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t^
filli
VOLGARI
DI
n/.^,
GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTE SU
I
TESTI A PENNA
EDIZIONE PRIMA
VOL.
II.
FIRENZE
PER
IL Mjg n e ri
MDCCCXXVII.
-^^'
rescritto del d
9 Giu-
PQ
TT't,ft^?fr'T'
^cammn
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTO ED ILLUSTRATO
on
0U
TOM.
II.
<
.^\
PER
'
IL
MAGHERI
1837.
f'>i^OfS
>,
OSSERVAZIONI ISTORICHE
SOPRA
IL
DECAMERON
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
GIORNATA TERZA
PROEMIO
No
OVELL
I.
Masetto
un convento di mo*
trasferite altro-
mancanza fossero
Questa o falsa o vera tradizione pare aver dato al Boccaccio bastante argomento da formarvi
.
Novella
II.
Un palafreniere
s*
Pietro
Giannone
1
OSSERVAZIONI
(i)
,
na Teodelinga
trattando di falsa
V ingiuria
Boccaccio dice
Leggi
il
Manni sulla
Una
bella morale
e,
da
trarsi
da
que-
pi acevol racconto , ed
ei
le il
nome ;
la quale
il
Boccaccio di
.
frate
Puccio
e nei
renze
stui
si
e abitasse
s.
la
raccoa-
donne
(i)
Te nclellngn .lBoccacco
alili scriltori
la
chiama 7Vu-
delinga, fJ
Teodelinda,
ISTORICHE
quando
elle
7
,
haaao voglia
abit
di schcruzai
come quel
a;
nou lungi da
te, vicino
4^
Novvlla V. Il
sta
Zima Toccante
.
le verit di que-
Nov. non
si
ha
se
non che
il
cavalicr messer
fu mandato
3
;
V anno
tal fatto
Filiberto
Campanile
c^G dice cos : nou fa di poco momento r onorata memoria che Giovauui Boccaccio fa di questa famiglia nel suo Dccameronc ove favellando di
nisse
,
,
ma
sangue
casa.
Tanto
no Malespini, non meno che da Giovanni Fili ani, ambi istorici di cose fiorentine , Fiorentini essere
stati
,
e d* antichissimo legnaggio
si
ma
del fatto
.
che qui
narra non
si
ha
traccia veivna
Novella
FUI. Ferondo.
la
un gran principe
solei-si
OSSERVAZIONI
,
una
istoria toccante il
Veglio della
Ra-
musio al cap. XXVIII., e degna della curiosit di qualunque lettore , troppo lunga per una nota
.
Novella IX. Giletta. Giovanni Villani nel lib. VII. della sua Istoria mentova un Beltramo della
sta-
Novella X. Alihech Questo fatto d'Alihech si crede stato dal Boccaccio mascherato per alcun suo riguardo, e che seguisse verameute non nel deserto della Tebaida , ma nelle vicinanze di Todi
.
Motivo a questa credenza d Franco Sacchetti, che nella sua XL. Novella lo racconta medesimamen" te y e presso a Todi lo dice seguito
,
GIORNATA QUARTA.
PROEMIO.
Ah contenuto del
niate di falsit
come
ISTORICHE
che troppo devoto ei
si
mineo
le
egli chiaramente
gi divolgate. Che
sar
io farei
donde
io dovessi
ste frasche
andarmi pascendo
il
di vento
Da
;
questo
Boccaccio non
mancava di un
la guai
Fiorentini pensando merpadre medesimo del Boccaccio avea pensato nel dargli la prima educazione riguardavano come per pazzo colui che, aven" do talenti da far denari , non procurasse in ogni
cantilmente
siccome
il
modo
di arricchire
laddove
il
Boccaccio le
rie*
Novella
Tancredi
Anton -francesco
La
favola dell'
Agnol Gabbrello
io
OSSERVAZIONI
.
//
Gaddi
ecclesiasticis
Gerbino come cosa realmente accaduta, e conclude questo suo racconto con dire : utinam similes
fabulas
cius
.
,
vel historias
plures
descripsisset Boccac-
Novella V. I Fratelli
questo fatto non
si
Toccante la verit di
,
se
non che
;
nella terra di
s.
Gimignanofu
il
ma non
si
si
No-
vella
Solo dicono
deir amante,
caccio
.
Novella
VIL
do
sotto
una botta o rospo tanto mortifero che, stanuna pianta di salvia , la potesse col suo
una o pih foglie di essafregassesi i denti il sentimento di tutta la medica facolt ^ che tale attivit non ha saputa trovare nelV alito
chi con
.
Contro
dei rospi ,
una pianta , si trov un medico tedesco , chiamato Giovanni Shenh di Graffenberg , il quale V asser
per vera
,
te-
e con
,
seguito in Tolosa
di
tale accidente
ISTORICHE
morirono
lib. VII.
:
\3,
,
ouovc e mirabili
Fu veramente in
jTir,
reme la famiglia
1
un
e del Guardastagno
sto ultimo
si
Crescim-
heni
dove
per parola.
Era
ta provenzale , e
chiama Capestain , e chi Cabestain, e il Crescimbeni lo nomina italicamente Cabestano, l suoi bei versi innamorarono la molo
}
e quel
Guglielmo
Che per
cantar
ha
'1
scemo
X. Girolamo Maestro Mazzeo della vien creduto quello stesso che da Scipione Mazzellay istorico napolitano , dicesi che visse in Salerno y e che tra il 1^09 e il l'i^i ad
Ncn^ella
.
Montagna
medicina ,
le quali furono in
,2
vite dei
OSSERVAZIONI
medici
Mantuanus;
sia errore, in quei tempi lo stesso , e che Mantuanus e debba dirsi Montaniis
.
FINISCE
LA SECONDA GIORNATA
DEL DECAMERON
INCOMINCIA
LA TERZA
Nella quale
si
ragiona sotto
il
reggimento di Nei-
da lui disiderata
ricompe-
T
I
^
J
tippre*-
sandosi
e avendo gi
al
il
siniscalco gran
mandato
luogo
assai
delle
gnava; veggondo gi
te fatta
la
capo
and e con
e de' Signori
.
la famiglia
Donne
,
La Reina
sue
Donne
alla
(i)
Rancia
()
Salmeria, mollttodne
some, carriaggio.
ol l^q
ul
, , ,
i4
GIORNATA TERZA
,
ma
fiori
incominciaoccidente
,
cammino
verso
1'
assai a-
vanti die
mezza
il
terza forse
ad un bellissimo e ricco
palagio
un
gli
ebbe condotti
le
Se
quale entra,
vedendo
gran sale
le pulite
e ornate
di ci
che a
il
commendarono
.
il
signor di quello
Poi a basquel-
veduta
1'
ampissima e
lieta corte di
le volte
e in gran copia
pi ancora
,
il
lo-
darono Quindi
.
gia
che
la
ogni
e di
tempo
venne
il
discreto siniscalco
con preziosissimi
.
e riconfort
fattosi aprire
un
che
giardino che
murato,
se n' entrarono; e
parendo
loro nella
prima
mezzo
strale
,
ampissime
tutte diritte
,
come
le quali facevan
che
che per
,,
NOVFXLA
tutta la spczicrla
I.
i5
Le
lato-
non che
la
mattina
ma
qualora
il
sole era pi
,
alto
ombra senza
esser tocco
da quello
quali e
vi
si
come
rano
ninna
in
ma
,
n'
laudevole
sia
la
quale
il
di
altra
molto pi ) era ini prato di cosa che vi fosse, minutissima erba e verde tanto che quasi nera parca
dipinto tutto forse di mille variet di fiori
,
ma
chiuso
li
quali
avendo
vecchi
frutti
nuovi ed
agli
fiori
,
ancora ,non
ancora
al-
occhi
ma
era
una fonte
di
marmo
da
artificiosa
la
mezzo
gittava
s alla
verso
il
cielo (
(i)
Latora Fuso
Itili.
il
Sannauaro
in reni,
ma
feUato,
(a)
Mari.
variet
8are])l)e
Gran
d'
il
opinioni
tra' critici
lungo afTare
il
hanno
regga
detto, e
la
rimando
lettore
air edizione
con^u^ione
non
sajiere
qual
nome
si
il
verlto gitlaya,
pronome
la f/iuile, che
fonie di
il
marmo
il
nominata nel
aggiungo
Terho dopo
pronome ta
Itr^
il
entro
la
i6
GIORNATA TERZA
cliiarissima rica.
dea
La
,
pieno
pratello usciva
per canaletti
ri
del
una
quindi verso
il
avanti
non piccola
Il
il
tanto
tutti
Giovani
che
si
se paradiso
potesse
altra
forma,
gli si
potesse dare , n
gli si
potesse ag-
Andando adunque
,
contentissimi dintorno
per quello
bellissime
udendo
forse
l'
venti
maniere di
quasi a pruova
un dell'
,
altro cantare
della quale
dall' altre
Che
essi
videro
di belli animali; e
uno all'
altro
dove
non so
se
da naturai vena o da
artificiosa
quale sopra una colonna , che nel mezzo di quella diritta era
lava tanta acqua ec. FIACCHI.
(1)
git~
divenisse, pervenisse
, .
GIORNATA TERZA
giacer cavriuoli
,
17
pascendo ; e oltre a
nocivi animali
,
altre
pi!i
maniere d non
Le
piaceri
un
,
vie
Ma
,
poi-
ch
assai
andati
e quivi prima
,
sei
fatti
come
e di
si
alla
buone
pi
su
si
levarono, e
suoni e
a' canti
e a' balli da
capo
a cui piacesse
s'
andas-
non
vi volle j
,
ma
,
quivi di-
moratisi
mentre
gli altri
,
dormiron
si
,
si
diede
il
Ma
poich
passata la
nona levato
s'
fu
viso
,
colla fresca
acqua rinfrescato
,
ebbero
nel prato
si
come
alla
Reina piacque
il
e in quello secondo
modo
.
ma-
Reina proposta
De' quali
il
primo
,
a cui
Reina
tal
il
quale
i8
GIORNx'lTAL
NOVELLA L
Masetto da Lamporecchio (i)
si
fa mutolo
e di,
le
di quelle
femmine che
clie
,
si
sono
credono tropil
po bene
che
sopra
capo
ella
pi non
se
femmina
se
piii senta
1'
dei
femminili appetiti
fatta divenire
il
non come
di pietra
avesse
farla
monaca :
contra
cos
si
turbano
come
un grandissimo
e scelerato
male
fosse stato
rispetto a s
li
n an.
assai
che credono
la
de e
i
concupiscevoli appetiti
Ma quanto
,
tutti
coloro che
mi
na comandato
me
1'
ha
non uscendo
(1)
Lamporecchio,
Pi-
sloia. Il
Masetto
NOVFXLAL
fatta
19
da
lei,
di
Novelletta
un moniquale non
donne
assai
famoso di
santit
il
in parte alcuna la
,
fama
nel (|uale
non essendovi
,
allora
e tutte
un buono omicciuolo d' un loro bellissimo giardino ortolano il quale non contentandosi
giovani
era
,
del salario
fatta la
ne
Lamporecchio
tra gli altri
,
se ne
torn
Quivi
che lietamente
,
raccolsono , fu
un
di
,
giovane lavoratore
villa
,
forte e robusto e,
,
secondo
uom
il
cui
fosse
Il
buono
uomo, che Nulo avea nome, gliele disse. Il quale Masetto domand di che egli il monislero servisse A cui Nuto rispose io lavorava un loro giardino bello
.
e grande
per
le
legne
;
vigetti
ma
le
donne mi davano
si
io
calzari
abbiano
ninna
volta
il
diavolo in corpo
si
pu
far
cosa
al lor
1'
modo
,
anzi
orto
l'
una diceva
,
l'
altra
l'
altra
mi
sta
toglieva la
zappa di ma-
questo non
bene
il
davanmi
,
tanta
che io lasciava
che
,
stare
lavorio
l'
e uscivami
si
tra
l'
altra io
non vi
il
pi
,
sonmene venuto
io
Anzi mi preg
,
castaido loro
quando
me ne
venni
che
se io n' a-
ao
vessi
GIORNATA TERZA
alcuno
,
alle
mani che
io
,
fosse
;
da ci
che
il
io gliele
mandassi
e io gliele promisi
,
ma
tanto
faccia
gli
Dio
quanto
o ne procaccer o ne
man-
der ninno
to,
A Masetto
udendo egli
si
le
parole di
Nu-
queste
monache che
tutto se
ne struggea
compren-
dendo per
le parole di
Nuto che
avvisan-
non
:
gli
gli disse
venirtene
che un uomo a
star
:
elle
si
non sanno
Ma
poi
partito
lor ragionare
che
loro
modo
}
servigi
non dubit
perder per
quello
ma
che
sai
il
lontano di qui
e ninno
,
mi
vi conosce
io vi sar ricevuto
un povero uomo se
,
n'
and
al
monistero : dove
il
pervenuto
castaido
i
come
mutoli
1'
fanno
di
amor
e
Dio
e che egli
.
se bisognasse
gli
spezzerebbe del,
le legne
Il
mangiar volentieri
li
quali costui
che
fortis-
, ,
NOWXLA
simo era
,
I.
.
ai
II
castai-
nudare
bosco
il
men seco
l'asino innanzi
gli
a casa ne
le recasse
Costui
il
lece molto
bene
gli
per
eraa
che
il
vide, e
domand
madonna,
il
il
castaido chi
egli
(jucsti
un povero
vened hogli
sai>es-
uomo mutolo
e sordo
,
quale uu di
(Questi di ci
ne per limosina
si
che
io gli
ho
e'
fatto
bene
.
che bisogno
erano Se egli
mi credo
fare ci
che noi
bisogna
n'
,
avremmo buon
egli
:
ed
forte , e potrebbeue
V uom
che volesse
e oltre a questo
non
vi
bisognerebbe di
A cui
la
badessa disse
,
in ( di
Dio tu di
il
vero.
Sappi se egli
sa lavore
ben da mangiare.
Il
ma
facceudo
,
vista di
role udiva
se voi
,
mi mettete cost
vi
entro
io vi lavorr (i)
.
orto
fu
cosi lavorato
Ora avendo
sl;ir (juivi
il
se egli voleva
che
g'
far voleva ci
che
1'
egli volesse
avendolo ricevuto
impose che
egli
(i)
Cioi lavorter.
'
DECAM. T.
II.
j ,
aa
GIORNATA TERZA
:
quale lavorando
1'
un
di
l'
altro
le
monache incominciarono
,
a dargli
e a metterlo in novelle
altri fa de'
ne che
mutoli , e dicevangli
pi scelerate
parole del
da come senza
rava
.
poco o niente
si
cu-
costui
un
di avendo lavo-
rato molto
e riposandosi ,
due
,
giovinette
monache
s'
appressarono l dove
all' altra;
se io credessi
che
direi
un
pensiero che io
forse
anche a te potrebbe
,
la
baldanzosa inco-
minci: io non so se tu
t'
come
noi
siamo tenute
strette
,
uomo alcu,
no osa entrare
se
non
castaido
eh' vecchio, e
che a
quando
io
m' ho pi
,
volte messo in
Ed egli il
pur
miglior del
volesse
,
mondo da
egli noi
Tu vedi
disse
1'
altra ,
tu che
NOVFXLAI.
noi ab1)iam promessa la
8C colei
,
a3
\ irglnii
si
nostra a
Dio
?
'1
O
di
d'isr
((iintitc
cose gli
promettono tutto
!
che
non
messa
dell' altre
die
gliele atten-
gano
cui
la
compagna
il
disse
?
o se nui ingravidasdi^M.*:
simo
come andrebbe
:
fallo
Quella allora
tu
ti
egli
quando
cotesto avvenisse
allora
s
si
vorr pensi
egli ci Hs r mille
,
modi
di fare
saprk
Costei
l'
udendo
altra
,
di provare
che bestia
?
uomo
:
disse: or
bene
come faremo
in su la
A
io
nona
,
dormire
ci : e
s'
se
mi credo che le suore sien tutte a non noi Guatiam per l' orto se persona
: .
egli
non
ci
persona
fare,
se
non
a pigliarlo per
Ih
mnno
lu
pannetto,
dove
egli
e quivi
r una
dia
:
si
stea dentro
si
.
con
,
l' s'
egli
sciocco
che
egli
acconceri
comunque
se
noi vorremo
to; e disposto
l'
non
una
di loro
Queste
guardato ben
per tutto
ser vedute
appressandosi quella
,
le
parole
a Masetto
pi>
.
lui dest
ed
atti
egli incontanente si
lev in
lusinghevoli presolo
risa
,
per la mano, ed
faccendo colali
,
sciocche
farsi
,
il
men
p
nel capannirtto
,
dove Masetto
ella volle
senza
trop
si
invitare
La quale
co-
fi)
cio dor'cgK
irkoTfnqaMiJoi>ioc.
2*4
GIORNATA TERZA
leale
me
tra
il
all'al-
luogo
e Masetto
.
lor volere
,
dipartisil
sono
come
tempo
col
mutolo
s'
andavano a
trastullare
Avvenne
finestretta
un
compagna da una
,
due
altre il
mostr
Alle quali
l'
altre tre
Ultimamente
s'
la
,
accorgea
andando un
essendo
il
caldo grande
il
avea assai )
:
ombra
i
d'
un mandorlo dormirsi
ed avendogli
il
vento
.
La qual
,
na de
e sola vedendosi
in quel
le
sue monacelle
e destato
,
Ma-
dove parecfatta
,
monache
orto
,
che
1'
ortolano
non venia
1'
il
tenne
provando e riprovando quella dolcezza la quale essa prima all' altre solca biasimare Ultimamente del.
(i)
Di pocajalica avea
NOVELLA L
la
a5
che parte vo-
lendo da
s'
lui
sodisfare a tante,
avvin che
,
il
potrebbe
.
se pi
stesse
in troppo gran
danno
resultare
,
|)erci
una
notte
rotto lo scilinguagnolo
,
(i)
cominci
a dire
madonna
fatica
io
ho
inteso
che u
ni possono
male o con
dove a
del
me
ne conviene
io
servir
per cosa
mondo
non
ho
fatto
tal
venuto
,
che
io
non
o voi mi
lasciate
donna udendo
che tu
costui parlare,
il
quale
ella
teneva
io
mu-
che questo?
,
credeva
,
mutolo Madonna
per natura
tolse
, ,
disse Masetto
io era
ben
t
cosi
ma non
anzi per
che
la favella
mi
e solamente da
notte la
mi
quant' io posso
La donna
sei credette
egli a
.
nove aveva a
la badessa
le disse il fatto
II
che
udendo
savia
accorse che
non
fosse di lei:
come
discreta
senza lasciar
modo
a questi
fatti
(1)
Romper
li
imAtn.^ftr roUo
favella
aai,
'wsa
lua
scili npiagnolo, il
quolo
chile
neon
aoUo
le
pi volle
ba-
lie di
la
lingua
bamlt.
,,
ii6
fosse
il
GIORNATA TERZA
monistero vituperato
il
.
Ed
essendo di que' di
,
morto
lor castaido
di pari consentimento
aper-
fatto ,
il
monistero
a Masetto
restituita
j
stato
lungamente mutolo
la favella fosse
si fatta
maniera
che
egli le pot
comportare.
genei-asse,
Nelle quali
come che
esso assai
monachin
,
pur
ne
si
che niente se
,
sent
se
non dopo
la
gi Masetto presso
ricco a casa
la
venir fatto
ricco
,
padre e
di quegli
era
se
ne torn
poneva
affermando che
le corna sopra
'1
cappello
NOVELLA
di che Agilulf tacitamente
e tondelo
s
:
II.
d* jigilulf re ,
accorge , truovalo
il
tonduto
tonde , e co^
un poco
le
Donne
ar-
NOVELLA
TOisae
,
IL
,
17
piacque
alla Ileina
le
s
Sono alcuni
di conosce-
poco
non
fa di
i
sapere, che
disavveduti di-
si
credono
la
dove
essi
l'
accrescono in iuGnito.
che ci
sia vero,
V astuzia
d'
un
for-
di
nel senno
un valoroso
vaghe Donne
me
vi sia dimostrato
si
come
,
suoi predecesfatto
,
Pavia
citth di
Lombardia
,
avevan
fer-
i 1
solio del
,
suo regno
Teudelinga
re stato simil-
mente
re.
de' Longobardi
la
ma male
Ed
,
la virt e
per lo senno di
rei-
na
uomo
di vilissima condivii
zione,
stiere
,
ma
meil
come
re
fosse, senza
per-
ciocch
il
come
con
gli
savio
a ninno
palesava
scoprirlo
lei
occhi ardiva
tli
(1)
(1)
Pur
Nazione
R eiIraxSone,
Huteita,
Mart
28
GIORNATA TERZA
di
dover
mai
lei
piacere
pur seco
i
si
suoi pensieri
,
come
colui che
amoroso fuoco
-de' suoi
studiosamente faceva,
,
ad ogn' altro
clie
compagni
ogni cosa la
.
qual credeva
alla ^reina la
dovesse piacere
,
Per
,
clie interveniva
che
reina
dovendo cavalcare
pi volentieri
cava
,
il
che alcuno
il
mai
dalla staffa
i
non
le si partiva,
pan-
ni toccar le
poteva
,
assai so,
vente avvenire
tanto
l'
quanto
cosi in questo
povero palil
lafreniere avvenia
poter comportare
facea
,
come
atato^ e pi
disciogliersi,
diliher di morire.
modo
,
prese
la
quale
amore che
alla reina
aveva
portato e portava
tal fosse
,
che
sua fortuna
in
fe-
N si
suo amore
j
vano o
direbbe o scriverebbe
ma
altro
egli
ingegno n
in persona
lei
era
il
se
del re ,
non
che
camera entrae in
re .
NOVEIXA n.
bito
il
a9
re
quando a
lei
mezzo
era tra la
si
re uscire della
,
o aver
una mano un
,
una
Lncciietta
e andare alla
camera
della reina
e senza
due V uscio
bacclietta
e incontanente es.
mano
:
il
tordi ietto
La qual
,
cosa vetluta
pens
avere
,
di cosi dover
e trovato
modo d'
un mantello simile a quello che al re veduto avea e un tordi ietto e una mazzuola, e prima in una stufa
lavatosi
bene,
accioccliti
non
letame
la reina noiasse
la facesse
si
dormia
tempo parendogli o
effetto
cagione
alla
,
bramata morte,
avoa
un poco
camera
di
fuoco
il
and
all'
uscio
.
della
e due volte
il
fu
il
lume preso
,
mantello
.
dormiva
mostrandosi turbato ( perciocch costume del re esser sapea che , quando turbato era , ninna cosa voleva
udire ) senza dire alcuna cosa o senza essere a lui det^
3o
ta,
GIORNATA TERZA
pi volte carnalmente
gli
la reina
,
cognobbe.
E come
la
diletil
che grave
paresse
gli fosse
,
il
partire
troppa stanza
to in tristizia
,
cagione di volgere
,
avuto
si
lev
e ripreso
,
il
suo mantello e
,
cosa dire
se n'
quando
il
re levatosi
s
alla
and
della reina
di che ella
,
maravigli forte ; ed
e lietamente salutatala,
,
disse
o signor
novit stanotte
1'
test
da
me
,
e oltre
usato
modo
me
j
,
avete preso
piacere
guardate ci
che voi
fate
Il
re
subitamente
ma come
,
savio
subita-
mente pens
n' era
,
n alcuno
di
non volemela
fare accorfatto
,
gere
Il
ma
fu ?
avrebbon detto:
non
ci fu' io:
?
ci
come and
rebbouo
la
,
chi ci venne
per
le quali egli
lo
vergogna
poteva tornare
.
parlando
il
,
vitupero recato
Risposele adunque
re pi nella
:
mente
na
,
non
sembro
io
uomo
da
A
al
cui.
(i)
(2)
vide, poi
\>ide
Parlando i arebbe.
R. emendo
si in /t
e diede senso
pe-
riodo. Rolli.
NOVELLA
la
n.
,
3i
donna
rispose
signor
mio
si |
ma
il
tuttavia io vi
.
Allora
il
ed
egli
mi piace
,
di seguire
vostro consi-
me
ne vo' tornare
di
to
ira
mal
,
gli
ripreso
suo mantello,
pen-
imaginando
dovere essere
qualun.
que
si
fosse
non
Preso
,
adunque un
se n'
plcciolissimo
lume
in
,
una lantemetla
and
in
dormiva
che ci
ancora
ed
esti-
fosse colui
fatto avesil
se
che
la
donna diceva
tacitamente
,
non
gli fosse
polso
e'I
riposare
cominciato
dall'
imo
de' capi
il
della casa
to
,
pet-
per sapere se
battesse
Come
che ciascuno
altro
dormisse forte
per
la
quale cosa
vedendo ve-
cominci a temere
e avvisossi
se
,
fermamente che,
il
re di ci
.
s'
avvedesvarie
,
senza indugio
facesse
morire
E come che
pur
vedendo
il
re senza alcuna
arme
re far dovesse
Avendone adunque
vandone,
il
il
re molti cerchi
n alcuno
tro-
pci^
32
GIORNATA TERZA
e trovandogli batter forte
.
venne a costui j
disse
;
il
cuore
seco
questi desso
Ma
si
ci che
,
ninna
,
di forfcette
avea
li
gli
tonde alquanto
dall'
una
delle
parti
capelli
,
tempo portavano
dipart e tor-
lunghissimi
guente
il
riconoscesse
.
e questo fatto
si
nossi alla
s
come
chiaramente
egli
s'
avvis
laonde
senza alcuno
,
lev
e trovato
un paio
di forfcette
delle
pianamente andando a
,
a tutti in simil
3
maniera sopra
l'
orecchie tagli
,
capegli
e ci fatto
.
se
ne torn a dormire
le
Il re
porte del
venisse
palagio
davanti
sa in
s'
5
aprissono
tutta la
.
sua famiglia
gli
e cos fu fatto
per conoscere
tonduto da lui
si
nxaravigli
,
costui
il
quasia
,
le io
vo cercando
assai
ben mostra
Poi veggendo
egli cerca-
(1)
AvYeiti
/ erano
alcun paio
,
al
modo
latino
il
verho nel
numero
seco pi
maggiore col
<!'
nome
nel minore
quando
uno
NOVELLA
va
,
IL
33
disposto a
d'
,
ammogli pia-
cque
pi
,
chi
'1
mai
e andatevi con
Dio
Un
altro gli
avrebbe voluti
esaminare e domandare} e
(juello
ci facendo
avrebbe scoperto
andar cercando di ricoprirej ed essendosi scoperto, ancora cbe intera vendetta n' avesse presa
,
non scemata
,
ma
la
sua vergogna
,
e con-
taminata
parola udirono
s
re voluto per
,
quella
dire
ma
il
ninno ve ne fu cbe
.
la intendesse
,
se
non co,
Il
quale
,
si
come
savio
mai
vivente
re
non
la
scoperse
n pi la sua
vita in si
fatto atto
commise
alla
fortuna
NOVELLA
III.
za una donna , innamorata d' un giovane , mduce un solenne frate , senza avvedersene egli ,
a dar modo
effetto .
alieni
piacer di
lei
avesse intero
;
aceva gi Pampinea
1'
e simil-
(i)
gnnilissima
Piccola vendetta chiama, non per risprtlo eST offen, ch'era , ma peich aiebbe CiiU in uomo vile.
li
mente
tatasi ,
il
GIORNATA TERZA
senno del
re,
vol-
Io intendo di
donna ad un solenne
,
religioso
essi
il
tanto pi ad ogni
,
secolar da piacere
quanto
pi stoltissimi
,
si
credono pi
,
dove
essi di
meno
si
si
come
,
quegli clie
per
altri
vilt d'
come
gli
uomini
di civanzarsi (i)
,
possano da mangiar
cevoli
come
il
porco
,
La quale o
,
piase-
Donne
l'
io racconter
,
guire
ordine imposto
i
ma
a'
die eziandio
religiosi
modo
,
cre-
possono essere
,
e sono
non che
dagli
uomini
ma da
,
alcuna di
Nella nostra
citt
pi
che d'amore
,
o di fede
passati
,
fu una
e di costumi
,
d' altezaltra
,
quanto alcun'
il
al-
come che
non intendo
di palesare
perciocch ancarlcherebber
si
di ci sarebbe
con
risa
da trapassare
,
adunque
(i)
s'
usa anche
al
presente in vane
che
si
ed
altri tali.
NOVELLA III.
maritata ad uno arlcGce lanaiulo
era
, ,
35
perciocch artefice
terra,
,
uoii ]KJtcnilu Io
uomo di bassa
condizione
gentil
donna
degno; e voggcndo lui ancora con tutte le sue ricchezze da ninna altra cosa essere pi avanti
divisare
,
che da
tela
,
sajK'r
un mescolato o
,
fare ordire
j
una
o con
una
filatrice
se
non in
gli
potesse;
ma
di volere asodisfa,
il
quale pi di
che
il
le paresse
che
fosse
degno
uomo
e di
mezza
la se-
noi vedeva
.
non poteva
ed
Ma il valente uomo di
,
non accorgendosi
,
niente ne curava
ella
che
ricoli
possibili
ad avvenire
con un
Ed
essendosi accorta
(il
che
per-
religioso
,
quale, quan
,
tunque
fosse
tondo e grosso
uomo nondimeno
,
ottimo mezzano
tra lei e
il
suo amante
,
avendo
se-
co pensato che
venevole ora
cliiamare
confessare
,
modo
tener dovesse
se n'
and
a confattosel
alla chiesa
,
dove
gli
egli
dimorava; e
,
disse
.
quando
piacesse
,
da lui
si
voleva
Il frate
vedendola
ed eslimandola gentil
donna
disse
:
l'ascolt volentieri:
,
ed
essa
dopo
la
confessione
padre mio
me
come
colei
che detto ve
l'
miei
. ,
36
parenti e
vita sua
s
'1
GIORNATA TERZA
mio marito
riccliissimo
,
clie
da
lui
,
come da
1'
uomo
j
e che
'1
pu ben fare
io
non
abbia incontanente
per
le quali cose io
pi che
,
me
stessa
P arno
ma,
suo onore
io
Ora uno
e, se io
non
ne sono ingannata
della persona
se
,
bello e grande
,
vestito di
panni bruni
assai onesti
for,
come
che
ho
pare che
m' abbia
si
posto
,
1'
assedio
n uscir di casa,
:
incontanente non mi
pari innanzi
5
e mara-
vigliomi io
come
egli
non
ora qui
fatti
di
che
io
mi dol-
go forte
Hommi
a'
miei
fratelli
ma
poscia
volta
1'
gli
,
uo-
modo
che
,
di
dalle parole
si
perviene
a' fatti:
,
acciocch ma,
le e scandalo
non ne
nascesse
me
,
ne son taciuta
,
che ad
altrui,
slate
,
si
ancora perch
gli
a voi sta
gli
bene
non che
amici,
ma
Per che
io vi priego
per solo
(1)
mi:
trovegli
rai
non
avvertimento te
renda
a comprendere. Rolli.
(a) Ri/jigliiire,
NOVELLA
Iddio che voi di ci
il
in.
,
^7
e pregare
altre
dobbiate riprendere
.
donne
assai
,
le
ste cose
giale
da
laddove a
me
ho
,
gravissima noia,
1'
si
come
animo
disposto a tal
materia
E
.
detto questo
Il
so la testa
commea*
buona
,
esser vero
che
ella di,
le
promise
d'
operar
le
si
e per tal
modo
:
che
e cocarit
.
le
lod
l'
opera della
egli
gli dite
che io
sia stata
E quinci
,
fatta la
empiutagli nascosamente
l'
la
man
denari
li
il
suoi
a casa se
Al santo
ne
il
si
come usato
ven-
valente
uomo
una cosa e
,
d' altra
tiratoi
da
parie
intendere
e del guardare
(i)
che
egli
Guatare
gaarclare.
(a)
Siamei'ene,
me
ne sia a voi; e
il
si
proferisce con
T accento
oclla
prima, ed
Bembo
che
ai
DECAM. T.
II.
. , .
38
quella donna
Il
,
GIORNATA TERZA
si
come ella
si
gli
valente
uomo
l'
maravigli
,
si
come
colui clic
mai
guatata non
avea
ma
lo
,
il
frate
non
lasci dire ,
,
ma
.
disse egli
or non far
vista
di maravigliarti
percioccli tu
:
non puoi
ella
non
lio
queste cose
medesima
dico io di
forte di te dolendosi
me
non
l'
ha dette
quantunque a
,
te
lei
ti
stean bene
ti
che
se
,
mai
ne di
Il
io
ella dessa
lei ti
e per consolazio-
valente
uomo
pi accorto che
'1
santo frate
senza
j
disse di
pi non
,
dal-
stava
ad una picciola
finestretta
se vi passasse.
vedendol venire
,
graziosa gli
si
mostr
il
che
egli assai
prendere s avere
frate
:
donna
fos.
se cagione
ella a
come
disiderosa di volerlo
ella
gli
al santo frate se
a'
ne
,
piedi
,
piagnere incominci
11 frate
questo vedendo
la
do-
, ,
NOVELLA
mand
altre
HI.
ella ave&sc
39
La
Ioa-
pietosa mente
:
che novelle
,
na rispose
piiilrc
mio
le novelle
che
iu
ho non sono
,
che
d (|uel
(li
allr' ieri
]K'rolocclu'^
io
sia
nato per
di pi
ponuivi
a'
piedi
Come
?
disse
Irate
,
non
s'
Certo
no
disse la
donna
anzi
poich io mi ve ne dolsi
,
come per un dispetto avendo forse avuto per male che io mi ve ne sia doluta, per ogni volta che pasqwasi
sar vi solca, credo
che poscia
or
il
guatarmi
sfacciato
ma
si
che pure
ieri
mi mand una femmina in casa con sue novelle e con sue frasche, e, quasi come se io non avessi delle borse e delle cintole mi mand una borsa e una cintola il che io ho avuto od ho si forte per male che io credo,
,
se io
stro
uou
per vo-
amore
non
io avrei fatto
nt^
il
diavolo
ma
.
pure mi sou
rattemperata ,
ho voluto
che
sto
la
,
io
vel faccia
io gih
prima assapere
E
,
oltre a
que-
avendo
la cinto-
alla
avea
che
gliele ri-
portasse
e brutto
commiato
datole,
temendo che
io
1'
ella
per s noli
che
avessi ri-
tolsi
di
mano, od
non ho bisogno
che
ve
porciocch>
la
merco
di
mio
io
ho
io
l'
affogherei en-
4o
tro
.
