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%<^...
*-'d
'j
stilli
VOLGARI
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTE SU
I
TESTI A PENNA
EDIZIONE PRIMA
VOL.
Vili.
FIRENZE
PER
I G.
M OU TI E R
MDccaxxix.
/-j;^
Col benigno Sovrano rescritto del d 9 Giugno iS26fJu conceduta ad Ignazio Moutier
la privativa per anni otto della stampa delle
Ri
IMPRESSO CON
DELLA
TORCHI
STAMPERIA MAGHERI
DJ
GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTO SU l TESTI A PENNA
TOM.
II.
TER
16.
MOUTIER
l89.
FILOCOLO
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
LIBRO QUARTO.
poco dolore
passi
de'compa^ni
seguendo
cammino
ma
fati
primieramente venuti
alla
la-
graziosa terra
sci le sue ossa
nome
eterno
lo piacevole piano:
ma
ebi
bero
le
sopra
,
si
tro-
fratello dell'
gli
imperiale
Tevere
vicino al
monte onde
antichi edlGcator
s'
apersero gli
e forte
i
si
ignorando ove
fortunosi casi
portassero
FILOCOLO
senza parlare a' compagni, passando allato alle di-
ma
sabitate
rono
1'
non per
-verso
Alfea diritto
cammino
a cui
presero
niuna cosa
rizzassono
al
:
si
cela
volonterosi a tal
cammino
,
gli di-
vicina
era
il
misero
ter-
piano
onde
,
costretti
furono a
ritirarsi
sopra
'1
cer:
ruto colle
forse di
,
quivi tirandosi
mi
antichissime m.ura
s'
alle quali
immaginando che
abitazione fosse
n pi
tosto vi
furono
che
il
pio degli antichi iddii conobbero. Quivi piacque a Filocolo di fare sagrificii
a'
non conosciuti
e strani iddii,
,
poich
vare
l'
fati
nel tempio
l'ecati gli
i
aveano
e fatte le-
erbe e
il
le frondi e
abuso sopra
vecchio altare
e similemente le figure
ornamenti,
stito di
1'
mano ripulire e adornare di nuovi domand che un toro gli fosse menato; e ve-
umido
prie
mani uccise
nel!'
loro
sacrificio
sommi
se in que-
LIBRO QUARTO
sto
7
i
aMoltate
preghi
sa-
Olici,
la vostra deit
il
modo
;
del
mio
criGcAro
il
ma
riguaril
dando
alla
mia purith
alla
rice-
oltre al dovere
il
innamorato
disio
,
mio
al
qua-
nire,
onde meriti
pio , e
oiTerti
V adornato
doni
,
aliare
gli accesi
fuochi con
gli
mio
fu-
turo
mia
,
fatica.
Egli
sua orazione
lo
,
finita
il
spazio
onde
venisse,
tempio
stretti
fuoco hai
riscaldati
lungamente
di-
pi
e per ascolta.
Tu,
partilo
domane
di questo luot'aspet-
mandata nave
neir
isola del
dopo molti
cerchi dimora, e Ik
pericolo,
ma
FILOGOLO
,
si
parli-
colui che
memorevoli
\ersi far
'1
suo
,
nome
sar pieno di
tacque
la santa
voce
e Filocolo d'auimira-
a'
compagni
e loro
il
il
si
al
vecchio
per la
si
ma
chiarissima dimorava
di
mezzo
acqua
,
di quelrilevare:
modo
due
bollori
,
si
vedeva
quale Fllocolo
e appressan,
vedendola
e divenne
d' ar-
e fecesi
uno nappo
si
gento recare
sopra
la
basso
,
e bassato col
nappo
de quelle gonfiare, e
re
j
fra s senti
il
non
e
,
gorgogliare volgersi in
sii
voce
bastiti
chi che tu
che
le
,
mie
parli
che
io sen-
o molestarti
n perisca
il
fraternale
amore
perch
che gi fui
uomo
de, n
sa
ora fonte.
A
la
mano,
e quasi che
non cad;
suoi
ma
o chi che tu
ti
sii
t'
che nel,
le presenti
se io
offesi
che
non
fu
'
lazzandomi menava
alcuno.
le lue
il
Ma
se g' iddi
molestia
ti
diparuno, e
,
non
ti
sia
noia
la
e chi tu
come qui
venisti e
,
no
tuoi avvenimenti.
si
Tacque Filocolo
,
e l'onde
tutte
cominciarono a dimenare
dopo alquanto
cosi dolci
:
non so chi
tu
ti sii
che con
domanda
ma
perocch maravigliar mi
fai
solo
che ad ascolti
tarmi
sia
i
li
disponga
,
manifesta
casi.
narrer
miei
Sappi eh'
Marmorlna
e
terra
rio
il
mio no-
me
ma
fu Fileno
j
detto re
nella
,
bellezza
il
nome
era Biancofiore
il
colla luce
che mai
uomo
di piacere di
io
donna non fu
preso
fatto
,
amor
di
di lei.
lo ricevetti da
si
un giorno che
,
la festivit
Marte
celebrava in Marmorlna
uno
la
sua blonda
testa
copriva
compagni per
for-
za ricevetti
1'
E da
Marmorina pr-
16'
FI
LOCO LO
,
come
poi detto
mi
fu eh'
egli faceva
per
meritai
perocch se io avessi
,
contentandomi
Ma
Marmorina
,
partito
nar-
razione
ap-
parecchiava
in sonno
mi
mi
le
fece
comquali
,
pagni
s'
cose vedute
il
m'av-
se io
il
Seguitai
adunque
mio amico
abbandonata Marmorina ,
pervenuto qui
,
e
,
mi piacque qui
mia fuga
esilio ; e
ancora
mi
ond' io immaginai
di poterci senza
piangere
piansi
:
l'
abbandonato bene e
n per
le
lungamente
n per
1'
il
ma
mie lagrime
il
essere
mi
pareva
mi
costrignea e molestava
dolenti
molto
laond' io
LIBRO
lunque
volle
sibile
altri
QUARTO
,
ii
che
infiiiile
domandai e chiamai
morte
la
quale impos-
mi
fu di potere avere
Ma
li
ho
sentii su-
desimo convertiva, e n
gi
volendomi
colle
mani
tocca,
mano
sentiva
1'
ma mi
sentiva nel
toccarsi insieme
l'
n pi n meno come
to e
1'
onde cacciate
,
insieme urtarsi
perch io iu>
contanenle
me
mi
sentii
il
quale io poi
colla gravezza di
me medesimo ho
il
pi profondo oc-
conoscimento antico
.
il
mi fu
lasciato
,
carono lagrime
questa posti, da
dolenti occhi
quali nel
essi
come da due
E
le
pre
chiare onde
fu
il
col
sotto la sua
omil
me
fosse
pi dolce
come
le
,
vedete, ancora
ro
Ora per
mio
stato
comprendere
potuto ho dichiarato
nifestarmi a cui io
non
vi sia
dunque grave
il
ma-
mi
sia manifestato.
Ascoltando Fi-
12
FILOCOLO
,
si
Fileno, piet
m' ha mosso
a lagrimare
al
mio
delle
le
mie
E primieramente
nato di nobili pa-
sia
manifesto che io
abbondi e in dolore
io similemente pellegrinando
Florio
il
,
quale tu
e
mi nomini
il
io
l'
ho conosciuto
con
il
trop,
po bene mai
vidi, e
lui parlai
compresi, che
doloroso
uomo non
vidi
ma
perch
fiore la
il
re suo padre
mercatanti
lei
si
sic-
come
vilissima serva
quali mercatanti
,
sopra una
,
e dove
fare
,
non
sa
per la
:
si
muore
la
di dolore
onde
s'
egli a te
nuocer volea
fulli
noia
e per
ma
compa-
uno
di quelli, con-
Florio
ti
come
,
le
fu agevole a rendere lo
te
,
nel
a'
rinte-
grare
La
LIBRO QUARTO
enfi, e colle sue
i3
termini, produ-
onde pass
gli usali
pi!i
ma
a Filocolo
non par-
ma poi'
tutti
dolendo
o quanto dubitosa
re, nella
d'Amore
entratal
quale
il
nodo
slegare, se
non quando a
diamo
fini a*
quali egli
Chi
il
,
il
qual fu
il
pi ga-
pi leggiadro che
figliuolo
unico
amore divenuto
pellegrino,
il
cie-
questo rispose
Filocolo dicendo
1*
m*
caro
,
peroc-
il
e detto
perch
m' abbia
altare.
rinnovando
il
:
santo tempio e
il
suo
il
noi
andremo secondo
nostro
cammino
e ricevuil
tornar
qui non
ci falla
mezzo avremo
faro
14
FILOCOLO
,
mo
stri
perocch
,
gl'iddi, solleci-
ti a'
bni dell'
ci
umana
gente
,
doni
concedono
a'
ma
poich
hanno
le
do-
mandate cose
domandanti concedute
i
dlettansi
ed
ricevitori in
,
luogo di riconoscen-
e per,
come dissi
,
disiate cose
ci
consiglio
onorandolo come
tutti
converr.
Questo eonsigllo a
no e
la notte quivi
,
misera fontana
am-
mancate
il
1'
abbon-
preterito
giorno allagato
presero
che
1'
Quivi
la
in un' ora
con loro
in-
do per quella
le
su vi
e a' prosperevoli
comandando che
dirizzasse
, .
del
Fuoco
il
cammino
il
si
Eolo
nuovo legno
,
luoghi pigneva
,
e Nettuno pacificae'
mente
deano^
onde Filocolo
suoi
com-
pagni contenti
cammino
suo fele
ma
la
mondano bene
fosse
LIBRO
ni al luogo
QUARTO
,
i5
deliberato
acque
medesimo
tutto si
commosse con
i
spia-
giovani,
non
riputavano.
volendo gih
il
aveva
1'
marinai di lontacolore:
na parte vedcano
ch
'1
il
ma
poi-
giorno fu partito,
si
Elli
s'
argomentavano
quanto potevano
alla
veduti segni
si
ma
mentrech
argomenti
utili alla
loro salute
pren-
il
vento a multiplicare in
le vele
bero
ceva
non come
volevano
ma
alti
siccome a
gli
a cielo, e da ogni
,
coprendo quella
:
all'
altro
un
de' timoni
cielo
s'
apriva sovente
terribili
no
tutte le
laonde
tutti
,
potersi aiu-
o loro o
la
i6
giaceano vinti
FILOCOLO
nave prostrati
,
per
era perdu-
ancora
,
la
'1
notte
mezze
le
compiute
tempo
ma
se
non
e ancora
che
il
venti
e de' tuoni e
dell'
acque
ancora
il li
faceano molto
quali alcuni in
gli
maggiore
le dolenti
voci de'marinai,
rammarichi,
sero atare
,
altri in
doves-
no, conoscendo
Le quali cose
,
e a quelle
vedendo
ognora pi fugsi
con
gli altri
cominci
a dolere
dicendo cos
o fortuna
ti
sazia di
tra-*
me
sono stato
stullo
stato
,
assai hai di
me
riso
fallo tosto
la
Non
:
m' indugiar
pi la morte
poich tu
mi
,
desideri
ma
se esser
i
pu
io solo la
morte riceva
acciocch
costoro
me li
m'
hai
LIUUO
come maggiore
sene.
se
,
QUARTO
riiier^faio
17
nelle
me
per tino
mie
ali-
4UCSI0
iiiuiia
cosa peggiore
:
mi pu
,
seguire
non morte,
lo la desidero
,
mandalanii
s'
acciocch
i
gli altri
campino
e la tua voglia
vSazia
adempia e
miei
,
dolori
si
terminino.
le
e ia
questa fniscano
seri parenti
tue fatiche e
miei danni
O mi*
gli
dimandavate.
Le
la vostra letizia
non vedr
il
morto viso
il
quale vivo
m' benigna
s
questo
la
ringrazio
che
incerta se-
me
le vostre operazioni
lazione in
come
fortuna
mi
vi rappresenter senza
indugio
portare del
commesso male: ma
la
coli'
anima
il
leggiero
pensando che
,
la vostra
vecchiez-
za in dolore
io
lieti
t'
si
i
consumer
la
usassi
O Nettuno
?
perch
la tri.
tanto
sta
mia anima
Cuopri
nave se possibile
il
me solo
in te
ne porta
:
Fi-
nisci
non noc.
cia
il
mio
compagni
,
poi-
egli
con pi
,
viso
,
mirando
venga
il
turbato cielo
diceva
sommo Giove
11.
la tua
riLocopo T.
i8
solata gente
,
FILOCOLO
per
la
si
,
quale
manifestino
Aiuta
il
tuo popolo
meriti
,
che solo in
te
spera
e senza guardare
a' nostri
ti
rivolgi
non
e'
a potere la
dimandata
isola
prendere,
,
prenda
la gi
non pi nave
.
senza
il
Umilia
.
tuo
Muovasi
i
non
resistano
nostri
commessi
difetti
.
doperlamo
sati,
tu,
o santo iddio,
,
non
tre di pasla
o forse quattro
impromessa
blio
.
in
o-
Non
si
conviene
:
n pospromessa
ma
che
cos la tua
mi
sia
attenuta
come
Io non
men
non
tosto desidero di
prendere
altri
liti
se
possibile
promessione ricevere
tuo natal luogo.
santa
Non mi
diritta
Air perire l
ove tu nascesti,
.
ili-
cordati della
mia
,
to questi venti
Leda
.
e la figliuola di
Latona
mari che di
fanno
di noi
non pu pi
;
solo
il
tuo soc-
diamo
tuoni
Non
s'
indugi
1'
nlbero
ci
vele
timoni
tolte
.
sono
,
stale
le spaventevoli corruscazioni
e le gravi acque
ci
hanno
noc-
marinai e noi
vinti
e renduti impossibili a
tJBRO
nusciulo luogo
li
,
QUARTO
mare: senza guida e in
,
19
iaco-
per
mi
ritrovo.
Gli
altri
compagni
ma
,
quale vicino
tutti
,
si
vedevano
,
giaceano
bagnati
perduta
si
conducevano secondo
:
disordinati
,
moviquale
,
ma
,
il
vecchio Ascalione
il
avea
an*
non
gli
cari figliuoli
la
cosi
andavano,
namento
parte
ri
,
avanti che
'1
venti
e quivi
bande e
,
ancore fu fermata
g* iddi
,
e aspcltaroiio
nuovo giorno
che parte la
ringraziando
fortuna
gli
non sapendo
.
in
avesse balestrati
Poich
il
,
giorno apparve
il
luogo fu conosciuto
da' marinai
risuscitati
,
pareva
e rimi-
scesi in terra
,
le crucciate
acque
ripetendo in so
,
me-
appena
g' id-
e ringraziando
che da
tal
caso recati
gli
avevano a salute
offerse-
20
ro loro pietosi
FILOGOLO
sacrificii, e
cominciaronsi a confortare:
e di vele
e d' albero
,
e di timoni migliori
e'
perduti la rifornirono
,
e cominciarono ad aspet-
il
quale molto pi
:
si
pro-
lung che
'1
loro avviso
non estimava
per
la
il
qual
cosa Filocolo
cam-
mino
,
ma
spettando
buon tempo
e'
in quel luogo
Videro Filocolo
volte tonda
le
suoi
e altrettante
cornuta
avanti
,
che Noto
n quasi mai
in questo
tempo videro
rallegrare
il
tempo j per
la
la
ira
desiderosa
anima
di Filocolo stimolava
gli
pareva
pi volte
la
sua
con
s'
voti e
con divoti
,
sagrificii e
ghi
ingegn di piegare
,
ma
venire
non ne pot
oim
al
:
desiderato fine
onde
dicendo
che
ho
io
commesso
che
?
miei
sagrificii
puramente
non sieno
accettati
io
Io
non
sacrilego,
non
assalitore
,
dei
ma
fede-
adunque che mi
al-
nuoce
cuna
Egli dopo le
e a
quella
parte verso la
si
volgeva
rimirava dicendo
la
dimora
mia Biancofiore
Quella parte
test
da lei veduta,
LBRO QUARTO
duce srro
fjore
.
,
ai
e simileroente
,
con
in s
tur-
bato
medesimo
mio andare
il
porli
come
fecero co-
crudele
li
come
Io
me
ancora le sue
mura vcdre
col
intere e piene di
popolo
,
non porto
insidie
ma
ifie,
per lo piacere
avesti
,
siccome tu gi
ritrovar lei
,
cerco mediante
tua pace di
mia presenza
cospetto
,
che portaudonela da
?
me
?
la
,
divisero
che
meriti io
Che ho
gli
io verso di te offeso
che commesj
so pi che
sacrificii
ausonici mercnlanti
Niuna cosa
mai
eoa
di pacificar verso
me ;
alla
quale
s'
io forse
offesi,
ignorantemente
il ti
io m'avessi
commesso, bea
che mi
facesti,
pensando quello
,
passetto
quando tu
me e
Adunque perdio
Certo se
quantith
ricevuto
il
i
senza
utilith
pi avanti mi nuoci
come da Leandro con la virt dell' anello dalla pietosa madre mi metterei a cercare
luogo
,
disiato
. ,
aa
FILOGOLO
fornire
non
lasciasti
ma
tosto
mi mancherebbe che
la
il
tuo podere
,
ra' offen-
desse
e quella desia-
dero
non
mi negare
io te
more che
Eolo
,
gi per
Ifemedla
sentisti.
,
tu
o
le
sommo
tue ire
,
spietato padre di
Canace
levate
,
.
tempera
ingiustamente verso
nosci eh' io
ta
me
co-
il
Giunone
.
io
amo
siccome tu
gi amasti
Giunone
la
seconda impromessa
Raffrena
le tue ire;
.
lo
non sono Macareo u mai in alcuna cosa t' offesi Sostieni eh' io compia l' incominciato viaggio e quello compiuto quando nel disiato luogo sar colla mia
,
donna
quanto
ti
piace soflia
graziosa cosa
:
mi
sar
le
.
allora mostrerai
mi sar il dimorare Ma ora che con angoscia perdo tempo mitiga la tua che se furia e sostieni che '1 mio disio possa fornire
, ,
tu
non
fossi
.
starsi
in pace
di perdere
sof-
fiamenti
alcuna stabilit,
trova
Con
dolea
l'
innamoralo
giovane sopra
salati
liti
e da malinconia aggravato
Ma
e la terra
e ogni
taciti
MRRO QUARTO
ioso
a3
'1
tempo
che
ciclo,
desiderato
cammino
si
quale vedendolo
compagni
al
tempo
si
racconcia
si
noioso accidente
il
come
gi
sostenemmo
conosco
.
ci
sarh le-
cito
camminare.
ma
ci alla
,
m' induce
E come
disse
Ascalione,
t'
che nella
passata notte
ho veduto
,
la
qual cosa
la
turbazione poich' io
partita
,
mi
svegliai
ancora da
me non
i
ma
compagni
conia
gli
nella
che
cominci
a parlare.
tutti voi lasciato
,
A me
pareva essere da
lo Falernese
e di dicitth
morare sopra
soprapposto
,
monte
qui a questa
e sopra quello
,
mi pareva che un
erbe e di
bellis-
simo prato
fosse
rivestito d'
,
fiori assai
di-
lettevoli a riguardare
24
dere tutto
FILOCOLO
V
universo
s'
,
n mi parea che
:
a'
miei occhi
ri-
alcuna nazione
occuhasse
e mentrech io cos
,
mirando intorno
le
\idi
da
,
misera fontana
il
trovammo
j
uno smeriglione
levarsi e cercare
,
cielo
e poich
il
vidi
una fagiana
s'
bellis-
che levata
,
era d'
una pianura
al
montagne
poste
me
assai
,
appresso
mi pareva
giugnesse
fccatalasi in piedi
.
ghermita
la tenea
era la fagiana
veder mi parve
Mivo-
nerva
si
pone
e con
,
lui
un
nerissimo merlo
Poi
cerchiamo
il
compagnia
vare
e insieme con
:
un cuculo
un
i
porsi
tra
1'
e mentrech io
vidi
ultimo ponente e
e seguitare
un
girifalco e
un moscardo
un
po,
Rodano
sarsi
.
levati
s'
erano
Poi in pi prossimana
gli
occhi
mura
lasciate
e con forte
di dietro al
,
sopraddetti
quale
la
unno QUARTO
Icvntn
vidi,
(li
a5
pros.so ni
volando
i>ct>uia
stra
Marmorina
sursc*
(juivi
ven-
ne
montagne vicine
nel bel pniio
si
vi-nnc
un' avvoltoio
e con
^li
nitri
pose
uccelli
iu
me medesimo mi
e ini pareva
se
bene stimai,
e
gli altri
un nibbio,
procedere
,
un
e
falcone, e
un gufo vedere
ro conobbi
forte
pagnato
il
Giunone
e una calandra
e un picchio
e poi
un grande aghie
con
alla
fatto di loro
,
un cerchio dintorno
io
fagiana
maravigliandomi
;
come
gridando e stridendo
il
ma
lo smeriglio gridando,
tulli la
di-
r
lo
fra
me
dicea:
veggiamo
la fine
la
di-
peano
vidi
un gran mastino
levarsi
e correre in (jue-
26
fame
forza
le
FILOGOLO
,
con rabbiosa
,
per
qua,
trov
gli
artigli
gridando
vidi
non
so
come
in tortola
,
essere
tra-
smutato
verde
il
sopra quello a
re.
modo
,
di pianto
umano
il
la seutia
dole-
cosi standosi,
mi parve vedere
cielo chiudersi
noi di morte
stette
,
dubitammo non
E
,
piccolo spazio
stileuziosa
tuoni
lampi era-
no innumerabili e grandissimi
e cerio lo dubitavo
j
non
il
mondo
dolente
chiuse
uccello cadesse
il
:
qual dolendosi
il
coli' alle
il
tutta la sosteneva
la terra,
,
mare
cielo crucciati
e minacciando peggio
mossi
ne in
altre
le quali alla
mi
che
trasport la
io
non
stante fantasia
svegliai
,
poco innanzi mi
trovandomi ancora
al
nella
mente turbato
della
compassione avuta
povero
uccello
il
tuo parlare
disse Ascalio-
ne
u che ci
si
voglia significare
,
ne dee succedere
Manifesta cosa
uomo
LIBRO QUARTO
e Mane
dalle
(|iiflii
7
si
poi svilujtpato
maraviglia,
,
ma
se
conoscendo
principii
onde muovono
quelle
nelai
e poich
il
tempo
rallegra
stra
la
,
dimoal-
andiamo
piacevole aere
su per
li
salati
liti
prendiamo, e
ci
proveggia-
mo
Parmenione e con
lento
compagni
si
mosse, e con
passo
parte ove le
Maro
che
si
riposano dirizzarono
loro andare
quali
non furono
essi
pervenuti allato a
uno giardino
udirono
in
donne, e l'aere di
quali canti
,
accioc-
ch
la
preterita
malinconia
mitigandosi
.
per
la
Ristette
adunque di
co.si
lui
compagni
,
spesi
un giovane
usci di quello
e videgli
e neir a-
spetto nobilissimi e
uomini da
riverire gli
conobbe:
,
perch
disse
:
egli
senza
venite,
ne'
sem-
gnandosi
(li
passare
dimorano
di fuori ascoltando
nostri
canti
Lascia-
a8
rono adunque
festa
il
,
FILOCOLO
I
compagni
di costui le
donne e
la loro
,
maggiore
e a
a-
lui
essi
avevano
gi negli
,
convenisse parlarono
pregangli
giarciie
dino
non negasse
Legarono
,
dolci
preghi
l'
animo
amici
gentile di
,
Filocolo
non meno
da Filocolo
non
era
n simllemente fuggita
ma
siccome naufraghi
gli accidiosi
liti
per fuggire
pensieri
le
nostre
come che
,
la fortuna
ad ascol-
non so
,
ma
desiderosa pare di
in
cui
conosco
ci
preghi soddisfaremo
della cortesia
stiamo
sieme accolti
di
a lui
parve di
,
da
riverire
e cosi disse
nobilissimo
giovane
questa
mattina a
LIBRO
qiiefftl
QUARTO
una grazia
,
19
la
per
qaalc
essi
sempre
festa
j
sua tenuti
piacciavi
adunque air
.
donne e a
me
la
donna
pu negare, comandate
stri
io e' miei
compagni
donna
in
a'
vo-
A cui la
cosi dis-
se
coDciossiacosach
voi
venendo
grandissima
voglio pre-
la
manchiate
ma
.
qui con
mo
chi
inGno
alla
Filocolo
suoi
oc-
di
come mattutina
,
stella
la
n poi
s
che
la
parea
cosi
bella
:
alla cui
domanda
il
rispose
vostro piacere
cbe
'1
meco. Ringraziollo
con esse insieme
In
tal
si
donna
e ritornando
.
ricominci a rallegrare
un giovane cbiamato
Galeone
di
li
far festa
rispose
Galeone
ma qual
;
cagione vi
muove
a parlar questo?
Filocolo rispose
non
.
il
ve-
uno
volere
Certo
3o
disse
FILOCOL O
Galeone
,
non
vi maravigliate di ci,
si
die quella
donna
se e tiene
Disse Filocolo
:
Galeone
manessi
,
rispose
ri.
volevate
mi pare
non
suo
e se ingiusta
il
da
sia
nome
A cui
Galeone rispose
niuna vostra domanda potrebbe essere ingiusta 5 e perocch di cosi valorosa donna ninno che aperta-
mente parlando non deggia palesare la sua fama , al vostro dimando interamente soddisfar Il suo nome
.
posto che la pi
,
nome
il
.
di colei la chiamino
per
madre
aperse
si
richiuse
il
mo principe
si
sotto
reggono
e a noi
in
:
donna
e brevemente
sia
morando con
Filocolo
di a
,
noi conoscerete
si
non
pu
si
gl'id-
la
condu-
cano
lei
:
non
?
dite
credo di
:
ma
Disse Galeone
,
poich
essi
se a voi
non
me
vostro
LIBRO
asi)eito rappresenta
,
QUARTO
tal
3i
non conoscere
.
fa
negU onoranti
il
;
debito dcironorar
mancare
niun mancamento
onorarmi
ma
termini trapassati
,
ma
desiderate sapere
vi
;
ingiusto saria di ci
non
soddisfar-
m'
di scoprire ve ne dir
,
lo
il
quale vo
me
con
sottile
inganno
i
e questi gentili
uomini
quali
gittato
io
gli
l'
cercando
di
Sicilia
il
Ma
seppe
che
giovane di
pii
non avrebbe
,
compassione avendo
il
pa:
migliore
gli
promettevano
come uomo
accettato a quella
fe-
ma come
fosse
tutti
fece onorare, e la
,
donna massimamente
cos
coman-
d che
tese
,
in s
gi
Era
meri-
diano cerchio
la rivesiita terra
quando
il
le
donne e
,
giovani in quel
festeggiare
ombre
32
lelti
FILOGOLO
per diverse schiere prendevano
i
,
fuggendo
:
il
cal-
do aere che
lo per la
ma
la gentil
mano
dicendoli
i
giovane
,
il
caldo
ci
costri-
gne
to
il
di cercare
freschi luoghi
e quivi
con
parlamenti
la
passiamo.
della
And adunque
Filocolo lodando
,
il
i
consiglio
donna dietro
,
e con lui
suoi
,
com-
pagni
e Galeone e due
altri
e ven-
nono
fiori,
dintorno
al
quale
verdi e folte
dalle quali
il
mezzo
,
una
plcciola fontutti
si
chi mirando
a parla-
fiori,
incominciarono
re
Ma
:
1'
uno
le
la bella
donna
disse
acciocch
con pi
le
ordi-
niamo un
e da esso a
il
e certo, secondo
mio
fi-
noi
il
non avremo
ne che
e
il
sentiamo passato,
cque a
voce
tutti,
Ascallone
at-
LIBRO QUARTO
so a
33
procch pi
tanto ufico
essere insufricicaif,
in quelli Ji
ne' scrvigii di
Marte che
;
Venere aveva>'
buoi anni
s{)esi
ma
e^Vi
si
credeva
bene tanto
ejjli il
(pialiti di tutti,
che
costi-
tali
diuiaiide rende-
che
,
in
Ascalione fosse
liberamente
In
elezione rimessa
poich(>
assumere
non voleva
un verde
il
quale quasi
M>|)ra la fontana
gittava la sua
,
ombra,
recata in
di (|uelli
una
<^
qut.'lia
presenza di
coloro, cos
diss<-:
che
io
adoro
nella
me-
moria
nomar donna
ci
di tanto
Amore
tutti
di so
inGammati
tiene, e
da cui noi
doverlo dimenticare
fallo
e perocch ella
siccome senza
,
conosco
do-
io in nostra reina
la
1'
eleggo
sua magnificenza
imperiai corona le
convere a cui
rebbe a
ancora discesa
amore essendo
E appresso quele
s'
inchi-
n, dicendo
sta
gentil
la
la vostra testa di
que-
corona
quale non
meno che
il
d' oro
le loro
da tener
opere di
Alquanto
FILOCOLO T.
II.
34
bella
FILOCOLO
donna
si
dicendo
certo
l'
provveduto
al-
amoroso popolo
,
che
di soffcientissimo re
avea bila
sogno
perocch di
tutti voi
pi
semplice e con
meno
virt sono
investita
n alcun di voi
fosse
:
me
non
ma
poich a
,
piace
posso opporre
sia contraria
1'
,
ac-
io la
prender
ardire
dovuto
a tanto ufoio
prender
a tutti risponder
io divota,
secondo
il
nondimeno
mente
la
il
muova
1'
ardi-
to
uomo
,
vinto fece
guaina
de' suoi
membri
doner
questioni
le quali
che
diletto
,
recherebbono
menti
questo
,
detto
la
colle dilicate
mani prese
,
offerta ghirlanda
comand che
sotto
s'
pena
appafos-
amorosa
festa privato
ciascuno
,
la
quale
che ragionare
in-
tendevano
e tale
,
accrescitrice
o per altro
QUESTIONE
Dalla destra
disse
:
I.
mano
di
lei
acciocch
LIBRO QUARTO
gli altri
35
!
ordinatamente
come
cui Filocolo
ri-
comandamento ubbidir
,
e cosi disse
io
mi
un
ricordo
che
nacqui
si
facca
Io,
andando con
spetto
gli
quali
amenduni una
miravano, n
si saria
modo
cono-
quando
essi
lungamente
costei
ebbero
ri-
guardata
te
non facendo
,
essa all'
che
all' altro
essi
1'
nare di
lei
e fra
,
namento
intesi
si
,
fu
pi amato da
lei
e in ci ciascuno diversi
fatti
dalla
giovane peraddietro
allegava in aiuto di s
tale questione
Es,
dimorati
al volersi oltrag,
giare
si
perocch in
tale atto
danno e vergogna
;
giovane adopreriano
ma
amenduni davanti
alia
madre
proposero.
quale d'
essi
due piacesse pi a
che
le piacesse
concedere loro questa grazia, acciocch maggiore scandalo tra loro non nascesse
,
56
mandasse
,
FILOGOLO
o con parole o con
lei
atti
loro dimostrasse
quale di loro da
fosse pi
le disse
bella figliuola
ciascuno di
questi
le
due pi che
t'
ama,
di loro da te pi sia
amato, e cercano
che
,
e per
non nasca
il
mi piace
uno avea
e
in
,
una
1'
dimorava. Allora
la
e a colui
j
altro giovane in
capo avea
si
ella
prese e a s
la
pose
,
torn
che
fatto. 1
cos
nel
ciascuno dicendo
che pi da
era
amato
pi
sua
testa
dicea
fer-
mamente
fine
eli'
ama
me
ha
ella la
le
non perch
le
mie cose
tenuta
d'
:
piacciono
a te
ma
ha
ella la
,
ultimo congedo
1'
che
r amore che tu
to
t'
,
ma
ultimamente
,
ha meritato. L'
dicendo
il
contrario
cosi ri-
IJBRO
spondcA
:
QUAnro
giovane
le
37
veramente
ia
lue tote
che
le
e ci
d pu
vedere clic
ella
ne prese
ama ma
:
pi
ella
man pi
uie che le
ella delle
il
*m'
ullimo merito
donarr
come
il
tu d'
ma
amore. Fa
:
per^
costei l'orse di
me
incerta
,
acciocch pi certa di
alln
me
sua
tu
,
non
vi fossi.
Ma
ti
ti
debba donare
cosi questio-
e senza alcuna
rei-
partirono.
I'
na
se a \oi fosse
,
uiliuia
domntidnta
Con
ridendo
rivolse la bella
donna a Filocolo
nobilissimo
dopo
port
un
giovane,
si
assai
bene
la
sua par-
te
ma
ultimamente
diamo.
di ci
,
giudicheremmo
casi
vi rispon-
noi pare
giovane ami
il
I'
uno, e
l'al-
non abbia
in odio
ma
per pi
suo intendimen,
due
atti
contrarli
,
come appare:
l'
ma
acciocch
acquistasse
amore
e quelfatto
.
amava pi fermo
lo dell' altro
qual', a qua!
due
sia
diciamo
che
a-
don
la
sua ghirlanda pi da
lei
38
o donna
FILOGOLO
la
ragione
,
Qualunque uomo
cosa
di
ama
alcuna persona
ciascun
si
amore portato
amata
,
che sopra
,
tutte le cose a
quella
fa
desidera
piacere
n a pi legarla bisogno
.
o dono o servigio^
,
e questo manifesto
Ma
la
benigna e subietta
s'
accioc-
ch quella possa
dita fronte
il
e con pi ar-
come
noi parliamo
'1
assai la
,
sue opere ne
palesa
la
quale gi
amore
d'
E-
nea ardendo
infinattanto
glie le
condoni non
dimandare
,
Dundono
que
la
di pi obil
bligarsi cerc
amato
Rispose Filocolo poich
la
relna tacque
,
discreta
la vostra risposta
ma non per
che di ci
mi porgete
che
che
conciossiecosach
generalmente Ira
suetudine
,
amanti
conair
cuna
le
amata
il
perocch di quelle
si
rimanente
sogliono
gloriare
animo
si
rallegrano
E come
Paris ra-
LIBRO
Iena
zrt
,
QUARTO
il
39
mio
giudicio
il
(jiiollo
Per
la (|ual
cosa io cos
la
,
giovane
faceste
ma
in questa
Conoscendo
,
la
giovane
ella
che
che
mollo amata
,
pi
potesse
1'
trova
ella
uno
dell'
amore che
e dongli
le
portava
volle guiderdonare
non
ri-
manesse da
lei
inguiderdonata
la
sua
gliir
porgere ardire e ferma speranza del suo amore, levandogli la sua ghirlanda e ponendola a so
:
vare
gli
mostr
per
presa
ghirlanda: e per a
se
mio
Al qual
la gentil ci
donna
cosi rispose
assai
il
tuo
argomentare
lare
piacerebbe, se tu
te slesso nel
tuo parinsie-
perfetto
amore
me
pu concorrere
io
Come mi
potrai tu
io
rubo
i
conciossiacosach tra
sia
il
do*
all'
uno
don
la
ghirlanda, e
la tolse
non
le fu dal-
esemai
plo veggiamo
bastare
che
nltimamente legname
sia
4o
to,
FILOGOLO
che
a cui tolto.
potreb,
be opporre
ma
sen-
ultimamente
rocch
il
e pe,
tempo non
una cosa
sola
A cui
Filocolo disse
tal
che
che
s
bene bastava
tacque.
domanda :
e qui
QUESTIONE
zioso nello aspetto
si
II.
il
cui
nome
era Longanio,
il
quale
:
tosto
come
eccellentissima reina
tanto
stata bella
:
la
prima
per
quistione, clie la mia appena piacer tanto per non essere fuori di
ciato io la dir
:
ma non
:
e cos parlando
non sono
di-
una
carniera
morando
amorosi
assalito
dlsiri
il
cuore
m' aveano
sentii
il
un
perch vicino a
gli
me
giudicava
porsi intenllvamente
:
orecchi
e conobbi che
donne erano
laond' io
,
mi
levai
ri-
finestra
mia
ca-
mera
in
di bellezza inestimabile
ornate
le
no
onde
loro veduto
lungamente
n per pot'
LIBRO
cumpreudcru
griinc fuori uinndavano
,
QUARTO
che per dolore colle
se
4i
latal
tutte 1 parole
non
clic
1'
ett'etto
di
pianto
secondo
(|uelio
che compresi
per amore
,
mi
parve
Perch
s
:
io si
si
per la
piet^ di
dolce cngioiic
nascoso
mn dupu
luogo spazio
,
perseverando queste
proposi di volere
,
pilli
e ad esse an-
giovani donne
il
per niente
v* aifannate
di
,
rstriguere dentro
mia venuta
mi
sieno state
non
vi
bisogna guardar
la
da
me
stro pianto
la
perch da
rete,
me mal
le
ma
Molto
si
scusarono
donne dicendo
ma
di saper quello
a parlare
:
la
maggiore
di
tempo
cosi
li
cominci
noetr se-
greti
tre
si
manifestino
donne mai
fummo
Cupido
,
crude e
il
aspre
resstenti
agli
agati dardi di
Ma
egli
ultimamente pi infiammato
pucrii
avendo propoil
gaia
aperse
giovane
petto
braccio
e colla pi cara
saetta
nel macerato
si
per
li
gran
forza
che
ferri passarono
dentro
e maggior piag
4>
fecero
,
FILOCOLO
che
se agli altri colpi
fatta
j
non avessimo
fatta
re-
sistenza
non avrieno
seguendo
e per lo piacere di
due
Ora
ci
ha
la
fortuna e amore
.
di quelli
costi
il
come
amai
,
dir sconsolate
Io
mio
1'
disio
terminare
giovane
,
feci si
che
io
ebbi
al
mio
piacere
amato
quanto
il
qua?
io trovai altrettanto di
,
me
io di lui essere
fetto
1'
innamorato
Ma
menom
arsi
il
di-
sio
ma
e pi che
mai
ardo
tal-
il
volta vedendolo
come
io poteva
}
il
meglio mitigava
si
rivide
per
,
quale di questa
egli
citt
eterno
fu dato
,
ond'
dubitando
la
,
morte di qui
e io
partito
altra
sopra
Ogni
femmina dolorosa
ond' io
mi dolgo
,
E
io
che
da
tutte parti
:
mi veggio
guire
Diss' io allora
si
duole
Klla
rispose
d'
questa
,
similemente
com'
io
innamorata
un
altro
i
acciocch
non
cuno
diletto,
per
gli
amorosi
effetto, a'cui
gelosia
ha sempre
perch
LIBRO
mai
end'
a qaclli
ella
si
QUARTO
,
43
potere
,
n vede di
consuma
solette
,
stretta
da ferventissnio amore,
com
tu puoi pensare se
,
adunque qui
donna
cominciam-
nio a ragionate
majjgiori
e conoscendoli
,
lagrime
ma
piangendo
ci
dolevamo
re. Assai
mi
dolse di loro
al
udendo questo
e con quiflutili
Je parole
che
,
loro conforto
mi parvero
s*
le
sovvenni
e da loro
rivolto
mi
il
partii
Ora mi
,
pi volle
per
fra
la
mente
loro dolore
e alcuna volta ho
,
me
1'
una
una, e
l'altra
quello dell'al-
le quali
ciascuna
mi pare
al-
cuna
onde
io
per voi
dicendomi quale
maggiore doglia
Grave dolore
na
:
disse la
1'
rei
ma
av-
versit
noi
terremmo
mag-^
Fabrizio
mai
non pianse,
le
ma Pompeo masi
nifesta cosa
che
si
Se
fos*
.
sero gustate
amare
secondo
il
suo dire
che pro-
mentre
ella
am
ma abbandonata da
quello
il
Giasone
eh' egli
si
Non
alcuno
,
ma
piuttosto
disiderr
Seguasi adunque
che
1'
due donne.
44
voi dite
disio
,
FILOeOLO
disse
il
ci che
'1
conciossiecosach chi
si
suo
ha
d'
debba
pi
nel!'
il
animo contentare
pu
leggieri a perdere
che quella
la
ram-
maricamenti
se le volont
quivi
pensieri e
1'
affanno
perocch
non
manchereb-
bero
disii
ma quando
,
animi
si
veggono davanti
le desiderate cose
e a quelle pervenire
non possono
se
allora
s'
da loro
tormenta se non
alla
le
pome
?
e l'acque
che quanto pi
bocca
gli
s'
avvicinano tanto
pi fuggendo poi
io credo
Veramente
che pi
,
n a
resistenti perveni-
Disse allora
risposta
,
la
donna
assai
l
:
diman-
da
stata
bench a cotesto
si
potrebbe dire
il
dolore abbre-
to
si
dute
ma
noi
ragionammo qual pi
:
si
lendo
le vedeste
,
per seguendo
dicheremo
LIBRO QUARTO
che posto che agevole
sia a
e' si
45
da fiaven!
nondimeno
che
chi bene
ama
mai non
oblia:
l'altra se
la
fornire.
E gran mancamento
di
duolo
speranza
\i\V
ebbe forza
di tener casta e
meno
trista
QUESTIONE
Alla destra
111.
mano
di
Longanio
,
si
assai
la
quale
come
quella qul,
cosi
,
con dolce
favella
incominci a parlare
inclita reioa
deano
parole
le
,
mie
e poi
per
la
vi
dimandi
,
lo di nobili parenti
citt
,
nacqui in questa
,
di
nome
avvegnach
:
la
quale
il
il
mio soprannome V ho
,
infinita piacevolezza
s'
benigna mostrando-
mi
a chi quella
si
cosa molli
occhi miei
ho con
a lutti
forte resistenza
i
tenendo
il
cuore forte
loro assalii
Ma
la
cio di
non
6
morarmi
:
FILOCOLO
d' inna-
cercatori di tale
di ricchezze
tali
avanza Mida
altri di
,
che
di
gentilezza
corrotto volgare
pi
ho
scelti tre
che egualmente
ciascuno per s
mi
buono Ettore
j
tanto
forte
la
cortesia
il
pieno tanto
che
,
gli altri
Ma
perocch
,
come
avete udito
,
le loro qualit
sono
diverse
io
dubito di pigliare
trovando
nell' antica
i
co-
raggi delle
donne
e degli
uomini
piegati
siccome di
d' Egisto, e di
Ludi
adunque
a quale io piutto-
per
meno biasimo
e per pi sicurt
mi deggia
costoro donare
La
udita
cosi rispose
che
1'
degnamente
non meriti
o
a
di bella e graziosa
s'
donna
amore:
ma pe,
hanno
combattere caov-
donare
vero
tesori di
Tolomeo
ma
amore
1'
onore
il
li }
ma
,
solo
sapere
altra
donna
piut-
donare
il
suo amore
al
savio
che ad alcuno
degli altri
Oh
quanto
il
vostro diverso
ri-
LIBRO QUARTO
"Iffote
4?
.
appresso
la
proponente donna
A me
.
pareva
da prendere
che
il
savio
e la ragione
mi par questa
natura
,
Amore
sic-
come
cando
noi veggiamo ha
in
s fatta
che multipli-
un cuore
la
moven*
si
convengano
com'
io
ho detto, signoregesser
giato
non conoscesse
a
male ad amare
fratello?
il
Leandro
non
fosse manifesto
metteva
niuno non
uomo
.
che
,
'1
toro
piacere
ogni
quello
Adunque
a'
ha potenza di levare
,
il
co-
noscimento
conoscenti
:
levando
a* savli
il
senno
il
ma
se al forte e al cortese
loro
egli gli
aumenter
il
savio innamoegli
rati.
pu lungamente
che
f
rimedio dar
I
il
:
il
senno perduto
Niuno ne dar
cortesia avere
ma
il
11
animo
bene-
volenza
per
la
amore
di lui
il
Fu
se cotesto
che
48
tu di' fosse
,
'
FILOCOLO
niuno
,
ma
g? colui
di te sarebbe paz-
g' iddi
Ma
noi non
il
negheremmo
,
perci che
:
savii
non conoscano
essi
male
e pur lo fanno
il
ma
:
diremmo che
essi
si
senno
conciossiach qualora
hanno
la
volont raffrenare
,
elli nell'
usato senno
rimarranno
stile
i
:
guidando
loro
e diritto
mente
non
fieno
cos
senza ninna
non avverr: e
si
se
forse
palesi
vedimenti o riturer
il
savio gli
o provveder
salvamento del-
E
gli
se
mestieri
fia alla
non pu
,
fallire.
Quello
meno con
aiutante
amici per
avversit ritornare
nulli
E chi sar
si
quella con
,
si
a tal partito
gni
?
rechi
'1
che
O che
se
suo amore
d'avere amato un
uomo
forte
na credo ne
rando
lui
fosse.
Amisi adunque
pi savio
spe-
alcuno degli
QUESTIONE
Era
nella vista conlenta la
IV.
gentildonna
:
quando
altissima
MeaedoQ che
appresso di
lei
sedeva disse
LIBRO
reina ora viene a
QUARTO
dir
:
M
e da ora
,
me
la volta del
cospetto
te io nel
ond'
mio
parlare troppo
altri circostanti
mi
distendessi
a voi
:
appresso agli
rocch> quello
domando perdono
se
pc-
che
io
dare non
si
potrebbe ad intendere
a quello
una
novella, che
non
fia
forse breve,
cu.>>l
non procedesse.
a
].irlar(f
:
incominci
nella
dove
io
nacqui
mi
il
ricorda essere
uno
ricchis-
per isposa
,
un
al-
tro cavaliere
amore
cosa
,
1'
amava
che
,
oltre a lei
n pi disiava
e in molte manieie
,
forse
con
o giostrando o
armeggiando o con
1'
altri
atti
s'
ingegnava d* avere
forse
amor
di lei
e spesso
mandandole messaggieri
y
e per sapere
tutte
il
suo
le quali cose la
donna
celatamente
fra s
dicendo
poich questi
s'
avvedr che da
me
atto
puote avere
forse egli
rimarr d'
amarmi
gli
e di
darmi questi
sti-
moli.
Ma
1'
non
si
rimail
ammaestramenti,
qua*
uomo non
,
lasciare per
di
le
non perseverare
acqua fora
la
mol-
dura pietra
La donna dubitando
,
non queste
e es-
con volont di
lei
questo avvenis-
propose di dirgliele:
11.
ma
FILOCOLO T>
5q
sigilo disse
:
filocolo
io potrei
,
se io
il
dicessi
commetter
j
tra
mai non ne
,
viverci lieta
per altro
mali-
modo
zia.
si
immagin una
,
sottile
Ella
1'
mand
che
se egli
tanto
dono
il
amava quanto mostrava ella volea da lui un quale come l' avesse ricevuto giurava per i
, ,
suoi iddi
essere
,
che
e se quello
ch^ ella
in
le volesse,
ponessesi
quanto
al
non
manifestasse
.
marito.
Il
dono
quale
ella
dimand fu questo
erbe, di
Ella disse che volea del mese di gennaio in quella terra TU! bello giardino e grande
,
d'
fiori
e d'al-
come
se del
mese
di
mag-
fra so
od
io
mi
pa-
sto gli
domandava
,
rispose
rebbe
che
1'
desse
partitosi
compagnia che
,
a lui
piacque di
prendere tutto
poter pervenire
le
s
il
al
ma non
trovatolo, cerc
in Tessaglia,
dove per
:
uomo
qui-
vi
dimorato pi giorni
na avanti che
l'
sole
s'
aurora
incominci tulio
od andare per lo
LIBRO
msero piano
clic
QUARTO
grande spazio andato
,
iTi
gih
fu tutto del
rontAnb sangue
egli si
bagnato
c<l
essendo
jh-t
vide davanti a pi d*
giova-
ne n di troppa lunga
giudicavano
lui esser
,
barbuto, e
,
suoi vestimenti
povero
picciolo di
persona e
,
sparuto molto
il
e cadelle
un lembo
il
qua-
quando
'J'arolfo
vide
:
si
maravigli
la
,
e dubit
certa-
molto non
altro fosse
ma
poich
stimativa
s'
mente
donde
gli
rendo
lui essere
uomo
egli
appress
e' itisse
^
k
lui e salutollo,
,
fatta
ora
andava facendo.
di
cui
il
Tebe,-* Tcbano
il
mio nome,
a diverse in-
donde vivere
e non diletto
mi
ci costiigne di
venire
,
ma
tu chi
s
se'
e quinci
dell'
so-
letto vai
io
sono
ultimo
ponente
d'una mia
mi vo
nanzi
cos soletto
andando
cui
Tebano
?
disse
non
in-
luogo com'
ella
perch
non
pigliavi la
via?
Tu
potresti
.
Ri-
parte puote
egli
ha
la
mia
vita
mio onore
piace
.
in
di
me
secondo che a
la
lui
Vera.
mente
me
sarebbe
5a
Disse allora
FILOCOLO
Tebano
:
quaP
la
s
dolente dimori?
