Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTE SU
I
TESTI A
PENNA
EDIZIONE PRIMA
VOL. SU.
A^^
FIREI^ZE
PER
I G.
M OV TI E R
MDCCCXXtX.
gno
le
IMPRESSO CON
DELLA
TORCHI
STAMPERIA MAGIIERI
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTO SU I TESTI A PENNA
TOM, L
m.
PER
IG.
iretize
MOUTIER
1829.
iiTTl!a^lIGIIIS}^{>
I
in
Filocolo la pritna
e in questa pi che
facilit d^
appare quella
,
inventare
e descrivere avvenimenti
la
Se
il
se
abbonda
e se
non ha
tutta
V importan-
non
al certo
da disprezzarsi come
molti hanno
fatto,
tempo
puble
opinione intorno
al
migliori e pi corrette
1
5^4 ^ la ristampa di questa con la data di Firenze nelle quali oltre V incomodo che aveva il del 1723 comune dei lettori nell' antica ortografia, trovava cosi
,
la disposizione della
materia
che
es-
stati tolti
capricciosamente
un
il
Si aggiunga inoli
che non
quali
1*
VI
buon gusto
si
danno a spargere
vaghe e
scono che
accuse
,
il
titolo, e contentandosi di
facili
alle quali
Non
do
v' cosa
il
biasimo e
,
la
mano
ma
io cre-
farlo
bene
e proprio di pochi
il
ingegni rarissimi
Io consiglio
lettore
,
a sospettare
ben
altra
idea
esal-
della
Si
sempre
Decamerone, ma
io
Filo-
e naturale
letto nel
Decamerone,
zioso
che una
emendazione
entit
>
e per la
volont di
istituirne
un confronto
opera
,
in
qualunque
parte dell'
che
quesi' opera
pregevo-
lissima
ci che deve
VII
si
,
che non da
attribuirsi tutta la
ri alle
i594
V edizione che
le alterazioni
fa testo
ma
anzi per la
maggior parte
re sono
state
,
contro
la
niente dell'auto-
desimo
leggere
manoscritti
e pi spesso da
la
un
falso siste-
ma
di ridurre le
cose secondo
propria volont.
Due
sono
manoscritti che
,
di
buonissima
di scrittura della
,
met
del secolo
XV
scritto a
,
due colonne
con carattere
assai chiaro e
uniforme
chine
formato di
.
pagine duecentocinquantasei in
titolo
,
quarto grande
ma Oc
in fine
si
legge
Finito libro
sii
laus e gloria
Christe
, Fatto fine pia laudetur Virgo Maria, opus explevi tempore credo brevi . Qui dedit
Amen
L' altro
ed
due co-
lonne, con
tere
gli
argomenti e
,
mal formato
legge
ma
mano
sembra
locolo
XV
In
principio
eie. e in
fine
Finito
i libro
del Filocolo
da
Pi
Amen,
li-
Questo
yiii
DI qualche
in Milano nel
utilit
mi sono
la
state
XV., 147^ per Domenico da Vespola e la seconda in Venezia nel i488 per Pellegrino Pasquale da Bologna ambedue stampate a doppia colonna in
prima e migliore eseguila
,
foglio
sai
11 testo
di
pi
antichi manoscritti
n vi
s'
edizione
e le ristampe modellate su la
medesima
FILOCOPO
GIOVANNI BOCCACCIO
LIBRO PRIMO
M,
te
che quasi
al
nien-
venute erano
,
none
la
quale
la
taginese
ultimo dimenticare
n
fa-
a' fi,
possedendo
si
la loro
citt
,
la
cui virt gi
V universe nazioni
sottomise
senti
dell*
ramo
dell' ingrata
maso
ta
il
quale
s'
ingegnava di rinverdire
.
le gi secla san-
Commossa adunque
,
Dea per
,
le costui
opere
propose di rlducerlo a
sua superbia
,
niente
abbattendo
la innalzata
come
,
e davanti a s
mandata
la figliuola
1
FILOCOPO T.
I,
FILOCOPO
,
somma
il
che per
,
neva
santo uficio
e cosi disse
o tu
il
quale alla
somma
genza
stri
t'
degni t
se'
indegno pervenuto
quale negli-
ha mosso
in
non calere
t'
ha
di
gli
occhi, che pi
debbono vedere
sconvenevole a guidare
V armi
Marte
fa'
che in-
contanente
sia
da
te
chiamato chi
,
zia abbatta le
che sopra
inutile ra-
mo
sia
.
le cui radici gi
,
dimorano
Intra
Ponente e
fere selve
un
valoroso gioli
vane
LongO'
ab-
bardi
nostra potenza
Chiama
gli
costui
perocch noi
gli
Fauni
e' Satiri
affanni
Marte
stro
a*
Giove di
a
perocch
in-
ha preso
sdegno
nella
,
cu forma
gi molte volte
mostr
a'
mondani
che pi
a' sacrifcii di
Priapo
la figliuola di
ti
Astreo lo-
Io ancora
prometto di commuogli
abbondevoli
ne' paesi
come
gi feci
quando
entr
il
LIBRO PRIMO
permisi allora
,
3
,
nel qua-
lui
dovea discendere
.
1*
edificasollecita
Adunque
queste cose
e se ci non farai
ti
senza pi porgerti le
mie forze
sto, to
,
io
,
mani
detto que-
si
parti
discendendo
e con lamentevole boce chiamata Aletto, disa te conviene la seconda volta rivolgere le fedeli
,
se
il
altra volta
italici
per
negl*
non prendesse
,
ma
ma
,
quequa:
ia
questo detto
oscuri regni
volto
il
suo carro
novella
la loro
si
torn al cielo
dolsero
,
Gli
udendo
tal
si
veggendo
,
preda mancare
poteva resistere
altri
,
ma
Pe-
Dea non
,
r Aletto
lasciati quelli
torn agli
quali
aveva commossi
e quivi
contra
come
ve,
nereamente
matrimoniali
letta
avea violate
mormorando
s'
il
,
era. Il
vicario di
giova-
servigi
il
quale
e a lui
mostr
Dea
e
mettesse
u^
, ,
4
timamente
le
gli
FILOCOPO
promise d' ornare la sua fronte di
,
rea-
se la maladetla pianta
il
Non
,
fece
valoroso giovane
impresa
,
ma
desideroso di dare a s
i
a'
cliente
predecessori aveano
ali*
avuto
presa
si
ammirabile im-
e in breve
tempo
posando
il
addom andati
regni
avendo annullati
;
nemici di
e quivi
,
nuova proger^nd
1'
stato
ani-
ma
Dio
constituito rimase
interamente
fu
la-
dimorante nelle
reali case
gener di
lei
una
bellis-
sima
figliuola
bench volendo di
1'
s e della giovane
donna servare
onore
con
nome
,
ap-
e lei
nom
del
nome
zione del misero perdimento che avvenne per V ardito gusto della
prima madre
,
in
bellezza
adornava
e opere virtuose
re a molti che
ta fosse
.
non
d'
uomo ma
,
Dio
figliuola sta-
la cui
prima ora
co' suoi
essendo gi
Febo
LIBRO PRIMO
icavalU al
celestiale
Montone percele-
venuto
lo di
e nel quale
Giove
,
brava
io
componitore
mi
tro-
vai in
un
nomi*
to pieno di dolce
che prima
corda
cinse
.
umilemente
Ove
1*
io di-
morando
il
mio
intelletto
orientale
apparve
agli occhi
miei la mirabi-
che
la
quale
ci
si
si tosto
com'
io
,
ebbi veduta
cuore
cominri-
forte a
tremare
li
spondeva per
menomi
s'
corpo smisurata-
n ancora sentendo
gli
,
dovea per
la
nuova
vista
incominciai a dire
olm
Ma
rassicurato
un poco
li
presi ardire
e intentlvamente
cominciai a
,
ne'qua^
in abito tanto
pietoso
me
cui lungamente a
mia
istanza avea
donna
subietto
,
non potendomi
:
saziare
di rimirar quella
Valoroso Signore,
cui forze
non poterono
re-
6
sistere g'
sta
il
FILOCOPO
Iddi
,
io
ti
ringrazio
e gi
si
io
il
quale ho la
,
tua
lungamente temendo
fuggita
ora
ti
mediante
,
la
ove
si
pietoso dimori
ti
entri in
,
me
Io non
posso pi fuggire
di voto
n di fuggirti desidero
a'
i
ma
umile e
mi
sottometto
,
tuoi piaceri. Io
che
donna
con
mio parere
donna
vidi venire
si
e quella per
il
miei oc-
forte
che ritornando
5
egli nel
,
primo tremore
una fiame di tanto
rivolto
ancora trema
ed in esso entrata
v' accese
,
ma
secondo
,
il
mio
avviso inestinguibile
dell'
valore
anima ha
Ma
mi
nuova percossa,
avvenne che un
pure pensando
giorno non so
to
donna
come
la fortuna
mi
balestr in
un
san,
celestiali uccelli
nominato
i\e\
divotamente
ove
io
giugnendo
con alquante di
mio cuore
,
stare
gionamento
accolti
io
e alcuno
fummo.
E venuti
LIBRO PRIMO
Florio
,
figliuolo di
i
Felice
grandissimo re d Spa-
gna
recitando
he
quali
udendo
la gentilissima
,
donna
senza compara-
zione le piacquero
me
vani
rivolta
lieta
cosi
cominci
a parlare
certo
pensando
alla
quali in
uno
volere
per
1*
la loro
fama
ma
lasciata
5
p
'
(iarlari
degli
ignoranti
ond' io
stata
fama che
li
per
quella virt
il
primo giorno
t'
che tu mi vedesti
bligasti
,
e a
me
obli-
'
che tu
t'
affanni in
comporre un piccolo
nel quale
il
nasci-
mento
due
lo
innamoramento
tacque
contenga
detto questo
e pensando
che mai
di ninna cosa
il
valorosa donna
espresso
la dolcezza del
,
vostro
si
,
prego, a
me
comandamento
mi
strigne
vi fosse
:
avvegnach
mi
senta
ma
seguendo quel
,
che
alle cose
se-
FILOCOPO
la
condo
mia
possibilit
,
ch6
Benignamente mi ringrazi, e
,
col piacere di
di quel luogo
mi
indugio
Ma
mi
beni
perocch, come di
sento
,
sopra detto
grazia
la
,
insofficlente
tutti
i
senza la
tua
o donatore di
ad impetrar quel,
supplicandoti
i
miei preghi
che a
me
forte
il
spendo
tempo mio
che tu soac-
stenghi la
mia non
mano
la
quale fosse
,
tuo onore
ma
,
moderatamente in
nome
la
guida, o
i
sommo
a' venti
Giove.
Adunque, o
vono
dalle dorate
,
giovani
che muo-
penne
lo di Giterea
si
disio,
io per
opera lo
la
con tran-
mare
s'
onde per
non
esser sostenitori
LIBRO PRIMO
solazione
,
9
miseri sia sollaze similemente \e
,
s quello vero
che
a'
:
la
quale non
voi giovinette
amorose
denti
portate l'arli
fiamme
d'
amore pi occulte
vi
,
porgete
a'
vostri
nuovi ver-
quali
non
porgeranno
crudeli incendimenti
dell' antica
Troia
le
saglia
le
quali nell'
i
no
ma
udirete
innamorato
udendogli
il
ad
Amore
sia in
piacere
,
fare
un giovane
si
solo signore
della sua
mente
1'
al-
e suolsi dire
1'
volta
piglia
te
il
quale ami
giovane
,
voi perfettamen-
te
siccome fece
la savia
la
sofferenza
amore rec
al disiato fine.
se le presenti
mi
non
siate ingrati di
porgere
nuovo
autore.
Queir
Giove
re
,
eccelso
inestimabile
prencipe
sommo
il
tiene
per la sua
cari fratele'
ineffabile
li
l'
provvidenza avendo a s
a possedere
,
fatti
compagni
il
suo regno,
conosceo
il
quale pi grazioso e
,
maggiore degli
di volere
il
aveva creato
che gi pensava
lui
non
si
con-
IO
FILOCOPO
II
i
venia: perla qual cosa Giove da s parte a lui e a* suoi seguaci diede
di Dite
esilio
/
,
divise
sua
tenebrosi regni
e provvide di nuo-
Adamo
al
quale fece
dono
Pluto
di cara e nobile
,
suo natal
,
sito
immagin
che
le
facesse
esiliare
sua immaginazione
volt le
il
mise ad
creature
prime
le quali
recetto del
,
loro creatore
miserabilmente
essi
,
prevalioarono
e se-
guentemente
alle
con
tutti i
sue case
rallegrandosi
per
.
sottigliez-
za annullato
il
proponimento di Giove
Lungamen,
te sofferse colui
ma
sua
poich tempo
gli
la
aveano la-
ingannare
,
rinchiusi
lo
allora
miracolosamente
mand in
e disse
va', col
lunga carcere
fatte
armi che
,
gli
altri futuri
si
a'
mostrata, prendendole
dere dall e
false insidie
e ricofolla
le quali tu gittando
,
dimostrino quanta
sia
nostra potenza
come
gi feciono. Scese al
coman-
LIBRO PRIMO
damento del suo padre V unico
figliuolo
il
della
som-
ma
d'
altezza in terra
,
Atropo
,
me
La
terra
come
il
nuovo
figliuol di
Giove
diede per
circonferenza allegri e
;
maegli
la
ed
cominci a riempiere
armi
i
quali
come
nuove
moltro-
cosi delle
la
verit
moveano
battaglie
e
si
volesse
non
trovavano.
E
ma
gi delle vit-
Pluto in
ca
mpo
il
oriente ne risonava
1*
ancora le lo;
ro magnifiche opere
quan-
do
figliuol di
1'
Dio
,
gioni
antica Dite
ed essendo
promesso
volendo che
,
1*
operazioni
elesse
gli
un
prencipi
e sopra
onde
fece a
un
notante
marmo.
i
la forza della
somma
quali
resistenti
trov
aspre
battaglie
acquist
Iti
FILOCOPO
vittorie
. ,
molte
rivesti
Ma
1'
poi
trovata pi
o senza alcuna
e divoto
paura
ultimo
e
al
d'
Atropo umile
lungo
affanno
sostenne
per
meritato
read
la
la santa e graziosa
anima.
I cui seguaci
dopo
,
reliquie
in
luogo reverenteraente
le
seppellirono
ad eterna memoria di
dall'
poco lontano
il
ultime onde
d' occidente
sopra
no un grandissimo tempio
titolarono
fuoclii
censi.
,
,
il
nome
il
rendendo in
sommo Giove
non fu
graziosi invitat
Ed
,
nella sua
nione
quanto dopo
il
perocch Giove
le
tempio esaudendo
,
de-
orazioni
onde
la
fama
dell'
ella pass in
breve tempo
le calde
onde
dell' orien-
tale
G ange
,
mari-
nifestata
perocch
i
egli
non porgeva
,
sponso
come
far solcano
bugiardi Iddii
ma
a'
con
denel
domandatori
risuona*
fama
mondo
Suona adunque
o alma
la
1'
universo della
,
e in te
o reverendissima
Homa
la
quale egual-
,,
LIBRO PRIMO
mente
pra
g'
,
i3
a tutto
il
mondo
colli,
ponesti
il
indomiti
tu sola
na
sic-
come
degno luogo
di Cefas.
E lu, dico,
,
ti
rallegra
prima prenditrice
te in esse
delle
perch conoscesti
,
dovere tanto
divenire valorosa
Marte
pervenisti
gi
onde contentati
pi volte
per-
ch come
per
ti
antiche
vittorie
la tua
lucente fronte
colle
nuove
ar-
mi
tua
trionfando tu vittoriosamente
,
meriterai d'essere
dopo
lunghi affanni,
la
immagine
fra le stelle
antichi figliuoli e
troverai. E gih i tuoi figliuoli per nuova fama prendono allontani templi divozione, e addimandando all' Iddio dimorante in essi i bisognevoli d oni
promettono graziosi
scuno
s'
voti. I quali
doni ricevuti
cia-
fallo
,
t'
impetra.
,
nella quale
le si
detto la gran fama uno nobilissimo giovane dimorava, il quachiamava Quinto Lelio Affricano disceso del
,
,
Roma
com'
Cartagine
di be' costumi
,
abbondante
di ricchezze e di parenti
all'
virt prescritto
la
ordine militare
fgliuol di
e aveva secondo
giovane romana
e Giulia
i4
Topazia
FILOGOPO
notuiiiata, presa
la
quale per
molto da
lui
amata
gi era
con
lei
poich Ime-
morato tanto
e ancora di
lei
niu-
no
come
ninna pervenuta ad
scioso tormento.
la cosa si
effetto
senta nell*
animo ango^
cui nul-
Ma
nasconde
giorni suoi
a'
quali
modo che
:
essendo Lello
,
un giorno
in-?
che sopra
gli esperii
liti
5
dimorava lontano
quali poich egli
,
lui fatte
le
ebbe udite
la
ta
se n'
and
in
un
santo tempio
la
dove
dio
il
quale sopra
i liti
occidentali lasciasti
al
il
,
tuo sanricevi le
to corpo,
Tanima renduta
sommo Giove
mie
cosi
come
li
li
domandi
giusta
nieghi
cosi
me
la
mia dimanda
se
non negare,
ma
perfettamente
me T ademp.
,
e di famosi
accompagnato
LIBRO PRIMO
tempo
le
,
i5
il
la sesta volta
so-
usato
cammino
,
il
quale dopo
nostro
nome
ritenere
e possedere
1'
an-
divotamente
ti
egli
della
me
ne deg-
il
me mi
,
rappresenti .
ti
La
qual cosa
se egli
me
di
i
la
concede
io
V anima
ve
,
la deith del
che
personalmente, e
alluminati
,
fatta la
,
suo
giu^
militar palagio
sto priego
si
come niuno
pu
poteva trapassare.
Ma
,
gik
disiosi
si
ne acque
vedere
ti
,
d' occidente
e le
menomo
poteano
i
dopo
dilica,
cibi
da loro presi
gli
preterito
con
egli
il
quale tu
il
pas-
i6
FILOGOPO
,
pregando
dona
nel quale
dopo
la tua
mor-
fama
per
vivesse
Onde
beni benignissimo
,
donatore
me
ti
manda
ti
a dire
la
che
'1
tuo pre-
prima
volta
che tu
onestamente
congiugnerai veramen-.
.
il
domandato dono
'1
sonno da Lelio
partirono
Lelio svegliato
ma
poich vide
non
esservi
ambasciata
,
e chiamata Giulia
la
,
cora dormia
si
le
di che ella
maravigli molto
ci a ringraziare Iddio.
stata tra loro quella
Lelio,
s'
santo di
Non dopo
torno al polo
incominci Le-
ne
Giulia
che
gi aveva
,
sentito e sentiva in s
disse
il
certo
zioso
Lelio
gi per effetto
,
mi pare
non
sentire
gra-
dono
esserci dato
lo preterito parere
Quan-
allegro
che
nuU
LIBRO PRIMO
la giusta
17
alla
comparazione
,
si
potrebbe prre
sua
al-
legrezza
e disse
i
si
i
vuole
chia,
porre
ri
a fare
promessi doni
ma
tosto
il
come
chiaro giorno
io
lungo cammino
a*
e portare
messi
sar
il
deh ora
:
tuo
,
cammino
senza
,
me
fatto?
Lelio rispose
Giulia
tu se' giovane
,
si
fatto affanno
sarebbe alla
che tu nascondi
,
donna
lietamente aspettando la
il
mia
suo
tornata. Giulia
viso d*
amare lagrime
fosse contraria
dicendo
tuna
ti
mi
pi
sem-
non che
nelle felicit
nelle quali
il
ve-
lasci
varii
mi porge smisurato diletto. Se tu mi sola di te tu mi lasci accompagnata di molti e pensieri il mio petto sar sempre pieno di molappresso
, :
,
te sollecitudini
magnon
giore affanno
potrei
sempre di
dubitando
.
che
io
mai
la
fare
vegnendo teco
Tiberio Gracco
fu tanta
femmina
sempre
,
rispar-
miando
quanta
compagna?
lia,
ond'egli le rispose
Giu-
e per disponi
il
tuo vi-
FiLocopo T.
if^
FILOCOPO
animo
al
rile
lungo cammino
.
clie al
si
nuovo giorno
tacque
.
credo cominceremo
Giulia contenta
i
notturni fuochi, e
,
Febo
brinose erbe
mata Giulia
si
comanman-
camminare Tossono
compagnia
lieto
avvenimento,
comandando ad
essi
effetto
al
sposto
Fu
il
comandamento
loro compagnia
onde
egli
con Giulia e
la
tornati
pietosi preghi al
'1
sommo Giove
che
il
,
loro andare e
salirono sopra
a'cari paren,
alli
ti
appena
partironsi
e con
lie.
to
animo cominciarono
11
il
disavventurato
cammino
miserabile re
1'
il
vedendo che
contrario, e che
alla car-
ne affannosa gravezza
sa fuggivano
per
la
quale
,
V inque
tentazioni
,
e meritavano
mal
il
afflitto di
veggendo
o ad
altri
simigliami o maggiori
pens di volergli
.,
LIBRO PRIMO
ritrarre
19
compagni
alti
da
si fatte
suo cospetto
g'
infernali ministri
disse
non dovutamente
priv
,
degli
re-
gni
quali possed ci
il
parte sopra
e in
nuova progenia
la
quale
gli
nostri
luoghi riempiesse
noi ingegnosamente
i
sottraem-
mo,
to
sicch noi
,
volgemmo
e egli ancora
,
non parendogli
mand
il
al
quale
tutto
spogli
dopo
gli abitanti
mente
gi ci
le nostre
spezzano
su
e'
ed
egli
pi possente di noi
,
per
ci
conviene
tare
,
il
nostro regno
aumenGiove
,
perduto
Tra
l'
altre cose
che
,
il
figliuolo di
popolo
al
a noi pi contraria
si
fu
vuole inten-
acciocch
;
e Romani massimamente,
,
quali,
quasi agli
to
altri
,
principali
hanno questo
esercizio
mol-
impreso
io
imprende
e que-
Ond'
l'
ho proposto
gli strani
almeno
ritrargli del5
andare
sto senza
fallo
,
mi
che ora
all'
ul-
sopra
quali io
il
ovunque
ao
FILOCOPO
a' suoi,
uno nobilissimo
cavaliere
il
quale sotto la
governa-
va vicino
d'
Appennino una
citt
chiamata
per
Marmorina; e
salito
sopra
un
cayallo
le cui ossa
fossero
,
apertamente mostra-
e trovato
il
re
il
quale
le
cacciando
volta so-
prendea
gliono
i
come
tal
sere urtati
ti gli si
cadendo davantanto
eh"'
gitt
appena
s udiva,
tu vai
l'
ma
io
il
i
citt
,
Marmorina
lasciato
romano fuoco
pi
alti
11
,
quale
sic-
come
io vidi gi per
luoghi
tutta la citt
guastava: e
come
il
ci avvenisse a
me
occulto. Se
i
non
santi sa-
e la vegnente
s la quarta
,
aveva gi di
parte passata,
ciai a sentire
quando
io
quasi
dormendo incomin,
di garzo-
ni e di
femmine
e impetuoso
armi
pauroso mi levai
casa
,
mine
ribile
mie
ter-
orecchie
udendo
il
corsi
, ,
LIBRO PRIMO
per
le fidate
fti
tielle
armi, per
:
risalire
armato
fortezze
quali conlra
crudeli osti
citt
s'
apparecchiavano colle
dissi,
taglienti
spade d'aspramente
combattere. Allora
compassione
tuna
sia
o giovani
dimo-
loro altari
Ma
io
se voi
,
andiamo
e in
mezzo
de* nemici
combattiamo
ed essendo
duce
mandiamo
le nostre
anime
alle
infernali sedie
.
sola
non isperar
salute
gli
La
citt
da tutte
con
data
ma
movemmo
ad anda.
re alla
Cime
mini-
chi potrebbe
quella notte
?
mai narrare
la
ruina e la tempesta di
la
ma
la fatica
L' antica
citt, la
dimor
ma
ovunque
andavamo per
gravati da
mortale gelo
,
nuovi pianti
infinita
.
romore e uccisione
danpi volte scon-
aperti passaggi
comb attemmo
,
Ma
gi quasi
va-
312
glii
FILOCOPO
del
nuovo giorno
fummo
da irmumerahlle mol,
e quivi
difen-
dendoci virilmente
pagni bagnare
com-
sangue
e senza ninna
.
Onde non
,
il
crudele assalto
il
con
al-
fuggendo verso
nostro pala-
ma
io e' miei
compagni
io feri-
de'nemlci
ci
gittammo: quivi
,
to in
nelle quali
si
fuggi-
rono
saliti
nel
superiore pavimento
vedemmo
di noiosi
tutta la
citta
,
fiamme e
furai ripiena
lora
fummo
assaliti
da nuovo accidente
perocch
uno
grandissl
mo uomo romano
il
quale siccome
il
lupo
le
lunque dinanzi
il
gli
,
si
parava
lui vidi io
,
uccidere
:
veccbio padre
il
due miei
figliuoli
e molti altri
sopra
Ma poi
,
la
vecle
il
chia
madre
e altre
femmine con
mia
vita
,
lei
mettendo
spada e
tra la sua
ma-
non
gi citta
veggendo che
,
per
me pi
niuno soccorso
vi si
poteva porgere
mise-
mi
.
dirizzai
e qui nel
'1
mi sono
fuggito
dlcovi che
vostro
,
assalito
LIBRO PRIMO
Iddi
a3
che non che contro a voi mai ancora contro a' nostri
ci eh' io
,
ho
narra-
to sia vero
sangue mio
il
quale per
spandere
vita
:
Io appena
rare
,
fuggendo ho potuto
la
mia
ricove-
la
,
e le
mie
ferite
le quali
nare
il
misero corpo
,
E
i
per
vi
v' ap-
parecchiate
acciocch
vostri
nemici
,
quali credo
non potei
e acci altres
io tosto tra
morte
appena
al re
che davanti
Colle
il
il
mani
strette
stava
re Felice
ad ascoltare
parole
ma
poich
corpo
e pi
non
dire
mutato
il
naturale co-
da varie
la-
cure,
grime.
to
Non
annunzio
,
mostrandosi vigoroso
al m.orto
per rincorare
suoi
comand che
passi
compagni verso
quali poi-
ch fu giunto, sospirando
suoi cavalieri
comand
:
fatti
convocare
vicini
popoli
qua-
raun gran-
34
ovviare
FILOCOPO
gli assalitori
giorno
il
quale
fu venuto, egli
comand che
,
divoti sacrificii
la
apparecchiassero a Marte
acciocch
sua deit
la
sacrificando
mitigasse^
,
lendo sacrificare
acciocch
i
mente
grati^
effigie
s'
indirizzasse verso
suoi ni mici
and
,
al sa-
tempio
la
cui
riguardando
,
pietosi preghi
le
quali
porsero.
Ma
de'
venire
un giovane
toro
:
detti altari
a' nostri
,
o vera deit
la
quale
quali presenzial-
mente
facciamo
ne porgi speparole
senti la
E
s
dette queste
tosto
indomito toro
il
quale
come
s
coltello
per duolo
forte
'1
si
tenea-
marini
liti
d' occiden-
do
passi
nemici secondo
assalito.
il
falso detto
doveano
il
il
reame avere
re
,
Veggendo questo
d*
animo
ritenere le lagrime
ma
forte
piangendo
LIBRO PRIMO
cominci a dire
:
aS
bene vedere V
adopera
rivolti
teriti
.
ira
quanto
ella
verso noi
e quanto
non
de' pre-
danni
ma
gli
ne. Egli e
altri
nostri sacrificii
e ci apertamente
il
mani
la
e
,
il
nostro terreno
,
qua-
infino
agli ultimi
si
termini
della
nostra potenza
mostra che
re.
Ma, o sommi
se
da voi
non
schifate le
mie
piangenti voci
perocch,
il
come
voi sapete, io
i
non sona
quel Dionisio,
vostre
ti
quale pi volte
vostri templi e le
d' altri
,
degni
Io
giammai
o Giove
la
ornamennon ti
,
spogliai
come
costui
rispleu-
verno fredda
ali*
comuni drappi
1'
utili
uno tempo
e all'altro.
mai
il
con
tagliente
ferro levare
il
cui padre
si
essa.
te, o santa
me
per
Giunone,
quali cose
siccome sacrilego,
io e
'1
mio povoi
ma sempre
.
Dunque non
a'
consentite
che
la
nostra potenza
da voi
nostri
26^
antcessor
FILOCOPO
benignamente
s
conceduta
crudelmente
senza cagione
il
distrugga, e
ingegna
di contrastare.
E
'1
se
pure
e'
quale
la
la vostra ira
quale o io o
alla
me
tutto
il
pondo.
Deh non mi
esaltati
fate
meno degno
,
di questo
dono
il
quale
Komani molto
la
per
la
sua orazione
a
diste,
mandarono quivi
l'arsa
poco tempo in
vegnach
liti
uomini
vi
dovrebbono
essere stati
che
io
insieme
che
il
mio regno
a un ullare.
Mentrech
re
sospiri faceva
la detta orazione,
volgendo alquanto
il
lagrimosi
oc-
il
sangue caduto
e sopr' esso
il
come
,
folgore vo-
divino uccello
e sopra esso
,
e apprsso
quindi lev
arsi
do-
cammino
suoi popoli
il
La qual
cosa veduta
il
re, in s
medesimo prese
vo-
buono augurio,
e assai pi
Paolo
to
,
alla
cadere
muta-
X
LIBRO PRIMO
lo
il
27
Toce incomine prendete de-
alla
,
rallegratevi
Giove pietosamente
ha mutato consiglio
da noi
ho veduto
il
mani fugci
benignamente accettato
,
e ci
il
mani,
il
quale
io vidi
toro
gi
,
pasceva
levandosi poi
e'isuovolo ripreso versoi nostri avversarli, quasi mostrandoci che via noi
dobbiamo
fare.
Onde
pare che
alle no-
ha mandatosi
,
fatto
duca. Or dunque
cac-
ciate
dete
fuochi sopra
dugio
nostri
onde vol
si
il
perocch
gi
manifesta
occhi
la disiderata
con prosperevole
Arsi
ti
i
fine.
i
fatti
fuochi, e dissoluti
trombe sonarono e
il
cavalli pre-
battaglie udito
il
suono cominciarono a
fremire
e allora
comand che
,
le reai
a' venti
fati
e che tulli
suoi
abbandonandosi
dirizzassero
il
fortunosi
,
lor
cammino
al
quale comandamento le
senza ninna dimo-
bandiere spiegate e
ranza.
la via presa fu
il
Ma
il
misero Lelio
i8
a' suoi
FILOCOPO
compagni
siinlgliantemerite
si
,
non s'accorgeva
a'
studiava di pervenire
do-
altrettante
Roma
la
quale
egli
camminando s'aveva
tempio
,
dietro le
di perve-
il
Entrava
e' torbidi
il
nuvoli occupavano
come
crudele giorno
al
quale
egli
s'
apparecchiava di dar
lieti
,
e la sua
compagnia
a' lo-
la
qua-
altro
si
poteano vedere.
,
Era sopra
la
la
per
loro passi.
Sopra
montagna
1'
avversario re
da loro non
scendere
al
Ma
gi
avendo
il
sommit dimorava
i
nel-
cammini che
col
suo
dell'
oscura valle
vide la divota
LIBRO PRIMO
nente dubitando, non allrimenli che fa
pietra
la
,
,
319
piombosa
la
e volando
con
alta
voce
compagni, e
i
nostri ninici si
manifestino
se gli occhi
non mi mentono,
me pare
monte
,
vedere siccome mostrato v'ho parte de' nonella profonda valle appi
,
stri
avversarii gi essere
,
del
ed
essi
siccome
credo
la folta
quale ancora
essi
pili
dissoluta. Per a
me
parrebbe che
fossero
dimo-
prima
assalissimo
,
nocevole
n a loro scampo
na resistenza
per
la
essi ca-
perch
la
morte o
la vita
qual pi
ne piacer
onde
io vi
cacciando da
gi vedeste voi
dono
il
il
dete che ha
che
30
FILOGOPO
abbiamo
desiderato. Appres-
sangue
loro spade
vengono per
nelle strasi
occupare
le nostre case
e per
mandare noi
esilio.
Adunque
augurio
il
mostr,
te, e si
lite
per
la
liere
debba
le
ma
continuamente per
molte
maravigliosa fortezza
acquistate
vittorie
v' avete
per addietro
fatti
vi
veggendo
me
armato desiderare
,
vo-
mia insieme
mia ultima
si
et
alla
.
quale pi tosto
converrebbe
Or
poich tante
muovere
muovetevi
in quello augurio
che voi
le
1'
acqui-
stiate.
comand che
sue inse-
gne scendessero
monte
cavalieri
gridando
be sonarono
lieri
e'
e'
,
cava-
misono
cosi furiosi
,
come
preda
talvolta
fiero
sentendo sola
quali dell'alte
mon-
LIBRO PRIMO
samente caggiono senza ritegno
,
3i
alcu-
menando seco
fanno
gi.
na volta
grandissime pietre
fracasso che
1'
le quali
,
insieme
non minore
straripevole
diritto
,
acque
e cosi
per
la
montagna
o sentiero
si
un romore
di corni
e di trombe e d'
crudeli stor-
menti,
come
medesime e
romore
si
il
prima
la timida ceri
bian-
chi
marmi
a Lelio timorosamente
:
s'
,
accost
e con
il
rotta
o Lelio
ov' fuggito
Or non vedi
pu
tu quella gen-
armata che
si
?
dell' alto
monte
Che
gente
ella essere
Che non
vengono
occhi
,
provvedi tu
al necessario
rimedio or se
elli
per offenderci?
A
,
gli
guardossi davanti
assai lontano,
ma non
suoi
compagni
trarre delle
mani
degli avversarii
,
onde
egli
rivolto alla
sua compagnia
disse
non dubitate
fatevi sicuri
si
furiosi
per pren-
due cose
essi
elli
vengono siccome
vita
,
ri-
per privarci di
essendo-
, , ,, ,
m
si
FILOGOPO
gik loro in alcuno atto manifestato la nostra con:
dizione
e a dire
,
scampare
questo impossibile
perocch
loro ca-
nostri affannati
il
dunque
dia
chiamando
migliore
gli
non incrudeliamo pi
la ci
animi loro
la
quale se egli
nostro
il
camDio
mino
e se
1'
non
rimanga
Gi
tutti
compagni
scampo
in loro
compagnia
desidero-
di pervenire a
,
andavano
veduta gente
muovere
Quando
Lelio sentito
,
il
mormorio
e veduta la dubitanza
,
si
:
volt verso
cosi parlando
compagni
i
miei passi
tutti
,
facendo di
me
voi
ma
me-
a'
te
che
a' nostri
manifesta
avete dette
Ond'
io essendo stato a
,
voi
ne' dubbiosi
non
sosterr, in
quanto piacere
;
per al-
cuno
altro condotto
ma
LIBRO PRIMO
luogo di franco e di vero duca
vi narrer
,
33
il
prima
il
mio
avviso
poi
vostro consii
glio perseguir.
le parole di
Quando prima
pensando
11
agli
occh
miei per
corse
incontanente
sla-
mo
due pensieri
,
nella
mente mi vennero
1*
uno
de' quali fu
ne ricchezze
se
veggendo
il
e for-
mossono e vengono
La qual
cosa se cos
prendere
ma
sia
questo e degli
altri
Roma
ancora
ro fu questo,
ta,
mi spaven-
che
io
loro
mani
morte
quali
ha pi
persecutori della
in
che quasi
ninna
il
altra
il
del
e ancora
me
n' accerta pi
,
vedere
quale
elli
discendono a noi
dete che
essi
romore
il
primo pensando, e
ninna
dete
il
nella
via esaminata
utile
non
ac-
cendere
ira,
a vessono
FJLOCOPO T.
I.
34
non
ci
il
FILOGOPO
dove
,
se
non
peroccli
d' alte
montagne
glamo
rinchiusi: e
armi
resisteri-
me
aspettare
se essi
si
lo nostro
colle no-
stre
braccia
,
vigorosamente aiutandoci
le nostre
ci difendere-
mo
vendicheremo
morti
le quali
Giove
cessi
da noi.
porgeva a'cari com-
Mentre Lelio
pagni
,
le pietose parole
passione a
m ara mente
,
cendo
dopo
quale
la
che
muoia
il
^>rA cresciuto
vecchiezza sostenesse
gliuoli rimasi in
Altri piangeano
colla giovane
piccioli
fi-
Roma
donna,
1
ramma,
cari fratelli
,
E
,
lutti
dolcemente congiunta
si
amarali
mente
forti di
partire.
Ma
i
spazio, per
con-
ove sono
^o spandete
lemmine. Evvi
in Utica
animo
suoi
LIBRO PRIMO
Or
da
che fareste voi se io
facessi
il
35
?
simigliante? credo
non dubitate
,
n delle gio-
vani donne
n de' piccioli
le
n ancora delle
abbondanti ricchezze
don, perocch
essi tutti
,
nacquero
alla
ed
egli
non gran
fatto se in servisi
pone
alcuna volta
si
il
le
lagrime
lui
te-
nuto e teneano
nerlo
,
con
lui
te gli ringrazi
le
nemici , facendo
egli
E la
mise
il
quale
La
no
s'
fece
menare a
poeta
,
un giovane
nominato
za
,
sommo
Artifilo
La
ter-
nella quale la
,
riserv
compagno
s di tutte
facendo capitano e
te
si
FILOCOPO
ebbe ordinati parl co-
verso loro:
Ma
tanto
essi
sieno gente
il
iniqua e
tro-
presumendo
luogo dove
vati gli
cagione
si
affrettino di
,
venire a noi
se
di vita
avantich
se
possa prendere.
Onde
i
que^
Mo
delmente distendere
te usi di
voi
non
siete
contaminare
la vostra
ma
anime
vero
'1
,
che questo
sia
1*
inestinguibile
.
moria de'
nostri antichi ce
il
manifesta
meQuanto doIl
vrebbe crescere
Code
vi torna a
mente ?
quale
come
re
il
voi sapete
al
tempo
eh'
e*
Toscani entrarono in
Roma
citt,
con grandissime
la loro
fu di dietro
eia
citt
il
quale
siete
,
assal
Galli
e tanto colla
vittoria e
morto
il
sacrific le sue
sie-
sete soggetto
ad
37
e quali esemtutti
potrebbono porre, e
non
Or dunque
^
sia-
mo
Certo
pi vigorosamente combattere
molti servi
francammo divegnamo
tutti vigorosi
Ma perocch
conosco
za di vittoria
aiutandoci la fortuna
ed in
m e molto
gli
me
ne conforto.
fati
Ma
se
avver-
sarii
non
vi
lasciate
le
timide
fate
pecore
essi
ma
che
vi
abbiano
la vittoria
,
piangendo.
nondimeno
torni alla
memoria
Giove
,
il
quale per
il
empie mani
di Pluto
nelle quali
nostro
miseramente
ci
mise
morte che
cosa se noi
ingiusta
pognamo
quali
nostre
e ancora le nostre
,
come
visiteranlie-
no
il
al
38
tamente e
tosto
FILOCOPO
perverremo : e per ciascuno
si
porti
vigorosamente.
Giulia y la quale dolente ascoltava le parole del suo
compagno
grande
il
incominci
,
si
forte a dolersi
e a fare
si
pianto
dendola
s'
simi-
mio,
donammo
te
le nostre case.
a' santi
liti
Noi
ci
partimmo divotamen,
per pervenire
e tu ora
battaglie.
pare
Deh
Deh almeno perch ti affretti tu cosi di combattere ? Che sai tu chi costoro si siano ? Non credi tu che le diverse nazioni del mondo abbino fra s altre nmistk che quella de' Romani ? Io dubito forte,
certo n3.
ed da dubitare
che
essi
vedendo armati
te
e'
tuoi
compagni
che
essi
ne di cominciare
non pensata
armi tu
battaglia
mio
che
e' tuoi
,
com-
credi tu
crudele e
si vile
n alcuno.
tu sniigliante-
mente peraddietro
a-
non
ti
fidi
ammollare
?
1*
ira di costoro
se sopra
es-
te adirati
venissero
Or
LIRO PRIMO
nati delle
essi
3g
rocte
,
dure querce
piet
,
dell* alpestre
essi
che
non abbino
cosi
o die
non
ascoltino le tue
di soa-
parole? le quali
vit
,
si tosto
Deh non
grande esercito
eh' egli
quando da
.
Non
Vedi tu
che
si
tuoi
compagni bono
ne
stati
,
volentieri
sarebte
perocch conoscono
pigliare
?
pericol,
tu
se a
Ma
prendendole
loro cagione.
se tu
noi possiamo
loro.
Vedi,
che
le vicine
di folti boschi e
assai
di nascosi valloni
ne ''quali noi
ci
potremo
bene
Deh non
le quali veg-
minciamo
non
la salutevole
dissoluta nebbia
che
no nemico dee pi volere del suo avversario che vederlosi fuggire davanti,
mostrando di temere
la
sua po-
tenza.
Per se
elli
essi
saranno
no
correnti
cavalli
,
le
cui
beffe
non curiamo
non
e'
d* andare pi
noi
voglia-
Roma, che
:
mo
vita
per divino
il
pi che puote.
sieti
4o
FILOCOPO
,
n co-
ci
avranno cacciali
riposeranno, e trovan-
no a prenderle, e
in alcuna parte ci
in quello spazio,
concedendo Iddio,
potremo
il
salvare.
Deh
sia,
fa'
Lelio, che
mio
voi, e
che talvolta
le
femmine
mente sono
prima e
,
ultima grazia a
me
nel
Queste
parole e molte altre piangendo Giulia fortemente diceva, abbracciando sovente Lelio e rompendogli le parole in bocca
,
alla
rispose cosi:
Giulia
Roma
viri-
mi
dicevi,
quando
di grazia chiedesti
volere venir
meco
Ov'
il
tuo
Tu
samente
che
la vigorosa
moglie di Mitridate.
aggiugnerti al
,
io
aveva intendi-
mento
di
numero
fusse
il
se
non
nascondi in
le.
veduta d'uo-
mini de' quali noi dubitiamo, e ancora di loro condizione non siamo
non sappiamo
se
sono amici o
la
fu-
il
tuo antico
avolo
altro
il
Romano
non
LIBRO PRIMO
noi
(> ,
4i
molte
volte stato
sia
eh' preso
la nostra salute
E cre,
di che Iddio
rando
per
s'
acquistino
ma
virtuosamente affannando
e
ti
taciti
come
noi medesimi
confida.
essere
gitt al
ti
dicendo
,
poich
al
mio
lieta
consiglio
della
sia
non
vuogli
attenere
zia
,
me
che
vuoi far
,
domandata graultima a
fammene
un'altra
fatte
la
quale
,
me
di
tutte quelle
m'
hai
do
nemici
re,
che verso
te dirizzer
1'
il
aguta
lancia, io misera
primo
colpo
manifesti poi
fia
gran-
infiniti
Oim
mi
oh
se egli avvenisse
che
io senza le
scia fu
trovassi viva
mia
si
quello che pi
voler morire e
mi renon potemaniera
Ma
il
la
mia
,
anise-
ma,
cacciata dal
la
coltello
guiterebbe
tua
ovunque
grazia
,
ella andasse.
Ma
concedi-
mi questa ultima
tristizia
la
poca
vita corporale
che
m'
serbala, e
4a
io
ti
,
FlL0COI>O
la
degno luogo
Mentre
temendo
,
di
morire
chiamate
esteriori forze
,
lasci costei in
.