GIORNATA TERZA
E
appresso questo,
s
come
si
a padre
mi
vi senso
che, se egli di
rito
questo non
rimane, io
il
dir al
ma-
mio
a' fratei
se ricevere
dee
che
io abbia
biasimo per
lui
frate
,
bene
trasse
si
una bellissima e
ricca borsa
con
una
grembo
la
al frate, il
don:
na diceva
glmola
,
e disse
fi-
se tu di queste cose
crucci
j
io
non me ne
ripresi
maraviglio, n te ne so ripigliare
tu in questo segua
tr'ieri,
il
ma
.
mio
consiglio
Io
al-
ed
egli
m'ha male
tra
,
vamente
fatto
ha
io gli credo
per
s fatta
maniera
ti
rij
dar
non ti
lasciassi
il
.
vincer tanto
:
dicessi
che
gli
dubitar che
mai
di questo
biasimo
ti
segua
che
io sar
sempre e
testi-
monio
colei
La donna
fece sembiante di
,
riconfortarsi alquanto
come
disse
:
che
,
l'
messere
renti
,
a queste notti
mi sono
parmi che
pene; e
non domandano
altro
che
e spezialmente la
e cattivella,'
mamma
mia
la
quale mi pare
.
s afflitta
a vedere
Credo che
ella porti
gran-
mi di-
NOVELLA
CMte per r anime loro
gorio e
(Ielle
ni.
le
poso
mano un
fiorino
11
prese;
la
e con
divozion di costei, e
sci andare.
sua benedizione,
In la-
partita la
mand
qual
volesse
frate. 11
,
quale ripetendogli
le
parole altre
volte dettegli
e di
parlandogli
la
il
riprese
che detto
gli
avea
donna
che
egli
doveva aver
il
fatto. Il
valente
uomo
borsa e la
acciocch
al frate
non
donna.
,
Ma
il
fiale acceso
come
il
pu' tu negare
malvagio uomo?
medesima piangendo
.
me
1'
ha recate^
di
vedi se tu le conosci
Il
valente
uomo mostrando
(i)
"t
Fuoco
Ptnnace
buon
non
in burla,
autoti
del
secolo in vece di
pcnace. Rim.
c/i'
Peri
(a)
(T
un foco
assentbru pennace^
Che mi
(S) 3Jai., e
maino,
cio certo
ila
quello the
per Ckx'c
sia
Io credo che
il
modiast
non
42
GIORNATA TERZA
givirovi clie
,
poich
che mai
di questo voi
non
sentirete pi parola
Ora
le parole fur
la
molte
alla fi-
ne
il
frate
:
montone diede
e
'1
mico suo
ed egli
licenzi. Il valente
uomo
che aver
gli
mor
to fu
della
,
donna
come
e
in parte n'
sua
:
avea e
1'
una
1'
altra cosa
di
donna fu molto contenta, e pi ancora perciocparca che'l suo avviso andasse di bene in meglio.
cosa aspettando se
,
le
E ninna altra
non che
il
marito an-
convenne
al
E come
scrillori del
Il
l'
egli fu la
essi
madib, madie,
ma die si
all'
e masi.
al-
Menagio
sic. S'
aggiunta
aflermativa
mai
affermazione,
all'
alla slessa
avverLio
sempre,
dio per
s'
maisempre ;
e alla particella
mai
s'
aggiunta la voce di
una
ammettere
soprappi
fu fatto
Di
sl
via
l'
i ),
hisogno di ricorrere
pi da qualche dotto.
Lombardi , ma
le
Toscani
1'
usarono medesima-
mente, come
(i)
sl
pu vedere
dopo
nella Cofanarla di
Francesco d'Ambra.
t 'Z dopo.
e
il
del
1627 ha
. ,
NOVELLA
lo vin
,
IIL
al santo frate,
43
e dopo
,
cos la
donna n'nnd
gli disse:
padre mio
:
or
ma
fame
che
vi
}
io
prima noi
vi dicessi
piagnere e di rammaricarmi
io vi voglio dire ci
,
che
il
mi
fece stamane
lo non so qual
il
mala ventura
assapere che
j
marito mio
andasse icrmattina a
all'
Genova
,
se
ho
detta
egli entr in
un mio
giardi-
alla finestra
:
della
la
quale sopra
il
giardino
e gik aveva
la finestra aperta e
do
io
destatami
,
subito
mi
levai
e aveva cominciato
,
a gridare
che ancor
mi
chiese
dicendomi chi
di voi tacqui
,
egli era:
e ignuda
come
ed
corsi e ser-
mal'ora cresentii
do che
se n' andasse
Ora
zi
ed da
sofTerire
vedetel
voi: io per
me non
io
ne
(i)
gli
ho
Ninferno sclienosamcntc
il
\ Forse
fra
alle
Virt
gli
e in
Salvati
ossena che
autur
del trecento or
si
di queste
due tocI
ji
servivano,
pu
cretlere,
aWoreccIUo.
44
frale
GIORNATA TERZA
udendo questo, fu
il
pi turbato
,
uomo
clie
del
monla
do
non sapeva
clie dirsi
se
non
pi volte
egli
domand
dio, se io
se ella aveva
non
lodato
.
sia Id-
da un
il
altro
,
Io vi di-
co eh'
e'
fu egli , e
perch
il frate:
negasse
non
gliel
figliuola,
da dire
se
ardire e troppo
far
mal
dovevi
di
,
mandamelo
come
ti
Ma
io
ti
\oglio pregare
guard di vergoil
gna
che,
come due
mio
,
consiglio,
cio che
senza doler,
lasci fare a
me
a vedere
(2)
che
io credeva
re che io
io
il
da questa
bestialit
bene
sta
se
ti
non potr
mia benedizione
1'
animo
donna,
Ora ecco
disse la
non
vi voglio turbare
si
n disubbidi-
ma
si
guardi di pi noiarmij
che
io vi
',
ne a voi
parti
.
senza pi dire
si
N
il
,
don-
na
che
valente
al
uomo
,
sopravvenne
e fu chiamato
,
dal frate
quale
da parte
tiratolo
esso disse la
maggior
villauia
che mai ad
uomo
i;
Ha per molto spesso usa Bocc A l'edere, cio per vedere. E (legna di osservazione questa forma
il
.
di dire
dar la parola ia
senso di ptrmetlere
NOVELLA in.
le e
45
Costui
,
che
i
gih
due
priuiieraniciUo disse
messe:
re
ho
io crucifisso Cristo
!
A cui
e'
il
!
frate rispose
egli
ve-
di svergognato
odi ci eh'
dice
parla n pi
fosser passati, e
per
le
sue
tristizie
e diso-
qua
st
uscito di
mente
ove
1'
ove
fo-
giorno
Rispose
tosto
il
il
valente
uomo: non so
il
mi
fui:
mollo
ve
n'
giunto
messo. Egli
il
messo me n'
il
credesti, perciocch
ti
mari-
gentil
.
donna
dovesse incontanente
:
ricevere in braccio
Hi meccere (3)
mo
apritor di giar-
(5) vincere
finestre su
la sautilh di
che
le vai alle
per
Ninna cosa
fai
al
mondo
che a
dispiaccia
come
tu
e tu pur
(1)
(9)
3fordimenti
Perplesse,
duliliie,
in tutto.
(5)
Hi meceere
Non
t
ma
in collera)
Ih messere.
Mnrt.
G.
e R. Rolli.
(4)
b
le
rimente
due impressioni
Nel
testo
Minneili
uomo,
et
uomo,
eh' i divenuto
ec
ImpronliiudUf o importunit, ed
TOM
molto antica.
46
ti
GIORNATA TERZA
.
vai riprovando
In verit
ella te
r abbia
ma
tu
ti
se'
.
molto becosi
ti
ne ammendato per
vo' dire
ti
:
miei gastigaraenti
Ma
,
ella
ha
infino a qui,
clie ella
porti
ma
taciuto di
ma
,
essa
non
ho
,
la licenzia
cbe
il
se tu pi. in cosa
.
alcuna
le spiail
ci
parer suo
Cbe
dice a' fratelli? Il valente uomo, avendo assai compreso di quello cbe gli bisognava
,
frate
e da
come
il
per lo albero
sa-
mera
bella
come pi
si
donna
mise
desi,
lietamente
il
ricevette
di-
cendo
t'
1'
appresso prendendo
un
biasimando
lucidilet-
gnoli
to
si
,
e'
sollazzarono
dato ordine
si
fecero
cbe
te altre notti
con pari
letizia
insieme
si
ritrovarono
me
e tutte
l'
anime
cristiane
cbe
hamio
, ,
47
NOVELLA
Don Felice
vctr beato
,
IV.
la
fa,e
don Felice
si
in questo
d buon tempo.
JL oici
Filomena
finita la
sua novella
l'
si
tacque
ingegno del-
la preghiera
da
l'ilo-
mena ultimamente
fatta
la
il
as-
essisi
sforzano d'andar-
ne in paradiso
il
senza avvedersene vi
,
mandano
altnii
tempo
come
intervenne
Secondo che
cazio (a) stette
Bran-
un buono uomo e
si
ricco,
poi-,
il
quale fu
essendo tutto
quegli di san
fece bizzoco di
n per questo
la
bisognava
usava molto
(i) (a)
Ad un
il
tosti a
si
penna.
Brancao
tcto nome,
ma
ora
dic
comunemente Paner^
tio . Mart.
(3)
4S
alle
i
GIORNATA TERZA
,
andava
alle
prediche ,
stava
secolari
esso
non
fosse
e digiunava e disciplinava.
si; e
La
nome
giovane anco-
santit del
marito
quand'
ella si
,
con
lui
ed
il
Torn
di san
Brancazio
il
stretta
dimestichezza.
gli
solvea
sciuta
frate
e oltre a ci
gli si
avendo
la
sua condizion
,
cono-
mostrava santissimo
se lo
incominci
Puccio a menare
,
nare e cena
altres
\euia
e la
donna
nuta e volentier
faceva onore
Continuando adun,
que
il
monaco
veggendo
la
s'
(1)
Bucinavasi
cio si bisbigliava
si
diceva
cosi
Ja qnalcK" uno, e
si
tai
compagnie non
sanno
ne
si
conoscono
J-
di
gli
antichi toscani,
Tenuto bucinare
(2)
Acuto.
NO\TXLA IV.
ewere quella cosa della quale
difetto
;
49
maggior
per tot
fatica a fra
ella patisse
,
E postole rocchio
addos-
una
volta e altra
nella
bene
che
r accese
che aveva
destro
gli
egli: di
che accortosi
venne
con
ragion
il
suo piacere.
Ma
quantunque bene
all'opera
la trovasse disposta a
,
dover dare
compimento non
esser col
si
si
poteva trovar
modo,
voleva
j
mondo
in casa
si
ad
monaco
,
se
non
sua
e in
casa sua
non
polca
perdio
,
fra
il
mai fuor
della terra
.
di che
gli
malinconia
E dopo
,
molto
do da dover potere
senza sospetto
se.
essere colla
Ed
,
essendosi
un
:
d andato a star
con
lui frate
Puc,
cio
io
il
ho
compreso
fra
,
Ik
la
quale
il
pa-
pa e
usano
l'
sanno e
si
mostri
perciocch
,
ordine chericato
che
pi di llmosine vive
,
in-
si
come
quello al quale
pi
secolari
hammi
,
ono-
dove
1'
io credessi
,
del
t'
mondo
appalesassi
e volessila seguire
sta cosa,
prima cominci
a pregare
,
e poi
che
5o
mai
,
GIORNATA TERZA
se
nou quanto
gli piacesse
di mettervisl
,
monaco
e io la
ti
Tu
santi dottori
si
convien fare
ma
intendi
la penitenzia tu
non
,
peccatore
come
tu
ti
se'j
ma
avverr questo
che
fatti,
tutti s
purgheranno
e sarannoti
,
non saranno
1'
a tua
dannazione
detta
,
acqua bene-
come ora fanno i veniali Convlensi adunque l'uomo principalmente con gran diligenzia confessare
de' suoi peccati,
zia
',
quando viene
a cominciar la peniten-
un
di-
la
qual convien
altra
ti
ne' quali,
la
non che da
fem-
mina
ma
da toccare
.
convie-
ne astenere
E
,
oltre a questo
,
donde tu
vedere
il
cielo
5
e in su
1'
questo luogo
e quivi avere
,
mia
stando tu in pie
gli
vi possi le re,
e tenendo
piedi in terra
j
distender
e
,
se tu quelle volessi
maniera
guardando
il
.
cielo
star senza
muoverti
,
se tu fossi littcrato
cei'te
ti
orazioni che
tre-
darei
ma
perch non
se', ti
converr dire
NOVELLA
della Trinila
nella
;
IV.
il
5i
,
e riguardando
ciclo
sempre aver
memoria Iddio
,
della terra
e la passion di Cri.sto
stette egli in
,
stando in quella
,
maniera che
tutino suona
su la croce. Fui
,
come mat-
te
ne puoi
'1
se tu \uogli
andare, e cosi
letto tuo,
e dormire: e la matti,
na appresso
si
vuole .nudare
,
alla cliicsa
e juivi udire
almeno
tre
messe
trettante
avemmarie
e poi de-
sinare, ed essere appresso al vespro nella chiesa, e quivi dire certe orazioni
che
io
ti
dar
scritte
senza le
quali non
re al
gih
,
si
pu
fare, e poi in
.
su la compieta ritorna,
mudo
detto
,
faccendo questo
si
come
io feci
spero che
ga
etema
se
con divozione
:
fatta
avrai
Frate Puccio
,
disse allora
(juesta
non
n trop-
po lunga
gho
al
e perci io vo:
nome
e da liy
,
ordinatamente
con
La don-
assai
buon modo
egli
,
disse
che di queface-
bene che
j
per
l'
anima sua
va
ella
era contenta
e che
acciocci
Iddio gK
ma
fare altro
la
no Rimasi adun.
que
in coiicordia
venuta
domenica
,
frate
Puc-
penitenzia
,
raesscr lo
mo-
5a
GlOPtNATA TERZA
essere, le
non poteva
all'
,
andava
il
,
e frate Puccio
il
luogo,
aveva
alla
camera
donna
ed
con
lui,
parve a
frate
mento di palco
avendo
gi detti cento
,
fatto
,
chiam
la
domandolla ci che
,
ella face-
La donna
forse ca-
valcando allora
san Benedetto
:
o vero di
,
rispose
gnaffe
marito mio
mi dimeno quanto io posso. cio come ti dimeni? che vuol La donna ridendo e di buona
:
,
rispose
dii-e?
co-
me
ora io
la sera
non cena
il
digiuno
le fosse cagione di
si
,
e per-
ci per lo letto
fede disse
donna
1'
ho ben
tali
non digiunare j
,
ma
tu
poich pur
non pensare a ci
,
pensa di riposarli
fai
tu dai
che
i
dimenar ci che
ci
(i)
Fatto punto,
0& fermatosi,
traslazione
della
scrittura,
ch
NOVFXLAIV.
non ve no
fate
53
eli' i*
ben
ci
mi
fot
far
bene
,
io, se io jwlr.
Slettesi
a'
adunque cheto
:
frate
Puccio
e rimise roano
lo
suoi paternostri
e la
,
donna e messcr
monaco da
tempo
fe,
ordinare
un
letto
In quello
quanto durava
,
il
cou grandissima
se n'
stavano
e ad
una ora
il
monaco
andava
e la donna al suo letto tornava, e poco stante dalla penilen/n a quello se ne venia frale Puccio. Continuan-
do adunque in
e la douna col
cosi falla
maniera
il
frate la pcnitenzia^
,
monaco
il
suo diletto
pi volte mot-
pcnitenzia a frail
pa-
radiso.
alla
donna,
si
s'av-
vezz
a' cibi
monaco cbe
,
ancora che
,
la
peni-
Puccio
si
consumasse (a)
modo
trov
ga mente ne prese
1'
il
suo piacere
Di che
( acciocch
venne che
dove
frate
Puccio
faccendo pcnitenzia
,
egli vi
mise
il
monala
clie
co
clic
,
da andarvi
tosto gli
moglie
mcsser lo monaco
le fece
come
misericordioso
gran divizia
()
Non
se
ma
non ha
(a)
non
le terse
persone.
Consumasse
II*
modo
latino, avvertilo.
DBGAM. T.
54
GIORNATA TERZA
NOVELLA
//
V.
Zima dona a
parla alla sua donna, ed ella tacendo, egli in persona d lei si risponde , e secondo la sua ri'
sposta poi
V effetto
segue
non senza
,
risa delle
Donne
finita la
quando donnescamente
la
no
ma
me
cos
sappiendo
che
altri
li
quali spesse
,
credono uccellare
dopo
:
il
fat-
da altrui essere
stati
uccellati conoscono
follia
per
la
quella di chi
si
mette
.
Ma
uomo
della
sarebbe
venisse
,
quello che ad un cavalier pistoiese n' addil'ordine dato del ragionar seguitando,
mi
ca-
piace di raccontarvi
Fu
valier
un
uomo molto
ricco
ma
avarissimo senza
modo
il
re fornito
s'
se
non
j
d'
un
pallafrcno solamente
gli
ne stava in pensiero
Era
allora
un giovano
, .
NOVELLA
in Pisluia
,
V.
,
55
di piccola na-
il
zione (i),
lito della
ma
il
(|ual(! *
ornato u
pu-
persona nudava
il
era chiamato
Zima (a)
e avca lun^o
tempo amala
l'
rau-
la
Toscano
uom
pubblico
,
lui
vagheggiare
moglie di metr
,
ser Francesco
fu chi
gli dicesse
1'
che
se egli quello
1'
addimandasse
quale
il
che
alla
egli
avrebbe per
amore
il
Zima
Zima,
in venil
domand
il
Zima
do-
gliele profercsse in
dono.
Zima udendo
:
c([ue
e rispose al cavaliere
messere
voi
se voi
mi
mondo,
quando
non
:
potreste per
in
mio
,
pallafreno
ma
il
dono
il
bene avere
,
vi piacesse,
con que-
coudi/one
che
io
prendiate
uom
che
io
da
altrui
che da
lei
Il cavaliere
da avarizia
tirato, e
far costui
quantunque
,
egli
volesse
an-
nella
camera
donna
il
pallafreno guadagnare, le
(a)Qanlo
stire pulito
Ziiua non
vi
drl u|^tciinuga>e di
Zima
dato a costui.
56
GIORNATA TEUZA
il
Zima
,
venisse
ma ben
,
si
guar-
che
egli dicesse
rispondesse
n poco n molto
cosa
rito
, ,
questa
ma
disse di farlo
sala
ad udire ci che
i
Zima
volesse dire
,
Il
quale
patti rifermati
da una parte
colla
uomo
:
donna
si
pose a sedere
valorosa don-
na
egli
mi pare
,
che voi
,
siete si savia,
che
assai
bene
a
gi gran
tempo
dere
vo-
stra bellezza
la
di ciascun' altra
stare de'
in voi sono
le quali
cia-
uomo ;
e perci
non
maggiore e
il
pii
;
fervente che
mai uomo ad
mentre
mia msera
,
pi
v'
che
.
se di l
come
di
qua
s'
amer
qua! che
ella si sia
o cara o
vile
ne conto
come
di
me
da quanto che io mi
.
il
simigliante delle
mie cose
vi dico
che
io
mi
re-
mi comandaste che io non terrei che, comandando io, tutto il mondo prestissimo m'ubidisse Adunque se cosi son vostro come udite che
si
,
che
vi piacesse
NOVFXLA
sono
,
V.
porgere
i
57
prieghi
non immeritameate
arilir di
miei alla vo&lra altezza, dalla qual sola ogni mia pace
ogni mio bene e
altronde.
la
mia
salute venir
mi puote , e non
come umilissimo
servidur vi priego,
si
nutiica}
la
che
ammollita
,
vo-
stra passata
durezza verso
me
dimostrata
che vostro
sono
che
che
come per
innamorato sono
,
la
quale
s'
,
ghi
altiero vostro
animo non
inchina
senza alcun
fallo verr
d'\
meno
.
morrommi
,
me
micidiale
E
,
mia morte
rimorden-
non
vi fosse
onore
ve ne dorrebbe
mo
desima
direste
feci a
ricordia del
Zima mio!
do luogo
che
,
vi sarebbe di
Per
mi
il
potete
di ci v' incresca
a mi-
sericordia di
me
vi
movete
il
farmi
il
.
pi lieto e
pi dolente
uomo che
,
viva
di-
murn
la vostra cortesia
che non
riceva
soifcrrete
che
amore morte
,
per guiderdone
ma
con
lieta risposta
,
e piena di gra-
li
quali spaventati
quinci tacendo
,
(1)
t Pentire dissero
l'iisa
li
Qui
to iu
58
GIORNATA TERZA
mangli ocelli fuori
,
che
le
il
1'
la gentil
donna
gli
rispondesse
queste , per
amor
e cominci
,
sentito
cio
co-
che amor
si
fosse
quantunque
per seguire
il
mandamento
ri
che volentiemanifesto
.
rispondendo
al
Zima avrebbe
,
fatto
Il
Zima
risposta seguiva
si
maravigli^ e poscia
incominci
ad accorgere
ma pur
lei
e oltre a ci tutta la
raccogliendo
sospiri
li
quali essa
^
non con
prese
nuovo
consi-
e cominci in
a rispondere a s
medesimo
Zima mio,
il
m' accorsi
,
tuo
amore verso
per
contenta ^
me
e ora
le tue parole
si
maggiormente
io
.
il
conosco
fiata
,
e sonne
come
ti
debbo Tutta
,
se
dura e
crudele paruta
io nello
sono
animo
;
mostrata
anzi
ho sempre amato
uomo ma
:
cosi
m'
convenuto
paura
.
d' altrui e
mia onest
Ma
tempo
nel quale io
NOVELLA
ti
V.
l*
59
amo
e renderli
qiial portato
m* hai e mi
in fra
perciocclit^
pochi
di a
Melano
si
come
tu sai,
il
nniorc donalo
bel pnllafrcno:
ti
come
la
andato sar
f e
fra
prometto sopra
io
,
mia
quale
ti
porto
che in
trovcrrai
meco
e al nostro
.
amore
mate-
daremo piacevole
io
ria
e intero
compimento
acciocch
non
,
t'
abbia
camera mia
che per
la
,
quale
guar-
sopra
il
nostro giardino
fa'
l'
uscio del
me te
ne venghi
tu
mi
trovcrrai
che t'a-
e insieme
,
avrem
un
dell' altro
si
come
disideriamo
Come
, :
il
Zi-
ma
in persona della
s*>
donna ebbe
,
cos palato
egli in-
cominci per
donna
,
a parlare
e cosi rispose
carissima
egli
s
per soverchia
buona
risposta
a rendervi debite
se io
pur
si
potessi,
come
favellare,
niun termine
rin-
graziare
come
io vorrei e
come
me
di far
si
conviesi ri-
fornir
iSol
come
cosi
penser
(1)
il
moilo
ili
clirr.
6o
GIORNATA TERZA
dono quanto con-
quali per
me
si
potranno maggiori
;
Or
qui
non
e per
carissima
vi
il
maggiore e a Dio
,
v'
accomando.
sola parola
non
si
:
disse la
,
donna una
e verso
il
Laonde
Zima
lev suso
il
cavaliere co,
minci a tornare
fece incontro
,
gli si
e ridendo disse
clie
ti
,
pare
Hott' io
il
bene
la
rispose
Zima^
e voi
.
m'
una
statua di
,
marmo
quale
,
al cavaliere
il
e disse
il
ornai
ben mio
mes-
pallafreno
s 5
che fu tuo
A cui
,
Zima
i-ispose:
ser
ma
ho senza
,
domandatavi ve
che
il
l'
avrei donalo
,
e or volesse Iddio
io fatto
1'
avessi
pallafreno
si rise
e io
,
non
ho venduto
e verso
Il cavaliere di
,
questo
ivi
Melano
se n' an-
d in podesteria
casa
,
ripensando
alle
La donna rimasa libera nella sua parole del Zima e all' amore il
amor
di lei dona-
se seco
medesima : che
?
fo io
perch perdo
io la
mia
tor-
giovanezza
Melano e non
ner di questi
mesi 5 e quando
io sar
me
?
giammai
quando
vecchia
E oltre a questo,
NOVELLA
quando trovcrr
Zi ma
?
V.
G
amante comc
il
io
,
mai un
cos fatto
io
8on sola
non so ho
j
pcrci io
non mi prendo
buon tempo
mentre che
io
io posso. Io
.
al presente
,
na
se egli
pur
,
dovesse risapere
si
fare e pcntcre
che
,
starsi
e penlersi
E cosi
mefi-
desima consigllntn
un
,
d pose
il
due
asciugatoi alla
.
quali
il
come
,
venuta
all'
uscio del
j
e quindi
and ad un
altro uscio
aspetteva
,
La qual \eg-
gendol venire
festa
il
levataglisi incontro
j
,
con grandissima
ricevette
ed
egli
abbracciandola e basciandola
la
centomilia volte
su per le scale
,
seguit
e senza
alcuno indugio
coricatisi
gli
d'amore.
questa volta,
fu
mentre
il
cavaller fu a
,
la
sua tornata
vi
torn con
il
Zima
molte
62
GIORNATA TERZA
NOVELLA
Ricciardo Minutolo
VI.
ama
la moglie di Filippello
,
col
mo-
ad un bagno, fa
.
si
truova
quando,
sagacit del
Zima
la
Reina impose
.
La qual
e
,
madonna
volentieri
cominla
ci
le
,
citth
qua-
come
cos d'
esem-
pli
ad ogni materia
1'
come Elisa lia fatto, alquanto altro mondo [avvenute son race,
,
contare
dir
come
scliife
una
si
(i)
che
cos d'
d'
amore
mostrano
fosse dallo
ingegno
un suo amante
,
prima
a sentir d'
amore
:
il
frutto condotta
clie
fiori
avesse conosciuti
il
clie
e daravvi
avvenute
,
In Napoli
le
,
citt
o pi come ne
,
sia
alcuna altra in
Italia
fu gi
un
(i) "i
!
snntese colui
vale
ha cura
della chiesa
noi
diremmo sagrestano
Qui
sp/golistro, picchiapetto.
XXVII
ha una di queste
santesse
NOVFXLA
molle ricchezze,
11
il
VI.
63
Minulolo
nome
fu Ricciardo
s'
innamora d'una
,
la
quale , secon-
do r opinion
za tutte
la,
1'
di lutti
altre
chiamato
sima
pii\
ella onestis-
che
altra cosa
amava
e aveva caro.
Amando
tutte
1'
operando, per
si
le
quali
la
grazia e
,
amor
d'
una donna
disperava j e da
lendo disciogliersi
di vivere.
n morir sapeva n
gli
giovava
in cotal disposizion
dimorando, avvenne
assai
,
niimo
altro
la in tanta gelosia
aere
Ricciardo
Catella
piaceri
amor
di Catella
disperato
posto j e per
amor
di lei
cominci
tempo ci
picsta
fece,
che quas?
tutti
mo
che
ma
seconda donna
sommamente amasse : e
si
per fermo da
tutti si
altri
, ,
64
GIORNATA TERZA
Catella lasci
ma
una
salvaticliczza
che con
lui
avfa
,
dell'
amor che
,
cofa-
me vicino
ceva
andando e vegnendo
i
salutava
il
come
1'
gli altri
tempo
cal-
di cavalieri secondo
a' liti
u-
del
mare
do
ne
similmente
and
Catella fu ricevuto
invitare, quasi
non
,
fosse
Quivi
le
donne
e Catella insieme
pivi loro d
,
ragionare dava
l'
lungo andare
e
l'
essenda
una donna
andata in
,
qua
altra in l
come
lei
,
si
fa in que'
luoghi
gitt
Ricciardo verso
un
motto
d'
un
per
comin-
si
fu
a-
non potendo pi
tenersi
la
mor
di quella
donna
quale
do-
Filippello
Il
,
le disse
voi
m' avete
scongiurato
per persona
che
io
mandiate j e perci
(i)
ma
dircelo pi regolare e
proporzionalo
NOVELLA
n con
lui
VI.
65
effetto
j
n con
altrui
se
che
quando
vogliate
v'
insegnerA
come vedere
il
potrete
i
addomandava
mai non
e giurgli di
,
dir-
lo
Tirati
the da
altrui uditi
:
non
na
,
fossero
se io
madon-
V* amassi
come
gii
amai
io
non avrei
ma, perciocch quello amore Spassato, me ne curer meno d' apiirvi il vero d' ogni cosa. Io non
vesse
j
so se Filippello
si
,
prese
giammai onta
dello
amore
io
il
quale io vi portai
se avuto
ha credenza che
mai
ora
da voi amato
nella
fossi;
sia stato
:
o no,
,
ma
forse aspettando
bia
men
io
me
quello,
che
facessi a lui,
j
donna mia
per
egli
l'
ha da non troppo
tempo
sollicitata
Le
quali io
ho
tutte
da
lei risapute,
ed
ella
ha fate
le risposte
,
ma
pure slamane
con
glio
la
,
anzich
qui venissi
io
trovai (i)
donna mia
quale
:
in casa
una femmina
chiamai
a stretto consi-
la
io credetti
che
ella era
per che
io
donna mia
.
e la
colei
il
qual tu con
fargli
(i)
11 testo
Mann, secondo
la
stampa di Locca
lia
trovarti,
'
'*"
il
m, cio
nt trovai.
, ,
66
GIORNATA TEUZA.
m'
hai fatto recare addosso
,
do
di fare
e che egli
quando
io volessi
farebbe che
io potrei essere
teiTa
e di questo
fatto
mj prega
,
e grava
,
se
non
fosse
non so perdio
io
me
1'
che
.
egli
dove
io fossi stata
Allora
e
mi parve che questi procedesse troppo innanzi che pi non fosse da sofferire, e di dirlovi, acciocla vostra intera
.
ac,
ma
te
il
poteste
quando
e vedere e toccare
,
donna mia a
;
colei
che
l'
aspettava
questa risposta
,
che
ella era
domani
da
in su la
:
nona quando
la
la gente
dorme
tissima
a questo bagno
si
di
che
femmina contenio
parti
lei
ma,
e
se io fossi in vostro
luogo
io farei
che
egli vi troverrebbe
me
in luogo di
si
,
crede
il
dimorata
,
fossi
io
fai-ei
fosse
e quello onore
che a
lui se
ne convenisse
si
ne
gli
gli farei.
fia,
fatta
vergogna
me far
vuole
a'
suoi inganni
secondo
il
costume
,
de' gelosi
subi-
alle parole
non
NOVELLA VL
era egli
s\
67
,
gran
fatica a fare
e che fermamente
si fatta
m:
farebbe
vergogna
,
che,
sempre che
be per
cedesse
lo
egli
gli si
girereb,
capo (i)
'1
parendogli che
,
con molte
conferm su
nondimeno che
da
lui,
il
dir
ella
che
promise
La
egli
egli
teneva
e le disse ci che
gli
Aveva
ove
il
bagno era
si
come
lume
ren-
desse risjwudea
Questa secondo
1'
ammaestramento
,
di Ricciardo acconci la
buona femmina
,
e fecevi
nel qua-
entro
le
un
letto,
,
il
migliore
Ricciardo
ad aspellare
ciardo
,
tome desinato ebbe si mise e cominci Catella La donna udite le parole di Ric,
.
e a quelle data
])ii
la
sera a casa
le fece forse
.
usato di fare
11
che
ella ella
vedendo
entr in troppo
,
non era
seco
medesima
(1)
sa ila
Si girerebbe per lo capo per ricorderebbe; dello eoo molta gniuna persona ioftiriata cui lai porolf iOTTCDgono, quale allpra
,
dM[H>iou loro,
clic
lutti
'
aa-
giiuuo.
^8
con
GIORNATA TERZA
1'
qual domane
si
ma fermamente
pensiero
,
e imaginando
come
quando
con
dimor.
Ma
che pi
gnia
,
venuta la nona
e senza
d
to
j
a quel
bagno
quale Ricciardo
le
aveva insegnala
e quivi trovata la
buona femmina,
.
dimand
se
cui la
buona femCatella
mina
la
ammaestrala da Ricciardo,
gli
.
donna che
:
ri,
spose
si
sono
Adunque
disse la
buona femmina
andatevene da
lo
lui. Catella,
che
ella
fattasi
alla,
col
capo coperto
e dentro serrossi
,
Ricciardo veden-
dola venire
tola
tella
,
e in braccio ricevu1'
disse
,
pianamente
ben vegna
anima mia
che
ella
Cano.n
altra
era
festa grandis-.
,
temendo
se parlasse,
non
fosse
gli
'1
occhi pi di potere.
,
letto
e quivi
senza
,
che iscorger
si
potesse la voce
per
una parte
che
dell' alti'a
stettero
il
Ma
poich a
Catella parve
tempo
di dovere
concetto sdegno
man-
dar fuori,
cominci a parla-
NOVELLA
come
Io
,
VI.
69
t'
misera
vita
me
gih
ho
pii\
,
che
la
mia
amato, e
iicllu
tu
come
d'
.
io sentito liu
tutto ardi
,
e cousumiti
amore
tu se'
reo e
malvagio
serc stato
uom che
?
Or con
credi tu e-
se'
Ascolta se tu riconosci
voce mia:
io
pos-
svergognare
.
che tu se'
come tu se' degno, sozzo cane vituperato Oim misera me a cui ho io cotanti
,
!
m' ha
altro
fatte in
questo po<;o
l'
stata
rimanente che
stata
son sua.
Tu
se'
suogli mostra-
Ma
lodato sia
Iddio, che
il
some
battaglia.
l'
Ma
,
gi
ch non
di
qualche cosa
f di
ti
tu divenuto mutolo
so a che io
negli occhi
udendomi? In
io
Dio
ficco
io
le
non
mi tengo che
,
non
mani
e traggogliti
latamcnle saper
faix*
non
l'
venuto fatto.
Io
DECAM. T.
II.
,.
7
t'
GIORNATA TERZA
alla
coda
devi . Ricciardo in s
role , e
,
medesimo godeva
,
l'abbracciava e
Per che
ella
seguendo
il
tu
mi
che tu
.
se'
e rappacificare e racconsolare
tu
se'
errato
Io
ne vitupero in presenzia
abbiamo. Or
non sono io
donna
pi di
malvagio
uomo
,
cos bella
?
come
sia
la
non son
?
io cos gentil
sozzo cane
che ha colei
,
me ?
non mi toccare
.
che tu hai
troppo fatto
lo so
mai
che tu ci che
la gra-
tu facessi
zia sua
,
faresti a forza
ma ,
se
Dio mi dea
j
io te
non so
a che io
il
mi tengo che io non mando per Ricciardo, qual pi che s m' ha amata e mai non pot van,
tarsi
che
si
io
il
guatassi
.
non so che
male
qui
,
fosse a farlo
se
Tu
ed come
:
avuto
,
avessi
in quanto per te
,
non
e
rimaso
dunque
se io avessi lui
.
non mi
potresti
,
Ora
le
rammarichio (3) della donna grande : pure alla fine Ricciardo pensando che se andar ne la lasciasse con
,
questa credenza
(1) Infiille,
(2)
Mannelli.
per aver carestia, avTertilo per molto ben detto.
detto,
Pulir
votali a
(5)
Rammarichio , anticamente
.
rammarico dicono
pi mo-
derni
dilihcr
(l
NOVFIJ.A
VI.
