro amore seguir


io
il

non dee, ed
che
la

consento

ma

impossibile

mi pare

giovane et degli uomini e delle donne senza

questo

amor

sentire trapassar possa

per

al

presente
,

lasciando con vostro piacere la vostra sentenza

terr
fare

che

lecito sia

l'

innamorarsi

prendendo

il

mal

per debito adoperare: e questo seguendo, voglio da voi


sapere qual di due donne deggia piuttosto da

un

gio-

vane essere amata

piacendo egualmente a lui amen,

due

o quella di loro che di nobil sangue


,

e di pail

renti possente

e copiosa d' avere molto

pi che
,

giovane

l'

altra la

quale non nobile n ricca


il

di parenti abbondevole quanto

giovane

Cos rispose la reina a costei

bella donna,

ponendo
,

che

1'

uomo

e la
,

donna deggia amor seguire


,

come

avanti diceste

uoi giudicheremmo

che quantunque

LIBRO
la

QUARTO
piii
,

91
gioTane, in qua

donna

sia ricca

e nobile

che

il

lunque grado o
cosa

dignitli si sia

cb' ella

deggia piutto-

sto dal giovane essere

amata

che quella che alcuna


l'

meno
1'

di lui

perocch
,

animo

dell'

uomo

seguir

alte cose

fu creato

dunque

avanzarsi e

non
t

avvilirsi

dee

Appresso ne dice un volgar proverbio

egli
la

meglio ben disiare che mal tenere: per amisi


,

pi nobile donna
si rifiuti

e la

men

nobile con giusta ra-

gione

per nostro giudicio


la

Disse allora

piacevole Fola

reina, altro giudicio

sarebbe per

me

di tal quistion donato


lutti
; i

come
e'

udirete

Noi naturalmente
fanni desideriamo
sia

pi brevi eh'

lunghi af-

e che minore e pi breve affanno


della

ad acquistare

1'

amore

men
si

nobile, che quel-

lo della pi, manifesto;


ciossiecosach(> gih
si

dunque

dee seguire: con-

possa della minore dire acquistalo


.

quello che della maggiore da acquistare

Appresso

amando un uomo una donna


che
egli

di

maggior coudizione
gli

non

molti pericoli ne

possono seguire

n per ultimamente n' ha maggior diletto che d'una

minore
parenti

Noi veggiamo ad una gran donna avere molli


molta famiglia
solleciti
,

e tutti riguardare ad essa


,

siccome
se

gunrdatori del suo onore


s'

de' quali
gih dissi,

alcuno di questo amore

avvedesse,

come

all'

amante grave pericolo ne pu seguire, quello che

della nire: gire


,

men
i

nobile non potrebbe cos di leggiero avve-

quali pericoli ciascuno a suo potere dee fugil

conciossiecosach chi

riceve

si

ha

il

danno
si

chi lo sa se ne ride, dicendo, ben


teva egli ad
volta
,

gli sta;

dove

met-

amare? N ancora
e dove

si

muore pi

eh'

una

perch ciascuno dee ben guardare come quella


, ,

una viene a morire

e per che cagione

92
prezzer
si

FILOCOLO
il
,

ancora credibile cosa che la gentildonna poco

perocch essa medesima desiderer d'amate


o maggiore

aito

uomo
,

come
gli

la donna

e noii

mi-

nore di s
perverr
:

e cosi costui tardi o

non mal
il

al

suo disio

e della
si

minore

avverr

contrario, per-

ciocch' ella
te
,

glorier d' essere

amata da tanto amanl'

e ingegnerassi di piacergli per nutricar

amore :
per io

e dove questo
tr senza
terrei
,

non

fosse
il

la

potenza

dell'

amante po:

paura fare
si

suo disio adempiere

che amar

dovesse la minore piuttosto che

altra

E'
na
si
,

V*

inganna

il

parere, disse la teina alla bella don-

perocch amore ha questa natura, che quanto pi


,

ama pi
lui

si

desidera d'

amare : e questo per


si

quelli

che per

maggior doglia sentono

pu comprengli

dere ,i quali avvegnach quella molto

molesti

ognora pi

amano n alcuno
,
,

col cuore tosto la


:

sua

fine desidera

bench

il

mostri colle parole


si

dunque

bench
sono

piccoli affanni

cerchino da' pigri, da'savii


s'

le cose

che con pi affanno


:

acquistano pi
la

graziose e pi dilettevoli tenute

per

minor donna
,

amare
fanno
,

e d' acquistarla saria e per

come

voi dite
,

poco

af-

poco cara e breve tenuta


si

e seguiriasi

che amandosi

desiderasse di

tro alla natuta d'

amore

meno amare, ch' concome di sopra dicemmo


,

Ma

della grande
,

che con affanno

s'

acquista avviene

il

contrario

perocch siccome in cara cosa e con


si

fatica

acquistata ogni sollecitudine


il
il

pone a ben guardare


si

guadagnato amore
diletto e
il

e cosi ognora pi
.

ama, e pi
il

piacer dura
ci sia
,

Ma se

volete dire che

dubito de' parenti

noi noi

neghiamo

e questa

LIBRO
more
d'

QUARTO
ma
.

9^
1'

una delle cagioni perch* egli aflfanno ad aver

a-

una gran donna :


a tali bisogne

discreti

con occulta via

procedono

E non

dubbio che delle


il

grandi e delle piccole donne ciascuna secondo

suo
,

potere e amata,
cosi poria
ii

e guardato l'onore da' pnrcnii

folle nella

malaventura incappare aman.

do

in ba.oso

come

in alto loco
,

Ma chi

sar colui
le

che
sue
farJi

Pisistrato di crudellh trapassi

ofiendendo chi

cose

ama

senza pensare avanti quello che poi


in odio
s
?

a chi

V avr

Direte ancora mai costui di mag

gior donna di

poter venire a fine del suo disio


la

amandolr. dicendo che

donna maggior di

s deside-

rerh d' amare, e lui niente preger, mostra


vi sia

che ignoto
alla

che
,

il

pi picciolo

uomo

inquanto

natu*

ral virt

sia di

maggior condizione e di migliore


.

che

la

maggior donna del mondo


ella desidera
. ,

Qualunque uomo
vizioso vvere

adunque

di

maggior condizione di s
virtuoso e
fa
il

lo desidera
i

Fa bene per il
,

piccioli grandi

e'

grandi

piccioli

molte volte

non per tanto qualunque donna


con debito
fine se
stile sollecitata
,
,

sarh da

qualunque
una
dure

senza dubbio a desiderato


d'

ne perviene

bench con pi affanno


.

grande che d' una picciola


continua caduta
la

noi

veggiamo che per


le
.

molle acqua rompe e fora

pietre: per nullo


di

d'amare alcuna

st

disperi
s

Tanto
di

bene seguir

a chi

maggior donna di

amer, che
,

egli s'

ingegner di piacerle belli costumi avere

nobili

uomini compagnia

ornato di dolci parole


:

ardito alle imprese e splendido di vestire

s'

egli

acquister pi gloria, nell'animo ne avr pi diletto:

e smllemente nel parlar della gente sar esaltato e

magnanimo

reputato. Seguasi

adunque

la

pi nobile

94
minato sopra
cedere
.

FILOCOLO
.

siccome avanti dicemmo

E questo

basti avere deter-

alla predetta

questione sena* altro pro-

QU
Feramonte duca
Pola sedeva
a
lei
,

TI ONE

IX.

di Montorio appresso la piacevol

e cos, poich la loro reina ebbe parlato,


.

cominci a dire
si

Consentendo a questa donna


,

che amare
stione
si
,

convenga

risposto le avete alla sua quls

che piuttosto pi nobile donna di


;

che

meno

deve amare

la

qual cosa assai bene

si

pu consen-

tire

per quelle ragioni che mostrate n' avete

Ma

conciossiecosach ancora delle gentili donne ne sieno

alcune di diverse maniere


ranti
te
,

cio in diversi abiti dimosi

le quali (
,

per quello che

crede ) diversamen,

amano quale pi quale meno qual pi


,

fervente

quale pi tiepidamente
piuttosto

desidero saper da voi, di cui


il

un giovane
,

per pi felicemente

suo disio
tre,

a effetto conducere

si

dee innamorare di queste

di pulcella,

di maritata,

o di vedova.
.

Al quale
la maritata

la reina rispose cosi


,

Delle tre l'una, cio


,

in niun
,

modo
sta in

da desiderare

peroc-

ch' ella

non sua

sua llberlh
il

il

potersi doil

nare, o concedersi ad alcuno, e

volerla o
,

pren-

derla commettere contra le divine leggi

e ancora

contro alle naturali e positive

alle quali
,

offendere
e per con-

un commuovere
tanto a dentro
a

sopra di s la divina ira


;

seguente grave giudizio

avvegnach sovente a chi


la

non mira con


dell' altre

coscienza sa meglio

maria che alcuna


,

due, cio o pulcella o ve-

dova

in quanto per dovere avere de' suoi disii l'ef-

LIBRO QUARTO
fctto
;

gS
con molto
disii

avvegnach
.

tale

amore alcuna
tale

volta

percolo sia

il

perch

amore

a'suoi
,

so-

vente rechi V amante piuttosto che


la

gli altr

questa
si
,

cagione

Manifesto che quanto pi nel fuoco

sofQa pi

s'

accende

e senza soffiarvi

s'

ammorta

quasi tutte

1'

altre cose

usandole mancano: lalihidine

quanto pi
go tempo
fosse
il

s'

usa pi cresce.

stata senza tale cifetto


,

sente
il

e pi con la
riscalda
;

La vedova per esser lunquasi come se non memoria che colla con,
,

cupiscenza

la terza

che ciA

si

sia

ancora
tietali

non conosce
pidamente

se

non con immaginazione, e per


:

disia

e per la maritata
taVi

sovente in
desidera
.

cose raccesa pi eh' altra,

eflelli

Tal-

volta le maritale sogliono da* mariti

oltraggiose pa-

role e

fatti

ricevere

delle quali volentieri prenderieno


,

vendetta se potessero

e ninna via pi presta loro

rimasa

che donare

il

suo amore a chi le stimola di

volerlo in dispetto de' mariti.

avvegnach
essi-re

in

tale

maniera

la vendetta sia e

convegna

molto ocelle

culta per

non

crescere

l'

onta,
il

nondimeno

ne sono

neir animo contente. Poi


tedioso
,

sempre usare un cibo


i

e sovente abbiamo veduto


,

dilicati

per

li

grossi cibi lasciare


1'

tornando poi a quelli quando


contentato
1'
.

appetito degli
lecito
,

altri

Ma

per

come
o

dicemmo,

non

altrui cose

con ingiusta cagio,

ne desiderare

le

maritate lasceremo a' loro mariti

prenderemo

dell'altre, delle quali copiosa quantit ci


la

para davanti agli occhi

nostra citth

e piuttosto le
,

vedove seguiremo amando che


le

le pulcelle

perocch

pulcelle rozze e grosse a


si

tal

mestiero non senza

molto alFanno
(|uello

recano abili

a' desideri! dell'


.

uomo,
Io

che nelle vedove non bisogna

Appresso se

96
pulcelle

FILOCOLO
amano
le
, ,

esse

non sanno che

si
i

desiderare

per con intero animo non seguono


xuante

vestigi dell' a-

come

vedove

in cui gi

l'

antico fuoco ri-

prende forza

e falle desiderar quello che per lungo


,

abuso avevano obliato


effetto
,

ed loro tardi di venire a tale


,

piangendo
notti

il

perduto tempo

e le solinghe e
letti
:

lunghe

che hanno trapassate ne' vedovi


,

per queste siano amate piuttosto


parere
,

secondo

il

nostro

da coloro

in cui libert

in

sottomettersi di-

mora

Rispose allora Ferarionte


ritata diceste

reina, ci

che della ma-

aveva io
,

nell'

animo

diliberato che cosi

dovesse essere
to 5

e pi ora da voi udendolo ne son cer-

ma

delle pulcelle e delle vedove tengo contraria


,

opinione

lasciando le maritate andare per le ragioni


:

da voi poste
celle

perocch mi pare che piuttosto le pulsi

che
1'

le

vedove

dovriano seguire

conciossieco-

sach

amore

della pulcella pi
.

che quello della vegi

dova paia fermo


altre volte

La vedova
,

senza dubbio ha

amato
e
li

e ha vedute e sentite molte cose

d'

amore

suoi dubbii, e quanta vergogna e onori


,

seguiti

da quello

e per queste cose meglio che la

pulcella conoscendo

ama lentamente

e dubitando

non amando fermo

desidera ora questo ora quello j e

non sapendo
s'

a quale per pi diletto e talora

onore di
vuole
,

lei

aggiunga
la

ne

1'

uno n

1'

altro

e cosi

per

mente

di lei la deliberazione vacilla


.

vi

pu amorosa passione prender fermezza


cose alla pulcella sono ignote, e per
avviso eh' ella molto piaccia ad
cos senza
a lui solo

Ma
a

queste
lei

come

un

de' molti giovani

pi esamina quello per amante elegge, e


il

suo

amor dispone

senza saper mostrare

LIBRO
atcnno atto contrario al

QUARTO
,

97
per pi fermo
lei

suo piacere

r amante

legare

niun' altra deliberazione da


:

al

suo innamorare cercala


ceri di colui

dunque

tutta

pura
,

a* piasi
;

che

le piace

semplicemente

e tosto

dispone

lui

per signor solo servare nel

ferito

cuore

quello che,

come

gih dissi
.

della vedova

non avviene:

per pi da seguire

Appresso di quelle cose che


udite o provate con

mai alcuno non ha vedute o


efficacia

pi

aspetta
,

e desidera di vedere
fiate
.

e udire e

provare
1'

che chi molte

vedute e udite e provate

ha

e questo manifesto
il

Tra

1'

altre cagioni

per

le quali

vivere molto ci diletta

ed

disiato

lungo

da noi
state

per veder cose nuove ancora da noi non


:

vedute

e ancora per pi nuove cose vedere e*

diletto di correre

con

sollecito passo a quello

che noi

pi che altro
ciot> la

ci
,

ingegnamo e desideriamo

di fuggire,
.

morte

ultimo fine de* nostri corpi


dilettoso

La

pul-

cella

mai quel

conglugnimento per lo quale


e naturai
<;asa

noi

vegnamo

nel

mondo non conobbe,


a

^ d' ogni creatura

quello essere dal disio tirata.

Ap-

presso ella molte fiale da quelle che sanno quello che

ha udito quanta dolcezza in quello consiste, le quali


parole hanno aggiunto fuoco
al disio
,

e per tiratavi

dalla natura e dal disio di provar cosa da lei

non pro-

vata dalle parole udite

ardentemente e con acceso

cuore questo congiugnmento desidera^ e d'averlo con


cui da presumere
,

se

non con colui

il

quale

ella

ha

gik fatto signore della sua

mente

Questo ardore
la
;

non

sarh nella vedova


,

perocch provandolo
,

prima

volta
la

e sentendolo quello eh* era

si

spense

dunque

pulcella

amerh pi

e pi sollecita sar per le ra-

gioni dette a' piaceri dell'

amante che

la

vedova.

Che

FiLocoLO T. n.

98
non
debba
,

FILOGOLO
,

andremo dunque pi innanzi cercando


si

che amare
vedova
,

piuttosto la pulcella
,

che

la

Voi

disse la reina
;

argomentate bene
noi vi

al

vostro

parere difendere
ta ragione
,

ma

mostreremo con aper-

come

voi dovete quello che noi di quese


alla

sta

quistione

tegnamo similemente tenere,


si

natura d'amore con diritto occhio


la pulcella

mira. Cosi nel-

come

nella vedova
il

e cos nella vedova


esser

come
gono
sto

nella pulcella
;

vedremo potere

fermo
ci por-

forte e costante

e in ci

Dido e Arianna
non

colle loro opere questo esser vero: e


nell'

dove quesia
,

amore e

una e nelP

altra e'
,

niuna

delle predette operazioni ne seguir

dunque conviegi dila


pii

ne che ciascuna ami

se quello

che voi e noi

cemmo

vogliamo che ne segua: e per amando e


,

pulcella e la vedova

senza andar cercando chi


,

discretamente

s'

innamora

che siamo certa della vela

dova
a'

vi

mostreremo che

vedova pi

sollecita

piaceri deir amante che la pulcella.


,

non

dub-.

bio

che

tra

l'

altre cose

che
,

la

femmina ha sopra

tutte cara la sua virginit

perocch in quella tutto

l'onore della seguente sua vita vi consiste, e senza

dubbio
che

ella

non

sar

mai tanto da amore stimolata


ne
sia
,

ella volentieri cortese


si

se

non a cui

ella

per matrimoniali leggi


gnere
.

creder per isposo congiu-.


,

questo noi non lo andiamo cercando

che

non
che

dubbio, che chi vuole


egli

amare per

isposa avere

piuttosto pulcella

che vedova dee amare:


ta-r

dunque

tarda e negligente sar a donarsi a chi per

le effetto

non l'amer
modi per

e ella

il

sappia

Appresso

le

pulcelle al generale sono timide, n sono astute a tro-

var

le vie e'

li

quali

furtivi diletti

si

posn

LIBRO QUARTO
8on prendere
:

99
non
dul>ita
,

di queste cose la vedova


gi

perocch

ella

don onorevoleinenle quello che


ed senza, e per non dubialtrui
,

cotesta aspetta di donare,


ta
,

che se s

medesima dona ad
ella

quel segnale

r accusi. Poi
detto
,

come pi
1'

arrischiante, perch,

come

la

maggior cagione che porge dubbio non


occulte vie, e cos le mette
,

con

lei,

conosce meglio

in efietto.

Vero che
che
la

voi dite

che

la pulcella,
,

come

desiderosa di cosa che


sia sollecita

mai non prov


,

a questo pi
;

vedova

che quello che conosce


il

ma

egli di ci

che voi dite

contrario

Le

pulcelle
,

a tale effetto per diletto non corrono le prime volte

perocch

egli loro

pi noia che piacere, avvegnach


si

quella cosa che diletta quante pi fiate


sente
,

vede o ode o

pi piace, e pi sollecito ciascuno a seguirla:


l'

questa cosa di che noi ragioniamo non segue


alla

ordine

maniera di molte
si

altre

che vedute una volta o


,

due pi non

cercano di vedere
si
,

anzi

quante pi

volte in effetto

mette tante e con pi affezione cer-

cato di ritornarvi, e pi desidera colui la cosa a cui


ella piace
,

che colui a cui


.

ella

dee piacere, n ancora

n'

ha gustato

Per

la

vedova, conciossiccosach ella


il

doni

meno

e pi le sia

donare agevole
,

pi sar
la

liberale, e piuttosto

che

la pulcella
.

che donar dee

pi cara cosa eh'


tirata ,

eli'

abbia

Ancora

sar pi la vedova

come mostrato abbiamo,


;

a tale effetto che la


ire-

pulcella

per

le quali cagioni
.

amisi piuttosto la

dova che

la pulcella

QUISTIONE

X.

Ck)nvenQe appresso a Fcramontc ad Ascalionc pr-

100
porre
disse
:
,

FILOGOLO
il

quale in cerchio dopo lui sedeva


,

e cosi

altissima reina

Io

mi

ricordo che gi fu nella


,

nostra citt una bella e nobile donna

rimasa di valo-

roso marito vedova

la

quale per

le

sue mirabili bel,

lezze era da molti nobili giovani amata

e oltre a

molti due gentili e valorosi cavalieri ciascuno quanto

poteva

1'

amava;

ma

per accidente avvenne, che in-

giusta accusa di costei fu primieramente porta da'suoi

parenti nel cospetto del nostro signore , e appresso per


iniqui
ella
testi monli

provata
al

per le quali inique prove


.

merit d' essere

fuoco dannata

Ma
,

perch

la
le

coscienza del dannatore era perplessa

perocch

inique prove quasi conoscere


?gl'

gli

pareva,

volendo

iddi e a' fortunosi casi la vita di quella


,

commetalcuno

tere

colai condizione aggiunse alla


la

data sentenza
,

Che poich
cavaliere
si

donna

fosse al fuoco
il

menata

se
lei
s'

trovasse
,

quale per salute di

comoppo-

batter volesse

contro al primo che a lui

nesse

quello a cui vittoria ne seguisse ci eh' egli


.

difendeva se ne facesse
ornanti, e per ventura

Udita

la

condizione da' due

prima

dall'
1'

uno che

dall'altro,
,

quegli che prima


salito a cavallo

1'

ud prese
al

armi subitamente
,

venne

campo

contradicendo a chi
.

contravvenir

gli volesse la

morte della donna


,

L'altro
gi era

che pi tardi
al

sentito avea questo

udendo che
,

campo
fare
si

colui per la difesa di lei


tale

n
,

altri

pi v'avea

luogo ad andarvi per


si
,

impresa

non sapendo che


1'

doleva immaginando che

amor
1'

della dongiusta-

na per sua tardezza aveva perduto

altro

mente

l'

avea guadagnato
,

E cosi dolendosi,
la

gli

venne
an,

pensato

che
,

se

prima

eh' alcun altro al

campo

dasse armato

dicendo che

donna dovea morire

LIBRO QUARTO
egli, Insciandosi

loi

vincere
cft'ello
,

la'poievi M'anipnrc: e cos

U
il

peusiero mise in
berata

e fu cninpnla
,

la

donna

Li-

adunque
cavaliere
,

la

donna
a lei

dopo alquanti
egli

giorni

primo
morte
posto
,

and

e s umilemente le rac-

comand
a

rirordandole

come

per

lei

campare da
s'

mortai pericolo pochi giorni avanti


lei

era

e merco degl' iddii e della sua forza avea campalo


il
:

e s di
le
pia-

tale accidente

onde per questo


il

cesse
tutto

in

luogo di merito,

suo amore,
,

(juale sopra

sempre desiderato aveva

donare
il

gli

dovesse

Appresso con simil preghiera venne


liere

secondo cavalei
s'

dicendo
,

che

a rischio di

morie per

era

messo

e ultimamente perdio voi


,

non moriste, so-

stenni di lasciarmi vincere

onde oicrna infamia

me

ne seguita
stare
,

dove

io avrei vittorioso

onore potuto acquiavere le mie

volendo incontro

alla vostra salute

forze operate. La donna ciascun ringrazi benigna-

mente promettendo debito guiderdone ad amendue del ricevuto servigio Rimase adunque la donna , co,

sloro partiti, in dubbio, a cui


se
,

il

suo amore donar doves-

al
:

primo o

al

secondo

e di ci
il

domanda con-

siglio

a quale direste voi eh' ella


?

dovesse piuttosto

donare

Noi terremmo,

disse la reina
;

che

il

primo
il

sia d'a-

mare

1'

ultimo da lasciare
il

peroccht^

primo opr

forza, e dimostr

buono amore con

sollecito

modo,
la

dando
il

medesimo ad ogni pericolo


la

infno alla morte,


,

quale per
assai

futura bnltaglia potesse avvenire


:

quale

bene gliene poteva seguire


tal

conciossieco-

sach se sollecito fosse stato n


di lui alcuno de' nemici della

battaglia
,

farecontm
1'

donna

corno fu

a-

mante,

egli era n pericolo di

morire per difender

lei ;

,02
n manifesto
gli

FILOCOLO
fu che contro a lui dovesse uscire
si

uno che vincere


morire
la

lasciasse

come avvenne

L'ultimo

veramente and avvisato n di moi'Ire n di lasciar

donna

Dunque
il

conciofossecosach egli

meno
bella
,

mettesse in avventura

meno
1'

merita di guada-

gnare: abbia adunque

primo

amore

della
.

donna

siccome giusto guadagnatore di quello


:

Disse Ascalione
voi dite?

sapientissima reina

eh' ci che

Non

basta una volta essere meritato del bene,

senza

pili meriti
,

dimandare? Certo
tutti

s.

Il

primo
vittoria

meritato

perocch da

per
gli

la ricevuta

onorato: e che pi merito


merito della virt?
bastava
il

bisogna se onore
egli

maggior eosa eh'


.

non

fece

ricevuto onore
,

Ma
si

colui che con senno


?
il

venne avvisato
da
tutti

dee essere senza guiderdone


,

poi

vituperato
la

avendo

bene come

primo

scampata

donna

ogni corporal forza


della

Non il ? Come
dee per
sia
.

senno da anteporre ad
,

costui se

colla salute

donna venne

merito essere

abbando-

nato ? Cessi che questo

Se

egli noi

seppe tosto

come
1'

1'

altro
>

questa non fu negligenza, che se saputo

avesse

forse
1'

prima che
j

1'

altro

corso sarebbe a

quello che

altro corse

quello che prese per ultimo


,

rimedio

il

prese discretamente

di

che merito giusta1'

mente

gli

dee seguire

il

qual merito deve esser


si

a-

mor
il

della

donna

se dirittamente

guarda, e voi dite

contrario
Passisi della

mente vostra che


il
,

il

vizio a fin di

bene

operato meriti
operata merita

guiderdone che

la virt

a simil fine

anzi in quanto vizio merita correzio-

ne j

alla virt
.

niuno mondano merito pu giustamente


ci vieter
,

satisfare

Chi

ancorch noi non possiamo

, .

unno QUATITO
con nporta ragione
,

163
,

erodere che

l'

ultimo cnvuliere

non per ninore che


del bene

allo

donna portarne,

ma

invidioso

che
si

all'altro

vedeva apparecchiato, pcrislur?

bar

(piello

mosse
al

a tale impresa

E misleale e folle
si

chi sotto colore


ricever inerito
.

nemico
sono

s*

ingegna di giovare per

Infinite

le vie

perle quali

pu

con aperta amicizia mostrare l'amore che alcuno porla


ad alcun
altro
,

senza mostrarsi nemico

e poi con
.

colorite parole voler mostrare d' aver giovato

Basti
,

oramai per risponsione ci che detto avemo a voi


quale
la

il

lunga elk deve pi che

gli altri far

discreto
la

Crediamo che quando queste poche parole per


mente dchitatnente avrete
giudizio non fallace,
dgcsle, troverete
,

il

nostro

ma
.

vero

e da dovere esser se-

guito

e qui

si

tacque

QUISTIONE XL
Seguiva poi una donna onesta
il

nell' aspetto
:

molto

cui

in lei

nome Graziosa interpelrato il nome consonante coli' effetto


viene
il

e veramente
;

la

quale eoa
.

umile e modesta voce cominci queste parole

A me,
,

o bella reina

il

proporre

la

ma quistione
alla lasciata
,

la
fesi

quale acciocch
sta

tempo che oramai


fassi

s'appressa, e

dolce a ricominciarla
assai

non

metta solo in sermone,


lecito

brevemente proporr: e se

mi

fosse volentieri senza proporla


la vostra

mi

passerei
,

ma
all'

per non trapassare

ubbidienza
sia

e degli
diletto
,

altri l'ordine

proporr questa. Qual

maggior
la

amante

o vedere presenzialmente
,

sua donna
.

o non vedendola

di lei

amorosamente pensare
,

Bella donna, disse la reina

noi crediamo che molto

io4
rocch pensando

FILOCOLO
si

pi diletto pensando

prenda che riguardando

pegli
,

alla cosa

amata graziosamente
festa

spiriti sensitivi tutti allora

sentono mirabile

quasi

loro accesi disii in quel pensiero con diletto


,

contentano

ma
il

nel riguardare ci

non avviene
bene
,

pealtri
,

rocch solo

visuale spirito sente

gli

accende di tanto disio che sostenere noi possono

rimangono

vinti
,

',

ed esso talora tanta parte prendegli


.

del suo piacere


rarsi
,

che a forza

conviene indietro

ti-

rimanendo
il

vile e vinto
.

Dunque

pi

diletto

terremmo
pi

pensare

Quella cosa eh' amata


si

rispose la
io

donna

quanto

vede pi

diletta: e
il

per

credo che molto magfa


il

gior diletto porga

riguardare che non

pensare,
,

perocch ogni bellezza prima per lo vederla piace


poi per lo continuato vedere nell'
si
,

animo

tal

piacere

conferma e generasene amore e


nascono
.

quelli dlsii

che da

lui

Niuna bellezza
,

tanto

amata per alcuna


,

altra

cagione

quanto per piacere


:

agli occhi
si

e con,

tentar quella

dunque vedendola
s'

contentano
il

pensandone loro di vederla


diletto sente

accresce

disio

e pi

chi

si

contenta che chi di contentarsi

desidera

Noi possiamo per Laudamia vedere e coil

noscere qnanto pi

presenzialmente vedere che

il

pensare
il

diletti

perocch creder dobbiamo che mai


si

suo pensiero dal suo Protesllao non

partiva
si

n
ri-

gi per questo

mai

altro

che malinconia
i

vide

fiutando d'ornarsi e di vestirsi


lo che vedendolo

cari vestimenti, quel,

mai non

le

avveniva

ma

lieta

graziosa e adorna
nella sua presenza
festo testimonio

sempre festeggiando stava quando


dimorava. Che dunque pi manisia

vogliamo che questo , che

pi al-

LIBRO
per
gli atti esteriori s

QUARTO
eliti

io5
nel cuore

Icgrexza nel vedere che nel pensare, concioMiecosach

possa (jucllo
f
:

nasconde comprendere

La

rcina allora cosi rispose

quelle cose e dilette*

voli e noiose

che pi all'anima s'appressano, pi


.

noia e pi gioia porgono che le lontane

E chi dubita
Dcucl>
vista
,

che

il

pensiero non dimori nell'anima


si

medesima, e
e

l'occhio a quella non

trovi assni

lontano?
la

ellino per particolar virt di lei

abbiano
le

convenga loro per molti mezzi


all' intelletto

loro proporzioni
nell'a-

animale rendere? Dunque avendo


della cosa
,

nima un dolce pensiero


che
il

amata

in quell'atto

pensiero
.

gli

porge

in
la

quello colla cosa amata

essere gli pare

Egli allora

vede con quelli occhi


si

a cui ninna cosa per lunga distanza


Egli allora parla con
stile le
gli
lei
,

pu

celare

e forse narra con pietoso

passate noie per

1'

amor

di lei ricevute. Allora


.

lecito senza

alcuna paura d' abbracciarla


il

Al-

lora mirabilcmente secondo


essa
.

suo disio festeggia con


la tiene
,

Allora ad ogni suo piacere


:

quello che
as^ietto

del mirare non avviene

perocch quello solo

prima ne ha senza pi

E come
,

noi davanti dicemil

mo Amore
,

paurosa e timida cosa, tantoch

cuo-

re gli

trema riguardando
suo luogo
.

che n pensiero n
le loro

spirito

lascia in

Molti gih

donne guardan,

do perderono

le naturali

forze e rimasero vinti


s'

molti non potendo muoversi

afGsero

e alcuni inaltri

cespicando e avvolgendo

le

gambe caddero j
la vista
:

ne

perderono

la

parola

e'

per

molte cose simile

ne sappiamo essere avvenute


ria suto caro a colui

e queste cose assai sadetto che avvediletto

a cui

abbiamo

nute non fossero

Cosi

dunque come porge

io6

FILOCOLO'^
si

quella cosa che volentieri

fuggiria

Noi confessiail

mo bene
che

se posslbil fosse senza


,

tema

riguardare
il

di gran diletto saria


;

bench nulla senza

pen-

siero varria

ma

il

pensiero senza la corporale veduta

piace assai: e che del pensiero possa avvenire ci che

dicemmo
sati
il

manifesto che

e molto

pi ancora

che noi troviamo gi uomini col pensiero aver trapasi

cieli, e gustata dell'


il

eterna pace

Dunque

pili

pensare che

vedere diletta. Se di Laudamia dite,


si

che malinconica

vedeva pensando, non lo neghiamo,


la

ma

amoroso pensiero non


a'

turbava anzi doloroso


,

Ella quasi indovina

suoi danni
,

sempre

della
:

morte
questo
in

di Protesilao dubitava

e a questa pensava
li

non
lei

de' pensieri de' quali ragioniamo,

quali
,

entrare non poteano per quella dubitazione


il

anzi

dolendosi con ragione mostrava

viso turbato

QU ISTI ONE
za altro attendere
,

XII.

Parmenione sedeva appresso a questa donna, e

sen-

come
,

la

reina

tacque, cosi inco-

minci. Gentile reina


d'

io fui

lungamente compagno

un giovane
.

al

quale ci eh' io intendo di narrare

avvenne

Egli tanto quanto alcuno giovane amasse


della nostra citt
bellissi-

donna

amava una giovane


mollo amava

ma

graziosa gentile e ricca d' avere e di parenti


lui
,

molcono.

to, ed essa
scessi
,

per quello eh'


era

io

a cui questo

amore solamente
in ninna
il

scoperto

Amando adunque
temendo non
si

costui questa con segretissimo


,

stile,

palesasse

maniera a

costei
le

poteva parlare, acciocch


scoprisse
,

suo intendimento
accertasse
,

di-

e di quel di lei

s'

n a persona

LIBRO QUARTO
se

107
:

ne fdava

cho questo
il

di parlar tentasse
,

mn pure
dire

stringendolo
lo poteva
,

disio propose

pnichi^ m

lei

non

di farle per altrui sentir ci


:

che per amor


pi
vide

di lei sosteneva

e riguardato pi giorni per cui

cautamente

tal

bisogna

significar
,

le potesse

un

di

una vecchia povera


f

vizza rancia
se

e dispettosa
,

tanto

quanto alcuna trovare

ne potesse
,

la

quale
,

entrata nella casa della giovane

e cercata

limosina
atto
si

con

essa se

ne usci

e pili volte poi in


la

simile

per simile cagione ritornar


costui in cuore di fidarsi,
spetta

vide. In costei

pose
so-

immaginando che mai


il

non

saria tenuta
:

e compiutamente poria
,

suo

intcadimento fornire
doni le promise
le
,

e chiamatala a s
il

grandissimi

se aiutare
.

volesse in quello ch'egli

domanderebbe

Ella giur di far tutto suo potere.


il

cui questi allora disse

suo volere
,

Partissi la vecla gio,

chia

dopo piccolo spazio


dell'

di

tempo e accertata
le

vane
e
lei

amore che

il

mio compagno
le cose del

portava

similemenie sopra tutte

mondo

lui a-

niava, occultamente ordin questo giovane essere una


sera colla disiata

donna

e mcssolosi innanzi
il

come
egli

ordinato avea

alla casa di costei


,

men

dove

non fu prima venuto che per suo


vane
la

infortunio, la giofratelli
,

vecchia ed esso furono da'


tulli

della

gio-

vane insieme

e tre trovati e presi

e costretti di

dire la verit di ci che quivi facessero, c'con fessa rono

quello che era

Erano costoro amici del giovane ; e conoscendo che a ninna loro vergogna costui era an.

cora pervenuto, non lo vollero oiVendere

ohe pote-

Tano,
cos
:

ma

ridendo,

gli

posero questo pari ito dicenda

tu se' nelle nostre


,

mani

ed hai cercato di vi-

tuperarci

e di ci noi

ti

passiamo punire se no* y<y

io8
gliamo
dere
,

FILO COLO
:

ma

di queste

due cose
t'

1'

una
,

ti

convien pren-

o vuogli che noi

uccidiamo

o vuogli con

questa

vecchia e colla nostra sorella con ciascuna


,

dormire un anno
glierai di

giurando lealmente che se tu pi,

dormire con costoro due anni


,

il

primo
,

colla giovane

che tante volte quante


il

tu la bacerai

ci che tu le farai, altrettante

secondo anno bacerai


il

farai alla vecchia


,

e se la

vecchia
la

primo anno
,

prenderai

tante volte quante

bacerai o toccherai

tante simigliantemente n pi n

meno
due

alla
il

giovane
partito,

nel secondo anno farai

11

giovane ascoltato
i

vago di vivere

disse di volere colle

due anni

dormire. Fugli consentito. Rimase in dubbio da quale


dovesse innanzi cominciare
,

o dalla giovane o dalla

vecchia

Di quale

il

con si gli ereste voi per pi sua


?

consolazione ched egli dovesse avanti pigliare

Alquanto
mile mente
il
i

sorrise la reina di questa novella

si-

circustanti
il

e poi cosi rispose

Secondo
la

nostro parere

giovane dovria piuttosto


la

bella

donna giovane che

vecchia pigliare, perocch nin-

no bene presente
gliar

si

dee per lo futuro lasciare, n pi:

male per futuro bene


dolsero

senno per che delle


il

cose future incerti siamo, e di questo facendo


trario
,

con,

molti gi
,

si

e se alcuno se ne lod
gli

non dovere
si

ma

la

fortuna in ci
innanzi
,

aiut

Prenda-

adunque

la bella

Molto mi

fate maravigliare

disse

Parmenione,
lasciar

disi

cendo che presente per futuro bene


dee
:

non

a che fine

seguire e
gli

dunque con forte animo ci convien dove fuggir sostenere i mondani affanni
,
,

possiamo

se

non per
?

gli eterni

regni promessi a

noi dalla speranza futuri

Mirabile cosa che tanta

LIBRO QUARTO
gente
,

109
affannando

({uanta nel

mondo dimora
come

tatti

affin di riposo sentire,

in tale errore Tossono al

cuna

volta tanto dimorati, potendosi riposare avanti

se l'affanno,
ti.

dopo

il

riposo, fosse miglior che davan-

Giusta cosa mi pare dopo l'afTamio riposo cerca:

re

ma

senza afTanno voler posare


,

secondo
.

giudicio

non pu n dee

esser diletto
sia

mio Chi dunque


il

consiglierh alcuno che

prima

da dormire un an-

no con una
ia di

bella donna, la qual sia solo riposo e gio-

colui che

con

lei si

deve giacere

mostrandogli
vita,

appresso dovergli segiiire tanta noiosa e spiacevol


([uanta con
tutti atti

una

laida vecchia

dovere altrettanto in
7

usare che colla giovane dimorato


al dilettoso vivere
,

Ninil

na cosa tanto noiosa

quanto

ricordarsi che al termine della

morte segnato

ci con,

vlen venire

Questa

tornandoci nella

memoria
,

sic*

come nemica
ne
tir

e contraria del nostro essere

ogni be-

ci

turba

n mentre questo

si

ricorda

si

pu

sen-

giammai

gioia

nelle'mondane cose; cos similemensi

te

niun diletto colla giovane


sia
,

potr avere che tur-

bato e guasto non


altrettanto far
la
11
si

pensando e ricordandosi che


,

convenga con una vilissima vecchia


gli
,

quale davanti agli occhi della mente

dimorer
gli

tempo

che vola con


,

infallibili

penne

parr

che

trasvoli

scemando ciascun giorno


:

delle dovute
,

ore grandissima quantit

e cosi

la letizia
,

essendo
si

dove futura
te
:

tristizia infallibile s' aspetta


,

non

sen-

per
,

io terr

che

'1

contrario fosse miglior condi cui grazioso riposo


'1

siglio

che ogni (Tanno


,

s'

a-

spetta

pi dilettevole che
.

diletto

per cui noia


,

sperata

Le

fredde acque pareano calde

il

tene*
si-

broso e pauroso tempo della notte pareva chiaro e

110
curo giorno
,

FILOCOLO
e

P affanno

riposo a Leandro andando

ad Ero
salate

colla forza delle sue braccia


tra Sesto e

notando per

le

onde

Abido

per lo diletto che da


.

lei aspettante
1' il

attendea d' avere

Cessi

adunque che
,

uomo

voglia

prima

il

riposo che la fatica


servigio
,

o prima
che
,

guiderdone che fare


;

il

il

diletto

la

tribulazione

conciossiecosach,

come

gi detto

se

quel

modo
si
,

si

prendesse
,

la

futura noia impediria tan,

to la presente gioia

che non gioia

ma

presso che
i

noia dir
cati cibi
1'

potrebbe
gli

Che

diletto

potevan dare

dili,

strumenti sonati da maestre mani

altre mirabili feste fatte davanti al fratello di


,

Diofilo

nisio

poich' egli sopra

il

capo

si
?

vide con

sottil

pendere legato un aguto

coltello
,

Fuggansi adunque

prima

le dolenti cagioni

poi

si

seguitino con piace*

volezza e senza sospetto

graziosi diletti
,

Rispose a costui
te

la reina

voi ne rispondete in par,

come

se degli eterni

beni ragionassimo

per

li

quali acquistare non dubbio che ogni affanno se ne

dee prendere
e noi
al

e ogni

mondano bene

e diletto lasciare:

presente

non parliamo

di quelli,

ma

de'

mona

dani

diletti

e delle

mondane noie quistioniamo:

che

noi rispondiamo, come prima dicemmo, che ogni mon-

dano

diletto si
,

dee piuttosto prendere che mondana


anzi che
:

noia ne segua

diletto aspettare

mondana noia per mondano perocch chi tempo ha e tempo


,

aspetta

tempo perde
i

Concede
,

la fortuna

con

varii

mutamenti
gliare

suoi beni
gli

quali piuttosto sono da pi,

quando
1'

dona
.

che volere affannare per


se la sua ruota stesse fer-

dopo

affanno avergli
1'

Ma

ma

infno che

uomo
,

avesse affannato, per


si

non do-

vere pi affannare

diciamo che

poria consentire

LIBRO QUARTO
di pigliare
il

i^p^,

prima

1'

affanno

ma

chi certo che


,

male non possa


s*

cosi seguir peggio

che

aspetta

tempi insieme colle

dopo come il bene mondane coso


primach
l'an,

sono

transitorii.
,

Prendendo

la vecchia

no compia
potrh
la

il

quale non parrh che mai venga


,

meno
,

giovane morire
,

fratelli di lei pcntcrsi


,

esser donata ahrui

o forse rapita
:

e cosi

dopo male
fia

peggio seguir
presa
,

al
il

prenditore

ma
,

se la giovane
il

avranne

prenditore primieramente
lui desiderato

suo diseguirli
li

sio tanto

tempo da

n ne

gli

per quella noia che voi dite che nel pensier ne

dee seguire

perocch

il

dover morire
fia

infallibile

ma
tere

il

giacere con

una vecchia

accidente da po-

con molti rimedii da

uom

savio cessare: e le

mondane cose sono da


questa legge
,

esser prese da' discreti


le tiene le
,

con
,

che ciascuno mentre

goda

disponendosi con liberale animo a renderle


lasciarle
,

ovvero u
per

quando

richieste saranno

Chi

afl'anna

riposare manifesto esemplo


za quello aver

mi porge che

riposo senl'

non puote
il

e poich egli prende

af-

fanno per avere

riposo, quanto pi da presumere,


presto

che se

il

riposo

gli fosse

come l'ailanuo,

ch'egli

piuttosto quello

che questo prenderebbe ?

non da

credere che
senza passare
peri
,

se
il

Leandro avesse potuto avere Ero


tempestoso braccio di mare, dov'egii

eh' egli non l'avesse piuttosto presa che notato?


le cose

Convengousi
SODO donate
sia
.

della
s

fortuna

pigliare

quando

^iuno

piccolo dono che miglior


:

non

che una gran promessa

prendansi alle future


la

cose rimedii, e le presenti secondo

loro qualit si
il

governino

Naturai cosa di dovere piuttosto


pigliare
,

bene

che

il

male

quando egualmente concorrono:

iia
e chi fa
follia
il

FlLCbLO^
contrario
. ,

non naturale ragione


1'

ma

sua

segue

Ben confessiamo che dopo


il

affanno

pi grazioso
to,

riposo che prima e


sia piuttosto

meglio conosciu-

ma non

per che

da pigliare. Possii
,

bile agli

uomini

folli

e a' savii usare


il

consigli

de' folli e de' savii secondo


infallibile verit

loro parere
,

ma

per la

non

si

muta

la

quale

ci

lascia ve,

dere
la

che piuttosto

la

pi bella e giovane donna che

vecchia e laida

sia

da prendere da colui a cui

tale

partilo donato fosse

QUISTIONE
Massalino
,

XIII.

il

quale tra

la destra

mano
il

della reina
,

e di Parmenione sedeva compiendo


cos
:

cerchio

disse

ultimamente

me
,

convien proporre: e accioc,

ch' io le belle novelle dette


avanti faccia pi belle

e le quistioni proposte

una

novelletta assai graziosa a


assai leggiera a ter,

udire

nella quale
,

una quistione
.

minar cade
citt

dir

Io ud' gi dire

che nella nostra

un gentiluomo ricco molto aveva per sua sposa


,

una bellissima e giovane donna


tutte le cose del
.

la

quale egli sopra


questa donna da

mondo amava Era


u
lui

un

cavaliere della detta citt per


,

amore intimamente
si

amata
rava
;

ma

ella

amava

n di suo amore

cu-

per

rola n

la qual cosa il cavaliere mai da lei n pabuon sembiante aveva potuto avere : e cosi

sconsolato di tale

amore vivendo

avvenne che

al

reg-

gimento

d'

una
egli

citt

assai alla nostra vicina


,

fu chia-

mato

ove

and

e quivi onorevolemente
vi

avendo
,

retto gran parte del

tempo che dimorar


il

doveva

per accidente

gli

venne un messaggere,

quale dopo

LIBRO
altre novelle cosi gli disse

QUARTO
:

ii3
,

signor

mio

ravi

manife-

lo

che quella donna

la

quale voi sopra tutte V altre


,

amavate
partorire

nella nostra citt


,

questa mattina

volendo
,

per griexe doglia non partorendo mor)


in

onorevolemenle
seppellita
.

mia presenza da' suoi parenti Tu


il

Con

grievC doglia asc^jt


la

cavaliere

la

novella

e con forte animo

sastenne

non mostran,

do

neri

viso per quella alcun


disse
,

mutamento
,

e cosi fra s
sia

medesimo
Itra cosa

ahi villana morte

maladelta

la

tua potenza

tu ni' hai privato di colei eh* io pi


,

che
,

amava
di
,

e cui io pi desiderava di servire


la

bench verso
cos

me

conoscessi crudele

ma
vita

poich
di
lei

avvenuto

quello che

Amore

nella

non mi
che
.

volle concedere ora eh' eli'


,

morta non mi
morire
,

potrh negare
cia

che

certo,

s'

io dovessi

la

facio

io tanto viva

amai ora morta converr che


il

baci

Aspett adunque

cavaliere la notte
,

e preso
lui

un
1'

de* pi fidi famigliari che egli avea


si

con
,

per

oscure tenebre
,

mise
la

a gire alla citt

nella

quale
era
la
il

pervenuto

sopra

sepoltura dove seppellita

donna

se n'

and
il

e quella

aperse, e confortato

compagno che
entr in quella

dovesse senza alcuna paura attendere, e con pietoso pianto dolendosi co-

minci

a baciare la

donna

e a recarlasi in braccio

dopo alquanto, non potendosi di baciare costei saziare, e mettere le mani nel gelato la cominci a toccare
,

seno fra le fredde

mammelle
,

poi le segrete parti


al

del corpo con quelle

divenuto ardito oltre


i

do-

vere

cominci a cercare sotto

ricchi vestimenti,

le quali

andando

tutte

pra lo stomaco

le distese

con timida mano tentando soe quivi con debile movi,

mento

sent

li

debili polsi

muoversi alquanto

Di-

riLocoLO T. U.

, ,

n4
facea ardito
costei
,

FILOGOLO
non poco pauroso 5

venne allora questi

ma Amore

il

e ricercando con pi fidato sentimento


,

conobbe che morta non era


con soave mutamento
,

e d quello luogo

la trasse

e appresso involtala
,

in

egli e

un gran mantello il compagno a


la

lasciando la sepoltura aperta


casa della
,

madre di
il

lui tacita-

mente

ne portarono
la

scongiurando
,

cavaliere la

madre per
altro a

potenza degl* iddii

che n questo n
fatti

ninna persona manifestar dovesse: e quivi


,

accendere grandissimi fuochi


riconfortando
,

freddi

membri venne

a'

quali per
:

non debitamente tornar


qual cosa egli forse in

vano

le

perdute forze
fece

per

la

ci discreto

un

solenne bagno apparecchiare


,

nel quale molte e virtuose erbe fece mettere

e apsi

presso

lei vi

mise

facendola in quella maniera che


.

conveniva servire teneramente e governare

Nel qual

bagno poich
iata
,

la

donna fu per alquanto spazio dimoal

il

sangue d' intorno


,

cuore congelato per lo


,

ricevuto freddo
si

ritornato caldo
,

per

le

fredde vene

cominci a spandere

gli

spirili

tramortiti co-

minciarono a ritornare

nelli loro luoghi:

onde

la

donlei,

na risentendosi cominci a chiamare

la

madre

di

domandando ove ella fosse go della madre rispose, che


,

a cui
in

il

cavaliere in luo-

buon luogo dimorava,


,

e eh' ella

si

confortasse

In questa maniera stando


,

come
la

fu piacere d' Iddio

invocato

1'

aiuto di Lucina

donna, e facendo un bellissimo


tale affanno e pericolo si liber
,

figliuolo

maschio,

da

rimanendo chiara
-,

e fuori d'ogni alterazione

e lieta del nato figliuolo


lei

cui prestamente balle alla guardia di

e del garla
,

zone trovate furono. Ritornata adunque

doniin
esseji.

dopo

al

grave aifanno alla

\era conoscenza

ed

LIBRO
do
il

QUARTO
nuovo
,

ti5
,

gi^ nato nel

mondo

il

sole

davanti
di
lui
,

si

vide

cavaliere che

V amava

e la

madre
,

a' suoi
,

servigi ciascuno di loro presto

e de' suoi parenti

miratasi assai dattorno, ninno vide: perch venuta

in cogitabile
disse
:

ammirazione
io
io
:

quasi

tutta

stupefatta
?

ove sono
qui dove

m' ha
tati

Qual maraviglia questa mai non fui menata ?


ti

Chi
il

cui

cavalier rispose
,

dunua, non

maravigliare

conforstato,
,

che quello che tu vedi piacere degl'iddii


ti

e io

dir

sino alla

come e cominciandosi fme come avvenuto 1' era


:

dal principio
le

in-

dichiar

conlui
,

chiudendo eh'
per
la

ella e

il

figliuolo

erano vivi per

qual cosa sempre


la

a' suoi piaceri


,

erano tenuti

Questo sentendo
che per
altro

donna
alle

e conoscendo veramente
del cavaliere

modo
,

mani

non poria
le

essere pervenuta

se

non per quello che


g' iddii
,

egli

nar-

rava
zio
,

primieramente
il

con divote voci ringra*


a' suoi

e appresso

cavaliere

sempre
il

servigi

piaceri oil'erendusi. Disse

adunque

cavaliere: donna,

poich

a'

miei voleri conoscete essere tenuta, io voglio


io

che in guiderdone di ci eh'


fortiate

ho adoperato
dell'

vi

con-

infmo

alla

tornata

mia
,

uGcio

al

quale

fui eletto gi tanto

tempo

che gi presso
al

alla fine

sono

mi

promettiate di

mai n

vostro marito
:

n ad

altra

persona senza mia licenza palesarvi


,

cui la donna rispose


altro negare
,

non

potergli
si

n questo n
,

e che veramente ella


gli

conforterebbe
farsi

e con giuramento

afferm di
.

mai non

cono-

scere senza piacer di lui

Il

cavaliere veduta la
,

donna

riconfortata e fuori d' ogni pericolo

dimorato due
alla

giorni a' servigi di

lei

raccomandata
e lora
all'

madre

lei

il

figliuolo,

part

uficio della rettoria

ii6
sua
fini
,

FILOCOLO
il

quale dopo piccolo tempo onorevolement


,

e torn alla sua terra

e alla casa
.

dove dalla

donna fu graziosamente ricevuto


alcun giorno dopo
chiare
la

Dimorato adunque
,

sua tornata
,

egli fbce

apparecil

un grandissimo convito
altri:

al
,

quale
e
i

egli invit

marito della donna amata da


e molti

lui

fratelli

di

lei

ed essendo

g' invitati

per sedere

alla ta,

vola

la

donna,

come

piacere del cavaliere fu


i

venne

vestita di quelli vestimenti

quali alla sepoltura avea

portati

e ornata di quella
,

corona e snella e

altri

preziosi paramenti

e per comandamento del cavasuo marito mangi quella


marito
, .

liere senza parlare allato del

mattina

il

cavaliere allato al

Era questa
drappi e
gli

donna dal marito sovente riguardata


ornamenti
sua donna
pellita
1'
,

e'

e fra s

gli

pareva questa conoscere essere


i

e quelli essere
,

vestimenti co' quali sep.


gliele

aveva

ma

perocch morta
,

pareva averisuscitata

re messa nella sepoltura


fosse
,

u credea che

non ardiva a

fare

motto

dubitando ancora
esti-

non

fosse un' altra alla sua

donna simigliarne,
a trovar
,

mando

che pi agevole fosse

persona e drap-

pi e ornamenti simiglianti ad altri

che risuscitare
al
il

un corpo morto
cavaliere

ma non per tanto sovente rivolto dimand chi questa donna fosse A cui
: .

cavalier rlspondea

dimandatene

lei
1'

chi

eli'

che
.

io

noi so dire, da
lora
il

si

spiacevole luogo
la

ho menata
ella fosse
,

Al-

marito domand
:

donna chi

a cui

ella rispose

io

sono

stata

menata da
che da

cotesto cavatutti
.

liere

da quella

vita graziosa

dislata

per non

conosciuta via in questo luogo

cava l'ammirazione del marito per

Non manqueste parole ma

cresceva: e cosi iufino che ebbei-o njangialo dimora-

UBRO QUARTO
tono
nella
t

117
che

allora

il

cavaliere

men

il

marito tlcUa donna

camera
lui

la

donna e
,

gli altri

similemente

eoa

avevano mangiato
il

dove

in

braccio ad una
,

balia trovarono

figliuolo della
il

donna

bellissimo e

grazioso

il

quale

cavaliere pose in braccio al

pa-

dre
stra

dicendo, questo tuo figliuolo; e dandogli la de-

mano

della

donna
,

disse

questa tua
lui

niogliera
altri

madre

di costui

narrando a
.

e agli
tutti
il

quivi era pervenuta


raviglia gran festa
,

Fecero costoro

come dopo la ma-

massimamente
,

marito colla

sua donna
figliuolo,

e la donna con lui


il

rallegrandosi del loro


lieti

e ringraziando
,

cavaliere

tornarono

alle loro case


festa
.

facendo per pi giorni maravigliosa


la

Serv questo cavaliere

donna con quella


:

te-

nerezza e pura fede che

se sorella gli fosse stata


,

perocch

si

dubita qual fosse maggiore


1'

la

lealtli

del cavaliere, o

allegrezza del marito

che

la

donna

e
si

il

figliuolo

quali perduti reputava siccome morti,


,

trov racquistaii

pregovi che quello che di ci


.

giudichereste ne diciate

Grandissima crediamo che


cquislata
bile e

fosse la letizia della ra-

donna e

figliuolo, e simile la lealt fu nota:

grande del cavaliere

ma
altri

perocch naturai cosa

delle perdute cose racquistandole rallegrarsi, n po-

trebbe esser senza perch

volesse, e

massima,

mente racquistando una cosa mollo amata davanti

un

figliuolo
si

di

che non
,

si

poria tanta allegrezza


s

fare

quanta
sia

converrla

non reputiamo che


,

gran cosa

quanta una farne


;

che l'uomo

sia

da propria vir-

t costretto a farla

e dell* esser leale questo addivie1'

ne

perocch possibile
,

essere e
l'

il

non

esser leale.

Diremo adunque

che da cui

esser leale In

com

ii8

FILOCOLO
,

tanto amata procede

eh' egli faccia grandissima no,

tabile cosa lealt servando

e che in molta quantit


1'

avanzi in s la lealt

che

allegrezza in s

e cosi

terremo.

Certo

disse Massalino
sia
:

altissima reina

come

dite

credo che
a tanta fu
,

ma
,

gran cosa

mi pare

al

pensare che

letizia

quanta in colui che

la

donna riebbe

si

potesse porre comparazione di grandezza in


,

un' altra cosa

che maggior dolore non

si

sostenga

che quello quando per morte amata cosa


Appresso se
egli fece
'1

si

perde
si

cavaliere fu leale,

come qui
tutti

gi

disse,

suo dovere, perocch

siamo tenuti a

virt operare; e chi fa quello a che tenuto ben


fa,

ma non

da reputar gran cosa, per


1'

io

immagino
si

che giudicar maggiore


porria consentire.

allegrezza cha la lealt

Voi a voi medesimo contraddite


le
,

nelle vostre paro-

disse la reina

perocch cos

si

dee

1'

uomo
,

ralle-

grare per dovere del bene che Iddio

gli fa

operar virt
dolente,

ma

se esser si potesse nell'

come per uno caso si

come

nell' altro si porria disleale, porriasi al

vostro parer consentire.

Le

naturali leggi seguire , che


,

non

si

possono fuggire, non gran cosa


:

ma

le positi-

ve ubbidire virt d' animo

e le virt dell'

animo

e per grandezza e per ogni altra cosa sono da proporre


alle corporali

opere

e se opere virtuose
,

facendo

degna compensazione
altra

avanzano in grandezza ogni


dire che
l'

operazione

si

pu ancora
:

essere sta-

to leale

dura in essere sempre


rivoltare
,

la letizia si

pu
o

in su-

bita

tristizia

o divenir nulla

modica
per-

dopo poco spazio


ch
lieto
s

di
;

tempo, possedendo
e per dicasi
il

la cosa

diventa

cavaliere essere

LIBRO
stato

QU AUTO
,

119
diritto

p& leale die colui Heto


.

da chi

vuol

giudicare

Non
e
il

seguitava appresso M;issalino alcuno pi che


,

proporre avesse
sole
gi
:

perocch

tutti

avevano proposto

Lassando
la

lasciava pi

temperato ere
,

ne' luoghi

per
dell'

qual cosa Fiammetta


,

reverendis-

ima reina
cosi disse
;

amoroso popolo

si

dirizz in piede e
le

signori e
alle quali

donne
merc

compiute sono

nostre

questioni
nostra

degl'iddi noi secondo la


risposto,

modica conoscenza abbiamo

seguendo

piuttosto festeggevole ragionare che

atto di quistit)-

nej e similemente conosciamo di molle cose pi potersi

intorno a quelle rispjiidere e migliori che noi


dette
:

non abbiamo
bastano

ma
,

quelle che dette sono assai


1'

alla nostra festa

altre

rimanghino
gih
l'

a' filo-

sofanti in

Atene. Noi veggiamo


,

Febo
la

guardarci

con non
e
i

diritto aspetto

e sentiamo

aere rinfrescato,
festa
,
,

nostri

compagni avere ricominciata

che

qui vegnendo per troppo caldo lasciammo


pare di noi tornare similemente a quella
dello
,

e per ci

questo

presa colle dilioate


,

mani

la

laurea corona dalla


la

sua

testa

nel luogo dove seduta era

pose dicen,

do

io lascio

qui

la

corona del

mio

vostro onore

infino a tanto che noi a simile ragionamento tornia-

mo

e preso Filocolo per la


levato
i
,

mano, che
.

gih s' era

con

gli altri

tornarono a festeggiare
strumenti
si
,

Sonarono
rosi canti

lieti

1'

aere piena d'

amo-

da

tutte parti

sentiva

e ninna parte del

giardino era senza festa


fino alla sua
fine tulli
la notte
,

nella quale quel

giorno in:

lietamente dimorarono

ma

sopravvenuta
stelle
,

mostrando

gik la loro luce le

alla

donna e

a tutti parve

di

partire ter-

120
nando
alla citt
lei
,

FI
;

LO COLO
quale pervenuti
disse:
,

alla

Filoeolo, parse

tendosi da
g

cosi

le

nobile

Fiammetta,
fossi

iddii

mai mi concedessero ch'io


,

mio com'io

sono d' altrui

senza dubbio incontnnente sarei vostro;


,

ma
so
:

perch mio non sono

altrui
il

donar non mi pos-

non per

tanto quanto
,

misero cuore puote ricesi

"vere

fuoco strano
,

di

tanto per lo vostro \alore

sente acceso
to
,

e sentir sempre, e ognora con pi affetin oblio


il

desiderando di mai non mettere


.

vostro

valore
partire

Assai fu Filocolo da lei ringraziato nel suo

aggiugnendo che
i

g' iddii

tosto in

graziosa

pace ponessero

suoi disiri

Tornato

cos Filocolo al

suo ostiere, quella notte


l'

con molti pensieri pass ,


tendo
,

fra s

udite quistioni ripe-

delle quali assai a' suoi dolori facevano fiam-

ma

e lutto per la bellezza della piacevole

Fiammetfe-

ta racceso,

con pi pena sosteneva


.

1'

essere a Bianco-

fiore lontano
ste

Egli poi ricordandosi delle passate


lei in

avute con

quelli

tempi
i

e in molti altri, fra


i

molte
,

fiate

annoverava

giorni

mesi e

gli

anni

dicendo
e

tanto
,

tempo

passato che io con lei

non

fui

non

la vidi

e con gravissimi sospiri notava queste


lei
si

ore nelle quali pi graziosamente con


essere stato
.

ricordava
,

Ma

perch
gli

il

tempo che
,

perdeva

che pi che mai


linconia
,

gravava

passasse con
vicini

meno madi

egli

andando per

li
1'

paesi

Parte,

nope

si

dilettava di vedere
,

antichit di Baia
,

il

Mirteo mare

il

monte Miseno
,

massimamente
,

quel luogo donde Enea


a vedere
rabile
tri le
,

menato
.

dalla Sibilla

and
mial-

le infernali

ombre

Egli cerc Pescina


di Tritoli
.
,

e lo imperiale

bagno

e quanti

vicine parti ne tengono

Egli volle ancora veder

LIBRO QUARTO
parte dell' inesercitabile monte Barbaro
,

lai
e le ripe di

Pozzuolo
bilia
,

il

tempio d'Apollo

e
il

1'

oratorio della Si*


;

cercando intorno intorno


i

lago Averao

si-

milementc
ghi
:

monti pieni

di

zolfo

vicini a questi luo,

e in quosta maniera

andando pi giorni
fatto

eoa
di-

minor malinconia trapass che

non avria

morando
Ritornoto in Partenopc, e con malinconia aspettan-

do tempo, avvenne che con grave malinconia un giorno in un suo giardino si racchiuse solo e quivi eoa
,

varii pensieri si

cominci in s medesimo a dolere


di pensiero in

e
il

dolendosi

in

nuove cose
,

pensiero

port

la fantasia

portandogli davanti agli occhi, che

a lor potere gli avevano nella


inusitate cose
.

mente

raccolte,

nuove e
il

E'

gli

pareva vedere davanti da s

mare
dezza

essere tranquillo e bello

tanto quanto mai l'a-

vesse veduto, e in quello una navicella di bella gran,

sopra

la
,

qual vide

sette

donne

di maravigliusa
,

bellezza piene
sette
le

in diversi abiti adornate


la

delle quali

quattro alquanto verso


,

proda della bella


vedute

nave vide spaziarsi

e gi d' averle altra fiata


si

e loro contezza avuta

ricordava;
,

ma
gli

le

tre, che

molto pi belle

gli

parevano
la

dal

mezzo del legno


pareva che

quasi in fin di tutta


possedessero
,

poppa

d' esso

n quelle per rimirarle in niun


;

modo
un
al-

conoscere

le

potea

ben

tra loro gli

parca vedere
,

bero che infno

al cielo si distendesse
la

n per alcuno
si

movimento che
se
.

nave avesse pareva che

mutassi

E
la

queste cose con ammirazione riguardando


lui

sent

chiamare, perch a

pareva prestamente so-

pra

navicella montare, ed essere in tra le quattro


j

donne raccolto

porgendo

gli

occhi in ver la proda

i-k-A

FILOCOLO
,

della nave

gli

parve fuori di quella vedere una fem-

mina

d' iniquissimo aspetto

con

gli
',

occhi velati
e colle

e di

jnaravigliosa forza nel suo operare

mani ap,

piccata al legno

quello con tanta forza


1'

moveva

che
,

pareva che sotto

acqua

il

dovesse sommergere

e
il

per conseguente pareva che dintorno ad esso tutto

mare movesse
gli

e tempestasse
,

di
.

che

egli

dubitando

parve udire
,

non dubitare
gli
si

Pareagli

adunque a
delle quali

Filocolo
tro

rassicurato da quella voce, rimirare le quat-

donne che dintorno

stavano

l'una vedeva vestita di drappi simiglianti a finissimo^


oro
,

nel viso bellissima e onesta


,

col capo

coperto

di nero velo

e nella destra
s

mano

portava uno spec,

chio nel quale sovente


teneva

riguardava

nella

sinistra
,

un

libro

Assai questa piacque a

Filocolo

volti gli occhi alla

seconda

d' ardente colore la vide


,

vestita

e umile nell' aspetto, sotto candido velo

te-

nendo
stra

nella destra

mano
,

un' aguta spada


la

nella sinisi

una

rotta lancia
.

sopra

quale pareva che

poggiasse

Ma
il

la terza Filocolo non sapeva divisare


si

che colore
gliava
,

suo

fosse

ma

a diamante

1'

assomi-

e questa sotto al sinistro piede voltava

un
il
,

ri-

tondo
e
i

pomo

grossissimo

nel quale e la terra

mare
ogni

regni sotto diversi climati erano


,

disegnati

cosa riguardando con egual viso


stra

tenendo nella de-

mano uno
,

scettro reale

Molto riguard Filocolo


,

costei

e poi rivolto alla quarta


vestita

la vide sotto onesto


al

velo di violato

tacita
,

dimorare tenendosi
e alla

petto distesa la destra


dito della sinistra
,

mano

bocca l'indicativo
il

e tutte secondo

piacere della
si

donna del caro vestimento pareva che


Dilettava a Filocolo in
si

guidassero

grazioso luogo

il

dimorare

LIBRO QUARTO
e mentre clie egli con pi diletto vi dimorava
gli
,

ia3
volti

occhi ancora verso

la

proda

vide in quella
,

un
di

giovane di piacevole aspetto a riguardare


nobilissimi vestimenti
,

vestito

quale nelle

braccia vide a

una giovane nuda

bellissima tanto quanto


la

mai

al-

cuna veduta n'avesse,


sciava tanto
,

qual

si

stimolava e ango-

che ogni riposo


i

le

pareva

nemico

colie sue lagrime quasi tutti

vestimenti del giovane

avea bagnati. Questa pareva a l'ilocolo mollo riguar-

dare

dopo lungo mirare


,

gli

pareva che fosse

la

sua
lo

Biancotore

e parevagli che quel giovane per


il

proprio
tu
sta
fai

nome
gli

chiamasse

gli

dicesse

vedi
!

senza riposo slare la tua Biancofiore

come Da que-

voce

pareva che tanto disio

gli

crescesse nel
,

cuore di correre e d' abbracciare quella

che quasi
rivolto a

non

gli

pareva potere stare


gli

perch

egli

quelle donne

pareva dire
?

perch cosa mi faceste


io

voi qui chiamare


partire
lui
.

Ditemelo, perocch
;

mi
;

voglio e con

cui risposto fu
le

noi lo

ti

diremo

cominciarono
,

quattro donne a parlare e a dire

molte cose
tanto aveva

delle quali ninna ne gli pareva intendere,

intelletto rivolto
il

pure a Biancofiore

e
,

non potendo pi

ragionamento di quelle ascoltare


,

lasciandole parlando

corse dov'era
,

il

giovane che

ignuda teneva Biancofiore

e quivi

gli
:

pareva con

quella festeggcvolmente essere ricevuto

ma dimo,

rando quivi

gli

pareva che

il
,

mare mutasse legge


in tanta
,

che dimorato alquanto quieto


rivolgeva
,

tempesu

si

che non che


gli

la

nave

ma

eziandio tutto
ri-

universo

pareva che dovesse sommergerej e


la

mirando quella femmina che


nea
,

proda della nave

te-

vide dalla sua bocca una voce

come un tuono

ia4

FILOCOLO
,

grandissimo procedere
tuosissimo
,

e con quella

un vento impe-

il

quale lui e Biancofiore e quel giovane


la

pareva che di su

nave levasse
j

e glttassegli in
lui

un

luogo di voracit pieno


rissimo e tenebroso
.

che davanti a
gli
,

parve oscu-

Quivi

pareva esser pieno di


il

mortale paura

e piangere

simigliante facevano

quel giovane e Biancofiore


sato

ma

quindi per non pensi

modo

tutti e tre

senza offesa

partivano

ritor-

nando

in su la

nave donde

partiti

s'erano, e dove
,

la turbata

femmina vide
il

ritornata lieta

e con riposo

tener la nave e

mare: e

di sua volont gli pareva

con Biancofiore entrare in mezzo delle quattro donne,


le quali

prima non aveva


di grandissima

ascoltate,

ove vide aggiunto


e autorit nel
testa
,

un uomo
gli

eccellenza
la

sembiante con corona d' oro sopra


pareva che molte parole
1*

questi

gli dicesse

e col suo dire


egli

molto

essere delle tre


gli scoprisse
5

donne

le quali
gli

non

co-

nosceva

perch tanto

pareva essere
,

nel cuore acceso d' aver di loro notizia intera

che

appena

il

poteva sostenere

E
il

in

questa volont di-

morando, e rimirando verso

cielo, gli

pareva quello
,

vedere aprire e uscirne una luce mirabilissima


splendiente e grande, la quale pareva che tutto
il

ri-

mon-

do dovesse accendere
tal

e quella parte del

mondo che
gli

luce sentiva, pi bella che alcuna altra


fosse
.

pareva

che
egli

Questa luce venne sopra di lui,


,

nella quale

rimirando

vide una donna bella e graziosa nel-

r aspetto

di quella

medesima luce
della quale
la

vestita,

che nelle
preziosissiil

mani portava un' ampolla d'oro d'una

ma
se
,

acqua piena

acqua

tutto

viso

per conseguente tutta

persona pareva che


;

gli lavas-

e poi subita sparisse

come questo

era fatto, cos

LIBRO QUARTO
gli

laS
,

pareva avere maltipllcata

la vista

e meglio cono*
,

scer e le

mondane
di ci

cose e le divine che prima


il

quelle amare ciascuna secondo

suo dovere

K
le

cosi

ammirandosi

si
,

trov

tra le tre

donne

qnali

prima non conosceva


pareva che fosse
chezza
:
,

e con loro la sua Biancofiore

e prendesse maravigliosa domosti*

delle quali tre vedeva

V una

tanto veriniglia

nel viso e ne' vestimenti


1*

quanto se

tutta

ardesse

altra tanto verde eh* avanzato avria ogni smeraldo

la terza

hianthissima passava

la

neve nella sua bian,

chezza,

E dimorando
,

questi con loro per certo spazio

avendo bene

di loro nel

cuore ogni certezza


si

seguen-

do

loro vestigi

subitamente

vide da loro con

tutta la navicella
tre essendogli

su per l'aere levarsi al cielo, quelle


,

duce

e le quattro di sotto a lui rima,

nere sopra

le salate
,

onde

e ad alto sospignerlo

cosi sagllendo

gli
,

pareva passare

infino nelle sante


i

regioni degl' iddi

e in quelle conoscere

virtuosi

corpi, e

loro movimenti, e la loro grandezza, e ogni


,

loro potenza

quivi con ammirazione inestimabile


faccia

gloria gli parca vedere dalla

di

Giove proce-

dere

a*

riguardanti
,

della quale egli senza fine sentiva}


felice

e volendo dire
eletto
!

oh

colui che a tanta

gloria

avvenne che Ascalione e Parmenione vennero


il

colk ov* egli era, e ignorando


teiiea

bene che a
,

se

'1

sospeso, pi volte
il

il

chiamarono

n^

egli a loro
,

rispose: perch poi

presero per lo braccio

e tiranil

dolo

dalla celestial gloria alle

mondane

cose

tras1' a-^
,

sero; e immaginando che profonda malinconia


vesse occupato, cominciarono a dire: Filocolo

che

pensiero

il

tuo? Rallegrati

che

marinari ne chia-

mano che

noi

andiamo

al

legno per andare al oo-

126
stro

FILOCOLO
cammino
ora
:

e dicono

che dappoich qui

fummo
se

pi non videro prosperevole tempo

alla nostra via

non

lieva su,

audiamo. Lev ossi adunque Filocolo


I

dicendo: oim, da che bene tolto m' avete


loro ci che veduto aveva
d'
,

e narrato

con loro insieme pieni


alla

ammirazione

per lo suo detto n' andarono

nave, rendute prima degne grazie agi' iddi del

buon
il

tempo e
,

pregatigli divotamente
,

che in meglio

dodi-

vessero prosperare

in su quella

montarono
,

e su
il

morativi

le

due

parti della notte

sentendo
:

vento
,

rinfrescato parve loro di dargli le vele

le

quali date
,

abbandonarono

gli antichi porti

di

Partenope

desi-

derosi di pervenire dove da g* iddii fu loro promesso

di trovare di Biancofiore vere novelle


Lenti e scarsi venti pinsero la violata nave in pi
giorni

quasi alla esterior punta della dimandata

iso-

la; e quivi mancati, discesero in terra,


g' iddi!

dubitando non

quivi per lungo spazio gli ritenessero


:

come

in Partenope fatto aveano

ma

ignorando Filocolo in

qua! parte

dell' isola
il

dovesse di Biancofiore novelle


,

sapere secondo

risponso degl' iddii


si

la

fortuna

che
ap-

gi con lieto viso gli

cominciava a rivolgere,

gli

parecchi albergo vicino a Sisife; dove egli pi giorni dimorando


cofiore
, ,

e cercando di sapere novelle di Bian,

u trovandone alcuna

non sapeva che

farsi

e gi

il

tempo vedeva acconciare


non sapea che
;

presto al suo propoil

nimento : perch
detto degl' iddii
,

egli quasi disperato, dispregiando


si

fare
io

ma

dimoran-

do malinconico fra s diceva


fiore

come

qui di Biancoil

non trovo novelle


,

cos tutto
,

mo

viaggio

sar perduto

e ingannato dagl' iddii

per soperchio

dolore render l'anima alle dolorose sedie di Diic.

LIBRO
c&sero
fal&e
,

QUARTO
:

la;

Poi fra n ripensava le parole degl' iddii non potere

ma

diceva

forse

non

in questo

luogo

dell'isola

debbo

di Biancofiore trovar novelle,


6

ma

io

alcuno altro, perch


voler cercare
Ili

immaginava

di tutta l'isoU

<|uesli ])cnsieri

dimorando Filocolo
posto a
Sisife

sedendosi

sopra uno antico

marmo
il

fronte alle grandi

case di Sisife
finestra to
il
,

avvenne che

dimorando
, ,

una

e verso

rimir,

mar riguardando il vide e molvolendosi pure alla memoria riducere


il

d'averlo altra volta veduto: e dopo molto riguardarlo,


si

ricord di Biancofiore, a cui, secondo


,

giu-

dicio di Sisife
ella

Filocolo molto risomigliava: perdio


fra

vedendolo cosi malinconico dimorare,

cominci a pensare che costui per Biancofiore malinconico dimorasse, e volendosi della vera immagi-

nazione accertare
a
S(^

discesa del luogo


lo

dove dimorava,
cosi gli

chiamar fece
:

innamorato giovane, e

disse

giovane

se gl'iddii

ad

effetto

producano ogni
,

tuo disio , non


il

ti

siano gravi le
ti

mie parole

n noioso

cuiitentnrmi di ci che io

domander,

se lecito t'
si

il

dirmelo.