Le-
che lagrimattdo
,
la volea confortare,
veggendo que-
sto
ne
la
port in uno
campo
so
prestamente
^n.
la
cavallo, torn
a'
suoi
compa,
Cime,
re
o almeno salutati
,
Tu
o Lelio
al
Oh
,
quanto
i
quali vagabondi
pi che se mai
le par-
non ritornassero
gli
trov perle
,
che
poco
per
avrebbe
trovati mossi
egli
andare verso
loro nemici
gli
Ma
poich
con alcu,
na dolce parolelta
ebbe alquanto
,
raffrenati
co-
mand a uno
seco per
sinto
uomo
il
Giove
LIBRO PRIMO
Blamente
gli
43
:
e questo
fatto
alto
che
,
lutti
poteano ve-
dere
compagni
gli
laraente pregassero
Giove per
la loro salute: e
,
e Lelio,
,
di>-
som mo Giove
ti
grazioto
si
signore
go-
pieghi, riil
tuo aiu-
Noi solamente in
te
speriamo,
quali desiderosi
fratello
.
come tu,
poli, e
si
nasconde
le nostre
,
ricchezze
la
il
mon-
dano onore
ma
solamente
perch
si
che
del tutto le
to ci porgi
,
siamo
senza
ribelli.
il
Adunque pr ma
il
tuo aiu
operante
somma
conforti
deit ne dimostra
,
il
nostri cuori
il
sempre ne'
tuo piacere
,
in questo
ne dimostra
acciocch noi
le
nostre
mani
in innocente
finita
Appena ebbe
lui e
i
che sopra
cente
li
re tanta luc
della quale
una voce
e disse
si-
io sar
le
sem-
aiutandovi vendicare
vostre
, ,
44
morti
:
FILOCOPO
e senza alcuna
ammirazione
le presenti
paro-
le ascoltate,
che
tal volta
uomo
da
:
uno popolo
si
span-
meco
,
questo
*
come
subita venne
cosi
subitamente sparve
lieti si
rizzarono,
ringraziando
s'
potenza
apparecgran-
chiarono di resistere
dissimo romore gi
nemici
quali con
.
appressavano a loro
i
Non
ce
,
giovani compagni di
Le-
mani
le loro lan-
quando
a loro
si
dardi
i
essendo
giltati
il
fedire
quale ave-
gli lasciava
insieme
apertamente vedere
e quelli
dine
credendo
superbi
dubitarono di correre
.
I divoti
giovani stavita
la loro
sicuri
e ninno
romore avverso
.
ri-
mosse
lora
le
Lelio al-
davanti
colo
passo
mosse
,
la
prima schiera
la
quale Sesto
Fulvio guidava
LIBRO PRIMO
1*
45
.
altre
gli
seguissono
gi
erano sopra
Romani
quando Lelio,
,
neiranimo acceso
sente cavallo
,
di maravigliosa virt
il
mosso
il
pos-
dirizz
verso
un grandissimo
cavaliere,
al
quale
ma
razione
sti
Stge
Que-
do cavalcava, ferendone un
alla
altro, diede
,
compagnia
i
misera anima
,
seguenti
loro
capitani
facesse
ninno ve
ebbe
che Lelio,
i
ma
tutti
valorosamente combatten,
do
abbattuti
la
loro scontri
cavalcarono avanti
Elli
avevano
le
quali per-
riflettendo minaccia-
vano
volonterosa forza
ma
tutti
quali
due
grandissimi barbari
quali forti
resistenti trovala
rono.
E
,
moltitudine
tanto''i
abbondante premeva
da vera forza
il
Ro-
mani
tuto
che quasi
costretti
,
oltre al loro
volere
il
rincularono
Lelio
suol
li
vide
alquanto
suo
^6
cavallo
1'
,
FILOGOPO
con ritondo corso
gli circu
,
dicendo loro:
le vostre forze
manca
altro
che V opera
Quae'ca,
lunque desidera
ri
_,
padri
e' figliuoli
e le mogli
.
e' lasciati
amici
cose nel
ci
domandi Iddio ha poste tutte queste mezzo della battaglia La migliore cagione
.
vittoria
,
e la nostra vittoria
la
ha bisogno
di pochi combattitori
perocch
grande
ristretti
medesimi
madri
a voi
dimorino
vostri padri
,
le vostre
e' vostri
figliuoli piccolini
vi pre-
vi ren-
medesimi
,
loro
corsi pericoli
.
paurosi e
facciate In
una
medesima ora
tosa
Le
infiammarono
,
non freddi
petti de'
Romani
gio,
VNii
si
riguardandola
invilita
con
sti-
>!o
il
tema
si
h('
]);tr
paurosi cavalieri, e
coltelli
mirando verso
poco adoperala
ovo
li
,
conobbe quali
erano
stati
e quali
spada
,
ehi
e chi
e questo veduto
?
parl
co4
Con qua-
LIBRO PRIMO
le merito di guiderdone rivolgi tu
i
47
tuoi passi verso le
taglier
guardate bandiere
Certo
la
mia spada
qua.
co'
nemici
Le
fiamme
si
role di costui
ravvivarono, e voltarono
visi.
Guir-
menide accende i furori colle sue voci ; egli dava i ferri alle mani di coloro che gli aveano perduti e
,
gridava che
uccisi
.
Egli permuove e
si
,
andare innanzi
e' suoi,
coloro che
rivolta asta
battitura
i
della
diletta di
.
veder bagnare
freddi ferri
squarciata
nube
quando Giove
gitla
le
sue folgori
:
le
pu
della
altis-
la piccola
.
numero
d'
uomini
,
Lelio
che
a' casi
con
sollecita
atti
,
cura con
la
provoca
seconda
sostenuto
il
muove
si
s e
suoi con
dovuto ordine
della battaglia.
nel
primo scontro
sopra
dirizz Artifilo
verso
il
il
polveroso
campo
l'abi
batt
morto. Molti
n'
ma
di loro fu-
Artifilo
perduta
e sostenendo
sinistro
an-
dava uccidendo
tutti
para-
48
vano
glia
si
.
FILOGOPO
E
Lelio e Sesto nel destro corno della baltail
quale
Menaab
chiamava
veduto
il
Artifllo fa-
do
colpi suoi
il
sotto
saetta
,
il
credette
avere morto
Ma
Artifllo sentito
sentisse, colla
,
colpo
quasi cotrasse
me
se
ninna doglia
propria
mano
s'
era apgli
parecchiato di gittare
altra
sopraggiuntolo,
die-
de
si
la testa
gliela
divse.
il
Quivi fu
egli
gli
possente cavallo
morto
sotto
sopra
il
quale
La
furiosa gente
premea
tutta addosso a
gli s'
ed
egli
appres-
sava.
gi
la
n'aveva
tanti uccisi
,
dintorno a s, che
quanto
taglio della
ma
in luogo di tagliare
rompeva
ammaccava
le
du-
senza
numero
fitte
il
suo forte
elmo
saette
E gi era
,
pi carico di
ardisse
ad appressare.
Ma
i
egli
uccidendoli
e difendendo s e
chiamando
cari
compagni che
lo soccorressero.
,
LIBRO PRIMO
cavalieri lui fed^
egli
49
,
ed
,
gli
molto
si
me ma
suo viso
1'
piet
bagn
il
abbandonato Sesto
pochi compagni.
Ma
poi-
ch
egli
modo, mosse
la battaglia
so
al
si
bench
resistenti fossero
molti
,
la loro
mol1'
perocch
,
uno
impediva
la
spada
i
dell' altro
per istretlezza
onde
Sesto e Sulpizio,
mente combattevano
forza uccidendogli
,
gli
campi ancora non bagnati d' alcuno sangue. Il re che della montagna era disceso con fresca schiera veggendo questo
,
alquanto raffredd
i
l'
ardente disio
11
dubitando mosse
suoi cavalieri
terribili
i
suoni
secchi
campi
E tanta
polvere coperse
I.
riLOcoro T.
5o
FILOGOPO
,
quanta ne manda
poich la su-
la
dubbiosa
vittole-
suo posseditore
perocch non fu
a'
nemici
La piova
delle
mandate dagli
mani ^
quelli
i
ella si
tantoch
morivano e'rimanevano
stretti
compagni. Sulpizio
,
il il
fu
primo che
do
forte verso
re,
il
quale
s'
apparecchiava d'
affretl'el-
tare la loro
morte, e
re
ferillo si
vigorosamente sopra
mo
che
,
il
stordito
m a per
buon soccorso
ricominciarono
Ma
mezzo
il
campo anzich
,
debole
si
potesse
il
ri-
quale la
piacer di Dio
-,
salvamento
di tutto
popolo
il
disse
sommo
Giove
e tu beato Iddio
LIBRO PRIMO
avanti che questo luogo non
si
5i
quali rimasi
mi
l'
anime
di
anime
riceviate, e la
crificio, se vostro
piacere
se sopra a
uno
cavaliere
il
sinistro
omero
che
mand
,
il
si-
nistro braccio
e quegli
si
mapo-
che nullo ve
e Sulpizio
n' avea
si
che non se ne
.
maravigliasse
non
portava male
mo,
fatto davanti
ma
re
che tutto
d* ira
ardeva
si
maravigliosamente combalteli
vicino, e
una lancia
il
cacci
morto in
vedendo
11
,
mano per
fedire
re
ma
uno
cavaliere
il
quale
,
si
chiamava Favenzio
si
il
par
chiainfi-
davanti al colpo
11
no
a'
denti
il
ma
volendo ritrarre a s
,
la
spada per
:
ri-
coverare
secondo colpo
non
la pot riavere
onde
compagni mase
il
ri-
campo
facen-
Sa
do cercare
FILOCOPO
se la misera fortuna n' avesse alcuno ritra'
suoi
medesimi.
suo
campo
il
fosse quivi
Vedendo
si ral-
do con
a pochi
trito
occhio
Romani.
bench
1'
vittoria gli
fosse al principio
si
molta
certo
,
vedendo
questo ella
cambi
in
amare lagrime
i
immaginan-
cavalieri
:
al
campo
i
udendo
tristo
,
pianto che
campo
che
le ricchezze
campo
fossero da loro
la
fatta. Elli
disarmarono
Romani con
presta
s
mano,
non ne trovarono
quan-
non
avesse grandissima
to punte,
per
la pol-
loro
visi.
Ma poich
il
n'ebbero
to e
il
pi valorosi,
il
piancreil
romore incominci
grande, che
re
si
loro pianto
LIBRO PRIMO
53
i
Oh
misera fortuna
quanto sono
!
tuoi
movimenti
il
onore che tu
all'
ora
grande
prescritto fu
ordine militare ?
Ove sono
avevi dati
?
con ampia
mano
gli
Ove
molti amici
Ove
ra
la
gran famiglia
Tu
gli
il
strani
campi. Almeno
le
avessi
tu concedute le
romane lagrime, e
avessero chiusi
gli
i
vecchio padre
gli
morienti occhi
Aveva
gi nel
Amaltea nutrice
il
meridiano cerchio, e
1'
onde
,
d' Esperia
a s
ritornate le for-
compa-
che gi
alle
cui voci
subitamente levatasi
disse
?
oim
misera, qual' la
riguardandosi dattorno
non vide
il
le triste lagrime
disse:
mio
inse?
Lelio? ecco se
la
gne
al
E
,
dirizz
miseri
le
fati le
quale
te
:
doveva mostrare
mirando,
il
rumore
secco
campo
essere
gente
Allora
il
,,,
j64
OeOPO
i
compagne
potuta ritenere
che
ella
non andasse
tra'
morti corpi
Ma come
mani
modo
colorite
membra che
,
in
nemici
ferri
incominci a cercare
,
dicendo
alle sue
compagne
che
sua
lasciatemi andare
e'
non convenevole
cos valoroso
citta
gli
tuna
ha negate
parenti e del
vogliate anche
ella
andando
per
campo piangendo
suo misero marito,
la
ma
,
sanguinosi
visi
nascondea-
no
manifesta sembianza
all' intelletto.
poich
el-
la n'
ebbe molti
il
rivolti
madure
morto
suo Lelio,
il
attorniato giacca
piangendo amaramente
si
cominci a battere
,
il
chia-
e a graffiarsi le tenere
il
E avevasi gi si
il
vivo a
'1
morto
piutto-
viso le stava
non Giulia ma
uno
si
campo
pareva. Ella
non
curava di bagnare
d'ama-
LIBRO PRIMO
re lagrime. Ella spesse volte
il
55
baciava e abbracciava
oim, Lelio, dove m' hai tu abbandonata ? Dove m' hai tu lasciata tra gente araba, diversa da nocosi
:
stri
costumi
facesse
de' quali
ninno
io
conosco? Almeno
la loro crudelt
egli l'ope-
mi
mani operata
il
in
me come
Almeno
sse la sua
rarono in te
ma
femminile aspetto
porta piet in
sarei io
non fu mai.
pi
el-
contenta che la
la fosse,
ovunque
morte.
credere
femminile consiglio
Certo tu
saresti
lieti
in vita, e forsp
saremmo
lasciasti di lungi
Come non
aspettasti tu
che
io
alme-
no
f*
avessi
r amara
si
mani
l'
aves-
allacciato
V elmo
il
Oim
dolente,
1'
uo-
mo
noi
il
siderammo miseramente
nostri
domandammo
,
di avere figliuoli
quali
se con-
avere quell'
avrebbe
volont,
conceduta.
recate la morte in
costui^ o
cito di
pararmi dinanzi
crudeli colpi
quali costui
m
lo.
FILoeOPo
come
io
inaocente sostenne,
Oramai non
morte
,
al
non
tu
tu
la
non mi risparmi , ma
me
dugio.
Tu
piii essere
crudele , e massi,
mamente
se' stata.
a'
in tal luogo
Deh
compaUc-
mio marito
che lasciarmi
mondo esemplo
,
cidimi
com'
i'
ho
il
perfetto
amore
i
della
la
drap-
suo
Pompeo
tinti
temendo
non
anima
dipartirsi dal
a'
suoi Iddii,
Oh
quanto
le fu
prosperevole
io
il
morire, perocch
la
,
mo-
quale
mi conducerebbe
vincer
e poi a
,
morte
ma morendo
dolore.
il
io
misera
e
la
mio dolore
non
mi-
me
sera
anima
la
l'ulti-
me
non
Oim morte
ti
io
t'
addomando con
quali
dispregiatori delle
do
fedeli.
temono crudeltua
mente
assalisci,
dispregiando
vendichi.
cosa
Oh
com una
come tu
manca
uno bisogno.
LIBRO PRIiMO
lo
57
campo
si
volle ferire
il
tenero petto
si
ma
,
impedita
dalle
compagne non
;
poteva. Poi
,
rubatori e diceva
deh
crudeli cavalieri
1'
quali senl'
inno-
deh ammendate
uccidete
me, poich
voi avete
morto colui,
,
che
la
maggior parte di
me
in s portava
e fate che
io sia del
numero
degli uccisi.
do
vi far meritar
anzi
1'
grime lavato
dimorava
Ma
luce,
re
,
poich
sole nascose
campo
l
si
si
per
'affanno ricevuto
preterito giorno
che
alle-
membri
riposo,
si
per
1'
valle
Ed
egli,
che ne'
ci
,
tesi
padiglioni
si
riposava
quale
le
s'
appella-
va Ascalione
che
io
misere voci
te in
modo
la
crudele uccisione
,
sato giorno
sia
Sire
disse Ascalione
la
io
immagino che
alcuna donna
e cosi
mi pare avere
inteso
58
intendo bene,
il
FILOCOPO
manifesta. Allora
,
gli
comand
il
re
ta-
che
egli
,
andasse ad essa
'1
cesse
acciocch
'1
accrescesse
pi
dolore che
preterito
,
danno
con picil
lume per
,
lo
sanguinoso
campo
scalpitando
morto sangue
part(?
andarono in quella
voci
,
dov'
essi
:
sentiano le dolenti
la
e perven-
non
a Giulia
quale
come
Ascalione la vide
il
immaginando
le
mosso dentro a
pieth
il
io
ti
prego
per
,
quella nobilt
che
,
'1
tuo aspetto ne
rappresenta
che tu
ti
conforti
lagrime
ma
credo che
sia
grande
sia
non
possa
la
quali se al ricevuto
faremmo mai
che piandi
ingegnamo
memorie.
ne
E simigliantemente il re
il
nostro
si-
gnore
te
manda pregando 5
,
gli
sarebbe caro
secondo
suo parlare
,
che tu venissi
la
udendo
romana
forse
di
Roma
lio
,
impresa aveva
alz
il
Le-
cavaliere
vedenil
ri-
LIBRO PRIMO
guard
,
59
,
e gettando
1'
un grande
sospiro
disse
niuno
.
conforto sentir
anima mia
se voi noi
mi porgete
Voi m'
11
qua!' era
le dilettevoli
ombre quella del mio Lelio questo graziosamente vi domando questo sia V ultimo bene che io spero e a voi non fia niente Voi avete oggi bagnate le vostre
,
mani
in tanti sangui
la
somma
.
mia morte
ma
la far ])i
Deh
aggiugnetemi
re, Giulia
al tristo
numero
con
lui
acciocch
ella
si
possa di-
am
tanto
il
fu del nu-
mero
campi
se voi
al-
meno
sentite
prestate alle
mie mani
la tagliente
spada, e con-
possa morire
lione e' suoi
essendone
le
to rigare di vermiglio
lagrimavano
per
gio-
piet di costei, e
vane
fatto
g'
Iddii facciano le
.
mie mani
tu
di lunge da s
peccato
ma
perch piangendo, e
sconfortandoti, guasti
il
d'incrudelire contro a te
medesima? Credi tu
e
colla
be impossibile
Ma
levati su
nelle
perduto conforto
Levati su
^t>
e bojjui
i
FILOGOPO
nostri passi
,
alli
compagne
,
che
io
ti
giuro
essi
mi
concederanno
vita
che
il
Ora
tilieva
vieni
il
quale ancorch
t'
dolente sia
vedendo
il
onore-
Or
se noi
ti
volessimo qui
infiniti
non
ti
,
spaventerebbono
gli
spiriti
?
Non
si
non
curerebbono di contaminare
tuo onore
e delle tue
e' miei
per compassione di
te
righiamo
nostri
d'
altro
che
cari
ammaestramenti
vii-
non
lana
a' divoti
ma
prese
colle sue
mani un bianco
,
pallido viso
il
di Lelio
e con
tutto
corpo
poi
si
si
volse ad
Ascalione, e disse
vostri preghi
io
han-
no
presa la
al
non mi so
mettere
m'
di
avete.
E
sa
morte
quella co-
io
m' apparecchio
vi fia
:
venire
in quelle parti
dove piacer
,
ma
caramente rac'1
comando prima me
anima che guida
e le
,
mie compagne e
pregandovi per
,
nostro
gentile
la
vostri
membri
LIBRO PRIMO
re sorelle ci serviate
lo
,
et
clie di quel-
e non consentiate
che
le
contentarono
.
sciolti
y
da esse
si
possano rammaricare
bolezza fra
le
volendosi levare
per la de.
Allora
lo destro braccio la
pre-
so
andando
,
pervennero
alle reali
,
tende
alle
quali
entrati
il
re
vedendo
la
costei
vinto
:
per lo pietoso
udito
,
aspetto^
umilmente
riguard
e avendo gi
core
,
mand
Giulia
grave
veduto
,
il
le fosse
pure
:
alto signore
menarmi
nel vo-
do che
ne' loro
la
misera
Ecuba
la
dolente Cornelia
io fo in
si
n credo che
affet-
vendetta
com'
.
lo desidero di voi
solo
che prenil
dere ne
la potessi
Ma
polche
vostra
la fortuna
m'ha
po-
guiderdone della
fiera volont
il
che
io
ho verso
voi la
morte
Non
sofferse
,
davanti a lui
ma
colla propria
mano
levatala in pie
:
da s
e rispose cosi
giovane
donna
il
m' ha
fatto dive-
nire pietoso
e quasi
m'
invitate
grimare
certo io
, ,
6a
lare
,
FILOCOPO
il
il
di volere quello
infino a quell' ora
che
la tristizia
pena
dar luogo
al
naturai
senno
perocch
io
che
consigliata
domandate
morte
e mostrate verso
me
fia
per
,
me
conceduta,
Ma
come
,
la fortuna
ella
n che
v'abbia
fatta
mia prigione
to
il
si
per voi e
,
si
per
,
Y anima
quale
Ma
.
ditemi
,
se vi piace
sia la
io
il
mani
re
j
uccideste
e quinci
al santo
muove
Dio
,
il
mio
tristo
lagrima-
andavamo
,
vostri regni
,
gnezza
si
Udendo questo
,
re
,
quasi stupefatto
tutto
cambi
e disse
oim
mio regno
quali
all'
,
entrare in
Marmorina ? Signore
Allora
n, rispose
bella
il
,
Giulia
ma
vedemmo
;
e
re
si
dolse molto
e sospirando disse
o giovane
donna
gire
:
voi ne porgete
ornai
duole.
E noa
. ,
LIBRO PRIMO
no ricevuto
conforto.
disdice,
i
,
63
perocch '1 nostro
dubbio che voi avete nel preterito giorno grande dane io non piccolo
il
.
Ma
,
lagrimare niente
a cui che
colli
si
il
quale
.
propri
abbiamo
,
a confortare
nostri sudditi
Dunque
il
confortatevi
,
e qui a voi
meco
ri-
manete ; e dopo
altro marito
lieri
, ,
ripreso conforto
nella
s'
piacer
io
ho
mia corte
in guider:
done
che
fatta v'ho, vi
doner volentieri
re servar castit
e se
essere
meco non
,
vi piacer
del
mio padre
,
peso
dove
vi piacer
pi d'an-
dire
fatto
peroc-
ch
io ci
,
e molti buoni
.
cavalieri
Giulia non
dolente pian,
animo deliber
infino
che
al profferto onore
che
la fortuna
care
gli
strani paesi
rotta
da dolenti singhiozzi
stre
signor
mio
:
nelle vo-
mani
la
mia
vita e la
mia morte
.
io
non mi
il
partir
mai dal
vostro piacere
Comand
allora
re,
che
ella in
compagne
fossero onorate
64
FILOGOPO
Come
11
nuovo
mondo,
il
re colla sua
,
Siviglia
antica
Esperii regni
i
presero
il
cammino: ma
Giulia di grazia
avanti che
loro passi
il
si
mutassero
addomand che
Al quale
il
re
comand che
gli altri
fatta a esso e
a tutti
campo
Fu
fatti!
ne rimanessero sopra
ruscelletti di
la vermiglia
.
arena
che di
varii
Rimaso
fiere
i
solo di vivi
tristo
campo
d*
uomini
in
si
riempi
non solamente
,
ma
sopra
mortali pasti
,
tristo fiato
tlgnendo
gli
corpi
E
i
gli orsi,
che sentirono
fiato della
bruttura
lasciarono V antiche
.
secreti
cani abbandonarono
e
si
ci che con
mosse
a venir quivi
i
gli
uccelli
aveano seguitato
rla
celestiali pasti si
1'
a-
mai non
si
mai non
,
furono
insieme adunati
se
i
ci
non
Farsa glia
.
quando
romauc-
ni principi
celli,
affrontarono
Ogni
selva vi
mand
e lutti
duto n fuochi
lacerati
n sepoltura
da loroj e
le loro carni
LIBRO PRIMO
gli
65
mi.
autunno
gli
morto sangue
premuto
,
aveano
rivestiti di
color rosso
membri
camtut-
Ma con
mangiato infino
fiere si partisse
,
ossa
ben-
il
quale
il
sole e la piog-
mente
mescolando
le
romane
non conosciute.
Entr
viglia,
il
e ricevuti
,
casti
1'
abbracciaonesta gio-
menti
dell' aspettante
la
,
sposa
egli prese
,
mano
destra
:
questa giovati
racco-
mando
come
lei
cara
compa-
gna, e di stretta consanguini tk congiunta, e ogni onore e ogni bene che puoi usa verso di
la
.
Teneramente
partendosi
compagne
ma
,
il
:
re di Siviglia
la
con
il
ne andarono in Marmorina
quale quando
re vide
non
essere quello
gli
che
fal-
aveva narra-
il
,
FILOCOPO T.
I,
66
FILOGOPO
si
mo
maravigli
e disse
g' Iddii
,
hanno voluto
io
nato
A me pure
il
romano fuoco
arsa
occhi veggo
contrario ,
il
e io
si
gli feci
dare
.
mi
,
rappresenta
non potendo pi
s quello
chiam a
cavaliere
il
e dissegli
le
secondo mese
nostro costante
,
animo a grandissima
.
ad
inque operazioni
sti
senza ragione
Or non
ci innarra-
vole voce
fetto
?
la
quale ora noi troviamo senza alcuno dicagione di farci muovere tutto
il
Tu fosti
po-
Romani
ne
il
fine seguire ce
Maravigliossi molto
:
cavalie-
dicendo umilmente
,
signor
mio
,
farmi morire
il
lasciarmi in vita
ma
me
voi
mi
mai
io di qui
,
non mi
'1
partii
e a ci
il
veduto
vit
n mai dopo
si
ninna no-
Allora
maravigli
:
fra s
medesimo
veramente hanno
,
Iddii voluto
teatar le
mie forze
e aggiungere
la presente vittori^
alle nostre
67
della salva citta
,
abbandon
pensieri
lungo spazio
La
affannata
,
volentieri
,
si
riposava
e con
lei
ma
quasi continuamenle
la
amare lagrime e
bocca piena
d sospiri teneva
alla
disse cosi
Giulia
io so
disialo
partorire,
offendi
.
te
e lui
Tu
il
mato e guasto
e le tue lagrime
;
hanno occupalo
ti
onde
prego che tu
e spera che
non
facci pi questo
anzi
ti
conforta
.
Non
sai tu
che per
ricevuto
ch
fati ti
sono
stati
avversi
forte
animo
tuna.
role a
Deh
mente
che tu
se'
mana: or
Pulvillo
se questo vero
come
forte
io credo,
ti
dovreb-
appoggiato
la
Massimo, vedendo
morte del
figliuolo ebbe.
dell'
cofi-
me
unico
gliuolo
popolo
Questi e molti
altri vostri
,,
68
FI
.
LOGO PO
,
si
disdicono pi a te che a
Non
come
tu
fai ?
certo
s fer
cero
ma
la
magnanimit dei
caduche e
transitorie cose
,
che
la
pusillanimit
sero
te
Queste e
mol-r
altre parole
,
reinji i
conforto di
Giulia
1*
amava
alle
per fuggire V
l*
025I0
il
quale di
,
trista
memorazione
era cagione
colle proprie
mani
la-r
immagini figurate;
,
p misera
Aragne
le tue
se macchie,
come
Queste opere
della reina
^
,
aveano senza
fine
multi plicato
l'
amore
si
dilettava
onde cor
me r amore
Non
parole
centi
altres
,
P onore a
lei
e alle sue
compagne
suo
ini-
il
commosse P
,
gP inno-
Romani
ma
falso
corpo
chiamata Glorizia
la
quale con
lei
LIBRO
ancora viva dimorava
,
PRTtStO
(>()
r ampio
circuito delle
la
romane mura
gi Calisto
i
mostrando
capelli,
i
stracciandosi tutta
fratelli
si
quali stupefatti
,
accidente
maravigliarono
forte pian-
gendo
cosi
Poich
gli avversari!
movimenti
,
e la sua moglie a
colla
me
carissi-
ma
donna
ci
desimi
vedeste
teneri baci,
e le vostre destre
mani porgendo
vi dipartiste
piangenfati
piacri,
que camminammo
trarre la
Ma
,
mano
occupate
le nostre luci
fummo
,
andava
e l'assalirci e
'1
privarci
spazio di tempo.
zati dardi
lia di vita
,
li
aguz-
Lelio, e
Giu-
amaramente privarono
come,
delle inique
Io pavida piangenfuggii
5
do
non
,
so
mani mi
e fug*
gendo
per lo dolente
dolore
;
cammino pi
volte
ho sostenuto mortai
-o
quore
FTLOCOPO
li-
Roma, ovunque
il
gra,
tali
si ri-
tale doglia
vi fosse stata
riformatore
romano popolo
mato
scuno
cando
e di portare
:
g'
Roma
nobili
adorna-
Romani
come
cose
Mentre
,
s'
appress
alla reina, e
elet-
per
sentirono in una
1'
medesima
donne
altre
sogliono sentire.
dopo molte
,
grida, essendo gi la
la reina
del gravoso
si
deliber
,
medesima
:
di tale grazia
il
senza
lodando
celestiali Iddi
e similemente
,
re udi-
la
perocch
LIBRO PRIMO
rato^ e niuno altare fu in
71
negli ampii tem-
Marmorina
ni cantando
L"* ae-
molti armeggia-
Aveva
sole per
,
il
me-
affanno liberare
si
potesse, anzi
,
invocando
glia
.
il
divino aiuto
1*
Ma
i
tra
erronea gente
sopra
mani comprese
resi-
stendo
suo parto,
come
do ingannata da Galante
con divoti fuochi
ira
,
s'
Ma
,
poich
ella par-
torendo
le concedette
una
la
non
variante di
madre:
quale
come
fu nata, Giu-
bole corpo
la
dimand che
,
le fosse
Glorizia
cameriera e
compagna
ricco
un
drappo
la
la
,
poich
vide
tata a Glorizia
mi converr rendere
l'anima a Dio
morte. Ond'io
ti
raccomando
fra te e
la cara fi-
amore che
le sia
me
stato,
:
ti
prego in luogo di
me
sempre madre
e dicen-
^1
do
qitpste parole
FILOCOPO
ftlla
dolente Glorizia
,
che
nel!'
uno
ca-
e nelPaltro
il
po
di lei, rend
1'
anima
al
devota.
massimamente da Glorizia
cio la figliuola della
figliuola
,
la
madre morta.
se in vita
.
l'
abbracciassero
come
,
fo io
Oh
fi-
gliuola
quanto ha Giove
piaceva!
mostrato che
non
gli
Oim,
di
io
ancora senza
si
umano
il
conofreddo
volgea sopra
corpo di Giulia,
il
morto
lo riguardava
,
geva le luci
e diceva
o cara donna
mi
te
Gi era
uscito della
ma
m
ta.
misera
me
s'
aspet-
altre
che con
lei nella
la
,
prima
si
maravigli
dicendo
domandando
fatta chia-
mare
a s alcuna
femmina
della
camera dove
le
mi-
sere piangeano,
domand la cagione qual fosse del loro madonna quando Febo lasci
,
LIBRO PRIMO
il
73
si
deliber
par:
ha
il
grazioso corpo
pieno
pu
ritenere in s
Quando
se
:
la reina
oim
nata?
dunque ci ha la piacevole Giulia abbandocomand che '1 corpo di Giulia fosse nel suo
,
il
quale, poich
e molte.
il
1'
ebbe veduto,
il
amare lagrime
s'
veramente
suo
animo non
era tanto
quanto
la
morta Giulia
P^lla
1'
attrist
pi.
comand
il
volemente seppellita
la figliuola,
dicendo:
poich
alla
,
madre non
sarai al
con noi
mi
rimarrai.
Tu
mio
figliuolo cara
compagna
nesciente-
/ /
le quali
mente
lare
.
Marmorina
morte
gesse
E
il
il
re similmente piangen-
do mostr che
vedette
il
Ma
poich
si
giorno
lavato
corpo
e rivestito di reali
74
lo onore
FILOGOPO
marmi con
,
quel:
che
si
convenia
cjuivi scrissero
Qui
d'
Atropos
di
il
colpo ricevuto
Giulia Topazia
^
Giace
Roma
Discesa
Che
C>
in parto
gi fu
:
Ka
Modo
onde non
il
fia
mai
sazia
che
gran
fallazia.
giovane
la
uomo
geneal-
ralmente portava
alla
morte di Giulia.
,
Ma
poich
piacque
al re
Felice di
vedere
in
il
suo figliuolo e
la bella pulcella
,
un medesimo giorno
prima dolcemente
,
la
domandando
gli
di suo stato
poi
comand che
,
due creature
e furongli
arrecati
amenduni
i
garzonetti involti in
gli
preziosi
drappi
quali poich
braccia
riguard, e vedendoli
amenduni pieni
don
:
ci
lezza
si
cavalieri simigliantemente e le
5
donne
adunque con-
venevole cosa
stra nativit, e
siate
da
cosi fatto
75
tu
,
caro
fi-
universalmen-
chiamalo Florio, e
:
tu,
nome
alla
Biancofiore
zi fossero
e cosi
ora innan-
continuamente chiamati.
voltatosi
dopo
cara
,
questo
la
donna passare di
bel-
tenere.
dopo queste
parole, contento di
bella cre-
da
si
sogna.
Ma
poich lasciarono
,
vennero a pi ferma et
il
ma
non
festa, e
gli
era la pulcella
che
crescea, Cilerea,
meno
E
,
loro
provvide di vo-
che se
la
,
natura non
elli
gli
fatti difettuosi
studiando, per
difetto.
scienza potessero
ricomperare cotale
E
a'
fatto
chiamare un savio
commise che
due giovanetti
afFeltuo-
ammaestrare.
amen-
duni
gli
raccomand dicendo
:
questi sieno a te
come
gentili
figliuoli
uomini e a donna
convenga
sia
che tu a costoro
non
fissa,
insegni
mio
disio.
Asca-
y6
FILOCOPO
uficii,
e senza alcuil
suo in
loro in breve
,
fece leggere
saltero e
'1
libro d'Ovidio
i
nel quale
il
sommo
si
poe-
ta
mostra come
santi
fuochi di Venere
deano
FILOCOPO
DI
GIOVACI BOCCACCIO
LIBRO SECONDO,
dlleltevole studio
amorosi versi
,
Dea madre
affetto,
npn poco
gloriava.
Ma
non
fos-
ma
involti
candidi
una
,
da chiara novulet,
discesa sopra
alto
monte Citereo
suo
dolce figliuolo
non molto
omeri
citt
alti
Marmorina chiamata,
regni sentito, due
gio-
78
FILOCOPO
i
versi
che le
cuori
il
nostro
nome
nume-
certo
,
il
e molto pi
i
apprestano
che a coltivare
na. Lascia
mag-
servigio
ti
E come
gi nella
del giovane
ti
vecchio
re padre di Florio
quando
se' la
dove
essi
sono
siccome
costretto
egli
quando va a loro
metti in loro
gli
abbraccia e bacia
tu, abbracciandoli
,
e baciandoli
il
e in-
fiamma
si
non
se
ne spenga
la
e io in
si
lo re
si
che
ma
manifester.
,
Mossesi
Amore
s'
a'
poial
i
ch spogliate
ebbe
penne, e pervenuto
dimandato luogo,
reali tetti
vestitosi la falsa
ra
come far
il si
segretamente
un nuovo
disio
il
con
diletto di lei
,
se Biancofiore
to,
accese
LIBRO SECONDO
so
:
79
i
rivolti
passi in-
penne
torn
al lasciato lavoro.
nuovo
disio
riguardandosi
E da queir
atti
,
mag-
solamente
in riguardare
dall' alsi
r un r
tro
altro
con temorosi
n mai V un
avvenisse partire
vo-
leano, tanto
m loro
subita-
mente.
Si tosto
come Amore
tetti,
dalla sua
madre fu
1'
partito
fendendo
aere pervenne
medesimi
e tacitamente preso
il
vecchio re,
il
un
un
una
al-
re vide
pa-
la
uscisse
un
lioncello
presto, e visto
senza ninna
rissa
spazio
Ma
stando alquanto, vedea scendere gi dal cielo uno spirito di graziosa luce risplendiente,
le
il
proprie mani
il
e quindi traeva
la
E
il
poi
gli
partiva.
Ap-
presso questo
egli
,
temendo non
1'
il
lioncello volesse
,
mangiare
la cerbia
allontanava da s
si
e di ci pa-
dolesse.
Ma
poco stante,
8o
e
il
FILOGOPO
re gliele parava davanti
:
il
lioncello correndo
subitamente torn
fattamente
il
lupo, che
priv di vita
gliele
che dolente
lo luogo.
usa-
Ma
parca vedere
due
girfalchi
quali portavano
,
senza suono
quali egli
i
allettava
ti
e venuti ad esso
,
det.
sonagli
Oriente
e quivi a
uno grandissimo
la lasciavano.
Ma
la
lioncello
,
miugghiando
cercava
se-
n andava
dove
era
il
lioncello occulta-
mente
e
l'
Ma
poi avvedendosi
veltro di questo
l'
uno
altro parca
E
l
subitamente cadutagli
loro
rimandava
onde
Ma
il
nati fossero
gli
parca che
tuffassero in
una chiara
mutato in figura
d'
uno nobilissimo
e bel giovane
;
ricevea
,
ed era
il
che
cuore
j
soave sonno
si
ma
poi
uou curandosene
venne
,, ,
LIBRO SECONDO
glo in queir ora che
getti partito.
8i
Amore
s*
Partitosi
i
soli lasci
1'
Amore
1'
due
novelli amanti
,
quali riguardando
il
uno
,
altro fiso
:
Florio primiebel-
ramente chiuse
libro
e disse
poco in qua,
Tu
non mi
ma
ora
.
gli
guardarti
di te posso dire
te.
che a
me
sia
avvenuto
versi
il
si miglia n-
Credo che
le nostre
in noi quello
,
che veggiamo
disse Florio
adoperarono. Veramente
di* sia
,
io credo
che come tu
mondo mi
io a te ,
piaci
meno
me
,
che
rispose Biancofiore
,
cos
Racheo
a* cari scolari
dottrina andava
cominci a dire
gio
i
Ov*
Florio e Biancofiore
candidi
visi
come
libri
ma
gione, torti
loro lingua
versi,
volgeano verso
le disiate bellezze, e la
i
mostrati
Ma
i
Racheo, pieatti,
no
di sottile avvedimento
il
veggendo
loro
incon-
tanente conobbe
FILOCOPO T.
I.
8'2
ri
,
FILOGOPO
la
gli
dispiacque
,
ma
,
pi ferma
altro
sovente s ce-
essi
veduto
manifestamente
i
come da
abbracciandosi
ma
il
perocch
i
la novella et
non conosceano
gli
nascosi diletti.
,
gi
venereo fuoco
za di
avea
si
accesi
che tardi
la freddez-^
Diana
gli
Ma
soprascritta
maniera
medesimo
certo quest*
opra
forse
mi nocerebbe P aver
di
taciuto
Io manifestar
di costoro la
:
atti
fiamma
ne che
to
che
egli
hanno
accesi
cuori
1'
dunque
perch non
gli lascio io
ardere sotto
altrui protezio-
la mia ? l' ho pure infino a qui fatmio riprendendogli pi volte n me n' giovato : e per per mio scarico il meglio a dirlo al re E cosi ragionando Racheo Ascalione sopravven-
sotto
uficio
ne,
il
quando
lo stu-
sollazzava
avendo gi
ciascuno da lui medesimo appresa l'arte del sonare diversi strumenti : e trov
se
:
Racheo pensando,
si ti
a cui e'dis,
amico
qual pensiero
grava la fronte
che
fai
?,
,.
LIBRO SECONDO
A
se:
cui
Racheo narrando
il
83 Quan-
do Ascalione
ma
dis-
narriamo
,
al re,
siamo essere
passi
,
ripresi
voltati
amenduni
n'
re, ai
desiderato molto
avremmo che
,
dicendolo
altri agli
Ma
non vo-
lendo ancora
massimamente
non
sia a voi
a voi
onde acciocch
il
noia n
mancamento
festo
ri
,
siccome
g*
I*
uno
1*
altro
gran disio
,
ancora pi ma-
nifesto segnale n*
trete provare,
appare
il
al-
partire
hanno
del tutto
anzi
cosi tosto
,
come
partiti
incontanente chiusi
libri
intendono a riguar,
darsi
e di ci,
come
gravemente pi
ri^
abbiamo
credendo di ci poterli
84
trarre
,
FILOCOPO
ma
,
poco giova
la nostra
riprensione.
per,
ri-
servire
ceviamo
sto
,
questo
,
abbiamo voluto
s'
savio
anzi che pi
,
accenda
fuoco providamente
il
pensate di statarlo
re
ci
nostro pote-
abbiamo adoperato
al re
Niente piacquero
lando
ressi
il
ascoltate parole
,
ma
,
ce-
il
rispose
per non
e con
che
1'
uomo
vuole
dall' inco,
minciata
in questo
follia
rimanere non
altro
volessero
,
prender
il
mezzo
compenso
acciocch
.
nostro
detto
onore per
vile cagione
parti
da loro, ed entros-
pose, e colla
mano alla
mascella
cominci a pensare,
e a rivolgersi per la
mente quanti e
vo innamoramento
mo cominci
mera
glia
,
a dolersi
,
Mentre
,
in tal pensiero
il
re
dimorava occupato
,
la
reina
sopravvenendo
il
vide, e
gli disse
o valoroso
signore
mo
vostro
?
che
io
pensando che
nell"*
turbato
Non
se voi
vi spiaccia
io
il
ninna
stenere
felicita
:
me so-
mi
dite
il
vi porger.
Rispose
re allora
LIBRO SECONDO
sospiri
la
,
85
a voi
lon sia
e disse
e'
mia malinconia
.
la
questa
tempo
tirati nell*
il
auge della
de' nostri
accrescendo
il
numero
ampiando
,
cando
con
le nostre rcekezze
e concedendone
insieme
na riserbata
ora pensando
,
dubito che
ella
pentut
di queste cose
larci
.
non
s'
e la
ma?
niera questa.
Niuna
allegrezza fu
il
mai maggiore
noi
gl'
Iddii
n niu no Iddio fa
citt rin-
Ora conoscendo
quanto questo
,
per porre
s'inge-
tristizia
i
in vile
modo
gna di privarcene
egli in vita,
la
l'
minuendo
nostri onori,
essendo
al-
minori
.
e udite
com'
il
ella
s*
ingegnata di le-
varci Florio
terea
,
P2ssa
ha tanto
lei,
che
s
V ha
di quella d'
ti
che Biancofiore
secoudoch
loro maestri
m' hanegli
alla
no detto poco
ami,
avanti.
E certo io
ma duolmi di
sua
, ,
86
FILOCOPO
fos-
gliele giu-
gncremmo
rato d'
sciuta
,
ma
egli sia
innamo-
Non
quale deve
,
sia
per una
non
n' avrei
avuto nin-
na maninconia
se g' Iddi
come
di
Ganimede
fe-
non fu da Senofonte
animo, come
io avrei
forte
d Grillo
piangere
le del
,
suo figliuolo
come
io
.
medesimo quello
acci-
Ma
avvenimento, vivendo
,
il
mio
figliuolo, io
posso
il
mi nache io
mi
mia
vita
N
s'
so che di questo io
io di tal fallo
ritrarlo
,
mi
faccia
,
dubito che
il
riprendo
o m' ingegno
con asprezza di
1'
da questa cosa
che
io
non ve
accenda pi suso
,
o forse
bandoni
gli strani
gendo
le
mie
riprensioni
il
e cosi
avremmo
s'
senza al-
cuno
utile accresciuto
,
danno:
e d'altra parte se io
il
accender
e cos mai da
lei
partire
non
lo
potremo
LIBRO SECONDO
Molto fu
87
,
k reina
e quasi
,
ma dopo
poco spazio
con pietoso
non
per quefor-
sto accidente
da disperarsi
n degl'Iddi n della
tuna
conciossie-
cosach egli
sia
dimori
E
voi
non dubbio
dite
se questo
amore
s*
avanzasse
come
che
'1
egli
che
pensan-
do
alla piccola
le
condizione di Biancofiore
,
Ma
si
quansanano
do
allora
Secondo
,
le vostre
to novello
e senza
dubbio
non pu
essere altrinovelli,
fia
menti, e simigliantemente
gli
amanti sono
mai
altro
fuoco non
gli
il
lieve
a spegnere seguendo
parer mio
1'
un
fare
la
qual
si
pu
studi dirizzato
da mettere a pi
cose
ca di Montorio
fa che a
Montorio
Noi possiamo
,
sotto spezie
di
studio
mandar Florio
l a lui
,
gli
memoria questa giovane non vedendola egli. E come noi vedremo che egli alquanto dimenticata Tab,
bia
di reale sangue
essere agevol-
e cosi
potremo
88
mente
dere
sar tanto lontano
,
FILOGOPO
fuori di cotale
dubbio
Oud'
io
caro signore
vi
da voi
Piacque
al re
il
il
quale
giosi
ma
nuocere
perocch quanto pi
5
e poich sopra
ci
le rispose
che ci
fa-
rebbe, perocch
vedea
.
via
tale
non
Con-
Ma
quanto fu
immaginazione vana
corpi
avvegnach possibile
,
sia
Venere era
defe-
e nella
sommit del
al sole
quando
ella fu
donna
saturnino cielo
elli
non che
gli altri,
,
pioveva
amore
va
il
giorno ched
nacquero.
accjua lontana
il
non
ispense vicino
la
re
Conciofossecosach
mo
figurata
,
possedeva
amore era
dovevano
corpi
si
dovevano allontasi
ma
le
far vicine.