71
inganno nel quale
tA
che
vi
poteva
,
disse
non
turbate
quello
,
che
io seQiplicemonte
amando aver
,
non
potei
il
insegnato avere
e sono
vostro Ricciardo.
che Catella
si
udendo
conoscendolo
letto,
ma non
,
ma
,
Rice dis-
ciardo le
se
:
bocca
madonna
stato
essere
che quello
tutto
,
che
non
se voi gridaste
il
tempo
e, se voi
griderrete
si
o in
senta
mai per
.
L* una
di
il
vostro ono-
re e la vostra
buona fama
che
io
qtii
guasta: perciocch,
v'
come
fatta
fat-
che voi
venire
,
diciate
io dir
ad inganno
abbia
che non
sia
ta venire
si
,
abbia promes-
li
non
v'
ho come
e questo
e queste paro-
le
romor ne
fate
pi acconcia a credere
il
male che
il
bene ; e perci
.
non Ga men
nimist
tosto creduto a
me
che a voi
Appresmortai
me
e potrebbe
,
si
andare
egli
la cosa
:
che io ucciderei
come
n
me
di
lieta
n contenta.
perci
cuor
del corpo
mio non
,
vogliate
vostro marito e
me.
(1)
f^erranito Mannelli e
stuiup
Ji
Milano.
'
7; Voi non
stro
GIORNATA TERZA
siete la
,
'^
prima n
sarete
l'
ultima la quale
torvi
il
ingannata
,
io
non
v'
ho ingannata per
che
io vi
vo-
sposto
servidore.
E come
,
che
mie
Catella
mentre che
,
co-,
me
fosse e
molto
si
rammaricasse
nondimeno diede
cognobbe
esser possibile
ad
Ricciardo
io
non
so
come Domeneddio mi
si
l'
conce^
inganno
la
che
fatto
m' hai
dove
mia
que-
mi
condussej
ma
di
lieta se in
un modo
o in uno che
fatto
altro io
( i ) di ci
m' hai
non mi
tener pi:
sti'aziat^
ed hami
(i)
tu
( t.
i,
I. i, e. Il) no-
eli'
lesto a
penna
egli
denomi-
na
il
testo del
27
stampa? o
sarelJiervi
Libro
io
27? Comunque
esemplare
il
quale
il
ne ho sotto
occhi ha vendica, e
Salviati.
guisa che
com-
pero per comperalo, sgombero per isgomberato, logoro per logorato ec.
NOVELLAVI.
f
quMtit
l*
73
di lasciarmi
1
piaciuto
la-
che conosceva
avca posto in
s'
mai
se la sua
vinta
con
lui si
conoscendo allora
i
donna quanto
clie quegli del
pi saporiti fossero
basci dello
amante
marito
amore verso
Ricciardo
l'am, e savissimamente operando, molte volte goderono del loro amore. Iddio faccia noi godere del nostro.
NOVELLA
Tedaldo turbato con
utta
VII.
,
ma donna
51
fiarte di
marito di
lei
da
,
morte
e co' fratelli
sua donna
si
gode
G.
la
lia
rih si
,
taceva
Fiammetta
lod<nta
da
tutti,
quando
commise
il
ragionare
la
qual cominci
A me
(1) Si noti
mano divena
V hai ,
rtl
i5a7
si
i(^c
tempo U ce
,,
74
GIORNATA TERZA
,
donde
alle
due pas-
come un
,
nostro cittadi-
no
la
mostrarvi
,
Fu adunque
un
,
nobile giovane
il
cui.
nome fu Tedaldo degli Elisei il quale d' una donna monna Ermellina chiamata, e moglie d'uno Aldobrandino Palermini, innamorato oltre misura
,
per
gli
suoi
Al qual piacere
Perciocch
,
la fortuna
nimica de'
si
felici
s'
oppose
fosse
la
donna
avendo di
tutto
si
s a
ma
ra
malinconia e isplacevolej
celato
,
ma
si
amor
niere
ci essere la cagione
si
e ogni
trovando vana
mondo
,
lieta colei,
,
consumare
,
dispose
E
,
segretamente
amico od
cona
a parente, fuor
,
and
e pervenne
ad An:
e quivi con
si
un
con
lui
sieme
and in Cipri
le
ma-
(i)
Perduto
se
disse
sempre
il
non mai,
non per
colore misto di
purpureo e di nero.
NOVELLA VU.
ni>re pinr(|iicro
si
y5
com-
aI
mercatante
,
huun
pagno
ma
il
mettendo-
gli tra lo
mani
,
li
si
b<;ne e
con tanta
sollicitudine
che eHso
in }K)chi auni
divenne buono e
si
ricordasse e Me-
ramente
da amor
trafitto e
molto disiderasse di
quella battaglia
in Oipri cantare
la
Ma
avvenne che
udendo
egli
un
una canzone
alla
lei
lui
il
piacer che di
aveva ,
si
raccontava
ella
avvi-
dimens'
r avesse
acce-
se, che, pi
non potendo
a Firenze
do ogni
vsua
roba giunta
({nella
ne mand a Firenze
egli
in
forma
di peregrino
ze giunti
telli
,
se n'
due
fra-
donna.
N
di
prilei
ma
and
in altra parte
,
che davanti
alla casa
per vederla
se potesse
Ma
:
le
di
che
egli
dubit forte
.
clic
morta non
fosse
la
o di (piindi mutatasi
frat'lli
Per che
,
forte
pensoso verso
casa de'
se
n'and
davanti la
;
di
che
egli
si
da quello che
ea-
76
ser soleva
GIORNATA TERZA
quando
si
parti,
be
sicuramente
s'
accost ad
un
calzolaio
domaudoUo perch
il
stiti
costoro
Al quale
,
calzolaio rispose
e'
coloro sono
di nero vestiti di
perciocch
,
che un lor
,
fratello
era
stato
il
quale
l'
uccidesse
lei.
si-
che
gli
dobrandino
dolse
,
avendo
che
la
donna
ne torn
albergo
messo a dormire
lo stimolavano e
e quivi
per
li
per
la
e forse
per
la
cena ch'era
andata
;
,
stata
s'
magra
la notte
non
Tedaldo adparve in su
dormentare
la
gli
mezza
chetamente
cominci a guarda-
tener questo
lume
1'
che
dopo alcuna
:
festa
insieme
,
disse
un
noi possiamo
(i)
NOVELLA
ImUio
sia
VII.
,
77
perciocch noi
SAppiamo fermamente
stata provata da' lermini, ed egli
zia
\
fratelli
addo&so ad Aldohrandin Pa
la
l'
La confessata, e gi scritta
,
scnteu*
ma ben
si
si
perciocch, se
mai
risapesse
stati
noi
saremmo
.
a>
Aldobrandino
si
quelie-
con
la
donna
,
che
forte di ci
mostr
se
ne sccsono
,
to questo
gli errori
ni
prima pensando
non
a ci la
i*ettori
li
quali assai
incrudelen-
do
famio
falso
provare
giustizia e di
lo esecutori
Appresso questo
,
Aldobran-
dino
pose. E,
te
,
comcome levato fu la mattina, lasciato il suo fanquando tempo gli parve solo se n* and verso la
il
pensier volse
e seco ci
che
a fare avesse
una
che
j
ivi era,
ed era
tutta piena
ne lagrim
tribolate
j
e av>'icinatolesi disse
la vostra
il
pace vicina
viso
,
costui
lev alto
e piangendo disse
forestiere:
il
buono
uomo
tu
mi
pari
un percgrin
?
che
sai tu di
pace o di mia
afflizione
Rispose allora
peregrino:
78
GIORNATA TERZA
,
madonna
io son di Costantinopoli
mandato da Dio
a diliberar da
a convertir le vostre
il
lagrime in
riso e
morte
vostro marito
,
Come
?
disse la
donna
qui
,
se tu di Costaiitinopoli se'
e giungi
Il
pur
test
sai tu chi
mio marito o
io ci
siamo
peregrino
da capo
brandino raccont, e a
quanto
tempo
stata maritata
,
le quali egli
la
,
de'
suoi
Di che
donna
per
si
gli s'in-
piedi
se
la
che
egli s'avacciasse,
,
perciocch
il
tempo
era brieve
,
Il
peregrino mostran,
uomo
bene
disse
madonna
levate su e
non piagnete
r
,
e guardatevi
dirlo
Per
mi riveli la tribulazione la qual voi un peccato il qual voi commetteste (i) avvenuta il quale Domeneddio ha voluto in par,
che per
vi
ammendi
se
.
non
maggiore affanno
messere
io
ho uu
il
peccati assai
altro
si
,
voglia che io
m' ammendi
disse allora
e perci, se voi
io potr
sapete
ditelmi
.
e io
ne far ci che
,
per
,
ammendarlo Madonna
so
f
il
peregrino
io
bene quale
egli
'
(1)
,
t Commeltesli , Mann,
Si ricaderesti
in
.
1'
edizione di Milano.
'
(2)
La lerminazione
f
appartiene
Rolli
con tutto
ci
anche
1'
hanno ricaderesti
NOVELLA Vn.n
meglio,
79
fatto. Ditef
ma
biale pi rimordiraenlo.
Ma vegnamo
,
si
mi
ricordavi
,
La donna
udendo questo
,
maravigliossi forte
gran sospiro, e
sona saputo
l'
avesse
quanlimque
di que' di
che ucci-
bucinasse (i)
usate dal
se: io
compagno
segreti degli
i
uomini
Egli
non
celarvi
miei.
il
(a)
ho
tanto pianta
la
sua parti-
la
la sventurata
morte
me
l'
hanno potuto
;
re
cui
il
peregria disse
lo sventurato giovane
,
che
si
ma Tedaldo
la
?
Elisei
Ma
ditemi
qual fu
la
cagione per
lui
ri-
\i turbaste
offesevi egli
giammai
olljpse
non mi
mai:
ma
la cagione
frate, dal
,
un maladetto
;
mi
confessai
perciocch
quando
(i)
significa
con
si
un e
come
^
(a)
Il
lesti
rore
hanno opposta.
a*
io gli dissi
la
1'
GIORNATA TERZA
amore
il
mi
,
fece
un romo^
mi
spaventa
dicendomi, se io
non
me
ne rimanessi,
io n' andrei in
fatta
de
tutto
mi
j
disposi a
non voler pi
dime,
stichezza
lettera
,
di lui
sua
n sua ambasciata pi
(1)
(2)
Infrno.
Pennace
\ Nel
(3)
testo
ma
clie
Ja
mano
posteriore y fu
sostituito ricvere f
come appunto
1627
e in
da prima
si
si
fosse
scritto
dica propriss
imamente
ritenere
;
non pare
me
che dir
si
dcesi di cosa gi
si tolse
l'
au"
donna
sciata ascoltare. Sarehhe egli mai da dire che fosse stato qui adoperato
Ma
egli
converehhe mostrare in
tal caso
con esempi o
sto
que-
tanto che
ci
sia
non
si faccia, io
ma
ricevere
al Sig.
dall'
ci allontanasirao dall'
ottimo
testo, se
fatto inule
quali
osieno
alcun peso, o no, non rileva :hasta solo che dir non
il
possa che
testo Mannelli.
non cangiano
Tener presso
ritornar di
campagna,
non
campagna
a]>-
hisogna
d'
esempi. Ora
alcuni dei
non
si
pu dire,
non
era
che esso
al
tempo
del Boccaccio in
una
cotale significazione
, y
NOVELLA VU.^
me me
che
,
8t
(co-
io credo
(i), e pi
io
fosse perseverato
,
presuma
egli se n'
and dis
come
si
fa
la
sole
il
sarebbe
re avea
Disse allora
il
Io so
:
fermamen-
\i fece forza
,
alcuna
quando
il
voi
fa-
ceste
ste
,
piacendovi egli
,
come
voi
medesima vole^
:
a voi venne
e us la vostra dimestichezza
nella
chf?
se egli
prima
v'
amava
in
ben mille
i.
Uno
ti
i
|iortnlosi
come dicono
DipuUili,
gli
G.
8.
N.
a.
Ma
la Belcolore
venne
cio
si
e tennegli favella
insino a
alili
vendemmia
BoccacTedaldo:
Ma
possiamo ad
luoghi del
In questa
slessa Novella di
brandino gV invit; ed
lo 'avito
.
essi
G. IO. N.
9. //
Saladino ,
il
, '
av-
vide die questo cavaliere aveva dubitato che essi non avesser tenuto
lo'nvito, se
SimiH).4u
quando
Lorenzo
de'
Medici,
Cap.
6. Ediz. di
Bergamo
p. 1
99.
Credo che
i. p.
Tennero lo
esporre pi
Or
questo
modo
ili
dire, tener
invito,
non
si
pu
acconciamente che con accettar P invito; e perci tener qui vale Accrltare.
diversit
di
significaaione, quel
sua
lettera^
n sua ambasciata pi
volli ritenere
tra loro
mal suono.
82
GIORNATA TERZA
faceste
,
doppi
so
l'
amor raddoppiare.
-vi
se cos fu
(che
che fu)
qual cagion
volean pen,
se credevate
,
mal
far
pentere
,
non
farle
divenne vostro
fosse vostro,
piacere
come
,
ma
il
stata
,
non
fosse.
li
Or
e perci
nosco
tutti
e, se io
si
di voi,
egli
non mi
disdice,
mi
piace di parlarne
,
meuo-
biate fatto
Furon
mini
y ma
chiamano, e
cosi vo-
ninna
altra cosa
hanno
j
di frate se
non
la
cappa
n quella
altres di frate
fi'ati
,
perciocch
strette e
furono ordinate
e dimostratrici dello
animo
il
quale
le
oggi le fan,
di finissimi panni
in forma
hanno
in tanto
e nelle piazze
come con
le loro
robe
secolari fan-
(1)
i;
tiitte le
ho
vedute
(1)
J"
Paoneggian
del
testo
Mannelli, e nel
est tcstus.
La stampa
XXVII
ha pagoneggiar.
NOVKI LA
no
,
VII.
SS
il
non
si
vergognano
un
ampissime avvolgen,
dosi
molte pinzochere
molte vcjJove
molte altre
sotto s'in-
sciocche
femmine
uomini d'avvilupparvi
cappe de'
hanno costoro
ma
solamente
co-
lor delle
cappe
dove
gli
fem-
mine e
sto e
le
ricchezze; e tutto
il
lor desiderio
hanno po-
pongono
in spaventare
mosine
a loro
ti
,
peccati
si
acciocch
che per
,
vilt
a farsi frati
,
e per
il
non durar
vino
,
il
pane
colui
l'
mandi
tanza per
anima
certo egli
i
il
ve:
peccati
ma
o
il
se coloro
che
,
le
le
fanno
conoscessero
piCi tosto
il
oa
il
guarderieno o di.
gitterieno
i
perciocch
d'
conoscono quanti
meno sono
s'
possessori
una
ingegna di rimuodisi-
li)
s'
Giacrhio,
rete
acqua dal
|)csraton;
i
{ira, e
avvicinandosi
e cuopre e richiude
,
(icsci.
(a)
Adagio
nel testo
Mann,
e in altre cdixioni
ma
parole
te,
ad agio;
pianamente f ma
a piacere, comodit.
Con
poi
,,
^4
dera
.
GIORNATA TERZA
Essi sgridano centra
gli
uomini
la lussuria
ac-
ciocch, rimovendosene
mangano
gi
le
femmine.
Essi
danuan
1'
usura e
malva,
guadagni, acciocch,
le
fatti
restitutori
,
di quegli
i
si
possano fare
vesco-
quando
fanno
,
di queste cose e di
ripresi
,
molte
altre
:
che sconce
sono
e
1'
avere risposto
fate quello
,
che
noi diciamo
estima-
no che
sia
degno scaricamento
che
a' pastori.
,
E
,
che non
do che
gliono
essi la
gli
dicono
sanno.
Vo-
vostri segreti
l'
serviate castit
,
siate
padi-
zienti
perdoniate
ingiurie
guardiatevi del
mal
re
ma que,
sto (*2)
perch
Perch
,
essi
se
secolari fanno
essi fare
la
poltroneria
i
Se
spenderai
denari,
frate
poltroneggiare nell'ordine
Se tu andrai
lor
alle
.
ne dattorno
frati
non avranno
luogo
il
frate
Perch vo
(i)
io dietro
ad ogni cosa
essi
s'
accusano
migliori scrUori si
Queste, Maanelli.
NOVELLA
la scusa.
VII.
85
Perch non
si
se astinenti e santi
j)urc a questo
non
si
credono
,
|>otcre essere? o, se
dar
vogliono
incomin-
Facciano in pri.
ma
essi
|K)i
ainmaestrin
gli
,
altri
amatori
,
visitatori
non
,
ma
de' moniateri
i
perga?
mi
'I
A
,
quegli
adunque
cos falli
andrem
dietro
chi
fa
fa (|uel
.
ma
Iddio sa se egli
fa savia-
mente
Ma
il
ci che
frale
che
vi
sgrid
vi disse
cio che
non
molto
maggiore
l'
il
rubare un
il
uomo
Non
molto maggiore
pinaido per lo
ucciderlo o
?
mandarlo
in esilio ta.
mondo
:
L' usare
la
peccato naturale
ciarlo
ste
rubarlo o ucciderlo o
disc.nc-
Che
,
voi ruba-
Tedaldo
,
togliendoli
di-
voi
venuta
l'
in
quanto in voi fu
,
voi
uccideste
mostran-
uccidesse con
sue mani
che cagio-
sia in
quella
medesima colpa
esilio e dello es-
'1
mondo
sette
(l) Arrerti
DBCAM. T.
II.
86
cagione
,
GIORNATA TERZA
questo non
si
pu negare.
in
S che molto
mag-
commesso
,
Ma
veggiamo j
l'
avete
altra
donna da
,
lui, se in
mente
re
.
mani
?
Non
era
non
tadini bello
a'
non era
che
giovani
?
s'
appartengono
ro
non
volentieri veduto
da ogni
uomo
n di que-
sto direte
ticello
di
no
,
detto d'
un
Io
gli
fra-
pazzo
bestiale e
non
uo-
quello delle
donne
,
le quali
esse
pensando
da Dio
oltre
ad ogni
altro
animale data
all'
uomo
si
,
dovrebbon
colui aver
gloriale
sommamente
ingegnarsi di compiacergli
si
rimovesse giammai
Il
,
mossa
esse-
un
frate
,
il
re alcun brodaiuolo
manicator
voi
il
vi sa-
pete
onde
Questo pec-
cato adunque
NOVELLA VIL
con giusta
to
,
^
mena ad effetcome voi
,
bilniicln tutte le
sue operazion
non ha voluto
v'
srnAa ragione
daldo, cosi
il
ingegnaste di lor
Tedaldo
e voi in tribulazione.
,
conviene proniellere
questo
:
se
sbandeggia mento
la vostra grazia,
vostfo
ren-
amore,
la vostra
benivolenza e dimestichezza
il
gli
mallo
frate.
Aveva
sue parole
finite,
quando
la
donna, che
parevan
,
le
cato
a lui
udendol dire
,
estimava tribolata
disse
amico
di
Dio
assai
le quali ra-
gionate, e in gran
])a rie
i
frati
inilno
ad ora da
il
me
tutti
mio
difetto es-
Tedaldo adope-
se per
me
si
potesse
volentieri
V ammenderei
nella maniera
fare
f
ma
questo
come
si
pu
Tedaldo non
non so
per
io
il
vi
cui
il
peregrin
,
madonna
stato
Tedaldo non
punto
morto
avesse
ma
vivo e sano e
.
buono
Disse
(l)
le
e strette
dissi*
scm|>r
il
mai.
deve ed alcuna
de.
88
allora la
GIORNATA TERZA.
donna
:
il
vidi
morto davanti
bagnai
alla
mia porta
,
di pi
punte
di coltello,
e di molte
mie lagrime
morto
viso
le quali forse
furon cagione
nestamente
Allora disse
,
il
che voi
e
,
vi diciate
io vi accerto
tenere
io spero
:
che voi
il
vedrete tosto.
La donna
che
al-
lora disse
trebbe avvenire
che simile
letizia
mi
fosse
sa,
rebbe
il
vedere
.
il
mio marito
allora a
libero senza
danno
?>Tedaldo vivo
Parve
Tedaldo tempo
di pa-
lesarsi e di confortare la
donna con pi
: ,
certa speranza
e disse
mostrare,
.1
il
mai non
e
soli,
somma
,
santit
per che
Tedaldo
i
uno
somma
V ultima
le
,
diligenza
il
quale
donna
,
gli
avea donato
>
e mostrandoglie?
disse
il
madonna
,
Come
s,
la
donna
t il
vide
cosi
il
riconobbe, e disse
.
messer
io
donai gi a Tedaldo
,
Il
pi
capo
me
(i)
itila
pronunzia, nonpercL
hanno
il
NOVELLA Vn.
conoscete voi
lui esser
?
89
vide
,
Quando
,
la
donna
,
il
conoscendo
Tedaldo
tutta stord
,
cos di lui
temendo
come
vi
se poi veduti
,
(1)
,
si
teme} e non
si
pri
a riceverlo gli
do
tornato
:
fuggir
,
si
volle
t^
mendo
te
,
cui
il
Tedaldo
disse
io
sono
vostro
e mai non
fratelli
morii n
si
fu'
.
morto (a)
miei
credano
la
La donna
,
rassicurata alquanto, e
temendo
,
(3)
sua voce
e alquanto pi riguai*datolo
e seco
ciixa
com
proemio JcUu
ae-
gucntc giornata.
Il testo
(1)
t Come
del
i5a7. N
Deputati
lu
ni-
il
ijualc
intende.
(a)
^ Cio nejui
"t
ucciso.
gli editori
(S)
Riconoscendo leggono e
del
47 e
Deputati; e pare
meglio
eliu la
voce {mendo: ad
(
o^i
modo
fu di contrailo avviso
jiarolu
il
Salviati.
la
die' egli),
dell'
quelle
vanno imitando
animo
j)cr
di colei: la qual da
lo coittraro
temendo
voce
di
Tedaklo, e
{)oi
di
nuovo alifuanto
dclil>cr()
1. e. II.).
Ma
osserva
il
le
parlu\u nel
temendo
tcneo
il
di Sosia nclli
clic
riconoscendo
cil
si
rende
lirsi
che non pu
della Toce
riconoscendo
ma
1'
io
non so {xu
egli
e tenere la voce tP
alcuno
e
spiega) sia
modo
ti^9C.-<no,
abla
il
Boccaccio.
()o
GIORNATA TERZA
basclollo dicendo
.
Tedaldo mio
dolce
tu
,
sii
ben tornato
:
ciala lei
disse
madonna
egli
non
or
tempo da
fa-
Aldobrandino
rendalo
della qual
cosa spero clie avanti che donian sia sera, voi udirete
veramente
se io
l'ho
buone, come
te poter venir
E
,
rimessasi la schiavina e
'1
cappel-
buona speand
ranza riconfortatala
da
lei si part
e cola se n'
dove Aldobrandino in
pi-igione era,
,
pi di paura della
Aldobrandino,
la
io
co
a te
tua salute
al
quale
per
la tua
a reverenza di lui
un
picciol
,
dono che
io
ti
domandemorte
cui Al-
r conceder
mi
vuoli (2)
,
che doman
attendi
,
sia sera
dove tu
come che
io
non
ti
conosca, u
mi
tu
di.
nel vero
il
uom
dice (3)
che
io
debbo
essere a
morie giudicalo,
io noi
commisi
{\) (2)
(3)
\ t
Qoh.At^ carcerieri.
iSsy
t Dal frencescon
dende tante
NOVELLAVO.
ginmmni
za di
,
91
li
ho
.
gik fatti,
cos
ti
quali forse a
cjut'slo roiulollo
m' hanno
ha
al
Ma
dico a reveren-
Dio
se egli
,
presente misericordia di
picciola
,
me
piace
farei volentieti
non
elle io
,
promettessi
addoinanda
dio
s<>nza fallo
che
io
scampi
io lo server
fermamente.
peregrino allora
,
disse; quello
che
a'
io voglio
se
non
che tu perdoni
quattro
,
fratelli di
Tedaldo
l'
averli a
te
ed abbigli per
ti
fratelli
e
.
per amici
dove
essi
di questo
:
dimnndin perdono
non
sa
si sia In
vendetta
l'
desideri
se
oflese
ma
tuttavia
acciocch Iddio
mia
salute intenda
,
volentieri loro
perdoner ed
scampo,
ti ila
.
Questo piacque
altro,
al
peregrino
il
sommamente
da
n'and
alla signora,
e in segreto ad
un
mio,
(1)
Novella ha
o<]o novella
Non
il'
novelle Potr.
che
il
latino ilice
nuncus
raccon-
come sono
le
cento Ji questo
tali.
Che
ed
altre assai
che
ne Iruovano per
Novella e novello
nome acuivo
e vaie
93
le cose
si
GIORNATA TERZA
conosca, e massi aiamente coloro che tengo,
no
il
tino le
peccato commesso,
cosa acciocch av1'
La qual
male
.
e in
di chi meritato
,
ha
voi
come
voi sapete
ceduto
per condanio
che certissimamente
falso
come
credo
avanti che
mezza notte
sia
dandovi
gli ucciditori
Il
(2)
valo,
roso
uomo
da
al
vo-
mol-
zione iu su
il
primo sonno
due
5
fratelli
lor fante a
man
salva prese
venire
come
stata fosse la
noi soffersero j
ma
insieme
apertamente confessarono
che Te-
dissero
dell'
un
Il
di loro,
non essendovi
,
voler suo
con
al-
uomo
si
part
ed occultamente
madonna Ermellina
Mann, ha
io
se
ne venne
.
lei
so-
(1)
il
II testo
qui venuto a
wi Non pare
clic siasi
taciuto
siasi
la figura ellissi;
ma
27
e nelle
(2) Ucciditori
non uccisori;
ma ben
sero
Toscani antichi.
NOVELLA
la
,
VII.
93
trov clic
aspettava
buone novelle del marito e di riconciliarsi pienamenr Alla qual venuto con lieto viso te col suo Tedaldo
.
disse
carissima
donna mia
rallegrati
to tu riavrai
salvo
il
tuo Aldobran-
avea
pienamente
raccont
,
La donna
di
due
do vivo
to
,
il
il
mai
;
affettuosamente
abbracci e basci
il
suo Tedaldo
e andatisene insie-
me
ce
,
al letto, di
l'
buon
un
dell' altro
s'
prendendo
,
co-
me
alla
il
giorno
appress
Tedaldo
avendo gi
donna mostralo
pure
,
in abito peregri,
no
s'
donna
per dovere
quando
.
attendere
il
Aldobrandino
La
si-
venuto
giorno
ber
e pochi di appresso
l'
a'
com-
messo avevan
Essendo
adunque
(1)
XXVU,
del
LXXIII
e del
LXXXVU
ntaluUori,
tocx- cuinpa'^ta,
scamdo rhe
da ma'
cio
mali, e
Io ne ho titcnula T antioi
lb
94
GlORNxiTA TERZA
i
avvenuto
lui
alla
quanto
e quivi
sazii
,
di fargli
onore e
la
non
,
si
potevano veder
spezialmente
donna
farlosi.
i
Ma
fra-
li
quali
esso sentiva
lo suo
scampo scornati,
la
s essere
ma
domand ad Aldobrandino
promessa
apparecchiato
te
cui
il
d apprestare
un
bel convito
nel quale
gli
disse
con
le
sue don,
ne ricevesse
quattro
e le lor donne
aggiu-
gnendo che
invitargli
esso
alla
pace e
Ed
il
a'
quattro fratal
che intorno a
materia
richiedeano
mandando perdono,
stare
:
e questo fatto
loro e le lor
(i)
tre soli
i
nomi d'una
lin-
si
usano
dicesi
molto
lienc nel
numero
(1)
di invilo
il
NOVELLA VIL
vit,
l'
9$
ora del
ed
essi
invito.
La mattina adunque
i
mangiare primieramente
cos vestiti di
quattro
,
Tedaldo
nero
come erano
che
gli
attende-
comrimi-
pagnia erano
da Aldobrandino
invitati, gittate
si
l'armi in terra
sero
,
nelje
mani
d'
Aldobrandino
samente
gli ricevette
tutti
basciandogli in bocca
,
bruno
vestite
vennero, e da
madonna Ermelconvito
lina e dall'altre
Ed
gli
essendo
stati
serviti nel
uomini parimente e
cOvsa
donne
n avendo avuto ia
,
quello
la
se
non una
nllri verl>i
iiii'i
cos jicr
un
certo
tcuo
.
o, a
ilir
meglio, per
lingua no
nlqunnto
ili
In questo
tra parteci|)
iisansi
modo
che
usiamo
ci die
gl'Inglesi ne
formano
il
80^f;iunlivo. Vctlcsi
punii mag-
non
crcdcrclJie.
Ne
avendo avuto
in quello cosa
devole, se non ima, la tari tura ita stata per lojresco dolore ec, R.
G. ed A.
darlo e
tonoll)ero
il
non
\i riuscirono.
A. e G.
te
non una
Nasce
MS.
e co* D. aTTerbialmente,
altro che.
"t
il
il
gerundio in
regolare an-
periodo piglierrbbe
stati
wn
damento
se si leggesse,,
ed essendo
msgnificamente
serviti nel
con-
^
,,
GIORNATA TERZA
Tedaldo
:
per
al-
\ito gli
uomini parimente e
clie
le
cuna altro
laudevole,.se
non una,
de' parenti di
Tedaldo
ec.
Da
apparisce avere
gli
al
ge-
rundio eziandio
la
la
sottili
non
concede di fare.
()
(*)
Gran
.
disordine
hanno trovato
gli
i critici
Colombo, che
punto dopo
la pi giudiziosa.
varie
interpunzione varia
il
ha
la
voce Tedaldo,
ma non
comincia per
lettera
grande la
voce seguente per: e forse quel punto minimo, di che parlali Salvini
nelle Prose
Ha
poi
la detta
edizione il punto
fermo dopo
Ma
con
la
lette-
ra maiuscola. I Deputali e
Salviati fanno
voce
pe-
Tedaldo,
riodo.
ma
il
La moderna
la
Parmense.
fa
spesso nascere
il
esempi da
me
uddolti ne accenner
un
altro
pag.
226
stacca
una parte
del pe-
uopo
di esporre
il
Ma
Jid eascndu
stati
mugnijcamentc
serviti nel
cosa alcuna altro che laudevole,se non una, la taciturnit stata per
lo fresco dolore rappresentato
ne''
Te-
daldo (per la
(fual
cosa da alquanti
ma,
uvea, venuto
il
si
antecedenti
Ravvici-
nandola a che
si riferisce,
me non
dispiace. JS'oji
ma
venuto
il
tempo
^NOVELLA VII.
il
'
97
convito (i) del
In Climi
cosa da al({uanli
diviso e
;
'1
ed
Ma come
,
seco
dis|>o.sto
,
avea, venuto
tempo da
gli altri le
torla via
si
lev in pi
mangiiindo ancora
frutte
se
non Tedaldoj
il
quale
poi-
conosciuto
io
il
vi
voglio mostrare.
di dosso git-
tatasi la
s'
arrischiasse a credere
se desso. Il
Perche
fratelli
gli altri
tutti di
lagrime
il
corsero, e
si-
come
le part;nti, fuor
che mounaErmellina.
Il
che
come non
fai tu,
,
come
l'altre
donne,
festa
Tedaldo?
na ce
faccia
ta
cui
udenti
tutti, la
gli
donna
rispose: niu-
n'
,
ha che pi volentieri
farei io, si
che
come
colei
gli
tenu-
che alcuna
altra, cousiderato
le
sue opere
(i)
Cosi legge
il
iicrrl.c
il
con-
non
ilal
ma
da Aldobrandino, lessero
i7
lUviso
il
F invito;
W Deputali.
Ma
S>I-
\iali fu
d'avviso che foste meglio attenersi anche [qui alP ottimo lesto:
il
|HTriocch
Boccaccio
il
diviso e
'l
grino
{i)
^
io
t'
GIORNATA TERZA
abbia riavuto ;
ma
le disoneste
me
do
ne fanno stare
-A
assai
va' via
procaccianes-
mia salute
,
tosto le-
va su
va', abbraccialo
,
La donna che
,
altro
il
non demarito:
ella
siderava
non fu
,
come
1'
altre
avevan
fatto
cosi
Questa
di
j
liberalit
a' fratelli
Tedaldo
e a ciascuno
uomo
e ogni rug-
adunque da
stracci
li
esso
medesimo
e
i
a' fratelli
bruni
alle siroc-
facessero venire
Li quali poich
si
rivestiti
furono
cosa
il
convito
fine.
che
tacito principio
avuto avea
ebbe
sonoro
eran
,
E
;
tutti
e quivi la
sera cenarono
maniera
tegnendo
giorni
,
la festa continuarono
Li Fiorentini pi
,
quasi
,
come un uomo
risuscitato
e maravia' fra-
gliosa cosa
telli
se fosse desso
(i)
Ru^ginuzza,
mal animo. E
ferro. Matt.
NOVFXLA
fatto a
f lor
VII.
,
"y^
se
te
n forse avn>bber
pcxza (i)
un
caso
ucciso j
il
(junle fu questo.
e vedendo Tedaldo
fe<;ero
parlare
si
do
in verith
uomo che
un
nostro
un
altro,
compagno
che venne
il
(piale
si
forse quindici d o
fa
qua
di lui
fosse.
Bene
ch esso era,
come
di
noi
siamo, masnadiere.
si
Il
maggior
nanzi , e
ziuolo
.
fratel di
fece in-
domand
Costoro
il
Fa-
dissero} e trovossi
:
appunto
tra
,
cosi es-
sere stato
come
costor dicevano
di
che
per questi
sta-
e per
gli altri
,
che era
j
to ucciso
non Tedaldo
laon-
de
il
a' fratelli
e a ciascuno altro.
,
Tetlaldo adunque
tornato ricchissimo
la
persever nel
,
donna
discreta-
(1]
A peua;
cio d'indi
a molto tempo.
loo
GIORNATA TERZA
NOVELLA Vm.
Ferondo
mangiata certa polvere , sotterrato per morto , e dalV abate , che la moglie di lui si gode , tratto della sepoltura , messo in pri,
e poi risuscitato
,
fi-
V.enuta
da
la fine della
sua lunghezza,
ma
fosse stata, a-
vendo
con un
sol
cenno mo-
rissime
Donne, a
me
si
che
di quello
che
menzogna sembianza |
l'
e quella nella
mente
m' ha
ritornata
avere udito
un per un
altro essere
come
egli stesso e
molti
credes-
Fu adunque in
sta, si
e ancora , po-
come noineveggiam
il
un monaco
fuor
NOVELLA vili.
clie nell'
!
l
cau-
sapesse,
ma
n (i) susplcava
to in ogni cosa.