Dimmi

qua! cagione in te che


il

occu-

pato di malinconia tiene

tuo viso, che ha potenza di


ti

porger piet nel cuore a chi

mira

Riguard Filo,

colo costei nel viso, e vedendola gentilesca e bella


e di costumi
cosi

ornala e pietosa di so, dopo


:

un sospiro
io speri

le rispose

gentil

donna , appena che

che mai cedano


,

g' iddii

alcuna cosa che mi contenti mi conio

perch

per questo gi poco


,

mi

curerei la
il

cagione della mia malinconia narrarvi

ma

gentile-

sco aspetto di voi, ad ogni vostro piacere adempiere

mi

costringe

e perci io la vi dir:

bench

io

mai

128 non
Il

FILOGOLO
trovassi a cui piet?t di
s

me

venisse
il

se

non a

voi

pensiero che
,

malinconico

mio

aspetto vi rap-

presenta

che dagl'iddii e dal mondo e dagli uoIn questo

mini abbandonato mi trovo

modo

Io po-

vero giovane pellegrino, stato datomi dal mio padre


eterno esilio della sua casa
a
,

vo cercando una giovane


,

me
,

per

sottile

ingegno levata

la

quale se io

ritro-

vo

lecito

mi

fia alla

paterna! casa tornare;

ma

di ci

male mi pare
qui di

essere nel

cammino, perch d'alcuno

iddio dopo divoto sacrifcio rlsponso ebbi di dovere


lei

vere novelle udire

ma

ci trovo falso, per,

ch

io

sono pi giorni qui dimorato


di lei

ne alcuno

ci

ha

che novelle

mi sappia contare: perch trovan-

domi

dagl' iddi ingannato, quasi

come

disperato vivo

di ritrovarla

Riguardollo allora pi
lo

fiso la

donna, e domandolegli

come
,

la

giovane

la
,

quale
e

cercava

si

chia-

masse

e chi egli fosse


,

come

avesse

nome,

e d'on-

de veniva

e quanto

tempo
:

era che perduto aveva


a cui FIlocolo rispose
,
:

quella che segula cercando

Biancofiore

il

nome
e

della giovane

ed

Io

sono suo

misero

fratello,

mi chiamo FIlocolo,
I

delle terre che

l'Adige riga partitoni


cercata, e tanto ha
Sislfe fra s

ben
ella

sette

mesi o pi l'ho

che
:

ne fu levata. Pensossi

medesima

veramente questi cerca quel-

la Biancofiore
gli

che qui fu da' parenti miei menata da:

occidentali regni
:

perch cosi

gli

cominci a par-

lare

giovane

delle Irapromesse degl' Iddi


,

non

dee alcuno sconfortare giammai


sono
:

perocch

infallibili

adunque
,

confortati

e prendi vera speranza di


ti

futuro bene
dir
,

perocch vere novelle di Biancofiore

siccome quella con cui pi giorni

in questa ca-

LIBRO QUARTO
sa

jq

dimor
,

Disse silura Filucolo

iioUImiiia

dtm
,

na

se alcuna pieth nel


vi

cuore

il

mio

as[)cUo vi [wrse
lei

per quella

prego che ci che di


.

sapete inie-

ramente mi narriate

Pensate quanto merito nel co,

spetto degl' iddi acquisterete


glio io racquistando la

se per lo vostro coosi,

mia

sorella

lei

me
per

insieme

render

al

mio padre.
fia

Sisife disse allora:

me

niu-

no tuo piacere
che tu
sei

senza efletto; quanto della giovane


io so
te lo

vai

cercando

dico. E' sono ornai

mesi passati che qui due miei parenti vennero


i

con una bella e grandissima nave,


il

quali,

secondo
si

loro parlare

da quelle parli donde tu vieni

par-

tirono, e con loro avevano questa Biancofore che tu

cerchi, bella e graziosa assai

e certo io non
lei
ti

ti

vidi

prima
tello
,

che

io nel
,

tuo aspetto di
lei

conobbi suo fra,

o parente
.

e per di

ricordandomi

di te

mi
,

venne pieth

Ella dimor qui con


il

mco

pi giorni
1*

ed

io

secondo

mio potere

in tutte cose

onorai
la

come
deva

figliuola, e

veramente mai rallegrare non

po-

tei, anzi
;

continuamente pensosa o piangendo

la ve-

domandandola
,

io

alcuna volta qual fosse la

cagione del suo pianto

ella

mi rispondea

che mai

ninna femmina di piangere ebbe tanta cagione quanta ella avea


,

perch'ella avea lasciato

il

pi grazioso
il

amadore che mai da donna amalo


la nel

fusse,

quale
si

el-

suo pianto chiamava Florio.

costui

doleva
si

quasi

come

se davanti lo
,

si

vedesse
,

a costui
nella sua

rac-

comandava
altro

costui

chiamava
.

mai

bocca

nome non

era

certo per

quello eh' ella

mi
lei

disse ella aveva doppia ragione d'


gli altri

amarlo sopra

tutti

uomini del mondo


,

perocch egli amava


,

pi che altra donna

^ appresso secondo
j

il

suo dire

FILOCOLO T. IL

i3o
egli era
il

FILOCOLO
pi beli'

uomo

che mai fosse veduto


li

Chi

costui

si
:

fosse io
assai

non

so se tu lo
,

sai

cui Filoco-

lo disse

ben

lo conosco

e gran cagione la
lui

mo-

veva ad amarlo, e a dolersi d'essere da


nata, perocch quelle

abbando-

due cose che

vi diceva

amendue
le

v'erano

ch'io so manifestamente eh' egli da piccolo


,

garzone l'am
se

ed

ella lui, e

ancora sopra tutte


la

co-

l'ama
che

novellamente sposare
1'

doveva

se tanto

la fortuna

non

avesse offeso

e tanto di lui vi so di-

re,

egli si

pieno di dolore siccome io insieme affanritrovarla


i
.

nava pellegrinando per

Onde

io vi prego,
la

che se voi sapete


che voi lo mi

in che parte

mercatanti

portarono
tesori

diciate. Io porto

eoa meco molti

de' quali io renderei


lo

doppiamente
la

a' m.ercatanti

quelDisse

che loro cost


:

se

rendere

mi

volessero
,

allora Sisife

grande piet ebbi di


,

lei

maggiore
,

me

ne

la fai

venire

e se

gV

iddii
,

m' aiutino

se

io

fossi

uomo come io femmina sono con teco la verria cercando ma poich aiuto donare non ti posso prendi
:
,

il

mio

consiglio

mercatanti che seco la portaro

mi

dissero di volere andare a

Rodi

e di quindi in Ales;

sandria

e cosi credo che abbiano fatto


,

per tu
,

si-

milemente questi luoghi cercherai

e se gli trovi
,

da

mia
assai

parte della tua bisogna gli prega


ti

che credo che

varr

e se

g' iddii

ti

fanno tanto di grazia


la
ri-

che

la ritrovi, piacciati
.

che con teco insieme io


il

vegga

Piacque a Filocolo
,

consiglio e

1'

ascoltata
,

novella
se

e benignamente le impromesse di rivederla


gli fosse la
,

conceduta
lei

grazia

dopo molte parole

da

molto onorato
si

donatile graziosi doni

come

tanta

donna
il

convenia, con sua licenza da


al loro

lei si part;

e venuto

tempo

cammino

utile, co'suoi

com-

LIBRO QUARTO
pugni salito sopra
la

i3i
cercando

nave

si

partirono

Rodi

Navica adunque Filocolo

e ciascun giorno pi
,

venti rinfrescano e pigliano forza in aiuto di lui


cli in

sic,

hrevc

lasciandosi indietro
la terra

Gozo
:

Moata

pigliando allo mare fuggiva

ma

per mancail

mento

di vento per venire in


,

Rodi
,

torse

cammino
,

d' Alessandria
tri
,

e passando Caura
1'

Venedigo

e Ce-

Sechilo e Pondico, trov


dalla qu<ile Saturno fu

antica torra di

Mi;

nos

dal figliuolo cacciato


,

quivi alcuno giorno dimor in Candia


tito
,

e quindi par-

Caposcrmone

e Cassie
,

e Scarpanto trapass,
,

e in breve venne a Trachllo e quivi entrato con


la

e di quindi a Iicndego
1'

sua nave nel golfo diede

an-

core

a' la

profondi scogli e scese in terra, e cerc

la citt.

Per
lui,

quale andando Ascalionc

e'

suoi

compagni con

avvenne per accidente che Ascalioae fu cono-

sciuto da

un grandissimo

e nobile

uomo

della citt

col quale in
rati
,

Roma

erano gi insieme militanti dimoil

e chiamavasi Bellisano^

quale con grandissima

festa corse

ad abbracciare Ascaliune dicendo: o gloria


,

della militar virt

qual grazia

in questi paesi
ti

mi

ti

dimostra

Gl'iddii in lunga prosperit


,

cortservino.

Ascalione ben conobbe costui

e affettuosamente ab-

bracciandolo

con
si

lieto viso gli

rend quella risposta

che a

tali

parole

conveniva

pregandolo che Filo,

colo cui egli aveva per maggiore

e in cai servigio

egli era

onorasse. Bellisano allora fatta a Filocolo


,

debita reverenza
re esso e'

il

preg che
;

gli

piacesse al suo ostie-

compagni venire
,

dove Filocolo piacendo

ad Ascalione and

e quivi mirabilmente onorati fu-

i3a
rono da Bellisano

FILOCOLO
,

il

quale amando di perfetto amore


s'

Ascallone ia ogni atto

ingegnava di piacergli
alcun giorno
,

Essendo questi

riposati

Bellisano

domand

Ascalione se lecito era eh' egli sapesse la


,

cagione della loro venuta


saperlo a grado
,

che a

lui

molto

saria

di

a cui Ascallone con piacer di Filo'


.

colo interamente narr la verit della loro venuta

La

qual cosa udendo Bellisano

tutto nell' aspetto difallo e'

venne stupefatto dicendo : senza


sati sei

non sono pasgli

mesi che Biancofiore fu con


,

ausonici
ci

mercatanti in questa casa


rasse
,

avvegnach poco

dimo-

e essi

ne la portarono in Alessandria per inall'

tendimento di venderla
giorno in giorno vi
dissero
:

ammiraglio
,

il

quale di
essi

si

attendeva

secondoch

mi

che

essi facessero,

ninna novella poi ne seppi.


piacere cortamente
e

Ma

se g' iddi di lei ogni vostro

adempiano, ditemi chi fu questa giovane,

come

av-

venne che

allora Ascalione

mani de' mercatanti venisse ? Disse come ucciso Lelio e presa Giulia pregna era stata e come Biancofiore e Florio in un giorno nati erano e come innamorati e separati per
alle
, , ,

paura di quello che ad


dal padre
staii
,

effetto si

doveva recare erano


,

pericoli corsi a Biancofiore

e ci

che peraddletro era avvenuto,


lisano
,

Maravigllossi assai Belil

domand qual
.

Lelio fosse stato


;

padre di
il

Biancofiore

A cui
,

Ascalione disse

egli fu

nobile

Lello AflVicano

il

quale a noi e agli

altri stranieri so.

leva essere tanto grazioso in


sto

Roma dimorando Quele

udendo Bellisano appena


:

lagrime ritenne
la figliuola

di-

cendo
{i

oim

or fu in casa

mia

di e

colui
la

cui io fui

pili

tenuto che ad altro

uomo

non

unno QUARTO
sovvenni d'aiuto? Ahi
Ba
,

i33
mia ignoran,

ma indetta
1'

sia la

che

io vi giuro

per

anima del mio padre

che
i

se ci che voi

mi

dite io avessi saputo io ci avria


,

miei

tesori tutti donati

e ogni
,

mia forza adoperata


portandola poi per

per poterla in libert riducere

merito de* servigi ricevuti dal padre


piaciuto
.

dove

le

fosse

Ma
i

non

me

lo reputino g' iddii in peccalo,


:

che por
misera

altro
tutti

che per ignoranza non manc


suoi nfortunii
g' iddii

ed

ella

mi
,

disse:

de'quali piansi
stata

con

lei

come
mi

sanno

n di cui figliuola

mai

fosse

disse. Allora
,

Ascalione disse: certi siamo


:

di ci

che ne conti

e siamotene tenuti

ma

consi*

gliane per questo singulare grado che tra te e


gih slato
,

me

ed di vera amisth

che via noi dobbiamo

tenere a ritrovare e a riavere ci che

andiamo

cer-

cando

Bell isn no gli rispose:

il

consiglio e l'aiuto

che per

me me

si

potr
,

l'

averete

Io con esso voi verr


,

in Ale.'-snndi'ia

dove ho alcuni amici


ci

quali pcf

amor

di

vero aiuto e consiglio

porgeranno, ch

di qui, senza vedere altro,

male

vi saprei consigliare
:

A queste
Bellisano
ci

parole rispose Filocolo dicendo


,

carissimo

assai

ci basterh se
ci
,

ad alcuno de* tuoi amiafTannarli


l'
.

per consiglio

mandi senza
il

Tu
.

ora*

mai pieno
rar dei
,

d' anni
li
,

riposo pi che

aflanno desidevolere

e per

ringrazio del

buono

Disse

allora Bellisano

fermamente da voi non


fatto,

fia

senza

me
ni
.

tale

cammin

che ancorach

io sia

anziano,
giova

sono

grandissime cose possente pi che

tali

Io son tenuto di mettermi alla


,

morte per amore


penso
a' ricevuti

della giovane cui voi cercate


servigi dal pi nobil

se i

padre che mai figliuolo avesse


la

Oad'

io vi

prego che

mia compagnia

la

quale a*

i34
sai vi

FILOGOLO
potr essere utile, non vi sia grave
:
.

Udendo Fi-

locolo Bellisaao in questo volere disse

a vostro pia.

cere sia

e per

quando
il

vi

parrh

ci

partiremo

Bellisano vide

tempo
il
,

disposto al loro
,

cammino

perch a
tutti

lui

parve

partir convenevole

e montati

sopra la nave
,

renderono

le vele a' prosperevoli

venti

quali in breve

tempo

infino nel porto d'


.

A-

lessandria salvamente gli portarono


terra, date l'ancore a' fondi
,

Quivi

discesi in

a casa d'

un gentiluomo
,

d'Alessandria

a Bellisano

amico intimissimo
.

chia,

mato Dario

se n'

andarono

Egli con lieto viso

prialtri

mieramente Bellisano, e appresso Filocolo e


graziosamente ricevette
,

gli
si

quanto

il

suo potere

sten-

deva onorandogli

offerendosi a Filocolo e ad Asca-

lione e a tutti per

amore

di Bellisano
,

ad ogni loro

piacere e servigio apparecchiato


debite parole fu ringraziato
.

sicch da tutti con

Dimorati costoro alquanti giorni con Dario


duta
cui
la

e ve-

nobile citt

e presi diversi diletti

Filocolo

il

cuore da sollecitudini amorose era stimolato,


gli si

ogni ora uno anno


quivi venuto era
,

faceva di saper quello perch

e per a s Bellisano e
:

Ascalione
perdi-

chiam, e

disse loro
il

che faccia
nostro?

noi

Che

mento
vedere

di
le

tempo

Venimmo
?

noi qui

per

mura

d' Alessandria

Quando

vi piacesse, a

me

molto sana caro d' intendere a quello perch qui


.

siamo venuti

La nemica

fortuna ci ha assai tolto di


di lei qui
,

tempo
ch

Ora che contro


,

alla forza

siamo
peroc-

pervenuti
il

non ce ne togliamo noi medesimi


.

perderlo a chi pi sa pi splace


:

A
,

cui Bellie per factutti

sano rispose
ciasi.

ci

che dite

assai

mi piace
in

Chiamalo adunque Dario,

una camera

LIBRO
e quattro tncitamentc
ricco Ietto a sedere
,

QUARTO
postisi

iB5
sopra

si

misero^ e

uno

Bellisano cominci a Dario corf

a prinro

Amico perocch
,

io
,

credo che ignoto


la
il

ti

sia

chi tu

abbi onorato e onori

e similemente
ti

venuta di co-

storo da te ricevuti, io Io

dir:

ma
si
:

loro essere e la
,

cagione do\ loro pellegrinare tu a niuno palesando


quello consiglio e aiuto che per te
to: e mostrandogli Filocolo disse
dell' alto re di

puote ne

sia

por-

costui figliuolo

Spagna

nipote dell* antico ttalante

sostenitore de* cieli; e quegli

che tu

in sua

compagnia

Tedi

sono giovani nobilissimi e di grandissima condi,

zione

e qui sono venuti

ed

io

con loro , acciocch


,

novelle sappiamo di Biancofiore bellissima giovane


la

quale qui fu da Antonio ausonico mercatante e da


,

uno suo compagno recata siccome bergati nel mio ostieri mi dissero.

essi

in

Kodi

al-

Ella fu da loro

comperata da non so qual re nelle parli d' occidente,


e a costui furtivamente levata. Egli sopra tutte le cose
del

mondo V ama
sia

e che ci sia vero


Ih

ti

pu veggened ha
,

dolo qui essere manifesto,


ragione

dove
lei

egli

per ninna altra


:

venuto se non per

racquistare

proposto di mai alla paternal casa di ritornare


egli
,

suoi

compagni, n

io, se lei

primieramente

non riabbiamo. Vedi oramai quanto


dicendoci se alcuna cosa di
lei sai
,

servire ne puoi,

mettendoci dopo

questo in via di ci che adoperar dobbiamo secondo


il

tuo giudicio per acquistarla.

Con ammirazione
sano
lo
, ,

ascolt Dario le parole di


si

Belli-

udendo che
tal
il

di

alto re Filocolo fosse figliuo,

e per

cagione pellegrino divenuto


cielo
,

e Irato
pii

il

viso verso

fra s

cominci a dire: o

che

i36

FILOGOLO
,

altro pianeta potente

per

la

cui luce

il

terzo cielo

si

mostra bello, quanta


efficace!
s
l'

la tua forza negli

umani cuori
che

Quando

saria

mai per

me

stato pensato,

nobile

uomo una
l'

venduta schiava per amore dal?

un canto
,

della terra all' altro seguisse

Certo non

mai

ma veduto
,

ho

tempera

fuochi tuoi nelle

umane menti
re non
cosi
si

acciocch per soverchio del tuo valoalle strabocchevoli

mettano
,

cose

E
:

poich

ebbe detto
quanto
,

basso la testa e cosi rispose

amico
fai

me

me medesimo
:

caro

nuove cose mi

udire

cio che io sia oste di tanto


la

uomo

quanto Fi-

locolo ne di eh' egli

qual cosa molto

m'

cara,

e pi sarebbe se lui secondo la sua nobile qualit onorato avessi


j

ma

quello che per ignoranza mancato

con debita operazione aempler.


mirazione mi porge
altra cosa
la

Ma

molto pi d'am-

cagione della sua venuta, che


detta.

che tu mi potessi aver

Non mi
,

fia

omai impossibile a credere

ci che di
,

Medea

e di

Dldo
tri

e di Delanlra, e di Fillls
,

e di Leandro e d'alio ora di

molti ho gi udito
:

veggendo quello che

Filocolo veggio

ma

perocch amore passione che


s'

tanto cresce quanti argomenti a minuirla

adopera-

no

senza alcuna debita riprensione farne, che gransi

de a questo
ci che

converria

proceder a risponderti di
.

addomandato m' hai

Molto mi

sarla caro

il

poterti di Biancofiore migliori novelle dire

che

io

non

potr,
te sa
,

ma come

colui che ci che di lei interamenlei sia


,

ne dir quello che di

come qui

ve-

nisse racconter j poi quel consiglio e aiuto

che per

me

si

potr a tal bisogna donare

come per me l'adoAntonio ausoni-

perassi cosi vi profFero e doner.

Qui venne, gi sono

passati sei mesi,

LIBRO QUARTO
co mercatante, o
il

iS;

compagno

suo, e a

me, come a loro

caro amico, richiedendo aiuto e consiglio, davanti

mi

presentarono

la bella
:

giovane la quale voi cercando

andate, e dissermi
dentali paesi
,

Dario, noi

vegnamo

dagli occi*

quivi per avventura chiamati da Felice


di

re di Spagna

suo patto e nostro per questa giova-

ne

tutti

nostri tesori gli

donammo,

e qui menata l'ab,

biamo acciocch
tre a' nostri tesori

al signore la

vendiamo

e di

lei ol-

grande quantit guadagnare intenin via

diamo: per ponci


effetto recare
.

come questo possiamo ad


,

Le

quali cose udendo io


li

incontanente
,

air ammiraglio nostro signore


la

menai

e narratogli

bisogna di costoro, e fattagli venire BiancoCore da,

vanti

tanto gli piacque


i

che senza ninno patteggiare


a'

comand che
cos fu fatto.

tesori

che costata era


,

mercatanti fos-

sero loro raddoppiati


I

e la giovibe rimanesse a lui, e


si

mercatanti

partirono, e Biancofiore
fatta

rimase, e dall'ammiraglio fu

mettere in una
,

torre grandissima e bella, qui assai vicina

con
,

altre

molte donzelle in simile maniera comperate


al fine

e quivi

eh' io vi dir essa e altre sotto grandissima

guardia sono guardate. Siccome io credo che voi lappiate, l'ammiraglio di cui davanti

parlammo subietto
conviene che
gli

del potentissimo correggi ture di Babilonia, e a lui ogni


dieci anni

una

volta per tributo

mandi
lissime

infinita quantit di tesoro, e


3

cento pulcelle belin-

ed

egli,

acciocch nella grazia del signore


,

teramente permanga
verli' belle e

quanto pi pu
n alcuna

s'

ingegna d'a-

nobili

n' nel
si

mondo che
costasse

bella sia

la

quale per tesoro aver

potesse eh' egli

quantit
e'

guardasse,

ma

che che volesse


egli

converrebbe che sua fosse: e ci pu

ben

Ture,

i38
perocch
to
,

FILOGOLO
il

suo tesoro infinito

e com' io \'
fa;

ho

det-

a fine di donarle al signore

il

come egli l'ha


,

in quella torre le guarda solennemente

dove alcuna
.

che pulcella non

sia

non pu aver luogo

Ma

pri-

mach
no

io a

porgere alcun consglio proceda, vi voglio


queste pulcelle in questa torre dimori:

divisare
,

come

e sotto che guardia

le

quali cose udite, forse voi

cosi

com'

io vi saprete consigliare.

La
tanto
to

torre

dove

le

donzelle dimorano

come
,

voi nel

nostro porto entrando poteste


,

vedere

altissima
,

che quasi pare che


;

nuvoli tocchi
il

si

mol-

ampia per ogni parte


si

e credo che
,

sole

che tutto

vede mai

bella torre

non vide
,

perocch' ella di
e neri
,

fuori di bianchi

marmi

e rossi

e d'

altri di-

versi colori tutta infino alla

sommit maestrevolemente
da colonnelli
,

murata

e lavorata: e appresso ha dentro a s per mol,

te finestre luce

le quali finestre divise

non

di

marmo ma

d' oro

tutti si

possono vedere

le

porti delle quali

non sono legno


a'

ma
,

lucente cristallo.

Tutto questo di fuori

riguardanti
le

si

pu

appalesare,

ma

dentro ha pi mirabili cose


gli

quali chi non le

vede impossibile
rare.

pare a credere udendole inuar-

E'

vi

sono cento camere bellissime, e chiare tutte


,

di graziosa luce, e molte sale

ma

tra

l'

altre

una

ve n', e la credo

la

pi nobile cosa che mai fosse ve-

duta. Ella tiene della larghezza della torre grandissi-

ma

parte, volta sopra ventiquattro colonne di porfido


si

di diversi colori, delle quali alcuna ve n'ha

chiara,

che rimirandovi entro vedi ci che per


si fa;
li

la

gran sala

e fermansi le lamie di questa sala sopra capitel-

d' oro posti sopra le ricche colonne, le quali sopra


il

base d'oro slmileinente sopra

pavimento

si

posano.

LIBRO
li

QUARTO
,

1S9
nelle

Queste lamio sono pravnnll per molto oro

qua-

rigtiardnndo niuna cosa vi puoi vedere altro salvo

se pietre nobilissime

non

vedessi

In questa sala nei

pareti d' intorno quante antiche storie

possono alle

presenti
tagli

memorie

ricordare

tutte

con

sottilissimi in,

adorne d' oro e di pietre

vi vedreste

e sopra

tutte scritto di sopra quello

che

le figure di sotto
si

vogliono significare. Quivi ancora

veggono

tutti

nostri iddi onorevolissimamente sopra ogni altra

Hgu*

ra posti
stro

co* quali gli avoli e gli antichi padri del notutti

ammiraglio
si

veder potreste

In questa sala
vaselvi

non

mangia
se

se

non sopra tavole d'oro; ninno


v' osa d' entrare,

lamento
trei

non d' oro

lo non

po-

narrare interamente di questa quanto n'

Che

vi poss* io pi di questa dire se

non che

infino al pa-

vimento, e
ziose pietre

il

pavimento medesimo d' oro e di preIn questa mangia sovente


il

nostro

am.

miraglio colla tui Biancofiore e coli' altre donzelle

Ancora A

in

questa torre tra le cento camere


tutte
l'

una

che di bellezza

altre

avanza

e certo appena

che quella dove Giove con Giunone


si

ne'celestiali regni

posa

le si possa a

questa agguagliare. Kss& di con-

venevole grandezza, ed ha (juesta proprieth, che alcuno

non

vi

pu entro passare

malinconico, che mirando

al cielo della
zaffiri
,

camera dove maestrevoli compassi d'oro,


si

smeraldi e rubini e altre pietre


,

veggono
.

senza

numero

egli

non

ritorni gioioso

ed allegro
la

fronte alla porta di questa sopra


le

una colonna,

qua-

ogni

uomo

che

la

vedesse la giudicherebbe di fuo,

co nel primo aspetto

tanto vermiglia e lucente

di-

mora
sime

il

figliuolo d

Venere ignudo con due grandisriguardare


,

alie d'

oro

graziosissimo a

tiene

i4o
nella sinistra

FILOCOLO
mano un
:

arco e nella destra saette


il

fi

pare a chiunque in quella passa che questi


glia saettare

vo-

ma

egli
,

non ha

gli

occhi fasciati

come

molti
voli
,

il

figurano

anzi gli ha quivi belli e piace-

e per pupilla di ciascuno

un carbonchio che
lasciano per alil

in quella camera tenebre essere

non

cun tempo
risse la

ma

luminosa e chiara come


:

sole vi fetutte
.

tengono

d' intorno a s
lui si

ne' cari

muri

le cose

che mai per

fecero sono dipinte

Nei

quattro canti di questa camera sono quattro grandis-

simi alberi d' oro ,


altre pietre
,

cui frutti sono smeraldi

perle, e
,

si

artificialmente sono composti

che

come

l'

uomo con una


,

verghetta percuote

il

gambo

d' alcuno di quelli

ninno uccello che dolcemente

canti che allora cantare

non

sia

udito

e riperco-^

tendolo tacciono. In mezzo di questa camera sopra


quattro lioni d' oro
elefanti
,

una

lettiera

d' osso

d' indiani
s

dimora

guernlta col letto chente a

fatta

lettiera si richiede, chiusa intorno

da cortine,

le

quali

io

non crederei mai poter


.

divisare

quanto siano belle


,

e ricche

N
,

alcuno piacevole odore

e che conl'

fortativo sia

che in quella entrando


.

uomo non
:

senta soavemente odorando

In questa camera e in
e

questo cosi nobile letto dimora sola Biancofiore questa grazia singulare pi che
1'

altre riceve

perch

di bellezze e di costumi avanza ciascun' altra,


1'

bench

altre

molto onorevolemente dimorino ciascuna nella


,

sua camera

Nella sommit di questa torre


,

uno

di-

lettevole giardino

nel quale ogni albero o erba

che

sopra Ja terra

si

trova quivi

credo che

si

trovereb-

be

e in
,

mezzo
la

del giardino una fontana chiarissima


rivi tutto
il

e bella

quale per parecchi

bagna

So-

UBRO QUARTO
prn questa fontana uno albero
,

i4t

il

cui simile ancora

non
n

alcuno che

mai vedesse
1'

per (|uello che dicono

coloro che veduto


fiori

hanno. Questi non perde mai

n fronde
,

ed di molti opinione che Diana

e Cerere

a })etizione di Giove antico avolo del no-

stro ammiraglio, pregato

da

lui

ve lo piantassero

di quest' albero e di questa fontana vi dir mirabile

cosa

che

qualora

1'

ammiraglio vuol
,

far

prova

della verginit d' alcuna giovane


le

egli

nell' ora

che

guance
,

dell'
la

aurora cominciano a divenir vermigiovane


la

glie

prende

quale vuol vedere se pul,

cella

o no

e menala sotto questo albero

e quivi per
le

piix'olo spazio

dimorando, se questa pulcclla


,

cade

un

fiore sopra la testa

e
,

1'

acqua e pi chiara e pi
se questa forse congiul'

bella esce de' suoi canali

ma

gnimeuto
il

d'

uomo ha
.

conosciuto,

acqua
gi

si

turba e

fiore

non cade
,

In questo

modo n' ha

molte co
.

nosciute

le

quali con vituperio da s ha cacciate


si

la

questo giardino

prendono

diversi diletti le donzelle,


vi

Q in quella maniera che detto

ho dimurano libere

di poter cercare tutta la torre iufino al

primo

solaio

da

indi in gi scendere

non possono n uscirne mai


.

senza piacere dell' ammiraglio

Potete avere udito

come dimorano
ziosi

ora sotto qual guardia vi narrer.

Nella pi infima parte della torre copiosa di graluoghi ad abitare non


,

pu alcuna persona che


com'
io

di sopra sia discendere


salir di

n alcuna che di sotto sia


,

sopra senza piacer dell' ammiraglio

vi dissi.

Quivi abita uu arabo

da cui

la torre chia-

mata

la torre dell'
,

arabo, ed egli chiamato castel-

lano di quella

e per proprio

nome

Sadoc. Egli ha a

pensare di tutte quelle cose che alle pulcelle siano

i4a
necessarie
genti
,
,

FILOCOLO
e quelle dar loro. Appresso ha molti seril

co' quali
j

giorno questa torre d' ogni parte

guarda

n alcuno

uomo non

clie a quella

ma

in

un

grandissimo prato eh' davanti ad essa sostiene che


s'appropinqui
,

e quale presumesse d'appressarsi sen,

za sua parola o piacer di lui

o morte o gravissimo
:

danno o pericolo ne
si

li

seguirla

ma come

il

giorno

chiude

tutto quel prato pieno

d'uomini con archi

e con saette potreste vedere guardando la torre dintorno.

il

castellano

e'

suoi sergenti

qualunque
:

altro v' ha alcuno ufcio tutti

eunuchi sono

e questo

ha

l'

ammiraglio voluto acciocch alcuno non pen-

sasse di far quello eh' egli sta per guardare eh' altri

non

faccia

e questa guardia u giorno n notte falla

giammai. Vedete ornai che consiglio o che aiuto qui


si

potesse porgere
ci

ma non

per lauto veggiamo


,

le vie

che

sono o potrebbero essere


ci

e per quella che


,

me-

no rea

pare

se alcuna ce n'

ha

procediamo.
si

Taciti e pieni di maraviglia per le udite cose

sta,

vano costoro

n alcuno rispondeva alcuna parola


signori, io
l'

quando Dario ricominci;


se

non discerno qui


;]iare
,

non

tre vie

delle quali

una

ci

couvien pi

e mancandoci queste, niuna altra ce ne fo pensare;


le quali tre
dall'

queste sono esse


,

per preghi riaverla


,

ammiraglio

o per forza rapirla dalla torre

o
la

con ingegno acquistare l'amicizia del castellano,


quale avendo
stro
,

non dubito che


.

a fine

si

verria del no-

intendimento

Ciascuna di queste
fine
,

mi par

fortis-

sima a poter venire a

perocch se noi ne vogliaquesto


,

mo
un

l'

ammiraglio pregare

mi pare che
ed io
gli ud'

saria

gittar le parole al vento


i

e la cagione eh' egli


,

sopra tutti

suoi tesori la tien cara

dire

LIBRO
la

QUARTO
,

143
che
al

che a Duna persona del mondo


doneria
,

fuori

soldano

per doverne ricevere un altro regno simile


possiede; perch
il

quello

che

io

dubito che

nostri
si

pregili, u' quali


,

nostro iniendimento gli

scoprirebbe
,

noi movessero piuttosto ad averci soesilio

spetti

e a donarci
:

eterno de' suoi regni

che

farci grazia

e per questa via

mi pare

al presente

da

lasciiire, conciossiecosach

ad essa possiamo ultima,

mente

ricorrere
,

Il

voler la torre assalire

e per forza
,

trarne quella
ella clic

per ogni cagione saria

follia

perocch

da s forte, e appresso ben guardata, e avanti

combattuta o presa fosse


,

tutto

il

suo regno

ci

po-

ria esser corso


tiik

non che noi

ma

innumcrabile quanpotreb-

di cavalieri pigliare e mettere in rotta


,

bero

e cosi con danno


.

rimarremmo

disperati e forse

uccisi

Ma
1'

di qucst' altra

mi pare

il

migliore
,

con

ingegno
al

amicizia del castellano pigliare


ci

perocch
,

prender quella non


,

pu avere pericolo
con
lui si

e forse

presa potrh giovare


la

se saviamente
si

procede
.

quale in questo

modo

potrh acquistare

Egli

vecchio, superbissimo e avaro, e sopra tutte le cose


del

mondo

si

diletta di giucare a scacchi e di vince-

re; per prendere con lui parole,


suoi piaceri concedergli
volta di belle gioie
,

e umilemente

e appresso donargli alcuna


,

e giucando con lui


la

gli

porria

r uomo divenire amico:


presa
al
,

quale amist quando fosse

nuovo

consiglio
.

si

converria avere, e lui recare


,

nostro piacere

Questo modo mi piacerebbe


,

e
il

questo mi pare da tenere

e per questo spero che


:

nostro intendimento verr in effetto

ma
,

tuttavia ri*
,

cordo che copertamente procediate a questo


elle se egli,

peroc*

altri

che a

lui

il

ridicesse

s'

avvedcs&e

i44
che a questo
saria d' averla

FILOCOLO
fine la
,

sua amicizia

si

cercasse
,

nulla

ma

poi quando amico sar


.

pi

si-

curo

fia

lo scoprirsi a lui solamente

Io

mi credo

di
il

ci eh' io v'

ho parlato aver ben


Voi
siete savii
,

detto e chiaro

mio parere
parole mie

e se ben avete notate le

voi potete bene aver


,

compreso ci che
vi consiglio
:

qui bisogna di fare


per se miglior via

cosi
ci

com'

io

che
,

conoscete
,

sia

per non detto


,

quello che io ho consigliato

e seguitiamo quella

Tacquesi allora Dario


sero molte parole
,

e Ascalione e Bellisano vi disa tutti

ma ultimamente

parve e a

Filocolo

il

migliore di seguir ci che Dario aveva


;

consigliato

e fra loro deliberarono che Filocolo fosse

colui che
si

1*

amisth di Sadoc dovesse pigliare


.

il

qual

vant di farlo bene e compiutamente


Partito
il

lungo consiglio, chi


;

si

diede a una cosa, e


si

chi a un' altra di costoro


a pensare sopra
1'

Filocolo solamente
,

diede

udite cose
,

e prima fra s le
i

com-

menda
a'

e desidera
si

poi gravissimi reputa


la

pericoli

quali

mette incerto d' acquistare


si

cosa per la

quale a quelli

dispone

di questo pensiero salta in


,

un

altro
i

e di quell' altro in molti

Egli

si

ricorda
quelli

di tutti

pericoli eh' egli


:

ha

corsi, e

immagina
i

che correr dee

e nella savia
,

mente stima

corsi pegli

ricoli essere stati grandi

ma

molto maggiori
.

pa-

iono quelli che a venire sono

nel pensiero gli


.

prende de'
gli

preteriti

paura non che de' futuri

par-

quando bene

le parole di

Dario pensa

quasi al

suo disio mai non dover pervenire per alcuno pericolo al quale egli
effetto
si

metta
fia
.

o se ne dee pervenire ad
piuttosto consenta
,

pensa che tardi


si

Ma
,

se

ad alcuna cosa fare

mette

morte o vergogna

ac<^ui<

LIBRO
stare,

QUARTO
\\a
i

i45
come
.

che

il

suo volere aempicre; n

ancora alcuna

volta ne'suol pensieri conosciuti

suoi

folli disii

ora conosco

perch

egli fra so e so

cominci a dire

poco

savio, quale stimolo a tante pericolose cose


t*

infno a qui

ha mosso

e vuoi a maggiori da quinci

innanzi muovere? Ninna cosa se non una femmina,

amata da
altrui pi

te oltre al

dovere

Ora

egli lecito l'amare

che si

C,'rto

no; che ogni ordinato amore

incomincia e procede

dall'

amar

medesimo: dun.

que ama pi

te

che questa femmina


pi
te

cosi

fo io.
i

Non

fai,

che

se tu

amassi,

non

cercheresti
la

pe-

ricolosi casi

perla sua salute, dove


.

tua agevole.

mente
te

si

pu perdere

La mia non

si

perderh

chi

ne

fa certo?
.

La speranza eh*

io porto agli iddii

che

m' aiuteranno
bita ragione
si

G' iddi aiutano coloro che per de-

mettono a non strabocchevoli percoli


,

e lasciano perire chi n' ha voglia

come pare che tu

abbi

Adunque come debb'


.

io fare? Lasciala stare.


.

Io non posso
la

Si potrai
?

se tu vorrai

che

vita sark

mia senza amore

Quale
.

slata

quella di coloro

che sono
vivere
cer
,

stati avanti a te

Io

non

potrei senza
al

amore

Amane
che
sai

un' altra, quella che


,

tuo padre pia-

e torna a lui co' tnoi tesori


,

e contentalo

come
,

tu dei

eh' egli

non seguire pi questo


lunga
folla
.
.

ama te sopra meno male


:

tutte le cose

la corta che la

L'

uomo non pu amare

n disamare a

sua posta

come

lascerei io questa impresa, accioc-

ch poi

si

dicesse per viith Flocolo fu nel luogo


,

dove

Biancofiore era

cui egli

amava

tanto secondoch di?

ceva

in alcun

modo

tent di riaverla
le

quanti
la-

perirono gih per non volere


sciare
,

loro
, i

folli

imprese

temendo

di cotesti detti

quali in breve lem-

I^ILOCOLO T.

IL

10

i4^
p
si

FILOCOLO
dimenticano
.

Dunque
che tu

la

pur lascer

tornando

tjonde venni?

Mai

la lascerai, se

tu desideri

di vivere. Desidero.
la
si

Adunque

lasciala.

che varr

mia

vita? Quello che vale quella degli


in

uomini che

pongono

cuore di non amare una cosa che a pe,

ricolo gli

conduce

Certo poich infino a qui sou vedi riaverla.

nuto

io voglio

pur tentare
.

E'non

te n'av-

verr forse bene

qual male
.

me

ne potr avvenire?
ra'

L' essere con vergogna morto

Chi
E' non

uccider fa^
,

cendomi
za

io

conoscere
se'
,

Quegli che subitamente


ferir
.

sen-

dimandar chi

ti

s'

uccidono coil

loro che amist cercano. TJcciderammi

castellano

perch

io voglia essere

suo amico?

Maino ma quan:

do tu
amico

gli
,

scoprirai quello perch tu gli se' divenuto

egli
il

non

te
,

ne servir

per paura non forse

il

risappia
a lui
ti

signore

e privilo d'avere e di vitaj anzi

paleser per levartisi


si
ti

daddosso
trova
?

non

sai

tu
il

che negli arabi ninna fede


signore
ti

E
,

per questo

far uccidere
.

scaccer dal suo

reame

con vergogna

Or non

avverr cos
.

che
,

io

vincer la
la

sua iniquit con molti doni


racquisti e che
,

Or

ecco
?

che tu

pur

che avrai tu racquistato


sopra tutte le cose .
si

Colei ch'io

amo
se tu

me ama

Tu t'
,

inganni

pensi che colei ora di te


derti tanto

ricordi
.

essendo senza ve-

tempo dimorata

Nulla femmina che


,

cos

lungamente in amore perseveri

se
.

1'

occhio o

'1

tatto spesso in lei

non raccende amore

come mi
i

potrebbe mai dimenticare essendoci noi tanto peraddietro amati?

Per un

altro

amatore: credi tu che

mercatanti senza alcun bacio o forse senza pigHarsI


la

sua virginit

che n' ebbero tanto spazio


?

la

la-?

sciassero

da loro partire

E se

questi forse

non

savii

LIBRO
d loro
la

QUARTO
1*

147
AinmirAglio
iiili-

partirono
l'

credi lu che
lasciata
?

no a qui vergine
dere
,

abbia

Certo non da creti

Egli non

1'

ha tanto cara quanto Dario


lei si

dice

ae non perch con


fiore

giace

Dunque non
.

Bianco-

mn una
,

puttana cerchi di racijuistare


i

Non
il

cosi

che se

mercalanii tolta
1'

l'

avessero la sua virgifatale

nit

r ammiraglio
altre

avria conosciuto sotto


;

albero, e cacciatala da s

e se egli con

lei si giacesse,

non con T
ch'
alla
ella sia

damigelle
,

ma

seco

la

terrebbe.

pol-

pur vergine
?

non

egli

per

lei

mettersi

morte

Certo

che per questo ultimo perico-

lo fuggire,

non da volere che perduti sieno quanti


.

ne ho

gih corsi per addietro per averla


,

Io ne

ho

gih

molti passati

non con ispcranza

d' averla di presente


,

per quelli; per questo, se bene m* avviene

senza al-

cun mezzo r avr. Folle


se a questo
ti

se' stato

correndogli, e sarai

metti

Folle no,

ma
.

innamorato

s: cosi
tali

agli innamorati

convien vivere

Guardisi chi in

pericoli

non vuole vivere

d' incappare nelle reti d' a-

more

Ella sarh da

me con

ogni ingegno e con ogni

forza ricercata. Aiutinmi g' iddii nelle cui

mani

io

mi

rimetto

cosi detto, alzando


,

il

viso, gliele

parve

davanti a s vedere
cia di

e con pietoso aspetto nelle brac-

Venere aver

tutte le sue parole ascoltate:


lei

per

la

qual cosa dolendosi se di


parole aveva di
lei

ne' pensieri e nelle sue

meno che onorevolmente


giurando per quella Dea

parlalo

e quasi vergognandosene pili fervente nel suo propo-

nimento divenne
egli

la

quale
in-

molte

fate

veduta aveva di mai non riposare

fno a tanto che racqnistata

non

l'

avesse

se ancora
la

per quello

gli fosse

davanti agli occhi manifesta

i48

FILOCOLO
si

morte, e con questa deliberazione


sieri

parti da'suoi pen*

Rallegravasi Apollo nella sua casa quando primie-

ramente

1*

innamorato giovane pervenne


,

al tanto

tem-

po cercato paese
lutto

dove avuto

il

consiglio di
.

Dario,
si

in s propose d'
egli

aempiere

Ma

ci

tosto
,

com'

immaginava non pot venire ad


atti

effetto

pe-

rocch in diversi
de' suoi beni gli

modi
le

la

fortuna non conlenta

ruppe

vie,

perch

assai

tempo

ozioso gli convenne slare. Egli in questa disposizion

dimorando
cuno

viet a' suoi

compagni che

in alcuno atto
,

tra loro piii

che uno d loro onorato


lui

fosse

n che

al-

se

non da

chiamato mai

1'

accompagnasse

ultimamente

lutti gli

preg, che quello perch quivi


pale-f

dimoravano ad alcuno per alcuna cagione non


sassero
.

Moveasl adunque molte


,

fiale solo

per andare

al castello

in

s
,

alla sua

andata

medesimo pensando diverse scuse n mai al proposito pervenir poteva,

quando da uno
impedito
,

quando da un
non usciva

altro
si

impedimento
.

onde dolente indietro


,

ritornava

Egli
ca-

mai

fuori di casa

se per andare

al

stello

noi facea

n mai mentre in Alessandria dimosi

r ad alcuno paesano

fece conoscere
.

n con

al-

cuno prese

notizia da

Dario in fuori

Non

potendo

adunque
una

questi al disiato fine pervenire, n


alla torre

mai per

quante volte andato fosse


sola

Biancofiore avere

volta veduta

dolente viveva, e per sua con-

solazione salia sopra la pi alta parte dell' ostiere di

Dario

e quindi rimirando
:

alta torre,

alcuno diletto
tolto

sentia fra s, dicendo


jl

o Biancofiore, poich
se*

m'
e^

poterti vedere

il

luogo dove tu

non mi pu

LIBRO
ef loUo eh' io noi vegga
.

QUARTO
In (luestn vita
stelle

i49
infino

a tanto elio
d'

Febo

in quell' aniianic che la

ligliuolH

Agenore
,

irasporl<N de' suoi regni se

ne venne a diCile-

morare
rea
,

e quivi quasi nella fine congiunto con


il

rinnovellato
,

tempo cominci
i

gli

amorosi anidivenuti

innii n risrnklare

e a raccendere

fuochi
del

tiepidi nel freddo e spiacevole

tempo
,

verno j
s
si

massimamente quello di Filocolo


disio divenne fervente,

il

quale

nel suo

che appena raftVenare


il

poteva

di

pur non mettersi

a vohre

suo proponimento a.

dempiere senza guardar luogo o tempo


sostennero gl'iddii
stenere aspettando
,

Ma

ci

non

anzi con forte

animo

Io fecero so-

Venuto aduncjue

gih

Titano ad abitare con Castore,


bello
,

un giorno essendo
si

il

tempo chiaro e
la torre
,

Filocolo

mosse per andare verso


assai

alla

quale essendo
,

ancora

lontano

verso quella rimirando


,

vide
i

una

finestra

una giovane

alla

quale nel viso

raggi

del sole

riflessi

dal percosso cristallo davano mirabile

luce, perch egli


fosse
il
,

immagin che
fra so
,

la

sua

Biancofiore

dicendo in

impossibile cosa essere che


s

viso d' alcun* altra giovane


j

lucente fosse

esser

potesse

perch tanto
,

il

disio gli

crebbe di vederla pi
,

da presso

adempier ci che proposto aveva


le

che

abbandonate insieme
della sua volonth
,

redine del cavallo con quelle


:

disse

certo se io dovessi

morire

poich'io non posso te avere, o Biancofiore, e'converrh che


il

luogo dove tu dimori abbracci per tuo

a-

niore

e in questo

proponimento col cavallo corren-

do

infino appio della torre se n'

and : dove

disteao
le

colle

braccia aperte

s'

ingegnava d' abbracciare

iKo

FILOCOLO
,

mura

quelle baciando infinite fiate

e quasi nell a.

ni Ilio di ci

che faceva seatia


il

diletto

Assai di lontano \ide


torre

castellano Filocolo verso la

correre
,

perch

egli

e molti appresso di lui


in

correndo

con una mazza ferrata


,

mano

gli

soprav-

venne crucciato molto


furioso
il

e tutto pien d'ira e quasi

corse a ferire

dicendo
,

ahi villan giovapii di

ne
le

e oltre al dovere ardito


,

vago
,

vituperevot'

morte

che di laudevole vita

quale arroganza

ha
re

tanto sospinto avanti, die in


ti

ma presenza

alla tor-

sia

appropinquato
la tua vita

Io

non

so quale iddio dalle


:

mie mani
lano
.

ha campata

tirati
,

indietro vil-

Filocolo udendo queste parole


,

e vedendosi

intorniato da molti
si

e ciascuno presto per ferirlo, qua,

tutto smarrito

dubitando di morire
stato in altra parte

volentieri vor-

rebbe allora essere

ma

ricordan-

dosi di Biancofiore rinvigor, e riprese le spaventate

forze

umilemente
,

cosi rispose

o signor

mio

per-

donami
to
,

che non per mio difetto questo addivenula tua signoria offeso
:

n per malizia ho contro

la
il

dura bocca del mio cavallo

di questo
si

n'ha colpa

quale assai lontano di qui correndo

mosse

n per
;

mia

forza tener lo potei infino a questo luogo

al

qua-

le venuto,
tei fare
gli,

maravigliandomi de'

sottili

lavori
essi

non po-

che io non mi appressassi ad

per veder-

non credendo a

te dispiacere: tutta fiata io


fa'

ho

fal-

lito, nelle tue


il

mani mi rimetto,
Filocolo

di

me

secondo

tuo parere

Sadoc rimirava do
le

fiso

e umiliato ascoltan-

le

sue parole, e le sue bellezze slmili a Biancofiore


,

stimava

e avendolo udito cosi benignamente par-

LIBRO
lare
,

QUARTO
a

i5i

'naf^

giovane,

monta

a cavallo. Filocolo presto

salito in

.sul

suo pninircno dietro


cui Sadoc disse
:

Sadoc
,

reverenti?

andava

dimmi

giovane, se tu
,

se* cavaliere

o scudiere

o di che parte
il

e ({uello che

quinci andavi facendo quando


tra tua voglia
ti

tuo cavallo qui con*


i

trasport

A
il

cui Filocolo rispose

signore, io sono
le

un povero

valletto

d'oltmmarc,

il

qua-

prendo
la

diletto

in andare

mondo veggendo j e
qui per

udendo

gran bellezza di questa torre nominare, esntosito


.

sendo da Rodi

per vedere Babilonia


ora innanzi
,

vederla ne venni
vallo

F.
,

quando

il

mio e*

mi trasport

tornava con
il

un mio

falcone pel-

legrino da

mio
,

diporto,
egli

quale avendolo ad una staral

na lasciato
volo
,

ed

non potendola prendere

primo

sdegnato in su questa torre se ne vol, e richiaio,


,

mandolo
si

il

palafreno temendo

il

romore a correre
per-

mosse

qui recandomi come mi vedeste


cos

Mentre che costoro


vennero
alla

parlando andavano
,

gran porta della torre


:

ed

entrali

in essa

dismontarono

e avendo
,

il

castellano le belle
lui

maniere

di Filocolo vedute

immagin
giovane

dovere essere nobil


l'

giovane

per

la

qual cosa quivi


:
,

assai
la

onor

dopo
chia-

molte parole
hai

gli disse

somiglianza che tu

d'una donzella che


,

in questa torre
la vita

dimora
:

mata Biancofore
siano
ti

t'

ha oggi

campata

di

che

g' iddi! lodati,


,

che

la

mia

ira

mitigarono com'io

vidi

la

qual cosa rado o mai


assai
il

pili
,

non avvenne
sempre a

Di questo

ringrazi Filocolo
,

Itii

offerendosi servidore
la la

e similemente a quella giovane


1'

cui somiglianza
potesse

campato
la

avea

e se egli conoscer
.

volentieri

ringrazierebbe

E
,

di questi

eutrati in

molli e in diversi ragionamenti

a Filocolo

i53
and
no
,

FILOCOLO
1'

occliio in

un cauto del luogo dove dimorava-

dove

egli vide appiccato


,

uno

scacchieri nobilis:

simo e ricco

il

quale veduto disse


,

sire
s

dilettatevi

di giucare a scacchi

eh' io vi
s

veggio

bello scac-

chieri? Rispose Sadoc;

mollo; e tu
.

sai

giucare?

cui Filocolo rispose

alquanto ne so
,

Disse allora Sa-

doc

or giuchiamo insieme
,

infino a tanto

che que.

sto caldo passi

e che tu possi alla citt tornare


,

Ci

mi
ti
1'

piace molto

signor

mio

rispose Filocolo

Fece

adunque Sadoc
,

in

una

fresca loggia distendere tappe,

e venire lo scacchieri
dall' altra
,

1'

uno
.

dall'

una parte e

altro

s'

assettarono

Ordinaronsi da co-

storo gli scacchi

e cominciossi

il

giuoco

il

quale ac-

ciocch puerile non paia, da ciascuna parte gran quantit di bisanti si

pongono

presti

per merito del vinci,

tore

Giucando adunque costoro


i

l'

uno per guada-

gnare

posti bisanti,
,

1'

altro per perdergli e acquistare

amist

Filocolo giucando conosce s pi sapere del


il

giuoco che
il

castellano

Ristrinse

adunque Filocolo
sua

re del castellano nella


,

sua sedia con uno de' suoi

rocchi e col cavaliere


1'

avendo

il

re alla sinistra

uno

degli alfieri

'1

castellano assedia quello di Fi,

locolo con molti scacchi

e solamente
salto del
,

un punto per
.

sua salute

gli

rimane nel

suo rocco

Ma

Fi-

locolo a cui glucar conveniva


il

dove muover doveva


,

cavaliere suo secondo per dare scacco matto al re


il

e conoscendolo bene, mosse

suo rocco
.

e nel punto
lieto

rimaso per salute

al
,

suo re

il

pose

Il castellano

cominci
colo
,

a ridere

veggendo eh'
lui

egli

matter Filo;

dove FIlocolo avria

potuto mattare

e dan-

do,gli con una pedona pingente scacco quivi

il

matt

a s tirando

bisanti

e ridendo disse: giovane, tu

non

LIBRO
sai
il

QUARTO
8*
,

i53

giuoco

avvegnach bene
fatto

era avveduto di ci

che Filocolo aveva

ma

per cupidigia de'bisanlt

V avca
li*

sofTerto

infgnendosi di
:

non avvedersene
,

cui Filocolo rispose

signor

mio

cosi
le

apparano

fol-

Racconciasi

il

secondo giuoco, e

quantit de'bi.

lanti si

raddoppiano da ciascuna parte

Il
.

castellano
11

giuoca sagacemente, e Filocolo non lano niun buon colpo


li

meno

castel:

muove che uon

dica

gio-

vane

meglio

t'

era

il

tuo falcone lasciare andare che


,

qua seguirlo . Filocolo tace


dolgano
co
,

mostrando che molto


il

gli

bisanti

e avendo quasi a fine recato


il

giuo-

essendo per mattare

castellano

mostrando con
giuoco
,

alcuno atto di ci avvedersi, tavol scendo in so medesimo


locolo,
il

il

cono-

il

castellano la cortesia di Fi-

quale piuttosto perdere che vincere desidera,


:

e fra s disse

nobilissimo giovane e cortese costui


.

pi che alcun altro io mai vedessi


scacchi al terzo giuoco
la quantith
, ,

Racconciansi

gli

e crescendo ancora de'bisanti


il

nel principio
,

castellano disse a Filola


il

colo

giovane
,

io

ti

prego e scongiuro per


sai

potenza

de' tuoi iddii

che tu giuochi come tu


fatto

meglio

n come hai infino a qui


Filocolo rispose
:

non mi risparmiare

signor mio, mal

pu
,

il

discepolo col

maestro giucare senza esser vinto


ce
,

ma

poich vi piail

io

giucher com' io sapr


,

Incominciasi

terzo

giuoco
il

e giucando per lungo spazio. Filocolo n'ha


,

migliore

il

castellano

il

conosce e cominciasi a
,

crucciare, e a tignerai nel viso


tesse
il

e assottigliarsi, se po.

giuoco per maestria recuperare


il

Ma

quanto
gli

pi giuoca, tanto pi n'ha


leva con
Il

peggio. Filocolo

uno

alfiere

il

cavaliere, e dagli scacco rocco.

castellano per questo tratto crucciato oltre a misti-

i54
ra
,

FILOCOLO
,

pi della perdita de' bisanti che del giuoco

die

delle

mani
.

negli scacchi

e quelli e lo scacchieri gitdisse; signor

t a terra

Questo vedendo Filocolo


pili

mio

perch usanza de'


giuoco
,

savii

il

crucciarsi

questo

per voi

meno

savio

non reputo, perch con.

tro gli scacchi crucciato siete

Ma

se

voi aveste

ben

riguardato

il

giuoco, primach guastolo, voi avreste


io era

conosciuto che

in

due

tratti

matto da voi

Credo che
non

il

vedeste,
,

ma

per essermi cortese, mostranil

dovi crucciato
ci

voleste avere
:

giuoco perduto

ma
:

fia cosi

questi bisanti sono


i

tut vostri

mostrando

di volere

suoi adeguare alla quantit di

quelli del castellano

bene
,

tre cotanti

ve ne mise de

suoi

quali
,

il

castellano

mostrando
;

d' intendere
,

ad

altre parole

gli

prese dicendo

giovane
io

io

ti

giuro

per

1'

anima

del

mio padre
,

clie

de' miei giorni

con molti ho giucato

mai non
:

trovai ohi

a questo

giuoco mi mattasse se non tu

n simllemente pi
.

cortese giovane di te trovai ne' giorni miei rispose


:

Filocolo

sire

di cortesia posso io molto pi voi lodare

che voi

me

conciossiecosach io oggi per la vostra


.

cortesia la vita n' aggla guadagnata

Le

parole in diversi ragionamenti tra costoro mul,

tiplicarono

il

giorno se ne va

perch a Filocolo
,

veggendo
partirsi,

il

sole

che cercava

l'

occaso

gli

parve di
si

perch

egli disse: signor

mio,
;

e'

mi

fa tardi,

e d' esser nella citt

mi

contenterei

perci
Il

quando

vi
,

piaccia con la licenza vostra

mi

partir.

castellano
,

che della piacevolezza di Filocolo era


cortese giovane
,

preso

disse

se

non

fosse

che

1'

andare per questa


,

parte di notte per molte cagioni dubbioso


resti

tu cene-

meco

questa sera

ma

io

ti

prego per amore di

LIBRO QUARTO
ronngiar

i55

quella cosa che tu pi ami, che domani tu tomi a

meco. A
,

cui

l'iloculo

riApose: sire,

per

amor

di voi

e per quello di colei da cui parte scon*


,

giurato cere vi
nito
:

m' avete

io
.

non posso ninna cosa che

in pia-

sia disdire

II

comandamento

vostro sarh foriddii


:

rimanete adunque colla grazia degl'

e ad

ogni tuo disio sempre sieno favorevoli, rispose Sadoc.


Filocolo salito a cavallo
cittk in
,

e da Sadoc partitosi
.

alla

parte contento se ne torn


egli

Come

fu alla citt pervenuto,

e smontato
,

all' ostiere di

Dario

l'

ora essendo gi tarda


tutti

trov
i

Dario e Ascalione e
quali

gli altri
,

ad attenderlo:

come

il

videro

lieti gli si

fecero avanti dicendo^


5

assai ci hai oggi fatto avere di te pensiero

dove

se'

tu

tanto dimorato? Nelle

mani

drlla fortuna, rispose Fiio

looolo
tava
,

la

quale non cosi nemica mi com'


forse de' miei

repu-

ma

danni pietosa
,

comincia a

mostrar

lieto viso ne' nostri avvisi

e
,

si

fatto principio

in quello

che divisammo ho avuto

che appena che


fine
:

io ne possa altro sperare che

grazioso

e chia,

mati Dario e Bellisano e Ascalione in una camera


ci che avvenuto gli era loro narr.
g' iddii
sigliali
,

Lodarono costoro
,

e a Dario piace

tal

comlnciamento
lui,

e con-

l'andare a mangiar con

e l'essergli cortese,

dicendogli che d* oro e d'avere non dubitasse, che

poich

'I

suo donato avesse quanto


,

egli

n'

aveva

in

suo servigio ponesse sicuramente

ricordandogli

che
il

con discrezione proceda


suo segreto fuori che
e tempo
gli
,

ad ogni

uomo
,

celando

al

castellano

quando luogo
dor-

parr.

Ringraziatolo Filocolo, pren:

dono

il

cibo

e vannosi a posare
nella

ma

gli altri

mono

e Filocolo ferma

mente con molti ra-

i56
che con

FILOCOLO
al castellano
,

gionamenti ci che

dee dire

e quello
il

lui vuol fare

e che
il

movimento
medesimo

cleggia

suo

essere a dovergli narrare

suo segreto. Molte vie pur


,

trova, e ciascuna prova in s

e le migliori
la notte le

riserba nella

memoria

Poco abbandonano
j

sollecitudini lo

innamorato petto

e la notte che
l'

gi

maggiore

gli
il

cominciava a parere che


il

altre si

con-

suma, e
Filocolo

chiaro giorno rallegra

mondo ^levasi
e venuta

e tacitamente e con discrezione ordina ci


al

che davanti
1'

sonno

la notte

aveva pensato
,

ora eh' egli stim convenevole


alla torre.
,

soletto se

ne caval-

Quivi dal castellano con mirabile onoe le tavole preste ninna cosa aspettano

re ricevuto
se

non loro

Dopo alcuni ragionamenti s'assettano costoro alle tavole come piace al castellano, e con gran festa mangiano splendidamente
del mangiare
to venisse
gli
il
,

servili

gi

presso alla fine

Fllocolo cominci a dubitare non cer,

suo diviso ad effetto

perocch gi tempo

pareva

conciossiach altro non restasse al levare

delle tavole se

non

le frutte

ma

mentre che in

tal

pensiero alquanto alterato dimorava, Parmenione giunse quivi


,

il

quale content assai Filocolo nella sua vela sala, nelle


,

nuta, e salito in su

sue

mani rec

la belaltri

lissima coppa e grande d' oro


tesori Felice re ricevette

la

quale con

gli

per premio della giovane


,

Biancofiore dagli ausonici mercatanti


di bisanti d' oro
,

e quella piena
1'

tanto grave che appena


,

avria posottilis;

tuta pi

Parmenione portare

coperta con

un
la

simo velo, davanti a Sadoc


signore
,

la

present dicendo
ieri

bel

quel giovane

al
,

quale voi

per

vostra

benignit la vita servaste

avendo

egli

per sua presuu-

LIBRO QUANTO
ttiosith la
ti

187

morte guadagnala
ci

questa con questi frut-

che dentro
;

sono

quali nel suo paese naacono

\i presenta

e appresso s e le sue cose ofTera al vo.

stro piacere apparecchiate

Vedendo questo Sadoc

ascollando
nito, e

le

parole di Parmenione tulio rimase


,

alle-

con cupido occhio riguard quella


.

nel cuore

lieto di tal presente

Nondimeno

della

magnanimit

e cortesia di Filocolo maravigliandosi molto, e rivolto

dove Filocolo sedeva, con benigno aspetto


poi disse: grande e nobile
terreno che
si falli
il

il

riguard, e
il

presente

e prezioso

frutti

produce: e se non ch'egli mi

si

disdice l'esser villano verso di chi a


forte saria

me slato
,

cortese,

che

io tal presente prendessi

perciocch a

Giove
ta

saria grandissimo e accettevole simil dono.


la

E fat}

prendere

coppa di mano a Parmenione

gli disse

voi potrete di colui che \i del pi nobile

manda pensar
si

quello

che

uomo
,

del

mondo

possa dire: e pe-

rocch'io

mi sento insufOciente
egli

a render grazie convese

nevoli a tanto

dono a quelle non procedo,

non che

per questo
si
il

me
,

e le

mie coso

e ci che per

me
si

potesse sia a lui obbligalo quant' io potessi

essere

pi

Parmenione

fatta

convenevole riverenza ,

part

Rimasi costoro insieme


gran nobilt che
effetto in so

e levate le tavole
,

per lo

pensiero del castellano niuna cosa andava


gli
:

se
,

non

la

parca quella di Filocolo

e con

diceva

che potr

io

per degno merito

di tanta larghezza fare a costui, acciocch interamente


gli

potessi mostrare

quanto per
?

lui farci

e quanto io
ri-

sia di tal

dono conoscente
:

poi a s

medesimo

spondeva
strare

tu

se' si

suo

che tu mai pienamente mogran bisogno ooa

non

gliele potresti , salvo se

i58
gli

FILOCOLO
,

avvenisse
.

ove tu

la

persona e

1'

avere per lui dia Filocolo parte

sponessi

Ma
il

dopo questo volendo


volere dimostrargli
,

del suo

buon

con seco in una


posti a
se-

camera solo
dere
,

chiam

e quivi

amendue

cosi

cominci con lui a ragionare


,

Giovane

per quella

che tu devi

agi' iddi

per V amore che tu porti a


lita
,

me

aprimisi la tua nobi,

acciocch' io di quella pigliando esemplo


,

possa

nobile divenire

Io vidi gi ne' miei di molti nobili

uomini

chi per antico sangue, chi per infiniti tesori,


,

chi per be' costumi

e chi per

una maniera chi per

un' altra
bile cosa

ma

e'

non mi

sovviene che io mai cosi no.

come
?

tu se' vedessi

Che

operai io mai
tale

o
si

che potrei operare, che un tanto e


convenisse

dono mi

Io porto opinione che tu trapassi di piai

cevolezza e di cortesia tutti


costui rispose cos Filocolo
;

giovani del
signor mio,

mondo
non

vogliate

ine rozzo ancora ne' costumi con queste parole schernire


zioni
.

Io non seguo nobilt di cuore in queste opera,

perocch non
,

ci

che

io

sono di piccola ra-

dice pianta
tare a

ma

yicordomi cosi gi d' aver veduto


,

mip'padre

cui esempli

i'

lio seguiti

e simi-

lemenle conosco eie non potrei


alla vostra nobiiil

mai
,

far

tanto che

aggiugner potessi
convenisse
,
.

o che d' onore


voi

a quella pi

non

si

Ma
.

mi porgete
operaste
,

ammirazione

col dire

che mai per

me non
crediate

perch questo io operar dovessi


la

Or

che se
di

mia

vita

pi tempo

si

lontanasse che quella

Dodamin,
della

di

Zenone

d'

Epimenide non
1'

fece

mai
vo-

memoria mia non


,

si

partir

essere per la

stra benignit vivo

come

gi oggi udiste
,

che io ricosarebbe
le-

nosco

qiiando questo non fosse stato

IIBRO QUARTO
cita cosa a fnre, Ih

i5g

dove amicliovolc amore di due


avvegnach que-

cuori fa uno. Niuna cosa a fine di servigio ricevuta ,

o che ricever per innanzi


sto a
dissi
,

si

deggia
,

me

non possa appropiare


la

perocch , come gi

da voi
io

vita tengo
,

e conosco voi tanto e


altro

tale

che

non dubito

che voi pi che


:

uomo
ao*

del

mondo per me

possiate operare
1*

e per

non

lamentc coloro da' quali


sono da esaere onorati
per innanzi servire.
curi di Filocolo
11
,

uomo ha

servgi ricevuti

ma

quelli ancora cle possono

castellano fervenlissinio a' piaaltro


egli

udendo dire poterlo pi eh'


lo

mai

servire

con moki scongiuri


il

slrigne

ched

non
,

gli celasse

di

che

fido d' essere cosi da lui servito

che come
sta

so

medesimo pi

volte servirebbe
,

que-

dimanda tacque Filocolo

il

castellano ognora

pi volte acceso desiderava di sapere in che a Filocolo


servir potesse
fiale volle
il
.

La qual cosa vedendo Filocolo


,

pi

suo disio palesare


,

e infino al profferere
,

rec

le

parole

e poi dubitando le tirava indietro

ia

altre novelle

volgendo.

Ma
,

il

castellano

avendo pro,

posto pure di voler sapere in che servire lo potesse

non

restava d' incalcarlo


gli dicesse

ogni novella rompendogli


,

e che ci

pregandolo

non pensando che


.

dovesse riuscire a quello che fece


ciato, e pi

Filocolo cosi incalsi


i

ognor dubitando, pera-vventura


gih da lui letto in
:

ricord
paurosi
,

d'

un verso

Ovidio

ove

dispregia dicendo

La
:

fortuna aiuta

gli

audaci

timidi scaccia via


tra lui e la fine del

e vedendo manifestamente

che
gli

suo disio era questo, che parlar


ricevere
,

conveniva

s'

egli servigio volea


,

allarg

le

forze al desiderante cuore

e propose di dar via alle

parole

e cominci cosi

'r6o
Signor mio
,

FILOCOLO
pero(;ch io non dubito che quello di
,

che

vi

pregher
il

e a che voi
,

mi

siringete eh' io vi

preghi voi
cose
,

potete fare

e
il
:

potreste

molto maggiori

vi paleser ci

che

dubtoso cuore infino a


e perocch' io nel parlare
,

qui ha celato a tutta gente

nell'

opere non sono

il

primo errante

vi

prego che
,

se forse alcuna cosa dicessi oltre al

dover detta

che
e se
,

voi

mi

perdoniate

quello eh' io

come padre mi riprendiate: dimando per voi si pu adempiere


,

vi

prego

per quello affettuoso amore che

le vostre

pa-

role mostrano clie

mi

portate

che voi senza alcuna

disdetta e senza indugio di ci

mi

serviate

Io nelle

vostre

mani e

nella fortuna la vita rimetto: e acciocil

ch ben
cosi
.,

vi sia chiaro

mio intendimento
,

vi

dico

che mia credenza


i:

che poich Febo ebbe per

Dafne Penea
ninno
fosse

cuore da amor passato, non credo che


tanto innamorato quanto io sono
il
:

mai

certo le

mls

opera-iioni
i

dimostrano

che

io

venuto
tri,

da Spagn?.

inf::io

cuesto luogo sono con molte


il

bulazioni e nolo cercando prima

ponente tutto

e
,

poi ciascuna

so.ci c.\e tra

qui e Partenope dimora

desiderando di I.cvar Biancofiore, a


levaia
,

e vendu.a u
,

lercatanti

me furtivamente Hammi qui la ford' alcuno


.

tuna balestrato
iddio

ov* io di lei per risponso


,

ho

trovato novelle

e voi ieri la ricordaste

per quello ch'io abbia pe' ragionamenti di molti uo-

mini nella mente raccolto


la vostra

ella in

questa torre sotto

guardia dimora

di

che
:

lo assai

mi contento
g' iddi

pi che

se in altra parte fosse


,

e avendomi

a questo partito recato

che

lo

sono vostro com'io

mi

tengo, ora,

come

davanti

dissi,

amor per
s'

lei

oltre ogni

sua legge

mi stimola.

certo

lo volessi

parlicolar-

, ,

LIBRO QUARTO
mente narrarvi quanti
lei corsi
,

i6i

io

ho

pericoli gih per

amor

di

e quanto io l'ami,
,

prima

il

d saria

dalla
j

notte chiuso

e quella esso ritornando cacciata

ma

per

come erodo che


il

gih in parte tal vita provaste

e per quella

mio

tutto potete

comprendere, non mi

stendo in pi parole, se non che quello che io da voi


desidero questo
vostre
,

V una
,

delle

due cose; o che

io dalle

mani
.

sin

ucciso

o che voi a Biancofore parlar


la vita

mi

facciate

Pregovi che
.

eh' io p<;r voi porto


parlare, stret-

per voi non pera

non potendo avanti


si

to da' singhiozzi del pianto


11

tacque.

castellano ascoll questo con intero intendimen-

to; e raccolto tulio in so, cosi fra s

cominci a dire

ben m' ha
che
io

costui

con

sottile

ingegno recato a quello


:

non

credetti
,

mai che alcuno mi recasse


io teru\iner
la
si
i

ma
mio

avvenga che vuole


potere
.

suoi nifanni a

Di

ci

mi pu

fortuna far corta noia


volesse voltare
.

se contra

me

per questo

Io sono
feci:

ornai vecchio, n

mai notabil cosa per alcun


si

ora

nella (ine de' miei anni, in servigio di

nobii giovane
vita

come
to
la

costui , voglio
.

il

rimanente della mia


il

met-

tere in avventura

Se

io

servo e

campo gran meri,

appo

g' iddii

acquister, se io per servirlo muoio,


l'

fama

di tanto servigio toccher


.

imo e

1'

altro polo

con eterna fama


so
le

Cos aduuque dlbcrato di fare in

medesimo

riguard Filocolo nel viso; e veggendo


gli

sue lagrime e
,

ardenti sospiri
lui pianse; e

non

si

pot per
cosi

piet tenere

ma
con

con
:

dopo alquanto

cominci

a parlare
,

Filocolo

sottili arti

hai rotti

miei proponi-

menti

e certo la tua nobilt e la piet delle tue lala

grime hanno piegato


FILOCOLO T.
II.

mia durezza

e per conforI I

362
tati
.

FILOGOLO
Io desidero di servirti
fallo
ti
,

e di ci

che pregalo
a tanta

m'hai senza
i

servir

Aiutinci

g' iddii

lupresa

e la fortuna nelle cui

mani

ci

rimettiamo
alza
.

non

ci sia

avversa

Non

lagrimar pi,

ma

il

viso,

e ascolta qual via sia da noi da esser tenuta

Piacque-

ro a Filocolo queste parole, e alzq

il

viso; a cui

Sadoc
la

disse; giovane, io in breve spazio di

tempo per
s

mia

mente molte
com'
na
il

vie

ho

cercate per recare


,

alto

disio

tuo ad effetto

n alcuna ne trovo che buo-

sia a tal

cosa recare a fine se non

una

sola

la

quale di non piccolo pericolo

ma

di

grande.

Pu
d

hai grande cosa addomandata, alla quale per piccolo af-

fanno pervenir non


il

si

pu

e per ascolta
,

Se a

te

cuore di metterti a tanta ventura

io

mi sono
si

ricorcele-

dato che di qui a pochi giorni in queste parti

bra una

festa
:

grandissima

la
i

quale noi chiamiamo

de' cavalieri

in quel giorno

templi di Marte e di Ve-

nere sono

visitati

con
il

fiori e

con frondi e con marali

vlgliosa allegrezza;

qual giorno io avr fatto per


,

viciui paesi le rose e' fiori tutti cogliere


ste fjorre

e in tante ce,

quante damigelle nella torre dimorano


la torre
,

guardole in questo prato davanti

dove

1'

am-

miraglio coronato e vestito di reali drappi con graadishima compagnia viene


rose con
,

e di ciascuna cesta prende

mano
si

a suo piacere, e cosi coni' egli


la torre,
:

coman-

da

cosi poi

collano sopra

facendo chiamar

quella a cui dice che data


cofiore la pi bella
,

sia

e perocch la tua Bian-

e di tutte
,

sempre prima che


,

alcun' altra presentata

io

ti

porr

se tu vuogli
si si

in

quella cesta che a Biancofiore presentar


prirotti di rose e di fiori
g'

dee

e co.

quanto meglio
ne;v.ica

potr

Ma
ay-:

edi avvenisse che

la fortuna

de' nostri

LIBRO QUARTO
visi
ti

i63
niuna
il

coprisse, e facessell al signore vedere,


alla nostra vita
.

re-

denzione saria
colo
,

Tu

vedi ornai

peri-

pensa quello che da far


,

ti

pare

Se

egli

non se
:

ne avvede
poi
s*

tu potrai con

lei

essere alquanti giorni


,

avviene che esso alcuna volta


,

siccome
,

egli

suole spesso a mangiare salirvi


d*

vi

salga
:

in

forma
nulla

uno
.

de' miei sergenti te ne trarr

altra via

e'

Egli tiene di tutte le porti le chiavi se non di


,

questa

la
.

quale tu vedi aperta

e questa io
,

ho

in

guardia

Filocolo pieno d' ardente disio

a ni uno pe-

ricolo a niuna strabocchevole cosa

che avvenir possa

pensa

ma

subito risponde, che egli a questo pericolo

e ad ogni maggiore che avvenir potesse prestoj afler-

niando che per grandissimi pericoli e alfanni pervenire


8

convenia a

tali
il

cose

Finiscesi

adunque con

tjuesto

proponimento

loro consiglio, e con fede e con giura-

mento insieme
messo
,

si

legano

l'
:

uno d'osservare

lo

improil

1'

altro di tacere

e cosi Sadoc dato

giordai

no a Filocolo , che
s

egli a lui

ritomi confortandolo,

V accomiata
ornai
il

e Filocolo torna alla citlk contento, e


il

tanto lieto che appena

pu nascondere
;

desideranora gli

do che

termine posto venga

e ogni

parea pi lungo spazio di tempo che non era stato


quello che tribolalo aveva Biancofiore cercando.

