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SCOPRENDO LINTELLIGENZA NELLA NATURA.


LA TEORIA DELL INTELLIGENT DESIGN .

Negli ultimi anni, negli Stati Uniti dAmerica, sorto un dibattito abbastanza intenso circa la possibilit di esistenza di tracce dintelligenza non umana nella natura. La tesi fondamentale che ci sono presupposti evidenti per affermare lesistenza di un disegno (o progetto) nella natura che sta ad indicare la presenza di un agente intelligente. Inoltre, i sostenitori di questa teoria affermano che ci sono patterns, o modelli stabiliti, che vengono spiegati attraverso lintervento di una qualche intelligenza. Levidenza dellintelligenza umana nel mondo palese. Siamo circondati da oggetti che dimostrano loperato dellintelligenza umana: edifici, macchine, computers, ecc. sono la prova tangibile dellintelligenza umana sulla natura. La ragione per cui possiamo parlare della presenza dellintelligenza umana nella natura data dal fatto che tali oggetti non possono essere il risultato di rapporti causali e naturali che sottostanno al caso (chance) e/o alla necessit (necessity). Senza lintervento dellintelligenza umana non esisterebbero, per esempio, gadgets. E non esisterebbero non per una questione di tempo, ma perch la loro esistenza implica e presuppone lesistenza di unintelligenza creatrice, che come tale gli da forma e possibilit desistenza. Loperato della presenza dellintelligenza umana nella natura talmente ovvio che neanche si discute. Levidenza dellintelligenza non umana molto pi discutibile. Secondo gli autori pi rispettabili della teoria chiamata Intelligent Design, esistono tracce nella natura (sopratutto nella natura biologica) mediante cui possibile spiegare lesistenza dei fenomeni naturali. Lapprensione di tale agente resta comunque nellombra della scienza: non interessa tanto indagare sul chi o cosa sia tale agente intelligente. Ci che preme lasciare in chiaro che lazione intelligente linferenza pi accreditata davanti a certi fenomeni. Il primo scienziato che ha lanciato questidea nel contesto odierno il Prof. Michael Behe, un biochimico delluniversit di Lehign nello stato della Pennsylvania. Behe ha pubblicato il suo libro pi famoso, Darwins Black Box (La scatola nera di Darwin) nellanno 1996, con il sotto titolo La sfida biochimica allevoluzione 1. In quel libro, scritto da un punto di vista scientifico, Behe ha coniato il termine complessit irriducibile per indicare un fenomeno che richiede intelligenza (progettualit). La complessit irriducibile definita cos: un singolo sistema
1 Michael BEHE, Darwins Black Box. The Biochemical Challenge to Evolution, Free Press, New York, 1996; tr. it., La scatola nera di Darwin. La sfida biochimica allevoluzione, Alfa & Omega, Caltanissetta 2007. Il libro, nelle sue varie edizioni, ha venduto pi di 250,000 copie, ed stato dichiarato dalla National Review uno dei 100 libri pi importanti del ventesimo secolo.

composto da diverse e ben assortite parti interagenti che contribuiscono alla funzione basilare, laddove la rimozione di una qualunque delle parti provoca leffettiva cessazione del funzionamento del sistema 2. Come biochimico, Behe, ha studiato la struttura della cellula viva per pi di trentanni. Divenne certo, dallevidenza microscopica, che tale cellula composta da centinaia di macchine molecolari che operano sincronicamente al fine di realizzare delle funzioni basiche necessarie per la sopravvivenza della cellula stessa. Per Behe non concepibile che queste nanomacchine siano il risultato, esclusivamente naturale, del caso e/o della necessit. La complessit irriducibile richiede un progetto per posizionare tutte le componenti in tale modo che si realizzi un sistema. Lesempio pi celebre di questo concetto il flagello batterico. Il flagello batterico usa un meccanismo natatorio, e deve, pertanto, soddisfare gli stessi requisiti di altri sistemi simili. Dal momento che il flagello batterico necessariamente composto da almeno tre parti un remo, un rotore e un motore esso irriducibilmente complesso 3. Irriducibile, appunto, sta a indicare che se manca una componente del flagello, lintero sistema fallisce e non funziona pi. Questa significa che il batterio morir a causa della sua incapacit di muoversi attraverso un fluido. Che cosa significa tale complessit irriducibile per lo studio della natura? Significa che la struttura non pu essere costruita piano a piano, pezzo per pezzo, attraverso dei meccanismi darwiniani (perlomeno in assenza di un progetto). Perch no? Perch avere anche il 99% delle componenti non permetterebbe al batterio stesso una intrinseca funzionalit strutturale; quindi, avere anche il 99% delle componenti essenziali del flagello sarebbe invano ai fini della sopravvivenza del flagello stesso. Il batterio, invero, deve avere tutto quanto il flagello (allo stesso tempo) per essere utile in qualche modo. La teoria darwiniana afferma che le strutture biologiche vengono costruite attraverso piccoli e graduali cambiamenti durante molti anni, per poi essere selezionate al fine di dare un vantaggio allorganismo per la sua propria sopravvivenza. Tali cambiamenti vantaggiosi permeano la popolazione generale per mezzo della riproduzione. Ci che Darwin dovrebbe spiegare la possibilit di un percorso puramente caotico (casuale) nella fabbricazione del flagello possa darsi concretamente nella realizzazione di una struttura interagente in cui tutte le parti sono essenziali alla funzionalit. Questo evolutionary pathway vedrebbe solo le componenti del flagello, senza nessuna connessione o interdipendenza. Altri esempio offerti nel libro di Behe sono il ciglio (assomiglia a un capello e batte come una frusta), la coagulazione del sangue (il sangue richiede una cascata di funzioni per coagulare quando deve e non coagulare quando non deve 4), il sistema immunitario dello squalo (che protegge lo squalo un animale preistorico delle malattie) e locchio umano. importante ribadire che non tutte le strutture biologiche mostrano segni di una complessit irriducibile. Lo stesso Behe ha sempre sostenuto che alcune strutture complesse trovate nella natura possono essere il risultato di cambiamenti graduali e selezioni naturali che possono perdurare anche milioni e
2 Michael BEHE, La scatola nera di Darwin, cit., 326. 3 Ivi., 109. 4 I componenti del sistema (dopo il bivio nel percorso) sono i fibrinogeno, la protrombina, il fattore Stuart, e la proaccelerina. Ivi., 124.