A
.
mi pare
ma
che
utile
Tebano: nia
di
che daq-
no ? Allora Tarolfo
siglio
,
come
del pi freddo
fiori
mese
si
potesse avere
,
un
giardino pieno di
e di frutti e d'erbe
fosse
,
bello sic-
come
del
mese di maggio
n trovo chi a ci
sia
.
aiuto p consiglio
Tebano
,
stette
:
un pezzo
e poi disse
tu e molti altri
dcate secondo
vestimenti
tu
se
,
Se
la
mia roba
penato
a'
fosse stata
a
quale
la tua
,
non
avresti tanto
dire la
tua bisogna
forse
appresso
ricchi
principi
:
m'
avessi trovato
come
ma
nasconde
se
manifesta
non
pu pregiudicare
Ma
ti
recasse ad effetto
egli
Tarolfo
ri,
queste parole
lui
,
non questi
si
facesse beffe di
pa-
egli
gli
ri,
spose cosi
quali
tutti
.
con chi
,
tal
piacere
mi
facesse
no
se questo facessi a
me
non bisognerebbe
se tu se' quelli
che in ci mi prometti
di dar verp
effetto
e (l'averlo,
:
mai uon
li
hisogncrh pi affannare
ma come
ti
e quando
il
mi
fia
potrai
tu
questa fornire
sta
,
Disse Tebano:
quando
lo
a tua po-
del
come non
l
travagliare
me
ne verr teco
fai,
Udandomi
e quando
lo
promessa che mi
dove
,
ti
che tu vorrai
e io
Fu
ch poco pi
la
letizia avria
sue braccia
amico
si
me
,
tardi
fornisca
e andianne
1'
ove questo
,
dee fornire
Tebano
gittate via
er-
/ be
)
ne-
cessarie
coti
Tarolfo
si
mise in
cammino
il
e in bre-
ve tempo pervennouo
del
stato
dimandato
al
il
giardino
termine deside-
ma
entrato gik
mese
Tarolfo
comand che
nar lo potesse
alla
,
sua donna
il
comandamento
i
e venuta
vide
dela sopra
lasciati
li
vestimenti, scalzo
e co'cn -
sopra
vaghi
gli
gli
uccelli le fiere e
,
e sopra
monti
le
movimento, e
lamente
umido
al
aere in pace
si
riposava
so-
le stelle
citila la terra
venne
luogo
il
quale
gli
piacque
5^
FILOCOLO
vn
,
fiume. Quivi
rivoltandosi
braccia
ad esse
e tante
bagn
voce
il
domandando
:
con altissima
la
loro aiuto
o notte
,
fidatissima
al
}
e voi o stelle
la
le
quali
ri-
splendiente giorno
con
la
j
tu o
somma Ecate,
ampia
incominciate da noi
dell'
e voi
terra
,
qualunque
versi
arti
o erbe
j
e tu
qualunque
producente vir-
tuose piante
monti
e fiumi,
segreta
e laghi
della
notte, per
li
correnti fiumi
le
cor,
ferme
che
mari,
loro fondi
e di rischiarai'e
a
nuvoloso tempo, e
il
chiaro
tempo riempiere
i
mia
come mi
vere
parca
e con quelli
rompendo
dure ma-
facendo ancora
muo,
omte
i
bre
e tal
volta tirar
o
so-
luna
quale peraddietro
,
nanti bacini
facendo ancora
'1
vostro aiuto
mi porgete
,
Io ho al
presente
per
11
quali
arida terra
prima da autunno
LIDRO QUARTO
suoi
fiori
55
fnccia
in pnrto
frutti
,
ud
erl)C spogliata
ritornare fiorila
.
mostrando avanti
detto,
.
il
dovuto
termine
primavera Questo
aggiunse
a'
molle
suoi preghi
Poi tacendo
le
stelle
non
ma
egli
un
venne ale
sopra
quale
mont, e
recatesi
,
redine
si
mano
suso in aria
il
1'
alle regioni
:
cammino
lasci
lio
,
Spagna e cerc
,
1*
isola di Greti
di (juindi
Pe-
Olris
ed Ossa
il
monte Nereo
Pachnno, Petulli
,
loro, e
Appennino
in
da
tulli
svellendo
F^gli
monte Caucaso
dell'arena di Gange: e di Libia rec lingue di velenosi serpenti. Egli vide le bagnate rive del di
Rodano, f
,
Senna
di Parigi
e del gran
lN.ifco
,
e d'
Arno
,
e del-
lo imperiai Tevere, e di
e di Tanai
e del
Da-
nubio
che
a lui
pareano necessarie
sommith
,
Egli cer,
l'
isola di
Lesbo
e quella di Coleo
Patmos
qualunque
al
altra nella
.
suo iulendimento
il
Per
le quali
,
cose
non essendo
ancora passalo
terzo giorno
i
onde
partilo
s*
eraj e
lo
scoglio
e giovani
terra
due
altari
si-
compose
dalla destra
mano
56
FILOGOLO
:
quali
fatti
sopra
le
fuochi
co' crini
sparti
sopra
vecchie spalle
:
circuire quelli
gli
alil
e talvolta
egli
con
esse
quel terreno
j
quale
dopo questo
1'
ar,
denti
fiamme pieno
pei:
di latte
d'
acqua
quello fece
1'
aggiuguendovi
,
metten-
di
non coinsieme
mo
oriente
con carne e
lupo
1'
infamate streghe
,
testicoli di
,
ultima parte
con squama
di cinipero
e con
ultimamente un
cervio
e
s
fegato,
:
con tutto
polmone
d'
un vecchissimo
,
e eoa queste
e senza
.
nomi
strane,
che
la
me-
lare insieme.
La qual
cosa facendo,
in
il
secco
ramo
co-
breve a mettere
,
le fron-
e non
dopo molto
rivestito di quelle
.
si
pot ve,
Come Tebano
,
vide questo
boglienti liquori
liquori in5
cominci a spandere
quale cosa
la terra
,
la
non
prima, che
ella
cominci
:
tutta a fiorire
LIBRO
La
ijunl cosa fatta,
il
QUARTO
$f
Tebano
do a Tarolfo;
trovollo
tutto
n'
and da-
la
quando
molto
vi piacer di vederlo
o di prenderlo
costui
si
egli al
vostro piacere.
,
La donn vedendo
maravigli
e pi
udendo
non creVf^der
dendolo
rispose: assai
il
mi
piace: fareterelo
domani. Venuto
alla
seguente giorno
Tarolfo and
giardino,
Mossesi adunque
pe^^enuli al giardino,
bella porta
e in quello
ma
un
sentiva.
And
fiori,
donna
de' quali
la vir-
molto
il
che
frutti
loro albe-
facevan
belli
donna
le
bellis-
bellone
pareva
cavaliere avere
ella
s
adem-
piuto ci ched
ella
avea domandato ,
volt a
58
FILOGOLO
fallo, cavaliere,
guadagnato
a-
amor mio
vi
ed
io son
presta
d' attenervi
ci
ch'io
promisi
ma
vostro disio
che
'1
signore
mio vada
,
a caccia
o in
acciocch pi saviamente
Piacque a Tarolfo
e lasciandole
il
giardino
quasi contento da
tutti
i
lei si part.
Questo giardino fu a
,
se
la
fosse
Ma
lo
camera piena
di noiosa
malinconia
se addietro ci
cita scusa,
il
le-
pi in dolor cresceva:
marito
si
cominci molto
ella
a maravigliare,
:
avesse
la
donna dicea
do che
pur
marito malvagia ne
ella a'
la tenesse.
Ultimamente
non potendosi
la
,
pere
gli
nano
il
La qual
,
cosa
udendo
ca-
lungamente pens
donna,
la purit della
cosi
disse; va',
e coperta-
mente
serva
il
egli
1'
ha ragionevol-
donna a piagnere
3
e a dire in
facciano gl'idio
da
me
uiuna maniera
LIBRO QUARTO
far questo: avanti
Sg
cavaUere
m'
cui
il
donna
,
gih
n' uccida
che imquesto
eh' io
non
t' ti
avr di
meno
si
cara
guarderai di
il
fatte
impri-
messe
non
tanto
.
ti
paia
la
bile ad avere
Udendo
donna
volonUi del
mari,
compagnia
and
si
present davanti
lato a
'
Tarolfo
come
e
lei
la
vide
levatosi
da
Tebano con
letizia le si fece
incontro
la
onorevolemente
rice.
vette
domandando
donna
:
cui la
tuoi voleri
.
sono venula
me
quello che
piace
Allora
disse Tarolfo
senza fine
mi
fate
maravigliare, pen-
sando
all'
la
donna
interaraenle a Tarolfo
come
la
dine
si
la
pi che in prima
,
cominci
pensar forte
e a conolei
scere cominci la
che mandata
1'
avea a lui
cM
uomo
il
pensasse villania
e parlando alla
donna
come
per
valorosa
la
donna avete
cosa
i'
qual
:
ho per ricevuto
che
io
di voi
desiderava
a voi
ve ne potrete tornare
6o
1^ vostro
FILOGOLO
marito, e di tanta grazia da mia parte rin,
graziarlo
tro
per
me
tali
Ringrazi
si
la
donna
tor-
e lieta
parti
nando
al
suo marito
era. E Tebano ritornato a Tadomand come avvenuto gli fosse Tarolfo gliele conto a cui Tebano disse dunque per questo avr io perduto ci che da te mi fu promesso ? Ri1'
:
,
spose Tarolfo
castella e
i
anzi qualora
ti
piace va' e le
,
mie
io
ti
come
non
promisi
perocch da
Al quale Tebano
cia
,
rispose
il
unque
ti
agi' iddii
piacli-
che
,
dove
cavaliere
fu della sua
,
donna
berale
cortese
e tu a lui
.
non
fosti villano
verti servito
fu
prendere
donna
l'
andare a Tarolfo
egli
o quella di Tarolfo
,
per cui
quando
la
donna venne a
lui
se
li
rimand
la
marito
o quella di Tebano
il
quale abbandonate le
dagnare
fine ci
promessi doni
e affannatosi
per recare a
cosa rimise
LIBRO QUARTO
Bellissima la novella e la
i
disse la reina:
,
domanda,
e ben consilibi-
derando
il
primo
,
il
secondo del
dinoso volere
tese
:
cortesia facesse
pi cara;
il
stamente conosceremo
pi liberale
.
perocch chi
una cara
cio
1'
onore
i
il
guadagnali
secon,
do
da fuggire, cio
la
il
libidinoso congiugniraento
,
se:
condo
che
dicenti
cosi la lussuria
La
ta
terza
non da desiderare
ci sono le ricchezze
noiose
AltiJio
Regolo e
come
1'
Adunque
altre
se solo
caro
1'
no
meno che
il
savia-
mente
le,
per
per secondo
il
nostro
parere
chi die la
gli altri
donna
in cui
va pi che
Io
,
fu liberale.
sia
disse
come voi
dite,
ma
,
me
e udite
la
vero che
'1
primo concedette
donna,
ma
;
in ci egli
non fece
egli
l*
perocch se
egli
giustamente
non p-
, ,
69
re
si
FILOeOLO
che osservaconvenia
,
:
non pu negare
poco dj e pefu cortela
ben
r
se
,
fa
inquanto se ne fa liberale
dissi
,
ma
siccom' io
ciascuno degli
altri pi.
lungo tempo
,
donna
desiderata e
amata sopra
tutte le cose
,
e per questa
dimanda
,
impossibili ad avere
le quali
la
quale
siccome noi
dicemmo, tenendo
non
il
dubbio che
nelle sue
mani
r onore
gli
del marito, e
dunque
dell'onor
Gran
cosa l'avere
una lunga
non bere
per lasciar
,
bere
altrui. Il terzo
peroc-
ch pensando che
del
la
mondo
a sostenere
fugatrice d* onori
occupatrice di virt
ni
,
ingegna di fuggi-
splendidamente in riposo
accende tanto
si
che
essi
mettono, for-
in altra
maniera
il
per
la
in
Dunque quanto deono elle piacere e essere modo debito le guadagna e possiede ? E
ter
care a chi
chi dubi-
se
si
riguarda
LIBRO QUAKTO
sua vita
ik;'
63
,
e scavando radici
che questa
,
povcril occupasse la
si
credeva da lui
il
menti
sapendo che
egli di
per fornire
la
promessa
,
fatta
da
lui
:
in so
si
pu vedere
coso
si
quanto di maggior
,
tanto quella
pi graziosa
Adunque
il
sente di ritornare
si
fanno
ma
mi pare
coO'^
sidcraiido ancora
che
'1
primo
'1
ninno.
si
la
ma
come
vostro tenere,.
mogliera
$
cosa saria cosi
,
FILOCOLO
fatto dalla
donna
la
qual
saramento tenesse;
ma
la
,
donna,
o piut-
membro
e se
'1
del marito
far quel
un corpo con
lui,
non poteva
,
saramento
:
fece fu nullo
fatto
peroc-
ch
al
ninno sus-
massimamente
si
fauno
uomo
della
1'
donaltro
na, e per
la
donna
dell'
:
uomo, n
dunque come gi
la
di
mai T uno
altra
,
cambiare
t se giura
,
giurare
detto averao
per non
e contraria al
,
primo giuramento,
suo piacere
si
non dee
non
si
valere
e non valendo
oltre al
se vi
commise,
,
non Tarolfo
come
N
,
del saramento
non
il
rimettendolo
fosse
:
conciossiecosach
saramento niente
alla
per ogni
e di
se-
vizli
ma
si
fa di
bene
da chiamare
liberalith dirittamente
Ma
vostra
mente
tacito ragionate
noi prolungheremo
alquanto
il
nostro
di cui
intendiamo di
LIBRO QUARTO
parlare
]i(tre.
,
'^5
niuna
llberaliili
<^,
Da
sapere
non onore
li
il
([ualc
onore
li
uomini
.
vir-
tuosi,
meno
virtuosi
il
fa
pi eccellenti
gli fa
Questo o,
sostengono
amici di Dio
,
e p
al
beni
il
quale se
la
donna
suo
marito serva
sua prole, e
gente
contento di vedere
,
Dell'
animo
gli
buodee
na
e temere Iddio, e
amar
lui
gli
che da morte
gli
mondani beni e
.
vede
rontinuo multiplicare
cui
E
ha
cosi
per contrario
,
colui la
donna
di Uile virt
,
difetto
consolazione passare
In
niuna cosa
gli
1'
uno
morte
dell'altro desidera.
EUi
si
sentono per lo
li
pare che
la
si
falla
.
cosa
non
1'
si
debba credere a
chiunque
lui
,
dice
se tutte
(|uesto vizio
.
e di guastarle
della castit
,
che
donna rende
si
all'
uomo
colui
e
a
pu chiamare
dono
conceduto: avvegnach
tal
bene
sia
portato invidia.
il
Ma
ritornando
:
al nostro
pro-
cavaliere dava
ma
egli
non
quando
dicesti
Tebano
5
essere
Ir-ILOCOLO
T.
II.
66
stato pi
FILOCOLO
che
,
il
arricchito
non dubit
povert
Aperta-
mente
t
,
si
la
viene
Tebano
per
parca
amare
e di varie sollecitudini
Egli gi
fatto
.
,
immaglaava che
dimorava
mal
per riavere
le
sue castella
Egli
fosse
in
paura
non
mento
le
sue ricchezze
dubitava non
sero
sieri
.
e sollecitudini
to
per
la
come
menava
lieta
fra
ma
io
e fuggimento di quiete
e tornando desideroso
prima
vita, quelle
rend
chi gliele
,
avea donate
La povert
rifiutata ricchezza
bene
non conosciuto,
accosta
,
tolto
il
se vir-
e per se
Te-
tano
si
non fu
,
liberale,
ma
savio
ia^uautQ
LIBRO
piuttosto a lui che a
QUARTO
altro gli
.
7
pi libe-
un
tendole a molti
rale
il
altri
donare
il
Fu adunque
,
cavaliere,
che
degli altri.
E
,
donava irrecuperabile
molte altre
cose
,
la
le quali se
una volta
si
perdono un'altra
ni-
so-
QUESTIONE
Poich
tento
,
V.
la
reina tacque
Menedon rimase
il
con-
un
quale
appresso
Menedon sedeva
,
cos
incominci
a parlare:
la
bellissima reina
novella
altri
che
io
acciocch
,
gli
nel breve
lo
tempo ad
quanto potr
:
vi narrer
e dico
che conciofossecosach
scessi la vita
de' soggetti
Amore
con poco
diletto
la fuggii
tentato,
con
forte
animo
non era
in
resistetti,
cessando
alla
tesi lacciuoli.
Ma
perocch
reiislere
io a quella forza
forte a contastare
avendosi Cupido
pur posto
peroclieto
ch un giorno
gi
andando
iu tu
per
salati
liti
di-
68
letto pren<Jeado
,
FILOCOLO
avvenne che voltando
,
io gli occhi
una barchetta
con uno
vederle
si
belle
mi parve Essendosi
.
verso
di
me
appropinquate
assai
,
io
per avessi
miei
visi levati
vidi in
mezzo
di loro
uno
mi
porse
guolo giovanissimo
e tanto bella
Il
mai da me veduta
nostra diversa
quale rimirando io
mi parve
assai dalla
me
.
con voce
o giovane
stolto
perseguilatore della
piglia per
pi piace
agli
occhi tuoi
,
masi stupefatto
e con
gli
di fuggire quello
che
5
io gik
ma
\a
ci era niente
,
perocch
arco e
era tolta
assai
possa
:
e egli avea
da giugnermi
,
tosto
vidi
di
loro
tanto bella e
pietosa
y
eh' io
immaginai
di volere
lei
per singular
s
dorma,
s'
fra
me
, ,
umile
miei
quali
appresenta
che fermamente
a'
i
disiri
nemica
come molte
altre
sono a coloro
gi
ho
scherniti,
ma
.sar delle
mie noie
:
l)ito risposi
la
che
o signor mio
mi
fa
lei
fedelissimo servidore:
per
io
sono qui
presto
fate di
WQ
LIBRO QUARTO
quello
clic a voi piace.
69
d'una
,
di parlare, di' io
mi
sent
lucente saetta
venuta
dall'
la
certo io
di
non
vidi
:
qnand'
una
piombo
da
in questa
lacci
me lungaperr
ella
mente
fuggiti
lungamente
si
mostr contenta
;
,
ma
che
me
s
il
mi sarebbe
non amarla
ella
inconta-
nente
il
ine scoperse
lissima
me
crude-'
altra
nemica
sempre
gli
occhi torcendo in
me
meno dovute
per la
preghi e
,><
sua acerbit
non
pot'
e dolgomi di tanto
ti-
infortunio
me
fiamma
re
accenda
io
tristo
domi
un giorno
tutto soletto in
un giardino, con
,
infiniti sospiri
so-
al
quale
parte
parole
mi cominci
a volere riconfortare:
,
cui conforti
la
:
non
ascoltando io niente
ma
rispondendogli che
,
mia
tanto
1'
egli cosi
mi
disse
si
uomo
fa
si
70
reputa
:
FILOCOL
ma
certo io
di
Io allora quasi
chi la
turbato
mi
dicendo
come ?
di
me
avere ?
?
Non
ricevo io
servire
Non
l'
Cosi
come me pu alcuno
amico
,
ma pi
no.
Certo, disse
io
ho maggior cagione
di doler-
mi che
e
tu
non hai
e odi
come
te
non
occulto
eh' io lungo
amo
siccome tu
che
io
in-
sia
messo
io
a farla
certo di
dipel che
pi desiderava mi
,
grazioso
dono
il
e ri-
mi pareva
quanto
lo
alla
mia
,
che
io
l'
non
le
perfettamente
amava
,
ma
di questo, sen-
io diceva
leggermente mi pas-
Ma
g' iddi
acciocch
ce-
siano pi conosciuti
e per conseguente pi
un
altro a
,
me
,
senza
egli
avvenne
che dimoranveg-
do
io
un giorno
soletto
con
lei in
segreta parte
un giovane
per
quella parte
il
ella
riguard
e poi
dissi
:
un
la
oim
di
sono io
si
tosto rincresciuto,
?
LIBRO
per
la
QUARTO
si
71
ing<.*-
comincicS ad
io
per
Io sospirare ave-
va pf^nsnto
r'
ma
cuore
lei
mi
non
che
accese un'ira
ferocissima
,
mi
ma pur mi
di
E certa,
mente mai
animo
partire
non mi
puote
non amasse pi
me
e tutti
pensieri
mio aiuto
,
qu^ recava V
rio>
immaginando che
ittiziamente abbia
che
n a ci alcuno conforto
il
ma perocch
ho
il
vole,
re eh' io
di
non
av-
continuo
vedere
,
mio dolore
che
io
io
ne faccia alcuni
ma brevemente
,
mai senza
appara
sollecitudine
(|uali
molta pi noia mi
danno
mi-
a sostenere le
nori cose
che
a
.
me
il
le
portare nascos(>
Al quale
che non mi
fosse
pare,
va in nlun
al
il
modo
suo dolore
:
bench
egli
grande
mo
si
potesse agguagliare
,
ed
mi
rispondeva
,
contrario
dimorammo
.
Pregovi
ne
che
di questo voi
,
ne terreste
la
Giovane
torto
disse la reina
di
gran pena
:
vostra
il
ha
la
donna
non amarvi
ma
,
tutta fiata
vo-
stro dolore
pu
che
del vostro
che poich'
egli
ciare
Dunque continuamente
si
dorrh,
nostro gi-
7
dicio
,
FILOCOLO
ne par maggior doglia quella del geloso
,
che
quella di chi
ama
non amato
:
o nobile relna
che ci che
siate stata
amata
per
la
Come
si
porgesse maggior pena che quella che io sento, conciossiecosach colui la desiderata cosa possiede, e puote
lei
,
e niente,
meno da
tal gelosia
se
suo parere
Ma
io di fo-
adempierlo
tanto pi ardo
:
e assalito da mille
sti-
moli mi consumo
speranza
,
n a ci mi pu aiutare alcuna
le
perocch per
,
io
ho
ri-
provata costei
disperato
.
Perch
risposta
mi pare che
alla
sia
che
io
QTiella
e che
il
me
voi dite
non
ci si
pena
dell'
uno
come
la
la verit
una cosa
vi
mostreremo
Egli manife-
quiete dell'animo
impedisce
delle
af-
quali
(juanto pi ne
ha
1'
animo
tanto
ha pi
LIBTIO
fanno
,
QUARTO
:
78
e che
il
perocch voi
ac(|ai
non solamente ad
voi amate,
:
donna cut
il
quale
cerio
i
v'
grnndlssimn noia
,
ma
conciossiecosarli
,
cuori delle
femmine
siano mobili
ma
,
lei
amale dimostra
a quel
certata
contrario
fia
tempo
.
eh* ella
Con
questi pensieri
,
ma
il
n speranza n altro
diletto
pu porgere conforto o
dare legge
la a'
Egli
il
sta intento a
vaghi occhi
.
a'
quali
pu donare
a' piedi
,
Egli
vuole e
,
s'
e alle
mani
e a
donna
e
.
ama
Similmente
s'
doppia
s'
egli
commise, questo
gli
mortale pensiero,
esso do^'.gia
immaginan-
essere inganna-
della terra
il
nuoce
cielo e la terra
gli uccelli
:
gli
animali, e qualun-
que
altra creatura
74
la
FILOCOLO
si
donna
porti
egli
,
si sia
.
di
ci eh' egli
ha
fatto
guardasene
S' egli
pi doloroso di lui
mitigare
il
perocch quello
altri
1'
te-
nere
gli
:
porge noia
e se la
abbia
acco,
tenuta
glie
,
donna
amorevolmente
il
1'
faccia
e non per
buono amore
,
se
malin-
conica la trova
contenti
:
pensa che
ami e
di lui
non
si
potremmo
della costui
de' gelosi
vita
,
narrare
se
non eh'
la
vivente
,
possa avere
e
,
donna stimolando
ne muoiono
e le pi volte suole
i
avvenire
perocch
alli
mostrano
loro
danni
la via.
Considerando adunque
le predette cose,
pi
si
,
il
vostro
amico che
;
geloso
ha cagione
di doler-
d' acquistare
egli
ha
piii
il
meglio ch'egli
piagnere
femminella
vostra
e sperare del
che ben,
ch
ella si
e'
non
pu
non
vi
ami
perocch
Amore mai
LIBRO
non perdon
venti
si
QUARTO
amato
,
78
e
a'
1'
amnre
a ninno
robusti
le
rompono pi
canne
.
tosto le
con-
senzienti
QUESTIONE
Vestita di bruni
VI.
vestimenti
sotto
,
onesto velo
la quale,
,
8<v
come
che
Reina
a dire
alle
:
cos inco,
minci
graziosa Reina
e'
,
mi
ricorda
un giorno dimogiovane e d
rava con
un mio
et?
j
,
fratello,
bellissimo
,
compiuta
in
un giardino
compagnia
vani donzelle
se
,
di
e della
,
nostra
fratello
due
Ih se
,
ne vennero
sapeva
di lontano
,
cominciarono a riguardare
Dopo
,
alquanto spazio
me
cos
di
fra
amiamo
ci
questo gio-
vane sopra
noi
,
tutte le cose
<>
ama
qui
n convenevole
che amendue
ami
ma
o quale
suk
si
egli
ama
egli
piCi
rimanga senza
impedito
dimora solo
,
tempo
egli
tesi a
corriamo
gli
e ciascuna
1'
abbracci e baci
.
quale pi
Determina-
cominciarono a correre
76
in
FILOGOLO
sa le verdi erbe \erso
,
il
mio
fratello, di
che
egli si
maravigli vedendole
1'
e veggendo
come
veniano:
ma
ab-
una
vergognosa quasi
e
1'
piangendo
1'
bracci e bacioUo
mandandolesi
ma
ebbe
egli
gli
la
portava
do-
ne
gli cel
la
mente esaminando
fra s conoscere
una e
l'
altra
1'
avea fatto
amasse
qual' egli
pi dovesse amare
gli
ma
,
venuto accidente
,
convenne partire
di questo
dimand
consiglio
dimanda
per
la
la
qual cosa
prego voi
,
vera diffini-
zlone avere
amata
A
ami
,
certo
delle
vostro fratello
,
che dubitan-
e perch questo ne
noi sappia,
Amore, siccome
mo
dove
maggiore
amata non
,
si
pu
intero sapere
che se
si
potesse sapere
non
si
fanno che
si
farebbono
perocch ciascuno sa
che spiacendo
amato, e con
LIBRO
stra qnistionc
QUARTO
alla
77 no
diciamo
,
che
atto
morata fu quello
si
di ({uella
dell' altra
mostr
Quello
piuttosto di
scelh-raia
(>or
il
dee
lei
secondo
amare
donna:
gentil reina, vetrt cosa
,
Rispose allora
la
che amore
ov' egli
moderatamente dimora
ci sia
:
temenza
l
ma
ove
abbonda
che
come
ci
ha luogo,
ma movimenti
i
di chi
assente sono
secondorhr; e^li
sospigne
il
e per
accese
forte slimolata
altra
che avanti
soste-
non poteva
gli
L'
cr*
v pi
amorosi termini
voi dite
.
vergognandosi
e rima-
nendo rome
Adunque
la reina la
quella pi
ama
veramente
a'
pi savii
amore soperchio
,
sentimento
natura;
quanto
alle cose
di
,
sua
ma
in quello
che a
.
crescono
come
davanti
dicemmo
si
che questo
il
sia
,
vero
la
lo
scellerato
amore
di Hiblide
ci
manifesta
quale
rifiutata
ella
ma
scrivendo
78
il
FILOCOLO
.
Similemenie Fedra
a dimestico figliuolo
di dirgli quanto
ella 1*
la
,
sua vo-
profferirla
che
te-
mendo
de
al
O quancose
to timoroso chi
,
ama Chi
.
la vittoria dell'
umane
ma
non
ancora a sostenere
di
,
il
cielo si
mise
ultimamente
s'innamor
a'
donna
ma
di guadagnata giovane
tanto
coman,
damenti di
facea le
gli
minime
cose
Ancora Paris
nome di lei,
io
t*
amo
tutti
,
la
quale
non ardiva
suo volere
ma
colle
proprie
mani
s'
ingegnava di farlo a s
allo spec-
benigno
ingannando
,
medesima sovente
per
si
accenderlo in tal
disio
quale
ella
acclocch'egli
non
ardiva di
domandare
Non
essere
,
alto di
donna
,
innamorata n d'alcuna
1'
pronta
con'
la
biamo voce
per meglio
uomini, ed cos
la verit
di
gli
sa
uo-
mini
za
,
la
quale
le nostre forze
non
,
tante
quante quelle
giA
degli
uomini pi
tosto
occupa
Quaniu ne suuo
LIBKO QUARTO
tate, e forse noi d' alcune
s'
79
,
abbiamo saputo
invitare di
n'
le
quali
hanno molte
efletti
,
volte falle
pervenire agli
amorosi
che volentieri
avrebbero lo invita*
,
tore invitato
prima che
ogli loro
le avesse
e debita
vergogna
,
della loro
bocca uscito
,
hanno
Rimanga adunque
cercano di quietare
,
non amano
volere,
il
ma
il
loro libidinoso
quale quietato
si
mal
lor tesori
non
si
la nell'
bene
sta,
mi
.
riGuta
altra
non
pi che prendersene
,
un
al-
tro
conciossiach
ella lui
amasse sopra
dubit di mettere
,
tanto
amore
in avventura
immaginandosi
il
se questo
Sia
se-
conda che
la
prima amata.
QUESTIONE
Feriva del sole un chiaro
VII.
il
quale
la
la
sua
quale
, ,
8o
quando aruendue
FI
i
LOGO LO
,
che
'1
cielo
ne dimostra
figliuoli di
stelle
a'
fra le fresche
ombre j
riflesso
raggio
d'una parte
con
gli
aurei
capelli terminava
tra quelli
:
strevole avvolgimento
nel
primo sguardo
si
saria
che
tra le
verdi
dilatasse
quanto
biondi capelli
si
dimo-
stravano
tosto
a' circostanti.
d' altro
non
gli calesse
il
dividendogli
1'
acqua
,
sola
n movea bocca
alla quistione
che a
lui veniva
per-
ch taciuto avesse
la reina gi
la savia
avendo contentata
disse
:
donna
dinne
se-
quale
ti
tiene
,
che
guendo
non
parli
solamente
,
come
da
te
come
,
se
fosse avanti?
Dilloci
e ap.
presso
come
la
gli
altri
anima
ritorn
alquanto rlscotendosi
il
come
talvolta colui
fjare,
, , ,,
LIBRO
mia mente
stra fronte
QUARTO
io cosi fiso
8 ir
mirava
la
involta
,
quando
vo-
che mi parve
,
allora
che
il
chiaro raggio
,
uscisse
,
uno
si
,
grazioso a vedere
eh' egli
anima mia
i
sentendo forse
,
miei oc-
gioia mirare
,
sal
per lo
chiaro
lume
negli
occhi vostri
la
vo-
corona
sopra la quale
come
egli vi fu
vi
s'
insieme
;
accendesse
dormendo: ed intomo
,
a que-
fronda in fronda
vicita
come
uccelletto
s*
,
che
e
i
amoroso cantando
vostri capelli
molte foglie
atti
andava
con diversi
movendo
e intornian,
do
a quelle
e poi pia
fos-
uscendo fuori
e'parevami ch'egli
se tanto allegro in so
mai
Che
s*
io fossi
mortai
me
ne morrei.
vo
di fronda in fronda a
gli
mio
diletto
Intorniando
con
effetto
dardi divini
82
FILOCOLO
Andando ognun ferendo Che lei negli occhi mira
ov' io discendo
lei
Vera rena
E
v'
altre
ho detto
quali
quando mi chiamaste
egli subito
si
ma non prima
nuo-
la
chi
come
mattutine
stelle scintillano di
.
to
Di questo
gli altri
videro quello
ella
Ed
:
vestita
e per Galeo,
ne
cosi
parlando segui
graziosa reina
,
desidero di
sapere se ciascuno
uomo
simo
si
deve innamorare o no
questo a dimandar
,
mi muovono
tenute
uomini
la reina
Lungamente riguard
con-
certo a te dovria
bene
.
essere manifesto ci
che tu
te
dimandando proponi
le parole le
Serverassi
rispondendo a
siamo,
diciamo contro
rie ci
perdoni
.
n per
sopra di noi
non mu-^
LIBRO QUARTO
tAndovi per quelle del vostro proponimento.
cloccli
83
ac-
meglio e con pi
ajcrto intenclimcnto le
no-
stre parole si
ci
prendano
,
distenderemo
a quella quanto pi
,
brevemente
di tre
potremo tornando e
maniere
,
cosi
diciamo
le
Amore
per
Alcuna per
dell* altra,
la virt
dvW
potenza
secondoch
la
la cosa
amata
, e simigliantetre
si
mente ramante:
chiama
il
amore
onesto
,
Questo
tutti
buono
il
diritto e
leale
amore
so
:
il
quale da
il
questo
sommo
,
primo creatore
,
tiene lui
.
alle
Per questo
cieli
il
mondo
i
.
reami
le provi ncie
regni
in
po-
Il
Questo
nostro Iddio
ghiamo
fornire
in costui speriauio
,
che
sia
il
nostro conteni
tamento
.
eh* egli
interamente possa
nostri se
disii
Di
bene a
.
sommettcrglisi
terzo
U
pi
amore per
questo
il
mondo
Questo insieme
dimora , e
ella
,
colla fortuna
Mentre
si
ella
egli
similemente
di
dimora
quando
parte
e egli guastatore
ma
perocch
alla
primo n
dell*
,
ultimo di
cio
bisogno di parlare
amore
84
per diletto
desideri di
egli
,
FILOCOLO
al
seguire
dovria sommettere
,
perocch
vane sollecitudini,
,
pi eh' aldi s, se
da tener cara
,
sar savio
Viva chi pu
ogni atto au-
libero
mentano
e lasciasi
vassalli seguire.
Io non pensava
disse allora
Galeone
alla
con
le
mie
,
mancamento
anzi
nostra festa
le
n
d'
alla
Amce, n
menti
alcuno perturbare
,
immaginava cae
diffinenaltri
dola voi
secondo
l'
gli
non
gli
ma
mia
amare
tutta contraria
perocch
ma
seconda
la
quale
rispondendo
fuggire
desidera
,
alla
mia dimanda
dite
che tanto da
sia
siccome aumentatrice
.
di
com'io crera-
do appresso mostrare
gioniamo
rocch
il
,
siccome
a tulli
pu
essere manifesto
pe-
siccome mai
Marte
il
quale troviamo
LIBRO
elle arfiandn
QUAUTO
ducA
.
85
d battai
Venero
di fiero e aspro
glie torn
Egli fa
,
cu-
Medea
le
carissima
poicb
costui
le
fiamme
arti
il
suo onore e
fa
sue
con-
cedette a Giasone
Chi
I
pi
solleciti
gli
uomini
d*.
li
Quanto
.
riguardisi
a Menelao
?
Chi spegne pi
Qtianle volte fu
g'
iracondi
l'ira
*1
d'Achille
mostri.
forti
,
Quen so
pi che
altri fa gli
uomini audaci e
ci si
il
prova di \irtuosa
Questi
di
adoma
lui
di bei co-
magnificenza di gra-
che di
si
i
vestono
suoi
tutti
su-
dono Oh quanti sono i beni che da costui procedono! Chi mosse Vergiliof Chi Ovidio? Chi
gli altri poeti
a lasciare di loro
etema fama
ne' santi
versi
li
quali
mai
a' nostri
?
Che diremo
ebbe forza
,
Se non eh'
egli
di mettere tanta
egli a
,
che poich'
quel
fatti
i
correnti fiumi
leoni
,
pace
e tutti
animali
,
similemente
egli
fece
quetare
le infernali furie
alle tribolate
anime; e dopo
fu di tanta
la
virt
il
perduta
mogliera
Dunque
costui
non cacciatore
d'
ouore
86
come
dlui
FILOCOLO
voi dite
,
n suscitatore di
,
n largitore di vane
sollecitu:
per
cia-
procacciare
,
e d'es-
si
diviene
virtuoso.
Quijllo
che piacque
pi robusti uo-
amisi,
colai
sempre
nelle
nostre menti
un
si^^ore
Molto
ci
stro
t'
inganna
il
parer tuo
,
disse la reina
se'
e di
il
non maraviglia
perocch tu
secondo
,
no-
e senza
,
dubbio
ch
il
falso
peroc,
lume
e da loro la ragione
Adunque a noi converr alquanto oltre al nostro volere d' amor parlare di che ci duole, sentendoci a lui
:
subietta
ma
per
trarti d'
.
errore
il
lecito
tacere in
che una
irra-
occhi apparito
e da pensieri
memoria
nelle
menti: e molte
egli leva
l'
fiate in tanta
quantit multiplica,
che
non utili.
Ma perocch
i
tu esemplificando
t'
bene e ogni
pli
virt procedere
.
a riprovare
1'
tuoi esem-
procederemo
Non
altrui
cose
iogiustamenie a s arrecare
ma
arroganza e scon-
LDRO
vcnevolc prounzione
:
QUARTO
,
87
a levare a
come
tu sai
senza dubbio
,
non
ma
i
da inganno prende
cupidi liberali
,
fa quest*
amore
ma
,
quando
in tanta copia
ne' cuori
,
abbonda
care stolta-
ma
disutilemente gittando
.
crede piacere e
,
dispiacere
a' savii
Medea non
savia
della sua
pro-
utile si penteo,
non
la
venuta
quella
s'
a-
cquistA o
s'
adopera
j
non
ci
uno n
1'
altro sia
*1
da lodare
riguarda
il
amore
ma
per acquistare
,
come
di mitigata ira
N ma
la fa tornare nulla
s'
e rimet-
adira
bench
gli
amanti
e ancora
discreti
prcgatori
e per questa
maniera Achille
la
concreata
ira.
88
e valorosi
FILOCOLO
fa
gli
si
uomini
ar-
ma
di ci
il
contrario
d'
pu mostrare.
il
uomo
Ercole
,
quale inna,
le
e ritorn vile
fi-
accia con le
femmine
d' Iole?
Veramente
alle
innamorati
diti
,
e se dove
,
dubbio corra
,
si
mostrano ar-
e mettonvisi
,
non amore
ma
poco senno a ci
gli tira
loro
donne
amata
che
si
Questo consentiamo
al
che
sia
come
tu porgi
le
che veramente
generale a-
more empie
farleno
i
non che
cuori
mobili e incostanti
gare
.
ma di vile uomo atto il lusinCome adunque diremo che tal signore si deg:
gia seguire
? i
Certo
savii
dimora
li
fa dispregiare
e utili consigli
male per
Non
fa costui
simile
fama
buoua
nostra
la
quale dee da
tutti
come
in
memoria rimanere
la
terra
dopo
le
nostre
morti? Quanto
Non
costui cagione di
s
patti alla
Che avea
fatto Ariani
per
la
malrimo-
,,
LIBRO QUARTO
niali patti
la
,
89
miaera
J
dando
Un poco di
vuto onore
si
il
trova
e
ri-
che ci
sia
vero mirisi
opere di Tereo
quale
non dubit
c^i
contaminare
le
sagrntissime leggi
tra lui e
mente
contratte
e fa-
occupa.
le iniquit di
costui cou-
male mena
i
chi lo segue
suoi seguaci
le
j
,
incominciano
le
quali
non virt
siacht>
ma
sia
vizi
piuttosto
si
possono dire
1'
conciofa
,
non
da riguardare ci che
,
uomo
ma
,
se-
condo
la
perocch giammai
,
cattiva radice
non
:
fece
buono albore
n cattivo
,
al-
e se
da fuggire
le
buoue, e
cosi
buono e
vir-
Il
,
principio di costui
puura
e noia
Il
il
suo
fine
,
dolore
dessi
temere
,
n in
.
modo
ed senza ragione
,
e vergo-
gna
e angoscia
e pasione
e dolore e pianto di
9
quelli
sia
il
,
FILO COLO
e
Dunque
gli stoki ?
questi sa da seguire se
non
Certo
,
se lecito
ne
fosse
viveremmo
,
ma
,
tardi
di tal
danno
accorgiamo e convienci
,
poich nelle
infino a
sue
reti
siamo incappati
fuggendo
tirici a'
suoi piaceri
VIIL
bella
dea
la
il
cui
donna
se-
poich
reina
ta-
non dee, ed
che
la
consento
ma
impossibile
mi pare
questo
amor
per
al
presente
,
terr
fare
che
lecito sia
l'
innamorarsi
prendendo
il
mal
un
gio-
due
e di pail
renti possente
pi che
,
giovane
l'
altra la
giovane
bella donna,
ponendo
,
che
1'
uomo
e la
,
come
avanti diceste
uoi giudicheremmo
che quantunque
LIBRO
la
QUARTO
piii
,
91
gioTane, in qua
donna
sia ricca
e nobile
che
il
lunque grado o
cosa
dignitli si sia
cb' ella
deggia piutto-
amata
meno
1'
di lui
perocch
,
animo
dell'
uomo
seguir
alte cose
fu creato
dunque
avanzarsi e
non
t
avvilirsi
dee
egli
la
pi nobile donna
si rifiuti
e la
men
gione
Disse allora
piacevole Fola
sarebbe per
me
come
e'
udirete
Noi naturalmente
fanni desideriamo
sia
pi brevi eh'
lunghi af-
ad acquistare
1'
amore
men
si
dunque
Appresso
di
maggior coudizione
gli
non
molti pericoli ne
possono seguire
minore
parenti
siccome
se
de' quali
gih dissi,
avvedesse,
come
all'
men
i
conciossiecosach chi
riceve
si
ha
il
danno
si
gli sta;
dove
met-
amare? N ancora
e dove
si
muore pi
eh'
una
92
prezzer
si
FILOCOLO
il
,
aito
uomo
,
come
gli
la donna
e noii
mi-
nore di s
perverr
:
non mal
il
al
suo disio
e della
si
minore
avverr
contrario, per-
ciocch' ella
te
,
amore :
per io
e dove questo
tr senza
terrei
,
non
fosse
il
la
potenza
dell'
amante po:
paura fare
si
che amar
altra
E'
na
si
,
V*
inganna
il
ama pi
lui
si
desidera d'
quelli
che per
pu comprengli
molesti
ognora pi
amano n alcuno
,
,
sua
fine desidera
bench
il
dunque
bench
sono
piccoli affanni
le cose
acquistano pi
la
per
minor donna
,
amare
fanno
,
come
voi dite
,
poco
af-
e seguiriasi
che amandosi
desiderasse di
amore
Ma
della grande
,
s'
acquista avviene
il
contrario
fatica
guadagnato amore
diletto e
il
e cosi ognora pi
.
ama, e pi
il
piacer dura
ci sia
,
Ma se
noi noi
neghiamo
e questa
LIBRO
more
d'
QUARTO
ma
.
9^
1'
a-
discreti
procedono
E non
suo
,
potere e amata,
cosi poria
ii
folle nella
do
in ba.oso
come
in alto loco
,
Ma chi
sar colui
le
che
sue
farJi
ofiendendo chi
cose
ama
a chi
V avr
gior donna di
donna maggior di
s deside-
che ignoto
alla
che
,
il
pi picciolo
uomo
inquanto
natu*
ral virt
sia di
che
la
Qualunque uomo
vizioso vvere
adunque
di
maggior condizione di s
virtuoso e
fa
il
lo desidera
i
Fa bene per il
,
piccioli grandi
e'
grandi
piccioli
molte volte
sarh da
qualunque
una
dure
ne perviene
noi
d'amare alcuna
st
disperi
s
Tanto
di
bene seguir
a chi
maggior donna di
amer, che
,
egli s'
nobili
uomini compagnia
s'
egli
magnanimo
reputato. Seguasi
adunque
la
pi nobile
94
minato sopra
cedere
.
FILOCOLO
.
E questo
alla predetta
QU
Feramonte duca
Pola sedeva
a
lei
,
TI ONE
IX.
cominci a dire
si
che amare
stione
si
,
convenga
che
meno
deve amare
la
si
pu consen-
tire
Ma
le quali (
,
crede ) diversamen,
fervente
quale pi tiepidamente
piuttosto
un giovane
,
per pi felicemente
suo disio
tre,
a effetto conducere
si
di pulcella,
di maritata,
o di vedova.
.
Al quale
la maritata
in niun
,
modo
sta in
da desiderare
peroc-
ch' ella
non sua
sua llberlh
il
il
potersi doil
volerla o
,
pren-
e ancora
alle quali
,
offendere
e per con-
un commuovere
tanto a dentro
a
coscienza sa meglio
dova
LIBRO QUARTO
fctto
;
gS
con molto
disii
avvegnach
.
tale
amore alcuna
tale
volta
percolo sia
il
perch
amore
a'suoi
,
so-
gli altr
questa
si
,
cagione
sofQa pi
s'
accende
e senza soffiarvi
s'
ammorta
quasi tutte
1'
altre cose
quanto pi
go tempo
fosse
il
s'
usa pi cresce.
sente
il
e pi con la
riscalda
;
La vedova per esser lunquasi come se non memoria che colla con,
,
cupiscenza
la terza
che ciA
si
sia
ancora
tietali
non conosce
pidamente
se
disia
e per la maritata
taVi
sovente in
desidera
.
eflelli
Tal-
oltraggiose pa-
role e
fatti
ricevere
vendetta se potessero
rimasa
che donare
il
avvegnach
essi-re
in
tale
maniera
la vendetta sia e
convegna
molto ocelle
culta per
non
crescere
l'
onta,
il
nondimeno
ne sono
dilicati
per
li
appetito degli
lecito
,
altri
Ma
per
come
o
dicemmo,
non
altrui cose
ne desiderare
le
prenderemo
nostra citth
e piuttosto le
,
le pulcelle
perocch
tal
molto alFanno
(|uello
recano abili
uomo,
Io
Appresso se
96
pulcelle
FILOCOLO
amano
le
, ,
esse
si
i
desiderare
vestigi dell' a-
come
vedove
in cui gi
l'
prende forza
piangendo
notti
il
perduto tempo
e le solinghe e
letti
:
lunghe
secondo
il
nostro
da coloro
in cui libert
in
sottomettersi di-
mora
reina, ci
aveva io
,
nell'
animo
dovesse essere
to 5
ma
opinione
da voi poste
celle
che
1'
le
vedove
dovriano seguire
conciossieco-
sach
amore
della pulcella pi
.
La vedova
,
senza dubbio ha
amato
e
li
d'
amore
seguiti
da quello
pulcella conoscendo
ama lentamente
e dubitando
non sapendo
s'
onore di
vuole
,
lei
aggiunga
la
ne
1'
uno n
1'
altro
e cosi
per
mente
vi
Ma
a
queste
lei
come
un
suo
amor dispone
LIBRO
atcnno atto contrario al
QUARTO
,
97
per pi fermo
lei
suo piacere
r amante
legare
al
dunque
tutta
pura
,
a* piasi
;
che
le piace
semplicemente
e tosto
dispone
lui
ferito
cuore
quello che,
come
gih dissi
.
della vedova
non avviene:
per pi da seguire
pi
aspetta
,
e desidera di vedere
fiate
.
e udire e
provare
1'
ha
e questo manifesto
il
Tra
1'
altre cagioni
per
le quali
ed
disiato
lungo
da noi
state
vedute
diletto di correre
con
che noi
pi che altro
ciot> la
ci
,
ingegnamo e desideriamo
di fuggire,
.
morte
La
pul-
cella
mai quel
noi
vegnamo
nel
Ap-
e per tiratavi
non pro-
se
il
quale
ella
ha
mente
Questo ardore
la
;
non
perocch provandolo
,
prima
volta
la
si
spense
dunque
pulcella
amerh pi
amante che
la
vedova.
Che
FiLocoLO T. n.
98
non
debba
,
FILOGOLO
,
che amare
vedova
,
piuttosto la pulcella
,
che
la
Voi
disse la reina
;
argomentate bene
noi vi
al
vostro
parere difendere
ta ragione
,
ma
come
sta
quistione
come
nella vedova
il
come
gono
sto
nella pulcella
;
vedremo potere
fermo
ci por-
forte e costante
e in ci
Dido e Arianna
non
dove quesia
,
amore e
una e nelP
altra e'
,
niuna
se quello
cemmo
pulcella e la vedova
discretamente
s'
innamora
dova
a'
vi
mostreremo che
vedova pi
sollecita
non
dub-.
bio
che
tra
l'
altre cose
che
,
la
femmina ha sopra
dubbio
che
ella
non
sar
se
non a cui
ella
che
non
che
amare per
isposa avere
piuttosto pulcella
dunque
le effetto
non l'amer
modi per
e ella
il
sappia
Appresso
le
var
le vie e'
li
quali
furtivi diletti
si
posn
LIBRO QUARTO
8on prendere
:
99
non
dul>ita
,
perocch
ella
che se s
medesima dona ad
ella
quel segnale
r accusi. Poi
detto
,
come pi
1'
arrischiante, perch,
come
la
con
lei,
conosce meglio
in efietto.
Vero che
che
la
voi dite
che
la pulcella,
,
come
a questo pi
;
vedova
ma
egli di ci
contrario
Le
pulcelle
,
perocch
egli loro
vede o ode o
ordine
maniera di molte
si
altre
due pi non
cercano di vedere
si
,
anzi
quante pi
volte in effetto
ella
n'
ha gustato
Per
la
doni
meno
e pi le sia
donare agevole
,
pi sar
la
liberale, e piuttosto
che
la pulcella
.
eli'
abbia
Ancora
sar pi la vedova
pulcella
per
le quali cagioni
.
amisi piuttosto la
dova che
la pulcella
QUISTIONE
X.
100
porre
disse
:
,
FILOGOLO
il
e cosi
altissima reina
Io
mi
rimasa di valo-
la
quale per
le
e oltre a
poteva
1'
amava;
ma
provata
al
fuoco dannata
Ma
,
perch
la
le
perocch
gli
pareva,
volendo
commetalcuno
tere
data sentenza
,
Che poich
cavaliere
si
donna
fosse al fuoco
il
menata
se
lei
s'
trovasse
,
comoppo-
batter volesse
nesse
difendeva se ne facesse
ornanti, e per ventura
Udita
la
prima
dall'
1'
uno che
dall'altro,
,
1'
ud prese
al
armi subitamente
,
venne
campo
contradicendo a chi
.
contravvenir
gli volesse la
L'altro
gi era
che pi tardi
al
udendo che
,
campo
fare
si
n
,
altri
pi v'avea
impresa
amor
1'
della dongiusta-
altro
mente
l'
avea guadagnato
,
E cosi dolendosi,
la
gli
venne
an,
pensato
che
,
se
prima
campo
dasse armato
dicendo che
LIBRO QUARTO
egli, Insciandosi
loi
vincere
cft'ello
,
U
il
peusiero mise in
berata
e fu cninpnla
,
la
donna
Li-
adunque
cavaliere
,
la
donna
a lei
dopo alquanti
egli
giorni
primo
morte
posto
,
and
e s umilemente le rac-
comand
a
rirordandole
come
per
lei
campare da
s'
era
e s di
le
pia-
tale accidente
cesse
tutto
in
luogo di merito,
suo amore,
,
(juale sopra
donare
il
gli
dovesse
secondo cavalei
s'
dicendo
,
che
a rischio di
morie per
era
messo
me
ne seguita
stare
,
dove
io avrei vittorioso
volendo incontro
mente promettendo debito guiderdone ad amendue del ricevuto servigio Rimase adunque la donna , co,
il
al
:
primo o
al
secondo
e di ci
il
domanda con-
siglio
dovesse piuttosto
donare
Noi terremmo,
disse la reina
;
che
il
primo
il
sia d'a-
mare
1'
ultimo da lasciare
il
peroccht^
primo opr
forza, e dimostr
sollecito
modo,
la
dando
il
quale per
assai
quale
conciossieco-
battaglia
,
farecontm
1'
donna
corno fu
a-
mante,
lei ;
,02
n manifesto
gli
FILOCOLO
fu che contro a lui dovesse uscire
si
lasciasse
come avvenne
L'ultimo
donna
Dunque
il
conciofossecosach egli
meno
bella
,
mettesse in avventura
meno
1'
merita di guada-
primo
amore
della
.
donna
Disse Ascalione
voi dite?
sapientissima reina
eh' ci che
Non
senza
pili meriti
,
dimandare? Certo
tutti
s.