Ora avvenne
clic
essendosi molto
,
il
nome Ferondo uomo materiale e grosso modo n per altro la sua dimestichezza pia,
se
le
pigliava delle
e in
questa (u)
bellissima
accorse
1'
abate
;
fer-
ventemente
innamor
.
n di n notte
Ma
udendo che
do
fosse
in ogni
altra
savissi-
mo
quasi se ne dis].>erava
Ma
pure,
come molto a v-
(i)
(q)
In alcuni
"t
testi
a penna trovo
Il
ne pur, e pi mi piace.
ci
E in
che
questa.
Mannelli
avverte
ni-l
in.irj^inc
che cosJ
si
Mn
egli nlla
iwrticrlla et sostitu la
ci stesse me};lio; e la
lezione del
I
Mannelli fu
tali
Livorno e di Milano.
Depu-
t eziandio
Salviati,
Mannelli nel
mu<tt
non ricordandosi
s\
(die" egli)
che la
non
\'nl
Salv. Av^e^t.
i,
lili.
1, cap.
).
Ed
io
ma
parimente nelle
altre scrit-
ture del l)uon secolo, e de' tempi |Kleriori altres, trovasi talora questa
parlicoUi
inoltre
conte avverti
molto l)enc
Cinonio
una
Avendo
37
lezione:
ma
s'
si
Dqnitati e
la voci*
il
avverbio
DECAM. T.
II.
102
veduto
la
t
GIORNATA TERZA
rec a taato Ferondo
,
die
egli
insieme con
di molti
simamente
che
alla
rio di confessarsi
da lui
.
e chiesene la licenza
rondo
ed ebbe la
Venuta adunque a
confessarsi la
di lui, ed a pie
,
in-
cominci
to,
messere
se Iddio
,
m'
o non
me
co' vostri
forse
mena
Ma
mi
vi,
e la
sua stultizia
vendo
non posso
che
ed
egli
s
cosi
matto come
d' ogni
fuori
misura geloso di
me
io
la
,
qual cosa
prima che
io
ad
altra
confession venga
perciocch
se quinci
non comincia
,
la
cagione
del
il
confessarmi, o altro
bene, poco
mi
giover.
1'
piacere tocc
animo
e parvegll
che
la
e disse
figliuola
mia,
io
sia
ad
donna,
,
come
voi
siete,
aver per
la
marito un mentecatto
essere
1'
ma
:
molto maggiore
,
credo
avere
un
geloso
per che
NOVELLA
e
l'
VIIL*?
io3
altro
a gu voi mente ci
,
che
xione dite
vi
credo
Ma
a questo
nt>
brievemeule par-
lando
ninno n consiglio
uno
risca
il
.
guafare
,
La medicina da
il
.
ben
io
ragioner
,
La donna
ad
padre mio
di ci
nou
,
dubitate
perciocch io
mi
si
lascerei innanzi
morire
che
io cosa dicessi
dicessi
,
altrui,
io
non
Ma come
Rispose
di nccesr
r abate
sita
se uoi
vogliamo che
guarisca
come, disse
la
donna,
te: egli
convien eh'
muoia
,
do
tanta
pena avr
,
solVerta
che egh
noi con
il
ct.'rte
orazioni
pregheremo
far.
intorni,
io
ed
egli
il
AdunS, ri-
que, disse
spose
l'
la
donna debbo
,
rimaner vedova?
,
abate
non
vi lasciate
,
rimaritare
perciocch Iddio
,
1'
e
,
tornando Ferondo
vi
La donna
io
disvse
puit he
che
egli
non mi
son contenta^
il
come
?
vi place
farj
ma
ce
,
servigio
Padre mio
disse la
donna
ci che vi pia-
purcli io possa.
fatto
1'
]NLt
,
ad un cosi
vole
?
uomo come
:
sia
convene-
cui
abate disse
madonna
sia
voi potete
nou
quello che io
mi met>
^^
GIORNATA TERZA
j
perciocch
si
come
che
fia
io
mi dispongo
scam-
salute e
;
po
della vita
mia Disse
.
allora la
,
donna
1'
se cosi , io
,
sono apparecchiata
nerete voi
il
Adunque
disse
abate
mi do-
vostro
amore,
per
la
La donna
,
udendo questo
voi foste
oim
padre
un
santo
A cui
5
1'
vi maravigliate
non diventa
,
minore
e quello
clie io vi
s sia
,
domando
peccato del
corpo
Ma
che che
,
tanta forza
ha avuta
la vostra
vaga bellezza
cosi fare.
donna
potete
pensando che
che sono
me
vi
che
io sia abate
,
io
sono
uomo come
,
gli altri
.
come
voi vedete
io
non
il
dovete
disidei'are
perciocch
,
star in
purgatorio
gnia
,
io vi
dar
n mai
accorger
creden-
me quello e pi che voi poco avanti ne credavate. Non rifiutate la grazia che Iddio vi mando ciascun
di
,
se savia crederrete al
mio
Oltre a questo io
ho
di belli gioielli e di
, ,
NOVELLA vili.
cari
,
io5
persona
sic-
li
qtiali io
non intendo
Fate adunque
no t che
per
mostri
([ucllo
me
che
io fo
,
teneva
il
viso basso
il
concedcrj^liele
te
non
le
1'
abar<-
mezza convertila
,
con
molte
altre
parole
,
alle
prime continuandosi
nel capo messo
,
avanti
che
egli ristesse
V ebbe
che questo
fosse
ben
fatto
comandoj
ma prima
.
non potere
fosse in purgatorio
:
A cui
egli v'
l'
l'
altro di
.
egli
se
ne venga a dimo-
rare
Fi
mano un
del do-
bellissimo anello
la licenzi
La douna
altri
,
lieta
no
alle
compagne
Ivi
tornata, mnravigllosecose
santit dolio abate
,
a pochi d
Ferondo
,
and
alla
badia
il
quale
come
la
l'
abate vide
;
gatorio
e ritrovata
una polvere
principe (
solersi
usare per
lo Veglio della
Montagna
mendo mandare nel suo paradiso o tra rione; e che ella pi e mcn data senza alcuna lesione faceva per
,
si fatta
maniera pi e
meu dormire
s<^
colui
,
che
la
pren-
deva
che
mentre
,
la
alcuno non
,
colui in
aver vita )
e di que-
presane
che a fare
io6
fidente fosse
,
GIORNATA TERZA
e ( i ) in
,
un bicchier
,
di vino
non ben
chiaro ancora
senza
avvedersene
Ferondo
chiostro
,
gliele die
here
e lui appresso
men
nel
monaci
di lui codiletto
.
lavorando
la
polvere , a
,
costui
tale
addorment
addormen-
cadde
,
cidente
fattolo scignere
menti
fatti
fare
avesse
gli volesse la
,
smarabate
,
'1
sentimento rlvocare
veggendo
1'
non
si
risentiva
toccandogli
tutti
polso
fosse
a'
morto
Per che
,
mandatolo a dire
moglie e
:
parenti di lui
tutti
(i)
\ La
and
me
,
che no
al filo del
periodo,
liadia
:
il
Ferondo
avvis di
se n'
alla
il
quale come
aliate
vide
cos
s'
la
un gran
principe; ....adi
fosse,
dormir
vino
Le
ma
idee
principali
una
il
dall'altra vi cagionano
per toglierlo
ho avuta eziandio
il
lettore se
si
Deputati
Milione
di
Marco Polo
Scignere
scingere, sciorre.
NOVELLA
le
vili.
,
107
cosi vestito
.
fece
V abate
,
metttrrc in
uno
avello
a casa
disse
gianinmi; e cos
rip
il
figliuolo e la ricchezza
che
stata
un monaco bolognese
notte tacitamente
lui in
di cui egli
molto
si
,
confidava,
levatosi la
Ferondo
una tomba
lume non
si
ve-
dea
monaci che
i
fallissero era
stata fatta
nel portarono
e trattigli
,
suoi vestimenti,
sopra
un
fascio di parisen-
posero
eli' e' si
tisse.
In questo mezzo
monaco bolognese
,
dallo aba-
te
che Ferondo
si
risentisse
L' abate
il
di seguente
con
modo
di visilazion se n'antri-
a casa della
,
donna
la
bolata trov
e confortatala alquanto
pianamente
la
La donna veggendosi
altnii
,
libera e
senza
l'
avendogli
veduto in dito
parecchiata
v' andasse.
j
un
disse
la
seguente notte
travestilo
V abate
and ; e con
quel
lei infno al
si
simo
badia
diletto e piacere
,
giacque
ritorn alla
cammino per
assai sovente.
che fosse
, . .
o8
GIORNATA TERZA
moglie ancora
.
era
tito
pi volte fu detto
Il
monaco bolognese
,
Ferondo
e quivi trovandosi
con certe
verghe in
ra
.
mano
presolo
gli
A cui
,
il
monaco
s
rispo:
tu
se' in
purgatorio
?
Come
il
disse
:
Ferondo
dun-
que son
Ferondo
io
morto
Disse
monaco
e
mai
Per che
s stesso e la sua
le
donna
'1
minci a piagnere,
cendo. Al quale
re e da bere
.
mondo
disse
:
di-
il
11
mangiano
io
ti
morti
Disse
il
monaco
,
sj
e questo
,
che
che fu tua
1'
mand stail
ti
mane
anima tua 3
sia
Domine
dalle
il
buono anno.
,
io morissi
tanto
che
io
me la teneva me
non faceva
,
altro
che bdsciarla
ed anche faceva
.
altro
quando
voglia
ne veniva
E
;
poi
vi-
no troppo buono,
diede
al prete del
disse
Domine,
falla trista,
che
ella
il
muro
il
Ma
il
monaco da capo
gli
ri-
prese
diede una
assai,
gran battitura
A cui
(1)
NOVELLA
disse
:
Vin.
tu
109
Disse
il
deh
({ucsto
perch mi
fai
monaco:
due vohc
.
li
sia fatto
E
:
rondo
Disse
il
monaco perdio
Ferondo
do
la
moglie
dolce
:
Oim
disse
tu di vero
confetto
;
e la pii
io
ella era
pi melata che
'1
ma
1'
non
uomo
:
che
io
non
sarei stato
Disse
il
monaco
Ih
,
di questo
ti
ammendartene: e
fa' che
se egli avviene
che tu mai
io
ti
vi
tomi,
,
tu abbi
sii
si
fo ora
:
che
tu
vi
le
non
mai pi geloso
Disse Ferondo
o ritorna-
il
monaco:
si,
disse
Ferondo
se io vi
:
tomo mai
io sar
,
il
la batter
mai
non
le dir villania
se
ella ci
ha
ha mandato canal
ed
cmmi
s
,
convenuto mangiare
fece bene
, ,
buio
Disse
il
.
monaco :
ma
messe
disse
Ferondo
tu dirai vero
e per certo,
ella
se io vi
tomo f
io la lascer fare ci
se'
che
fai?
Ma
ch
loso
ti
dimmi, che
:
tu che questo
,
mi
Disse
:
von^ il mo'
e per-
naco
io sono
anche morto
e fui di Sardigna
io lodai gih
f
dilil)ererh altro di te e di
e'
me
non
due
Disse
il
monaco :
a migliaia;
se
ma
tu non gli
.
non come
essi te
Disse
dalle no-
1 1
sire
contrade
il
sevvl di lungi
,
cotesto
bene assai
ia, noi
disse
B'erondo
mi
pa-
dovremmo
in cosi
mondo
tanto ci
,
ha
Ora
fatti
ragionamenti ed in simili
con
infra
li
1'
turosamente visit
il
donna
.
lei si
diede
mondo Ma
:
come avvengono
le sventure
la
tasene
il
da dovere essere di
lei si
.
e che a
tornasse
ed
que
la
chiamar Ferondo
confortati
,
Ferondo
donna
al
mondo j
,
dove tornato
il
tu avrai
un
gli
amor
Dio
(i)
ti
fa questa grazia
,
Ferondo
.
udendo questo
gli
fu forte lieto
e disse
ben mi piace
dea
il
buono anno
a messer
alla
Domeneddio
Benedetto e
.
melata
dolciata
che
egli gli
mandava
ore
il
di quella
forse quattro
facesse
dormire
rimessigli
pantor.
ni suoi
insieme col
il
stato seppellito
si risent
,
La mattina
Le duo
(i) {
hanno caciatu-
NOVELLA Vra.
vide
egli
,
Ili
,
lume
il
quale
cominci a gridare
apritemi
apri-
temi
ed
egli stesso a
s
dello avello
forte
che Ismossolo
,
perciocch poca
quando
colh
,
monaci
corson
conobbero
voce di Ferondo
e viderlo gi
del
monimcnto
cominciarono a fuggire
Il (juale
:
ed allo
lej
sembianti facccndo di
,
figliuoli
prendete
venite
,
la
ed appresso di
me
vuol mostrare
( come
e cos fece.
Era Ferondo
tutto pallido
tempo era
.
stato senza
Il
vedere
il
quale
:
come
,
vide
abate
e disse
padre mio, le
e quelle
delle
vostre orazioni
di
che io
lodata sia la
,
Va' dunque
,
figliuolo
poscia che
,
ha qui rimandato
la
(i)
Poca
Tcni, avverli
(a)
modo
<lvl
dire.
si
Calende o colendi
dicono
ti
mesi
si
piglia
ed \occ greca,
ma
usata da'
Romani
le
non
quali
ma
i
luna governavano
loi
gli
Ebrei.
112
qual sempre
ta in
,
GIORNATA TERZA
pocli tu d questa vita passasti
,
staservi-
lagrime
sii
pur
,
me
che
come
la tro-
verr
cos la bascier
tanto
bene
le voglio.
L' abate
misereie
il
j
Ferondo torn
,
dove
chiunque
vedeva fuggiva
come
si
suole delle
orribili cose
ma
.
egli
richiamandogli
affermava s
essere risuscitato
La moglie similmente
la
aveva di lui
paura
Ma,
,
poich
gente alquanto
si
fu rassicurata
di
con
lui
domandandolo
molte cose
a tutti rispondeva
medesimo
le
mondo
e in pien popolo
la
bocca
.
Per
e in pos,
l'
ingravid
al
suo
parere
e per ventura
1'
po
secondo
don-
maschio
il
qual fu chiamato
Benedetto Ferondi
La
tornata di
Ferondo e
le
sue
uomo che
fama
la
risuscitato fos-
la
abate
come
che
do
la
fatta alla
donna, pi geloso
,
di
la
donna contenta
one-
NOVELLA
sta mento,
vili.
'
ii3
veramente
volentieri col
come
si
soleva
con
lui si visse, si
,
clic
santo abate
le ne' suoi
qualrbene e tlillgcntemeuservita
l'
maggior bisogui
avea
NOVELLA
IX.
il
re di
Francia
di Rossiglione ,
satala
,
ne va per isdegno, dove vagheggiando una giovane , in persona di lei Giletta giacque con lui , ed ebbene due figlino-'
a Firenze
li
j)er
per moglie
la tiene (i).
il
(i) Il soggetto
(li
corredato
gli, elle
li
madre e
dei
fi-
111)
tentato
Il
coniiionimcnli.
tello di
la
intitol firgiiiia,
nome
di
una sua
tij;liuulu
un conte Mulalcsli; e fu
la
recitata la
Il
sua commedia
autore dice
elic
thiit
di
questo
inferiori
a quelli di Uwxacciu.
ricordargli
ipieU'
Qui mi
|)crmetta
d'
degnissimo illustratore di
aureo uvvcrlimcnto
n4
la
GIORNATA TERZA
sollicitata
Chi dir
avendo
quella di Lauretella
udita?
non fu
la
ne sarebbon pia-
Ma
pure
chente
che
ella si sia
m'
oc-
coire , vi conter
Nel reame
di Francia fu
un
gentile
uomo
il
quale
,
il
quale
sempre appresso
di s te-
il
detto conte
un suo
il
figliuol piccolo
bellis-
chiamato Beltramo,
quale era
sua et
infinito
amore
,
pose
e lui
Al quale, morto
,
il
conte
mani
e
,
del re lasciato
rigi, di
lala
il
lei
morto
tieri
a Parigi
sarebbe andata
ma
era rimasa
d' et
onesta via
,
da marito
,
dimenticare
molti
,
a'
suoi parenti
,
1'
avevan
voluta maritare
rifiutati
n' avea
,
senza la cagion
ella
dimostrare
ardendo
dello
NOVEU.AIX.
amor
di
ii5
Bdlromo pi
al re di
clie
venne
sentita
,
una
che
era
uuvella
come
Francia
p(>r
una nascenza
,
stata curata
gli
rimasa una
fistola
la
s'
trovar
medico
,
come che
l'
mentati
l'
che di ci
ma
tutti
avean peggiorato:
d'
j>er la
qual cosa
il
re disperatose.
ne, pi
Di
che
la
giovane fu oltre
modo
contenta
e pensossi
ma
.
che
ella
leggiermente
aver Bel-
Laoude
si
come
,
colei
che gihdal
assai cose
apprese
fatta
sua polvere di
che
mont
,
a cavallo
ella
s'
N prima
altro fece
che
di grazia chiese
11
che
la
sua infermit
gli
mostrasse
,
re veggendola
bella
giovane e avvenente
.
non
gliele
seppe disdire
e mostrogliele
Come
costei
contanente
si
,
e disse
monsignore
fatica di voi
quando
io
vi piaccia
ho speranza
in
Dio
Il
,
re
si
fece
medesimo
i
dicendo f
quello che
potuto n saputo
una giovane
na volont
ii6
consiglio di
disse
:
la
giovane
,
monsignore
voi schifate la
:
mia
arte
per-
ma
,
io vi ricordo
che
la
mia
scienzia
to d' Iddio e
scienza di maestro
Gerardo ner-
bonese
tre
il
.
visse
forse
m'
costei
mandata da Dio
sa
io ci che ella
fare
me
in picciol
,
tempo
damiil
guerirmi
gella
,
accordatosi di provarlo
disse
e se voi
non
ci guerite
,
faccendoci rompere
nostro proponimento
se-
gua
Monsignore
5
rispose la giovane
fatemi guarguerisco
,
dare
non
,
vi
fa
temi bruciare
Ma
se io vi guerisco
il
che merito
me
ne seguir
A cui
:
.
re rispose
,
voi ne parete
ancor
senza marito
e altamente
se ci farete
la
Al quale
giovane disse
monsignore
:
ma
,
io vo-
un marito
tale
quale
io vi
domander
figliuoli
senza
o della
Il re tantosto le
promise di
,
farlo
La
il
gioter-
vane cominci
la
sua medicina
a sanit
,
.
e in breve anzi
Di che
il
re
guerito
disse
.
damigella
voi avete
:
ben guada,
gnato
il
,
marito
A cui ella
rispose
adunque
mon-
signore
il
ho
io
guadagnato Beltramo
di Rossiglione,
re e
parve
dare
ma
poich promesso
'1
fece
chiamare
gli
disse
Beltramo voi
,
siete
ornai
NOVELLA
a governare
il
IX.
117
clie voi torniate
una damigella
cui
re rispose
ella colei la
.
le
sue
Beltramo
il
(|ualc la
conogli
l'
avea
lei
paalla
conoscendo
non
,
esser di legnaggio
che
:
slesse
monsi-
Gih
Dio non
piaccia,
il
che
fatta
femmina prenda
ve-
giammai. A cui
gliamo
re disse;
meno di nostra fede, la qual noi per riaver sanit donammo alla damigella che voi in guidcrdon di ci domand par marito ? Monsignore disse Beltramo voi mi potete ton-e quant' io tengo e donarmi, a clii vi piace; ma di questo vi s come vostro uomo
,
io
non sar di
il
tal
maritaggio (a)
la
Si
sarete
disse
re
perciocch
dami-
che molto pi
lieta vita
avrete
re fece fare
l' il
la festa
delle uo7.ze.
E venuto
amava^
questo fatto
come
gi.h
peusato avea
dicendo che
al
suo conlado
uom fatto.
{ler
(a)
Afaritaggio us
i*
({uasi
sempre
il
Bixc.
quello che
Latini diper
cono malrim-'iiiiiin,
rullo
ilei
matrimonio
|Hir clic
sempre
tto\i.
DECAM. T. IL
ii8
tornar
chiese
si
GIORNATA TERZA
voleva
j
e quivi consumale
al r^.
,
il
matrimonio
,
commiato
montalo a cavallo
se
non nel
ma
ne venne in Toscana.
,
E
ad
dispose;
con onore
buona provvisione,
al loro ser-
rimase
e fu
buon tempo La
. ,
novella sposa
poco contenta
a Rossiglione
vuta
.
di tal ventura
al
dove da
tutti
,
come
lor
donna fu
rice-
Quivi trovando
ella
v' era,
,
come
savia
donna
di
che
suggetti
lei
conte di ci ch'egli
la
non
il
si
contentava
Avendo
donna
il
tutto racsignific,
al
concio
pregandolo che
contado
si
,
non venire
suo
gliele significasse
.
ed
ella
per compiacergli
:
partirebbe
A Ili
il
di que-
piacer suo
io per
me
vi torner al-
me
acquistato
il
Egli avea
n mai da s
ad intendere eh'
si
(i)
Avviti
separava.
NOVELLA
toninnno alla donna
,
IX.
119
Irt
no, la
(Tualo dolorosa
due cose
che
jxlesser veil
marito
,
suo riavesse
visato
j
Ed
avendo quello
lar dovesse
av-
amor
la
del conte
e ulti-
mamente
zi
disse
esilio,
anvita
intendeva di consumare
anima sua
.*
il
go-
conte signilicassero
vacua ed espedila
lasciala la possessione, e
mai
in Rossiglione
,
non
tornare
Quivi
mentre
ella
parlava
,
furon lagrime
molli prie-
uomini
e a
lei porli
ma
niente montarono
Essa
ben fomiti
s'
senza
,
andasse
entr in
cammino
n mai
rlstcltc s\
arrivata in
uno
,
alberghetto,
vedova teneva
na
si
stava (i)
signore.
(l)
t Piiinamente
loctuiuiic
. . ,
I20
sua compagnia
conoscesse
,
GIORNATA TERZA
,
quale quantunque
la
ella
molto bn
del-
nondimeno domand
.
buona donna
quale
cui
1'
albergatrice rispose:
,
questi
il
un
gentile
,
uom
il
forestiere
il
si
chiama
conte Beltramo
j
in questa citt
ed
pi innamorato
,
uom
del
mon,
do
d'
la
quale
(>
gentil
femmina
,
ma
povera
Vero
e per
povert non
si
marita ancora
ma
si sta j
e forse
se questa sua
madre non
fosse
avrebbe
ella gi fatto di
.
quello che
La
,
contessa
queste pa-
role intendendo
raccolse
bene
e pi tritamente esa-
particularit, e
nome
della
donna e
and j e
la
,
donna
veramente
piacesse
disse
,
donna, quando
donna
:
le
le
volea parlare
La
gentil
levatasi
d' udirla
ed entratesene
sole in
postesi a sedere,
cominci
la
contessa
madonna
e'
,
mi pare che
io
j
come sono
La donna
gna
consolarsi onestamente
la vostra fede
,
,
Segu
la contessa
me
i
biso-
nella quale se io
i
mi
rimetto e voi
m' ingannaste
Sicuramente
piace
,
voi guastereste
disse la gentil
fatti
,
vostri e
miei
donna
mi
dite
che mai da
me non
vi troverete iugan-
NOW.LLA
natn
.
IX.
131
Allora
la contessa
eli'
primo
innamoramento, chi
infino a
cjiiel
giorno
le
raccont per
alle
maniera
,
che
la gentil
sue parole
co-
me
minci di
ad aver compassione
,
e la contessa
segu
ira
mie noie
,
qxiali sieno
quelle
il
mi convien
ninna
se
'1
se io voglio avere
mio marito :
altra
,
me
le possa aver,
,
non voi
conte
cio che
figliuola.
cui la
mia
ti
:
donna
disse:
madonna,
egli
se
il
conte
ama
figliuola
io noi so;
ma
,
ne
fa
gran sembian-
ma
:
che posso
?
io perci in
voi disiderate
Madonna
rispose la contessa
io
il
vi
dir
ma
io voglio
che ve ne segua
dove voi mi
serviate
e,
Io
per
,
il
.
la
fa
guardare in casa
che
voi
sia
Alla donna
come
bisognosa
pia-
cque
til
,
la profertaj
ma
,
tuttavia,
disse:
madonna
,
voi operare; e
lentieri
,
me,
io
il
far vo-
Disse allora
contessa
me
cuna persona
facciate al conte
mio marito
122
GIORNATA TERZA
,
dove
che
egli
il
che
ella
il
non crederrk
egli porta
.
mai
in
se egli
,
non
le
manda
1'
anello
quale
mano
e che ella
ha udito
,
eh' egli
ama
,
cotanto
Il
quale se egli \i
gli
manda
voi
mi donerete
il
e appresso
chiata di fare
"venire
,
farete occultamente
fi-
nascosamente
me
.
in iscambio di vostra
avendo
da
,
il
suo anel,
lo in dito e
il
il
figliuolo in braccio
,
lui generato
io
racquister
stata cagione.
Ma
il
suo marito
,
ci
si
mettea
nella sua
buona ed onesta
farlo
fidandosi,
sa
,
non solamente di
promise
ma
l'
infra
secon-
do
ordine dato da
ed ebbe
,
l'
anello
quantun-
al conte
figliuola a giacer col conte maestrevolmente mise Ne' quali primi cougiugnimenti affettuosissimamente
come
la
donna
come
il
parto al
N solamente d'un
ab,
donna
,
la contessa degli
s
ma
molte
se
segrtamente
operando
dosi
la
ne seppe ; creden,
sempre
ma
con colei
cui, quando a
NOVELLA
pnrlir
si
IX.
ia3
venia la matllna
,
gioie donate
le qxiali
mite diligentemcntr
gn.nidnvn
la ginilil
La
la
pi
donna gravare
,
di tal servigio
la vostra
,
>
ma
ho
si
le disse:
madonna
lo elle v'
Dio merc e
io
ci che io
disidcrava; e perci
faccia quel-
aggraderh
accioccli io poi
me ne
ella
,
vada
La
ag-
che
che
1*
gradisse
fatto
che
le piaceva
ma
che ci
non avea
ma
:
perch
le
cui la con-
tessa disse
madonna
questo
mi
piace bene
e cosi
por guiderdone
ma
.
si
debba
cosi fare
,
La
donna
da necessit
lire le
costretta
,
gna cento
domand
le
per maritar
La
ti
udendo
,
la
Sila cortese
domanda
gioielli
belli
e cari
:
trettanto
di
che
,
la gentil
quelle grazio
la ({uale
da
lei partitasi
,
se
ne torn
allo albergo
La
gentil
donna
mandare n venire a
se n'
and
a
e Beltraa casa
mo ivi
sua,
udendo che
ne tor-
La
fu contenta assai
*1
e tanto in
,
Firenze dimor
partor
che
due
figliuoli
maschi simigliantissimi
padre
24
,
GIORNATA TERZA
e quegli f diligentemente nudrire
le
.
loro
quando
tempo
ne
parve, in
cammino
e del conte
il
e dove
fosse
avendo spiato
e sentendo lui
d d' Ognissanti
una gran
festa di
,
donne e di
usata
come
e'
l se n'
sentendo le donne
cavalieri
vola
figlioletti
tra
uomo
ed
uomo
and dove
:
il
conte vide
,
piagnendo
,
Signor mio
,
io
sono
la tua sventurata
sposa
la
quale
per lasciar
tua
Io
ti li
ricleg-
gio per
valieri
Dio
io
clie la
ti
due
ca-
che
mandai tu
mi
osservi
,
ed ecco nelle
,
sol figliuol di te
.
ma due
io
ed ec-
tuo anello
Tempo
,
dunque che
debba
da
te
come moglie
.
promessa
e
Il
l'
conobbe
figliuoli
ancora
simili erano
a luij
ma pur
La
come pu questo
essere interve-
nuto
ordinatamente ci
che
stato era
come
raccont
Per
,
la
qual cosa
il
conte conoscendo
lei dire il
vero
e veggendo la sua
fi-
perseveranza e
gliuoletti, e
il
(i)
f
pi ul-
tosto guasta
NOVELLA
compiacere a
tulli
lei
i
IX.
ia5
donne , che lulU
pregavanocie
come
mai
abbracci e
per suoi
figliuoli
con-
venevoli rivestire
ve
che ci sen,
tirono
tri
fece
non solamente
j
tutto quel di
ma
lei
pi
al-
grandissima festa
e da quel di innanzi
,
sempre
come
1'
am
somma-
NOVELLA
uiUhech diviene romita
insegna rimettere
il
,
X.
cui Rustico
monaco
:
.
diavolo in infoino
poi
la novella della
Reilui
finita era e
che a
solo restava
il
dire
senza
comandamento
diavolo
aspettare,
mai
dire ,
come
il
si
rimetta in
che voi
il
vi vo' dire:
,
forse ancora
amore i
ri
lieti
palagi e le
che
le
126
re . Il perch
GIORNATA TERZA
comprender
.
pu
alla sua
potenza
es-
Adunque venendo
,
al fatto
di
uomo
.
il
aveva una
figlio-
il
cui
,
nome
fu Alibech
La
udendo a molti
cristia-
che nella
cittk
il
erano
molto commendare
la cri-
stiana fede e
servire a
,
Dio
un
di ne
domand
,
e con
Il
meno impedimento
Dio
si
potesse servire.
,
mondo
come
diTebaida andati
,
n'erano. La giovane,
ma
da un cotal fan-
ciullesco appetito
na sentire
to di
la
diser-
Tebaida nascosamente
,
con
durando
1'
dopo alcun di
dove un santo
uomo
trov
sopra
la, la
l'
domand
La
le insegnasse
come
nio-,
servire gli
conveniva
,
Il
valente
uomo
il
veg-
temendo non
,
demo-
l'
ingannasse
:
le
commen-
la
e dandole alquanto da
salvatichi e datteri
mangiare radici
pomi
NOVELLA
e bere acqua
tan di qui
,
X.
mia
,
ia7
non guar lon-
le disse
figliuola
,
un santo uomo
il
quale di ci che tu
io
vai cercando
non
ella
sono
Ed
pervenuta a lui
parole
,
medesime
andata pi avanti
,
pervenne
uno
cui
romito giovane
assai divota
j
persona e buona,
nome
era Rustico
e quella
Il
dimanda
gli fece
che
agli altri
avca fatta.
non , come
gli altr
:
mand
la
via
me seco
,
la ritenne nella
sua cella
e
le
venuta
fece
fatto
,
notte
un
Icltuccio di frondi di
le
palma
.
e sopra quello
,
disse
si
riposasse
Questo
dar
d'
indugio
;
le tentazioni a
il
delle parti
pensier santi e
la
V orazioni e
le discipline
a recarsi per
di costei
memoria
,
la
giovanezza e
la bellezza
cominci
e che
essa
modo
egli dovesse
lui
con
lei
tenere
acciocch
come uomo
dissoluto perve.
tentato
lei
uomo
vire a
me parca
per che
lei
s'
avvis
come,
a'
Dio,
dovesse recare
suoi piaceri.
le
priil
mostr quanto
Domeneddio; e appresso
,
le
si
che pi
si
era rimetlbre
il
diavolo in
.
28
il
GIORNATA TERZA
domand come
il
giovinetta
questo
si
^
facesse
Alla
saprai tosto
e per farai
me
e rimase tutto
,
la fanciulla)
,
e posesi gi-
e dirimpetto a
cosi stando
essendo Rustico pi
cos
ri-
la
quale
ti
si
pigne in
non
il
1'
ho
io
O figliuola mia,
t'
disse Rustico,
:
questo
ora egli
diavolo di che io
ho
parlato
,
e vedi
tu
mi da grandissima
posso sofferire
, .
molestia
pena
la
che
io
io
meglio che
.
non
stai
:
tu
che
non ho
j
cotesto diavolo io
Disse
Rustico
la
tu di vero
ma
non
ho
io
ed haila
in iscambio di questo
:
Disse Ali-
bech: o che?
e dicoti
A
io
hai
t'
il
ninferno (i),
che
Iddio
questa noia
ove tu vogli
me
,
tanta piet
rimetta
farai
tu
mi
e a
Dio
se tu
per
di
che tu
,
La giovane
scia
di
buona fede
il
rispose
,
o padre mio
,
po-
che
io
ho
ninferno
sia
:
pure
quando
mia
,
vi pia-
Rustico
figliuola
benedetta
(i)
V inferno
1'
ediz. del.
1718.
NOVELLA
sia lu
j
X.
si
1^9
che
egli
andiamo dunque
e riracttiamlovi
,
poscia
mi
lasci stare
cos detto
,
menata
insegn
la giova-
letlicelli
le
come
star
Dio La giovane, che mal pi non aveva in inferno messo diavolo alcuno, per la prima volta senti un
poco di noiaj per che
to, padre
ella disse a
Rustico
per cer^
non
so
.
clic altrui
v'
dentro rimes-
Disse Rustico
.
figliuola, egli
cosi
sei vol-
le anzi
che di su
lellicel si
movessero ve
'1
rimisero
gli trasser si la
superbia del
si
tempo pi
si
volle
disponesse, avvenne
che
il
giuoco
:
le
a Rustico
ti
uomini
:
in
che
il
scr\ ire a
Dio era
cos dolce
cosa
e per certo io
altra
ne
facessi
il
non mi ricordo che mal alcuna che di tanto diletto e piacer mi fosil
se
quanto
rimettere
essere
uua
bestia
,
Per
e
gli
la
qual
:
diceva
,
padre mio,
|K;r istare
io
e non
oziosa
andiamo a rimettere
cosa faccendo
,
il
diavolo lu
iufenio
La qual
ch
il
volta: Rustico, io
non
so perch
il
fugga di
ninfemo
uinferno
s'
come
il
riceve e tiene
egli
non
se
ne uscirebbe
i3o
.
GIORNATA TERZA
spesso la giovane Rusti,
Dio confortandolo
si la
bambagia
ora sene perci
tal'
5
freddo, che
un
egli
incominci
a dire alla
giovane che
il
diavolo
non
non
la
quando
Iddio di
egli
il
grazia di
Dio
abbiamo
pace
:
si
sgannato
che
egli priega
starsi in
e cosi alquanto
,
impose
di
si-
La qual poich
il
non
la
,
richiedeva a dovere
gli disse
,
ferno
gastigato
e pi
:
non
lascia stare
mio ninferno
d'
come
d'
io col
mio ninferno ho
.