Ninna cosa
,
impossibile
le altra
gelso
se
non per
l'ardente
ne'
fiamma
ristretta? la
due amanti,
costretti di
non
Che
fece Bi-
LIBRO SECOINDO
bllde divenire fontana se non
il
il
89
negato
stette in
sentirsi essere
ella
suo disio
Ella fu
femmina mentre
Ora
ne
de acque
t'
all'
Tu
due
cre-
o di loro
ati'reil
ti
punto
lasciandoli
me
quanto seno
amari o
sospiri
procedono. Eglino
amano
ora tacitamente
il
niuno
viso
,
il
perocch
le
cose di che V
uomo abbonde,
vole
se
si
truova fastidiano.
il
Ma
che
si
pu qui pi dire
la
non che
somma
be-
nobile sangue
discesa, sotto
nome d'amica
divenisse vile,
il
ma
ac-
suo onore
si servas-
mettessero ad effetto
Diede
le stelle
il
mostrarono
luce
Ma
,
poich
il
Febo
a
nuovo splendore
re fece a s
il
saluto
accolse
e cosi disse
,
bel figliuolo
i
e a
me
,
sopra
ascoltino
e
i
mente
li
le
mie parole;
miei comandamenti
qua-
da
te
per te
90
ranza
di
sia
FILOCOPO
rimasa
alla niia luii^a etk Jl gloria
le,
,
agi
Id-
piacque di doQarmi
ia cui la
,
verde
e dissi
,
ornai la
fama
ci
poich gPlddii
il
e sopra te tutto
mio
g' Id-
t'hanno apparecchiato
siccome ad ornare
la
tua
non
duca
ancorch io nella
uomo
dovevi per
l'accidentali scienze
molto t'avan-
e della immaginazione,
del
dovuto tempo
,
venni
all' effetto j
,
cosi
come
Ora,
per
la
re
ho
fatto nutricare.
,
che in pi ferma et
pi
alti
pervenuto
il
desidero che tu a
,
studi disponga
tao intelletto
e massima-
mente
Pittagora, de'quali
venendo
io sti-
perfezione
siccome
mo,
ti
la scienza in ninna
maniera
ci
puoi tu per
te
medesimo considerare
cellente la
fama
per imprendecer-
cando Elicona, n
m o Ito vicina
una
la
citt
chiamata
il
Mon torio
valoroso duca
Feramonte governa.
LIBRO SECONDO
a noi congiuntissimo parente
,
91
gio-
vane di
vi
te, il
far.
Qui-
con ordinato
leggono
le sante scienze.
Qui-
vi,
in picciolo
termine
ci
ti
debba pa-
pervenire valoroso
re
uomo
per
la
Apper
perocch
ci se'
veder
te,
quale
in
duca
E per
che
ora
che
,
il
tempo
molto pi
al sollazzo
perocch
ora pren-
compagnia che pi
ti
diletta, e vavvi.
in s
medesimo
si
turb molto
perocch nemiche
il
le sentia al
,
suo disio,
e lasciando parlare
la terra
,
padre lungamente
guardando
:
stette
il
e dotrarre
un grande
me, o
mi
.
reverendissi
gio-
essendo
come
io vi veggio
in
Voi desiderate
,
io
venga
scienza valoroso
:
la
qual
non
da
me meno
desiderata
ma
qual dovuto
Non immaginate
9!
FILOCOPO
?
Io non so
ma
quasi continuain-
me
non
la
dubitiate.
,
ancora mi
mente
che
la vostra vita a
me
ra
non
sia
con
nemici
a essere
me
peroc-
cli io
non
u dalle
fiere
ma
da voi
cui io
amo
pi che ninna
altra co-
amate
si
dee dubitare
,
dandomi queste
sollecitudini
per lo petto
?
qual
manifesta-
ninna persona
,
palesi.
Chi
sa se g' Iddii
non essendo
con
voi,
la
qual cosa
tempo da
voi
ma
se
pure av-
che
io farei
?
'1
come
la far
E
il
me
veggiamo
giovane
a'
che pi tosto
si
secca
rampollo che
fuochi
vostra.
'1
vecchio
?
ramo
chi porrebbe
miei
la
Adunque guardate
sato
che
,
io
come
voi siete
vada
mondo attorno. E per pi utile e migliore consiglio mi pare a fare qui da Montorio o d' altra parte, ove pi soficienli fossero venire mae,
.,
LIBRO SECONDO
stri in
93
io
quella scienza
la
ap-
Quando
be
il
re
udi
la risposta di
Florio
bene conob-
non da
za d'
ma
:
solo la for-
gli
disse
casi
i
figliuolo, sia-
no
di lungi
gli avversi
quali tu ora in
essere chiamato.
Ma
tu senza dovere
ti
rammarichi
figliuolo di
ponendo
tal re
in
quale tu
ti
vada per
io
?
do.
Or dove
,
mando
fosse
in casa tua
rare.
dimo-
se
non
che
'1
so
io
m'
me
studiare
ma
de amore ch'io
quanto contro
a
porto
li
succedesse,
rigido
,
mi
fo io al-
me medesimo
dilungandoti
,
un poco da me.
rocch
Il sole
ti
,
pe-
la
mi
ri-
don
quattordici volte a
ed
cammino
decima, ed gi
o pi avanti. Deh,
,
co-
me
poss' io
presumere che tu
94
fanno
,
FILOGOPO
un
a'
1'
grieve af-
Caro
figliuolo
e'
non si disdice
principi
,
giovani de-
andare veg-
geudo
Minos re
Atene
io
della copiosa
,
isola
and
lasciando
,
il
non era
tendimento.
Giasone
,
pe-
ricoli del
Golcos a con1'
quistare
il
con esso
eter-
na fama
la
e giovanissimo
abbandon
:
il
n l'ono-
mondo n
,
celestiali regni
non
s'
acquistano
che
affet-
strgne a essere
fa scusare
1'
cagione
andata
ma
1'
andare a
Montorio non
gliuolo va', e
dia,
s
far allontanarti
da me.
che tu possa a
me
in breve
,
re a studiare ricongiugnerti
non potendosi quasi pi celare, perocch amore dent?o 1' ardea, rispose caro padre, n Androgeo n Giasone non seguirono 1' uno lo studio e
Allora Florio
,
l'altro l'arme, se
fine desiderato
da loro
e questo manifesto.
il
E veramente
me non
sarebbe grave
n
i
di loro
LlBaO SECONDO
non
me.
fece,
9^
da
lo
credendomi
io
Ma
che andr
mon-
Voglio
io
Volete voi a
me
fare usare
il
contrario degli
altri
uo-
do vada
se
e io
?
partendomi
Io
non posso
fare che io
non mi
qui
la
quale
mondo amo
il
e certo
disii
,
non
e so-
1*
lamente vedere
il
quale pi che
mat-
Onde
io
caramente
prego
padre di figliuolo abbiate piet della mia vita, la quale senza fallo
dividendomi da Biancofiore
*1
si
divider
da me.
ci
E
,
acciocch
vi dico
,
tempo
in
occupi
che senza di
lei
mondo, n
lontana di qui. Se
lei volete
mandare meco
mandadovete
abac-
mi parr
leggieri e grazioso
andare,
dell'
amore che
io porto a costei vi
Amore
non ha
che
e'
nostri
regni faccia
le nere
scelse tra
Paris de-
gli altrui
arse poi
abbandoni voi
vecchio.
citt
,
in
Dunque polche Amore in un regno, in una una medesima casa m' ha conceduto diletto-
96
so piacere
tonati.
,
F IL
d
si
OC O PO
dono
io vi
,
grazioso
poich cosi
mi
lasciate
come
Florio tacque
il
re
che non
meno
si
gli
?
di*
ritenesse di
,
non volere
lo studia-
anda re
pervenire a cosi
alti effetti
come
me
no
a
vecchio credea
ti
tenesse.
Ora
gnato
Amore che
,
me
?
tuo padre
Oim che
il
io
quello a che
tira: e
bene conosco
,
che
mi fu
porla
poich cosi
il
mi maraviglio,
quale
mi
io ci do-
vremmo
ziare
dolere, ne
dovremmo
il
fare festa
e ringra-
Amore, Ma
quanta
il
sia la vilt e
ta
della
piamente
avuta
si
da riprendere; principalmente
te
,
poca costanza in
che
a si vile passione
come
ti
oltre
vincere
e quali siano
amore siano
tu
si
gi proceduti e
procedono
Non
udisti
mai
dire
consum?
LIBRO SECONDO
97
tal
con quanta
?
afflizione Biblide
fontana
sione?
massimamente Apollo,
quale di tutte le
cose grandissimo medico, a s medicina non pot porgere poich ferire s'ebbe lasciato, forse non per
la
vil-
ma
per provare
in breve
questo amore
non
tu con desiderio
vai cercando.
stile della pii
Ma
ancora di tutto
,
questo
sare
:
tenendo lo
gente
ti
potrai scu-
ma non
per cui tu
si fatta
non
ti si
Deh
ora
ti
fossi
innamorato
assai
mi dorrebbe ma ancora mi
,
sareb-
be
non
:
ti
ma
,
perocch so che
,
an-
e rimarrattene,
,
mi
tacer.
se io
credessi
cer-
to leggieri cosa
mi sarebbe
medesimo ucciderti.
,
Ma
lo in questa parte
ti
sia
me-
che tu sconciae
s
mente ami
tua
ne seguir
la
il
tuo volere
',
tosto
madre
come come
ti
mander
non
fosse
a Montorio
e ora teco la ne
manderei
se
che senza
lei
tua
madre
in cotale atto
non
vuole rimanere.
il
ma non
FILOCOPO T,
98
spose
:
FltOCOPO
padre mio
,
,
il
sommo
Giove
n
,
il
risplendente Apollo
altro Iddio
ricordato
n alcuno
ebbe
amorevole
no tanto
si
crudo, che da
sl-
non ho potuto
im-
certo
non ne sono
io
si
gravosamente da
come voi dite, ma emmi da rimettere, pensando che il mio spirito stato si volgare che per rigiprendere,
ha sostenuto.
E
E
la
,
mia forma
la
quale
merc
che alcuno
a
altro.
che
busti
disdisse
la
sembra pensando
femmina che
;
lo
lo
e serva la reputate
ed
amo
11
sia discesa
giustamente
resstente
,
con pic-
uccdeste,
,
pensando
pia mo
stei
,
E ancorach
noi pure
madre
di co-
la
postoch manifestamente la
si
conoscesse
si
conosciamo noi
o pi
sq
quanto
nata fosse
riguardiamo
fi
LIBRO SECONDO
con debito
stile
99
,
la
quale tro-
veremo
eh'
sola
animo
si
e qualunque
,
quegli che
coli'
si
animo virtuoso
trova
quegli desi
bitamente
pu
in cui
si
vide
giammai
tanta virt
?
quanta in costei
trova e ve-
de manifestamente
fontana. In
lei
Cumana
si casi
,
Sibilla ritornata
,
n fu
la casta
Penelope pi
temperata di costei
reggiamo
la
grazia
della
sua lingua
si
mai
tanta
adunque senza
vili
Non
fanno le
ricchezze n
gli
,
uomini
gentili
n degni
vir-
ma
solamente quelle
Deh
ora
come mi
la
potrk o potrebbe
far grazia?
giammai Amore
s
di pi nobile cosa
Questa ha in
mata Ida
che
la
m' accende
s'
nel cuore
si fatto
io d'
un
mi
faria sui
che di
me non
fug-
a virtuosa vita
Adunnonch mi muove,
ella gentile
come
di sopra detto
ma
s'
ella fosse la
mondo
si
ella da dovere
100
essere
FILOGOPO
amata da
v'
me
Ma
p(n-
ch tanto
tato
acciocch repufa-
non mi possa
non ubbidirvi,
vi
rollo volentieri:
ma
mia vergogna
sembra che
,
mi venga seguendo
1'
levavi
effetto
non
mandate
me
,
il
a voi piace
de' loro
mi
mandarmi
Mirra
,
lei.
Siano
amori
ripresi la trista
e lo scellerato
,
li
quali
me
pi
non riprendete
pi
il
,
se la
mia
Non
rispose
re a Florio, perocch
vedea
gli
argomenti
di gran
presti
lui avria
,
lunga perduto
e
ma
si
lasciandolo solo
si
parti
,
da
esso,
comand che
acconciasse
arnese
acciocch
'1
re e Florio
,
ma
tutte
F avea
udire, n
che per
altrui le
bene avea
amore che a
portava
e similemen,
dicendo
di ci la
ma
rend molto
il
perduto conforto
,
Ma
quando
ella
ud dire a Florio
rabile
assali
il
LIBUO SECONDO
feielteva
loi
per pi
lei
,
nare da
re
,
oim Florio
,
solo conforto
sa-
dell'
anima mia
a cui io tutta
prima mi
ora cui
Or non
perch
vedi tu che
mi
ti
prometteva di raandarmiti
,
tu consentissi all'andata
come
.
tu sia
Deh non
me
te
ti
ma
egli
non
lascer te
io sia.
Tu
se' lasciato
.
ingannare con
meno
arte
,
che non
atti
si la-
sci Isifile
e agli
e alla
ma tu
per
la
menoma
s
detto
di quelle cose
che laido
ti
sarebbe a tornare
addietro^ e
ch'egli
allontana da
ma me
?
di trarre
me
della tua
mi
di-
Ove n' andrai tu colla mia vita? Oim misera e io come senza vita rimarr ? E se a me vita rimarr, come sar ella fatta, trovandomi senza estua Biancofiore
,
sere teco
O luce degli
fuggi tu da
ranza di
te
mi potr mai
riconfortare
bea-
Arianna
pi
feli-
d'
amante
1'
fin il
cammino
felicit
,
Ora mi
una
di
queste
o V essere stata da
loa
baadonata
lo
,
FILOGOPO
o d*averti potuto seguire
volte
Olm,
se quel-
mostrato vero
del tuo padre
non piangevi
?
veggendo che
,
pre-
ghi non
ti
valeano
non
ti si
disdiceva
agli
1'
che ciascuatti
no
sa
amorevoli
perocch
amore
tiene
uomo
che
pi che
al-
cun
grime fossero
be conceduto che tu
dutoti pi lagrimare
stata
qua rimaso
che ve-
perocch
la piet,
che sarebbe
il
da avere di
te
suo
nuovo proponimento
gli
che
tutti e'
a' figliuoli
il
Ma
amore non
,
falso
menti
no
per consolazione di
me
,
misera
ti si
farvi ti quasi
per
forza
menare
n in questo
domanda
il
licito
disdirla
Come
ti
sa-
r egli possibile
a
partirti senza
me
il
se le tue parole
me
le del falso
Demofoonte a
quale
la
promessa
fede e le vele della sua nave diede a un' ora a' volanti venti
?
Or come
?
,
cuore andare
le
Tu
mi
V aveva
nel-
mie mani
anima e
,
la vita tua^
parti
come
potrai vi-
Oim
,
misera
strlgne
medesimo
se' in-
crudelito
Or
LIBRO SECONDO
con che
cresca
,
io3
t'
viso
alla
ti
potr io pregare
in-
avuta
pensando che
per
te a ogni
pe-
ricolo credendoti
doti,
vita
da noia allontanare? Tu
la
avrai, parten-
guadagnata
Tu
te n'
an-
e io misera rimarr
me
sarai
n mal ninno
diletto
ti
da
te fia pre-
so,
che
io col
lamentevole disio
non
seguiti
ad
esso.
fia fatto
immaginando non
vertirmi in libro
nella
per essere da
te lontana
.
veduta
certo
che slare
fortuna
mia forma da
Ma
la
g' Iddi
,
hanno ragione
sii
quali
abbiamo
si
amore
mai non
o
,
tentammo
la
leco legata
stati
di leg-
o quello che
ci strigne sa,
non mi
tua partenza
,
Certo per
le dette ra-
me
ne duole
ma per
la servata onest
alla
cora benbene
si fatta
cosa non
g'
si
convenia
ap-
congiugninienti
ma olmo
non
so io
n gi per
tale speran-
mio dolore non scema. Or volessero gl'Iddi, poich dividere mi debbano da te, che se 'solo mio bene,
e mia luce e mia speranza
,
mi
fosse lecito di
morire
io4
FILOCOPO
,
Oim
il
tud
amante
Ed
io
pi affannata di do.
Oim,
io
Ecuba
quanto
ti
il
convertirti in cane
,
o Me-
leagro
la cui vita
dimorava nel
i
ch desiderrei io che
di
tuoi fati
,
si
me
,
O sommi Iddi
s"*
e'
uditi
io vi
prego che di
me
e che voi al
mio
te
.
dolore o fine o conforto senza indugio mandiatu pi che crudele te ne va^, che in verit
mai
te
doves-
ma
poich allontanandoti
la
dimostri
sempre pen-
sando com'
io a venire
a veder
ti
possa in qualche
,
modo. Io allegra sar s' a te mi manderanno non sar mandata io vi pure verr
.
e se
a' piaceri
del padre
avea
ricevuto
il
comandamento
,
di doversi par-
seguente mattina
si
e partitosi
,
il
re da lui
solo
;
pensando
pose a sedere
io fatto
?
e fra s
medesimo dicea
io consentito
il
oim
o che ho
A che
,
ho
alla
per ubbidire
crudele
io
mai
partire senza
Bian,
Deh
egU avesse
fatto
Di che aveva
che
io
io
egli,
non m'a-
che cacciarmi da
fatta: e se
la
qual cosa
e'
pure
fatta
l'
avesse, Biancofiore
non sarebbe
.,
LIBRO SECONDO
per rlmasa
,
io5
andato V avrei
senza impedi,
io fossi
,
menata
la
quale io pi volentieri
mento
che io non
.
aspetta
Ma
poich promesso
1*
ho
io
andr
acciocch non
mia maniera
^
Egli
me
la
se
egli
non
dove
per
tal
di venirmene,
,
dicendo
voi
non m'
atteneste la
impromessa
da
io sostenere
non posso
,
di stare pi lontano
lei
ubbidire \oi
s
mai pi un
non mi
trarr dalla
la
bocca
quale egli ha
oggi fatto.
d' es-
S' egli
me
manda
sere
con
lei
e pi beata
mi reputer
,
d* avere
con questo
pensiero
si
lev
miseramente piangea
guardandola disse
dolce anima mia
:
rito
qual"* la
grimare?
La quale prestamente
le
gendo
gli si fece
incontro, e disse
:
mio
pianto
della santa
Dea
alla
come
medesimo si di dovermi abbandonare? Deh ora non pensi tu come tu m' abbandoni ? Io tenera pulcella sono lasciata da te,
avesti tu cuore di dire tu
come
la
quale io qui
ri-
amor
fatto,
non perch'
io
de-
gna ne
fossi
io6
molti riputata
,
FILOCOPO
per lo nostro uguale nascimento
, .
E
sti-
me
per loro
la tua
pre-
ora partendoti tu
non dubiteranno
,
la loro ini-
avendola infino a
g'
Ma
ora volessero
Iddii
che questo
fosse
,
il
maggior male
tu
la
:
andata
mi
za
seguitasse
ma
,
mi
la
lasci
animo infiammato
del tuo
te
amore
per
angosciosa vita
,
ancora cbe io da te
investita
:
mi
bene
perocch
mi
leg
il
atta
adequare
mi
al
lasciai e
oa
aggiugnendo
.
cevolezza col
mio pensiero
Onde
se tu ora
abbando-
te
amore costringendomi
di te
da
me
stolta-
domi
che
riconoscere la
mia
follia
si
,
convegna
se
non
fosse
fermamente credo
,
fiamma amorosa
t'
la
me
ti
consumi,
accenda
,
il
il
di virt
la cosa
com'
mio verso
la
di
te
sempre accese
si
sua fiamma
alla
manifesti
,
io
mia vita perocch qua m' ha pi volte pomano quella spada, colla quale la misera Dido
in
Enea
si
pass
il
petto
accioc che
io
LIBRO SECONDO 107 quello uficio esercitassi in me e certo io P avrei per me volentieri fatto ma dubitando d'offendere quella
: ,
amore che
tu
mi porti mi
ritenni,
te
.
solamente
la
mia
vita
Ma
fia
,
pe-
rocch
notte
il
che
sofferi
morire non
non puoi :
vassallo
:
Ma forse tu ti vuogli scusare che altro ma non bisogna scusa al signore verso il
,
dicesti d'
andare a Montorio.
:
Oim
or m' avessi tu
detto davanti
ch
io
vevi dir
tuo padre
quale
ti
promise di mandarmi a
egli
te.
Cerfarti
giammai, perocch
guarda di
tanto da
me
.
stare lontano
tua mente
Queste e molte
,
piangendo e
gli
le
lagrime ritenere
:
rompen-
parlare
le disse cos
,
Oim dolce anima mia or che di'? Come potre' io mai consentire
piacesse
?
quello che tu
se
ti
Tu
ti
duoli della
menoma
sai
danni
Principalmente gi
fosti
,
tu che
mai per
me
:
onorata non
ma
mia
sempre
la
di
tale
onore
farti
la
partita
.
n similmente P onore
E
:
che contro a
te potesse incrudelire
o per invidia o
e se
pure alcuno ne
io
non sar
io8
qui punisca
FILOCOPO
,
iniquit di quelli
.
e per di questo
Ma
ti
oim, che di
lascio
1'
il
qual tu
.
di' in
che
io
anima
io sta-
io
ardo tutto
,
E
il
veramente mentrech
r lontano da te
sciosa
la vita
,
mia non
sento gi
,
sar
meno
ango-
che
la
tua
e io
perocch nuova
.
fiamma mi
dolgono
Ma
senza fine
mi
le parole le quali
.
tu di*,
avvilendoti senza
ti
alcuna ragione
me
ne sforza amore n
me
te
n' in.
ganna
ma
cosi la verit
difetto
,
come
io
stimo in
Nin-
na virt pare
gentilesca
fallo
belli
creatura
te
.
nell' aspetto
cbe
tuoi
senza
buoni fanno
,
La
luce d'Apollo
gliare alla tua
la bellezza di la
Venere si pu aggua-
Per
le quali
cose
l'
ecti
celso
imperador di
Roma
,
gastigatore del
mondo,
ch^ egli
e ancora pi
mia opinione
risse
,
che
se possibile fosse
troverebbe
al
sommo Giove E
tu
ti
reputi vile
,
Or
che ha
la
mia madre pi
traendone
di valore di te
?
la
quale nacque di
:
n tanto
nome,
Adunque per
,
me degnamente amata
mio padre
.
slc-
cessino
ninno
atto
,
avessi offesa o
offendessi
sona
ritenere
che io subitamente
LIBRO SECONDO
non mi
fossi colle
109
Vera cosa
a
V andata mia
,
Montorio
e'
io diedi a
te
?
te
gravoso dolore
ma
certo
non dolse pi a
che a
me: ma che
volevi tu che
io facessi pi avanti
pu
ammendare? Se a te tanto dispiace la mia manda che io non vi vada e egli potr assai
,
andata, courtare
il
capo
al
muro che
,
io senza te vi
vada ; e
se tu con-
senti
la
qual cosa se
,
non
lo fa io volger tosto
passi
te
indietro
potrei
non
lungamente
te
,
per allonta-
narmi da
egli
ti
mi
possa
mai
trarre te della
,
mente,
ti
anzi quanto pi
star coli'
tanto pi
animo
vicino
,
E
,
che
io
ti
:
dimenticassi
se tutto
Lete per
,
la
bocca mi
il
passasse
per
anima mia
confortati
e lascia
,
la-
grimare
sempre teco
non
pia-
pensare che
mio amore
sia lascivo
,
come
fu quello
quali per
nuovo
si
piegavano
te
,
Veramente
altra
altra
che
n mai
donna
signoregger
anima mia
,
se
non Biancofiore,
mente
spesso guardando
V uno
l'
ora col
lembo
'1
del vestimento
le
visi
Nel tempo
ma-
e Annibale car-
taginese tiranno
Scipione grandissima
Ilo
d' Annibale
FILOGOPO
un
cavaliere
,
in
,
fatti
d'
arme
virtuosis-
Romani
accloccli
'1
campo
d'
tra
gl sconflsse
e lui feri
mortalmente abbat-
da' suoi
,
alz
il
capo
e riguard
ritratta
giovane
forse
,
il
quale la
,
per riferirlo
e niente parca
ro,
busto e forte
cui egli grid
come
;
suoi colpi
,
il
faceano sentire
ferire
,
o cavaliere
noa
perocch la
essere cacsole tocchi
mia
1'
vita
non ha bisogno
che
io
di pi
,
colpi
a
il
ciata di quelli
ho
n credo che
fia
esperie
a quelle d'
A-
cheronte
Ma dimmi
ne cui
pione
,
la gente tanto
nomina virtuoso
,
? Il
,
quale
Sci-
riguardandolo
e udita la voce
il
riconobbe,
,
perocch in
disse
:
altra parte
,
aveva
io
la
Alchimede
gli
:
sono Scipione
Allora Al-
chimede
gli disse
porse la destra
il
mano
disarma
gi
morto braccio
troverai
,
e quello a-
nello
il
quale nella
mano
il
prendilo e guar:
dalo
che a
qualunque persona tu
venuto
egli
riguardando in
accidente av-
perocch
vedr
pietra
mutato
tosto
com'
egli
avr veduto
.
la
torner nel
primo colore
bella
me
per
tale ca-
gione
il
don Asdrubale,
,
fratello del
mio
signore
Annibale
LIBRO SECONDO
mi
partii
1 1 f
da
lui
che pi
clie s
,
m* amavn
Io sento
al presente la
mia
vita fallire
e solo
,
d'alcuno amico:
,
onde
se io qui
muoio con
il
esso
la
o perder ssi
sua
virt
:
o tro-
verallo alcuno
quale forse
non cono-
scera
e per io
,
amo
pos,
meglio che tu
m' abbi
il
tenghi in
il
che alcuno
.
altro
modi
detto questo
,
la
debole
testa
sopra
si
il
destro
omero basso
dopo
pic-
ciolo spazio
la
mano
dell' anello
suo gambo,
la pietra del
,
quale
era vermiglia
se
,
il
guard
ma
casa
uno discendente
,
in altro della
pervenne
al
valoroso Lelio
il
quale essendo
come
,
antichi
fuori di
Roma
contro
,
a' resistemi,
don que,
misera Giulia
dicendole la virt
ac.
E
av-
quando
il
fortunoso caso
ella in
da non ricordare
,
gli
venne r aveva
mano
e per dolore
:
il si
trasse
ornai
non ho
del
dubbio
bisogni
n per cui
la virt
presente anello pi
mi
Ma
dopo
la
,
morte di
dicendole
Giulia
Glorizia
il
don a Biancofiore
,
come
e appresso della
ma-
il
port
112
Ih (love
FILOGOPO
Florio era
,
lare:
Deh
le
perch
s'
lore
stia
,
Sia di lungi da
me
che
mai
da
di lagrimare ri-
mentrech tu
di',
sarai lontano
tu
mi
comanda
eh' io
non vada
io tei
perch bisognava
tu
egli
che
11
me
Montorio
come
io volentieri
farei se
convenevole
mi pa'1
resse?
ma
s'
perocch
io
tuo
dovere
adempia che
,
fa'
,
che tu
volendotene rimanere
.
il
di-
promesso
,
acciocch le tue
cosi volentieri
io
concedo
vi
come amore
anzi
vi consente
il
che tu
vada , e ubbidendo
.
adempi
Ma
sopra tutte le
cose del
mondo
mi dite sie-
Io so che Montorio
tutti ti
prego che da
no
le
I
presi
solamente
a' tuoi
quando
le chiare
fontane
cantando
amorosi
versi
perocch
:
alli
perch se
che alcuna
,
bellezza di
nuovo
infiammasse
come
furiosa
m' ingegnerei
,
di venire
dove tu ed
ella fostej
,
e se io la trovassi
colle proprie
lascerei
,
mani
la
squarcerei
n nel suo
fosse dalle
a^
viso
non
non
capo
mie unghie
n nluno ordine
avrebbe
io tutti tirandogliele di
LIBRO SECONDO
non
lo rompessi 5 e
ii3
dopo questo
,
per vituperevole ed
del naso la
eterna sua
priverei
sto
,
memoria
e questo fatto
me medesima
sia
,
ucciderei.
Que-
dovere avvenire,
e per lo dico
s'
.
amante ne dubito
,
altri diletti
ti
e ciascuno
,
ingegner
di piacerti acciocch io
dispiaccia
ma
io
mi
le
fido
E perocch io
in molli
quali
,
non
ti
ti
voglio pregare
tanta crudelt
dipartirci
,
,
poich
g'
Iddii
che
,
piaccia per
amore
di
me
il
portare
questo anello
il
ma come
turbare
.
io
vedrai
Io
mi venghi
guardi
,
a vedere
il
ri.
me
che tu
il
il
vedi
Pi non
nella
dico
se
,
tuo
nome
sar?i
mia bocca
,
moria segnato
viso figurato
.
Tu
miei Iddii
:
quali pre-
a te saranno tutte le
le
mie
pace
orazioni dirette
i
mie
av-
speranze e
,
miei pensieri
ricordo
che
s'
egli
viene che
mi mandi
a te
come
pro-
messo
t'
ha, che
lagri-
mando mi consumerei
gendo
gli
si
pian-
gitt al collo
I.
n prima abbracciando
8
FILOCOPO T.
ii4
s'
FILOCOPO
,
aggiunsero
che
loro cuori
,
stretti
per
la
i
futura partenza
paurosi di morire a s
rivocarono
tementi
spiriti
e ogni vena
masero
fr
eddi e vinti
ed
essi
caddero semivivi
a
:
spazio
che
i
avrebbe
Ma dopo
a* sopiti
certo spazio,
cuore rend
perdute fone
membri
di
un
grandissi
mo
,
e tirando
a s le braccia
fiore
,
si
non
si
movea
ripieno
appena che
la
cadde
morto
ma
,
veggendo che
si
'1
piangendo forte
braccio
rec
la
semiviva Biancofiore in
la
temendo
il
forte
che
,
se abbandonato
corpo
e mutato
mondo
gli
e con
ti-
se alcuna
pa
rte tro-
la
quale di vita
rendesse
al-
speranza
la verit
Ma poich
,
egli
ingannato
olm, Biancofiore, or
bella
rio
tu morta?
Ordov'la
il
tua
anima
suo Flo-
errando
Olm come
,
poterono
g'
Iddii essere
O Biancofiore
11
deh rispondimi
ti
Olm,
eh' lo so-
no
chiama
Deh
ora tu mi par-
LIBRO SECONDO
lavi innanzi
1 1
con tanto
afl'etto
desiderando di mai da
me non
si
ti
partire, e ora
meco
Oim
che gP Iddii
,
me
si
sono invidiosi
hannomi
il
in odio.
Ma
di questo
,
il
quale
af-
crudele padre
tu
1'
avrai
ti
le
parole da
,
me
dette stamattina
ti
sa-
ed oggi
tu sempre dolente
dopo
la
lunghino
lunga miseria
sii
Or
ecco
io
anima
rallegrati,
che
m'ap-
parecchio di seguitarti
congiunti
,
e quali noi
fummo
di
qua
tali fra le
in eter-
e alle
loro pene
sto
gi avea poegli si
mano
1*
aguto coltello
il
quando
chin
,
senti riscaldato
,
e vide
muovere
le palpe-
gi
il
rassi-
freddi
membri, recan-
do
alla
le
perdute forze
rio
udendo questo
se in braccio, e disse
m' apparecchiava
lora
si
mondo Al.
,
e iu-
ii6
ta, disse:
FILOGOPO
Ma Florio
vita
cominciarono a lagrlmare.
veggendola levaiuf-
no ad ora
stimava
tanto occupata? Io
,
che tu
morta
Oim perch
?
pigli
tu
mia
partita
gli atti
Tu
la
mi concevi
il
e poi con
li
pieni di dolore la
,
mi
vieti
,
Io
ti
giuro per
tosto a
vado
o tu verrai
,
mio padre
le: e
io
poco
io l
vi
che
io torner
mentrech
,
star in vita
mai
altra
che se
io in
io cre-
che questa
ninno atto
v' andrei: e se io
pure
v' andassi,
al
tuo
dolore morrei.
ti
promettoti
per
la
leale
fede che io
che
il
presente anello,
,
pre guarder
caro
spesso riguardandolo,
se
non
sia
ti
a te
e per
altre
ti
prego che tu
con-
Queste parole e
ma
poich
egli
dio
partirono
.
sua camera
ancorach
assai bre-
ve
la reputassero,
perocch
pivi tosto
avrebbono quelle
LIBRO SKCONDO
pene sostenute essendo
giorno partire
la
.
117
il
cosi vicini
'1
che
vegn ente
Ma
poich
sua luce, e
Oavalli e la
compagnia
di Florio furono
ti
aspet-
tando
lui
Florio
si
lev
mente pensosa
verenza al padre
madre
la
letto, e
prima
si
volt verso
il
madre, e
ca-
e pregandogli
mandassero
fiore
in te sola
onorer
me:
cosi
il
parlando
ristrinse
il
per vergogna
cuore sentia
,
le lasi sfor-
grime^ che
occhi fuori
e appena con
:
Voce intera
pot dire
disi
Molto dolse a
tutti la partita di
,
credendo che
il lo-
ma
sopra
tutti dolse
a Biancofiore
,
Ella V accompagn
l'
uno
sali
all'al-
altro
poich
,
a cavallo
vide
torto oc^^hio
la pi
tacita se
ne torn indietro
,
sopra
e quivi guardando
le fu possibile di
,
quanto
vederlo
Ma
si
ella
,
accomandandolo
facendo
ii8
FILOCOPO
:
oim
or pure ho io veduto
gli
Deh quando
mi
faccia
,
vegga
te
Io
non
so
com'
io
n come senza
io ieri
possa vivere.
braccia
,
nelle
me
sta
quando
alla
morte che
tu credesti
che morta
be andata
qualunque mondo ne
beato luogo
.
es-
sendo morta
allato le sedea
in si
,
Glorizia
la
,
quale
e pian:
lei
gendo
la
dicendo
oh
?
Biancofiore
poni fine
il
alle tue
gendo guastare
e consumarti tutta
,
Tu
ti
acciocch la
,
che quando
,
il
quale se consumata
ti
veda
,
ti
rifiuter: e io so
io
che
dire
secondo che
ho udito
Sicch confortati
,
egli
ucciderebbe
Or che
si
fa-
ve a
cos
non
E' non
le
vuole fare
Usanza che
uomini e
donne innamorate
alcune pepensa che questa
altri accidenti
:
ne
ma non
tali
quali tu le prendi
vita
adunque
,
se per amorfi di
di lui
con
cotali parole e
mol-
te altre
appena
la
pot racconsolare,
LIBRO SECONDO
Ma
Florio partito alquanto
il
119
,
si
strando
moAn-
davano
compagni lasciando
altri
cosi
chi
in
un modo
,
e chi in
un
altro
andavano prendendo
,
diletto
le
davano che
diletto
peroc-
ch
Bianco fiore
come
gi
fu e
non
gli
erano
rotte.
Ma
egli
,
pure inverso
,
la citt
la
;
abbandonava
si
rivolgeva
cos rivolgendosi,
terla vedere.
s'
lecito gli fu di
,
po-
cosi
costoro
il
,
quando
duca
condella
.
Feramonte
che
la
sua venuta
,
avea saputa
uom ini
s'
E
ri-
coverti s e
molto oro
circondati tutti di
mano
accompagnati
da molti
contro
>
si
cambi
il
nel vi-
con
,
lieto
duca e
compagni
ricevette
cevuto.
con questa
festa
la
quale quanto pi
alla
no
terra
s'
FILOCOPO
appressavano tanto pi crescea
la
,
n'
andarono
le
rughe
e piena di
festante po-
canto e allegrezza.
,
Ogni uomo
di
qualunque
versi d'
et facea festa
e simile le
donne cantando
amore
al
e di gioia. Pervenne
potesse a
,
qualunque Iddio,
se alcuno in terra
ne
di-
scendesse
to.
fu Florio da*
,
ricevu-
scavalcati
gran
1'
sala, e
quivi
riposatisi, presero
acqua, e anda-
rono a mangiare.
1'
alta
,
casa
e a quello riguardando
dopo molti
cun
l
diletto,
il
immaginando
il
e dicendo fra s
medesima:
mio
disio e
mio bene.
E talvolta
av venia, che
stando ella sentia alcuno soave e piccolo venticello venire da quella parte
te
, ,
e ferivala per
mezzo
della fron-
il
petto
dicendo
il
mio Florio
poi
come
egli fa ora
,
me avanti
andava
che
ella partendosi
sa dov' ella
tutti gli
si
baciava
gli
va da Montorio, che
LIBRO SEGOiNDO
Florio non fosse da
lei
iii
:
e s'ella
poneva
s'
il
nome
di Florio
,
noQ
era
di
faceva: e
ella
si
Florio
e per questo
inganno dormendo
in-
fosse ritrovata
le
gannata,
g' Iddii
fosse gravosa
'1
pregava sempre
che
sero
che
le
a lui,
egli tornare
i
ad
essa.
Ella non
si
curava mai di
mettere
licato ordine
ma
misero
N mai
i
curava di lavarsi lo
perocch
re.
egli
non
il
mento
era
che
allora
da
lei
molestato fosse,
N ninno ma
strutaci-
poteva
ma
nelle
mani
di lui.
Monsua
intendimento
lei
fisso
quanto
alla
Biancofiore
egli
n era da
una
volta ricordato
cosi
che
non ricordasse
lei infinite.
come Monlorio
,
cosi
non
,
d'
amore o
la
cose di-
Amore
occul,
129.
FILOGOPO
la
non
baci mal
il
>
clie
cento volte
dicendo
5
deh ora
mi
fosse lecito
e fra s sogli
vente piangeva
avere perduto
,
tempo
il
^uale indarno
pareva
o abbracciarla
tal
lei
per
modo
pili
si
ritrovasse
con
lei
come
gih
s'
era trovato,
,
mai
che
Egli
egli
si
non ispendesse
il
tempo
in amorosi
baci
duca
,
e con Ascalione e
con
altri
tempo prendere
re
possono, sperando
sempre che
'1
di giorno
.
in giorno gli
diletti
,
dovesse
mandare Biancofiore
di speranza
,
con questi
mescolati
si
sempre aspettando,
assai
leggiermente
alquanto
l'
lo spiacevole
.
tempo
Ma
poich
,
Febo
terra
,
venne appressando
al
Montone Frisse
la
cominci
verno
e a
rivestirsi di verdi e
fresche erbette
e di varie
1*
ma-
niere di
fiori
incominciarono a ritornare
usate for-
ze nell' amorose
fiamme
e cominciarono a
cuocere
innamorato Florio
incominci a provare
alcuno
tutta
fii
nuovo dolore da
lui
tempo
si
Marmorna
e la
mia Biancofiore
,
stando
all' alte
vede
paslei
si
e ciascuno
per
la
bellezza di
LIBRO SECONDO
volge a riguardarla
.
i93
Or
ne piacer
per lo quale
e avendomi dimenticato
s*
innamori
Oim
:
forte a pensare
ma
,
poca
tabilltli la
truova
me
ne
fa
molto dubi-
altro
se
che
la
O sommi
si
,
Iddi
si
mai per
me
sia
o per
gli
antichi miei,
deit
feceo
dee
far
aggradi
cessate
che
gli
questo non
stava nella
il
riguardasse
cos fa la
incontanente
5 i
non dicesse:
gio-
Oim
mia Biancofiore
lutti
,
non conosciuti
cosi
come
costoro fanno di
.
me
quale cagione
Greti
occhi dello
si
innamorato giovane?
N mai
Clitennestra
sarebbe
il
quale poi
lei
.
per
n'
il
tale
innamoramento perde
1'
Ma
di
questo non
,
ha colpa se non
quale
.
g'
Iddi
ni'
consumino
siccom' egli fa
me
con-
sumare
Egli
e
il
me
1'
ha
,
Oim che
ora conosco
le
che Bianco-
mi
disse,
manderebbe,
ella
e che egli
di
non perch'
mente m'
come male
i!x4
FILOGOPO
al
mito
amore non
sio di voler
come
io
ardo ora.
stando Florio in
il
di-
luogo
n
inli-
li
calesse; e
la
si
Marmorina senza
peggio non
egli a fare
mo-
noiosa
che di
s faceva
ognuno maravigliare.
a
E
il
di tornare
Marmorina
sua
andava
alcuno riposo
cercando
vedere
la
gli alti
meglio
paternale casa
*
Biancofiore dimorava
similmente
non doralle
miva
cuno
ma
non dubitando
stigia
,
d' al-
animale, o d'
J
ombra
o d' insidie di
,
e quivi giunto
si
poneva a
con pianto
,
pii
volte le ba-
dicendo
o ingrate porti
al
che
io
mio
disio
il
quale
o di
fe-
ma
padre
il
per
1'
usata via
E si
lo strigneva
or,
ma
.
si
disordinata la teneva
che pi volte
ripresero,
il
il
ma
poco giovava
Ma
pure da
Amore
co-
LIBRO SECONDO
slretlo
,
laS
il
pi volte
,
mand
a dire al re
che ornai
caldo
,
era grande
non poteva
per
egli se
.
Marmorina
Il re
il
leva a
Marmorina tornare
la
a molti recitare
rio
n'
menava
in
and
il
quale
si
tosto
come
si
il
vide
egli avesse
che
si
pieno d"
.
ira e di
:
spetto
dimostrava
dell'
11
re rispose
legrammo
che
egli egli
incontanente dimenticasse
stato detto
,
ma
,
m'
da pi persone che
e'
sua vita
tanto angosciosa
perch
.
che ci maraviglia
E
:
diconmi pi
la
che
egli
il
ha del
maggior
ancora
,
danno eh'
ma
egli
ma
consuma
la
impalidito
,
che di Biancofiore
N
.
mi
fare, se
.
di malinconia
mi consumo
e ardo
alla reina
ahi
come
126
FILOGOPO
ti
gP Iddi giustamente
fare co'
^
pagano
Or che
avevi tu a
tanti n' uc
la vita
cidesti?
f
E poich
?
perch
una
sola
femmina, che
di grazia
domandava
la
morte,
lasciasti
'
la
spiacque loro
per
la
qual cosa
essi
nel ventre di
.
mandarono
a casa
Or
chi
mai
non
festo
la
:
perderemo Florio ; e
dire che perduto
pensisi
cos per
una
il
vile
femmina potremo
.
abbiamo
costei
nostro figliuolo
il
Adunque
dite
come
ella
muoia. Rispose
mai mentre
.
non
:
sar dimenticata
da Florio
Allora
disse la reina
come faremo
Se noi
il
fac-
certo se
medesimo, o
di partirsi da noi
.
in
rivedremmo
Ma
quando
a voi paresse
passo
quando luogo
tempo
fosse
trovarle alcuna
ognuno
saremo
di
mala fama e
sgravati.
disse
il
:
avanti
vostro regno
;
la
gran
e dove che
ella si faccia
grandissima
si si fa ella
qui in
Marmo-
rina
LIBRO SECONDO
con voi non
sia a questa festa
:
127
quando
es^i sa-
e per
lo vi
rechi
ma
che qua,
lunque
si
che
.
ella
apporter
il
celata-
mente
vanti
spetto
come
presente da-
fate in
alcun
modo che
,
primo
per
la
o enfier
fia
e cosi a tutti
:
manifesto che
voi avrete
,
come
questo veduto
il
fate
e facendo
romor grande
la facciate
e subitamente
tale
vi
morte
sia
O
il
che
veggendovi turbato
preghi per
sua salute?