Il
primo
vittoria
meritato
perocch da
per
gli
la ricevuta
bisogna se onore
egli
non
fece
ricevuto onore
,
Ma
si
venne avvisato
da
tutti
poi
vituperato
la
avendo
bene come
primo
scampata
donna
Non il ? Come
dee per
sia
.
senno da anteporre ad
,
costui se
colla salute
donna venne
merito essere
abbando-
Se
egli noi
seppe tosto
come
1'
1'
altro
>
avesse
forse
1'
prima che
j
1'
altro
corso sarebbe a
quello che
altro corse
rimedio
il
prese discretamente
di
mente
gli
dee seguire
il
a-
mor
il
della
donna
se dirittamente
contrario
Passisi della
il
vizio a fin di
bene
operato meriti
operata merita
guiderdone che
la virt
a simil fine
ne j
alla virt
.
satisfare
Chi
, .
unno QUATITO
con nporta ragione
,
163
,
erodere che
l'
ultimo cnvuliere
allo
donna portarne,
ma
invidioso
che
si
all'altro
bar
(piello
mosse
al
a tale impresa
E misleale e folle
si
nemico
sono
s*
Infinite
le vie
perle quali
pu
e poi con
.
Basti
,
il
discreto
la
il
nostro
ma
.
vero
guito
e qui
si
tacque
QUISTIONE XL
Seguiva poi una donna onesta
il
nell' aspetto
:
molto
cui
in lei
e veramente
;
la
quale eoa
.
A me,
,
o bella reina
il
proporre
la
ma quistione
alla lasciata
,
la
fesi
quale acciocch
sta
s'appressa, e
dolce a ricominciarla
assai
non
brevemente proporr: e se
mi
mi
passerei
,
ma
all'
ubbidienza
sia
e degli
diletto
,
altri l'ordine
maggior
la
amante
o vedere presenzialmente
,
sua donna
.
o non vedendola
di lei
amorosamente pensare
,
io4
rocch pensando
FILOCOLO
si
pi diletto pensando
pegli
,
alla cosa
amata graziosamente
festa
sentono mirabile
quasi
contentano
ma
il
nel riguardare ci
non avviene
bene
,
pealtri
,
rocch solo
gli
rimangono
vinti
,
',
che a forza
conviene indietro
ti-
rimanendo
il
vile e vinto
.
Dunque
pi
diletto
terremmo
pi
pensare
rispose la
io
donna
quanto
vede pi
diletta: e
il
per
pensare,
,
animo
tal
piacere
quelli dlsii
che da
lui
Niuna bellezza
,
tanto
altra
cagione
agli occhi
si
e con,
tentar quella
dunque vedendola
s'
contentano
il
accresce
disio
e pi
chi
si
desidera
noscere qnanto pi
il
pensare
il
diletti
partiva
si
n
ri-
gi per questo
mai
altro
che malinconia
i
vide
mai non
le
avveniva
ma
lieta
graziosa e adorna
nella sua presenza
festo testimonio
pi al-
LIBRO
per
gli atti esteriori s
QUARTO
eliti
io5
nel cuore
possa (jucllo
f
:
nasconde comprendere
La
voli e noiose
E chi dubita
Dcucl>
vista
,
che
il
medesima, e
e
trovi assni
lontano?
la
abbiano
le
loro proporzioni
nell'a-
amata
in quell'atto
pensiero
.
gli
porge
in
la
Egli allora
pu
celare
1'
amor
lecito senza
Al-
quello che
as^ietto
prima ne ha senza pi
E come
,
mo Amore
,
cuo-
re gli
trema riguardando
suo luogo
.
che n pensiero n
le loro
spirito
lascia in
Molti gih
donne guardan,
do perderono
le naturali
afGsero
e alcuni inaltri
cespicando e avvolgendo
le
gambe caddero j
la vista
:
ne
perderono
la
parola
e'
per
a cui
abbiamo
Cosi
io6
FILOCOLO'^
si
fuggiria
Noi confessiail
mo bene
che
tema
riguardare
il
pen-
siero varria
ma
il
dicemmo
sati
il
manifesto che
e molto
pi ancora
eterna pace
Dunque
pili
pensare che
che malinconica
ma
suoi danni
,
sempre
della
:
morte
questo
in
di Protesilao dubitava
e a questa pensava
li
non
lei
quali
,
anzi
viso turbato
QU ISTI ONE
za altro attendere
,
XII.
sen-
come
,
la
reina
io fui
lungamente compagno
un giovane
.
al
avvenne
donna
ma
molcono.
to, ed essa
scessi
,
io
a cui questo
amore solamente
in ninna
il
scoperto
Amando adunque
temendo non
si
stile,
palesasse
maniera a
costei
le
suo intendimento
accertasse
,
di-
e di quel di lei
s'
n a persona
LIBRO QUARTO
se
107
:
ne fdava
cho questo
il
di parlar tentasse
,
mn pure
dire
stringendolo
lo poteva
,
disio propose
pnichi^ m
lei
non
di lei sosteneva
cautamente
tal
bisogna
significar
,
le potesse
un
di
vizza rancia
se
e dispettosa
,
tanto
ne potesse
,
la
quale
,
e cercata
limosina
atto
si
con
essa se
ne usci
simile
vide. In costei
pose
so-
non
saria tenuta
:
e compiutamente poria
,
suo
intcadimento fornire
doni le promise
le
,
e chiamatala a s
il
grandissimi
se aiutare
.
domanderebbe
suo volere
,
chia
di
tempo e accertata
le
vane
e
lei
amore che
il
mio compagno
le cose del
portava
mondo
lui a-
donna
e mcssolosi innanzi
il
come
egli
ordinato avea
men
dove
infortunio, la giofratelli
,
della
gio-
vane insieme
e costretti di
Erano costoro amici del giovane ; e conoscendo che a ninna loro vergogna costui era an.
ohe pote-
Tano,
cos
:
ma
ridendo,
gli
mani
tuperarci
e di ci noi
ti
io8
gliamo
dere
,
FILO COLO
:
ma
di queste
due cose
t'
1'
una
,
ti
convien pren-
uccidiamo
o vuogli con
questa
dormire un anno
glierai di
il
primo
,
colla giovane
tu la bacerai
e se la
vecchia
la
primo anno
,
prenderai
bacerai o toccherai
tante simigliantemente n pi n
meno
due
alla
il
giovane
partito,
11
giovane ascoltato
i
vago di vivere
due anni
vecchia
Di quale
il
Alquanto
mile mente
il
i
si-
circustanti
il
Secondo
la
nostro parere
bella
no bene presente
gliar
si
con,
molti gi
,
si
e se alcuno se ne lod
gli
non dovere
si
ma
la
fortuna in ci
innanzi
,
aiut
Prenda-
adunque
la bella
Molto mi
fate maravigliare
disse
Parmenione,
lasciar
disi
non
a che fine
seguire e
gli
dunque con forte animo ci convien dove fuggir sostenere i mondani affanni
,
,
possiamo
se
non per
?
gli eterni
regni promessi a
LIBRO QUARTO
gente
,
109
affannando
({uanta nel
mondo dimora
come
tatti
cuna
se l'affanno,
ti.
dopo
il
re
ma
secondo
.
giudicio
non pu n dee
esser diletto
sia
prima
da dormire un an-
no con una
ia di
colui che
con
lei si
deve giacere
mostrandogli
vita,
una
laida vecchia
dovere altrettanto in
7
Ninil
quanto
morte segnato
ci con,
vlen venire
Questa
tornandoci nella
memoria
,
sic*
come nemica
ne
tir
ogni be-
ci
turba
n mentre questo
si
ricorda
si
pu
sen-
giammai
gioia
te
dimorer
gli
tempo
infallibili
penne
parr
che
trasvoli
delle dovute
,
e cosi
la letizia
,
essendo
si
dove futura
te
:
non
sen-
per
,
io terr
che
'1
siglio
s'
a-
spetta
pi dilettevole che
.
diletto
sperata
Le
il
tene*
si-
110
curo giorno
,
FILOCOLO
e
P affanno
ad Ero
salate
notando per
le
onde
Abido
lei aspettante
1' il
Cessi
adunque che
,
uomo
voglia
prima
il
o prima
che
,
il
il
diletto
la
tribulazione
conciossiecosach,
come
gi detto
se
quel
modo
si
,
si
prendesse
,
la
to la presente gioia
ma
presso che
i
noia dir
cati cibi
1'
potrebbe
gli
Che
diletto
potevan dare
dili,
Diofilo
nisio
il
capo
si
?
vide con
sottil
coltello
,
Fuggansi adunque
prima
le dolenti cagioni
poi
si
graziosi diletti
,
Rispose a costui
te
la reina
come
se degli eterni
beni ragionassimo
per
li
dee prendere
e noi
al
e ogni
mondano bene
e diletto lasciare:
presente
non parliamo
di quelli,
ma
de'
mona
dani
diletti
e delle
che
dano
diletto si
,
noia ne segua
diletto aspettare
aspetta
tempo perde
i
Concede
,
la fortuna
con
varii
mutamenti
gliare
suoi beni
gli
quando
1'
dona
.
dopo
affanno avergli
1'
Ma
ma
infno che
uomo
,
non do-
vere pi affannare
diciamo che
poria consentire
LIBRO QUARTO
di pigliare
il
i^p^,
prima
1'
affanno
ma
che
aspetta
sono
transitorii.
,
Prendendo
la vecchia
no compia
potrh
la
il
meno
,
giovane morire
,
o forse rapita
:
e cosi
dopo male
fia
peggio seguir
presa
,
al
il
prenditore
ma
,
se la giovane
il
avranne
prenditore primieramente
lui desiderato
suo diseguirli
li
sio tanto
tempo da
n ne
gli
dee seguire
perocch
il
dover morire
fia
infallibile
ma
tere
il
giacere con
una vecchia
accidente da po-
uom
savio cessare: e le
con
,
goda
ovvero u
per
quando
richieste saranno
Chi
afl'anna
mi porge che
riposo senl'
non puote
il
af-
che se
il
riposo
gli fosse
come l'ailanuo,
ch'egli
piuttosto quello
non da
credere che
senza passare
peri
,
se
il
Convengousi
SODO donate
sia
.
della
s
fortuna
pigliare
quando
^iuno
non
loro qualit si
il
governino
bene
che
il
male
iia
e chi fa
follia
il
FlLCbLO^
contrario
. ,
ma
sua
segue
affanno
pi grazioso
to,
meglio conosciu-
ma non
per che
da pigliare. Possii
,
bile agli
uomini
folli
consigli
loro parere
,
ma
per la
non
si
muta
la
quale
ci
lascia ve,
dere
la
che piuttosto
la
vecchia e laida
sia
tale
QUISTIONE
Massalino
,
XIII.
il
quale tra
la destra
mano
il
della reina
,
cerchio
disse
ultimamente
me
,
e le quistioni proposte
una
udire
nella quale
,
una quistione
.
minar cade
citt
dir
Io ud' gi dire
la
un
amore intimamente
si
amata
rava
;
ma
ella
amava
n di suo amore
cu-
per
rola n
la qual cosa il cavaliere mai da lei n pabuon sembiante aveva potuto avere : e cosi
sconsolato di tale
amore vivendo
avvenne che
al
reg-
gimento
d'
una
egli
citt
fu chia-
mato
ove
and
e quivi onorevolemente
vi
avendo
,
doveva
per accidente
gli
venne un messaggere,
quale dopo
LIBRO
altre novelle cosi gli disse
QUARTO
:
ii3
,
signor
mio
ravi
manife-
lo
la
amavate
partorire
questa mattina
volendo
,
onorevolemenle
seppellita
.
Con
cavaliere
la
novella
sastenne
non mostran,
do
neri
mutamento
,
e cosi fra s
sia
medesimo
Itra cosa
maladelta
la
tua potenza
che
,
amava
di
,
bench verso
cos
me
conoscessi crudele
ma
vita
poich
di
lei
avvenuto
quello che
Amore
nella
non mi
che
.
morta non mi
morire
,
potrh negare
cia
che
certo,
s'
io dovessi
la
facio
io tanto viva
baci
Aspett adunque
cavaliere la notte
,
e preso
lui
un
1'
con
,
per
oscure tenebre
,
mise
la
nella
quale
era
la
il
pervenuto
sopra
donna
se n'
and
il
e quella
aperse, e confortato
compagno che
entr in quella
dovesse senza alcuna paura attendere, e con pietoso pianto dolendosi co-
minci
a baciare la
donna
e a recarlasi in braccio
dopo alquanto, non potendosi di baciare costei saziare, e mettere le mani nel gelato la cominci a toccare
,
mammelle
,
do-
vere
ricchi vestimenti,
le quali
andando
tutte
pra lo stomaco
le distese
mento
sent
li
debili polsi
muoversi alquanto
Di-
riLocoLO T. U.
, ,
n4
facea ardito
costei
,
FILOGOLO
non poco pauroso 5
ma Amore
il
e d quello luogo
la trasse
e appresso involtala
,
in
egli e
madre di
il
lui tacita-
mente
ne portarono
la
scongiurando
,
cavaliere la
madre per
altro a
che n questo n
fatti
freddi
membri venne
a'
quali per
:
vano
le
perdute forze
fece
per
la
ci discreto
un
e apsi
presso
lei vi
mise
Nel qual
bagno poich
iata
,
la
il
ricevuto freddo
si
ritornato caldo
,
per
le
fredde vene
cominci a spandere
gli
spirili
tramortiti co-
minciarono a ritornare
onde
la
donlei,
la
madre
di
a cui
in
il
cavaliere in luo-
e eh' ella
si
confortasse
come
la
invocato
1'
aiuto di Lucina
figliuolo
maschio,
da
rimanendo chiara
-,
e del garla
,
doniin
esseji.
dopo
al
\era conoscenza
ed
LIBRO
do
il
QUARTO
nuovo
,
ti5
,
mondo
il
sole
davanti
di
lui
,
si
vide
cavaliere che
V amava
e la
madre
,
a' suoi
,
in cogitabile
disse
:
ammirazione
io
io
:
quasi
tutta
stupefatta
?
ove sono
qui dove
m' ha
tati
Chi
il
cui
cavalier rispose
,
dunua, non
maravigliare
conforstato,
,
e io
dir
sino alla
dal principio
le
in-
dichiar
conlui
,
chiudendo eh'
per
la
ella e
il
figliuolo
erano tenuti
Questo sentendo
che per
altro
donna
alle
e conoscendo veramente
del cavaliere
modo
,
mani
non poria
le
essere pervenuta
se
egli
nar-
rava
zio
,
primieramente
il
e appresso
cavaliere
sempre
il
servigi
adunque
cavaliere: donna,
poich
a'
ho adoperato
dell'
vi
con-
infmo
alla
tornata
mia
,
uGcio
al
quale
tempo
che gi presso
al
alla fine
sono
mi
promettiate di
mai n
vostro marito
:
n ad
altra
non
potergli
si
n questo n
,
conforterebbe
farsi
e con giuramento
afferm di
.
mai non
cono-
Il
cavaliere veduta la
,
donna
dimorato due
alla
lei
raccomandata
e lora
all'
madre
lei
il
figliuolo,
part
ii6
sua
fini
,
FILOCOLO
il
e alla casa
.
dove dalla
Dimorato adunque
,
sua tornata
,
egli fbce
apparecil
un grandissimo convito
altri:
al
,
quale
e
i
egli invit
lui
fratelli
di
lei
ed essendo
g' invitati
per sedere
alla ta,
vola
la
donna,
come
venne
portati
e ornata di quella
,
corona e snella e
altri
preziosi paramenti
mattina
il
cavaliere allato al
Era questa
drappi e
gli
e'
e fra s
gli
e quelli essere
,
aveva
ma
perocch morta
,
pareva averisuscitata
u credea che
non ardiva a
fare
motto
dubitando ancora
esti-
non
donna simigliarne,
a trovar
,
mando
persona e drap-
che risuscitare
al
il
un corpo morto
cavaliere
ma non per tanto sovente rivolto dimand chi questa donna fosse A cui
: .
cavalier rlspondea
dimandatene
lei
1'
chi
eli'
che
.
io
noi so dire, da
lora
il
si
spiacevole luogo
la
ho menata
ella fosse
,
Al-
marito domand
:
donna chi
a cui
ella rispose
io
sono
stata
menata da
che da
cotesto cavatutti
.
liere
da quella
vita graziosa
dislata
per non
UBRO QUARTO
tono
nella
t
117
che
allora
il
cavaliere
men
il
camera
lui
la
donna e
,
gli altri
similemente
eoa
avevano mangiato
il
dove
in
braccio ad una
,
balia trovarono
figliuolo della
il
donna
bellissimo e
grazioso
il
quale
pa-
dre
stra
mano
della
donna
,
disse
questa tua
lui
niogliera
altri
madre
di costui
narrando a
.
e agli
tutti
il
Fecero costoro
massimamente
,
marito colla
sua donna
figliuolo,
e ringraziando
,
cavaliere
tornarono
te-
perocch
si
la
lealtli
del cavaliere, o
che
la
donna
e
si
il
figliuolo
trov racquistaii
giudichereste ne diciate
donna e
ma
altri
volesse, e
massima,
un
figliuolo
si
di
che non
,
si
fare
quanta
sia
converrla
gran cosa
che l'uomo
sia
da propria vir-
t costretto a farla
ne
perocch possibile
,
essere e
l'
il
non
esser leale.
Diremo adunque
che da cui
esser leale In
com
ii8
FILOCOLO
,
avanzi in s la lealt
che
allegrezza in s
e cosi
terremo.
Certo
disse Massalino
sia
:
altissima reina
come
dite
credo che
a tanta fu
,
ma
,
gran cosa
mi pare
al
pensare che
letizia
la
donna riebbe
si
si
sostenga
si
perde
si
cavaliere fu leale,
come qui
tutti
gi
disse,
siamo tenuti a
ma non
io
immagino
si
disse la reina
perocch cos
si
dee
1'
uomo
,
ralle-
gli fa
operar virt
dolente,
ma
come
Le
non
si
ma
le positi-
e le virt dell'
animo
opere
e se opere virtuose
,
facendo
degna compensazione
altra
operazione
si
pu ancora
:
essere sta-
to leale
la letizia si
pu
o
in su-
bita
tristizia
o divenir nulla
modica
per-
di
;
tempo, possedendo
e per dicasi
il
la cosa
diventa
cavaliere essere
LIBRO
stato
QU AUTO
,
119
diritto
da chi
vuol
giudicare
Non
e
il
proporre avesse
sole
gi
:
perocch
tutti
avevano proposto
Lassando
la
lasciava pi
temperato ere
,
ne' luoghi
per
dell'
reverendis-
ima reina
cosi disse
;
amoroso popolo
si
dirizz in piede e
le
signori e
alle quali
donne
merc
compiute sono
nostre
questioni
nostra
seguendo
atto di quistit)-
non abbiamo
bastano
ma
,
altre
rimanghino
gih
l'
a' filo-
sofanti in
Febo
la
guardarci
con non
e
i
diritto aspetto
e sentiamo
aere rinfrescato,
festa
,
,
nostri
che
e per ci
questo
mani
la
sua
testa
pose dicen,
do
io lascio
qui
la
corona del
mio
vostro onore
mo
mano, che
.
con
gli altri
tornarono a festeggiare
strumenti
si
,
Sonarono
rosi canti
lieti
1'
amo-
da
tutte parti
sentiva
giorno in:
lietamente dimorarono
ma
sopravvenuta
stelle
,
mostrando
alla
donna e
a tutti parve
di
partire ter-
120
nando
alla citt
lei
,
FI
;
LO COLO
quale pervenuti
disse:
,
alla
Filoeolo, parse
tendosi da
g
cosi
le
nobile
Fiammetta,
fossi
iddii
mio com'io
ma
so
:
altrui
il
non per
tanto quanto
,
"vere
fuoco strano
,
di
sente acceso
to
,
vostro
valore
partire
aggiugnendo che
i
g' iddii
tosto in
graziosa
pace ponessero
suoi disiri
Tornato
cos Filocolo al
fra s
ma
Fiammetfe-
ta racceso,
1'
essere a Bianco-
fiore lontano
ste
avute con
quelli
tempi
i
molte
,
fiate
annoverava
giorni
mesi e
gli
anni
dicendo
e
tanto
,
tempo
non
fui
non
la vidi
ricordava
,
Ma
perch
gli
il
tempo che
,
perdeva
gravava
passasse con
vicini
meno madi
egli
andando per
li
1'
paesi
Parte,
nope
si
dilettava di vedere
,
antichit di Baia
,
il
Mirteo mare
il
monte Miseno
,
massimamente
,
menato
.
dalla Sibilla
and
mial-
le infernali
ombre
e lo imperiale
bagno
e quanti
LIBRO QUARTO
parte dell' inesercitabile monte Barbaro
,
lai
e le ripe di
Pozzuolo
bilia
,
il
tempio d'Apollo
e
il
1'
lago Averao
si-
milementc
ghi
:
monti pieni
di
zolfo
e in quosta maniera
andando pi giorni
fatto
eoa
di-
non avria
morando
Ritornoto in Partenopc, e con malinconia aspettan-
do tempo, avvenne che con grave malinconia un giorno in un suo giardino si racchiuse solo e quivi eoa
,
varii pensieri si
e
il
dolendosi
in
nuove cose
,
pensiero
port
la fantasia
mente
raccolte,
nuove e
il
E'
gli
mare
dezza
sopra
la
,
qual vide
sette
donne
di maravigliusa
,
bellezza piene
sette
le
delle quali
ricordava;
,
ma
gli
le
tre, che
molto pi belle
gli
parevano
la
dal
poppa
d' esso
modo
un
al-
conoscere
le
potea
ben
parca vedere
,
al cielo si distendesse
la
n per alcuno
si
movimento che
se
.
mutassi
E
la
sent
chiamare, perch a
pra
donne raccolto
porgendo
gli
i-k-A
FILOCOLO
,
della nave
gli
mina
con
gli
',
occhi velati
e colle
e di
mani ap,
piccata al legno
moveva
che
,
acqua
il
dovesse sommergere
e
il
mare movesse
gli
e tempestasse
,
di
.
che
egli
dubitando
parve udire
,
non dubitare
gli
si
Pareagli
adunque a
delle quali
Filocolo
tro
stavano
col capo
coperto
di nero velo
e nella destra
s
mano
riguardava
nella
sinistra
,
un
libro
Filocolo
seconda
vestita
te-
nendo
stra
nella destra
mano
,
nella sinisi
una
rotta lancia
.
sopra
poggiasse
Ma
il
che colore
gliava
,
suo
fosse
ma
a diamante
1'
assomi-
un
il
,
ri-
tondo
e
i
pomo
grossissimo
mare
ogni
disegnati
mano uno
,
scettro reale
costei
velo di violato
tacita
,
dimorare tenendosi
e alla
mano
bocca l'indicativo
il
e tutte secondo
piacere della
si
guidassero
grazioso luogo
il
dimorare
LIBRO QUARTO
e mentre clie egli con pi diletto vi dimorava
gli
,
ia3
volti
la
proda
vide in quella
,
un
di
vestito
quale nelle
braccia vide a
mai
al-
qual
si
stimolava e ango-
le
pareva
nemico
dare
gli
la
sua
lo
Biancotore
proprio
tu
sta
fai
nome
gli
chiamasse
gli
dicesse
vedi
!
come Da que-
voce
gli
crescesse nel
,
che quasi
rivolto a
non
gli
perch
egli
quelle donne
pareva dire
?
Ditemelo, perocch
;
mi
;
voglio e con
cui risposto fu
le
noi lo
ti
diremo
cominciarono
,
molte cose
tanto aveva
intelletto rivolto
il
pure a Biancofiore
e
,
non potendo pi
lasciandole parlando
corse dov'era
,
il
giovane che
e quivi
gli
:
pareva con
ma dimo,
rando quivi
gli
pareva che
il
,
tempesu
si
la
nave
ma
eziandio tutto
ri-
universo
te-
come un tuono
ia4
FILOCOLO
,
grandissimo procedere
tuosissimo
,
e con quella
un vento impe-
il
pareva che di su
nave levasse
j
e glttassegli in
lui
un
che davanti a
gli
,
parve oscu-
Quivi
mortale paura
e piangere
simigliante facevano
ma
modo
tutti e tre
senza offesa
partivano
ritor-
nando
in su la
nave donde
partiti
s'erano, e dove
,
la turbata
femmina vide
il
ritornata lieta
e con riposo
tener la nave e
mare: e
ascoltate,
un uomo
gli
eccellenza
la
questi
gli dicesse
molto
donne
le quali
gli
non
co-
nosceva
perch tanto
pareva essere
,
che
appena
il
poteva sostenere
E
il
in
cielo, gli
pareva quello
,
ri-
mon-
do dovesse accendere
tal
mondo che
gli
pareva
che
egli
nella quale
rimirando
r aspetto
di quella
medesima luce
della quale
la
vestita,
che nelle
preziosissiil
ma
se
,
acqua piena
acqua
tutto
viso
gli lavas-
come questo
LIBRO QUARTO
gli
laS
,
la vista
e meglio cono*
,
scer e le
mondane
di ci
suo dovere
K
le
cosi
ammirandosi
si
,
trov
tra le tre
donne
qnali
V una
tanto veriniglia
quanto se
tutta
ardesse
la terza
hianthissima passava
la
chezza,
E dimorando
,
avendo bene
di loro nel
seguen-
do
loro vestigi
subitamente
tutta la navicella
tre essendogli
duce
nere sopra
le salate
,
onde
e ad alto sospignerlo
cosi sagllendo
gli
,
pareva passare
e in quelle conoscere
virtuosi
corpi, e
loro potenza
di
Giove proce-
dere
a*
riguardanti
,
e volendo dire
eletto
!
oh
gloria
bene che a
,
se
'1
sospeso, pi volte
il
il
chiamarono
n^
egli a loro
,
e tiranil
dolo
mondane
cose
tras1' a-^
,
che
pensiero
il
tuo? Rallegrati
che
marinari ne chia-
mano che
noi
andiamo
al
126
stro
FILOCOLO
cammino
ora
:
e dicono
fummo
se
non
lieva su,
e narrato
ammirazione
buon
il
tempo e
,
pregatigli divotamente
,
che in meglio
dodi-
vessero prosperare
in su quella
montarono
,
e su
il
morativi
le
due
sentendo
:
vento
,
le
quali date
,
abbandonarono
di
Partenope
desi-
iso-
dubitando non
come
ma
ignorando Filocolo in
qua! parte
dell' isola
il
sapere secondo
la
fortuna
che
ap-
cominciava a rivolgere,
gli
u trovandone alcuna
farsi
e gi
il
nimento : perch
detto degl' iddii
,
fare
io
ma
dimoran-
come
qui di Biancoil
cos tutto
,
mo
viaggio
sar perduto
per soperchio
LIBRO
c&sero
fal&e
,
QUARTO
:
la;
ma
diceva
forse
non
in questo
luogo
dell'isola
debbo
ma
io
immaginava
di tutta l'isoU
<|uesli ])cnsieri
dimorando Filocolo
posto a
Sisife
sedendosi
marmo
il
case di Sisife
finestra to
il
,
avvenne che
dimorando
, ,
una
e verso
rimir,
giu-
dicio di Sisife
ella
cominci a pensare che costui per Biancofiore malinconico dimorasse, e volendosi della vera immagi-
nazione accertare
a
S(^
dove dimorava,
cosi gli
chiamar fece
:
innamorato giovane, e
disse
giovane
se gl'iddii
ad
effetto
producano ogni
,
ti
siano gravi le
ti
mie parole
n noioso
cuiitentnrmi di ci che io
domander,
se lecito t'
si
il
dirmelo.
Dimmi
occu-
mira
Riguard Filo,
un sospiro
io speri
le rispose
gentil
g' iddii
perch
mi
curerei la
il
ma
gentile-
mi
costringe
e perci io la vi dir:
bench
io
mai
128 non
Il
FILOGOLO
trovassi a cui piet?t di
s
me
venisse
il
se
non a
voi
pensiero che
,
malinconico
mio
aspetto vi rap-
presenta
modo
Io po-
me
,
per
sottile
ingegno levata
la
quale se io
ritro-
vo
lecito
mi
fia alla
ma
di ci
male mi pare
qui di
essere nel
ma
ch
io
ne alcuno
ci
ha
che novelle
domi
come
disperato vivo
di ritrovarla
Riguardollo allora pi
lo
fiso la
donna, e domandolegli
come
,
la
giovane
la
,
quale
e
cercava
si
chia-
masse
come
avesse
nome,
e d'on-
de veniva
e quanto
tempo
:
Biancofiore
il
nome
e
della giovane
ed
Io
sono suo
misero
fratello,
mi chiamo FIlocolo,
I
ben
ella
sette
mesi o pi l'ho
che
:
ne fu levata. Pensossi
medesima
la Biancofiore
gli
occidentali regni
:
perch cosi
gli
cominci a par-
lare
giovane
non
perocch
infallibili
adunque
,
confortati
futuro bene
dir
,
in questa ca-
LIBRO QUARTO
sa
jq
dimor
,
iioUImiiia
dtm
,
na
cuore
il
mio
as[)cUo vi [wrse
lei
per quella
sapete inie-
ramente mi narriate
mia
sorella
lei
me
per
insieme
render
al
mio padre.
fia
me
niu-
no tuo piacere
che tu
sei
vai
cercando
quali,
secondo
si
loro parlare
par-
e certo io non
lei
ti
ti
vidi
prima
tello
,
che
io nel
,
tuo aspetto di
lei
o parente
.
e per di
ricordandomi
di te
mi
,
venne pieth
mco
pi giorni
1*
ed
io
secondo
mio potere
in tutte cose
onorai
la
come
deva
figliuola, e
po-
tei, anzi
;
la ve-
domandandola
,
io
ella
mi rispondea
che mai
il
pi grazioso
il
fusse,
quale
si
el-
costui
doleva
si
quasi
come
se davanti lo
,
si
vedesse
,
a costui
nella sua
rac-
comandava
altro
costui
chiamava
.
mai
bocca
nome non
era
certo per
mi
lei
amarlo sopra
tutti
^ appresso secondo
j
il
suo dire
FILOCOLO T. IL
i3o
egli era
il
FILOCOLO
pi beli'
uomo
Chi
costui
si
:
fosse io
assai
non
so se tu lo
,
sai
cui Filoco-
lo disse
ben
lo conosco
e gran cagione la
lui
mo-
abbando-
vi diceva
amendue
le
v'erano
garzone l'am
se
ed
ella lui, e
co-
l'ama
che
novellamente sposare
1'
doveva
se tanto
la fortuna
non
avesse offeso
re,
egli si
Onde
io vi prego,
la
in che parte
mercatanti
portarono
tesori
diciate. Io porto
doppiamente
la
a' m.ercatanti
quelDisse
se
rendere
mi
volessero
,
allora Sisife
lei
maggiore
,
me
ne
la fai
venire
e se
gV
iddii
,
m' aiutino
se
io
fossi
uomo come io femmina sono con teco la verria cercando ma poich aiuto donare non ti posso prendi
:
,
il
mio
consiglio
mi
Rodi
e di quindi in Ales;
sandria
per tu
,
si-
e se gli trovi
,
da
mia
assai
varr
e se
g' iddii
ti
che
la ritrovi, piacciati
.
vegga
Piacque a Filocolo
,
consiglio e
1'
ascoltata
,
novella
se
conceduta
lei
grazia
da
molto onorato
si
come
tanta
donna
il
lei si part;
e venuto
tempo
cammino
utile, co'suoi
com-
LIBRO QUARTO
pugni salito sopra
la
i3i
cercando
nave
si
partirono
Rodi
e ciascun giorno pi
,
sic,
hrevc
lasciandosi indietro
la terra
Gozo
:
Moata
ma
per mancail
mento
Rodi
,
torse
cammino
,
d' Alessandria
tri
,
e passando Caura
1'
Venedigo
e Ce-
antica torra di
Mi;
nos
e quindi par-
Caposcrmone
e Cassie
,
e Scarpanto trapass,
,
e di quindi a Iicndego
1'
an-
core
a' la
la citt.
Per
lui,
e'
suoi
compagni con
sciuto da
un grandissimo
e nobile
uomo
della citt
col quale in
rati
,
Roma
e chiamavasi Bellisano^
festa corse
qual grazia
in questi paesi
ti
mi
ti
dimostra
cortservino.
e affettuosamente ab-
bracciandolo
con
si
che a
tali
parole
conveniva
e in cai servigio
egli era
debita reverenza
re esso e'
il
preg che
;
gli
compagni venire
,
ad Ascalione and
i3a
rono da Bellisano
FILOCOLO
,
il
ingegnava di piacergli
alcun giorno
,
Essendo questi
riposati
Bellisano
domand
che a
lui
molto
saria
di
La
ausonici
ci
avvegnach poco
dimo-
e essi
tendimento di venderla
giorno in giorno vi
dissero
:
ammiraglio
,
il
quale di
essi
si
attendeva
secondoch
mi
che
essi facessero,
Ma
come
av-
venne che
allora Ascalione
mani de' mercatanti venisse ? Disse come ucciso Lelio e presa Giulia pregna era stata e come Biancofiore e Florio in un giorno nati erano e come innamorati e separati per
alle
, , ,
effetto si
e ci
domand qual
.
padre di
il
Biancofiore
A cui
,
Ascalione disse
egli fu
nobile
Lello AflVicano
il
lagrime ritenne
la figliuola
di-
cendo
{i
oim
or fu in casa
mia
di e
colui
la
cui io fui
pili
uomo
non
unno QUARTO
sovvenni d'aiuto? Ahi
Ba
,
i33
mia ignoran,
ma indetta
1'
sia la
che
io vi giuro
per
che
i
se ci che voi
mi
miei
e ogni
,
dove
le
fosse
Ma
i
non
me
che por
misera
altro
tutti
ed
ella
mi
,
disse:
de'quali piansi
stata
con
lei
come
mi
sanno
n di cui figliuola
mai
fosse
disse. Allora
,
di ci
che ne conti
e siamotene tenuti
ma
consi*
me
ed di vera amisth
andiamo
cer-
cando
il
consiglio e l'aiuto
che per
me me
si
potr
,
l'
averete
in Ale.'-snndi'ia
quali pcf
amor
di
porgeranno, ch
male
vi saprei consigliare
:
A queste
Bellisano
ci
carissimo
assai
ci basterh se
ci
,
per consiglio
mandi senza
il
Tu
.
ora*
mai pieno
rar dei
,
d' anni
li
,
riposo pi che
aflanno desidevolere
e per
ringrazio del
buono
Disse
allora Bellisano
fia
senza
me
ni
.
tale
cammin
che ancorach
io sia
anziano,
giova
sono
tali
se i
Oad'
io vi
prego che
mia compagnia
la
quale a*
i34
sai vi
FILOGOLO
potr essere utile, non vi sia grave
:
.
Udendo Fi-
a vostro pia.
cere sia
e per
quando
il
vi
parrh
ci
partiremo
Bellisano vide
tempo
il
,
disposto al loro
,
cammino
perch a
tutti
lui
parve
partir convenevole
e montati
sopra la nave
,
renderono
venti
quali in breve
tempo
A-
Quivi
discesi in
a casa d'
un gentiluomo
,
d'Alessandria
a Bellisano
amico intimissimo
.
chia,
mato Dario
se n'
andarono
prialtri
gli
si
quanto
il
suo potere
sten-
deva onorandogli
amore
di Bellisano
,
ad ogni loro
e ve-
nobile citt
Filocolo
il
e per a s Bellisano e
:
Ascalione
perdi-
chiam, e
disse loro
il
che faccia
nostro?
noi
Che
mento
vedere
di
le
tempo
Venimmo
?
noi qui
per
mura
d' Alessandria
Quando
vi piacesse, a
me
siamo venuti
La nemica
tempo
ch
alla forza
siamo
peroc-
pervenuti
il
A
,
sano rispose
ciasi.
ci
che dite
assai
mi piace
in
una camera
LIBRO
e quattro tncitamentc
ricco Ietto a sedere
,
QUARTO
postisi
iB5
sopra
si
misero^ e
uno
a prinro
Amico perocch
,
io
,
ti
sia
chi tu
e similemente
ti
venuta di co-
storo da te ricevuti, io Io
dir:
ma
si
:
loro essere e la
,
puote ne
sia
por-
costui figliuolo
Spagna
che tu
in sua
compagnia
Tedi
zione
ed
io
uno suo compagno recata siccome bergati nel mio ostieri mi dissero.
essi
in
Kodi
al-
Ella fu da loro
mondo V ama
sia
ti
pu veggened ha
,
dove
lei
egli
racquistare
suoi
compagni, n
io, se lei
primieramente
servire ne puoi,
mettendoci dopo
Con ammirazione
sano
lo
, ,
Belli-
udendo che
tal
il
di
e per
e Irato
pii
il
viso verso
fra s
cominci a dire: o
che
i36
FILOGOLO
,
per
la
cui luce
il
terzo cielo
si
umani cuori
che
Quando
saria
mai per
me
stato pensato,
nobile
uomo una
l'
un canto
,
Certo non
mai
ma veduto
,
ho
tempera
umane menti
re non
cosi
si
mettano
,
cose
E
:
poich
ebbe detto
quanto
,
amico
fai
me
me medesimo
:
caro
nuove cose mi
udire
uomo
quanto Fi-
m'
cara,
ma
Ma
molto pi d'am-
Non mi
,
fia
ci che di
,
Medea
e di
Dldo
tri
e di Delanlra, e di Fillls
,
molti ho gi udito
:
Filocolo veggio
ma
adopera-
no
de a questo
ci che
converria
proceder a risponderti di
.
Molto mi
sarla caro
il
che
io
non
potr,
te sa
,
ma come
come qui
ve-
che per
me
si
LIBRO QUARTO
co mercatante, o
il
iS;
compagno
suo, e a
mi
presentarono
la bella
:
andate, e dissermi
dentali paesi
,
Dario, noi
vegnamo
dagli occi*
re di Spagna
ne
tutti
donammo,
biamo acciocch
tre a' nostri tesori
al signore la
vendiamo
e di
lei ol-
Le
incontanente
,
menai
e narratogli
vanti
comand che
cos fu fatto.
tesori
mercatanti fos-
mercatanti
partirono, e Biancofiore
fatta
rimase, e dall'ammiraglio fu
mettere in una
,
con
,
altre
e quivi
guardia sono guardate. Siccome io credo che voi lappiate, l'ammiraglio di cui davanti
parlammo subietto
conviene che
gli
una
mandi
lissime
ed
egli,
teramente permanga
verli' belle e
quanto pi pu
n alcuna
s'
ingegna d'a-
nobili
n' nel
si
mondo che
costasse
bella sia
la
quantit
e'
guardasse,
ma
ben
Ture,
i38
perocch
to
,
FILOGOLO
il
e com' io \'
fa;
ho
det-
il
dove alcuna
.
sia
Ma
pri-
mach
no
io a
divisare
,
come
le
cosi
com'
io vi saprete consigliare.
La
tanto
to
torre
dove
le
donzelle dimorano
come
,
voi nel
vedere
altissima
,
nuvoli tocchi
il
si
mol-
e credo che
,
sole
che tutto
vede mai
bella torre
non vide
,
perocch' ella di
e neri
,
fuori di bianchi
marmi
e rossi
e d'
altri di-
sommit maestrevolemente
da colonnelli
,
murata
te finestre luce
non
di
marmo ma
d' oro
tutti si
possono vedere
le
ma
,
lucente cristallo.
riguardanti
le
si
pu
appalesare,
ma
vede impossibile
rare.
E'
vi
ma
tra
l'
altre
una
ve n', e la credo
la
ma
chiara,
la
gran sala
pavimento
si
posano.
LIBRO
li
QUARTO
,
1S9
nelle
qua-
se pietre nobilissime
non
vedessi
possono alle
presenti
tagli
memorie
ricordare
tutte
con
sottilissimi in,
vi vedreste
e sopra
che
le figure di sotto
si
veggono
tutti
Hgu*
ra posti
stro
ammiraglio
si
veder potreste
In questa sala
vaselvi
non
mangia
se
se
lamento
trei
lo non
po-
Che
non che
infino al pa-
vimento, e
ziose pietre
il
nostro
am.
Ancora A
in
una
che di bellezza
altre
avanza
e certo appena
ne'celestiali regni
posa
le si possa a
non
vi
pu entro passare
al cielo della
zaffiri
,
veggono
.
senza
numero
egli
non
ritorni gioioso
ed allegro
la
una colonna,
qua-
ogni
uomo
che
la
di-
mora
sime
il
figliuolo d
alie d'
oro
graziosissimo a
tiene
i4o
nella sinistra
FILOCOLO
mano un
:
fi
vo-
ma
egli
,
non ha
gli
occhi fasciati
come
molti
voli
,
il
figurano
un carbonchio che
lasciano per alil
non
cun tempo
risse la
ma
sole vi fetutte
.
tengono
d' intorno a s
lui si
ne' cari
muri
le cose
Nei
perle, e
,
si
che
come
l'
verghetta percuote
il
gambo
non
sia
udito
e riperco-^
una
lettiera
d' osso
d' indiani
s
dimora
fatta
da cortine,
le
quali
io
divisare
e ricche
N
,
e che conl'
fortativo sia
uomo non
:
In questa camera e in
e
questo cosi nobile letto dimora sola Biancofiore questa grazia singulare pi che
1'
altre riceve
perch
bench
altre
sua camera
uno
di-
lettevole giardino
che
sopra Ja terra
si
trova quivi
credo che
si
trovereb-
be
e in
,
mezzo
la
e bella
bagna
So-
UBRO QUARTO
prn questa fontana uno albero
,
i4t
il
non
n
alcuno che
mai vedesse
1'
n fronde
,
e Cerere
da
lui
ve lo piantassero
cosa
che
qualora
1'
ammiraglio vuol
,
far
prova
egli
nell' ora
che
guance
,
dell'
la
glie
prende
cella
o no
e quivi per
le
piix'olo spazio
cade
un
e
,
1'
acqua e pi chiara e pi
se questa forse congiul'
ma
gnimeuto
il
d'
uomo ha
.
conosciuto,
acqua
gi
si
turba e
fiore
non cade
,
In questo
modo n' ha
molte co
.
nosciute
le
la
questo giardino
prendono
ho dimurano libere
primo
solaio
da
indi in gi scendere
come dimorano
ziosi
vi dissi.
da cui
la torre chia-
mata
la torre dell'
,
lano di quella
e per proprio
nome
Sadoc. Egli ha a
i4a
necessarie
genti
,
,
FILOCOLO
e quelle dar loro. Appresso ha molti seril
co' quali
j
guarda
n alcuno
uomo non
clie a quella
ma
in
un
o morte o gravissimo
:
danno o pericolo ne
si
li
seguirla
ma come
il
giorno
chiude
il
castellano
e'
suoi sergenti
qualunque
:
eunuchi sono
e questo
ha
l'
sasse di far quello eh' egli sta per guardare eh' altri
non
faccia
potesse porgere
ci
ma non
le vie
che
me-
no rea
pare
se alcuna ce n'
ha
procediamo.
si
sta,
vano costoro
non
tre vie
delle quali
una
ci
couvien pi
ammiraglio
o
la
a fine
si
intendimento
Ciascuna di queste
fine
,
mi par
fortis-
mo
un
l'
ammiraglio pregare
mi pare che
ed io
gli ud'
saria
sopra tutti
dire
LIBRO
la
QUARTO
,
143
che
al
fuori
soldano
quello
che
io
dubito che
nostri
si
scoprirebbe
,
spetti
e a donarci
:
che
farci grazia
mi pare
al presente
da
lasciiire, conciossiecosach
mente
ricorrere
,
Il
e per forza
,
trarne quella
ella clic
follia
perocch
tutto
il
suo regno
ci
po-
ma
innumcrabile quanpotreb-
bero
rimarremmo
disperati e forse
uccisi
Ma
1'
di qucst' altra
mi pare
il
migliore
,
con
ingegno
al
perocch
,
pu avere pericolo
con
lui si
e forse
se saviamente
si
procede
.
quale in questo
modo
potrh acquistare
Egli
mondo
si
e umilemente
gli
porria
nuovo
consiglio
.
si
nostro piacere
e
il
ma
,
tuttavia ri*
,
peroc*
altri
che a
lui
il
ridicesse
s'
avvedcs&e
i44
che a questo
saria d' averla
FILOCOLO
fine la
,
sua amicizia
si
cercasse
,
nulla
ma
pi
si-
curo
fia
Io
mi credo
di
il
ci eh' io v'
detto e chiaro
mio parere
parole mie
compreso ci che
vi consiglio
:
cosi
ci
com'
io
che
,
conoscete
,
sia
e seguitiamo quella
ma ultimamente
parve e a
Filocolo
il
consigliato
colui che
si
1*
il
qual
si
Filocolo solamente
,
diede
udite cose
,
e prima fra s le
i
com-
menda
a'
e desidera
si
pericoli
quali
cosa per la
quale a quelli
dispone
un
altro
i
Egli
si
ricorda
quelli
di tutti
ha
corsi, e
immagina
i
e nella savia
,
mente stima
corsi pegli
ma
molto maggiori
.
pa-
prende de'
gli
preteriti
par-
quando bene
le parole di
Dario pensa
quasi al
suo disio mai non dover pervenire per alcuno pericolo al quale egli
effetto
si
metta
fia
.
o se ne dee pervenire ad
piuttosto consenta
,
Ma
,
se
mette
morte o vergogna
ac<^ui<
LIBRO
stare,
QUARTO
\\a
i
i45
come
.
che
il
ancora alcuna
suoi
folli disii
ora conosco
perch
egli fra so e so
cominci a dire
poco
infno a qui
ha mosso
amata da
altrui pi
te oltre al
dovere
Ora
che si
C,'rto
incomincia e procede
dall'
amar
medesimo: dun.
que ama pi
te
cosi
fo io.
i
Non
fai,
che
se tu
amassi,
non
cercheresti
la
pe-
ricolosi casi
tua agevole.
mente
te
si
pu perdere
La mia non
si
perderh
chi
ne
fa certo?
.
La speranza eh*
che
m' aiuteranno
bita ragione
si
abbi
Io non posso
la
Si potrai
?
se tu vorrai
che
vita sark
Quale
.
slata
quella di coloro
che sono
vivere
cer
,
stati avanti a te
Io
non
potrei senza
al
amore
Amane
che
sai
e contentalo
come
,
tu dei
eh' egli
tutte le cose
la corta che la
L'
n disamare a
sua posta
come
ch poi
si
dove
Biancofiore era
cui egli
amava
ceva
in alcun
modo
tent di riaverla
le
quanti
la-
loro
, i
folli
imprese
temendo
di cotesti detti
I^ILOCOLO T.
IL
10
i4^
p
si
FILOCOLO
dimenticano
.
Dunque
che tu
la
pur lascer
tornando
tjonde venni?
Mai
la lascerai, se
tu desideri
di vivere. Desidero.
la
si
Adunque
lasciala.
che varr
mia
uomini che
pongono
ricolo gli
conduce
nuto
io voglio
pur tentare
.
E'non
te n'av-
qual male
.
me
ne potr avvenire?
ra'
Chi
E' non
uccider fa^
,
cendomi
za
io
conoscere
se'
,
sen-
dimandar chi
ti
s'
uccidono coil
castellano
perch
io voglia essere
suo amico?
Maino ma quan:
do tu
amico
gli
,
egli
il
non
te
,
ne servir
il
risappia
a lui
ti
signore
daddosso
trova
?
non
sai
tu
il
E
,
per questo
far uccidere
.
reame
con vergogna
Or non
avverr cos
.
che
,
io
vincer la
la
Or
ecco
?
che tu
pur
Colei ch'io
amo
se tu
me ama
Tu t'
,
inganni
ricordi
.
tempo dimorata
cos
se
.
1'
occhio o
'1
come mi
i
Per un
altro
sua virginit
la
la-?
sciassero
da loro partire
E se
questi forse
non
savii
LIBRO
d loro
la
QUARTO
1*
147
AinmirAglio
iiili-
partirono
l'
credi lu che
lasciata
?
no a qui vergine
dere
,
abbia
Egli non
1'
dice
giace
Dunque non
.
Bianco-
mn una
,
Non
il
cosi
che se
mercalanii tolta
1'
l'
nit
r ammiraglio
altre
albero, e cacciatala da s
e se egli con
lei si giacesse,
non con T
ch'
alla
ella sia
damigelle
,
ma
seco
la
terrebbe.
pol-
pur vergine
?
non
egli
per
lei
mettersi
morte
Certo
lo fuggire,
ne ho
Io ne
ho
gih
molti passati
senza al-
se' stato
correndogli, e sarai
metti
Folle no,
ma
.
innamorato
s: cosi
tali
agli innamorati
convien vivere
Guardisi chi in
pericoli
more
Ella sarh da
me con
mani
io
mi
rimetto
il
viso, gliele
parve
davanti a s vedere
cia di
Venere aver
per
la
parlalo
nimento divenne
egli
la
quale
in-
molte
fate
non
l'
avesse
se ancora
la
per quello
gli fosse
i48
FILOCOLO
si
ramente
1*
al tanto
tem-
po cercato paese
lutto
dove avuto
il
consiglio di
.
Dario,
si
in s propose d'
egli
aempiere
Ma
ci
tosto
,
com'
effetto
pe-
rocch in diversi
de' suoi beni gli
modi
le
la
ruppe
vie,
perch
assai
tempo
dimorando
cuno
compagni che
in alcuno atto
,
fosse
n che
al-
se
non da
chiamato mai
1'
accompagnasse
ultimamente
lutti gli
fiale solo
per andare
al castello
in
s
,
alla sua
andata
quando da uno
impedito
,
quando da un
non usciva
altro
si
impedimento
.
ritornava
Egli
ca-
mai
fuori di casa
se per andare
al
stello
noi facea
r ad alcuno paesano
fece conoscere
.
n con
al-
cuno prese
notizia da
Dario in fuori
Non
potendo
adunque
una
mai per
Biancofiore avere
volta veduta
Dario
e quindi rimirando
:
alta torre,
alcuno diletto
tolto
o Biancofiore, poich
se*
m'
e^
poterti vedere
il
luogo dove tu
non mi pu
LIBRO
ef loUo eh' io noi vegga
.
