Sei sulla pagina 1di 3

ROCA VECCHIA, SANTUARIO DI VITA

Inesauribile fonte di conoscenza e di emozioni, Roca vecchia, lantica citt messapica nei pressi di Melendugno, nel cuore del Salento, tante volte distrutta e altrettante ricostruita, continua a rivelarsi fonte di segreti inattesi. Cosa sappiamo, al momento , di questo misterioso sito archeologico dove lincanto dei luoghi entra singolarmente in sintonia con il fascino della storia? Cosa ci hanno detto gli studiosi di un luogo che
definire patrimonio di cultura e di conoscenze ancora dir poco? Sicuramente, rispetto a qualche anno fa, sappiamo di pi, ma considerando che stata riportata alla luce appena la decima parte di quanto nascosto da un sottile strato di terriccio, sappiamo davvero ancora troppo poco. Eppure, ogni volta, di fronte ad unaltra eccezionale scoperta, non possiamo non stupirci per come venga gestita in modo cos sconsolatamente amatoriale la divulgazione delle conoscenze dai responsabili a vari livelli che dovrebbero invece mettere a frutto le acquisizioni conseguite in anni di -faticose ricerche.

Gli scavi condotti sin dal 1984 hanno riportato alla luce interessanti reperti risalenti allet del Bronzo medio e del Bronzo finale (XV-XI secolo a.C.) tanto che, oggi, possiamo affermare che a partire dal XV sec. a.C., la citt fu pi volte assediata e incendiata, pi volte distrutta e altrettante volte ricostruita. Anche se non certa lidentit degli abitanti originari, possiamo essere certi che il sito fu certamente abitato durante let del ferro e, con alterne vicende, anche in periodi successivi fino ad diventare una delle citt messapiche pi importanti del territorio sallentino. Fu anche un luogo di culto dedicato al Dio Taotor Andirabas come testimoniano le importanti iscrizioni, scoperte dal Prof. Pagliara nella Grotta della Poesia nel 1983. Il sito, ci ha spiegato, poi, il Prof. Guglielmino, docente di archeologia e antichit egea allUniversit del Salento, fu successivamente abbandonato, ma fu frequentato nellalto medioevo da anacoreti, provenienti perlopi dallImpero Romano dOriente, che col tempo costituirono una comunit, abitando in una serie di grotte scavate nel calcare, ancora oggi visibili. Le rovine che hanno sfidato il tempo e gli agenti atmosferici per pervenire fino a noi in uno stato di notevole degrado, si prestano dimessamente allo sguardo attento dei ricercatori o a quello curioso dei turisti, permettendo a tutti di indovinare senza sforzo alcuno che Roca fu anche un centro di accoglienza di notevole importanza, oltre che un santuario cristiano, per i pellegrini che si recavano in Terrasanta. Grazie agli ultimi scavi, siamo entrati in possesso di circa 200 vasi di diversa grandezza, ricostruibili pressoch per intero, numerosi pugnali, oggetti di avorio, giare in argilla, arnesi per la lavorazione della porpora e attingitoi usati durante i banchetti. Sono state trovate anche parti di ossa con carne di animali, vittime sacrificali prima delledificazione delle capanne, e sette scheletri di due individui adulti e cinque soggetti pi giovani che si immagina fossero i componenti di una stessa famiglia. Secondo recenti studi sipensa che Rocavecchia sia stato un importante centro di estrazione e lavorazione della porpora, anche grazie alla grande quantit di acqua potabile che garantiva la vita nella citt, proveniente da un fiume sotterraneo e da numerosi pozzi, ancora adesso esistenti . Tuttavia, nonostante le difficolt affrontate dagli studiosi nel corso degli anni, malgrado le incomprensioni, i ritardi e un interesse mediatico non allaltezza di un sito archeologico tra i pi importanti dellItalia meridionale, la ricostruzione della storia di Rocavecchia, lantica Thuria
Sallentina, continua ad affascinare ricercatori e profani, saggisti e romanzieri, tutti innamorati di una citt che non c pi, che pur se distrutta dai Turchi nel 1480 e poi dagli aragonesi nel 1544, ancora suscita emozioni. Roca Vecchia, citt di culto, santuario di vita.