O
cose
,

avarizia insaziabile fiera

divoratrice di tutte le
sottilissima

quanta

la

tua forza

Tu

entratri-

ce con disusate cure ne' mondani petti rompi le caste leggi

gione

spada

Tu con grosso velo cuopri il viso alla raTu rivolgi la ruota contro al taglio della giusta Tu spezzi con disusata forza freni della tem.

peranza

e levi a fortezza le sue potenze

Tu, o
d'

insa-

ziabile appetito, rechi

m cessila

ne' luoghi

abbon^

i64
danza pieni
puoi
i
.

FILOGOLO
Tu
iniqua
,

non

sai

che fede

si sia

Tu

pietosi cuori rivolgere in crudeli.

Che pi dir

di le, se

non che puoi

la

fama per

la

infamia far la-

sciare, e gli eterni

regni pe' terreni abbandonare?


,

Chi avria mai potuto


dere
la
,

o guastutrice d' ogni virt, cre-

che pascendoti ampiamente nel petto di Sadoc,


fierit in vilissima

sua

lenonia

si

mutasse per

te

1^'orti

cose paiono a pensare le tue operazioni


il

Viene
vendo
rl
,

nominato giorno
.

che Filocolo

sollecito
;

torna a Sadoc
la

Kiuno amico

sa la sua andata

e do-

vegnente mattina Filocolo nascondersi ne'fo-

ranella notte si

dorm con Sadoc

della
,

quale la
id-

maggior parte consuma

in divoti preghi

JNiuno
si

dio rimane in cielo a cui le sue voci non

muovano.
sono

A
V

tutti

promette graziosi incensi se

quel punto

alutano; e Marte e

Venere pi che
g' iddii

tutti gli altri

pregati; e ultimamente

degli

ombrosi regni

di Dite da lui sono tentati divotamente d'umiliare,

acciocch
th" ella al
sasi
il

a'

suoi disii

non

si

oppongano

Ma
la

poi-

suo parere lunghissima trapassa


,

e appresce-

giorno

essi
si

due

soli si

levano, e trovala
,

sta

l^ilocplo vi

mette dentro
il

raccolto in quella

guisa che egli

pu
il

meglio

e quivi entro

Sadoc

raaestrevolemente

cuopre di Cori e di rose, ammaesi

strandolo che cheto

tenga
,

e posti de' fiori sopra


cesi-

lui grandissima quantit


ste

cosi acconcio coli' altre


,

davanti al signore gi venuto nel prato


il

dove

fuilemente quasi tulio


to per tal festa vedere

popolo della

citt era raccolr

la

prese|ita, alla

guardia di

quella continuo dimorando

Amore, nemico
la tua pptenza
,

de'paurosi, quanta maravigllosa

e quanto furono le tue

fiamme

fer-

tlBUO QUARTO
VRnl nel petto di Filorolo
!

iCn

Qunle

strflborchevole via

fu inni usala per le

quale fu ([ueila che Filocolo


f

cU>c ardire

di tentare

A Leandro non
il
,

era
:

il

mar
sua

contrariato, e a Paris era di lungi

nemico

a Per-

seo

la

sua
,

for/ia

ora mcdiaule
il

e Dedalo per la
e la terra
,

salute

essendogli cliiuso

mare

con maeil

strevoli ali fugg


la

p'r

1*

nere.

Gran

cose fa (nve
a so

fuggir

morte, gran idnn/a rende P


,

uomo

medesimo

coniballente

e lo follie de' mariti sono spo&so cagio,

ne d'avoUTi allo niogli

e le largliexze dello vie fan-

no volonterosi
quelle
di
.

gli

nomini molte volte ad andar per

Ma
,

costui

non larga via

si

vedea

non assenza
canjpare

nemico

non disposto per sua


,

fortezza

n fuggir morte
tendosi
clic
.

ma

piuttosto seguirli a (juelo metvita

Fgli pose In sua

sotto la
,

fede d'

uno

mai fede non nvca conosciuta

e sotto sottili fron-

di di rose, le quali dalle pi picciolo

auro sariano po-

tute

muovere, e scoprirlo
il

nel cospetto del

nemico.

Egli diede

vivo corpo ad essere immobile

come

morto.

Tu
.

porgi pi forza e pi ardire cbe la natura

medesima
dire di

Quello che Filocolo non aveva avuto aral

dimandare

padre, solamente ora in pericolo


al

da non poter pensare davanti


quale amante!

nemico

lo ricerca.

Oh

Oh quanto da essere
si

amato!

Oh

quanto

Biancoiorc pi eh' altra misera

poria reputare se

di ci le disavvenisse che Filocolo

ha impreso

Oh
fos
-

quanta

saria la sua
!

paura se

ella

consapevole fosse di
ella
si

queste cose
se
,

Certo io non so vedere qual'


,

o pi dolorosa perdendolo
.

o pi contenta tenen-

dolo
11

signore

comanda che
.

la piiH

bella

cesta

di fort

gli sia

presentata davanti

Sadoc

tosto quella

dove Fi-

66
sotto
,

FILOCOLO
come
la

locolo timido ,

gru sotto
,

il

falcone

la

coporta
,

lomba

il

rapace sparviere
,

dimorava
siate

gli

davanti

iddii

o santa Venere
il

presenti

di-

fendete da tanti occhi


1'

nascoso giovane. Mise allora


,

ammiraglio

le

mani

in quella

e pensando a Bian-

cofiore a cui

mandar
,

la

doveva, tanto affettuosamente


tir
,

di quelle prese

eh' e' biondi capelli seco


allora la

ma

non

gli

vide.

Quale

paura di Filocolo fosse


:

io noi crederei sapere

n potrei dire

per chi ha

punto
agi'

d'

ingegno

il

pensi. Egli fu quasi che passato


gli

immortali secoli, e appena vita


si

rimase, e

quasi di tremore tutto


sente
il

mosse:

ma

la

santa
;

Dea

pre-

ricoperse con non veduta


altri

mano

e levato

da

Sadoc e da molti
il

dal cospetto dell'ammiraglio,

quale avea comandalo che per amore di lui a Biansi

cofiore

presentasse

fu portato appi della torre


,

quivi fatta chiamar Glorizia

la quale al

servigio di

Biancofiore dimorava
a

a lei fece la cesta collar suso

una

finestra.

Ma

Filocolo quasi stordito della pausi

ra
si

non

intese chi

chiamata

fosse,

ma fermamente
:

credette da Biancofiore essere ricevuto


,

perch egli

gi a Glorizia vicino
si

desideroso di veder Biancofiore,

scoperse
,

il

viso

la

qual cosa quando Glorizia


,

il

vide

non riconoscendolo
,

subito gtt

un
mani

grandissi,

mo

strido

e ritornatole alla
il

memoria chi

costui era

ricopertogli

viso

che

gi dalle sante

era stato
;

ricoperto

tacitamente
,

il

riconfort dicendo
.

non

ti

sconfortare

io

ti

conosco
;

Ma

gi tutte le

compagne
,

erano gi corse dicendo


tu
si

Glorizia, che avesti tu

che

forte gridasti

t'

nel viso colore alcuno ri:

maso? Alle quali


pagne
,

ella rispose
tal

io

non ebbi, care com-

giammai

paura

perocch volendo io pren-

LIBRO QUARTO
dcre
la cesta

f>';

de' fiori

in essi

sicuramente miravn
,

subitamente un uccello usc di quelli


feri

e nel viso

mi
.

volando: perche io temendo d'altro cosi gridai


ella sola presa la cesta coli' aiuto

Poi

della invisibile
la

Dea

nella gran

camera e bella di Biancofiore ne

port, e serratasi dentro, lo innamorato giovane colle


rose insieme della cesta trasse
,

e con ismisurata alle,

grezza Abbracciandolo
in 8 credea

gli

fece lunga festa

e appena
ella

che

esser ].x>lesse vero ci


il

che

vede-

va

Di molte cose

dimand

e molte a lui ne disse,

avanti che interamente fosse certa eh' egli cui ella ve-

deva

fosse Florio

Dimorato Filocolo per alquanto spazio


camera 5olo con Glorizia
,

nella bella

le bellezze di quella con

ammirazione riguardando (che bene era vero ci che Dario detto avea e pi), domand Glorizia che
,

di Biancofiore fosse: a cui Glorizia quello che n' era,

e che ne fu poi che venduta era


gli disse,

stata

interamente
il

tanto che di piet a lagrimare


,

mosse

e
ti

poi cosi le disse: Glorizia

cara sorella
faccia
,

di

grazia
io

prego che
del disio
,

tosto

veder

la

mi

pcrrh

ardo

appena credo tanto vivere eh'

io la vegga.

cui Glorizia disse: caro signore, ci che tu


lei
il

mi
ella

di' io

credo, e di

simiglinnte

ti

posso dire

non
,

crede mai le poter vedere.

Ma

perocch

la

fortuna
,

infino a qui stata in ogni cosa a

voi contraria
ti

non

possa per poco avvedimenlo pi nuocerti, se

piace,
se-

alquanto m' ascolterai


guirai
il

s'

io di ci dico

bene
,

mio

consiglio

Egli usanza qua entro

che
le

quando

tutte le giovani donzelle

avranno ciascuna

sue rose ricevute, di venirsene qui in questa camera


e di qui andare nell'altre camere, facendo festa in-

i68
potrai tu vedere:

FILOCOLO
,

sieme, n a ci alcuna pu prendere scusa

e questo

onde

lo

dubito che se io dicessi a


,

Biancofiore che tu qui


venissero

fossi

e mostrassileli
le

non av-

due cose, o

1'

una delle due,

quali son

queste.

La prima, che mi pare manifestamente vedere


ti

che se

ella

vedesse impossibile saria da te partirla


,

mai, e dimorando teco


far festa, esse

non

fosse colle donzelle

non porieno men che bene pensare, e


:

poriane agevolmente male seguire

appresso
,

che

peggio che questo eh' ho detto saria


vedendoti
ella

eh' io so che
,

sarla

tanta

la

sua letizia

che

di
,

leggieri quello

che

II

dolore non ha potuto vincere


il

cio
gi

il

tribolato cuore, l'allegrezza


,

vincerebbe.

E
,

sappiamo che avvenne


Talva
,

e tu

II

puoi avere udito


i

di Juvenzio

e di Sofocle, e di Filone,

quali
.

ne' duri affanni vivuti per allegrezza morirono

Ma
,

acciocch n
si

1'

una n
,

1'

altra di queste cose


il
:

avvenga

potr cos fare


II

acciocch tu contenti
coli' altre
ti

tuo disio
io

suo festeggiar

non manchi
melter
si
,

in

una

camera a questa contigua


potrai ci che in questa

dalla

quale tu
:

camera

far vedere

quivi

dimorando tacitamente,
alcuna cosa che tu qui

io senza dire a Biancofiore


,

sii

qua entro
la potrai

colle sue

comti

pagne

la far venire

dove tu

quanto

pia-

cer vedere.

questo per rimedio del primo


,

male
tutto

che avvenir ne porla

e contentamento
ti

di

te

questo giorno infino alla notte


l'altro

basti.

acciocch

non avvegna
ti

per mio consiglio terrai questa


,

via: io

trarr di quindi
,

e dietro alle cortine


,

del

suo
vate

letto

le

quali abbasser
,

le quali
;

stanno ora le-

come

tu vedi

ti

nasconder

quivi tacitamente
la

dimorerai tanto che coricata a dormir

vedrai

LIBRO QUARTO
poich addormcntnta snrh,
disio.
siali

i9
fare
(1

lecito^ di

tao

Son

corta eh' ella desiandosi nelle


di

tue braccia
,

divenh piena

paura avanti che


,

li

conosca

ma
,

poi vegncndoti conoscendo

la

paura

poco a poco

partendosi dnrh luogo moderatamente airallcgro7.7.a

e cosi

I*

uno e
foi*se

1*

altro

dubbioso pericolo fugj;irenio.


,

Se nhro

avvenisse io vi sar vicina

lei

cac-

cer col mio parlare d' ogni errore. Piacque a Filocolo questo consiglio
aspettare
,
,

ancora che grave


in quella

gli
il

paresse

perth Glori/ia

camera
si

men,
aveva

e sotto grave giuramento pronjetter

fece che egli


ella
gli

pi avanti non faria che quello che


consigliato
:

e partitasi da lui, e serratolo dentro, dove

era Biancofiore se ne venne

sua

Trov Glorizia Biancofiore sopra un letto d' una compagna giacer boccone piena di malinconia e di
,

pensieri

e quasi tutta nell' aspetto turbata


cos a dire:

a cui ella

cominci
son questi
sai tu

o bolla giovane, che pensieri


t*

Qual malinconia

occupa

Leva

su,

noa

che oggi giorno da festeggiare e non da pensa-

re? Gi tulle lo tue

compagno hanno
,

fiori

e rose
:

ri-

cevute
su
,

e fanno festa

e le sulamcnle aspettano
tutti
i

leva

Vienne: non sono


dolersi
.

giorni dell'anno egual:

mente da
anno

A
a

cui Biancofiore rispose

madre
i

e compagna mia
dell*

me

saricno da dolere tutti

giorni

s'egli n' avesse molli pi

che non

n'

ha
,

massimamente questo giorno


se della
io
,

nel qual noi


,

siamo

che

memoria non

t'

uscito

in tal giorno

nacqui
ti

e colui siniii(Mneute per cui


allii

torna egli

mi doglio. Non monte che qucslo giorno 1' empio


nativit

re

suo padre
stire
,

ci soleva

insieme di bellissimi drappi vefare

e solevamo della nostra

maravi-

170
gliosa festa?

FILOCOLO
E
ora imprigionata da lui lontana
,

non
,

so che di lui

si sia

n m' possibile
.

il

vederlo

n
va-

di lui alcuna novella udire

Non

credi tu che

mi

dano per
possono
,

la

mente

dolorosi

accidenti che avvenire


a' viventi ?

e avvengono tutto giorno


il

Ora
so

che so

io se

mio Florio vive? Che slmilemente


in oblio per

io se egli

m' ha messa

amor

d' un' altra

giovane? Che so se mai lo debbo rivedere?

Come,

pensando queste cose

pensi tu che io possa lieta dialtre

morare, o fare come


cosach qualunque
vorrei pi vivere
:

1'

fanno

festa

Conciossie-

l'

una

di queste avvenisse

non

pur conosco
s'

tutte essere possibile

a avvenire
iddi

ma

certo

io sapessi
,

pure a che fine

g'

mi debbono
,

recare
la

io

avrei alcuna
.

caglon di

conforto

se

buona

sentissi

EHI m' hanno lungo


ora veggendo che ad

tempo

colla speranza

che ho avuta nelle loro parole


,

con meno dolore nutricata


effetto

ma

non vengono

tutto

il

dolore che

peraddietro

poco a poco dovea


:

sentire raccolto insieme tutto


g' iddi

mi tormenta
gli

perch parendomi che

come
pian,

uomini abbiano apparato a mentire, pi


.

di

gere che di far festa m' caro

Queste parole udite

Glorizia cosi cominci a parlare: bella figliuola, assai


delle tue parole e di te

mi

fai

maravigliare

Come
,

hai tu opinione che Dio possa mentir giammai


ciossiecosach' egli sia sola verit?
te queste parole
,

con-

Non

escano pi da
t"

ma

credi

fermamente ci che
;

da

lui

promesso doverti essere osservato

ma
gli

alla per-

sona che molto disia ogni breve termine

par lun-

go

Credi tu perch tu
essergli

sii

qui poco pi d' un anno


egli

dimorata
ti

per uscita di mente, o eh'

non

possa bene le sue promesse attenere?

Ma

quanto

LIBRO QUARTO
verle prendere
.

'

tyi
che
tuo

piiH dimori senza riceverle, tanto pi t'appretti a do-

E
, ,

non voglia Iddio che


che morte o
altro
:

sia ci
il

tu di Florio pensi
1*

amore che
ti

abbia occupato

o
,

1'

occupi mai

di questo
,

rendi

certa che egli vive


ti

e amati e cercati
l'

e di qua entro

trarrh sua

se

non m' inganna

opinione che ho

presa d' una nuova visione, che nel sonno di lui e di


te questa notte

m' apparve

A queste

parole

si

dirii-

z Biancofiore dicendo: o cara madre, dimmi che verispose Glorlzla , e' mi parve vedere desti? Certo
,

nella tua

camera

il

tuo Florio esser venuto

non so
vermi-

per che via n per che


vesse indosso
glia rosa
,

modo

e parca mi che egli adi


,

una gonnella quasi

colore di
il

e sopra essa

un drappo
lo vedessi

cui colore quasi e parevami tan-

simigliante
to lieto

mi pareva
io

a' tuoi capelli


,

quanto

mai

e solamente rimi:

rava te, che nel tuo letto soavemente dormivi


e'

a cui

mi parve dire: o Florio, cornee

jierch

venisti tu
ti

qui?

Ed

egli

mi rispondeva:
li

del

come non

caglia,

ma

il

perch

dir

io

non potendo senza cuor dicostei

morare, per esso venuto son qui, perocch

che
.

dorme

il

tiene

n mai di qui senza esso mi partir


all'

Quelli iddi eh'

aspra

battaglia

m' aiutarono
m' hanno
e piena

quando
venni

la

sua vita delle iamme campai,


,

promesso di rcndcrlami
.

e a loro idnnza per essa


ti

Tu

allora

mi parca che

svegliassi

di maraviglia riguardandolo,

appena potevi credere


grandis-

eh' egli desso fosse

ma

poi riconosciutolo,

sima

festa faclavate: la
1'

quale mentrech'io riguardava,

tanta era

allegrezza che nel cuore


il

mi

cresceva
si

che
:

non potendola

debole sonno sostenere


la

ruppe
vana

perch io spero che

tua speranza

non

(la

17

FILOGOLO
te

Parrai fermamente credere eh' egli cercando

sta

in questo paese, e die tu forse ancora, anzi che lungo

tempo
tua

sia, quella allegrezza


:

che tu con

lui

solevi

in

questo giorno fare farai

per confortati, e

fortifica la

buona speranza
si

Udendo

queste parole Bianco-

fiore

gitt al collo a Glorizia, e abbracciatala

cento

volte o pi la baci dicendo: cara

compagna,

gl'iddii

rechino ad
vedere

clfetto

quello che tu pensi:


potesse
^

ma

io

non so

come

far

si

posto eh' egli pur fosse a

pie di questa torre, ch'egli


se

mi

parlasse o

mi

riavesse,

ben consideriamo

sotto
sta a te

che guardia
il

di (noria

mo

Disse Glorizia: non


iddio
gli si

dover pensare che via

voglia mostrare a riaverti, n da pensare


altra volta
li l'

che quegli che

aiut ora

1'

abbandoni
Bian-

Levossl adunque per


cofiore
,

conforti di Glorizia
,

e coli' altre cominci a far festa

secondo che

usata era per addietro. Elle avevano gi tutte le rose

prese, perch di quelle portando grandissima quantit


alla

camera

di Biancofiore

con quelle in quella n'an-

darono, e con dolci voci cantando, e quale sonando con usata mano dolci strumenti e altre presosi per
,

mano danzando
e gittando
1'

e altre facendo diversi atti di festa

una

all'altra rose

insieme motteggiandosi,
Filo-

e Biancofiore similmente non sapendo che da


colo veduta fosse con quelle
spesso grandissimi sospiri
:

si

festeggiava

gittando

e in questa

maniera nella
giorno

sua camera e in quelle dell' altre tutto quel

dimorarono. Filocolo che per piccolo pertugio vide


nella bella

camera entrar Biancofiore,


,

di piet
a'

tale

nel viso divenne

quale colui che morto

fuochi

portato

e la debolezza dello innamorato

cuore cac,

ci fuori di lui

un sudore che

tutto

il

bagn

e con

LIBRO QUARTO
tramortita voce gltt

17!
,

un gran
i

sospiro

e diaae pian-

inente

oim

eh' io sento

segnali dell* antica fiam-

ma:

e poi in so ritornato, e renduta al cuore intera


,

ncurth e forra

con
,

diletto

cominci a rimirar quella

che solo suo bene


putava
,

solo suo dil?tlo solo suo disio re-

e fra so pi
iddi e
,

hcUn che mni reputandola diceva:

o sommi
io (|ui sia

immortali,
la

come pu

egli essere
?

che

e vegga
.

mia Biancofiore

Esaltata sia la
si

vosUa potenza
di lutti
i

E
lei

rimirando Biancofiore
, i

ricordava
stati 8li

passali pericoli
,

quali nulla essere

niava vedendo

tenendo che per cos bella cosa a

mollo maggiori ogni


so diceva
:

uomo

si
,

dovria mettere: poi fra


sai tu

deh Biancofiore
ti

che

io sia qui

Se

tu

il

sai
?

come

puoi tu tenere di venirmi ad abbrac,

ciare

E
ti

se tu noi sai

perch

t'

tanto ben celato e


avresti

tanta gioia quanta io credo

che tu

vedendomi?

Come
senta
?

poss' io

si

presso dimorare che tu

non mi
vidi la
la

.Mirabile cosa

mi

fai

vedere; conciossiecosach
parti

me non prima
che
il
:

giugnendo in queste

torre,

cuore ooninci a batter forte sentendo


e questo fu alla

tua potenza

mia ignoranza
se
il

infnlla-

bilu Icslimonio

che qui

eri.

Oh

mio inquo padre


io per te a tal
,

la

mia crudel madre sapessero che

pericolo

mi

fossi

messo u quale

io

sono

che ora
io creda

cos vicino

ti

stessi
il

com'

io sto,
gli

appena che
uccidesse.
ti

che

la

paura e

dolore non

Deh quanto
non posso

mi

tardi che io manifestar


sentire

mi

possa, lo

rimirandoti
noi sappi
.

perfetta

gioia

sapendo che tu

In questa maniera servito da Gloriza ceil

lalamcnle dimor Filocolo tutto


egli

giorno,
,

il

quale

stimava che mai

meno non

venisse
,

tanto gli pa-

nia pi che gli altri passati maggiore

bench lungo

174
gli paresse
si
,

FILOCOLO
non per
.

di

mirar Biancofiore in quello


'i

potea saziare

Ma

poich
,

giorno alla sopravveil

gnente notte die luogo


di Biancofiore
,

Glorlzia acconciato

letto

e bassate le cortine, trasse Filocolo del


,

luogo dove stava

e lui didietro alle cortine


,

come

detto gli aveva ripose


se
,

pregandolo che

si

attendes-

e in quella maniera facesse che a lei la mattina


.

promesso aveva
Mancati
i

giuochi e le feste delle pulcelle per la so-

pravvenuta notte, Biancofiore e Glorizia se ne vennero


nella gran

camera per dormirsi


,

e siccome peraddie-

tro erano usate

cominciarono
j

di Florio

nuove cose a

ragionare

e molte

e Biancofiore che una cintoletta

di Florio aveva, la quale lungo

tempo aveva guardata,


che baciarla non face,

quella tenendo in

mano

altro

va

e in questa maniera
,

dimorando

Glorizia disse
ti

Biancofiore
vorresti

se Iddio ci

che tu desideri

conceda
?

che Florio fosse qui teco ora

indlrltto

Gitt
;

allora Biancofiore

uno gran

sospiro, e poi disse


?

oin-

m,
nel

di

che mi dimandi tu ora

E' non cosa alcuna


,

mondo che
si

pi tosto volessi
sia a

che io vorrei che


desiderar quello che
io

Florio qui fosse, bench mal

non

pu avere
e la

avvegnach se
,

che son femmina


ci

fossi fuori di

questa torre

come imprigionata
com'
Io d' andarlo
il

son

dentro
la
il

mia
,

libert possedessi

credo die

sua possegga

non dubiterei
,

per tulio
;

mondo cercando

infinch io
io

troverei

e se avegli

venisse che cos

com'
,

dimoro rinchiusa
lo

rin-

chiuso dimorasse
cassi

uluna via sarebbe che


:

non cer-

per esser con lui

quando ogni
,

via da potere

esser con lui

mi
a'

fosse tolta

certo Io

m'

ingegnerei di
portassero

commettermi

paurosi

spiriti

che mi

vi

Non

so se
,

LIBRO QUARTO questo egli per me facesse

iji
.

Come

disse
,

(lorizia

vorresti tu metter Florio a tanto pericolo

quanto

gli

porria seguire se egli venisse qui

Non
tu ed

pensi tu che se
egli

V ammiraglio

se

ne avvedesse
7

morreste senza alcuna redenzione


,

Certo, disse

Biancofiore

creder dei che ninno suo pericolo vorrei,


disiderrei;

prima
quanto

il

mio
della

pur

se io avessi lui tcsteso alse avvenisse

min morte non mi curerei,

che per ci morire mi convenisse, anzi contenta n'andrei agi' immortali secoli
,

ma

se a lui altro
.

che bene
certo io

avvenisse

oltre a

misura mi dorrebbe

E
e'

m*

ucciderei avanti che io vedere lo volessi.


,

Or

, ,

ecco,

disse Glorizia, tu noi puoi avere

egli

non

ci

pu

venire, n alcun altro che tu desiderrassi


ti
:

o che

poich tu non vedesti lui


viso rispose Biancofiore

sia

piaciuto
,

Con

turbato

o Glorizia

per quell' a-

porti pi simili parole non mi dire. mondo brevemente uomo cui io desideri n che mi piaccia se non egli e poich* io lui non vidi e* non mi parve uomo vedere, non che al-

more che

tu

mi

Egli non nel

cuno

me ne

piacesse,

avvegnach
il

egli a torto

ebbe

gi

opinione che io amassi Fileno,

ma

da

che alcuno mai


io d' altrui

me mai non me
che sua
in vita

fu amato.

me molto am, Cessino g' iddii da me


quale
se

ne piaccia
sia

non Florio

e che

giammai, mentre che queste


tristo

membra
sarh sua

saranno col
si

corpo; e poich
,

l'a-

nima ancora
,

di questo

partir

ove
.

cV

ella

vada

e lui a

mio potere seguir

voglioti dire

nuova

cosa,
,

che poich tu stamani mi

dicesti la
,

veduta

visione

e entrando io in questa camera


si

il

cuore mi

cominci

forte a battere

che mai non mi ricorda


gli eterni

jche si forte

mi

battesse

e giuroti per

iddii

.176

FILOCOLO
io

che ovunque

sono andata o stata


:

e'

m'

panilo

avere allato Florio


ch'egli per lo

perch

io

porto ferma speranza


,

mondo mi

cerchi

come

tu

mi
.

dicesti

che credevi
certa
,

e forse in questo
.

paese dimora

Siane

le disse Glorizia
la notte

Andavasene

con queste parole


il

e Filocolo

dietro alla cortina ascoltava

ragionare di queste due,

6 talvolta da nascosa parte Biancoh'ore rimirava, e con

ferventissimo disio voleva dire, io son qui,


rio
il

il

tuo Flo-

quale tu tanto desideri

ma

per

la

promessa
si

fede

e per paura del mostrato pericolo egli

riteneta-

va

e gli pareva ogn' ora

un anno che Glorizia

cesse, e Biancofiore andasse a dormire;


sio
il

ma

del suo di-

contrario avvenia

che mai Biancofiore tanto

vegghlato non avea quanto quella sera invescata alle


parole di Glorizia vegghiava
dal sonno lasci Biancofiore
,

la

quale poich vinta

e nella vicina camera


si

and

dormire

Biancofiore

coric nel ricco letto,


,

e per quello stendendole braccia

e pi volte cercan-

dolo tutto non potendo dormire

cosi quasi

piangendo

incominci a dire

Florio, sola speranza mia, gl'iddii


:

ti

concedano

miglior notte che io non ho

gl'iddii

ti

conservino in
,

quella prosperit e in quel bene che tu desideri


te e a ne

e a

concedano ci che

lecito

non

ci
,

fu a potere

avere

mettanti in cuore di ricercarmi


li

avvegnach

assai lontana

dimori.

Ben saper puoi che per amore


tribulazioni
5

di te sostengo le

non meritate

e per

quello

amore che

me
s

non
che

lasci vincere alla


,

paura
ti

che del tuo padre aver doveva


amassi
ti
,

che
da

io

pure non

vincati a far

io sia

te ricercata.

Non

ritengano le minacce del tuo padre n le lusinghe

LIBRO QUARTO
della tua

vji
al

madre Spera
.

che

io

non ho ahro bene

mondo che
te
.

te

d' altrui attendo soccorso se


,

non da

O. dolce Florio

possibile

mi

fosse ora nelle


io

mie non

braccia ritrovarti!
crederei che
far
In

Oh quanto

bene avrei! Certo

fortuna n
ti

g' iddi

mi

potessero poi
,

male

Io

bacerei centomila volte


.

e appena

che queste mi bastassero

Oh

quante volle sarieno da


colla

me

baciati quegli occhi

che

loro piacevolezza

prima mi fecero amor


solate braccia
aio avanti
si
il

sentire. Io strignerei colle

condi-

dilicato collo tanto,


.

quanto
fossi

il
:

mio

distendesse
tiiriida
?

Deh

ora ci

tu

che a
s

pensare che una


letto

giovane dorma sola in


saresti graziosa

gran

come
,

fo io

Tu mi
s*

compagnia e
la

aicura

santa Venere,

quando
?

sar

che

promessa
?

da voi

fatta a

me
,

adempia

Viver io tanto

Ap
le

pena che

io lo creda. Io ardo. Io

non posso sostener


'1

vostre percosse

ma

impossibile conosco che


;

mio

disio ora s'adempia, tanto gli son lontana

ma in luogo

di ci

o Citerea, manda nel petto mio soave sonno, e


io

quello che

veramente aver non posso fammelo


.

nel sonno sentire

Contenta con questo


si

il

mio
,

disire

acciocch ahpianto
io
il

mitighi

In

mia pena

Or

ecco

m* acconcio
disiato bene,

dormire, e attendo nelle mie braccia


gli lascio
il

o santa Dea. Io
diletto a

suo luogo,

venga con grazioso


parole dicendo
gittava
,

me,

io te

ne prego. Queste

ogni volta che le ricordava Florio


sospiro
,

un grandissimo

e colle braccia distese

verso quella parte dove Florio nascoso dimorava con


fatica

dopo molti

sospiri

s'

addorment
,

Filocolo udiva tutte queste parole


tentato di gittarlesi in braccio e dire
disio
,

e pi volte fa

eccomi
si

il

tuo
,

compiuto

ma

poi dubitando

riteneva

riLocoLo T.

Jl,

la

178

FILOGOLO
ella s'

con desiderio attendeva eh'


poich la vide dormire
le distese
,

addormentasse:

ma

pianamente spogliandosi fra


lei

braccia

si

mise,

nelle sue dolcemente re-

cando

Gi per questo
la

la bella

giovane non

si

dest

n Filocolo destare
destasse
,

voleva primach' ella per s


:

si

anzi tenendola in braccio diceva


,

o dolce
,

amor mio
io

o pi che altra cosa da


sii

me amata
credo
.

egli

possibile a credere che tu


ti

nelle
il

mie braccia? Certo

tengo

e stringoti, e appena

Luceva

la

camera siccome chiaro giorno


carbonchi
,

fosse

perla virt de'due


:

perch

egli

riguardandola diceva

certo
il

tu se' pure la

mia Biancofiore, e non m'inganna


gi

souno

come

molte volte m' ha ingannato


ti

che

ora pur vegghiando

tengo

Ma

tu che poco avanti


il

cotanto nelle tue braccia mi desideravi, secondo


parlare
sente
il
,

tuo

come puoi
il

ora dormire avendomi

Non mi
veg-

tuo cuore,

quale so che continuamente

ghia ricordandosi di

me?

O bella donna

destati, accioc-
.

che tu conosca chi tu hai nelle tue braccia


Miente tu hai ci che in sogno alla santa

Vera-

Dea doman-^
trovi,

davi: destali o vita mia, acciocch tu pi allegra ch'altra

femmina
la

col pi lieto

uomo

del

mondo
.

ti

e prendi

promessa della santa Dea


,

Destati o sola
agi'
id-.

speranza mia
dii piaciuto

acciocch tu vegghi quello che

Tu
non

tieni

nelle tue
ti

braccia quello che

tu desideri.
ti il

sai ora s' io


1'

fossi tosto tolto


?

come

sarebbe in odio
desiderato bene

aver dormito

Destati

e prendi

poich gl'iddii

ti
,

son graziosi. Egli


e ad ogni parola

diceva queste e molte altre parole


cento volte o pi
tine
la

bacia

Egli tirate indietro le corriguarda


,

con pi aperto lume

la

e sovente
,

1'

a-

nima

alienata richiama. Egli la scuopre

e con

amo-

LIBRO QUARTO
roso occhio le rimira
il

179
,

dilicaio petto

e con deside-

rosa ranno toccava le rtondo

mammelle baciandole

molte volte
parti
fatte
,

Egli stendendo le mani per le segrete

le quali

mai Amore
,

ne' semplici anni gli avea


,

conoscere

e toccando
si

viene per infino a quel


:

luogo ove ogni dolcezza

rinchiude

e cosi toccando

le dilicnte parti tanto diletto

prende

che
,

gli

pare

tra-

passare di letizia le regioni degl'iddii


desidera che Biancofiore pii non

e oltre a
,

modo

dorma

e a destarla

non ardisce, anzi con sommessa voce


talvolta strignendolasi pi al petto
s*

la

chiama, e
fare

ingegna di

ch'ella

si

desti

Ma

l'anima che nel sonno le pareva


,

nelle braccia di colui slare

nelle cui

il

corpo vera-

mente dimorava, non


a Filocolo che
destarsi st
,
,

la lasciava dal

sonno sviluppare,

parendole in non minore allegrezza essere che paresse


lei

teneva

Alla fine pur costretta di

tutta stupefatta strignendo le braccia si de:

dicendo

oim, anima mia


:

chi

mi

ti

toglie
,

cui

Filocolo rispose
iddii
.

dolce donna confortati


,

che

gV

mi

t'

hanno dato

ninna persona mi
,

ti

potr

torre

Ella udita la voce


,

umana

stordita

dal sonno

e di

paura

si

volle fuori del letto giltare, e gridare


,

chiamar Glorizia
tamente
le disse:

ma

Filocolo la tenne forte

e subi-

giovane donna non gridare, e non


:

fuggir colui che t'ama pii\ che s


rio
stei
,

io

sono

il

tuo Floco:

confortati e caccia da te ogni paura.

Tacque

maravigliandosi

e parendole
sii

la

sua voce disse


ti

come pu
in Ispagna to
,

essere che tu qui


?

ora eh' io
g' iddi

credeva

Cos

ci

sono come
,

hanno volu.

rispose

Filocolo

e per rassicurati

Parevano

impossibili qucote parole ad essere vere a Biaucuiiore,

, . ,

i8o
credendolo

FILOCOLO
,

e riguardandolo le pareva desso


,

e rallegrav?isl
.

e aoqi

tutta di

paura tremava

In questa maniera Florio confortandola


la

e da

lei

paura cacciando con vere parole


j

diniorarono

al-

tana nto

ed

ella

in

pi modi accertandosi che desso

era

cio Florio, colui cui ella teneva in braccio, so,

spirando lo incominci ad abbracciare e a baciare


tanto

amorosamente e tanto
le

lieta in s

medesima
,

che

appena
se
:

bastava a tanta letizia la vita


,

e cos gli dis-

o dolce anima mia


fai

cosa impossibile a credere


quelli iddii

mi

vedere

dimmi, per
?

che tu adori
:

come
mia
,

venisti tu qui

cui Florio rispose


fu piacer degl' iddi
si

donna
.

cosi ci venni

come

Non

il

bene, mentre ciascuno di noi

maraviglia, narrare
,

modo

ma

rallegrati

che sano e salvo

e pi lieto

eh' io fossi mai nelle tue braccia dimoro.


rallegro io molto
nella
,

Di

ci

mi

ma non

posso fare eh' io non sa


,

mia allegrezza impedita

disse Biancofiore,
ti

pen-

sando a qual pericolo tu per venir qui

sia

messo
g'

Rispose Florio: poich prosperevol mente

iddii

hanno

il

di che tu
pericoli
,

mio intendimento recato ti dei rallegrare, non pensiamo pi


spendiamo
il

al desiderato line

a'passati

tempo pi dilettevolmente,

per-

ciocch incerti siamo quanto conceduto ce ne sia


tre

men-

che

nell' altrui

mani dimoriamo
i

Gominciaronsi adunque
a far festa
s'
,

due amanti l'uno all'altro

e ciascuno
di'

desiderati baci senza


j

numero
forte sa-

ingegnava

porgere e di ricevere

donde

rebbe a potere esprimere la gioia e l'allegrezza di loro

due

ma
il

chi

tal

bene gi per suoi affanni gust


.

qual

fosse

pu considerare

mentre in questa

festa di-

LIBRO QUARTO
tnorano
il
,

iftt

Bancofore

dimanda

clic sia del

suo anello

(|ualc Florio nel


,

suo dito

gli le

mostra. Ornai, disse


presi delie

niancofiorc

non dubito che Tagurio ch'io


,

parole di tuo pndre

(junndo davanti
n<l

gli

presentai

il

paone, non vengano


avanti che
1*

ell'ctto,

che disse di darmi


il

anno compiesse per marito


i

maggior

barone del suo regno


sono ora

e certo di te intesi

di cui

non

men

contenta, avvegnach passato sia l'anno,


ti

che

se avanti avuto
:

.nvessi

pure eh'
,

io

t'

aggia

A
ad

cui Filocolo disse

bella

donna

veramente
;

verri

edetto ci che di (pielh! parole diceste


io
s
,

n credere che

lungamente nggia nd'aimato per acquistare ami-

ca

ma
sarai

per ncquistare Inseparabile sposa,


t

la

quale tu
sia,

mi

e fermamente, avanti die altro fra noi


anello
ti

col tuo

medesimo
la

sposer

alla

qual cosa

Imeneo, e
presenti
.

santa

Giunone e Venere
:

nastra dea siano

Disse allora Biancofiore


,

maii di ci

che ora

mi

parli dubitai

e con ferma speranza vivuta sono


j

sempre
di qui
,

di dover tua sposa morire

e per leviamoci iddio

e davanti alla
li

santa

figura del nostro

questo facciamo, e

il
.

nostro Imeneo, e la santa

Giud un

none e "Venere
Levatasi

ci sia

adunque Biancofiore e
Cupido
fiori

copertasi

ricco drappo, esimilmenle Filocolo, davanti alla bella

immagine

di

n'andarono, e quella di
,

fre*

sche fronde e di

coronata
,

davanti ad essa acce


s'

sero risplendlenti lumi

e ameiulue

inginocchiaroa direi

no;

e l^'lorio

primamente cominci

cos

santo iddio, signore delle nostre menti, a cui noi delU


nostra puerizia

abbiamo con

intera fede servito

ri'

guarda con pietoso occhio


fatica inestimabile

alla presente opera. Io


,

eoa

qui pervenuto

cerco quello che

i82
V

FILOCOLO
al

tu ne' cuori de' tuoi subletti fai desiderare, e a questa

giovane con indissolubile matrimonio cerco di coti-

giungermi

qual conglugnimento
,

ti

prego

che

ninna cosa possa nuocere

niuno vivente dividerlo n


,

romperlo

niuno accidente contaminarlo


il

ma
cosi

per la

tua piet in unit

conserva

come

colle tue forze


,

sempre
cuori
e'

nostri cuori hai tenuti congiunti

ora

corpi serva in

uno
.

volere e in

uno

disio, e in
.

una

vita e in

una essenza

Tu

sii

nostro

Imeneo

Tu

in luogo della santa


line
sta
,

Giunone guarda

le nostre faccel.

sii

testimonio del nostro


,

maritaggio
gli
i

que-

ultima voce
1'

la figur.i
,

dando con
atti
,

occhi mag-

gior luce che

usai)

mostr con

divoti preghi

avere intesi

e movendosi alquanto

e verso loro in:

chinando
cofiore,

si

fece ne' sembianti pi lieta


fatta
,

perch Biandisteso
il

che simile orazione avea


il

dito

ricevette

matrimoniale anello

',

e levatasi suso
alla santa

come

sposa

vergognosamente dinanzi
,

immagine
,

baci Florio
n'

ed

egli lei

E dopo

questo

correndo

and
,

al letto di Giorizia,
g' iddi

dicendo: o Glorlzla, leva

Su

vedi ci che

per grazia hanno voluto di


ieri

quello che noi in questa sera e

tanto

ragionam-

mo
gli

Levossi Giorizia
,

mostrandosi nuova di ci che

Biancofiore le diceva

e venuta in presenza di Florio


:

fece mirabilissima festa


,

e veduto ci che fatto


:

avevano

contenta oltre a misura disse


festa sar

come

cosi

da voi tanta
ci

celebrata senza suono? Negati


,

sono

li

dravici organi

e le dolci voci della celer


citerista,

d'Orfeo, e qualunque altro


nota supplir
e quattro
i

ma

io

con nuova

al difetto

e preso
,

un

basionnetto, tutti

cari alberi percosse


si

e quindi dolcissima

melodia

in diversi versi

sent; la

quale tanto quanta

innno quarto
(Ji

i3

topo fu piacere

(liinS.

Ma dopo

molti rgtnamenli,
,

gth grnn pnrtc della notte passala

ciascuno

fatti

la-

cere

canti al letto

si

ritorni"

O allegrezza inestimabile, o diletto non


o amore incomparabile
gneste
quali
roi
; i
,

mai

sentito,

con quanto
le

affetto

congiu,

novelli sposi

Pensinlo

dure menti
i

nelle

amore non puote entrare: pensinlo

crudi ao*
,

e se questo pensando non divengono molli

ere*

dasi che graziosa virt abitare in loro


siderali congiugniineuti
si

non possa. Ne'de*


la

poterono per

camera

ve-

dere fiaccole non accese da


portate
.

umana mano, n da
festa
,

quella

Vi

si

pot vedere Imeneo in figura vera co,

ronato d* ulivo
al
si

e Cliterea far mirabile

intorno
vi

suo figliuolo

non cb'

altro iddio

ma Diana
1'

vide rallegrarsi di tanto congiugnimento laudandosi,


,

cantando santi versi

che

lungamente
.

imo e

l'al-

tro avea sotto le sue leggi guardati rasti


i

Dilettaronsi

due amanti convenevole spazio

negli amorosi

eon-

giugnimenti, e ultimamente del tempo quasi sino presso a giorno dierono a diversi ragionamenti
dal sonno
,

poi

vinti

abbracciati soavemente
il

dormendo

stettero

tanto, che

sole illumin ciascun clioia del nostru

emispero con chiara luce.


Destali

quasi ad un' ora


,

amendne

gli

amanti

si

levarono

lieti

Biancofiore vide vestilo Filocolo

in quella forma che Glurizia le

avea detto d' averlo

veduto nella sua visione


raecont
,

e maravigliandosene gliela
al

di

che Filocolo, pensando


,

modo del par,

lar di Glorizia

alcuna ammirazione non prese


g' iddil

ma

disse
essi

gran cose mostrano

future a colui cui

amano.
1'

E da
uno

Glorizia serviti, quel giorno insieme


accidenti

narrando

gli

suoi all'altro con pia-

i84

FILOCOLO
Ma
a Filocolo,
,

cevole ragionamento dimorarono.


ocelli di cui a quelli d'

gli

Amore

correvano

venne

di,

sio di sapere

che quella figura quivi adoperasse


Biancofiore, la quale cos
si

domnndonne
se

gli

disse: io

non so perch qui posta


non che
io

fosse,

u mai ne dimandai,

stimo che per bellezza e ornamento

della

camera

ci fosse posta:

ma

ci che io nel cospetto

di questa figura sovente faceva


tarti
.

mi

piace di raccon-

Higuardando

io questa

immagine, e considete

rando

la bellezza d' essa

sovente di

mi ricordava:
Venere
tpie-

perch, avvegnach promesso


sto effetto a

mi
,

fosse da

che pervenuti siamo

parendomi impossi-

bile

temendo

d' averti perduto, di questa te, qual Si,

rofane Egiziaco fece del perduto figliuolo

feci:

e sic-

come

quelli di fiori e di frondi ornava la


lei
,

memoria

del figliuolo davanti a

della sua dissoluzione do.

lendosi

cosi io di questa faceva


,

Io

1'

ornava di
la
,

fiori

e di frondi spesso

e per suo proprio

nome

chia-

mava Florio
sta

quando desiderava
j

di vederti

que-

veder correva

alla

qual contemplare fui pi volte


.

dalle

mie compagne
fossi stato
,

trovata

Con

questa

come
mi
disii

se

meco
va
,

de' miei dolori e inforlunii


,

dolenar,

con
,

costei piangeva

con

costei

miei

rava

costei in

forma

di te pregava

che m' aiutasse


te

costei

onorava

} a costei gli

amorosi baci che a


;

ora

affettuosamente porgo porgeva


di

costei

pregava che
se

me

le calesse

costei in
,

ogni atto
,

come

tu

ci

fossi stalo trattava

certo

la

merc di

colui per cui

posta e'

,
,

ella
nji

alcun conforto, avvegnach .piccolo


,

conforto

porgeva

perch io sovente con costei a


,

dolermi e ad abbracciarla

coni' io

t'

ho detto
all'

tar-

pava

Niuno infortunio niuno accidente o

uno o

ttBRO QtATlTO
air altro era intervenuto
,

i^
,

poicli divisi furono


,

che

quel giorno non


tro

si

rncconta&se

avendo
.

1'

uno

dell' al-

non poca ammirazione e


si

diletto

Ma

irenata la

notte

coricarono, continovando gran parte di (|ue11a

vcgghiando con piacevoli ragionamenti e con amorevoli nlilirarcinmenti


:

perch poi

vinti dal

sonno

oltre al termine della notte

dormirono per lungo spa-

zio: pcrch(>

la

fortuna ancora alla prosperiti loro non


s'

ferma

con inopinato accidente

ingegn d' oifen*


gli

dergli con pi grave paura che ancora offesi

a-

vesso

in

questo

modo
,

L' ammiraglio pieno di malinconia


sato pensiero
,

forse per disula bellezza di

cercava per fuggir quella


,

BiancoGorc vedere

e credendo

in (juella

veramente
;

ogni potenza di gioia prendere e far dimora


tosi

parti-

da Alessandria

la terza
,

mattina vegnente poich

le rose presentate avea

ed essendo ancora molto nuoalla bella torre


,

to
le
,

il

solo

se

ne venne

sopra

la

qua-

come

talvolta

suo costume era, snbitnmente mont


:

senza alcun

compagno

e ginnto nella gran sala

a. la

camera

di Bi.nncofiore

pervenne, donde Glorizia poco


fuori
.

a valiti era uscita e serratala di

Questa aperta

pass dentro

e nella sua entrata corsogli V occhio al


,

letto di liancoOore

vide

lei

con Filocolo dormire


e
la

abbracciati insieme; di che rimase tutto stordito,

quasi di dolore non morio.


vista di riguardar costoro,

Ma

pur sostenendogli
gli

lungamente
,

rimir, e

fra so dicea

o Biancoiiorc

vilissima puttana, tolgano


la

g' iddii via cl\e tu delle

mie mani
da

vita

porti
la vita

tu

morrai uccidendoti
peraddietro

io
,

Tu

me

pi che

mia

amata
;

hai con isconvenevole

peccato
,

meritato odio

e tu la quale io con sollecitudine

in-

ii8(5

FILOCOLO
,

fino a qui ingegnatomi dal congiugnimento di qualun-

que uomo
i

e ancora del

mio medesimo

che d'avere
e ora

tuoi abbracciamenti tutto ardea,

ho guardata,
la

per tua malvagit congiuntati non so con cui,


debitamente hai guadagnata
miserabile esemplo a tutte
,

morte
sarai

e Io la
1'

ti

dar.

Tu
Una
far

altre

che per
.

Innanzi
ora

avessero ardire di cotal fallo commettere

amendunl

vi

perder

e la tua vituperata bellezza pe:

rir sotto la

mia spada

ninna bellezza
,

mi

pie-

toso.

E
,

queste parole dicendo


e alz
II

trasse fuori la tagliente


:

spada

braccio per ferirgli

ma Venere

na-

scosa nella sua luce stando presente non sofferse tanto

male

ma

messasi in
1'

mezzo

ricevette sopra lo
,

imdor-

passabile corpo

acerbo colpo
,

il

quale sopra
essi

menti amanti discendeva


offesi.

perch
si

niente furono

II

pensiero subito
vii

mut all'ammiraglio,
uccidere
,

parendogli
la sua

cosa due che dormissero


si vii

spada imbruttare di
,

sangue: perch egli


si

tiratala indietro la ripose

e senza destargli
,

parti

della

camera infiammato contra loro


nell'

e in tutto deli.

berando

acceso

animo
,

di tal fallo fargli punire

E sceso
trato o

dell' alta torre

senza esser da persona sconi

veduto, trovati

sergenti suoi lui aspettanti

comand che
ignudo

senza indugio alla camera di Biancolei

fiore salissero, e
,

e colui che

con

lei

trovassero
,

e cos Ignudi strettamente legassero

e gluso

della finestra

onde
,

fiori

erano

stati

collati

gli

man,

dassero nel prato

senza avere misericordia alcuna

senza altro prego ascoltare

Mossesi senza ordine


legri del

la scellerata

masnada

e al,

male operare salirono


alla ca

le

disusate scale

pervennero

mera

la

quale ancora

come

1'

am-

LIBRO QUARTO
inniglio lasciata
l'

_
,

|8f
,

aven trovarono, e passano dentro

e veggono

due

manti abbracciati dormire


.

maravi

gliandosi delle bellezze di ciascuno


sto

Ma

gi^ per
.

que*
scel-

niuna pielh rammorbidisce

duri cuori

Le

leraie

mani legano
.

giovani colpevoli
si

per overchio
,

amore Ninno da

tanta crudelt

tir indietro

ma

ciascuno pi volentieri

gli strigne:
,

prendendo

diletto

di toccare la dilicata giovane

per merito di quello


le

aggiungono pi legami
dilicnte

Toccano

ruvide ranni le

rami

e gli aspri legami e duri le stringono,

li

disordinali romori percuotono l'odorifero aere;


i

perch

due amanti
il

stupefatti

si

svegliano
si

e veggeo-

dosi intorno

disonesto popolo

vollero levar per

fuggire

ma

non ancora

sentiti

legami

g'

impedi-

rono; e non vedendosi alcun altro aiuto o rimedio,

con dolorosa voce domandarono che questo


vergognose parole fu loro risposto
vostre opere morti.
:

sia

Con

voi

siete

per le

La

miseria alla quale la non istan,

te fortuna gli avea recati

niuna risposta lascia por*


.

gere convenevole a' dolenti preghi


reale eccellenza vivuta infno a qui
lissi
,

Biancofiore ia

allora

come

vl-

ma
i

serva fu trattata, e dispregiata da' disonesti

parlamenti dalla sconvenevole gente.

Filocolo, al
dilicali

quale
vigi
,

maggiori baroni solevan porgere


,

ser-

percosso colle mani

e con villane parole dai

pi

vili

schernito. Biancofiore piange n sa che dire,


sia
il

e stordita non pu pensare come avvenuto


loroso accidente
.

do:

Il

romore multiplica per


l'

la torre
;

corre Glorizia

e corrono

altre

damigelle

ciascuna

prima
sala
,

si

maraviglia, e poi per piet piange, e la bella


,

che mai dolenti voci sentito non avea


piena risonando
fa
il

ora di

({uelle

doloi'e

maggiore. Niuna

188
pu a
gono
della sua salute
agi' iddi
, .
,

FiLCOtO
Biancofiore soccorso donare,

ma

desMerose

lagrime e preghi per quella porsi

Niuna

fa le

schiva d rimirare l'ignu,

do giovane

ma
la

notando

sue bellezze
.

col pensiero
contrarii fati
il

menomano
sospingono

colpa di Biancofiore

sergenti ad affrettarsi d'

adempiere

co-

mandamento
sono
,

del signore

perch

due amanti
;

legali

e collati con lunga fune gi dalla torre


sia

e ac-

ciocch ad alcuno non


cato
trice
,

occulto

il

commesso pec*

vicini al prato

rimangono

sospesi

La rapporta*
il

fama con pi veloce corso rapporta


il

male

in

un momento riempio
:

vicino popolo dell' avv<^*

nulo male
corre

perche con abbandonato freno ciascuno


,

al disonesto strazio

vaghi di veder ci che pievotano


guar:

t fa loro poi debitanjente spiacere. I sergenti la torre di loro, e

armati con molti compagni


s'

dano che alcuno non


i

avvicini a' pendenti

giovani

quali tanto cosi legati

pendono

quanto nel duro


olFesa

petto dell' aniniiraglio pendo quale pena a tale


volesse dare
la loro vita
:

ma

poi con deliberato


finisse
:

animo

elesse

che

per fuoco
,

comanda che
e'

nel prato

siano posati
piet messi

e qm'vi negli accesi fuochi

siano senza

acciocch di loro facciano sacrificio a


le cui forze agli
.

quella

Dea
gli

sconvenevoli conglugnl-

menti

condusse
i

Udito

il

comandamento,
in
all'

il

fuoco

s'accende, e

due amanti sono messi


passi

terra, e

ignudi con sospinti

sono

tirati

ardenti

fiamme
Piangeva Biancofiore cosi col suo amante sospesa
Filocolo con forte animo
col viso
serit
:

nel cuore

il

dolore

non mutato n bagnato da alcuna sua


s il

lagri,

ma

sostenne

disonesto assalto della fortuna

, ,

LIBRO QUARTO
qiinYc

i9
lilgli
,

perche V iingoscia

dell'

animo non menomi


.

ninna sun

folicith gli leva dalla

nioiuon^

vedenforze

dosi solo e senza speranza d* alcuno aiuto

le

de'suui regni fra so ripete

e quello \ct addietro poco


.

amate ora aveva molto care

Egli

si

duolo degli abda'quali

bandonati compagni, nescii di

tale infortunio,

socc(>rso sjKjrerebbe se credesse

che

*1

sapessero. Egli

pensando

alla vii

morte che da^anti


le

si

vedo appareo
.

chiata appena

pu

lagrime ritenere
natura
,

Ma

sosteritie-

nendu
ne
,

col

senno

la pietosa

quello dentro
gli ocelli a s
:

dopo alquanto pensiero con

me*

desiino volti cosi fra so cominci n dire


caso!

o inopinato

nemica fortuna! Ora

1'

ultimo

fine delle tue

ire sopra a
rai.

me

sazierai.

Ora lunghi
i

tuoi affanni fine-

Tu

per molti strabocchevoli pericoli m'hai recato

ajsl vile fine,

non sostenendo pi
die
vita

volte,

quando il mo-

rir

m'era a

grad(,

mi

fallisse.

Oh <|uanto volte
,

sare' io

potuto morire con minor doglia che ora non


,

morr

e pi laudovolemento

se tu

o iniipiissima
io

Dea

avessi sostenuto

che

io la

prima volta che

da

costei

mi
,

parli fossi nelle suo braccia

morto, com'io

cercava
lore
:

sentendo per

la

mia

partita intollcrabil do-

g' iddi infernali

avriano presa la mia anima


siniscalco

almeno m'avesse l'ingiusta lancia del


il

passato
all'

cuore

quando con
:

lui

mai pi non usato


l'

arme combattei

mi

fosse stato lecito

uccider.

mi (piando

costei tanto piansi

credendola morta

Al-

meno

(jualumpie di questo morti presa avessi nel co-

spetto della

ma madre
il

sarei

morto

od

ella col

mio

padre insieme

pietoso uficio avrcbbono operalo

guardando poi
quali

le

mie ceneri con


,

pietoso onore, lo
colle sue forse

mai non rivedranno

se

Euro

I90
non
le vi

FILOGOLO
porta mescolate con ravvolti nuvoli
. ,

e colla

non conosciuta arena


ch

Ora

se tu forse questa

misera
,

grazia agi' indegni parenti


nelle

non volevi concedere


la^

per-

marine onde, dove

spaventevole notte,

della quale lo
paventasti,

ho poi sempre avuto paura , tanto mi non mi facesti ricevere a' marini iddii? E

bench

assai
a'

mi

fosse stata
disiri
,

dura
1'

la

morte perch pi

presso era

miei

avrei io piuttosto voluta

quando

nelle tue

mani mi

rimisi,
.

nascondendomi
Perch

sot-

to le frondi mobili siccome tu

allora cos la

persona mia
de' nemici
tri
?

come

capelli

non

palesasti agli occhi

Tu

crudelissima di questi e di molti al-

pericoli

m'hai campato, non per grazia ch'io aggla


,

nel tuo cospetto avuta


sprezzevole fine
sto
,

ma

per conducermi a pi di-

mi

saria assai

come meno

hai ora fatto. Certo tutto que-

grave a sostenere se a
,

s fatta

vergogna mi vedessi

solo.

pensare, che colei cui

Oim quanto m' grave a amo sopra tutie le cose del monmi sono
che
paruti legcolei

do,

colei per cui

passati pericoli
,

gieri a sostenere
lei

per vederla

me

pi che io
,

ama mi

sia

compagna

a s vii
,

morte 1

O Filocolo
s vii

pi che altro

uomo
te
,

misero

hai tu tanto affanno dufine


?

rato per conducere la Innocente giovane a

Ella

muore per

e
;

per

te

un' altra volta a


,

simll
vitu-

morte fu condannata
perata
.

per te venduta

per

te

La

fortuna forse verso


felicit alla

lei pacificata

apparec-

chiava degna
stato
,

sua bellezza se tu non fossi

e per tu giustamente
sia
la

muori.

Ma
:

ella

perch
1'

Conciossiecosach' ella non


scia di lei

colpevole

solo

ango-

mi duole
.

che

mia
,

io passerei

con mi,

nor gravezza
oggi di

crudel padre
;

o dispietata madre

me

rimarrete quieti

voi

non mi voleste paci"

LIBRO
ficamente avere
,

QUARTO
me
le
i

191*
.

e voi oggi di
la

vedovi rimarrete

JNon vi concedere
nella
vasi.

fortuna di chiudere

miei occhi
ne'cari
voi

mia morte, n di riponere

mie ceneri

Oggi della vostra nimica Biancofiore, da


,

con

tante insidie perseguitata

sarete diliberati

ma non
.

senza vostra

tristizia
lei

n potrete per

me

spandere la-

grime che per

similcmente non

le

spandiate

Un
il

giuroo, un'ora, una morte vi ci

torri:
,

e non ingiusta-

mente, che convencvo

le

cosa
,

che chi non vuole

bene quietamente possedere


eso viva
tal
.

che tributando senza


in

Rimanete aduiKjue
g' iddii

etemo dolore
.

e di
glol'ini-

peccalo siano

giusti vendicatori

riosi iddii,

non

si

parta del vostro cospetto inulta

quith del mio padre.


i

O sommi

governatori de* cieli,

tate

mie fiamme udite, aiur innocente giovane. Venga sopra me il quale ho commessa 1' ofl'esa la vostra indegnazione. O Imeneo,
o Giunone, o Venere,
errai
,

quali in tanti affanni avete le

quali io

1'

altra notte
i

se

noa

vidi per la lieta

camera portanti
,

santi

fuochi
al

dtl

novello mairimonio
di quelli
,

riservatevi Biancofiore

buono augurio
pra noi cant

e se alcuna infemal furia


,

fu tra voi con quelli mescolata


,

se alcuno gufo soi

cnggiano sopra

me

tristi
1'

augurii

Io
in-

non curo

della
,

mia morte
sia

perocch' io
costei,

ho con

gej^ni cercata

solamente

che per

me

senza

colpa muore, aiutata da voi.


Biancofiore piena di paura
lore incomparabile piangeva
,

e di vergogna e di doe
i

suoi occhi n pi

meno facevano che fare suole il pregno aere quando Febo nella fine del suo Leone dimora che
n
, ,

porgendone acqua

di pi basso luogo
:

con pi ampia

gocciola bagna la terra

1'

una lagrima non attcudea

tg%
1'

FILOCOLO
aveva
il

altra. Eli'
,

suo viso e

il

dilicato petto tutto


,

bagnato
gli

e simile quello di Filocolo

sopra al quale

occhi che non ardivano di riguardare in parte


.

dove riguardati fossero teneva

Essa talvolta sentendo

pe' legami aspra doglia alzava gli occhi rimirando


nel viso Filocolo
leva
,

per vedere se a

lui

come

a lei do-

desiderando d' avere pi di lui che di s com,

passione

e vedendolo solamente senza lagrime tur,

bato

si

maravigliava

e non
si

meno
si

le

piaceva vederlo,
,

bench

in mortai pericolo
lieti

vedesse

che piaciuto

le

fosse qualora pi

mai

videro.

Ma

pensando
la

che breve

tal diletto
,

conveniva essere per

soprav,

vegnente morte

mossa da compassione debita


;

cosi

cominci
cato a

fra s a dire
fine

o nemica fortuna

qual pec-

s vii

con pi miserie

mi conduce, avendomi in vita tenuta eh' altra femmina? Io noi conosco.


,

Io misera composta da TJotos fatale dea


della

nel ventre

mia madre

fui cagione
,

del crudel tagliamento

fatto del

mio padre
tristo

e per conseguente nella mia vecacciai di vita la dolente


di conoscere
llherih
i

nuta nel

mondo
la

ma,

dre

impossibile

mi fu

miei genitori

e nata serva,

mai
fati

mia

non fu ridomandata

Ma
a

gV iniqui

apparcccluati di nuocermi
.

m'appa,

recchiavano pcg{;io

Formata

bella dalla natura

fui

me

per la mia bellezza cagione d'eterni danni , dove

all' altre

ne sogliono graziosi meriti seguitare

Se

fossi di

turpissima forma slata, lo indissolubile

amore

tra

me

e Florio generato per egual bellezza ancora


nostri petti
,

sa ria

ad entrare ne'

e cosi io

non

sarei

stata dal

suo padre odiata e condannata alle prime


sarei stata

fiamme^ non
tanti

comperata prima da' merca-

e poi dall' ammiraglio:

ma

ancora

mi

sarei

LIBRO QUARTO
nelle reali case
,

193
altri

e cosi fuori di pencolo io ed


fior

sarebbe

O bellezza

caduco

uialadetta sia tu in
t'

tutte quelle persone a cui nociva

apparecchi d' es-

sere.

Tu
,

principale cagione fosti dello ardente

amore

che

costui

mi
la

porta

Tu

gli levasti

la

luce dell' in-

telletto

ragione per la quale conoscer doveva


vile

me Tu

femmina

non

esser dn essere

amata da
.

lui

di migliaia di sospiri

hni fatto albergatore

Ta
.

degli occhi suoi hai fatto fontana di dolenti lagrime

Tu
fine

infiniti pericoli gli

hai

fatti

parer leggieri per ve>


,

uirti a

possedere

e ora posseduta

a questo vilissirao

r hai condotto . Ahi dolorosa a

me

perch in?

sieme colla mia madre non morii quando nacqui

Quanti mali sariano per uno solo spenti!


co saria vivo
,

il

siniscal-

e Fileno valoroso cavaliere non saria


esilio
,

penluto in isconvenevoe
pericolo non saria
la
,

e Florio ora a

tal

ma
,

lieto de' suoi regni


i

aspettera
,

promessa corona

miseri padre e

madre

che

di lui
lieti

debbono udire

la
,

vituperosa morte, viverieuo

del loro figliuolo


.

del quale ancora pi dolenti


,

morranno
recchiata
!

Cime

misera
Il

che morte sono

io

appa-

Al fuoco.

fuoco caccerh da' fermi petti


il

l'amoroso fuoco. Quel fuoco, che


terra
,

mare n
g' iddi

la

n paura

n(>

vergogna
,

n ancora

non

hanno potuto spegnere


perfetti

il

fuoco spegnei^. Oggi di


.

amanti

torneremo nulla

Oggi

sar biasi-

mata e tenuta
d' animi
.

vile la nostra

gran costanza e fermezza


le nostre anii

Oggi congiunte cercheranno


.

me gli
di e

non conosciuti regni


i

Oggi scalpiteranno

pie-

moveranno

venti le nostre ceneri gi credute

serbarsi a splendidi vasi.

Oggi
,

la forza di

Citerea

fia

annullata

O dolente giorno
11.

di tanti mali riguarda*


l'i

FILOCOLO T.

194
tore
,

FILOCOLO
perch nel mondo
si

venisti?
la
ti

Apollo, a cui
?

niu-

u cosa

nasconde

perch

tua luce ne desti

Tu

niostrandoti chiaro insieme

mostri crudele
i

peroc-

ch gi per minori danni nascondesti


a'

raggi tuoi

mondani.
.

veggio
in vita

Oim Florio, a che duro partito mi Oim come pu 1' anima sostenermi tanto pensando che noi siamo cagione di commor
,

vlmento a

tutta Alessandria

pensando che tante mi-

gliaia d' occhi

solamente noi guardino? Che solamente


solamentp di noi pensino? Pen-

di

noi ragionino,

sando ancora con quanto vituperoso parlare da'riguar


danti ciascuna parte di noi
,

che ignudi
il

a'

loro occhi
,

stiamo

sia

riguardata

caro ne saria

campare
iddi
,

ma
cui

non

il

vivere in questo
i

luogo

O sommi
sia

pietosi occhi

miei peccati hanno


,

rivolli altrove

che

ha meritato Florio che questa morte

da voi sof?

feria eh' egli sostenga? Egli ha amato, e fatto quello

amando h^

che voi

gi faceste. Costretto ciascuno


.

di seguire le leggi del suo signore

Egli fece quello


,

che

Ampre
servai

gli

comand

ma
,

io

malvagia femmina
,

non

il

dovere all'ammiraglio
i.fatl
;

sotto la
,

cui

si-

gnoria

mi

strignevano

Io sola peccai

dunque
Florio
pieth

io sola merito di

morire

muoia dunque
.

io, e

che niente ha naeritato viva


alcuna rimasa
miraglio sopra
glier la
,

O iddii

se in voi

purghisi
.

l'ira vostra e
,

quella dell'amip conlenta pi-

me
nn

Se Florio campa

morte. Cessi che per


si

me vii femmina muoia


,

un
io?

figliuolo di

alto re

Oim

or che

domando

Gi

manifesto

che

miseri indarno cercano gravoltata la breve

zia,

Oim, come
!

tosto in tristizia

allegrezza
stro

O quanto
,

piccolo slato lo spazio del no-

matrimonio

il

quale noi pregavamo gl'lddiiche

LIBRO QUARTO
il

igS
piccolo spazio
il

doveasero cteruare. Cerio per


,

senza preghi potevamo passare


ne' baci die
si

adoperando

tempo

dovevano
io

finire

per ischernevole mor-

te*

Oim che
,

mi

rallegrava

parendomi

1'

auguro

delle parole dell' iniquo te poter prendere con eflelto

buono

ma

fati

che dolente principio mi hanno


io

sempre

in ogni

mia cosa donato non consentono eh

senta lieto fine.


fello al tuo

O vecchio re Felice, o
contraria,

rcina, nell'ef-

nome
il

con che cuore ascolterete


saravvi possibile a viver
tal

voi

il

misero accidente?
,

Or

tanto

che

tristo
,

apportatore di

novella abbia
sia

compiuto
stalo dalle

di dire

che

il

dilicato
?

corpo di Florio
;

fiamme consumalo
si
:

Io non so
,

ma
,

forte

mi

pare a pensare che

io

sono certa

che se voi

vivete,

mentre

vi baslerh la

lingua alle parole

mai

In

altro

che

in maladizioni della
;

rete quella

e se morite

tra
,

mia anima non movele nere ombre sempre


e non senza ragione.

come nemica m'

inseguirete
i

Dii consentile (se

miei preghi ninno merito acqui-

stano nella vostra presenz,i) che Florio campi, se possibile


,

ed io degna di morire muoia.


al

La sua

vita

ancora mollo utile

mondo non
:

si

prolungheill

senza vostro grande onore

la

mia
il

che a ninna cosa

pu
ci
.

valere

perisca e sostenga

peso del vostro cruc


,

Siami conceduta questa grazia


il

in

guiderdone
per sacri-

della quale
ficio

mio corpo da ora

vi

oll'ero

Ircuscomos e Flaganeo venuti da'


nel viso bruni e feroci
,

libiani popoli

co' capelli irsuti e


,

con

gli

oc-

chi ardenti

grandi mollo di persona


capitani de' suoi militi

erano dall'ame la notturna

miraglio

fatti

guardia della torre sotto

la loro discrezione aveva

196
commessa
.

FILOCOLO
Questi dopo
il

comandamento

dell'

am-

miraglio armati sopra

forti destrieri
,

con molti compedoni


infiniti

pagni -vennero nel prato

intorniati da

con archi e con

saette
alla
,

Essi fecero accendere


torre
,

due

fuochi assai vicini


terra

e Filocolu posare in
all'

e Biancofiore

tirargli

accese

fiamme
ond' egli

con villane parole. Quivi venuti, Filocolo vide due


luoghi per
la

morte di loro apparecchiati


'1

senza mutare aspetto alz

viso verso

Ircusconios
,

e disse

poich

agi' iddi e alla neniit a

fortuna

e a

voi jnace che noi

muoianio
,

.siane
la

concessa In questa
fac

ultima ora una sola grazia

quale

endoci

ninINoi

na cosa del vostro inleiidimenlo ne menornerh


miseri dalla nostra puerizia sempre
ci
il

siamo amati, e

bench

'1

nostro infortunio sia stato

non poter mai

coi corpi insieme

dimorare

inai lo nostre
ci

anime non
ha sempre
ci

furono divise

uno volere uno amore


,

tenuti legati e congiunti

uno medesimo giorno


una ora
ci
ci toglia
.

diede

al

mondo

piacciavi che

che

solamentf! una

medesima fiamma
ceneri
se

consumi

Siano
,

mescolate
nostre

le nostre

dopo

la nostra
.

morte

e le

anime insieme

ne vadano

Ircuscomos che

mai non aveva apparato d'essere


Lianti di

pietoso, facendo

sem-

non averlo udito


i

comand che

coni' era

incominciato cosi

sergenti seguissero:
:

ma

Flaganeo

con

men
le

benigno spirito disse

e che ci nuoce di far?

gli di

suo medesimo danno grazia

Con
;

quella forza

ardono
di

fiamme
lei

due che
la

1'

uno

siagli

conceduto

morir con

con cui

colpa

commise.
le-

Fu

adutique Filocolo insieme con Biancofiore

gato ad

un palo
si

e intorniato di legne
,

Le

quali cose

mentre

facevano

Biancofiore piangendo rimirava

LIBRO
Filocolo
signor
,

QUARTO

e diceva con rotta voce e con vergogna


,

197 : o

mio dolce

ove

se' tu

con afianni e con pericoli


?

venuto nd essere messo vivo nelle ardenti fiamme Oiui, qunnto


quello che di
pii\
il

dolore eh' io di te sento


dolere
I

che

me mi
,

fa

Oim^
s

(pianto
sia

m'

grave a pensare

che

tu \er

me

vilmente

dato a

morire

dolenti occhi
il

non

|X)ssono
,

mostrare colle
io
ti

loro lagrime ci che

cuor sente

({ualora
tra

ri

guardo ignudo con meco insieme


disposti a

tanto popolo

morire

O anima
,

mia, che hai tu


solevaii

commesal)han-

so

che

g' iddi

che essere

ti

henevoli siano
t'

cosi contro a te turbati

e in tanta avversith
il

donino? Perch
sia
1*

ti

nuoce

mio peccato f Maladetta

ora eh* io

ci

nacqui, e che

Amor

niis*

negli oc-

chi miei quel piacere del quale tu oltre al dovere

sempre

se' stato

innamorato
,

poich a questo fne ne

dovevi venire
dietro

che io mi dul{;o che tu perad. Oini m' abbi campata dall' altro fuoco, perch campandomi t' acquistasti morte Io misera degna di
.

morire volentieri muoio


stenere prima ogni pena
tu campassi
. ,

n mi

saria grave

il

so-

e poi questa, solamente che


volentieri
tal

Ahi quanto
,

grazia e a

Dio

e al

mondo domanderei
fosse
,

se io credessi

che conceduta

mi

ma

essi

ha mio avuto del nostro poco bene

invidia

e per pi disposti a' nostri danni che a


si

piacere, non
sera
,

roovericno ad alcun prego. Girne mici

che quel giorno che


la

diede

al

mondo
.

quel

giorno

cagione di questa morte ne porse

Impossia questo

bile ora credere alla tua


partilo
;

madre che

tu

sii

tuoi miseri

compagni
,

forse estimano

che
essi

tu ora lietamente dimori

peiXKch non essendo

conoscimi alcuuo aoa dice loro questo accideute

198
EUi venuti
te
lieti

FILOGOLO
con teco ricercheranno dolenti senza

le ragguagliate

acque
al

dove
,

me

con teco cre-

dettono presentare
noi

tuo padre
:

la
il

crudel morte di

due racconteranno
,

perche
ti

tuo regno rimanen.

do vedovo

con dolore eterno


il

pianger

Queste parole mossero

forte

animo

di Filocolo

e le lagrime lungamente costrette con maggiore ab-

bondanza uscirono fuori

degli occhi

e cos le comin-

ci piangendo a rispondere: quella piet che lo di

me
con

doveva avere non m' ha potuto vincere che


forte

io

animo non abbia mostrato


il

di

sostenere pa,

zientemente

piacere degl'iddi

ma

pensando a to

ha

rotto

il

proponimento del debole animo.


,

Tu meco

insieme misera

per
fati

la

mia

vita

prolungare desideri
,

pi pena che

li

non porgono
,

cara tenendo la
,

morte

se io campassi

faiti

colpevole
.

dove manifeche hai tu

stamente in
offeso
?

me

la

colpa conosci
.