QUARTO
In (luestn vita
stelle
i49
infino
a tanto elio
d'
Febo
ligliuolH
Agenore
,
ne venne a diCile-
morare
rea
,
rinnovellato
,
tempo cominci
i
gli
amorosi anidivenuti
innii n risrnklare
e a raccendere
fuochi
del
tempo
,
verno j
s
si
il
quale
nel suo
poteva
di
a vohre
suo proponimento a.
Ma
ci
non
animo
Io fecero so-
Venuto aduncjue
gih
un giorno essendo
si
il
tempo chiaro e
la torre
,
Filocolo
alla
quale essendo
,
ancora
lontano
vide
i
una
finestra
una giovane
alla
raggi
del sole
riflessi
immagin che
fra so
,
la
sua
Biancofiore
dicendo in
lucente fosse
esser
potesse
perch tanto
,
il
disio gli
crebbe di vederla pi
,
da presso
che
abbandonate insieme
della sua volonth
,
disse
certo se io dovessi
morire
a-
niore
e in questo
do
and : dove
disteao
le
colle
braccia aperte
s'
iKo
FILOCOLO
,
mura
e quasi nell a.
ni Ilio di ci
diletto
correre
,
perch
egli
correndo
mano
gli
soprav-
corse a ferire
dicendo
,
ne
le
vago
,
vituperevot'
morte
quale arroganza
ha
re
ma presenza
alla tor-
sia
appropinquato
la tua vita
Io
non
mie mani
lano
.
ha campata
tirati
,
indietro vil-
e vedendosi
intorniato da molti
si
tutto smarrito
dubitando di morire
stato in altra parte
volentieri vor-
ma
ricordan-
forze
umilemente
,
cosi rispose
o signor
mio
per-
donami
to
,
che non per mio difetto questo addivenula tua signoria offeso
:
la
il
di questo
si
n'ha colpa
mosse
n per
;
mia
al
qua-
le venuto,
tei fare
gli,
maravigliandomi de'
sottili
lavori
essi
non po-
per veder-
non credendo a
ho
fal-
mani mi rimetto,
Filocolo
di
me
secondo
tuo parere
Sadoc rimirava do
le
fiso
e umiliato ascoltan-
le
stimava
LIBRO
lare
,
QUARTO
a
i5i
'naf^
giovane,
monta
salito in
.sul
Sadoc
,
reverenti?
andava
dimmi
giovane, se tu
,
se* cavaliere
o scudiere
o di che parte
il
e ({uello che
trasport
A
il
signore, io sono
le
un povero
valletto
d'oltmmarc,
il
qua-
prendo
la
diletto
in andare
mondo veggendo j e
qui per
udendo
sendo da Rodi
vederla ne venni
vallo
F.
,
quando
il
mio e*
mi trasport
tornava con
il
un mio
falcone pel-
legrino da
mio
,
diporto,
egli
na lasciato
volo
,
ed
primo
mandolo
si
il
palafreno temendo
il
romore a correre
per-
mosse
parlando andavano
,
ed
entrali
in essa
dismontarono
e avendo
,
il
castellano le belle
lui
maniere
di Filocolo vedute
immagin
giovane
giovane
per
la
assai
la
onor
dopo
chia-
molte parole
hai
gli disse
somiglianza che tu
in questa torre
la vita
dimora
:
mata Biancofore
siano
ti
t'
ha oggi
campata
di
che
che
la
mia
ira
mitigarono com'io
vidi
la
pili
,
non avvenne
sempre a
Di questo
ringrazi Filocolo
,
Itii
offerendosi servidore
la la
cui somiglianza
potesse
campato
la
avea
e se egli conoscer
.
volentieri
ringrazierebbe
E
,
di questi
eutrati in
a Filocolo
i53
and
no
,
FILOCOLO
1'
occliio in
dove
uno
scacchieri nobilis:
simo e ricco
il
sire
s
dilettatevi
di giucare a scacchi
eh' io vi
s
veggio
bello scac-
mollo; e tu
.
sai
giucare?
alquanto ne so
,
doc
or giuchiamo insieme
,
infino a tanto
che que.
Ci
mi
ti
1'
piace molto
signor
mio
rispose Filocolo
Fece
adunque Sadoc
,
in
una
e venire lo scacchieri
dall' altra
,
1'
uno
.
dall'
una parte e
altro
s'
assettarono
Ordinaronsi da co-
e cominciossi
il
giuoco
il
quale ac-
pongono
presti
tore
l'
gnare
posti bisanti,
,
1'
amist
giuoco che
il
castellano
Ristrinse
adunque Filocolo
sua
avendo
il
re alla sinistra
uno
degli alfieri
'1
e solamente
salto del
,
un punto per
.
sua salute
gli
rimane nel
suo rocco
Ma
Fi-
suo rocco
.
e nel punto
lieto
al
,
suo re
il
pose
Il castellano
cominci
colo
,
a ridere
veggendo eh'
lui
egli
matter Filo;
potuto mattare
e dan-
il
matt
a s tirando
bisanti
non
LIBRO
sai
il
QUARTO
8*
,
i53
giuoco
avvegnach bene
fatto
era avveduto di ci
ma
V avca
li*
sofTerto
infgnendosi di
:
non avvedersene
,
signor
mio
cosi
le
apparano
fol-
Racconciasi
il
secondo giuoco, e
quantit de'bi.
lanti si
Il
.
castellano
11
meno
castel:
dica
gio-
vane
meglio
t'
era
il
gli
bisanti
giuo-
castellano
mostrando con
giuoco
,
il
cono-
il
e fra s disse
Racconciansi
gli
nel principio
,
colo
giovane
,
io
ti
potenza
meglio
non mi risparmiare
pu
,
il
discepolo col
ma
poich vi piail
io
Incominciasi
terzo
giuoco
il
migliore
il
castellano
il
conosce e cominciasi a
,
e assottigliarsi, se po.
Ma
quanto
gli
peggio. Filocolo
uno
alfiere
il
i54
ra
,
FILOCOLO
,
die
delle
mani
.
negli scacchi
t a terra
mio
savii
il
crucciarsi
questo
per voi
meno
savio
Ma
se
voi aveste
ben
riguardato
il
conosciuto che
in
due
tratti
matto da voi
Credo che
non
il
vedeste,
,
ma
dovi crucciato
ci
voleste avere
:
giuoco perduto
ma
:
fia cosi
tut vostri
mostrando
di volere
bene
,
tre cotanti
ve ne mise de
suoi
quali
,
il
castellano
mostrando
;
d' intendere
,
ad
altre parole
gli
prese dicendo
giovane
io
io
ti
giuro
per
1'
anima
del
mio padre
,
clie
mai non
:
trovai ohi
a questo
n simllemente pi
.
Filocolo
sire
che voi
me
Le
tiplicarono
il
giorno se ne va
perch a Filocolo
,
veggendo
partirsi,
il
sole
che cercava
l'
occaso
gli
parve di
si
perch
mio,
;
e'
mi
fa tardi,
mi
contenterei
perci
Il
quando
vi
,
mi
partir.
castellano
,
preso
disse
se
non
fosse
che
1'
tu cene-
meco
questa sera
ma
io
ti
LIBRO QUARTO
ronngiar
i55
meco. A
,
cui
l'iloculo
riApose: sire,
per
amor
di voi
giurato cere vi
nito
:
m' avete
io
.
in pia-
sia disdire
II
comandamento
e ad
e da Sadoc partitosi
.
alla
Come
e smontato
,
all' ostiere di
Dario
l'
trov
i
Dario e Ascalione e
quali
gli altri
,
ad attenderlo:
come
il
videro
lieti gli si
dove
se'
tu
mani
looolo
tava
,
la
repu-
ma
danni pietosa
,
comincia a
mostrar
e
,
si
fatto principio
in quello
grazioso
e chia,
Lodarono costoro
,
e a Dario piace
tal
comlnciamento
lui,
e con-
e l'essergli cortese,
poich
'I
egli
n'
aveva
in
ricordandogli
che
il
ad ogni
uomo
,
celando
al
castellano
quando luogo
dor-
parr.
dono
il
cibo
e vannosi a posare
nella
ma
gli altri
mono
e Filocolo ferma
i56
che con
FILOCOLO
al castellano
,
gionamenti ci che
dee dire
e quello
il
e che
il
movimento
medesimo
cleggia
suo
e le migliori
la notte le
riserba nella
memoria
Poco abbandonano
j
sollecitudini lo
innamorato petto
e la notte che
l'
gi
maggiore
gli
il
altre si
con-
suma, e
Filocolo
mondo ^levasi
e venuta
che davanti
1'
sonno
la notte
aveva pensato
,
soletto se
ne caval-
Quivi dal castellano con mirabile onoe le tavole preste ninna cosa aspettano
re ricevuto
se
non loro
Dopo alcuni ragionamenti s'assettano costoro alle tavole come piace al castellano, e con gran festa mangiano splendidamente
del mangiare
to venisse
gli
il
,
servili
gi
perocch gi tempo
pareva
delle tavole se
non
le frutte
ma
mentre che in
tal
il
nuta, e salito in su
sue
mani rec
la belaltri
la
quale con
gli
e quella piena
1'
avria posottilis;
tuta pi
Parmenione portare
coperta con
un
la
la
present dicendo
ieri
bel
quel giovane
al
,
quale voi
per
vostra
avendo
egli
LIBRO QUANTO
ttiosith la
ti
187
morte guadagnala
ci
che dentro
;
sono
\i presenta
ascollando
nito, e
le
alle-
nel cuore
Nondimeno
della
magnanimit
il
riguard, e
il
presente
e prezioso
frutti
si
me slato
,
cortese,
che
perciocch a
Giove
ta
E fat}
prendere
gli disse
manda pensar
si
quello
che
uomo
,
del
mondo
rocch'io
mi sento insufOciente
egli
nevoli a tanto
non che
per questo
si
il
me
,
e le
mie coso
e ci che per
me
si
essere
pi
Parmenione
fatta
convenevole riverenza ,
part
e levate le tavole
,
per lo
se
,
non
la
e con
diceva
che potr
io
potessi mostrare
quanto per
?
lui farci
e quanto io
ri-
sia di tal
dono conoscente
:
poi a s
medesimo
spondeva
strare
tu
se' si
suo
non
i58
gli
FILOCOLO
,
avvenisse
.
ove tu
la
persona e
1'
sponessi
Ma
il
del suo
buon
camera solo
dere
,
chiam
e quivi
amendue
cosi
Giovane
per quella
che tu devi
agi' iddi
me
possa
nobile divenire
uomini
e chi per
un' altra
bile cosa
ma
e'
non mi
come
?
tu se' vedessi
Che
operai io mai
tale
o
si
dono mi
giovani del
signor mio,
mondo
non
vogliate
perocch non
,
ci
che
io
dice pianta
tare a
ma
mip'padre
cui esempli
i'
lio seguiti
e simi-
mai
,
far
tanto che
aggiugner potessi
convenisse
,
.
a quella pi
non
si
Ma
.
mi porgete
operaste
,
ammirazione
col dire
me non
crediate
Or
che se
di
mia
vita
pi tempo
si
Dodamin,
della
di
Zenone
d'
Epimenide non
1'
fece
mai
vo-
si
partir
essere per la
come
gi oggi udiste
,
che io ricosarebbe
le-
nosco
IIBRO QUARTO
cita cosa a fnre, Ih
i5g
si
deggia
,
me
perocch , come gi
da voi
io
vita tengo
,
tale
che
non dubito
uomo
ao*
del
mondo per me
possiate operare
1*
e per
non
uomo ha
servgi ricevuti
ma
mai
servire
slrigne
ched
non
,
gli celasse
di
che
che come
sta
so
medesimo pi
volte servirebbe
,
que-
il
castellano ognora
pi
e infino al profferere
,
rec
le
parole
ia
altre novelle
volgendo.
Ma
,
il
castellano
avendo pro,
non
e che ci
pregandolo
ricord
paurosi
,
d'
un verso
Ovidio
ove
dispregia dicendo
La
:
fortuna aiuta
gli
audaci
e vedendo manifestamente
che
gli
conveniva
s'
allarg
le
parole
e cominci cosi
'r6o
Signor mio
,
FILOCOLO
pero(;ch io non dubito che quello di
,
che
vi
pregher
il
e a che voi
,
mi
siringete eh' io vi
preghi voi
cose
,
potete fare
e
il
:
potreste
molto maggiori
vi paleser ci
che
nell'
il
primo errante
vi
prego che
,
dover detta
che
e se
,
voi
mi
perdoniate
quello eh' io
vi
prego
le vostre
pa-
mi
portate
mi
serviate
Io nelle
vostre
mani e
ch ben
cosi
.,
vi sia chiaro
mio intendimento
,
vi
dico
Dafne Penea
ninno
fosse
mai
certo le
mls
opera-iioni
i
dimostrano
che
io
venuto
tri,
da Spagn?.
inf::io
ponente tutto
e
,
poi ciascuna
e vendu.a u
,
lercatanti
tuna balestrato
iddio
ho
trovato novelle
ella in
guardia dimora
di
che
:
lo assai
mi contento
g' iddi
pi che
e avendomi
che
lo
mi
tengo, ora,
come
davanti
dissi,
amor per
s'
lei
oltre ogni
sua legge
mi stimola.
certo
lo volessi
parlicolar-
, ,
LIBRO QUARTO
mente narrarvi quanti
lei corsi
,
i6i
io
ho
amor
di
e quanto io l'ami,
,
prima
il
d saria
dalla
j
notte chiuso
ma
per
e per quella
mio
tutto potete
comprendere, non mi
V una
,
delle
io dalle
mani
.
sin
ucciso
mi
facciate
Pregovi che
.
tacque.
cominci a dire
ben m' ha
che
io
costui
con
sottile
non
credetti
,
ma
mio
suoi nifanni a
Di
ci
mi pu
se contra
me
per questo
Io sono
feci:
ornai vecchio, n
ora
nobii giovane
vita
come
to
la
costui , voglio
.
il
met-
tere in avventura
Se
io
servo e
appo
g' iddii
fama
imo e
1'
altro polo
medesimo
sue lagrime e
,
ardenti sospiri
lui pianse; e
non
si
pot per
cosi
piet tenere
ma
con
con
:
dopo alquanto
cominci
a parlare
,
Filocolo
sottili arti
hai rotti
miei proponi-
menti
mia durezza
e per conforI I
362
tati
.
FILOGOLO
Io desidero di servirti
fallo
ti
,
e di ci
che pregalo
a tanta
m'hai senza
i
servir
Aiutinci
g' iddii
lupresa
mani
ci
rimettiamo
alza
.
non
ci sia
avversa
Non
lagrimar pi,
ma
il
viso,
Piacque-
il
viso; a cui
Sadoc
la
tempo per
s
mia
mente molte
com'
na
il
vie
ho
alto
disio
tuo ad effetto
sia a tal
una
sola
la
ma
di
grande.
Pu
d
si
pu
e per ascolta
,
Se a
te
io
mi sono
si
ricorcele-
bra una
festa
:
grandissima
la
i
de' cavalieri
in quel giorno
nere sono
visitati
con
il
fiori e
vlgliosa allegrezza;
e in tante ce,
dove
1'
am-
mano
si
coman-
da
cosi poi
collano sopra
facendo chiamar
sia
e di tutte
,
io
ti
porr
se tu vuogli
si si
in
dee
e co.
quanto meglio
ne;v.ica
potr
Ma
ay-:
la fortuna
de' nostri
LIBRO QUARTO
visi
ti
i63
niuna
il
re-
denzione saria
colo
,
Tu
vedi ornai
peri-
ti
pare
Se
egli
non se
:
ne avvede
poi
s*
tu potrai con
lei
siccome
,
egli
vi
salga
:
in
forma
nulla
uno
.
altra via
e'
questa
la
.
e questa io
,
ho
in
guardia
a ni uno pe-
pensa
ma
convenia a
tali
il
cose
Finiscesi
adunque con
tjuesto
proponimento
mento insieme
messo
,
si
legano
l'
:
uno d'osservare
lo
improil
1'
altro di tacere
giordai
no a Filocolo , che
s
egli a lui
ritomi confortandolo,
V accomiata
ornai
il
pu nascondere
;
desideranora gli
do che
e ogni
O
cose
,
divoratrice di tutte le
sottilissima
quanta
la
tua forza
Tu
entratri-
gione
spada
Tu con grosso velo cuopri il viso alla raTu rivolgi la ruota contro al taglio della giusta Tu spezzi con disusata forza freni della tem.
peranza
Tu, o
d'
insa-
m cessila
ne' luoghi
abbon^
i64
danza pieni
puoi
i
.
FILOGOLO
Tu
iniqua
,
non
sai
che fede
si sia
Tu
Che pi dir
di le, se
la
fama per
la
sua
lenonia
si
mutasse per
te
1^'orti
Viene
vendo
rl
,
nominato giorno
.
che Filocolo
sollecito
;
torna a Sadoc
la
Kiuno amico
sa la sua andata
e do-
ranella notte si
della
,
quale la
id-
in divoti preghi
JNiuno
si
muovano.
sono
A
V
tutti
quel punto
alutano; e Marte e
Venere pi che
g' iddii
pregati; e ultimamente
degli
ombrosi regni
acciocch
th" ella al
sasi
il
a'
suoi disii
non
si
oppongano
Ma
la
poi-
e appresce-
giorno
essi
si
due
soli si
levano, e trovala
,
sta
l^ilocplo vi
mette dentro
il
raccolto in quella
pu
il
meglio
e quivi entro
Sadoc
raaestrevolemente
tenga
,
dove
popolo della
la
prese|ita, alla
guardia di
Amore, nemico
la tua pptenza
,
fiamme
fer-
tlBUO QUARTO
VRnl nel petto di Filorolo
!
iCn
Qunle
strflborchevole via
cU>c ardire
di tentare
A Leandro non
il
,
era
:
il
mar
sua
nemico
a Per-
seo
la
sua
,
for/ia
ora mcdiaule
il
e Dedalo per la
e la terra
,
salute
essendogli cliiuso
mare
con maeil
p'r
1*
nere.
Gran
cose fa (nve
a so
fuggir
uomo
medesimo
coniballente
no volonterosi
quelle
di
.
gli
Ma
,
costui
si
vedea
non assenza
canjpare
nemico
fortezza
n fuggir morte
tendosi
clic
.
ma
sotto la
,
fede d'
uno
tute
muovere, e scoprirlo
il
nemico.
Egli diede
come
morto.
Tu
.
medesima
dire di
dimandare
nemico
lo ricerca.
Oh
Oh quanto da essere
si
amato!
Oh
quanto
poria reputare se
ha impreso
Oh
fos
-
quanta
saria la sua
!
paura se
ella
consapevole fosse di
ella
si
queste cose
se
,
o pi dolorosa perdendolo
.
o pi contenta tenen-
dolo
11
signore
comanda che
.
la piiH
bella
cesta
di fort
gli sia
presentata davanti
Sadoc
tosto quella
dove Fi-
66
sotto
,
FILOCOLO
come
la
locolo timido ,
gru sotto
,
il
falcone
la
coporta
,
lomba
il
rapace sparviere
,
dimorava
siate
gli
davanti
iddii
o santa Venere
il
presenti
di-
ammiraglio
le
mani
in quella
e pensando a Bian-
cofiore a cui
mandar
,
la
di quelle prese
ma
non
gli
vide.
Quale
n potrei dire
per chi ha
punto
agi'
d'
ingegno
il
rimase, e
mosse:
ma
la
santa
;
Dea
pre-
mano
e levato
da
Sadoc e da molti
il
cofiore
presentasse
la quale al
servigio di
Biancofiore dimorava
a
una
finestra.
Ma
ra
si
non
intese chi
chiamata
fosse,
ma fermamente
:
perch egli
gi a Glorizia vicino
si
scoperse
,
il
viso
la
il
vide
non riconoscendolo
,
subito gtt
un
mani
grandissi,
mo
strido
e ritornatole alla
il
memoria chi
costui era
ricopertogli
viso
che
gi dalle sante
era stato
;
ricoperto
tacitamente
,
il
riconfort dicendo
.
non
ti
sconfortare
io
ti
conosco
;
Ma
gi tutte le
compagne
,
che
forte gridasti
t'
ella rispose
tal
io
giammai
paura
LIBRO QUARTO
dcre
la cesta
f>';
de' fiori
in essi
sicuramente miravn
,
e nel viso
mi
.
Poi
della invisibile
la
Dea
nella gran
grezza Abbracciandolo
in 8 credea
gli
e appena
ella
che
che
vede-
va
Di molte cose
dimand
avanti che interamente fosse certa eh' egli cui ella ve-
deva
fosse Florio
nella bella
ammirazione riguardando (che bene era vero ci che Dario detto avea e pi), domand Glorizia che
,
stata
interamente
il
mosse
e
ti
cara sorella
faccia
,
di
grazia
io
prego che
del disio
,
tosto
veder
la
mi
pcrrh
ardo
io la vegga.
mi
ella
di' io
credo, e di
simiglinnte
ti
posso dire
non
,
Ma
perocch
la
fortuna
,
voi contraria
ti
non
piace,
se-
s'
io di ci dico
bene
,
mio
consiglio
che
le
quando
avranno ciascuna
i68
potrai tu vedere:
FILOCOLO
,
e questo
onde
lo
fossi
e mostrassileli
le
non av-
due cose, o
1'
quali son
queste.
che se
ella
non
appresso
,
che
eh' io so che
,
sarla
tanta
la
sua letizia
che
di
,
leggieri quello
che
II
cio
gi
il
vincerebbe.
E
,
e tu
II
di Juvenzio
e di Sofocle, e di Filone,
quali
.
Ma
,
acciocch n
si
1'
una n
,
1'
avvenga
acciocch tu contenti
coli' altre
ti
tuo disio
io
suo festeggiar
non manchi
melter
si
,
in
una
dalla
quale tu
:
camera
far vedere
quivi
dimorando tacitamente,
alcuna cosa che tu qui
sii
qua entro
la potrai
colle sue
comti
pagne
la far venire
dove tu
quanto
pia-
cer vedere.
male
tutto
e contentamento
ti
di
te
basti.
acciocch
non avvegna
ti
via: io
trarr di quindi
,
del
suo
vate
letto
le
quali abbasser
,
le quali
;
come
tu vedi
ti
nasconder
quivi tacitamente
la
vedrai
LIBRO QUARTO
poich addormcntnta snrh,
disio.
siali
i9
fare
(1
lecito^ di
tao
Son
tue braccia
,
divenh piena
li
conosca
ma
,
la
paura
poco a poco
e cosi
I*
uno e
foi*se
1*
altro
Se nhro
lei
cac-
cer col mio parlare d' ogni errore. Piacque a Filocolo questo consiglio
aspettare
,
,
gli
il
paresse
perth Glori/ia
camera
si
men,
aveva
sua
Trov Glorizia Biancofiore sopra un letto d' una compagna giacer boccone piena di malinconia e di
,
pensieri
a cui ella
cominci
son questi
sai tu
Qual malinconia
occupa
Leva
su,
noa
compagno hanno
,
fiori
e rose
:
ri-
cevute
su
,
e fanno festa
e le sulamcnle aspettano
tutti
i
leva
mente da
anno
A
a
madre
i
e compagna mia
dell*
me
giorni
che non
n'
ha
,
siamo
che
memoria non
t'
uscito
in tal giorno
nacqui
ti
torna egli
re
suo padre
stire
,
ci soleva
maravi-
170
gliosa festa?
FILOCOLO
E
ora imprigionata da lui lontana
,
non
,
so che di lui
si sia
n m' possibile
.
il
vederlo
n
va-
Non
credi tu che
mi
dano per
possono
,
la
mente
dolorosi
Ora
so
che so
io se
io se egli
m' ha messa
amor
Come,
1'
fanno
festa
Conciossie-
l'
una
di queste avvenisse
non
pur conosco
s'
a avvenire
iddi
ma
certo
io sapessi
,
g'
mi debbono
,
recare
la
io
avrei alcuna
.
caglon di
conforto
se
buona
sentissi
tempo
colla speranza
ma
non vengono
tutto
il
dolore che
peraddietro
mi tormenta
gli
come
pian,
di
mi
fai
maravigliare
Come
,
con-
Non
escano pi da
t"
ma
credi
fermamente ci che
;
da
lui
ma
gli
alla per-
par lun-
go
Credi tu perch tu
essergli
sii
dimorata
ti
non
Ma
quanto
LIBRO QUARTO
verle prendere
.
'
tyi
che
tuo
E
, ,
sia ci
il
tu di Florio pensi
1*
amore che
ti
abbia occupato
o
,
1'
occupi mai
di questo
,
rendi
e amati e cercati
l'
e di qua entro
trarrh sua
se
opinione che ho
m' apparve
A queste
parole
si
dirii-
z Biancofiore dicendo: o cara madre, dimmi che verispose Glorlzla , e' mi parve vedere desti? Certo
,
nella tua
camera
il
non so
vermi-
modo
colore di
il
e sopra essa
un drappo
lo vedessi
simigliante
to lieto
mi pareva
io
quanto
mai
e solamente rimi:
a cui
jierch
venisti tu
ti
qui?
Ed
egli
mi rispondeva:
li
del
come non
caglia,
ma
il
perch
dir
io
che
.
dorme
il
tiene
aspra
battaglia
m' aiutarono
m' hanno
e piena
quando
venni
la
promesso di rcndcrlami
.
Tu
allora
mi parca che
svegliassi
di maraviglia riguardandolo,
ma
poi riconosciutolo,
sima
festa faclavate: la
1'
tanta era
mi
cresceva
si
che
:
non potendola
ruppe
vana
tua speranza
non
(la
17
FILOGOLO
te
sta
tempo
tua
che tu con
lui
solevi
in
per confortati, e
fortifica la
buona speranza
si
Udendo
fiore
cento
compagna,
gl'iddii
rechino ad
vedere
clfetto
ma
io
non so
come
far
si
mi
parlasse o
mi
riavesse,
ben consideriamo
sotto
sta a te
che guardia
il
di (noria
mo
aiut ora
1'
abbandoni
Bian-
conforti di Glorizia
,
secondo che
camera
di Biancofiore
darono, e con dolci voci cantando, e quale sonando con usata mano dolci strumenti e altre presosi per
,
mano danzando
e gittando
1'
una
all'altra rose
insieme motteggiandosi,
Filo-
si
festeggiava
gittando
e in questa
maniera nella
giorno
di piet
a'
tale
fuochi
portato
cuore cac,
ci fuori di lui
un sudore che
tutto
il
bagn
e con
LIBRO QUARTO
tramortita voce gltt
17!
,
un gran
i
sospiro
e diaae pian-
inente
oim
eh' io sento
ma:
ncurth e forra
con
,
diletto
e fra so pi
iddi e
,
o sommi
io (|ui sia
immortali,
la
come pu
egli essere
?
che
e vegga
.
mia Biancofiore
Esaltata sia la
si
vosUa potenza
di lutti
i
E
lei
rimirando Biancofiore
, i
ricordava
stati 8li
passali pericoli
,
niava vedendo
uomo
si
,
deh Biancofiore
ti
che
io sia qui
Se
tu
il
sai
?
come
ciare
E
ti
se tu noi sai
perch
t'
che tu
vedendomi?
Come
senta
?
poss' io
si
non mi
vidi la
la
.Mirabile cosa
mi
fai
vedere; conciossiecosach
parti
me non prima
che
il
:
giugnendo in queste
torre,
tua potenza
mia ignoranza
se
il
infnlla-
bilu Icslimonio
che qui
eri.
Oh
la
pericolo
mi
fossi
messo u quale
io
sono
che ora
io creda
cos vicino
ti
stessi
il
com'
io sto,
gli
appena che
uccidesse.
ti
che
la
paura e
dolore non
Deh quanto
non posso
mi
mi
possa, lo
rimirandoti
noi sappi
.
perfetta
gioia
sapendo che tu
giorno,
,
il
quale
meno non
venisse
,
bench lungo
174
gli paresse
si
,
FILOCOLO
non per
.
di
potea saziare
Ma
poich
,
Glorlzia acconciato
letto
come
pregandolo che
si
attendes-
promesso aveva
Mancati
i
e siccome peraddie-
cominciarono
j
di Florio
nuove cose a
ragionare
e molte
quella tenendo in
mano
altro
va
e in questa maniera
,
dimorando
Glorizia disse
ti
Biancofiore
vorresti
se Iddio ci
che tu desideri
conceda
?
indlrltto
Gitt
;
allora Biancofiore
uno gran
oin-
m,
nel
di
mondo che
si
pi tosto volessi
sia a
non
pu avere
e la
avvegnach se
,
fossi fuori di
questa torre
come imprigionata
com'
Io d' andarlo
il
son
dentro
la
il
mia
,
libert possedessi
credo die
sua possegga
non dubiterei
,
per tulio
;
mondo cercando
infinch io
io
troverei
e se avegli
com'
,
dimoro rinchiusa
lo
rin-
chiuso dimorasse
cassi
non cer-
quando ogni
,
via da potere
mi
a'
fosse tolta
certo Io
m'
ingegnerei di
portassero
commettermi
paurosi
spiriti
che mi
vi
Non
so se
,
iji
.
Come
disse
,
(lorizia
quanto
gli
Non
tu ed
pensi tu che se
egli
V ammiraglio
se
ne avvedesse
7
Certo, disse
Biancofiore
prima
quanto
il
mio
della
pur
che per ci morire mi convenisse, anzi contenta n'andrei agi' immortali secoli
,
ma
se a lui altro
.
che bene
certo io
avvenisse
oltre a
misura mi dorrebbe
E
e'
m*
Or
, ,
ecco,
egli
non
ci
pu
o che
sia
piaciuto
,
Con
turbato
o Glorizia
per quell' a-
porti pi simili parole non mi dire. mondo brevemente uomo cui io desideri n che mi piaccia se non egli e poich* io lui non vidi e* non mi parve uomo vedere, non che al-
more che
tu
mi
cuno
me ne
piacesse,
avvegnach
il
egli a torto
ebbe
gi
ma
da
me mai non me
che sua
in vita
fu amato.
ne piaccia
sia
non Florio
e che
membra
sarh sua
saranno col
si
corpo; e poich
,
l'a-
nima ancora
,
di questo
partir
ove
.
cV
ella
vada
e lui a
voglioti dire
nuova
cosa,
,
dicesti la
,
veduta
visione
il
cuore mi
cominci
forte a battere
jche si forte
mi
battesse
e giuroti per
iddii
.176
FILOCOLO
io
che ovunque
e'
m'
panilo
perch
io
mondo mi
cerchi
come
tu
mi
.
dicesti
che credevi
certa
,
e forse in questo
.
paese dimora
Siane
le disse Glorizia
la notte
Andavasene
e Filocolo
il
tuo Flo-
ma
per
la
promessa
si
fede
riteneta-
va
ma
contrario avvenia
la
and
dormire
Biancofiore
e pi volte cercan-
cosi quasi
piangendo
incominci a dire
ti
concedano
gl'iddii
ti
conservino in
,
e a
concedano ci che
lecito
non
ci
,
fu a potere
avere
avvegnach
assai lontana
dimori.
di te sostengo le
non meritate
e per
quello
amore che
me
s
non
che
paura
ti
che
da
io
pure non
vincati a far
io sia
te ricercata.
Non
LIBRO QUARTO
della tua
vji
al
madre Spera
.
che
io
mondo che
te
.
te
non da
O. dolce Florio
possibile
mi
mie non
braccia ritrovarti!
crederei che
far
In
Oh quanto
fortuna n
ti
g' iddi
mi
potessero poi
,
male
Io
e appena
Oh
me
che
loro piacevolezza
condi-
quanto
fossi
il
:
mio
distendesse
tiiriida
?
Deh
ora ci
tu
che a
s
gran
come
,
fo io
Tu mi
s*
compagnia e
la
aicura
santa Venere,
quando
?
sar
che
promessa
?
da voi
fatta a
me
,
adempia
Viver io tanto
Ap
le
pena che
io lo creda. Io ardo. Io
vostre percosse
ma
mio
ma in luogo
di ci
quello che
il
mio
,
disire
acciocch ahpianto
io
il
mitighi
In
mia pena
Or
ecco
m* acconcio
disiato bene,
o santa Dea. Io
diletto a
suo luogo,
me,
io te
ne prego. Queste
un grandissimo
dopo molti
sospiri
s'
addorment
,
e pi volte fa
eccomi
si
il
tuo
,
compiuto
ma
poi dubitando
riteneva
riLocoLo T.
Jl,
la
178
FILOGOLO
ella s'
addormentasse:
ma
braccia
si
mise,
cando
Gi per questo
la
la bella
giovane non
si
dest
n Filocolo destare
destasse
,
si
o dolce
,
amor mio
io
me amata
credo
.
egli
nelle
il
tengo
e stringoti, e appena
Luceva
la
fosse
perch
egli
riguardandola diceva
certo
il
tu se' pure la
souno
come
che
tengo
Ma
tuo
come puoi
il
Non mi
veg-
tuo cuore,
ghia ricordandosi di
me?
O bella donna
destati, accioc-
.
Vera-
Dea doman-^
trovi,
femmina
la
col pi lieto
uomo
del
mondo
.
ti
e prendi
Destati o sola
agi'
id-.
speranza mia
dii piaciuto
Tu
non
tieni
nelle tue
ti
tu desideri.
ti il
come
sarebbe in odio
desiderato bene
aver dormito
Destati
e prendi
poich gl'iddii
ti
,
bacia
la
e sovente
,
1'
a-
nima
e con
amo-
LIBRO QUARTO
roso occhio le rimira
il
179
,
dilicaio petto
e con deside-
mammelle baciandole
molte volte
parti
fatte
,
le quali
mai Amore
,
conoscere
e toccando
si
rinchiude
e cosi toccando
prende
che
,
gli
pare
tra-
e oltre a
,
modo
dorma
e a destarla
la
chiama, e
fare
ingegna di
ch'ella
si
desti
Ma
nelle cui
il
corpo vera-
la lasciava dal
sonno sviluppare,
teneva
dicendo
chi
mi
ti
toglie
,
cui
Filocolo rispose
iddii
.
che
gV
mi
t'
hanno dato
ninna persona mi
,
ti
potr
torre
umana
stordita
dal sonno
e di
paura
si
chiamar Glorizia
tamente
le disse:
ma
e subi-
io
sono
il
tuo Floco:
Tacque
maravigliandosi
e parendole
sii
la
come pu
in Ispagna to
,
ora eh' io
g' iddi
credeva
Cos
ci
sono come
,
hanno volu.
rispose
Filocolo
e per rassicurati
Parevano
, . ,
i8o
credendolo
FILOCOLO
,
e rallegrav?isl
.
e aoqi
tutta di
paura tremava
e da
lei
diniorarono
al-
tana nto
ed
ella
in
era
amorosamente e tanto
le
lieta in s
medesima
,
che
appena
se
:
mi
vedere
dimmi, per
?
che tu adori
:
come
mia
,
venisti tu qui
donna
.
cosi ci venni
come
Non
il
maraviglia, narrare
,
modo
ma
rallegrati
e pi lieto
Di
ci
mi
ma non
disse Biancofiore,
ti
pen-
sia
messo
g'
iddii
hanno
il
di che tu
pericoli
,
al desiderato line
a'passati
tempo pi dilettevolmente,
per-
men-
che
nell' altrui
mani dimoriamo
i
Gominciaronsi adunque
a far festa
s'
,
e ciascuno
di'
numero
forte sa-
ingegnava
porgere e di ricevere
donde
due
ma
il
chi
tal
qual
fosse
pu considerare
mentre in questa
festa di-
LIBRO QUARTO
tnorano
il
,
iftt
Bancofore
dimanda
suo anello
suo dito
gli le
niancofiorc
(junndo davanti
n<l
gli
presentai
il
ell'ctto,
maggior
e certo di te intesi
di cui
non
men
che
se avanti avuto
:
.nvessi
pure eh'
,
io
t'
aggia
A
ad
bella
donna
veramente
;
verri
n credere che
ca
ma
sarai
la
quale tu
sia,
mi
col tuo
medesimo
la
sposer
alla
qual cosa
Imeneo, e
presenti
.
santa
Giunone e Venere
:
maii di ci
che ora
mi
parli dubitai
sempre
di qui
,
e davanti alla
li
santa
questo facciamo, e
il
.
Giud un
none e "Venere
Levatasi
ci sia
adunque Biancofiore e
Cupido
fiori
copertasi
immagine
di
n'andarono, e quella di
,
fre*
sche fronde e di
coronata
,
e ameiulue
inginocchiaroa direi
no;
e l^'lorio
primamente cominci
cos
abbiamo con
ri'
eoa
qui pervenuto
i82
V
FILOCOLO
al
giungermi
qual conglugnimento
,
ti
prego
che
romperlo
ma
cosi
per la
conserva
come
sempre
cuori
e'
ora
corpi serva in
uno
.
volere e in
uno
disio, e in
.
una
vita e in
una essenza
Tu
sii
nostro
Imeneo
Tu
Giunone guarda
le nostre faccel.
sii
maritaggio
gli
i
que-
ultima voce
1'
la figur.i
,
dando con
atti
,
occhi mag-
usai)
mostr con
divoti preghi
avere intesi
e movendosi alquanto
chinando
cofiore,
si
perch Biandisteso
il
dito
ricevette
matrimoniale anello
',
e levatasi suso
alla santa
come
sposa
vergognosamente dinanzi
,
immagine
,
baci Florio
n'
ed
egli lei
E dopo
questo
correndo
and
,
al letto di Giorizia,
g' iddi
Su
vedi ci che
tanto
ragionam-
mo
gli
Levossi Giorizia
,
Biancofiore le diceva
avevano
come
cosi
da voi tanta
ci
sono
li
dravici organi
ma
io
con nuova
al difetto
e preso
,
un
basionnetto, tutti
e quindi dolcissima
melodia
in diversi versi
sent; la
innno quarto
(Ji
i3
topo fu piacere
(liinS.
Ma dopo
molti rgtnamenli,
,
ciascuno
fatti
la-
cere
canti al letto
si
ritorni"
mai
sentito,
con quanto
le
affetto
congiu,
novelli sposi
Pensinlo
dure menti
i
nelle
crudi ao*
,
ere*
poterono per
camera
ve-
umana mano, n da
festa
,
quella
Vi
si
ronato d* ulivo
al
si
intorno
vi
suo figliuolo
non cb'
altro iddio
ma Diana
1'
che
lungamente
.
imo e
l'al-
Dilettaronsi
negli amorosi
eon-
giugnimenti, e ultimamente del tempo quasi sino presso a giorno dierono a diversi ragionamenti
dal sonno
,
poi
vinti
abbracciati soavemente
il
dormendo
stettero
tanto, che
amendne
gli
amanti
si
levarono
lieti
e maravigliandosene gliela
al
di
lar di Glorizia
ma
disse
essi
amano.
1'
E da
uno
narrando
gli
i84
FILOCOLO
Ma
a Filocolo,
,
gli
Amore
correvano
venne
di,
sio di sapere
domnndonne
se
gli
disse: io
fosse,
u mai ne dimandai,
della
camera
ci fosse posta:
ma
mi
piace di raccon-
Higuardando
io questa
immagine, e considete
rando
sovente di
mi ricordava:
Venere
tpie-
mi
,
fosse da
parendomi impossi-
bile
temendo
feci:
e sic-
come
memoria
lendosi
Io
1'
ornava di
la
,
fiori
e di frondi spesso
nome
chia-
mava Florio
sta
quando desiderava
j
di vederti
que-
veder correva
alla
dalle
mie compagne
fossi stato
,
trovata
Con
questa
come
mi
disii
se
meco
va
,
dolenar,
con
,
costei piangeva
con
costei
miei
rava
costei in
forma
di te pregava
costei
onorava
} a costei gli
ora
costei
pregava che
se
me
le calesse
costei in
,
ogni atto
,
come
tu
ci
certo
la
merc di
posta e'
,
,
ella
nji
conforto
porgeva
dolermi e ad abbracciarla
coni' io
t'
ho detto
all'
tar-
pava
uno o
ttBRO QtATlTO
air altro era intervenuto
,
i^
,
che
si
rncconta&se
avendo
.
1'
uno
dell' al-
diletto
Ma
irenata la
notte
perch poi
vinti dal
sonno
zio: pcrch(>
la
ferma
a-
vesso
in
questo
modo
,
BiancoGorc vedere
e credendo
in (juella
veramente
;
parti-
da Alessandria
la terza
,
to
le
,
il
solo
se
ne venne
sopra
la
qua-
come
talvolta
senza alcun
compagno
a. la
camera
di Bi.nncofiore
Questa aperta
pass dentro
letto di liancoOore
vide
lei
Ma
pur sostenendogli
gli
lungamente
,
rimir, e
fra so dicea
o Biancoiiorc
mie mani
da
vita
porti
la vita
tu
morrai uccidendoti
peraddietro
io
,
Tu
me
pi che
mia
amata
;
peccato
,
meritato odio
in-
ii8(5
FILOCOLO
,
que uomo
i
e ancora del
mio medesimo
che d'avere
e ora
ho guardata,
la
morte
sarai
e Io la
1'
ti
dar.
Tu
Una
far
altre
che per
.
Innanzi
ora
amendunl
vi
perder
rir sotto la
mia spada
ninna bellezza
,
mi
pie-
toso.
E
,
spada
ma Venere
na-
male
ma
messasi in
1'
mezzo
ricevette sopra lo
,
imdor-
passabile corpo
acerbo colpo
,
il
quale sopra
essi
perch
si
niente furono
II
pensiero subito
vii
mut all'ammiraglio,
uccidere
,
parendogli
la sua
spada imbruttare di
,
e senza destargli
,
parti
della
e in tutto deli.
berando
acceso
animo
,
E sceso
trato o
veduto, trovati
comand che
ignudo
fiore salissero, e
,
e colui che
con
lei
trovassero
,
e gluso
della finestra
onde
,
fiori
erano
stati
collati
gli
man,
la scellerata
masnada
e al,
le
disusate scale
pervennero
mera
la
quale ancora
come
1'
am-
LIBRO QUARTO
inniglio lasciata
l'
_
,
|8f
,
e veggono
due
maravi
Ma
gi^ per
.
que*
scel-
duri cuori
Le
leraie
mani legano
.
giovani colpevoli
si
per overchio
,
amore Ninno da
tanta crudelt
tir indietro
ma
ciascuno pi volentieri
gli strigne:
,
prendendo
diletto
aggiungono pi legami
dilicnte
Toccano
ruvide ranni le
rami
li
perch
due amanti
il
stupefatti
si
svegliano
si
e veggeo-
dosi intorno
disonesto popolo
fuggire
ma
non ancora
sentiti
legami
g'
impedi-
sia
Con
voi
siete
per le
La
Biancofiore ia
allora
come
vl-
ma
i
Filocolo, al
dilicali
quale
vigi
,
ser-
pi
vili
do:
Il
la torre
;
corre Glorizia
e corrono
altre
damigelle
ciascuna
prima
sala
,
si
ora di
({uelle
doloi'e
maggiore. Niuna
188
pu a
gono
della sua salute
agi' iddi
, .
,
FiLCOtO
Biancofiore soccorso donare,
ma
desMerose
Niuna
fa le
do giovane
ma
la
notando
sue bellezze
.
col pensiero
contrarii fati
il
menomano
sospingono
colpa di Biancofiore
adempiere
co-
mandamento
sono
,
del signore
perch
due amanti
;
legali
e ac-
occulto
il
commesso pec*
vicini al prato
rimangono
sospesi
La rapporta*
il
male
in
un momento riempio
:
nulo male
corre
al disonesto strazio
giovani
pendono
ma
animo
elesse
che
per fuoco
,
comanda che
e'
nel prato
siano posati
piet messi
siano senza
quella
Dea
gli
sconvenevoli conglugnl-
menti
condusse
i
Udito
il
comandamento,
in
all'
il
fuoco
s'accende, e
terra, e
sono
tirati
ardenti
fiamme
Piangeva Biancofiore cosi col suo amante sospesa
Filocolo con forte animo
col viso
serit
:
nel cuore
il
dolore
lagri,
ma
sostenne
, ,
LIBRO QUARTO
qiinYc
i9
lilgli
,
perche V iingoscia
dell'
ninna sun
nioiuon^
vedenforze
le
Egli
si
tale infortunio,
che
*1
sapessero. Egli
pensando
alla vii
si
vedo appareo
.
chiata appena
pu
lagrime ritenere
natura
,
Ma
sosteritie-
nendu
ne
,
col
senno
la pietosa
quello dentro
gli ocelli a s
:
me*
o inopinato
1'
ultimo
ire sopra a
rai.
me
sazierai.
Ora lunghi
i
Tu
non sostenendo pi
die
vita
volte,
quando il mo-
rir
m'era a
grad(,
mi
fallisse.
Oh <|uanto volte
,
sare' io
morr
e pi laudovolemento
se tu
o iniipiissima
io
Dea
avessi sostenuto
che
io la
da
costei
mi
,
morto, com'io
cercava
lore
:
sentendo per
la
mia
passato
all'
cuore
quando con
:
lui
arme combattei
mi
uccider.
mi (piando
credendola morta
Al-
meno
spetto della
ma madre
il
sarei
morto
od
ella col
mio
padre insieme
guardando poi
quali
le
pietoso onore, lo
colle sue forse
se
Euro
I90
non
le vi
FILOGOLO
porta mescolate con ravvolti nuvoli
. ,
e colla
Ora
se tu forse questa
misera
,
per-
spaventevole notte,
della quale lo
paventasti,
ho poi sempre avuto paura , tanto mi non mi facesti ricevere a' marini iddii? E
bench
assai
a'
mi
fosse stata
disiri
,
dura
1'
la
morte perch pi
presso era
miei
quando
nelle tue
mani mi
rimisi,
.
nascondendomi
Perch
sot-
allora cos la
persona mia
de' nemici
tri
?
come
capelli
non
Tu
pericoli
ma
mi
saria assai
come meno
grave a sostenere se a
,
s fatta
vergogna mi vedessi
solo.
Oim quanto m' grave a amo sopra tutie le cose del monmi sono
che
paruti legcolei
do,
passati pericoli
,
gieri a sostenere
lei
per vederla
me
pi che io
,
ama mi
sia
compagna
a s vii
,
morte 1
O Filocolo
s vii
pi che altro
uomo
te
,
misero
Ella
muore per
e
;
per
te
simll
vitu-
morte fu condannata
perata
.
per te venduta
per
te
La
lei pacificata
apparec-
chiava degna
stato
,
e per tu giustamente
sia
la
muori.
Ma
:
ella
perch
1'
colpevole
solo
ango-
mi duole
.
che
mia
,
io passerei
con mi,
nor gravezza
oggi di
crudel padre
;
o dispietata madre
me
rimarrete quieti
voi
LIBRO
ficamente avere
,
QUARTO
me
le
i
191*
.
e voi oggi di
la
vedovi rimarrete
JNon vi concedere
nella
vasi.
fortuna di chiudere
miei occhi
ne'cari
voi
mie ceneri
con
sarete diliberati
ma non
.
senza vostra
tristizia
lei
n potrete per
me
spandere la-
similcmente non
le
spandiate
Un
il
torri:
,
e non ingiusta-
le
cosa
,
Rimanete aduiKjue
g' iddii
etemo dolore
.
e di
glol'ini-
peccalo siano
giusti vendicatori
riosi iddii,
non
si
O sommi
tate
mie fiamme udite, aiur innocente giovane. Venga sopra me il quale ho commessa 1' ofl'esa la vostra indegnazione. O Imeneo,
o Giunone, o Venere,
errai
,
quali io
1'
altra notte
i
se
noa
camera portanti
,
santi
fuochi
al
dtl
novello mairimonio
di quelli
,
riservatevi Biancofiore
buono augurio
pra noi cant
cnggiano sopra
me
tristi
1'
augurii
Io
in-
non curo
della
,
mia morte
sia
perocch' io
costei,
ho con
gej^ni cercata
solamente
che per
me
senza
e di vergogna e di doe
i
suoi occhi n pi
meno facevano che fare suole il pregno aere quando Febo nella fine del suo Leone dimora che
n
, ,
porgendone acqua
di pi basso luogo
:
con pi ampia
1'
tg%
1'
FILOCOLO
aveva
il
altra. Eli'
,
suo viso e
il
bagnato
gli
sopra al quale
per vedere se a
lui
come
a lei do-
passione
bato
si
maravigliava
e non
si
meno
si
le
piaceva vederlo,
,
bench
in mortai pericolo
lieti
vedesse
che piaciuto
le
fosse qualora pi
mai
videro.
Ma
pensando
la
che breve
tal diletto
,
soprav,
vegnente morte
cosi
cominci
cato a
fra s a dire
fine
o nemica fortuna
qual pec-
s vii
con pi miserie
nel ventre
mia madre
fui cagione
,
fatto del
mio padre
tristo
nuta nel
mondo
la
ma,
dre
impossibile
mi fu
miei genitori
e nata serva,
mai
fati
mia
non fu ridomandata
Ma
a
gV iniqui
apparcccluati di nuocermi
.
m'appa,
recchiavano pcg{;io
Formata
fui
me
all' altre
Se
fossi di
amore
tra
me
sa ria
ad entrare ne'
e cosi io
non
sarei
stata dal
fiamme^ non
tanti
ma
ancora
mi
sarei
LIBRO QUARTO
nelle reali case
,
193
altri
sarebbe
O bellezza
caduco
uialadetta sia tu in
t'
sere.
Tu
,
amore
che
costui
mi
la
porta
Tu
gli levasti
la
telletto
me Tu
femmina
non
esser dn essere
amata da
.
lui
di migliaia di sospiri
Ta
.
Tu
fine
hai
fatti
uirti a
possedere
e ora posseduta
a questo vilissirao
me
perch in?
il
siniscal-
penluto in isconvenevoe
pericolo non saria
la
,
e Florio ora a
tal
ma
,
aspettera
,
promessa corona
miseri padre e
madre
che
di lui
lieti
debbono udire
la
,
morranno
recchiata
!