,
E certo
si-
perocch
Tha
ha voluto
il
suo amore, ed
di lui beffe
.
ella
sempre V ha
disse
si
il
rifiutato facendosi
Certo,
re
,
voi avete
ben pensato, e
la
cosi senza
manco
far
.
n gi piet che
mi vins in-
cer
Partissi
il
chiamare a
siniscalco,
uomo
iniquo
i!i8
FILOGOPO
,
^
:
e feroce
al
tu sai che
,
mai
n mai
ho trovato
in
te
Ora poich
,
Iddii
hanno
altro
te
ti
eletto
per mio
segretario
pii
che ninno
io
mio intendimento
za manifestare
mai ad alcuno
fa'
e forse dan-
no
seguendo
dee
vizi
:
abbandonare
acciocch
ma quando
avvenisse che
non
si
disdice
il
fugga. Fra
gli
si
.
altri
sono
e tu
il
sai
Ma
a cessarmi
il
fallo
e dicoti
che a
me ha
i
la
fortuna
mandato
,
tra le
mani due
in verit
malvagi
partiti
o voglio io ingiuquale
la
ho amata molto, e
amo
ancora
si
rio
mio
figliuolo vilmente
perda
e sopra le
,
due
che
per-
ho preveduto
che
la
meno danno
dopo
la
far la
,
morte
di Biancofiore
denza di Florio
e pi
mio onore
e di coloro che
sudditi
rimanere, e
ascolta
perch
Tu
sai
LIBRO SECOiNDO
rio
1-^9
d'eli
,
ama
Biancofiore
lei
e di senno di
tanta bellez-
de
ma
siccome
estimo discesa
in
di
e io du-
1'
menticare
il
mandai
Montorio
egli gi
sotto spezie di
vo-
Ma
dimenticala
ma, secondoch
costei si
meo
,
staio porto,
egli
per amore di
consuma
:
onde
io dubito
che
tornando
egli
non
me
,
gliele
s'
io
non
.
glie le
do
che
egli
ne voglia
,
prendere
se egli avvenisse
che io
gliele donassi
che
egli
occultamente da
a'
me
la si
prendesse, primiera-
mente a me e
seguirebbe
,
pensando
si
vile
nazione
come estimiamo
che costei
in onore
,
sia
vi dovreste reputare
considerato che
si
dopo
costui vi rimarrebbe
,
signore
nato di
lei
.
picciola condizione
se io
come sarebbe
isposa
,
nascendo di
egli
non
gliele
dono per
ninna
,
altra
altra
V ultimo giorno : e
acciocch queste
Dunque
cessino
il
muoia come
sar
detto
morta
egli
per forza se
I.
cuore
dan-
riLocopo T.
i3o
crederemo che a
fare subitamente
FILOCOPO
,
tale
quale noi
confaccia
Ma
ci
perocch del
potrebbe anzi
sot-
morire Biancofiore
,
convenevole
sua morte
la
come
alla
quale
tutti
conviene
che tu abbi
,
fatto
apparecchiare un pao,
ne bello e grasso
fa'
il
quale
che Biancofiore
mi
presenti
io e' miei
a
,
Biancofiore
si
che ad alcuno
che a
le
dirai
me
e a tutti coloro
,
quali alla
mia
tavola
meco
le
sederanno
col
paone
,
in
ragioni del
paone
ed
le quali se
gentile pulcella
tosto
come questo
da
me
il
paogit,
ne
io
larla a terra
so che alcuno
cane
la
^
raccoglier e questo
la
sem-
ed immagineran-
doveva mandare
.
Montorio, e non
ho man-
data
to
,
io
mostrandomi
il
so
che secondo
gludicio di
qualunque
vi
io
sar
morte
la
sia
quale sentenz a
co,
messa ad esecuzione
LIBRO SECOINDO
e cos saremo fuori del dubbio nel quale io
sente
al
,
i3i
pre-
dimoro
Poich
il
re
ebbe
cosi detto
,
egli si
tacque aspettando
la
quale
fu in questo tenore
Signor mio
la
senza dubbio
conosco
la
,
gran fede
la
quale in
me
quale
ho guardata
e guaril
qua!
be
altro
che piacere
ond' io
.
il
lodo
e dicovi
che
Conciossiacosach non
con
le
diritto stile
da riputare sapienza
tanto quanto
.
ma
innanzi
s
mandando cautamente
che
il
credo
fare
ne senta
il
questo detto
.
partirono
maledetto consiglio
se'
Oim
ch non
tu ora
Per-
come
stai
Tu forse
nimo
corri e dimori
;
mente
o che Florio
ti
ritorni a
veder
te,
nu-
consumano, e non
t'
apparecchia a
te
,
i3a
ti
FILOGOPO
,
possa assalire
j
1'
assenza
di Florio
ma
.
a che tu sarai
Oim che
,
le
quali pi
,
medesima spandere
dovresti
av-
g'
Id-
provveggano
a*
bisogni loro
la
e molte volte da
si
sperare meglio
turbata, che
quando
ella
fortuna
mostra molto
quando
La
marmoree colonne
colori ornata
la
le
che
gravi
divise da
colonnelli di
,
per
le quali la
Nelle not-
ma
:
1'
ossa
commesse maestrevolmente e
,
con
sottili intagli
si
lavorate
v'
e in
quella sala
intagliate
si
r antiche
vedere
Quivi
,
poteva
dei
la dispietata
rovina di
,
Tebe
altre
e la
fiamma
due
fatte
figliuoli di
Giocasta
1^
crudeli battaglie
coli*
per
la loro divisione,
insiememente
superba
una e
.
coir altra
vi
distruzione
della
Troia
mancava alcuna
,
delle
Alessandro
mostrava Fare'
il
romano sangue,
prinricco
cipi crucciati
1'
uno
campo
degli
orientali tesori
sopra
tutte
queste
vestita
le cui frondi
non
LIBRO SECONDO
temevano
1'
i33
pietre lu-
autunao
loro
.
pomi erano
sala,
In questa
quando
il
accompagnato da
tutta
dolcisalal-
in
Marmorina fu
,
visitato vi
non
fosse
n ninno
qualunque Iddio
,
fu senza divoto
il
fuoco e
debito sacriGcio
da* quali
tornando
si
tutti
lodando
la bellezza di essa
appressandosi
1*
ora del
man.
giare, presa
re
s'
assett a
V acqua alle mani, andarono a sedere Il una tavola la quale per altezza soprag,
giudicava l'altre
bili e
e con seco
chiam
sei de*
pi no-
E
fu
disceso dell'antico
no
degno
d' ogni
onore
e poi sedeva
un
altro
gio-
Ma
dalla
sedeva
il
soletto
appresso
al
,
qualcuno
e signore
chiamato Sarra
de'
Menedon
Apgra-
ciascuno secondo
il
i34
FILOCOPO
servili tutti
do suo fu onorato, e
?
da nobilissimi giovani
di gran pregio.
gi
il
comandamento
quale egli
un
bel paone,
il
di sugo
tutto
bagn
si
pensando
operazione
vedrebbe ven1'
avea
rifiu-
fatto
questo , avendo gi
,
la reale
mensa
l'al-
tre di
pi vivande servite
n quasi
,
altro v'era
rimaso
a fare che
mandare
il
paone
accompagnato da pi
,
scudieri
la
qual
la reina
ac-
aveva
fatta
miglio sciamilo
e mettere
quali
'1
chiaro viso
gi
lungamente
di lagrime ba-
pensando che
alla
'1
suo
Ma
perch bisognava
reina
ella
non
ve-
Ma
nuto
la
il
e salutala lei e
si
celebra,
la
per
la
nostra festa
di fare ap-
provvedemmo
parecchiare
un paone
,
il
avanti al re presentare
LIBRO SECONDO
scuno facendo quello che a
si
i35
si
tale
uccello
la festa
richiede
la
si
qual
divenga mag-
giore e pi bella
n a
fatto uccello
convenevole
gentilissi-
non da
ma e
tro
bella pulcella
la
io
ensi
n in tutta
vostra
che a Biancofiore
:
per caramente
prego che a
si fatto
perocch
avanti indu-
V ora
giare.
si
pu pi
1'
La
reina
,
o pera dove1*
va andare
avea, stette
ma
poich
la
crudele vo-
venne, uper
:
dendo eh'
la
eli'
andare
a quella cosa
,
ella
disse
e voltata
nverso Bianco-
andasse
debiti del
paone addomandando a
ba-
dimoravano
senza
sasse
andare
il
ad alcuno
ne
,
altro
e poi davanti al re
,
e ritornassesene
si
pao-
quello
/
in che ciascuno
vantava
Biancofiore
,
desiderosa di
/
mandamenti
se n'
all'*
and
col siniscalco:
,
quale poich
pose in
1'
presso furono
le
mano
re
im gran
to
il
quale
avvelena,
paone dimorava
dicendo
partalo davanti al
,
perocch pi non da
stare. Biancofiore
preso queldelsi
non avvedendosi
e
lo
tosto
com'
ella entr
ma-
i36
FILOQOPO
chiarezza che dal
movea
s'
con vergognoso
il
gran pianeta,
^
partendosi
1'
aurora
il
mostrano verso
io a
me
gra-
benigni
questo
,
giovane
eletta sia
il
santo uc,
Giunone
il
al
cui
alla
servigio fu gi disposto,
sua mensa
il
dimanda
lei
si
il
quale
poi a onore di
vostri
compagni
ci
ma
la real dignit
e per senno e
gli
,
qui
tacque.
e mirabile splendore
,
Al nuovo
si
voltarono tutti
alla
chiara
voce di Biancofiore
lei
graziosamente renderono
nell'
il
re
il
animo
perocch gi vedeva
,
con
lieto viso
poich
tutta la sala
tacque,
le disse
certo,
degnamente
LIBRO SECONDO
pu debitamente
tuo piacere
disdirsi
,
187
ragione e
ond'
io,
siccome principale
la
comincer, poich
domanda.
voltato verso
sala
l'immagieffigiata,
,
riccamente
la deit del
sommo Giove
la
lu possiede
celestiali regni, e
per
mio
sole ri-
cerchi un' altra volta quel grado nel quale ora dimo-
rando
ci
porge
lieta
luce
se essi
mi concedono
del presente
il
vita
d' averti
del
mio reame:
amore
paone
li sia
re con queste
parole
i
fati gli
apparecchiavano, e
sospirando, tacita-
mente
i
al
suono
medesima
,
buono augurio
,
fra s di-
cendo
dunque avr
io
il
quale io
barone maggiore di
ziato
il
regno
poi ringra-
re onestamente e
Parmenione
al
il
io
prometto
che
io vi
paone
che
se g' Iddi
mi concedono
al-
lo
valorosi giovani
vestiti
di nobilissimi
il
drappi e di
,
vostro cavallo
,
infino a
,38
te.
FILOGOPO
,
Adunque
disse Biancofiore
pi che Giunone
;
mi
ad
di?
e pass avanti
alla reale
mensa,
cendo
o caro maestro
paone
sia pie-
no
sa
d' et
e che la
gi
io
tremante posper
male
balire la spada
si
mi vanto
amor
di
voi al paone, che quel giorno che voi sposa nov ella sarete
,
la
qual cosa
,
g'
Iddi anzi la
mia morte mi
meco,
fac-
ciano vedere
io
sark nella
colla
paura combatter
,
obbligando-
mi
di
si
saviamente combattere
egli
,
io lui
me
o voglia o n, io
spa-
da di mano
sto
udi
si
maravigli molto
vanto adempiesse.
Ma
Masselino,
vanto
al
paone
ma
se-
io vi presenter
fruiti
i
non d'una natura con gli altri, perocch quelli de'quali la mia terra copiosa a ciascuna radice hanno appiccato un bisante d' oro. Inchinandosigli Biancofiore
il
ringrazi
e volti
il
duca Fera-
monte, che
lui posato
il
alla
e davanti da
paone,
lo richiese di
il
duca rispondendo
disse
za vostra,
LIBRO SECONDO
so tanto quanto la" vostra festa durer della
,
189
di
mia mano
,
coppa vi servir
,
quando
vi piacer.
Certo
disio si
se Biancofiore
di
tal
servidore
glorierebbe
il
quale
,
come
che quel
Iddii vi
,
moniale compagno
vi
ma
lissima
s'
io
il
mie mani.
11
prometto
al
paone
che se
,
g'
Iddii
mi concedono
vestiti
io
sopra
con
aste in
mano
e con bandiere
esalter la
il
paone
altri
baroni
quanto
io
la
mia possa
al
debito gui-
reverenza
si
parli
ben
li
fatto
principe qual'
li
onore obbligati.
Rimase sopra
la real
mensa
il
velenoso uccello
il
i4o
quale
il
FILOGOPO
re
come
Biancofiore fu partita
la
comand che
tagliato fosse:
per
il
serviva del
gittata in
mano
il
paone, e
re
il
paone,
ma non prima
,
caddero
le gittate
membra
e
al re
gli
molto caro,
le prese,
mangiandole, incontanente
quale
il
corpoj e
membri,
gli
fece divenire
suoi
che della
schizzale
li
mormo-
rio,
mutandosi di
in
piccolo spazio
soavissimi strumenti
,
tacquero
mostrando quello
i
al re
?
il
nente grid
e che
pu
ci essere
la
dino
il
credenza
disse
non
siamo vilmente
traditi;
prendasi in altro
tisi
membro
,
ad un
altro
cane
onde che
egli
,
prendesse
o dalle stremila da
le gittate in terra
gitt
membro ad un
'1
altro ca-
ne,
1*
simile
modo
voltandosi che
primo
del
mortai
LIBRO SECONDO
dolore affannato cadde
tut.
vita
,
i4i
Onde
il
ha
la
nostra
gittata
,
in terra
la tavola
dirizz
comand
al-
siniscalco e Salpadi-
no
fossero presi
d' essi tre
cuno
nou
compagni voluto
avvelenare.
O
la
sommo Giove
giustamente
fossero co*
talo
,
Tu sofferisti
pure che
tuoi
compagni
Tanmi-
membri umani
tentati alla
1*
tavola di
quando
a Pelope perduto
;
omero
fu rifatto
il
con uno
sero
d* avorio
Tereo sepoltura
Erati
gliar
1*
dunque
cosi grave
Ma
guiderdonandogli.
Furono
biosa furia
presi
,
tre senza
Ma
poich
altri.
Del
siniscalco e di
,
Salpadino furono
le
e per
m.ostrando
il
siniscalco
menzogne Biancofiore
cia-
non
altri
si
avere
tal fallo
,
commesso. Di questo
scuno
maravigli
Ma
pure
il
i42
FILOGOPO
essi
Diedesimi
il
credere.
,
Ma
il
,
poich
gran ro-
more fu alquanto
no per
con
consiglio molta
lui
acchetato
siniscalco e Salpadiil
re fece
chiamare a
gente
tavola
:
e adu-
disse cosi
senza dub-
bio credo che a voi sia manifesto che io oggi sono stalo
in vostra presenza voluto avvelenare
,
che Biancotiore
stata: la
tra-
pensando
fatto,
al
io ne|la
mia
,
corte
fat-
ho
tala
ammaestrare
e continuamente vefigliuolo
,
stirla
con vestimenti
alla
mio
datala in
compagnia
di lei
non ne-
mica ma
non
si
finiva questo
anno che
io intendeva di maritarla
deva
la
e di tutto questo
m'
avvenuto come
seno quando
i
che
egli
il
primo morso da
dere
e
m' ha voluto
detto v'
ucci-
avrebbe
,*
fatto se
'1
nostro avvedimento
,
non
,
fosse stalo
laond' io intendo
come
,
ho
di
al-
acciocch mai
si
cun' altra a
si
fatto
metta
Ma
pili
se
subitamente
il
facessi
impela
sua
LIBRO SECONDO
falsa piacevolezza
,
i43
gli
il
la
quale ha molto
animi
presi,
n'
ho voluto e
voglio primieramente
vostro consi*
glio, e ci tutti
rando
il
mio onore
mia
vita
.
siccome membri e
vero corpo di
me
si
vostro capo
Lungamente
parlato
;
'1
re
il
ebbe
duca
e Ascalione
ma
si
perocch
la
cia-
scuno
e simile*-
mente fecero
rando
che presente
che Massamutino
il
dimo-
si
lev, e disse
caro signo-
re, io so
sti
che
'1
mio
presura che
di
me
,
e so che diran-
no
che ci che
ricar
me
ma
io
non
,
che io non
te
,
dee
e in
tutto
me
conosciuto sar
di voi
,
sempre
riser-
dov' io
fallassi.
cosi
m'
aiutino
gV immortali
e cosi dico:
il
fallo,
il
si
puote, n simiglantemente
si
pu occultare
j il
gran-
de onore da voi
fatto a lei
per lo quale
ella
avendo
se quello
che in
effetto
ingegn di mettere
i44
FILOCOPO
,
merita di morire
onde
pena col
che
fallo
che
ella
siccome
ella vol-
le
la vostra vita
,
per
veleno
si
consumasse
cosi la sua
mata
che
sia
E
,
me meconsiglio
desimo crudele
si
non
volentieri
la
il
dono per
faccia
1'
perocch per
,
lezza assai
amava
ma
nella giustizia,
non amore,
n piet
Non
per tanto
voi slete
savio
uomini che io
mio
arbi-
il
quale giusto
al
mio
trio v'
ho
,
donato,
e pi
si
mendate
non
Non
fu alcuno degli
nobili
si
ma
tacendo
di questa opera
si-
niscalco, posto
spiacesse
,
V avrebbon
parlato,
ma
quasi ciascuno
,
no queste cose
de per non
dispiacerli ciascuno
il
dendo questo
que
re
che
ninno dice-
signori, per
consigliate
che
e certo in
tal
LIBRO SECONDO
io
i
i45
i
medesimo
giudici
accioc-
n similmente voglio a
le
troppo in-
n hanno poi
i
il
compimento
la
loro.
,
Furono
di presente
,
il
Al quale
non dare
di tanta
il
solennith
ma
noi scriveremo
daremo
re disse
il
vietano
;
domatti,
faccia
e questo detto
Ma
si
,
il
duca e Ascalione
,
partirono
non
vo-
lendo udire
l'
iniqua sentenza
1'
e avanti che
il
sole la
gran festa
il
no
stare.
Era Biancofiore
ti
in
camera
,
van-
quando i
furiosi sergenti
vennero impetuosamente senza ninno ordine a prenderla, e lei piangendo, senza dire perch presa
aves-
sero
\k
ne portarono.
Oh
gi trice de'
mondani onori
e beni
i46
porre la
biante,
FILOGOPO
mano
addosso a Biancofiore, o di farne sems'
ma
ciascuno
dezza
il
perch
presala oltraggiosi
samente ne
menarono
va.
mostr
la reina
grandissimo dolore
il
e molto ne
suo tradimento
davanti ordinalo.
veramente
e'
ne
le
pur dolse
an-
corch
prendesse consolaziolei
,
ne
morte di
gi messa
,
in ordine da
fallire al
suo parere
1'
ardente
fati
amore
si
Ma
non
due
servavano a
amanti,
si
leale
fra'
corta fine n
turpissima
come
costoro
Quel giorno nel quale la gran festa si faceva in Marmorina era Florio rimaso tutto soletto di quella
compagnia che pi gli piaceva, cio del duca e d'Ascalione a Montorio
nia
5
,
sua Biancofiore
vestiti di
sole-
vano
molta
egli
Onde
ce Biancofiore
che
fai
tu ora
Ricorditi tu di
me
siccome
io fo di te? Io
non
ti
pigli
m'
l'
egli lecito
me
il
fatto giorno
pi
volte
ho
gi abbracciata
fuggiti
LIBRO SECONDO
volte ci eoron di diversi fiori
,
i47
nostre mani?
Ove sono le
io
rallegravano
Deh
1'
no
io
soleva continuamente
O
?
al-
meno di
messa
tu
?
quanti volge
perch non mi
tu
mandata come tu mi
'1
pro-
lo credo che
mi
,
dicesti.
sala
zia indegni
e a
me
desidero
deit
m'
si
tolto
quella
che
m'ha
fatto vile
che
io
,
o eh*
o ve-
esser veduto.
offende quella
che maladetto
,
mi
partii
(?he
mai
al-
cuno
non
sentii,
mendo
rita
,
la
qual consolazione
in gravoso tormento
voltata
,
si tosto
come
io
mi
non
ti
O sola
solleci-
tudine della
qual cosa
gU Iddii mi concedano che mia morte veder ti possa la converr che sia se io devessi muovere
mia mente
aspre battaglie contro al vecchio padre, o furtivamente rapirti delle sue case.
a questo
sii
se egli
,
non mi
ti
manda
serli
o non mi
fa
dove tu
tornare
non porr
molte
continuamente
al
caro
sempre riguardandolo
48
FILOeOPO
gliele avea.
in tal
gli
grav la
e chiusi
gli
occhi
s'
addorment j e dormendo,
apparve.
1'
gli
A Florio pareva
di
subitamente vedere
i
aere piena
turbamento
,
sasso
te nuvoli, e
commuovere con
sottili
entramenti le lie-
mandandole pi alte
sof-
che
la loro
,
fiamenti
luogo
dell' altro
appresso mirabili
la
tenebrosa
terra
leggi e luogo
e parevagli che
il
freddo Arturo
si
vo-
onde
e la corona
dell'
,
ablo
dopo questo
dell' altro
gli
parca vedere
re-
g'
Iddii piangendo
gli
uno
si
e parevagli che
dei
e la luna
im-
pallidita
gli avelli di
Marmorina
,
sangue
umano
gli
e tutti
cittadini
altis-
essi
.1 paurosi animali
insie-
memente
ne della terra, e
E
si
LIBRO SECONDO
i49
tutta stracciata V
Dea,
tristizia
la
quale moven-/
domi a pietk mi costringe a piangere come tu fai? E dimmi perch il subito mutamento de' cieli e della
terra avvenuto? Intende
Giove di
?
fare l'universo
tornare in chaos
come
gi fu
Noi mi
celare
io te
fi-
ne prego
gliuolo.
la
Oim
io la
ti
occulta
su,
che
in
sopra Marmoriua
il
port
in
quivi
fece vedere
ma,
no
e
'1
pensato inganno
,
la subita
presura
'1
crudel rinchiudimento
e la
le
ora
,
t'
to
Oim
rispose Florio
quando
ti
vidi santa
Dea
madre
del
la risplendiente luce
,
privata
amate fronde
la
di
Febo, inconprego
tanente
mi
corse nell'
animo
cagione la quale tu
ti
io possa elegge,
che
io
di-
anima
graziosa dovun-
i5o
conda
vita
FILOGOPO
come
nella
prima sono
stato:
o tu mi
,
e' alla
se
perocch nullo
alto
ne
si
gran peri-
fia
al
mi
paia leggerissimo.
,
cui Giteil
pianto
mio
che
abbiamo
,
gi la
e provve,
duto
al
suo scampo
ma
com'
,
quando
sentenziata fosse
tanto mesta e
tutti,
si
si
mostr salendo
,
scanni
dolorosa
che
a lagrima re ci
mosse
E simllemencon dilei
te
versi
perocch tu per
verrai a
maggiori
fatti
dopo
al
molte avversit
suo scampo
t'eserciti.
Tu
si
tosto
i
come
il
sole
com,
ti
partirai
andranne a
tuo intendimenfaratti
farai
armare
di fortissime
armi e buone, e
:
prestare
un
,
quando questo
fatto avrai
sua, se egli
il
camla
mino
verso la,Braa
tendono.
La
sorella di colui
che mena
poderosi ca-
LIBRO SECONDO
valli
,
i5i
portanti
si
eterna luce
la
di sono vi
gura del
gerti
celestiale
di por:
cammino
sicuro colla
la
quivi
quale
,
io
dono
Terra
,
fatta
per
mano
quando bisogn
,
alla batta-
e a
me
prestata
aspetterai
cheta-
mente
infino a tanto
che
1'
la tua
ultima ora.
cuno indugio
cuore
ti
con ardito
trarrai avanti
il
senza
farti
a nullo conoscere, e
,
contradirai a tutto
presente popolo
stata
che Biancofiore
,
ragionevolmente non
condannata a morte
dee morire
qualunque cavaliere o
se contradire
;
non dubitare
'1
piano,
li
se bisogno
pare
che
ti
ti
faccia
Non
v'
prontissimo e valoroso, ed io
per sicuramente
ti
na
t'
La
mano e rendila a
fa'
tuo pa-
raccomandandogliele
,
scere
e ritornando a Montorio
che sopra
gli al-
tari di
Marte e sopra
sacrificii
con graziosi
ta dal
mi
mio
antico
monte
della
mia
glorioso
i5a
COH
gli usali
FILOGOPO
vestimenti
,
signiflcanti letizia
liete
e clrco*
frondi di Penea,
visi-
li
miei
altari
a te
manifestamente
:
e di que-
falli
cidente
dicesse da
,
questa impresa
rimanghi.
mano
da
si
Tanto fu
da Venere
la santa
pi
il
a lui
promessa
e veggendo partire
si
il
Dea
rompendosi
il
debole sonno
,
dest
e
'1
subitamente
si
dirizz in pie
trovandosi
,
petto e
amare lagrime
:
e nella destra
mano
la celestiale
spada
di
E tornandogli
mente
la
sua Biancoil
e la cagione perch da
lei
aveva ricevuto
il
bel-
riguard
dicendo: questo
e riguardandolo,
fia infallibile
il
vide turbatissimo
e senza alcuna
il
pi doloroso
fosse
mescolato con
mi sono
,
contentato di vive-
re in doglia e in tormento
sperando di rivederti in
ti
?
vi-
quale avversit
alla
ti si
Or
af-
non basta
invidiosa fortuna
,
se
ancora con
e porgerci
ci voglia
dividere
LIBRO SECONDO
maggiore angoscia
?
i53
Oim
e a
me insieme menti
fa nocente, il
mio \ecchio padre ? Oim or cred' egli far morire te senza me ? Vano pensiero V inganna. Oim, questa la festa
tal
Ahi
condata
Certo
,
cara giovane
ti
torrk la vita
o questa spada
la racquisier a te
e a
me come
promesso m'
,
stato,
mano combattendo
cacciandovela io
,
ella si
medesimo fuoco
come Capaneo
di
il
colla sua
amante
Tebe
E dicendo
il
Florio queste
festa
duca
venne
il
quale
,
come Florio
celan
do
il
nuovo dolore
mostrando, e
il
amore
amavano 5
,
come
essi
il
Florio dimand
,
duca
se la festa
che
la festa
fallita,
gli
fuor solamen-
per ordine
s'
narr ci che
al
fatto vi
s'
era
avevano
pao-
Ma
ben
si
guard
,
non
dire
1'
v' era
cio
dell'avvelenato paone
veva morire
troppa malinconia
'1
e di ci
s'
che
duca
si
guardava di
dirgli quello
che
egli
non avreb-
ir>4
FILOCOPO
vi fosse:
gli
che bene
grande
,
Gi aveva Febo
onde
,
nascosi
il
quando preso
i
cibo
Florio cercarono
notturni riposi
Ma
Florio porta
,
gli altri
s'addormenFlorio a-
come
vrebbe voluto
s'
andaro^io a letto
ma
ridendo e gabdella
bando e con
notte passarono,
dubitando
gli
non
s'
appressasse
,
V ora
convenisse
,
e fosse
veduto
Ma
e la
casa
passo
gegno, senza
gli fosse. Il
,
primo che
il
alla
sua voce
lev fu Ascallone
,
e del
modo
e dell' ora
fidata
non meno
poialtra
ch
essi
furono dentro
alla disse;
camera senza
compagnia, Ascallone
dimmi quaP
ora
,
statala case'
,
s fatt'
e perch
ve-
nuto solo
E
.
dubi-
tava molto
non
duca
gli
avesse detto
;
infortunio di
Biancofiore
Ma
.
Florio rispose
la
venuta questa
"inato, e d' avere
A me fa
un buono
Onde
io
non sap-
LIBRO SECONDO
pendo ove di
glio servito
tal
i55
bisogno
,
fossi
pi fedelmente e
me-
che qui
per
in
in altra parte:
pregovi aservirmi
gran
fatica riteneva le
le quali dal
premuto
si
move-
vano
che
di
il
Disse Ascalione
al
ma
?
qual' la cagione
si
non
parrebbe un voler
come
e che
mini poco
savi
hanno
il
ma
si
se tu
mi
di'
perch a questo
tale
.
mosso,
la
la
cagione
potrebbe essere
tua
impresa
mettesse avanti
Gik
bene che di
me
tu
ti
conciossiecosach io lunga-
mente
in diverse cose
ti
sia stato
maestro fedelissimo
fossi stato:
:
,,
e amatoti
come
caro figliuolo
mi
dunque
non
ti
guardar da
me.
Florio rispose
caro maestro,
me
dagl'Iddii e da
e senza
,
dubbio
s' io
non
avessi in voi
tal
cosa
mi
io
ci
ma
1'
poich
vi
piace sa-
pere
il
il
armi
io sia
venuto
vi dir.
voi
non
stato
occulto l'ardente a,
more che
io a Biancofiore
,
ho portato e porto
,
della
quale oggi
dormendo
io
mi furon
:
mostrate dalla
sopra
la
vidi chia-
mare
e porle
uno avvelenato
i56
paone in mano
,
FILOCO0
e vidigliele portare per
comanda:
mento
e
,
dopo questo
avvedendosi
vidi e udii
la
gran romore
clie si
,
fece
e lei vidi
dopo lungo
lei
il
processo della
iniqua sentenza
.
che dare
si
me
nedicia-
vate niente
Ma
,
io
me
1'
hanno
buono argomento
,
sic-
come credo fare con questa spada in mano la quale Venere mi don per la difensione di Biancofiore E se il potere mi fallisse intendo di volere anzi con esso lei in un medesimo fuoco morire che dopo la sua morte dolorosamente vivere o stentare Oim dolce
.
>
figliuol
di'
av-
Deh
pensa che
la
Deh
riguarda la tua
t'
aspettiamo, e
.
andare
popolareschi uomini
,
a' fatti
Tu
vuo-
la quale
femmina
gio-
di piccola condizione
figliuola d'
una romana
il
madre
Ma
ha
tu forse guardi al
fatto
'1
tuo padre
1'
per addietro,
:
tu
se'
ingannato
ella
le fu fatto
se
non perch
fu tua
compagna
nel nascimento.
Non
convenevole a le
amare femmina
di
si
piccola con-
LIBRO SEGOiNDD
9izlone
5
167
1
doveri
,
della giustizia
sciala punire.
e poich ella
ti
ha
fatta
l'
offesa
la,
Non
a'
recare nella
i
mente
si fatte
cose
n dare fidanza
d ' una cosa
posto
sogni,
n mai
hai
ninno
fa
che non
marsi pi inverso di
presa, io te
lei
.
onde
im-
ne prego
ah villano cavaliere,
muove
il
a biasimar Biancofiore
?
chia-
marla
figliuola di serva
Non
v'
ho
io
pi volte udito
raccontare che
uomo
si
di
Roma
si
Certo
E
le
vero
natura
non
perocch
ricchezze
1'
il
uomini fanno
uomo
femmina
buone
gentile
.
ma T ache
io
nimo
virt
non
sar
mai
E
,
meno che
io
si
bene,
valorosi
me
pur
ne loderanno
,
avvegnach
segretamente lo
.
intendo di fare
si
i
s' egli
sapesse e parlassesene
sottili zeffiri
,
il
poco
il
Faccia
1'
uomo
suo dovere, e
padre io
mi curo poco
che d'
uomo
i58
FILOGOPO
,
mo come il sento
vendicare le
che
si
nocente
rare
egli
,
mi
terrei
che
mi
,
Bianco-
fiore
se fosse quell'
uomo
,
il
dovrei
ai
fiu;
mi
d'
Acheronte
ove
la
alla
quale
gli altri
si
che sono
stali
in
oprare
crudele
,
incomincia a divenire
di ci che o piadella
mal
mia mente
non
si
;
partir Biancofiore
altra
mai
a mi parr grave
.
il
peso
dell'
di lei
certo Achille
,
quando
,
abbandonando
veli
i
gli
ammaestraet, volon-
menti di Niso
teroso alle
lo sono giovane di
,
buona
nuove cose
,
innamorato e dlfenditore
vittoria
della ragione
gl' Iddi,
da-
di cose
tempo che
ch
ella
domandati dosa
ni, follia
quan-
do pi
a tal
punto
ritorni
Io
LIBRO SECONDO
dergli ora clie
5g
sua
in
al^
mi par tempo
e salir sopra
la
ruota
alto
manteaermi mi manterr.
se
avviene che
cuna volta scenderne mi convenga, con quella pazienza che io potr sosterr l'affanno.
far discredere quello che
strato
,
N mi
vogliate
la
vera visione
m' ha mo-
dicendo che
verit
ho pi testimoni
anello,
principalmente
il
mio
che
la
perduta
chiarezza
mi mostr
1*
affanno di Bianco-
fiore^ e la celestiale
mano quando mi
delle vedute cose
,
svegliai
mi afferm
servigio
la
credenza
Ma
e per con
nendo
Ond'
io vi prego, senza
piti
con
tali
tempo
che mi rispon-
/
!
mai
non sar
lieto
mia
destra
di-
'
altro
pericolo le soppravvenisse.
Quando
e videlo
assai se
in lui sentiva, e pi
nuova visione
parca opera
la
non
disse
gli
:
per
mano
d'
uomo
fi
e fra s
veramente
principio,
gli Iddii
,
mostra
il
consentino
Florio
senza ragione
mi chiami
villano e malvagio
i6o
FILOGOPO
ti
diceva io non
te
lo
diceva
il
vero,
a-
ma
ti
ritraessi
se io
se io avessi
t'
dal principio
avrei
ma
.
provare
altres
mo
ti,
e' eri
disposto
non
che
io voglio
che manifesto
sia
che alcuno
.
disio
non
in
me
Onde
io caramente
alla difenslone
me
questo peso
perch tu non
sai
.
chi avanti
ti
dee uscire
padre senza
simi in
fallo
ha molti
fatti d'
arme lungamente,
,
non
.
come
si
converrebbe
Non
,
,
vincono
le battaglie
ma
i
buoni e savi
.
provvedimenti danno
vittoria le
pi volte
posto
che
io gi^
vecchio non ho
te
,
forse
membri
guari pi
ponderosi di
almeno
da fuggire
rire e
e quale da aspettare, e
da sostenere
:
quando da
fe-
quando
mia
non
feci
E
,
d' altra
combattendo provarti
.
e soccor-
rere
me
:
e Biancofiore
mente
come
e
la
detto v'
ho sono giovane
Amore mi
ninno
sospinge
buona speranza:
io voglio senza
fallo essere
LIBRO SECONDO
difenditore di quella cosa che io pi
i6t
amo ^
doii
m*
arme
adoperare
quanto
io potr
,
E se
io consentissi
,
a combattere
e fossi vinto
me non
converrebbe
Io
voglio
V armi
por-
ho
sofferlre
V armi a una
si
picciola battaglia
nella gio-
vanezza
deono
si
famoso vecchio
che
la
se
pure avvenisse
far
s
fallisse, io
,
che
la vita e la battaglia
la la
qual cosa
mi
fia
io
dopo
morte
di
so che
si
curerebbe
.
si
io
ne son contento
ma
ve-
ramente
che
il
non
t'
abbandoner mai^ e se
io
vedessi
cider te uccider
me
io
,
altres
veder voglia
Ma
prego
g'
se
mai alcuna
la desiderata
eh' essi
t'
donino
,
come promessa
,
hanno
acciocch io con
,
teco insieme
scampata Biancofiore
cipio rallegrare
mi possa
di
si
prospero prin-
Veduta Ascalione
pi parlare
,
la
lo
arme
e poich gli
ebbe
fatto vestire
,
una bellissima
lo fece calzare di
ma-
II
,, ,
i6!
glia
gli
,
FILGCOPO
e appresso
i
pungenti sproni
e sopra le calze
,
come
:
se fossero
di bianco argento
ed un paio di
cosciali
e simile,
mente
gli
fattogli
mise
la gorgiera
sime
piatte, coperte
e fini
ad ogni pro-
va
E poich
e
gli
ebbe armato
,
le
ciali
musa echini
gli fece
sopra
il
quale
1'
mise
quali a tanta
sinistro o-
e tale armadura
richiede
e appresso
il
mero
gli
arm
d'
un
ben
fatto
rosette
vermiglie campeggiavano
E siccome
,
tenero padre
suoi figliuoli
ammonisce
:
e insegua
,
cosi
Ascalione
diceva a Florio
non
schifare gii
nell'al-
amm;arestramenti di
me
vecchio,
ma
,
siccome
cosi fa'
,
che in
questa maggiormente
gli
abbi e osservi
.
perocch
tu
non osservandoli
verrai sopra
il
Quando
campo
prima
il
sopraggiudichi
che tu
sia
da
lui sopraggiudicato:
la
no torn
a'
Greci
all'
poca altezza
van vantaggio
dali
incominciar la battaglia
a' solari
guar-
non
ti
porre
raggi
perocch
.
essi
dando
nocciono mollo
Annibale in Pu-
LIBRO SECONDO
glia
i63
vittoria
,
Romani
i
volgendo
tenervi
ti
il
il
quale costrinse
contro
al
Romani
occupe-
viso contro
,
polveroso vento
t*
metterai
rebbe
la vista
N moverai
sia
il
ma
il
principio
movimento
sarai
picciolo passo
acciocch
,
quando
egli
il
perocch
mezzo
quando
alla distesa
ancora gU
dilungan-
darai lutto
meno forza
do
il
collo
andrebbe
,
Allora sono
le cose disposte
ad
andar forte
ritegno e
lo trapassano
E
se
che
'1
dovere
non
1*
essere ritenuto
contro alla
calda volont
Se Aulide non
navi
egli
andava pi temperatamente
principio dell* aringo
al
,
basserai
il
la lancia nel
perocch
savio
il
ma ponendo mente
al
prima a
lui
,
t'ingegna
puoi di prendere
,
e appressanla
doti a lui
tua lancia
fa'
mit
dell*
elmo
ponga
po-
stoch
tare
gli alti
ti
sieno belli
E se egli
con lui
scontri
se
il
non
fossi
lui
perocch
facendo
ma
con
i64
nioestrevole
FILOCOPO
mano un poco
se
te
.
di cerchio
fa'
che
si
il
petio
,
dirizzi
e quivi
ferirai
puoi
perocch
le
tal
ferire
sar
senza danno di
Ma
poich
tirar fuori la
spada
ma
tu
meni molti
colpi
ti
ma
maestrevol-
re pi che al ferir
V avversario
si
iniino a tanto
,
che tu
vegga
te
,
e al di sotto di
che
allora
non
vogliono
colpi risparmiare.
campo
.
lasciassi torre
ti
non
le
non
,
ti
senti sopra
gambe
la
ma tenendoti ben
af-
il
fannato vedrai
E
i
il
buono
N ninno
sgomenti
,
romore o
di lui
ti
ma
il
mostra vigoroso
inconta,
nente
tua
prte
fia aiutata
dubiter
e bellissimo e ardito
re
,
ti
gi gran
tempo
eh' io vedessi
,
notandole tutte
,
e vo-
vorrebbe essere
picciolo spazio di
s
e molto
gli
no,
iava
il
tempo che
a volgere era
molto in
medesimo
si
LIBRO SECONDO
caduta
,
i65
ma
da
me debitamente
ad
,
ritenute le credo
quando bisogno
vi
sar mettere
effetto:
i
ma caramente
che sopra
1'
prego che
v'
armiate
e vengano
cavalli e andia-
mo, perocch
biano passato
gi
mi pare che
le stelle
o-
Armossi Ascalione
Florio andava per
1'
s'
armava
ostiere ora
,
do
d'
una parte
in altra
assalti
da faceva diversi
cia per vedere
al
Alcuna
volta
prendea
la lan-
com'
abbassare
bisogno
e talora lanciandola
destramente faceva
to
come
se d' alcuna
arme impediparte
la
gli
non
fosse
avvegnach
Amore la maggior
;
sua
si
maravigli molto
,
ed essendo
gi egli
,
medesimo armato
messe
le selle e
^
,
tutto solo se
ne and
alla stalla
'1
men
so-
due
pravveste verdi
montarono a
dimorare presono
il
cammino
verso la Braa
ritondi l teneva
mezzo
il
solinghi
campi
,
Ella
peroc-
mitigava
il
quale di
tal
peso non
di che Florio
molto
si
rallegrava
perch gi
gli
pa-
i66
iato degl' Iddii
FILOGOPO
.
pi
al
,
si
rallegrava
immaginando
la
rifi,
che
egli
s'
appressava
Biancofiore in pericolo
sua virt
fidare
,
Ma
sue forze
quanto
volto verso la
glia di
i
graziosa dea
tu alleviando la
mia madre
,
di
me
per
piegandoti
suoi
rice-
preghi, le
mi
.
donasti
il
vuto affanno
Dunque poich
,
nel
tempestoso
,
mondo
per
ni
li
venni
e pregoti
debitamente coltivai
Ricordati
quando tu
per
gi ferita di
e pre-
ne' quali
la
mia
preghi
il
tuo fratello
e fervente raggio
mi renda
alle
onde ora
mi
togli
Tu m'
il
hai porta
dimando
,
sommo
,
prego per
figliuoli della
sia a
Terra
e per tutte
1'
altre,
che tu
me
favo revole
aiutatore, perocch io
la presente battaglia
stre celestiali case
,
n intendo levare
Giove
la
santa
Giunone
LIBRO SECONDO
aiuto
,
167
ma
.
la vita
morte
E tu,
:
o santa Venere
io
aiutami
s'
vo pi ardito per
promessa
che
mi
facesti
non mi dimentituo
il
E similemente tu,
aiuto
,
il
malvagio inganno,
io ora
voi
qualunque deitade
mio soccorso
la cui giusta
in-
massimamente
tu, Astrea
spada
E cos
al
il
dicendo
e tuttora cavalcando
,
peril
vennero
d
,
dolente luogo
e quivi
La misera
ma,
non avesse
porgesse,
re prese a so le chiavi
,
dimorando
entro Bian-
cofiore
ninno
si
picciolo
,
movimento
le
v' era
che
forte
non
la spaventasse le
fantasia
ra
,
recava avanti
'1
suo viso
onde
ella
:
con grave
oim misera
Biancofiore
quale pu essere
la
i68
giuria
?
FILOCOPO
In che ho io offeso ? Certo in niuna cosa che
.
io sappia
Io mai n con
offesi la real
maest
n mai
e la reina
pre onorai
templi e
rubando n spogliando
Iddi
santi
,
gli altari
degP
commisi
sacrilegio
mai
s'
intrisero le
:
alcuno sangue
mie mani n l' altrui per me in dunque questo perch m' stato fat.
Or non ti
mia prosperit e
allegrezza dimorava
senza ancora
d' essere
messa
in
pri-
Deh
se tu avevi volon?
nuocermi
Ma
morte mi
saria stata
somma
delle
perocch
i
Stieno adunque
spade
e contro alle
il
punte
dell'
il
agute lance
inflno a
tanto che
loro
tempo
.
perocch
or tu
gli
priverebbe
,
Oim
mi
ti
mostrasti
poco avanti
altra
cosi lieta
facendomi pi
mensa dove
,
il
re sedeva
accompagnato da
onore e servigio
vuoi
a'
si
quelli baroni
quali tutti in
mio
vitu-
vantarono
?