Ora

in

Io ho fatto ogni male


letto fosti
io

Tu

soavemente dor-

mendoti nel tuo


assalita
,

con ingegni da

me

usati

perch

debitamente morir dovrei, lo sotto


la

giudice dovria ogni pena portare:

qual cosa se

fosse,

e tu campassi, grazioso

mi
ci

sarla molto;

ma

la

fortuna
,

che sempre egualmente


al giusto

ha in avversit tenuti

ora
.

per lo ingiusto non vuole perdonar morte

Io ho con

meco questo
nella

anello

il

quale
,

la

mia misera

madre mi don

mia

partita

promettendomi
e
1'

ch'egli aveva virt di cessar le

fiamme
l'

acque
,

dal nocimento della vita di chi sopra


virt di costui credo che
la notte
il

avesse

la

mio

periclitante legno,

che

io in

mare

passai tanta tempesta con Ism.

surata paura, aiutasse: per tlenlo sopra di te

lo non

cfdo che

la

fortuna abbia avuta potenza di levargli

Wnao QUARTO
Jn vrti
,

194)

la

qaalc so levntn non glie


heller.za

lin

di leggitM
,

potrai

campare. La tua

merita aiutatore
,

il

quale non dubito che tu troverai


\ita
,

e rimanendo tu in
.

molto nel morire mi contenterai


,

Sia da
,

me

lontano ci che tu parli


ctii vita

disse Biancofore

ma
ti

tu, In

ad altrui e a
,

me

pi che

la

mia

cara, sopra

te

il

tieni

acciocch se

g' iddii altro


:

aiuto

negano

per

In virt di
,

questo campi
al

la cui virt gik

mi con-

forta

e pi consolala

morire mi dispone, pensando


.

eh* ella sia possibile ad aiutarli

Cosi costoro con


all'ar-

sommessa voce parlando,


dore
s'

il

fuoco fu acceso, e

appressava
1'

quando

rifiutando ciascuno l'uno

all' altro

anello
,

di piana concordia

piangendo s'ab-

bracciarono

e con duleiiti voci la morte attendendo,


,

V uno
difesi
}

1'

altro dall^ anello era tocco


essi

e dalle fiamme

ma

per debita paura del sopravvegnente


voci
1'

fuoco con

alte

aiuto degl' iddi invocavano

piangendo

Mossero
degna piet
aiutati
,

le voci di costoro
,

non
,

crucciati

iddii a

e furono esauditi
gli

e con sollecita
l'
il

grazia
in-

bench(> assai

aiutasse

anello
cielo
>

Venere
e per

tenta a' suoi snbictti

commosse
,

loro

porse pietosi preghi a Giove

con conseniiniento del


si

quale e d ciascuno altro Iddio necessario aiuto


spose a porgere
vola
,

di-

involta in

una bianchissima
,

nu-

coronata delle frondi di Penea


,

con un ramo

di quelle di Pallade in

sopra costoro

e coli' una

mano lasci i cieli e discese mano cessando i fumi dingli volse


,

torno

a'

due amanti

a' circustanti

e quelli

iu oscurissima nuvola

mantenendo
i

bassi

con noioso

cocimento impediva

circustanti da
fosse
,

poter vedere

dove Filocolo e Biancofiore

dando a loro chia

200
re e puro
aire
,
,

FILO COLO
nel quale tutta
si

mostr loro, e d'iste:


i

cari subietti

le vostre voci

hanno commossi
.

cieli

impetrato aiuto, rassicuratevi


rea
,

Io sono la vostra Cite.

madre del
,

vostro signore

Questa sar P ultima


,

ingiuria a voi

e fine delle vostre avversit


la

dopo

la

quale voi pacificamente avendo vinta


fortuna viverete
.

contrarla
d' etorna
.

Io vi

ho recato segnale
tuoi

pace

guardatelo infino che di qui uscirete


i

Marte
solgli

per lo vostro aiuto stimola


lecitudine
,

compagni con
,

n prima di qui mi partir

che tu

sentirai cercare la salute di voi

due con armata maulivo nelle loro


.

no
si

questo detto
,

lasciato

1'

mani

parti

volendo

essi gi ringraziarla

La
rono

santa voce con

intera speranza riconfort gli

sconsolati

amanti

quali con perfetto


tale aiuto
:

animo rende-

agi' iddi

degne lode di

ma

bench
il

'1

fumo

rivolto alla

circustante gente impedisse


,

co-

storo poter vedere

nondimeno

il

furioso popolo e gli


ri-

armati cavalieri dalla incominciata iniquit non


stavano
,

ma
i

crucciati

pi pronti

s'

ingegnavano di
ferrala in
i

far male. Ircuscomos

con una mazza

mano

costrigne

sergenti di ritrovare e d' ardere

giovani.

Flaganeo
re
,

dall' altra parte gli conforta al


;

male opera,

ma

invano adoperano

ninno

gli

pu rivedere
che

n alcuno non

possente di passar pi oltre


.

il

fumo si
del

stenda

L'

ira s'

accende negli animi


colle saette
la

e cerscurit

cano di passare colle lance e

fumo
Il
i

immaginando che

delle
,

njolte alcuna gli

uccideria passa
.

Niuna cosa nuoce loro


,

nlima saetta

vi

roinore era grande


confortati amanti
,

tale

die per poco spa-

ventava

che pi ogni ingegno da


s'

nuocere

si

prova

ma

invano

affatica

chi uuocere

LIBRO QUARTO
,

aof

vuole a colui cui Dio vuole aiutnre. Elli non po6ono loro nuocere n rivedergli in alcun modo
Aacolionc e
il

duca

con Dario con

tiellisano
,

con

gli altri

ignoranti dell' andata di Filoculo


'1

du-

bitando r aspettano ({uella notte e

giorno appresso.

ritornandu un' altra volta

le stelle,

e dujx) quelle
:

Febo, cuu pi malinconia


la terza notte
,

di lui pensavano
essi

e venuta

immaginando

che

Ih
la

l'osse

andato

dov'era, pieni di pensieri vani per


ranza s'nndnmno a dormire.

lunga diuio,

Ma
si

Ascalione
,

quasi
tale

pi

.sollecito della salute di

Filocolo

entralo di
la

stanzia in varie immaginazioni,


le future cose
,

rivolge per

mente
,

e dubitando forte
gli

non avveni^sono

il

tacito

sonno con quieto passo


,

entra nel petto; e


il

levandolo da quelle

in so tutto

quanto

lega, e
il

nuo.

ve e disusate cose

gli

dimostra mentre seco

tienne

E' gli pareva


to
,

essere in

un luogo da

lui

mai non vedu,

e pieno di pungenti ortiche e di spruneggioli

del qual luogo volendo uscire, e d'onde non trovando,


s'

andava avvolgendo

e tutto pungendosi
,

e di que-

sto in su sostenendo gravissima doglia

non so da che
ignudo, pa]i

parte

gli pai-ea

veder venire

I*'ilocolo tutto

lido e in diverse parti del corpo piagalo e tutto

\ido

e dietro

.1

lui in simile

forma venire Biancofioi

re, collo bionde^ trecce sparte sopra

candidi omeri,
tutti
si

e correndo verso lui fra le folte spine

pu-

gnevnno
che

e dello ))unture pareva che sangue uscisse

tutti gli

macchiasse

e giunti nel suo cos|)etto


il

si

fermavano, e senza parlare alcuna cosa


vano n pi n meno come

riguarda*
:

se dir volessero
t

non
1

ti

muove

pieth di noi a vederci cos maculati


,

quali

riguardando co^ conci

Ascaliouu senza dir uulU

91
piangeva
propri
,

F IL
gli

OC O LO
i

parendogli pi che
dolessero
.

loro mali clie

suoi

Ma
s'

cosi sialo alquanto, gli


,

parve

che Filocolo pi
dicesse
,

gli

appressasse
fioca

e piangendo gli
gliele pareci

con voce tanto


:

che appena
,

va udire

o caro maestro

clie fai

che non

aiuti?

Non me

vedi tu

come

la

nemica fortuna

voltat;isi

sopra

e sopra la innocente Biancofiore, premendoci

sotto la pi infima parte della sua ruota ci

ha conci?
ha
lasciata

Che come puoi vedere ninna


sana
,

parte di noi
il

e minacciaci peggio se

tuo aiuto o quello


cui Ascalione parca

degl' iddi!

non

ci
:

soccorre

che rispondesse

o cari a

me

pi che

figliuoli

la
^

maraviglia che di voi e delle vostre plaghe ho avuta


assai senza parlarvi

m'hanno
il

tenuto |

ma

pi d
,

amnon

mirazione mi porge

vedervi insieme dolenti

sapendo pensare come esser possa, essendo tu colla


disiata giovane Biancofiore
,

ed

ella teco, la

fortuna ci
:

possa porre alcuna noia che

dolenti vi faccia
:

dillo-"

mi come
per
lo tuo
:

questo avvenuto

il

mio

aiuto sai che


alla

bene disposto ad ogni cosa infino


da' cui aiutar
ti

morte

mostrami pure
:

deggla
bastiti

cui

Filocolo rispose

come

tu vedi cosi

il

veder

questo senza pi volerne udire} vedi qui dintorno


a

me

Ircuscomos e Flaganeo con


dell'
.

infinito

popolo

per comandamento

ammiraglio per volerei la


,

fiamme consumare
ficavano

Questo udito

ad Ascalione vele

der parve dintorno a Filocolo ci che


;

parole signila

perch crescendogli
,

il

dolore e

piet

di
'I

ci che vedeva

ad un' ora Filocolo Biancofiore e


,

sonno se

n'

andarono
il

ed

egli' stupefatto
'1

per

le

vedale

c(Me alzando

capo
:

vide gi

chiaro giorno per

tutto essere venuto

perch

egli senza

indugio

si

lev,

, ,

LIBRO QUARTO
e
vestissi
,

o3
egli

e quasi tutto smarrito venne accompagni


,

a* quali

narr ci che veduto aveva


.

perch
Gli

teme

non Filocolo abbia alcuna novith


questo
tutti

altri

udendo

dubitano

n sanno che consiglio pren


dili*

dere

Ultimamente con Dario e con Bellisano


alla

berarono d' andare


quello che di
partita fosse

torre, por sapere da


,

Sadoc
la

I-'ilocolo fosse

e se con lui

dopo

sua

dimorato
in

Stando costoro
talrice

questo ragionamento
alto

la

rappor,

fama vide dal suo

luogo queste cose


,

e di

fuori delle sue finestre cacci boci

che in piccolo
Alessan,

spazio ci che a Filocolo avvenuto era per


dria
tutti
si

spando

ma

ninno

sa

il

nome

di Filocolo

e
,

quello di Biancofiore: ciascun corre al prato

tutti si

maravigliano, e in piccolo spazio di tempo


(piollo
.

riempiono
siccome

Odono

Ascalione e* compagni

gli altri

queste voci, e dubitando

dimandano

chi costoro siano a cui la fortuna tanto contraria

desiderando d'accertarsi di ci che non vorriano sa-

pere
fiore

Ninno

sa loro dire pi avanti

se

non Bianco.

con uno giovane sono condannati


,

Dubitano
,

costoro

ed hanno ragione
sia

per
,

la

visione veduta

pens-mdo che Filocolo


del giovane
,

domandano
la
si

de' segnali
,

quali

udendo

loro credenza cresce

Non
il

si

sanno

fra loro

accordare che far

deggiano

I pii\ savii stonlili

dall'avvenimento hanno perduto


:

saper consigliare

ma

tra costoro cosi pavefatti


,

un

giovane di maravigliosa grandezza


nell'aspetto, armato sopra
fra loro, e

e robusto e fiero'

un

alto cavallo

apparve
a dire
:

con disusata voce incominci loro


Seguitemi

cavalieri, quale indugio questo'

coll'ar-'

mi

indosso

acciocch M nostro Filocolo pi tosto d

fto4

FILOCOLO
,

paura del sopravvegnente pericolo esca* Costoro d^una


parie e d' altra d' ammirazione ripieni

udendo

ricor-

dare

il

nome
il

di Filocolo

cosi

come

furiosi tori ril

cevuto

colpo del pesante maglio qua e


,

senza ordolenti

dine saltellano

cos costoro senza

memoria

corrono

alle loro

armi . Bellisano presta maraviglioso

aiuto a tutti, Dario contento de' pericoli per


Bellisauo
a quello
,

amore di

senza pensare

a'

ragunati beni o a so n
,

che avvenir possa


,

apparecchia a s e a

tutti

cavalli di gran valore

e armato con loro insieme

monta
rendo
all'

a cavallo, e senza
fra la folta gente
si

modo

ora

qua ora

l
,

scor-

che a veder correva

dietro

armato campioiie
il

mettono colle lance in mano:


,

e venuti sopra

pieno prato
.

veggono

il

fumo

gran-

de e
te

il

circustanle popolo
in
,

Crede Ascalione veramen-

che

quello Filocolo e Biancofiore senza vita

dimorino

ignaro del soccorso della santa Dea, e cruc-

cioso perch tardi gli pareva esser venuto a tal soccorso

dare desidera di morire


dico
:

Egli

si

volta a'

compagni e
alle loro

signori

io

credo che
1'

g' iddii

abbiano

regioni

diiamata
il

anima
j

di colui per cui debita-

mente

vivere

e'

era caro

come

voi potete vedere,

in disonesto e sconvenevole
stretto
.

modo

stato di morir co,

lo

non

so qual

si sia il

vostro intendimento
,

ma

il

mio

di morire

combattendo

acciocch parte
.

della vendetta del

mio

signore adoperi

Io in ninna
si

maniera intendo
novella
:

di riportare al vecchio re

sconcia

per se alcuno di voi desidera di veder

Mar-

morina

con questo intendimento seguire

torni indie-

iro, mentre lecito gli senza danno; e chi in un volere

con meco
.

ferisca

con ardito cuore

la

nemica

turba

queste parole aiuna altra cosa fu rispolo &e

tlBHO QUARTO
non
:

ao5
:

noi siamo tutti teco in tino volere


,

e pi avria-

no dotto

ma
i

il

grevc dolore ristrmc la voce con


t

amaro

singliiozzo nel suo passare


cavalli
,

])ercliA

con focoso

disio feriti

e disposti n morire prima colle


la

loro forze V altrui morte e

loro vendicando
il

ap-

presso AscalioMC se

ii'

andaro verso

tenebroso fu,

mo

dove

{]

fiero

giovane era gih fermato


:

e confor-

tavagli ni loro intendimento


sconiofl

e quivi tro\arono Ircuil

e Tlaganeo costrignenti

maledetto popolo

alla

morte de' due amanti


,

Pingesi avanti Ascaliune


ficuriii

e ficca
,

gli

occhi per

l'

o-

del

fumo
,

desiderando

se in nleun

modo

esser potesse
fatica
:

di veder l'ilocolo, ina per niente s'afil

perche dirizzatosi sopra


a lui

destrieri vide

come im-

pagni pure
lancia in

guardare. Ond'egli recatasi


la visiera
,

la forte
,

mano, e chiusa
il

dell'elmo

bracciato
ira
,

liiK

mn scudo
:

ardendo tutto di rabbiosa


,

fra n disse

o graziosa anima

dovumpie tu

diil

mori, avendo in queste fiamme di Filocolo lasciato

corpo

rallegrati,

peroccb a vedere

g* infernali
ti

fiu-

mi

grandi compagnie d'anime de' tuoi nemici


,

se-

guiranno

e poi quelle de* tuoi compagni

de' quali

niunn

ni

tuo padre intende di rapportar novelle della


.

tua morte
gliele diih

Veramente, o anima graziosa


,

chiunque

con

la

tua morte

la

vendetta fatta d*essa


.

V le morii di noi tutti racconter


si

Prestinci
si

g' iddi

lunga

vita,

che primach

nostri occhi

chiudano,

uoi veggiamo le nostre spade tinte di ciascun sangue


di

qualunque

t'

ha nociuto

ytQ ci

facciano cadere

con loro insieme senza

vita

nel sanguinoso
,

campo ;

dove
stre

se chi ci uccida

non troveremo
morte
ci

noi con le no-

mani per

seguirli la

porgeremo.

que*

ao6

FlLOdOLO
il

sto detto dirizzatosi verso Ircuicomos,

quale davanti
,

a s vedeva, gridando disse: ahi crudel barbaro


la tua crudelt avr

oggi

fine, la tua

morte
,

sar merito

della
Jui la

mia lancia

e corsogli sopra
il

dirizzatagli verso
,

crudel punta
si

feri nello

scudo

sopra
.

al

quale

quella

ruppe senza offenderlo niente

Il

barbaro
la sparta

queslo vedendo con altissime voci richiam

masnada sopra

sette

compagni
il

non avendo ancor


l'asi

veduto l'ottavo; e siccome

porco, poich sente

gute saune de' cacciatori cani, squamoso con furia


rivolge tra essi
,

magagnando con

la

sauna quale pri-

jna giunge; cos Ircuscomos, rabbioso con ispiacevole

mormorio con una mazza


,

ferrata in
si

mano

sopra

il

cavallo con tutta sua forza


lione sopra la testa
,

dirizz per ferire Asca-

ma

Ascalione savio lo schifa; e


tira

menlrech
Ascalione
s forte,

'1

peso del colpo

Ircuscomos abbasso
il

tratta la

spada

il
il

feri

sopra

sinistro

omero
e rico-

che di poco non


a terra
.

braccio con tutto lo scudo


la doglia,
1'

gli

mand
il

Ircuscomos sente

verato

colpo

feri s forte

Ascalione sopra

elmo

che

fatto di quellojraolti pezzi, lui tutto stordito fe'ab-^


il

bassare sopra

collo del suo cavallo


si

ma

poco

stato,
il

e tornato in s,

lev pi fiero, e

come

talvolta

leofie-

ne poich
ro
,

'1

suo sangue in terra vede divien pi


pii!i

cos Ascalione divenuto

sopra

il

barbaro ani^
e dandogli

XDOso con la spada in

mano
1'

torn verso

lui,
li

pi colpi
ferito
1'

uno con

tutta sua forza

ne

diede dove
,

aveva sopra
il

omero

1'

altra volta
,

mand

a terra

braccio con tutto lo scudo

11

Libiano do-

loroso di tale accidente non

per lasci di ferire gran colpo


gli altri

Ascalione ,

ma

egli spaventato del


,

sopra lo scudo riceve

Ma

Ircusconios gi debole

per

LIBRO QUARTO
lo perduto sangue vedendosi senza

%oi
,

scudo

volta le re>

diue del destrieri , e lasciando


andria se ne fugge.
Il

il

campo,
gli

verso Ales

romore per

cominciati colpi
vi

muhiplica. Gli

nitri

compngni d'Ascalionc, poich


,

dero lui cominciare

ciascuno Lassata

la lancia

corro-

no verso

nemici, e

])er

esemplo del vecchio cavaliere

ciascuno vigorosamente combatte, e senza alcuna paura


di morire
.

Ma

Parmenione
due gran
,

che con Flaganeu


,

s'

era

scoulrato
l>atte

datisi

colpi nell'afirontare

com

maravigliosamente

e punto non spaventato per


della moltiludiue circustaail

la fierezza del

nemico n

te,

con mneslievoli e
([uivi
il

forti colp

reca a fine, e semi


agli

morto
altri
,

lasci davanti al

fumo correndo
,

Bellisano ormai anziano cavalieri d'arme

gran

maestro di guerra, faceva mirabili cose. Egli andando


dietro ad Ascalione
,

quanti davanti del misero pope-

lazzo

gii

veniano

tanti

n'uccideva o fediva, n alcuno


11

a' suoi colpi

potea riparare.

Duca

d' altra

parte

scontratosi

con un turco chiamato Beiiul, ferocissimo

e di gran forza, combatteva miriibilmente, bench resistere

non

gli

avria potuto, se

non che venendo Mene*


in

don

di traverso con

una scura

mano

levata ad
si

un

cavaliere

che morto avea, quella alzando


la testa al
il

forte die

de sopra

turco, che feritolo a morte e stor-

dito, tutto sopra

collo del cavallo caduto stette gran;

U' ora difeso da molli


il

ma

poi risentendosi, e recatosi


,

freno in

mano

e cominciando a fuggire
altri
,

tenne

via verso

il

mare con molti

e seguiti

dal

Duca

e da Menedon, per tema de' mortali colpi fuggirono in

mare, de' quali


rono
^1
.

assai

credendo morte fuggire moripii

Messalino e Dario erano

che

gli altri vicini


,

fumo

venuti correndo a due cavalieri

e incapa

^o8

FILOCOLO
d'armati pedoni, quivi
i

pati tra grande moltitudine

combattendo furono loro

uccisi

buoni

cavalli

per-

ch rimanendo a piede, e forte combattendo


lerata turba
fatto gran
,

colla scel-

di quelli

intorno a s^ ciascuno aveva

monte

d'uccisi, sopra a 'quali saette e lance


qiiasi in

grandissima quantit

forma
:

di nuvoli

si

saria

veduto coniinuamente cadere


sette mirabili cose facesse
,

bencK ciascuno dei


il

di

niuno fu maraviglia
di questi due.

campare senza morte quanto

Andavano

adunque combattendo
pi per vendicare
clie per
al la

sette

compagni valorosamente,

morto d Filocolo e per morire


vittoria, e gi presso
,

vaghezza d'acquistar

che

loro intendimento venuti


,

avendone

essi

molti ucfe-

cisi

e ciascuno debole e stanco e in molte parti

rito, e

ognora pi multiplicando
armati cavalieri,
feroce
si

il

popolo e

la

quanl'a-

tit degli

disponeano a render
,

nime j
gli si

il

Dio che

ci conosceva mossosi
il

e con

veloce corso intorneando


raccolse
,

prato, dietro

tutti e sette

e col suo aspetto a


,

qualunque era nel

campo

tanta paura porse

che come a Noto robu-

stissimo vento fugge davanti alla faccia la sottile arena

senza resistenza

cos a lui
la
il

generalmente ogni

uomo
la

fuggiva trepidando

morte, non altrimenti che


fiero lione
1'

timida cervia veduto

Votasi con grandissimo romore

ampia prateria
,

Ninna gente

vi

rimane se non
feriti

vincitori

e quelli
di

quali o morti o

non hanno potenza

fuggire,
.

n alcuno ha ardire di pi ritornar nel prato

Le

la-

grime

delle

vaghe giovani che pietose riguardavano

dall'alta torre crescono per l'uccisione, e con quelle


la

loro speranza della salute di Biancofiore

e molte

non potendo sostenere

di veder l'uccisione se ne leva-

MBRO QUARTO
vano
.

309
va

Altre porgono pctost; orazioni agl'iddi per io


,

salvamento della piccola schiera


altra

altra

toma

alcuna volta non

si

parte desiderando di vederla


s'

fine. I vittoriosi civalicri

accostano
,

al

fumo

dolenti

della loro vittoria senza

morte
,

e quella desiderando,

ninno

le
si

sue piaghe ristrgne

ma

riguardando per lo
essi

campo
fatto
feriti
,

maravigliano di ci che
la

pochi aveano
e dei

vedendo grande

moltitudine de' morti


il

Ciascuno ringrazia

gran cavaliere, non conoil

scendolo per Iddio, e di molte cose

dimandavano
.

ma
essi

egli a nulla

n a niuno rispondeva
fosse
i

Ciascuno

vorria vedere se possibile

busti de* corpi

che

morti estimavano. Alcuni di loro dicevano essere


gittarsi vivi

convenevole ornai

sopra

il

loro fuoco
tutti

acrac-

ciocch una medesima fnmmn

le ceneri di

cogliesse in uno. Altri lodavano

prima

a loro porgere

sepoltura

e poi s ardere

dicendo che degna cosa


si

non

era le loro ceneri con altre che

non

si

amas-

sero contaminare

Montrech queste cose desiderosi della loro morte


si

ragionavano, e tentavano di vedere e di passare


,

il

fumo
il

il

quale punto loro non

si

apriva

Filocolo

quale pi volte per lo inGnito ronore aveva della


,

sua salute dubitato

udendo costoro dintorno


,

a s ra-

gionare

non per conoscendogli


,

n intendendo ci
,

che diceano

n potendogli vedere
,

sentendo

il

prato

quieto e senza alcuno romore


ciolo pianto che facevano
alta
i

fuori

che d' un pic-

feriti,

con quella voce pi

che paura nel timido petto aveva lasciato coa dire


:

minci

o qualunque

cavalieri

che intorno

n'miseri dimorate, di noi forse pietosamente ragionan-

do, quella peth che di noi hanuo avuta

g' iddii entri

FILOCOLO T. IL

i4

2TO
negli animi

FILOCOLO
vostri
,

non

siate tardi a

mettere ad asse*

guizione quello

g' iddi

hanno incominciato. Essi voi


al

gliono la nostra vita forse ancora cara


vivi nell'oscuro

mondo Noi
.

nuvolo senza ninna

offesa

dimoria-

mo

tenendo in

a noi da divina

mano ramo significante pace lasciato mano passate qui adunque dove noi
;

siamo

e sciogliete
siete

nostri

legami
,

acciocch salvi

dove voi

possiamo venire

Giugnendo questa voce


e degli
zia gli
altri,
i

agli orecchi
la

d'

Ascalione
tristi

qnali veramente

conobbero, di
,

animi subitamente spogliarono

di

quella

lesi

tizia rivestendogli

che
i

Isifile

nel dolore di Ligurgo


;

rivesti

riconosciuti
:

figliuoli

e Ascalione
,

prima
quale

eh' alcuno rispose

o fortunato giovane
e per cui noi tutti tuoi

il

morto estimavamo

compagni

morte desideravamo, multipiica con


letizia
,

la verit la nostra

e dinne per la potenza

de* tuoi

iddii se
,

tu

se' vivo

come ne

parli

o
,

se

alcuno spirito

volendoci

dal fex'mo voler levare

parla per te nell'accese fiamsolleciti


la

me

acciocch se tu vivi
,

tua salute cer-

chiamo

e se

non

la proposta

morte prendiamo senza

pi stare

Conobbe Biancofiore
cos rispose
:

la

voce del suo maestro


,

caro maestro rallegrati


ti

e credi ferma-

mente ci eh' io

parlo

il

tuo Florio ed io viviacosa offesi


.

mo
ti

nelle cocenti

fiamme da niuna

Ond'io

prego per quello amore che gi mi


,

portasti la nola

stra liberazione affretta

acciocch da noi
tal

paura

si

parta

e possiamo con voi di

pericolo

campati
1'

rallegrarci. Io

ardo pi di vederti che non fanno


li

ac-

cese legne preste per


voli

nostri danni

G' iddii beni-

noi

ci

h.mno

graziosa fortuna promessa per

LIBRO
innanzi
,

QUARTO
:

911
il

e senza fallo salute

per

vivere vi sia

caro

Udirono Ascalione e
graziosa giovane
,

suoi

compagni

la

voce della
vigore

e riconfortati con

immenso
che

aspettavano francamente qualunque novit, ragionan-

do diverse cose
appari*
,

co' chiusi amanti, infino

altra cosa

pia nella piet degl' iddii ornai sperando

che

nelle loro forze


i

Mentre che no accosto


cede a
clii

cavalieri rallegrati ragionando


,

si

stan-

alla

buia nuvola

la

oltre vuol pasftre

modo se non come un muro


quale in niun
,
,

e levandosi da dosso ciascuno le molte saette di che pi che dell' armi erano caricati
loro e delle loro piaghe
,

avendo cura di
,

le

quali non medicavano

ma

di ristringerle jier
;

meno sangue

perdere

s'

inge-

gnavano

Ircuscouios col braccio tagliato e con molti


e non
feriti
:

altri feriti

pcrvennono all'ammiraglio,
signore
,

cui Ircuscomos disse


nuti nemici
disse:

vedi

come
cui
1'

sopravve-

m' hanno concio


,

ammiraglio

o chi sono costoro


:

e pianti, o che
,

dimandano?
vidi se

Ircuscouios disse
forse sei

signore

io

non ne

non

o otto contra tutta


,

la

nostra moltitudine

com*
stimo

battenti

facendo d' arme cose incredibili a iunarrare:


,

chi

e' si

sinno io non so
la
,

n perch venuti
,

ma

che per

salute del

giovane
.

il

quale credo che

morto

sia

venuti siano
,

Come
1'

credi che

morto

sia

disse l'ammiraglio

non
il

hai tu veduto? Egli cosi


nel fuoco per
,

grande spazio che voi

mettesti

mio

comandamento. Certo

rispose Ircuscomos

mirabil

cosa de' condannati visibilmente avvenuta


fu piuttosto
tulio a noi
,

che non
rivolse

il

fuoco acceso

che

il

fumo

si

e senza salire ad allo, siccome sua

u-

2ia
tura
,

FILOCOLO
si forte

quivi dintorno ad

essi si

ferm

come

fortissimo

muro ad uomini
,

e a saette

e a lance priil

il

passar dentro a' due


:

e similemente
al

potere es-

sere essi veduti

dintorno

quale dimorando noi, inv'

gegnandoci di nuocere a coloro che dentro


sopravvennero quelli che cos
parlato
n'

erano

hanno concio come


di

v'abbiamo. Egli con loro un uomo


,

smisurata grandezza
tava
s

il

quale con

la

sua vista spaven-

chi

'1

vede

che ciascuno
.

piglia la
io

fuga senza

volervi pi

tornare

brevemente

non credo
non mor-

che

nella gran prateria sia alcuno rimaso se

to, de'

quali gran quantit credo che v'abbia; e de'consia


,

dannati quello che se ne

dire

non

vi
,

so pi

in-

nanzi. L' ammiraglio ascolta queste cose

e infiam-

masi udendole

d' ardentissima ira

e poich Ircusco-

mos tacque

biasimando
si

il

vii

popolo e

molti

cavalieri, turbato

lev dal loro cospetto, andando

senza riposo per


e strignendo
far
i

la

sua camera torcendosi le

mani
di

denti giura per g' immortali


;

iddi

morire

gli assalitori de' suoi cavalieri

e uscito

fuori,

con

fiera

voce comanda ogni


.

uomo
s'

essere all'ar,

me,

e senza indugio seguirlo


j

Egli

arma
,

monta

a cavallo

e Alessandria tutta
,

commossa

e ciascuno

sotto l'armi

chi lieto e chi dolente, chi a pie e chi


il

a cavallo ciascuno
il

seguita

e furiosi ne vanno verso

prato

facendo con diversi romori di trombette e


significanti

di corni e d' altri suoni

battaglia

e con

voci tutto

1'

aere risonare: e pervenuti vicini

al prato,

gih quasi essendo per entrarvi deniro,

ninno cavallo
,

era ohe a forza del cavalcante

non
,

voltasse la testa

e quasi senza potere essere ritenuto

infino alla citt


cos
s'

tornava correndo

ciascuno

uomo

arricciano

T.mno
i

QUARTO
fare al
i

ii:i

cnpclli In cupo,

come
,

stiol

ricco mercatante

nelle diil)t)iose selve

poiclu^ egli

ladroni con

gli

oc-

chi ha scoprti
a quello, tutti

Ninno aveva
,

ardire di passar dentro

hanno paure

e ninno sa di che.
,

Ciavenire

scuno

stAto fno a quel

luogo fiero e ordito

al

desidera di tornarsi nddietro. L* ammiraglio fremisce


tutto
,

e con minacce e con percosse


suoi innanzi dicendo
:

s'

ingegna di pio*

gere

o gente

villana, qual

pau-

ra questa? Chi vi caccia


,

Temete

voi sei cavalieri?


.

Le sue parole sono udite ma non messe ad efTetto Le percosse ciascuno fugge e le minacce meno che Maravigliasi 1' amla non conosciuta paura temono
,
.

miraglio di tanta

vilth

domand.i
dire
,

la

cagione di tanta

paura

iiiuiio gliela sa

ma

tutti
,

temendo rincu-

lano. Trassi innanzi V ammiraglio


sere seguito. Viene in su
1'

comanda
,

d* es-

entrare del prato


le
lenti

pi

eh' alcun degli altri pavido volta


corrente destrieri
,

redine del

egli
so.
^

medesimo conosce perch.


e fa riprovare
si
i

Molte volte riprova

suoi
i

ma
.

nullo che pi innanzi passar


del prato segna
i

possa

che

termini

confini della via entrante in quello


l'

Con
nella

maraviglia comincia

ammiraglio a esaminare
,

mente quello che da


.

far sia

o perch ci avil

venir possa
si

Niuno avviso
:

trova perch

suo

avviso
fra s

possa fornire

e subitamente

muta pensiero e
i

dice; io operai male dannando

due giovani
.

morte
so io
fan-

villana senza intera notizia di loro avere

Che

chi

essi

siano

E'porriano esser
j

tali

che

g* iddii

no per

loro queste cose

n altrimenti porria essere

che senza volonth loro tanto popolo e tanti cavalieri da sei o da otto fossero messi in fuga e tanti quanti
,

noi siamo

gli

temessimo. Veramente credo chcspiac-

2i4
eia agi' iddi ci
alla loro vendetta

FILOGOLO
che di loro
.

feci

e che

essi san

pronti

Propone adunque
di

1'

ammiraglio
,

d'

andar con segno


,

pace

a' vittoriosi cavalieri

se egli potrh
,

e diman-*

dargli di loro condizione e di loro pace


gliela

se conceder-

vorranno: e se

due
,

arpanti

non saranno morti


rleila

di trargli di quel pericolo

e in

ammenda
fa

veregli

gogna onorargli in maggiori del suo regno;


divisa
stito di

com'
,

mette ad

effetto

Egli

si

disarmare
fa

ve-

bianchi vestimenti e

sottili si

arrecare

un

ramo

d'ulivo, e salilo a cavallo, con quello In


Il
:

mano
gli

tenta di passar nel prato tutto solo.


largito
,

passare

ma

non senza alcuna paura


,

e pervenuto dagli

vanti a' cavalieri

che a cavallo incontro

vennero,

maravigliandosi vede con loro lo spaventevole giova-

ne: e cerio Filocolo non ebbe maggior paura di morire

veggendo intorno a

s le

fiamme accese che ebbe


,

r ammiraglio vedendosi
Ululile

colui

appresso

Egli con
:

e con tremante voce cominci loro cos a dire


vi siate
,

o chi che voi


per
ni
dii
,

vittoriosi cavalieri, vendicatori

la vostra piet della villana

morte de' due giova-

contro
,

a'

quali io senza ragione fui crudele, gl'id-

quali senza dubbio favorevoli a voi conosco, in


i

meglio avanzino

vostri dlsii

Io con segno di pace in


a'

mano vengo

per quella a voi


vi

quali guerriare

non

saria stato se conosciuti

avessi

peraddletro
.

come

ora conosco: piacciavi di concederlami


tanti de'

Voi avete

miei cavalieri morti

che degnamente ven,

dicata la morte degli arsi giovani

se vostra cosa
,

eraio

no

e se per vendicar quelli


si

qui veniste

com'

credo e ci

vede

che

'1

prato pure stamani tutto


feriti

verde

ora vermiglio e pieno di morti e di

di-

IJBRO QUARTO
ccirno
,

aiR
tien parte'
,

e M

mare ancora per paura


aniiRgali
li
.

di voi

dcUn ma gente

E con

tutto questo

se di
,

costoro la morte per


vaglia In

morti non fosse ammendata

mia umilit

in

mancamento
,

della vendetta

G' iddi pordonono agli uomini


di loro

e voi per esemplo


all'

mi perdonate
veramente
l'

Ris()os Ascalione

ammipace

raglio
rifiuta

ira degl* iddi


,

merita chi

per aver guerra

dove meritevolemente pu

pace cadere. Noi vaghi della salute de* due giovani


qui venimmo, e trovandogli in

modo

che morti

gli

credevamo

e per morire e per vendicargli combatg' iddi a

temmo

ma

loro e a noi graziosi


ci

loro o
vita
:

noi da morte con vittoria


essi nelle fiauiuie

hanno

salvati
oll'eia
:

in

vivono senza aU-una


,

e s noi

tanta gente

abbiamo morta

e loro riabbiamo vivi, di


,

ci nunn mnin volont ci dee da te essere portata


anzi

ne puoi mollo essere contento


iddi
la
,

pensando che

iSra degi'
te

la

quale giustamente doveva sopra


ingiustizia
,

cadere per

tua

sopra parte del tuo

pop()lo caduta sia.

Adunque

ci

che

fatto
,

avemo pren-

di in luogo di punizione del tuo fallo

eh' avesti ar-

dire

gli

amici dogi' iddi tentare d' uccidere con fuofatto addietro


,

co

Ora quello eh*


la

non pu tornare
noi la
,

Tti cerchi

nostra pace

la

tua
:

ci proflfcri,

li

doniamo
tanto
ti

e tu prendi la nostra
certi
,

e sicuro vivi
i

e di
gio-

facciamo
,

che

se morti fossero
citt

due

vani tu morresti

e la tua
,

assalita

da noi con
tutti

fuoco sara consumata

e da noi uccisi

coloro

che

gliujii fossero stati


.

mentre
,

la

vita

e la potenza

ne durasse
gare
fa'

Va' adunque
,

e coloro cui tu facesti lein

sciogliere

e dalla infamia
in

che per
gli

la

tua

ingiusta opera sono corsi

vera fama

fa' rilor*

ai6
Dare
,

FILOCOLO
e pensa di chiara e d' intera pace servare
,

se

ira degl'iddii e la nostra

non vuogli guadagnare.


si

Di
raglio

ci che Ascalione dice


,

maraviglia

1'

ammiinten-

e dubita forte
,

udendo

le

sue parole che pace

non

gli saria rotta


li

e promette loro con ferma


:

zione per

suoi iddii servarla loro


fra

e poich eoa

amichevoli parole

l'ima parte e l'altra hanno


,

pace fermata

1'

ammiraglio
si

che senza modo del


,

miracolo degP iddii

maravigliava

vedendo
,

il

fum
a

e udendo parlar coloro cui morti credeva


s molti de' suoi
tere a lui venire
,

chiam

a'
a'

quali disarmati fu lecito di po-

quali egli
il

comand che
,

ogni ine passaslieti

gegno adoperassero che


sero in quello
,

fumo rompessero
j
i

giovani sciogliessero
,

quali

tutti della vita

di Biancofiore
,

apparecchiandosi di

uLbidire

al

comandamento
,

ninno loro ingegno o


la

forza fu necessaria

che Venere solveo

durezza del
aria
,

fumo
al

e quello spandendosi se ne
i

sali in

la-

sciando

giovani intorniati
:

dagli accesi tizzoni tutti


,

popolo scoperti

e tirate le brace indietro


,

con di-

ligenza furono disciohi

tratti

quindi cosi freschi


.

come
gli

rugiadosa rosa colta nell' aurora


oiTesi fuori

Ninna cosa
,

aveva
li

che alquanto

legami
si

de' quali
.

ancora

segnali nelle dillcate carni

pareano

E
,

furono loro di presente porti preziosi vestimenti


Ascalione e'I

Duca
,

Parmenione e
appena

gli altri

smontati

da' debili cavalli

infinite volte abbracciandogli, pen-t


,

sando

al

gran miracolo
:

a loro gli
s'

pareva a-

vergli salvi

pure domandando
,

alcuna cosa loro no,

ciuto avesse
di

a costoro solamente Biancofiore


gli

che

buono amore

amava

rispose
,

e con loro par-

lando e per piet lagrlmando

non avendogli di gran

LIBRO
tempo veduti
lui'o virt
,

QUARTO
,

aiy
feriti.
,

fece fc&ta
il

facendosi maraviglia della

vedendo

prato pieno di morti e di

Furono
1'

loro apprestati cavalli, e montati sopra essi


vi piace,

ammiraglio disse: se
,

partiamci da questi
far festa
,

pianti

e nella citlh

andiamo

rallegran-

doci di tanta grazia quanto dagl' iddii possiamo conoscere d'aver (|uesto di ricevuta
.

Srguesi
tutti

il

consiglio dell'ammiraglio, e cavnlcano


,

insieme

e quelli strumenti che con giierreggecitili


,

volc boce uscirono della


tizia

mutati in segno di le.

precedendogli

gli

accompagnano
gli altri

Biancofiore
,

cavalca con Ascalione e con

compagni e con

loro de' suoi infortunii va ragionando, ora parlando

con l'uno ora con

l'altro,

ed
.

essi

contano a

lei

de'loro

insieme avuti con Filocolo

L'ammiraglio appresso
,

costoro cavalca con Filocolo


viso
,

riguardandolo nel

e notando gli atti suoi

nel cuore nobilissimo e

d'alta progenie Io stima: e maravigliandosi di tante

cose quante vedute aveva quel giurnu

e veilendo per
sia
,

cui

arde di desiderio di sapere chi egli


:

perch a
quale pi

Filocolo cominci cosi a dire


eh' altro puoi viver contento
,

o giovane,

il

considerando alla beni-

volenza degl' iddii


il

la

quale intera possiedi secondo

mio parere

io

ti

prego per quel merito che tu


t'

dei loro di tanto

dono quanto oggi


la

hanno conce-

duto

che obliando

crudelt che inverso di te

non

conosciuto da
chi tu
se',

me

oggi
,

ho

usata

che

ti

piaccia dirmi
salisti

onde

come

a questa giovane

nell' alta torre.

di ci contentarmi
,

non

ti

pu nuoogni
tra

cere, n cagione alcuna spaventarti

perocch veden,

do

la

benivolenza degl' iddii tanta verso di voi

iugiuria a

me fatta ho

perdonata

buona pace

'&I
te e
i

FILOCOLO
tuoi

compagni e

me
il

fermata
disio
.

-.

Ademp

adurt-

que per
poco

la tua nobilt

mio

Filocolo udite le
tin
,

parole dell' ammiraglio

ptist

e primach risponda esamina quello che


sia

convenevole

da dire e che da tacere


1

e conosce

ornai convenevole
stata colei

essere conosciuto
il

poich acqui*
,

per cui

suo

nome
mi

celava

cosi gli
veri-

rispose
t a

signore, ninna paura

far tacere la

voi desiderante di sapere chi io sia^ e per che

vi sia pili

caro che io viva che se Io

fossi

morto

pi
io

volentieri vel dir. Siavi

adunque manifesto che

mi chiamo Florio, e per tema della fama del mio nome divenuto pellegrino d' amore in Filocolo il
, ,

trasmutai

e cos ora

m' appellano
mio padre fu

compagni mici
al quale?

e sono nipote d' Aitalante sostenitore de' cieli,


Felice re di Spagna
figliuolo:
,

e della

mia puerizia innamorato


l'

di Biancofiore

discesa del-

alto
,

sangue dell'AlTricano Scipione, nata nelle nostre

case

come

fortunoso caso volle

essendo ella falsa,

mente

e di nascoso a

me

venduta, e qui recata

in-

ino a questo luogo mediante molti avversi Casi

1'

ho

seguita;

sapendo

che nell'alta torre dimorava,


alcun

n potendo

a lei parlare in

modo

n vederla

avendo

le condizioni della torre

interamente spiate
a

ammaestrato dagl" ingegni della mia madre


padre di questi paesi venuta
seppe Medea hanno dato
a
,

mio

a cui
,

g' iddii

ci che

sapere

in quella

forma

che Giove con Leda ebbe piacevoli congingnimenti

mi mutai

e in quella torre volai


,

e lei

dormendo
recai
,

tornato io in vera forma

nelle braccia

mi

la

quale svegliata

lungamente
,

a rassicurare jwnai, tanto


cos subilo
ri-

la vostra signoria dottava

non ancora

. ,

LIBRO
conoscrndorol
:

QUARTO

aig
rbe sopra
fa-

In

quale pr)ich confMcinto m* ebbe,

tlnvnnti In Ix Un imninglne del tn io ignore,

rijjiKO coloniin

iirlln

gran camera dimora, di lai


letisia la

cendo Imeneo, per mia sposa con con lei dnlln notte passata avanti
quelJ' ora dimorai
,

apoaai, e

a questa infino

che

stnniathiia lo sconcio
lei
,

popolo
destai.

aopra

me
,

vidi Icgnrmi

con

cjuandu io
il

mi

Quando l'ammiraglio
e dire
paesi
,

ud ricordare
al
,

re Felic,
di

la

min madre venne

mio padre
e disse
:

questi

rimir Filocolo nel viso

ab giovane
intera

non m' ingannare; sciioprnmisi


promettesti
:

la veritJ

come

e se tu

se' figliuolo di

colui cui tu conti

accerlamciu) con snrnmento.

cui Pilocolo disse:

signore, per dovere de' vostri regni la corona ricevere


io

non

vi nnrrerei se
,

non

la verit,

e giurovi per la po-

tenza dcgl' iddii

cbe oggi delle vostre mani senza


tratto
.
,

morte m' hanno


di cui io vi parlo

eli' io

sono di colui

fgliiiolo

L* ammiraglio non asjtettnndo pi

parole

lieto senza

comparazione

cv>s

a cavallo co*
volle.

m'era ahbrnrci Filocolo, e bacialo molte mil'a

O caro nipote! O gloria de' parenti


bile giovane
,

miei

aspetta*

tu

sii il

beu venuto
t'

Io fmtcllo alla tua

madre, non conoscendoti, o^gi


cbe malndettH possa essere
perch avnnti
io
?
il

lio tanto ofieso!

Oli

la

mia subtleua. Oim-,


ti

subito

comandamento non

conobbi

Tu

saresti slato

da

me

onoralo siccome degno

lo bo

fatta

per ignoranza della tua grandezza cosa

da non dover mai essere dimentiVata, n a


donata
.

me

per>

Io non sar

mai

lieto

qnniora di questo accial-

dente mi ricorder. Io posso dire che io pi tb'


tro
l'

uomo

dagl' iddii era


:

amato

se avanti

all' ofTesM

avessi conosciuto

bench

assai di grr.zia nt 'abbiano

aao
conceduta
tanta
la te
,

FILOCOLO
avendo per
,

la loro piet
.

tornata indietro
se'

mia

iniquit

campandoti
.

Tu mi
mio

pi che

propria vita caro


si ti

Ma

certo del
se tu
,

fallo parte a

pu apporre^ perocch
fossi

quando qui

venisti
la rice,

mi

palesato

come dovevi
il

tu fuggendo

vuta avversit avresti

tuo disio avuto senza fatica

e senza alcun pericolo


to

Tu
.

saresti

da

me
,

stato onora-

siccome tu meritavi

L' occultare del tuo

nome

e di te a

me

e la

mia subila iniquit

m'hanno

fatto

contro a te villana crudelt usare: alla quale

ammenla via; la

dare

considerando chi tu

se'

non conosco

tua benignit prego che tanta cosa metta in oblio, sopra


di

me

sodisfacendo ogni male

commesso
il

e da quinci
,

innanzi di

me

e del

mio regno

tuo piacere disponi


gli

dell'
,

acquistata giovane co'pericoli e con

affim,

ni

cos

come

il

disio

ti

giudica ne

sia

la

quale

av-

vegnach

io peraddietro assai l'ho onorata,

molto pi,

pensando a'suoi magnanimi


vessi
,

antichi, se conosciuta l'a-

onorata l'avrei, bench, nimici grandissimi fosnostri per lo loro

sero

a'

comune

Non

fu

men

caro a Filocolo dall'ammiraglio essere


,

per parente riconosciuto

che all'ammiraglio fosse,

e facendogli quella festa che a tanto


nia
, gli

uomo
di ci
,

si

conve-

cominci a dire
siete

signore

che oggi
solamen-

avvenuto non voi


te, il

da incolpare
al

ma

io

quale prosontuoso oltre


le

dovere non conoscen-

dovi tentai

vostre cose contaminare.

La

fortuna debita
,

nell'ultima parte delle sue guerre

m'ha con

paura

sotto la

vostra potenza voluto spaventare

g' iddii

ne'principii de' miei beni con


a

m'hanno voluto dare speranza


nou

sommo dono maggiori cose. A me


pericoli avere

meno

caro con tanti e

tali

Biau-

LIBRO
cofore moqul&tata
io e
i ,

QUARTO
salvi

aai
siamo
,

poich sani e
,

ella

miei compagni
1'

che

se

con pi agcvol via ra-

cquistata

avessi.

Le

cose con aflanno avute sogliono

pi che

l'

altre piacere: e
,

per a tutte queste cose con,

siderando
ragione
sperili!

senza pi delle passate ricordarci


se state

faremo

come

non Tossono
festa
.

e delle nostre pro-

fncciamo allegra
,

Consente l'ammiraglio
stato del vecchio
.

che

cosi sia

dimanda dello

re, e
gli
ri-

dtrlla

sua sorella di Filocolo

madre

Filocolo

sponde, lungo tempo essere passato che di loro niuna


cosa aveva udita
gli
,

ma come
rarconla

dolorosi della sua partita


.

avea
i

lasciati gli

Appressandosi a questa
1'

festa

compagni

di Filocolo e

ammiraglio
signore
1'

cono-

scendolo per zio di Filocolo

come
,

onorano,

ed

egli loro

come

fratelli

riceve

e da Biancofiore con
,

riverente atto delle passate cose cerca perdono

prof-

ferendolesi in luogo di fratello in ci che far potesse

che

le piacesse

Ella per vergogna

il

candido

viso, nel

quale ancora vivo colore tornato non era per

la

passata

paura

dipinse di piacevole rossezza


,

ringraziandolo

molto, e dicendo
il

che appresso Fllocolo per signore


altri
lieti

lenea

con questi ragionamenti e con


alla citth
letizia in
,

pervengono

Entrano costoro con

Alessandria

e per-

venuti alla reni corte scavalcano


sala
,

e salgono nella gran


,

e (juivi trovano Sadoc e Glorizia legati


.

e fare
fatti

grandissimo pianto

Costoro avea

1'

ammiraglio

prendere per sapere come Filocolo a Biancofiore salito fosse


,

per

farli

poi
:

se colpevoli fossero stati

vi-

tuperosa mente morire

e gih fatto l'avria

se

'1

siihito

furore preso per le parole d' Ircuscocnos non

fosse

sopravvenuto.

quali vedendo Filucolo, mosso a de*'

223
dimanda

FILOCOLO
,

bita plei de' loro pianti


,

per loro prega e di grazia


avessero offeso sia

che se in alcuna cosa


,

loro perdonalo
li.

sembianti facendo di non conoscer,

Air ammiraglio piace


sciogliere
,

e senza ninna disdetta


clie

fat-

tigli

comanda

con loro insieme


.

si

ral-

legrino
festa

vivendo senza alcuna paura


.

Cominciasi

la

grande

due amanti
;

di reali
gici

vestimenti sono

incontanente

rivestiti

e cercando

Febo
,

di

nasconessi

dersi declinando dal

meridiano cerchio

ed

an-

cora digiuni con


pietosi unguenti

gli altri

compagni
le loro

quali

tutti

eoa

aveano

piaghe curate, pigliaalla notte

no

cibi, e

con graziosi ragionamenti infino

trapassano.

E
il

quella soppravvenula, apparecchiata a

Filocolo e a Biancofiore una ricca camera vanno a

dormire

siraigliante
,

fa

ciascuno degli

altri

l'ammiraglio

Le

notturne tenebre dopo

loro spazii trapassano

e Titano venuto nell' aurora arreca nuovo giorno

Levansi
suoi
egli

gli

amanti
^

1'

ammiraglio e Ascalione e

compagni

e venuti nella presenza di Filocolo


,

domanda
1'

di poter sacrificare
i

perocch avanti a
fatte

tutte

altre cose vuole


.

boti e le promessioni
le necessarie

persolvere
s'

Piace airanjmiraglio, e
.

cose

apprestano
i

Visita adunque Filocolo per Alessan,

dria tutti a

templi

e quelli di mortine incorona. Egli


toro, e a

Giunone uccide
il

il

Minerva

la

vacca

Mercurio
le frutte e

vitello, e a Pallade le sue ulive, e a Cerere

piene biade, a Bacco poderosi vini, e a Mar-

te

egli co' suoi

compagni offerano

le

penetrate armi
altro

e a Venere e al

suo figliuolo, e a

qualunque

Dio o Dea
pfferei

celestiale
,

o marino o terreno o infernale


gli altari di tutti

degni doni

sopra

acccndenda

LIBRO QUARTO
fuochi
,

aa)
,

'1

sitnigliante fa Biiincofore
,

Aacalione e

BUOI coinpnj,'ni

e con loro

1*

ammiraglio con molli

ciundini solvendo infnitc promissioni fatte a diversi


iddii

per

la salute di

Biancofiore

aenpiule le prola notla

uiessioni

fatte

da Filocolo e da Biancofiore
,

dui loro lieto congiugnimento


real casa

contenti tornano alla


,

da molti accompagnati
,

dove

riposati
gli

con
ap

festa 8* assettano alle tavole poste

e prendono

parecchiati mangiari con


Fatti
i

1'

ammiraglio insieme
cibi
,

sacrificii

e presi

1*

ammiraglio chia

ma

in

una camera Filocolo e

suoi
1'

compagni

quivi con molte parole esprime

affettuoso
.

amore
Ulti*

che a Filorolo come a caro parente portava

mamcntc
s

il

domanda

se

suo intendimento
.

per

vera sposa Biancofiore tenere

cui rispose Filocolo,

mai

altro

non avere desiderato che Biancofiore


:

per isposa tenere


glie

la

quale poich
1*

g* iddii

conceduta

V hanno

mentre
lei

anima

col corpo sarh con-

giunta, altra che

avere non intende.

L'ammira-

glio che pi per contentarlo che per riprenderlo d-

morava

loda

il

suo piacere, e dire non essere convealta

nevol cosa che

si

congiun/ione furtivamente
di voi piacer sia,

sia

stata fatta: e per,

quando

narrando

prima
si

a' nostri suhietti la tua

grandezza
ti

quali forse

maravigliano dell' onore eh' io


,

fb

in cospetto

di loro la sposerai

e con quella

festa

che

tante

spousalizie

si

conviene lietamente

le

nozze celebre*

remo

Filocolo e a* compagni piace

lai

diviso

e di
,

ci fare nell' arbitrio dell' ammiraglio rimettono

il
i

quale volonteroso d* onorar Filocolo


piprti corpi siano levali

comanda che
,

della

gran ^ralciin

e data

ia4
loro sepoltura
,

FILOCOLO
e ciascuno lasciando ogni dolore s'ap:

parecchi a far gran festa


poli
,

e d

il

giorno

a'

suol po,

nel quale tutti nella gran prateria vegnano


la
.

acsi

ciocch

cagione della domandata

festa

tutti

manifesti

Vanno adunque
,

parenti

de' morti nel

sanguinoso prato

a' tristi

busti con tacito pianto

danno

occulti fuochi la vegnente notte, e poi debita


.

sepultura

I feriti

da

scaltriti

medici sono
le

atati

met-

tendo per comandamento del signore


fese in
Il

ricevute of-

non

calere
,

giorno dato viene


la

il

vermiglio prato ritornato

verde riceve

moltitudine de' nobili e del popolo


.

sopravvegnente in quello
screto stile aveva ordinata

L' ammiraglio che con


1'

di-

alta festa
,

vestito di reali

vestimenti

e coronato d' oro


,

e con lui in simile

forma Filocolo e Biancofiore


corte
,

discendono nella gran


tutti

e saliti sopra

gran cavalli
,

e tre

accom-

pagnati da pi nobili

con canti e graziosi suoni se ne

vengono
cavallo
,

al

prato pieno di gente.


saliti tutti
,

quivi smontati da

e tre in parte che da tutti po-

leano esser veduti


cotiore alla

Filocolo alla destra mano, e Bian-

sinistra dell'
,

ammiraglio

1'

ammiraglio
,

dirizzato in pie
la

diede segno di voler parlare


il

e con
,

mano comand
il

tacere
si

con riposato
glio
,

silenzio

Tacque ogni uomo e diede ad ascoltare 1' ammira. :

quale cosi cominci a dire


co' suoi

signori

la

non

stabile fortuna diede

inopinati
,

movimenti
sangue

che Biancofiore nobilissima giovane


in qua conosciuta re Felice
,

dell' alto

di Scipione AfTricano discesa, da noi da


,

poco tempo
gran

nascesse nelle reali case del


,

degli spagnuoli regni gastigatore


di
lui

in

uno
,

medesimo giorno con Filocolo qui,

figliuolo

TJBRO
e n
rili

QUARTO

%%5
ne* pue-

me

caro ni{)Otc
,

della quale egli ancora

anni

siccoiue agi' iddii delle cose che avvengono


,

consenzienti piacque

innamor

Al cui amore aven,

do avuto da*

contrHrii fati invidia


,

fu con gran solle-

citudine cercalo di por fine


nire a quello che
i

dubitando di non pervecelestiali


,

movimenti

secondo
gli
,

al-

cuni, avvegnach n*savii incessabili siano,

hanno dando

ultimamente condotti
fede
al sottile
1'

egli
fatto

per fuggir questo

inganno
,

per alcuno che oltre al

dovere

odiava

coiueiul che al fuoco dannata fosse:

dove
dii e

ella

pervenuta, e di sua salute incerta^ fu dagl'id-

da costui con mirabile aiuto soccorsa , e levata


pericolo
i

da

tal

La qual

cosa vedendo

il

re,

acciocch
,

quello che pure volea fuggire non

gli

seguisse

lei

moltitudine di tesori venduta


intendere essere morta
s
,

a'

mercatanti

diede ad

la

quale Florio uccidendosi


:

avea proposto di seguitare

ma

la verit

narratagli

dalla

madre
.

me

carnale sorella, fece che rimase


,

in vita

Ella fu qui da' mercatanti recata


al

e da

me
con

per donare
rata
,

soldano tesori senza

numero compe-

e qui da lui molti pericoli medianti seguita,

sottile

ingegno

s'

argoment

di

congiungere quello
.

che

il

padre con

tanti avvisi

avea voluto dividere

andato per

artificio

mai non udito a


e

lei nell* alta torre,

con

lei

il

trovai

dormendo;

mosso

a subita ira, quasi

colla

mia spada non


s*

gli uccisi:

ma

g* iddii,

a cuiniu-

na cosa

occulta

conoscendo che ancora gran fatto


,

di loro doveva uscire

gli difesero

dal

mio colpo.
gli

Ma

non per mancata

la

mia

ira

con furore

giudicai

come
vi

vedeste

e quanto

g' iddii gli aiutassero

ancora

fu manifesto. Venuti adunque per tante awersitik


si fatti

e per

percoli
II.

com'

io v'

ho

innarrati

e aiutali

riLocoLo T.

9-9.6
iti

FILO COLO
,

tutto dagl' Itldli

desiderano sotto

la nostra
si

potenza

di coagiugiiere quell'

amore che insieme


alla

portano

per matrimoniai legame;

qual cosa
,

conos(;endo

noi che degl' iddi! veramente piacere


luto che voi siate presenti
,

abbiamo vodi

e rallegrandovi di ci
II

che

g' iddii si

rallegrano, ciascuno secondo


,

suo gra1'

do facendo

festa gli onori


,

considerando che

uno
,

figliuolo di re
'

e la sua testa a corona


.

promessa

altra d'

imperiai sangue discesa


e

Tacque l'ammistrummti suona-

raglio,

eie tro:nbe
le

molti

altri

rono, e
dell'
stelle

voci del
e

popolo grandissime nelle lode


de'

ammiraglio

novelli

sposi

toccarono

le

Mancati

romori e riavuto

il

silenzio
,

vennero
e

sacerdoti con vestimenti atti a' sacrificii

recate le

imaginl de' santi iddii nella presenza


e de' novelli sposi e di tutto
liete frondl
,

dell'
,

ammiraglio
coronati di

'1

popolo

invocando prima con pietose voci Ime-

neo

e la santa

Giunone

qualunque
fine

altro

iddio

che grazioso princpio mezzo e


cedere al futuro matrimonio
unit tenergli congiunti
,
,

dovessero con-

e con eterna pace e in


fe,

la

seconda volta F anello

cero dare a Biancofiore

e sonati vari strumenti

molti canti

di festevole
la festa

romore riemplerono
,

l'

aire.

Cominciasi
si

grande
,

e lo sconfortalo popolo

comincia
1'

a rallegrare

contento che tanto


si
.

uomo

sia

per

aiuto degl' iddii da

turpe morte campato.

JNiun tempio senza fuoco

Niuna ruga
,

scoperta

ma

tutte di bellissimi drappi coperte

e d' erbe e di
.

fiori

gioncate danno piacevole


,

ombra

Niuna parte

della citt senza festa

e infino al prato ninno porrla


di gran quantit di f-

un passo muovere senza avere

LIBRO
lami

QUARTO

37
e molle

grjizlosn coinpagiiin. Ordiriniisi giuochi,

coiupajjni(> sotto diversi segiinli


feste.
I

tanno diverso e bull

mangiari copiosniucnte dati danno materia

di pi festa. L'

ammiraglio per amore di Biancofore


,

comanda
gano
tutte

clic nllu vaglie donzelle


sia

alle quali

mai non

fu lecito uscire della torre,


colla loro
,

aperto, e esse liete veu>


.

compagnia

a festeggiare

Discendono
lei
si

e date le destre a Bi<incoliore con


,

ralle-

giano

dandosi

lieti

baci in segnale di vero amore. liS

festa multiplica nel

prato, e
1'

gli
si

amorosi canti

e' di-

versi suoni

occupano
.

aere

eh' alcun' altra cosa


alla

non

vi si

pu udire

Quel luogo adunque che


,

loro morte poco avanti fu statuito

>

ora ad esalta-

mento

della loro vita determinato.

Quel luogo ove

ardente fuoco per consumargli era acceso, ora d'odoriferi liquori tutto
giatiti
.

innaffiato

porge diletto
giorni

a* festeggli

Quel luogo ove pochi


la

innanzi

uo,

mini armati

morte

1'

uno

dell' altro

cercavano
vi

ora pieno di pace di concordia e


festeggia
.

d' allegrezza

si

Quel luogo che poco innanzi


di pianti
,

era

pieno

di,

sangue, ed' uomini morii e


e di
lieti

ora di canti
si

suoni e di festanti uomini e donne


.

sente

risonare
fortuna.
di

Rivolse ogni cosa in contrario


davanti
,

la

umtata

Le molte damigelle che


rallegrano
,

))er la

morie

Biancolore facevano gran pianto


si
.

ora cantando
si

della sua vita

Che pi brevemente
il

pu

dire

se

non che

chi ha

male

se

'1

piange

gli altri

come

se stato
,

non

fosse

niente con intero

animo

festeggiano

dilettandosi

di

piacere a' novelli

sposi e d' onorargli

Questo giorno servirono


ci

alla

mensa

de' novelli vspo-

nubili baroni e assai: nel quale Fera monte

duca

, ,

2a8
di Molitorio
,

FILOCOLO
ricordandosi d' aversi vantato
il

al

paone

d dover Biancofiore

giorno della festa delle sue


,

nozze della coppa servire


cotal

air ammiraglio di grazia

dono domand
con reverenza
alti

e fugli conceduto, perch quel

giorno e quanto
ufcio

la festa

dur graziosamente
.

di

tale

lei servi

quella

mensa furono

molti

e grandi presenti da parte dell'ammiraglio,


altri

e di Dario e d'

grandi uomini del paese portati


,

e da parte di Sadoc la gran coppa


ti

con quegli Lisan:

e con molti altri gioielli fu recata

di che Filocolo
,

e lui e gli altri ringrazi debitamente


alla loro

e a tutti doni

grandezza convenevoli don


sole minacciava
l'

Gi

il

occaso

quando

all'
:

am-

miraglio e a Fllocolo parve di tornare alla citt

ma

Parraenlone che d' addestrare Biancofiore a casa del


novello sposo
uscito di
l'
s'

era al paone vantato


,

non essendogli
figliuolo del-

mente
,

vestito

con Alcibiade

ammiraglio
,

e con alcuni altri nobili giovani della

citt
al

di drappi rilucentissimi e gravi per


,

molto oro,
infino
al

freno di Biancofiore vennero

e quella

real palagio
ella

addestrandola accompagnarono,

dove

con

festa tale eh*

ogni comparazione vi saria scar^

sa fu ricevuta

Menedone che
pagni
vuti
j

la

sua promessa non avea simil-

niente messa in oblio, dimandati all'ammiraglio com,

e da lui molti nobili giovani della citt ricevarii vestimenti di

con

drappi

sopra

correnti
la fe-

cavalli di simil vesta coperti, pi volte


sta

mentre

dur
,

quando con bigordi e quando con bandielutti risonanti di tintinnanti

re

e co' cavalli

sonagli

armeggiando, onorevolemente

la festa esalt. Ascallo,

ue volonterosamente

il

suo vanto avria fornito

ma

LIBRO
non guarito Ancora
battaglia
,

QUARTO
*

229
passala

delle ferite ricevute alla

alla

gran prova di che vantato

era

nou

Qvria potuto resisterei per


fiore se
a'

comandandolo Biancoaempiere

ne rimase. Messalino aimilcmente lontano

suoi regni

non pot

il

suo vanto

allora

ma

riserbollo a fornire alla loro tornata a

Marmorna*
della
di-

Contenti

adunque Filocolo e Biancofiore


,

mutata fortuna

nella gran festa pi giorni lieti

morarono

riagrazinndo con pietose

lode
gli
,

g'

iddii

che da gran pericoli a salutevole porto

avea recati^

e che posto aveano alle loro fatiche fine


di tornare ornai
lieti al

desiderando

vecchio padre

FILOCOLO

GIOVANNI BOCCACCIO

LIBRO QUINTO

.spro A.&

guiderdone porgevano
per
le loro

cieli
.

sopra

parenti

di Filocolo
tita di lui
li

operazioni

Essi per la

par-

rimasi con dolore inestimabile spendevano


e in

loro giorni in lagrime

preghi

la

superflua

malinconia di loro medesimi


lecitudine
.

fa loro

perdere ogni sol-

reali visi

con miserabile aspetto mo:

strano avere la dignit perduta


sprite le

pianti
la

hanno

ina-

guance
.

il

dolore congiunta

dolente pelle

con

l'

ossa
,

I capelli e la

barba pi bianchi che non


affanni

solevano

danno de' pensieri e degli


.

convenepi

voli testimonianze

vestimenti oscuri, portati

lunga stagione che

la loro

grandezza non dava

non

lasciava n loro n altci rallegrare. Essi

bench co'cor-

pl dimorassero ne' loro palagi seguivano colla mente


il

caro figliuolo

facendo del suo

cammino

diverse

immaginazioni sempre temendo^ n udivano alcuna

LIBRO QUINTO
novella dn alcuna parte che
Bcro
:

a3i
lui
i

essi di

non dubitAS'
pcllegrinnuli
si

g' infuili

pericoli
tulli

ne' quali

possono incappare

per lo petto loro


in

rivolgeil

\ano, con pnurn non forse


figliuolo
.

alcuno incappasse

loro
la

Similemente dubitando del luogo dove

sua Biancofore ritrovasse, non forse fosse tale clie


grave danno ne
g'

incorresse
,

o che non potendola

riavere di dolore morisse


redisse
,

o disperalo a loro mai non

e quasi d lui senza alcuna speranza di bene


,

viveano

vedendo o

coli'

immaginazione o per visione


gli

quasi ci che nel suo

cammino
,

avvenne

e queil

sto consentiano g' iddi

perch pi mnltiplicando

loro dolore, pi fossero degnamente della loro nequi"


zia puniti
.

a questa miseria e doglia nvcn

per com-

pagnia tutto

il

loro regno

il

quale

in desolazione di,

morando
la

dubitavano della morte del vecchio re


consiglio pigliarsi
,

non sapendo che


vedova corona

dopo quello per

poich loro perduto pareva aver

Filocolo

Era

gih

il

decimo mese passato poich Filocolo


,

ricevuto avea in sua la disiata Biancofore

il

dolce
e
gli
il

tempo

tornato cominciava a rivestire


,

prati

alberi delle perdute fronde

avendo Febo toccato

principio del montone, quando

a Filocolo torn nella


la
.

memoria
tempo

1'

abbandonato padre e

misera madre

e
il

fu di loro da degna pielh costretto


gra/.Io.so a

Egli vedendo

navicare propose di tornargli a

ri-

vedere colla cara sposa, e render loro colla sua tornala


la

perduta allegrezza
,

nel qual

proponimento dimo-

rando

un giorno

n s

chiam l'ammiraglio, Asca,

lione e gli altri suoi

compagni e amici
.

il

suo proioduuo
,

ponimeulu

a tulli fece palese

compagni

il

23a

FILOCOLO
ammiraglio che di buono amore
ragionamento
,

ma

all'

l'

amava

parr

grave

tal

pensando che acconsentenj

dolo
cosi
:

la partita

di Filocolo ne seguiva

rispondegli

ogni tuo piacere


,

m'
il

a grado

ma

dove esser
,

potesse

assai

mi

saria

tuo rimanere pi grazioso


io

avvegnach

a tanto

uomo
s

non

sa
,

possente di dare

onorevole grado quale

converria

ma

quello eh' io
.

potessi senza infgnermi volentieri doneria

A
sia

cui

Filocolo rispose: io non dubito che pi ch'io

de-

gno non

sa

da voi onorato

ma
:

il

conosco
e'

e sentofosse
il

niene obbligato sempre a voi


debito amore che
renti
,

e dove

non
i

mi

strigne d rivedere
la

vecchi

pa-

e colla
,

ma tornata render loro


i

perduta conli

solazione

e similemente visitare

mei regni,

quali
,

senza conforto stanno credendomi aver


in niuna parte
si

perduto

io

volentieri dimorerei
,

come

in questa,

e massimamente con voi


vita
1'

da cui appresso

g' iddi, la

onore e

il

bene

e la mia Biancofiore, la quale

io sopra tutte le cose desiderai e

amo

riconosco

A-

dunque,

disse l'ammiraglio,

il
,

vostro piacer farete, e

non che a questo


gio, e cosi far
5

io vi storn

ma

confortare vi deg-

ornai giusta cosa , che delle succose

ogni

uomo
,

si rallegri
:

pi che

gli strani

Disse adun-

que Filocolo
concia

comandate che
i

la nostra

nave

sia

rac-

acciocch quando

venti al nostro viaggio saiddi intendere al

ranno possiamo colla grazia degl'


navicare

Poich
egli

1'

ammiraglio vide
la

la

volont di FIlocolo

comanda che
altre

sua nave

sia

acconcia

e tutta di di

nuovi corredi riguernta, e


molte
ne fa apprestare
: il
.

in

compagnia
il

quella

Viene

proposto giorno
li

della partenza

mare imbianca per

ripercossi re-

LIBRO QUINTO
cupato da molti legni:
cercano di partirsi, e
il

aSS
che
riem-

mi, e mostrn poche delle sue acque in quclln pnrte ocrornore de' naviganti

dell'

acque e de' suoni

piono

1'

aire

Filocolo che con violate vele e vesti,


,

menti era U co'fuoi compagni vennto


levati quelli via

comanda che
e
fa

s'adornino di bianchi

inghir-

landare

templi e dare

sacrificii agi' Iddii,


i

mescolati

con preghi, che benivoK lor facciano

venti e'I

mare,

e lui e' suoi con perfetta salute perducano a'desiderati

luoghi
il

gih

r occidentale
,

orizzonte avea
si

ricoperto

carro della luco


pili
;

e le stelle
,

vedevano
a*

quando

il

vento

fresco venne

perch

marinari parve di

partirsi

e a salire sopra la concia nave


,

chiamarono

Filocolo

il

quale con grandissima compagnia d' uo>


a'

mini e di donne
pietoso
viso

marini

liti

pervenne, e quivi con


dall'

animo pervenuto

ammiraglio

prese congedo, prima de' ricevuti beneficii rendendogli

debite grazie

e appresso da Alcibiade e da Dario


s'

e da Sndoc, a lui carissimi amici,

accomiat, e

sali
si

sopra

la

bianca nave.

Da

questi tutti
,

con lagrime

parte Biaucoliore e Glorizia


locolo
,

e salgono appresso a Fi,

le

quali Bellisano e Ascalione


di Filocolo, lutti
le destre
,

il

duca e

gli altri

compagni

avendo a coloro
,

che rimanevano porte


seguirono
.

mani
1'

e detto addio,
piglia
il

E cos

tutti ricolti
,

una parte

mare,

l'altra la terra

gli

animi, che per lunga con,

suetudine e per eguali costumi erano divenuti uno

tengono luogo in mezzo

la
si

distanza riscontrandosi

quasi partiti da' corpi che

dividono

La fortuna
ad
effetto
i

pacificata a'

due amanti
,

fati recati

piaceri

degl' iddii
:

concedono graziosi
i

venti alle volanti navi

Jlle

quali poich

remi per-

a34
donarono
al

FILOCOLO
mare
,

furono date le bancie vele

prima

si

calarono
,

che

porti di

Rodi

1'

ebbero in s
,

raccolte

dove ad istanua de* preghi di Bellisano


i

Filocolo e Biancofiore e
terra
,

compagni discesero

in

e quivi da lui pi volonteroso che polente


j

maesso,

gnificamente furono onorati

non solamente da
di lui
il

ma
che

da

tutti

paesani per
.

amor

ricevettero vopartirsi,
gli

lonteroso onore
i

Piace a Filocolo
s'

lodando

beni della fortuna


s'

usino quando
,

concede

Bellisano

apparecchia di seguirlo
,

ma
fa

Filocolo co-

noscendolo attempato
fanno
,

e di riposo bisognoso che d'afil

ringraziandolo, con preghi

rimanere non

senza molte lagrime.Filocolo desiderando d'adempiere


la

promessa

fatta a Sisife

comanda che l'estrema


prora de' suoi legni cerca-

parte di Trinacria
ta
:

sia colla
,

le vele

si

tendono

temoni fanno

alle navi se-

gare le
te
,

sal'ite

acque con
il

diritto solco verso quella par5

aiutandole

secondo vento

ed

in

pochi giorni

lasciatisi indietro gli orientali paesi,

parvennero
,

al di-

mandato luogo
de

e date le

poppe

in terra
:

con

breve

scala scesero sopra le secche arene ostiere di Sisife, da lei


festa ricevuti

e venuti al gran-

onorevolemente e con viso


.

pieno di
potere
si

furono

Ella ninna
anzi

parto

di

riserb ad onorargli
:

ancora

sforzan-

dosi le pareva far poco


ziosa festa pi giorni
,

dimorata con loro in gra-

e sentendo

che per matrimo,

niai legge erano

due giovani congiunti

cio la cer-

cata e'I cercatore, cui essa, secondo le parole di Filo-

colo

fratello e sorella

stimava
,

si

maravigli

e con

umile preghiera domand


grazia

che

in

lugo di singular
:

come

ci fosse le fosse scoperto


,

a'

quali pre-

ghi Filocolo cos rispose

prima

chi essi

erano

LIBRO QUINTO
%
loro amori
;

JS
e la
gli

insieme con gV infortuni! brevemctile


il

nnrr

nella qiial narrazione


,

suo pellegrinare
c'ift

cagiono della nascosa verit


era poichi> da
lei si
,

che avvenuto

parti

si

conlenno.