Cime
misera
Il
io
appa-
Al fuoco.
mare n
g' iddi
la
n paura
n(>
vergogna
,
n ancora
non
il
amanti
torneremo nulla
Oggi
sar biasi-
mata e tenuta
d' animi
.
vile la nostra
me gli
di e
Oggi scalpiteranno
pie-
moveranno
Oggi
,
la forza di
Citerea
fia
annullata
O dolente giorno
11.
FILOCOLO T.
194
tore
,
FILOCOLO
perch nel mondo
si
venisti?
la
ti
Apollo, a cui
?
niu-
u cosa
nasconde
perch
Tu
mostri crudele
i
peroc-
raggi tuoi
mondani.
.
veggio
in vita
Oim Florio, a che duro partito mi Oim come pu 1' anima sostenermi tanto pensando che noi siamo cagione di commor
,
vlmento a
tutta Alessandria
di
noi ragionino,
che ignudi
il
a'
loro occhi
,
stiamo
sia
riguardata
caro ne saria
campare
iddi
,
ma
cui
non
il
vivere in questo
i
luogo
O sommi
sia
pietosi occhi
rivolli altrove
che
da voi sof?
amando h^
che voi
che
Ampre
servai
gli
comand
ma
,
io
malvagia femmina
,
non
il
dovere all'ammiraglio
i.fatl
;
sotto la
,
cui
si-
gnoria
mi
strignevano
Io sola peccai
dunque
Florio
pieth
io sola merito di
morire
muoia dunque
.
io, e
O iddii
se in voi
purghisi
.
l'ira vostra e
,
me
nn
Se Florio campa
un
io?
figliuolo di
alto re
Oim
or che
domando
Gi
manifesto
che
zia,
Oim, come
!
tosto in tristizia
allegrezza
stro
O quanto
,
matrimonio
il
LIBRO QUARTO
il
igS
piccolo spazio
il
adoperando
tempo
dovevano
io
finire
te*
Oim che
,
mi
rallegrava
parendomi
1'
auguro
buono
ma
fati
sempre
in ogni
O vecchio re Felice, o
contraria,
rcina, nell'ef-
nome
il
voi
il
misero accidente?
,
Or
tanto
che
tristo
,
apportatore di
novella abbia
sia
compiuto
stalo dalle
di dire
che
il
dilicato
?
corpo di Florio
;
fiamme consumalo
si
:
Io non so
,
ma
,
forte
mi
io
sono certa
che se voi
vivete,
mentre
vi baslerh la
mai
In
altro
che
in maladizioni della
;
rete quella
e se morite
tra
,
inseguirete
i
La sua
vita
mondo non
:
si
prolungheill
la
mia
il
pu
ci
.
valere
perisca e sostenga
in
guiderdone
per sacri-
della quale
ficio
vi
oll'ero
libiani popoli
con
gli
oc-
chi ardenti
miraglio
fatti
196
commessa
.
FILOCOLO
Questi dopo
il
comandamento
dell'
am-
forti destrieri
,
intorniati da
saette
alla
,
due
e Filocolu posare in
all'
e Biancofiore
tirargli
accese
fiamme
ond' egli
viso verso
Ircusconios
,
e disse
poich
fortuna
e a
muoianio
,
.siane
la
concessa In questa
fac
quale
endoci
ninINoi
siamo amati, e
bench
'1
dimorare
inai lo nostre
ci
anime non
ha sempre
ci
furono divise
diede
al
mondo
piacciavi che
che
solamentf! una
medesima fiamma
ceneri
se
consumi
Siano
,
mescolate
nostre
le nostre
dopo
la nostra
.
morte
e le
anime insieme
ne vadano
Ircuscomos che
pietoso, facendo
sem-
comand che
coni' era
incominciato cosi
sergenti seguissero:
:
ma
Flaganeo
con
men
le
gli di
Con
;
quella forza
ardono
di
fiamme
lei
due che
la
1'
uno
siagli
conceduto
morir con
con cui
colpa
commise.
le-
Fu
gato ad
un palo
si
e intorniato di legne
,
Le
quali cose
mentre
facevano
LIBRO
Filocolo
signor
,
QUARTO
197 : o
mio dolce
ove
se' tu
che
me mi
,
fa
Oim^
s
(pianto
sia
m'
grave a pensare
che
tu \er
me
vilmente
dato a
morire
dolenti occhi
il
non
|X)ssono
,
mostrare colle
io
ti
cuor sente
({ualora
tra
ri
tanto popolo
morire
O anima
,
commesal)han-
so
che
g' iddi
che essere
ti
henevoli siano
t'
e in tanta avversith
il
donino? Perch
sia
1*
ti
nuoce
ora eh* io
ci
nacqui, e che
Amor
niis*
negli oc-
sempre
se' stato
innamorato
,
dovevi venire
dietro
che io mi dul{;o che tu perad. Oini m' abbi campata dall' altro fuoco, perch campandomi t' acquistasti morte Io misera degna di
.
n mi
saria grave
il
so-
Ahi quanto
,
grazia e a
Dio
e al
mondo domanderei
fosse
,
se io credessi
che conceduta
mi
ma
essi
invidia
piacere, non
sera
,
diede
al
mondo
.
quel
giorno
Impossia questo
madre che
tu
sii
tuoi miseri
compagni
,
forse estimano
che
essi
198
EUi venuti
te
lieti
FILOGOLO
con teco ricercheranno dolenti senza
le ragguagliate
acque
al
dove
,
me
dettono presentare
noi
tuo padre
:
la
il
crudel morte di
due racconteranno
,
perche
ti
do vedovo
pianger
forte
animo
di Filocolo
degli occhi
e cos le comin-
me
con
io
di
sostenere pa,
zientemente
piacere degl'iddi
ma
pensando a to
ha
rotto
il
Tu meco
insieme misera
per
fati
la
mia
vita
prolungare desideri
,
pi pena che
li
non porgono
,
cara tenendo la
,
morte
se io campassi
faiti
colpevole
.
stamente in
offeso
?
me
la
colpa conosci
.
Ora
in
Tu
soavemente dor-
con ingegni da
me
usati
perch
qual cosa se
fosse,
e tu campassi, grazioso
mi
ci
sarla molto;
ma
la
fortuna
,
ha in avversit tenuti
ora
.
Io ho con
meco questo
nella
anello
il
quale
,
la
mia misera
madre mi don
mia
partita
promettendomi
e
1'
fiamme
l'
acque
,
avesse
la
mio
periclitante legno,
che
io in
mare
lo non
cfdo che
la
Wnao QUARTO
Jn vrti
,
194)
la
lin
di leggitM
,
potrai
campare. La tua
merita aiutatore
,
il
e rimanendo tu in
.
Sia da
,
me
disse Biancofore
ma
ti
tu, In
ad altrui e a
,
me
pi che
la
mia
cara, sopra
te
il
tieni
acciocch se
aiuto
negano
per
In virt di
,
questo campi
al
mi con-
forta
e pi consolala
il
fuoco fu acceso, e
appressava
1'
quando
all' altro
anello
,
di piana concordia
piangendo s'ab-
bracciarono
V uno
difesi
}
1'
e dalle fiamme
ma
fuoco con
alte
piangendo
Mossero
degna piet
aiutati
,
le voci di costoro
,
non
,
crucciati
iddii a
e furono esauditi
gli
e con sollecita
l'
il
grazia
in-
bench(> assai
aiutasse
anello
cielo
>
Venere
e per
commosse
,
loro
di-
involta in
una bianchissima
,
nu-
con un ramo
di quelle di Pallade in
sopra costoro
e coli' una
torno
a'
due amanti
a' circustanti
e quelli
iu oscurissima nuvola
mantenendo
i
bassi
con noioso
cocimento impediva
circustanti da
fosse
,
poter vedere
200
re e puro
aire
,
,
FILO COLO
nel quale tutta
si
cari subietti
le vostre voci
hanno commossi
.
cieli
madre del
,
vostro signore
ingiuria a voi
dopo
la
contrarla
d' etorna
.
Io vi
ho recato segnale
tuoi
pace
Marte
solgli
compagni con
,
che tu
no
si
questo detto
,
lasciato
1'
mani
parti
volendo
essi gi ringraziarla
La
rono
sconsolati
amanti
animo rende-
agi' iddi
degne lode di
ma
bench
il
'1
fumo
rivolto alla
co-
nondimeno
il
ma
i
crucciati
pi pronti
s'
ingegnavano di
ferrala in
i
mano
costrigne
giovani.
Flaganeo
re
,
male opera,
ma
invano adoperano
ninno
gli
pu rivedere
che
n alcuno non
il
fumo si
del
stenda
L'
ira s'
e cerscurit
fumo
Il
i
immaginando che
delle
,
uccideria passa
.
nlima saetta
vi
tale
ventava
nuocere
si
prova
ma
invano
affatica
chi uuocere
LIBRO QUARTO
,
aof
vuole a colui cui Dio vuole aiutnre. Elli non po6ono loro nuocere n rivedergli in alcun modo
Aacolionc e
il
duca
tiellisano
,
con
gli altri
du-
giorno appresso.
le stelle,
e dujx) quelle
:
di lui pensavano
essi
e venuta
immaginando
che
Ih
la
l'osse
andato
lunga diuio,
Ma
si
Ascalione
,
quasi
tale
pi
Filocolo
entralo di
la
rivolge per
mente
,
e dubitando forte
gli
non avveni^sono
il
tacito
levandolo da quelle
in so tutto
quanto
lega, e
il
nuo.
ve e disusate cose
gli
tienne
essere in
un luogo da
lui
andava avvolgendo
e tutto pungendosi
,
e di que-
non so da che
ignudo, pa]i
parte
gli pai-ea
veder venire
I*'ilocolo tutto
\ido
e dietro
.1
lui in simile
candidi omeri,
tutti
si
pu-
gnevnno
che
tutti gli
macchiasse
si
riguarda*
:
se dir volessero
t
non
1
ti
muove
quali
91
piangeva
propri
,
F IL
gli
OC O LO
i
parendogli pi che
dolessero
.
suoi
Ma
s'
parve
che Filocolo pi
dicesse
,
gli
appressasse
fioca
e piangendo gli
gliele pareci
che appena
,
va udire
o caro maestro
clie fai
che non
aiuti?
Non me
vedi tu
come
la
nemica fortuna
voltat;isi
sopra
ha conci?
ha
lasciata
parte di noi
il
e minacciaci peggio se
degl' iddi!
non
ci
:
soccorre
che rispondesse
o cari a
me
pi che
figliuoli
la
^
m'hanno
il
tenuto |
ma
pi d
,
amnon
mirazione mi porge
ed
ella teco, la
fortuna ci
:
dolenti vi faccia
:
dillo-"
mi come
per
lo tuo
:
questo avvenuto
il
mio
morte
mostrami pure
:
deggla
bastiti
cui
Filocolo rispose
come
tu vedi cosi
il
veder
me
infinito
popolo
per comandamento
fiamme consumare
ficavano
Questo udito
ad Ascalione vele
parole signila
perch crescendogli
,
il
dolore e
piet
di
'I
ci che vedeva
sonno se
n'
andarono
il
ed
egli' stupefatto
'1
per
le
vedale
c(Me alzando
capo
:
vide gi
perch
egli senza
indugio
si
lev,
, ,
LIBRO QUARTO
e
vestissi
,
o3
egli
a* quali
perch
Gli
teme
altri
udendo
dubitano
dere
Sadoc
la
I-'ilocolo fosse
e se con lui
dopo
sua
dimorato
in
Stando costoro
talrice
questo ragionamento
alto
la
rappor,
e di
che in piccolo
Alessan,
spando
ma
ninno
sa
il
nome
di Filocolo
e
,
tutti si
riempiono
siccome
Odono
Ascalione e* compagni
gli altri
dimandano
pere
fiore
Ninno
se
non Bianco.
Dubitano
,
costoro
ed hanno ragione
sia
per
,
la
visione veduta
domandano
la
si
de' segnali
,
quali
udendo
Non
il
si
sanno
fra loro
deggiano
saper consigliare
ma
un
e robusto e fiero'
un
alto cavallo
apparve
a dire
:
coll'ar-'
mi
indosso
fto4
FILOCOLO
,
udendo
ricor-
dare
il
nome
il
di Filocolo
cosi
come
cevuto
senza ordolenti
dine saltellano
memoria
corrono
alle loro
amore di
senza pensare
a'
ragunati beni o a so n
,
apparecchia a s e a
tutti
monta
rendo
all'
a cavallo, e senza
fra la folta gente
si
modo
ora
qua ora
l
,
scor-
dietro
armato campioiie
il
e venuti sopra
pieno prato
.
veggono
il
fumo
gran-
de e
te
il
circustanle popolo
in
,
che
dimorino
Egli
si
volta a'
compagni e
alle loro
signori
io
credo che
1'
g' iddii
abbiano
regioni
diiamata
il
anima
j
mente
vivere
e'
era caro
come
in disonesto e sconvenevole
stretto
.
modo
lo
non
so qual
si sia il
vostro intendimento
,
ma
il
mio
di morire
combattendo
acciocch parte
.
mio
signore adoperi
Io in ninna
si
maniera intendo
novella
:
di riportare al vecchio re
sconcia
Mar-
morina
torni indie-
con meco
.
ferisca
la
nemica
turba
tlBHO QUARTO
non
:
ao5
:
e pi avria-
no dotto
ma
i
il
amaro
])ercliA
con focoso
disio feriti
loro vendicando
il
ap-
presso AscalioMC se
ii'
andaro verso
tenebroso fu,
mo
dove
{]
fiero
e confor-
e Tlaganeo costrignenti
maledetto popolo
alla
e ficca
,
gli
occhi per
l'
o-
del
fumo
,
desiderando
se in nleun
modo
esser potesse
fatica
:
destrieri vide
come im-
pagni pure
lancia in
la forte
,
mano, e chiusa
il
dell'elmo
bracciato
ira
,
liiK
mn scudo
:
fra n disse
o graziosa anima
dovumpie tu
diil
corpo
rallegrati,
peroccb a vedere
g* infernali
ti
fiu-
mi
se-
guiranno
de' quali
niunn
ni
tua morte
gliele diih
chiunque
con
la
tua morte
la
Prestinci
si
g' iddi
lunga
vita,
che primach
nostri occhi
chiudano,
qualunque
t'
ha nociuto
ytQ ci
facciano cadere
vita
nel sanguinoso
,
campo ;
dove
stre
se chi ci uccida
non troveremo
morte
ci
mani per
seguirli la
porgeremo.
que*
ao6
FlLOdOLO
il
quale davanti
,
oggi
fine, la tua
morte
,
sar merito
della
Jui la
mia lancia
e corsogli sopra
il
dirizzatagli verso
,
crudel punta
si
feri nello
scudo
sopra
.
al
quale
quella
Il
barbaro
la sparta
masnada sopra
sette
compagni
il
magagnando con
la
ferrata in
si
mano
sopra
il
ma
menlrech
Ascalione
s forte,
'1
Ircuscomos abbasso
il
tratta la
spada
il
il
feri
sopra
sinistro
omero
e rico-
gli
mand
il
Ircuscomos sente
verato
colpo
feri s forte
Ascalione sopra
elmo
che
bassare sopra
ma
poco
stato,
il
e tornato in s,
lev pi fiero, e
come
talvolta
leofie-
ne poich
ro
,
'1
sopra
il
barbaro ani^
e dandogli
mano
1'
torn verso
lui,
li
pi colpi
ferito
1'
uno con
ne
diede dove
,
aveva sopra
il
omero
1'
altra volta
,
mand
a terra
11
Libiano do-
Ascalione ,
ma
Ma
Ircusconios gi debole
per
LIBRO QUARTO
lo perduto sangue vedendosi senza
%oi
,
scudo
volta le re>
il
campo,
gli
verso Ales
romore per
cominciati colpi
vi
muhiplica. Gli
nitri
ciascuno Lassata
la lancia
corro-
no verso
nemici, e
])er
Ma
Parmenione
due gran
,
s'
era
scoulrato
l>atte
datisi
colpi nell'afirontare
com
maravigliosamente
la fierezza del
nemico n
te,
con mneslievoli e
([uivi
il
forti colp
morto
altri
,
lasci davanti al
fumo correndo
,
gran
lazzo
gii
veniano
tanti
potea riparare.
Duca
d' altra
parte
scontratosi
non
gli
avria potuto, se
don
di traverso con
una scura
mano
levata ad
si
un
cavaliere
forte die
de sopra
ma
freno in
mano
e cominciando a fuggire
altri
,
tenne
via verso
il
e seguiti
dal
Duca
assai
che
fumo
e incapa
^o8
FILOCOLO
d'armati pedoni, quivi
i
uccisi
buoni
cavalli
per-
colla scel-
di quelli
monte
grandissima quantit
forma
:
di nuvoli
si
saria
di
niuno fu maraviglia
di questi due.
Andavano
adunque combattendo
pi per vendicare
clie per
al la
sette
compagni valorosamente,
vaghezza d'acquistar
che
avendone
essi
molti ucfe-
cisi
rito, e
ognora pi multiplicando
armati cavalieri,
feroce
si
il
popolo e
la
quanl'a-
tit degli
disponeano a render
,
nime j
gli si
il
Dio che
ci conosceva mossosi
il
e con
prato, dietro
tutti e sette
campo
senza resistenza
cos a lui
la
il
generalmente ogni
uomo
la
fuggiva trepidando
ampia prateria
,
Ninna gente
vi
rimane se non
feriti
vincitori
e quelli
di
quali o morti o
fuggire,
.
Le
la-
grime
delle
e molte
MBRO QUARTO
vano
.
309
va
altra
toma
si
accostano
,
al
fumo
dolenti
morte
,
e quella desiderando,
ninno
le
si
ma
riguardando per lo
essi
campo
fatto
feriti
,
maravigliano di ci che
la
pochi aveano
e dei
vedendo grande
Ciascuno ringrazia
dimandavano
.
ma
essi
egli a nulla
n a niuno rispondeva
fosse
i
Ciascuno
che
convenevole ornai
sopra
il
loro fuoco
tutti
acrac-
le ceneri di
prima
a loro porgere
sepoltura
e poi s ardere
non
non
si
amas-
sero contaminare
il
fumo
il
il
si
apriva
Filocolo
a s ra-
gionare
n intendendo ci
,
che diceano
n potendogli vedere
,
sentendo
il
prato
fuori
feriti,
minci
o qualunque
cavalieri
che intorno
FILOCOLO T. IL
i4
2TO
negli animi
FILOCOLO
vostri
,
non
siate tardi a
mettere ad asse*
guizione quello
g' iddi
mondo Noi
.
offesa
dimoria-
mo
tenendo in
a noi da divina
mano ramo significante pace lasciato mano passate qui adunque dove noi
;
siamo
e sciogliete
siete
nostri
legami
,
acciocch salvi
dove voi
possiamo venire
agli orecchi
la
d'
Ascalione
tristi
qnali veramente
conobbero, di
,
di
quella
lesi
tizia rivestendogli
che
i
Isifile
rivesti
riconosciuti
:
figliuoli
e Ascalione
,
prima
quale
o fortunato giovane
e per cui noi tutti tuoi
il
morto estimavamo
compagni
la verit la nostra
de* tuoi
iddii se
,
tu
se' vivo
come ne
parli
o
,
se
alcuno spirito
volendoci
me
acciocch se tu vivi
,
chiamo
e se
non
la proposta
pi stare
Conobbe Biancofiore
cos rispose
:
la
e credi ferma-
mente ci eh' io
parlo
il
mo
ti
nelle cocenti
fiamme da niuna
Ond'io
portasti la nola
acciocch da noi
tal
paura
si
parta
pericolo
campati
1'
rallegrarci. Io
ac-
nostri danni
noi
ci
h.mno
LIBRO
innanzi
,
QUARTO
:
911
il
per
vivere vi sia
caro
Udirono Ascalione e
graziosa giovane
,
suoi
compagni
la
voce della
vigore
e riconfortati con
immenso
che
do diverse cose
appari*
,
altra cosa
che
si
stan-
alla
buia nuvola
la
e levandosi da dosso ciascuno le molte saette di che pi che dell' armi erano caricati
loro e delle loro piaghe
,
avendo cura di
,
le
ma
di ristringerle jier
;
meno sangue
perdere
s'
inge-
gnavano
altri feriti
pcrvennono all'ammiraglio,
signore
,
vedi
come
cui
1'
sopravve-
ammiraglio
e pianti, o che
,
dimandano?
vidi se
Ircuscouios disse
forse sei
signore
io
non ne
non
la
nostra moltitudine
com*
stimo
battenti
chi
e' si
sinno io non so
la
,
n perch venuti
,
ma
che per
salute del
giovane
.
il
morto
sia
venuti siano
,
Come
1'
credi che
morto
sia
disse l'ammiraglio
non
il
mettesti
mio
comandamento. Certo
rispose Ircuscomos
mirabil
che non
rivolse
il
fuoco acceso
che
il
fumo
si
u-
2ia
tura
,
FILOCOLO
si forte
quivi dintorno ad
essi si
ferm
come
fortissimo
muro ad uomini
,
e a saette
e a lance priil
il
e similemente
al
potere es-
dintorno
erano
smisurata grandezza
tava
s
il
quale con
la
chi
'1
vede
che ciascuno
.
piglia la
io
fuga senza
volervi pi
tornare
brevemente
non credo
non mor-
che
to, de'
dire
non
vi
,
so pi
in-
e infiam-
masi udendole
e poich Ircusco-
mos tacque
biasimando
si
il
vii
popolo e
molti
cavalieri, turbato
la
mani
di
iddi
morire
e uscito
fuori,
con
fiera
uomo
s'
essere all'ar,
me,
Egli
arma
,
monta
a cavallo
e Alessandria tutta
,
commossa
e ciascuno
sotto l'armi
a cavallo ciascuno
il
seguita
prato
battaglia
e con
voci tutto
1'
al prato,
ninno cavallo
,
non
,
voltasse la testa
tornava correndo
ciascuno
uomo
arricciano
T.mno
i
QUARTO
fare al
i
ii:i
cnpclli In cupo,
come
,
stiol
ricco mercatante
poiclu^ egli
ladroni con
gli
oc-
chi ha scoprti
a quello, tutti
Ninno aveva
,
hanno paure
e ninno sa di che.
,
Ciavenire
scuno
al
s'
ingegna di pio*
gere
o gente
villana, qual
pau-
Temete
Le sue parole sono udite ma non messe ad efTetto Le percosse ciascuno fugge e le minacce meno che Maravigliasi 1' amla non conosciuta paura temono
,
.
miraglio di tanta
vilth
domand.i
dire
,
la
cagione di tanta
paura
iiiuiio gliela sa
ma
tutti
,
temendo rincu-
comanda
,
d* es-
pi
redine del
egli
so.
^
suoi
i
ma
.
possa
che
termini
Con
nella
maraviglia comincia
ammiraglio a esaminare
,
far sia
o perch ci avil
venir possa
si
Niuno avviso
:
trova perch
suo
avviso
fra s
possa fornire
e subitamente
muta pensiero e
i
due giovani
.
morte
so io
fan-
Che
chi
essi
siano
E'porriano esser
j
tali
che
g* iddii
no per
che senza volonth loro tanto popolo e tanti cavalieri da sei o da otto fossero messi in fuga e tanti quanti
,
noi siamo
gli
2i4
eia agi' iddi ci
alla loro vendetta
FILOGOLO
che di loro
.
feci
e che
essi san
pronti
Propone adunque
di
1'
ammiraglio
,
d'
pace
se egli potrh
,
e diman-*
se conceder-
vorranno: e se
due
,
arpanti
e in
ammenda
fa
veregli
com'
,
mette ad
effetto
Egli
si
disarmare
fa
ve-
bianchi vestimenti e
sottili si
arrecare
un
ramo
mano
gli
passare
ma
e pervenuto dagli
vennero,
veggendo intorno a
s le
r ammiraglio vedendosi
Ululile
colui
appresso
Egli con
:
contro
,
a'
meglio avanzino
vostri dlsii
mano vengo
quali guerriare
non
avessi
peraddletro
.
come
Voi avete
se vostra cosa
,
eraio
no
qui veniste
com'
credo e ci
vede
che
'1
verde
di-
IJBRO QUARTO
ccirno
,
aiR
tien parte'
,
e M
di voi
dcUn ma gente
E con
tutto questo
se di
,
mia umilit
in
mancamento
,
della vendetta
mi perdonate
veramente
l'
Ris()os Ascalione
ammipace
raglio
rifiuta
merita chi
dove meritevolemente pu
modo
che morti
gli
credevamo
temmo
ma
loro o
vita
:
hanno
salvati
oll'eia
:
in
e s noi
tanta gente
abbiamo morta
pensando che
iSra degi'
te
la
cadere per
tua
Adunque
ci
che
fatto
,
avemo pren-
dire
gli
co
non pu tornare
noi la
,
Tti cerchi
nostra pace
la
tua
:
ci proflfcri,
li
doniamo
tanto
ti
e tu prendi la nostra
certi
,
e sicuro vivi
i
e di
gio-
facciamo
,
che
se morti fossero
citt
due
vani tu morresti
e la tua
,
assalita
da noi con
tutti
e da noi uccisi
coloro
che
mentre
,
la
vita
e la potenza
ne durasse
gare
fa'
Va' adunque
,
sciogliere
e dalla infamia
in
che per
gli
la
tua
vera fama
fa' rilor*
ai6
Dare
,
FILOCOLO
e pensa di chiara e d' intera pace servare
,
se
Di
raglio
maraviglia
1'
ammiinten-
e dubita forte
,
udendo
le
non
zione per
e poich eoa
amichevoli parole
pace fermata
1'
ammiraglio
si
maravigliava
vedendo
,
il
fum
a
chiam
a'
a'
quali egli
il
comand che
,
fumo rompessero
j
i
giovani sciogliessero
,
quali
di Biancofiore
,
apparecchiandosi di
uLbidire
al
comandamento
,
forza fu necessaria
durezza del
aria
,
fumo
al
e quello spandendosi se ne
i
sali in
la-
sciando
giovani intorniati
:
popolo scoperti
con di-
tratti
come
gli
Ninna cosa
,
aveva
li
che alquanto
legami
si
de' quali
.
ancora
pareano
E
,
Duca
,
Parmenione e
appena
gli altri
smontati
sando
al
gran miracolo
:
a loro gli
s'
pareva a-
vergli salvi
pure domandando
,
ciuto avesse
di
che
buono amore
amava
rispose
,
LIBRO
tempo veduti
lui'o virt
,
QUARTO
,
aiy
feriti.
,
fece fc&ta
il
vedendo
Furono
1'
ammiraglio disse: se
,
partiamci da questi
far festa
,
pianti
e nella citlh
andiamo
rallegran-
doci di tanta grazia quanto dagl' iddii possiamo conoscere d'aver (|uesto di ricevuta
.
Srguesi
tutti
il
insieme
precedendogli
gli
accompagnano
gli altri
Biancofiore
,
compagni e con
l'altro,
ed
.
essi
contano a
lei
de'loro
L'ammiraglio appresso
,
riguardandolo nel
e veilendo per
sia
,
cui
perch a
quale pi
o giovane,
il
la
mio parere
io
ti
hanno conce-
duto
che obliando
non
conosciuto da
chi tu
se',
me
oggi
,
ho
usata
che
ti
piaccia dirmi
salisti
onde
come
a questa giovane
di ci contentarmi
,
non
ti
pu nuoogni
tra
perocch veden,
do
la
iugiuria a
me fatta ho
perdonata
buona pace
'&I
te e
i
FILOCOLO
tuoi
compagni e
me
il
fermata
disio
.
-.
Ademp
adurt-
que per
poco
la tua nobilt
mio
Filocolo udite le
tin
,
ptist
convenevole
e conosce
ornai convenevole
stata colei
essere conosciuto
il
poich acqui*
,
per cui
suo
nome
mi
celava
cosi gli
veri-
rispose
t a
far tacere la
vi sia pili
fossi
morto
pi
io
mi chiamo Florio, e per tema della fama del mio nome divenuto pellegrino d' amore in Filocolo il
, ,
trasmutai
e cos ora
m' appellano
mio padre fu
compagni mici
al quale?
e della
di Biancofiore
discesa del-
alto
,
case
come
mente
e di nascoso a
me
in-
1'
ho
seguita;
sapendo
n potendo
a lei parlare in
modo
n vederla
avendo
interamente spiate
a
mio
a cui
,
g' iddii
ci che
sapere
in quella
forma
mi mutai
e lei
dormendo
recai
,
nelle braccia
mi
la
quale svegliata
lungamente
,
non ancora
. ,
LIBRO
conoscrndorol
:
QUARTO
aig
rbe sopra
fa-
In
rijjiKO coloniin
iirlln
cendo Imeneo, per mia sposa con con lei dnlln notte passata avanti
quelJ' ora dimorai
,
apoaai, e
a questa infino
che
stnniathiia lo sconcio
lei
,
popolo
destai.
aopra
me
,
vidi Icgnrmi
con
cjuandu io
il
mi
Quando l'ammiraglio
e dire
paesi
,
ud ricordare
al
,
re Felic,
di
la
mio padre
e disse
:
questi
ab giovane
intera
la veritJ
come
e se tu
se' figliuolo di
non
vi nnrrerei se
,
non
la verit,
eli' io
sono di colui
fgliiiolo
parole
lieto senza
comparazione
cv>s
a cavallo co*
volle.
miei
aspetta*
tu
sii il
beu venuto
t'
Oli
la
subito
comandamento non
conobbi
Tu
saresti slato
da
me
lo bo
fatta
me
per>
Io non sar
mai
lieto
uomo
amato
se avanti
all' ofTesM
avessi conosciuto
bench
aao
conceduta
tanta
la te
,
FILOCOLO
avendo per
,
la loro piet
.
tornata indietro
se'
mia
iniquit
campandoti
.
Tu mi
mio
pi che
Ma
certo del
se tu
,
fallo parte a
pu apporre^ perocch
fossi
quando qui
venisti
la rice,
mi
palesato
come dovevi
il
tu fuggendo
Tu
.
saresti
da
me
,
stato onora-
siccome tu meritavi
nome
e di te a
me
e la
m'hanno
fatto
ammenla via; la
dare
considerando chi tu
se'
non conosco
me
commesso
il
e da quinci
,
innanzi di
me
e del
mio regno
dell'
,
affim,
ni
cos
come
il
disio
ti
giudica ne
sia
la
quale
av-
vegnach
molto pi,
sero
a'
comune
Non
fu
men
uomo
di ci
,
si
conve-
cominci a dire
siete
signore
che oggi
solamen-
da incolpare
al
ma
io
dovi tentai
La
fortuna debita
,
m'ha con
paura
sotto la
g' iddii
meno
tali
Biau-
LIBRO
cofore moqul&tata
io e
i ,
QUARTO
salvi
aai
siamo
,
poich sani e
,
ella
miei compagni
1'
che
se
cquistata
avessi.
Le
pi che
l'
altre piacere: e
,
siderando
ragione
sperili!
faremo
come
non Tossono
festa
.
fncciamo allegra
,
Consente l'ammiraglio
stato del vecchio
.
che
cosi sia
dimanda dello
re, e
gli
ri-
dtrlla
madre
Filocolo
ma come
rarconla
avea
i
lasciati gli
Appressandosi a questa
1'
festa
compagni
di Filocolo e
ammiraglio
signore
1'
cono-
come
,
onorano,
ed
egli loro
come
fratelli
riceve
e da Biancofiore con
,
prof-
che
le piacesse
il
candido
viso, nel
la
passata
paura
ringraziandolo
molto, e dicendo
il
lenea
pervengono
Alessandria
e per-
e fare
fatti
grandissimo pianto
Costoro avea
1'
ammiraglio
per
farli
poi
:
vi-
se
'1
siihito
fosse
sopravvenuto.
223
dimanda
FILOCOLO
,
loro perdonalo
li.
fat-
tigli
comanda
si
ral-
legrino
festa
Cominciasi
la
grande
due amanti
;
di reali
gici
vestimenti sono
incontanente
rivestiti
e cercando
Febo
,
di
nasconessi
meridiano cerchio
ed
an-
gli altri
compagni
le loro
quali
tutti
eoa
aveano
no
cibi, e
trapassano.
E
il
dormire
siraigliante
,
fa
ciascuno degli
altri
l'ammiraglio
Le
Levansi
suoi
egli
gli
amanti
^
1'
ammiraglio e Ascalione e
compagni
domanda
1'
di poter sacrificare
i
perocch avanti a
fatte
tutte
boti e le promessioni
le necessarie
persolvere
s'
Piace airanjmiraglio, e
.
cose
apprestano
i
dria tutti a
templi
Giunone uccide
il
il
Minerva
la
vacca
Mercurio
le frutte e
te
compagni offerano
le
penetrate armi
altro
e a Venere e al
suo figliuolo, e a
qualunque
Dio o Dea
pfferei
celestiale
,
degni doni
sopra
acccndenda
LIBRO QUARTO
fuochi
,
aa)
,
'1
sitnigliante fa Biiincofore
,
Aacalione e
BUOI coinpnj,'ni
e con loro
1*
per
la salute di
Biancofiore
uiessioni
fatte
da Filocolo e da Biancofiore
,
da molti accompagnati
,
dove
riposati
gli
con
ap
e prendono
1'
ammiraglio insieme
cibi
,
sacrificii
e presi
1*
ammiraglio chia
ma
in
suoi
1'
compagni
affettuoso
.
amore
Ulti*
mamcntc
s
il
domanda
se
suo intendimento
.
per
mai
altro
la
quale poich
1*
g* iddii
conceduta
V hanno
mentre
lei
anima
L'ammira-
morava
loda
il
si
congiun/ione furtivamente
di voi piacer sia,
sia
quando
narrando
prima
si
grandezza
ti
quali forse
fb
in cospetto
di loro la sposerai
e con quella
festa
che
tante
spousalizie
si
conviene lietamente
le
nozze celebre*
remo
lai
diviso
e di
,
il
i
comanda che
,
della
gran ^ralciin
e data
ia4
loro sepoltura
,
FILOCOLO
e ciascuno lasciando ogni dolore s'ap:
e d
il
giorno
a'
suol po,
acsi
ciocch
festa
tutti
manifesti
Vanno adunque
,
parenti
sanguinoso prato
a' tristi
danno
sepultura
I feriti
da
scaltriti
medici sono
le
atati
met-
ricevute of-
non
calere
,
il
verde riceve
sopravvegnente in quello
screto stile aveva ordinata
di-
alta festa
,
vestito di reali
vestimenti
e saliti sopra
gran cavalli
,
e tre
accom-
pagnati da pi nobili
vengono
cavallo
,
al
quivi smontati da
sinistra dell'
,
ammiraglio
1'
ammiraglio
,
dirizzato in pie
la
e con
,
mano comand
il
tacere
si
con riposato
glio
,
silenzio
signori
la
non
inopinati
,
movimenti
sangue
dell' alto
poco tempo
gran
in
uno
,
figliuolo
TJBRO
e n
rili
QUARTO
%%5
ne* pue-
me
caro ni{)Otc
,
anni
consenzienti piacque
innamor
do avuto da*
movimenti
secondo
gli
,
al-
hanno dando
ultimamente condotti
fede
al sottile
1'
egli
fatto
inganno
,
dovere
odiava
dove
dii e
ella
da
tal
La qual
cosa vedendo
il
re,
acciocch
,
gli
seguisse
lei
a'
mercatanti
diede ad
la
ma
la verit
narratagli
dalla
madre
.
me
in vita
e da
me
con
per donare
rata
,
numero compe-
sottile
ingegno
s'
argoment
di
congiungere quello
.
che
il
padre con
tanti avvisi
andato per
artificio
con
lei
il
trovai
dormendo;
mosso
colla
gli uccisi:
ma
g* iddii,
a cuiniu-
na cosa
occulta
gli difesero
dal
mio colpo.
gli
Ma
la
mia
ira
con furore
giudicai
come
vi
vedeste
e quanto
ancora
e per
percoli
II.
com'
io v'
ho
innarrati
e aiutali
riLocoLo T.
9-9.6
iti
FILO COLO
,
desiderano sotto
la nostra
si
potenza
di coagiugiiere quell'
portano
qual cosa
,
conos(;endo
abbiamo vodi
e rallegrandovi di ci
II
che
g' iddii si
suo gra1'
do facendo
considerando che
uno
,
figliuolo di re
'
promessa
altra d'
raglio,
eie tro:nbe
le
molti
altri
rono, e
dell'
stelle
voci del
e
ammiraglio
novelli
sposi
toccarono
le
Mancati
romori e riavuto
il
silenzio
,
vennero
e
recate le
dell'
,
ammiraglio
coronati di
'1
popolo
neo
e la santa
Giunone
qualunque
fine
altro
iddio
dovessero con-
la
molti canti
di festevole
la festa
romore riemplerono
,
l'
aire.
Cominciasi
si
grande
,
e lo sconfortalo popolo
comincia
1'
a rallegrare
uomo
sia
per
Niuna ruga
,
scoperta
ma
e d' erbe e di
.
fiori
ombra
Niuna parte
LIBRO
lami
QUARTO
37
e molle
di pi festa. L'
comanda
gano
tutte
alle quali
mai non
compagnia
a festeggiare
Discendono
lei
si
ralle-
giano
dandosi
lieti
prato, e
1'
gli
si
amorosi canti
e' di-
versi suoni
occupano
.
aere
non
vi si
pu udire
>
ora ad esalta-
mento
ardente fuoco per consumargli era acceso, ora d'odoriferi liquori tutto
giatiti
.
innaffiato
porge diletto
giorni
a* festeggli
innanzi
uo,
mini armati
morte
1'
uno
dell' altro
cercavano
vi
d' allegrezza
si
era
pieno
di,
ora di canti
si
sente
risonare
fortuna.
di
la
umtata
))er la
morie
ora cantando
si
Che pi brevemente
il
pu
dire
se
non che
chi ha
male
se
'1
piange
gli altri
come
se stato
,
non
fosse
animo
festeggiano
dilettandosi
di
alla
mensa
duca
, ,
2a8
di Molitorio
,
FILOCOLO
ricordandosi d' aversi vantato
il
al
paone
d dover Biancofiore
dono domand
con reverenza
alti
giorno e quanto
ufcio
la festa
dur graziosamente
.
di
tale
lei servi
quella
mensa furono
molti
e di Dario e d'
di che Filocolo
,
e a tutti doni
Gi
il
occaso
quando
all'
:
am-
ma
non essendogli
figliuolo del-
mente
,
vestito
con Alcibiade
ammiraglio
,
citt
al
molto oro,
infino
al
e quella
real palagio
ella
addestrandola accompagnarono,
dove
con
sa fu ricevuta
Menedone che
pagni
vuti
j
la
con
drappi
sopra
correnti
la fe-
mentre
dur
,
re
e co' cavalli
sonagli
armeggiando, onorevolemente
ue volonterosamente
il
ma
LIBRO
non guarito Ancora
battaglia
,
QUARTO
*
229
passala
alla
era
nou
comandandolo Biancoaempiere
suoi regni
non pot
il
suo vanto
allora
ma
Marmorna*
della
di-
Contenti
mutata fortuna
morarono
lode
gli
,
g'
iddii
avea recati^
desiderando
vecchio padre
FILOCOLO
GIOVANNI BOCCACCIO
LIBRO QUINTO
.spro A.&
guiderdone porgevano
per
le loro
cieli
.
sopra
parenti
di Filocolo
tita di lui
li
operazioni
Essi per la
par-
preghi
la
superflua
fa loro
reali visi
pianti
la
hanno
ina-
guance
.
il
dolore congiunta
dolente pelle
con
l'
ossa
,
I capelli e la
solevano
convenepi
voli testimonianze
la loro
non
bench co'cor-
caro figliuolo
cammino
diverse
LIBRO QUINTO
novella dn alcuna parte che
Bcro
:
a3i
lui
i
essi di
non dubitAS'
pcllegrinnuli
si
g' infuili
pericoli
tulli
ne' quali
possono incappare
rivolgeil
alcuno incappasse
loro
la
incorresse
,
viveano
vedendo o
coli'
cammino
,
avvenne
e queil
perch pi mnltiplicando
per com-
pagnia tutto
il
loro regno
il
quale
in desolazione di,
morando
la
Filocolo
Era
gih
il
il
dolce
e
gli
il
tempo
prati
memoria
tempo
1'
abbandonato padre e
misera madre
e
il
Egli vedendo
ri-
perduta allegrezza
,
nel qual
proponimento dimo-
rando
un giorno
n s
compagni e amici
.
il
suo proioduuo
,
ponimeulu
compagni
il
23a
FILOCOLO
ammiraglio che di buono amore
ragionamento
,
ma
all'
l'
amava
parr
grave
tal
dolo
cosi
:
la partita
di Filocolo ne seguiva
rispondegli
m'
il
a grado
ma
dove esser
,
potesse
assai
mi
saria
avvegnach
a tanto
uomo
s
non
sa
,
possente di dare
converria
ma
quello eh' io
.
A
sia
cui
de-
gno non
sa
da voi onorato
ma
:
il
conosco
e'
e sentofosse
il
e dove
non
i
mi
strigne d rivedere
la
vecchi
pa-
e colla
,
perduta conli
solazione
e similemente visitare
mei regni,
quali
,
perduto
io
volentieri dimorerei
,
come
in questa,
da cui appresso
g' iddi, la
onore e
il
bene
amo
riconosco
A-
dunque,
disse l'ammiraglio,
il
,
io vi storn
ma
confortare vi deg-
ogni
uomo
,
si rallegri
:
pi che
gli strani
Disse adun-
que Filocolo
concia
comandate che
i
la nostra
nave
sia
rac-
acciocch quando
Poich
egli
1'
ammiraglio vide
la
la
volont di FIlocolo
comanda che
altre
sua nave
sia
acconcia
e tutta di di
in
compagnia
il
quella
Viene
proposto giorno
li
della partenza
ripercossi re-
LIBRO QUINTO
cupato da molti legni:
cercano di partirsi, e
il
aSS
che
riem-
mi, e mostrn poche delle sue acque in quclln pnrte ocrornore de' naviganti
dell'
piono
1'
aire
comanda che
e
fa
s'adornino di bianchi
inghir-
landare
templi e dare
mescolati
venti e'I
mare,
luoghi
il
gih
r occidentale
,
orizzonte avea
si
ricoperto
e le stelle
,
vedevano
a*
quando
il
vento
fresco venne
perch
marinari parve di
partirsi
chiamarono
Filocolo
il
mini e di donne
pietoso
viso
marini
liti
animo pervenuto
ammiraglio
debite grazie
accomiat, e
sali
si
sopra
la
bianca nave.
Da
questi tutti
,
con lagrime
le
il
duca e
gli altri
compagni
avendo a coloro
,
mani
1'
e detto addio,
piglia
il
E cos
tutti ricolti
,
una parte
mare,
l'altra la terra
gli
la
si
distanza riscontrandosi
dividono
La fortuna
ad
effetto
i
pacificata a'
due amanti
,
fati recati
piaceri
degl' iddii
:
concedono graziosi
i
Jlle
quali poich
remi per-
a34
donarono
al
FILOCOLO
mare
,
prima
si
calarono
,
che
porti di
Rodi
1'
ebbero in s
,
raccolte
Filocolo e Biancofiore e
terra
,
compagni discesero
in
maesso,
non solamente da
di lui
il
ma
che
da
tutti
paesani per
.
amor
ricevettero vopartirsi,
gli
lonteroso onore
i
Piace a Filocolo
s'
lodando
usino quando
,
concede
Bellisano
apparecchia di seguirlo
,
ma
fa
Filocolo co-
noscendolo attempato
fanno
,
rimanere non
promessa
fatta a Sisife
parte di Trinacria
ta
:
sia colla
,
le vele
si
tendono
temoni fanno
gare le
te
,
sal'ite
acque con
il
aiutandole
secondo vento
ed
in
pochi giorni
parvennero
,
al di-
mandato luogo
de
e date le
poppe
in terra
:
con
breve
e venuti al gran-
pieno di
potere
si
furono
Ella ninna
anzi
parto
di
riserb ad onorargli
:
ancora
sforzan-
e sentendo
cio la cer-
colo
fratello e sorella
stimava
,
si
maravigli
e con
che
in
lugo di singular
:
come
a'
quali pre-
prima
chi essi
erano
LIBRO QUINTO
%
loro amori
;
JS
e la
gli
nnrr
suo pellegrinare
c'ift
che avvenuto
parti
si
conlenno.
Le
dopo
.
quali
cose
udendo
raviglia
ni
Sisife
,
ripiena non
meno
di pieth
lieta
in salutovol
porto
gli
il
avea condotti
Adtin(|uc di>
,
piacer di Filocolo
,
a lei fu-
e con profferte
fntle si
partirono, e
,
che
fa
n prima
vi
suso
tenope
pigli
il
il
cammino;
il
avanti che
mondo
pervennero
e in quella
discesi
in terra
entrarono
finire
tutti
determinarono di
:
il
j^erch
,
falti
e quegli
uomini che
che
comand
,
Marmorina
n* andassero
e di
lui e de'
compagni e
vere novelle
amico e parente
Rimasero Filocolo
il
e'
suoi
partile le navi
sopra
graziose lito
nella ricca
citt
do
diletto
e pieni di
grazia
Ma
di
animo
cercarono di
edere
*l
donde
a36
ad Enea fu
spiriti
riLOCOLO
largito l'andare a vedere le regioni de^neri
:
e cercarono
guasti luoghi
di
Cuma
'1
mare
il
le cui rive
abboudevoli di verdi
,
mortelle Mirteo
fanno chiamare
1'
antico
Poz:-
zuolo con
le circustanli anticaglie
e ancora
quante
per
gli
e in quel
gli
paese
tiene a
.
ninno giorno
l'
Essi
,
guardando
negli animi
come
gli
ma-
gni
corpi rin-
frescano
le salate
non
paurosi
paurosi
armi
se-
guitando
le
timide bestie
poi
alli
do
di diversi
al
stromenti
spendendo
tempo, che
al
sonno e
prender de'cibl
avanza loro
un
di
gni entro in
un
boschetto
seguito
da
,
Biancofiore e da molti
passo
lev
un cerbio
il
quale
come
e
Filocolo
il
vide
,
un dardo
dardo
cor-
rendo
il
cominci a seguitare
s'
gi
parendogli es
il
,
aperse, e inviato
,
con
:
credendo
al
cerbio dare
. ,
LIBRO QUINTO
mo
tra
aSy
duro
dardo percosse
e culla
stia
forza
un pezzo
,
della
dall' antico
,
piede
egli
ed
ella assai
cadendo
non altrimenti
so-
quando
pra
fati
1'
il
pio
arenoso
io
lev
la
un ramo,
pena eh'
e disse
o miserabili
,
non meritai
io porto
e voi
non
:
contenti ancora,
felici
mi
oh
adJomanlnno!
qui
ti
veloce
quasi tutti
e quasi storfare
:
stavano riguardando
ma dopo
cominci
nosciuta
,
se in te alcuna deith
alle
nasconde,
come creoffendere,
diamo
perdona
nostro difetto,
la
quali presti ad
tronco, e poi
:
me
si
rinchiude
la
quale se
si
rinchiudesse
vostri pietosi
piegarla a perdonarvi:
dunque maggiormente
,
me
il
desideroso
non tanto
degli
delle tere
sa
,
mi
pos-
e noccia talvolta
io
vosUo pentcrc
a38
FILOCOLO
imputato iu colpa
.
Segui
uomini
e le fiere
ti
siano
graziosi
tuoi
,
rami
ti
interi
non
sia
Cos rispose
il
pedale
1'
anima
sente
:
non pu
torre
che
a' vostri
preghi non
sia sodisfatto
legata
cervi
io vi
risponda
mente
La
geuelrlce di
me
cui vestigi
mia puerile
et seguitai
ma
mi
,
poich
la
dot, venne
e sforzando,
crescendo
torsi
mi per pi
cose
nelle
avvenne
reti
tese
mi
potei
di
per misera-
in quella
mi trasmutarono
e qui
si
tacque
Polche Fllocolo
lenzio
,
senti la dolente
si-
e gi Biancofiore con
,
sopravvenuta
egli
ricominci cosi
se
quella terra
umore
tuoi
rami aggiunj
e se
il
tuo
,
lungamente
dalla
tagliente scure
,
difeso
non
fosti
ti
e farci
venisti
,
noto donde
,
il
come qui
per che
la
modo
amore
incappasti
qual fu
ca-
LIBRO QUINTO
gione
,
39
in (jiiesto nlbero
,
|>ut
irasfurniA&ti
la la
e per cui
nascosi
tuo corpo e
cara anima
tua
te
nella
fama
far palese,
noi
da
te
di
tamente raccontare
le nostre parole
agi' ignoranti,
quali forse
,
udendo
|>er
te
e cos
la tua
.
pena
mitighi
la
tua
fama s'allunghi e
si
si dilati
Come
I'
quando
sommilh
fionda
sogliono le tenere
li
muovere per
,
campi
una
nt'll'
altra ferendo
e di
tutto
dolce tintinno
si
rendendo,
in tal
mosse
che
la
a queste
pii
io
non ispero
ci
che mai
moUiGcar
:
che
ma
,
perciocch
sia
la
che
io
ere*
dol-
me
domandano, parler, e
.
ci che do-
Ma
domandato avete
alquanto
Italia
vi
g' iddii
da simile avvenimento
il
guardino
duro non
vi sia
mio lungo
dire ascoltare
Nella fruttifera
i[uella la
siede
,
quale
,
gli
antichi
rono Tuscia
simi piani
si
nel
mezzo
leva
un
piccolo colle,
quale l'acque
quando i peccati
il
fare allagare
,
mondo,
vi
secondo
1'
opinione di molli
lu
quale a'putu
a4o
vera
,
FILOCOLO
peroccli ad evidenza di tal verit
si
,
mostra
il
n ancora
quello ri-
possono
,
poco n molto
le interiora di
cercare
trovino
tutte
non
si
veloci di corso
le loro
.
arene di
Sopra questo
pasceva
re
,
Eucomos
cavalli di
la seraplic
mandra
a quell*
onde
le
quali
Febo
passato
il
meridiano cerchio
la loro
con
fretta
ardente sete
e per riposo
mansueta greg-
mandata,
la
somma
sollecitudine guar,
Aveva
di
le quali insie-
me un
mandate
incensi a
in
Minerva
posto
un antico bosco
fiori fosse
.
avvegnach bello
il
d* alberi d'
erbe
e di
Esse poich
comandamento
del pa-
no avanzato gran
lettevole bosco
si
diedono
tutti
i
EuGomos
prie
sopra
pastori ingegnosissimo
con
l'accomandata greggia,
il
tra diletievol
uditori
ignorante
:
essendo
il
sole pi caldo
le
no aveva
faggio raccolte
e diritto appoggiato ad
un mirteo ba-
LIBRO QUINTO
ione
241
di s sonava
le
Questo suono
r-
ricevuto diletto
plici
pecore
fra l'al-
tre speziosissima
egli
il
suo ingegno
calcia a sonare
Corre
agli
occhi d'
.