milioni di anni. Ciononostante, alla presenza di una complessit irriducibile losservatore neutrale dovrebbe inferire una progettualit. Il secondo pi famoso scienziato coinvolto con lidea di una progettualit intelligente si chiama William Dembski. Dembski possiede un dottorato di matematica delluniversit di Chicago, e un altro in studi religiosi della Princeton University. Sulla scia di Behe, Dembski ha coniato il termine di complessit specificata al fine di descrivere una struttura in natura la cui complessit si spiegherebbe grazie ad unintelligenza, dove le probabilit di una spiegazione alternativa sono vicine allo zero. La possibilit logica di spiegare la complessit di un sistema attraverso il caso e la necessit resta plausibile, ma quando il calcolo matematico di tale spiegazione savvicina al infinito, allora pi ragionevole concludere che la complessit stata specificata (cio, progettata). La probabilit di indovinare la corretta combinazione di una serratura, per esempio, molto bassa. Supponiamo che la serratura contiene numeri da 0 a 99, e che 5 giri in direzioni alternanti sono necessari per aprirlo. Soltanto una combinazione di giri e numeri aprir la cassaforte. Allora, sono 10 miliardi di possibili combinazioni, di cui soltanto una funziona. Davanti ad una cassaforte con serratura di combinazione cos complessa, se lo troviamo aperto, la conclusione pi ragionevole che qualcuno che ha saputo la combinazione lo ha aperto. impossibile che qualcuno labbia aperto a caso, indovinando la corretta combinazione? No, non impossibile, ma altamente improbabile. Un altro esempio noto di Dembski ha a che fare con la ricerca di esseri extraterrestri intelligenti. Negli anni 90 il governo degli Stati Uniti istitu SETI (Search for Extraterrestial Intelligence) come parte della NASA: una ricerca definita a tutti gli effetti scientifica. Il governo stanzi fondi abbondanti per la ricerca nella speranza di essere i primi ad incontrare qualche traccia dintelligenza fuori del pianeta. Dopo due decadi senza risultati, gli USA abbandonaro limpresa, dicendo che i costi eccedevano i risultati ottenuti5. Dembski si domanda, Che cosa costituirebbe levidenza di unintelligenza extraterrestre?. Una risposta scientificamente valida sarebbe: tracce di una complessit specificata. Se intercettassimo un segnale radiofonico che contiene informazioni digitali (come nel caso del libro di Carl Sagan, Contact, divenuto poi un celebre film con Jodie Foster), allora dovremmo concludere che il segnale proveniva da una fonte intelligente. In assenza di qualche cosa specificata, possiamo concludere soltanto che sono segnali a caso (random) e linferenza di una progettualit non giustificata. Anche se il progetto SETI non viene pi finanziato dal governo americano, resta un progetto prettamente scientifico, e quindi la ricerca di tracce dintelligenza nelluniverso continua ad essere una ricerca scientifica. Bisogna essere cauti a non cadere nella trappola dellignoranza. Lobiezione alla progettualit nella natura dice cos: Soltanto perch ancora non sappiamo come la natura abbia fabbricato tale struttura, non giustifica linferenza dellintelligenza. In
5 SETI adesso riceve finanziamenti significativi dal miliardario americano Paul Allen, cofondatore della Microsoft.