Le
dopo
.

quali

cose

udendo
raviglia
ni

Sisife
,

ripiena non

meno

di pieth

che di matanti afTan-

lieta

ringrazia gl'iddii, che

in salutovol

porto

gli
il

avea condotti

Adtin(|uc di>
,

morati quivi ({uonto fu

piacer di Filocolo
,

a lei fu-

rono cari doni da Biancofiore donati


grandissime all'una dall'altra

e con profferte

fntle si

partirono, e
,

Biancofiore dietro a Filocolo sopra V usata nave


gih avea
i

che
fa

ferri tolti agli scogli, risali;

n prima

vi

suso

che Filocolo comand che verso V antica Parsi

tenope

pigli
il

il

cammino;

il

<{ualc preso da'marinai,

avanti che

terzo sole nel

mondo

nascesse nella citt


,

pervennero

e in quella

discesi

in terra

entrarono
finire

e con cgual piacere di

tutti

determinarono di
:

il

rimanente del cammino senza navigare


porre
in terra
i

j^erch
,

falti

ricchi arnesi e' gr.uidi tesori


,

e quegli

uomini che
che

a Filocolo piacque di ritenere

comand
,

alla bolla citt di

Marmorina

n* andassero

e di

lui e de'

compagni e

della loro tornata


,

vere novelle

portassero al vecchio re Felice

e ad ogni altro loro

amico e parente
Rimasero Filocolo
il

e'

suoi

partile le navi

sopra

graziose lito

nella ricca

citt

molti giorni prenden,

do

diletto

e da' cittadini onorati


.

e pieni di

grazia

nel cospetto di ciascuno

Ma
di

perocch nelle virtuose

menti ozioso perdimento


solazione d'
fiore

tempo non pu con contiepidi bagni di Baia


,

animo

passare, Filo( olo colla sua Bianco\

cercarono di

edere

*l

vicino luogo dell' antica scpultura di Miseno

donde

a36
ad Enea fu
spiriti

riLOCOLO
largito l'andare a vedere le regioni de^neri
:

e del suo padre


,

e cercarono

guasti luoghi

di

Cuma

'1

mare
il

le cui rive

abboudevoli di verdi
,

mortelle Mirteo

fanno chiamare

1'

antico

Poz:-

zuolo con

le circustanli anticaglie

e ancora

quante

cose mirabili in quelle parti le reverende antichit

per

gli

loro autori rappresentano


,

e in quel
gli

paese
tiene a
.

traendo lunga dimoranza

ninno giorno

quel diletto che


talvolta

l'

altro davanti gli avea tenuti


1'

Essi
,

guardando

antiche maratigle vanno

negli animi

come

gli

autori di quelle diventano


gli aiFannati

ma-

gni

Talvolta ne' sani liquori


,

corpi rin-

frescano
le salate

e alcuna fiata con piccola navicella solcano

acque, e con maestrevole rete pigliano


pesci
:

non

paurosi

e spesse volte agli uccelli dell' aire

paurosi

con pi potenti di loro danno incalciamenti


.

dilettevoli a' riguardanti

alcuno giorno tien loro

ne' ramosi boschi, con leggieri cani e con

armi

se-

guitando

le

timide bestie

poi

alli

loro ostieri tornan-

do

dove in canti con dolci suoni


il

di diversi
al

stromenti

spendendo

tempo, che

al

sonno e

prender de'cibl

avanza loro

In questa maniera molti giorni dimorando


quelli avvenne
,

un

di

che essendo Filocolo co' suoi compadilettevole


altri

gni entro in

un

boschetto

seguito

da
,

Biancofiore e da molti

giovani con lento

passo

davanti a loro picciolissimo spazio senza esser cacciato


si

lev

un cerbio

il

quale

come
e

Filocolo

il

vide
,

preso delle mani de' suoi compagni

un dardo
dardo

cor-

rendo

il

cominci a seguitare
s'

gi

parendogli es
il
,

sere al cerbio vicino

aperse, e inviato
,

con
:

forte braccio quello lanci

credendo

al

cerbio dare

. ,

LIBRO QUINTO
mo
tra

aSy
duro

M cerbio e Filocolo ora quasi per diametro


,

posto un altissimo pino


pedi! le
il

nella stremith del cui


,

dardo percosse

e culla

stia

forza

un pezzo
,

della

dura corteccia scrost


vicini a quello

dall' antico
,

piede

egli

ed

ella assai

cadendo

del quale sangue


,

con dolorosa voce venne appresso

non altrimenti
so-

quando
pra
fati
1'

il

pio

Enea del non conosciuto Polidoro


lito

arenoso
io

lev
la

un ramo,
pena eh'

e disse

o miserabili
,

non meritai

io porto

e voi

non
:

contenti ancora,
felici

mi

stimolate con punture mortili


il

oh

coloro a cui lecito

morire quando quello


il

adJomanlnno!

qui

ti

tacque. Questa voce


,

veloce

corso di Filocolo e de' suoi compagni


pieni di paura e di maraviglia, ritenne
diti
,

quasi tutti

e quasi storfare
:

stavano riguardando

non sapendo che

ma dopo
cominci
nosciuta
,

alquanto Filocolo con pietosa voce cosi ina dire


:

o santissimo albore, da noi non cosi

se in te alcuna deith
alle

nasconde,

come creoffendere,

diamo

perdona

non volonterose mani de' tuoi


ci fece
i

daimi, caso, non diliberata volont


l^icghi la tua pieth
il

nostro difetto,
la

quali presti ad

ogni sodisfazioiie, temendo

tua ira, siamo disposti


il

Sofii per la vermiglia piaga alquanto


il

tronco, e poi
:

suo sofliare convertendo in parole cos rispose

giovani, nulla deith in

me

si

rinchiude

la

quale se

si

rinchiudesse

vostri pietosi

preghi avriano forza di

piegarla a perdonarvi:

dunque maggiormente
,

me

il

quale senza forza di vendicarmi dimoro


della grazia

desideroso

non tanto

degli

uomini quanto ancora

delle tere
sa
,

conciossiecosach ciascuna nuocer


,

mi

pos-

e noccia talvolta

io

posso ad alcuno nuocere


il

per baslimi per sodisfazioue

vosUo pentcrc

a38

FILOCOLO
imputato iu colpa
.

vi sia questo dagl' Iddi

Segui

questa voce Filocolo: dunque, o giovane, se gl'iddi,


gli

uomini

e le fiere

ti

siano

graziosi

tuoi
,

rami
ti

con pietosa sollecitudine conservino


noia dirci chi tu
sia
,

interi

non

sia

e perch qui rilegato dimori


:

Cos rispose

il

pedale

1'

aaiaritudine che la dolente

anima

sente
:

non pu

torre

che

a' vostri

preghi non

sia sodisfatto

perch tanto dalla dolcezza di quelli

legata

che posponendo l'angoscia, desideroso di piavuole che


vi dir
.

cervi

io vi

risponda

e per cosi breve-

mente

La

geuelrlce di

me

misero mi die per


,

padre un pastore chiamato Eucomos


quasi tutta
la

cui vestigi

mia puerile

et seguitai

ma
mi
,

poich

la

nobilt dello ingegno, del qual natura

dot, venne
e sforzando,

crescendo

torsi

piedi del basso colle


all' alte

mi per pi

aspre vie di salire

cose
nelle

avvenne
reti

che per quelle incautamente andando


di Cupido incappai
,

tese

delle quali mai sviluppare non


,

mi

potei

di

che con ragione dolendomi


,

per misera-

zlone degl' iddi


fuggir peggio

in quella

forma che voi vedete per


:

mi trasmutarono

e qui

si

tacque

Polche Fllocolo
lenzio
,

senti la dolente

voce aver posto

si-

e gi Biancofiore con
,

sua compagnia essere


:

sopravvenuta

egli

ricominci cosi

se

quella terra

che noi incalchlamo lungamente


grazioso
trite le

alle tue radici presti

umore

per lo quale esse dlllgenlemente nua'

tue fronde nutrichino, e

tuoi

rami aggiunj

gano grandissima quantit de' tuoi pomi


pedale
sia
sia

e se

il

tuo
,

lungamente

dalla

tagliente scure
,

difeso

non
fosti

ti

duro ancora parlarne


tuo nome, e

e farci
venisti
,

noto donde
,

il

come qui

per che
la

modo

nelle reti d'

amore

incappasti

qual fu

ca-

LIBRO QUINTO
gione
,

39
in (jiiesto nlbero
,

e perdio di lui duItMiJuli,


ti

|>ut

pi elio in alcun altro


c-iocch se
il

irasfurniA&ti
la la

e per cui
nascosi

tuo corpo e

cara anima
tua
te

nella

dura scorza non possono


sapendo
la veri ih

fama

far palese,

noi

da

te

di

possiamo quella debii

tamente raccontare
le nostre parole

agi' ignoranti,

quali forse
,

udendo
|>er

mossi con noi a debita picth


:

te

pietosi preghi [torghino agi' iddii


si

e cos

la tua
.

pena

mitighi

la

tua

fama s'allunghi e
si

si dilati

Come
I'

quando
sommilh
fionda

Zeftiro soavemente spira


dgli
alberi

sogliono le tenere
li

muovere per
,

campi

una

nt'll'

altra ferendo

e di

tutto

dolce tintinno
si

rendendo,

in tal

maniera tutto l'albero tremando


parole
,

mosse
che
la

a queste

e poi con voce alquanto


:

pii

prt cedente pietosa ricominci


piet possa per sua forza

io

non ispero
ci

che mai

moUiGcar
:

che

crudelt ingiustamente ha indurato


qiu-llo

ma
,

perciocch
sia
la

che

io

per troppa fede sastegno non


e per

ere*

duto che per mio peccato m' avvej;na


e/.za de' vostri preghi,

dol-

che maggior guiderdone

me

ritano che quel che

domandano, parler, e
.

ci che do-

mandato avete dichiarir


parole ci che
prego, se

Ma

perciocch senza molte


dir non vi posso
vi
,

domandato avete
alquanto
Italia

vi

g' iddii

da simile avvenimento
il

guardino

duro non

vi sia

mio lungo

dire ascoltare

Nella fruttifera
i[uella la

siede
,

una piccola parte di

quale
,

gli

antichi

e non immerito, chiama-

rono Tuscia
simi piani
si

nel

mezzo

della quale quasi fra bellisil

leva

un

piccolo colle,

quale l'acque

vendicatrici della giusta ira di Giove,


di Licaone meritarono di
lasci
,

quando i peccati
il

fare allagare
,

mondo,

vi

secondo

1'

opinione di molli

lu

quale a'putu

a4o
vera
,

FILOCOLO
peroccli ad evidenza di tal verit
si
,

mostra

il

piccolo poggio pieno di marine chiocciole


si

n ancora
quello ri-

possono
,

poco n molto

le interiora di

cercare
trovino

che di quelle biancheggianti


slmilemente
i

tutte

non

si

fiumi a quello circuslanti, pi


,

veloci di corso

che copiosi d* acque

le loro
.

arene di

queste medesime chiocciole dipingono

Sopra questo

pasceva
re
,

Eucomos
cavalli di

la seraplic

mandra

delle sue peco-

quando chiamato awai vicino fu


,

a quell*

onde

le

quali

Febo

passato

il

meridiano cerchio
la loro

con

fretta

desiderando per alleviare


j

ardente sete

e per riposo

ov'egli and, e quivi la

mansueta greg-

gia di Franconarcos re del bianco paese gli fu acco-

mandata,

la

quale egli con


il

somma

sollecitudine guar,

Aveva

detto re di fighuole copioso novero


,

di

bellezze ornate e di costumi splendida

le quali insie-

me un

giorno con grandissima caterva di compagne


dal loro padre, andarono a porgere odoriferi

mandate
incensi a
in

un santo tempio dedicato


,

Minerva

posto

un antico bosco
fiori fosse
.

avvegnach bello
il

d* alberi d'

erbe

e di

Esse poich

comandamento

del pa-

dre ebbero ad eseguizione messo, essendo loro del gior-

no avanzato gran
lettevole bosco
si

parte, a fare insieme festa per lo di-

diedono
tutti
i

questo bosco era vicino


,

EuGomos
prie

sopra

pastori ingegnosissimo

con

l'accomandata greggia,

il

quale nuovamente colle profatta,

mani avendo una sampogna


suono rendeva
agli

che pi eh' al,

tra diletievol

uditori

ignorante
:

della venuta delle figliuole del suo signore


allora
,

essendo

il

sole pi caldo
le

che in alcun'altra ora del gior-

no aveva

sue pecore sotto l'ombra d'uno altissimo


,

faggio raccolte

e diritto appoggiato ad

un mirteo ba-

LIBRO QUINTO
ione

241

questn sua nuova sam[x>gna con gran piacere


:

di s sonava
le

e nientedimeno alla dolcezza di quella


.

pecore facevano mirabili giuochi


,

Questo suono
r-

udito dnlle vaghe giovani


corseiu vjuivi
,

senza niuna dimoranza

e poich per alquanto spazio ebbero


,

ricevuto diletto
plici

e del suono e della veduta delle sem,

pecore

una di loro chiamata Giannai


,

fra l'al-

tre speziosissima

chiam Fucomos pregandolo che a


fece. Piacque a loro, e tornarono
assottiglia
il

loro col suo suono facesse festa, di ci merito promettendogli


;

egli

il

pia volte a udirlo. Eucomos


a pi nobili suoni
la
,

suo ingegno

e sforzasi di piacere a Giannai


l'in-

quale pi vaga del suono che alcuna dell'altre


.

calcia a sonare

Corre

agli

occhi d'
.

Eucomos
questa
si

la bel-

lezza di

lei

con grazioso piacere


.

aggiun-

gono dolci pensieri


la bellezza di lei
,

Egli in & medesimo loda molto


g' iddii fa,

e stima beato colui cui


,

cessero

degno di possederla
,

e desiderrebbe
.

se possi-

bile esser potesse

d' essere egli

Con

questi pensieri

Cupido, sollecitatore delle vagabonde menti, disceso da


Parnaso
Ih

sopravvenne
i

e per le rustiche midolle ta,

citamente mescol

suoi veleni
.

aggiungendo
si

al desi,

derio subita speranza


e per lo

Eucomos
la

sforza di piacere

nuovo amore

sua arte

gli

spiace;

ma pur

discerne

non convenevole
.

essere a lasciarla senza sa-

per

come

I suoi
,

suoni pieni di pi dolcezza ciascua

giorno diventano

siccome aumentati di sottigliezza


:

da miglior maestro

l'ardenti

famme

d'

amore
,

lo sti-

molano

perch egli nuova malizia pensata

propone

di metterla in effetto
ascoltarlo
.

come Giannai
il

venisse pi

ad

Non

pass

terzo giorno
,

che

la

fortuna
fulu

acconcia trice de'uiondaui accideuii

conscia

lei

raocoLo T,

II.

16

24i
ro
,

^F

LO eQLO
,

sostenne che Gianna! sola delle sorelle

con pic-

cola
al

compagnia n da

lei

temuta, semplicemente venne

luogo ove Eucomos era usata d'udire, e sripplica


egli

con preghi di maggior grazia degni che

suoni
la

ed obbedita
suona, e con
mettere
il

Ma

il

pastor malizioso

con

bocca

gli

occhi desidera, e col cuore cerca di


effetto: perch, poich'egli vide

suo disio ad
al

Giannai intentissima

suo suono, allora con lento pas,

so mosse la sua greggia


lenti passi

ed

egli

dietro

ad

essa, e

eoa

pervenne in una ombrosa valle ove Giannai il

segui: e quasi
perta,

prima dall^ombra della


i

valle

si

vide cO"

che

essa conoscesse avere

suoi passi mossi, tanto


.

la dolcezza del

suono

1'

avea presa

Quivi vedendola
il

Eucomos
e mutato

gli

parve tempo di scoprirle

lungo

disio,

il

sonare in parole vere e dolci,


,

il

suo amore
e

le scoperse

a quelle

aggiungendo lusinghe

impro-

messe

e coniinciolle a mostrare che questo molto sa,

ria nel cospetto degl'iddi grazioso

se ella

il
il

mettesse

ad

effetto

perciocch egli saria a


:

lei

come

suo pa-

dre alla sua madre era stato

nondimeno

le

promise
alle

che mai

il

suo suono ad altrui orecchie che


,

sue

pervenir non farla

se

non quanto ad
alle

essa

piacesse

molte
nai

altre cose
si

aggiungendo
,

sue promesse. Gian,

prima

maravigli

e poi temette

dubitando
parole

forse costui
a'

non

forza

usasse

dove
j

le

dolci
le

preghi non

gli fossero
,

valute

udendo
,

ingan-

natrici lusinghe

semplice

le credette
,

e solo per suo


alla

pegno prese

la fede

dal villano

che come
lei

sua
,

madre

il

suo padre era stato cosi a

sarebbe
,

a'suoi piaceri nella profonda valle consent


igliuoli di lei

dove due
,

gener
.

de' quali Io fui

1'

uno

e chiaricevuti

inorai Idalagos

Ma

non lungo tempo quivi

LIBKO QUINTO
noi
1'

a43
giovane e

dimor

che nbbniidonata

la sui plico

armento torn
tir
,

ne' suoi campi, e quivi appresa) noi

e non guari lontano al suo natal sito la


a

pro>

messa fede

Gianuai nd un'altra, Garamita chiamata,


,

ripromise e serv
spazio riceveo
le
.

di cui

nuova prole dopo piccolo

Io semplice e lascivo,

come
,

gi dissi,

pedate dello in{;annatur padre seguendo

volendo

un giorno nella paternal casa entrare, due orsi ferocissimi e


terribili

mi

vidi avanti
,

con

gli

occhi ardenti

desiderosi della
volsi
i

mia morte
,

de' quali

dubitando io

passi miei

e da quell' ora

innanzi

sempre

d' entrare in quella dubitai.

Ma

acciocch io pi vero
i

dica

tanta fu la paura

che abbandonati

paternali

campi, in questi boschi venni l'apparato uficio a operare


:

e qui

dimorando con Calmela, pastor

solennissi*

mo

a cui quasi la
,

maggior parte delle cose era mari-

nifesta

pervenni a pi alto disio. Egli un giorno,

posandoci noi col nostro peculio, con una sampogna

sonando cominci a dire

nuovi mutamenti e
,

g'

ino-

pinabili corsi dell' inargentata luna

e qual fosse la
,

cagione del perdere e dell'acquistar chiarezza

e per-

ch talvolta nel suo epiciclo tarda


volta eguale
si

e tal veloce e talil

dimostrasse; e con che ragione


,

cenvolte

tro del cerchio

portante
il

il

suo corpo

ella

due

circusse

il

deferente,

suo centro movente intorno al

piccolo cerchio, eh'

eli'

quant' una

e da che na-

tura potenziata la virt dell'uno pianeta all'altro porgesse


,

e similmente

suoi

vizii

dice, seguendo di
i

Mercurio e di Venere con debito ordine

movimenti

appresso con dolce nota


tutta
,

la

dorata casa del sole dieclissi

segn

non tacendo
,

de' suol

e di quelli
lui o^ui

della luna le cagioni

mostiuudo come da

244
i

FILOGOLO
il

altra stella piglia luce, e cosi esser necessario a volere

luoghi di quelle sapere prima

suo conoscere}

mostrando del rosseggiante Marte, del temperato Giove, e del pigro Saturno
i

una

essere la regola a cercare


sottil

luoghi loro.

E
,

mostrate con

canto interamente

le loro

regioni

e quali in quelle a loro fossero pi


,

degne dimoranze e pi care


di

pass cantando al nido

Leda

e in quello

da vero principio cominciando


disse e delle sue stelle
i
,

prima del Monton Frisseo


quali gradi in quelle
i

masculini, e quali

femminini,

quali lucidi e quali tenebrosi, quali plutei, quali azeraeni


,

e quali

aumentati dalla fortuna fossero di-

mostr j e similemente di qual pianeta fosse casa, e


quale in esso
s'

esaltasse la triplicit, e'terraini di cia,

scuno in quello

e le tre facce

Questo ancora mo-

strando del sacrificato tauro da Alcide per la morte


di

Gacco

e de'

due

fratelli di

Clitennestra, nella fine


,

de' quali

1'

estivale solstizio

comincia

e con quel
.

me-

desimo ordine del retrogrado cancro cant

del fe-

roce leone e della vergine onesta, nella fine della quale


il

coluro di libra, equinozio facente, da so incomincia,

re

e di

lei

cant

come

degli. altri avea

cantalo

mo-

strando nella sua fine la combustione avvenuta per lo

malvagio reggimento del carro della luce usato da


Fetonte, spaventato dall'animale uscito dalla terra a
ferire

Orione

la

cui prima faccia,


lui

come

di libra l'ul-

tima fu combusta, di
detto
,

seguendo come di quella avea


,

e da Chirona a Schiro seguitando

nella

fine

di cui pose lo iemale solstizio. Poi cantando della nutrice di


liere nel

Giove,

e del suo pincerna, e de'pesci


situati
,

da Ve-

luogo ove dimorano


il

dicendo nella

fine di quelli

coluro d' ariete cominciarsi insieme

LinnO QUARTO
con lo cqninosio del detto segno
cos do' pianeti
:

a45

mostrando appresso
i

come

de'segni le complessioni,

aess

le

potenze dfrlerminate negli umani membri, e coalla loro signoria


il

me

prima

in sette
,

e poi in dodici

parti sia tutto


sette climati

s'

abita

mondo diviso come 1'


,

cosi quello
.

che sotto

altro

Con questo

di-

cendo

la

variazione delle loro elevazioni pe* diversi

orizzonti, e

che legge
i

sia

da loro osservata nel rtondo

anno, mutando
verso
gli

tempi.

con non meno maestrevole


,

ud'

dopo questo cantare


,

e dimostrare nel
,

suo canto come Elice

pi che Clnosura
,

presso al

polo artico dimorassero


notti
,

facendo cenni

alle

maggiori

o assegnare

la
ih>

cagione perch

le loro stelle in

mare non possono


1*

sleno lasciate da oceano


,

come
corona

altre

bagnare

seguit dove Boote

la

di Adriana
locati
;

e Alcide vincitore dell'alte prove fossero

e senza

mutar nota cant del corvo per


,

la

recente acqua

mandato da Febo
bugia

il
i

quale per lo so-

perchio tempo, messo ad aspettare

non maturi

fichi,

merit per
pente
,

la bella

egli

con V apportato

ser-

e con

lo

carro e
locati

la
,

cratera d* oro essere iu

cielo dal

mandntore

e ornati di pi stelle
il

insieme con questo raccont

luogo dove colei


il

che

la

palma dellbuta porta


,

e dove

portatore del

serpente

e d' erldano

e della paurosa lepre co'due


,

cani dimorassono. Cantando poi del nibbio


le interiora del toro

il

quale
al

fatato ucciso

da Briareo port

cielo
stelle

ove
,

egli

fu da Giove locato e adornato di nove


di erldano
,

seguendo appresso
i

di sagltta
;

d' auriga

luogl

e dell' australe corona

movendo
il

con pi soave suono come Orione cantando sopra


portante delfino fugg
11

mortai pericolo, e poi pc'mc-

a46
riti dell'

FILO CO LO
uno
;

e dell' altro meritassero

il

ciclo

e qnal

parte di esso

e dove

il

primo cavallo
il

e l'altro intero,

e la nave che

prima solc
5

non usato mare dimoe la gloria di Perseo e


'1

rassero dimostr

'1

segno

suo luogo, e con


scente per
li

la testa del
il

Gorgone, e dell'Idra creluogo del vaso.

suoi danni, e

E rimem-

broml che
str

disse ancora del centauro e del celestial lupo,


i

di dietro a'quali del pesce e dell'altare

luoghi dimoe del celo,

con quelli di Cefeo, e del triangolo

d'Andromaca, e del pegaseo cavallo ^ passando dietro a


questi dentro alle regioni degl' iddii con Tpm sottile

canto del suo suono. Queste cose ascoltai io con

somma
mi
,

diligenza, e tanto dilettarono la i-ozza mente, ch'io

diedi a voler conoscere quelle

non come arabo


la

ma

seguendo con istudio

il

dimostrante: per
;

qual

cosa di divenire sperto meritai


pasloral via
,

e gi abbandonata la

del tutto a seguitar Pallade

mi

disposi

le cui sottili vie

ad immaginare questo bosco mi pre.

st agevoli introducimenti per la sua solitudine

Nel

qnal dimorando m' avvidi lui essere alcuna

stagione
il

dell'anno, e massimamente quando ariete in s


delfico riceve, visitato da

donne,

le

quali pi
le

volte
,

lente

andando

ed

io

con lento passo

seguitai
,

di

ci agli occhi

porgendo grazioso

diletto

continua-

mente
ferito

dardi di Cupido fuggendo, temendo non forse

per quelli in detrimento di


;

me

aumentassi
,

giorni miei
cetera

e disposto a

fuggir quelli
ai-riere

prima
diedi

alla
:

d'Orfeo, e poi ad essere


colla

mi

prima
beile

paura del mio arco, del numero delle


,

donne

le quali gi

per lunga usanza tutte conolevai


,

scea

una bianca colomba


la segu'

e poi fra' giovani ar-

buscelU

con

le

mie

saette pi

tempo

vago

MRRO QUINTO
drllo
]>cr<S

at7

me piumn
mni
di

N> ]>or
il

non poteri avere punMr


,

malincona
si

cuore
,

che pi del suo va-

lore che d'altro


gtiire.

diloUava

dallo studio di costei setolse

Dal luogo medesimo levata mi


,

una nera

merla

la

quale movendo col becco rosso modi piace,

voli di cantare

oltremodo desiderar mi
,

si

fece,

non

per in

me

voltandola le mie saette

piti

volle fu

eh* io credetti qtiella ricogliere negli apparecchiati


seni se
,

R
.

di questo

intendimento un pappagallo mi

tol-

dalle

mini

tiscito

ad una donna della piacevole


si

schiera

seguitar costui

dispose alquanto pi
,

1'

a-

nimo
le

eh* alcuno degli

altri uccelli

il

quale andando
frondi del

sue verdi piume ventilando


si
,

fra

le

suo
di-

colore agli occhi mi


screto arciere

tolse, n(> vidi

come. Ma
sentieri

il

Amore che per


prati

sottili

sottenil

trava nel guardingo animo, essendo rinnovato

dolce

tempo,

nel quale
le

campi e

gli

alberi

partori-

scono, andando

donne

all'

usato diletto,

fece

dal

piacevole coro di quelle una fagiana levare, alla quale

per

le

cime de* pi

alti

alberi con gli occhi

andai
tanto

dietro, e la vaghezza delle varie


1'

penne prese
,

animo

pi

utili

cose disposto
si

che

dimenticando
,

quelle a seguitar questa tutto

dispose

non
lei

rispar-

miando n^
Sentendo
il

arte

saetta

n ingegno per

aven*
lun-

cuore gih tutto degli amorosi veleni

gamente

fuggiti

contaminato, allora conoscendomi


discrezione
delle

preso in quel laccio dal quale molto con

m'era guardato, mi
belle

rivoltai, e vidi

il

numero

donne

essere d'

una scemato,

la

quale

io avanti
dell' altre

avendola tra esse veduta pi che alcuna

aveva bella stimata. Allora conobbi V inganno da A

more

usato

il

quale non avendomi potuto

come

gli

248
altri pigliare
,

FILOCOLO
con sollecitudine
d' altra

forma mi preil

se,

prima con

diversi disii disponendo


;

cuore per

farlo abile a quello

e rivolgendomi sospirando alla

fagiana, la donna che al


di quella

numero
,

dell' altre

falliva

forma

in essa mutandosi
ti

agli occhi
?

m' apNulla

parve, e cos disse: che

disponi a fuggire

persona pi di
d'

me t'ama.
eli'

Quelle parole pi paura

inganno che speranza di futuro frutto mi porsero, e


,

dubitai
l'

perocch

era di bellezza oltremodo del-

altre splendidissima, e d' alta

progenie avea origine


era copiosa
,

tratta,

e delle grazie di

Giunone

per le
voles-

quali cose io diceva essere impossibile che


se altro che schernire: e se potuto avessi
,

me
la

volentieri

mi
del

sarei dallo incominciato ritratto

Ma

nobilt
dalla

mio cuore,

tratta

non dal pastor padre, ma


dissi: seguirolla, e

real

madre, mi porse ardire, e

pro-

ver severa sar nell'effetto


stra volonterosa
.

come

nel parlar

si

mo,

Entrato in questo proponimento

uscito dall' usato

cammino
1'

abbandonate

le

imprese

cose

cominciai

a desiderare sotto la

nuova signoria

di sapere quanto

ornate parole avessero forza di


j

muovere
molte
sii.

cuori

umani
stile

e seguendo la silvestra

fa-

giana con pietoso

quelle

lungamente usai, con


terminare
tali

altre cose utili e necessarie a

di-

E certo non
n

senza molto affanno lunga stagione

la seguii,

alla fine

camp, che

nelle reti della


io
,

mia

sollecitudine
a' focosi disi!

non incappasse. Ond'


piacendole soddisfeci
,

avendola presa,
lei

e in

ogni spe-

ranza fermai

per

sommo

tesoro ponendola nel


la

mio

cuore^ ed ella abbandonata


za
,

boschereccia salvatlchezsi

con

diletto nel

mio seno sovente


le

riposava
,

se io

ben comprendeva

note del suo canto

ella

LIBRO QUINTO
niuna cosa amava secondo quelle se non
io vissi per alcuno spazio di

a/fc)

me,
.

di

che
la

tempo contento

Ma

non

stante fede de' femminili cuori, parandosi davanti

agli occhi di costei

nuovo piacere

dimentic com* io

gi le piacqui

e prese

altro, e fuggita dal

mio mifa

sero

gremho

nel!' altrui si richiuse.

Quanto

M doe

lore di perdere subitamente

una molto amata

cosa,

massimamente quando
parte trasmutata
si

col
,

proprio occhio in altra


dirlo a
il

vede

il

voi sarebbe

un
la

perder parole

perciocch so che
,

sapete

ma non
,

per tanto con quello

ad ogni animo intollerabile

speranza di racquistarla mi rimase, n perci rispar-

miai lagrime n preghi n affanni

Ma

la concreata
,

nequizia a niuna delle dette cose prest udienza


concedette occhio
,

perch
,

io per affanno in

tribula-

zione disperato rimasi

morte per mia consolazione


,

cercando
ancora
il

la

quale mai aver non potei


finire

non essendo
r

termine di dover

venuto

il

quale vorecare
,

lendo io come Dido fece o Blbllde in

me

e gih levato in pi da questo prato ov' io piangendo

sedeva, miseuti' non potermi avanti mutare, anzi soprastare a

me Venere
'1

di

me

pietosa vidi
I

e deside-

rante di dare alle mie pene sosta.


sti,

piedi, gi stati prele

in radici, e
i

corpo in pedale, e

braccia io

rami , e

capelli in fronde di questo arbore trasmut,

con dura corteccia cigncndomi tutto quanto.


la

vari
:

condizione dalla mia natura


verso
le stelle

se

ben

si

riguarda

egli

pi che altro vicino albero la sua


io gih tutto all' alte cose
i

cima distende, siccome


teso

in-

mi

distendeva

Egli

suoi frutti di fuori

fa

duris-

simi, e dentro piacevoli e dolci a gustare.


in questo la

Oim, che
a-

mia luuga durezza

al contrastare agli

a5o
morosi dardi
si

FILOCOLO
dimostra
,

la
1'

quale volessero
agute saette
,

g' iddi

eh' io ancora avessi

dura e rozza forma


il

di

ma me

passata la
,

povero pastore

trovarono

cuore abile

alle loro

punte. Questo mio albero an-

cora in s mostra le fronde verdi, e mostrer mentre


le triste radici

riceveranno
la

umore

dalla terra clrcu-

stante) in

che

mia speranza molte volte immaginata


,

non ancora
si

esser secca
.

n credo che mai


se

si

secchi
egli
la-

pu comprendere

voi

ben riguardate,
:

ancora mostra del mio dolore gran parte

che esso

grimando caccia fuori quello che dentro non pu


pere
:

caal-

e cosi altro
,

come questo legno meglio arde che


cosi io

cuno do

prima

stato
,

ad amare duro

poi

pi che alcuno amante


si

arsi

e per ogni piccol sguarfossi.

mi raccendo come mai acceso


mai

il

dilette-

vole odore eh' io porgo pot


desiderosi
,

far tanti

di

quello

eh' io altro che a quella


dilettassi di piacere.

per cui questa


Potete

pena porto mi
per
le

adunque
quanta
,

mie parole
le

per

me comprendere

poca fede

massimamente
senza freno
cos
si

mondane cose servino agli speranti e le femmine , nelle quah niuno bene
si

niuna fermezza niuna ragione


,

trova

Esse, schiera

secondoch
:

la corrotta

volont le invita

muovono

per

la

qual cosa, se lecito

mi

fosse,

con voce piena


gerei
,

d' ira verso g' iddii crucciato


1'

mi vol-

biasimandogli perch

uomo

sopra tutte le
si

loro creature nobile

accompagnarono con
.

contra-

ria cosa alla sua virt

Le

parole del

niisei'O

appena erano

finite

che
,

Biancofiore levata da sedere del loco dove stava

per

pi appressare

le

parole sue al rotto pedale,


,

si

comine di

ci

a dire

o Idalago

che colpa hanno

le

buone

LIBRO QUINTO
diritta

a5i
(ter
7

ffJu servatrici

se a te

una ronlvagia
la

tua

scmplicii nocque

non osservando

promessa

A
co-

cui Idalflgo

.su

io solo da' vostri

inganni

mi

sentissi
la

scheruiio
cien7.a
,

tanta

vergogna m' occuperebbe


a'

die mai

preghi d' alcuno quanto che fosdirci


i

sero da esaudire

non

mici danni
il

come

voi

ho

fatto

',

ma

perocch tutto

mondo

infno dal suo


,

principio fu ed delle vostre prodizioni ripieno

sen-

tendomi nel numero de' pi caduto


il

lascio pi largo

freno al
ti

mio vero
,

parlare.

Ma

se g' iddii dalle


se',

malsi

vage

separino

non mi

celare chi tu
,

che

pronta alla difesa delle buone sorgesti


quelle fossi
.

come

se di

Io sursi, disse Biancofiore

a quello
,

che
sen-

ciascuna prima operare e poi difendere dovria

tendomi

di quel peccato
:

pura del quale in generale


noia

tu te ne biasimi
alle tue

e acciocch' io non aggiunga

pene, soddisfarotti del mio nome.


la

Sappi ch'io
tri-

sono quella Biancofiore

quale

la

fortuna con
,

bulazioni inlinitc ha dal suo nascimento seguita


ora
, ,

ma

meco pacifica quelle a so ritratte e concedutomio disio in pace vivo. Or se'tu, disse Idalago, quella Biancofiore per la quale il mondo conosce

mi

il

quanto

si

possa
la

amare o
,

essere con fede leale


il

amato?
parla,

Se'tu colei
se'

quale, secondoch tulio

mondo
se'

tanto stata amata da Florio figliuolo dell' alto re di


,

Spagna

e clie

per intera fede servargli


,

nimica

della fortuna stala

dove amica
?

1'

avresti potuta avese',

re

rompendo

la

pura fede
ti

Se quella
.

con ragio,

ne delle mie parole

duoli

Io sono quella

rispose

Biancofiore. Adunque, disse Idal.igo, singular laude


meriti
;

tu sola se'

buona

tu sola

d'
:

onor degna

niun' altra credo che tua pari ne viva

e certo se io

aSi
nella

FILOGOLO
memoria avuta
ti

avessi

quando

in generalith

male

di voi parlai, te avrei dell' infinito


;

ingannatrici tratta
te

ma

in verit e'
,

numero delle mi pare ci che di


il

ho udito maggior maraviglia

che
la

sentir

me

in

questa forma ove

mi vedi
,

Ma

se

fortuna lunga di quel Flo-

mente
rio

pacifica teco viva


,

dimmi che

che tu tanto ami


la
:

e che te pi che s

ama

sic-

come
qui

fama rapportatrice ne conta? Rispose Bianil

cofiore

mio Florio ha
e

infno a ora teco parlato, ed

meco:

come mi

potre' io dire senza lui felice,


?

e con la fortuna pacificata


disse
il

O felicissima
grado
,

la vita

tua

tronco, molto

m'

e assai

me

ne con-

tento

che voi che gi tanto


,

foste infortunati ora con-

tenti siate

pensando eh'

io possa

prendere speranza

di pervenire a simile partito de' miei affanni

Gi

corpi percossi dal tiepido sole porgevano lun,

ghe ombre
andante
pili

Febea

si

mostrava in mezzo
,

il

cielo

alla

sua ritondit

quando Biancofiore non

parlante Filocolo disse: o Idalago, dinne per quel-

la f

che tu gi ad amor portasti


?

come

a' tuoi

orec-

chi pervenne la nostra fama

Conciofossecosach api

pena
nostri

ne' nostri regni

credevamo che saputi fossero


:

amori

?
i

cui Idalago cosi rispose


fatti
si

come

in
,

queste parti

vostri

sapessero
.

m'

occulto

ma come
io

io gli sappia vi

narrer

Come

voi vedete
al

porgo colle mie fronde graziose ombre dintorno


,

mio pedale
s'

il

suolo di

fiori

e d' erbe ogni

anno
:

adorna pi bello che alcuno altro prato vicino


la

per

qual cosa

miei compagni

s si

per conforto di

me

che d'udirgli mi dilettava, e

per riposo e di,

letto di loro

medesimi qui sovente solevano venire

e ne' loro ragionamenti dir quelle cose le quali

man-

LIBRO QUINTO

a 53
,

camento delle mie doglie credevano che fossero e tal volta credendomi piacere con fresche onde le mie
radici riconfortavano.

E
, ,

quando costoro questo luogo

non avessero occupato


vegnenti
a' santi

molti gentili uomini e donne

bagni

ove voi forse ora dimorate


,

qui a ragionare di materie diverse

qui a far festa se

ne sogliono venire.
manessi
,

E quando

di questi tutto solo ri;

da' pastori

non sono abbandonato


io gi di loro fui
.

a' quali,

perocch mi ricorda eh'

pi fresca

ombra porgo che ad


contenzioni
to
,

altri

E come
,

dagli altri qui veli

gnenti odo varii ragionamenti


,

cos

loro e le loro

e le battaglie de' loro animali spesso senfatto


,

e di

me haimo

prigioniere del perditore

tra'

quali ragionamenti

molti

non so che gente


i

un

giorno qui se ne vennero, a'quali quasi interi


casi ud' innarrare
,

vostri
i

forse
i

non credendo
;

essere uditi,

quali non minori che


ascoltargli
,

miei riputai

fummi

caro

sentendo che solo negli amorosi affanni

non dimorava.
Queste cose udite, parve a Filocolo
disse; Idalago
,

dipartirsi,

gl'iddi quelle
ti

perfette consolazioni

che tu desideri

donino, siccome tu hai noi delle di.

mandate cose
gnepte notte

consolati
piili

Noi

costretti dalla

sopravve,

teco

non possiamo

stare

e per

ti

preghiamo, che
in piacere
li

se

per noi alcuna cosa far

si

pu che

sia la
il

ne dichi , con ferma speranza che


poter nostro
.

fornita

fia

giusto

Assai potreste fare

rispose Idalago j e perocch nella vostra

gran nobilt

conGdo, vi far un prego: com'


io

io poc* avanti vi dissi,

amai una donna,


,

dalla grazia della quale

abbando-

nato

desiderando in essa ritornare porsi preghi e lainiiuite, le quali la

grime

durezza del cuore di

lei

ft

254
niente mutarono
,

FILOCOLO
perch
la

io

sono in questa forma

Poco tempo appresso


giovani a

mia mutazione avvenne, che

me

carissimi e consapevoli de' miei mali

qui

si

raunarono, e quasi

come

se a

me

le

parole porralle-

gessero, credendomi

della vendetta degl'iddi

grare dissero

la bella

donna

in bianco

marmo

essere

mutata

allato a

una piccola fontana

di chiara acqua,

dimorante nelle grotte del duro Monte barbaro a


sinistra
,

man
dura
;

passata la grotta oscura

Della qual cosa io


se avanti

non

lieto

ma

dolente fui

pensando che

era a' miei preghi stata,

omai pieghevole non


io vi prego,

saria

ma

di ci sono incerto
lasciata
,

e per la speranza del pregare

non ho
Ja citt

perch

che quando verso

andate, non vi

sia

noia

il

visitare la fresca fonalla

tana
tra

e quelle parole di

me
.

porgere

bianca pie-

che piet
il

vi consentir

vi partite
tolta
,

prima di
a

qui, che
"vostro

pezzo della dura scorza


sia
al

me

dal

dardo

suo luogo renduta


l'

poi con la

grazia degl' iddii lecito siavi

andare

Udito questo

Filocolo, giurando promise di far quello che

domanferro

dato

gli

era

e la scorza rend al dimandante, la quale

cos dall'albero fu ripresa

come da calamita

dettogli addio, co' suoi raviglia del

si
:

parti del luogo pieno di

macibo

nuovo caso

ragionando co' suoi e par,

lando pervennero
dierono
il

al loro ostiere

ove preso

il

corpo

a'

notturni riposi

Salito

il

sole nell' aurora Filocolo e' suoi


,

compamonta-

gni

si
,

levarono

il

cammino
luogo

verso Partenope ripre-

sero

e gi le tenebrose oscurit della forata


al

gna passate, vicini


vennero
.

dall'

albero disegnato per,

Quivi vaghi di veder cose nuove

non
,

sa-

pendo

il

luogo n trovando cui dimandarne

vanno

LIBRO QIJIXTO
con
gli ocelli

a55

investigando, e ciasrnna grotta pensano


,

essere la
di

dimandata fonte

ma
s'

quella nascosa dafron.

quanto pi cercano pi

occulta

Ciascuno guoiv
lo certidaisse.
,

da se vedesse alcuno che dimandandolo

Nuno veggono
gli spnrti

ma

Parmenioiic ascoltando

ud

ri-

sonare l'acre di tumultuose voci; perch chiamati

compagni
,

disse loro
sentito

se noi in quella

parte

audiamo
ci
snr.-i

dove

io

ho

romor
suono,

di gente, leggiere

quello che ne cerchiamo trovare. Piacque a


:

tutti

y andarvi

seguitnno

il

il

quale essendo
,

da loro quanto pi andavano pi chiaro udito


certi

gli fa

non deviare per pervenire


di passi

a quello, al

quale non
,

dopo grande quantit


dero
fare
i

lieti

pervennero

e vi-

alquanti pastori raccolti sotto fresche


loro montoni urtare insieme
,

ombre

e in merito del

vincitore corone d* alloro essere poste da


i

quali

una parte ; quando ad urtar venivano, ciascuno i suoi eoa


,

voce altissima aiutava

e questo a vedere dimoravano

pi altre persone, per accidente quivi siccome costoro

venuto
to
:

Filocolo fu co' suoi a vedere con festa ricevuf'

ove dimorato ahjunnto,


.

uno

de' pastori
g'

dimanil

dare della nascosa fontana

Questi

insegn

luo-

go

proiTerendosi di mostrarla se a guardar

non avesse

la vincitrice

mandra

Queste parole udirono due spe-

ziosissime giovani quivi venute con la loro comp.-ignia


a vedere
,

le

quali reputando non piccola cortesia agli


,

strani giovani piacere

dissero

signori, ell' a noi


ci

no-

tissima

n greggia n altro impedimento


la vi
.

occupa

che mostrare non

possiamo

se

nostri passi se:

guire non sdegnate


altra cosa

Alle quali Filocolo


se
,

di

ninna

dubitavamo,

non

di

non

esser degni di

seguire cos care pedate

quando

altrui

che voi

di ci

'256

FILO (.OLD
ma
poich a voi piace
,

che cerchiamo dimandammo:


verso di noi per

virti essere cortesi

procedete, certe

che contentissimi siamo di seguirvi


Mossersi le graziose giovani,
il

nome

delle quali

1'

una Alcimenal, l'altra Idamaria

era, e

con voci soavi e


,

radi ragionamenti, passo innanzi passo

desideranti

menarono
stati vicini

alla fontana

alla

quale
.

essi

pi volte erano

n veduta
,

1'

aveano
natura

Ma
,

ci

non

da male

ravigliare

perocch

la

maestra di tutte

cose, co' suoi ingegni nelle interiora del


volto
si
il

monte aveva
e quel luogo,

un rozzo arco

sopra

il

quale fortissima lamia


,

posava , coperchio delle chiare onde

quale essa scoperto vi lasci per porger luce, alberi


1'

di fronde pieni

aveano occupato

Ad

essa

venuti

Alcimenal
cercate
,

disse

signori, qui la fresca fontana


s'

che

e quinci

entra ad essaj mostrando loro

un

piccolo pertugio, dentro al quale a scendere all'acqua

alcun grado scendere

si

convenia
,

Entr in quella Filocolo


trata vide
l'
il

e quasi opposito

all'

en-

bianco

marmo

soprastante a parte del-

acqua

e sceso in essa, fresca e dilettevole molto la

vide: e bench di fuori dimorando la fontana fosse

da alberi nascosa

agli occhi de' viandanti,

dentro non-

dimeno
va
.

tra

fronda e fronda graziosa luce vi trapassa-

EU'

era d' una parte e d' altra di spine peraddie,

tro state cariche di fresche rose


te al

e per

mezzo

a fron-

marmo' un

bellissimo melogranato, le cui radici

infino al fondo distendevano, era, le cui foglie e fruiti

gran parte da' solari raggi cacciava dalla fontana


locolo
si

FIac-

rinfresc le

mani e

il

viso

con

la chiara

qua
cos

poi postosi a sedere allato al bianco


tutti

marmo

da

udito cominci a dire

o piet santissima

LIBRO QUINTO
bili

1(7

passione de' giusti cuori, tu negli umili e misera-

luoghi dal misericordioso seno di Giove discendi


i

visiti

commossi
.

petti dalle
i

vedute e talora dall'aud*

dite cose

Tu

fai

sostenitori e* veditori
.

una me-

desima pena partecipare


lagrime
tenza di

Tu

rechi agli occhi quelle

le quali pifi eh' altri

meritano

ed hai po-

muovere
,

duri cuori da* loro proponimenti


1'

nefandi

a Jis<acciare

ardente

ira

dal turbato fiele.


graziosa per-

Tu

nemica delle miserie


.

se' dell* offese

donatrice

Per

te la tagliente

spada della giustizia soil

vente per misericordiosa opera volge

suo operare

chi agi'

idflli ci

congiugnerebbe, da* quali


ci

le nostre

operazioni inique

allontanano, se tu noi facessi?

Tu

88 degli assaliti dalla fortuna cagione di graziosa spe-

ranza
di lei

e di consolazione apportatrice

Che pi

dir
si

Tu

piena di tanta umanit


il

se',

che aperto

pu

dire che

cuore ove tu non regni piuttosto


sia
.

fe-

rino che
te

umano

Tu

'1

figliuolo di Citerea sedete faria le

ad uno scanno. Egli senza


.

sue opere vasi

ne

Niuna

ingiuria porieno g* iddi porgere


a chi dal

grave,

che molto maggiore


si

suo petto

li

scaccia

non

convenisse

Tu me

che

dell'

ultimo ponente sono


,

facesti dell*

angosce d' Idalago partecipe

il

qual di-

pinto

e dentro afflitto di molte miserie

non pot

questa pietra
sto
,

muovere

colla tua forza dal


,

duro propo-

amandola sopra

tutte le cose
s

e avendola amatr;

perch ora degnamente di

puoi porgere manifesto


,

esemplo
quale io

a'
i

riguardanti

Amore
,

per

la grazia

del
il

meritati doni passeggo


:

viva in

etemo

tuo valore

il

quale

s'

io merito nel tuo cospetto alcli'io

cuna grazia pi che quella


go
,

ho

ricevuta
t'

posseg,

ti

prego che di cosi


II.

fatti

cuori

allontani

pc-

riLocoLO T.

17

268
puoi
Sia
,

FILOGOLO
.

rocche tu benlvolo, co' maligni degno luogo aver non


1'

acerbit consumatrice de'cuori che la nula tua grazia

tricano

degna di perdere

e quella degli

uomini
Si tosto

come Fllocolo

dette queste parole tacque


l'

Idamaria che interamente


vane
,

avea notate disse

o gio-

se g' iddi te al
,

nominato paese riportino eoa


t'

prospera via
parli in

dinne onde

manifesto ci che qui

degno dispregio
fai
,

della pietra che

tu tocchi

Tu

ne

maravigliare essendo tu d' occidente e


te

noi

paesane

non essendoci quello che a

manifesto

Alla quale Filocolo parlando sodisfece, e


se
'1

dimand
per udita

modo
che
il

della trasformazione di quella fosse loro


,

Ttioto

gliele dicessero

Cui Alcimenal
col tuo

tutte

sappiamo; e poich
e cominci cosi
,

dire n' hai

appa-

gate

noi col nostro senza dmoranza l'appagheremo,

fiati

caro

I nostri antichi

che con solenne memoria


,

le cose

della loro et notarono

ne dicevano s ricordarsi in
il

questa parte, n la pietra, n

bello melograuato, n

queste spine, le quali pochi

di

sono passati
,

fiorite

vedemmo, siccome ora sono bocciolo s non ma solo V acqua e la grotta di questo luogo si
tavano
il
.

esserci,

conten-

similemente ne dicevano che questo luogo,


pii
,

quale ora
visitato

da' pastori che da altra gente veggia,

mo
per

rideva lutto d' alberi e d' erbe


il
i

essendo

con ordine tutto


la

suolo coltivato da maestra


gentili

mano

quale cosa

uomini e

le

donne vaghi

di

riposo e di dilett qui per prender quello solcano

venire

perch avvenne che di questa stagione un


,

giorno donne di Partenope qui vennero a sollazzarsi


e schiusa da' loro cuori ogni malinconia
a;
,

tutte liete

L4BRO QUlNtO
si

aSg

dlcrono

a' cibi

delle ({unii

quattro beIIMme ab,

bandonato ogni vergognoso freno


vere presero de' doni ^di Bacco
lasciata la loro
,

forse oltre al do*

da' quali

stimolate,
atti

compagnia

con ragionamenti e
tra' fruttiferi
1*

dissoluti

si
,

dicrono ad andare

alberi
1'

correndo

1'

una

talvolta cacciando
;

altra

altra

talvolta dall'

una essendo cacciata

perch riscaldate
,

e dall' aflnniio e da Lieo e da' solari raggi


ciar quel caldo le fresche

per cac-

ombre

di questo

luogo cer,

carono

nel quale entrate , l'una chiamata Aleera

dove
si

cotesto

marmo dimora non


,

essendovi esso, essa

pose a sedere^

la

seconda, crania chiamata, qui a

fronte dove le vecchie radici del melogranato vedete


8 assise; la terza
,

il

cui

nome

era selga
si

dal sinistro;

Anaoa
trarie

la

quarta dal destro d' Aleera

posero, le cone quivi riposanriposo,


so

mani davanti tenendo ciascuna;

do

corpi, a' lascivi ragionamenti


i

non dierono
,

ma

cominciando

sommi
,

iddii a dispregiare
1'

e le

loro lascivie lodando

1'

una dicendo e

altra ascol-

tando, cosi cominciarono a ragionare, e prima all'altre Aleera

parlando iu questa forma. Gib ne'semplici

anni mi ricorda aver creduto questo luogo esser da


riverire, dicendo alcuni d'

una semplicit con meco


i

presi

che qui Diana dopo


,

boscherecci affanni col

suo coro veniva a ricreare


forze
:

bagnandosi
,

1'

affaticate

tali

furono che dissero

ma

falso

che Atieomerit di

ne qua dentro guardando essendoci


divenir cervio
.

ella

testavano di riposarsi

Qui ancora Qui


.

le

Ninfe di questo paese Naiadi e


le

le

Driadi

ora m' Ora veggio quanto poco lontano veggono gl'ingannati occhi de' mondani i quali con fama credenza a di,

nascondersi

ma

la

mia

stoltizia

manifesta

a6o

FILOCOLO
,

verse immagini facendo diversi templi

quelle adora-

no dicendole piene
tosto

di deit

rustico errore piutg' iddii

che verit
e* celestiali

Elli

hanno appo loro


,

e le

dee

regni
sia
,

e vannogli fra le stelle ceri

cando.

che ci

vero, rimirinsi

nostri visi ador-

ni di tanta bellezza

che nullo verso la poria descrigli

vere

Ella avria forza di muovere


.

uomini a gran,

dissime cose

Quali iddii dunque o quali dee


pii di

qual

Venere

qual Cupido, qual Diana


?

noi da

essere riverita

Folle chi crede altra deit che la


i

nostra

Noi commoveremmo

regni a hattaglie

e
:

ne' combattenti

metteremmo pace
non poterono

a
,

nostra posta

quello che

g' iddii
.

fare

avendo Elena

porta la cagione

Quali folgori quali tuoni pot mai


che da temer
fossei'o

Giove fulminare
stra ira
?

come

la

no-

mettiamo
rito
,

se

fa se non secondo che noi comdunque quesco luogo da essere rivenon per amore di noi e che ci sia ragione
.

Marte non
Cessi

io vi

mostrer

la

mia forza maggiore che quella

di di

Venere
ne

essere stata, e udite

come

Quanto
iddi si

io sia

sangue nobilissima non bisogna di dire che manife^'


sto
,

che alcuno di quelli che

chiamane
la

con giusta ragione non potrebbe mostrare pi


origine che la

sua

mia

antica

lo similemente

in dirvi
,

quanto di ricchezze abbondi non mi faticher

per-

ciocch Giunone a quelle non potrebbe dar crescia

mento discernevole con


renti a

tutte le
,

sue

La copia de'pa-

me

grandissima

e oltre a tutte Iq cose che

mondo si possono desiderare sono io bellissima come appare e nel pi notabile luogo della mia cItlJ\ situata e lieta casa che mi riceve ; davanti la quale
nel
,

fiiuno cittadinp che sovente

non

passi

e qudli fQr

LIBRO QUINTO
retlpri
i

61
il

qull por lerrn


,

I'
')

oriente e

freddo ftrtaro
lutti,

nn ninnda
la c'U'k

v V niistro e

ponente per mare,


,

desiderano di vedere

conviene che davanti a

me
cia
,

passino, gli occhi de'qiiaii tutti la oiia bellez7.8


.

ha

forza di tirargli a vedermi

bench
j

io a tutti

piac-

per

tutti a

mostri di
tutti

rifuitnre

me non piacciono ma nullo ^ ch'io ma con giochevole sguardo a


, ,

egualmente dono vana speranza

con
,

la

quale

nelle reti del

mio piacere

tutti gli allaccio

non dubi-

tando

di

dare n di j)rendere amorose parole.


vi

E se
s'

le

mie parole meritaiio d'esser credute,

giuro che

Cupido molte
su<M dardi

volte per lo
,

piacere di

molti

di
i

ferirmi sforzato
,

ma
;

nello spesseggiare del


,

gittare

o nello

sforzarsi

mai ignudo poterono

il

mio

petto toccare
,

anzi facendo d' esser fedita

sem-

]>iante

ho ad

alcuni vedute le sue ricchezze disordial-

natamente spemlere credendo pi piacere. Alcuno


tro
tra

dubitando non alcuno pi di


quello ha ordinato insdie
. :

lui
altri

mi

piacesse, con-

donandomi
che per

cres

dette avermi piagata

tali
,

sono
le

stati

me

medesimi dimenticando
caduti in cieca fossa
,

con

gambe

avvolte sono

e io di tutti ho riso, prendendo


i

pel quelli a mio sodisfazione,


vista

quali la mia maestra

ha creduti che fiano pi


il

alti a'

miei piaceri
il

prima ho

fuoco spento
gittati
i

eh' io

ho
.

vaso dell'acqua
la

appresso n>tto e

]^>ez/.i

via

Tra

qunl turba
di vita e

grandissima de' miei amanti

un giovane

di

costumi e d'apparenza Inudevole sopra

tutti gli

altri

mi am
fatica

il

cui

amore conoscendo,
diletto
,

il

feci del

numero

degli eletti al

mio
.

e ci egli non senza molta


gli

merif
in

Egli

prima che questo

avvenisse

pocundo

versi le

degne Iodi della mia bellezza

aCv

FI LO COLO
quelle

pose tutte. Egli di

medesime aspro
.

difendiocculto.,

tore divenne conlra g' invidi parlatori

Egli

pellegrino d'
lo

amore
gli

in

modo
,

incredibile cerc

quel-

che

io

poi

donai

e ultimamente
altro

divenuto

d' ardire pi copioso

che alcun
,

che mai mi a-

masse

s'

ingegn di prendere
gli

e prese quello eh' io


.

con sembianti
dilettandomi

voleva negare

Mentrech questi
1'

mi
,

teneva

non per manc


crebbe,
le

amor

suo verso di

me ma sempre

quali cose

tutte io fermissima resistente a

Cupidine non guardai,


,

ma come

d' altri molti avea fatto


.

cos di lui feci gltfatta


,

tandolo dal mio senno


letizia si rivolse in

Questa cosa
.

la

costui

pianto
il

brevemente
,

egli in

poco

tempo
strava

di tanta piet

suo viso dipinse


i

che

egli in
si

compassione di s moveva
,

pi ignoti. Egli mi

mo-

e con preghi e con lagrime tanto umile

quan-

to pi poteva la

mia

grazia ricercando

la

quale acs'

ciocch' io glie le rendessi

Venere pi

volte

affatic

pregandomi
vigilie
.

e talora spaventandomi e in sonni e

in

Ma

ci
ella

non mi pot mai muovere


perdente,
,

perch

rimanendo

il

giovane che

si

consumava

trasmut in pino
posto fine
:

e ancora alle sue


la bellezza

lagrime non ha

ma

per

eh' io posseggo io pri,

ma

dove r albero dimora non andr

che in dispetalbero sen-

to di

Venere far pi innanzi

al

dolente

tire la
il

mia durezza
,

eh' io colle taglienti scuri

prima

pedale

poi ciascun

ramo
Ben

far tagliare

mettere

nell' ardenti

fiamme

potete per le

mie parole
,

aver compreso quanta sia la potenza di Venere

la

quale non de' minori iddii


giori scritta
ir
,

ma

nel

numero

de'

mag-

e per conseguente possiamo di ciascu-;


:

altio pensare

e per se

non possonw

wQxAshjoo

T.mRO QUIOTO
no essere con
riti
.

a6J
rive-

cosi fatto

nome n

di tunt onori

Noi che possiamo, noi dobbiamo essere onorate:


io possa gih
l'

e che

ho mostrato, e ancora come detto


.

pi aspramente intendo di dimostrarlo

Aveva detto
sinistra

costei
,

quando Aselga
a dire.
;

che

alla

sua
in-

sedeva

cosi

cominci

Veramente

giuria senza ragione sostegnamo

e bench ogni pos'

tere agl'iddi!, siccome voi dite, falsamente

attribui-

sca

ancora con questo alle dee e a loro attribuita


.

ogni bellezza

prima diciamo

della
,

Luna,

la

quale
vere'

non

si

vergogn peraddielro d* amare


d' essere bella

e senza
.

gogna sostenere
egli ogni

chiamata
il

Or non

mese mille

volte manifesto
,

suo viso va-

riarsi in mille ligure

fra le quali

multe una sola ne

bella

e quella

quando

essa opposita al

suo

fra-

tello tutta

quanta
di

ci si

mostra lucente? Ancorch


il

al-

lora
to
.

non so

che nebula ne mostri


,

suo viso dipin,

Ciascun' altra stagione

di questa in fuori
si

difet-

tuosa e laida ci appare, n ci

mostra, se ben riguar-

diamo
tra
le

se
si

non

la

notte bella, nella quale stagione le

pi laide

possono senza esser conosciute


.

mescolare
tra lei

bellissime

Ma

s'

egli
si

avviene che
,

Febo alcuna
bella

volta la terra

ponga

noi la

veggiamo

di sozza rossezza tutta contaminata

Perch adunque
,

Giunone similmente
,

e Apollo

se da

un poco
li

d' austro sono turbati

e guaste le loro bellezze per

suoi nuvoli

Diana non dico, perch da presumere

che se

stata fosse bella

non

avria consentito
,

che At-

teone per averla veduta fosse tornato cervio


avesse parlato e narrato la sua bellezza agli
avria consentito
.

ma

che

ignoranti
lei

pi possiamo ancora di
la

dire

che perocch

ella

conobbe pi

sua rustichezza

264
prese

FILOCOLO
che ad amare
,

sere atta alle cacce


.

per

qiiell' uficio si

E come di queste diciamo,


come
che
,

cos di
si

Venere pos-

siamo
saria

dire, la quale se bella

conta fosse stata

piaciuta ad
si

Adone

egli
i

pauroso di persuoi sani consigli


altre

dere per morte


seguiti
.

bella dea

avria

similemente possiamo di molte

dir

quello che di noi non avviene. Io bellissima, continuo


bella nella

mia forma mi mostro


cambi stagione
.

n cambio viso n
n patisco
eclissi
,

figura perch' io

come
n
i

la

luna

fa

N mi

nocciono

nuvoli d' austro


sicc<

rischiaramenti d' aquilone


,

mi giovano

me

ad Apollo e a Giunone fanno

anzi e con quelli e

senza questi continuamente bella uimoro.

simile,

mente mai
bella

al viso (V
,

n mi nasconderei
,

mi nascosi ma sentendomi come io mi sento


alcun riguardante

mi

diletto

da molti essere amata e guardata.

Io non comandai n pregai u consigliai


eh' essa non fosse con sollecitudine messa

mai cosa
in
effetto

e osservata

dunque

piuttosto io

eh' alcuna

delle
si

sopraddette sono da essere chiamata

Dea

e qui

tacque

Dappoich Aselga tacque


la

Aerama non meno che


modo,
cosi

prima superba lodandosi

oltre a
la

cominid-

ci a parlare seguitando.

Voi

impotenza degl'

di! e'I difetto delle loro bellezze biasimate, cosa

da
pi

non

sostenere in

si

alto

nome

senza effetto

ma

di loro

mancanza

vi narrer. Essi,

siccome voi sapete,


si
,

delle future cose veridici provveditori


le
,

fanno di quel-

porgendo risponso
le presenti senza

a'

dimandanti

agglugnendo
i

che

mezzo conoscono, e che n me:

moria ritengono
per non
si

le passate

ma
,

questo non vero


gi
si

dee sostenere. Se

come

disse, aves*

LIBRO QUINTO
sono forra,
gininu,
se
le
g!
i>c*ii/.a

a65
SiniiUMncnte
contenti

oltrnggi che tutto giorno impuniti vcg-

puiiiziuiie

non pnAserienu

beller^e loro le nostre


,

avanzassero,

ne* loro termini


il<

non

(juelle

per le mondane abban-

)nerebbono
si

Se n

providi

come multe volte liann<> fatto e fauno. non agi' inge> fossero come si tengono
,

gni lidie semplici giovani


([uellc

si

lasccrebbouo ingannare
.

con ingegni ingannercbbuno

Se

forti,

per
?

ch(> in toro

Giove mutarsi per ingannare Europa


\>et

Se
,

belli

perch in oro

ingannare Danae
fatta
y

Se

savi

perch non ]>rovvedere all'iinproirnssa

all'amata
le

Semele

Niuna

di queste cose in loro


la

e Toi

due

avete mostraie, e io mostrcnN


bella d' \lciloe
,

terza, (o

non meno
,

ambita da multi e poi da


,

discreto stile

amando
:

mai ad alcuno

il

Febo eoa mio cuore


o<lio

non

palefeci

ma

per non disciogliere da'miei legami


talvolta
gli

alcuno,

'quelli

che

pi m'erano in
riguardava
.

con

pi lusinghevole occhio
de' quali
S.A\.

Del numero
.

Febo

provvetlitore de' futuri accidenti fu


egli
,

quante volte

per pi lungo spazio potermi

vedere, con lento passo


il

men

suoi cavalli per

mezzo

cielo

e ritenuegli alcuna volta con adirata

mano

ailVcttandiM esi
d' Esperia
i
.

come erano
medesimi
si
il

usati d'

andare all'onde

spesso non avendo ancora loro rimessi

freni

a quelli

crucci

volonteroso di
<

cercare l'aurora primach


volte
si

convenevole.

)h [uante

dolsero con lamentevoli voci le notti a Giove,


la

dicendo che
va
.

ragione del loro spa^^io


,

Febo l'occupail

E mi
che

ricorda ancora
di

che tanto fu un giorno


,

dilettf)

mirarmi prendeva
1'

ch'egli

ebbe presso
fosse
il

che smarrito

usato
,

cammino

se

uon

ro*
1

more

di Ginosura

che vedendolo di louUino tem

*e6
sue fiamme
la
,

FI
e
il

LOCO LO
,

fece In s ritornare
il

egli

pufe avria

seconda volta arso

cielo

ed

io di ci

mi

avria

riso, se

fulminato fosse caduto

come il

figliuolo. Io

non

so se fu

mai savio come

si

dice^

ma se
,

cosi fu,
egli

non so

dove

egli la

sua scienza mandasse

che

sempre

con ferma fede credette


l'

s essere singular signore delil

anima mia

Esso cercatore di tutto

mondo porche
s'

tava seco d'ogni parte que'don eh' egli credeva

mi

dovessero pi piacere
1'

e con quelli
,

ingegnava

di servare

amor mio
oltre

verso di lui

e
il

per quelli soquale egli avuto


io

vente tentava di volere quel diletto,


di

Climene pi

non

la richiese.

Ma
,

pi provida

delle cose che

deono avvenire di

lui,

essendo egli an-

cora del tutto dal

mio cuore lontano


non

bench

altro

desiderio che di lui avere


gioni

mostrassi, con belle rale

e con impromesse
il

prolungando

dimandate

grazie,

tirai

lungo tempo, quelle altrui concedenera a grado


si
.

do perch pi m'

Egli forse di s mela

desimo ingannalo mi
pi eh' altro piacere
si
:

credeva per

sua bellezza

ma non
leggi
.

solamente sotto quella

ristringono

1'

amorose

Questo

gli

recit
lei

Ve-

nere, conscia siccome io aveva voluto, di

fidando-

mi,

de' miei segreti


,

e disegnogli

il

luogo degli amo:

rosi furti

il

quale egli dalla vsomma akezza vide

perch quasi di grieve dolore turbato pi giorni luce

non porse
Giove
,

Ma

la

mancante natura supplicando a


il

si

dice che nell' usato utcio

fece

tornare

n mai da quell' ora innanzi con

diritto

occhio non
,

mi guard
ch
da

ma

passando avanti a

me
mi

traverso

quasi
poi-

sdegnato mi mirava, di che io poco


cos colui

curo.

Ora

che ha voce di tutte


,

le cose

vedere fu
id-

me

gabbato per scuno

che

si

farla degli altri

LIBRO QUINTO
Vi

167

die

tanto noti veggono


,

Credibile che molto

peggio se ne farebbe

e fa
,

perch a

me

pare che se

non sopra loro meritiamo

almeno

loro pori reputare

senza alcuna ingiuria di loro ci possiamo; e se l'at\iso

mio non manca


gli

possibile ci

fia

levare la falsa
.

fama che
il

chiama
,

iddii, e porla a noi

(la

chi

contradica
i

solo che della nostra grazia

vogliamo
>

far degni

disiami di quella.

Tlisero delle parole di costei le stolte

compagne; e

poi Auaoa

disse:

perch

in tante parole ci distendia,

mo? Veramente
da
tutti
i

negl' iddii
;

n potenza, n senno,
essi detti

n bellezza dimora

e ancora

misericordiosi
.

viventi di quella niente

hanno

Pieth ninna
dell' altrui

in loro
cose.

si

trova

tiranni e usurpatori

sono

che
,

feci io in dispetto di

Diana, la quale ven-

dicatrice

Dea

chiamata
la

Non

le levai io
,

con

la

mia

bellezza

e con

forza della

mia lingua

delle quali

due cose

fui sopra tutte le partenopesi giovani dotata


l'

cinque fedelissimi servidori

un dopo
Perocch

1'

altro

avvevi-

gnach d'elh fossero dispari


cini erano
s'

due

gih

all'

arco sopra

al

quale l'umane forze non


,

avanzano

ma
e
'1

vengono mancando
quinto non piena
;

e gli

altri

due

ancora quelle guance mostravano che dalla madre


recarono
,

la

barba a maggior
certo
si
.

quantit la serbava per iscemarla

Costoro
e con la

e con la bellezza degli sfavillanti occhi miei

dolcezza del
esser

mio
,

parlare, per lo quale meritai Serena

chiamata

legai io si nelle

mie

reti,

che avendo
li

loro

fatti gittarc gli

archi
,

co' quali

prima per
tesori

bo-

schi servivano

Diana

prima de' loro

con soave
ascosi, ca-

mano

gli privai, e quelli sotto la


i

mia balia

vikodo loro poi dei sinistro lato

sanguinosi cuori, gli

268
lasciai senza
si

FILOCOLO
vita.

Qual
:

vendetta
e perch

mai di questo
?

in terra

vide

ninna certo

perch

la

potenza

della parte offesa


i

non

era tale

e le vendette seguono
sia essa

meoo
dii
.

possenti. Io tale

quale
io

non

la

curo

cessi dal

mio petto che Noi siamo dee


:

mai pi

in tale errore viva,

che

o dee creda che

sieno, o gli coltivi oloro porga


,

preghi

e (|uelli uomini che ci piac-

ciono nostri iddii


questi nostri
si

e quali celesti regni pi belli che


?

p(>riano trovare
i

Noi siamo

tra quelle

cose di che coloro


dii si

quali
.

1'

errore rustico

chiama

id-

tengono signori

Clil lubita
citt

che miglior pariito


,

non

;d>hla chi nella

sua

gueniito dimora

che

chi di Icular^o agognando se ne cl'iama signore


belle, rivi savie, noi p)ssenti
il

Noi

siamo

e saremo quanto

secolo

si

hmlaner

degne di quell' onore che


s'

Giove e

gli altri

inglustamenie
:

hanno usurpato
volta

Tacque

costei

e gi la
il

seconda

nell'usato

ordine ritominco'avanvj
aspre parole
i
,

maledetto parlare con pi

quauflo
<

g' iddi

n pi n

meno che
k

cltta-liul della

i^

le cui

mura

subito sono assalite

dal nascoso

aguato de' nemici corrono or qua or


,

senza

ordine

e con frelta ora entrando ora uscendo


l'

delle case prend'nt)

arme

e cercano senza troppe


a' dub])io.?l

parole

la

lon difesa correnlo

luoghi, fe-

cero ne'celestiail scanni da subita ira commossi, forse

non meno infiammati che quando


de' giganti fu
il

dal bestiale ardire

cielo assalito
,

Li quali cos corsi dleil

rouo pauroso suono


nuvf
le
,

e chiusero

mondo
:

d' oscure

n a niun vento fu

tenuta la via
:

e crucciati

tutti discesero

sopra questo luogo


forte
:

la cui ira

temendo
dice

la terra

trem

ma

essi lasciato il furore, si

che prima Venere con Cupido in questo luogo entra-

LIBRO QUINTO
fono
to
,

969

n trovarono per

il

mnlvngio colloquio cessasenza paura alcuna

anzi quelle ferme in quello

del divino giudicio dimoravano.


lut n fu salutata
,

Qui Venere non


,

8a

ma

volta ad Alecra

disse

ini(jua giovane, prendi tu gloria d'aver dispiaciuto a

nui

e insu()erbisci per la tardata vendetta, e minacci


1

di peggio operare

Or non

pensi tu che con ri{>osalo


delle nostre ire alla vendi

andamento noi procediamo


detta
,

poi

il

tardato

tempo con accrescimento


di

pena
ri-

ristoriamo

Tu
,

rea
.

gravissimo peccato ora

ceverai guiderdone
diverrai fredda

Tu

riHutatrice de' nostri dardi


([uelli

e impassibile

ricevere

n pi

avanti piacerai, n vedrai chi per te o spenda o

muova
,

brighe

u s dimentichi
n romperai

n pi di colali riderai
.

eleggerai

vasi

E come
di
ci

gik tu

ninna
,

compassione avesti verso chi quella meritava


molli sapendo
i

cosi

tuoi casi
ti

forse

te

compassione
altri a te

avranno

ma

niente

gioverh: e
,

me

per

pieih gih porse preghi

cosi a te fa tolto di
ti

poterne

porgere.
care
,

siccome io non
a'

potei a' miei voleri re-

cosi

me

tuoi

non conducer n uomo n dio


,

e prima le lagrime di colui che gi fu tuo finiranno e torneragli


bieltn
la ])erduta
fosti,

allegrezza

perpidi>lce obin isperanza


:

che tu non

che tu sulamene
perduta forma

ritorni di ritornare nella

e le laude
,

gi dette della tua j)ellezza in

amorosi
,

versi
ti

altro

ti-

tolo

che della tua prenderanno


il

n mai
gli

fia

possila

bile

pi nuocergli che m.'ciuto

abbi: anzi se

mia
se
,

deit merita di conoscere alcuna delle future co-

tu vaga di riavere la sua grazia di quella


,

patirai

difetto
ia |a

come mi pare

O msera,

conoscerai quauta
orribili

min potenza d^

te

con parole

disprc-

ayo
giata
.

FILOCOLO
Tu
ti

dura e immobile
ti

a'

miei voleri in duris-

6mo raarmore
tu siedi
fia

muterai

e questa grotta nella quale e pi

eterna casa

non
,

disse.

Queste

parole udendo Aleera


volentieri pentere
,

mut cuore
ci era
il

e sanasi voluta

ma non

tempo. Ella volle


il

con

alta

voce dimandar merc,

ma
:

sopravvenuto

freddo che gi alla lingua cosi

come

agli altri
la

mem-

bri avea tolta la possa noi sofferse

pigra fred-

dezza con disusato

modo

nel ventre ritir le dilicate


,

braccia e le candide

gambe
il

e in picciolo spazio
saria potuto

ninna cosa della bella giovane


se

si

vedere

non un bianco tronco,


,

quale in durissimo
fu trovato
,

marmo
gliele

mutato

come

voi vedete

se forse al-

cuna rossezza
diede

in quello vedete

dicesi

che Lieo

di cui pi copiosa che

il

convenevole dimora-

va quando qui pi furiose che savie venner vagando.

Mentre che

cosi

Venere parlava ad Aleera

Aera-

ma

dubit forte, e volle fuggire del luogo,

male

gambe
albero,

davanti snelle, gi fatte pigre barbe di questo


la

ritennero
le

E Febo
il

venuto presente con


.

soave voce cosi

cominci a dire

Adunque
e

o gio,

vane

d'

avermi ingannato
i

tuo cuore celandomi


?

togliendomi

cari doni

ti

vanti
;

Male

poco senno
te
,

contra lo stimolo calcitrare

ma

acciocch a

non
co-

paia che noi le malfatte cose impunite lasciamo

me

avanti contasti

tu

prima per

lo tuo parlare sarai

punita siccome

Perillo da
.