Rustico
che di radici
erba e
;
acqua vivea
dissele
il
a potere
ninferno attutare
si
ma
che
egli
ne farebbe ci che
:
per lui
ma
era di rado
che
altro
gittare
,
una
Di che
giovane
,
non paren-
mormorava
Ma
,
mentre che
,
tra
il
diavolo di Rustico
per
men
s'
il
potere
questa quistione
,
avvenne che un
fuoco
arse
apprese in Capsa
il
(1)
S la
avea
una
.
figuiata nia-
nieia dj parlare
(1)
Mart.
ammorzare
, ,
NOVELLA
miglia avca
t
X.
i3i
por
.
la
ne rimase crede
bale
,
avendo
iu
e ritro,
beni
stali
,
del padre
,
si
come
d'
uomo
occupasse
eoa
men
e con
.
lei insie-
me
ella
Ma
essendo
servisse
lei
domandata
,
dalle
donne
di
Dio
giaciuto con
rispose
serviva di rimettere
il
diavolo in infer-
no
tolta
da cosi
si
fatto servigio
il
Le donne domandarono:
La giovane
tra
.
come
ro
s
rimette
diavolo iu inferno?
atti il
mostr loro
,
Di che
esse fece:
e dissono
egli si fa
non
ti
dar malinconia
figliuola
no
ch
bene an-
che qua
meneddio. Poi
una
all'altra
per
la cilth ridicendolo,
il
vi ridussono in volgar
mollo
,
che
pi placevol seril
vigio che a
Dio
si
facesse
era rimettere
diavolo in
inferno j
il
dura
perci voi
giovani
,
Donne
dia-
e molto bene ne
pu nascere e
Dioneo a rider
Mille
(i)
fiale
o pi aveva
la novella di
il
Il clic tutto
empire
, ,
i32
mosse
1'
Donne
tali
si fatte
loro parevan le
il
levatasi la laui^ea di
capo
quel-
la testa a Filostrato,
e disse: tosto ci
avvedremo
,
se
il
guidare le pecore
dati
.
che
le
pecore abbiano
,
lupi gui:
Filostrato
udendo questo
,
disse ridendo
se
mi
gnato rimettere
il
e perci
siete
:
non ne chiamate
tuttavia
,
dove voi
state
pecore non
fia, io
:
secon-
do che conceduto mi
so
ste
.
regger
odi
,
il
regno commes,
A
,
Filostrato
voi avre,
monasenza
clie
.
ossa
Filostrato coegli a-
noscendo che
vesse strali
,
falci si
trovavano non
il
meno che
,
lasciato stare
motteggiare
.
a darsi al
fattosi il
volle sentire
che
bene
stesse e
alla
compagnia
ordin
Donne
disse
amo-
Donne per la mia disavventura poscia che io ben da mal conobbi, sempre per la bellezza d'alcuna di voi stato sono ad amor suggetto n 1' essere umile
rose
,
ne r essere ubbidiente n
s'
il
seguirlo in ci
i
che per
me
suoi costumi
m'
valuto, eh' io
prima per
altro
abbandonato, e poi
NOVELLA X.
non
sin
i33
:
sempre di male
io
in i>cggio
andato
.
e cos
trc-
do che
tra
andr di
tjui alla
morte
al-
materia
domane mi
miei
fatti
piace che
"^
si
ragioni, se
cIo';
non di
pi conforme,
di coloro
go andar
aspetto infelicissimo
n per
,
altro
,
il
nome
in
da
tale
che sep,
pe ben che
pi levatosi
si
dire
mi
fu imposto.
all'
cos detto
per iniuo
si
ciascuno. Era
bello
il
giardino e
dilettevole,
,
che
per
alcuno non
cavriuoli e
mezzo
lor saltando
si
Dioneo e
la
Fiammetta cominciarono
di messcr
li)
citi.
Peroccbc
Filoetralo in
di gneire e di eser-
(i)
Notti
il
a seguitare
v'
tenti-
prima.
Ma
essi
)
testi a
Liihie
(come dicono
suo luogo pr
di essi verbi i7
il
sole, gi intepidito,
misero a seguitarli.
i
Ma,
secondo questa
interprctasione,
rimanendo
sl.-ito
tuttavia
bo seguire,
{fucili
sarchlK-
d' uo|>o
dar
verlm seguitare
il
pronome
il
o alcun
die
suo quario n-
to caso
gli necessario',
e questo
il
pronome
vi
manca. Laonde
1'
Mannelli, e che
autore sctivcttc
a segui"
de
L\
dove {giorn.
8-,
quanto
egli pot
menar
le
DECM. T. IL
. ,
i34
GIORNATA TERZA
e Panfilo
si
mena
1'
e cosi
tempo
j
per
che, messe
quivi
,
con grandissimo
diletto
cenaron la sera
Filostrato
cammin tenuto da quelle che Reine erano state come levate furono le tavole,
,
comand che
la
.
dicesse
una canzone
La qual
so
,
disse
signor
mio
n'
delle
al:
altrui canzoni io
non
ho
la
mente che
,
sia assai
convenevole a
brigata
ho
:
volete
io dir volentieri
Alla quale
il
Re
disse
r hai
sai
cotale la di
,
La Lauretta
:
con voce
,
as-
soave
ma
,
rispon-
dendo r
altre
cominci cosi
Ninna sconsolata
Da
dolersi
ha
quant' io
Che'n van sospiro lassa innamorata Colui che muove il cielo ed ogni stella
Mi
Vaga
leggiadra
graziosa e bella
alto intelletto
Alcun segno
braccia
,,
di quella
e'
la
non
fusse, 1&
il
come
v' di
edizione del
sta edizione
XXVII. Comunque
il
anche in que1'
pi riputate,
s'
a\'nta
avvertenza di
regolare
alla
l'
un
senso conforme
NOVELLA X.
Bilt
,
i35
che sempre a
,
disperata ( i )
e volentieri
mi
prese
a' suoi pensieri
,
s'
accese
temjH)
,
che leggieri
Sen vola
tutto in
vagheggiarmi spese
Ed
Di
io
come
il
cortese
me
feci
degno j
,
Ma
or ne son
dolente a
me
privata
Un giovinetto
fiero
E presa
Laond'
tienmi
Divenuto geloso
io lassa quasi
mi
dispero
mondo
Venuta
lo maladico la
,
dissi
mai
s
,
Mi
lo
vidi gi e lieta
dove
,
reputata onesta
O
('j)
dolorosa festa
speranza.
la
nuova ipoM
dooiancljita
lai
notaio: piacevi
volte.
tale per
all
i36
Morta
GIORNATA TERZA
foss' io avanti
t'
Che
io
caro amante
del qual
,
prima
,
fui
Pi
che
altra
contenta
se'
Che or Che ne
Di
nel Ciel
davanti a colui
cre
,
me
che per
Te
obliar
non posso:
che per
eh' io senta
Che
quella
sia
,
fiamma spenta
Non
Qui
tesa
me
t'
arse
O cost su
quale notata da
:
m' impetra
la tornata
nella
melanese
che
fosse
che una
re e pi vero intelletto
non accade
ri
,
Il
Re dopo
infin
questa
su
l'
fio-
avendo
fatti
,
ne fece pi
altre cantare
che gi ogni
,
stella a
cader comin,
ci
che
salla
Per che
la
sua ca-
(i)
i".
Posa,
il
testo
si
Mannelli,
;
ma
si
Anzi
.
cos
dee leggere
anclie nel
e cos leggono
appunto e
:
Deputati e
il
Salviati
Abbiamo
Morgante
del Pulci
,,
Le donne
il
e le toselle scapigliate.
Menagio,
venuta
a'
me
chiamarono
eli'
esse facevano
capelli intonsi.
In alcuni looghi
sente questo
ce spagnuola
del
Veneziano
alle
ancbe
al
pro-
nome
muchacha.
, ,
FINISCE
LA TERZA GIORNATA
DEL DECAMERON,
ED INCOMINCIA
LA
Nella quale sotto
fine.
QUARTA
il
reggimento di Filostbto
li
si
ragiona di coloro
cui
amori ebbero
infelice
si
per
le
per
le cose
molte volte da
me
1'
e vedute e
la invidia
se
non
io
alle torri
le
ma
mi truovo
fiero
dalla
percioccli fuggendo io
il
im-
ma
ancora per
.
le
Il
profondissime
valli
mi sono
in-
che
assai manifesto
,
in prasa scritte
islilo
me
sonoeseuza
(i)
titolo
(i),
ma
ancora iu
umilissimo
+ Senni
tilotOf nterprrJnno
il
/ironie al libro
che quanto a
Dionisi ,
cui
i Dcpula nenza eueni messo in nome tlelViiutore; ni il Sal>iali senni intilolozione dire sema aver dedicato il libro a veruno. Il can.
non
pttctjue n V
uoa ni
altra di
38
GIORNATA QUARTA
il
e rimesso quanto
pi. si
possono
per tutto ci
,
r essere da
tazioni,
anzi pres-
s'avvis
.
me Jesimo Amori
qua
di
Applicando
nel suo
il
Boccac-
Commento
vi
si
Dante parlando
titolo
pu chiamar senza
questo hhro di
not^eZZe, perciocch
non
favella di
una
ma
li-
una
e l di un' altra,
Boccaccio che
perch vi
cosa
il
hro degli
vella
Amori
di
Ovidio
pu chiamar senza
,
titolo
si
fa-
non
ma
or
d'una
e ora
d'un'
altra.
si
trover che
Decameron
piuttosto
un cenno
opera che
bro,
il
contiene.
opinione
dei Deputati
significati
la
abbia
Boccaccio medesimo
il
alla
porre
il
nome
dell'
autore in fronte
della Vita di
ope-
Dante,
che questo
Compose questo glorioso poeta pia opere n" suoi giorordinata memoria credo che sia convenevole fare,
s'
intitolasse ,
il
dare
un
certo
nome
all'opera,
,
perciocch
poco appresso
egli
dice:
Compose
libro
in
un suo volumetto
siccome Sonetti
il
il
te operette,
ec.
in latina prosa,
cui titolo
Monarchia. Finalmente
al di d'
presso
il
oggi
diciamo
dedicare o
legge:
Comintitol
media
al
ec.
La prima
a Kguccione
Purgatorio ,
il
La
.
Para-
diso
lui averlo
intitolato tutto a
Messer Cane
pi sotto.
Compointitolate
se
il
detto
le quali
furono
si
pu ridurre
quale
ci
Fiammetta
Conclusione
al
mio,
essendo
ti
come fa me.
E perci
non
sia
GIORNATA QUARTA
so che diradicato
ser lacerato
, ,
189
non ho potuto
a cura
d
et
cio
iioliili
o di pulita tonditura
uoio
Di
non contar
tutti
li
il
ipiilla
che
foriiia
il
nome
confcttione di
:
nome
Decntneron.
( liliii )
Il
De^ quati-
ne compose
tolato
Decameron
ec.
il
bisogna jicngarc se
dell'
Decameron
indichi jiiut-
contenuto
minare
un autore \Mnc
sarelil>e
suo lihro un
i
titolo
sindacare
titoli Filostrato,
di
Poema
degli
mori
J
di Troilo e di Griselda,
significati di
il
dedicare, e di poi^
re
nome
dell'
autore.
Il
Sulviuli approva
detto:
lu
buona,
il
me
pare che
e che
il
all'
opera sua
a'
ma
si
all'
es-
sergli
mancato
la
destro.
Laonde
se
il
senza ((7o/o
nteqK-tra
si
senza
dedicazione,
meno
conf con la
in
manifestamente apparisce
I'
altre espres)>oi
il
del
Can. Dionigi
il
pi lontano
diill'
quale
suo scritto, n
da
il
Decamerone
fosse
ne
invidia e le ingiure
la fantasia di
degli
Amor
d'
trattare
di
vane coac
fosse la ragione
testi
a pen-
na e
in vecchie
nrll' eIi-
sone di
Roma
Tibullo e di Properzio, e
variet. Io
le
i4o
sogliono
i
GIORNATA QUARTA
savi dire
,
che sola
.
la
Sono adunque
discrete don-
ne
stati
primerc
il
titolo
Amornin^
come
apparisce
dell'
Arte verso
Deve
Ainornm , Elige
Dionisi, nel Voi.
5.
p.
fonda
il
ma
il
poi cosa
Volume
pag.
sine Ululo.
il
Nondi-
meno,
legge
quale intitola-
pu vedere
senza
di
Ma
egli nella
mente
l'avesse, pers
ch
il
titolo del
Decaraerone da
fatta
egli
huona
voglia concedo:
ma
Decamerone ahhia
Le
novelle
si
ahhian tutte
serehhe
si, poi
,
la stessa
il
Decamerone
de'
se
Pino
esso
Rosrag-
alcune Elegie
ma
un
la
onde
1'
titolo.
il
in tal proposito
mi
sia
opera
quali
si
trovano
come
nelle
venute
io
Dante,
possa
si
Commento sopra Dante, Opere Nap. Voi. 5. p. 021. esponendo il verso Galeotto Ju il libro, e chilo scrisse, narra che Galeotto sena primo che alcun altro T occulto amoe che ad aprire quere di Lancellotto, e della rena Ginevra sto amore con alcuno ejjelto fu il mezzano. Ora non vorr mai credeche mezzano
amore.
Il
Boccaccio nel
chiamare
il
d'
amore
Il
frammento niagliabe-
Decame-
ron.
l'
Il
perch
il
Mannelli, che
si
dall'
originale del-
infedelt. Il titolo di
la lettura del
Cento
novelle.
fiacchi.
Mjl^
GIORNATA QUARTA
detto che voi
i4i
mi
piacete iroppo
non che
aohirvi
}
io tanto diletto
di
commendarvi
(i) bene
come io fo.
dire
,
mostrando di voler
hanno
mia
et
,
non
sta
r andare
cio a ragionar di
della
molto teneri
mia
fama mostrandosi
che
an-
me
in
raccontate
che come
io le
porgo
s'
ingegnano
.
di dimostrare
Adunque da
da
fiamenti
donne
spinto
mentre
sono so-
Le
quali
animo
io
ascolto e
inlendo
la
quantunque a voi in ci
,
appartenga
di risparsi
mia
le
difesa
nondimeno
,
non intendo
miar
converrebbe
gli (vJ)
dagli orecchi
Per-
(>) (3)
Ist,
le
due
Vocab.
1
Leggero e leggera
non mai
ti
osa
t Toi'megli,
il
Icslo
Mann, e
l'cdia. del
dd
1718.
42
GIORNATA QUARTA
,
ciocch se gi
non essendo
,
io
ancora
al
terzo
della
mia
fatica
venuto
essi
io avviso
potrebbono in guisa
esser multiplicati
,
non avendo
quantun-
mi metterebbono
grandi
,
in fondo
ne a ci
que
stre
elle sien
.
resistere
varrebbero
le forze vo-
Ma
no
mi piace
,
me
vella intera
qual
parte
v'
ho
mescolare
ma
una acciocch
,
il
sere di quello: e a' miei assalitori favellando dico. nella nostra citt, gi cittadino
,
buono tempo
passato
fu
,
Che un
uoin-
il
mo
dea
ma
ricco e
bene
vialo ed
,
e aveva
sommamente amava, ed
ta vita si
insieme in riposa-
stavano
nendo
Ora avvenne
donna pass
sci
come
di tutti evviene
che
la
buona
quale
che un sojo
conceputo
il
forse d' et di
no
altro
rimanesse
veg-
(i) la de'
{ La
A'oce
Deputati.
,,
GIORNATA QUARTA
,
43
amava rimaso solo del tutto si dispose di non \olere pi essere al mondo ma di darsi al servigio di Dio
,
ed
il
Per che,
se n'
and
sopra
Ictta si
sommamente
egli fosse d'
si
guar-
dava
di
non ragionare
,
Ih
dove
alcuna tem,
poral cosa
ac-
ma
sempre
gli
Dio e
de' santi
doli
il
tenne
mai
della
cella
non lasciandolo
uscire
n alcuna
valente
altra cosa
che
s dimostrandogli.
Era usato
,
il
uomo
di venire
Dio sovvenuto,
gih
nava
garzone d'et di
il
un
domand ove
il
Al quale
garzone
disse:
siete
malo durare
volta a Firenze
io
(l)
i>|rsso
usa
U lingua nostra
/
e aeiua espressa,
(a)
ma con
sottintesa
comparazione.
Il
Monte Asinaio
sana die vi
Ciani lo dice
Sanano
dall' aria
f.1)
"i"
si respira
Mart.
.
NclT un modo
lt4
manervi qui ?
GIORNATA QUARTA
quando
vi piacer
,
e voi
ri-
valente
uomo pensando
,
clie gi
que-
ed era
si
abituato al ser-
vigio di
Dio
il
elle
malagevolmente
le cose del
tx-arre
,
mon-
do a
seco stesso
seco
il
men
Quivi
giovane veggendo
l'
palagi
le case,
le chiese e tutte
ta
la
citt
piena
si
vede
come
,
colui clie
mai
si
cominci forte
il
e di molte
dimandava
Il
padre che
come
si
chiamassero.
,
padre
gliele diceva,
ed
avendolo udito
rimaneva contento
domandava
il
d'un' altra.
cosi
domandando
si
il
figliuolo e
pa-
scontrarono in una
,
donne ed ornate
quali
che da un
,
le
come
gli
il
giovane vide
domad
il
cui
,
il
padre disse:
le
figliuol
occhi in terra
.
non
il
guatare
:
mala cosa
?
Disse allora
,
fi-
gliuolo
o come
chiamano
Il
padre
inchinevole disiderlo
minare per
elle si
lo propio
colui
chiamano papere. Maravigllosa cosa ad udire che mai pi alcuna veduta non avea non cu!
non
del
bue
non
del cavallo
non
non
avesse
subitamente disse
padre mio
io vi priego
io abbia
disse
il
una
,
di quelle
taci
,
papere
Olm,
la cosa.
figliuol
mio
padre
elle
son ma-
A cui
il
GIORNATA QUARTA
falle le
45
male cose?
Si
disse
il
padre.
Ed
egli allora
disse
io
vi dite
ntala cosa:
gli
pi volle mostrati.
ce ne
Deh
il
se vi cai di
me,
fate
che noi
,
meniamo una
elle
s'
e io le
sai
padre
io
non voglio j
tu
non
donde
imbeccano: e
il
senti incontanente
pi aver
Ma
che mi
e a coloro
rivolgermi
alli
quali
1'
male
o giova,
doime
e che
me Le
.
mamenle
essi si
coiiffsso
mi
piacele
e che io
di questo
gli
m'ingegno
di piacere a voi: e
,
domandogli se
,
maravigliano
riguardando
lasciamo slare
i
piacevoli ab-
prendono,
ma
gli
,
solamente ad
oniati costumi
ornata leggiadria
e oltre a ci
allevato
un monte
salvalico e soli,
tario, infra
senza altra
sole
come
vi
vide
sole
da
lui
sole
addomandate,
,
con
l'alTcziou
seguitate.
Riprcndcrannomi
moixlerannomi , lacere-
()
^6
GIORNATA QUARTA
,
rannomi costoro
se lo
il
il
ciel
prol'a-
nima
vi disposi
,
chi vostri
e la fiam,
ma
se voi
mi
piacete
o se
io di piacervi
m' ingegno
e spezialmente
guardando
altro piaceste
ad un romitello
,
anzi ad
uno
ani-
mal
selvatico
amato
si
pia-
n
.
conosce
cos
mi
ripiglia
e io poco
me
ne curo
il
porro abbia
il
capo
sta-
sia
motteggiare
dall'
mai
me
mia
ser
vita di
alle quali
gi vecchi, e
si
mes-
onor
fosse
teunono, e fu
piacer loro .
se
non
,
io producerei le isto-
mezzo
uomini e valorosi
sommail
compiacere
,
alle
donne:
che
si l'
apparino.
,
Che
lo
con
Muse in Parnaso mi debbia stare affermo che buon consiglio: ma tuttavia n noi possiam dimorare con le Muse n esse con esso noi se quando avviene
, ,
che
che
l'
uomo da
,
lor
si
parte
dilettarsi di
veder cosa
le somigli
non
le
cosa
donne j
bench
Muse
vaglio-
GIORNATA QUARTA
no
,
147
non
non vagliano
sirniglinnza di quelle
Si che
quando per
altro
mi
piacessero
per quello
mi dovrebber
di
piacere. Sen-
mi fur cagione
comporre mille
di
dove
le
fame alcun
qiuin-
si
sono
elle
venute parecchi
meco
in servigio forse e in
onore della
Mus'av-
se
visano.
Ma
pane
Certo io non so
se
non che
la loro risposta
,
dlrebbono
gih pii
ne
poeti
do fecero
perirono acerbi
qualora io ne
Che pi ? caccinmi via questi cotali domando loro non che la Dio merco
.
bisogno
io so
j
secondo
Apostolo abbandonare e
necessilh solTerire
me
che
te
me
,
non
essere sta-
dicono
li
che
ginali
sero
d'ammendar
altro
me
stesso
m" ingegnerei
ma
infiao
che
che pa-
48
GIORNATA QUARTA
non apparisce
seguitando
la
,
role
io gli lascer
con
la loro opinio-
ne
si
di
me
risposto
gentilissime
donne
,
armato
e di
le
buona pazienza
cli io
e lasciandol soffiare
di
percioc-
me
che
la
muove
se la
muove
degli
la porta in alto
,
uomini sopra
,
le
dori
torri la lascia
non pu
tutta la
che
il
se
mai con
mia
cere
mi
disposi, ora
pi che mai mi
vi disporr^ per-
con ragione,
se
non che
che
vi
amiamo,
e spesse volte
non solamente
faticante
io
s'
l'
ma
con grandit-
che
1'
non
,
io
questo; e se lo
rei
,
avessi
1'
pi tosto ad altrui
.
che
io
,
per
e
,
me
adoperassi
morditori
rati si
se essi riscaldar
non
,
possono, asside-
vivano
,
standosi
me
nel
che posta
Ma
da ritornare
,
perciocch asci
siamo
o belle donne
onde
dipartim-
mo
1'
GIORNATA QUARTA
Cacciata aveva
terra
il
49
Tumida ombra
la
della notte,
quando
Filostrato le-
va Iom tutta
e l'ola
il
passole
aveano
E da dormire
si
essendo
nella sua
maggior sommitli,
bella fonte
levati, nella
maniera usa-
ta vicini alla
posero a sedere.
Lk dove
Filoilralo alla
se alle novelle to le fosse
,
la
quale
donnescamente (i)
cominci
NOVELLA L
Tancredi (2) preme di Salerno uccide
della figliuola
,
V amante
mandale
,
il
pa
d' oro
la anale
velenata
quella
si
JL
ha oggi
il
nostro re
data
pensando che
dove per
(1)
Donnescamente,
cio
graziosamente .
Il
j-
fnoriliitenle.
(a)
sfida
tradusse
si
lroa
leggiadro capitolo in
d'
Arcsso,
il
qual
foni'int'a
di
Filippo
DECM. T. U.
IO
5o
,
GIORNATA QUARTA
ci
mo
dir
convenga raccontare
1'
altrui
lagrime
l'ode
le quali
clil
ha
fatto
si
ma
se
1'
abbi mosso
il
poich
me non
,
conviene di
mu-
tare
rato e
racconter
assai
uma-
no e
di
mani brut-
Il
be pi che una
quella avuta
non avesse
,
neramente amata
quanto alcuna
j
da paaven-
amore
do
ella di
non sappiendola da
non
la
di Ca-
rimase ve-
e al padre toruossi
Era
mai,
ventura non
dre
,
si
richiedea.
E
,
dimorando
in molte dilicatezze
e veg,
gendo che
poca cura
sa
padre
per
l'
amor che
si
egli le portava
lei
si
il
dava di pi maritarla, n a
richiedernelo
,
onesta co-
pareva
conte
Pomponio
Campeggi conte
di
Mart.
Ingegno
, , ,
NOVELLA L
esser potesse
,
i5i
.
E
e
e altri
si
come
considerate le maniere e
costumi di molti
',
tra
gli
alui
un giovane
,
valletto del
padre
assai
il
cui
,
nome
era
Guiscardo
tii
uoui di nazione
umile
,
ma
per vir,
le
piacque
di lui tacitamente
cese
il
modi
suoi
il
giovane,
essendosi di
lei accorto,
avea per
si fatta
vuta
clic
da ogni
clie
da amar
lei
avea
la
mente rimossa In
colai guisa
,
adunque amancon
do
l'
un r
altro segretamente
,
disidcrando la giovane
quanto di
a dovergli significare
.
il
modo pens
,
(a) una
nuova malizia
ci che a fare
lei
,
Ella scrsse
una
lettera
,
e in quella
il
gli
di canna
mostr: e poi quella messa iu un bucciuol (4) , sollazzando la diede a Guiscardo , dicendo :
un
quale
ella
raccenda
fuoco. Guiscardo
il
prese:
(i)
f togliendosi hanno
le
Pistulcst
antiche,
non
et.
Egli ce
niu
il
rendogU che
(4)
"t
Bucciuolo
chianiasi la parte
canna che e
tra
nodo e nodo.
(5)
uef/uraiuu
altri.
(6j
i5a
GIORNATA QUARTA
,
alla
fessa,
ben
compreso ci
fosse
dare secondo
al palagio del
modo da
lei
dimostratogli
Era
allato
,
di
dava
quale
la grotta
quasi
j
da pruni e da erbe
e in
quale era in
quale
la
una
delle
la
donna
teneva )
si
come che da un
si
fortissimo
Ed
era
questa scala
usata
non
.
s'
era
clie
si
ricordava
sa
si
Ma amore
segreta che
non pervenga,
aveva nella
.
memoaccioc-
innamorata donna
si
La quale
ch ninno di ci accorger
ingegni penato avea anzi che venir fatto le potesse d'aprir quell' uscio
;
il
quale aperto
,
ingegnasse
a-
vendogli disegnata
terra esser potesse
.
l'
Guiscardo
nodi e cappi
da potere
e s vestito d'
un
difendesse
NOVELLAI.
n' nndtS
:
i53
ad un
forte
e attese la
donna
La quale
,
voler dormire
Aerratasi nella
mandate
,
e sola
camera
aperto
V
,
scese
insieme maravigliosa
,
festa si fecero
nella sua
di quel giorno si
alli
loro
ac-
do
ed
ella serrato
.
l'
uscio
alle
sue damigelle se ne
venne fuori
la
Guiscardo poi
,
la notte
vegnente su per
avendo questo
cammino appreso
po
vi ritorn
.
Ma
la
due amanti
plinto
Era
camera
della figliuola
.
e quivi con
.
lei
dimorarsi e
ragionare alquanto
e poi partirsi
11
quale un giorno
na
la
nome
in
un suo
entratosene
non volendo
nestre della
tute
,
lei torre
trovaudo le
fi-
camera chiuse e
abbat-
a pi di quello in
un canto sopra un
carello (3)
(5)
Carello, sgabello.
i54
si
GIORNATA QUARTA
il
capo
al letto e tirata
si
sopra s la cortina
fosse nascoso
egli
, ,
quasi
s'
come
se studiosaraente
.
quivi
,
addorment
cosi
dormendo
fatto ave-
Ghismonda
-
clie
,
va venir Guiscardo
dino
lasciate le
giar-
pianamente
,
camera
e quella
serrata
aperto
l'
attendeva
,
e andati-
sene in su
letto
come
,
usati erano
e insieme schersi
zando e sollazzandosi
gli
,
sve-
modo prima
,
gli volle
,
e con
due amanti
stettero
,
per
si
,
come
usati erano
senza ac,
di-
grotta,
,
ed
camera
,
ancosi
ra che
vecchio fosse
,
da una
finestra di
quella
torn
per ordi-
ne da
lui dato
'1
all'
notte in su
cos
come
era
fu preso da
due
Il
quale,
come il
guanciale di panno
per lo
pi. fatto
no di borra;
(i)
Si cal, poco
Guiscardo
si
collo,
ma
col-
NOVELLA L
\ide
,
i^5
mentalo
fatta
l'oltraggio e la vergo-
gna
la
m'hai
si
come io og-
gi vidi
con
gli
non questo
possiamo
.
che n voi
n> io
guardato fosse
e cos fu fatto
Venuto
il
di seguente,
,
aven,
ap-
secondo
:
la
and della
figliuola
lei
,
dove
chiamare e
ser-
ratosi
dentro con
piangendo
le
cominci a
dire:
Ghismonda, parendomi conoscere la tua virt e la tua onest, mai non mi sarebbe potuto cader nell'animo,
quantunque mi
fosse stato detto
, ,
se lo co'
miei occhi
non lo
avessi
,
veduto
uomo
fatto
)
se
avessi
non che
ri-
ma pur
di
che
io in questo
poco di
manente
di vita,
che
,
la
di ci
or volesse
ti
poich a tanta
conducere
dove-
avessi preso
nobilt dccevole ( i )
fosse stato';
eleggesti
ma
Guiscardo
,
quasi
di
che tu
,
non sappien-
Ma
disdicevole
il
ma
voce
<1a
i5fi
GIORNATA QUARTA
che partito
di te
do
io
mi
pigliare
Di Guiscardo
il
e bollo in prigione)
ho
io gi preso
che farne 5
.
ma
non
farmi
Dall'
una parte mi
amore il quale io
ho
ed'
altra
mi
;
preso perla
tua gran
sti
follia
ti
Ma
il
prima che
io partito
prenda
:
e questo detto
basso
pingendo
si
forte
come farebbe un
,
fanciul
do non solamente
to
,
il
ma
,
Guiscardo
dolore ine-
stimabile sent
lagrime
vicina
tiero
,
come
pi
le
femmine
ma
pur questa
vilt
vincendo
suo animo
al-
il
viso suo
non
il
suo Guiscardo
Per che
fallo,
bato
cosi al
padre disse
,
Tancredi
n a negare n a
1'
perciocch n
un mi
j
var-
rebbe
1'
altro voglio
che mi vaglia
oltre a
mansuetudine e
'1
tuo amore
ma
il
ver confessando
la
fama mia
e poi
Meco
preso,
l'ediz. del
27.
di dire.
(2]
modo
NOVELLAI.
con
fatti
i57
la
fortMimamcnte seguire
.
grandezza dello
animo mio
Guiscardo,
r
,
Egli
il
vero
che
io
ho amato e amo
1'
e,
quanto
io viver,
ame-
se appresso la
;
morte
s'
ama
non mi rimarr
la
d'amarlo
ma
,
a questo
mia
ti
dovea, Tancredi,
e
,
non
di pietra
o di ferro
sia
e ricordar
,
ti
do-
vevi e dei
quantunque tu ora
vecchio
clienti
za^ e,
anni
come che
armi
tu
uomo
ti
ncll'
esercitato
gli ozii
Sono adunque
si
si
come da
te generata
di carne, e
poco vivuta
l'
che
altra pie-
al
,
1'
aver gih
ma-
dar compimento
sistere
,
mi
,
tiravano
si
co-
me
giovane e femmina
mi
disposi
e innamora 'mi.
n a
n a
in
me
di quello a
tirava
quanto per
me
si
m'avean
chi che
,
trovata e mostrata
,
per
la
quale
io a'
l'
veniva
e questo
il
ti
se
me
che tu
sappi
,
io noi
nego
accidente
tolsi
diliberato
58
altro
e con avveduto
pensiero a
di
me
lo introdussi
,
me
,
e di lui
egli
Di che
cato
pare
oltre allo
che tu pi
,
la
guitando
dicendo
dovessi
io
se io nobile
uomo
non
,
che
con
uom
ti
di bassa con-
dizione
il
mi
son posta
,
In che non
accorgi che
la
non degai ad
.
a basso
,
dignissimi
a'
Ma
lasciamo or questo
:
ragguarda alquanto
tu vedrai
,
carne avere
da u-
no medesimo creatore
forze
,
tutte
,
mo
iguali
ne distinse
maggior
,
ii
E bench
,
contraria usan-
ella
non
ancor
e perci colui
mente non
si
mostra gentile
e chi altramenti
,
il
chiama
chiama
i
ma
colui che
commette
(i)
Ragguarda (3)
tra tutti
tuoi
f Iguali hanno
ita affatto
n'ho
consultate. Questa
voce
le ed uguale. ~(2)
la
pi vera di quel-
filosofo.
Mart
f Ragguarda adunque,
1'
NOVELLAI.
nobili
iSg
,
uomini
ed esamina
,
la lor \irt
lor costumi
e le
loro maniere
:
ragguarda
tu
(|ucsti
non
che a quelil
Chi
commen-
d mai
le
tanto
quanto tu
'1
commendavi
in tutte quel-
uomo
;
mendato
che
ch se
miei occhi
,
ninna laude da
te data gli fu
,
e pi mirabilmente
,
che
:
le tue
non
vedessi
,
se
avessi
da
te sarei
ingannata
Dirai
dunque
posta
?
che io con
tu non dirai
uomo
il
,
di
bassa condizione
mi
,
sia
vero
Ma
un
to
s
;
per avventura
si
se tu dicessi
con povero
con tua
vergogna
valente
uomo
sla-
ma
,
la
ma
poveri
e molti di quegli
dan
le
mo
si
,
me
far
ti
doves-
cio
,
ad
la
si
se'
disposto
usa in
me
la
tua crudelt
come
perciocch io
(i)
Avere qui
vai
roba.
i6o
fatto avrai
GIORNATA QUARTA
o farai
,
se di
il
me non fai
Or
il
siraigliante
le
faranno.
via, va'
,
con
le
fem-
con un me-
se cosi
ti
animo
del-
lei s for-
le
come
delire,
diceva
Per che da
lei partitosi
e da s rimos-
pens con
gli altrui
danni raffreddare
a'
il
suo
fervente
amore
,
comand
due
che Guiscardo
lui la seguente
,
guardavano
e trattogli
il
cuore
a lui
il
re-
Li quali
.
cos,
come
,
operarono
Laonde venuto
d seguente, fattasi
,
messo in quella
che quando
cuor di Guiscardo
il
gretissimo famigliare
segli
mand
,
alla figliuola
impoti
gliele desse
dicesse
il
tuo padre
manda questo per consolarti di quella cosa che tu pi ami come tu hai lui consolato di ci che egli pi amava. Ghismonda non smossa dal suo fiero proponi,
mento
fattesi
il
poich
partito fu
padre
quelle
still
e in acqua redusse
ella
temeva avvenis-
il
coppa prese
le
quella scoperchiata
tese
,
come
il
cuor vide e
parole inil
cosi
essere
il
cuor di
Gxiiscardo
(i) {
il
viso verso
famigliare,
Queste
parole lui e
ediz.
del 27.
NOVELLA L
disse:
161
non
si
conveniva sepoltura
,
men
ci ha
il
cosi detto
.
appres-
satoselo alla
il
Lasci
e poi disse
In ogni co-
sa
sempre
mia ho
verso
me
mio padre
l'
,
l'
amore
grazie
ma
ora pi che
giammai
j)erci
ultime
debbo giammai
gli
renderai
Questo detto
rivolta
sopra
la
coppa,
la
quale
stretta teneva, il
cuor riguari
dando
ceri
,
albergo di
tutti
miei piagli
oc-
mi
ti
fa
vedere
Assai
m'
.
era
con
hai
tei
Tu
e di tale
.
chente
la fortuna
concedette
ti
se'
spacciato
.
Venuto
alla
mondo
medesimo
.
quella sepol-
tura hai
che
Niuna cosa d
non
:
se
le lagrile
me
li
qua-
acciocch(> tu
avessi,
dispietato padre
che a
me ti
con
mandasse
e io le
ti
da-
come che
di morire
gli
mia anima
,
si
congiugner!:!
con quella
adoperandol tu
che tu gi
o meglio sicura
luoghi
(1)
la
dell'
anima.