altri termini, anche se oggi non possiamo tracciare il percorso evoluzionistico di sistema biologico, potremmo farlo in futuro. La risposta di Behe e Dembski che, davanti ad una complessit irriducibile/specificata, non ci pu essere un percorso evoluzionistico, e quindi linferenza dellintelligenza valida. La progettualit si intravede non in base alla nostra ignoranza, ma in base alla necessit di avere molti componenti interdipendenti, tutti finalizzati ad uno stesso scopo (per far funzionare il sistema). Non si tratta dellargomento God of the gaps dove si ricorre in modo pi o meno fideistico allagente divino per tappare qualche buco cognitivo nella ricerca scientifica. Si tratta invece dellapplicazione dei metodi dellingegneria ai sistemi biologici. Infatti, recentemente sono nati interi indirizzi di studi mirati a guardare la natura in termini di ingegneria per poi sviluppare sistemi artificiali. Due esempi di tali indirizzi sono la biomimetica e la bio-engineering, che promettono molto soprattutto nel campo della medicina applicata. Unaltra obiezione spesso indirizzata alla teoria quella che si chiama suboptimal design, cio, la progettualit sotto-ottimale. Questa obiezione asserisce che davanti a certi sistemi biologici non ottimali, si deve concludere la non-progettualit di tali sistemi. Trevor Lamb, ricercatore del Dipartimento di Neuroscienze allUniversit Nazionale di Canberra in Australia, nellultimo numero di Le Scienze (settembre 2011) ha affermato che locchio rappresenta un design molto contorto e mal riuscito. Quali sono questi scandalosi difetti dellocchio umano? Sono numerosi, a detta dellautore, che, comunque, si accontenta di enunciarne tre, che degradano la qualit dellimmagine; una retina invertita che costringe la luce a passare attraverso i corpi cellulari prima di raggiungere i fotorecettori; vasi sanguigni nella superficie interna della retina; una macchia cieca dove le fibre nervose convergono in un nervo ottico6. Come pu essere una cosa cos mal progettata frutto di un agente intelligente? La risposta (breve) si trova nel concetto stesso di progetto: solo perch una cosa potrebbe essere concepita come meglio realizzata non implica che non fosse progettata. Basti considerare il disegno dei primi motori a base della combustione: erano inefficienti, lenti, e inquinanti. Ma non si pu dire che non erano progettati. Un agente intelligente avrebbe dovuto realizzare meglio il progetto? Forse s, forse no. A volte le condizioni dellambiente influiscono molto sul progetto; altre volte, fattori ausiliari influiscono sulla scelta del progetto da realizzare, perch il sistema progettato deve stare insieme ad altri sistemi che interagiscono. Insomma, un sistema non deve essere ideale per mostrare segni di progettazione. Argomento di fine-tuning. Largomento di fine-tuning vuole mostrare che le condizioni nelluniverso, affinch la vita potesse essere prodotta, sono talmente perfette da far pensare che luniverso stato progettato in vista del sorgere della vita (e poi, della vita cosciente). Fine-tuning significa messa a punto dove molti fattori convergono per ottenere le condizioni adeguate per lo sviluppo della vita umana. A volte questidea viene anche chiamata come il principio antropico, che sta a indicare come lessere umano doveva essere lo scopo dellequilibrio del cosmo. Uno dei libri pi citati al riguardo si intitola
6 http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-il-miracolo-dellocchioil-darwinista-non-lo-vede-3117.htm , articolo di Umberto Fasol.

The Privileged Planet di Guillermo Gonzalez e Jay Richards 7. Il libro pieno di statistiche, le quali, se fossero anche leggermente differenti, annullerebbero le condizioni necessarie per la vita. Basti pensare ad un differente rapporto fra le diverse forze contenute nellatomo (forza forte, forza debole, forza di elettromagnetismo e forza di gravit), o della velocit della luce, o della posizione della terra rispetto al sole, differenza che starebbe a significare limpossibilit della vita (almeno come la conosciamo noi). Davanti a questi fatti naturale concludere, quindi, che il nostro universo in qualche modo stato pensato con il progetto della vita.8 Il pensiero della Chiesa. Il Cardinale Schnborn, arcivescovo di Vienna e responsabile della nuova edizione del Catechismo della Chiesa Cattolica, scrisse un articolo nel New York Times che sintitola Finding Design in Nature (Scoprendo la progettualit nella natura): saggio che provoc non poche polemiche 9. Larticolo comincia con questa frase: La Chiesa Cattolica, mentre lascia alla scienza molti dettagli sulla storia della vita sulla terra, proclama che attraverso la luce della ragione, lintelletto umano pu discernere spontaneamente e chiaramente una finalit e progettualit nel mondo naturale, includendo il mondo degli organismi viventi 10. E asserisce: Qualsiasi sistema di pensiero che nega o cerca di evadere levidenza travolgente di una progettualit nella biologia unideologia, non scienza11. Dal magistero della Chiesa, si possono ricavare molte dichiarazioni simili. Philip Larrey

7 G. GONZALEZ & J. W. RICHARDS, The Privileged Planet. How Our Place in the Cosmos in Designed for Discovery, Regnery Publishing, Washington, D.C. 2004. 8 Cfr. Mariano ARTIGAS; The Mind of the Universe. Understanding Science and Religion, Templeton Foundation Press, Pennsylvania 2000. 9 Cfr. C. SCHONBORN, Finding Design in Nature, New York Times, 7 luglio 2005. 10 Ivi., 1. 11 Ibidem.

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