Palare per lo suo me,

desimo

artificio fu

gi in albero parte convertita


io

tutta in quello

primach'

parta

ti

muterai

poi

perocch tu
nostra pari
lecito
il
,

avesti

ardimento di dire di volere esser


,

tu

tuoi pedali avrai torti

fia

loro

potersi troppo in alto distendersi,

ma

piuttosto

libuo quinto
fieno
s

71'

bnssi

che con poco affanno da terni ciascun


coglicrh
i

piccolo

uomo
ti

tuoi

pomi.

siccome tu

dermici doni
frutti
gli

dicesti occulta sottratlrice, cosi de'tuoi

gran parte gilterai alla terra


:

primach maturi

vegga

n quelli che rimarranno senza vedergli

io

maturerai giammai.
fosti
il

far

che come tu del tuo


,

cuore

a ciascuno occultatrice

che

frutti tuoi

come
no
,

dolce tempo della loro maturazione sentiran-

cosi incontanente aprendosi in

pi parti

me
.

a chi veder le vorrh mostreranno le tua interiora della tua corteccia


,

perocch sopra tutte


clii

l'

altre

bel-

lezze la tua esaltasti, far che

alcuna cosa in oscuro


il

colore vorr del suo mutare non possa senza quella


.

sugo di
,

raenirech egli queste parole diceva

il

mi-

serabile corpo a

poco a poco stremandosi

suoi

mem-

bri riduceva a questa forma che voi vedete questo gra-

nato
le

prima che

in questo albero fosse


,

mutala
poi.

fu possibile dire una sola parola

manco

Aselga in mezzo di queste due paurosa n fuggiva

n chiedeva mercede
degl' iddii fuggire
?

chi

poria
turbata

davanti dell ira


le

La Luna

sopravv'nmj
la

dicendo: o misera, qual cagione a contaminare


nostra bellezza
ti

mosse

Mai da

noi

oil'esa

uon

fosti

fuor solamente se noi


gih porta luce
Le dispiacessi
, ,

a' tuoi furtivi


:

amori avessiuio
perch' io di ci a

fuggendola tu

ma

io

ad

ininita

gente ne piaceva.

W per

fu che alcun tempo a le e


dosi

ali* altre di ci dilettan->


.

non

lasciai atto a' vostri falli

Tu

noi mille for-

ine mutare in
bella e

un mese

confessi
,

tra le quali

una volta
bel-
,

non pi appariamo
j

e te con continua

lzza essere aiTermi

ma

tu in picciol

pruno

vollaU)

partorirai fiori alla tua bollezzit siiu^iri quali di

mo

a;
strare quella

FILOCOLO
una
volta

Tanno saranno conlenti

e pol,

che

le loro frondi

poco durabili cadute saranno


eclissi

in

quel

colore
le

che per

ne dicesti rivolgere
:

madi

turandosi

tue bocciole torneranno


,

e quelle tanto
le frondi

dal tuo pedale sieno guardate


verdi tornate
cosse
.

quanto

gialle
,

fieno dal
il

primo autunno perbarbe


in

E
;

questo detto
a cui le

bel corpo in gracile frutto


in pilose
,

mutossi

gambe
,

e le braccia

in pungenti
si

rami
e'I

e la verde vesta

verdi frondi

mutarono,

candido viso e

le belle

mani, bianche

rose sopra quelle rimasero in questo luogo

Diana
la
s'

la

cui ira non molto era mancata stette sopra


,

timidissima Anaoa
indugi
,

dicendo: ancorch
il

la

vendetta

non menoma

dolore del dolente ricevi-

tore di quella.

Tu

perfida ucciditrice de'miei soggetti


.

sempre

il

commesso male mostrerai


di quello partorirai

Tu
ti

in esiguo

corpo e debile a ciascuno olFendltore


nella
il

muterai, e
chiuso
,

sommit

un

fiore

quale in cinque frondette verdi mostrer


,

le tre

et

varie de' miei sudditi


sori
si
,

e aperto paleser

mal

tolti te-

dintorno
:

a*

quali cinque cuori de' miei soggetti


.

vedranno

n disse pi
,

Questa subitamente in
in

quella forma
t
,

e in quel
;

modo

che Aselga

si
,

muche

ed essa similmente

ma

fiori

furon diversi
,

dove Aselga
in

in bianco fiore

con molte frondi

Anaoa
si

vermiglio con cinque sole, e in mezzo gialla,

trasform.
regni
,

questo

fatto, g' iddii


i

tornarono ne' loro

1'

aere cacci

suoi nuvoli e rimase chiaro.

Con
quanto

maraviglia ascolt Filocolo infino a qui la


,

parlante giovane

dicendo poi .

giusta vendetta,

tu dei essere

temuta da ciascuno che queste


la

cose ascolta! Assai sostenne

divina piet, che certo

LIBRO QUINTO
la

tjZ

menoma delle
.

molte parole meritava

ma^orpcna:

e con voce da questa assai diversa segui queste altre


parole

O superbia,
sia

pericolosa pestilenza del tuo oste,

maladetta

tu.

Tu

a te iniqua
se' de'

non

sostieni

corapa-

gno

Tu
non

non conoscente
,

meriti guastatrce, in*


:

vocatrice d' ira


tiene

e suscitatrice di briga
,

chi seco

ti

sarh savio

poich tu pi altera che possen,

te hai vestite le

tue armi
.

e con

gli

occhi ardenti

spaventi
stelle
,

il

mondo

Tu

ti

credi con le

coma
te
i

toccar le
,

e parlando aspro con

muovere impetuoso

rigidamente operando cacci davanti a


senti
;

meno
toma
1'

pos-

ma
,

la vendicatrice giustizia di te
,

contenta l'anila

mo

de' sofierenti

cosi

dopo pochi

passi

tua

potenza

come

vela che per troppo vento


.

albero

rotto ravvolta cade


ti

Tu

simile a* robusti cerri,


.

prima
s' ar-

rompi che tu
posero

ti

pieghi a' soffianti venti


delle

Male

marono queste misere


corna
si
.
.

tue armi
l'

Male

le tue

Giusta vendetta
,

ha umiliate come

degne
luce
,

queste parole dette


il

si

rivolse al carro della


,

e videlo gik
il

meridiano cerchio aver passato

e declinare cosi

caldo

come

raggi

perch

a'

compa:

pagni tempo di tornare alla


reva
:

citt disse

che

gli

ma prima
,

con queste parole parl dicendo

sacro fonte

veramente delle Dee luogo e guardatore


,

delle loro vendette

per quella piet che giusta


te

ira le

mosse

ti

prego

che se per
,

Idalago pu alcun soc-

corso avere donagliele

e provisi alquanto la tua dol-

cezza ad ammollire
tra

1'

acerba durezza della bella pie.

da

lui infino all'


,

estremo dolore amata

Alle cui

parole

se possibile fosse stato le interiora del

marmo
du-

vedere

vedute

si

sarieno tremare,

ma la morbida
i8

rezza del bianco aspetto, temendo forse la sua faccia

riLocoLo T.

II.

2^4
quello non

FILOCOLO
lasci palesare
:

e questo detto
,

Filocolo
ri-

colle giovani usci di quella

e al chiaro giorno

venne
Il

debito ringraziare alle giovani da Filocolo


gli

fatto

mostr quanto

fosse
,

stato

caro la dimostrazione
il

della fonte fatta da loro

e simile

chiarimento delle

degne mutazioni
prese congedo
,

dopo

le quali

con piacevoli parole

verso la citt co' suoi ritornando. Alla


,

quale ancora non pervenuto


leone
al
,

di lontano

conobbe Ga-

a lui carissimo per lo non dimenticato onore,

quale egli sopravvenne avanti che da lui conosciuto


:

fosse

ma non prima
il

Galeone
;

lo

conobbe

che con
,

reverenza

ricevette

e partita la maraviglia
,

1'

a-

morose accoglienze

finite

Galeone volt

passi, e

con

Filocolo nella citt ritorn de' suoi


to
,

felici casi

conten-

bench

a' suoi contrarii

alquanto la forzevole en.

Iratrice invidia aggiugnesse dolore

Tornati alla
bella

citt
,

Filocolo

dimand che

fosse della

Fiammetta
:

peraddietro stata loro reina nell' aalla cui

moroso giardino non


rispose
,

domanda Galeone
,

subito
ri-

ma abbass
,

la fronte

e con dolore

guardava

la terra

A cui Filocolo disse:


?

o caro amico,

come prendi
corda
ti

tu ora turbazione di ci che gi

mi

ri-

rallegravi
?

Qual'

la

cagione

Non

vive
r

Fiammetta
vive
tale
,

Allora Galeone dopo

un

sospiro disse
,

ma la fortuna volubile m' ha mutata legge e me la conviene usare che assai pi cara mi saria
,

la

morte

E come
,

disse Filocolo

cui Galeone

quella stella

il

chiaro raggio della quale la

mia

pic-

cola navicella avea la sua proda dkizzata per pervenire a salute voi porto
io misero nocchiere
,

per

nuovo turbo

sparita,

ed

rimaso in mezzo mare sono da

LIBRO QUINTO
ogni parte dalle tempestose onde percosso, e
venti, a' quali niuna niarinesca arte
i

a; 5
furiosi
,

mi d reraedio
levate
,

m'

liauiio le vele
,

che gih furono

liete

li-

moni

e ninno argomento a mia salute rimaso; anzi parte


il

mi veggio da una
le lontane

cielo minacciare, e d' altra


il

onde dimostrare

mare doversi con magI

gior

tempesta commuovere

venti son tali ch'io


,

non

posso n avanti n addietro andare


saprei qual porto cercar

e se potessi
;

non

mi

dovessi
venisse
,

e ancorch la

morte mi

fosse cara
ella
,

se

mi

nondimeno

me

pure spaventa
le

sovente sopra le torbide onde con


g' iddi

sue minacce
,

hanno
gli

rivolti gli

occhi ali

trove

a'

mici preghi turati


,

orecchi

falsi

a-

mici m' hanno lasciato


tare
:

il

buono non mi pu

aiu-

quale

io stea ornai pensatelvi


tali

Filocolo che gih

mari avea navicati

a s

me-

desimo pensando
giovane
la
,

di

Galeone divenne pietoso, e

disse:

a quello maestro che


si

ha pi volte operando

sua arte esperla


,

puote e deesi credere con pi


a

giusta ragione

che
dee
,

quello o che
si

la

sperimenta o
.

sperimentare

la

n questo

pu negare
,

Sono

adunque

mutamenti
.

della fortuna varii


io

e le sue vie

non conosciute
ne' mari dove
il

Gih fu che

con pi tempesta

tuo legno dimora

mi

trovai che
se

tu

non

li
,

trovi

e certo

non poteva sperare


,

non

morte

n altro dintorno mi vedea

quando

subita-

mente

in porlo di salute

mi

vidi

con tranquillo mare.

do

lu
,

li

dei ricordare,
la

non sono ancora molti anni pas-

sali

quanto

lua vita alla mia fosse contraria, quan,

li

specchiavi nel tuo disio


il

ed io pellegrino con
fosse
:

grieve doglia ignorava ove

mio

e ora

il

mio
per-

veggio e tengo

e lu quello che avevi non tieni

>

276
che a

FILOCOLO
me
riguardando dei sperar bene
:
.

La
il

tua doglia

grandissima

ma

chi dubiter che dopo

gli

ahissim

monti non
corsi
i

sia

una profonda valle? lo


,

quale ho

dolenti mari tutti


s'

e a cui n

scogli

n secca

n porto

occulta
,

in quelli voglio della tua navicella

essere nocchiere

e spero che con quell' arte che io

a salutevol porto pervenni te dalle pestilenziose onde


trarr
,

quando

ti

piaccia

Adunque

disse

Galeone

o signor mio,
Finito
il

nelle tue

mani
,

sia la vita

mia
del paterno

ragionamento
,

e Filocolo dimorato alcun

giorno con Galeone

lo stretto vincolo
,

amore

Io

cominci a strignere
i

e con
e cosi

intera

volont

desidera di rivedere

parenti

propone e co-

manda che verso Marraorina si prenda il cammino, e con seco mena Galeone, desideroso della futura sua
salute
.

Elli passarono Ocapls e

Teano

citt

capo di

Campagna,
dietro

e le fredde montagne, fra le quali


si

SulmoDio

na ubertissima di chiare onde dimora


,

lasciarono
,

e pervengono al luogo ove


in contrario pelo
,

l'

uccello di

mutato

su rustica
.

mano

si

doveva

ancora portare in insegna

quindi partiti passano

alpestre

montagne

e trovano
i

V onde
:

dolci del

Te-

vere : e passati avanti

gelati monti, trovarono

ancora

tiepidi delle battaglie di Persio

n videro

la

sera del

secondo giorno che


ro
,

alle graziose

montagne pervennericord di Fileno


il

che nel futuro da' vecchi doveano pigliare eterno


.

nome Quivi
il

venuti

Filocolo

si

quale in fonte lasciato avea sopra


,

cerruto pogsuoi

getto

e desideroso di rivederlo
,

l egli e'

com-

pagni n' andarono

non avendo

il

sole di quello gior-

no ancora

1'

ottava ora toccata


s'

Gli arnesi grandi

acconciarono

al riposo de'caldi

, ,

LIBRO QUINTO
giovani
,

^f)
spazio con
,

e sopra
cibo
,

le

verdi erbe tra' salvaticbi certi


il

prcsono

il

dopo
la

quale in piccolo
loro

non pensato passo


futuro giorno
sopra

notte

sopravvenne

il

cielo pieno di chiare stelle


;

dava piacevole indizio


alla

al

perch Filocolo vicino

fontana
chia*

un

praticello pieno di verdi erbette fece


,

mar

Biancofore
,

alla

quale era ignoto

il

luogo dov*eI-

la fosse

e con

parole piacevoli cosi le cominci a

dire: o lungamente da

me desiderata
il

giovane

dimmi

per quell' amore che tu mi porti,


ti

vero di ci ch'io
.

dimander
:

SI far, disse Biancofiore


uscito della

cui Filoa

colo segu
tu colle

memoria Fileno , proprie mani donasti per amore il caro


etti

cui

velo f
te*

O sospirasti mai
mendomi
fiore
il

per lui poi che di Marmorlna


?

si

parti

queste parole dipinse Bianco^

suo candido viso per vergogna di bella ros-

sezza

ma

le

notturne tenebre le furono groziose

quella celarono, e rispose cosi: signor mio, a


tutte le cose caro
,

me sopra

e a cui ninno

mio

segreto deve es-

sere ascoso

assai volte di

Fileno mi sono ricordata e

ricordo

E come

potrh egli mai dalla

mia memoria
spaventi la
ri'

uscire? conciossiecosach ancora

mi

membranza
per
il

della pistola eh* io

da

te ricevetti, turbato

falsa

opinione avuta di

me

per lo ricordato velo^


,

quale io costretta dalla tua madre donai


voglia
.

non per
lui sospi-

mia
rar

Ma veramente

mai amore per


che
sua
t

non mi fece: anzi giuro che se lecito


la

fosse odiarlo,

io chiederei di grazia agi' iddii

memoria
caro

levassero di terra

Disse allora Filocolo


:

sarieti

vederlo ?
cia
;

cui Biancofiore

certo

si

nella vostra grasaria

e la cagione che a questo


io gli porti
,

mi moveria non

amore eh'

ma

sola piet de' suoi parenti

ayg
stri sia

FILOCOLO
che simile a quella de' voegli
a' suoi
,

la vita de' quali io reputo

conciossiecosach
a' vostri
:

unigenito sia
lasciaste
,

siccome voi
stri

ma

voi per

me

vo-

dolenti

ed

egli senza

alcuna colpa

spizione di

me

merit la vostra
.

ma per soira. Amommi, e per


?

fu tolto
nocente

al
,

padre

Or che

avria la fortuna fatto a lui

se egli

m'

avesse odiata
tutti

Concedano

g' iddii

e a voi e a

me
,

che da

amati

e se esser

siamo di buono amore non pu che amati siamo di quanoi ciascuno

lunque amore

amiamo

come
ed io

si

conviegra-

ne Ottimamente

parli, disse Florio,


,

la

mia

zia e la tua presenza gli render

certo della tua fe-

de

della quale

ben

fui peraddietro certo


,

manti ogni cosa temiamo


ne render
'1

e per odiai
,

ma noi aCome Febo


:
,

nuovo giorno
te
il

rendute grazie agi' iddii


ti

che imprima di
far lui vedere
,

mi dierono speranza buona

quale per dolore in su questo pog-

gio in fontana

si

convert

Posaronsi la notte nel salvatico luogo sotto le tese

tende, difesi da'sopravvegnenti casi da^ loro sergenti

ma

venuto

il

nuovo giorno

il

duca e Ascalione e
a

gli

altri

compagni insieme con Galeone furono


Florio,
il

chia-

mar
dare
li

quale levato fece

l'

antico tempio
,

mon-

come V

altra volta avea


gli

fatto
,

e fatto accender
fatti

fuochi sopra

umidi

altari

uccider pi
,

tori

per salvazione di s e de' suoi compagni

con

puro cuore

offerse a'fuochi le debite interiora di quel-

rendendo con queste voci grazie de' ricevuti bene.

fcli

O sommo Giove,
;

governatore dell' universo con

ragione perpetua
felice

e tu o santa

Giunone

la
i

quale con
santi

legame congiugni e
,

servi longevi

ma-

Irimonii

e tu o

Imeneo

degno ed eterno testimonio

LIBRO QUINTO
di quelli
Ilo la
,

79
,

lodati siato yoi

ora per voi sento pace


,

lungn sollccitudiae abbniidonnta

perciocch

gli

occhi mici veggono ci che pernddictro lungamente


desiderarono, e le mie braccia stringono la loro salute.

tu santissima Venere,

madre
,

de' volanti
ricevete
i

Amori,

in*

sieme col tuo amante Marte


(cii,
i

nostri sagr-

quali siccome a protettori e guidatori delle no:

stre

menti cfleriamo
luogo

e voi qualunque iddit del soli,

tario e diserto

siete abitatori
,

e da cui la ver-

dica promossionc

ricevemmo
con

prendete olocausto di
tu o Cielo
,

riconoscenza di tanto dono.

E
i

adomo
il

di

molte

stelle

ricevi

tutti

tuoi iddi le nostre voci:

e tu Terra co* tuoi, e similmente co' suoi


giante

verdeg-

Mare

e della nostra salvazione, visitati


,

con pos-

sibili sagrifcii vi rallegrate

e per innanzi di bene in

meglio ne prosperate

acciocch nelle nostre bocche


.

sempre cresca
Ascalionc
,

la

vostra loda
gli

BiancoGorc

Glorizia

il

duca e
tutti

altri

compagni e servidori
a'

di Filocolo

ginocchioni nel tempio davanti

crepitanti

fuochi dimoravano, seguendo con

tacita

voce ci che Filocoio alto diceva nel cospetto degl'immortali iddii.

Ma
,

finite le

divote orazioni, e levati


di quelli giuochi

da quello, ordinarono ad onore


solenne ordine
bella fontana
ta
,
,

con

e di quindi se ne vennero sopra la

alla

quale venuti, sopra

la
,

verde erbetBiancofiore

che

margini di quella adornava


altri si

prima e poi ciascuno degli


e videro quella per
li

posero a sedere

due luoghi del mezzo siccome


j

usata era pcraddiclro bollire

di

che Biancofiore, che


,

ancora veduto non l'aveva,


allo stato di Fileno
l'
,

si

maravigli

e pensando

nel quale gik peraddielro veduto


il

avea

e a quello in che ora

vedeva

pietosa senza

aSo

FILOCOLO
,

fine quella riguardando divenne

e parlato avria la
avanti di lei co:

sua piet dimostrando

se

non che

minci verso Filocolo Menedon a dir queste parole

o grazioso signore

debita piet

dentro al cuore del misero Fileno


sione
,

mi muove la quale mi porge compas,

pensando che

gli avversarii
1'

fati

tanto

tempo
:

fuori della sua

forma in questa

abbiano tenuto
,

certo se benivoli

mi
,

fossero g' iddii

io gli pregherei

per la sua salute


perciocch egli

dove a voi dispiacer non credessi


fu assai caro
:

mi

e a voi
i

non dovria
disii ri-

gi dispiacere, perocch se voi avete

vostri

cevuti

degli altrui danni


essi iddii
,

non dovete
,

esser vago. se

Non

m'

aiutino

disse Filocolo

la salute di

Fileno non desidero, e se quella non mi fosse cara se


la vedessi

Mentrech
quella tutta

cosi sopra la chiara

onda
di s

si

ragionava

commossa

nel

mezzo
il

mand

fuori

una

pietosa voce, e disse: o tu

quale da debita piet

de' miei danni se'

mosso a

bene di
j

me
'1

parlare

cui alla voce riconoscere

mi pare

se

lungo dolore,
,

o voce a quella eh'


g' iddii

io

credo simile non m' inganna


,

mettano
,

tuoi piaceri avanti

e te guardino

da simil caso
che
se'

acciocch mai non provi quello di


.

con ragione pietoso

Io

ti

prego per quella


,

piet che di
fui caro
,

me nel

tuo petto dimora

se io

mai

ti

che quello che poco innanzi dicevi metti


ti

avanti

acciocch' io cosi
,

possa vedere

parlare

e adempiasi quello che la speranza e gli altri

come t' odo mi pro-

mette
niti

Menedon

a questa voce tutti atto-

diventarono, ancorch altra volta l'avessero udito


,

parlare
ci
;

e tacquero alquanto

poi

Menedon ricominvoce conosci: pe-

niuna ammirazione ho

s la

LIBRO QUINTO
rocche
,

a8i
a chi

siccom'io credo
dell'

T avversit non danno


;

le riceve

amico oblianza

ma dimmi

se

non

t' grave, qual via sia a*tuoi beni pi utile, acciocch

io per quella correndo

ti

riduca nel pristino stato


ti

A
I

cui Fileno

oim

quanto lontano a quella


la

sento

Una

sola cosa
,

mi nimica,

quale avendo viverci con-

tento

e quella la grazia del signor


ti

mio Florio ,
conobbi coml'ai

Ogliuolo dell'alto re Felice, a cui gi

pagno: ne sieno testimoni

gl'iddii

che fedelmente

mai
di
la

1'

amo

non lungo tempo passato che

miei dolori multiplicarono, sentendo io da un giovane

Marmorina

vicino, che quinci pass, com'egli avea


,

sua bella Biancofiore perduta


la

e peregrinando
,

con

dolore

ricercava
s

e se quella riavessi
,

certo io co-

nosco gP iddii

misericordiosi
.

che

essi

mi renderebracquista
se

bero

la

perduta forma

Quella sola dunque mi pro,

caccia con valevoli preghi

quella

mi

mi vuoi
Certo
io

trarre d'affanno.

se tu, o giovane, desideri


,

forse di sapere perch io la perdessi

io te lo dir

non

sacrilegio,

non tradimento, non omicidio


,

non
il

ribellione

commisi
ira
,
,

perch giustamente movessi


giovane amai, e cui
7

mio signore ad

ma come
:

non sua nemica


tutte le cose del

ma

quella giovane eh' egli sopra


io

mondo amava

dico di Biancofio-

re

la

cui bellezza quanti la vedevano tanti ne inna-

moravano.

certo io ignorava che egli


1'

lei

amasse,

che se saputo
lei portassi

avessi
,

bench

il

cuore

dell'

amor

di

ferito

con forza mi

sarei infnto di
1'

non
gua-

amarla

e quantunque io pur molto


il

amassi
la

stava per

mio amore

la

sua fermezza,

qual

si

di-

ce che mai per alcuno accidente non


certo

e se

il

bel velo ebbi

il

mut cuore > quale col mio non

a82
tacere

FILOGOLO
mi
fu di tanlo

male quanto

io sento

ho poi

sentito cagione, ella invita,


:

comandandogliele

la reina,

mei concedette dunque per amore puoi vedere ch'io mi dolgo Oim che se 1' ira d' uno potesse trarre
.

amore
tiplic,

del cuore ad
l'

un
:

altro

io

direi

che lecito
misero
il

gli

fosse stato

adirarsi

ma

quella in
il

me

mulquali

n l'ha per mancato

lungo

esilio.

Or

cose sono con maggiore appetito desiderate, che quelle

che sono molto vietate

Yeramente
si

io

ti

giuro

che

mai

il

mio pensiero non

distese tanto avanti eh' io

sconcia cosa da Biancofiore disiassi, u desiderrei giam-

mai

sentendo com' io sento che ella

sia

da

lui sopra

tutte le cose

amata
si

K mi pare

ingiusta cosa a dire


io
1'

eh' egli pi
io

debba contentare che

ami che
si

se
,

odiassi.

E se
si

quello eh' ho detto non

concede

dicasi pure eh' io gravemente abbia fallato, consentasi


,

e sia a chi

pente largito perdono

Giove per-

dona e ciascuno
riconosciuto
il

altro iddio a'suoi offenditori,

quando
mio

fallo

pentendosi dimandano perdono.


grazia, s'io
s'

Veramente mi

saria

fallii,

che
,

il

si-

gnore mi perdonasse, che


in
zia
ira

io

non

fallii
.

avendomi
la gra-

mancherebbe
il

di suo dovere

Tanto

grande quanto
si

perdono. Niuna ragion vuole che


servigio. S' io fossi in
,

grado

senta del

non ricevuto
,

Marmorina
di ci
il

e servlssilo

e avessi la sua grazia intera

mio
che

servigio sentirei dovere rendere grazie


signori dovria essere spesso

Oim

a'

caro

il

fal-

lire de' soggetti

per poter perdonare

acciocch persi

donando
che

la loro

grande benivolenza

dimostrasse.

Sanno bene
io tal

g' iddii

conoscitori degli occulti cuori

guiderdone del mio amore non meritai,


si

ma

forse altro peccato a

falta'pena

sotto questo titolo

LIBRO QUINTO
d' aver Binncofiore

a83
perdonare

amata

non senza ragione m' ha


il
:

menato
prega

Bella vittoria e grande


del

dunil

que per onore


:

mio signore

e per lo mio utile

e se tanto di
fa

me

ti

cale

non

ti

paia l'aiFiinno,

che non
rendere

piccolo, malagevole, accioccli


,

me
'1

possa

lieto a' miseri parenti


:

ignoranti de' miei an,

gosciosi fati

per merito del qual bene


g' iddii
ti

se

farai

spero che lungamente


a' tuoi
,

serveranno lieto

se gli hai
fia si

Non
nedon
ferire
li

lungo

come
che

pensi l'affanno

rispose

Me-

alla fonte.

E
,

voltato a Filocolo, a cui niente ritutto aveva udito,

bisognava
gli

con umile

preghiera
se
,

domand che la sua grazia gli rendescon Menedon ciascuno degli altri in merito del
a Hanno

lungo

similmente

la

dimandarono;
,

a'

quali

Filocolo liberamente la concedette

giurando per s
innanzi,

medesimo che
e
le preterite
,

di perfetto

amore l'amerh per

cose siccome fanciullesche


tutti
il

metter in
Filocolo a

oblio

di

che

ringraziarono
si lieta

Biancofiore
l'

commise che
,

novella narrasse alil

aspctlante

la

quale graziosa non aspett


,

seconil

do comandamento
onde

ma

voltato sopra la fonte

viso,

riguardando in essa disse: o giovane,


la

clie nelle liquide


la grazia

tua

forma nascondi, confortati,


,

del

tuo signore t' renduta

e per sicuro nella sua pres

senza

ti

presenta

La

chiara fonte

tosto

come

in s

ricevette la bt?lla

immagine
l'

della sua

donna

cos la co-

nobbe, e lasciato

usato bollire, con soave


,

movimenperch
si

to intorno a quella mostrava festa

la

voce entrata
,

per

le dolenti
:

caverne rendo

letizia al
,

misero

cos parl

o immortali

iddii

a'

quali ninna cosa


.

occulta

sia la vostra

incstimabil potenza lodata

lo

464

FILOCOLO
dolcezza ho gustata
^

per

la vostra benigniti di quella


la

che

nemica fortuna mi
,

tolse

quando Marmorina

abbandonai
sostenni
,

e quella

donna per cui l'amara iniquit

quella la riavuta grazia

m' ha annunziata
amici
,

Piacciavi
io nella

adunque misericordiosamente operare che


lieto a' cari

prima forma tornando


.

mi

rappresenti

Egli diceva ancora queste parole

quan-

do

circustanti videro le chiare


,

acque coagularsi nel


il

mezzo

e dirizzarsi in altra

forma abbandonando

loro erboso letto, n seppero vedere


la testa, le braccia,
il

come subitamente
e l'altre parti
,

corpo
si

le

gambe

d'

un uomo

di

quelle

formassono

se

non che

riguardando con maraviglia, co'capelli, e colla barba,


e co' vestimenti bagnati
tutti

trassero Fileno dal


il

ca:

vato luogo

e davanti a Filocolo
il

presentarono
,

al

quale egli

come

vide

s'

inginocchi davanti

e con

pietose voci
la

dimand perdono,
,

e appresso di Filocolo

benivolenza
concesse
,

le quali cose

benignamente Filocolo

gli

Egli fu di nuove vestimenta vestito e

adorno

li

ravviluppati capelli, e la malestante barin ordine


,

ba furono rimessi
parti
sta
,
,

levandone

le

superflue
a far f*

e lieto

si

diede con

gli altri cavalieri

maravigliandosi non poco qual caso quivi gli


11

avesse menati insieme con Biancofiore j


ch' egli ebbe veduto
gli fosse
,

cui viso, poi-

stimandolo pi bello che mai


si

paruto, contento tacitamente

dispose al vec-

chio amore, credendo senza quello niuna cosa valere*

Queste cose

cos facendosi
,

s'

ud nel luogo

un

grandissimo remore
avesse la vittoria del

come di gente che combattuto campo acquistata del quale Fi: ,

locolo e' suoi


to
,

si

maravigliarono

e dubitarono alquan-

e dimandarono Fileno se noto gli fosse che signi-

LIBRO QUINTO
ficassc
il

a85
quali Fileno ri,

romore

e chi

il

facesse

a'

spose, so molte volte simili romori avere uditi

ma

per che

fatti

fossero del

tutto ignorava
,

Allora sic-

come

a Filocolo piacque

il

duca Feramonte e Mea,

salino sopra' forti cavalli armati

e accompagnati da
la

molti de' sergenti andarono per conoscere


di tanto

cagione

romore

e usciti del folto bosco videro nel

piano

alla riva del piccolo

fiume

dall'

una parte
,

dall' altra

molta gente rustica nel sembiante


,

a' quali

non tenda n padiglione era


loro le disiate

ma

tagliati

rami davano

ombre

n alcuno

v' era
,

che di cap-

pello d' acciaio o d'elmo rilucesse facea fremire


il

n alcuno cavallo
,

povero campo

n tromba risonare
gente a' suoi

ma
li
:

rozzi corni

movea

la disordinata

ma-

e quasi la m.nggior parte delle loro


,

arme erano bai

stoni

e poche spadette tenevano occupati

loro lati
i

le quali

poche non avevano forza


, ,

di piegare

solari
.

raggi in altra parte

che dove

il

sole gli

mandava

loro scudi erano ad alcuni le dure scorze del


ciriegio
,

morbido

e altri

si

copriano di quelle della robusta

quercia
s si

e alcuni forse pi nobili gli


essi niun'altra

avevano

ma
non
,

affummicati che in

cosa che nera

vedeva

In luogo di balestra usavano rombole


:

loro quadrelli erano ritondi ciottoli

le

loro lance si
assai,

prendeano da' fronzuti canneti. Archi erano loro


le cui saette in

luogo di ferro erano appuntate col


,

coltello

n era loro bandiera alcuna

fuori

che una

di tela assai vile, la quale

mezza bianca e mezza ver,

miglia

si

mostrava

al

vento

credo piuttosto di peco:

rino sangue tinta che di colore


l'avversa parte l'aveva era
il
,

e simigliantcmente
,

di tanto diversa
all' altra

che all'una
:

bianco di sopra

era di sotto

e di*>

286
tro a queste ora

FILOCOLO
qua ora
l
,

qual poco e quale assai

correvano disordinati

Come
di loro
si

il

duca e Messalino videro


,

il

rozzo popolo
,

risero

e alquanto gli

riguardarono
indietro
,

e gi

avevano determinato di
Messalino disse
:

ritornarsi

quando

perdio non andiamo noi a loro, e di

loro condizione ci facciamo certi, acciocch tornando

a Filocolo,

il

quale di tutto loro essere

ci

dimander,
?

non sapendogliele ridire, non siamo da lui scherniti

Andiamo,
sarono

rispose

il

duca: e verso di quelli che gi mo-

stravano di loro dubitare con segno di pace s'appres,

e con graziosa voce

non mostrando
,

d' avere
,

la loro picciola

condizione a schifo

gli

salutarono

quelli che sopra la riva del fiume

dimoravano da

lato

del bosco dimandarono chi essi fossono, e perch quivi


stessono
,

e quale era stata la cagione del loro


loro,
il

romore

poco avanti: a'quali uno di


degli altri
il

quale forse aveva


:

maestrato

cosi rispose
d'

noi

quali voi

qui vedete siamo abitatori


vicino
,

un

picciolo poggio qui

il

quale

gli antichi nostri


ci

chiamarono Calone,
,

e noi da quello Caloni


sto e fiero nelle nostre

chiamiamo
,

popolo robualtro a cui


il

armi

e nlun
,

lavorio della terra meglio sia noto

u che
:

fatica

in

ci a comparazione di noi possa durare

e la cagione

perch qui dimoriamo


questo fiumicello
,

acciocch passar possiamo

e di sopr' a quel terreno cacciare


,

in perdizione la gente che vi vedete

la

quale nuova-

mente

venuta qui, e

un poggio
s'

simile al nostro, che


,

in nostra giurisdizione era,


oltre al nostro volere, e

hanno preso

e abitanlo

chiamansi Gireti
il

j i

quali co-

me

voi vedete

a contradirci
si

passo contro noi qui


,

a fronte alla riviera

sono posti

n in alcuna parte

LIBRO QUINTO
possiamo sopra quella andare che
tuttavia davanti
.

aS;
non
ci

essi

vengano

Il

gran roniorc che fu poco avanti

fu per

due che

nell' ac({ua si

combattevano
il

al

con-

forto de' quali ciascuno col gridare aiutava

suo,

ma

ultiniamenle
cia
il

il

nostro ebbe vittoria


,

])erch di quer-

coruti.imnio
:

come

Ih

vedere

il

potete.
,

Disse

allora Messa Uno

secondoch' io avviso

voi

dovreste
il

con pace poter sostenere che coloro abitassero


poggio
,

vostro

perch

si

gran popolo non mi parete che so-

perchio terreno senza quello che coloro hanno preso

non abbiate

ma

ne avete tanto che senza coltura


il

la

maggior parte veggiamo. Certo, disse


contrariet
di sangue
,

villano

pi
ci

che

vaghezza di terreno
.

muove

Che contradi sangue disse Messalino tra voi ? Non siete riet e in una contrada abitanti, e iu nn voi tutti uomini
a queste brighe
,

per mio avviso


,

t>

luogo?

N
,

rispose, colui.

Noi

fummo

dell'antica citt

di Fiesole

e allora di quella
,

uscimmo ({uando
antichi
,

Cati-

lina, de* nostri mali cagione

superato da Antonio
,

da Afranio ne

trasse

nostri

quali della
:

mortai battaglia appena campati

qui fuggirono

quasi in dubbio di loro salute abitarono quel poggetto

che davanti
che
ci

vi dissi, sotto quel

nome che
,

avete udito

chiamiamo : ma costoro
,

non gran tempo


citt
le

passato

quando

Attila guast la
,

nuova

mani
l'

fatta a pi della nostra

temendo
,

da* Rofiamme e

ira del tiranno

qui fuggirono

e senza alcuno con:

gedo abitarono

il

paese prima da noi occupato

per-

ch noi

a giusta ira

mossi
,

ogni anno a quello che

ora ne vedete ne siamo

e saremo infnattanto che


gli

noi di questo paese fuggendo


essi

cacceremo

o che

noi alle nostre case renderanno vinti.

288

FILOCOLO
il

Udite queste cose


si

duca Feramoate e Massalino

partirono da loro, e tornarono a Filocolo, e ci che


gli

udito avevano e veduto


si rise
,

dissero; di che
:

Filocolo

e volleli andare a vedere

e venuto ad essi
essi

tanto con parole gli

commosse che
il

presero ardire,

si

misero a passare
gli
,

fiume
essi

il

quale non sopra la


all'al-

cintura
tra riva

bagnava
i

ma

non furono giunti

che
e in

loro avversarii armati vennero loro inil

contro

mezzo
armi

fiume cominciarono senza or,

dine la loro battaglia forte


le salvatiche
,

co' duri bastoni lacerando


.

loro dossi

Arco n rombola
;

non avea luogo per la


\' era
,

loro vicirt
,

e se alcuna spada

o dava in

fallo

o se

feria si torceva.
g'

L' acqua

che gi pi rossa che bianca correva

impediva

molto

e talvolta
,

pi.

codardi faceva valorosi comi

battitori

nella molle arena ritenendo

loro piedi
.

quali per lo duro

campo

sarlen fuggiti

Ma
,
,

poich

lungo spazio combattendo ebbero durato


molti dall' una parte e
dall' altra

tornandone

magagnati

avendo

Filocolo assai riso co' suoi compagni de'


di costoro
,

modi nuovi
,

col suo cavallo entr nell'


,

acqua

po-

chi rimasi alla battaglia divise

e ciascuno pari fece


,

tornare al suo

campo

Ritornati cosi costoro

non

dopo molto spazio


piet,

le risa di

Filocolo

si

voltarono in

vedendo
a'

magagnati dolersi e senza alcuno


;

compenso

loro mali

e perciocch a lui pareva di


si

ci essere stato cagione,

pens di volergli pacificare,

e in ristorazione de' loro danni edificare loro


ra
,

una
duca

ter:

nella quale sicuri vivessero sotto savio


a'

questo narrando

compagni

da

tutti gli

fu lodato.

Allora Filocolo fece a s chiamare dell'una parte e


dell' altra
i

principali

e la cagione

dimand della

loro

LIBRO QUINTO
discordia, du' quali
1'

189
l'altro
a*

uno {lerch combatteva,


:

perch

si

difendeva narrarono interamente


:

quali

Filocolo disse
di consiglio
f

o miseri uontini
al

poveri e d' avere e

perch

piccolo

numero

di voi

lo

quale ha piuttosto d' aumento bisogno che d* altro,


conibntlendo cercate distruzione?
stare di seguire di

voi dovria ba,

Saturno
uflcio
,

la dottrina

senza voler di

Marte usurpare
di cuore
,

1*

perocrli in voi n nobilt


,

n ordine

n senno

n arme non dimorimagnate in


qtie-

ra

Voi comb.iUele acciocch


;

soli

slo plano

ma non

vi

avvedete che se questo contiil

nuale in breve tempo


le case

plano di voi rimarr


fatte
,

scjIo

che avete con aiFauno


,

e che dovreste in

pace abitare
si

gente strana verrh che senza affanno le


fu dagl' iddi data
alla

goder

Or
,

terra

1'

ampia
?

superficie

perch un popolo solo


il

la

dovesse abiuire

Nou
rare

vi bastava

luogo che possedete?


si

Che

vi

faceva

se costoro alquanto da voi lontano


,

posero a dimo^

quali

pensando che
si
?

vostri antichi fratelli fu-

rono

se

ben

guarda

dovevate nelle vostre case


cosi

proprie ricevere

Pensando che similemente voi


veniste in r[uesto luogo
essi
,

come
dono
all'

essi fuggitivi
ci

e che

quella ragione
f

avevate che

ora per loro difenl'

lo pietoso de' vostri danni voglio che

uno

altro

perdoni

le ricevute offese,
j

e che sia tra voi


voi foste fratelli

vera e perfetta pace


cos ritornate
,

e cosi

come
io,

e de'

due popoli
.

piccoli e cattivi

divenoti

gnate un grande e buono

acciocch

l'
,

uno
vi

disdegni andare a casa dell' altro ad abitare

dar
fossi,

nuova abitazione,
ner armi

la

quale vi cigner di profondi


forti torri
,
,

e d' altissime mura e di


,

e in quella vi dovicino invidioso

i>er

le
II.

quali

se alcuu

FILOCOLO T.

ly

ago
uere

FILOC OLO
,

del vostro luogo ve lo volesse torre


.

il

potrete difen-

Io vi dar similmente chi


,

vi

guider con ragio-

nevole ordine

e le vostre questioni eoa diritto stile

terminer

e sotto la cui protezione sicuri viverte


;

come uomini
i

e oltre a questo vi doner doni

per
al-

quali ornar vi potrete e parer belli

quando

gli

trui paesi visitar vorrete.

Davanti
dirsi,

al viso del

magnifico

uomo
sero
:

ninno seppe che


,

ma
,

contenti dell'alte
rispo-

promesse

strignendo le spalle

dopo alquanto
:

messere , noi faremo ci che voi vorrete


rifer
.

e tor-

nato ciascuno a' suoi queste cose

quale mi-

gliore novella poria loro essere contata

Essi poco da-

vanti

stali

in tanta discordia insieme

nel cospetto di

Filocolo

tutti

vennero , e quelli che impotenti erano


si

per
a'

ricevuti colpi vi
,

fecero portare

e glttatiglisi
dinian-

piedi
,

con una voce


la

lutti la profferta grazia


;

darono

quale

Filocolo disse di dare


,

e fattigli en-

trare nel santo

tempio

prima per
,

la

futura pace of-

fersero sacrificii agi' iddi

e quella con orazione die di


insie-

vota dimandarono

poi in presenza uegl' Iddii


,

Filocolo e de' suoi compagni baciandosi

lutti

me
la
,

giurarono mai per accidente alcuno


,

tal

pace non
servarlui
vi

rompere
e

ma

intera tra essi t' loro successori

sempre

essere a Filocolo o a chi per


.

rimanesse soggetti

Queste cose

fatte,

Filocolo rimase

in sollecitudine d'osservare le promesse cose, e co'suoi

compagni cavalc per


nando con
alle
gli

la

contrada salvatica

esami-

occhi e con la mente qual luogo pi


fosse atto
,

nuove mura

appresso del quale insie-

me
do
:

andavano Fileno e Galeone simil cosa guardane avendo per lungo spazio attorniato
disse a Fileno
;

il

paese

Galeone

perch Fiiocoo sopra questo

LIBRO QUINTO
poggio
,

191
,

(love questo cerreto dimorii

non

edifica

nuova

terra?

Niun luogo ho veduto ancora


.

in <|ue8ti;

parti tanto allo a tal niestiero

Questo

tutta la contra.

da signoreggia

Questo

>

forte

luogo e bello

Questo
rivi

d' acque abbondevole

siccome molti piccoli


in

ne

mostrano
zione e
1'

Questo quasi
altra de'
,

mezzo
sia

tra

1'

una
.

abitadi-

due popoli

tornati

uno

Niun

fetto qui

per lo (juale piuttosto

da cercare altro
plaga vicino
,

luogo
al

Esso similmente
la

dall' orientai

fiume ove fu

sconcia zolfa di costoro

'1

mez.

zo giorno dh loro
direi cie questo

il

veloce fiume cliiamato Elsa


il
,

lo
si

fosse

miglior luogo clie aver

potesse in queste parti

Questo diviso piacque a File:

no

e parvegli da dire a Filocolo

le quali

cose

come

Filocolo ud , cosi acconsenti al loro consiglio dicen-

do ; veramente
vostro consiglio

cosi

come

voi dite

e qui per lo

fermeremo
i

n' villani la

nuova

terra.
,

Cbinmaronsi
1'

villani

come

a Fiiocolo piacque

antica selva dove


,

mai scure non aveva suo


fatto

taglio
,

provalo

n dente d' alrtma bestia


iddii
,

offesa

per

paura degl'

credendo

circusianti

che qualun,

que fronda
che
si

di quella fosse piena di deith


,

comand

tagliasse tutta
,

na

prima con pietosa orazione


luogo abitatori

scusandosi agi* iddii

se iu essa forse alcuni n' abitas-

sono

cos

dicendo

o
,

iddii di questo

se alcuno ce
la

ne abita

perdonatcnii

la

nuova
vostra

ini^inria

quale

io

non arrogante contro


Erisitone fece
])i

alla
,

potenza

commetto siccome
darvi per abitacolo
fo questo.

ma

desideroso di

fruttuosa selva che di cerri


,

E dette

queste ])arole

colle proprie
,

mani
tutti

facendo (jucllo che molti dubitavano di tare

porse ardire

292
Tagliato

FILOCOLO
r
antico bosco
,

Filocolo pietoso de' di-

sperati popoli

pensa

al

loro riposo con sollecitudine,


il

desiderando poi di rivedere

padre
,

Ma
,

Biancofiore
il

da

altra sollecitudine molestata

e Glorizia che

dolce aere della vicina

Roma

sentiva

accesa d' ar-

dente disio di riveder quella oltre

all'

usato

modo

dimorando

sola
:

un

giorno con Biancofiore, cosi le co-

minci a dire

o giovane donna lungamente per lo

mondo
patria?
la

errata

come non

ti

strigne

l'

amore

della tua

Come non
gli stretti
,

desideri tu di vedere la tua

Boma,

quale tu mai non vedesti ?

Or non

ti

saria egli caro

vedere
tua
se' a

parenti del tuo padre

e quelli della

madre

quali tu
,

non conosci n

essi te?

Tu

ora

quella vicina

n puoi a rivederla niun tempo


e certo quello che
fii

eleggere migliore
agli strani
,

in desiderio

posti nell'ultime parti de' regni, de'quali


,

ancora

ti

vedr coronata
in volont
il
:

ben dee essere


il

a le di

lei

lii^liuola

pregane

tuo Florio che di

quindi andiamo,
desideri

quale niuna cosa pare che tanto


:

quanto piacerti

e se egli forse per la

nuo-

va impresa
nito
,

vuole pure esser


piii

qui

e questo for-

non vuole
padre
,

tempo mettere

in

mezzo a

rive-

dere

il

concedati almeno che in questo


,

mezzo
toril

possiamo andare a vederla noi


e tuo maestro Ascalione
.

accompagnate dal suo


a

Noi peneremo poco


si

nar qui

che certo quinci partendoci non

vedr

sole sei volte

nuovo

primach tu vedrai

tuoi stret-

tissimi parenti, e di 1\onja grandissimi principi.

Vee

drai le grandissime nobilt della tua terra, tra le quali


il

gran palagio ove


il

romani

consigli
,

si

facevano

similmente

Collseo, e Settensolio

fatto

per

gli stu-

di de'le liberali arti.

Vedrai

la

sepultura del magni-

unno QUINTO
fico

o^
1*

Cpsnre tuo nntico volo, posta sopra


Persia
:

acuto mar,

mo ili
rabili

e vetlrai la colonna

adrnna
.

1'

arco

adorno dello

villorie d*

Ottaviano
ti

O (junnte cose miI ,

ancora vedute queste


,

resteranno a vedere

Io poi

da

tutti

tuoi parenti conosciuta

dar con

le

mie parole ferma fede che tu


stata figliuola, e sar creduta,

di Lelio e di Giulia sia

perocch
,

mici parenti,
ignobili
:

ancorrh(S io ni tuo servgio sia

non sono
,

ed

essendo tu riconosciuta da' tuoi


alti

sarai

ricevuta negli

palagi

e intorniata da nobilissime donne, le quali


ti

per grande amore che


ze
li

avranno
,

e per le tue bellezfacendoti

guarderanno per maraviglia


,

ciascuna
ascoltata
,

onore a prova
narrando
i

e sarai da tutte tacita utente


,

tuoi casi
d'

quali esse ascoltando

spane

deranno lagrime

amore baciandoti mille


esse
sii
,

volte,
fia
il

appena parrh loro che tu con


derio loro d' essere teco.
lieti di si

tanto

desi,

fratelli

del tuo padre

bella nipote, ordineranno feste,


il

parendo loro

avere racquisinto

perduto Lelio
,

e saranno mollo
i'

pi di
uvuta
,

te ora contenti

che se picciolina
la

avessero

e massimamente sapendo
,

verit della

tua

virtuosa vita

laudevole infra

le
,

Dee

del cielo

e ans

cora veggendoli sposa di Florio


re
,

figliuolo di
si

alto
,

coni' quello di

Spagna

e pi

rallegreranno

sentendo che corona d' oro


chiata

sia alla tua testa


,

apparec-

quando

il

vecchio re morisse
la

ancorach moUi
fatico
,

de' tuoi antichi


dirli

portassero

Perch mi

io di

quanto tu

dell'

andarvi diverrai contenta


la
,

con-

ciossiecosach io
potrei
?

mai

menoma
che
se

parte dire non te ne


altra cosa te

Per andiamvi
,

ninna
te

ne

seguisse

se

non che tu conoscerai


ti

non

esser qiiella

che forse

talvolta la coscienza

dice per le udite pa-

FILOGOLO
role,
s vi

dovresti tu volere andare.

con

tutte que-

ste cose

ancora farai tu
:

me

lieta

pi ch'altra femmina
i

fosse

mai

perocch io rivedr

miei

quali forse
,

gih

lungo tempo dierono per


fossi

credendo eh' io
gili

morta
,

me pietose lagrime Non essere a' miei prese io

dura io
, ,

te

ne prego

ma

mai

grazia da te
l'

meritai

concedi questo eh' io con tanti preghi

ad-

domando
Glorizia tacque
,

e Biancofiore cosi le rispose

donna

me

pi cara che madre , e cui io sola per


,

madre riconosco perch con tanto


prego aggiugnendo
se tu avessi in

affetto

prego sopra

mi

preghi

n pi u meno come
li

me
non

si

poca fede che incredibil

fosse

che io per
operare
gegni
,

te

facessi ci

che per

me
,
,

potesse

Tu

desideri d' essere a

Roma

e a

me t' ingran
e se

dov' io d' esservi non desiderassi


,

di farmelo

desiderare con le tue parole


disio eh' io

le quali in verit il

ho

di vederla assai

m' hanno

acceso
te

io

mai

disiato
:

non

1'

avessi

vedendolo a

disiare si

lo disiderrei

ma come
al
gli

posso io mettere ad effetto^ se


sai

non quanto piace


debbo

mio Florio ? Non


son legata
,

tu che per

matrimoniai legge

Io non

posso n
si-

tar pi eh' e' voglia


.

perciocch egli mio


fu' io in casa

gnore per molte ragioni


cata ?

Non Non sono io da lui per lutto '1 mondo cercata ? Non m' ha egli con pericolo della
pria

sua nutrisiala
ri-

sua pro-

persona tratta delle mani della canina gente

ov' io era in servaggio venduta?

due

volle stata liberata da morte?


?

Non sono io per lui Non sono io simili

mente sua sposa


gio,

Dunque
.

seguire

suoi piaceri degio


il

non

egli

miei

Se tu vuogli eh'

preghi, ben
facesse
,

so che nulla cosa eh' egli al

mio prego non

LIBRO QUINTO
mn
io lebbo rgnnnlnm di che lo prego
,

ar)*)

pcrcioc<liA

sovente prcgnno nlruni di cose che pregando ,

negnno

il

?r\igio.

Florio ch(! a

Come potrei ginslnmonte pregar Roma venisse, conciosslecosach egli


,

m* abbia

detto

gih assai,

che

egli sopra tutte le


il

rose

del njondo desidera di rivedere

veccu'o padre, di-lla

mi
il

morto
,

egli

dubita molto
lui

per lo dolore nel eguale

lasci
,

quando da

per cercar

me
,

si

parti

Diro-

glt io

veggiamo imprima
?

Roma

sap4>udo eh* egli

altro desidera
la bellezza di

se,

come

tu di', la magnificenza
di tirare a
,

Rona ha potere
farsi

so gli

uo-

mini de' lontani paesi a

vedere

dunque quanto
ritenergli
?

maggiormente dee potere veduta


che Florio
oltre alla
a'

Ecco

miei preghi

vi venisse

e di quella vago
,

mia intenzione

vi

dimorasse

e in questo
,

tempo alcuna
cofiore ni'

novith nel suo regno nascesse

la

quale
Bian-

egli andaidovi trovasse,


<*!

non direbbe

egli

per
a

le

questo avvenuto, che

mi

tirasti

Roma?
?

E s' egli

il

dicesse, <[ual dolore

mi

saria

maggiore
al

forse aicora per (juello

che

il

suo padre fece

mio

dubita di venirvi, e non senza ragione; perocch'io lio


gih udito che
la
.

Romani ninna
andiamo

ingiuria
:

lasciano inni-

]Ma tu

di',

noi senza lui

ora non

pensi

tu

come

egli

mi ama, e che mai da


1*

s partire
,

non mi

lascerebbe? A cui, per

essere noi divisi


?

tanta noia
in

quanta tu

sai e'

avvenuta
si

Certo egli avendomi


,

braccio appena mi

crede avere

continuamente

dubita che contrarli

fati

non tornino che

me

gli

tol-

gano
altro

e non una

ma

molte volte m' ha detto, che tuni


,

che morte non ne dividerh

la

quale

g' iddii

facciano lungo

tempo lontana da noi.


s*!^

s'egli

pure
,'

avvenisse che senza

in

alcuna parte

mi

fidas&c

agS
non alcuna
che a

FILOCOLO
ov' egli piuttosto
,

non mi

lasciasse

andare
1

Roma

perocch

egli s'
,

immagina che

miei
,

parenti a lui
la

mi

togllessono

e ad altrui

mi

dessero

qual cosa io mai non consentirei; dunque seguiamo


i

prima

suoi piaceri
il
i

perocch
,

si

conviene lasciarli

prima rivedere
e
il

vecchio padre

e la dolente

madre
gli di-

suo regno

quali veduti, con pi audacia


.

mander Roma vedere co' miei parenti Tanto abbiamo sostenuto ben possiamo questo piccolo termi,

ne sostenere

e io te ne prego

che infino allora per


il

amor

di

me con
,

pazienza sostenghi

tuo disio
ti

Non
s disse
tosto

parl pi avanti Glorizia, se non se, quanto


e tacitamente da
il

piace attender
:

lei
,

partendosi fra
e in cui spero,
la notte
,

quello Dio

quale io adoro
.

me la faccia
la

rivedere

Sopravvenuta
si

Biancofiore nel dilicato letto

diede

al

notturno

ri-

poso j

quale poich de' gradi con che sale ebbe

passati cinque, nel


rabili cose

sonno furono da Biancofiore mi-

vedute
,

lei

pareva essere in parte da

lei

non conosciuta
in cielo

e veder quivi davanti da s


di grazioso aspetto

sospesa
,

una donna

molto

e le

bellezze di quella le sue in grandissima quantit le pa-

reva che avanzassero

a cui ella vedova sopra la bion-

da

testa
,

una corona
i

di valore inestimabile al

suo pa-

rere

suoi vestimenti vermigli, e percossi da


il

una

chiara luce fiammeggiavano tutto

circustante aere,

de' quali ninna parte d' essi era senza


di nobilissime pietre e d' oro
:

adornamento

e nella destra
lei

mano

le

vedeva una palma verde, simile da


ta
,

mai non vedud'oro


,

e la sinistra teneva sopra un


il

pomo

che so-

pra

sinistro
, i

ginocchio
il

si

posava, e sedeva sopra due

grifoni

quali verso

cielo

volando

tanto

1'

ave-

LIBRO QUINTO
vano verso
corona
teneva
(|ne11o portnta
,

97
la

elio 1
;

pareva che
o solto
i

sua

coi le st<'I!o s' ngyiuonf's"

noi plrdi

un
,

nitro

pomo

nel quale
le

Difincoliorc rimi-

rando

eslimava che tulle

mondane

regioni de-

scritle vi fossero, e polosservisi vedere. Ella

videsimildi cia-

mcnlc
scun

dal dcslro e dal sinistro lato di

costei

lato

un uomu
;

di

grandissima autorilh ne' suoi

scmbiauli

ma
le

quelli che dnlln destra della bella


,

donsuoi

na sedeva

pareva che fosse antico


,

e negli

alti

modesto molto

sitnilmcnte

come

la

donna incorobench nn

nato di corona signitcnnte incomprtrabilc dignilh,il

quale era vestito di vestimenti bianchi

vermiglio mantello sopra quelli avesse disleso, e sopra

uno umile
d' argento

agnello le pareva che


,

si

sedesse, nella
d' oro e
,

mano
altra

destra tenendo due chiavi


,

1'

una

1'

e nella sinistra
al cielo
.

un

libro

suoi occhi
si-

sempre aveva
nistra della

Ma

certo cului che dalla


d' altro aspello
,

donna sedeva era

egli

era

giovane e robusto e Gero ne' sembianti


d'

incoronato
luce che
faceva
la

una corona tanto bella che quasi


essa

colla

da

moveva

e la

donna e

'1

vecchio

tulli

risplendienti, ed era di vermiglio vestilo

come

don-

na

e sedea sopra un ferocissimo leone

nella sinistra
,

mano tenendo un
con
la
i

aquila

e nella destra una spada


la bella

quale in quel ritondo pomo, che


piedi teneva
,

donna
e

sotto

faceva non so che righe.

Le quali
,

cose HiancoGore con

ammirazione riguardando
gentildonna
la
s
,

massimamente

la bellezza della
:

fra s le

pareva cosi dire

o bella donna,

qual nel viso non


singular bellezza

sembri mortalo, beato colui che


possiede

com'

la

tua. Cerio io
l

non vorrei per alcuna


il

cosa

che cos com'io

veggio

mio Florio

ti

vedes-

598
se
,

FILOCOLO
me
saria

perocch mi pare esser certa che di leggieri


te lasceria

per

e metterla in oblio
,

ma

caro

mi

molto conoscerti
meriti colla

acciocch la degna laude che tu


manifestassi agi'
ignoranti
.

mia voce
dette,
:

Queste parole

pareva a Biancofiore che la donna


figliuola
si
,

cos le parlasse

o cara
il

tanto
,

si

stender la

mia

vita

quanto

mondo
ed

lontaner

e allora che

tutte le cose periranno


la tua estimazione, n'

io.

Le mie bellezze, secondo


gi molti fatti beati
si
,

hanno

fanno e faranno
disianti
,

solamente che di quelle

trovino

le

quali per siccome tu immagini


di nuocere alle tue
,

non

hanno potenza

Tu

desiderosa nel

tuo parlare di conoscermi

il
.

di

passato rifiutasti di
il

venirmi a vedere e conoscere


padre e
gli

Io per te perdei

tuo

la tna
.

madre
Se
io

e tu

il

difetto di loro

non vuotu di'

rintegrare

ti

palo cos bella


vieni
?

come
i

come

a vedere

non mi
la

Ora
.

io voglio

che tu
del

sappi eh' io sono

tua

Roma

se

peccati

tuo suocero,
gendosi
al

quali gran parie fieno per costui ( volla

vecchio) davanti
,

maest del
la

sommo

Giove

deleti

non

fossero

il
:

tuo Florio

spada di

quest' altro ancora torrebbe

per vienimi a vedere


tuo fattore vuole, e non
.

senza alcuno indugio

che

11

senza gran bene di te e del tuo marito


detto spar
,

E
,

c[uesto

n pi avanti

la

vide Biancofiore. Perdio

rimasa stupefatta nel sonno di tanta bellezza


piccolo spazio
notte
:

dopo

si

svegli

n pi dormi per quella

anzi sopra ci che veduto aveva, pensosa stette


il

infino che

sole apparve. Allora ella e Florio levati,


,

e venuti a' verdi boschi


tori
,

e rimirando

nuovi

taglia-

ci

che Glorlzla

il

passato giorno le avea par,

lato

e quello ohe la notte avea veduto

detto e udito

LIBRO QUINTO
gli

agg
aveva
,

raccont

dopo ci che detto


che

le

intima-

mente pregnndolo, che

se esser poteva
,

senza dstur-

bameutu
avevano

del suo avviso

essi avanti a tutte l'altro

cose dovessero visitar


.

Roma,

la

quale mai veduta noa

Molto
gli

si

maravigli Filocolo di ci che


,

Biancofiore

raccontava

e ve<lendo

il

suo disio cosi


,

acceso d' andnro a

mut diviso e rispose : Biancofiore, cara sposa tanto m' caro quanto a te quando orpiace , n tuo volere sia la nostra andata
, ,
,

Roma

dinato avr quello che

fati

hanno voluto eh'


:

io inco-

minci
sta sta

A
l'

cui Biancofiore disse


'1

signor mio, a tua po-

andare e
,

dimorare

ma
si

se di ci

il

mio di-

sio

si

seguisse
.

il

pi tosto che

potesse

saremo in
.

cammino K
gih al piccolo

faremo

noi, rispose Filocolo

Egli era
,

monte

levata tutta la verde


si

chioma

ninna cosa

alta

sopra quello

vedeva se non le
fatti

mura
i

del vecchio tempio,

quando Filocolo,
i

prendere

buoi

con profondo solco disegn

fondamenti delle
,

future

mura

e appresso ordin

luoghi delle torri


agli

e le mura in qual parte aperte per dar luogo


tranti
ritte

en-

dovessono rimanere.

E similmente divis le dia so Galeone, a cui

rughe
:

e quali luoghi per eterne abitazioni ri-

manessero
egli disse
:

e fallo questo

chiam
il

giovane
,

secondo

tuo parlare
lei

ami cru:

delissima donna

senza essere da

amato

e se io

ho bene
ti

le tue parole peraddletro notate,

siccome gi

fu caro

essere subielto ad

amore
saria
:

cos ora rarissi-

mo
me

partirti

da

lui del tutto

ti

la
ti

qual cosa fare

ottimo uficio
tu vedi
,

li

ho trovalo, quando
nuova
,

piaccia. Io, ro,

la

terra

ho cominciata
gl'iddi,

la

qtinle

producere

a fine

concedendolo

ho

proj>osto,

e conciossiccosnch sollecitudine mi siringa maggiore.

3oo
sieme col quale
lo

FILOCOLO
commettere
altrui
,

io questo affanno intendo di


il

e ina chi

dominio del luogo conceder


il

prender

se tu

vuogli prendere
,

la

sollecitudi-

ne tua converr esser molta


se,- le

e in molte cose e diver-

quali avendo
gli

la

vaga anima per forza abban,

doner

amorosi pensieri
j

e quelli abbandonando
,

metter in dimenticanza
te esser della infermit

e dimenticati

potrai dire
,

che

sostieni liberato

e fuori

delle
sii

mani

dell'

amore
do
a

della crudel
ti

donna

non

ti

noia se io edificatore
ti

faccio di

mura

e se gente

rozza e grossa
fatta

governare piuttosto che terra


,

con gente ordinata


si
,

la

quale

alla tua
ti

gran

virtii

conosco
reggere

converria

perocch se io

dessi

cjuelli

il

loro ordine e la loro mansuetudine


:

poco

affanno o niuno daria alla tua mente


pensieri ove dimori
,

e cos in quelli
staresti

in quelli perseverando

n mai liberato
nati e materiali

saresti

da amore.
ti
,

Ma

costoro inordiira
,

sovente

moveranno ad
ordine

la
ti

quale tu paziente sosterrai


sar materia di pensare

e la loro inordinatezza
gli possi

come a

recare;
ti

de' quali pensieri e di molti altri quello che gi


si ti

dis-

seguir
il

A
,

diverse infermit diversi impiastri

adopera

savio

medico

Prendi questo

alla

tua per

mio

consiglio

se desideri di sanare
il

Galeone udendo

sano consiglio
,

e conoscendo la

liberalit di Filocolo

e similmente
gli

il

perpetuo onore
gli

e utile che di ci che Filocolo


teva

profferea

po-

seguire

rispose

signor mio, a molto pi valosi

roso di

me
,

si

alto uficio
,

converria,
il

il

quale ancora^
alla

come

voi dite

ottimo rimedio

conosco

mia

in
i

fermit

e per in luogo di grazia singulare da voi

ricevo, apparecchiato a ogni riconoscenza che voi vor-

LIBRO QUINTO
tvte di tnnto

3oi

dono

Ih

dove

io insufficiente foM ,
,

qunnt' io posso divoto prego


di

g' iddi
,

chu in luogo

me
,

a1

mio

difetto suppliscano
,

e voi lungo
in meglio
il

tempo
aumen,

conservino in vitM

sempre

di

bene

land

Concessegli ndtin(|uc Filocolo


fece donare

luogo

e dei

suoi tesori gran parte gli

acciocch
|

U
e

cominciata opera potesse magnificamente aempiere


fatti
d<*l

convocare

tutti

e due

pacificati

popoli
,

quali

niiovo luogo doveano essere abitatori


,

a Galeone
lui
,

fece intera fedelt giurare

e promettere che egli

per signore e

per difenditore nvrebbono sempre


in
,

che

suoi
: i

comandamenti

niuno atto tnipasscrebsecondo


il

bono
del

quali se passassono

suo giudicio
j

pas.samento

sosterriano la punizione
,

e quelle

leggi che egli desse loro servericno

ed

essi

loro

discendenti. Cos similmente Galeone promise di servarli


,

e guardarli e governarli

come

cari fratelli

snbietti

da qualnncpie persona che ingiustamente ofgli

fendere

volesse
,

Allora Filocolo disse a Galeone


,

omai

edifica

e di bene in meglio la tua terra


:

la

quale tu chiamerai Calocipe, accrescerai


arnesi acconciare
,

fatti

suoi

ciascuno vietato che senza sua


,

licenza

chi e* fosse non manifestassero ad alcuno


,

in

abito di pellegrini montarono a cavallo


tati

e accomia.

da Galeone cavalcarono inverso

Uoma

Rimase
,

Galeone col rozzo popolo chiamato Calocipe


])rimo

il

comandamento
ul

fatto

da

lui alla

nuova gente
,

fa,

che da
essi

essi fossero tutte le

loro case disfatte

e che
future

dentro

cerchio

fatto

per
,

le

mura

dovessero le loro case apportare


:trp co' loro figliuoli e
<
'

e in quello abi,

con

le loro famiglie

di

che

li

fu ubbidito senza niunu indugio; fuccudo a di-

3o2

FILOeOLO
lagrimoso verno case
e
di bovino sterco
i

fensone de' solari raggi e del


di giunchi assai rozze di terra

mescolato murate. Questo

fatto, egli fece

profondi

fondamenti cavare

e di cotti mattoni fece bellissime

mura,

delle tjuali circu tutta la


,

nuova

terra

facendo
essa

a quella otto porti

e ciascuna di sopra

ad

una
fossi

fortissima e alta torre, e

dopo questo, ampissimi


,

aggiunse al circuito
tano
egli
le

Ella pareva gi terra


si

e di lon:

merlate

mura
le

potevano guardare
,

perch
gli

pensando che

mura senza uomini

uo-

mini senza arme ninna cosa a


valeano
,

resistenza de*

nemici

a ciascuno

uomo

all'

arme possente don


fatica
il

arme

mostrando loro con poca


le dovessero.

come

vestire

e usare

poi ripar

vecchio tempio
:

con gran divozione dedicandolo a Giove


sacerdoti ordin
lui al
,

e quivi

ammaestrati
:

a'sacrificii statuiti
i

per

sommo Giove

e similmente
,

guochi da Filosi

colo ordinati rinnov

e quelli

comand che

faces-

sono ciascuno anno, entrante il


ste cose cosi fatte, gli

sole nel suo leone.

Que-

piacque nella pi
,

alta parte della


il

sua terra edificare a s reale abituro


gnifico fece
,

quale

mail

e sopra esso
:

dimorando potea
per

tutto

suo popolo vedere

nella gran corte del quale aveva


,

ordinato di dar leggi al popolo

le quali essi

de-

bitamente vivessero.

gi

veggendo

a ciascuno avere

la rustica casa in bello

abituro tornato di pietre e di

mattoni
diritte e

cotti a simiglianza del

suo

e le rughe essere
volle loro

piene di popolo contento


,

dare

modo

di vestimenti

e.

diede
.

acciocch uomini e non


statu loro ferie,

selvagge fiere paressero


nelle quali
a' riposi
j

Similmente

cessare dalle fatiche


egli

dovessero

darsi
li-

ed

similmente a diversi sludi delle

LIBRO QUINTO
borali arti ne Jspose alcuni
,

3o3

e altri alle meccaniche

nel lungo spaziu volle che con ordine costoro aer-

rati

nd

picciol cerchio, sicuri la


tal

notte dormissero

contenti di

reggimento
la

e conoscenti che divenuti


di

erano uomini per

discrezione e sollecitudine
tali suhictti si

Galeone
tava
,

ed

egli

similmente di

conten-

vedendogli abili e disposti a qualunque cosa


.

che

egli voleva

Che pi
il

dir di lui

Egli in tale or,

dine e disposizione rec

luogo in pochi anni


le quali

che

le

mura ampliare
ne' futuri

si

convennero,

poi invidiate
sotto altro

tempi, miseramente caddero

duca
il

pellegrino Filocolo in pochi giorni


,

pervenne a
;

Roma

e in quella tacitamente entrarono

e siccome

a lui piacque, in

un grande

ostiere
,

smontarono vicino

agli antichi palagi di

Nerone

e quivi dimorarono al-

cun giorno senza


con Fileno e con

essere conosciuti.

Avvenne che an,

dando Filocolo insieme con Ascalione


gli altri in

e col duca e

pellegrina
,

forma veden-

do
ne

le mirabili

cose di
si

Roma

Mcnilio Affricano a Le,

lio slato fratello


,

scontr con loro

e vide Ascalio,

la

cui conoscenza non gli tolse l'abito pellegrino

ma

ricordandosi lui essere stato congiunto di stretta


I

amist con

elio

con
,

alta

voce chiamandolo disse:


la
?
,

o santo Ascalione

or privaci

tua snntith delle

lue

parole, perch peccatori siamo

Perch

largo passi

senza parlare
sceva,
si

Allora Ascalione
:

che bene lo conoil

volse, e disse

dolce amico, tutto


.

contrario

mi

faceva dubitare di parlarti

EUi
1'

s'

abbracciarono
si

quivi molte volte, e insieme gran festa

fecero, ripe-

tendo

tempi preteriti
,

ma

do|K>

amicheveli accoi

glienze

Mcnilio

domand

chi fossero

compagni,

al

3o4
amici
quali

FILOCOLO
:

quale Ascalione rispose


, i

questi sono

giovani miei
citt,

udendo

la

gran fama della vostra

con meco pellegrino pellegrinando vollero venire a


vederla
,

e gi qui dimoiali siamo pi giorni

omai

credo

ci

parlireno
1'

Disse allora Menilio

or conosco

che solo

amor
non
il

di Lelio
,

mio

fratello alla
lui tolto di

mia casa mezzo

ti

menava
mente

mio poich
.

alla

nostra CHsa disegni di venire


offeso

Oim come

tu grave-

m'

hai
.

essendo altrove dimorato in RoIo


ti

ma

che con meco

prego per quella fede che


e'

tu a Lelio portasti

che tu

tuoi
a

compagni ad

esser

meco vegnate

mentre in

Roma
,

dimorare avrete

cui Ascalione assai disdisse


,

pregandolo che di ci
a'

noi gravasse

conciofossecosach

compagni

forse

non piacea

perocch

le

donne

d' alcuni

erano con

esso loro: a cui Menilio disse: eie


le

donne

di loro

con

mie staranno

e voi con noi

Ascalione non poten,

dosi

da' preghi di Menilio difendere


,

con licenza di
,

Filocolo

quello che Menilio volle consentio

e tutti

insieme con Ciancoloree con Glorizia entrarono nel


gran palagio
,

peraddietro stato di Lelio


,

nel quale le

donne

dalle

donne

gli

uomini dagli uomini onotenendo Ascalio-

revolmente ricevuti furono.


Onorati cosi costoro da Menilio
,

ne

stato di
,

maggiore di

tutti

siccome a Filocolo piale passate


1'

cea
s'

egli in s

medesimo rimembrando
,

cose

incominci a dolere

veggendosi per
,

antica

ami-

cizia di

Lelio onorare do'fratelli

ed

egli

aveva avuto

paura
sente
,

di dar sepoltura al

morto amico essendovi pre.

avvegnach

tardi gli fosse noto

similmente
,

a Giulia pi benivolo

non
j

essersi

mostrato

e a Bianlei

cofiore nelle sue avversit

e le cose che gi di

ave-

LIBRO QUINTO
Ta
<1ette
,

3o5
,

per ritrarre Filocolo da tale amore


.

ora

gli

cominciarono a dolere

Egli fece a Filocolo vietare a

Glorzia cie in ninna maniera a Biancofiore

dovesse
,

narrare chi coloro fossero dove albergati erano


])cndo bene che essa
gli

sa-

conosceva

Ma

Filottolo alfratelli

cun giorno vedute


piaciute

le

magnilcenze de' due


,

cio di Menilio e di Quintilio


,

ed essendogli molto

e similmente
era fatto
;

1'

onore che ad Ascalione e

a loro
sposa
,

tutti

e quello che Clodia di Metiilio

siala peraddlelro di

Giulia sorella

e Tiberina
,

moglie di Quintilio facevano a biancofiore


rzia

e a Glogli

all'

altre

che con Biancotiore erano,


,

venne

voIontU di sapere chi costoro fossero

dimandonne
figliuolo,
,

Ascalione
sai tu

Come,
se'
,

disse Ascalione,

caro
Certo

non

dove tu
in

e in casa cui
,

disse Filoi

colo

Roma
si

so eh' io sono

e in casa di Menilio
il

ma
te

chi essi

siano

non
?

so

e s'io

sapessi a

che fare
:

ne dimanderei

io

Disse allora Ascalione


il

ora

sappi che di costoro fu fratello Lelio


cofiore
,

padre di Bian,

il

quale dal tuo padre fu ucciso


,

e quella

donna chiamata Clodia


onora ove
,

la

quale tanto Biancofiore

sorella carnale fu di Giulia sua

madre

Vedi

la fortuua ci

ha mandali

Io penso che senno sa,

rebbe ornai di qui partirei


se conosciuti

perocch di leggiero
,

fossimo da loro

potremmo

in questa
:

fine del nostro

cammino

ricevere

impedimento

ed

io

ho veduto

e molle volte udito nave correre lungo


,

piloggio con vento pros[)oro

e all'entrare del diman.

dato porlo romjKre miseramente

La fortuna

e'

in

molte cose

stata contraria

che sappiamo noi se an-

cora la sua ira verso noi {tassata? gione acciocch


1'

Da

fuggire la ca-

clTetto cessi.

Queste parole udendo

FILOCOLO T.