62
GIORNATA QUARTA
,
non conosciuti
e de' miei
,
che con
,
lei? lo
ella
e riguarda
come
mia
,
che
m'ama
amata
d'
.
aspetta la
sommamente
se
cosi detto,
testa
,
una fonte
acqua nella
mlnll romore
morto
cuore
Le
sue damigelle
si
cuore questo
lei
,
fosse
non intendevano
,
ma
da compassion vinte
tutte
piagnevano
pianto
glio
la.
lei
domandavano invano
,
e molto pi
come meal-
sapevano e potevano
,
s'
ingegnavano di confortarle
zato
capo
disse
o molto
j
amato cuore
pi
alti-o
ogni
mio
mi
resta a fare
se
non
di venire
.
con
la
mia
,
anima a
f dare
compagnia
E
1'
questo detto
si
l'
acqua che
il
di
il
e senza
,
postavi la bocca
tutta la
bevve
sopra
e beil
con
la
coppa in mano
si
se
ne
sali
suo
(i)
f Qutneenlro
i
ma non approvano
cosi fat-
ta lezione
cognati del,
la
siale ec,
cio,
eom'
centro rlstiigne
luogo con
mano come
al letto,
non che
In quelle
propnu
stanze,,.
, ,
NOVELLA L
letto
,
|63
compose
il
cor-
morto amante 5 e senza dire alcuna cosa , aspettava la morte Le damigelle sue avendo (jucste cose e vedute
.
e udite
come che
quale
esse
non
la fosse la
ella
bevuta avea
.
a Tancredi ogni
11
che sopravvenne
,
presto nella
camera
scese della
figliuola
che
essa so-
pra
il
suo
tosi a
don-
Tancredi
,
meno
dare
disiderata fortuna
che questa
.
n a
me
?
le
che non
te
le disidero
altro
che
,
Ma
pure
se niente
quello
,
amore
fu
che gih mi
portasti
ancora in te vive
che
,
io tacitamente
e di
col
che
'1
mio corpo
morto
,
suo
stea
dove che tu
.
te
1'
abbi
fatto gittar
palese
]ren7,c.
Laonde
,
la
giovane
al
tendosi
strignendosi al petto
,
morto cuore
;
disse
che
,
io
mi
parto
e velati
gli
ai
occhi
dipart,
smonda
come
,
udito avete
Li quali Tancredi
dopo
,
mollo pianto
con
Salernitani onorevolmente a-
meuduni
in
un medesimo
sepolcro
gli f
seppellire
64
GIORNATA QUARTA
NOVELLA IL
Idrate Alberto
che
V A-
gnolo Gabriello
innamorato , in forma
lei:
giace con
uomo ricovera , il quale informa uomo salvatico il d seguente nella piazza mena , dove riconosciuto , e da' suoi frati pre-
so , e incarcerato
XjLveva
la novella dalla
Fiammetta raccomata
su
gli
le
lagrime pi volte
tirate insino in
compagne
ma
il
re
disse
vita
mia a dover dare per la met diletto di quello che cou Guiscardo ebbe Ghismonda n se ne dee di voi ma:
n per
.
tutte quelle
una
sola
m'
data
Ma
lasciando al presen-
li
miei
fatti ne'
,
ragionamenti
Pampinea ragionando
come
Fiammetta ha cominciato, andr appresso, senza dubbio alcuna rugiada cadere sopra cer a sentire
.
il
Pampinea
a se sentendo
comanda-
la sua affezione
cognobbe l'aoi-
dica
segua o siegua,
si
do-
NOVELLA
ino dello compagne
role; e perci
, ,
IL
le
i65
sue pa-
loro
lo
,
che a dovere
fuori
,
il
re contentare
,
senza uscir
.
del proposto
da ridere
dispose
e cominci
Usano
volgari
,
un
buono
tenuto
pu
fare
il
Il
mi
quale
li
larglii e
lunghi e co'
e con
,
le voci
altrui
altissime e rubeste in
mordere negli
altri
li
loro
menon
desimi
vizii
,
lor donare
venire a salvazione
il
e oltre a ci
noi,
ma
quasi
come
muore , secondo
so
la
quaneccelse cosi
tit de'
meno
,
lente luogo
medesimi
credono
convenisse
fosse licito a
me di
.
tosto
Ma
Dio che cosi delle lor bugie a tutti intervenisse come ad un fiate minore non miga giovane ma di quelli
,
Viuegia: del
(i)
la
il
L'eduonc
Livornese come
luogo
s fatta
sia corrotto; e
esami
giik
sopra Ja tanti
ri-
TTcntura insanabile.
Non
con
1
speransa di
DECAM. T.
II.
i66
quale
GIORNATA QUARTA
sommamente mi
gli
piace di raccontare
per
al-
quanto
animi
vostri
,
morte di Gliismonda
levare
.
forse
con
rsa e
con piacere
ri-
Fu adunque
valorose
Donne
,
in
il
Imola un
uomo
qual fu cliiamato
Le
recarono
in
che
non
gli
che
bugia
:
ma
la verit
non era
Imola chi
credesse
pi. le
sue gher,
come
disperato
a Vine-
sanailo,
ma
muovere
altii
iugegni pi penetranti
La
ed discesi co-
munemente
a p. 66.
si
In questa
stessa
fama
di S.
Non
nel
Commento
di
Trifone un
uomo
perfetto,
Francesco da Scesi.
al
n. 23. legge,
un monaco
Fondandomi
ho
alcuna proha,
quelli elio
facile
alle
maggior
eli
ma di E ])en
come
to-
che nel concorso delle due a ne sia rimasa fognata una. Rispetto
,
due h
il
una
se
la
ne pu
togliere
e se
si
scrisse
Caro,
correzione verrebbe ad
ha Scesi, senza
gliere o aggiugnere
alcuna lettera
e,
alla lezione
del
codice magliabechia-
no,
dall' t
in fuori dopo la
rileva
.
un
certo strascico di
pronunzia , nulla
Ho
Ragionamento stampato in Lione i557. spiega questo luogo del Boccaccio con riferirlo anch' egli alla citt d' Ascesi. (1)
FIACCHI.
,,
NOVELLA
gi d'ogni bruttura ricevitrice
II.
i
167
trasmut, e quivi
pens di trovare
rate
,
altra
maniera
al
che
l'atto
non avca
in altra jiarte
quasi da
da
,
lui
da
somma
dosi
e oltre
si
ad ogni
altro
uomo
,
divenuto cattolico
and e
Alberto da Imola
commendar molto
gli
penitenza e
,
1'
astinenza,
beveva vino
se
N
un
che di ladrone , di
subitamente fu
i
ntlinno
di
falsario, d'
omicida
predetavesse
vizii
gli
potuti
sempre
veduto
altare
quando celebrava
la
se
da molti era
,
piangeva
conio
le
colui al
lagrime quando
le
volea
prediche e
li
sue la-
grime
re
,
egli
seppe in
si fatta
guisa
iniziani adescavi
si
che
testamento che
,
faceva
era fedel
commessario e dipositario
nfiolti
,
e guardatore di
denari di
e cos fncla
di
sua
fa-
ma
che mai
non fu
Francesco ad Asciesi
sciocca,
li)
Bamho, teuM
, ,
68
GIORNATA QUARTA
madonna
Lisetta da ca (i) Quirino, moglie d'
clie era
ta fu
un
andato con
le galee in
Fian-
santo frate
lei
La quale
essendogli
essi
a'
piedi
tutti
,
si
come
co-
son
(3)
fatti
suoi
deh messer
le
lo frate
capo
paionvi
mie bellezze
come
se io
ne volessi
ma non
tale
sono
le
mie bellezze da
.
la-
sciare
amare n da
n da quale
Quante ce ne
le
come
mie? che
scemo
modo
s'
innamor
le
ma
,
ri-
serbandosi in pi
comodo tempo
lusinghe
pur
(1)
f Ca
Non
vene-
nome di
quelle sole
Questo
tulli,
far vedere
un
Veneziani. Badate
uni
,
at-
tendendo
un
dei pi saggi e
Europa
Bergolo,
al
leggieri, volubile,
credere e
Veneziani
perch di leggieri
(/()
rivolta
M.
NOVFXLA
per mostrarsi santo
,
U.
169
la
donna
gli disse
che
csi
era
una
fosse pi
una
l)ellezza
che un'
altra
Per che
frate
fattale la con.
la lasci
,
E
,
stato al-
quanti di
casa
sala
preso
un suo
:
fido
compagno
altri esser
:
n'
and a
in
,
madonna
con
lei
,
Lisetta
e trattosi da
una parte
veduto
,
una
le si
non potendo da
gitt
madonna
che
,
io vi
mi
perdoniate di ci
io
domenica,
:
vi dissi
per-
non oggi
?
e chi vi ga.
stlg cosi
io
il
vi dir
Stando-
mi
pre
io la notte in orazione
,
si
come
io soglio star
sem-
io vidi
,
splendore
ci fosse
,
che
mi
vidi sopra
un giovane bellissimo
il
cappa e tiratomisi
.
a' pi
tante
mi
die
che tutto
mi ruppe
sti
11
j
quale
io
fatto avesse
ed
egli rlspOvSc
perciocch tu presume-
madon,
na Lisetta
la
quale io
.
amo
l'
da Dio in fuori
:
sopra
?
io allora
domandai
signor
mio
dissi io
io vi priego
(i)
(liste il
Pctntca,
ma Angelo
7o
.
GIORNATA QUARTA
Ed
egli allora disse
:
niate
e io
ti
perdono per
tal
come
ella
tu prima poti
e faccili perdonare
,
dove
,
non
io
ti
perdoni,
io ci torner
e darottene tante
che
.
far tristo
egli
per tutto
poi
il
tempo che
tu ci viverai
1'
Quello che
mi
dicesse, io
.
non ve
mi
perdonate
Donna zucca
al
vento
la
sale (li),
do queste parole
alquanto disse
le
:
dopo
,
io vi diceva
bene
:
frate
,
Alberto
che
celestiali
ma
, ,
se
Dio m'
aiuti,
di voi
m' incresce,
male
,
e infiao ad ora
acciocch pi non
vi sia fatto
io vi
perdono
mi
diciate ci
:
Frate Alber,
to disse
madonna
j
io
11
vi dir volentieri
ma
una cosa
vi ricordo
che cosa,
che
io vi dica
voi vi guardiate di
non non
dire ad alcuna
persona che
re
i
sia nel
,
mondo
siete
.
se voi
volete guasta-
fatti vostri
che
la
pi avventurata donna
dis-
che oggi
se
sia al
mondo
che
io vi dicessi
che voi
se
non
non
ispaventarvi
Ora
vi
manda
egli dicen,
do per
rarsi
me
dimo,
e venendo in
care
d'
,
agnolo
uomo
_ quando Per
ed in forma di cui, ed
ma
pi spesso
egli
(1)
s
usa
veramente , ed ancor
(2)
alle folte,
-vale
con
c/ueslo, e
Proverbialmente,
NOVELLA
egli ci verrh
:
II.
171
donna che \iva
di
altra
Madonna
1*
che molto
)
le
piaceva se
Agnolo Gabriello
lui
,
ama-
va
perciocch ella
d'
amava ben
una candela
vanti
gli
dove dipinto
lei
volesse a
la
venire
egli
troverebbe
,
camera
ma
con
la
questo patto
che
egli
1'
non dovesse
lasciar lei
per
bene
ed anche
,
s\
pareva
ella il
vedeva
le stava
ginocchione innanzi
e oltre
purch
:
ella
non
,
avesse paura
te Alberto
madonna
e io
lui quello
che voi mi
,
dite
Ma
voi
mi
potete fare
j
una gran
grazia
,
e a voi
non coster
egli
niente
e la grazia questa
mi
che
egli
mi
trarrh
1'
anima mia
di cor-
quanto
egli starh
.
con voi
tanto
si
star
1'
anima mia
in paradiso
fila
(4)? ben
mi
mie
cagioni
lazione
mo-
(1) (a)
Baderia
tletlo jtcr
rlic silialort-ht^
d' ai^
gentil
(-^)
t Qualoia,
due
si
Vocah
(4)
Donna poeojila
72
GIORNATA QUARTA
egli possa entrarci
,
do che
corpo
re se
perciocch vegnendo in
,
umano
non per
.
1'
come egU verr non potrebbe entrauscio La donna rispose che fatto sa.
rebbe
Frale Alberto
si
parti
ed
ella
rimase faccenil
do
le
toccava
1'
cui la
camicia
Agnolo Gabriel-
lo a lei venisse
re
non agnolo
ed
altre
con con-
fetti
buone cose
incominci a confortare
.
avu,
come
,
notte fu
se
quando andava
gli
a correr
giumente
di quindi
quando tempo
;
parve,
e in quella
,
in agnolo
camebenes'
ra della donna.
La
quale,
come
vide
gli s'
inginocchi innanzi
1'
Agnolo
la
disse e
al letto
an-
dasse
che
mente
coric.
,
Era
Per
frate
Alberto bello
uomo
gambe
in su la persona (3).
(2)
galli.
(i)
Le mosse
il
cavalli,
che corrono
al
palio,
comin-
ciano
(i)
Avverti questo
modo
figurato, die le
gambe
stiano in su la per-
sona.
, , ,
NOVELLA
fresca e
n.
173
il
morbida
luaritu
forte si
multe vullo
vol senza
ali
di
che
ella
oltre a ci
molle cose
il
Poi appressandosi
di
e tomossi al
compagno suo
al
quale
la
acciocch
buoua fem-
mina
d
na , come desinato ebbe presa sua compagnia , se u' ana frate Alberto
,
Agnolo
come
io
aggluguendo
oltre
madonna
non
so
come
con lui : so
io aven-
bene che
stanotte,
\egncndo
egli a
me, e
ti'a
(i)
uno
non
so.
Non
,
ve
'1
dich' io
disse
la
don-
na:
il
mio
granil
con
l'
Agnol Gabriello j e
se voi
k
tatevi sotto la
poppa manca
all'
dove
che
io diedi egli vi
un
si
dissimo bascio
Agnolo,
.
tale
parrh
segnale parecchi d
far oggi
ben
non
feci gi
gran tempo
il
che
io
mi
vero .
E
al-
dopo molto
cianciare, la
donna
se
ne torn a casa :
(1)
puUndo soccunente
ciocca.
174
la quale in
GIORNATA QUATITA
forma
d'
molte volte senza alcuno impedimento ricevere Pure avvenne un giorno che, essendo madonna Lisetta con una sua comare, e insieme di bellezze quistionando
per porre
che poco
cui la
tre.
la
si
come
colei
sale
aveva in zucca
disse
se voi sapeste a
mia
La comare vaga d' udire si come colei che ben la disse madonna voi potreste dir vero ma tuttavia non sappieudo chi questi si sia, altri non si
conoscea
,
Allora la donna , che piccola levatura (2) avea , disse : comare egli non si vuol dire, ma l' intendimento mio (3) l'Agno.
lo Gabriello
il
quale pi che s
,
pi bella donna
sia nel
,
mondo o
,
in
ma pur si
.
e disse
In f di Dio
madonna
,
se
r Agnolo Gabriello
questo
,
vostro intendimento
dicevi
egli
ma
.
io
non credeva
:
che
gli
Disse la donna
comare
fa
per
le
:
il
egli si
fa
anche colass ;
ma
perciocch
,
paio pi bella
sia in cielo
s'
egli innamorato di
me
e viensene a star
meco bene
spesso
mo
vedi
(1)
Cio, non
si
(2)
levatura,
(3)
Per
V ytgnolo.
l
Rolli
(4)
(5]
Maremma
Marido
o presso, o di
:
dal mare.
detto venezianamente
marito
NOVELLA
vw
(Ji)
?
n.
ove
175
Lisetta
olla
,
La comare
partltn
da madonna
le
po-
e ragunatasi ad una
festa
con
una
brigata di
.
donne
la novella
Queste domie
donne; e quelle a
qucll' altre
e cosi in
.
meno
tra
di
due
,
Ma
,
gli altri
i
furono
,
co-
gnati di
li
([uali
si
po-
Avvenne che
ne
der
s'
ne ven-
il
quale
,
per ripren-
donna
che
i
una
notte andatovi
lei
,
appena spogliato
l'
era
,
cognad di
all'
che veduto
avevan ve.
nire
Il
furono
che
che era,
finestra,
si
levatosi,
i.'i
non avendo
il
una
qual sopra
gltt nell'acqua.
ben notare
si
fece
e notato
pregando un buono
1'
uomo
che dentro
la vita
,
v' era
che per
amor
di
Dio
gli
scampasse
Il
(1)
(a)
Mo
Dise r Ariosto:
^
buona o
ria
Glie tosto, o
rLa
la
fama esce
(3)
infinito cresce^.
ijG
suo
Ietto
il
GIORNATA QUARTA
mise
;
,
tornata
ti
si slesse
and a
fare
fat-
donna
entrati nella
,
camera
tro-
varono
te
Agnolo Gabriello
ali, se n'
gran-
ultimamente
con
il
Agnolo
il
In questo mezzo
fattosi
,
di
chiaro
re
essendo
buono uomo
in sul Rialto
ud di-
come r Agnolo Gabriello era la notte andato a giacere con madonna Lisetta e da' cognati trovato,
vi
s'
si
sapeva
s'
elle
divenuto se ne fosse
,
avvi-
s colui
esser desso
l
,
venuto-
sene
a riconosciutolo
con
lui
trov
modo che,
.
s'
egli
non
e cosi
fu
fatto
appresso questo
,
gli disse il
buono uomo
qui
fac-
gi in
modo
si
uom
salvatico,
e in su la piazza
,
Marco
piace
siate
fa
una caccia,
la
qual fornita
finita
la festa 5
menato ha
si
dove
gli
possa
che voi
qui
meni
ti
io vi potr
menare dove
voi vorrete
,
altrimen-
uscir ci possiate
,
che conosciuto
non
per avervi
Come
NOVELLA n.
tp Alberto
177
pur, per
vi
si
,
r andare
in cotal guisa,
,
la
paura
,
condusse
il
menato e come
me-
e datogli
dall' altra
,
due gran
al
cani
elle dal
mand uno
1'
Agnolo
:
Gabriello andasse in su
leallh viniziana
san Marco
e fu
al-
(i) questa.
fuori
,
quanto
il
men
la
tenendo per
catena di dietro
tutti
dicean che
(a)
^'
condusse in su
eran dietro
,
la piazza
venuti
gli
,
udito
il
bando
fine
.
Questi
il
pervenuto
leg
ti
suo
uomo
sembian-
al
quale le mosche
e' tafani
sima noia.
Ma
le piazza
il
ben piena
suo
,
uom
sal:
maschera
dicendo
signori, poich
fa,
si
quale di cielo in
.
ter
li)
quello f
Vvucziaiiaincntc che
tjd
GIORNATA QUARTA
maschera fu
tutti
,
me la
Alberto incontasi
nente da
levaron le
grida di tutti
dicesse , e
una lordura e
tennero , tanto
il
pervenuta, in,
vennero
e gittatagli
una cappa in dosso, e scatenatolo, non senza grandissimo romor dietro infino a casa loro nel menaro,
no dove incarceratolo
,
dopo misera
vita
si
crede che
egli morisse.
Agnolo
senza
e di questo in
,
uom
selvatico convertito, a
,
lungo andare
come
i
meritato avea
.
vituperato
pr (i) pianse
peccati commessi
che a
possa intervenire
(i)
Pro qui
prode, gagliardo.
79
NOVELLA
Tre gim^ant (i) amano
fiiggf*no in Crcti
.
IH.
loro si
La maggiore per gelosia il La seconda concedendosi al duca di Greti scampa da morte la prima , l' limante della quale l* uccide , e con la prima si
suo amante uccide.
il
terzo
amante con la
,
e presi
il
confessano
e per te-
ma
pono
quivi
J7
Pampinea
lei :
un poco
della
di
buono
e che
,
mi piacque
fu nella fine
vostra novella
ma
il
troppo pi vi fu
innanzi
H quella
da ridere
.
che avrei
non
vi fasse
Poi
alla
Lauretta voltato
Donna
una migliore
:
se esser pu.
La
:
troppo
siete
contro agli
amane
crudele
io,
quali igual-
ili
crtica:
invcntonum ,
et
casum eurioqua
viilentur et impoUtue,
.
quaedam verbo
Il
i
Gaddi scrupoleggia
con iMstwnte chiarcna e con naturaleua maginorc di qucUa del periodo die
e^l
le
di quel-
lo del Boccaccio.
8o
5
GIORNATA QUARTA
e cosi detto
,
goduti
incomiaci
Giovani Donne
,
si
potete conoscere
ogni \izio
,
e tra
con pi ab,
ne trasporta
mi
pare che
l'
la
che
un movimento
,
subito e inconsiderato
da
senti,
ta tristizia sospinto
gli
il
quale
e
in
P anima
nostra
,
come
e pi in
uno che
danni
s'
in
uno
altro
nondimeno
gi
con
maggior
leggier-
nelle
mente
chiara
in quelle
,
accende
e ardevi con
le
fiamma pi
.
sospinge
di
,
ci maraviglia
perciocch
se
ragguardar vorremo
vedremo che
gravanti
il
e noi
abbiano
,
gli
uomini
a male ) pi delicate che essi non sono e molto pi mobili . Laonde veggendoci a ci naturalmente inchinevoli
,
e appresso lagguardato
sia di
come
la nostra
manira
suetudine e benignit
agli
uomini
co' quali a
il
accioc-
ch da quella con pi
l'
amor
sopra
dissi
per
l'
ira
d'
una
(1)
uscite nel
numero
del
leggi.
M,
NOVELLA
divenuto infelicissimo
,
IlL
i8i
mostra l'vi.
Marsilia
la
,
s\
come
,
voi sa|)ctc
in Provenza sopra
,
marina posta
e gi Tu
di ricchi
uomini e
si
oggi non
nald Cluada
fede
,
uomo
,
di unzione infima
,
ma
di chiara
e leal mercatante
il
di danari ricco
gliuoli
,
femmine, ed eran
di
anni
u altro
attendeva
per
li
che
la tornala di ^^ar-
nald,
gna
ta
,
Erano
nomi
delle
due prime
,
dell'
una Ninetchiamata
e dell' altra
.
Maddalena
la terza era
Berlella
chiamato Restagnone
,
in-
e la giovane di lui
,
si
che
mondo
essi
gi
quando avvenne
l'
i
de' quali
uno
era chia,
mato Folco
1'
padri loro
ed
s'
(i)
jetli
yn
biiogni.
DECM. T.
II.
i83
za
,
GIORNATA QUARTA
or
l'
uno e or
1'
altro e talvolta
le lor
araenduni
la
gli ac-
compagnava a veder
donne e
sua
quando
parve
gli
un giorno
giovani
ti
,
in casa sua
la nostra
sia
quanto
l'amore
me medesimo
adonel-
molto
,
v'
animo caduto mi
sia
remo che vi parr il migliore \'oi se le vostre panon mentono (2), e per quello ancora che ne'vodi stri atti e di d e di notte mi pare aver compreso
, . ,
role
ove voi
trovare
rimedio
,
il
quale
questo
Voi
:
sono io
le vostre ricchezze
(j)
(2)
Monsignore
della
nel
suo Galateo o
sia trattato di
il
costume
di quelle
non mentono:
di
perch non
si
la fede altrui.
more
mente
gli
la
facil-
gli affetti,
ma amano
vi
giura-
non avere
il
veruno; n
amator
delicato, che
si
pigli ad offesa
met-
tere in
dubbio
le proleste
s5
due
sorelle
quanto
amava
la terza,
Mi
dei il
NOVELLA m.
in
i83
con voi imieuie di
uno y e me
mondo vogliamo
,
nudare n vivere in
fallo
lioUi vita
con quelle
senza alcun
mi d^
il
le tre sorelle
con gran
parte di quel del padre loro con esso noi dove noi an-
la
viver {K)tremo
li
pi conornai
la,
tenti
uomini che
altri
che
al
mondo
oltre
sieno.
A voi
sta
il
sciarlo
Li due giovani
le lor giovani
,
che
modo ardevano
u-
dendo che
che
a diliberarsi
essi
ma
dissero,
ivi
a poclii giorni
si
lei
fu
,
ragion
s'
Ma
:
poco malagevole
fu
perciocch essa
lui esser sen-
molto pi di
za sos^ietto
con
le piaceva, e
che
le sorelle, e
massimamente
,
in questo,
ella volesse
,
gli disse
opportuna intomo a ci
.
quanto pi
tosto potesse,
li
ordinasse
Restagnone
a'
due giovani
tornato,
il
quali
sollicitavano
l'
opera era
messa in
ti
assetto.
fra so diliberati di
ave-
Creta.
o^
tutu r
isola, e
CanJia
,,
84
GIORNATA QUARTA
titolo di voler
vano, sotto
e aspettarono
,
il
parte la Ninetta
va
assai
1'
fatto
accese
clie
esse
.
che a ci pervenissero
salire sopra la saettia
venuta
la
notte che
,
dovevano
le tre sorelle
aperto
un gran
e con esse di
l'
ordine
dato
li
che
1'
aspettavano, trovarono:
la saettia
:
monsenza
e andar via
punto
sero a
Genova dove
,
E
,
rinfrescatisi
andaron
via
e d'
un porto
anzi che l' in uno altro impedimento giunsero in Greti belle possessioni comperarono
ottavo di fosse
,
senza alcuno
dove grandissime e
alle quali assai vicini
donne
mondo
in tal
minciarono a vivere
maniera dimorando
(1) [1)
Di gran
vantaggio; granJissimamenle.
Jat.
quam maxime.
NOVELLA
avvenne
nire che
(
,
IIT.
il
i85
giorno avve,
si
come
(|uantunquc
,
aven-
rincrescono)
che a Rcstagno,
il
qiinl
la INinctta
potendola
,
egli senza
g'
car verso
l'amore.
Ed
essendogli ad
una
festa
som-
mamente
til
di
che
,
che
egli
,
che
sapesse
uou ne
tiplica
tribolasse
Ma
cosi
come
la
appetito, cosi
di
Gam-
me del
nuovo amore
Restagnone accrescevano . E,
come che
in processo di
tempo
s'
avvenisse, o che
che
gliele rapportasse,
,
ebbe per
fei>
mo:
che
,
e di quella in
trascorse,
amore
il
tjuale u
Restagnon portava
,
in acerbo odio
s'avvis colla
1'
morte
di
Restagnone
.
era paruta,
vendicare
di
compor
veleni
fare
un'acqua mortifera
e che di ci non
condusse,
la
si
guardava
dio bere
il
La
poten-
che
mattutin venis-
l'
ebbe ucciso
La
U-
86
GIORNATA QUARTA
,
la Ninetta
amaramente piansero,
.
fecero seppellire
Ma
non dopo
acqua avvelenata
suoi mali marto-
composta avea
riata confess
la
quale tra
,
gli altri
questo
Di che
il
duca di Greti
dizione alcuna
presa ne
men la Ninetta
Dalla quale
e da loro le
il
lor
donne
perch presa
la
Ninetta fossej
che forte
fuoco
la
al
quale avvisava-
no che
si
come
colei
guadagnato
il
avea^
ma tutto
La
Maddalena,
stata
e lungamente
cosa che
piacesse
per un cau'
ambasciadore
,
mandamento
prima
riavere
,
che
:
ella la
,
altra
Il
du-
ca, udita
P ambasciata e
il
piaciutagli,
lungamente seco
s'
pens se fare
se eh' era
accord, e dis-
presto
della
donna
NOVELLA m.
to) lortenpre (1)
187
,
(^) ad
la
Ninetta messa in
sacco
un mare
e per
mazzerare (4)
(1)
Sostenere
si
dice anche
qnamlo
il
magistitto
comanda che
il
reo
non
li
^rta
il
per incarc<>rarlo.
(a) 'f
tcslo
Mann.,
Liromo e
di
Milano, hi
editori del
(3) li,
et
ad albergare; ma non
i
27 n
Deputali ne
il
Salviati.
non
37 n
cui si
mar maiierure Ma
il
Salviati ti
Mazterare, non macerare, come ben dice il diligentissimo Aluntesti antichi, ma a me non piace ^/acrrar propria.
mente
cisca.
tener tanto
Onde
jtcr
trasportamento
e..
mette
j>cr
domare e
castigare,
come
Non
Masi
cerare, dicono
Deputali (pag 71
si
ven-
natura di prima,,.
ntutterare, dico-
una
a'
sorte di
la
Romani
mol-
prima
(
di loro
/yerrto
JfXf///. )
E matter
area notato che
ti
manerare
mani
gittare V
nomo
in
mare l^to
al c(Jlo,,.
una gran
vctlel
pietra o, legate le
e' pictli,
con un sasso
Ben
lettore che
non
trattasi in
ma
Ix'nsidi
il
{troprio
matmamavere
pena destinata
a' parricidi
r ad
altii
gran malfattori: e
|>rr
il
non
|ioeo
Non
nego
io gii
che da principio
ortografia
,
altra ilit'
fercnsa
non
allora
molto
i88
GIORNATA QUARTA
don,
la
la
amore non
,
fosse
l'
donna,
o non
.
gli
convenis'
se-
da capo contro di
lei
incrudelire
La mattina
la not-
mazzerata
,
e credendolo
furono libe-
per consolar
tornati
,
le lor
donne della
la
morte della
na
s'
quantunque
,
Maddalei'
pur
accorse
Folco che
di
che
egli
si
maravigli molto,
il
duca
e domandolla
che
co da lui
versi dire
creduta
il
,
vero la costrinse
.
La
quale
dopo molte
parole
gliele disse
,
montato
tirata fuori
:
una spada
e temendo
e con
lei
domandante uccise
duca
ove
,
l'
camera morta
se n'
and col
la Ninetta era
:
disse
la
tosto
che
io
ti
.
alle
,
mani
del duca
La qual
cosa la
Ninetta credendo
come
corpi nell'accpia
iA piantarsi
denominazione di
gli alberi e le viti
come
propuginarsi
a'
deriv
il
nome
della
dico
tempo due
signi-
NOVELLA
pitirosa disiderando di partirsi
tro
si
,
IIL
189
,
con Folco
,
senza
al-
commiato
mise in via
,
por mani
alla
marina andatisene,
s
n mai
fossero
Venuto
il
di seguente
,
ed essendosi
,
Maddahma
trovata uccisa
per
duca l'ebbero
,
fatto sentire:
qual cosa
il
dualla
ca
che molto
,
la
Maddalena amava
la
focosamente
,
casa corso
Ughetto prese e
sua donna
e loro, che
di
Folco
me
pevole
della
gli
Per
la
morte temendo
guardavano corruppono
,
quantilh di denari
li
li
casi
,
me
re a
,
Rodi
.
dove in povert e
in miseria vissero
il
non gran
tempo
Adunque
folle
amore
di
Restagnonc e l'
ira della
ug
GIORNATA QUARTA
NOVELLA
IV.
uccisa
da
que-
a lui
e poi ta-
gliata la testa
J-Ja Lauretta
la brigata clii
finita la
,
sua novella
taceva
e fra
con un
si
chi con
,
un
ch.i
altro della
l'
sciagu-
ra degli amanti
dolca
ira della
Ninetta
biasimava
e chi una cosa e chi altra diceva 5 quasi da profondo pensier tolto
,
quanalz
:
do
il
,
Re
il
viso
dicesse
,
la
Piacevoli Donne assai amor solamente dagli occhi son coloro che credono acceso le sue saette mandare coloro schernendo che
si
possa innamo-
li
assai
manifestamente
.
Nella
la
fama senza
,
aversi veduto
giammai
ma
,
ciascuno a mise-
manifesto
Guglielmo secondo re
vogliono
,
di Cicilia
,
come
Ciclianl
,
ebbe due
,
figliuoli
l'
uno maschio
,
e chia-
mato Ruggieri
sci
l'
altra
femmina
il
chiamata Costanla-
padre morendo,
.
un
figliuolo
nominato Gerbino
Il
ne e famoso
in
prodezza e in cortesia
solamente
NOVELLA
dentro
sa
,
IV.
191
a'
mondo sonando
alli
in Barberia
cui orecchi la
ma-
della cortesia
delGerbin (i)
,
venne
la
qual
,
avea ragionava
era
una
stata
fosse
formata
.
e la pi costumata e
de animo La quale
gionare udendo
,
uomini ra-
le cose valorosa-
altro
rao
raccolse, e
si
le
piacevano
che
imnginando come
s'
ferventemente
d' altro
.
di lui
innamor
,
e pi volentieri
che
di
lui ragionava
D'
altra
parte era,
si
come altrove,
diletto,
fosse
lui di lei
aveva infiammato
qual cosa
iiifino a tanto
(1)
li
Gcr1)ino usa
il
Bocc.
li
mettera
rartict>lo in tutti
(a) "t
Che
lesione adottata fu da' Deputati e altres dal SuUiati . Altri buoni antiehi
lezioni
V una e
I'
altra
li
queste due
hanno buon senso im[Krciocch o dicasi che onesta cagione impelicenza di far che che sia , o pure di' egli per onesta
il
tra
ad alcuno la
senso tor-
na
afiatto lo stesso.
192
amico che
GIORNATA QUARTA
,
ad ogni suo
segreto e grande
glior gli paresse
amor
,
sentire
fece
gioie
,
da
donne portandole
T; e
come
mercatanti fanno
a vede-
intramente
a'
l'
le
sue cose
suoi
comandamenti
l'
La quale con
lieto viso e
mane
d.
La quale
il
ricevette,
possa
medesimo pi
con
volte scrisse e
mand
da do-
tenendo
,
vedere e toc-
care
Ma
andando
le cose in
questa guisa, e
un poco
Gerbino
avvenne che
;
il
di
che
ella
fu crucciosa oltre
solamente
,
al
suo amante
j
s'
allontanava
se
ma
modo veduto
non
fosse,
fuggita
si
Similmente
senza misura ne viveva dolente, e seco spesso pensava se modo veder potesse di volerla torre per for, ,
za
se avvenisse
n'
andasse
11
(i)
Impetrare,
il
alcuna volta
Petr
. ,
NOVELLA
del proponimento del
la
IV.
193
amore
e
Gerbino
ne
dovea
ni re
Gerbino
l'
n^
da
altri
.
intendeva di fare
,
re
si-
gnore era
addomandata
,
liberamente la conal re
cedette
e in segno di ci
.
mand
di Tunisi
un
suo guanto
Il
quale
poich
la sicurt ricevuta
ebbe,
gine apprestare
per
su mandarvi
la figliuola in
.