Eucomos
questa
si
la bel-
lezza di
lei
aggiun-
cessero
degno di possederla
,
e desiderrebbe
.
se possi-
Con
questi pensieri
sopravvenne
i
citamente mescol
suoi veleni
.
aggiungendo
si
al desi,
Eucomos
la
sforza di piacere
nuovo amore
sua arte
gli
spiace;
ma pur
discerne
non convenevole
.
per
come
I suoi
,
giorno diventano
da miglior maestro
l'ardenti
famme
d'
amore
,
lo sti-
molano
propone
di metterla in effetto
ascoltarlo
.
come Giannai
il
venisse pi
ad
Non
pass
terzo giorno
,
che
la
fortuna
fulu
conscia
lei
raocoLo T,
II.
16
24i
ro
,
^F
LO eQLO
,
con pic-
cola
al
compagnia n da
lei
suoni
la
ed obbedita
suona, e con
mettere
il
Ma
il
pastor malizioso
con
bocca
gli
suo disio ad
al
Giannai intentissima
ed
egli
dietro
ad
essa, e
eoa
segui: e quasi
perta,
valle
si
vide cO"
che
la dolcezza del
suono
1'
avea presa
Quivi vedendola
il
Eucomos
e mutato
gli
lungo
disio,
il
il
suo amore
e
le scoperse
a quelle
aggiungendo lusinghe
impro-
messe
se ella
il
il
mettesse
ad
effetto
lei
come
suo pa-
nondimeno
le
promise
alle
che mai
il
sue
se
non quanto ad
alle
essa
piacesse
molte
nai
altre cose
si
aggiungendo
,
prima
maravigli
e poi temette
dubitando
parole
forse costui
a'
non
forza
usasse
dove
j
le
dolci
le
preghi non
gli fossero
,
valute
udendo
,
ingan-
natrici lusinghe
semplice
le credette
,
pegno prese
la fede
dal villano
che come
lei
sua
,
madre
il
sarebbe
,
dove due
,
gener
.
1'
uno
e chiaricevuti
inorai Idalagos
Ma
LIBKO QUINTO
noi
1'
a43
giovane e
dimor
che nbbniidonata
la sui plico
armento torn
tir
,
pro>
messa fede
ripromise e serv
spazio riceveo
le
.
di cui
Io semplice e lascivo,
come
,
gi dissi,
volendo
mi
vidi avanti
,
con
gli
occhi ardenti
desiderosi della
volsi
i
mia morte
,
de' quali
dubitando io
passi miei
e da quell' ora
innanzi
sempre
Ma
acciocch io pi vero
i
dica
tanta fu la paura
che abbandonati
paternali
e qui
solennissi*
mo
a cui quasi la
,
nifesta
nuovi mutamenti e
,
g'
ino-
e qual fosse la
,
e per-
cenvolte
portante
il
il
suo corpo
ella
due
circusse
il
deferente,
eli'
quant' una
e da che na-
e similmente
suoi
vizii
dice, seguendo di
i
movimenti
la
segn
non tacendo
,
de' suol
e di quelli
lui o^ui
mostiuudo come da
244
i
FILOGOLO
il
suo conoscere}
mostrando del rosseggiante Marte, del temperato Giove, e del pigro Saturno
i
una
luoghi loro.
E
,
mostrate con
canto interamente
le loro
regioni
Leda
e in quello
masculini, e quali
femminini,
e quali
scuno in quello
e le tre facce
Gacco
e de'
due
fratelli di
de' quali
1'
estivale solstizio
comincia
e con quel
.
me-
del fe-
re
e di
lei
cant
come
cantalo
mo-
Orione
la
come
di libra l'ul-
tima fu combusta, di
detto
,
nella
fine
Giove,
da Ve-
dicendo nella
fine di quelli
LinnO QUARTO
con lo cqninosio del detto segno
cos do' pianeti
:
a45
mostrando appresso
i
come
de'segni le complessioni,
aess
le
me
prima
in sette
,
e poi in dodici
s'
abita
cosi quello
.
che sotto
altro
Con questo
di-
cendo
la
orizzonti, e
che legge
i
sia
anno, mutando
verso
gli
tempi.
ud'
e dimostrare nel
,
pi che Clnosura
,
presso al
facendo cenni
alle
maggiori
o assegnare
la
ih>
cagione perch
le loro stelle in
come
corona
altre
bagnare
la
di Adriana
locati
;
e senza
la
recente acqua
mandato da Febo
bugia
il
i
non maturi
fichi,
merit per
pente
,
la bella
egli
con V apportato
ser-
e con
lo
carro e
locati
la
,
cielo dal
mandntore
e ornati di pi stelle
il
che
la
e dove
portatore del
serpente
e d' erldano
il
quale
al
fatato ucciso
da Briareo port
cielo
stelle
ove
,
egli
seguendo appresso
i
di sagltta
;
d' auriga
luogl
movendo
il
a46
riti dell'
FILO CO LO
uno
;
il
ciclo
e qnal
parte di esso
e dove
il
primo cavallo
il
e l'altro intero,
e la nave che
prima solc
5
rassero dimostr
'1
segno
la testa del
il
suoi danni, e
E rimem-
broml che
str
somma
mi
,
ma
il
dimostrante: per
;
qual
e gi abbandonata la
mi
disposi
Nel
stagione
il
donne,
le
quali pi
le
volte
,
lente
andando
ed
io
seguitai
,
di
ci agli occhi
porgendo grazioso
diletto
continua-
mente
ferito
me
aumentassi
,
giorni miei
cetera
e disposto a
fuggir quelli
ai-riere
prima
diedi
alla
:
mi
prima
beile
donne
le quali gi
scea
buscelU
con
le
mie
saette pi
tempo
vago
MRRO QUINTO
drllo
]>cr<S
at7
me piumn
mni
di
N> ]>or
il
malincona
si
cuore
,
diloUava
una nera
merla
la
voli di cantare
oltremodo desiderar mi
,
si
fece,
non
per in
me
piti
volle fu
R
.
di questo
intendimento un pappagallo mi
tol-
dalle
mini
tiscito
schiera
seguitar costui
dispose alquanto pi
,
1'
a-
nimo
le
altri uccelli
il
quale andando
frondi del
fra
le
suo
di-
come. Ma
sentieri
il
sottili
sottenil
dolce
tempo,
nel quale
le
campi e
gli
alberi
partori-
scono, andando
donne
all'
usato diletto,
fece
dal
per
le
cime de* pi
alti
andai
tanto
penne prese
,
animo
pi
utili
cose disposto
si
che
dimenticando
,
dispose
non
lei
rispar-
miando n^
Sentendo
il
arte
saetta
n ingegno per
aven*
lun-
gamente
fuggiti
m'era guardato, mi
belle
rivoltai, e vidi
il
numero
donne
essere d'
una scemato,
la
quale
io avanti
dell' altre
more
usato
il
come
gli
248
altri pigliare
,
FILOCOLO
con sollecitudine
d' altra
forma mi preil
se,
prima con
cuore per
numero
,
dell' altre
falliva
forma
in essa mutandosi
ti
agli occhi
?
m' apNulla
disponi a fuggire
persona pi di
d'
me t'ama.
eli'
dubitai
l'
perocch
tratta,
e delle grazie di
Giunone
per le
voles-
me
la
volentieri
mi
del
Ma
nobilt
dalla
mio cuore,
tratta
real
pro-
come
nel parlar
si
mo,
cammino
1'
abbandonate
le
imprese
cose
cominciai
a desiderare sotto la
nuova signoria
di sapere quanto
muovere
molte
sii.
cuori
umani
stile
e seguendo la silvestra
fa-
quelle
di-
E certo non
n
la seguii,
alla fine
camp, che
mia
sollecitudine
a' focosi disi!
avendola presa,
lei
e in
ogni spe-
ranza fermai
per
sommo
mio
boschereccia salvatlchezsi
con
diletto nel
riposava
,
se io
ben comprendeva
ella
LIBRO QUINTO
niuna cosa amava secondo quelle se non
io vissi per alcuno spazio di
a/fc)
me,
.
di
che
la
tempo contento
Ma
non
nuovo piacere
dimentic com* io
gi le piacqui
e prese
mio mifa
sero
gremho
Quanto
M doe
cosa,
massimamente quando
parte trasmutata
si
col
,
vede
il
voi sarebbe
un
la
perder parole
perciocch so che
,
sapete
ma non
,
Ma
la concreata
,
perch
,
io per affanno in
tribula-
cercando
ancora
il
la
non essendo
r
termine di dover
venuto
il
quale vorecare
,
me
me Venere
'1
di
me
pietosa vidi
I
e deside-
in radici, e
i
corpo in pedale, e
braccia io
rami , e
vari
:
se
ben
si
riguarda
egli
in-
mi
distendeva
Egli
fa
duris-
Oim, che
a-
al contrastare agli
a5o
morosi dardi
si
FILOCOLO
dimostra
,
la
1'
quale volessero
agute saette
,
g' iddi
di
ma me
passata la
,
povero pastore
trovarono
cuore abile
alle loro
riceveranno
la
umore
stante) in
che
non ancora
si
esser secca
.
si
secchi
egli
la-
pu comprendere
voi
ben riguardate,
:
che esso
caal-
e cosi altro
,
cuno do
prima
stato
,
ad amare duro
poi
arsi
il
dilette-
far tanti
di
quello
pena porto mi
per
le
adunque
quanta
,
mie parole
le
per
me comprendere
poca fede
massimamente
senza freno
cos
si
mondane cose servino agli speranti e le femmine , nelle quah niuno bene
si
trova
Esse, schiera
secondoch
:
la corrotta
volont le invita
muovono
per
la
mi
fosse,
mi vol-
biasimandogli perch
uomo
sopra tutte le
si
accompagnarono con
.
contra-
Le
parole del
niisei'O
appena erano
finite
che
,
per
pi appressare
le
si
comine di
ci
a dire
o Idalago
le
buone
LIBRO QUINTO
diritta
a5i
(ter
7
ffJu servatrici
se a te
una ronlvagia
la
tua
scmplicii nocque
non osservando
promessa
A
co-
cui Idalflgo
.su
inganni
mi
sentissi
la
scheruiio
cien7.a
,
tanta
die mai
sero da esaudire
non
mici danni
il
come
voi
ho
fatto
',
ma
perocch tutto
mondo
sen-
lascio pi largo
freno al
ti
mio vero
,
parlare.
Ma
malsi
vage
separino
non mi
celare chi tu
,
che
come
se di
a quello
,
che
sen-
tendomi
di quel peccato
:
tu te ne biasimi
alle tue
Sappi ch'io
tri-
quale
la
fortuna con
,
ma
meco pacifica quelle a so ritratte e concedutomio disio in pace vivo. Or se'tu, disse Idalago, quella Biancofiore per la quale il mondo conosce
mi
il
quanto
si
possa
la
amare o
,
amato?
parla,
Se'tu colei
se'
mondo
se'
Spagna
e clie
nimica
dove amica
?
1'
re
rompendo
la
pura fede
ti
Se quella
.
con ragio,
duoli
Io sono quella
rispose
tu sola se'
buona
tu sola
d'
:
onor degna
e certo se io
aSi
nella
FILOGOLO
memoria avuta
ti
avessi
quando
in generalith
male
ingannatrici tratta
te
ma
in verit e'
,
che
la
sentir
me
in
mi vedi
,
Ma
se
mente
rio
dimmi che
e che te pi che s
ama
sic-
come
qui
cofiore
mio Florio ha
e
meco:
come mi
O felicissima
grado
,
la vita
tua
tronco, molto
m'
e assai
me
ne con-
tento
tenti siate
pensando eh'
io possa
prendere speranza
Gi
ghe ombre
andante
pili
Febea
si
mostrava in mezzo
,
il
cielo
alla
sua ritondit
la f
come
a' tuoi
orec-
Conciofossecosach api
pena
nostri
amori
?
i
come
in
,
queste parti
vostri
sapessero
.
m'
occulto
ma come
io
io gli sappia vi
narrer
Come
voi vedete
al
mio pedale
s'
il
suolo di
fiori
anno
:
per
qual cosa
miei compagni
s si
per conforto di
me
letto di loro
man-
LIBRO QUINTO
a 53
,
camento delle mie doglie credevano che fossero e tal volta credendomi piacere con fresche onde le mie
radici riconfortavano.
E
, ,
bagni
ne sogliono venire.
manessi
,
E quando
da' pastori
a' quali,
pi fresca
altri
E come
,
cos
loro e le loro
e di
me haimo
tra'
quali ragionamenti
molti
un
vostri
i
forse
i
non credendo
;
essere uditi,
miei riputai
fummi
caro
non dimorava.
Queste cose udite, parve a Filocolo
disse; Idalago
,
dipartirsi,
gl'iddi quelle
ti
perfette consolazioni
che tu desideri
mandate cose
gnepte notte
consolati
piili
Noi
costretti dalla
sopravve,
teco
non possiamo
stare
e per
ti
preghiamo, che
in piacere
li
se
si
pu che
sia la
il
fornita
fia
giusto
gran nobilt
abbando-
nato
grime
lei
ft
254
niente mutarono
,
FILOCOLO
perch
la
io
me
qui
si
raunarono, e quasi
come
se a
me
le
parole porralle-
gessero, credendomi
grare dissero
la bella
donna
in bianco
marmo
essere
mutata
allato a
di chiara acqua,
man
dura
;
non
lieto
ma
dolente fui
pensando che
saria
ma
di ci sono incerto
lasciata
,
non ho
Ja citt
perch
andate, non vi
sia
noia
il
tana
tra
e quelle parole di
me
.
porgere
bianca pie-
che piet
il
vi consentir
vi partite
tolta
,
prima di
a
qui, che
"vostro
me
dal
dardo
poi con la
andare
Udito questo
domanferro
dato
gli
era
come da calamita
si
:
macibo
nuovo caso
lando pervennero
dierono
il
al loro ostiere
ove preso
il
corpo
a'
notturni riposi
Salito
il
compamonta-
gni
si
,
levarono
il
cammino
luogo
sero
dall'
non
,
sa-
pendo
il
vanno
LIBRO QIJIXTO
con
gli ocelli
a55
essere la
di
dimandata fonte
ma
s'
quanto pi cercano pi
occulta
Ciascuno guoiv
lo certidaisse.
,
Nuno veggono
gli spnrti
ma
Parmenioiic ascoltando
ud
ri-
compagni
,
disse loro
sentito
se noi in quella
parte
audiamo
ci
snr.-i
dove
io
ho
romor
suono,
di gente, leggiere
tutti
y andarvi
seguitnno
il
il
quale essendo
,
gli fa
a quello, al
quale non
,
lieti
pervennero
e vi-
ombre
e in merito del
quali
venuto
to
:
uno
de' pastori
g'
dimanil
Questi
insegn
luo-
go
non avesse
la vincitrice
mandra
le
dissero
no-
tissima
occupa
possiamo
se
di
ninna
dubitavamo,
non
di
non
esser degni di
quando
altrui
che voi
di ci
'256
FILO (.OLD
ma
poich a voi piace
,
procedete, certe
nome
delle quali
1'
era, e
desideranti
menarono
stati vicini
alla fontana
alla
quale
.
essi
pi volte erano
n veduta
,
1'
aveano
natura
Ma
,
ci
non
da male
ravigliare
perocch
la
maestra di tutte
monte aveva
e quel luogo,
un rozzo arco
sopra
il
di fronde pieni
aveano occupato
Ad
essa
venuti
Alcimenal
cercate
,
disse
che
e quinci
un
si
convenia
,
e quasi opposito
all'
en-
bianco
marmo
acqua
da alberi nascosa
dentro non-
dimeno
va
.
tra
EU'
e per
mezzo
a fron-
marmo' un
FIac-
rinfresc le
mani e
il
viso
con
la chiara
qua
cos
marmo
da
o piet santissima
LIBRO QUINTO
bili
1(7
visiti
commossi
.
petti dalle
i
dite cose
Tu
fai
sostenitori e* veditori
.
una me-
Tu
meritano
ed hai po-
muovere
,
nefandi
a Jis<acciare
ardente
ira
Tu
donatrice
Per
te la tagliente
suo operare
chi agi'
idflli ci
le nostre
operazioni inique
Tu
ranza
di lei
e di consolazione apportatrice
Che pi
dir
si
Tu
se',
che aperto
pu
dire che
fe-
rino che
te
umano
Tu
'1
ne
Niuna
grave,
suo petto
li
scaccia
non
convenisse
Tu me
che
dell'
facesti dell*
il
qual di-
pinto
non pot
questa pietra
sto
,
muovere
duro propo-
amandola sopra
tutte le cose
s
e avendola amatr;
esemplo
quale io
a'
i
riguardanti
Amore
,
per
la grazia
del
il
viva in
etemo
tuo valore
il
quale
s'
ho
ricevuta
t'
posseg,
ti
fatti
cuori
allontani
pc-
riLocoLO T.
17
268
puoi
Sia
,
FILOGOLO
.
tricano
degna di perdere
e quella degli
uomini
Si tosto
come Fllocolo
o gio-
se g' iddi te al
,
prospera via
parli in
dinne onde
degno dispregio
fai
,
tu tocchi
Tu
ne
noi
paesane
manifesto
dimand
per udita
modo
che
il
Ttioto
gliele dicessero
Cui Alcimenal
col tuo
tutte
sappiamo; e poich
e cominci cosi
,
appa-
gate
fiati
caro
I nostri antichi
le cose
ne dicevano s ricordarsi in
il
bello melograuato, n
di
sono passati
,
fiorite
vedemmo, siccome ora sono bocciolo s non ma solo V acqua e la grotta di questo luogo si
tavano
il
.
esserci,
conten-
quale ora
visitato
mo
per
essendo
mano
quale cosa
uomini e
le
donne vaghi
di
venire
tutte liete
L4BRO QUlNtO
si
aSg
dlcrono
a' cibi
delle ({unii
da' quali
stimolate,
atti
compagnia
con ragionamenti e
tra' fruttiferi
1*
dissoluti
si
,
dicrono ad andare
alberi
1'
correndo
1'
una
talvolta cacciando
;
altra
altra
talvolta dall'
perch riscaldate
,
per cac-
ombre
di questo
luogo cer,
carono
dove
si
cotesto
pose a sedere^
la
il
cui
nome
era selga
si
dal sinistro;
Anaoa
trarie
la
do
non dierono
,
ma
cominciando
sommi
,
iddii a dispregiare
1'
e le
1'
una dicendo e
altra ascol-
presi
bagnandosi
,
1'
affaticate
tali
ma
falso
che Atieomerit di
ella
testavano di riposarsi
le
le
Driadi
ora m' Ora veggio quanto poco lontano veggono gl'ingannati occhi de' mondani i quali con fama credenza a di,
nascondersi
ma
la
mia
stoltizia
manifesta
a6o
FILOCOLO
,
quelle adora-
no dicendole piene
tosto
di deit
che verit
e* celestiali
Elli
e le
dee
regni
sia
,
cando.
che ci
vero, rimirinsi
ni di tanta bellezza
vere
uomini a gran,
dissime cose
qual
Venere
noi da
essere riverita
nostra
Noi commoveremmo
regni a hattaglie
e
:
ne' combattenti
metteremmo pace
non poterono
a
,
nostra posta
quello che
g' iddii
.
fare
avendo Elena
porta la cagione
Giove fulminare
stra ira
?
come
la
no-
mettiamo
rito
,
se
fa se non secondo che noi comdunque quesco luogo da essere rivenon per amore di noi e che ci sia ragione
.
Marte non
Cessi
io vi
mostrer
la
di di
Venere
ne
come
Quanto
iddi si
io sia
chiamane
la
sua
mia
antica
lo similemente
in dirvi
,
per-
tutte le
,
sue
La copia de'pa-
me
grandissima
mondo si possono desiderare sono io bellissima come appare e nel pi notabile luogo della mia cItlJ\ situata e lieta casa che mi riceve ; davanti la quale
nel
,
non
passi
e qudli fQr
LIBRO QUINTO
retlpri
i
61
il
I'
')
oriente e
freddo ftrtaro
lutti,
nn ninnda
la c'U'k
v V niistro e
desiderano di vedere
me
cia
,
ha
bench
j
io a tutti
piac-
per
tutti a
mostri di
tutti
rifuitnre
con
,
la
quale
mio piacere
non dubi-
tando
di
E se
s'
le
giuro che
Cupido molte
su<M dardi
volte per lo
,
piacere di
molti
di
i
ferirmi sforzato
,
ma
;
gittare
o nello
sforzarsi
il
mio
petto toccare
,
sem-
]>iante
ho ad
lui
altri
mi
piacesse, con-
donandomi
che per
cres
tali
,
sono
le
stati
me
medesimi dimenticando
caduti in cieca fossa
,
con
gambe
avvolte sono
alti a'
miei piaceri
il
prima ho
fuoco spento
gittati
i
eh' io
ho
.
vaso dell'acqua
la
appresso n>tto e
]^>ez/.i
via
Tra
qunl turba
di vita e
un giovane
di
tutti gli
altri
mi am
fatica
il
cui
amore conoscendo,
diletto
,
il
feci del
numero
degli eletti al
mio
.
merif
in
Egli
avvenisse
pocundo
versi le
aCv
FI LO COLO
quelle
medesime aspro
.
difendiocculto.,
Egli
pellegrino d'
lo
amore
gli
in
modo
,
incredibile cerc
quel-
che
io
poi
donai
e ultimamente
altro
divenuto
che alcun
,
che mai mi a-
masse
s'
ingegn di prendere
gli
con sembianti
dilettandomi
voleva negare
Mentrech questi
1'
mi
,
teneva
amor
suo verso di
me ma sempre
quali cose
ma come
Questa cosa
.
la
costui
pianto
il
brevemente
,
egli in
poco
tempo
strava
di tanta piet
che
egli in
si
compassione di s moveva
,
pi ignoti. Egli mi
mo-
quan-
to pi poteva la
mia
grazia ricercando
la
quale acs'
Venere pi
volte
affatic
pregandomi
vigilie
.
in
Ma
ci
ella
perch
rimanendo
il
giovane che
si
consumava
trasmut in pino
posto fine
:
lagrime non ha
ma
per
ma
to di
al
dolente
tire la
il
mia durezza
,
prima
pedale
poi ciascun
ramo
Ben
far tagliare
mettere
nell' ardenti
fiamme
potete per le
mie parole
,
la
ma
nel
numero
de'
mag-
altio pensare
e per se
non possonw
wQxAshjoo
T.mRO QUIOTO
no essere con
riti
.
a6J
rive-
cosi fatto
nome n
di tunt onori
e che
Aveva detto
sinistra
costei
,
quando Aselga
a dire.
;
che
alla
sua
in-
sedeva
cosi
cominci
Veramente
attribui-
sca
ogni bellezza
prima diciamo
della
,
Luna,
la
quale
vere'
non
si
e senza
.
gogna sostenere
egli ogni
chiamata
il
Or non
mese mille
volte manifesto
,
fra le quali
bella
e quella
quando
essa opposita al
suo
fra-
tello tutta
quanta
di
ci si
al-
lora
to
.
non so
di questa in fuori
si
difet-
diamo
tra
le
se
si
non
la
pi laide
mescolare
tra lei
bellissime
Ma
s'
egli
si
avviene che
,
Febo alcuna
bella
volta la terra
ponga
noi la
veggiamo
Perch adunque
,
Giunone similmente
,
e Apollo
se da
un poco
li
suoi nuvoli
che se
non
avria consentito
,
che At-
ma
che
ignoranti
lei
pi possiamo ancora di
la
dire
che perocch
ella
conobbe pi
sua rustichezza
264
prese
FILOCOLO
che ad amare
,
per
qiiell' uficio si
cos di
si
Venere pos-
siamo
saria
piaciuta ad
si
Adone
egli
i
bella dea
avria
dir
n cambio viso n
n patisco
eclissi
,
figura perch' io
come
n
i
la
luna
fa
N mi
nocciono
mi giovano
me
simile,
mente mai
bella
al viso (V
,
n mi nasconderei
,
mi
diletto
mai cosa
in
effetto
e osservata
dunque
piuttosto io
eh' alcuna
delle
si
Dea
e qui
tacque
oltre a
la
cominid-
ci a parlare seguitando.
Voi
impotenza degl'
da
pi
non
sostenere in
si
alto
nome
senza effetto
ma
di loro
mancanza
vi narrer. Essi,
fanno di quel-
porgendo risponso
le presenti senza
a'
dimandanti
agglugnendo
i
che
moria ritengono
per non
si
le passate
ma
,
dee sostenere. Se
come
disse, aves*
LIBRO QUINTO
sono forra,
gininu,
se
le
g!
i>c*ii/.a
a65
SiniiUMncnte
contenti
puiiiziuiie
non pnAserienu
avanzassero,
non
(juelle
)nerebbono
si
Se n
providi
come multe volte liann<> fatto e fauno. non agi' inge> fossero come si tengono
,
si
lasccrebbouo ingannare
.
Se
forti,
per
?
ch(> in toro
Se
,
belli
perch in oro
ingannare Danae
fatta
y
Se
savi
all'amata
le
Semele
Niuna
e Toi
due
terza, (o
non meno
,
discreto stile
amando
:
mai ad alcuno
il
non
palefeci
ma
alcuno,
'quelli
che
pi m'erano in
riguardava
.
con
pi lusinghevole occhio
de' quali
S.A\.
Del numero
.
Febo
quante volte
men
mezzo
cielo
mano
ailVcttandiM esi
d' Esperia
i
.
come erano
medesimi
si
il
usati d'
andare all'onde
freni
a quelli
crucci
volonteroso di
<
convenevole.
)h [uante
dicendo che
va
.
Febo l'occupail
E mi
che
ricorda ancora
di
dilettf)
mirarmi prendeva
1'
ch'egli
ebbe presso
fosse
il
che smarrito
usato
,
cammino
se
uon
ro*
1
more
di Ginosura
*e6
sue fiamme
la
,
FI
e
il
LOCO LO
,
fece In s ritornare
il
egli
pufe avria
cielo
ed
io di ci
mi
avria
riso, se
come il
figliuolo. Io
non
so se fu
si
dice^
ma se
,
cosi fu,
egli
non so
dove
egli la
che
sempre
anima mia
mondo porche
s'
mi
dovessero pi piacere
1'
e con quelli
,
ingegnava
di servare
amor mio
oltre
verso di lui
e
il
Climene pi
non
la richiese.
Ma
,
pi provida
deono avvenire di
lui,
bench
altro
e con impromesse
il
prolungando
dimandate
grazie,
tirai
do perch pi m'
desimo ingannalo mi
pi eh' altro piacere
si
:
credeva per
sua bellezza
ma non
leggi
.
ristringono
1'
amorose
Questo
gli
recit
lei
Ve-
fidando-
mi,
e disegnogli
il
rosi furti
il
non porse
Giove
,
Ma
la
si
fece
tornare
diritto
occhio non
,
mi guard
ch
da
ma
passando avanti a
me
mi
traverso
quasi
poi-
curo.
Ora
le cose
vedere fu
id-
me
che
si
LIBRO QUINTO
Vi
167
die
peggio se ne farebbe
e fa
,
perch a
me
pare che se
almeno
possibile ci
fia
levare la falsa
.
fama che
il
chiama
,
(la
chi
contradica
i
vogliamo
>
far degni
disiami di quella.
compagne; e
poi Auaoa
disse:
perch
mo? Veramente
da
tutti
i
negl' iddii
;
n potenza, n senno,
essi detti
n bellezza dimora
e ancora
misericordiosi
.
hanno
Pieth ninna
dell' altrui
in loro
cose.
si
trova
tiranni e usurpatori
sono
che
,
feci io in dispetto di
dicatrice
Dea
chiamata
la
Non
le levai io
,
con
la
mia
bellezza
e con
forza della
mia lingua
delle quali
due cose
un dopo
Perocch
1'
altro
avvevi-
due
gih
all'
arco sopra
al
avanzano
ma
e
'1
vengono mancando
quinto non piena
;
e gli
altri
due
la
barba a maggior
certo
si
.
Costoro
e con la
dolcezza del
esser
mio
,
chiamata
legai io si nelle
mie
reti,
che avendo
li
loro
archi
,
co' quali
prima per
tesori
bo-
schi servivano
Diana
con soave
ascosi, ca-
mano
mia balia
268
lasciai senza
si
FILOCOLO
vita.
Qual
:
vendetta
e perch
mai di questo
?
in terra
vide
ninna certo
perch
la
potenza
non
era tale
e le vendette seguono
sia essa
meoo
dii
.
possenti. Io tale
quale
io
non
la
curo
cessi dal
mai pi
che
preghi
p(>riano trovare
i
Noi siamo
tra quelle
quali
.
1'
errore rustico
chiama
id-
tengono signori
Clil lubita
citt
non
sua
gueniito dimora
che
Noi
siamo
e saremo quanto
secolo
si
hmlaner
Giove e
gli altri
inglustamenie
:
hanno usurpato
volta
Tacque
costei
e gi la
il
seconda
nell'usato
ordine ritominco'avanvj
aspre parole
i
,
quauflo
<
g' iddi
n pi n
meno che
k
cltta-liul della
i^
le cui
mura
dal nascoso
senza
ordine
arme
parole
la
luoghi, fe-
cielo assalito
,
e chiusero
mondo
:
d' oscure
n a niun vento fu
tenuta la via
:
e crucciati
tutti discesero
la cui ira
temendo
dice
la terra
trem
ma
LIBRO QUINTO
fono
to
,
969
n trovarono per
il
8a
ma
volta ad Alecra
disse
nui
di peggio operare
Or non
poi
il
tardato
pena
ri-
ristoriamo
Tu
,
rea
.
ceverai guiderdone
diverrai fredda
Tu
e impassibile
ricevere
n pi
muova
,
brighe
u s dimentichi
n romperai
n pi di colali riderai
.
eleggerai
vasi
E come
di
ci
gik tu
ninna
,
cosi
tuoi casi
ti
forse
te
compassione
altri a te
avranno
ma
niente
gioverh: e
,
me
per
cosi a te fa tolto di
ti
poterne
porgere.
care
,
siccome io non
a'
cosi
me
tuoi
allegrezza
che tu non
che tu sulamene
perduta forma
e le laude
,
amorosi
,
versi
ti
altro
ti-
tolo
n mai
gli
fia
possila
bile
abbi: anzi se
mia
se
,
patirai
difetto
ia |a
come mi pare
O msera,
conoscerai quauta
orribili
min potenza d^
te
con parole
disprc-
ayo
giata
.
FILOCOLO
Tu
ti
dura e immobile
ti
a'
6mo raarmore
tu siedi
fia
muterai
eterna casa
non
,
disse.
Queste
mut cuore
ci era
il
e sanasi voluta
ma non
con
alta
ma
:
sopravvenuto
come
agli altri
la
mem-
pigra fred-
modo
braccia e le candide
gambe
il
e in picciolo spazio
saria potuto
si
vedere
quale in durissimo
fu trovato
,
marmo
gliele
mutato
come
voi vedete
se forse al-
cuna rossezza
diede
in quello vedete
dicesi
che Lieo
il
convenevole dimora-
Mentre che
cosi
Aera-
ma
male
gambe
albero,
ritennero
le
E Febo
il
cominci a dire
Adunque
e
o gio,
vane
d'
avermi ingannato
i
togliendomi
cari doni
ti
vanti
;
Male
poco senno
te
,
ma
acciocch a
non
co-
me
avanti contasti
tu
prima per
punita siccome
Perillo da
.
desimo
artificio fu
tutta in quello
primach'
parta
ti
muterai
poi
perocch tu
nostra pari
lecito
il
,
avesti
tu
fia
loro
ma
piuttosto
libuo quinto
fieno
s
71'
bnssi
piccolo
uomo
ti
tuoi
pomi.
siccome tu
dermici doni
frutti
gli
primach maturi
vegga
io
maturerai giammai.
fosti
il
far
cuore
a ciascuno occultatrice
che
frutti tuoi
come
no
,
pi parti
me
.
l'
altre
bel-
sugo di
,
il
mi-
serabile corpo a
suoi
mem-
nato
le
prima che
mutala
poi.
manco
n chiedeva mercede
degl' iddii fuggire
?
chi
poria
turbata
La Luna
sopravv'nmj
la
mosse
Mai da
noi
oil'esa
uon
fosti
amori avessiuio
perch' io di ci a
fuggendola tu
ma
io
ad
ininita
gente ne piaceva.
W per
non
Tu
ine mutare in
bella e
un mese
confessi
,
tra le quali
una volta
bel-
,
non pi appariamo
j
e te con continua
ma
tu in picciol
pruno
vollaU)
mo
a;
strare quella
FILOCOLO
una
volta
e pol,
che
le loro frondi
in
quel
colore
le
che per
ne dicesti rivolgere
:
madi
turandosi
e quelle tanto
le frondi
quanto
gialle
,
fieno dal
il
E
;
questo detto
a cui le
mutossi
gambe
,
e le braccia
in pungenti
si
rami
e'I
e la verde vesta
verdi frondi
mutarono,
candido viso e
le belle
mani, bianche
Diana
la
s'
la
timidissima Anaoa
indugi
,
dicendo: ancorch
il
la
vendetta
non menoma
tore di quella.
Tu
sempre
il
Tu
ti
in esiguo
muterai, e
chiuso
,
sommit
un
fiore
le tre
et
e aperto paleser
mal
tolti te-
dintorno
:
a*
vedranno
n disse pi
,
Questa subitamente in
in
quella forma
t
,
e in quel
;
modo
che Aselga
si
,
muche
ed essa similmente
ma
fiori
furon diversi
,
dove Aselga
in
in bianco fiore
Anaoa
si
trasform.
regni
,
questo
1'
aere cacci
Con
quanto
parlante giovane
dicendo poi .
giusta vendetta,
tu dei essere
LIBRO QUINTO
la
tjZ
menoma delle
.
ma^orpcna:
O superbia,
sia
maladetta
tu.
Tu
a te iniqua
se' de'
non
sostieni
corapa-
gno
Tu
non
non conoscente
,
e suscitatrice di briga
,
chi seco
ti
sarh savio
te hai vestite le
tue armi
.
e con
gli
occhi ardenti
spaventi
stelle
,
il
mondo
Tu
ti
credi con le
coma
te
i
toccar le
,
muovere impetuoso
meno
toma
1'
pos-
ma
,
la vendicatrice giustizia di te
,
contenta l'anila
mo
de' sofierenti
cosi
dopo pochi
passi
tua
potenza
come
albero
Tu
prima
s' ar-
rompi che tu
posero
ti
Male
tue armi
l'
Male
le tue
Giusta vendetta
,
ha umiliate come
degne
luce
,
si
e videlo gik
il
e declinare cosi
caldo
come
raggi
perch
a'
compa:
citt disse
che
gli
ma prima
,
sacro fonte
ira le
mosse
ti
prego
che se per
,
cezza ad ammollire
tra
1'
da
Alle cui
parole
marmo
du-
vedere
vedute
si
sarieno tremare,
ma la morbida
i8
riLocoLo T.
II.
2^4
quello non
FILOCOLO
lasci palesare
:
e questo detto
,
Filocolo
ri-
e al chiaro giorno
venne
Il
fatto
mostr quanto
fosse
,
stato
caro la dimostrazione
il
e simile
chiarimento delle
degne mutazioni
prese congedo
,
dopo
le quali
di lontano
conobbe Ga-
fosse
ma non prima
il
Galeone
;
lo
conobbe
che con
,
reverenza
ricevette
e partita la maraviglia
,
1'
a-
morose accoglienze
finite
Galeone volt
passi, e
con
felici casi
conten-
bench
Tornati alla
bella
citt
,
Filocolo
dimand che
fosse della
Fiammetta
:
domanda Galeone
,
subito
ri-
ma abbass
,
la fronte
e con dolore
guardava
la terra
o caro amico,
come prendi
corda
ti
mi
ri-
rallegravi
?
Qual'
la
cagione
Non
vive
r
Fiammetta
vive
tale
,
un
sospiro disse
,
ma la fortuna volubile m' ha mutata legge e me la conviene usare che assai pi cara mi saria
,
la
morte
E come
,
disse Filocolo
cui Galeone
quella stella
il
mia
pic-
cola navicella avea la sua proda dkizzata per pervenire a salute voi porto
io misero nocchiere
,
per
nuovo turbo
sparita,
ed
LIBRO QUINTO
ogni parte dalle tempestose onde percosso, e
venti, a' quali niuna niarinesca arte
i
a; 5
furiosi
,
mi d reraedio
levate
,
m'
liauiio le vele
,
liete
li-
moni
mi veggio da una
le lontane
onde dimostrare
gior
tempesta commuovere
non
e se potessi
;
non
mi
dovessi
venisse
,
e ancorch la
morte mi
fosse cara
ella
,
se
mi
nondimeno
me
pure spaventa
le
sue minacce
,
hanno
gli
rivolti gli
occhi ali
trove
a'
orecchi
falsi
a-
il
buono non mi pu
aiu-
quale
a s
me-
desimo pensando
giovane
la
,
di
disse:
ha pi volte operando
giusta ragione
che
dee
,
quello o che
si
la
sperimenta o
.
sperimentare
la
n questo
pu negare
,
Sono
adunque
mutamenti
.
e le sue vie
non conosciute
ne' mari dove
il
Gih fu che
con pi tempesta
mi
trovai che
se
tu
non
li
,
trovi
e certo
non
morte
quando
subita-
mente
in porlo di salute
mi
vidi
do
lu
,
li
dei ricordare,
la
sali
quanto
li
ed io pellegrino con
fosse
:
mio
e ora
il
mio
per-
veggio e tengo
>
276
che a
FILOCOLO
me
riguardando dei sperar bene
:
.
La
il
tua doglia
grandissima
ma
gli
ahissim
monti non
corsi
i
sia
quale ho
e a cui n
scogli
n secca
n porto
occulta
,
essere nocchiere
quando
ti
piaccia
Adunque
disse
Galeone
o signor mio,
Finito
il
nelle tue
mani
,
sia la vita
mia
del paterno
ragionamento
,
lo stretto vincolo
,
amore
Io
cominci a strignere
i
e con
e cosi
intera
volont
desidera di rivedere
parenti
propone e co-
manda che verso Marraorina si prenda il cammino, e con seco mena Galeone, desideroso della futura sua
salute
.
Teano
citt
capo di
Campagna,
dietro
SulmoDio
lasciarono
,
l'
uccello di
mutato
su rustica
.
mano
si
doveva
alpestre
montagne
e trovano
i
V onde
:
dolci del
Te-
ancora
n videro
la
sera del
alle graziose
nome Quivi
il
venuti
Filocolo
si
cerruto pogsuoi
getto
e desideroso di rivederlo
,
l egli e'
com-
non avendo
il
no ancora
1'
acconciarono
al riposo de'caldi
, ,
LIBRO QUINTO
giovani
,
^f)
spazio con
,
e sopra
cibo
,
le
prcsono
il
dopo
la
quale in piccolo
loro
notte
sopravvenne
il
al
fontana
chia*
un
mar
Biancofore
,
alla
il
luogo dov*eI-
la fosse
e con
dire: o lungamente da
me desiderata
il
giovane
dimmi
vero di ci ch'io
.
dimander
:
cui Filoa
colo segu
tu colle
cui
velo f
te*
O sospirasti mai
mendomi
fiore
il
si
parti
sezza
ma
le
me sopra
e a cui ninno
mio
sere ascoso
assai volte di
ricordo
E come
mia memoria
spaventi la
ri'
mi
membranza
per
il
da
te ricevetti, turbato
falsa
opinione avuta di
me
non per
lui sospi-
mia
rar
Ma veramente
fosse odiarlo,
memoria
caro
levassero di terra
sarieti
vederlo ?
cia
;
cui Biancofiore
certo
si
mi moveria non
amore eh'
ma
ayg
stri sia
FILOCOLO
che simile a quella de' voegli
a' suoi
,
conciossiecosach
a' vostri
:
unigenito sia
lasciaste
,
siccome voi
stri
ma
voi per
me
vo-
dolenti
ed
egli senza
alcuna colpa
spizione di
me
merit la vostra
.
fu tolto
nocente
al
,
padre
Or che
se egli
m'
avesse odiata
tutti
Concedano
g' iddii
e a voi e a
me
,
che da
amati
e se esser
lunque amore
amiamo
come
ed io
si
conviegra-
ne Ottimamente
la
mia
de
della quale
ben
e per odiai
,
nuovo giorno
te
il
che imprima di
far lui vedere
,
gio in fontana
si
convert
ma
venuto
il
nuovo giorno
il
duca e Ascalione e
a
gli
altri
chia-
mar
dare
li
l'
antico tempio
,
mon-
come V
fatto
,
e fatto accender
fatti
fuochi sopra
umidi
altari
uccider pi
,
tori
con
puro cuore
fcli
O sommo Giove,
;
ragione perpetua
felice
e tu o santa
Giunone
la
i
quale con
santi
legame congiugni e
,
servi longevi
ma-
Irimonii
e tu o
Imeneo
LIBRO QUINTO
di quelli
Ilo la
,
79
,
perciocch
gli
tu santissima Venere,
madre
,
de' volanti
ricevete
i
Amori,
in*
nostri sagr-
stre
menti cfleriamo
luogo
tario e diserto
siete abitatori
,
e da cui la ver-
dica promossionc
ricevemmo
con
prendete olocausto di
tu o Cielo
,
E
i
adomo
il
di
molte
stelle
ricevi
tutti
verdeg-
Mare
con pos-
meglio ne prosperate
sempre cresca
Ascalionc
,
la
vostra loda
gli
BiancoGorc
Glorizia
il
duca e
tutti
altri
compagni e servidori
a'
di Filocolo
crepitanti
tacita
Ma
,
finite le
con
alla
la
,
verde erbetBiancofiore
che
posero a sedere
di
si
maravigli
e pensando
avea
vedeva
pietosa senza
aSo
FILOCOLO
,
e parlato avria la
avanti di lei co:
se
non che
o grazioso signore
debita piet
pensando che
gli avversarii
1'
fati
tanto
tempo
:
forma in questa
abbiano tenuto
,
certo se benivoli
mi
,
io gli pregherei
mi
e a voi
i
non dovria
disii ri-
vostri
cevuti
non dovete
,
esser vago. se
Non
m'
aiutino
disse Filocolo
la salute di
Mentrech
quella tutta
onda
di s
si
ragionava
commossa
nel
mezzo
il
mand
fuori
una
mosso a
bene di
j
me
'1
parlare
mi pare
se
lungo dolore,
,
io
mettano
,
e te guardino
da simil caso
che
se'
Io
ti
piet che di
fui caro
,
me nel
se io
mai
ti
avanti
acciocch' io cosi
,
possa vedere
parlare
mette
niti
Menedon
parlare
ci
;
e tacquero alquanto
poi
niuna ammirazione ho
s la
LIBRO QUINTO
rocche
,
a8i
a chi
siccom'io credo
dell'
le riceve
amico oblianza
ma dimmi
se
non
ti
A
I
cui Fileno
oim
sento
Una
sola cosa
,
mi nimica,
tento
mio Florio ,
conobbi coml'ai
gl'iddii
che fedelmente
mai
di
la
1'
amo
Marmorina
e peregrinando
,
con
dolore
ricercava
s
e se quella riavessi
,
certo io co-
nosco gP iddii
misericordiosi
.
che
essi
mi renderebracquista
se
bero
la
perduta forma
quella
mi
mi vuoi
Certo
io
trarre d'affanno.
io te lo dir
non
sacrilegio,
non
il
ribellione
commisi
ira
,
,
mio signore ad
ma come
:
ma
mondo amava
dico di Biancofio-
re
la
moravano.
lei
amasse,
che se saputo
lei portassi
avessi
,
bench
il
cuore
dell'
amor
di
ferito
con forza mi
sarei infnto di
1'
non
gua-
amarla
amassi
la
stava per
mio amore
la
sua fermezza,
qual
si
di-
e se
il
il
a82
tacere
FILOGOLO
mi
fu di tanlo
male quanto
io sento
ho poi
comandandogliele
la reina,
mei concedette dunque per amore puoi vedere ch'io mi dolgo Oim che se 1' ira d' uno potesse trarre
.
amore
tiplic,
del cuore ad
l'
un
:
altro
io
direi
che lecito
misero
il
gli
fosse stato
adirarsi
ma
quella in
il
me
mulquali
lungo
esilio.
Or
Yeramente
si
io
ti
giuro
che
mai
il
mai
sia
da
lui sopra
tutte le cose
amata
si
K mi pare
eh' egli pi
io
ami che
si
se
,
odiassi.
E se
si
concede
e sia a chi
Giove per-
dona e ciascuno
riconosciuto
il
quando
mio
fallo
Veramente mi
saria
fallii,
che
,
il
si-
io
non
fallii
.
avendomi
la gra-
mancherebbe
il
di suo dovere
Tanto
grande quanto
si
grado
senta del
non ricevuto
,
Marmorina
di ci
il
e servlssilo
mio
che
Oim
a'
caro
il
fal-
acciocch persi
donando
che
la loro
grande benivolenza
dimostrasse.
Sanno bene
io tal
g' iddii
ma
falta'pena
LIBRO QUINTO
d' aver Binncofiore
a83
perdonare
amata
menato
prega
dunil
mio signore
e se tanto di
fa
me
ti
cale
non
ti
paia l'aiFiinno,
che non
rendere
me
'1
possa
gosciosi fati
se
farai
serveranno lieto
se gli hai
fia si
Non
nedon
ferire
li
lungo
come
che
pensi l'affanno
rispose
Me-
alla fonte.
E
,
bisognava
gli
con umile
preghiera
se
,
domand che la sua grazia gli rendescon Menedon ciascuno degli altri in merito del
a Hanno
lungo
similmente
la
dimandarono;
,
a'
quali
giurando per s
innanzi,
medesimo che
e
le preterite
,
di perfetto
metter in
Filocolo a
oblio
di
che
ringraziarono
si lieta
Biancofiore
l'
commise che
,
aspctlante
la
seconil
do comandamento
onde
ma
viso,
tua
del
senza
ti
presenta
La
chiara fonte
tosto
come
in s
ricevette la bt?lla
immagine
l'
della sua
donna
cos la co-
nobbe, e lasciato
movimenperch
si
la
voce entrata
,
per
le dolenti
:
caverne rendo
letizia al
,
misero
cos parl
o immortali
iddii
a'
occulta
sia la vostra
lo
464
FILOCOLO
dolcezza ho gustata
^
per
che
nemica fortuna mi
,
tolse
quando Marmorina
abbandonai
sostenni
,
e quella
m' ha annunziata
amici
,
Piacciavi
io nella
mi
rappresenti
quan-
do
mezzo
e dirizzarsi in altra
forma abbandonando
come subitamente
e l'altre parti
,
corpo
si
le
gambe
d'
un uomo
di
quelle
formassono
se
non che
ca:
vato luogo
e davanti a Filocolo
il
presentarono
,
al
quale egli
come
vide
s'
inginocchi davanti
e con
pietose voci
la
dimand perdono,
,
e appresso di Filocolo
benivolenza
concesse
,
le quali cose
benignamente Filocolo
gli
adorno
li
ba furono rimessi
parti
sta
,
,
levandone
le
superflue
a far f*
e lieto
si
diede con
dispose al vec-
Queste cose
cos facendosi
,
s'
ud nel luogo
un
grandissimo remore
avesse la vittoria del
si
maravigliarono
e dubitarono alquan-
LIBRO QUINTO
ficassc
il
a85
quali Fileno ri,
romore
e chi
il
facesse
a'
ma
per che
fatti
fossero del
tutto ignorava
,
Allora sic-
come
a Filocolo piacque
il
e accompagnati da
la
cagione
romore
piano
fiume
dall'
una parte
,
dall' altra
a' quali
ma
tagliati
rami davano
ombre
n alcuno
v' era
,
che di cap-
n alcuno cavallo
,
povero campo
n tromba risonare
gente a' suoi
ma
li
:
rozzi corni
movea
la disordinata
ma-
stoni
loro lati
i
le quali
di piegare
solari
.
che dove
il
sole gli
mandava
morbido
e altri
si
quercia
s si
avevano
ma
non
,
affummicati che in
vedeva
le
loro lance si
assai,
coltello
fuori
che una
miglia
si
mostrava
al
vento
e simigliantcmente
,
di tanto diversa
all' altra
che all'una
:
bianco di sopra
era di sotto
e di*>
286
tro a queste ora
FILOCOLO
qua ora
l
,
correvano disordinati
Come
di loro
si
il
il
rozzo popolo
,
risero
e alquanto gli
riguardarono
indietro
,
e gi
avevano determinato di
Messalino disse
:
ritornarsi
quando
a Filocolo,
il
ci
dimander,
?
Andiamo,
sarono
rispose
il
non mostrando
,
d' avere
,
la loro picciola
condizione a schifo
gli
salutarono
dimoravano da
lato
romore
maestrato
cosi rispose
d'
noi
quali voi
un
il
quale
chiamarono Calone,
,
chiamiamo
,
armi
e nlun
,
u che
:
fatica
in
e la cagione
la
quale nuova-
mente
venuta qui, e
un poggio
s'
hanno preso
e abitanlo
chiamansi Gireti
il
j i
quali co-
me
voi vedete
a contradirci
si
sono posti
n in alcuna parte
LIBRO QUINTO
possiamo sopra quella andare che
tuttavia davanti
.
aS;
non
ci
essi
vengano
Il
fu per
due che
nell' ac({ua si
combattevano
il
al
con-
suo,
ma
ultiniamenle
cia
il
il
])erch di quer-
coruti.imnio
:
come
Ih
vedere
il
potete.