II.

ao

, ,

3o6
Filocolo
s

FILOCOLO
maravigli molto
zi
,

pensando

alla

grande

nobilt de'

di Biancofiore
,

e alla miseria in che la

fortuna
serva
,

l'

avea recata

ponendola nella sua casa come


;

e cos da molti reputata

e molto in s

medegli

simo

si

content

che donna di cosi nobil progenie

fosse dagl'iddii per

amante mandata, e poi per

isposa:

e con Ascalione delle iniquit del padre e della

mari-

dre verso di

lei

usate

si

duole

e pi che mai le bia-

sima e odiaj e poi con turbato \iso gravemente


prende
il

suo maestro rlducendogli a memoria ci che

peraddietro cconciamente della giovane avea parlalo

e dice

che meritamente

g' iddii

dovriano a costoro
ricevi

notificare chi tu se', acciocch


fossi

dove tu onore

come

hai servito guiderdonato. Poi con pi tem:

perato viso dice

veramente

io dubito

che conosciuti

non siamo

in questo luogo j perciocch costoro


,

hanno
in

sangue romano

s
.

non mettono mai


Se
eli e

l'

offese

oblio senza vendetta


sciuto io

io forse

da loro

fossi

conoio

non credo
sia
:

mi riguardassero perdi'

loro congiunto
lire

ma come mi
in

potr io anche par-

senza la loro pace, o almeno senza la loro cono,

scenza

la

quale io

niuna parte posso meglio che


le

qui trattare? Ascalione che tulle


tava
.

sue parole ascol,

n niente

si

turb per riprensione udita


s
gli
,

peroc-

ch gi debita compunzione per


presa della commessa colpa, cosi
tu e del
la
i

medesimo aveva
disse
:

Filocolo,

tuoi

compagni

siete giovani

e per diverse parti

mondo

sconosciuti andati siete pellegrinanti, per


vi

qual cosa alcuna persona non che


siete
, ;

riconosca

per quelli che


far lo
siate
.

per
fia

se

di qui partirti desideri

possiamo

chi saputo abbia chi voi vi


la

Se

la

conoscenza e

pace de' tuoi parenti de-

LIBRO QUINTO
sidcri
,

lo;
i

non prima da chiederla che


,

loro animi

si

conoscano

e per

taciti
,

dimoriamo

qui dimorali siamo

infinattanto clic
io possa a
;

come infino a mi parlino d' al-

cuna cosa
fatti

per

la

quale

ragionare de' tuoi

debitamente venire
parli a
,

o che

io eleggendo debito
altra

tempo ne

loro

o che alcun'
quale
il

via ci

si

prenda migliore

per
,

la
il

loro intendimento
,

possiamo conoscere

quale conosciuto
.

quello che
s*

operar deggiamo conosceremo


Filooolo
,

questo

accord

e lasciarono

il

lungo consiglio.
costoro per conoscere di loro

Dimorando adunque
operare
l' il

megliore, Filocolo solo e Menedonc dalpartirono

ostiere

si

un giorno
,

e soletti andavano le

bellezze di

Roma
1'

mirando
,

delle quali saziare


la

non

si

potevano di guardarle
coloro che fatte
gistero
:

lodando
,

magnanimit di
il

avevano fare

e de* facitori

matem

e cos

andando

per\'ennero al bellissimo
s'

pio

che del bel nome di colui

adoma che prima


peccatori
,
,

nel diserto

comand penitenza

a'

annun-

ziando

il

celeste

regno essere propinquo


,

e di Late-

rano nominato dal rabbioso Nerone


trato
,

e in quello en,

e rimirando di quello le gran bellezze

in

una

parte videro effigiata di colui la figura che fu dell'

universo salute

Questa

si

pose Filocolo per


,

ammi-

razione grandissima a riguardare

e qua! fosse la ca-

gione delle forate mani e de' piedi e del costalo pensar

non sapeva

perch sopra questo immaginando


.

dimorava sospeso

Nella

qual dimoranza stando


,

un uomo

antico

non troppo
,

e di bella apparenza

in iscienza spcrtissimo

il

cui
,

nome

secondoch' egli

poscia manifest
lissimi

era Ilario

disceso di parenti nobi-

da Atene, quivi con Dcllisano patrizio di Roma,

3o8

FILOCOLO
imperador Giustiniano venuto,

e figlinolo dell' inclito

e all'ordine de' cavalieri di


dia del bel luogo deputato
,

Dio
gli

scritto

forse a
,

guare vide

sopravvenne
:

Filocoo cos quella immagine riguardare

ma

avanti

che alcuna cosa

gli

dicesse

il

guard molto, e pareagli


affare
,

nello aspetto nobile e di

grande

perch con

reverenza

non conoscendolo,

cosi gli

cominci a par-

lare: o giovane, con molta ammirazione l'effigie del

creatore di tutte le cose riguardi

come

se

mai da

te

non

fosse stato
:

veduto

cui Filocolo graziosamente

rispose

senza dubbio, amico, ci che tu di' vero: e


io

perocch
ora
il

mai pi non
.

lo vidi

con ammirazione
,

guardava

E come pu

essere

disse Ilario

che

tu molte volte

non l'abbi veduto,


n quale

se de' servatorl
,

della sua legge se'? Certo, disse Filocolo


gi dissi pi vidi
,

lui

come

sia la

sua legge conosco

Adunque qual

legge servi tu, o cui adori, disse Ilario?

cui Filocolo rispose : la legge che


,

miei predeces-

sori servarono

e che ancora
^

popoli del paese ond'io


,

sono servano
gli
altri
,

io servo

e da noi adorato Giove

immortali
a* quali

iddii

posseditori delle celestiali

regioni

quante volte di loro abbiamo biso-

gno

tante volte accendiamo fuochi soprai loro altari


le

e diamo incensi, e

dimandate cose riceviamo. Dun?

que tu

idolatro se' della setta de' gentili

Cos sono

come tu di', rispose Filocolo. Ora ignori tu, dissellano che noi cotesta setta abbiamo degnamente in
,

odio

siccome

eretici e operatori delle cose spiacenti


.

a Dio?
Ilario
,

Non

lo ignoro, disse Filocolo

Dunque
'1

disse

come
sai

sicuro qui gentile vivi tra

popolo di
,

Dio

Non

tu che

come

voi a noi parate insidie

cosi a voi potrebbero essere

da noi parate

Ma

che

unno QUINTO
di questo per nulla
dell* niiimn
ti

309
alla

dimando
,

che chi

salute

non ha cura
non

come

da presumere che

egli di quella d<'l corjH) si deggia


la nostra legge

curare

PoichiS
il

tu

servi

non contaminare
.

nostro

tempio snero

escitene fuori

cui Filocolo disse" t

male pu servare persona


nota
:

la cosa

che mai non


,

li

fu

forse se io questa vostra legge udissi

o quello

eh' io dovessi credere

mi

fosse mostrato
,

jwria essere

che dannando

la

mia

seguirei questa

e con voi iaper udirla, se

sieme del popolo di Dio diventerei.

Cili

mai pi non
ti

la udisti,
,

non perderai,

disse Ilario: io la

mostrer

tutta

avvegnach a ben volerlati fare inin

tendere

mi converria distendere
ti

parole molte
.

le

quali dubito che

fossero
ti

tediose a udire
il

cui

Filocolo disse

non

sia

aiTanno
.

dire

che a
,

me

mai r
rio,

ascoltare
,

non rlucrescerh

Adunque

disse Ila-

sediamo
,

e colui che tu hai infno ad ora riguartutti


,

dato

il

quale di

beni donatore

e in cui pre-

senza noi dimoriamo


le

mi conceda che

fruttuose sieuo

mie parole

Posersi a sedere Filocolo

Menedone e

Ilario

In

mezzo
a'

di loro nel cospetto della reverenda


,

immagine,
mostr chi
senza prina lui
tanto

quali parlando Ilario con soave voce


il

fosse

creatore di tutte le cose

come

cipio era stato cosi ninna fine era da credere

dovere essere
fattore le

dopo questo loro dichiar


,

di

prime opere
bene e
sentir

cio

il

cielo e la terra,

con ci
sentia-

che

in essi di

di
si

bellezza

veggiamo o

mo, o vedere o
prima contro

pu. Egli mostr loro appresi

so la creazione de' belli spiriti,


al loro fattore esilio

quali non conoscenti


,

alzarono le ciglia

per
,

la

qual cosa eterno

meritarono de' beali regni

es-

3io
terra dato

FILOCOLO
l'

sendo loro per perpetua carcere


.

iiifirao

centro della
ristorazione

dopo questo narr come a


il

de' voti scanni

primo padre
e

colla sua sposa

furono

formati in

Eden

messi in paradiso j e
il

fu loro dalla divina voce


to
,

mal servato

come fatto comandamen-

il

trapassar del quale a loro e a' loro successori

guadagn morte e affanno. Piacquegli ancora di dire


quanto
il

principio della prima et fosse dalla seguen,

te variato

mostrando come
alti

loro digiuni le ghiande

solveano

e gli

pini davano piacevoli

ombre

come

correnti fiumi
,

davano

graziosi beveraggi agli

assetati

1'

erbe soavissimi sapori


gli

vestimenti contenti
la

coprieno, e

come semplici come ciascuno solo


',

sua contrada conoscea senza cercare

1'

altrui

come i terribili suoni delle battaglie tacevano e 1' armi non erano e 1' arte di quelle non si sapeva perch la terra il beveraggio dell' umano sangue non conosceva; seguendo, come a costoro a'quali si semplice
,

vita bastava

non bastarono
n
'1

gli ordini

della natura
,

la lussuria

vero loro Dio per adorare


nell' altra

ma

passando
tarono
l'

nell'

una e

cosa
,

termini meri-

ira del
,

sommo

fattore

per

la

quale

il

mon-

do

allag

riserbato solamente

da Dio un padre con


,

tre figliuoli e

con

le loro spose
,

perch erano

giusti

nella salutevole arca

coli' altre cose


.

necessarie alla

mondana
mente
scesi

restaurazione
1'

Appresso questo mostr loro


dell'

con aperta ragione


stata a galla
,

uscimento
'1

arca lontanadi-

nascimento del popolo


,

da

Sem Cam
,

e Jafet

l'

edificazioni

e della
1'

gran torre e

dell' altre citt fatte


il

da' rifiutanti

om-

bre degli alberi, e


nitore del suo

primo trovamento di Bacco scherle varie

primo gustatore, e

maniere di

LIBRO QUINTO
Testiuionii e de' loro colori
trui paesi
,

3ii

corcameati degli al-

e ({uali fossero

fedeli servalori dc'piacert


;

di Dio, e

({uali

da

(quelli

deviassero

n niuna notabil

cosa lasci a narrare che stala fosse inGno al


del

tempo
e le

primo patriarca
eih line
,

Qui

posto alla prima e alla se-

conda

della terza

cominci a parlare

cose state fatte da Abraam, e dal fratello e dal figliuolo

e dal nipote tutte disse

insieme con le vedute e


fratello

adite da loro .

contando del duodecimo


,

trenta danari dagli altri venduto


t
,

narr

le

sue avversialia sua glo-

e
:

1' '1

usci mento di quelle e

'1

sali

mento

ria

passamento del popolo di Dio in Egitto di,

dietro a lui

e quello che qui operasse


,

e quanto

di-

scendenti vi slessero

e sotto qual servit mostr a-

pcrto
colto,

infno alla nativit di colui


i

che

dell'

acque

ri-

da Dio

dieci

comandamenti della legge riceveo,


seguio quanti e quali fossero
,

da' quali quelle che noi oggi serviamo tutte ebbero


origine
i
:

e questo detto

segni fatti nella presenza del crudo principe

che
tene-

oltre al loro volere nella provincia d' Egitto gli

va racchiusi

tacque

come

sotto la sua guida, esso


il

popolo per dodici schiere passando


scissero di quello
la notte

rosso

mare

u-

con secco piede


'1

avendo per pedoto


,

una colonna di fuoco e


,

giorno una nuvola

e similemenle come seguiti

gli avversarii

nelle rosse
fosse la

acque rimasero

Mostr ancora quanta e qual


luogo, e come morto
il

vita loro nel diserto

primo le<

gista

sotto

il

governo di Josu n' entrarono in terra


,

di promissione

e quivi con quali popoli avessero le


:

gi cominciate battaglie

dicendo loro ancora eoa

quanta riverenza trovati


ca santa
j

fosse, servata e riportata l'ar-

come

lo sciolto

popolo

si

reggesse

e sotto

3ia
quali giudici
,

FILOCOLO
e
clii fra
,

loro con divina bocca parlasse,


elli

e di

che dicesse

come
la

desiderassero re e fosse
.

loro dato narr infno a Davit

Qui

alla terza

eth

pose fine e cominci


vit e le

quarta

le avversit di
,

Da-

sue opere tutte narrando

dicendo

all' altre

principali

come Micol
,

acquistasse

e quello die per

Bersabea operasse
risse e

n tacque d' Assalone come

moegli
,

perch

n della mirabile forza di Sansone, n

dell' alta scienza di

Salomone

mostrando come

a Dio

il

gran tempio di Gerusalem avea edificato


1'

con questa

altre sue operazioni tutte

e per conseprincipi suc-

guente de' suoi discendenti e degli


cessori disse ci

altri

che

stato n' era

e che operato avea,

no

e de' profeti stati in loro tempi

perfino alla tra-

smigrazione di Babilonia pervenne


et

Quivi

la quinta

cominci, della quale a dire niuna cosa lasci no,

tabile

infino alle gloriose opere de'Maccabei, le quali


.

furono non poco da commendare


egli tutte queste cose del

con tutto che

popolo di Dio narrasse, non


fatte

mise

egli in oblio

per

le notabili cose state


,

per

gli altri di fuori

da quello

ma

pe' suoi tempi ogni

cosa narr
sceso Belo

Egli mostr

come

di
,

Nembrot
il

fosse di-

primo

re degli Assiri

cui figliuolo Ni-

no *era
mini
,

stato

primo

travalicatore de' patrimoniali ter-

con

mano armata

soggiogandosi
fatto
,

1'

oriente

disse ci

che Semiramis aveva gi

e degli altri e

ancora successori ci che vi fu notabile


trentotto re
1'

come per
reame era
i

uno succedente

all'

altro
il

il

pervenuto a
gli
i

mano

di Sardanapalo,
,

quale

bagni e

ordinamenti delle camere


,

il

dilicato

dormire e

piacevoli cibi trov

al

quale Ciro re di Persia tolse

il

regno

e slmilmente a Baldasar Nabucodnosor re

LIBRO QUINTO
di Babilonia successore
,

3i3
a dire

iiuicme con Dnro re de' Meriuiase


:

di, e a'
il il

Medi soggiugato
re

n lasci
,

che

regno de' Medi cominci soUo Arbatu

e Arbaio fu

primo

e dupo

il

souimore

{K>rvuniie
,

ad Alessan-

dro; e similmente quello de' Persi


principio e Dariu (ine, ira l'uno e
dici re,
il il

del (|uaie Ciro fa


1'

nitro avuti

nn-

quale Alessandro disceso da' Greci re,

de' quali

primo fu Saturno cacciato da Giove; e


,

mostr loro ancora da costui

lasciante
il

Tolomeo
de{;i

quello per eredith, essere ricominciato


Kgizii
de'
,

regno

finito poi nel


il

tempo

di Cleopatra per la furxa


:

Uomnni che
il

soggiogarono
,

e narr

come

de^li

Argivi

primo

re fu Inaco

e de' Lacedemoni Foroa'

nco

primi donatori di legge


a

suoi [lopoli

e nondi-

meno mostr
cata
,

che tempo
i

1'

antica

Tebe

s'

era edifi:

e chi fossero

suoi re, e sotto cui distrutta

similmente della gran Troia, e de' suoi

reali e della

sua distruzione disse: n mise in oblio di narrare Giano


essere d' Italia stato
il

primo
la

re

Romolo

de'

Ro;

mani

contando di quella

nobile edificazione
;

disse d' Agialeo stato

prima re de' Sicioni

e molte
del ginerrori di
agi' idoli

altre cose recit laudevoli intorno a quelle

daico popolo

mostrando ancora
,

diversi

molti erranti e non sapienti


sacrificare
s'

che come

era pervenuto dagli antichi, abbandonata


.

la diritta via
assai detto
,

Ma

parendogli delle vecchie cose avere


:

quelle lasciando disse

giovani

ci che

davanti detto

avemo poco

a quello che dire inten,

diamo, e necessario di sapere

ma

vuoisi credere,

ed
;

introduci mento a ci che dire vi credo appresso

per ascoltate, e con diligenza notate

le

mie parole
,

Quanto

sia stato nelle

cinque

passate

io

credo

3i4

FILOCOLO
disse Ilario; ora alla

con aperta ragione aver mostrato,

sesta piena di grazia, nella quale dimoriamo, con pi

lento passo ci convien procedere, e dicovi cosi.

Come

voi poteste nel principio del

mio

il

parlare comprencreatore di tutte le


il

dere
cose
le

se

bene

ascoltaste

uno

a cui principio
s dipartite le

non fu n

fine sar mai,


,

qua-

da

superbe creature
i

volle di nobile
1'

generazione riempiere
al

voti luoghi

e cre

uomo,

quale morte annunzi se il mandato passasse, com'io

vi dissi:

ma

quegli, vinta la sua sposa dalle false sod,

duzloni dell' eterno nemico


s
j

piacendo a

lei il

trapas-

perch cacciato con

lei

insieme del grazioso luo-

go

agli affannosi coltivamenti della terra


,

venne

mori
tutti

e noi siccome suoi successori corporalmente


.

moiamo Ma perocch
alla

le nostre

anime
a'

fatte

da

Dio

sua imagine

tutte
,

andavano

dolenti re-

gni de' malvagi angeli


col corpo vivuta
rito
,

non

tanto giustamente fosse

n ninna era possibile per suo me-

a risalire col

donde peccando era caduta

il

creatore di quelle per sua propria benignit verso noi

divenne pietoso, e nel principio di questa


te Ottaviano

et,

regnanin pace

Augusto

e tenendo

il

mondo
s'
il

quieta
in

il

suo unico figliuolo volle che


di real progenie discesa
,

incarnasse

una vergine

cui
di
;

nome

fu ed Maria

alla

quale in Nazaret
la fece

citt

Giudea
dispose,

per convenevole
essa rassicurata
,

modo

annunziare

dal quale

al volere del

suo signore
,

si

dicendo

ecco
:

1*

ancilla del signore

sia
,

me secondo

la sua parola

la

qual risposta
,

fatta

e operante la

virt del santo Spirito

1'

unico figliuolo di Dio fu

incarnato

Alla quale incarnazione ninna naturale


,

operazione fu mescolata

n opportuna se ben

si

LlBnOQUIOTO
^onnln
.

3i5
come JuUo
v'Ito

Fu nJunque

la iiiranuiziune
il

del igliuolu di Dio

quale

\m

glorioAO

nacque,

acciocch poi passione e morie sostenendo le nostre


colpe lavasse
gloria
,

e facessene possibili a salire a quella


,

donde ne cacci

disubbidendo

il

primo pa-

dre

Non che Dio non

avesse con la sua parola sola

potutone perdonare e
potuto
,

rifarci

degni

che bene avrU


s'

perocch nella sua potenza ogni cosa

in-

chiude

ma

egli

fece questo acciocch


,

pii
,

aperta-

mente

la

benivolenzn
,

la

quale ha continua

verso di

noi ne dimostrasse

e acciocch noi pi pronti a' suoi


,

servigi ci disponessimo

veggendone tanto dono con-

ceduto senza averlo servito


incarnaio adunque costui
,

ma

piuttosto disservilo
delia

le leggi

presa carne
f'

seguendo

nove mesi nel ventre della Vergine

di,

mora

la ({uale

venendo con Giuseppe suo sposo


,

uomo
1'

di

lunghissima eth
la

(il quale

abbandonare
,

avea voluta per

non conosciuta pregnczza

se

V ammonizione

dell' angiolo

non

fosse stata )

da Nadieci

zaret In Beltelem a pagare


piccioli valeva detta

una moneta che

danaro
,

siccome Olloviano avea


il

mandato comandando
sudditi sapesse
,

acciocch

numero un

de' suoi
il

menando un bue
1'

asino seco;

bue

per vendere acciocch le spese sostentasse del


nfl'anno del

parto, e l'asino per alleviare

cammino ;
,

sentendo

la
,

Vergine del tempo del partorire

cosi

andando
i

una

grotta la quale

lungo

la via era,

dove
per
,

viandanti solcano talvolta loro bestie legare


1'

fuggir

acqua o
i

caldi o per riposo

entrarono

pe-

rocch per

molti andanti ogni casa era presa. Quivi


la notte si

poveramente

riposarono

la

quale gih mesdiletto

za passala, la Vergine, cosi

come con

camaie

3i6

FILOCOLO
,

non aveva conceputo


il

cosi senza alcuna doglia spuose


il

suo santo portato


il

quale acciocch dal freddo

che era grande

guardasse, povera di panni, nel fie-

no che davanti
che deono fare
scendo
il

al

bue e

all'
,

asino era lo involse

gli

uomini

che quelle bestie conos'


'1

salvatore del

mondo

inginocchiarono,

quella reverenza facendogli che

poco loro conos'

scimento amministrava ? In quell' ora

udirono l'an-

geliche voci degli angioli al cielo cantando

Gloria
si

m excelsis Deo
poi in quell' ora
quella notte
il

con quanto di quello inno


videro per lo
citt
.

legge:
cose,
egli
,

si

mondo mirabili
il

e massimamente in questa

Ora non rovin


,

gran tempio della Pace

quale
,

se-

condo

a'

Romani dimandanti

fu risposto
?

doveva

tanto durare che la vergine partorisse

Perch im-

maginando mai non dover partorire


della porta di quello scrissero
,

nella

sommit

il

tempio della Pace


fu poi edificato

eterno

e sopra le rovinate

mura
da

un
de'

altro salutifero

tempio

colei

nominato che
re
.

vergine

partor

Non
,

1'

imagine di Romolo
si

Romani cadde
fatte
a'

e tutta

disfece

Certo

r imagini
vincie nel

a dimostrazione delle lontane Prosi


.

Romani suddite tutte mondo alcuno idolo intero

ruppono

n rest

Quella notte oscuris-

sima divenne chiara come un bel giorno,* e una


fonte d' acqua viva in liquor d' olio in questa citt
si

convert
al
il

e olio corse tutto quel glorioso giorno infino


.

Tevere

apparve a
,

tre re orientali

stanti

sopra

vittoriale
,

monte

quel giorno una

stella

chiarissi-

ma

nella quale videro


,

un

fanciullo piccolo con


il

una

croce in testa
sero
.

e parl loro che in Giudea


,

cercas-

quel giorno medesimo

avvegnach alcuni

LIBRO QUINTO
dicono rhc prima apparissono
tre soli
,

3i7
in oriente

apparvero furono
,

quali poich veduti

in

un corpo

tutti e tre

ritornarono, per
si

quali assai aperto l'es-

senza della Trinith

manifest.

certo Ottaviano

Augusto

volle da'

Romani
i

essere adorato
della savia
il

per iddio
Sibilla

ma

egli

discreto
la

consigli

do-

nando;

quale venuta a lui

giorno di questa na-

tivit gloriosa, egli disse:

vedi se di

me

dee niuno na-

scere maggiore

o se

io

per iddio a'Romani mi lascio

adorare

La quale

nella sua
il

camera dimorando,
gli
,

in

cerchio d' oro contro

sole apparito

mostr
la

una vergine con un fanciullo


egli

in braccio
s'
:

quale

con maraviglia riguardando


cocli
;

ud dire

hcec est

jira

n vide chi lo dicesse

a cui poi la Sibil,

la disse

quegli maggiore di te
gli offerse

e lui adora
,

le

quali parole udite egli


a'

incenso

e in tutto

Romani

rinunzi d' essere adorato per iddio, pesi

rocch mortale e indegno di ci


questo medesimo giorno apparve
tutta la terra circu
,

sentiva

io

un

cerchio
iri ;

il

quale

fatto a

modo che
il

e le vigne

d' Engnddi le quali

proflcrano

balsamo fiorirono
;

quella uotte

e dierono frutto e liquore


si

e pochi di
i

avanti questo

trov, che arando alcuno con buoi,

buoi dissero,

gli

uomini mauclieranno, e
i

le

biade au-

menteranno
guardavano
annunziato

Similmente

pastori

che in quella notte

le loro bestie,
il

essendo loro dagli nugfli


,

nascimento del garzone

andando

in

quella parte

trovarono vero ci che loro era stalo


si

detto, e adoraronlo. In quella notte similmente

tro*

va

che quanti sodomiti erano

tanti

ne furono

stnitli,

avendo Dio quel peccato


in fastidio
:

oltre agli altri

meritamente

o dicesi

che vedendo Dio quel vizio con-

3>g
tra

FILOCOLO
di

natura nella

non rimase
molte
altre

umana operarsi per poco non incarnarsi. Dunque tante cose e


natura
, ,

che avvennero

che a contare troppo saria


il

lungo, mostrarono bene che


tore del
:

creatore e

il

salvavi

che
cose

tanto

mondo era nato e se forse uomo in s strema povert


.

mirabile
nascesse
,

pare

la ca-

gione vi tragga di maraviglia


,

Egli signore di tutte le

credibile che se voluto avesse poteva ne' gran


tra

palagi
scere e

molli panni

nelle infinite dilicatezze na,

aver

molte balie

ma

acciocch
,

1'

umilt

mostrasse a

tutti

dovere esser cara


,

cos

bassamente
,

cerc di nascere

e per molte altre cagioni

le

quali

con pi disteso

stile

ancora
,

vi

mostrer,

il

fece.

Nato

adunque

cosi costui
,

fu nell' ottavo giorno della sua


la

nativit circonciso

secondo

giudaica legge

tre
il

re d' oriente con doni seguendo la veduta stella

vennero a
di quella

visitare

e giunti in Gerusalera di lui,


,

Erode

re

dimandarono

il

quale non conoscenil

dolo

e di lui dubitando

perocch udito aveva


,

re

de' Giudei dover nascere

disse
,

e'non qui, andate


acciocch' io
i
,

e trovatelo

e da

me

tornerete

da voi

sapendo ove

egli sia,

vada e adorilo:
,

quali usciti da

Gerusalem
varono
mirra
:
,

e riveduta la stella
,

in Bettelem lo tro-

e adoraronlo

e gli offersero

oro incenso e
angelo
,

ammoniti nel loro sonno


tornarono

dall'
.

per

altra via nelle loro regioni

Il
,

quarantesie dal vec-

mo

giorno venuto fu offerto al tempio


,

chio Simeone
allora ch'egli

la

sua venuta aspettante


,

fu ricevuto
etc.

incominci

JYunc dimitlis

Erode
tutti

poi veggendosi da' tre re schernito,


i

comand che
:

garzonetti di

Giudea

gli fossero presentati

ma Giu-

seppe ammonito da divina ammonizione, col fanciul-

LIBRO QUINTO
lo e colla

3 19
presi
il
,

madre

fuggi in Egitto;

gli altri

da

Erode furono

uccisi,
.

credendo

tra quelli

avere
,

nato

fanciullo roorto
egli
gii

Ma

in processo di
,

tempo

essendo
co' dot,

ne' dodici anni

nel tempio di

Dio

tori della giudaica legge

disput leggendo quella

poi vita

umana veramente
:

senza {seccare iofino al


,

trentesimo anno serv


deserto
,

il

quale venuto
,

andato nel

ove Giovanni era

e da lui

prima prese bat-

tesimo

e quello porche era venuto cominci a

movia

strare nelle sue predicazioni, eleggendosi dodici disce>

poli

quali

come

fratelli
,

am

e loro la diritta
essi
,

del regno suo mostr

la

quale

siccome

le loro

opere manifestano

conobbero bene, e seguironlo.


figliuolo di

avendo gi cominciato questo


strare

Dio a mo,

com' era vero Dio e vero uomo Cana


,

convitato

alle nozze di

il

vino mancandovi

di

pura e
falla
la
,

vera acqua fece bonissimo vino tornare.

quadragesima
cominci

e vinte le tentazioni dell' antico oste


,

a predicare alle turbe


,

a sanare grinfcrroi,
i

a liberare g' indemoniali

mondare
i

lebbrosi
,

dirizzare gli attratti

a guarire
,

parlelici
i

e qualun,

que

altra

infermit

e a risuscitare
.

morti

per

le
li-

quali cose da molti era seguito

Egli similmente
,

ber una femmina presa in adulterio


terra a' Farisei
,

scrvendo in
la

quale di voi senza peccato pigli

prima
pesci

pietra, e diale. Egli pasco di

cinque pani e due


fanciulli

cinquemila uomini
,

femmine e

senza fine

e avanzonne dodici sporte.

E
,

ad una Sale

maritana

cercando bere ad una fonte


,

narr

pi

segrete sue cose


citth

perdi' ella questo manifestato nella


il

con molli

seguit
,

Egli a' preghi delle care


nella

sorelle suscit

Lazzaro

stato gi quattro giorni

320
sepoltura j e

FILOGOLO
mangiando con Simon Fariseo,
,

alla
,

donquale

na di Macdalo

lungamente

stata peccatrice
i

la

colle lagrime gli aveva lavati


pelli
,

piedi
,

e asciutti co'cai

e unti col prezioso unguento


,

perdon
.

molti

peccati

dicendo

va', e

non peccar pi

Egli simil-

mente san un povero, lungo tempo


per lavarsi nella commossa acqua
:

stato alla piscina

ma
,

poi

per

le

molte cose da'Giudei invidiato


re
,

fu cercato di lapida-

la cai ira egli la

prima

volta fugg

ma
di

poi con

onore grandissimo, sedendo sopra un' asina, essendogli tutta

Gerusalem con rami


,

d' ulivo e

palma

con canti uscita incontro


tale

rientr in quella, ove

poco

onore

gli

dur

Ma

egli gi
,

conoscendo

il

tempo
,

della sua passione esser vicino

cen co' discepoli

loro

come
:

egli

doveva esser tradito da uno di loro


la

nunzio
in

dopo

qual cena, lavati a

tutti

piedi,

and

uno giardino
j

fuori della citt a orare con alcuni di


il

quelli

ma
,

colui che

tradimento aveva ordinato


tra-

venuto quivi co' sergenti del principe de' Farisei ,

dendolo

con gran remore e furore come un ladro;

ne fu preso
era che
il

ma
:

se egli avesse voluto fuggire

niuno

tenesse,

quando

tramortiti caddero tutti nel

suo cospetto

ma
,

egli sollecito alla nostra


le

redenzione
,

stando fermo

rendute loro

prime forze

si
?

lasci

pigliare: e volete udire pi benignit di lui

Avendo
ta-

Simon
gliato

Pietro

uno

de' suoi discepoli


1'

il

quale egli
,

capo degli
1'

altri

e suo vicario

aveva ordinato

orecchia a
il

uno

de' servi del principe,


,

am mocostui
il

nendolo che

coltello riponesse

1'

orecchia san al

magagnato

Fu adunque
e d'
,

cosi preso e

menato

nel cospetto di Calfas

Anna

quali a Pilato

mandarono

di lui

porgendo

false

accuse

siccome

LIBRO QUINTO
quelli

3i
,

che per iavidia


se
egli

la

sua morte cercavano


il

pen-

saiidu che

vivesse tutto

loro popolo trar,

rebbe

alla vera
.

lede da lui predicata


,

e essi riinarli

rieno senza

Pilato
,

il

quale quivi per


legato
il
il

Roma:

ni era preside

infino alla mattina


,

tenne
a

la

manina

udendo eh' era Galileo


il

mand

Erode

desideroso di vederlo,
il

quale poi a Pilato vedutolo

rimand

e stato lungamente suo nemico, per que.

sto

suo amico divenne


il

Pilato
,

non trovando

in lui allo

cuna colpa

volea lasciare

ma

il

grande popolo

spaventava, ond'egli fattolo flagellare duramente, cre-

dendo che
gridando

ci bastasse

il

volle loro rendere


il

quali
,

la

sua morte

a quella
il

condussero
,

e ia

croce in mezzo di due ladroni

crocilssero

scher-

nendolo

e dandogli

V aceto

e fiele

a bere con

una

spugna

sopra la quale egli mori

Quello che morentrem


la terra forsi

do costui avvenne
tissimamente
'

ascoltatelo. Egli

le pietre
:

senza esser tocche

spezza-

rono in molte parti


si

il
i

velo del tempio di

Salomone

divise per

mezzo
:

monumenti

s'aprirono, e molti

corpi risuscitarono

il

sole oscur essendo la luna in

quintadecima

e tutta la terra universalmente sostenne


:

i tenebro per pi ore

le quali cose

Diouisio veggendo
,

essendo in Atene
.

e della vostra setta


,

disse

il

si-

guorc della natura sostiene ingiuria


peclr
lancia
.

o tutto

il

mondo

E Longino

cicco cavaliere ferendo con la sua

il

santo costato, di quello senti sangue e acqua

venire giuso per la lancia, perch agli occhi ponendoselo riebbe la vista
.

11

Centurione stato avanti degli


,

schernitori

vedendo queste cose

confess lui vera-

mente

essere stato figliuolo di


si

Dio

Dunque dove
2
I

tali

e tante cose

videro,

ben

si

pu credere colui

figliuolo

FILOCOLO T. IL

32a
di

FILOCOLO
,

Dio
,

e redentore di noi essere stato.


il

Venuto

il

ve-

spero

fu

beato corpo disposto della croce da Nic,

codemo e da Giosef di Arimatla e con odorifere cose involto in un mondo lenzuolo, fu posto in una
sepultura nuova
,

la
,

quale da armate guardie e sugacciocch


i

gellala fu guardata
lutti

suoi discepoli,
,

quali

abbandonato

1'

aveano quando fu preso

non ve-

nissero, e furasserlo, e poi dicessero, risuscitato .


la santa

Ma
cosi

anima

si tosto

come
,

il

corpo abbandon

discese alla eterna prigione

e rotte le porte della po,

tenza

dell' antico avversario

trasse

santi padri
:

quali in lui venturo debitamente credettero


la celestlal porta
,

e aperta
serrata
,

infino a quel

tempo
.

stata
al

nella gloria del suo padre gli mise

Poi

terzo d ri-

tornando
t
,

al

vero corpo, con quello veramente risusci-

e pi volte apparve e a' suoi discepoli e ad al.

trui
i

dopo

il

quarantesimo giorno

vedendolo
ne

tutti
sal
i

suoi discepoli e la sua

madre

, al

cielo se

facendo loro annunziare che ancora


vivi e' morti ritornar dovea.

a giudicare
il

dopo

decimo
,

gior-

no

tutti del

Santo Spirito

g'

Infiamm

per lo quale

ogni scienza e ogni locuzione di qualunque gente fu


loro manifesta
,

e predicando

la santa
.

legge tutti per

diverse parti del

mondo
,

n'

andarono

Ora

disse Ilario
,

avete udito quello che noi cre-

diamo e adoriamo

e la cui legge serviamo. Udito


,

avete la cagione della sua incarnazione

alla

quale n

per angelo n per altra creatura

si

potea supplire se

non per questa. Udito avete


fosse
,

la gloriosa nativit

come
,

e la concezione

Udito

avete la virtuosa
,

lau-

devole e miracolosa vita di lui


rosa fine
,

1'

affannosa e vitupe-

e la cruda

morte eh'

egli

per noi sostenne,

e similmente

1'

LIBRO QUINTO ampia redenzione U


;
,

3a3
vittoriosa resur-

rezione, e la mirabile apparizione, e la gloriosa ascen-

sione vi

ho mostrato

e ultimamente
,

la

donazione
il

graziosa del Santo Spirito

e nunzato v'
,

ho

futuro

giudicio

le

quali cose se ben pensate

vero Dio e

vero

uomo

incarnato, nato e vivuto e passo e morto


il

e risuscitato essere

conoscerete.

vi si

occulter

ne' vostri pensieri quanto la sua infinita piet sia stata

verso di noi,

il

quale per

la nostra salute dio' s

me>

dcsimo.

Gran

cosa
,

quando un servo uno amico per V


'1

yter la libera-

zione del signore

o
,

1'

altro

o l'uno
,

per

1'

altro fratello

padre per lo figliuolo

il

figliuolo per Io

padre prende morte,

ma quanto mag-

giore

il

signore j^er lo servo

liberare vituperosa pi,

gliarla

Noi

servi del peccato

tanto perfettamente
1*

da

lui

fummo

amati, che egli non disdegn

altezza
,

de' suoi regni

abbandonare per
si

pigliar carne

umana
vi

acciocch possibile

facesse a
.

patire

e a pigliar

morte per nostra redenzione


la terrena cupidit
,

Adunque non
le vostre false
,

vinca

alla

quale

e abomicacciate

nevoli leggi sono pi atte che la nostra

ma

da voi

giuochi dello ingannevole nimico delle vostre

anime
sentate

e nuovi davanti a Dio vostro creatore vi pre.

Ascoltarono con gran maraviglia Filocolo e

Me-

nedone

le dette cose

da

Ilario, e quelle

notarono, pa-

rendo loro siccome erano grandissime; e visitando poi


Ilario

pi volte

ogni

fiata ridir se

ne facevano parte,
essi

n niuna cosa rimasa decisa fu che


ridir

distesamente

non
si

si

facessero

tutte

facevano narrare
Ilario in

come e quando e dove di Le quali udite tutte Filo,

colo

dimand

che

la

credenza perfetta di

3^4
chi salvar
ci cosi
:

FILOCOLO
si

voloa

si

rislrlgnesse

A cui

Ilario
,

comin-

noi prima fedelmente crediamo


,

e sempli-

cemente confessiamo un solo Dio eterno


tabile e vero
,

incommu.

in cui ogni potenza

dimora Crediamo
,

lui incomprensibile e ineftabile

Padre

Figliuolo e

Spirito Santo

tre

persone In una essenza e in una


il

sustanza, ovvero natura semplice: e noi crediamo

Padre da ninno creato


lo Spirito Santo
dfi

il

Figliuolo dal Padre solo, e


,

ciascuno procedere

n mai eb.

bero principio

e cos sempre

saranno senza fine


principio
,

Crediamo
Crediamo

lui di tutte le cose


,

e creatore

delle visibili e invisibili

delle spirituali e corporali

lui dal principio aver


,

creato di niente la
cio
1'

spirituale e la corporale creatura


la

angelica e

mondana

e appresso
.

1'

umana

quasi

comune
all'

di

spirito e di

corpo

Crediamo che questa


profetato
1'

santa e in-

dividua Trinit

al

tempo

desse

umana
da
coope-

generazione salute, e
tutta la Trinit

unigenito Figiinol di Dio,


della Vergine
,

comunemente

rante

il

Santo Spirito, fu
di corpo
.

fatto vero

uomo

di razionale

anima e

composto, avendo una persona in


la verit,

due nature

Egli veramente ne mostr

con-

ciofossecosach secondo la divinit immortale e Impassibile fosse


,

secondo

l'

umanit

si

fece passibile e

mortale

11

quale ancora per

la salute dell'
il

umana

generazione crediamo che sopra

legno della croce

sostenesse passione, e fosse morto, e discendesse all'in-

ferno

e risuscitasse da morte e salisse al cielo


egli discendesse In

Cre,

diamo veramente che


suscitasse in carne
,

anima

ri-

e salisse al cielo

parimente con

ciascuna.

Crediamo che
i

nella fine del secolo egli ver,

r a .giudicare

vivi

''

r^n^'^

e a rendere a ciascuno

LIBRO QUINTO
secondo
le

3a5
,

sue opere !)uoue o ree clic stnte sicno

cos a' malvagi


prii loro

come

a'

buoni

quali tutti co' pro


,

corpi che ora portano risurgeranno

ac-

ciorchi>

come avranno
pena eterna
,

meritato ricevano, quelli con


questi con

Fiuto

in
.

Giove

in gloria

sem-

piterna

Odiamo
f

ancora de' fedeli

una essere l'uni-

versale chiesa
si
il

fuori della quale niuno

crediamo che

salvi

nella quale esso Iddio sacerdote e sacrifcio,

cui

corpo e sangue nel sagramenlo dell'altare,

sotto spezie di

pone e di vino veramente


il

si

contiene

transustnnziali

pane

in

corpo e

il

vino in sangue
il

per divina potenza, acciocch a compiere


ro dell' unitii togliamo del suo quello
nostro tolse: e questo sagramento niuno

ministeegli

che

del

pu

fare, se

non quel sacerdote che


secondo
stoli

sarU dirittamente
,

ordinato

le chiavi della chiesa

le quali egli agli

apo-

concedette, e loro successori.


al

Crediamo
,

simil-

mente

sagramento dal battesimo

il

quale ad invo-

cazione della individua Trint?i, cio Padre Figliuolo


e Sprito Santo
si
,

consacra ncU' ac(jua


egli
;

cos a' piccoli


la

come
vuto

a'

grandi

da chiunque

secondo
il

forma

della chiesa dato giova a salute


,

dopo
,

quale rice-

s'

alcuno cadesse in peccato

crediamo che
;

sempre per vera penitenza pu tornare a Dio


solamente
gati
i

e non

vergini e continenti

ma
,

ancora

congio-

per

diritta

fede piacenti n Dio


.

crediamo potere
cosi a te

ad eterna boaliiudne pervenire

e a quaparteri|>e

lunque

altro

che
,

di

quella vuole

essere

convien crrdcre
alcuni
cose
,

dannando ogni
,

altra

opinione che

altri

avessero avuta

e avessero delle predette


.

siccome

eretici e contrarii alla diritta fe<le

Grandissime cose e

roirabil

credenza ne conta

il

326
tuo parlare
,

FILOCOLO
disse Filocolo

a Ilario

le quali
,

tanto

piene d' ordine e di santit e di virt veggio


desidero con puro

che gi
senza

animo

d' essere de' tuoi


,

ma

fallo esser voglio co'

miei compagni

co' quali riferir


,

voglio

1'

udite cose: ninna cosa farei

ancora che
.

fa-

cendola senza loro conosco saria


rio disse
:

ben

fatto

cui Ila,

giovane, confortati nelle

mie parole

e con

teco

tuoi

compagni

vi conforta

e fuggendo le tenevi tiene, venite alla


,

bre nelle quali colui cui voi orate


vera luce da cui ogni

vostra e nostra salute s

lume procede e a chi per la medesimo diede ad obbrooscura caligine dalle vostre

briosissima morte

Correte al santo fonte del vero lal'

vacro

il

quale lavando

menti

vi lascer conoscere

Dio

il

quale

l'

orazione
.

de' peccatori esaudisce nel


tra'

tempo opportuno

Assai

miseri miserabile colui che


,

pu

uscire d' ango-

scia e entrare in festa

se in quella

pure miseramente

dimora

Venitevi adunque e lavatevi nel santo fonte,


,

e di quelle tre virt nobilissime


Carit vi rivestite
,

Fede Speranza e

senza le quali ninno

pu

piacere a

Dio e
,

cos chi le veste impossibile

che gli eterni


al

regni

li

sieno serrati
tutti
i

Dunque

v' lecito venire


,

donatore di

beni a servire
.

e la prigione eterna

fuggite mentre potete


rit

N vi

faccia vili la poca auto-

che forse io confortante

vi

mostro
,

che

le parole

da

me

dette a voi

non sono mie

anzi furono dei


,

quattro scrittori delle sante opere del nostro fattore

de' quali ciascuno testimonia quello che parlato n'hoj

e con loro insieme moki


fossono pi e diversi
,

altri

quali avvegnach
dittatore
^

uno

solo fu

il

cio

'1

Santo Spirito,

la cui grazia

discenda sopra voi, e vi di-

mori sempre

UBRO QUINTO
Partironsl
rio sopra
fra loro

Ja;
eia

adunque Filocolo e Mencdonc


,

Ila-

r udite cose mollo pensosi


,

ripetendole

pi volte
:

quanto pi
essi in loro

le

ripetevano tanto pi

piacevano

perch

deliberarono del tutto

di volere alla santa legge passare, e di narrarla a' coni-

pagai proposero: e accesi del celestiale amore

tor-

narono

lieti al

loro ostiere
gli altri

dove

essi

il

duca e Parme,

nione e Fileno e

trovarono aspettargli

mara*

vigliandosi di loro lunga

dimora

cosi soli

co' quali

poich Filocolo fu alquanto dimorato, non poten-

do pi dentro tenere
tutti in

1'

accesa

fiamma

chiamatigli

una segreta camera,


a

cosi loro

cominci a par-

lare.

Cari compagni e amici


in varii accidenti

me pi

che

la vita cari

nuove generazioni
certo

di parlari

addu-

cono, e per
assai di ci

io

soa
al

che voi

vi maraviglierele
:

che

presente ragionar vi credo


,

ma
il

pe-

rocch da nuova fiamma sono costretto

e secondo

U
voi

mio

giudizio

il

debbo

fare

non tacer ci che


.

cuo-

re in

bene di voi e mio conosce

Noi

siccome

sapete,
il

non siamo guari lontani


anno
si

al

giorno nel quale

terzo

compier

che voi per amor di

me

seguendomi

lasciaste

siccome io
solo

le case vostre, e in

mia compagnia non un


corsi
,

ma

molti pericoli avete e fedele ami-

pe' quali io

ho

la vostra costanza
,

cizia conosciuta e

conosco perfetta

e senza fine ve sieno state


e
'1

ne sono tenuto

Ma comech V

avversit
la

molle

prima da Dio e poi da voi


:

vita
si

mio
,

disio riconosco

per le quali cose

mi

manifesta

che

se io a

ciascuno di voi donassi un regno , quale


la

quello ond' io

corona attendo

non debitamente

vi

avrei guiderdonati:

ma

il

sommo Dio

provveditore di

328

FILOCOLO
ha parati
quali da lu
,

lutte le cose, e degli sconsolali consiglio,

davanti agli occhi miei di gran meriti alle vostre virt


,

non da

me

se

'1

mio

consiglio terfelici.

rete

come

savii prenderete

e in eterno sarete

acciocch le parole le quali io vi dir non crediate


io

che

da avarizia costretto
,

le

muova

nfino da ora

ogni potenza

ogni onore ogni ricchezza che io aver

deggio nel futuro tempo nel mio regno nella vostra

potenza rimetto, e quello che pi vostro piacere

li-

beramente ne facciate come di vostro


che io annunziatore
,

e ci che io

in guiderdone de' ricevuti servigi intendo di rendere


si

dell' eterna gloria vi

voglio
la

essere

la quale e a voi e a
,

me

se

prendere
,

vo-

gliamo

apparecchiata, e dirovv

come

comin-

ciando dal principio infino alla fine, ci che Ilario in

molte volte

gli

aveva detto avanti

si

partisse quivi

costoro disse,

come

se per molti anni studiato

avesse

ci che dire loro intendeva.

E mirabile cosa
nell'

fu, secon-

do che

egli disse poi

nella lingua gli correano le pa-

role meglio che egli


di dirle
j
,

prima

animo non divisava


da Dio essere
.

la qual cosa per infusa grazia

conobbe seguendo dopo queste parole dette


crediate signori
,

Non
d' ab-

che

io

come giovane vago


sia

bandonare

nostri

errori
,

corso a questa

fede
,

senza consiglio e subito

io ci

ho molto vegghiato
trovato alla
il

molto in
to
,

me medesimo

ci che vi parlo

ho esaminasanta

e
.

mai contrario pensiero ho

fede

poi penso pi innanzi

che dove
,

mio con-

siglio

non

bastasse a discernere la verit

dobbiamo
,

credere che quello di Giustiniano imperadore

il

quale in uno errore con noi insieme quello lasciando


ricorse alla verit, e in quella

dimora come noi sap-

LIBRO QUINTO
pnio, vi fin Iiastevolc
.

819
sflvii

Dunqnc
Siale

de' pii

legnea-

do V esemplo
o
r.irc

ninno pu degnflmcntc essere rprefo

meno che bene.

adunque

solleciti

meco

insieme
I

nlln nostra salute

giovani baroni che ad altre cose erodevano co-

stui

dover riuscire nel principio del suo parlare, usi

dendo queste cose


dando
al

maravigliarono molto
,

e guar-

ben dire

di costui
di

similmente cos com'egli

conobbero grazia
trata
;

Dio
, i

nella sua lingua essere en-

nobili

animi
slati

quali mai da quello di Fi,

locolo

non erano

discordi

cos

come

nelle

mon-

dane e caduche cose avevano con lui una volonth avuta,

similmente di subito con


,

lui

entrarono in
:

un volere
meriti

della santa fede

e ad una voce risposero


.

alti

ne rendi

a'

lunghi aOanni
la

Sia laudato quel glorioso


t'

Dio che con


perta
.

sua luce
le

la via della verith


,

ha sco-

Fuggansi
alla

tenebre
.

e te essendo duce se-

guiamo
scano
,

luce vera

vani iddii e fallaci peri-

1'

Onnipotente vero e ineffabile creatore di

tutte le cose sia

amato
il

onorato adorato e creduto


,

da noi

Venga

vivo fonte

che dalle preterite lordietro a

dure

nelle quali
,

come
,

ciechi

cieco duca

siamo caduti
festo
.

ci lavi

e facciaci Dio esser mani-

Levaronsi
altri

giovani

lieti

dal santo parlare, e tra gli


,

pi che alcuno Ascalione


,

perocch

il

suo lungo

disio

il

quale per tiepidezza mai mostrato non avea,


effetto
:

vede venire ad

ed essendo gik tempo pi di

dormire che

di ragionare, Filocolo entr nella sua ca-

mera

e con Biancofiore cominci le sante parole a


,

ragionare

la

quale da Cloelia sua zia santissima di


:

tutto era informata

ma

udendole a Filocolo dire

33o
che
io voglia
il

FILOCOLO
:

contenta molto gli rispose

quello che tu ora vuoi

ho

gi

pi giorni desiderato, e dubitava


:

d' aprirti

mio

talento
si

per qualora

ti

piace

io

son presta, e gi mi
la santa

fa tardi

che

io

sopra

mi

senta

acqua versare, e nella

salutifera legge divenga

sperta

Queste parole udendo Filocolo ringrazi Dio,


il

e ne' pensieri della santa fede

pi della notte

di-

mor, con
pagni

disio aspettando
il

il

giorno, acciocch in opela

ra mettesse
.

suo diviso con

sua sposa e co'

com-

Rend
tando

la

chiara luce di

Febo
lieto

raggi suol

confor-

le tramortite erbette, e

Filocolo di quella vago,

levato con

Menedon torn

ad

Ilario
,

, il

quale sosalu-

pra
tato

la porta del santo


,

tempio trovarono
,

e lui

con esso passarono nel tempio


che
fatto

e con chiara
,

verit ci

avevano

gli

narrarono

come

loro
bile
sti

compagni

di tal

conversione letizia incompara,

aveano avuta e mostrata


alla predicata

per la qual cosa dispo.

credenza erano del tutto

Allora
di

Ilario lietissimo di tanta grazia,


tutti
i

quanta

il
,

datore

beni aveva nelle sue parole messa


disse a Filocolo
:

ringrazi

Dio , e
bene
5

ninno indugio
,

sia

a questo
il

chiama

tuoi

compagni

e ricevete

santo

lavacro.

cui Filocolo rispose: cos far,


,

ma

prima,

ove io di voi fidar mi possa


vorrei rivelare
,

alcuno mio segreto vi


all'

acciocch siccome
,

anima porto
con quella

avete salutifero consiglio


giate al corpo.

cos similmente provvegIlario, e

Ci mi place, disse

fede a
faresti
,

me

parla ogni cosa che con teco

medesimo
.

sicuro che
cos

mai per me ninno


cominci a dire
:

il

sentir
,

Perio
il

ch FIlocolo

caro padre

quale voi in abito pellegrino posi. soletto vedete (an-

LIBRO QUINTO
corchiS a
role
,

33i

me non
costretto

stcano bene a porgervi <{neste pa-

ma
;

da necessith

le

dico ) sono di Spaaignoregginnie

gna

e figliuolo unico e nelle


fini
,

del re Felice
,

quella
ni'

de' noAtri regni

siccome alcuni
de' dodici
,

hanno detto

un tempio od uno
Dio
dedicato

dife-

scepoli del figliuolo di


deli della santa legge
,

al

quale
io

che voi tenete e eh'


,

temrr
il

credo
sitano

hanno divozione grandissima


cui

e sovente
citih

vi"

e avendo a quello uno di questa


,

nobilis,

simo singular fede


con pi giovani a
lui

il

nome fu
il

Lelio

AflVicano
,

visitarlo si
,

mise in cammino
cui

e con

men una

sua donna

nome
,

era Giulia. IS

erano ancora pervenuti a quello

che essendo a

mio

padre stato dato ad intendere che suoi nemici fossero


e assalitori del suo regno
,

passando

essi

per una pro-

fonda valle
assaliti
;

da

lui e

da sua gente furono virilmente


,

e per quello che io inteso abbia

egli co' suoi

mirabilissima difesa fecero,

ma

ultimamente tuui nel


,

mezzo

de' cavalieri di

mio padre

che di numero in
tra' quali

molti doppii loro avanzavano, rimasero morti,

Lelio similmente fu ucciso

Dopo

cui in vita Giulia


,

rimase e gravida, e per singular dono


stimabile bellezza
,

per la sua ine,

fu alia

mia madre presentata


eh' io dico
,

la
:

quale da
di ci

lei

graziosamente ricevuta ed onorata fu


testimonio Dio
il

mi

sia

vero. Era
in

similmente
giorno
,

la

mia madre pregna

amendue
anima
a

un
e
se-

la

mia madre

me

e Giulia una giovane chiae rend


1'

mata Biancofiore
condo

partor

Dio

seppellita fu onorevolmente in
il

un nostro tempio
,

nostro costume

Noi

nati insieme
,

con gran-

dissima diligenza nutricati


atnmaestrati
,

fummo

e in molte cose
,

siccome

io ora

credo

volere di

Dio

33a
fa che
1'

FILOCOLO
uno
,

dell' altro

s'

innamorasse

e tanto ci

nero
vii

amammo Ma
.

clie diverse avversit anzi infinite


il

n'avvenlei

ultimamente

mio padre

credendo

di

nazione essere discesa, acciocch


,

io

per isposa non

la prendessi

n mai davanti
mercatanti
,

la

mi

vedessi,

come

ser-

va
e a

la

vend

a'

e fu portata in Alessandria,
.

me

dato a vedere eh' era morta


,

Ma io

poi la veinfiniti

rit

sapendo

con ingegno e con affanni e con


,

pericoli seguendola la racquistai

per mia sposa

la

mi
do.

congiunsi

lei

amo

sopra tutte le cose del


figliuolo, al
,

monap-

E
;

certo io n'
il

ho un piccolo
mese
sia

quale

pena che
Lelio
ir

sesto

compiuto

'1

suo

nome

e perocch del padre di Biancofiore valore olintesi cosi il

misura

chiamai. Ella ed egli sono qui

meco.

dicovi pi, che la fortuna n'ha portati ad es-

sere in casa di Quintllio e di Menilio fratelli carnali

secondoch io ho inteso

di

Lelio

ma
lei
,

gi

non ne
,

conoscono

n Biancofiore di loro conosce alcuno n


,

sa chi essi si siano

avvegnach con

sia

una Ro-

mana
con
li

la

quale colla madre fu presa


il

e che sempre

essa stata,
,

cui

nome

Glorizia, la quale tutti


il

conosce

e a

lei

per mio comandamento

tien ce-

lato.

Quello adunque perch


,

io queste cose vi
,

ho

detto

che prendendo
palesare
,

il

santo lavacro

dubito non

mi convenga
detta della

e palesandomi, costoro la venfratello

morte del loro

sopra

me non prenmi

dano

e d' altra parte ancorch io senza palesare


il

potessi

santo lavacro pigliare

si

mi

saria la pace di

tanti e tali parenti carissima,

n senza essa volentieri


credessi poterla avere.
fratello

mi

partirei

se per alcun
io nella
il

modo

avvegnach
,

morte del loro

niente
ci fa-

colpassi

e che

mio padre disavvedutamente

LIBRO QUINTO
cesse
,

353
Certo
la
il

si

mi

metterei a ogni soddisfazione che per


.

me

si

potesse faro molto volentieri

vita di
sa.
,

Lelio

mi

saria pi

che un regno cara, Dio

Voi

adun(|ue discreto mostraturc della via di


del

Dio

quella

mondo non
,

dovete ignorare

che chi
.

sa le

gran

cose

le piccole

similmente dee sapere

Udito avete
duoi|ue per

in che lo vostro consiglio a

me

bisagn!

amore
che
al

di colui alla cui fede recato

mi

avete, vi

prego

mio bisogno

util consiglio

porgiate

Ilario ascolt

con maraviglia
si

le parole di

Filocolo,

pilli

volte reiterare le

fece

n alcuna particolarit
,

fu eh' egli sapere e udire non volesse

e dell' alta

condizion di Filocolo
strava quivi

e del basso stato che egli


,

mopi

ebbe ammirazione
:

e pcnolio assai a cre-

dere, e poi cosi gli rispose

la

tua nobilt
,

mi

fa

contento d'averti trailo d'errore


colare

che se tu un parti-

uomo

fossi;

e allora che tu sarai


,

uomo

di Dio,

come

tu se' dell' avversaria parte


si

io

l'

onorer

come
bene
,

figliuolo di re
le tue parole
,

dee onorare

E certo
,

se io noto

lunga stata la sofferenza di Dio


pericoli
ti

che

di tanti e
vita tua
.

tali

ha liberato
ti

sostenendo la

Ma

nullo altro merito


la
,

ha tanta grazia m<


quale ora
gli

petrata

se

non

conversione
'i

alla

se'

ve.

nuto

di

che tu

se

conosci

molto

se'

tenuto

E
'

veramente di ci che tu dubiti da dubitare,


,

ma

confortati

che
ha

io spero

che colui che di maggior


ti

pericolo

t'

tratto,

similmente di questo
utile e presto
,

libererei:

ed

io ci
,

prender

modo

come

tu ve-

drai

perocch Quinlilio a
egli

me

strettissimo

amico

n ninna cosa voglio che


perch di leggieri
ti

similmente non voglia


.

la

loro pace avrai


,

Ma

certo tanto

dico

sieti la

tua sposa cara

n guardare perch ia

334
ella fu del

FILOCOLO
madre
e
alla

guisa di serva la sua

tua fosse donata


citt

pi nobil sangue di questa


,

creata

siccome de* Traiani Giulii


storo
,

'1

padre

fratello di
,

co-

in casa cui tu tacitamente dimori


,

trasse origi-

ne dal magnanimo Scipione


quale risonarono per tutto
tu uon creda che io forse

1'

opere e
.

la nobilt del

1'

universo

acciocch
dica,
,

meno che il vero non ti


Romani
dissi
,

ta lo vedrai

egli in questa citt patrizio Bellisano


,

figliuolo di Giustiniano re de'


cattolica fede
,

il

quale alla

come
il

avanti

ti
,

torn non

sono

ancora molti anni passati


so Timo pastore
tissimo parente
,

dirizzando lui Agapito


lei

quale Bellisano di
il

congiuncolui

Io

far a te beni volo


,

come

che come padre m' ubbidisce


sollecito
,

e farollo al tuo onore

insieme con Vigilio qui


,

sommo

pontefice

e vicario di Dio

Dunque
1'

confortati e spera in

Dio

che

il

sole

non vedr

occaso che tu conciliato sarai

co' fratelli del tuo suocero

Niuno indugio pose


nire
,

Ilario alla sua

promessione for-

ma

partito
,

da Filocolo mand per Quiniilio


le loro

e per Menili

che a lui insieme con


; i

donne

venir dovessero

quali questo udito, maravigliandosi


,

che ci esser volesse

prima

essi e

appresso le loro

donne v'andarono, lasciando


rlzia
:

sola Biancofiore
,

con Glo-

e venuti a lui nel gran tempio


;

in

una parte
a'

di quello cosi Ilario disse loro

mirabile cosa
.

miei

occhi pervenuta oggi

come

udirete
,

Questa mattina
di piacecosi

andando

io

per questo tempio


assai
,
,

un giovane
,

vole aspetto
io

con un suo compagno

come

andavano
egli

il

quale io d' onde egli fosse dimandai

pd

mi

rispose:

Spagnuolo sono
eoa

perch

io entran,.

do

in ragionamento

lui delle cose di

que' paesi

LIBRO QCIINTO
il

335
frnlcllo,

pcravvcnlura mi venne rconlntc Lello vosfro

quale

Ih

rcndA V nnimn

Dio

e dimandandolo se
,

di lui

mai alcuna cosa

sentito

aveva

al

che mi

ri-

spose, che vigorosamente comh.itlendo, dall'avversaria

parte noQ

conosciuto fu morto, e che dietro a lui


bellissima

ri-

mase una
la

donna chiamata Giulia, gravida,


,

quale una fanciulla

il

cui

nome non

sa

partoren-

do, di questa vita pass nelle reali case del re di

Spa-

gna

in quel giorno similmente la reina

del pne5M;

a cui donata era stata un figliuolo

ce

il

quale

ac-

condoch colui mi
insieme nutriti
,

narra, crescendo, e con la giovane


si

di lei molto

innamor
1

e ultima-

mente

oltre
:

a' piaceri

del palle per


lui
,

sposa se l'ha

copulata
la

dopo

la

morte di

come

unigenito

sua froalo ornerh della corona del regno, e


:

la

teina insieme con lui viveri

le

quali cose
j

udendo

mi furono

care

e vollivele far .entire


,

perciocch

quinci possiamo conoscere

Dio

suoi

mai non ab-

bandonare; che

s'egli a s

chiam

Lelio, egli vi

don

una che
menterh
,

'1

di

numero che mi pare che

delle corone della vostra casa auvi degglate contentare


,

avendo novellamente una reina per nipote ritrovata


della

quale ninna menzione era


giovane

tra voi.

secondo-

che

il

mi

dice,

il

marito di
il

lei assai vi

ama, e

ci manifesta

un

piccolo figliuolo,
di lei,
il

quale poco tempo

ha che
fratello

gli

nacque

quale per amore del vostro


la

chiam Lelio. Egli senza comparazione


,

Tostra conoscen2a desidera

e sariagli sopra tutte le


,

cose cara la vostra pace


lentieri vi vcrria a

e se avere la credesse
;

vo-

vedere
,

ma

sentendo la vostra podi lui


la

tenza

con ragione teme


,

non sopra
egli

morte

del vostro fratello

alla

quale

non nato ancora

336
Deate colpo
,

FILOGOLO
j

voleste veiigiare
si

perch a

me

parria

che a

lui
,

siccome innocente

dovesse ogni cosa divostra


.

mettere

e ricevendolo per parente dargli la

pace

e cosi la vostra cara nipote vedreste reina

L'antica morte, per le molte lagrime sparte peraddietro


,

non

rintener

cuori con tanta piet


,

che per
anzi
ri-

l'udite parole agli occhi venissero lagrime

guardando

1'

uno
,

1'

altro

stettero per
tristizia

ammirazione
ricordala
:

cJquanto muti

n seppero
,

della

morte mostrare
Quinlllio disse
:

letizia della viva

nipote

ma

poi
la

quanto dura e amara ne fosse


fratello
,
,

morte del nostro


]a

tanto ne sarla

dolce e cara
:

sua figliuola vedere


senza vendetta
si
,

e tenere
si

come

nipote

ma

co-

me

possa

fatta offesa

mettere in
il

oblio non conosco

avvegnacli dir possiate

giovane

innocente
portare,

piaceri di

Dio convenirsi con pazienza

il

quale da credere, che cos com'egli come*

tattendo consenti eh'

morisse
;

cosi

vivendo l'avria
ci che
il
:

potuto fare essere vittorioso


tu ne cousigllerai faremo
,

non per tanto


che altro che

fidi

nostro
vera-

onore non

sosterresti

cui Ilario cosi rispose


1'

mente

in tutte le cose vorrei

onor vostro

Io cono-

sco che in questa cosa voi potete

molto piacere a
,

Dio

e senza vostra

vergogna

la

quale

ancorach
,

ci

fosse la dovreste

prendere per piacergli

se voi

vo-

lete a voi e grandissima gloria

e consolazione acquiil

stare

A
il

Dio potete piacere ricevendo


Dio

giovane in

Roma,

quale tenendo per difetto d'ammaesti'a mento


,

contraria legge

a (piella di

di leggieri torner

similmente
il

la vostra

nipote, e per conseguente

tutto
il

loro grandissimo reame.


riceverlo

Che vergogna non


.

vi fia
siale

pacificamente

manifesto

Voi

in

LIBRO QUINTO
pensiero di vendicale la morte di Lelio
vendicala in vergogna vi reputato
egli avanti
.
,

33;
la

quale non
la

Or non

vendic

che morisse ? Egli cui suo forte braccio


re,
,

uccise

un nipote del nemico


1*

e multi

altri;

quando
le

pure vendicata non


dette lasciare
,

avesse

Dio

si

vogliono

ven-

il

quale con

diritta
.

stadera rende a

ciascuno seconduch ha meritato

Che

consolazione e

che gloria
satelo voi
stra
al

vi fa vedervi
:

una nipote in casa reina pen{K>ria

egli
,

ancora se ne

aumentare
il

la

no-

repubblica

perciuccli' egli potrebbe

suo regno
:

romano imperio

sottomettere
,

come
che

gili

fu

perch
vostra

me

pare

e cosi vi consiglio
,

s'

egli la

pace vuole

che voi

gliele concediate,
il

e qui vegnendo

esso che onorevolmente

riceviate

questo niuno
fosse la

rispondeva
cara nipote
udita
,

ma
,

Clodia udendo che viva


piCi

sua

di cui

mai ninna cosa non aveva


,

accesa di focoso disio di vederla

con assidui

preghi cominci a pregar Menilio e Quintilio che


la loro

pace concedessono
,

al

giovane secondo

il

con-

siglio d' Ilario

e facessero in

Roma

la

cara sposa vela

nire

perch Menilio dopo alquanto conoscendo


,

veritk che Ilario parlava

e vinto da' preghi della sua


poria questa cosa trattare
f

donna
dubita
trarii

disse

cume

si

Conciossiecosach esso a noi non manderia, perch


,

e noi a lui

non manderemmo, perocch confede


,

sono

alla nostra

mandanti ofienderie-

no.
dere

A
al

cui Ilario: se voi la vostra pace volete ren-

giovane
il

e promettermi che venuto egli qui


,

come

parente

riceverete e avretelo caro

io

credo

fare per la speranza di

Dio

che

tosto lui e la vostra

nipote e

'1

piccolo Lelio vi presenter.


:

noi faremo

ci che tu divisi, rispose Menilio

e andati davanti al

FiJLOcoLO

T.

II.

aa

33
santo altare
,

FILOCOLO
dinanzi alla immagine di colui a cui la fu cara, per la sua passione e
la nostra vita

morte per

risurrezione giurarono in
egli la loro nipote e
il

mano
essi

d' Ilario,
'1

che qualora

marito e

figliuolo di lei loro

presentasse davanti
il

che

come
,

carissimo parente

rlceverebbono e onorerebbono

e pi che ci che

Lelio con Giulia glh possedette loro donerebbono, Niu-

na cosa pi

vi

dimando ,

disse Ilario, andate, e


a

quan-

do
da

io vi far

chiamare verrete
,

me

perch costoro

Ilario partiti

verso la loro casa tornarono

Biancofiore rimasa eoa Glorizia sola nel gran palagio del suo padre
,

essendo gi in
zi

Roma

dimorata
,

molti giorni co' suoi

senza conoscerne alcuno


a'

osante di dire alcuna cosa

dimandanti o di dimani

dare

tutta in s ardea di disio di conoscere


,

suoi

quali Glorizia peraddietro le aveva detto

perch cosi

a Glorizia cominci a dire

o Glorizia, o donna mia,

dove sono

gran parenti

quali gi

mi

dicesti

che
la

io qui troverei?

Ove

molti abbracciari?
?

Ove
.

gran

festa della
,

mia venuta

Oim

io

non ho ancora
ne hai

niuno veduto

n tu ninno mostrato

me

Deh

perch alcuno non

me
,

ne mostri ? Io dubito che tu


e datomi ad intendere quello
la
.

non m' abbi gabbata


che non vero
,

per venire a vedere


ti

tua

Roma

ov* io a niuno ancora

vidi parlare
tal

Certo io

mi

pento gi d^essere qui venuta per


io

conveniente, che

non conosca n

sia

da alcuno conosciuta , che in


palagi e intagliati

verit gi per vedere alti

marmi
.

non

avrei

il

mio Florio dal suo intendimento svolto


:

cui Glorizia rispose


,

tanto a te e a

me
,

convien so-

stenere
nit n'

quanto piacere sar di Florio


:

che

tacitur-

ha imposta

e fra s di dire

come

dalla so-

LIBRO QUINTO
rclla

Ug
fratelli

carnale doIU sua

madre

e da'
;

del tuo
farsi

padre era onorata tutta ardeva


a Cloella conoscere
,

e similmente di

a cui
,

piccola giovane era stata


lei

congiunta compagna

e ora pi d'anni piena da

non era riconosciuta


pareva aver veduto

e ancora alcuno de' fratelli le

in

compagnia

di Menilio
si

m>

dV
. ,

vere avuto ardire d' abbracciarlo tutta

consumava

stando essa e Biancofiore in questi ragionamenti


,

sopravvenne Clodia da loro lietamente ricevuta


ruppeli
,

loro narrando ci che udito aveva


,

a'

quali

ragionamenti Filocolo sopravvenne

e se non fosse
costei
.

che a Biancofiore accenn che


riconoscere per zia
cofiore
disio
,

gih

le

pareva
Bian-

quivi erano scoperti


,

Ma
1'

udendo Filocolo
chiamare

chet alquanto
si

ardente
.

sperando che tosto co' suoi


Ilario

rivedrebbe
,

Fece
narr

a so Filocolo

come

egli

nelle sue
gli
;

mani

de' suoi parenti la pace aveva giurata

della qual cosa Filocolo contentissimo,


li

che

far dovesse
io

dimand
farti

cui Ilario disse

giovane,

ho promesso
essi
s'

qui di Spagna venire^ e per


la

acciocch
nel disio

alquanto

tua venuta tardandosi


,

pi

accendano di vederti

va* e co' tuoi

com-

pagni per

modo

convenevole prendi congedo, e fuori

di questa citt ne va' a dimorare in alcun luogo vici-

no

Del quale tu
a'

si

cheto stea
,

che

la

fama

di te

non

pervenga
io

loro orecchi
:

e quivi tinto aspetta che


il

per

te

mandi

quando

mio mcssaggiere
che tn
se'
t'

vedrai,

allora
rai
la
,

come

figliuolo d' alto re

adorne-

acciocch colla tua sposa magnificamente e con


,

tua famiglia venga


ti

e io siccome tu vedrai a' tuoi


.

parenti sicuro

presenter

Senza niuno indugio

partitosi Filocolo

da

Ilario,

3^4

FILOGOLO
all'
,

tornato

ostiere

narr

a' suoi

compagni

clie

far

doveano

e similmente a Biancofiore e a Glorizia

acciocch malcontente nel piccolo spazio non dimorassono


:

percli veduto luogo e tempo, Ascalion disse


,

a Menilio

che partir lor conveniva


,

e preso da lui

congedo e da Quintllio

e Filocolo e gli altri

comda

pagni similmente, rendendo degne grazie del ricevuto onore


,

e Biancofiore e Glorizia da Clodia e

Tiberina ancora s'accomiatarono, con pietose lagri-

me

partendosi

saliti

sopra

buoni
,

cavalli,
al

con

tutta

la famiglia

'1

piccolo figliuolo
,

che

primo loro
,

ostiere era rimaso

si

fece venire co' grandi arnesi

cercarono Alba

antica citt da

Enea

edificata

alla

quale

assai tosto
il

pervennero

e quivi stando celati


.

attesero
Ilario

messaggio d' Ilario


agi'

che

impresi

fatti

era sollecito

avendo

con molti

altri

ragionamenti

gli

animi di Menilio e

di Quintilio accesi d' ardente disio di veder Filocolo

e la loro nipote e

'1

piccolo Lelio

parendogli tempo,
,

per singular messo a Filocolo nunzio


mattina venisse senza alcuno indugio

che

la

futura

e questo fatto,

andato a Vigilio

sommo
il
il

sacerdote
,

e avvisatolo della
,

venuta del giovane principe


preghi ad ovviarlo
cessione
richiese
: ,

e la cagione

con umili

commosse con
^1

eccellente pro-

e
il

dopo

lui

vittorioso Bellisano a smil cosa

quale udendo chi


:

giovane fosse, grazio-

samente

il

promise

allora Ilario
la

mand

per Menilio
,
;

e per Quintilio, e loro

venuta di Filocolo nunzio

confortandogli che onorevolmente gli

andassero in.

contro

e che graziosamente
il

il

ricevessero

Venuto

grazioso giorno

bello per molte cose


le cose

da Biancofiore e da Glorizia sopra tutte

de-

LIBRO QUfNTO
sidcrato
citili
,

34
alla

Filocolo comand(S che


,

il

grande Arnese
i

n' iind.issc avanti

In
:

f|tin1

cosa secondo
il

suoi

comandamenti
abito
,

fu fatta

ed

egli lasciato

pellegrino
co' suoi

d'

un bellissimo drappo
,

a oro

si

vesti

compagni

e slette sopra

un gran

cavallo bellissimo

riguardarlo

come

il

sole ncll' aspetto,

mostrando bene

quello che era, da molti sergenti intorniato, e da'suot

compagni
guito
assai
,

s nobilissimi nella vista rpresentanti

ai

e dopo loro e avanti scudieri e altra famigliti


:

bene e onorevolmente adorni cavalcavano


i

ap-

presso

quali Biancofiore vestita d*

un verde

velluto,

adorno di risplendiente oro e di preziosissime pietre^


messi per maestrevole

ordine

e sopra

essi

mano biondi capelli in dovuto un sottilissimo velo e sopra a


i ,
,

quello una nobilissima corona portava

cara e per

magistero e per pietre grandissimo tesoro, veniva, bellissima tanto quanto ogni comparazione ci saria scarsa.

E
e

dall'

una parie
il

a piccol passo cavalcava


,

iscalione,
magnifca-

dall' altra

duca

dopo

loro Glorizia

mente, con molte

altre

donne d'Alessandria venute in


il

loro compagnia, e in braccio portava

piccolo gar-

zonetto

Mcnilio che in sollecitudine d' ovviare Filo,

colo dimorava
lilio

come

vide

il

giorno

cosi
,

con Qnn-

e con molti altri parenti e amici

e co*compagni
,

e con Ilario onoratamente molto salirono a cavallo

con istrumenti molti e con gran


locolo uscirono
,

festa

ad ovviar Fi-

e appresso di loro Clodia e Tiberi,

na

in guisa di

grandissime principesse ornate


di

e dai

nobili

uomini

Roma

e da molte donne accompa-

gnate, cavalcando usciron di

Roma, non credendo


,

Cloelia poter pervenire a tanto che la sua care nipote

vedesse

la

quale

ella

non conoscendo

n da

lei

co-

34a

FILQCOLO
.

Dosciuta tanti giorni veduta aveva


costoro verso Filocolo
,

E cavalcando cosi
,

e Filocolo verso loro

non

mollo lontani a
renti
,

Roma

da lungi
,

si

vidono

cari pa-

per

la

qual cosa Ilario

tutti

entrato innanzi,

come

vide Filocolo smont da cavallo, e Filocolo


,

smont da cavallo similmente


glk discesi
s*

e Menilio e Quintili

appressarono ad Ilario. A' quali Ilario


,

disse

nobili giovani
,

ecco qui

il

6gliuolo di Felice
,

re di Spagna

e sposo della vostra nipote


il

onoratelo
,

e pacificamente

ricevete

come
:

avete promesso

e
,

come dovete
ecco qui
nosci e cosi

e a Filocolo disse
della tua sposa
,

altissimo principe
gli

i zii

come degni
la
si

rico-

gli

onora : e posto

destra di Filocolo

nella destra di Quintilio e di Menilio


le
l'

tacque

trombe e

gli altri
.

strumenti

infiniti
s'

riempierono

aere di lieto suono


,

Essi allora

abbracciarono e
festa,

baciaronsi in bocca

e fecersi maravigliosa

ben,

cb alquanto Menilio e Quintilio


aveano conosciuto

stupefatti fossero

ricordandosi che poco avanti loro oste era stato, e


1'
.

non

E non essendo ancora


,

a cavallo

rimontati Biancofiore sopravvenne


il

la

qual veggendo

suo signore a pie dismont di presente, e Ilario preper


la

sala

mano
il

e di braccio
,

a Glorizia recato in

braccio a s
,

piccolo Lelio

nel cospetto di coloro la


1'

men ove Clodia


gnori e donne

e Tiberina con

altre
,

donne gi
e disse
:

giunte e dismontate onoravano Filocolo


,

si-

ecco qui Biancofiore vostra nipote


.