Granata
,
n altro aspetta-
va
che tempo
sapeva e
La giovane donna che tutto questo vedeva, occultamente un suo servidore man,
Palermo
e imposcgli che
gli dicesse
il
parte salutasse, e
che
ella infra
si
,
pochi di era
parrebbe se
e se cotanto
.
umo come
si
diceva
l'
avea
Costui
a cui
ambasciata, e a
che
il
re
la sicurt al
re di Tunisi
farsi
]Ma pur da
intese e
amor
,
sospinto
avendo
le parole della
donna
per
non parer
valenti
armare
e messivi su di
con
n'and,
194
GIORNATA QUARTA
l'
N
clii
fu di lungi
effetto al
suo avviso
percioccli po-
guari lontana
s'
luogo
.
era
sopravvenne
a'
suoi
compagni
disse
signori
siete
tito
come
io
io vi tengo
senza
il
quale
si
come
siete
al-
comprendere
il
mio
ne
disio. Io
fatica
,
e ci che io
,
amo
vedete dimora
io
la quale insieme
quali
se valorosi
uomini
siete
con poca
fatica viril-
della qual
se
in parte
i'
mi venga
1'
non una
altra
donna per
amore
muovo
armcj ogni
Andiamo
adunque, e bene avventurosamente assagllamo lana\ej Iddio alla nostra Impresa favorevole senza vento
prestarle, la ci tieii ferma.
gi
con
1'
animo erano
nella
Gerbino
gli
confortava con le
un grandissimo romore
cosi fosse le
che
trombe sonaroalla
no j
remi in acqua e
Stati site, o siete. Mart. per fuggire (dice) la cacoibiiia che sarchbe
stati siete o siete, dice sicilianamenle sile,
NOVELLA IV.
n.ivo
195
nave erano veg,
In
gcnJu
8*
di lontan venir le
Il
i
pei-vennto f
le galee
comandare che
mandati fossero, se
la battaglia
non voleano
,
dis-
sero so essere contro alla fede lor data dal re da loro assaliti;
e in segno d i ci mostrarono
,
il
glici ino
gha
dare
arrendersi
.
o cosa
il
che sopra
la
nave fosse
lor
ire-
Gerbino
la
qual sopra
data aveva
donna troppo
,
])ii
che
egli
,
infiammato
che prima
al
presente
perch guanto
la
v' avesse
,
luogo ; e perci,
donna
a ricevere la battaglia
,
apprestassero
La qual
l'
senza pi attendere
a saet-
im
verso
l'
altro fieramente
incominciarono
Ultimamente
veggendosi
to
,
il
Gerbin poco
preso
,
un
legnel-
e in quel messo
fuoco, con
Il
amendue
i
che voggendo
Saracini
sita
la figliuola del
e chiamato
il
Gei bino
noi la
lei
gridante
merc
:
e aiuto svenarono
ti
e in
mar
gittandola dissono
togli,
ro
non curando
di saetta n di
ig6
pietra
,
GIORNATA QUARTA
alla
nave
si
mal
graclie
do
mano
il
fuoco nella
si
pot
gi se ne scese con
poco
avere acquistata.
Quindi
fatto
il
pianse, e in
f seppellire
uomo
si
torn
Il
re di
Tunisi
saputa la novella
vestiti al re
che
gli
era stata
il
male osservata
e raccontarono
forte,
co-
me. Di che
re
Guglielmo turbato
ed
n vedendo
dimandavano)
,
Gerbino
egli
medesimo
non
essi
il
condann
nella lesta
(i)
Si sforzasse. I
si
libri antichi a
stampa hanno
i
tutti
non
si sforri-
haioni
:
si
i
sforzarono anzi di
si
mucyere
a'
il
re dal
suo
fiero
i
proponimento
ma
Deputati
attennero
quali non
hanno avanti
a sforzasse la partico-
la
non. Osservano
essi
perch (dicono) cos meglio si mostra la ostinata deliberazione del re eia giustissima querela di coloro sopra la violata fede, dove tanti ami ci e tanto innanzi col re o si disperano che i prieghi vi debbano aver
e forse
temono
di porgergliene,,
In quanto
alla
si saieliba
NOVFXI.A
e in
IV.
197
re sen-
ma
che
esser tenuto
due amanti
,
amore
aver sentito
detto
di
coni' io v'
ho
NOVELLA
V.
I fratelli di Lisabetta (a) uccidon l'amante di lei: egli L' apparisce in sogno e mostrale dove sia
sotterrato
i
sta e mettela in un testo di bassilico , e quivi su piagnendo ogni d per una grande ora , * fratelli gliele tolgono, ed ella se ne muor di dolO'
re poco appresso
J7 inita mendata
,
e alquanto dal
Re com,
la
La mia
novella
graziose
Donne
non sarh
di
non se ne fcne
<le'
lasciato
in
modo
la
osserrasione
Deputati assai
(1)
Ma
di
qimto modo
ron
tutti
Deir
Isahellii
hanno
in
questo luogo
il
testo
rlla
Mann,
Novella
le
due
edia
li:;;asi
UECAM.
T.U.
l3
1 li
9
Elisa
ma
ella
sa-
men
e a ricordarmi di quella
mi
tira
Mes-
sina
Erano adunque
padre loro
Messina
mer-
morte del
e
il
avevano
una
lor sorella
,
assai bella
,
e costumata
la
che che se ne
fosse cagione
E
i
avevano
oltre a ci que-
tre fratelli in
uno
,
lor fondaco
tutti
un
giovinetto pisano
chiamato Lorenzo
va,
il
che
avvenne che
di
egli le
simil,
mente
che
innamoramenti
a lei
j
di fuori
la
,
in-
cominci a porre
,
animo
all'
si
and
bisogna
piacendo
1'
uno
altro
,
igualmente
non pass
do insieme
seppero
si
assai di
buon tempo
,
non
segretamente fare
la
andan-
do Lisabetta
de' fratelli
,
maggior
non
se
ne accor,
gesse
Il
quan-
pur mosso
al-^
da pi onesto consiglio
(i) Noti
li,
ebbero
Toscani antichi
la
Ma
s'
Irovn
s^-
so usala
parola leggiadro,
ullri
come
in
tjucslo luogo,
quantunque leg-
giadro
molti
modi
accomodi.
NOVFXLAV.
cuna
faltd
,
ip9
Poi
vela
,
vari(
nuto
il
giorno
a'
suoi
l'ratulli
Lorenzo raccont
di
que-
infamia ne seguisse
fgnersi del tutto d'
ta
,
di passarsene lacilamcnie
e in-
infno a tanto
che pi andasse
innaii/.i
si
in tal disposizio^
dimorando
,
come
usati
erano
avvenne che,
citth
a diletto
e tre
e pervenuti in
il
luogo molto
veggendosi
destro( i),
e in Messina tornati
il
che leggiermente
attorno usali
Non
tornando Lorenzo
i
e Lisabetta
fratei
domandandone
come colei a cui la dimora lunga gravava, avvenne un giorno che, domandandone ella molte instantemente
,
che
?
l'
uno
sto
che hai tu a
7
Lorenzo ch tu ne domandi
,
cosi spesso
se tn
ne domanderai pi
ti si
noi
ti
faremo
giovane
conviene
Per che
la
(l)
Destro qui
Mari.
pmo
per
comodo, ed
mano
tlcstrii.
200
dolente e
GIORNATA QUARTA
trista
,
temendo
si
non sappiendo
clie, senza
pi domandarne
samente
il
stava
sempre aspettando
avendo
costei
stava
Avvenne una
notte che
^
molto
non tornava ed
l'
che
egli dicesse:
,
o Lisabetta,tu non
mi
t'
fai altro
,
che chiamare
e della
attristi
me
ch
l'
tuoi fratelli
1'
m'ucaveva,
cisonoj e disegnatole
no
le disse
.
aspettasse
disparve
sione
,
La
e
la
dando fede
alla vi-
avendo ardire
propose
e di vedere se ci
li-
1'
compagnia
tutti
i
d'
una che
altra volta
stata e
suoi
fatti
d ; e
men
ri
dura
parve
,
la terra
N ebbe
:
gua-
(i) cavato
in
che
ella trov
amante
stata vera la
Di che pi che
altra
femmina dolorosa,
(i)
Guari
tolto dal
guere provenzale, e
NOVELLA
tuto
,
V.
aoi
per
ma
il
,
voggcndo che
ci esser
ti^
coltello
la
gli
testa
e quella in
l'
uno
asciugatoio inviluppata
gittata
,
la
terra sopra
alla
si
altro
corpo
essere
messela in
grembo
,
fante
part
,
senza
stata
da alcun veduta
.
quindi
e tornossene a
casa sua
testa nella
mille ba-
dandole
in ogni parie
Poi prcse
si
un grande e un
1
pianta
persa o
il
e poi messovi su
la terra
e quegli di ninna
che o rosata o di
o delle sue
e quel-
con tutto
il
il
si
,
come
quello che
poich
molto vagheggiato
avea
,
minciava piagnere
tutto
lo
il
tanto che
si
bassilico
bagnava
piangea
,
Il
bassilico
la
per
come per
grassezza
che dentro
.
E
,
serpiilk
vando
Li quali, maraviglian-
(i)
Tetto
TMo
<Ii
(erra rolla,
dovr
ti
pongono
le
testutf testum.
?oa
dosi
i
GIORNATA QUARTA
fratelli della
gli
:
'il
disser loro
ella
ma-
niera.
che udendo
fratelli e
accorgendosene, aven-
mente da
lei
Il
quale
non ritrovandolo
volte richiese^ e
il
con grandissima
inferm
.
instanzia molle
pianto e le lagrime
n altro che
I giovani si
il
testo
maravi-
e versata la terra
videro
drappo e
in quello la testa
essi alla
capellatura crespa
esser
,
essi si
si
maravigliaron forte
:
risapesse
e sotterrata
usci-
quella
tisi,
cautamente di Messina
si
e ordinato
darono a Napoli
re
,
restando di piagne,
e
5
pure
il
piagnendo
si
mor
ne
.
e cos
suo disavventurato
Ma
poi a certo
,
festa a molti
Quale
esso fu lo
mal
cristiano
Che mi
(i)
Cos
buoni
testi
penna e stampali, ed
il
grasta (o c^ratca)
-viille
nel
regno
di
ha
I libri
mo-
mi furo
pu
slaxe.
ao3
NOVELLA VL
V j4ndreion ama
gno veduto ed
,
Gabriotto
raccontagli un so-
egli a lei
:
suajante alla casa di lui nel portano , son presi dalla signoria , ed ella dice come V opera sta: il podest la vuole sforzare y ella noi pa-"
lisce
:
sentclo
il
padre di
lei
e lei , innocen,
del tutto
ri-
si
fa monaca.
alle
Donne
si
il
fosse la cagione
perch fosse
Ma
.
avendo
Re
la fine di
quella udita, a
mi
d<H
quale di due
fa
menzione
e appena furon
finiti
aveano
che
l'eft'eito
,
seguit d'
amenduni
per
amorose Donne
II
al
li
quril NuT.
dei
che grasla
piescro
Sciliaui dalla
voce tngreUan
il
ProvenuU,
R(icrac-
1,
Fumio
imdwini,
edis. del
7.
2o4
sioiie di
GIORNATA QUARTA
ciascuno
,
che vive
il
sonno
le
dormendo
dichi
e desto lui
alcune
nondimeno molte
esserne avvenute
si
truova.
Per
la
,
stano
le quali
s'
veg-
attristano
temono o
speci'C-
rano
E
,
dono
si
se
veggono
non poich nel premostrato pericolo caduti De' quali n l' uno n 1' altro commendo^
.
falsi
Che
non
assai volte
essi tutti
pu ciascun
sien falsi
,
di noi
gi di
non
Filomena
,
s'
dimostrato, e nella
.
mia
come
davanti dissi
intendo di dimostrarlo
Per
si
buoni proponimenti
e malvage
revoli
,
quantunque
vede con-
fortino
niuno
se
ne vuol credere
.
Ma
veniamo
un
gentile
,
uomo
chia-
il
quale tra pi
,
una
figliuola avea
nominata Andreuola
,
la
^ura
d'
un suo
,
vicino
che avea
nome
,
Gabriotto,
namor uomo
(i)
di bassa condizione
ma
di laude voli
Le vede
Irovo in alcuni, e
non dormct
cliB
molto pi mi piace.
NOVELLA
VI.
ao5
costumi pieno, e della persona bello e piacevole; e coll'opera e coUo aiuto della fante della casa oper tanto
la giovane,
esser
dnlln
Amlreuola amato,
lei
ma
.
del padre di
te e dell' altra fu
menato
amor
;
congiugnimenti continuando,
avvenne che
alla
le
pareva
terri;
lui uscire
la
essa
mal
grado di
lei
gliele strappasse di
mai pi podolore e
l'
uno n
l'
altro
di
si
che
assai
me
che
lieta fosse
come
veduto
paura
E per questo
da
lei
,
la
seguen-
te notte venir
la sera
quanto pot
;
non
vi venisse
ma
il
pure
il
suo giardino
ricevette
,
e avendo molte
la
perciocch
stagione
era
con
lui a pi d'
and
E
.
quivi dopo
(i)
Soipeecia$$e dclto
Ila iiiagnu
li, loipeiluts*
Mait.
ao6
grande e
assai
GIORNATA QUARTA
lunga
festa
domand qual
fosse la cagione
perch
la -venuta
gli
(i)
affatto
^ Per quanto
6
la
Rolli,
gii
meriti d'esser
testi,
la
altri
che ]wn
essersi
la
da
il
Il
senso : la giovane
raccontandogli
sogno da
ne presa da quello. La
alla
non
qui copulativa;
essa
posta
il
maniera
anche. UsoUa
autori. Gliele,
che
gli
buon
secolo, e
massime
il
af-
v'
T^CT
pleonasmo
Usarono alcuna
il
volta gli
il
pleonasmo
sola
,
quarto caso e
suo verbo
alcuna clau-
parole presa
da
quello,, pare
il
che voles-
rammemorare con
esso al lettole
prima
Io trovo
la
Colombo molto
altra,
plausibile, se
io
non
mente un'
comecch
non ardisca
pur
la
dir.
manda
all'
la
venula
il
gli
evea
il
di dinanzi vietata
sogno, e
sospello preso
guisa a
me
pare che
^Zj'eZff
sia
pi
alla
domanda corrispondente:
e quel dubbioso
.
due periodi
mulaodo
posto.
Gabriotto la
cagione perche
In venuta gli
il
avea
il
d dinanzi
La
giola
vane raccontandogli
eziandio usa
sogno da
lei la
Boccaccio in
altri
luoghi
periodo
witecedenle.
Ne
recher
un esempio, ove
relazione
si
parr anche
Commento
80])ra
Dante Voi.
5. P.
197. del-
Opere stampale
uomo
possa
ff altissima
scienza, e di profonda ju
massimamente
in poesia fu
si
espertissimo.
La dimora
*
il
NOWXLA
VI.
907
e la susprxione
sogno dn
lol la
disse;
yiorre nei
appresso disse
sogni
,
se io fossi vo-
io
non
ci sarci
venuto
lo tuo,
altres
que-
ne
il
qual fu
che a
,
me
pareva
essere in
una
e in quella nn
beila
dar cacciando
e aver presa
,
e tanto piacevole
quanto alcuna
ne vedesse
la
giammai
bianca
,
pareami che
ella fosse
pi che
si
neve
mia dimestica
che punto da
va averla
le
s
me
non
si
partiva
me non
si
partisse,
mi pareva
messo un collar
d' oro, e
.
quella con una catena d' oro tener colle presso questo
vriuola
se
, ,
mani
ap-
mi pareva che
,
una
volta
e tenendomi
,
capo
in seno, uscis-
non so
,
di
che parte
una
come
reel-
carbone
renza
,
e verso
me
se
sistenza
mi parca
fare:
mi pareva che
nelle uie,
il
Cesare.
A me
nelle sue
si ilchlta
ollinlcntlrrc
FUCCBI.
in
Andar
darjede. Di
ni<1o,
Mpn
qiKtU
li
Nero quuM
ili
E nondimeno
iliaaa
ma
nerissimo non
mai.
tvft* h
iio<{
,aAMtt^
'
2o8
la
GIORNATA QUARTA
in seno nel sinistro lato, e quello
il
mi mettesse il muso
ella
quale pai-eva
che
tiva
mi
Di che
,
io sen-
si fatto
dolore, che
il
e desto
colla
mano subitamente
corsi a cercarmi
lato se nien-
te v'avessi j
stesso
re.
che cercato v'avea. Ma che vuol questo perci diDe' cos fatti e de' pi spaventevoli assai n' ho gi
mondo pi n meno me
,
n'
intervenuto
darci
',
e pensiam di
buon tempo La giovane per lo suo sogno assai spaventata udendo questo divenne troppo pi ; ma per non esser cagione d' alcuno sconforto a Gabriotto,
, ,
quanto pi pot
la
come che
,
con da
sollazzasse, suspicando
l'
pi che
il
in
tal
maniera dimorando
,
Gabriotto
;
gitta,
P abbracci
che
l'
e disse
oim
ani,
io
muoio :
e cos detto
.
ri-
Il
che veg-
gendo
la
,
giovane
bo (i)
che
ti senti
tu
ma
ansando
forte e
sudando
dopo non guari spazio pass Quanto questo fosse grave e noios
1'
so alla giovane
che pi che
il
amava, ciascuna
sei
(i)
/ grembo, poco
seno.
NOVELLA
vano
il
VI.
s'
ao9
chiam
ma
poich pur
cato
non sappiendo
che
far
n die
dirsi
,
(i)
cosi lagrimosa
la
come
era e
,
and
la
quale di
ria e
il
([ucsto
amor consapevole
le
e la sua mise-
suo dolore
dimostr.
poich miseramente
il
:
morto viso di
poich Iddio
vi-
m* ha
ta
;
tolto costui
io
io
non intendo
pi stare in
,
ma prima
che
ad uccider mi venga
vorre' io
il
mio onore e il segreto amor tra noi stato, e che il corpo del quale la graziosa anima s' partita, fosse sep,
pellito.
non
dir (a)
di volerti uccidere
perciocch
se tu
1'
mondo
,
perdere-
perciocch tu
la
dove
io
perciocch
da confortarti
l'
a-
se forse
Del seppellirlo
il
modo
sto giardino;
(a)
ma
la si
si
ani
Non
dir.
Degno
eli
coruideraxione
il
edere conte
la
la
lingua no-
paiola
nom
un mollo, e {uando
la
la
non no usa un
iserivere,
altro,
scrivi,
cunttif
mangia; con
cantare;
noi.
il
|iarola
che non fa
latino se
non
, ,
GIORNATA QUARTA
ci venisse
;
e se cosi
non
tunque piena
fosse d'amaritudine e
i
prima
da
pai'te
me amato e mio
sia seppellito
che
a guisa d'uu
cane
lasciato.
,
Egli
avr
ha avute
le
mie lagrime
;
quanto
l'
io potr
egli
e gi per
animo mi va quel-
prestamente por
una pezza
forziere
la
,
,
drappo di
seta, la quale
aveva in un suo
la
mando,
su
il
sta
gli
occhi e la bocca
ha poca
come acconcio l'abbiamo quivi il porteremo e dinanzi ad essa il porremmo Egli non andr guari di tempo che giorno fia, e sar ricolto j e come che questo a* suoi ninna consolazion sia pure a me nelle cui braccia egli morto, sar un piaed
io cosi
. ,
cere.
cosi detto, da
il
lagri-
me
sopra
viso gli
si
La qual molto
giorno se ne veniva
dirizzatasi
del di-
()
la
NOVELLAVI.
to suo trattosi
,
SII
,
il
lui
con piatito di
le
ceudo
se la tua
anima ora
mie
lagrime vede
po
la partita di
benigna-
la
questo detto
insieme preso
il
drappo sopra
il
quale
,
il
corpo gia-
e verso la casa
dirizzato
cosi
clie
francamente
disse: io
conosco chi
siete voi
e so che
il
ma ninno
se
se io
ri-
muovere,
da
me non vuole
,
essere accusato.
Per che,
con tutto
il
il
tendo
lev
e
s'
lei nella
camera avendo
:
di ci che
intervenuto era
inform
buoalaf-
no uomo ucciso
>
tutti
affermarono del n,
al
ma
,
che che
cuore
gli s'
era rotta
(i)
ti
Uot
in questo lilir,
coti per
importare
|irr
rilevare e salvare.
si
(a)
inlrnil*;
il
chenoa
ai
coa-
, ,
11a
fegato
l'
GIORNATA QUARTA
avea
.
Il
qual ci udendo
e sentendo costei
mo,
vender non
le
poteva
disse
dove
la libererebbe
Ma
oltre
l'
Ma
Anvi-
difese , lui
altiere ri-
buttando indietro.
Ma
di chiaro, e queste
mor-
dolendosi do.
mand cbe
l'
renduta
Il
podest
lei
do prima
cosa
l'
giovane e
la
sua costanzia
per approvar
sommo amor
avea posto
lei fosse
,
dove a grado a
lui
e a
non
,
bassa condizione
donna
la spose-
che costoro
cosi parlavano,
,
Andreuola venne
e piangendo
gli si gitt
innanzi e disse
padre mio
io
non credo
eh'
e'
mio
ardire e della
mia sciagura
alla
voce posta
l (love
presente passo
ilei
Benso di postema.
(i)
Nocente,
.
il
ma
ora
t!
dice reo
Mart.
3,
NOVELLAVI.
perdono
vi
31
cio d' nvcre
,
doinnndu del
,
fallo
mio
sen.
za vostra saputa
chi pi
mi
domando perdio
morire vostra
gli
mi
sia
perdonata
ma
|)er
ligliuola e
a'
non vostra
.
cadde
,
piedi
Messer
be-
Negro che
,
uomo
di natura
mia,
tal
io avrei
avuto molto
marito
quale a
l'
te setal
condo
parer
mio
ti
si
convenia : e , se tu
avevi
me
ma
io
1'
mi
fa dolere, e
duto che
l'abbia saputo
Ma
,
,
pur
poich cosi
egli
,
quello che io
ri gli
jMir contentarti
,
vivendo
si
volentie-
avrei fatto
cio onore
.
come
s'
mio genero
e a' suoi pa-
facxiaglisi alla
morte
E volto
a' figliuoli
renti
comand
apparecchiasse-
Eranvi in questo
mezzo concorsi
quanti nella
della corte
il
e quasi
,
dunne e uomiui
posto nel
n'
erano
Per che
mezzo
,
corpo sopra
,
il
quivi
non solamente da
lei
ma
{iul)blicamente qua-
da
tutte le
donne
della cituH e
,
da
assai
uomini; e
non a guisa
te
di plebeio
,
ma
pubblica
sopra
gli
alla se|>ollura.
il
Quin-
dopo alquanti
DECM. T. U.
di
seguitando
l4
, .
GIORNATA QUARTA
,
gliuola
ci
ma
volendole in
assai
compiacere
padre, in
un monistero
famoso
,
monache
si
renderono
pe]^
NOVELLA VIL
Lia
Simona ama Pasquino : sono insieme in un or: Pasquino si frega a' denti una foglia di salvia f e muorsi e presa la Simona , la quale 'Volendo mostrare al giudice come morisse Pasquino sfregatasi una di quelle foglie a" denti similmente si muore ( ).
to
:
i
quando
grado
il
Re
dando Emilia
fosse
sembianti
le
(2) che
a
,
li
che
essa a coloro
dicendo
(1)
una botta o rospo tanto mortifero, che, Blanpotesse rendere capace d'uccidere
di
di
salvia, la
essa
fregassesi
denti
Contro
il
sentimento
di
tutta
la
medica
facolt,
che
tale allivil
non ha
saputa trovare
trov
un
quale l'as-
Nov.
di
serv.
(2)
e mirabili,
lib.
gli
oc-
che
^ti fingere
NOVFXLA
8
VII.
iS
,
La quale senza alcuna dimora fare incuminci* Gare compagne, la novella detta da Panfilu mi tira a doverne dire una in ninna cosa altro (i) alla sua simile se non che, come 1' An>
continuasse
.
dreuola ucl
di cui dir
ginixlino
perdio
l'
amante
e cos colei
come l'An-
dreuola fu (a)
non con
si
ma E come
,
,
uomini
perci non
anzi in quelle
fa
temere
Il
che
mia novella
rientrare
,
con
la
juenie ])arlaiido
mondo
avvol-
gendoci
cotanto allontanati ci
,
siamo
Fu adunque
zione
,
in Firenze
la
una
sua condi-
la (]ualc
ebbeno>
e
s
me
Simona: e quantunque
il
braccia
fi-
lando laua
non fu perci
e con
di
po-
vero animo
nella sua
che
,
ella
il
non
ardisse a ricevere
gli atti
amore
paro*
mente
d'
quale con
le
le piacevoli
un
gio\ inetto di
di
lei,
lo lana a filare,
li)
(ti)
la
pnl/w
miMiflua;
e neMa stunips
17 ne
fu
omeaM.
. .
GIORNATA QUARTA
.
vi entrare
aspetto
del giovane
,
che V amava
,
il
cui
nome
era
Pasquino
forte disiderando
,
non attentando
di far
pi avanti
al fuso
filando
,
ad ogni passo
di lana filata
die
avvolgeva
co
che a
filar gliele
ave-
va data
Quegli
molto
sollicito dive,
si filasse
la lana del
,
suo maestro
e
quasi
altra,
non alcuna
compiere
1'
pi spesso che
sollicitando
,
l'
altra
Per che
un
e all'al-
giovando
avvenne che
,
l'
un pi
mol-
l'
altra
era usata
insieme
all'
1'
a'
piaceri
comuni
si
congiunsono
aggradirono
Li quali tanto
una parte e
all' altra
che
non che
un
altro
invitando
d'
nuando
alla
un giorno
in
uno
,
altro
e sempre pi nel
disse
continuare accendendosi
Simona che
la voleva
modo
nar
di poter venire
,
ad un giardino
dove
egli
me-
men
disse
sospetto potessero
La Simona
alla
,
che
nica
le
piaceva
d ato a vedere
al
perdonanza
chiamata
la
a san Gallo
(i)
t In questo
,
parole :
DaV ahra
si
parie
Simona,
e non
altra, quasi
NOVELLA
Lngina
n'
,
VII.
a 17
nnd
Dove
lui
ma
Stramba e
giar*
Lagina^
si
din
raccolsero, e lo
.
Lagina lasciarono in
,
un' altra
Era
dove Pa-
squino e
la
Simona andati
se n' erano,
un grandissimo
e molto a-
sedere
veudo ragionato
in quello orto
ad
animo
con
gie
,
rijiosato
intcndevan di fare
,
Pasquino
al
gran
di quella colse
i
una
foglia, e
incominci a stropicciare
la salvia
denti le gengli
dicendo che
molto bene
nettava d'o-
dopo
gli
,
l'aver
mangia-
E
'1
ebbe, ritorn in
su
della qual
prima
,
diceva
egli
s'
che
so
il
cambiamento non
,
guari
che
egli
.
perde
quali
la vista e la parola
e in bricve egli
,
si
mor
Le
cose la
gridare e a chiamar lo
li
prestamente
Ih corsi
,
e veggendo Pasquino
non
so-
lamente morto
re
ma
macchie per
lo viso e
subiI
tamente grid
tu
l'
lo
Stramba
:
ali
il
malvagia femmina
hai avvelenato
e fatto
romor grande
fu
da
(i)
seiisce
R.
ma
ancota
[icr
ai8
molti
,
GIORNATA QUARTA
che
vicini al giardino abitavano
,
sentito
Li
quali corsi al
fiato
,
romore
lo
e trovando costui
udendo
avesse
il
ed
ella
suo amante
quasi di s uscita
sare, fu reputato
da
la
tutti
che
cos fosse
,
come
lo
Stramella
.
ba diceva
Per
,
piagnendo
sempre
forte
al
Stramba
,
e l'Atticciato
e'I
si
fatto
colpevole, volle,
il
lei
presente, vedere
il
morto
corpo e
luogo
e'I
percioc-
ch per
le
parole di
menare
dove ancora
il
come una
tosi del
botte,
ed
lei
morto,
domand come
,
stato era
Costei
ria
tendere (2)
caso sopravvenuto
cosi fece
come Pafre-
Le
(1)
Prontando insistendo.
propriamente sollecitare con importunit. Questo
t Prontare
mho
d'
Dare da
intendere in pi luoghi di
il
sopra
s'
credere ilfaUo o
NOVELLA VH.
ha e per
(li
aig
amici e compagni
tiri
lo Atticciato e
per
(^li
altri
Pn8{iiiiio, s
come
frivole e
vane, in presenza
la
sua
malvagith accusata
ninna
il
altra
domanmalva*
ella
riu? dal
amante
e della
pena dallo
Stramba
in tpiel
che prima caduto era Pas<piino, non senza gran maraviglia di (pianti eran presenti
(piali in
.
felici
il
anime
alle
un medesimo
addivenne
!
fervente
,
amore
se
e pi
I
felici
se insieme
e felicissime,
,
ama
e voi v* amate
felice
come
della
di (pia
faceste
ma
nolto pi
P anima
Simona
la
la
o pi
vili
suo amante a
l'
sviluptanto da
anima
II
rano
dirsi,
lungamente soprastetdiss(>:
senno rinvenuto
vcionosa,
,
mostra che
salvia
questa salvia
sia
il
che della
non
suole avvenire.
Ma
(i) Ristretta
stava ^ ave*
il
aao
dici
GIORNATA QUARTA
,
modo taglisi inflno alle raLa qual cosa colui che del
,
ceudo
ra
,
il
gran cesto in
ter-
che
apparve
Era
sotto
il
una botta
Al-
di maravigliosa grandezza
una
1'
stipa grandissima
il
quivi insie-
arsero e fu finito
processo di mescattivello
.
morte di Pasquino
la
come
erano
dallo
Stramba
e dallo Atticciato e
da Guccio
Paolo
polani
seppelliti
.
NOVELLA
Vili.
Girolamo ama la Salvestra : va costretto da' prieghi della madre a Parigi: torna ^ e tj^uoi'ala
maritata : entrale di nascoso in casa
allato ; e portato in
vestra allato
,
e muorle
una
chiesa
muore la Sal-
lui
J^veva
~cuni al
la
Novella
d'
Emilia
il
fine suo
quando
.
Re
Al-
mio
1'
giudicio
valorose
Donne sono
,
li
quali
j
,
pi che
altre genti si
meno
e per questo
non solamente
consigli degli
uomini
NOVELLA
ma
d'
Vin.
aai
ancora contra
il
la
opporre
senno loro
ne vide giammai
cose quella
in cunlrnrio
tosto per su
,
percioccbiN tra
altre naturali
amore
la cui
pi!i
medesimo consumar
via,
pu , che per
animo
,
av-
vedimento tor
vi
m'
venuto nelP
la
di narrar-
una novella
d'
una donna
quale
lei
mentre che eU
si
pi savia che a
,
non
appartenela cosa
e ancora che
il
non sosteneva
,
senno suo
,
credendo dello
il
vano messo
le stelle
per>'enne a cacciare ad
al figliuolo
,
una ora
an-
amore e
1'
Fu adunque
tichi
il
secondo che
gli
raccontano
un grandissimo mercatante e
,
ricco,
cui
nome
fu
Leonardo Sighicri
il
quale
d'
una sua
donna un
figliuolo ebbe,
,
suoi
fatti
ordinata,
mente
1 tutori
del fanciullo
le
insieme con
madre
Il
di lui
bene e lealmente
sue
cose guidarono.
pi
altro della
,
contrada
d'
figliuola
uu
eth,
,
sarto
si
dimestic
si
venendo pi crescendo
r
ro
V usanza (i)
converti in
amore
,
tanto e
fie-
se
non tanto
lui,
quanto
La madre
del fanciullo di ci
(i)
Utanta
il
Bocc.
aal
avvedutasi
,
GIORNATA QUARTA
molte volte n
gli disse
,
male e nel
gasti-
rolamo rimanere,
credeva per
la
fare del
nostro
il
anni
innamorato
,
d'
una
la
,
figliuola d'
un
sarto
,
che ha
gliele
nome
,
Salvestra
che
se
la
,
non
leviamo
prender un giorno
,
sappia
per moglie
e io
o egli
:
oi
consumer per
perci
veste
lei
ad altrui
,
la
vedr
maritare
il
do-
mandare lontano
vigi del
costei
,
fondaco
animo
e potremgli poscia
I tutori dis-
e fattosi
l'
chiamare
fancmllo nel
g'
incominci
uno a
mente
fi
gliuol
mio
tu
se'
oggimai grandicello
egli
ben
fatto
de'
fatti
tuoi
ci
contenteremo molto
che tu andassi a
te della
come
si
senza
Fare
di un pruno un melarancio
il'
Questo
pioverl)io
pare
ia
certa
Ateneo Lib. V.
Ex
iliymbra
nemo
del
e Galiriello Sinieoni
rivoltando quello
spesso
un
pruno.
(2)
oggi
Bocc.
NOVELLA
e
pii^i
vili.
aa3
quc'sivi so-
da bene
]h*,
che
cfui
cpii;*
uomini
che
te
no
trai
ne p*
,
qui venire
Il
perciocch egli
come un
valenti
il
ancora con pi
altra
parole
risposta
riprovarono
alla
ma nou
potendo trame
di
gi
madre il dissero . La qual fieramente ci adirata non del non volere egli andare a Parima del suo innamoramento gli disse una gran vil,
,
lania
inco-
gli
do-
suoi tiitori:
di dovervi
.
e tanto
gli
seppe dire
che
egli acconsent
j
e cos fu fatto
inna-
domane ne verrai (i) vi fu due anni tenuto Donde pi innamorato che mai tornatosene, trov la sua Salvestra maritata ad un buon giod' oggi in
.
,
le
Ma
,
altro esser
non
dove
poteva
s'
e spinto Ik
ella stesse
credendo
che
ella
lei
non avesse
;
lui
dimenticato
se
aveva
si
ma
,
l'
Ella
non
ricordava di lui
se
se
non come
se
mai non
Io avesse
si
veduto; e
mo-
li]
J^oggi
in
domane ne
verrai:
tal
aa4
strava
il il
GIORNATA QUARTA
contrario; di clie in assai piccolo spazio di
tempo
giovane
.
s'
accorse
simo dolore
Ma
,
animo j
,
ma
niente parendo,
adoperare
si
dispose
.
se
morir ne dovesse
di
come
erano
la ella
una
'1
nascolei die-
samente dentro
tro a
se
,
entr
,
e nella
camera
erano
,
di
si
teli
di trabacche
che
,
tesi v'
nasco-
tornati costoro e
lei
andatise;
ne
al letto
sent
il
marito di
addormentato
la Salvestra
e l
se n'
cori-
cata (i)
era
e postale la sua
:
mano
,
sopra
il
petto
?
pianamente
disse
,
o anima mia
,
dormi tu ancora
;
La giovane
io
volle gridare
ma
,
,
il
che
tutta
sono
il
tuo Girolamo
:
Il
che udendo
,
costei
tremante disse
passato quel
si disdisse 1'
tempo che
non
essere innamorati
Io sono
come
tu ve-
di
me
,
d' attendere
ad
altro
uomo
che
al
io
ti
elio
se
mio marito
ne seguisse
pognamo che
altro
male non
si
bene e in
tranquillit
con
,
lui
mi dimoro
Il
:
giovane
e ricordaNel
fi
il
giacere
Peliarca
Uova in alcuni
lesti
scritto si
corc, ed in molli pi
coleo
NOVELLA Vm.