,
Disse
secondoch' io avviso
voi
dovreste
il
vostro
perch
si
non abbiate
ma
la
villano
pi
ci
che
vaghezza di terreno
.
muove
Che contradi sangue disse Messalino tra voi ? Non siete riet e in una contrada abitanti, e iu nn voi tutti uomini
a queste brighe
,
t>
luogo?
N
,
rispose, colui.
Noi
fummo
dell'antica citt
di Fiesole
e allora di quella
,
uscimmo ({uando
antichi
,
Cati-
superato da Antonio
,
da Afranio ne
trasse
nostri
quali della
:
qui fuggirono
che davanti
che
ci
nome che
,
avete udito
chiamiamo : ma costoro
,
passato
quando
Attila guast la
,
nuova
mani
l'
temendo
,
da* Rofiamme e
qui fuggirono
gedo abitarono
il
per-
ch noi
a giusta ira
mossi
,
cacceremo
o che
288
FILOCOLO
il
dissero; di che
:
Filocolo
e venuto ad essi
essi
commosse che
il
presero ardire,
si
misero a passare
gli
,
fiume
essi
il
cintura
tra riva
bagnava
i
ma
che
e in
contro
mezzo
armi
loro dossi
Arco n rombola
;
loro vicirt
,
e se alcuna spada
o dava in
fallo
o se
feria si torceva.
g'
L' acqua
impediva
molto
e talvolta
,
pi.
battitori
loro piedi
.
campo
sarlen fuggiti
Ma
,
,
poich
tornandone
magagnati
avendo
modi nuovi
,
acqua
po-
tornare al suo
campo
non
le risa di
Filocolo
si
voltarono in
vedendo
a'
compenso
loro mali
una
duca
ter:
questo narrando
compagni
da
tutti gli
fu lodato.
principali
e la cagione
dimand della
loro
LIBRO QUINTO
discordia, du' quali
1'
189
l'altro
a*
perch
si
quali
Filocolo disse
di consiglio
f
o miseri uontini
al
perch
piccolo
numero
di voi
lo
Saturno
uflcio
,
la dottrina
senza voler di
Marte usurpare
di cuore
,
1*
n ordine
n senno
ra
soli
slo plano
ma non
vi
scjIo
e che dovreste in
pace abitare
si
goder
Or
,
terra
1'
ampia
?
superficie
la
dovesse abiuire
Nou
rare
vi bastava
Che
vi
faceva
posero a dimo^
quali
pensando che
si
?
rono
se
ben
guarda
proprie ricevere
come
dono
all'
essi fuggitivi
ci
e che
quella ragione
f
avevate che
uno
altro
perdoni
le ricevute offese,
j
e cosi
come
io,
e de'
due popoli
.
piccoli e cattivi
divenoti
acciocch
l'
,
uno
vi
dar
fossi,
nuova abitazione,
ner armi
la
i>er
le
II.
quali
se alcuu
FILOCOLO T.
ly
ago
uere
FILOC OLO
,
il
potrete difen-
vi
nevole ordine
terminer
come uomini
i
per
al-
quando
gli
Davanti
dirsi,
al viso del
magnifico
uomo
sero
:
ma
,
contenti dell'alte
rispo-
promesse
strignendo le spalle
dopo alquanto
:
e tor-
quale mi-
vanti
stali
nel cospetto di
Filocolo
tutti
per
a'
ricevuti colpi vi
,
fecero portare
e glttatiglisi
dinian-
piedi
,
darono
quale
e fattigli en-
tempio
prima per
,
la
vota dimandarono
lutti
me
la
,
tal
pace non
servarlui
vi
rompere
e
ma
sempre
rimanesse soggetti
Queste cose
fatte,
Filocolo rimase
la
contrada salvatica
esami-
nuove mura
me
do
:
andavano Fileno e Galeone simil cosa guardane avendo per lungo spazio attorniato
disse a Fileno
;
il
paese
Galeone
LIBRO QUINTO
poggio
,
191
,
non
edifica
nuova
terra?
in <|ue8ti;
Questo
tutta la contra.
da signoreggia
Questo
>
forte
luogo e bello
Questo
rivi
ne
mostrano
zione e
1'
Questo quasi
altra de'
,
mezzo
sia
tra
1'
una
.
abitadi-
due popoli
tornati
uno
Niun
fetto qui
da cercare altro
plaga vicino
,
luogo
al
Esso similmente
la
dall' orientai
fiume ove fu
'1
mez.
zo giorno dh loro
direi cie questo
il
lo
si
fosse
no
le quali
cose
come
do ; veramente
vostro consiglio
cosi
come
voi dite
e qui per lo
fermeremo
i
n' villani la
nuova
terra.
,
Cbinmaronsi
1'
villani
come
a Fiiocolo piacque
taglio
,
provalo
offesa
per
paura degl'
credendo
circusianti
che qualun,
que fronda
che
si
comand
tagliasse tutta
,
na
sono
cos
dicendo
o
,
iddii di questo
se alcuno ce
la
ne abita
perdonatcnii
la
nuova
vostra
ini^inria
quale
io
alla
,
potenza
commetto siccome
darvi per abitacolo
fo questo.
ma
desideroso di
E dette
queste ])arole
colle proprie
,
mani
tutti
porse ardire
292
Tagliato
FILOCOLO
r
antico bosco
,
sperati popoli
pensa
al
padre
,
Ma
,
Biancofiore
il
da
e Glorizia che
Roma
sentiva
all'
usato
modo
dimorando
sola
:
un
minci a dire
mondo
patria?
la
errata
come non
ti
strigne
l'
amore
della tua
Come non
gli stretti
,
Boma,
Or non
ti
vedere
tua
se' a
e quelli della
madre
quali tu
,
non conosci n
essi te?
Tu
ora
quella vicina
eleggere migliore
agli strani
,
in desiderio
ancora
ti
vedr coronata
in volont
il
:
a le di
lei
lii^liuola
pregane
quindi andiamo,
desideri
quanto piacerti
nuo-
va impresa
nito
,
qui
e questo for-
non vuole
padre
,
tempo mettere
in
mezzo a
rive-
dere
il
mezzo
toril
nar qui
vedr
nuovo
primach tu vedrai
tuoi stret-
Vee
romani
consigli
,
si
facevano
similmente
Collseo, e Settensolio
fatto
per
gli stu-
Vedrai
la
unno QUINTO
fico
o^
1*
acuto mar,
mo ili
rabili
e vetlrai la colonna
adrnna
.
1'
arco
adorno dello
villorie d*
Ottaviano
ti
resteranno a vedere
Io poi
da
tutti
dar con
le
perocch
,
mici parenti,
ignobili
:
non sono
,
ed
sarai
ricevuta negli
palagi
avranno
,
ciascuna
ascoltata
,
onore a prova
narrando
i
tuoi casi
d'
spane
deranno lagrime
volte,
fia
il
tanto
desi,
fratelli
parendo loro
avere racquisinto
perduto Lelio
,
e saranno mollo
i'
pi di
uvuta
,
te ora contenti
che se picciolina
la
avessero
e massimamente sapendo
,
verit della
tua
virtuosa vita
laudevole infra
le
,
Dee
del cielo
e ans
figliuolo di
si
alto
,
coni' quello di
Spagna
e pi
rallegreranno
apparec-
quando
il
vecchio re morisse
la
ancorach moUi
fatico
,
portassero
Perch mi
io di
quanto tu
dell'
con-
ciossiecosach io
potrei
?
mai
menoma
che
se
Per andiamvi
,
ninna
te
ne
seguisse
se
non
esser qiiella
che forse
talvolta la coscienza
FILOGOLO
role,
s vi
con
tutte que-
ste cose
ancora farai tu
:
me
lieta
pi ch'altra femmina
i
fosse
mai
perocch io rivedr
miei
quali forse
,
gih
credendo eh' io
gili
morta
,
dura io
, ,
te
ne prego
ma
mai
grazia da te
l'
meritai
ad-
domando
Glorizia tacque
,
donna
me
affetto
prego sopra
mi
preghi
n pi u meno come
li
me
non
si
fosse
che io per
operare
gegni
,
te
facessi ci
che per
me
,
,
potesse
Tu
Roma
e a
me t' ingran
e se
di farmelo
le quali in verit il
ho
di vederla assai
m' hanno
acceso
te
io
mai
disiato
:
non
1'
avessi
vedendolo a
disiare si
lo disiderrei
ma come
al
gli
tu che per
matrimoniai legge
Io non
posso n
si-
Non Non sono io da lui per lutto '1 mondo cercata ? Non m' ha egli con pericolo della
pria
sua nutrisiala
ri-
sua pro-
due
Dunque
.
seguire
non
egli
miei
Se tu vuogli eh'
preghi, ben
facesse
,
LIBRO QUINTO
mn
io lebbo rgnnnlnm di che lo prego
,
ar)*)
pcrcioc<liA
negnno
il
?r\igio.
Florio ch(! a
m* abbia
detto
gih assai,
che
rose
mi
il
morto
,
egli
dubita molto
lui
lasci
,
quando da
per cercar
me
,
si
parti
Diro-
glt io
veggiamo imprima
?
Roma
altro desidera
la bellezza di
se,
come
tu di', la magnificenza
di tirare a
,
Rona ha potere
farsi
so gli
uo-
vedere
dunque quanto
ritenergli
?
Ecco
miei preghi
vi venisse
e di quella vago
,
mia intenzione
vi
dimorasse
e in questo
,
tempo alcuna
cofiore ni'
la
quale
Bian-
non direbbe
egli
per
a
le
mi
tirasti
Roma?
?
E s' egli
il
mi
saria
maggiore
al
che
il
mio
Romani ninna
andiamo
ingiuria
:
lasciano inni-
]Ma tu
di',
ora non
pensi
tu
come
egli
s partire
,
non mi
tanta noia
in
quanta tu
sai e'
avvenuta
si
braccio appena mi
crede avere
continuamente
fati
me
gli
tol-
gano
altro
e non una
ma
la
quale
g' iddii
facciano lungo
s'egli
pure
,'
in
alcuna parte
mi
fidas&c
agS
non alcuna
che a
FILOCOLO
ov' egli piuttosto
,
non mi
lasciasse
andare
1
Roma
perocch
egli s'
,
immagina che
miei
,
parenti a lui
la
mi
togllessono
e ad altrui
mi
dessero
prima
suoi piaceri
il
i
perocch
,
si
conviene lasciarli
prima rivedere
e
il
vecchio padre
e la dolente
madre
gli di-
suo regno
mander Roma vedere co' miei parenti Tanto abbiamo sostenuto ben possiamo questo piccolo termi,
ne sostenere
e io te ne prego
amor
di
me con
,
pazienza sostenghi
tuo disio
ti
Non
s disse
tosto
piace attender
:
lei
,
partendosi fra
e in cui spero,
la notte
,
quello Dio
quale io adoro
.
me la faccia
la
rivedere
Sopravvenuta
si
diede
al
notturno
ri-
poso j
vedute
,
lei
lei
non conosciuta
in cielo
sospesa
,
una donna
molto
e le
da
testa
,
una corona
i
di valore inestimabile al
suo pa-
rere
una
circustante aere,
adornamento
e nella destra
lei
mano
le
pomo
che so-
pra
sinistro
, i
ginocchio
il
si
grifoni
quali verso
cielo
volando
tanto
1'
ave-
LIBRO QUINTO
vano verso
corona
teneva
(|ne11o portnta
,
97
la
elio 1
;
pareva che
o solto
i
sua
noi plrdi
un
,
nitro
pomo
nel quale
le
Difincoliorc rimi-
rando
mondane
regioni de-
videsimildi cia-
mcnlc
scun
costei
lato
un uomu
;
di
scmbiauli
ma
le
donsuoi
na sedeva
e negli
alti
modesto molto
sitnilmcnte
come
la
donna incorobench nn
uno umile
d' argento
si
sedesse, nella
d' oro e
,
mano
altra
1'
una
1'
e nella sinistra
al cielo
.
un
libro
suoi occhi
si-
sempre aveva
nistra della
Ma
egli
era
incoronato
luce che
faceva
la
colla
da
moveva
e la
donna e
'1
vecchio
tulli
come
don-
na
nella sinistra
,
mano tenendo un
con
la
i
aquila
donna
e
sotto
Le quali
,
ammirazione riguardando
gentildonna
la
s
,
massimamente
la bellezza della
:
fra s le
o bella donna,
com'
la
tua. Cerio io
l
cosa
veggio
mio Florio
ti
vedes-
598
se
,
FILOCOLO
me
saria
per
e metterla in oblio
,
ma
caro
mi
molto conoscerti
meriti colla
mia voce
dette,
:
Queste parole
cos le parlasse
o cara
il
tanto
,
si
stender la
mia
vita
quanto
mondo
ed
lontaner
e allora che
io.
hanno
fanno e faranno
disianti
,
trovino
le
non
hanno potenza
Tu
desiderosa nel
il
.
di
passato rifiutasti di
il
Io per te perdei
tuo
la tna
.
madre
Se
io
e tu
il
difetto di loro
rintegrare
ti
come
i
come
a vedere
non mi
la
Ora
.
io voglio
che tu
del
tua
Roma
se
peccati
tuo suocero,
gendosi
al
vecchio) davanti
,
maest del
la
sommo
Giove
deleti
non
fossero
il
:
tuo Florio
spada di
che
11
E
,
c[uesto
n pi avanti
la
dopo
si
svegli
infino che
e rimirando
nuovi
taglia-
ci
che Glorlzla
il
lato
detto e udito
LIBRO QUINTO
gli
agg
aveva
,
raccont
le
intima-
se esser poteva
,
senza dstur-
bameutu
avevano
Roma,
la
Molto
gli
si
Biancofiore
raccontava
e ve<lendo
il
mut diviso e rispose : Biancofiore, cara sposa tanto m' caro quanto a te quando orpiace , n tuo volere sia la nostra andata
, ,
,
Roma
fati
io inco-
minci
sta sta
A
l'
andare e
,
dimorare
ma
si
se di ci
il
mio di-
sio
si
seguisse
.
il
pi tosto che
potesse
saremo in
.
cammino K
gih al piccolo
faremo
Egli era
,
monte
chioma
ninna cosa
alta
sopra quello
vedeva se non le
fatti
mura
i
quando Filocolo,
i
prendere
buoi
fondamenti delle
,
future
mura
e appresso ordin
en-
dovessono rimanere.
rughe
:
manessero
egli disse
:
e fallo questo
chiam
il
giovane
,
secondo
tuo parlare
lei
ami cru:
delissima donna
senza essere da
amato
e se io
ho bene
ti
siccome gi
fu caro
essere subielto ad
amore
saria
:
mo
me
partirti
da
ti
la
ti
ottimo uficio
tu vedi
,
li
ho trovalo, quando
nuova
,
la
terra
ho cominciata
gl'iddi,
la
qtinle
producere
a fine
concedendolo
ho
proj>osto,
3oo
sieme col quale
lo
FILOCOLO
commettere
altrui
,
e ina chi
prender
se tu
vuogli prendere
,
la
sollecitudi-
quali avendo
gli
la
doner
amorosi pensieri
j
e quelli abbandonando
,
metter in dimenticanza
te esser della infermit
e dimenticati
potrai dire
,
che
sostieni liberato
e fuori
delle
sii
mani
dell'
amore
do
a
della crudel
ti
donna
non
ti
noia se io edificatore
ti
faccio di
mura
e se gente
rozza e grossa
fatta
la
quale
alla tua
ti
gran
virtii
conosco
reggere
converria
perocch se io
dessi
cjuelli
il
poco
e cos in quelli
staresti
in quelli perseverando
n mai liberato
nati e materiali
saresti
da amore.
ti
,
Ma
costoro inordiira
,
sovente
moveranno ad
ordine
la
ti
e la loro inordinatezza
gli possi
come a
recare;
ti
dis-
seguir
il
A
,
adopera
savio
medico
Prendi questo
alla
tua per
mio
consiglio
se desideri di sanare
il
Galeone udendo
sano consiglio
,
e conoscendo la
liberalit di Filocolo
e similmente
gli
il
perpetuo onore
gli
profferea
po-
seguire
rispose
roso di
me
,
si
alto uficio
,
converria,
il
il
quale ancora^
alla
come
voi dite
ottimo rimedio
conosco
mia
in
i
fermit
LIBRO QUINTO
tvte di tnnto
3oi
dono
Ih
dove
io insufficiente foM ,
,
g' iddi
,
chu in luogo
me
,
a1
mio
difetto suppliscano
,
e voi lungo
in meglio
il
tempo
aumen,
conservino in vitM
sempre
di
bene
land
luogo
e dei
acciocch
|
U
e
convocare
tutti
e due
pacificati
popoli
,
quali
a Galeone
lui
,
per signore e
che
suoi
: i
comandamenti
bono
del
quali se passassono
suo giudicio
j
pas.samento
sosterriano la punizione
,
e quelle
ed
essi
loro
e guardarli e governarli
come
cari fratelli
snbietti
fendere
volesse
,
omai
edifica
la
fatti
suoi
licenza
in
e accomia.
Uoma
Rimase
,
il
comandamento
ul
fatto
da
lui alla
nuova gente
,
fa,
che da
essi
e che
future
dentro
cerchio
fatto
per
,
le
mura
e in quello abi,
con
le loro famiglie
di
che
li
3o2
FILOeOLO
lagrimoso verno case
e
di bovino sterco
i
profondi
fondamenti cavare
mura,
nuova
terra
facendo
essa
e ciascuna di sopra
ad
una
fossi
aggiunse al circuito
tano
egli
le
e di lon:
merlate
mura
le
potevano guardare
,
perch
gli
pensando che
uo-
resistenza de*
nemici
a ciascuno
uomo
all'
arme
come
vestire
e usare
poi ripar
vecchio tempio
:
e quivi
ammaestrati
:
a'sacrificii statuiti
i
per
sommo Giove
e similmente
,
guochi da Filosi
e quelli
comand che
faces-
Que-
piacque nella pi
,
quale
e sopra esso
:
dimorando potea
per
tutto
le quali essi
de-
bitamente vivessero.
gi
veggendo
a ciascuno avere
mattoni
diritte e
suo
e le rughe essere
volle loro
dare
modo
di vestimenti
e.
diede
.
Similmente
dovessero
darsi
li-
ed
LIBRO QUINTO
borali arti ne Jspose alcuni
,
3o3
rati
nd
notte dormissero
contenti di
reggimento
la
discrezione e sollecitudine
tali suhictti si
Galeone
tava
,
ed
egli
similmente di
conten-
che
egli voleva
Che pi
il
dir di lui
che
le
mura ampliare
ne' futuri
si
convennero,
poi invidiate
sotto altro
duca
il
pervenne a
;
Roma
e siccome
a lui piacque, in
un grande
ostiere
,
smontarono vicino
Nerone
essere conosciuti.
e col duca e
pellegrina
,
forma veden-
do
ne
le mirabili
cose di
si
Roma
e vide Ascalio,
la
ma
amist con
elio
con
,
alta
o santo Ascalione
or privaci
lue
Perch
largo passi
senza parlare
sceva,
si
Allora Ascalione
:
volse, e disse
contrario
mi
EUi
1'
s'
abbracciarono
si
fecero, ripe-
tendo
tempi preteriti
,
ma
do|K>
amicheveli accoi
glienze
Mcnilio
domand
chi fossero
compagni,
al
3o4
amici
quali
FILOCOLO
:
questi sono
giovani miei
citt,
udendo
la
omai
credo
ci
parlireno
1'
or conosco
che solo
amor
non
il
di Lelio
,
mio
fratello alla
lui tolto di
ti
menava
mente
mio poich
.
alla
Oim come
tu grave-
m'
hai
.
ma
tu a Lelio portasti
che tu
tuoi
a
compagni ad
esser
meco vegnate
mentre in
Roma
,
dimorare avrete
pregandolo che di ci
a'
noi gravasse
conciofossecosach
compagni
forse
non piacea
perocch
le
donne
d' alcuni
erano con
donne
di loro
con
mie staranno
dosi
con licenza di
,
Filocolo
e tutti
nel quale le
donne
dalle
donne
gli
ne
stato di
,
maggiore di
tutti
cea
s'
egli in s
medesimo rimembrando
,
cose
incominci a dolere
veggendosi per
,
antica
ami-
cizia di
ed
egli
aveva avuto
paura
sente
,
di dar sepoltura al
avvegnach
similmente
,
a Giulia pi benivolo
non
j
essersi
mostrato
e a Bianlei
e le cose che gi di
ave-
LIBRO QUINTO
Ta
<1ette
,
3o5
,
ora
gli
cominciarono a dolere
dovesse
,
sa-
conosceva
Ma
Filottolo alfratelli
le
ed essendogli molto
e similmente
era fatto
;
1'
a loro
sposa
,
tutti
siala peraddlelro di
Giulia sorella
e Tiberina
,
e a Glogli
all'
altre
venne
dimandonne
figliuolo,
,
Ascalione
sai tu
Come,
se'
,
disse Ascalione,
caro
Certo
non
dove tu
in
e in casa cui
,
disse Filoi
colo
Roma
si
so eh' io sono
e in casa di Menilio
il
ma
te
chi essi
siano
non
?
so
e s'io
sapessi a
che fare
:
ne dimanderei
io
ora
padre di Bian,
il
e quella
la
madre
Vedi
la fortuua ci
ha mandali
perocch di leggiero
,
fossimo da loro
potremmo
in questa
:
cammino
ricevere
impedimento
ed
io
ho veduto
La fortuna
e'
in
molte cose
stata contraria
Da
fuggire la ca-
clTetto cessi.
FILOCOLO T.
II.
ao
, ,
3o6
Filocolo
s
FILOCOLO
maravigli molto
zi
,
pensando
alla
grande
nobilt de'
di Biancofiore
,
fortuna
serva
,
l'
avea recata
e molto in s
medegli
simo
si
content
isposa:
mari-
dre verso di
lei
usate
si
duole
e dice
che meritamente
g' iddii
dovriano a costoro
ricevi
dove tu onore
come
veramente
io dubito
che conosciuti
non siamo
hanno
in
sangue romano
s
.
l'
offese
io forse
da loro
fossi
conoio
non credo
sia
:
mi riguardassero perdi'
loro congiunto
lire
ma come mi
in
scenza
la
quale io
n niente
si
peroc-
medesimo aveva
disse
:
Filocolo,
tuoi
compagni
siete giovani
mondo
riconosca
per
fia
se
possiamo
Se
la
conoscenza e
LIBRO QUINTO
sidcri
,
lo;
i
loro animi
si
conoscano
e per
taciti
,
dimoriamo
infinattanto clic
io possa a
;
cuna cosa
fatti
per
la
quale
debitamente venire
parli a
,
o che
io eleggendo debito
altra
tempo ne
loro
o che alcun'
quale
il
via ci
si
prenda migliore
per
,
la
il
loro intendimento
,
possiamo conoscere
quale conosciuto
.
quello che
s*
questo
accord
e lasciarono
il
lungo consiglio.
costoro per conoscere di loro
Dimorando adunque
operare
l' il
ostiere
si
un giorno
,
e soletti andavano le
bellezze di
Roma
1'
mirando
,
non
si
potevano di guardarle
coloro che fatte
gistero
:
lodando
,
magnanimit di
il
avevano fare
e de* facitori
matem
e cos
andando
per\'ennero al bellissimo
s'
pio
nel diserto
comand penitenza
a'
annun-
ziando
il
celeste
e di Late-
e in quello en,
in
una
universo salute
Questa
si
ammi-
non sapeva
dimorava sospeso
Nella
un uomo
antico
non troppo
,
e di bella apparenza
in iscienza spcrtissimo
il
cui
,
nome
secondoch' egli
poscia manifest
lissimi
era Ilario
3o8
FILOCOLO
imperador Giustiniano venuto,
Dio
gli
scritto
forse a
,
guare vide
sopravvenne
:
ma
avanti
gli
dicesse
il
grande
perch con
reverenza
non conoscendolo,
cosi gli
cominci a par-
come
se
mai da
te
non
fosse stato
:
veduto
rispose
perocch
ora
il
mai pi non
.
lo vidi
con ammirazione
,
guardava
E come pu
essere
disse Ilario
che
tu molte volte
se de' servatorl
,
lui
come
sia la
Adunque qual
miei predeces-
sori servarono
e che ancora
^
sono servano
gli
altri
,
io servo
immortali
a* quali
iddii
regioni
gno
e diamo incensi, e
que tu
Cos sono
come tu di', rispose Filocolo. Ora ignori tu, dissellano che noi cotesta setta abbiamo degnamente in
,
odio
siccome
a Dio?
Ilario
,
Non
Dunque
'1
disse
come
sai
popolo di
,
Dio
Non
tu che
come
da noi parate
Ma
che
unno QUINTO
di questo per nulla
dell* niiimn
ti
309
alla
dimando
,
che chi
salute
non ha cura
non
come
da presumere che
curare
PoichiS
il
tu
servi
non contaminare
.
nostro
tempio snero
escitene fuori
la cosa
li
fu
o quello
mi
fosse mostrato
,
jwria essere
che dannando
la
mia
seguirei questa
Cili
mai pi non
ti
la udisti,
,
non perderai,
disse Ilario: io la
mostrer
tutta
tendere
mi converria distendere
ti
parole molte
.
le
fossero
ti
tediose a udire
il
cui
Filocolo disse
non
sia
aiTanno
.
dire
che a
,
me
mai r
rio,
ascoltare
,
non rlucrescerh
Adunque
disse Ila-
sediamo
,
dato
il
quale di
beni donatore
e in cui pre-
mi conceda che
fruttuose sieuo
mie parole
Menedone e
Ilario
In
mezzo
a'
immagine,
mostr chi
senza prina lui
tanto
fosse
come
dovere essere
fattore le
di
prime opere
bene e
sentir
cio
il
cielo e la terra,
con ci
sentia-
che
in essi di
di
si
bellezza
veggiamo o
mo, o vedere o
prima contro
alzarono le ciglia
per
,
la
es-
3io
terra dato
FILOCOLO
l'
iiifirao
centro della
ristorazione
primo padre
e
furono
formati in
Eden
messi in paradiso j e
il
mal servato
il
te variato
mostrando come
alti
solveano
e gli
ombre
come
correnti fiumi
,
davano
assetati
1'
vestimenti contenti
la
coprieno, e
1'
altrui
come i terribili suoni delle battaglie tacevano e 1' armi non erano e 1' arte di quelle non si sapeva perch la terra il beveraggio dell' umano sangue non conosceva; seguendo, come a costoro a'quali si semplice
,
vita bastava
non bastarono
n
'1
gli ordini
della natura
,
la lussuria
ma
passando
tarono
l'
nell'
una e
cosa
,
termini meri-
ira del
,
sommo
fattore
per
la
quale
il
mon-
do
allag
riserbato solamente
tre figliuoli e
con
le loro spose
,
perch erano
giusti
necessarie alla
mondana
mente
scesi
restaurazione
1'
uscimento
'1
arca lontanadi-
da
Sem Cam
,
e Jafet
l'
edificazioni
e della
1'
gran torre e
da' rifiutanti
om-
primo gustatore, e
maniere di
LIBRO QUINTO
Testiuionii e de' loro colori
trui paesi
,
3ii
e ({uali fossero
di Dio, e
({uali
da
(quelli
deviassero
n niuna notabil
tempo
e le
primo patriarca
eih line
,
Qui
conda
della terza
cominci a parlare
adite da loro .
narr
le
e
:
1' '1
'1
sali
mento
ria
dietro a lui
e quanto
di-
scendenti vi slessero
pcrto
colto,
che
dell'
acque
ri-
da Dio
dieci
e questo detto
che
tene-
va racchiusi
tacque
come
rosso
mare
u-
gli avversarii
nelle rosse
fosse la
acque rimasero
primo le<
gista
sotto
il
di promissione
gi cominciate battaglie
come
lo sciolto
popolo
si
reggesse
e sotto
3ia
quali giudici
,
FILOCOLO
e
clii fra
,
e di
che dicesse
come
la
desiderassero re e fosse
.
Qui
alla terza
eth
quarta
le avversit di
,
Da-
dicendo
all' altre
principali
come Micol
,
acquistasse
Bersabea operasse
risse e
moegli
,
perch
Salomone
mostrando come
a Dio
il
con questa
altri
che
no
Quivi
la quinta
tabile
mise
egli in oblio
per
per
da quello
ma
cosa narr
sceso Belo
Egli mostr
come
di
,
Nembrot
il
fosse di-
primo
re degli Assiri
no *era
mini
,
stato
primo
con
mano armata
soggiogandosi
fatto
,
1'
oriente
disse ci
e degli altri e
come per
reame era
i
uno succedente
all'
altro
il
il
pervenuto a
gli
i
mano
di Sardanapalo,
,
quale
bagni e
il
dilicato
dormire e
al
il
regno
LIBRO QUINTO
di Babilonia successore
,
3i3
a dire
di, e a'
il il
Medi soggiugato
re
n lasci
,
che
e Arbaio fu
primo
e dupo
il
souimore
{K>rvuniie
,
ad Alessan-
nitro avuti
nn-
de' quali
lasciante
il
Tolomeo
de{;i
regno
tempo
Uomnni che
il
soggiogarono
,
e narr
come
de^li
Argivi
primo
re fu Inaco
nco
suoi [lopoli
e nondi-
meno mostr
cata
,
che tempo
i
1'
antica
Tebe
s'
era edifi:
e chi fossero
reali e della
primo
la
re
Romolo
de'
Ro;
mani
contando di quella
nobile edificazione
;
e molte
del ginerrori di
agi' idoli
daico popolo
mostrando ancora
,
diversi
che come
la diritta via
assai detto
,
Ma
giovani
ci che
davanti detto
avemo poco
ma
vuoisi credere,
ed
;
le
mie parole
,
Quanto
cinque
passate
io
credo
3i4
FILOCOLO
disse Ilario; ora alla
Come
mio
il
dere
cose
le
se
bene
ascoltaste
uno
a cui principio
s dipartite le
non fu n
qua-
da
superbe creature
i
volle di nobile
1'
generazione riempiere
al
voti luoghi
e cre
uomo,
vi dissi:
ma
piacendo a
lei il
trapas-
lei
go
venne
mori
tutti
moiamo Ma perocch
alla
le nostre
anime
a'
fatte
da
Dio
sua imagine
tutte
,
andavano
dolenti re-
non
a risalire col
il
et,
regnanin pace
Augusto
e tenendo
il
mondo
s'
il
quieta
in
il
incarnasse
una vergine
cui
di
;
nome
fu ed Maria
alla
quale in Nazaret
la fece
citt
Giudea
dispose,
per convenevole
essa rassicurata
,
modo
annunziare
dal quale
al volere del
suo signore
,
si
dicendo
ecco
:
1*
sia
,
me secondo
la sua parola
la
qual risposta
,
fatta
e operante la
1'
incarnato
operazione fu mescolata
n opportuna se ben
si
LlBnOQUIOTO
^onnln
.
3i5
come JuUo
v'Ito
Fu nJunque
la iiiranuiziune
il
quale
\m
glorioAO
nacque,
donde ne cacci
disubbidendo
il
primo pa-
dre
potutone perdonare e
potuto
,
rifarci
degni
in-
chiude
ma
egli
pii
,
aperta-
mente
la
benivolenzn
,
la
quale ha continua
verso di
noi ne dimostrasse
servigi ci disponessimo
ma
piuttosto disservilo
delia
le leggi
presa carne
f'
seguendo
di,
mora
la ({uale
uomo
1'
di
lunghissima eth
la
(il quale
abbandonare
,
se
V ammonizione
dell' angiolo
non
fosse stata )
da Nadieci
danaro
,
mandato comandando
sudditi sapesse
,
acciocch
numero un
de' suoi
il
menando un bue
1'
asino seco;
bue
cammino ;
,
sentendo
la
,
cosi
andando
i
una
grotta la quale
lungo
la via era,
dove
per
,
fuggir
acqua o
i
entrarono
pe-
rocch per
poveramente
riposarono
la
come con
camaie
3i6
FILOCOLO
,
no che davanti
che deono fare
scendo
il
al
bue e
all'
,
gli
uomini
salvatore del
mondo
inginocchiarono,
udirono l'an-
Gloria
si
m excelsis Deo
poi in quell' ora
quella notte
il
legge:
cose,
egli
,
si
mondo mirabili
il
e massimamente in questa
quale
,
se-
condo
a'
Romani dimandanti
fu risposto
?
doveva
Perch im-
nella
sommit
il
eterno
e sopra le rovinate
mura
da
un
de'
altro salutifero
tempio
colei
nominato che
re
.
vergine
partor
Non
,
1'
imagine di Romolo
si
Romani cadde
fatte
a'
e tutta
disfece
Certo
r imagini
vincie nel
ruppono
n rest
convert
al
il
Tevere
apparve a
,
tre re orientali
stanti
sopra
vittoriale
,
monte
stella
chiarissi-
ma
un
una
croce in testa
sero
.
cercas-
avvegnach alcuni
LIBRO QUINTO
dicono rhc prima apparissono
tre soli
,
3i7
in oriente
apparvero furono
,
in
un corpo
tutti e tre
ritornarono, per
si
manifest.
certo Ottaviano
Augusto
volle da'
Romani
i
essere adorato
della savia
il
per iddio
Sibilla
ma
egli
discreto
la
consigli
do-
nando;
vedi se di
me
scere maggiore
o se
io
adorare
La quale
nella sua
il
camera dimorando,
gli
,
in
sole apparito
mostr
la
in braccio
s'
:
quale
ud dire
hcec est
jira
la disse
quegli maggiore di te
gli offerse
e lui adora
,
le
incenso
e in tutto
Romani
sentiva
io
un
cerchio
iri ;
il
quale
fatto a
modo che
il
e le vigne
proflcrano
balsamo fiorirono
;
quella uotte
e pochi di
i
avanti questo
buoi dissero,
gli
uomini mauclieranno, e
i
le
biade au-
menteranno
guardavano
annunziato
Similmente
pastori
le loro bestie,
il
andando
in
quella parte
tro*
va
tanti
ne furono
stnitli,
meritamente
o dicesi
3>g
tra
FILOCOLO
di
natura nella
non rimase
molte
altre
che avvennero
creatore e
il
salvavi
che
cose
tanto
mirabile
nascesse
,
pare
la ca-
palagi
scere e
molli panni
aver
molte balie
ma
acciocch
,
1'
umilt
mostrasse a
tutti
cos
bassamente
,
cerc di nascere
le
quali
con pi disteso
stile
ancora
,
vi
mostrer,
il
fece.
Nato
adunque
cosi costui
,
nativit circonciso
secondo
giudaica legge
tre
il
vennero a
di quella
visitare
Erode
re
dimandarono
il
dolo
e di lui dubitando
re
disse
,
e trovatelo
e da
me
tornerete
da voi
sapendo ove
egli sia,
vada e adorilo:
,
quali usciti da
Gerusalem
varono
mirra
:
,
e riveduta la stella
,
in Bettelem lo tro-
e adoraronlo
e gli offersero
oro incenso e
angelo
,
dall'
.
per
Il
,
mo
chio Simeone
allora ch'egli
la
fu ricevuto
etc.
incominci
JYunc dimitlis
Erode
tutti
comand che
:
garzonetti di
Giudea
ma Giu-
LIBRO QUINTO
lo e colla
3 19
presi
il
,
madre
fuggi in Egitto;
gli altri
da
Erode furono
uccisi,
.
credendo
tra quelli
avere
,
nato
fanciullo roorto
egli
gii
Ma
in processo di
,
tempo
essendo
co' dot,
nel tempio di
Dio
poi vita
umana veramente
:
il
quale venuto
,
andato nel
e da lui
tesimo
movia
poli
quali
come
fratelli
,
am
e loro la diritta
essi
,
la
quale
siccome
le loro
opere manifestano
Dio a mo,
convitato
alle nozze di
il
vino mancandovi
di
pura e
falla
la
,
quadragesima
cominci
a sanare grinfcrroi,
i
mondare
i
lebbrosi
,
a guarire
,
parlelici
i
e qualun,
que
altra
infermit
e a risuscitare
.
morti
per
le
li-
Egli similmente
,
scrvendo in
la
prima
pesci
cinquemila uomini
,
femmine e
senza fine
E
,
ad una Sale
maritana
narr
pi
con molli
seguit
,
sorelle suscit
Lazzaro
320
sepoltura j e
FILOGOLO
mangiando con Simon Fariseo,
,
alla
,
donquale
na di Macdalo
lungamente
stata peccatrice
i
la
piedi
,
e asciutti co'cai
perdon
.
molti
peccati
dicendo
va', e
non peccar pi
Egli simil-
ma
,
poi
per
le
fu cercato di lapida-
prima
volta fugg
ma
di
poi con
d' ulivo e
palma
poco
onore
gli
dur
Ma
egli gi
,
conoscendo
il
tempo
,
loro
come
:
egli
nunzio
in
dopo
tutti
piedi,
and
uno giardino
j
quelli
ma
,
colui che
dendolo
ne fu preso
era che
il
ma
:
niuno
tenesse,
quando
suo cospetto
ma
,
redenzione
,
stando fermo
rendute loro
prime forze
si
?
lasci
Avendo
ta-
Simon
gliato
Pietro
uno
il
quale egli
,
capo degli
1'
altri
e suo vicario
aveva ordinato
orecchia a
il
uno
am mocostui
il
nendolo che
coltello riponesse
1'
orecchia san al
magagnato
Fu adunque
e d'
,
cosi preso e
menato
Anna
quali a Pilato
mandarono
di lui
porgendo
false
accuse
siccome
LIBRO QUINTO
quelli
3i
,
la
pen-
saiidu che
vivesse tutto
rebbe
alla vera
.
e essi riinarli
rieno senza
Pilato
,
il
Roma:
ni era preside
tenne
a
la
manina
mand
Erode
desideroso di vederlo,
il
rimand
sto
Pilato
,
non trovando
in lui allo
cuna colpa
volea lasciare
ma
il
grande popolo
dendo che
gridando
ci bastasse
il
quali
,
la
sua morte
a quella
il
condussero
,
e ia
crocilssero
scher-
nendolo
e dandogli
V aceto
e fiele
a bere con
una
spugna
do costui avvenne
tissimamente
'
ascoltatelo. Egli
le pietre
:
spezza-
il
i
Salomone
divise per
mezzo
:
monumenti
s'aprirono, e molti
corpi risuscitarono
il
quintadecima
le quali cose
Diouisio veggendo
,
essendo in Atene
.
disse
il
si-
o tutto
il
mondo
E Longino
il
venire giuso per la lancia, perch agli occhi ponendoselo riebbe la vista
.
11
schernitori
mente
Dio
Dunque dove
2
I
tali
e tante cose
videro,
ben
si
pu credere colui
figliuolo
FILOCOLO T. IL
32a
di
FILOCOLO
,
Dio
,
Venuto
il
ve-
spero
fu
codemo e da Giosef di Arimatla e con odorifere cose involto in un mondo lenzuolo, fu posto in una
sepultura nuova
,
la
,
gellala fu guardata
lutti
suoi discepoli,
,
quali
abbandonato
1'
non ve-
Ma
cosi
anima
si tosto
come
,
il
corpo abbandon
tenza
trasse
santi padri
:
e aperta
serrata
,
infino a quel
tempo
.
stata
al
Poi
terzo d ri-
tornando
t
,
al
trui
i
dopo
il
quarantesimo giorno
vedendolo
ne
tutti
sal
i
madre
, al
cielo se
a giudicare
il
dopo
decimo
,
gior-
no
tutti del
Santo Spirito
g'
Infiamm
per lo quale
e predicando
la santa
.
mondo
,
n'
andarono
Ora
disse Ilario
,
diamo e adoriamo
alla
quale n
si
potea supplire se
la gloriosa nativit
come
,
e la concezione
Udito
avete la virtuosa
,
lau-
1'
affannosa e vitupe-
e la cruda
morte eh'
egli
e similmente
1'
3a3
vittoriosa resur-
sione vi
ho mostrato
e ultimamente
,
la
donazione
il
e nunzato v'
,
ho
futuro
giudicio
le
vero Dio e
vero
uomo
e risuscitato essere
conoscerete.
vi si
occulter
verso di noi,
il
quale per
me>
dcsimo.
Gran
cosa
,
yter la libera-
o
,
1'
altro
o l'uno
,
per
1'
altro fratello
il
figliuolo per Io
ma quanto mag-
giore
il
gliarla
Noi
tanto perfettamente
1*
da
lui
fummo
altezza
,
abbandonare per
si
pigliar carne
umana
vi
acciocch possibile
facesse a
.
patire
e a pigliar
Adunque non
le vostre false
,
vinca
alla
quale
e abomicacciate
ma
da voi
anime
sentate
Me-
nedone
le dette cose
da
Ilario, e quelle
notarono, pa-
pi volte
ogni
fiata ridir se
ne facevano parte,
essi
distesamente
non
si
si
facessero
tutte
facevano narrare
Ilario in
colo
dimand
che
la
credenza perfetta di
3^4
chi salvar
ci cosi
:
FILOCOLO
si
voloa
si
rislrlgnesse
A cui
Ilario
,
comin-
e sempli-
incommu.
dimora Crediamo
,
Padre
Figliuolo e
Spirito Santo
tre
il
ciascuno procedere
n mai eb.
bero principio
e cos sempre
Crediamo
Crediamo
e creatore
creato di niente la
cio
1'
angelica e
mondana
e appresso
.
1'
umana
quasi
comune
all'
di
spirito e di
corpo
santa e in-
dividua Trinit
al
tempo
desse
umana
da
coope-
generazione salute, e
tutta la Trinit
comunemente
rante
il
Santo Spirito, fu
di corpo
.
fatto vero
uomo
di razionale
anima e
due nature
con-
secondo
l'
umanit
si
fece passibile e
mortale
11
la salute dell'
il
umana
ferno
Cre,
anima
ri-
e salisse al cielo
parimente con
ciascuna.
Crediamo che
i
r a .giudicare
vivi
''
r^n^'^
e a rendere a ciascuno
LIBRO QUINTO
secondo
le
3a5
,
come
a'
buoni
ac-
ciorchi>
come avranno
pena eterna
,
Fiuto
in
.
Giove
in gloria
sem-
piterna
Odiamo
f
versale chiesa
si
il
crediamo che
salvi
cui
sotto spezie di
si
contiene
transustnnziali
pane
in
corpo e
il
vino in sangue
il
ministeegli
che
del
pu
fare, se
sarU dirittamente
,
ordinato
apo-
Crediamo
,
simil-
mente
il
quale ad invo-
come
vuto
a'
grandi
da chiunque
secondo
il
forma
dopo
,
quale rice-
s'
crediamo che
;
e non
vergini e continenti
ma
,
ancora
congio-
per
diritta
crediamo potere
cosi a te
e a quaparteri|>e
lunque
altro
che
,
di
quella vuole
essere
convien crrdcre
alcuni
cose
,
dannando ogni
,
altra
opinione che
altri
avessero avuta
siccome
Grandissime cose e
roirabil
credenza ne conta
il
326
tuo parlare
,
FILOCOLO
disse Filocolo
a Ilario
le quali
,
tanto
che gi
senza
animo
ma
miei compagni
voglio
1'
ancora che
.
fa-
ben
fatto
cui Ila,
mie parole
e con
teco
tuoi
compagni
vi conforta
lume procede e a chi per la medesimo diede ad obbrooscura caligine dalle vostre
briosissima morte
vacro
il
quale lavando
menti
vi lascer conoscere
Dio
il
quale
l'
orazione
.
tempo opportuno
Assai
pu
se in quella
pure miseramente
dimora
Fede Speranza e
pu
piacere a
Dio e
,
regni
li
sieno serrati
tutti
i
Dunque
donatore di
beni a servire
.
e la prigione eterna
N vi
vi
mostro
,
che
le parole
da
me
dette a voi
altri
quali avvegnach
dittatore
^
uno
solo fu
il
cio
'1
Santo Spirito,
la cui grazia
mori sempre
UBRO QUINTO
Partironsl
rio sopra
fra loro
Ja;
eia
Ila-
ripetendole
pi volte
:
quanto pi
essi in loro
le
ripetevano tanto pi
piacevano
perch
tor-
narono
lieti al
loro ostiere
gli altri
dove
essi
il
duca e Parme,
nione e Fileno e
trovarono aspettargli
mara*
dimora
cosi soli
co' quali
do pi dentro tenere
tutti in
1'
accesa
fiamma
chiamatigli
cosi loro
cominci a par-
lare.
me pi
che
la vita cari
nuove generazioni
certo
di parlari
addu-
cono, e per
assai di ci
io
soa
al
che voi
vi maraviglierele
:
che
ma
il
pe-
e secondo
U
voi
mio
giudizio
il
debbo
fare
cuo-
re in
Noi
siccome
sapete,
il
al
terzo
compier
me
seguendomi
lasciaste
siccome io
solo
le case vostre, e in
ma
pe' quali io
ho
la vostra costanza
,
cizia conosciuta e
conosco perfetta
ne sono tenuto
Ma comech V
avversit
la
molle
vita
si
mio
,
disio riconosco
mi
manifesta
che
se io a
quello ond' io
corona attendo
non debitamente
vi
avrei guiderdonati:
ma
il
sommo Dio
provveditore di
328
FILOCOLO
ha parati
quali da lu
,
non da
me
se
'1
mio
consiglio terfelici.
rete
come
savii prenderete
e in eterno sarete
che
da avarizia costretto
,
le
muova
nfino da ora
ogni potenza
li-
e ci che io
voglio
la
essere
la quale e a voi e a
,
me
se
prendere
,
vo-
gliamo
apparecchiata, e dirovv
come
comin-
molte volte
gli
si
partisse quivi
costoro disse,
come
avesse
E mirabile cosa
nell'
fu, secon-
do che
prima
Non
d' ab-
che
io
bandonare
nostri
errori
,
corso a questa
fede
,
io ci
ho molto vegghiato
trovato alla
il
molto in
to
,
me medesimo
ci che vi parlo
ho esaminasanta
e
.
fede
che dove
,
mio con-
siglio
non
dobbiamo
,
il
LIBRO QUINTO
pnio, vi fin Iiastevolc
.
819
sflvii
Dunqnc
Siale
de' pii
legnea-
do V esemplo
o
r.irc
adunque
solleciti
meco
insieme
I
stui
maravigliarono molto
,
e guar-
ben dire
di costui
di
conobbero grazia
trata
;
Dio
, i
nobili
animi
slati
locolo
non erano
discordi
cos
come
nelle
mon-
lui
entrarono in
:
un volere
meriti
alti
ne rendi
a'
lunghi aOanni
la
sua luce
le
ha sco-
Fuggansi
alla
tenebre
.
guiamo
scano
,
luce vera
1'
amato
il
da noi
Venga
vivo fonte
dure
nelle quali
,
come
,
ciechi
cieco duca
siamo caduti
festo
.
ci lavi
Levaronsi
altri
giovani
lieti
perocch
il
suo lungo
disio
il
vede venire ad
dormire che
mera
ragionare
la
ma
33o
che
io voglia
il
FILOCOLO
:
ho
gi
d' aprirti
mio
talento
si
per qualora
ti
piace
io
son presta, e gi mi
la santa
fa tardi
che
io
sopra
mi
senta
sperta
pi della notte
di-
mor, con
pagni
disio aspettando
il
il
ra mettesse
.
com-
Rend
tando
la
chiara luce di
Febo
lieto
raggi suol
confor-
le tramortite erbette, e
levato con
Menedon torn
ad
Ilario
,
, il
quale sosalu-
pra
tato
tempio trovarono
,
e lui
e con chiara
,
verit ci
avevano
gli
narrarono
come
loro
bile
sti
compagni
di tal
Allora
di
quanta
il
,
datore
ringrazi
Dio , e
bene
5
ninno indugio
,
sia
a questo
il
chiama
tuoi
compagni
e ricevete
santo
lavacro.
ma
prima,
acciocch siccome
,
anima porto
con quella
Ci mi place, disse
fede a
faresti
,
me
medesimo
.
sicuro che
cos
il
sentir
,
Perio
il
ch FIlocolo
caro padre
LIBRO QUINTO
corchiS a
role
,
33i
me non
costretto
ma
;
da necessith
le
gna
del re Felice
,
quella
ni'
siccome alcuni
de' dodici
,
hanno detto
un tempio od uno
Dio
dedicato
dife-
al
quale
io
temrr
il
credo
sitano
e sovente
citih
vi"
nobilis,
il
nome fu
il
Lelio
AflVicano
,
visitarlo si
,
mise in cammino
cui
e con
men una
sua donna
nome
,
era Giulia. IS
che essendo a
mio
passando
essi
fonda valle
assaliti
;
da
lui e
ma
mezzo
de' cavalieri di
mio padre
che di numero in
tra' quali
Dopo
fu alia
la
:
quale da
di ci
lei
mi
sia
vero. Era
in
similmente
giorno
,
la
amendue
anima
a
un
e
se-
la
mia madre
me
mata Biancofiore
condo
partor
Dio
seppellita fu onorevolmente in
il
un nostro tempio
,
nostro costume
Noi
nati insieme
,
con gran-
fummo
e in molte cose
,
siccome
io ora
credo
volere di
Dio
33a
fa che
1'
FILOCOLO
uno
,
dell' altro
s'
innamorasse
e tanto ci
nero
vii
amammo Ma
.
n'avvenlei
ultimamente
mio padre
credendo
di
io
la prendessi
n mai davanti
mercatanti
,
la
mi
vedessi,
come
ser-
va
e a
la
vend
a'
e fu portata in Alessandria,
.
me
Ma io
poi la veinfiniti
rit
sapendo
la
mi
do.
congiunsi
lei
amo
monap-
E
;
certo io n'
il
ho un piccolo
mese
sia
quale
pena che
Lelio
ir
sesto
compiuto
'1
suo
nome
misura
meco.
secondoch io ho inteso
di
Lelio
ma
lei
,
gi
non ne
,
conoscono
avvegnach con
sia
una Ro-
mana
con
li
la
e che sempre
essa stata,
,
cui
nome
conosce
e a
lei
tien ce-
lato.
io queste cose vi
,
ho
detto
che prendendo
palesare
,
il
santo lavacro
dubito non
mi convenga
detta della
sopra
me non prenmi
dano
potessi
si
mi
saria la pace di
mi
partirei
se per alcun
io nella
il
modo
avvegnach
,
niente
ci fa-
colpassi
e che
LIBRO QUINTO
cesse
,
353
Certo
la
il
si
mi
me
si
vita di
sa.