'1

piccolo Lelio suo figliuolo


,

questa voce furono

Fendute mille grazie a Dio


tenero

e Menilio e Quintilio con


la loro nipote
,

amore abbracciarono

sopra

tutte le cose del

mondo

maravigliandosi della sua bella credeva


l'

lezza

Cloelia che

mai vedere non

ab-

LIBRO QUINTO
Braccia mUle volte
o bncinndoln
,
,

343

di tenerezza Ugri-

mando
rina e
ti
,

tutto

il

bel viso le bagn

e simile fece Tibe-

moke

lire dotine a lei congiuatMnie

paren-

dolendosi del tempo che con loro non conosciuta


esse era stata. Poi Cloelia preso in braccio
,

da

il

gra-

zioso garzonetto

con maravigliosa

festa

mirandolo

ringraziava

Dio dicendo t o dolce signore Dio, oramai


,

consolala viver ne' tuoi servigi

poich Lelio e Giulia


}

renduti

ni' hai

La

festa fu
?

grande

e chi la potria

interamente narrare

Chi peregrinando alcuna volta


,

per lungo tempo and


fu
il

tornando

alla casa
essi

quale

ella

pu pensare:
a cavallo
,

la

qual facendosi,

rimonta'1

rono

e Fllocolo dall' una parte e

duca
,

dall' altra

accompagnando

Cloelia cavalcavano

Ti-

berina in

mezzod Menedon
,

e di Messalino veniva:

Meni Ilo e Quintilio che


pote non
si

della bellezza della loro ni-

potevano ricredere, accompagnavano Bianil

coGore

Parmenione e Ascalione Glorizia che

piccolo Lelio portava, tanto contenta quanto


stata,
1'

mai

fosse
;

da Cluelia senza

fine onorata e riconosciuta

e
,

altre nobili

donne da nobili uomini accompagnate

delle grandissime bellezze di Biancofiore e della

ma-

gnificenza di Filocolo ragionando, cavalcarono infino


all'

entrata della nobil citt

Quivi Vigilio
,

sommo
,

pastore gh venuto trovarono

al

freno del cui ca-

vallo videro BelUsano e Tiberio nobilissimi


il

Romani

quale

come

Filocolo

il

vide di lontano cosi lasciate


gli
il

le

donne da cavallo dismont, e inginocchiandosi


,

fece debita riverenza

e poi

umilmente
,

a baciargli
egli
,

piede corse
conosceva
rizzandosi
,

Poi volto a Bellisano


1'

il

quale

bea
di-,

inchinandosi molto
si

abbracci

e poi
,

baciarono e fecersi graziosa

festa

e Ti-

344
berlo fece
il

FILOCOLO
slmlgliante: e Biancofiore similmente da
,

cavallo discese

trattasi la ricca

corona
:

di

lontano

dovuta reverenza fece

al

santo padre
,

al

freno del

quale, renunzlandolo Vigilio


volle essere
,

Filocolo con Bellisano


il

reputando sconvenevole cosa che

fi-

gliuolo di tanto imperadore andasse a pie ed egli a

cavallo

e concedendogliele Tiberio, vi fu, e cosi in-

fino al santo

tempio

ove

la

predicazione della santa


,

fede udita avea da Ilario, andarono

al

quale tutta

Roma
te
.

era corsa per vederlo e Biancofiore similmen,

Quivi pervenuti ognuno dlsmont da cavallo


,

ed

entr nel santo tempio

ove onorevolmente da Ilario


1'

era stata apprestata la santa fonte con


battezzarli
:

acqua per
,

nella quale

primach
i

altro

si

facesse
,

FInel

locolo e

il

piccol Lelio e tutti


tutti
i

suol

compagni

cospetto di

Bomani da
,

Vigilio ricevettero nel


il

home

del

Padre del Figliuolo e dello Spirito Santo


,

battesimo

confessando la santa credenza


:

e rinunil

ziando

la

iniqua
,

nella qual fonte Filocolo

suo ap-

positivo

nome

cio Filocolo, lasci, e Florio suo no.

me

naturale riprese

Biancofiore similmente con le

sue donne in pi segreta parte simile lavacro con


divoto cuore ricevettero
',

e rivestiti tutti
si

con

la

be-

nedizione del santo padre


gnati

partirono

e accompaaltri

da Bellisano e da Tiberio e dagli


,

romani

principi

con grandissimo onore e

festa a'

grandi pa-

lagi di Menllio pervennero

Quivi pervenuti e

saliti alle

gran sale

si

ricomingli

ciarono le mirabili carezze e feste, e Menllio e


tri
,

al-

parlando con Ascallone

escono di dubbio udensi

do

la

cagione perch altra volta a loro


;

tenessero

celati

e rimasi contenti

ninno ad

altra cosa

che a

LIBRO QIirNTO
festeggiare ntendea
.

34$

Florio dell' avvenuto cose oltraIn

misura contento
a mostrare
,

quivi

sua mngnanimith comincia

gran tesori lungamente guardati dona


i

e dispcndc pure che

prenditori siano.
si

Niuno

gli

ta
il

davanti che senza dono

parta

'1

simigliantc

duca e

gli altri

fanno

e quasi niuno in

Roma

che

per ricevuto dono o molto o poco non


impliasi la loro
riti
.

sia loro

tenuto,

fama, e come
s'

iddii

vi

sono rive-

Niuno v' che non


,

ingegni di piacere a loro

e di servirgli
Quiutilio
,

e questo aggrada molto a Mcnilio e a

lieti
,

vivono di

tal

parente, e con

gli altri

facendo

festa

quella lungamente fanno durare


,

Glorizia onorata molto da Cloelia

dalla quale veil

ramente fu riconosciuta
dre
la

desiderosa di rivedere

paac-

madre

e' suoi

con licenza di Biancofiore


,

compagnata da molti
fratelli

ricerca

suoi palagi

ove due

solamente nati avanti di

lei

lasci nel suo par.

tire

e ora pieni di molti gli ritrova

Ella

due

sorelle
1'

gih grandi e

con

figliuoli

e tre
,

fratelli

pi che
le parli

uIl
.

sato

si

vide, e

non conosciuta
,

non chi

padre vecchissimo giace

e appena vede alcuna cosa


fratello
,
,

Sempronio
riconosce
bil
,

di lei

maggior
no

ii

quale

ella

bene
no-

ma
gli

egli lei
,

perocch

nell' aspetto

donna

pare

e vestita di bellissimi vestimenti


,

ornata e accompagnata da molti valletti

1'

onora e
cui Glo-

dicele: gentildonna, cui'addimandate voi?


rizia
:

o caro mio

fratello
,

Sempronio , or non mi co*


sona
parti'
la

nosci tu?

Non

vedi tu

io

tua Glorizia

la

quale

si

piccola da voi

mi

seguendo Giulia e

Lelio al lontano tempio?

Come
il

voi ora non


.

mi

rico-

noscete? Certo io riconosco bene voi nio


:

A cui

Sempro,

gentildoana

a cui che

cianciare stia bene

346
voi molto
si

FILO CO LO
disdice
,

e non atto di nobil donna an-

dare

gli

antichi dolori delle

morte persone per modo


:

di befFa ritornando a

memoria

noi vi siamo
,

quancasa

do

vi piaccia

fratelli

e servidori
j

la

nostra

a' vostri piaceri

apparecchiata

ma

cessi Iddio

che

sotto colore di Gloriala noi

qua entro ricevere

vi vo-

gliamo

perocch gi Apollo oltre a venti volte tor,

nato alla sua casa

poich Glorlzia mut vita


,

seconsic-

do noi ben sappiamo

che

la

piangemmo molto
Domeneddlo non
.

come

cara sorella
j

e questo ancora a tutta

Roma

manifesto

e sappiamo ancora

es:

sere in terra sceso a risuscitare lei

Tot

sete errata

guardate che caso non vi faccia


re
.

meno che bene


,

parla-

Allora Glorlzia tutta nel viso cambiata


sorelle di lei
, ,

per
la

le

due

e per

li

tre fratelli nati


,

dopo

sua

partita

quali ella non conoscea

e per
:

gli altri cir-

custanti

dopo un gran sospiro


parli tu
?
?

disse

oim

fratello

or

come mi

Sono
1'

io

femmina

cui in alcu-

no

atto la gola segua


,

Certo per slngular grazia di Dio


altre io

questo conosco

che
,

tra

sono una delle pi


,

modeste
detto

Oim perch io le mie case ricerco m' che io meno che bene parlo ? E pi m' detto,
.

che

io

che mai non mori', gi gran tempo fui morta


.

pianta e seppellita

Deh Dio
io
i
,

come pu

egli essere

che Cloella, a cui niente

per consanguinlt attengo,


fratelli

m* abbi
1

riconosciuta

miei

non mi rlcono*
sono Glorl-

scano, anzi

mi

scaccino

Ma

poi lasciando del dolersi


:

sembianti pass pi avanti dicendo


,

io

zia

vivo, n

mai

mori'. Onoratemi nella mia casa


,

come degna * Mostratemi Lavlnio mio padre e Vetruria mia madre e fate venir Curzio mio promesso
,

marito

il

quale io giovane qui con voi e con Afra-

LIBRO QUINTO
nio mio fratello
pili si

l/f?

lasciai

Sempronio udendo questo


,

cominci a maravigliare
;

e pih fso mirandola,

gih la VLMiiva rafligurando

ma

la

memoria
,

del TbIao
lascinva
Il

corpo

peraddietro da lui seppellito

non

gli

creder ci che vera immaginazione

gli

rapportava.
,

vecchio padre ud

la

quistionante figliuola
,

e la voce

non udita

di

gran tempo riconobbe

e gih quasi gli


$

fu manifesto essere peraddietro stato ingannato


so
lui

chiamato Sempronio
menasse
la

gli

comand che dentro n


a! la

donna

la

quale non prima


egli

suft

poca

vista fu palese,

che

come

poteva grave

corse ad abbracciare, dicendo: veramente tu so*Glorizia


ta
1'

mia cara
avcano
,

figliuola

e narratole

come morta
,

pian-'

senza fine la fecero maravigliare

e poi

dolere della trapassata

madre , e

rallegrare della

mul-

tiplicata prole, acquali facendola nota

con intera chia,

rezza

con

festa a

Curzio suo marito


avea menata

il

qual

lei

cre

dendo moria un'


po era passato
con cui
ella
,

altra n'

che poco tems'era, la rend,


.

che similmente morta

felicemente e lungamente visse


,

Ricevuta Glorizia

e riso molto di questo arciil

dente da Biancofiore e da Cloelia alle quali essa

narr

e durante ancora la festa Glande di Florio,


,

Ascalione gih molto pieno d' anni inferm

e dopo
1'

lunga infermit in buona disposizione rondA


a Dio. Il cui passare di questa
vita

anima

senza comparavesti-

zione a Florio dolse

ma

fattolo di nobilissimi

menti vestire
sopra

e a guisa di nobile cavaliere adornare


,

un

ricco letto

vergognandosi di spander
,

lagri*

me

nella presenza de' circustanti


,

quindi comand a
,

ogni persona partire


pianto bagnando
il

e solo rimaso
viso
,

con amarissimo
cominci a direi

morto

cosi

348

FILOCOLO
,

o singulare amico a me intra molti a cui sempre le mie avversit furono tue dove se' tu ? Quali regioni,
,
,

o Ascalione
credo

cerca test la
,

tua santa anima ? Certo


la

le celestiali
,

perocch

tua virt le merit

O caro amico
Ove
a te
il

quanto amara cosa da


?

me
la

l'ha diviso!

ritrover io simile
,

Chi, se

fortuna con-

traria tornasse

di vivere mitissimamente
,

mi
gravi

daria

consiglio

di

come tu facesti pi volte morte nel mio misero petto ? Chi


,

essendo amore
alle

mie

avversit ad aiutarmi a sostenere gli avversari! fati

sottentrerebbe

come me
il

sottentravi
fitte

tu

Oim che
intime mi,

queste cose sempre mi saranno


dolle, e

nell'

prima

mio

spirito le sottili
.

aure cercher

eh

elle passino dalla

ma memoria

Alcuni vogliono

lodare per amicizia grandissima quella di Pilade e


d' Oreste
,

altri

quella di Teseo e di Peritoo mira-

bilmente vantano, e molti quella d' Achille e di


Patroclo mostrano maggiore che altra
;

Maro som-

mo
pra

poetit quella di
1

Niso e d' Eurialo cantando sotali

altre

pone

sono che recitano quella di


1'

Damone
sciuta
.

e di Fizia avere tutte

altre

passate

ma
hai

niuno di quelli che questo dicono

la nostra

ha cono-

Certo niuna a quella che tu verso di


si

me
di

portata

pu appareggiare Se Pilade Oreste


.
,

furioso
fer-

lungamente guard

egli

per

te

non pass

mezza
folle

E
fa

chi fu alla

mia lunga

follia

continua guarsi

dia se non tu?


,

quale pi dirittamente
follia
,

pu

dire

maggior

che colui che


si

oltre al raio feci


?

gionevole dovere soggiace ad amore

come

Se Peritoo ardi

di cercare dietro a

Teseo

le infernali

case, di s pi maraviglia che odio mettendo nel doloroso iddio gran cose fece
:

ma

tu

non di

dietro

da

LIBRO QUINTO
me
,

349
COM e da
Achille
egli era
.

anzi davaDti hai tentate pestilenzioM


,

non dire

per farmi sicuro


la

il

passare
,

E M

animosamente

morte di Patroclo

eoo cui

sempre vivuto amico vendic, tu pi robustamente


operasti
,

facendo
se

si

con

la

tua forza che io


,

non

fossi

morto
ter

Niso volle morire


,

poich vide non po-

campare Eurialo
vedendo

in ci singular segno d'

amore

verso lui mostrando


vare,

tu aimlraentc potendoti sal-

me
,

nel mortai pericolo, a morir


eri disposto,
,

meco ,
chi du-

se io fossi

morto

e io l'udiva.
io

bita che tu aucora


fossi tornato
,

con ispcranza che

mai non

non

fossi

per Io mio capo entrato , sic-

come

Fizia per

stretta

amisth
I

Damone entr del sicuro ? Cim che


,

suo tornare per

la

singulare amico ho

perduto

Tu

quanto pi

1*

avversit
.

mi

infestava

tanto pi a' miei beni eri sollecito

Niuna cosa
,

celavi

tu tanto che essa a


al

me non

fosse aperta

e molte cose e tu

mio

petto iidntamcnte davi a tener coperte,


eri colui a

similmente

cui tutti

miei segreti fidava,


quelli
il

perocch tu dolce amico non

eri di

che

cosi

vanno
tra'

coli'

amico come V ombra quando

sole fiere,

quali se alcuna
si

nube

si

oppone che

privi la luce,

con quella
nell' altro
il

fugge.

Tu

cosi nell'
.

sempre

fosti

eguale

un tempo come nobile compagno


partisti^

quale mai

la tua
?

volonth dalla

mia non
,

ove
pi

pari a te ritrover

discreto maestro

e a

me

che padre

cui

ammaestramenti seguir

io

Sotto

cui fidanza viver io ornai sicuro? Certo io non so.

Chi

mi

fia

fido

duce
?

negli ignoti passi


.

A
di

cui per consial

glio ricorrer

non so

Chi mi ripresenterk
te

mio

padre
sicuro

il

qual sentendo
s'

meco

rivedermi vive
,

Certo

egli la tua

morte sapesse

egli si ere-

35o
]a

FILOCOLO
Oim, quanta amara mi pare
fosse piaciuto a
I

dera avermi perduto.

tua partenza

Or

Dio che

la

morte teco m* avesse

tratto j io veniva

contento siccoil

me

colui che della sua


,

Biancofiore ha avuto

suo

disio ritrovandola

e poi la santa fede prendendo


,

da ogni sozzura lavato

Appresso con
,

cosi fatto

com-

pagno partendomi
tere esser potuto

di questa vita

non crederla pofelice


.

passare se

non a pi
,

Ora

credo che tu in
grazia mirabile

lieta vita
ti

dimori
,

Do nel mondo
perch da
lui
si-

concedette

facendoti tanti anni vi-

vere che alia vera conoscenza tornassi;


sperare
,

che nel scolo dove tu dimori da


,

milmente abbi ricevuta grazia


,

la

qual se cosi hai

come io credo l prego che per me dinanzi al tuo e mio fattore impetri grazia che mi lasci mentr' io
,

vivo nel suo servigio divotamente vivere

quando
accioc-

a passare di questa

vita

vengo

costass

mi chiami
,

ov' io spero che grazioso luogo

mi

serberai

ch come
it'co
,

io

quaggi nella mortai

vita

sempre fui caro

cosi nelP eterna carissimo teco dimori


,

Queste parole dette Florio


occhi
,

asciutti

lagrimosi

usci della

camera ove

stava, e
il

con onore gran-

dissimo in Laterano fece seppellire

morto corpo

il

qual Biancofiore, senza prendere alcuna consolazione,


pi giorni pianse dicendo
,

mai

altro

padre che lui


,

non

aver conosciuto
,

e simigllante Glorizia
,

la

quale

molto r amava
sallno e

'1

duca Feramonte
gli
altri

e ancora

Mes-

Parmenione e
.

non era chi potesse

riconfortare

certo Menilio e Qulntilio e le loro


,

donne

di ci dolenti

assai

il

fecero onorare alla se-

pultura

Essendo

la

gran

festa

di Florio e di Biancofiore

LIBRO QUINTO
lungftUieatc durata, u venuta a iioc,
1<;

35
lagriiac passate
il

del

trapafi8.ito
il

Ascaliune
,

a Florio
egli a

si

raccese

disio di

rivedere

padre

perch

Menilio e al fratello

e alle donne cerc licenza di poterlo andare a vedere^ e similmente la madre e


il

suo regno,
,

la

quale beni-

gna mente

gli

fu conceduta

bench pi cara fosse


.

stHla a' conceditori la loro


esst si partissero
,

dimornnza

Ma

primach

di graxia fece loro Vigilio mostrare Cristo


,

la santa efgic di

recata di Jcrusalem a

Ve-

spasiano: e

dopo

quella, la quale Florio con divozione

riguard
strata
,

la inconsutile tonica di Cristo

fu loro

moil }

e quella testa appresso che fu per servare

giuramento d' Erode merito della

saltatrice giovane
,

e poi videro quella del principe degli apostoli

in-

sieme con quella del gran vaso di elezione } n ninna


altra notabile reliquia in

Roma
,

fu che

essi

non

ve-

dessero
dal
re
,

le

quali vedute
pastore
,

Florio di grazia impetr

sommo

che

Ilario

con

lui dovesse

andaIla-

acciocch nelle cose da lui ignorate fosse


;

da

rio chiarifcato e insegnategli

e appresso quella che

a lui aveva predicato predicasse al vecchio padre, e

a molti popoli del suo regno


vertissero desse battesimo.

e a quelli che

si

con-

E concedutogli
con molti

da Vigilio
si

e preso comiato

e con la sua benedizione

parti

nella cui partenza Bellisano

altri

romani
della

nobili
ciltk
,

uomini andarono eoa

lui iufino fuori

e similmente Cloelia e Tiberina con BiancoGo-

re

Ma

Florio ringraziando Bellisano


si

e accomiatato
Ilario,

da loro
i

parli

cavalcando con Menilio e con


avanti
}

quali seco

menava

e Biancofiore appresso
di ritornar tosto, la

con pietose lagrime promettendo

35a
sci

FILOCOLO
Quintino suo
zio, e

Clodia e Tiberina, seguendo

Florio suo marito


Cavalcati
giorni
,

adunque costoro verso Marraorina pi


gi

e a quella

forse

per una dieta vicini


al

piacque a Florio di significare

padre
,

la

sua felice

tornala per convenevoli ambascladori

la

quale esso
,

attendeva

e sopra tutte le cose desiderava

avendo

da* marinari de' tornati legni interamente saputa la

sua fortuna

della

qual sarla stato contento se la


j

nobilt di Biancofiore avesse saputa

ma

per quello
il

dolente vivea
gliuolo
:

bench con desiderio attendesse


andavano per

fi-

e ancora con tutto che Florio suscetta avesse


,

di

lei

graziosa prole

gli
.

lo iniquo cuoi

re pensieri di nuocerle
dati al vecchio re
lito
,

Andarono adunque

man-

e lui d' et pieno trovarono sa,

sopra un* alta torre del suo real palagio


,

e sopra

quella stando

rimirava

circustantl paesi, acciocch

di lontano potesse conoscere la venuta del suo figliuolo


.

cui

mandati ambascladori lietamente


,

di quel-

lo la venuta nunziarono

aggiungendo come loro fu


egli la
,

imposto

che conciofossecosach'

verace cre-

denza battezzandosi avesse presa

che similmente a
suo venire
,

lui dovesse piacere di pigliarla nel

se

non

che mai nella sna presenza non tornerebbe. Le quali


cose udendo
il
1'

re

prima

della sua venuta allegris,

simo , come

altre cose ascoll

cosi

divenne distur-

bato, e con gran romore, alzando la grave testa, disse:

o misera

la vita
?

mia, perch figliuolo mai d'avere de-

siderai alcuno felice?


alla

Prlmach'
il

io

l'

avessi chi era

pi di

me

Bench'io
felicit

contrarlo reputassi, tenendo che


figliuoli

mia

nluna cosa se non

mancasse

LIBRO QUINTO
e che senza quelli nulla
si

353
felicil

fossi
.

e avutolo

che

Oim on non uii fosse mai nato che certo ancora col mio nome durerebbe 1' effetto Io misero nella sua nativit mi potei uno IN acctoccht? in misero l'aa<;gi(ignere al sauto nome
fosse
,

mai non conobbi

vesse

mutato come

In

fortuna miitiV le cose

Io

mi

credetti aver bastone alla

min vecchiezza
.

ed io gra-

vissimo peso mi v' ho trovato aggiunto

Questi dalla

sua puerizia cominci quella cosa a fare per la quale


io

dovea viver dolente

ed essendo infno a qui

tristo

di lui

e della sua pellegrinazione sempre temendo


,

vivuto

credendo per

la

sua tornata alquanto meno,

mare

la

mia doglia
.

1'

ho accresciuta
1'

ed

egli

V accre,

sce continuo

Sia maladetta

ora eh' egli nacque


.

che io prima d' averlo desiderai

Egli da

me
ma
,

s'

lun-

gamente
rato
,

tolto

e ora in eterno

a' nostri iddii s'


:

ha fu-

me similmente
,

vuole loro torre


gli

elli

non

sarh cos
g' iddii

n mai far cosa che


io di farla

piaccia

e cessino
.

che
i

abbia in pensiero
,

Dunque
beni

ha

egli

nostri veri iddii


,

da* quali egli


,

ha

tanti

ricevuti

abbandonati per altra legge


,

e ha creduto

a' sottrattori cristiani

de' quali maggiori nemici

non

conosce? Ora ha
la

egli

messo in oblio

la saula

Venere,

quale, secondo io udi', gli porse celestiali armi a


'1

difendere V amata BiancoGore contra

mio volere?

Ha

egli

dimenticato Marte
i

il

quale non sdegn abnell' aspra

bandonare

suoi regni
,

ad aiutarlo
se
?
1'

battafosse

glia corporale, ov' egli

aiuto di quello

non

stato, saria rimaso


dii

morto

Ha

egli dimenticati g' id-

da cui prima rispouso ebbe della perduta Bian-

cofiore?

O quelli

che

lui nello acceso


,

fuoco dileserof

Or

sia la loro

potenza maladetta

poicli da lui tanto

FiLocoLO T. H.

ai

354
sostengono
.

FILOC OLO

loro avviene e a

me similemente come
i

a colui che nel suo grembo con diligenza


ti

serpen-

nutrica
.

che

egli

il

primo morso dal velenoso

dente

Quando
,

ricever egli

mai

dal
egli

nuovo iddio
ha abbando-

tante grazie
nati

quante da quelli eh'


.

ha ricevute ? Certo non mai

Io non credo che

egli fosse

mio

figliuolo

ma

piuttosto dalle dure quer,

ce, o dalle fredde pietre fu generato


tigri

o delle crudeli
il

bevve

il

latte

Mai ninna
egli

afflizione

f' pietoso,

ma
mi

sempre quelle cose che


sieno ha operate
:

ha sentito che noiose

e per guardisi mai innanzi a

me non

apparisca: niun nemico di


.

me

potrk aver
so

maggiore

Egli, continua

tristizia dell'

anima mia,

quella divisa dal corpo


iddii: quelli iddii
i

trista

mander

agi' infernali

quali egli ha per nuova credenza

abbandonati

me
re
,

ne facciano ancora, vedendolo turpis,

simamente morire

esser contento

Tacque
si

il

e costoro la fiera
,

risposta udita gli

levarono dinanzi
la

n a rispondere poterono tornare


:

a Florio per

sopravvenuta notte

ma

la reina

la

quale non piccola cura stringea di sapere del figliuolo


novelle
,

vedendo costoro
li

partiti dal turbato re

chiamare

fece, e
s*

da loro particolarmente dello


,

stato
:

del figliuolo

inform

e dell' essere di Biancofiore

delle quali cose di tutte saria stata contenta, se la nuo-

va ira del padre non fosse

stata

per
Ella
1'

la

nuova legge

del figliuolo novellamente presa

udendo che per


,

quella

si

aspramente

il

padre da

so

accomiata

e lui

d' altra parte fermo di non venire davanti a lui se la

presa legge non prende

vorria morire.
gli

Ma

dopo lun-

go pensiero
che
l'

con dolci parole prega

ambasciadori
al fi-

adirata risponsione del padre

non portino

LIBRO QUINTO
gliuolo
.

355
,

ma

miligandula
,

si

gli

dicctMfO
ti
il

die

t^
do!

nella sua presenza venga

perocch

re prinria

vedr che egli

si

mutcrh d'animo, e

debito amore

che

tra loro

dee essere senza niuna sconcia parola o


gli

altro

mezzo
la

conceder
,

Certo quell' ora

il

vecchio
fi-

re

dicea
,

reina

vedr

la

chiara giovinezza del

gliuolo
gli
,

egli lieto in s

medesimo

desidera di piacer-

n niuna cosa sar eh'


desideri d'adempierla.
a'

egli a lui

domandi, ch'esso
venga, che molte
l'

non
cose
si

Dunque
,

principali

si

concedono
a'

le

quali
.

uomo non
altre
il

vergogna di disdire

medianti
i

Con molte

parole ancora la reina conforta


gliuolo a venir disponghino
,

messaggi che

fi-

disposta se egli
sia
.

non

vie-

ne d' andare

lui a

vedere ove che egli

Era

gi della notte gran


si

parte passata

qwndo
,

la

reina da loro
ell'aveva

parti

e essi molto onorati


.

siccome
vecchio

comandato andarono, a dormire


il

Il

re a cni
alla

riposo pi eh' altro porgea nutrimento


,

debole vita
,

andato di grande spazio avanti a


i

ri-

posarsi
quelli

e rivolgendosi sopra

niqu itosi pensieri


fiso

ia

s'

addorment
camera uno

e pi

dormendo
,

sent

nella sua

strepito grandissimo

simile a

quello che suol fare squarciata nube; perch egli pie-

no

di paura riscotendosi

si

svegli

la

camera

ma

piena di mirabile splendore vide

non i^pendo

che ci

si fosse

in

prima ruina avendo temuta, e ora


;

temendo fuoco
questo ?

pavido cominci a dire


il

or che
,

Ma

poich fuoco non essere

conobbe
,

con

aguto occhio cominci a guardare nella luce


quale o perch
re fosse poca
,

nella

ella fosse

troppa

o perch
vi si
:

la vista del
,

niuna cosa dentro

scemeva

ma

bene ud

alle

sue parole rispondere

io tono colai

. ,

IM
che
cui
tutto posso
il
,

FILOCOLO
e a cui niuno pari
la
si

trova

e in

tuo tgliuolo con

sua sposa e co' suoi com,

pagni novellamente credono


,

a'

cui piaceri
il

se tu

be-

nignamente non acconsenti


za
il
,

io

far in tua presen-

o vogli tu o no
sia

regnare tanto che de' suoi giorni


,

termine
te far

compiuto

il

quale niuno pu passare

viver tanto che tu la sua morte vedrai


la
,

appresso

quale
i

la ribellione

de' tuoi baroni


,

li

fia

manifesta

quali davanti agli occhi tuoi


il

contraddi-

cendolo tu, a poco a poco


quello perduto
,

tuo regno

ti

leveranno; e
,

in tanta miseria viverai


il

che

la

morsar
:

te di grazia mille volte

giorno dimanderai, n
t'
,

ti

dato

priraach

le

mani per rabbia

arai

rose

dopo questa vituperevolmeute morrai


a tutto
la
il

abominevole

mondo

questo detto

ad un' ora tacque


il

voce e sparve lo splendore; perch


,

re desto

pauroso

in s molte volte ripet

1'

udite parole di,

cendo
e che
di

or chi potrebbe esser costui che tutto puote

aspramente ne minaccia
,

Certo

la
;

sua venuta

Dio risembra
,

e similmente
i

il

partire
,

dunque

da temere

e da fare
:

piaceri suoi
gli

anzi che incor,

rere nella sua ira

ma come
.

far

ch'io noi potei

vedere

Io

non

lo conosco

E
,

in questi pensieri stan-

do
.

senza pi la notte dormire che dormito infino


,

allora avesse

venne

il

giorno

ed

egli si

lev

e sa-

Jpendo che gli ambasciadori di Florio non erano par

titl

a s

gli fece

chiamare, e umilmente
la

li

preg, che
fi-

.'di
f

ci

che detto avea


,

passata sera niente al

glluolo narrassero

perciocch egli spaventato con mi-

nacce
sito
,

la notte

dal novello

Dio avea mutato propo,

e per gli dicessero eh' egli venisse


.

e trovereb-

belo a ogni suo piacere disposto

LIBRO QUINTO
Allora
si

dS;
di

partirono costoro

e in Breve ritornati a
t

Florio

ci che fu loro imposto renderono


,

che

Florio contento

come

di

Marmorinn per dolore liscipurit,

lo era vestito di violato, cosi in quella propose di rientrare vestito di bianco in segno di letizia e di

e cos so e
tutti

suoi f* vestire; e montato a cavallo


a*

eoa

verso
di
,

Marmorina cavalcarono,

quali

nobili

uomini

Murmorlna

a cavallo

menando

grandissi-

ma
pi

gioia

e con istrumenti

infiniti

uscirono incontro:

n fu alcuna ruga in Marniorina che di nobili

drap

non

fosse ornata

per
il

le quali le

donne

garzoni

facendo

festa attesero

loro signore, ciascuna colla


:

pi bella roba
legrezza

fattasi bella

colla

quale

si

grande

al-

Florio entr in Maimorina sotto onorevole

palio

e Biancofiore similmente

dopo

lui; e

pervenuti

al real

palagio

ricevuti furono con mirabile allegrezr

zn dal vecchio e dalla pietosa

madre

e con loro in-

sieme

tra

gli

altri

fu molto onorato

Menilio

compagni

di Florio
,

prima dal re e dalla reina


da' suoi stretti

lieta-

mente veduti
con maggior

poi

amici e parenti

letizia

furono ricevuti. Ninna cosa che


il

non

sia lieta in tutto

paese, solamente

grandi pa-

renti del trapassato Ascalione

piangono

la

morte del
si

valoroso:

uomo
la

la

quale gi in breve non

mise in
.(ir.

oblio.

Mentre

gran

festa

dur

e Biancofiore e dal re
,

e dalla reina

come

figliuola onorata
sia
,

da loro saputo

che d* imperiale stirpe discesa


passate offese

dimandatole delle

perdono

alle quali ella eterno silenzio


.

dimand e preg
festeggiare
,

ciie fosse
i

Pi giorni trapassano in
,

dopo
il

quali alquanto riposatosi


si

Florio

dimand che

re e la reina

disponghino a pren-

358
dere
presso loro tutto

FI
la santa fede
il
,

LO CO LO
,

siccome promesso aveano

e ap-

marmorino popolo e T
cui piacere
il

altro

rima-

nente del regno,

al

re

si

dispose in tutto;
la

e fatto in una gran piazza ragunare


della citt
,

molta gente

tacitamente
la

la

predicazione d'Ilario ascol-

tarono, dopo
tutta

quale

il

re

prima

e poi la

reina e

altra gente,

uomini e femmine
il
il

piccoli e gran-

di

presero da Ilario
,

santo lavacro

La qual

cosa

fatta

Florio per tutto

regno

nare

la santa

sementa
la

e per tutto

mand legati a semimand comandanil

do

che chi

sua grazia desiderasse prendesse


i

battesimo e abbattesse
de' falsi iddi
pli al vero
;

fallaci idoli
fatti a

a reverenza fatti

e de' templi
,

loro facessero tem-

Dio dedicati
il

e lui adorassero e temessero


,

e amassero,

cui

comandamento

non dopo molto


.

tempo per
,

tutto fu

messo ad esecuzione

Facendosi

della venuta di Florio gran festa


,

Sara a
,

cui notificato fu

acciocch

il

suo voto adempiesse


,

una corona

di grandissima valuta
,

venendo

alla corte

del suo signore rec


la

e quella present a Biancofiore,

quale di tanto dono ringraziandolo benignamente


prese
.

la

Messalino che
i

il

suo vanto non avea messo


,

in oblio

cari piantoni fece venire


,

e con lieto viso


:

gliele present

cui ella ringraziandolo disse

mai ad

albore
terra

si

fatte radici
le

non aver vedute j


.

ricca la

che

produce

in questa maniera la festa

grande e notabile ricominciata per lo preso lavacro,

lungamente dura

E
,

paesani che vedovi credeano


lieti
il

rimanere di signore

ora riconfortati e

riveg-

gono

Quanto
porria
,

1'

allegrezza di Florio fosse


si

dire

non
,

si

Egli

vede

la desiderata Biancofiore spesa

LIBRO QUINTO
da nobile
stiqM) a lui igiiuia nel

SSq
dell* inno-

prndpto

moramento
i

di&ccsa

e di

lei

un bellisaimo Aglio. Kglt


tutti

vede dopo molli pencoli da


.

campato
il

e nel

suo regno salvo tornalo


e
la

Egli

si

vede

vecchio padre

cara

madre
si

quali egli appena credeva ritrovar


il

vivi

Egli

vede

molto popolo

e da

tutti

essere

amato; e quello che sopra


con

tulle queste cose gli gra-

zioso f che della sella de' fedeli a


lui tulli
i

Dio divenuto^ e
cari

suoi seguaci. Nella qual letizia di tutte


,

queste cose dimorando

chiam

a s

compagni,

eoa

lui stati nel

lungo pellegrinaggio, de'quali alcuno


tornalo
il
,

aucora

alla sua casa n' era

e disse loro
il

si-

gnori e cari amici, Gnito

lungo cammino

quale

pi anni

cominciammo

e lodato Iddio non invano


io la desiderala cosa

abbiamo camminato : ma bench


abbia acquistata
,

la vostra fatica e la

paura e l'aflan,

no de'

corsi pericoli

non

stala
,

meno

ne' quali

mai

da voi non mi vidi diviso


levare
trarvi
:

ma

solleciti

sempre per
con ra-

me
le

da' mali

voi volonterosi

conobbi a sottea,

quali cose in
vi

me

pi volte pensate
.

gione

mi

conosco obbligato

per io qui giova-

ne

e ancora sotto paterna potest obbligato, pi lon,

tano eh' io possa profl'ercre non vi posso


lo

ma

a quel-

che per

me
,

si

puote tutto son vostro

disposto a

niun pericolo n
e

all'anno riOutare per voi

giammai

dopo questo

se

mai avviene che

la

mia fronte
,

so-

stenga corona

e eh' io sia chiamalo re


il

io e voi
il

gono-

vernerete e possederete

reame

del quale se
in molti,

me come
godiate
:

utilit si
,

pu comunicare

molto

pi son conlento

che di quello ancora cosi com' io


,

e dove tutto questo

a soddisfazione di tanto

36o
servigio

FILOCOLC'
non bastasse
il
,

che so che non basta


.

Dio per

me

vi meriti

rimanente

Sievi adunqxie lecito ornai


,

al vostro

piacere rivedere le vostre case

e far lieti
,

padri e

le

madri e

gli stretti

amici
pigliar
fia

e'

parenti

quali

voi gi tanto

tempo senza

congedo per acper


la

compagnarmi abbandonaste: n
dalla vostra lontana
i
,

mia anima

perch lontanandovi partiamo

corpi

ma

si

congiunte

come

peraddietro state sono

le tenete
ti i

sempre, tornando a rivedermi quando rivedu-

vostri avretej e riposatevi tanto liberalit di Florio, e


il

che sieno contenti.


suo dolce parlare,
,

La gran
gli

animi prese de' valorosi giovani

a'

suoi servigi

disposti leg

con pi forte catena

Elli quasi a tanta


,

profferta

non sapeano che rispondere


,

che a quella
alquanto

loro paresse degno ringraziare

ma dopo
il

spazio

ciascun per s e

tutti

insieme dissero r Florio,

assai e'

caro
,

e di

maggior servigio
s

terremo a

guiderdone

che Dio

liberal giovane ci

ha dato per

signore, che della gran profferta l'attenere, della quale

crediamo che
,

saria

molto

maggiormente
i

ti

siamo

tenuti

e
,

Dio

il

tuo regno e

tuoi beni

aumenti

sempre
gloriosa

e la grandezza della corona che sar tua con

fama prolunghi
,

infino al gran giorno.

Sem-

pre saremo tuoi

e se

'1

profferere altrui le sue cose


:

non

fosse arroganza ci

profferremmo
,

ma

poich a te

quello che a noi medesimi aggrada


nostre case riveggiamo
ci
,

cio che noi le

con

la

gi

conceduta licenza

partiremo.
,

queste parole dette, piet entr ne'fe-

deli petti

e abbracciando ciascuno, e da Biancofiore

e dal re e dalla reina prendendo congedo lagrimando


si

partirono

in sei parli

dividendo

la

lunga e unica

LIBRO QUINTO
coinpAgiiia
,

36i
co' aoi
alle

tornauiio ogni

uomo

sue

cHse

Stelle

Morio quanlo
nuovi

il

lagriraoso Terno
,

dur col

suo pnJre e colla sua madre


narra Iure
i

e negli oziosi tempi


avvenutigli

e perversi accidenli

dopo
dice
ri
t

la
1'

sua parlila. Egli prima olire all'alire coae

avversila nvula della sua nave negli ondosi roa

e mostra loro
,

come

(|uella

da pi contrarli vnti
la

c'oiubattuta

ad alcun porlo dirizzar non polca


dalle rolle

sua

prora

poi

come

onde del mare, ora d'una

parte ora d' un' altra percossa


perla
,

e talora da quello vop

pi volle perduta

e loro

con

lei

insieme
la

si ri-

putarono; e come essendo loro dal vento


1'

vela e
il

albero tolto, e dal mare

temoni
,

e minacciando

cielo crudelissime tempeste

spesso aprendosi con

grandissimi tuoni

quella per perduta gi vinti ab,

bandonarono
cederono
alla

e giacendo senza potc?rsi alare

si

con-

fortuna

la

quale poi in Parienope co


.

la gi rotta

nave

gli trasport
,

Ivi, disse Florio, ci tir

tenne contrario vento


e altrettanto cornuta

tanto che cinque \olle tonda

si

mostr per tutto

il

mondo
in

Febea

Poi per molli mezzi mostr


,

come

Ale*

sandria venisse
vi stesse
,

e quello che quivi facesse e quanto

e con una vergholla che in


1'

mano
i'

teneva
,

disegnava loro

alla torre
,

da Sadoc guardala

e le
.

sue bellezze conta

come

colui che veduta

aveva
.

Poi con quella verghetta pi spazio pigliando


fosse e

qual

quanto

il

verde prato dimostra

e dove

1'

am*

miraglio fosse quando fra


sentalo davanti
,

le rose nella cesta gli fu pra

e
i

dice quanto la sua paura foMtt


.

sentendosi tirare

biondi capelli
tirato
,

Poi dise^^n d che

parte della torre fosse su

come

nella caffl*ra

38a
che dicesse
e

FI
,

LO COLO
,

di Biancofiore fosse messo

e quello eh" egli fcesse e


il

come

slesse tutto

narra
,

Poi

il

prin-

cipio della stata presura ignorando

coni' egli collato


,

gi dalla torre fosse con Biancofiore ignudo dice

e
il

mostra con

la

verga in che parte del prato fosse


.

fuoco acceso intorno a loro due


scuro nuvolo discese
e de' suoi
lo suo
dall'
,

quando

a loro lo

dove
gli

la battaglia d'

Ascallone

compagni con
;

avversarii fosse fatta per

scampo

e conta

come

poi levato dal pericolo,


.

ammiraglio riconosciutolo fu onorato


,

Dice an-

cora della sua tornata


posta terra
j

e del trovato Fileno e della

e similmente
arrivasse, e
.

dove prima

come in Roma entrasse, e come poi uscitone ritornan,

'dovi vi fu onorato

Le

quali cose

il

padre e la ma,

dre udendo subitamente paurosi divennero


a' partiti
lieti

e quasi
.

che disegnava

il

pareva loro vedere


,

Poi

tornando de' ricevuti onori

dlmeniicano

la

pau-

ra

e lodano Iddio che loro non per loro merito,


1'

ma

per sua benignit renduto

ha sano e salvo.
,

Poich

la

dolente stagione fu passata

e la dolcisgi di

sima

primavera recata da

Febo

avendo

belle
,

nuove

erbette e fiori rivestita la terra e gli alberi


il

a Florio venne in disio di visitare

santo tempio

al

quale Lelio non era potuto pervenire colla sua Giulia


,

e a ci

si

dispose

e con Menilio e con Ilario en,

tr al disiato

cammino

e con loro Biancofiore

il

Vecchio re
era
,

che lungo tempo in Marmorina dimorato


,

volonteroso d' andare a Gorduba

egli e la reina
,

insieme con Florio intino a quella andarono


essi

e quivi
,

rimasero
e'

con loro ritenendo

il

piccolo Lelio

Florio

suoi cavalcarono avanti al loro viaggio.

Camminando

costoro per alcuna giornata, partiti

LIBRO QUINTO
da Corduba
lieti
,

363

e ragionando delle bene avvenute


essi

cose peraddielro
altissimo in

pervennero a pie d' un monte


vaile
,

una profonda

la

quale

tutta

di

ossa bianrhissime biancheggiava: di


si

che Florio molto


uit

maravigli e Menilio
,

e chiamarono a s
essi

vecfosse,

chio scudiere
e

non sapendo pensare

che ci

dimaniiaronlo se mai udito avesse


s

perch quel
il

luogo d' ossa

pieno
:

si

mostrasse

a' quali

vecchio

scudiere rispose
e certo ancora

io

molte volte ho udito


io
il

il

perche

mi ricorda eh*
1

vidi

E
,

quale

cagione

disse Florio

cui lo scudiere
,

perocch

Menilio e Biancofiore vedeva


alquanto
avanti
,

non

rispose

ma

stette

e poi cosi disse: signor

mio camminiamo
.

e alla vostra tornata ve lo dir

In

verti
:

noi

non
col

ci

partiremo, disse Florio, che tu nel dirai


dire
,

e se

mio
,

disse lo scudiere

io vi

porgo turbaziorispose

ne

di ci

non sar mia colpa


la

No

Florio

sicuramente qual fosse


ta.

cagione interamente ne con,

Certo, signor mio, disse egli allora

in questo

luogo
pa-

tra inGniui

moltitudine di

cavalieri

di vostro

dre

di questo

monte

discendenti, e tre piccole schie,

re di Lelio padre di Biancofiore


glia
,

fa asprissima batta,

e io la vidi
,

e bench quelli di Lelio

e Lelio

similmente

molti de' vostri cavalieri uccidessero


,

vigorosamente difendendosi
qui
data
lati

ultimamente

essi

morti

tutti
,

rimasero

a'

quali non essendo sepoltura

e de'

Romani

e degli Spagnuoli insieme mesco-

consumate

le carni

qui

l'

ossa vedete
,

Udendo

Menilio e Biancofiore queste parole


th costretti

alquanto da pie-

sparsero molte lagrime

ma

riconfortati

da Florio

parendo loro
,

il

migliore di rimaner quivi

quella sera

acciocch ricogliere potessero le sparte

a4
ossa
,

FILOCOLO
e poi metterle in santo luogo
,

fecero tendere

un

padiglione sopra

un verde prato 5
si

e dismontati
,

da
li

cavallo, insieme con la loro famiglia

tutti

per

campi andandole ricogliendo


rlcolte fecero

misero

e di quelle

un monte grandissimo,
j

e di portarle
:

via deliberarono

ma

Biancofiore disse

che portar
:

vogliamo
qui cosi

Il

nostro operar niente valuto

non sono
quelle
:

1'

ossa de' morti cavalli raccolte

come

de' nobili

uomini

Per niente affannar vogliamo

per se distinguere l'une dall'altre sappiamo, l'u-

mane ne potremo

portare, se

non qui
1'

tutte le sotterria-

mo

die non

lecita cosa

che con

umane membra
per-

quelle de' bruti animali occupino

santi luoghi. Alla


,

qual cosa fare

si

misero

ma

niente operavano

ch non sapendo che


dersi
,

farsi,

n qual partito in ci prenle

parendo loro male di portar


,

bestiali
,

ossa

'

Roma

male

di lasciare le
,

romane quivi
1'

lunga-

.mente stettero sospesi


sopravvenne
tornarono
e*
j

tanto che

oscura notte loro


,

per

la

qual cosa lasciate star quelle


;

a' tesi

padiglioni dicendo
,

fin

domattina

indugiamo a

pigliar partito

e forse in questo mez-

zo

Domeneddlo provveder
al

alla nostra ignoranza.


,

Entrati ne' padiglioni costoro


tisi

dopo alquanto da-

sonno

a Biancofiore in
,

fulvida luce

un

gio-

itane con grazioso aspetto

con una giovane bellissima


le

accompagnato,
nel suo cospetto

di vermiglio vestiti
si

apparvero, e

fermarono
,

quali Biancofiore pali

fea che riguardasse


desse
,

e tanto belli e tanto lucenti

ve-

e tanto

lieti

in s
;

medesimi

quanto mai ve-

duto avesse alcuna cosa


fossero
,

e volendoli dimandare chi

il

giovane cominci a dire; o bella e graziosa


faticata

donna

nella pia opera

questa passata sera

LIBRO QUINTO
col tuo marito ricoglendo gli sparti
le

365
membri,
a'

quali

ruinoso acque hanno lungamente perdonalo per

la tua futura venuta, separa le sante reli(|nie dalle ini-

que

che non
occupi
.

giusta cosa

che una

terra

1'

une 'W

altre
:

cui Biancofiore parea che rispon,

desse

o glorioso giovane

a ci non sa

la

mia poca

discrezione pigliar consiglio, perocch, siccome io

ho

veduto

pi alle giuste che

all'

ingiuste niun segno

dimora

ma
,

se a te piace,

poich una piet con


,

meco

insieme hai
le scegli
.

andiamo e mostramele
cui
il

meco insieme
conoscerai
ti
.

A
i

giovane
,

senza

me

le

abbandona

pigri sonni
,

e col tuo marito

leva su,

e con Menilio tuo zio

e a rcoglierle andate

Voi

le

vedrete tutte vermiglie rosseggiare siccome se di fuo-

co fossero

e quelle che cos fatte vedrete securi vi-

verete che sieno de' romani giovani morti in questo luogo, le quali

poich raccolte avrete

con
i

dili-

genza

le

renderete a

Roma,

di cui vivi furono


lieta
;

corpi.

E acci
io
lio

o giovane che tu pi

viva

chi io sia

mi
il

ti

manifester, e apromiti
,

sappi che io fui Le-

tuo padre

e questa che tu
ti

meco

vedi, della cui

bellezza tu tanto

maravigli

fu ed Giulia tua

maa

dre

e cosi

come

cari e fedeli nel

mondo fummo
giammai

Do con puro cuore

servidori

cosi gloriosi

viviamo
.

nella vita alla quale ninna

fine sarh
,

La
le

qual cosa acciocch tu mi creda


vermiglie ossa avrai ricolte
letto farai cavare,
,

poich tu tutte

alla destra parte del

tuo

e quivi

il

mio corpo

cos

come

Giulio

il

vi

pose troverai col viso del suo velo an,

cora coperto
lo,
il

l'

armato corpo d' un verde mantel,

quale tu piglierai

e quello di Giulia togliendo


in

da Marmorina, insieuie

Roma

gli seppellirai:

e pi&

366
non
lia
,

FILOGOLO
disse
.

Ma
,

volendo gi dire Biancofiore


,

o Giu-

cara madre, fammti toccare

la

luce sparve e le

sante persone

il

sonno
si
,

si

ruppe

della

giovane
,

la

quale tutta stupefatta

lev senza indugio

e chia-

mati Florio e Menilio

ci che veduto e udito aveva di che essi maravigliatisi as-

per ordine disse loro


sai ringraziarono

Dio

e levati tutti e tre andarono


il

senza alcuno lume a fare

pietoso ofico
,

FiSsi

non

uscirono prima de' padiglioni

che

la

notte essendo
,

molto oscura
la

non porgendo alcuna luce


siccome

videro
,

profonda valle per diverse parti tutta rilucere


e ove

ove

un poco
munate
dove

un

altro

il

cielo nel tran-

quillo sereno mostra le chiare stelle


ossa sparte trovarono,
1'

e tutte

1'

acco-

e mutate del luogo

lasciate

avevano

Essi nel principio con paura


,

di cuocersi givano ricogliendo le rossenti reliquie


tutte quelle

per diverse parti della valle sparte ricol,

sero divota mente

e quelle poste sotto diligente guardisse

dia

dove Biancofiore

cavarono
,

n molto fu
trovarono
il

loro bisogao andare a fondo

che

essi

promesso corpo ancora del velo e del mantello coperto


,

fresco

come
;

se quel giorno di questa misera


il

vita passato fosse

cui viso Biancofiore

ancorch

morto
gur

fosse

al bello

e lucente che veduto avea raffinelle quali

ella,

il

bagn di molte lagrime,

Megli

nilio e
strinse
:

Florio

r accompagnarono,
cosi

tanta piet
,

poi racconsolati prese quello

e rinvolto in
il

un

caro e

mondo drappo
,

armato come stava

misero in una cassa


vata terra
,

1'

ossa rosseggianti per la ca-

forse d' altri corpi in quello


,

medesimo
al-

luogo
l'

seppelliti

per Giulia raccolte aggiunsero

altre

IJBRO QUINTO
Queste cose fnri'udo costoro
ro giorno
,
.

37
Q.

sopravvenne

cbia
ri-

per

la

qua] cosa

essi

il

corpo e
,

Tomo

colte sotto

sofficiente custodia lasciate

cavalcarono
in

avanti al loro
di

cammino e poco
,

distanti

breve al
entra-

mandalo tempio pervennero


ofl'crsero

nel quale
,

essi

rono e

grandissimi doni
i

e porsero pietoae

orazioni, e voltirono

passi loro? e

venuti al luogo
le

ove lasciato aveano


reli(|ui,

il

corpo di Lelio e
,

vermiglie

quelle prese

senza ristare in alcuna parte a

Marmorina
cassa

nel portarono: e quivi con solenuiti tratta


,

della bella sepoltura Giulia


,

e acconciatala in una
le

con
ne

1'

altro

corpo e con

vermglie ossa a
grandissimi e
.

Boma

le
,

portarono: e quivi

fatti

belli cscquii

co' loro padri le seppellirono


la

Le

quali
,

cose fatte

lasciando

non proGttevole malinconia


,

lietamente veduti e ricevuti


loro
si

a far festa co' parenti

dierono

Stato Florio in
,

Roma
il

pi giorni in

allegrezza e

in festa co' suoi


gli

dalla cara

madre un
per la
le

singular messo

venne

narrante

re suo padre
,

grandissima

infermith sostenere a Ck>rduba

qunl cosa

egli

senza indugio dovesse tornare


,

quali

cose udite Florio


gni
,

egli

e Menilio con pochi


,

compa-

lasciando BiancoGore con Cloelia

si

misero in

cammino,
molto
alla

e con istudioso passo dopo molti giorni


,

pervennero a Corduba

vivendo ancora
al

il

re

ma

morte vicino

quale

essi

entrarono, e
: i

con pietoso viso

di suo essere

domandarono
:

quali
siti

quando
piace
lo
,

il

re

li

vide

contento molto disse


l'

ornai

gnor mio Domencddio prendi


.

anima mia quando


li

Poi a Florio rivolto cosi


le cose
la

parl

caro fgliuo
vi-

sopra tutte
:

amato

io

non posso pi

vere

la

lunga elh e

grave infcrmitii

mi mostrarono

3<?8
la vicina
lentieri

Fi LO COLO
morte
,

la
,

prendere

quale certo non debbo mal vopoich lungamente vivuto sono , e


piuttosto prese eh' ella delle mie.
eli'

delle sue ragioni

ho

E
fu

appresso avanti eh'


,

pata

assai di quello eh' io

io

non

credetti

mia vita occuho desiderato e che ora mai vedere ho veduto per quaabbia
la
, .

lora viene lietamente la ricever

La quale poich
1'

del

mondo

tolto

m' avr e renduta


,

anima

al

secolo

futuro, tu del presente regno, del quale io lunga-

mente

re sono stato

prenderai

la

corona e

il

reggiti

mento, perch'io

tra

l'altre cose principalmente


te

prego e comando, che

prima regghi

e governi

si

che coloro

quali tu avrai a reggere di le non

si

facciano con ragione scherno, e questo facendo


sar che di

uiun

bene
,

esser retto

non

isperi

Siati la su,

perbia nemica
ile'

e quanto puoi la fuggi

perocch
indignae poche
,

subietti seguendola suole

ribellazione e
,

zioni

d'

animo e inobbedienza generare


umilmente

sono nel cospetto di Dio tanto noiose quanto quella

per

vivi

e co' tuoi subietli

sii

quanto

si

conviene familiare.
te, la
ci
,

l'iracunda rabbia sia o duri in

quale suole inducere subiti movimenti e sconquali


,

li

poi passata

sogliono dolere
l'

JNiuna ven-

detta sia da te presa adirato, perocch


d'
*^

ira

ha forza

occupar

1'

animo

che

egli

non possa discernere

vero: dunque

passata quella, con discrezione prot'

cedi sopra quello perch


sia tal fallo

adirasti

E
,

bench
mitiga
.

talora
i

che aspra vendetta meriti


si

tor-

menti

e dove

conviene perdona volentieri

Egli

a' signori

gran gloria l'aver perdonato.

invidia a dolerti degli altrui

beni
i

ella

muova suole moti ,

strando

gli

altrui regni

pi che

suoi ubertosi

far

LIBRO QUINTO
senza
utllUi

$6g
e di qnella
letizia

dolere

iiitrui dc'lMMii

del priMtirno, e per


,

COiuegucnte desiderane

la
.

sua

rovina

se avviene far lieto altrui

O
I

che

ini(|un

questa

e ({uaiito da fuggire

ConciojMecosacli le

vie della fortuna sieno molte e varie, e 9tral>occlicvoli


i

suoi movimenti. Tal

ri.ni;

gi dogli altrui danni,


riso.

che

de' suoi do|)o piccul


lersi

tempo pianse, e fuune


dell* altrui

Do*

con giusto animo


.

calamilh non fu
,

mai male

Rallegrati

adunque
male

degli altnii beni

e di

quelli clic tu }>ossiedi ringrazia

Dio

L' avarizia di*

voratricc e insaziabile

del

tutto
t'

da

te fa*

che

lontana sia
siare
.

Pi che tu abbi non

di nccessith di*

termini del tuo regno gran circuito ooctipa,

no

<[uali

se tu

me

ne crederai
.

d' ampliarli
1*

non
uo-

entrerai in sollecitudine

Spesse volte per aver

mo

pi che

si

convenga, quello che convenevolmente

avea ha perduto.

ti

metta costei in desiderio di

ragunar
l'

tesori
,

quali

amara

sollecitudine sono del-

uomo

e per quelli multiplicare in allo monte, far

fare forze a quelli a'qnali piuttosto per la loro vita

poter governare ne bisognerebbero, che esser 'oro


quelli

tolti

che hanno
,

Dispettevol cosa ^ nel prncipe l'a-

varizia

lit

quale ove dimora conviene che giustizia


.

se ne parla

Grandi furono

miei tesori

n quelli

vivendo ho

spesi,

n ora morendo mi possono un' ora


.

di vita accrescere n seguirmi

Sii

tu

adunque

libe-

rale, e col retto giudicio e onesto volere liberamente

dona, e quelli
g'

co' tuoi subietti


:

non dimenticando
forse tanto

indigenti godi

e guardati

non

Kbe-

rale esser desideri che


la

tu in

prodignlith

cad<r$si,
l'

quale a non
.

meno mali
II.

allru
1*

conduce che

ava-

rizia

Guardati similmente che

animo

accidia

non

FILOCOLO T.

a4

Sjo
ti

FILOCOLO
,

occupi

la

quale in pensieri suole mettere altrui


e

molto sconci ,
fa gli

per conseguente

all''
,

operazioni ella
e pigri
a'

uomini molti miseri di cuore


le

loro

beni,

quali cose in signore n in alcuno altro sono


.

in alcuna maniera da consentire

La

faccia del prin-

cipe deve esser

lieta

nel cospetto dei

popolo suo

e e

nelle convenevoli imprese deve esser magnanimo

fuggire esercitandosi
cosa e tu similmente

vili

e disonesti pensieri; la qual


il

fa'.

Sia

tuo esercizio continuo


de' tuoi subietti

studio nella virt


le cui utilit

e nel

ben vivere

e riposi pi che le tue


il

medesime dei
,

pensare
in

Sia

tuo studio in tenergli in uno amore


il

una pace e
.

in unit, perocch

regno in s diviso
,

fla distrutto

Non
:

sono

grandi onori largiti

n le

gran cose commesse, perch ne' morbidi

letti

dimo-

riamo

oziosi

a noi

siccome pastori

a'
:

popoli
la

come
cac-

mansuete pecore ne convieu vegghiare


se saviamente viverai farai
.

qual cosa

Quanto puoi ancora


la vita

cerai

da

te

golosi disii

quali mettendo ad effetto


j

deturpano

il

corpo

e
,

mancano

e gi

come

tu puoi avere udito


il

pi uomini uccise la cena che

coltello

I cibi

con disordinato appetito presi sumali


,

perfluo generarono gi molti


quelli perde
il

1'

uomo

per

lume
,

della

mente
;

e s

medesimo non
in coloro
cibi accioccibi usi.

conosce

n Dio

che peggio

e In cui che questo


,

\izIo sia da biasimare pi che in altrui

che hanno
ch tu viva
cosft la
si

altrui a reggere
,

per usa
tu

non vivere acciocch


,

Poca

natura contenta

oltre alla

quale quantunque
vi-

piglia genera
.

danno
ti

ed chiamato con ragione nemica


,

zio

Similmente

sia la lussuria

la

quale

conciossieoosach oou tutti gli altri vizii da coraballcr

LIBRO QUiNrO
sta
,

371

son A (1 fiiKK'"^
,

Q"*^*
e

'^*'*

corpo

delU borw
^

nemirn

con

In

la

cortft

frtsi'ullosii

tlolrrrr

in-

gtilar Incelo Hell* nntico

ncmiro

ti

Irretire

TAnimo
ha
fatti

de' cftUivi

Oh

(pinnli mali e qimli gi rostei

avvenire

Quel

rettore

che V userh dark

a* noi

no-

Tnlnl mntenJi d'enfiare, de' qnai enfiamenti


altra cosa resnltA

ninn^

non tradimento o insidie, perA

schifala

a te

Ma

tna Biancofiore hellissima, e d' alt

schiatta nata, la quale tu

hingnmente hai amata, e


,

con sollecitudine guadagnata


e sola care
.

gufrdnlali e iati cara

come

si

conviene
il

ti

hasti

senta

pii\

avanti cer-

Siati a niente,

guanlarsi da'
a
,

vizii

non

hasta
;

senra operare le

virti\

gloriosa

vita
,

pervenire

per, o caro figlinolo

imita (juelle

e quanto puoi

r adopera
ne

Laudevole cosa e necewaria molto nei


,

principi la prudenza
s

senza

la

quale niun regno be-

governa
:

similmente senza giustizia niun rei

gno dura

e poich

ladroni
,

acciocch Inngament
i

duri la loro compagnia

in

molle rose
i

suoi onlint

servano

quanto maggiormente
.

principi la
,

deono

voler servare

Adun(|iie e tu la
il

serva
.

e a ciascuno

con ragione intera

suo debito rendi

li

muova

amore, odio, o amicizia, o parentado o dono a gin*


dcare con torte bilance.

E similmente
richietle
,

ne' grandi no-

mini fortezza d' animo


to maggiori sono gli

si

e perocch quan-

uomini

tanto maggiori sogliono


,

e possono

1'

avversiti

avvenire
si

e per pii forza a so-

stenere a loro che agli altri


gli

richiede, non forse ne-

avversi casi mostrando tristizia negli animi de* su-

bietii pusillanimith

generino

E in

tutte le cose fa'che

temperato

sia

la

temperanza in ogni cosa dimora


la

bene. Ella mutplca

laude e

gli

onori, e

aumenta

372
la vita
,

FILOGOLO
e la sanit serva senza affanno
.

vivi caritei

vole, ciascuno

come

te

amando

ma non

suoi vizii.
,

E
la

fedele a

Dio

nella sua misericordia spera

la
,

quale

morte de' peccatori non vuole


elli si

ma

la vita

accioc-

ch
all'

penta e viva

acciocch tu per queste possi


,

eterna gloria pervenire


,

quando
io

della tua vita

ternuni compierai

siccome
.

ho

gih

compiuti
i

per
fug-

quello che mi paia sentire

E
la

acciocch

vizii
,

gire e le virt seguire con intero

animo

possi

sem-

pre davanti agli ocelli porta


diritto

tua fine, la quale con

senno pensando conoscerai di questo


le

mondo

ninna cosa portarsi se non


re
.

buone e

virtuose ope,

tra gli altri sia

tuo pensiero questo


,

che queste
,

cose le quali tu possederai

e che io possedei
,

non

ne sono date per nostra giugulare virt


gli altri

nella

quale

uomini passiamo, anzi molte volte meglio


nostra casa reggere
1'

che

gli altri la

non sapremmo,
.

ma

per divina grazia

abbiamo e reggiamo
1'

peroc-

ch graziosamente ricevute
ritenere e dare le
vivi
,

abbiamo, graziosamente
.

dobbiamo
,

Dunque onestamente
che
tutte le cose
,

e altrui non ledere

a ciascuno quello

suo da'.
del

E
,

onora

la

tua

madre sopra

mondo

acciocch la sua benedizione


passo

quando

all'infallibil

mi

seguita, meriti: e

tuoi figliuoli

correggi e gastiga ne' teneri anni acciocch la loro


vita
ti

sia

consolazione
la

pregoti che

1'

anima

di

me

vecchio tuo padre,


le

quale intanto t'ha sopra tutte


te s

cose

amato che spesso per


mente,
,

s
.

medesima

uscita di

ti

sia

raccomandata

queste pa,

role dicendo
le sante

allentando a poco a poco la voce


.

fini

ammonizioni
,

data al figliuolo la sua be-

De4iz<iooe

e teneramente con lagrime baciatolo, gri-

LIBRO QUINTO
d
t

373
,

io

mo

ne vo
1*

e egnt poi

o signor mio

riceti

nelle tue innni

nnima

del tuo servo: e cosi dicendo

rend l'aniiun

al

suo fattore. La qual cosa yeggendo

Florio con pietosa

mano chiuse
i

gli

occhi

al

moriento

padre, e piangendo
pigli
nilo
i

lieti

ve&tinienti
,

abbandon, e
tra'

lugubri con molti compagni


gli

quali

Me*

similmente
il

prese

Ilario

quale con
i

somma

sollecitudine avea al

vecchio re

santi sagramenti della chiesa


,

con divo
il

zionc donati
de,

poich della presente vita passato


,

vi-

come

a Florio piac({ue

secondo
i

la

romana con,

suetudine mise in ordine

grandi esequii
si

e con
,

molto onore

siccome a un tanto re

conveniva
citt
.

il

fece seppellir nella

maggior chiesa della


:

Pianle

sclo Florio molti giorni

ma

venuto
,

il

tempo che

lugubri veste lasciar


fortato
,

si
i

doveano

e Florio fu ricon-

baroni e

grandi uomini del suo reame


,

vennero nella sua presenza


corona
la

acciocch egli presa la


.

debita fedclth gli giurassero

Alla quale
,

coronazione Florio fece chiamar Biancofiore


la

a cui
,

morte del re era per amore


lei

di Florio assai doluta

e con

venne

la

valorosa donna Clodia e Tiberina,

e Glorzia e altre doime di


lio

Roma

le quali

Quintij

con Curzio e con Sempronio accompagnarono

e Galeone a cui era in cura allora di fare fontane alla

nuova

terra

udendo

della coronazione di Florio la


:

novella, lasciato stare ogni casa vi venne

e Fileno

il

padre e

la

madre

parenti lasciati ancora vi ven>


,

ne

il

duca Fernmonte similmente

e Sara e Paraltro

menione e Messalino e Menedon e qualunque


grande del paese
,

ov*

elli

furono

tutti

lietamente e

con onore da Florio ricevuti

. ,

374
Il

FILOCOLO
dolce tempo era
. ,

il

cielo

unto

ridiente por-

geva graziose ore

Citerea tra le corna dello stellato


,

lauro splendidissima dava luce


slava tra' guizzanti pesci
.

Giove chiaro

si

Apollo nelle braccia di Cabrac-

store e di Polluce pi lieto ogni mattina nelle


cia della sua aurora
si

vedea entrare
lieta alla

Febea correa
.

con

le

sue acute corna


,

sua ritondit
i

Ogni
,

stella rldea

il

sottile

aere confortava

viventi

e la

terra

ninna parte di s mostrava ignuda,


fiori si

ma ogni
i
.

cosa

piena o d' erba o di

vedeva

senza

quali niu-

no albero

saria trovato, o senza frutto

Gli uccelli

che lungamente aveano taciuto, davano


n alcuna cosa era senza
festa della futura lieto

graziosi canti,
la

segno

quando
si

gran

coronazione d Florio

cominci

per Cordubaj

le

rughe della quale da ciascuna parte

ornate di drappi simili a quelli d' Aragne tutte ridea-

no
ni
.

Ninna

casa niun luogo senza maravigliosi suo-

I giovani e le
,

donne

lieti

e riscaldati nel
gli

festeg-

giare

con graziose note cantano

antichi

amori

Altri sopra

correnti cavalh'
i

inghirlandati di novelle
di

frondl

ornati s e
,

cavalli
,

molto oro e di so-

nanti sonagli

corrono
.

vaghi occhi delle giovani


le

tirano a riguardarsi

Alcuni apparecchiano
giostre

forti

armi per mostrare

in pacifiche

quanto egli
altri

sotto quelle sia poderoso.

E
.

altri

divisano

giuo-

chi

e niimo senza festa

le

molte e

le belle bri-

gate de' festeggiami niun riposo conoscono, e

bench
,

Febo
non

co' suoi cavalli


il

si

tuffi

nell'
.

onde

d' Esperia
il

toglie egli loro

festeggiare

Quello che
fiaccole
,

sole

ascoso toglie suppliscono


alle

T accese
.

graziose

non

cos belle giovani


,

Ma

poich in cosi grande


,

allegrezza

apparecchiate

le necessarie cose

il

deter-

LUmO QUINTO
miiiAto giorno della coronazione fu vennto
vestito
(li
,

375
Florio
piaxx.!
'l

reali vestimenti

venne in un^ grnn

nccompagnato da'

nobili del
eletti
,

reame

e quivi Ilario e
altri

duca Fera monte


atti nll'alto

da

tutti

gli
il

in

generali

mestiere
il

celebrato
di

santo uficio, invo-

rato (livotAtncnte

nome
di

Dio a sua laude e a


d'

reverenza

del

reame

Spagna con corona


1'

oro
po-

coronarono Florio,
polo
,

in caspetto di tutto

infinito
s

del qunl le voci al ciclo n^andarono

alte,

che

opinione fu di molti che dentro passassero, dicendo,


viva
il

nostro re
si

il

quale poich

la

corona ricevuta
,

ebbe
prie
fatte
i

fece venire avanti Biancofiore


eli

e colle pro-

mani
,

simil regno la coron reina.


la festa

Queste coso

ricominci

grandissima
,

e le trombe e

molti slnimcnti sonarono


s

1*

armeggiare comin
si fa,

ci grandissimo tanto e

generale per tutto

elio

ninna

altra cosa vi si

vede o sente
fattisi

Florio novello re,

venire

raonati tesori del

padre

quelli liberamente

dona

a' suoi

baroni

e non
parta

consente che ninno senza grandissimo dono

si

da tanta

festa

poi con loro insieme per

la terra

an-

dando
steggia

ovun({ue
,

egli viene fa festa muliiplicare e fei

sempre seco avendo


,

cari
,

compagni del suo


tutti gli altri
,

pellegrinaggio

e quelli onora
e a coloro dh
il

e sopra

vede volentieri

grandissimi doni

dare a ciascuno

suo regno
la
i

gli

pareva

far

poco

durata per molti giorni

festa

grandissima sen^a

comparazione,

gli

amici e

servidori del re Florio

contenti desiderano di vedere le loro case e cercano

congedo
cede
.

il

quale

il

re Florio

Galeone torna a Calocipe


gli

come pu lieto conFilmo a Marmori,

na

Menilio e Quintilio e

altri

giovani romani

, ,

376
colle loro

FILOCOLO
donne e con grandissimi doni
,

lieti
,

ricer-

cano

Roma

e con loro

il

reverendo Ilario
,

il

quale
stile
,

prima

in quella

non giunse
giovane re

che con ordinato


in

come

colui che era


i

bene informato,
,

greca lingua
la

scrisse

casi del

il

quale con
,

sua reina
,

Biancofiore ne' suoi regni rimase

piacendo a Dio
.

poi felicemente

O
tocca

consum i piccolo mio libretto


,

giorni della sua vita


,

me
,

pi anni stato gra-

ziosa fatica
i

il

tuo legno sospinto da graziosi venti


e gi
,

liti

con affanno cercati

il

vento richiaessi

mato da Eolo manca


tento
ti

alle tue vele

e sopra

con,

lascia

Fermati dunque ricogliendo quelle

a'remi stimolatori delle solcate acque concedi riposo,

agli scogli dell'

uncinute ancore e de' segati mari e


,

della lunga via le meritale ghirlande aspetta


la tua bellissima

le quali

e valorosissima donna

il

cui

nome
ti

tu porti scritto nella tua fronte, graziosamente

por-

ger

prendendoti nelle sue dilicate mani, dicendo


,

con soave voce


bocca
ti

ben

sia

venuto
:

e forse colla dolce

porger alcun bacio


si

la
?

qual cosa s'avviene,

chi pi di te
rito

potr dire beato

E certo
,

se altro

mei

non

ti

seguisse del lungo affanno


ti

se

non che

suoi belli occhi

vedranno,
il

s ti fia egli assai

grande,

e glorioso potrai dire

tuo

nome

tra' naviganti. Ella,

quale io sempre figurata porto

nell'

amorosa niente

mai
non
fia
t'

tuoi versi
il

non

legic^er

che di
j

me
la

tuo autore

le torni

nome

nella
.

memoria

qual cosa

mi

grandissimo dono

Adunque
,

se di

me
;

tuo fattore

cura

dimora con

lei

ove io dimorare non oso che conciosil

n di maggior fama aver sollecitudine


secosach tu da urail giovane
alti
sii

creato,

cercare gli

luoghi

ti si

disdice, e per agli eccellenti ingegni.

LIBRO QUINTO
e
alle robuste

877

monti
si

lascia

gran versi di Virgilio.

te la bella

donna

conviene con pietosa voce dilettaesser

re, e confermarla

ad

d'un solo amante contenta.


,

E quelli del
di Marte
si

voloroso
,

Lucano
lasciali

ne' quali le fiere


a^li

arme

cantano

armigeri cavalieri
.

insieme con quelli del Tolosano Stazio

chi eoa

molta efCcacia ama

il

Sulmontiuo Ovidio seguiti,


.

delle cui opere tu se' confortatore

ti

sia

cura di

volere esser dove


te
si

misurati versi del Fiorentino


,

Dan^

cantino

il

quale tu

siccome piccolo servidore


a costoro
il

molto dei reverente seguire. Lascia


onore,
il

debito acqui-

qual volere usurpare con vergogna


.

t'

sterebbe danno
alti

Elle son tutte cose da lasciare agli

ingegni

I^a

cicogna figliante nell' alte torri dia'

scende a vivere

fiumi

te bisogna di

volare a

bano, perocch

la

bassezza tiene mezzana via* Al*


ali

cione volando batte le sue

nelle salate onde, e yye*


,

te

assai solamente piacere alla tua donna

a cui

lecito darti alto e basso luogo secondoch le piace s


dalla quale per

mio

consiglio

mai non

ti

partirai
f

ove

staresti tu

meglio che nel suo grembo


ti

Qtuli

mani pi

belle

poriano toccare, e occhi


le

riguardare,,;

o voce proITererc
per accidente

tue parole

Da

cui se tu pure

esci di

mano, e

agli altri

occhi pervieni,
,

con pazienza

le riprensioni de'
li

pi savi sostieni

e se-

condo

il

loro diritto giudicio


de' folli

disponi all'ammenda.
,

Al cinguettar
sa voglia
.

non porgere orecchie

che basti

A coloro
,

che con beni vola intenzione


i

guardano ingegnati di piacere, e


quanto puoi schifa
cappi
resisti
.

morsi

dell' invidia

ne' denti della quale se pure indi tal

Tu se'

donna subietto che

le

tue

forze non

debbono

esser piccole; e

a' contradicenti

Syft
le

FILOGOLO
la

tue piacevoli cose,


,

lunga

fatica

d'Ilario per

veridico testimonio

e ne! cospetto di tutti del tuo

volgar parlare

ti

sia

scusa

il

ricevuto
.

comnndamento,
i

che

il

tuo principio palesa

Serva adunque

porti

mandati, e de' beni del tuo padre non esser detrattore:


vivi
,

e di
,

me
.

tuo fattore seinprc nella mente

il

nome

porta

la cui vita nelle

mani

della tua

donna amore

conserva

FINE DEL FILOCOLO

PQ
4266
Al

Boccaccio, Giovanni Opere volgari ! ^^

1827

.8
I

PLEASE

DO NOT REMOVE
FROM
THIS

CARDS OR

SLIPS

POCKET

UNIVERSITY

OF TORONTO

LIBRARY

L'alfe

^\

^:^

*^j

'4.

^^^7?-

%
'M-

'

'#.

icTiA-

Potrebbero piacerti anche