Oim com'
il
perevole
Oim come
!
tosto hai
sia
dannagglo
to
.
Maladetto
mio padre e
alla
/
mia madre,
quali lo
non
vidi
so
'1
come la mi pare avere meritata. Oim che gl'Iddi mondo m'hanno abbandonata, e massimamente tu
LIBRO SECONDO
o Florio,
dove
se'
169
Deh
or
il
tu ora
che
fai
perocch do-
mandata me
gli
hai
,
e io sto in
rie sollecitudini
il
non
Deh
or non
il
t'
egli la
Non
riguardi tu
caro
anello da
me
ricevuto
?
il
quale apertamente
te lo si-
gnificherebbe
riguardi
fia
,
,
Oim
siccome cosa
li
e incontanente io
:
immagino che
m' abbi
di-
menticata
chi sarebbe
quel giovane
costante e
,
si
quant' io
ho
inteso
verfare pi-
diverse frondi
il
cantare e
diletto
primo
gliandone un secondo
morire entro
E se
rerei
ti
ora io morissi,
come
Io per
me mi
ti
cu-
poco di morire
,
se io
potessi avanti
e se io credessi che
a sostenere. io fossi
non
fosse
il
Oim che
la
io
credo
qui
mia deliberazione
in alcun
se io potessi questo
modo
di
farloli
ma
io
non posso.
me
per
n'
amor
egli
di te calere
quando
tei
tu e' eri
? ?
Or
Io
,
non ce
ha
alcuno
il
quale
venisse a dire
credo di n : perocch
gli
'm^
170
sieme con
I
FILOGOPO
essa
sono fuggiti.
virt
Ma
?
1'
anello
eli' io ti
si
,
do-
Io credo di
peroc-
ch
alle
mie
,
santa
Venere
,
V animo mio
tutto di-
sposto
per
la
somma
mi abbandonare,
Ado-
e per quello
amore che
.
ne
aiutami
Io sono giovane
si
La paura mi confonde.
con
A me
om-
la nera citt di
,
Dite tutte mi
parino
Mandami alcuno
in
di
compagnia
me
tu vedi
bene che
io
non
mi posso
Non
e maravigliosa
dentro
quale Venere
,
ignuda
porporino velo
un ramo
delle
frondl di Pallade in
mano dimorava
,
la quale quivi
,
giunta
subitamente disse
o bella giovane
ti
non
li
sconfortare 5 noi
confortati.
giammai non
abbandoneremo
Credi tu che
la nostra deit
?
abbandoni
al
mai non
ti
la-
sceremo
sola.
,
ti
no
a qui
,
te
ne sar
fatta
per
te
paura
ne seguisca.
Quando
lume
e la bella
,
donna dentro
prigione
tutta ri,
confortata
si
,,
LIBRO SECONDO
dicendo
tenzia.
:
171
o misericordiosa dea
era a
Ninno conforto
me
misera rima so
se tu
del)-
avessi riconfortata.
Oh
quanto
,
ti
bo
esser tenuta,
pensando
la
quale
non isdegn
grazia
ra solitudine a
darmi conforto
meritata.
non avendo
,
io tanta
giammai
Ma dimmi
m'
o pietosa dea
perduto conforto,
cagione perch
se lecito
m'
a saperlo
quaP
la
fatta
m'
questa in giuria
,
A
:
cui Ja
dea rispose
se
non perch
ingegna
il
re di
si
ma non nuocerti ma il
,
modo
che
ricuopre falso
ta
e malvagio
ma
egli
ben conosciuto
nto avanti
sar pi
alla tua
ordinammo
il
la tua liberazione
in
al
mameri-
sole
venga domani
al
re
e tornata in
non
te
ne dir ora,
perocch tutto vedrai e saprai domani. Con questi ragionamenti e con molti altri, si rimase Biancofiore
,
quasi
ras-
sicurata
senza
prendere
alcuno cib o
infinoch
tratta fu di prigione
corte innocen-
temente.
la corte
nuto aveva
,
e tutti
baroni
altre
genti chi in
in
tutti
pareva impossibile
ini
a credere
FILOCOPO
che Biancofiore avesse giammai tanta mal,
voglia pensata
cofiore
sato
,
tal fallo
commesso
,
n pen-
ma
il
quale ordi-
perocch Florio pi
il
femmina
1'
amava
e
,
re
temeva che
egli
non
la
o a
vita di lei
non ne
Ed
alcuni dicevano ci
l'
non potere
addosso
,
essere,
che se
il
1'
re l'avesse avuto
auimo
,
per altro
modo
avrebbe
,
fatta
morire
la
mai
si
come
mattina
avea fatto
il
tanti saramenti
aggiungendo
questo
che
essi cre-
r aveva
in odio
perch
rifiutato
E
va
altri
il
chi difende-
re
e chi Biancofiore;
,
ma
a tutti
generalmente
ne doleva
ninno poteva
Biancofiore fosse
se
mai
stato.
non
,
tema
non dispiacere
al
re
cofiore
e ancora prese
1'
arme
in
se bisognato fosse
chi per
cosi d'
amore
amore
il
di Florio.
E
,
uno ragionamento
stelle,
un
altro
giorno pass
e sopravvennero le
no quanto dur
il
animo
sperando che
'1
seguente giorno
il
per la
morte
11
di Biancofiore
lerminerebbono
,
loro disio.
il
re
tanto
costrignea
:
e solle-
LIBRO SECONDO
citando le maladelle cure
la notte escitata disse
:
178
le
!
il
o notte
come sono
tue diIl
essere
,
non sogliono
poich egli
sole
si
cel in
gP
Iddii
che rallungare
ti
danno?
s'
Ma
fol-
lei
in niente
infra mette,
alta-
che a
re n
lui
per
non
fia
visitato
tempio. Di s medesima
,
pu ben
partirai
promettere sacrificio
d.il
perocch quando tu
ti
me
n
n| di ci
la
potr aiutare
trarla delle
1'
mie mani
adunque
al
partiti, e
lasciami
tosto vedere
apparecchiato fine
,
mio
disire.
tu
dolcissimo Apollo
il
si
pre-
che
fai
1*
comue porto
ne
figliuolo de'
due
fratelli
,
mangiato da
essi
i
dalla crudele
madre per
,
lo quale tu tirasti
carri del-
lo splendore indietro
crudelt avea
Tu
Licaone operatore
sofierisl^
Tereo
si
cel
fratelli.
,
Aduna Pro-
a Licaone
174
gne
,
FILOGOPO
ad Eteocle e a Polinice ne' loro falli
,
il
tuo splen-
dore concedesti
porgi
?
me
ne
Questa non
,
ingiustamente
un' altra cara
.
n sar
ultima
.
n a
te
pi che
pi.
fare
Dunque
le stelle
vieni
Fuggano omai
ti
per la
e ora
Ma poich
i
giorno appari
,
subi-
to
si
lev, e fece
chiamare
giudici
e loro
comand
nuvole
fosse giudicata.
non mostr
il
suo
viso, e
aria
,
Ma
poich
il
chiamati giudici
ri-
furono davanti
al re
ed ebbero
comandamento
al re.
co-
noscendo quasi
il
volere degl'Iddi
,
temendo
e dissero
altis-
dobbiamo prima
il
a'
no,
fallo
per lo quale
s'
sentenziamo.
il
secondo
to
,
giudiciale ordine
come
dite
non
di fat-
commesso questo
senza fare
il
che
debito
modo
LIBRO SECONDO
lyS
,
si
turb
il
re di
queste parole
temendo
forte
il
che Biancofiore
si
ascoltata
non
,
fosse
per quello
suo inganno
manifestasse
o che per
fessione
perocch
si
,
manifesto
che se negare lo
1'
volesse
non potrebbe
e per sopra
anima mia e
.
Comanloro,
darono adunque
giudici
,
menata davanti da
vedendo
essi la
Fu
quella
adunque Biancofiore
mattina
lei
,
tratta
fuori
di
prigione
e la chiara luce
si
che accompagnata
l'aveva da
subito
parti
drappi,
acciocch
taci-
come
ta
nobile
,
femmina andasse
a morire
venne
tamente
preterito giorno
e quivi fer-
mata
uno
che
presente ini-
qua giovane
to
,
volle
il
giorno passato
il
nostro
e suo signor re
un paone,
ausi
acciocch nullo
uomo
noi
o altra femmina
lei
si
fatto
fallo
mai
s*
condanniamo
,
e poi al
al
vento gittata
questo detto
comand che
fuoco
il
il
come secca
terra,
ma ancora
il
nero ve-
176
siimento
le
FILOCOPO
dava
il
alle
vista
e udendo ella
dato
e a dire fra
egli
le
or
se
conviemmi
non
fosse
morisue di,
re
Or che ho
1
io fatto?
che
licate
s'
jslretto
legame legate
,
ella
avrebbe
'1
bel
mor-
e avrebbe riempiuta
grida^
ma
vedendosi impedita
e circondata da innu,
e senza nullo
:
romore
fra s ta,
siate voi.
Oim, morte
tu
quanto mi
,
io
mi
credetti gi
che
in
mi
venissi!
Deh
ora
mi
fossi
tu venuta
il
almeno
fui a portare
male av-
onestamente
mia.
O anime del
,
e de' suoi
com-
pagni
e della
quali per
me
che
io stata di
na
me
mi
si
misera se non
troppa lealt e
fa morire.
vii fine ?
questa
insieme con
aver portata
amore e onore a
crudelissimo re
t'
,
O
se
perch mi rechi a
Che
,
ho
io fatto
ho portato
al
tuo figliuolo.
Deh
or che
mi
faresti tu
LIBRO SECONDO
to
,
177
avresti tu
,
se io
avessi odiato?
?
trovato maggiore
Io misera
dimandai
me
s'
innamorasse. Se gP Iddii
concedettero al
mio viso
Se
tanta piacevolezza
,
che
'1
suo
i'
ho per merila
morte
io avessi creduto
che
mia
bellez-
colle mi fosse stato augurio mie mani P avrei deturpata seguendo 1' esemplo di Spurino romano giovane. Ma fuggano ornai gli uomi-
za
di si doloroso fine io
,
ni
essi
perevole
parole
toia pi
tirar
Florio
m'
avesse giudicata
o congiugnerlo
meco
fos-
se io avessi voluto, se
non
che
'1
mioleal cuore
ti
portava.
O vecti
chio re
per
1'
onore che io da
te ricevea
,
non
volli
mai
nire
ed io del bene
A
,
servidori
de' crudeli
,
me.
sommo Giove
,
il
mio
,
creatore
aiutami.
Tu
sai la verit di
questo fatto
fallii
mai, non
consentire
adunque
che
le pietose
La mia
1'
Non
nome
il
iniquit del re
fa'
Felice contra di
rit.
sit
me
manifestamente
,
nota la vefal-
E tu,
o santa Giunone
vendi-
ma
sia letta
ancora tra
l'altre
,
misera
Eco
1
non
si
FiLocopo T.
I.
178
sima Venere
FILOGOPO
E tu,
o
sagratis, ,
non
me
,
fugge
perocch
i
al
e veggo mi
come
se io fossi fie-
rissima, e
nemica delle
il
i
leggi
mi
forza
e veggo
siniscalco, a
me
crudelissimo nemi-
co
sollecitare
furiosi
andamenti
n pi n
,
se egli
della
mia
salute dubitasse
aspetto.
me cambi
e
mi danno paura
tol gnu mi
speranza.
Dunque
costoro
raf-
freddato
core
tacitamente fra s
,
si
rammaricava piangendo.
nero a vedere
gi volendola
Ma
reale palagio,
quale
il
ella
vi:
de a un'
allora
alta finestra
pi
s'
la costrinse
dolore
amare
la-
grime
incominci a bagnare
il
Ma
non per
,
tanto cosi
com'
,
ella
pot
si
sforz di parlare
e con
,
debole voce
se;
rotta
dis-
da cui io conosco
r onore e
in casa tua
bene che
io
peraddietro ci
ho ricevuto
dre
LIBRO SECONDO
Iddi tu eia tua
179
li
compagnia rimanete,
quali io prego
mi man-
E
me
tutti
degnamente
pietosi,
che ingiustamente
onori non rupvoi sieno pi
che mai
a* vostri
e ancora
gli
prego che
sono
essi a
prospere voli
che a
me non
,
stati.
E dicendo
un
,
Bian-
il
siniscalco in su
,
alto ca-
vallo
sopravvenne
la
al
e danlei
do su per
disse
:
che
menavano, a
via avanti
non bisognano
presente queste
non
per loro.
Onde
andando
oltre senza
pi parlare.
,
Il
re e la reina, che
1'
alquanto pi che
usa-
modo
,
costretti
re
pente del
malvagio
che
al re
,
dato avea
e volentieri
r avrebbe
lei
tornato addietro
se
fare
1'
molto
la
vi-
Braa,
dove
il
andava
Florio,
gi tu
pianamente dicendo
?
om
dove
se'
tu ora
,
Deh
io
se
tu
m'
amasti
come
ho amato
e sapessi la
mia
vituperevole morte
fosse si vicina
che
faresti tu ?
:
ma
e
tu non
m' ami pi
Conosco veramente
il
tuo
amore
essere stato
fosse stato
buono
come
il
mio
verso di te
,
ninno
o che
legame
t'
i8o
almeno non
FILOGOPO
avessi al
mio soccorso
o no
cercato alcuao
ri-
medio
da
me
se lecitamente
eli' io
mostrando
che della mia morte portassi grandissimo dolore. Girne, che tu forse aspetti che io lo
ti
mandi a dire,
ma
non
che
sti
tu non pensi
come
io possa
man-
darloii a dire
mi
fosse lasciato,
ma
voluta ascoltare da
io ascoltata sia
,
avvegnach tu
:
sai,
ti
potre-
gionare a molti
che
'1
ve-
e so
che
caso
essi
,
t'
hanno contato
tutto
il
mio disavventuroso
come
in
Dunque
che
forse
Chi
ti
aspetti tu
?
lievi
mio
aiuto se tu
,
non
s'
vi
ella
lievi
Tu
dubiti d'aiutarmi
te
se'
,
dicendo,
muore giustamen? i
leverommi
ingannato
,
io a
impedire
gli
,
la giustizia
Certo tu
bruti aniio
uomini
la
ma
che
morte eh'
vo a
me ne
la
se'prin-
se
pure giustamente
t'
ricevessi
pensando
tato
,
al
ho sempre por,
non mi
difendere da
dicesse
,
sozza morte,
colei
part Ascalione di
qua
se
non per
Ma
te lo avesse detto
il
mio
anello,
quale
ti
donai quando da
me
ti
partisti,
LIBRO SECONDO
non
che
te lo
,
18
turbarsi
mie
avversit 5 e cred o
l'
egli del
mio
aiuto pi sollecito di te gi te
io
ab-
bia mostrato.
soccorso
Ma
dubito
die tu negligente
al
mio
o
hai
ti stai
me
io
dolorosa
solo
mi muoio avvegnach un
agi' infernali Iddii
,
ne porter
che
ella
1'
anima mia
,
o altrove
vada
che
io veggio
manifestamente ad ogni
,
e dire che io
se g' Iddii
ti
muoio
voles-
per te
Ma
mi
potessi solamente
,
un poco vedere
rebbe a grado
dispietato
, ,
innanzi la
e
il
mia morte
molto mi
sa,
morire
men
1'
noioso.
Dunque o
l'
che
fai ?
Deh
aiutarmi in altro
Queste e molte
,
altre
cendo Biancofiore
Ninno
era in
Marmorina tan-
che di
tale
Ma
gli
diceva
,
g'
Iddi
ti
mandino
utile e
tostano
soccorso
o dopo
la tua
morte alluoghino
la tua ani-
ma
E
il
giunti
,
ser-
fuoco
e ra-
gunato
infinito
il
siniscalco fece
impedimena Bianco-
sergenti potessero
il
Ma
i
due cava,
che gi a
lei
,Sa
che quivi erano
se Florio
,
FILOGOPO
gli altri
,
immagin che
1'
uno
di costoro fos*
il
quale quivi
la
giunto
per
qual cosa
,
alquanto
naturale colore le
ricominci a riconfortare
e a prendere speranza
Florio e Ascalione
pervenuti al
il
tristo
luogo per
,
giorno apparisse
affanna-
smontato
e legatolo a
,
un
albero, dis-
qui alquanto
ci
posiamo
infino a tanto
gli
che
il
nuovo
elmi, e messisi
gli
scudi sotto
capo
mire ciascuno
di loro.
O
dore
.
Florio
.
ora che
fai
tu
si
Tu
fai
contro all'amo-
rose leggi
Niuno sonno
sottilmente
Deh
egli
sonno
come
occhi
fuggite le sollecite
?
E'
ti
essere impossibile
dormire sopra
dilicati
e ora
ti
terra
se'
sia
si
armato
El-
V ancora
tu
sta
t'
fu davanti che
armassi
cacciare
Ma
da
tu forse credi
te
,
il
ma
te
:
gli
puoi
LIBUO SECONDO
termine
,
x83.
ma egli
ti
a sua posta
,
si
partir.
se egli
alquanto
ritiene pi
?
gna
fidi
certo alla
li
morte
Forse tu
ti
sogni
desteranno
?
e se
li
destano
che grado
.
pi tosto
il
da dire pigrizia
dovere
:
Venere
infino a qui
l'
ha
fatto
suo
,
se tu a quello ch'ella
ha
.
ella si rider
di le
ti
e terratli vile
Ora
la ricevuta
l'
spada, ora
non
?
strlgne
amore
Ora non
a mente
Biancofiore
Ogni
ma
lei,
la
prigione
e ri-
petendo
lei si
convengono
ella
verso di te dire
va piangendo
?
Or
s'
mifore
che varr
la tua vita
Ella
si
om-
co di sonno
fatto
t'
avesse
ella
dimenticare
suoi affanni, or
,
non avrebb'
ragione di
odiarti
?
ma
degnamente
,
E
li
ella
morisse
,
potendola tu alare
gran
vergogna
dovresti.
sarebbe
e veramente
mai
vivere lieto
il
non
de-
Dunque
,
lievati su,
non vinca
sonno
la
bita sollecitudine
gli
fu
la
perocch a
li-
lu
colle
e con
lei essere
fiori
allato a
jB4
filocopo
,
in hia
.
quivi
in
pareva con
lei
sedere con
due strumenti
versi
,
mano sonando
si
e cantando
,
amorosi
re-
e insieme
i
talora
citando
gli
e talora desiderosamente
pareva abbracciar
E
il
non
lo rallegrava tanto
quanto
quanto
di
gli
tanto pericolo
in
ella
medesima
;
gli
parea
e cosi Florio,
,
si
sta-
quando
Allora
il
r altissimo
amica
solle-
e sopra
un
grosso cavallo
fosse
mai
disse
sopraggiunse a costoro
,
e smontato da cavallo,
colui
s
si
mal guidare
1'
ardente
che ancora
Alin
,
dirizz
pie
guardandosi
il
dattorno
forte
si
maravigli
1'
quando vide
della rossa
cavaliere
che chiamato
avea
che
ardesse
e disse
dite
,
cavaliere
queste
?
parole
mi
e che
m' avete
Io sono guidatore e
rispose
altri
,
maestro delle
armi
gli
Marte
Do con
,
perocch
:
novello cavaliere
entralo sotto la
mia guida
non
LIBRO SECONDO
iiubitare
sta saetta
,
i85
anzi
,
fatti
sicuro
te'
sar
,
si
lon-
non V aggiugnessi
1'
solamente
che tu
saetta
il
"vegga
Folle chi
aspetta
;
ardito chi la
tieni caro e
te n' av-
per
,
r uno
venisse
e r
altra,
acciocch
donandoli
non
come
alla
che
don a Cefalo
amica
ti
mia carissima
,
.
rec non
che
chia-
ma
il
tuo compagno
e andiamo
si
Di questo
rocch oltre
il
cavaliere
alla
vedea
una
grandissima barba
sostener di mirarlo
tosi
si
lucente
Ma
,
rallegra-
molto di
,
tale aiuto
quale era
,
il
suo
bassatosi
in terra
gli s'
,
dicendo
o som,
mo
Iddio
:
sempre
come
degno
quanto per
me
pu
tanto
ti
ringrazio del
,
m^
hai
t'
e della
tua
di
compagnia
la
quale a
me
.
indegno
piaciuta
ti
Perch
,
io
prego che
hai
cos al
,
mio
le
visato in
non abbandonarmi
acciocch io
,
tornando
E
,
questo
disse
:
dirizz in pie
e chiamato Ascalione
me
pare gi vedere
lU
empiere
il
FI
tristo
LOCO PO
in
re l'accese
fiamme risplendere
si
mezzo
di loro. Ascail
lev
scudi e le lance,
,
mon-
re
il
forte arco
,
disse
Florio
chi
t'
ha donato que-
st'arco
rio
,
poich noi
venimmo qui?
io egli
l'alto
:
cavalca
poco
dormendo
eh' io
mi chiam,
e do-
nommi
ne
:
cavalcassimo
dove
quel
don? Io non
vermiglio
del qual' io
il
t'
ho voluto pi
domanvi di-
dare se tu
so
:
io veggio lo splendore e lo
mora. Allora
disse Ascalione:
t'
ben
amano,
Quale vuo' tu
pi manifesto
ma
gando
Publio
Ispagna per
morte di
Gneo Scipione
.
Ne
Servio Tulio piccolo fanciullo dormendo, nel cospetto di Tanaquilla, fu pi manifesto segnale del futuro
imperio
fiore.
che questo
sia della
,
diliberazlone di Bianco,
Adunque
confortati
seguendo
Iddio
ora ci che
LIBRO SECONDO
stanotte
1B7
,
mi
dicesti senza
dubbio ti credo
bencli In-
tue parole.
il
celestiale
cavaliere
pervennero
se
,
al
luogo dove
le calde
fiamme erano
'1
acce-
e passati nel
siniscalco
aveva
si
nuta
si
fosse
dubitava, e niuno
,
ma chi
non
che
sapendo di che
aveva paura
IVIa
il
il
siniscalco
con
rivolta redina
,
aveva ripreso
secondo cerchio
a' sergenti
,
maggiore
duta
la
ve-
molto in
fosse
al-
s maravigliandosi
e dubitando
non questo
g'
Iddi avessero
.
mandato
in signl-
Ma
meno che
,
ardito
pass avanti
sio in
tan-
e a que'due
cavalieri
che appresso
gli
stavano
,
quali Biancofiore
molto
se
:
Florio disse
que-
campione contro
alla verit:
,
e veramente
ha
perocch
egli colui
:
che mise in
rispondigli,
effetto
1'
n per
lui di questo
luogo non
ti
muovere.
i88
Allora Florio
si
FILOCOPO
trasse avanti
fierez-
za
uccidere
e disse
pi che mi piaccia
Il
siniscalco
e impaurito per la
tir indietro
vedeva
si
ma
testa,
piano
colei
che
i
e vedendo
capo
lei
e le dilicate
mani
legate
con
forte
,
legame
in
mezzo
incominci
lucente
elmo
il
mai non
che inverso di
te potesse
tal
aoperare
Ma
me
unque
aiutata
g' Iddii
,
non mi aiutino
viveremo
se tu
non
da
io
io insieme lietamente
s dette
,
feri
il
pendo
da
la calcata
gente
la
quale gi per
del
nuovo
mag-
giore spazio
gittare nel
comand
a'
mani
la
dovessero lasciare
il
n pi avanti toccarla
.
per quanto
dito senza
dimoro
sergenti per
tema
.,
LIBRO SEGOJSDO
si
189
con
alta
ritirarono
:
lei,
voce
disse
gP
a
ti
che
re
l'
io
li
difenda:
dim-
mi quale
si
cagione che
,
il
ha fatto giudicare
crudele morte
come
veggio , che io
li
prometto per
il
nostri Iddii
,
che
i
re abbia
,
infinoch
per amore di
e per
cui io
amo-
difenderemo.
alz
il
pieni di lagrime
cosi disse
gl'
:
Iddii in
ti
mio
il
aiuto o
torto
occulto
sia
sensibili pietre
non che
gli
uomini ne ragionino
per
do qua
perlo
,
ma
il
e piacevi di sa-
io
vi dir
Ieri si celebr in
Marmorina
il
la
gran
Felice
quale con
mandata
che co-
uno paone
il
mandato mi
alla
fu, io
il
tornamene
camera
,
della reina
dimorata
fui presa e
fui
a'
Ma se
io
vi
giuro
non commisi
e senza colpa
mi conviene
patire la
,, ,
190
pena
.
FILOGOPO
Ma io
vi
prego
se voi siete
amico di Florio
sia fatta
morire
si
acciocch io
vil-
il
piangendo
Telmo,
s'
dea ne dubitava
ma
bel-
la giovane, confortati
che
io
ti
morrai
mentrech
g'
Iddil
,
mi presteranno
voltato verso
:
E
,
elmo
grande
i
signori
me
chiaramente pa,
lei intese
le quali io
che
di! e degli
uomini
falsa e
f'
ch
fu
:
ella
semplicemente
il
ma
siniscalco,
il
quale
,
comand
la
colui
stato cagione
per
non sopra
costei,
il
siniscalco
altri
per lui
,
dere
Perocch
la
manifesta
in-
ragione
mi
strigne
LIBRO SECONDO
lui
191
mi pre^a
eh* io
ed
e in ragione e in torto
far
contro a qualunque
s'
la volesse
morire
perocch
altro
,
ne
facessi
molto
mi parrebbe
fallire
e ogni
uomo mi
potrebbe di ci giustamente
riprendere
e massima-
mente
leva,
il
di quelli
che vantati
s'erano
i
al
paone,
a'
udendo
tutti dissero
che
che
ragione contro a
.
di ci
,
mancon-
darono
al re sofficiente
messaggi o subitamente
accidente
,
favoreggiando
alcuno di quelli
ivi
V aveano trovandosi
iafino a tanto che
prea-
comand che pi
'1
vanti
non
si
procedesse
cavaliere
siniscal-
non
co,
Ma
il
ira
dentro
,
si
rodea, veggendo
e che di consentimento
,
dava indugio
che
,
il
cavaliere
incominci a
morte
di Biancofiore
e che per
bestemmiando
la
si
il
cavaliere
mente per
co-
,,
19^
FILOGOPO
a' sergenti
mand
la
che incontanente
il
la mettessero
,
nel
cavaliere
che se difendere
pu
ella addietro
per cosa
si
niuno di voi
lasciate
la
cara
'^
le,
e se
toccarla
di
pieno
,
mal
:
talento
spron
,
il
e
la
disse
villan cavaliere
si
contrari!
?
oltraggiose parole
ti
Poco
che
con
tu parli pi avanti io
lei
insieme
F Iorio
die-
non potendo pi
degli
si
alz la
,
mano, e
e questo
ma
molti furono
gli aiutatori
5
quasi pi
i
quali se
non
.
fossero, finita
scalco
Ma
voltate
e avacciatosi, n'and
,
vi
trov alcuni
aveano
le parole di Florio,
.
gli
recitavano P accidente
il
costoro
,
siniscalco
ruppe
:
parlamento
giugnendo furioso
e cosi disse
ahi
vear-
signor
mo
ascolta le
mie parole
nuto
il
pi villano cavaliere
me
tutti
armati
e dice
LIBRO SECONDO
elle
igB
che
la
sentenza
per
sa
,
e eh' ella
di mostrare
e a
me
che disarmato
ha
Parmenione, Sarra, e
cosi
com'
io
li
mi
porsero
svergognando voi e
potenza
e fa-
voreggiando Biancofiore.
E
s'
il
cavaliere
ha detto eh '
,
onde Bian:
richiamala
per
la
qual
o di scampar
lei
,
prego carissimamente
sto
che a
me
dono
della battaglia
lo
mia spa-
da
e appresso
vendicare
dii e nelle
mie
forze,
mener preso
il
villano cavaliere
Niente piacquero
lente
al re
,
tali
novelle
animo
tosto
1'
ascolt
e fra s diceva
,
deh or chi
che
egli si
ha
si
E
.
stretto,
che per
Iddii
,
lui a tal
mettesse
io
la
non
so
maladelta
sia la vostra
potenza
un mio intendimento
la
:
men-
non
sospirando rispose
non
iuge-
so chi
si sia
mio intendimento
s'
FILOCOPO T.
i3
1^4
gna d*impedire
r
,
,
FILOCOPO
ma
sia chi vuole,
che forse
egli
mor
e Biancofiore
t
non camper.
poi soggiunse al
siniscalco
me
battere
e per
ri-
Va', e fa'conj
,
cavaliere
il
poi
quando
sole
com-
non
gli
possiamo
la battaglia.
Sire , rispose
il
siniscalco, in
,
manere
la battaglia
perocch
mora
di
si
fiero coraggio e
ardimento
che a qua-
lunque persona che volesse Biancofiore toccare converrebbe che con lui combattesse, o
n
l
lei lasciasse stare:
alcuno v^ a cui
,
la
incresca
se la
n che pi
,
non mettes-
persona
,
rola
fuori solamente io
partii
n partir
,
e per se
io oggi
combatta
combatter,
alla pri-
e se no
gione
,
se io
io
so che combattere
mi converr
il
Pregovi
sono animoso
tu
Rispose allora
re
poich egli
come
re
,
mi
di',
e la battaglia
l'
non
si
va' e prendi
arme
valli
pi
ti
piace
perfeziosi
ne
Ma
il
accioc-
ch
la fortuna
nostro
intendimento non
ti
manderai
a'
tuoi sergenti
che mentre
gente attenta
LIBRO SECONDO
dimora a vedere
la vostra battaglia
,
195
che
essi subita,
mente
sark a
tissi
poi que-
sto fatto
non
ti
mio
lui.
siniscalco
e par-
da
Prese adunque
lo che
il
il
siniscalco quelle
migliore
si
per tornare
al
campo: ma
la dolente Biancofiore,
,
n campata , n del
,
quivi
si
stava intradue
contiil
Florio,
qual
mai non
si
partiva
la confortasse
si
posto
la
pietosamente
tosto
ella
avrebbe
,
mu-
non e irandosi
doman
Quanto
che voi
il
vedeste
Ed
.
pi forte piangeva
donzella
lui
,
Florio le rispondeva
la passata sera
il
giovane
,
in verit
che
vidi
,
e con
ove
io
poi
lasciai
facendo
t'
si
di ci
che addivenuto
pote-
che
io dovessi senza
,
liberarti
da
questo pericolo
se
non che
io noi lasciai
io
credo ferma-
mente, che
se egli
ti
Ma
molto
ti
manda pregando,
il
che tu
ti
conforti per
egli fa te
amor
,
di lui, e che tu
tenghi a
ali*
mente come
cuna
altra giovane
non
jg6
le
FILOCOPO
,
e molto in s se ne confortava
:
ceva
deh chi
amico
che
qui
al
mio soccorso
e noi conosco
Io so-
men-
ma
l'
angoscia e
la
mente
le si
volgeva-
no
non lasciavano
all'
il
bel colore
s'
il
era
e volendolo ella
po
tutto
e ciascuno sopra
un
in
altissimo destriere
T uno
un
altro
una cor-
ta lancia
arme
per
qual cosa
,
dicendo
ora
:
vedremo che
fine
e questo a Biancofiore
al
il
cavaliere.
Ma
Florio
si
tosto
come questo
vide
bas-
ra
che
il
tempo
venuto; e
:
disse
o som-
ma
e tu caro
com-
pagno
alla battaglia
non pu
raccomandata
si
combatter,
LIBRO SECONDO
ninna ingiuria
role
,
197
dette queste pa-
fatta
non
le fosse.
si
ripresa
la
lancia
campo che
,
egli
pi
fidava
tosto
come
questa
voi vedrete
che
la
dermi combattere
falsa
col cavaliere
,
femmina
acciocch se io ho
,
ne siamo pi
la
tosto spediti
e se io
non
la
che per
fal-
il
scudo e
pervenne
liere
,
a cui egli
disse cos
la tua
femmina
qui presente
vuo-
farti colla
mia
spada riconoscere
iniquo traditore
,
tuo errore.
la
peggio che
il
pro-
e a ci g' Iddii
m'
aiutino
y
siccome campione e
tratti addietro, e
e per
polche arnato
se', 1* offenderti
si
non mi
si
disdir.
Sen-
za pi parlare ciascuno
lui
tro.
trasse addietro
quanto a
l'al-
Ma
che
volalo pi
alto
com-
igg
do
grande grido
,
FILOCOPO
di Biancofiore
il
,
quan-
si
lev
ecco
e
s'
siniscalco . Ella
non
mori
viso ritornato
o rimaso
tutto
fugg
e quasi ogni
,
le
sue parti
l'
ani-
ma
si
ristrinse nelle
e quasi
la volle
abbandonare ;
tutti
i
ma poich
,
mente per
Giove,
membri
viso al cielo
i
sommo
insieme
cieli
con
tutte
,
ma
se tu
,
ad alcuni preghi
ti
pieghi
,
riguarda a
me
tuo
sa-
misera
porgimi
,
il
quando
antica Troia
il
traesti.
,
Deh non
volger
li
tuoi pieto-
si
riguarda a
me
te
nin-
na cosa nascosa.
Tu
sai se io
ho avuta colpa
in ci
signor
mio aiutami e
, ,
me
s'
affatica.
Non
per
si
Da'vigore
al
mio
cavaliere
il
quale forse
,
pii!i
lei,
me
d' altrui
s'
ingegna di avere
non abbandonare
me
tribolazione.
Quando i due cavalieri si furono allungati ciascuno r un dall' altro quanto a loro parve e voltate le teste de' cavalli con presta mano l'un contr' all'al, ,
tro
Marte
,
allora
s'
cavaliere
qui
:
si
parr quanto
dito cuore
fa^
che tu
LIBRO SECONDO
ammaestramenti del tuo compagno
colla sua
:
199
,
e questo detto
mano
gli
elmo
e alitgli
ma-
no
muovi, che
gi
il
tuo ne-
mico
mosso
la parte
il
e appresso
,
feri
dirizzandosi
verso Massamutino
che inver di
.
lui
correndo
vealla
Ma
gik
si
non parve
,
un
cavaliere
movesse
ma una
il
il
campo
scalco
,
sini-
forte
,
con
la
sua lancia
il
che
quella ruppe
campo
appena
passando avanti
,
aveva ancora
il
colpo fornito
quando
sergenti, veg-
gendo
cofiore
la
,
s'
lei,
e farne
quello che
siniscalco avea
comandato
Ma
Marte
par-
che di ci
te
,
si
lei nella
riti
Il
romore fu
,
grande
stor-
nel
campo per
la
che
lui
il
mano
nemico suo a
sbigottito disse
:
tutto
mi pare
?
uomo
Gi mi manifest
'io
socini-
eh e d*
!oo
FILOCOPO
d* altro arde tutto nel
quilk o
primo aringo
or che
?
far egli
quaado pi
Iddio
,
sar riscaldato
gli
nella battaglia
s'
Se
egli
non
potr resistere,
egli
uomo,
alla
ma
pi
,
non posso
cosi
dicendo
prestamente
,
si
drizz
-volentieri si
traendo
quello
facciano di
me
g'
Iddii
io
pure prover
spada in
mano come
colla
pungente lancia
mio
san-
partire*,
o chiamar
lui, e dis-
appress verso di
ci fa il
mala prova
tuo orgoglio,
il
primo
assalto stai
male. Disse
s'
siniscalco:
:
io
fossi a
cavallo
ma
di-
E questo
cendo
pra
subitamente alz
,
spada per
,
ferir
Florio soil
la testa
ma
il
colpo fu corto
e discese sopra
collo del
buon
<ihe e'
to
.
non
busto
e cadde
mordal
Florio vedendo
terra
and verso
lui
si
1^
ma
egli forte si
toreggiando
accostare
,
lui
ma
.
ferendolo continuamente
il
gravi
spessi colpi
le
rilucente scudo
,
molte percosse
ma
i
suoi colpi in
uno recare
rire la
celestiale
LIBRO SECONDO
luogo e tempo
gli
aoi
parve
la lancia
il
armi guaste
alzato
gli
braccio
si
forte
feri
gli
ficcasse
ignude carni
fu diritto
la testa
.
e se
il
come
avrebbe
siniscalco, e tutti
credettero
fermamente che
il
egli
fosse
morto
per
:
la
qual cosa
il
romore
,
si
morto
siniscalco
e liberata Biancofiore
agi' Jddii
si
,
e di ci tutti
.
rendeano grazie
il
e facevanne festa
il
Mentre
gran romore
faceva
siniscalco,
,
ma
stordito era
si
il
:
dirizz tacita-
mente
chiato
e salito sopra
un
cavallo
quale apparec-
li
ma
,
Florio
che
voltalo per lo
romore che
la
gente
gli
facea dietro
parve d'aver
fallo,
mano al
un poco
1*
medesimo turbato
,
e postavi la saetta
affanno questa
lui
nulla
arme
ma
passando
piag.
Onde
,
il
siniscalco sen-
tendo
il
duolo quivi
il
si
ferm
pi venuto
prese per
la irsuta
e tirandolo
lo strascin,
5
insanguinando
il
:
al
se tu vuogli a noi di te
202
FILOGOPO
il
cui
il
posciach gl'Id,
hanno
questa vittoria
,
conceduta
e piace loro
che
stre
mani
me
ne
sia
,
io la
vi dir
come potr
,
e sostealto
nere ad alcuno
suoi sergenti
;
medesimi
,
ed
,
cosi inco-
minci a dire
egli
vero
signori
mondo
meco
il
re
mio natu-
gU
piacesse di congiugnerla
,
il
mise di farlo
marito dar
ma
che
le voleva
ella
rispose che
si
com'
io era
la
e che
da ci
dilungassero
il
Iddii
',
preg che
piacesse di
lei
, ,
non
lo
,
chel'
io
amava
li
come
dar
.
figliuola
disse,
non piangere
che
non
mi
turbai
e
e
quello
amore eh'
onde
ier mattina
,
feci
,
il
quale io poi a
lei feci
mensa
e que,
dalla
.
l'
ha Scampata
LIBRO SECONDO
GuardossI
del re
,
20
cosa
ri-
assai
il
siniscalco di
non
dire alcuna
manere
Florio
,
e di ci fu
bene contento
si
che
la
manifestamente saputa
tino tacque
,
Ma si
tosto
muoia
alta
,
sia
gittalo
avea giudicare
Biancodia-
acciocch
la giustizia
Di
cosi fatti
uomini ninna
ne vuole
la
bar-
ba
il
fuoco
il
miseramente
Fu
da molti
la novella
e della liberazione
grare
campo
tra'due cavalieri, e
ancora
il
fessato avea
ma
gravosa e
tal
all'
animo
con
,
no-
ma
atto lieto si
e cos disse:
che a
me
Biancofiore
da
tal
non
era:
perocch io
assai
amo quanto
della
cara figliuola
avvegnach
,
mi duole
il
qua-
ao4
le io
FILOCOPO
per Infino a qui per leale
uomo
e valoroso ave-
va tenuto,
lui
ma poich
,
regnava
pervenuto.
io
che da voi
ra' stato
io
veggo manifestamente
Iddii
,
me
che che
essere
molto tenuto
a' nostri
e similmente
conosco
me
essi in
me
tanta
benevolenza dimostrano
essi
nella
mia
sia fatta,
per
la
quale
la
mia
fama
contaminala.
il
me
un
bel palafreno,
act'orapagnandola
gran
Dio
e egli e
il
Ascalione
.
con molli
altri
compagni verso
reale palagio
Ella
es-
si
volt tutta
,
o signor
mio
ora dove
,
mi menate
voi
tratta d'
un
pericolo
Deh
?
per-
la vostra fatica
Io
non
vi sarete
partito io
io
mi
m'
era
quando
molto
venuto.
voi dite
Deh se voi siete cosi amico di Florio come e come l'operazioni dimostrano, perch
ne menate voi a lui a Montorio
?
non
me
Io
,
non dusolo
ovunque mi menerete
che
mi
cui
che
mi
rendete
al
,
suo padre.
Florio rispose
piacevole donzella
LIBRO SECOiNDO
r
Iddi e Florio vogliono
,
ao5
rendala ora al
riconosca
altro
si
:
che tu
sii
re Felice
fallo egli si
ma
non avrai
che
con
onore
io
quando torner
Montorio far
Florio che egli verr tosto a vederti, o che egli mander per
te.
E
al
mentrech
reale
cosi
ragionando andavano
in
pervennero
palagio
,
Marmorina
Quivi
la
men
avevan
la
co
il
vane
la
ho
ne
mi sono messo
appresso ve
lei
la
raccomando
non
troviate cagioni
la
come
ora faceste
perocch
la verit
conosce
e appre^ao
quando
sta
la
morte di
costei
,
la
da
tutti
conosciuta
,
da voi pi che da
alcuno
,
altro cercata
dimandate
fatto
non avete
e datagliele in sua
il
mano
,
si
tir addietro.
Con
re
e abbracciatala, conte
,
ed
ella savissima
ini
contanente piangendo
piedi
,
si
gitt in terra, e
,
bijcigli
disse
padre e
li
si-
gnor mio
fesi
,
io
ti
prego che
se
mai
in alcuna cosa
of-
^6
m' ha
dall^
fatto in ci
ti
FILOCOPO
peccare^ e pregot che del tutto
fallo
aaimo
per lo quale
mai
tal
pen-
mi
venisse,
mi mandino
falli
g'
a tutto
popolo
ma-
grazia
la prese
per
la
mano
e la se,
molto amore
fosti
1'
abbracci
mai
tanto a
me non
ti
graziosa e cara
rivolto a Florio,
sii
,
quanto ora
disse
di'
:
se', e
,
per
conforta.
cavaliere
se'
ignoto m'
di
chi tu
ma
perch
,
che
le
amico
Florio
nostro figliuolo
,
e ci
per
e per
amore che
e fattone conoscere
la
quale
a' nostri
occulta
la
,
amo
a
tu
mi
se'
,
molto caro
desidererei
di conoscerti
fosse
e dicoti che
il
me
avendo chi
peccato
,
aveva commesso
debitamente punito
,
dando
per
la
sar.
,
bo
agl'Iddi
gio-
vane sempre mi
nell'
raccomandata.
animo
ti
non
fossi
molto dolente
il
e certo a tutti
'1
essere manifesto
mio
viso e
1'
me quando
,
sentenziare
udii
,
e se la piet
si
do-
certo ella
non sarebbe
.
mai
di
si fatta
cagione uscita
A me
LIBRO SECONDO
rispose Florio
io sia
fosse
, ,
no;
di
dirvi chi
non
al presente lecito
^
e per perdonatemi
io volentieri
mi
ti
partirei
compagni
che
re
g'
.
va'
Iddi
disse
il
Allora
piangeva
disse
,
bella
ti
giovane
conforti
, ,
io
ti
prego per
amor
dal
egli
di Florio
che tu
e rimanti colla
detto questo
,
e preso
commiato
loro cavalli
smont
le scale
risaliti
,
sopra
Marte e Ascalione
,
conosciuto
si
misero in
cammino
ferm
e pervenuti che
,
lui
si
e disse
cavalie-
tarti,
discesi, e tu col
Florio e A-
incontanente smontati
,
da cavallo
gli
si
ringraziandolo
conveniva, e porgendo-
divote orazioni
egli
vanti
do loro
a Montorio
due
cavalie-
pompa quanto
,
pi pote,
rono celatamente
sopra
graziosi
incensi:
fattisi
offersero
ao8
valoroso Iddio.