Iole
il
aaS
passato
tempo e
'1
promesse gran.
Per cbe
disi-
amore
ella soficrisse
che
coricasse
potesse
promettendole che
e,
la
toccherebbe,
come
un poco
se n'andrebbe.
lui
,
La
Salvestra
le condiil
avendo un poco
zioni dato da lui
compassion di
il
con
concedette
Coricossi
,
adunque
giovane allato a
pensiero
il
lei
senza toccarla
e raccolto in
un
la
presente durez-
diliber di pi
non
(^)o
ristretti in
s(>
gli spiriti,
chiuse
le
pugna
allato a lei
mori.
E dopo
,
ahptnnto spazio
la
contenenza
temendo non
:
marito
,
si
svegliasse
te
co?
minci
a dire
deh Girolamo
ch non
ne vai tu
Ma
lui essere
,
addorsi
mentato
Per che
,
stesa oltre la
mano
,
acciocch
il
svegliasse
il
cominci a icnLire
,
e toccandolo
si
tro-
come
:
ghiaccio
maravigli
forte
egli
e sentendo che
non
movea
:
dopo pi
che oltre
ritoccarlo
cognobbe che
egli era
morto
di
modo
(i)
Menomato^
<|urslo Te(bo
ma noa
polrrb-
Iw
del
li
menomare
Hir
uso in tutU
li
la
taa
ctteni''<De
come
conitponJono. Mari.
ma rome
ai
accompagni
col
verisimile,
non che
226
GIORNATA QUARTA
farsi
.
marito
dicesse da farne
e destatolo
mente (i)
a lui
,
avvenuto era
il
disse essere
ad un
altro
intervenuto
e poi
domand,
.
se a lei avvenisse,
che
consiglio ne prenderebbe
Il
buono uomo
morto
rispose che
fosse si dovesse
chetamente riportare a casa sua, e quivi lasciarlo, senza alcuna malavoglienza alla donna portarne
le fallato disse
: ,
la
qua-
non
gli
la
giovane
e presagli la
.
mano
gli fece
toccare
si
il
morto giovane
,
Di che
,
egli tutto
smarrito
colla
lev su
e acceso
un lume
,
senza entrare
moglie in
altre novelle
il
panni medesimi
rivestito, e senza
e quivi
il
pose
e lasclollo stare
E venuto il
madre j
giorno
e veduto costui
davanti
all'
il
romor grande,
e spezialmente dalla
riguardato
(i)
(2)
Piesenlemenle.
{
27 aiutandogli
riferisce
la
non avendo
trovala questa
si
lezione in alili
la
non
al
marito,
ma
donna, sup-
pone che
un
/ormano un concetto
la
da per se spiccalo in
tutto
stessa
il
innocenza
marilo delegli slesso
Decani,
t.
1.
1.
1. e.
XI,
pochi
altri
Cerco per cercato, tocco per toccato, mostro per mostrato: t tali ne ha la lingua nostra per vezzo, non per regola; per-
NOVELLA
alcuua
,
Vm
.
aa7
lai di
per
li
come
era
Fu
adunijuc questo
la
doloro,
sopra lui
usan-
mentre
il
corrotin casa
(i) grandissimo
si
facea
il
buono uomo
cui
morto era
deli ponti
alcun
ragioua, e io far
il
si-
uomini
dicesse
,
Alla giovane
,
he
tardi
piacque
come
e an-
a colei che
morto
(lisid<Tava di
d'
un
difficili
il
ad investigare
le forze
(|iiale la lieta
,
fortuna di (nitriamo
1'
aprire
la
misera
aperse
l'
antiche
fiamme
risu,
scitatevi
(a) tutte
il
come
sa
,
ella
viso
morto vide
che
sotto
,
'1
manici chiu-
tra
al
non
ristette
prima
che
altissimo strido
sopra
il
morto giovane
si
gitt col
suo viso
il
(i)
Corrotto
Pitnlo eh
ti fa *
morti.
Lombardia,
ma
in Toarana
MarU
il
(i)
tersi
suo proprio
di
met-
assoluto, ed in alcuni
i
tutti
modi
sta bene.
aaS
occli
GIORNATA QUARTA
prima noi tocc
, ,
che
come
al
giovane
.
il
dolo-
Ma
si
poicli
levasse
alquanto
non
la
,
si
non conoscendola ancora e poich ella levava levar volendola e immobile trovando, ,
pur sollevandola
.
ad una ora
lei esser la
Salvestra
e morta conobbero
Di che
tutte le
,
erano
assai
ricominciarono
pianto
maggiore
mini
la novella
lei,
la
marito di
per lungo
spazio
pianse
mo-
manifestamente per
tutti
il
,
si
seppe
la
cagione
.
della
morte di ciascuno ;
la
che a
e
lei
tutti dolse
Presa
adunque
s'
morta giovane
i
cos
ornata
come
let-
acconciano
corpi morti
to allato al
giovane la posero
,
e quivi lun-
gamente pianta
seppelliti
una medesima sepoltura furono amenduni : e loro li quali amor vivi non
in
,
la
in-
NOVELLA
IX.
mo Guardastagno
il
ucciso
da
lui e
si gitta
issendo E,
sue compagne,
il
Re,
privilegio di Dio.
neo
non essendovi
(s)
altri a
dire
incominci
,
E' mi
si
para
dinanzi
pietose
Donne
di
ima novella
alla
vi
converr non
meno
compassione avere
a'
clie
alla passata,
quali
ci
che
io dir
avvenne
che quegli
no
Provenzali
in
Provenza
fui*on gi
due
nohili ca-
di s, e aveva l'uno
uno e
l'
uomo
molto
nell'
arme,
armavano
(i(
assai,
Gmiglielmo e Guglielmo
si
li
Imoui Usti
Man
difTereiiaa.
(q)
l'ammisi parala,
e'
il
lesto
Mann,
27
,
la
rtU.
di
LTtmio e Ji Mi-
lano:
mi
si
para,
le edi*.
ikl
del
73 e
lei .'7.
DEC\M. T. IL
a3o
insieme, e
GIORNATA QUARTA
giostra o
altro fatto d'
ad ogni torniamento o
vestiti
arme
cia-
d'una
assisa (i).
E come
che
non ostante
, s'
innamor
,
con un
atto e or
con un
altro fece
che
la
donna
se
lui
in tanto
al-
o amava, n
:
che da
il
che non
amandosi forte
,
E men
il
discretamente in,
sieme usando
forte
avvenne che
,
e
al
ne sdegn
in tanto
che
ma
che
loro
amore
,
e seco diliber
il
Per che
,
essendo
Rossiglio-
ne in questa disposizione
torneamento
si
bandi in Francia,
che
il
Rossiglione
e mandgli
,
se a lui piacesse
da
lui venisse
e insie.
me
come
fallo
il
Il
Il
Rossiglione
udendo questo
lo uccidere
:
pens
il
tempo
e armatosi
il
di seguente,
(t)
,,
NOVELLA IX.
fniuiglian^ monttS a cavniio
,
a3i
un miglio
in
.
e fono
si
fuuri
l>osco
ripose
guaio (t)
1^
donde doveva
il
Guardastagno passare
,
avendolo
come
in
colui
che
di niente
il
da
lui si
guardava
e
,
come
quella
parte
fellone e pieno di
gli usci
mal
talento con
:
addosil
so gridando
gli di
(a) tu
morto ; e
il
cos dire e
Il
dar-
Guar-
dastagno
una parola
e poco
appresso mor.
to chi ci fatto
avesse
si
quanto pi poterono
lor signore
il
.
fuggirono verso
,
castello del
Il
Rossiglione
mani
il
cuor
trasse
un
jien-
comand ad un
che nel
])ortasse) e
che niun
la
,
nmont
a cavallo
.
ed
essendo gi notte
al
suo
il
castello se
ne torn
La donna, che
la sera a
,
udito aveva
aspettava
maravigli forte
,
e ai marito disse
come
coi,
messere
che
:
il
cui
il
marito disse
donna
io
ho avuto da
lui
che
egli
non
(i)
In aguato,
l'ctlii. del
iS^T-
(i)
(3)
t Tradlrw,
tu se' morto;
ijucl ]Htro
Pennoneello :
ili
tWIU Uocia
233
ci
GIORNATA QUARTA
essere di qui
pu
domane
.
(i)j di che la
donna un
si
Il
Rossiglione smontato
:
fece
chiamare
il
cuoco
,
e gli disse
di cinghiare (2)
la
una vivandetta,
,
migliore e
,
la
pi dilettevole a mangiar
,
che tu
saij
quando
a tavola sar
.
me
,
la
la d' argento
Il
arte
e tutta
la sollictudine
minuzzatolo e messevi di
buone
spezie assai
p buono. Messer Guiglielmo quando tempo fu, con la sua donna si mise a tavola La vivanda venne ma egli per lo malificio da lui commesso nel pensie. ,
Il
cuoco
gli
mand
alla
il
mamol-
il
donna,
e lodgliele
,
La donna
tutto
ne cominci a
ella
il
mangiare,
e parvele
.
mangi
donna
v'
Come
cavaliere
,
la
tutto
l'
ebbe mangiato
?
disse
donna
chente
La donna
Io
il
rispose:
monsi-
gnore
ti
in
,
buona
il
f, ella
m'
,
Iddio
disse
cavaliere
credo
me
ne
La donna, udito
?
questo, alquan-
to stette
Poi disse
come
?
m'
Il
quello
stato
veramente
,
il
cuore di
,
il
qual voi
come
femmina
Di
qui a
tanto amavate
e sappiate di certo
(1)
R.
domane,
infino
a domani,
pi cose appelilose.
(2) (5)
Cirghiare , cinghiale.
di
NOVELLA
cb' egli
fi
IX.
a33
mani
al-
slato dosso
gliele strappai
poco avanti
che
che
non da domandare)
che
dopo
al([uaiilo disM.*
se io
non sforzanpena
domi
egli
l'
amor
ma
io
ne doveva
la
Ma unque
come
un
come niesvivanda
quale diesi
;
,
ser
Guiglielmo Guardastagno fu
.
mai
altra
vada
una
finestra, la
la-
sci cadere
La
molto
alta
dn terra
per
che
come
la
si
donna cadde
disfece
, .
ma
quasi tutta
questo
stord forte
d<''
e tefatti
mendo
sellare
egli
i
cavalli
and
la
fu saslata:
Guardastagno
donna
corpi
la
due
del-
ricolti,
medesimo
posti
,
donna
in
e so-
che
dentro sepolti
loro morte
v'
erano
il
modo
e la cagione della
(a)
Unque,
cio
Mai. Vnqua
ditte
tempre
il
Peinrca.
i34
GIORNATA QUARTA
NOVELLA
La moglie
tutto lui
sti si
X.
un medico per morto mette un suo amante addoppiato in una arca , la quale con
d'
due usurai
,
se
ne portano in casa
;
Que-
sente
la
fante della
messo
laond' egli
signoria, se averlo
,
prestatori d'avere
.
V ar-
^olamente
al
Dioneo
avendo
:
gi
il
il
Re
fatto fine
suo dire
quale ci cono-
scendo, e gi dal
Re
a
Le
voi
non che a
Donne
:
ma
me hanno
.
e
a
'1
petto
se
per che io
capo
,
ne venisse
sono
ta
salvo se io
non
volessi a questa
',
malvagia derra-
di
dietx'o a cos
dolorosa materia
,
da
al-
pii lieta e
migliore incomincer
forse
buono
si
dando
.
dee
raccontare
(l)
Derrata, quello
clie si contratta
lice
il
principale.
{ Potrebbe
derrata
caso dire:
prima la
ma
il
TVOVELLA X.
Dovete adunque sapere
,
a35
,
bellissime giovani
che
il
cui
nome
all'
fu maestro
Mazseo
delia
Montagna
il
quale gih
ultima vec-
di
nobili vestimenti
ricchi
donna
vero che
colei
.
ella
il
come
che nel
,
coperta
ca
,
Il
di cui
cosi
il
donna
(i)
si
penava a
ristorar
non so quanti
e simili
come
savia e di grande
si
animo
da casa risparmiare,
e pi e pi giovani riguar-
nella (ine
la
.
uno ne
clie
le fu all'
animo
il
pose tutta
il
ben suo
Di
forte,
similmente in
lei
ma
in tanto
gli
che
volesse
o che
che
il
necci o d'
la
infamato
di
(i)
volta,
la
fU
chr
2 36
GIORNATA QUARTA
,
la
donna
gli
quelle cose
,
si
rimanesse; e a
lo
incominci a sovvenire
e
quando
in questa
,
scretamente
al
medico fu messo
l'
tra le
una
delle
,
gambe
Il
maestro veduto
,
dis-
il
quale
si
non
gli si
cavasse, a costui
la
;
con-
gamba o morire,
ma
che
egli altro
a'
piato (i)
non sosterrebbe
,
pena n
si
lasceiebbe
medicare
servigio
stillare
,
f la
una acqua
quale
1'
a far
nel-
che
fosse
Venuta
l'
dovendo
il
gli
venne un messo da
,
certi
che
egli
non
(2)
la etlir. del
27. ed alcune
pi aniiche.
(5j
da Salerno
XY
miglia.
NOVELLA
di
X.
.
a37
medico
,
stati
fediti
Il
prolunsali
gamba,
la
una barchetta,
n'
qual
cosa
la
,
donna sappiendo
Ini la notte
,
non dover
si
toniart;
a casa
come
usata era
occultamente
il
fece irenireil
mise e dentro
vi ser-
andas.sero a dormir*;
la
il
camera e aspettando
d durala
donna
avendo o per
faticii
jhu'
ima grandissima
gli
venne nella
quale
medico per
infermo aveva
fatta
,
e credendola
tutta la
bevve; n
il
mentato. La donna
se
ne venne, e
minri a tentare e
si
a dire
levasse
si
Ma
egli
non rispondea
tar>
movea punto
pii\ forza
Per che
la
donna alquanto
,
bata con
il
dormi-
tu te ne dovevi an.
quale era
altra vista
fatto
un corpo morto
il
Di che
la
ventata
ma
egli
(i)
t Nel
letto
Mtnn.
f acqua
a38
l'
GIORNATA QUARTA
.
asino
Per che
la
donna cominci
g'
temere non
fos-
se
morto}
ma
pure ancora
e'
:
incominci a strignere
agramente
cesa
j
le carni
a cuocerlo
con una
,
candela ac-
ma
niente era
per che
fosse
il
.
ella
era
marito
senza alcun
so-
morto
come
facea
se fu dolorosa far
non
domandare
lui
non osando
romore
tacita-
mente sopra
donna
Ma
dopo alquanto
al
temendo
,
di
non aggiugnere
modo
e
come
lui
morto
,
si
traesse di casa
n a ci sappieu,
dosi consigliare
le chiese
,
consiglio
La
fante
maravigliandosi forte
e tirandolo ancora
disse
che
;
la
donna dicea
morto
e consigli che
A cui la
egli
donna
si
disse
dove
il
non
,
sar
stato tratto
A cui
la fan-
te rispose
madonna,
rimpetto
alla
la
quale
se
'1
maestro non
ha
riposta in casa
;
verr troppo in
trem mettere
lo
^
e dargli
.
due o
un
coltel-
e lasciarlo stare
Suspichi,
sos|ielli.
Chi in quella
troverr
non
so
(1)
(2) III
il
me-
Jcsimo.
NOVELLA
perchA
pii\
X.
,
239
T se
'1
di
qua entro
si
clic d* altronde
,
cre-
da messo; anzi
vane
stato
,
prederrh
,
che
andando a
male da
,
al-
sia stato
il
donna
fuor che
le
potrebbe
per
(rasa di'l
mondo
soil'erir
animo
di ci fare; e
maugiole
doUa
la
1'
La
adunque, che
sopra
[M)sc
Ruggieri
e andando la
donna innanzi a
e richiusala^
il
lasciarono stare.
in
Erano
una casa
due
si
giovani,
li
([uali
di
guadagnare
assai e di
il
gno
di nlasserizie,
d davanti
duta e insieme
se
te
,
j)osto
(3) che
di
portamela
in casa loro.
,
E
,
venuta
la
mezza not-
di casa usciti
trovandola
ragguardamento (4), prestamente, ancora ch'ella gravetla paresse (5) ne la portarono in casa loro e allo,
femmine dor^
appunto
.
mivano , senza
allora
;
e lasciatala stare
,
se u'
andarono a dormire
Ruggieri
(i)
il
Boccaccio
alla
un poco {m
in
J quella caaa.
(4)
Senza entrare
cMminire. Matt.
(r>)
Ancora ehi
lor
graveUa
/
a4o
sumata
GIORNATA QUARTA
il
gi aveva digesto
,
beveraggio e
la virti^i di
,
quel con:
si
dest
come
che rotto
ne
sonno
gli
e'
sensi avessero la
loro virt
recuperata, pur
,
la
ma
poi pa-
recchi di
gli
e sparte le
mani
qua
e in
smemorare (i)
io
X
che questo
Io pur
dove sono
dormo
io
o son desto
mi
e ora
mi pare
il
una arca
,
medico tornato
lo quale la
per
donna
,
dormendo
io,
so
Io
il
credo
fermamente
cos sar
per que-
sto
cominci a
j
star cheto e
ad ascoltare
,
se alcuna cosa
sentisse
stando anzi a
,
disagio che
no
nell'
arca
e doglien-
dogli
il
lato
,
in su
1'
gliendosi
nell'
sta
destramente
il
fece che
la
un
po-
la f
piegare e appresso
lo
cadere
le
e cadendo fece
,
quale
femmine
{})
che
ivi allato
si
destarono
A smetnorare
\ SmeinGrare j)ioi>nameiite, secondo gli Accademici della Crusca, perdere la memoria. Qui per siadliludine. Accade spesso agli smemorali di non sapere n quando n come n perch s' ahbian falle le
cose. Cos avveniva
della
allora a Ruggieri.
Non
to
1'
ili
smemorava
Eguale
NOVELLA
1
f'b)rr
X.
a4i
per Io cader
dubit forte j
,
ma
entendola
per
lo
cadcro a|>erla
,
volle avanti
e altro avvenisse,
tra
esserne fuori
che
starvi dentro.
,
che
egli
,
non
Mpe>'a dove
si fosse
comin-
per sapere se
o porta trovasse
donde andar
le
se
,
ne potesse
Il
femmine che
Ih?
deste era-
no
noscendo
fem-
due giovani,
,
quali,
forte
dormivan
.
Laonde
e
fattesi
a certe iinestre
cominciarono a gridare
al
ladro al
ladro. Per
cini chi su
la
per lo
giovani
si-
milmente
gieri (
il
desti
a questo
romore
,
si
levarono, e
Rug-
viglia uscito
tesse
dovesse o po>
romor
(l)
^
*(
ili-
ero
gli Ditlichi
(3)
Pir
la
fim)(ltansa, che
di
ha
il
anono
gli
tcllc
nantr e h, non
t'
mio
le
icamharono
,
altra, lrendo,
a!
involare; e
conlraiio/cwv/c, civorio
^x forbici
rbrrio.
Noi mrde-
La
tempi.
chi
non
m-
il
ctisliani
2 4a
corsa
.
GIORNATA QU ART A
E
davanti
al rettore
tutti
vagissimo era da
al
tenuto
martorio
per
clie
il
rettor
pens di do-
La
clie
Rug-
elle la
donna e
s
maraviglia e di
vicine di far
fatto
non
olti'e
,
1'
avesser fatto
ma
ricolo
la
donna sentiva
.
to dolore
che quasi
n' era
il
per impazzare
Non
d'
,
guari
medico tornato
gli
Amalfi
domand che
la guastadetta
la
sua acqua
il
fosse l'ccata
j
percioc-
ch medicare voleva
suo
infermo
e trovandosi
,
che
(3).
La donna
gran cosa
fate s
che da
d'una
quando
do?
la fosse
acqua chiara
non
j
cos
anzi era
una acqua
avea
Come
la
cosi si
di
Durar potem
in istalu
losciava.
, ,
NOVELLA
,
X.
,
a43
noi noi sa pa va-
e disse
macslro
.
Il
maestro vcggeodo
che
altro essere
non poteva
,
nuova
Po-
co appresso
la fante
dices-
torn e disscle
,
madonna
di
uoni male
n(>
io
sia
amico u parente alcuno che per aiutarlo levato si o si voglia levare j e credesi per fermo che domane
lo stadico
(0
'^
^^^^ impiccare.
,
oltre a
questo vi
\o' dire
che
egli
mi
pare aver
com,
preso
udite
al
come come
il il
legnaiuolo dirimpetto
quale era
mettemmo
egli era
at-
test(>
con uno
la
i
e
l'
il
egli
stata
arca
anzi
gli
:
era la notte
non
,
cosi
anzi
hai venduta
due giovani
,
prestatori
si
come
essi stanotte
mi
dissero
quando
io in casa loro la
vidi allora
cui
il
legnaiuolo
In
disse
essi
mentono
essi
ven-
de' loro,
ma
me
l'avranno
(t)
moJo e
neirltro
si
trota scrtto)
gniGca
ile'
aeroli hassol(-
voce
loacanisaaia e
Ma
Na|>olelani chia-
mavano stadico
il
tal
2 44
GIORNATA QUARTA
:
imbolata
andiamo a
i
loro
-,
e
,
si
se
concordia a casa
prestatori
e io
,
me
io
nuta
E, come
comprendo che
,
dove trovato fu
,
trasportalo
ma come
,
quivi risuscitasse
non
so vedere io
il
La donna
fatto stava
allora
,
avea
scampo
che
,
se dare aiuto
si
come
colei
volendo
1'
ad una ora
lei
.
onor di
,
La
madonna
.
insegnatemi
,
La donna
,
cintolini (i)
fare era
ordinatamente di
se
:
La quale primieramente
g'
and
al
,
medico
a
il
e piagnendo
incominci a dire
messere
me
un
il
gran fallo
maestro
disse
;
e di che
,
lagrimar
messere
,
leroli sia
al
quale
piacendogli io
(oi)
tra
per paura e
diventare amica:
non
ci eravate, tanto
mi lusin-
g, che
co
il
menai: e avendo
egli sete
n io avendo ove pi
,
non volendo
che
la
vostra donna
~(i) Istrgnevano
cinfollni, frase
pei-
Jireclie la cosa le
Uguanno,
qicsV annn,
J;i
modo
])asso,
usalo anche
a]
presente nel
hoc anno.
NOVFXLAX.
ta d'
a45
,
gliele
:
donde
levata
V avea
che
io
vetc fatto
male;
?
ma
mal non
fatto
:
faccia
lo ne
Ruggieri
mi perdoniate
,
mi
diale
li-
in quello
che per
me
potrh, Ruggieri
ira avesse
Il
,
medico udendo
costei,
con tutto
te
che (3)
motteggiando rispose: tu
,
n'hai
pelliccion
ti
nanzi
ti
che
io
ti
Alla fante
}>er la
prima broccata (4) parendo aver ben procacciato quanto pi tosto pot se n' and alla prigione dove
Ruggieri era
,
e tanto
il
prigionier lusing
.
che
egli
La quale
poich infor,
mato
l'
allo sUidico
se
scampar volesse
and da-
(i)
N<'II
lampa del 37
si
i
legge
ma
allennero
all'
gliori letti.
(a)
terranno
Con
il
tutto
che e
tutto
qm
alcuaa
volti
(4)
Bucc.,
ma
Broccata colpo,
II.
Qui
e per metafora.
DECAM. T.
t6
a46
vanti
.
GIORNATA QUARTA
Il
per-
volle
una
volta attac-
uncino (i)
ed
ella,
per
dal
non ne fu punto
,
schifa
E
il
disse
messere
,
e non cosi
E
1'
alla fine
nato
piata
avea, e
il
1'
non conoscendola
avea
'1
nell' arca
ci che tra
maestro legnaiuolo e
dito gli disse
,
Lostadico veggen-
ma il
che
medico domand
legna-
e' prestatori,
dopo
li
messalasi.Ultimamente
la sera
mand
non
per Ruggieri
bergato fosse
domandatolo dove
dinanzi alsi
rispose
si
fosse
sapeva
ma ben
Mazzeo
nella
camera
sete ch'aveaj
ma
che poi di
non quando
in casa
era trovato in
una
arca,
(1)
{2)
Macinio. Qui
per nielaf.
Macinare
fguralanienle
vale usar
l'atto venereo.
(3) Avverti
Mann, ha
se
di
non quando
i prcstiitorl
destandosi
ec.
il
cav.
Vannelli s'ingegna
NOVELLA
egli
X.
47
udendo e
non sapeva
fece (i ).
dannati
prestatori,
,
liber Ruggieri
:
Il
che quanto a
lui
niun ne domandi
.
e alla sua
donna fu cainsieme e
La
({ual poi
gli
con
lui
con
tella
la cara fante
,
che dare
pi volte
rise
ed ebbe
festa
il
loro
amore e
il
cos a
me avvenisse ma
,
non
d' esser
ridere
e spezialmente
attaccato,
quando
esse
si
V uncino
che
che
Ma
e
veggendo
il
il
Re
sole
cominciava a
farsi giallo,
termine della
Donne
si
fatto ragionare di
la infclicil degli
come
quella del,
amanti
e fatta la scusa
in pi
si
quesU
girri,
leaion*. la
tal
Bug-
ma
i>enjl
a'
prcsUlori
e furrbhe
si
le veci
lelP
aMalivo aaaululo.
Ma
il
CHI). Doiiisi
osserva che a ci
sopra
,.
pre-
Statuti
dormivano ancora, n
che
la detta
il
si
che
a|i|Mirisce
(i) (a)
Ltt/'ecCf
testo
Mannelli e
le
Dieee once,
diecc
presente, e vagliouo
un seUimo pi
del
a4B
lev
,
GIORNATA QUARTA
e della testa
si
tolse la laurea
,
e aspettando le
il
:
donne
piacevolmente sopra
la
pose
dicendo
pongo
a te questa corona
si
come
,
a colei la quale
altra
,
meglio
dell'
che alcuna
La Fiammetta
li
li
ri ricadenti, e il
un
colore vero di
bianchi
gigli e di
un
falcon
e con
le cui lab:
sorridendo rispose
;
Filo-
e io la
prendo volentieri
e acciocch meglio
s'apparecchi di dovere
doma-
La
qual proposizione a
siniscalco venire
,
piacque
Ed
essa
fattosi il
tutta la brigata
da seder
leli-
per infino
all'
Costoro adunque
la
e chi l a prender
si
secondo
all'
diversi
diversi diletti
,
diedono infno
,
ora della
usati era-
cena
La qual venuta
tutti raccolti
come
no
E
,
da quella
si
levati
,
al
danzare e
la
al
cantar
diedono
:
come me-
nando Filomena
danza
disse la
Reina
Filostralo,
NOVELLA X.
io
a49
:
ma
sir<omc
essi
fatto
cos intendo
che per
:
Io
mio comaa-
damentu
certa
si
canti
una canzone
le tue
e perciocch io soa
,
tali
sono
canzoni
,
novelle
acciocch
pii giorni
che questo
non sieuo
dichi,
j
una ne
qual pi
ti
piace
Filostrato rispose
che
volenllcri
:
Quauto
si
il
core
II
il
cuore
i lolga
non gi
ili
ma
che
aia
tradito
si
CruKa
ma
Quando un
bilmente
da un TcrlK) intransitivo,
riferirsi alP
es<'mai
meco iasione
del drainare
ai riferisce
Che
se
non
io |K>tr dire in
tal
ma
dunque
Boccaccio in
ai
tal
Quanto
ly esser
il
amore.
ma
bens
Quanto
,
ai
il
cor*
Che
umore
cuore
dolga di eart
la
egli,
il
ai
medesimo.
Ma
roalru"^
lione
cbe a^^Lhia
leggere:
D'esser
tradito sotto
/ dF amore.
25o
GIORNATA QUARTA
Amore
,
allora
che primieramente
_(
ma
il
mio
errore
.
Ora conosco
Vedermi abbandonato da
In cui sola sperava
;
colei
i'
pi esser mi pensava
lei
Senza mirare
il
danno
,
M'
l'
altrui valore
Dentro raccolto
me
cacciato fere
,
Com' io conobbi me di fuor cacciato Nacque nel core un pianto doloroso Che ancor vi dimora 5
E
D'
spesso naaladico
il
giorno e
il
1'
ora
Che
pria
m' apparve
alta bllt
(2) ornato
La
mia
la
speranza e
1'
1'
ardore
Va
bestemmiando
'I
Quanto
(1) Avverti
(2) Billi
servidore
jw orilo
i
testi
stampati, e cos vi
leg-
ge
il
Bemlio.
Ma
per
molto antica ed
affettata voce.
, .
NOVELLA
Signor f tu
'1
X.
,
a5i
ti
chiamo
Con
dolorosa voce
mi cuoce
morte bramo
raartir la
Venga dunque ,
Termini
e la
mia
ria
,
*1
mio furore {
minore
.
vada
il
sentir
Nuir
altra via
Mi
resta piCi
che morte
alla
mia doglia
Pon
fine
Amor
,
con
*1
cor di vita
fallo
misera spoglia
Deh
M'
poich' a torto
Fa' costei
morend'
io
signore
Come
Ballata
l'
amadore
,
mia
s'
alcuno non
t'
appara
Io non
men
,
curo
perciocch nessuno
Com' io ti pu cantare Una fatica sola ti vo' dare Che tu ritruovi Amore e Quanto mi sia discara La trista vita amara
,
a lui sol
uno
Dimostri a pien
Lagrimando dimostro
ec. (i).
cagione: e forse
(i)
nell'
edUione
>597; k
quaUr ha
nel
Trno
smo onore.
K<S^
GIORNATA QUARTA
l'
pi dichiarato
nella
avrebbe
1'
aspetto di tal
donna (i)
il
danza
sopravvenuta notte
.
Ma
molte
altre can-
1'
Rei-
Qa
si
raccolse
(i}
Che
nella.
INDICE
DELLE NOVELLE
CONTENUTE
SECONDO VOLUME
K^ sservazioni
Terza
Quarta
istorcie
sopra la Giornata
pag.
5
Osservazioni istoriche
sopra la
Giornata
8
\
.*.,
GIORNATA TERZA
Nella qule
si
ragiona sotto
clii
il
reggimento di
Neifile di
ola
i3
perduta ricoverasse
NOVELLA
I.
Masetto da Lamporecchio
si
fa mutolo
e di-
a54
viene ortolano di
le quali tutte
INDICE
un monistero di donne
lui.
\
NOVELLA
II.
Un pallafrenier giace
re
,
colla moglie
s'
d'Agiluf
accorge ,
2
truovalo e tondelo:
tri
tonduto
tonde, e cos
gio-
modo
che
'l
piacer di
33
NOVELLA
IV
Don
zia
don
Feli'
ce in questo
si
mezzo con
d buon tempo
NOVELLA
V.
47
//
Zima dona a
un suo pallafreno ,
INDICE
tacendo, egli in persona di lei
si
a55
risponde,
.
l'
effetto segue.
54
MOVKixA yu
Bicciardo Mnutolo
pello Figidnolfi
,
ama
la moglie di Filip
d seguente
ella vi
va ,
e credendosi col
, si
dardo
dimorata
Ca
NOVELLA ni.
Tedaldo turbato con una sua donna, si parte di Firenze: tomofvi informa di peregrino dopo alcun tempo , parla con la donna e
falla del suo crror conoscente , e libera il marito di lei da morte, che lui gli era prvaio che aveva ucciso, e confratelli
cifica ; e
si
il
pa-
gode
73
NOVELLA
Vili.
sotter-
mo-
gode ,
messo in prigione
egli in purgatorio
, , ,
^B^6
moglie di
lui
indi<:e
generalo
loo
NOVELLA
IX.
il
re di
Francia
Bel-
una jislola
tramo di Rossiglione, il quale, contra sua voglia sposatala, a Firenze se ne va per isdegno, dos^e vagheggiando una giovane
in persona di lei Giletta giacque con lui ed ebbene due figliuoli j per che egli poi avutala cara , per moglie la tiene
1 1
HOVELLA
X.
il
125
GIORNATA QUARTA
Nella quale sotto
infelice Jine
il
reggimento di Filostrali
To si ragiona di coloro
cui
amori ebbero
...j.iSjr
NOVELLA
I.
mandale
il
cuore in
una
INDICE
coppa d* oro
:
a 57
muore
^49
ROVELLA
II.
yignolo Gabriello di
lei
innamorato,
si
in
forina
giace con
lei
lei:
della
uomo
tico il d seguente nella piazza il mena dove riconosciuto , e da' suoi frati preso ,
incarcerato
64
NOVELLA
III.
tre sorelle
e con toro
si
La maggiore per gelosia fuggono il suo amante uccide. La seconda concedendosi al duca di Greti scampa da morte
la
prima
e con la prima
terzo
si fugge : enne incolpato il amante con la terza sirocchia , e presi il confessano , e per tema di morire con moneta la guardia corrompono , efuggonsi
,
poveri a Rodi
iono
17Q
iS8
INDICE
NOVELLA
IV.
mo
quale uccisa
uccide, e
da quegli che
190
MOVELLA
V.
J fratelli di
lei
:
Lisabetta uccidon
V amante
di
egli
V apparisce
.
in sogno e m^ostrale
di--
Ella occultamente
un
testo di
e quivi su
una grande ora, i fratelli gliele tolgono, ed ella se ne muor di dolore poco appresso 197
.
NOVELLA
VI.
Z' jdndreuola
ama
Gabriotto
raccontagli
un sogno veduto ,
ed egli a
lei
un
:
altro
mentre
ed
il
come V opera
lei
sta
il
podest la
padre di
liberare
;
e lei
,
,
la quale
star pi. al
mondo ,
fa monaca
2o3
INDICE
NOVELLA
VII.
a59
in
Pasquino
,
si
frega
:
a' denti
ima
foglia di salvia
e muorsi
presa la Si-
mona ,
una
si
muore
NOVELLA vm.
ai4
Girolamo ama la Salvestra : va costretto da* prieghi della madre a Parigi : toma , e
truovala maritata
:
entrale di nascoso in
;
e portato in una
lui
aao
'
cuore di messer
lui e
amato da lei : il che ella sappiendo poi , si gitta da una alta finestra in terra e muo* re f e col suo amante seppellita
NOVELLA
X.
a 39
La moglie
d*
la qua-
a6o
le
INDICE
con tutto
.
lui
si
due usurai
sente
,
se
casa
Questi
preso
la fante della
for284
no condennati in denari .,
im
pg
^266
Al
l8^7 V.2
PLEASE
DO NOT REMOVE
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