,
Lelio
mi
saria pi
Voi
Dio
quella
mondo non
,
dovete ignorare
che chi
.
sa le
gran
cose
le piccole
Udito avete
duoi|ue per
me
bisagn!
amore
che
al
mi
avete, vi
prego
mio bisogno
util consiglio
porgiate
Ilario ascolt
con maraviglia
si
le parole di
Filocolo,
pilli
volte reiterare le
fece
n alcuna particolarit
,
e dell' alta
condizion di Filocolo
strava quivi
mopi
ebbe ammirazione
:
la
tua nobilt
,
mi
fa
che se tu un parti-
uomo
fossi;
uomo
di Dio,
come
io
l'
onorer
come
bene
,
figliuolo di re
le tue parole
,
dee onorare
E certo
,
se io noto
che
di tanti e
vita tua
.
tali
ha liberato
ti
sostenendo la
Ma
petrata
se
non
conversione
'i
alla
se'
ve.
nuto
di
che tu
se
conosci
molto
se'
tenuto
E
'
ma
confortati
che
ha
io spero
pericolo
t'
tratto,
similmente di questo
utile e presto
,
libererei:
ed
io ci
,
prender
modo
come
tu ve-
drai
perocch Quinlilio a
egli
me
strettissimo
amico
la
Ma
certo tanto
dico
sieti la
n guardare perch ia
334
ella fu del
FILOCOLO
madre
e
alla
creata
'1
padre
fratello di
,
co-
trasse origi-
1'
opere e
.
la nobilt del
1'
universo
acciocch
dica,
,
ta lo vedrai
il
quale alla
come
il
avanti
ti
,
torn non
sono
quale Bellisano di
il
congiuncolui
Io
come
sommo
pontefice
e vicario di Dio
Dunque
1'
confortati e spera in
Dio
che
il
sole
non vedr
promessione for-
ma
partito
,
e per Menili
donne
venir dovessero
prima
essi e
appresso le loro
sola Biancofiore
,
con Glo-
in
una parte
a'
mirabile cosa
.
miei
come
udirete
,
Questa mattina
di piacecosi
andando
io
un giovane
,
vole aspetto
io
come
andavano
egli
il
pd
mi
rispose:
Spagnuolo sono
eoa
perch
io entran,.
do
in ragionamento
que' paesi
LIBRO QCIINTO
il
335
frnlcllo,
quale
Ih
rcndA V nnimn
Dio
e dimandandolo se
,
di lui
sentito
aveva
al
che mi
ri-
parte noQ
ri-
mase una
la
il
cui
nome non
sa
partoren-
Spa-
gna
del pne5M;
ce
il
quale
ac-
condoch colui mi
insieme nutriti
,
di lei molto
innamor
1
e ultima-
mente
oltre
:
a' piaceri
sposa se l'ha
copulata
la
dopo
la
morte di
come
unigenito
la
le
quali cose
j
udendo
mi furono
care
perciocch
Dio
suoi
bandonare; che
s'egli a s
chiam
Lelio, egli vi
don
una che
menterh
,
'1
di
tra voi.
secondo-
che
il
mi
dice,
il
marito di
il
lei assai vi
ama, e
ci manifesta
un
piccolo figliuolo,
di lei,
il
ha che
fratello
gli
nacque
e se avere la credesse
;
vo-
vedere
,
ma
tenza
non sopra
egli
morte
alla
quale
336
Deate colpo
,
FILOGOLO
j
voleste veiigiare
si
perch a
me
parria
che a
lui
,
siccome innocente
mettere
pace
non
rintener
che per
anzi
ri-
guardando
1'
uno
,
1'
altro
stettero per
tristizia
ammirazione
ricordala
:
cJquanto muti
n seppero
,
della
morte mostrare
Quinlllio disse
:
nipote
ma
poi
la
tanto ne sarla
dolce e cara
:
e tenere
si
come
nipote
ma
co-
me
possa
fatta offesa
mettere in
il
giovane
innocente
portare,
piaceri di
il
morisse
;
cosi
vivendo l'avria
ci che
il
:
fidi
nostro
vera-
onore non
sosterresti
mente
onor vostro
Io cono-
molto piacere a
,
Dio
e senza vostra
vergogna
la
quale
ancorach
,
ci
fosse la dovreste
se voi
vo-
e consolazione acquiil
stare
A
il
giovane in
Roma,
contraria legge
a (piella di
di leggieri torner
similmente
il
la vostra
tutto
il
vi fia
siale
pacificamente
manifesto
Voi
in
LIBRO QUINTO
pensiero di vendicale la morte di Lelio
vendicala in vergogna vi reputato
egli avanti
.
,
33;
la
quale non
la
Or non
vendic
uccise
e multi
altri;
quando
le
avesse
Dio
si
vogliono
ven-
il
quale con
diritta
.
stadera rende a
Che
consolazione e
che gloria
satelo voi
stra
al
vi fa vedervi
:
egli
,
ancora se ne
aumentare
il
la
no-
repubblica
suo regno
:
romano imperio
sottomettere
,
come
che
gili
fu
perch
vostra
me
pare
e cosi vi consiglio
,
s'
egli la
pace vuole
che voi
gliele concediate,
il
e qui vegnendo
riceviate
questo niuno
fosse la
rispondeva
cara nipote
udita
,
ma
,
sua
di cui
con assidui
pace concedessono
,
al
giovane secondo
il
con-
e facessero in
Roma
la
nire
donna
dubita
trarii
disse
cume
si
e noi a lui
sono
alla nostra
mandanti ofienderie-
no.
dere
A
al
giovane
il
come
parente
io
credo
Dio
che
nipote e
'1
noi faremo
e andati davanti al
FiJLOcoLO
T.
II.
aa
33
santo altare
,
FILOCOLO
dinanzi alla immagine di colui a cui la fu cara, per la sua passione e
la nostra vita
morte per
risurrezione giurarono in
egli la loro nipote e
il
mano
essi
d' Ilario,
'1
che qualora
marito e
presentasse davanti
il
che
come
,
carissimo parente
rlceverebbono e onorerebbono
e pi che ci che
na cosa pi
vi
dimando ,
quan-
do
da
io vi far
chiamare verrete
,
me
perch costoro
Ilario partiti
Biancofiore rimasa eoa Glorizia sola nel gran palagio del suo padre
,
essendo gi in
zi
Roma
dimorata
,
dimandanti o di dimani
dare
suoi
perch cosi
dove sono
gran parenti
quali gi
mi
dicesti
che
la
io qui troverei?
Ove
molti abbracciari?
?
Ove
.
gran
festa della
,
mia venuta
Oim
io
non ho ancora
ne hai
niuno veduto
n tu ninno mostrato
me
Deh
me
,
tua
Roma
vidi parlare
tal
Certo io
mi
conveniente, che
non conosca n
sia
marmi
.
non
avrei
il
tanto a te e a
me
,
convien so-
stenere
nit n'
che
tacitur-
ha imposta
e fra s di dire
come
dalla so-
LIBRO QUINTO
rclla
Ug
fratelli
madre
e da'
;
del tuo
farsi
e similmente di
a cui
,
congiunta compagna
in
compagnia
di Menilio
si
m>
dV
. ,
consumava
a'
quali
e se non fosse
costei
.
gih
le
pareva
Bian-
Ma
1'
udendo Filocolo
chiamare
chet alquanto
si
ardente
.
rivedrebbe
,
Fece
narr
a so Filocolo
come
egli
nelle sue
gli
;
mani
che
far dovesse
io
dimand
farti
giovane,
ho promesso
essi
s'
acciocch
nel disio
alquanto
pi
accendano di vederti
com-
pagni per
modo
no
Del quale tu
a'
si
cheto stea
,
che
la
fama
di te
non
pervenga
io
loro orecchi
:
per
te
mandi
quando
mio mcssaggiere
che tn
se'
t'
vedrai,
allora
rai
la
,
come
adorne-
parenti sicuro
presenter
partitosi Filocolo
da
Ilario,
3^4
FILOGOLO
all'
,
tornato
ostiere
narr
a' suoi
compagni
clie
far
doveano
a Menilio
e preso da lui
congedo e da Quintllio
comda
me
partendosi
saliti
sopra
buoni
,
cavalli,
al
con
tutta
la famiglia
'1
piccolo figliuolo
,
che
primo loro
,
si
cercarono Alba
antica citt da
Enea
edificata
alla
quale
assai tosto
il
pervennero
attesero
Ilario
che
impresi
fatti
era sollecito
avendo
con molti
altri
ragionamenti
gli
animi di Menilio e
e la loro nipote e
'1
piccolo Lelio
parendogli tempo,
,
che
la
futura
e questo fatto,
andato a Vigilio
sommo
il
il
sacerdote
,
e avvisatolo della
,
e la cagione
con umili
commosse con
^1
eccellente pro-
e
il
dopo
lui
samente
il
promise
allora Ilario
la
mand
per Menilio
,
;
andassero in.
contro
e che graziosamente
il
il
ricevessero
Venuto
grazioso giorno
de-
LIBRO QUfNTO
sidcrato
citili
,
34
alla
il
grande Arnese
i
In
:
f|tin1
cosa secondo
il
suoi
comandamenti
abito
,
fu fatta
ed
egli lasciato
pellegrino
co' suoi
d'
un bellissimo drappo
,
a oro
si
vesti
compagni
e slette sopra
un gran
cavallo bellissimo
riguardarlo
come
il
mostrando bene
compagni
guito
assai
,
ai
ap-
presso
un verde
velluto,
ordine
e sopra
essi
cara e per
magistero e per pietre grandissimo tesoro, veniva, bellissima tanto quanto ogni comparazione ci saria scarsa.
E
e
dall'
una parie
il
iscalione,
magnifca-
dall' altra
duca
dopo
loro Glorizia
altre
piccolo gar-
zonetto
colo dimorava
lilio
come
vide
il
giorno
cosi
,
con Qnn-
e co*compagni
,
festa
ad ovviar Fi-
na
in guisa di
e dai
nobili
uomini
Roma
vedesse
la
quale
ella
non conoscendo
n da
lei
co-
34a
FILQCOLO
.
E cavalcando cosi
,
non
mollo lontani a
renti
,
Roma
da lungi
,
si
vidono
cari pa-
per
la
tutti
entrato innanzi,
come
e Menilio e Quintili
disse
nobili giovani
,
ecco qui
il
6gliuolo di Felice
,
re di Spagna
onoratelo
,
e pacificamente
ricevete
come
:
avete promesso
e
,
come dovete
ecco qui
nosci e cosi
e a Filocolo disse
della tua sposa
,
altissimo principe
gli
i zii
come degni
la
si
rico-
gli
onora : e posto
destra di Filocolo
tacque
trombe e
gli altri
.
strumenti
infiniti
s'
riempierono
Essi allora
abbracciarono e
festa,
baciaronsi in bocca
e fecersi maravigliosa
ben,
stupefatti fossero
non
a cavallo
la
qual veggendo
sala
mano
il
e di braccio
,
a Glorizia recato in
braccio a s
,
piccolo Lelio
e Tiberina con
altre
,
donne gi
e disse
:
si-
'1
amore abbracciarono
sopra
mondo
lezza
Cloelia che
ab-
LIBRO QUINTO
Braccia mUle volte
o bncinndoln
,
,
343
di tenerezza Ugri-
mando
rina e
ti
,
tutto
il
moke
paren-
da
il
gra-
zioso garzonetto
con maravigliosa
festa
mirandolo
ringraziava
renduti
ni' hai
La
festa fu
?
grande
e chi la potria
interamente narrare
tornando
alla casa
essi
quale
ella
pu pensare:
a cavallo
,
la
qual facendosi,
rimonta'1
rono
duca
,
dall' altra
accompagnando
Cloelia cavalcavano
Ti-
berina in
mezzod Menedon
,
e di Messalino veniva:
coGore
mai
fosse
;
da Cluelia senza
e
,
altre nobili
ma-
Quivi Vigilio
,
sommo
,
al
Romani
quale
come
Filocolo
il
le
e poi
umilmente
,
a baciargli
egli
,
piede corse
conosceva
rizzandosi
,
il
quale
bea
di-,
inchinandosi molto
si
abbracci
e poi
,
festa
e Ti-
344
berlo fece
il
FILOCOLO
slmlgliante: e Biancofiore similmente da
,
cavallo discese
trattasi la ricca
corona
:
di
lontano
al
santo padre
,
al
freno del
fi-
cavallo
fino al santo
tempio
ove
la
al
quale tutta
Roma
te
.
ed
acqua per
,
nella quale
primach
i
altro
si
facesse
,
FInel
locolo e
il
suol
compagni
cospetto di
Bomani da
,
home
del
battesimo
e rinunil
ziando
la
iniqua
,
suo ap-
positivo
nome
me
naturale riprese
e rivestiti tutti
si
con
la
be-
partirono
e accompaaltri
romani
principi
festa a'
grandi pa-
Quivi pervenuti e
saliti alle
gran sale
si
ricomingli
al-
do
la
tenessero
celati
e rimasi contenti
ninno ad
altra cosa
che a
LIBRO QIirNTO
festeggiare ntendea
.
34$
misura contento
a mostrare
,
quivi
prenditori siano.
si
Niuno
gli
ta
il
parta
'1
simigliantc
duca e
gli altri
fanno
e quasi niuno in
Roma
che
sia loro
tenuto,
fama, e come
s'
iddii
vi
sono rive-
e di servirgli
Quiutilio
,
lieti
,
vivono di
tal
parente, e con
gli altri
facendo
festa
ramente fu riconosciuta
dre
la
desiderosa di rivedere
paac-
madre
e' suoi
compagnata da molti
fratelli
ricerca
suoi palagi
ove due
lei
tire
Ella
due
sorelle
1'
gih grandi e
con
figliuoli
e tre
,
fratelli
pi che
le parli
uIl
.
sato
si
vide, e
non conosciuta
,
non chi
Sempronio
riconosce
bil
,
di lei
maggior
no
ii
quale
ella
bene
no-
ma
gli
egli lei
,
perocch
nell' aspetto
donna
pare
1'
onora e
cui Glo-
o caro mio
fratello
,
nosci tu?
Non
vedi tu
io
tua Glorizia
la
quale
si
piccola da voi
mi
seguendo Giulia e
Come
il
mi
rico-
A cui
Sempro,
gentildoana
a cui che
346
voi molto
si
FILO CO LO
disdice
,
dare
gli
di befFa ritornando a
memoria
noi vi siamo
,
quancasa
do
vi piaccia
fratelli
e servidori
j
la
nostra
apparecchiata
ma
cessi Iddio
che
vi vo-
gliamo
seconsic-
che
la
piangemmo molto
Domeneddlo non
.
come
cara sorella
j
Roma
manifesto
e sappiamo ancora
es:
Tot
sete errata
parla-
per
la
le
due
e per
li
dopo
sua
partita
e per
:
custanti
disse
oim
fratello
or
come mi
Sono
1'
io
femmina
cui in alcu-
no
questo conosco
che
,
tra
modeste
detto
Oim perch io le mie case ricerco m' che io meno che bene parlo ? E pi m' detto,
.
che
io
pianta e seppellita
Deh Dio
io
i
,
come pu
egli essere
m* abbi
1
riconosciuta
miei
non mi rlcono*
sono Glorl-
scano, anzi
mi
scaccino
Ma
io
zia
vivo, n
mai
come degna * Mostratemi Lavlnio mio padre e Vetruria mia madre e fate venir Curzio mio promesso
,
marito
il
LIBRO QUINTO
nio mio fratello
pili si
l/f?
lasciai
cominci a maravigliare
;
ma
la
memoria
,
del TbIao
lascinva
Il
corpo
non
gli
gli
rapportava.
,
vecchio padre ud
la
quistionante figliuola
,
e la voce
non udita
di
chiamato Sempronio
menasse
la
gli
donna
la
suft
poca
vista fu palese,
che
come
poteva grave
mia cara
avcano
,
figliuola
e narratole
come morta
,
pian-'
e poi
madre , e
rallegrare della
mul-
rezza
con
festa a
il
qual
lei
cre
altra n'
Ricevuta Glorizia
narr
e dopo
1'
anima
senza comparavesti-
ma
fattolo di nobilissimi
menti vestire
sopra
un
ricco letto
vergognandosi di spander
,
lagri*
me
quindi comand a
,
e solo rimaso
viso
,
con amarissimo
cominci a direi
morto
cosi
348
FILOCOLO
,
o singulare amico a me intra molti a cui sempre le mie avversit furono tue dove se' tu ? Quali regioni,
,
,
o Ascalione
credo
cerca test la
,
le celestiali
,
perocch
O caro amico
Ove
a te
il
me
la
l'ha diviso!
ritrover io simile
,
Chi, se
fortuna con-
traria tornasse
di vivere mitissimamente
,
mi
gravi
daria
consiglio
di
essendo amore
alle
mie
sottentrerebbe
come me
il
sottentravi
fitte
tu
Oim che
intime mi,
nell'
prima
mio
spirito le sottili
.
aure cercher
eh
ma memoria
Alcuni vogliono
altri
Maro som-
mo
pra
poetit quella di
1
altre
pone
Damone
sciuta
.
altre
passate
ma
hai
la nostra
ha cono-
me
di
portata
furioso
fer-
lungamente guard
egli
per
te
non pass
mezza
folle
E
fa
chi fu alla
mia lunga
follia
continua guarsi
quale pi dirittamente
follia
,
pu
dire
maggior
come
Se Peritoo ardi
di cercare dietro a
Teseo
le infernali
case, di s pi maraviglia che odio mettendo nel doloroso iddio gran cose fece
:
ma
tu
non di
dietro
da
LIBRO QUINTO
me
,
349
COM e da
Achille
egli era
.
non dire
il
passare
,
E M
animosamente
morte di Patroclo
eoo cui
facendo
se
si
con
la
non
fossi
morto
ter
campare Eurialo
vedendo
amore
me
,
meco ,
chi du-
se io fossi
morto
e io l'udiva.
io
mai non
non
fossi
come
Fizia per
stretta
amisth
I
la
singulare amico ho
perduto
Tu
quanto pi
1*
avversit
.
mi
infestava
Niuna cosa
,
celavi
me non
fosse aperta
e molte cose e tu
mio
similmente
cui tutti
eri di
che
cosi
vanno
tra'
coli'
sole fiere,
quali se alcuna
si
nube
si
oppone che
privi la luce,
con quella
nell' altro
il
fugge.
Tu
cosi nell'
.
sempre
fosti
eguale
quale mai
la tua
?
volonth dalla
mia non
,
ove
pi
pari a te ritrover
discreto maestro
e a
me
che padre
cui
ammaestramenti seguir
io
Sotto
Chi
mi
fia
fido
duce
?
A
di
glio ricorrer
non so
Chi mi ripresenterk
te
mio
padre
sicuro
il
qual sentendo
s'
meco
rivedermi vive
,
Certo
egli la tua
morte sapesse
egli si ere-
35o
]a
FILOCOLO
Oim, quanta amara mi pare
fosse piaciuto a
I
tua partenza
Or
Dio che
la
tratto j io veniva
contento siccoil
me
Biancofiore ha avuto
suo
disio ritrovandola
Appresso con
,
cosi fatto
com-
pagno partendomi
tere esser potuto
di questa vita
passare se
non a pi
,
Ora
credo che tu in
grazia mirabile
lieta vita
ti
dimori
,
Do nel mondo
perch da
lui
si-
concedette
la
come io credo l prego che per me dinanzi al tuo e mio fattore impetri grazia che mi lasci mentr' io
,
quando
accioc-
a passare di questa
vita
vengo
costass
mi chiami
,
mi
serberai
ch come
it'co
,
io
vita
asciutti
lagrimosi
usci della
camera ove
stava, e
il
morto corpo
il
mai
altro
non
aver conosciuto
,
e simigllante Glorizia
,
la
quale
molto r amava
sallno e
'1
duca Feramonte
gli
altri
e ancora
Mes-
Parmenione e
.
riconfortare
donne
di ci dolenti
assai
il
pultura
Essendo
la
gran
festa
di Florio e di Biancofiore
LIBRO QUINTO
lungftUieatc durata, u venuta a iioc,
1<;
35
lagriiac passate
il
del
trapafi8.ito
il
Ascaliune
,
a Florio
egli a
si
raccese
disio di
rivedere
padre
perch
Menilio e al fratello
suo regno,
,
la
quale beni-
gna mente
gli
fu conceduta
dimornnza
Ma
primach
la santa efgic di
recata di Jcrusalem a
Ve-
spasiano: e
dopo
riguard
strata
,
fu loro
moil }
saltatrice giovane
,
in-
Roma
,
fu che
essi
non
ve-
dessero
dal
re
,
le
quali vedute
pastore
,
sommo
che
Ilario
con
lui dovesse
andaIla-
da
e a quelli che
si
con-
E concedutogli
con molti
da Vigilio
si
e preso comiato
parti
altri
romani
della
nobili
ciltk
,
re
Ma
e accomiatato
Ilario,
da loro
i
parli
quali seco
menava
e Biancofiore appresso
di ritornar tosto, la
35a
sci
FILOCOLO
Quintino suo
zio, e
e a quella
forse
padre
,
la
sua felice
la
quale esso
,
attendeva
avendo
sua fortuna
della
ma
per quello
il
dolente vivea
gliuolo
:
fi-
di
lei
graziosa prole
gli
.
lo iniquo cuoi
re pensieri di nuocerle
dati al vecchio re
lito
,
Andarono adunque
man-
e sopra
quella stando
rimirava
cui
di quel-
lo la venuta nunziarono
imposto
che conciofossecosach'
verace cre-
che similmente a
suo venire
,
se
non
re
prima
simo , come
cosi
divenne distur-
o misera
la vita
?
Prlmach'
il
io
l'
pi di
me
Bench'io
felicit
mia
mancasse
LIBRO QUINTO
e che senza quelli nulla
si
353
felicil
fossi
.
e avutolo
che
Oim on non uii fosse mai nato che certo ancora col mio nome durerebbe 1' effetto Io misero nella sua nativit mi potei uno IN acctoccht? in misero l'aa<;gi(ignere al sauto nome
fosse
,
vesse
mutato come
In
Io
mi
min vecchiezza
.
ed io gra-
Questi dalla
tristo
di lui
vivuto
credendo per
la
mare
la
mia doglia
.
1'
ho accresciuta
1'
ed
egli
V accre,
sce continuo
Sia maladetta
Egli da
me
ma
,
s'
lun-
gamente
rato
,
tolto
e ora in eterno
ha fu-
me similmente
,
elli
non
sarh cos
g' iddii
piaccia
e cessino
.
che
i
abbia in pensiero
,
Dunque
beni
ha
egli
ha
tanti
ricevuti
e ha creduto
non
conosce? Ora ha
la
egli
messo in oblio
la saula
Venere,
mio volere?
Ha
egli
dimenticato Marte
i
il
bandonare
suoi regni
,
ad aiutarlo
se
?
1'
battafosse
aiuto di quello
non
morto
Ha
cofiore?
O quelli
che
fuoco dileserof
Or
sia la loro
potenza maladetta
FiLocoLO T. H.
ai
354
sostengono
.
FILOC OLO
loro avviene e a
me similemente come
i
serpen-
nutrica
.
che
egli
il
dente
Quando
,
ricever egli
mai
dal
egli
nuovo iddio
ha abbando-
tante grazie
nati
egli fosse
mio
figliuolo
ma
o delle crudeli
il
bevve
il
latte
Mai ninna
egli
afflizione
f' pietoso,
ma
mi
me non
me
potrk aver
so
maggiore
Egli, continua
tristizia dell'
anima mia,
trista
mander
agi' infernali
abbandonati
me
re
,
simamente morire
esser contento
Tacque
si
il
e costoro la fiera
,
levarono dinanzi
la
a Florio per
sopravvenuta notte
ma
la reina
la
vedendo costoro
li
chiamare
fece, e
s*
stato
:
del figliuolo
inform
stata
per
Ella
1'
la
nuova legge
quella
si
aspramente
il
padre da
so
accomiata
e lui
vorria morire.
gli
Ma
dopo lun-
go pensiero
che
l'
ambasciadori
al fi-
non portino
LIBRO QUINTO
gliuolo
.
355
,
ma
miligandula
,
si
gli
dicctMfO
ti
il
die
t^
do!
perocch
re prinria
si
mutcrh d'animo, e
debito amore
che
tra loro
altro
mezzo
la
conceder
,
il
vecchio
fi-
re
dicea
,
reina
vedr
la
gliuolo
gli
,
egli lieto in s
medesimo
desidera di piacer-
egli a lui
domandi, ch'esso
venga, che molte
l'
non
cose
si
Dunque
,
principali
si
concedono
a'
le
quali
.
uomo non
altre
il
vergogna di disdire
medianti
i
Con molte
messaggi che
fi-
disposta se egli
sia
.
non
vie-
ne d' andare
lui a
Era
parte passata
qwndo
,
la
reina da loro
ell'aveva
parti
siccome
vecchio
Il
re a cni
alla
debole vita
,
ri-
posarsi
quelli
e rivolgendosi sopra
ia
s'
addorment
camera uno
e pi
dormendo
,
sent
nella sua
strepito grandissimo
simile a
no
di paura riscotendosi
si
svegli
la
camera
ma
non i^pendo
che ci
si fosse
in
temendo fuoco
questo ?
or che
,
Ma
conobbe
,
con
nella
ella fosse
troppa
o perch
vi si
:
la vista del
,
scemeva
ma
bene ud
alle
io tono colai
. ,
IM
che
cui
tutto posso
il
,
FILOCOLO
e a cui niuno pari
la
si
trova
e in
a'
cui piaceri
il
se tu
be-
io
o vogli tu o no
sia
termine
te far
compiuto
il
appresso
quale
i
la ribellione
li
fia
manifesta
contraddi-
tuo regno
ti
leveranno; e
,
che
la
morsar
:
giorno dimanderai, n
t'
,
ti
dato
priraach
le
arai
rose
abominevole
mondo
questo detto
re desto
pauroso
1'
cendo
e che
di
aspramente ne minaccia
,
Certo
la
;
sua venuta
Dio risembra
,
e similmente
i
il
partire
,
dunque
da temere
e da fare
:
piaceri suoi
gli
ma come
.
far
vedere
Io
non
lo conosco
E
,
do
.
allora avesse
venne
il
giorno
ed
egli si
lev
e sa-
titl
a s
gli fece
chiamare, e umilmente
la
li
preg, che
fi-
.'di
f
ci
glluolo narrassero
nacce
sito
,
la notte
dal novello
e trovereb-
LIBRO QUINTO
Allora
si
dS;
di
partirono costoro
e in Breve ritornati a
t
Florio
che
Florio contento
come
di
lo era vestito di violato, cosi in quella propose di rientrare vestito di bianco in segno di letizia e di
e cos so e
tutti
eoa
verso
di
,
Marmorina cavalcarono,
quali
nobili
uomini
Murmorlna
a cavallo
menando
grandissi-
ma
pi
gioia
e con istrumenti
infiniti
uscirono incontro:
drap
non
fosse ornata
per
il
le quali le
donne
garzoni
facendo
festa attesero
pi bella roba
legrezza
fattasi bella
colla
quale
si
grande
al-
palio
e Biancofiore similmente
dopo
lui; e
pervenuti
al real
palagio
madre
sieme
tra
gli
altri
fu molto onorato
Menilio
compagni
di Florio
,
lieta-
mente veduti
con maggior
poi
amici e parenti
letizia
non
paese, solamente
grandi pa-
piangono
la
morte del
si
valoroso:
uomo
la
la
mise in
.(ir.
oblio.
Mentre
gran
festa
dur
e Biancofiore e dal re
,
e dalla reina
come
figliuola onorata
sia
,
da loro saputo
dimandatole delle
perdono
dimand e preg
festeggiare
,
ciie fosse
i
Pi giorni trapassano in
,
dopo
il
Florio
dimand che
re e la reina
disponghino a pren-
358
dere
presso loro tutto
FI
la santa fede
il
,
LO CO LO
,
e ap-
marmorino popolo e T
cui piacere
il
altro
rima-
al
re
si
dispose in tutto;
la
molta gente
tacitamente
la
la
tarono, dopo
tutta
quale
il
re
prima
e poi la
reina e
altra gente,
uomini e femmine
il
il
piccoli e gran-
di
presero da Ilario
,
santo lavacro
La qual
cosa
fatta
regno
nare
la santa
sementa
la
e per tutto
do
che chi
battesimo e abbattesse
de' falsi iddi
pli al vero
;
fallaci idoli
fatti a
a reverenza fatti
e de' templi
,
Dio dedicati
il
e amassero,
cui
comandamento
tempo per
,
tutto fu
messo ad esecuzione
Facendosi
Sara a
,
cui notificato fu
acciocch
il
una corona
di grandissima valuta
,
venendo
alla corte
la
Messalino che
i
il
in oblio
gliele present
mai ad
albore
terra
si
fatte radici
le
ricca la
che
produce
lungamente dura
E
,
rimanere di signore
ora riconfortati e
riveg-
gono
Quanto
porria
,
1'
dire
non
,
si
Egli
vede
LIBRO QUINTO
da nobile
stiqM) a lui igiiuia nel
SSq
dell* inno-
prndpto
moramento
i
di&ccsa
e di
lei
campato
il
e nel
Egli
si
vede
vecchio padre
cara
madre
si
vivi
Egli
vede
molto popolo
e da
tutti
essere
Dio divenuto^ e
cari
chiam
a s
compagni,
eoa
aucora
e disse loro
il
si-
lungo cammino
quale
pi anni
cominciammo
la vostra fatica e la
paura e l'aflan,
no de'
corsi pericoli
non
stala
,
meno
ne' quali
mai
ma
solleciti
sempre per
con ra-
me
le
da' mali
voi volonterosi
conobbi a sottea,
quali cose in
vi
me
pi volte pensate
.
gione
mi
conosco obbligato
ne
ma
a quel-
che per
me
,
si
disposto a
niun pericolo n
e
giammai
dopo questo
se
la
mia fronte
,
so-
stenga corona
io e voi
il
gono-
vernerete e possederete
reame
del quale se
in molti,
me come
godiate
:
utilit si
,
pu comunicare
molto
pi son conlento
a soddisfazione di tanto
36o
servigio
FILOCOLC'
non bastasse
il
,
Dio per
me
vi meriti
rimanente
al vostro
e far lieti
,
padri e
le
madri e
gli stretti
amici
pigliar
fia
e'
parenti
quali
voi gi tanto
tempo senza
compagnarmi abbandonaste: n
dalla vostra lontana
i
,
mia anima
corpi
ma
si
congiunte
come
le tenete
ti i
La gran
gli
a'
suoi servigi
disposti leg
profferta
che a quella
alquanto
ma dopo
il
spazio
ciascun per s e
tutti
assai e'
caro
,
e di
maggior servigio
s
terremo a
guiderdone
che Dio
liberal giovane ci
ha dato per
crediamo che
,
saria
molto
maggiormente
i
ti
siamo
tenuti
e
,
Dio
il
tuo regno e
tuoi beni
aumenti
sempre
gloriosa
fama prolunghi
,
Sem-
e se
'1
non
fosse arroganza ci
profferremmo
,
ma
poich a te
con
la
gi
conceduta licenza
partiremo.
,
deli petti
partirono
in sei parli
dividendo
la
lunga e unica
LIBRO QUINTO
coinpAgiiia
,
36i
co' aoi
alle
tornauiio ogni
uomo
sue
cHse
Stelle
Morio quanlo
nuovi
il
lagriraoso Terno
,
dur col
e perversi accidenli
dopo
dice
ri
t
la
1'
e mostra loro
,
come
(|uella
da pi contrarli vnti
la
c'oiubattuta
sua
prora
poi
come
pi volle perduta
e loro
con
lei
insieme
la
si ri-
vela e
il
temoni
,
e minacciando
grandissimi tuoni
bandonarono
cederono
alla
si
con-
fortuna
la
la gi rotta
nave
gli trasport
,
si
il
mondo
in
Febea
come
Ale*
sandria venisse
vi stesse
,
mano
i'
teneva
,
disegnava loro
alla torre
,
da Sadoc guardala
e le
.
come
aveva
.
qual
quanto
il
e dove
1'
am*
e
i
sentendosi tirare
biondi capelli
tirato
,
come
nella caffl*ra
38a
che dicesse
e
FI
,
LO COLO
,
come
slesse tutto
narra
,
Poi
il
prin-
e
il
mostra con
la
quando
a loro lo
dove
gli
la battaglia d'
Ascallone
compagni con
;
scampo
e conta
come
Dice an-
e similmente
arrivasse, e
.
dove prima
'dovi vi fu onorato
Le
quali cose
il
padre e la ma,
e quasi
.
che disegnava
il
Poi
dlmeniicano
la
pau-
ra
ma
ha sano e salvo.
,
Poich
la
e la dolcisgi di
sima
primavera recata da
Febo
avendo
belle
,
nuove
santo tempio
al
e a ci
si
dispose
tr al disiato
cammino
il
Vecchio re
era
,
egli e la reina
,
e quivi
,
rimasero
e'
il
piccolo Lelio
Florio
Camminando
LIBRO QUINTO
da Corduba
lieti
,
363
cose peraddielro
altissimo in
una profonda
la
quale
tutta
di
maravigli e Menilio
,
e chiamarono a s
essi
vecfosse,
chio scudiere
e
che ci
perch quel
il
pieno
:
si
mostrasse
a' quali
vecchio
scudiere rispose
e certo ancora
io
il
perche
mi ricorda eh*
1
vidi
E
,
quale
cagione
disse Florio
cui lo scudiere
,
perocch
non
rispose
ma
stette
mio camminiamo
.
In
verti
:
noi
non
col
ci
e se
mio
,
disse lo scudiere
io vi
porgo turbaziorispose
ne
di ci
No
Florio
in questo
luogo
pa-
tra inGniui
moltitudine di
cavalieri
di vostro
dre
di questo
monte
fa asprissima batta,
e io la vidi
,
e Lelio
similmente
vigorosamente difendendosi
qui
data
lati
ultimamente
essi
morti
tutti
,
rimasero
a'
e de'
Romani
consumate
le carni
qui
l'
ossa vedete
,
Udendo
alquanto da pie-
ma
riconfortati
da Florio
parendo loro
,
il
quella sera
a4
ossa
,
FILOCOLO
e poi metterle in santo luogo
,
fecero tendere
un
padiglione sopra
un verde prato 5
si
e dismontati
,
da
li
tutti
per
misero
e di quelle
un monte grandissimo,
j
e di portarle
:
via deliberarono
ma
Biancofiore disse
che portar
:
vogliamo
qui cosi
Il
non sono
quelle
:
1'
come
de' nobili
uomini
mane ne potremo
portare, se
non qui
1'
tutte le sotterria-
mo
die non
lecita cosa
che con
umane membra
per-
si
misero
ma
niente operavano
farsi,
bestiali
,
ossa
'
Roma
male
di lasciare le
,
romane quivi
1'
lunga-
tanto che
per
la
a' tesi
padiglioni dicendo
,
fin
domattina
indugiamo a
pigliar partito
zo
Domeneddlo provveder
al
sonno
a Biancofiore in
,
fulvida luce
un
gio-
accompagnato,
nel suo cospetto
di vermiglio vestiti
si
apparvero, e
fermarono
,
ve-
e tanto
lieti
in s
;
medesimi
il
donna
LIBRO QUINTO
col tuo marito ricoglendo gli sparti
le
365
membri,
a'
quali
que
che non
occupi
.
giusta cosa
che una
terra
1'
une 'W
altre
:
desse
o glorioso giovane
a ci non sa
la
mia poca
ho
veduto
all'
dimora
ma
,
se a te piace,
meco
insieme hai
le scegli
.
andiamo e mostramele
cui
il
meco insieme
conoscerai
ti
.
A
i
giovane
,
senza
me
le
abbandona
pigri sonni
,
leva su,
e a rcoglierle andate
Voi
le
co fossero
verete che sieno de' romani giovani morti in questo luogo, le quali
con
i
dili-
genza
le
renderete a
Roma,
corpi.
E acci
io
lio
o giovane che tu pi
viva
chi io sia
mi
il
ti
manifester, e apromiti
,
tuo padre
e questa che tu
ti
meco
bellezza tu tanto
maravigli
fu ed Giulia tua
maa
dre
e cosi
come
mondo fummo
giammai
servidori
cosi gloriosi
viviamo
.
fine sarh
,
La
le
poich tu tutte
tuo
e quivi
il
mio corpo
cos
come
Giulio
il
vi
cora coperto
lo,
il
l'
quale tu piglierai
da Marmorina, insieuie
Roma
gli seppellirai:
e pi&
366
non
lia
,
FILOGOLO
disse
.
Ma
,
o Giu-
la
luce sparve e le
sante persone
il
sonno
si
,
si
ruppe
della
giovane
,
la
e chia-
Dio
pietoso ofico
,
FiSsi
non
che
la
notte essendo
,
molto oscura
la
videro
,
ove
un poco
munate
dove
un
altro
il
e tutte
1'
acco-
lasciate
avevano
dia
dove Biancofiore
cavarono
,
n molto fu
trovarono
il
che
essi
fresco
come
;
ancorch
morto
gur
fosse
al bello
ella,
il
Megli
nilio e
strinse
:
Florio
r accompagnarono,
cosi
tanta piet
,
e rinvolto in
il
un
caro e
mondo drappo
,
1'
medesimo
al-
luogo
l'
seppelliti
altre
IJBRO QUINTO
Queste cose fnri'udo costoro
ro giorno
,
.
37
Q.
sopravvenne
cbia
ri-
per
la
qua] cosa
essi
il
corpo e
,
Tomo
colte sotto
cavalcarono
in
avanti al loro
di
cammino e poco
,
distanti
breve al
entra-
nel quale
,
essi
rono e
grandissimi doni
i
e porsero pietoae
orazioni, e voltirono
passi loro? e
venuti al luogo
le
il
corpo di Lelio e
,
vermiglie
quelle prese
Marmorina
cassa
e acconciatala in una
le
con
ne
1'
altro
corpo e con
vermglie ossa a
grandissimi e
.
Boma
le
,
portarono: e quivi
fatti
belli cscquii
Le
quali
,
cose fatte
lasciando
dierono
Stato Florio in
,
Roma
il
pi giorni in
allegrezza e
dalla cara
madre un
per la
le
singular messo
venne
narrante
re suo padre
,
grandissima
qunl cosa
egli
quali
egli
compa-
si
misero in
cammino,
molto
alla
pervennero a Corduba
vivendo ancora
al
il
re
ma
morte vicino
quale
essi
entrarono, e
: i
di suo essere
domandarono
:
quali
siti
quando
piace
lo
,
il
re
li
vide
ornai
parl
caro fgliuo
vi-
sopra tutte
:
amato
io
non posso pi
vere
la
lunga elh e
grave infcrmitii
mi mostrarono
3<?8
la vicina
lentieri
Fi LO COLO
morte
,
la
,
prendere
ho
E
fu
pata
io
non
credetti
mia vita occuho desiderato e che ora mai vedere ho veduto per quaabbia
la
, .
La quale poich
1'
del
mondo
tolto
anima
al
secolo
mente
re sono stato
prenderai
la
corona e
il
reggiti
mento, perch'io
tra
prima regghi
e governi
si
che coloro
si
uiun
bene
,
esser retto
non
isperi
Siati la su,
perbia nemica
ile'
perocch
indignae poche
,
ribellazione e
,
zioni
d'
per
vivi
sii
quanto
si
conviene familiare.
te, la
ci
,
li
poi passata
sogliono dolere
l'
JNiuna ven-
ira
ha forza
occupar
1'
animo
che
egli
vero: dunque
adirasti
E
,
bench
mitiga
.
talora
i
tor-
menti
e dove
Egli
a' signori
beni
i
ella
strando
gli
altrui regni
pi che
suoi ubertosi
far
LIBRO QUINTO
senza
utllUi
$6g
e di qnella
letizia
dolere
iiitrui dc'lMMii
COiuegucnte desiderane
la
.
sua
rovina
O
I
che
ini(|un
questa
e ({uaiito da fuggire
ConciojMecosacli le
ri.ni;
che
Do*
calamilh non fu
,
mai male
Rallegrati
adunque
male
e di
Dio
voratricc e insaziabile
del
tutto
t'
da
te fa*
che
lontana sia
siare
.
di nccessith di*
no
<[uali
se tu
me
ne crederai
.
d' ampliarli
1*
non
uo-
entrerai in sollecitudine
mo
pi che
si
avea ha perduto.
ti
ragunar
l'
tesori
,
quali
amara
uomo
tolti
che hanno
,
varizia
lit
se ne parla
Grandi furono
miei tesori
n quelli
vivendo ho
spesi,
Sii
tu
adunque
libe-
dona, e quelli
g'
non dimenticando
forse tanto
indigenti godi
e guardati
non
Kbe-
tu in
prodignlith
cad<r$si,
l'
quale a non
.
meno mali
II.
allru
1*
conduce che
ava-
rizia
animo
accidia
non
FILOCOLO T.
a4
Sjo
ti
FILOCOLO
,
occupi
la
molto sconci ,
fa gli
per conseguente
all''
,
operazioni ella
e pigri
a'
loro
beni,
La
lieta
popolo suo
e e
fuggire esercitandosi
cosa e tu similmente
vili
fa'.
Sia
e nel
ben vivere
medesime dei
,
pensare
in
Sia
una pace e
.
in unit, perocch
regno in s diviso
,
fla distrutto
Non
:
sono
n le
letti
dimo-
riamo
oziosi
a noi
siccome pastori
a'
:
popoli
la
come
cac-
qual cosa
cerai
da
te
golosi disii
deturpano
il
corpo
e
,
mancano
e gi
come
coltello
I cibi
1'
uomo
per
lume
,
della
mente
;
e s
medesimo non
in coloro
cibi accioccibi usi.
conosce
n Dio
che peggio
che hanno
ch tu viva
cosft la
si
altrui a reggere
,
per usa
tu
Poca
natura contenta
oltre alla
quale quantunque
vi-
piglia genera
.
danno
ti
zio
Similmente
sia la lussuria
la
quale
LIBRO QUiNrO
sta
,
371
son A (1 fiiKK'"^
,
Q"*^*
e
'^*'*
corpo
delU borw
^
nemirn
con
In
la
cortft
frtsi'ullosii
tlolrrrr
in-
ncmiro
ti
Irretire
TAnimo
ha
fatti
de' cftUivi
Oh
avvenire
Quel
rettore
a* noi
no-
ninn^
schifala
a te
Ma
come
si
conviene
il
ti
hasti
senta
pii\
avanti cer-
Siati a niente,
guanlarsi da'
a
,
vizii
non
hasta
;
senra operare le
virti\
gloriosa
vita
,
pervenire
imita (juelle
e quanto puoi
r adopera
ne
principi la prudenza
s
senza
la
governa
:
gno dura
e poich
ladroni
,
acciocch Inngament
i
in
molle rose
i
suoi onlint
servano
quanto maggiormente
.
principi la
,
deono
voler servare
Adun(|iie e tu la
il
serva
.
e a ciascuno
li
muova
E similmente
richietle
,
si
e perocch quan-
uomini
e possono
1'
avversiti
avvenire
si
bietii pusillanimith
generino
E in
temperato
sia
la
laude e
gli
onori, e
aumenta
372
la vita
,
FILOGOLO
e la sanit serva senza affanno
.
vivi caritei
vole, ciascuno
come
te
amando
ma non
suoi vizii.
,
E
la
fedele a
Dio
la
,
quale
ma
la vita
accioc-
ch
all'
penta e viva
quando
io
ternuni compierai
siccome
.
ho
gih
compiuti
i
per
fug-
E
la
acciocch
vizii
,
animo
possi
sem-
mondo
buone e
virtuose ope,
che queste
,
e che io possedei
,
non
nella
quale
che
gli altri la
non sapremmo,
.
ma
abbiamo e reggiamo
1'
peroc-
ch graziosamente ricevute
ritenere e dare le
vivi
,
abbiamo, graziosamente
.
dobbiamo
,
Dunque onestamente
che
tutte le cose
,
a ciascuno quello
suo da'.
del
E
,
onora
la
tua
madre sopra
mondo
quando
all'infallibil
mi
seguita, meriti: e
tuoi figliuoli
sia
consolazione
la
pregoti che
1'
anima
di
me
cose
s
.
medesima
uscita di
ti
sia
raccomandata
queste pa,
role dicendo
le sante
fini
ammonizioni
,
De4iz<iooe
LIBRO QUINTO
d
t
373
,
io
mo
ne vo
1*
e egnt poi
o signor mio
riceti
nnima
rend l'aniiun
al
mano chiuse
i
gli
occhi
al
moriento
padre, e piangendo
pigli
nilo
i
lieti
ve&tinienti
,
abbandon, e
tra'
quali
Me*
similmente
il
prese
Ilario
quale con
i
somma
sollecitudine avea al
vecchio re
con divo
il
zionc donati
de,
vi-
come
a Florio piac({ue
secondo
i
la
romana con,
grandi esequii
si
e con
,
molto onore
siccome a un tanto re
conveniva
citt
.
il
Pianle
ma
venuto
,
il
tempo che
si
i
doveano
e Florio fu ricon-
baroni e
Alla quale
,
a cui
,
e con
venne
la
Roma
le quali
Quintij
nuova
terra
udendo
e Fileno
il
padre e
la
madre
ne
il
e Sara e Paraltro
ov*
elli
furono
tutti
lietamente e
. ,
374
Il
FILOCOLO
dolce tempo era
. ,
il
cielo
unto
ridiente por-
Giove chiaro
si
vedea entrare
lieta alla
Febea correa
.
con
le
sua ritondit
i
Ogni
,
stella rldea
il
sottile
aere confortava
viventi
e la
terra
ma ogni
i
.
cosa
vedeva
senza
quali niu-
no albero
Gli uccelli
graziosi canti,
la
segno
quando
si
gran
coronazione d Florio
cominci
per Cordubaj
le
no
ni
.
Ninna
I giovani e le
,
donne
lieti
e riscaldati nel
gli
festeg-
giare
antichi
amori
Altri sopra
correnti cavalh'
i
inghirlandati di novelle
di
frondl
ornati s e
,
cavalli
,
nanti sonagli
corrono
.
tirano a riguardarsi
Alcuni apparecchiano
giostre
forti
in pacifiche
quanto egli
altri
E
.
altri
divisano
giuo-
chi
le
molte e
le belle bri-
bench
,
Febo
non
si
tuffi
nell'
.
onde
d' Esperia
il
festeggiare
Quello che
fiaccole
,
sole
T accese
.
graziose
non
Ma
allegrezza
apparecchiate
le necessarie cose
il
deter-
LUmO QUINTO
miiiAto giorno della coronazione fu vennto
vestito
(li
,
375
Florio
piaxx.!
'l
reali vestimenti
nccompagnato da'
nobili del
eletti
,
reame
e quivi Ilario e
altri
da
tutti
gli
il
in
generali
mestiere
il
celebrato
di
rato (livotAtncnte
nome
di
reverenza
del
reame
oro
po-
coronarono Florio,
polo
,
in caspetto di tutto
infinito
s
alte,
che
nostro re
si
il
quale poich
la
corona ricevuta
,
ebbe
prie
fatte
i
e colle pro-
mani
,
Queste coso
ricominci
grandissima
,
e le trombe e
1*
armeggiare comin
si fa,
ci grandissimo tanto e
elio
ninna
altra cosa vi si
vede o sente
fattisi
venire
padre
quelli liberamente
dona
a' suoi
baroni
e non
parta
si
da tanta
festa
la terra
an-
dando
steggia
ovun({ue
,
cari
,
pellegrinaggio
e quelli onora
e a coloro dh
il
e sopra
vede volentieri
grandissimi doni
dare a ciascuno
suo regno
la
i
gli
pareva
far
poco
festa
grandissima sen^a
comparazione,
gli
amici e
congedo
cede
.
il
quale
il
re Florio
na
Menilio e Quintilio e
altri
giovani romani
, ,
376
colle loro
FILOCOLO
donne e con grandissimi doni
,
lieti
,
ricer-
cano
Roma
e con loro
il
reverendo Ilario
,
il
quale
stile
,
prima
in quella
non giunse
giovane re
come
bene informato,
,
greca lingua
la
scrisse
casi del
il
quale con
,
sua reina
,
piacendo a Dio
.
poi felicemente
O
tocca
me
,
ziosa fatica
i
il
liti
il
vento richiaessi
e sopra
con,
lascia
le quali
e valorosissima donna
il
cui
nome
ti
por-
ger
ben
sia
venuto
:
la
?
chi pi di te
rito
E certo
,
se altro
mei
non
ti
se
non che
vedranno,
il
grande,
tuo
nome
nell'
amorosa niente
mai
non
fia
t'
tuoi versi
il
non
legic^er
che di
j
me
la
tuo autore
le torni
nome
nella
.
memoria
qual cosa
mi
grandissimo dono
Adunque
,
se di
me
;
tuo fattore
cura
dimora con
lei
creato,
cercare gli
luoghi
ti si
LIBRO QUINTO
e
alle robuste
877
monti
si
lascia
te la bella
donna
re, e confermarla
ad
E quelli del
di Marte
si
voloroso
,
Lucano
lasciali
arme
cantano
armigeri cavalieri
.
chi eoa
il
ti
sia
cura di
Dan^
cantino
il
quale tu
debito acqui-
t'
sterebbe danno
alti
ingegni
I^a
scende a vivere
fiumi
te bisogna di
volare a
bano, perocch
la
te
a cui
mio
consiglio
mai non
ti
partirai
f
ove
staresti tu
Qtuli
mani pi
belle
riguardare,,;
o voce proITererc
per accidente
tue parole
Da
cui se tu pure
esci di
mano, e
agli altri
occhi pervieni,
,
con pazienza
le riprensioni de'
li
pi savi sostieni
e se-
condo
il
disponi all'ammenda.
,
Al cinguettar
sa voglia
.
che basti
A coloro
,
morsi
dell' invidia
Tu se'
le
tue
forze non
debbono
esser piccole; e
a' contradicenti
Syft
le
FILOGOLO
la
lunga
fatica
d'Ilario per
veridico testimonio
volgar parlare
ti
sia
scusa
il
ricevuto
.
comnndamento,
i
che
il
Serva adunque
porti
e di
,
me
.
il
nome
porta
mani
della tua
donna amore
conserva
PQ
4266
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