F1LOGOPO
E appresso
tutti soletti
^
tempio di Venere
e quello fatto aprire
,
ivi
molto vicino
cise colla sua
uc-
ra
mano un giovane vitello le cui interiocon divota mano a onor di Venere mise negli
fuochi.
s
acetosi
il
per tutto
quale fu
al-
tempio
i
senti
mormorio, dopo
la santa
il
sopra
loro
,
santi altari
veduta
veduta
:
e con
sommessa
,
o tu giovane
,
sollecito
agi' Iddii
piaciuto
,
che
io
ti
debba porgere
la
ac-
mani pre.
Allora
,
cominci
a dire:
o santa dea
per
la
mitigati,
quanto
mio poter
,
si
stende
il
quale tu colla
la
divina tua
mano
il
Ma
perocch pi
tua
potenza che
taglia
altari.
i
,
io di questa
al
tuoi
questo detto
trattasi la
santi altari
pose
e diin
,
rizzossi:
altro
fosse
,
non
La qual
cosa fatta
egli e
LIBRO SECONDO
me se mai arme
la sala
,
209
altri, i
ove trovarono
qua-
li tutti si
maravigliarono
,
avevano quel
,
il
quale quando
1'
duca
il
vide
lietamente
andandogli incontro
ami-
co
pensiero di
in
uno bellissimo
amoil
Ci mi piace
disse
duca
e questa la vita
accidiosi
consumandosi
perdendo
il
tempo senza
alcuna
Il re
utilit.
Felice
viso
,
non mostrava
te*
la
me-
alla reina
,
e disse:
donna
ecco
la tua
,
Biancoguarda-
fiore
la cui
morte
,
agi* Iddii
i
non
piaciuta
forse
la e sieti cara
poich
a
fati
V aiutano:
la
che
essi
serbano costei
maggiori
fatti
La
animo
contenta
e fattole
festa
con
lei
insieme visit
tutti
tempii di Marmorina,
sacrificii
rendendo
le debile grazie e
,
facendo divoti
tal
che da che
pericolo campala
r aveano.
cosi avanti
al real
palagio tornassero
,
sacrificio
la
ma
l4
ritor-
FILOCOPO T.
^.10
FILOCOPO
,
e di tutti, che
mai
,
era stata
si
curasse
alri-
ma
passava
con
fri
FILOCOPO
D
I
GIOVANNI BOCCACCIO
LIBRO TERZO.
R
ti,
Itornato Florio a
Montorio
l'
lieto
per la campata
,
Biancofiore non
avuta vittoria
aven-
do ancora
gli
il
quale
si
vedeva congiunto
benivoli
,
sto
suoi
disiri
adempiere.
Adunque
,
che lun-
gamente per
te
lo suo
,
riposo avuto
e le redine teufcii
mani
Al-
aia
tre volte
FlLOCOPO
con cani e con forte arco nelle oscure selte
paurosi cervi, e nelle aperte pianure
i
i
caccia
ti
volanspesse
uccelli gli
fiate le
Niuna
allegrezza gli
,
mancava
gli
la
quale
gli
era
la
speranza non
porgeva.
Menando
gannava
sa del fallace
lieta vita
la
,
non
Lene
non pot
,
lato
il
il
nebuloso viso
ma
lieto
tempo
1'
mente
assal.
Era un giorno
il
entrato lo innamorato
giovane
nell'
ora che
sole cerca
occaso
in
un
fiori e di frutti
copio-
assai lonta-
no
compagni vide
,
tra
molti pruni
un
bian-
il
quale fra le
folte spine
sue
Al
ristette,
e pareagli che
'1
fiore in
maggiore
onde
egli
cominci a pensare, e
:
fra s
me-
desimo
cosa
mi potrebbe pi apertamente
?
manifestare la vifa
ta e lo stato delia
questo bian-
co fiore
ognuna
presta
le
insi-
mio padre
e dalla
mia madre
lei
.
alla
inno-
alquanto
Deh mi-
LIBRO TERZO
sera
lai
ai
vita ma, or di
che mi sono
,
io nel passato
le infinite
tem-
po sperando
rallegrato tanto
che
avversit
me mi
sieno uscite
perch dopo
la desiderata dilibera-
zione
ti
lasciai al
e con molte
altre parole
malinconico molto
si
mera
tatosi
rinchiuse
e quivi git-
sopra
:
suo letto
cominci
,
a piagnere
con que-
ste voci
o bellissima giovane
malvage
Morto r iniquo
morte
siniscalco, a te crudelissimo
nemico
ma
io
menomata,
-,
e la
mia fortuna
credo che
li
ond' io
,
alla
ti
Oim
la
misero
or dove
li
lasciai
Io lasciai la paurolasciai
sa pecorella intra
rapaci lupi.
Deh dove
io
sua vita
il
comandamento
il
della
il
quale volesse
.
sommo
con
sol-
Giove che
io
non
ora
avessi osservato
nati
!
Oim
per
Biancofiore,
se'
m che mala
lecitudine
t'
fummo
Tu
me
io
amo
ciocch io
bile
,
dimentichi
ma
che
Amore non
Niuna
sciogliere.
tire,
cosa, altro
Amore
mi
vuo-
le
mi
cresce nello
fa dubita-
sventurato petto
re
j
ai4
che tu
doni.
FILOCOPO
non m' ami
,
O forse ancora
,
li
conforti della
mia madre,
la
campai
lore
lasci di
mi sarebbe
O
ti
graziosa giovane
te
:
non
g'
di-
Iddi
me. In
sum
sonno
lo
la
mag-
per
la
abbondanti sospiri
quali
la
a'
ma
si
ripo-*
,
Oim quanto
,
ma
poich
ella
,
ud
al
ricordare Aurora
cui ella
non couoscea
fu ella pie-
alla
Venne
sieri
I'
il
non avea
gli
angosciosi pen-
e levato
non
altre
i
mattine usato
ma
in quella stando
;
si
torn
sopra
e in quelli dimoranatteso
,
do
va
il
1'
ave-
o Florio
lieva
su
non vedi
cielo
che ride
Andiamo
usati diletti
non
LIBRO TERZO
to malinconico e pieno di pensieri
le
,
ai
e
i
lagrime
:
tornati rossi
intorniati
la
di che egli
si
mutata
cosi disse:
o Florio, qual
t'
Quali pensieri
si
occupa-
no
Quale accidente
t'
ha potuto
costrignere
?
che
Florio
:
vergo-
gnandosi basso
il
viso
non
gli rispose
ma
crescen-
dogli la pieth di s
aveva di lui pietk era veduto, cosi cominci a piagnere e a bagnare la terra d' amare lagrime.
cosa
La qual
?
come
il
duca vide
:
tutto stupefatto
ricominci
a parlare e a dire
Ov' fuggita
cosa
1*
Qual
nuova
ti
fati
m'aves-
sero conceduto
che tu
avesti
me
il
da
altrui
acci'
che da
dente
il
le palesata
io
mi
potesse turbare.
Dunque
e
lascia
piagnere
,
e
fa
alza
viso verso
il
cielo
dimmi qual
te
si
cagione
ti
dolere.
te
,
Tu
sai
che io sono a
congiuntissimo paren,
fosse
sai tu
:
che io di
perfettissima amist
r gli
sono congiunto
e chi sovver-
se
parenti o
cari amici
si
non
gli
sovvengono?
all'
a cui similmente
si
fider alcuno se
amico non
fida
Di' sicuramente a
me
quale
ti
sia
la
pos-
sa
piaga
si
nasconde
il
medico diviene
ella
putrida e guasta
corpo,
2i6
FILOGOPO
palesata
,
ma
le
pi \olte lievemente
si
sana.
E
il
per
ti
non celare a
porge
,
me
perocch
secondo
mio
e liberartene,
,
Dopo
,
alquanto spazio
Florio alz
il il
lagiimoso
viso
duca
'1
rispose:
dolce ad-
fate e
dovere mi costrigne
e a manifestare quello
vi fosse.
il
che
io
credeva
che manifesto
mio manifestarmi vi
da princidolori e
le
postoch alquanto
ritenere
,
le
lagrime,
quali
non posso
m"*
,
ni della
mia puerizia
b' io continua usanza colla piacevole Biancofiore, nata nella paternale casa
meco
in
un medesimo
,
giorno,
la cui bellezza
nobili costumi
il
I'
adorno parlaforte
re generarono
il
un piacere,
cuore
,
quale
si
comprese
che
giovinetto
tanto
tore e
mi
piacesse.
ritenitore
nella
,
splendidissimo raggio
mosso corre
coli'
movendo termina
occhi miei
:
nel
mio
il
cuore
entrando per
gli
e questo fu
con ci
sia
fiamma
clie
di tal disio
aumentasse
in tanto
,
1'
accrebbe
convenne che
di fuori paresse
Ne
questo fu lungaujen-
per
li
nostro maestro
LIBRO TERZO
sonl
s'
a 17
agi' Id-
ma
zia del
egli
immagin che
la
allon,
tanandomi da
la
della
mia memoria
caccerebbe
quale se per
la
mia bocca
:
non
ma non
per tanto
egli fa-
cendomi allontanare da
lore dell'
lei,
anima mia
e di quella di Biancofiore
,
In
questo luogo
mi
rileg in esilio
sotto colore di
vole-
re che io studiassi.
Ma
miei
deside-
mi, n
viso
,
mi
lasciava
il
allegro
avvedere
,
Ora
come
,
la
mia doglia
fosse manifesta al re
m'
ignoto
quit
ma
,
egli,
altra ini-
compresa
la
innocente
Biancofiore
e nella sua
morte
al
nascoso tradimen-
non
vi fu occulto lei
,
essere a vilisslma
;
mor-
condannata
n di ci niente mi palesaste
il
ma
li
pietosi Iddi e
presente anello
non
soffersero
che
questo fossej
ma
g'
standomi
mi
gendomi
le
loro forze
con
la
avendo
sem-
colomba
bi
parendomi aver
le
mal
mi
doglio
pi doglie mi recano
>
vere
che mi
ai8
par vedere un'
uccello
,
FILOCOPO
allra
volta
la
avvelenare
il
prezioso
torto
,
e condannare
il
mia Biancofiore a
.
ed essere
si
qua-
mi pare intorno
le quali
merc, lo non
so che
mi
fare.
il
festa
mi levano
che
,
e leveranno
sempre
infino a
quel-
l'ora
(j/
io nelle
mia
in
non possa
dubitare
Io
del
non
vi
mere pi
si
mo dolore
il
manifesti nel
.
fatto
tosto
che
io desidero
cos sento la
mia
consumarsi
nell'
amorosa fiamsi
ma come
m.
quella di
M elea gr nel
,
fatato lizzo
,
consuil
questo detto
sopra
tornato
nel
la scolorita
cenere
Non
pot
il
era
mica occulto
il
vedendo Florio
suo
letto
ritenere le lagrime
ma
,
pietosamente piangendo,
,
rec
1'
innamorato giovane
a cui
in
vista
5
ninno
e rivooaii
gli
smarriti spiriti
ne' loro
luo-
compassione porto
pi non posso
,
alla tua
miserabile vita
tanto che
sia
e forte
cosi
mi pare
che tu da amore
compreso
tu narri^ con-
LIBRO TEUZO
clossacosach
vita
219
amore
sia si
come
mente
meni 5 e
io
1'
ho
provato; e massimaci
doverti rallegrare
come
re
tu hai, se io
il
ho bene
le tue
parole ascoltate
cosa
Tu
te
secondo
,
iltra
Biancofio-
ama. Adunque
intendo di dirti
te
,
io
ninno
uomo
n essere secondo
la
mia o|inione pi
si
desidera
es-
amato: perch
se tntte
1'
amore
intero
s'
ninno
bene n
perocch
gli ani-
mi sarebbero
altri
diseguali. Questo
idunque pi che
gli
A
,
il
quale se procacciando
tica
acquistano
,
tutta la loro
fa:
la
maggior parte
di
di questo
V antica
la
esempli
Gi
per acquistare
benivolenza
i
d'
Atalanta
quante
,
quanto contenta,
nell'
animo
d'
1'
AcoQzio
sentendosi con
amor&
.
di Cidippe?
Questo
hai dirittamente
.
conviene durare
animo
hai
sere lontana
da
te
e l ove tu
li
contristi
ti
dovresti
io
FILOGOPO
.
Ancora
lio
compreso
g'
anello in aiuto.
li
possa essere se
?
come
quelresi-
lo degl' Iddii
stere
Lascia pianguire
il
miseri
dini solo
Tu
,
dei
se
non concedono he tu
sia
colla tua
L*
uomo non
si
a loro
ninna cosa
alla
na-
sconde
lute
,
Tu
elli
pensano
tua sa-
ed io credo snza
non
sia
Il
loro piacere
si
dee
pazientemente sosteiere
ora con
lei
5
Se
elli
'1
volessero, tu saresti
il
vobre contra
Pompeo
dolga
1'
perdere
il
campo
di
Tessaglia
assaliti dal
Mo-
stra ancora
che molo
sia stata
,
il
re aver saputo te do
menar
;
per lei
e temi forse
se ritornasse
non non
simile
caso ritorni
raviglia,
la
qua cosa
,
saria
ma
ragione
conclosslecosach tu conosca
ira
che
tristo
per
lei
vi^ e tu
ti
della
vita di Biancofiore
ma
di
in
Certo non
amarla,
ma
mor-
E posto
il
seguire
s
le dovesvse
il
dd
dei tu volere
beae e
allegrezza di
LIBUO TERZO
lei)
aai
tu di': le
se cosi
1'
ami, e se
ella cosi
,
t'
ama come
nenando
e
coisutrier sentendo
che
tu
ti
dolghi
ragione vuole
che tu questa
li il
meni
Tu
i
numero
molto piccolo
,
Tu
se* coli*
veduto
Dunque
,
confortati
se
per
te
non
ti
vuogli
,
confortare
noi
ac-
ciocch ella e noi abbiamo ra^one di rallegrarci. L'essere lontano a lei credo che senza
sia
comparazione
ti
noioso
ma
non
si
pu
lolce frutto
:
com'
amo-
e le cose desi,
appressarsi alla
morte
spe-
Pensa che
lei
.
tempo
ati
u senza
Se
il
io
si-
mulare
cofiore
rei
1'
cos facendo
cata
l'
avessi
.
tornare a
te
vederla
detto
Quello che
ho ietto hai
udito, e io
l'ho
come
:
il
vorrei da altrui
udire
ma non
per tanto
fi
altro consiglio
pi savio
io
me
che
non
in-
tendo di contradirti
come congiunto
parente e
, ,
2^1
FUOCOPO
;
vero amico , cTie da te ogni paura e pensiero cacci perocch delle tue dultazon di lieve accertare ci
possiamo
avere
,
non dei
i
tuo valore
non
gi
dovuti pensieri
quali
,
occupano per
lo solingo ozio.
cijme peraddietro
i
abbiamo
t'
acciocch in quello n
pensieri
assaliscano
la tua vita si
g'
vilmen^
si
spero che
Iddii per i loro benignit provvederana porie debito fine a' tuoi desiderii,
no graziosamente
forse ora
da
te
Piacque a Florio
e cosi levata la
duca
testa
espirando
geitil
carissi-
mo
pu
parente
essere
questa
passione d'
a'
,
amore
,
non
che alcuna
le
tolta
pi savi
non che a
me
quando
sono
sogjetti
,
come
io sono,
noa
fac-
e per di
me non
,
vi meravi-;
ma
e ci
che
m'
ro
vostro
,
consiglio
in
andiamo
e facciamo ci
sia
,
vostr^ e
mia consolazione
mera
saliti
sopra
poijanti cavalli
andarono con
,
assai festa
ebbero e allegrezza
in cosi fatta
i
maniera facen,
do
festa
Florio ricoperse
s'
suo dolore
avvegnach
,
acciocalla
ch potesse
egli
5
senza imbedimento
e
pensare
egli
sua Biancofiore
solo
LIBRO TKRZO
fosse
aaS
incominciava
egli
alcuna parte
incontanente
immaginare
coli' a-
e egli
immaginava
,
alcuna volta avere Biancofiore nelle sue braccia porgerle amorosi baci , e altrettanti riceverne da
e parlare con essa amorose parole
,
e
lei lei
ed essere con
:
come
e mentre,
ma come
egli di
questo usciva
,
e ritornava in so
si
allora
mutava
la
falsa
,
rammaricandosi
pensiero
,
tal fiala si
veduto
1'
ac-
ceso fuoco
quando
lei
egli sconosciuto si
,
mise in avven-
tura per
ta al
lei
,
campar
,
e poi aversi
si
padre
e di
non
1'
almeno
conoscere a
,
acciocch egli
e fat;
tala
pi certa
dell'
amore che
vita
egli
le
portava
vii
,
e
,
molte
fiate fra so si
:
chiamava misero e di
cuore
dicendo
com'
la
mia
da biasimare
pensando
che
io
,
amo questa
lei
,
le cose del
mon-
do
e per questo e
amore vivo
e
'1
in tanta
tribulazione
lontano da
lascio
per paura
d'
un
uomo
rebbe
il
me
mie
offendecase e
,
Perch non vo
,
e entro nelle
rapiscola
avendola io
me.
biasimare
:
la
ma im-
o di contradirla
,
nullo
pi coraggioso
dove
io
debbo ora
224
;
FILOGOPO
.
riputato
Sono
,
io pi vile
che Paris
il
quale non a
'^
ma
donna
non dubit
mano
mano
mi
Menelao
non debbo
peggio
Il
che
mi possa
e se ne
seguire
sar che al
,
mio padolga
.
dre ne dorr
gli
duole
dolga
egli
,
e'
ne
gli
Io
amo
meglio che
.
egli si
che
io di dolore
mi
se
muoia
passar
pure quando
si
guarda
passer la doglia
vorr
,
se
non
lo uccider,
che gi l'avesse
il
ella ucciso
e poi
non ne
.
sar pii
Io
voglio fare
Cosa
fatta
capo ha
si
ancora
alla
mia
lei
iny eriso di
lei
che
io
come
,
noi senta
la
Se
egli
per forza la
.
nii vor-
r torre
io
con forza
difender
Io non sar
;
meno
egli
debole
d'
quando
pure
fosse pi forte di
r in
un
altro luogo
Il
fia
mondo
grande assai
1'
an-
dare pellegrinando mi fu
a
Egli
Cadmo
e
Europa
non
il
Bardano
Io pure
e a Siculo
si-
milemente
fu
il
voglio fare.
Peggio eh'
io
m'abbia non
,
me
.
ne pu seguire.
poi
ritornava al piangere
e in questi pensieri
vita
teneva la
di,
Ed
eravisi gi tanto
effetto
lo voleva mettere in
avrebbelo messo, se
LIBRO TERZO
^calione
a25
confortavano con
.
non
fosse stato
,
quali
il
migliore speranza
il
a-
nimo
va
il
di Florio tribolato
grarsi
e gi gli era
si la
si gli
il
suoi spi-
impediti
cibo che
sonno
fatto
gliati
,
per
i
le quali cose
suol
la
maggior
coloro
i
giaccia
e siava gravati
,
come
quali da
piace
e se gli piace,
al
non
duca e ad
che
Essi dubitavano di
egli
farlo sentire al re
temendo non
,
facesse
novit
E
il
dicendo
se
,
e in questa
maniera senza
pure
,
confortando Florio
e dandogli
,
buona speranza
Ai
ma
che
il
consumava
i
Ma
1'
suoi
sospiri
conoscevano
.
ma
essi
quasi
a ci
costretti
,^^
1
acconsentivano
riLOCopo T.
I.
ai>6
FILOCOPO
il
Stando un giorno
ra-
Florio
de-
dire
ta
ama-
quanto Biancofiore
e di questo
il
re ci
ha colpa
con
da essa
mai ab-
al
Ma
stro
non
non
no-
sarebbe reo
e forse per
avventura
.
ci
verrebbe
il
intendimento compiuto
il
che
via vi
:
parrebbe
io vel dir.
da tenre? disse
1 giovani
come
congiugnimenti
a quello
,
perocch
la
dimen-
ticare
ebbe^
se noi
giovane l'avesse
eh' egli
non ha
tutto
e posto
in lei
che del
non
,
dimenticasse
almeno tanto
il
non penserebbe
e in
questo mezzo
re
g'
Iddi
Gran
pez-
za pens
io
il
disse: Ascalione,
mi meraviglio molto
Niente
altro
adoperato
garlo in
un
non
rilevi.
Ma
tanto po-
condizione
il
Irargli Biancofiore di
cuore non
si
LIBRO TERZO
leggieri cosa clic
227
buono
altra
Ascalione disse
certo io
cosa
perocch se
egli avvenisse
egli dimenticasse
Biancofiore
pi lieve sarebbe a
trargli di
mezzo ; conciossiecosach
Certo, disse
il
il
le
l'anti-
curano e pi
:
tosto.
,
duca, questo
vero
e poich vi pare
e se giovare la
veggiamo procederemo
miseil
la
quale
pi
che trovare
si
imaltra
sarebbe, e pi tosto
:
il
potrebbe recare
alcuno
il
al desiderato
fine
e cercando questo da
quale sempre
fur loro
in
compagnia
mole
strate
mostr
assai
dilettavano
non come
le quali
in-
come
s'
si
elle
in-
e l dove
Tuna
una
festa
le si
fecero chiamare
al
le quali
venute davanti
duca e ad A-
fta8
sralioTP,
il
FILOGOPO
duca
cosi disse loro
:
giovani donzelle,
il
modi
citt
biamo
:
n di
si
belli
e lauj
devoli costumi
come
voi
due
ci siete state
,
laudate
acciocch proviate
egli
ha potete
ritrar-
pii gli
cui l'una
Edea,
noi
ci
non
grandezza di Florio
tissime ricchezze ci
richiede
,
ali
mancano
non
le quali
.
leggiermente
ricuoprono
vi
per caramente
,
vi
preghiamo che
di noi
facciate scherno
siccome buono e
legit-
timo signore
tale
vergogna
a' vostri
noi siamo
:
a' nostri
gran-
dissime e care
zelle,
Allora
il
duca rispose
giovani dona
tanta
vilt,
dite
,
io
mi
recassi
se quello fosse
;
che voi
io vi
vostro onore
e per
li
ma
giuro per
a il ini a del
mio padre
nostri Iddii
,
che
io
se alcuna
vostro piacere
,
ditene co,
me
vi
poi
LIBRO TERZO
g'
229
questo
di noi
si
due
Rispose
il
duca
il
modo
Voi
vi adornerete in quella
,
pi cre-
diate piacere
e andretene senza
alcuna compagnia
nel nostro giardino, nel quale egli costumato di venire ogni giorno
^
si
tosto
come
usciretegli incontro
ragio:
sia
poi
le quali
.
da pi fontane
il
per diversi
sole
rivoli
erano bagnate
il
ebbe passato
meridiano cerchio
le
due giovani
con
e acconci
capelli
con maestrevole
mano
ispe,
se
ne entrarono
solette
omse-
dere
si
Venuta
queste
ora che gi
il
ma-
cose niente
,
sapendo
vestito
d'
una
ricca
,
giubba di zendado
siccome
egli era
giardino
e verso quella
e quivi venuto
.
si
Le due
aveva ciascuna
fatta
stavano alla
ve-
non avendolo
2:^0
FILOCOPO
,
sare
il
a cantare un'
e chiare
che
che d'
umane
creail
ture parevano
le quali
:
udendo Flo-
si
sta?
gli
dolcemente?
E con
fon-
orecchi intenti
il
suono
5
cominci ad andare in
sentiva
vide
,
le
due
giovinette
chissime
la qual
bianchezza quanto
.
conveniva di
I loro
e le picciole
bocche di colore
vermialle
come
s'
fila
d'oro
erano biondissimi
avvolge.
vano infra
stite
le
Ve-
come
quali dalla
mamme
le quali
il
come due
si
ritondi
,
pomi
pi-
gnevano
in fuori
resistente vestimento
e ancora in
manifestavano le
candide carni
grandezza
,
La
in ciascun
membro bene
proporzionate
il
passo,
ed
esse
come
,
videro
lui
posero silenzio
si
alla dolce
canzone
gognoso
levarono
.
e con ver-
atto
il
umilemente
vostro disio
Iddii ne
1'
,
lo salutarono
G' Iddii vi
.
concedano
risposero :
rispose Florio
A
,
cui esse
g'
hanno conceduto
se tu nel
LIBRO TERZO
vorrai concedere
.
281
perch avete \oi
?
Deh,
11
disse Florio,
per
la
mia venuta
Niuno
ilileito
Certo
e'
mi
piace bene,
ri-
spose Florio
ra
ste
ora
1'
una e ora
domand
giovani donzelle
fummo
andar
ma V altre
disiose d'
vedendo
sciarono
si
,
altre cose
sole
rimanemmo pensando
voi
,
siccome
la
ha conceduto
compagnia di costoro
,
mi-
rarle
loro
bellezza,
g'
Iddi
tanta bellezza
metteva
.
in diversi ragionamenti
d'amore, ed
esse
lui
Egli
11
aveva la
testa dell'
una
11
In
grembo
e dell' altra
;
dl-
candido collo
e sovente con
'1
bianco
vesti-
mento
te quello
che
sottili
candida go-
mano
e altra volta
s'
ingegnava di
mammelle ^
atto
andava tentando
di che egli
spesse fiate in s
medesimo
di tanta domestichezza e
23!i
di tale
FILOCOPO
avvenimento
si
maravigliava
Ma
,
non per
tangli
tanto contento
che niente
animo
gli
era uscita.
,
in questa
maniera stans*
eragli
nanzi da
le
femmina non
si
pu
desiderare.
Ma
il
lea-
Amore
il
dosi offendere
non
sofferse
tosto
coli'
agu-
che stando
,
e gi
quasi avevano
le
due giovani
il
loro intendimento
l'
altra delle
disse:
cagione della
tua palidezza
Tu
lutto cambiato.
Hai tu
lora Florio
volendo rispondere
,
si
ricord
la
git-
un grandissimo
sospiro
dicendo: oim
che ho
,
io
al-
fatto?
quanto da queste
pensare
tir indietro,
cominciando forte a
a quello che fatto
:
con
gli
occhi a terra
aveva
e a dire infra s
medesimo
,
mo
non nato
di reale progenie
ma
LIBRO TERZO
ora?
^33
al-
Come
altra
cun'
donna mettere
tanto
me
ro
1'
Ahi
perfi-
dissimo
ogni dolore
t'
bene
.
investito,
ma
ti
certo ca-
Ora come
dichnavi
tu ad
te di
amare queste
la
quella di Biancofiore?
,
E quando
ella fosse
pure
molto pi
mente non
t'
come potresti tu mai trovare chi perfettaamasse come ella t' ama? Deh se questo le
,
fosse manifesto
non avrebb'
ella
ragionevole cagione
si
.
di
volerti
si
Con molte
5
altre
parole
e cos do-
lendosi tacitamente,
gli si
rappress
dimandando perch a
non rispon-
dimmi dimmi la
ti
dilungare da
che
pili
donne
il
io
vi
non
vi sia grave
lasciarmi stare
perocch altro
m'occupa
si
la dolorosa
mente
,
se
non
non voleva
vergogna
Disse al-
lora
t^ha
subitamente occupato?
,
Tu poco
linconico
ai
e parlan-
non
ci
guardi n
ci
scostava da loro
le quali
quanto pi Florio
234
FILOGOPO
amorosamente s' acc ostavano,
pi pronta
si ri-
in tal
mor
che Edea
appress a Florio
,
e quasi appena
cosi gli disse
la
:
ma
pure
o gra-
perch non
?
ci d' tu
cagione della
mostri tu di rifiutarci
le s
benignamente accompagnate
?
Non
Certo
la nostra
g'
Iddii
si
Giunone
,
quando
s
ella
piacque a Giove
le spalle
lungamente caric
ne vegglamo
il
cielo
que tu perch ne
altre
,
rifiuti ?
e con
atti diversi
e inonesti
davano
I
di ritornar Florio al
.
partito
poco
ditemi
,
adempiano
mai innamorate
SI,
sposero
di voi solamente; n
,
altra
persona sospirammo
tale
per voi
Certo
:
disse Florio
di
me non
state
siete voi gi
al-
innamorate
trui si
I
e che voi
non
siate
,
n sete d'
pare manifestamente
gli
animi temorosi
tudine
fa gli
che
LIBRO TERZO
questo
sife, la
235
con dubbiosa
di
sia
vero assai
si
mano
ingegnandosi di piacere
,
temendo
non
di.
spiacere
porgeva
le tenere erbette al
giovane toro
Ora quanto pi
d'
avria costei
temuto
d'
uno uomo,
,
in
poich
,
pe-
E chi volesse
si
mini e
di
donne
a cui le forze
per che di
,
me
innamorate
i
siate noi
mi
ch*io
conosco
vostri
amare
trui,
innamorate d^
al-
manifesto, perocch
il
non m'av-
viso
me
dimenticando
principale
amado-
re, poteste
che
credete
miei sospiri
menomare,
,
e voi in grandissima
in ogni atto
,
quantit
gli accrfescete
e di
me
d' la
,
fuori
che
d'
amore,
.
fate quello
che
amico o
di servidore
lavi-
fareste
quale le infinte
il
candido
le
,
mani nel
dicendo
.
sottile
:
squarci
om
In cui
,
misera
maladetta
sia
,
l'
mi
rifiutate?
N
si
cre-
lo vostro
amore
con-
236
na
altra cosa a
,
FILOGOPO
questo m' ha mossa altro che soperchio
la
il
amore
debita vergogna
vostra
cacciata
me
quasi
furiosa
ha
,
fatto uella
presenza tornare.
Ahim
misera
,
ornai disperata la
mia
vita,
misera bellezza
partiti del
mio
ti
viso,
ti
teneva
,
guarda-
rifiuta
Deh
Florio, poich a
grado non
v'
consentirmi
,
quello
piacciavi che io
.
Io sento al
le
misero
cuore mancare
role
.
potenze per
vostre pa,
Oim
acciocla trista
ch
io pili
miseramente non
Mandatene
la
anima
alle dolenti
ombre
di Stlge
gha aspetta
Ahim
si
la vostra
le
crudelt
Florio
,
che
lagrime di cola
non potea
:
sostenere
,
per
piet
confortava
dicendo
o bella giovane
non guastare
coli'
amaritu-
dine del tuo pianto la tua bellezza, spera che pi grazioso giovane
ti
io
non
ti
1'
posso
usata
donare
Ritrova
tue
compagne
i
e con loro
festa riprendi, e
non impedire
:
t del tuo
pianto
che
io
ti
giuro per
miei Iddii
,
che
se io fossi
posta donare
avesse*
Ma
io
pi che alcuna
fiera
or
ti
che
tuo amore ad
altra
donato
niuno amo-
LIBRO TERZO
re tanto leale
sere rotto
.
287
per la
offerisca a noiosa
se', se
?
mone
tu
se'
,
peravvenanzi biasi,
te
ne ami pi
:
Certo n
mer
certo
ci
la tua crudelt
il
che
casto Ippolito gi
saria piegato
,
Or come
ome
tu ci
de'quali poco
se
si
ardite e
fossimo state
Certo se alcuno ce
il
ne porgessi con
egli
riceveremmo,
sarebbe non
conces*
poco
Deh adunque
disii
,
dicene alcuno
acciocch
g'
Iddii pi benevoli
s'
in-
alcuna
me doman date,
pi
me
\
tenuta
conciossiacosach nin-
na
altra
ancora ne
sia stata
io sono interamente
e pi avanti
non mi dimandate,
.
che da
me
altro
pregovi
mi
diletto,
qui solo
lasciate, e
andatevene, perch ci
le
due
si
e perciocch gi
sole cercava
occaso
1'
palagio
,
si
rivestirono, dicendo
sta cosa
una
ahi
come
la
giu-
grazia
non avessimo
abbiamo
pensando
al
nostro ardire
col quale
levare alla
gli
avvegnach
Iddii
ed
2^8
egli ce n'
FILOGOPO
abbiano bene
fatto quell*
duca
la biso5
e
,
da
ri-
si
partirono
tornando
Avendo
essi
fi-
ne,
ma
mala
se ne vennero al giardino
e lui trovarono
la sinistra
pensando
mano 5
more
la
dato r ebbero
cos
cominciarono a dire
pace
ti
Florio
A-
ponga
Era Florio
,
tanto nello
immaginar
,
la
sua Biancofiore
che n per
si
venuta di costoro
aspetto
,
n per
cosi
gli
lo loro saluto
mut n
cambi
ma
stette
come
mano il
e lui tirando,
?
disse
se* tu ora
,
Dormi
e
tu
o se'pensando fuori di
?
che tu
al nostro
,
mirava din-
torno
ma dopo
molti sospiri
mena
e voi
mia
vita
alla
quale forse
,
pi n' aggiungete? Se pu
che
essere,
caramente
vi
prego
me
qui solo
lasciate,
quando scolendomi
me
, ,
LIBRO TERZO
ne cacciaste
.
289
:
A
,
amore e
mo
rio:
di partirci
se
prima
a'
ti
fa tanto pensoso
Disse Flo-
ci del
mi
tiene
E
t'
come ?
disse al-
duca
io
mi credeva che
,
tu
ingegnassi di se-
guire
il
mio
consglio
ti
il
quale io
l'altr' ieri
quando
cosi pensoso
trovai
i'
e tu pure
vita
usalo
modo
se'
ritornato
Questa tua
,
in
onde
forte
da
ch
gli altri
i
cercano di mi-
tigare
loro sospiri
ma
tu con pene
,
mi pare che
che codi-
Se
volessi dire
>
me
gli potessi
usare
sai
che non
:
resti
vero
dunque
io
dai
Deh com'
alira
,
ti
pregai ancora
ti
tristzia,
disii.
amici,
e veggio
ben conosco
mia
salute
,
apertamente che
occulti
a'
mia
i
vita vi
diletti
duole
n similmente
non mi sono
v'
trarmi
pensando che
in dolore
sciate
senno
perch pure
com'
come
voi del
dovete maravigliare
.
vi voglio dire
mia
vita
24o
immaginazioni
e
FILOGOPO
pensieri
m' occupano
continua-
mente
Bian cofiore,
cosa
altra
da
me
s'
amata
memoria mi viene,
accende
,
tanto in
si
me questo
disio
pii!i
focoso
,
e togliemi
che
id-
lamente perch
te
,
Y amo,
mio
non per
rdtro acciden-
niun dolore
simigliante.
appresso quevita
,
della sua
temendo non
lei
,
ella
la
ama come
,
io
li
quali
io
non
so-
no
dubito non
offendano
o di gravosa inflrmith
o di morte
le sian
cagione
e troppo pi
mi
fa
della
mio padre
lei
e della
mia
madre
der
li
prontissimi, e ve.
me 11 pare
me
la
ninna ca,
che
non
mio padre
gli
per fornire
il
venne
fallito
e
io
non pensa
il
misero
che
all'
ora
che
ella
morr
non vivere pi
gelosia
,
avanti.
in gravis.
e la cagione questa
stabilit
,
Le
le,,
li
e per la
gr
Iddii
non che
le
la
femmine,
volont
la
si
muovono per
.
pietosi
preghi a far
lei
,
de' pregatori
,
Io
:
sono lontano da
n veder
posso
ella
me
bel-
LIBRO TERZO
ezza
,
241
io,
la
quale ogni
altra passa
or che so
se ella
,
non potendo aver me se ne prender alcun altro posto eh' ella non possa migHorare ? Egli si suol dire che le femmine generalmente hanno questa natura
eh' elle pigliano sempre
sieri
il li
,'
peggio
Con
di
questi pen-
ne ho molti
altri
lergli
particolarmente spiegare
ma
loro vi dico
che
essi
impediscono tanto
;
la
mia
vita
che
me
l'
hanla
no recata a noia
morte
,
e per
la
donare
tete
la
mi
io
volessero
ma
mia
graziosa gioia
Veder potrar-
come
solo
,
mi posso
re
mio bene
e sola
pensare a Bian-
cofiore
masa m*
se la
mi
vita
mia
poter
pensare
Cominci
allora
il
cosi a parlare
tali
.
Ben
ci
pensieri stimolato tu
quanti ne conti
e da molti piii
Ma
,
che
la
tua vita
acciocch pi tem-
po pensar possa
ti
Onde
se nullo
e da cotesti
t'
pensieri
continui
ti
lievi
e se forse
,
occulta
come
la
cagione
noi
non ce ne maravigliail
mo
perocch in cosi
si
fatti
affanni le pi volte
.
vero
conoscimento
suole smarrire
Ma
di lai tempesta
le vie
da uscire di quella
,
e per non
ti
sieno gravi
alquante parole
le
ViLocopo T.
1.
16
^\J
%i^
fello
,
FILOGOPO
ti
Tu
che
te
ti
stimola di veder
non
la puoi.
dolga
ma
Certo no
Dunque
al
spe-
rando confortare
sente disio
fornire
,
dei
conoscendo come tu
lo
che
presente
la
non
Pensa che
j
forella
ruota
cosi
ti
com'
,
volgendo
tolse
ti
cosi in
riporr
Similmente
1'
dico del
amore che
:
ci
perocch amo-
Che
ella
,
infermasse io
il
disiderrei
solo
che
me
da
lei
tanto
amato che
fatto
Oim
i
sanit, la
quale
;
Se dubiti
come
gi fece la
,
voglia ofUn-
dere
ci
non da maravigliare
cosa non abbiamo tanta ammirazione, quanto egli abbia tanto sofferto la sua vita, sapendo
quella che tu per
la
lei
come
sia
fatta
meni
Onde
li
maniera che
fai
ma
vo-
avere
il
che
io
giuro per
1'
anima
figlia
del
,
re
ama
Biancofiore quanto
e ninna cosa
LIBRO TERZO
ira
il
a43
,
se
non
ti
la
tua
sconcia vita
gelosia
stimoli
,
cio che
ami
e tu primiera-
esserci
che possa di
,
Ma
certo
sia
come che
tu parli
me
lei
ianto
amata da BiancoGore
quanto
aver
se' tu |
si folle,
che avendo
se',
more
d'
un
,
come
tu
di
le
re
lasciasse
pi-
*'^
vuoi dire
femmine
a*
sempre
peggio
questo non
le
intende per
ma
solamente per
si
poco javie
.
la
qual cosa
trova
veramente Bianco-
ne queste cose
Tu
bello
tu ricco
^u gentile
,
giovane , tu amato
modo che
grazioso e
fosse in
,
presentare
Se simile caso
me
io
mi
terrei oltra
quanto
te
pi vinto da ira
,
cer-
sempre
in
pensiero e
dimori
e vai
ce
li
244
diletta
,
FI
uomo come
ti
LOGO PO
a'
danni.
DeK
se tu se'
forti
sono
gli altri
quanti noi
doniamo, e vaglia
,
mostrarti la
so-
verit
come
noi mostriamo
pra
ca
il
il
senno quanto
il
Florio
ani-
mo
innamorato
con
acci-
meno
denti
amici,
.
a' subiti
'1
mal
si
si
pu argomentare
Ma
che che
mio
padre
re
le
il
m' ingegner
di prende-
vostro consiglio
cacciando da
me
il
dolore deldirizzarono
questo detto
si
tutti:
le stelle
,
che gi ave-
vano
lumi dipinto
ritornarono quasi
Mentre
lasciata
li
fati
Biancofiore
gra-
da
padre
nell' usata
zia
dimorando ne'
tit di sospiri
che Florio
avvegnach pi saviamente
.
Ma
lui
le
trascor-
che
il
volto
miserabilnella
mente
Era
corte
un giovane
,
cavaliere
chiamato Fileno
slumi ornato
,
gentile e bello
1'
e di
virtuosi
co-
a cui
ardente amore di
Florio e di
la
venuto
il
quale
,
tosto
come
s'
incontanente
amare
e in
diversi
LIBRO TERZO
atti s*
a45
ingegnava di piacerle
si
avvegnach Biancofiore
saviamente portandosi
di ci niente
curava
ma
mostrava che
non conosceva
L'aal re
more
n
elle
alla reina
quali acciocch
s*
il
cuore di
e Florio
accendesse
da
,
lei
dimenticato
contenti di tale
innamora-
mento
leno
,
con
parole parlare
si
ma
ci
era niente
la testa
come
davanti
veniva, senza
giammai
alzarla per
mirar
lui, se ci
rei-
non
na
,
o della
amore
i
allegri, av-
quali dal
done
egli cagione.
amare
si
costumasse un giuoco
conosceva
Fileno
si
propose di vo-
sua virt
avesse
,
ma
ci se alcuna
Biancofiore
non
la
portasse,
non volea
Ond'egli un giorno
,
si
mosse,
vedendo Biancofiore
e con dubbioso
cominci
a parlare
o graziosa giovane
,
la cui
bellezza
Giove
246
quel signore
,
FILOCOPO
alla forza del cui
sistere gl'Iddii,
li
diti
con quello
effetto
che pi graziosamente
5
gli
ti
presenti gli
mando
fuori
e pregoti
che conciossie,
cosach
Mar^e
,
le cui vestigie
si
li
debba da qui
giuoco cie'po,
e in quella
sai
siccome tu
deggia fare
e io in-
la
quale porlauto pi
mi porga
non ho
Biancofiore
sezza dipinse
si
candido viso,
si
tosto
come
,
il
cavaliere
tacque
si
fare
si
volt verso
la
A
e
cavaliere
non
sia
gran
citt
la
cui bellezza
ti
si
dimandi
ser-
ci
non
gli
ma
beni-
gnamente alcuna
che pi
gli
aggradi
gli
dona
Disse
io
altissima reina
e che
doner
che
?
il
mio onore e
:
la
contamini
La
reina rispose
Biancofiore,
non duan-
li fati
cora non
libera-
LIBRO TERZO
tiente clonate quello
^^7
magli
E
sia
che
f
sai tu se essi
ancora costui
:
serbano per
rito
,
per donagli
il
e acciocch pi grazioso
prendi
tal
Egli h
cosa,
che
se
pure
te
,
ne vergognassi
potresti
altra
affermando che da
avesse avuto
.
glianti
colla dilicata
testa
,
mano
si
il
svilupp
il
e sospirando
l'
porse a Fileno,
quale in tanta
la cre-
grazia
deva
venuto
,
il
tem-
po del giuoco,
nel giuoco che
niuno fu
qual cosa
per
la
La
il
quale
la
onorevolmente ricevuto da
quanto fosse
stato
atti
come
,
ragionamenti
amore
simile,
mente
s propose essere pi
che
altro
lei
innamorato
e
1
di pi bella
donna
come da
che non
gli fosse
venne
ricor-
2^8
medesimo
d'
FILOCOPO
amore
,
che
lui
innamorato
trattava,
come ud
si
conobbe
essere quella
donna
lodava, incontanente
camsta-
part da'
compagni tacitamente^ e
and
so
se n'
il
quale
come Fileno
si
il
con quella
Allo-
riverenza che
ra Florio
,
conveniva, incontro
pili
gli si fece.
per
,
accertarsi di ci
avra voluto
mostrando di voler
con
lui,
nella sua
stisi
camera ne
il
lo
men
e quivi
,
amenduni po-
a sedere sopra
suo
letto
incominci a domandare
gli disse
r
e poi
quando tempo
stro viso
gli
parve
se
'1
signor
mio
sopra
,
tutti gli
,
altri
giovani
amo Ci mi
,
piace assai
rispose Florio
,
pe-
m'
tanto a grado
:
quanto avere
,
compagni
se Fileno
ne'
miei sospiri
ma
ditemi
se vi piace
siete voi
amato? Dis-
cuore
quanto
sentire
me
essere
amato da quella
state
cui io pi che
me amo.