ROCA VECCHIA E IL MAL FRANCESE

Storia [modifica]
A lungo la storiografia europea ha accusato la popolazione americana di avere trasmesso la malattia al vecchio continente, attraverso i marinai di Cristoforo Colombo. Da tempo questa tesi stata messa in discussione: vedi gli studi di C.J. Hackett (1963); Henneberg M, Henneberg RJ (1994). Gli scavi presso il monastero agostiniano di Kingston-upon-Hull nel nord-est dell'Inghilterra hanno recentemente portato alla luce scheletri di persone decedute prima del viaggio di Cristoforo Colombo, ma con evidenti segni della terza fase della malattia: uno studio dell'Universit di Oxford e di Sheffield, attraverso il metodo del radiocarbonio, ha stabilito una datazione intorno al 1340[1]. Si ipotizzato che la sua diffusione in Inghilterra sia da legarsi alle spedizioni vichinghe nel Canada. Nel mondo classico la malattia era probabilmente presente in forma poco virulenta. Si ritiene che il batterio nell'Europa medievale abbia assunto una notevolissima virulenza e una localizzazione nell'apparato genitale a causa di un suo adattamento agli scarsissimi contatti fisici tra le persone[senza fonte]. In America gli Europei avrebbero ritrovato la variet originaria del batterio, endemico tra la popolazione locale perch pi soggetta al contatto fisico[senza fonte], ma dall'aggressivit assai pi blanda[2]. La prima epidemia di sifilide tradizionalmente conosciuta sembra sia scoppiata a Napoli nel 1495, a seguito della calata del re francese Carlo VIII. Il ritorno dell'esercito francese verso nord diffuse la malattia in tutta Italia, e alla fine in tutta Europa, giungendo sino in Oriente. La malattia venne quindi conosciuta in quasi tutta Europa con il nome di mal francese, tranne in Francia dove prese il nome di mal napolitain. Ma comunque non manca di sinonimi, fin dal suo comparire: si moltiplicano come accuse ai popoli confinanti e nemici. Secondo altre fonti storiche, la teoria americanista sull'origine della malattia stata formulata dal medico spagnolo Ruy Diaz de Isla che nel 1539 scrisse il libro Tractado contra el mal serpentino que vulgarmente en Espaa es llamado bubas, in riferimento alle cure da lui effettuate a Barcellona, nel 1493, ad alcuni marinai di Colombo affetti da una nuova malattia che identific con la sifilide[3]. Ruy Diaz de Isla sostenne che la malattia fosse originaria dell'isola Hispaniola, e i primi navigatori europei la portarono in Spagna, e dalla penisola iberica si diffuse negli altri Paesi. La storia dell'attribuzione del nome sifilide invece pi chiara, in quanto fu il medico e scienziato veronese Girolamo Fracastoro, con la sua opera del 1530, Syphilis sive morbus gallicus ("Sifilide o il mal francese") , e con il trattato De contagione et contagiosis morbis ("Sul contagio e sulle malattie contagiose") del 1546 a imporre questa definizione; fu invece il medico francese Jean Fernel ad attribuirle, nello stesso periodo, il nome di lue[3].

Origini

Tre teorie sull'origine della sifilide sono stati proposti. E 'un accordo generale da storici e antropologi che la sifilide era presente tra i popoli indigeni d'America prima che gli europei viaggiato da e per il Nuovo Mondo. Tuttavia, se i ceppi di sifilide erano presenti in tutto il mondo per millenni, o se la malattia stata limitata al continente americano in epoca pre-colombiana, discusso.

La "teoria del pre-colombiana", sostiene che la sifilide era presente in Europa prima della scoperta delle Americhe da parte degli europei. Alcuni studiosi ritengono i suoi sintomi sono stati descritti da Ippocrate nella Grecia classica nel suo veneree / form terziario. Ci sono altri risultati sospetta sifilide per la pre-contatto Europa, anche in un convento secolo 13 e 14 agostiniani nel nord-est del porto inglese di Kingston upon Hull. Questa storia marittima della citt, con il suo arrivo continuo di velisti provenienti da luoghi lontani, si pensa sia stato un fattore chiave nella trasmissione della sifilide. scheletri di carbonio-datato di monaci che vivevano nel convento ha mostrato lesioni ossee che i sostenitori di dire tipici della sifilide venerea, anche se questo contestato dai critici di questa teoria. Scheletri in pre-Columbus Pompei e Metaponto in Italia con danni simili a quelli causati da sifilide congenita sono stati trovati, anche se l'interpretazione di questa prova stata contestata. Douglas Owsley, un antropologo fisico presso la Smithsonian Institution, e altri sostenitori di questa idea dire che molti casi di lebbra medievale europea, comunemente chiamato''''lepra, erano in realt i casi di sifilide. Anche se folklore ha sostenuto che la sifilide era sconosciuta in Europa fino al ritorno dei marinai malati dei viaggi colombiana,

Alcuni famosi personaggi storici, tra cui Carlo VIII di Francia, Hernando Cortez di Spagna, Adolf Hitler, Benito Mussolini, e Ivan il Terribile, sono stati accusati di aver avuto la sifilide. Guy de Maupassant e, eventualmente, Friedrich Nietzsche si pensa siano stati impazziscono e infine ucciso dalla malattia. Al Capone contratto la sifilide da giovane. Con il tempo stato incarcerato ad Alcatraz, ha raggiunto la sua terza fase,''''neurosifilide, lasciandolo confuso e disorientato. La sifilide ha portato alla morte del pittore Edouard Manet e artista Paul Gauguin stato anche detto di aver sofferto di sifilide. Compositori che hanno ceduto alla sifilide incluso Hugo Wolf, Frederick Delius, Scott Joplin, Gaetano Donizetti, e, eventualmente, Franz Schubert e Niccol Paganini.

Focolaio europeo
Il primo focolaio ben registrato europeo di quella che oggi noto come la sifilide si verificato nel 1494, quando scoppiata tra le truppe francesi assediano Napoli. I francesi potrebbero averlo catturato attraverso mercenari spagnoli che serve il re Carlo di Francia in quel assedio. L'epidemiologia di questa epidemia di sifilide prima mostra che la malattia era nuovo o una forma mutata di una malattia in precedenza. I ricercatori hanno concluso che la sifilide stata effettuata dal Nuovo Mondo in Europa dopo i viaggi di Colombo '. I risultati hanno suggerito i cittadini europei potrebbero avere portato il nonvenereal casa tropicale batteri, in cui gli organismi possono avere mutato in una forma pi letale nelle diverse condizioni e l'immunit di popolazione a basso d'Europa. La sifilide stato un killer pi importanti in Europa durante il Rinascimento.

Potrebbero piacerti anche