,
Certo voi
bene,
che voi
disse
sia-
Florio:
te
ma
.
ditemi
come
conoscete voi
se Fileno
tre cose
Che
io sia
io
amo
me ne
fanno certo
La prima
,
si
il
timido
me
n'accer-
LIBRO TERZO
tano
le
le
M9
amore da gendquale io X;-
rirovate gioie
le quali
senza
:
questo
gio
il
mi mostra
si
1'
alleijivzza della
vegna
Bene sogliono
ma
ditemi, se vi pia-
ce
na
le
quali
di mettere in
conto
Certo,
disse Fileno,
di quelle la
mia,
ma
da tenere caio
rissima
quanto
ne deggia
come
io
Allora Fi-
leno incominci
nel giuoco che
dire
fa
nella solennit
Marte pochi
me
n'an-
umilemente
la pregai
che
le piacesse a
me, suo
,
la
.-il
benignamente
si
il
in
mia presenza
e traendo fuori
il
velo
mostr a Florio
poi seguendo
che
io
per amore di
assai
il
mi
onde
mani-
se questo
voi
come me
potete conoscere
:
Ma
pi che
festo, rispose
Florio
sicu-
ramente che
io
n credo
se g' Iddi ve
ne facciano tosto
aSo
FILOGOPO
,
ditemi, se lecitovi ^,
e chi ella
?
donna bella
Rispose
Fileno
dovessi
signor
il
mio
mai
ella
suo
nome
d* essere tenuta a
io
conosco ch'ella
mi mi
porta
sapessero e volesserlami
amando
non potrieno
dir
il
Onde
,
poich vi piace
di saperlo
nome
il
.
La donna
di cui io
si
chia-
ma
glio
conoscete
me-
che
io
,
non
fo
bellezza
na
io
mutare
bella
aspetto, e disse
,
veramente
pii'i
amore per
donna
e ora
mi piace
.
ci che detto
m*
non faceva
Ma
una cosa
te
,
vi
e guardatevi di
non
lasciarvi
prendere ad
Amore che
lui
;
non
vi possiate
,
da
per
perocch io
se
:
non perch'
io vorrei
,
da
e non posso
,
e la cagione
perch io
me ne parve ella
amore
e in luogo di vero
il
ella
sto anello
e porter
per amore di
douossi a
me
un
altro di
LIBRO TERZO
non sono
5
25i
vorrei partire da
tutto
mi
e lei
ho quasi del
perdu-
Se a voi
il
be da dolerne
a ciascuna
:
amasse
Florio
buono
il
consiglio che
io
mi donale
.
e se
io credessi
che mi bisognasse
prenderei
Ma
stante giovane
,
cio da
si
muti
Dunque
5
avete
disse Florio
e se cosi
quale
all'al,
non
una
delle parti
;
quanto
noioso
e usciti della
camera
s'
lavate le
mani
alle
apparecchiate tavole
assetta-
rono
bo , rivolgendo in s 1' udite parole di Fileno nendo eon forte animo 1' angosciosa pena che
gottito
soste-
lo sbi-
Ma
poich
le tavole
gli
,
serratosi in quella
sopra
il
suo
letto
si
gitt disteso, e
il
vedesse fare
la
incominci a chiamare
cos
:
sua Biancofiore
dire
ma
quanto
stato
1'
amore
eh' io
l'
ho portato e
porto da quell' ora in qua che prima ne' nostri giovani anni ci
Si
innamorammo
come ho
te
amata
.
Tu
luca
IN
aSi
cosa fu che per
FILOGOPO
amor
di te io
non
gravezza fu
fosse paruta
,
E
al
certo
quando
il
alla
quale
condannata
tu
mio
infinattanto che
t'
colla
liberata
non
i
ebbi
Deh
misera
,
la vita
quanti sono
slati
nuovi sospiri
dere!
dolente petto,
come
tu se'
il
me
senza
tuo
nome
speranza
mi
lascia
pensando che
ed
la
me
io
per Fi-
cagione
perch ve-
dere non
tra
ti
posso. Certo tu
te
mai
al-
donna che
amassi
Da
assai
vantarsi che
alquanto
cosa
suo piacere
mi
voltassi
n in altra
:
conosco
me
di
averti
giammai
piaciuto
?
fallito
me
t'
Deh
-,
ce
I
1
certo
il
sono
viso suo di
cavaliere
?
Luce
mai no.
pur tanta
,
E
.
la
Or
foss'ella
1'
Se
11
pare sotto
armi
,
quanto
tal
mio
In
valore sia
non
s'
ti
punto
tuo servigio
t'
adoper
trutta
:
doni so
io
bene che a
questo non
hanno
ma
mo
tuo
,
il
sia
impictitolo
colito
e dubiti d'
,
porti di te
dubitando d'essere da
me
le
sdegnata. Certo
capere
peroc-
LIBRO TERZO
eh' 10 so te essere degli altissimi imperadori
discesa
:
^53
romani
,
la
qual cosa
e
se
non
potrebbe
fra te
ch m' hai
troverai
lasciato
un
t'
altro
che
lealmente
t'
ami
.
com' io
ho amata
Tu
noi troverai
giammai
,
Tu
m'
sempre piagnere
uscirai
,
perocch
n potresti uscire j
mi ricorder me
E quello
conosco
si
eh' io
in-
te
,
d' essere di
Fileno
namorata
egli
m' ha
quale tu coprivi
parole
ti
bionda
testa
quando con
,
pietose
domand una
.
e tu gli do-
nasti quello
Oim
che
misero
ove
si
vogliono oramai
\oltare
m'hai
lasciato,
che per
cosi
poco
di
,
tempo me per un
cui pi
mi fare io desidero di morire e non posso E lagrimando per lungo spazio ricominciava a dire o A,
di Citerea, aiutami
,
Tu
fosti
non mi abbandonare
in
gran pericolo
.
Tu
sai
la
eh' io
ho sempre
tuoi pia-
ceri seguiti
Vagliami
la
ho
portata alla
tua signoria
qual
me
a s sottomettere
non doveva
non
Volessero
g' Jddii
il
che mai
,
la
tua
saetta
fosse stata
da
me
la
254
FILOGOPO
medesima
,
tradito e
fiate
ingannato mi trovo
Oim
misero
el'a
quante
gi
per
la tua
potenza mi giur
clie
mai
me
per
altrui
ci
.
non lascerebbe,
Io
V ho
osservata
la
ma
ella
m' ha abbandonato
Ov' fuggita
re
,
promessa fede?
tu dove
se',
Amo,
il
come non
fidanza
vendichi te e
me
similemente
cVii
Se tu
cosi
avrh in te
giammai
alla
Tu perseguitasti il
egli
morte perch
stei
come
co-
ma
solamente che tu
la ritorni
ato
e se questo conceder
non mi vuoi,
dol-
mani
si falla
maniera non
Deh
ascolta
morte
la
quale
,
perocch se
,
egli
non
io
la
non
e essendo stato
presente
mia
Biancofiore
5
non avrebbe
io
me
per Fi-
leno dimenticato
avvegnach ancora
si
creda che
ella
sia
amadore
Oim che
.
me non
sia contraria
A me
1'
O misera
me
fortuna
tuoi
apparecchiato di
so
.
rovinare
fosti gi
Tu
se'acer-
LIBRO TERZO
ba matrigna
questo era
presente
,
a 55
Io
,
mi
quando
lieto viso di
Biancofiore
m^ era
si
mostrandomi
portavamo
;
quell'
insieme
ci
ma
tu credo invidiosa di
,
ferma
la
ma
a Montorio
Qui con
grandissimi tormenti
stando immaginava
della tua ruota
tosto
,
me
ma
conoscere
,
quando
,
lei
t'inge-
volendola far
morire
tissimo difendiiore
mi
tenesti gran-
de stagione
tasse
',
sperando io di dovere
risalire se si
,
vol-
che
'J
mi pareva
toccare
Ma
tutto ci
non bastandoti
nella tua ruota
che da
me non
,
fosse cercato; e
la
ha'mi
,
ora in
si
che con
tua potenza
,
ancorch
benigua ritornassi
.
come
la
.
gi fosti
trarre
non
bia
me
me
,
ne potresti
,
e delle miserie
pensando che
parazione
miseria
la
mai non
!
sentita
io
da alcuno a-
mante
che
mia
,
E avvegnach
.
non
sia
il
pri-
mo ma
abbandonato
io
legitti-
La misera
Isifile
fu da Gi-
256
sj:ie
FILOGOPO
abbandonata
per
giovane non
meno
bella e
,
gijjitile
la
(jule
senza
Medea poi
,
p-T
la
sua crudelt
egli
trovando
pi bella
non
volesse
ne'boschi
,
Oh quanti
al
esempli a questi
troverebbero
,
ma
se ne troverebbe
semplice cavaliere
iK'ir
lasciato
la virt
io avessi
ad
Biancofiore, comeAconzio
ebbe quello
slo
di
che
,
io fossi io
caio
ma
singhe ricevetti
grazioso
amore
anzi benignamente
colli
cercando
,
proprii
s
o chi
lo iui
bir
i
trovando di
don,
il
qual ricevuto
.
a lei del
mio
feci
?
su-
mente dono
Adunque perch
per
altri essere
questa noia
Per-
che consentire
me
dimenticato? Oim,
tuoi orecchi.
ti
che
le
alli
Ora
volessero
Iddii
che mai
'1
lieta
non mi
fossi
mo-
strata! certo io
credo che
nore
uso
perch
io
d'
sola perdendola
procede
il
dolore.
di
che
si
pu
?
Tu
ora
m'
hai posto
si
a basso
LIBRO TERZO
loroso che alcuno altro
a 5;
di-
morer
tosto
me ne
;
o bellissimo anello
,
line delle
mie prosperit
g*
che mi
ti
don che
tu ora
il
non fanno
,
me
il
chiaro colore
poich
ia riverenza che
cevute ho portala
,
da
lei
ri-
e ogni
mio affanno in
,
picciola ora
ho perduto
partirai
rito
da
amore
come
io
la
porter
mano
il
starai.
E poi
il
bagnan-
dolo di lagrime
la
infinite volte
baciava chiamando
morte che da
suo colpo
levasse
oim, perch pi
sia
si
prolunga
cqui
,
la
mia
vita
Maladetta
e che io
quel
Ora fossi
morto, acciocch'
io
esemplo di
tanta miseria
la
non
si
fossi nel
mondo rimaso
:
Ma
certo
mia
,
vita
non
prolungher pi
e postosi
mano
la
allato
tir fuori
,
un
coltello
il
quale da Biancofiore
ricevuto avea
lorosa
do,
mente
s'
immagin quando mi
fosti
donato
mia
vita
termi-
nerebbe
tu
ti
dalla tua
donna,
quale sapendolo
forse avr
pi
FiLocopo T,
17
aS
Venere che
t^ I
LOGOP
,
O
il
disteso sopra
suoletto^
camera, e a
nel quale
una mi-
lagrimare
nuova visione
gli
apparve.
A lui
pareva
rlsplendevano maravigliosamente
^
11
mano un
e
arco bellissimo e
due
,
saette, l'una
d oro,
e quella
acutissima e pungente
altra gli
pareva di piomil
quale era
gli
,
mezza
et
pareva
li
cie sedesse
due
costui guarda-
va
tanto pi
mirabile
j
gli
pareva
Ventilando due
le
va
Ma
lui riguardato
mano
egli
del
la
quale glnocchione
:
davanti
al
ma
non
Poi
se
non che
la
tso
riguardando
donna
gli
piarve
che fosse
del
sua Biancofiore
alla
sinistra
mano
,
signore rimirando,
vide
tempestoso mare
rotto
,
una nave
coli'
albero
senza niuno
verno
e in quella
nave
gli
LIBRO TERZO
gnuclo
,
a 69
,
con una
si
non
sa-
pere che
fare
nave
gli
ro e terribile a riguardare
il
quale prendeva
la
pro-
da di questa nave
gi
che
Al-
mezza l'aveva
che
,
nelle tempestose
si
onde
tuffata
si
si
vedeva
la
tem-
pestante nave
gli
parea fuggire
egli
Ma
sue parole n
a'
suoi
preghi colui
chiamato ne'tuoi
perire
.
io
ti
.
lasci
Ma
per
moveva
Ma
poich Florio
che davanti
fossegli
agli
aprisse
e coni' egli
aperse
occhi a riguardare
tirata sotto
.
nave tanto
1'
onde
ne pareva
quel signor
gli
fallisse
,
ed
fuori che in
uno
sottil
velo in-
dere
onde ? La gio-
vane
rispondeva
ifib
FILOCOPO
spirito
,
quo
che
il
s'
ingegna d* af:
fondarla.
il
con
gli
,
pareva rimiaf-
o graziosa giovane
me
si
.
cono-
mi
vi
pare
ma
la
stordito,
che
il
meco
Questa
rispondesse
tanto
e questo detto
pareva a Florio
di verde ulivo
che
mano un ramo
coli'
,
e disparisse
ardente spada
1'
onde
e ferire
gli
iniquo
pi volte
ma dopo
il
molti colpi
,
pareva che
lo spirito lasciasse
legno
mare
to
ritornasse alquanto pi
,
il
legno
di
che in
medesimo
rallegrava moli
guasti arnesi
si
il
lieve
sonno subitamente
,
ruppe,
per
veduta
:
visione_, si
la
trov in
d' ulivo
per
prese
sopra
il
verde ramo
,
e poich egli
fra s
ebbe lungamente
pulsato
egli
incominci cos
le
medesimo
a dire:
mie preghiere
udite, e forse
vita
261
fu mai, perocch
nell' affannosa
tempe-
sta ov' io
mi
,
vidi
campare
da quella
mi don questo
cosi
,
ramo
onde poich
io
Biancofiore
mi mostrer
di voler fare
che
si
subita-
mente senza
farle sentire ci
coltello
che sopra
il
:
letto
ignudo stava
e quello
e senza pi indugio
in questo tenore
Se
gli
t'
me
come
io
credo,
non
con isperanza di
dal novello
poterti
,
colli
amore
ma
scrivo; la
apportatore
sti
,
e per quell'
amore che tu
gi
mi
porta-
ti
fine legga.
sia
alcuno sfogamento
voci
le preterite prosperit
me
misero Florio, da
te
ab-
1'
abbia in oblio
conoscerai
.
te
me
sai,
Adunveu-^
que siccome tu
no nata
afioi
FILOGOPO
compagna
a'
tre,
fii^liuolo
del vecchio re
,
mente dimorando
pi fu in
tenera
il
Amore
uno come
amore
1'
altro
.
N
e
et perfetto
5
1'
d' if
di
Jante che fu
stretti
nostro
Radico,
mabile
mettevamo, mostrando F
.
diletto
Oim che
simile gioia
Ma
poich
,
la
invidiosa
contentavamo
per
1'
et
verso di
,
mostrare
Las,
sando colla
sinistra
mano
la
il
nostro occulto
sto
5
amore
manife-
il
maestrali
nella
per
,
la
somma
partire
giurammo
di stare
.
mentre La-
ne nutricasse
E
,
nel
mio
mi
e ciascuno di noi
le nostre
il
lagrime,
robusto
,
olmo
mie
mio
collo avvinsero
e le
il
ad
alcuno di lasciare
uno
1'
altro
intnattanto
che tu
io
cercava
Ora
fosse
agi' Iddii
LIBRO TERZO
piaciuto che allora
il
a63
compiuto.
il
Ma
quale
te
,
e terr
sempre
mi
ti
dovessi
dimen-
tosto le
:
addio
dopo
gli
la
mia
partita
mi ricorda
lagrime
avere udito,
che tu con
occhi pieni
ti
di
mi
,
seguitasti
fu di \edermi
gli
siccom'io
torre
,
similmente
stetti
sempre con
occhi
all' alta
.
ove
te
immaginava
Tu
fatta
:
ri-
luoghi dove pi
eravamo insieme
e in quelli
con
ri'
ma
misero poich
,
tristi fati
da
te
m' ebbero
si
:
allonta*
nato
come
giorno
gli
pot al
e cia-
mio animo
scun
e quelle
fiamme
te
le
quali
spegnere,
COTI
si
sono raccese
e divenute
maggiori
Oim
e quante
i
tenebroso
tempo
quando amenduni
la loro
fi-
gliuoli di
luce
venni
minori servidori
non temendo
la
mani
degli insidiami
,
mora
u de'
fieri
s
leoni n
fatte
cammino
usati in
ore
E quante
volte gi gio,
miei tormenti
invesiite
,
le
cui
bene
m' hanno
a64
dvA loro
il
FI LOGOPO
amore
,
tentato
forte cuore
a te tutto altre
poi
oltre a tutte
1'
mie tribulazioni
che di
g' iddi
,
sanno
inalla
quanto grave mi
fosse ci
te inlesi
quando
:
giustamente condannata
fosti alla
crudele morte
,
le
mie forze
che
merc
degl' iddii
che mi aiutarono
conoscendo
,
la ingiustizia a te fatta
m' opposi
pericolo
.
in
maniera
me con
,
poscia ognora in
maggiore tribulazione
mai mi pente*
amare
,
n proposi di non
t'
volerti
ma
ciascuna ora pi
il
amai e amo
,
avvegnach
in te io abbia tutto
con-
trario trovato
mio
servigio
Tu mo-
vento
piegata
il
ti
ha tentata
se'
dal
mio
suo amore
questo
Oim
se forse
la
:
negar
a
volessi,
sua bocca
e oltre a
sia
me
ci
tuo amore
fer-
mi mostr
;
il il
quale quando io
,
il
vidi
un
subito freddo
mi
Oim com'io
il
caro
velo
e lui che
s'
ingegnava di
da
ciato, cacciandolo
me
ma
LIBRO TERZO
rava
,
^65
amor
immaginando che
me
graziosissima a ricorda-
Oim
?
ho avuto
inverso di te
Deh
mio pa-
dre addomandato
quante e quali
egli
me
te
n'
ha
Or non
per
con-
ho
gi
soste-
e sostenga continuamen-
non
si
sieno
vedendomi
io essere
l'
Deh
ha potuta
questo muovere?
Certo io non so
gnaggio
,
Che
forse
mi
rifiuti
romani
discesa
le cui
abumbrano,
te
me
del
ove reputando
?
pi gentile
tu stoltissi-
me
m'hai per
altro dimenticato
Ma
5
ma
pcroccli se
bene
non
es-
romano principe
.
disceso
ma
essere
un semplice
cavaliere
ti
Se
forse pi di bel-
me
muove
movimento
n da
bellissimo
lasciato
io sia laido
te.
Se
me senti,
questo
non
so
io
ma
certo
rapportato segretamente
me
regno
Oim
eh' io
non
it66
conciosslecosach
lissimo
,
FILOGOPO
'1
il
laido belil
"villano gentilissimo
doloroso
stile
Io
di sopra dette
aiutassero
Fileno,
com*
elle
debita-
essere
da
te
giammai
Ove
un
altro
Florio
il
Quando
credi tu
si
di-
sponga
alla
morte com'
io feci
Oim
dov' ora la
fede promessa a
me
Deh
se io fossi
molto lontanato
t'
da
te
colla quale io
io
era vicino,
alcuna scusa
ti
avrebbe a dire
credeva
delle
perocch di
nue novelle
sentivi
me contiudire me essere
a te pi soggetto che
mai
Oim
,
non
sii
mia come tu
solevi
n so qual peccato a
questo
s' io
mi
noccia
Fallito verso di te
non ho
salvo
non
al
qual
fallo
,
male
si
conf
la
m' apabban-
parecchi
cio d'
amare
altrui e
me
ti
per
altri
donare
Ma
,
ciossiecosach
mai
io
n giorsia
,
no n
notte
con
altra
certezza che
quella che io
li
scrivo
per
si
si
mia
vita
in pi lungo spazio
non
distender
ma
,
contento
possa scrivere
qui giace
mi uccider;
se
alla
la
tua
anima
ipia
LIBRO TERZO
non
sar
267
alla
mutata
.
altra legge
che quella
quale ora
costretta
molte cose
ma
le dolenti
lagrime
t'
le
ho mi tornano
n'
mente, avve,
escano
mi
costrin-
gono
tanto,
E quasi
si-
e la
milmente
sente
1'
mi
richia-
ma
all'
usato sospirare
la
non
sostiene di potere
5
pi a-
vanti
muovere
mia
gi fui,
volonterosa penna
,
di questa
lettera
ti
se
pi merito essere da
alle presenti cose
udito
com'io
prego che
:
provveg-
quale a
non
piacesse,
ma
fervente
amore m' ha
:
a quello scrivere
il
per mi perdona
e se quello che
ti
tristo
cuor pensa
vero
si
caramente
:
prego che
se possibile indietro
torni
e se forse
V amore che
ti
tu
m'
avesti gi
,
slrlgnessero
e della
siringati la
dre
a'
se cosi
non
tardi
una tua
lettera
certificar-
mene; perch infinattanto che questo dubbio me, infino a quell'ora il tuo coltello non si
della
sar in
partir
a uccidere e
a perdonare se-
condo eh*
non
;
ti
scri-
g'
Iddii
,
sia
me
non dimentichino
chiam a
un suo
fedelissimo servidore
268
il
OCO
O
,
me
carissimo, sopra
,
tutti gli
altri
servidori
le' la
presente lettera
,
la
quale segretis-
la presenti
e pregala
che
te l'at-
tendo
e se avviene che la
doni
alcuna cagione
non
ritenga,
mi cuoce
che a questa
si
risponder
e
ti
guarda che
niuno
dea
altro
mando non
Prese
il
e quella
con
istudioso passo
case
present
occultamente
la
quale
come
role
Biancofiore vide
il
dimand come
:
servo
lui.
rispose
graziosa giovane
Egli
si
consuma
in isconvenevole amaritudine
la ca-
me
sospirare
dicendo
?
olm
per
do
vi
rispose
il
servo, se per
amore
di voi
non
Egli
se vi pia-
pose
e avanti che
1'
aprisse la
fiate,
che di presente
la risposta gli
e rotto
il
LIBRO TERZO
n pi tosto
si
269
che
i
la
prima parte ne
lesse,
begli occhi
'
ognora pi
la fin di leggere.
Ma
pi
fiate
r ebbe
reiterata
leggendo
angosciosa molto
di Florio
,
nella
mente
della falsa
immaginazione
la
pra
il
suo letto
si
poi in tal
ma-
Non
gli
occhi miei
,
tua pistola
o nobi-
molte
fiate
rilessi
alcuna parte
a rispetto
che
le
mie lagrime
la
macpensai
chiarono
me
me medesima
scrivermi
le
io
non
la
guardando
mi
tenta
e vuol vedere se io
mi muto per
si
asprezza di parole.
cess da
Ma
me
e lasciommlsi
che tu credevi
mano che
g' iddii
,
la
penna
in quella soste:
ner
si
potesse
ma
poich
pure sforzandomi
te
mi concedettero potere a
quella salute che per
me
si
desidera
mando ^
ti l'
e se alcuna
,
fede merita
g'
il
leale
amore
dii
eh' io
porto
ti
giuro per
immortali id-
che non
a^o
FILOCOPO
sia
1'
amore cte
mi
re.
lettera
non mostra
i
Similemenle
io
remunerare
sentirti
il
pi pic-
ciolo,
Ma
il ti
piagnere della
,
intera fede
ruppi
u desiderai
e costretta a
di romperti
scriverti
,
m' ha mossa
a lagrima re
te
mai da
me non
mai dive-
nire
che
io
ti
dimentichi
Io
o graziosissmo gio-
delli freddi
marmori
passi di
risomigliandomi io
,
rigidezza
libiani serpenti
,
ma
di
pietoso
siccome pi
fiate
m*
discesi
gli
umani
sono io similmente
,
Ma
to
non
mai
n so n di saper
e senza
umano conoscimen-
come tu immagini Tu mi scrivi che amore me come te ne' nostri puerili anni insiememente feri 5 della qual cosa io non meno di te mi ricordo e certo
:
egli
mi trov
,
atta e disposta
ad amare siccome
te si-
milmente
ti
mio che
per
la
qual cosa
se tu
con affanni
se'lontano da
me
anzi
mi
che
senti tu
n mai
lagrima n
falsa
parola
per pi accenderti
udisti
da me.
Ma
LIBRO TERZO
te
vji
,
le quali se ve-
dute avessi
forse pi
temperatamente
avresti
scritto
quando
te
diresti
me
niuno .ffanno
in amarti:
ro coli' aiuto
a te
verti
essendo non
te
meno da
sentendo
nato
,
credere esser da
me
siccome
quale quando
non
poco non
I
mor
Oim
te
quanto m'
fortuna
avversa
le quali io
Tu
deb-
Vai cercando di
ba avere
e quelle tu
medesi-
mo
te
1'
an nulli
da
dovresti
io
che
non
conosca
te
no
me
piccio-
lissima
veri
,
a cui tu
rimpro-
facendoti beffe di
me, me
,
tichi
imperadori romani
poca torni
io
la lor
la
,
quali
,
guardino
che
sx
potenza
com'
si
sono torni
loro sementa
Ne
ancora
piena
mi
di
la
tua bellezza
graziosa piacevolezza
me
me
.
tormento
che di
Certo bendi'
io
te
co-
nosca nobilissimo
virtuoso e pieno di
bellezza
pi
che alcun
altro, e
me
non
sono io per
invilita s
,
perfettamente amarti
Ora adunque
sono da
me
cono-
7^
sciute
,
FILOCOPO
com'
credibile che io per Fileno te avessi
dinienticato?
non
ti
ritenesti di dire
,
che io fem-
mina
di fragilissima natura
ninna
avversit per te
sostenere
per alleggiare
to
,
sospiri
che per
me
lontano sen-
no amadore
grassi
.
il
ralle-
Oim
che
di
]Vla
fai;
perocch
scimento, risomigliando
sit
miei parenti
senza avver-
non
fui
per
la
e se io
1*
ho
so-
sai
.
insieme
sospiri
n'
hai sostenute
sono
mando
il
fuori della
mia
solo
bocca
mio bagnato,
tempo
sostenere
rocch sento
passo
:
mia
vita fuggire
il
da
me
con istudioso
V anima che
,
pu
sostenere
1'
ho
allora preso
se cosi
fatti
spe-
rando
Ma
dolori
m' aggiugni a quelli che io ho infno a qui rome hai fatto al presente per la tua pistola
aspetter che
sentiti
io
non
anzi gliele
volesse
,
dar costrignendola
se
ella
forse
dimorare
la
LIBRO TERZO
quale
278
appena mi
i
m'
si
la-
scia credere
Ma
duri cuori
mei fa
talvolta credere, e
abbia
te
per
Fileno dimenticato
te piangere
acciocch io ragionevolmente di
,
non mi possa
;
se
me
hai
cost dimenticata
falsa
ma
il
tutta fiata
non sono
di tanta
opinione eh' io
sia
mai
.
se
non
di Florio
e Flo-
non
,
di Biancofiore
Ma
senza fine
mi
s'attrista
cuore
,
go
dove
me
velo della
mia
testa
il
quale
di'
che quando
,
il
levatogliele
la
me
,
vilis,
sima cosa
non
fosse a lui
ma
certo
il
ma
cosi costretta
dalla tua
',
suo in-
mi
la
qual
n mai da
che
me
in
pili
per da credere
si
un
,
richiuda perfetto a-
more
che
solamente
giovane
il il
altra
role parlarne.
E
I.
lamente
te
ne chiamo testimonio
a'
quali
FiLocoro T.
18
, ,
274
ni una cosa
si
FILOCOPO
nasconde
5
e per
ti
prego che
ti
il
velo,
Ninna per.
mondo amata da me
se
non Florio
la
Lascia
t'
mia
vita
fermamente conoscerai
ci
che
io ora
prometto
mia
insie-
me
caramente riguarda
g' iddii
tempo
rimuteranno consglio
vita
forse
conce-
dendoci miglior
mo
Rifiuta
non dovuti
leali diletti
e se tu
mi
animo quanto
io fo te,
tu conoscerai
sieri
me non
:
essere
meno
ti
che tu
sii
caramente
pi
1'
fatte
lettere tu
non
solleciti
;
anima mia
disposta a
a-
cercare
nuovo secolo
nimo
laccio
il
mio
mano
questa
me
certo
,
di leggiero la seconda
in
come
mi
e
parlassi
non
tu^,
Adoprino
fati
secondoch
.
eli"
ama
senza fallo
contento viverai
piena
di
non
,
poco dolore
e posta in su
il
legame
la distesa
,
cera
avendo
la
colle
a-
mare lagrime
quella
,
cara gemn;a
e suggellata
camera
so
chiamando
servo
nmza che
quale
g' iddii
far gli
;
pareva
cominciava a turbare
al
ella disse
non
s'
ingegnato di donare
me E
.
detto questo
piangen
LIBRO TERZO
do baci
il
-.i-j^
la Ietter
e poscia in
mano
i
al fedel
servu
torio
nella sua
camera dove
lasciato
1'
sospiri
J;
compreso avea e
sue parole
,
e quella
di
volte
ri-
pensando
alle parole
Biancofiore
sopra
il
le
let-
suo
Diana
alla
come
la
pii
avanti tenere
discesa
,
degli
la
quale
una oscurissima
,
neve
fuori
vi si sentiva al'1
j
.
il
cuculo e
gufo aveano
ta
dea
Fu
dalla
1'
immortale
,
mano con
la
antica porta
secondoch
le
faceano manifesti
dopo
,
il
ponendo
occhio a
:
un
picciolo spiraglio
?
chi
apri
A cui la
^y6
a
FILOGOPO
sicuramente
si
;
me
io
il
cui
aiuto
perderebbe
Conobbe P
,
antica vec-
arrugginiti
serrami aperse
b
la
porta
,
la
grandissimo strido
monte
riserr quella
difendendo appena
bianchi vesti-
ogni osso
si sax'ia
potuto con-
tare
un gran
.
vecchi
membri
Era
composte
,
e in essa casa
se
i
s'
udiva una
rovina
tempestosa
come
vicini
le quali
gi. al
per lo urtare
.
piano
Ninna
che
cosa atta
ad alcuno diletto vi
si
vedeva.
,
Lemuraera^
no grommose
sudando
che verno non
confortare
il
di fastidiosa muffa
:
e quasi pareva
lagri mossero
si
sentila
senza alcuna
:
fiamma da
uno
due
ri-
forte
tenpo
,
ben
v* era in
de' canti
slizzi
un poco
gi
di cenere
,
mezzi spenti
de' quali la
gnt-
tUGcia
La vecchia
e
vizza
,
nel
viso scolorita
con,
tnuamente lagrimando
tutti neri
,
di
molti
drappi \estita
sedeva
e
vi-,
tremando
LIBRO TERZO
va una sp.da
,
^77
s
la
Il
forte
,
che
nel
;
sopra
discerneva
limitar della
la
gendo molto
dre
,
si
maravigli
madi
Cupido
e guardia
de' miei
fuochi
te
conviene
me
carissimo le
si
lascia a
oltre al
vi sia,
dovere
e per
ninno indugio
muoviti:
ed
Spagna
,
fine
ama
la
Biancofiore
manti
far sentire
Va' e privalo
della
pura fede
gli
oc-
strandolo
come
il
inganni
si
si
,
sedeva
capo
mirando con
partiti
a'
si
dea
codi
luoghi
.
tuoi
vesti
mandamenti
nuova forma
Partila la dea
la
i
vecchia
abbandonando
ali
,
molli vestimenti,
pervenne ov'
suo
letto
,
trov Florio
la
leggendo
ricevuta
colla
lettera di Biancofiore
tremante
mano
tocc
sollecito petto
ritornossi
27B
allo triste case
,
FILOCOPO
onde
s'
era per
comandamento
di Dia-
na partita
Aveva Florio pi
gi quasi nell'
animo
di
lei
Biancofiore accet-
inva
credendo fermamente da
se
amata
non
egli,
siccome
Ma non
,
petto
che
lerniamente
scrive
m' inganna
,
mi
Bri-
ma
seda lusingava
grande imperadore
Greci
e di-
slderava Achille
Chi
femmine
si
sappia guar-
dare? Se Agamennone
sarebbe stata pi lunga
1'
il
che
io
non
faccio
che
levi
un velo
di testa, e donilo
ad un suo amante,
Certo niuna
il
gi semplicissimo l'ascoltatore.
E
:
in verit e'non
egli
,
da
maravigliare se ella
1'
ama
Fileno
continuamente
e io le sono lon11
si
davanti
,
e ingegnasi di piacerle
la pot' gi
li
tano
non
fuo-
co
s'
amore
nu-
e siccome le
,
fiamme
cosi a.
more
diviene tiepidissimo
come
gli
sguardi cessano
Ma
s'
costei se ella
non
m'ama
il
ingegna d'accendermi
si
namento
LIBRO TERZO
m' ama
sopra tutte le cose, e
279
11
questo se io voglio
:
vero
riguardare non
mi
si
pu
celare
ma
se ella
non mi
amasse, Fileno
me
ne
quale io pren-
e Biancofiore
poi,
una
da Biancofiore
maliziosamente
va
pieno
di sollecite cure
Egli alcuna
volta
immaginava e
diceva
ora
:
mia Biancofiore e
lusingala
ma
r ama
nava
vie
.
oltra
animo
da
tutte
quelle
le quali
sono possibili a
,
uomo
farlo pervenire
fos.
un suo intendimento
e
,
se
E-
fiore
le
parlasse
e dai
che
,
si
fare
via
e che ella
consenta
dimandi
che
i
al re, e siegli
e da Bianco-
fiore a
ma
poich egli ha
non
immagino
che forte
alcuna
mi pare che
se stato
fosse
io
non ne
avessi
Biancofiore da ricevere
ma
!i8o
F IL
OC O PO
altra
si
volgono
gli
Niuno
quale
accioc-
la
,
mio amore
segua
,
si
potesse
mutare
ch niuQO
effetto
mio
padre a Marmorina
occhi
il
cuore di Biancofiore
e quindi la fuggir in
Se
,
il
mio padre
della
mia
tornata
,
si
mostrer do-
lente
la vita
ci
egli
abbandofare
ner
Ninna cosa
lascer a
ac-
ciocch colei
sia sola
sempre.
amorosi
il
pi del tempo dimorava, cercando con amara sollecitudine parte di quelli fuggire, e parte metterne in effetto senza
alcuno indugio
,
O
dine
,
amore
solle'(*itu-
dol?
ce ladlce producesse
amaro
frutto
com'
gelosia
ma
,
essa ferocissima,
come
gli
,
olmi cinge
po-
tenza ha circondata
e intorno a quella
radicata
tuoi
atti tutta
con-
traria
Tu
le lue
e chia-
ro monte Citereo
costei sopra
Tu
lievi gli
ani-
mi
alle
all'
altissime cose
vili
.
affonda
pi
Tu
festa e gioia
mette malinconia
Essa
fa cer-
LIBRO TERZO
care
sa
I
aBi
soliiiglii
si
luoglii
non
le
che
sia altro
che pensare
Ad
essa pare
che
spedite vie dell' aere siano piene d' aguati per prender
ci che essa desidera di
ben guardare
falso
,
Ninno
atto
che
ella
intendimento non
,
sa fatto
Niuna fede
in lei
,
ninna credenza
tu di pace
semse ve-
si
come
cos
mano
visiti
n autunno
il
tutto
1'
per
lei
sole in capricorno
e quanto pi di scaldarsi
.
Ora quanto
con-
Ella
si
santi
,
un principio nata
di
ha maggior paura
infino
alla
morte
Oltre
a'
miseri miserissimo
si
pu
dire colui
che seco
la toglie in
s'
compagnia
Florio
di
nuo-
cere a Fileno
dagli
alti
la
,
qual cosa
la santa
dea conoscendo
regni
ha Fi-
la
Ninna
Non
il
perch
egli
giovane cavaliere
289.
offeso.
FILOCOPO
E
detto questo la seconda volta discese dal cie,
lo
nascose
le
un cavato monte
passare
Febo co^ suoi raggi in ninna maniera pu Quel luogo non conosce quand' egli sopra
ne reca
il
orizzonte vegnendo
egli
chiaro
giorno
quand'
avendo mezzo
diritto
5
suo corso
fatto ci ri-
guarda con
cerca
1'
occhio
n similmente quand'
,
egli
occaso
il
d' oscurit
e erbe senla
numero
un
potenza
case
del signor
di quel luogo
corre
esce
il
quale
d'una dura
commuovere
rio
i
le picciole pietre
i
fa
il
quale invila
sonni
Filomena
non
fiere,
non pe-
core
altri
animali
si
sentono
potenza
riposa^
mutola
si
quiete possiede
luogo,
al
trova,
non
fare alcuno
,
roniore
v' posto
i
n alcuno
cane
il
quieti riposi
aurora
n alcuna oca vi
alta
trova che
cheti
an-
voce
far manifesti.
Nel mezzo
dimora un bellissimo
letlo di
piuma
LIBRO TERZO
tutto coperto di neri drappi
il
,
28 3
quale
si
sopra
il
riposa
membri
vit del
i
sonuo
diverse,
il
Leda
le
adorna
la
dea entr
,
continuo
i
dal viso
e cacciando
sonni
il
nella
,
venuta della
pi
il
quale appena
la
il
re lev
pesanti occhi
si
volte
pet-
grave
,
testa
coperse
,
to
ricco letto
con ram:
apla
pena
levatosi sopra
:
il
gomito
dea cercava
o Sonno
dell'
piacevofu-
pace
animo,
mitigatore delle
fatiche
beni
iddii
se a te caro a te e a
che Giterea
si
possa
con
,
gli
altri
me
1'
egualmente consorti
di te lau,
nei
apparecchiate insidie
contro di
si
possa:
venuta,
ap.
pena da
potendo
il
sonno cacciare
se
ne torn
,
de'quali
serpenti
,
altri in fiere,
e quali in
tali
in acqua,
e alcuni in travi
e in
umani
si
anitra-
mi possono vaneggiare
sformavano
che a
tali
^
v'
tra'
quegli de-
28i
stati
FILOCOPO
gli
nmmaestr che
egli dovessero
comanda-
a'
si
Mentrech
trattavano
,
fati
le
stava
pensando
con
sommo
disio desideassali
,
rando quella
e gli
occhi gravati
sopra
il
suo
letto
riposandosi
s'
ad-
dorment
presenti
i
al
scuno
suoi ufici
essere in
un
e rimirare
lo cielo le sue bellezze lodando, e agguagliando quelle di Biancofiore alla chiarit delle
stelle
che in quello
ufi-
vedeva
ciali in
gli
e cosi stando
subitamente un di quelli
gli
forma
d'
parve che
segli
o Fileno, che
1'
fai
tu qui
fuggi
eh' io
ti
so
dire che
t'
amore che
tu
.
hai
portato a Biancofiore
essere
ha acquistata morte
,
Tu
non potrai
fuori
di questo prato
pagni
ti
Fuggi
vo-
Non
compagno quale
che
gi
dall'
io
ti
tengo riman-
ga orbato.
piuto di parlare
prato
si
,
una
sentiva
il
romore
delle sonanti
mati
to
,
come
che venissero
smarrito
si
,
Allora
pareva a
Fileno levarsi
per la sua
le
tutto
salate
dovesse
anzi
gli
pareva che
LIBRO TEirZO
gambe
partirsi
gli
5
.*85
fossero fallite
,
dove stando
molti
,
altri
,
armali
e
il
gridare
muoia
muoia
di ferirlo
s'
piacciavi
.
campare
.
Voi
sa-
Non
,
erano
ma
gior
romore
gli
campare non
contenti
,
gli
pareva.
Ma
quelli ancora di ci
gli
non
pareva che
la testa
.
gli volesse
Al-
lora
cuore
,
che
sonno
rompesse
e quniji
dirizz in pi rimirando
dov' egli
era
gli
pareva
aver ricevuti
e rimirando
il
suo
letto
il
quale
imma,
Ma
,
poich' egli
parlila
la
paura
ci
si
mise a cercare
,
del caro
il
qual
trov
e a lui brevemente ci
gli
veduto
narr
:
di
caro amico e
compagno
bito io che
g' iddi
dano a'beni
dell'
umana
mi
fai
,
senza
peroc-
fine maravigliare di ci
che tu mi racconti
28(]
FI
LOGO PO
ivi
da cara
morte desiderata
pi brevemente potesse
gione,
domandando
la
io della
il
ca-
mi
quale
mondo ama 5
che
ti ti
se egli vedesse
il
traesse
cuore,
che
ella
potesse se
cessi
non
egli
al
presente lascerai
parti te
Tu
puoi
manifestamente conoscere
resistere al
non
essere
possente a
morire
ma
giovane et
il
ti
conforti di
potere
principio
,
non
ti
dimo-
La
e avviene al-
cuna volta
che quando
1'
uomo
,
allora subilo
ritro-
cui Fileno
piangen-
do
cos rispose
oim
se
a
abbia odiato
?
me
che V
:
amo
ha pensata
la
morte
A cui
quegli rispose
amer^llo.
Le
leggi d'a-
more
se
,
per
di cercare e posto
gli altrui
pensieri
ma
pensa del
tuo bene
cidere
uno che
odiasse Biancofiore
se'
tu fuori per
Oim
disse Fileno,
dunque
lascer io
Marmorina, e
LIBRO TERZO
la vista di Biancofiore
?
287
quegli, per lo
Si
gli rispose
certo io
possa se solo
,
muore
avere
Buono
il
vivere
ma
,
meglio
tosto
morire
la
Non
disse
1'
amico
nella potenza
degP
iddii
come
avanti
dissi
peroc-
che
si
le
modo
,
pu
ricoved
ma
la vita
no
quella
pu
prendere speranza
e sperando aspettare,
non dubito
il
che di guardare
la
meglio
ma come ma so,
mi deggla
mi
la
com-
domandar
morte, e l'anima
si
vuol parpensieri
A cui
se'
colui
,
rispose
non sono
cotesti
necessari a te
sono che
diletto.
Tu vedi
ma immagina che
non
ti
per
comandamento
grieve
il
sarebbe
,
morire
s'
tei
comandasse
tu
sii
mandato
in parte
onde tornerai
faratti
tosto.
Questa im-
maginazione t'aiuter, e
pi possente a sostene-
cui Fileno
,
disse:
questo che tu
mi
d'
m'
impossibile
peroc*
aRt?
cii
il
FI
sollecito
:
LOGORO
lascia
vi
amore non mi
durare
lai
pen-
ma
qualora pi mi
:
dispongo^ allora
m'
assalice
?
coscienza ingannare
re
Disse quegli
pensieri d'
amo-
non
ti
assaliranno,
quando alcuna
,
volta resistendo
,
da
te
e la coscienza
si
postoch in1'
possa
almeno
uomo la
un pen-
pu
con un lungo
siero.
disse Fileno.
Dun:
que
ecco
potrai tu
,
gli fu risposto
eh' lo
mi dispongo
,
e io in tua
:
compagnia
io
se
a te piace.
no
amo
meglio
senza consolazione.
Acu
tue
caro amico
le
cuore,
il
quale mai
te
non
sar;
la
venire
acciocch tu avendo
bi cagione di
meno
dolerti.
Disse Fileno
,
amico
me
gendo
Biancofiore di
lei
:
me
,
si
oh' io ho per
le
mi
fosse lecito
tornare
,
ri-
manga a mandar per me dove che i fortunosi casi m' abbiano menato A cui quegli disse cosi come
. :
te
si
part da
lui
perocaltro.
la-
ch
la
ad alcuno
Sogliono
*clare
li
altri
loro paesi
e tal volta
morire
ma
a le
per
, ,
LIBRO TERZO
tnore conviene cbe tu vada in
la tua ?
esilio
.
289
Sar dolente:
ma
certo io
,
non la voglio
e scoprirmi
falso
amore
mostrandomi nel
viso d*
mi fuggir dal suo cospetto , e fuggendomi piacer a Florio e a lei l'amore de' quali m' era occulto quando m' innamorai Il velo da lei
ingannato. Io
,
.
mia mise-
esilio
seguendo
il
culta mente*
1*
ot-
Fileuo con
.
Egli nella
sa
esami-
cammino
sua salute,
ma
ne sopra
le
il
portante cavallo
e piangendo
abbandona
mura
di
Marmorina, con
lecito gli
:
gli
la infino
che
ma
poich
andante caval-
to che pi
egli
non
gli
suo
cammino.
l'altro lilo
mura
e in quello vide
si
luogo
ove
il
riposava
Ma
in
detto Antenore
onde
dell'
sallo
FiLocopo T.
19
ago
su per lo
FILOGOPO
P
colle dorate arene se
ne venne
alla cit-
t posta peraddietro
ma
dimor poco, e
nino
il
,
salito
su perii
colli del
monte Appen-
cammino
verso le montagne
fra le quali
il
Mu*
Italo
monte onde Bardano e Siculo primamente da e poco loro fratello si partirono pellegrinando
,
Dio dopo
,
lo scellerato
scempio
fatto d
pochi nobili
alle quali
avuta compaserran-
sione
si
parti
cammino
,
do pervenne a Chiusi
gli
ove gi Porsenna
secondoch
fu detto
r
aveva
il
ubbidirsi
vide
il
nel
,
quale Cacco
nascose
strascinate nelle
Ma
citt di
Roma
ov' egli
le
fu,
veggendo
ma-
vederle
e in quella vide
il
Tevere
.
a cui
g' iddii
mura
giorno
ti
i
d'
Wha
si
ma
mon-
memoria delU
Enea
e di quindi per-
LIBRO TERZO
venne per le
salate
291
,
onde a Pozzuolo
avendo prima
vedute T antiche Baie e le sue tiepide onde, per sostenimento degli umani corpi poste dagl' iddii
quello luogo vedute V abitazioni della
la se
;
e in
Sibil-
Gumana
citt.
ne venne in Partenope
i
cerc
campi
de' Sanniti
i
e vide le loro
Donde
capo
partitosi volgendo
di
Campagna,
fra
11
venne
salvatichi e freddi
monti
d'
Abruzzi
fra'
quali trov
Sulmona
^
poeta Ovidio
dire
;
cosi
cominci a
cit-
tadino,
come
uomo,
in
fiamma
O-
da fredde montagne
per quella trapass
si
,
questo detto
i
reverente
e continuando
lamentevoli passi
,
trov a Perugia
de'
cammini
le chia-
onde
e cominciar nuo-
vo fiume
Dopo
le quali
la
Glene nata
un bellissimo piano
,
mano
,
destra
facendo
al
dell'
onde
fiume an-
d
il
un
plano
,
nel quale
uno
altissimo e
vecchio cerreto
stata adoperata,
,
era
e in quello
fuori che
non conosciuti
quali in
si fatti
luoghi
si
solevano adorare. In
ftgt
FILOeOPO
,
non
ma
tutto
,
rovi occupato
alla
sommit
un
mura
di iddii
rimasi in quello
quando
figliuolo di
,
Gio-
le novelle
.
armi
colle quali
vvere eterno
s'
acquista
un
iace-
Fi,
leno
stette
e rimiratosi dlntorn o
di volere
immagin
quivi
fi-
udito piagnere
e se altro accidente
1'
non
gli
avveiusse
ultimo di
il
luogo
molto
solitario
si
al
tempio, e
de'
li-
bevendo
prese
quori di quelle
piet
sempre piangendo,
le pi. volte cosi
e ne'suoi pianti
:
dicendo
morlna
Nluno
moto
fallo
commisi
amai
il
amo
il
se
que-
o morte torca
,
cielo
suo corso in
contrarlo
acciocch
gli
odii
meritino guiderdispiaceva,
done
e se io forse
amando ad alcuno
,
non
ma
con riprensione
ammaestrare
Biancofiore ?
se
quello
LIBRO TERZO
die a
agS
animo pensare
la
.
me ha
,
fatto
Ahi
tua
benignit
la
tua
e di ci dimandarti vendetta,
:
non
mici
il
dubitasti rispondere
,
se colui
che
ci
ama
Tu
picciolo fallo
il
mitigasti,
conoscendo
movimento
Dimorar possa
.
umani
Ma cerli
non men
,
giusta cosa
il
che
io pianga
miei
amori
che fosse
Falari present
il
bue
rame
al
artifcio sperienza
.
lo
medefui
Io
medesimo
.
Chi mi co,
miei accidenti
e di
mostrargli
fece fallire
il
:
mi
il
savio piange
perch
senno leva
ranza
le cagioni
,
Ma
?
fallissi
Certo io non
,
mi
sarei
per
ma nondimeno
per
la
disubbidienza a lui
ma
egli
io
non amassi
la
mi guardava cercava
partita dagli
mia morte.
,
O ragionevole
misero a
,
giustizia
umani animi
?
alle iniquit
Deh
di
me non ho
madre
?
io
per
la
sfrenata crudelt
Certo
si
Io
gli
.
ho
lasciati
per
mio
esilio
Non ho
io per-
594
duta
la graziosa
FILOCOPO
fama del mio valore? Si ho. Quanii
sia
la
esilio
me
mi
sia partito? I
nemici creano
le
non sono
gna per
esilio
iniquit da s
li
medesima
.
si
spande pi che
sono
?
la
gramitristo
grassi prati
Non
io
per lo mio
io
Non ho
mia
perduto
gioia e festa
duta
Certo
si
la
cavalleria per-
con
queste insieme
gia mento
!
lo
mio sbandeg-
Ma
Pi che mai
1'
u alcuno accidente me
e certo se egli
potr
mai
mi
fosse
mi parreb-
11
Questo mi
fa sopra
mentare
sieno
,
mi potrebbe rendere
lei
.
perduta consolazione
di lei avessi,
Io vo fuggendo per
Se l'amore
non
poi-
che
'1
fuggire
ma
il
ma
ch V amore di
dere t' tolto
occhi tuoi,
i
,
lei
e
,
il
poterla ve-
e da'
pena
agli
more quanto
cose
legarono
Oim
misero, non
,
so da che parte io
tali
mi cominci pi
:
a dolere
tante
m' offendono
ma
tra
1'
figliuolo di Citerea
ma
piuttosto
te
nemico
mi
dolermi di
e di
LIBRO TERZO
Biancofiore.
^95
e
Tu
piacevole dolcezza
in quelli poi
sieri
,
sono
legati
Ahi quanto
,
cieca la
mente di coloro
li
che
ti
credono
fanno e
chiamano Iddio
si
Tu
gli altissimi
animi
Tu
la bellezza
d'un gio-
un turpissimo
dovere
,
viso
con di-
macule adornato
oltre al
d'
una mere-
trice: e
animo
anzi sogliono
.
Questo
n quelli di Giu-
none
il
ma
solamente
libidinoso piacere
ma
con degno
vi-
te
ed
essi
vituperano.
Ma
Tu
giovane
come possono
ali
ope-
Tu
.
n m' della
Le tue memoria
cieco
si
mostrano
la
tua
dunque come
camlievi
un
pu
fare diritto
.
mino ? Ahi
loro
il
tristi
Tu
ed empiii di
solle-
Tu
gli fai
divenire
ca-
agG
e
essi
stessi
FILOGOPO
miseri e di questo ignoranti assai volte di s
con
gli altri
,
che fanno
e tardi conoscono
tuoi effetti
Ma
certo
fui,
,
me
ti
portasse
po-
ritorfosti
se
molti
Oim
,
che
io
io contro
te aoperassi
per
.
la
me
do-
vessi
come
,
fai
Io
mai non
la tua gio-
vanezza
,
n biasimai
alla tua
la forza del
come
,
fece
Febo n
persi
tutto
i
madre
i
suoi diletti
ciel
quali
il
vide
io
te,
per-
ch tu mi dovessi nuocere
e nescio di quello che tu
ma
tu di mobile natura,
oltre al
fai
mi tormenti
do-
vere
si
timento
in quanto
non in
luogo a te simigliante
piuttosto alla natura
Il
che a
dovrebbe
attribuire.
tuo diletto di dimorare ne' vani occhi delle scile quali a te costrigni
munite femmine,
lore che
i
con
meno do:
incappano
,
e poi
diletti di ridere
tristi
consentendo loro
io
Voi,o
sfrenata moltitudine di
mana
e dell'
.
uomo
ine-
spugnabile
e molestia
Ninna cosa
,
vi
pu contentare,
commeltilricl
LIBRO TERZO
3e* jnall
,
197
trova
,
e breve.
mente voi
che ci
ficare
il
una cosa
sia
forti-
mio parere
origine del
mondo
lo
incominciare
si
trov era la
stata
prima
madre per
cagione a
che
prima
et nello allagato
mondo
Ma
,
.
femmine mancasse
la vostra
malvagit nella
reinte-
numero
degli annegali,
quando
colei
che l'an,
mura
presa
giacque, facendo
poi per
il
ammenda
che
fer-
bene placito
cuore di
che femmina
dinare
,
che conoscendo
,
s'
ingegnasse
i
di pentere
ti ?
ma
s'
soggetfallo
,
Ma
la
quale
il
non
ma
,
Fu
si
ciascuno dei
ma
nullo fu
crudelmente
fatto
mise
la
il
alla
marito,
in
mare
ma
presa
un
298
sacerdote
egli
,
FI LO coro
rimasa oziosa ne' suoi paesi, consenti die
portasse ad
Agamennone
il
non
perfetto vesti-
loro piaceri
Quanto
doveva
la
quale ab-
bandonando
proprio marito
e conoscendo ci che
che
il
mondo
perisse sotto le
armi
eh' ella
non
si
i
potesse eternalmente
dire
mente
prio
Quanta acerbit
e quanta ira
,
puote ancora
al
marito
si
e in
Me-
dea simigliantemente
in cui
trov
mai tanto
volte
giacque
il
la
si
vergogn
di richiedere
fratello a tanto
.
e la lussuriosa
Non
madre
d'
consenti
il
qual dia-
Fedra
la
figliastro a giacere
con
i
lei,
do, e stracciandosi
disse
,
vestimenti
e'
capelli e
lui
;
'1
viso,
s essere
voluta
sforzare da
e lui pre-
so
tare
Quanto
femmine
degli
tacita
delle
Lenno
,
soggette
nella
uomini
con
per divenir
donne
tutti
quelli
notte
armata
mano
diero-
no
alla inorte
si
299
figliuole di
Belo
novelli sposi la
.
prima
eh' io
:
notte uccisero
Oim
che
io sento di voi
ma
O femmine
,
innumerabile
,
in voi
non virt
in voi
mezzo
ma-
una
sola
buona non
trovarsene.
Ninna fede
con diverse
ninna ve-
rit in voi.
Le
singhe
retire
i
Voi ornate
miseri
,
vostri visi
arti
ad
ir-
acciocch poi
liete d'
avere ingannalo,
Voi
ed
siete
arma dure
dell'eterno
nemico
dell'u-
mana
pu vincere
co' suol
assalti,
di voi, acciocch
lito
.
venga
fai*'
Guai
eterni
si
pu
dire che
.
non
fallino a colui
la vita
Misera
mia
che incappato
in
ci
sono
Niuna consolazione
sar
la
mai
me
una giovane,
quale
cuo-
e ora di
me
si
ride contenta
Ma
bassato per
li
vostri inganni
mi vede
s'
assai
mi nuoce
e ninno aiuto
mi porge
anzi
dine continua di
mandarmi pi
mi
tiene
doloroso luogo ^
ioo
Era
il
FILOGOPO
pianto e la voce di Fileno
gli
si
grande, peroc-
che un giovane
quale al pie
,
e aven-
ad ascoltare
notando
le vere
parole di Fileno:
si
ma
l'
dolorosamente
si
piangesse
seguendo
,
la
dolorosa voce
mise per
inviluppato bosco
al
venne
uomo ma
,
poich' egli
1'
ebbe
raffigurato,
il
gli
occhi rientrati in
.
dentro
che appena
la
si
dlscernevano
,
Ciascuno osso
e
i
plngeva in fuori
raggrinzata pelle
capelli
con
disordinato rabbuffamento occupavano parte del dolente viso, e slmilmente la barba grande era divenuta
rigida e attorta
,
ed
egli era
misero Erlsltone,
quando
1'
per s
ma
polche
:
giovane
ebbe
assai riguardato
ti
dolente
uomo,
gl'iddi
rendano
il
perduto conforto.
Certo
il
m' hani
ma
se g' iddi
adempiano, dimmi
dolore
ra
forse
lo
mi
dirai
e anco-
mi
di', se
place
perch
.
si
sollngo
luogo hai
eletto
l'
ud
e voltatosi inverso
gli
non dimenticata
la
UBRO TERZO
rispose
:
3oi
io
non ispero
perocch
gi
che gP
iddi
i
mi rendano
tuoi
quello eh'
essi
m' hanno
la
tolto
perch
preghi
parole
.
adempia
ma
,
dolcezza
delle tue
mi spronano
mi mover
sieti
E primieramente
ci che avvenuto
amore
io
e appresso questo
tutto
:
narr
dopo
le quali
si
parole ancora
la
cagione per-
ch in
fatto
za impedimento piagnere
essere a' viventi
e appresso io
infinito dolore
non voglio
,
esemplo d'
ma voglio
rimanga.
,
che
si
Udito questo
ma con lui
cos
ti
bene che
questa
dolga
come tu
parli
ma
1'
al
m io parere
,
doglia
non dovria
essere senza
conforto
conciossie-
hanno avuta
maggiore
si
e chi
?
colui che
disse
il
me
Certo,
.
giovane, io sono
:
come ?
.
disse Fileno
cui
il
,
giovane disse
il ti
dir
Non molto
lontano di
alla
qui
avvegnach vicina
i
sia
pi
citt di colui
e dove
siccome tu
di',
era
una
donna
la
le cose del
mondo
:
amai
amo
e di lei
mi
1'
concedette
buon
servire ci
che
amoroso
disio cercava
,
che
,
la
fortuna
mi mi
che quando
,
e avere
3oa
FILOGOPO
il
suo amore
io colli
me
per un
altro avere
abban-
e conobbi
facendomi ve:
la
com'
,
io sentii
1'
e veramente per
ma
gione
mi rend alcuno
conforto
mi
,
vedi
ricoprendo
mio dolore con infinta allegrezza Le cose sono da amare ciascuna secondo la sua natura Qual sar co,
lui si
la
ne dolce sugo
Molto meno
savio
colui che
una
lunga stagione
sar
uomo
i
Qual
iddii
superiori corpi
hanno
,
fatto
possano ridere
e se elle
altro,
Tu
te piangi
di
che
ti
duoli
Chi non
di
pu perdere
e chi
non perde
che
si
lamenta
fatto a le
ella
a-
masse
amava
certo di questo
ti
doverresti
no
maggiore inganno
LIBRO TERZO
cadessi
.
3o3
,
Se forse
,
dell' esilio
fai
il
migliore
avere
,
che pensando
al
il
ninno
sia
esilio si
pu
conciossiecosach
la
.
mondo
una
citt a tulli.
Ove che
di quello
pu cacciare
loro
,
morso
finale
il
Lascia
e vieni con
,
meco
e virtuo-
ha con-
dotto
eh e da'
mente
gio-
si-
milemenle
sostenere:
doglia
role
di
. ,
il
tuo animo
io sento
lo
pot
la
ma
e per invano ci
gl'id-
per
me
tua
del tuo
buono volere
li
meritino
Io
ti
ti
sia
noia
il
partirli e
'1
il
mio dolore,
il
GFiddii
ti
giovane
e partitosi da lui
se
venuto era
Partitosi
il
il
incominci a chiamare
de'dolori
,
la
morte
cosi:
o ul timo termine
infallibile
tura
angovivere
il
pi noioso che
ziosa
ti
il
tuo colpo
vieni a colui
che
li
grachie-
riputer
Deh
cuore
de
Oim
eh' io
non posso
colla debole
voce espri-
3o4
mere quanto
tuoi
ti
FILOGOPO
desidero
,
e poich
un
debbo ricevere
.
pi
al
il
indugio
Non
sa
V arco tuo pi
.
cortese a
me
che
Io tengo in villania
.
lui
ho ricevuto
I doni deside.
doppiamente sono
tanto desiderato
.
graditi
Concedi
si
questo a
me che
ti
t'
ho
e che con
dolente voce
chiamo
Oini
come sono
ricevono,
radi colo-
animo
ti
ti
ricever
Dunque perch non vieni ? Non consentire che desiderandoti come fo io languisca pi lo non ricuser in nluna maniera la tua venuta Vieni come
# .
gli
l'a-
ne
le taglienti
fieri leoni
non mi dorrebbono
il
n di
,
qualunque
mio corpo
,
dun-
que
vieni
se alcuni
,
venite
me
facciasi
il
mio corpo
altri
vostro pasto.
Adempiete
Oim
,
tristo
corpo
poich perita
i
la
speranza
e
Cerchi
la dolente
anima
alle
regni
atti al
suo dolore
,
vada
colla sua
pena
ove
al presente so-
stiene vi trovi.
se alcuno
crificio,
iddii
ricevette
onore di sa-
dolgavi di me.
O deit
ghi
fate
che
la
misera vita
mi fugga
mie
O
.
infernali
la vostra
anima. Cessi
che
io
pi
me
voci
cosi
si
il
baciando sovente
candido velo
sopra
LIBRO TERZO
quale per debolezza sovente cader
Florio rimaso in Montorio
,
3o5
si
lasciava
Ma
ese-
presto a mettere in
,
cuzione le
triste insidie
sopra Fileno
udito che
'1
mi,
al-
quanto a riconfortare
sto era cessato, di
niuna
al
altra
tempo
suo disio
poteva noiare
La
santa dea
ferventissimo
amore tempo
tra
,
Florio
sentendo
Florio rallegrarsi
il
parendole niente
la
aver fatto
sua
imma,
ginazione compiere
si
re Felice
Eli' aveva
con leggiadro
,
avvolgimento
nella sinistra
ciolo spazio
il
il
dimorando
di lontano vide
re Felice
,
ad un grandissimo cervio
:
il
al
quale
,
abbandonato
re
cervio
il
A cui il
lonta-
non conoscendola
disse:
ne
le
compagne
rispose
Diana
ma
il
,
tu
come
a questi
diletti
intendi ? Conciossiecosach
di colei cui tu tieni in casa
amor
guadagnata ne'san-
FiLOGoro T.
ao
3o6
guinosi campi,
si
FILOCOPO
muore ? Io conosco ilsopravvegnente
torr
ella
il ti il
non prendi
te sparve
.
Rimase
di
pensieri
la
quando volendo
dimandare vide
passi, disse:
torn
Marmorina
Ritornato
il
una camera
soletto
si
pose a sedere
e in
tali
pensieri
il
dimorando,
si
la
reina soprav,
venne
e vedendo
re turbato
:
maravigli
e timi-
da mente cosi
gli disse
o caro signore, se
lecito ch'io
go ch'ella non mi
si
celi.
A
,
cui
il
re
rispose
ti
ella
non
UL'l
ti si
pu
n dee celare
e per la
,
dir
oggi
io facea
correndo dietro a
altra
un
non
so che
si
fosse
o dea o
crea-
tura
ma
in abito d'
,
bella
donna
la
detto
io
n pi
la pot'
vedere
onde
da queir ora in qua con grieve doglia sono dimorato e dimoro. Io conosco manifestamente che la for-
s'
oppone a
.
quelli
vuoicene in miserabil
siglio
modo
privare
prendere
io
Io
una serva
debba perdere
LIBRO TERZO
con
tanti
3oy
Ella non
preghi
ma
ma
me
perisca
Questi
man
la
,
La mia spada
certo se
,
tiamme
essi
non
la
trarranin-
Oim
eh' egli
io
mi pareva
quand*
se ci
gi
:
il
duca e Ascalione
io credo
me
l'
avrebbono
la
fatto sentire
ma
fermamente che
,
put-
tana
r abbia con
virtuose erbe
,
costei durata
in lui
ma
no
altres
le varran-
Poich
si
tacque, la reina
,
cosi disse : oim ha egli ancora memoria Biancofiore ? Certo se questo , negare
in contrario
.
non
ci si
volga la pro-
pi non se ne ricordasse
ma
poich ancora
.
gli
mente
Ninno
:
rimedio
presto
come
sia
'1
ucciderla, disse
il
re
e ac-
ciocch iufaUibile
pria
di
,
mano che un
A
re
3o
d'
81
FILOGOPO
sia
,
e che le
.
mani
la
vostre di
Se noi
servi
sua morte
desideriamo
giori cose
noi
abbiamo mille
a questa
:
presti a
mag-
non che
ma
centi
possiamo in
buona maniera
voluto dire
,
ma
ora venuto
,
lo intesi
nostri porti,
dove
il
le sue dolci
di
acque mescola
si
,
colle salse,
che parte
stato porto
;
loro
,
si
mandate per
padroni
e
in
e di essa
sapra
sia
ma
in s
metal
fal-
e uscito della
,
sua camera
giovani
cavalieri e valorosi
dugio cercate
quivi
nostri porti la
dove
il
s'
insala
m'
detto
la
che
v^
la, fate
che voi
si-
gnore
ca
,
quando
mi
la
sia.
quella compagnizi
LIBRO TERZO
fclie
809
dimandali porti
,
piacque loro
pervenuti
a'
montarono sopra
te ricevuti
la bella
nave, ove
essi
onorevolmensignori
furono da Antonio e da
:
Menone
padroni di quella
rato con loro fu
>
egli disse
belli
signori
noi siamo
,
Spagna
ne' cui
porli voi
vostro carico
e da quali
di fare
;
liti
con esso
partili
e che intendete
piacciavi
adunque che
di
possiamo rende-
re vera risposta
A cui
senno
i
pi da onorare
ben
dimanda
cos vi ri-
spondiamo, e
Menone ed
io
nascem-
mo quasi
ni alla gran
Pompea
ri-
vegnamo
dalli
lontani
liti
d* Alessandria
,
in questi
ma
,
da tempo fortu-
nel quale
g' iddi
,
la
merc loro
il
ci
hanno tanto
di grazia fatta
carico
abbiamo spacciato
,
il
,
quale fu in
perle
oro
e drappi dalle
,
mani
tessuti
,
intendiamo
ove piacere
Antenore po-
quando avremo
tempo ; e quivi
intendiamo di caricare
nave, e di ritornare
3ro
agli
al
FILOCOPO
abbandonati
liti
.
Se per noi
si
pu
far cosa
che
come
.
dispognamo
:
rin-
graziarono
due
cavalieri
ultimamente
pregaro-
fare.
cui
,
tenderebbono.
Tornarono
due
narrarono
a'
quali
il
re
tornate ad
essi
la
quale innume-,
ho cara
i
nate. Ripresero
cavalieri
cammino,
e ricevuti
con
la loro
ambascia-
contarono
com-
messo
ma
il
signore
non ha
voluta privarla di
ma
acciocch
il
fallo
vuol vendere,
come
,
contato v'abbiamo.
A
:
cui
e
mercatanti risposero
bella era
ci
se
peratore di essa
se
ne troverebbe
i
Adunque
vi
dis-
Asmenio
recate
vostri tesori
diciamo
tesori
,
Caricati
mercatanti
,
loro
colli
due
cavalieri se
ne
vennero a Marmorina
mente
lere
ricevuti
essi
che
vedessero Biancofiore
na
giovane
al cui
comandamen-
unno TERZO
t(3
3ti
la
,
rei ni
anclnta in
era
disse
che picciolo
spazio di
tempo
qui
Corse
al
cuore di Biancofiore
parole
,
una subita
letizia
,
udendo
le false
e per poco
non
il
core
abbandonato dalle
interiori
forze corse
Ma
poich
and ad ornare
Ella
dorati
,
capelli
con
sottile artificio
stile
e s di nobilissi
sopra la
,
testa
lieti
pose una
e con
sembianti co,
minci ad attendere
Florio
Il
ecco
re fece chiamare
due mercatanti
e con loro
,
la
quale sar
al
vostro
mand che
Biancofiore venisse
mo
na
,
il
caro
figliuolo
vano
come
1'
alla
terra
alcuna oscurit
solari raggi
nuvoli dai
con
lieta
cosi pareva
che
Vedono
e ripieni d'amfos-
mirazione
3i2
se
,
FH.OCOPO
fra loro
.
diceado
veduta
che mai
si
slata
i
Elli
comandarono che
quali ve:
cosi dissero
signore
As-
mi piace
rispose
il
re
,
e
1'
rend loro
,
e essi
re
sopra tutto ci
gli
,
gambo
mo
ruina smaltata
cara
rice-
molto
Dopo
il
re
a voi conviene
n pi
in questi paesi
dimorare
non
forse
nuovo accidente
comandate
il
vostro e
;
mio intendimento
signore,
turbasse
Dissero
mercatanti
,
alla giovane,
poich nostra
1'
nostra nave
ci
il
par che
noi prenderemo
i
cammino
e sgombreil
remo
re
.
vostri porti
il
fa
dimora:
Voltossi
,
re allora a Blaucofore
e disse
bella
giovane
me
ricorda che
della
quando
me
il
davanti
mi
mia
nativit
veleualo
1'
pao-
ne
io giurai
,
per lo
sommo
iddio e per
,
anima del
mio padre
ti
e promisi al paone
mariterei ad
il
un
de' grandi
per volendo
mio voto
osservare
ho maritata
LIBRO TEFiZO
il
3i3
amica
Egli con
Ilio
marito
si
dilania Sardano
signore della
.
grandissima festa
t'
aspetta
a noi
siccome
presenti gentdi
per
te venuti
ne dicono
,
a cui ora-
mai
ove bisogno
ti
Le
cui parole
come
che
Biancofiore l'ud
tutta
si
cambi
come
io nel
al
quando ingiustamente
,
mi campasse
Come
disse
quah;
santi
a'
venerei
atti
ti
tutta disposta
matrimonii
suo nu-
mero
che
ci
.
accresci
Oim
il
disse Biancofiore
io dubito
si
la vendicatrice
dea giustamente
re
:
meco non
cruc,
Non
far
disse
e postoch ci avvenisse
Tu
neo
e inghirlandato
.
le sante facelline
questo detto,
rizia sua
maestra
le fosse
sic-
come
posti
menata
via
tesori ri-
Biancofiore che
de' mercatanti
il
,
segreti
ragionamenti
1'
abito
,
e
si-
tacito stile
1'
che
il
milemente
unica servitrice a
aveva
vieni
che
3i4
il
FILOCOPO
,
dolendosi
oim
eh' questo
]n
si fatta
,
le giovani
andare allo-
ro sposi
ancora
te-
non
sori
si
,
sogliono per le
mie
mandar
si fatte
N
5
^
ancora costoro
bi-
paiono uomini
sogne
,
a portare ambascerie di e
i
ma mi
sembrano mercatanti
segreti
mor-
fatto sposo,
servitrice
io
Oim, che
mi manifestano che
,
sono inganna-
non maritata
ma
,
come schiava da' pirati in corso presa Oim che far ? Comech io mi sia o venduta o maritata come potr io abbandonare il bel paese ove il mio Florio dimora ? E questo divenduta credo eh'
. ,
,
cendo
incominci
si
forte a piagnere
che a forza
:
ma
parti
re ci
non
sofferse di stare a
la
vedere
anzi
si
che portata ne
fosse
Gi
lasciava
Febo vedere
la
madre
quando
mercatanti apparecchiali
cavalli
levarono Bian-
la
ne portarono
e per-
apparecchiando
pi onorevole
si
par-
LTBTO
TEKZO
Soria
.
3f!>
lasciati liti di
cavata pietra
sopra le salate
i
onde
per
la
qual cosa
mercatanli
a' desiderati
ma
te
il
con
pianto continuo
dalli occidentali
veggendosi
a
lontanare
,
incominci
piagne-
re
e a dir cos
om
io portata?
1'
Chi mi
?
anima mia
,
Amore,
dolorosa
mente
Ma
mo-
come
morte
rire di vituperevole
avvegnach per
,
te
simivilissi-
e ora
so
come
chi
ma
non
dove mi
,
sia
portata
Se queste cose
fossero manifeste
?
s' arri-
Deh perch
la
non mi uccidevi tu
Florio
avanti
,
quando
m'
apparisti
mal
sostenere
Oim
,
che io
cui
non
so quali
liti
saranno da
me
cercati
a
alle
niune verr
il
non
sia la
mia
poich' i lascio
,
mio Florio
conforto
sia di
,
ricoverer per
mi
Io sono portata
sa
lon*
tana da lui
ed
egli noi sa
?
dove
dunque dove
lui ricercare,
come potr
3i6
che
la
FILOCOPO
mia
libert stata
vetidiita
costoro infiniti
,
tesori?
nialadetta sic tu
se'
che
.
si
lundol-
durata
,
mio dolore
g?
,
iddii vo-
che io non
ti
avessi
mai veduto
poich per
mi
conviene.
Ma
certo se
il
mai riveder
.
ti
credessi, ancora
,
mi sarebbe
dono
per
lieve
sostenerle
Oim
or che colpa
n' lio io se tu
m'ami?
1'
Io
mi
reputai gi grandissimo
te soccorso,
degl' iddi
avere avuto da
quando
certo
te credetti
ma
io ora avrei
molto pi caro
essere stata
morta
lo
mi conosco
rifiutarmi.
loro
rio
,
g' iddii di me ci che piace uomo fu mai amato da me se non Floninno Nulla cosa e Florio amo e lui amer sempre
Ora facciano
mi duole tanto quanto il perduto tempo nel quale gi potemmo i desiderati diletti prendere e non gli prendemmo, ma quello ozioso lasciammo trascorrere,
,
fallire
,
non
ci
dovesse
ora conosco
si
che chi
tempo ha
,
perde
misero Fileno
rallegrati
qualunque parte
tu
vagabondo
esilio
ti
dimori
fatta
sono
di tornare,
,
pii misera sorte A ma a me negato; tu ancora la tua llberl possiedi ma la mia venduta j g' iddi e la fortuna ora mi puniscono de' mali che tu per me sostieni ma certo a torto ricevo per quelli ingiuria, che come
compagna con
te lecito
^ssi
ti
costretta dalla
madre iniqulssima
colui di
cui
!
io
sono,
la fortuna contraria
Ma
LIBRO TERZO
fcerto ci
3 17
i
non
maraviglia
conciossiecosacb
ti-
gliuoli
debbono succedere
il
chi
pi infortunato fu che
mio padre e
mia misera
?
madre
avvegnach di tutto
,
io fossi cagione
E se
ci fui cagione
infortunata sia
tunio
io
Rallegrinsi le loro
esse
,
si sieiio,
dete alla
mia miseria
poneteci fine
sca
Racchiudi
,
sotto le tue
il
onde
in
un corpo
:
tutte
le
miserie
acciocch
mondo
riposi
elle
sono tutte
a-
dunate in
1'
me
se tu
,
me
,
e potrai poi di quelle dare a chi leva co' tuoi venti le lese
ti
piacer
,
tu o
Eolo
vo
la
le
che
al
mio
disio
mi fanno
,
lontana
a'
Ov'
ora
gli
che
Troiani lev
al?
limoni
,
uomini
e delle navi
.
Risurga
acciocch io pi non
sia
portata avanti
Io
ac-
mio Florio
ciocch
il
pra
nostri
muova
bagni
o almeno
pigne alla
ci
e agli austri
ancore
e quivi forse
,
da Florio, che
gi
dee
la
mia
sar
tesori a costo-
Ninna
altra
In ninna altra
bene
Oini
chi
3i8
ascolt
FILOGOPO
mai prego di misero? lo
le,
iii'
allungo ciascu-
'ora pi da
li
quali prego
lievino
,
vhe da
si
fatta
te
altra Biancofiore
g' iddii
,
me
gli iati
mi
ti
tolgono
pi rivederti
l'ar
lontana, disperata
mi dispongo
alla
morte,
la
qua-
le
me
in
hanno
E
,
piangendo con
pugna chiuse
palida
,
come busso
che con
lei
risupina cadde
grembo a
.
Qovzivi
miseramente pian-
geva
1
oltra
mi-
grembo
perata serva
ma come
,
cara sorella
si
braccia
luoghi
Biancofiore
forti
?
o bellissima giovane
perch
si ti
scon-
te e noi
Deh
qual cagione
ti
convec-
duce a questo
chio re
,
il
il
pi
la
Tu
di
la
questo
dovresti rallegrare
ti
Se forse
,
ti
pare che
fortuna miseramente
la
tratti
perocch tu a noi
costi
tesori,
,
nome
che
comperata serva
non par
lieta vita si
ti
ma
certo di tal
pensiero
mai
mu
conoscendo
la tua
ma^
LIBRO TERZO
gnificenza
se forse
ti
,
819
t'
in ogni alto
il
come donna
onoreremo
liti
,
duole
immagi-
nando
ti,
de*quali forse
pareva
;
la tua
Marmorina piena
ti
por-
pieno
conce-
ti
der pi
tosto
:
il
avrebbe
onde ti
parti
mo
d'
una donna
uno intendimento d'un uomai tale inpu e cosi ne' luoghi non
quello che ne'pensaii
ci
V uomo ha
desiderava
1 futuri
avvenimenti
sono nascosi
1 1
Tu
g' id-
apparecchiano
,
e che in
te
Piangano co-
Noi
ti
preghia-
mo
che
li
conforti
non pencon
por-
aspetta
alla
te e noi
ci
prosperevole tempo
tino
.
Con
de' confortanti
prendesse
nondimeno con
voce prometteva di
confortarsi.
Ma
poich
la lasciarono
con Glorizia
una camera
,
della
nave donata
a lei dai
rinchiuse
3'2o
FILOGO PO
il
pia
suo
,
letto cosi
la
coaiincl a dire.
?
O grazlosissirna
tante
ti
Citerea
ov'
Oim come
lagrime di
me
muotuo
in te se io cliepii fede
ho portata per
,
te perisco
quando verr
?
il
soccorso
se nelle miserie
.
noa viene
misera a
?
Io non possu
,
me
che
feci
il
io
Ora m'
avesse
il
re
mani, almeno
termine
do
altra volta
,
mi campasti
sogno aiutarmi
Io
mi
diparto dai
mio Florio
n so
me
e se io credessi pro,
e'
mi
sa-
coil
me
la saetta
mi pass
cuore per
la
piacevolezza di Florio
,
me tornata
iu
grave amaritudine
piaga, e tosto
.
che
ella
mi
si
converta ia mortai
Non
guendo
Muovanti
tante lagrime
quante
io
maudo nel
:
e se
riconfortimi la se-
conda
volta
il
quale
nell*
oscura
mi con-
Io vo senza alcuna
.
speranza
se
da
te
non m'
porta
,
Deh non mi
siccome
il
la-
ma
a'
tuo
pietoso
Enea
negli afVicani
gi
liti
,
quali pi eh' io
non desidero
m' appresso
cosi di
.
confortasti
con trasfor-
mata immagine,
del tuo soccorso
me
ti
dolga
s'
fammi degna
.
te
uiuaa cosa
occulta
Il
mio
LIBRO TERZO
bisogno tu
il
32
,
sai
accioc-
E tu,
sono
o vendicatrice Diana
vli^init
aiutami
io
concedere
liete
tuoi bei
mio Florio
al
qual se
la
fati
prima
.
morte
che
quelli tolti
mi sieno
mentrech
no sopravvenutole
alti
le parole e le lagri-
me
insieme
fniro.
in
,
operazioni di
lei
medesima
si
,
ri-
cevuto sacrificio
no
e
;
Biancose
fiore
a quelli di
,
Venere
alle
n'
and
e cosi
gli disse
i
o Venere
sono
tue
orecchie pervenuti
re
di qui
Citerea
e gi
il
porgerle
diira
ma
il
tu
te cacciare
e perdona
,
innocente giovane
contaminare
tuoi cuori
con pi asprezza
Tu
non
meno di me se'tenuta
essa aggia
t'
di aiutar costei,
perocch bench
me col cuore
servita e serva,
,
nondimeno ella
e ora a te
come
.
me
FILOCOPO T.
21
3i2
Adunque,
to
FILOGOPO
disse
Diana, andiamo
le
mie
ire
sono pas-
sate, e vera
,
porgiamle
:
dimandato conforto.
cui Venere
disse
gosciosi pianti
tata verso
il
soavemente dormire
,
ed esserne poril
mio monte
al
letizia
avvegna-
Senza
pi.
parlare
si
i
parli
il
divino consiglio
amendue
sonno
si
le
dee
lasciati alla
mostrarono
o sconsolata giovane
V avermi
fece
ne' sadi:
scampo
menticata
giustamente verso di
te
mi
turbare
per
la
ma
ora
no addolcita
pietosa
:
la la
mia
ira
per
qual cosa
prometto che
ti
la
dim.uiT
sar da
me
che
conceduta
ma
levarti ci
.
Ma
Venere
che
sfavillava
involte le
,
nude carni
in
un
sottilissiinQ
drappo porporino
e coronata
:
dell'
amate frondi
di
Febo
sit
cosi le disse
giovane
a
,
me
di vota e fedelissir
ma suggotta, lascia il
lagrimare
animo
conforta
Tu
,
,,
LIBRO TERZO
nella quale pi
ti
3a3
vedere o avere
e Biancofiore
svegli;
cose raccont
buona
.
spe-
Nettuno teneva
avesse
suoi corni
1'
rifatti
essi
pervennero
',
all' isola
che preme
e quivi di rin-
frescarsi bisognosi
l ove
nchise
la
lunga et
fini
donna chiamata
,
Sisife
a'
mercatanti di
si
parentado congiunta
pi giorni quivi
ripo,
dimorando Biancofiore
volta Florio
,
e la do-
avesse la partita di
tutto
lei,
che
la
alle
vedendo un giorno
,
cosi le disse:
dimmi
s'
Bian-
cofiore
Io
ti
prego
egli
le-
che
io lo
sappia
che tu non
la
mi
celi,
perocch
muove
dirai
vi
ti
,
la
qual cosa se tu
mi mi
che conforto o
:
utile consiglio
porger.
nobile donna,
3^4
m'
dal
avete
FILOGOPO
,
e per di
ci*
che dimandalo
,
av-
vegnach
mi
porgerete. Io
mio nascinjento
iucominciJ^re a narrarvi
tali,
ma
,
molti
solamente amore mi
ora
lagriiifiare
coiii-
ciosslecosach io pi
ijil
per
la
bel-
lezza d'
figliuolo
io
dell' alto re di
il
quali
ben-
ch
1'
essere io di costoro
mi
sia
grave
leggerissima
,
se
meco
io
fosse
il
o in parte che
j
ma
che
air
di queste cose
m' abbia
la fortuna vo-
non
,
sofferse
mia
partita
o udir di lui
cuna cosa
mie
Mar m orina
tratta fuori,
ond'lp
lasciato
con colui di
e senza fine
,
mi maraviglio come
e tanto la vita durata:
.
dopo
la
mia partenza
m'
ma
la
morte perdona
a'
miseri pi volte
,
qui la-
la testa
:
tacquesi
e Sisife cosi le
ti
CQmiqci a ps^rlare
^eu^i^a
bella giovane,
il
uqn
sconfortare,
,
dubbio conpscp
il
ma
sto,
LIBRO TEEZO
lr die qui seallvi,
jranza fuggita
5
3o5
da
le la
si
essere
spe-
con-
1'
avverse con
animo
sostenere.
fosse
Ninna fu mai
in tanta miseria
essere in breve pi
che altro
,
movi memi
e disu-
cose
Se
di'
,
a te pare impossibile di
dove
derlo
lasciasti
fa'
ti
sforzi d'
immaginare
mai non
:
averlo veduto
quando
lie
porteranno, tu
non
ne piaccia
ti
Colui che
viensi
piacer colui
tuo Florio
Non
con-
che
,
giovnc
si
pu ora mai
un Quando
oim
elle
ascoltato ci che
ella
alz
le
la
testa
e disse:
,
iquanto
mal conoscete
leggi
d'
amore
certo
non sono
mostrate
cosi dissolubili
.
come
di-
legarsi
'1
sua volont in
fatto atto?
,
fa
che
far lo pu,
non ama
:
ma
medesimo
falso
nome
d'
amante
.
ama
non
pu mai
obliare
il
E come
menticare
mio Florio,
il
quale di bellezza
di vir?
quando alcuna
in lui
di queste cose in s
non avesse
n'
una
altro
cam-
che
egli
ama me
,
che tu
32(J
FILOGOPO
,
ami
e che
le tue
ma
s
piacciali confortarti
leale
amore
g' iddii
che a
Poich
e
il
tempo parve
le vele, e
cammino
salutevole
,
risaliti
usato legno
a' venti
rendedi
all' isola
Rodi
se
n'andarono
Quivi
il
tempo mostrando
dimorarono
di
uomo
giorni
e Bian-
ma comentre
me
dandole spevolta
il
Ma
ritornato la terza
la
nave risalirono^
quando
il
essi allegri
pervennero
a'
dimandati porti,
.
ove
cammino
gli
tegnenti
e con
fido
legame fermarono
la loro
nave
e di quella
i
con gran-
rono
la citt
graziosamente
non
e per lui
:
stato si possedeva
,
il
quale
nire
i
come
padroni
dimand qual
loro merca-
LIBRO TERZO
tanza, e
327
ultimo occicosa pi
signore, noi
ctente vicini
,
lasciammo
e quindi
liti
quasi
abbiamo senza
,
altra
te?ata
in cui pi
si
di bellezza
,
vedesse
vede
la
quale
un grandissimo
che noi a lui
donammo
la
Disse allora
,
1'
mmiragllo
venga adunque
tanta
,
giovane
la
e se
s
,
bella
come
la vantate
di nobili pa-
renti discesa
e donereteci
Piacque
,
a*
mercatanti, e per
darono
la
amrairag Ho
,
present
il
quale graziosamente
la ricevette
non
si tosto la vide,
come
a lui parve la pi
mand che
suoi tesori
:
a'
dizione udita
giuro per
li
zioni
io
con gran-
dissima
felicit
mi
voglio opporre, e
voglio provare
che
io
felice
il
mio
signore dee
qui venire
al
cosa
n conosco che
1'
gioia
pi cara donar
,
gli potessi:
si
prometto per
che
tra
,
le
si
:
Semiramis
3*8
iniHo a quel
FI LOCO
,
PO
sar tra molte
,
altr
sic-^
giovani
le
tengono
la far
come donna
que'
diletti
che niuna
alla
gran torre
Arabo
e
qui-
Di questo furono
loro avere,
plicato, e
si
il
assai contenti
mercatanti,
si
per lo
multi-
per
rono
e da essa piangendo
partirono
.
e pensarono
quella posta
,
con
altre pulcelle
non senza
pia-
agi' iddii
cque
la
Gi
iniquo re di Spagna
il
partita Biancofiore
pareva avere
ma
ancora pensan-
do che
con
falso co-
lore coprire,
fosse
immagin
morta
essere
dimenticasse
e preso
mand segretamente a' quali senza ninno indugio comand che fosse fatta una bellissima sepoltura d' intagliati marmi, alpreso un lato a quella di Giulia : la quale compiuta
questo consiglio, per molti maestri
,
con molte
lagrime
era
:
seppellire
e questo
LIBRO TERZO
nella citta
fiore fosse
9
in-
morta
tale
ganno
il
mand
Mon:
torio a Florio
giovane,
il
il
quale
sii
incontanente a
Ma rm orina
pe-
sia
Non
udi
si
com'
egli
,
lutto si
ri stretto
cambi nel
zio di
viso
cadde
,
tempo
in tale stato
.
morto noi
riputasse
,
Il
vermiglio colore
polso
ritro-
ma
ancora conosciuto
dopo
moka
sollecitudine furono
gli
e tornato in s aperse
occhi
,
e intorno a s vide
il
riconfortavano, e
altri
molti
con loro
disse:
a'
,
quali egli
oim
?
servito
ma
ora a dolersi
la
1'
avete richiamata.
re
m'
nell' avvisato
.
modo con
pericoloso accidente
s
venula addosso
subita
che
morte in un
a
momento
la
inducesse
Fermamente che
forza
mone
33o
recata
,
FILOCOPO
se molata
i
,
o se ora morr
,
E
il
legatosi
il
co-
mand che
cavalli venissero
,
e preso
cammino
1'
cercando gi
sole
occaso
,
sempre piangendo
se n'
:
cosi
O
no
,
gloriosi iddi
P universo
ripie,
porgete
preghi miei